GLI OCCHI DELL'AMORE

 

Autrice: Elisa

Raiting: per tutti

Disclaimer: tutti i personaggi appartengono a J.W. etc.

Trama: Buffy dopo aver perso la madre decide di seguire il suo ragazzo a L.A., non sa che quest'ultimo andrà a gestire i poco chiari affari del padre e suo malgrado lei ne sarà inivschiata. tutto le sembra perduto quando........

 

PROLOGO ( dal diario di Buffy )

 

"Quando una storia come quella mia e di Angel finisce, sembra che ilmondo finisca con essa, due anni di convivenza, di amore, ed io mi sento spezzata in due ora hce di noi non restano altro che le mie valigie posate sul tappeto del salotto. E mi ritrovo qui a scrivere sul mio diario, come non facevo da non so più quanto tempo, ma in fondo non ho nessun altro a cui confidare il mio dolore e la mia delusione. Ho lasciato tutto e tutti due anni fa per seguire Angel nella sua ambizione di scalata al successo, ero talmente innamorata di lui che avrei fatto di tutto per accontentarlo. Ed ora da sola non riesco neanche a predere in mano quel dannatissimo telefono e chiamare un taxi che mi porti all'aereoporto, che mi porti a New York, lontano da tutto, lontano da tutti i curiosi che mi hanno tenuto d'occhio negli ultimi mesi, giudicandomi come se quello che scrivevano i giornali fosse tutto vero, in fin dei conti la mia unica colpa è stata quella di amare incondizionatamente il mio uomo, fingendo, anche con me stessa, che nella sua vita non ci fosse niente di strano, io volevo solo un amore normale, una vita felice. Invece ora ho deciso, la vita felice l'avrò e l'avrò da sola, com'è che si dice? Meglio soli che..... Basta con i rimpianti, in fin dei conti sto parlando al passato quando parlo dell'amore per Angel, e sono sicura che non è passato da quando sono iniziati i suoi guai, è passato e basta, senza che me ne accorgessi".

 

 

CAP. I°

 

Buffy era sul taxi diretta all'aereoporto, aveva prelevato tutto quello che poteva da uno dei conti che Angel le aveva intestato, non si era mai posta la domanda sul perchè lui preferisse che i soldi che guadagnava, a dir suo col sudore della fronte, volesse tenerli in conti nei quali il suo nome non figurava nemmeno, ma ora lo sapeva e aveva deciso che li avrebbe considerati suoi. Durante il tragitto che la portava all'aereoporto non era tranquilla, un millione di pensieri le frullavano nella sua testolina bionda, e nessuno era buono. Quando scese dal taxi e pagò la corsa, un pensiero le si affacciò alla mente nitido - e se Angel riuscisse a trovarmi a N.Y., infondo era talmente sicuro di uscire di prigione in un paio di mesi, grazie ai suoi avvocati, e se avesse avuto contatti anche a N.Y., gli sarebbe bastato poco per rintracciarla, la sua foto era stata per mesi su tutti i giornali, chiunque nel giro di Angel l'avrebbe riconosciuta. Doveva riflettere, e farlo in fretta, perchè il suo volo sarebbe partito a breve - .

Quando l'altoparlantesi mise a chiamare il check-in per il volo Los Angeles New York, una luce si accese nella sua mente ed un'idea le si affacciò subito, in fondo lei era un'amante delle Spy story....

Portò di corsa il bagaglio al controllo, tenendo con se solo il trolley ed beauty case,oltre che alla sua borsa, e si diresse spedita verso i telefoni pubblici, come le insegnavano i suoi miti in tv, la prudenza non era mai troppa. Compose un numero non senza perplessità, in fondo la persona che chiamava non era certo la più fidata di questo mondo, ma aveva bisogno del suo aiuto, e poi era abbastanza sicura che avrebbe capito perfettamente la situazione. < Pronto, sono Cordelia, con chi parlo?> al suono di quella voce stridula Buffy trattenne una risata, poi partì a raffica, sapeva che non doveva dare alla sua interlocutrice possibilità di parlare, o non ne sarebbe più uscita. < Cordelia sono Buffy, ascoltami bene senza interrompere! So bene che son 2 anni che non mi faccio sentire, ma tu mi devi un favore ed io ora ho assoluto bisogno di risquoterlo. Tra un paio d'ore atterrerà a N.Y. il volo da L.A., ti prego fatti trovare li e ritira il mio bagaglio, tienilo da te finchè non riceverai mie notizie. Hai capito bene quello che ti ho detto, e sopratutto sei disposta ad aiutarmi?>, Buffy ebbe un brivido di incertezza mentre attendeva la risposta di Cordelia, che arrivò pronta < Ti devo un favore e non mi tirerò indietro, ma vedi di non mettermi nei guai, infondo a starti vicino c'è più da perdere che da guadagnare, ma ti aiuterò> e detto riagganciò il telefono. Questo tranquillizzò Buffy, ma ora doveva fare un'altra telefonata, e questa la metteva abbastanza in imbarazzo, qui era praticamente sicura di trovare aiuto, ma non sapeva come affrontare una persona a lei tanto cara che aveva abbandonato da un momento all'altro senza tanti complimenti. Prese il coraggio a due mani e compose il numero, che nonostante non facesse da tantissimo tempo conosceva a memoria.

< Pronto con chi parlo?> al sentire quella voce Buffy quasi si commosse, aveva così bisogno della sua migliore amica < Willow sono Buffy.>, < Buffy, ciao, ho sen.....> Buffy la bloccò immediatamente parlandole sopra Willow rispose alla domanda di Buffy come fosse tutto scontato < Buffy sei la mia migliore amica, andrei all'inferno per te, conta pure su di me!> e riagganciò il telefono. Buffy era sollevata, ora aveva qualcuno su cui contare.

< Ora torno a casa e lì deciderò il da farsi > penso Buffy ad alta voce non curandosi della gente che la guardava come fosse pazza. Prese il suo bagaglio e si diresse all'uscita, salì sull'autobus, ed iniziò il suo viaggio verso il sole.

CAP. II°

Buffy scese dal pulman, diede un'ochiata in giro, era rinfrancante vedere come le cose fossero rimaste come 2 anni prima. Sunnydale era una cittadina tranquilla, solo le "follie" notturne dei giovani del posto animavano il paese. Respirò a fondo l'aria pulita ed incontaminata della sua città, e per la prima volta da tanto tempo si sentì a casa. Prese il suo poco bagaglio e si diresse nell'unico posto dove sapeva poter trovare Willow, ossia la biblioteca.

La sua amica era veramente una ragazza dalla mente affamata, non c'era niente che non la interessasse, e la biblioteca era l'unico posto dove poteva rifugiarsi per fare scorpacciate di qualsiasi cosa attirasse la sua attenzione. Ad un tratto le venne da ridere al pensiero di quando Willow, all'incirca al secondo anno di liceo, ebbe la folle idea che doveva sapere tutto fosse possibile sui vampiri, si immedesimò talmente tanto con le sue ricerche che anche il suo modo di vestire e di atteggiarsi cambiò, cominciò a vestirsi di nero, abbandonando il suo stile multicolore. Poi il suo animo troppo sensibile ebbe la meglio e decise che le storie sui vampiri erano troppo cruente per lei, così decise di abbandonare. Fu in quel periodo che conobbero Angel, al secolo Liam O'Connor, e la sua cerchia di folli amici. Ma a questo non voleva pensare, Angel ora non faceva più parte della sua vita, e si sarebbe imposta di non pensarlo, per non soffrire ancora, tanto aveva già sofferto, e non avrebbe retto oltre.

Come aveva pensato Willow era in biblioteca, la sua impossibile auto era parcheggiata li davanti - non l'ha ancora demolita - pensò tra se, infondo nessuno l'avrebbe mai comprata, era un vecchio maggiolino di un orribile color verde pistacchio, spruzzato qua e la da macchie di ruggine, e ciliegina sulla torta, un cuore rosso disegnato sul cofano, l'unica soluzione era lo sfasciacarrozze, e pensare che quella pazza le aveva pure dato un nome " Doyle ". Solo Willow poteva affezionarsi tanto ad un'auto da darle un nome. Dopo questo tuffo nel passato, Buffy entrò in biblioteca, salutò il Sig. Giles, il bibliotecario, che di riflesso la salutò < Signorina Summers!>, poi si tolse gli occhiali e cominciò a pulirli, come faceva di solito quando era imbarazzato o in confusione, e sbigottito continuò <...e come prima cosa viene in biblioteca? Non è che per caso è posseduta da un qualche alieno?>, < Sto solo cercando Willow Sig. Giles, il mondo non può essere cambiato al punto tale che io possa desiderare di visitare la bilioteca!>, rispose lei in tono ironico, e questo rilassò il Sig. Giles, che si sentì rassicurato del fatto che gli alieni non avevano preso ad invadere la terra. Dopo essersi ripreso da quella breve quanto squinternata conversazione, uscì da dietro il bancone ed abbracciò Buffy, in fondo aveva sempre avuto un debole per quella biondina con la testa tra le nuvole e pochissima voglia di studiare, nonchè innamorata del mito dell'amore da favola. Scioltasi dall'abbraccio Buffy chiese subito dove poteva trovare Willow, in quale punto della biblioteca, ma Il Sigl Giles la informò che era uscita per un caffè con una compagna di corso, così lei decise di fare un giro per Sunnydale, così avrebbe anche riflettuto su come raccontare alla sua migliore amica i suoi ultimi due anni.

Camminando per le strade, a lei famigliari, di quella tranquilla cittadina si ritrovò dinnanzi al suo vecchio liceo, decise così di sedersi su una delle panchine che lei ed i suoi amici monopolizzavano ai bei vecchi tempi. Aspettò che il semaforo passasse al verde ed iniziò ad attraversare la strada, quando un motociclista con una rumorosissima Halrey Davidson, passando col rosso, non le fece perdere l'equilibrio e cadere a terra. Il centauro, nero vestito, si fermò a pochi metri da lei, alzatosi la visiera del casco guardò nella sua direzione e con estrema indifferenza le chiese: Tutto ok baby?>, per tutta risposta Buffy si alzò e cominciò ad inveire contro di lui . Il ragazzo di rimando calò la visiera del casco e, da vero gentleman, partì sgommando alzando nella direzione della biondina il suo dito medio. Buffy si trattenne a stento dal corrergli dietro e prenderlo a calci dove sapeva far male, ma desistè dal suo intento e preferì la panchina del campus.

Dopo una mezzoretta di full immersione nei ricordi, prese il coraggio a due mani e si diresse verso la galleria di sua madre, -devo smetterla di pensare che sia ancora la galleria di mia madre, lei è morta e chissà ora che fine ha fatto il suo lavoro-, si ammonì mentalmente, ed intanto giunse alla galleria. Le prese un colpo al cuore vedendo che l'insegna era cambiata, ora portava la scritta , e su una delle vetrate c'era un cartello con su scritto . Si avvicinò alla vetrata libera per dare un'occhiata, e vide un uomo che stava dietro ad un cavalletto da pittore, aveva solo potuto dedurre che fosse un uomo, perchè era completamente coperto dal quadro a cui stava lavorando, ma non ebbe troppo spazio per i dubbi, visto che dietro di lui una fascinosa donna dai capelli corvini gli stava letteralmente mangiando il collo. L'uomo alzò per un attimo lo sguardo dal suo quadro, ed incrociò gli occhi allibiti di Buffy. -Se è vero che gli occhi sono lo specchio dell'anima, quell'uomo deve avere un'anima veramente impetuosa, deve essere un'uomo che travolge tutto quello che incontra, perchè i suoi occhi sono di blù così profondo, che sembrano un cielo in tempesta, una tempesta improvvisa, che non ti da il tempo di destarti, perchè nell'attimo stesso che la scorgi ti ha già travolto!- fu il pensiero che subito si affacciò alla mente di Buffy, poi distolse lo sguardo da quegli occhi, perchè le davano troppa inquietudine per continuare a sostenerli.

Si diresse verso la biblioteca per il suo incontro con Willow, appena chiuse la porta dietro di se, sorprese la rossa in una conversazione telefonica che mai avrebbe pensato le appartenesse, fu la conclusione di quella telefonata, e riagganciò il telefono con furia. Willow si girò verso l'entrata e si ritrovò difronte la sua piccola ed indifesa amichetta bionda, la sua Buffy. Le lacrime cominciarono a scendere copiose dagli occhi di entrambe e sfociarono in abbracci e singhiozzi.

..............

continua