UN CUORE DA RUBARE


Protagonisti: Buffy/Spike

Rating: NC13…ma potrei sbagliare ;)

Spoiler: nessuno

Argomento: Vedrete… :P


CAPITOLO 1 – FORZE E DEBOLEZZE -

La sala era ghermita di persone rifulgenti nei loro vestiti da sera.

Donne, dagli abiti scollati e dai colori più raffinati, parlavano elegantemente tenendo sempre quello stesso sorriso di circostanza. Senza mai mostrare un’emozione oltre i loro occhi e dentro i loro cuori. Erano involucri. Stupidi e insignificanti involucri, abbelliti da gioielli preziosi che mostravano con orgoglio. Come un segno di riconoscimento, una targa, per essere distinte e ammirate.

Uomini, anche loro nei loro vestiti irrimediabilmente convenzionali, che si pavoneggiavano parlando dei loro regni, nei quali erano gli indiscussi padroni. Loro, sagome dai contorni spigolosi le cui punte erano intrise di sangue. E nelle loro maniche nascondevano le lame con cui erano arrivati fino in cima, senza mai guardare la scia di corpi inermi lasciata alle loro spalle.

Si. Ancora una volta era tra di loro. Ancora una volta si fingeva uno di quei boriosi uomini che tanto detestava. Lui, che aveva sempre odiato quel mondo e i loro abitanti.

Ma era per questo che era lì. Ed era questo, il prezzo da pagare.

Si girò verso le scale che portavano al secondo piano di quell’immenso palazzo e con disinvoltura vi andò incontro, menando un grosso sorriso a qualche fanciulla troppo curiosa. Mentre con calma sorseggiava un Martini, tenendo sempre gli occhi puntati su quelle scale.

Sopra, dentro l’ufficio del ricco proprietario di quel lusso, vi era nascosta una Venere che l’attendeva.

Sorrise.

Amava il rischio. Non poteva farne almeno.

Ormai la sua vita non era costituita che da quello; e la consapevolezza che, forse, un giorno, avrebbe dovuto pagare il prezzo di quel suo personale piacere.


la Venere Pudica, è stata rubata la notte scorsa dalla villa del famoso industriale miliardario Gorge Stiuhat. Il ladro della preziosa scultura si è rivelato essere il famoso ladro-gentiluomo Spike, che anche questa volta, è sfuggito alla polizia non lasciando tracce…’

La voce atona della giornalista gli arrivò alle orecchie, destandolo dal suo sonno leggero di primo mattino. Si girò di poco, aprendo quanto bastava gli occhi per vedere il suo compagno Oz che lo fissava divertito.

Oz, perché diavolo ti diverti a tormentarmi di prima mattina?” gli chiese con voce impastata dal sonno, ributtando la faccia nel cuscino.

Oh, amico, è un passatempo che non mi proibirei per nulla al mondo!” ribattè l’intruso.

Poi si avvicinò all’uomo nudo che giaceva sotto le lenzuola di seta bianca e gli butto sul letto una copia del giornale di quella mattina.

Tieni, ne parlano perfino nei giornali! Sembra che le tue imprese piacciano molto ai nostri amichetti giornalisti.” Commentò, sedendosi su una poltroncina in pelle poco lontano dal letto a osservare l’amico che, con un profondo sospiro di rassegnazione, si metteva seduto sul letto per leggere il giornale.

Il nostro ladro-gentiluomo è riuscito a scappare ancora una volta, gabbando le autorità che questa mattina hanno giurato di essere sulle tracce del nuovo criminale del secolo: Spike.” Lesse l’uomo ad alta voce, accigliandosi nel comprendere quella fare.

Esatto Will. Dicono che sono sulle tue tracce.” Disse Oz, leggendo i pensieri dell’amico.

Credo che forse ti dovresti dare un periodo di riposo. Giusto per far calmare le acque.” Gli consigliò.

Oz e William erano amici da tutta una vita e ormai erano diventati inseparabili. Quando l’amico era partito dalla loro città natale, più o meno nove anni fa, Oz aveva deciso di seguirlo e aiutarlo a rimettersi dalla terribile perdita dei genitori. William era sconvolto. Voleva fuggire da quel luogo che gli evocava così tanti ricordi dolorosi, e Oz non si era sentito di abbandonarlo proprio nel momento del bisogno.

Una volta a New York avevano cominciato, quasi per gioco, a intraprendere piccoli furti insieme. Erano giovani all’ora, e non capivano quanto potesse essere sbagliato. Inoltre avevano bisogno di soldi per sopravvivere in una città come quella, e per un po’ di tempo fu quello il loro mezzo di sostentamento. Poi, però, per William divenne qualcosa di più.

Mentre Oz aveva trovato un lavoro come cameriere in una modesta caffetteria, William si faceva sempre più abile nei furti, che diventavano sempre più elaborati e complessi. Ormai era diventava come una droga per lui. Una passione. E a nulla erano valse le suppliche di Oz di lasciar perdere, di ‘mettere la testa a posto’.

Così non gli era rimasto che accettare quell’assurda situazione, sigillando il segreto nell’angolo più oscuro della sua mente e incoraggiandosi sempre nello svolgere il suo lavoro di ‘grillo parlante’ con l’amico. Si era abituato a vederlo nominato in televisione e sui giornali, ma ancora non riusciva a reprimere la preoccupazione e l’ansia al pensiero che un giorno avrebbe potuto fallire.

Oz, sono tutte cazzate! Lo dicono soltanto per tranquillizzare la gente. Credi che a quegli stupidi bambocci piacerebbe scoprire che la polizia non ha la benché minima idee di chi io sia?” disse William con voce sarcastica per tranquillizzare l’amico.

Sei uno dannato sbruffone! Te l’hai mai detto qualcuno?” rispose Oz, prendendolo in giro.

William sogghignò e scostò con uno strattone le lenzuola, alzandosi di colpo per dirigersi in bagno.

E poi, quand’è che ti deciderai a usare uno schifoso pigiama? Potresti far venire un’infarto a qualche cameriera! Mi sono proprio stancato di vederti sempre con il culo da fuori…” disse scuotendo la testa.

Amico, lo sbruffone qui presente se l’ho può permettere…o forse hai la fottuta paura del confronto?” affermò il platinato ammiccando verso lui, perfettamente a suo agio nella sua spudorata nudità.

Ah-ah!” rispose Oz con una smorfia, mentre l’amico si chiudeva in bagno.


Allora?” seduto su uno sgabello con una tazza di caffé in mano, Oz guardò William uscire dal bagno con indosso un paio di jeans.

Allora cosa?”

Hai intenzione di seguire il mio consiglio?” insisté l’amico.

Oz, onestamente, non ne vedo una stramaledetta ragione!” affermò William con stizza.

Dopo anni che conduceva questa vita, Oz continuava a fare la ‘voce della sua coscienza’.

Come vuoi tu.” Esordì semplicemente l’altro. Era inutile insistere con quel cocciuto!

William si bloccò, lasciando la tazza del suo caffé a mezz’aria. Aveva sentito bene? L’amico aveva detto ‘come vuoi tu’? E da quando si faceva scoraggiare così in fretta?

Lo squadrò per un attimo, cercando di capire cosa avesse in mente, poi tornò a sorseggiare il liquido scuro che fumava nella sua tazza, fissando Oz, che stava tranquillamente finendo di leggere il giornale.

Cosa c’è?” chiese infine questo, accortosi del suo sguardo insistente.

Chi sei tu? Cosa nei fatto del mio migliore amico?” disse tranquillamente William, alzando il sopracciglio sinistro con fare sospettoso.

L’ho rapito. E adesso voglio il riscatto! Scommetto che per uno che ruba statuette a famosi miliardari, non dev’essere difficile sganciare tre miglioni di dollari per salvare il suo cosiddetto migliore amico?”

William sospirò alzando gli occhi al cielo. Non si arrendeva proprio mai!!

Senti, ti prometto che per un po’ starò a riposo. Ma lo faccio solo per non sentire le tue petulanti e stramaledette lagne da mammina apprensiva!!” e prendendo una camicia e le chiavi dell’auto, uscì al volo dall’appartamento.

Oz non poté fare almeno di ridere e prima che uscisse gli grido con voce sottile: “Stai attendo tesoro! Si incontrano brutte persone per strada!”


La costosa Ferrari sfrecciava lungo la strada deserta. Gli alberi della campagna erano di un verde smeraldo e il sole filtrava attraverso le foglie, creando una via vai di raggi dorati che si riflettevano sulla vernice lucida della macchina. Il vento leggero gli accarezzava i capelli e il silenzio lo avvolgeva, alleviando e assopendo le voci stridenti dei suoi pensieri.

Ogni qual volta aveva bisogno di pensare, veniva qui, su queste strade isolate e silenziose.

Rifletteva ancora su quello che aveva detto Oz.

Aveva ragione.

Forse sarebbe dovuto sparire per un po’.

Ma il suo spirito, la sua passione, avevano vita propria. E quando gridavano a gran voce il suo nome, non gli si poteva opporre. Bastava vedere uno di quei ricchi industriali in televisione per risvegliare quel richiamo. E improvvisamente si sentiva prudere le mani. Il bisogno impellente di risentire quel brivido...

Nulla più era al suo pari.

Aveva provato di tutto per sostituire quell’emozione, con i più pericolosi sport, quegli più estremi.

Ma nulla paragonava quello.

E alla fine aveva ceduto; si era abbandonato al quel bisogno.

Ma William non era un’automa, lui aveva deciso di unire quella sua disperata necessita all’arte.

Si, voleva che ogni suo colpo assumesse i contorni di una perfetta opera di un artista eccentrico.

Voleva diventare una leggenda. Diventare un dannato chiodo fastidioso nel fianco della società miliardaria di quella città.

Spike: l’incubo di tutti i nobili culi newyorkesi!

E ci era anche riuscito.

Per quante notti quel sogno l’aveva tormentato e eccitato…

Svoltò con una brusca frenata l’auto e rimise in moto, ripartendo a razzo verso la città.

Aveva preso una decisione: avrebbe accontentato l’amico, ma prima avrebbe fatto un’ultimo, spettacolare colpo, prima di entrare in ferie per un po’.

Dopotutto se lo meritava.



Signorina! Signorina!” chiamò la cameriera attraverso la porta di legno massiccio.

Ma non ricevendo risposta parlò comunque, sperando che la sua padrona la sentisse.

Vostro padre deve parlare, ha richiesto la vostra presenza di sotto. La prego, faccia presto…”

Sembrò quasi una supplica, e in un certo senso lo era.

Attese ancora qualche minuto, ma ancora niente.

Non gli era permesso di entrare senza il suo diretto consenso; su questo la Signorina era stata cristallina.

Sospirò sconsolata e si girò per tornare al piano inferiore.

Tara.” La chiamò una voce appena percettibile.

Si girò di scatto, per ritrovarsi a fissare la faccia della sua padrona che spuntava da uno piccolissimo spicchio di porta aperta.

Signorina!” pronunciò, senza neppure accorgersene.

Shhhhh!” gli intimò la ragazza facendo segno con il dito di far silenzio, per poi invitarla ad entrare con un gesto della mano.

Dopo aver controllato che nessuno avesse visto la donna che entrava nella sua stanza, la ragazza chiuse la porta e si preparò a tirar fuori il migliore dei suoi sguardi da cucciolo bastonato, per convincere la sua complice.

Tara, ho bisogno del tuo aiuto!”

A quelle parole la cameriera sbiancò di colpo: sapeva che cosa gli avrebbe chiesto.

E ogni volta che accettava si ritrovava sempre nei guai fino al collo con il Signor Giles. Gli costava tanto, ma raramente riusciva a rifiutare qualcosa alla sua piccola.

L’aveva cresciuta come fosse stata sua figlia: gli aveva medicato le ferite quando da piccola cadeva in giardino, l’aveva aiutata ad affrontare il difficile periodo dell’adolescenza e a diventare una donna. Le voleva un bene dell’anima.

Oh no Buffy! Sta diventando un’abitudine!”

No Tara, ti prego! Aiutami!” disse con tono supplichevole la ragazza, mettendo le mani sulle spalle di Tara per trattenerla dal fuggire.

Buffy, tuo padre vuole solo parlarti. Non vedo la ragione per cui…”

Lo sai meglio di me di cosa vorrà parlarmi! E sicuramente ci sarà anche quell’arpia della mia matrigna. Ti prego, non la sopporto. Rischierei di strapparle tutti i capelli questa volta…”

E Tara sapeva quanto Buffy dicesse sul serio. Come dargli torto! La Padrona era una vera e propria strega! Neppure lei non l’aveva mai potuta sopportare…

Sospirò, sconfitta.

E va bene. Servirò il tè in giardino, quindi puoi passare dalla porta principale. Dirò a tuo padre che non stavi molto bene.”

Grazie Tara! Sei il mio angelo!” esclamò Buffy saltandole addosso e stampandole un bacio sulla guancia.

Tara, scuotendo la testa, uscì dalla stanza per affrontare il Signor Giles, che di certo non avrebbe gradito.

Appena se ne fu andata, Buffy prese la borsa e ci mise dentro dei ricambi e alcune forcine per capelli, di cui ormai, non poteva più farne almeno. Si tolse i tacchi e si mise le scarpe da ginnastica. Poi inforcò un paio di occhiali da sole oscuri e raccolse i lunghi capelli biondi per nasconderli sotto un cappello di cotone. Senza esitazione uscì dalla stanza e percorse le suntuose scale di marmo che conducevano al piano inferiore.

Buffy si muoveva con grazia e sicurezza, senza emettere il minimo rumore.

Fin da piccola aveva avuto l’insolito talento di diventare perfettamente invisibile, se solo voleva. Era capace di scomparire con assoluta eleganza sotto gli occhi di una persona, senza lasciare la minima traccia; e doveva ammettere che questa era una cosa che la divertiva in un modo sproporzionato. Nulla le ripagava quanto vedere le facce sorprese delle sue vittime.

Raggiunse la porta di ingresso e si fermò qualche secondo, per affacciarsi oltre il pilastro circolare e scorgere suo padre in giardino: era tranquillamente seduto sulla poltroncina di vimini a sorseggiare il suo tè verde.

Scosse piano la testa.

Nonostante si trovasse a New York le sue origini Inglesi non sarebbero mai morte.

Si sporse ancora un po’ e vide la sua matrigna: una donna elegante, con lunghi capelli raccolti in un chignon e occhi chiari.

Fece una smorfia.

Quella donna si credeva di essere la Dea della bellezza reincarnata.

Si era sempre dimostrata fredda con lei…fin da quando era piccola.

L’unica volta che gli rivolgeva la parola era per criticarla sul suo modo di vestirsi, di camminare, di parlare, di come ti poni, ti come ti intoni bla bla bla…

Scacciò irritata quei pensieri e uscì aprendo la porta senza far rumore.

Quando fu fuori tirò un sospiro di sollievo e si avviò di corsa verso il muro che delimitava i confini della proprietà. Con uno slancio degno di un’atleta, si arrampicò su alcuni mattoni sporgenti e scavalcò con un balzo, guadagnandosi la libertà.



Era ormai pomeriggio quando arrivò nel palazzo dove abitava la sua migliore amica, Willow.

Quello era il suo rifugio dove poteva dimenticare chi fosse e da dove venisse.

Era tutto quello che bramava. La sua vita non gli era mai piaciuta. Vivere tra servitori e camerieri non era male ma, quando conosci il calore di una casa, di una vera casa, la freddezza del tuo castello non ti basta più. E lei, ne aveva conosciuta tanta di freddezza…

Sua madre, Jhoys Angela Summer, era morta dandola alla luce.

Suo padre, il famosissimo banchiere britannico, si era trasferito a New York dopo la dolorosa perdita, portandola con se.

Buffy, d’allora, divenne figlia dei servitori di quella lussuosa e nuova villa che il padre aveva comperato per lei.

Si, per lei. Solo per lei. Perché la casa di Giles Summer era il mondo.

Così Buffy, rimaneva sempre sola e per lei fu come se non avesse mai avuto un padre.

Più tardi aveva frequentato il College, che in modo radicale, l’aveva cambiata.

Lì aveva scoperto quanto potevano essere sincere e calde le persone, ma anche disoneste e infide. Aveva conosciuto Willow…il suo tesoro. E anche Xander e Fhait. Loro l’avevano fatto scoprire il mondo e tutte quelle sfaccettature che lei non aveva mai colto.

Poi era dovuta tornare…a casa; proprio quella che non considerava sua.

Avrebbe preferito vivere in mezzo alla strada piuttosto che tornare in quel freddo castello, così decise di far perdere le sue tracce. Per due anni aveva vissuto in una piccola cittadella di nome Sunnyhell con tutta la banda al completo.

Si era divertita molto…gli anni più belli della sua vita.

Ma fu costretta a tornare. Le voci della sua scomparsa la perseguitavano, e lei si era stancata di uscire di casa con un impermeabile e un paio di occhiali per non farsi riconoscere.

Buffy si sentiva sempre inadatta. Sentiva di non aver un posto che l’appartenesse o un ruolo che gli si adattasse. L’unico suo punto fermo erano i suoi amici.

Buongiorno Signorina Lilith!”

Oh, Buongiorno Signor Marrow!”

Per poco non si dimenticava del vicino di Willow! Se non faceva attenzione, primo o poi, l’avrebbe riconosciuta. Anche se la scarsa capacità visiva del S. Marrow la lasciava un tantino perplessa a riguardo…

Bussò alla porta, ma non ricevette alcuna risposta.

Va bene…la solita storia…” prese dalla borsa le forcine che si portava sempre ovunque e incominciò a trafficare sulla serratura della porta, dopo aver controllato che non passasse nessuno per il corridoio.

Dopo pochi minuti, entrò richiudendo l’uscio.

Ciao Buffy!”

Buffy per poco non ingoiò la lingua per lo spavento.

Si girò di scatto, fulminando l’amica con lo sguardo.

Ciao Willow”

Avresti potuto aspettare ancora un altro po’ prima di prendere i ferri.” Disse, indicando le forcine che Buffy stava riponendo nella borsa. Oramai, quel modo di fare della amica, non erano una novità per lei.

Mi conosci, sono sempre stata un tipo impaziente. Perché non sei venuta ad aprire?”

Era sotto la doccia.” Rispose dirigendosi in cucina.

Prese un cartone di cereali dalla dispensa e incominciò a divorarne il contenuto, tornando a fissare la bionda.

Che c’è?” chiese questa, dopo essersi tolta gli occhiali e il cappello e averli buttati sul divano più vicino.

Dovresti dirmelo tu cosa succede!”

Cosa?” Perché si ostinava a parlare sempre in codice? Avvolte faceva fatica a starle dietro!

La ragazza dai capelli rossi alzò gli occhi in un gesto di rassegnazione e posò i cereali sullo scaffale.

Buffy, se sei qui, ci deve essere un motivo.” Disse con semplicità.

Oh..” Sono diventata tanto prevedibile? Porca miseria…non starà diventando patetica?

No, è che…sai, mio padre voleva parlarmi..”

Io proprio non ti capisco. Tuo padre ti vuole un mondo di bene e te lo ha dimostrato volendo riallacciare i rapporti con te. Perché non gliene dai la possibilità?”

Will, non è per questo.” Disse Buffy sedendosi di peso sulla poltrona e incrociando le gambe. “Abbiamo incominciato ad avvicinarci e va tutto bene, per adesso! Il problema è un altro.”

Si, la mia vita è diventata tutto un problema! Mi sono ridotta a sgattaiolare di nascosto da casa mia come se fossi una ladra, solo per evitare mio padre!

E’ per via della tua matrigna?” chiese Willow, sapendo bene quanto Buffy detestasse quella donna.

No...” esitò qualche secondo poi disse “Papà mi ha proposto un posto come direttore di una sua figliare qui, a New York.” accompagnò la frase con un profondo sospiro e poi continuò “Vuole una risposta, capisci? E io non ho la più pallida idea di cosa fare…” Come se avessi mai avuto uno straccio di idea chiara in tutta la mia vita!

Buffy…”

Will io non mi ci vedo dietro una scrivania! Non voglio che la mia vita si limiti a questo!” affermò con decisione, prima che l’amica potesse dire qualsiasi cosa per convincerla ad accettare. Sapeva che chiunque l’avrebbe presa per pazza se avesse rifiutato. L’azienda del padre era famosa in tutto il mondo e milioni di persone avrebbero fatto carte false per ottenere il posto che gli era stato offerto.

Lo so Buffy. E per questo che credo che dovresti parlarne con tuo padre.”

Ma, io..non so se…”

Buffy, se non sei sicura…se non hai ancora le idee chiare, digli semplicemente che hai bisogno di tempo per pensarci. È sempre meglio che continuare ad evitarlo!”

La bionda rimase in silenzio a guardare dei ragazzini che giocavano per la strada. Sembravano così felice e spensierati…

Hai ragione Will, devo affrontarlo.” disse, continuando a fissare i giochi spensierati di quei bambini.

Ormai aveva deciso: appena tornata a casa, avrebbe parlato con suo padre.



CAPITOLO 2 – SVOLTA PERICOLOSA-

Buffy fissava il soffitto sdraiata sul letto; era notte fonda e ancora non riusciva a prendere sonno.

Gli sembrava di impazzire!!

Sentiva scorrere dentro di sé tutta l’adrenalina accumulata in quella discussione fatta con il padre poche ore prima. Aveva mantenuto il tacito patto fatto a se stessa e l’aveva affrontato…ma lui, a giudicare dal mondo in cui il suo viso aveva cambiato tre tipi di colori in tre secondi, si poteva affermare con sicurezza che non l’aveva presa tanto bene. D'altronde, era prevedibile..

Non poteva aspettarsi che il padre gli dicesse: ‘Figliola, hai perfettamente ragione! Ti lascio libera di fare le tue scelte!’

Tzé, quello si che sarebbe significato impazzire!

Ma perché si lamentava? Ormai lo conosceva! E poi, aveva raggiunto il suo scopo…

Era riuscita a convincerlo ad aspettare almeno tre settimane prima di dargli una risposta definitiva, ma Giles aveva acconsentito a patto che lei partecipasse a una delle sue noiosissime feste. Voleva presentarla ai suoi colleghi e amici…

Anche se, adesso che ci pensava, non ci vedeva molto chiaro in quella faccenda! Suo padre non era uno sprovveduto e se l’aveva costretta con una sporca minaccia a partecipare ad una di queste feste, voleva significare solo una cosa: Guai. Enormi e pericolosissimi, quanto inestricabili, Guai.

Si, brava Buffy! Continua a rimuginare su questa faccenda, così domani ti sveglierai con due borsoni sotto gli occhi!’ Si disse.

Doveva cercare di dormire, ma continuare a pensare agli avvenimenti della giornata non faceva che aumentare il livello d’intensità della sua insonnia.

Si girò sul fianco sinistro, poi su quello destro, infine prese a pugni il cuscino e vi ci buttò la faccia; ispirò pesantemente, chiuse gli occhi, e…

Un rumore la fece scattare sull’attenti, portandola dalla posizione orizzonta alla verticale in due secondi. Si guardò attorno preoccupata e poi, corrugando la fronte, si diede della stupita accorgendosi che quel suono non proveniva affatto dalla sua stanza.

La curiosità la spinse ad aprire la porta, affacciandosi sul corridoio che portava alle altre stanze.

Ci fu un altro rumore e Buffy si fermò a fissare la porta che portava allo studio del padre.

Possibile che fosse sveglio?

Giles non era tipo da rimanere sveglio tutta la notte o perdere il sonno per il lavoro e Buffy sapeva fin troppo bene quanto diventasse scontroso quando non dormiva nelle sue sacre sette ore giornaliere.

Attraversò il corridoi a piedi nudi, sentendo la morbidezza della moquette sotto le palme e ritrovandosi a pensare che forse sarebbe stata più al sicuro nella sua stanza e nel suo letto.

Ma era una stupidaggine! Lei ci abitava in quella casa…perché avrebbe dovuto aver paura?

Così, senza neppure accorgersene, si ritrovò davanti alla porta dello studio e la mano sulla fredda maniglia. Nel momento stesso in cui la girò per entrare, sentì una strana eccitazione ronzargli nello stomaco e poi, solo buio.


Dannazione!! In sette anni di carriera non gli era mai capitato una cosa del genere! Inciampare nel piede della scrivania…era maledettamente imbarazzante!

Solo i pivelli si fanno beccare per una stronzata di questo tipo.’

Spike si maledisse cento volte per la sua insolita sbadataggine e si piegò per raccogliere la statuetta di legno caduta dalla scrivania durante l’urto.

Nella mente, neppure lo sfiorava l’idea che qualcuno potesse essersi svegliato in seguito ‘all’incidente’, fino a quando una ragazzina in pigiama extra-large non comparve in mezzo alla stanza, con tutta l’aria di chi cerca qualcosa o qualcuno.


Buffy si guardò attorno sperando di non scorgere nessun movimento nell’oscurità, altrimenti sapeva sarebbe morta d’infarto.

Il buio nella stanza non era fitto e poteva distinguere bene le sagome che la circondavano. Davanti a lei, la luce eterea della notte rischiarava gli oggetti attraverso due grandi finestre ad arco.

Cosa ti aspettavi di trovare Buffy?’ si chiese, sentendosi pervadere da un’insolita delusione e il cuore pian piano riprendere il suo ritmo normale.

Scosse la testa e fece per girarsi per tornare nella sua stanza quando, all’improvviso, un lieve movimento tra le ombre la fece voltare verso la scrivania del padre.

Si avvicinò e abbassando lo sguardo vide un borsone nero appoggiato poco lontano dai suoi piedi.

Fu un attimo e, nel momento stesso in cui ebbe elaborato tutte le informazioni fino ad arrivare alla pericolosa soluzione, si ritrovò bloccata da un braccio che le circondava la vita e una mano guantata che si posava sulla sua bocca dischiusa per urlare. Poi una voce, calda e profonda, sussurrò al suo orecchio.

Ragazzina, non dovresti essere qui! Perché non sei nel tuo letto a sognare le fate?”

Quelle parole gli provocarono una tale rabbia che dimenticò completamente di dover avere paura.

Come si permetteva quel ladruncolo arrogante di chiamarla ‘ragazzina’? Sfacciato ignorante!

Con la forza della rabbia pestò il piede del suo assalitore e gli menò una gomitata nello stomaco, così che una serie di “Ohi!” e “Ahi!” la fecero sentire enormemente soddisfatta.

Fece per correre verso la porta, rimandando a dopo le esaltazioni di vittoria, ma ancora, si ritrovò bloccata. Questa volta, però, la voce gli sembrò alterata e non più calma come prima.

Abbiamo a che fare con una diavoletto…” sussurrò, e quasi ebbe l’impressione di sentirlo sorridere.

Sai, io adoro le bimbe cattive.” continuò Spike, portando volutamente le labbra vicino al lobo del suo orecchio, provocandogli brividi lungo il corpo. “E tu sei cattiva, non è vero?”

La ragazza, sorpresa nel ritrovarsi incantata dal suono seducente di quella voce, si spaventò quasi nel scoprire di desidera ardentemente di dare un volto a quella dolce melodia. Ma tutto ciò non era normale. Non riusciva a capire il motivo di quei pensieri e questo la confuse.

Facciamo un patto piccola: io ti lascio libera se tu mi prometti che non urlerai, e credimi, non sarebbe una cosa saggia.” Disse la voce, mentre la mano che stringeva la vita si infilava sotto la pesante maglietta del pigiama, sfiorandole il ventre.

Non vogliamo che qualcuno si faccia del male, vero?” chiese e Buffy annuì, tutti i sensi concentrati su quella lieve carezza.

Bene.” E la morsa sulla sua bocca si sciolse mentre il braccio che la teneva, allentava la presa; ma non la lasciava, come a voler essere pronti nel caso avesse voluto di nuovo fuggire.

Buffy fece un profondo respiro. Si sentiva euforica, la paura non occupava neppure una parte della sua mente confusa, e questo non era giusto. Non doveva essere così!

Sei un ladro…” quella riflessione le scappo dalla labbra senza nessun discernimento.

Si diede della stupida non appena sentì una sommessa risata alle sue spalle.

Allora oltre ad essere una diavoletto, sei anche un piccolo genio! Me ne compiaccio..” la canzonò la voce continuando a ridere.

Sono Spike, avrai sentito parlare di me suppongo!” si presentò.

Certo, il ladro megalomane che si crede Lupin!” Se credeva di avere a che fare con una ‘ragazzina’ indifesa e spaurita…bè, si sbagliava di grosso!!

Mmm…farò finta di non aver sentito dolcezza! E tu, cuoricino? Non hai un nome?”

Di sicuro non è Cuoricino o Dolcezza! O Spike..” rispose lei, alterando volutamente la voce per renderla sprezzante nel pronunciare il suo nome.

Decisamente cattiva…” commentò Spike con un sorrisetto.

Buffy sentì la mano posata sul suo ventre risalire in una lenta carezza e trattenne il fiato. Era pronta a qualsiasi reazione violenta da parte sua, ma non era proprio preparata a Quello!!

Cosa stava facendo? Si prendeva gioco di lei?

La mano risalì fino ai suoi seni e li sfiorarono lentamente, provocandogli un brivido lungo la schiena e un sommesso rantolio.

Adesso non fai più la coraggiosa…” la schernì Spike.

Buffy chiuse gli occhi, assordata dal battere furioso del suo cuore e poi, leggero e silenzio, il tocco svanì insieme al proprietario, lasciando una Buffy confusa e frastornata in mezzo allo studiolo del padre a chiedersi se fin’ora non avesse soltanto sognato.





Buffy! Buffy!”

Le urla di suo padre la svegliarono dal sonno agognato che tanto aveva faticato a conquistare quella notte. Scivolò dal letto e s’avviò rantolando verso la porta, mentre questa quasi cedeva sotto il colpi di Giles.

Forse dovrei prenotare un week-and per il polo nord…farà freddo, ma almeno lì potrei dormire in pace!!” pensò con in ironia, in netto contrasto con il suo umore decisamente nero.

Buffy, ringraziando il cielo stai bene!” disse il padre non appena ebbe aperto la porta.

TARA LASCIA STARE L’ASCIA! NON MI SERVE PIU’, GRAZIE!!” gridò subito dopo verso la rampa delle scale, portando a Buffy una sensazione di eclatante comicità.

Tentò di sopprime le risate e si concentrò sul motivo dell’intrusione del padre nella sua camera e del perché voleva sfondarne la porta con un’ascia.

Papi, che succede?”

Buffy non voglio alterarti e non so se sarebbe giusto metterti accorrente di tale avvenimento.”

Ci risiamo! “Che c’è, è arrivata l’apocalisse e nessuno ci ha avvisato?” esordì con una smorfia.

Giles la guardò prima sbigottito, poi - forse solo allora aveva afferrato il senso della battuta – disse.

Figliola, per quanto apprezzi qualsiasi forma di umorismo, il tuo, devo dire, lascia piuttosto a desiderare!!”

Si, va bene, va bene! Dimmi cosa succede qui, così potrò tornare a dormire!” rispose irritata. Non le piaceva quando qualcuno criticava il suo modo di fare ironia.

Si.” si schiarì la voce e continuò “Questa notte abbiamo ricevuto la visita di un famoso ladro, dovrebbe chiamarsi..ehm..Spike, mi pare.”

Buffy nel sentire quel nome ricordò gli avvenimenti della notte. La fulminarono sul colpo, perché li aveva completamente rimossi. Erano confusi e offuscati, come fossero i rimasugli di un sogno antico che la mente cerca di nascondere. Ma in quel momento tutto tornò chiaro e limpido, insieme alle sensazioni provate e la pesantezza delle domande sul perché, non avesse chiesto aiuto una volta libera dal pericoloso uomo in cui si era imbattuta.

Nella riflettere aveva completamente dimenticato il padre, che ora la guardava preoccupato.

Buffy! Stai bene, figliola?”

La ragazza si riscosse e in preda ad una forte agitazione, parlò balbettando.

H-ha p-preso qualcosa?”

Una statuetta dell’ottocento, un tagliacarte appartenuto a Napoleone II, un prezioso vaso indiano e…” esitò qualche istante, si tolse gli occhiali e con un profondo sospirò aggiunse “..e il portagioie di tua madre.”

Buffy sgranò gli occhi. Come aveva potuto? No, non proprio l’unico ricordo della madre! No proprie quell’unico oggetto che sentiva evocare dentro di lei una sensazione di pace!

Non poteva crederci...

Quel maledetto bastardo l’aveva privata di una cosa troppo importante. Con quale diritto?

Si sentì mancare e si appoggiò allo stipite della porta, sperando di risvegliarsi da quell’incubo; mentre il padre la guardava convinto che il suo malessere fosse dovuto allo spavento di aver evitato, per poco, un’incontro ravvicinato con un delinquente della peggiore specie.

Hanno detto le autorità che siamo stati fortunati che si sia trattenuto tanto….”

Giles continuò a parlare alla figlia, ma questa non lo ascoltava più.

Una rabbia, come non ne aveva mai provate, la travolse. Tutte le sensazioni provate all’incontro dello sconosciuto - tra l’altro decisamente inopportune - e le domande che ne erano scaturite, scomparvero. Non c’era nulla a parte l’ira e la pesante consapevolezza che lei, avrebbe potuto evitare che tutto questo accadesse. Avrebbe potuto chiedere aiuto, così Spike sarebbe scappato e il portagioie della madre sarebbe ancora al suo posto. Ma Buffy non voleva crogiolarsi nel rimorso. Lei avrebbe reagito.

Spike, il ladro-gentiluomo, avrebbe pagato.


La luce rossa del sole dormiente filtrava dalle grandi vetrate dell’appartamento, creando giochi di luce e ombre con mobile e divani. Il viso dell’amica era colorato solo da quei caldi raggi, che si posavano sui suoi capelli oro e sul corpo minuto, rannicchiato sul divano, in una dolce, live carezza consolatoria.

Era entrata come una furia nel suo appartamento tre ore prima e le aveva raccontato, tra imprecazioni e ingiurie, quello che era successo quella notte.

Willow, che aveva fatto non poca fatica a capire tutto quello che diceva, era riuscita poi a calmarla con una tazza di camomilla e tante parole consolatorie, comprese di molta pazienza.

Adesso Buffy sembrava tranquilla, ma lei sapeva che era solo la calma apparente prima dell’inevitabile tempesta. Perché, si…c’era di peggio che sentirla urlare e inveire verso qualcuno che neppure conosceva!! E questo era ancora racchiuso nella sua laboriosa testolina che riusciva quasi a sentire elaborare idee contorte e pericolose.

Devo trovarlo.”

La voce di Buffy era decisa e priva di ogni emozione; aveva pronunciato quelle parole tenendo lo sguardo fisso sulla tazza che ancora teneva in mano e a Willow parvero essere un fulmine a ciel sereno: la tempesta aveva inizio.

Cosa?” chiese, sperando di sbagliare.

Devo trovare quel bastardo!” ripeté l’amica, spostando lo sguardo su di lei.

Buffy, ma è impossibile!”

Non mi interessa! Devo riprendermi quello che è mio!”

Willow seguì con lo sguardo la bionda che si era alzata e si dirigeva in cucina con passo svelto; si alzò anche lei e la raggiunse.

Buffy, posso capire che sei scossa, ma..”

Will!” il suo nome, pronunciato come una supplica al silenzio, la fece desistere.

Buffy si girò e fissò i suoi occhi in quelli dell’amica, e lì, Willow capì che nulla ormai l’avrebbe fermata.

Mi ha tolto l’unica cosa che mi legava a mia madre…non posso far finta di nulla! Devo riaverla!”

Ti capisco, ma…ma è Spike!! È il ladro più ricercato degli Stati Uniti…come pretendi di poterlo trovare!”

Tu lavori nella polizia, no? Mi aiuterai!”

Ma il mio è un lavoro d’ufficio! Mi occupo di scartoffie e non ho accesso alle informazioni importanti!”

Non importa! Troveremo un modo!”

Buffy sapeva di chiedere molto all’amica, ma sperava che il bene che le volesse potesse superare il timore per tutte le conseguenze di quella decisione. Era pericoloso…non avrebbe dovuto richiedere il suo aiuto…ma era l’unica in cui potesse realmente affidare la sua stessa vita!!

Ti prego Will! Ho bisogno di te!”

Willow fece un profondo respiro: si sarebbe buttata nelle fiamme con lei se fosse stato necessario!

Va bene! Ma devi promettermi che se questa follia diventa pericolosa, tu mollerai tutto e ti metterai l’anima in pace! Ok?”

Buffy annuì con un sorriso riconoscente.

Adesso sarebbe riuscita a mettere in atto la sua vendetta.

Spike, preparati ad essere smascherato e umiliato in un modo che neppure immagini, da una ragazzina indifesa!’


CAPITOLO 3 – QUANDO LA FORTUNA GIRA-

Convinto di trovare l’amico addormentato – come di solito accadeva – Oz aprì piano la porta dell’appartamento e lo richiuse dietro di se senza far rumore. Ma quando si voltò, vide qualcosa che al momento gli parve un’allucinazione: William, sveglio, con una tazza di caffé in mano e un giornale nell’altra.

E adesso cos’altro succederà? I porcelli inizieranno a volare e gli UFO invaderanno il pianeta?’

Non riusciva a credere ai propri occhi…

William?”

No, Billy Idol!” rispose questo con voce calma, tenendo sempre gli occhi incollati al giornale.

Amico, sono le otto e trenta! È tutto sbagliato! Tu adesso dovresti stare nel letto a poltrire e io dovrei romperti le palle finché non ti decidi ad alzarti!” Cavoli, proprio non credeva che gli sarebbe mancata quella routine…

Ma William ignorò completamente la considerazione dell’amico e, giusto per esserne certo e per avere un giudizio fidato, chiese: “Oz, tu trovi che io sia megalomane?” Non che fosse insicuro o che quella stupida ragazzina l’avesse confuso, ma, che c’era di male se voleva accertarsene?

Maledizione, lui era libero di fare tutte le domande idiote che voleva!

E allora perché si stava giustificando con se stesso?

Amico, non si può negare che avvolte eccessi di inventiva!” rispose Oz, sbalordito per la domanda di William. Di certo, questo non faceva altro che convalidare la sua ipotesi che l’amico fosse stato rapito dagli alieni quella mattina e sostituito con un sosia, non del tutto funzionante.

Cos..? Io non sono un fottuto megalomane! Cosa diavolo c’è di male se voglio essere originale!” Era proprio irritato. Ma, vedendo l’espressione basita dell’amico – che si rese conto, non centrava nulla – decise di tornare in se e dimenticare l’accaduto. Infondo, cosa gli importava il giudizio di una viziata mocciosa!!

Proprio niente…

Senti, lasciamo perdere…dimmi piuttosto cosa ne pensi?” E lanciò il giornale a Oz, che si era comodamente seduto sulla poltrona. L’amico lesse l’articolo di prima pagina dedicato all’ormai famosissimo Spike, nonché suo inseparabile compagno di vita.

Bhè, che ti posso dire amico mio? Come al solito hanno pompato un po’ la cosa…”

Spiegati.”

Semplice, mi sembra che ti stiano trasformando in una figura mitologica! Tipo Batman o Superman, hai presente?” il ragazzo rivolse a William un sorrisino beffardo e questo rispose con una smorfia disgustata.

Diamine, lui non era come Batman! Prima di tutto, era molto più bello di lui e poi, non indossava mica uno di quei maledettissimi completini da checca coloro rosso e blu!! Lui preferiva il nero…gli donava di più…

William, ci conosciamo da quando eravamo due marmocchi e mi ricordo ancora quando ti battevo a biglie e tu mi spaccavi la faccia solo per aver osato, quindi, posso affermare senza alcun dubbio, che tu, hai un problema!” disse Oz e accavallò le gambe, incrociando le mani davanti alla bocca con fare filosofico. Si divertiva un mondo a prenderlo in giro e ogni volta non mancava nel suo impagabile impegno.

Vuoi che ti prenda un dannato blocchetto con una dannata penna per prendere appunti? Così potrai continuare a sfottermi e a fare lo stronzo? Ti avviso che mi farebbe maledettamente piacere ritornare a ricordare i bei vecchi tempi in cui ti sbattevo a terra come un tappeto!!” si stava infuriando e il comportamento dell’amico non lo aiutava affatto. Questo di tutta risposta scoppiò a ridere e alzò le mani in segno di resa. “Avanti, stavo solo scherzando! Stai diventando troppo suscettibile ultimamente! Non sarai incinta?” e riprese a ridere e a contorcersi sulla poltrona, mentre William scuoteva la testa e si dirigeva in cucina.

Andiamo, cosa ti prende?” chiese poi Oz, raggiungendo l’amico.

Non me lo chiedere…è una giornata storta, tutto qui!” rispose William senza neppure guardarlo in faccia. Il rosso fece spallucce e ritornò in salotto per prendere il giornale.

Stava per sedersi e continuare la lettura, quando si accorse di un’elemento insolito, completamente sconosciuto, appoggiato sullo scaffale delle libreria in mogano.

Ehi? William, da dove viene?” chiese all’amico, indicando con un cenno della testa un cofanetto molto grazioso, tutto rosso, rifinito con intrecci fiabeschi in oro.

Spike osservò per qualche secondo il portagioie che aveva indicato Oz e poi, guardandolo serio, rispose: “Sai che non dovrei dirtelo e tu non dovresti sapere.”

Oz non insistette. Sapeva cosa intendeva William: nonostante lui fosse a conoscenza del suo segreto, Spike non gli aveva mai rivelato nessun particolare importante del suo lavoro. Non lo informava né su i suoi futuri colpi, né la loro modalità, né tanto meno a chi vendeva la refurtiva. Era sempre stato categorico a riguardo, sapendo bene di poter metterlo nei guai nel caso, un giorno, fosse stato scoperto dalla polizia.

Ok! Non mi impiccio.. ma non capisco. Perché lo tieni qui?” azzardò ancora il ragazzo, colto da un’improvvisa curiosità.

Per nessun motivo in particolare. Trovo che sia ottimo come sopramobile…” rispose William con non curanza, ma non riuscendo a nascondere quel po’ del suo subitaneo disagio, del tutto ignaro anche per lui.


***


Willow sedeva al tavolino di un piccolo Bar, situato nella parte più tranquilla di New York. Si trovava lì per incontrare un collega che avrebbe dovuto consegnarle delle pratiche importanti, perché questo doveva partire in luna di miele con la moglie e aveva chiesto di sostituirla in quel compito. Willow non era solita frequentare quella zona, non conosceva nessuno lì e si sentiva un po’ a disagio. Inoltre era da un quarto d’ora che aspettava e del suo ‘affidabile’ collega, neanche l’ombra.

Decise di ritirarsi, stufa di aspettare, ma non appena si alzò, andò a sbattere contro qualcosa che le fece cadere la cartellina da lavoro con tutto quello che vi era dentro. Spostò lo sguardo prima verso i fogli sparsi per terra, poi verso il ‘qualcosa’ con la quale si era scontrata, scoprendo che questa era una donna piuttosto alta – o almeno così le parve in quel momento - che la guardava con espressione sufficiente. Aveva capelli lunghi, ordinati in perfetti riccilo biondi che incorniciavano il bel viso dalle labbra carnose.

Stai attenta dove metti i piedi ragazzina!” parlò questa in tono sprezzante.

Willow rimase paralizzata, guardava fisso verso la donna e non sapeva come comportarsi.

Che c’è piccola, il gatto ti ha mangiato la lingua?” insistette la sconosciuta, squadrandola dalla testa ai piedi e facendo una smorfia disgustata.

M-mi scusi.” ‘Razza di presuntuosa! Ma chi ti credi di essere!!’ pensò Willow, cercando di mantenersi calma.

Ah, allora la piccolina sa parlare!” cinguetto la donna con un perfido sorriso e la rossa si sentì avvampare dalla rabbia. Stette per rispondere, ma una voce intervenne, portandola a tacere.

Accuccia Harm!! Lascia in pace i clienti.”

La donna di nome Harm si girò a fronteggiare il ragazzo che aveva parlato e Williow ebbe l’impressione che quello che celava nel bel viso, fosse disappunto. ‘Forse lo conosce..’

Oz!” esclamò quasi disgustata “Dovresti portarmi più rispetto, infondo sono una cliente anch’io! E tu non sei altro che un cameriere.”

Il ragazzo le si avvicinò con uno strano sorriso e con tono calmo disse: “Hai ragione Harm! Ma tu fai parte della lista dei clienti superflui, quindi, per oggi possiamo benissimo far almeno dei tuo soldi…e della tua presenza.” Poi, spostandosi per indicare l’ingresso del Bar e sempre con un leggero sorriso, aggiunse “Buona Giornata e la prego di non tornare presto.”

Harm, rimasta a bocca aperta, rivolse un’ultimo sguardo carico di rabbia al ragazzo di nome Oz e, alzando il viso con passo fiero, uscì dalla caffetteria.

Willow, anche lei del tutto stupita, prese a studiare il suo salvatore, chiedendosi quale fosse il motivo per il quale il suo cuore avesse preso a battere ad un ritmo forsennato. L’osservò avvicinarsi a lei, senza far almeno di non notare quanto fossero belli i suoi occhi e dimenticando completamente tutta se stessa e ciò che la circondava.

Lascia perdere quella. Ha il brutto vizio di alzarsi con il piede sbagliato tutte le mattine!”

Willow si risvegliò dal trance al suono della sua voce e abbassando lo sguardo, stranamente imbarazzata nel sentire gli occhi di lui che la scrutavano, si accorse dei fogli rimasti sul pavimento lucido. Si chinò per raccoglierli, nascondendo quanto più possibile il viso e cercando di mandar via l’irritante intorpimento del suo cervello. Il ragazzo subito si affrettò ad aiutarla e nella foga di racimolare tutti i fogli, le loro dita si incontrarono, come anche i loro sguardi. Willow arrossì di colpo e fece per ritrarre la mano, ma lo strano ragazzo dai capelli innaturalmente rossi, la fermò.

Io sono Oz.” Si presentò stringendo la piccola manina della ragazza e guardandola come se fosse stata la cosa più bella che avesse mai visto.

La rossa gli rivolse un timido sorriso.

Willow.”


Buffy era seduta alla scrivania di Willow nella disperata ricerca di qualsiasi tipo di informazione riguardante Spike, il ladro-gentiluomo.

Aveva deciso di vivere per un po’ nell’appartamento dell’amica per poter dedicarsi completamente alla ricerca e, fino ad ora, non aveva fatto altro che sovraccaricare il computer di testi e articoli della sua ossessione. Si, perché per Buffy ormai, Spike era diventata una vera e propria ossessione.

Ciao.”

La bionda alzò la testa dallo schermo del computer e vide Willow seduta sul divano.

Quando era entrata? Cos’è, aveva poteri magici e non gli aveva detto niente?

Ciao.” Rispose un po’ dubbiosa. Solo ora si rendeva conto che probabilmente aveva bisogno di una pausa. ‘Sto diventando pazza a furia di stare qua vicino…’

Si alzò dalla scrivania e guardò meglio la rossa: aveva un sorriso ebete stampato sulle labbra e una strana luce negli occhi.

Will, è successo qualcosa?” domandò la bionda, seriamente preoccupata per l’amica.

Oh, no niente..” disse con sufficienza questa, sventolando una mano in aria e continuando a guardare con occhi vacui il soffitto e quel sorrisino sempre presente.

Ho incontrato un cameriere…”

Bene, adesso Buffy era veramente preoccupata per Willow! Poteva sorvolare il suo comportamento da completa imbecille ma non il fatto che parlasse come una pazza appena uscita dal manicomio!!

Will..”

Si chiama Oz e ho un appuntamento con lui.” Parlò ancora la rossa, interrompendola.

Aha, qualcuno si è innamorato!’ pensò la bionda con un sorriso. Di certo preferiva questo, alla scoperta di possedere un’amica svitata.

Ma la felicità per Willow venne smorzata da una strana irritazione. È così che si ci sente quando si è innamorati? Per lei era passato troppo tempo dall’ultima volta. Iniziava a pensare che non ne fosse più capace!

Si..ehm…torniamo alle cose serie..” e prese dei fogli appoggiati alla scrivania “Ho scoperto che il nostro ladruncolo esercita da sette anni la sua professione.” Aggiunse, passando alcune copie all’amica che, miracolosamente, era tornata cosciente.

Wow, sembra assurdo che ancora non l’abbiano preso.” Rifletté Willow aggrottando la fronte.

Si, ma c’è dell’altro!” esclamò con entusiasmo Buffy. Indubbiamente le ricerche l’avevano presa parecchio e non ricordava da quanto fosse così efficiente nello studio.

Nei primi anni, Spike non lavorava da solo e non si chiamava neppure Spike! Era un ladro comune che si divertiva a fare colpi minori con il suo compagno. Per lo più si trattava di negozi di abbigliamento…”

Cosa?” chiese Willow incredula.

Bhè, non so.. forse era più facile!” anche lei non ne capiva il motivo.

Willow la guardò scettica e fece spallucce, invitando Buffy a continuare.

Comunque, per un po’ sparì dalla circolazione, insieme al suo complice, e dopo ben due anni iniziano i primi furti del ladro gentiluomo.”

E il compagno?”

Credo che si siano divisi…”

Forse si era reso conto che era più sicuro lavorare da solo!” affermò la rossa.

Forse. Ma adesso senti questa: cinque anni fa, furono donati ad un museo di Londra dei pezzi di antiquariato appartenenti a Enrico VIII Tudor. La sera stessa, furono tutti rubati. L’unica traccia che lasciò il ladro, furono dei banali chiodi di ferro conficcati sulla cima ci ciascun espositore.”

Caspita!” esordì la rossa. Rubare da un museo era un’impresa ardua che richiedeva professionalità e questo Spike sembrava sapere il fatto suo!

Già, e quattro ore dopo un giornale locale scrisse che ‘il ladro responsabile del furto era uno Spike molesto conficcato nel fianco della società borghese’!!” lesse le testuali parole da una copia appena stampata.

Quindi è da lì che deriva il suo nome!”

Si e ammetto che dopotutto non è insensato.” All’inizio l’aveva considerato banale e piuttosto strano ma si era ricreduta.

Bene, ma adesso, cosa hai intenzione di fare?” chiese Willow, già preoccupata per una sua eventuale risposta ‘pericolosa’.

Ho cercato di trovare un collegamento tra i vari furti, ma sembra che colpisca a caso…” disse Buffy con una certa delusione.

E con questo?”

Non possiamo prevedere le sue mosse…è praticamente imprevedibile!” ormai l’entusiasmo aveva lasciato il posto alla frustrazione. Ma non avrebbe mollato, non si sarebbe arresa.

Quindi lasci perdere?” chiese speranzosa Willow.

Neanche per sogno!! Stai pure certa che lo trovo…in un modo o nell’altro!” esclamò decisa e la rossa sospirò. Quando si impuntava era praticamente impossibile farle cambiare idea, ma come si dice: ‘La speranza è l’ultima a morire!’


***


William entrò nella famigliare caffetteria e si sedette su una sedia vicino all’ingresso. Rivolse un gran sorriso a una ragazza seduta lì vicino e salutò con un cenno della testa un conoscente.

Ehi cameriere!!” chiamò con un ghigno il ragazzo dietro la cassa “Servimi!” ordinò con un sorriso perfido e beffardo.

Oz fece una smorfia e si avvicinò all’amico, desiderando di poterlo sbattere fuori di lì a calci.

William trovava maledettamente divertente prenderlo in giro sul posto di lavoro, tanto per riscattarsi di tutte quelle volte che Oz lo disturbava in momenti molto poco ‘opportuni’.

Che grandissima faccia di cazzo…” brontolò il ragazzo, aumentando quanto bastava il tono di voce per farsi sentire solo da William, che sghignazzo divertito.

Così mi offende! E potrei prendere la drastica decisione di non mettere più piede in questo dannato posto…” disse con tono falsamente pomposo.

Diamine, sarebbe troppo bello! Così non sarei costretto a vedere ancora la tua fottuta faccia da stronzo ogni santa ora!!” esordì l’amico dirigendosi verso il bancone, accompagnato dalle risate fragorose di William.

Dovresti essere contento! Molti pagherebbero per vedere la mia fottuta faccia da stronzo.” E questo era dannatamente vero!! Era il personaggio più famoso di tutti gli USA, al di sopra di qualsiasi banale pop-stars, ma nessuno l’aveva mai visto in faccia. L’intera comunità americana ignorava completamente come potesse essere fatto Spike il ladro gentiluomo.

Pochi minuti più tardi, Oz gli servì un caffé forte senza zucchero, la sua abituale ordinazione.

E’ venuta Harm poco fa…”

Per poco William non si strozzò con il caffè. Ne era certo, questa era la spietata vendetta dell’amico! Tossì per schiarirsi la voce e cercando di sembrare il più possibile calmo e disinvolto, chiese: “E mi ha cercato?”

No, ma credo che si trovasse qui per questo…”

Hermony era una delle tante fiamme di William. Il ladro gentiluomo aveva il brutto vizio di passare da un letto all’altro senza troppi scrupoli. Era un play-boy a tutti gli effetti e quasi sempre prima di un colpo, girava nei locali notturni per cercare la preda ideale e sfogare la tensione su di essa in una folle nottata di sesso. Generalmente le donne non pretendevano mai nulla da lui, perché William non le illudeva con false frasi sdolcinate o vuote promesse d’amore, era sempre molto schietto prima di buttarsi a letto con una sconosciuta: niente rapporti seri. D'altronde lui era uno spirito libero, che amava la sua indipendenza e la sua vita vissuta giorno per giorno, e questo lo si capiva soltanto guardandolo. Inoltre c’era il problema della sua doppia vita. Come poteva instaurare un rapporto duraturo basato sulla menzogna? No, questo non lo concepiva neppure. Pensava poi, che sarebbe stato pressoché difficile trovare una donna di cui fidarsi al tal punto da confessargli il suo segreto. Ma questo, era l’ultimo dei suoi problemi. Perché avrebbe dovuto complicarsi la vita per una cosa così stupida?

Comunque, per quanto riguardava le sue conquiste, accadeva di incappare avvolte in qualche svista che portava qualcuna a fraintenderlo, come in quel caso. Hermony non l’aveva più mollato da quando, un mese prima, si erano dati ad una notte di passione. E per quanto William fosse stato paziente, ora incominciava davvero ad essere irritato per questa continua intrusione nella sua vita privata.

Il filo blando dei suoi pensieri fu interrotto da una voce mascolina poco espressiva. Alzando lo sguardo, la tazzina di caffé lasciata a mezz’aria, osservò lo schermo televisivo riflettere un giornalista impettito che annunciava l’avvenimento più importante del mese nella caotica Manhattan.

I personaggi più influenti di New York si ritroveranno nel Metropolitan Museum of Art per presentare alcuni quadri, di indubbio successo, donati in beneficenza. I preparativi per la sicurezza delle opere d’arte sono scattati proprio oggi e saranno coronati da nuovissimi congegni d’allarme per far fronte alla minaccia di possibili avventori…’

Sul viso di Spike comparve un leggero sorriso: ecco una nuova sfida.

Avevi promesso che ti saresti messo a riposo…” la voce di Oz giunse quasi ovattata a William. L’amico aveva riconosciuto immediatamente il suo sguardo, la luce sinistra che ravvivava i suoi occhi, le pupille dilatate, come un felino paziente che studia la sua preda.

Senza staccare gli occhi dallo schermo, William si portò la tazzina alle labbra e con tono basso e assente rispose.

Si, l’ho fatto.”

Oz scosse la testa e ritornò dietro il bancone: Spike aveva scelto la sua prossima vittima e nulla l’avrebbe dissuaso dai suoi piani.




Erano passate due settimane da quel fatidico giorno in cui Buffy si era trasferita da lei per avviare le sue ricerche e Willow già non ne poteva più. Era certa che Buffy non avrebbe mollato l’osso molto facilmente, ma adesso stava diventando davvero paranoica. Non faceva altro che stare attaccata a quel computer – suo, tra l’altro – mattina e sera e, qualche volta, rincorrerla per casa tutta eccitata nel raccontare le eclatanti avventure di Spike apprese tramite internet. Avvolte gli sembrava di aver scorto un barlume di ammirazione nei suoi occhi…ma questo non era possibile!! Buffy si era intestardita su quella storia per via del suo orgoglio. Non ne aveva fatto parola con lei a riguardo – per carità, gli mancava solo quello! – ma la conosceva abbastanza bene da sapere esattamente cosa la rendeva tanto determinata. Quindi, non poteva essere ammirazione quella! Ne era convinta!!

Ma, a parte questo, Willow aveva deciso che era stanca di vederla sempre appiccicata a quella sedia – gli sembrava di avere un sopramobile in più in casa – e così, con il ricatto di sbatterla fuori e chiamare il padre a riprendersela, era riuscita a convincere l’amica ad uscire.

Uffa, stavo scaricando delle informazioni importantissime e se non…”

Adesso basta!! È da quando siamo uscite che non fai che borbottare. Non voglio più sentirti parlare di Spike o ti giuro che ti rinchiudo insieme alla tua matrigna in una stanza piccola piccola dove non potrai uscire neppure fra cent’anni!!”

Buffy trasalì a quelle parole e un brivido di terrore le percorse la schiena al solo pensiero di lei e quell’arcigna in una stanza insieme.

Cristo, non poteva crederci! Come aveva potuto la sua dolce e timida Willow ricattarla a quel modo utilizzando il suo più grande incubo?

La guardò accigliandosi. Evidentemente aveva tirato un po’ troppo la corda in questi giorni. Non poteva negare che era stata un tantino…presa.

Okay…andiamo a questo appuntamento.”

Willow esultò internamente per la sua vittoria e finalmente si concesse di sorridere.

Non è un appuntamento! Devi solo conoscere Oz e il suo amico. Ci è sembrata un’idea carina…”

Buffy storse la bocca e guardò altrove. Erano dirette verso una sorta di Bar in cui il nuovo fidanzato di Willow lavorava come cameriere. Buffy aveva l’impressione che l’amica fosse davvero cotta di questo ragazzo, infatti, più di una volta, l’aveva colta in fragrante mentre fissava il vuoto con un’espressione trasognata. In quei momenti si era chiesta se anche lei avesse avuto un aspetto del genere in quelle poche volte in cui si era innamorata. Ma era passato così tanto tempo…

Ormai nella sua mente erano rimasti ricordi vividi ma stranamente vuoti, privi di emozioni. Ricordava ancora perfettamente Riley, il suo sorriso, le sue mani, la sua bocca. Cercò di sforzarsi per coglierne ancora il sapore nella sua mente, ma si occorse di non serbare alcun ricordo in merito.

Siamo arrivate.” La voce eccitata di Willow la portò al presente.

Si guardò attorno e studiò meglio l’ingresso del Bar con davanti alcuni graziosi tavolini, circondati da aiuole ben curate, piantate in vasi di ceramica. L’insegna era poco appariscente: una semplice scritta in corsivo in ferro battuto. Il ‘My Caffè’ era sicuramente un luogo poco conosciuto, un ritrovo per vecchi amici o nuovi amanti, un posto dove ti potevi sentire subito a tuo agio.

Buffy seguì Willow e si sedette accanto a lei ad un tavolino. L’amica incominciò a torcersi le mani e a guardarsi intorno con fare nervoso.

Allora, dov’è questo misterioso ragazzo di cui tanto mi hai parlato?”

Mi ha detto che c’era la possibilità che arrivasse in ritardo…quindi è normale...insomma, non c’è nulla di cui preoccuparsi!”

Will, calmati!!” la incitò la bionda sorridendo. Non aveva proprio più nulla della Willow determinata di prima. “Non devi essere nervosa per il mio giudizio. Sei una ragazza in gamba e sono sicura che anche lui lo sarà!”

L’amica ricambiò al sorriso e sospirò, imponendosi di calmarsi.

E che, ci tengo a lui… e tengo anche a te e al tuo giudizio!”

Buffy le rivolse un sorriso rassicurante e le strinse la mano per farle capire che le era vicina.

Dopo qualche minuto, passato a studiare con attenzione una coppietta felice seduta più avanti, Buffy fu distratta dalla voce di Willow che strillò “Oz” per poi buttarsi tra le braccia di un ragazzo piuttosto basso e dai capelli rossicci. La bionda valutò la neo-coppia con sguardo curioso e non potè non notare quanto fossero felici. Willow risplendeva di una luce propria, era raggiante. Subito passò a sondare con lo sguardo anche il ragazzo e si rilassò nel constatare che anche lui aveva la stessa aria adorante. Sfoderò un sorriso sincero e si alzò per presentarsi.

Oz, lei è Buffy” la presentò Willow.

Il ragazzo le porse la mano e Buffy la strinse prontamente.

Piacere Oz! Willow mi ha parlato così tanto di te!”

Ne sono certo, perché ha fatto lo stesso di te!”

Si sedettero al tavolino e la bionda incominciò a sentirsi di troppo. Il suo disagio dev’essere stato evidente perché Oz si affrettò a chiarire.

William è sempre il solito ritardatario. Ha un debole per le entrate d’effetto.”

Poi un trillo di cellulare e il ragazzo si scusò, allontanandosi per rispondere.

Non fare così…vedrai che l’amico di Oz arriverà subito!”

Buffy fece una smorfia. Era una bella consolazione!!

Will, non mi aiuta per niente. E poi, questo William mi sta già antipatico!! Chi si crede di essere per arrivare così in ritardo??”

Uno che se lo può permettere.”

Quella voce!! Buffy si girò di scatto sulla sedia, ansiosa di scoprire chi avesse parlato. Credette di essere impazzita, perché per un attimo, si ritrovò ad osservare una distesa infinita di acqua marina. Selvaggia e indomabile, pura e cristallina. Rimase incantata ad osservare quelle gocce d’infinità fino a quando il fumo di sigaretta non le investì il viso, facendola tossire.

Perdonami, dolcezza. Uno dei miei brutti vizi.” E lo vide gettare con uno schiocco delle dita la sigaretta.

La mente di Buffy incominciò ad elaborare freneticamente le informazioni. Con i ricordi tornò indietro a quella notte, risentì chiaro e limpido il tono caldo e incantatore della voce di quel ladro. Lo ricordava perfettamente. Era impressa nella sua mente e non poteva sbagliare.

Come era possibile? Che fosse lui…?

Il mio nome è William, ma immagino che il mio amico ti abbia già detto chi sono.” disse il ragazzo, sedendosi di fronte a lei.

Lilith.” si presentò Buffy, senza toglierli gli occhi di dosso. Cosa diavolo aveva in mente quando si era tinto i capelli di quel colore? Cos’era, una sorta di pazzoide eccentrico?

William la osservò inclinando leggermente il capo “Che nome grazioso..” esordì, fissandola.

Il resto del pomeriggio passò tra le occhiate dolci di Willow e Oz e alcune battute da parte di William, mentre Buffy continuava a scrutarlo e a rimuginare sui suoi pensieri. Lo osservava e studiava senza la minima preoccupazione che lui potesse accorgersene, pensando e ripensando a cosa fare, a come agire. Tutto il suo essere non faceva che gridargli che era lui l’uomo che stava cercando, ma la mente razionale la spingeva ad essere prudente, a non essere precipitosa.

William, invece, cercava il più possibile di essere disinvolto. L’aveva riconosciuta, nel momento stesso in cui si era girata e l’aveva fissato con i suoi grandi occhi verdi. Era la ragazzina dell’ultimo colpo, quella che l’aveva dato filo da torcere con la sua audacia e quell’impertinente lingua.

All’inizio, il primo impulso, era stato quello di scappare, ma poi, si era detto che sarebbe stata un’azione maledettamente stupida e compromettente, così si era seduto e aveva recitato la sua parte.

Adesso la paura di essere riconosciuto era mitizzata da una strana curiosità. Era chiaro che la gattina aveva le idee confuse e lui voleva vedere fino a che punto si voleva spingere per smascherarlo.

Oh, perché ne era certo! Un tipo tutto pepe come lei, non si lasciava sfuggire la preda una volta inquadrata! Sorrise a quel pensiero. Era strano che non avesse dimenticato i suoi dolci lineamenti rischiarati dalla fredda luce della luna. Non voleva ammetterlo, però…quella mocciosa l’aveva colpito!! Aveva del fegato. Al suo posto una qualsiasi altra ragazza sarebbe svenuta dalla paura o avrebbe incominciato a piagnucolare, invece, lei era riuscita a tenerli testa nonostante la situazione fosse completamente a suo sfavore.

Sei simpatico Will! Posso chiamarti Will, vero? Non è un nome americano.” li rivolse un sorriso simpatico e incoraggiante, ma nei suoi occhi William vide una fiamma ardente di determinazione.

E così, la micietta voleva giocare? E lui avrebbe giocato..

Immagino che quella voleva essere una domanda.” disse fissandola intensamente, e poi sorrise “Sei perspicace tesoro e anche molto curiosa!”

Lo sono solo quando c’è qualcosa che mi interessa.”

E’ una dichiarazione?” chiese, inclinando la testa.

No. Solo un avvertimento.” rispose lei, affrontandolo con lo sguardo.

Willow e Oz, fissandoli, si chiesero come fossero arrivati fino a quel punto! Un momento prima stavano conversando tranquillamente, in perfetta armonia, e un momento dopo quei due incominciavano a parlare in una sorta di codice e sembravano volessero saltarsi a dosso da un momento a l’altro.

Oz decise di rompere quell’atmosfera gelida che si era creata tra i due e si alzò, proponendo all’amico di andare a prendere qualcosa da bere. William sembrò quasi riluttante, ma poi lo seguì senza storie.

Non appena i due si furono allontanati, Willow si avvicinò all’amica e gli parlò senza alzare troppo la voce.

Ma che diamine ti prende?”

Buffy continuò a seguire con lo sguardo la figura di William che si dirigeva nel locale, sentendo appena la voce di Willow che la chiamava.

Cosa?”

La rossa guardò l’amica, accigliandosi. Adesso che la guardava bene, ebbe la strana sensazione che qualcosa di molto importante fosse successo. Inoltre Buffy era completamente assente.

Buffy, che succede? Ti senti poco bene?” si preoccupò.

No Will. Ehm…vado un’attimo al bagno. Torno subito.”

William era appoggiato al bancone, aspettava che le ordinazioni fossero pronte. Oz era sparito oltre la porta dietro al bancone e lui continuava a ripensare alla breve battaglia verbale di poco fa. Se prima poteva dirsi incuriosito, adesso era maledettamente interessato. Quella piccola guerriera l’aveva stuzzicato e, in barba a tutte le precauzioni che avrebbe dovuto prendere, decise di cogliere la sfida che le aveva lanciato.

La vide entrare con passo deciso, diretta al bagno delle signore, le gambe sinuose nei movimento e la schiena dritta. La guardò con un ghigno, compiaciuto da quella vista, e quando l’oltrepasso, parlò con voce calda.

Ho fatto qualcosa per meritare la tua ostilità?”

Buffy si fermò e girandosi lentamente, lo guardò con quello che William considerò un adorabile broncio.

E’ molto probabile. Ma forse mi irrita l’idea che semplicemente esisti!”

O magari soffri di rabbia repressa! Sai, è un fenomeno dannatamente diffuso nelle mocciose viziate figlie di papà.”

Questa volta aveva esagerato, lo ammetteva, ma purtroppo le parole erano balzate fuori senza che neppure se ne accorgesse.

Buffy spalancò la bocca e ispirò aria, mentre i suoi occhi si riducevano a due piccole fessure che guardarono William come se volessero incenerirlo sul posto.

Si avvicinò a lui, fino ad arrivare a pochi centimetri dal suo viso, sdegnata ancora di più dal continuò ghigno che non accennava a svanire dalla faccia di quell’impertinente.

Tu, brutto…” la rabbia la fece balbettare e le parole si accavallavano uno su l’altra, formando una poltiglia di suoni senza senso.

William inclinò la testa di lato e fece flettere la lingua contro il palato, avvalorando ancora di più la sua faccia da schiaffi.

Alla fine, Buffy emise un sospiro rassegnato e chiuse gli occhi per calmarsi. Se continuava così non avrebbe risolto niente, perciò aspettò che la rabbia si attenuasse per poter riacquistare l’uso della parola. Fece un altro profondo respiro e fissò William, sostenendo il suo sguardo.

Io so chi sei. E anche se mi consideri innocua, ti conviene stare molto attento a quello che fai. Tu hai qualcosa di mio e io ho intenzione di riprendermelo.” fu un lieve sussurrare il suo, ma William la capì comunque, e ogni parola si impresse nella sua memoria come forgiata a fuoco. Poi lei se ne andò, dandogli le spalle, e lui tenne fermo il suo sguardo sul suo corpo, finché non lo vide svanire tra la folla delle strade di New York.



CAPITOLO 4 – DECISONE DA PRENDERE-

Buffy salì silenziosamente l’ultima rampa di scale che portava al terzo piano. Era nervosa, agitata, e gli sudavano le mani. Arrivò alla porta in legno e prese un profondo respiro, imponendosi di calmarsi e ripercorrendo mentalmente le ultime tappe del suo piano che l’avevano condotta fin lì.

Dopo l’incontro con William al My Caffé, si era subito data da fare per scoprire quanto più possibile sul suo conto. Aveva cercato di smascherare qualunque pecca della sua vita privata, ma nulla sembrava fuori dalla norma. Anzi, all’apparenza sembrava essere un ragazzo comune perfettamente immedesimato in una vita comune, con amici e relazioni comuni. Era frustrante!! Ma non si era fatta scoraggiare! Era tornata al famoso Bar del loro incontro e aveva ‘casualmente’ incontrato il suo amico Oz. Poi, con una bugia alquanto elaborata, si era fatta dire dove abitava e se aveva degli impegni in questa giornata. Il ragazzo le aveva detto che di solito William passava il pomeriggio a gironzolare per la periferia della città e spesso tornava molto tardi, quindi non era certo che l’avrebbe trovato in casa. Così Buffy aveva lasciato Oz salutando con un gran sorriso riconoscente, del tutto sincero.

Non era riuscita ad aspettare oltre, e il giorno stesso, il secondo da quando l’aveva incontrato, si era diretta a casa di William con una buona dose di determinazione. Determinazione che, in quello stesso instante, sentì scemare di fronte alla porta di ebano nero.

Dio, cosa sto facendo? Davvero sono disposta a fare una cosa del genere?’ si chiese, ma una vocina nella sua mente la ripiccò severamente ‘Non stai facendo nulla di male Buffy! Lui è un ladro e tu ti stai soltanto riprendendo ciò che ti appartiene!’

Si, giusto!! Non aveva fatto tutta quella strada per poi tornare indietro!

Si riavviò i capelli, si inginocchiò prendendo le forcine riposte nella borsa e incominciò ad armeggiare con la serratura della porta, facendo attenzione ad ogni più piccolo rumore.


William aveva deciso di passare la giornata ad oziare sulla sua poltrona e di fronte alla sua TV. Sentiva l’inspiegabile bisogno di estraniarsi dal mondo. Era confuso, e tutto l’entusiasmo di pochi giorni fa per i preparativi del nuovo colpo era scomparso, sostituito dalla preoccupazione di star per osare troppo. William sapeva bene quando Spike aveva bisogno di riposare e di prendere aria e questo, non era che il momento più adatto per farlo; soprattutto dopo quello che aveva detto la mocciosa viziata dagli splendidi occhi smeraldo!

Non poteva rischiare…ma, stranamente, sentiva che questa volta non sarebbe stato felice a lasciare gli USA per raggiungere la sua terra nativa, dove spesso si rifugiava per qualche mese finché le acque non si calmavano. Perciò, si era dato una tregua di pochi giorni per chiarirsi le idee e riflettere sulla decisione più giusta da prendere.

Stava tranquillamente bevendo una birra in cucina, quando sentì dei rumori provenire da dietro la porta d’ingresso. Posò la bottiglia e si sporse altro la penisola di marmo.

Per l’Inferno maledetto!! Qualcuno sta cercando di forzare la porta!! La mia fottuta porta!!”

Si acquattò contro il muro dietro l’uscio e aspettò che l’intruso entrasse, preparandosi a dargli un’ottima accoglienza. Inutile descrivere quanto fu sorpreso di intravedere una testolina bionda far capolino da un sottile spiraglio, per poi entrare quatta quatta in assoluto silenzio.

La prima cosa che si chiese fu: ‘che dannazione ci fa questa svampita in casa mia?’ ma poi si ricordò le sue parole e l’avvertimento che gli aveva lanciato a denti stretti prima di scappar via e non riuscì a trattenere un ghigno di pura malignità.

Bene bene, la dolce gattina non stava solo blaterando!! Diceva maledettamente sul serio quella volta!! Ma non si era resa conto che stava giocando con il fuoco…

Osservò la figura minuta girarsi intorno nel suo salotto, come se stesse cercando qualcosa, e con passo felpato e sicuro – qualità che aveva acquisito con gli anni col suo lavoro – la raggiunse, prendendole il braccio e storcendolo dietro la schiena per immobilizzarla.

Buffy sussultò dal dolore e dalla sorpresa, inarcandosi il più possibile, mentre sentiva l’odore virile già tanto famigliare stuzzicarle le narici.

No no, non ci siamo proprio dolcezza! Tendi a ripetere i tuoi errori e questo potrebbe portarti in cattive acque…”

Suo malgrado, Buffy sorrise. Non si era sbagliata, era Lui!

Hai ragione, tendo spesso a cadere negli stessi errori…ma non vedo proprio come questo potrebbe mettermi nei guai, Spike!” enfatizzò il suo nome in una sorta di minaccia.

Spike sapeva bene che lei non aveva prove contro di lui, ma era anche vero che, nel caso di una sua eventuale denuncia, avrebbe avuto parecchie gatte da pelare! E non voleva avere i poliziotti alle calcagna per una stupidaggine del genere. Avrebbero indagato, e lui si sarebbe visto costretto a mettersi a riposo forzato per non essere scoperto. No, questo non lo poteva permettere! Ma, visto che lei non aveva comunque delle prove concrete, poteva ancora giocare qualche carta a suo favore.

Hai fantasia ragazzina. Ho l’impressione che tu ti sia fatta strane idee sul mio conto.” affermò deciso, senza mollare la presa sul suo braccio.

Oh, siamo già passati al punto in cui neghi tutto? Tanto non mi prendi in giro, so chi sei e cosa fai!”

Forse stai dimenticando un piccolo particolare passerotto! Tu sei entrata in casa mia senza il mio invito e questo, se non mi sbaglio, in termini di polizia si traduce come violazione di domicilio!”

Buffy rimase zitta, senza riuscire a trovare un modo per controbattere. Aveva ragione. Non era nelle condizione di pretendere nulla. Era lei che si era intrufolata in casa sua, era lei che aveva cercato di rubare, ed era sempre lei che era stata colta in fallo con le mani nel sacco.

Spike sorrise al suo eloquente silenzio. A quanto pare, aveva colto nel segno!

Allora passerotto, sono riuscito a farti paura?”gli sussurrò ad un’orecchio.

Affatto” affermò Buffy digrignando i denti.

Spike aumentò la presa sul suo braccio, facendola urlare, e la sbatté contro il muro, facendo però attenzione a non farle troppo male. Inalò il dolce profumo dei suoi capelli e si soffermò a guardare la linea sinuosa del collo. Il calore che emanava quel corpo così morbido, lo fece fremere per un istante, ma si costrinse a rimanere impassibile per non perdere la lucidità, che tanto gli serviva.

Sai, devo ammettere che sei maledettamente coraggiosa...o forse, solo dannatamente stupida. Ma non si può negare che hai delle qualità non comuni, che potresti sfruttare in altro modo...”

C-cosa vuoi dire?” era confusa da quello che aveva sentito e la consapevolezza di quel corpo premuto contro il suo non l’aiutava affatto! Troppe emozioni contrastanti e non sapeva a quale di queste affidarsi.

Spike rise a quella domanda. La ragazza neppure si rendeva conto di ciò che poteva diventare.

Non lo capisci piccola? Sei destinata a una vita diversa da quella che possiedi…e la cosa triste è che non avrei mai modo di capire cosa intendo.”

Buffy continuò a preferire il silenzio, persa tra quelle parole così giuste da farla rabbrividire. Quante volte aveva sperato in una vita diversa? Quante, aveva ambito a qualcosa di più, qualcosa di indefinibile, che non sapeva spiegare, ma che sapeva l’avrebbe resa felice? E adesso Lui, le aveva parlato come se avesse letto nel suo intimo, come se avesse dato voce ai suoi disagi. Allora era vero? C’era qualcosa di più, oltre ai fronzoli e agli agi della sua vita? Sentiva un frastuono nella sua mente, un caos che chiedeva di essere riordinato.

Spike osservò il suo silenzio, questa volta mortalmente serio. Credeva in quello che aveva detto. Non erano fandonie! Lei era veramente destinata ad una vita diversa da quella che conosceva.

Decise di arrivare ad una tregua. Infondo, era convinto che se si fossero impegnati, sarebbero potuti andare d’accordo.

Ascolta passerotto: non ho una maledetta idea del motivo per il quale mi hai dato battaglia, però sono sicuro che potremmo risolvere la questione, da persone adulte…” sottolineò le ultime parole con la voce, cercando di non offenderla ma allo stesso tempo di avvertirla “Perciò, io adesso ti libero…”

Ma?” lo precedette Buffy, che aveva già capito cosa voleva dire e dove voleva arrivare.

Spike sorrise e accostò ancora di più le labbra al suo orecchio, sussurrando lievemente le parole con un tono leggermente lascivo.

Devi dirmi il tuo vero nome. Non crederai che mi sia bevuto quella farsa, vero amore?”

Buffy si irrigidì a quella richiesta. Gli sembrava una mossa azzardata, non sarebbe stato saggio, ma lo fece comunque, spinta da un’insana fiducia.

Buffy. E adesso liberami!”

Spike l’accontentò, sorridendo nel vederla vinta ma comunque combattiva.

Si fece indietro di pochi passi, soffermandosi a guardare la dolce visione del suo perfetto fondoschiena nel breve istante in cui rimase girata contro il muro. E una volta che lei si fu voltata, non si fece scrupoli a sondare il resto del suo corpo, mordendosi leggermente il labbro nel constatare che quella vista gli stava sortendo un certo affetto.

Buffy infiammò di colpo allo sguardo lussurioso di Spike. Nessuno l’aveva mai guardata così. Neppure chi, in passato, diceva di amarla.

I-il p-portagioie.” Si era impegnata, sforzata, ma non era riuscita a non balbettare!

Come?” e naturalmente Spike cadde dalle nuvole alla sua affermazione, troppo impegnato a tenere a bada i suoi istinti che quella Buffy sembrava risvegliare.

Hai detto che non hai la minima idea del motivo per cui ti ho dato battaglia…bè, quando sei venuto a rubare tutte quelle cose a casa mia…ti sei preso anche il portagioie di mia madre. E io lo rivoglio! È molto importante per me…” parlò misurando le parole e tenendo li occhi bassi per evitare il suo sguardo e quello che vi leggeva dentro.

Spike incominciò a studiare meglio il suo volto, affascinato dal lieve rossore delle sue guance. Si riscosse nel afferrare il senso di quelle parole. Non poteva farlo!! Sarebbe stato come ammettere di essere un ladro e lui non sapeva quanto si poteva fidare di quella ragazza. Poteva perfino essere una trappola! No, decisamente troppo compromettente…

Non so di cosa diavolo stai blaterando!”

Cosa? Non è affatto vero!! Si che lo sai e scommetto che lo tieni qui, in casa tua! Forza, lo voglio indietro!” era decisa ora, sicura e guardava Spike dritto negli occhi.

Il ladro inclinò la testa e strinse lo sguardo, come a voler leggere meglio i suoi pensieri, poi sorrise, un sorriso furbo e birichino che misi Buffy in allerta. Quel sorriso non prometteva nulla di buono!

Tesoro, tu non hai idea di cosa siano le buone maniere. Un semplice, per favore, sarebbe stato d’obbligo!” le disse, ammiccando con le sopracciglia.

Buffy emise un sbuffo esasperato e a muso duro cercò di oltrepassarlo per perquisire la casa, ma Spike gli si parò davanti, impedendole il passaggio. Riprovò ancora e questo, ancora una volta, la ostacolò. Buffy stette per replicare con qualche insulto molto colorito, quando sentì le forti braccia di lui circondarle la vita e attirarla a se. Tutti i pensieri coerenti furono poi scacciati da due labbra infinitamente morbide che si premettero contro le sue. Si irrigidì per qualche istante, ma poi il suo corpo si sciolse nel percepire la sensualità della lingua di Spike che l’accarezzava, chiedendole di farlo entrare. E nel momento in cui le loro lingue si incontrarono Buffy, fu persa. Non esisteva più nulla attorno a sé, solo il delizioso sapore di lui e quel corpo solido premuto contro il suo.

Il bacio divenne selvaggio e passionale e, dopo quello che sembrò un’eternità, si separarono, perdendosi uno negli occhi dell’altro. I respiri corti, entrambi non aveva la minima idea di cosa dire o come spiegare quello che era appena successo. L’incredulità invadeva entrambi.

Cosa è successo? Sei per caso impazzita Buffy? Ti rendi conto di chi hai baciato?’

Oh Dio..” i suoi pensieri furono espressi in quelle due semplici parole, bisbigliati appena tra le sue labbra. Si rese conto di non riuscire più a sostenere lo sguardo tempestoso di lui, così colmo di desiderio, e scappò via, sorretta a mala pene dalla sue stesse gambe. Corse giù per le scale con la mente ancora affollata da emozioni dirompenti. No, non ce la faceva ad affrontare quello che era appena accaduto. E per la prima volta nella sua vita, Buffy Summer, si sentì incredibilmente vulnerabile e sbagliata agli occhi del mondo.





La notte di Buffy fu priva di sonno. La trascorse pensando a Spike – ormai non riusciva più a definirlo semplicemente William, per lei rimaneva comunque lo stesso sfacciato uomo che si era intrufolato a casa sua – e alle sue parole. E poi quel bacio, così profondo, così giusto. Bruciava. Bruciava nella sua memoria e sulla sua pelle. E Buffy se ne chiedeva il motivo, cercava dentro di se la risposta. Infine la mente tornava al suo futuro e alla proposta del padre, che ancora giaceva sospesa nella sua coscienza.

Sei destinata a una vita diversa da quella che possiedi…e la cosa triste è che non avrei mai modo di capire cosa intendo.’

Che avesse ragione Spike? Forse non si trovava lì la sua strada, forse era altrove, in un’altra terra e al fianco di altre persone. E se non l’avesse mai scoperto? E se, per un motivo o per un’altro, non avesse mai trovato la sua strada e la serenità che tanto agognava?

L’alba arrivò placida su New York e Buffy sgattaiolò fuori dall’appartamento senza svegliare Willow, gettandosi tra la folla di quella caotica città. Venne inghiottita da essa, e quasi desiderò scomparire tra quel caos, tanto simile a quello che c’era nella sua mente.

Camminò per un tempo che non seppe definire, osservando apparentemente le vetrine dei negozi e le persone che la trascinavano verso una meta imprecisa. In effetti, non aveva idea di dove stesse andando, e in verità neppure gli interessava. Desiderava solo riflettere, e magari arrivare ad una conclusione prima della fine dei secoli.

E infine, eccola lì, seduta in un Fast-food, senza neppure avere il minimo ricordo su come diavolo ci fosse arrivata!! Immersa com’era nei suoi pensieri e intenta a distruggere contemporaneamente un disgraziato tovagliolo.

Buffy?”

Sentendosi chiamare da una voce incerta, si girò, curiosa di sapere chi mai la conoscesse in un posto come quello. Davanti a lei, un ragazzo piuttosto robusto e dai capelli neri, le rivolgeva un sorriso bonario e sincero. Sorrise. In tanti anni, non era cambiato per niente!

Xander!” esclamò, esprimendo tutta la sua gioia nel rivederlo. Ma non fu abbastanza, così si alzò e di slancio lo strinse forte in un abbraccio che sapeva di passato e malinconia.

Il ragazzo rimase per qualche attimo incerto, ma poi sospirò e la strinse di rimando, felice di aver ritrovato un’amica tanto cara.


***


Cosa dannazione ti è preso imbecille? Non dovresti continuare a pensare a lei!!’ si ammonì per la centesima volta William, incapace di concentrarsi sul discorso che la ragazza di fronte a lui stava facendo.

Doveva essere qualcosa di interessante…. Forse si trattava di botanica o roba del genere. L’aveva sentita nominare il nome di qualche pianta…o era il nome del suo gatto?? Non ne era sicuro.

William! Mi sembri distratto!” cinguettò la ragazza dai lunghi capelli biondi.

William si girò per guardarla meglio: aveva una certa somiglianza con Buffy, ma non comparava la sua bellezza.

COSA!! Bloody hell!! Da dove diavolo mi vengono queste idiozie!!’

Sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi – quelli che sapeva facevano sciogliere le donne – e cercò di recuperare terreno con qualche scusa banale.

Perdonami dolcezza, e che sono stato maledettamente impegnato in questi giorni. Ti prego, continua.”

Bè, in parte era la realtà!! Certo, non nel senso in cui poteva pesare lei, ma non le aveva esattamente mentito! E poi gli serviva che continuasse a parlare, così lui avrebbe potuto pensare a qualcosa di più serio…come due bellissimi occhi verdi e labbra rosse e dolci da baciare e…Stop!

Merda!! Questo non era dannatamente possibile! Da quando aveva iniziato a pensare a Buffy in quel modo?

Mmm, più o meno da sempre? Idiota!’ lo insultò una vocina nella sua testa.

E quella sfolgorante rivelazione, lo portò ad un’altra importante questione, che non faceva che avvalorarsi con i nuovi sviluppi: DOVEVA lasciare la città.

Adesso era diventato davvero necessario. Rimanere a New York stava diventato dannatamente pericoloso.

Sono un fottuto codardo…” mormorò scuotendo piano la testa e fissando la gente che passeggiava lungo le strade e affianco al loro tavolo.

Per sua fortuna la ragazza era troppo impegnata a raccontare il resoconto della sua vita per badare a qualche suo possibile commento, che tra l’altro, sarebbe risultato decisamente superfluo, considerato che la donna in questione, non sputava mai per terra.


***


Allora, raccontami cosa hai fatto in questi anni. Immagino che ti sarai divertita a tormentare il tuo vecchio… ricordo ancora quando ci facevi quelle brillanti imitazioni!” la incitò Xander, dando un morso al suo panino, mentre il sorriso di Buffy pin piano si spegneva.

Avevano passato una buon ora a ricordare i bei vecchi tempi in cui vivano a Sunnyhell, ridendo e scherzando sulle brutte abitudini di ognuno. Si era divertita un mondo. Per Buffy era stato come tornare indietro nel tempo. Ma adesso, quella domanda…

Sai, non è stato tutte rosa e fuori da quando ci siamo divisi.” semplificò, facendo una falsa imitazione di un sorriso.

Xander la guardò al disopra del suo pranzo, ne prese un altro abbondante morso e si ripulì la bocca con un tovagliolo. Dopodichè tornò a guardare l’amica con un mezzo sorriso.

Sempre il solito problema, eh?” scosse la testa “Io proprio non afferro il motivo di tutti questi complessi! Voi donne vi fate troppo problemi..”

Xander poteva affermare con sicurezza di conoscere alla perfezione Buffy, a partire dai suoi pregi e finendo con i suoi difetti. Ne conosceva i dubbi e le incertezze, i sogni e le speranze. E nonostante fossero passati molti anni da quando si erano separati, era convinto che nulla fosse cambiato d’allora.

Buffy aggrottò la fronte, perplessa. Non sapeva davvero cosa dire, indecisa sul commentare l’affermazione dell’amico o lasciar perdere.

Avanti Miss Tristezza, esponi i tuoi problemi allo zio Xander!” fece il ragazzo, strappando un sorriso alla bionda.

Buffy rimase qualche istante a riflettere, sentendo la pressante necessità di sputar fuori una domanda, ma non sapendo bene come formularla.

Xan, tu…hai mai…hai sempre saputo che strada prendere? Cioè, non mi stò riferendo alle strade, nel senso direzione, m-ma, n-nel senso…??”

Il ragazzo bruno le rivolse un sorriso appena accennato e senza distogliere gli occhi dalla figura minuta che gli era davanti, parlò, sperando in cuor suo di poter lenire, almeno in parte, le sue antiche sofferenze.

Ho capito cosa vuoi dire! Non è facile…bisogna scrutarsi dentro, capire cosa desideriamo con tutto noi stessi e chiederci se siamo disposti a rinunciare a qualcosa, pur di ottenerlo. Perché purtroppo, la vite e così Buffy. Per ottenere qualcosa di incredibilmente bello, bisogna lottare e sacrificare una parte della nostra vita, forse anche la più importante.”

E se sbagli? Se tutto alla fine, risultasse sbagliato!”

Bisogna buttarsi nel vuoto alcune vuoto. Non puoi, chiudere gli occhi, rimanere ferma e rifiutarti di andare avanti. E poi, sono convinto che nel tuo cuore hai già trovato la tua strada. Quella giusta, che sai ti renderà felice…solo, semplicemente, hai paura di percorrerla! Non ho ragione?”

Buffy chinò il capo, per evitare gli occhi indagatori dell’amico, concentrando le sua attenzione sulle pieghe delle sue mani.

Si. Lei l’aveva trovata una strada. Ma il suo percorso era troppo assurdo, troppo…fuori dal comune!

Sentiva, desiderava, che fosse quello il suo posto, il suo ruolo, ma era troppo oltre la vita comune, troppo stravagante per apparire Vera. Sembrava più un sogno eccitante e pericoloso, di quelli che ti fanno fremere dalla delusione non appena ti svegli, perché sai che non era nient’altro che fantasia, pura ed effimera illusione.

E’ che…” si bloccò, per poi tornare a guardare il ragazzo, facendo un profondo respiro “Io credo di aver trovato quello che fa per me, quello che mi rende felice…ma, è troppo difficile, troppo strano! Non è propriamente qualcosa del tipo, un marito con due figli e il fedele fido!!”

A quelle parole il ragazzo scoppiò a ridere, lasciando Buffy interdetta. Cosa c’era da ridere? Lei era sprofondata nella confusione più assoluta e lui rideva?

Buffy…” scosse il capo, continuando a sorriderle “Pensi che il mondo sarebbe così bello e vario se tutti avessero gli stessi sogni? Bisogna prendere delle decisioni, a costo di accettare alcuni compromessi. Non si può avere tutto! Se no, io adesso sarei ricco, bello e famoso e non starei qui a mangiare un panino con carne di dubbia provenienza!!” disse, indicando i resti del suo pranzo nel piatto che gli era di fronte.

E Buffy, rise. Si perse tra risate cristalline che sapevano di vita, una vita, che finalmente sentiva aver trovato il suo percorso.



Erano passati due giorni dall’ultima volta che l’aveva vista. Due giorni da quel bacio rubato. E ancora il suo sapore sulle labbra.

Assurdo.

Un ladro che, per la prima volta, rimpiange di aver trafugato qualcosa di tanto importante.

Scosse il capo, dandosi dello stupido per rimuginare su certi pensieri. Da quando aveva intrapreso il suo cammino come ladro, mai, neppure una volta, si era pentito di quello che faceva. Sapeva che era tutta colpa di quel bacio. Se non avesse scoperto il Suo gusto, adesso non avrebbe sentito quel peso, quel nodo alla gola che gli impediva a tratti di respirare.

Stava partendo…

Un ladro non ha casa, non ha famiglia, non ha nessuno da amare e nessuno che lo ami. Così doveva essere! Ma…Dio, quei frammenti di bosco vergine, che erano i Suoi occhi, lo tormentavano, lo facevano desistere.

Fuori New York calava nelle tenebre. Il tramonto si scorgeva a mala pena, nascosto dai grandi grattacieli di cui è fatta la città. La luce infuocata del sole rifletteva su di essi, creando bagliori accecanti. Alcuni raggi filtravano tra la forte struttura del ponte Brooklyn rendendolo più maestoso e imponente.

William, imprigionato tra le sue riflessioni, continuava a sistemare la sua roba nella valigia, ignaro dei due occhi che da dietro lo stavano fissando.

Buffy continuò a studiare con solerzia la figura snella che occupava la camera da letto.

Alcuni raggi trapelavano dalle lunghe tende, proiettando la sua ombra sul muro retrostante, e avvolgendo la stanza di un caldo manto rassicurante.

Sembra così triste..’ pensò, osservando i suoi lineamenti tesi, ma comunque molti affascinanti. Scese con lo sguardo sulle sue mani, che piegavano i vestiti con calma e senza alcuna fretta, notando le sue dita affusolate ed eleganti. Ricordò il loro primo incontro, il modo in cui, quelle mani, l’avevano ammagliata con la loro dolcezza; e il bacio…

Arrossì violentemente e si impose di scacciar via quel ricordo, sapendo che poi li sarebbe stato difficile parlare senza incespicare e sembrare un’inetta.

Sei di partenza?”

La delicata voce fece sobbalzare William che si girò di scatto, già sapendo a chi apparteneva. Rimase a contemplarla per alcuni secondi, quasi fosse incredulo sulla sua presenza, poi scosse piano la testa.

Bloondy Hell! Devo decisamente mettere una catena alla porta!!” lo sentì borbottare Buffy. E non poté fare almeno di ridere.

Si avvicinò a lui di poco e allungò un braccio per porgergli il caffé da trasporto, comprato al My Caffé pochi minuti prima.

William lanciò uno sguardo diffidente prima al bicchiere di cartone colorato, poi alla ragazza che lo teneva stretto, e strinse gli occhi nel tentativo di sembrare ancora più diffidente.

Oz mi ha detto che questa mattina non ti ha visto; così ho pensato che ti mancasse una buona dose di caffeina..” spiegò Buffy con voce calma. Capiva il suo comportamento, dopotutto, l’aveva minacciato ed era entrata in casa sua di nascosto, perché avrebbe dovuto fidarsi?

Ma Spike non abbandonò il suo scetticismo.

Non me la bevo…perché dovrei fidarmi di te! Infondo, siamo ancora sul sentiero di guerra, no? Potrei perfino trovarci del veleno lì dentro!!” disse, indicando il caffé che ancora Buffy gli porgeva.

Okay..” esordì la bionda e con un sospiro, avvicinò il bicchiere, tolse la copertura di plastica e bevve un sorso del liquido scuro che vi era dentro, facendo una smorfia al sapore amaro che le invase la gola. “Dio, come diavolo fai a berlo senza zucchero!” poi glielo porse ancora, sperando di aver conquistato la sua fiducia. “Adesso che ci siamo accertati che non sto tentando di ucciderti, potresti ascoltare quello che ho da dirti e finirla di fare Mister Sospetto??”

Spike sospirò, decisamente più rilassato, e oltrepassò la ragazza prendendole il bicchiere e dirigendosi in salotto. Buffy lo seguì senza dir nulla, vedendolo poi sprofondare sulla poltrona e sorseggiare il liquido ancora caldo.

Parla.” risunò quasi un ordine alle sue orecchie e subito si impose calma, cercando di concentrarsi su quello che doveva dire. Prese un profondo respiro e incominciò.

Lo so che quello che dirò ti sembrerà assurdo e, credimi, ne sono consapevole…ma ti chiedo di valutare attentamente la mia proposta prima di sbraitare.” Fece una pausa, guardando attentamente l’uomo che, seduto, continuava a bere e a scrutarla con quegli occhi di ghiaccio. Lui fece un cenno con il capo, invitandola a proseguire.

Voglio seguirti e assisterti nei tuoi colpi per diventare una professionista.” disse tutto di un fiato.

Spike quasi si strozzò con il caffé e dopo un colpo di tosse isterico, la guardò ad occhi sgranati.

COSA?!?” tuonò, facendo sobbalzare la ragazza in piedi, di fronte a lui.

Buffy sentì l’agitazione incominciare a prenderla dalla gambe, ma continuò a parlare, questa volta senza riuscire a nascondere il nervosismo.

S-sarò una specie di allieva e m-mi insegnerai tutto quello che sai. Poi, po-potrei diventare la tua socia, se sarò abbastanza brava! È il mio più grande sogno e non riesco a pensare ad un altro modo per essere felice!”

Spike scosse la testa e, preso da una forte agitazione, sentì di non poter star più fermo e che il caffé non lo avrebbe di certo aiutato ad evitare l’imminente esplosione della sua testa. Non poteva essere! Non stava succedendo! Si alzò di scatto dalla poltrona e fissò lo sguardo negli occhi smeraldo che lo stavano guardando speranzosi.

Tu non sai quello che dici ragazzina! Qui non si tratta di sogni! Non so proprio che farmene dei tuoi fottuti capricci!! Vattene! Torna alla tua vitta!” e così dicendo si diresse in cucina, deluso e parecchio affranto. Si era aspettato qualcosa di più da lei. Non pesava che fosse tanto superficiale e infantile. Ma Buffy gli si parò davanti, bloccandogli il passaggio, e William poté rivedere la stessa determinazione che l’aveva infervorata sei giorni fa, al My Caffè. Non riusciva a capacitarsene di quanto fosse affascinato da quello sguardo.

La mia vita non mi è mai appartenuta veramente.” Era decisa ad ottenere quello che voleva e si preparò a sfoderare l’ultima risorsa che aveva, quella che sperava l’avrebbe convinto.

Tre settimane fa mio padre mi ha offerto un’importante lavoro come dirigente di una sua figliare e mi ha concesso del tempo per decidere. Ero confusa e non sapevo cosa volevo. Poi, ti ho incontrato, e quello che hai detto l’ultima volta…” le parole le morirono in gola al solo ricordo e scostò lo sguardo, puntandolo su qualsiasi cosa che non fossero quegli occhi tanto profondi. “Ieri sono andata da mio padre e ho rifiutato.” Trovò sicurezza in quelle parole e sentì di poter sostenere di nuovo quello sguardo. “Gli ho detto che non avrei mai accettato di vivere una vita simile alla sua e che questa volta avrei preso la mia strada. Quindi, come vedi, non è un capriccio il mio, ma una decisione fatta da una persona adulta che sa prendersi le proprie responsabilità!”

Spike rifletté su quelle parole. Buffy sembrava sicura, determinata e…infondo, a lui non dispiaceva godere della sua compagnia, ma non poteva tralasciare tutto quello che quella decisione comportava. Tutto quello che lei chiedeva comprendeva una svolta pazzesca in entrambe le loro vite. E lui non sapeva fino a che punto lei volesse rischiare. Sarebbe morto dal dispiacere se poi Buffy si fosse pentita della sua scelta e magari lo avesse incolpato di tutto.

Tesoro…” sospirò, e inclinò la testa per poter guardare meglio in quella distesa infinita di verde accesso. “…tu non hai idea di cosa comporti questa dannata vita, quella che io conduco. Se mi seguirai, non potrai più tornare indietro. Non avrai mai una vita normale e dovrai vivere ogni fottuto giorno con la maledetta paura che domani potresti non essere più libera. Sei disposta a sacrificare tutto quello che possiedi…per questo?”

Buffy ne era più che certa. Ora lo sapeva. Adesso tutto risultava cristallino e la paura era diventata un brivido eccitante che le scorreva lungo le vene. Tenne lo sguardo fisso in quello di lui, sicura che non l’avrebbe abbandonata.

Si. Sono perfettamente consapevole dei rischi Spike…” un sorriso malandrino spuntò sulle sue labbra “E poi, sono curiosa di vederti in calzamaglia!”

Spike sospirò pesantemente e scosse la testa, fissando il soffitto senza vederlo davvero.

“…Devo essere fattutamente impazzito….” mormorò a se stesso.

Allora?” chiese la bionda impaziente, a cui non erano sfuggite le parole del ladro.

Va bene. Ma stai certa che sarò un’insegnate inflessibile e non avrai vita facile con me!”

Buffy si illuminò di un sorriso che a William quasi mozzò il fiato, poi lo guardò con un tono di rimprovero nello sguardo.

Ma mettiamo in chiaro una cosa: solo perché sono la tua allieva non devi sentirti in diritto di prenderti certe libertà!”

Di che libertà parli, passerotto?” ghignò lui, perfettamente consapevole a cosa lei si riferisse.

Bè, d-di quel ti-tipo…il bacio della volta scorsa ne è un chiaro esempio, ecco!” disse, diventando un rosso quasi fosforescente. E non appena vide Spike avvicinarsi pericolamene, con quel sorriso perfido e l’andatura lenta e sicura, il suo cervello andò in panne e incominciò a indietreggiare.

Io non ricordo nessun bacio passerotto! Forse dovresti rinfrescarmi la memoria, non credi?” esordì con tono lascivo, continuando ad avanzare verso di lei.

N-non fare l’imbecille! Certo che te lo ricordi!” cercò di portarsi in attacco, ma risultò un tentativo debole; inoltre il fatto di star - lentamente e con discrezione - scappando da lui, non la metteva in una posizione di forza. ‘Maledette gambe! Fermativi maledizione! ODDIO!! Sento che stò per avere un colasso!!”

Mmm, adesso siamo passati agli insulti? Non è carino insultare il proprio maestro, sai?”

Buffy aprì la bocca per ribattere, ma si bloccò non appena sentì il contato del legno duro contro le sue gambe. Traballò, perdendo l’equilibrio. Ma prima che toccasse il suolo, due forti braccia la strinsero forte, risparmiandola dalla rovinosa caduta. La cosa non le dispiaceva, ma sapendo bene chi fosse il suo salvatore, inghiottì a vuoto, pensando di non essere stata poi così fortunata. E la sua opinione si rafforzò non appena vide davanti a se quelle labbra dal tratto angelico, puntare verso le sue. Si, la situazione era ‘davvero’ pericolosa! E considerando il battere furioso del suo cuore, fu certa che a poco avrebbe avuto come minimo un infarto.

C-che co..” Dio, perchè le parole si rifiutavano categoricamente di uscire?

Spike, accortosi dell’agitazione della bionda e dei sguardi furtivi alle sue labbra, scivolò in un ghigno soddisfatto. Allora, non era solo lui ad essere attratto! Anche lei non gli era del tutto indifferente, e il rossore sulle sue guance e il suo continuo balbettare ne erano la prova certa.

Questo, è quel tipo di libertà non desiderata di cui parlavi, non è vero tesoro?” disse con voce bassa e appena sussurrata, senza smettere di ghignare.

Buffy, nello stato di trance in cui si trovava, poté solamente annuire. E quando sentì perdere di colpo il contatto con quel corpo forte e sodo, gli sfuggì un rantolio deluso.

Okay...lo terrò a mente.” Lo sentì dire, e fece appena in tempo ad alzare lo sguardo per vederlo sorridere. Cavoli, mai come allora aveva desiderato picchiare qualcuno fino a farlo morire dissanguato!!

Allora, allieva..” sottolineò l’appellativo con la voce, gongolando in quella situazione di potere in cui si trovava “..ti do tre ore di tempo per tornare a casa e raccogliere la tua roba. Partiamo per Las Vegas!”





CAPITOLO 5 –LA NUOVA VITA-

La suite Luna di Miele era enorme, sferzata da ogni sorta di lusso. Il pavimento era ricoperto da un manto soffice di moquette color panna e le grandi finestre erano drappeggiate da tende avario con rifiniture in oro. Il letto sembrava occupare un terzo della parete ed era foderato con lenzuola di seta, i mobili erano di un legno pregiato, scuro e lucido. Il bagno risultò il più grande che Buffy avesse mai visto, con tanto di idromassaggio e piastrelle decorate con motivi in giallo-oro.

Aveva passato più di un quarto d’ora a contemplare la bellezza e l’eleganza di quella stanza, dimenticando completamente la rabbia iniziale per aver scoperto che avrebbe dovuto condividerla con Spike. Per non parlare dell’agitazione che le avevano portato tutte le occhiate furbe del personale del motel, non appena avevano saputo che erano ‘una coppia felicemente sposata che aveva deciso di passare una settimana nella città della perdizione’! Queste erano state le testuali parole di William, seguite dalla faccia sconvolta di Buffy per la sorpresa di quella ‘splendida’ notizia. Perché diavolo non l’aveva avvertita? Perché doveva essere sempre così Stronzo?

Ah, certo…lui era un ladro! ‘Immagino che dovrò abituarmici!” aveva pensato dopo aver smaltito la rabbia. Ma ancora il ricordo di quel sogghigno divertito la faceva ribollire ogni volta che le balzava alla mente.

Continuo a pensare che sia stupido…” borbottò lei, mentre si pettinava i capelli bagnati di doccia. Si era vestita in bagno. Di certo non avrebbe dato a quel pervertito la soddisfazione di metterla nuovamente in difficoltà con le sue battutine allusive.

E io ti ripeto che pensi male! Questo non è un viaggio di piacere principessa.” la canzonò lui, sedendosi sul letto e slacciandosi gli anfibi. “Ma perché diavolo discuto con te…sono io il maestro quindi sta zitta e non ti lamentare!” concluse infastidito. Era da quando avevano lasciato New York che non faceva altro che lamentarsi! Iniziava ad avere ripensamenti riguardo alla sua decisione di prenderla con se…

Uffa…” sbuffò lei, buttandosi di peso sulla sedia della scrivania pregiata. “E mi spiegheresti, oh grande maestro, qual è lo scopo di questa convivenza forzata?!”

Spike si alzò e con un unico, fluido movimento si tolse la maglietta, scoprendo il torace liscio.

A quella vista, la saliva di Buffy vaporizzò del tutto e la gola divenne arida. Avvampò di colpo, ma cercò di tenerlo nascosto e assunse un’aria disinvolta, iniziando a provare un interesse crescente per la tappezzeria della stanza e le sue stupende scarpe!

Bè, prima di tutto, così passeremo inosservati e poi, per essere soci dobbiamo raggiungere un certo grado di intimità.” disse senza guardarla e dirigendosi in bagno.

Ah…e questo grado di intimità si raggiunge dormendo nello stesso letto?” esordì lei, decisamente scettica della spiegazione che lui gli aveva fornito.

Spike si affacciò dalla porta del bagno e la guardò con il suo solito irritante ghigno.

Non ci avevo pensato passerotto, ma se insisti tanto…” fece appena in tempo a chiudere la porta che uno dei fragilissimi portacenere del motel si frantumò contro di essa. Buffy poté solo sentire la sua risata divertita e righiò frustrata.


Cosa stai facendo?” chiese Buffy con occhi sgranati, mentre Spike si avvicinava al letto vestito solo da un piccolissimo asciugamano che gli fasciava la vita.

Mi preparo per andare a dormire!” rispose Spike, completamente disinvolto, sfilando le lenzuola della sua parte di letto.

NO!” esclamò la bionda terrorizzata. Per lei era già troppo la vista di lui che le veniva in contro più nudo che vestito, e adesso l’intuizione che gli era venuta in mente rischiava di mandare in corto circuito il suo fragilissimo sistema nervoso.

N-non puoi venire a letto così!” lo indicò con una mano e fece una piccola smorfia.

Io dormo sempre nudo.”

Ecco, questa era esattamente l’intuizione che aveva avuto Buffy…e che decise non avrebbe voluto mai sapere! Ad un tratto gli sembrò che la suite e quel maledettissimo, unico letto, fossero troppo piccoli per loro due.

Mi dispiace per te, ma tu non dormirai in questo le-letto…emm..”

Nudo?” la incitò l’ossigenato, decisamente divertito da quella situazione.

Si, quello!”

Cos’è che ti sconvolge tanto piccola? La parola ‘nudo’ e il semplice fatto che io lo sia?” la stuzzicò ancora, trovando dannatamente delizioso il modo in cui arrossiva e cercava di nascondere il viso sotto le coperte.

Buffy prese fiato, decisa ad ignorare l’ultima domanda e a concentrarsi per riprendere il controllo delle proprie capacità mentali. Capacità che sembravano andare in vacanza non appena lui si trovava a meno di un metro da lei!

Ascoltami bene: tu. Non. Dormirai. Nudo. In. Questo. Letto.!” ribadì.

Se no?” ammiccò lui, alzando le sopracciglia.

Mi metterò ad urlare talmente forte che mi sentirà tutto il Nevada!!”

Okay!” pensò Spike ‘Questo è maledettamente pericoloso!’

Sospirò forte e lasciò cadere le spalle in segno di sconforto. “Va bene” Poi si abbassò sulla sua valigia, sistemata ai piedi del letto, e tirò fuori un paio di pantaloni di tuta molto larghi.

Chiudi gli occhi.” ordinò alla bionda, che nel frattempo non aveva smesso di divorarlo con lo sguardo.

P-perché?” fece di rimando lei, senza neppure aver davvero sentito quello che il ladro gli diceva.

Spike sorrise e inclinò la testa. “Anzi no! Tienili aperti. Non mi dispiace avere delle spettatrici ogni tanto!”

E il viso di Buffy sembrò infiammare di colpo! Sprofondò immediatamente tra le lenzuola, desiderando di poter essere inghiottita dal cuscino.


Era troppo presto per alzarsi. Dovevano essere più o meno le tre e mezza del mattino. Si chiese cosa avrebbe fatto per passare il tempo, visto che il sonno sembrava averlo abbandonato.

Sospirò, irritato.

Il fatto, poi, che lei dormisse nel letto con lui, non funzionava sicuramente da tisana! Il pensiero che se solo si fosse girato, avrebbe incontrato le sue morbide labbra, lo faceva letteralmente impazzire. Inoltre l’immagine di lei, vestita con solo quella maglietta di almeno tre taglie più grande rispetto al suo esile corpicino, gli faceva prudere le mani dalla voglia di alzarla per vedere cosa c’era sotto.

Maledizione…” si alzò e si diresse in bagno, decidendo che una bella rinfrescata avrebbe potuto aiutarlo.

Aprì la porta e un urlo sovraumano gli spaccò i timpani. E prima che se ne potesse rendere conto, un qualcosa di morbido e ruvido lo colpì in pieno viso. Richiuse la porta, decisamente sconvolto.

Abbassò lo sguardo e si accorse che l’oggetto che l’aveva aggredito era…un rotolo di carta igienica?

Prendere nota: accertarsi che ci sia qualcuno in bagno prima di entrare.”

E, grattandosi la testa con una mano, tornò lento verso il letto.




Qualcosa di liscio era adagiato sulla sua pelle. L’avvolgeva tutta. Ed era una sensazione nuova…

Lentamente cominciò a percepire la luce del mattino. I raggi caldi che le accarezzavano il viso e penetravano nelle sue palpebre e tra le sue ciglia. Pian piano schiuse gli occhi e mugugnando si stiracchiò per scacciare l’indolenzimento del corpo. Corrugò la fronte nel capire che non si trovava nella sua stanza. E non sembrava neppure l’appartamento di Willow! Poi la coscienza tornò lucida e i ricordi dell’ultimo mese la invasero, permettendogli di capire dove si trovasse.

Buffy si girò subito verso l’altra parte del letto, ma non lo vide. Spike non c’era! Poi, dei rumori.

Si alzò sui gomiti e notò che alcuni mobili della suite erano stati spostati. La loro predisposizione era completamente cambiata. Ma in seguito, la sua attenzione si focalizzò su un’alquanto scompigliata testa ossigenata che appariva e scompariva oltre l’estremità del divano.

Buffy si sporse ancora: il ladro stava facendo delle flessioni e alternava lo sforza da un braccio all’altro. Rimase incantata nel movimento flessuoso dei muscoli della sua schiena, tesi nel sostenere il proprio peso. Era qualcosa di incantevole e non poté fare almeno di pensare che quella era la cosa più bella che una donna potesse vedere appena sveglia.

Sei un tipo mattiniero!”

Questa volta Buffy, non ebbe la soddisfazione di vederlo sobbalzare dalla sorpresa, perché lui rimase sereno e continuò con i suoi esercizi.

Affatto…” il ladro parlò con un certo sforzo e ansimando appena “..credo…che questa…sia la prima…volta…che mi alzo….così…maledettamente presto…” e con uno scattò si tirò in piedi “…passerotto.” concluse. Incominciò a venirle incontro e Buffy inghiottì a vuoto. “Pensavo che fosse un buon modo per tenersi svegli!” la guardò inclinando la testa e la bionda distolse lo sguardo, ricordando l’imbarazzante episodio del bagno. Ma lui sembrava imperturbabile, come se quello non lo toccasse.

Allora passerotto, vuoi alzare quel delizioso sedere da lì o hai bisogno di un invito scritto?”

Che hai intenzione di fare?” la domanda gli uscì spontanea, perché adesso non aveva la minima idea di cosa potesse succedere e poterlo sapere la rassicurava.

Succede che hai esattamente…” William guardò l’orologio da polso in acciaio “…un quarto d’ora per sistemarti e fare colazione. Dopodichè, inizieremo il tuo allenamento.”


Dopo un quarto d’ora e cinque minuti – per i quali si era subita una ramanzina su quanto fosse importante la puntualità nel suo lavoro – Buffy era pronta e fresca per sostenere il suo allenamento. Si era sistemata in un paio di pantaloni comodi e una canotta bianca molto leggera. Aveva i capelli legati in una coda alta, in modo tale che non le dessero fastidio nei movimenti.

Aspettava pazientemente che Spike finisse di sistemare le tende delle finestre. Le stava chiudendo una ad una, facendo piombare la grande stanza in una parziale oscurità. L’osservò mentre accendeva alcune candele, poste sul tavolino al centro della suite. Spike era girato di spalle e indossava solo un paio di jeans scoloriti. Buffy lo studiò con attenzione: le ampie spalle, i muscoli sodi e la vita sottile. Poi notò una qualcosa alla base della sua schiena, sporto un po’ sulla destra rispetto alla colonna vertebrale. Si intravedeva appena oltre l’orlo dei jeans, ma la bionda capì che doveva essere un tatuaggio. Cercò di focalizzare meglio, però la penombra non gli permetteva di intravederne chiaramente i contorni. Poi la sua voce, fin troppo avvolgente, la distrassero.

Spero tu abbia capito per quale motivo ho chiuso le tende!”

Sei allergico alla luce del sole?” scherzò lei. Si sentiva un tantino a disagio e anche nervosa, così, scherzare, gli sembrò il modo migliore per nasconderlo.

No…ma sarebbe una cosa dannatamente divertente.” Lui sembrava volesse metterla a suo agio, ma il suo tono di voce rimaneva comunque freddo e distaccato.

Un ladro lavora nel buio tesoro, e tu dovrai abituarti ad esso.” Fece alcuni passi in avanti, senza interrompere il contatto visivo “Un ladro deve essere silenzioso, astuto, agile…e cosa futtutamente importante, deve avere sangue freddo per potersi salvare il culo in casi estremi.”

Buffy sentì l’agitazione crescere, ma la tenne a bada. Non voleva apparire debole e spaventata di fronte a lui! doveva dimostrargli di non essere una ragazzina viziata, come di certo pensava.

Che cosa devo fare?” chiese, con il cuore che batteva a mille.

Dobbiamo.” La corresse Spike, e Buffy si accigliò.

Adesso, io e te passerotto, giocheremo a nascondino!” e l’adrenalina salì nel vedere quel sorriso sul suo volto, quello che lei aveva imparato, non portava mai nulla di buono.


Era appiattita in un angolo, con la schiena stirata lungo il muro freddo. Il respiro lento e regolare e gli occhi spalancanti per poter vedere meglio nell’oscurità. Poteva sentire il battere ritmico del suo cuore, l’aria che scivolava nei polmoni per poi fuggirne via. Immobile, cercava disperatamente con lo sguardo un movimento tra le ombre. Riusciva a distinguere chiaramente le sagome della mobilia, ma era comunque molto difficile riuscire a trovarlo. Era svanito nel nulla non appena il gioco era iniziato e d’allora non era stato altro che un sfuggevole fruscio di vesti strisciate. Nulla, a parte alcuni movimenti rapidi, come di un vento improvviso che quando vuole si solleva. E Buffy era rimasta incerta su come muoversi. Era ammirata dall’abilità di quell’uomo e gli ci erano voluti alcuni minuti prima di concentrarsi su quello che doveva fare: trovarlo.

Sembrava tanto semplice all’inizio!

Osservò la luce tremolante delle candele, la cera consumata che lenta scendeva lungo lo stelo candido. Si girò di scatto nel percepire un movimento appena più visibile degli altri.

Dietro la poltrona…

Lentamente scese lungo il muro, fino ad accovacciarsi sul morbido pavimento. Striscio cercando di fare il minimo rumore possibile e arrivò dietro al divano. La poltrona era più avanti, sulla destra.

Si accovacciò di nuovo e si alzò appena sulle gambe, facendo bene attenzione e rimanere ben nascosta. Controllò il suo respiro, che improvvisamente era accelerato, e fece qualche passo verso l’estremità destra. Si affacciò e…

Un dolore acuto sulla natica sinistra la fece sobbalzare, portandola immediatamente nella posizione eretta e facendole emettere un gridolio strozzato. Una mano si posizionò veloce sulla sua bocca e Buffy si ritrovò in un fastidioso senso di deja-vu.

Regola numero uno passerotto: non lasciarsi mai far prendere dalla fretta. Un ladro sa aspettare.”

La bionda annuì, irritata non poco per essersi fatta fregare così facilmente, mentre il ladro dietro di lei scompariva ancora nell’oscurità.

Rimase immobile per qualche secondo, poi si accasciò seduta sul pavimento. Si appoggiò contro il divano e chiuse gli occhi, sospirando appena. Buffy non capiva il perché del suo cuore impazzito appena la sua voce aveva accarezzato il suo orecchio, non sapeva per quale motivo aveva paura di pensarci o chiamare per nome quella folle emozione, sapeva soltanto che lui si divertiva a provocarla e a farla impazzire. Riaprì gli occhi sulle tenebre, decisa a trovare quel figlio di puttana!


Questa volta giaceva immobile vicino al letto, prona sul pavimento. Da quella posizione poteva vedere tutta la stanza e scorgere meglio qualsiasi movimento. Adesso poteva vedere chiaramente i suoi piedi nudi che apparivano veloci, per poi scomparire alla sua vista, nascondendosi perfettamente tra le ombre.

Rimase immobile in quella posizione per quelle che li sembrarono ore, finché la sua mente non riuscì a prevedere esattamente le sue mosse. Capì allora che Spike seguiva uno schema. Non si muoveva a caso!

Un ghigno nacque sulle sue labbra: adesso poteva raggiungerlo e scovarlo!

Si preparò mettendosi a gattoni e chiuse gli occhi per concedersi qualche minuti a riflettere.

Una ladro sa aspettare.’ Gli aveva sussurrato Spike come sua prima lezione.

Ci era cascata una volta, ma adesso che conosceva i suoi movimenti, sentiva di essere pronta per concludere il gioco. Strisciò lentamente, ondulando il suo corpo come una pantera.

Si sentiva traboccante di sicurezza e tante altre emozioni che non sapeva definire. Era il cacciatore che insegue sicuro la sua preda.

Arrivò dietro al mobile che conteneva il frigo-bar e si accovacciò, preparandosi per la prossima mossa.

Seguì con lo sguardo i vari spostamenti della sua preda: dietro il divano, accanto alle tende della finestra sulla destra e poi vicino all’ingresso poco lontano. Dalla sua attuale posizione, Spike si ritrovava di fronte a lei, ad almeno due metri di distanza.

Buffy non aspettò un momento di più: corse verso di lui e con uno slancio potente balzò, decisa a prenderlo prima che potesse sgusciargli tra le dita.

E senza neppure rendersene conto si ritrovò a cavalcioni su Spike, ansimante per la corsa e sorridente come una bambina che aveva appena trovato il suo regalo di compleanno.

Ti ho preso!” esclamò, ancora raggiante.

Spike, dal canto suo, era piuttosto sorpreso dall’abilità di Buffy. Sembrava che quella ragazza avesse un talento naturale, come se fosse nata per fare la ladra!

Impara in fretta la gattina!’

Ma non era solo questo che l’aveva lasciato inerme. Il contatto con il suo corpo, quel fagotto leggero e caldo che si dimenava su di lui, lo fece perdere per un attimo la capacità di pensare lucidamente.

Spike sentì chiaramente tutto il suo sangue fluire in un posto che non era esattamente il suo cervello!

Ti conviene smetterla tesero...” disse a corto di fiato, mentre ancora la ragazza scalpita frenetica dalla felicità “…credimi…lo dito per il tuo bene!”

Per l’Inferno maledetto! Se non la smette, non rispondo più delle mie azioni!’

Non appena l’euforia scemò di poco, Buffy recepì finalmente le parole del ladro e, imbarazzatissima, si accorse finalmente di dove, o meglio, su chi era seduta!!

La bionda sbiancò di colpo e sentì come se la sua testa dovesse prendere fuoco da un momento all’altro. Si alzò di scatto da quella ambigua posizione e cercò un qualsiasi oggetto dove puntare lo sguardo. Purtroppo fece il grande errore di posare gl’occhi sulla sagoma del letto in lontananza, così avvampò ancora di più, trovando che il pavimento adesso potesse essere la cosa più sicura da guardare.

Sei stata brava.” Lo sentì dire Buffy mentre, di sottecchi, lo vedeva alzarsi da terra.

Adesso era proprio di fronte a lei e l’unica cosa intelligente che si sentì di fare, fu continuare a fissare il pavimento.

E’ stato divertente” dichiarò con un filo di voce.

Si, anch’io mi sono divertito passerotto.”

Buffy non ne fu completamente certa, ma poteva quasi giurare di aver visto un sorriso malizioso oltre l’oscurità che copriva parzialmente il viso dell’ossigenato. Ed ebbe la strana, quanto fastidiosa impressione, che Spike non si stesse affatto riferendo all’allenamento!









CAPITOLO 6 –UN’IMPRONTA DEL PASSATO-

Il pranzo era stato portato da un cameriere su ordine di William. I due si erano tuffati su quelle leccornie senza pudore, escludendo categoricamente la possibilità di mangiare su qualcosa che assomigliasse anche vagamente ad un tavolo. Si erano sistemanti, Buffy sul letto e Spike sul pavimento, ognuno con il proprio piatto in cui mangiare.

Per la ricca ragazza bionda tutto questo era nuovo: mai si era sentita così a suo agio con un ragazzo. Il fatto di poter mangiare su di un letto, con addosso dei vestiti sformati e i capelli ancora umidi per la doccia, non la turbavano minimamente…come se non riuscisse ad essere altro che se stessa! William le dava questa sensazione confortante ma allo stesso tempo, tanto sconosciuta che un po’ la preoccupava.

Buffy, soprappensiero, continuò a ingurgitare le patate dell’arrosto, non badando neppure per un istante all’irrilevante particolare che non stesse usando forchetta e coltello, finché una piccola capriola del suo stomaco non le fece capire di essere osservata.

Spike la guardava incuriosito, con le spalle appoggiate alla sponda del letto e il piatto di porcellana sistemato al suo fianco.

Che c’è?” chiese la ragazza, leggermente a disagio adesso che sapeva di aver catturato la sua attenzione. Aveva fatto qualcosa di male? Qualcosa gli diceva che il suo modo di mangiare simile ad un porcello poteva essere considerato quel ‘male’!

Nulla.” sorrise guardandola, William. Non aveva proprio nulla della piccola aristocratica di cui aveva fantasticato.

Buffy arrossì leggermente nascondendo il volto: era chiaro che doveva averlo disgustato! Posò l’appetitosa patatina nel piatto e si sporse per prendere un tovagliolo sul comodino. ‘Stupida, stupida Buffy! Ma dove hai la testa!!’

Ma non appena allungò il braccio, la mano forte di Spike l’afferrò, impiastricciandole le dita di salsa tonnata. Fu un contatto da nulla, però la bionda sentì come fuoco incendiarle la pelle e il rossore accentuarsi sulle guance.

Io non mi faccio problemi tesoro…” disse il ladro, mentre allontanava la mano per portarsi le dita alla bocca “…per quanto mi riguarda, provo un sadico piacere nel sporcarmi le dita!”

Per lei fu troppo! Vedere quelle labbra così invitanti avvolgere quelle dita altrettanto peccaminose, la mandò in ebollizione!! Come poteva quell’uomo essere tanto crudele da continuare a torturarla a quel modo? Sperò con tutto il cuore di scomparire in quel preciso istante, magari inghiottita dalle federe dei cuscini, per poter evitare di morire soltanto guardandolo. Ma sapendo fosse alquanto impossibile che esistessero fodere assassine, si limitò a fissare intensamente il fondo del suo piatto, cercando disperatamente qualcosa da dire per spezzare quella tensione che si era andata a creare.

D-di solito non mangio con le mani! È qualcosa che faccio solo con Willow in quelle tipiche serate tra donne…”

Gia, Willow. Lei era un’altra di quelle cose importati che aveva lasciato. O forse l’unica. Ricordava bene l’addio che si erano date, e la promessa che un giorno si sarebbero riviste. Era partita senza darle neppure una spiegazione e la piccola rossa si era solo accontentata di saperla felice…

Ti manca, è così?” le chiese Spike, sapendo già quale fosse la risposta. Poteva vedere la tristezza attraverso quei boschi selvaggi dipinti di verde.

Gia..” la bionda chinò il capo, appoggiando la schiena ai cuscini “Sono andata via senza dirgli il perché…senza una spiegazione. Ma lei non ha insistito…probabilmente sapeva che un giorno l’avrei abbandonata.”

Non l’hai abbandonata Buffy. Se non l’avessi voluta bene, gli avresti detto la verità.”

So come si sente…è qualcosa con cui è difficile convivere’ pensò l’ossigenato, che tanto aveva familiarità con quel peso.

Buffy lo guardò e gli rivolse un sorriso sincero. Gli piaceva quando la chiamava per nome, aveva un suono così vellutato pronunciato dalla sua voce!

Tra loro cadde ancora il silenzio, poi nella mente della bionda passò un pensiero che la fece ridere. Spike la guardò interrogativo, volendo sapere il motivo di quello scoppio di ilarità.

Pensavo…” parlò Buffy tra le risa “…che se mio padre avesse saputo…gli sarebbe esplosa la testa in mille coriandoli…dev’essere inconcepibile per lui!” concluse, ancora ridendo. Tante volte, quando era piccola, aveva immaginato la testa del padre esplodere dalla rabbia quando combinava delle marachelle. Glielo faceva pensare quella piccola venuzza sulla sua tempia che si gonfiava a dismisura quando era nervoso.

Immagino che tuo padre non sia il tipo da larghe vedute.”

No. Lui è più il tipo che parte per lavoro e lascia da sola la figlia.” Era tornata seria adesso; il rancore verso suo padre era ancora presente nel suo cuore “Non siamo mai andati d’accordo. Troppo diversi…però, da quello che mi ha detto, sono uguale a mia madre. Mi ha raccontato che lei era sempre piena di vita e certe volte si comportava da selvaggia! Sono sicura che saremmo state bene insieme…” fece una pausa. Sentiva gli occhi formicolare e pungere per le lacrime, così distolse lo sguardo e fissò le lenzuola. “…è morta dandomi alla luce.” Terminò con voce tremolante. Il senso di colpa l’opprimeva, ma non voleva scaricarne il peso su Spike. Era passato troppo tempo e lei doveva farsene una ragione. Era inutile piangersi addosso. Così si asciugò le lacrime con il dorso della mano e fece un ampio sorriso a Spike, che nel frattempo non aveva smesso di fissarla.

Allora…” incominciò per cambiare discorso “…e il grande Spike c’è l’ha una famiglia?” chiese.

Il ladro rimase ancora qualche secondo a scrutarla con il suo sguardo intenso. Sentiva la sua sofferenza, ma insieme ad essa poteva percepire anche risolutezza; quella che ti fa andare avanti nonostante tutto, per vivere e continuare a sentire.

Sospirò e si sforzò in un mezzo sorriso.

Si. Anch’io ho avuto una famiglia. Piuttosto disastrata, ma pur sempre una famiglia…” fece una smorfia. Il ricordo sfocato dei suoi genitori, portava ancora con se quel sapore amaro che l’avvelenava il sangue. Qualcosa di immutabile…

Sono morti quando avevo diciannove anni, in un incidente. All’epoca, la cosa che mi sembro più giusta, fu partire e lasciarmi tutto alle spalle.”

Nessuna inclinazione della voce, nessuna esitazione. Il suo tono era duro e freddo, di chi non rimpiange.

Mi dispiace.” disse la bionda con voce flebile. Dio, si sentiva così miserabile di fronte a quella verità tanto dura! Era chiaro che William non aveva avuto una buona infanzia…e lei si era sempre lamentata per quella che aveva vissuto.

No, non farlo.” esordì il ladro con un sorriso aspro “Hanno meritato quella fine! Io e mia sorella abbiamo subito troppo a causa loro.”

Il lampo di furia vendicatrice che passò attraverso i suoi occhi d’oceano, fece rabbrividire Buffy. C’era talmente tanta ira, talmente tanta sofferenza…non l’aveva mai visto così.

Cosa ti è successo William? Cosa ti ha reso così?’

Ma Spike iniziò a sentirsi a disagio, così si alzò e prese i piatti con gli avanzi per posarli sul carrello, sperando che lei capisse.

Buffy rimase in silenzio, osservandolo attentamente. Indossava solo i pantaloni della tuta, che adesso erano leggermente scesi. L’occhio li cadde sul quel punto preciso, dove poche ore fa aveva intravisto quel tatuaggio, e questa volta poté osservarlo meglio, grazie alla luce calda che filtrava dalla finestre. Erano delle ali, ali d’angelo, avvolte da sottili rovi dalle punte insanguinate. Buffy non aveva mai visto una cosa simile. Era un disegno di una bellezza agghiacciante, avvolto da un alone nefasto che le piantò un chiodo nelle viscere. Si chiese quale fosse il suo significato e se fosse importante per il ladro ossigenato. La curiosità ebbe il sopravvento e parlò senza riflettere.

Che cos’è?” chiese, indicando con un cenno del capo la sua schiena

Spike, in un primo momento non afferrò il senso di quella domanda, poi guardò nella direzione in cui lei l’aveva indicato, e capì.

Ah, quello!?!” disse con aria disinvolta, senza guardarla “Diciamo che è un maledetto marchio che mi ha lasciato una delle mie vecchie vite. Una di quelle cose indelebili che ti ricordano continuamente gli sbagli del passato.”

Non voleva parlarne, per Buffy fu chiaro. Ma non poteva fare almeno di continuare a porsi una miriade di domande, moltiplicatesi ulteriormente dopo le parole del ladro. C’era qualcosa di importante dietro quel simbolo, qualcosa di cui sentiva fosse giusto provarne timore.

Chi sei davvero Spike? Cosa si nasconde dietro la tua maschera da ladro gentiluomo? C’entra qualcosa William, con il tuo oscuro passato?’



Lo specchio le rimandava l’immagine di una ragazza decisamente molto assonnata che si lavava i denti prima di andare a dormire. In effetti, nella mente di Buffy, c’era solo il letto e le lenzuola di seta che presto l’avrebbero accolta.

Oh si, era solo questa, al momento, la sua fantasia. Non c’entrava il fatto che avrebbe potuto di nuovo dormire nello stesso letto con William! Nooo…non centrava per nulla!!

Uscì dal bagno non appena ebbe finito, ma prima che raggiungesse l’agognato giaciglio, si accorse che c’era qualcosa che decisamente non andava.

Si bloccò a guardare Spike seduto scompostamente sul divano, che teneva in mano il telecomando e sembrava molto interessato allo schermo televisivo. Ma non era tanto questo quello che la turbò, tanto il fatto che era vestito di tutto punto…come se dovesse uscire!

Andiamo da qualche parte?” chiese, palesando la sua presenza all’ossigenato, troppo preso dal programma sull’accoppiamento dei grandi felini per accorgersi che era effettivamente uscita dal bagno.

Questo l’osservò inclinando la testa.

Credevo fosse ovvio.” Disse, alzandosi dalla sua comoda posizione.

Buffy perse per un attimo la capacità di proferire alcun tipo di suono, notando come era vestito. Non l’aveva mai visto in quel modo! Era completamente ricoperto da stoffa nera, partendo dai jeans attillati e finendo con lo spolverino di pelle, che tra l’altro non gli aveva mai visto addosso. Nel complesso appariva come una figura affascinante e inquietante al tempo stesso.

E doveva proprio dirlo: era troppo bello per essere vero!!

E lei?? Lei era imbambolata a fissarlo, coperta da un tendone da circo con sopra disegnato un maiale che grugnisce!! Dire che era patetica, poteva sembrare un eufemismo!

I-io..credevo che dovessimo…in-insomma…sono stanca ed è notte e…” ma perché dalla sua bocca continuavano ad uscire cazzate? Era forse l’influenza di quell’uomo nerovestito che continuava a fissarla come se fosse appena uscita dal manicomio?

Siamo a Las Vegas, passerotto. Parole come ‘stanca’ o ‘letto’ non esistono dopo il tramonto.” Qualche secondo per riflettere poi continuò “…bè, in effetti esiste la parola ‘letto’, ma non viene esattamente usata in questo contesto!”

Buffy sospirò, decidendo fin da subito di ignorare il suo commento.

Aveva altra scelta? No. Lei era la sua allieva, era lei che aveva insistito a seguirlo, quindi doveva accettare anche questo. E poi, da quando erano arrivati, non erano usciti neppure una volta dalla stanza e lei voleva vedere la grande città dei casinò.

Tornò di corsa in bagno, già rimuginando su quello che avrebbe dovuto mettersi, ma prima di chiudere la porta…

Dove andremo?”

In via Strip, una delle principali vie cittadine. È un ottimo posto per fare pratica!” rispose il ladro, riaccomodandosi sul divano, conscio che avrebbe dovuto aspettare ancora molto allungo.


Il cielo notturno di Las Vegas era rischiarato dalle centinaia di insegne luminose dei casinò. In quel luogo non esistevano astri, le uniche stelle erano quelle che circolavano tra le grida dei fans. La gente si accalcava sulle grandi strade, diretta dove il dolce profumo dei soldi la conducevano.

Risate, parole sussurrate o gridate si confondevano tra loro, rendendo tutto euforico e confuso.

Buffy e Spike camminavano lungo il marciapiede, tra i branchi di persone che lo occupavano.

Il ladro aveva un’andatura sicura, lo spolverino che ondeggiava ad ogni suo passo e la calca che quasi si apriva riverente al suo passaggio. La bionda, invece, faceva del suo meglio per seguirlo senza perdersi e senza essere travolta, chiedendosi come facesse William a essere così disinvolto e a suo agio. Perfino la folla sembrava avesse suggestione di quella figura scura, di quel predatore della città, uscito per andare a caccia.

Cercò di stargli affianco, ma un gruppo di ragazzi la urtarono facendola quasi cadere. Allora decise che forse era meglio stargli dietro, così almeno non sarebbe stata travolta.

Accidenti a loro…” mormorò, rivolgendosi a nessuno in particolare.

Spike si accorse del suo disagio e sentì anche piuttosto bene una serie di poco piacevoli imprecazione. Si fermò un attimo e prima di darle il tempo di capire cosa stesse facendo, le mise un braccio intorno alla vita, stringendola al suo fianco. Buffy le sorrise, ringraziandolo, mentre dentro di lei si accese una piccola fiammella che la riscaldava.

Così continuarono a camminare, entrambi persi nella sensazione che i loro corpi vicini gli davano.

Finchè l’andatura di Spike non si fece più lenta, segno che probabilmente erano arrivati dovunque fossero diretti.

Bene. Inizieremo da qui.” Esordì l’ossigenato, facendo corrugare la fronte di Buffy.

Cosa aveva intenzione di fare?

Stranamente lui continuò a passeggiare, sempre tenendo stretta la bionda, senza alcun segno di volerla lasciare andare.

Cosa inizieremo qui?”

Che c’è passerotto, non ti fidi di me?” un ghigno sul suo viso e la bionda pensò che un giorno gli avrebbero dato un premio per quanto gli stava bene quell’espressione.

Si, io mi sono sempre fidata dei ladri professionisti! Soprattutto di quelli che hanno una lunga esperienza alle spalle.” gli rispose, chiaramente sarcastica.

Così mi lusinghi! Forse un giorno di questi dovrei mostrarti quanta esperienza possiedo, e non solo nei furti...”

Oh si Spike, non vedo l’ora, io…COSA? Diavolo Buffy, RIPRENDITII! Questa non sei tu!’

E forse io, quello stesso giorno, ti mostrerò quanto sono brava ad usare una mazza da baseball.”

Oh, hai deciso di tirare fuori le unghie gattina?”

Solo se me lo rendi necessario, Spike!” rispose in tono acido.

Così mi fai sembrare un provocatore.” Era assurdo quanto riuscisse a sembrare innocente avvolte, nonostante lei sapesse che non lo era affatto.

Hai sbagliato Spike, tu non sembri, sei, un provocatore!” Dio, certe volte avrebbe voluto strozzarlo!!

Sei adorabile quando ti arrabbi.” Questa volta lui parlò con voce calda e la guardò con uno sguardo talmente intenso che per poco non gli cedettero le ginocchia.

Bene, poteva dire di essere stata messa K.O. solo per quella inaspettata dichiarazione, e ancora una volta era riuscita a spiazzarla. Iniziava ad odiare il fatto di rimanere sempre senza parole!

Ma per fortuna la sua troppo-frequente ‘mancanza’ fu subito colmata dal ladro.

Qui è perfetto per fare esperienza con i primi piccoli furti. Non rischi di fare un buco nell’acqua ed è facile scomparire.”

Intendi, rapine o cose del genere?” chiese, terrificata alla sola idea.

William rise divertito dal suo turbamento e scosse la testa.

No. Nulla di tanto pericoloso micietta. Ma immaginavo che non sapessi di cosa parlo. Dopotutto, non sei propriamente quel tipo di persona che ha dovuto fare questo genere di cose per sopravvivere.”

Tu invece, le hai fatte?”

Buffy lo fissava, cercando di cogliere ogni minima sfumatura d’emozione sul suo volto.

Non ho sempre fatto quello che faccio per hobby. C’è stato un tempo in cui era necessario.” rispose, guardando dritto davanti a se.

Capisco.” lei abbassò lo sguardo, prendendo a giocare inconsciamente con le dita di lui, ancora appoggiate sul suo fianco. “Quindi…cosa dovrei fare?”

Spike si voltò per guardarla, rivolgendogli quello che la ragazza definì un sorriso alquanto diabolico. Dopodichè, gli avvenimenti furono talmente veloci, che Buffy fece fatica a seguirli e a capire alla fine cosa fosse accaduto. Seppe solo che la spalla del ladro aveva urtato un signore distinto e che un momento dopo, la sua mano teneva un portafoglio di pelle di coccodrillo.

La bionda rimase a bocca aperta a fissare l’oggetto rubato tra le agili dita di Spike e non seppe se complimentarsi o essere in colpa per aver anche solo pensato di farlo.

Wow.” Fu tutto quello che gli riuscì di dire.

William rise ancora e, continuando a guardarla, stese il braccio lungo il corpo per poi lasciare che il portafoglio cadesse sul marciapiede e tra la folla ignara. Fu un gesto talmente spigliato, che difficilmente qualcuno avrebbe potuto notarlo, soprattutto in mezzo a tutta quella confusione.

Ma Buffy l’aveva visto e non poté fare almeno di chiedersi il motivo di quel gesto. Dopotutto, Spike era un ladro! Perché avrebbe dovuto abbandonare un bottino così facile ma al con tempo ricco?

L’ossigenato sembrò capire la sua perplessità e subito chiarì.

Non mi sarebbe servito a nulla Buffy. E soprattutto non voglio delle maledette complicazioni in questo momento. Se posso evitarlo, cerco di non ficcarmi nei guai.”

Oh…” Bè, non c’è che dire! Adesso la bionda poteva affermare di aver sentito tutto nella sua breve vita. Un ladro che non amava mettersi nei guai? Dove si era mai visto? E soprattutto, non erano guai quelli che stava cercando quando era andato a casa sua per derubare il padre?

Mi sembra un po’ strano detto da uno che si diverte a infrangere la proprietà privata per poi rubare tutto quello che gli capita a tiro.” disse con voce calma e casuale, facendo finta di osservare le gigantesche insegne dei locali.

Okay, diciamo che ho mentito sull’ultima parte…ma comunque non ci avrei ricavato un dannato niente da un misero portafoglio! Sono un professionista io.” Gongolò tutto orgoglioso, indicandosi con una mano e sorridendo da sfacciato.

Ah, siamo modesti!” lo canzonò Buffy sorridendo.

Il mondo tutt’intorno era scomparso. Le luci, il caos, la gente che gli circondava. Esistevano solo loro due.

Allora passerotto…credo che adesso tocchi a te!” affermò lui, ammiccando con le sopracciglia.

I-io non credo di esserne capace.”

In realtà non è che non credeva, e che ne era proprio certa!

Non aveva neppure visto la mano di Spike entrare nella giacca di quel signore. Come poteva competere? E poi, riuscirci al primo tentativo? Noo. Quello che l’ossigenato gli chiedeva era praticamente impossibile…

Andiamo piccola, non è diffi..” si interruppe di colpo non appena una donna dai capelli chiari gli passò accanto. Si fermarono e lui iniziò a scrutare la folla come se stesse cercando qualcuno.

Buffy era confusa, non riusciva a capire cosa stesse facendo.

Spike? Che succede?”

Ma lui era distante, la fronte aggrottata e il labbro inferiore morso in segno di nervosismo.

Vieni.”

Non le lasciò il tempo di chiedere altro; la prese per mano e la trascinò lungo il marciapiede. Si ritrovarono a correre ripercorrendo la strada che avevano compiuto nella direzione inversa, urtando sgarbatamente le persone che gli lanciavano imprecazioni su imprecazioni.

Buffy, ansimante, fu sul punto di cedere e implorarlo di fermarsi, quando di botto si fermarono davanti ad un locale. La ragazza alzò lo sguardo, per poi spalancare gli occhi nel vedere un’enorme donna sexy tutta luminosa che si spogliava e faceva l’occhiolino.

Io non entrerò in un locale di spogliarelliste!!” annunciò fermamente, morendo dall’imbarazzo soltanto al pensiero.

Spike la guardò, anche lui piuttosto affannato dopo la corsa, e cercò mentalmente un modo – che non includesse il portarcela di peso – per convincerla. Non si fidava a lasciarla lì fuori.

Paura del confronto passerotto?”

Cosa?”

Ho pensato che non volessi per paura di essere denigrata…sai, quelle ragazze lì dentro non scherzano!” la sfidò, indicando con un cenno della mano l’insegna animata.

Tu sei pazzo se pensi una cosa del genere! Io non so..”

Bene!” e prima che potesse finire la frase, la trascinò nuovamente, facendola entrare nel locale.

Buffy trattene il fiato appena oltrepassarono l’ingresso, venendo subito inghiottiti dal buio della grande sala. C’era un palco nel centro, illuminato e disseminato di pali argentei, sui quali si strusciavano delle ragazze dai vestitini succinti. Tutt’intorno, tavoli o divanetti, dove sedevano uomini dai volti ignoti, nascosti tra le ombre.

Che diavolo ci faccio io qui…” sussurrò Buffy, emettendo una sorta di gemito disperato.

Si girò, guardando indignata uno Spike ghignante che osservava attento i movimenti delle ballerine.

Mi è mancato questo posto…” lo sentì mormorare, mentre la sua indignazione cresceva a dismisura. Avrebbe voluto chiamarlo con ogni epiteto offensivo che conosceva, se non fosse stato per il piccolo e insignificante particolare che lei non aveva davvero alcun motivo per farlo. Ma la tentazione c’era…

Seguimi.” Le ordinò con tono piatto, aggirando i tavoli che circondavano il palco. E lei lo seguì. ‘Lo faccio solo perché non voglio rimanere sola con questi pervertiti!’ si disse mentalmente, sempre più arrabbiata per il comportamento del ladro.

E naturalmente, la situazione si fece ancora più tesa quando percepì gli sguardi dei suddetti pervertiti su di lei. Se ne avesse avuto la possibilità, Buffy avrebbe ficcato la testa sotto il pavimento lucido, come gli struzzi. Ma ancora una volta Spike le venne in soccorso, stringendola a se in un abbraccio molto più possessivo del primo. La bionda ne fu sorpresa e compiaciuta, non sapendone comunque il motivo, e quando alzò lo sguardo verso di lui, notò che guardava con espressione truce i clienti del locale. Una sensazione di calore nello stomaco la fece sorridere, nonostante tutto.

Arrivarono davanti ad una semplice porta, nascosta in un angolo dietro al palco. Sopra c’era il divieto di accesso e Buffy pensò che quelli dovevano essere i camerini delle spogliarelliste. L’ossigenato entrò senza farsi troppi scrupoli e subito si ritrovarono in un breve corridoi con diverse porte.

Non avete letto il cartello? Voi qui non potete entrare!” disse una voce ruvida e brusca dietro le loro spalle. E quando Buffy si girò per guardare chi avesse parlato, scoprì che quella voce si addiceva perfettamente all’involucro del proprietario. Era un tipo di carnagione scura, alto e massiccio, con corti capelli neri simili a quelli dei militari.

Ciao anche a te Bob! E’ questo il modo di salutare un vecchio amico?” disse Spike con un’aria più strafottente del solito.

Spike.” L’uomo fece una smorfia nel pronunciare il suo nome e a Buffy fu chiaro che evidentemente non gli andava a genio l’ossigenato. “Non chiamarmi Bob, altrimenti ti faccio un nuovo paio di occhiali.” minacciò con tono basso. Poi lanciò un’occhiata alla bionda al fianco dell’uomo più odioso che avesse mai avuto la sfortuna di conoscere.

Sempre dannatamente simpatico a quanto vedo. Mi fa piacere constatare che alcune cose non cambiano mai, Bob.” continuò a sferzarlo il ladro, mentre Buffy iniziava seriamente a temere per la sua incolumità.

Ci fu un momento in cui l’uomo rimase perfettamente immobile, si poteva vedere solo la mascella che si contraeva in movimenti spasmodici di rabbia.

Che cosa sei venuto a fare qui?” chiese, dopo quello che sembrò un’eternità.

Sto cercando Anyanka. So che è appena arrivata.”

Non sei autorizzato a vederla. Alla clientela non è permesso incontrare le spogliarelliste.” rispose l’uomo con un volto impassibile.

Su andiamo Bob. Non puoi farmi un piccolo favore in onere dei bei vecchi tempi?” chiese Spike, inarcando un sopracciglio e aggrappando una mano alla cintura dei jeans col pollice.

Evidentemente il ladro aveva detto qualcosa di particolarmente irritante, perché a quel punto sembrò che il possente uomo si volesse buttare su Spike, per ridurlo in un’ammasso di poltiglia sanguinolenta. Ma un ordine, dettato da voce femminile, lo fermò all’istante, facendo poi voltare i tre nella sua direzione.

Buffy riconobbe subito la donna che aveva urtato Spike lungo la strada e per poco non esclamo un ‘Io ti conosco!’ finendo così in una situazione imbarazzante, se non fosse stato per le parole di quest’ultima.

Hai fatto un po’ in ritardo Spike! Cosa ti ha trattenuto?” chiese la ballerina con tono lasciavo e un piccolo sorriso obliquo.

Piacere di rivederti Anya. Vedo che non hai perso i vecchi vizi di un tempo!”

Ho, mi conosci! Non ho saputo resistere..” disse, poco prima di lanciare un oggetto che Spike prese al volo, mentre con l’altra mano cacciava una sigaretta dalla tasca dello spolverino. Se la mise tra le labbra e l’accese con il suo ritrovato accendino.

Sei sempre la solita ciminiera…mi chiedo come diavolo fai a continuare a fumare quella roba!” commentò la donna. Il ladro tirò fuori una nuvola di fumo grigiastro dalla bocca, ignorandola.

Bred, qui non servi più. Puoi andare.” Ordinò Anya all’ oscuro uomo, che nel frattempo perseverava nel lanciare ogni sorta di maledizione silenziosa all’ossigenato.

Gia Bob, vatti a fare un giro.” Infierì Spike, prendendo un’altra boccata dalla sua sigaretta e godendosi l’espressione sconfitta della sua vittima preferita.

Avanti, non stiamo qui ad ammuffire! Venite nel mio camerino.” E così dicendo li condusse in una stanza poco distante, con sopra la porta una stella rosa e il nome Anyanka.

Deve essere una delle più richieste…’ pensò Buffy, che fino a quel momento si era limitata a seguire gli avvenimenti senza intromettersi, nella speranza di capirci qualcosa. L’unica conclusione a cui era arrivata era che Spike sembrava conoscere molto bene questa Anya e che doveva aver frequentato quel posto abbastanza da conoscere il butta-fuori. Inoltre c’èra la questione dell’accendino! Se la donna era stata tanto brava da rubarlo dalla tasta di Spike, voleva dire che anche lei doveva essere una ladra…ma Buffy non ne poteva esserne certa.

Dio, mi scoppia la testa! Non ci capisco più nulla!!’ e fece una smorfia nel pensare questo, così da attirare l’attenzione del ladro che gli era affianco.

Tutto bene?” chiese l’ossigenato, e la bionda annuì sforzandosi in un sorriso rassicurante.

Entrarono nel camerino e all’improvviso fu come essere catapultati in un altro mondo. C’erano vestiti di ogni colore e di ogni modello sparsi ovunque, appoggiati sul sofà rosso sangue, sulla poltroncina vicino alla specchiera e sul separè beige decorato con rose bianche. La luce che rischiarava la stanza era calda e pallida, e faceva luccicare appena le paietté dei vestiti.

Il tuo stile è cambiato. Ricordo che usavi molto meno stoffa, una volta.” commentò William, guardandosi attorno per trovare un portacenere.

Oh, con tutti i soldi che guadagno, adesso me lo posso permettere! Sai, i clienti pagano una fortuna quando concedi loro anche la bocca.”

Per poco la mascella di Buffy non cadde a terra nel sentire quelle parole. All’improvviso si accorse di non sapere più dove posare lo sguardo, mentre sembrava che Spike non fosse per nulla turbato, anzi. Aveva un sorriso divertito sul volto e scuoteva piano la testa.

Tu e la tua maledetta lingua…non cambierai mai!”

Tesoro, non fare il santerillino con me. Infondo non è passato molto tempo da quando tu e la mia maledetta lingua giocavate insieme!”

Cristo, no! Questo avrei preferito non saperlo!’ pensò Buffy con una smorfia, mentre Spike veniva preso da un’improvviso attacco di tosse. La bionda lo fulminò con lo sguardo, con dentro solo il desiderio di ucciderlo nel modo più doloroso e lento possibile. Non sapeva da dove scaturisse tutta quella rabbia, ma al momento non ci pensava.

La donna, nel frattempo, aveva afferrato uno dei suoi tanti vestiti e si era nascosta dietro il separè per cambiarsi, probabilmente per nulla consapevole del disagio che era andata a creare.

Allora, chi è la bambolina con te? Un nuovo acquisto di Angelus?”

Buffy, sentendosi chiamata in causa, decise che era arrivato finalmente il tempo di dar aria alla propria bocca.

Non sono una bambolina! Il mio nome è Buffy.” disse con tono indignato.

Buffy? Un nome buffo, non trovi? Ma ti si addice.” rispose la donna, uscendo dal separè con indosso un lungo vestito argentato con un’ampia scollatura.

Non lavoro più per Angelus, Anya.” rispose invece Spike con tono serio. “E lei non c’entra nulla con lui.”

Anche Anya divenne seria, e fissò il ladro con occhi indagatori mentre la bionda al suo fianco guardava entrambi con fronte aggrottata.

Sai meglio di me che non è tanto facile uscire dal giro. Se Angelus ti vuole, ti prende e basta.”

Questa volta è diverso. E comunque, non sono affari che ti riguardano.”

Così, quasi dal nulla, si era andata a creare un’atmosfera di tensione tra quelli che priva sembravano buoni amici e Buffy si chiese chi fosse questo Angelus per suscitare tanta inquietudine.

Bene allora. Se permettete, ho uno show da incominciare.” Disse Anya con un rinnovato sorriso, mentre si infilava le scarpe dal tacco alto e si avviava alla porta.

E’ stato un piacere rivederti Spike. E anche tu Buggy!”

Buffy.” La corresse la ragazza.

Come vuoi!” e la ballerina sparì con un ticchettio ritmico di scarpe, lasciando i due nel suo camerino, con l’eco lontano dei fischi della clientela.


CAPITOLO 7 –RINUNCE-

Seduta sul bordo della vasca, chiusa nella bagno della suite, la bionda ragazza rifletteva su quello che era accaduto quella sera.

Tutto andava bene all’inizio e poi, l’incontro con quella Anya, aveva scatenato un torrente pieno di domande nella sua testa e altrettante sensazione che pretendevano di essere considerate. Ma sembrava che non solo lei fosse stata colpita da quell’incontro. Il ritorno al motel era stato stranamente silenzioso. Mai come in quel momento gli era parso uno Spike tanto pensiero e distante. Buffy aveva visto qualcosa nel suo sguardo, preoccupazione o forse, addirittura paura, insieme ad immagini di un passato che a lei non era permesso conoscere. E di nuovo le voci delle sue domande si facevano sentire nella sua mente, pretendendo delle risposte.

Ma non era solo questo a tormentarla, quanto anche la consapevolezza che, in un modo o nell’altro, iniziava ad affezionarsi davvero a quello strafottente uomo dai capelli ossigenati. E la cosa peggiore, era che non sapeva se considerarlo un bene o un male.

E se poi quel sentimento cresceva? Se si fosse trasformato in qualcosa di più grande, qualcosa che non si può gestire? Cosa succede quando ci si innamora di un ladro dalle tante vite?

Inoltre, dubbi molesti gli ronzavano attorno come schifosi insetti. Si chiedeva se questo sentimento d’affetto che provava per William fosse nato già da prima e se la sua decisione fosse stata compromessa da quest’ultimo. E se fosse stato così? Allora tutte le sue certezze crollavano! Non c’era più nulla di certo, più nulla di reale…

Ma nonostante tutto, Buffy non si pentiva di quella scelta. Adesso, come mai in tutta la sua vita, poteva dire di sentirsi finalmente viva.

Si alzò, mettendosi di fronte alla specchiera. Questa volta c’era un riflesso diverso che la guardava, un riflesso di una donna confusa, ma che era decisa a sapere, a capire.

La bionda si spostò davanti alla porta, scostò una ciocca di capelli che gli era caduta sulla fronte e uscì dal bagno.

Spike era in piedi, vicino al frigo-bar, che si versava del whisky in un bicchiere di vetro. Era vicino, a pochi passi di distanza, eppure sembrava lontano mille miglia. A Buffy sembrò irraggiungibile.

Ma il turbamento della ragazza era nulla paragonato a quello del ladro.

Dopo l’incontro con Anyanka, Spike aveva rivisto il suo passato in un lungo, straziante ammasso di ricordi dimenticati. Si era improvvisamente reso conto che era impossibile cancellarli, che loro rimanevano comunque lì, a tormentarlo non appena ne avevano l’occasione. E di nuovo, il peso delle colpe l’aveva attanagliato, portando con se una consapevolezza dolorosa che riguardava la sua allieva.

Buffy.

Non poteva negare di essere attratto da lei più di quanto desse a vedere. Era una attrazione diversa da quella che aveva già sperimentato con altre donne. Questa la sentiva in qualche modo più forte, più profonda e sapeva che, inevitabilmente, sarebbe cresciuta. E presto, se non già in quel momento, non sarebbe più stato in grado di fare almeno di lei…dei suoi occhi selvaggi o del suo dolce profumo.

Ma…Cristo, non poteva rischiare di metterla in pericolo! Quello che aveva detto Anya era vero: se Angelus ti vuole, ti prende. E lui non poteva rischiare che ne andasse di mezzo Buffy. Era una guerra che riguardava solo ed esclusivamente lui, e lei non doveva rischiare la vita a causa del suo egoismo.

No. Aveva sbagliato, accettando che lei lo seguisse, ma adesso avrebbe rimediato…

Spike?” la sentì che lo chiamava, ma non si girò a guardarla per paura di cedere.

Spike…chi è Angelus?” chiese Buffy, titubante.

Lo vide fissare per un attimo il liquido scuro sul fondo del bicchiere, sempre con quello sguardo vuoto e poi mormorare qualcosa che non capì.

Io vor..”

Sei ancora in tempo.” la interruppe lui, bevendo in un solo sorso il forte liquore.

Cosa?”

Sei ancora in tempo per tornare indietro, alla tua… stramaledetta vita.” continuò, sempre senza guardarla e odiandosi infinitamente per quello che stava dicendo.

Ma io non voglio!”

Dovresti invece.” il cuore gli faceva male, il respiro sembrava quasi acido nei suoi polmoni, ma proseguì. “Non sei adatta a fare la ladra. Torna nel tuo bel castello delle fiabe, riccioli d’oro.”

No..” sussurrò la bionda con voce tremante, scuotendo la testa come se volesse svegliarsi da quell’incubo. Lui la stava cacciando…la stava mandando via. Le stava negando l’unica cosa che la rendeva felice, l’unica cosa di cui si sentisse veramente sicura.

Lacrime dall’amaro sapore scivolarono lentamente lungo le sue guance, mentre con una mano cercava di reprimere i deboli singhiozzi che gli uscivano dalla gola. Ma quello non fu sufficiente per impedire che Spike li sentisse…

Il ladro chiuse gli occhi e contrasse la mascella per trattenersi dall’abbracciarla, da cedere alle sue lacrime. Avrebbe voluto consolarla e supplicargli di perdonarlo per aver detto tali eresie, ma i buoni propositi che lo aveva mosso lo fecero desistere. E per sua fortuna, lei corse in bagno chiudendo la porta a chiave e lui quasi sospirò di sollievo.


Stava chiusa in quel maledetto bagno da un’ora ormai! Pensava per caso di viverci lì dentro? Non che lui non fosse sollevato nel rimandare il più possibile lo scontro…perché ne era sicuro, ci sarebbe stato uno scontro! O per lo meno lo sperava… Di certo lo preferiva ad un pianto disperato!

Una bella litigata la poteva gestire, ma le sue lacrime…no, quelle proprio non riusciva a tollerarle.

Spike sospirò e si sistemò meglio sul letto mettendo un braccio sotto la testa. La stanza era nel completo buio, le tende erano state tirate in modo da impedire alle luci dei casinò di entrare dalle finestre. Si rilassò per un’istante, pensando che probabilmente doveva provare a dormire, quando il rumore della serratura del bagno che scattava fece tendere ogni muscolo del suo corpo. No, decisamente non era possibile per lui riuscire a dormire quella notte!

Sentì passi di piedi nudi e poi il letto che si abbassava sotto il peso di un’altro corpo. Il rumore del lenzuolo che veniva spostato e lo strusciare della pelle contro di esso.

Il ladro buttò fuori l’aria in un rumoroso sospiro, accorgendosi solo adesso di aver trattenuto il fiato per tutto quel tempo. Forse, lei non voleva litigare…forse aveva accettato l’idea di tornarsene a casa. Si sentì morire al solo pensiero. Possibile che fosse stato tanto facile? Quindi, lei non teneva a cuore la sua decisione come aveva detto…le aveva mentito?

La rabbia iniziò ad irradiarsi in ogni fibra del suo essere sostituendo la pena e il dolore, quando, all’improvviso, un dolce peso si adagiò sul suo torace, facendo svanire ogni granello d’ ira. L’inebriante odore vanigliato di lei le arrivò alle narici, accompagnandolo in una dimensione paradisiaca. Il suo sangue prese a pompare velocemente nelle vene e tutto si fermò in quell’unica, sola percezione.

Tesoro…” sussurrò, quasi implorando, mentre il suo braccio andava a circondare delicatamente la vita di lei.

William, non mi importa del tuo passato o di questo Angelus…io voglio rimanere con te. Ho fatto una scelta, e non mi tirerò indietro.”

E lì, in quel preciso istante, alla luce delle parole della ragazza, il ladro vide crollare davanti a se tutto il suo stoicismo come un fragile castello di carta. Si rese conto che ormai non poteva fare più almeno di lei, che sarebbe morto se l’avesse lasciata. Era egoista e debole…lo sapeva! Ma il suo cuore era stato rubato, e lui doveva seguire la dea dorata che gliel’aveva sottratto.

La strinse più forte, godendo della sensazione di un corpo caldo su di se e della sua morbidezza.

Buffy, promettimi una cosa…” disse, accarezzandole i capelli con una mano “…se dovesse succedermi qualcosa, promettimi che non mi cercherai, che dimenticherai tutto quello che mi riguarda e che tornerai da Willow e da tuo padre.”

Un lungo silenzio predominò sul buio, un silenzio che nascondeva incertezza.

William io…”

Promettimelo Buffy!”

Un sospiro di rassegnazione e ancora silenzio.

Va bene, te lo prometto…”

Un altro sospiro, questa volta di sollievo, e poi Spike baciò la fronte della bionda.

Dormi passerotto…domani ti aspetta un duro allenamento.”

E Buffy chiuse gli occhi, cullata dalle forti braccia del suo ladro, scivolando in un dolce sonno che sapeva di pace.



TRE MESI DOPO…


La gialla luce proveniente dall’elegante piantana in ottone rischiarava a malapena la grande stanza. I tappeti pregiati, insieme alla costosa mobilia, rendevano l’ambiente più intimo senza tradire un certo alone di importanza. Una musica lenta e seducente si espandeva tra i muri e accarezzava le lunghe tende che nascondevano il balcone, mentre i quadri, incorniciati da splendide cornici, osservavano silenziosi i sinuosi movimenti della donna in piedi davanti al letto. Fasciata da un leggerissimo vestito porpora, iniziava a spogliarsi a suon di musica per il fortunato uomo sdraiato sul materasso. I suoi capelli color del miele ricadevano morbidi sulle sue spalle, le braccia flessuose si estendevano verso il soffitto, ondeggiando lievemente, imitando il dolce dondolio della marea. L’uomo non poteva far altro che rimanere estasiato da quella luminosa fata dagli occhi smeraldo, e continuava a godere di ogni suo movimento, ripetendosi ancora una volta nella serata che quello era proprio il suo giorno fortunato.

La donna si chinò tenendo sempre puntato lo sguardo verso l’uomo, mentre si alzava la lunga gonna e molto lentamente, si sfilava l’altra calza color carne. La lanciò sul letto e facendo un piroetta, ondeggiò i fianchi con fare sensuale.

Oh Lilith…sei fantastica!” sussurrò l’uomo, tenendo tra le mani la calza della donna e annusandola con aria adorante.

Lilith si avvicinò al letto e vi si mise a carponi, cominciando ad avanzare verso di lui con andatura felina. Poteva sentire l’alito caldo di lui uscire sempre più velocemente dalla sua bocca, insieme al cuore, battere ferocemente. Si mise in ginocchio e gli tolse gli occhiali dalla sottile montatura, poi gli si avvicinò, fino a toccargli l’orecchio con le labbra rosso sangue.

Mi vuoi?”

L’uomo non poté far altro che annuire, perso dal desiderio.

Bene..” mormora Lilith socchiudendo gli occhi. Accarezzò una guancia accaldata di lui e poggiò un soffice bacio sulle sue labbra. Ma all’uomo non bastava. Era troppo preso dalla smania di averla, troppo colmo di libido per accontentarsi di quel leggero sfiorarsi di labbra, così si avventò su di lei in cerca di qualcosa di più. Lilith però si scansò e gli mostrò i denti in un dolce e sensuale sorriso.

Prima, perché non vai a prendere qualcosa di forte? Qualcosa che possa animare la serata?” propose, sempre con il suo tono caldo.

Lui annuì e scese dal letto, avviandosi precipitosamente al piano di sotto per prendere forse la bottiglia di champagne più pregiata che possedeva.

La donna lo guardò sparire oltre la soglia e si appoggiò alla spalliera del letto emettendo un debole sospiro di sollievo.

Che c’è, già stanca passerotto? Eppure non mi sembrava che lo fossi quando facevi la gattina sexy con quel finocchio!”


Due piani più sopra, nello stesso edificio, un’altro uomo armeggiava con un dispositivo vicino ad una cassaforte. La stanza in cui si trovava era molto più spaziosa di quella in cui stava la donna ed era totalmente immersa nel buio. Buio in cui, lui si mimetizzava perfettamente.

Mi vuoi?” gli fece il verso l’oscuro uomo, imitando la voce della donna con una smorfia. “Pff, è patetico!”


Che c’è Spike, non sarai mica geloso?” lo provocò la donna con un sorriso stampato in faccia, mentre con una mano si lisciava la gonna del lungo vestito.


Spike scoppiò in una risata dal suono isterico, continuando sempre a trafficare con quel dannato aggeggio che non voleva proprio saperne di mettersi a funzionare.

Geloso io?” scosse la testa “Si vede che non mi conosci ancora bene Buffy!”


Lei era scettica e continuò a sorridere.

Sarà…” affermò, prendendo a giocherellare con l’estremità delle lenzuola “Sai, questo Ghery è ben sistemato e il suo letto è veramente molto comodo…stò seriamente pensando che non sarebbe una cattiva idea passare la notte qui!”


Due piani più su, Spike si immobilizzò, finì di fare qualsiasi cosa stesse facendo e si trattenne dall’urlare nell’auricolare fino a spaccare i timpani della sua compagna, e finire poi per essere scoperto. Fece un profondo respiro e contrasse le dita della mano sinistra.

Tu verrai via con me, e non si discute, chiaro?” ordinò con voce dura, irritato da tutta quella situazione assurda in cui si era andato a cacciare.


Buffy non era per nulla turbata, ma anzi, era incredibilmente felice della reazione del ladro. Ridacchiò, cercando di contenere il più possibile la sua contentezza.

Come lei ordina, maestro!”


Spike scosse la testa e iniziò a borbottare imprecazioni, maledicendosi per aver accettato la proposta fattagli dalla sua allieva giorni fa.

Il piano era di distrarlo. DI-STA-RLO!! Non di finirci a letto! Maledizione Buffy…mi farai andare di matto…’ pensò il ladro, mentre rimetteva nella sacca il congegno che aveva appena aperto la cassaforte. Non poteva fare almeno di pensare a quel dannato bamboccio che sbavava sulla sua Buffy.

Se la tocca anche solo con un dito…giuro che mando a puttane tutto e gli spacco quella faccia da topo che si ritrova!’

Tra il fervore dei suoi pensieri, non fece proprio caso a ciò che faceva e finì per prendere tutto ciò che c’era nella cassaforte, senza curarsi del loro effettivo valore. L’unico suo pensiero adesso era di andarsene prima che il Viscido mettesse i suoi tentacoli su Buffy.

Qui ho finito. Liberati del finocchio e andiamo.”


Buffy non commentò, si limitò ad annuire, benché lui non potesse vederla. Sentì dei rumori che provenivano dalle scale e subito prese una piccola pillola nascosta sotto un’adesivo applicato sulla sua nuca. Si mise il sonnifero in bocca e si assicurò che l’adesivo rimanesse ben attaccato alla sua pelle, al di sotto dell’attaccatura dei capelli. Appena l’uomo fu dentro la stanza, mostrando vittorioso la bottiglia del pregiato champagne in una mano e due bicchieri di cristallo nell’altra, Buffy gli si avventò sopra baciandolo con tutto l’impegno possibile.

Quando si staccarono, l’uomo le rivolse un debole sorriso, poi crollò addormentato al suolo producendo un tonfo sordo.

Mi dispiace…” sospirò la ragazza, imitando malamente un’espressione affranta “…ma non eri il mio tipo!”


La piccola villetta sulla spiaggia che avevano affittato era ben arredata e molto confortevole. William le aveva insegnato che dormire in dei motel dopo aver ripulito una persona importate non era sicuro, ne tanto meno confortevole. Quindi, ogni volta che si trasferivano in una città, affittavano una casa o prendevano una stanza di uno dei più costosi hotel della zona, utilizzando una parte dei soldi del colpo precedente. Il suo motto era: ‘Più fai credere di essere una persona importante, più è difficile che ti stiano alle calcagna!’ e ineffetti aveva ragione. Ora Buffy capiva come mai la polizia non era riuscita a prenderlo dopo tutto questo tempo!

Comunque, dopo il suo allenamento alla Las Vegas, si erano momentaneamente stabiliti a San Diego, un posto che la piccola Buffy avrebbe voluto non lasciare mai. Si era innamorata del mare, del limpido sole che filtrava ogni mattina dalla sua finestra, del rumore ritmico delle onde che la rilassavano e la trascinavano in un profondo sonno la sera. Aveva promesso a se stessa che lì sarebbe tornata… magari in altre circostanze.

Erano appena tornati e mancavano poche ore all’alba. Spike aveva tutta l’aria di essere non poco irritato e Buffy sapeva perfettamente il perché.

Dopo quella sera in cui aveva ribadito la sua decisione di rimanere con lui, il loro rapporto aveva iniziato ad evolversi e a svilupparsi, diventando sempre più intimo durante i tre mesi di convivenza. Fu un cambiamento sorprendente perfino per loro, considerando che all’inizio avrebbero voluto uccidersi a vicenda. Parlavano spesso. Lei del suo passato, lui del suo futuro. La ragazza aveva capito ormai che William non si sarebbe mai sbottonato più di tanto per quanto riguardava la sua vita passata, così preferiva non insistere con le domande. Erano arrivati ad una sorta di tacito patto, qualcosa che proteggeva il loro rapporto da possibili liti o incomprensioni.

Fra due giorni partiamo.” annunciò con tono apatico William, sedendosi pesantemente sul divano e appoggiando le gambe sul tavolino di cristallo davanti a se.

Ah, per dove?” chiese la ragazza, togliendosi le scarpe che le avevano massacrato le caviglie e stendendosi sul divano accanto a Spike. Appoggiò la testa sull’addome del ladro e stiracchio le gambe gonfie e appesantite.

Lui rimase ancora qualche secondo ad ammirarla, ad osservare i suoi lunghi capelli che si adagiavano sul suo stomaco e a desiderare le sue labbra tentatrici. Era incredibile se pensava che, nonostante fossero diventate ormai naturali tra di loro certe effusioni, gli sortivano sempre lo stesso effetto. E ogni volta non faceva che torturarsi, perché voleva di più. Quanto avrebbe voluto confessare i suoi sentimenti, dichiarare il suo amore, ma avrebbe dovuto infrangere qualcosa di troppo importante, qualcosa che poi non si poteva più aggiustare.

Phoenix.” Dissi infine, riprendendosi dal suo stato di adorazione e cercando tuttavia di mantenersi freddo e coerente.

Buffy fece una smorfia. Non gli piaceva quella città, ci era già stata.

Perché Phoenix? Non potremmo andare in un altro posto? …che so, Los Angeles!”

Non andremo a Los Angeles.”

Perché? È una città interessante…almeno credo.” Aggrottò le sopracciglia, perché in effetti non aveva idea se fosse davvero interessante!

Andremo a Phoenix. Fine della storia.” Esordì lui, evitando accuratamente di guardarla.

Che c’è? Sei di pessimo umore!” indagò la ragazza.

Sto bene.”

No. In realtà non stava affatto bene! Gli bruciava ancora la faccenda del ‘distrarre’ e del ‘piano perfetto’, di cui aveva parlato lei giorni fa.

E’ per via di Ghery?” provò a chiedere Buffy, un po’ intimidita.

Spike tornò a guardarla torvo, vedendola abbassare lo sguardo e tormentarsi le dita.

Ti ho affidato l’organizzazione di questo colpo perché ero maledettamente convinto che non mi avresti deluso. Mi sono fidato e cosa ottengo? Soltanto un’ammasso di fandonie!”

Buffy scattò seduta per fronteggiarlo e subito partì alla carica.

Io non ti ho mentito! È andato tutto secondo i piani e il colpo è uscito bene!”

Certamente, ma che mi dici della faccenda del ‘distrarre’!” si alzò e incominciò a camminare nervosamente per la stanza.

Il piano era di incontrare ‘casualmente’ Ghery Jhonsson al ristorante dove cenava di solito, farci amicizia, sedurlo per avere accesso alla sua lussuosa villa. Dopodichè, il suo compito non era altro che quello di assicurarsi che la porta rimanesse aperta, cosicché lui sarebbe potuto entrare senza problemi.

Non mi avevi detto che comportava fare la gatta morta con quel segaiolo! E se io avessi avuto problemi? Se non avessi finito in tempo? Fino a che punto ti saresti spinta?” la sua voce si era alzata di volume, fino a gridare in preda all’ira.

Avevo la situazione sotto controllo. Avevo il sonnifero se ci avessi impiegato più tempo!”

Il ladro scosse la testa e alzò le braccia, facendole cadere subito dopo in segno di rassegnazione. Aveva ragione…al sonnifero proprio non aveva pensato.

Tornò a sedersi – sulla poltrona questa volta – e buttò indietro la testa, chiudendo gli occhi.

Buffy l’osservò per qualche minuto, poi si alzò e andò in cucina a preparare una tazza di thè. Era stata sorpresa all’inizio nell’apprendere che Spike beveva il thè come qualsiasi altro inglese; in realtà non lo faceva spesso, ma aveva scoperto che era ottimo per calmarlo.

Gli si sedette sulle ginocchia e gli porse la tazza colma di liquido fumante.

Scusa.” sussurrò e lo vide alzare il capo e guardare prima lei, poi la tazza che aveva in mano.

Lui sospirò; avrebbe potuto perdonargli qualsiasi cosa se lo guardava così. In quei momenti la vedeva così indifesa e vulnerabile…

Prese la tazza e incominciò a sorseggiare lentamente il liquido oscuro, mentre Buffy gli rivolgeva un sorriso smagliante.

Lo sai che tengo a te…non vorrei ti accadesse nulla di male.” disse William fissandola intensamente. Lei annuì senza dir nulla e si fece avvolgere dal braccio di lui che gli circondò la vita per tenerla più stretta a sé.


L’alba avvolgeva con la sua luce pallida e rosata la spiaggia, insieme alle onde docili del mare che piano, incominciavano a raffreddarsi. I raggi rossicci penetrarono dalle ampie finestre della camera da letto e si adagiavano sul bianco lenzuolo, incitando la ragazza al risveglio.

Buffy aprì gli occhi, piacevolmente accolta dall’odore umido del mare e dal richiamo lontano dei gabbiani. Era stesa sul letto e accanto a se c’era Spike, con la faccia affondata nel cuscino e un braccio possessivamente stretto attorno alla sua vita. La bionda arrossì, sorridendo, colta – come ormai tutte le mattine – da quel piacevole calore alla bocca dello stomaco. Era una cosa di cui, decisamente, non poteva più fare almeno. Quel tenero segno d’affetto, la faceva sentire parte di qualcosa, spazzava via la solitudine, perché adesso apparteneva a qualcuno.

Si alzò silenziosamente dal letto, divincolandosi il più delicatamente possibile dalla stretta del ladro, per non svegliarlo. Preparò del caffè e uscì sul balcone per godersi il panorama del sole rosso che sorgeva. Sorseggiando il liquido dall’amaro sapore, ripensava a William e a ciò che aveva lasciato per stare con lui.

Il loro rapporto era cambiato, questo era indubbiamente certo…ma come? Lei non ne era sicura. Poteva definirsi amore, quello che c’era tra loro?

Scosse la testa.

No.

L’amore, nella sua vita, non aveva portato altro che dolore e delusione, quindi, perché chiamare Amore ciò che non finiva per ferirla? Doveva sicuramente essere qualcos’altro…

Forse amore fraterno…

Si, questa è bella?’ la schernì una vocina nella sua testa, quella che le ricordava il desiderio che provava per quell’uomo ogni volta che lo vedeva a torso nudo o che lo sorprendeva guardarla con i suoi occhi profondi. Dio, i suoi occhi…

In un’attimo gli tornò alle mente l’unico bacio che c’era stato tra loro. Era stato…

“…sconvolgente…”

Si, quella era il termine esatto per definirlo. E riusciva ancora a ricordare il suo sapore sulle labbra e il calore bollente nel sentire il suo corpo schiacciato contro quello saldo di lui. Gli abbracci, le carezze e i piccoli contatti fisici che avvenivano adesso fra di loro, non potevano neppure comparare quella sensazione. Ogni giorno che passava, ad ogni abbraccio, sentiva sempre più forte il desiderio impellente di riassaporare i suoi baci e riscoprire la loro velata morbidezza.

Quindi, si poteva definire Amore Fraterno il loro?

No, decisamente.

Ma perché buttarsi, con il rischio di rovinare ogni cosa o di complicarla, quando poteva ancora godere della sua presenza sempre ed in ogni caso? Doveva resistere, accontentarsi di quello che aveva…perché l’amore gli aveva insegnato cosa significava davvero soffrire. Donarsi anima e corpo, per qualcuno che prima o poi, ti tradisce.


CAPITOLO 8 –NEL PROFONDO-

Uno stridente acuto di un gabbiano in picchiata sul mare, la distrasse dalle sue riflessioni. Decise che era meglio non pensarci e, girandosi attorno per cercare qualcosa che la distraesse, trovò con lo sguardo la refurtiva lasciata sul tavolino di cristallo. Erano stati talmente assorti l’altra notte, che avevano dimenticato di nasconderla.

Entrò in casa e posò la tazza vuota sulla mensola della cucina, avvicinandosi poi al malloppo. Notò, tra i gioielli di famiglia e alcune statuette d’avorio, una busta gialla. La prese e delicatamente l’aprì.

Oh Dio…” C’erano dei soldi dentro!! E sembravano anche parecchi!!

Poi vide un’agendina nera, celata prima dalla busta.

In quel momento, Buffy ebbe un brutto presentimento, ma si convinse a sfogliarla per vedere cosa ci fosse di tanto importante per nasconderla in una cassaforte.

Sui sottili fogli c’erano scritti, con calligrafia spigolosa, numeri di telefono e note di ogni genere. Vide chiaramente un’appunto che diceva: ‘L.A. 2.000dollari’. Sotto c’era un numero di cellulare e l’indirizzo di un tipo di nome…

Angelus!!” esclamò senza rendersene conto.“No no nonono..” Decisamente non significava nulla di buono!

Buffy!” sentì Spike che la chiamava. Sicuramente l’aveva svegliato lei. E se avesse visto quell’appunto? Cosa sarebbe successo? Sapeva per esperienza personale che non era mai una cosa buona nominare Angelus di fronte a William e, nonostante non avesse la benché minima idea del motivo, sapeva altrettanto bene che non era sicuramente una persona con cui poter bere una buona tazza di thè. Inoltre, l’ultima volta che l’aveva nominato, aveva rischiato di perdere…Lui.

Senza pensarci due volte infilò l’agendina tra i cuscini del divano e gli sedette sopra con fare disinvolto. Fece appena in tempo, perché neppure un minuto dopo, Spike entrò nel salotto.

Che fai lì?” le chiese il ladro, vedendola seduta con un sorrise decisamente falso stampato in faccia.

Niente.” rispose la bionda, ampliando se possibile il suo sorriso, cercando disperatamente di essere convincente.

Mmm..tu non me la racconti giusta tesoro! Hai tutta l’aria di una che è stata appena colta con le mani nel sacco…e lo dice uno che di queste cose se ne intende!”

Niente, stavo…sta-stavo solo qui seduta a-a…riflettere!! Si! Riflettevo…”

Riflettevi?”chiese scettico l’ossigenato, arcuando il sopracciglio sfregiato.

Mhm-mm”

Seduta?”

Si”

E su cosa, se non sono indiscreto?” insistette lui, incrociando le braccia sul petto.

Bè io..i-io..”

Buffy finiscila di fare la bambina e dimmi che cosa diavolo sta succedendo qui!”

No. Non posso!” e detto questo si alzò di scatto, prendendo l’agendina e cercando di nasconderla mentre scappava in cucina. Ma Spike la notò e fu più veloce di lei. L’afferro per un braccio, attirandola contro di lui e con l’altra mano gli strappò il libretto dalle dita.

La ragazza abbassò lo sguardo, sconfitta, chiedendosi cosa avrebbe fatto adesso. E se, com’era già successo, Spike avesse cercato di mandarla via? Come l’avrebbe convinto questa volta…

Che cos’è questa?” gli chiese il ladro, tenendo l’oggetto in questione tra due dita. Ma non ottenendo risposta dalla bionda, iniziò a sfogliarla per capire cosa contenesse. Anche lui, non ci mise molto a trovare quello che Buffy aveva disperatamente cercato di nascondergli. E subito l’agitazione scosse le sue vene e il suo sguardo s’indurì.

Dove l’hai trovato?”

Tra la roba che hai preso ieri sera..” rispose con voce flebile la ragazza.

Lui si precipitò subito al tavolino e trovò la busta che Buffy aveva lasciato aperta. Contò i soldi che vi erano dentro: 2.000.

Fece due più due.

Quei soldi, erano di Angelus….e loro erano nella merda fino al collo.

MALEDIZIONE!”


Era passata mezz’ora e ancora silenzio nella stanza da letto. La casa sembrava improvvisamente piombata in un mutismo forzato assolutamente snervante.

Spike si era chiuso in camera dicendo di dover riflettere e lei era rimasta tutto il tempo accovacciata nella poltrona a fissare la porta della stanza che lo celava, aspettando chissà cosa. In effetti, non aveva idea di cosa fare…

In un certo senso si sentiva colpevole, ma cercava più che altro di pensare ad un modo per uscire dal guaio in cui si erano cacciati.

Dentro di lei, permaneva ancora la paura di un’eventuale decisione di Spike di abbandonarla, ripetendogli che era troppo pericoloso stare con lui. Inoltre, si aggiungeva anche la paura per questo Angelus. Considerando la reazione dell’ossigenato, doveva essere proprio una persona pericolosa.

Guardò per l’ennesima volta la porta, concentrandosi per sentire anche il minimo segno della presenza del ladro nella stanza.

Niente.

Stupido…” mormorò.

Era incredibile questo suo comportamento! Chiudersi in una camera da letto sperando di trovare una soluzione! E come poi? Chiedendola al cuscino o alla lampada del comò? Se c’era un problema dovevano affrontarlo insieme! Erano una squadra, si o no?

Si alzò e si diresse verso la porta, pensando che gli aveva concesso fin troppo tempo per ‘riflettere’.

Quando l’aprì, lo trovo seduto sul bordo del letto, i gomiti appoggiati sulle ginocchia e una sigaretta tra le labbra. Lo trovò incredibilmente sexy, ma subito stroncò sul nascere quel pensiero, rimproverandosi per aver pensato ad una cosa del genere in un momento come quello.

Lui rimase immobile, fissando un punto sul pavimento, la fronte leggermente contratta e il fumo che usciva fluidamente dalle labbra.

Buffy si appoggiò sullo stipite della porta, rimanendo a guardarlo.

Ho bisogno di star solo. Scusami.”

Sei scusato.” disse semplicemente lei e ignorando completamente quello che aveva appena detto, gli andò incontro, inginocchiandosi poi dietro di lui.

Delicatamente gli poso le mani sulle spalle e incominciò a massaggiarle con movimenti decisi e rotatori.

Cosa stai facendo?”

Sto cercando di aiutarti a rilassarti, visto che è da un’ora che stai chiuso qui dentro. E a giudicare dalla puzza micidiale, avrai sicuramente fumato come un turco. Non mi sembra che tu abbia concluso qualcosa, quindi, vediamo se insieme riusciamo a trovare una soluzione a questo macello.” mentre parlava aveva continuato a massaggiarlo nei punti dove si era accumulata più tensione, cercando di sciogliere i nervi tesi.

Ah, e sarà meglio se questa la mettiamo da parte, che ne dici?” gli tolse la sigaretta che aveva tra le dita e si sporse lungo il comodino per spegnerla nel posacenere.

In tutto quel tempo Spike non aveva protestato, rimanendo semplicemente a fissarla con uno sguardo indecifrabile.

Sei incredibile.” affermò dopo un po’, sbuffando e scuotendo la testa.

No. Tu sei incredibile. Te ne stai qui da solo a cercare una soluzione ad un problema che è anche mio!”

Non è tuo! Sono io che ho sbagliato e tu non centri nulla…”

Buffy sospirò.

Spike la devi finire di..” ma non fece in tempo a iniziare la sua ramanzina che l’ossigenato si girò di scatto verso di lei e la tirò a sé, afferrandola per la vita e tirandosela sulle ginocchia.

Buffy rimase letteralmente senza fiato.

Tu non hai una fottuta idea della gravità della situazione, tesoro.” Disse lui, ad un soffio dal suo viso.

Il cuore incominciò ad accelerare, la tensione invase la pelle vellutata, increspandola in un’unica onda di piccoli brividi.

Angelus è un tipo molto possessivo per quanto riguarda tutto ciò che gli appartiene…”

Il nervosismo crebbe e svuotò la sua mente di fronte a quegli occhi di ghiaccio, così desolati e privi di emozione.

Tu…”

Un’attimo di esitazione nella sua voce e finalmente poté scorgere un barlume di sentimento.

“…se sapessi cosa ho fatto Buffy…quello che ero diventato…”

Rimpianto e dolore scaturirono dalla sua voce e lei ebbe l’irrefrenabile desiderio di consolarlo e proteggerlo, accoglierlo dentro di se per lenire ogni sua pena.

Non voglio che tu entri in questa storia, potrebbe evolversi in un modo sbagliato.”

Il suo tono assunse dolcezza e alzò una mano per accarezzarle i capelli e una guancia, mentre i suoi occhi arano ossessivamente incollati alle sue labbra.

“…non posso perderti Buffy, lo capisci?”

Non poteva parlare, non poteva muoversi, non poteva rispondergli. Si limitò a fissarlo, ripensando a quanto sarebbe stato bello riscoprire il suo sapore. Il resto, non contava.


Non poteva parlare, non poteva muoversi, non poteva rispondergli. Si limitò a fissarlo, ripensando a quanto sarebbe stato bello riscoprire il suo sapore. Il resto, non contava.

Come posseduta avvicinò il suo viso a quello del ladro e delicatamente, posò le sue labbra su quelle di lui. Spike da prima rimase immobile, incredulo, ma poi si perse nella dolcezza di quella bocca che tanto aveva desiderato. Il bacio continuò a limitarsi in un lento sfiorarsi, come per ridestare la sensibilità del tocco, poi il ladro affondò una mano forte nella chioma della bionda e cercò con la lingua la sua entrata. Lei non si fece negare e subito lingue affamate danzarono con ardore, esplorandosi, cercandosi, rincorrendosi.

Spike la sdraiò delicatamente sul letto senza staccarsi dalle sue labbra vogliose, mentre lei accarezzava il suo torace con le piccole mani. Emise un gemito quando l’ossigenato passò a mordicchiare la pelle calda del suo collo e lei cercò disperatamente di tenere a bada il suo respiro. Sentire il peso del suo corpo su di se e la sua bocca accarezzarle la giugulare, la stava lentamente portando verso l’oblio.

Buffy accarezzò i muscoli delle braccia e passò le sottili dita sul suo addome, trovando poi l’orlo della maglietta, gliela sollevò per saggiare la sua liscia pelle. Incominciando ad ansimare, tolse l’ingombrante indumento e lo attirò subito dopo per la nuca, donandosi in un bacio mozzafiato.

Buffy…mi fai impazzire.” Mormorò il ladro sulla sua bocca, stringendola contro di se. Ma quelle parole sussurrate spezzarono qualcosa nell’animo della bionda, facendola precipitare dolorosamente nella realtà. All’improvviso si rese conto di quello che stava facendo e senza troppi complimenti, spinse via il ladro e saltò fuori dal letto, riavviandosi continuamente i capelli in un tic nervoso.

No..i-io…oddio, che c-cosa…sono impazzita, io..” farneticò la bionda, mentre l’uomo la guardava stordito e con gli occhi ancora colmi di desiderio.

“…d-devo andare..si, ad-desso..” e si girò, dirigendosi verso la porta, per poi rimanere paralizzata con una mano sulla maniglia. Non sapeva neppure lei perché si fosse fermata, non sapeva neanche che cosa l’avesse spinta a fermare lui!

Rimase immobile a fissare le sue dita strette intorno alla maniglia, vedendole poi scomparire sotto un’altra mano dall’aspetto decisamente virile. All’improvviso tutti i suoi sensi si concentrarono sulla sensazione di un corpo sodo pressato contro la sua schiena e un braccio forte che le stringeva la vita. Socchiuse gli occhi quando l’alito caldo del ladro le sfiorò l’orecchio.

Buffy…”

Il suo nome sembrò pronunciato come una preghiera e la bionda non poté che sospirare al suono della sua voce che aveva il potere di farla vibrare fin dentro l’anima.

Spike, io..”

Shhh” gli intimò il ladro, spostando la mano dalla maniglia per accarezzarle la guancia e il collo, scendendo poi per infilarsi sotto la sua camicetta. Vide le lunghe dita sfiorarle il ventre piatto, fino a risalire ad uno dei suoi seni, stringendolo lievemente. Perse poi il fiato quando, contemporaneamente, Spike la pressò contro il suo inguine, facendole sentire il bisogno che aveva di lei.

Lo senti Buffy? Lo senti cosa mi fai..?” la provocò, sfiorandole il lobo dell’orecchio con le labbra, mentre sussurrava. “Fa male Buffy…fa dannatamente male.”

Gli ansiti della bionda non fecero che aumentare e non riuscì a trattenersi dallo sfregare il proprio sedere sul rigonfiamento del ladro che, di tutta risposta, ringhiò lievemente sul suo collo.

A quel punto non poté più resistere e mandando al diavolo qualsiasi altro proposito, si girò tra le braccia dell’uomo e riprese a baciarlo con più ardore.

Spike le afferrò le cosce, caricandosela in braccio mentre lei lo avvolgeva con le gambe.

Continuarono a baciarsi finché non caddero di peso sul materasso e Buffy riuscì a malapena di pensare sul come fossero arrivati fin lì.

Spike iniziò a spogliarla partendo dalla camicetta, accarezzando e massaggiando ogni centimetro di pelle nuda che capitasse sotto le sue mani, mentre Buffy lavorava freneticamente sulla sua cintura. Alla fine si ritrovò nuda sotto di lui senza neppure rendersene conto e la sua mente ottenebrata recepì solo in minima parte il fatto che lui indossasse ancora i jeans. Il ladro si stacco da lei, sostenendosi sugli avambracci per contemplare la sua pelle spoglia da qualsiasi barriera, affascinato dal movimento dei suoi seni che si abbassavano e alzavano al ritmo del suo respiro. Quando tornò a guardarla negli occhi, vi vide dentro l’infinito, come se dentro di essi fossero celate le più importanti delle verità. Non resistette e ritornò a baciarla, evitando qualsiasi commento, perché sapeva bene che gli sarebbe stato difficile proferir parola. Sentì le sue piccole dita che trafficavano con i bottoni dei suoi pantaloni e un sospiro di trionfo quando finalmente riuscì ad aprirli tutti. Interruppe di malavoglia il bacio e ansimando pesantemente si liberò dal fastidioso indumento, ritornando poi dalla sua dea dorata. Si sedette di fronte a lei e lasciò che il suo sguardo vagasse per la sua splendida figura, soffermandosi sulle curve soffici del suo meraviglioso corpo. Buffy lo vide attraverso la spessa col trina del suo sguardo tenderle la mano. L’afferrò, mentre l’altra andò a posarsi sui suoi glutei per sollevarla e posizionarla sul suo grembo. La bionda gemette quando percepì la sua virilità sfiorarle il ventre e subito il suo corpo andò a fuoco, facendole arrossare la pelle. Si inarcò, strofinandoglisi contro e Spike buttò indietro la testa per il troppo piacere, guardandola da sotto le palpebre pesanti e mostrandole i denti in una smorfia dolorosa.

Cercando di riprendere il controllo di sé, tornò a baciarle il collo e contemporaneamente la sollevò, facendola poi ricadere lentamente sul suo membro. Buffy si lasciò sfuggire un lungo gemito di beatitudine mentre lui la riempiva, guardando vacuamente il soffitto.

Lui rimase immobile per un po’, la sensazione del calore avvolgente del suo corpo lo stavano facendo impazzire.

Quello era il paradiso…

Lentamente iniziò a muoversi, tenendola per i fianchi mentre con la bocca giocava con i suoi seni torniti, sfregando la lingua ruvida sui capezzoli e succhiandoli avidamente con le labbra. Presto nella stanza risuonarono i loro gemiti, accompagnati dal suono ritmico del mare, che man mano si faceva più violento e forte come il loro amplesso.

Tutto incominciò a girare nella stanza e Buffy riuscì a sentire la pressione nel suo ventre aumentare, fino a diventare insopportabile.

Ti prego…” piagnucolo, completamente soprafatta dal piacere.

Spike esaudì la sua silenziosa richiesta e portò una mano tra di loro, sfregando e strizzando il sensibile fascio di nervi mentre le sue spinte si facevano sempre più profonde e frenetiche.

Lasciati andare amore…lasciati andare…” gli sussurrò nell’orecchio con voce roca.

E Buffy esplose.

La voce di lui, colma di desiderio, e la sensazione di sentirlo vibrare dentro di se, la fecero raggiungere l’apice con una violenza inaspettata…e si ritrovò ad urlare il suo nome.

SPIIIKE!”

Per il ladro fu abbastanza. Ogni barlume di controllo si dissolse di fronte alla visione di lei che si contorceva sopra di lui, e anche lui esplose nell’orgasmo con un basso grugnito.

Crollarono in fine uno sull’altro, travolti da quel mare di sentimenti e emozioni, che gli avevano portati alla deriva. Tutto era completo, tutto assumeva un velo di pace che gli donava serenità.

Spike strinse la sua dea in un dolce abbraccio e la trascinò sotto le lenzuola, godendo del contatto con il suo corpo caldo e assopendosi al ritmo del suo respiro.




Il primo pensiero coerente andò alla scorsa notte. Le sensazioni provate e ancora il suo profumo sulla pelle. Un fievole sorriso le illuminò il volto e subito si girò aprendo gli occhi, immaginando di trovarlo ancora addormentato al suo fianco. Ma lui non c’era…

Buffy si portò a sedere di scatto, guardandosi intorno e chiedendosi dove fosse finito William, mentre un brutto presentimento si faceva strada nel suo cuore.

William!” lo chiamò, ma non ricevette nessuna risposta. Allora si alzò dal letto, avvolgendo il proprio corpo nudo nelle lenzuola e sperando con tutta se stessa che quella vocina cattiva nella sua testa avesse torto.

Uscì dalla stanza e si diresse in salotto; lì rimase paralizzata a fissare qualcosa che non aveva più creduto di poter rivedere.

Sul tavolino di cristallo era adagiato un portagioie rosso, rifinito con fili d’oro e vicino ad esso, un biglietto:

Ho pensato che ti avrebbe reso felice riaverlo…Infondo, te lo sei meritato! Sei un’ottima allieva Buffy…e non ti ho mentito l’altro giorno. Tengo davvero a te, più di quanto tu possa immaginare.


William


Ps- Ricorda la promessa.


***


Un’ombra scura macchiava il pavimento, sopra di essa, un’uomo affacciato alle grandi vetrate del suo ufficio, guardava assorto nei suoi pensieri il curato giardino che circondava la villa. Alto e robusto, vestito con abiti eleganti e sobri, trasmetteva un’alone di inquietudine e religioso rispetto.

Angelus, hai visite.” disse una donna dai lunghi capelli castani, che era appena entrata nella stanza.

Fallo entrare.” rispose semplicemente l’uomo, voltandosi per guardare l’essere più odioso che avesse mai conosciuto, ma l’unico che poteva considerare al suo pari.

Non fare quella faccia…neanch’io sono così contento di rivederti!” parlò l’essere con una voce arrogante e decisa, che fece sorridere appena l’uomo.

Spike”

Angelus”

L’uomo scuro fece qualche passo, portandosi da vanti alla scrivania e appoggiandovisi sopra. Era perfettamente a suo agio; quello era il suo regno. Ma l’altro uomo, il ladro ossigenato che gli era di fronte, non era da meno. Anche lui sembrava disinvolto, e portava con sé uno sguardo sicuro.

Immagino tu sappia perché sono qui..”

Certo che si. Ricordo molto chiaramente il momento in cui mi tradisti e non posso pensare che tu sia venuto fin qui solo per chiedermi di partecipare ad una rimpatriata in onore dei bei vecchi tempi.”

Il ladro fece una smorfia involontaria al sentirlo: ci metteva sempre troppe lettere quando parlava!

Già…mi rincuora sapere che usi ancora le tue solite frasi fatte scritte sul manuale del Perfetto Criminale! E’ qualcosa che ti ha sempre contraddistinto.” disse ironico, provocando un moto di ira in Angelus. Ma questo si impose subito la calma, indossando la sua famigliare maschera fatta di gelo inespressivo.

Sei il solito sfacciato.”

Si, devo ammettere che mi riesce maledettamente bene!”

E’ per questo che sei venuto?”

No.” rispose Spike, tornando a farsi serio. “Ti restituisco quello che ti appartiene Angelus.” E detto questo, tirò fuori dallo spolverino una busta gialla che porse all’uomo di fronte.

Angelus osservò attentamente la busta e lentamente sporse il braccio per prenderla; la osservò pensieroso, rigirandosela tra le dita.

Credi che sia così semplice?” chiese al ladro continuando a non guardarlo, mentre questo induriva i lineamenti del proprio volto, presagendo già la brutta piega che aveva preso la conversazione.

Non voglio avere niente a che fare con te, Angelus. Considera questo spiacevole colloquio un evento pressoché unico.”

Angelus sorrise beffardo e sollevò la busta in una mano, tenendola tra il pollice e l’indice.

Questi, non danneggeranno di certo il mio capitale con la loro mancanza. Ho molte risorse…come ben sai, Spike. E’ stato incredibilmente semplice prevedere le tue mosse!”

Cosa diavolo stai dicendo?”

Sto dicendo, che ti sei fatto fregare come un pivello alle prime armi.” Fece una pausa, guardando soddisfatto il viso sconvolto del suo acerrimo rivale nell’apprendere l’inganno che gli aveva gabbato. “Ho bisogno del tuo talento. Ho bisogno di averti al mio fianco…come una volta.” continuò, avanzando lentamente verso di lui.

Sei un fottuto pazzo se credi che asseconderò le tue cazzate!” rispose il ladro; il viso contratto e la voce piena di rabbia a stento trattenuta.

No, no. Così non va! Cosa sono tutte queste brutte parole? La tua piccola sorellina sarebbe molto delusa di te, Spike, se adesso potesse sentirti.”

Qualcosa si ruppe nell’animo del ladro. All’improvviso il peso del passato gli sembrò troppo grande da sostenere e si diede dello stupido per aver pensato di poter proteggere le persone che amava tanto allungo. Il ricordo della sorella gli trafisse il cuore. Lei era quello che rimaneva della sua famiglia…e adesso era nelle mani di uno senza scrupoli come Angelus.

"Will, perché devo rimanere sola? Rimani con me…ti prego.” Lo supplicava di non andarsene, mentre lui già preparava le valige con le sue poche cose.

Downie, piccola, non ce la facci a rimanere…mi dispiace.” Era vero. Non poteva rimanere. Aveva bisogno di cambiare, di dimenticare.

Ma non ti rivedrò più? Io non voglio lasciarti!” i suoi occhi innocenti si erano riempiti di lacrime. Lei non voleva lasciare il fratello. Era l’unico che l’avesse sempre difesa.

No, non dire così…ci rivedremo Down. E non devi preoccuparti, tu non sarai mai sola. Io sarò sempre al tuo fianco, e se è necessario, darò anche la vita pur di proteggerti.” Era una promessa la sua. Niente e nessuno avrebbe turbato la vita della sua sorellina, non dopo che aveva subito così tanto dai loro genitori. Lei meritava di essere felice adesso. “ Sei pur sempre la mia briciola, no?”

La strinse tra le braccia, mentre lei rideva di quel nomignolo che le aveva dato anni fa.

Downie.” inconsciamente pronunciò il suo nome al ricordo di quell’addio tanto struggente.

E la sua promessa. Ora inutile, infranta.

L’avevi nascosta davvero molto bene Spike, l’ammetto. Mi hai dato filo da torcere.”

Dannato segaiolo, DIMMI DOVE STA MIA SORELLA!!” l’ira prese il posto della ragione e, seguendo l’istinto, Spike prese Angelus per il bavero della giacca e lo scosse forte. Ma l’uomo rimase impassibile, un ghigno perfido gli incurvava le labbra sottili. In un’attimo la situazione si ribaltò e il ladro si ritrovò pressato contro il muro, con Angelus che incombeva su di lui.

Tu appartieni a me. Sei mio, Spike, e non saranno cinque anni oppure mille a cambiare questa cosa! Avresti dovuto rimanere nella tua adorata terra, inglesino.”


***


Buffy guardava fuori dal finestrino dell’aereo, con i pensieri persi tra le soffici nuvole tra cui volava. Davanti ai suoi occhi, scorrevano densi di emozioni, i ricordi degli ultimi mesi.

Stava tornando a casa…come aveva promesso…

Ma la sua testa, la sua anima e il suo cuore erano lì, con Lui…dovunque lui si trovasse.

Erano passate settimane dall’ultima volta che l’aveva visto, che l’aveva sentito…e ancora non riusciva a pensare che non fosse più tornato, che l’avesse lasciata. Era diventato il suo mondo…e l’aveva lasciata…

Chiuse gli occhi, cercando di trattenere le lacrime e sospirò di dolore per quei pensieri.

Certo che il destino era proprio crudele! Proprio quando aveva scoperto un sentimento tanto importante per quel dannato uomo, quello stesso dannato uomo gli veniva tolto.

Si chiedeva cosa gli fosse successo, dove fosse…se gli avessero fatto del male! E se fosse…

No! Neppure voleva pensare che l’avessero…

Signorina! Signorina!”

Oh, mi scusi. Ero soprappensiero.”

Allacci le cinture. Stiamo per atterrare.”

La bionda fece come le aveva detto l’hostess e si guardò intorno.

Perché si trovava lì?

Aveva fatto una promessa…

Mi dispiace William…ma non posso...’

Non voleva dimenticare! Come faceva a dimenticare!? E ignorare tutto ciò che aveva dato uno scopo alla propria vita? Ignorare l’unica cosa, l’unica persona, che la rendeva…viva?

Neanche per idea!

Sapeva che era una pazzia, sapeva che era pericoloso…ma non poteva arrendersi!

Sarebbe dovuta salire su quell’aereo per tornare a casa e rimanerci, ma non era nelle sue intenzioni. Lei era tornata per cercare informazioni…e magari anche un’aiuto.

Questa volta, si fa a modo mio!’


Lungo la strada i passanti camminavano veloci e i rumori si confondevano tra loro. Attorno ai tavolini, coppiette innamorate o amici fidati bevevano le loro ordinazioni. Era una limpida giornata a New York e la vita trascorreva normalmente.

Una ragazza si fermò davanti ad un locale, nei suoi occhi si rifletteva l’insegna del My Caffè.

Il cameriere ripuliva il tavolo dalle tazzine sporche e intascava la mancia, quando si accorse di una figura famigliare davanti a se. Alzò lo sguardo lentamente e rimase in silenzio per un po’ ad osservare la ragazza appesantita dai bagagli.

Tu non dovresti essere qui.” disse. “E soprattutto, non dovresti essere sola…”

Ho bisogno di parlarti Oz. Devo sapere…”




CAPITOLO 9 –RITORNO-

“…e così, il giorno dopo non l’ho più visto. Ha preso la busta ed è sparito. Sono sicura che è andato da Angelus per restituirgliela.” Buffy finì di raccontare gli avvenimenti che l’avevano condotta lì e osservò la faccia pensierosa di Oz, insieme a quella un po’ impaurita di Willow.

Aveva deciso di omettere alcune cose in questa storia: come quello che era successo tra lei e William e anche le informazioni che riguardavano i furti che avevano attuato.

Sperava in cuor suo che Oz potesse aiutarla e che la sua amica non si fosse fatta un’idea sbagliata di lei…aveva paura del suo giudizio, ma sapeva che prima o poi, la verità sarebbe venuta a galla.

Io, non potevo dirtelo Will…ti avrei messo in pericolo.” Sentì il bisogno di giustificarsi.

E’ tutto okay Buffy. Oz mi ha raccontato tutto, quando siete partiti.” Risponse la rossa, rivolgendo all’amica un sorriso bonario. La bionda subito si sentì sollevata da un gran peso; sapere che Willow non era in collera con lei, le semplificava le cose.

Ho bisogno di sapere chi è questo Angelus e come lo posso rintracciare. William non ne ha voluto parlare…cercava sempre di evitare questo discorso.” disse rivolgendosi al ragazzo che gli era seduto di fronte, mentre con la mente ritornava a quella sera in cui Spike le disse che doveva andarsene…solo per proteggerla. Le si restrinse il cuore a quel ricordo e subito cercò di spingere i sentimenti in un piccolo angolo oscuro della sua mente, ripetendosi che non doveva lasciarsi abbattere.

Nel frattempo Oz rifletteva e guardava assorto la sua mano intrecciata con quella lattea della sua ragazza. La decisione da prendere era difficile e non sapeva come agire.

E’ pericolo Buffy. Non so chi sia questo Angelus, ma non puoi andare avanti da sola in questa storia. Questa è gente pericolosa! Se William aveva deciso di tenerti all’oscuro di tutto, ci deve essere una ragione…” cercò di dissuaderla Willow.

Lo so perfettamente Will…io stessa sono cosciente della stupidaggine che stò facendo…” poi si rivolse nuovamente al ragazzo, sporgendosi un po’ sul tavolo e mettendo una mano sulla sua spalla “Ti prego Oz…non posso abbandonarlo…non riuscirei a vivere dopo.” Era una richiesta disperata la sua, quasi una supplica; e divenne cosciente solo allora di cosa era disposta a fare pur di riavere il suo Spike.

Oz annuì con la testa e sospirando, iniziò a raccontare: “Arrivammo a New York, più o meno, nove anni fa. I genitori di William erano morti e ricordo che per lui fu quasi un sollievo…”

Come?” chiese la rossa sconvolta.

“…già, il padre aveva il brutto vizio di bere e picchiava sempre lui e sua sorella. La madre…bè, lei è sempre rimasta indifferente a tutto. Era praticamente inesistente nella vita di entrambi.”

Oh mio Dio…” sussurrò Buffy a mezza voce. Anch’io ho avuto una famiglia… Sono morti quando avevo diciannove anni, in un incidente... Hanno meritato quella fine! Io e mia sorella abbiamo subito troppo a causa loro…Adesso, riusciva a comprendere la sua rabbia e quello sguardo duro che tanto l’aveva spaventata.

Comunque, decise che quel posto gli stava troppo stretto e venne qui. Io, naturalmente lo seguii. Purtroppo non avevamo nessuna esperienza lavorativa. Avevamo provato a farci assumere per alcuni lavoretti, ma i soldi non erano mai abbastanza…”

Così iniziaste con i furti.” Concluse Buffy per lui.

Esatto. All’inizio ci sembrò giusto così…” fece una pausa, forse immergendosi completamente nell’onda di ricordi che le avevano evocato quelle parole, e poi continuò. “Per due anni andammo avanti in questo modo, finché io non trovai un lavoro soddisfacente. William, per i primi tempi collaborava, cercava anche lui di impegnarsi per trovare un lavoro, ma poi continuò a fare quello che facevamo insieme, da solo. Io ho cercato di convincerlo ad abbandonare…” scosse la testa “..è sempre stato un testa calda!”

Così è per questo che vi siete separati!? Tu hai trovato un lavoro…” disse la bionda, mentre pian piano iniziava ad allacciare tra loro i pezzi di quella storia.

Oz annuì. “Si. Purtroppo era diventata come una droga per lui…poi ebbe la sfortuna di conoscere quelli di Angelus, che lo portarono da lui. Angelus gli disse che aveva talento e gli fece mille promesse. Alla fine, William si ritrovò al suo fianco con alcuni colpi ben riusciti…divenne il suo braccio destro.”

Vuoi dire che, prima erano soci?” chiese incredula Willow, dando luce ai dubbi di Buffy. La bionda aveva intuito già qualcosa del genere.

Non proprio soci…diciamo che Spike era come il marchio di riconoscimento di Angelus. D'altronde, Angelus si era sempre circondato da piccoli ladruncoli e bravissimi assassini. Un ladro esperto era quello che gli mancava…e Spike era l’uomo perfetto.”

Ma poi, perché se ne andato? Perché ha abbandonato Angelus..??”

Non lo so di preciso…io e lui avevamo interrotto i contatti durante il periodo in cui era salito di livello. Un giorno tornò da me…sembrava sconvolto. Mi disse che era stato cieco e che aveva fatto delle cose orribili. Non volle raccontarmi nient’altro.”

Continua.” lo incitò la bionda.

Rimase alcune settimane da me, poi decise di tornare per un po’ a casa…da sua sorella. Aveva bisogno di ritrovare se stesso…almeno così mi disse. Dopo alcuni mesi lessi sul giornale di quel museo svaligiato a Londra, il tempo di elaborare chi fosse stato e me lo ritrovai a casa più raggiante che mai.” Alzò le mani e le riposò sulla superficie liscia del tavolo, emettendo una strana smorfia con le labbra. Willow continuò a guardarlo con espressione assente, mentre Buffy elaborava freneticamente quelle informazioni per poter giungere ad un’ipotesi che giustificasse la scomparsa di William.

E possibile che Angelus…abbia riproposto a Spike di lavorare ancora per lui..” sussurrò alla fine, incapace di credere che il suo ladro l’avesse abbandonata per questo.

E’ possibile. La perdita di Spike sarà stata un grosso botto per lui…ma dubito che William abbia accettato. Piuttosto, si sarebbe ammazzato.” Il ragazzo si rese conto troppo tardi di quello che aveva detto e così, guardò mortificato il volto della bionda farsi di colpo pallido e completamente stravolto dal terrore.

Buffy, sono sicura che non è così…” si precipitò a rimediare Willow, mandando un’occhiataccia al fidanzato. “…vedrai che sta bene. Lui non è il tipo che esce di scena in questo modo.”

Già, lui è più il tipo da gran finale con effetto a sorpresa.” Aggiunse ironico Oz, cercando di alleggerire l’aria pesante che si era addensata intorno a Buffy.

La ragazza annuì e inghiottì a fatica. Anche lei era convinta che Spike fosse vivo –se fosse stato il contrario, era sicura che l’avrebbe percepito – ma, sentirlo supposto l’aveva agitata comunque.

Allora, perché non è più tornato?” chiese con voce tremante.

Un ricatto...!” disse improvvisamente la rossa, guardando prima Buffy e poi Oz, per cercare un segno d’approvazione.

Si, è da Angelus infondo! Basta pensare alla cosa più viscida e meschina e…” il ragazzo venne interrotto dal rumore della sedia che cadde improvvisamente al pavimento. La bionda si era alzata di scatto e teneva i palmi sudati sul tavolo.

Oz, che fine a fatto la sorella di William?” chiese agiata.

Non lo so…mi disse che l’aveva nascosta in un posto sicuro per…” non finì la frase, perché anche lui fu attraversato dalla stessa intuizione di Buffy. “Pensi che Angelus abbia rapito Down?”

E’ l’unica spiegazione.” Affermò la ragazza con tono cupo. Il groppo alla gola che gli impediva quasi di respirare.

Per un’attimo la stanza venne avvolta da un doloroso silenzio; i visi assorti tra pensieri truci e pressanti preoccupazioni, la tensione che riscaldava l’ambiente e l’aspettativa che contorceva lo stomaco. Nessuno parlava, ma tutti erano appesantiti da un’ingombrante consapevolezza.

Buffy si spostò, iniziando a camminare nervosamente e strofinandosi il viso con entrambe le mani: sapere che lei era lì, mentre il suo ladro combatteva per la vita sua e di sua sorella, la metteva in uno stato emotivo particolarmente suscettibile.

William ti ha detto dove ha rintracciato i seguaci di Angelus?” chiese ad Oz, continuando a massaggiarsi gli occhi chiusi con entrambe le mani.

No. Ma da quello che ho capito, la loro base non si trova certamente qui a New York. Hanno il controllo di un’intera città…il problema è, capire quale!”

La bionda sospirò di frustrazione e cercò di tornare indietro nel tempo con i ricordi, cercando tra essi qualsiasi piccola informazione, anche la più banale, che le potesse indicare da dove iniziare le ricerche.

Lo so che tieni a lui Buffy…anche Oz ed io siamo preoccupati per William, ma…io-io non credo che mettersi sulle tracce di Angelus risolverebbe molto…Insomma! Finirai soltanto per ficcarti anche tu nei guai!! Dobbiamo trovare una soluzione migliore.”

La bionda guardò l’amica con espressione austera, poi abbassò il capo e tornò a guardarla; Willow poté vedere i suoi occhi colmi di stanchezza e dolore e provò pena per lei.

Sono qui…sono disperata…” disse la bionda alzando leggermente le braccia, per poi sedersi di peso sulla poltrona. “…illuminami.” concluse, con voce fievole.

Io…” iniziò la rossa “…conosco una persona al distretto. Ho avuto questa idea prima, ma…n-non so quanto possa essere giusta.” Disse cono voce incerta. Oz strinse la mano della ragazza, accarezzandola con l’altra la schiena, in segno di sostegno.

Su, amore. Tanto peggio di così…” la incitò lui.

Bè...conosco Wesley da molto e, credo che se gli raccontassimo lo stretto necessario, potrebbe aiutarci.” Willow guardò in volto l’amica, per cercare una sua qualsiasi reazione alle sue parole. Sapeva bene che Buffy non avrebbe mai tradito Spike e collaborare con un’agente di polizia, poteva significare mettere a disposizione informazioni che lei, probabilmente, non era disposta a dare. Era pericoloso, non dovevano esporsi più di tanto se volevano tenersi i loro amanti.

Okay…ma ci parlerò io. Gli diremo solo quello che non metterà in cattiva luce William. Oz lo lasceremo fuori da questa storia…non voglio rovinarvi la vita più di quanto abbia già fatto.” Disse risoluta la ragazza, non volendo coinvolgere i due in questa storia.

Adesso rimane solo da capire in quale buco si è andato a nascondere Angelus e i suoi leccapiedi.” Propose Oz.

Ancora una volta, calò il silenzio. Il viso di Buffy si trasformò in una maschera impassibile, tramite la quale niente poteva trapelare. All’improvviso, le ciglia si aggrottarono, la mente tornò indietro di alcune settimane, ad una sera…

Fra due giorni partiamo.”

Ah, per dove?”

Phoenix.”

Perché Phoenix? Non potremmo andare in un altro posto? …che so, Los Angeles!”

Non andremo a Los Angeles.”

Perché? È una città interessante…almeno credo.”

Andremo a Phoenix. Fine della storia.”

Quella volta era stato categorico e lo conosceva abbastanza per affermare con assoluta certezza che c’era sicuramente un motivo molto importate per evitare continuamente quella città…

E’ a Los Angeles… ne sono certa.”




***


Spike si infilò la maglietta nera, facendo scomparire centimetro per centimetro i bianchi pettorali alla vista della donna dai lunghi capelli castani che, seduta sulla poltrona della sua stanza, si guardava con svogliatezza le unghie della mano destra.

Cosa ne pensi riguardo all’ordine del Capo?” gli chiese la donna, aggrottando leggermente la fronte e assumendo una posizione più comoda. La maglietta nera super scollata che indossava, si abbassò mostrando ulteriormente le sue curve, ma non se ne curò.

L’ossigenato si diresse verso il letto e prese la camicia rossa che vi era appoggiata sopra. “Credo che Mr. Gel abbia qualche sorpresina per noi. L’ho visto schifosamente allegro ultimamente…c’è di che esserne maledettamente preoccupati…”

Mmm…spero che non si tratti di qualche altra stronzata geniale ultra segreta! Sai, una di quelle che i grandi cattivi usano per conquistare il mondo.”

Faith, fai la brava bambina. Non vogliamo che il paparino si incazzi, vero?” chiese Spike con un sorriso sardonico in volto.

Oh, ma è così fottutamente divertente! Non vorrai togliermi questo piacere!? E poi, proprio tu mi vieni a fare una paternale: io lo irrito…sei tu quello che lo fa incazzare.” affermò la ragazza, alzandosi dalla poltrona e mettendosi davanti alla porta della stanza, aspettando che l’ossigenato si infilasse il suo immancabile spolverino.

Ti diverti così tanto a ricoprirti di pelle? Cos’è, ti rende più minaccioso?” commentò, quando lo vide avvicinarsi.

No, ma dannatamente affascinante. Impara dal maestro, dolcezza.” ribatté lui, con volto completamente impassibile, mentre uscivano dalla stanza per percorre i corridoi.

Ho sentito dire che gira aria nuova. Probabilmente qualche lattante si vuole mettere in mostra.”

L’ho sentito anch’io.”

E non ti prudono le mani? A me mi si rivolta lo stomaco quando vedo quei dannati novellini cercare di fare i master” fece una smorfia, trasformando le sue perfette labbra rosse in una linea sgraziata.

Nhaa…io lo trovo fottutamente divertente. Vedere il loro culo schiantarsi per terra di fronte a Angelus, mi ripaga con un piacere supremo” rispose, ripensando all’ultimo nuovo entrato che si era messo al loro pari per poi essere umiliato da lui stesso per la sua incompetenza. Mancavano tutti decisamente di esperienza e soprattutto, di tecnica.

Credevo che non ci fosse una cosa che ti piacesse di questo posto…mi devo ricredere?” gli chiese la bruna con un sorrisino sfacciato, svoltando l’angolo insieme a lui e alzando il passo.

Ci sono cose che fortunatamente non cambiano…”

Arrivarono davanti ad una porta di legno massiccio e bussarono, sentendo subito dopo una voce profonda concedergli il permesso di entrare.

Quando la porta si aprì, la prima cosa che videro fu la grande scrivania di Angelus, con sopra appoggiata una figura snella e sinuosa, fasciata da un bellissimo abito bordoux che risaltava perfettamente le sue curve. Spike inarcò il sopracciglio nell’osservare minuziosamente il perfetto corpo, non scomodandosi neppure ad alzare lo sguardo per vedere a chi appartenesse; lo sapeva già.

Spike, quando ti ricorderai che la mia faccia si trova in cima al mio collo e non sotto.” disse una voce sensuale, che in apparenza poteva sembrare severa, ma che tradiva una certa nota di compiacimento.

Cordy. E’ sempre un piacere vederti” ripose il ladro con un sorriso sexy.

La donna restituì il sorriso e fece un cenno con la testa alla ragazza mora, sistemata leggermente più indietro al fianco di Spike. Questa fece un sorriso falso e mormorò a voce bassa, “Puttana” in modo che potesse sentire soltanto l’ossigenato.

Un’altra voce si unì alle altre, la stessa profonda che avevano sentito attraverso la porta.

Spike, cerca di evitare di mangiarti la mia donna con gli occhi, se ci tieni alla pelle.” giunse minacciosa alle orecchie del ladro e tutti si voltarono verso di essa per prestargli attenzione.

Angelus, quale lieto evento ci porta nel tuo covo?! Hai per caso deciso per un altro taglio di capelli?” sferzò l’ossigenato, con il suo tono di voce più irritante.

L’uomo decise di ignorare lo spiacevole commento e con una smorfia gli invitò a sedersi. Faith si accomodò scompostamente sul divano di pelle, mentre Spike preferì rimanere alzato.

Vi ho fatto chiamare perché volevo che conoscesse di persona il nuovo membro della nostra grande famiglia. E’ promettente e di grande talento.”

Arriviamo al sodo. Cosa maledettamente c’entriamo in questo?” chiese il ladro con voce seccata, rendendosi conto che lui e Faith erano gli unici ad essere stati convocati. Questo lo rendeva un po’ nervoso. Di solito, quando c’era un nuovo arrivo, erano presenti tutti gli occupanti della villa. Perché questa volta era diverso?

Deve, interessarvi. Perché, vedi Spike, lei e la perfetta testimonianza che non sei l’unico ad essere brillante nei furti. Da adesso in poi, dovrai stare attento alle tue spalle.”

La fronte dell’ossigenato si corrugò mentre ripensava alle parole di Angelus. Quello che aveva recepito era che c’era un ladro sul suo stesso livello che era entrato nelle grazie del suo capo, ma l’informazione che più lo colpì fu il fatto che il misterioso ‘lui’ era una ‘lei’.

Puoi entrare” ordinò la forte voce di Angelus e subito la porta si aprì.

Da essa comparì una figura dal profilo minuto, dalle curve armoniose e imprigionate da pelle nera. Le gambe si tenevano in equilibrio su graziosi sandali dal lungo tacco, i fianchi erano a malapena coperti da una minigonna e il top lasciava scoperta la vita sottile. Lunghi capelli dalle tonalità chiare ricadevano morbidamente su spalle ben dritte e nude.

Spike perse il fiato quando vide il volto della sconosciuta. Portava un trucco che risaltava i suoi bellissimi occhi verdi e le labbra infiammate spiccavano con lussuria, ma lui la riconobbe comunque. Il cuore prese a battere furiosamente nel petto e un dolce ma invadente calore invase il suo stomaco, facendogli riscoprire la scintilla in quella visione. Lei, il suo amore…era lì.

Era molto diversa da come l’aveva vista l’ultima volta.

l’ultima volta non portava vestiti…’ gli disse una vocina perversa nella sua mente, quella che, nonostante tutto, non poteva che apprezzare quella intrigante novità nella sua Buffy.

Ma le emozioni ritrovate si mescolarono con altre che non presagivano nulla di buono; e domande si affollarono nella mente del ladro. Spike si costrinse a ritornare con i piedi per terra, costringendo le sensazioni ad affievolirsi, per non offuscare le sue capacità di ragionamento. Cercò di assumere un’espressione quanto più indifferente possibile e rifletté velocemente per capire.

Perché la sua Buffy era lì? Non si ricordava del patto? Non era stato chiaro? Perché l’aveva infranto? Non riusciva a capire…e la vista di lei così provocante non gli facilitava le cose!!

Lei è Mesy, la nostra nuova piccola stella” disse Angelus, guardando la donna minuta con un’apprezzamento fin troppo evidente.

Buffy rivolse un sorriso all’uomo scuro, poi puntò il suo sguardo sull’ossigenato che si trovava ad una decina di passi da lei e che non aveva smesso di fissarla. Per un’attimo avrebbe giurato di aver visto qualcosa di molto simile al calore e alla dolcezza nel suo volto, ma adesso era tornato una maschera di freddezza.

Mesy, quello con i capelli assurdamente colorati, è Spike. Il numero uno nel campo dei furti e il tuo diretto responsabile per i prossimi mesi.”

La bionda inclinò la testa e si avvicinò con passo deciso al ladro, ticchettando con i tacchi sul pavimento e ondeggiando sensualmente con i fianchi. Poteva sentire lo sguardo pungente delle altre donne su di se, ma si sforzò per ignorarle.

Piacere Spike” disse, offrendogli la mano per stringerla.

L’ossigenato osservò per qualche secondo le sue piccole dita dalle unghie perfettamente smaltate e con uno scatto veloce l’afferro per poi tirare su di se il suo sottile corpo. Buffy si ritrovò pressata contro il suo torace e ci volle tutto il suo autocontrollo per non sospirare di piacere.

Il piacere è mio…Mesy” disse Spike con voce morbida al suo orecchio, facendo tremare la ragazza che era tra le sue braccia. Sentendo di non poter resistere oltre, la liberò, permettendogli di allontanarsi da lui abbastanza da non essere una tentazione più che allettante.

Il solito buffone. Non riesce mai a tenere le mani apposto.” commentò acidamente Cordelia, sortendo alcuni dubbi nella mente della bionda.

Ha detto…non riesce mai a tenere le mani apposto?’ si chiese, cercando disperatamente di non esplodere in una smorfia disgustosa per il contorcimento del suo stomaco.

Io sono Faith” si aggiunse poi una voce proveniente dal fianco di Spike, distraendo la ragazza.

Salve Faith” salutò Buffy, stringendo la mano alla bruna e constando la sua forte e decisa stretta.

Non farti impressionare da Mrs. DonGiovanni. Ci ha provato anche con me la prima volta!”

Davvero?” chiese la bionda, inarcando il sopracciglio e chiedendosi se non fosse opportuno affibbiare una bella ginocchiata al suddetto DonGiovanni e andarsene di filata da quel posto.

Ora basta con le presentazioni. Io e Mesy dobbiamo discutere di alcune cose, voi potete andare” disse Angelus.

Spike e Faith si avviarono verso la porta, mentre Cordelia rimase appoggiata alla scrivania, studiando la nuova donna con interesse.

Cordy, hai sentito. Ho bisogno di parlare con Mesy, da solo” ribadì l’uomo, aggiungendo più autorità al suo tono di voce.

La donna bruna aprì gli occhi in una espressione sorpresa e poi gli restrinse minacciosamente. Osservò per l’ultima volta la ragazza bionda e uscì dalla stanza con passo sdegnato, seguita da quattro paio di occhi.

Spike distolse lo sguardo dalla figura di Cordelia che si allontanava lungo il corridoio e lo puntò su Buffy, osservandola mentre sorrideva ad Angelus. Strinse la mascella e uscì velocemente.


Camminava lungo i corridoi della grande villa, con la testa rimuginante e assorta. Non riusciva a scacciare l’espressione dura di Spike quando l’aveva vista. E quell’immagine, dentro di se, aveva richiamato a galla mille dubbi.

Se si trovava nella tana del lupo sotto falso nome, non era che per lui…

Forse era sbagliato stare lì…forse avrebbe fatto meglio a rimanere a casa con Willow…

Ma chi me l’ha fatto fare…” brontolò, appena prima di sentirsi trascinare con mala grazia attraverso ad una porta.

Quando riuscì ad riacquistare equilibrio, si accorse di trovarsi in una stanza molto simili ad un monolocale per come era accessoriata, e davanti a lei una figura dall’aria minacciosa.

Lentamente, con lo sguardo, percorse la sagoma, passando dal suo torace al suo viso dai duri lineamenti. Buffy si accigliò notando la mascella serrata e subito capì di essersi messa nei guai.

Oppsss…’

Salve Mesy. Mi ricordi qualcuno di maledettamente famigliare, lo sai?” disse Spike con voce duramente sarcastica; tanto che Buffy ne venne quasi ferita.

Mi aspettavo un’accoglienza diversa, ma mi accontenterò ugualmente del tuo spiacevole sarcasmo, grazie” rispose la bionda con medesimo tono, cercando di non dare a vedere quanto soffrisse per la sua freddezza.

Che diavolo ci fai tu qui?” chiese il ladro, restringendo gli occhi in modo minaccioso.

Sono qui per salvarti il culo!!” Stava per oltrepassare il limite e sperava con tutta se stessa di non sfogare la rabbia e la delusione in un pianto dirompente; non si sarebbe mai perdonata se avesse dimostrato tanta debolezza di fronte a lui in quel momento.

Il mio culo non ha bisogno di essere salvato dolcezza, e se non mi sbaglio penso di aver chiarito questo concetto già tempo fa!” sbraitò Spike, sbuffando e passandosi una mano tra i capelli, scompigliando ancora di più i riccioli ribelli.

Buffy rimase in silenzio, osservandolo mentre camminava nervosamente per la stanza per poi sospirare e guardarla ancora.

Perché sei qui Buffy? Abbiamo fatto un patto…tu non saresti dovuta entrare in questa schifosissima merda!”

Poi, senza aspettare una sua risposta, si sedette sull’unica poltrona della sua stanza e si passò le mani sul viso.

La ragazza studiò attentamente i suoi gesti, guardando oltre ad essi o scorgendo la sua preoccupazione. Una parte della frustrazione accumulata si sciolse velocemente.

Non potevo lasciarti…mi dispiace William. Non sarei riuscita a vivere al pensiero di averti abbandonato.”

Spike sembrò riacquistare una parvenza di autocontrollo e rilassandosi sullo schienale della poltrona, appoggiò il gomito sul bracciolo, sostenendo in parte il volto con il pollice e l’indice.

Cosa ti fa credere che stando qui e dandomi le tue sciocche scuse, tu possa salvarmi da questo casino?” le chiese con voce piatta e fredda, ancora adirato. Aveva temuto per lei quando l’aveva vista lì, trovandosi per un attimo a ponderare sulla probabilità di scegliere tra la vita del suo amore e quella di sua sorella. E il pensiero che lei avrebbe potuto risparmiargli quest’altro fardello, dandogli la sicurezza di saperla al sicuro, lo mandava in bestia.

I-io..io cre-credevo che…” le lacrime premevano per uscire, gli bruciavano gli occhi, ma decise di incassare anche questo colpo e lasciare che il suo cuore ne venisse lacerato.

Non ti avrei fatto giurare se avessi ritenuto che non fosse necessario. Mi sono affidato al tuo dannato senso di lealtà, Buffy e l’unica cosa che adesso riesco a pensare è ‘Cosa cazzo faccio adesso?’”

La bionda abbassò il capo, torcendosi le dita mentre fissava il pavimento. Le lacrime che scorrevano lente sulle guance, nascoste orgogliosamente al ladro.

Non capisci che adesso siamo fottuti entrambi? Con Angelus non si scherza!! COSA HA PENSATO LA TUA PICCOLA TESTOLINA, EH?!”

Le urla di lui furono troppo da sopportare e quell’opprimente senso di tristezza che gli annebbiava il cuore e lo stringeva dolorosamente gli fecero pensare che al momento sarebbe potuta svenire; così, guidata solo dal desiderio di vederlo scomparire, fuggì dalla stanza, correndo tra i corridoi verso il suo attuale letto.




CAPITOLO 10 –LIBERTA’ E DOLORE-

Il cuscino aveva assorbito tutte le sue lacrime, diventato umido e freddo. Con il viso affondato in esso, si chiese se aveva mai provato una sensazione tanto dolorosa quanto quella che adesso sentiva.

Non aveva neppure per un attimo immaginato una tanto violenta reazione in Spike.

Si, certo…aveva previsto che si sarebbe incazzato…ma non fino a quel punto.

Riemergendo dalla federa, si guardò attorno, cercando un orologio che gli indicasse l’ora. Notò che era buio e si chiese per quanto tempo avesse pianto. Tirò sul col naso e si accoccolò tra le lenzuola, trovando un sforzo troppo enorme spogliarsi per mettersi in pigiama. Il suo cuore era stato sferzato e adesso lei aveva soltanto bisogno di leccarsi le ferite…almeno fino al giorno dopo. Poi, avrebbe dovuto ancora rivedere i suoi freddi occhi. Gli si strinse lo stomaco a quel ricordo e scacciò via quell’immagine, costringendosi a non pensare.

Era difficile, la mente era sovraffollata da emozioni, ma le lacrime versate avevano lasciato il loro effetto anestetico, donandogli un dolce torpore. Perciò Buffy sprofondò in un sonno agitato, ripensando un’ultima volta al suo mancato amore.


Sognava di due forti braccia che le cingevano la vita e un rassicurante alito caldo che le solleticava la base del collo. Tutto ciò era piacevole, si sentiva protetta...e amata. Sorrise nel dormiveglia, agitandosi appena mentre pensava che sarebbe stato bello se quelle sensazioni fossero state reali. Ma nel muoversi percepì la presenza di un’altra persona dietro di se. Spalancò gli occhi e si accorse che quelle braccia e quel respiro, non erano affatto un sogno. Subito gli arrivò alle narici il suo inconfondibile profumo e girandosi appena venne colpita dalla dolce visione di lui che dormiva teneramente, nascondendo il volto nell’incavo del suo collo e tra i suo capelli. Un sorriso arcuò le labbra di Buffy, nonostante i dubbi e le perplessità che gli sussurravano nella testa. Si rilassò contro quel corpo caldo e pensò che al risveglio, ci sarebbe stato tutto il tempo per chiarirsi.


Guardarla dormire era una cosa così semplice, che però racchiudeva in sé un potere misterioso e sublime. Rilassarsi, tendini che si distendevano in risposta a quella visione.

Cos’aveva quella ragazza di tanto speciale? Tanto da placarlo, nel solo guardarla dormire…

Ucciderlo, con le sue lacrime…e sapere di esserne la causa. Di essere stato lui a provocare il suo dolore. Non poteva tenersi in collera con lei per molto…era impossibile!!

E lui era stato un stupido a gridare con lei, ad essere stato così freddo nei suoi confronti quando era evidente che l’avesse spinta un nobile sentimento.

Un sentimento, che infondo, ancora non conosceva…perché non glielo aveva rivelato!

Tutto galleggiava nell’ignioto tra loro. Sentimenti si nascondevano pur essendo tanto evidenti.

Mi hai rubato il cuore, passerotto…” sussurrò Spike, intrecciando le sue dita nei capelli soffici di lei, continuando a guardarla mentre sognava.

Chissà se l’avrebbe perdonato?

sono un fottuto idiota…’ si disse.

Aveva sfogato su di lei tutta la tensione e la frustrazione accumulata in quelle settimane alla mercè di Angelus e dei suoi perversi piani di potere. L’aveva usato per rubare documenti importanti, in ville di famosi politici; e lui ignorava quale fosse il loro uso, ma continuava ad eseguire gli ordini, almeno finché non era sicuro che la vita di nessuno sarebbe stata compromessa.

Non gli interessava di nient’altro! Che Angelus si tenesse i suoi stramaledetti documenti, a lui importava solo che la sorella e le persone a cui teneva stessero bene!!

Buffy…come posso proteggerla adesso?’ pensò.

Ma prima che la sua mente potesse formulare una risposta, notò le palpebre chiuse della sua dea muoversi lentamente, per poi scoprire le sue gemme verdi che tanto lo facevano sospirare.

Il suo primo pensiero fu di scusarsi, ma all’improvviso si accorse di non saper trovare parole per farlo. Che dire? Come iniziare? Eppure era una cosa che aveva fatto talmente tante volte, con le sue amanti, le sue donne passate, quelle che trascorrevano le notti tra le sue lenzuola.

Cosa diavolo mi hai fatto, Buffy Summers?!’

Ma non furono quelle le sue parole.

Ben Svegliata, raggio di sole” disse invece, tenendo la voce bassa, come per non evocare il ricordo doloroso di poche ore prima.

Buffy le rivolse un sorriso teso, imprigionato oltre le sue labbra strette in una linea dura.

Lui la vide abbassare lo sguardo e così, sospirando, le prese il volto con una mano per guardare i suoi occhi dipinti di natura.

Mi dispiace amore…” sussurrò “…immagino di essere stato troppo duro con te, non è vero?”

Immagini bene” rispose semplicemente lei, facendogli intendere che sarebbe stato difficile per lui ottenere il perdono.

Okay. Dì pure che sono stato un dannato fottuto coglione e che non merito di stare con una come te neppure se inghiottissi mille chiodi roventi!”

E lei rise. E lui ne fu immensamente felice. Rivedere il suo sorriso dopo così tanto tempo, quello, lo rendeva immensamente felice.

Sei esagerato…e usi troppe parolacce!”

Stai dicendo che sono volgare?” ammiccò con le sopracciglia.

Avvolte…” rispose, non riuscendo a nascondere la sua gioia.

Tesoro, non immagini neppure come sarei se lo fossi! Tu hai conosciuto soltanto lo Spike dolce e sensibile”

Ah si? E come sarebbe lo Spike volgare? Dici che mi piacerebbe?” lo provocò lei.

Non lo so. Immagino che dovremmo provare” disse con voce leggermente roca, guardandola con desiderio.

A Buffy gli si imporporarono le guance nel vedere i suoi occhi scurirsi dalla lussuria, e subito avvertì quel calore forte alla bocca dello stomaco, quello che quasi gli toglieva il respiro.

Spike l’attirò più forte contro di se, fissandole prepotentemente le labbra con sguardo affamato. Le si avvicinò, già pregustando il loro dolce sapore, quando improvvisamente un lampo attraversò la mente di Buffy e il ladro si ritrovò sul pavimento con il sedere dolorante.

Owhc!” esclamò lui, massaggiandosi l’ammaccato fondoschiena. “Bene. Non dovresti provocare un uomo passerotto, se poi la tua reazione è quella di portarlo ad una morte prematura! Ma cosa diavolo ti è preso??” sbraitò lui, guardandola con un misto di incredulità e rabbia.

Non possiamo” rispose pacata lei dalla sua posizione sopraelevata, mordendosi il labbro.

Ah no?” chiese Spike, arcuando il sopracciglio sfregiato. “E perché, di grazia?”

Perché prima dobbiamo parlare!”

Oh, dannatamente meglio..” e si lasciò cadere sul pavimento, rimanendo sdraiato a guardare il soffitto. “…voi donne siete tutte uguali” commentò.

Ma Buffy non si fece impietosire e si affacciò sull’orlo del letto, guardandolo e non riuscendo a fare almeno di ridere. Il ladro gli rivolse un’occhiattaccia, non capendo proprio cosa ci fosse di tanto divertente.

Cosa?”

Niente!” rispose pronta lei, cercando di farsi seria.

Un altro sbuffo da parte di lui e poi la bionda lo vide sedersi e appoggiare la schiena al comodino.

Di cosa dovremmo parlare?” chiese infine.

Buffy si guardò in torno con aria circospetta e scese dal letto, accomodandosi sul pavimento insieme al ladro, mentre questo la guardava incuriosito.

Si avvicinò e abbassò il tono di voce il più possibile.

Siamo controllati?”

Ma vedendo che Spike continuava a non capire, aggiunse “Spie!?” alzando le sopracciglia e vedendo il suo volto finalmente illuminato di comprensione.

No, ne sono certo. Ho già controllato” rispose serio.

Oh, bene!” e la bionda si sistemò a gambe incrociate di fronte a lui.

Oh bene, cosa passerotto? Mi hai appena negato uno dei due piaceri più grandi della vita, e adesso vorrei capire il perché!” disse l’ossigenato con aria irritata, ma poi aggiunse con un ghigno “Cos’è…hai paura che possano sentire le tue urla di piacere, amore? Se ti mette ansia, prometto che farò piano!”

Smettila!” gli intimò Buffy, colpendolo sul braccio per cercare di far scomparire dalla sua faccia quell’irritante sogghigno.

Cerca di fare il serio per qualche minuto, o giuro che non riuscirai a toccarmi neppure con un bastone lungo un metro per una settimana!” lo minacciò, riuscendo infine ad ottenere la sua completa attenzione.

Così iniziò a raccontare tutto quello che era accaduto dalla sua scomparsa: l’indecisione, il ritorno a casa, la verità rivelatagli da Oz e l’idea di Willow. Decise, però, di non raccontare come avesse rintracciato i tirapiedi di Angelus; sapeva che se glielo avesse detto, sicuramente lui avrebbe dato di matto!!

Così, eccomi qui!” concluse.

Spike la fissò per un lungo periodo, con sguardo indecifrabile, mentre Buffy si tormentava le labbra e le dita nell’attesa di una sua reazione.

Mi stai dicendo…che tu, una ladra non del tutto professionista, saresti diventa una dannata infiltrata?” chiese il ladro, con voce che alla bionda parve fin troppo calma.

Esatto!”

Ci fu qualche secondo di insopportabile silenzio, poi Buffy si sentì in dovere di rivelargli alcuni particolari del suo accordo con la polizia, che avrebbero sicuramente tranquillizzato il ladro. Sapeva che ci stava riflettendo…

Non ho detto nulla riguardo te e Oz. Loro sanno soltanto che io avevo delle informazioni importanti. Informazioni su di un caso sul quale stavano lavorando da mesi! Ho parlato con il sergente Wesley e abbiamo fatto un’accordo: io gli avrei ceduto quelle informazioni se loro mi avessero concesso di entrare nella villa come infiltrata. In entrambi i caso, lui ci avrebbe guadagnato…non poteva rifiutare!”

Aspettò che lui dicesse qualcosa, invece lo vide alzarsi e dirigersi tranquillamente verso il piccolo frigo incassato tra i pochi mobili della cucina.

L’ossigenato prese una birra, fortemente bisognoso di alcolici…e magari una sigaretta!

Sinceramente, non sapeva cosa pensare o dire. Quella, era una svolta che non aveva previsto. E non sapeva se sarebbe stata a suo vantaggio o meno…aveva bisogno di riflettere, prima di trarre le sue conclusioni. Non poteva negare però, che si poteva ricavare qualcosa di positivo da tutto quello.

La bionda lo raggiunse, un po’ preoccupata dal suo mutismo.

Dio, fa che non sia ancora arrabbiato con me!?’

L’ho fatto perché così avrei potuto eliminare tutte le prove della tua esistenza in questo posto! Alla fine di questa storia, Spike il ladro gentiluomo non avrà nulla a che fare con Angelus!!”

No invece…” parlò finalmente l’ossigenato, appoggiandosi al muro e tenendo sempre in mano la bottiglia di birra.

Buffy lo guardò confusa e lui continuò.

Avete supposto bene, tu e la Rossa…mia sorella è stata immischiata in questa storia. Angelus la tiene nascosta chissà dove e se lui finisse in gattabuia io non avrei più nessuna maledetta possibilità di riabbracciare Down” sospirò e mandò giù un sorso del liquido alcolico. Poteva sentire lo stomaco riscaldarsi al suo passaggio e la presenza costante dello sguardo della bionda che lo scrutava.

Loro vogliono Angelus, e io gli darò Angelus! Mi metterai in contatto con questo Wes-non-so-cosa e faremo un altro accordo. Loro troveranno e proteggeranno la mia famiglia…e io gli darò il pacchetto completo, incluso il ladro gentiluomo…” disse, continuando a fissare il pavimento. Poi alzò lo sguardo e fece un triste sorriso “…immagino che il bamboccio ne sarà maledettamente contento!”

Buffy lo guardò senza riuscire ad emettere una sola parola. Le lacrime gli annebbiavano la vista e il viso dell’ossigenato gli appariva ancora più triste e rassegnato. La rinuncia alla libertà, alla propria vita, in cambio della sorella minore. Questa era troppo da sopportare! Avrebbe dovuto essere arrabbiata con lui e dirgli ‘E a me? A me non pensi?’, urlandogli che aveva progettato il suo piano solo per riaverlo con se, per sempre…avrebbe dovuto confessargli che lo amava e che non poteva fargli questo! Come avrebbe vissuto lei, senza di lui? Avrebbe dovuto supplicarlo di lasciar perdere e di trovare un altro piano, un'altra soluzione…ma non lo fece. Perché sapeva che lui era nel giusto. Non c’era altro modo per salvare la sorella e lui era stato coraggioso ad ammetterlo. Ma lei, lei era coraggiosa? Lo era abbastanza da accettare la sua decisione??

La bionda gli si buttò tra le braccia, stringendolo e affondando il viso nel suo torace mentre piangeva. Non sapeva se sarebbe stata abbastanza forte…l’unica cosa che adesso voleva era perdersi nel suo abbraccio e rimanere così per sempre.

Sentì le braccia di lui stringerla forte e una sua mano accarezzarle le ciocche bionde. Il suo viso affondato tra i capelli e premuto contro il suo collo.

Mi dispiace Buffy…mi dispiace.”



Angelus continuava a parlare, a fare congetture e a spiegare i suoi piani elaborati sui quali aveva studiato più di una notte. Parlava ai suoi uomini, richiedendo da essi la massima attenzione. Quello che stava dicendo era importante, molto importate…e Buffy, in qualità di infiltrata avrebbe dovuto memorizzare ogni più piccola sillaba pronunciata dalla bocca di Angelus, ma in realtà, la sua testa era altrove.

Si trovava seduta su quella sedia da troppo tempo e ormai per il suo fondoschiena era diventata più che scomoda! Aveva rinunciato a mantenere almeno una piccola parvenza di ascolto da almeno un’ora e adesso sentiva ogni fibra del suo corpo fremere dalla voglia di esplodere. Lei non era il tipo da grandi riunioni e attente riflessioni, tutto quel parlare e ascoltare non facevano altro che annoiarla. Inoltre, i ricordi delle ore precedenti non l’abbandonavano e continuava a ripensare alle parole di Spike. Ma non solo quelle! Il desiderio che aveva di averlo con se era stato spietatamente accantonato dalle urgenze. Non avevano neppure avuto il tempo per un piccolo, minuscolo bacetto!!

Cristo, stò diventando una ninfomane!! AIUTOOO!!’

La bionda si girò, osservando dall’altra sponda del tavolo il ladro ossigenato.

Nella sua mente affollata giunse il perfetto ricordo del suo corpo nudo e della sensazione soffocante di quella pelle lattea contro la sua.

Perfetto! Ci manca solo che mi metta a sbavare!! Cerca di tornare in te, Buffy!’ si rimproverò mentalmente, emettendo una lieve tosse e tornando a guardare il suo capo.

Ma ben presto la tentazione risultò troppo tentatrice da poterle resistere e così si girò ancora per guardare la splendida figura di Spike.

Lui era seduto come lei – al contrario della maggior parte dell’auditorio di Angelus, che era rimasto in piedi – e al suo fianco c’era quella Faith. Entrambi sembravano immersi un’intima conversazione silenziosa. Il ladro muoveva appena le labbra e la bruna rispondeva con un lieve cenno del capo o con un sorriso.

Buffy storse involontariamente la bocca e inconsciamente prese a studiare la ragazza scura.

Era indubbiamente bella, pensò lei, ma di una bellezza non comune…quasi selvaggia.

Portava i capelli sciolti sulle spalle, che cadevano in morbide curve, vestiva ancora di nero e portava un top molto stretto che si disegnava perfettamente sulle sue curve. Ai polsi c’erano dei bracciali di pelle con delle borchie…roba da ragazze cattive, rifletté la bionda!

Poi, in un gesto brusco di Faith, notò qualcosa sotto il braccialetto più spesso che portava. Si era spostato, e adesso si poteva vedere chiaramente un tatuaggio.

Lo stesso che porta Spike!’ si disse Buffy, osservandolo un po’ scioccata.

Ogni tipo di pensiero incominciò a prendere forma nella sua mente ma, all’improvviso qualcosa spazzò via ogni attenta riflessione.

Spike si era chinato, fino ad arrivare all’orecchio della bruna e a sussurrare qualcosa di incomprensibile, e Faith aveva riso di gusto a quella sua eventuale battuta di spirito.

Buffy non seppe perché, ma qualcosa si contorse nel suo stomaco. Sentì come se un grande essere strisciante lo stesse stritolando.

Cosa ha da ridere? Cosa accidenti ha detto Spike per farla ridere?’ si chiese irritata.

Poi un rumore la fece voltare.

Dallo porta fece il suo ingresso la figura elegante di Cordelia, che, come se stesse sfilando lungo la passerella di un famose stilista, camminava sicura verso il suo compagno. Ogni sguardo si era posato su di lei, e ognuno di essi conteneva una dose massiccia di apprezzamento e bramosia.

Lei era la regina di quell’impero. Una regina bellissima e sensuale.

. Il solito buffone. Non riesce mai a tenere le mani apposto…

Senza neppure accorgersene si girò per osservare William, nella speranza di non trovare quell’identica espressione sul suo volto, mentre la grossa creatura nel suo interno si divertiva a stringere più forte la morsa.

E lo trovò così, che scrutava con occhi accesi la compagna del suo capo; nei suoi occhi una fiamma che poteva benissimo sembrare desiderio.

L’essere strisciante divenne più avido e si prese pure il suo cuore, ferendolo e impedendole quasi di respirare.

Girando il capo con rabbia, non si accorse che, un momento dopo lo sguardo caldo e passionale del ladro si era posato su di lei, come a volere preferire la sua visione a quella della bruna regina.


La riunione era finita e lei non desiderava altro che scomparire il prima possibile. Magari evaporare, dissolversi in un milione di particelle e poi ricomporsi nella sua stanza. Ma prima che si potesse avvicinare alla porta, la voce di Angelus la chiamò, distruggendo ogni suo sogno o speranza.

Tornò indietro e con la coda dell’occhio vide lo sguardo intenso di Spike che la scrutava. Lo ignorò e si diresse a testa alta verso il lungo tavolo di legno, in fondo alla sala.

Mesy…” Angelus gli sorrise e fece qualche passo nella sua direzione. “…allora? Ti trovi bene qui? C’è qualcosa che posso renderti migliore?”

No, grazie. È tutto perfetto” sorrise Buffy, cercando di accorciare il più possibile la durata di quell’agonia.

Speravo che lo dicessi. Sei importante, e voglio che ai tuoi occhi tutto risulti perfetto!”

Non si preoccupi!”

Ti prego, chiamami Angel!”

Okay..” gli rivolse un sorriso incerto, poiché non sapeva dove volesse arrivare. Gli sembrava troppo accomodante!

Volevo avvisarti che fra due giorni farai parte ufficialmente della nostra famiglia. È una procedura importante, qualcosa che ti legherà per sempre al tuo ruolo” disse, avvicinandosi sempre di più e arrivandole a pochi passi.

Buffy non capiva e aggrottò le sopracciglia.

Non…”

No, non ti crucciare!” la bloccò lui “Questa volta le regole possiamo anche ignorarle. Normalmente, il marchio viene concesso solo a chi supera una specifica prova…perfino Spike l’ha fatto! Ma tu…” le accarezzò la guancia con il dorso della grande mano, abbassando ulteriormente la voce, mentre la mente della bionda era inorridita nel capire cosa stesse facendo.

“…hai un talento fenomenale Mesy. Qualcosa che neppure il mio numero uno possiede! Sei luminosa e promettente come una piccola stella.”

Si avvicinò ancora di più, sfiorando il corpo di lei con il proprio e fissandola intensamente.

Angel i-io non…” era senza parole, non sapeva cosa dire seppur nella sua testa cercasse una scusa, un bugia, qualsiasi cosa pur di allontanarsi da lui. “…n-non sono così brava! Di certo S-spike è il migliore…”

Oh no, non dirlo neanche!” affermò lui, mentre spostava l’altra mano dietro la sua schiena. “Potresti diventare chiunque Mesy! Chiunque!...perfino la mia nuova compagna…” le ultime parole le sussurrò appena, avvicinando il viso a quello della bionda.

Buffy si tirò indietro, inghiottendo a vuoto. La situazione aveva preso una brutta piega e lei non sapeva proprio come uscirne!

I-io non p-potrei mai..” e cercò di divincolarsi, ma Angelus fece forza sulla mano che le accarezzava la schiena e l’attirò a se, schiacciando le proprie labbra sulle sue. Lei rimase rigida come un pezzo di ghiaccio e l’unica cosa razionale che riuscì a pensare fu: scappa.ora.

Fortunatamente la porta della sala si aprì di botto e, sebbene fu un’ottima scusa per staccarsi da quella stretta soffocante, Buffy non poté fare almeno di pensare quanto fosse scarognata.

La bocca gli si aprì leggermente mentre osservava il volto teso e scuro di Spike.

Oh Dio! Ha visto tutto!!’

E la mascella serrata di lui non lasciava alcun dubbio.

Improvvisamente, sentì la gola farsi arida e mille giustificazioni partirono spedite nella sua testa. Avrebbe voluto andare da lui e spiegare, mandando al diavolo la copertura e Angelus, ma si trattenne a stento dal farlo.

Il ladro fissò ancora per qualche secondo la bionda, alternandosi tra lei e il suo capo, congelato sul posto nella stessa posizione da quelli che gli sembravano secoli. La schiacciante indecisione tra l’uccidere dolorosamente Angelus oppure avventarsi su Buffy e riaffermarne il possesso nel modo più spietato possibile.

Fu a denti stretti che disse: “Cordelia ti vuole in ufficio”

L’uomo scuro annuì, per nulla turbato per quello che era successo, piuttosto contrariato dall’ingombrante presenza di Spike.

Rimandiamo il discorso alla prossima volta Mesy. Scusami” e uscì di fretta dalla stanza, lasciando il ladro e la sua allieva soli.

Spike fissò con sguardo gelido Buffy e poi, prima che lei aprisse bocca, chiuse violentemente la porta, provocando un botto acuto che fece sussultare la bionda.





ATTENZIONE! NC-17


CAPITOLO 11 –L’AMORE IN UN GESTO-

Cosa doveva fare adesso? Forse doveva lasciare che sbollisse la rabbia…e poi andare da lui a chiarire le cose sperando che non la uccidesse!! Oh, ma probabilmente era troppo drastica!! Insomma, loro non si erano promessi nulla, no? Non avevano preso alcun impegno…quindi perché Spike avrebbe dovuto ucciderla?

Ma questo pensiero, che all’inizio doveva essere confortante, risultò ancora più doloroso per Buffy.

Già…lui non ha detto di amarmi…ha detto che tiene a me. È diverso!’

Aprì la porta della sua stanza e vi entrò dentro con aria sconsolata, decidendo che avrebbe aspettato l’indomani per i chiarimenti.

A luce spenta si diresse verso il letto e calciò le scarpe, iniziando a spogliarsi.

Era stanca e non vedeva l’ora di poter cadere in un dolce sonno ristoratore, anche se era convinta che l’immagine del volto incollerito di Spike l’avrebbe perseguitata nei sogni.

La bionda sospirò e si infilò la camicia da notte, precipitandosi sotto le lenzuola.

Chiuse gli occhi e....

Percepì il materasso muoversi sotto il peso di un altro corpo, avvicinarsi con una lentezza esasperante che le fece aumentare le palpitazioni. Rimase immobile, insicura su come agire.

Sapeva bene che l’assegnazione delle camere della villa erano segrete; quindi poteva essere solo qualcuno che fosse a conoscenza di certi dati…come Angelus!

Richiuse gli occhi e inghiottì a vuoto, cercando di controllare la respirazione, quando sentì il calore del corpo estraneo su di se.

Sei una ragazza cattiva, passerotto. Molto, molto cattiva…”

Buffy spalancò gli occhi nel sentire la voce del ladro, sussurrata pacatamente nel suo orecchio.

L’aveva seguita!

Ti diverti a ferire cuori, a farli sanguinare…” continuò la voce.

Il respiro era vicinissimo al suo collo e la bionda iniziò a tremare nel momento stesso in cui sentì l’odore pungente dell’alcool.

‘…è ubriaco’

Una mano scostò le lenzuola e si insinuò tra le sue gambe, risalendo lentamente. E lei trattene il fiato.

“…ma ti piace questo, vero? Ti piace…?”

La fredda mano raggiunse la sua meta, iniziando a torturarla e strappandole un gemito sommesso.

All’improvviso ebbe paura, paura mescolata a delizia per quello che le stava facendo, ma quel piacere stonava spietatamente con il tono aspro della sua voce.

Alla piccola bimba cattiva piace quando sono volgare…” il tono divenne più furente, mentre l’altra mano gli afferrava un seno duramente e glielo massaggiava, facendola sospirare.

S-spike, ti prego…n-non così” lo supplicò.

Ma non servì, anzi, la mano tra le sue cosce aumentò i suoi movimenti, bloccandole il respiro.

Tu sei mia. Mia” sottolineò l’ultima parola con furore, non dandogli tregua.

Dillo. Dillo Buffy!” le ordinò lui.

La bionda annuì vigorosamente, persa tra il piacere e la disperazione.

Sono tua Spike…sono tua” farfugliò incoerentemente.

L’ossigenato si insinuò dentro di lei, cogliendola di sorpresa e facendola gridare e singhiozzare nel rilascio violento.

Per un po’ la coscienza fu completamente annullata dall’estasi, con il respiro affannoso che pian piano tornava normale. Poi, con incredibile pesantezza arrivò il disgusto per quello che era successo e soprattutto per come era successo! Tutta la rabbia riaffiorò insieme alla frustrazione e spinse via il corpo di Spike in un impeto furioso. Accese velocemente la lampada sul comodino e si girò per guardarlo.

Aveva i capelli più scomposti del solito, gli occhi rossi e portava solo un paio di jeans scoloriti.

Io non ho parole…” scosse la testa la bionda, rendendo teso e sofferente il suo viso “…come hai potuto? In questo modo…”

E’ quello che volevi no? È quello che vogliono tutte…” la interruppe il ladro, dando una pugnalata al cuore di Buffy. Ma lei inghiottì l’amarezza e cercò di rimanere calma, ripetendosi che le sue parole erano dettate dall’alcool.

William, quello che hai visto…io, non volevo!”

Non mi verrai a dire che le vostre dannate bocche si sono scontrate improvvisamente? È vecchia come scusa…è anche piuttosto banale” rispose pungente.

La bionda lo vide distogliere lo sguardo, e si sorprese nel scoprire che non l’aveva mai fatto.

Si avvicinò a lui, inginocchiandosi e prendendogli il viso con una lenta carezza. Lo fissò, mentre le dita gli sfioravano gli zigomi e la cicatrice del sopracciglio sfregiato.

Sei stato la mia salvezza in quel momento, lo giuro. L’unica cosa che volevo era scappare il più velocemente possibile…” gli rivolse un debole sorriso, guardando e godendo del suo volto più rilassato e quasi normale. Poi si ricordò di una cosa…

“…piuttosto tu! Non facevi altro che fare gli occhi dolci a quella Faith! E credi che non abbia notato come guardavi Cordelia? Era rivoltante!!”

Un sorriso ironico si formò sul volto di Spike, e Buffy seppe che era tutto passato.

Sei gelosa amore?”

Assolutamente no!! Non sono gelosa…solo, non era conveniente, ecco!”

Lui rise sommessamente, scuotendo la testa piano e guardandola con sguardo caldo e devoto.

Qualcuno qui, è molto geloso!” la provocò ancora.

Ti dico di no! E se non mi credi puoi pure uscire da questo letto!”

Il ladro non smise di ridere e si fece falsamente serio.

Va bene…ci vediamo domani allora!” e si alzo, ma Buffy gli afferrò velocemente il polso.

Resta…” bisbigliò, abbassando lo sguardo.

Spike si risistemò sul letto e la prese fra le braccia, accarezzandole la pelle vellutata con una mano.

Non potrei mai desiderare un’altra…” sussurrò “…tu sei la mia dea dorata Buffy, l’unica che mi abbia rubato il cuore” le rivelò, posandole poi un bacio gentile sulla spalla.

La bionda poté chiaramente sentire l’attimo in cui il suo cuore esplose dalla gioia. Lui l’aveva detto! Le aveva detto che l’amava! Certo, in un modo contorto, ma il significato era quello!!

L’abbracciò di slancio e ricoprì la sua faccia di baci, facendolo ridere allegramente. Poi gli prese il volto tra i palmi e annegò nei suoi occhi.

Non potrei più vivere senza di te William…mi sei entrato dentro…” fece una pausa, calibrando le parole per sostenere il peso di quello che stava per dire. Sapeva che, oltre quel limite, non si tornava indietro. “…Ti amo.” sussurrò.

E Spike la guardò quasi sbalordito, ma poi il suo sguardo divenne talmente caldo da provocare dei brividi lungo la schiena della bionda. Si avventò su di lei come un’affamato, e come tale divorò le sue succulenti labbra, stringendola stretta a se per non lasciarla andare.

La spinse supina sul materasso e incominciò il suo dolce assalto.

Bocche si scambiavano l’essenza e mani carezzevoli piene di passione si trascinavano lungo i corpi.

Spike sollevò lentamente la camicia della bionda, intrecciando poi le dita con le sue e portandole sopra la sua testa. Le afferrò i polsi con una mano e gli affondò nel cuscino, mentre con l’altra strappò violentemente gli slip di lei. Riprese il suo assalto, tormentando e stimolando il piacere con più vigore. E Buffy sussultò e si staccò dalle sue labbra nel sentire il suo tocco, sospirando e osservandolo tra le palpebre socchiuse.

Sei stupenda…” sussurrò l’ossigenato, mentre studiava estasiato l’espressione di lei “…mi sei mancata così tanto, passerotto”

Si tuffò nuovamente sulle sue labbra, duellando con la sua lingua e esplorando ogni anfratto della sua bocca, continuando contemporaneamente la sua opera. Poi, quando la sentì mugugnare, prese a tracciare una scia languida di baci dal collo fino al seno, stimolandolo attraverso la stoffa. Il ladro sorrise nel percepire il piccolo nocciolino rosato indurirsi e i suoi sommessi gemiti farsi sempre più lamentosi. Continuò ad inzuppare con la saliva la leggera camicia di lei, sentendo di star perdendo il controllo nel momento esatto in cui la sentì arcuarsi sotto di lui per ottenere un contatto maggiore. Aumentò la stretta sui polsi sottili e le circondò la vita con un braccio, tenendola ferma e pressandola contro il suo bacino.

Le accostò le labbra all’orecchio e lasciò che il suo caldo respiro la solleticasse.

Stai ferma”

Spike, ti prego…”

Cosa mi preghi passerotto?”

Ma lei non rispose, si limitò a scuotere la testa mentre teneva gli occhi serrati. Allora il ladro incominciò a strusciarsi contro di lei, facendo dei piccoli cerchi con il bacino per sentirla gemere più forte.

Apri gli occhi Buffy” le ordinò. E a faticata la bionda gli aprì, immergendosi nel mare tempestoso delle sue iridi.

Vuoi fare l’amore con un ladro, Buffy? Lo desideri?”

Lei gli rivolse uno sguardo saturo di passione e amore, qualcosa che quasi fece esplodere Spike dalla gioia.

Non desidero altro…” sussurrò lei, fissando le sue labbra.

Così Spike la baciò e si liberò velocemente dei pantaloni, per poi sistemarsi tra le sue gambe.

I loro sguardi si incatenarono e poi il ladro si mosse, entrando con un’unica spinta dentro di lei, facendo sospirare entrambi dal piacere. Subito la bionda gli circondò il collo con le braccia, ma lui le prese e, intrecciando le dita con le sue, gliele portò nuovamente sopra la testa. Continuando a stringergli le mani, sentì le gambe della bionda fissarsi saldamente attorno al suo bacino, così iniziò a muoversi in un dolce dondolio. Ma il desiderio di entrambi divenne presto troppo esigente e il suo ritmo aumentò, diventando sempre più avido e pregno di lussuria.

I loro occhi non infransero il loro legame, sebbene fossero opachi di passione; e ben presto l’aria si rempì di oscuri suoni dipinti di porpora.

Poi, in un lungo gemito, Buffy si arcuò contro di lui, gettando la testa all’indietro e sprofondando nella piccola morte dell’orgasmo. Spike osservò con sguardo devoto e deliziato quella visione e diede più forza alle sue spinte, desiderando di raggiungerla in quel limbo.

Liberò una sua mano e la pressò contro la sinuosa schiena, e in un’ultimo affondo venne dentro di lei con un basso grugnito.

Infine, il ladro cadde sul corpo velato di sudore della sua dea, appoggiando la testa sul suo petto e godendo nel sentire le sue dita gentili accarezzargli la nuca.

Lui sarebbe voluto rimanere così per sempre…ma il percorso era lungo e la fine ancora lontana.





Quella mattina si svegliarono insieme, e se non fosse stato per l’incubo in cui vivevano, avrebbero giurato di trovarsi in un bellissimo sogno. Per il resto della giornata continuarono il teatrino, sempre fedeli ai loro rispettivi ruoli, ma gli sguardi gli tradivano in ogni attimo tranquillo. Non potevano evitare di sorridersi, o di sfiorarsi lievemente si pur con una scusa banale.

Più di una volta, avevano rischiato anche troppo. Come quella mattina, al ristorante, quando Spike si era seduto affianco a lei e aveva fatto sparire una mano sotto la tovaglia e dentro la sua gonna. In quell’istante Buffy per poco non era morta soffocata dal cornetto che gli era rimasto in gola. Doveva biasimarsi, perché non aveva fatto una resistenza tanto decisa e alla fine aveva lasciato che Spike lavorasse con la sua talentuosa-incredibilmente-sensuale mano, con il risultato che lei si era ritrovata fin troppo accaldata in un posto dove l’aria era costantemente rinfrescata dai climatizzatori. E poi l’urgenza di farsi una doccia, con il ladro che sghignazzava alle sue spalle.

Per il resto, la giornata era trascorsa tranquilla; e adesso si trovavano nella grande palestra della villa, dove si erano dati appuntamento per allenarsi. Le loro intenzioni erano tutt’altro che libidinose, perché sul serio avevano intenzione di lavorare, ma poi la situazione aveva completamente sviato.

Era da un’ora che continuava a dare pugni a quel sacco, e la presenza di Buffy all’inizio non gli aveva procurato tanti problemi. Almeno, fino a quando non l’aveva vista fare lo ‘yoga’, o come dannazione lo chiamava lei!!

Che fai?” gli aveva chiesto quando la vide piegarsi in avanti, dandogli una perfetta visione del suo fondoschiena.

Faccio yoga!” gli aveva risposto semplicemente lei, già prona sul materassino verde.

E così l’aveva osservata per un buon quarto d’ora mentre si contorceva in posizioni assurde ma estremamente eccitanti. Non che non si fosse opposto alla tentazione, o che non avesse cercato di distrarsi! Ma purtroppo il sacco che gli stava davanti divenne a poco a poco solo un pezzo di pelle ripieno di sabbia, e i guantoni alle sue mani, dei bizzarri guanti dalla forma assurda.

Emise un gemito rauco quando la vide piegarsi ancora, mordendosi il labbro e inclinando la testa per una migliore visuale.

Buffy, che non era ne stupida ne sorda, si girò verso di lui, donandosi nella più perfetta imitazione dell’innocenza.

Che c’è?” chiese, girandosi supina e facendo aderire la spina dorsale al materassino.

Mi stai uccidendo, gattina” gli rispose Spike con voce ruvida.

Ma lei continuò i suoi esercizi, mantenendo un tono casuale, mentre inarcava la schiena esponendo il bacino.

Voi uomini siete tutti uguali! Vi accendete per un non nulla!!”

L’ossigenato seguì ipnotizzato il movimento di lei, che continuava a tendere e a rilassare la schiena ritmicamente, incominciando a percepire un lieve giramento di testa.

Non mi sembra che vi lamentiate tanto quando ci accendiamo. La vostra logica è ‘bello è duro’!” disse pacatamente l’ossigenato, fingendosi apparentemente calmo, quando in realtà percepiva un doloroso fastidio al basso ventre. Il suo problema sarebbe diventato bello grosso fra pochi istanti, e lui non aveva la minima idea di come farlo passare inosservato a tutti gli abitanti della villa.

Ci stai per caso dipingendo come un branco di ninfomani che si divertono a torturarvi per sadico piacere?” lo schernì Buffy con una risatina, mentre si portava seduta.

Dico solo che dopotutto ci marciate. Fate tanto le puritane e poi…” si bloccò con l’affanno, risucchiando l’aria nei polmoni quando la vide aprire lentamente le gambe, in una sorta di spaccata,

e flettere il busto in avanti. Gli occhi fissi su di lui e quel sorrisino malizioso non gli lasciarono dubbi sulle intenzioni incredibilmente diaboliche di lei.

Sei crudele amore…” le disse, strascicando le parole. In breve decise che non se ne parlava di allenarsi, e che era arrivata l’ora di dedicarsi ad una piccola bimba pestifera che aveva bisogno di una bella lezione. Si tolse i guanti e li buttò sulla panca di legno, poi andò dalla bionda con passo volutamente lento, facendo leva su tutte le sue qualità di perfetto seduttore.

Crudele…e sadica. Chi si prenderebbe una donna come te? Nessun uomo accetterebbe la sfida!”

E tu, sconosciuto? Sei all’altezza di questo compito?” chiese Buffy con tono vellutato, iniziando un gioco intrigante che aveva solleticato la sua mente. Sapeva che Spike non si sarebbe tirato indietro e questo non faceva che infiammarla di aspettativa. Si sistemò sulle ginocchia e lo vide avvicinarsi sempre di più, fino ad arrivargli di fronte. Gli anfibi che calpestavano la consistenza morbida del tappetino e i suoi occhi tempestosi che la fissavano dall’alto.

Sono conosciuto in ogni dove per le mie abilità di domatore, dolce creatura. Ma forse lei non rammenta la mia fama” le disse sapiente.

L’angolo della bocca di Buffy si incurvò appena in un piccolo ghigno. Era indubbiamente bravo a calarsi nel ruolo!

E forse lei non ha udito le voci sul mio conto, straniero! Sono una sfida troppo dura… anche per lei” esordì con voce leggermente roca.

Spike si piegò lentamente sulle ginocchia, allineando i loro sguardi e inclinando la testa.

Sbaglia nel pensare questo. Lei non mi conosce…” la voce bassa sembrava una carezza e una mano si insinuò delicatamente tra i suoi capelli e dietro la sua nuca, trascinandola poi verso di lui con una lentezza estenuante. Buffy fissò incantata le sue labbra, e desiderandole con tutta se stessa, chiuse gli occhi, immaginando che si stesse prestando a baciarla. Ma la voce sinuosa che le sibilò all’orecchio gli tolse questa speranza. “…posso essere molto persuasivo miledy. Inoltre, pecco di testardaggine; raramente, non ottengo quello che voglio…”

State dicendo, che mi desiderate..?” sussurrò la bionda, persa nel gioco che lei stessa aveva creato.

...desiderare è un termine troppo effimero per descrivere ciò che provo.” esordì il ladro con medesimo tono, mentre afferrava delicatamente la mano di Buffy, serrandone le dita e portandosele sul cavallo dei jeans. La ragazza sospirò di beatitudine nel percepire la virilità tesa di lui attraverso la stoffa.

Ecco, questo esprime maledettamente bene i miei sentimenti!” lo sentì dire.

Per Buffy fu troppo! Le guance infiammate, gli occhi annebbiati, imprigionati tra le palpebre pesanti; ora più che mai lo desiderava con tutta se stessa.

Facendosi guidare dal desiderio di sentirlo si precipitò sulle sue labbra, ma fu delusa dall’ossigenato, che allontanò impercettibilmente il capo. Allora riprovò la sua conquista, ma ancora una volta questo si scostò da lei.

Così mi deludete! Non vi eravate definita una preda difficile?...o sbaglio?”

Però la provocazione arrivò attutita alle orecchie di Buffy, che ritentò di nuovo a baciarlo per essere nuovamente delusa. Spike proruppe in una risatina spietata, non riuscendo a reprimere quel senso di soddisfazione che gli attanagliava le membra. Certo, era molto doloroso… ma anche parecchio appagante!!

Come si ci sente ad essere rifiutati, passerotto? Sentire di desiderare qualcosa, ma non poterlo avere…” la schernì, tradendosi però nel posare lo sguardo sulle sue labbra. Resisterle stava diventando fin troppo difficile.

Adesso sei tu quello crudele…e anche bastardo!” rispose finalmente Buffy, che improvvisamente aveva ritrovato la voce grazie alla stizza.

Non è offendendo che otterrai qualcosa, tesoro! Cerca di usare più dolcezza…”

Allora Buffy fece la cosa più dolce che in quel momento li venne in mente: gli afferrò duramente gli attributi con la mano, la stessa che per tutto il tempo era rimasta posata sul cavallo dei jeans dell’ossigenato. Si sentì trionfante quando fu ricambiata da un gemito roco, e l’espressione di estasi e dolore di lui.

Ti piace la mia dolcezza?” gli chiese maligna, buttandogli contro il suo miglior sorriso cattivo.



"Ti piace la mia dolcezza?” gli chiese maligna, buttandogli contro il suo miglior sorriso cattivo.

Spike aprì la bocca facendone uscire un suono strozzato, convinto che da lì a poco sarebbe morto dal piacere doloroso, e prima che potesse riprovare a parlare, cercando di dire qualcosa di intelligente e arguto, il rumore della porta che si apriva rimbalzò per le pareti della palestra.

I due saltarono dallo spavento e, con gran sollievo dell’ossigenato, la mano di Buffy si ritirò prontamente dalla sua posizione, seguendo il corpo, che si era portato ad almeno tre passi da lui.

Ci vollero alcuni secondi per riuscire a riprendere la completa padronanza del proprio corpo, ma quando ci fu riuscito il ladro mise subito a fuoco la nuova figura che si stagliava poco lontana da loro.

Bloondy hell…” sussurro tra denti stretti, osservando la sagoma sottile di Cordelia, che li fissava con sguardo pungente. In quel momento si sentì come uno scolaretto sorpreso dalla maestra in una delle peggiori marachelle.

Così, sono questi gli esercizi che fai per tenerti informa? Wow, adesso capisco perché sei il primo!” disse improvvisamente la voce di Buffy, che pareva sicura e disinvolta, ma Spike ne colse la sfumatura inquieta e leggermente tremante.

Si girò, da prima un po’ confuso, trovando il viso arrossato della bionda e un sorriso che poteva sembrare l’inizio di una crisi isterica.

Ehmm…certo tesoro! Cosa credevi! E ti converrà seguire il mio esempio se vuoi splendere agli occhi di Mrs. Capo!” questo gli parve la cosa giusta da dire, ma rimaneva ancora un piccolo problema…

Facendo vagare lo sguardo da una parte all’altra, vide la porticina infondo alla palestra che portava agli spogliatoi, così decise che quella era rimasta l’unica sua via di fuga. Non poteva certamente sperare che la bruna non notasse il rigonfiamento nei suoi pantaloni!

Con uno scatto improvviso saltò su e si diresse verso la salvezza.

Vado a fare una doccia…” disse con un tono abbastanza alto da renderlo udibile anche a Cordelia “…sono troppo teso” aggiunse subito dopo, con voce più bassa.

E mentre la figura dell’ossigenato si allontanava, fino a sparire, lo sguardo glaciale della bruna si inchiodò a quello di Buffy, che nel frattempo cercava un buco dove nascondersi.

Spike la sua scappatoia l’aveva trovata, ma lei? Ma forse poteva sfruttare questa situazione a suo vantaggio…magari per attenere una piccola rivincita. Essere una preda, per poi trasformarsi improvvisamente in una bestiale creatura malvagia, dicendo: ‘Si, vado anch’io a farmi una doccia! E visto che mi trovo, la farò con William! Sarà divertente! Soprattutto perché lui è ancora più bello quando è bagnato!!’ La bionda già immaginava la faccia di Cordelia che si gonfiava a dismisura per poi scoppiare in mille coriandoli.

Dio, come sarebbe soddisfacente!!’ si disse, poiché sapeva bene quanto fosse gelosa del ladro; anche se non poteva darlo a vedere.

Ma la voglia di affermare il possesso del proprio uomo scomparve non appena la voce petulante della coscienza si fece sentire, dettandogli le azioni giuste da fare. Così, con un gesto spigliato, tornò al suo yoga, ignorando gli occhi insistente della rivale.

La donna bruna si diresse verso una panca nella parte opposta della palestra e vi appoggiò l’asciugamano, per poi incominciare dei semplici esercizi di riscaldamento. Quando parlò, Buffy poté udire la sua voce con l’eco delle sue parole, arrivargli chiare e leggermente stonate.

Siete molto affiatati tu e Spike? Mi sembra che abbiate stabilito da subito un’ottimo rapporto”

La bionda continuò i suoi esercizi, nella più completa disinvoltura, mentre nella sua testa regnava l’assoluta frenesia.

Certo. È sempre meglio conoscere bene i propri rivali…soprattutto quando sono così abili”

E così, hai preso alla lettera le parole di Angelus!! Pensi davvero di poter superare Spike?!” chiese altezzosa Cordelia, guardandola con scetticismo.

Posso…” rispose calma Buffy, dando l’impressione di una totale sicurezza.

Se ne sei così certa, allora non posso che augurarti buona fortuna….” ribatté la bruna, dirigendosi verso il tapirulan(Sorry, ma non so se l'ho scritto correttamente :unsure: ). Premette qualche pulsante e vi salì sopra.

“….ma ti consiglio di non esagerare con le tue subdole strategie. Qui dentro non vengono visti bene quelli come te”

Buffy si bloccò fulminata. Cosa intendeva dire? Si girò verso di lei e la guardò socchiudendo gli occhi.

Cosa stai cercando di dirmi, Cordelia?”

Nulla! Solo che il tuo modo di scalare questa montagna mi fa rivoltare lo stomaco. Pensavo che se la tua intenzione è quella di passare nel letto di tutti quelli che vuoi superare, allora dovrai aprire le gambe molte volte” rispose maligna la bruna, mantenendo sempre la sua espressione distesa ed elegante.

Ma Buffy non aveva il suo stesso autocontrollo, e senza neppure aspettare che il cervello inviasse l’ordine alle sue gambe, si ritrovò di fronte alla bruna con sguardo minaccioso. Con mano poco delicata bloccò la macchina su cui stava correndo Cordelia, fissandola mentre recuperava il fiato. La regina era molto più alta di lei, e la sua attuale posizione non faceva che accrescere la sua altezza, ma Buffy non fece neppure caso a quanto potesse essere influente quel particolare.

Quello che dici non ha alcun senso! E non hai il diritto di giudicare quando non sai nulla!” scandì bene le parole, parlando lentamente per non sfociare nella rabbia più completa.

Invece so abbastanza!” ribatté piccata la bruna, scostandosi i capelli scuri dal volto in un gesto altezzoso “So che sei stata nella stanza di Spike qualche giorno fa. So che lui è stato nella tua stanza la notte scorsa…so che siete usciti insieme da quella stanza. E so, con assoluta certezza, che quello che stavate facendo poco fa, prima che io entrassi, non era un placido scambio di informazioni su come allenarsi!” disse con voce tagliente.

La bionda accusò il colpo, chiedendosi cosa avrebbe dovuto fare adesso per evitare il peggio.

Tu…n-non puoi…”

Mi cara, per quanto tu stia cercando di rubarmi il posto in questo impero, io rimarrò sempre l’indiscussa regina! Ho occhi e orecchi da per tutto, qui…” enfatizzò alzando le braccia e guardandosi attorno con falso sorriso “…e tu non sei che un patetico insetto” continuo, trasformando i suoi lineamenti, facendoli diventare duri e scuri.

Ti sbagli..” cercò di spiegare Buffy, colpita dalle parole della bruna.

Non sei altro che un'altra delle tante marionette del mio Angel, e quando sarai marchiata, come tutti loro, diventerai ufficialmente carne da macello!” disse, dirigendosi verso la panca per riprendersi il suo asciugamano. Asciugò un po’ di sudore inesistente e tornò a guardarla.

Goditi la tua libertà miss, perché fra poche ore non ti apparterrà più. Sarai una schiava…come tutti gli altri.”

E si diresse verso la porta che conduceva al corridoio, lasciando una sconvolta Buffy congelata al suo posto, incapace di dire o formulare un solo pensiero.

Ma prima di uscire, la regina bruna volle infliggere un’ultimo colpo alla bionda, quindi si voltò, rivolgendogli un perfido sorriso.

Ah! Per la cronaca, non sei l’unica ad essere passata per il letto di Spike! Prima della fine di questo mese sarai già un ricordo per lui. Sai, è fatto così, qualche volta si diverte a giocare con le novelline, ma poi…torna, sempre”


A quel punto Buffy fu lasciata finalmente sola, a fissare la porta blu con sguardo vuoto. La cattiveria con cui Cordelia gli aveva parlato l’aveva quasi spezzata; poiché nelle sue parole avvelenate c’era un fondo di verità….lei stava per diventare una schiava.


Il buio era denso, la vista non riusciva a penetrarlo, e lo sguardo chiaro di Buffy fissava il vuoto, lì, dove c’era il soffitto.

Il corpo intrecciato a quello del suo amante, aveva la mente lontana, alla deriva tra preoccupazioni e struggenti pene. Rifletteva ancora sullo scontro di quella mattina, con Cordelia….

Era giunta alla conclusione che, si, lei aveva ragione. Presto, quando lo stemma di Angelus avesse marchiato il suo corpo, lei avrebbe perso la sua libertà. Sarebbe diventata di proprietà di uno dei più influenti e potenti criminali del secolo, e anche se fosse riuscita a scappare, come Spike, sarebbe inevitabilmente ritornata tra le sue oscure spire. Non si sfugge ad Angelus, aveva detto Anya…quanta verità in quelle parole.

Girò la testa per osservare il suo compagno, apparentemente addormentato, splendido nella sua figura perfetta. Sembrava quasi un bambino…così sereno tra le sue braccia, come se non esistesse posto più sicuro al mondo. Gli sorrise teneramente e gli posò un bacio sulla guancia, sentendolo poi mugugnare qualcosa e stringerla ancora di più nel suo abbraccio.

Per te amore…solo per te” gli sussurrò all’orecchio, donando a lui, il suo gesto d’amore.


CAPITOLO 12 –INCUBO NERO-

Quella mattina non l’aveva trovata nel letto. E tra le lenzuola ancora calde di lei si era chiesto il motivo della sua fuga. Ma forse era stata chiamata da Angelus, forse aveva altro da fare….

Aveva cercato di togliersi dalla testa quel pensiero, buttandosi a capofitto negli allenamenti, nell’attesa di un altro ordine proveniente dall’alto. L’immagine di lei, però, continuava a portargli una strana inquietudine. Se ne domanda il perché, ma la risposta non gli arrivava…era inesistente. Allora si convinse che forse era il fatto di essersi svegliato solo ad averlo reso così ansioso, oppure la semplice esistenza in quel posto dannato.

Poi era andato al ristorante, desiderando di rivederla e poter calmare le sue pene con la sua presenza, e sentirsi rassicurato dalla sua voce. Ma neppure lì l’aveva trovata.

La cercò nella sua stanza, aggrappandosi disperatamente a quell’ultima speranza…ma niente.

D’allora la preoccupazione si era fatta sempre più concreta, più pulsante, ad ogni ora che passava.

Dov’era finita? Cos’era successo? Angelus aveva scoperto il loro piano? Era forse in pericolo?

Domande che creavano sempre più tristi scenari nella sua mente, e paure che lo lasciavano sconvolto. Finì per pensare di poter mandare a monte tutto, di lasciare quella dannata prigione per uscire a cercala…sperando che fosse ancora incolume. Ma era incatenato, era bloccato lì da un’altra vita a lui cara. La disperazione incominciò a farsi largo oltre tutto, oltre i pensieri coerenti e le domanda confuse; non poteva più reggere una tale pressione. Così decise che era troppo, avrebbe ricavato le informazioni direttamente dalla fonte: si diresse da Angelus, disposto perfino a sbatterlo contro il muro e ridurlo in un ammasso dolorante di ossa rotte, pur di ritrovare la sua Buffy.

Il rumore dei suoi passi furiosi risuonava nel corridoio, mentre il suo corpo teso percorreva la strada con automatica sicurezza. Arrivò davanti all’ambita porta in pochi istanti, e si preparò ad aprila senza alcuna esitazione, ma appena pochi secondi prima che la sua mano si posasse sulla maniglia, questa si aprì di sua volontà come per magia. Abbassando di poco lo sguardo vide il viso sorpreso della bionda amata, guardarlo con le due gemme spalancate dallo stupore.

Mai, come in quel momento, si era sentito più sollevato!

Buffy non aveva pronunciato parola e si era subito apprestata a chiudere la porta, solo allora, gli prestò attenzione.

Ciao” lo salutò con un sorriso.

E la risposta del ladro fu appassionata: l’abbracciò di slancio, stringendola al petto, tanto forte da dare l’impressione di volerla inglobare nella carne. Poi gli mise le mani sulle spalle e l’allontanò per poterla guardare negl’occhi.

Dannazione donna! Mi hai fatto venire un colpo!”

Anch’io sono felice di vederti!” rispose ironicamente la bionda, ingannandolo con la sua disinvoltura per convincerlo che nulla era accaduto.

Dove diavolo sei stata?” gli chiese il ladro.

Mi dispiace…avrei dovuto dirtelo, ma mi è completamente passato di mente! Angelus mi aveva chiesto di accompagnarlo ad un colloquio. Mi ha assicurato che sarebbe stato essenziale per la mia carriera…sai, la fama e tutto il resto!” concluse sventolando una mano in aria ed emettendo un leggero sbuffo, dando l’impressione di una cosa da niente.

Spike rilasciò un sospiro di sollievo e si mise dritto sulla schiena. Cristo, per poco non perdeva la testa! Cercò di rilassarsi e assunse l’aria da offeso e mortalmente ferito che lo rendevano tanto un cagnolino bisognoso d’affetto, preparandosi a sollevare il senso di colpa della bionda.

Avresti dovuto ricordatelo, maledizione…hai idea dell’inferno che ho passato?”

Non pensavo fossi un tipo ansioso… Oh! Ho un’idea straordinaria! Ti chiamerò, Spike-il-tipo-ansioso! Suona bene…!”

Lui socchiuse gli occhi e la guardò con aria minacciosa, ma quell’espressione non fece che far sorridere Buffy.

Daai! Prometto che mi farò perdonare…” lo rassicurò, per poi portarsi vicino e accostare le soffici labbra al suo orecchio.

“….ho un completino nuovo che vorrei mostrarti. Scommetto che sarebbe di tuo gradimento” sussurrò e poi bagnò il contorno del padiglione con la punta della lingua.

Spike fremette per quel gesto, sentendo tutta l’ansia e le preoccupazioni accumulate scivolare via sotto una doccia calda di passione. Afferrò la vita di Buffy e la strinse a se, amando il modo in cui sembrava così docile tra le sue braccia.

Non vedo l’ora, amore, ma ti preferisco quando sei completamente nuda. È una visione dannatamente eccitante…” mormorò tra i suoi capelli, inspirando intensamente il loro profumo.

Mmm…anche tu sei eccitante quando sei nudo. Dio, non immagini quanto…” fece leva sul suo orgoglio maschile, strusciandosi su di lui ed intonando dei bassi lamenti. Ebbe l’effetto desiderato: Spike emise una sorta di grugnito e la spinse contro il muro, respirando affannosamente sul suo caldo collo. Passò qualche istante, nel quale lui continuò a tenere il viso nascosto nel sinuoso incavo della sua spalla e a tenerla pressata alla parete con il bacino.

Cristo, se fossi stato sicuro di non essere scoperto ti avrei preso qui passerotto…” disse con voce roca al suo orecchio, con il respiro che ancora cercava di tornare normale.

E allora andiamo via. Subito” rispose con ugual passione Buffy, non desiderando altro che dimenticare.


Quella volta non avevano fatto in tempo ad arrivare al letto. Il fuoco della passione si era consumato con tale ardore che lo scomodo pavimento era diventato il loro più comodo giaciglio.

Era stato differente dalle altre volte; più selvaggio, più violento, una tempesta devastante che gli aveva lasciati completamente svuotati e stravolti.

Spike stesso era rimasto sconvolto dall’intensità dell’amplesso, rendendosi conto che mai, Buffy si era spinta così oltre. L’aveva quasi supplicato, implorato, con i suoi gesti, con le sue unghie e le sue grida, di darle di più, e farla cadere nel baratro. Spingerla lì, dove non ci sono inibizioni, lì, dove l’istinto animale subentrata alla coscienza. E Spike si era fatto trascinare e gli aveva dato quello che voleva, soccombendo ai suoi stessi bisogni.

E dopo non ci furono parole, solo respiri mozzati e pelli sudate. Il ladro era poi riuscito a trovare le forze sufficienti per raccogliere il corpo stanco della bionda e portarlo tra le lenzuola, dove si era sistemato al suo fianco, stringendola e accarezzandole i lividi che gli aveva lasciato sulla pelle cedevole.

Adesso, con lei che finalmente dormiva sul suo grembo, si chiedeva il motivo di tanta disperazione. Perché era quella, che aveva percepito nei suoi gesti...vivida e struggente, un bisogno di cancellare, di sopprimere qualcosa di oscuro che si era andato a creare dentro di lei.

Cosa l’era accaduto?Gli aveva mentito? Perché…?

Tutti questi interrogativi non fecero che raddensare la nube d’inquietudine nel suo petto, e l’urgenza di sapere veniva a stento controllata dalla consapevolezza che adesso era troppo stanca perfino per parlare. Così attese, rimanendo a vegliare il suo sonno per cacciar via tutti i suoi incubi.


Quando Buffy aprì gli occhi, destata da uno sgradevole rumore di stoviglie, si ritrovò sola nel suo letto.

Ben svegliata, raggio di sole!” disse allegramente la voce del suo amante, svegliandola completamente dal suo torpore. Sbattendo più volte le ciglia, per schiarire la vista, vide il suo Spike in pantaloncini che la guardava con un sorriso smagliante e una padella tra le mani. Prima ancora di capire cosa stesse facendo, lui parlò di nuovo.

La colazione è quasi pronta! Hai giusto il tempo di farti una doccia amore, poi voglio che tu metta un po’ di carne su quelle squisite cosce!” le disse ammiccando verso le sue gambe nude, appena celata dal lenzuolo leggero.

Buffy non poté far almeno di ridere: questa era il miglior risveglio che avesse mai avuto! Decise che non valeva la pena struggersi ancora, così si preparò a lasciarsi dietro tutti i problemi che la sommergevano.

Se metto altra carne su queste squisite cosce diventerò più culona di quanto già sono!! Non vorrai che inizi a rotolare, invece che camminare!” rispose, alzandosi e infilandosi nella camicia rossa dell’ossigenato.

Dolcezza, tu non hai idea di quanto siano succulenti le tue soffici curve, non è vero?”

Lei si avvicinò a lui, camminando sotto il suo sguardo affamato, sentendo il calore nei suoi occhi e nelle sue parole. Quando lo raggiunse, si appoggiò al suo petto, mentre lui si sosteneva al lavello con entrambe le mani.

Stai dicendo che adori il mio grasso?”gli disse divertita, rendendo la sua voce morbida e avvenente.

Se la mette così…” rispose lui, circondandola con le braccia “…ma suona maledettamente perverso tesoro, forse è meglio la mia versione!”

Buffy rispose con un largo sorriso e si mise in punta di piedi per raggiungere le sue labbra, sfiorandole lievemente in una lieve carezza. Sentì però la mano di Spike affondare nella sua chioma e capì che a lui non bastava, allora incominciò un bacio più profondo, facendo duellare le loro lingue in una gustosa battaglia. Quando si staccarono, il profumo della pancetta bruciata non aveva alcunissima rilevanza.

Doccia!” esclamò improvvisamente la bionda e si precipitò in bagno, lasciando il ladro lì dov’era, ad osservare incantato la figuretta sensuale imprigionata nella sua larga camicia.

Poi, appena lei ebbe chiuso la porta del bagno, sentì le imprecazione colorite e strettamente inglesi dell’ossigenato, dirette sicuramente alla sua colazione ormai carbonizzata.


Non era mai stato un grande cuoco, quindi niente fuoco! Pensò, guardando la padella fumante ricoperta di grasso bruciato, che dei tost con la marmellata e un bicchiere di latte fossero più che sufficienti per una colazione sostanziosa.

Dopo aver preparato tutto con amorevole cura, andò a bussare alla porta del bagno, ma non ebbe risposta. Poteva sentire lo scrosciare dell’acqua nella doccia e comprese che probabilmente non l’aveva sentito, allora, con un sorrisetto furbo, decise che poteva sfruttare la situazione a suo vantaggio.

Facendo attenzione a non far rumore, aprì lentamente la porta quanto bastava per poter osservare comodamente. Vide Buffy uscire dalla doccia, con il corpo nudo, bagnato e fumante; emise un debole lamento, scuotendo piano la testa: quella donna lo faceva impazzire! Poi osservò avidamente il modo con cui si asciugava, per poi raccogliere i capelli in un’asciugamano in una specie di turbante. Allora decise che era arrivato il momento, preparandosi ad aprire la porta e saltargli sopra, per sentirla gridare dallo spavento e poi magari… per qualcos’altro! Ma fu freddato all’istante…

Si immobilizzò sul posto, osservando la figura di lei che gli dava le spalle, posizionata di fronte alla specchiera velata di vapore.

Parte della schiena era scoperta e anche la nuca era completamente esposta, così da mostrare le linee nere impresse sulla pelle. Lo stemma, dalle crudeli spire insanguinate, si stagliava con incredibile superbia nella carne, marchiando la donna che lui amava.

Entrambi forgiati, ora, entrambi prigionieri…