YUST TO HEAR YOU BREATHING

AUTRICE:ELIZA

 

‘The heart has its reasons

which reason does not know’

B. Pascal

 

Prologo

 

Un tuono. Era stato il suo cuore? Un barlume fiammeggiante squarciò il cielo buio e nuvoloso, grigio di tempesta.

Lentamente, con la cadenza di una lacrima sul volto, il cielo pianse la sua pioggia scrosciante,rumorosa, fastidiosa. Stillettante sui finestrini di un auto al semaforo, ticchettio di un ombrello rosa, gocce trasparenti striscianti alla sua finestra; incantatrici di osservatori attenti. Non era la prima volta che fissava quelle piccole particelle d’acqua infrangersi contro i vetri delle finestre, scivolando lentamente giù fino a che la potenza dell’acqua non si abbattesse senza dare spazio ad un sussurro,ad un’occhiata al di la del liquido sottile e coprente. Un altro tuono accompagnato dal lampo micidiale che illuminò a tratti il volto stanco.

Da quanto andava avanti così? Abbagliato dallo stupefacente spettacolo offertogli dalla natura non udì la porta aprirsi lentamente, sfiorando la morbida moquette scura sulla quale timidamente avanzarono due piedi incerti rimanendo nel confine segnato dall’entrata. Solo il richiamo di una voce femminile scollegò la sua mente dalla realtà surreale dei suoi pensieri.

-Mr. Connely c’è una chiamate per lei dall’ospedale-

Non batté ciglio, aveva sentito?La segretaria ne dubitava.

-E’ il dottor Levin-

Il suo cuore perse un battito.

Cap 2

 

 

Il vento tiepido spirò le gemme dorate del mandorlo in fiore, assaporando la primavera con un sorso di vita,linfa di purezza che scalda l’animo.

La luce filtrava attraverso i folti rami verdi degli alberi nel giardino della villa immensa dove un uomo stava seduto sul divano in vimini sotto il portico arieggiato osservando un punto lontano di quello che poteva sembrare un parco più che un comune giardino. Le labbra si incresparono all’insù divertite, i suoi occhi scintillarono d’amore e il suo cuore sussultò.

Un bambino piccolo, forse due anni e mezzo stava giocando sul verde prato con i suoi giocattoli, seduto su di una copertina azzurra a quadri rideva per lo stupore della vita inconsciamente ipnotizzato da ciò di tanto banale quanto a lui sconosciuto.

Provava un amore indescrivibile per quell’esserino dai capelli castani e gli occhi dal colore del cielo, un sorriso sdentato sul volto paffutello, ciò che adesso riempiva tutta la sua vita. Quando il bambino si sporse per prendere una pallina che stava rotolando via, si trovo mezzo gattoni che arrancava per tirarsi su e la sua goffaggine lo fece ridere di cuore. L’uomo si alzò deciso ad aiutarlo e continuando a ridere lo raggiunse prendendolo in braccio.

-Connor come devo dirti di stare attento?Sei una piccola peste-

-Come suo padre-

La voce stridente che tanto bene conosceva spezzò l’incanto di quel momento svanendo nell’evanescenza del sorriso del piccolo. L’uomo tenne tra le sue braccia il bambino come per proteggerlo e la donna in questione sorrise amareggiata.

Poi la sua natura egoista incline al male fu oscurata dalla luce di affetto materno.

-Amore della mamma ciao-

-Darla dovevi venire stasera o sbaglio?-

-No è vero, ma ho fatto presto e non resistevo-

-Connor sta con me fino alle 7 come d’accordo-

-Ok come ti pare, ma non dirmi che non devi andare in ufficio Angel!-

-Sai che ho la giornata libera-

-Bene…allora a stasera tesoro-

Baciò la nuca del bambino che sorrise alla madre poi lei riacquistò la sua posizione negativa e si diresse alla macchina. L’uomo tornò suo prato a giocare col figlio.

Il suono della campana la riportò alla realtà dolorosamente. Si sentì scuotere la spalla e si voltò sorridendo.

-Ehi sveglia-

-Si ci sono, cioè relativamente-

Risero. Afferrando i libri uscirono dalla grande aula.

-Eri nel tuo piccolo mondo?-

-Come sempre, ultimamente sono un po’ fuori fase-

-L’ho visto ma guarda di riprenderti perché la settimana prossima abbiamo l’esame-

-Lo so Will!-

Giunsero nel corridoio vasto del College.

-Secondo te…dovremmo andare a quella festa sabato?-

-Certo!Riley ti ha invitata!-

-Si ma vedi-

-Buff basta!Scordati Spike è storia vecchia. Lui è andato avanti, fallo anche tu…e poi sappiamo bene che non lo ami-

-Lo so!Però insomma capisci che non è così facile…mi sento sola e con lui andava sempre tutto bene-

-Ti capisco, ma devi provarci non potevi continuare a prendere in giro entrambi-

Un ragazzo moro arrivò nella loro direzione.

-Ciao ragazze!-

-Xan-

-Ehi dov’è Anya?-

-A lezione, credo-

-Bene venite vero sabato?-

-Buffy non vuole-

-Oh non va bene-

-Lo so ma-

-Ascoltami, Spike verrà alla festa con la sua nuova ragazza, tu vieni con il boy-scout così siete pari no?!-

-Xan da quando il tuo cervello ha la facoltà di elaborare frasi coerenti?-

Le due risero e il ragazzo fece l’offeso. A mensa furono raggiunti da Anya e Oz.

-Ciao-

-Ehi-

-Dov’è Spy?-

-Al tavolo della sua nuova ragazza-

Guardarono in direzione del tavolo.

-Traditore-

-Diciamogli di venire qui-

Tutti fissarono Anya.

-Cosa c’è?-

Intanto arrivò Riley.

-Ciao-

-Ehi Finn-

Buffy arrossì.

-Riley-

-Buffy…senti per sabato?-

-Em..-

Guardò Spike incontrando il suo sguardo.

-Ok-

-Bene-

Lui se ne andò e lei tornò a fissare il biondino con aria di sfida.

-Allora ragazzi che si fa stasera?-

-Non dovevamo prendere un film?-

-Si ma leggero, una cosa comica-

-Certo Will visto la reazione che hai avuto per Magnolia. Ricordi le tre ore che hai passato ad urlare rivoglio la mia vita?-

-Scusate se sono sensibile a certi contenuti-

Presero in giro Will.

-Io opterei per i Muppets!-

-Xander proponi lo stesso tema per Halloween-

-Bè Buffy non sono io che mi sono vestito come Kenny!-

-Kenny?Ma è un maschio-

-Anya la tua perspicacia è sbalorditiva-

Risero, poi alla fine decisero di prendere un classico degli anni 70’ ‘Come eravamo ’.

Quel sabato sera Buffy era agitatissima, Riley le era stato appiccicato tutta la sera e da una parte gli era grata visto che Spike non faceva altro che guardarli. Poi andò al tavolo per prendere da bere.

-Ciao tesoro-

Avrebbe riconosciuto quella voce sexy fra mille e imbarazzata si voltò indossando la più efficace fra le sue mille maschere.

-Ciao Spike-

-Allora tu e Big Jim ve la state spassando?-

-Anche tu e Morticia vedo-

-Uh, che c’è zucchero sei gelosa?-

Lei lo guardò ghiacciandolo.

-Forse sei tu ad esserlo Spikey-

Lei se ne andò muovendo ondulando il suo fondoschiena nella maniera tipica che lo faceva impazzire. Un’ora dopo i due erano nella camera di Spike a fare sesso. Dopo ore intense lei si concesse una doccia.

Spike era seduto sul letto vicino alla finestra coi pantaloni addosso e una sigaretta penzoloni dal labbro.

-Io vado…domattina ho lezione-

-Certo-

Lui continuava a guardare fuori dalla finestra, ignorando lo sguardo implorante di lei, sapendo che avrebbe fatto troppo male. L’amava, Dio se l’amava, ma non poteva stare con lei. Buffy non ricambiava e per quanto lo potesse credere lei, non era così. Quando erano stati insieme lei aveva fatto la fidanzata perfetta, ma aveva capito di non essere corrisposto alla pari, non era stupido e per tutto l’amore che provava per lei non poteva essere così egoista da starci insieme solo perché lei si sentiva sola.

-Spike…-

-E’ stato solo sesso-

L’indifferenza velata di dolore le riempirono gli occhi di liquido caldo, un altro passo verso di lui e avrebbe pianto. Perché? Voleva bene a Spike e gli piaceva un casino ma c’era sempre quel ma e lui lo aveva capito. Le aveva detto che fino a quando lei non avesse capito che volesse dire quella semplice congiunzione avversativa, tra loro non se ne faceva nulla. Si era rivelato maledettamente difficile averla sempre vicina e non poter avere il suo cuore oltre al suo corpo. Non riusciva a darsene una spiegazione.

Forse un giorno lei avrebbe sciolto quel nodo che gli stava distruggendo.

 

Cap 3

 

Quel mattino mentre lei e Willow si stavano preparando la rossa decise di affrontare la questione.

-Non puoi fare così-

-Will-

-Non puoi entrare e uscire dal suo letto come se nulla fosse, lo stai rovinando-

-Da quando è la vittima?-

-Da quando lui ti ama…dannazione Buffy ma non te ne accorgi?Lui ti asseconda perché non può farne a meno!-

-Io…sono talmente confusa-

Buffy si lasciò cadere sul letto e si prese il volto tra le mani, Willow sospirò e si sedette accanto a lei abbracciandola.

-Non è così che lo capirai, devi staccarti da lui, devi conoscere altri ragazzi solo così saprai quanto lui conta per te-

La ragazza si lasciò consolare dalla sua migliore amica.

Quella sera non era riuscito a rimandare la cena di lavoro e Connor sarebbe stato con la madre. Avevano divorziato da quasi un anno e lui era stato tremendamente bene da allora occupandosi di Connor e lavorando la sua vita gli sembrava completa. La cena si sarebbe tenuta al locale- ristorante del suo amico Lorne, il Caritas che quella sera era parecchio affollato. Come previsto la cena si rivelò noiosa e ringraziò vivamente i suoi due migliori amici Gunn e Wes per non averlo lasciato solo altrimenti si sarebbe addormentato da un pezzo.

-Così le ho detto:bambola, tu, io, facciamolo!-

-Cazzo Gunn come pensi di conquistare una ragazza?Niente cenette romantiche o fiori accompagnati da dolci parole?Mi sentirei offeso-

-Tu non sei una ragazza e poi vorrei ricordarti che è una puttana-

-Sei un stronzo-

Risero. Poi arrivò la portata del dessert e in quel momento le luci del ristorante divennero soffuse.

Era il compleanno di Xander e c’era pure Spike iche era uno dei suoi più cari amici. La cena era stata divertente e tutti chiesero a Spike come mai avesse consigliato solo ora quel locale a Xander.

-Bè ho scoperto che il proprietario è un carissimo amico di mio cugino e così ci farà un bello sconticino-

-Wow-

-Una volta tanto si è reso utile-

-Ehi bell’ amico che sei-

Lo presero in giro. Poi le luci furono abbassate e arrivò il cameriere con la torta. Tutti cominciarono a cantare tanti auguri e la gente nella sala si voltò curiosa.

-Auguri Xan-

Spense le candeline e le luci furono riaccese. Abbracciarono il ragazzo facendogli gli auguri.

-Guardate la c’è un compleanno-

-Si è un amico di mio cugino-

-Mmm collegiali, ci sarà qualche studentessa?-

-Gunn cresci-

-Non vai a salutarlo?-

-Si dopo la torta-

-Così ne scrocchiamo un pezzo-

-Voi state qua!-

Si alzò e si diresse al tavolo.

-Xander ora ti tiriamole orecchie-

-Ehi no così me le sciupate-

-Oddio potrebbero arrivarti ai piedi!-

-Cosa?-

-Povero amore mio lasciatelo stare-

Risero. Mentre andava in direzione del tavolo osservò le persone sedute: vide il festeggiato al quale era attaccata una biondina, probabilmente la sua ragazza, accanto a Spike c’era un ragazzo castano, basso e al suo fianco una ragazza dai capelli rossi. Rimase colpito dall’altra ragazza, una biondina da gli occhi verdi e un sorriso che colpì il suo cuore. Vedendola illuminarsi restò come incantato da quell’angelo e improvvisamente non c’era che lei nella sala, lei così bella da pungergli gli occhi, per la prima volta il suo cuore batté all’impazzata e un vuoto ,una mancanza fece sussultare il cuore che aveva perduto un battito.

Buffy rideva per la faccia di Xander davanti alla reazione di Anya alla vista della torta, poi notò Spike che fece un gesto di assenso oltre il tavolo e lanciò uno sguardo alla sala. Vide un uomo che avanzava nella loro direzione e la stava guardando. Le sue guance si colorirono di imbarazzo, vergognandosi per quella reazione tipicamente adolescenziale. Il cuore le scoppiava in petto ammaliata da quella figura alta e dannatamente bella, quei capelli scuri cornice di un volto sottile e lineare, misterioso e affascinante, con quei pozzi inabissali incastonati nel suo magnifico viso, occhi così intensi che le fecero male colpendola in pieno petto. Sussultò e sentì il respiro mancarle per un attimo, un attimo in cui rimase sospesa fra realtà e finzione, in cui non c’era che l’assuefazione data dall’incanto del suo sguardo che non riusciva a rinnegare. Scosse elettriche smossero ogni fibra del suo essere rendendosi conto che lui ricambiava quelle sensazioni rimanendo come scioccato dalla sua stessa immagine. L’imbarazzo lasciò il posto ad una folle attrazione che filtrò attraverso ogni arteria, ogni vena e cellula del suo corpo, lava colata sulla sua anima, scottata da quegli occhi.

-Ciao Spike-

L’incanto fu spezzato, ma si rese conto che lui stava decisamente scagliando languide occhiate a lei.

-Angel!Ragazzi voglio presentarvi il cugino di cui vi parlavo!-

Tutti lo salutarono e lui si perse nelle pozze verdi di Buffy.

-Allora loro sono Xander,Anya, Oz, Willow e Buffy-

Strinse la mano a tutti e cadde nell’oblio di perdizione della sua anima cristallina, illuminata dal mezzo sorriso che lui le regalò stringendole la mano come una piuma sottile e soffice. Carezza che sapeva di passione. Non ci volle uno scienziato per vedere le occhiate che i due si mandavano.

-Allora vi state divertendo?-

-Si ringrazia ancora Lorne-

-Certo…allora io vi lascio…buon proseguimento di serata-

Allontanandosi si concesse un ultimo sguardo a quella magica creatura che lo aveva stregato.

 

Cap 4

 

Era diventato un pensiero maledettamente frequente, il suo sguardo, la sua mano, l’avevano marchiata a fuoco e Willow se ne accorse.

-Buffy non è che ti sei presa una cotta per il cugino di Spike?-

-COSA?NO!-

-Allora perché ti agiti?-

-Ok…però….oddio hai visto com’era bello?-

-Si era bello ma…ehi ok…qui…qui qualcosa non va-

-Oh grazie per il conforto-

-Voglio dire che forse dovresti, come dire, ricordarti del fatto che lui è decisamente più grande-

-Will, ho 21 anni…-

-Ok…allora parla con Spike-

-Cosa?Sei pazza?-

-Potrebbe essere un modo per…per costruire un buon rapporto di amicizia-

-Certo dire al ragazzo che mi ama che sono pazza di suo cugino mi sembra un’ottima idea!-

-Oddio allora è più grave di quel che pensassi-

Buffy accigliò lo sguardo.

-Ok ci parlerò-

Quel pomeriggio Spike era seduto sulla panchina del giardino del College e lei lo vide così si avvicinò.

-Ehi ciao-

-Ciao-

-Posso?-

-Certo, è pubblico-

Si sedette accanto a lui.

-Senti…penso che potremmo provare ad essere-

-Amici?-

-Esatto-

-Per me va bene…-

Rimasero in silenzio.

-Lo hai visto General Hospital?-

Lui la guardò curioso.

-Sai il vecchio Lucky è stato sostituito da un altro attore, probabilmente perché era troppo vecchio o perché doveva fare un altro film e magari avere un vero nome, insomma però il vecchio Lucky aveva la ragazza,Liz che credeva lui fosse morto in un incendio . Così loro lo hanno riportato in dietro nella versione del nuovo Lucky e ok, tu sai che non è il vecchio Lucky perché ha molto più gel in testa ma Liz era così sconvolta dal vedere che non era morto che non ha avuto il tempo di accorgersene anche se la sua testa sembrava un barattolo di gel forse lui lo era e-

-Da quando guardi General Hospital?-

-Il punto non è questo-

-Già lo supponevo…che devi dirmi?Vuoi dirmi qualcosa ma non ti riesce alloro fai digressioni e discorsi insensati su soap-opere che nemmeno guardi e sarei curioso di sapere se te lo sei inventato-

-No me lo ha raccontato una mia amica-

-Perfetto…che devi dirmi?-

-Ecco io…volevo…sapere sai, sai l’altra sera-

-Il compleanno di Xander-

-Ecco esatto…e insomma che ne pensi del fatto che il nuovo Lucky-

-Buffy mi sto innervosendo-

-Angel-

Lui fece il falso stupito.

-Angel…-

-Si-

-Devo indovinare come continua la frase o me lo dici tu?-

-Potrei darti delle opzioni…-

-Mi chiamo Chris Tarrant per caso?-

-Non ho un milione di dollari con me…ok non c’è bisogno che ti arrabbi…arrivo al punto-

-Tanto lo so che vuoi chiedermi-

-Davvero?-

Si sentì quasi sollevata. Lui chiuse il libro.

-Angel, si chiama Angelus Connely, è un rappresentante di non so quale cosa molto importante, è molto ricco per essere così giovane anche perché come tu ben sai, nostro nonno ci ha lasciato un bel gruzzoletto..-

-E quanti anni ha?-

-30, è divorziato da quasi un anno e ha un figlio di due anni, Connor-

-Wow!Accidenti…-

-Mio piccolo muffin non lo dico perché sono geloso ma per il tuo bene, Angel non è diciamo, molto disponibile, adesso è tutto figlio e lavoro!!!Sai ho provato a presentargli qualche mia amica ma…-

-Ok …recepito il messaggio..-

-Dai non fare così, lo hai visto per cinque minuti!-

-Infatti era solo curiosità-

-Oh certo-

Stettero a ridere e scherzare per un po’.

Il suo ufficio quel giorno era diverso, ne era sicuro. Tutti aveva un colore strano, un sapore particolare, era come se macchie rosa e grigie si alternassero. Adesso pensava a quella ragazza meravigliosa, adesso si rendeva conto che Connor e il lavoro non potevano completarlo. Dopo essersi rigirato la penna tra le mani almeno mille volte, decise che quella stanza stava diventando troppo piccola per lui, come se le pareti si rimpicciolissero fino a stritolarlo tra di esse. Inoltre era in un bel guaio visto che uno dei suoi più importanti clienti contava su di lui per la presentazione di una pubblicità e aveva bisogno di una ragazza che prestasse la propria voce per doppiare lo spot. Il suo pensiero volò subito a Buffy e così chiamò suo cugino.

-Spike ho bisogno di un favore-

Quel pomeriggio non aveva molto da studiare così si concesse dello shopping sano con Willow e Xander.

-Sono in astinenza da scarpe-

-Ma se la settimana scorsa ne hai comprate due paia!-

-E allora?-

-Secondo voi dovrei cambiare il mio abbigliamento?-

Guardarono la classica camicia a quadri di Xander.

-No-

-Potrei vestirmi di nero-

-Wow aggiungici un tocco dark-

-Ragazzi stiamo degenerando-

Risero,poi a Buffy squillò il cellulare.

-E’ Spike-

Sospirò e rispose.

-Dimmi?-

-Zucchero che fai domattina?-

-Ho lezione…come te-

-Verso le 11.00?-

-No dovrei essere libera…perché?-

-Mio cugino ha bisogno di un favore-

-COSA?Cioè…cosa…di cosa si tratta?-

-Te lo spiego domattina, vediamoci al parcheggio ok?-

-Ok ciao-

Quando chiuse raccontò quanto si erano detti e Buffy era visibilmente emozionata. Quella mattina dopo l’ultima lezione corse in camera a cambiarsi e Will la seguì.

-B non montarti la testa non sia nemmeno che vai a fare-

-Lo so, lo so…vado bene così?No è un colore smorto-

Svuotò mezzo armadio prima di trovare una semplice gonnellina di jeans slavata fino al ginocchio, una polo a maniche corte gialla, una cintura con stampe floreali rosse e nere e in piedi un paio di sandalini alti e fini,rossi scuri. I capelli legati dietro in una coda e orecchini di pietra rossa. La borsa era coordinata con la maglia.

-Io vado-

-Buffy tu sei matta-

-Oddio il profumo-

Si improfumò e controllò il trucco.

Quando arrivò alla macchina di Spike lui la guardò sbalordito. Il sole dietro a lei la rendeva un angelo grazioso che avanzava verso di lui sorridente mentre i suoi occhi di smeraldo riflettevano il bagliore della luce.

-Andiamo-

-Ce..certo-

Quando arrivarono allo studio di Angel , Buffy era tutta trepidante, l’ascensore sembrava non voler arrivare al piano. Quando il suono delle porte la risvegliò il suo cuore cominciò a battere per l’ansia che andava accanendosi contro il petto.

La segretaria avvertì Angel che le disse di fargli accomodare. Lo studio era arredato con un gusto classico che colpì Buffy. Entrando ambedue si lanciarono un sguardo complice annegando negli occhi dell’altro come in un mare di perdizione solenne.

-Sedetevi-

Si accomodarono.

-Allora Angel… che deve fare Buffy?-

-Ecco un mio cliente sta mettendo a punto uno spot pubblicitario fatto al computer e vorrebbe una voce giovane per sottofondo, quindi ho pensato a lei-

-Ma non ho una bella voce, anzi è un po’ stridula-

-E’ vero alle volte raggio di sole fa degli acuti pazzeschi soprattutto quando sclera-

-Ehi io non sclero!-

-Ah no?-

Risero.

-Bene allora adesso dovremmo incontrarci col cliente che deciderà-

-Quindi io che faccio?-

-Vai pure, farò riaccompagnare Buffy da qualcuno-

Spike uscì.

-Ma andiamo noi da questo signore?-

-No viene lui tra mezz’ora-

-Oh-

Silenzio.

-La tua voce non è affatto stridula, altrimenti non avrei mai pensato a te-

-Bè ci siamo detti solo ciao, come potevi sapere che voce avevo?-

-Non lo so, forse ho intuito-

Lei sorrise.

-Allora vuoi qualcosa da bere?-

-No grazie, sono così agitata che rischierei di rovesciarmi tutto addosso!-

-Ok allora rinuncio-

-Vedrai sarai perfetta-

-Dici?-

La fissò intensamente.

-Sai hai una voce molto soave invece-

-Oh si adesso mi dirai che sembro Barbara Stanwyck-

-No certo che no…la sua voce era si sensuale ma anche un po’ roca-

-Come mia madre-

Risero.

-Che pubblicità è?-

-Un cosmetico, devi doppiare la ragazza della pubblicità-

-Perché?-

-Perché la modella è sordo muta-

-Scherzi???-

-No-

-Oh-

Lo shock lo fece sorridere.

-Senti se va bene, domani sera ci sarà una specie di festa o roba simile,sai con gli sponsor e tu dovresti esserci-

-Oh, ok tanto non avevo altri impegni-

Si guardarono. Passarono il tempo restante a chiacchierare fino a quando non arrivò il cliente in questione. Fissarono la registrazione per il pomeriggio e Buffy donò la sua voce, così la sera dopo avrebbe partecipato a quel party al fianco di Angel.

-Ti passo a prendere ai dormitori ok?-

-Em, come vuoi…-

-Oh devo scappare, mio figlio mi sta aspettando…-

Là salutò lasciandola davanti al campus e lo vide allontanarsi con la macchina. Un figlio. Un enorme divario, un crollo improvviso, uno squarcio nella sua struttura economica mentale. Che relazione poteva avere lei,povera collegiale, col cugino di Spike divorziato con un figlio?Abbattuta rientrò andando in camera, dove trovò una Willow ben disposta a consolarla.

Cap 5

 

-Allora è chiaro Buffy che quella di stasera sarà solo una festa formale in cui tu sarai semplicemente la voce dello spot, non sei la sua ragazza né altro chiaro?-

-Si, anche perché non potrebbe essere diversamente credo…-

-Oddio non abbiamo ancora trovato il vestito da comprare!-

-Lo so-

Le squillò il cellulare, il numero non lo conosceva.

-Pronto?-

-Buffy-

-Angel-

-Ciao, ti disturbo?-

-No certo che no!-

-Ah bene,senti non è che potresti passare da me verso le sette?-

-Da…da te?Ma ecco io-

-Ho chiesto a Spike di accompagnarti-

-Ma devo venire già vestita?Mi devo preparare e-

-No vieni normale…-

-Ah,ma-

-Ehi, fidati…ciao-

Lui chiuse e lei parlò a Willow.

-Cosa?E come fai?-

-E che ne so?-

-Non è che, lui ti ha comprato il vestito?-

-Non essere sciocca…perché avrebbe dovuto?-

-Non lo so, ma sarà meglio che torniamo al campus sennò finisce che non troviamo Spike-

-E per il vestito?-

-Male che vada puoi prostrarti ai piedi di Cordy-

Lei fece spallucce. Spike la lasciò sotto casa di Angel.

-Oh mio Dio è enorme-

Con la macchina superarono il cancello e percorsero il vialetto fino alla villa,attraversando il giardino.

-Ciao bambola, comportati bene-

Lei scese e Spike fece marcia indietro per poi andarsene.

Angel era sulla porta.

-Vieni-

Lei entrò titubante.

-Em, io però dovrei andare a prepararmi,capisci per il party-

-Oh non preoccuparti…vieni con me-

Lui la scortò all’interno della villa salendo le scale arrivarono al piano superiore e entrarono nel salone.

Appoggiato sul divano c’era un abito impacchettato.

-Questo è per te-

-Ma-

-Ho pensato che, essendo una studentessa certo non avessi questi tipi di abiti nell’armadio-

Lei aprì l’involucro nero e ne estrasse un abito lungo abito color perla in seta costellato da paillets scintillanti,con uno scialle coordinato, insieme c’erano pure le scarpe, la borsetta e un adorabile fermaglio per i capelli.

-Non dovevi-

-Qui sbagli, sono io che ti ho trascinato in questa cosa…lasciami porti i miei ringraziamenti-

-Se questo è il tuo grazie allora potrei approfittarne-

Risero.

-Bene puoi cambiarti nella stanza in fondo al corridoio,accanto troverai il bagno a cui puoi accedere tramite una porta comunicante all’interno della stanza, li troverai tutto il necessario per truccarti-

Lei sorrise scioccata e un po’ titubante percorse il lungo corridoio fino alla stanza. Angel sorrise e andò a cambiarsi.

Si stupì di come le calzasse a pennello, quasi glielo avessero cucito addosso, la scollatura generosa era veramente raffinata, niente di volgare anche perché lei non aveva certo chissà quale taglia di seno; le scarpe bellissime e comode in tinta con la borsetta. I capelli pensò di raccoglierli per darsi un aspetto più maturo e gli fermò con la spilla, poi un trucco leggero ma che colpiva. Quando uscì dalla camera si avviò verso il salone un po’ timorosa, mentre attraversava il corridoio per poco non cadde quando qualcuno le prese una gamba. Sussultò ma poi tirò un sospiro di sollievo nel vedere l’esserino che le sorrideva.

-Ehi ciao, lo sai che m hai fatto paura?-

Lui rise battendo le manine. Buffy ammaliata da quella creaturina si abbassò tirandolo su di peso.

-Mamma mia come sei grande…come ti chiami?-

-Connor-

-Che bel nome, sei proprio un bambino bellissimo-

Angel udì la sua voce e uscì dalla stanza, tutto vestito. Lei li per li non lo vide, mentre lui rimase colpito dal vedere quanto fosse incredibilmente bella e in più vederla sorride con suo figlio, smosse qualcosa nel suo animo che ricordava molto la malinconia di un’assenza impagabile. Poi lei incontrò i suoi occhi e la sua bellezza le fece male.

-Ciao-

-Sei bellissima-

-Grazie,merito del tuo vestito-

-Un abito è reso bello da chi lo indossa-

-Smetti che mi fai arrossire…-

-Vedo che il padrone di casa è venuto ad accoglierti-

-Già-

Lui lo prese in braccio.

-Connor lei è Buffy-

-Buffy-

-Esatto-

Lui rise. Poi suonarono alla porta.

-Puoi scusarmi un momento?-

-Si certo, vuoi che te lo tenga io?-

Lui gli diede Connor e Buffy lo fece giocare con il suo scialle.

Angel aprì.

-Darla, puntuale come un orologio svizzero-

-Come sei in tiro…chi è la puttanella che ha vinto la lotteria?-

-Vado a prenderti Connor-

Lui salì le scale e lei lo seguì.

-Resta qua-

-Sennò che fai?-

Lui sospirò e lasciò che lei lo seguisse.

-Chiariamo che lei non è una delle tue amiche, ma un’amica di Spike-

-Potrei ritenermi offesa, paragoni una liceale a quelle della nostra classe?Andiamo che fa suo padre lo spazino?-

-Lavoro molto più dignitoso rispetto a quello illegale del tuo-

-Non sapevo ti piacessero le ragazzine-

-Ha 21 anni e si è offerta gentilmente di prestare la voce per lo spot, non c’è nulla fra noi-

-Quante volte ho già sentito questa frase?-

-Anche un solo commento Darla, e ti puoi scordare la custodia congiunta di Connor-

Lei sbuffò,arrivarono al salone del piano superiore. Quando entrarono Darla rimase colpita dalla bellezza di una ragazza che doveva avere 21 anni!

-Buffy lei è Darla, la mia ex moglie-

Sentì una punta di gelosia coglierla. Lui prese Connor dalle sue braccia.

-Allora piccolo ci vediamo domani-

Lui sorrise.

-Lo dai un bacio a papà?-

Lo baciò. Poi guardò Buffy e agitò la sua manina verso Buffy che gli sorrise, Darla stizzita prese il bambino e se ne andò.

-Scusala ma l’educazione non è nel suo DNA-

-Tranquillo-

-Andiamo?-

-Certo-

Salirono sull’auto, entrambi dietro visto che c’era l’autista. Il party fu divertente, scherzarono per tutto il tempo e Angel non la lasciò un minuto sola, anzi rimase in silenzio a ridere per tutte le cose divertenti e affascinanti che le raccontava.

-Vado a prendere da bere-

-Sbrigati però-

-Torno fra un minuto-

-Guarda che conto i secondi-

-Si?-

-Un, due ,tre-

-Ok vado-

-Quattro…cinque-

Lui la lasciò un momento e si diresse al tavolo delle bibite.

-Ciao Angelus-

-Nina-

Nina era una vecchia fiamma di Angel.

-Come stai?-

-Bene-

-Ho saputo di te e Darla, condoglianze-

-Non essere troppo dispiaciuta, potrei pensare che sei sincera-

-Chi è quella ragazzina con te?-

-Non ti riguarda-

-Peccato, adesso prediligi le dilettanti a delle vere professioniste?-

Lui prese i due bicchieri e si accostò al suo orecchio.

-Che posso dire, quando si arriva ad una certa età Nina, non si è più freschi come un tempo-

-Come osi-

Lui ridendo si allontanò. Buffy lo vide.

-Cinquant’otto, cinquanta nove-

-Ok donna che scandisce il tempo eccomi!-

Risero.

-Chi era quella donna con cui parlavi?-

-Una vedova bianca-

Buffy lo guardò enigmatica.

-Non ho mai visto un ragno bianco-

Lui rise.

-E’ una donna ricca e sposata che si ripassa tutti gli uomini che le capitano sotto mano-

-Wow, molto profondo-

-Che ne dici se lasciamo questo mortorio e facciamo una passeggiata?-

-Dove vuoi andare?-

-Qua vicino c’è una specie di parco, spesso la sera ci sono le persone anziane che passeggiano quindi è abbastanza tranquillo-

-Ok-

Lasciarono la festa.

-Così una volta gli ho detto: Spike non puoi pensare sul serio di usare lo stesso pupazzo!-

-E lui?-

-Lui ha contestato dicendo che non potevo violare quella tradizione sacra solo perché il cane gli aveva divorato il costume-

Risero.

-E’ sempre stato matto-

-Davvero, sarà il suo abuso di colore-

Arrivarono su di un ponte in pietra sotto al quale scorreva un fiume illuminato d’argento pallore lunare.

-Grazie per la festa, è stato divertente-

-Anche per me…sei una ragazza eccezionale-

-Qualcuno ti ha detto che sono in astinenza da complimenti per caso?-

-No, solo che te li meriti tutti quanti-

Lei lo guardò negli occhi e imbarazzata si voltò altrove,lui gentilmente portò un dito sotto al suo mento costringendo i suoi occhi a fissarlo.

Voleva dire qualcosa ma riuscì solo a perdesi nella crema liquida del suo bacio, così caldo e dolce che credette di svenire. Le labbra morbide si sfiorarono, si scontrarono accarezzandosi con delicatezza fino ad approfondire il bacio con le lingue affamate, stringendosi in una spirale di passione. Sciogliersi nel languido vapore dei loro corpi, mani frementi che attraversavano ogni centimetro di pelle, il calore, il desiderio, una luce soffusa argentea filtrante dalla finestra che illuminava a tratti i contorni di quelle due sagome danzanti, mani possenti che slacciavano l’abito brillante, gemiti ansanti, respiri sospesi tra piacere e dolore. Fecero l’amore unendosi in qualcosa di così puro da illuminare la stanza nel candore dei loro atti infiniti,tremando e contorcendosi di lussuria.

Alle prime luci del mattino il sole squarciò l’atmosfera di quella notte consumata tra le fiamme della passione; Angel aprì gli occhi per primo ed osservò quella creatura posata fra le sue braccia. Osservandola dormire una dolce sensazione di quiete e completezza avvolse il suo spirito, quando lei si svegliò stiracchiandosi sorrise dolcemente ricevendo un bacio.

-Ciao-

-Buon giorno-

Lui continuava a sorridere.

-Che c’è?-

-Sei bellissima-

-Grazie…e tu sei un pessimo mentitore-

Lui si alzò dal letto.

-Vado a preparare la colazione-

-Non rimani qui a letto con me?-

Buffy indicò il posto vuoto.

-Sono le 10.00 signorina,sai dove dovresti essere?-

Lei lo prese per la cintura dei pantaloni che aveva appena indossato e lo portò sul letto baciandolo.

-Qui con te?-

-Gioco scorretto-

-E ti dispiace?-

-Adoro le cattive ragazze-

Risero e si ribaciarono.

Verso l’ora di pranzo lui la riportò al campus e Buffy corse in camera dove posò l’abito e si cambio. Andò a mensa dove trovò Will, Xan, Oz e Anya al tavolo.

-Ehi B!-

-Notte brava eh?-

Lei si sedette col vassoio.

-Come hai fatto col vestito?-

-Me lo aveva comprato lui-

-Davvero?-

-Ehi Xander perché tu i vestiti non me li regali?-

-Tesoro non girare in coltello nella piaga-

-E come è andata?-

Will le ammiccò un’occhiata d’intesa.

-Se sono tornata ora puoi immaginartelo-

-Dai racconta-

-Si Buffy racconta com’è che hai fatto il contrario di quanto avevo detto-

Spike si sedette.

-Spike io-

-Parlavo col vento?-

-Ma non sussurravi ai cavalli?-

Spike fulminò Xander.

-Siamo adulti e vaccinati –

-Oh si sempre la solita scusa…-

-Vi siete mai chiesti perché si dice anche vaccinati?Insomma te li fanno quando sei piccolo i vaccini non ha molto senso-

-Quello che stai dicendo tu ce l’ha?-

-Ok ho capito l’antifona-

-Senti non ci sono problemi lui è divorziato-

-E con un figlio-

-E allora?Mica me lo sposo-

-Ma non capisci?-

-Capisco che sei strano!Falla finita-

Buffy scocciata si alzò e andò via. Lui rimase a sorbirsi gli sguardi dei presenti.

-Cosa?-

-Hai esagerato-

-Spy noi capiamo che la ami-

-E che si tratta di tuo cugino-

-E che sei preoccupato-

-E che sono pazzo anche?!-

-Era sott’inteso-

Lui sbuffò.

-Ma non puoi gestire la sua vita-

-Sentite voi…voi sapete che io ad Angel voglio un bene dell’anima-

-Adesso si…-

-E che non lo dico per cattiveria ne tanto meno per gelosia…ok un pochino forse….-

-Stringi-

-Lui da quando si è lasciato e anche prima di sposarsi è sempre stato un donnaiolo, aveva tutte le donne che voleva e la mia preoccupazione è che Buffy possa essere una delle tante…non sto dicendo che sia una cattiva persona, ma è un tipo volubile-

-Buffy lo sa?-

-No, e mi pare che lei stia andando troppo in alto con la fantasia….-

-Ho capito….le parlerò io-

-No poi sennò si arrabbia-

-E’ giusto che lo sappia-

-Si ma-

-Cosa?Forse dovevi accendere il cervello un po’ prima-

Willow baciò Oz e si allontanò. Entrò in camera dove vide Buffy prendere i libri.

-Ehi-

-Ciao-

-Hai visto che bella giornata?-

Buffy guardò fuori, aveva cominciato a piovere. Poi guardò Willow.

-Di…di pioggia!-

-Che c’è?-

-Oh è quello il vestito?-

Willow si avvicinò all’armadio.

-Will-

-E com’era la festa?Ti sei ubriacata?-

-Willow Rosenberg-

-Ok….però voglio che tu sappia che Spike non ha colpa-

-Ma che avete tutti?-

-Vedi Angel è un tipo un po’….farfallone-

-E’?-

-Si insomma non affezionatici troppo….considera che per lui magari sei stata solo una piacevole serata-

-Ok…grazie-

Buffy la guardò ancora sconcertata.

-Con questo non voglio dirti ce fare ma che devi solo….non innamorarti ok?-

-Questo non posso deciderlo io-

-Si ma-

-Will, grazie per la tua apprensione ma sono grande abbastanza no?-

-Giusto…io ho fatto il mio dovere,andiamo in classe?-

Le due si avviarono.

Cap 6

 

Quella sera erano andati tutti quanti al Bronze, quando a Buffy squillò il cellulare prima di entrare, così disse ai suoi amici di avviarsi dentro.

-Pronto?-

-Ciao-

-Angel…ciao-

-Ti disturbo?-

-Affatto-

-Bene…-

-Em, come mai questa chiamata?-

-Mi manchi-

Lei si sentì avvampare, come un’adolescente al suo primo appuntamento.

-Anche tu-

-Ho voglia di vederti,se per te va bene-

-Certo!Cioè...ok,insomma quando…-

-Anche adesso-

La sua voce lasciò quel tono lontano dato dal cellulare e fu palpabile, reale, così concreta che le scottò la pelle e l’udito. Sentiva i suoi occhi divorarla, infiammandola e trapassandola nell’anima, come se per lui non avesse segreti. Non aveva bisogno di voltarsi per sapere che sarebbe stato li, dietro a lei col cellulare in mano e quel sorriso sexy da farla svenire.

-Ciao-

Lei si voltò.

-Ciao-

Si fece vicino, coprendo le distanze, con la lentezza di un felino ormai prossimo alla preda.

-Come…come facevi-

-A sapere che ti avrei trovata qui?Spike…lui ci viene sempre, ho tirato le somme-

-Ah, ah…ok-

Non era capace di formulare una frase con un senso logico senza cadere nel ridicolo, la sua mente era ben lontana dal sapere cosa fosse una frase. Ora era colma di lui che le strappava il respiro col l’abisso dei suoi occhi, rubandole la vita nell’incalzare della lava colante sulla sua anima; potente ambrosia scintillante di ardore. E la sua visuale si limitava a lui, non c’era altro.

Esisteva solo lei. Lei nella sua sconfinata bellezza, così attraente da far male, così desiderabile da ferirgli lo spirito e accecarlo. Incarnazione di vita fremente, fiamma eterea inestinguibile, calda, rovente, esplosione di passione. Buffy era un vulcano incontenibile, era la vita.

E si perse annegando, sparendo nelle pozze dei verdi diamanti dei suoi occhi, nella morbidezza vellutata delle sue labbra, nel profumo delicato.

Si stavano baciando, avvinghiandosi l’un l’altro per non perdersi nell’oblio assoluto del desiderio latente; lingue esigenti cozzavano nella fusione della loro carne, il mondo non esisteva, né lo squallido spiazzo davanti al Bronze dove si trovavano loro, attirando sguardi indiscreti lontani, non importava perché adesso ciò che loro vedevano e sentivano, era solo la devastante presenza dell’altro. Le avrebbe strappato i vestiti di dosso per farla ancora sua, per annegare in lei e sconfinare nella perdizione solenne, avrebbe oscurato il sole se fosse servito a far durare in eterno quel bacio bollente delle loro anime. E quando nell’annaspare per un po’ d’ossigeno le loro labbra furono lontane qualche centimetro, gli occhi si incontrarono riflettendo il proprio desiderio accresciuto solo da un bacio.

Boccheggiando entrambi rimasero senza fiato, persi nella voragine che gli aveva risucchiati.

-Forse….forse dovrei andare mi stanno aspettando-

-Vieni da me…Connor non c’è,siamo soli-

Sentì il ventre pulsarle per l’estasi crescente.

-Concedimi un attimo per avvertire i miei amici-

Lui sorrise.

-Ok-

Lo baciò di sfuggita, osservandola dileguarsi nel locale, un bacio rapido ma così passionale.

-Willow-

-Ehi dov’eri?-

-Io…devo andare-

-Cosa?Perché?-

-Si tratta di Angel-

Cordy tornò dalla pista.

-Angel?-

-E’ lui che ti ha chiamata?-

-Si-

-B, ma vai da lui?-

-Già…non credo tornerò a dormire-

Le amiche le sorrisero e dopo averle augurato la buonanotte la guardarono allentarsi.

Uscì fuori.

-Eccomi-

Salirono in macchina, lui guidava. Nel tragitto rimasero tranquilli con l’eccitazione sospesa nell’aria. Buffy parlando involontariamente fece cadere una mano sulla coscia di lui e lo sguardo repentino che si scambiarono fu letale. Lei si avvicinò e lo baciò ma lui riportò la vista al viale che stava percorrendo oltre il cancello di casa. Buffy gli baciò il collo con dolcezza fino al lobo dell’orecchio che fu mordicchiato senza indugio ed Angel sobbalzò. Quando spense il motore la prese per gli avambracci baciandola con tale passione da incendiarle ogni fibra del suo essere. Arrivarono in camera da letto disseminando i vestii per tutta la casa.

Lui baciò ogni parte del suo corpo, dal collo tracciò una linea con la punta della lingua fino ai seni imprigionati nel casto reggiseno di pizzo bianco. Lui vide chiaramente i suoi capezzoli eretti che liberò con rapidità per baciarli e succhiarli con energia da scagliarle fitte di piacere. Buffy inarcò la schiena per tenerlo più vicino e passando una mano tra i suoi capelli, lo trattenne al suo petto. Quando li mordicchiò Buffy emise un gemito di piacere che scaturì l’estasi di Angel. Si aggrappò alla schiena di lui rischiando di fenderla con le unghie curate e lui sentì solo crescere il desiderio. Con la lingua giunse al suo ventre dove dal tessuto delle mutandine poteva sentire il chiaro odore pungente della sua eccitazione. Buffy tremò di piacere allo stato puro quando con un dito stuzzicò la sua femminilità attraverso il tessuto portandola ad un piacere non pago, mentre le dita di Angel sentivano la stoffa bagnarsi. Lei mosse il bacino divaricando le gambe, premendo con insistenza contro il dito di lui.

-Angel…ti prego!-

Lui insistette e liberandola dalla stoffa umida la penetrò con un dito zuppandosi della sua eccitazione. Lei aprì la bocca senza riuscire ad emettere un suono poiché sopraffatta dalle labbra e dalla lingua di lui che la invasero. Aggrappandosi a lui per baciarlo. Si aprì più che poté per accogliere il suo secondo dito. Tremante si lamentò quando Angel abbandonò la sua bocca. E quando le dita furono sfilante il gemito divenne udibile.

-No!Continua-

Lei era persa nella voragine di piacere e spalancò gli occhi quando percepì la lingua di lui succhiarle e fenderle il clitoride, inondandosi della sua eccitazione. Tenendolo per la testa spinse per essere soddisfatta e lui stuzzicò con più violenza il suo clitoride in fiamme.

-Angel!-

Buffy venne con potenza, esplodendo nell’inconscia perdizione dei sensi. Ancheggiando lo implorò e finalmente lui la penetrò con delicatezza e poi con più forza lasciando che lei lo stringesse con le sue pareti per non mollarlo. Il ritmo aumentò e raggiunsero l’orgasmo insieme aggrappandosi l’un l’altro. Esplose in lei colmandola della potenza del suo desidero e di quello che cominciava a sentire come amore. Le gambe di lei erano avvinghiate ai fianchi di lui cozzando i bacini, la baciò esplorando ogni recesso della sua bocca e Buffy rispose.

Quando sfiniti caddero l’uno sull’altra, rimasero in quella confortante posizione. Dopo istanti di tenerezza lui si alzò.

-Vado farmi una doccia,dopo puoi farla tu-

Lei lo guardò.

-Facciamola insieme-

Lui sorrise e la portò in bagno, dove riempì la vasca. Quando entrarono l’acqua calda rilasso i loro muscoli stanchi. In principio si baciarono soltanto, poi Angel si appoggiò e la prese tra le braccia facendola stare seduta così da poterle lavare i capelli. All’inizio Buffy trovò estremamente piacevole il modo sublime in cui le sue dita massaggiavano la sua cute, poi scesero a massaggiarle le spalle e da dietro con le mani arrivò ai seni che strinse lavandoli con cura. Lui si abbandonò contro il suo petto e percepì contro il suo addome l’eccitazione potente di Angel. Lei si tirò più su schiacciandosi contro di lui per facilitargli il compito di penetrarla con il dito. Divaricò le gambe come le mani di lui scivolarono lungo la pancia. Stringendola a se, facendole sentire la sua eccitazione da dietro, inserì un dito nella sua fessura accarezzando dolcemente il clitoride, Buffy sentiva il ventre in fiamme e tentava di spingere quel dito sempre più dentro, aggrappandosi ai bordi della vasca per non scivolare in acqua. Angel fece più pressione entrando con due dita e sebbene avesse gli occhi chiuse, percepiva il volto disteso ma contratto dal piacere ,di lei.

-Angel….per favore-

Quel sussurro sfuggitole bastò a lui per estrarre le dita e voltarla di scatto penetrandola e sfociando in lei, riempiendola di se, annegando e saziandosi di lei. La baciò con trasporto prosciugandole l’anima.

Quando la loro passione bruciò l’aria esplodendo i due si rilassarono sazi e paghi nei loro esseri.

Più tardi erano seduti in cucina nei loro accappatoi ad ingozzarsi e dopo tornarono a letto per dormire fino al tardo mattino.

Spike osservava quel via vai di gente che imperversava per i corridoi del college, era davanti l’aula di letteratura, aspettava Willow e Faith, con loro dubitava ci fosse Buffy vista la sua repentina fuga della sera precedente. Quando arrivarono le guardò e le due capirono.

-No, non c’è-

-Spike penso la dovresti smettere con questo senso ossessivo di protezione-

Entrarono in aula.

-Ehi, mi preoccupo per lei, cosa che dovreste fare pure voi-

-Adesso devi capire una cosa: Buffy è grande, non una ragazzina, si vede con Angel, ok per ora sembra un rapporto di letto,ma cosa ci trovi di così tremendo?Va bene va contro l’etica della Buffy che conosciamo, ma non mi pare che lui la stia maltrattando. Sono consapevoli di quello che fanno-

-E se si innamorasse?-

-Non esagerare, B è passionale ma non folle! Sa come stanno le cose, che non è sano arrischiarsi in quel delicato percorso-

Spike sospirò. Avrebbe parlato ad Angel.

Quel pomeriggio Angel era in ufficio, la segretaria gli disse di accomodarsi che lo avrebbe subito raggiunto. Lo vide arrivare dal fondo del corridoio vestito di tutto punto come suo solito, gli sorrise e facendogli cenno indicò lo studio. Entrarono ed entrambi si sedettero.

-Allora Spy cosa ti porta qua?-

-Credo già che tu lo sappia Peach-

-Buffy-

-Esatto-

Angel rimase un attimo in silenzio attendendo la paternale dal cugino.

-E’ una ragazza d’oro, fantastica, in gamba, stupenda e soprattutto sensibile-

-E’ grande Spike-

-Non voglio che soffra-

-Nemmeno io-

-Già ma potrebbe succede, per causa tua-

-Dio Spike, hai una fiducia spaventosa nei miei riguardi, siamo cugini-

-Proprio per questo sono qui…diciamocelo non sei il massimo della fedeltà, tu e Darla vi siete sposati solo per quella cazzo di cooperazione tra le compagnie paterne, non farmi tirare fuori la sfilza delle tue donne-

-Solo perché ho avuto molte compagne non vuol dire che debba tradire Buffy-

-Ci vai a letto e basta-

-Lei ne è consapevole-

-Lei è fragile, è ingenua, è un’idealista convinta-

-Da quanto la ami?-

-Da quando l’ ho vista per la prima volta e non posso permettere che soffra-

-Non potrai evitarlo, non potrai essere sempre al suo capezzale per evitare che si sbucci un ginocchio, lasciala cadere, è troppo intelligente per non rialzarsi-

-Non fare il filosofo con me!-

-Non lo sto facendo, è una verità inconfutabile Spike, passerai tutta la vita a proteggerla?Sa farlo bene da sola!-

-Ma se la conosci, da quanto?Due settimane?-

-Cosa vuoi?-

-Voglio che la lasci stare, voglio che te la dimentichi, che non si costruisca una favola con l’uomo proibito!!-

-Cosa?Uomo proibito?Non essere petulante, non mi pare di averla maltrattata-

-No è vero, ma la ferirai, ti conosco Angel, non sei affatto una cattiva persona ma nemmeno uno che si affeziona…lei invece è diversa, non è come quelle puttane dell’alta società che ti scopavi-

-Hai detto bene, che mi scopavo, non succede da molto credimi-

-Io, voglio solo che tu ci rifletta….sai bene che la ferirai, perché sennò non saremo qui a discuterne-

-Sei assurdo-

-Oh adesso mi dirai che vuoi una storia seria!-

-Non so cosa voglio! Hai detto bene lei è diversa! Perché mi sta entrando dentro e sei così accecato dal tuo amore per lei che nemmeno ti sei chiesto se alla fine non sarà proprio lei a ferirmi!Ho ascoltato abbastanza le tue opinioni su di me, adesso vattene devo lavorare-

Spike abbastanza scioccato per quello sfogo improvviso lasciò lo studio. Lei gli stava scavando un solco nell’anima, improvvisamente si rispecchiò nelle parole di Angel. Come dimenticare in che modo i suoi sorrisi e i suoi occhi verdi gli avessero corroso il cuore?Lei poteva sciogliere un ghiacciaio, così come poteva scaldare il cuore di Angel.

Cap 7

 

In quel momento era come sorda, lo sguardo perso nel vuoto assorbito da un punto imprecisato della grande sala imperversata di giovani studenti affamati. I suoi occhi smarriti, attratti da una calamita invisibile.

Solo lo sventolio di un oggetto inizialmente non identificato la riportò, relativamente, tra loro.

-Ma cosa..-

-Ecco a voi la nostra serata!-

-Xander dovevamo consultarci!-

-Cos’è questa storia che scegli tu?-

-Ehi calmatevi, credevo fossimo d’accordo la settimana scorsa!-

Willow sospirò.

-Meno male-

-Ma bene cos’è tutta questa fiducia?!-

-Cerca di capirci Xan, l’ultima volta che ci siamo messi d’accordo la settimana prima hai preso Meet John Doe !Senza il nostro consenso!-

Lui guardò Faith sedendosi accanto a Buffy e facendo scivolare la cassetta fino ad una trepidante Willow.

-Mi stai disprezzando Gary!-

-Da quando sei in intimità con un morto?-

Le due risero. Arrivarono Spike, Oz e Anya.

-Ciao ragazzi-

-Ehi-

Si sedettero.

-Allora che c’è in programma per stasera?-

-JFK-

-Cosa?Ancora?-

-Non guardare noi..-

-Rossa sarebbe ora che ti facessi passare questa fissa per Kennedy -

-Voi non capite-

-Oh preferisco non farlo-

-E’ peggio di quando in terza media ti eri messa a piangere perchè non era Siegfrid a presiedere il discorso dei diplomi-

-Cerca di capire la sua poesia mi era entrata nel cuore-

-Era inglese!-

Spike guardò Xander con astio.

-Ti ricordo che io sono inglese bambola…-

-E a quanto pare sei pure gay-

I due cominciarono a litigare.

Buffy era rimasta in silenzio.

-Buffy cosa manca a casa tua?-

-Eh?Come?-

-B tutto ok?-

-Si certo!Em…vediamo… i pop-corn non ci sono,mentre i marshmallows, jelly beans e il burro di arachidi dovrebbero esserci-

-Perfetto allora prenderò anche da bere!-

Mentre i ragazzi stilavano la lista delle schifezze, le amiche si occuparono di Buffy.

-A che pensi?-

-A Angel?-

-Bè…un po’…-

Le due la guardarono.

-Cosa c’è?-

-Niente, solo…lo sai-

-Cosa?-

-Che devi stare attenta a quella cosa chiamata cuore-

-Ragazze-

-Ehi noi lo diciamo per il tuo bene-

-Lo so-

Si sorrisero, così quella sera erano tutti a casa di Buffy visto che aveva casa libera.

Era molto contento, sapeva gli sarebbe piaciuto. Erano giorni che Connor gli chiedeva quel giocattolo, ora in occasione del suo compleanno lo aveva avuto ed era felicissimo.

Per tutta la mattinata di sabato non aveva fatto altro che far girottolare quella diavoleria per bambini nel grande salone, mentre lui si divertiva a far finta di essere catturato. Amava i week-end con suo figlio, gli riempivano il cuore di una gioia immensa.

Dopo la visita di Spike non aveva più chiamato Buffy, le proprie parole lo avevano preoccupato più di quelle di suo cugino.

Quella ragazza lo aveva scottato più del previsto, stava male in quella situazione perché la desiderava così tanto che gli scoppiava la testa.

-Ok Angel, smettere di pensare a lei per almeno due secondi potrebbe essere un inizio, vero piccolo?-

Scaruffò la testa di Connor che gli sorrise con la sua bocca sdentata.

Doveva lasciarla perdere, anche se l’idea di non poterla più vedere, di non poterla più sentire, di non poter ridere alle sue battute, ricambiare i sorrisi, e fare l’amore, possederla e perdersi in lei fino a scomparire tra i sui fulvi capelli faceva male, più male del previsto. Lei gli era entrata dentro, fino alle viscere, assorbendolo, prosciugandolo.

Solo ora si rese conto che non era preparato a lei, ad averla nella sua vita, non era capace di guardarla senza prenderla e farla totalmente sua. Cosa pensava che lei lo ricambiasse sul serio?No, Buffy era in gamba, troppo per invischiarsi in una relazione con un uomo divorziato ed un figlio a carico.

Eppure nel suo cuore impazzito velato di malinconia, vi era ancora un barlume di speranza nella folle passione che covava per lei. Ma cos’era realmente?Solo desiderio, solo accecante cupidigia?

Perché lei riusciva a scaldargli il cuore con un sorriso?Perché il suo profumo era aria per i suoi polmoni?

Lasciarla, per non distruggersi, per non illudersi, per non ferire entrambi. Spike aveva ragione.

Pensò al suo domani senza il pensiero di chiamarla, sentirla, vederla e una morsa spappolò il suo cuore con ferocia, acido corrosivo, veleno deleterio; non voleva lasciarla andare.

Buffy si lasciò cadere sul letto, stanca di arrovellarsi per decidere quale stupidissimo vestito indossare per quella maledettissima festa della confraternita di Spike e Xander. Ormai nemmeno un falso mal di testa l’avrebbe salvata.

Lo sconforto fu tale da ucciderla. Angel non si faceva sentire da tre giorni; volle alzarsi e scappare in bagno a vomitare il dolore, il parassita che le stava avvelenando il cuore.

Si passò le mani sul volto nel tentativo di cancellare quella sensazione di soffocamento, di voglio di piangere, scoppiare in un pianto liberatorio.

Perché? Le mancava tanto, troppo. Le mancavano i suoi sorrisi riservati, la sua voce profonda, lo sguardo misterioso, la sua presenza così reale e sicura. Le mancava fare l’amore con lui, per ore infinite fino a sprofondare nell’abisso di estasi nella quale l’aveva portata.

Non riusciva a placare le fitte allo stomaco, ansia , irrequietezza, stavano ormai tormentando le sue giornate, osservano il cellulare muto nella vana attesa di un solo squillo. Persa nei suoi pensieri mal fingeva di essere la solita Buffy per nulla toccata dagli eventi e dall’assenza di Angel. Si voltò su un fianco nascondendo il volto nel guanciale sopprimendo le lacrime che incalzavano ai suoi occhi.

Stupida, perché non aveva il coraggio di chiamarlo? Così lui avrebbe pensato che a lei non importava, o forse se non si faceva sentire era proprio perché gli era venuta a noia. Aveva analizzato ogni singola ragione e conseguenza qualora avesse composto quel numero e si era scoperta molto ferita dall’idea che lui potesse dirle ‘ Ancora tu? E’ stato grande ma, finiamola qui, era solo un ringraziamento per il disturbo ’

Sentì un tuffo al cuore e arrancò per un po’ d’ossigeno. Sentì una lacrima fenderle gli occhi ma il rumore della porta che si apriva la costrinse a fermarla con tutte le forze. Willow osservò l’amica adagiata sul letto alzarsi di scatto. Non aveva pianto ma gli occhi rossi erano un segnale. Lei chiuse la porta alle sue spalle.

-Buffy tutto bene?-

-Si, certo….mi aiuti?Non so cosa mettere-

Lei guardò con tristezza la biondina che frugava nell’armadio mentre la sua voce andava incrinandosi di dolore, perché?

Cosa non andava? Erano solo tre giorni,non settimane, non mesi; non le aveva fatto promesse d’amore eterno lei sembrava convinta di quello che aveva detto loro ‘ niente coinvolgimenti sentimentali ’, eppure i suoi occhi la tradivano, l’angoscia opprimente con cui si gettava sul cellulare ogni volta che suonava, la devastante delusione nel constatare che si trattava di sua madre mostravano l’opposto.

Una settimana era veramente stata sufficiente a portarla sull’orlo della disperazione? Lui poteva averla colpita in poco tempo così profondamente? Si avvicinò a lei, cercando di smorzare un sorriso di conforto e non toccando l’argomento, l’aiutò a scegliere i vestiti.

La serata fu incentrata sul vano tentativo di scollarsi di dosso ogni essere che le si avvicinava, era schiva, solitaria, tremendamente lontana perduta in un luogo in cui non riuscivano a raggiungerla. Spike aveva visto il dolore nei suoi occhi che inutilmente Buffy celava dietro falsi sorrisi rassicuranti, voleva spaccare il mondo, voleva distruggere la sofferenza, voleva lenirle il dolore con i suoi baci e il suo affetto, ma lei lo avrebbe rifiutato. Una rabbia disumana fu rivolta al fautore di tale situazione.

Ma infondo lui aveva chiesto ad Angel di lasciarla perdere, era stato lui a gettarla nella disperazione, Angel aveva assecondato solo la sua volontà. Il pensiero del cugino che accettava la sua richiesta sembrò placare il suo spirito. Le sarebbe passata, tra una settimana o forse meno lui sarebbe stato un ricordo lontano.

-Willow io torno al dormitorio-

-Cosa?Perché?-

-Sono stanca…ho sonno-

-Uh, ok vuoi che ti accompagni?-

-No tu resta con Oz, vado da sola…salutami Xander e gli altri-

-Ok-

Willow con lo sguardo triste la osservò uscire, poi a sua volta guardò Spike che ricambiando il suo sguardo posò il bicchiere e seguì Buffy. Lei sospirò.

Faceva fresco fuori, si stava bene, il venticello mosse i suoi capelli, il pallore lunare rischiarò il suo volto. Attraversò il campus.

-Buffy-

Lei si voltò rallentando il passo, ma non smise di camminare. Lui la raggiunse.

-Ciao-

-Te ne vai già?-

-Si sono stanca-

-Certo…come stai?-

-Bene-

-Non mentirmi-

Lei lo fissò e poi si fermò.

-Non ti riguarda-

-Invece si, ti ricordo che Angel è mio cugino-

Deglutì e incapace di guardarlo negli occhi lasciò che la sofferenza le trapassasse l’anima.

-Cosa c’entra lui?-

-Lo sai…-

Lei riprese a camminare.

-Lui non ti chiama da tre giorni e ti riduci così….mi spieghi che ti succede?-

Si fermò ancora.

-Niente Spike!-

-Perché non vuoi dirmelo?-

-E’ solo che…lui è sparito così da un giorno all’altro….mi ha cercata dicendomi che gli mancavo, abbiamo passato quasi mezza giornata a fare l’amore e-

-Da quando non è più solo sesso?-

I suoi occhi verdi ora infiammati da cristalli di sale non caduti annegarono in quelli azzurro cielo di lui, restò muta con quelle parole pronunciate a mezz’aria.

Lui sospirò e quasi come un sussurro lasciò sfuggirsi il suo stupore di comprensione.

-Diavolo Buffy…-

-Non capisco….non..-

Le parole le morirono in gola rotte dal pianto e Spike la strinse a se lasciando che si sfogasse.

Cap 8

 

Domenica mattina Buffy andò al video noleggio per riportare la video cassetta. Lo infilò nella buca della porta apposita per la restituzione dei nastri noleggiati, appena fatto si voltò ma in quel momento desiderò non averlo fatto.

Angel era li, davanti a lei che si accingeva ad entrare, immobile nella sua statuaria bellezza, bello da fenderle l’anima. Fu assorbita dal suo sguardo e le ginocchia le tremarono come incapaci di sorreggerla, volle aggrapparsi a qualsiasi cosa pur di non cadere, volle correre via più veloce che poteva, via da lui e da quella fitta al cuore.

Era stupenda, sconvolta e scioccata, il suo volto un quadro di pura emozione; Buffy era vera, era ingenua, ogni sua emozione traspariva dal volto lucente, passionale e impetuosa. Il suo cuore accelerò i battiti mentre in quel duello di sguardi andava fondendosi l’atmosfera calda di quella mattina. Rimasero muti ,persi in qualcosa di irreale.

-Ciao-

-Ciao-

Lei voltò lo sguardo altrove.

-Come…come stai?-

-Bene-

I suoi occhi la tradirono, come sempre. Il suo cuore si stritolò di fronte a quel palese dolore.

-Bene-

Attimi tesi, si potevano tagliare a fette.

-Em, allora ci vediamo-

-Ah,si-

Lei fece per allontanarsi ma lui la fermò.

-Ascolta-

-Angel..-

-Io, voglio solo chiederti scusa…non dovevo coinvolgerti in tutto questo-

-Non mi hai obbligata-

-Lo so, ma sono ugualmente dispiaciuto-

-Non preoccuparti, solo….io…-

Sguardo sfuggente.

-Ero in pensiero, poteva esserti successa qualunque cosa..-

-Sto bene-

-Perché adesso ti vedo…-

-Ho sbagliato, scusa-

-Non devi scusarti…ma cerca di capire, sono passati tre giorni da..-

Deglutì. Lui la guardò.

-Noi non stiamo…-

Lei capì dai suoi occhi e quelle parole non pronunciate furono come uno schiaffo, abbassò lo sguardo per non lasciarsi scappare le lacrime.

-Lo so, mi sarebbe bastata una sola telefonata per dirmelo di persona invece che… -

-Buffy-

-Ti prego…-

Le parole morirono in un singhiozzo mal taciuto e lui se ne accorse, così lasciò che se ne andasse.

Si chiuse violentemente la porta alle spalle e alzò gli occhi al cielo, lasciandosi scivolare a terra. Perché doveva fare così male?Perché lui le era entrato così in profondità?Come poteva averla toccata fino a quel punto?

Cosa la rendeva così debole?

Era insopportabile il fatto che non riuscisse a controllare le proprie emozioni, che non riuscisse a capire perché doveva sentirsi così per lui. Avevano fatto l’amore, lei si era sentita veramente amata,aveva sentito il proprio cuore scaldarsi e sciogliersi, aveva sentito quel vuoto distruttivo placarsi ad ogni bacio di Angel, non le era mai successo con Spike. E adesso era li a crogiolarsi nel suo dolore, a piangere per la perdita del suo paradiso così tanto cercato. Poteva amarlo?Potesse essersi innamorata di qualcuno nel giro di pochi giorni? Come aveva fatto ad essere così stupida? Ora lo aveva perso, aveva perso quel frammento di luce, quel tepore inimmaginabile, aveva perso Angel.

Voleva piangere, piangere tutte le lacrime che aveva dentro, ma non lo fece. Rimase li fino al ritorno di Willow.

Qualche giorno dopo sembrava stare meglio, non solo agli occhi degli altri, ma anche per se stessa. Quella sera erano tutti al Bronze come sempre, si stavano divertendo e lei accettava di buon grado occhiate languide provenienti dagli individui più decenti di sesso maschile. Xander la fece ballare e questo l’aiutò a rilassarsi un po’, a scrollarsi di dosso tutta la tensione. A ballo terminato rimasero ancora un po’ al Bronze e poi andarono via.

Angel fissò suo figlio dormire beato, mentre stringeva il peluche che tanto amava. Sorrise e poi chiuse la porta dirigendosi nel suo studio. Li accese la lucina e sospirò, continuando a guardare il telefono, continuando a far scorrere nella sua testa le immagini della domenica precedente e quelle parole, aveva sbagliato, l’aveva ferita, Spike aveva avuto ragione nuovamente. Dopo essersi rigirato tra le mani una penna, decise che forse una chiamata avrebbe dovuto fargliela, infondo l’ultima volta che si erano visti non avevano chiarito un bel niente. Compose il numero.

Erano nel corridoio e si stavano dirigendo alla propria stanza, le squillò il cellulare e mentre chiacchierava con Willow lo estrasse rispondendo.

-Pronto?-

-Ciao-

Il sorriso morì sulle sue labbra e Willow intuì così entrò lasciando la porta aperta.

-Ciao-

-Ti disturbo?So che è tardi ma…-

-No, no va…va bene-

Rimase in corridoio.

-Io, avrei bisogno di parlarti, per chiarire-

-Sei stato chiaro domenica-

-No Buffy, sai che non è così..-

Lei sospirò.

-Ok, come vuoi-

-Domani a pranzo ti va bene?-

-Si-

-Allora passo a prenderti-

-Ok-

-Ciao-

-Ciao-

Chiuse e rientrò. Willow non le chiese niente e dopo un po’ fu lei a parlarle.

L’aveva portata in un localino semplice, non molto lontano dal campus e si mangiava piuttosto bene.

-Oltre che le mie scuse vorrei anche spiegarti il motivo del mio comportamento-

-Capisco che, voglio dire, avventure come la nostra ne avrai avute tante quindi-

-No Buffy, non capisci invece…io, sono stato benissimo con te, non è stata un’avventura…ma ci ho riflettuto e ho capito che sarebbe stato difficile per entrambi iniziare una relazione-

-Si, certo-

-Tu mi piaci veramente, non sai come sono stato male in questi giorni…-

Lei lo guardò.

-Oh certo, tu?-

-Lo so… dovevo chiamarti ma ero confuso-

Lei sentiva gli occhi pungerle.

-Non dovevi darmi tutte queste spiegazioni-

-E’ la verità e te lo dico perché io non ho vissuto quella settimana come una cosa come tante-

-Ok, c’è altro?-

-No…-

Rimasero in silenzio senza guardarsi negli occhi.

-Ora so perché Spike ti ama-

Lei lo guardò.

-Sei splendida e non sai quanto mi detesti per averti fatta soffrire…ma io non vado bene per te-

-Questo non puoi deciderlo tu-

-Hai ragione….posso chiederti se…insomma tu e Spike-

-Siamo stati insieme…-

-Ma tu…-

-Non ricambio…-

Altro silenzio.

-Non ho mentito, tutto quello che ho detto…-

-Anche io…insomma non mi sono mai sentita così..-

-Completa-

Lei incontrò i suoi occhi scuri, nella tristezza del cioccolato una morsa al cuore, sussurrando il suo assenso.

-Si-

Sarebbe scoppiata, se lui avesse continuato sarebbe esplosa.

-Perché non possiamo provarci?-

-Ho paura di ferirti e sarà sicuramente così…-

-Ok la fedeltà non è il tuo forte-

-Cosa?No! Non è per quello, io ho smesso di desiderare ogni altra donna che non sia…-

L’imbarazzo frenò le parole e lei gradì quella discrezione gentile.

-Ma è perché siamo così distanti….io ho un figlio, sono divorziato…tu devi ancora finire il college-

-E allora?-

-E se qualcosa non funzionasse?Tu ti affezioneresti a Connor e lui a te, sarebbe un dolore per lui…-

-Capisco-

-E l’idea….-

Non riusciva ad essere totalmente sincero, era una novità per lui mettere a nudo la propria anima di fronte a sentimenti così nuovi e dolorosi.

-Cosa..-

-Il pensiero di passare altri mille di quei giorni stupendi con te e di perderti un giorno….non so cosa mi stia succedendo-

Lei era senza parole. La conversazione fu tagliata li e per tutto il pranzo non fu toccata. Una volta finito lei tornò al campus con cuore in pezzi. Quella sera pensò ad ogni singola parola da lui pronunciata e giunse alla conclusione che dovevano provarci altrimenti non avrebbero mai saputo se fosse funzionata. Fuori pioveva, prese il suo ombrello rosa e raggiunse la fermata degli autobus. Andò da Angel. Quando entrò in casa trovò Connor in soggiorno a giocare che l’accolse con un mega sorriso. Dopo aver giocato col bambino si misero seduti in salotto.

-Ci ho riflettuto e io voglio tentare Angel-

-Buffy-

-Non lo sapremmo mai se non proviamo-

-Io…-

In quel momento scese le scale Darla in accappatoio.

-Angel dove hai…-

Rimase ammutolita quando vide Buffy, la biondina scattò in piedi con cuore che scoppiava in petto. Angel già immaginò i mille fraintendimenti che andavano avviluppandosi nella sua testa.

-Oh, ancora tu-

-Buffy posso spiegarti-

Lei rimase muta con la bocca semiaperta e gli occhi che brillavano di acqua cristallina.

-Io…scusate-

-Buffy-

Lei uscì di casa correndo, aprì l’ombrello e corse fino al cancello.

-Cosa ho detto?-

Angel fulminò la sua ex moglie e si precipitò all’inseguimento della ragazza. Lei era per strada e fu raggiunta da Angel.

-Buffy-

Lei accelerò il passo.

-Aspetta fammi spiegare, non è come sembra!-

-Lasciami stare-

-Non è successo niente-

-Perché mi prendi in giro?Ti odio!-

Stava piangendo, la pioggia camuffò il suo dolore: attraversò la strada in direzione della fermata degli autobus, per sfuggire a lui, al dolore, per scappare via dal male che le stava facendo, dal suo cuore distrutto. Scappare via da lui. Non prestò attenzione alla macchina che stava avanzando e l’unica cosa che vide Angel fu un ombrello rosa illuminato dai fari della macchina che si era fermata, rotolare via fino ai suoi piedi.

Cap 9

 

Il suo cuore smise di battere, era immobile, paralizzato da un dolore non ancora concretizzato. Davanti a lui una scena irreale, da film. L’assordante sirena dell’ambulanza, una folla sotto la pioggia sferzante, acido sulla sua pelle. Lo sguardo perso, gli occhi spalancati, offuscati, opalescenti; nulla trapassava la sua anima, solo un flash, solo una rapida occhiata ad una folta chioma bionda zuppa d’acqua e colorata di rosso. Gi occhi si dilatarono e un grido muto sferzò la notte bagnata. Qualcuno lo notò, ignorando lo stato di trans, l’ombrello rosa, il suo ombrello rosa era accanto ai suoi piedi e poi più nulla. Quando la coltre di gente si dissolse, quando la sirena fu lontana perdendosi nell’aria, lui rimase li immobile fissando il vuoto con un’ansia tale da attanagliarli la gola. Un poliziotto preoccupato lo aveva portato in ospedale, era ancora sotto shock. Una signora gli aveva detto che aveva visto i due rincorrersi e poi l’incidente.

Dai documenti risalirono all’identità sia della ragazza che di lui e subito in ospedale giunsero Joyce, Dawn, Willow, Xander, Spike, Faith, Darla e Connor al seguito. Personaggi diversi, legati da due vite sul filo del rasoio.

-Angel che diavolo è successo?-

Lo scosse con violenza, fino a fargli male.

-Spike smetti!-

-Darla tu non c’entri!-

-Si accidenti! Lei è venuta a casa per parlare con lui, io ero andata a casa sua perché da me la pioggia aveva sfondato il solaio e tutto era allagato così mi ha vista in accappatoio ed è scappata!-

Tutto fu chiaro, compreso lo shock dell’uomo. Joyce torturava i dottori, Dawn veniva consolata da Willow, Xander e Spike facevano su e giù ansiosi, Faith cercava di calmarli e Darla con Connor tentava di risvegliare Angel.

Erano in sala d’aspetto, Angel era stato avvolto in una coperta termica e fatto cambiare dagli abiti zuppi. Connor pianse allungando una manina verso il padre che si voltò a guardarlo, solo questo lo smosse per qualche istante.

Quando giunse il medico riferì le condizioni di Buffy, tre ore dopo dimessa dalla sala operatoria e portata nel reparto rianimazione.

-Buffy è in coma, non irreversibile, ci sono buone speranze che si risvegli, ora ha bisogno di riposo dopo la lunga operazione…ha riportato un profondo trauma cranico, una costola è frantumata e la milza si è salvata per miracolo, se vuole vederla entri ma solo lei-

La donna non se lo fece ripetere. Per i tre giorni seguenti fecero a turno per stare da lei la notte in ospedale, Spike aveva telefonato a Darla per chiedergli come stesse Angel, così decise che una notte poteva starci lui.

Entrò nella camera buia dove vide Dawn addormentata, la scosse dolcemente.

-Cosa..-

-Ciao-

-Ah, ciao…-

-Sono Angel-

-Si lo so-

-Ti do io il cambio-

-Ah ok-

-C’è Spike fuori che ti aspetta-

-Va bene-

Raccolse le sue cose poi uscì. Mentre metteva il cappotto osservò dal vetro con le tende non del tutto tirate, l’uomo seduto al fianco di sua sorella che le prendeva dolcemente la mano e restò ad ascoltarlo.

-Ciao…-

La guardò.

-Sei bellissima…ok tu diresti il contrario guardando imbarazzata un punto imprecisato della stanza, ma lo sei…-

Scostò una ciocca dal suo volto diafano.

-Pensavo che i tuoi capelli fossero lisci invece sono mossi, ti stanno molto bene sai?-

Soppresse un singhiozzo che infiammò la gola.

-Mi dispiace…io…hai frainteso tutto Buffy, Darla era a me perché aveva un problema al tetto di casa sua, si è solo fatta una doccia non c’è stato altro…siamo divorziati e non ho assolutamente intenzione di tornare con lei..-

Abbassò lo sguardo.

-Non ora che ho te-

Baciò la sua mano.

-Non puoi andartene hai capito?Devi svegliarti, ci sono così tante cose che dobbiamo fare, tante da raccontare… se te ne vai come…come faccio senza te….come vado avanti?Connor già ti adora, voleva giocare con te e farti vedere i suoi pupazzi...ed io…Buffy ti prego, ti prego non lasciarmi, da quando sei entrata nella mia vita tutto è cambiato, mi sento completo, diverso, felice. Voglio sapere tutto di te, di quello che ami fare, voglio vederti ridere, voglio capire tutte le cose più assurde che dici o fai, voglio vederti dormire davanti ad un camino una sera d’inverno, voglio tenerti fra le mie braccia e fare l’amore fino alla fine del tempo, voglio vederti piangere e disperarti per un film, voglio…voglio vedere i tuoi occhi verde mare e annegarvi dentro mentre ti dico quanto ti amo, quanto mi sia innamorato di te. Ti amo Buffy, ti amo così tanto che mi scoppia la testa da quanto ti penso, da quanto questo sentimento mi corrode lo spirito e non devi lasciarmi, io non voglio-

Posò un bacio sulla sua fronte osservandola respirare nel sonno. Non poteva lasciarla senza averle detto quanto il suo cuore gli avesse gridato con violenza, che l’amava.

Si era barricato nel suo studio sperando che il tempo fluisse più velocemente, sperando che il telefono squillasse e la voce cristallina di lei esplodesse in una risata calorosa che lo avrebbe fatto piangere di cuore. In piedi di fronte alla finestra osservando il buio di quella città devastata da un temporale senza fine, come la notte che l’aveva portata via da lui.

Un tuono. Era stato il suo cuore? Un barlume fiammeggiante squarciò il cielo buio e nuvoloso, grigio di tempesta.

Lentamente, con la cadenza di una lacrima sul volto, il cielo pianse la sua pioggia scrosciante,rumorosa, fastidiosa. Stillettante sui finestrini di un auto al semaforo, ticchettio di un ombrello rosa, gocce trasparenti striscianti alla sua finestra; incantatrici di osservatori attenti. Non era la prima volta che fissava quelle piccole particelle d’acqua infrangersi contro i vetri delle finestre, scivolando lentamente giù fino a che la potenza dell’acqua non si abbattesse senza dare spazio ad un sussurro,ad un’occhiata al di la dell’acqua sottile e coprente. Un altro tuono accompagnato dal lampo micidiale che illuminò a tratti il volto stanco.

Da quanto andava avanti così? Abbagliato dallo stupefacente spettacolo offertogli dalla natura non udì la porta aprirsi lentamente, sfiorando la morbida moquette scura sulla quale timidamente avanzarono due piedi incerti rimanendo nel confine segnato dall’entrata. Solo il richiamo di una voce femminile scollegò la sua mente dalla realtà surreale dei suoi pensieri.

-Mr. Connely c’è una chiamate per lei dall’ospedale-

Non batté ciglio, aveva sentito?La segretario ne dubitava.

-E’ il dottor Levin-

Il suo cuore perse un battito.

Aveva il numero del medico curante che si occupava di Buffy, lo aveva implorato di chiamarlo qualunque minimo cambiamento vi fosse. Si scagliò contro il telefono e rispose.

-Mr. Connely?-

-S sono io-

-Presto, venga subito-

Afferrò il cappotto e lasciando la cornetta penzoloni scappò correndo in ospedale con un’ansia distruttiva, lottando contro una paura agghiacciante che bloccò il suo cuore.

Cap 10

 

 

Stavano passeggiando per le strade della città quella sera speciale, lei gli aveva parlato di tutto, senza stancarlo l’avrebbe ascoltata anche per ore se fosse servito a non lasciarla mai andare, a non lasciare la piccola mano che toccava la sua. Lui aveva colto diverse affinità, gusti musicali, teatro, cinema, una ragazza versatile dai mille interessi, in grado di fare critiche costruttive su quel libro per saltare al suo animale preferito; era eccezionale. Lui l’aveva guardata, in quel momento le avrebbe voluto recitare una poesia forse rubando le parole diun poeta per dar voce a sentimenti disordinati.

L’auto scura sfrecciava sulle strade di Los Angeles, mentre ricordi dolorosi affollavano la sua mente, infuocandolo di veleno, spappolandogli il cuore e strappandogli l’anima. Ora non avrebbe potuto recitarle nessuna poesia, nessun verso degno di lei, avrebbe solo osservato da lonta la sua essenza svanire; impotente davanti ad un destino spietato.

 

“Temo di perdere la meraviglia

dei tuoi occhi di statua e la cadenza

che di notte mi posa sulla guancia

la rosa solitaria del respiro.

 

Temo di essere lungo questa riva

un tronco spoglio, e ciò che più m’accora

è non avere fiore, polpa, argilla

per il verme di questa sofferenza.

 

Se sei tu il mio tesoro seppellito,

la mia croce e il mio fradicio dolore,

se io sono il cane e tu il padrone mio,

 

non farmi perdere ciò che ho raggiunto

e guarisci le acque del tuo fiume

con foghe dell’autunno mio impazzito ”

 

Federico Garcia Lorca

 

La stava perdendo, stava scivolando via come sabbia tra le sue dita, stava volando lontano soffiata da una bora maledetta e lui era impotente.

Irruppe nell’ospedale, correndo come un pazzo verso il reparto rianimazione col cuore in gola, gli occhi scottati, il respiro spezzato e una morsa allo stomaco incapace di placarsi; i suoi occhi scorsero il gruppo di figure appostate già davanti alle porte del reparto divorò la distanza che lo separava dalle sue paure. Spike lo vide ed ebbe paura del suo volto.: era arrossato, gli occhi segnati da cerchi scuri, il volto diafano e stanco, i capelli arruffati e un terrore negli occhi che lo spaventò.

-Angel-

-Che succede?-

-Non lo sappiamo, siamo arrivati adesso, Joyce è dentro-

-Io-

-Non puoi andare fermo…-

Lo trattene, poi una volta che il medico uscì gli si accanirono contro.

L’aria rarefatta, odore di disinfettante ed ospedale, un volto divorato dall’ombra di una stanza che sapeva di morte; la donna sedette al fianco del letto della figlia con occhi stanchi, affranti, distrutti. La stava perdendo e non se n’era accorta. Non sapeva molto della vita di Buffy, non sapeva che avesse una relazione con il cugino di Spike, non sapeva nemmeno che stesse frequentando qualcuno. Non aveva avuto la forza per domandare spiegazioni, per chiedere come mai sua figlia fosse in fin di vita sul letto di un ospedale dopo essere fuggita sotto una violenta pioggia dalla casa di un ragazzo di cui ignorava l’esistenza; era solo una madre a pezzi. Ma la telefonata inattesa del medico aveva acceso una speranza, aveva cancellato dubbi, paure e dolore; arrivare li ed afferrarle la mano mentre sembrava volersi risvegliare non ancora pronta a lasciare quella vita, aveva irradiato il suo cuore come l’aria tetra della camera di luce e ora tutto era rinato. Joyce strinse quella mano delicata attendendo il momento in cui gli occhi di sua figlia avrebbero nuovamente incontrato i suoi, nel momento in cui sospirando le avrebbe sorriso per baciarle la fronte e dirle che lei era li, che l’amava e che l’avrebbe sempre protetta.

Un senso di nausea s’impadronì di lei e fu come catapultata violentemente fuori dal quel mondo fantastico, da quel sogno caldo e morbido che sembrava destinato a perdurare nel tempo; le sue orecchie avevano udito una voce conosciuta bisbigliarle qualcosa, spalancandogli il cuore, ma quante certezze ci fossero che non lo avesse semplicemente sognato? Mosse una mano e sentì un contatto, sentì una presa farsi più solida per tenerla aggrappata alla realtà che stava riafferrando e di riflesso la strinse fiduciosa, nella speranza che fosse colui che infestava i suoi sogni, dando voce ai pensieri in un’unica parola.

-Angel-

Sua madre cambiò espressione ma repentinamente soppresse lo stupore per quella parola appena sussurrata da Buffy che si stava risvegliando.

-Buffy tesoro sono la mamma-

Il singhiozzo soppresso della madre improvvisamente le riportò alla memoria immagini ed eventi noti, in principio confusi che le causarono un mal di testa consistente per poi diventare più forti ed invaderla completamente. Con l’altra mano riuscì a toccarsi una tempia ma rabbrividì sentendo l’ago della flebo far pressione nelle vene e la ritrasse nauseata.

-Mamma…-

-Si, amore sono io…-

Sua madre sorrise con le lacrime agli occhi.

Fuori la tensione si tagliava a fette, solo la voce del medico, colui che sarebbe stato l’ambasciatore di sventure o speranze, avrebbe placato le ansie cocenti. Quando l’esito fu positivo, i sospiri di ognuno risuonarono come una levitazione dell’anima, come se si fossero sollevati in cielo tutti quanti raccolti nell’unico amore per quella ragazza in coma. Angel sentì le lacrime pungergli gli occhi, persi nelle immagini di ragazzi felici e sollevati che si abbracciavano gioiendo e ridendo tra le lacrime. Capì di essere di troppo, capì che il loro raccoglimento non lo riguardava, capì che il suo amore per Buffy era così forte che lei lo avrebbe sentito anche a mille miglia e che quando tutto si sarebbe calmato l’avrebbe vista, l’avrebbe toccata, avrebbe sprofondato nelle sue iridi verdi. Con un lieve sorriso sincero e il cuore leggero si voltò in direzione dell’uscita per lasciare quel posto. Joyce uscì dalla stanza e raggiunse gli altri in corridoio, Dawn l’abbracciò e tutti le si fecero contro. Lei guardò tutti loro sorridendo, poi si accorse della figura ricurva che si allontanava avvolta nel suo dolore adesso sconfinato in felicità.

-Angel-

La voce lontana si disperse nell’aria, ma alle sue orecchie fu un colpo dritto nel petto. Non aveva mai notato quanto Buffy e sua madre si somigliassero nell’aspetto e nel tono di voce. Si fermò e si voltò conscio degli sguardi su di lui, sorpresi da quel gesto così inconsueto per Joyce, una donna che faceva di tutto per proteggere sua figlia e che avrebbe dovuto detestarlo; adesso lo aveva chiamato chiedendogli implicitamente di tornare indietro. Quando i suoi occhi scuri incontrarono quelli verdi della donna, si sentì attrarre come una calamita verso una forza più grande della sua volontà e lentamente tornò dal gruppo.

-Il medico ha detto che può entrare un’altra persona, so che Buffy vorrebbe te-

I loro occhi incollati per istanti infiniti fusi nel tempo comunicarono ciò che le parole non dissero e lui volle piangere per quella richiesta. Senza farsi pregare superò la donna staccando lo sguardo con una muta risposta di ringraziamento e sparì nel lungo corridoio dietro le porte del reparto per raggiungere quella stanza.

Chiuse fuori il suo dolore lasciandosi invadere da una gioia immensa per il paradiso che stava per riabbracciare. Entrò nella stanza aprendo piano la porta e osservò la ragazza sdraiata. Lei percepì una presenza e spalancò gli occhi in direzione della porta. I loro occhi si sciolsero nella profondità dei loro sguardi, scoppiando i cuori nei petti simultaneamente. Rimasero in silenzio, lui si avvicinò sedendosi.

-Ciao-

-Ciao-

-Non parlare, non devi sforzarti-

Lei scosse il capo. Poi notò l’aria stanca di lui, il volto scomposto, gli occhi cerchiati e gonfi ma sereni e si chiese se tutto questo sconvolgimento fosse stato causato da lei. Lui spostò una ciocca dalla sua fronte sorridendole.

-Buffy…-

Non poteva parlare, la gola bloccata da un nodo troppo grosso da scogliere, un fiume in piena di emozioni troppo confuse per essere represse senza sforzo; lei si limitò a sfiorargli il volto con il dorso di una mano e a ricambiare il sorriso. Lui afferrò quella mano baciandola come se fosse stato ciò di più caro che avesse.

-Dio, non sai come sono felice….sei viva…scusa, scusami sono stato un vero idiota…Buffy io-

La sua mano sfuggì alla stretta dell’uomo per posare un dito sulle sue labbra. Per attimi si persero negli occhi dell’altro, per istanti infiniti si amarono solo con lo sguardo.

-Lo so…ti ho sentito…-

Lui si illuminò e le baciò la fronte e stringendole la mano per comunicarle quanto l’amasse attraverso tutto il calore che poteva infonderle. Ora avrebbe lottato per averla, per avere lei, ciò che più amava oltre suo figlio, ciò che dava un senso alla sua vita insieme a Connor, Buffy, la sua Buffy.

Cap 11

 

La ragazza fu presto dimessa dall’ospedale e restò a casa per un breve periodo di convalescenza. La sua camera era infestata di peluche, palloncini, fiori e quant’altro. Angel era andato a trovarla qualche volta e aveva anche portato Connor.

Joyce non aveva detto niente, era preoccupata non tanto che Angel fosse più grande di lei, ma che avesse già un figlio. Quando la ragazza si riprese totalmente, tornando a stare al dormitorio e frequentare l’università normalmente, nella sua routine vi fu anche Angel. Avevano deciso di cominciare per gradi, uscendo e tornando a conoscersi ancora.

Quella sera erano tutti al Caritas a mangiare per festeggiare la riabilitazione di Buffy.

-Bene direi che stasera paga Buffy-

-Cosa?-

-Ehi ho silurato tutto il mio stipendio per tutti i regali che ti ho fatto!!-

Risero.

-Mio Dio Spike ti porterò con me a lezione di bon ton-

-Oh certo Xan già mi immagino, sei il primo del corso vero?-

-Ovvio-

-..ti scopi la racchia dell’insegnante-

-Ragazzi-

-Che cosa???-

Xander si lanciò contro Spike.

-Ah ah…lurido essere-

Cominciarono a bisticciare. La serata proseguì allegramente, poi andarono al Bronze a ballare. Angel riaccompagnò Buffy a casa.

-Credimi stasera non era niente-

-Non voglio saperlo-

-Non hai idea di come sia andare al cinema!Una volta siamo andati a vedere il Pianeta delle scimmie e loro due si sono messi a commentare, peggio di Will quando ha visto Rain Man, così l’omino che gira per le sale ci ha detto che se non la finivamo dovevamo uscire!!-

-Oh, brutta figura-

-Sono una cosa impossibile!-

Risero. Lui la guardò.

-Stiamo andando bene no?-

-Già-

Lei abbassò lo sguardo.

-Cosa c’è?-

-Niente…sono solo stanca…-

-E’ comprensibile…-

-Grazie per la bella serata-

-Ehi, io ti amo….-

-Anche io ti amo-

-Allora dammi un bacio-

Lei non esitò un istante e si sporse per baciarlo.

Le cose tra loro proseguirono bene, senza accorgersene il tempo passava e la primavera lasciò il posto all’estate. Quella era la serata dei film e avevano deciso di fare una maratona di Quentin Tarantino, tra Pulp Fiction, Le iene, Four Rooms e Jackie Brown ci fecero nottata.

-Che si fa a Luglio?-

-Bo, andiamo al mare?-

-Quanto sei originale-

-Ehi tu hai chiesto io ho risposto-

-Cambierò domanda…che facciamo quest’anno rispetto all’anno scorso?-

-Andiamo al mare da un’altra parte?-

-Ci rinuncio-

-Facciamo un viaggio-

-Ma si emigriamo!-

-Xan-

Si tirarono le patatine.

-Ehi non sprechiamo il cibo…-

-Potremmo andare nella tenuta estiva di Angel a Santa Monica-

-Wow-

-Io non mi sento ancora wow-

-Proponi tu qualcosa allora-

-Ok vada per il mare-

Gioirono tutti quanti. Così a Luglio andarono a Santa Monica da Angel, fortuna che in quel mese Connor andava in vacanza con Darla a San Diego dai genitori di lei. Joyce aveva fatto un po’ di storie inizialmente ma dopo tutto Buffy era pur sempre adulta e in grado di decidere da sola col suo consenso o meno.

Arrivati alla casa restarono di sasso nello scoprire quanto fosse bella: era una villa non molto grande che distava un po’ dal mare, attorniata dagli alberi in quella che doveva essere una strada molto prestigiosa di Santa Monica. Nel retro della casa c’era la piscina, le porte erano delle grandi vetrate e il salotto dava direttamente sulla piscina; consisteva su due piani molto semplici tutto rigorosamente in legno. L’aria di mare tipico odore salmastro portato dal vento della costa gli fece sussultare. Si sistemarono nelle stanze: Oz e Anya non erano andati con loro quindi erano solamente Buffy, Angel, Spike, Xander, Willow e Faith. C’erano due camere con un lettone matrimoniale e una con tre letti singoli. Angel e Buffy dormivano insieme, Spike e Xander in quella a tre letti e Willow e Faith in quella matrimoniale. Dopo essersi sistemati, le ragazze si misero in costume viso che faceva un gran caldo. I ragazzi fecero lo stesso, Spike montò il barbecue in giardino, Xander e Faith apparecchiarono il tavolino sul prato vicino alla piscina, Angel era in cucina che preparava la cerne e Buffy e Willow si occupavano dei contorni. Quando fu tutto pronto si misero a tavola a mangiare.

-Dopo proporrei un bel bagno-

-Io invece di mettersi a prendere il sole-

-Si concordo-

-Però sarebbe meglio mettersi verso le quattro e mezzo il sole adesso è troppo forte possono venirci i tumori.

-Will, solo le due adesso, tra che finiamo di mangiare, mettiamo a posto e ci sistemiamo sono le quattro-

-Ok, io lo facevo per voi-

-Lo sappiamo rossa-

Risero e scherzarono e come previsto fecero le quattro. Così mentre le ragazze si sdraiano al sole mettendosi la crema reciprocamente, Xander e Spike finirono in piscina in seguito ad uno dei loro famosi litigi.

-Venite anche voi!-

-No tra un po’-

-E dai-

Angel arrivò in quel momento da dietro le ragazze e Spike gli fece dei gesti strani. Lui capì e si avvicinò a Buffy per baciarla.

-Ehi-

-Scusa ti faccio ombra?-

-E’ un’ombra gradita-

-Bene-

Le diede un altro bacio chinandosi fece passare le mani sotto la schiena di lei sollevandola di scatto.

-No Angel!-

Si gettarono in piscina schizzando le altre due.

-Maledetto…la pagherai-

-Grande!-

Risero. Buffy gli saltò al collo tentando di annegarlo ma lui le fece il solletico. Intanto Faith si era rassegnata e aveva deciso di buttarsi così Spike uscì fuori e trascinò anche Will in acqua. Restarono a fare il bagno per un po’, dopo esausti si misero al sole a dormire. Verso le sei cominciarono a dare i primi segni di vita. Willow si era scottata, Faith e Buffy erano ancora sul cadaverico andante. Mentre Angel e Spike stavano già prendendo colore, Xander si lamentava per l’assurda scottatura della sua spalla essendosi addormentato di fianco. Si fecero un bel bagno e si prepararono ad uscire, sarebbero andati a mangiare fuori.

La serata si dimostrò molto divertente e rilassante, andarono a ballare facendo mattina e poi si misero a dormire fino all’ora di pranzo.

La settimana passò in un lampo e già erano un po’ più abbronzati, quel pomeriggio in spiaggia si tenevano varie attività pe intrattenere i turisti: Faith e Spike avevano preso parte al torneo di beach-volley vincendo tutto, Willow si dilettava in un semplice e divertente acqua- gim con Xander il cui unico scopo era quello di adescare qualche graziosa bagnante mentre Buffy e Angel si divertivano un sacco a guardare la gente che si alternava al karaoke che stonava in modo vergognoso.

-Perché non vai a cantare?-

-Cosa??Sono stonatissima te lo puoi scordare-

-Ma dai se invece hai proprio una bella voce-

-Non puoi saperlo-

-Ti ho sentita l’altra mattina sotto la doccia-

Lei lo guardò semi sconvolta.

-Che fai mi spii??-

-Oh non ne ho bisogno-

Risero e si baciarono. Uno degli organizzatori gli sentì parlare.

-Ehi, ragazzi volete partecipare?-

-No grazie-

-E’ timida, io sono stonato…non vi conviene è una bellissima giornata di sole-

-Però volevi costringere me-

-Andiamo tu hai una voce dolcissima…ha presente la pubblicità dove c’è quella modella castana?-

-Quella dei cartelloni in centro?-

-Si esatto-

-E’ bella-

-La sua voce, è di questa ragazza qua-

Lui guardò Buffy.

-Sul serio?-

-Glielo assicuro, il produttore è un mio cliente-

-Allora devi cantare bene per forza…andiamo-

-No…Angel me la pagherai-

Lui rise osservando quell’uomo che la trascinava sul palco.

-Ecco a voi una cantante eccezionale!-

Lui le bisbigliò all’orecchio qualcosa.

-Buffy!!!Che ci delizierà con la celebre e scatenata canzone di Diana Ross ‘You can’t hurry love’-

Lui le diede il microfono. Buffy lo prese titubante e osservò il piccolo schermo dove scorrevano le parole mentre partiva la musica, Angel al guardava ridendo.

‘I need love, love to ease my mind

I need to find, find someone to call mine

But mama said

You can't hurry love no, you just have to wait

She said love don't come easy it's a game of give and take

You can't hurry love no, you just have to wait

You got to trust, give it time no matter how long it takes

But how many heartaches must I stand before I find a love

To let me live again right now the only thing

That keeps me hangin' on

When I feel my strength, yeah it's almost gone

I remember mama said:

You can't hurry love no, you just have to wait

She said love don't come easy it's a game of give and take

How long must I wait how much more can I take

Before loneliness will cause my heart

Heart to break?

No I can't bear to live my life alone

I grow impatient for a love to call my own

But when I feel that I, I can't go on

These precious words keeps me hangin' on

I remember mama said:

You can't hurry love no, you just have to wait

She said love don't come easy it's a game of give and take

You can't hurry love no, you just have to wait

She said trust, give it time no matter how long it takes gotta wait!

No, love, love, don't come easy

But I keep on waiting anticipating for that soft voice

To talk to me at night for some tender arms

To hold me tight I keep waiting

I keep on waiting but it ain't easy

It ain't easy

But mama said:

You can't hurry love no, you just have to wait

She said to trust, give it time no matter how long it takes

You can't hurry love no, you just have to wait

She said love don't come easy it's a game of give and take’

 

Lei l’amore l’aveva trovato, aveva atteso e improvvisamente le si era presentato davanti durante una cena rubandole l’anima. Aveva sofferto, molti cuori erano stati infranti per poter raggiungere l’amore supremo, per una voce soffice che le sussurrava all’orecchio la sera, per tenere braccia le la stringessero e adesso lui era li che la guardava sprofondando nell’immensità dei suoi occhi ricordandole quanto l’amasse; non poteva che essere felice. Quando la canzone finì tornò da lui.

-Hai visto è stato un successone-

-Non sei spiritoso, lo hai fatto a posta-

-Si adoro guardarti arrossire imbarazzata-

-Ah ma bravo-

Risero e si baciarono.

Cap 12

 

Martedì si svegliarono tardi come al solito e dopo pranzo si diressero in spiaggia. Ad Angel suonò il cellulare.

-Pronto?-

-Angel-

-Darla…-

Buffy si voltò di scatto.

-E’ successo qualcosa a Connor?Sta bene?-

I suoi occhi scuri si dilatarono in preda allo spavento, che mai poteva essere accaduto?Il cuore batteva velocemente divorando i secondi che scivolavano via come lava bollente sul cuore in fiamme.

-Si sta bene..-

Tirò un sospiro di sollievo lasciandosi cadere sul telo posato sulla sabbia, Buffy poggiò una mano sul suo braccio e con gli occhi diede lui conforto.

-Però…-

-Cosa?-

-Vedi ieri non stava molto bene, tossiva in modo preoccupante oltre ad affannare col respiro così l’ ho portato dal dottore che gli ha prescritto delle analisi…sembra, sembra che abbia un problema al cuore-

-Oh mio Dio…vengo subito-

-Non preoccuparti sta benissimo, sto attendendo i risultati delle analisi così ti ho chiamato-

-Hai fatto benissimo-

-Appena ne so di più ti chiamo -

-Va bene, io intanto preparo le valige, ci sentiamo dopo-

Chiuse. Buffy lo guardò.

-Si tratta di Connor, sembra che..-

Sentì le lacrime pungergli gli occhi. Suo figlio, così piccolo, così innocente, non poteva perderlo. Trattenne il liquido caldo tentando di scogliere il nodo alla gola, mentre si aggrappava a Buffy che prese il volto portandolo al suo petto.

-Tranquillo, andrà tutto bene, io sono qui con te-

Baciò la sua nuca comprensiva, l’uomo che amava stava soffrendo e lei gli sarebbe rimasta accanto comunque fosse andata, sempre. Ora doveva consolarlo, aiutarlo e sostenerlo perché da solo non poteva farcela. Quando furono raggiunti da gli altri la notizia piombò su di loro dolorosa e scottante.

-Partirò solo io, voi rimanete pure-

-Non ti lascio andare da solo-

-Buffy-

-No!E non voglio sentire storie-

Osservò quella ragazza che tanto amava, immergendosi nelle profondità dei suoi occhi verdi, ancora li forte e tenace, pronta a dimostrargli quanto lo amasse. Sorrise baciandole la fronte in segno di ringraziamento.

-Veniamo anche noi-

-No, si tratta solo di sapere che cosa ha o..non ha-

-Ma-

-Spike, ti prego…-

-Va bene-

Partirono quel pomeriggio stesso. Darla non aveva ancora chiamato e quell’attesa l’avrebbe ucciso se non ci fosse stata Buffy al suo fianco a sostenerlo. Fu lei a guidare verso San Diego, lui era troppo teso per mantenere la concentrazione. Non dissero niente per tutto il viaggio, ma tra loro uno sguardo valeva più di mille parole, per essere retorici; la sola presenza dell’altro serviva di conforto, il semplice sospiro o accenno di occhiata riempiva il vuoto fra loro colmandolo di amore e dolcezza. Dopo un’ora e mezzo giunsero a San Diego dove raggiunsero l’ospedale indicato da Darla. Quando arrivarono lui corse alla ricerca di suo figlio. Buffy gli prese la mano cercando di calmarlo mentre l’infermiera si affannava per trovare il numero del reparto.

-Angel-

I due si voltarono di scatto verso Darla, immobile in corridoio. Lui lasciò la mano di Buffy e corse dalla donna.

-Come sta??Saputo niente?-

-Vieni-

Lo condusse dal figlio e Buffy deglutì a forza le calde lacrime pronte a pungerle gli occhi. Si trattava di Connor, un figlio, lei non poteva capire il dolore che stava uccidendo Angel in quel momento, doveva limitarsi a sostenerlo anche se questo avesse voluto dire vederlo così unito a Darla. Si sedette in sala d’aspetto.

Angel andò da Connor che lo salutò con uno dei suoi grandi sorrisi.

-Ehi piccolo, ciao-

Lo prese in braccio e salutò i genitori di Darla accorsi subito.

-Il dottore dovrebbe giungere a momenti con le analisi, speriamo bene-

Lui strinse la mano a colei che era stata sua moglie ed era la madre di suo figlio. L’attesa snervante si concluse con l’arrivo del medico.

-Lei è il padre?-

-Si-

-Salve…bene ho i risultati-

-Allora?-

-Connor è affetto da una malattia genetica che raramente si manifesta nella prima infanzia, la signora mi ha detto che suo padre soffriva di cuore-

Angel annuì.

-Si, ebbe un infarto ma non ci furono grosse ripercussioni-

-Bè devono esserci altri casi in famiglia, informatevi-

Il medico teneva in mano una cartella di quelle da ospedale e la scrutò attento.

-Si tratta di una disfunzione, un problema piccolo e quasi inesistente che, purtroppo, con l’andare del tempo si manifesterà sotto forma di congestione polmonare-

Angel si sentì morire.

-Non è una malattia mortale benché la medicina non è ancora in grado di curare del tutto il problema di Connor…in tali casi si preferisce attendere che il bambino cresca e può darsi che il problema si acuisca, arrivando addirittura a scomparire con lo sviluppo-

-Ma non si può fare niente?-

-L’importante è che non si sforzi troppo, come vi ho detto è ancora piccolo e quindi già il fatto stesso che lo abbiamo scoperto è cosa assolutamente insolita-

-Capisco-

-Non preoccupatevi prima del tempo-

Il medico lasciò la famiglia chiusa nel suo dolore. Angel volle piangere, tutto il mondo gli stava crollando addosso irrimediabilmente e non c’era nessuno a tenerlo per lui, solo allora si accorse che non c’era Buffy e la paura lo assalì. Diede Connor a Darla e uscì in corridoio, la vide seduta sul divanetto nella sala d’aspetto.

-Buffy-

-Ehi-

Lei si alzò.

-Che fai qui?-

-Ti aspettavo-

Lui sospirò e accarezzò il suo volto.

-Mi sono spaventato quando non ti ho più vista-

Lei sorrise lievemente.

-Tranquillo, volevo…-

Lei lasciò la frase a metà e prese aria, Angel capì il suo turbamento e la strinse a se.

-Oh Buffy ho bisogno di te ora più che mai…Connor ha un problema al cuore, ci sono ottime probabilità di guarigione ma sono preoccupato e tu…tu sei scomparsa, mi sono sentito così solo…-

-Angel, tu non sei solo-

-Lo so…scusa..-

Lei scosse la testa.

-Ora vai da tuo figlio…ha bisogno di suo padre…-

-Vieni anche te-

-No, io aspetterò qua…non preoccuparti per me-

-Ti amo-

-Ti amo-

Lui la baciò, poi tornò dal figlio.

Cap 13

 

La settimana seguente rientrarono a casa, al mare dove avevano lasciato gli altri. Connor stava bene e non c’erano stati problemi così poterono ritrovare un po’ di serenità.

Quella sera avevano brindato e si erano ubriacati come al loro solito. Buffy e Angel avevano raggiunto a stento camera loro mentre Faith tentava di trascinare Xander su per le scale visto che non si reggeva. Spike, il più sobrio, aveva guidato e ora stava scendendo Will di macchina.

-Andiamo rossa-

-No…-

-Su poche storie-

-Spikye..-

-Ehi detesto quel nick Will!-

-Anche io biondo-

Lui rise e la sollevò.

-Sei sempre stato un bravo ragazzo-

Lui gli toccò la guancia ridendo.

-Ok, sei decisamente ubriaca-

Lei scoppiò a ridere.

-Ma ci pensi??Vai dietro a Buffy…da una vita e praticamente…praticamente lei ama tuo cugino-

Rise più forte senza rendersi conto che il cuore di lui si stava lentamente distruggendo….già faceva male sena che qualcuno glielo ricordasse, ama così tanto Buffy che vederla con Angel era una tortura continua. Arrivarono n salotto, lui chiuse la porta dopo aver messo Will sul divano, poi la prese di peso e la portò in camera.

-Povero piccolo Spike…sei tanto bravo e nessuno ti prende…-

-Rosa dacci un taglio-

Lei ridacchiò, passando davanti a quella che era la sua camera e di Xander, vide il moro addormentato sul letto che ronfava, vestito e con una parte del corpo pendente dal letto mentre Faith si doveva essere gettata sul letto di Spike per riprendere fiato dopo aver trasportato Xander e si era addormentata. In camera di Willow la posò sul letto.

-Ok rossa, ti lasciò qua…guarda di non dormire seduta e fai lo sforzo di metterti giù-

-Mmm Spike…rimani qui..aiutami-

Lui la guardò perplesso. Era imbarazzante osservarla tutta scompigliata mentre tentava buffamente di togliersi le scarpe non riuscendo ad arrivarci. Sospirando si abbassò e gliele tolse lui, poi la incitò a distendersi e solo allora la guardò nei suoi immensi occhi scuri. Non aveva mai notato di quanto fosse bella e affascinante, la conosceva da così tanto tempo che era sempre rimasta la ragazzina con i libri in mano e i capelli pettinati, che odorava di borotalco e innocenza, adesso però era cresciuta, adesso era sensuale e delicata, coi capelli arruffati e la spallina del top leggermente abbassata scoprendo la bianca spalla di latte. Lei, priva di ogni facoltà mentale, lasciò che i suo occhi azzurro mare che tanto l’avevano affascinata sin dalla prima volta che gli aveva guardati, la rapissero dalla realtà e all’improvviso si trovarono a baciarsi con passione mentre le loro morbide labbra si fondevano in un bacio rimasto in sospeso da sempre. Spike la spinse leggermente verso il materasso agevolandole i movimenti e lei avvolta dalla passione si lasciò in balia di lui. Fecero l’amore, cosa impensabile.

Quando il caldo sole californiano filtrò dalle tende tirate, colpendo i loro corpi avvolti nelle lenzuola, fu come se fossero stati colpiti da un’imminente rivelazione ed entrambe scattarono sui loro posti guardandosi l’un con l’altro. Willow aveva un mal di testa assurdo mentre Spike era ancora più scocciato nel vederla in contro luce con il lenzuolo attorno al petto candido, come una goccia di latte con un contorno rosso quali erano i suoi capelli scaruffati.

-Oddio….oddio…ODDIO!-

-Se usi il diaframma urli meglio-

-Tu…io,…noi-

-Già rossa….-

-Oddio…e ho pure mal di testa…-

Lui la guardò.

-Sei…sei arrabbiata?-

-Cosa?No, cioè non è…insomma….è successo e a questo punto…-

Sospirò.

-Sei stata brava-

-Davvero?-

-Oh si…chi l’avrebbe mai detto-

-Ehi, solo perché studio tanto non vuol dire che non mi sappia abbandonare agli istinti-

Lui rise.

-Non è divertente-

-Ma i tuoi capelli si-

Lei si passò una mano.

-E i tuoi?Tutti gelatinosi…bleah-

-Bleah??Mi ci hai passato le mani così tante volte che adesso saranno dritti come un porcospino-

-Oh, potrei chiamarti porco spino-

Lui fece il gesto di salarle addosso ma lei sguisciò via dal letto con il lenzuolo.

-Ah, ah bene!-

Lui incurante della propria nudità, che invece fece arrossire Willow, la rincorse prendendola e cadendo per terra.

-Sei una bimba birichina-

Lei lo guardò negli occhi, attimi che bruciarono l’aria. Poi lo baciò con passione lasciandosi travolgere da quelle potenti emozioni che le scuotevano l’anima.

Cap 14

 

 

Passarono il resto del mese a tenere nascosta la loro relazione o comunque fosse definibile fin quando le vacanze non finirono e tornarono tutti a casa.

- Mm è stata una bella vacanza-

-Si direi di si-

-In compenso mi sono divertito-

-Ah piantatela che senza il mio amore non ve la sareste spassata-

Buffy baciò Angel.

-Oh che carini….-

-Comunque sia penso che sia giunto il momento di dire la verità-

Willow divenne bordeaux e Spike finse indifferenza.

-Dite a me?-

-A voi-

-Non…non so di che parlate io devo…andare…cioè devo-

-Will lo sappiamo-

-Ma come-

-Ragazzi la villa sarà pure bella, ma le pareti sono sottili-

-Xander, cerca di usare più tatto la prossima volta-

-Perché mai?Avranno scardinato il letto!-

Risero.

-Noi-

-Ehi siamo felici, se voi lo siete è solo un bene-

-Oh, ok-

Festeggiarono la nuova coppia durante il viaggio verso casa. Quando i primi di agosto Darla tornò con Connor Angel riabbracciò suo figlio portandolo nella cameretta piena di regali da parte degli amici di Buffy.

-Ti piacciono?Hai visto quanti?Te li mandano Buffy, lo zio Spike e tutti i loro amici-

-Azie-

Un modo adorabile di bambino per dire grazie. Angel sorrise e poi decise di portare lui e Buffy a mangiare fuori quella sera. Alle otto passò al campus bussando alla porta di camera di lei.

-Ehi ciao-

Buffy lo baciò.

-Connor piccolo ciao-

Lui si allungò verso di lei per essere preso in braccio.

-Come sei diventato grande-

-Buffy-

-Oh vedo che ti ricordi il mio nome allora!-

-Che carino-

Will sbucò in quel momento dal bagno seguita da Faith.

-E’ un amore-

-Ciao piccolo io sono Willow-

-Wi…Wilo-

-Ah ah che tesoro-

-E io Faith-

-Eith-

-Non riesce a dirlo!-

Dopo avergli fatto altri versi i tre uscirono per dirigersi al ristorante.

-Vedrai ti piacerà-

-Oh lo spero-

Lo baciò. Connor era sul seggiolino per bambini dietro in macchina che giocava con un pupazzetto vestito da giullare mentre Buffy ed Angel non facevano altro che scambiarsi sguardi languidi.

-Ehi se continui così dovrò fermare la macchina amore-

-Dai c’è tuo figlio qua dietro-

-Lo so-

Risero.

-Mm, sarà meglio che mi goda il mio ultimo giorno di vacanza-

-Giusto domani torni a lavoro-

-Infatti, che avete deciso di fare ad Agosto?-

-Bè in genere tutti gli anni a Luglio andiamo nel Vermont a Charlotte dagli zii di Xander, è una specie di usanza…-

-Ora capisco perché mia madre mi diceva sempre che Spike a luglio andava in vacanza dagli zii del suo migliore amico…quindi quest’anno ci andrete ad Agosto?-

-Si, hanno messo la partenza per domani pomeriggio, roba da matti-

-Oh amore mio così mi lasci solo un mese-

-Mm, infatti sono preoccupata-

-Non dire stupidaggini…aspetterò con ansia il tuo ritorno-

Si diedero un bacio.

-Guarda la strada-

-Agli ordini….allora è una cosa che fate da sempre questa?

-Si, in pratica siamo cresciuti coi suoi cugini che vedevamo tutte le estati, purtroppo l’estate dopo la maturità non ci siamo potuti andare perché ci siamo goduti la fine del liceo, poi per i rispettivi due anni consecutivi di college con gli esami e tutto il resto è stato un po’ complicato-

-Giusto insomma adesso sei all’ultimo anno-

-Già mi sembra così strano-

-Oh vedrai non lo è, insomma ancora esami, poi la laurea e finalmente comincerai a lavorare-

-Giusto, un vero spasso…sarà un po’ complicato-

-Non direi, come ben sai sono il rappresentante di una delle più grandi compagnie di produzione pubblicitaria-

-Oh si, è grazie a questo che ci siamo messi insieme-

Lui parcheggiò davanti al ristorante italiano.

-Oh, mi piace già-

-Sono contento-

Si baciarono, poi scesero prendendo Connor.

-Quindi dato che il tuo lavoro sarà proprio quello inerente alla grafica pubblicitaria..-

Buffy lo guardò sgranando gli occhi. Entrando gli fecero accomodare al loro tavolo.

-Pappa-

-Si ora mangiamo piccolo-

-Ehi Connor che ne dici se andiamo in bagno per lavarci le manine?-

-Si….con Buffy-

Lei ridendo lo prese in braccio e disse ad Angel intanto di ordinare da bere. Arrivarono nel bagno delle signore e Buffy poggiò Connor sul lavandino.

-Adesso io mi lavo le mani col sapone così le avrò pulite da tutti i batteri cattivi-

Ridendo Connor guardava Buffy poi cercò di imitarla quando lei gli mise del sapone liquido in un manina. Le signore che si succedevano nel bagno la guardavano curiose, insomma se quello era suo figlio doveva averlo avuto presto visto com’era giovane. E lei non si preoccupò minimamente di quello che pensavano, anzi le piaceva l’idea di passare per la mamma di Connor. Tornarono al tavolo ed Angel dopo averle lasciato detto cosa ordinare a lui e Connor andò in bagno. Durante la cena parlarono di lavoro.

-Così potresti avere l’ufficio allo stesso spiano di quello del tuo capo-

-Oh mi sembra una proposta eccitante, adesso non dovrò più attendere di vederti chissà quando per baciarti-

-Mi piace come idea…-

-Allora ho superato il colloquio?-

-Lei è assunta signorina Summers-

Risero e si fecero per baciare quando Connor attirò l’attenzione su di se.

-Ehi piccolo sei un po’ geloso?-

-E chi non lo è di te?-

Lei gli sorrise.

-Mi dicevi prima dei cugini di Xander. Ne ha tanti?-

Buffy colse una punta di gelosia e sorrise.

-Bè, ne ha tre: il più grande si chiama Parker, ha la mia età e a dirla tutta non lo vedo dalle medie perché ha frequentato il liceo da un’altra parte e tornava a casa sempre ad Agosto; poi c’è Tara che ha due anni meno di noi, lei e Willow sono molto attaccate anche perché Tara è una secchiona come Will!Poi alla fine c’è Dawn che va ancora alle medie…no aspetta ha iniziato il liceo da poco-

-Oh-

-A dirla tutta ci sarebbero anche gli amici di Parker che in pratica sono cresciuti pure loro con noi, ma ti assicuro che sono uno peggio dell’altro-

-E, uh, come…cioè assomigliano a Xander?-

-Bè non saprei è un pezzo che non vedo Parker, alle medie mi dava sempre noia e poi non era un gran che, portava l’apparecchio-

Risero.

-Dai non preoccuparti per me sono come cugini ci sono praticamente cresciuta insieme!!-

-Io non mi preoccupo-

-Sei geloso-

-No-

-Ammettilo…-

-Bè, forse un pochino-

Risero e passarono il resto della serata dopo la cena a casa di Angel, Connor fu messo a letto e loro due stavano in salotto a guardarsi un po’ di tv e bere un drink. Angel era comodamente seduto sul divano con i piedi distesi sul tavolino mentre Buffy era sdraiata sul divano con le gambe su quelle di Angel che gliele accarezzava dolcemente.

-Sta morendo-

-Io credo stia cantando-

-Al telefono e indi?Ah questo si che è un grande spettacolo….perché sta cantando?-

-Amore secondo te capisco l’indi?-

-No ma Xander mi ha detto che oltre alle soap in polacco vi guardate pure i film sulla rete indiana…-

Angel le fece il solletico sotto la pianta del piede.

-No smetti….va bene…-

-La vostra perversione non ha limiti-

Buffy e Angel guardarono la donna indiana del film che cantava al telefono correndo per casa(ok, avrete riconosciuto l’impronta jossiana anche se il film lo aveva proposto David Greenwalt mi pare!).

-E’ triste perché il suo amante le ha dato 12 monete d’oro che un mago cattivo follemente innamorato di lei ha tramutato con un incantesimo in rospi…pronti a tutto!-

-Ah….ma perché sta cantando?-

Buffy fece spallucce.

-Credo che il suo amante fosse un chiropratico-

-Perché prima le massaggiava un piede?No sono solo amici-

Angel le fece cenno verso il piede che lui le massaggiava. Buffy sorrise maliziosamente.

-Non è una regola che vale per tutti-

Buffy si tirò vicino ad Angel baciandolo con passione finché lui dalle sue gambe risalì alla vita che tenne stretta attirandola seduta cavalcioni su di se. Mentre si baciavano Angel cercò il telecomando e spense scordandosi tutto ciò che non fosse lei.

La mattina seguente il suono del cellulare di Buffy li svegliò; lei cercò di ignorarlo ma poi con un grande sforzo di volontà si trascinò verso la borsa sulla poltrona. Avevano fatto l’amore in salotto con solo una misera coperta a coprirli. Angel la lasciò per darle il tempo di recuperare quell’oggetto strillante e quando lei gli tornò vicino rispondendo lui si nascose dalla luce del giorno tra le sue braccia.

-Pronto?-

-Buffy dove sei?-

-Will…ciao-

-Si ciao, ma…dove sei?-

-Da Angel…ricordi che eravamo andati a cena fuori??-

-Ricordi che è mezzogiorno e alle due dobbiamo partire, l’aereo non aspetta certo noi-

-Oh cazzo-

Chiuse con Willow e a fatica si alzò raccattando i suoi vestiti. La doccia l’avrebbe fatta a casa.

-Amore dove vai?-

-E’ tardi…molto tardi-

-Mm…dai resta qui-

-No devo andare a fare i bagagli e farmi la doccia e ho meno di due ore!-

Anche lui si alzò e la prese per la vita mentre lei finiva di vestirsi. Le posò un bacio sul collo.

-Ti amo-

-Anche io ti amo…non corrompermi così-

-Ok, anche io mi vesto, prendo Connor e ci vediamo all’aeroporto-

-Ok a dopo-

Lo baciò furtivamente e scappò di casa dopo aver chiamato un taxi. A casa fece la doccia a razzo e ancora in accappatoio e coi capelli fradici tirò fuori le sue valige e cominciò a riempirle. Fortuna che sua madre le aveva già fatto il bucato il giorno precedente così che tutto era pulito.

-Amore, Willow ha detto che passa tra mezz’ora-

-Ok, mamma hai visto i miei sandalini arancioni?-

-Si sono ancora nella valigia delle scarpe che non hai disfatto-

Lei si fece i complimenti per quella mossa geniale, una valigia in meno di cui preoccuparsi. Quando Willow e Faith arrivarono la trovarono mezza vestita che si asciugava i capelli con le valige ancora da chiudere.

-B, sei veramente la peggio-

-Scusate davvero!-

-Mm, devi metterci nient’altro?-

-Si mamma mi sta stirando le ultime cose, anzi vai a vedere se ha fatto così le metti dentro-

Faith andò.

-Ok anche io ho festeggiato allegramente con Spike e…ho lasciato Oz…e-

Buffy guardò l’amica.

-Mi dispiace-

-No, va bene così…comunque come vedi io sono già pronta-

-Bè….abbiamo fatto tardi, ci siamo messi a guardare quello stupido film in indi…-

-Quello dove sbuca fuori il bufalo indiano e tu dici sempre ‘E adesso che c’entra quel bufalo indiano?-

-Si quello-

Buffy si sistemò i capelli asciutti e poi si truccò lievemente. Prima regola di una donna: mai uscire di casa senza il mascara.

Faith tornò con una caterva di vestiti.

-B sei sempre la solita, eppure lo sai che a Charlotte non ci sono chissà quali divertimenti-

-Non possiamo esserne certe, l’ultima volta che ci siamo state avevamo 16 anni e non potevamo andare in pub o quella discoteca in cui una volta ci fecero imbucare Jonathan, Andrew e Warren-

-Già ricordo l’umiliazione, il buttafuori si incazzò a bestia-

-Tutta colpa di Xander che aveva chiesto un succo al bancone e la barista lo aveva guardato con sospetto-

Risero. Una volta finita di preparare Buffy salutò sua madre e caricò tutto nella macchina di Xander arrivato in quel momento.

-Accidenti ho più valige in macchina di quante sono le persone a bordo-

-Sei sempre a lamentarti-

-Stai zitto, pensa alle tue-

-Appunto-

-Ragazze come siete aggressive-

Spike baciò Willow.

-Ehi l’ hai salutata Anya?-

-Ovvio-

-E tu zucchero hai salutato mio cugino e mio nipote?-

-Ci raggiungono all’aeroporto-

-Che carino-

-Davvero-

-Andiamo salite-

Dopo aver pigiato a forza le valige nell’auto della madre di Xander che aveva la bauliera più grossa della sua, i cinque avventurieri salirono in macchina e si avviarono all’aeroporto. Li fecero il biglietto, il check-in e imbarcarono i bagagli; dopodiché aspettarono al gate che chiamassero il loro volo. Angel arrivò in quel momento con Connor e Buffy gli corse in contro.

-Ciao-

-Ehi-

-Temevo non saresti venuto-

Lui la baciò.

-Neanche per sogno-

Buffy diede un bacio a Connor e prendendosi per mano con Angel si avviò da gli altri; Willow e i ragazzi subito fecero un mucchio di versi a Connor lasciando Buffy e Angel alle loro effusioni.

Finalmente chiamarono il loro volo.

-Ok, ciao cugino, non divertirti troppo senza di me-

-Non contarci-

Si salutarono, poi toccò a Xander, Willow e Faith. Buffy baciò Connor.

-Fai il bravo con papà-

-Buffy-

-Si dimmi piccolo-

-Tu…vai via…-

-Si ma torno presto ok?-

Lui scosse la testa in segno di assenso e poi le diede un bacio.

-Sei un tesoro-

-Amore?-

Lei diede Connor a Willow e si voltò verso Angel.

-Ehi-

-Già mi manchi, come farò un mese senza te?-

-Oh non dirmelo, ti chiamerò ogni girono-

-Voglio che lo fai come arrivi-

-Va bene…-

Si baciarono con passione.

-Em, non vorrete mica girare una scena porno qui, soprattutto davanti ad un bambino di appena due anni-

I due si divisero.

-Grazie del consiglio Spike-

-Di nulla-

-Ti amo-

-Ti amo-

Un altro bacio e poi si imbarcarono. Il volo fu tranquillo, andare in aereo con loro era sempre uno spasso, mentre Buffy già sentiva la mancanza di Angel.

Arrivati presero i bagagli e si avviarono all’uscita dove a prenderli c’era lo zio di Xander.

-Ehi zio!-

-Xander-

I due si abbracciarono.

-Spike-

-Ah, il grande zio Nick!-

-Ehi ragazze mie ma come siete diventate belle-

-Grazie-

-Faith fattelo dire, sei una bomba-

-Oh si, Faith e le orge sono una cosa sola-

-Xander-

Fu giustamente picchiato.

-Willow caspita!Eri una ragazzina sempre piegata sui libri e adesso, wow-

-Oh bè..-

-Si, lei è una forza della natura-

-Non ditemi che voi due..-

-Stiamo insieme-

-Ma è fantastico!-

Abbracciò Willow e Spike.

-E per ultima….caspita Buffy, tu sei sempre più bella ma come fai?-

-Ecco, non lo so-

Risero.

-Su andiamo che Annie ci aspetta coi ragazzi-

Salirono in macchina.

-E Parker zio c’è?-

-Si così vi rivedrete, è da un po’ di anni vero?-

-Già, noi dalle medie-

-Bè, allora mi sa che il ragazzo rimarrà scioccato dal vedervi, siete tutte splendide-

-Zio sei veramente perverso-

-Eh Xan, ho il tuo stesso sangue-

Risero, lo zio di Xander era una forza. Arrivati a casa scaricarono le valige e subito Annie si precipitò a baciare il suo nipote preferito.

-Ah zia mi strozzi!!-

-Vi ho fatto la scrostata che vi piace tanto….oddio Spike come sei diventato bello!-

-Ah modestamente-

-Fatti dare un bacio!-

Lo abbracciò.

-Oh mamma mia ragazze ma siete bellissime, certo che ne avete fatta di strada dagli inizi del liceo-

-Eh bè-

-Buffy, già vedo come Parker ti sbaverà dietro-

-Impossibile, siamo come cugini-

-Oh aspetta perché anche lui è molto cambiato-

Entrarono in casa.

-Dove sono tutti?-

-Oh dunque, Parker è da qualche parte con Andrew Jonathan e Warren, Tara è andata da una sua amica per questo mese al mare e Dawn…non lo so sarà qua in giro con le sue amiche-

-Oh bene-

-Venite portate le borse nelle camere-

Tara e Dawn avevano la camera insieme e visto che Tara non c’era Willow avrebbe dormito nel suo letto, Xander e Spike stavano in camera con Parker mentre Faith e Buffy in quella per gli ospiti. Una volta sistemati scesero per la cena.

-Mamma sono tornata!-

-Oh ciao tesoro-

-Dove sono?-

-Su-

Dawn si fiondò nella camera degli ospiti dove trovò tutte e tre le ragazze.

-Ciao-

-Dawn!-

Lei gli saltò addosso abbracciandole.

-Come stai?-

-Bene e voi?-

-Caspita ma sei irriconoscibile-

-Bellissima davvero-

-Grazie, bè d’altronde mi avete vista che ero alle elementari-

-Giusto-

-Dove sono i ragazzi?-

-In camera di Parker-

-Vado a salutarli!-

Scappò da gli altri due, però bussò.

-Avanti-

-Ciao!-

-Ehi briciola!!-

L’abbracciarono, lei aveva sempre avuto una cotta per Spike.

-Wow, non sei più una briciola!-

-Oh bè si cresce-

-Cavoli ti avevo lasciato che eri un esserino agitato e fastidioso-

-Di la verità qualcuno che ti ronza attorno di sgradito c’è?-

-No c’è uno che mi piace ma va bene!Quindi niente guardie del corpo-

-Oh ma quello lo fare sempre vero?-

-Certo!-

Risero, poi da dietro sbucò Parker.

-Ehi amico-

Gli saltarono addosso.

-Ah che bello rivedervi-

-Ehi niente apparecchio!-

-Cazzo è tanto che non ci vediamo-

-Anni…ma fatevi vedere….wow siete migliorati, Xan non pesa più una tonnellata-

-Non sono mai stato così grosso, magari in carne-

-Oh cielo Spy i tuoi capelli sono ancora più chiari-

-Belli vero?-

-Già, ma ditemi dove sono le ragazze?-

-Ehi, mettiamo le cose in chiaro, prenditi Faith è libera, o provaci con Buffy ma Willow è off limits-

-Ti ci sei messo insieme????A Willow???-

-Aspetta di vederla-

-Vado subito-

Intanto Dawn era tornata dalle ragazze quando entrò Parker.

-Si può?-

-Parker!!-

Le tre corsero ad abbracciarlo e lo riempirono di baci.

-Ehi sono molto felice di tutto questo sul serio!-

Si staccarono. Oh cielo, era diventato veramente un fico pazzesco. Alto, moro, occhi scuri e fisico mozzafiato.

-Fatevi dare un’occhiata…accidenti Willow sei cambiatissima!-

-Grazie-

-Davvero una bomba…Faith tu sei sempre incredibilmente sexy-

-Ovvio-

-E Buffy…-

La guardò. Era sempre stato cotto di lei sin da piccoli, ma adesso rivederla dopo anni era più bella di come se la ricordasse, veramente magnifica.

-Bè, che dire sei sempre più bella-

Lei arrossì.

-Molto gentile, anche tu ne hai fatta di strada ragazzino con l’apparecchio-

-Si lo so-

Risero, Buffy cercò di sviare lo sguardo di Parker che non faceva che mangiarsela con gli occhi.

-Bene adesso che vi siete salutati scendiamo per la cena-

Scesero giù.

Cap 15

 

Si sistemarono tutti a tavola quando Buffy fu colpita come un fulmine a ciel sereno!

-Oh cavoli!-

-Che c’è B?-

-Devo fare una telefonata!Annie posso usare il telefono del soggiorno?-

Si stavano tutti sedendo.

-Oh certo!-

Mentre Buffy si allontanava Parker guardò Xander.

-Chiama sua madre?-

-Forse, o forse Angel-

-Angel?-

-Il suo ragazzo-

Xander notò il disappunto di Parker.

-Cugino io tiferei per te ma, devo dire che nonostante quello che hanno passato sono ancora insieme…perciò…capisci…-

-Non ho speranze?-

-Non credo, ma…sta a te decidere se provarci, però non chiedermi aiuto!-

-Ok-

Risero. Buffy compose il numero e attese che rispondesse; poi una voce rispose.

-Pronto?-

-Ciao amore-

-Ehi-

-Scusa se non ti ho chiamato subito ma come siamo arrivati abbiamo salutato tutti e disfatto i bagagli e tra una cosa e l’altra…-

-Tranquilla, com’è stato il volo?-

-Tutto bene…e tu come stai?-

-Mi manchi da morire-

-Anche tu….e anche Connor-

-Ti amo-

-Ti amo anch’io-

-Stavi mangiando?Dovrebbero essere le nove da te-

-Si esatto-

-Allora ti lascio-

-Ok…ti chiamo domattina-

-Va bene, dormi bene amore-

-Anche tu, ciao-

Chiusero e Buffy tornò a tavola. Quella sera dopo aver disfatto i bagagli le ragazze proposero di uscire.

-Io sono stanco mi sono alzato presto a differenza di qualcuno-

Buffy gelò Xander.

-Va bene allora usciremo domani-

-Sono curiosa di rivedere quei tre teppisti di Jonathan Andrew e Warren-

-Oh loro sono rimasti gli stessi –

-Ok, niente carne fresca…-

-Faith-

-La perversione non ha limiti-

-Faith la vedrei bene come ragazzo-

Faith picchiò Spike.

-Sei allupata come noi!-

-Vuoi essere picchiato a sangue?-

-Ragazzi!-

Dopo aver passato ancora del tempo a ridere e scherzare andarono a dormire. Il giorno dopo si ritrovarono con i loro vecchi amici, rimasti gli stessi adolescenti un po’ sfigati e divertenti, degni amici di Xander. Passarono la mattina a gironzolare per la città, rivisitando luoghi della loro infanzia, un piacevole amarcord fatto di nascondini e dispetti; Parker aveva iniziato uno strano approccio nei confronti di Buffy e Willow e Faith se la ridevano di gusto.

-Buffy, ci sta provando in maniera allucinante-

-Io sto con Angel-

-Nessuno ha detto il contrario-

-Speriamo non faccia troppe pressioni sennò la cosa diventerà imbarazzante-

-Ma certo che no, lo sa che sono fidanzata, può provarci quanto vuole-

Risero, poi raggiunsero i ragazzi. Buffy chiamava spesso Angel che invece era immerso nel lavoro e Connor; era preoccupata un po’ per il fatto che Darla passava diverso tempo da lui da quando Connor in quella settimana si era preso l’influenza e visti i suoi problemi di cuore era necessario che qualcuno lo sorvegliasse mentre Angel era al lavoro. Così lei gli preparava la cena, magari la colazione e il pranzo. Buffy non voleva pensarci, ma quell’immagine di famiglia felice era un colpo al cuore, infondo per quanto amore ci fosse tra lei ed Angel, lui sarebbe sempre stato legato a Darla da Connor. Sospirò e prendendo la borsa uscì fuori in giardino dove gli altri l’aspettavano per la serata al luna park.

-Io voglio andare sulla torre-

-Io voglio schiacciare Xander alle macchine a scontro-

-Ehi!Perché non ti prendi Parker e lo violenti?-

-Xander-

Xander fu brutalmente picchiato, Faith voleva andare su tutte le giostre che potessero far vomitare Xander, rischiando di ucciderlo sulle macchine a scontro. Willow e Buffy si persero nella casa degli specchi e gli altri stettero una cosa come mezz’ora fuori ad aspettarle e Spike fu costretto a chiedere al proprietario della giostra di indicare loro la strada di uscita; Xander per poco non svenne sull’ottovolante mentre Faith rideva come una pazza, Parker comprò lo zucchero filato rosa a Buffy che accettò di buon grado.

-Io non ci monto sulla ruota panoramica-

-Amore dai!-

-Soffro di vertigini-

-Spike falla finita-

Alla fine lui e Willow andarono su una di quelle giostre per coppie, mentre Xander e Faith urlavano sulle montagne russe, Parker invitò Buffy sulla ruota panoramica.

-Wow è alto-

-Si, ma non così alto-

-Già a Los Angeles ci dev’essere una ruota panoramica gigantesca-

-Abbastanza-

Si guardarono.

-Allora come va?-

-Bene-

-Vi state divertendo?-

-Un sacco, è un po’ come tornare piccoli-

-Solo cresciuti-

-Si, quasi come se fosse semplicemente passato un anno e in questo anno fossimo diventati grandi-

-Ci hanno imbottito di steroidi-

Risero.

-Bè non ero io il capitano della squadra di football al liceo-

-Cosa stai insinuando?-

-Oh niente-

Lui la stuzzicò facendole il solletico e per poco non le cadde lo zucchero filato di mano. Si guardarono negli occhi per istanti che parvero un’eternità mentre lei sentiva le sue guance colorirsi di rosso. Erano troppo vicini per Buffy e lei fece per ritrarsi imbarazzata, ma lui le prese il volto baciandola; le labbra solamente sfioratesi si divisero subito come il cellulare le squillò. Lei arrossì e lo estrasse dalla borsa talmente agitata che le sfuggì lo zucchero filato, o quel che ne restava, precipitando giù a terra. Si guardarono di sfuggita, poi lei finalmente arrivò al cellulare.

-Pronto?-

-Ciao amore-

Buffy sussultò. Nel momento in cui Parker la stava baciando Angel l’aveva chiamata, che scherzo era questo?

-C…ciao-

-Stai bene?-

-Si…si certo…em…cosa…come stai?-

-Bene, ma Connor insomma-

-Oh-

-Cos’è questo rumore?-

-Oh, ah siamo….siamo al luna park-

-Ah capisco, ma sento le voci lontane….sei su una giostra forse?Non puoi parlare?-

-No, no posso!-

Si era accorta di essere tremendamente agitata. Finalmente il giro stava per finire.

-Va tutto bene?-

-Si, si benissimo-

-Ti sento agitata-

-Buffy dobbiamo scendere-

Angel sentì la voce di un ragazzo, e non erano né Xander né Spike, ma non voleva fare il geloso.

-Sei con Parker?-

-Eh, si ci sono anche gli altri, vuoi che ti passi..-

-Buffy-

-Scusa-

-Non devi giustificarti, so che è un tuo amico-

-Certo, amico-

Guadò Parker e scendendo si avviarono verso il gruppo.

-Ok, volevo solo sentire la tua voce, adesso devo andare a cena mi aspettano, ciao-

-Ciao-

Quando Buffy chiuse oltre ad essere rossa aveva anche il cuore in pezzi. Ma che aveva fatto?Che aveva quasi fatto? Tradire Angel?Come aveva potuto?Voleva piangere, e lui a telefono aveva capito qualcosa. Poi ripensò a quello che le aveva detto. Lo aspettavano, allora c’era anche Darla. Scosse la testa, lei ad Angel dava fiducia per Darla per quanto potesse anche se in realtà aveva sempre il pensiero fisso di loro due insieme ed anche Angel le aveva dato fiducia sentendosi quasi colpevole per la presenza di Darla; lei invece stava per tradire questa fiducia.

Willow le si avvicinò perplessa mentre gli altri si incamminavano verso il centro della città.

-Tutto ok?-

-Si, certo-

-Buffy, a me puoi dirlo-

-E anche a me-

Faith si era staccata dal gruppo dei ragazzi per raggiungerle poco dietro.

-Allora B, sputa il rospo-

-E’ successa una cosa, sulla ruota panoramica-

Le due amiche si guardarono e poi guardarono Buffy che indicava con lo sguardo Parker.

-Buffy voi non vi sarete mica..-

-Oddio!-

-Shh Will!!-

-Non urlare-

-Scusate….ma non è che tu e lui…-

-No!-

-Ah-

-Però

-Ecco sapevo che ci sarebbe stato un però!-

-B mi sto agitando-

-Lui mi ha quasi baciata-

-E tu ti sei scansata-

-Si, cioè…è strano-

Willow e Faith continuavano a guardarsi stralunate e a guardare Buffy.

-Voglio dire, eravamo vicini e io mi stavo allontanando quando lui mi presa per il volto e mi ha sfiorato le labbra-

-E tu?-

-Mi è squillato il cellulare-

-Il cellulare?-

-Si, era Angel…-

-Oh cielo-

-Non gli hai detto niente spero-

-No, certo che no! Però lui ha capito che ero sola con Parker, perchè ha sentito la sua voce e io ero agitata e…oddio e se avesse capito?-

-Tranquilla gli uomini non sono così perspicaci-

-Si infatti-

Le tre sospirarono, erano quasi a casa.

-Buffy ma se non ti fosse squillato il cellulare te che avresti fatto?-

-C’è una domanda di riserva?-

-Cazzo B!-

-Lo so ma come posso saperlo?Insomma sono quelle situazioni strane ed è difficile-

-Cosa?Resistere a uno come Parker?-

-Adesso che farai con Angel?-

-Bè, tanto ci pensa Darla a consolarlo-

-Buffy, non mi sembra un discorso corretto-

-Infatti, non giustifica il tuo comportamento il fatto che Darla passi così tanto tempo con lui-

-E’ stato un momento di debolezza-

-Per ora non parliamone più, è meglio lasciar perdere…e tu tieni le distanze dal nostro ragazzo-

-Sicuro-

A casa dopo essersi dati la buonanotte andarono a dormire, Buffy sospirò era un bel problema quello.

Cap 16

 

 

Si rigirò tutta la notte nel letto pensando ad Angel e a quello che ‘non era quasi successo con Parker ’ , poi ripercorrendo ogni tappa di quel momento sulla ruota cercando una valida ragione che l’ avesse spinta a tanto ripensò anche alla telefonata di Angel e a Darla. Era una pugnalata al cuore ogni volta, ogni volta che quella situazione la riportava ad essere la fidanzata di Angel e non la madre di suo figlio, non colei che aveva sposato, non era parte del suo passato, di quello che era stato lui. Un nuovo dolore che le stringeva il cuore soffocandola, Darla era più parte di Angel di quanto non lo fosse lei e presto lui si sarebbe stancato di una ragazzina che ancora andava al college. Si alzò non riuscendo a dormire e vide che erano le tre, sospirò e scese in cucina per prendersi un bicchiere di latte che le conciliava il sonno quando serviva. La luce era accesa e quando arrivò trovò Parker seduto al tavolo con una tazza in mano.

-Ehi-

-Ehi-

-Non riesci a dormire?-

-Nemmeno tu?-

-No-

Buffy imbarazzata prese una tazza e aprì il frigo. Non si erano più parlati dal ‘fatto’.

-Senti io, ti devo delle scuse…per stasera-

-Non fa niente-

-Buffy-

Lui si alzò lentamente avvicinandosi a lei che si versava il latte nella tazza.

-Non è vero che non è niente, tu mi piace davvero molto e mi sei sempre piaciuta sin da quando eravamo piccoli; voglio dire siamo cresciuti insieme ci conosciamo bene e…e sei anche bella, molto bella, quindi per me è davvero qualcosa-

-Lo so, e mi dispiace perché…-

Lei soppresse le lacrime.

-Cosa succede?-

Scosse la testa.

-Si tratta di Angel?-

-Lui…Xander ti avrà parlato di lui-

-Si, mi ha detto qualcosa-

-Bè lui non è come te, io non faccio parte del suo passato, la sua ex moglie si. Lui ha un figlio che sancisce il legame fra loro e…ed è come noi due, sono parte della vita dell’altro e io no….non della sua-

Lei abbassò lo sguardo, non sapeva perché si stesse sfogando con lui al quale forse non importava niente di lei.

-Mi dispiace che questa situazione sia complicata per te, ma mi sembra impossibile che lui non sia innamorato di te-

-Non è questo…-

Lui le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio sollevandole il volto.

-Io non posso dirti niente perché non lo conosco ma conosco te e non sai quanto vorrei essere lui, quanto vorrei che tu provassi per me quello che provi per lui…ma ci sono momenti in cui uno deve scegliere e io stasera non ho potuto fare a meno che scegliere di provare a conquistarti-

Buffy schivava il suo sguardo, colpevole. Amava Angel così tanto che il suo cuore era totalmente corroso dalla gelosia che non lo sentiva nemmeno più battere, ma il dolore da sopportare era grande, come lo era il divario fra loro. Lei lo sapeva quando aveva scelto lui e la loro storia, come adesso avrebbe dovuto scegliere se abbandonarsi ad un magro conforto nell’affetto consolatorio di Parker o se tenere duro fino alla fine e tornare da Angel, magari scoprendo che si era rimesso con Darla. La fiducia, lei aveva fiducia in lui, e se lui avesse scelto Darla non l’avrebbe vissuta come un tradimento della fiducia quanto piuttosto l’amara constatazione che il loro non era amore. E questo colpo non lo avrebbe potuto reggere. Guardando Parker si chiese cosa lui fosse per lei. Sapeva cos’era Angel, ma non lui. Parker era cresciuto con lei, conoscevano i segreti dell’altro, le loro disavventure, si erano visti nei momenti peggiori durante quella fase critica del crescere, avevano pianto e riso insieme, da lui aveva avuto molto in tutti quegli anni e adesso dopo tutto quel tempo lui ancora voleva lei. Com’era possibile che la desiderasse ancora?Che ancora fosse lei quella che veniva prima delle altre, anche se c’era sempre stato qualcun’altro fra loro. Forse perché Buffy non aveva mai visto Parker con gli occhi di una ragazza qualunque ma di un’amica, quasi sorella e adesso erano cresciuti ancora e lui era li, decisamente molto più bello di quando frequentavano le scuole medie e voleva ancora lei. La sua scelta sarebbe sempre stata Angel, ma qui non si trattava di lui o Parker, ma di lei stessa e di quello di cui avesse bisogno per non morire schiacciata da quella sensazione di soffocamento che il pensiero di Darla, del passato di Angel e di tutta la sua vita le arrecava. E Parker era solo Parker, era qualcuno che la conosceva, qualcuno della sua età senza un figlio e un’ ex moglie; lei per Parker era la prima, era la sola, era lei. Si trattava solo di scegliere un po’ di pace anche dovendone pagare un caro prezzo; il problema di Buffy era che troppo spesso si lasciava guidare dal cuore e il suo cuore le urlava disperatamente di donargli un po’ di sollievo. Perché lei era li ferma, che lo guardava con quei suoi occhi smeraldo e Parker non poteva non sentirsi morire davanti a lei, non poteva non annegare in quegli occhi mentre adesso una sua mano sollevava il mento di lei e avvicinò il suo volto mentre entrambi chiudevano gli occhi. Le labbra di Parker erano a pochi centimetri dalle sue e quando si toccarono Buffy ricevette il bacio, cancellando ogni razionalità dalla sua mente; il bacio si intensificò in maniera pericolosa e lei dischiuse le labbra per accogliere la sua lingua mentre le mani di lui si poggiavano sulla sua schiena tirandola più vicino a sé. Buffy si aggrappò a lui abbandonandosi nella sua stretta mentre sentiva quel bacio annientare il suo spirito come veleno. Quando entrambi sentirono un pungente bisogno di respiro si staccarono e lei restò ad occhi chiusi con un peso sul cuore e un amaro senso di colpevolezza attanagliarle la gola; Parker era pronto per baciarla di nuovo e sentì le labbra di lui desiderose di impossessarsi ancora di lei, sentiva dalla sua stretta quanto lui la desiderasse, quanto la volesse disperatamente e totalmente. E lo sentì, sentì quella folle passione attraversarle tutto il corpo come una scossa violenta, il sangue le bolliva in corpo e chiedeva solo di placare la tempesta del suo spirito. Parker la baciò di nuovo con più impeto e stavolta furono meno delicati entrambi mentre lei afferrava le spalle di lui e lui il volto di lei. Le mani del ragazzo correvano lungo la schiena di Buffy arrivando fino ai fianchi dove sollevarono leggermente il tessuto leggero della maglietta del suo pigiama rosa toccando con le mani fresche la calda pelle di lei. Buffy sussultò lievemente rabbrividendo, soprattutto quando le labbra di lui cominciarono a baciarle il collo, il volto, e lei s’infiammava in preda all’estasi; le mani di Parker sotto la maglietta di lei salirono alla schiena e poi davanti alla pancia. Quel tocco, quel tocco diverso da quello di Angel, quei bacia affamati, quella strana sensazione che lui le suscitava, fu come se qualcuno l’avesse improvvisamente svegliata di colpo e i suoi occhi verdi e umidi di lacrime si spalancarono mentre le sue mani bloccarono quelle di Parker quasi giunte sui suoi seni. Si staccò da ragazzo con occhi lucidi e nessuna parola in grado di spiegare cosa le fosse successo. Aveva lo sguardo smarrito e colpevole, i capelli scomposti e il volto arrossato. Lui la guardò cercando una spiegazione nel mare dei suoi occhi ma vide solo lacrime che cominciarono a scendere prepotenti e così semplicemente comprese cosa le fosse successo, quale forza avesse improvvisamene colpito Buffy. Incapace anch’egli di costringerla a parlare, sfilò le mani dalla maglietta di lei e le posò sulla sua schiena portandola nel suo abbraccio dove lei si nascose scoppiando in silenziosi singhiozzi. Amore, questa la forza che aveva posto fra loro quel blocco, che aveva impedito a Buffy di arrivare fino in fondo e annientarsi totalmente. E quello stesso amore aveva impedito a lui di aggredirla e arrabbiarsi, quell’amore che da sempre covava per lei lo aveva costretto semplicemente ad abbracciarla e darle il suo conforto. Perché anche lui ne aveva un disperato bisogno. Era un’assurda contraddizione: aveva fra le braccia tutto quello che desiderava da anni ma sebbene lei fosse li, stretta a lui, e poco prima si fosse abbandonata lui, non era li con lui effettivamente. Perché il suo cuore era rimasto a Los Angeles e adesso era distrutto completamente.

Angel continuava a guardare Connor che giocava con la minestra, lo sguardo perso nel vuoto mentre sentiva Darla che rideva insieme al figlio. E la sua mente era lontana, da lei e da quella telefonata che lo aveva colpito come un male inesorabile. Era con Parker e se fosse stato tutto a posto non ci sarebbe stato bisogno di agitarsi in quel modo, perché non era tutto a posto. Era successo qualcosa fra loro, fra lei e il suo amico di infanzia che la conosceva molto meglio di lui. Ma che ragione avrebbe avuto Buffy per farlo?Infondo era stata lei a cercare Angel all’inizio, era stata lei a piangere e gridare, a fare di tutto per convincerlo che la loro storia poteva funzionare perché si amavano. Ma adesso che ne restava di quei giorni?Di quell’amore che lei aveva sempre dimostrato?Forse era gelosa di Darla, ma lui neanche sotto effetto dell’alcol avrebbe fatto qualcosa con Darla. Non era lei che amava sebbene provasse un certo affetto dato che comunque l’aveva sposata, era la madre di suo figlio e un’amica da anni. Non poteva vivere con quell’opprimente sensazione di soffocamento fino al suo ritorno. Lui voleva sapere, lui aveva bisogno di vederla, ormai tutto era divenuto insopportabile da quando era partita e questo era aggravato dalla consapevolezza che qualcosa era successo. Doveva scegliere se rischiare tutto per lei, o se lasciare che le cose annegassero nei silenzi per soffocare il dolore. E lui scelse di lottare.

Parker lasciò Buffy sulla porta di camera con gli occhi gonfi e il volto arrossato ma una sorta di tranquillità in quegli occhi. Lei lo abbracciò un’ ultima volta ringraziandolo per essere stato comprensivo e scusandosi per averlo illuso facendolo così soffrire.

-Lo so, ho capito Buffy che da te no potrò avere che affetto e cercherò di farmelo bastare-

-Scusa-

-Ehi, non è colpa tua-

Lei annuì e lui posò un bacio sulla sua fronte, gesto tipico di Angel. Dio se pensava a lui le lacrime tornavano ad accanirsi inesorabili contro gli occhi stanchi. Lei entrò in camera e trovò conforto tra le coperte abbandonandosi ad un ultimo pianto prima di cadere addormentata. Parker l’aveva osservata entrare e mettersi a letto nella penombra della stanza vagamente illuminata dalla luna; poi tornò anche lui nella sua camera.

 

Cap 17

 

 

La mattina dopo quando Buffy si svegliò in camera Willow non c’era già più; si alzò e andò in bagno per sciacquarsi il volto notando che gli occhi si erano sgonfiati per fortuna. Quando scese giù vide che non c’era nessuno, si chiese che ore fossero. Guardò l’orologio appeso in cucina: erano le undici e mezzo. Fece colazione e dopo andò a vestirsi. Quando fu pronta sentì le voci degli altri e scendendo si rese conto che erano andati a fare la spesa.

-Buongiorno-

-Ciao-

-Parker dorme ancora?-

-Ah, non lo so, credevo di essere sola in casa-

-E invece no-

Parker insonnolito le apparve alle spalle, lei gli sorrise dolcemente.

-Giorno-

-Giorno-

Lui le poggiò una mano sulla spalla e poi la superò mentre si attrezzava per fare colazione, intanto Buffy aiutò gli altri con la spesa.

Mentre scaricavano le ultime buste Willow si avvicinò all’amica.

-Ehi tutto a posto con Parker?-

-Si, abbiamo chiarito-

-Bene, sono contenta che sia tutto a posto-

-Si ma non con Angel-

-Vedrai che si risolverà tutto-

Lei annuì e rientrarono in casa. Dopo pranzo Buffy e gli altri andarono in piscina vista la giornata particolarmente calda. Xander rischiò quasi di annegare mentre Spike gironzolava per mostrare l’abbronzatura presa a luglio, Willow invece si nascondeva sotto un grosso cappello per non diventare ancora più rossa; fu una giornata piacevole e ad una cert’ora tornarono a casa decidendo di andare al cinema dopo cena. Arrivati fecero a botte per i bagni per farsi la doccia: il bagno di Dawn fu occupato da Faith, Parker cedette il suo a Spike e lui andò in quello dei suoi genitori. Così Willow, Xander e Buffy dovettero attendere.

-Finiranno l’acqua calda-

-Hai paura che ti faccia freddo-

-Non sei spiritosa-

Suonarono alla porta.

-Oh no!Mi sono di nuovo abbronzato su un lato-

-Xan sei proprio stupido-

-E’ Faith che ha spalmato la crema male-

-Certo, come no-

-Ehi Will ti sei vista?Sembri un gambero-

-Bè, ho la pelle delicata-

Risero.

-Buffy, puoi scendere un attimo?-

Buffy lasciò i due ai loro battibecchi e raggiunse Annie al piano di sotto.

-Dimmi-

Stava scendendo le scale quando si bloccò a metà rampa.

-Bene io vi lascio, vado a preparare la cena e ad aggiungere un posto a tavola-

Annie si allontanò.

-Ciao-

-Angel-

Lui era li, davanti a lei. Era venuto fin laggiù lasciando Connor e Darla, perché?

-Angel-

-Non mi saluti-

-Cos…si certo-

Si abbracciarono e lui la baciò lievemente. Lei era distaccata e fredda, Angel si sentì mancare.

-Cosa fai qui?-

-Scusa, volevo farti una sorpresa….mi manchi-

Lei abbassò lo sguardo, adesso lui sapeva che qualcosa non andava. Stava per rispondere quando Faith sbucò dalle scale.

-B il bagno…Angel!-

Scese le scale di corsa abbracciando l’amico tutta bagnata di doccia.

-Ciao Faith-

-Oh scusa ti ho bagnato-

-Non importa-

-Che bella sorpresa che fai qui?Oh, non dirmelo…lo immagino, vi lascio-

Faith ridacchiò, poi corse su per vestirsi. Buffy si era fatta da parte e adesso erano di nuovo soli.

-Devi andare a farti il bagno, sai di cloro-

-Si, siamo stati in piscina oggi-

-Oh, allora vai, possiamo parlare dopo io aspetterò-

-Ok, ti mando Spike-

Lui la guardò e Buffy voleva piangere, perché era stato tutto così inaspettato però era tremendamente felice che lui fosse li ma il senso di colpa la stava uccidendo, così fece l’unica cosa che potesse aiutarla a non piangere e cioè correre da Willow.

Faith lo aveva già detto a tutti e così Spike e Xander si erano precipitati dall’amico. Più tardi quando Buffy fu pronta raggiunse gli altri e vide che lui e Parker si erano già presentati. Poteva percepire la tensione tagliente mentre Willow la cercava con lo sguardo un po’ confusa. A tavola fecero tutti un sacco di domande ad Angel, mentre Buffy stava zitta e questo insospettì un po’ tutti; dopo cena decisero di andare a fare un giro e che potevano rimandare il cinema. Così uscirono tutti insieme. Angel e Buffy camminavano vicini mentre lei cercava di raccontargli un po’ di cose di quel posto come se lui fosse stato un ragazzo appena conosciuto.

-Buffy che ti succede?-

Lui la interruppe non resistendo più.

-Sei strana e non c’è bisogno che te lo faccia notare io, pensavo di farti piacere venendoti a trovare-

-Infatti, è che mi hai colto alla sprovvista-

-Sai bene che è assurdo quello che dici-

-No..io-

-Non sono qui da cinque minuti ma da qualche ora, vuoi dirmi che succede?-

-Niente-

-Si tratta di Parker?Ho interrotto qualche cosa col mi arrivo?-

-Angel ti prego-

-Perché io sto letteralmente impazzendo, non ce la facevo Buffy, non riuscivo a mangiare, a dormire…dovevo raggiungerti-

Si fermarono mentre gli altri entrarono in un locale prendendo posto nei tavolini fuori. Willow si era accorta che loro due erano rimasti a parlare e aveva deciso di lasciarli fare.

-Mi dispiace, io…-

-Vi siete baciati?-

Lei non rispose e lui capendo si sentì morire, respirò a lungo prima di rispondere o fare qualcosa. Rimasero in silenzio per istanti che parvero un’eternità. Gli rubò il respiro con lo sguardo, sentendo come i suoi occhi la stessero trapassando come due lamine infuocate fino a farle volutamente male, arrivando in fondo all’anima e graffiandola con violenza.

-Dio, perché?-

-Ecco-

-Non….non c’è più nulla fra noi?-

-No non è questo-

-E allora cosa?Buffy hai baciato un altro, siamo stati lontano appena una settimana e hai già baciato un altro!-

-Ti prego…non urlare-

-Io urlo quanto voglio-

-Angel…-

Ormai non tratteneva più le lacrime.

-Merito una spiegazione-

-A quale scopo?Cambierebbe qualcosa forse?Hai già deciso-

-Cosa dovrei fare?Io ti ho dato fiducia, se solo penso a tutte le paranoie su me e Darla io…mi hi tradito-

-Lo so…ma ho sbagliato e non è più successo-

-Pensi che mi basti-

-Angel…-

Lui sconvolto si allontanò non sapendo neanche dove andare e lei lo chiamava silenziosamente. Lui era venuto per lottare, per riprendersela e lei lo aveva pugnalato al cuore, non poteva lasciarlo andare, non voleva perderlo, era tutto per lei. Buffy lo seguì correndo e lo fermò.

-Aspetta ti prego, per favore aspetta-

Lui incapace di opporsi alle sue lacrime si fermò.

-Parliamone, ti scongiuro-

Lui annuì e silenziosamente la seguì in un parco dove non c’era nessuno.

-Io non l’ ho baciato perché non ti amo anzi…mi sono fermata proprio per questo motivo…il punto è che mi sentivo così….così tagliata fuori-

-Buffy-

-Tu e Darla avete un figlio, un legame insolubile….lei, lei farà sempre parte di te e del tuo passato e io, io potrei sparire da un momento all’altro. Ogni giorno vivo con la paura che tu mi dirai che per il bene di tuo figlio vuoi rimetterti con lei perché siete una famiglia, e io…io ne morirei-

-Non mi sembra una valida ragione per baciare un altro-

-Lo so, lo so bene ma…ero così distrutta e lui era li, è un mio vecchio amico, è come Darla per te-

-Io non l’ ho baciata-

-Ho sbagliato!Mi dispiace veramente tanto, vorrei morire per questo ma non so come farti capire che l’ho fatto solo perché, perché stavo male e non riuscivo a vivere e lui era una sorta di…non lo so-

Angel sospirò, con lei non riusciva ad essere duro neanche quando poteva ferirlo così profondamente.

-Buffy, indipendentemente dal mio perdono questa cosa non cambierà mai. Non posso cancellare mio figlio e Darla-

-Non ti sto chiedendo questo-

-Devi accettarlo, devi accettare che lei in un modo e nell’altro ci sarà sempre…ma questo non ha mai messo in dubbio il mio amore per te-

-Ma forse non basterà-

-Allora non posso aiutarti-

Lei singhiozzò.

-Cosa devo fare perché tu capisca?Non ci sono parole che possano dire quanto tu sia importante per me, non posso darti questa certezza che tu cerchi, lo capisci?Perché se non sei disposta a dare fiducia a noi due allora chi metterà a rischio il nostro rapporto non sarò io, ma tu, come hai appena fatto-

-Lo so, ma ho paura Angel, ho commesso una stupidaggine rischiando di perderti ma…non so più che fare-

-Forse noi…non siamo fatti per stare insieme-

-Non puoi dirlo-

-Non hai migliorato le cose baciando Parker-

-Ho capito, ma ormai non posso cancellare quello che ho fatto!-

-Nemmeno io-

-Ti prego…-

-Sin dall’inizio è stato tutto sbagliato, noi siamo sbagliati-

-No..-

-Lo sai anche tu questo, è bastato poco per farti mettere in dubbio tutto e questa mi sembra una dimostrazione valida-

-E l’amore allora?-

Lui fissò il prato scuotendo la testa incapace di rispondere.

-Angel, e l’amore?-

-Non ho sbagliato io-

-Si tratta solo di un bacio-

-Si tratta più di questo….Buffy da quello che mi hai detto sembra che io ti dia continuamente motivo di dubitare di me, di noi. Non si può costruire una storia su questo-

-Ma io ti amo-

-Anche io ti amo…-

-Questo non può bastare?-

-Non per te-

Lui la guardò un’ultima volta negli occhi e si avviò verso casa, se ricordava la strada. Buffy scoppiò in lacrime lasciandosi cadere a terra.

Quando gli altri rientrarono trovarono Angel in salotto con il proprio bagaglio.

-Ehi ma dov…-

-Angel dov’è Buffy?-

-Ma che succede?-

Spike gli si avvicinò.

-Parti già?-

-Si-

-Dov’è Buffy?-

-Non lo so-

-Cos’è successo?-

-Avete litigato?-

-Ragazzi!-

Willow divampò, non ci stava capendo più nulla dov’era finita Buffy?

-Xander ringrazia i tuoi zii per l’ospitalità, mi dispiace non averli potuti salutare ma non sono in casa-

-Sei sicuro di voler andare?-

-Si, è giusto così-

-Ti accompagno-

-No, ho già chiamato un taxi-

Lo salutarono e videro il taxi allontanarsi.

-Ma che cavolo è successo?-

-Io vado a cercarla-

-Dividiamoci-

-Io resto a casa nel caso tornasse-

-Ok-

Xander e Faith si diressero verso il centro, Spike andò al luna park e Parker verso il parco. Willow rimase a casa.

Buffy si era alzata e si scosse i pantaloni macchiati d’erba, poi tornò a casa. Li vide Willow e corse dall’amica piangendo.

-Buffy-

-Oh Will-

-Buffy cosa è successo?Perché avete litigato?A causa di Parker?-

-E’…lunga da spiegare-

-Oh mi dispiace così tanto-

-E’ finita-

-Ma…ma non può essere, voi due…-

Lei fissò l’amica attraverso le lacrime.

-Oh Buffy, lui è….è un vero un imbecille, anzi è un super maxi disgraziato!Si senza dubbio perché…perché non può lasciarti così dopo tutto..-

-No, Willow…lui ha ragione, è tutta colpa mia…-

Willow abbracciò l’amica.

-Mi dispiace, dev’essere orribile-

-Credo che l’orribile debba ancora arrivare, per adesso siamo al peggio…-

-Buffy io…-

-Non riesco a respirare, non posso respirare Willow, mi sento soffocare se solo persno che….che l’ho perso-

Willow stava piangendo, poi guardò Buffy.

-Non può essere così…ascoltami-

Willow si fece improvvisamente agitata.

-Tu lo ami?-

-Si certo-

-E allora muoviamoci-

Buffy guardò Willow confusa.

-C’è l’auto di Parker, prendo le sue chiavi in camera e andiamo all’aeroporto-

-Ma..-

-Buffy rivuoi Angel o no?-

-Si-

-Bene-

La rosse corse a prendere le chiavi e si diressero all’aeroporto. Buffy aveva paura, paura di non farcela perché forse sarebbe stato troppo tardi. Angel era tutto per lei e non aveva intenzione di rinunciarvi, lui non sarebbe tornato da Darla.

Angel era in coda per l’imbarco, ma non si sentiva pronto a dirle addio, non lo sarebbe mai stato.

Willow fece scendere Buffy che corse dentro l’aeroporto mentre lei cercava parcheggio. Buffy si diresse verso i cancelli d’imbarco non sapendo dove fosse. Poi sentì l’ultimo annuncio per il volo diretto a Los Angeles e raggiunse il gate di Angel.

La signorina gli sorrise e gli prese il biglietto controllando che fosse in regola. Poi glielo restituì.

-Faccia buon viaggio signore-

-Grazie-

Buffy lo vide. Aveva il cuore in gola e le mancava il fiato.

-Angel-

Si fece largo fra la folla.

-Angel!-

Lui si voltò e la vide. Allora la raggiunse.

-Buffy-

-Angel-

Lei arrivò da lui col fiatone.

-Non partire-

-Buffy io…-

-Hai ragione, siamo un casino, siamo sbagliati ma ci amiamo. E questo a me basta, io voglio solo questo che tu mi ami e voglio stare con te, non posso vivere senza te. So che per te è lo stesso perché lo sento, non puoi lasciarmi-

-Io, non lo so-

-Si che lo sai…dannazione Angel nonostante tutto siamo arrivati fin qui e…e io non ho intenzione di perderti-

-Ma non cambiano le tue paura-

-Io devo superarle ma non poso senza te-

Lui la guardo in quegli occhi di smeraldo, poi posò la valigia a terra.

-Se io…se io ti sposassi sarebbe più facile?-

-Io pens…-

Buffy spalancò gli occhi.

-Cosa hai detto?-

-Ho detto se tu diventassi mia moglie ti sentiresti più parte della mia vita ?-

Lei era incapace di parlare. Le aveva chiesto davvero di sposarlo?Era corsa li con la folle paura di perderlo, di ricevere al limite un suo perdono ma che arrivasse a tanto. Lo shock l’aveva quasi paralizzata seccandole la gola e togliendole il fiato.

-Mi vuoi…mi vuoi spo…-

Le scappò un singhiozzo.

-Si, ma non posso farlo se non sei d’accordo-

Si ritrovò incapace di rispondere a causa del nodo che attanagliava la sua gola e scoppiò in lacrime gettandosi fra le sue braccia, ovviamente era un si e lui le prese il volto baciandola con passione, mentre Willow correndo si fermò con un sorriso gigantesco vedendoli abbracciati. Poi li raggiunse.

-Angel ti amo così tanto-

-Anche io ti amo amore mio-

-Ragazzi-

-Willow-

Buffy abbracciò l’amica.

-Sono felice di vedere che è tutto a posto-

-Ci sposiamo-

-Cos…COSA?-

-Si, me lo ha chiesto adesso-

-Wow WOW!!!Oddio, credo che sverrò-

-Respira-

Willow sorrise sconvolta.

-Adesso possiamo andare-

Lui prese la valigia e Buffy per mano e con Willow tornarono alla macchina.

 

 

-Non esiste un’età o un momento giusto per amare. Quando l’amore arriva lo fa indipendentemente da tutto, lui arriva semplicemente. Spesso si confonde con una semplice cotta adolescenziale, quelle sono le migliori ma svaniscono nel tempo. L’amore no, lui resiste inesorabile, inscalfibile ed è li che ti fa battere il cuore, ti annebbia la mente, ti ottenebra i sensi e non puoi resistergli perché ti avvince totalmente e allora quando senti l’aria che ti manca, il cuore che ti scoppia in petto le tue gambe si fanno come gelatine e moriresti nel sorriso dell’altro. Quando si ama è come toccare un pezzo di cielo. L’amore non è razionalità e spesso si è costretti a lottare per esso, anche quando tutti sono contro di noi, ma è proprio qui che si vede la vera forza dell’amore. Quando si ama lo si fa per sempre ed una sola volta: Buffy e Angel ne sono la chiara dimostrazione poiché per quanti compagni possano aver avuto nella loro vita solo uno era quello che ameranno per l’eternità. Ecco perché spesso si parla di cotte, infatuazioni e innamoramenti adolescenziali, dovremmo tutti imparare a utilizzare meglio quelle due paroline, ‘ti amo ’ che spesso vengono dette con leggerezza, perché non devono essere sprecate per chi confondiamo essere l’amore della vita. Quello è uno soltanto ed è per sempre. Come per l’eternità sarà quello di Buffy e Angel. Io ho visto il loro amore e ne sono rimasta accecata, perché era quasi come se colpisse me direttamente incapace di comprendere con quale forza entrambi affrontassero situazioni e problemi apparentemente destinati a dividerli. Ma adesso sono qua, e ce l’ hanno fatta si sono sposati e io non posso che commuovermi per questo. Auguri-

Willow sollevò il calice di champagne e brindò ai due amici commossi. Poi gli sposi aprirono le danze. Ballarono tutta la sera abbracciati e nessuno ebbe il coraggio di chiedere loro di interrompere quel ballo, la loro magia era sorprendente, coinvolgente; i loro sguardi evanescenti erano persi nell’altro come se in quel momento non potessero che esistere loro due che ballavano stretti, persi negli occhi dell’altro fino ad annegarvici per l’eternità. E fu così semplice e naturale che loro due fossero insieme e che si amassero. Come doveva essere, per sempre.

The end