LIVING IN LA




Il rumore dei tacchi sull'asfalto,rimbombava per tutta la 5th Avenue creando un suono fastidioso ma allo stesso tempo sensuale.

La giovane donna, alta, snella e dai lunghi capelli fluenti color mogano, ancheggiava sapientemente su di essi...

I capelli sembravano prendere vita a ogni movimento, danzando attorno al suo viso come leggeri nastri di raso.

"Los Angeles, la città degli angeli, strano nome per un luogo cosi pieno di marciume..."

Il pensiero fece capolino nella sua mente già offuscata dai fiumi di alcool ingurgitati quella sera.

<<peee PEEE>>

Il rumore assordante di un clacson la fece sobbalzare.

Riuscì a stento a mantenere l'equilibrio aggrappandosi alla spalla di qualcuno accanto a lei.


-Mi s-scusi...il clacson...ero sovrappensiero...-


La voce era quasi un sussurro, mentre la sua mano continuava a stringere la spalla dello sconosciuto.

Fu stupita dal fatto che l'uomo non avesse detto una mezza parola e non si fosse lamentato per la sua stupida maldestria.


-Dovresti fare attenzione contro chi vai a sbattere, ci sono cose peggiori che essere investite sai?-


Una voce sensuale, calda ma allo stesso tempo così fredda da fare gelare il sangue nelle vene.

La ragazza alzò la testa timidamente,timorosamente e fissò il volto dell'uomo con espressione incuriosita.


-Mi dispiace, non volevo crearle nessun fastidio... mi creda-


Lasciò lentamente la salda presa sulla sua spalla e indietreggiò di qualche passo.


-Da quanto accidenti sei arrivata?-


Il tono dell'uomo era diventato duro e tagliente.

I suoi occhi luccicavano nel buio; era un luccichio quasi felino e arrabbiato.


La ragazza mutò improvvisamente espressione.

Ogni traccia di paura o innocenza era scomparsa dal suo bel viso.

Si mise sotto la luce di un lampione rivelando una carnagione molto pallida e lineamenti perfetti.

Sorrise, anzi, ghignò divertita dall'espressione dell'uomo di fronte a lei.

Si appoggiò con la schiena al lampione, lasciando scivolare le candide braccia lungo i bordi del cappotto di lana nero che indossava.

Si slacciò il primo bottone per poi scendere lentamente al secondo; le dita esili e lunghe aprirono il cappotto rivelando un maglioncino nero a collo alto e una minigonna del medesimo colore sapientemente portata con stivali anch'essi neri.

Il bianco pallore lunare della sua pelle risplendeva nell'oscurità.


-Da qualche ora....-


Fece una piccola pausa; adorava creare attimi di suspence.


-.....sai...morivo dalla voglia di rivedere i miei vecchi amici...-


Si scostò dal lampione avanzando felinamente verso di lui che indietreggiò istintivamente.

Non si fidava di lei, non si era mai fidato anche se un tempo avevano condiviso molte cose.

Ma ora tutto era differente; lui era differente. E lei era solo una minaccia da eliminare repentinamente.


-Non siamo tuoi amici, potevi evitare la traversate e startene dov'eri...-


Se uno sguardo potesse uccidere… Beh, lo avrebbe sicuramente fatto.

La ragazza fece una piccola smorfia contrariata, il tono delle ultime parole non le era piaciuto per niente.

Con un gesto noncurante scostò i capelli dal viso portandoli dietro le orecchie.


-Ora sei ingiusto. Io faccio questo viaggio per rivederti e tu mi tratti cosi??Uhm… sei diventato maleducato. Ho viaggiato in una cabina di 1° Classe, sai?-


Si avvicinò al viso dell'uomo, sorridendo maliziosamente.


-E' stato divertente, tutte quelle stupide persone: morivano come mosche. Anemia acuta. Ottima scusa, non trovi? Sai, nel terzo millennio, però, speravo in qualcosa di meglio. Che so: attacco terroristico batteriologico. Quella si che sarebbe stata originale come scusa. Per prima cosa, ho ucciso il mio vicino di cabina con la sua adorabile mogliettina; li ho succhiati a morte e li ho rimessi nel loro letto, lindi e puliti come bambini.-


Il pugno arrivò al suo viso come un tir.

Si ritrovò a terra. Con il bel visino sanguinante e i vestiti macchiati in più punti.

L'uomo abbassò la mano con un sorriso compiaciuto stampato sul volto. Se avesse avuto un paletto a portata di mano, l'avrebbe finita in un batter di ciglia. Beh, alberi ce n'erano e avrebbe potuto farlo comunque. Anche se, nella sua mente, qualcosa urlava che la colpa delle sue malefatte era in parte sua. Anzi… Era in maggior parte sua.


-TU!-


Ringhiò furente

-Come aveva osato toccarla?


-Maledetto stupido vampiro impotente! Hai idea di quanto costino questi vestiti?-


Non erano i vestiti che la infastidivano, era l'atteggiamento discostante di lui. Come poteva trattarla cosi?Lui! Proprio luii che l'aveva creata, che l'aveva resa ciò che era ora.

Le lacrime pungenti battevano insistentemente alle porte dei suoi occhi.


-Tornatene da dove sei venuta Kathryn; fallo e basta.-


Afferrò la ragazza e la spinse contro un albero.

Un ramo appuntito era vicino a lei che che deglutì pesantemente.


-La prossima volta che ti vedo qui, quel ramo sarà nel tuo petto, chiaro?-


Le strinse il viso costringendola a guardarlo


-CHIARO??-


La giovane donna ringhiò contro di lui spingendolo via.


-Perchè? Che diavolo ti prende?-


Scoppiò a ridere


-Ah, già… L'anima... La tua preziosissima anima tanto faticosamente recuperata! Sei patetico, una stupida imitazione di vampiro. Ti senti a posto con la coscienza mandandomi via? Trattandomi come una puttana? Beh, notizia flash: sei peggio di me, molto peggio. Tu mi hai creato, tu e quell'altro stronzo che si crede lo zio Tom e non è altro che un idiota con problemi sessuali. Ma torniamo a te William. Guardati: sei l'ombra di te stesso, non sei nulla se non un vampiro sdentato che gioca a fare Robin insieme a Batman.-


Si allontanò da lui


-Non finisce qui. Non credere davvero che io me ne vada: ci rivedremo e non sarà piacevole...-


Corse via rapidamente lasciandolo come un idiota in mezzo alla strada.


Non aveva tutti i torti: era stato lui a vampirizzarla quella notte, uccidendo tutta la sua famiglia davanti a lei.

Si sedette sul bordo del marciapiede chiedendosi se la donna avrebbe mantenuto le velate minacce.

La cosa peggiore era che, sebbene fosse un mostro non fisicamente ma in termini di personalità, lo attraeva come un lampione attira una falena.

Doveva parlare con il grande capo: sicuramente avrebbe creato non pochi problemi al già fragile equilibrio di quella maledetta città, senza contare che entrambi sapevano di cosa poteva essere capace. I suoi poteri...

Si rialzò e si incamminò verso il grande edificio che spiccava nella notte.

Non potè fare a meno di lanciare uno sguardo a dove prima lei era scappata e, per un attimo, gli parve di vederla sorridere tra alcuni alberi.

Scosse la testa e si allontanò senza più voltarsi indietro.



La ragazza lo guardò allontanarsi: era davvero tra gli alberi e sorrideva.

Sebbene fosse un mostro, una creatura dotata di una malvagità sorprendente e di poteri dovuti alla sua famiglia, per lui provava qualcosa... Qualcosa di forte... di doloroso...

Le attanagliava lo stomaco e faceva ribollire il sangue nelle sue vene ormai morte da tempo.


-Ci rivedremo...-

Sussurrò nel vento prima di sparire nella notte.


*****************************


Londra 1890


La giovane donna camminava lungo il viale alberato dei sobborghi della città...

Il lungo vestito lillà svolazzava attorno a lei come fosse una farfalla.

Era notte e faceva freddo. Ogni passo corrispondeva a un brivido di freddo.

L'avevano lasciata sola, sola in quella notte così fredda.

Ricordava perfettamente il litigio avuto con quello stolto di Robert.


-Sei solo una stupida ragazzina viziata!-


Le aveva urlato contro come una furia, mentre lei era rannicchiata in un angolo a piangere stringendo a sé il vestito quasi a brandelli.


-Sei un mostro!!-


Aveva replicato lei mentre le lacrime non accennavano a diminuire.

Quel maledetto maniaco aveva messo le sua mani ovunque su di lei, frugando nel suo bel vestito strappandolo in più punti.


-Un mostro??Sei mia stupida vacca senza cervello; sei stata venduta a me e diverrai mia moglie!-


Si avvicinò alla donna strattonandola per un braccio per farla rialzare.

La ragazza urlò… Urlò con tutte le sue forze per farsi lasciare.


-Lasciami! Lasciami!-


Afferrò un posacenere di cristallo e lo scagliò contro l'uomo colpendolo alla fronte.

Un rivolo di sangue colò lungo quel volto arcigno e contratto dal dolore.

Kathryn approfittò di quel momento per rialzarsi e scappare via.

Corse lungo le scale della villa, non cadendo per un soffio.

Si aggrappò al corrimano dorato, il fiato ormai corto e la paura ancora presente nei suoi occhi.


Quando fu fuori da quella maledetta casa, riprese fiato per un attimo; sentiva il cuore uscirle dal petto da quanto batteva forte.

Si raggomitolò come un gattino spaventato contro il muro esterno della villa, graffiandosi la pelle delicata delle spalle.

"Mi ucciderà... Mi ucciderà se mi trova..."

Spaventata dal suo stesso pensiero, si scostò da quel muro e iniziò a camminare in direzione del centro della città.


La notte era cosi fredda e buia e la fioca luce di alcune lanterne riusciva a malapena a illuminare un tratto della strada.

Le mattonelle disconnesse in alcuni punti rendevano il passaggio della giovane ancora più difficile e la sua vista ormai offuscata dalle lacrime.

Si accorse che la sua pelle iniziava a rabbrividire e si affrettò.

La sua casa non era distante; la poteva scorgere da dietro le fronde degli alberi.

Un sorriso le illuminò il volto ancora da adolescente.

Stava per iniziare a correre quando un uomo le si parò davanti all'improvviso.


-Aaaaaah-


Non riuscì a trattenere un urlo.


-Mi scusi, è... è apparso cosi all'improvviso e... mi ha spaventato…-


Tentò di ridere per sdrammatizzare la situazione ma le venne fuori solo un verso inquietante.


-Mi… mi farebbe passare ora?-


Chiese quasi in un sussurro.


L'ultima cosa che vide fu il pugno dell'uomo abbattersi sul suo volto, poi il buio più totale.


Si risvegliò dopo ore; il viso le doleva e aveva una strana sensazione di costrizione ai polsi e le caviglie. Gli occhi ancora chiusi si aprirono di scatto, impauriti:


-Dove mi trovo? ROBERT? ROBERT MALEDETTO BASTARDO!-


Si accorse che cosa provocava la sensazione: delle catene, catene per animali legate saldamente a mani e piedi. Era ancorata a un muro e 8 paia di occhi la fissavano con famelicità.


-Sai, forse dovremmo sorseggiarla a piccoli sorsi...-


Una donna bionda, bella con occhi maligni e seducenti era seduta su di un giovane di bell'aspetto; aveva il corpetto slacciato e i lunghi capelli morbidi lasciati cadere sulle spalle. Il seno sinistro si intravedeva dalla scollatura.


-E perchè non in una volta?Tutti insieme mentre lei urla dal dolore?-


Il ragazzo parlò mordicchiando le labbra della donna mentre la sua mano afferrava il seno scoperto e lo palpava con ardore.

Un gridolino di piacere proruppe dalle labbra della bionda che si chinò sul collo del giovane dai capelli scuri e lo morse.


-Chi siete??-


La voce tremolante di Kathryn riecheggiò nell'angusto spazio dove erano tutti.


-Siamo la morte...-


Una donna bruna, pallida e magra le balzò davanti danzando benché non vi fosse musica.


-… Le senti? Le campane suonano a lutto per te...-


La musica era nella sua testa. E lei rideva, rideva divertita.


-Drusilla, non spaventarla ancora di più…-


Ed ecco l'ultimo dei quattro: capelli castani, occhi azzurri e un’espressione divertita sul volto.

Katrhyn lo riconobbe. Era lui! Lui l'aveva aggredita.


-Ti prego... Vi prego, vi darò soldi, tutto ma lasciatemi andare! Non fatemi del male!-


Le parole non sortirono l'effetto sperato.

I quattro scoppiarono a ridere.

La bionda si alzò dall'uom, che Katryn poté notare molto eccitato, e si rivolse alla brunetta


-Drusilla, mia cara, credo sia ora della nostra passeggiata con spuntino notturno.-


La voce calda e seducente fece voltare la bruna.


-Nonna, andiamo; la piccola Edith vuole venire con noi.-


Afferrò una bambola i cui occhi erano stati strappati.

Darla si riassettò il vestito e porse il braccetto alla bruna.

Dopodichè uscirono nella notte tra risate e follia.


Il moro si alzò chiudendosi i pantaloni.


-Potremmo divertirci con lei. -


Si avvicinò a Kathryn e la osservò.


-Mi piacciono molto i suoi occhi, credo che Drusilla ne impazzirebbe non trovi Spike?-


Spike: cosi si chiamava l'altro. Si avvicinò anch'egli e passò la mano sulla guancia di Katrhyn.


-Hai ragione, Angelus: farebbero un figurone alle orecchie di Dru..-


Kathryn si ribellò. Iniziò a urlare disperata.

Sputò su entrambi.


-LASCIATEMI ANDARE! LA MIA FAMIGLIA E' RICCA! PAGHERA' IL RISCATTO!-


Angelus scoppiò a ridere.


-A te l'onore…-


Disse all'altro mentre la sua faccia cambiava aspetto.


-Con piacere...-


Katrhyn fissò i loro volti con orrore.

Iniziò a urlare e a pregare Dio perchè la salvasse da quel posto, da quelle persone...


Spike si avventò come una lince sul suo collo, affondando i denti nella sua tenera carne di adolescente.

Kathryn urlò disperata; l'urlo di chi, irrimediabilmente, sa di essere condannato.




Los Angeles… Ai giorni nostri.



Spike si svegliò di soprassalto.

Il ritorno di Kathryn aveva portato alla sua mente i ricordi di ciò che lui e Angel le avevano fatto.

Si mise seduto nel letto con la schiena contro lo schienale.

Quando si accorse di essere osservato si alzò in piedi noncurante del fatto di essere totalmente nudo e privo di armi.

Non gli sarebbero servite; se solo conosceva bene l'intruso l'unica cosa sarebbe stata una canzone di Barry Manilow.


-Ragazzone, negli stage alla Wolfram and Hart non ti hanno insegnato a bussare?-


Il tono ironico nella sua voce lasciava trapelare nervosismo


-E' tornata: mi ha inviato una lettera una settimana fa. Una lettera comprensiva di bulbi oculari di colore verde strappati dalle orbite.-


Angel si sedette sul letto. Il viso era contratto in un'espressione preoccupata.


-Io l'ho incontrata. Credo sia in cerca di vendetta o qualcosa di simile.-


Spike guardò dalla finestra il panorama di Los Angeles di notte. Non si era mai soffermato troppo a osservarlo.


-Non vuole vendetta...-


La voce di Angel si fece cupa e piena di rimorso. Il suo sguardo non si staccava dal pavimento in linoleum; nella sua mente danzavano le immagini di quello che lui e Spike avevano fatto. Danzavano come corvi neri nella sua mente, corvi neri gracchianti che lo tormentavano.


-Cosa diavolo vuole allora?-


La voce di Spike lo riportò alla realtà.

Voltò lentamente il capo verso di lui osservandolo


-Non lo so ma dobbiamo tenerla d'occhio. Anzi, a dire la verità, DEVI tenerla d'occhio!-


Si alzò dal letto dirigendosi verso la porta. Avrebbe fatto aumentare la sicurezza dell'intero edificio; se c'era una cosa che conosceva di Kathryn era la sua irrazionale mania per le entrate d'effetto.

Ricordava ancora come se fosse ieri, la sua irruzione in quel campo di zingari, poco prima che a lui venisse restituita l'anima per quella maledizione.

E ricordava persino come aveva reagito quando Darla le aveva raccontato del fatto dell'anima: una risata e la rapida uccisione di una ragazzina davanti a lui.

Scosse la testa scacciando quell'immagine.

Uscì dalla stanza di Spike, senza che lui proferisse alcuna parola.


Il vampiro biondo rimase solo nella camera, le mani erano posate sul vetro della finestra e lo sguardo perso nel vuoto.

Angel aveva ragione: la faccenda riguardava lui da vicino.

Chiuse gli occhi; una fitta alla testa glieli fece stringere.


-Ti sono mancata, vero?-


La voce di Kathryn rimbombava nella sua mente.


-Dannazione! Smettila!-


Si accorse di urlare contro nessuno. Eccola, il suo dannato potere: il suo entrare nelle menti altrui violandole.


-Tu non vuoi che io la smetta. Non l’hai mai voluto. Pensi che non sappia ciò che hai fatto in questi anni? L'amore per una patetica Cacciatrice, una razza che odiavi e che hai seguito come un fedele cagnolino, umiliato. Vuoi che ti dia un biscotto, Spike?-


Rise nella sua testa; una risata argentina, sensuale.


-Esci dalla mia testa, stupida puttana!-


Tirò un pugno contro il vetro della finestra. Una crepa si formò sulla superficie.


-Tu mi vuoi, mi hai sempre voluta. Non mi avresti reso come te se non fosse vero? Lo sai, solo che ammetterlo ti farebbe troppo male!-


All'improvviso il silenzio.

Rimase con il pugno appoggiato al vetro per un istante. Poi, si voltò e afferrò un paletto dal comodino.


-La facciamo finita una volta per tutte!-


***********************************



Buio. Solo buio e freddo.

La ragazza fece una smorfia .Era abituata a ben altro che un materasso malconcio e una lampadina fioca che illuminava quella merda di stanza presa in affitto.

"Fanculo! Odio questo schifo di città!"

Si accese una sigaretta facendo sfrigolare il fiammifero lungo il muro.

La luce arancione fioca della sigaretta si riflesse nel vetro.

La sua pelle quasi nuda spiccava in quella stanza così spoglia.

Indossava solo della lingerie nera; adorava quel pizzo tipicamente francese. La commessa della boutique le aveva detto che sembrava fatta a posta per lei, che era nata per la sua pelle.

Kathryn l'aveva ringraziata uccidendola e trasformandola come lei.

Ora la donna era la sua umile serva; le procurava il cibo e gli abiti più adatti a lei e Kathryn adorava tutto ciò.


-Margot? Vorrei del sangue fresco; procurami qualcosa di giovane-


Disse non smettendo di guardare dalla finestra.


-Non credo che Margot, o come diavolo si chiami, potrà più essere di grande aiuto.-


La voce di Spike la fece voltare di scatto.

Non lo aveva sentito entrare: come diavolo aveva fatto??


-La scritta DO NOT DISTURB non ti dice nulla?-


Gettò la sigaretta a terra e la schiacciò con il piede osservandolo con occhi arrabbiati.


-E ora, pezzo di merda, dov'è la mia assistente?-


Il vampiro biondo scoppiò a ridere indicando un mucchietto di cenere accanto alla porta.


-Al momento è impegnata a sporcare il pavimento di questa topaia.-


Si avvicinò a Katrhryn osservandola.


-Anche se ti comporti da bravo ragazzo, resterai sempre un mostro.-


La vampira gli girò attorno lentamente; i tacchi producevano un rumore sordo sul pavimento.


-... Ricordi Spike? Ricordi come mi hai uccisa?-


Si avvicinò alle sue spalle e vi posò le esili mani sopra stringendo leggermente.


-Il modo in cui mi hai tolto la vita, senza alcuna pietà di me e per il figlio che aspettavo.-


Posò le labbra rosso rubino sul suo collo, baciandolo leggermente e lasciando il segno delle sue labbra carnose e sensuali.


-... Lo ricordi? Le mie urla imploranti, le mie lacrime e poi i tuoi denti nel mio collo.-


Trasformò il viso mordendo il collo del vampiro che lanciò un urlo di dolore.


La afferrò per i capelli e la spinse a terra con forza.

Si toccò il collo scoprendo sulle sue dita del sangue.


-Ero un'altra persona allora, Kathryn!-


La donna a terra lo guardò con rabbia, con disprezzo.


-Un'altra persona! UN ALTRA PERSONA?-


Si rialzò non smettendo di guardarlo.


-Pensi che mi basti? Mi hai resa un mostro; uccido senza pietà! E la tua scusa sarebbe “Ero un'altra persona”? -


Scoppiò a ridere istericamente.


-Tu sei come me, cosi come lo è l'altro.-


Si portò le mani sul ventre ripensando a qualcosa.

Il suo viso divenne più pallido di quanto non lo fosse mai stato.


-Voi due mi avete uccisa. Tu ti sei nutrito di me e mi hai trasformato in vampiro. Lui mi accoltellato al ventre uccidendo la creatura che portavo in grembo. Ricordo il dolore che ho provato, ogni singola cosa. Le vostre risate e quelle delle due puttane che vi portavate appresso.-


Chiuse gli occhi perdendosi in quel ricordo straziante.


-Vi ho seguito per anni e poi siete spariti lasciandomi sola.-


Riaprì gli occhi fissandolo.


-Mi biasimi per volere vendetta?-


La risposta non fu quella che si aspettava.

Si sentì sollevare e spingere contro il muro; i polsi erano bloccati dalle sue mani.


-Lasciami andare figlio di putt...-


La baciò improvvisamente insinuando la lingua nella sua bocca.

Kathryn oppose resistenza cercando di scalciare con tutte le sue forze. Provò a tirare un pestone sul suo piede con tutta la sua forza.

Morse la lingua di lui facendola sanguinare.


-Puttana!-


disse ridendo sommessamente e lasciando libere le di lei mani.


-Puttana??Forse si... Ma ti piace…-


Morse le sue labbra insinuando le mani dentro i suoi pantaloni. Iniziò a torturarlo accarezzando il suo membro, fissandolo negli occhi con aria di sfida.


-Smettila, non sai a cosa stai andando incontro...-


Le disse sussurandole all'orecchio.

Afferrò una ciocca dei suoi capelli tirandola leggermente e annusandola.

Katrhyn gemette divertita da quel gesto.


-Sei tu a condurre il gioco, William…-


Lo chiamò con il suo vero nome, sussurrandolo in tono malizioso al suo orecchio che mordicchio e succhiò con avidità.

Nel frattempo, le mani di lui percorrevano ogni singolo centimetro del suo corpo, non tralasciando alcuna parte...

Fu allora che la vampira decise di agire.

Tolse le mani dai suo pantaloni lasciandolo eccitato come non mai .Lo spinse via con forza restando a guardare la sua espressione sorpresa.


-Cos'è? Pensavi che con una scopata avrei dimenticato ogni cosa?-


L'istinto da vampiro prese il sopravvento su Spike.

Trasformò il viso ringhiando contro Kathryn.


-Il cucciolo ringhia…-


La sua frase di scherno non servì ad altro che a farlo scattare contro di lei.

Kathryn urlò di sorpresa.

Aveva paura.


-Ma come? Non avevi un'anima, eh?!?-


Cercò di aprire la porta ma qualcosa la bloccò: lui…


La afferrò per un braccio e la scaraventò contro il muro opposto.

La vampira si rialzò sputando del sangue. Era forte si ma non ai suoi livelli.


Tentò di insinuarsi nella sua mente, trovando però la porta sbarrata.


-SPIKE!-


Urlò contro di lui vedendolo avanzare come posseduto.


Per un attimo, le sembrò di tornare indietro nel tempo...a quella maledetta notte.

Si aggrappò al comodino in legno tentando di strapparne un pezzo.


Quando Spike le fu addosso, urlò ancora più forte.


-Smettila, ti prego... Smettila…-


Si ritrovò a piagnucolare disperata.


Le labbra di lui sul suo addome la fecero sussultare.

Istintivamente posò le mani tra i suoi capelli accarezzando la sua testa.

Rialzò la testa guardandola.

Gli sarebbe bastato un suo cenno per smetterla.

Katrhyn, però, non fece alcun cenno; rimase a fissarlo.


-Devo andarmene da qui.-


La voce di lui risuonò nella testa di lei come una fucilata.


-No, non devi...-


Lo attirò sopra di sé non smettendo di fissarlo. Adorava i suoi occhi così come lui adorava i suoi.


-... Non di nuovo...-


Abbassò la zip dei suoi pantaloni aspettando solo una sua mossa, un suo gesto che non tardò ad arrivare.

Con un gesto improvviso, le sfilò gli slip tornando con le labbra sulle sue.

Le loro lingue si incontrarono, danzarono insieme mentre le sollevava le gambe facendole avvinghiare attorno al suo bacino.

Con una spinta entrò dentro di lei, trattenendo un gemito soffocato sulle sue labbra.

Un sorriso vittorioso si formò sul viso della vampira.


-Volevi solo questo, immagino...-


La voce roca di lui arrivava al suo cervello in lontananza.

Poteva ferirla, umiliarla, insultarla ma dentro di lei lo amava. Si… Lo amava alla follia, lo aveva sempre amato...

Le spinte dentro di lei si fecero più intense.

Sentiva il suo corpo bruciare dal desiderio che provava per lui.

All'improvviso, lo sentì fermarsi di colpo.

Spalancò gli occhi, ansimando vistosamente.


-Che... che stai facendo?-


Inaspettatamente, uscì da dentro di lei rialzandosi i pantaloni e allacciandoseli.


-Addio, Kathryn…-


La lasciò lì, sebbene al momento non avrebbe voluto altro che prenderla tra le sue braccia e portarla con sé.

Chiuse la porta alle sue spalle, appoggiandosi poi con la schiena contro di essa.

Serrò gli occhi trattenendo le lacrime.

Dentro, però, quella stanza qualcuno piangeva.


Kathryn era rannicchiata contro il muro, i bei capelli attorno al viso si muovevano a scatti, seguendo il ritmo forsennato dei suoi singhiozzi.

Qualcuno, o qualcosa, entrò dalla finestra.

Ebbe solo il tempo di urlare e chiedere aiuto.

Spike corse all'interno sfondando la porta per trovare solo il vetro in frantumi e una lettera.


Carissimi Campioni, si, permettetemi di chiamarvi così,


immagino vi starete chiedendo che cosa abbiamo intenzione di farne di lei.

Semplice: usarla come voi avete fatto per tanti anni.

Non preoccupatevi, la rivedrete non appena avremmo finito la nostra piccola cura.

Ci serviva una cavia dopotutto, no?

Oh, complimenti per la nuova sede della vostra agenzia. Certo, tutt'altra cosa rispetto alla W&H.


PS: Angel, volevo ringraziarti per lo splendido addio che mi hai fatto consegnare da Lorne.


Lindsey McDonald Avv. W&H.


Il vampiro strinse la lettera fra le mani accartocciandola. Guardò dalla finestra.

La sede della W&H spiccava ricostruita nei minimi dettagli.

Si chiese se quella battaglia l'avrebbero mai vinta.

Soprattutto si chiese che ne sarebbe stato di lei…

********************************






Si sentiva strana,come non si sentiva da tempo,da troppo tempo.

Non riusciva a riaprire gli occhi, la debolezza era troppa,era come svuotata della sua forza interiore...

Quello che le risultava strano era il fatto di percepire chiaramente la luce del sole sul suo corpo..e non bruciare.


-Kathryn?-


Un voce...una voce sconosciuta arrivò al suo orecchio.Troppo sensibile al momento.Un gemito di sofferenza uscì dalle sue labbra rosee.

Provò a voltarsi su di un fianco ma l'impresa risultò ardua visto i fili che la collegavano ad alcune macchine.

Aprì lentamente gli occhi,mentre il suo corpo iniziava a svegliarsi completamente dall'innaturale torpore.


-Dove mi trovo?-


Un flebile sussurro,probabilmente quasi impercettibile a qualsiasi altra persona, ma non per l'affascinante avvocato texano che si avvicinò a lei sorridendo con cordiale gentilezza.

Lindsey McDonald era profondamente cambiato dall'ultima volta che aveva messo piede a Los Angeles.

Innanzitutto bè...era morto,ma per i dipendenti della W&H molte volte la morte era solo una parola.Questo lo ripeteva spesso insieme a un'altra vecchia conoscenza dello studio: Lilah Morgan.

Bè decisamente la sua morte era stata ben peggiore.Anche se nel profondo Lindsey aveva sempre pensato se la fosse meritata.


-Sei nel laboratorio medico della Wolfram and Hart, non agitarti o ti staccherai le flebo...sei molto debole.-


Afferrò una sedia in legno e la voltò sedendovisi poi sopra a cavalcioni.


-Mi dispiace per i metodi poco gentile dei nostri uomini,ma non avevamo altra scelta mia cara.Il tuo arrivo in città ci ha permesso di far recapitare a Angel e soci un messaggio importante.-


Kathryn si alzò di scatto per afferrarlo alla gola...ma si ritrovò a terra...


-Che mi avete fatto...?-


Boccheggiava stringendo e aprendo le mani sul pavimento.Stava respirando!

Si trascinò fino alla sedia di lindsey..guardandolo con gli occhi sbarrati e impauriti...

Il cuore...il..il suo cuore batteva ormai all'impazzata.


-Attenta...sei viva da poco tempo.Il ritmo cardiaco deve diminuire o rischi un infarto...-


La voce dell'avvocato era seria...per questo motivo Kathryn decise di lasciare perdere i suoi propositi di vendetta

Si accasciò di fronte a lui con il viso all'insù.

Era umana..viva..poteva sentire chiaramente il suo cuore...e sentiva anche il suo respiro,ritmico...affannato.


-Perchè?-


La domanda uscì spontanea dalla sua bocca.



-Perchè in questo modo sei piu vulnerabile mia cara...sei umana,e preda facile per ogni creatura di questa città..-


Si abbassò leggermente per poterla guardare in faccia.

"Non sia mai detto che non avevano buon gusto in fatto di scelte"


La ragazza rimase immobile per qualche secondo cercando di capire il perchè volessero farle questo.Non bastava ciò che aveva subito in precedenza?

Non bastavano tutte le umiliazioni subite??

Non ultima quella inflittale da Spike.

Si rialzò sulle ginocchia...tentando di dare un ritmo regolarizzato al suo battito cardiaco.

L'idea di morire per un infarto non la allettava particolarmente.


-Credi davvero che...nel caso io sia in pericolo loro accorreranno?Povero idiota.-


Di sicuro era umana ma non aveva perso il suo carattere forte,sapeva benissimo come ferire le persone soltanto con le parole.


-Tu...stupidò lacchè di una banda di pazzi demoniaci...ancora non conosci cosa loro siano in grado di fare..-


Scoppiò a ridere...alzandosi in piedi e osservando con occhi affascinati la luce del sole che batteva sulla sua pelle nuda.

Non indossava altro che una leggera camiciola di seta bianca...che pareva confondersi sulla pelle lattea del suo corpo.I seni perfetti e sodi sporgevano leggermente dalla scollatura della camiciola.

Kathryn sapeva bene come poteva riottenere la libertà da quel covo di serpi.

Doveva giocare la carta della sua innata femminilità...ma c'era qualcosa che ora la frenava..che la faceva sentire diversa...qualcosa che pungeva nella sua mente e che le dava la sensazione di esplodere in migliaia di piccoli frammenti.

La sua anima.

La sua dannata anima.

Tutte le voci delle persone uccise...tutte le loro grida di dolore...tutto quello che aveva commesso nella sua vita di vampira ora era li!Riaffiorava prepotentemente nella sua testa..nel suo corpo...

La dilaniavano...la ferivano internamente e lei sapeva bene che la sensazione non sarebbe mai svanita.


-Fa male non è vero?I ricordi..le tue azioni..ti stanno uccidendo?-


Lindsey si alzò dalla sedia facendo un leggero rumore.

Rumore che parve assordante alle orecchie di Kathryn.

Si udì una porta sbattere...e un secondo dopo era rimasta sola...

Ranicchiata contro una parete tremante e infreddolita...avrebbe preferito l'eterno oblio piuttosto che tutto questo.



Fu allora che la sua mente partori un'idea...un'idea folle...

Si alzò in piedi e andò verso la finestra aprendola di poco..

L'aria mattutina le sferzò il viso facendola svegliare ancora d piu...

Era da tanto che non sentiva il freddo...le sensazione sulla sua pelle.

Un lieve sorriso si formò sulle sue labbra.

Camminò lungo il cornicione dello studio legale...cercando disperatamente di non guardare in basso..

Le grandi altezze non le erano mai piaciute cosi tanto,aveva sempre cercato di rimanere con i piedi ben piantati per terra.

Fu allora che il crudele gioco iniziò...


Dai piani alti arrivò l'ordine di iniziare la "cura" nei suoi confronti..


Un pianto di un bambino...

Kathryn si bloccò sul cornicione...non era possibile..


-Mamma..-


La voce di un bambino...arrivò dritta nella sua mente..

Debolmente si voltò verso la fonte di provenienza della voce..

Un bambino...piccolo...era li accanto a lei..

Indossava abitini di molti secoli fa...e si succhiava il pollice fissandola..


-Tu..-


Era cosi che se lo era immaginata...il suo piccolo.

Il suo piccolo mai nato e crudelmente strappato via da lei..


-Mamma..-


Di nuovo quella parola...cosi dolce..e allo stesso tempo cosi crudele alle sue orecchie..

Il piccolo si tolse il dito dalla bocca...rivolgendole un sorrisino sdentato...cosi dolce da farla sciogliere come neve al sole.

Kathryn fece un passo in avanti verso di lui,sentiva il suo cuore stringersi in una morsa.

le lacrime scendevano copiose rigandole il viso..


-Tesoro mio..-


Si trovò a dire....ben sapendo che non poteva essere lui..non poteva essere suo figlio..no..era impossibile.

Ma la sua mente e il suo cuore le dicevano di prenderlo tra le sue braccia e di cullarlo dolcemente.


-Mamma...-


Svanì all'improvviso...nello stesso istante in cui Katryn lo stava per raggiungere.

Un piede dopo l'altro..un piede dopo l'altro..


-No!No!Ridatemelo!!NO!-


Si voltò di scatto mettendo il piede in fallo...

Fu un attimo...il vuoto si apri sotto di lei...che chiuse gli occhi abbracciando la dolce morte che la aspettava a braccia spalancate.

Ma il destino..o altro fece si che l'appuntamente fosse rimandato.

Finì sopra il telone di un camion sottostante...probabilmente trasportava materiale mordibo..cosi attutì l caduta della donna..

Parecchie ferite e lesioni le percorrevano la pelle e il corpo..ma era viva.


Si issò a sedere sul telone..mentre il camion passava di fronte a un palazzo conosciuto..

Lo aveva visto in una foto.

Hotel Hyperion...

Si lasciò scivolare giu dal camion ancora in corsa...procurandosi ferite ancora piu evidenti..e si trascinò alla porta dell'hotel bussando con forza..


"We help the Helpless"


Mai come ora la scritta sembrava provvidenziale.



Angel seduto dietro la sua scrivania senti un debole colpo alla porta..

All'inizio non gli diede peso...probabilmente erano i soliti teppistelli che si divertivano a imbrattare la porta di vernice rossa.

Poi un odore familiare...un profumo inconfondibile ma...non era possibile.

Umana...

Si alzò di scatto e corse alla porta spalancandola.


-Kathryn!-


La sollevò da terra imbrattandosi la camicia di seta viola di sangue.


-COme hai fatto??Che ti hanno fatto??-


Le scostò i capelli dal viso fissandola..


-So..sono viva....e mio figlio..loro..loro mi hanno fatto qualcosa...Angel-


era la prima volta che lo chiamava in quel modo.


Il vampiro la portò nella camera del suo compare platinato..bussando insistemntemente con il piede.

Erano giorni che Spike nn usciva dalla camera...

Era in stato catatonico...e Angel non riusciva a comprendere il perchè.

Certo aveva capito che tra lui e la vampira ci fosse qualcosa...ma non pensava fosse nulla di importante.


-Apri la porta maledizione!!-


Il vampiro biondo subito non rispose...

Poi qualcosa...il suo odore...

Si alzò dal suo letto...non preoccupandosi di mettersi nulla addosso.


-Katrhyn??-


Aprì la porta e la vide...tra le braccia di Angel...sanguinante..ferita.


-Rivestirti mi pareva un ottima idea sai?-


Angel lo guardò con aria schifata...e lo scostò facendosi largo per entrare


-E' umana....non so come lo abbiano fatto..ma è umana...-


La adagiò sul letto di Spike coprendola con alcune coperte.


-....è crollata non appena l'ho portata di sopra...è ferita e stanca, e a quanto pare ha allucinazioni riguardo suo figlio.-


si passò la mano sulla faccia con espressione triste.

Era stato lui a ucciderlo mentre era ancora nel suo ventre.


-Ci penso io a lei...tu occupati di trovare il modo di farla pagare al tuo vecchio amico !-


Ci avrebbe pensato anche lui...ma al momento voleva solo occuparsi della ragazza.

Poi Lindsey avrebbe avuto esattamente ciò che si meritava.


Angel si limitò ad annuire...controbattere sarebbe servito a poco in quel momento.

Usci dalla stanza lasciandoli da soli...probabilmente avevano da chiarire molte cose.


-Katrhryn?-


susurrò al suo orecchio lievemente...non voleva farle paura o farle del male..



-Sono qui...-


La voce della donna era tenue...quasi impercettibile.


-Devo medicarti...brucerà un pò ora..-


le sbottonò la camicia facendola rimanere nuda tra le sue braccia


-E' cosi strano....tu che ti prendi cura di me...quasi poetico non trovi?-


Sorrise debolmente..strizzando gli occhi mentre lui passava una pezza imbevuta di liquido disinfettante sulla sua pelle.


-a mio modo l'ho sempre fatto..-


un lieve sorriso anche sulle sue labbra


-A mio modo.....io ti ho sempre amato...anche quando mi usavi per ingelosire la tua compagna...-


tossì lievemente...sputando del sangue


-...ma credo che la cosa non ti sia mai importata piu di tanto., quello che volevi lo hai sempre ottenuto da me.E ciò ti bastava.-


Sentì le sue mani scorrere lungo la sua schiena..facendola sedere sulle sue gambe


-Forse mi hai solo giudicato male..-


sussurrò al suo orecchio facendola rabbrividire..

Dannazione a lui...sapeva bene che ora le emozione erano del tutto amplificate per lei...

Ma stavolta non avrebbe vinto cosi facilmente.


Si scostò dalle sue braccia sdraiandosi nel suo letto


-Non stanotte Spike..non farlo...cederei facilmente...e a quanto ricordo le cose facile non sono di tuo gusto..-


Si voltò spudoratamente su un fianco offrendogli la visuale delle sue natiche sode.


Il vampiro si sforzò per non ribattere e non saltargli letteralmente addosso..

si limitò a sdraiarsi al suo fianco abbracciandola e stringendola a se facendole capire che al momento la desiderava.

Kathryn sorrise divertita..per poi finalmente prendere sonno..

Non sapendo cosa le sarebbe aspettato


Alla Wolfram and Hart Lindsey McDonald passeggiva nervosamente avanti e indietro

Qualcosa nn funzionava...perchè quel camion era li sotto?

Non avrebbe dovuto transitare sotto i loro uffici...e nessuno...nessuno poteva passare la sicurezza.

Qualcosa nn andava...

Qualcun altro era in mezzo alla loro guerra..

ma chi?



La luce del sole fece capolino dalla finestra illuminando il corpo nudo di Kathryn ancora addormentato.

Un lieve tremito lo scosse; il calore tenue sulla pelle la stava facendo risvegliare dal sonno profondo in cui era caduta la sera prima.

Aprì gli occhi debolmente cercando di farli abituare al cambiamento di luce. Si stiracchiò tra le lenzuola non stupendosi del fatto che lui non fosse più li assieme a lei.

Lo aveva sempre fatto, non poteva di certo pretendere che cambiasse idea su di lei così facilmente.

Dopotutto cos'era per lui?

Solo una sua creazione, nulla di più.

Poi una piccola speranza le balenò nella mente: probabilmente, non era con lei per via del sole.

Un piccolo sorriso si formò sulle sue labbra mentre scendeva dal letto e si dirigeva verso la finestra.

Poco importava se era nuda, di questi problemi lei non se ne era mai fatta.

Posò le mani sul vetro osservando la città illuminata dal giorno.

Quanti secoli erano passati...

E ora poteva vederlo di nuovo il sole ed essere accarezzata dai suoi raggi...

Sentiva il calore della luce sulle mani, il vetro era caldo.

Restò in quella posizione per qualche tempo godendosi qualcosa che per secoli non aveva potuto vedere.

Quando decise di ridestarsi dai suoi pensieri si voltò e trovò sul letto alcuni indumenti.

Una t-shirt nera e dei jeans chiari a vita bassa.

Li osservò incuriosita chiedendosi come facessero ad avere quegli indumenti visto che non aveva percepito la presenza di alcuna donna.

"Potevano pensare anche alla biancheria: i jeans senza slip sono dannatamente fastidiosi."

Si mise davanti allo specchio iniziando ad indossarli notando con disappunto che la maglietta le stringeva sul seno.

"Pensavo che conoscesse le mie tette dopo secoli..."


Scese di sotto tirando la maglietta di poco: cielo, se era fastidiosa.

Rimase sulle scale non appena sentì chiaramente le loro voci.


- Ricapitoliamo: avete avuto una storia? Vorrei saperlo visto che sembra che chiunque lo sappia tranne il sottoscritto.-


Angel si passò la mano sul viso scuotendo la testa.

Sarebbe sicuramente impazzito di questo passo; la gente continuava a tenergli nascosto tutto! Che diamine, il capo era lui!


- Non era propriamente una storia.-


Il vampiro biondo scosse la testa.


- Beh, di certo te la sei portata a letto: hai qualche problema a tenere i pantaloni allacciati per caso?-


Era esasperato. Ogni volta che quell'idiota faceva qualcosa, a rimetterci era sempre e solo lui.



-Non rompere, ragazzone; abbiamo un problema e non parlo solo di lei, o meglio, non capisco perchè l'abbiano resa umana.-


Era seduto sulla poltrona di Angel con i piedi sopra la scrivania e la sigaretta in bocca.


- Togli i tuoi schifosi piedi dalla mia scrivania, razza di imbecille!-


Disse Angel con una punta di stizza nella voce.

La situazione era complicata e di certo l'atteggiamento ironico e arrogante di Spike non lo aiutava.


Kathryn fece il suo ingresso nella Hall stringendosi addosso la maglietta.

Interessante come l'essere tornata umana la facesse sentire in imbarazzo di fronte a loro.

In fondo, secoli prima era in un'occasione simile che l'avevano uccisa.


-Ho trovato questi sul letto e li ho indossati anche se mi chiedo perchè abbiate abiti da donna qui dentro.-


Non aveva visto nessuna donna finora.


-Erano di una nostra vecchia amica, una cara amica...-


Angel chiuse gli occhi pensando a Fred.

Fred che rideva, Fred che mangiava Tacos e ordinava cibo cinese in dosi industriali.

Fred… Solo e semplicemente Fred.

E pensare a lei lo portava a pensare a Wesley: il caro amico, fedele e intelligente.



-Angel, ti ho chiesto se hai qualcosa da mangiare.-


La voce di Kat lo risvegliò dai suoi pensieri.


-Si, ci sono alcuni snack nella credenza; purtroppo abbiamo solo quelli. Spike li inzuppa nel sangue.-


Sul viso cereo di Kat si formò una smorfia di disgusto.


-Ok, grazie.-


Si avviò verso la credenza aprendo uno sportello e afferrando uno degli snack.


Spike la seguì con lo sguardo per tutto il tempo, la fissava con espressione interrogativa.

Avrebbe dovuto spiegarle molte cose, in primis cosa diavolo era venuta a fare a Los Angeles e, successivamente, dove era stata per tutto quel tempo.

Dannazione a lei: se si fosse fatta viva qualche anno prima probabilmente per lui le cose sarebbero andate diversamente.


Angel si alzò dalla sedia e prese la giacca.


-Faccio un giro per le fogne, qualcuno deve pur andare a caccia.-


L'atmosfera era pesante soprattutto per lui.

Rivedere Kat portava alla sua mente atroci ricordi.

Rivedeva se stesso mentre affondava il pugnale nel suo ventre ridendo alle sue urla di dolore e alle sue preghiere per salvare suo figlio.

Rivedeva il sangue sgorgare dalla ferita inflittale con tanta malignità e rivedeva il suo viso esprimersi in una smorfia di profondo piacere per il male causato a quella ragazza.

Prese la sua giacca di pelle e la indossò avviandosi verso la porta.


-Angel…-


Kat lo chiamò: aveva letto la sua mente, percepiva tutto benchè fosse umana.

Ma Angel non si voltò: sapeva bene che lei poteva farlo e voleva solo stare lontano.

Almeno per ora.


Kat si lasciò scivolare sulla poltrona di pelle non appena se ne fu andato.

Un lungo sospiro uscì dalle sue labbra.


-Cosa pensavi, che se ne fosse dimenticato?-


A quelle parole lei si voltò guardando Spike in maniera triste.

Ora che era umana aveva un'anima e il ricordo di tutte le vite che aveva portato via le bruciava come un fuoco dentro.

Avrebbe voluto strapparsi via il cuore con le sue stesse mani pur di non sentire le voci nella sua mente, pur di non sentire la parola assassina riecheggiare nella sua testa.


- Il sarcasmo non è ben accetto al momento, Spike!-


Disse con voce quasi sibilante.


-Cosa c'è Kathryn? Ti da fastidio, vero?Le voci, il rimorso: tutto questo è maledettamente doloroso per te, non è vero?-


Voleva provocarla, ferirla...


Kat si alzò di scatto gettandogli addosso lo snack che stava mangiando.


- Vai a farti fottere!-


Gli urlò con rabbia.


Spike scoppiò a ridere.


-La bambina si è arrabbiata: uuuh, che paura!-


La schernì duramente godendo della sua espressione rabbiosa.


Kat si scagliò su di lui tirandogli un sonoro schiaffo al volto.


Il vampiro ringhiò contro di lei afferrandola per i capelli e strattonandola lontano da lui.

Si toccò il viso ringhiando imbestialito.


- Non prendertela con me, amore; non è colpa mia se sei diventata una stupida puttana succhiasangue.-


Kat si riavvicinò colpendolo con un pugno dritto al naso.

Subito dopo si toccò la mano mugolando dal dolore: accidenti a lui...


- Pensavi davvero di potermi fare del male?-


Le afferò la mano e la trascinò vicino a lui a pochi centimetri di distanza dal suo viso.


-Avanti, Spike...-


La voce di Kat si insinuò nella sua mente, forte, decisa, sensuale e capace di farti perdere ogni controllo.


-... Uccidimi, fallo di nuovo: so che sei tentato, che ti costa? Affonda i denti nel mio fragile collo, assapora il mio sangue goccia dopo goccia mentre io muoio lentamente tra le tue braccia.-


Quelle parole, quel tono di voce...

Il sangue iniziò a non scorrere più in direzione del cervello…

Afferrò la sua nuca e la baciò all'improvviso mentre il suo volto si trasformava.

Introdusse la lingua nella sua bocca cercando disperatamente quella di lei...

A quel gesto improvviso e inaspettato Kathryn spalancò i grandi occhi fissandolo quasi spaventata.

Era vulnerabile: poteva accaderle qualunque cosa e lui era strano.

Ricambio il suo bacio accarezzando la sua lingua con la sua; si aggrappò alle sue spalle disperatamente tirandosi su di lui di scatto, uno scatto atletico che le fece avvinghiare le gambe al bacino di lui che di rimando la afferrò per i glutei stringendola a sé.

Era umana, umana al cento per cento e sapeva bene che non poteva spingersi entro certi limiti.

Ma al momento non le interessava granché...

Le sue mani esili e bianche scorrevano lungo il petto di lui slacciando la camicia che indossava, quasi strappandone i bottoni.


- Mi stai facendo male...-


Disse ansimando e sentendo le sue mani aumentare la presa sul suo sedere.


- Stai zitta, ti prego...-


Le strappò la maglia facendole sfuggire un gridolino.

Si mosse in avanti tenendola ben salda al suo corpo scontrando la sedia di Angel che si rovesciò.


- Spike..-


Sussurrò lei un po’ impaurita.

Come risposta, il vampiro le strappò anche il reggiseno scoprendo i suoi seni perfetti.

Si chinò con la testa su di essi baciandoli e assaporandoli con passione.

Kat sentiva i denti di lui su di essi: la ferivano e questo, questo stranamente le piaceva.


- Mi ricordo ancora cosa ti piace...-


Le ansimò sulla pelle mentre il desiderio che provava per lei aumentava sempre di più.

La spinse contro il muro della Hall fregandosene se qualcuno poteva entrare.


-Ti voglio, ti prego...-


Kat lo guardò implorante cercando il suo sguardo e pensando che sarebbe impazzita se lui non l'avesse fatta sua...

Con le mani cercò la lampo dei suoi pantaloni abbassandola e insinuando una mano e iniziando ad accarezzare il suo membro.

Forse aveva esagerato; non poteva, di certo, sapere quale sarebbe stata la sua reazione.

Il vampiro di colpo le strappò i pantaloni ringhiando.

Kat tolse la mano fissandolo negli occhi.

"bingo"

Lui si abbassò i pantaloni e con una spinta potente e piuttosto violenta entrò in lei.

Kat urlò per un attimo; la testa all'indietro e un'espressione di puro e intenso piacere sul volto.

Le sue spinte erano intense e ritmiche, spinte che lei contraccambiava gemendo sempre di più.

La stava portando in Paradiso o all'Inferno: la linea era cosi sottile.

Si spostarono sulla scrivania di Angel dove lui adagiò Kat senza staccarsi da lei.

La scrivania in mogano scricchiolava pericolosamente da quanto i loro movimenti erano intensi e appassionati.

Kat chiuse gli occhi, si stava abbandonando al piacere più intenso ma voleva di più, molto di più…

Voleva essere sua in ogni modo e sapeva che lui voleva la stessa cosa...

Si introdusse mentalmente nella sua mente.


- Mordimi, marchiami... -


A quelle parole, le sue spinte aumentarono facendola urlare sempre di più…

Dopo averla baciata con desiderio, si spostò sul suo collo.

Chinò la testa e affondò i denti nella sua carne tenera.

Kat emise un gemito di soddisfazione mentre entrambi raggiungevano il piacere più estremo.

Rimasero uniti per qualche minuto mentre lui leccava il segno del suo morso.


- Ti amo: lo sai, vero?-


Kat parlò debolmente: era stanca, esausta ma felice...

Lo aveva desiderato da cosi tanto tempo.


- Lo so’: ti amo anch'io, Kathryn, stupida ex vampira…-


Disse baciando la sua pelle.

Si staccò da lei rivestendosi..

Poi la prese in braccio.


- Devi riposare...-


La baciò sulle labbra, stavolta con dolcezza mentre lei, con un sorriso felice, si addormentava tra le sue braccia…


L'edificio fatiscente si ergeva a pochi metri dalla sede della Angel Investigation.

L'uomo alla finestra scostò di poco la tenda e guardò nell'edificio di fronte.


- Hai trovato il libro?-


La sua voce bassa si espanse per il piccolo monolocale che aveva affittato giorni prima.

Era vestito in modo sportivo ma allo stesso tempo molto elegante: un maglioncino nero e dei jeans chiari.

I suoi lineamenti tipicamente inglesi avevano qualcosa di diverso dall'ultima volta che era stato in questa città o per meglio dire: in questo mondo.

Erano piu duri, più mascolini.


- Ho trovato ben di più...-


La donna uscì da dietro uno scaffale,i lunghi capelli scuri sciolti sulle spalle e un sorriso trionfante stampato sul suo volto.

Portava una gonna longuette nera e una maglietta chiara.

Anche per lei era passato molto tempo.

Ma non era di certo il momento per abbandonarsi ai ricordi del passato. Quel che era successo non si poteva di certo cambiare.


-... Sembra che "Mr Io ho solo scarpe targate Prada" non abbia fatto attenzione a far sparire ogni traccia di quella profezia!-


Posò un pesante libro sulla scrivania, proprio davanti all'uomo.

Il caffè che stava sorseggiando si rovesciò sui suoi jeans strappandogli un lieve gemito di dolore.


- Cordelia!!-


Si lamentò fissandola con disappunto.

Cordelia Chase: la reginetta di Sunnydale era in piedi davanti a lui con le braccia conserte e un'espressione annoiata sul volto.


- Oh andiamo, Wes! Mi hai detto di cercare il libro? Io l'ho fatto!-


Molte volte, alcuni atteggiamenti della vecchia Cordelia balzavano fuori all'improvviso, come schegge impazzite.


Wesley Windham-Pryce: ex osservatore del Sacro Consiglio, migliore amico, quasi fratello, di Angel.

La sua morte gettò nello sconforto il vampiro per l'ennesima volta.

Ma ora era lì, pronto a tornare al suo fianco e a proteggere questo mondo.

Certo, mancava qualcosa nel suo quadro perfetto, nella sua visione paradisiaca di ritorno. Una cosa importante. Una persona. Una donna, la sua... La sua Fred.


- Bene, vediamo di renderci utili!Lindsey e la W&H non ci metteranno molto a scoprire chi c'era su quel camion.-


Prese il libro e iniziò a sfogliarlo accuratamente senza tralasciare neanche la minima cosa, la minima parola.

Cordelia annuì sedendosi sulla scrivania di legno.

Sapeva bene cosa stesse passando Wesley;lo stava passando anche lei, per Angel.

Ma con una sola differenza: Angel era vivo.


- Siamo stati grandi! Angel sarebbe fiero del nostro operato alla 007! Anche se non ho ben capito perchè non abbiamo fatto irruzione all'interno! Uccidere Lindsey mi avrebbe reso felice...-


Ancora non scordava cosa aveva fatto l'ultima volta... Lo scherzetto ai danni di Angel...


Wesley alzò gli occhi dal libro.


- Fare irruzione avrebbe significato la morte e non so tu ma al momento vorrei rimanere ancora in vita; abbiamo una missione da compiere!-


Tornò sul libro.

Quei simboli, quelle iscrizioni ricordavano qualcosa che aveva già visto, quando era ancora un aspirante osservatore desideroso di conoscenza.

Ma dove li aveva visti? E cosa significavano?!?


- Pensi che... Saremo i benvenuti?-


La voce triste di Cordelia lo fece smettere di pensare al libro per un attimo.

La donna stava giocherellando tristemente con una penna.

Osservava la scrivania mentre i suoi occhi divenivano sempre più lucidi.


-Cordelia, per quanto mi riguarda, credo di si...-


Sorrise mettendo una mano sulla sua, in segno di conforto.

Cordelia sorrise apprezzando quel gesto così gentile.

D'altra parte, Wesley era sempre stato gentile con lei.

Lo era stato con chiunque, nonostante avesse commesso un grosso errore.

-Credi che quella profezia sia vera? Non... Non un abbaglio, come l'ultima volta?-


L'inglese sorrise.


- Non ne sono sicuro ma, se risultasse vera, la W&H vorrebbe ottenere da Angel e Spike quello che ne verrà fuori; si tratta di qualcosa di mistico, anche se non ho ancora capito bene il perchè...-


Tolse la mano da quella di Cordelia e le mostrò il libro: un'illustrazione antica...


-... Vedi? Tutto quello che dice è che questa creatura potrebbe avere una rilevanza nella prossima Apocalisse.-


Cordelia fece una smorfia.


- Un'altra Apocalisse? Ho perso il conto...-


Disse con sarcasmo; poi invitò Wesley ad andare avanti.


-... Bene... Stavo dicendo... Potrebbe avere una rilevanza nella prossima Apocalisse che viene definita L'Apocalisse! Qualcosa di definitivo, a quanto pare...-


Continuò a sfogliare il libro...



Angel rientrò nell'hotel dopo la breve fuga.

La prima cosa che notò furono i vestiti strappati di Kathryn a terra e la sua scrivania ridotta ad un campo di battaglia.

Un lieve ruggito sommesso uscì dalle sue labbra.


- Spike...-


Ringhiò. Si chinò a raccogliere i vestiti strappati a terra per poi osservarli con attenzione; sentiva, sentiva l'odore del sangue...

Che diavolo aveva combinato?!?

Lasciò cadere tutto e salì le scale di corsa rischiando di cadere più volte.

Arrivato davanti alla porta della sua camera, il vampiro alzò la mano per bussare: se l'aveva morsa, se solo aveva bevuto da lei, lo avrebbe fatto a pezzi.

La voce di Kathryn penetrò la sua mente.


- Non mi ha morsa, o meglio, non del tutto! Smettila Angel... Si Angel, ho capito molte cose. Ho capito cosa significa rivedere fantasmi del passato che non ti abbandonano mai! So cosa è il rimorso e la consapevolezza che per noi non esiste il Paradiso...-


Angel poggiò la fronte allo stipite della porta.

"Sei umana ora, Kathryn. Puoi meritarti il Paradiso e ti ha marchiata? Ti ha marchiata, non è vero?"


- Si, lo ha fatto su mia esplicita richiesta. Sapevo cosa volevo e cosa voleva lui! I vantaggi del mio dono!Sappiamo bene entrambi che per me, per te, per lui il Paradiso rimarrà sempre e solo un'utopia...! Secoli di torture e omicidi non si cancellano con un colpo di spugna.-


"Lo so bene, ci convivo da anni e anni..."


- Ti perdono...-


Angel sbarrò gli occhi.

"Cosa?!? Come puoi!? Come puoi perdonarmi dopo quello che ti ho fatto subire? Dopo averti quasi uccisa, dopo averti strappato il bambino..."


- Quello che è stato non si può cambiare. Il dolore, la rabbia con il tempo si sono affievoliti...! Tu hai un'anima, sei un Campione; ti meriti il perdono più di chiunque altro. Così come lo merita Spike. Smettetela di vivere nel rimorso di ciò che avete fatto! Andate avanti: avete una missione. Siete stati scelti e la porterete a termine!-


Kathryn aprì la porta trovandoselo davanti.

La donna aveva indosso la giacca di Spike abbottonata fino all'ultimo.

I vestiti erano andati persi nell'amplesso di poche ore prima.


- Non so cosa ne sarà di me, Angel. Nè cosa ne sarà di me e lui ma di una cosa sono certa: voglio vivere! Voglio assaporare la vita nella sua integrità come non ho potuto fare prima! E tu... Tu...-


Gli puntò il dito contro sorridendo.


-... Tu devi assaporarla quanto me. Smettila di fare il musone. Inizia a vivere: va' avanti... Lui lo sta facendo anche se potrebbe farlo più delicatamente!-


Ridacchiò leggermente.


Angel allungò la mano scostandole i capelli dal collo.

Una smorfia di disappunto si formò sul suo viso vedendo il chiaro segno lasciato dai denti di Spike.


- Non doveva lasciarsi andare così: è pericoloso.-


La voce si fece dura e preoccupata.

Kathryn si toccò il collo sorridendo.


- Gliel'ho chiesto io. Angel, voglio essere sua... Completamente...-


La sua voce era dolce; era la voce di una donna innamorata.


- Hai sempre voluto essere sua... Sempre... Ricordo ancora i tuoi pianti quando lo vedevi con Drusilla.-


La ragazza abbassò la testa.


- Sono sempre stata debole da quel lato, lo sai! Lui mi usava per farla ingelosire e io caddi in quel gioco senza volerlo! Eppure, lo amo... Da sempre...-


- Credo sia meglio che torni dentro...-


Il vampiro bruno tornò di sotto.

Le parole di lei "Ti perdono" rimbombavano nella sua mente.

Il perdono: già... Lui lo voleva da sempre...


Kathryn tornò nella camera senza fare il benchè minimo rumore.

C'era qualcosa di strano: lui non era più nel letto.

Si voltò cercandolo nella stanza.


- Spike?-


Lo chiamò a voce bassa.

Dannazione a lui e alla sua abilità nel nascondersi!


- Spike?!?-


Un lieve brivido di terrore le percorse la schiena.

Sapeva che non le avrebbe mai fatto del male ma ora, essendo umana e vulnerabile, doveva fare i conti con le paure tipiche di quella razza così debole.


- Spike, ti prego...-


Si ritrovò a implorare ...

Due mani la afferrano per i fianchi morbidi e candidi.

La sollevarono da terra e la stesero sul letto.


- Stupido vampiro!!!-


Gli urlò ridendo divertita.


- Che diavolo voleva Angel?-


Si sedette al fianco di lei insinuando una mano sotto la sua giacca all'altezza del ventre.

Kathryn chiuse gli occhi sospirando.


- Hai le mani fredde e comunque...-


Tolse la mano di lui da sopra di lei e si tolse la giacca restando spudoratamente nuda di fronte a lui.

Si mise su di un fianco fissandolo provocatoriamente.


- Voleva sapere perchè mi hai morsa...-


Allungò una gamba facendola finire su di lui...


- Stai giocando col fuoco, amore... Tornando ad Angel: deve farsi i cavoli suoi...-


Kathryn afferrò la sua mano e la posò sul suo seno.

Sorrise in modo sensuale.


- Vuoi ancora parlare di Angel?-




Wesley fermò la macchina davanti alla sede della W&H.

I tatuaggi tribali che portava sul corpo gli avrebbero permesso di passare inosservato.

Per questo doveva ringraziare quell'idiota di Lindsey; senza volerlo, aveva dato modo a lui di utilizzare una sua idea.

Entrò nel grande atrio e si diresse su per la scale verso quello che era il suo ufficio.


- Wesley...-


Wes si bloccò...

Quella voce...

Si mise la mani sulla testa scuotendola.


- Vattene!-


-Oh, wesley: non ce l'hai fatta! Non sei riuscito a salvarmi!-


Wesley si voltò rovandosi davanti Fred, la sua Fred...


- Fred...-


Provò a toccarla ma scomparve.


- Come non sei riuscito a salvare me!-


Si voltò trovandosi davanti Lilah Morgan vestita di tutto punto ma con un taglio netto alla gola.


-No... Hai preferito darci un bel taglio.-



Ridacchiò per poi guardarlo.

Wesley pensò di stare per impazzire.

Al fianco di Lilah comparve Fred.

Entrambe lo guardarono fisso. Entrambe dissero la stessa cosa.


- Non sei in grado di difendere ciò che ami.-


Svanirono nel nulla.


Wesley crollò in ginocchio: quei bastardi avevano aumentato gli allarmi mistici.

Allucinazioni: ecco perchè Kathryn era caduta dal cornicione.

Doveva trovare quel fascicolo...


Wesley frugò per ore e ore dentro quei maledetti scaffali, contratti e fascicoli su clienti prematuramente scomparsi.

Poi, comparve un nome scritto in grassetto e sottolineato più volte: Kathryn Moriarty.

"Bingo!"

L'ex osservatore afferrò la cartellina gialla e la aprì scoprendo diverse foto scattate alla donna da varie angolazioni e posizioni. La stavano spiando da tempo, dal suo arrivo a Los Angeles.

Quello che, però, si chiedeva era perchè interessasse loro così tanto.


- Wesley, che piacere averti qui; potevi fare una telefonata. Ti avremmo accolto a dovere. -


La voce di Lindsey lo fece quasi sobbalzare.


- Lindsey, vorrei poter dire la stessa cosa.-


L'avvocato rimase sulla soglia dell'archivio, fissando l'inglese con aria di superiorità.


- Pensavi, davvero, che dopo lo scherzetto che escogitai, loro…-

Indicò in aria con il dito.

-… Non avessero cambiato le cose?!?-


Wesley tirò fuori qualcosa dalla tasca della giacca.


- Cosa cazzo…-


Una luce accecante e improvvisa illuminò a giorno l'archivio.

Lindsey si coprì gli occhi con il braccio per poi appurare che l'inglese era fuggito.


- IL FASCICOLO!-


Ringhiò infuriato.


Wesley, nel frattemp,o si incamminava lungo le strade affollate di Los Angeles con il fascicolo sotto braccio e degli occhiali da sole scuri sul viso.




In quello stesso momento, Angel corse di sopra nella camera di Spike.

Le urla di Kathryn lo avevano fatto precipitare come una furia su per le scale.

Spike era sulla porta della stanza con le mani sulla testa.


- Ha iniziato a urlare, stava dormendo...-


Angel spalancò la porta trovando Kathryn sdraiata sul letto con gli occhi sbarrati e la schiena inarcata.

Un urlo lacerante usciva dalla sua bocca.


- Che stavate facendo?-


Domanda stupida, molto stupida…

Scosse la testa e tentò di calmare la donna.


- Kat! Kat, calmati… Calmati...-


Spike lo guardò avvicinandosi.


- Che le sta succedendo?!? ANGEL!-


Angel gli ringhiò contro.


- NON LO SO!-


Qualcuno alle loro spalle aprì la porta.


- Allontanatevi, ora!-


Angel spalancò gli occhi.


- Cordelia...-


Cordelia entrò; aveva una siringa in mano.


- A... A dopo le spiegazioni...-


Si avvicinò a Kathryn e iniettò qualcosa nel suo braccio.

La ragazza iniziò a calmarsi distendendosi e roteando gli occhi all'indietro.


- La W&H la sta usando come esca; la stanno uccidendo a distanza per arrivare a voi.-


Spike si sedette sul letto prendendo la mano di Kathryn, mentre Angel continuava a fissare Cordelia.


-... Sanno che è legata a entrambi in un certo qual modo e, ora che è umana, è un innocente da salvare.-


Guardò Angel arrossendo.


- E’ tutto ciò che so per ora.-


Il vampiro biondo prese la parola.


- Angel, trova il modo di evitarlo, qualsiasi modo...-


Angel, al momento, non lo ascoltava.

Si alzò da dove era seduto e si diresse verso Cordelia.


- Angel...-


La donna lo fissò; era titubante, non sapeva come poteva reagire.

Il vampiro la afferrò per le spalle e la attirò a sé per un bacio appassionato.


- Bentornata...-

Sussurrò sulle sue labbra.


Quella notte, mentre Lindsey McDonald subiva le conseguenze della sua stupida disattenzione, Angel finalmente poteva stare con la persona che amava più di ogni altra cosa.

- Posso offrirti qualcosa? Hai sonno, fame, sete?-

Iniziò ad agitarsi: era talmente, talmente contento di vederla che avrebbe voluto spalancare la finestra e urlarlo al mondo.

Cordelia, seduta elegantemente sulla poltrona in pelle del vampiro, sorrise e scosse la testa: non aveva bisogno di nulla, se non di lui.


- No, Angel siediti; vieni qui...-


Allungò la mano per cercare quella di lui; al momento tutto ciò di cui aveva bisogno era un contatto, un contatto fisico con lui.

Sapeva bene che non potevano spingersi molto in là, le conseguenze sarebbero state devastanti per tutti ma toccarlo, sfiorare la sua pelle, la faceva sentire viva.

Il vampiro strinse la morbida mano della donna, accarezzandone il palmo con i polpastrelli.


- Non mi sembra reale, Cordelia. Ho… Ho il timore di svegliarmi e capire che era tutto un sogno.-


Si avvicinò a lei,p assando alle sue spalle e posandovi le mani sopra.

Il contatto con la sua pelle morbida e delicata lo fece sospirare: la desiderava, la bramava più di ogni altra cosa.

Abbassò la testa annusando i suoi capelli, assaporandone, lentamente, il profumo e godendosi ogni singola piccola differenza di fragranza.


- Angel...-


La voce di lei, fioca e ridotta ormai ad un sussurro, spezzò il silenzio rotto soltanto dal rumore del suo respiro.

Dovevano dare una calmata ai loro bollenti spiriti.


- Perdonami...-


Il vampiro si allontanò di poco da lei tentando di riacquistare un minimo di self control.


-… Ora… Ora dimmi. Spiegami come sei tornata e perchè sapevi di Kathryn?-


Si inginocchiò di fronte a lei poggiando le mani sulle sue ginocchia.


Cordelia cercò di trovare le parole adatte; sapeva che, probabilmente, si sarebbe infuriato.


- Angel, siamo stati riportati qui da Forze che nemmeno tu immagini; abbiamo uno scopo e intendiamo portarlo a termine nel minor tempo possibile.-

Lo fissò intensamente negli occhi

- Wesley dice che L'Apocalisse sta giungendo e nota bene: L'Apocalisse! Non una di quelle affrontate in precedenza ma quella definitiva, la scena finale dell'Umanità!-


Angel si alzò di scatto.


- Wesley?!?-


Si trovò ad urlare; non lo aveva mai fatto, almeno non contro di lei.


La ragazza deglutì; forse, avrebbe dovuto lasciare a Wesley il compito di parlare anche della sua resurrezione,


- E… Ecco, vedi, temo che questo sia un argomento secondario, Angel; torniamo a parlare dell'Apocalisse?-


Angel fece una smorfia; evidentemente le sorprese non sarebbero mancate nei prossimi giorni.


- Stavo dicendo… E’ qualcosa che ha a che fare con un’esplosione. Wesley ha capito solo questo.-


- E cosa c'entra la W&H?-


Cordelia scosse la testa.


- Questo è il punto: non c'entra nulla. Se ciò avvenisse, sarebbe una perdita anche per loro. Immagina: nessun cliente, nessun tipo di affare e la Terra è il loro territorio più redditizio.-


La porta dell'ufficio si spalancò.


- Ragazzone, c’è una riunione e io non ne sono a conoscenza?-


Spike si sedette sulla sedia di fronte alla scrivania di Angel.


- Spike non è una riun…-


Non finì nemmeno la frase che fu interrotto dall'ingresso di Kathryn.


- Ehi! Una riunione!!-


Sorrise e si sedette in braccio a Spike poggiando la testa sulla sua spalla.


Il vampiro bruno sospirò alzando gli occhi al cielo.


- QUALCUNO HA CAPITO CHE NON E' UNA RIUNIONE?!?-


Si trovò a essere fissato da sei paia di occhi curiosi.


- Andiamo avanti.-

Disse, infine, con una punta di rassegnazione nella voce.


Cordelia ridacchiò: le cose non erano cambiate di molto, dopotutto.

-... Dicevamo che la W&H non ci guadagnerebbe nulla da questa storia. Andiamo! Quei tre vecchiacci demoniaci sono avidi di potere! Che se ne farebbero di un luogo ridotto in cenere?!?-


Spike alzò la mano.

- Se loro non c'entrano nulla, che diavolo vogliono da Kat?-


Cordelia si alzò in piedi.

-Già, Kat; ehm, piacere, Cordelia Chase!-


Le porse la mano.


Kathryn gliela strinse sorridendo.

- Grazie per il tuo aiuto, pensavo di morire…-


- Oh, nulla; dovere!-

La guardò per un attimo per poi fissare Angel e Spike.

- Non è la W&H: è Lindsey.-


Angel incrociò le braccia al petto.

- Non vedo la differenza.-


La donna fece un passo in avanti.

- C'è molta differenza: Lindsey vuole vendetta per tutto! Per la mano, per la tua ex…-

Disse rivolta a Angel.

-... E per il piccolo dettaglio del suo omicidio! Fate due più due: la W&H avrebbe scelto altri mezzi, sono furbi e dannatamente potenti! Lindsey... Beh, Lindsey è uno stronzo, non c'è altro.-


Kathryn si alzò in piedi.

- Posso provvedere io a questo Lindsey.-

Disse fissandoli tutti.


- Kat, siediti e smettila.-

Spike la guardò arrabbiato; aveva appena rischiato di morire e cosa pensava di fare ora? L'eroina...


- No, dico sul serio: posso farcela.-

Kathryn lo fulminò con lo sguardo. Ok, era umana ma non era affatto una sprovveduta.


- Come penseresti di farlo? Sentiamo...-

Angel la fissò; ora era incuriosito.

Quella sua domanda attirò su di sé lo sguardo carico d'odio di Spike.

-Non guardarmi così! Ho solo fatto una domanda.-


- L'hai fatta alla persona sbagliata.-


*Silenzio entrambi!*


La voce di Kathryn penetrò le loro menti.

Tutti e due portarono le loro mani sulla testa.


- Bene, ora che abbiamo appurato che Spike si preoccupa per me e Angel se ne sbatte altamente, posso esporvi la mia idea.-

Si sedette sulla scrivania accavallando le gambe.


Cordelia la guardò divertita: ora aveva capito perchè la ragazza le piaceva. Aveva un piglio molto familiare: le ricordava sé stessa… Beh, con anni di omicidi e massacri alle spalle in più…


- Come avrete notato, ho una dote.-


- Non solo quella...-


La voce sensuale di Spike la interruppe.

Cordelia prese un giornale e lo tirò sulla sua testa.

- Vai avanti, Kat: ho zittito il cretino!-


- Ho due doti ma una è privata...-

Fece un sorrisetto malizioso.

-... Mentre l'altra... Beh, è più potente ed efficace…-

Si alzò dalla scrivania e gironzolò per l'ufficio.

- Lindsey vuole farvi del male? Bene, io ne farò a lui! Entrerò nella sua mente e lo torturerò senza alcuno scrupolo.-


- L'idea mi piace, ma cosa faresti di preciso?-

Angel si sedette sulla sedia a fianco a Spike fissandola incuriosito.


-Beh, quello che ho fatto a voi è solo una minima parte di cosa sono in grado di fare.-

Si fermò fissandoli uno ad uno.

- Posso fargli talmente male da portarlo all'implorazione della morte che non avrà, perchè sarebbe una pena troppo dolce.-

Incrociò le braccia al petto.

- Che ne dite? La ragazzina ha avuto una brutta idea? Devo essere sculacciata?-


- Ehm...-

Un colpo di tosse li fece voltare tutti.

-… Perdonate l'intrusione ma non ho potuto fare a meno di ascoltarvi e di giungere alla conclusione che la ragazza ha cervello e qualcos'altro che Spike ha conosciuto più di noi e che, in 10 minuti, non vi siete accorti della mia presenza. Accidenti, siete un po’ fuori forma.-


Angel si alzò di scatto.

- Wesley…-

Avanzò verso l'uomo abbracciandolo in maniera vigorosa.


-An… Angel, mi ucciderai così…-

Rise divertito dalla reazione del vampiro.


- Perdonami...-

Si staccò da lui con un certo imbarazzo.


- Immagino che, conoscendo Cordelia, tu sapessi già del mio ritorno…-

Cordelia si alzò in piedi con un’espressione offesa.

- Io non ho... Oh, al diavolo!-

Si sedette.


- Si, e mi ha detto dell’altro.-

La voce di Angel cambiò da allegra a preoccupata.


- Immagino: vieni con me.-

Si avviò alla porta diretto alla hall.

- Ragazzi, è stato un piacere.-

Sorrise e si chiuse con Angel in un ufficio.


- Io inizierò da stanotte: Lindsey non avrà vita facile.-

Kathryn sorrise; era un sorriso furbo e carico di rancore verso l'avvocato…