IO IN TE

AUTRICE:DRUSILLA

 [B/A, AU]

 

Dopo una traduzione, ho sentito la necessità di tornare al caro e vecchio italiano ed al mio stile. Insomma ad una mia ff! Perciò ecco questa nuovissima ff AU con protagonisti Buffy ed Angel (ma và!) che spero vi piaccia... fatemi sapere in tante!

"Che diavolo hai combinato?!!!" gridò infuriato il grasso uomo. Il suo grembiule da cucina era interamente ricoperto di macchie d'unto e grasso di hamburger. Una patatina fritta penzolava sopra la spalla dell'omone.

"Mi scusi... non volevo farlo" supplicò la ragazza quasi piangendo.

"Ah non volevi farlo eh?! TE LO DICO IO COSA VUOI FARE! Vuoi portare il tuo bel didietro fuori di qui!!!" sbraitò gesticolando furiosamente l'uomo.

"C-cosa?" sussurrò facendosi piccola la ragazza.

"SEI LICENZIATA!"

"Ma lei non... non può farlo... perchè?"

"NON POSSO FARLO EH?! VATTENE!!! ORA!"

La bionda si slacciò il grembiule unto e si diresse in lacrime fuori dalla puzzolente cucina del fast food.

L'aria era fredda e pungente. Sbuffi di vapore caldo e umido si sollevavano dalla strada conferendole un aspetto misterioso e da film horror spaventoso.

"Oh no..." sussurrò la giovane. L'autobus se ne stava andando tranquillamente senza aspettarla e lei abitava a 'solo' dieci isolati da quel posto. La metropolitana quel giorno non era in funzione, sciopero. Non aveva una macchina, altrimenti dell'autobus che se ne faceva? E solo un mezzo la potevano portare nella sua lontana abitazione. Le gambe. Alle 18 di una fredda giornata invernale di New York in cui il buio già sovrastava la città, una piccola e minuta biondina aveva pateticamente perso in circa due minuti il lavoro e l'autobus.

"Hey, bionda" una voce proveniente da uno scuro vicolo chiamò la ragazza che inizialmente non si voltò.

"Su avanti, non essere timida. Non ti mangio sai. E poi se non ti giri potrò continuare a contemplare il tuo bel fondoschiena in tutta tranquillità"

La ragazza era riluttante all'idea di voltarsi e mostrarsi così vulnerabile di fronte ad un uomo magari anche ubriaco, ma le faceva ancor più schifo l'idea che quello 'venerasse' le sue curve. Si aspettava di trovarsi di fronte un ragazzaccio di circa trent'anni, coi capelli lunghi ed unti, una bottiglia di scadente birra in mano e la spalla destra inclinata verso il basso tutto puzzolente di fradicio liquore, invece fu sorpresa. Le sue aspettative crollarono alla velocità della luce e si sentì improvvisamente al sicuro. Non era un alcolizzato maniaco sessuale. Era un uomo dall'aspetto gentile, in giacca e cravatta, uno di quei tizi anonimi che sembrano appena usciti da una soap opera tutta rose e fiori. Aveva capelli corti e biondi, due bellissimi occhi azzurri ed un bel fisico. Era decisamente più alto di lei, ma questo non la metteva in imbarazzo, anzi, le dava sicurezza. Solo una cosa era uguale. La bottiglia in mano. Però sembrava contenere acqua, o Sprite, o chissà cosa, comunque sia un liquido trasparente ed all'apparenza innocuo.

"Sembri distrutta. Pessima giornata?" chiese lui con fare gentile. "Piacere, mi chiamo William. William il sanguinario, per i colleghi." lui le porse la mano.

"Il... il sanguinario?"

"Si, faccio strage d'imputati. Non ho mai perso un caso" l'uomo sorrise, divertito da come lei era rimasta spiazzata da quella dichiarazione.

"Ah... capisco." Lei strinse la mano "Buffy, Buffy Summers. Piacere."

"Beh.. dicevo.. cosa ti sarà mai successo per metterti così giù d'umore?"

"Eh... ho perso lavoro e autobus, abito a dieci isolati da qui e non ho idea di come raggiungere casa mia"

"Tanto per cominciare... vuoi un pò d'acqua?" chiese lui porgendole la bottiglietta "Sarà poco ma è qualcosa no?! Toglie quel sapore d'unto dalla bocca"

Lei accettò ingenuamente, pensando che non ci fosse nulla di più innocuo di un bel sorso d'acqua.

 

Due anni dopo...

"Mrs Summers, cosa ha da dire in sua difesa?" chiese il giudice dal viso gentile.

"Come crede che io potessi conoscere il reale contenuto di una stupidissima bottiglia d'acqua!?" sussurrò irata la ragazza a denti stretti.

"Obiezione! Quell'acqua sarebbe stata innocua se dentro non ci fosse stata disciolta un'intera bustina di droga" replicò l'accusa.

"Obiezione accolta" disse il giudice sbattendo il pesante martello di legno sul piano a forma di cilindro schiacciato.

"La giuria si aggiorna. Emaneremo il verdetto domani in una seduta che si terrà alle ora 14."

Buffy Summers si alzò irritata dalla comoda sedia in faggio per consegnarsi alle guardie che la ammanettarono con prontezza e la condussero in cella. Il suo avvocato arrivò circa dieci minuti più tardi.

"Non si preoccupi, la sua è una causa quasi vinta in partenza. Non è del tutto colpevole ed abbiamo fatto un buon lavoro insieme. Credo che una punizione sociale sarà il massimo che le potranno infliggere"

La ragazza si sdraiò sulla dura brandina, per nulla sollevata da quell'affermazione. Certo, meglio il sociale che la cella, ma perchè essere condannata per qualcosa di cui non aveva alcuna colpa?

***

"La giuria ha deciso di condannare l'imputata a 1080 ore di lavori sociali"

"Cosa?!" sussurrò incredula l'imputata al suo avvocato.

"Oh, sono solo 90 giorni di volontariato lavorando 12 ore al giorno... non ti è andata poi così male" rispose Wesley tentando di non muovere la bocca, senza successo. Il giudice stava ancora parlando perciò era vietato dialogare, se non altro per rispetto.

***

"...spazzini, badanti in una casa di riposo..." la ragazza faceva scorrere velocemente il dito sottile sulla lista dei servizi sociali per la comunità, cercando disperatamente uno che non la orripilasse. Odiava lo sporco e non capiva come avesse potuto lavorare per mesi in un fast food, la patria dei germi e dei batteri. Lo sguardo di Buffy cadde su una riga. '...autistici, schizzofrenici,...'. Un'occasione di fare volontariato in un volgarmente detto Manicomio. In fondo lei era molto paziente, i 'pazzi' non sporcavano ed il suo sogno nel cassetto era sempre stato quello di fare la psicologa.

"Sei nata per studiare la testa degli altri" le diceva sempre Faith, una ragazza in cura con lei nella comunità.

Forse questa era la sua occasione, come dire... un segno del destino.

Comunicò la sua decisione alle autorità compententi due giorni dopo, in seguito a lunghe riflessioni. Forse il contatto con persone 'malate' le poteva richiamare alla mente la madre ed il padre defunti, ma vedeva in quell'occasione un modo per scacciarli definitivamente dall'area 'Brutti Ricordi' del suo cervello per metterli in quella 'Memorie Rosa'. Era fatta. Non poteva più tirarsi indietro.

***

"Mmh, tu sei Buffy... Summers, vero?" la simpatica rossa porse la sua mano alla bionda che ricambiò. "io sono Willow Rosenberg, per gli amici Will. Ti aiuterò in questi primi giorni di lavoro. Ti spiegherò ciò che devi fare, come lo devi fare, quando e dove lo devi fare. Insomma, ti illuminerò sul tuo compito qui." entrambe sorrisero. Forse quell'esperienza sarebbe stata migliore di molte altre. Sicuramente migliore della possibilità di fare la spazzina. Sentiva qualcosa in quel luogo. Una vibrazione, una lunghezza d'onda, che le percorrevano il cervello. Sentiva di essere nel luogo giusto, al momento giusto.

Una settimana dopo...

"Chi è quello?" chiese Buffy alla sua pseudo guida Willow indicando un giovane ragazzo seduto di fronte alla finestra con lo sguardo perso nell'orizzonte.

"Mmh, osso duro Buff! Osso duro..."

"Che cosa-?"

"Non lo sa nessuno. Trauma infantile, autismo, chi lo sa?! E' capace di stare così anche per giorni. Se gli stai simpatica ti studia, ma nella maggior parte dei casi ti ignora e basta. Si è interessato a qualcuno solo una volta, si chiamava Giles. Un simpatico signore che ogni tanto veniva a trovarlo. Non so chi fosse. So solo che non si vide più da quando lui parlò per la prima volta. Solo una parola, per giunta senza senso. Nulla di che, ma probabilmente rimase shockato e qui non mise più piede." Buffy ascoltava con attenzione quella storia continuando a fissare il ragazzo. La luce del tramonto gettava riflessi rossicci sui suoi capelli corti e faceva brillare i suoi occhi. Mentre Willow continuava imperterrita a raccontare, il ragazzo si voltò. O perlomeno Buffy fu sicura che si fosse voltato, l'avesse fissata negli occhi, e fosse tornato al paesaggio.

"Buff! Buff mi ascolti?!" la bionda fu scossa duramente dalla voce di Willow.

"Oh, si, si ho capito... sembra interessante" si lasciò sfuggire

"Cosa?!?"

"Sotto il profilo psicologico, sembra interessante" mentì Buffy, nascondendo il fatto di essere arrossita dopo lo sguardo del ragazzo.

"Oh si certo... è un pò come un cubo di Cubrick (ndt: è giusto il nome?!?!) quando credi di aver allineato tutti i colori, scopri di aver tralasciato una faccia.. peccato che di lui non abbiamo capito neppure quali siano le tonalità" aggiunse sconsolata la rossa lasciando Buffy alle sue riflessioni per andare da un bambino che la chiamava ad alta voce.

Cap 2

 

 

Un'idea strana balenò nella mente della bionda. All'inizio ne era un pò diffidente lei stessa ma poi pensandoci meglio capì che era davvero un lampo di genio, sentì che il suo inconscio psicologo si stava svegliando lentamente. Si avviò verso il misterioso ragazzo e, cercando di non far rumore, prese una sedia e si mise accanto a lui ad osservare il tramonto. Rimase immediatamente ipnotizzata. Non dalle immagini, ma da lui. Aveva un'incredibile radiazione intorno, come una potente calamita. Fissò gli occhi sul paesaggio e presto scivolò in uno stato di semi-trance dolcissimo.

"Mrs Summers! Mrs Summers!" una voce di donna invocava la ragazza a tornare alla realtà. Buffy tentò disperatamente di restare aggrappata a quel mondo fantastico ma l'illusione scivolò via. La sua mente lucida gettò uno sguardo fuori dalla finestra. Si era fatto notte e non se ne era neppure accorta anche se aveva fissato continuamente quello scenario. Buffy alzò la testa e vide la dirigente di quel reparto.

"S-si?"

"Sono quattro ore che sta impalata lì a guardare quella finestra. Per un attimo ho creduto che Angel ti avesse 'contagiata'!"

"C-chi?"

"Angel! Lui!" disse la donna indicando il misterioso ragazzo seduto di fianco a Buffy.

"Ah... beh..."

"Avanti, le tue dodici ore sono finite per oggi, puoi andare"

Buffy fece per alzarsi ma accadde qualcosa che lasciò tutti sbalorditi. Angel le afferrò la mano. Con un movimento fulmineo e con una forza impressionante arrestò la ragazza che si stava alzando, continuando a fissare la finestra. Non mosse neppure un muscolo più del necessario. Aveva un controllo impressionante sul suo corpo. Buffy sussultò. Quel tocco le passò una scarica così intensa di emozioni che per un attimo fu sicura di svenire e si sedette di nuovo. Poi guardò la dirigente del reparto.

"Do.. do fastidio se rimango qui?" sussurrò la ragazza.

"Ma certo che no, considerando che stai impalata come lui davanti ad una stupida finestra"

"ok, grazie" Buffy tornò a guardare il cielo ormai pieno di stelle splendenti e prese la mano di Angel tra le sue, scaldando quella gelida pelle.

***

"Hey Buff! Ma a che ora te ne sei andata ieri? Ho saputo quello che è successo... direi che-"

"Will..Will va piano... le tue parole mi rimbombano in testa.." mormorò la bionda portandosi la mano sinistra sulla tempia.

"Mmh... deduco che sei stata sù fino a tardi eh?!" sussurrò Willow cercando di scandire bene le parole.

"Già.. deduci bene" rispose Buffy iniziando a massaggiarsi la tempia disegnadovi grandi cerchi con le dita della mano.

"Beh... oggi sei anche arrivata tardi quindi le tue dodici ore andranno a finire ancor più tardi.. se vuoi ti copro io e le recuperi un altro giorno"

"Non fa niente... è mezzogiorno... andrò di nuovo a dormire dopo la mezzanotte e di certo non cenerò"

"Invece di pensare già alla cena, concentrati sul portare il pranzo agli ammalati, altrimenti il capo ci manda a fare le spazzine!" Buffy sorrise e si avviò verso il carrelo con i rispettivi piatti per il pranzo.

***

"Ciao.." sussurrò Buffy dolcemente portando il pranzo ad Angel. "Come va oggi?" logicamente non ebbe riposta, il ragazzo non la guardava neanche. Continuava imperterrito a fissare il paesaggio oltre la finestra, come se cercasse qualcosa, come se laggiù, lontano, avesse smarrito il senno. La ragazza sapeva benissimo che Angel era miliardi di volte più intelligente di tutte le persone di quel posto (malati e non) messe insieme, ma non capiva da dove traesse questa deduzione. Forse dai suoi occhi, così profondi ed inesplorabili. Sentiva che se si fosse persa in quello sguardo non sarebbe mai più tornata in superficie. Ne sarebbe rimasta imprigionata, persa per sempre. Sentiva che se fosse rimasto in quello stato fino al giorno della sua morte il mondo sarebbe stato privato di una persona stupenda, magnifica. E non capiva ancora da dove prendesse queste idee. Come faceva lei a sapere queste cose? Chi era lei? La ragazza scrollò la testa per cacciare tutte quelle orribili domande e tornò a concentrarsi sul pranzo di Angel.

"Avanti... dovrai pur mangiare" disse in un soffio. Da parte di lui nulla. Non un battito delle palpebre. Non una vena più pulsante delle altre. Non lo schiocco di una mascella che si serra. Nulla. Davanti ad Angel c' era una sedia, lei non sapeva chi l'avesse messa lì, ma non intendeva di certo sedervisi. Al contrario, la prese e la mise di fianco al ragazzo, poi vi si accomodò. Sedersi di fronte a qualcuno in quel modo sarebbe stato come un atteggiamento di sfida, o di senso di superiorità. Invece di fianco alla persona era più un mettersi al suo livello, scendere nei suoi pensieri ed accoglierla di conseguenza nei tuoi. E questo spaventava Buffy. Sentiva che lui aveva libero accesso alla sua mente ma lei non vedeva neppure l'entrata di quella di lui. Angel aprì le mani, come se avesse sentito i pensieri di lei e volesse rassicurarla. Aprì le sue mani mantenendole però sopra le gambe, come se volesse qualcosa. Buffy capì e poggiò il piatto con il pranzo sul palmo delle mani di lui. "Grazie" sussurrò, poi si alzò e tornò al suo lavoro, comprendendo di aver già fatto tanto e di non poter volere di più.

"Buff, sei un mito!" Willow la raggiunse e la fermò.

"Perchè?" chiese lei stupita

"In due anni che sto qui non ho mai visto nessuno riuscire a dare il pranzo a quel ragazzo! Io.. io ti costruirò un altarino votivo!" esclamò felice la rossa.

"Non ce n'è bisogno... sai, credo che sotto quell'armatura durissima si nasconda una persona fantastica."

"Beh, il fatto è riuscire ad aprirla... come ti ho già detto, solo quel Giles ci era riuscito,... prima di te naturalmente! E credo che tu abbia davvero colpito il nostro ragazzo... certo, non in quel senso" disse Willow gettando uno sguardo alle spalle di Buffy.

"Perchè?" chiese l'altra voltandosi a guardare. Angel la fissava. Non in modo opprimente o con quello sguardo che ti fa sentire in imbarazzo e che desidereresti solo sprofondare, la fissava e basta. In un modo privo di ogni secondo fine. O perlomeno loro pensavano che così fosse. Nulla di ciò che Angel faceva aveva un solo fine, a volte ne aveva anche due o tre, ma nessuno li comprendeva. Era il suo mondo, il suo modo di vivere indirettamente e Buffy provò l'irresistibile desiderio di entrarci ed esplorarlo fino all'esasperazione.

***

La settimana successiva passò velocemente. Buffy lavorava dodici ore al giorno ed Angel la fissava dodici ore al giorno. Non le dispiaceva, anzi, sentiva che in qualche modo ad ogni sguardo scoprisse una nuova parte del ragazzo. Lei gli dava il pranzo, stava seduta di fianco a lui per ore, gli faceva sentire che comunque era lì per lui, e che ci sarebbe sempre stata. In cambio Angel la guardava. Con quegli occhi carichi di misteri, di labirinti mentali e di una genialità al lavoro 24 ore su 24. E a Buffy piaceva. Adorava sentire quello sguardo su di lei, dentro di lei, in ogni sua cellula. La conosceva di più quel ragazzo che ogni altra persona, e solo osservandola. Le ricordava sua madre, che con un'occhiata capiva tutto, e a qual punto capì una cosa: i suoi le mancavano terribilmente.

La situazione era molto calma quel giorno, era appena finito l'orario del pranzo e tutti dormivano tranne Buffy ed Angel. Lui come al solito fissava il mondo fuori dalla finestra e lei decise di andare a fargli compagnia.

"E' davvero bello, non credi?" sussurrò lei senza aspettarsi una risposta. La finestra dava su uno sconfinato campo di erba con solo un albero in fondo a sinistra. Rigoglioso, pieno di foglie e di vita seppur in pieno inverno. Era un mistero. Non era un sempreverde ma nonostante la neve e il gelo le foglie rimanevano lì, attaccate saldamente e di un verde luccicante. "Ti fa credere che il mondo là fuori sia tutto così, libero da ogni oppressione, aperto, arioso e giusto. Che illusione stupenda. Per un attimo anch'io ci ho creduto. Tu ci credi, Angel?" chiese lei senza volere una risposta. "Il mio mondo non è così... ma il tuo... il tuo lo è, vero? Io so dove stai, quando guardi là fuori senza muovere un muscolo e senza battere ciglio. So dove vai, so dove passi tutta la giornata e voglio venirci anch'io Angel, portami con te. Liberami" Buffy lo stava letteralmente supplicando senza neppure accorgersene. Lui si alzò lasciando la ragazza davvero stupita. Prese una bottiglia di vetro che era poggiata sul davanzale della finestra e la strinse con una mano a tal punto che il vetro si frantumò ma senza produrre alcun rumore. Buffy scattò in piedi. La mano di lui iniziò a sanguinare.

"Angel, Angel, lasciala" gli sussurrò dolcemente cercando di nascondere la preoccupazione nei suoi occhi. Lui la fissò, la fissò negli occhi. Il tutto ed il nulla, il vuoto ed il pieno, il bianco ed il nero, il bene ed il male. Buffy sentì le gambe iniziare a tremare, un sovraccarico spaventoso di emozioni affollò la sua mente mandandola quasi in black out. Tilt. Circuiti spezzati. Angel lasciò cadere a terra i pezzi della bottiglia ormai frantumata e strinse con forza le braccia della ragazza fissandola ancora negli occhi, questa volta con più decisione.

"Io... non sento... non lo sento!" esclamò lui.

Buffy si divincolò dalla sua presa e lo abbracciò forte iniziando a piangere. Affondò il viso nel petto di lui e sentì le calde lacrime trasferirsi dai suoi occhi alla maglia di Angel, per impregnarla di salate goccioline. Era la sensazione più bella che avesse mai provato, abbracciarlo. Era come stare in un luogo fuori dallo spazio e dal tempo, dai giudizi e dalle preoccupazioni, il mondo di Angel. E allora capì perchè era capace di stare seduto anche per giornate a fissare un paesaggio che forse neppure vedeva. Non lo vedeva. Lui vedeva il suo mondo, quel mondo sereno e spensierato ma al contempo ingegnoso ed elaborato. Era un mondo fantastico, dove tutti avrebbero desiderato perdersi. E quel mondo Buffy lo aveva trovato tra le sue braccia. In quel calore accogliente che sprigionava. Amava ogni sua singola cellula e solo ora se ne rendeva conto.

Cap 3

 

 

Dopo alcuni minuti Buffy ruppe l'abbraccio, anche se con riluttanza. Prese delle bende e medicò la mano di Angel con cura. Lui era tornato nel suo mondo, immobile.

"Angel, Angel ascoltami" gli sussurrò la ragazza. Lui spostò immediatamente lo sguardo sul suo viso, con grande sorpresa di Buffy che continuò a parlare "Angel... ti nascondi nel tuo mondo perchè questa realtà ti fa schifo. Lo so perchè è ciò che provo anch'io." disse stringendolgli la mano destra e guardandolo negli occhi "e... e io ti convincerò, riuscirò a convincerti che anche in questo mondo c'è qualcosa per cui vale la pena vivere. Se tu me lo permetti ti tirerò fuori, basta solo che tu lo voglia." così dicendo la ragazza si sporse in avanti e baciò dolcemente la fronte di Angel prendendogli la testa tra le mani, poi ritornò al suo posto, guardandolo negli occhi. Un nuovo calore sembrava animare quelle profondità inesplorate, un calore ancora debole ma che presto sarebbe esploso in tutta la sua fiammata ardente. Se solo lui si fosse lascianto convincere, se solo per una volta avesse ascoltato e fosse uscito dal suo mondo. Buffy lo faceva sentire in uno stadio di stallo perenne tra la realtà e la SUA realtà, come in un limbo. Ma era sicuro che presto avrebbe dovuto decidere. Buffy ed il mondo con tutti i suoi dolori da una parte, se stesso e la sua 'vita immaginaria' dall'altra. La ragazza lo fece sedere e si mise di fianco a lui come sempre, davanti alla finestra.

"Ti va di ascoltarmi?" sussurrò Buffy dolcemente. Angel non diede segni di vita e da questo capì che era come un si. "Silenzio assenso" aggiunse la ragazza sorridendo. "Nessuno sa veramente per quale motivo mi trovo qui, insomma, chiunque sa che devo scontare delle ore di servizi sociali ma il perchè... quello è un mistero per tutti" Buffy guardava fuori dalla finestra mentre parlava "ti svelerò il mio mondo Angel e non pretendo di conoscere il tuo. Iniziò tutto circa due anni fa, ero appena stata licenziata, fuori faceva freddo e avevo perso l'autobus per casa. Un uomo dall'aspetto gentile chiamato William, per gli amici Il Sanguinario, mi offrì dell'acqua. Io accettai perchè forse credevo che con l'acqua anche tutti i miei problemi sarebbero scivolati via..." Buffy fece una pausa, respirò a fondo e ricominciò "Beh, quell'uomo mi portò a casa e mi lasciò il suo numero. Ero disperata, devi capire questo. Mi aveva promesso un lavoro importante ed in quel momento avrei creduto anche al peggior bugiardo del mondo. Per motivi che non ti sto a spiegare avviai una relazione diciamo... una relazione d'amore e sesso con quella persona." La ragazza si fermò di nuovo, scosse il capo e ricominciò "Il peggior errore della mia vita... Un giorno eravamo a casa sua e stavamo beh... eravamo a letto, nudi e... è facile immaginare cosa facevamo quando arrivò sua moglie. Io non sapevo che fosse sposato e più tardi scoprii che addirittura aveva due figli! Lui mi fece cenno di rimanere in camera, andò fuori con la moglie e parlarono. Non capii cosa si dissero, so solo che quando uscii di casa trovai la polizia ad aspettarmi e... e scoprirono della droga nella mia borsa che giuro ancora non so come ci sia finita,... cioè, sono sicura che ce l'abbia messa William ma il perchè... forse per far stare tranquilla sua moglie mandandomi in carcere... non lo so. Non ne ho idea. E quell'acqua che lui continuava incessantemente ad offrirmi, era drogata anche quella! Trovarono altissime percentuali di sostanze allucinogene nel mio sangue e la droga nella mia borsa confermava i loro sospetti. Incastrata. Mi aveva incastrata, quel figlio di puttana mi aveva incastrata. Ecco perchè sono qui. E questo è solo l'ultimo capitolo della mia triste storia, solo l'ultimo. Il primo capitolo è la morte dei miei genitori. Ero piccola ma ancora non me la perdono. So che non ne ebbi alcuna colpa ma so anche che forse potevo fare qualcosa." Buffy si fermò bruscamente, assunse un'aria stupita e sussurrò "Dio quanto mi mancano" una caldissima lacrima cadde sulla sua guancia, finendo poi giù dal mento al collo alla maglia. "Non ti sto dando dei buoni motivi per uscire dal tuo mondo vero?... Forse perchè io per prima non voglio starci... che schifo..." Buffy si fermò. Angel le teneva la mano. Non capiva da quanto tempo lo stesse facendo, se ne era accorta solo ora. Il calore pervadeva le sue dita quasi intorpidite e pianse. Pianse per quel piccolo gesto che la sconvolgeva dal profondo. Era una piccola gigante cosa. La ragazza posò la sua mano sopra quella di lui e rimasero di nuovo lì, a guardare fuori dalla finestra, mano nella mano, cuore nel cuore, mente nella mente.

Cap 4

 

"Sembra davvero che sia riuscita a-"

"Buongiorno!"

"Oh, ciao Buffy!"

"Che stavate dicendo?"

"Oh, beh.. dicevamo che questa tappezzeria fa davvero pietà non credi?"

"Avanti Will, non sai affatto mentire, so che parlavate di me, non c'è bisogno che mi diciate delle bugie"

"Beh, stavamo dicendo che-"

"dicevamo che hai fatto più tu in due settimane che noi in anni, con quello!" Cordelia interruppe Willow scocciata indicando Angel. Davvero non le andava giù il fatto che quella stupida ragazza fosse riuscita a far parlare Angel in pochissimo tempo ed in qualche modo a legare con lui. Era il suo obiettivo da quando lavorava lì, ed inoltre lei era una dottoressa qualificata, invece Buffy cos'era? Era solo una piccola smorfiosa dotata di un millesimo di buon senso e due grammi di dolcezza. Non reggeva di certo il confronto, secondo lei.

"Punto primo: 'quello' ha un nome. Punto secondo: forse ho risolto di più io in due settimane che lei in anni solo perchè non mi limito a chiamare 'quello' le persone. Colga l'allusione" Buffy girò i tacchi e tornò al suo lavoro lasciando la Chase con un palmo di naso e Willow con una gran voglia di ridere.

"io quella la licenzio, la sbatto fuori" mormorò stringendo i denti la dottoressa.

"Emh..." Willow si schiarì la voce per richiamare l'attenzione della dottoressa.

"Che vuoi?" chiese lei scocciata

"L'ha chiamata 'quella' e poi... non la puo cacciare, lei sta qui per volontariato."

"hai ragione Willow, ma posso farla spostare" sussurrò in un soffio Cordelia con l'odio che ribolliva nei suoi occhi castani.

 

"Ciao Angel" Buffy si avvicinò lentamente al ragazzo. "Come va la mano?" gli chiese osservando attentamente la benda. Non voleva che lui le rispondesse, ormai ci aveva rinunciato, era solo un gesto di cortesia e di interesse. "Mi fai stare così male a volte..." Buffy sospirò e si sedette di fianco al ragazzo. "Perchè... perchè sei rinchiuso nel tuo mondo, perchè? cosa ti ha potuto fare questo? sei forte Angel e lo sai, non nasconderti, sconfiggi i tuoi fantasmi." la ragazza fece una lunga pausa mentre guardava fuori dalla finestra e pensava a quanto il mondo avesse dovuto trattare male Angel per ridurlo così. Poi sentì un peso nella sua tasca e si ricordò una cosa. "Oh, stavo quasi dimenticando..." Buffy estrasse l'oggetto dalla divisa "...è per te, tienilo qui" la ragazza infilò il piccolo parallelepipedo a punta nella tasca dei pantaloni di Angel, e le sue mani avvertirono qualcosa. Spinta dalla curiosità il suo primo impulso fu di afferrare l'oggetto e scoprire cosa fosse, ma poi pensò che non era giusto, non nei confronti di lui. "E'... è una punta di quarzo, gli esperti in materia dicono che serve ad incanalare i flussi di ricordi, come dire... serve a risvegliare le memorie remote ed inconscie, a schiarire la mente, ed è anche utile per l'introspezione e la chiaroveggenza... ti prego, non buttarlo. Me lo regalò mia madre quando ero piccolissima, mi sono documentata ed ho scoperto queste informazioni... Per me vale tanto e lo voglio dare a te..." silenzio. La ragazza si fermò a lungo. "perchè in questo momento anche tu vali tantissimo per me" disse sussurrando quasi con le lacrime agli occhi e tornando a guardare fuori dalla finestra. "Io... io devo... io devo pur dirlo a qualcuno no? dovrò pur parlare con qualcuno che non mi giudichi secondo stereotopi che mi vanno stretti e che mi accetti per ciò che sono... ma non è giusto, non è giusto che ne parli con te, non è giusto che ti riversi addosso i miei pesi ed i miei dolori, non è giusto, non lo è..." Buffy scoppiò in lacrime e corse in bagno. Il secondo rubinetto perdeva, come al solito. Il perenne ticchettare della goccia che cadeva per raggiungere le altre annebbiava la mente della ragazza, trasportandola in uno stato inconscio e catatonico. Un loop, in termini moderni. Un inspezzabile anello che si rincorre la cosa, e gira, gira, gira, gira fino all'esaurimento delle energie, fino alla trance.

Cap 5

Buffy era letteralemente caduta in uno stato catatonico. La sua mente era oscurata, gli occhi spalancati ma ciechi, il capo chino e le gambe piegate vicino al petto. Il pavimento era freddo e umido ma non ci faceva neppure caso. La porta dei bagni si aprì, lei non vide neanche quelle gambe avvicinarsi sempre di più e quella mano fredda afferrarle il polso. Si limitò a seguire gli ordini, a seguire il filo conduttore. Era come un trenino guidato dalla mano sapiente di un genitore anzichè da quella del bambino. Camminò dietro a quella persona fino a ritrovarsi nel giardino della costruzione, seduta su un'altalena. Il sole basso al tramonto le colpì gli occhi scuotendola dal trance.

"Dov.. dove chi...?" Buffy scosse bruscamente il capo, portandosi le mani al viso per proteggersi. Si strofinò gli occhi poi li aprì. "Sei stato tu?" chiese dolcemente rivolta al ragazzo che sedeva sull'altalena alla sua destra. Lui non disse nulla. "Perchè mi hai portata qui?" questa volta Buffy era decisa ad avere una risposta. Angel non aprì bocca, si limitò ad alzare il braccio e puntare il dito verso l'orizzonte. Buffy osservò meglio il paesaggio. Era la finestra. Cioè, la visione completa di ciò che si poteva scorgere dalla finestra. Ma questo... questa volta era intero. Non più uno squarcio delimitato dal legno, era una visione integrale e completa, infinita. L'immenso prato d'erba sembrava ancora più esteso, non si espandeva più solo un profondità ma anche in larghezza, circondando tutto il campo visivo. I sottili fili brillavano di rosso, arancione e giallo immersi nella luce calda del tramonto. "E' questo il tuo mondo, vero..?" chiese la ragazza osservando il paesaggio con voce calma. Si sentì stupida ricordando il suo scopo, la sua priorità. Tirare fuori Angel. Era così stupido! Come si può desiderare una cosa quando tu stessa vuoi il contrario? Capì che i suoi desideri non erano poi così brillanti ed altruisti, altrochè, erano prettamente egoistici! Lei non voleva tirare Angel fuori di lì, voleva entrarci! E lui era la chiave d'accesso, lo stava usando! Una lotta incredibile si scatenò nella mente della ragazza, Buffy contro Buffy, realtà contro utopia. Era ciò che voleva, no? Vivere nella pace di quel posto? Ma quello non era il meglio per Angel, o forse si? Nel mondo reale sarebbe stato esposto a tutti i problemi ed i dolori, lì era protetto in una botte di ferro. Perchè tirarlo fuori? Per la prima volta si accorse che un motivo non c'era. Una ragione di base, non esisteva. La cosa migliore per Angel la poteva conoscere solo una persona... Angel. "Tu... tu vuoi uscire di qui?" gli domandò sottovoce. Niente. Lui si limitò a voltarsi e fissarla negli occhi. Lei era stanca di tutte queste frasi non dette, perse nell'aria. "Angel dannazione, per una volta parlami!" lo supplicò Buffy. Il volto di lui assunse un'espressione dispiaciuta e si alzò in piedi porgendo la mano a Buffy. Lei accettò e si alzò di fronte a lui. Angel si avvicinò lentamente e le prese il mento tra indice e pollice, poi accostò la sua bocca a quella di Buffy, sfiorandole le labbra dolcemente. Lei si sentì invadere dal calore, che cosa significava? Perchè lo aveva fatto? Non avrebbe permesso un altro black out nella sua mente, era decisa a rimanere più che mai con i piedi per terra. "Io... io credo che questa risp-" sussurrò Buffy, ma Angel la mise a tacere con un altro bacio. Staccandosi le prese la mano e la condusse sotto l'albero visibile anche dalla finestra. "Qui ci vedranno" mormorò lei. Perchè l'aveva detto? Ci vedranno fare cosa? Avevano qualcosa da nascondere? Angel raccolse un giglio appassito e morto che giaceva tra le foglie cadute dell'albero e lo portò all'altezza del viso di Buffy. Poi coprì lo stelo con la mano, rendendo visibili solo i petali pendenti verso il basso. Quelli si piegarono verso l'alto, o meglio, tornarono nella posizione originaria, di quando il fiore era vivo. Riprese colore, diventando di un bianco candidissimo. Buffy guardò Angel stupita. "E' il mio mondo, posso fare ciò che mi pare" sussurrò lui porgendole il fiore. I suoi capelli erano inondati dalla luce obliqua e rossa del sole, quegli occhi così oscuri e misteriosi ora sembravano limpidi e sinceri. "E'... è incredibile" riuscì a sussurrare la ragazza non smettendo di fissarlo. Angel la baciò nuovamente, con ancora più dolcezza poi le mormorò all'orecchio "è il mio mondo Buffy..." Lei lo fissò. Le sembrava di conoscerlo da vite. Chissà, forse in un'esistenza passata erano due contadini del medioevo che lavoravano per un ricco conte impiccione e sfaticato. Ed erano innamorati. Non si sapeva spiegare come lui potesse fare certe cose ma il bello era che non le interessava! C'erano solo lei e lui, nient'altro, non c'era il loro mondo, non c'era il mondo vero. Il mondo erano Lui e Lei.

The end