FEELING AGAIN

AUTRICE:ELIZA

Summary: Anni dopo, le riflessioni di una donna. Non è un gran che ma mi è venuto in mente così l' ho steso...voglio commenti brutali!!!!

 

 

Un sussulto.

Ogni tanto un piccolo crepitio delle pareti di un cuore vecchio e stanco.

Ogni tanto una mente riproduce un'immagine sfuocata,quasi difficile da ricordare.

Ma è solo la mente. Non il cuore.

E' tutto stampato dentro,come una ferita che ha asciato una cicatrice ancora visibile.

E' forse un odore, il ticchettio di una lancetta, uno sguardo alla finestra, un gesto inconscio.

Questione di millesimi di secondo per respirare ancora, per sentire un alito di vita scorrere, per sfiorare l'anima perduta.

E poi quell'attimo di vita scivola via dal suo corpo come un soffio di vento, troppo debole e troppo doloroso, pungendo ancora una parte non morta.

La sicurezza di una vita certa dona stabilità, tranquillità. La consapevolezza di una vita fatta di certezza è il preludio di un oblio. Cos' è la quotidianità di una vita serena?

Alzarsi al mattino e guardarsi allo specchio, farsi forza per tirare avanti ancora un altro giorno, vivendo nel'inesorabile attesa di qualcosa che non verrà mai.

Per scioglierti dalle catene di una vita non tua. O di una non vita.

Può chiamarsi vivere il suo infondo? Trasportare un corpo segnato dal tempo, dalle battaglie, dal dolore, una carcassa viva ma morta che non chiede altro che l'assoluzione per la pace.

Una pace strappata ad una vita così giovane e lunga. Piena di speranze, di sogni, di desideri creduti persi ma che ti bruciano l'anima come olio bollente, logorandoti nella sfiancante attesa.

Ma chi dice di non avere più sogni è un bugiardo.

Un piccolo,lontano e stupido desiderio, così piccolo che un atomo al confronto è una montagna, scalda un angolo del suo cuore tavolta.

Un desiderio così insignificante che nel suo piccolo ha un valore immenso, avvolto in una triste realtà, insinuato nella pura assurdità del suo stesso significato.

Una richiesta soppressa, che torna come un incubo indissolubile,irripetutamente.

Forse l'unico screzio di luce rimasto ormai in quel corpo.

Non è verità quella che professa agli altri, non sono sorrisi sinceri quelli che regala, non c'è luce in due occhi divenuti grigi.

La solitudine porta alla degradazione morale.

Mille persone attorno che ti amano, mille persone attorno che ti adorano e non sanno nulla di te,non sanno che il tuo cuore ha smesso da tempo la sua corsa. Non sanno che vivi ancra perché il tuo fisico è forte e non sarà certo una malattia a stroncarlo. Non sanno che vivi perchè certo il suicidio sarebbe considerato un atto riprovevole da te se non ingiustificato.

Già vedeva i commenti, era una così brava persona con una bella famiglia,una vita felice, magari un brutto passato alle spalle ma chi non l'amava?

Assurdo. Assurdo come la gente si fossilizzi su queste frivolezze.

Un cuore non batte solo perché è amato.

Un cuore vive e infiamma un corpo con ogni passione nel bene e nel male,con ogni sentimento capace di incendiare come benzina.

Un cuore batte e pulsa, un cuore fa tremare, fa scalpitare.

Un cuore può portare l'amore e la vita.

Un cuore può amare.

Cosà c'è di più bello e incredibile di un cuore che ama?

Forse niente.

E allora anche il suo cuore aveva amato, e quanto amore aveva provato.

Un soffocante e lacerante amore.

Un amore troppo represso, che ha distrutto quell'organo così bello e fragile, acido deleterio e corrosivo.

Ed è rimasta solo rabbia,rimpianti, impotenza difronte a quella vita di cui ha amato ben poche cose.

E quelle poche cose sono scivolate via dalle sue mani come polvere su di un vecchio mobile.

Una polvere che col tempo è divenuta così fitta da soffocarla e ottenebrarle i sensi.

Ora, torna a chiedersi,guardando nello sconfinato tramonto difronte casa sua, sotto il portico in un triste e banale ma così unico pomeriggio invernale, che fine abbia fatto tutto questo.

Dov'è l'amore che un tempo scaldava il suo cuore?

Dov'è quella luce lontana che aveva rincorso per così tanto tempo?

Aveva trovato qualcuno,qualcuno a cui voler bene.

Qualcuno che credeva di essere unico e solo.

Di essere ancora insieme a lei solo grazie allo smisurato amore.

Ma no, avrebbe rivelato tutto un giorno.

Tutto era già scritto come nei suoi ricordi e nella sua gelida anima,in quel pezzo di carta ingiallita custodito segretamente in un cassetto.

Tutto era già stato messo nero su bianco,qualche anno fa.

Tutto quello che la sua mente e la sua anima contenevano.

Glielo doveva.

Lo doveva a tutti in qualche modo.

C'era una lettera, un lettera che avrebbe dato a quel qualcuno un giorno non troppo lontano.

Un giorno in cui se ne sarebbe andata sfinita dagli anni.

Quando avrebbe raggiunto la pace insperata allora si sarebbe liberata di ogni peso e avrebbe fluttuato verso l'immenso cielo serena. Da lui magari.

Perchè per tutta la durata della sua vita aveva omesso molte cose e storpiato la verità facendo divenire quella bugia una realtà assai più credibile.

Un giorno quel foglio di carta avrebbe parlato per lei.

Avrebbe ferito qualcuno

Avrebbe forse rassicurato qualcun altro

Avrebbe forse dato conferme e spiegato molte cose.

Ripercorse mentalmente il lungo papiro letto e riletto, che conosceva a memoria.

"A mio marito, ai miei due figli, a mia sorella Dawn e ai miei amici,

Se state leggendo questa lettera,io non ci sono più.

Prima di tutto voglio dirvi che vi voglio bene e ve ne vorrò sempre, per sempre. Non ci sono più va bene,significa che è giunto il mio tempo e ne sono felice.

Si, perchè la pace è arrivata anche per me. Dopo anni di dolore finalmente gli angeli sono venuti a prendermi.

Scusatemi, perdonatemi se potete per quello che sto per dirvi. Per me è molto difficile, si tratta di qualcosa che mi porto dentro da sempre.

Non posso lamentrami per la vita che ho avuto, anche essendo la cacciatrice.

Ok, tutti sanno della storia che la cacciatrice è destinata ad essere sola difronte al mondo. Io potevo vantare di una schiera di amici fedeli, ero l'eccezione che conferma la regola.

E lo sono ancora. Tuttavia sono sola. E' paradossale immagino. Ma è così. Mi sento sola,da tanto.

Tutta la mia vita ho aspettato per qualcuno da amare, o meglio a cui donare il mio amore.

E per tutta la mia vita questo sentimento mi ha corroso l'anima fino a bruciarmela completamente.

Non ho né cuore né anima. Sono morta, e non solo fisicamente. Sono morta dentro da anni ormai.

Ho amato una volta soltanto e molti di voi lo sapranno bene.

Come ho detto all'inizio siete le persone che amo più al mondo e nessuno può venire prima dei mie figli, ma per te che sei mio marito la cosa è diversa e sarà dura da accettare.

Perchè io so quanto tu mi ami e ogni mattina quando mi alzo e ti guardo mi sento male.

Mi sento in colpa, perchè tu meritavi di meglio,meritavi qualcuna che ti amasse quanto tu ami me.

E sto male.

Perchè io non ti amo come vorresti.

Darei la vita per te, mi hai sposata e ti sono stata accanto fino alla fine dei miei giorni, ma non è stato l'immenso amore che tu credi a portarmi fino qua.

Io non ho più amore dentro.

Sono stata consumata troppo presto da un sentimento troppo grande.

Ho detto prima che ho amato un tempo.

Ho amato qualcuno così tanto che il mio cuore esplodeva in petto come sentivo aleggiare la sua presenza attorno a me.

L' ho amato a tal punto che la notte non dormivo perchè speravo che lui apparisse alla mia finestra solo per guardarmi dormire.

L'ho amato a ta punto che anche la felicità che mi dava diventava dolore.

Perché con lui era tutto diverso.

Era tutto così complicato e doloroso.

Se c'è una cosa che ho imparato a soli 16 anni, è che si ama una sola volta.

Il mio tempo è passato.

L 'ho amato tanto, troppo.

La felicità consisteva in flebili istanti di paradiso.

Per precipitare nell'inferno quotidiano.

Ma lui era il mio angelo che mi allungava una mano verso la pace e la tranquillità.

Ho lottato tanto per lui.

Non è servito a nulla. Non era destino.

Io sono sua, mi dispiace.

Sono anni che non lo vedo, sono stati gli anni più lunghi della mia intera vita.

Ogni giorno speravo di svegliarmi accanto a lui.

Sognavo lui.

Volevo lui sempre e comunque

Lui era il mio tutto.

Lui è in me. Non posso cancellarlo, non sono io che decido chi amare e quando amare.

E sono ancora dispiaciuta.

Perché lo amo e vorrei non amarlo.

Perchè so che nessuno mi ha mai capita e mi capirà.

Perchè so che ferirò molte persone con questa lettera.

Persone che non hanno colpe.

Persone che invece ne hanno.

Non volevo, ma non potevo andarmene senza avervi detto niente

Non sarebbe stato giusto.

So di aver taciuto tutto per tanto tempo, ma non volevo rovinare la vita a nessuno.

Perché io per prima sapevo che non lo avrei più avuto.

E non volevo stare sola per tutta la mia vita.

Ma è stato così in un certo senso.

Ho pianto così tanto che i miei occhi sono secchi e aridi.

La mia gola arsa dai singhiozzi e graffiata.

Ognuno di voi occupa un posto importantissimo dentro di me,ognuno di voi mi ha dato una parte del vostro cuore che porterò per sempre con me. Voi sarete sempre con me.

Ma io non sarò con voi.

Io raggiungerò la pace e vi veglierò da lassù dove sarò felice finalmente.

Ai mie bambini,anche se ormai siete adulti, voglio dire che gli voglio un bene immenso.

Siete grandi e spero che non commetterete gli stessi miei sbagli, dovete seguire il vostro cuore.

Sono orgogliosa di voi e di essere vostra madre e veglierò su di voi sempre, come farò con i i vostri figli di cui uno è già nato.

A mio marito voglio dire che l'ho amato molto e che è una persona meravigliosa che meritava più di quanto io gli ho dato.

E' stato un padre esemplare, un compagno eccezionale, un uomo onesto e buono. Sei stato il marito ideale, ma non quello che io volevo. Quindi odiami, è ciò che mi spetta.

A Dawn dico poco perchè lei sa tutto il bene che le voglio, sa che la vita è dura e che lei l'ha affrontata molto meglio di me e sarà sempre la mia amatissima sorellina dispettosa. Ti saluterò la mamma.

A Willow voglio dire semplicemente grazie. Grazie per essere stata la mia migliore amica di tutta una vita.

Mi hai sempre sostenuta e amata non importava cosa io facessi o dicessi e perdonami se non mi sono mai confidata su questa cosa ma so che capirai, perché sei speciale e Oz non può che ritenersi fortunato. Posso solo dirti che sei grande Will, hai sopportato con un'incredibile forza la morte di due persone troppo importanti per te:Tara e Spike.

Spero la mia non ti sarà altrettanto dolorosa.

A Xander mando un mega bacio perchè nonostante le nostre mille discussioni mi ha sopportata. Siamo sempre stati in disaccordo su molte cose ma la nostra amicizia è sempre stata più forte, ora che sei vecchio forse capirai il significato di una vita di solitudine e dei rimpianti, capirai che il mio amore per Angel non era una capriccio svanito negli anni. Ma forse neanche ora accetterai che lo amo.

Però ti voglio bene lo stesso.

A Faith cedo il titolo di cacciatrice più vecchia. Sei molto importante per me e sono contenta di averti avuta al mio fianco per tutti questi anni. Terrò d'occhio io il tuo amato Peter Wood.

A tutti gli altri dico grazie per avermi voluto bene. Vi saluterò Giles, Cordy, Anya,Tara e Spike.

Non piangete per me, non dite niente di commemorativo. Io starò bene. So che è egoistico da parte mia ma vi lascio e ne sono felice perchè ho bisogno di quell'amore a cui aleno da sempre, ho bisogno di lui.

L' ho perso molto tempo fa e sono morta allora. ora tornerò da lui, siate felici per me.

 

Vi voglio bene, a tutti.

Buffy Summers.

Era semplice,scorrevole, essenziale.

Nella sua dolorosa esaurienza avrebbe detto tutto.

E tutto sarebbe saltato fuori come un'ombra nascosta dietro di loro da tempo.

Perchè in relatà loro vedevano ma fingevano di niente.

Loro sapevano che i due occhi verdi, gli occhi guizzanti di vita si erano spenti anni fa.

E la colpa loro era stata quella di essere rimasti a guardare.

Continuò a fissare il tramonto e poi si alzò per rientrare.

Quel giorno sarebbe finito e il sole avrebbe avvolto con se anche l'ultimo ricordo.

Sentiva già il calore delle sue braccia forti attorno alla sua anima e per la prima volta un piccolo sorriso colorò il suo volto.

 

 

Lo lesse per caso, sfogliando il giornale locale, cosa curiosa visto che non riguardava San Fracisco.

E poi perchè,insomma era una cosa che già sapeva, ma non pensava che si arrivasse a tanto.

Anni prima Sunnydale, dopo la distruzione, era rimasta come un cratere gigante di cui solo ai confini della vecchia città dove c'era il cimitero di Restfield era rimasta qualche vecchia costruzione non certo intatta ma ancora in piedi come il palazzo di Angel e adesso era divenuto luogo di turismo.

Sull'opuscolo fornito dall'agenzia turistica di Los Angeles si leggeva :Gita alla Bocca dell'Inferno Ripercorreremo insieme la storia di questa cittadina della quale adesso non rimane che un enorme buca e un pezzo di ferro arrugginito,un tempo reggente il famoso cartello 'Welcome to Sunnydale'.

Il giro turistico prevedeva di fermarsi sull'unica strada ancora esistente e poter osservare il cimitero dove più volte Buffy aveva combattuto e la vecchia villa dove tutt'ora si credeva vi fossero i fantasmi.

E si procedeva con la narrazione delle vicende della famosa cacciatrice. Naturalmente ben pochi ci credevano.

Ma chi aveva vissuto la ed era stato salvato da Buffy sapeva bene come stessero le cose.

Non era mai tornata la. Spesso ci aveva pensato ma troppe cose erano da chiarire e tornare dove tutto era iniziato non le sembrava la mossa più logica.

Senza contare che adesso, la vecchia villa saltava immediatamente all'occhio tra le tre o quattro costruzioni che adesso erano l'attrazione prima di Sunnydale. Ed era proprio l'ultimo posto dove sarebbe stata.

Sospirò e si diede alla lettura di quell'articolo che trattava di una cosa ben più assurda. Alcuni 'studiosi' avevano captato presenze oscure tra le mura delle vecchie magioni abbandonate, grazie ai loro strumenti super avanzati. Buffy rise.

Lei non aveva mai avuto bisogno di strumenti strani e adesso dopo anni saltavano fuori questi buffoni credendosi chissà chi.

Se solo avessero saputo. L'articolo si svolgeva maggiormente su interviste a questi scienziati pazzi, finchè Buffy non lesse che uno di loro voleva provare ad avventurarsi in una di quelle vecchie case.

E Buffy fu percorsa da un brivido.

Ed ebbe paura.

Quel luogo a lei sacro sarebbe stato profanato. Tutto ciò che erano i suoi ricordi, la sua anima e il suo cuore. Tutto racchiuso tra quelle mura mezze distrutte. Quando avrebbero visto che non c'erano fantasmi sarebbe divenuto senza dubbio un museo o roba simile.

No. C'era la sua vita li, il suo mondo,il suo amore. Non sapeva in che condizioni fosse l'inteno della villa ma sapeva che vi erano ancora motle cose che odoravano di Angel, che sapevano di perdizione.

Altre che l'avrebbero pugnalata al cuore investendola di ricordi. E d'un tratto quella sensazione repressa venne fuori prorompente.

Aveva desiderato tornare la più volte, perdersi in quel mondo, abbandonarsi ad un pianto tra i ricordi.

Lasciò il giornale sul tavolo e andò in camera.

A quel punto suonarono alla porta. Aprì.

La cinquantenne con gli stessi capelli di quando aveva 16 anni entrò in casa.

-Ciao-

-Ehi-

Willow la guardò. La super strega rossa non aveva problemi di tintura, bastava uno schiocco di dita.

-Stai bene?Ti vedo...stanca-

Stanca?Certo una donna di 50 anni che pensa già alla morte sentendola avvicinarsi come se ne avesse 80 di anni, deve essere davvero molto stanca.

-Ma no è che ho dormito poco-

Andarono in cucina.

-Vedo che lo hai letto pure tu-

-Già..-

-Sai mi turba un po'-

-Cosa?-

Buffy guardò negli occhi scuri e profondi dell'amica. Uno strano velo di tristezza gli oscurava.

-Insomma, già l'idea che divenisse un centro di attrattiva turistica stile 'Castello di Dracula' mi ha dato noia, che ora poi vogliano perfino entrare nel palazzo è il colmo-

-Lo so-

-Dico, è pur sempre la Bocca dell'Inferno e quegli idioti lo sfruttano tipo safari. Ok passi, ma ora perché diavolo vogliono entrarci???-

-Dicono che hanno rilevato presenze sospette-

Willow sorrise.

-Oh certo, ci sarà stato un po' di riscontro e hanno pensato ai fantasmi-

-Forse-

-Magari però, potrebbe esserci qualche demone-

-Will abbiamo distrutto tutto-

-Lo so,ma scusa certo ok Sunnydale è la Bocca dell'Inferno più famosa ma pensa a quando eravamo a Cleveland, nonstante abbiamo distrutto anche quella senza spazzare via la città, qualche demone c'era ancora-

-Loro verranno sempre-

-E sempre saranno Buffy...io pensavo che forse-

-No-

-Ma-

-Affari loro...se vogliono farsi ammazzare-

-Anche per me non è facile, anche per me non è bello da affrontare...lo sai-

Buffy guardò Willow. Tara era stata seppellita proprio nel cimitero di Restifield, e anche sua madre. Le avevano fatte spostare li perchè era quello che rimaneva ai margini della città e, proprio secondi i calcoli di Xander, li l'esplosione non avrebbe dovuto prendere anche il cimitero.

-Sono anni che non andiamo a trovarle..-

-Lo so-

-Penso che sarebbe giusto...ormai siamo cresciute per fare le adolescenti ferite-

Se solo Will avesse saputo che il dolore di Buffy era prorpio il ricordo di un amore adolescenziale, che per lei era stato quello di tutta una vita.

-E anche se fosse?-

-Lo uccidiamo o gli...-

-Ma poi diventerebbe un museo e a me non va-

Willow capì. Perché la conosceva da sempre.

E conosceva troppo bene quello sguardo, quel tono, quella postura.

Un atteggiamento che in Buffy non vedeva da tanto tempo.

Nonostante i loro anni le espresisoni, i gesti, erano sempre gli stessi di quando si erano conosciute.

E nonostante il tempo erano sempre belle e fresce, non dimostrando certo la loro età.

Willow sapeva che costava forse più a Buffy che a lei tornare là.

Willow sapeva che Buffy pensava ancora a lui, ancora nello stesso identico modo di 35 anni fa.

Loro non erano cambiate.

Le loro vite si, ma non i cuori.

E lei lo amava.

La rossa aveva sempre taciuto a Buffy il fatto di conoscere la lettera.

Con gli anni era divenuta una strega molto potente, e crescere con Buffy, formarsi come strega accanto alla cacciatrice e arrivare a capirla come se fossero state la stessa persona aveva sviluppato i suoi poteri anche sotto l'aspetto psicologico arrivando a percepire cosa lei pensasse anche senza doverle leggere nel pensiero con qualche magia. La biondina era un libro aperto e tutto quello che le passava per la testa si rifletteva in Willow.

-Buffy, ti ricordo che sono una strega, a dirla tutta sarei una Dea ma come tu ben sai ho rifiutato quel ruolo da tempo-

La guardò. I poteri che sono un bel giorno le si erano presentati offrendole un posto nel novero degli eletti, ma Willow all'epoca appena sposata e in cinta aveva rifiutato. Forse con qualche rimpianto.

-Ok andiamo però solo tu ed io-

-Va bene, partiamo oggi nel tardo pomeriggio?-

-Si ci sentiamo dopo-

-Cosa diciamo a gli altri?-

-Ad Oz diglielo pure,lui ti capirà...non farne parola con Xan è cresciuto ma è rimasto il ragazzino di sempre...io avvertirò Faith e Dawn-

-A dopo-

-Will-

-Si?-

-Ti voglio bene-

La rossa le sorrise.

-Anche io Buffy-

Uscì di casa. Glielo doveva. Willow era una parte di lei, come un'altra Buffy,solo più giudiziosa e intelligente.

Chiamò Faith.

-Si ciao sono la zia Buffy c'è Faith?-

-Aspetta zia-

Si sentì una la ragazzina chiamare la madre. Era la terza figlia di Faith nonché la più giovane che andava ancora al liceo. Purtroppo Peter Wood, il marito di Faith era morto anni prima in un incidente. Lei non si era più sposata.

-Ehi B-

-Ciao-

-Che c'è?-

-Io e Will andiamo via per un po'-

-Ho capito, avete letto l'articolo su Sunnydale-

-Faith-

-Lo so...e so anche che è una cosa che devi fare con W-

-Grazie-

-E di che...basta però che mi porti un ricordino-

-Tipo una meglietta delle bancherelle?-

-Sai andrebbe bene anche un vecchio sasso, magari guarda se mi ritrovi il bottone di una camicia me lo ha strappato un Ubervamp...e ha pagato con la morte-

-Spiritosa...farò del mio meglio-

-Ma chissà...fai qualche foto però...-

-Faith-

-Sto scherzando!Divertiti a Sunnyhell-

-Ciao-

Quando Faith attaccò si voltò e vide sua figlia.

-Cosa?-

-Le zie vanno a Sunnydale?-

-No-

-E chi è Ubervamp?-

-Basta-

-Lo hai ucciso?Sei un'assassina?-

-La vuoi piantare?!-

-Ti ho sentita-

-E allora?-

-Perchè non mi dici nulla?-

-La cosa non ti riguarda-

-Mamma-

-Senti,ti ho già spiegato che per noi non è un luogo turistico..e quell'altra cosa è ...una cosa mia e di Buffy non pui capirla non sono un'assassina-

-Lo so che non lo sei, so anche che ci avete vissuto, ho visto l'annuario nel garage dello zio Xander del Sunnydale High anche se tu non ci sei...ma hai detto che vi conoscete da quando avevate 17 anni-

Faith fece sedere la 15enne sul divano.

-E va bene,pensi di essere abbastanza grande per capire?-

-Si-

-Ok...noi abbiamo vissuto la e a dirla tutta è stata proprio B ha far saltare in aria la città e pure la scuola-

-COSA?-

-Jiulie-

-Scusa-

-Mi fido di te lo sai?-

-Si..non sono una pettegola-

Faith sorrise. Era vero.

-E' tutto vero quello che si dice su Sunnydale-

-Tutto?-

-Bè certo la vecchia villa non è infestata dai fantasmi...e gli Ubervamp erano vampiri più potenti del solito-

-Vampiri?E sono nella vecchia villa?-

-No-

-Ci sei mai stata li?-

-Oh eccome...mi ci hanno perfino incatenata-

-Eh?-

-Lascia stare...per noi non era un luogo di terrore anzi, era un poso quasi sicuro...per Buffy soprattutto e ora deve impedire che ci entrino-

-Perché?-

-Bè...li ci ha vissuto una persona che Buffy ha amato moltissimo...e che credo ami ancora se la conosco bene...-

-Wow...ma quindi ...oddio e' Buffy la cacciarice!!!-

-Anche io lo sono-

-DAVVERO?-

-Già...-

-Ora mi spiego le tue fughe notturne..e perchè hai detto quella cosa sul bottone e i vampiri alla zia...e tutte le altre cose strane-

-Pensavi tradissi papà?-

-Si...-

-No...lui era figlio di una cacciatrice proprio come te-

-Forte...!Ma Josh e Jody lo sanno?-

-No e confido nel tuo silenzio-

-Tranquilla mamma...-

Faith abbracciò sua figlia. Forse la più in gambe dei tre.

A casa Willow attese l'arrivo di Oz. Intanto c'erano i suoi due figli che erano venuti a pranzo come promesso e il più grande dei due si stava pure per sposare. Si erano tutte sposate giovani e quindi avevano avuto i figli presto.

-Mamma quando arriva papà?Devo studiare per l'esame di domani-

-Lo so Tara hai ragione-

Arrivò.

-Oh ciao a tutti scusatemi-

-Ciao amore-

Will baciò suo marito. Si erano incontrati un giorno ad Istanbul girando un angolo(n.d.r) solo non da vecchi. E lei non si era sorpresa di vederlo li.

-Dov'è Willy?-

-Eccomi ero in bagno-

William era il più grande. Tara, la seconda, stava finendo l'Università.

-Allora andiamo a tavola-

-Si...-

I due si avviarono, Willow fermò Oz in salotto.

-Io e Buffy andiamo a Sunnydale-

Lui la guardò.

-Va bene-

Willow sorrise.

-Ti amo-

-Ti manderò a Sunnydale più spesso-

Risero.

Si misero a tavola. Buffy guardò suo marito, poi guardò Michelle che sorrideva raccontando a suo padre del voto del compito di chimica.

-Sei bravissima-

-Modestamente...quindi posso andare a quella festa?-

-Ah allora c'era il tranello-

-Oh papà ho 17 anni!-

-Sentiamo la mamma-

-Ma scusa Liam mi ha detto che lui ce lo mandavi alle feste-

-Ma Liam è un maschio-

-E Joyce?-

-Bè è vero lei ce la mandavo...ma quando lei aveva la tua età non giravano alcolici alle feste-

-Papà anche ai tempi tuoi e della mamma giravano alcolici, anzi pure ai tempi della nonna!-

-Ok, ok ora sentiamo la mamma..tesoro?-

Buffy era sovrappensiero. Era la forza dell'abitudine forse, ma ogni tanto sentire il nome Liam le faceva male al cuore. D'altronde il destino aveva voluto che il padre di suo marito si chiamasse proprio così e infatti era il nome che lui aveva voluto dare al loro unico figlio maschio.

-Eh?-

-Tutto bene?-

-Si...dopo devo dirti una cosa-

-Mamma...penso di essere abbastanza grande per partecipare ad una conversazione tra adulti-

-Allora dicevi della festa?-

-Non cambiare discorso-

-Vuoi andarci o no?-

-Certo!-

-Bene...per me può andare-

-Allora ok...due contro uno non si discute-

Sorrise alla figlia. E Buffy sentì ancora i sensi di colpa. A pranzo finito Michelle andò in camera.

-Allora che devi dirmi?-

-Io e Will oggi andiamo a...a Los Angeles-

-E perchè Michelle non poteva sentire?-

-Perché ogni volta che accenniamo di andare da qualche parte vicino a Los Angeles lei vuole andare a Sunnydale-

-Oh..ok..come mai ora volete andarci?Tutte le volte che te l'ho proposto declinavi l' offerta-

E difatti lui era di Los Angeles e ogni volta che chiedeva di andarci lei rifiutava, forse perchè proprio come Sunnydale, anche L.A era divenuta una città off-limits per lei.

-Lo so è che lei..bè lei deve andarci per lavoro e mi ha chiesto di accompagnarla...-

-Va bene...allora ci vediamo stasera-

-Grazie-

Lui la baciò .

Buffy chiamò Dawn.

-Posso venire con voi?-

-Dawn non sei abbastanza cresciutella per lamentarti?-

-Vorrei vedere la mamma Buffy,non mi sembra una richiesta sconsiderata-

-Lo so, scusa è che lo sai...-

-Non sono mai andata a Sunnydale perchè anche per me è difficile, e andarci da sola mi spaventava non certo per i demoni-

-Dawn è una cosa che dobbiamo fare io e Will...-

-Va bene-

-Senti...ok vieni...però a questo punto sarebbe giusto far venire anche Faith-

-La chiamo io-

-Va bene, venite qui traverso le 6 così arriviamo quando le ultime visiste turistiche saranno terminate-

-Si ciao-

Chiuse. Se Xander l'avesse saputo le avrebbe uccise con le sue stesse mani.

Quel pomeriggio le quattro erano in salotto di Buffy.

-Dunque,non ci vorrà molto,andiamo, entriamo nel vecchio palazzo e Will farà un piccolo incantesimo-

-Ok..-

-Wow non ricordavo di quanto eccitasse la caccia-

-Faith,non andiamo a stanare demoni chiaro?-

-B non dirmi che non hai voglia di prendere a calci qualche vampiro-

-Ok è vero, però con calma sono fuori allenamento-

-Tesoro sei la cacciatrice,noi siamo sempre in forma-

Risero. Poi partirono e il viaggio fu lungo non solo per la distanza ma anche per l'intensa angoscia.

Avevano portato qualche vecchio libro di Giles.

Intanto Xander si presentò a casa di Faith.

-Ciao zio!-

-Ehi piccola...la mamma?-

-Eh..non c'è è uscita-

-Sai dov'è andata?-

-No..sai com'è la mamma-

-Già...-

Xander si guardò attorno. Sentiva puzza di fregatura. Jiulie non gliela raccontava giusta.

 

Il tramonto sulla starda verso Sunnydale aveva sempre avuto qualcosa di magico,di sinistro, quasi di mistero avvolgendo nel suo strascico dorato dei raggi morenti del sole californiano, un pallore demoniaco.

Il cielo sembrava tingersi del sangue di vampiri, di demoni che loro stesse,quelle quattro donne in un auto scura,avevano versato in nome del bene.

Anticamente, nelle crociate vi erano battaglie che lasciavano alla loro conclusione corpi morti acasciati, cataste di infedeli e cristiani, teatro di opere cantate dai più celebri autori cavallereschi. Combattenti caduti, altri tornati in patria vittoriosi e stanchi, tenevano in mano l'insegna, simbolo di onore e gloria, riconoscendosi in essa.

E quei quattro cavalieri portavano avanti la loro crociata a solo 16 anni nella notte più oscura,illuminando con le loro corazze scintillanti le tenebre, sferzando il male con le spade della giustizia, paladine del bene.

Quel tramonto che scaldava il cuore macchiava il cielo di male, di tenebra, danzando ombre malvage tra gli screzi di cielo azzurro divenuto arancione. Mille colori mischiati sula tavolozza di un pittore disordinato.

E Sunnydale ricordava molto un quadro espressionista.

Con le sue strade spesso deserte circondate da un manto di tranquillità, maschera del male. Una distorta visione della realtà, guardando in uno specchio e non vedendo ciò che vi si riflette realmente, fingere una pace irreale, tornare a casa con la consapevolezza che ci sono orme invisibili che ti seguono e preghi di non essere il suo pranzo. Genitori che guardano sotto il letto dei figli, consci che un demone protrebbe realmente esserci ed allora, quando la luna è garante della notte svanisce la sicurezza, le ombre divengono corporeee e ci si barrica in casa chiudendo fuori il male.

Questa è Sunnydale.

La macchina procedeva silenziosa sulla strada isolata e man mano che si facevano più vicine il sole spariva dietro la sottile linea di un mare piatto come l'olio. Lasciandosi dietro ogni speranza e ogni pace. Varcando un confine tangibile, tra bene e male, perdizione e stabilità.

Cominciarono a vedersi venire in contro sempre più macchine, probabilmente turisti di ritorno.

E quando furono consce di essere tremendamente vicine sentirono i loro cuori battere forte.

Tornare li dove tutto era iniziato,dove si erano conosciute, dove si erano forgiate, dove avevano amato, odiato, pianto. Dove erano morte e risorte.

Dove la loro vita era completamente cambiata e tutte le salde certezze si erano sfaldate.

Per loro tutto questo era la, nascosto sotto le macerie, sotto i fiori e l'erba che non sarebbe più riscresciuta sull'arida terra dell'Inferno ora popolata da bancarelle con gadget turistici.

Quando ormai era calato il buio non c'era più nessuno, così parcheggiarono la macchina.

-Benvenute a Sunnydale-

-Bentornate vorrai dire-

-Cavoli,sono passati...più di 30 anni?-

-Quasi-

-Però...certo che non è cambiata-

Guardarono Dawn.

-Scendiamo?-

-E' come se le gambe non si muovessero-

-Si ti capisco-

-Basta-

Faith aprì lo sportello e scese. Le altre la imitarono.

-Oddio anche l'aria che si respira è strana-

-E' sempre stato tutto diverso qui-

-Come se non facesse parte del mondo-

Si guardarono attorno. Respiravano un'aria diversa, tutto era così strano e i loro cuori batterono così forte che si potevano sentire nel silenzio della notte.

E un moto di nostalgia e malinconia scosse le loro anime, un alito di vita scorse nelle loro vene richiamandole a ricordi lontani, per la prima volta dopo anni si sentirono a casa, al sicuro.

-Sapete mi è mancata-

-Anche a me-

Willow prese un libro di Giles e cominciarono ad avviarsi in direzione del palazzo. Camminando superarono le bancarelle al confine. Naturlamente dopo tutti quegli anni la buca gigante si era fatta molto meno profonda.

Guardandosi attorno era come se le loro menti ricostruissero la cittadina, ora vedevano il cinema dove avevano visto quello strano film lei ed Angel, ora il negozio di April dove Cordy aveva lavorato, adesso il Magic Box teatro di mille ricerche e avventure, il bar dove compravano sempre le ciambelle, la strada pricipale che aveva visto i più grandi avvenimenti come la nevicata del 99' o il terremoto causato dal varco aperto da Doc col sangue di Dawn.

Dopo di che passarono vicino alla Bocca dell'Inferno,la loro vecchia scuola riportò in luce le lezioni, gli eventi,il diploma, i balli e più lontano la scuola che era stata ricostruita che aveva frequentato Dawn. Poi arrivarono, superando la zona dove un tempo erano sparpagliati i cimiteri, nei pressi del Bronze tra feste e combattimenti a colpi di stecca da biliardo e scene di sesso con Spike, del localino di Willy e per concludere il parco prima di Restfield.

Lotte e baci erano ancora impressi nell'aria di quel luogo mistico, di giorno attrazione per bambini,di notte ospitale luogo di caccia.

Ogni luogo che tornava alla loro mente portava con se ricordi, momenti, frasi celebri, gesti o eventi di cui vergognarsi, ogni elemento e costruzione racchiudeva attimi di vita importanti, giornate banali e la routine di sempre. Magari era un vampiro che gli era rimasto in mente, oppure una battuta di Xander detta in quel punto o una magia di Willow riuscita, una litigata con Dawn che usciva la sera, un bacio o una notte di sesso.

Finalmente arrivarono ai confini del parco addentrandosi nel cimitero vecchio.

La cosa strana di quel luogo era che l'erba non cresceva mai.

Secondo Giles ciò succedeva perchè era territorio del male, un po' come il sale sparso su Cartagine.

Alcune lapidi erano talmente polverose che non si leggeva niente, ma non fu la mente ma il cuore a condurle davanti a quelle due tombe. Dawn si chinò per spolverare la pietra e si scorse un'iscrizione 'Tara Mclay

1981-2002'(n.d.a se non sbaglio Tara aveva la stessa età di Willow e Buffy ed è morta l'anno dopo Buffy)

E Willow sospirò. Adesso non faceva più male,adesso il ricordo mai sopito aquisì un sapore delicato e sereno. Un ricordo lontano e piacevole che ogni tanto tornava a scaldarle il cuore.

La rossa allungò una mano e un bagliore fu emesso da essa facendo comparire un giglio bianco, puro prorpio come la sua Tara.

Tara era stata tutto

L'amore

La gioia

La felicità

La passione

Il dolore

La magia

Con Tara tutto era magia, un suo sorriso o gesto. Era silenziosa e parlava solo quando era necessario

Tara era come una rosa bianca in un giardino di spine, il suo era il tocco di un angelo, capace con un solo sguardo di scaldare tutto attorno a se. Era stata una confindente per tutti, da Buffy a Dawn.

Tara sapeva tutto ma non diceva nulla, una presenza in principio quasi inquietante ma subito dopo indispensabile, non si poteva non amarla,così candida, la sua pelle rifletteva il pallore lunare tra frammenti di sole.

E Willow era riusicta solo ad amarla con tutta se stessa, perchè lei era Tara.

Anche il nome così dolce le infondeva una strana e insolita pace, lei non giudicava mai, lei aveva paura, lei era semplice e soave.

La ninfa di un mondo irreale caduta per errore in una realtà così sbagliata, che le aveva tolto la vita, macchiandola di nero, di morte. E quell'angelo si era spento proprio davanti ai suoi occhi sconvolti.

Non aveva senso, come poteva essere successo proprio a quella creatura?Proprio a Tara?

Ma Willow aveva smesso da tempo di chiederselo, lei amava Oz con tutto il cuore, ma Tara era stata il suo sogno paradisiaco,era stata la magia. Lei illuminava tutto, ma proprio per la sua magnificente bellezza si era spenta in fretta.

Poi si spostarono verso l'altra lapide. Joyce Summers.

Ogni tanto ancora le sue figlie le si rivolgevano.

Era stata una gran donna che avevano portato tutti nel cuore e per la quale tutti avevano sofferto.

Se solo Buffy avesse saputo che sua madre aveva giocato un ruolo essenziale nella rottura con Angel.

Ma ancora una volta lui le aveva dimostrato quanto l'amasse tacendo quella visita sgradita che non aveva fatto altro che rafforzare la sua decisione di allontanarsi da lei. E lei ignorava tutto quanto.

Buffy aveva tirato avanti con una forza incredibile, soprattutto per Dawn. Aveva sofferto troppo per la perdita della madre, perchè era sempre sua madre e lei, nonostante il destino le avesse dato il gravoso incarico di proteggere il mondo a costo della vita, poteva vantare di avere al suo fianco una mamma eccezionale che l'avrebbe sempre protetta,a costo di strapparle il cuore con le sue stesse mani.

Ora dopo anni si trovava al suo cospetto nuovamente.

Buffy ingoiò le lacrime.

-Andiamo-

Passando attraverso il cimitero giunsero davanti ai cancelli dello stradone che portava alla magione di Angel.

Ricordando molto il castello delle favole, le quattro si addentrarono nel giardino fino alle scale che davano nel piccolo giardinetto con la fontana dove Spike si era addormentato ubriaco o dove lei ed Angelus avevano combattutto, dove Achatla se ne stava imponente pronto a spalancare le sue mostruose fauci. Buffy si fermò prima delle scale.

Già percepiva il suo cuore sgretolarsi e battere fortemente, tornando alla vita. Già sentiva un fiume travolgerla senza respiro, mentre quell'angolo della sua memoria spalancava i cancelli invadendola di ricordi, tra profumi, baci, litigate, sguardi complici e patti di sangue. Willow la guardò negli occhi.

Sentì quasi mancarsi.

I suoi occhi, quel verde smeraldo divenuto grigio stava riacquisendo il suo antico colore. E ne rimase completamente scioccata. Perchè qui l'unica magia che avesse potuto fare ciò era l'amore.

Afferrò la mano di Buffy stringendogliela e la bionda la guardò. Facendosi coraggio scesero le scale di pietra ormai consumata.

-Attente-

-Bè tanto al massimo saltiamo giù-

Non erano molto alti gli scalini. Dawn fu la prima ad arrivare all'entrata e Buffy si guardò attorno. Ognuno aveva i propri ricordi di quel luogo. Sorprendentemente c'era ancora la colonnina di pietra che lei stessa aveva fatto cadere a terra quando Angelus l'aveva colpita,facendocela finire contro. Si ricordava dettagliatamente ogni mossa della loro batttaglia a colpi di spada. Sentì lo stomaco chiudersi dolorosamente mentre un nodo alla gola diveniva sempre più insistente.

Gli occhi verdi bruciavano di un liquido caldo,e brillarono al pallore lunare che riflettò l'acqua salata delle lacrime. Rivide il volto demoniaco di Angelus sorriderle compiaciuto mentre il sole del primo mattino illuminava il suo candido volto lasciando il suo avversario nella penombra. Percepì la lama fredda della spada tra le sue mani e l'espressione stupita del suo amato nemico.

Il cuore impavido della cacciatrice si risvegliò tutto insieme e sentì la vita scorrerle esattamente come anni prima quando faceva la ronda annoiata quando magari preferiva essere al Bronze a ballare con i suoi amici.

Ora c'erano loro due che si allenavano in silenzio con gesti meditativi, adesso il suo cuore arso dalla gelosia nel vedere Faith baciarlo.

Le pesanti tende scure consumante dagli anni erano lacerate, l'opaco color porpora era divenuto quasi nero causa della stoffa marcita. Dawn disgustata scostò le tende.

-Chissà che schifo ci sarà dentro-

Come misero piede nell'interno, notarono che si era tutto mantenuto. Apparte la polvere e le ragnatele, c'erano ancora i mobili ricoperti con dei teli sudici. Ricordava molto l'interno di un vecchio castello medievale.

Titubante si guardò attorno. E volle urlare dal dolore che le richiamo alla mente tutto ciò.

Quanti baci si erano dati? Quante carezze? Quante parole dolci le aveva sussurrato?

Di quante lotte e difficoltà erano state testimoni quelle mura? E quel caminetto vecchio e cadente davanti al quale si erano allenati, o lui l'aveva strinta a se, o le aveva regalato il libro di sonetti.

Le catene a cui lo aveva legato, la brocca piegata dal dolore del morso, quel morso che lo aveva salvato. E toccò quella cicatrice ormai divenuta quasi invisibile. Adesso la sentì pulsare e dolere.

E davanti a se il punto esatto dove un tempo vi fu Achatla, o dove Guendaline Post si era infilata il guanto di Minegon. Vagando con lo sguardo vide le tende ancora intatte che separavano la camera da letto dalla sala grande. I suoi piedi la condussero là alla velocità della luce sorprendendo le sue compagne. Scostò le tende leggere e polverose. E lo vide.

Vide il letto, polveroso e sudicio ma in un certo senso pulito,integro. Vide le stesse lenzuola e l'odore acre e pungente della porlvere si mischiava a quel retrogusto di Angel, a quel sapore dolciastro così tipico di lui. Si avvicinò al vecchio comodino in legno e vide la bacinella d'acciaio vuota, la stessa usata per bagnarlo quando il veleno deleterio lo stava uccidendo. Sfiorò il cuscino ingiallito, la testata del letto era coperta da ragnatele.

Simbolo di abbandono.

Di lontananza

Di qualcosa di tremendamente vecchio ma che è rimasto in piedi nonostante il tempo

Nonostante la lontananza e la trascuratezza.

Proprio come il suo amore.

Ed era forse tutto ciò che racchiudevano quelle mura ad averle mantenute ancora in piedi.

La nube di polvere densa invase i suoi polmoni costringendola a tossire.

-Buffy?Tutto bene?-

-Si è solo...polvere-

Dawn le andò vicino e guardò il comodino. Solo Willow riconobbe la brocca. Sorrise.

Angel quella volta nei vaneggiamenti l'aveva scambiata per Buffy e le aveva detto che era stato uno sbaglio, che lui non voleva lasciarla, e Willow non lo aveva detto a Buffy.

Si sentì un po' in colpa.

D'altronde nel corso della loro vita a Sunnydale molte cose erano state tenute segrete,troppi gli scheletri nell'armadio.

-Questo comodino è ancora in piedi..-

Aprì l'unico cassetto facendolo scricchiolare rumorosamente.

-Dawn stai ferma-

La donna guardò la sorella contrariata. Possibile che la trattasse ancora come se avesse avuto 14 anni?

Fatto sta che nell'aprire il cassetto,oltre alle ragnatele e ai ragni, saltò fuori qualcos'altro.

-Oddio che schifo!...aspetta cos'è quello?-

Buffy gettò uno sguardo nel cassetto e finalmente fu liberata una lacrima incastonata fra le lunghe ciglia.

 

Sua figlia Michelle un giorno tornando da scuola aveva sbattuto la porta e lei si era precipitata a vedere cosa non andasse,lei le aveva detto

'Mamma io non credo nel vero amore!'

E Buffy aveva sorriso mestamente.

' Che c'è hai litigato ancora con David?'

Il ragazzo di Michelle doveva avere molta pazienza perchè la ragazzina aveva un temperamento niente male, identico a quello della madre.

'E'...è uno stupido possibile che non capisca???'

'Sei sicura di non stare esagerando?'

E lei le aveva messo il broncio. Era la prima volta che sua figlia le diceva una cosa del genere. Quando si era messa in terza liceo con David aveva professato di amarlo,di sentire le campane eccetera. Buffy ne era contenta,perchè vedeva che sua figlia, a differenza di lei, poteva vivere tranquillamente i suoi amori adolescenziali.

Quel pomeriggio si erano sedute in cucina davanti ad una tazza di cioccolata calda. Fuori nevicava ed erano sole in casa. Buffy le si era seduta di fronte per consolarla.

'Ti voglio raccontare una storia Michelle, ma tu non devi dirla mai a nessuno chiaro?'

'Ok...nemmeno a papà?'

'No,nemmeno a lui'

La 16enne l'aveva guardata con aria tra il curioso e il sospetto.

'Tempo fa,quando avevo la tua età, la mia vita non era facile come la tua, c'erano...c'erano molte cose strane che io dovevo affrontare, responsabilità molto grosse per una ragazzina. Però grazie a delle persone sono riuscita semrpe ad andare avanti. Naturalemnte essendo un'adolescente avevo anche io le mie simpatie.

All'epoca Xander mi faceva il filo ma a me lui non interessava perchè lo vedevo solo come il mio migliore amico'

'Intendi lo zio Xander?'

Michelle rise.

'C'era però qualcuno che mi piaceva...era,era un ragazzo molto più grande di me e non era del posto. Era un tipo strano,affascinante e misterio'

'Della serie bello e dannato?'

Buffy colse qualcosa che la figlia non poteva sapere nell'espressione con la quale lo aveva descritto. Dannato.

'Esattamente...non è mai piaciuto a tutti,a Willow infondo non dispiaceva, Faith gli ha voluto molto bene,Dawn non lo conosceva abbastanza,tua nonna non lo ha mai capito e Xander lo ha sempre odiato e ogni volta che lo nominavo il suo viso s'incupiva'

'Ora sicuramente lo ricorderà sorridendo'

'Purtroppo no'

Michelle capì che la madre non le avrebbe detto tutto, e quel tutto doveva rappresentare qualcosa di molto serio.

'Qualche volta quando eravamo a ballare mi capitava di sentirmi osservata ma non capivo mai da chi, poi mi capitò di parlarci e lui mi colpì subito,ancora prima di conoscerlo. La prima volta che lo incontrai fu dietro al vicolo del locale in cui andavamo sempre,lo avevo scambiato per uno con cattive intenzioni e mi difesi subito'

'Gliele hai suonate eh?'

Michelle sapeva che la madre aveva fatto molti corsi di autodifesa(em, certo non poteva dirle di essere la cacciatrice).

'Diciamo di si...quando mi accorsi che non intendeva farmi del male mi scostai da lui e gli chiesi con un tono molto freddo chi fosse'

Michelle sembrava molto presa da quel racconto.

'Lui mi disse semplicemente-Sono un amico-'

'Davvero?Fa molto maniaco sessuale'

'Si ma io per tutta risposta gli dissi- Già, ma forse io non voglio un amico'

'E lui?'

'-Non ho detto di essere amico tuo'

'Wow mi sto ricredendo'

'Insomma poi scoprii che si chiamava Angel, lo incontravo di rado e solo quando era lui a farsi vivo...poi una sera lo invitai a casa mia e ci baciammo per la prima volta in camera mia'

'E la nonna?'

'Non era in casa'

Michelle rise anche se notò un velo di tristezza nello sguardo della madre.

'Diciamo che la faccenda era complicata e gira rigira ci mettemmo insieme solo dopo l'estate'

'Per quanto?'

'In totale due anni circa'

Michelle fece un piccolo conto.

'Quindi era il tuo cavaliere al ballo di fine scuola?'

'Si,però prima ...c'eravamo lasciati'

'Cosa?Perchè?'

'Eravamo troppo diversi e...lui poi si è trasferito a Los Angeles'

All'improvviso a Michelle sembrò più chiaro perchè sua madre non volesse mai andare in quella città.

'Se mi stai dicendo questo lui...deve essere stato molto importante'

Buffy soppresse un singhiozzo ma non riuscì a nascondere gli occhi lucidi.

'E' stato il mio primo amore, gli ho dato tutto quello che avevo da donargli, ci siamo amati moltissimo. Quando stavamo insieme non esisteva più nessuno,il mondo era come solo nostro io...non sentivo le campane ma... ho assaporato il paradiso...sono stati i momenti più belli di tutta la mia vita dopo la nascita tua e dei tuoi fratelli'

'Mamma...anche più di quelli con papà?'

Buffy guardò la ragazzina. Come le somigliava ,era come lei in tutto e per tutto alla sua età.

'Si...non fraintendermi io amo tuo padre e tengo molto a lui ma Angel...non amerò mai nessuno per come amo lui,c'è un legame troppo forte che va ben oltre il tempo e gli anni, oltre la lontananza'

'Da quanto non lo vedi?'

'Quasi una trentina d'anni...non so nemmeno se è ancora vivo'

'E tu lo ami ancora?'

'Sempre...'

Buffy asciugò una lacrima e bevve la cioccolata divenuta fredda.

'Questo per dirti che non devi smettere mai di credere nell'amore, non importa quello che succede...capito?'

Michelle le sorrise.

'Grazie mamma..ti voglio bene'

Buffy sbattè gli occhi umidi mentre righe nere di mascara le tinsero il viso. La presenza delle altre tre stonava nel quadro cadente di quella scena.

La donna infilò la mano nel cassetto incurante delle ragnatele ed estrasse l'opaco metallo. Si portò una mano alla bocca per sopprimere un singhiozzo che spezzò il silenzio. Con il dito pulì via la polvere portandolo al suo antico splendore.

-Buffy...-

La voce di Willow le giunse lontana e si perse nella testa di Buffy chiusa in un mondo ben lontano dal loro.

Nonostante il tempo e gli anni il prezioso cuore con la corona sorretto da due mani,non era stato intaccato. E la sua mente non riuscì a spiegarsi la ragione per cui fosse li.

Riuscì solo a piangere incapace di reagire di fronte a quel simbolo testimone di un amore impossibile.

Il cuore di Buffy si infranse fragorosamente contro il ricordo offuscato di un porto in una notte di inverno la sera del suo compleanno, quando era stata suggellata una promessa tra due anime, legate per l'eternità.

E finalmente lasciò che la sua mente ricordasse il suo amore.

Il suo Angel.

Il bellissimo vampiro con un'anima.

Così alto che le infondeva una sicurezza incredibile.

I suoi capelli spinosi, quegli occhi talmente scuri e profondi che ci si perdeva ad ore,annegando nel baratro del mondo misterioso che si nascondeva dietro a quello sguardo pensieroso.

Quanto aveva amato la sua espressione perennemente riflessiva,

I suoi lunghi silenzi

La sua pazienza e devozione per le più piccole cose.

Angel era sempre stato così pacato e flemmatico

Era il suo porto sicuro, la sua ancora di salvezza.

Stare accanto a lui, poterlo sentire parlare, era come una fonte di vita eterna da cui abbeverarsi

Così dolce e sensibile che spesso aveva paura di infrangere quell'anima sofferente e delicata che a lei sembrava assurdo che un tempo fosse stato crudele e spietato.

Perchè nel manto di inquietudine vi era una rassicurante consapevolezza che lui l'avrebbe protetta fino alla morte, che lui avrebbe fatto di tutto per lei. Facendola sentire al centro del suo universo, una bambola di cristallo da scaldare.

Perchè lui nella semplicità delle sue parole riusciva sempre a stupirla, perchè nessuno mai le aveva detto che la banale ragione per cui l'amasse fosse stata quella di aver visto il suo cuore puro e averlo voluto proteggere.

Lui che con un solo sguardo la faceva sentire la donna più bella che esistesse e quando la sfiorava, le sorrideva con quel suo mezzo sorrisetto sexy, come non poteva sciogliersi?

Come potevano gli altri stupirsi del fatto che se ne fosse innamorata?

E non era solo la bellezza a colpire come più volte aveva professato Xander, no era soprattutto la sua anima., il suo carattere e quel suo sguardo.

Lo avrebbe amato sempre, e più volte gliene aveva dato la prova ma forse non abbastanza.

Perchè per lui avrebbe fatto di tutto.

Lui era il tutto.

Una voragine che la risucchiava nell'abisso più profondo togliendole ogni volontà.

La passione infiammava il suo corpo solo sentendo i suoi occhi su di lei.

Il suo cuore perdeva un battito ad ogni bacio

Ogni carezza era un pezzo di cielo

Perdere i sensi e sprofondare in lui per sempre

Nel suo abbraccio

Stretta dal suo amore e rassicurata dalla voce dolce e soave

Una voce che spesso credeva di sentire

Una mente brillante

Un'anima divina

Quell'anima

La sua

Un'anima maledetta

E poi perchè?

Spesso si era chiesta perchè ad Angel.

Lui che soffriva così tanto portandosi dietro l'ombra dei suoi peccati

Cercando ogni giorno di rimediare per ogni singola vita spezzata, andando avanti per scontare il male fatto, seguito dal rimorso.

E lei avrebbe voluto stringerlo per dirgli che tutto sarebbe andato a posto che non lo avrebbe mai lasciato.

Ma spesso tutto si dissolveva in un doloroso turbine di amara consapevolezza, conscia di non potersi perdere completamente in lui, di non poter affondare come un vascello nel delirio di una tempesta. Quel piccolo attimo per lui fatale, quello screzio di pace e felicità.

E nelle sue più recondite riflessioni aveva scoperto che infondo a chi è concesso di essere felice non è mai contento della propria vita, non avendo mai ciò che può realmente soddisfarlo e non sa apprezzare la vera felicità.

Perchè la felicità risiede ovunque basta saperla cogliere.

Il sorriso di un bambino

Una carezza dell'amato

Il sole al tramonto

Un regalo speciale.

Tutto può essere gioia se si è capaci di carpirla.

Ma gli uomini sono essere incontentabili, fragili, frivoli, deboli e vigliacchi.

Vogliono la rassicuratezza di una vita stabile, essere certi di tornare a casa e trovare tutto come sempre ma quando hanno l'infinito tra le mani lo buttano via. E lei di persone del genere ne aveva conosciute tante, partendo da lei stessa.

Sapeva che da una parte anche involontariamente avrebbe fatto gravare su Angel quell'ostacolo così grande tra di loro, solo per l'incapacità di non poter non soddisfare i proprio bisogni umani. Le ci erano voluti anni per capire quelacosa che sapeva da sempre.

Lei non era niente senza lui.

Lei era priva di singificato

Lei era sola e vuota

Urlarle nell'anima era urlare nel Gran Kenyon.

Guardarla negli occhi era perdersi nell'oscurità dell'universo sconfinato.

Con gli anni aveva imparato a regalarsi qualche attimo di felicità, con i figli e la famiglia.

Ma erano attimi.

Attimi che condivisi con Angel sarebbero stati un 'eternità .

Ciò che ancora forse le donava speranza era sapere che comunque, lei sarebbe stata la sola ad avergli donato il suo attimo di felicità, anche se il prezzo era stato molto alto.

Sentì la spalla fremere e si voltò dando finalmente segni di vita.

Willow la guardò triste mentre Dawn parve spaesata.

-Scusatemi...-

-Tranquilla...noi andiamo di la a fare l'incantesimo ok?-

Buffy annuì. Poi si guardò attorno e sospirò.

Perché?

Che diavolo aveva fatto?

Per quale ragione non aveva mai mosso un dito per cercarlo?

Era davvero stupida.

E imporvvisamente sentì qualcosa.

Sentì scaturire dentro di sè una fiamma spenta anni fa.

Sentì come una vampata di calore, quello stesso profondo calore che la invadeva quando sapeva di doverlo incontrare.

E si sentì la ragazzina impetuosa di 16 anni.

 

Era arrivato il calar del sole.

Lo sentiva dentro, come sempre del resto.

L'odore acre e pungente del sangue secco rappreso ormai era divenuto il manto disgusto di quel luogo.

Inoltre si poteva avvertire un retrogusto di acqua ristagnante,probabilmente aveva piovuto e quei vecchi muri in pietra succhiavano più umidità di una spugna.

Sentiva vagamente il lento percorso delle gocce d'acqua scivolanti lungo le pareti.

Il rintocco silenzioso del repsiro che non c'era costringeva per forza l'anonimo osservatore di guardia a porsi mille domande.

Benché l'impossibilità di quell'atto, il suo corpo poteva ricevere scosse di freddo al contatto della schiena contro i muri.

Probabilmente qualche noto pittore lo avrebbe subito ritratto nella sua posa strugente di angelo caduto.

Forse rubando la sua espressione per donarla a qualche drammatico uomo della storia morto in tragiche circostanze.

Colori caldi impastati dalla flebile luce trasfigurata nel pallore lunare.

E solo questi screzi di luce nottura ed innocua poteva dar forma nell'oscurità a quella sagoma immobile e sofferente.

Solo ogni tanto compiva un piccolo gesto facendo risuonare minacciosi i metalli freddi, per trovare una posizione meno atroce anche se gli arti atrofizzati e il corpo martoriato difficilmente reagivano.

Lo stato di degradazione aveva annullato ogni sensibilità se non a livello puramente istintivo.

I gelidi bracciali di ferro ormai erano quasi divenuti caldi dal lungo tempo trascorso ai suoi polsi.

Gli occhi gonfi e pesanti si chiusero facilmente su quel mondo brulicante di sporchi individui avvolti nella nube accecante d'odio.

E allora assopendosi nel breve e non certo dolce riposo poteva riassaporare per un attimo il sollievo di alienazione, sparendo.

Ma un tonfo sordo e cigolante di ruggine stridente lo risvegliarono.

Non si curò nemmeno di gettare uno sguardo sull'uomo entrato nella cella.

Ma percepì l'odore pungente del suo dopobarba riconoscendolo.

Il distinto uomo nella sua glaciale impetosità fissò il carcerato.

Lo osservò da lontano quasi per paura di avvicinarlo nonostante la palese impossibilità.

Però nel suo disfacimento l'imponente maestosità di quel corpo acasciato al suolo era di ineguagliabile bellezza.

Restando immobile l'elegante signore in abito scuro sorrise macrabamente facendo risplendere il dente argentato.

-Arriverà presto....-

 

L'uomo girò i tacchi ed uscì lasciandosi dietro il tintinnio delle catene metre andava crescendo la diabolica soddisfazione della sublime vendetta che stava ormai covando da anni.

L'odio e il rancore

La rabbia e la collera

Imperversando nella sua anima nera

Andando avanti come uno schiaccia sassi

Solo per avere la sua vendetta

Lei doveva pagarla cara

Lei e quell ingnobile essere

La cacciatrice avrebbe sofferto quanto lui aveva sofferto

Avrebbe pianto

Gridato

Avrebbe lottato coi denti

Era la cacciatrice

Ma alla fine sarebbe morta

La giusta fine

Perché lei doveva pagare ciò che aveva fatto

Probabilmente nemmeno lo sospettava, ma presto tutto le sarebbe tornato alla mente

Tutto da quando quella telefonata gli aveva distrutto ogni sorta di benevolo sentimento

Da allora l'odio accecante

Verso quel vampiro

Ma lui era odiato da generazioni

Da sempre

Da quando aveva osato profanare ciò che vi era di più sacro nel loro popolo

E certo aveva trovato un degno alleato in cerca della loro morte

Sapeva bene che vi era una forza molto più potente a guidarlo in quella sfiancante battaglia

Conscio di una mano invisibile che aveva preso possesso del suo corpo e della sua mente

Ma convivevano volentieri

Solo per il loro sangue

Solo per la loro vittoria

 

Sulla starda verso casa si era creata una strana atmosfera

Tensione e perplessità

Ferite mai chiuse che tornavano a dolere

Fiumi di ricordi pungenti

Lacrime costrette nella prigionia delle ciglia

Animate dalla consapevolezza che del liquido salato non avrebbe cambiato le cose

E allora perché piangere? Per consumarsi nel dolore e nella sofferenza?

Avevano perso molto nella loro vita ed ora dovevano tornare alla realtà dopo quel viaggio nel passato

Forse per mantenere integra quella poca gioia delle loro esistenze o per estraniarsi da ricordi troppo scottanti, consce di non riuscire a sopportare oltre.

Così il pallore della luna avvolse l'auto scura che sfrecciava sull'autostrada lasciandosi alle spalle cose nascoste, scheletri nell'armadio dimenticati ma non cancellati.

Finalmente arrivarono a casa, ognuna per ritrovare la tranquillità di una vita certa accanto a chi ti ama. Guidava Faith e passarono prima a casa di Dawn.

-Notte-

-Notte Dawn-

Come fu entrata passarono da Buffy.

-Perché la porta è aperta?-

L'uscio di casa era semiaperto e impprovvisamente un'orda di spavento assalì le tre che si precipitarono fuori dalla macchina.

Eccoli i sensi delle cacciatrici sempre all'erta, scattanti e pronte a colpire. E subito corsero mentre un panico insolito turbò minacciosamente i loro cuori. Appena entrarono Buffy accese la luce che vacillò un po' prima di illuminare l'entrata di casa. Non apprezzarono ciò che videro.

C'erano mobili riversi al suolo, tutto in disordine, un vetro spaccato, in salotto la lampada era a terra rotta e il tavolino ribaltato. Buffy cominciò a vagare per l'abitazione.

-Michelle!!-

-Vado a vedere su-

-Io guardo sul retro-

Si divisero e cominciarono a chiamare i due inquilini scomparsi.

-Niente-

-Ma che è successo?-

Lacrime.

Terrore.

-Non sono stati i ladri-

-No, non puoi saperlo...-

-Guarda la porta, guarda la violenza con cui è stato rovesciato quel tavolo!!-

La donna scoppiò a piangere.

-Se gli hanno fatto qualcosa giuro che gli ammazzo!-

-Oddio..-

-Cosa?-

Willow indicò l'uomo svenuto sotto il peso di un mobile. Buffy corse dal marito mentre Faith chiamò prima a casa.

-Perché non risponde?-

-Pronto-

-Amore!-

-Mamma...ma che ore sono?-

-Stai bene?-

-Si...-

-Oh cielo senti vestiti ora ti mando Xander capito?-

-Ma che succede?-

-Te lo spiego dopo-

Faith chiuse e chiamò Xander.

-Chi è?-

-Xan!-

-Faith?-

-Dei demoni a casa di Buffy...-

-Cosa?-

-Hai capito corri a casa mia a prendere Jiulie e chiama Oz e vieni qui da Buffy-

Willow aveva chiamato l'ambulanza mentre Buffy spostava il mobile dal corpo dell'uomo.

-Ti prego svegliati-

-E' vivo Buffy...calmati-

-Dov'é Michelle?-

-Tranquilla sistemeremo tutto-

Mezz'ora dopo erano tutti in ospedale. Buffy non si dava pace per la scomparsa di Michelle, erano accorsi anche i suoi due figli maggiori, Liam e Joyce.

Oz stringeva una alquanto scossa Willow mentre Faith spiegava brevemente l'accaduto alla figlia assonnata.

Xander era vicino a Buffy. Dawn arrivò in quel momento, era sola perchè suo marito era rimasto a casa coi figli.

-Ma che cosa è successo dov'è Michelle?-

-E' scomparsa-

-Cosa aspettiamo a chiamare la polizia?-

-Dobbiamo denunciare l'accaduto-

-Mamma-

-No!So io cosa è meglio fare-

-Mamma cosa vuoi dire?Papà è in sala operatoria e Michelle è sparita-

-E' stata rapita ok?-

Joyce si sedette accanto a Buffy.

-Mamma so che sei scossa lo siamo anche noi ma...se è stata rapita dobbiamo dirlo alla polizia-

-Non sono stati dei...-

Buffy sospirò.

-Ragazzi ci sono delle cose che dovreste sapere-

Faith si avvicinò.

-Jiulie lo sa sono stata io a dirglielo, penso che ora debbano saperlo pure loro-

Faith spiegò brevemente la faccenda.

-Cos'è uno scherzo?Non è divertente-

-Non diciamo fesserie qui si tratta di una cosa seria-

-E lo è!-

Buffy si alzò.

-Will devi fare un incantesimo, qualcosa! Xander ho bisogno della mappa delle fogne, qualsiasi posto, dobbiamo capire se sono stati demoni o vampiri...-

-Adesso basta mamma ti rendi conto di quello che dici?Tu hai vissuto a Sunnydale e saresti la famigerata caciatrice?-

-Liam siediti e fai silenzio-

Il ragazzo ormai uomo, si sentì stranamente costretto ad ubbidire.

-Faith tu ed io ispezioneremo i cimiteri, Oz ho bisogno che tu mi vada a prendere al magazzino la vecchia cassa delle armi di Giles...Dawn ho bisogno che tu resti qui,così mi avvertirai ok?-

-Va bene...-

Sopirò.

-Mamma, hai bosogno di me?-

-No Joyce, tu resta qua con tuo fratello e la zia, ci pensiamo noi-

-No mamma è anche mia sorella e non starò qui a guardare-

Liam si alzò.

-Non ho tempo-

-Cosa vorreste fare tu e Faith? Non pensi di essere un tantinello debole?-

-E va bene ma starai con Xander-

Il gruppo uscì dall'ospedale lasciando le tre in attesa.

Oz e Willow andarono al magazzino per prendere le armi e i libri di magia. Poi passarono a casa di Buffy.

Xander aveva preso le mappe dal suo ufficio accompagnato da Liam.

-Zio è tutto vero?-

-Già..adesso dobbiamo salvare Michelle quindi abbiamo bisogno della tua fiducia-

-Ok-

Buffy e Faith intanto erano staate raggiunte da Willow e Oz.

A casa c'erano tutti.

-Wow era un pezzo che non maneggiavo una di queste-

Faith impungò la balestra.

-Attenta che ha i suoi anni-

-Zia sei sicura di saperla usare?-

-Certo-

Buffy si mise nelle maniche due paletti e prese la spada.

-Mamma sai tirare di scherma?-

-Tieni-

Porse al figlio un paletto e una croce.

-Xander prendine anche tu-

-Ora mi armerò...quanto mi sono mancati questi momenti-

-Allora ho guardato tra i libri di Giles...invocherò Aradia dea dei sipersi-

-Oh, non lo avevi mai fatto-

-Bè si una volta per trovare ciò che è smarrito ma nulla di che...-

-Mi stai dicendo che è un vero libro di magia?-

-Si..-

-Cavoli e funziona?-

-Certo che si!-

Appena Buffy e Faith si furono cambiate erano tutti pronti.

-B la spada non ti sarà di impiccio?-

-No..-

-Meglio se prendi un bel pugnale-

Buffy fece spallucce ed estrasse un pugnale dalla cassa.

-Bene vediamo subito se siamo in forma...che ne dite di una bella ispezioncina al cimitero?-

-Ok l'entrata più accessibile alle fogne è proprio li vicino-

-Prendiamo la mia macchina-

-Dio quanto mi manca Sunnydale...da scuola al cimitero erano dieci minuti a piedi-

-Davvero?-

Salirono in macchina fino al cimitero.

-Bene sotto a chi tocca-

Passarono tra le lapidi fino a raggiungere un muretto in pietra. Xander ci appoggiò sopra le carte mentre Willow sfogliò il libro.

-Io sono pronta-

-Aspetta mi devo scaldare-

Faith si aggirò tra le tombe.

-Faith dai lascia stare-

-Vampiri dove siete?Che ve ne pare di questo collo succulento da addentare?-

-Mamma ma è normale?Non è rischioso?-

-No affatto-

D'un tratto sbucò un vampiro alle spalle di Faith e Buffy prontamente sfliò un paletto lanciandoglielo al cuore.

-Ehi B!Era mio-

-Scusa-

-Bel tiro-

-Sono un po' arrugginita-

-Ehi facciamo uno scontro tu ed io mentre Xander cerca di capirci qualcosa?-

-E va bene-

Buffy sfilò il pugnale affidandolo a Liam. Faith posò la balestra.

-Vediamo come te le cavi dopo anni B-

Le due cominciarono a cambattere.

Non ricordava di quanto fosse eccitante e liberatorio un sano combattimento.

I battiti che accelerano, il sangue che pulsa, i polmoni che si gonfiano.

L'adrenalina corse nelle loro vene alla velocità della luce, arrivando al cervello, aumentano la forza e lo stimolo della caccia.

Rincorrere il tuo nemico sentirti predatrice, annusare l'inebriante paura che dilaga in lui, potendo sentire il panico divorarlo conscio della morte che lo attende.

Colpi sferzati con una maestria incomparabile.

Sapienti mosse di lotta, animando due corpi mai stanchi e fiacchi. Ammaliando lo spettatore in quella danza di perfetta sincronia parando, schivando, ora vicine, ora lontane.

Senza cedere il passo all'altro, senza abbassare la guardia, con l'ardore della combattente che lotta per la vita, la passione negli occhi.

Bruciando di antichi istinti primordiali che da sempre inducono alla sopravvivenza.

Graffiando, colpendo, solo per avere la meglio, in quel gioco di morte dove non ci potranno essere due vincitori né due vinti, poiché uno trionferà sull'altro.

Ballerina i cui fili sono tirati dall'istinto stesso.

Magistralmente Faith evitò un colpo quasi mortale sferrato da una Buffy meravigliosamente in forma. Incantando il giovane alla vista della madre danzante leggera come un foglia al bagliore della luna, fluttuando con una grazia quasi fatata, mentre schivava, sferzava l'aria afferrando il sapore della vita.

-Ragazze vi siete divertite abbstanza...siamo pronti-

-Grazie Faith ora mi sento meglio-

-Cazzo!-

-Liam!-

-Scusa...siete fantastiche-

-Grazie tesoro-

Rimpugnarono le armi.

-Allora?-

Xander illustrò loro i vari percorsi e dove i demoni potevano essersi fatte le tane.

-Bene allora Will sei pronta?-

La ragazza si mise seduta su di un muretto con le gambe incrociate stile monaco in meditazione.

 

Apparve una lucina verde che ricordava molto una lucciola e Will sorrise soddisfatta.

-Oddio allora è vero-

-Bene seguiamola-

Seguirono la lucina che scese nelle fognature.

L'angusta galleria dall'odore acre e la vista poco chiara si aprivano davanti a loro come un misterioso labirinto senza fine, accogliendoli nel ventre delle profondità più oscure. Vicini tra di loro guidati da un barlume magico seguirono la strada da percorrere mentre il rintocco dell'acqua stagnante che gocciolava rimbombava tra le tubature in ferro, unendosi ai battitti dei loro cuori, quasi per mettere in evidenza la loro purezza in confronto a quel luogo inospitale.

Qualche topo strisciava nascosto dalle ombre giocando a prorpio favore.

Camminando arrivarono ad un'imboccatura.

-Cosa pensi di fare?Non sappiamo chi ci troveremo di fronte-

-Lo so, ma sarà comunque un'ottima fonte di infomazioni-

-Mi manca Willy-

-Willy?-

-Oh non il figlio di Willow, era il nostro uomo di fiducia-

Buffy accigliò lo sguardo guardando Xander.

-Fiducia?-

-Lui faceva il suo-

-Già-

-Ma si può sapere quanto tempo fa succedeva tutto questo?-

-Quando avevamo 16 anni-

-Cosa?-

La voce risuonò andando ad infrangersi contro il vecchio metallo.

-Hai capito, noi a 16 anni normalmente facevamo quello che stiamo facendo ora, sai quante volte abbiamo salvato il mondo!-

-Cavolo mamma...dev'essere stata dura-

-Non prorpio, ero più in forma....semma era triste sapere che potevamo lasciarci la pelle in qualsiasi momento-

-Scusa per la reazione in ospedale-

-Oh tranquilla è comprensibile...-

-B lo senti?-

Si fermarono.

-Vampiri-

-Già-

-Io non sento nulla-

-Xander tu non hai le loro antenne-

-Giusto-

-Andiamo...Liam stai lontano-

Arrivarono all'angolo di una diramazione e si sporsero per vedere tre vampiri camminare tra le acque delle fognature.

-Che schifo-

-Altri 10 shampi-

-Mi sa B...-

Le due si fecero davanti ai vampiri con gli altri tre dietro.

-Salve-

-Disturbiamo?-

-Chi siete?-

-Vediamo se possiamo aiutarvi...cacciatrici-

I volti dei vampiri si contorsero in una smorfia tra lo spaventato e l'eccitato.

Faith fece spallucce. I tre vampiri si fecero subito contro e come non detto le due finiro in acqua.

-Ehi adesso chi me lo paga il parrucchiere?-

Faith sferrò un calcio micidiale che piegò il vampiro in due mentre Buffy colpì l'altro. Il terzo si fece sul gruppetto ma Willow lo scagliò via col pensiero.

- Grande Will-

-Non è finita-

Faith guardò Buffy.

-Cambio-

La donna roteò sulla schiena di Faith scavalcandola e prese il vampiro di Faith colpendolo in volto, poi gli afferrò il collo e un fragoroso crock diede chiaramente il segnale della morte dell'avversario. Faith raccolse la balestra e puntò dritta al cuore del vampiro mentre Buffy strinse il terzo in una morsa mortale.

-Allora...per chi lavori?-

-Nessuno-

Buffy strinse il braccio dietro la schiena con più violenza.

-Per chi lavori?-

-Per...per un vampiro-

-E sai nulla di un simpatico gruppetto di cattivelli che ha rapito mia figlia?-

-No-

-Risposta sbagliata-

Gli spezzò il braccio e il vampiro si contorse dal dolore.

-Ok..ok so solo che c'è in giro un tizio che ti da la caccia e ha commissionato a due demoni l'incarico di rapirti la figlia...non so chi sia davvero nessuno lo sa-

-Dove trovo i demoni?-

-Generalmente cercano tesori tra le cripte del terzo cimitero qua vicino....-

-Bene, grazie-

Buffy sfoderò il paletto e lo polverizzò.

-Wow-

-Bella battaglia-

-Accidenti...guarda qua-

-Ehi ti sei ferita-

Buffy si guardò la spalla.

-Pazienza-

-Adoro quando non rispondono alla prima-

Uscirono dalle fogne.

-Non vedo l'ora di avere tra le mani quel bastardo per ammazzarlo-

-Mi associo-

Tornarono a casa e Buffy si fece la doccia, lo stesso gli altri. Più tardi tornarono in ospedale.

-Mamma-

-Julie-

La ragazzina corse dalla madre. Subito si preoccuparono perchè avevano qualche livido.

-Che avete fatto?-

-Niente Joyce tranquilla-

Dawn le andò vicino.

-Allora?Saputo niente?-

-Si un vampiro molto utile, stasera tornerò al cimitero per vedere di beccare i demoni che l' hanno rapita-

-Ok-

-Si sa nulla?-

-Si i medici hanno detto che ora sta bene, è sotto anestesia però sta bene-

Buffy sospirò e abbracciò la figlia.

-Andate a casa a riposare resto io-

-No mamma vai anche tu, hai combattutto e sarai a pezzi-

-Liam credimi ho una riserva infinita di energie-

-Credile Liam-

Il ragazzo guardò sua zia Dawn e poi sua madre.

-Va bene riaccompagno Joyce-

-Notte-

Anche Willow e Oz andarono a casa.

-Noi andiamo B-

-Ciao Faith-

-Io rimango-

-Xander-

Lui le sorrise, non se ne sarebbe andato. Si sedettero in sala d'aspetto.

-Ho paura per lei, so che sta bene ma...non posso che avere paura-

-Ce la faremo...lo so-

Lei appoggiò la testa sulla sua spalla e una lacrima finalmente le rigò il volto stanco.

Tre ore dopo il medico le disse che poteva vederelo. Entrò mentre Xander l'attendeva fuori.

Si mise seduta accanto al suo letto e gli prese la mano.

-Ciao..-

Lui si era svegliato.

-Ehi...-

-Come stai?-

-Sh non parlare...-

-M..michelle...-

-Ci penso io a tutto-

Aveva gli occhi lucidi.

-Lei...gridava...io,l'hanno presa-

-Lo so...tu riposa...la porterò a casa-

-No...loro erano grossi tu non..-

-Shh...ora dormi ci penso io a lei, non preoccuparti-

All'ora di pranzo erano tutti in ospedale e Buffy era andata a casa a dormire.

-Allora avete sporto denuncia?-

-No papà-

-Cosa?-

-Sistemeremo noi le cose-

-Ragazzi io so che sembrerà assurdo ma quegli che l'hanno rapita erano-

-Demoni-

Willow gli riassunse la faccenda.

-State scherzando?-

-No io le ho viste combattere e vedessi papà come lottano, loro così piccole contro quegli essere fortissimi...in più Willow ha fatto una magia-

-Non dire assurdità-

-Ciao-

Buffy era arrivata.

-Ehi-

-Buffy dimmi che non è vero-

-Abbiamo dovuto dirglielo-

Lei si avvicinò.

-So che ora non puoi perdonarmi, ti capisco però se vuoi che Michelle si salvi non devi coinvolgere la polizia-

Lui la guardò furente e dispiaciuto.

-Ti prego fallo per lei...è l'unico modo-

-Hai tempo un giorno per darmi la prova che è la verità-

-Grazie-

Calò il silenzio.

-Ah Buffy ho fatto una piccola ricerca al cimitero oggi-

-Will-

-E sono risalita ai demoni-

-Ma-

Entrò l'infermiera.

-Sgombrare questo non è un salotto, fuori che deve riposare-

Uscirono tutti.

-E allora?-

-Bè questi demoni sono stati avvistati nei pressi di quella vecchia chiesa sconsacrata poco fuori città-

-Chi può esserci?-

-Qualche setta satanica-

- Ok, allora stasera gli faremo una visitina -

Un brivido corse lungo la sua schiena.

Le ferite pungenti la pelle ormai indolente si fecero sentire quando percepì una presenza familiare.

Tentò di muovere il capo lasciato penzoloni e lottare contro le forze che non c'erano per poterla scorgere. Sentì la guardia aprire le porte della prigione e arrivare con passi pesanti e stentati.

Riuscì ad intravedere la guardia e spalancò gli occhi chiusi dal sangue secco sulle palpebre.

Un colpo dritto al cuore e un sussulto che credette l'avrebbero reso più morto di quanto già non fosse.

Perchè quella chioma dorata era troppo familiare e quel profumo, quel soffio di freschezza in quel luogo di abbandono gli erano troppo noti e sentì dopo anni una strana speranza smuoversi nell'anima distrutta, perché temeva davvero che fosse lei.

Il suo piccolo e delicato angelo.

Ormai non la pensava più da anni, da quando era divenuta troppo distante per essere ricordata, da quando si era imposto di non ricordarla.

Da quando l'aveva perduta per sempre.

E un fiume di ricordi intrappolato con pazienza dietro gli argini della memoria sfociò minacciosamente irruento riversandosi come acido sull'anima e il cuore. Poi vide la faccia e non la riconobbe.

Era poco più di una ragazzina. Ma sembrava proprio la 16enne di cui si era perdutamente innamorato.

Sembrava proprio la sua Buffy.

Era uguale a lei ma sapeva che non era lei.

Quando l'uomo la distese a terra priva di sensi si voltò verso di lui e lo vide.

-Oh ti sei mosso...hai compagnia-

L'uomo chiuse la cella della ragazza e si allontanò.

Angel trascinò la carcassa maciullata fino alle sbarre arrugginite e vi si attaccò per poterla vedere meglio. Le catene che lo imprigionavano al muro gli tiravano i polsi, ma lui non sentiva niente da quando lei era arrivata.

Stette per ore fino a che non si svegliò a fissarla.

Il gelido pavimento la fece sussultare, come del resto i dolori per i colpi subiti e il piccolo taglio alla testa.

La testa le pulsava e quell'odore acre le inquinava i polmoni.

Si alzò sulle mani restando seduta a terra e si guardò attorno sconcertata. Pian piano cominciò a ricordare.

Lei e suo padre, l'arrivo improvviso di quelle crature mostruose, la paura, le urla, suo padre ferito, e lei che veniva stordita. Poi il buio. Dov'era?

Chi l'aveva portata li?

-C'è nessuno?-

Poi si accorse dell'uomo nella cella di fronte e immediatamente ne ebbe paura.

-Chi...chi sei?-

Quella voce, quegli occhi verdi.

-Buffy-

Michelle sbarrò gli occhi.

-Tu conosci mia madre?-

Era sua figlia. Ora tutto quadrava, la somiglianza, il perché fosse li.

Lui annuì lievemente.

La paura si mischiò a curiosità e in un certo senso sicurezza. Perché quegli occhi dietro alle ferite e all'aspetto lugubre le davano un senso quasi di tranquillità e protezione.

E sentì come un qualcosa nello stomaco che si muoveva.

Quegi occhi scuri e quello sguardo da angelo caduto le trasmisero come una scossa micidiale, riusciendo a percepire l'alone di sofferenza che lo sovrastava.

Chi poteva avergli fatto questo?

Chi era così crudele da averla rapita?

E suo padre?

Come poteva sapere se stesse bene?

Chi era quell'uomo nella cella davanti?

Troppe domande le affollavano la testa e si sentì quasi mancare,sia per lo shock che per la stanchezza.

-Sai chi ci ha portati qui?-

Lui non rispose.

Forse era troppo stanco e ferito per poter formulare una frase, ma aveva detto il nome di sua madre.

Angel la guardava intensamente e benché non fosse lei, la sua mente distrutta preferì navigare nel suo ricordo dato da sua figlia.

Perché nonostante le condizioni in cui era, il dolce pensiero di Buffy lo risollevava come incitandolo a resistere, come raccogliendolo da li e portandolo in un mondo lucente e sconfinato.

Perchè Buffy era così

Guardarla, baciarla, toccarla.

Ogni volta la sua anima si liberava verso il cielo più azzurro accogliendolo nelle braccia della speranza.

Buffy era la piccola luce di un fiammifero che ti riscaldava il cuore

Era il fiocco di neve nella tua mano.

Era un raggio di luce incapace di nuocerlo

Era un brezza estiva

Buffy era il suo miracolo

E quando era inciampato in lei lo aveva capito

Perchè tale dono del cielo non poteva che essere un miracolo

Qualcosa di così raro e prezioso che non poteva non essere amato

E i cristalli di smeraldo dentro ai quali si rifletteva la sua anima

Buffy era l'unico specchio in grado di mostrare il suo volto

Il suo vero volto

Al di là del vampiro

Al di là del combattente misterioso e serio

Lei era l'unica che potesse con un piccolo sorriso aprirgli il cuore.

E il calore

L'affetto

Quella devastante sensazione di umanità

Lei nella sua perfezione capace di farlo sentire un uomo

Un essere meritevole di camminare ancora su questa terra

Lei che non guardava chi fosse

Lei che lo aveva amato nonstante tutto

L'aria che aveva smesso di respirare

La vita che aveva smesso di vivere

Buffy era tutto questo

Una tempesta che ti prende e ti avvolge annegando nella profondità del suo ventre marino

Una carezza vellutata dell'anima

Lei così semplice ma così unica

Buffy

Quel nome quanto gli era costato?

Quegli occhi quanto lo avevano fatto vibrare?

Quelle labbra e quel volto quanti sorrisi gli avevano fatto nascere?

Quei baci quanta gioia gli avevano dato?

A lei doveva molto, troppo.

Sia per il dolore che per la gioia

E ora sua figlia era li, nelle mani di un pericoloso criminale.

Lei sicuramente era già sulle sue tracce ma non poteva permettere a quell'essere spregevole di farle del male.

Michelle era incantata dal suo sguardo.

Come se avesse letto tutto ciò che ora gli stava passando per la mente.

Angel tentò di tirarsi su e provò a tirare le catene ma era troppo debole.

-Fermo non ce la puoi fare-

Angel provò ancora ma stremato si abbandonò sul freddo suolo.

-Come ti chiami?-

Non rispose.

-Senti verranno a salvarci ne sono certa-

Angel sorrise spontaneamente.

Quel tono di voce lo aveva colpito dritto al cuore.

Lo stesso ottimismo in quelle parole.

La stessa intonazione.

Quell'espressione tipica di Buffy.

E Michelle rimase quasi ammliata dal sorriso di quell'uomo.

Perchè non sapeva perché ma le sembrò una rarità.

-Sono contenta che tu non abbia perso la voglia di ridere, ora però dobbiamo cercare un modo per uscire...oddio qua non ci troveranno mai!-

-Lei verrà-

-Cosa?-

-Lei sa come trovarti...-

-E tu come fai a saperlo?-

-Perché la conosco...-

-Bè non ti ho ma visto prima, ormai ha i suoi anni non è più un tipo molto sveglio-

-E' la donna più intelligente e in gamba che io abbia mai conosciuto-

Michelle accigliò lo sguardo.

C'era qualcosa in quella voce che le sfuggiva, ma cosa?

Cos'era quel pensiero che si stava creando ma non riusciva a decifrare?

-E anche se fosse?Ci vorrebbero i marines per stanarci da qua-

-Oh credimi lei è più forte di 100 uomini messi insieme-

-Ok è chiaro che le botte che ti hanno dato non hanno certo giovato al tuo cervello-

Mentre Michelle continuava il suo curioso monologo con quello strano e insolito ascoltatore, Buffy e compagni si erano armati fino ai denti.

Lei e Faith pronte all abattaglia, seguite da Willow, Oz, Xander, Liam e Dawn entrarono nella chiesa.

In principio non videro nessuno.

La vecchia chiesa probabilmente del 600', era molto alta con pareti divenute scure a causa del tempo. Non c'erano ne panche, né l'altare e le uniche finestre in alto avevano i vetri rotti dai quali nemmeno filtrava la luce della luna quasi temesse quel luogo. L'unica luce era data dalle torce alle pareti e c'era odore di incenso, una tipica atmosfera gotica, quasi da romanzo.

Camminando in processione i loro respiri si mescolavano al lento rumoreggiare dei passi che rimbombavano.

-Buffy-

La donna guardò Willow che stava bisbigliando.

-Ci sono dei sotterranei, ci sta che la tengano li-

-Ok-

Continuando a camminare arrivarono davanti a dove probabilmente un tempo c'era l'altare. Poi sentirono le porte della chiesa sbattere violentemente.

-Attenti-

In una frazione di secondo furono accerchiati da una miriade di vampiri e demoni.

-Ma quanti sono?-

D'un tratto si sentì un battito di mani e e le creature si sposatarono per far avanzare l'uomo vestito in nero.

-Buonasera-

Lo sguardo ostile di Buffy lo fece sorridere.

-Mio Dio hai quasi 50 anni e sei ancora bella come quando ne avevi 16 cacciatrice-

-Chi sei?-

-Certo che però i libri dei demoni non rendono giustizia a tanta bellezza-

-Rispondi-

-Capisco il tuo disappunto-

Buffy riconobbe qualcosa negli occhi di quall'uomo che la fece rabbrividire. Mentre l'uomo rideva Buffy guardò Willow. La strega riuscì ad usare la telepatia come aveva fatto anni prima con Spike.

'Cosa c'è?'

'Puoi far apparire la falce?'

'La falce?'

'Si ho un brutto prensetimento'

'Ok ci provo'

Willow frugò tra le pagine della sua mente per scovare l'incantesimo ideale.

-Vediamo se posso aiutarti...il nome Jana ti dice niente?-

Le mancò la terra sotto i piedi.

-Jenny-

-Si, una Kalderash...da voi conosciuta come Calendar-

Un altro pensiero la assalì e stavolta non potà reprime un sussulto.

-Bene vedo che nella tua testa iniziano a farsi spazio una serie di ipotesi...ricordi quali erano le sue origini?-

-Rumene-

-Esatto...come ben sai discendeva da una potentissima dinastia di zingari...-

-E io che c'entro?-

-A dirla tutta io ce l' ho con te solo perchè hai liberato il suo assassino...ma giustamente non è una buona ragione o almeno non è sufficiente-

-Cerchi vendetta?-

-10 anni fa ho invocato il male affinchè mi aiutasse a vendicare la morte di mia sorella, la notizia della sua morte e di mio zio ci giunse anni dopo e quindi ho potuto elaborare la mia vendetta solo più tardi...-

-Il male?-

-Si io non volevo coinvolgerti, il mio obiettvio era un altro, ma il Primo era un po' furibondo con te-

Willow capì il presentimento di Buffy.

-Certo tu ti sei data da fare e lui si è molto indebolito,perciò in questi anni ho lavorato a lungo sulla magia al fine di trovare un incantesimo potente da permettergli di recuperare e forze necessarie a prendere possesso di me-

-Tu sei pazzo-

-Forse, ma chi nn lo è-

-Peccato che non abbia tempo per giocare con voi due-

-Oh ma dimentichi un dettaglio cacciatrice...quella splendida fanciulla mia prigioniera-

-Se le hai torto anche un solo capelli giuro-

-Andiamoci piano con queste intimazioni...tanto non sopravviverai di che ti preoccupi?-

Lui sparì dietro il mucchio di creature e Buffy non fece in tempo a raggiungerlo che subito ebbe contro tre vampiri. Willow era come chiusa in uno scudo per concentrarsi sull'incantesimo e chi si avvicinava rimaneva incenerito. Oz e Xander presero la grossa botte di acqua santa e la scagliarono contro un gruppo di vampiri. Liam e Dawn riuscirono ad ammazzare un demone mentre Faith si giostrava tra due vampiri e un dmeone. Willow spalancò gli occhi.

-Buffy-

La ragazza la guardò e si materializzò la falce.

Willow uccise un vampiro muovendo un paletto col pensiero. Buffy prese la falce e tagliò a metà tre demoni.

-Io vado a cercarla-

-Ci pensiamo noi qui B-

Buffy corse verso una porta che dava sui sotterranei. Scese la scalinata a chiocciola che portava ad un corriodio angusto e buio. La guardia si svegliò ma non fu un problema annientarla.

-Ma che succede?-

-E' lei...è qui-

-Cosa???-

Il corridoio lungo che si estendeva davanti aveva molte celle su entrambi i lati e Buffy si guardò attorno.

-Michelle-

La ragazzina si attaccò alle sbarre.

-Mamma!-

-Michelle-

Angel sussultò. Era lei

Sentì le lacrime prepotenti pungergli chi occhi che bruciarono più di prima.

Buffy non fece in tempo a raggiungere la cella che apparve alle sue spalle l'uomo che la scaraventò in fondo al corridoio. Michelle la vide scivolare passandole davanti e quello fece reagire Angel così violentemente che la ragazzina credette che avrebbe spaccato le catene.

-Ah ah...cattiva non si fa...-

-Giochi scorretto...non si attaca alle spalle-

-Sai com'è in guerra tutto è lecito-

Buffy si rialzò e si pulì i pantaloni. Poi fece roteare la falce con una bravura che impressionò la figlia.

-Chiedi al tuo amichetto se la riconosce-

Il sorrisetto beffardo non la colse impreparata. In un instante furono l'uno di fronte all'altro a combattere.

Buffy sferrò i suoi colpi migliori mentre l'uomo si giostrava in mosse abili.

Continuarono a combattere e stavolta fu lui a finire scaraventato sul fondo del corriodio.

Buffy con una mano riuscì a rompere la serratura arrugginita e liberò sua figlia.

Non si era accorta di Angel tanto era il panico per Michelle.

-Scappa via-

Buffy corse verso l'uomo ma lui la prese in contro piede e l'atterrò violentemente. La ragazzina uscì dalla cella ma si fermò guardando Angel. Su guardò attorno e vide il coltello che doveva aver perso sua madre.

-Vattene-

-Non posso lasciarti qui-

-Salvati-

Cominciò a battere sulla settarura inutilemte. Buffy fu colpita e volò atterra finendo sdraiata vicino alla figlia.

-Mamma alzati-

Buffy era mezza svenuta.

-Ah ragazzina si vede che sei la figlia della cacciatrice-

L'uomo cominciò a correrle in contro. Angel raccolse tutte le forze che aveva e spaccò le catene fiondandosi contro le sbarre della cella e rompendo la serratura. Si parò ferocemente davanti all'uomo coprendo Michelle che solo in quel moemnto realizzò quando fosse grosso.

-Oh ma guardatelo, per la sua cacciatrice ritorna lo stesso assassino che conosco-

-Lasciala stare-

Tentò di colpirlo ma era troppo debole cosicchè fu lui ad essere volcpito in viso e a finire contro il muro vicino alle scale. Buffy che si era ripresa fece uno scatto e con la falce lo colpì scaraventandolo via. Poi gli corse contro e facendo ruotare la falce lo tagliò in due. Michelle intanto era corsa da Angel aiutandolo ad alzarsi.

Sentì un grido della madre e mentre Angel si appogiava alla parete la ragazzina guardò cosa stava accandedo.

L'uomo le teneva un braccio intorno al collo e Buffy in quel momento vide Angel e spalancò gli occhi.

-Oh hai visto?Ti piace come l' ho ridotto?-

L'ira di Buffy crebbe notando il corpo di Angel. Ribaltò l'uomo e lo prese a calci tenendolo per un braccio.

In quel momento giunsero gli altri.

Faith ferita affiancata da Willow e Oz e dietro Liam che sosteneva Danw insieme a Xander.

Fu la prima ad accorgersi di Angel e Michelle.

-Angel...Oh mio Dio!-

Michelle rimase sconvolta da quel nome...che fosse proprio quell'Angel?

Quello che sua madre...le parole le morirono in bocca .

Buffy intanto con un colpo netto tagliò in due l'uomo.

Buffy si girò in direzione della figlia e gli altri.

La ragazzina come la vide le corse in contro abbracciandola.

-Stai bene?-

-Si grazie-

Sentì le sue lacrime sul volto.

-Mamma non piangere....-

Dopo aver stretto la figlia e averla baciata, Michelle si allontanò come per farle vedere Angel che ha stento si reggeva in piedi.

Lui le sorrise.

Buffy perse un battito

Smise di respirare

E le lacrime sgorgarono dai suoi occhi violentemente, senza singhiozzi o sussulti

Infammmandole gli occhi e scottandole l'anima.

Perchè i suoi piedi non si muovevano?

Sembrava fusa col terreno che adesso venne a mancarle, sentì una voragine scura avvolgerla e trascinarla in quell'oblio da cui era fuggita tanti anni fa.

Non poteva essere lui, non ora.

Non dopo tutto questo tempo. E non sapeva che dire, che fare.

Non capiva nemmeno se avesse ancora la facoltà di pensare e di fare qualcosa.

Stava solo li immobile.

Avvolta nella sua disperazione e cieco dolore

Lasciandosi cullare dalla sofferenza e crissandosi nel vuoto.

Gli occhi verdi spalancati continuavano a fissarlo come chiedendosi se ci fosse veramente.

Dopo tutto quel tempo ancora occhi negli occhi.

Dopo anni di lontananza e dimenticanze di nuovo anima nell'anima.

E la stanchezza e lo sforzo lo fecero cedere cadendo sulle ginocchia.

Buffy fu più veloce di Faith e lo ragiiunse prendendolo per le spalle.

-Angel-

Lui affondò il volto nel suo abbraccio e le sedendosi atterra lo strinse con dolcezza baciandogli la testa e piangendo.

 

Un lieve sospiro

Una luce soffusa

Un profondo calore

Come un barlume quasi impercettibile che illuminò la sua anima

Nell'oblio delle tenebre avvolgenti il suo essere

Eccolo brillare

Quel piccolo, delicato spiraglio di luce

Lo screzio latente

Squarciando le tenebre con la sola forza del suo calore

Solo per brillare ancora

Solo per scaldare ancora

Solo per farla vivere ancora

Solo per lei

Nessuno lo avrebbe mai notato

Nessuno si sarebbe mai accorto di quello spiraglio

Nessuno avrebbe mai visto il luccichio dei suoi occhi di smeraldo

Nessuno avrebbe scorto una scintilla nascere sul filo dell'acqua

Che importanza poteva mai avere?

Non era altro che il principio di una vita

La sfumatura di un sorriso ora sincero

Una sensazione diversa

Qualcosa di inapprezzabile

Perché chiederselo?

Nessuno si sarebbe mai chiesto se adesso fosse tornata Buffy

Perchè nessuno si era accorto di averla persa da tempo

La stessa Buffy di allora, già non era la stessa.

Non si può più tornare in dietro

Ma fu come se in quel preciso istante

Istante in cui lo rivide

Rivide i suoi occhi

Occhi così scuri e profondi che ti risucchiavano l'anima

Occhi che la ferirono troppo

Occhi che perforarono il cuore

I polmoni e con essi la sua anima

Quell'effetto corrosivo

Sentendo l'aria mancare come se con un solo sguardo te l'avesse sottratta

Una perenne apnea di vita dalla quale non poteva scappare

Rimanendo sospesa tra gioia e dolore

Una piccola marionetta tirata dai fili del fato

Che come un crudele Mangia Fuoco si divertiva a schernirla

Riproponendole la stessa tragedia su quel palcoscenico che troppo spesso aveva solcato

Attrice distrutta da interpretazioni interminabili

Non capendo più quale fosse veramente la sua vita

Sottile ironia della sorte

Attorniata dal manto della sorpresa e confusione

Attimi di serenità della durata di un soffio

Forse un respiro

Per vedersi crollare addosso il suo mondo ancora

Schiacciata dal peso dei ricordi

Ma adesso non aveva più vent'anni

Adesso la forza per tirare avanti si era andata ad esaurirsi nel tmepo

Stanca e sfinita

E ora ecco che quella ferita sanguinava ancora

Tornando a bussare con insistenza tutte le emozioni represse

Rivendicando il diritto ad esprimersi e ad essere vissute

E la stanchezza non aveva certo frenato il dolore

Fluendo dai suoi occhi i cristalli di rugiada

Inondando silenziosi coi loro rintocchi limpidi

Scandendo il tempo

Scivolando sulle rosee guancie

Segnando trasparenti solchi di liberazione

E un singhiozzo

Annegato nell'abbraccio

Nel tocco

Nella concretizzazione di quel ricordo labile ed astratto

Prima inafferrabile ed ora così vero e corporeo

Riscoprendo che il suo corpo poteva ancora tremare al suo tocco

Che i suoi occhi potevano ancora brillare di luce prorpia

Che le sue labbra poteva ancora bramarne ardentemente delle altre

Che la sua anima poteva ancora sussultare

Che il suo cuore poteva ancora amare

Che la sua vita poteva ancora scorrere

Come il sangue pulsante

I polmoni gonfi e i pungenti lividi dei colpi ricevuti

Solo toccandolo

Solo potendo pregustare la sua vicinanza e il suo odore

Solo sapendolo li

E in quel momento le importò solo di gridare fuori tutto

Quanta paura per quegli anni di smarrimento

Quanto terrore di non trovare mai l'uscita dell'oblio

Quanto amore avesse represso per non morire distrutta dal peso della sofferenza.

Ma si limitò ad abbracciarlo dolcemente.

Rimaneva sveglio appena, teneva la testa sulle gambe di Buffy, stando sdraiato nei due seggiolini infondo, del furgoncino di Oz.

Continuava ad accarezzargli la testa osservandolo come se fosse stato ciò che di più bello può esservi non accorgendosi minimamente dei suoi figli che la guardavano e in quel momento sembrò loro di non conoscerla.

Scoprendo una Buffy mai vista.

Michelle restò tutto il viaggio ad osservarla immersa nel suo mondo. Arrivarono all'ospedale.

Oz fermò e Will si voltò.

-Buffy siamo arrivati-

Faith le toccò il braccio.

-B, devi andare, lo portiamo noi a casa tua-

Lei annuì. Michelle e Liam scesero per andare dal padre e attesero la madre. Buffy lo scostò poggiandogli con una dolcezza incomparabile la testa sul seggiolino. Lui sentendo la perdita del suo contatto le prese la mano.

-Buffy-

-Shh...tranquillo...torno presto...lo sai-

Lui sorrise e richiuse gli occhi, lei gli baciò la fronte e dopo avergli dato un ultimo sguardo scese.

Michelle abbracciò suo padre.

-Oddio tesoro perdonami-

-No papà che dici?-

-Non ti ho saputa proteggere-

-Tu non avresti potuto fare niente...ci ha pensato la mamma-

Buffy era rimasta in sala d'aspetto con Joyce e Liam. Sapeva che suo marito era ancora arrabbiato e lei era troppo scossa per via di Angel. Dopo Michelle tornò.

-Papà ora sta bene, torniamo tutti a casa lo verremo a trovare domani-

Concordi tornarono a casa con la macchina di Joyce. Appena arrivati Michelle corse a farsi un bagno e i figli più grandi tornarono a casa loro.

-Dov'è?-

Willow la guardò. Le aveva preparato qualcosa da mangiare.

-Faith e Xander lo stavano spogliando in bagno per lavarlo,io stavo facendo qualcosa da mangiare ed Oz è andato a comprare i medicamenti necessari-

-Grazie-

-Vai a farti una doccia-

-Certo-

Buffy raggiunse i due in bagno.

-Ehi-

-Buffy aiutaci, è meglio lavarlo sotto la doccia così possiamo staccare il telefono(della doccia) e lavarlo anche da seduto-

Lei annuì e Faith uscì per andare a prendere della biancheria per Angel.

-Allora Xander tu lo tieni dritto e io lo lavo-

L'uomo annuì, era lievemente imbarazzato per la situaizone.

Ma tutto cambiò notanto l'accortezza e la cura con cui Buffy lo lavava,stando attenta a non grattare via le croste,quasi quelle ferite fossero su di lei e potesse percepire dove facessero più male. Dopo misero Angel nel letto degli ospiti e Oz era tornato con tutto l'occorrente.

Il volto era tumefatto,pieno di lividi e croste proprio come il resto del corpo. Buffy gli bendò il taglio profondo che non si era risargito, sulla fronte.

Faith gli fasciò un braccio pieno di profondi graffi,dovevano averlo frustato. Xander era andato da Willow per dirle di portare su da mangiare.

La mora notò che la bionda cacciatrice stava per piangere. Gli occhi lucidi e arrossati tentavano di trattenere le lacrime.

-Buffy-

-Guarda come..-

Un nodo alla gola le fece morire le parole e singhiozzò.

-Vai a farti un bagno e cambiati ci pensiamo noi a lui ok?-

-No io..-

-Buffy vai-

La donna ubbidì e lasciò che se ne occupassero loro. Mezz'ora dopo lei e Michelle erano in cucina a mangiare.

-E' quell'Angel suppongo-

Annuì.

-Mamma...perché non respira?-

-E'...è un vampiro-

Michelle strabuzzò gli occhi e fu come capire cosa gli aveva divisi.

-Grazie...per avermi salvata-

-Sei mia figlia, darei la vita per te-

-Anche per lui-

Buffy sorrise.

-Certo-

Poi Buffy si alzò e lo raggiunse in camera. Si sdraiò su di un fianco sul lato del letto ad una piazza e mezzo e gli prese la mano portandosela al cuore, poi lo baciò lievemente sulle tempie e poggiò la testa sul cuscino assicurandosi che lui fosse coperto. Era così stanca che ora aveva solo bisogno di riposare e finalmente dopo tanto tempo riscorpì la serenità e la gioia di addormentarsi con il contatto di chi si ama.

Poco dopo Willow la vide addormentata e coprì pure lei chiudendo poi la porta per lasciarli dormire.

 

Quel dolce tepore

Quella sensazione di calore che gli invase tutto il corpo soffocando le fitte di dolore

Quell'aria che sapeva di lei

E finalmente aprendo gli occhi la vide

Tutto ciò che aveva sempre voluto era li

Stesa al fianco che gli teneva una mano vicino al suo cuore

Che respirava lentamente con la grazia di un angelo

Il suo angelo

E non volle sapere perchè dopo tutti quegli anni lei era li adesso

Non volle chiedersi perché sentiva tutto quell'amore per lui solo al tocco della sua mano

Non volle interrogare il destino sulla sua ironia

Perché era li

Il suo pezzo di cielo

Il paradiso sconfinato che non avrebbe mai visto

La luce più stupenda che vi fosse

Lei era il suo tutto e adesso era li

Che dormiva serenamente

Notando un lieve sorriso sul suo candido volto

Nella maturità di una donna scorse l'ingenuità della ragazzina che l aveva fatto rinascere

Solo col suo amore

Solo insegnandogli ad amare

Sentì il suo cuore sussultare nell'attimo in cui quelle pozze verdi si spalancarono lentamente

Lei lo guardò e poi gli sorrise lacerandogli l'anima

Dio possibile che quei sorrisi avessero ancora un effetto tale su di lui?

-Ciao-

-Ciao-

-Come ti senti?-

-Meglio....grazie-

Lei scosse il capo e poi si tirò a sedere.

-Non dirlo neanche per scherzo-

Lui fece per muoversi.

-Ehi dove vai?Stai fermo-

-Buffy..-

La donna gli controllò la benda sulla fronte.

-Aspetta ora la cambiamo-

Prese le garze e il disinfettante sul comodino e mentre scioglieva le bende notò qualcosa che la scioccò.

-Cosa?-

-Hai...hai...-

-Cosa?-

-Un capello che...non è del tutto scuro-

Angel accigliò lo sguardo.

-Oh sicura?-

-Ma...tu non invecchi!-

Il vampiro la guardò coi suoi occhi scuri e profondi.

-Io..-

-Cosa dovrei sapere?-

Buffy assunse la sua tipica postura da bambina arrabbiata.

-Io...non sono più immortale-

-Scherzi?-

-No sono un vampiro in tutto e per tutto ma...ecco, sai quando ti sei liberata del sortilegio dell'Immortale un anno dopo la distruzione di Sunnydale?-

-Si...-

-Lui...sono venuto a sapere che ti voleva uccidere, e che era sulle tue tracce,così sono andato a trovarlo-

Angel si mise seduto meglio.

-Gli ho detto che doveva lasciarti stare, insomma alla fine siamo arrivati ad un compromesso...-

-Ovvero?-

-Tu sai che lui ruba l'immortalità?-

-Angel tu non gli avrai mica..-

-Non mi è costato niente, anzi forse è stato più un atto di egoismo-

-Oh certo non poter vivere per sempre è un a-

-Buffy andiamo, lo sai cosa penso dell'immortalità e...l'idea di doverla passare....di dover stare senza te ecco,io ho pensato che almeno sarei invecchiato,avrei visto la mia faccia mutare, mi sarei sentito forse un po' meno vampiro, e ...ti avrei salvato da lui-

Calò il silenzio.

Aveva dato l'immortalità per lei.

Per salvarla

E ora aveva rischiato di morire sotto i colpi del The First e socio

Guardandolo meglio si vedeva che non aveva più l'aspetto di quando si erano conosciuti

Era più bello

Ancora più maturo e saggio

Ancora più idiota e coraggioso

Ancora più innamorato

Perché dovevano amarsi?

Perché doveva desiderare con tutta l'anima qualcuno che non poteva avere?

Perché?

- C'è altro che dovrei sapere?-

-No...-

-Spike mi...quando tornò da noi mi disse della storia della redenzione-

-Capisco-

-E bè sono passati un sacco di anni Angel mi sembra strano che tu..-

-A dirla tutta, quando venni a sapere che ti eri sposata e che avevi un bambino io...l' ho rifiutata, i Poteri che Sono mi hanno detto che potevo scegliere,che sarebbe stato un processo irreversibile e io...volevo lottare Buffy, volevo uccidere il male per annullare il vuoto che mi ha risucchiato piano piano, potevo farlo solo combattendo...che senso aveva essere redento se non potevo condividerlo con te?-

Altre lacrime

Altro dolore

Ancora

Quel triste copione si ripeteva ancora e ancora

Tornando a ricordale chi tra i due si sacrificava sempre

Chi era sempre quello che ci rimetteva

Lui l'avrebbe sempre aspettata

Lei si era rifatta una vita

Lui aveva un'eternità davanti, era quello che continuava a ripetersi da anni

Lei invece aveva una sola vita

Lui aveva scelto di non stare insieme

Lei lo avrebbe aspettato se avesse visto anche una sola speranza di ricongiungimento in lui

Ma no, in realtà non voleva stare sola

Ma la colpa era di entrambi

Perché troppo orgogliosi o troppo stupidi per cercarsi e parlare

Se lei forse corsa da lui una volta saputa la storia della redenzione

Lo aveva cercato ma non molto

Se lui glielo avesse detto invece di temere di illuderla

Se

Ma ormai ciò che era stato fatto, era stato fatto

E lui ci aveva rimesso

Adesso lei sarebbe tornata alla sua vita felice

Ma lui?

A vagare per il mondo aspettando il momento in cui la morte sarebbe sopraggiunta

E pianse per tutto

Per la sua stupidità

Per l'aver creduto poco nel loro amore

Per non aver lottato abbastanza per esso

-Buffy no, non piangere...non è colpa tua-

-Si invece...se io..-

Un singhiozzo soffocò le parole e lui la tirò a se per stringerla.

-Shh,va tutto bene, tranquilla ...-

-Perdonami...è tutta colpa mia-

-Buffy no, la scelta è stata mia non tua quindi smetti...-

Lei lo guardò.

-Mi dispiace che sia andato tutto male...-

-Non dirlo, io sono felice per te, per la tua vita-

-Era quello che tu volevi-

-E anche tu-

-Andiamo non prendiamoci in giro...lo sai benissimo che io...che amo solo te-

-Anche io ti amo, ti ho amata e ti amerò sempre... ma questo lo abbia sempre saputo entrambi, però non è stato possibile stare insieme,questo non ha cambiato i nostri sentimenti, ma non possiamo farci nulla lo sai-

Lei afferrò gentilmente il suo volto e posò le proprie labbra sulle sue.

Fu delicato e semplice

Fu l'incontro di due anime che sapeva d cielo

Fu un tocco fatato che inebriò l'aria di amore

Il loro amore

Annegare su di un petalo delicato

Sfiorare la felicità solo con due labbra

E ricadere nuovamente in quella goccia di miele

Il suo cuore gioì come un faceva da tempo

La sua anima urlò fuori tutto l'amore e il dolore

Sentì rinascere se stessa abbeverandosi da quella fonte di vita

E un profondo nodo di calore si sciolse dentro di lei, provando finalmente quella devastante sensazione di piacere

Nutrendosi solo di un bacio

Ridonando vita ad un'anima morta

E come se una nuvola delicata gli avesse avvolti riportandoli indietro negli anni

Fino a quella sera in camera di una ragazzina di appena 16 anni.

Dove aveva scoperto la bellezza di amare e di essere amato

Toccando il paradiso

A lui che non era concesso

Amandola più che poté

Ringraziandola ancora per averlo fatto sentire vivo

Di nuovo

Si divisero.

-Hai fame?-

-Un po'-

-Vado a prepararti qualcosa-

Lui la tenne per la mano.

-Aspetta-

Lei esitò e notò che lui aveva visto l'anello.

-L' ho trovato a Sunnydale-

-Ci sei tornata?-

-Si-

-Dov'era?-

-Nel cassetto del tuo comodino-

-E' il tuo-

-Cosa?-

-L' ho trovato quando sono tornato dall'Inferno e l' ho chiuso nel cassetto-

-E...il tuo?-

ANgel le indicò i pantaloni e lei andò a frugare nelle tasche. Trovò il pezzo di metallo.

-In effetti mi stava troppo giusto per essere il tuo-

Lui sorrise.

-Perché lo avevi li?-

Lui se lo mise. E fu come se fosse stata nuovamente suggellata quella promessa, in un porto una sera di inverno, la sera del suo 17° compleanno.

-Bè avevo paura che si potesse rompere...-

Lei si rese conto che lui non si vergognava di portare ancora il simbolo del loro amore. Si alzò e si diresse verso l'armadio e vi accostò la sedia, tirò giù una scatola posta in vetta all’armadio e la posò sul letto andando vicino ad Angel.

-Anche io ho conservato qualcosa-

L'aprì e lui vide la croce d'argento, il libro di sonetti e un quaderno giallo. Angel si ricordò che una volta lei aveva scordato a casa sua il quaderno che aveva riempito di scritte(N.d.R. è vero, in Choice mi pare, quando Joyce va da Angel per chiedergli di lasciare Buffy, lui raccoglie il quadernino di Buffy pieno di scritte d'amore e sorride).

-Ho la tua giacca appesa nell'armadio, qualora tu ne avessi bisogno-

-E' tua non mia ricordi?-

-Già...-

-Significa molto il fatto che tu li abbia ancora-

-Gettarli sarebbe come uccidere una parte del mio cuore-

Lui sorrise mestamente,poi bussarono.

-Si?-

-Mamma..disturbo?-

-No vieni tesoro-

Buffy scese dal letto e chiuse la scatola, Michelle notò che la ripose rapidamente sull'armadio.

-Volevo vedere come stavi?-

Lui le sorrise.

-Ora meglio...grazie sei stata molto gentile-

-Scherzi non potevo lasciarti li!-

-Michelle ha ragione-

-Se insistete-

Risero. Erano identiche.

-Vi somigliate molto-

-Si me lo dicono tutti-

-Bè è un gran complimento te lo assicuro-

-E' proprio come me lo immaginavo-

-Come?-

-Bè la mamma mi ha parlato di te-

-Michelle-

-Che ho detto?E sei come ti ha descritto..-

-Oh che cosa ti ha detto?-

-Che ora va a fare colazione e io la raggiungo-

Buffy fece uscire la figlia.

-Scusa è un po' chiacchierona-

-Chissà come mai-

-Ehi io non sono una pettegola-

-No?-

-Forse un pochino...-

Le sorrise. Lui si mosse.

-Angel fermo-

-Buffy ho bisogno di -

-Risposarti-

-No di mangiare-

-Te lo porto su io-

-E va bene-

Lei scese giù da gli altri e in cucina vide solo Faith, Willow e Michelle che parlava con Jiulie.

-E ciao-

-Ciao-

-Come sta?-

-Bene-

-E te?-

-Anche io-

Le ragazzine si spostarono nella camera di Michelle.

-Allora che farai?-

-Cioè?-

-Bè appena sarà guarito-

-Non lo so-

Si preparò la colazione.

-Buffy, so che è difficile ma...sei sposata-

Buffy le guardò.

-Non ho mai detto di volermi separare da mio marito...sarebbe una stupidaggine…-

-Che ti ha detto?-

-Non è più immortale-

-Parlavamo di...COSA?-

Spiegò la faccenda.

-Il solito Angel-

-Già...-

Buffy salì in camera con la tazza di sangue per Angel e gliela diede. Un’ora dopo decise di andare in ospedale, le cose si stavano risistemando e ognuno tornava alla propria vita: Xander era a casa sua per montarle la porta nuova mentre Michelle che logicamente non era andata a scuola e nemmeno Jiulie, erano con Angel in camera di Buffy a guardare una cassetta, Moulin Rouge.

Erano alla scena in cui Nicole Kidman ed Ewan McGregor cantavano Come what may, quando si accorsero che Angel si stava addormentando.

-Lasciamolo dormire è molto stanco-

-Ok,andiamo a vedere che fa lo zio Xan-

-Va bene-

Stopparono il film e scesero giù.

In ospedale il medico le aveva detto che suo marito doveva rimanere per degli accertamenti e per assicurarsi che non vi fossero traumi cranici poiché ritenevano opportuno fare una tac (n.d.a non so se si scrive così)

Buffy entrò nella stanza dove lo vide prepararsi per andare a fare il controllo.

-Ehi-

-Ciao-

-Ho parlato col dottore-

-Ti ha detto che mi terranno ancora qui per un po’-

-Si…-

Buffy rimase immobile.

-Scusami…-

-Non preoccuparti-

-No è solo che…tu non mi hai mai detto niente Buffy,è chiaro che in quel momento non ti ho voluto credere-

-Ti ho detto che non devi preoccuparti….ti capisco,eri scosso lo so…-

Lei abbassò lo sguardo.

-Come stai?Michelle ieri mi ha detto che stavi bene ed eri tutta intera ma io…insomma hai affrontato tutto da sola non ero con te-

-Non potevi…non avresti potuto comunque…è una cosa che faccio dall’età di 15 anni…in questo sono più brava io credimi-

-Grazie allora…io sono un perfetto idiota-

-No non è vero, è colpa mia dovevo dirtelo-

-Bene allora è acqua passata….le cose torneranno a posto-

Lei sorrise, conscia che per lei mai niente sarebbe andato a posto.

E fu di nuovo quel falso sorriso

Vuoto e privo di felicità

Quel sorriso che solo Angel era riuscito a donarle ancora svanì nel ricordo del suo amato vampiro

Lasciò l’ospedale con l’amara consapevolezza che la sua vita sarebbe tornata la stessa

E nessuno si sarebbe curato del suo cuore che andava in pezzi

Così

Calpestato dall’infame destino che non faceva altro che prendersi gioco di lei

E inutilmente deglutì a forza le lacrime salate

Perché tutto le era contro?

Lottare giorno per giorno

Solo per rassicurare tutti

Solo per non far cedere l’incrollabile Buffy

Il pilastro delle loro vite

Come scordarsi che l’unica volta in cui aveva mostrato il volto della sofferenza

Cedendo pure lei alle fatiche che doveva trascinarsi dietro

Sorreggendo il peso del mondo intero sulle sue spalle

Quando aveva osato dare segni di cedimento cadendo nel baratro di degradazione con Spike, era stata quasi ripudiata.

Dagli sguardi disgustati di Xander

Dalle occhiate attonite di Giles

Dalle espressione di pietà di Willow

E dallo stupore di Dawn

Nessuno si era chiesto perché.

Nessuno si era posto il problema che anche lei potesse inciampare

Che potesse rimanere schiacciata dalle sue mille responsabilità

No lei doveva rimanere in piedi e lottare

Per il mondo

E per loro naturalmente

E poi era crollata

Perché Buffy era sì forte

Era sì una cacciatrice

Ma era prima di tutto un essere umano

E invece di starle vicina e sostenerla

Invece di aiutarla a capire che era sbagliato e che loro erano sempre li con lei

L’avevano trattata come una malata da mettere in quarantena

Ripudiandola quasi timorosi che potesse contagiarli con il male che portava dentro

Ma d’altronde non erano loro ad essere stati strappati dal Paradiso

Mille rancori e sassolini nelle scarpe accumulati in anni tornavano fuori

Inutilmente ignorati

Col tempo si erano centuplicati e ora facevano più male del solito

Come sempre lei pagava le conseguenze per tutti

A casa non rivolse la parola a nessuno

Voleva solo stare con lui

Piangere e stringersi nel suo abbraccio

Perdersi nel suo mondo meraviglioso

Attorniata solo da amore

Senza preoccupazioni o pressioni

Senza dubbi e bugie

Solo loro due e il loro immenso amore

Quando arrivò in camera vide il televisore acceso con un’immagine stoppata ed Angel che dormiva profondamente.

Quella scena la colpì dritta al cuore

Perché lui creava quell’atmosfera speciale

Isolando quella stanza dal resto del mondo

E fu come ritornare indietro negli anni.

Pigiò il tasto play e sentì la canzone che la fece sorridere.

 

Cominciava Christian(Ewan McGregor)

/Never knew I could feel like this

Like I've never seen the sky before

I want to vanish inside your kiss

Every day I'm loving you more than this

Listen to my heart, can you hear it sings

Telling me to give you everything

Seasons may change, winter to spring

But I love you until the end of time

Come what may

Come what may

I will love you until my dying day/

 

Sapeva bene che lui sentiva queste cose per lei, perchè la cosa era reciproca.

Prima di incontrarlo non aveva mai immaginato cosa portasse l’amore, come vedere il cielo per la prima volta,sparendo nei suoi baci e amandolo sempre di più. Quando il suo cuore aveva ripreso a battere era come se cantasse per lei, dicendole di donargli tutta se stessa,anima e corpo. Così aveva fatto.

Non si accorgeva nemmeno della rapidità con cui il tempo passava, ora era l’inizio della scuola,un attimo dopo il suo compleanno e quel momento magico e indimenticabile seppur fatale,la loro prima volta. E aveva capito proprio allora che lo avrebbe amato fino alla fine del tempo.

Non poteva essere altrimenti, comunque sarebbe andata,l’avrebbe amato fino alla fine dei suoi giorni.

 

Poi Satine(Nicole Kidman)

/Suddenly the world seems such a perfect place

Suddenly it moves with such a perfect grace/

 

Quando lui le aveva parlato la prima volta le era parso che il mondo fosse perfetto e si muovesse con una grazia incomparabile,perché l’amore le faceva brillare tutto attorno.

 

Dopo Christian e Satine insieme

/Suddenly my life doesn't seem such a waste

It all revolves around you

And there's no mountain too high

No river too wide

Sing out this song I'll be there by your side

Storm clouds may gather

And stars may collide

But I love you until the end of time

Oh, come what may come what may

I will love you until my dying day Suddenly the world seems such a perfect place/

 

Quando stava con lui, il tempo volava in un soffio lasciando come un vuoto temporale,risucchiandola completamente. E in quei momenti che condividevano insieme non esisteva nessuno all’infuori di lui,di loro, lui era il suo mondo,tutto ruotava intorno a lui e niente le sembrava più un problema, affrontando le difficoltà serenamente,conscia che avrebbe avuto lui al suo fianco pronto ad aiutarla.

Perché se c’era lui, poteva pure cadere il mondo o le stesse collassare, lei avrebbe continuato ad amarlo anche dopo la morte, dopo la fine dello scorrere del tempo.

La canzone finì e lei stoppò il video. Poi posò il telecomando e con il volto inondato di lacrime si stese accanto a lui per beneficiare del suo contatto. Lui l’avvertì e si svegliò.

-Buffy-

-Scusa ti ho svegliato?-

-No ma…che succede?-

Vide subito le lacrime.

-Niente…-

Lui la strinse nel suo abbraccio e le baciò la nuca.

-Ci sono io va tutto bene-

Lei si sciolse e lasciò scorrere tutto il male che portava dentro.

-Non ce la faccio più…-

-Tranquilla sfogati-

-Mi sento così sola….sto male Angel, devo fingere ogni giorno di essere contenta ma in realtà mi faccio schifo e mi odio, non è questo quello che voglio…è una farsa che porto avanti da anni…troppi anni e sono stanca-

Scoppiò in lacrime e lui la strinse a se.

-Shh…buona adesso ci sono io non sei sola,non lo sarai mai Buffy, perché io ti amo e sarò sempre qui-

-Non mi basta Angel, non mi basta sapere che mi ami io….io non vivo di parole…-

-Lo so…ti chiedo scusa…solo che non so cosa devo fare…io adesso non so più cosa è giusto Buffy-

-Non mi lasciare…non di nuovo non ce la faccio Angel non posso,io non voglio affrontare il buio e la solitudine,non sono così forte, sono solo una persona-

-Buffy guardami-

Lei singhiozzando si tirò su e lo guardò negli occhi. Lui la baciò sulle labbra e poi la fissò nelle sue pozze verdi.

-Ora sei abbastanza grande per sapere cosa ritieni più giusto realmente,non sei una ragazzina che non sa cosa vuole dalla vita-

-Io l’ ho sempre saputo-

-Ma io temevo che col tempo tu avresti cambiato idea-

-Io voglio te Angel, è così difficile da capire?-

Lui sorrise.

-No…non lo è…ma ho bisogno di sapere che ne sei certa, una volta deciso non si può più tornare indietro-

-Voglio solo stare con te,basta-

-Io….ho la possibilità di chiedere alle Alte Sfere la mia ricompensa-

-Davvero?-

-Si-

Lei sorrise.

-Bene…però prima ci sono alcune cose da risolvere-

-Lo so…-

-Ascoltami ho bisogno di te…perché non sarà facile farlo capire anche a gli altri…specialmente a una persona-

Angel sapeva che parlava di suo marito.

-Stai per troncare il tuo matrimonio, sono tanti anni Buffy-

-Si, me ne rendo conto ma, lui meglio di me sa che ci sono molte cose non chiare, molte discussioni in passato finite poi con le mie scuse anche se ero dalla parte del giusto e ora questa di Michelle e il fatto che sono la cacciatrice….-

-Devi pensare anche a lei-

-Lei è in gamba lo capirà…-

Sorrise.

-Credi che andrà tutto bene?-

-Stavolta non ti lascio sola a combattere la nostra battaglia…vinceremo e so che tutto andrà per il meglio-

Lei lo baciò.

 

 

Il giorno dopo Buffy era andata a prendere suo marito all’ospedale.

Durante il tragitto erano stati in silenzio fino a casa quando entrando lui vide che in casa non c’era nessuno.

-Dove sono tutti?-

-Ho chiesto loro di non venire, io ecco, adesso sarà meglio se vai un po’ a riposarti, poi parleremo-

-Tesoro mi sono riposato anche troppo, sto benissimo, anzi domani torno pure a lavoro-

-E’ troppo presto-

-E tu allora? Hai un taglio in testa e delle ferite sui bracci-

-Guarisco in fretta-

-Certo, però dovresti riposare non credi?-

-No io non ne ho bisogno credimi-

-Come preferisci, allora parliamo adesso, anzi se mi prepari un bel caffè te ne sarei grato-

Lui si sedette in cucina mentre Buffy gli faceva il caffè.

-Stai bene?Sei strana-

-Devo...devo dirti una cosa…-

Quando gli porse la tazza del caffè sfilò una cosa dalla testa della giacchetta nera. Poi titubante gli porse il pezzo di carta nella busta e cominciò a rigirarsi i diti mentre faceva su e giù attendendo che lui la leggesse. I battiti del suo cuore, ritmati dal ticchettio dei tacchi delle scarpe rendevano l’atmosfera più tesa e nervosa.

-Avevo intenzione di dartela più in la, diciamo quando sarei morta-

-Cos’è il testamento?-

-Non sei spiritoso…leggila…-

Lui aprì la busta e tirò fuori i due fogli. (n.d.a l’ho rimessa nel caso in cui qualcuna non se la ricordasse!)

"A mio marito, ai miei tre figli, a mia sorella Dawn e ai miei amici,

Se state leggendo questa lettera,io non ci sono più.

Prima di tutto voglio dirvi che vi voglio bene e ve ne vorrò sempre, per sempre. Non ci sono più va bene,significa che è giunto il mio tempo e ne sono felice.

Si, perchè la pace è arrivata anche per me. Dopo anni di dolore finalmente gli angeli sono venuti a prendermi.

Scusatemi, perdonatemi se potete per quello che sto per dirvi. Per me è molto difficile, si tratta di qualcosa che mi porto dentro da sempre.

Non posso lamentarmi per la vita che ho avuto, anche essendo la cacciatrice.

Ok, tutti sanno della storia che la cacciatrice è destinata ad essere sola di fronte al mondo. Io potevo vantare di una schiera di amici fedeli, ero l'eccezione che conferma la regola.

E lo sono ancora. Tuttavia sono sola. E' paradossale immagino. Ma è così. Mi sento sola,da tanto.

Tutta la mia vita ho aspettato per qualcuno da amare, o meglio a cui donare il mio amore.

E per tutta la mia vita questo sentimento mi ha corroso l'anima fino a bruciarmela completamente.

Non ho né cuore né anima. Sono morta, e non solo fisicamente. Sono morta dentro da anni ormai.

Ho amato una volta soltanto e molti di voi lo sapranno bene.

Come ho detto all'inizio siete le persone che amo più al mondo e nessuno può venire prima dei miei figli, ma per te che sei mio marito la cosa è diversa e sarà dura da accettare.

Perché io so quanto tu mi ami e ogni mattina quando mi alzo e ti guardo mi sento male.

Mi sento in colpa, perchè tu meritavi di meglio,meritavi qualcuna che ti amasse quanto tu ami me.

E sto male.

Perché io non ti amo come vorresti.

Darei la vita per te, mi hai sposata e ti sono stata accanto fino alla fine dei miei giorni, ma non è stato l'immenso amore che tu credi a portarmi fino qua.

Io non ho più amore dentro.

Sono stata consumata troppo presto da un sentimento troppo grande.

Ho detto prima che ho amato un tempo.

Ho amato qualcuno così tanto che il mio cuore esplodeva in petto come sentivo aleggiare la sua presenza attorno a me.

L' ho amato a tal punto che la notte non dormivo perchè speravo che lui apparisse alla mia finestra solo per guardarmi dormire.

L'ho amato talmente che anche la felicità che mi dava diventava dolore.

Perché con lui era tutto diverso.

Era tutto così complicato e doloroso.

Se c'è una cosa che ho imparato a soli 16 anni, è che si ama una sola volta.

Il mio tempo è passato.

L 'ho amato tanto, troppo.

La felicità consisteva in flebili istanti di paradiso.

Per precipitare nell'inferno quotidiano.

Ma lui era il mio angelo che mi allungava una mano verso la pace e la tranquillità.

Ho lottato tanto per lui.

Non è servito a nulla. Non era destino.

Io sono sua, mi dispiace.

Sono anni che non lo vedo, sono stati gli anni più lunghi della mia intera vita.

Ogni giorno speravo di svegliarmi accanto a lui.

Sognavo lui.

Volevo lui sempre e comunque

Lui era il mio tutto.

Lui è in me. Non posso cancellarlo, non sono io che decido chi amare e quando amare.

E sono ancora dispiaciuta.

Perché lo amo e vorrei non amarlo.

Perché so che nessuno mi ha mai capita e mi capirà.

Perché so che ferirò molte persone con questa lettera.

Persone che non hanno colpe.

Persone che invece ne hanno.

Non volevo, ma non potevo andarmene senza avervi detto niente

Non sarebbe stato giusto.

So di aver taciuto tutto per tanto tempo, ma non volevo rovinare la vita a nessuno.

Perché io per prima sapevo che non lo avrei più avuto.

E non volevo stare sola per tutta la mia vita.

Ma è stato così in un certo senso.

Ho pianto così tanto che i miei occhi sono secchi e aridi.

La mia gola arsa dai singhiozzi e graffiata.

Ognuno di voi occupa un posto importantissimo dentro di me,ognuno di voi mi ha dato una parte del vostro cuore che porterò per sempre con me. Voi sarete sempre con me.

Ma io non sarò con voi.

Io raggiungerò la pace e vi veglierò da lassù dove sarò felice finalmente.

Ai mie bambini,anche se ormai siete adulti, voglio dire che gli voglio un bene immenso.

Siete grandi e spero che non commetterete gli stessi miei sbagli, dovete seguire il vostro cuore.

Sono orgogliosa di voi e di essere vostra madre e veglierò su di voi sempre, come farò con i vostri figli di cui uno è già nato.

A mio marito voglio dire che l'ho amato molto e che è una persona meravigliosa che meritava più di quanto io gli ho dato.

E' stato un padre esemplare, un compagno eccezionale, un uomo onesto e buono. Sei stato il marito ideale, ma non quello che io volevo. Quindi odiami, è ciò che mi spetta.

A Dawn dico poco perchè lei sa tutto il bene che le voglio, sa che la vita è dura e che lei l'ha affrontata molto meglio di me e sarà sempre la mia amatissima sorellina dispettosa. Ti saluterò la mamma.

A Willow voglio dire semplicemente grazie. Grazie per essere stata la mia migliore amica di tutta una vita.

Mi hai sempre sostenuta e amata non importava cosa io facessi o dicessi e perdonami se non mi sono mai confidata su questa cosa ma so che capirai, perché sei speciale e Oz non può che ritenersi fortunato. Posso solo dirti che sei grande Will, hai sopportato con un'incredibile forza la morte di due persone troppo importanti per te:Tara e Spike.

Spero la mia non ti sarà altrettanto dolorosa.

A Xander mando un mega bacio perchè nonostante le nostre mille discussioni mi ha sopportata. Siamo sempre stati in disaccordo su molte cose ma la nostra amicizia è sempre stata più forte, ora che sei vecchio forse capirai il significato di una vita di solitudine e dei rimpianti, capirai che il mio amore per Angel non era una capriccio svanito negli anni. Ma forse neanche ora accetterai che lo amo.

Però ti voglio bene lo stesso.

A Faith cedo il titolo di cacciatrice più vecchia. Sei molto importante per me e sono contenta di averti avuta al mio fianco per tutti questi anni. Terrò d'occhio io il tuo amato Peter Wood.

A tutti gli altri dico grazie per avermi voluto bene. Vi saluterò Giles, Cordy, Anya,Tara e Spike.

Non piangete per me, non dite niente di commemorativo. Io starò bene. So che è egoistico da parte mia ma vi lascio e ne sono felice perchè ho bisogno di quell'amore a cui aleno da sempre, ho bisogno di lui.

L' ho perso molto tempo fa e sono morta allora. ora tornerò da lui, siate felici per me.

 

Vi voglio bene, a tutti.

Buffy Summers.

 

Quando i suoi occhi arrivarono alla fine del foglio Buffy deglutì pesantemente le lacrime.

Poteva leggergli il dolore negli occhi e lei ne era responsabile. Lo seguì con lo sguardo mentre posava i fogli e si massaggiava le tempie.

Il silenzio la uccise ancora prima di qualsiasi parola potesse dirle. Poi un impeto di rabbia lo portò a scaraventare via la tazza che si infranse fragorosamente contro il pavimento. Buffy sobbalzò.

-Perché mi hai sposato?-

-Io…io ti amo veramente ma…non abbastanza-

-Mi hai sempre mentito, sono stati 25 anni di menzogne…perché mi hai fatto questo?-

Lo sguardo accusatore e il dono duro e piatto la colpirono dritta al cuore mentre quegli occhi cobalto la trafissero con una lama affilata. Lui fissò severo i suoi occhi verdi colmi di dolore e lacrime.

-Non volevo ferirti, né prenderti in giro, sono stata benissimo con te, solo io…non sono stata capace di dimenticare-

-Dimenticare?Come hai potuto sposarmi sapendo che forse il tempo ti avrebbe fatto dimenticare!?-

-Lo so ho sbagliato…ma allora stavo bene con te e anche adesso, e i primi anni non avevo problemi-

-E poi che è successo?Ti sei ricordata di un piccolo dettaglio?-

Il tono accusatore si indurì e aumentò di volume e aggressività.

-Ho solo sentito che non avevo colmato nessun vuoto…ma ero in cinta del secondo bambino e non potevo gettare tutto al vento sarebbe stato difficile, ero convinta che era solo un periodo-

-Smettila non ti voglio sentire!Mi fai schifo, mi hai usato per cancellare la tua solitudine senza curarti dei miei sentimenti…mi hai sposato abbiamo avuto tre figli ti rendi conto?-

-Certo!-

-Non mi sembra visto quello che hai scritto!Cos’è una nuova moda tirare fuori vecchi amori giovanili?Avevi 16 mi spieghi chi cazzo amavi? Eri una bambina Buffy e adesso lo sei ancora…ti sei stancata di me e racconti cazzate!-

-Tu non sia cosa ho passato!Come osi accusarmi in questo modo?-

-Ne ho tutti i diritti visto che tu sei stata per 25 anni con me non amandomi e pensando ad un altro!Hai scritto che volevi lui nel tuo letto, forse non sono bravo abbastanza?-

-Ma cosa stai dicendo?-

Si era alzato.

-Cosa c’è hai approfittato di quanto è successo per tirare fuori questa storia perché non trovavi scusa migliore per piantarmi?-

-No!-

Adesso erano entrambi in corridoio l’uno di fronte all’altra.

-Sei una puttana!-

Buffy lo guardò con odio.

-Non azzardarti mai più a dirmi una cosa del genere…io non ti ho mai tradito…MAI!-

Stava piangendo.

-Avrei potuto farlo quando mi pareva se tu mi fossi veramente venuto a noia ma io ti ho amato veramente, mi dispiace se non quanto tu hai amato me, non è dipeso da me quindi arrabbiati pure ma non azzardarti a darmi della puttana!!-

-E allora cosa saresti sentiamo! Continuavi ad amare un altro e intanto ti scopavi me che ero tuo marito ma non ti vergogni?Sei una stronza egoista mi hai usato mi fai vomitare!-

La rabbia delle sue parole bruciarono come sale sulle ferite aperte mentre all’improvviso uno schiaffo le lambì la guancia.

Lui stesso si stupì di quell’atto ma l’orgoglio gli impedì di scusarsi.

D’un tratto si sentì sollevare da dietro.

-Angel mettilo giù-

Lui lo rigirò per affrontarlo e tentò di colpirlo ma Buffy fu più veloce e bloccò il colpo.

-Fermati ti prego-

-Se osi solo sfiorarla un’altra volta io ti ammazzo-

-E tu chi diavolo saresti?-

Buffy chinò lo sguardo colpevole. Lui scoppiò a ridere istericamente.

-Ma certo lui è il misterioso uomo della lettera non è così?Sei un mostro mi tradisci con lui e l’hai scritta solo per uscirne indenne!-

-No!Quella lettera l’ho scritta anni fa!-

-E dovrei crederti?-

In quel momento entrò Willow.

-Oh…che succede?-

-Succede che mia moglie mi tradisce che ha buttato nel cesso 25 anni di matrimonio e vuoi sapere che scusa ha inventato per tamponare il tutto?Una lettera!-

Willow la guardò poi guardò Angel e infine l’uomo furente davanti a lei.

-Non è una scusa, conosco Angel da quando avevo 16 anni-

-Cosa ti ci metti pure tu adesso?-

-Non me lo sto inventando maledizione è vero! Lo abbiamo trovato quando siamo andati a salvare Michelle-

-Certo anche questa storia della cacciatrice io dovrei crederci avete fatto il lavaggio del cervello a Michelle scommetto!E tu…una strega ma non farmi ridere!-

Willow si sentì ferita da quelle accuse.

-Stai zitto se non sai quel che dici!-

Improvvisamente lui si trovò con e labbra cucite.

-Will!-

-Scusa è stato involontario-

La strega lo liberò dalla magia. Lui la guardò scioccato e scappò di casa.

-Visto abbiamo risolto tutto-

La rossa si diresse in cucina dove notò i frammenti della tazza e pulì.

Buffy si massaggiò la guancia.

-Vieni qui-

La strinse nel suo abbraccio.

-Shh è passato ce la faremo-

-Non mi lasciare mai ti prego-

-Mai-

La baciò e poi continuò a consolarla.

 

Nella settimana che seguì per Buffy fu molto difficile e fu grata ad Angel di restarle costantemente vicino. Aveva indetto una riunione di famiglia in cui sarebbero stati presenti anche Willow e Oz, Xander, Dawn e suo marito e Faith che aveva portato pure Jiulie ritenendo che Michelle avesse bisogno di sua cugina vicino.

-Allora, ragazzi c’è un problema-

-Di che tipo?-

-Altri demoni?-

-No niente di tutto questo-

Joyce in quanto più grande si rese conto di quello che stava per dirle ma volle averne la conferma.

-Dov’è papà?-

-Già mamma perché non c’era quasi mai in questi giorni?Non doveva riposare?-

-E’ di questo che devo parlarvi-

-Non sta bene?-

-No Liam lui sta benissimo….solo che noi…ci siamo separati-

I tre rimasero in silenzio. Michelle comprese subito la natura di quell’avvenimento e ne restò molto turbata.

Angel le piaceva ma non era suo padre, in questo momento era solo l’amore di sua madre che era tornato e aveva fatto dividere i suoi genitori, lui dal canto suo percepì chiaramente quello strano odio misto a dispiacere farsi largo nel cuore della ragazzina.

-Come mai?-

-Ma non capisco-

-Io e vostro padre non andavamo più d’accodo da tempo, diciamo che ci sopportavamo andando avanti per inerzia-

-Come puoi dire questo?-

-Lo so che è difficile ma le persone spesso si rendono conto che non sono fatte per stare insieme-

-Dopo 25 anni?-

-E’ per lui vero?-

Michelle si alzò da divano mentre Jiulie le teneva il polso invitandola a sedersi.

-Michelle-

-No mamma…insomma è venuto fuori adesso che Angel è tornato!-

-Miki che c’entra Angel adesso?-

-Voi non lo sapete Joyce ma…la mamma lo ama-

I due guardarono la madre con sguardo accusatore.

-Cosa?-

-Ma papà…a lui non pensi?-

-Ragazzi-

-Noi pensavamo tu lo amassi-

-Io non credevo arrivassi a tanto per lui!-

Buffy si sentì aggredita da tutti quei commenti accusatori dei figli e Willow notò lo sgomento sul suo volto. Lei lo sapeva cosa stava passando, lei sapeva cosa volesse dire amare qualcuno così tanto che ti manca l’aria per respirare, sapeva com’era amare qualcuno e non poterlo avere mentre un vuoto opprimente corrodeva l’anima infettandola di un veleno letale.

Si alzò in piedi e si mise davanti a Buffy coprendola.

-Basta!-

Tutti si chetarono e forse più Buffy degli altri si stupì di questa reazione. Willow la sua migliore amica, avevano condiviso così tanto, così amici con Xander, legati tra loro punto che spesso invece di telefonarsi comunicavano semplicemente con la mente.

-Capisco che siete scossi, è comprensibile. Ma capisco anche che ad esempio voi due non vivete più con vostra madre da un pezzo e come osate accusarla?Non vi dovreste forse chiedere se lei sia mai stata felice realmente?Se non stanno più bene mi sembra egoistico da parte vostra puntarle il dito contro solo perché a voi non sta bene!-

-Willow lascia stare ti prego-

La strega la guardò negli occhi e senza bisogno di chiederlo capì e tornò a sedere.

-Solo che non capiamo come tu possa lasciarlo-

-Vostro padre se vi interessa ha mosso solo accuse contro quello che sono, la cacciatrice, mi ha dato della pazza, mi ha accusata di essermi inventata tutto, che ho fatto il lavaggio del cervello a Michelle e che lo tradivo quando nonostante io non sia mai stata la donna più felice di questo mondo sono sempre stata accanto a lui, per voi, pur non amandolo, almeno non come avrei dovuto-

La donna attese che i figli le dicessero qualcosa, ma dai loro sguardi capì che stavano elaborando tutto ciò,troppo sconvolti da quella lunga serie di rivelazioni scottanti. Sospirò e sentì le lacrime accalcarsi prepotenti contro gli occhi smeraldo gustando già l’umiliazione di un cedimento davanti a tutti. Michelle guardò i suoi occhi inumidirsi facendosi sempre più rossi ma trattenendo con ogni forza il liquido bruciante dietro al velo di durezza che a quanto pare sua madre aveva deciso di adottare; accade qualcosa però che la portò improvvisamente a quella chiacchierata fatta solo un anno prima, sul suo primo e grande amore, su come sua madre le avesse raccontato quella storia difficile e dolorosa non potendo scordare quanto le avessero fatto male quelle parole e quelle lacrime cancellate dai doveri materni. Le aveva detto che non amava suo padre, non tanto quanto Angel e lei forse aveva deciso di lasciare in un angolo remoto quei pensieri dolorosi per una figlia e covare la speranza che non fosse il preludio di una separazione. Rimanendo in piedi, osservandola piegarsi sotto le colpe dei suoi segreti, fragile piuma che ha perduto il suo vento fu improvvisamente sorretta da un semplice gesto, tanto comune quanto importante; Angel rimastole accanto fino a quel momento allungò una mano e strinse la sua nel tentativo di trasmetterle tutto l’amore e il sostegno possibile.

Una semplice stretta di mano che spesso l’aveva aiutata in passato, una mano che le conferiva forza, spronandola a guardare nel domani e ha non gettare mai la spugna, adesso era di nuovo li quella mano, che avvolgeva la sua richiamandola ai suoi occhi nocciola nei quali perse il sospiro di un singhiozzo.

Le sorrise leggermente, ricordandole solo con lo sguardo che lui era li, non l’avrebbe mai lasciata; Buffy lo sentì,sentì il lampante pensiero del suo Angel annegarle il dolore di quella stupida e complicata situazione deleteria,tentando così di riallacciare i cerchi di quella catena che all’improvviso era stata interrotta, anello mancante conduttore di appagamento. La ragazzina fissò rapita la strana e flebile luce emanata da quelle due mani strette con vigore e quegli occhi aggrappati all’altro per non cadere e vide, vide brillare qualcosa che la spaventò e affascinò al contempo, vide l’amore negli occhi di sua madre, così profondo e intenso che capì cosa volesse dire Willow con quelle parole di prima. Sua madre stava splendendo come una stella nascente, ballerina fatata sul terso riflesso di uno specchio argenteo.

E un senso di nausea accompagnato da un briciolo di invidia si mescolò alla feroce reazione avuta precedentemente, portandola alla scottante consapevolezza che non aveva mai visto Buffy così bella, illuminarsi a tal punto solo stringendo la mano a suo padre. No, accanto a suo padre era una donna come tante accanto ad un uomo, adesso era luce,era così pura e cristalline che ne ebbe quasi timore. E dunque era questo che intendeva parlando del vero amore?Dell’amore così intenso da far male?Da sanguinare nel cuore?

Michelle sorrise lievemente e volle piangere, correre da lei per chiederle perdono, mossa prima da un atto puramente egoistico.

Liam era immobile. Aveva scambiato qualche parola con suo zio circa le origini di Angel, insomma perché sua madre lo avesse curato con tanta devozione e aveva saputo solo che era un vampiro, un vampiro al quale sua madre teneva in modo molto particolare e abbozzò un sorriso amaro nel rispondere alla sua domanda, se Angel fosse veramente il suo nome. Si chiamava Liam nella sua vita precedente quella da umano. Allora si era mosso qualcosa in lui, strisciante coscienza, ovvietà dei fatti, ma si era limitato ad annuire sorpreso e nascondendo lo stupore per quella strana coincidenza. Adesso tutto era piombato in un buco nero, adesso quella consapevolezza, quella strana sensazione era divenuta concreta, sferzando l’aria e avvelenando i polmoni, nel soffocante tentativo di espellere il dolore entratogli nel cuore. Non era il male per la separazione, ma per essere stato così cieco e stupido da non vedere la sofferenza negli occhi di sua madre, nel non essersi chiesto con più decisione se in realtà i suoi ‘no non è niente, sono solo stanca ’ non fossero altro che vani tentativi di sopprimere l’inafferrabile serenità di una vita insoddisfacente e non paga di nulla. Ora che si era incrinata, che aveva versato il suo male, il suo rancore e il suo dolore sfociando in un briciolo di pace solo lasciandosi sorreggere da quel vampiro col suo medesimo nome, si chiese se fosse non era il caso di fare veramente il figlio e lasciarle la felicità che meritava.

Solo Joyce era profondamente scossa, perché il matrimonio perfetto dei suoi genitori era stato lo stimolo per crearsi una famiglia, per dire che suo marito era quello giusto. Ricordandosi le parole della madre quando le avevano annunciato le nozze, cogliendo una nota di malinconia, di rimpianti, nascondendola dall’apparente dolce ricordo che aveva del suo matrimonio, capì che doveva avere avuto una forza immane per stare accanto a qualcuno quando il tuo cuore muore per un altro, nell’opprimente angoscia di non sapere se un giorno di sveglierai scoprendo che hai sbagliato tutto, incatenata in una prigione costruita con le sue stesse mani. E ringraziò per averla avuta come madre, perché altrimenti non avrebbe mai avuto la forza per dire quel si che le stava regalando ogni giorno una gioia immensa e si sentì così crudele per aver dato contro a sua madre, per non averle sorriso e detto che faceva bene che qualcuno di così meraviglioso doveva avere la stessa serenità, lo stesso pezzo di cielo che era capitato a lei, lei che doveva essere stata la prima ad accorgersi di quanto fosse infelice. Gli altri rimasero in silenzio, lasciando che fossero gli affannati respiri di Buffy a colorare di dolore quel salotto.

E quando improvvisamente sentì l’aria cambiare, divenendo più compassionevole come se adesso tutti stessero tirando un sospiro di sollievo, rimase una sola nota stonata.

 

Xander. Purtroppo era più forte di lui.

E ringraziava che non ci fossero gli sguardi dolenti di un Giles rimasto troppo scottato da Jenny per non dimenticare.

Xander tirò fuori di nuovo quell’occhiata che non vedeva da tempo, sentendola bruciare sulla sua pelle come acido corrosivo, veleno deleterio. Non poteva farne a meno, sembrava che odiare Angel fosse un suo bisogno, proprio come per Buffy amarlo. E non era mai riuscita a cambiarlo, dopo il fatto della signorina Calendar, di Angelus, il suo odio era culminato a tal punto da portare ad odiare anche quella parte di Buffy così legata a lui.

Aveva sempre creduto che ormai avesse capito, dopo il dolore, dopo Anya credeva che Xander sapesse cosa volesse dire amare così tanto che non ti importa chi o cosa sia, tu ami e basti e non puoi smettere. Invece era stato accecato dall’odio troppo spesso, e lei aveva semplicemente gettato acqua sul fuoco che lui accendeva placando le ire e seppellendo l’argomento, tanto era inutile. Forse avrebbe dovuto insistere e vomitargli addosso tutta la sua rabbia e indignazione, lui che si credeva un santo sapeva soltanto puntare il dito contro.

E adesso stava li, seduto sul divano fulminandola con gli occhi, tenendo le mani giunte poggiate sulle gambe, leggermente ricurvo in avanti fissando un punto imprecisato del tavolino. Willow sentì l’energia e l’atmosfera dura che andavano accalcandosi e presto o tardi sarebbe esploso, sapeva bene che adesso era il momento di togliersi tutti i sassolini nelle scarpe, di darsi pure qualche cazzotto se serviva a purificare le menti e pulire via il peccato dei rancori serbati. Ma volle risparmiare quello spettacolo degradante a chi non conosceva tutta la storia.

-Bene, allora io direi che sarebbe meglio che voi andiate a casa per riflettere un po’, magari Michelle potrebbe andare a fare un giro con Jiulie per schiarirsi le idee che ne dite?-

-Si io, io devo andare a lavoro quindi adesso vado…mamma senti posso venire a pranzo domani?-

Buffy sorrise.

-Certo che puoi-

Joyce abbracciò la madre che si sciolse dalla stretta di Angel. Liam fece altrettanto e i due uscirono.

-Jiulie vai con Michelle-

Le ragazzine uscirono di casa e il silenzio scese nel salotto.

-Will cosa devi dirci?-

Erano solo loro otto che si guardavano un po’ spaesati consci che qualcosa stava per accadere.

-Penso sia giusto che certe cose siano dette in assenza dei ragazzi-

-Quali cose?-

-Ognuno di noi si sarà fatto dei pensieri circa questa situazione, e credo sia giusto visto che siamo abbastanza grandi, dirci le cose come stanno-

Xander si sentì pungere sul vivo e guardò la rossa strega.

-Ti riferisci a me?-

-Non so dimmelo tu Xander, credi non percepisca quanto odio stai accumulando?E’ irritante-

-Oh scusami tanto se ti irrito solo perché sto odiando!-

-Che motivo hai di odiarmi?-

Xander si voltò verso Buffy ancora al fianco di Angel. Faith sospirò e guardò Dawn che fece roteare gli occhi. Eccoli di nuovo i tre grandi amici che mettevano a dura prova il loro rapporto.

-Hai anche il coraggio di chiedermelo?-

-No, io non ho più il coraggio di fare nulla, ormai ho dato tutto-

-Ma guardati, li che fai la vittima mentre lasci che il tuo matrimonio venga distrutto-

Lo sapeva, con lui era una battaglia persa in partenza.

-Hai ascoltato una sola parola di quello che ho detto?-

-Forse nella mia vita ho ascoltato anche troppo, vi ho viste crescere, diventare sempre più potenti e io rimanevo sempre lo stesso, il ragazzo degli infissi!-

-Chi è adesso che fa la vittima?-

-Non cambiare argomento-

-Non lo sto facendo. Tu dici di aver ascoltato anche troppo ma ne dubito, mi sorprende sai dopo tutto questo tempo rimani il solito bambino egoista, quand’è l’ultima volta che hai pensato a cosa volesse qualcuno che non fosse te stesso?-

-Cosa?Mi pare di fare molto per il prossimo benché sia privo di ogni potere come tu e Willow!-

-Di un po’ Xander non pensi di essere un tantinello crudele?Ci rinfacci di essere quello che siamo!-

Willow indignata giunse le braccia al petto, erano tutti e tre in piedi.

-No!Sto solo dicendo che fate sempre tutto con avventatezza senza chiedervi cosa sia giusto!-

Buffy sbarrò gli occhi.

-Come puoi dirmi questo?Tutta la mia vita, tutta la mia vita da quando avevo solo 15 anni l’ho passata a fare quello che era giusto per voi, per il mondo! Non ho mai avuto un solo momento per chiedermi cosa io volessi, cosa fosse veramente giusto per me!E mi vieni a dire che sono egoista??-

-Certo infatti lo vedo-

Lo sguardo finì su Angel.

-Xander adesso stai esagerando, finiscila con le scenate-

-Altrimenti che fai mi picchi?Tanto non è una novità, non ti sei fatta scrupoli quando volevi uccidere Anya!-

Willow lo ghiacciò con lo sguardo e gli occhi di Buffy si inumidirono.

-Xander…ma che diavolo dici?-

La durezza di Willow gli arrivò dritta in faccia.

-Quella è storia vecchia ne abbia discusso abbastanza-

-Si ma non posso dimenticare ciò che è successo in passato!-

Buffy sorrise amaramente per poi lasciare il posto ad uno sguardo serio che feriva il cuore.

-Ho ucciso Angel,forse lo hai dimenticato. Avrei dato tutto quello che avevo per non farlo, lo amavo più di ogni altra persona potrò mai amare in questa vita e gli ho spaccato il cuore perché era necessario-

Xander deglutì.

-Mi avete consolata forse?Tutti e due-

Gli guardò colpevoli.

-Tu mi hai riferito il messaggio di Willow ‘disintegralo ’-

La rossa lo guardò sconcertata.

-Non l’ho mai detto!-

-E’ differente-

-Differente un accidenti!Ti avevo detto di dirle che avrei ritentato il rito Xander!Che cazzo di passa per quella testa?-

-Io..-

-Aveva solo 16!Ed era la tua migliore amica come puoi averle voltato le spalle in quel modo?-

-Dovevo lasciare che salvasse un assassino?-

-E Anya che cos’era allora?Vedi che fa male?-

Lui si zittì colpito dalla veridicità di quelle parole, non è che non avesse mai capito solo che non voleva accettare la realtà delle cose.

-E’ sempre differente-

Gli sguardi si spostarono su Buffy che non avrebbe tardato a scoppiare in lacrime.

-E’ sempre complicato ma si arriva ad un punto in cui bisogna tracciare una linea e guarda caso tocca sempre a me!Tu, tu ti lamenti perchè io vi taglio fuori dalla mia vita ma l’inverso,è la cacciatrice che si taglia fuori da se stessa!Sono costretta ad agire in quello che faccio staccandomi dalla parte umana per trovare il coraggio altrimenti non potrei mai fare il mio dovere!Tu non dovevi infilzare Anya con una spada,tu non dovevi guardarla negli occhi mentre ti implorava il suo aiuto. Io ho dovuto farlo perchè era giusto e cosa ho trovato?Amici disposti a consolarmi perché avevo ucciso il mio amore?No! Solo sguardi accusatori e colpevolezza, calunniandomi come se fossi stata un’appestata, immeritevole del vostro altissimo perdono!Me ne frego di te Xander! Ti ho sempre salvata, ti ho sempre voluto bene e cosa ho ricevuto in cambio?Incomprensione e odio. Ti sei mai chiesto perché facevo sesso con Spike?Ti sei mai chiesto cosa volesse dire essere stata strappata via dal Paradiso?Ti sei mai chiesto di come mi sentissi?No eri troppo preoccupato di te stesso. Io sono un semplice umano e quindi incontaminato dalle bestialità del soprannaturale!Ma loro due no. Loro sbagliano!Ecco il modo in cui ragioni-

Buffy troncò il discorso sopprimendo il discorso.

-Hai amato anche tu il male, anche tu sei caduto e hai sbagliato Xander,ma solo perché non hai poteri nessuno ti da il diritto di trattare Buffy come un mostro, pensi che io sia stata bene nel vedere il tuo sguardo disgustato quando tornava fuori l’argomento Warren?Eppure mai una sola volta ho messo in dubbi il mio affetto per te, mai una sola volta ho esitato a salvarti, a capirti, a guardarti con tristezza per qualcosa che ti stava succedendo. Non sei stato altrettanto onesto con noi-

-Certo ora sarei io il mostro?-

-Dimmi cosa ti ho fatto…dimmi cosa di tutta la mia vita ti ha danneggiato, cosa?Avanti voglio sentirtelo dire, dimmi che ti ho rovinato l’esistenza, che sono una criminale assassina,dimmelo!-

Urlò così forte che Faith temette di cadere dal divano.

-Niente-

Quella risposta la fece sorridere amaramente.

-Non, non mi hai rovinato la vita anzi, forse oggi sarei morto-

-Andare avanti con il peso del mondo sulle spalle,vuoi provare?Allora poi mi potrai dire tutte le cattiverie gratuite, ma dimenticavo che lo hai già fatto-

Buffy lasciò scorrere le lacrime lungo il volto ferito e scosso,cadendo spossata sulla poltrona e passandosi le mani fra i capelli.

Willow sospirò.

-Spero rifletterai a lungo anche se non cambierai mai, forse ti avrebbe aiutato sul serio qualche volta l’essere preso a calci-

Willow si sedette sul divano lasciandosi stringere da Oz. Angel era rimasto immobile sentendo quelle mille parole volare e avrebbe tanto voluto stritolare Xander, solo per smettere di vederla piangere; ora poteva fare semplicemente una cosa, avanzò di qualche passo in direzione di Buffy che alzò lo sguardo incontrando i suoi occhi addolorati. Tutto il male subito e versato svanì al lieve e dolce incrinarsi dell’angolo delle labbra di lui che le sorrideva timidamente. Lui le porse la mano invitandola ad alzarsi e Buffy fece quanto detto, poi lasciò che sotto lo sguardo dei presenti la condusse fuori da quella casa, dirigendosi verso un luogo apparentemente insolito ma così congeniale: il cimitero.

 

 

Li restarono all’ombra degli alberi, appoggiati ad un tronco solitario custode dei loro sospiri.

-Dai loro del tempo-

-Si lo so, ma non posso non avere paura-

-E’ normale, ma vedrai che si abitueranno, lo hanno sempre fatto ricordi?-

Lei abbozzò un sorriso.

-Si certo…quando Giles voleva ammazzarti o quando Xander si era alleato con Faith per farti fuori?Ho perso un passaggio-

-In entrambi i casi credo…posso prometterti che non lo morderò-

-Chi il passaggio?-

-Xander..-

-Avevo capito…ti stavo solo prendendo in giro-

-Apprezzo la tua onestà-

Risero.

-Grazie questo è carino da parte tua…-

-Ma non chiedermi di volergli bene-

-Dio no, penso che non avrei la forza per farlo-

-Ora sono rassicurato-

Lei sorrise. Poi alzò la testa guardandolo.

-Preferiresti essere uno dei 5 trovatori dei biglietti dorati nascosti nei miliardi di tavolette della Wonka o provare sentimenti non affini all’odio per Xander?-

-Che razza di indovinello è questo?-

-Pensavo ti piacesse il cioccolato-

Lui rise.

-Non vale, Willy mi renderebbe un Umpa-Lumpa e Xander avrebbe la meglio-

-Saresti un pupazzo carino-

-La tua battuta non è divertente-

-Potremmo scappare, potremmo costruirci una zattera e sparire nell’orizzonte dell’oceano-

-Resta coi piedi per terra Huck, pensa a Michelle-

-Lo so, ma talvolta è come se fossi in una specie di prigione-

-Riuscirò a piegare le sbarre-

Lei lo baciò.

-Grazie-

-Per cosa?-

-Per essere qui-

-Ma è un fatto puramente egoistico, io ti amo-

-Oh certo,ma stai solo facendo del bene ad entrambi, direi che non c’è egoismo in tutto ciò-

-Forse-

Lei posò la testa sul suo petto lasciandosi cullare da quell’abbraccio.

-E’ così che doveva essere-

-Da adesso lo sarà sempre-

Lui le baciò la testa. Sarebbe stato così fino alla fine dei loro giorni e in ogni vita in cui si sarebbero rincontrati, e si sarebbero amati all’infinito

fine