LA PROFEZIA DI ALBION

Autore: Arwiel

Note: Ambientato nel mondo fantasy di Shannara; è un racconto a sè che non si riallaccia con nessuna serie del telefilm "Buffy".

Disclaimer: L’ambientazione, i nomi dei luoghi e la cartina sono di proprietà di Terry Brooks; i personaggi di Joss Whedon.

 

 

 

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!ATTENZIONE!

 

FAN FIC CON CONTENUTI NC - 17 SE HAI MENO DI 18 ANNI NON PUOI LEGGERLA

 

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“Nella terza era di Shannara

 

s’incarneranno i figli dell’oscuro.

 

L’unione rituale durante la congiunzione

 

di Alderan e Lucifero

 

renderà tutto culla delle tenebre.

 

La creatrice della materia

 

innesterà una speranza:

 

due saggi, custodi dell’arcana magia;

 

due guerrieri, seguaci del coraggio;

 

due mezzelfi, guide preziose in ogni terra;

 

una cacciatrice, portatrice del nero legame.

 

L’esito della cruenta battaglia,

 

tutti farà piegare al nuovo padrone.”

 

 

 

1)  La missione

 

Terre di Shannara. Terza era.

 

Paranor. Druid’s Keep.

 

 

 

“Gli Spiriti della foresta ci hanno parlato: è giunta l’ora, e voi siete i prescelti della profezia di Albion, creatore del nostro ordine” disse con voce profonda Bremen, capo dei Druidi. “Questo è il volere della creatrice della materia. Siete la speranza di Shannara, di ogni popolo. Partirete subito alla ricerca degli altri semi, generati contro i figli dell’oscuro. Che il primo germoglio risplenda su di voi.”

 

Le due figure incappucciate annuirono. La Grande Sala era piena di ombre e figure appena accennate alla luce delle deboli torce. Una brezza fredda spirava dalle feritoie che contornavano le pareti, facendo traballare le fiammelle immerse nell’oscurità quasi totale. All’estremo della sala, due persone stavano ritte in piedi, immobili all’interno dei loro mantelli da viaggio, ascoltando le parole sommesse di Bremen. Accennarono in sincronia un cenno del capo, si voltarono e si diressero verso l’uscita del salone.

 

“Mi raccomando Rupert: sii prudente e proteggi i tuoi futuri compagni, come so che farai.” sussurrò Bremen all’orecchio di uno dei Druidi prescelti, poco prima che questo varcasse la massiccia porta di legno. Due settimane era il solo tempo disponibile per quella difficile impresa. Rupert, pensieroso, s’incamminò fuori, seguito dalla sua giovane allieva.

 

“Qual è la nostra prima tappa?” chiese la ragazza. La sua voce cristallina echeggiò lungo tutto il corridoio, freddo ed oscuro, mentre l’ultimo raggio di sole svaniva tra le cime degli imponenti Dragon’s Teeth. Il ritmo regolare dei loro passi che fendevano il silenzio le dava uno strano senso di inquietudine, come se quel ticchettio fosse destinato a non finire mai. Verso cosa stava camminando? Cosa si sarebbe trovata davanti? Avrebbe rivisto Paranor? Troppe domande, e così poco per rispondere.

 

“La roccaforte di Kern.” Rispose il suo mentore, sistemandosi il lembo del cappuccio che gli copriva il viso. “Gli astri hanno indicato quello come luogo dove cercare i due guerrieri della profezia.”

 

“E come faremo a capire chi sono? Lì è pieno di soldati, mercenari, guide… come potremo scegliere? Ci sono in gioco troppe vite per permettersi errori.”

 

“I segni della natura saranno i nostri consiglieri” rispose sicuro il Druido. Voltò il capo oscurato verso l’esile figura della ragazza e annuì rassicurante. “Stai tranquilla, Willow… riusciremo nel nostro compito.”

 

 

 

Dopo due giorni di cammino arrivarono a Kern. Riuscirono ad entrare nella roccaforte grazie a un lasciapassare, che il signore di Kern aveva concesso all’ordine druidico di Paranor.

 

L’ampio cortile della rocca era un caotico punto d’incontro per gente avvezza alle armi: ogni metro di terra era pieno di persone che si allenavano tra loro o che ordinavano nuove armi ai diversi fabbri. Rupert e Willow si aggiravano con sguardo vigile, facendosi strada tra il grande affollamento di guerrieri e spadaccini che affollavano la zona.

 

In un angolo si stava svolgendo un piccolo duello tra due guerrieri: uno era un uomo sulla quarantina, molto forte, probabilmente del Nord. L’altro era un ragazzo di età indefinita, corti capelli neri e occhi penetranti: il suo stile di combattimento era completamente differente da quello dell’antagonista, uno stile agile e veloce, a prima vista ingannato dalla grande spada a doppio taglio che brandiva con facilità. Lo scontro era molto accanito e nessuno dei due sembrava sopraffare. Willow rimase a fissare lo sguardo acceso del ragazzo, rapita. Le ispiravano dolcezza e decisione allo stesso tempo, anche durante un incontro d’arme. Entrambi i Druidi rimasero a osservare il giovane combattere fino alla fine…fino alla sua vittoria.

 

Fu solo dopo aver terminato con il suo avversario che un falco da caccia si posò sulla sua spalla. Rupert incontrò lo sguardo vigile dell’animale e sentì la sua mente come trapassata da un rapido fendente. Quel misterioso ragazzo era uno dei prescelti… ne era sicuro.

 

Con un gesto fece capire a Willow di seguirlo e andarono incontro al guerriero.

 

“Seguace del coraggio,” disse Rupert in tono amichevole “vorrei parlarti.”

 

Il ragazzo lo guardò con curiosità, appoggiò alla spalla la grande spada, accolse il falco sul braccio libero e sorrise.

 

“Dimmi, Druido. Ti ascolto”

 

 

 

Arrivò la sera. Rupert e Willow stavano cenando insieme al giovane guerriero, al quale avevano rivelato la profezia ed esposto la situazione. Il ragazzo era rimasto in silenzio, facendo scivolare lo sguardo sui due Druidi come un’onda scivola tra i sassi della riva di un fiume, sfuggente.

 

Il buio era ormai calato e nessun segno aveva indicato l’altro prescelto. Rupert non sapeva cosa pensare, l’indomani sarebbero dovuti ripartire o non avrebbero mai fatto in tempo ad arrivare allo Skull Kingdom per impedire il rito. Era sicuro che, entro la fine della giornata, sarebbe riuscito a incontrare entrambi i guerrieri, ma la seconda figura continuava ad essere avvolta nel mistero.

 

La taverna della roccaforte era molto affollata e Willow sentiva l’aria mancarle. Disse al suo maestro che sarebbe andata al bancone a chiedere una brocca d’acqua, si congedò e si alzò.

 

“Mm…sei sicuro di volerci accompagnare Angel? È un’impresa molto rischiosa” chiese Rupert al guerriero. Il suo nome era l’unica informazione che aveva dato ai due Druidi, senza sbilanciarsi. Non sapevano né la sua terra d’origine, né il motivo per cui si trovava a Kern, né tantomeno il perché avesse deciso di assecondare la profezia e andare con loro nello Skull Kingdom.

 

“Sai già la mia risposta. È  mio dovere provare ad evitare la venuta del Regno delle Tenebre, e combatterò fino alla fine per questo.” rispose con convinzione.

 

La giovane Druida si fece largo tra la marea di guerrieri ubriachi che affollavano il bancone, quindi fece un cenno al taverniere.

 

“Mi scusi, vorrei dell’acqua per piacere” chiese, cercando di sovrastare le urla degli uomini.

 

“Acqua? Ma cos’è, mi prendi in giro ragazzina? Forse qui non è il posto più adatto per te. È una rocca di guerrieri…non di Druidi avversi all’uso delle armi. Potresti farti male…” disse con tono altezzoso il taverniere.

 

“Te l’ha chiesto gentilmente” disse con convinzione una terza voce femminile. “E poi non ti conviene sottovalutare la capacità di combattimento di un Druido. Anche senza armi, anche se è una donna, anche se sembra più giovane di quello che è. Potrebbe farti molto, molto male.”

 

Nell’intera taverna era calato il silenzio. Willow si girò di scatto e vide una persona avvolta in un mantello nero e con il cappuccio che le copriva quasi tutto il volto. Le sue labbra sottili erano fisse in uno stato di freddezza e inespressività, ma la sua voce aveva facilmente lasciato intuire la disapprovazione che le ribolliva dentro.

 

“Dagli l’acqua, e la prossima volta pensa prima di parlare” continuò quella voce dolce ma sicura.

 

Il taverniere sbuffò e andò a prendere l’acqua. Un uomo batté dolcemente sull’esile spalla della figura, sorridendo soddisfatto, quindi tornò a trangugiare la sua bevanda.

 

“Sempre a difendere chi è in difficoltà! Vieni qui e cena con noi comuni mortali!” urlò Angel alla figura incappucciata.

 

Quest’ultima prese la brocca d’acqua e seguì Willow al tavolo.

 

“Angel… sai che non sopporto gli sbruffoni” disse la persona misteriosa mentre si toglieva il cappuccio.

 

Rupert sentì di nuovo quella fitta e cercò di incrociare lo sguardo penetrante della ragazza. Nella confusione della sala, gli parve di scorgere l’ombra di una piccola farfalla volteggiare sopra di essa, per poi unirsi nuovamente allo sciame che affollava il lucernario. Il volto del secondo guerriero era stato rivelato.

 

Willow sentì il proprio cuore pulsare più velocemente alla vista del volto del suo salvatore…era una ragazza dai delicati lineamenti, con i capelli biondi e due profondi occhi azzurri. Una piccola cicatrice le segnava un lato della fronte candida, e un tatuaggio punteggiato di blu le circondava l’occhio destro, dandole un’aria ancor più indecifrabile.

 

“Tara…Tara…non cambierai mai!” l’ammonì Angel ridacchiando.

 

Tara sorrise all’amico, poi si volse a guardare meglio la ragazza Druida che aveva appena difeso: era davvero bella…con quei lucenti capelli rossi e gli occhi di un bel verde. Si accorse che la stava fissando troppo e distolse lo sguardo, lievemente imbarazzata.

 

“Tara McLay, vengo dall’Est.” Esordì, porgendo la mano affusolata all’altra. Willow la strinse delicatamente, assaporando il suo tocco fresco e sicuro. “Sei… ehm, nuova?”

 

“Solo di passaggio, veniamo da Paranor. Il mio nome è Willow” rispose scrutando il volto mistico della sua interlocutrice.

 

“Paranor? Siete gente importante allora. Si dice non usciate molto spesso da quelle terre. Cosa vi spinge fino a Kern?” chiese con un pizzico di curiosità, stringendo la mano di Rupert.

 

“Una lunga storia.” disse questo, sorseggiando un po’ d’acqua. “Una storia che riguarda anche te, se ci ascolterai…”

 

 

2) Ricerca

 

“L’anziano Druido guida la strada.

 

L’allieva segue con la mente pensierosa,

 

mentre il silenzio accompagna

 

sempre i due guerrieri.

 

Percorrono le vie per Tyrsis,

 

con l’anima vigile ad ogni segno oscuro.”

 

 

 

“Sono strani i guerrieri che la natura ti ha indicato, maestro. Sono così misteriosi…” sussurrò Willow a Rupert. La piccola comitiva stava attraversando le pianure di Callahorn, nella speranza di trovare a Tyrsis gli ultimi componenti della profezia. L’erba umida sotto i loro piedi emetteva un debole fruscio, mentre gli ultimi raggi della giornata illuminavano il sentiero appena battuto.

 

“Misteriosi… mm… aggettivo che si addice perfettamente a noi Druidi o sbaglio?” rispose quello sorridendo dolcemente.

 

Willow sorrise a sua volta e si girò leggermente a guardare la guerriera che camminava al suo fianco. Sentiva un’energia particolare in lei, qualcosa che l’attirava in maniera incredibile. Scrutò più attentamente i suoi lineamenti, il suo sguardo fisso a terra, quell’aria assorta e pensierosa… una creatura così semplice ed enigmatica allo stesso tempo. Così magnetica. Così magica.

 

Tara si sentì quei meravigliosi occhi verdi addosso e alzò il capo: la Druida diventò subito paonazza, improvvisamente richiamata dai suoi pensieri.

 

“Devo esserti risultata davvero interessante se ho l’onore di avere il tuo sguardo sempre su di me” disse Tara con tono divertito, le sue labbra increspate in un mezzo sorriso.

 

“Co-cosa? No è che…niente niente…” farfugliò la druida e si allontanò in tutta fretta per raggiungere di nuovo il suo maestro. Sentiva la testa scoppiare…e il cuore che pulsava in modo terribilmente irregolare.

 

“Ancora preoccupata, mia cara allieva?” chiese la voce profonda di Rupert.

 

“No maestro. Sono solo…”

 

“…spiazzata da una strana energia che si agita nel tuo petto?” continuò il Druido, senza distogliere lo sguardo dal sentiero. Willow lo guardò stupita. “E’ un sentimento naturale…e se ti sforzi di abbandonare la razionalità… gli troverai da sola un nome” terminò con voce sottile. Affrettò il passo per andare a parlare con Angel.

 

La Druida rimase ancora più spiazzata…e confusa. Possibile che…no! Avevano una missione troppo importante da portare avanti, non era il momento di lasciarsi andare a qualcosa che “forse” provava. Non poteva permettere che le sue emozioni più nascoste prendessero il sopravvento su quella razionalità che tanto era necessaria in un momento così delicato. Doveva essere forte, non lasciarsi sopraffare… troppo tardi, ora i suoi occhi non potevano che seguire i movimenti della guerriera, e la sua mente non poteva che pensare al suo viso.

 

“Se manteniamo questo ritmo di marcia, tra neanche due giorni siamo a Tyrsis, Druido. Il viaggio lungo sarà da li a Skull Kingdom: è una settimana piena di cammino” disse con tono sicuro Angel, fermandosi per guardarsi attorno.

 

“Va benissimo…arriveremo in tempo” rispose Rupert pensieroso. “Ora si è fatto troppo buio guerriero, meglio accamparsi per la notte e riposarsi. L’oscurità nasconde troppe insidie.”

 

Angel annuì con un cenno il capo il suo assenso e andò a riferire la decisione alle due ragazze.

 

Si accamparono rapidamente in una radura della foresta, accesero un piccolo fuoco e si prepararono per la notte. L’aria era particolarmente fredda e penetrava nelle ossa come aghi ghiacciati. Rupert era vicino al fuoco e scrutava il cielo come in attesa di qualche segno; Angel affilava la lama della sua spada; Willow era sempre immersa nei suoi pensieri…tanto da non accorgersi che Tara la fissava da un tempo interminabile.

 

“Vado a prendere altra legna” esclamò ad un tratto la guerriera facendo sussultare la Druida, come scossa da un lungo sonno.

 

“Non metterti nei guai, Tara” la prese in giro Angel, continuando ad affilare la lama della sua spada.

 

“Di solito sono io che tiro fuori la gente dai casini…o forse mi sbaglio?” gli rispose lei in tono ironico.

 

Angel sorrise e la guerriera, dopo averlo guardato con profondo affetto, si alzò e si addentrò nel bosco.

 

Willow non riusciva a respirare. Cosa era stato quello sguardo? Oddio, forse Angel…e Tara…no…no! Non potevano stare insieme! Ma quello sguardo che la guerriera aveva rivolto al giovane…

 

“Conosco Tara da molto anni…abbiamo la stessa madre in comune…” disse Angel rivolto alla Druida, di cui aveva notato lo sgomento. Willow si sentì avvampare per l’imbarazzo. “Mi ha salvato dai guai parecchie volte, diciamo che da ragazzo ero particolarmente…scapestrato. Ma la mia cara sorellastra era sempre pronta a rimettermi sulla buona strada…anche a suon di lotta, se necessario” continuò a raccontare Angel. “Poi crescendo le nostre strade si sono divise: erano parecchi mesi che non ci vedevamo. Ma a quanto pare, abbiamo un destino comune.”

 

La Druida si sentì enormemente sollevata. Era come se qualcuno le avesse improvvisamente allentato un corpetto troppo stretto, che le premeva sul petto. Si alzò e senza dire niente raggiunse la guerriera, in modo pressoché automatico, istintivo. Rupert scoccò uno sguardo allarmato ad Angel.

 

“Tranquillo, la tua allieva è con l’unica persona che può veramente difenderla da qualsiasi pericolo. Credimi…”

 

“Ti serve aiuto?” chiese timidamente Willow alla guerriera, tutta intenta a tagliare fronde con la spada.

 

Tara si voltò di scatto e rimase piacevolmente sorpresa: quella Druida era la donna più bella che avesse mai visto…e le riempiva il cuore in un modo incredibile. Si asciugò la fronte imperlata di sudore con una manica. Si avvicinò languidamente alla ragazza. Calò il silenzio attorno a loro, spezzato solo dalla voce di Tara.

 

“Sortilegio velato su di me,

 

scende ad ogni tuo sguardo.

 

La mia anima viete nutrita…

 

e si desta di nuova vita il corpo.

 

Il sangue si scalda…

 

imprigionandomi nella tua magia.”

 

Detto questo la guerriera accarezzò il volto di Willow e la baciò dolcemente. La Druida la strinse a sé…quasi per paura che le gambe non la sostenessero per l’emozione. Tara la baciò sempre con più passione, mentre la cingeva con forza…l’aveva desiderata fin dal primo istante.

 

Willow si sentì mancare il fiato: non aveva mai provato delle sensazioni così intense…voleva appartenere a quella guerriera. Non era più in grado di ragionare, avvolta in quell’atmosfera onirica e travolgente.

 

“Rendimi tua…” sussurrò all’orecchio di Tara.

 

La guerriera sentì il sangue schizzargli alla testa a una velocità incredibile. Un calore la pervase per tutto il corpo, non capiva più niente…sentiva solo la propria bramosia crescere, completamente catturata. Spinse la Druida verso un albero, la fece appoggiare alla corteccia con la schiena e le alzò la veste sopra i fianchi.

 

Willow si sentì avvampare in un misto tra desiderio e vergogna, mentre Tara osservava la sua nudità e la sfiorava tra le gambe. Voleva possederla…farla sua…

 

“Ti prego fai piano…io…sono…i-io…” disse flebilmente la rossa.

 

Tara si fermò di colpo e la guardò negli occhi, posò dolcemente le sue labbra su quelle di Willow e riprese a sfiorarle l’inguine con le dita.

 

“Fidati di me…” disse con infinita premura.

 

Willow fece un lieve cenno con il capo e poco dopo sentì le dita della guerriera scivolare dentro il suo sesso…lentamente…sempre di più…

 

Tara cercò di essere il più delicata possibile…iniziò a spingere leggermente…poi con sempre più forza…sempre di più…Willow gemette e il suo respiro si fece affannoso…si aggrappò alla guerriera mentre l’orgasmo la scuoteva…mentre pensava alla verginità che le aveva appena donato…

 

Tara fece sdraiare la druida sull’erba e si stese accanto a lei, iniziò ad accarezzarle i capelli e le sfiorò il viso con lievi baci.

 

“Mi piaci Willow…davvero tanto…”

 

Willow era ancora un po’ frastornata dalle sensazioni appena provate. Abbracciò Tara e la baciò. La guerriera sentì infiammarsi di nuovo di desiderio Si adagiò sopra la rossa, infilò una mano sotto la sua veste e le toccò il seno. Alla druida scappò subito un gemito…Tara continuò a toccarla mentre le loro lingue giocavano tra loro, in baci sempre più febbrili…fece scivolare la mano di nuovo tra le gambe e questa volta la penetrò immediatamente…spingendo le dita dentro con forza…la rossa era così eccitata che venne subito e Tara sentiva il sesso contrarsi intorno al rapido movimento delle sue dita…

 

Il solo pensiero di quello che stava provando Willow le fece perdere completamente il senso della realtà che la circondava… sentiva il suo orgasmo colarle tra le dita, la sua verginità perduta, il suo respiro sempre più pressante, il suo sguardo fisso e perso… mentre la rossa stava ancora venendo, Tara prese a baciarle le guance e il collo, sempre più dolcemente quando l’orgasmo andò spegnendosi. La guardò per un attimo negli occhi, perdendosi in quel verde così intrigante… era come se la conoscesse da sempre, e da sempre l’avesse voluta… sorrise e riprese a baciarla, stendendosi accanto a lei.

 

Willow aveva la vista leggermente appannata e le girava la testa, scossa dall’orgasmo tremendamente forte. Non avrebbe mai immaginato di sentirsi così, completamente persa in un’altra persona, lontana da questo mondo. Accarezzò dolcemente il viso della guerriera, continuando a baciarla. Lentamente le sue mani cominciarono a esplorarne il corpo sinuoso, provocando alla bionda una lunga serie di brividi; il desiderio in lei continuava a crescere e, anche se un po’ si vergognava, non aveva intenzione di lasciarlo sfumare: voleva donare tutta se stessa a quella creatura magnetica, abbandonarsi a esplorare un lato di lei che aveva sempre relegato. Ora si sentiva pronta, solo grazie a lei.

 

Una sua mano scese lentamente tra le gambe della bionda, accarezzandole timidamente l’interno coscia; guardò il suo viso tendersi di piacere e desiderio, quindi non la fece attendere oltre e cominciò a massaggiarla tra le gambe, con movimenti lenti e costanti. La guerriera appoggiò le mani sulle spalle della rossa e le strinse, sentendo il piacere scuoterla come una vibrazione continua. Non appena il suo corpo si fu abituato a queste sensazioni, portò anch’essa nuovamente una mano tra le gambe della rossa, facendo pressione e cominciando a muoverla sempre più rapidamente. Willow imitò i suoi movimenti, e quando sentì le dita dentro di lei, la guardò profondamente negli occhi, quindi la penetrò timidamente.

 

I loro corpi…le loro anime si unirono completamente quella notte…sotto la chiara luce della luna…

 

 

 

“Iniziavamo a pensare che vi avessero rapite. L’alba è già passata da un’ora…e bè…non c’è più bisogno della legna.” disse ridendo Angel, alle due ragazze che avanzavano verso il fuoco ormai spento. Erano rimaste nel bosco tutta la notte, abbracciate l’una all’altra, e il tempo sembrava essersi fermato… o quasi.

 

Rupert guardò Willow con preoccupazione e rimprovero, e la Druida avvampò per l’imbarazzo. Chinò il capo rispettosamente, in segno di dispiacere, poi lo risollevò e sorrise dolcemente al suo maestro.

 

“Tara…non avrai mica approfittato di quella fanciulla?” chiese sottovoce Angel con fare divertito alla guerriera. Tara sorrise, fece uno sguardo malizioso, poi prese la sua sacca e s’incamminò sul sentiero. Angel la seguì, voleva sapere tutti i particolari. Rupert si diresse verso i due guerrieri scuotendo la testa…e Willow, che fino a quel momento si era sentita il cuore completamente colmo, provò un senso di vuoto che le raggelò le ossa. La compagnia si rimise in marcia, ognuno avvolto nei propri pensieri.

 

 

 

Tyrsis era un città caotica, un grande punto commerciale…luogo di ogni genere di scambi, anche illeciti. Il traffico sulla strada era intenso anche a quell’ora della sera. Il silenzio li aveva accompagnati per tutto il viaggio, raramente interrotto da qualche commento. Solo una volta entrati della cittadina questo fu rotto…

 

“Non vi allontanate da noi: questo è un posto pieno di malfattori, e noi sappiamo come trattarli.” disse Tara seriamente, scoccando un’occhiata ad Angel che subito si portò al fianco dei Druidi.

 

“Naturale…tra mercenari e approfittatori vi capite…” rispose sarcastico Rupert.

 

Willow si girò sorpresa verso il suo maestro. Angel sospirò, comprendendo il tono dell’uomo.

 

La guerriera si avvicinò al Druido e lo guardò sprezzante, avendo perfettamente capito a cosa si riferiva. Si sentì offesa e al tempo stesso ferita, accusata di una cosa che per lei era stata così importante.

 

“Attento a fare sciocche e affrettate insinuazioni…” disse freddamente Tara.

 

“Dico semplicemente che sai tenere a bada le cose che conosci a fondo…poiché ti sono simili” rispose in tutta calma Rupert “e vedi di non avvicinarti troppo neanche tu a noi Druidi…”

 

“I miei affari non ti devono interessare!” urlò Tara disgustata.

 

Willow tremava per la discussione che stava avvenendo tra il maestro di una vita…e la donna che amava…

 

Angel si avvicinò alla sorellastra e la invitò a calmarsi, ma la guerriera scrollò la presa e lo incenerì con lo sguardo. Ormai avevano cominciato, e non sarebbe finita molto presto…

 

“Appunto…affari…come si conviene a una mercenaria. Ma la gente non si può trattare come merce…e nelle questioni Druide tu non centri assolutamente niente. Non puoi avere qualcosa che è già stato destinato alla Dea!” disse furibondo Rupert, ma si pentì subito di ciò che aveva rivelato in quell’eccesso di collera.

 

Willow lo guardò sgranando gli occhi…la Dea? Lei era stata prescelta per essere un giorno donata alla Dea? Perché il suo maestro non gliene aveva mai parlato?

 

Tara si voltò verso la Druida…era sconvolta…e dal suo smarrimento capì che l’amata non sapeva niente di questa decisione.

 

“Ma-ma…cosa…non è possibile…i-io sto studiando le arti della guarigione da anni…no-non ho scelto la via dell’isolamento nel tempio della Dea…non avevamo mai parlato di questo! Perché te e il consiglio di Paranor avete scelto al mio posto? Mi avete presa in giro?” inveì Willow contro Rupert.

 

Tara l’abbracciò e la tenne stretta a se per tranquillizzarla.

 

“È uno dei prezzi da pagare…se riusciremo a far avverare la profezia…è il dono di ringraziamento del consiglio alla Dea…per la sua benevolenza…” disse in tono rassegnato il Druido, nemmeno lui era convinto della spiegazione che stava offrendo.

 

“Prezzo? Dono di ringraziamento? La vita di una persona…isolarla dal mondo…è un dono? Voi druidi siete peggio dei mercenari…modellate a vostro piacimento i destini delle persone!” disse Tara con disprezzo.

 

“Voi non potete capire le nostre leggi…”

 

“E voi vi ostinate a rimanere chiusi a Paranor…a preoccuparvi solo dei vostri riti e della vostra cerchia magica…senza <<abbassarvi>>alla condizione umana…” affermò Angel “Avete detto che io e mia sorella siamo stati predestinati a compiere la profezia…e così altre persone…forse moriremo per questo…ma almeno noi lo facciamo per salvare questa terra dai demoni. Condurre una ragazza a vivere da sola in un bosco a pregare per tutta la vita…è sprecare le capacità di una persona…in qualcosa che non aiuterà nessuno…”

 

“Pregare la Dea non è inutile!” disse Rupert scandalizzato.

 

“Ma servirla aiutando l’umanità…attraverso i doni che mi ha concesso…forse è più…giusto. E utile” rispose Willow con fermezza.

 

Il druido guardò la sua allieva con stupore…non aveva mai sentito quel tono sicuro nella ragazza. Rimase a guardarla senza sapere cosa dire. Il silenzio li avvolse per un attimo, disturbato solo dai rumori della strada. Ognuno scrutava gli sguardi degli altri, comprendendo perfettamente il profondo disagio.

 

Solo dopo parecchi minuti passati in questa situazione Tara si decise a rompere il ghiaccio, sospirando con aria rassegnata.

 

“Muoviamoci allora, pensiamo a trovare una locanda per la notte” disse pacata, rivolgendosi a Rupert “Alla fine di questa stradina c’è né una di cui conosco il proprietario…è un tipo affidabile…e ora che ci penso…lui e la moglie…bè…sono mezz’elfi.”

 

Tutti guardarono la guerriera…forse tra poco avrebbero trovato altri destinati alla missione…

 

 

 

Continua…