AMICIZIA



Autore: Dictae


Interno notte. Cripta di Spike.

La telecamera gira lentamente a mostrare vari particolari del sepolcro che da parecchio tempo ospita il vampiro platinato. L’obiettivo indugia sull’altarino che Spike aveva creato appiccicando alla rinfusa, come un maldestro amante del bricolage, le foto e i ritratti di Buffy.

E ancora devastato dall’ultima volta che Buffy ci ha scaraventato sopra Spike, andandosene infuriata ed impedendogli per sempre di rimettere piede in casa sua.

La ripresa prosegue sulle candele ormai consumate, la polvere e il marmo.

Stranamente la luce che riempie la stanza non è solo quella dei ceri, questa volta è più innaturale, pulita, lucida… viva. Purtroppo la sola cosa viva che si riesce a percepire nell’angusto e umido anfratto che Spike si vede costretto a chiamare casa.

Su un tavolo di legno vecchio e grezzo una potente lampada al neon rischiara l’ambiente. Come abbia fatto poi Spike ad allacciarsi alla corrente elettrica questo è un mistero… considerando soprattutto il fatto che Spike è solo…solo da molto tempo e senza lo straccio di un amico. Nemmeno un conoscente elettricista che avrebbe potuto aiutarlo.

Ma lui di anni ne ha tanti (certo non come Angelus… ma quei pochi che ha gli hanno permesso di assistere alla creazione dell’energia elettrica… e solo il demonio sa come sia stata accolta dai vampiri una simile scoperta: Profonda gratitudine per Edison, che non tutti sanno essere stato un grande e prolifico vampiro e che ha concesso loro di tornare a vedere con gli occhi di un umano… e non quelli di un predatore notturno).

Viene inquadrato prima un telefonino cellulare, poi la camera si allarga ad abbracciare anche un filo e un notebook portatile ad esso collegato.

Da dietro lo schermo compare il viso di Spike… povero vampiro che nessuno riuscirebbe a riconoscere nello spietato assassino dalla fame incalcolabile, nell’uccisore di due cacciatrici… a loro volta cacciate per sfida, per semplice dimostrazione di potenza… per pura sete di riscatto da una vita… inferiore.

Spike sta scrivendo al computer, sembra un ossesso… ma ha anche l’aria molto stanca… il suo viso scavato, come quello di chi non mangia da molto tempo e che sembra abbracciare con rassegnata consolazione l’inedia.

La telecamera gira alle sue spalle lasciandoci chiaramente vedere che sta scrivendo una e-mail… una lunga e-mail. DESTINATARIO: WILLOW.

Testo e-mail (voce fuori campo di Spike legge il contenuto)

Non so se posso permettermi di iniziare questa lettera con un Ciao Willow.

Non so se posso… e lo vorrei tanto.

Ho rubato questo portatile… che non è nemmeno un granché e mi sono attaccato alla luce elettrica dell’illuminazione del cimitero. Già che c’ero ho rubato anche un cellulare e un cavo e una scheda per connettermi in rete.

E’ stato più facile fare tutto questo che riuscire a trovare nel buco dove vivo un punto in cui ci fossero almeno due tacche di ricezione.

Che strano, vero?

Una e-mail da un vampiro. Un tempo gli facevano anche l’intervista… ma credo che ora come ora nessuno abbia voglia di parlare con Spike.

Ho molti anni.. troppi forse… o almeno così ne ero convito. Invece mi ritrovo a dover ammettere che ne ho troppo pochi… che la maturazione che ho conseguito non è riuscita a rendermi veramente distaccato … da tutto.” …..

La telecamera inquadra ora un oggetto al lato del computer. Lo zoom lento e chiaro ci permette senza perdere il fuoco di riconoscere una specie di monetina da un penny… apparentemente un penny… ma con il massimo ingrandimento si riconoscono piccole venuzze di silicio su una base di plastica.

A quanto pare il cardiologo rapito da Spike e Harmony e forzatamente costretto ad improvvisarsi neurologo non si era sbagliato poi tanto. Era riuscito ad estrarre il microchip dal cervello di Spike… e Spike lo aveva sempre saputo. Lo tiene ancora con se, lo guarda… e sorride.

Scienziati innamorati della bionica… accecati dalla ricerca… Davvero credevano che quel pezzetto di sabbia avrebbe funzionato… davvero lo credevano?

Perché no… in fondo ci aveva creduto anche Spike. Era stato una specie di placebo… una arancia meccanica bella e condizionata… Ma di sicuro non erano state le scariche elettriche a provocargli dolore ogni volta che cercava di fare del male, ogni volta che voleva nutrirsi.

Ora Spike lo sa… sa che era la consapevolezza del sentimento che gli stava crescendo dentro ad impedirgli di fare del male.

Era mai stato innamorato? Si, certo… Drusilla… Ma Drusilla era un essere malvagio… tutta la solfa sui vampiri gli era stata dipinta come semplice malvagità da abbracciare ed esaltare.

Neppure l’esempio di Angelus gli era servito… per cambiare.

Doveva semplicemente conoscere una persona … buona… determinata… spietata … come la cacciatrice.

Il chip non aveva mai funzionato… e Spike lo aveva sempre sospettato. La conferma gliela aveva data la sua asportazione.

E ora tutto questo… tutta questa sconfitta… tutto il dolore lancinante nel suo cuore fermo da secoli… così forte da quasi fargli sembrare di sentirlo battere ancora.

Ho sbagliato Willow… ho sbagliato ancora… e ancora… e ancora. Scrivo a te perché voglio scrivere a Buffy… ma quella zuccona non sa nemmeno come si accende un computer… perché so che una mia lettera la straccerebbe… perché so che se solo mi vedesse, potrebbe uccidermi.

E io non mi difenderei Willow… non lo farei. Non più.

Non ti chiedo di dirle quanto la amo… e non so nemmeno se ricevuta la mia e-mail tu avrai avuto la voglia di leggerla… di arrivare almeno a questo punto.

Vorrei dirvi grazie… perché mai nella mia vita mi sono sentito parte di un gruppo come lo sono stato con voi, anche se per così poco tempo.

Maltrattato, osteggiato… ma parte di voi.

Mai nella mia vita ho sentito di stare nella parte del giusto, come con voi.

E non ricordo di aver mai provato un sentimento così forte nei confronti della donna che amo e degli amici che rispetto.

Permettetemi di considerarvi miei amici… perché ora sono solo… ed è una sensazione peggiore della morte.

Vi amo.

Spike.”

Spike spegne la sigaretta che stava fumando direttamente nel suo bicchiere di whisky. Quanti stravizi per un vampiro… quanti difetti umani.

I suoi occhi cominciano ad inumidirsi di uno strano colore rosato, poi più intenso e una lacrima rossa di sangue comincia a rigargli il volto. Se la asciuga con fastidio e tira su col naso. Un vero uomo non piange. Si accende subito un’altra sigaretta e lascia che il fumo salga ad irritargli gli occhi. Ecco un buon motivo per lacrimare.

Preme il tasto “Send” e lascia che l’e-mail parta. Non sa se servirà a qualche cosa… e ad essere sinceri non gli importa proprio nulla. Si alza e va all’angolo della cripta che lui ha destinato ad armadio. Si siede, prende la sua boccetta di smalto nero e la fissa. Sorride, ma ancora un’altra lacrima rosso vermiglio scende dai suoi occhi. Poggia la boccetta sulla scarpiera e si sfila la maglietta nera. Apre l’armadio e tira fuori il suo completo nero. Gli è sempre piaciuto quel completo. Da matti.

Interno di notte. Camera di Willow.

La telecamera riprende da dietro lo schermo del computer il volto illuminato dallo schermo di Willow. Sullo sfondo si intravede l’immagine sfocata di Tara che, seduta sul pavimento, si allena con i tarocchi.

Willow sembra leggere attentamente un messaggio…

Willow: “Tara?… vuoi venire un attimo?…”

Tara: (alzando gli occhi dalla carte disposte a cerchio): “Che succede?…”

Tara si alza con la sua solita andatura solenne… un po’ da antica vestale. Si porta alle spalle di Willow e comincia a leggere.

Poi le due ragazze si guardano.

Esterno notte. Cimitero di Sunnydale.

Buffy cammina tra le tombe illuminata dalla luna. Ha come sempre un’andatura sicura, ma questa volta più lenta… meno accorta. In fondo sa che di vampiri a Sunnydale non ce ne sono più… il suo fiuto glielo dice… ma sa anche bene che torneranno. Tornano sempre a Sunnydale.

Anche se si trova in California, sente freddo e stringe a se lo scialle che ha sulle spalle, lasciando intravedere un pezzo di carta che ha in mano. La stampa dell’e-mail di Spike.

Non sa bene per quale motivo si trova lì… ad essere sincera non vorrebbe esserci, ma ci si vede costretta per una semplice parola che ha letto nelle pagine scritte da Spike: “solitudine”.

In fondo glielo deve… in fondo deve parlargli. Non lo ama e non lo amerà mai… ma adesso trova con lui una comunanza che non ha con nessun altro. Anche lei è sola.

Joyce è morta… e lei non ha potuto fare nulla. Down è sua sorella… ma ormai i ricordi di quando non c’era riaffiorano alla sua mente, facendola sentire veramente sola a sua volta.

Solitudine… una sensazione peggiore della morte.

Interno notte. Cripta di Spike

Buffy si muove circospetta… non più come faceva un tempo, quando piombava in quella cripta come se fosse casa sua, insultando Spike e prendendolo a schiaffi per ogni bravata che combinava.

Vampiro testardo e inconcludente… ma sempre presente quando la situazione sembrava degenerare… spesso situazioni che lui aveva contribuito a causare.

Buffy: “SPIKE?!”

Nessuna risposta. Buffy si siede sul sepolcro e incrocia le braccia. Nota il computer ancora acceso. Spike tornerà da un momento all’altro. Forse gli farà piacere se lei lo aspetterà.

Interno giorno. Cripta di Spike.

La telecamera indugia su Buffy addormentata sul marmo del sepolcro. La ragazza non è mai stata terrorizzata da simili situazioni. Un sepolcro è un po’ come un letto. Muove lentamente le palpebre socchiuse. La luce del sole la mette subito in allarme.

Buffy: “SPIKE???… è giorno… SPIKE?”

Ancora nessuna risposta. Buffy sembra allarmata, preoccupata per… beh, si… per un amico che non è rientrato. Chissà in quale nuovo guaio si sarà cacciato… ma tanto non ne può combinare di grosse con il microchip in testa.

Il microchip… ecco che lo nota vicino al computer. Con uno scatto atletico scende dal sepolcro e si precipita sull’oggetto. Lo guarda bene.

No, non è un penny.

Entra subito in allarme. Sicuramente quella notte qualcuno è morto per dissetare un vampiro e lei se ne è stata tranquilla tranquilla a dormire in casa dell’assassino.

Buffy: “Dannato Spike.”… “Che stupida sono stata… volevi la via libera, eh”

Buffy scaglia il microchip contro il muro dell’angolo adibito ad armadio, e i suoi occhi cadono su un mucchio di stracci che si trovano per terra.

Qualche cosa non le quadra… cosa ci fa il vestito a cui Spike è sempre stato affezionato buttato in un angolo come fosse la coperta di un cane?

Si avvicina lentamente… lentamente… e si china ad esaminare gli stracci.

Il vestito è sporco… sporco di cenere…

C’è cenere dappertutto… c’è cenere dentro il vestito…

e dentro il vestito c’è un paletto di legno.

Buffy si porta le mani alla bocca e finalmente comincia a piangere: “Oh, Spike… ma che hai fatto?… che hai fatto?”

Esterno giorno. Cimitero di Sunnydale

Buffy è seduta di fronte ad una lapide. Quella di sua madre sta pochi metri più in là… ma adesso crede sia giusto stare seduta di fronte a quella.

Sulla lapide c’è scritto semplicemente Spike, senza data di nascita o di morte. La foto manca, i vampiri non si possono fotografare… ma Down è riuscita a fare un bel ritratto… molto fedele a Spike… con la sua stessa faccia sorniona.

Buffy accarezza leggermente l’immagine. Non ha lacrime nei suoi occhi, ma un pallido sorriso di comprensione.

Voce fuori campo di Buffy: “Riposa… Spike… Perdonami, amico mio”

FINE