A PIECE OF US

AUTRICE:ELIZA

Disclaimer: i personaggi non sono miei..non scrivo a scopo di lucro, anche la canzone The space Between non è mia ma di Dave Matthews Band

Timeline: anni dopo Chosen e Not Fade away

Rating:per tutti

Pairing:B/A e un po' B/S

Dedicated to: a chi ama

 

Il torpore del locale era piacevole, sentì il sangue riprenderle a correre con fervore nelle vene non appena la temperatura corporea riuscì a ristabilirsi di nuovo, raggiungendo uno stato in cui le dita delle sue mani non fossero più sul violaceo. Si guardò intorno un po’ spaesata, gli occhi verdi esaminavano ogni figura presente mentre le chiacchiere di sottofondo attiravano vagamente la sua attenzione; sfregò le mani ancora fredde, ma meno pungenti, mentre si avviò verso un tavolo libero in un angolo, un punto decisamente più intimo e riparato. Si chiese se avesse fatto bene. Era passato così tanto tempo, erano passati troppi uomini nella sua vita e troppo dolore aveva provato sulla sua stessa pelle che le tenebre erano entrare in lei così in profondità da fonderle l’anima e prosciugarla della sua stessa umanità. Poi si era rialza con fatica, con pazienza ed era andata avanti attendendo di essere pronta, di essere cotta a puntino, di essere finalmente Buffy. Tuttavia non ne era così sicura. Si sedette togliendosi il cappotto nero che le arrivava al ginocchio, avvitato, molto classico ma con quel tocco moderno che bastava a renderlo perfetto; il nero staccava inevitabilmente coi suoi capelli oro, adesso di un oro più scuro rispetto al color grano che aveva sempre avuto, come se il colore fosse mutato insieme a lei, in relazione al suo spirito. Si sedette sul divanetto color crema non potendo evitate di subire gli sguardi viziosi di alcuni uomini che l’avevano notata, percependo i loro occhi languidi e ottenebrati dall’alcol solcare le esili curve del suo corpo sempre più magro e sottile. Si chiese se avrebbe finito per sparire. Sospirò mentre, guardandosi attorno, cominciava a tamburellare con le dita sul tavolo di acciaio dove una piccola candela illuminava appena il volto ambrato; era stata una buona idea quella di passare il fine settimana al mare, il sole aveva giocato a loro favore, anche se non poteva proprio dire che forse dietro non c’era lo zampino di Willow che aveva voluto risollevarle un po’ il morale. Nella sua testa balenò l’immagine fresca e vivida della testa rossa e la carnagione chiara della sua migliore amica, sempre sorridente nonostante tutto, nonostante Kennedy l’avesse ferita, nonostante l’isolamento in cui si era rinchiusa prima di tornare finalmente a vivere ritrovando se stessa. Sospirò leggermente e fece cenno al cameriere che si era avvicinato per sapere se volesse ordinare, il quale poi si allontanò nuovamente. Che cosa faceva li? Perché si era concessa quella piccola tortura?Perché voleva testare quanto ancora potesse fare male? Fu tentata di alzarsi ma in quel preciso istante un uomo apparve alle sue spalle.

 

Non aveva preso l’auto, voleva andare a piedi e sentire il fresco della sera accarezzare la sua pelle, sentire le luci della città brillare così distanti da lui, ma così parte di lui, voleva riuscire a tranquillizzarsi e prendersi quella pausa dal mondo che tanto aveva atteso. Arrivò di fronte al luogo dell’incontro, lo aveva scelto lei ma quello era stato il dettaglio più irrilevante di quella conversazione telefonica, la più lunga nella storia delle sue telefonate, la più patita e forse la più desiderata. Aveva atteso da tempo che le nubi nel loro orizzonte si dissolvessero, che potessero dire di averci effettivamente provato. Diede un ultimo sguardo al cielo e si voltò verso la strada accingendosi ad attraversare. Le mani nelle tasche del lungo cappotto scuro, il viso quasi rannicchiato e l’aria infreddolita proprio come se soffrisse davvero tutto quel gelo che in quei giorni aveva deciso di infestare la costa solitamente afosa; attraversò appena illuminato da qualche lampione alto del lungo viale e a passo svelto giunse sul marciapiede opposto intravedendo l’entrata del locale dove si succedevano varie persone. Entrò percependo un leggero cambiamento di temperatura fra il freddo dell’esterno e il calore del locale, tutto era soffuso ma la notte era il suo elemento e non fu difficile distinguere ciascuna delle sagome nel locale, soprattutto non fu affatto difficile distinguere lei. Quando aveva aperto la porta già sapeva che lei ci sarebbe stata, già percepiva la sua presenza ma il suo odore, il profumo e il calore adesso erano concreti e dolorosi, adesso lui poteva ancora ricordare. Quella sensazione così familiare di pace e di casa, quel calore inconfondibile che gli scioglieva l’anima, tutto di lei era un fascio di ricordi ed emozioni che come un alito di vento tornavano a sollevare la polvere sui loro cuori, a riaprire antiche porte sfogliando antiche memorie di loro, di ciò che erano stati, di ciò che non erano potuti essere, ricordi di ferite, di sorrisi, di baci. Ricordi d’amore che talvolta pungevano lo spirito e toglievano il fiato. Sarebbero riusciti a farlo davvero?Avrebbero davvero potuto passare una serata da buoni amici parlando del più e del meno?Avrebbero resistito alla tentazione di sfiorarsi o anche solo di odiarsi rimanendo semplicemente a contemplare le proprie emozioni?Avrebbero potuto ignorare tutto quello che erano stati?Angel non era così sicuro, non sapeva quanto lei fosse cresciuta né quanto lui stesso potesse essere cambiato, ma questo non lo spaventava. Ormai sapeva, era consapevole che per quanto il tempo passasse, per quanto loro due fossero capaci di ferirsi e allontanarsi le loro strade per qualche ragione si sarebbero inevitabilmente incontrate ancora e non sarebbero mai potute essere le strade di due amici che si erano persi di vista, non sarebbero potute essere le vite di due anime fraterne perché non era quello che c’era fra loro. Il vampiro ripensò per un momento ai tempi passati e gli tornarono alla memoria le parole di Spike. Loro non sarebbero mai stati amici, si sarebbero amati fin quando il loro amore non gli avrebbe uccisi, avrebbero lottato, si sarebbero feriti e odiati fino all’ultimo istante, ma non sarebbero stati amici. Per quanto la ragione potesse prevalere sui sentimenti ,per quanto loro potessero fingere o ignorarlo avevano imparato che l’amore non è un fatto di cervello, ma è passione. Angel avrebbe tanto voluto sospirare e si strinse lievemente nel suo lungo spolverino scuro solcando la notte del suo cuore in quel locale, mentre gli occhi di velluto non potevano staccarsi dall’esile figura di spalle, lei con i suoi capelli oro tutta in nero che riluceva in quel luogo, suo unico faro nella notte. Lei sempre lontana eppure adesso così vicino. Lo spazio che c’era tra loro non era puramente fisico, ma anche spirituale: tutte le lotte, i litigi, le storie, le persone che si erano frapposte tra loro avevano creato un immenso divario , uno spazio fra i loro tempi e le loro vite. Ma questo forse, avrebbe potuto portare lontano i loro cuori?Il loro amore?

Buffy allungò le braccia sul tavolo come per stirarsi, ma scattò subito sul posto irrigidita da un brivido troppo familiare per confonderlo col freddo alito di vento che entrava ogni qualvolta qualcuno tenesse troppo a lungo aperta la porta del locale. Non voleva girarsi però fu un atto quasi spontaneo mentre sentiva lo stomaco bruciarle e il cuore battere così forte da rimbombarle nei propri timpani; e finalmente dopo più di due anni lo vide. Angel era immobile in piedi vicino a lei che si era leggermente voltata verso di lui come lo aveva sentito avvicinarsi. Perché non erano il rumore delle scarpe o quel ‘settimo’ senso da cacciatrice ad averle fatto percepire il vampiro, ma l’odore fresco della sua antica pelle, il brivido sulla sua schiena, il battito del suo cuore, quella sensazione di vertigine che la lasciava senza fiato avevano sconvolto la ragazza come anni fa, quando, passeggiando per oscure e insicure strade con l’ultimo paio di pantaloni alla moda e il problema del prossimo compito in classe a tormentarle la vita, oltre ai vampiri ovviamente, aveva avvertito per la prima volta quella presenza alle sue spalle. Quella presenza che la lasciava col fiato sospeso, che la incuriosiva e inquietava al contempo, quella presenza che inconsciamente sapeva di cielo.

Cap 2

 

I loro occhi si incrociarono come spilli ardenti lacerandosi il petto, scosse e panico al tempo stesso. Il tempo rimase immobile, fermo, come se non fosse mai scorso per loro, come se ogni volta avessero dovuto premere ‘pause’ per poi a distanza di anni dare nuovamente quel play per riprendere le sensazioni abbandonate anni prima, con la stessa identica intensità, dolore e passione. Amore. La violenza dei loro spiriti, così cambiati nel profondo ma immutati si dibatté nei loro occhi, scontrandosi e toccandosi.

Lei aprì leggermente la bocca come per respirare, per non annegare in quell’apnea in cui lui l’aveva gettata; Buffy sospirò ed entrambi risero leggermente sollevandosi da quella situazione di tensione creatasi.

 

-Ciao-

 

Continuando a sorridersi anche lui la salutò sedendosi di fronte. Erano cresciuti, entrambi. Un tempo Buffy sarebbe stata più impacciata, fredda e soprattutto agitata ed Angel, bè sarebbe rimasto paralizzato e imbarazzato. Adesso invece si guardavano, si sorridevano riuscendo finalmente a non sentirsi fuori posto né a disagio pur conoscendo i trascorsi dell’altro e le proprie ferite e dolori, ed entrambi ne furono lievemente felici.

 

-Come stai?-

-Bene…o comunque non va male-

 

I loro occhi però provavano ancora qualche difficoltà ad incontrarsi senza scottare, senza bruciare la pelle come acido bollente, senza emozionare. Buffy posò le mani in grembo ed Angel posò il cappotto scuro poggiando poi i bracci sul tavolo congiungendo le mani, quasi entrambi come nel tentativo di reprimere il folle bisogno di toccarsi ancora, di sentire il corpo e la pelle dell’altro scorrere sotto i polpastrelli, di riconoscere ogni fibra e cellula sfiorata dal proprio palmo, di sentire ancora quell’adrenalina bruciare il sangue e sciogliere le ossa, di vivere ancora sotto il tocco dell’altro. Adesso lo spazio fra loro consisteva in un tavolo d’acciaio e in un cameriere che venne a prendere le ordinazioni, quello spazio che, forse, si erano volutamente costruiti come barriere fisiche e concrete, per obbligare almeno ai loro corpi a stare a debita distanza.

Una volta fatta l’ordinazione il cameriere si allontanò. Tornò il silenzio e con esso una miriade di pensieri ed emozioni che avvolgevano le loro menti e i loro cuori. Angel si fece coraggio e cominciò una conversazione modicamente informale con le solite domande di circostanza; Buffy rispondeva quasi a monosillabi ogni tanto concedendosi qualche aneddoto su Xander o Willow. Nel sottofondo risuonava una canzone.

 

‘You cannot quit me so quickly

There's no hope in you for me

No corner you could squeeze me

But I got all the time for you, love

 

-Dunque, penso che adesso io possa spiegarti per bene il motivo per cui ti ho voluta incontrare-

-Si sono abbastanza curiosa, a telefono sei stato un po’…evasivo-

-Bè sono Angel-

 

I due si guardarono e risero, entrambi stupiti per quella loro nuova maturità nell’affrontarsi. Angel era colpito senza dubbio, Buffy era bellissima, incantevole, un angelo caduto le cui ali erano state spezzate troppo presto, ma che aveva comunque tentato di tirarsi su e volare ancora in quel cielo che brillava meno, che non era più lucente come i suoi 16 anni. Era cresciuta, non c’erano più eroi nel suo cielo?Il vampiro si chiedeva spesso se l’averla lasciata, soprattutto in quel modo, così rapidamente, avesse ucciso per sempre il suo spirito. Ma si era voluto ricredere che non dipendesse tanto da lui. Lui le avrebbe dedicato l’intera eternità. Adesso la guardava intensamente come solo gli occhi di velluto di Angel sapevano fare, accarezzandola dolcemente, senza malizia né vergogna, come se lei fosse stata un nugolo di luce purissima nonostante tutto; nonostante si fosse sporcata e punita, nonostante lei stessa vedesse venir meno la propria luce interiore che la rendeva tanto lucente. Era piccola, esile, troppo esile agli occhi del vampiro, avvolta da abiti scuri quasi a rispecchiare la sua aura nera, i capelli erano di un oro quasi antico, segno che il tempo aveva prosciugato l’innocenza di Buffy troppo presto, come troppo velocemente i suoi occhi si erano incupiti e resi tenebra; quegli occhi verde mare, adesso di un grigio intenso quasi, in cui Angel tante volte aveva cercato rifugio dalle malvagità dei propri rimorsi e dalle oscenità di un mondo che non meritava nemmeno di volgere i propri occhi su Buffy. E provò paura e un immenso senso di colpa vedendo che la trasparenza di quei cristalli color giada si era appannata, specchio di un’anima macchiata.

Buffy cercò ancora una volta di penetrare quella mente oscura e misteriosa quale era quella di Angel. Che cosa gli stava passando per la testa? La capacità di Angel di bloccarle l’ingresso ai suoi pensieri era sempre stato un ostacolo fra loro, una barriera, un altro spazio che il vampiro poneva fra se stesso e la donna che amava.

 

‘The Space Between

The tears we cry

Is the laughter keeps us coming back for more

The Space Between

The wicked lies we tell

And hope to keep safe from the pain'

 

Angel percepì gli occhi curiosi di Buffy scrutarlo nel vano tentativo di rompere le mura della sua mente e giungere al cuore dei suoi pensieri; questo lo fece sorridere dentro di sè perché infondo era un segno che, forse, in lei c’era ancora qualcosa di quella ragazzina ingenua e innocente in cui si era imbattuto tanti anni fa. Eppure Buffy, nonostante le battaglie, le lacrime piante, le morti e il dolore, era ancora Buffy, era ancora una ragazzina con l’amaro in bocca che non era stata in grado di godersi a pieno quei suoi dannati 16 anni. Angel incrociò il suo sguardo come per dirle che sapeva cosa aveva intenzione di fare mentre lo guardava con tanto fervore. Buffy non schivò gli occhi del vampiro, ma lo affrontò quasi divertita.

 

-Non ci riuscirò mai-

-Non sono quelli i pensieri che devi leggere Buffy-

 

La ragazza lo osservò in silenzio,i pensieri del cuore, dell’anima di Angel, quelli si che poteva percepire perché erano gli stessi che facevano vibrare il suo corpo e scuotevano i suoi sensi; loro due sempre avvolti in quel limbo come ballerini condannati a danzare per l’eternità una musica di cui avevano cercato di stonare il ritmo e adeguarlo a loro, al loro amore. Ma non c’erano riusciti o, forse, non ci avevano provato abbastanza. Già perché per quanto potessero dar la colpa al destino non potevano negare di essersi arresi troppo presto e non aver insistito; certo lei dava la colpa a lui che era stato il primo dei due a gettare la spugna, a vanificare tutti gli sforzi che lei aveva fatto per rimettere in piedi i brandelli della loro storia. Ma ormai il passato era passato. Era inutile attecchire sul rancore di errori e sbagli.

Cap 3

 

Adesso le mani di Buffy erano sul tavolo, vicino a quel piccolo lumino che brillava quanto bastava ad illuminare i loro occhi accesi di un antico fervore, di quel lampo di vita che avevano cercato entrambi di reprimere, di quella passione di cui i loro spiriti erano pregni, imbevuti in un dolce balsamo come acido sul cuore. Adesso lo spazio fra le loro mani era un semplice lumino rosso, i cui bagliori zampillavano sulla pelle di Buffy come gocce di sangue dalle loro ferite mai chiuse, mai risanate; uno spazio che permetteva di indugiare, di rimanere sul filo appesi ad un pezzo di cielo, ultimo frammento di due anime bruciate troppo presto. Angel guardandola si chiese se l’avrebbe stretta ancora, se avrebbe ancora potuto sfiorare con le sue mani che così tante vite avevano spezzato, con quelle mani macchiate di sangue e dolore, quella luce pura e potente che era Buffy; la sua fresca pelle avrebbe ustionato quella di Angel, che avrebbe continuato a guardarla come se fosse stata la cosa più bella nell’universo, che avrebbe continuato ad adorarla come solo lui poteva fare, come solo il velluto scuro delle sue pupille era in grado di toccarla e accarezzarla. Di amarla ancora, forse?

 

‘But will I hold you again?

These fickle, fuddled words confuse me

Like ‘Will it rain today?

Waste the hours with talking, talking

These twisted games we’re playing’

 

E di nuovo eccoli, anni dopo le lotte e il sangue, di nuovo loro due, eternamente uniti, stanchi di un gioco troppo vecchio e ripetuto. Lei era tornata, dopo lunghi viaggio nel mondo scortata dalla famiglia sempre fedele era finalmente ritornata e lo aveva avvisato, aveva voluto che lui sapesse che avrebbe rimesso piede nella città degli angeli, che forse potesse essere pronta?Che il viaggio attraverso l’anima, attraverso continenti e nuovi amori e dolori l’avesse ricondotta nel luogo a cui apparteneva, da colui a cui apparteneva?

Angel scosse lievemente la testa e Buffy lo guardò, roteando lo stecchino con le due olive immerse in un martini troppo secco per la sua gola giovane.

 

-Allora, io sono tornata, con tutta la truppa al seguito e tu?Che mi dici?Dopo l’ultima battaglia ti avevo sentito decisamente provato-

-Bè come ben sai, le Apocalissi sono sempre un po’ stancanti-

-Oh si ne so qualcosa in merito-

-E’ stata..dura, non solo per le ferite ma..-

-Per le perdite-

 

Lui annuì annegando lo sguardo nelle gemme opalescenti, in cerca di un caldo e conosciuto conforto che solo lei sapeva dargli. Lui così sporco e ferito, eppure così lucente agli occhi di un’anima che non aveva vissuto che la metà dei tormenti e dolori che invece lui aveva disseminato nei secoli.

Ed eccoli li nuovamente, a combattere, graffiarsi, o forse stavolta per amarsi.

 

-Si, ma ci siamo ripresi..e sai, sono successe tante cose..credo, bè,comunque ti avrei chiamata anche se non avessi saputo del tuo ritorno..solo che non volevo turbarti nella tua ricerca..di te stessa-

-Oh, capisco-

 

Buffy sorrise, poi sorseggiò il martini e tornò con lo sguardo su Angel. Le sfuggì involontario il gesto di rimuovere dalle labbra una goccia del limpido liquore che sulla carne arrossata da un trucco pesante, risaltava a tal punto da costringere il vampiro a volgere lo sguardo altrove per non morire nel desiderio di annegare ancora in un suo morbido e fresco bacio. Aveva impresso a fuoco, come un marchio indelebile, ogni ricordo e sapore di quel corpo e di quell'anima seduta di fronte a lui. E anche adesso era lì, che cercava di fissare ogni dettaglio, ogni particolare che prima non c'era, come una nuova cicatrice all'angolo della fronte, o una piccola spaccatura sul labbro superiore, il taglio di capelli, una ruga di espressione. Ogni centimetro di lei era stampato nella sua mente, avrebbe potuto descriverla alla perfezione ad occhi chiusi, partendo dal luccichio dei punti luce alle sue orecchie, così fini e delicati, così da Buffy, oppure dalle folte ciglia appesantite dal mascara, come per nascondere dietro ad uno sguardo adulto e cupo il male di una ragazzina ferita. Lei sentiva forte su di sè il suo sguardo, che la scottava ancora terribilmente e la portò ad arrossire, sentì le guance divamparle al pensiero che Angel la stesse scrutando in quel modo, come se fosse stata completamente nuda e scoperta ai suoi occhi. Come se non fosse stata la sua carne ciò che lui vedeva. Ancora dopo tutti quegli anni, poteva farla sentire così speciale solo guardandola. E capì che il suo istinto di nuovo l'aveva guidata nel posto giusto. E’ vero, aveva camminato tanto per arrivare li, aveva saltato nei cerchi di fuoco, logorato lo spirito, amato ancora, pianto e lottato. E adesso aveva deciso che il suo viaggio poteva concludersi. Voleva una certa stabilità, che donna adulta, pensò tra sé. Voleva placare le tempeste del suo spirito, ormai il prezzo non contava, la felicità aveva imparato essere una pessima merce che non rende indietro niente, che tutti vorrebbe comprare ma il costo è sempre eccessivo. Spesso l'uomo non è disposto a pagare, a sacrificarsi e lottare, spesso preferiamo accontentarci di una comoda situazione. Ma lei di eccessi e sacrifici ne sapeva qualcosa, anche troppo. Proprio per questo era giunto il momento di fermarsi e finalmente andare a riscuotere il suo premio, ormai sapeva cosa doveva aver valore nella vita e non era un fidanzato normale né tanto meno una staccionata bianca. Non pteva continuare a far fuori se stessa, ciò che era. Tanto figlia della luce quanto delle tenebre, si era sporcata così tante volte che ora voleva solo ripagare il suo spirito. Ed eccola li. Sospirò a fondo chiedendosi quanto lui avrebbe atteso per parlarle.

 

-Non mi chiedi di Spike?-

 

 

Cap 4.

 

Angel era intenzionato ad affrontare quell'argomento prima di arrivare al punto. Era troppo scottante, bruciava come acido sulla pelle e non poteva sopportarlo, un tarlo che ti corrode, da dentro, nel profondo, si insinua come un parassita e comincia a nutrirsi di te. Una gelosia accecante di cui era preda la sua anima logora. Ma non pretendeva nulla perchè sapeva, comprendeva anche razionalmente come lui avesse potuto, sbagliando nei modi anche, essersi innamorato di lei ed aver fatto le cose più folli e malvagie. Perchè Buffy era qualcosa di eccezionale, e lui più di chiunque altro poteva capire Spike, capire cosa lo avesse colpito a tal punto da ritenere indispensabile doverle stare accanto, guardarla ridere, respirare, dormire. Ma il punto era cosa ci fosse invece nel cuore di Buffy per lui, per loro due.

 

Lei dal canto suo rimase visibilmente spiazzata da quella domanda a bruciapelo. Certo che avrebbe voluto sapere di Spike, che si preoccupava per lui per questo lo aveva chiamato per informarlo del suo ritorno a Los Angeles ed era più che intenzionata ad incontrarlo. Però adesso era li per un altro motivo e non voleva pensare al ghiaccio limpido degli occhi del vampiro biondo, non voleva pensare a quanto assurdo fosse il destino che l'aveva fatta innamorare di due esseri tanto simili ma tanto diversi. Due vampiri con l'anima, due creature tolte alla vita dal male e strappate alle tenebre da lei. Era una gradevole simmetria, i suoi cavalieri, i suoi campioni, i suoi dolori e tormenti, due anime in lotta per la stessa donna, due caratteri e amori distinti; per quello se n'era andata da entrambi, era troppo soffocante il peso dei loro cuori e lei era così dannatamente bisognosa di ritrovare se stessa, una se stessa persa dopo la morte, dopo il ritorno, dopo l'oscenità di una relazione nata malata, di un vampiro che si era ripreso l'anima per lei, aveva bisogno di trovare Buffy. Dopo tutto. E lo aveva fatto riuscendo a dare un nome a tutto, a definire il suo cuore malmenato e troppo spesso violato dall'intensità delle emozioni che quelle due anime impazzite generavano con tanto ardore in lei, e adesso non voleva parlare di Spike. Non voleva spiegare ad Angel come quei cristalli di mare la ustionassero, come quell'anima la confortasse, come si sentisse a casa e protetta da lui, come fosse diventato il suo porto sicuro in mezzo ad una folle tempesta. Come la loro storia fosse cominciata in un modo che, per quanto Angel fosse a conoscenza di tutto, lei non riusciva a smettere di vergognarsene. Per come si era trattata, per come lo aveva trattato. Era sporca, macchiata, misera; Angel vedeva tutto di lei, ma nonostante questo il suo sguardo non cambiava, mai vergogna, mai disgusto, mai quel disprezzo che invece le era capitato di leggere sui volti dei suoi amici. Ma Angel era diverso.

 

-Non ho bisogno di farlo, ho già chiamato Spike-

 

‘We're strange allies

With warring hearts

What wild-eyed beast you be

The Space Between

The wicked lies we tell

And hope to keep us safe from the pain

Will I hold you again?

Will I hold...’

 

Fitta al cuore, gelosia accecante, asfissiante, lo trapassava da parte a parte come quella spada, lamina fredda, lo aveva trafitto anni prima. Angel avrebbe voluto sospirare per poter acquietare la tempesta e la rabbia del demone intrappolato, per cacciare dentro la frustrazione, la colpa; il suo corpo si tese appena come pronto a scattare, come pronto a fuggire dagli occhi così diretti e calmi di lei che non lasciavano dubbi sulla realtà. Voleva di nuovo porre un ostacolo tra loro, uno spazio tra i loro cuori guerrieri in lotta perenne per non essere dilaniato dalle sue parole e mettersi al sicuro dal dolore. Ed Angelus ruggì, forte, impotente, Angel poteva sentire l'odio del demone per il vampiro avversario e il folle desiderio di disintegrare chi avesse solo osato sfiorarla con lo sguardo. Lei, la sua creatura, la sua compagna eterna. Dovette concentrarsi un attimo per placare le ire del demonio che abitava quel corpo insieme all'anima. Esitò un secondo poi rispose lasciando trapelare troppo dalla sua voce.

 

-Bene-

 

-Angel, perché invece di parlare di questo non mi dici come mai sei qui?-

 

-E tu, perché sei qui?-

 

-Ecco...bé io..mi sono fermata, ho girato come una trottola impazzita e alla fine mi sono fermata..ho capito, so cosa voglio e sono pronta. Tutte le..le lotte e le morti, tutti i dolori tutto quanto mi ha ormai fatto capire che la felicità ha un prezzo che uno deve essere disposto a pagare, ma uno deve essere pronto perché comporta sacrificio e pazienza. Io sono pronta. Insomma, per i miei quasi 25 anni era l'ora direi!-

 

Parlava come se ne avesse avuti 50. Perché era stanca ed era così che si sentiva, troppo adulta, troppo matura, troppo affaticata e cresciuta aveva vissuto tante cose in pochi anni, tante cose che nessuno avrebbe mai vissuto nemmeno in una vita intera. E lei lo aveva fatto invece, nel giro di nove anni ne erano successe di cose che l'avevano portata là e una di queste era Angel. E se il prezzo sarebbe dovuto essere condurre una vita senza sole, senza appagamento fisico con ancora demoni e sangue allora a lei andava bene. Il destino, o chi per lui, non era una cosa a cui Buffy aveva deciso di dar battaglia, non più almeno, stava solo alla realtà, a quel che succedeva, a cosa le venivano messe di fronte. Angel era parte della sua vita, della sua realtà, l'amore se è vero lo è sempre. Anche se l'altro non ricambia, anche se muore, se va via. Anche se non puoi sfiorarlo o non puoi camminare al sole. Altrimenti non vale, altrimenti è parziale, ridotto solo alla superficie. Oh no, Buffy aveva imparato bene che quelle erano solo manifestazioni, sfaccettature. Se ami qualcuno davvero è per sempre. Anche se l'altro è immobile in un letto. L'amore è gratuito, caritatevole il resto è solo un'aggiunta quello che devi guardare è l'essenziale, andare all'origine, all'osso della questione, del cuore. Sorseggiò nuovamente il suo martini fissando il fondo ormai vuoto del bicchiere quasi col timore di aver spaventato Angel, di farlo scappare da lei ancora e per sempre.

 

-Bè, si..25 anni se ci pensi sono pochi-

 

-Oh per te decisamente-

 

Angel sorrise. Poi fece un attimo una pausa pensando a come parlarle di quello che stava per succedere nella sua vita. Aveva fatto tante volte quel lungo discorso da solo a casa, preparandosi scegliendo le parole giuste, il tono e l'espressione ma alla fine sarebbe andata ben diversamente da tutto quello che poteva aver preveduto.

 

-Io, sai mi sono sistemata da Faith...per adesso...insomma fin quando l’appartamento mio e di Willow non sarà pronto starò da lei e Robin, sono molto felici e poi il gran giorno è alle porte-

 

L’aveva ancora deviato, se non si fosse fatto coraggio da solo non avrebbe detto nulla entro la fine della serata, ma Buffy sembrava così desiderosa di condividere con lui tutto quello che le stava accadendo nella vita che non si sentiva nemmeno di fermarla, così si promise che non si sarebbero salutati senza che lui le dicesse il motivo per cui erano li.

 

-Sono davvero contento per lei..per loro...Faith merita questo, una famiglia, un uomo che la sappia sostenere ed amare…-

 

-Bè si è molto fortunata, dopo tutto quello che le è capitato, come ben sai non è facile trovare marito ad una cacciatrice!Anche se lei non sembrerebbe proprio il tipo da matrimonio-

 

-No…Dawn come se la passa?-

 

-Oh, ha deciso di iscriversi alla UCLA, spero che almeno lei riesca a concludere il college..chissà magari mi verrà voglia pure a me di riscrivermi!Ha scelto molti esami di lingue, lettere antiche e storia…non riusciamo proprio a far qualcosa di normale che non abbia a che vedere con il mondo della magia, sai in questi anni è cresciuta molto ed è diventata la Willow della situazione, fissata con lo studio dei testi di Giles..lingue incomprensibili!E così poi saremo vicine potremo vederci spesso-

 

-Willow quando rientra dall’Inghilterra?-

 

-Oh presto, lei e Giles dovevano concludere alcune questioni burocratiche, poi potrà tornare mentre lui adesso che ha preso in mano l’intero Consiglio non lo vedremo per un po’, ma almeno avrò una scusa per fare una capatina in Europa-

 

-Sembra che la tua vita proceda bene, sei riuscita a trovare un lavoro?-

 

-Si Robin mi ha fatta assumere al mio vecchio liceo come consulente…come facevo a Sunnydale l’ultimo anno..però Angel..per quanto sia contenta di essermi fermata ed essere di nuovo con i miei amici che hanno tutti delle vite piene…la mia vita è vuota. Sono arrivata ad un punto in cui ho bisogno di fermarmi e piantare radici, di creare qualcosa di mio e non si tratta tanto di avere un fidanzato ma di essere completa…-

 

Lui esitò un secondo, non stava cercando di tirargli frecciatine o lamentarsi, lei gli stava aprendo davvero il suo cuore e per un attimo sentì le gambe cedergli quasi come se la sua anima si sentisse così inadeguata di fronte alla donna incredibile che aveva davanti, così matura e consapevole di sé da non riuscire a credere a quanto fosse cresciuta e cambiata. Ma infondo il cuore dell’uomo è lo stesso e Buffy desiderava come chiunque la felicità, aveva lottato strenuamente per cercare il modo di esserlo secondo i suoi parametri o progetti ma aveva capito col tempo che non era quella la modalità, ma solo stare a quel che le era chiesto, i nostri desideri più veri si realizzano sempre in modi misteriosi che talvolta non capiamo e lei aveva intuito che il suo bisogno passava anzitutto dall’assolvere il suo compito, ciò per cui era nata e cioè salvando gli altri. Questo anche attraverso un lavoro come la consulenza che non era proprio quello che avrebbe voluto fare nella vita ma era il modo per realizzare il suo compimento, ed anche riguardo al resto aveva smesso di arrovellarsi per trovare l’uomo giusto. Si rese conto di aver scosso il vampiro davanti a lei, poteva leggere il turbamento nei suoi occhi di tenebra. Non le restava altro se non i brandelli del suo cuore ed era intenzionata a donarli a lui, a colui al quale lei apparteneva. Aveva messo in conto tutto, anche la concreta possibilità di vederlo uscire dalla sua vita ancora e per sempre. Per sempre, come mai per loro aveva sempre un significato diverso e un modo diverso di manifestarsi?Per sempre lei sarebbe stata la sua ragazza ma era tutto finito prima di accorgersene, per sempre era il loro addio ma ogni volta inciampavano ancora nelle rispettive vite, ci sarebbe stato mai un per sempre come lo volevano loro?

 

Buffy sospirò.

 

Cap 5

 

 

Cap 5

 

 

-Io…io non so perché tu mi sia stato dato nella vita, ho provato a lungo.. a lottare contro me stessa e ho sempre perso, in modi diversi mi sono lasciata cicatrici profonde, ma adesso ho smesso di cercare di indirizzare la mia strada dove io ritengo sia meglio o più giusto, quello che mi corrisponde so cos’è. Quello che mi compie, che mi fa crescere, che è strumento al mio destino e alla mia felicità sei tu. Non ti sto chiedendo niente, non ti sto… dicendo questo per metterti in difficoltà o,um..o per farti sentire in dovere verso di me per qualcosa, solo che essere onesti con se stessi implica esserlo con gli altri e quindi dovevo dirti queste cose, dovevo parlartene. Angel io..so che stai pensando che i nostri problemi e le ragioni che ci hanno divisi rimangono, lo so, ma sono anche cresciuta e sono in grado di prendere delle decisioni sulla mia vita ormai e conoscono le conseguenze. Vorrei solo che tu ti fidassi di me-

 

Angel rimase di sale. Ubriaco di lei, i sensi ottenebrati, sconvolto dalla lucidità di quegli smeraldi verdi che gli stavano trasmettendo tutta la potenza del suo cuore, della sua umanità devastante. E non sapeva davvero che dire, non sapeva come controbattere o che fare perché quello era il suo cuore e lui non poteva in nessuno modo mettere in discussione niente di quel che lei provasse per lui, di quello che lui fosse per lei. Era terrorizzato, aveva anche lui lottato a lungo con se stesso rifugiandosi tra le braccia di corpi caldi di altre donne come per acquietare il suo spirito lacero per l’amore di quella donna dalla quale credeva di essere fuggito anni prima. Ma adesso Buffy ancora lo colpiva e lo sorprendeva, ancora la vita non gli lasciava tregua, respiro, pace. Forse il fato stava solo cercando di spingerlo verso la sua strada che lui costantemente deviava, imboccando continuamente vie tortuose senza mai arrivare alla fine. Tutto questo però non cancellava la paura, i problemi, le difficoltà che gli avevano separati e lui aveva definitivamente rinunciato alla profezia per tornare umano. Si chiese guardandola nel mare di tenebra e luce dei suoi occhi se a questo punto fosse stato in grado di rivelarle quel che stava per succedere, per assurdo nelle loro esistenze da quando si erano conosciuti ed amati era sempre aleggiato il grande problema della loro diversa natura, umana e demoniaca, delle conseguenze derivanti ed entrambi si erano disperati nel tentativo di cancellare l’amore impossibile che li univa consci che non poteva esistere soluzione, non poteva esistere rimedio che in qualche modo non alterasse gli equilibri come nella circostanza in cui si erano ritrovati con il demone Mohra o ancora se non avesse rinunciato allo Shanshu. E adesso lei finalmente aveva raggiunto la chiarezza che tante volte aveva vacillato nei suoi giovani occhi, quando l’amore la faceva fantasticare e per quanto intuisse chiaramente di amare lui così esattamente com’era, non ancora in grado di affermarlo con la certezza e maturità di adesso. E se non lo avesse più amato? Se, per quanto assurdo, quel che stava per accadergli avesse mutato il cuore di Buffy e lei non lo avesse più riconosciuto? Dubbi e paure scuotevano il suo cuore antico e alla cacciatrice non sfuggì il lampo di preoccupazione nei suoi occhi.

 

Buffy si morse appena un labbro esitando. Angel era turbato, c’era chiaramente qualcosa che non le stava dicendo.

 

-Buffy ci sono delle cose, una cosa in particolare che devi sapere-

 

Lei gelò per la franchezza con cui aveva spezzato quell’interminabile silenzio creato dalle sue parole. Non era esattamente la reazione che si era aspettata da lui.

 

-Ok..io..ti ascolto..-

 

-Io...ecco tu...tu sai come la mia vita sia stata in questi anni di lontananza, ti ho già raccontato molto, le cose più importanti almeno...però ecco ci sono delle cose riguardo la mia...la mia redenzione di cui non ti ho detto nulla perché…si um, erano decisioni che in un certo senso non ti riguardavano più-

 

Si fermò attendendo un effetto su di lei che invece lo stupì rimanendo calma come in attesa che proseguisse, Buffy in realtà si sentì morire dentro quando c’erano in ballo cose come ‘anima’ o ‘redenzione’ legate ad Angel non poteva mai stare davvero tranquilla, ma era decisamente cresciuta per le scenate e volle dargli fiducia cercando di essere il meno prevenuta possibile. Angel prese coraggio parlandole occhi negli occhi, non leggeva alcuna rabbia o dissenso o ansia ma solo attesa sul suo volto, come per dirgli che poteva dirle tutto lei non sarebbe scappata via né lo avrebbe respinto in preda alla collera. Forse questa volta sarebbe riuscito a non ferirla.

 

-Vedi, um, io ho fatto delle scelte in questi anni che hanno sempre messo davanti il bene comune alla mia possibilità di cambiare, di essere umano…scelte che ho fatto perché evidentemente mi sentivo chiamato alla lotta per il bene, era il percorso verso il perdono per tutto quello che ho fatto nei secoli. Tutto è stato compiuto da Angelus, ma comunque la mia anima è sempre stata troppo debole e codarda anche quando ero un uomo; ho deciso io di darmi al male, a Darla. Quindi anche la mia anima, l’uomo che ero, deve scontare indirettamente il male compiuto. E io non mi sono mai sentito di poter accettare alcuna profezia o dono casuale tramite la magia per essere redento…e ecco a tale proposito…-

 

-Il demone Mohra-

 

Angel spalancò gli occhi come freddato sul posto dal proiettile scaturito dalle sue parole ricevendo in cambio un mesto sorriso, e le iridi verdi tornarono a fissare le proprie mani che ancora giocavano con bicchiere ormai vuoto. Come adesso sentiva essere il suo cuore e la sua vita. Poi alzò di nuovo il volto affrontando il vampiro allibito. Come poteva sapere?Che voleva dire?Angel ammutolito non sapeva come fare a parlare, la voce era morta nella sua gola.

 

-Sono stata in Paradiso ricordi?Ho..um…mi ci è voluto molto per ricostruite questo strano ricordo che mi portavo dietro da lassù…non c’è magia che tenga in cielo Angel-

 

Lui avrebbe tanto voluto scomparire, lei ricordava e non era mai andata a dirgli niente, perché?Era davvero cresciuta fino a comprende il suo gesto?A tal punto da non piombare furiosa nel suo ufficio per versargli addosso la sua collera?

 

-Io so tutto non c’è bisogno che mi spieghi niente...l’ho capito allora quando me lo hai comunicato dopo aver parlato con gli Oracoli e lo capisco adesso perché ti sei mosso così-

 

-Mi dispiace-

 

-Invece non devi, ho un incredibile uomo davanti a me che ha sacrificato tutto per l’amore al prossimo, non credo ci sia animo più nobile e meritevole di essere perdonato…forse ti ci sono voluti secoli ma il percorso di ciascuno per crescere è differente, ma alla fine ci sei arrivato…adesso la tua anima è forte e pura-

 

Se avesse potuto sarebbe arrossito prepotentemente.

Come poteva guardarlo con quegli occhi? Come se lui fosse stato luce e bene quando si sentiva sempre così sporco?Così poco meritevole di stare al suo fianco? L’aveva accecato sin dalla prima volta che Wistler l’aveva indirizzato all’Hemery High school per dare un’occhiata alla nuova cacciatrice e subito nel suo sorriso così apparentemente frivolo aveva visto tutta la potenza dell’animo di quella ragazzina sconosciuta.

 

-Ti ringrazio…ma non sono così incredibile come mi descrivi Buffy, per questo anche quando avrei potuto accettare la profezia dello Shanshu non l’ho fatto. Non ero pronto, ancora sentivo su di me il peso del male commesso…poi un giorno fa è successa una cosa…Faith si è presentata da me con la partecipazione in mano dicendomi che si sposava e che mi voleva assolutamente al suo matrimonio, mi sei subito venuta in mente tu..quella sarebbe stata l’occasione in cui ci saremo di certo rivisti. Quando se n’è andata ho ripensato a tutta la mia vita da quando ti ho incontrata, a Faith e a tante altre cose ed ho sentito come il bisogno di andare in Chiesa dopo troppo tempo…-

 

Sorrise tra sé come sorprendendosi per quell’evento così in antitesi, lui era il male ed era entrato in quel luogo di perdono che molti vampiri temevano. Davvero un contrasto notevole, ma quella era la metafora ideale per tutto quello che gli era sempre stato insegnato sul bene, sul perdono, sulla salvezza dei peccatori preferiti ai corretti, ai farisei. Anche Buffy accennò un sorrisetto quasi divertita da quel singolare avvenimento nella vita del vampiro.

 

-Io vengo da una famiglia cattolica e decisamente ho perso la fede da tanto tempo, ma da quando ho compreso la mia vocazione, salvare le persone, sono molto cambiato. Tutto questo per dirti che mi è stata donata un’anima, un anima pura e salda al mio corpo…ma...il prezzo per l’anima è la morte-

 

Buffy corrugò la fronte muovendosi appena come per ricercare la posizione persa, le sue parole l’avevano smossa. Ora non stava capendo. Lui intuì la sua perplessità.

 

-Nel senso che…bè ecco per…si um, per fartela breve occorre un sacrificio per dimostrare di essere degno di un cuore che batte, per essere liberato dal demone e rinascere come uomo-

 

-Io…sacrificio di cosa?non sto capendo…è..è una profezia?-

 

-No, è un dono-

 

Angel la guardò con calore in quei diamanti attraversati da mille pensieri confusi, sembrava proprio una bambina alle prese con un problema di matematica; le cose non le tornavano.

 

-Un dono…tipo…cioè chi-

 

-Diciamo dall’alto-

 

-Wow…avrei detto di non essere più in grado di farmi stupire da niente invece..-

 

-E’ questo quello che amo di te, come ti lasci colpire dalla realtà-

 

Buffy arrossì appena, amare detto da lui ed associato a lei le faceva sempre battere il cuore un po’ più forte. Ma questo non toglieva il poco senso delle sue parole.

 

-In sostanza...tu…scusa ma tu sei un vampiro ora..-

 

Lui era visibilmente divertito e gli scappò una risatina annuendo, con quella fronte crucciata e gli occhi perplessi era tremendamente bella e comica al tempo stesso, lì che si arrovellava per dare un senso logico a qualcosa che forse non chiedeva di essere spiegato o immediatamente compreso.

 

Stava per rispondere ma il cameriere li interruppe costringendola a sollevare dal tavolo i gomiti sui quali aveva fatto leva per posare il mento pensieroso, ponendo poi il foglietto col conto e togliendo i bicchieri come per incitarli ad andarsene e lasciare il tavolo a nuovi clienti. Angel rapidamente lo prese e Buffy tentò di protestare mentre si alzavano prendendo i cappotti. Lui le lanciò un’occhiata furba per poi mettere nelle mani del ragazzo un numero di banconote che lei non riuscì a contare.

 

-Tieni il resto ragazzo-

 

Il cameriere annuì grato ed Angel fece un gesto a Buffy con la mano come per darle la precedenza nell’uscire. Fuori il fresco dell’inverno che avanzava li colpì entrambi costringendo la ragazza a rabbrividire appena, svegliata dal torpore del locale e della loro conversazione.

 

-Dove andiamo?-

 

-Facciamo due passi per il centro?-

 

Buffy annuì e si diressero lungo i viali illuminati da grandi lampioni e fari di auto costose che sfrecciavano rapide nel cuore della notte di Los Angeles. Non poteva credere di essere lì con il suo angelo a parlare delle loro vite, del loro futuro, così contenta e rilassata come forse non lo era stata da tempo; si erano creati il loro clima di serenità che permise ad entrambi di camminare vicini per permettere solo ai loro cappotti di sfiorarsi, come temendo il contatto fisico che i loro corpi tanto cercavano con affanno sopraffatti dal bisogno dell’altro. Ma non era più un bisogno disperato. Erano consapevoli della necessità che l’altro aveva per le rispettive esistenze e non si scandalizzavano più di fronte a questa certezza. Angel con le mani nelle tasche del cappotto volse un attimo gli occhi al cielo in cerca di stelle invisibili in quella notte che brillava di lei.

 

-Quindi puoi diventare umano solo con un sacrificio? E il demone sparirebbe?Cosa ne sarebbe del tuo corpo?E i ricordi?-

 

-Non lo so Buffy, questo è tutto ciò che mi è stato detto…io mi affido e attendo che avvenga quel che deve accadere…volevo dirtelo subito perché davvero non so cosa succederà e..bè io avevo..-

 

Si fermò un secondo colpito da quel che voleva dirle e sorrise amaramente dentro di sé sentendosi uno sciocco. Solo adesso aveva paura di perderla?

 

-Paura di non avere il tempo per spiegarmi?Di dimenticare e che non potessi farmi capire che cosa ti era successo?-

 

-Esatto…dovevo accertarmi che le persone che amo sapessero quel che mi poteva capitare…per essere preparate..-

 

Lei ancora non ebbe alcuna reazione anche perché onestamente pensò che davvero non sapeva cosa dire, come comportarsi, era tutto così apparentemente senza senso che non poteva dire cosa pensava al riguardo ma solo aspettare.

 

-Io ci sarò Angel-

 

Erano arrivati in una piazza non c’era quasi più nessuno a giro. Si erano incontrati al locale intorno alle 23.00 e non si erano accorti di aver fatto l’una a chiacchierare. Le vie si stavano svuotando e ora erano già le due. Ma nessuno dei due era stanco o annoiato anzi erano così ancora emozionati ed eccitati da quella strana situazione che li vedeva come i due vecchi amici incontratisi per raccontarsi delle loro vite. Il vampiro si fermò mettendosi di fronte a lei. La guardò con tenerezza, così piccola in quel cappotto ma così grande era il suo cuore. Non poté più resistere al desiderio di stringerla quindi gentilmente si fece vicino e avvolse le braccia intorno al suo piccolo petto facendola sprofondare nel suo gigantesco abbraccio. Buffy poteva quasi dire di sentire un forte calore provenire da lui come se il suo amore la stesse scaldando e nascose il volto in quel porto solido e sicuro che era il corpo di Angel.

 

-Grazie-

 

Le bisbigliò appena nell’orecchio. Lei era certa di essere arrivata alla fine del suo percorso e che in quel momento si stava aprendo la seconda parte della sua vita ancora più emozionante e ricca di sorprese. Un strada nuova per crescere insieme. Una mezz’ora dopo si congedarono con la promessa di rivedersi presto magari per una cena, c’era nell’aria un clima di rinascita che gli esaltava entrambi facendoli sentire come se fossero state due persone che uscivano insieme per conoscersi, cominciando qualcosa in modo normale. Desiderando riscoprirsi e sorprendersi dell’altro sempre più. L’amore necessita di essere annaffiato, nutrito, e adesso loro due erano insieme per ripartire.

Cap 6

 

 

Da quella sera era passato quasi un mese e le loro vite tornarono ad intrecciarsi con la caccia, la naturale collaborazione nata subito tra le due squadre, le loro passeggiate notturne costellate da mille racconti. Non si erano ancora mai sfiorati come temendo di scottarsi, di sbagliare ancora, intuendo quanto fosse più preziosa l’attesa che consentiva di guardare l’altro in tutta la sua pienezza una novità assoluta rispetto alla loro prima storia d’amore e passione i cui momenti insieme erano fatti più di baci che di parole. Erano grandi e volevano qualcosa di diverso più maturo. Inizialmente le cose non erano state facili, Xander riluttante a riprendere Angel nelle loro vite e Spike troppo dolorante aveva mollato tutto fuggendo in Inghilterra da Willow che sarebbe rientrata per il matrimonio di Faith insieme a Giles. Dawn in principio era rimasta un po’ perplessa da questo strano rapporto di amicizia tra sua sorella e il vampiro tenebroso ma alla fine era stato quasi automatico abituarsi a lui ed imparare anche ad amarlo. Si stupiva sempre nel vedere come la forza dell’amore, e in particolar modo verso sua sorella, fosse in grado di cambiare un’anima. Lo aveva visto con Spike e lo vedeva anche in Angel.

Finalmente giunse il tanto atteso matrimonio di Faith che si sarebbe sposata nel tardo pomeriggio di un sabato d’inverno così da permettere a certi suoi amici un po’ allergici al sole di partecipare. La mora era decisamente agitata e toccava a Buffy e Dawn placare le sue inquietudini nel tentativo di evitare che dall’ansia strappasse il vestito.

-Perché non mi hai fatta andare a caccia ieri sera?Ti avevo detto che sarebbe stato meglio adesso dovrò prendere a calci il prete!-

Buffy roteò gli occhi mentre tentava di metterle il velo.

-Puoi stare ferma?-

-Andiamo B io non sono proprio il tipo da fiori, tulle bianco e lacrime lo sai, mi sarei dovuta sposare in una chiesa sconsacrata con i pantaloni di pelle e un paletto in tasca pronta per sventare un’Apocalisse..-

Buffy trattenne una risata e con fare risoluto la fissò.

-Ehi, guardati-

La prese per le braccia e la fece voltare verso lo specchio, rimase un attimo ferma fissando la sua immagine riflessa.

-Wow-

-Esatto, wow! Ora basta lagnarsi..vuoi o non vuoi sposarti?-

La bionda mise le mani sui fianchi in segno di rimprovero e attese una risposta. La mora storse la bocca sbuffando come per non darle soddisfazione.

-Ma si certo che lo voglio-

-Bene andremo in quella chiesa e tu attraverserai la navata fino al ragazzone scuro che ti attende all’altare. Ricordi? ‘Vuoi? Prendi, è tuo’-

Faith si fece scappare un sorriso ricordano quel momento. Ora era cresciuta, stava per creare una famiglia, ciò che a lei era sempre mancato e che alla fine aveva trovato in Robin, sarebbe stata una moglie e madre migliore della sua ne era certa. Così quando Dawn entrò dicendo che in Chiesa erano tutti pronti le due uscirono agitate. La cerimonia fu incantevole e Buffy si sentì all’estremo della felicità quando vide Angel tutto infiocchettato che se ne stava seduto a guardarla, ma l’attimo di magia s’infranse quando il mare verde incontrò il ghiaccio freddo di un altro vampiro rimasto quasi nella penombra. Spike. La ragazza dovette raccogliere più energie possibili per prendere aria e risalire dalle profondità limpide in cui adesso annegava, quella testa bionda aveva ancora tutto questo potere su di lei. Ma un secondo dopo, che a lei parve un’eternità, scorse qualcosa di nuovo in quelle gemme gelide come se il primo istante fosse stata quasi prevenuta dando per scontata l’anima di Spike. Adesso c’era una luce nuova nei suoi occhi che lei non riconosceva, c’era quasi un senso di quiete, di pace. Nonostante i demoni del suo passato gravassero presenti su di lui ricordandogli costantemente che il percorso verso la redenzione sarebbe stato lungo, una ritrovata serenità aleggiava su di lui. Forse l’Inghilterra lo aveva aiutato, magari sedute di meditazione con Willow sui verdi prati inglesi nel cuore delle freddi notte umide e di nebbia gli avevano guarito le ferite del cuore. Lei non sapeva come sentirsi al riguardo, era una sensazione nuova.

Il rinfresco si svolse nel salone dell’Hyperion nel quale Angel, Gunn, Spike e Connor erano tornati dopo l’ultima grande battaglia.

Tutto era allestito in modo molto semplice Faith non aveva voluto troppi fronzoli o fiori, la cena non era servita al tavolo ma c’era un brande buffet con i camerieri che servivano le pietanze, in tal modo lasciava libertà a ciascuno di decidere dove sedersi. Solo gli sposi avevano un tavolo tutto loro. Buffy e Willow si erano messe al tavolo sedute insieme a Giles, Dawn e Xander che litigava con Andrew come al solito.

-Allora com’è la situazione ai piani alti?-

-Mm..bene si, bene direi...ecco sistemare tutte le questioni non è esattamente una procedura rapida ma..si ecco direi che stiamo prendendo il via-

-All’inizio il Consiglio degli soci anziani non era molto propenso a sostenere il Sig. Giles ma lui si è fatto valere!-

-Wow, certo che quelli devono essere dei Giles all’ennesima potenza!-

Xander ridacchiò mentre l’osservatore scosse il capo.

-E tu Will?-

-Io?Io..cos..io non ho fatto niente!-

I presenti si guardarono perplessi dalla sua reazione. La rossa tentò di ricomporsi.

-Cioè io..si ho aiutato il Sig. Giles, ho preso in mano una classe di giovani streghe e ho ottenuto un posto speciale nella Congrega delle Streghe!-

-Certo, tu sei una Dea-

-No non lo sono..e non voglio nemmeno esserlo se per questo..però il mio potere piace a molti-

-E Spike?Si è comportato bene?Ti ha infastidita?Se vuoi posso polverizzarlo subito!-

-Xander non credo che tu abbia la forza per farlo-

-Era così per dire..-

-Comunque si è comportato bene, anzi mi ha fatto piacere e compagni insomma non è che sono esattamente i tipi più ospitali e allegri al Consiglio-

Willow quasi si strozzò con le parole e dopo aver finito in fretta il suo discorso di apprestò a mangiare, Buffy la guardò un attimo non capendo bene la sua reazione ma decise di non curarsi di quella sensazione che aveva addosso e così si alzò per andare al buffet per prendere altro cibo. Fu così che incrociò Spike.

-Ehi-

-Ehi-

-Em..come stai?-

-Sono tornato da poco-

-Oh, si lo so..com’era l’Inghilterra?-

 

Lui sorrise appena apprezzando il suo tentativo di rimanere su toni vagamente formali troppo presa dall’ansia di affrontare la questione. Ma adesso lui era tranquillo.

 

-Non ti nascondo che all’inizio è stata dura, insomma..tutti quei giovani osservatori che mi fissavano come se fossi stato un esemplare da esposizione!Sono un vampiro mica Elvis!E poi già il solo fatto che il Consiglio abbia dato asilo ad un vampiro..-

-Si ma un vampiro con l’anima-

-Oh, per loro è più una questione di ‘polso’-

 

Buffy smorzò un sorriso, Spike non cambiava mai e di questo ne fù grata l’idea di non sapere più chi avesse davanti le dava un senso di inquietudine e vuoto, lui era sempre stato la sua scialuppa di salvataggio nei periodi più bui e di solitudine, un porto sicuro presso cui trovare appiglio e ora non lo riconosceva, quella novità nei suoi occhi la spaventava.

 

-Comunque sono riuscito a fare un po’ di chiarezza, adesso fa meno male-

-Sono contenta-

-Ehi, è tutto ok..non devi sentirti a disagio, io lo so..l’ho sempre saputo, tutti l’hanno sempre saputo..anche se proprio non capisco come uno noioso come una lampada possa piacerti!Che ci troverai nel suo triste umorismo..per non parlare di come si veste!-

-Hai ragione Spike..non posso davvero dire niente sulle mie scelte in fatto di uomini-

 

A questo punto gli lanciò un’occhiata di sfida e alzando un sopracciglio lo squadrò come per fargli notare che lui non era decisamente meglio.

 

-Farò finta che tu non abbia detto niente cacciatrice..tsk è meglio che vada dalla rossa, lei apprezza molto il mio stile-

 

Il vampiro biondo le puntò contro il suo dito con l’unghia laccata di nero ma dopo un secondo lo sguardo offeso mutò e regalò a Buffy una carezza al suo mento. Lei rabbrividì al suo tocco gentile e restò incollata ai suoi occhi limpidi come il cielo d’estate.

 

-Tu invece sei sempre bella-

 

Poi si dileguò lasciandola imbambolata e superandola raggiunse il tavolo della strega. In quel momento Buffy percepì qualcuno che li aveva osservati per tutto il tempo e alzando la testa incontrò gli occhi di Angel che la fissavano curiosi e gelosi.

 

-Ciao-

-Ciao..-

-Che c’è?-

-Avevi qualcosa sul mento?Lo sai che esistono i tovaglioli?-

 

Lei si addolcì divertita e lo canzonò.

 

-Angel..-

-Che c’è la sua pelle sensibile non tollerava più il gelo inglese?Da quando gli piace il sole della California?Se ha bisogno di calore posso fargli assaggiare il brivido di un cazzotto-

-Possiamo passare alla fase in cui mi dici che sono bella e mi prometti un ballo o dobbiamo continuare a giocare ai fidanzati gelosi?-

-Non siamo fidanzati-

-Ci vediamo dopo-

 

Lei fece per superarlo ma lui la fermò gentilmente.

 

-Ok hai vinto, scusa-

 

Lo guardò come attendendo altro.

 

-E sei incantevole..per questo vorrei ballare con te dopo-

 

Rise leggermente e annuì con la testa, poi gli prese il mento con una mano come per prenderlo in giro e lo tirò a sé posando un casto bacio sulla sua gota che scottò violenta sotto il tocco di lei. Era così difficile non rubarle il respiro li in quel momento, così dannatamente bella, così luminosa ai suoi occhi che non desiderava altro che amarla e farla totalmente sua, ma non poteva cedere proprio adesso che tra loro le cose procedevano nel modo migliore, come non avrebbe mai potuto sperare. E in quell’esatto momento gli fu davvero chiaro e certo il fatto che avrebbe aspettato l’eternità con fiducia pur di non perderla ancora, una sicurezza che risvegliò il suo cuore fermo e stanco, troppo vecchio e morto per battere ancora, per pulsare ed esplodergli nel petto. Una forza nuova, un calore inaspettato e violento lo pervasero infiammandogli il sangue e scottando la pelle.

Sentì qualcosa attraversargli il corpo, il cuore, l’anima. Qualcosa di antico e potente come la vita, di puro come il cielo, i suoi occhi di tenebra si fecero chiari e Buffy potè per la prima volta distinguere in nero delle pupille dal castano delle sue iridi. Questa specie di scarica di calore e fuoco che lo prese in pieno durò una frazione di secondo, un intero ed interminabile secondo in cui lo sguardo della cacciatrice mutò essendo evidentemente preoccupato. Fece come un passo verso di lui che si ritrovò sudato e spaventato, quegli occhi chiari e sconosciuti adesso vagavano furiosi dalle proprie mani all’ambiente di festa circostante dove adesso tutto era più confuso, i rumori delle voci si perdevano nell’aria creando un fortissimo senso di vertigine.

 

-Angel-

 

Tremava, sudava freddo e si era irrigidito quasi in prenda al panico più totale. La sua mente si svuotò del tutto.

 

-Angel che ti succede?Stai tremando!-

 

Buffy lo prese per un braccio come per sorreggerlo.

 

-Io..-

 

In quel momento sopraggiunsero Willow e Spike, la strega infatti aveva percepito improvvisamente una forza sconosciuta nella stanza e aveva visto Angel cambiare e lo sguardo preoccupato di Buffy era bastato a farla scattare seguita da Spike.

 

-Buffy!-

-Aiutatemi a portarlo in un’altra stanza-

-Andiamo di qua-

 

Spike le guidò per il corridoio fino ad arrivare al salottino annesso all’ufficio del vampiro. Angel era intontito, si era lasciato portare via senza opporsi o dir niente, poteva solo continuare a tremare spaventato. Sembrava un bambino preda di un’influenza.

 

-Trema terribilmente-

 

Lo fecero sedere sul divanetto.

 

-Spike ho bisogno di un asciugamano grande..e di vestiti asciutti!-

 

Il vampiro non se lo fece dire due volte e corse al piano di sopra.

 

-Wil aiutami-

 

La strega lo sorreggeva mentre Buffy cominciava a spogliarlo.

 

-Angel parlami, che ti succede?-

-Buffy prima in sala ho sentito un potere..mi ha dato i brividi..-

-Credi sia malvagio?-

-No..non ho percepito auree demoniache, era solo…potente!Era quasi..quasi caldo..non so spiegarti ma non credo sia il male..-

 

La cacciatrice guardò l’amica, era preoccupata Angel rimaneva in silenzio tremante e sudato e loro due si sentivano così dannatamente impotenti. In quel momento giunse Spike e Buffy asciugò il torso bagnato del vampiro prima che gelasse. Poi gli mise la maglia pulita e lo fece sdraiare sul divano.

Lo coprì e poi gli tolse le scarpe.

 

-Che possiamo fare?-

-Per ora niente, ci penso io a lui...tornate di là, divertitevi, non fate preoccupare nessuno..-

-Chiamami per qualunque cosa-

 

Buffy diede uno sguardo di immensa gratitudine ai due che subito dopo uscirono lasciandola li a curare il suo amore.

 

 

 

Cap 7.

 

-Ehi, va tutto bene ci sono qua io adesso-

 

Dopo averlo finito di sistemare si sedette a terra accanto a lui accarezzandogli il volto, perché vedeva solo paura nei suoi occhi?Perché non c’era più quella sicurezza? Cosa gli stava succedendo?

 

Intanto Willow e Spike erano in corridoio dirigendosi verso il salone.

 

-Secondo te dovremmo dirlo a Giles?-

-Non lo so...non mi piace…non si tratta di un’intossicazione alimentare-

 

La rossa gli lanciò uno sguardo ammonitore.

 

-Quella forza che ho sentito… non puoi capire quanto fosse potente-

-Credo che adesso sia meglio attendere…se dovesse peggiorare allora ci muoveremo in qualche modo-

-Ok-

-Stai tranquilla...la cacciatrice lo cullerà come un bambinone-

 

Willow abbassò lo sguardo fissando il pavimento, lui camminava scrutando il vuoto si chiese cosa stesse davvero sentendo e pensando Spike in quel momento. Il vampiro sentì il suo sguardo inquisitore e vacillante su di sé. Avanzava incerta, piccola e indifesa Willow. Eppure dietro quella pelle di perla, quegli occhi verdi e sconfinati come le foreste inglesi attraverso cui lei lo aveva condotto in cerca di una insperata serenità, quei capelli di fuoco c’era un’anima potente presso cui lui aveva trovato un sicuro rifugio in quel mese di oblio e disperazione. Si era aggrappato ai suoi rami nascondendosi sotto le lunghe fronde di quello statuario e saggio salice come per non morire arso da un amore non corrisposto, un amore violento, impazzito, esploso dentro di lui proprio come quell’anima che tanto aveva anelato per essere meritevole di fronte a lei, a Buffy. Spike aveva sperimentato la potenza devastante di un amore puro, un amore umano che lo aveva fatto vibrare ancora, Drusilla l’aveva amata alla follia, ma nessuna sua carezza o bacio lo rendevano vivo. Reale. Non capiva perché gli fosse stato concesso l’enorme dono di quell’amore, non si era mai sentito degno ma aveva imparato col tempo di essere destinato al bene e alla redenzione e l’amore per qualcuno era il modo con cui era stato indirizzato verso la sua strada, il suo destino. Adesso però avrebbe dovuto ricominciare senza lei, senza il disperato bisogno di sentirsi vivo sotto il suo tocco, di sentire di meno il peso del male e dei rimorsi. Lei che non lo guardava più come se fosse stato feccia, corrotto dal demone e dal sangue che a lungo aveva macchiato le sue mani. Avrebbe tanto voluto sospirare per essere certo di poter ricacciare l’insidioso tarlo che infestava il suo spirito pensando di non essere più il centro del suo mondo, che forse non lo era mai stato. Perché il primo posto nel podio del suo cuore era sempre stato di un altro, un altro indelebile vampiro inestirpabile da lei. E non aveva potuto far altro che fuggire via prima di essere dilaniato da una realtà insopportabile, si era nascosto, codardo, vigliacco, ma faceva troppo male per non andare. Il suo volto si contrasse ricordando quei momenti.

 

-Spike-

 

La voce calda e gentile della strega al suo fianco lo riscosse riportandolo al presente, riportandolo a lei.

 

-Sto bene, andiamo a concludere questo matrimonio-

 

Con un flebile sorriso le aprì la porta che dava sul salone dove si erano già aperte le danze.

Intanto nell’altra stanza..

 

-Angel…ehi dai parlami…-

-Io..-

 

Lui strizzò gli occhi come per mettere a fuoco.

 

-Ti conosco?-

 

Lei gelò immobile.

 

-Si…io mi chiamo Buffy-

-Buffy…-

-Si sono io…e sono qui con te-

 

Il cuore della cacciatrice correva forte assalito dal terrore di perderlo ancora. Non poteva accadere proprio adesso. Lui sembrò calmarsi ma il suo corpo era scosso, debole e Buffy non sapeva cosa fare per lui, per farlo riprendere. Gli toccò dolcemente la fronte e con l’altra mano teneva stretta la sua e fu in quel momento che sentì quanto fosse caldo.

 

-Ma tu scotti-

 

Poi realizzò che la sua temperatura corporea non era poi tanto differente dalla propria, si era inizialmente stupita perché di solito il vampiro era freddo come il marmo. E d’un tratto tutto sembrò prendere senso nella sua testa. Che fosse? Doveva averne la certezza assoluta, perché ora sentiva che sarebbe potuta morire, il cuore batteva veloce le mani le tremavano e le gambe si fecero gelatina; voleva riprendere il controllo del suo corpo nel tentativo di ripristinare la lucidità nella sua mente impazzita. Gli prese il polso a quel punto per capire quanto la realtà la stesse ingannando. E lo sentì, prima un battito, poi un altro e un altro sempre più veloci e i suoi smeraldi verdi scottarono feroci liberando calde lacrime di gioia. Era umano, il suo cuore batteva.

Lui continuava a fissarla curioso e turbato al tempo stesso. Poi lei sembrò calmarsi, non poteva perdere il controllo, non poteva lasciarsi sopraffare dalla gioia rischiava di spaventarlo. Si ricordò della loro conversazione riguardo a quello che sarebbe potuto succedere a lui, ai suoi ricordi e cercò di respirare a fondo per non urlare di felicità e gridargli quanto disperatamente lo amasse.

Lui aveva bisogno di lei adesso si sarebbe presa per sempre cura di lui.

 

-Ascolta…ti porto qualcosa da mangiare, vuoi?-

-Io..come…come mi chiamo?Tu hai detto Angel ma…io non ricordo questo nome…io ricordo..-

-Ehi non sforzarti…vedrai ti aiuterò a ricordare…andrà tutto bene-

 

Gli posò un bacio in fronte, voleva andare in sala a prendere qualcosa per lui ma non sembrava intenzionato a lasciarle la mano.

 

-Ti prendo da mangiare, poi dormirai un po’ e dopo parleremo ti va?-

-Ma…tu non mi lascerai solo…cioè..-

-Starò sempre con te-

 

Quegli occhi sconosciuti ma così terribilmente famigliari lo convinsero e mollò la presa stupendosi di come la forza con cui l’aveva stretta non sembrava averla danneggiata. Buffy sorrise sentendo il proprio petto esploderle, non poteva contenere troppo a lungo la sua felicità ma neanche spaventarlo.

 

-Torno subito-

 

Arrivò in sala e li vide Willow. Ma Faith le apparve davanti.

 

-Ehi B ma dove cavolo eri??-

-Faith!-

-Uh..sei strana…e anche raggiante…che stai facendo?-

 

Faith, così terribilmente non se stessa in quel candido abito incrociò le braccia.

 

-No, va tutto bene…solo ho bisogno che tu mi dia tempo…-

-Per cosa?-

-Ascolta…questo è il tuo giorno-

-Ehi, non rifilare a me le stronzate di non turbarmi il giorno delle nozze!Cavolo siamo quasi morte insieme, siamo sorelle…e tra l’altro mi sono sposata ore fa adesso non devi preoccuparti per me-

 

Buffy le sorrise.

 

-D’accordo…ma..-

-Oh si ok tutte le raccomandazioni che ti pare-

-E’ una cosa lunga ti prometto che dopo te ne parlo ora però devo fare una cosa-

-Riguarda Angel vero?-

 

La bionda la fissò un attimo e poi la superò dirigendosi al buffet per prendere qualche cosa rimasta. Willow le si avvicinò.

 

-Allora come sta?-

-Lui…è umano-

-COSA?-

 

Sgranò gli occhi.

 

-Non c’è bisogno di urlare!-

-Io…cioè ..tu…lui..ah Buffy non capisco!-

-Te lo spiego più tardi, tu risparmia il fiato per il brindisi!E vieni a chiamarmi quando c’è il momento foto, non mandare nessuno a cercarmi-

 

L’amica annuì e Buffy si allontanò con il piatto pieno di cibo.

Venti minuti dopo Angel sembrava rinato, stava seduto a mangiare con gusto assaporando quasi con stupore ogni singola pietanza che quella ragazza gli aveva portato. Sembra decisamente più tranquillo e non tremava più.

 

-Grazie-

-Figurati-

-Em…dove siamo?-

-Nel tuo albergo-

-Ho un albergo?-

-Bè si…-

-Come mai siamo vestiti così eleganti?-

-Di là si sta svolgendo il ricevimento di nozze di una nostra cara amica-

-Oh…io ricordo vagamente qualcosa…che eravamo in quel salone e tu…e poi-

 

Si prese la testa fra le mani, Buffy si alzò e si sedette accanto a lui.

 

-Ehi, non devi sforzarti…devi darti tempo non ti preoccupare-

-Solo che…scusa ma tu dovresti stare di là…e forse anche io dovrei ma..-

-Angel va tutto bene…-

-No Buffy io…-

-Tu adesso stai qui tranquillo io vado a fare un salto per vedere come procede la serata ma non agitarti ok?-

-Ok-

 

Gli posò un bacio sulla nuca e ritornò da gli altri. Angel ne approfittò per alzarsi e girovagare per quello studio come in cerca di risposte. Non c’erano foto nella stanza arredata con un gusto classico, nulla che potesse ricondurlo a lui ma sapeva che era il suo studio, i ricordi erano li vivi e pungenti ma solo terribilmente offuscati e non riusciva ad afferrarli. Sapeva di conoscere i due che avevano aiutato Buffy. Willow e Spike. Perché loro due insieme gli sembravano così strani? Sentì un’altra fitta.

Intanto la festa proseguì e solo più tardi riuscirono a mandar via tutti tranne gli scoobies, così Buffy li convocò tutti nel salone.

 

-Allora…Faith e Robin sono tanto contenta per voi due e..-

-B taglia corto-

-D’accordo…allora vi avevo parlato del fatto che io e Angel ci stavamo, diciamo..um..-

-Amichevolmente frequentato?-

-Più o meno-

 

Xander fece spallucce. Dawn annoiata e assonnata si allentò la cintura del vestito.

 

-Buffy è tardi-

-Questa parte già la conosciamo-

-Che succede?-

-Dov’è Angel?-

-Angel è umano!-

 

Buffy lanciò quella bomba nella speranza di placare gli animi agitati ma in realtà causò una paralisi collettiva. Solo Willow che aveva già ricevuto la notizia sembrò in grado di parlare.

 

-Quella specie di profezia di cui ti aveva parlato?-

-Esatto e…bè è successo solo che adesso lui non ricorda niente..-

-Oh, oh ‘super afflizione’ è diventato un cucciolone smarrito…-

 

I presenti gelarono Spike con gli sguardi.

 

-Se volete infilzarmi almeno usate un paletto…-

-Comunque adesso sta meglio ma non voglio stressarlo troppo quindi lo porterò in camera sua così che possa riposare…e domattina con calma ci potremo parlare tutti-

-Vuoi che facciamo delle ricerche?-

-No, voglio che questi due partano per la luna di miele, Xander portali all’aeroporto…nessuno deve scombinare le proprie vite andate tutti a dormire, io rimarrò qui-

-Resto anche io nel caso avessi bisogno-

-C’è spazio anche per me?

-Si Dawn…-

-Ma bene, vieni rossa ti mostro la suite-

 

Willow ammonì Spike che fece una faccia da finto tonto, poi tutti salutarono i novelli sposini non appena la macchina fu caricata con le loro valigie e loro si furono cambiati.

 

-B per qualunque cosa-

-Non devo esitare a chiamarti…lo so-

-Bene, saluta il non più morto…perché lui è vivo..-

-Si lo è…-

-Bene…e fate i bravi!-

-Faith!Certo…-

 

Le due si abbracciarono e dopo i saluti generali anche gli altri andarono a dormire. Gunn e Connor fecero una serie di domande a Buffy che tentò di tranquillizzarli. Dopo di che accompagnò Angel in camera e lo aiutò a sistemarsi.

 

-Grazie Buffy-

-Ehi, sapevamo che sarebbe successo-

-Davvero?-

-Bè in un certo senso…ma tu non preoccuparti-

-Perché fai questo per me?-

 

Lei lo guardò adesso i suoi occhi stavano tornando a guardarla come solo lui poteva fare, con totale adorazione.

 

-Perché ti amo Angel…-

 

-Resta con me stanotte-

 

Lei gli sorrise e annuì. Passarono la notte abbracciati, lui rifugiato nel sicuro abbraccio di lei unica certezza in un mare di oblio.

 

 

 

CAPITOLO FINALE!

 

 

Quella notte Angel fu molto agitato e riuscì a tranquillizzarsi solo grande alla presenza di Buffy come balsamo sulle sue ferite, ricordi vaghi e dolorosi infestavano la sua mente, sentiva riaffiorarli ma dare senso a tutte quelle emozioni, quel dolore, quei volti persi nei secoli era troppo.

Ci volle del tempo, nei giorni che seguirono tutti cercarono di parlare ad Angel presentandosi e aiutandolo a ricollegare le sue memorie antiche come il tempo; era incredibile come stesse velocemente riacquisendo la conoscenza di tutto e Buffy lo vedeva fare enormi passi ogni giorno. Si stupì di come si fosse riscoperta rinata accanto al suo nuovo amore che si aggrappava a lei in cerca di risposte e conforto, essere il suo principale punto di riferimento la riempiva di una gioia immensa.

La parte più delicata da trattare fu naturalmente la questione demoniaca ma tutti rimasero stupiti nel notare con quanta forza lui riuscisse a combattere tutte le volte che Buffy decideva di allenarlo, probabilmente tutto faceva parte del grande dono che gli era stato concesso con la redenzione. Entrambi, lei soprattutto, avevano smesso di farsi domande sui come ed i perché capendo che adesso quella era la loro strada insieme e smettendo di porre la propria idea sulla vita dell’altro.

 

-Credo che tu ed io stasera dovremmo andare a cena fuori-

 

La cacciatrice era appena rientrata da un consiglio scolastico e dopo aver messo la borsa sulla sedia nell’ingresso, si era vista arrivare Angel nella sua direzione. Era anche lui appena rientrato dal corso di agente per poter entrare nel dipartimento di polizia di Los Angeles, da quanto era diventato umano molte cose nel suo stile di vita erano dovute mutare e questo aveva comportato cercare un lavoro vero avendo bisogno di una retribuzione per vivere. Questo non toglieva nulla all’esistenza dell’agenzia investigativa, ora nelle mani di Spike, comunque supportato da tutti.

Dopo diversi lavori all’albergo questo era stato trasformato in una villa a più piani divisa poi in tre grandi appartamenti dove vivevano Buffy e Angel, con una camera per Dawn quando rientrava dal college; uno per gli scapoli di casa cioè Gunn, Xander e Spike che ultimamente troppo spesso dava asilo ad una Willow sempre in giro sia per questioni magiche che per affari di lavoro in quanto importante elemento del settore progettistico di una nota azienda informatica, ed un terzo per Faith e Robin che avevano deciso di trasferirsi li. L’appartamento di Buffy e Willow era stato sub affittato da Connor il quale ogni tanto dava ospitalità a qualche cliente bisognoso in fuga da demoni o vampiri.

Buffy era felice per la sua nuova vita per quanto comunque la convivenza con Angel non fosse sempre così facile, entrambi ormai indipendenti da troppo tempo ed abituati a dover far tutto senza rendere conto all’altro si erano ritrovati col tempo ad imparare a condividere la vita e quello che esse comportava di bello e di brutto. Perché l’amore d’altronde non è fatto di favole e magia ma di realtà, di problemi, di situazioni e scelte difficili, di dubbi e periodi incerti, di sacrifici ed incomprensioni che non erano state risparmiate neppure a loro che tanto avevano lottato per essere al punto di quel momento. La bionda scosse appena il capo come per archiviare il breve riassunto della sua vita ed i repentini cambiamenti accaduti; fino ad un anno prima non si sarebbe mai immaginata di essere dove ora: tornare la sera da lavoro e vedersi venire in contro l’amore della sua vita.

Quella sera era rientrata un po’ più tardi e non aveva molta voglia di andare a cena ma l’idea infondo non le dispiaceva, ancora lei ed Angel non avevano mai fatto una prima uscita come coppia convivente, neppure si erano ancora sul serio sfiorati come per il terrore di rovinare qualcosa. Come se la maledizione ed Angelus aleggiassero ancora su di loro.

Sorrise appena al fidanzato che le posò un bacio a stampo delicatamente e la invitò con un cenno del capo a dirigersi in camera per cambiarsi per la serata.

 

-Fatti tu per prima la doccia-

-Stai insinuando qualcosa?-

-Perché dovrei?Cercavo di essere gentile..-

-Ah quindi non era un velato suggerimento di stringere i miei tempi di preparazione-

-Non oserei mai-

 

Si lanciarono uno sguardo di sfida divertiti e poi lei non resse e le scappò una risata.

 

-Ok hai vinto, sono un po’ lenta a volte-

 

Detto questo lo superò e si diresse nella zona notte così da potersi fare una rapida doccia e cambiarsi. Il moro non più vampiro sospirò apprezzando grandemente quel gesto così banale e talvolta scontato ma che a lui era stato precluso da troppo tempo ormai; quando sentì scattare la serratura del bagno giunse anche lui nella stanza cominciando a meditare sul proprio abbigliamento. Non era un modaiolo e anche da umano prediligeva di gran lunga abiti comodi e scuri, solo sotto insistenza della cacciatrice si concedeva qualche volta jeans e t-shirt suscitando battute e commenti sarcastici dai ragazzi di casa troppo abituati a vederlo in stile decisamente più da vampiro.

Una volta datosi il cambio con Buffy, fu lei a doversi concentrare per sostenere i tempi del fidanzato nella scelta d’abito. Si ritrovò nuovamente a sorridere sentendo quasi lo stomaco bruciarle per quella novità nella sua vita, quel senso di quotidianità ed appartenenza che le davano semplici gesti come la condivisione di un bagno, di un armadio, di una vita. E le venne da piangere per la felicità che sentiva riempirle il cuore, in quel momento nemmeno il male peggiore avrebbe potuto intaccare quel barlume di gioia e luce entrato in lei, si promise di tenere stretta a se quella sensazione alla quale si sarebbe aggrappata ogni qual volta avesse smarrito la bussola e in cui tutto le sarebbe sembrato più duro e difficile. Era il suo punto da cui ripartire, ripartire da Angel, da loro due insieme.

Una volta che si furono preparati uscirono e con l’auto di Angel si diressero al ristorante da lui prenotato, un locale piccolo ed intimo l’ideale per loro due così presi dall’altro da non avere bisogno di una realtà caotica che tutte le volte rubava loro momenti insieme.

 

-Allora ti piace?-

-Molto…hai guadagnato punti-

-Da quando ne ho bisogno?-

-Cosa?Credi che dopo tutti questi anni sia la solita ragazzina?Hai un punteggio da rispettare!-

 

Risero ed Angel le versò del vino rosso nel grande bicchiere.

 

-Allora signor faccio cose da fidanzati qual è il motivo di questa cena?-

-Bè..um..diciamo che un momento base di una coppia è una cena fuori giusto?-

-Oh sì e ricorda che paga l’uomo-

-Non mi sembra che sia mai stato differente no?-

-E quando mi avresti portata fuori in passato scusa?-

-Ah bene…vedo che hai rimosso quella volta in cui siamo andati al cinema-

 

Buffy accigliò lo sguardo pensierosa e poi come colta da un’illuminazione sgranò gli occhi.

 

-Ah!Certo un grande spettacolo no?-

 

Lui teneva le braccia conserte appoggiate sul tavolo chinò appena la testa ridacchiando e poi le prese una mano che lei stava sventolando nella sua direzione e la baciò.

 

-Non posso darti torto..ma concedimelo non sono uno molto aggiornato sul cinema-

-E’ vero..ma puoi sempre rifarti-

 

Si sorrisero dolcemente e continuarono a chiacchierare allegramente tutta la sera parlando della giornata, dei piccoli lavori da fare in casa come decidere a cosa adibire la stanza rimasta ancora da sistemare piena di scatole che Buffy ovviamente doveva riordinare dai tempi del trasloco suscitando una simpatica lite tra i due circa le contrapposte attitudini eccessivamente ordinate di lui e terribilmente disordinate di lei. Quel momento nessuno dei due se lo sarebbe mai scordato, quella sensazione di normalità, di esser parte l’uno dell’altra, di parlare della loro vita in modo adulto e duraturo. Non più demoni e sangue, non più rabbia e rancore, non più frasi adolescenziali e copioni drammatici. Furono interrotti dal dolce che fu portato in quel momento.

 

-Sai quanto dovremo allenarci per smaltire la cena di stasera?-

-Non vedo l'ora-

-Attento amore-

 

Buffy affondò il cucchiaio nel tortino caldo al cioccolato riposto nel suo piatto.

 

-Buffy, io..volevo dirti una cosa-

-Mm questo dolce è delizioso-

 

Angel sorrise osservandola.

 

-Ti amo-

 

Lei tolse la posata dalla bocca e lo guardò incerta come se glielo avesse detto per la prima volta, come se le sue orecchie non avessero potuto sentire prima di quel momento nulla di più dolce e concreto, lui che aveva il potere di ferirla così profondamente e di renderla altrettanto felice. Lui che aveva in mano totalmente il suo cuore fragile. E tremò per l'intensità con cui quella dichiarazione era giunta a lei, accarezzata appena dal velluto della sua voce calda e familiare.

 

-Io...noi ne abbiamo passate davvero tante, tu hai dovuto lottare più di chiunque per ciò che la maggior parte della gente riesce a conquistare con metà della fatica e questo perché non ti accontenti, perché sei una guerriera...tu lotti affinché davvero tu possa avere quel che ti rende felice..io alle volte temo di non meritare assolutamente tutto questo, te. Ma per qualche motivo mi sei stata data e non ho potuto più farne a meno dal giorno che ti ho conosciuta e non ho intenzione di smettere..Buffy io ti amo e questo non potrà cambiare in nessun caso...per questo vorrei sposarti-

 

Fece una pausa di qualche secondo annegando nelle pozze verdi tremanti davanti a lui perse nella totale confusione e stupore delle sue parole. Attese attimi per parvero infiniti prima di riprendere a parlare come per capire se lei volesse mandargli segnali di stop. Ma non lo fece.

 

-Ma non adesso, cioè prima vorrei che tu conoscessi più di me, del mio passato come uomo...non posso chiederti di legarti a me senza prima mostrarti tutto di me...

-Angel io so già molto di te e non..-

-Non è perchè temo qualcosa...è solo che vorrei renderti partecipe di tutto quello che sono stato...-

-E..quindi cosa...-

-Vorrei che non appena finisse il mio corso, una volta dato l'esame qualunque sia l'esito cadrà prima di natale e avrò delle ferie che vorrei spendere con te in Irlanda-

 

Buffy sembrava un po' scossa come non aspettandosi assolutamente tutto quel discorso e quella richiesta.

 

-Sarò felicissima di venire con te ovunque tu voglia andare...io sono qui e lo sarò sempre-

-Ti ringrazio questo è molto importante per me...-

 

La serata si concluse tranquillamente, anche il rientro a casa fu rilassante ed Angel appena rientrati si diresse in cucina per preparare due tisane per aiutare la digestione dopo quella cena piena. Buffy ne approfittò per andare a cambiarsi e mettersi il pigiama, quella sera non avrebbero guardato qualche film alla tv erano troppo stanchi e sazi e volevano andare a dormire subito. Quando la cacciatrice giunse in cucina Angel sentì il sangue correre rapido alla vista di lei così indifesa ma così forte avvolta in un sottile pezzo di stoffa grigio perla, sentendo solo il pressante bisogno di stringerla e proteggerla.

 

-Ciao...a che punto è la tisana?-

 

Si avvicinò a lui sporgendosi sulle due tazze fumanti.

 

-Direi bene...volevo portatela in camera-

-Oh grazie amore mio...ma va bene anche qui-

-In realtà se vai di la sul divano possiamo metterci un po' seduti...ho anche acceso il fuoco..-

-MI sembra un'ottima idea-

 

Bufy saltellando raggiunse il salotto sedendosi sull'ampio divano mentre la legna schioppettava nel camino lasciando una luce calda e soffusa nella sala buia. Angel posò le due tazze sul tavolino da caffè e i sedette accanto a lei che si nascose nel suo abbraccio guardandolo negli occhi.

 

-Grazie sono stata benissimo-

-In realtà l'ho fatto più per me che per te...avevo voglia di cenare con te fuori...-

-E' per questo che ti amo-

 

Risero, poi Buffy lo baciò a fior di labbra ed Angel l'avvolse intorno alla vita con un braccio per tenerla stretta a se. Finalmente si sentì totalmente libero come non lo era stato da troppo tempo e questo gli permise di sciogliere il fisico teso ed abbandonarsi a quel bacio spietato nel quale lei lo stava risucchiando prosciugandolo di ogni lucidità e timore. E per la prima volta fecero l'amore, si unirono fino a fondere i loro corpi abbandonandosi totalmente all'altro con tutta la fiducia e devozione possibili, sentendo di non poter far altro per poter culminare il loro eterno e infinito amore che logorava le loro anime stanche. La notte in cui per la prima volta si amarono come non erano mai stati capaci di fare fino a quel momento, come non avrebbero mai potuto fare nelle loro vite.

 

Angel come promesso, una volta superato l'esame ed essere entrato nel dipartimento di polizia di Los Angeles, l'aveva portata in Irlanda per condividere con lei quella parte della sua vita di una lontana epoca che gli aveva dato i natali per portarlo poi fino a lei. Ed era stato proprio nella sua terra che le aveva rinnovato la proposta di matrimonio in modo più ufficiale realizzando il tutto al loro rientro. E così si erano sposati in una tiepida giornata di Aprile al quale erano susseguite una breve luna di miele non potendo lasciare troppo a lungo il lavoro e soprattutto perchè dovevano cominciare a sistemare la famosa stanza rimasta ancora da destinare, per l'arrivo della piccola Sophie concepita nella prima loro notte d'amore e che sarebbe venuta al mondo in una torrida giornata di Agosto mentre il padre sarebbe stato intento a sventare qualche rapina e la madre supportata da un team di amici pronta a sostenerla in vesti sostitutive. Ma nonostante si fosse perso la nascita di Sophie non sarebbe successo altrettanto per il piccolo Liam esattamente due anni dopo festeggiando il natale tra ospedale e pannolini. Erano riusciti dopo tanto lottare e tanto dolore a conquistarsi il loro pezzo di cielo, il loro centuplo in terra potendo vivere insieme il loro amore, questo non li avrebbe risparmiati comunque da altre sofferenze o fatiche ma con una nuova forza e certezza data dall’essere insieme, una famiglia e così avrebbero affrontato ogni ostacolo ed avversità. Perché non c’è avventura più grande della vita stessa.

 

The End