IL RITORNO DI UNA "QUASI" AMICIZIA

AUTRICE:ELIZA

 

 

PERIODO: una sesta serie immaginaria

INTRODUZIONE: Buffy e la Scooby Gang continuano la loro vita a Sunnydale, ma non lontano qualcuno la sta per ricominciare…

DISCLAIMER: Le serie TV "Buffy the Vampire Slayer" e "Angel" appartengono a il mitico Joss Whedon, alla 20th Century Fox e alla WB. La seguente fanfic non è stata scritta a scopo di lucro.

 

Il titolo lo so non è un granché, ma non sapevo cos’altro mettere!

Vi chiedo un po’ di clemenza perché è la mia prima fanfiction, ma se avete qualcosa sia di brutto che di bello da dirmi, sarò felice di saperlo.

 

CAPITOLO 1

 

“Io non ce la farò mai a trovare un nuovo lavoro! E’ troppo complicato, ci rinuncio!”

Disse Buffy sbattendo la testa su uno dei tavoli del Magic Shop sommerso da giornali e riviste.

“E’ da più di un’ora che cerchi e non hai ancora trovato nulla?” disse Xander, rientrando dalla porta principale del negozio, appoggiando una scatola di ciambelle e brioche su un tavolo lì vicino (come faceva dai tempi del liceo) dove tutti i membri della Scooby Gang si fiondarono, tranne Buffy che aveva ancora la testa sul tavolo, e Giles che arrivo con il suo solito passo lento per non sbattere da nessuna parte, poiché era impegnato a leggere uno dei suoi soliti libri di demoni aperto nella mano sinistra.

“No! Niente! Nada!” rispose una sconsolata Buffy mettendosi le mani nei capelli.

“Nemmeno uno di quei… lavori squallidi… e… malpagati?” disse Willow, mentre mangiava una brioche alla crema e litigava con Anya per chi si doveva aggiudicare l’ultima ciambella con la glassa.

“Il problema è questo: non trovo nemmeno uno di quei lavori che uno nella vita non penserebbe mai di dover fare, come lavare i bagni o spazzare le foglie dal ciglio della strada!” disse alzandosi e rubando con disinvoltura la brioche ad Anya, che cambio subito espressione: da felice, per la sua vittoria contro Willow, ad arrabbiata per uil furto appena subito.

“Dai non scoraggiarti! Io ci ho messo un po’ per trovare il lavoro al cantiere: sono stato ultimo nella loro lista per quasi due mesi! L’ultimo posto disponibile l’ hanno dato a me perché sono stato estratto da un urna! Che lavoro serio che ho…eh?!?!” disse Xander con un sorriso ironico stampato sul volto.

“Penso che quello che Xander voglia dire è che serve un po’ di fortuna in queste cose” disse Tara sedendosi su una sedia vicino a Willow dopo aver messo a posto dei libri per nome su uno scaffale in fondo alla stanza.

“Si, hanno ragione: con un po’ di pazienza riuscirai ha trovare il lavoro più bello, dignitoso e gratificante che ti potrebbe capitare…o no?” disse Willow che tramutò il sorriso in smorfia quando si accorse che tutti la guardavano con aria interrogativa.

“Con questo non vogliamo dire che non ti potrebbe capitare, anzi! Ma per trovare un lavoro del genere serve esperienza, e tu non ne hai! Forse potresti avere qualche possibilità in più di persone come me essendo uscita con un buon punteggio dal liceo e avendo fatto due anni al college!” disse Xander tutto sconsolato “Mi autocommisero da solo! E’ incredibile” finì per dire mentre Anya gli diede un bacio e lo consolò un po’.

“Io credo che Xander abbia ragione Buffy” disse Giles andando verso un altro scaffale di libri, per prenderne uno ancora più grosso del precedente.

“Davvero?!?!” disse Xander tutto eccitato alzandosi in piedi per fare uno dei suoi soliti show per aver detto qualcosa di giusto ogni venti baggianate che diceva.

“Non farci troppo l’abitudine amore” disse Anya facendolo sedere “non lo dico per offenderti, è solo che poi ci rimarrai male e la sera invece di fare quello che facciamo di solito… sarai tutto triste a pensare dove hai sbagliato!” disse la sua ragazza, facendolo sentire un po’ in imbarazzo.

“Quello cha stavo per dire, dopo essere stato interrotto da queste informazioni molto interessanti e utili oserei dire, è che tu hai dei vantaggi che altri ragazzi non hanno, e che secondo me dovresti sfruttare al meglio!”disse Giles prendendo una sedia da dietro il bancone e spostandola vicino a Tara.

“Si ha ragione! Dovresti preparare un curriculum” azzardò Tara.

“Io potrei farne tante copie e mandarle ha le agenzie qui vicino!” disse Willow tutta contenta come se avesse già trovato un lavoro per la sua amica.

“Grazie ragazzi, non so come ringraziarvi!” disse alzandosi e infilandosi la giacca.

“E vorrei rimanere di più con voi se non dovessi andare a prendere Down a scuola” e così si diresse verso la porta.

“Buffy mi raccomando, stasera prima della ronda passa a casa mia per parlare delle ricerche che sto facendo su quel demone”disse Giles.

“Certo, non mancherò” disse la cacciatrice, mentre apriva la porta.

“Ah, e sii…” “puntuale, lo so!” disse Buffy, finendo la frase del suo osservatore, che aveva un’aria rassegnata.

“Dice sempre così, e puntualmente a mezz’ora di ritardo!”

“Non se la prenda sig. Giles! E’ la cacciatrice. L’importante è che uccida le forze delle tenebre! O no?” disse Xander.

“Si, forse hai ragione. Devo lasciargli più libertà!”rispose Giles con aria assorta.

“Ho avuto per ben due volte ragione in cinque minuti! Sono pieno di energie! Forza Anya andiamo a casa a fare…mi capisci…?” disse alzandosi e guardandola con degli occhi sbarazzini.

“Ci vediamo stasera ragazzi!…muoviti…! Sig.Giles da adesso ho qualche ora di permesso! Ciao ciao” disse trascinando il suo povero ragazzo fuori dal negozio!”

“Beh Sig. Giles è ora di andare anche per noi, ma non per i motivi di quei due! Giusto Tara?” disse Willow prendendo la borsa e la giacca.

“Si, dobbiamo andare all’università un salto! Ci vediamo stasera” disse Tara mentre, insieme alla sua ragazza si dirigeva verso la porta e uscì.

“Ah, questa nuova generazione, riuscirò a cambiarla prima o poi!” disse Giles dirigendosi verso i suoi libri per finire le ricerche che avrebbe discusso la sera stessa con Buffy e gli altri membri della Scooby Gang.

 

 

NEL FRATTEMPO NEL CARCERE DI LOS ANGELES…

“E’ cambiata in questi due anni, farà una buona figura davanti al giudice, e dubito che l’accusa avrà delle prove sufficienti per batterci” disse un avvocato distinto ad un uomo (o quasi) con un abbigliamento scuro e un’aria un decisamente cupa e triste.

“E’ sicuro che lei desideri questo processo?” continuò l’avvocato, che diventò un po’ preoccupato.

“Non glie ne ho ancora parlato, pensavo di farlo adesso, è appena iniziato il turno delle visite” disse l’uomo, che da quando era nell’ufficio, era un po’ irrequieto.

“E se lei non accettasse? Non mi sembra giusto continuare senza il suo consenso!” disse l’avvocato che aveva assunto un’aria tra l’arrabbiato-triste.

“La convincerò: io lo faccio per il suo bene e anche tu!” disse l’uomo alzandosi dalla sedia di pelle nera su cui era seduto.

“Hai ragione ma parlargli in fretta! Io tra meno di un’ora devo preparare le carte per fare la domanda per il processo al giudice. Fai in fretta!” disse l’avvocato aprendo la porta che portava al corridoio e lasciando il posto all’uomo; poi uscì anche lui e chiuse la porta a chiave.

L’uomo attraversò il corridoio principale e si diresse verso la sala delle visite: al centro di essa c’era un vetro che la taglie a metà, e da ambedue le parti c’erano delle sedie, messe una di fronte all’altra a coppie, e il vetro era diviso in quattro parti, dove su ognuna c’era un telefono collegato a quello di fronte.

Nella sala c’era solo una guardia vicino alla porta immobile, ed una ragazza dall’alta parte del vetro, che aspettava l’uomo con un viso triste: era una ragazza molto bella, anche se un po’ sciupata essendo in prigione, con dei capelli abbastanza lunghi, castani e mossi, e aveva degli occhi scuri, ma molto malinconici e colpevoli.

L’uomo si sedette sulla sedia e prese il telefono, come fece la donna.

“Ciao Faith” disse l’uomo.

“Ciao Angel” disse la donna.

 

Continua…