RITORNO DI FIAMMA

AUTRICE:CHICHI 354

DISCLAIMER : I personaggi descritti non sono di mia creazione ma appartengono a Joss Whedon e alla WB.

Il racconto non è scritto per scopi di lucro ma solo per divertimento personale.

Coppie: Angel/Buffy il resto si vedrà...

Note: Questa ff si colloca alla fine della 5 serie di ATS. Spike non ama Buffy e va daccordo (più o meno) con Angel col quale vive a LA. Buffy si è trasferita a Roma.

 

-----------------------------------------------------------------------------

 

Una nuova alba sorgeva nel cielo di LA. Un uomo sedeva davanti alla scrivania del suo ufficio. Era alto, moro, con occhi pronfondi e colmi di tristezza e dolore. Pensava a come sarebbe stata la sua vita se non l’ avesse mai lasciata, se sarebbe rimasto al suo fianco. Ma ora lei era lontana, dall’ altra parte del mondo. Ora aveva una vita normale… e meritava di passarla con un uomo normale.

Qualcuno busso alla porta. Angel sapeva già chi fosse. L’ aveva riconosciuto dell’ odore. L’ odore del suo Childe. “E’ da lui irrompere sempre nei momenti meno opportuni!”, contatò fra sé il vampiro.

A: Che vuoi?

S: Buon giorno anche a te!

I due si guardavano negli occhi. Angel sapeva che per quanto fosse abile con gli altri a nascondere la sua nostalgia per il suo grande amore, a Spike bastava uno sguardo per capire il suo stato d’ amino.

S: Pensavi a lei vero?

A: Non ti si può nascondere niente eh!

S: Oh Angel ma perché sei così stupido! S l’ ami davvero corri da lei!

A: Non è facile come sembra! E poi ora ha una vita, non posso presentarmi davanti a lei e dirle “ Oh Buffy ti amo da morire torniamo insieme”!

S: Ma che vita è una vita senza l’ amore vero? Scommetto che anche lei ora ti sta pensando, e desidera averti vicino almeno quanto te!

A: Può darsi ma… e comunque non sono affari tuoi!

S: Come volevasi dimostrare! Eviti l’ argomento perché ho ragione!

Un sorriso compiaciuto si stampò sulla faccia di Spike mantre si sedeva su una delle dua poltrone nere in pelle che si trovavano di fronte alla scrivania. Angel sapeva che il suo Childe aveva ragione, sentiva l’ amore di Buffy anche se erano lontani. Ma cosa poteva fare? Buffy si meritava una vita alla luce del sole, una vita che lui non poteva dargli.

S: E per la cronaca, la tua felicità e quella della mia ex sono affar mio!

A: Non sarebbe felice con me…

S: Sciocchezze!

A: Senti è tardi, devo lavorare, e non ho tempo per intraprendere una simile discussione con te! Quindi sparisci!

Il suo tono di voce ra seccato e Spike decise di non povocarlo ulteriormente… almeno per il momento

S: Ok, hai vinto, me ne vado! Ma stai pur certo che non mollo!

Si alzo e si diresse verso la sua stanza.

Angel rimase solo, ripensò alla discussione. No, non poteva andare da lei, anche se lo desiderava con tutta l’ anima, non voleva farle questo.

Nel frattempo Spike non aveva perso tempo. Doveva fare qualcosa, ed aveva già in mente un piano…

S: Pronto? Si, ciao sono io, mi serve un grosso favore…

 

cap 1

Roma ora 6:00

 

Il vento autunnale soffiava per le strade romane trascinando quà e là le foglie ingiallite.

Un viale di alberi spogli le si presentava davanti. Faceva quella strada ogni giorno per andare a lavoro. Il sole non era ancora sorto e la via le si presentava vuota e spoglia proprio come quegli alberi che le mettevano tanta tristezza. Alla fine del viale fece capolino un imponente edificio grigio, dove la giovane entrò. Si diresse immediatamente verso in suo ufficio sperando di trovare Lisa, sua collega nonché amica fidata. Lisa era una ragazza dolce e timida, dai lunghi capelli rossi e la sorriso contagioso. Le ricordava Willow… Oh la sua Willow, come le mancava! Non la vedeva da quando si era trasferita. Quelle rare volte che la sentiva per telefono parlavano per ore. Parlavano delle vecchie avventure a Sunnydele, di come la loro vita era cambiata, di come sentivano la reciproca mancanza. Come sarebbe voluta scappare via e tornare da loro! Tornare da Willow, da Xander, da Giles, da Angel… “No, non devo pensarlo, non devo, non posso!“

L: Buff che ti prende? Non stai bene? Ti vedo triste, se vuoi ti sostituisco io per oggi…

B: No, sto bene. Grazie Lisa, sei troppo gentile!

L: Mi piace aiutare quando posso! Stavi pensando a “lui” vero?

Un caldo sorriso si illuminò in quel volto pieno di lentiggini.

B: Già, non riesco a togliermelo dalla testa! Infondo è stato il mio primo amore!

L: Oh Buffy come vorrei poter fare qualcosa per te!

B: Tu fai fin troppo! E’ già tanto se mi sopporti col caratteraccio che ho!

L: Ma che dici! Sei una persona fantastica!

B: Dillo a tutti quelli che ho fatto soffrire!

L: Smettila di pensare al passato! Gli errori si fanno! L’ iportante è saper porre rimedio!

“Si ma come? Angel mi odierà dopo quello che gli ho fatto! E poi ormai si sarà già trovato qualcun‘ altra! Magari migliore di me!”

L: Vai a casa Buffy! Sarebbe inutile restare, non riusciresti a concentrarti! Ti sostituisco io!

B: Ok… Grazie, sei un’ amica!

Lisa abbracciò dolcemente Buffy, cercando di tirarla su col morale. La ragazza bionda diede un’ ultimo sguardo all’ ufficio: buio, freddo, grigio. Non era il posto ideale per una persona depressa.

Uscì camminando con calma. Una leggera brezza le soffiò sul viso scostandole una ciocca di capelli. “Chissà se Downie è già uscita per andare a scuola?”

Quando entrò nel suo appartamento erano già le 7:15. Aveva percorso la strada di ritorno lentamente, cercando di non pensare a nulla, anche se i suoi ricordi non la smettevano di tormentarla. Rivedeva gli ultimi istanti trascorsi con Angel prima dello scontro col Primo.

D: Buffy che ci fai qui? Non dovresti essere a lavoro?

B: Oggi mi sono presa un giorno libero…

Down la guardò prima sorpresa, poi comprensiva. Aveva capito di cosa si trattava ma cercò comunque di evitare l’ argomento per non infierire.

D: Io sto uscendo, per qualunque cosa chiamami ok?

B: Smettetela di preoccuparvi per me tutti quanti! Sono triste non malata!

D: Scusa hai ragione… Allora io vado…

Prese lo zaino e uscì rapidamente.

Una volta restata sola Buffy crollò, sfogando tutte le lacrime trattenute, tutta la nostalgia accumulata, tutta la tristezza e il dolore represso davanti agli altri. Ai suoi amici e a sua sorella diceva di non preoccuparsi, che stava bene e che erano solo momenti passeggeri, ma lei sapeva che non era così. Appena non ebbe più la forza di piangere, si sdraiò sul suo letto e si addormentò fra i singhiozzi, era tanto che non riusciva a riposare, che si svegliava nel cuore della notte gridando il suo nome. Quando si rialzò erano le 14:30. “Down arriverà a momenti e devo ancora cucinare! Possibile che abbia dormito così tanto?”. Apparecchiò alla svelta e versò l’ acqua in un pentolino, che mise sul fuoco. Sentiva il cuore più leggero dopo il suo sfogo. Come se con le lacrime avesse buttato via tutto il dolore represso.

La porta si aprì cigolando, quasi per avvisare Buffy dell’ arrivo di Down.

B: Down, sei tu?

D: E chi dovrebbe essere se no?

Il suo tono di voce era seccato e lasciava trapelare lo stress di una pessima giornata. Sicuramente qualche interrogazione a sorpresa o qualche rifiuto a uscire da parte di un ragazzo carino. Preferì non indagare, prima o poi le sarebbe tornato il sorriso.

Non parlarono durante il pranzo. Tutt’ e due vollero rispettare il reciproco silenzio. Un silenzio opprimente. Dopo pranzo Down si diresse verso camera sua a studiare, senza batter ciglio. Una volta avrebbe fatto follie pur di evitare di buttarsi a capofitto in quella montagna di libri. Ma ora sembrava essere maturata all’ improvviso.

Buffy decise di passare il pomeriggio fra film e pop corn. Per quel lasso di tempo riuscì a non pensare ai suoi problemi. Ma al tramontar del sole il suo istinto di Cacciatrice si risvegliò, come un orologio regolato di proposito. Il desiderio di uscire a caccia era forte. “Non succederà nulla di mele se per una sera rivivo i vecchi tempi!”. Non riflettè molto sulla sua decisione. Avrebbe detto a Down che usciva a fere due passi, niente di strano. E così fece. Prese la giacca e si precipitò fuori. “Vampiri in guardia. La Cacciatrice è tornata!”. Le sue labbra finalmente si allungarono in un sorriso. Si diresse in periferia, sbirciando nei vicoli, al cimitero, nelle case abbandonate ma niente. Dove erano finiti tutti quanti?

Un rumore di passi alla sue spalle la fece voltare di scatto. “No, non può essere! Non qui, non adesso, non tu!”. L’ elegante abito rosso risalva nelle tenebre mentre una Buffy incredula non distoglieva lo sguardo da quella figura.

B: Drusilla…

D: Ciao Buffy…

Cap 2

 

 

 

L.A., tarda sera...

 

S: Sto uscendo…

Il biondo si avviò in fretta verso la porta principale. Sperava vivamente che Angel non l’ avesse sentito, sarebbe stato molto più facile mentirgli al ritorno. Ma il suo Sire lo afferrò da un braccio bloccando la sua fuga e costringendolo a voltarsi.

A: Fermo qui giovanotto. Dove credi di andare?

S: Calmati, voglio solo fare una passeggiata! Non scappo mica!

Si sforzava di rimanere calmo, ma un pizzico di insicurezza trapelava dal suo sguardo. Non guardava Angel negli occhi, se lo avesse fatto gli avrebbe rivelato tutto rovinandosi da solo il piano.

A: E no mio caro! Sputa fuori il rospo! Chi è lei?

Spike tirò un sospiro di sollievo. Per un attimo aveva pensato di essere stato scoperto, e invece Angel aveva frainteso i suoi atteggiamenti evasivi.

S: Non so di cosa tu stia parlando!

Preferì comunque mantenersi sulle sue.

A: Uh si che lo sai invece! Sto parlando delle telefonate segrete, delle uscite a sera tarda, del tuo essere distratto, del tuo improvviso romanticismo, del fatto che tutt’ ad un tratto hai smesso di impicciarti della mia vita! E tu sai meglio di me che se smetti di intrometterti nelle mie faccende personali vuol dire che hai trovato qualcosa di interessante nelle tue! Spara!

Gli aveva lasciato il braccio ma per il vampiro era come se lo tenesse ancora stretto nella sua morsa. Si sentiva braccato anche se era riuscito a farla franca questa volta.

S: E invece ti sbagli, il mio cuore è vuoto come il frigo di un single!

Una battuta avrebbe di certo allentato la tensione in un momento normale, ma quel momento era tutt’ altro che normale. Se il suo cuore non fosse stato già fermo avrebbe rischiato l’ infarto. La posta in gioco era troppo alta e non poteva permettersi errori.

A: E inutile. Con me non attacca, ti conosco troppo bene!

Doveva inventarsi qualcosa e alla svelta prima che la situazione gli sfiggisse di mano!

S: E va bene, mi hai scoperto! Contento adesso?!

Angel fece uno sguardo soddisfatto e con un raro sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia trascinò Spike fuori dall’ hotel. L’ aria fresca gli sfiorò il viso mentre un brivido gelido gli percorse la schiena. Perché Angel lo aveva portato lì? La sua preoccupazione svanì non appena il bruno iniziò uno dei suoi sermoni sulle api e sul polline, che pre-annunciavano un altro estenuante poema sui cavoli e le cicogne! Spike non avrebbe sopportato un’ altra parola su un argomento così imbarazzante! Ma lo aveva preso per un bambino?!

A: …e a questo punto…

S: Angel basta non ho sei anni! Smettila di parlarmi di queste cretinate! Sò badare benissimo a me stesso!!!

A: Ok. Ok volevo solo rendermi utile! Pero non venire da me a piangere quando un marmocchio petulante ti chiamerà papà!

S: ANGEL!!! MA COSA CAVOLO STAI DICENDOOOOOOOOO?!

A: Ehi calmati, se avessi una circolazione a quest’ ora saresti tutto rosso! Non pensevo ti imbarazzasse così parlarne?!

S: Io non…

Questa affermazione lo colse alla sprovvista. Di solito non si vergognava a parlare di questi argomenti con nessuno ma con lui… Era come parlare a un… A un padre… Scosse leggermente la testa come per allontamare quel pensiero.

S: Senti ora devo andare. Riprenderemo il discorso quando torno, e nel frattempo farò il bravo ok “mammina”?

Si girò e si allontanò velocemente, senza guardare indietro. In un attimo scomparve fra le tenebre. Intanto Angel lo guardava benevolo. Avrebbe continuato a trattarlo come un figlio per sempre, e lui avrebbe continuato a trattarlo come un padre per sempre. Continuò a fissare il punto in cui lo aveva visto confondersi con il buio della notte appena un attimo prima. Non lo avrebbe mai ammesso, neanche sotto tortura, ma quel ragazzino sbruffoncello, che si prendeva sempre gioco di lui e pretendeva di avere sempre l’ ultima parola era importante per lui. Non l’ avrebbe mai ammesso ma infondo, infondo gli voleva tanto bene! E sapeva che a modo suo Spike ricambiava quell’ affetto! Rientrò nell’ albergo sorridendo.

Intanto in un vicolo buio una figura parlava al telefono nel’ ombra…

S: Bene, tienimi informato… Non preoccuparti rispetterò i patti ma tu ricordati di non farti scoprire, un solo passo falso e ci ritroviamo nei guai, non voglio perdere la fiducia di Angel…

 

 Cap 3

 

Roma, la sera dell' incontro con Dru

 

Buffy fissava incredula quegli occhi violetti che spiccavano nel buio della notte. Cosa ci faceva a Roma? Cosa voleva da lei? Perché era tornata? Tante domande affollavano la sua mente senza trovare alcuna risposta.

La vampira mosse qualche passo in direzione della Cacciatrice. Le sorrideva diabolica, provocandole un sussulto ad ogni passo. Perché aveva tanta paura di Drusilla? Aveva ucciso vampiri più forti, aveva affrontato Apocalissi e mali primordiali e ora si lasciava indimidire da lei?

B: C-Che c-ci f-fai qui?

Balbettava terrorizzata. Non riusciva a mouversi. Sembrava che gli da predatore di quell’ essere l’ avessero immobilizzata. Deglutì a fatica attandendo una risposta.

D: Ma che domande! Sono qui per te!

Aveva smesso di sorriderle. Le stava girando intorno come uno squalo che studia i movimenti della preda prima di attaccare. Buffy riuscì finalmente a ritornare padrona dei suoi movimenti e indietreggiò mettendosi in posizione d’ attacco.

B: Se vuoi combattere fatti avanti! Non ti temo!

Drusilla scoppiò in una travolgente risata

D: Non sono qui per fare del male a te… Non adesso almeno…

B: Cosa vuoi fare allora?

Buffy non riusciva a capire le intenzioni di quella donna.

D: Voglio solo aiutarti piccola!

“E’ vero che era pazza già da prima, ma ora sta totalmente delirando! Aiutare me? E come se non sa nemmeno aiutare se stesse?”

D: Seguimi, ti condurrò verso la felicità…

B: No grazie, non ci tengo a diventare una vampira pazza come te!

Ora aveva un po’ esagerato, Drusilla la guardò offesa, per poco non si metteva a piangere. Eppure anche lei aveva sempre affermato di essere svitata, perché ora se la prendeva tanto?

D: Cerca di offendere di meno! Non ho nessuna intenzione di generarti! Voglio solo portarti in un luogo lontano da qui, ma se non vuoi venire tu, posso sempre chiederlo a qualcun’ altro…

Sapeva che Buffy non avrebbe mai lasciato che un innocente la seguisse ragion per cui si vide costretta ad accettare. Era troppo curiosa di sapere cosa voleva farle vedere per impalettarla.

B: Ok, mi hai convinta, verrò con te. Ma prima lascia che sbrighi alcune faccende va bene?

D: Sapevo che avresti accettato. Ti dò tre giorni di tempo per fare ciò che devi. Ma se allo scoccare della mezzanotte del terzo giorno non sarai qui, qualcun’ altro prenderà il tuo posto ok?

Buffy annuì, tre giorni era sufficenti.

Drusilla le sorrise e si volto per andarsene. Dopo qualche passo si fermò e senza voltarsi le disse:

D: Miraccomando, sii puntuale, non vorrai mica mettere la vita di qualcuno in pericolo?

Poi svanì nel nulla proprio come era arrivata.

A Buffy si gelò il sangue dopo quella affermazione. Dru era imprevedibile. Doveva solo sperare che nel frattempo non cambiasse idea e facesse del male a qualche persona.

Tornò a casa stravolta. Down aveva già cenato e si era rintanata in camera sua e sfogliare l’ album dei ricordi di Sunnydale.

Buffy non aveva alcuna intenzione di mettere qualcosa sotto i denti. Quell’ incontro inaspettato le aveva chiuso lo stomaco. Sedeva dul divano con le gambe strette al petto.

“Bhè innanzittutto manderò Down da Giles in Inghilterra. Lì perlomeno sarà al sicuro. Tanto per Halloween le danno una settimana di vacanza e…HALLOWEEN!!!Fra tre giorni è Halloween!” Buffy scatto in piedi dove aveva intenzione di portarlsa Drusilla la notte di Halloween?! “Devo scoprirlo prima che sia troppo tardi!”.Corse all’ aereoporto a fare un biglietto di sola andata per l’ inghilterra. Doveva prima mettere sua sorella al sicuro. Se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonta! Quandò tornò a casa Down la stava aspettanto visibilmente preoccupata.

D: Che cosa diavolo sta succedendo Buffy?! Perché corri da parte a parte senza dirmi nulla?!

B: Down ho prenotato un volo per l’ Inghilterra di sola andata. Partirai domani alle nove. Qui non è più sicuro…

D: Cosa?! Buffy smettila con questi segreti! Dimmi tutto o io domani non mi muovo da qui!!!

Era paonazza in viso. Buffy decise di raccontargli il minimo per farla partire. Le disse di aver visto Dru e che preferiva farla partire per qualche giorno piuttosto che rischiare di metterla in pericolo anchora un volta. Down dovette arrendersi. Una lacrima le scese sul viso. Non voleva lasciare la sorella, ma sapeva che Buffy non l’ avrebbe mai fatta restare. Preparò le valige che riempì solo dell’ indispensabile. Quella notte dormirono insieme, abbracciate, sperando chel’ indomani non arrivasse mai.

Ma il sole sorse e Down in lacrime non potè fare altro che guardare Buffy dall’ oblò, sperando di poterla rivedere.

In quei tre giorni Buffy sistemò le faccende di lavoro in ufficio e si prese una settimana di ferie. Lisa la fissava triste, un lungo e sofferto abbraccio. Buffy le aveva raccontato tutto durante la pausa pranzo.

L: Stai attenta Buff!

B: Tranquilla Lisa, tornerò tutta intera! E’ solo una pazza vampira con manie di grandezza! In ogni caso ho il mio fidato Mr. Punta!

Un debole sorriso. Buffy non sapeva cosa sarebbe succeso. Si affrettò ad uscire e a raggiungere casa. Aveva preparato una lettara in cui spiegava a Giles cosa fare nel caso fosse accaduto il peggio.

La mise nella tasca dei jeans e uscì.

A mezzanotte in punto era già lì ad aspettare, ad attendere inerme il suo destino. Un rumore di passi dietro di lei...

Cap 4

 

L.A. ore 23:55

 

Spike era seduto sul cornicione del palazzo. Il suo sgurdo era perso nel vuoto. Una leggera brezza lo travolse in pieno viso, carica di ricordi, sensazioni, emozioni ormai credute perse. Ripensava al suo piano chiedendosi se fosse giusto immischiarsi in affari che non lo riguardavano. In fondo lo faceva per il loro bene, per vederli felici. O forse lo faceva solo perché provava rabbia nel vedere tanto amore buttato al vento. Lui, che di amore ne aveva ricevuto così poco nella sua esistenza! Quanto desiderava un amore vero come il loro! Se lo avesse avuto non avrebbe mai fatto l’ errore di mandarlo via…

Una stella cadente attraversò il cielo, illuminando di una luce bianchissima il blu profondo della notte. Il pensiero di esprimere un desiderio lo face sorridere. Ma lo fece lo stesso. Chiuse gli occhi concentrandosi su cosa voleva realmente: il vero amore. Non sapeva cosa lo avesse portato a fare quel gesto che reputava infantile. Forse la voglia di vedere se realmente si realizzava o forse perché sentiva il bisogno di rifugiarsi in un sogno, anche solo per un istante.

“Perché deve sempre essere tutto così complicato?! Perché due persone anche se si amano non possono stare insieme?!”.

Un odore familiare lo avvolse. L’ avrebbe riconosciuta fra mille, ma fece finta di niente e comtinuò a fissere le stelle.

F: Che fai ti vuoi buttare?

S: Sono sicuro che saresti più che lieta di darmi un “aiutino” vero?

F: Conta pure su di me fratellino!

S: Fratellino?!

Spike si voltò dubbioso a guardare Faith, non capiva il motivo di tale definizione. Inarcò un sopracciglio aspettando una risposta. La ragazza si sedette accanto a lui sorridendo.

F: Si, ecco, vedi, da quanto “mamma chioccia” ha “adottato” anche te sei diventato automaticamente il mio fratellino! Non che la cosa mi dia fastidio, anzi mi dà sollievo sapere che c’ è chi si trova nella stessa situazione ma vedi… Tu mi hai fatto perdere il privilegiato posto di “figlia unica” e questa te la farò pagare!

Scoppiarono entrambi a ridere continuando a scherzare.

S: Già “mamma Angel”… Oh no!!!

Il suo sorriso si spense lasciando il posto ad uno sguardo attonito… Faith lo guardò preoccupata ma prima che potesse aprir bocca Spike le spiegò spontaneamente il motivo di quella reazione:

S: Questo vuol dire che quel bamboccio di Connor è nostro fratello! Già è tanto se sopporto te!

La ragazza avrebbe voluto sgridarlo per averla fatta preoccupare ma era troppo presa dall’ ultima frecciatina per pensarci!

F: Ah, io sarei un cattiva sorella? Vogliamo parlare di te?!

S: In effetti sono più cattivo io lo ammetto, ma tu sei più rompiscatole!

Faith non riuscì a trattenere un lieve pugno sul braccio del vampiro.

S: Ma stasera non hai nessuno da torturare? Price ad esempio?

F: No, lui è uscito! E’ comunque sono venuta qui per parlare con te!

S: Con me, e di cosa?

F: Del fatto che stai tramando qualche sorpresina per Angel…

Non sembrò sorpreso, in un certo senso se lo aspettava…

S: Te lo ha detto lui?

F: No. Chiamalo intuito femminile… Avanti spara, di cosa si tratta?

S: No comment.

F: Allora ammetti che qualcosa bolle in pentola?

S: No, ti lascio col dubbio lacerante…

Non voleva mentire a Faith, ma nemmeno poteva dirle la verità. Così si alzò e se ne andò, lasciando Faith confusa…

“Mi dispiace piccola, ma non posso dirti tutto…”

Mentre scendeva le scale il cellulare vibrò…

S: Si, qui è tutto pronto, ho pensato a tutto io. Tu devi solo fare quel che ti detto ok? Chiderò ad Angel di farè una passeggiata nel giardino, non riufiuterà di certo e quando meno se lo aspetta…

           

Capitolo 5 (parte prima)

 

 

Roma

 

Buffy si volto a guardare l’ eleganta figura avanzara verso di lei. In mano portava una candela rossa e un fiammifero. “A cosa serviranno? Cos’ ha intenzione di fare quella pazza?”. La candela fu accesa, il rituale stava iniziando. Sull’ asfalto comparva un pentacolo luminoso, all’ interno le due ragazze. Drusilla iniziò a pronunciare un antica formula in una lingua ormai persa e il pentacolo iniziò a girare formando un votice di luce. Dopo il buio.

L’ odore acre di terra bagnata la fece rinvenire. Scatto in piedi. “Cosa è successo? Ricordo solo un luce e poi…Io…ricordo questo posto…ci sono già stata… ma non ricordo cosa sia!” Si guardò intorno in cerca Drusilla per chiederle una spiegazione ma la vampira non c’era. Era sola… Fece qualche passo in avanti nel grande giardino. Si sentiva spaesata. ”Se solo ci fosse Angel…”. Udì delle voci provenire da dietro di lei. Corse verso la fonte del suono. Ma appena la trovò si arrasto di colpo…

B: ANGEL!!!

Il vampiro si girò incredulo… Davanti a lui la donna che amava… Corse verso di lei e l’ abbracciò stretta… La condusse nell’ hotel e la porto nella sua stanza. Voleva parlare ma le parole non gli uscivano di bocca. Buffy allora lo baciò con trasporto. Lui ricambiò avvolgendola in un tenero abbraccio. Erano troppo felici per pensare a come e perché Buffy fosse lì! Non potevano nascondere i loro che sentimenti.

B: Angel io ti amo, ti amo più della mia stessa vita, ti amo follemente, tu sei tutto per me!

A: Oh Buffy, anche io ti amo da morire! Non ti lascerò mai più sola, te lo prometto! Staremo insieme per sempre!

Piansero di gioia stringendosi tanto forte da fondere le loro anime in un unico corpo.

 

Intanto, Spike camminava solitario per le strade di L.A., il suo piano aveva funzionato alla grande ma sentiva dentro di sé un vuoto pazzesco. Sapeva esattamente dove andare, doveva portare la rimpensa alla persona che era riuscita a far realizzare il sogno d’ amore del suo migliore amico. Alla sua Dru. Una vecchia casa davanti a lui. Era lì che si rifugiava la vampira, quando nelle solitarie notti senza luna si sentiva persa. Lì dove ora si rifugiava anche lui.

La porta sigolò, mentre il vecchio pavimento in legno scricchiolava sotto di lui. La sentiva piangere al piano di sopra. La ragazza avvertì la sua presenza troppo tardi, ormai non poteva più nascondere le lacrime.

S: Perché stai piangendo, cosa è successo?

Ma lei non rispose guardandolo dolcemente. Lui le sorrise, sedendosi vicino a lei e abbracciandola. Ma in quell’ abbraccio avvertì qualcosa… Si stacco subito guardandola serio.

D: Mi dispiace…Io volevo dirtelo ma…

I singhiozzi le impedivano di conpletare la frase.

S: MA COSA?! TI RENDI CONTO DI COSA MI HAI TENUTO NASCOSTO?!

D: Io… Io… Mi dispiace! Temevo che se ti avrei detto tutto, ti avrei perso! Io non volevo perderti! Io ti am…

Si fermò lasciando la frase incompleta

S: Ti prego contilnua ciò che stavi dicedo

D:E per cosa? Sarabbe solo uno sbaglio, venire qui è stato uno sbaglio! Dovevo tornarmene in Brasile…

Fece per andarsene ma il ragazzo la fermò

S: Non te lo permeterò! Non ti permetterò di sasciarmi solo di nuovo! Non ora che ti ho ritrovato! Dru ora hai un’ anima non so come l’ hai avuta ma ce l’hai! Dru io…

D: NO NO NON DIRMI CHE MI AMI!!!

Si divincolò dalla stretta e corse via. Quando Sike uscì di casa per raggiungerla ormai era troppo tardi. Lei era svanita nel nulla.

Doveva avvisare Angel. Doveva dirgli tutto, anche se sapeva che non l’ avrebbe mai capito.

Entro percorrendo il corridoio a grandi passi, finchè non si ritrovò davanti alla porta della stanza di Angel. Dopo un attimo di esitazione entrò. Lui era lì abbracciato a Buffy. Quella dolcissima scena d’ amore lo impietrì. Come poteva dirgli tutto dopo averlo reso tanto felice?

A: Ah, Spike sei tu! Entra pure

S: Spero di non aver interrotto niente. Ciao Buffy…

B: Ciao! Ti senti bene? Stai tremando come una foglia…

S: Io… Io devo dirvi una cosa… Riguarda come sei venuta fin qui… Riguarda Dru…

Un silenzio agghiacciante calò improvvisamente nella stanza, Sotto lo sguardo scovolto dei due Spike prese a raccontare loro tutta la storia con un filo di voce… Sapeva cosa lo aspettava alla fine del racconto, ma il suo amore era più forte di qualsiasi paura...

           

Capitolo 5 (parte seconda)

 

 

L.A.

 

 

Camminava sola nella notte, come un ombra si confondeva nel buio. Aveva abbandonato il suo vestito rosso e i tacchi a spillo per jeans scuri, maglietta nera e scarpe da ginnastica. Ora che ci pensava aveva trascorso anni in quelle vesti scomode senza pensare alla possibilità di cambiare stile. Quell’ abbigliamento era importante per lei come la giacca di pelle lo era per Spike… “Spike, chissà che starà facendo adesso! Penserà che sono una pazza, e in effetti lo sono! L’ anima non ha cancellato i miei squilibri mentali, li ha solo attenuati! Cosa darei per essere lì con lui! No, non posso! Non posso scovolgergli la vita un’ altra volta! Non ora che è felice! L’ ho fatto soffrire fin troppo!”

Si fermò, davanti a lei un parco giochi. Sorrise mentre un voglia irrefrenabile di entrare la travolse. Scavalcò agilmente il cancello e si diresse verso il suo gioco preferito fin da bambina: l’ altalena. Accarezzò le corde e il seggiolino in legno, poi si sedette lasciandosi sfuggire una lacrima. Ricordava i bei tempi passati in cui giocavano lei e Spike in questi parchi. In quei momenti sembravano entrambi pazzi.

Spike non si mosse, né tentò di schivare il potente schiaffo di Buffy. Lo colpì in pieno viso, lasciandogli un vistoso segno rosso. Angel l’ afferrò da dietro cercando di calmarla.

B: Ti rendi conto di quello che hai combinato idiota?!

A: Buffy calmati ti prego! L’ ha fatto per noi…

B: Non mi interessa per cosa lo ha fatto!!! Io lo ammazzo!!!

A: Buffy se non ti calmi io…

B: Tu cosa? Sei sempre pronto a difendere tutti ma quand’ è che prenderai le MIE difese?!

A: Smettila di dire sciocchezze! Io ti difendo sempre!

B: Dici di amarmi tanto! Allora dimostramelo!

Quella frase colpì il cuore di Spike come fosse diretta a lui, dopo aver finito il discorso non aveva pronunciato una sola parola, ma era giunto in momento di reagire

S: Lasciala andare…

Pronunciò quelle parole con un filo di voce, eppure echeggiarono come fossero state gridate. Buffy si afflosciò tra le braccia del suo amato. In un attimo capì quanto quella piccola peste tenesse a loro. Era disposto a farsi pestare pur di non vederli litigare. Pur di dimostrargli come gli voleva bene.

S: Ti prego lasciala andare… Non voglio che litighiate per colpa mia! Ho combinato fin troppi casini! E’ giusto che ne paghi le conseguenze.

Buffy approfittò della distrazione di Angel per sfuggirgli, lui non fece in tempo a rendersene conto che Buffy era già davanti al suo Childe. Lo guardò negli occhi solo per un attimo, che a loro sembrò eterno. Gli occhi blu del vampiro sembravano implorarle di fare ciò che doveva fare senza pentirsene. E lei lo fece, alzò la mano. Spike chiuse gli occhi in una smorfia di paura. E quando li riaprì ritrovò la Cacciatrice che lo stringeva forte in un abbraccio fraterno.

B: Grazie, ma ora va da lei…

Furono le uniche parole che riuscì a dire. Poi si staccò. Il biondo fissò il suo Sire, come per chiedere il permesso.

A: Dato che ormai riprendersi l’ anima è una moda… Portala pure in famiglia, perché ormai ne fa già perte…

Spike corse a più non posso. Istintivamente si diresse verso il luogo dove a Dru piaceva andare nelle fredde notti d’ inverno. Era la notte di Halloween, ma era troppo tardi perché in giro ci fossero bambini travestiti.

Scavalcò il camcello e la vide. Era bellissima seduta su quell’ altalena. I capelli neri contrastavano col pallore della sua pelle. Si avvicinò piano, attento a non far rumore. Ma sapeva che lei lo aveva percepito già da un pezzo. Piccolo difetto di essere vampiro, nessuno può spuntare da dietro un tavolo e gridarti “Sorpresaaaaaaaaa!” senza che il suddetto vampiro non se ne sia accorto già da cento metri!

Le mise una mano sulla spalla, su cui lei appoggiò la sua. Un tocco gelido al tatto, ma che riscaldò i loro cuori.

D: Come hai fatto a trovarmi?

S: Chiamalo intuito vampirico

La ragazza sorrise debolmente

S: Ecco vedi quel sorriso? Voglio vederlo sempre brillare nei tui occhi.

D: Vorrei andare a casa… Che stupida io non ho una casa!

S: Si che ce l’ hai!

D: Non considero quel vecchio rudere diroccato una casa!

S: Non sto parlando del rudere…

La ragazza scattò in piedi

D: Cerca di essere più specifico, non starai cercarcando di dirmi che…

S: “Mamma chioccia” e la Cacciatrice ti accettano in famiglia! Ah approposito, Angel ti dà anche il benvenuto nel “Club dei vampiri con l’ anima”!

D: Questo vuol dire che gli hai detto tutto ma che non mi odiano per quello che ho fatto?

S: No, Dopo una lunga discussione sfociata in barbaro ceffone e in un abbraccio fraterno, sono riuscito a fargli cambiare idea!

D: Un ceffone e un abbraccio?!

S: Lascia stare, te lo racconto un’ altra volta ok?

D: Ok!

S: Allora andiamo a casa?

D: Certo!

La fermò al primo passo che mosse attirandola a sé. La guardò intensamente e la baciò. Le non cercò di fuggire, rimase come pietrificata da quel tocco leggero. Era incredibile che dopo più di cent’ anni riusciva a farla sentire una ragazzina allla sua prima cotta.

S: Ti amo, l’ ho sempre fatto e lo farò per sempre…

D: Anch’ io…

Percorsero la strada mano nella mano, come ai vecchi tempi, ma con qualcosa in più, un’ anima!