AMARSI

 

Autrice: Alyson

 

 

 

Note: Ciò che scrivo riprende le imprese del Buffyverse, ma le cose cambiano se una strega tenta di redimersi, prima dell’irreparabile. Quindi non aspettatevi che le cose siano come vi ricordate!!(Scusate gli errori, ce ne saranno, guardate l’ora!)

 

 

 

Rating: PG-13

 

 

 

Disclaimer: Tutti i personaggi e i temi da cui prendo spunto sono di proprietà di Joss Whedon.

 

 

 

Prologo

 

Camminava leggera, persa nei suoi pensieri.

 

La città si muoveva intorno a lei, ma non la sfiorava, le luci, le voci e i colori le erano indifferenti, quasi fatui ai suoi occhi.

 

A braccia conserte, stringendosi addosso la nera giacca di pelle, la ragazza rivolgeva gli occhi ad un passato non lontano dalla memoria.

 

Il rubino dei suoi capelli scivolava sferzato dal vento sulle sue spalle, messo in risalto dal colore avorio della sua pelle.

 

 

 

La vide quasi subito.

 

Aveva alzato i suoi occhi azzurri dal libro appoggiato sul tavolino del bar all’aperto, solo per un istante, per poi riabbassarli, folgorata nell’intimo.

 

Poi il suo sguardo era tornato dolorosamente alla rossa che camminava nella fredda mattinata, quasi assente.

 

L’aveva guardata lentamente, gustando l’amaro piacere del rivederla, seguendone il profilo e la figura ed il suo cuore si era spezzato nel comprendere che non era più sua.

 

Solo questo le era rimasto e forse nemmeno questo…guardarla, vederla, amarla da lontano, per caso.

 

Gli occhi le si velarono di lacrime, ma rimase immobile, persa…

 

La vide rallentare e il suo cuore accelerò..si era fermata ad una decina di metri da lei, in piedi, immobile..il suo cuore stava impazzendo, avrebbe voluto alzarsi e fuggire, ma era ipnotizzata dalla figura dell’altra.

 

Willow non si voltò, stette qualche secondo estatico a pochi passi da lei, poi riprese a camminare, girando al primo angolo.

 

Tara chiuse gli occhi e chinò il capo e calde lacrime turbarono il suo viso perfetto.

 

 

 

Willow si appoggio al sudicio muro alle sue spalle.

 

Sospirò.

 

L’aveva sentita..l’aveva trovata come sempre..sorrise.

 

Era stato come bruciare sotto quello sguardo ceruleo, se l’era sentito addosso, dentro.

 

Non aveva avuto coraggio a sufficienza, per alzare il capo e guardarla.

 

Aveva avuto paura che il cuore le schizzasse dal petto, paura di perdersi in quegli occhi, paura di essere ignorata..paura.

 

Chinò il capo e i capelli le scorsero sul viso fino a coprirlo, mentre le lacrime scendevano languide sulle guance.

 

-Stupida..-sussurrò.

 

Al petto stretto tra le braccia incrociate, un libro.

 

<<Thesphia>>

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap.1

 

-Willow!Vuoi scendere?Ti stiamo aspettando da una vita!!-gridò Buffy dalle scale all’amica, chiusa nella sua nuova camera da tutto il pomeriggio.

 

La bionda, si stava irritando, lei e Down erano pronte per la cena da parecchio.

 

La rossa ancora non rispondeva, la cacciatrice perse la pazienza.

 

Sapeva che Will stava soffrendo per l’abbandono di Tara, ma doveva reagire, combattere!

 

Salì rapida i gradini e aprì la porta di scatto, ma si pietrificò alla vista della strega che a mezz’aria, immersa in un vortice di fiamma oscura, balbettava ad occhi chiusi parole in latino.

 

-Willow!!Willow, che diavolo stai facendo?

 

<<Lupus legato..puella virgo..>>recitava indifferente la rossa.

 

-Will!!Ora basta!Spegni tutto, non voglio magia nera in casa mia!Mi senti?-Buffy, spaventata, fece un passo in avanti, rompendo il cerchio di sabbia intorno alla strega, che nel frattempo aveva spalancato gli occhi, fessure corvine e torbide, mentre urlava:

 

<<Oh..mea..Thesphia..ego..>>ma non fece in tempo a terminare la frase, perché cadde rovinosamente a terra, il vortice che pochi secondi prima bruciava l’aria si spense, lasciando un denso e turbinante miasma nero.

 

-Che succede, perché gridate?-fece Down, accorsa alle urla, ma si impietrì immediatamente, scorgendo alle spalle della sorella che la guardava terrorizzata, nascere dalla nube nera, un lupo.

 

L’animale con occhi di fuoco, preparò lo scatto, irrigidendo tutti i muscoli caricandoli poi per lo slancio.

 

Fu questione di un attimo..la strega era ancora riversa a terra e Buffy vide la belva calare su di lei, in sottofondo l’urlo d’orrore di Down, nel vederla lanciarsi e farle scudo.

 

La rossa, frastornata venne investita dal corpo dell’amica e da quello del lupo e si ritrovò sbalzata qualche metro più in là.

 

Buffy lottava con furia, colpendolo con l’unico braccio disponibile, mentre l’animale le attanagliava l’altro con la mandibola.

 

Il sangue sgorgava dalla ferita copioso e infiammava gli occhi della bestia che stringeva incessantemente la presa.

 

-Aaaaaa!!-Urlò la cacciatrice, quell’essere demoniaco le stava succhiando la vita.

 

Nel far scudo all’amica aveva perso il vantaggio e ora il braccio le bruciava di un dolore insopportabile.

 

Willow si riprese e sconvolta guardò prima la lotta e poi Down, che accasciata si aggrappava allo stipite continuando a gridare il nome della sorella.

 

In preda al panico, si mise le mani fra i capelli color rubino, gli occhi le si fecero torbidi sempre più scuri e il loro verde marcì sotto lo sguardo inorridito della ragazzina.

 

Si alzò statuaria e sprezzante e con un cenno della mano scaravento il lupo lontano dalla bionda, che in preda al dolore, si rannicchiò in un angolo.

 

-Creatura infernale..come osi!-sibilò la rossa, mentre l’animale rialzatosi le ringhiava la sua rabbia con i denti ancora sporchi di sangue.

 

La bocca di Wilow si contorse in un malefico ghigno.

 

-Sei solo un animale..-disse cattiva e con un gesto lo fece sparire dentro il vortice di nebbia nera, i gemiti della fiera risuonarono per qualche secondo, finchè la foschia si dissolse.

 

Down, corse verso la sorella, che tremava vistosamente.

 

 

 

Down era stranita, per quanto pesante fosse stato lo scontro, Buffy era pur sempre La Cacciatrice e la ferita non era così brutta.

 

Ma la bionda a sguardo basso tremava impercettibilmente, come se..

 

Willow, portò velocemente alle due la cassetta del pronto soccorso nel salotto da basso.

 

Aveva gli occhi cerchiati ed era ancora più pallida del solito.

 

Ci aveva messo un po’ a tornare”Will”, Down l’aveva chiamata più volte prima che le iridi si schiarissero e sfumasse l’arroganza della strega, mostrando la fragilità della donna.

 

Aveva l’espressione della colpa negli occhi, ma ancora non aveva detto una parola, guardava gli occhi di Buffy, fissi su un punto sconosciuto, aveva la sensazione “ovunque tranne che nei suoi”.

 

Down, porto l’immagine che cercava alla mente e capì.

 

Una leonessa in gabbia che a passo lento percorreva avanti e indietro la lunghezza della sua prigione, con gli occhi felini in risalto, crudeli e rabbiosi ed un brivido sotto pelle le faceva fremere tutto l’elegante corpo.

 

Ecco, sua sorella tremava in quel modo..fremeva di rabbia.

 

Down cercò di circoscrivere l’accaduto.

 

-La ferita non è grave!!Ti ho fatto più male io, quando ti ho spinto giù dallo scivolo!-e unì alla frase una debole risatina che si spense non avendo risposta.

 

Buffy alzò la testa e incontrò gli occhi verdi della rossa, con i suoi, sempre verdi ma più scuri e smeraldini.

 

Il suo sguardo era ghiacciato e trafisse la rossa.

 

Lo schiaffo arrivò improvviso e fragoroso.

 

-Oh...-fece Down presa alla sprovvista. Willow ancora era girata dalla parte dove lo schiaffo l’aveva voltata con forza e Buffy continuava a tenere la mano sollevata.

 

Le ricadde in grembo, si alzò e con lei la rossa, ma la cacciatrice senza più degnarla di uno sguardo si diresse verso le scale.

 

Ma la ferita iniziò a pulsare e Buffy ebbe uno strano giramento di testa e sbandò pericolosamente verso destra, la strega recitò- Casora!!-e una forza invisibile sostenne Buffy.

 

-No!-urlò la bionda aggrappandosi al corrimano delle scale e voltandosi il suo sguardo era di fiamma, rabbioso e bruciante.

 

-Credevo di essere stata chiara!Credevo di aver messo abbastanza forza in quello schiaffo!Credevo di averti fatto sentire tutta la mia delusione e la mia rabbia!-disse alzando i toni.

 

-Ma cosa dici?Cercavo solo di aiutarti..-fece la rossa sbigottita.

 

La misura era colma, Buffy esplose.

 

Raggiunse la rossa e la prese con forza per il braccio, trascinandola per le scale.

 

Willow, non riusciva ad opporsi, la bionda stava utilizzando la sua forza sovraumana.

 

La condusse a forza davanti alla stanza, dove fino a qualche mese prima, trasudava l’amore delle due streghe, Will e Tara…in quei tempi felici, la rossa al solo varcare la porta percepiva un senso di pace e amore…ora la riempiva di buio e logorava la sua essenza con un persistente senso di assenza.

 

Il dolore schizzò negli occhi della strega, che si puntò sulla soglia nel tentativo di non entrare.

 

Buffy al primo segno di resistenza la lasciò violentemente, Willow scivolò appoggiata allo stipite.

 

-Guarda!-intimò la bionda, ma l’altra teneva insistentemente le palpebre serrate e il capo chino.

 

-Guarda, ti ho detto!-ripetè alzando il tono.

 

A poco a poco, aprì gli occhi e mosse il viso e il dolore la invase.

 

Era rimasto tutto come allora, ogni più piccolo particolare.

 

Ogni cosa era al suo posto, i talismani, una candela gialla, qualche vestito dimenticato, le loro lenzuola rosso fuoco…tutto come quando la magia era una pura passione e non un bisogno, come quando Tara dava un senso a tutto quanto, come quando il suo angelo biondo l’aspettava in quella stanza, quando la mattina seguiva la notte senza essere un supplizio. Quando lei era…

 

<< …io sono tua.>>

 

-Willow, cosa hai fatto?Cosa hai perso…- sussurrò la bionda, accucciandosi al suo fianco.

 

-Cosa sei?io non posso più aiutarti…darei la vita per te, lo sai- gli occhi verdi della cacciatrice piangevano pesanti lacrime d’impotenza, guardando l’altra –Ma non ho niente da combattere, nulla da prendere a pugni, la magia non può essere afferrata e so che la verità, per quanto fino ad oggi non ho voluto vederla, è che avrei dovuto combattere…te.Ma io non voglio e non posso- disse alzandosi e superandola.

 

Si fermò sulla soglia accanto alla sua migliore amica, la sua mano sfiorò i capelli di Willow che chiudendo gli occhi assaporò la carezza fraterna che le veniva concessa incondizionatamente.

 

-E’ ora di fare qualcosa…se fallisco dovrai andartene…non posso mettere in pericolo Down, c’è stato troppo dolore in questa casa…mi dispiace.- lo disse tremando, con le lacrime agli occhi, mai avrebbe creduto di cacciare la ragazza che era cresciuta con lei, che era stata al suo fianco sempre, che amava senza riserve come fosse stata una di famiglia…si allontanò a fatica, con il braccio dolorante disteso sul fianco.

 

Down seduta sul primo gradino delle scale, piangeva sommessamente.

 

Aveva sentito tutto e sapeva che Buffy aveva ragione.

 

La sorella la raggiunse e si sedette al suo fianco con l’intenzione di consolarla.

 

Ma non appena la ragazzina la guardò negli occhi, capì di essere lei quella ferita nel profondo, lei quella che forse più di tutti, sanguinava di delusione per ciò che stava succedendo.

 

Down l’accolse nelle sue braccia e Buffy singhiozzò per qualche lunghissimo minuto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap.2

 

 

 

-Dunque hai deciso…- disse Xander scuro in viso.

 

Erano seduti al caffè del centro, lungo la strada principale.

 

Anya, appoggiò la mano sul braccio del suo ragazzo.

 

-Tesoro penso che Buffy abbia ragione.- disse guardando l’altra in segno d’assenso.

 

-Xan lo sai che mi si spezza il cuore…ma Will è senza controllo e questa città ha già abbastanza problemi di cui mi devo occupare, quin…-

 

-Quindi, non hai tempo per la tua migliore amica?- disse il bruno, alzando lo sguardo sulla splendida ragazza che era la sua Cacciatrice.

 

-Xander!!- replicò Anya, scioccata e allo stesso tempo sbalordita di non essere stata lei a dire qualcosa di inopportuno.

 

-Non essere ingiusto…- disse Buffy contrariata – né tu e né io siamo riusciti a farla ragionare e di tentativi ne sono stati fatti moltissimi.-

 

-Lo so…al diavolo, cosa pensi di fare?- disse l’altro con un mezzo sorriso sulle labbra.

 

Sorriso che aprì il cuore della bionda, che sapeva avere ora il suo appoggio.

 

-Will ha bisogno di concentrazione e di una guida…e più importante ancora di un motivo per smettere…nonostante la scena di ieri- si toccò il braccio ancora fasciato- l’abbia sconvolta, non credo che sia ancora decisa…- disse abbassando lo sguardo.

 

- E cosa proponi?Per la concentrazione ci vorrebbe un posto tranquillo..credo che il deserto sarebbe l’ideale. Magari si potrebbe riordinare quel vecchio distributore di benzina sulla statale…credo che la sua riabilitazione sarà lunga.- fece Anya.

 

- Almeno il luogo è più o meno sistemato, grazie al mio ex-demone preferito!- disse Xander schioccando un bacio alla sua fidanzata -Ma per il resto, che credo sia la parte principale, come ci muoviamo?- aggiunse guardando Buffy.

 

-Per questo avremo bisogno di aiuto…ragazzi non sarà facile…ma ho un piano.- disse con un scintillio negli occhi, che si rabbuiò subito dopo quando Xander, guardando a terra sussurrò – Ma se falliamo…la strega rossa dovrà partire…Willow uscirà dalle nostre vite.-

 

Si sentiva vuota…come sempre d’altronde.

 

Willow era distesa al buio nella sua stanza, le parole della sua migliore amica le rimbalzavano nella mente <<Se fallisco…dovrai andartene>>.

 

E dove?Quella città era stata la sua casa per 21anni…ed ora dove sarebbe andata.

 

Nonostante tutto, nonostante il male che sentiva di aver fatto alle persone che amava e a se stessa, non aveva la forza di smettere.

 

La magia riempiva quel vuoto che le mangiava l’anima.

 

Quando castava un incantesimo l’inebriante potere che la invadeva, la faceva sentire completa, solo una persona l’aveva fatta sentire così ed ora l’aveva persa.

 

Cosa le rimaneva…più era difficile e complessa la magia, più veniva colmata l’assenza della bionda e la sua insicurezza insanabile, quel fastidioso piccolo io, che da sempre la minava.

 

Chi era stata senza Tara e ora senza magia?Nessuno.

 

No, non avrebbe saputo rinunciare all’unica cosa che ancora la faceva sentire viva, speciale.

 

Se ne sarebbe dovuta andare…

 

Cresceva in lei la consapevolezza che qualsiasi cosa Buffy avrebbe cercato di fare, non sarebbe bastata e l’unica cosa che avrebbe potuto fare lei per i suoi amici era andarsene.

 

Disegnò con il dito piccoli cerchi magici sopra la sua testa, che illuminarono di scintille colorate la stanza buia…sorrise tristemente.

 

-Anche solo un trucco così banale, lenisce il mio dolore…- sussurrò, voltandosi ed iniziando a piangere silenziosamente.

 

Si svegliò pigramente, non riconoscendo dove si trovava.

 

Non era la sua stanza, era all’esterno della casa.

 

Si alzò spaurita e si guardò intorno, com’era arrivata lì?

 

-Buffy?-

 

Nessuna risposta.

 

-Down?-

 

Nessuna risposta, la casa le sembrava senza vita, era una sensazione strana.

 

Sentì la porta aprirsi e si girò per vedere chi fosse ad uscire, con l’intenzione di correre incontro al nuovo arrivato e farsi spiegare cosa stava succedendo, ma non appena lo fece rimase impietrita.

 

Era lei, cioè una ragazza identica a lei che usciva dalla porta di casa Summers.

 

La rossa si guardò incredula, come fosse davanti ad uno specchio, ma l’altra aveva qualcosa di strano.

 

-Ehi?Ma chi diavolo sei tu?- e le andò incontro, ma quella non la vide neppure e attraversò una Willow sempre più scioccata.

 

Attraversò nel senso che le passò attraverso letteralmente!

 

La strega si girò incredula e solo allora vide sulla camicetta bianca dell’altra spruzzi di sangue, la rincorse – Cos’è successo?Cosa hai fatto ai miei amici?- disse quasi urlando isterica, cercando di afferrarle il braccio che come poco prima le sembrò incorporeo.

 

La sua copia, uscì dal vialetto, lasciando una Willow basita.

 

Pochi secondi e si precipitò in casa, urlando a gran voce il nome dei suoi amici e salendo di corsa le scale.

 

Ma nessuno rispose e dopo aver guardato in quasi tutte le stanze, senza trovare nessuno, il cuore le stava esplodendo nel petto e la paura la dominava.

 

Entrò nell’ultima, la sua vecchia stanza, quella sua e di Tara.

 

L’aria era impregnata di un odore pungente, che però non riconosceva.

 

Vide che il vetro della finestra che dava sul cortile interno era infranto.

 

Ma continuava a non capire.

 

Fece qualche passo ancora e un urlo le morì in gola.

 

-Oh, Dea!-

 

Si accasciò al fianco del corpo che giaceva inerte e freddo ai piedi del letto.

 

-Tara!Tara!Rispondimi!Cosa ti hanno fatto?Amore parlami!- la stava scuotendo violentemente, mentre lacrime disperate le scendevano sulle guance.

 

La maglietta azzurra della ragazza era sfregiata da un piccolo foro, all’altezza del cuore, contornato da un’aureola cremisi…sangue…

 

Il viso di Tara era rilassato in modo innaturale ed irrimediabilmente freddo, come le sue mani che Willow stringeva convulsamente.

 

-Oh, Dea, cosa ti hanno fatto amore..non lasciarmi, non lasciarmi…qualcuno la salvi, qualcuno mi aiuti…-sibilava la rossa in mezzo ai singhiozzi.

 

La testa cominciò a girarle e un senso di nausea supplì all’intenso dolore che sentiva, tutto divenne sfocato e si ritrovò inginocchiata e in lacrime nel negozio di magia di Anya e Giles.

 

-Che diavolo succede?!- urlò ad occhi chiusi, poi li riaprì e contemplò un’Anya immobile, in piedi vicina al bancone, che cercava di dire qualcosa, ma era come impossibilitata.

 

- Incantesimo di blocco- sussurrò, rendendosi conto che l’amica non poteva né parlare, né muoversi, ma chi?Chi aveva castato quell’incantesimo?

 

Si guardò intorno e sentì la presenza di un potere familiare, ma mille volte il suo, guidato dalla rabbia e dal dolore.

 

La sensazione fu di nuovo sbalorditiva.

 

Incontrò nuovamente con gli occhi la sua copia.

 

L’altra con un gesto fece precipitare dalle scansie più alte, tutti i libri di magia nera del negozio, lasciandoli aperti sul tavolo rotondo che aveva davanti.

 

Willow si sentì ribollire e si alzò di scatto, lanciandosi contro quella strega così potente e identica a lei.

 

Ma ancora le passò attraverso e si ritrovò a sbattere contro il corrimano delle scale che portavano al soppalco dei ripiani più alti.

 

-Dannazione!Maledetta, cos’hai fatto a Tara?!?Chi diavolo sei?- fece disperata tra i singhiozzi.

 

Ma l’altra non sembrò darle peso, aveva lo sguardo vuoto e deciso, uno sguardo che la stessa Willow non si era mai vista in volto e che non si riconosceva.

 

Immerse le mani nei libri e ne assorbì i poteri, sotto lo sguardo inorridito di Willow e a quello impotente di Anya.

 

-Che stai facendo?- urlò spaventata la rossa, percependo il potere oscuro dell’altra crescere a dismisura.

 

Nonostante in principio avesse pensato che quella sua se stessa doppia, fosse colpevole di ciò che era successo a Tara, sentiva che non era così…e insieme a quel potere crescente capiva che la rabbia e la disperazione dell’altra, le erano troppo familiari, quasi la schiacciavano tanto erano forti.

 

Fu un attimo e capì.

 

Era solo una spettatrice, non aveva né possibilità di agire, né di essere vista o sentita.

 

Non era una sua copia quella che ora fremeva di magia nera fin sulla punta dei capelli, che da rosso rubino erano diventati corvini insieme agli occhi.

 

Era lei…lei in un altro contesto spazio-temporale.

 

Una lei disperata e sopraffatta dal dolore, una lei che aveva perso Tara.

 

Capiva bene ciò che l’altra provava.

 

Ma l’orrore le si dipinse in volto, vedendosi perdere il controllo più di quanto mai era successo.

 

Di nuovo la testa le doleva e la nausea era sempre più forte.

 

Si ritrovò nel bosco appena fuori da Sunnydale, lo riconobbe perché lei e Xander da piccoli, venivano a giocarci e quello stesso bosco era stato il teatro del rito di rissurezione di Buffy.

 

Era stordita e il bosco era buio, si rese conto che era sera.

 

Poi venne attirata da dei rumori.

 

A qualche centinaio di metri, vide la Willow nera.

 

Davanti a lei un ragazzo che non conosceva, legato magicamente da forti liane.

 

Non sentiva cosa si stessero dicendo, ma capiva che il ragazzo era terrorizzato dalla sua alter ego.

 

Ma non riusciva a simpatizzare per lui.

 

Era stanca, molto stanca…si appoggiò ad un albero.

 

-Il transito spazio- temporale deve avermi stremata- pensò.

 

Lo sentì urlare di dolore e cercò di aguzzare lo sguardo per capire cosa stesse succedendo.

 

Non sarebbe riuscita a raggiungerli nemmeno volendo, le sue gambe erano molli e già era sbalordita dal fatto di essere ancora in piedi.

 

Poi era inondata dalla rabbia e dal dolore, che sapeva dell’altra e questo la snervava ancora di più.

 

Non riuscì a vedere quello che l’altra stava facendo al ragazzo.

 

Poi fu fulminata dall’angoscia…lei non era capace di fare del male a nessuno, ma l’altra?

 

L’altra aveva perso l’unica persona che le aveva mai regalato felicità, la sua luce, sentiva la vendetta ribollire dentro di lei attraverso la ragazza dai capelli corvini.

 

Erano legate, lo sapeva…percepiva il senso di smarrimento e la sofferenza lancinante, il dolore acuto e sordo della mancanza di Tara era suo come dell’altra.

 

Ma la strega nera era un’altra persona.

 

Era spietata, senza controllo, mostruosamente potente, corrotta dalle forze oscure, quasi demoniaca.

 

Si alzò con sforzo e tentò di raggiungere la radura che ospitava la tetra tortura.

 

Si, tortura, sapeva che l’altra stava solo giocando, sentiva che non aveva ancora finito con quel ragazzo che senza alcuna apparente colpa ai suoi occhi, stava scontando la pena di entrambe.

 

Gli occhi le si offuscarono, continuava a cadere tra gli arbusti, era stremata dalla fatica e dall’angoscia.

 

Doveva fermare quello scempio, sapeva che si sarebbe arrivato a qualcosa di irreparabile e la pazza di dolore che ora era a pochi metri, era pur sempre una parte convulsa e dannata di lei.

 

Doveva fare qualcosa…

 

Sentiva il cuore nel petto tamburellare e il fiato le si era fatto corto, la nausea era fortissima.

 

La testa le girava, sarebbe cambiato di nuovo lo scenario, questo l’aveva capito, ma non voleva, doveva fermare l’altra se stessa.

 

Sfiancata si fermò a pochi metri dalla scena, non sarebbe riuscita a raggiungerli in tempo, si mise a piangere come una bambina.

 

Ormai non c’era nulla da fare, fece in tempo a vedere arrivare, alla sua destra, Buffy, Xander e Anya, trafelati.

 

-Fermatela!!!- gridò senza fiato.

 

-Fermatemi…- ripetè in un sussurrò.

 

Ma lì vide immobili e si rigirò verso i due protagonisti della scena.

 

Vide la mano dell’altra alzarsi e percepì la magia nera salire e incendiarsi in lei.

 

-Noooooooooooooo!!!!-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap.3

 

Buffy in piedi, guardava la strega contorcersi e urlare.

 

In mano una pezza di stoffa imbevuta d’acqua.

 

Fino a qualche momento prima aveva asciugato il sudore della rossa, fino a qualche minuto prima era stata fedele al suo intento, ora vacillava davanti all’amica e al dolore che l’attanagliava.

 

Ne vedeva la lancinante violenza sfigurarne i lineamenti addormentati, sfregiarne le labbra e gli occhi.

 

Si era alzata dal letto e si era allontanata di qualche passo, avrebbe voluto fermare l’incubo in cui Willow viveva a causa sua, ma se l’avesse fatto tutto sarebbe stato vano.

 

Alle sue spalle un uomo la raggiunse, ponendole una mano sulla spalla e rassicurandola con lo sguardo.

 

-Signor Giles…sta soffrendo…io non riesco a guardarla.-disse con voce da bambina in un sussurro, mentre gli splendidi occhi smeraldo si inumidivano.

 

-Lo so, ma deve vedere dove la porterà la magia nera…non possiamo fermarci ora o sarà stato tutto inutile, se davvero vogliamo aiutarla, dobbiamo solo aspettare.- disse grave l’altro.

 

Poi vide nello sguardo della sua protetta la sofferenza e si addolcì.

 

-Vai ora, resto io con lei…andrà tutto bene vedrai.-e la baciò sulla fronte delicatamente.

 

La cacciatrice era scesa al piano di sotto della sua casa, impregnata d’attesa e di magia.

 

Xander andava avanti e indietro per la stanza, esprimendo la sua preoccupazione, mentre Down giaceva addormentata sul divano.

 

Quando la bionda entrò nella stanza, il ragazzo si fermò a guardarla.

 

Buffy andò a prendere una coperta e avvolse la sorella, accarezzandole la testa con il dorso della mano.

 

Poi si girò verso di lui, che le si fece incontro e l’abbracciò esausta.

 

-Sta male Xan…le stiamo facendo del male per il suo bene…questo ha un senso?-sussurrò all’amico.

 

-E’ quello che bisognava fare…cerchiamo di avere fiducia.-

 

Dalla sala da pranzo arrivo a passo stanco, era ormai notte inoltrata, Anya che gustò stranamente senza gelosia, l’abbraccio casto e fraterno dei due amici.

 

-Di là, sembra vada tutto bene, anche se è molto stanca.- fece una volta che i due si accorsero della sua presenza.

 

Tutte e tre si spostarono dove una strega bionda, imperlata dal sudore e seduta a gambe incrociate all’interno di un cerchio di candele, ripeteva ininterrottamente ad occhi chiusi la formula di costrizione della strega rossa.

 

<<Ciò che il tempo avrebbe svelato…

 

Ciò che il dolore avrebbe trafitto…

 

Ciò che avrebbe fatto nascere un nuovo potere…

 

Ciò che non è e sarà…

 

Ora e qui, sulla sua pelle…

 

Ora e qui nei suoi occhi…

 

Senza potere, senza azione ne parola…

 

Ora e qui, sulla sua pelle…

 

Ora e qui nei suoi occhi…>>

 

Tutto era scuro ora…il silenzio l’avvolgeva.

 

Fluttuava in uno spazio indefinito e immenso, le sembrava di non respirare nemmeno, era immobile e non poteva parlare.

 

L’ansia la pervadeva, stava piangendo questo lo sapeva, anche se non poteva sentire le lacrime sulla sua guancia, perché non gli era permesso raggiungersi con le dita.

 

Scorrevano sul suo viso, lasciando una scia argentea e umida.

 

La sua percezione era ovattata.

 

L’unica cosa che sentiva perfettamente, in ogni sua sfumatura, era la fitta d’orrore regolare e sorda, trapassarla ogni qual volta l’immagine di quel bosco le si presentava.

 

Aveva ucciso.

 

Era un’assassina.

 

Stava rovinando senza requiem, in una valle di colpa e pena, si lasciava andare in uno stato catatonico.

 

Non combatteva più l’orrore di quel momento.

 

Era un’assassina.

 

Ogni dannazione le sembrava indegna…

 

Si stava lasciando morire.

 

Poi una luce le apparve in lontananza e la raggiunse.

 

La scaldò come un abbraccio.

 

Lenì temporaneamente le sue pene, si sentiva in pace, al sicuro, nonostante tutto quel buio, vuoto.

 

Si sentiva completa.

 

Rimase così, conscia che non sarebbe durata.

 

Coscia che ciò che aveva fatto l’avrebbe pagato caro, forse con la vita.

 

 

 

L’incantesimo era finito.

 

Tara era svenuta dopo aver ripetuto per l’ultima volta la litania.

 

Una volta che si era ripresa, aveva raggiunto il Signor Giles nella stanza di Willow, per poi impallidire alla vista della rossa che si contorceva nel letto.

 

Aveva guardato con dolcezza l’inglese che si era alzato e aveva abbandonato la stanza.

 

Si era avvicinata al letto e sedendosi aveva preso in grembo il viso della sua amazzone, che ora stava combattendo la battaglia della sua vita.

 

Questa si era visibilmente calmata, come tranquillizzata dal tocco della bionda.

 

Pace.

 

La sensazione aveva invaso la stanza e tutta la casa, permettendo a tutti i suoi abitanti di addormentarsi, dopo quella notte d’incubo.

 

 

 

Willow si era svegliata alle prime luci.

 

Aveva il viso cosparso di gocce di sudore, i capelli rubino sparsi sul cuscino come fossero un corona di sangue.

 

Aveva alzato piano la testa, ma sul lenzuolo candido erano cadute subito stille purpuree.

 

Si portò la mano al naso – Solo una piccola emorragia- si disse.

 

Intorno a lei la quiete.

 

Buffy dormiva al suo capezzale, inginocchiata a terra, con le braccia incrociate sul letto.

 

Xander russava sulla sua poltrona con in braccio Anya.

 

Il Signor Giles abbracciava teneramente Down, appoggiato alla testata inferiore del letto, i suoi occhiali erano storti e con la mano proteggeva la ragazzina con affetto.

 

-Anche lei…Rupert …anche lei è qui per me.-disse commossa tra sé.

 

Scese senza fare rumore dal letto e con un fazzoletto, tamponò l’insistente se pur esigua perdita di sangue.

 

Entrò nel suo bagno e aprì l’acqua della doccia.

 

Si spogliò lentamente, come non aveva mai fatto, finchè la sua figura nuda non si sistemò sotto il getto.

 

Appoggiò le mani al muro e abbassò la testa, mentre l’acqua scorreva scurendo i suoi capelli, pianse…pianse tutte le lacrime che gli erano rimaste.

 

Aveva deciso.

 

Li aveva aspettati di sotto, sentendoli precipitarsi non trovandola.

 

Erano rimasti riuniti nel salotto per tutta la mattina, ma di tutta quella intensa discussione, piena di spiegazioni e motivi, ricordava poche frasi.

 

Buffy le aveva detto che le avevano fatto un incantesimo, ma questo l’aveva già capito, un incantesimo che le avrebbe fatto capire dove l’avrebbe condotta l’uso smodato della magia.

 

Willow si era premurata di sapere se qualcuno di loro aveva vissuto con lei quell’esperienza, se qualcuno di loro avesse visto quello che aveva fatto o che in un futuro avrebbe potuto fare.

 

Ma dai loro occhi sinceramente perplessi, aveva compreso che il rito non aveva fatto condividere a nessuno di loro le sue visioni e ne fu sollevata.

 

Giles le aveva chiarito che ciò che avevano fatto, era servito per farle trovare un motivo per smettere, che ora l’attendeva una lunga riabilitazione, lontana da tutti loro.

 

Giles si schiarì la voce – Vedi Willow, ora sei molto debole…quando Buffy mi ha chiamato, mi sono precipitato qui, ma prima ho cercato il rito…il rito mi è stato dato dalla Congrega…loro dicono che per almeno venti giorni, non sarai in grado di lottare contro la magia nera e la sua dipendenza, che dovresti solo cercare di meditare per rendere più forte il tuo spirito…insomma loro…cioè loro…-continuò imbarazzato, ma la rossa lo interruppe – Hanno legato i miei poteri temporaneamente, vero?Lo so…lo sento…c’è un vuoto in me, quasi mi mancasse qualcosa, l’ho percepito appena sveglia. Mi è sanguinato il naso e ho capito, il mio corpo ha espulso la magia e ne sta subendo le conseguenze.- Giles la guardò esterrefatto, si aspettava per lo meno un moto di ribellione, togliere i poteri a una strega se pur temporaneamente era pur sempre una violenza.

 

- Non è stato bello…ma ne sono sollevata, per ora come ha detto, non ho la forza mentale per resistere- disse calma Willow, sorridendo appena.

 

Rupert era orgoglioso di lei.

 

-Quindi Will?- chiese Xander speranzoso.

 

- Ci proverò…non posso promettervi altro…- disse l’interpellata, guardando in basso – e se dovessi fallire, non me ne andrò, ma Buffy tu dovrai eliminarmi.- disse l’ultima frase con gravità ed urgenza, fissando l’amica intensamente.

 

-Lo so…- rispose la cacciatrice decisa, anche se la donna era piegata dalla paura.

 

Tutti rimasero atterriti dal dialogo fra le due.

 

-Ma cosa state dicendo?- disse Down spaventata, ma Willow fermò la discussione sul nascere – Ehi, se permettete non ho ancora fallito, quindi questi sono discorsi che faremo più avanti!- lo disse sorridendo apertamente, trasformando l’orrore in speranza e gli altri ne furono soddisfatti, almeno per ora.

 

Poi gli venne spiegato il luogo dove avrebbe trascorso la sua riabilitazione, il vecchio distributore sulla statale, che Xander aveva provveduto a sistemare e adattare.

 

Una volta al giorno qualcuno le avrebbe portato i viveri, ma possibilmente non doveva incontrare nessuno, quindi le consegne sarebbero state fatte in orari diversi e da una sola persona, magari di notte.

 

Buffy avrebbe controllato la zona una volta ogni tanto per essere sicura che non ci fossero demoni in giro, anche se sapeva che lì intorno per fortuna non c’era mai stata attività.

 

Giles le aveva detto che sarebbe stata chiusa dentro, ma l’aveva ammonita – Nessun lucchetto ferma una strega, se vorrai sarai libera, ma ti sarai persa.-

 

Per i primi venti giorni le cose sarebbero andate così, avrebbe dovuto meditare e rafforzarsi.

 

Le crisi d’astinenza sarebbero state pesanti, ma non avrebbe avuto troppe tentazioni, visto che era priva di poteri e senza talismani o polveri in grado di fare da tramite per la magia.

 

Più il ventesimo giorno si fosse avvicinato, più il suo potere si sarebbe rigenerato.

 

La sera di quello stesso giorno, il suo potenziale magico sarebbe stato al massimo e proprio in quel momento sarebbe arrivata la sua guida.

 

Aveva chiesto informazione su questa fantomatica guida, ma l’osservatore non aveva saputo dirgli molto, la Congrega l’avrebbe scelta, lui non ne sapeva niente.

 

Con l’arrivo della guida, sarebbe iniziata la vera e propria riabilitazione e loro da quel punto in poi non sarebbero più intervenuti.

 

- Io continuerò a passarci di tanto in tanto…non si sa mai.- aveva borbottato Buffy, meritandosi un sorriso di gratitudine da parte dell’amica.

 

Non si sapeva quanto tempo avrebbe impiegato a rimettersi in sesto, sia fisicamente che mentalmente, poteva durare due ore, come mesi, questo dipendeva solo dalla forza di volontà di Willow.

 

Finite le spiegazioni, tutti si congedarono per completare i preparativi, la partenza era prevista per il tardo pomeriggio.

 

Down era andata a riposare, Xander e Anya a far provviste e a dare un ultima occhiata alla nuova “residenza” della loro strega.

 

Il signor Giles, aveva bofonchiato qualcosa sull’incantesimo ed era uscito.

 

Nella stanza erano rimaste solo Buffy e Willow.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap.4

 

Si guardarono intensamente.

 

La rossa si avvicinò e la cinse stancamente con le braccia.

 

Buffy rispose all’abbraccio con enfasi, una parte di lei temeva la rabbia di Willow per l’imboscata a fin di bene che le aveva teso.

 

-Grazie- sussurrò la strega e questo dissippò i dubbi dell’altra.

 

Si tenettero strette per un po’, poi intrecciandosi le mani si sedettero sul divano.

 

-Buffy…il discorso che ho fatto prima non era uno scherzo…tu non hai visto cosa sono diventata in preda alla magia…dovrai davvero uccidermi se fallisco.-

 

Buffy era rigida e distaccata –Lo so…e farò quello che mi chiedi se ce ne fosse bisogno…non mi oppongo perché conosco molto bene il lato oscuro e conosco perfettamente te e nei tuoi occhi ho la certezza di ciò che mi dici.Perciò lo farò se ce ne sarà bisogno, solo Will…vedi di non averne bisogno, mi stai chiedendo troppo.-l’aveva detto con voce rotta, ma era stata convincente, la rossa era felice della sua fiducia…si sentì sporca, Tara le aveva detto quello che era stato l’incubo di Willow e l’aveva già messa in guardia, per questo Buffy, aveva accettato la richiesta dell’amica.

 

Già Tara…altra bugia, altro tradimento o omissione alle spalle della sua migliore amica, ma il tempo di mentire di nuovo, non si fece attendere.

 

-Ti devo chiedere un’altra cosa…e ti prego di essere sincera…chi…chi ha castato il rito Buffy?-

 

-Giles…- disse meccanicamente la bionda, la risposta era già stata decisa.

 

-Giles?Ma ha il potenziale magico di una vecchia scarpa!- fece contrariata Willow.

 

- La Congrega, gli ha fornito poteri temporanei per poter compiere il tutto- disse la bionda.

 

-Sarà…hanno fatto proprio le cose in grande.- fece Will non troppo convinta, in Giles non aveva sentito un briciolo di magia quella mattina, ma era senza poteri e forse dipendeva da quello o forse era solo troppo stanca…non indagò oltre, fissò l’altra e le si avvicinò riabbracciandola –Grazie- sussurrò di nuovo, poi si diresse di sopra per riposare un poco.

 

Buffy si sentì morire e si distese sul divano.

 

Si sentiva sbagliata e ingiusta.

 

Le tornò alla mente la conversazione con la strega bionda di quella notte.

 

Era salita per controllare se la situazione si fosse calmata. Si era affacciata sulla soglia della stanza e aveva trovato Willow distesa sul letto, immersa finalmente in un sonno tranquillo, tra le braccia di Tara che dolcemente le accarezzava i capelli appoggiata alla testata superiore del letto.

 

La bionda l’aveva sentita qualche istante dopo il suo arrivo, dandole il tempo di ammirare le due streghe in questa posa amorevole, il loro sentimento le restituiva l’una all’altra dolcemente, dando pace a quella notte tormentata.

 

Emanavano amore, nonostante tutto il male che le aveva avvolte, l’amara separazione e il dolore dell’assenza.

 

La strega le aveva sorriso e con infinita attenzione aveva spostato il capo della rossa sul cuscino, senza svegliarla, posandole un lieve bacio sulla fronte.

 

Poi l’aveva raggiunta sulla porta chiudendola per parlare.

 

In piedi una di fronte all’altra, nel corridoio, si erano abbracciate complici.

 

-Dorme…-aveva sussurrato Tara.

 

-Tranquillamente alla fine…ed è merito tuo.- le rispose la cacciatrice con un sorriso di gratitudine.

 

-Buffy…c’è qualcosa che devo dirti…il rito a collegato me e Willow in modo intenso- articolò con poca convinzione, entrambe sapevano che il legame che la teneva stretta alla strega rossa andava ben oltre alla magia –e ho vissuto ciò che lei ha visto nella sua visione…nemmeno a me era concesso intervenire, ma le ero anche invisibile…devi sapere qualcosa…-disse in modo grave.

 

Il racconto di Tara l’aveva scossa, ma la strega bionda le aveva ricordato che quello non era l’unico futuro, le cose potevano essere cambiate, non era ancora successo nulla di irreparabile, né la sua morte, né l’assassinio compiuto dalla Willow nera.

 

Questo l’aveva calmata.

 

-Quello che sto cercando di dirti è che non dobbiamo perdere la speranza…ma se conosco la mia Amazzone- lo disse con orgoglio e a Buffy non sfuggì l’enfasi sulla parola “mia” –ti chiederà una rete di sicurezza.-

 

-In che senso?-

 

Tara sospirò, cercando le parole –Ti chiederà di ucciderla, se non dovesse riuscire ad uscirne…-

 

-Cosa?Ma che diavolo dici?Non può chiedermi questo, io non potrò mai farlo!- disse l’altra con evidente impeto e orrore.

 

-Lo so…ma tu non dovrai rifiutarle questa promessa…avrà ragione.-

 

Buffy impallidì alle parole della strega e aprì la bocca per replicare, ma poi non disse nulla, sapeva anche lei che la giustizia è pura e priva di sentimenti, ne affetti, sapeva fin troppo bene che ancora una volta il peso della “cosa giusta”sarebbe ricaduto sulle sue spalle…le sovvenne una spada, gli occhi di un uomo innamorato, il suo cuore che urlava il suo dolore e la “cosa giusta”…Angel.

 

Si rabbuiò, la missione le aveva sempre chiesto troppo…ma lei viveva ed era morta per la missione.

 

Assentì senza dire una parola.

 

-Grazie Buffy…-la voce rotta dal pianto della bionda le arrivò in ritardo, persa nei suoi pensieri quasi non se ne accorse.

 

La strinse a sè.

 

Ciò che stavano progettando non era solamente la perdita per sua mano, dell’amica di una vita…ma era la perdita della luce, del senso stesso della vita di Tara, del suo Amore.

 

Conosceva più che bene quell’assenza, quel sacrificio.

 

Tara si ricompose, non era finita.

 

-C’è un’altra cosa che dovrai fare…dovrai mentirgli.-lo disse scura in volto, ma Buffy non capì –Non dovrai dirle che il rito l’ho castato io, non dovrai dirle che sono stata qui…dirai che è stato Giles, fornito dalla Congrega di poteri temporanei, sarà talmente stordita che ti crederà.-rispose agli occhi interrogativi della cacciatrice in un soffio.

 

-Ma perché?-fece l’altra con evidente disagio.

 

-Perché sono io ad averla innescata…nella sua visione, è la mia morte che l’ha portata a perdere definitivamente il controllo…io non devo entrare in questa storia.-

 

-Capisco…questo è ciò che credi tu, io invece ritengo che il tuo amore sia abbastanza forte da farla sentire in pace, come stasera…nessuno di noi solo con la presenza era riuscito a calmarla…è bastato il tuo tocco, il tuo tenerla tra le braccia e il suo sonno ha avuto requiem.- fece una pausa per riprendere fiato e guardare negli occhi Tara –Credo invece, che il tuo esserle accanto in questa storia potrebbe aiutarla in modo determinante.- concluse con enfasi, ma notò subito di aver perso, Tara dissentiva con la testa.

 

-Non chiedermelo…è stato abbastanza straziante vedere e sentire il suo dolore, il suo Amore per me sfociare nell’oscurità e poi svegliarmi e tenerla ancora fra le braccia come se nulla ci avesse separato, sapendo che non è MIA, sapendo che è meglio che non sia più mia…-la voce le si era spenta in gola, tranciata dal dolore.

 

Buffy le posò la mano sulla spalla –Va bene…farò come vuoi…grazie Tara.-

 

E la strega bionda aveva guardato ancora una volta il suo amore addormentato e poi era uscita di casa, per non tornare, come se non fosse mai volata in suo soccorso come il più chiaro e innamorato degli angeli, appena l’avevano chiamata a compiere il rito perché l’unica in grado, lei voleva che la rossa non sapesse del suo amore incondizionato, del suo aiuto, della sua dolcezza e questo sarebbe stato rispettato pensò la cacciatrice.

 

Buffy, aveva spiegato agli altri cosa Tara le avesse detto, omettendo ciò che Willow aveva vissuto nella visione per non spaventarli e la promessa che le aveva estorto e che presto la rossa le avrebbe richiesto.

 

Aveva semplicemente detto che Tara non se la sentiva, visto che nella visione l’innesto di un futuro oscuro per Willow, era stato lei.

 

Tutti avevano pensato alla loro separazione voluta dalla bionda.

 

Solo Giles era rimasto immobile, continuando a dissentire con la testa, ma Buffy non gli aveva dato peso.

 

Poi erano andati tutti a vegliare la rossa, salvo poi addormentarsi spossati dalla notte appena passata.

 

Buffy, si disse che aveva solo rispettato le volontà di Tara…

 

E crucciata si addormentò sul divano dove poco prima aveva mentito alla sua migliore amica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap.5

 

La partenza era stata veloce e silenziosa.

 

Xander e Giles erano passati a prenderle con la macchina, lasciando Anya con Down in casa.

 

L’auto era carica di tensione, i tre ragazzi e il loro mentore sapevano che sarebbe stato difficile ancora una volta, che di nuovo il legame che li univa era minato da una dura consapevolezza.

 

Sarebbe stato difficile ancora una volta…sopravvivere.

 

A Buffy, la paura di dover uccidere con le proprie mani l’unica persona che le era rimasta accanto sempre, se la rossa avesse fallito.

 

Per Xander l’angoscia di vedere le due amiche scontrarsi e il dolore per la perdita di una delle due, se la rossa avesse fallito.

 

A Giles l’orrore dell’impotenza davanti al potere oscuro che si sarebbe impadronito della sua allieva più coscienziosa, se la rossa avesse fallito.

 

Per Willow si trattava di non perdersi, a lei la prova più grande...a lei il compito di non fallire, per tutti loro.

 

Loro quattro che da sei anni avevano iniziato questo calvario insensato…loro che avevano condiviso la missione dell’ammazza vampiri e della sua stirpe, ognuno con il suo ruolo: la cacciatrice, l’osservatore, la strega e colui che vedeva tutto, l’amico.

 

Avevano sofferto, amato, gioito di ogni attimo insieme…avevano vinto sempre.

 

Il male non li aveva mai visti cedere.

 

E ora di nuovo lui, in una forma più subdola di quanto potessero sopportare li insidiava, come un morbo insanabile nel corpo della rossa.

 

Prevenivano ancora una volta, mettendo a disposizione del bene le loro vite, una nuova apocalisse.

 

Potenzialmente sacrificabili per la lotta, questo erano.

 

Lo erano sempre stati.

 

Osservatore e cacciatrice, nati e prescelti per questo.

 

I due ragazzi consapevoli da subito della loro scelta.

 

Li univa un amore incondizionato, che anche stavolta li faceva rimanere in piedi, incapaci di crollare.

 

Con questi pensieri in testa, arrivarono al vecchio distributore.

 

L’auto si fermò fra le pompe di benzina, sollevando molta polvere e i quattro scesero.

 

Xander fece vedere a Willow l’interno della baracca che l’avrebbe ospitata da lì a chi sa quando.

 

Era stata rinforzata dal solerte falegname, ma Will registrò subito che a poco sarebbe servito, dato il potere della strega nera.

 

In un angolo il ragazzo aveva organizzato un letto, spartano ma solido, rete, materasso, lenzuola candide e una coperta pesante di lana.

 

Davanti alla vecchia cassa aveva sistemato un tappeto e qualche candela, luogo che sarebbe stato adibito alla meditazione a suo avviso.

 

Il piccolo cucinino approntato da Anya era scarno, ma confortevole e pieno di provviste.

 

Era stato tolto tutto il superfluo tranne un tavolo e una sedia, su cui erano appoggiati una ventina di libri.

 

Willow alzò un sopraciglio leggendo il primo titolo.

 

-Astronomia avanzata?- chiese incredula.

 

-Ho pensato che se ti annoi, almeno studi…io mi annoierei di più studiando, ma tu sei fatta strana!- rise a fior di labbra Xander, mentre gli altri tre sorridevano di gusto.

 

Era arrivato il momento.

 

Formarono un cerchio in mezzo alla stanza.

 

Giles le si avvicinò e le prese il viso fra le mani –Mi raccomando…Io credo in te.-le baciò la fronte e uscì dal fabbricato.

 

Non aveva detto molto, ma il suo gesto congeniale di pulirsi gli occhiali mentre usciva, fece capire alla rossa quanto fosse nervoso e la commosse.

 

Si impresse quel gesto ancora una volta nella memoria, per usarlo nei momenti difficili e salutò il suo padre putativo, il suo mentore con un sorriso.

 

-Bè il bagno è di là, l’ho sistemato e funziona bene, Anya ha voluto mettere un deodorante per ambiente e qualche rosa, come se tu potessi produrre troppa…-la strinse a sé con urgenza, le lacrime picchiavano forte sulle palpebre.

 

Ad occhi chiusi abbracciò la sua migliore amica, sussurrandole –Stai attenta piccola, non voglio perderti…sii forte!Io credo in te…-.

 

Lasciò la rossa in lacrime, ma con un sorriso stampato in faccia –Ciao Xan…-.

 

Così erano rimaste loro due…la rossa e la bionda…la cacciatrice e la strega.

 

Scacciarono entrambe il pensiero di un loro possibile futuro scontro mortale, e si avvicinarono, prendendosi le mani.

 

Fu Willow a parlare per prima con le lacrime che le scivolavano sulle guance.

 

-Allora, ci siamo è?Fiuuu..credevo sarebbe stato più melenso con Xan- tirò su con il naso e continuò –Certo che è solitario qui, non so se ce la farò a resistere senza computer e centro commerciale e soprattutto senza i tuoi pettegolezzi!Allora sei pronta…ad uccidermi?-

 

-Non provocarmi…avanti, ora tocca a te, tu sei la mia forza, non tradirmi, sono con te ora e sempre amica mia- disse Buffy visibilmente provata –Sii forte e vinci!Sarà difficile, ma so che non ti piegherà…parliamo della tua vita, difendila, io lo farò.Ti voglio bene Will, non costringermi a provartelo!- ormai piangeva copiosamente.

 

-Ci siamo Buff, ci siamo…credimi ci metterò tutta me stessa, bè tutta tutta no, quella cattiva la lasciamo fuori cosa dici?Ok, ora vai…-

 

Si abbracciarono per interminabili minuti, poi la bionda si staccò e la rossa le fece segno di andare.

 

Si voltò prima di chiudere la porta –Io credo in te.-

 

Il rumore secco dell’uscio di lamiera pesante le rimbombò nelle orecchie, sigillando definitivamente la sua prigione.

 

Si sedette sul tappeto e si prese il viso fra le mani.

 

Aveva sentito il rumore del motore della macchina dei suoi amici, ma

 

Buffy non se n’era ancora andata, questo lo sentiva, se la conosceva, stava facendo la prima di molte ronde lì intorno.

 

Il sole era già tramontato, quando capì di essere davvero sola.

 

Si asciugò le lacrime e iniziò a meditare.

 

 

 

Buffy era tornata tardi e Down aveva intuito che la normale ronda era stata prolungata e deviata da un vecchio fabbricato in mezzo al deserto, dove tutti loro avevano lasciato parte del loro cuore.

 

La bionda cacciatrice era sprofondata nella poltrona.

 

Sua sorella la guardava in piedi.

 

-Com’è andata?- disse la brunetta.

 

-Ce la farà- ma sapeva di dirlo per convincere se stessa –ce la deve fare!- disse con decisione.

 

-Parlavo della ronda, Xander mi ha raccontato.- disse con un sorriso triste la sorella.

 

Buffy si ridesto da quel torpore e rispose a Down –Tutto a posto, sei vampiri e due demoni piuttosto grossi…è andata bene!- fece alzandosi e dirigendosi verso la cucina.

 

Aveva fame, la caccia le sollevava sempre un certo appetito.

 

Down sorrise…non era tutto a posto.

 

In una ronda normale tutti quei mostri sarebbero stati troppi.

 

Si vede che la sorella aveva avuto bisogno di sfogarsi per sciogliere la tensione e probabilmente li era andata a cercare.

 

Suonò il telefono.

 

Buffy stava addentando un superbo panino al tonno, quando la sorella la chiamò, era per lei.

 

Tara.

 

Sapeva che avrebbe chiamato.

 

Le notti erano la parte peggiore.

 

Durante il giorno Willow, meditava diligentemente, rigenerando il suo corpo, mangiava, leggeva.

 

A volte cantava!

 

Ma al tramonto sentiva crescere il lei quel potere sopito.

 

La magia tornava in lei gradualmente e le era ogni notte più difficile controllarsi.

 

Bagnava il letto di sudore e urina sempre più spesso, ma grazie ai suoi solerti amici, i viveri e le lenzuola pulite ogni giorno le venivano fatte trovare vicino alla cassa.

 

Non capiva come non riuscisse ad incontrarli, venivano sempre ad ore diverse della notte e lei puntualmente era addormentata.

 

Magari per gli unici tiratissimi minuti in cui riusciva a dormire.

 

Aveva gli occhi cerchiati per l’insonnia, lo vedeva ogni mattina nello specchio del bagno.

 

Passava le nottate a contorcersi nel letto, sudava copiosamente, invasa da un senso di vuoto e dalla paura.

 

Era dominata dalla paura.

 

Poi il sole arrivava a portarle un po’ di sollievo.

 

Ma più i giorni si susseguivano più l’alba non la rinfrancava più come prima.

 

Ormai meditava pochissimo, rimaneva a letto in preda a tremori, urlando e piangendo.

 

Stringeva il cuscino fino a che le nocche non divenivano bianche.

 

Ma mancava poco.

 

Quindicesima notte.

 

La strega ebbe la sua crisi d’astinenza più pesante.

 

La magia era quasi al suo massimo in lei, mancavano pochi giorni.

 

Ma al tramonto di quel maledetto giorno, il sudore le imperlava già il corpo ed era scossa da brividi gelati.

 

Aveva il fiato corto, cominciò a farsi prendere dal panico, come in preda ad una forma di claustrofobia, il cuore quasi le esplose nel petto.

 

Cominciò a toccare le pareti del fabbricato, lo percorse tutto con le mani, poi iniziò a picchiare a mano aperta, dopo di che a pugno chiuso.

 

Iniziò a urlare frasi sconnesse, continuando a vagare nella stanza, sbattendo qua e là, sempre più forte e sempre più veloce.

 

La cosa andava avanti da più di qualche ora, Willow era stremata, piena di contusioni e lividi, un lungo taglio le si allungava sulla fronte, le sue nocche erano sbucciate.

 

Prese ad urlare sempre più forte.

 

-Ho messo a posto la mia stanza…sono stata brava…FATEMI USCIRE!La mia bambola a perso un occhio…i miei capelli sono rossi, ROSSI!!Guardami Amore, ho gli occhi limpidi…UCCIDIMI BUFFY!!Amore dove sei?Non ti trovo…io ti trovo sempre…Tara, Tara…Amore vieni da me…NON DEVO USARE LA MAGIA!!Sarò buona, te lo prometto…torna da me,Tara…Tara…TARA!!-

 

Si era accasciata davanti alla porta e singhiozzava ripetendo ad alta voce –Fatemi uscire, fatemi uscire-

 

Si fermò nel silenzio.

 

Non era l’unica a piangere.

 

Al di là di quella porta, qualcun altro divideva con lei quelle pene.

 

Appoggiò la mano a palmo aperto sulla lamiera.

 

-Chi sei?-sussurrò.

 

Nessuna risposta…ma sentiva dentro una pace ritrovata, tornò abbastanza lucida da dire alla porta –C-ce la faccio…chiunque tu sia…ce la faccio, vai - disse dolcemente grata -C-ce la posso fare.-

 

Si trascinò verso il letto, abbandonandosi con la faccia sprofondata nelle coltri.

 

Il suo respiro si calmò e sentì il suo cuore rallentare, finchè il sonno non la colse tra le sue braccia.

 

 

 

 

 

Buffy era in piedi davanti alla porta del vecchio distributore.

 

Era capitata lì durante la ronda, attirata dalle grida di Willow era corsa verso il fabbricato.

 

Non era la prima volta che la sentiva urlare, aveva imparato a rimanere a distanza, sapeva che la strega poteva percepire la sua essenza.

 

Perciò restava a qualche decina di metri dalla porta in piedi a braccia conserte, percorsa da brividi per ogni frase oscena o folle che le sentiva pronunciare e aspettava.

 

Aspettava il mattino, quando la rossa si sarebbe calmata.

 

Ma stavolta nell’arrivare aveva intravisto una figura, aveva accelerato la corsa pensando ad un potenziale pericolo, fermandosi poi di colpo nel guardarla bene.

 

Guardava una Tara distrutta, sdraiata nella polvere, che dominava a fatica i singhiozzi e il dolore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap.6

 

.

 

I giorni passava lenti, lentissimi.

 

La gang si muoveva indolente nella routines senza Willow, intrisa di Willow, perché ogni loro pensiero andava alla rossa rinchiusa nella sua prigione.

 

Buffy lavorava tutto il giorno al Double Meat Palace, tornava a casa ed usciva per la ronda, impalettava più vampiri riusciva a trovare, concludendo il suo giro davanti al vecchio distributore sulla statale, piantonando la porta in silenzio fino all’alba, per poi tornare.

 

Xander costruiva al cantiere ininterrottamente, poi prendeva la macchina nel cuore della notte per portare cibo e acqua all’amica, stando attento ad entrare solo quando lei dormiva, puliva velocemente la stanza, la osservava dormire per qualche minuto e poi se ne andava.

 

Down andava a scuola e poi al negozio di magia, tornava a casa per preparare la cena a una sempre più stanca Buffy e studiava, studiava come mai aveva fatto prima, per non pensare, salvo poi addormentarsi sul tavolo della cucina, dove la sorella la trovava al suo ritorno.

 

Anche Anya lavorava senza la sua solita vena capitalista.Serviva i suoi clienti a testa bassa, salutava con gentilezza e chiudeva il negozio alle 7.30 in punto, per tornare a casa dove preparava la cena e poi dopo aver mangiato con il suo ragazzo, i viveri e le lenzuola pulite per la strega imprigionata.

 

Giles era sommerso dai libri, continuamente telefonava in Inghilterra per avere notizie dalla Congrega o si intratteneva in lunghe conversazioni telepatiche con le Anziane per progettare l’arrivo della guida.Poi andava a casa Summers, per rassicurare la piccola Down e dare forza alla sua pupilla, mangiando con loro.

 

Solo Xander vedeva la rossa, se pur incosciente.

 

Down chiedeva spesso, quando si vedevano, notizie di Willow.

 

Ma i racconti di Xander non erano mai molto eloquenti, precisi, forse perché non sapeva nemmeno lui che dire dell’amica.

 

Il sonno della strega era agitato, ma non particolarmente intriso di buone o cattive nuove.

 

Una domenica mattina erano tutti riuniti al Magic Box, tutti tranne Giles che li raggiunse trafelato.

 

Era visibilmente pallido e continuava a guardare Buffy.

 

-Allora che diavolo c’è?- fece la bionda stizzita, ormai i loro nervi erano crollati, la dolcezza e la pazienza avevano lasciato il posto all’irritazione e alla frustrazione.

 

Era la mattina del sedicesimo giorno.

 

-Hanno trovato la guida…-disse in un sussurrò Giles.

 

Si creò un capannello intorno all’osservatore.

 

-Allora chi è?- chiese impaziente Anya.

 

-Non ci uccida nell’attesa!!-affermò stridula Down.

 

-Ci vuol dire chi è?- fece perentorio Xander.

 

Solo Buffy rimaneva seduta in silenzio.

 

Si toccava il collo con la mano, un pizzicore strano la tormentava e aveva uno strambo presentimento, non sapeva dire se buono o cattivo.

 

Giles li fece sedere, intimando il silenzio.

 

Si mise comodo su una sedia e cominciò a pulirsi gli occhiali, tradendo il suo nervosismo.

 

-Le Anziane parlano di un uomo tormentato…qualcuno che ha conosciuto il suo lato oscuro e lo combatte, come Willow…qualcuno che possa guidarla insomma.- concluse scuro in viso.

 

-Perfetto!E dove lo troviamo in quattro giorni uno così!Non potevano dircelo prima?!- sbottò Anya.

 

-Chi dobbiamo cercare Giles, sia più chiaro!- disse scocciato Xander.

 

Ma per Buffy, il suo osservatore era stato più che esaustivo.

 

-Un demone imprigionato dalla sua anima…vero?- sibilò la cacciatrice.

 

-Vedo che hai inteso…Buffy se questo ti crea dolore, se questo ti destabilizza…io cercherò un’altra guida…con un po’ più di tempo forse troverò- Rupert fu bruscamente interrotto da Xander che ancora non aveva capito.

 

-Ma di chi diavolo state parlando?Potreste rendere partecipi anche noi?Insomma possibile che dobbiate sempre parlare in codice io non…-

 

-Angel…-sussurrò Down frenando l’impeto del ragazzo.

 

Il silenzio era calato nel negozio e tutti guardavano Buffy.

 

A lei la scelta, a lei la decisione, come sempre.

 

-Tutto per Willow…lo chiami.-disse in fretta, alzandosi.

 

Continuava a tenere la mano sul collo, aveva capito dove, sulla cicatrice del morso di lui che ora bruciava.

 

Giles tirò un sospiro di sollievo, le Anziane non avevano dato altre possibilità, ma questo aveva evitato di dirlo, convinto del dolore che la sua pupilla avrebbe provato.

 

La scelta doveva essere sua.

 

Nel caso di un diniego, avrebbe fatto l’impossibile per trovare una soluzione, ma avrebbe rispettato Buffy.

 

-Bene e anche questa è fatta…ora rimane un ultima cosa poi il nostro compito sarà terminato.Angel dovrà essere condotto in una realtà parallela e pure Willow, qui inizieranno il loro viaggio verso la salvezza o la perdizione.Tutto questo dovrà essere castato da una strega…-

 

-Sono pronta…-fece una Tara più decisa che mai, apparsa alle loro spalle.

 

Buffy sorrise.

 

-Lo farò io…li porterò in quella dimensione…lo farò io.-aveva detto semplicemente la bionda.

 

 

 

Tutto era stato frenetico in quegli ultimi quattro giorni, al contrario dei sedici precedenti.

 

Il rito aveva bisogno di molte pozioni e oggetti mistici e tutta la gang si era data da fare per procurarli.

 

In più Angel era stato irreperibile per alcuni giorni, impegnato in una caccia, piuttosto complessa, nei meandri di L.A.

 

La mattina del diciottesimo giorno, Giles era riuscito a trovarlo.

 

Il vampiro con l’anima sarebbe arrivato la notte dell’incantesimo.

 

Era stata una gentilezza dei due uomini nei confronti di Buffy.

 

Di comune accordo, avevano pensato di evitare inutili situazioni cariche di tensione.

 

Tara aveva allineato tutti gli ingredienti per il rito, sul lungo tavolo di casa Summers.

 

Erano le sei del pomeriggio.

 

Il ventesimo giorno finalmente era giunto.

 

Poche ore e l’incantesimo sarebbe stato castato.

 

La strega era nervosa, sia perché quel rito era di alto livello e non ne aveva mai praticati di così complessi, sia perché l’ansia per Willow l’attanagliava.

 

Era grata a Buffy per non aver detto una parola sulla sua avventura al fabbricato.

 

Ma da quella sera, che era stata quella immediatamente precedente alle rivelazioni sulla guida, l’ansia dentro di lei era cresciuta enormemente.

 

Aveva sentito il suo Amore debole, molto più fragile di quanto si aspettasse.

 

Aveva ceduto alla frustrazione ed era corsa dal suo Amore, solo per osservarla dormire pensava.

 

Invece si era trovata a supplicare la Dea di salvare la sua Willow, mentre oltre la porta per ore, l’aveva sentita delirare, in preda alla follia.

 

Aveva appoggiato la mano sulla lamiera sentendola singhiozzare imprecando il suo nome.

 

Solo dopo si era resa conto dell’errore, la rossa aveva indovinato la sua presenza.

 

Aveva sentito debolmente l’essenza e il calore dell’altra attraverso la porta, forse avevano appoggiato la mano nello stesso punto.

 

Ma Willow era tornata in sé abbastanza da essere lucida e mostrare la sua forza di volontà, che l’aveva resa orgogliosa e commossa, ma non abbastanza, per fortuna, per riconoscerla.

 

Ma quanto dolore ancora il suo Amore avrebbe dovuto sopportare e quanto ancora poteva sopportarne prima di crollare.

 

L’aiutavano i racconti di Xander che negli ultimi giorni aveva trovato Willow molto meglio.

 

Nei suoi raid notturni aveva notato che l’amica dormiva molto più a lungo e più tranquillamente.

 

Questo la consolava.

 

Sospirò.

 

Era quasi ora di cominciare.

 

Buffy percorreva a grandi passi la sua stanza.

 

La mano portata all’altezza della spalla, sfiorava la piccola e ormai dimenticata cicatrice.

 

Uscì e si diresse nella stanza dove Willow aveva affrontato la sua visione.

 

Aveva bisogno di tutta la forza della rossa per affrontare tutto quanto.

 

Era stanca, preoccupata…e le dispiaceva ammetterlo, eccitata.

 

Si stese sul letto della strega, ancora sfatto.

 

Nessuno era più andato in quella stanza, la porta era rimasta socchiusa, ma nessuno prima di lei l’aveva varcata, dopo che Will ne era uscita per dirigersi verso la sua personale redenzione.

 

Buffy era entrata senza preamboli e il velo invisibile che sigillava quella stanza si era spezzato.

 

Sopraffatta dagli eventi, incapace di ragionare razionalmente si sentiva distrutta.

 

Non dormiva da troppo, ma non avrebbe mai lasciato l’amica senza protezione e quindi riposava all’alba e al tramonto, un paio d’ore, tra il lavoro e la ronda allungata.

 

Prendere decisione per tutti, faceva parte della sua missione da sempre.

 

Decisioni difficili, decisioni che l’avevano vista sacrificare ogni cosa importante.

 

A beneficio del mondo, lei stessa si era immolata.

 

Era stanca, ma sapeva che i giochi non erano finiti, che le sarebbe stato chiesto ancora una volta di ignorare il suo cuore e compiere ciò per cui era stata creata, ciò per cui era stata maledettamente scelta fra milioni di donne…difendere il mondo dall’ombra.

 

Si mise supina.

 

Si fidava ciecamente della strega rossa, ma sapeva perfettamente che la persona con cui aveva affrontato la sua adolescenza non era più quella che ricordava.

 

Era cresciuta con lei, aveva visto la piccola e impacciatissima Willow diventare donna, coraggiosa, instancabile, brillante.

 

Anche se a volte la bambina riemergeva fuori dall’amica, invalidandola con la sua timidezza, sapeva che le cose erano diverse e sapeva che parte della forza dimostrata era nutrita dalla magia.

 

La rossa ne prendeva alimento ed era lei stessa alimento della sua magia.

 

Willow e la magia erano un circolo, la strega ne era intrisa.

 

Per questo dubitava.

 

Non tanto dell’amica, ma della sua magia che l’aveva legata così profondamente da mettere un’ipoteca sulla fede della bionda nell’altra.

 

Aveva già affrontato la parte oscura di una persona che amava…e l’aveva vinta, morendo dentro.

 

L’aveva ucciso ed era morta con lui.

 

Erano ricordi sopiti da così tanto.

 

Non si sentiva pronta a riesumarli, quelli come tutti i ricordi legati a lei e a Angel.

 

Lui ci sarebbe sempre stato, questo lo sapeva, nel suo cuore, come fuori.

 

Era immortale.Sorrise a quella consapevolezza.

 

Questa insignificante certezza l’aveva fatta andare avanti tante volte.

 

Anche se lontano, sperso nel mondo, non suo, forse di qualche altra, lui c’era in un modo o nell’altro.

 

E quindi valeva la pena lottare, semplicemente vivere.

 

L’aveva sacrificato per la missione e lui era tornato da lei…per lei.

 

Ma era doloroso sapersi vicini e non toccarsi, baciarsi, fare l’amore.

 

Un brivido la percorse, era passato così tanto e ancora le faceva effetto.

 

Stava arrivando, ormai la luna era sorta.

 

Sentiva la cicatrice infiammarsi e sapeva che era vicino.

 

Chiuse gli occhi e ripete –Per Willow…-

 

Si convinse.

 

Per la sua migliore amica avrebbe dato la vita, l’aveva giurato.

 

Se alla rossa serviva Angel, per recuperare la strada maestra, lei avrebbe ingoiato l’amaro di quei ricordi e il suo Amore sarebbe arrivato nella sua città, avrebbe aiutato l’altra e poi, se tutto si fosse risolto…come sempre…sarebbe sparito nella nebbia, come fosse un addio.

 

Anche se entrambi, ogni volta sapevano si sarebbe rivisti ancora.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap.7

 

Una macchina si fermò davanti al vialetto di casa Summers.

 

L’uomo che la occupava sembrava incerto sul da farsi.

 

Era in anticipo e non sapeva se voleva entrare.

 

La sentiva già e se avesse avuto un cuore funzionante, probabilmente la tachicardia l’avrebbe ucciso.

 

Era più di un anno che non si vedevano.

 

L’ultima volta l’aveva portato lì il suo amore cristallino e incondizionato.

 

L’amore di un ragazzino.

 

Si stupiva ogni volta di quanto potesse essere adolescenziale il suo impeto, solo nell’ipotesi di rivederla.

 

L’ultima volta era corso dal suo Amore per consolarla, per prendere sulle sue forti spalle un po’ del suo dolore.

 

Un lutto.

 

Joyce.

 

C’era stato un bacio, ma sapeva bene che si erano già spinti troppo il là.

 

Il solo guardarsi e mangiarsi l’anima gli era proibito.

 

Per loro nessun futuro, per loro nessun avvenire insieme.

 

Un destino crudele li separava e li legava indissolubilmente.

 

Vampiro e Cacciatrice.

 

Lui e lei…Buffy ed Angel.

 

Non esistevano parole diverse e ora non era il momento di pensare a questo.

 

Non era lì per lei, non direttamente.

 

Willow.

 

Il pensiero corse alla tenera ragazza rossa.

 

Ne ricordava la timidezza e la bontà d’animo.

 

Sapeva quanto Buffy tenesse a lei e viceversa, sapeva ciò che era stato chiesto all’amata nel caso di un fallimento e conosceva la risposta di Buffy.

 

La missione prima di tutto.

 

Ma conosceva abbastanza bene la bionda e la rossa per sapere che delirio interiore le avrebbe frantumate in caso di un confronto.

 

Doveva riuscire a salvare la strega, non si sarebbe permesso un insuccesso, mai si sarebbe perdonato se avesse inflitto un nuovo dolore a Buffy.

 

E l’avrebbe fatto anche per Willow, per un’amica.

 

Si decise.

 

Down sentì bussare timidamente alla porta.

 

Buffy si alzò di scatto dal letto.

 

Era arrivato.

 

La brunetta andò ad aprire e si trovò davanti uno splendido ragazzo dagli occhi tristi.

 

-Suppongo tu sia Angel…-disse dubbiosa –Ti aspettavamo entra- aggiunse con più garbo, era la prima volta che lo vedeva.

 

Restò affascinata, ora poteva capire bene la sorella.

 

-Down, piacere-fece porgendogli la mano.

 

Lui la strinse calorosamente o almeno ci provo data la temperatura del suo corpo.

 

Poi si irrigidì, voltandosi lentamente.

 

In cima alle scale c’era una Buffy bellissima.

 

In realtà, lo notò solo più tardi, era stanca, con gli occhi cerchiati, i capelli tirati in una coda disordinata, il viso pallido.

 

Ma per lui era stata una visione.

 

Si erano guardati a lungo e lui aveva percepito il cuore di lei battere all’impazzata e aveva aspirato il suo profumo nuovamente, perdendosi nei suo occhi smeraldo.

 

Poi Down, li aveva risvegliati da quel torpore.

 

L’arrivo di Tara che agitatissima aveva informato gli altri che tutto era pronto, aveva definitivamente interrotto quel momento, senza che i due proferissero parola.

 

Avevano aspettato l’arrivo di Giles, Xander e Anya, poi si erano spostati tutti in macchina vicino al fabbricato.

 

Tara aveva spiegato velocemente come si sarebbe svolto il rito.

 

-Reciterò una litania per tre volte, tracciando un pentacolo magico con la polvere di Kruss.-

 

-Quella viola- fece Xan alzando una bottiglietta.

 

-Posizionerò i cristalli sulle cinque punte e mi concentrerò all’interno del cerchio, Angel tu mi starai davanti, ma attento dovrai stare fuori dal pentacolo. Ci vorrà una persona forte che ti sostenga, perché dopo essermi concentrata ripeterò la litania un’altra volta e quando arriverò all’ultima parola, cadrai in trance, chi…- non riuscì a finire la frase –Lo faro io!- disse con urgenza la cacciatrice e i due si guardarono intensamente.

 

-Ok, quando Angel sarà privo di sensi, lo sarà anche Willow, quindi Xan, dovrai andarla a prendere e portarla qui. Li avrò davanti entrambi distesi. Per il resto, io continuerò a castare il rito invocando il Signore del luogo dove li manderemo, finchè il portale dimensionale non sarà aperto.-

 

-Come faranno a tornare indietro?- chiese apprensiva Down.

 

-Tu, Giles e Anya, dovrete tenere acceso il fuoco là infondo- disse Tara, indicando un fuocherello a distanza di qualche metro.

 

-Quello è il fuoco del ritorno, sarà la luce che li guiderà verso l’uscita. Dovrete nutrirlo con le fascine di Laycor, che ho incantato in precedenza, così che il fuoco resti acceso più a lungo. Mi raccomando non dovrà mai spegnersi.-

 

-Credo sia tutto…- disse incerto il Signor Giles.

 

-Cosa c’è che la rende dubbioso?- chiese perplesso Xander.

 

-Le Anziane mi avevano parlato di una redenzione lunga, mentre questo rito, ora che lo guardo nella sua totalità, non può durare che una notte…mi chiedo se basterà.-

 

-Lo spero…una volta che avrò terminato il rito…non avrò altre forze per ricastarlo.- sussurrò Tara.

 

Il silenzio scese.

 

Era giunto il momento.

 

 

 

Tara prese la bottiglietta con la polvere viola e iniziò a disegnare il pentacolo, recitando l’incantesimo.

 

<<Ancestrali ministri…

 

Primarie entità…

 

Bene e male…

 

Aprite gli occhi interiori di questi vostri due indegni figli…

 

Ancestrali ministri…

 

Primarie entità…

 

Bene e male…

 

Aprite gli occhi interiori di questi vostri due indegni figli…

 

Ancestrali ministri…

 

Primarie entità…

 

Bene e male…

 

Aprite gli occhi interiori di questi vostri due indegni figli…>>

 

Il pentacolo si illuminò di luce accecante.

 

Tara posizionò i cristalli di Illiut come aveva detto, si sedette in mezzo al cerchio circoscritto dal pentacolo e a gambe incrociate iniziò a concentrarsi.

 

Angel e Buffy la guardavano incantati.

 

Ora la magia Bianca, trasfigurava il suo viso, rendendo ancora più tenui i suoi contorni.

 

Frasi intonate in lingue a loro sconosciute, fendevano dolcemente l’aria, come se la strega stesse parlando con entità divine e incorporee.

 

Giles, Anya e Down, intorno al fuoco del ritorno, ammiravano la strega bionda in questa sua pura trasformazione, continuando in ogni modo ad alimentare il fuoco.

 

Xander osservava tutto come sempre. In piedi davanti alla porta del vecchio distributore, aspettava di vedere Angel cadere, per entrare e prendere Willow.

 

Tara aprì gli occhi d’improvviso e alzando la voce su quelle ataviche che fluttuavano intorno a lei, impose la sua ultima supplica:

 

<<Ancestrali ministri…

 

Primarie entità…

 

Bene e male…

 

Aprite gli occhi interiori di questi vostri due indegni figli…>>

 

<<…Vampiro…>>

 

Angel cadde, come era previsto, tra le braccia di una spaventata Buffy.

 

Xander vedendoli, aprì di scatto la porta e si trovò davanti una Willow stremata che gli sorrideva.

 

<<…Strega…>>

 

La rossa perse i sensi e il ragazzo prendendola in braccio la portò a fianco del vampiro con l’anima e della sua cacciatrice.

 

Tara guardò il corpo della rossa con dolcezza, sciogliendosi in quei lineamenti, ma subito si riprese, doveva andare avanti.

 

Xander la guardò osservare la sua migliore amica e poi si girò per trovare gli stessi occhi in quelli di Buffy che con una mano accarezzava la fronte di Angel, tenendogli la testa in grembo.

 

-Siete uguali…due eroine.-disse piano alla bionda che non capì.

 

-Amate in modo totale…amate con tutte voi stesse…e siete pronte a sacrificarvi, per il vostro Amore. Lo fate in modi diversi, ma è comunque lo stesso dono.-concluse sorridendo.

 

La cacciatrice l’aveva guardato per i pochi secondi del discorso e si era riconosciuta, come aveva riconosciuto Tara in quella descrizione. Una lacrima di commozione le scese lungo la guancia.

 

La strega bionda si preparò alla parte più difficile del rito.

 

Avrebbe dovuto invocare il Signore di una dimensione oscura, non si trattava più di magia Bianca, ma di magia Nera!

 

Iniziò, in un sussurrò a recitare l’invocazione, tanto piano che i suoi compagni non la percepirono.

 

Intanto intorno a lei si era alzata lentamente una spirale di sabbia e miasma nero.

 

La sua voce da impercettibile, si alzò abbastanza da essere udita da Buffy, la più vicina alla strega, che ne rimase scioccata.

 

<<Signore Varkass

 

Principe d’inferi e dolori

 

Ti devo pene e colpe

 

Squarcia il tuo ventre e accetta queste anime in ammenda

 

In sacrificio porto me stessa

 

Supplica indegna la mia

 

Ma accetta il mio dolore in pegno della mia fedeltà

 

Metti alla prova la tua umile serva…>>

 

Detto questo, il turbine nero divenne fiamma intorno a Tara.

 

-TARA!!- urlò Buffy.

 

Sul volto della strega fra le fiamme vide sfregi sanguinanti, ma la sentì sovrastare il frastuono con la voce continuando l’invocazione.

 

<< Signore Varkass

 

Principe d’inferi e dolori

 

Ora che sei stato nutrito

 

Mi devi pene e colpe

 

Squarcia il tuo ventre e accetta queste anime in ammenda

 

Te lo ordino!>>

 

Il turbine di lingue di fuoco si spense, lasciando una Tara sdraiata in mezzo a una cortina di fumo cinereo, con il corpo sanguinante e il volto mutato in una maschera di sofferenza.

 

I corpi di Willow e Angel ebbero un sussultò.

 

Buffy e Xander che li tenevano fra le braccia, guardarono istintivamente la strega bionda, che con un sorriso sussurrò – Sono entrati…c-ce l’ho fatta…- poi svenne.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap.8

 

Angel aprì gli occhi.

 

Intorno a lui solo un’infinita e brulla distesa di terra.

 

Si alzò di scatto cercando la rossa, che era distesa ancora incosciente alle sue spalle.

 

Chinandosi su di lei, la prese tra le braccia chiamandola.

 

-Will…-

 

La strega rossa aprì lentamente gli occhi.

 

-Allora sei tu la mia guida –sospirò sorridendo rincuorata.

 

Si alzarono in piedi entrambi.

 

-Che cosa dobbiamo fare?-chiese timidamente la ragazza, sperando che almeno lui sapesse.

 

Il vampiro si guardava intorno stranito.

 

-Io…io credo di saperlo.- fece incerto.

 

E dopo averle preso la mano, iniziò a camminare verso un punto ignoto, da cui si sentiva attratto.

 

Era molto che camminavano e il paesaggio intorno a loro era cambiato più volte.

 

Regnava il silenzio tra loro, forse consci che ancora non c’era niente da dire.

 

Si ritrovarono in un boschetto.

 

-Io lo conosco questo posto!- fece incuriosita Will, lasciando la mano dell’altro.

 

Alla loro destra si sentirono voci di bambini.

 

I due si voltarono in quella direzione e videro una piccola bambina dai capelli rossi, di appena sei o sette anni e un moretto più o meno della stessa età.

 

-Xander…- Willow era sbalordita nel rivedersi bambina, con il suo compagno di avventure anch’egli ringiovanito.

 

I due bimbi giocavano ignorando la loro presenza.

 

-Xander ridammi la palla!- fece arrabbiata la piccola Willow, ma l’altro rideva giocosamente, scappando da lei con il prezioso giocattolo.

 

Willow e Angel, guardavano la scena senza capire, fino a che il vampiro sussurrò –Credo sia iniziata qui Will…-

 

La piccola con un gesto indispettito aveva abbassato il braccio, mentre il bambino perdeva stranamente la palla, che docile rotolava tra le braccia della bambina.

 

-Quasi…quasi per magia.-disse piano la rossa, ripensando a quel momento.

 

Aveva gli occhi sbarrati, mentre osservava i due bambini rincorrersi, ridendo della reciproca compagnia.

 

Lei e Angel si sedettero su un sasso a guardarli.

 

-Non ho mai riflettuto su quanto era successo…ero troppo piccola per capire. Volevo la palla e lei era venuta da me. Cosa vuol dire tutto questo?-chiese girandosi verso la sua guida.

 

-Non sono io a doverlo sapere…credo che qualcuno ti abbia fatto vedere la prima volta che hai usato la magia.- rispose Angel continuando a guardare la scena.

 

-Ma ora dobbiamo andare…-continuò alzandosi.

 

Willow diede un ultima occhiata ai due bimbi e poi lo seguì.

 

Ora erano nel giardino del vecchio liceo.

 

Si guardava adolescente e timidissima.

 

Riprovava tutta quella insicurezza e la stizza nell’essere presa in giro da un’Harmony non ancora vampiro.

 

Motivo dello scherno erano i suoi vestiti e i suoi lunghissimi capelli color carota, come le stava dicendo l’altra.

 

Ricordò di aver desiderato intensamente che Harmony la pagasse cara, mentre piangeva nello sgabuzzino delle scope.

 

Un flash e videro la biondina correre in lacrime verso il bagno con tutti i capelli arruffati e bruciacchiati.

 

Di nuovo la scena cambiò.

 

Il suo cuore perse un battito.

 

Oz.

 

Passeggiavano mano nella mano per il campus.

 

Era stato appena espulso dal corso di teatro, dall’orribile Miss Stirpoll e Willow lo stava consolando corrucciata.

 

Si ritrovarono nella mensa della scuola, dove la suddetta insegnante veniva salvata da soffocamento, provocato da un muffin ai mirtilli.

 

-Oddio…-sibilò Will.

 

Ma erano già in un altro luogo.

 

Stavolta casa Summers.

 

-Tara…-sussurrò la rossa raddolcita.

 

Stavano mangiando, era il Natale dell’anno precedente.

 

C’era tutta la gang.

 

Sia Angel che Willow, trattennero un sussultò.

 

La Signora Summers era appena entrata con in mano la torta, sorridente e ancora…viva!

 

Ma era inciampata e la torta le era caduta dalle mani, con grande disappunto di tutti.

 

Ma la Willow di quei giorni aveva esclamato –Ci penso io!- e con un gesto della mano aveva riportato il tempo indietro salvando torta e fine serata.

 

-Io…io, non mi ricordo…non mi ricordo di averlo fatto!- disse la rossa incerta.

 

-Nemmeno gli altri suppongo…-dedusse Angel, guardando i commensali che continuavano a ridere e scherzare come se niente fosse successo.

 

La scena cambiò ancora.

 

Lei e Tara per mano nella via principale della città, chiacchieravano tranquillamente.

 

Willow riguardò la coppia con dolorante tenerezza.

 

Una lacrima le scese sulla guancia destra.

 

Ricordava quel momento, strinse gli occhi, un ragazzo le aveva urtate dividendole bruscamente.

 

Ed ecco la scena ripresentarsi davanti ai suoi occhi.

 

-Ehi, stai attento!-urlava la Willow davanti a lei.

 

La coppia riavute avidamente le mani intrecciate li superava.

 

Willow e Angel videro il ragazzo attraversare la strada senza guardare.

 

La rossa urlò –ATTENTO!!-

 

Ma fu inutile, il conducente dell’auto che sopraggiungeva aveva lo sterzo bloccato…bloccato da cosa?

 

Lo prese in pieno.

 

La scena si concluse all’ospedale con il medico che contrito, informava i genitori del ragazzo che il loro unico figlio non ce l’aveva fatta.

 

Tornarono come d’incanto nella brulla desolata.

 

Willow era accasciata in lacrime.

 

Angel le era accanto.

 

-Oddio…ma cosa ho fatto?!Te lo giuro Angel…io non sapevo, io non lo sapevo…non ricordo e non ho mai saputo di tutte queste cose.- si prese la testa fra le mani.

 

-La magia ha sempre un prezzo.Hai coltivato la magia nera a tuo vantaggio, senza saperlo e questo va a tuo favore. Ma Willow ci sono cose che tu ricordi e che sono incantesimi da magia nera coscienti e volontari.Tu sei stata corrotta.-disse Angel guardandola fissa negli occhi.

 

-Io credevo di fare del bene con la mia magia…la magia bianca…ho compiuto gesti insensati usando quella nera, questo lo so…ma ci sto provando, il dolore è forte, cosa vogliono che faccia ancora?- chiese tra i singhiozzi la strega -Vogliono che rinunci alla magia del tutto?Mi priverebbero di parte di me…ma va bene…se ho fatto e potrei fare così male. Legate i miei poteri per sempre, sopporterò la violenza.- disse quasi urlando, un po’ a Angel e un po’ ai poteri che li sovrastavano.

 

-Non è per questo che sei qui…-fece lui stranito.

 

-C-cosa?-lo interrogò con gli occhi la rossa.

 

Angel si alzò in piedi e si guardò.

 

Terrorizzato guardò Willow, le sue mani erano incorporee, trasparenti.

 

-C-cosa ti sta succedendo?Angel dove vai?- disse la ragazza alzandosi, in preda al panico.

 

-N.non lo so…oddio!Willow, mi stanno riportando indietro!Non riesco ad oppormi!-rispose il ragazzo anche lui nel panico, non avrebbe mai voluto lasciare l’amica lì da sola.

 

Continuava a pensare –Ma io sono la guida, io devo restare!!- ma non riusciva a smettere di sparire.

 

All’improvviso una luce alle sue spalle lo risucchiò.

 

Willow impietrita dal terrore, dal tanto era stato rapido il tutto, non si era resa conto di quanto successo…

 

Ora era davvero…sola.

 

 

 

 

 

 

 

Avevano trasportato i corpi incoscienti di Wilow e Angel vicino al fuoco e Giles aveva preso in braccio Tara, ancora svenuta e l’aveva deposta al fianco di Will.

 

La notte passava lentamente, nessuno parlava e quel silenzio era carico di tensione.

 

Il fuoco veniva alimentato con solerzia.

 

Buffy contemplava il viso angelico del ragazzo che riposava nel suo grembo.

 

Continuava a ripetersi mentalmente le parole che Tara le aveva detto la sera prima –Angel non corre nessun rischio…ha abbastanza esperienza per non perdersi e poi lui non è il bersaglio.-

 

Ma era preoccupata ugualmente.

 

Se non in pericolo l’Amore della sua vita, lo sarebbe stata la sua migliore amica, che le giaceva affianco.

 

Con la mano libera giocherellò con una ciocca rubino della sua amica, lisciandogliela poi in una carezza.

 

Li guardava rapita.

 

Passava dal viso perfetto di Angel, ai lineamenti gentili dell’amica.

 

Come avrebbe sopportato di perderne anche solo uno?

 

Tara si mosse, girandosi verso le fiamme del fuoco di ritorno.

 

Si alzò con fatica, le sue ferite erano state medicate, ma era ancora molto debole dopo il rito.

 

Raggiunse Willow, posandole un casto e lievissimo bacio sulla fronte.

 

Poi incontrò lo sguardo della cacciatrice.

 

Uno sguardo di rimprovero.

 

Si appoggiò a lei schiena contro schiena e si prese il viso di Will in grembo.

 

Alla loro sinistra il fuoco crepitava tranquillo, mentre Down sonnecchiava dalla parte opposta alla loro, in braccio a Giles, che operoso alimentava il fuoco al bisogno.

 

Xander e Anya erano accucciati poco più in là, coperti da un largo sacco a pelo.

 

-Non mi avevi detto di doverti sacrificare per farli entrare?-disse Buffy, dandole un colpetto con la testa.

 

-Me l’avresti fatto fare?-chiese piatta l’altra.

 

-No…-

 

-Allora ho fatto bene.-

 

-Quanto hai rischiato?-

 

-Molto…ma non certo troppo.- lo disse guardando Will con infinita dolcezza e sorridendole, accarezzandole i capelli e seguendo i suoi lineamenti con il dito.

 

Buffy scosse la testa, ma sorrise.

 

Xander aveva ragione, aveva visto di nuovo la verità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap.9

 

La situazione di apparente tranquillità li aveva rilassati.

 

Perciò non si aspettavano nulla di quello che accadde e furono presi dal panico.

 

Il fuoco emise una violenta fiammata scura, svegliando chi dormiva e terrorizzando chi vegliava.

 

Il Signor Giles era balzato in piedi, trascinando con sé una Down esterrefatta e urlante.

 

Xander e Anya, sbigottiti si erano stretti l’un l’altra.

 

Buffy e Tara avevano fatto scudo con i loro corpi ai rispettivi innamorati.

 

Quando la fiammata iniziò a calare, Angel tra le braccia impotenti di Buffy, iniziò ad urlare.

 

Fu un attimo e il vampiro si ritrovò in grembo al suo Amore, con gli occhi sbarrati e terrorizzati, sudato e stranamente senza fiato.

 

Tutti fecero capannello intorno a Buffy, che con entrambe le mani teneva il viso di lui.

 

-Angel, Angel, sei tornato…-sussurrava la cacciatrice, con il volto stravolto dalle lacrime.

 

-Angel stai bene?C-com’è andata?-disse Giles, incespicando sulle parole per paura della risposta.

 

Il vampiro prese ancora un lungo respiro, stavolta solo per schiarirsi le idee.

 

-Will…Will…ha usato la magia nera molto prima di quanto immaginavamo, ma inconsciamente. Ha causato gravi conseguenze. Era sinceramente pentita e pronta a fare ammenda, ha detto che avrebbe rinunciato ai suoi poteri.- si interruppè, mentre tutti senza fiato valutavano ciò che stava dicendo.

 

-Ma non è questo che vogliono da lei…io…io…non volevo andare via, ho fallito Buffy…-disse fissando la bionda e iniziando a piangere.

 

Solo allora si resero conto che solo lui era tornato indietro.

 

Si girarono tutti verso Tara che tuttora teneva in grembo il viso di Will, ancora incosciente.

 

-N-non, s-si sveg-glia…-sussurrò balbettando, tra le lacrime, la strega bionda.

 

I loro cuori si strinsero l’uno accanto all’altro, trapassati da una fitta di dolore, che infranse la loro speranza

 

 

 

 

 

 

 

Erano tornati a casa, nel silenzio più completo, rotto solo dai singhiozzi di Down che non riusciva a trattenersi.

 

Tutti gli altri nascondevano la sofferenza, dietro sguardi vuoti e torbidi.

 

Tara sdraiata accanto alla sua amazzone, nel loro letto, la teneva stretta fra le braccia, come a voler trattenere una presenza che in verità non c’era.

 

Il corpo di Willow era un involucro vuoto e incosciente…null’altro.

 

Tranne le due, Angel e Buffy, il resto della gang sostava apatico nella sala da pranzo.

 

Il vampiro era steso sul divano della sala, con il capo sulle ginocchia del suo Amore, che gli accarezzava i capelli, fissando un punto lontano davanti a sé.

 

Calde lacrime scivolavano sul viso della cacciatrice, mentre lui la guardava sofferente.

 

-Mi-mi dispiace…-disse il ragazzo in un sussurrò.

 

Buffy quasi svegliata da quel sonno senza pensieri, lo guardò dolcemente.

 

-Tu non c’entri…Will- la voce le si spezzò, si ricompose –Will, non ce l’ha fatta…non è colpa di nessuno, tanto meno tua. La magia nera era troppo forte in lei e io…io l’ho aiutata a perdersi.-singhiozzò portandosi entrambe le mani al viso.

 

Angel si sollevò debolmente, abbracciandola.

 

-La colpa non è nemmeno tua tesoro, volevi solo aiutarla.-disse carezzevole e consolatorio.

 

In realtà nessuno di loro si capacitava del fallimento, tanto meno Tara.

 

Il rito era stato castato a perfezione e dal racconto di Angel , Will era sembrata completamente disposta a rinunciare alla magia.

 

Cos’altro si poteva volere da una strega?

 

Tara non riusciva a farsene una ragione e sottovoce, dolcemente, continuava a ripetere il nome dell’amante, quasi a volerla svegliare da quell’incubo.

 

L’aveva fatto finchè non si era addormentata, spossata dalla stanchezza.

 

 

 

 

 

Willow aprì lentamente gli occhi, quasi qualcuno la stesse chiamando, ma non vide nessuno.

 

Dopo che Angel era sparito, la luce bianca che l’aveva inghiottito, si era nutrita dello spazio intorno a lei.

 

Istintivamente aveva serrato le palpebre.

 

Si, era un infinito spazio niveo, non c’era niente a cui lo sguardo si potesse aggrappare.

 

Dov’era?

 

La paura serpeggiava nei suoi pensieri.

 

Senza guida, ora non aveva idea di cosa fare. Aveva deciso di rinunciare ai suoi poteri, ne era convinta pienamente, ma li sentiva potenti scorrere nelle sue vene.

 

Angel aveva detto che non era questo che si voleva da lei e in effetti, ragionò, sarebbe tornata già a casa con il potenziale magico azzerato se lui si fosse sbagliato.

 

Ma allora cosa doveva fare, deglutì, cosa doveva vedere ancora?

 

Aveva vagato in quello spazio per un po’, ma nulla mutava e quel chiarore latteo, ormai quasi l’accecava.

 

Sentiva freddo, ripensava ai frammenti della sua vita che erano scorsi davanti a lei e al vampiro, rabbrividendo.

 

Si impose di non scoppiare a piangere…cosa aveva fatto?

 

-Il mio pentimento è sincero!Cosa…cosa posso fare per redimermi?- provò a domandare a quel nulla.

 

Ma nessuno rispose.

 

Provò ad alzare la voce –Vi ho offerto i miei poteri, non ho nulla di più. Se volete la mia vita è vostra!-

 

LA TUA VITA STREGA?LA TUA VITA?NON HA NESSUN VALORE COSI’, NON L’HAI ANCORA CAPITO?!!!

 

Willow trasalì spaventata.

 

La voce era femminile e plurima, l’insieme di più voci di donna, alcune profonde, altre squillanti, roche e melodiose.

 

-Chi…chi siete?-chiese intimorita.

 

HA IMPORTANZA ORA?

 

-Suppongo di no…-si scusò la ragazza.

 

-Cosa volete?-aggiunse timidamente

 

QUALCOSA DI TUO…

 

-Vi ho già offerto tutto quello che ho!- disse disperata.

 

DUNQUE VUOI REDIMERTI DOPO QUASI UN VENTENNIO DI SCONSIDERATI INCANTI NERI E OFFRI SOLO I TUOI POTERI E LA TUA VITA, UNA VITA CHE TU STESSA DISPREZZI?

 

-I-io non ero cosciente di alcuni di quegli i-ncantesimi…e non ho n-nient’altro da offrire!-balbettava, non sapeva che dire, non aveva davvero null’altro di suo da sacrificare.

 

-Ehi, aspetta un momento, io non disprezzo la mia vita!- disse in un impeto d’orgoglio.

 

A DAVVERO?...

 

[…]La magia riempiva quel vuoto che le mangiava l’anima.

 

Quando castava un incantesimo l’inebriante potere che la invadeva, la faceva sentire completa, solo una persona l’aveva fatta sentire così ed ora l’aveva persa.

 

Cosa le rimaneva…più era difficile e complessa la magia, più veniva colmata l’assenza della bionda e la sua insicurezza insanabile, quel fastidioso piccolo io, che da sempre la minava.

 

Chi era stata senza Tara e ora senza magia?Nessuno.

 

No, non avrebbe saputo rinunciare all’unica cosa che ancora la faceva sentire viva, speciale.[…]

 

Rivisse quei pensieri in un lampo e impallidì.

 

UN TEMPO HAI DATO DAVVERO SIGNIFICATO ALLA VITA.

 

UN TEMPO, LA PUREZZA DI QUEL SIGNIFICATO, BILANCIAVA IL TUO SMODATO POTERE OSCURO.

 

POI SEI STATA CORROTTA.

 

PER COSA STREGA, PER COSA VALEVA LA PENA VIVERE?

 

-Tara…- sussurrò.

 

ESATTO

 

Il volto di Willow, si rilassò tristemente.

 

-Non è…non è più mia.- rispose abbassando lo sguardo.

 

SBAGLI DI NUOVO STREGA

 

Alla sua destra nel candido bianco di quel luogo si aprì uno squarcio e Willow vide Tara.

 

Tara che castava il rito di costrizione che le aveva provocato la visione e che dolcemente la teneva fra le braccia, dandole sollievo incosciente da quell’incubo.

 

Tara che chiedeva a Buffy di non rivelare la sua presenza…per lei…e che telefonava alla cacciatrice per avere notizie della sua prigionia.

 

Tara che in lacrime sulla lamiera di quel fabbricato, con solo il suo calore la riportava in sè e che nuovamente compiva il rito per fare entrare Angel e lei nel mondo parallelo offrendosi in sacrificio.

 

Tara, ferita che la teneva in grembo, in attesa che si svegliasse e ancora la bionda che ora dormiva al suo fianco con il viso sfregiato da un pianto e da un dolore recente.

 

-Io non sapevo…-sorrise tra le lacrime la rossa, fissando il suo Amore addormentato, mentre lo squarcio si richiudeva, riportando il bianco ad un’unità immacolata.

 

ORA SAI CIO’ CHE VOGLIAMO

 

-Che cosa?- si girò arrabbiata –Il mio Amore per lei?Io non esisto senza di lei, prendete la mia vita piuttosto, ora so che mi ama ancora, ha più valore giusto?-

 

ANCORA NON CAPISCI STREGA…la voce si addolcì.

 

MI DISPIACE DOVRAI SOFFRIRE ANCORA

 

-Cosa?C-cosa?- fece la rossa incredula.

 

Poi tutto si fece improvvisamente buio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cap.10

 

Erano passati diversi giorni dalla notte del rito.

 

E nulla era cambiato.

 

Will giaceva ancora nel suo letto, incosciente e immobile.

 

Tara non la lasciava quasi mai, silenziosa e senza più lacrime, le stava accanto semplicemente.

 

Buffy si occupava di Angel che pian piano si riprendeva dall’incantesimo. Lo faceva con amore e forse lui era l’unico che riuscisse a strapparle un sorriso, ma compiva ogni azione che non lo riguardava con apatia.

 

Anya trovava spesso Xander in lacrime con stretta al petto una foto sua e di Willow da bambini.

 

Giles si era dedicato completamente a consolare Down, forse nel tentativo di non pensare alla sua dolce streghetta addormentata forse per sempre, in quel letto.

 

Era tutto così silenzioso in quella casa, come se il dolore succhiasse da loro la vita.

 

Era pomeriggio o almeno pensava lo fosse.

 

Tara si scosse, stava diventando pazza.

 

Guardò Willow, ancora immobile.

 

La bionda in posizione fetale, guardava di sottecchi l’altra, appoggiata su un braccio piegato.

 

Sprofondò la faccia nelle lenzuola rosso fuoco, sentì ancora le lacrime arrivare, ma no non poteva essere, ne aveva versate talmente tante che non credeva di averne ancora.

 

Rialzò lo sguardo e qualcosa di impercettibile era mutato in Willow.

 

Si alzò a sedere e la osservò attentamente :non la posizione, ne l’espressione del viso erano mutate.

 

Stava davvero perdendo la testa, pensò, accasciandosi vicinissima alla rossa.

 

Il suo naso era sprofondato nei capelli dell’altra, ancora poteva sentire il suo odore ed era l’unico sollievo, privata com’era della sua voce, del suo tocco, della sua sola presenza.

 

Si fermò un attimo, il profumo di Willow era leggermente diverso, non di molto ma qualcosa c’era, qualcosa di indecifrabilmente differente.

 

Aprì gli occhi e invece di essere inondata dalla cascata purpurea dei capelli rubino dell’altra, si trovò soffocata da un mantello corvino.

 

Si sentì toccare la nuca e rabbrividì.

 

-Sono arrivata piccola non preoccuparti…-disse sorridendo una Willow nera, divertita.

 

 

 

Buffy guardava Angel dormire, era stesa accanto a lui.

 

Gli occhi persi nei lineamenti addormentati dell’altro e nonostante l’amore che il suo sguardo emanava, era vuoto.

 

Aveva fallito.

 

Davanti a lei l’Amore della sua vita, nella stanza accanto la sua migliore amica inerte, incosciente.

 

Aveva lottando tanto per arrivare lì ed ora le sembrava tutto così inutile.

 

Willow era sempre stata in mezzo a tutto quel dolore, a quella lotta, per lei.

 

Per la sua amicizia, aveva intrapreso quella tortuosa strada, pur non essendo stata chiamata, prescelta come lo era lei.

 

E ora?Ora aveva perso la sua essenza.

 

Si sentiva terribilmente in colpa.

 

Se lei e la sua missione non fossero mai entrate nella vita della rossa, la magia non l’avrebbe corrotta e forse a quest’ora avrebbe finito l’università, con il massimo dei voti…felice, con la sua vita normale.

 

E invece no, aveva dovuto trascinarla con lei in quel vortice di demoni e incantesimi.

 

Si impose di non far ruzzolare le lacrime oltre la soglia delle palpebre.

 

Era battuta, aveva perso.

 

Angel si mosse nel sonno, riportando a terra i suoi pensieri.

 

Sorrise lievemente e si accostò a lui.

 

Sfiorò appena le labbra del ragazzo.

 

Labbra su labbra.

 

Non si sarebbe mai permessa di farlo quando il vampiro fosse stato desto.

 

Quei baci avevano portato solo dolore.

 

No quello era solo per rinfrancarsi, per nutrirsi di un sentimento sopito e darsi forza.

 

Per non pensare al corpo addormentato dell’amica.

 

Ma non servì.

 

Il senso di vuoto la immerse nuovamente.

 

Aveva la nausea, si sentiva stordita, la testa le girava e la stanza con lei.

 

Buffy cercò di ragionare, non era normale.

 

Le pareti sfumavano lentamente intorno a loro.

 

L’ambiente si allargava, trasformandosi nel più ampio deserto avesse mai visto, il sole accecava caldissimo.

 

Si buttò sul vampiro al suo fianco, proteggendolo dal sole, ma Angel non bruciava.

 

La cacciatrice lo guardò interdetta.

 

Si guardò attorno e vide tutti gli altri addormentati intorno a lei.

 

Si scosse, ora stava meglio e si alzò in piedi.

 

Dov’era?

 

Da lontano sentì una dolce melodia, quasi una ninnananna.

 

Guardò i suoi amici e capì che stavano bene, così si incamminò verso la fonte di quella musica, nello stesso tempo attratta e spaventata.

 

Soffiava un vento caldo che la faceva sudare e le scompigliava i capelli.

 

Superò l’ultima duna e gioì della vista che l’aspettava.

 

In lontana percepiva i contorni di Willow sotto l’ombra di una palma, accoccolata sulle ginocchia, con una Tara addormentata beatamente nel suo grembo.

 

Era lei che cantava quella dolcissima nenia alla sua bella strega bionda.

 

-Willow!- urlò fuori di sé dalla gioia, correndole incontro.

 

Ma più si avvicinava più i suoi sensi di cacciatrice la mettevano in allerta.

 

Mentre correva, la canicola diradò il miraggio, rendendo precisi i colori e i contorni e quando Buffy fu a qualche metro dall’amica si bloccò sconvolta.

 

I capelli della strega erano neri come la pece, ugualmente ai suoi occhi, torbidi e intrisi di magia nera.

 

Indossava un lungo vestito bruno, contrastato dal candore della pelle, che tendeva al cadaverico.

 

Quando la strega nera finalmente la guardò, il suo profilo era sfregiato da sottili capillari bruniti, sulle guance e sulla fronte.

 

Buffy inorridì.

 

-Will…Will, cosa hai fatto?-

 

-Io?Niente…vi ho portati tutti in un posto sicuro. Anche il tuo caro morto, potrà godersi il sole di questo paradiso.- disse sorridendo melliflua.

 

-Oddio, hai ceduto alla magia nera…- sussurrò Buffy, rabbrividendo.

 

-Ceduto?-chiese l’altra, appoggiando delicatamente la testa di Tara sulla sabbia e alzandosi in piedi.

 

-Tesoro, io sono la magia.-disse con un ghigno malvagio.

 

-Will, ascoltami, non è questo che volevamo, non è questo che volevi.Neanche Tara ne sarebbe contenta.- esordì accorata la bionda.

 

-Non è questo che volevi?Tu mi hai dato la possibilità di conoscere la magia per intero, tu mi hai rinchiuso senza potere in una prigione d’astinenza e sempre tu mi hai condotto al male!- urlò l’altra rabbiosa.

 

-Io…io…-balbettò la cacciatrice.

 

-Cos’è l’hai fatto per il mio bene?L’hai fatto perché provi affetto per me?- disse divertita la strega, schernendola.

 

Buffy, capì che niente della rossa era rimasto e si irrigidì, era ora di mantenere una devastante promessa.

 

-Sei ingiusta…ma non importa. Ti ho fatto una promessa, ricordi?- replicò scura in viso.

 

-Oh, certo!Dopo tutto quello che mi hai fatto, ora mi uccidi?Bel finale Buff!Cosa ti avevo detto?Sei pronta ad uccidermi?- l’aveva detto scimmiottando la voce che Willow sopraffatta dal terrore, aveva usato in quel fabbricato prima di salutarla.

 

-Bè sai ora cosa ti dico: Sei pronta a morire?-sibilò la strega.

 

-Willow…non provocarmi.-

 

-Oh, ma io voglio provocarti!Io ti ho tirato fuori dalla tomba e ora ti ci ricaccerò dentro!!-concluse la Willow nera.

 

Buffy fece appena in tempo a buttarsi di lato, una sfera di fuoco partita dal palmo dell’altra le era volata contro.

 

-Oh, mia piccola cacciatrice, ma così non è divertente. Dai in ricordo dei vecchi tempi, combatteremo ad armi pari.-così dicendo si passò la mano davanti alla faccia –Ecco, così sono abbastanza forte!- mentre finiva la frase corse in contro a Buffy, prendendola alla sprovvista, colpendola allo stomaco con un calcio.

 

Buffy accusò il colpo e sputò sangue.

 

-Non male Will…ma non è abbastanza per la cacciatrice!- fece alzandosi e iniziando una lotta all’ultimo sangue con la sua migliore amica.

 

Nessuna delle due si risparmiava, Buffy si sforzava di non diminuire la forza dei suoi colpi, anche se colpire Will, faceva più male a lei che all’altra.

 

Dal canto suo la strega voleva la morte della cacciatrice in modo cieco e spietato.

 

Il combattimento si protrasse per lungo tempo, finchè entrambe stremate si accasciarono in ginocchio, l’una di fronte all’altra.

 

Willow aveva sul sopraciglio un profondo taglio e il labbro spaccato e gonfio.

 

Il pugno le faceva male e le nocche erano sbucciate e sanguinanti.

 

La guancia di Buffy era solcata da una ferita che stillava sangue copiosamente, mentre lo zigomo opposto era gonfio e scuriva di momento in momento.

 

Tutte e due con il fiato corto, si guardavano.

 

-Will…se vuoi…se vuoi ti aiuto ad uscirne!- sibilò la bionda, con gli occhi pieni di tristezza e pietà per l’altra.

 

La risata della strega, riecheggiò nelle orecchie di Buffy.

 

-Stupida ragazzina!Da cosa devo uscire?Finora ho solo giocato…- così dicendo si alzò e con un gesto della mano, le sue ferite rigenerarono, come le sue forze.

 

-Come nuova!- disse ridendo cattiva.

 

Buffy si lasciò andare sulla sabbia.

 

Aveva perso non aveva più forze.

 

La strega alzò il palmo e nel suo centro, si creo un vortice di fiamma che andò ingrandendosi sempre più.

 

Quando fu abbastanza grossa, per i suoi gusti, rise e disse –Bye, Bye Stayer!!-

 

Quando la sfera fu lanciata, Buffy trovò le ultime forze per non essere presa in pieno, scansandosi appena in tempo.

 

Il globo le passò accanto, prendendole una spalla e scaraventandola lontano, priva di conoscenza.

 

Ma Willow vide con orrore, che non raggiunto l’obbiettivo il suo proiettile di fiamma continuava la sua corsa, puntando in pieno la palma sotto cui giaceva Tara.

 

-Nooooooooooooo!!!!!!- gridò, precipitandosi verso la bionda, ma non fece in tempo.

 

L’esplosione fu violenta e Tara fu scagliata una decina di metri più in là.

 

Si fece silenzio.

 

Una Willow in lacrime, la raggiunse. La bionda perdeva sangue dal naso e il suo braccio sinistro era martoriato da una grave ustione, come parte delle sue gambe.

 

I capelli color grano, erano bruciati in più punti e tutto intorno impestava l’aria un forte odore di carne bruciata.

 

Willow, le accarezzò i punti non doloranti, mentre l’altra si lamentava in preda al delirio d’incoscienza.

 

-No, no…non era così che doveva finire…cos’ho fatto?Oddio, qualcuno la salvi, qualcuno mi aiuti…amore parlami ti prego…TUTTI QUESTI POTERI E NON POSSO AIUTARLA!!- gridò acida e disperata al cielo.

 

La strega guardò qualche metro più in là, dove giaceva Buffy, svenuta e con la spalla maciullata dall’impatto con la sfera.

 

Era annichilita.

 

In un attimo si era resa conto di tutto quello che stava succedendo.

 

I suoi occhi erano tornati del loro limpido verde e le lacrime più amare li avevano inumiditi, i suoi capelli risplendevano rossi rubino sotto il sole del deserto e i capillari neri erano spariti sotto il candido colorito naturale della rossa.

 

Inorridita si guardò le mani sporche del sangue di Buffy e Tara insieme.

 

-Oddio…Oddio…Oh, Dea!Aiuto, cosa sono diventata?!!Io…io…fate qualcosa, salvatele, salvatele!Qualcuno faccia qualcosa!PRENDETE ME, LASCIATELE VIVERE, SONO IO IL MALE!!-urlò senza fiato.

 

TI SACRIFICHERESTI PER LORO?

 

Willow sobbalzò riascoltando quello strano connubio di voci di donna.

 

-Certo…CERTO!- disse d’un respiro.

 

DARESTI LA TUA VITA PER AMORE DI DUE DONNE?

 

PER AMORE DI UNA COMPAGNA E DI UNA SORELLA?

 

-Si…- disse fieramente e con decisione, alzandosi in piedi.

 

CIO’ CHE VUOI SARA’ STREGA

 

Tutto si fece oscuro d’un colpo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Conclusione

 

 

 

Willow…Willow…ancora non ci riconosci?

 

La Congrega doveva provare che avevi capito, doveva avere la certezza della tua redenzione. Ci dispiace per tutto questo dolore.

 

Ma la tua redenzione è completa.

 

Hai fatto ammenda, tutto è pagato.

 

Ti dobbiamo delle pene, non è vero?Bene, sarai contraccambiata.

 

La magia Bianca sarà con te sempre.

 

Strega, tu sei una delle figlie prediletta della Terra.

 

La Dea benedirà il tuo cammino e quello di chi starà al tuo fianco.

 

Hai capito…finalmente.

 

Ti sei sacrificata senza dubbio, per salvare qualcuno che ai tuoi occhi rappresentava la certezza, l’amore, l’affetto fraterno.

 

Il male non potrà più contaminarti.

 

Vivi…sii felice.

 

La ragazza si era svegliata come da un coma.

 

La stanza era in penombra, ma vedeva ugualmente i suoi amici accasciati intorno al suo letto.

 

Ci mise poco a capire che dormivano serenamente e si tranquillizzò.

 

Down e Giles sdraiati per terra ai piedi del letto, ricordavano davvero un padre e una figlia, sorrise a quell’immagine.

 

Xander teneva stretta Anya, sotto la finestra, russando leggermente.

 

Si voltò e alla sua destra in basso, trovò intrecciati Buffy e Angel, teneramente assopiti, uno nelle braccia dell’altra.

 

Con una mano a penzoloni sfiorò il viso della cacciatrice, carezzandone una ciocca di capelli.

 

Stava bene.

 

Gli occhi le si disegnarono in una espressione commossa, tutto l’affetto per l’altra era racchiuso in quello sguardo.

 

La osservò nelle braccia forti del vampiro e prego per un loro futuro insieme.

 

E chissà…si sentiva ottimista.

 

Sentì un sussultò tra le coltri.

 

Chi c’era nel letto con lei?Si girò incuriosita.

 

Gli occhi limpidamente verdi della strega rossa, incontrarono quelli cerulei della strega bionda, increduli.

 

Si persero l’una nell’altra per interminabili secondi, prima di sentire l’urgenza di un bacio appassionato e profondo.

 

Si trovarono subito.

 

I corpi si completarono naturalmente senza sforzo.

 

Willow prese il viso dell’altra tra le mani, mentre la bionda le cingeva la vita nel suo caldo abbraccio.

 

Dolcissimo gioco di lingue.

 

Carezzava il loro inconscio, finalmente il profumo dell’altra, inebriava i loro sensi.

 

Finalmente vicine, finalmente insieme.

 

Le lacrime scorrevano copiose, ma felici, sia dagli occhi di Tara, sia da quelli di Willow.

 

Non c’era nient’altro che quel bacio e il loro cercarsi.

 

Non c’era altro se non Amarsi.

 

 

 

Fine