MY ORPHEUS

AUTRICE:ELIZA

 

Pairing:B/A

Rating:per ora per tutti...se cambia lo segnalerò!

Summary:Ok, allora siamo durante Lies my parents told me per Buffy, mentre in Angel siamo durante Orpheus, della 4°. In pratica ad Angel viene fatta perdere l'anima in sogno con Cordelia grazie ad un'incantesimo . Questo incantesimo era stato fatto da Wesley al fine di sottrarre ad Angelus delle infomazioni sulla bestia, ma tali dettagli non sono essenziali al fine della mia storia. In Lies my parents told me Willow riceve una telefonata da Fred che la chiama affinchè li raggiunga a Los Angeles per restituire l'anima ad Angel. Nel wedonverse Willow maledice nuovamente Angel e torna a Sunnydale con Faith, ma nella mia versione qualcosa cambia. Capirete leggendo.

Disclaimer:: i personaggi delle serie "Buffy the vampire Slayer " e "Angel" appartengono a Joss Whedon, David Greenwolt la WB, ME e la Fox, l’autrice scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.

 

 

 

HOTEL HYPERION

 

Connor guardò gli altri.

-Abbiamo bisogno di qualcosa per atterrire Angelus-

-No, avete bisogno di una strega-

Tutti si voltarono verso l’ingresso.

-Willow-

-Ehi Fred-

Le due si abbracciarono.

-Tu sei una strega?-

Willow gettò un’occhiata al ragazzo davanti a lei. E così questo era il famigerato figlio di Angel, e pensare che lei era l’unica degli scoobies ad esserne a conoscenza, oltre forse Giles.

-Si, lo sono. E tu devi essere il figlio di Angel-

-Connor-

Willow sorrise e poi lei raggiunse Wesley.

-Willow-

-Ehi ciao Wes quanto tempo-

-Em…sono lieto di vederti ma…cosa fai qui?-

-Sono stata chiamata da Fred-

Wesley guardò Fred.

-Lei è l’unica che può restituirgli l’anima-

-Certo, questo lo so ma…-

-Wesley non c’è più tempo-

-Em, perché non cominciate col raccontarmi come l’ ha persa?-

Wesley e Fred si guardarono.

 

Intanto Buffy aveva deciso di liberare Spike e Giles la voleva portare ad allenarsi in modo che Wood potesse agire col suo piano. Buffy era in casa a prepararsi e andò in salotto da gli altri mentre Giles l’attendeva alla porta.

-Noi andiamo allora-

-Ok-

-Accidenti!-

Buffy guardò Andrew che frugava nella scatola dei cereali.

-Lo sapevo!Willow mi ha rubato il pupazzetto a forma di strega, era l’ultimo così avrei completato la mia collezione-

-Andrew non farne un dramma, ci sono cose ben peggiori-

Lui si alzò indispettito.

-Adesso la chiamo mi sentirà-

-E’ partita!-

-Lo so, ma io posso rintracciare quel tizio che l’ ha chiamata da Los Angeles, sapete che sono un genio in queste cose-

Andrew si soffermò per assaporare la potenza di tali parole, e poi inspirato si diresse verso il tavolo in salotto.

Anche Buffy si sentì inspirata dalle parole di Andrew, ma in modo del tutto diverso e in una frazione di secondo mille strani pensieri affollarono la sua mente.

-Cosa hai detto?-

-Che sono un genio!-

-No prima..-

-Che lo sapete-

-Prima ancora-

-Che l’hanno chiamata da Los Angeles-

-E chi era?-

-Sono più importante io, io sono la mente-

Andrew continuava a lodarsi e Buffy ad irritarsi.

-Cos…la finisci e mi rispondi?-

-Non lo so-

-Andrew-

Giles, Dawn, Anya e alcune delle sit guardarono Buffy preoccupati. Il ragazzo sospirò e penso un momento, non voleva incorrere nelle ire di Buffy.

-Ecco…Fred!Si era un tizio con una voce effeminata-

-Fred…-

-Lo conosci?-

-No. Sai cosa voleva da lei?-

-Non lo ha detto-

Buffy era perplessa. Willow non aveva amici a Los Angeles ne era certa, l’uniche persone che poteva conoscere erano Angel, Cordelia e Wesley. C’era solo un modo per capirci qualcosa, e poi non le tornava molto il fatto che Willow fosse andata via così di fretta e per lo più dovendo stare fuori per più giorni in una situazione così critica per loro con Spike e il The First. Doveva esserci qualcosa di seriamente urgente se era dovuta partire all’improvviso. Una strana sensazione si muoveva nel suo stomaco da giorni e forse solo ora riusciva a comprenderne la fonte.

-Andrew può rintracciarlo davvero il numero?-

-Certo capo-

-Buffy l’allenamento-

-Sig. Giles è questione di un secondo-

Fece cenno ad Andrew che si piazzò al computer e in breve risalì al numero.

-Eccolo…è dell’hotel-

-Hyperion-

Andrew guardò Buffy che si voltò di scatto e corse in camera sua dove prese le chiavi dell’auto e la borsa. Poi scese giù.

-Dove stai andando?-

Buffy fissò Giles.

-Da Angel-

-Buffy!-

Lei uscì di casa e Giles la seguì.

-Buffy adesso hai cose più importanti a cui pensare-

-Si tratterà di un giorno, sopravvivrete anche senza di me-

-Ma…-

Buffy salì in macchina e partì alla volta di Los Angeles.

 

Intanto nello scantinato dell’Hyperon i ragazzi stavano tentando di strappare qualche informazione sulla Bestia ma Angelus non dava loro corda. Cordelia aveva saputo delle intenzioni di Willow e stava preparando un piano d’azione magico per ostacolare i propositi della strega. Aveva quasi convinto Connor ad uccidere Angel. Quando Willow fu condotta nella sala computer dove Gunn stava tenendo d’occhio Angelus dai monitor, lo vide rinchiuso in un gabbione di ferro e si sentì nuovamente la sedicenne spaventata con un bernoccolo in testa e tanto dolore nel cuore. Perché Angelus riapriva vecchie ferite.

-Ciao Willow-

-Gunn-

Si sorrisero.

-Vedo che avete preso ogni precauzione-

-In questi casi si-

Wesley si pulì gli occhiali.

-E’ un abile manipolatore, è più dura di quel che pensassi-

-Oh, ti capisco…credimi non ho bei ricordi di Angelus-

Gunn la guardò comprensivo.

-Già…per voi non dev’essere stato semplice, insomma era la prima volta non eravate preparati-

Willow deglutì ricacciando infondo alla sua anima quei ricordi di morte e dolore.

-Allora, non credo sia il caso che gli parli…io ti prenderò tutto l’occorrente e… potrai praticare il rituale in un’altra stanza-

-Si, bene-

 

L’auto di Buffy sfrecciava rapida sulla statale e lei si crogiolava nei suoi pensieri col cuore che batteva a mille. Perché mai Angel aveva chiamato Willow e non lei?In genere si teneva in contatto con Giles lei lo sapeva per quanto l’osservatore le avesse tenuto nascosto tale fatto. Ma adesso, da Willow poteva voler solo una cosa: la sua magia. A quale scopo?Infondo lui conosceva le arti magiche meglio di lei, cosa c’era che non era in grado di fare?Aveva al suo fianco Wesley, un osservatore di tutto rispetto e Cordelia con queste nuove famigerate visioni di cui era in possesso. Accese la radio per cancellare quei pensieri e concentrarsi sulla guida, inutilmente.

Arrivò a l’Hyperon a notte fonda. Vide l’auto di Willow parcheggiata e scese.

-C’è qualcosa che non funziona-

-Ovvero?-

-Non lo so, è come se qualcuno mi stesse ostacolando, non ne capisco il motivo-

-Che strano-

-Forse dovremmo controllare Angelus, magari sospettando che saremmo ricorsi a Willow si era preparato in anticipo-

-Non esistono amuleti per proteggersi da un incantesimo di tale potenza-

Willow guardò Wesley.

-Però è Angelus e da lui dobbiamo aspettarci di tutto-

-Vado a controllare-

Gunn scese nello scantinato e trovò Cordelia e Faith davanti alla gabbia di Angelus che aveva afferrato Fred.

-Lasciala andare-

Angelus rise.

-E’ tutto molto divertente, credete che non sappia cosa state facendo?-

-Allora ti sei preparato-

-Preparato?A cosa, a Willow?-

Una risata grossa esplose rimbombando fra le freddi pareti.

-Certo che lo sospettavo, ma non vedo come possa evitarlo...anzi mi chiedo come mai la streghetta ci metta così tanto-

-Tu hai fatto un contro incantesimo-

-Cosa?Oh povero il mio Gunn, sei così ingenuo sul mondo che ti circonda. Combatti il male da anni ma in realtà ne sei completamente estraneo. Non esistono contro incantesimi per tale magia-

Adesso Gunn era seriamente preoccupato. Cordelia era immobile con uno sguardo indecifrabile e non capiva che cosa stesse architettando, Faith era pronta a scattare non appena possibile e Fred cercava di respirare.

-Aprite questa gabbia e lascerò Fred-

Gunn si mosse.

-Ah, niente scherzi-

Angelus avvicinò i denti dalle sbarre verso il collo di Fred per fargli capire le sue intenzioni.

 

Cap.2

 

 

Buffy fece per suonare ma le bastò spingere la porta perché questa si aprisse. Entrò nell’ampio atrio e si guardò attorno. Sembrava non vi fosse nessuno. Cominciò a vagare qua e la finché non sentì delle voci provenire da una stanza. Sj affacciò e vide di spalle Willow e Wesley insieme ad un altro ragazzo che osservavano dei monitor. Fece caso all’immagine e notò Faith inquadrata. Ascoltandoli parlare comprese che dovevano trovarsi nello scantinato. Non conoscendo il posto scese le scale fin quando non si trovò all’ultimo piano e seguendo le voci arrivò in una stanza non molto ampia.

D’un tratto una voce familiare le impedì di proseguire. Un graffio al suo cuore debole, uno squarcio in un’anima tormentata e le sue gambe tremarono sotto l’effetto di un devastante dolore che la colpì in pieno come il cancello dei ricordi si spalancò trascinando dietro di sé ogni paura e angoscia. Angelus. Voleva convincersi di essersi sbagliata ma la risata cristallina e sottile, la cattiveria e il tono duro delle sue parole non lasciavo dubbi sulla realtà lacerante, qualcosa in lei si ruppe. Sentì gli occhi pungerle di un liquido salato e deglutì a forza incapace di comprendere come tutto questo fosse successo; la sua testa un turbine di interrogativi che le tolsero il fiato. Vertigine pura che la costrinse ad apppoggiarsi appena contro il freddo muro delle scale in cerca di un disperato appiglio per non essere trascinata infondo all'abisso da cui anni prima era dolorosamente risalita, spaccandosi il cuore e logorando la pelle. La gola si fece arida, incapace di parlare od emettere un solo debole gemito mosse il colletto della maglia per prendere aria. Perché quell’atroce consapevolezza aveva prosciugato tutto quello che rimaneva di lei. Angelus. Angelus significava solo un attimo di pura felicità, significava che lei aveva perso per sempre l’amore dell’unico uomo che avesse mai amato perché c’era qualcun’altra che gli aveva potuto donare quel frammento così raro e puro quale era la vera felicità. Il cuore stretto in una morsa si spappolò fra le mani del carnefice. Sarebbe potuta crollare a terra contro la parete fredda proprio come adesso era la sua anima o quel che ne restava. Buffy volle piangere, urlare, spaccare in due il mondo e strappare il cuore di Angel. Perché era lui il responsabile del suo male, ancora una volta. Una tortura ridondante che ad intervalli regolari di un anno tornava a giocare con lei e il suo amore, aveva attraversato l’inferno in quegli anni e l’unica certezza che l’aveva accompagnata nelle tenebre era quel frammento luminoso infondo all’oscurità del suo spirito, l’amore di Angel. Ma ormai era troppo tardi per spezzarsi. Ormai Buffy non c’era più da tanto, troppo tempo.

Con tutta la forza che possedeva prese fiato annaspando in quell'apnea che sapeva di morte. Letale come un potente veleno il suo cuore contaminato si fece di pietra, i suoi occhi verdi scintillarono di un antico dolore, di un vuoto straziante che aveva caratterizzato la sua adolescenza. E adesso ancora più intensi e oscuri persero l'ultimo grammo di luce, corrotti da un amore ormai morto.

 

Angelus rise divertito. Gunn con estrema attenzione fece scattare la serratura della gabbia senza però aver ancora tolto del tutto le misure di sicurezza installate.

 

-Fermo-

 

Una voce tagliò l’aria finendo addosso ai presenti colpendoli come proiettili. Cordelia e Faith impallidirono mentre l’espressione sui volti di Fred e Gunn fu al quanto perplessa. Willow e Wesley spalancarono gli occhi vedendo Buffy nel monitor e Connor rimase lievemente stupito sebbene fosse uno che non si scomponeva.

 

-Ma quella chi è?-

-Vado da lei-

 

Wesley avrebbe voluto fermarla, ma Willow doveva andare dall’amica.

 

L’unico impassibile fu Angelus che ebbe un leggero tentennamento quando le iridi verdi lo trapassarono da parte a parte. Non ricordava più quanto fosse bella. Forse non voleva semplicemente ricordare lei era una spada nel petto, lei era un paletto nel cuore, un raggio di luce nelle tenebre, lei era quel fuoco a cui non poteva avvicinarsi. Lei era Buffy. E quello sguardo paralizzante sembrò spogliarlo di ogni sarcasmo e cinismo come solo lei nel candore dei suoi occhi era capace di fare. Il volto segnato da anni di dolore e sofferenza sembrava si più maturo ma aveva conservata intatta tutta la bellezza che l’aveva sempre contraddistinta, mentre la cascata dorata dei soffici capelli rendeva al meglio quella visione di angelo caduto. Ma c'era qualcosa di nuovo o meglio, di antico come il tempo in quel mare plumbeo dal quale si sentì avvolgere, morsa letale che lo turbò; non più quell'innocenza che lui aveva tanto goduto a lacerare sotto ogni colpo beffardo, non più una vita vibrante che lo aveva fatto dannare per essersi sentito umano, caldo e vivo sotto il suo tocco. Brillava di una luce di tenebra, quasi lo spaventò vedendo quanto le sue esperienze l'avessero cambiata e mutata, l'anima nera della cacciatrice si fece ancora una volta più invitante per lui, così terribilmente unica nel modo di sconvolgerlo, di stupirlo. Era bella da far male; Angelus allentò la presa troppo preso da lei e Fred riuscì a liberarsi da lui. Gunn richiuse rapido la serratura e il vampiro ruggì. Cordelia e Faith si guardarono. Lei era li e questo bastava a porre entrambe in secondo piano, perché quando c’era Buffy era inevitabile che l’attenzione si focalizzasse su di lei in quel patetico dramma che si ripeteva instancabile.

 

-Buffy-

-Buffy…che fai qui?-

-Ho sempre amato questa tua qualità sai cacciatrice:i colpi di scena…. certo avresti potuto esordire con una frase degna del tuo pungente sarcasmo, ma mi rendo conto che sei un po’ arrugginita dopo tutti questi anni-

 

Come in ogni loro duello tutto era un gioco di sguardi e battute. E lei tentava a tutti i costi di soffocare il dolore, restando calma e glaciale sebbene la voce talora tremante rischiava di tradirla. Perché quegli occhi troppo scuri e corrotti che nulla lasciavano trasparire dell'amore puro di Angel ancora una volta tornavano a scavarle nell’anima, denudandola di ogni protezione, strappandola alla torre d’avorio nella quale aveva nascosto se stessa dietro una vecchia maschera invisibile agli occhi di lui. Angelus era metallo fuso nelle sue vene che le arrivava dritto al cuore sciogliendola come una statua di cera, lui sempre dentro di lei un marchio indelebile, indissolubile, un’overdose di passione e fuoco. Penetrò i suoi occhi affogando in quelle pozze verdi, seccandole la gola e strappandole il respiro. Quella voce carezzevole e pungente come spilli sulla pelle di ghiaccio. Trattenne una risatina, infondo loro due non si smentivano mai. Sempre lo stesso scenario drammatico, sempre loro in eterno conflitto come se fossero stati destinati a rinascere e morire continuamente solo per trovarsi ancora e fronteggiarsi per amarsi ed uccidersi.

 

-Che vuoi farci, il male è un po’ noioso di questi tempi…e i veri cattivi scarseggiano-

-Senti la mia mancanza?-

 

Buffy, fino ad allora rimasta sulla porta, entrò nella stanza tra Cordelia e Faith. Quel gesto secco spazzò via ogni certezza di Faith che voleva cancellare quell’arroganza e sicurezza dal volto della bionda cacciatrice solo per rendere meno assordante la presenza di lei in quella stanza. Perché il suo ingresso, quello sguardo fra lei ed Angelus era come se annunciassero che Buffy era sopra di lei ancora, che anche stavolta l’aveva battuta dimostrando di essere lei la più brava.

 

-Sai sono proprio curiosa di sapere chi è stata la fortuna tanto stupida da rischiare la tua anima...-

 

Angelus rise beffardamente raschiandole la pelle con la voce affilata e il suo sguardo di velluto passò da Cordelia a lei.

Cap 2

 

 

 

-Sai sono proprio curiosa di sapere chi è stata la fortunata tanto stupida da rischiare la tua anima...-

 

Angelus rise beffardamente raschiandole la pelle con la voce affilata e il suo sguardo di velluto passò da Cordelia a lei. La ragazza si mosse lievemente. Buffy impallidì vacillando per qualche secondo, ma cercò di non far notare la gelosia e la rabbia che scorrevano dentro di lei. Adesso la sua testa era un turbine di follia, una tempesta che l’aveva travolta trascinandola con la sua potenza sott’acqua e tratteneva il respiro per non ingoiare l’acqua salata che le riempiva i polmoni. Furono istanti che parvero eterni quelli in cui Buffy ustionò Cordelia coi suoi occhi di cristallo trafiggendo quel corpo con lamine infuocate forgiate dal suo odio irrefrenabile, disgustata, incazzata e gelosa. La sua voce sputò quel nome come un’offesa.

 

-Cordelia…-

-Tu non sai-

-Cosa non so, che sei la stessa stupida gallina di sempre?-

 

La mora si sentì tremare, c'era una insana cattiveria nella voce di Buffy che non si risparmiò versandole addosso tutto il suo disprezzo, la sua frustrazione. Cordelia sbiancò annaspando per un po' d'aria. Terrorizzata da quella ragazza che adesso non riconosceva più.

 

-Non è stata colpa mia-

-Oh certo, è stata mia-

-Bè volendo si Buff-

-Non sto parlando con te-

 

Lei incenerì Angelus che col suo sorriso felino riuscì nuovamente a graffiarle l’anima investendola come una furia repressa.

 

-Ragazze…-

-Faith stanne fuori-

 

La mora non reagì. I sensi di colpa per tutto quello che aveva fatto a Buffy erano pungenti e dolorosi. E lei era così maledettamente fredda, distante e pericolosa, i suoi occhi erano forse più oscuri delle tenebre che lei stessa aveva sempre affrontato. Sembrava quasi che i ruoli si fossero ribaltati, che fosse lei adesso la cattiva e contorta cacciatrice. Cosa aveva vissuto per diventare così glaciale?Così dura? Cordelia prese la parola.

 

-E te allora? Chi sei per piombare qui e fare la risentita?Chi ti credi di essere, l’unica in grado di gestire Angelus?Solo perché avete avuto una storia sei in diritto di..-

-Esattamente. Angelus è affar mio-

 

Secca e spietata, una frustata ai loro spiriti scossi.

 

-Smettila di essere così presuntuosa-

-Ma senti da che pulpito, vorrei ricordarti che hai risvegliato un assassino-

-Io non lo sapevo!-

-Cosa?-

-Buffy scusa-

 

Si voltò verso Fred. Quegli occhi grigi la colpirono ma erano velati di un infinito dolore che forse solo Fred, esterna a tutti loro, poteva realmente cogliere in Buffy e non ne ebbe così paura ma solo compassione.

 

-Cordelia ha ragione, è stato per colpa di un incantesimo…lei ed Angel hanno fatto l’amore, in sogno..-

 

Lei deglutì la fiele del suo male, pensavano di farla stare meglio così?

 

-Questo non cambia le cose-

-E’ vero, non cambia il fatto che il tuo amato Angel si sia scopato la reginetta del liceo-

-Stai zitto-

 

Buffy gli lanciò un’occhiata pietrificante mentre le iridi arrossate facevano di tutto per trattenere le lacrime ed Angelus poteva annusare nell'aria tutto l'odio e la rabbia accumulati in quella stanza, poteva avvertire chiaramente il cuore farsi più rapido nutrendosi del suo dolore.

 

-La verità fa male Buff, ricordi?Bè…comunque molto è dipeso da te…il povero Angel nel momento cruciale del piacere non ha certo invocato il nome di Cordelia-

 

Buffy guardò Angelus. Non ci stava capendo più nulla.

 

-Ormai non ha importanza, ciò che conta è che gli sia restituita l’anima-

-Ci sta pensando Willow-

-Questo lo immaginavo-

 

Willow le raggiunse.

 

-Buffy-

-Willow-

-Come sapevi che ero qui?-

-Te lo spiego dopo-

-Giusto Buffy, allora perché sei qui?-

 

La cacciatrice fronteggiò nuovamente Cordelia, nemiche da sempre.

 

-Che c’è troppe sedute dal parrucchiere ti hanno fuso quel poco di cervello che possiedi?-

 

Willow le sfiorò appena il braccio cercando di calmarla.

 

-Buffy...-

 

-Tu non c’entri!Tu non c’eri quand’è successo, tu non sai come mai è stato fatto l’incantesimo, non sai niente non fai più parte della vita di Angel!-

-Oh, si. Io farò parte di Angel o Angelus che sia in eterno. Fino all’ultima goccia del mio sangue, siete voi ad esserne fuori-

 

La fermezza di Buffy spiazzò totalmente Cordelia. E la risolutezza nei suoi occhi non lasciava ombra di dubbio.

-Buffy ti prego non avercela con lei-

-E’ solo gelosa-

 

Nuovamente lui a fare da eco al suo male, ancora quelle parole di scherno nel tentativo di burlarsi di lei, di umiliarla ma il tempo dei giochi era finito. I suoi occhi due lamine che l’attraversarono arrivandole fino in fondo, così in fondo da ferirla e farle male. Perché lui era capace di lacerarla solo sprofondando nelle pozze verdi che invadevano ogni cosa.

 

-Andiamo amore, cerca di essere più elastica….e poi mi sembra che tu sia l’ultima che possa esprimere giudizi sulle scelte di letto di Angel-

 

Un colpo basso. Lui sapeva, sapeva di Spike. E poteva solo immaginare come il dolore di Angel si fosse mutato nella rabbia di Angelus, di quanto lui bramasse uccidere Spike e perché no anche lei. Sentiva la sua rabbia trasudare dalle parole, ferendola volutamente, costringendola ad annegare nel mare di sofferenza in cui si era dissolto Angel. Gliele gettò addosso con disprezzo, acido sulla pelle e sul cuore.

 

-Adesso non è il momento, Buffy ti prego forse è meglio se torni a casa-

-No Willow, tu vai a fare l’incantesimo-

-Bè c’ho provato ma ci sono delle difficoltà-

-Riprovaci-

-Si ma tu, insomma dovresti essere a Sunnydale ad occuparti di Spike-

 

Parlò quasi sottovoce gesticolando e Buffy si guardò attorno accorgendosi di come tutti ascoltassero la loro conversazione. E sentì quegli occhi di cioccolato tagliarla in due.

 

-Oh, il piccolo William ha bisogno della balia?-

 

Buffy non reagì alle sue provocazioni.

 

-E’ divertente, insomma infondo potrebbe anche avere senso. Angel ti ha piantata, Riley era un bambolotto senza palle e tu volevi un uomo vero, volevi sentire ancora il sapore della morte cacciatrice. E allora chi meglio poteva sostituire un vampiro, se non un altro vampiro?E poi infondo non ti biasimo..su quell'idiota di Spike c'è pur sempre il mio tocco non dimentichiamoci che è una mia creatura-

 

Willow guardò Buffy che era praticamente paralizzata dalle parole di Angelus, consapevole di quanto fossero vere.

 

-Tu non ti stanchi mai di sentirti parlare vero?-

-Mm...devo proprio dirtelo Buff, è discutibile la scelta fra Cordelia e Spike-

 

Cordelia e Faith la guardarono. Le loro occhiate di disappunto le arrivarono addosso come un pizzicotto impercettibile in confronto ai lampi d’odio di Angelus che le graffiarono la pelle, desiderando solo di sottrarsi a quegli occhi che bruciavano la carne.

 

-Ti sei fatta Spike?-

-Non sono affari vostri-

-E ti è piaciuto vero?Farti scopare in tutti i modi possibili-

 

Era immobile come una statua di ghiaccio avvolta solo dal lambire di fiamma di lui.

 

-Già immagino in quali perversioni ti abbia coinvolta. Sono stato suo maestro d’altronde-

-Devo farti i complimenti?-

 

Lui rise, era sempre la stessa infondo.

 

-Il povero Angel si è quasi messo a piangere quando ha scoperto che la sua piccola amata cacciatrice si faceva volutamente violentare in qualche vicolo squallido da quello stronzo di Spike...dovrò fare due chiacchiere con quel ragazzone quando esco..-

 

I loro occhi erano lamine di fuoco che si incontravano, odiandosi ed amandosi al contempo.

 

-Tu non lo sai-

-Cosa?Che hai potuto fare con Spike quello che per pudore non avresti mai fatto con Angel?-

-Non mi aspetto certo che tu capisca, sei solo un mostro-

-Oh ti ho amata a modo mio tesoro, sei tu che sei difficile….ops, questo quando non avevi ancora diciotto anni e dovevi mantenere pulita la tua immagine, poi che è successo?Ti sei stancata?Riley non era abbastanza per te?-

-Tu non c’eri!....Sei un bastardo, non c’eri quando ho affrontato la morte e il ritorno….non eri li ma Spike si-

 

Angelus bruciò quasi come se le lacrime non piante di lei gli fossero colate addosso come acqua santa fino a corrodergli la pelle. E lo mandava in bestia la sua palese testardaggine. Ringhiò feroce aggredendo le sbarre della gabbia, voleva solo uscire di li e stingerla al punto tale da farla sanguinare e poi nutrirsi di lei. Affogando nella disperazione del suo spirito logoro.

 

-Stiamo parlando di me o di Angel?Non è con me che ti devi incazzare ricordi?Credi che io ti avrei lasciata come quella misera anima che tanto ami ragazzina?-

 

Willow non sapeva che fare, era come se nella stanza ci fossero loro due. Due correnti avverse pronte a scontrarsi in un unico ciclone distruttivo, fino a spazzare via ogni cosa con la loro furia, con la rabbia e l’amore che portavano in corpo fino a bruciarsi e sparire. E capì che adesso era giunto il momento che si incontrassero senza testimoni. Fece cenno a Fred e Gunn. Buffy intuì le intenzioni dell’amica.

 

-Uscite di qui-

-Stai attenta-

 

La ragazza scambiò un’ultima occhiata con l’amica e uscirono tutti.

 

Cap 4

 

 

Quando furono soli Buffy si avvicinò alla gabbia, potendo sentire come il suo corpo reagisse involontariamente alla presenza di lui, a quegli occhi, alla sua voce e le sue cellule recettive impazzissero per l’odore e la vicinanza del vampiro. Era entrato in lei, sotto la sua pelle insinuandosi lentamente come un veleno che le intossicava lo spirito, macchiandola di se fino ad invadere ogni lembo del suo essere inebriandolo della sua presenza, di lui. E Buffy lo sentiva scorrergli con violenza nelle vene mescolandosi al suo sangue; un formicolio tornò a stuzzicarla quando sentì quello sguardo divorarla come se potesse strapparle i vestiti con gli occhi.

 

-Sei uno stronzo, ma non mi tocca quello che dici…non sei Angel e non lo sarai mai-

-Oh grazie al cielo potrei piangere per questo…ma lo farai tu al mio posto -

 

Lei non poteva rispondere perché un nodo alla gola le impediva di respirare e lui questo lo sapeva. Dovette inspirare a fondo e cercare di allontanare lo sguardo da lui per ingoiare la fiele amara delle sue lacrime.

 

-Affrontami da vera cacciatrice Buff, stare chiuso in gabbia mi sta stancando-

-Mi credi così stupida?-

 

Lui sorrise beffardamente.

 

-Allora che facciamo?Stiamo qui a parlare, io non ne ho molta voglia..perchè non vieni dentro a farmi compagnia?-

 

Un brivido attraversò tutto il suo corpo al pensiero di quello che avrebbe potuto farle.

 

-E invece è proprio quello che faremo, aspetteremo che Willow ti restituisca l’anima-

 

Buffy gli voltò le spalle andandosi a sedere su di una sedia vicino al muro. La prese e la portò vicino alla gabbia ma sempre a debita distanza.

 

-Andiamo, sento l’adrenalina che ti scorre in corpo come una tempesta e non vorresti far altro che placarla in me, amore-

 

Buffy tenne lo sguardo fermo su di lui, sentendo il sangue scorrerle nelle vene se solo pensava a quello che lui aveva appena detto. Perché era vero, dannatamente vero e non poteva far altro che ammetterlo a se stessa. Ma cercò di non dar peso alle sue parole mentre un lieve rossore tingeva le sue gote e brividi correvano lungo il suo corpo causandole leggere scosse. Mentre ancora una volta si sentiva spoglia di ogni protezione sotto quello sguardo affilato, come acido su di lei fino a correrla e arrivare alla sua anima.

 

-E ti brucia vero?Perché non puoi tradire Angel fino a questo punto, perché finché ti sbatti Spike lui soffre ma poi ti perdona, ma io..io sarei veramente troppo per il caro Angel e ne morirebbe. Però non vedi l’ora, tu sei in me, non si tratta solo di ossessione ma di un bisogno reciproco naturale che abbiamo dell’altro e io ho un’infinità di fantasie su di te che avremmo bisogno dell’eternità per poterle sperimentare tutte…e l’idea ti piace, ti fa impazzire sapere che sono l’unico in grado di darti il vero piacere, quello che solo tu puoi regalare al nostro caro Angel-

 

Lei arrossì per la vergogna, per la verità di quelle parole, per le lacrime prossime, per il sangue che correva impazzito. Abbassò il volto e si portò una mano alla fronte respirando a fondo. Lui non l’avrebbe vinta, non l’avrebbe schiacciata sotto il peso di ricordi annebbiati che infiammavano il suo cuore scoppiandole in petto, desiderando solo di afferrarlo e distruggerlo, annientando quel dolore assordante annidato in fondo alla sua anima. Sentiva quegli occhi prepotenti chiamarla a se, la voleva così tanto che la sua passione avrebbe fuso le sbarre della cella.

 

-Apri questa gabbia-

 

La sua voce di velluto le arrivò come un sussurro fra amanti in lotta, proprio ciò che erano. Lei si alzò fissandolo con ferocia. Si avvicinò alla gabbia lentamente, arrivando col volto a pochi centimetri dalle sbarre ed Angelus con una mossa rapida l’afferrò per il collo. Sentiva quella mano toglierle il respiro, bruciarle la pelle stretta sotto la sua morsa fino ad ottenebrarle i sensi, era la stretta di Angelus che aveva finalmente la sua vita in pugno e con un solo gesto avrebbe potuto distruggere la sua stessa vita spengendosi in lei. Ma lui non voleva questo, lui voleva annullarsi in lei, sparire, come un naufrago in un mare di perdizione e quegli occhi troppo verdi per non ferirlo lambirono il suo sguardo costringendolo a schivargli per non farsi scottare con violenza da una luce troppo potente per lui.

 

-Oh mio Dio-

-Così la ucciderà-

-Aspettate, ancora un attimo-

-Potrebbe essere fatale-

-Buffy non si farà uccidere-

-Io vado da Willow per vedere a che punto è-

 

Wesley raggiunse la strega.

 

Lei non reagiva, aveva solo posato le sue mani delicate sul polso possente di Angelus che l’aveva quasi sollevata da terra, fissandolo in quegli occhi di cioccolata, affondandoci dentro, sprofondando in quell’oblio di perdizione che per lei era il posto più sicuro del mondo.

 

-Fallo…un colpo solo e avrai vinto-

 

La sua voce soffocata, lieve e sottile scalfì la sua pelle graffiandolo, assordandolo e costringendolo a stringere di più nel tentativo di trovare quel maledetto coraggio di troncare la sua vita per sempre.

L’aria cominciava a mancarle davvero; Angelus era arrabbiato, incazzato con se stesso per non poter spezzare quel collo sottile, quella vita che era tutto ciò che esisteva per lui. E lo sapeva, percependo con le dita la cicatrice sul collo, annegando nelle iridi di cristallo, sapeva che non poteva ucciderla perché altrimenti non avrebbe potuto andare avanti senza lei, senza sapere che prima o poi lei se lo sarebbe ritrovato alla sua porta, nascosto nell’ombra a spiarla e pedinarla, che avrebbe ancora sentito quegli occhi ferirlo come solo lei sapeva fare, che avrebbe ancora assaggiato il sapore della sua bocca e il profumo della sua pelle. Lei era la sua droga, il suo dolce tormento più spietata dell'inferno stesso, lei era Buffy e quello bastava a comandare la mano contro la sua volontà. Lasciò la presa e Buffy cadde quasi a terra barcollando tenendosi una mano sul collo e respirando. Le dita di Angelus erano un nuovo marchio sulla pelle candida. I suoi occhi rossi e gonfi vagavano per la stanza in cerca di un appiglio ma poté solo reggersi alla sedia. Angelus le diede le spalle e strinse le sbarre della gabbia con forza fino a farsi male. Lei tossì ma riuscì ad alzarsi. Quello era il loro gioco.

Lei avrebbe voluto schernirlo, offenderlo e deriderlo come lui era solito fare con lei, ma non sapeva che dire, come fare, il tempo dei giochi era passato l’aveva detto lei stessa: non era più al liceo. E mentre annaspava per un po’ d’ossigeno che riempisse i suoi polmoni poté percepire con ogni fibra del suo essere quali sensazioni stessero attraversando il vampiro, quali domande e interrogativi annebbiassero la sua mente.

 

-Sappi che non ti ho uccisa solo perché non è così che voglio farlo-

-Da quando ti senti in dovere di giustificarti?-

-Non durerà a lungo-

 

Aveva volutamente sviato la questione.

 

-Pensi davvero che cederò?-

-Onestamente si….ami troppo Angel-

-Questo che c’entra?-

-So perché non funziona la maledizione-

 

Gli occhi di lei si dilatarono in un lieve gesto di stupore.

 

-Sarebbe a dire?-

-Credi che te lo dica così?Senza nulla in cambio?-

-Si-

 

Lui fece spallucce.

 

-Hai ragione-

Cap 5

 

 

 

 

Cap 5.

 

Buffy si mise di fronte con le braccia conserte massaggiandosi ogni tanto il collo arrossato.

 

-E il motivo per cui te lo dico è che così dovrai farmi per forza uscire dalla gabbia-

 

-Ma davvero?-

 

-Angel non vuole essere maledetto. Non vuole riprendere possesso del corpo, è perduto-

 

Lei rimase un attimo immobile, come paralizzata. La gola asciutta era incapace di farla respirare, il cuore perse un battito. Le stava mentendo?La prendeva in giro?La sua testa una miriade di interrogativi e correvano troppo veloci perché Angelus potesse leggere nei suoi occhi quale male devastante la stesse prendendo distruggendola. Era sempre la stessa ragazzina impressionabile, troppo coinvolta emotivamente da tutto a tal punto che il suo stesso fisico ne risentiva. Ciò che la stava logorando dentro divorandole la vita, distruggeva anche il suo organismo.

 

Buffy lo guardò perplessa scuotendosi dal suo stato di shock; avrebbe voluto fare come lui scoppiandogli a ridere in faccia, ma sentiva uno strano dolore annidarsi nel suo cuore corrodendole lo spirito. E la paura era tale da strapparle l’aria necessaria per parlare. Palese il dolore asfissiante nei suoi occhi. Sentì il terreno mancarle sotto i piedi ma tenne duro e costrinse le gambe a non piegarsi per il colpo subito, non poteva lasciarsi andare a quel pianto liberatorio che da anni attendeva di scoppiare definitivamente, non poteva far crollare le infinite barriere costruite con tanti sforzi che per qualche strana ragione erano inesistenti davanti a lui.

 

-E la colpa è tua, in gran parte-

 

-Ma….com’è possibile lui..-

 

-Lui non può contro la magia, soprattutto se è nera. Ma ricordi Buff quali sono le condizioni perché la maledizione si spezzi?-

 

-Un attimo di pura felicità..-

 

-O di infinito dolore-

 

Era troppo agitata e scombussolata per dare un senso logico a quelle parole senza che devastanti sensi di colpa l’assalissero rischiando di schiacciarla col loro peso. Angelus dal canto suo passeggiava lentamente nella gabbia scandendo con calma e accortezza diabolica ogni singola parola certo che lei avrebbe seguito attenta. Già assaporava il tormento che l'aveva presa. Attese sapientemente un attimo prima di proseguire, giusto per darle il tempo di darsi lei stessa la risposta che tanto agognava e temeva; poi proseguì come dando voce ad una muta domanda di lei.

 

-Si proprio così, la notizia di te e Spike gli è arrivata come un pugnale nel cuore e poi sono successe talmente altre cose amore mio che non ce l’ha più fatta e il suo dolore è così grande che è come se la maledizione non facesse altro che spezzarsi tutte le volte che Willow prova a maledirlo-

 

Lei era incredula, voleva vomitare, urlare, sfasciare ogni cosa purché quelle parole cessassero di ripetersi nella sua testa fino a scoppiare. Soppresse con violenza un singhiozzo che sfociò in un sottile gemito di pianto. Aprì leggermente la bocca per respirare e deglutire a forza, le lacrime corsero lungo il suo candido viso arrossato per lo sforzo. La mano tremante cancellò inutilmente il liquido salato che si mischiò al mascara sciolto sulla sua pelle adesso tela sbiadita dalla pioggia; dovette sedersi per non cadere a terra e si portò entrambe le mani in volto tirandosi indietro i capelli. Non credeva di avere ancora lacrime da piangere, non credeva che lui le avrebbe potuto fare ancora così male. Ma si era arresa da tempo all’idea che lui le fosse entrato così dentro da sentirlo in una maniera fastidiosa e devastante, ormai aveva smesso di lottare contro il suo corpo e il suo spirito ostinato che continuavano a rispondere a lui proprio come con Angel; era una sola cosa con loro e lo aveva sempre saputo da quella sera in un vicolo di tanti anni fa quando ancora la sua unica preoccupazione era inventare una scusa plausibile a sua madre per i suoi rientri notturni o come sopravvivere al compito di algebra. E tutto era cambiato, non avrebbe mai pensato un giorno che il suo principe azzurro sarebbe stato un vampiro con un’anima a cui sarebbe stata legata per l’eternità contro la sua volontà e che qualunque cosa fosse successa, per quanto le loro strade avessero potuto prendere direzioni diverse, lei sarebbe ancora capitata a quell’incrocio vivendo nell’attesa asfissiante del momento in cui il suo cuore avrebbe ripreso a battere con violenza sentendo quegli occhi squartarle l’anima e rubarle il respiro. Sentendo di potersi ancora e ancora innamorare di lui e del suo dannato volto d'angelo caduto.

Era inevitabile.

 

Rimasero in silenzio per un tempo infinito fin quando la porta non si aprì e Willow le si presentò davanti. La ragazza si alzò e andò verso di lei chiudendosi la porta alle spalle.

 

Erano nel corridoio.

 

-Buffy mi dispiace-

 

-E’ un disastro-

 

-Che possiamo fare?-

 

-Non lo so-

 

Si fissarono non sapendo che dirsi.

 

-Potremmo chiamare Giles…lui-

 

-No, Angelus è la chiave, conosce Angel quanto se stesso, sa come posso risolvere la questione-

 

-Ma non ti aiuterà mai-

 

-Si, devo solo accontentarlo-

 

Willow la guardò enigmatica.

 

-Devo inventarmi qualcosa…tu continua a provare con l’incantesimo-

 

Buffy si soffiò il naso con il fazzoletto portole da Willow e respirò profondamente asciugandosi il viso macchiato di nero.

 

Quando rientrò Angelus era piacevolmente colpito dalla sua immagine devastata, coi capelli scomposti, le guance rigate dal trucco e gli occhi rossi.

 

-Adesso veniamo a noi-

 

Lei rimase ferma con le braccia conserte davanti alla gabbia.

 

-Cosa vuoi?-

 

Lui la guardò colpito.

 

-Cosa voglio?-

 

-Si, in cambio del tuo aiuto-

 

Stavolta la risata di lui fu così violenta che ne ebbe paura, talmente stridula da spaccarle i timpani. Era agghiacciante come adesso la stesse guardando, con una sorta di sottile stupore in quegli occhi infernali che lei aveva tanto amato. Come poteva il suo bellissimo e pallido volto dai lineamente perfettamente marcati trasmetterle una tale repulsione? E come poteva al tempo stesso desiderare solo di essere baciata da quelle labbra di morte? Trasalì come l’abisso del suo spirito scorticò la sottile corteccia del suo cuore fino a strapparle l’anima con lo sguardo, chiedendo solo di potersi nascondere da lui per non sentire ancora la gola secca, il fiato mozzato e la pelle ustionata.

 

-Non stiamo mica parlando di salvare la vita ad un tuo amico, ma di riportare indietro l’anima di Angel. Ti sei forse scordata che io e lui siamo nello stesso corpo?-

 

Lei sussultò ma non si scompose. In effetti per qualche assurda ragione aveva omesso quel piccolo dettaglio: aiutare Angel significava per Angelus dover tornare nei meandri di quel corpo. Cosa per lui inaccettabile.

 

-Quindi niente nella maniera più assoluta potrà convincermi a compiere tale scelleratezza nei miei stessi confronti, amore-

 

Lei rabbrividì sentendo le gambe come gelatina piegarsi dolenti sotto il colpo appena ricevuto, peggio di una frustata sulla schiena sanguinante, peggio di un coltello nel cuore. Respirò a fatica desiderando solo di sprofondare nell’oblio e lasciarsi risucchiare dalle tenebre, perché era stanca di tutto quel gioco, di quello scherzo infame del destino; era stanca di dover essere sempre li a combattere con lui e ogni volta rischiare sempre più di perdere. Di non farcela. Alla fine un modo per uscirne c’era sempre ma ora, ora che poteva fare?Voleva solo tornare a casa e fare finta che lui e tutta quella faccenda non la riguardassero, che non dovesse fondersi il cervello in cerca di una soluzione, che non dovesse mettere di nuovo sul campo di guerra il suo cuore affinché fosse dilaniato dalla sorte. Ma non poteva farne a meno, perché lui era un fottutissimo problema suo. Che le piacesse o meno, il suo cuore ancora una volta andava contro il suo cervello.

 

Buffy rifletté a lungo e sembrò cominciare a capire cosa dovesse fare, Angelus insconsciamente le stava spianando la strada verso la soluzione. Ovviamente il vampiro non avrebbe collaborato anche perché non poteva convincere Angel, spettava a lei il compito di far sentire al suo amore quanto lei lo rivolesse indietro, ad ogni costo. Il problema era come. Poteva tentare parlandogli, infondo Angel era una sorta di silenzioso spettatore e quindi l’avrebbe sentita anche se nelle profondità del corpo; se non avesse funzionato avrebbe dovuto scegliere una strada diversa e più rischiosa. Buffy si sedette nuovamente sulla sedia e fissò Angelus.

 

-Noi due..anzi tre, dobbiamo parlare-

 

Adesso fu il vampiro a sentire scivolare via la presa e la terra cominciarea tremare sotto di lui.

Tbc..