FINO ALLA MORTE


Potrei amarti ancora.

Potrei ancora tornare in quel vicolo a cercare i tuoi occhi infiniti da amare ancora.

Potrei chiedere al tempo di ricostruire le rovine del teatro del nostro amore, commedia greca beffarda.

Oppure, potrei lasciare che il mio cuore muoia in un sospiro.

Cosa vuoi?

Eccomi qua, a distanza di anni, di mille vite passate attraverso i miei occhi stanchi e opalescenti.

Il mio cuore, dolce colibrì che martirizzavi tra i tuoi denti.

Che devo dirti?

Che ti amo ancora?

Sto ridendo, tra le lacrime rido…confusa la mia mente, ottenebri i sensi.

Ancora.

Sai perché?

Sai perché rido di dolore?

Conosci questo veleno che stilla dai cristalli verdi divenuti l’ombra di un fantasma mai redento?

Certo, io ti amo.

Rido, ecco, la mia bocca secca si increspa come onde in balia del vento.

Rido nel pianto, perché te lo chiedi?

Niente è mai certo, solo il mio amore per te.

Ed è così comico che tu te lo domandi.

Non ti basta la risposta dei miei occhi?

Non basta che la mia anima folle trasudi dalla mia pelle chiara fino a divenire linfa per il tuo spirito?

Non basta che non abbia più voce per ripeterlo al vento che arriva a te?

Soffia via polvere sul mio cuore.

Tu infinito.

Ti amerò per sempre.

Non ho mai scherzato….forse pensavi di si.

No, non lo pensavi.

Tu lo sapevi, così sei scappato…perché l’eternità dei miei occhi ustionava la tua anima, accendendo nuove paure e tormenti.

Fra pietre e gelsomini è cresciuto il nostro amore, innaffiato di passione …la luna era il nostro sole.

Mi domando, il tempo ha offuscato la tua mente? Tu ricordi?

Non ho pianto per i ricordi, ma ho lasciato che la mia vita mi scorresse accanto come se non fosse mia.

Forse perché è tua.

Tu mi senti…il sangue delle mie vene nella tua bocca, irrorandoti di vita.

Sono in te, inesorabile macchia.

E fuggi via, soffocando le urla, povero autunni etereo.

Ho portato la primavera, e tu hai rifiutato l’alba filtrante dalle verande.

Io piangevo in lontananza, fluendo in un campo di sguardi evanescenti…cosa vuoi ancora?

Lascia il mio cuore…dolce agonia di latente tortura.

Non posso più, non riesco a dirti addio…parole senza senso.

Il mio cuore di sabbia, scrollato al vento della nebbia che ti ha avvolto, incapace di fermarti.

Ti prego, non ho forze per tenerti qui con me senza logorarmi…

Ti amerò anche quando il mio corpo sarà cenere e la mia anima un alito di vento.