BIRTH

 

Autrice: Francesca

 

 

 

Note: “Birth” è la continuazione di “Streghe di Salem”, se non avete letto la prima non capirete un accidente di questa. Potrei deludere molti a cui s.d.s è piaciuta solo per l’ambientazione storica e la tragedia della caccia alle streghe, poiché il continuo non si svolge nel 1600. È il mio primo lavoro scritto al presente e questo tempo non è molto adatto per narrare storie, ma è stata una scelta artistica! Spero vi piaccia. Scrivetemi per qualsiasi commento, positivo o negativo: pasrapa@libero.it .

 

 

 

Disclaimer: Tutti i personaggi appartengono a Joss Whedon.

 

 

 

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!ATTENZIONE!

 

 

 

FAN FIC CON CONTENUTI PG - 13

 

 

 

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BIRTH,

 

IO SONO TARA

 

 

 

 

 

Correva l’anno 1691 e nel New England, in una piccola comunità della contea dell’Essex ebbe inizio una terrificante caccia alle streghe. Due di quelle donne considerate amanti del demonio rinunciarono alla possibilità di salvare sé stesse per tornare indietro, per fare la cosa giusta. L’una disposta a morire per l’altra, entrambe sicure di riuscire a proteggere il proprio amore e l’altra metà del proprio cuore. Una notte due streghe di Salem lottarono contro un male più potente di loro e da quel male furono divise e annientate. La lama d’un pugnale le separò e il sangue versato penetrò nelle vene dei loro corpi, marchiando i loro cuori con il fuoco d’una maledizione senza perdono. Sarebbero state divise per sempre, in terra e in paradiso, in eterno.

 

Ma un’altra magia quella stessa notte ridiede al loro amore una scintilla di speranza: sarebbero state divise, ancora, ma in ogni loro vita futura avrebbero udito di nuovo il proprio nome sussurrato con amore; in ogni vita futura avrebbero ritrovato la metà del proprio cuore. Ma in ogni vita futura avrebbero pianto quel sangue versato, avrebbero pianto lacrime di disperazione ogni volta che si sarebbero ritrovate.

 

 

 

 

 

E la maledizione del Maestro si insinuò nell’ombra delle loro vite e lì, quieta aspettò. Aspettò silenziosa che gli eventi le offrissero la vita d’una delle streghe di Salem su un piatto d’argento. E come un lupo nel buio attaccò e divorò. E in quel preciso istante la magia nera d’una schiava disperata tornò a reclamare il suo tributo, un tributo che aveva sorvegliato ed educato al male, lentamente…il cuore d’una strega innamorata.

 

Quelle due streghe di Salem avevano avuto la possibilità di vivere il loro amore ardente, ancora una volta e ancora erano state risucchiate in un assurdo vortice impietoso di maledizioni, incantesimi e magia nera.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PRIMA PARTE

 

 

 

NOMI NEL VENTO

 

 

 

 

 

“Ci avete dimenticati…siamo solo nomi, solo nomi nel vento”

 

 

 

 

 

 

 

<< A quanto pare la bocca dell’inferno ha ufficialmente chiuso i battenti!>>

 

 

 

<< Ce ne è un’altra a Cleveland! Forse non è il momento…>>

 

 

 

Xander barcolla, guardando spaesato la voragine che un tempo era Sunnydale, la sua casa, tutto il suo mondo…polvere e nulla.

 

 

 

<< Abbiamo salvato il mondo!>>

 

 

 

Hanno appena salvato il mondo, ancora una volta, insieme. La bocca dell’inferno è sparita, la causa di tutte le loro frustrazioni, delle paure, dei dolori di tutta la loro adolescenza da studenti impauriti, dissolta in un immenso cratere.

 

 

 

<< Abbiamo cambiato il mondo…>>

 

 

 

Willow improvvisamente sente nascere le cacciatrici in tutto il mondo e le loro voci spaesate le invadono la mente e il corpo.

 

 

 

<< Riesco a sentirle Buffy, dappertutto. Le cacciatrici si stanno svegliano ovunque!>>

 

 

 

Lo sguardo della strega rossa brilla di luce e di speranza. Tutti fissano il nulla dove hanno lasciato le loro vite.

 

Dawn riesce solo a pensare a quante persone si sono lasciate alle spalle, nella fuga… le loro anime risucchiate dal nulla. Ne ha passate davvero tante questo anno ed ora le si presenta un futuro senza certezze, il suo sguardo si perde dove un tempo ha vissuto e l’unica cosa a cui riesce a pensare è l’addio ad una vita normale.

 

 

 

<< Dobbiamo trovarle!>>

 

 

 

<< Lo faremo!>>

 

 

 

<< E subito, perché sarà difficile andare al centro commerciale di Sunnydale a fare shopping!>>

 

 

 

<< Lo abbiamo distrutto… Ho lottato dalla parte sbagliata!>>

 

 

 

<< Tutti quei negozi andati…>>

 

 

 

Tutti sono lì, in bilico fra la commozione e l’euforia della vittoria, ma fra gli sguardi speranzosi si notano gli occhi d’una donna, persi nel vuoto. Le voci dei suoi amici si susseguono eppure nelle sue orecchie riecheggiano solo quelle parole.

 

 

 

“Non è vero, ma grazie per averlo detto!”

 

 

 

Eppure era vicina al suo Spike, in quell’istante più che mai. Lo ha lasciato andare, sacrificandolo per il bene dell’umanità e ha detto addio all’unico che in quei giorni le ha dato sicurezza e calore. William il sanguinario non c’è più. Il nulla aleggia pesante sulle loro teste, impregnando il paesaggio, solo polvere, vento. E tutti coloro che hanno lasciato ora sono solo nomi, solo sussurri. William è solo un nome e polvere.

 

 

 

<< C’è ancora molto da fare!>>

 

 

 

Faith si sente d’un tratto felice, sollevata si avvicina alla strega, pronta a scherzare.

 

<< Posso buttarlo di sotto?>>

 

 

 

<< Hai il mio voto!>>

 

 

 

<< Voglio solo dormire, chiaro? Per una settimana!>>

 

 

 

D’un tratto Dawn si rende conto che il peso della sorella si è disperso in mille piccolissimi frammenti, la responsabilità d’una vita da cacciatrice si è quasi dissolta con la consapevolezza che ora Buffy è solo una fra tante.

 

 

 

<< Ora possiamo farlo e senza problemi!>>

 

 

 

Il vento soffia dolcemente su i loro visi pallidi, stanchi, tormentati dalle mille battaglie. E lei, la cacciatrice per eccellenza sembra ancora non ascoltare i suoi compagni, con i suoi occhi dolci persi ancora nel vuoto.

 

Quante persone ha lasciato andare, a quante di loro ha detto addio, quante ne ha viste morire, quante ne ha salvate, quanto ha ucciso, quanto è stata capace di affinare la sua tecnica di killer? Cosa è capace di fare, a parte portare morte? È stata addestrata ad uccidere e per anni non ha fatto altro che uccidere, tutto ciò che le si è parato davanti…ed ora può tirare un sospiro di sollievo.

 

 

 

<< Già il Primo è sconfitto, quindi che cosa credi che dovremmo fare?>>

 

 

 

<< Non sei più l’unica prescelta ormai!>>

 

 

 

Le parole di Faith raggiungono il cuore di Buffy, non è più l’unica, non è più la sola ed unica prescelta, legata da una profezia ad un dovere che non ha mai voluto avere.

 

Non è più sola.

 

 

 

<< Ora vivrai come una persona normale, che farai?>>

 

 

 

<< È vero! Adesso che faremo?>>

 

 

 

Il pensiero d’essere una fra tante le piega improvvisamente le labbra in un sorriso di commozione. È libera.

 

 

 

<< Ci divertiamo!>>

 

 

 

Faith le poggia una mano sulla piccola spalla.

 

 

 

<< Che hai detto Buffy, che vuoi fare?!>>

 

 

 

<< Andiamo a divertirci! Ho voglia di visitare tanti posti… Ah! voglio andare a un parco giochi; voglio andare sulle montagne russe; voglio rilassarmi su una spiaggia e prendere la prima, vera tintarella della mia vita; voglio andare il più possibile lontano da qui… Voglio vivere!>>

 

 

 

Buffy si gira e incomincia a gesticolare con le mani, euforica. Stringe Faith, Giles. Dawn si ritrova con la sorella attaccata al collo, entusiasta. D’un tratto Xander nota le lacrime di gioia appese alle ciglia della sua bella amica.

 

 

 

<< Andremo dove vuoi tu Buffy!>>

 

 

 

<< Ehi muovetevi! Che diavolo state facendo? Molte di noi hanno bisogno di essere portate in ospedale, subito!>>

 

 

 

Dallo scuolabus giallo e nero si sente acuta e preoccupata la voce di Kennedy. Giles si precipita a controllare le ferite di Amanda e di un’altra ragazza bionda. Dawn barcolla verso il bus e Faith la sorregge, con strana premura. La cacciatrice ribelle ora si sente come il mentore d’una schiera di guerrieri pronti a combattere, in ogni parte del mondo, ovunque.

 

 

 

<< Coraggio piccola!>>

 

 

 

<< Sto bene, sono solo stanca, aiuta loro!>>

 

 

 

Willow prende la mano di Buffy e sente la malinconia stringerle il cuore, mentre la mano callosa del carpentiere stringe quella liscia e sottile della strega.

 

Ed eccoli là, tutti e tre a pensare a quello che stanno lasciando, i ricordi. Quanto hanno perso?

 

Xander capisce all’improvviso che il corpo di Anya si è dissolto, non le ha neanche detto addio ed ora non la potrà toccare mai più... Anche lei persa nel vento.

 

Willow sente lancinante la consapevolezza che nel vuoto della voragine si è perso anche un cimitero; una tomba, un corpo, senza vita, in via di decomposizione; una lapide, con dolci segni neri marchiati nella pietra scura, solo un nome…un nome come tanti. Ed ora anche quel corpo e quel nome si sono persi nel nulla. Gli ultimi, tenui legami che le ricordavano ancora quanto amore è stata capace di dare e ricevere, un tempo. Ed ora si sono dissolti nel vento.

 

 

 

Tutte le loro vite e il loro amore…Solo nomi nel vento.

 

 

 

Willow si accorge di essere rimasta sola, sul bordo del cratere, rincorrendo i ricordi e tentando di afferrarli con le dita, per non perderli nella brezza leggera.

 

 

 

<< Willow, amore muoviti!>>

 

 

 

Amore. Qualcuno la chiama amore, chi? Se è tanto tempo, che il Suo Amore si è perso nel vento…

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Circa un anno prima, mentre l’ombra d’una strega nera calava su Sunnydale e la furia d’una donna innamorata esplodeva nella perfidia e nella cattiveria più insensata, un angelo biondo tentava di tornare a casa…

 

 

 

<< Non puoi figlia mia!>>

 

 

 

<< Perché? L’incantesimo che ha contrastato la maledizione di Burroughs nella mia vita precedente mi ha fatto rincontrare Willow in questa vita! È una magia potente, ci lega…se riuscissi a tornare quello stesso incantesimo mi riporterebbe automaticamente da lei…>>

 

 

 

La bella ed alta strega bionda guardava la madre seduta sul suo lettino di bimba. Era nervosa, agitata, voleva tornare a casa dalla sua Willow.

 

 

 

<< Se tutti coloro che muoiono tornassero indietro il mondo cadrebbe nel caos. Non puoi tornare da lei amore mio!>>

 

 

 

Il volto di Tara era liscio, bianco, lungo, dalle linee dolci. Le sue sopraciglia bionde erano piegate e sulla fronte ampia apparvero dei solchi sottili, la sua bocca si piegò in una smorfia di dolore, paura, rammarico.

 

 

 

<< Mamma….>>

 

 

 

La bella ed alta donna si alzò, accarezzando il volto e i capelli lisci della figlia che adorava.

 

<< Bimba mia, a cosa servirebbe tornare? Tutto si ripeterebbe e tu la perderesti, ancora. Perché vuoi provare di nuovo lo stesso dolore?>>

 

 

 

Tara abbassò gli occhi dolci e blu, la verità delle parole della madre le lacerarono quel cuore che ormai non batteva più.

 

 

 

<< Non posso sopportare l’idea di restare senza di lei, di non poterla vedere mai più! La maledizione ci divide in paradiso…>>

 

 

 

<< Vieni Tara!>>

 

 

 

La donna la prese per mano e la portò davanti ad una piccola porta di legno, che dava su un giardino verde, sul retro della bella casa rossa in stile inglese. Il giardino era piuttosto grande, quadrato, in fiore, circondato da un’alta siepe, folta e scura. Al centro riposava cupo e silenzioso un vecchio pozzo, costruito con pietre scure. La strega bionda lo guardò, quasi impaurita. La madre si fermò e tenendole la mano lo fissò, silenziosa.

 

 

 

<< Potrai rivederla, ancora una volta. Potrai vedere il suo futuro e allora capirai che il naturale corso degli eventi non può essere modificato dalla magia...>>

 

 

 

Tara lasciò la mano della madre e si avvicinò lentamente alla grossa cavità in pietra scura. Si chinò verso il pozzo, non riuscì a capire la profondità del buco nero. Ma intravide uno scintillio argentato nell’oscurità: acqua. D’un tratto lo scintillio prese vita e si trasformò lentamente nel riflesso della sua Willow. All’improvviso l’immagine divenne nitida e la strega bionda intravide il suo Amore impregnato di magia nera, lottare contro sé stessa per non soccombere e poi il male scorrere nelle sue vene più dirompente, più spietato.

 

 

 

<< No...>>

 

 

 

Poi l’immagine del presente della strega Rossa mutò in un riflesso del suo futuro. Tara si pietrificò, mentre le labbra d’una donna dai capelli scuri e la pelle olivastra si avvicinavano a Willow. Vide la sua strega baciare quella ragazzina e sentì uno strano dolore prenderla al petto. Era morta, non avrebbe più dovuto provare emozioni, tanto meno dolore. Allora perché, perché il suo volto era umido di lacrime?

 

 

 

<< Will…>>

 

 

 

Si voltò, senza continuare a guardare cos’altro aspettava il suo Amore. Si strinse fra le spalle, cercando di trattenere le lacrime, fissando l’erbetta verde e tenera.

 

 

 

<< Tara, cosa hai visto?>>

 

 

 

Tara si accasciò a terra e portò le ginocchia al volto, coprendosi con le mani.

 

 

 

<< Tesoro…>>

 

La madre le accarezzò i capelli. La strega bionda si asciugò le lacrime dalle guance.

 

 

 

<< Hai ragione mamma, i morti non possono tornare a tormentare la vita dei vivi!>>

 

 

 

La donna mora, dal volto piccolo, dagli occhi chiari, quasi grigi, dal sorriso così identico a quello della figlia, aveva lo sguardo velato di tristezza. Il suo vestito lungo e candido luccicò al sole nel giardino.

 

 

 

<< Sei sempre stata brava a capire cosa la magia può e non può fare. Fino a che punto possiamo modificare le cose senza sconvolgerle. Sei sempre stata la mia piccola dolce streghetta giudiziosa!>>

 

 

 

Ma la strega bionda pensava solo alla sua Willow che l’aveva dimenticata, che l’avrebbe dimenticata. Dentro di lei lottarono la streghetta giudiziosa e la donna innamorata e ferita.

 

Non poteva giudicare male Will, in fondo “la vita continua”. La strega Rossa non poteva continuare a vivere con l’eterna e pesante ombra della sua morte. E d'altronde lei non poteva pretendere che la rossa non cercasse di nuovo l’amore, restando sola in eterno per tener fede al suo ricordo. Perché infondo, ormai per Willow lei poteva essere solo questo, un ricordo. Tara voleva vederla felice, era l’unica cosa che desiderava davvero, al di là del tornare in vita per avere un’altra possibilità di realizzare i propri sogni.

 

 

 

Pensò a quante volte si era trovata in una situazione analoga e opposta, aveva visto le lacrime sul volto della sua piccola Dawn che tentava di riportare in vita la madre e ricordò con amarezza ciò che aveva detto alla bambina. La sua mano passò lentamente sopra il seno sinistro e si fermò sul profondo solco insanguinato. Era morta per mano umana eppure…

 

D’un tratto alzò lo sguardo scintillante verso la madre, fra le lacrime e la determinazione dei suoi occhi blu oceano e la donna capì con amarezza che non avrebbe potuto fermare la figlia.

 

 

 

<< Io tornerò indietro!>>

 

 

 

La strega bionda si alzò con impeto.

 

 

 

<< Non ero destinata a morire, non era la mia ora! Sono stata uccisa da una forza oscura che ci perseguita…Lei è la mia via, il mio destino. Lei è la mia strega e non permetterò ad un'altra donna di dormire in quello che è e sarà sempre il mio letto!>>

 

 

 

Tara camminò velocemente verso la casa, poi verso la porta d’entrata. Afferrò la maniglia rotonda. D’un tratto la bella madre apparve dietro di lei, accanto alla rampa di scale in legno scuro.

 

 

 

<< Tara, figlia mia aspetta! Non farlo, ti perderai...>>

 

 

 

Tara si voltò, il suo volto angelico e dolce, velato di malinconia, in contrasto con la scintilla di speranza nel blu dei suoi occhi grandi.

 

 

 

<< Non fermarmi mamma, troverò la via!>>

 

 

 

<< Non ricorderai nulla della tua vita con Willow!>>

 

 

 

<<Ricorderò lei, non preoccuparti!>>

 

 

 

Tara tentò di aprire il portone, la mano sottile della madre le afferrò delicatamente un avambraccio.

 

 

 

<< Tesoro, anche se tu riuscissi a ritrovare la via e a tornare da lei, non ricorderai nulla di Salem, del Principe e della sua maledizione.>>

 

 

 

La strega bionda si voltò all’improvviso e strinse forte l’alta madre. La donna ricambiò l’abbraccio e pianse. La stava perdendo ancora una volta, sapeva che se ritrovava la via non sarebbe più stata la sua dolce streghetta innamorata della magia e delle storie di fate.

 

 

 

<< Troverò il modo di ricordare, promettimi che mi aiuterai sempre!>>

 

 

 

<< Veglierò su di te, come ho sempre fatto. Sono con te, amore mio!>>

 

 

 

Tara si sciolse dall’abbraccio e spalancò la porta. Un’improvvisa nebbia impregnò il paesaggio, un vento forte le scompigliò i lunghi capelli biondi.

 

 

 

<< Ti voglio bene mamma!>>

 

 

 

La strega bionda si gettò nella nebbia, la porta alle sue spalle si richiuse velocemente e Tara si ritrovò persa in una nube grigia e pesante. Vagò senza meta, terrorizzata. Intravide indistinti dei tronchi d’albero che si stagliavano ai lati d’un sentiero, camminava su un tappeto di foglie secche. La nebbia era troppo densa per distinguere qualcos’altro. Aveva freddo, il vento le frustava il volto pallido. Qualcuno urlava. Tante, tante urla nella nebbia...Anime perdute che avevano smarrito la strada del ritorno. Tara si accasciò a terra, sulle foglie morte, e pianse, pianse disperata e urlò, urlò con quanto fiato aveva in gola l’unico nome che la proteggeva ancora dal freddo, che le dava ancora speranza e calore.

 

 

 

<< WILLOW, WILLOOOOW!>>

 

 

 

****

 

 

 

<< Allora, che ve ne pare?>>

 

 

 

Xander si sfrega le mani, stranamente entusiasta, poi poggia una mano sulla spalla di Andrew. Il ragazzino sembra perplesso e guarda Dawn lì accanto, tutta felice e febbricitante.

 

<< B-bella…>>

 

 

 

<< è stupenda Xander!>>

 

 

 

La ragazzina abbraccia l’uomo con la benda nera sull’occhio.

 

 

 

<< Grazie piccola!>>

 

 

 

Giles e Robin fissano leggermente delusi davanti a loro. Il vecchio e malandato scuolabus è parcheggiato al lato della stradina e le ragazze incominciano a scendere euforiche. Willow mette una mano sulla spalla del vecchio amico.

 

 

 

<< È perfetta Xander, non potevamo trovare di meglio!>>

 

 

 

<< Già, è l’unica abbastanza grande!>>

 

 

 

Buffy è appena scesa dal bus e si è avvicinata alla vecchia e malandata cassetta della posta, squadrando il grosso lotto nella bella e lunga stradina. Anche Faith scende e prendendo la mano dell’ex preside del liceo di Sunnydale sorride con aria appagata.

 

 

 

<< Ben fatto carpentiere!>>

 

 

 

Le ultime ragazzine sorridono, scendendo dal pulmino. La vecchia casa dalle 8 stanze superiori più 3 inferiori, mansarda, cantina, salone, cucina, sala da pranzo e ben 4 bagni, non è di certo in uno stato perfetto, ma almeno è una casa. Giles e Robin sono gli unici perplessi, avendo dovuto investire nella catapecchia tutto il loro conto in banca, essendo gli unici dell’allegra comitiva a possederne uno.

 

Tutti hanno pensato alla possibilità di chiedere i soldi ai propri genitori, ma l’idea è stata subito scartata, così dopo essere fuggiti da ciò che resta della cittadina in cui hanno vissuto, amato e lottato si sono ritrovati in giro per gli U.S.A., in cerca di divertimento e cacciatrici. Ed ora, a distanza di due anni hanno deciso di fermarsi in una delle città che secondo tutti devi amare e che ha fama di aver bisogno di aiuto con demoni e vampiri: San Francisco.

 

E dopo aver tanto cercato, sono pronti a sistemarsi definitivamente per creare una sorta di centro per addestramento di cacciatrici da cui, naturalmente la strega Rossa invierà una sottospecie di segnale magico a tutte le guerriere più vicine. I loro progetti si realizzano lentamente e con enormi sacrifici ma il finanziamento del consiglio potrà aiutarli con facilità a rimettere in sesto la grossa e vecchia casa. Giles ha dovuto pregare il consiglio per mesi, assicurandolo che in tal modo potrebbe avere un ruolo importante nell’addestramento e nell’osservazione di tutte le cacciatrici del futuro centro.

 

 

 

<< Bene, naturalmente ragazze non dovete immaginarvela così, c’è da lavorarci su, dobbiamo cambiare gli infissi, le porte, ridipingerla interamente, curare il giardino, liberare il portico…>>

 

 

 

<< Sì va bene Xander adesso non mettiamoci a parlare di cosa dobbiamo fare altrimenti ci va in fumo il cervello!>>

 

 

 

Faith lo zittisce e corre verso la grossa costruzione.

 

<< Forza ragazze correte, chi arriva prima può scegliersi le stanze!>>

 

 

 

Il fiume di ragazzine e donne corre verso il portico, lasciando Willow, Xander, Buffy, Dawn, Giles e Robin impietriti sul marciapiede.

 

Andrew si getta dietro le ragazze, come un bambino.

 

 

 

<< Anche io voglio scegliermi la stanza, aspettatemi!>>

 

 

 

Buffy sorride e squadra Giles.

 

 

 

<< Naturalmente i veterani hanno diritto ad una stanza tutta per loro e le coppie hanno…beh possono stare dove vogliono! Per il resto riempiamo le stanze di letti a castello, okay?!>>

 

 

 

Willow si volta verso la catapecchia e fissa la facciata bianca scolorita e malconcia, gli infissi blu smorto delle finestre penzolanti, in quell’istante cade una tegola dal tetto.

 

 

 

<< Okay Buffy! Ma qualcuno dovrà darsi subito da fare per le finestre o entreranno gli spifferi in casa…>>

 

 

 

Silenzio totale fra le tre ragazze e gli uomini. Dawn sorride e avviandosi alla porta da una pacca sulla schiena di Xander.

 

 

 

<< Grazie per esserti offerto volontario Xander!>>

 

 

 

Buffy passa accanto all’amico e gli poggia una mano sulla spalla.

 

 

 

<<Davvero gentile da parte tua Xan!>>

 

 

 

<< Sei un vero cavaliere, se non fossi gay ti sposerei!>>

 

 

 

Will gli sorride innocentemente e segue le due sorelle Summer, verso la catapecchia.

 

 

 

<< Naturalmente voi mi date una mano…non è vero signor Giles?>>

 

 

 

Giles per un istante fissa indifferente il vetro dei suoi occhialini e con aria spaesata si allontana dietro le ragazze.

 

 

 

<< No, non vorrei toglierti questo divertimento!>>

 

 

 

Robin cinge le spalle del carpentiere con un braccio, lo scuote amichevolmente e sorride.

 

 

 

<< Beh, è proprio un gesto carino il tuo Xander, buon lavoro. Io vado a vedere se Faith è riuscita a procacciarsi un giaciglio in mezzo a quel mare di ragazzine assatanate! A dopo.>>

 

 

 

Xander resta due secondi in silenzio, fissando la casa, a bocca aperta.

 

<< Bene! Che dire…chiedete pure tutto al vecchio, caro Xander, tanto lui ha un cuore d’oro! Povero scemo…>>

 

 

 

***

 

 

 

“Morte ingannatrice, giudice di sorte tribolatrice, se con l’inganno a me sottratta, a questo cuore, per oscura magia sarà ridata, l’anima candida. Odo la risata del fato avverso. Taci oh meschino, maledetto, taci e ammira la forza di ciò che credevi distrutto. Per forza d’amore condannato, questa magia si ripeterà nonostante tutto. Strega e strega; cuore e cuore; nome e nome, attraverso tempo e spazio fa Eros che nulla sia disfatto. La strega rossa fra le mie braccia farai dormire, ancora una volta, per ogni volta che la maledizione, in paradiso ci terrà divise. Finché questa carne con la sua invecchierà e assieme ad ella, con sospiro beato questo cuore appassirà.”

 

 

 

 

 

Circa nove mesi dopo la morte di Tara MacLay, timida balbettante strega di Sunnydale, amata in vita da pochi e dimenticata nella morte da tutti, in una notte come tante, fra gli scheletri azzurri e bianchi dei lampi, le urla dei tuoni e il picchiettare nervoso e incessante della pioggia sui vetri d’una stanza d’ospedale, a San Francisco accadde un miracolo, che passò inosservato. E lì la magia d’una schiava fece sì, ancora una volta che attraverso tempo e spazio la strega, il cuore e il nome rimanessero intatti ed immutati.

 

E a Laura Gilmore, quella notte il vento sussurrò il nome che doveva dare al suo angelo biondo.

 

Così gli anni passarono in fretta per quella neonata lunga 55 centimetri e pesante 3 chili e 200 grammi. E lentamente il suo piccolo volto roseo di bebé incominciò a divenire il lontano riflesso, pallido e dolce d’una strega bionda di Salem.

 

 

 

****

 

 

 

<< Allora siamo d’accordo signor Giles, mentre voi uomini vi occupate delle finestre e del tetto, noi andiamo a fare compre per la nuova casa. Non fa una grinza!>>

 

 

 

<< Certo Buffy, peccato che siamo noi uomini quelli che ci rimettono tutte le volte!>>

 

 

 

Il signor Giles distoglie lo sguardo dalla piccola figura bionda di Buffy, con quella sua tipica aria da intellettuale ferito dall’idea d’un lavoro manuale e stancante. Andrew e Amanda stanno accatastando accanto al portico una serie di lunghe assi di legno.

 

 

 

<< Uffa, sono stanco. Queste cose pesano troppo! Voglio venire con voi in giro per i negozi. Non è giusto, siete delle sporche femministe!>>

 

 

 

Andrew molla improvvisamente la tavola di legno, incrociando le braccia con una smorfia di disapprovazione.

 

 

 

<< Ah, marmocchio da qua! Faccio da sola…>>

 

 

 

Le esili braccia di Amanda afferrano la tavola e la sollevano con facilità. Dawn va a chiamare le ultime ragazze rimaste in casa.

 

 

 

<< CHO ANN, FORZA MUOVITI!>>

 

 

 

<< Io arrivare, non partire, aspettare!>>

 

 

 

In circa tre anni Cho Ann si è data molto da fare per poter capire quando qualcuno le sta per offrire qualcosa che contiene del lattosio e ha finito con l’imparare più o meno bene la lingua. Intanto Rona e Shannon smettono di segare le tavole e si precipitano sul vecchio bus. E Vi saluta sarcastica Andrew.

 

 

 

<< Ciaoo!>>

 

 

 

<< Non sfottere, non è giusto!>>

 

 

 

Il ragazzino si avvicina con aria depressa a Xander impegnato nel misurare le finestre.

 

<< Xander, perché non posso avere anche io una stanza tutta mia ma devo dormire con te e il signor Giles, non vale…Willow e Kennedy hanno una stanza tutta loro, anche Buffy e Dawn e anche il preside Wood e Faith!>>

 

 

 

Xander risponde senza guardarlo e continuando a lavorare:

 

<< Senti Andrew neanche io salto dalla gioia di condividere la stanza con te, ma per il momento è l’unico modo per far stare bene tutte le altre ragazzine nelle altre stanze e presto ne arriveranno altre. Quindi ci dobbiamo adattare e per la cronaca le coppie hanno diritto ad avere le proprie stanze e Dawn ha il privilegio di dormire sola con la sorella che ha una stanza tutta sua perchè ha salvato il mondo più volte di quante tu non abbia tentato di riscaldare la borsa dell’acqua calda nel microonde. Sono stato abbastanza chiaro? >>

 

 

 

<< Cristallino, ma per la cronaca ho tentato solo due volte…Se mi trovo la ragazza posso dormire in una stanza tutta mia?>>

 

 

 

Il carpentiere, soffoca le risa e smettendo di prendere le misure si volta verso il ragazzino dall’aria tanto ingenua quanto cretina.

 

 

 

<< Se tra tutte quelle che vivranno qui riesci a trovarne una che sia disposta a dormire con te pur di avere una stanza tutta sua, perché no! >>

 

 

 

<< Bene, allora vedrai!>>

 

 

 

Dalla porta aperta del bus spunta la testa rossa di Willow.

 

<< Kennedy muoviti stiamo partendo!>>

 

 

 

<< Io non vengo tesoro!>>

 

 

 

Kennedy si arrampica sul tetto mentre Faith si prepara a passarle il materiale per sostituire le tegole rotte. Wood si copre gli occhi con dei grossi occhiali di plastica trasparente e mentre sega una tavola di legno si volta verso la cacciatrice ribelle.

 

 

 

<< Perché voi due non andate? >>

 

 

 

<< Sei diventato matto? Ti rendi conto di quello che aspetta quelle povere ragazzine ignare e indifese?>>

 

 

 

Kennedy si affaccia dal tetto e risponde.

 

 

 

<< Ore e ore di strazianti e penosi giri per negozi tentando di stare dietro a Willow e Buffy che oggi vorranno decidere a tutti i costi persino i colori delle tendine dei bagni! Mentre Dawn e Amanda tenteranno inutilmente di trovare una via di fuga verso i negozi di abbigliamento più vicini…>>

 

 

 

Faith lancia una grossa tegola alla cacciatrice scura e continua.

 

 

 

<< Poi quando i due generali si saranno stancati di cercar roba per la casa litigheranno, perché Buffy vorrà gettarsi sui negozi di scarpe!>>

 

 

 

<< Mentre Will vorrà cercare il più vicino negozio di libri per arricchire di pesanti e insignificanti volumoni quella libreria che non abbiamo ancora!>>

 

 

 

Wood finisce di segare a metà la grossa tavola e si volta verso le due ragazze.

 

 

 

<< Da come avete descritto la piccola gita, le fanciullette torneranno a casa distrutte!>>

 

 

 

 

 

Quella stessa sera:

 

 

 

<< Sono distrutta!>>

 

 

 

<< A chi lo dici Vi! Non abbiamo fatto altro che camminare per tutto il santo giorno!>> Rona si getta su una vecchia poltrona nell’ampio salotto.

 

 

 

Amanda, Dawn e Cho Ann si gettano a terra su un tappeto scuro e impolverato, implorando pietà. Shannon si toglie le scarpe massaggiandosi i piedi.

 

Faith entra radiosa nella stanza con una busta di patatine in mano e tenta di parlare con la bocca piena.

 

 

 

<< Allora ragazze vi siete divertite?>>

 

 

 

<< Bella battuta, sembrava un allenamento più che una spensierata giornata per negozi!>>

 

 

 

<< Bene Amanda allora siete troppo stanche anche per mangiare la pizza che abbiamo cucinato io e l’omuncolo…no com’è che si chiama? Ah, Andrew!>>

 

 

 

D’un tratto le ragazze balzano in piedi e Cho Ann si getta verso la cucina.

 

 

 

<< PIZZA!>>

 

 

 

Dawn si ferma accanto a Faith rubandole le patatine.

 

<< Sai cucinare anche la pizza adesso?!>>

 

 

 

<< No, in verità l’hanno fatte Robin, Kennedy e l’omuncolo, ma io le ho messe in forno! Allora tua sorella e la strega vi hanno distrutte eh?!>>

 

 

 

Dawn ingurgita le patatine, avidamente, sognando il suo letto.

 

<< A dire la verità la peggiore delle due è stata Will, strano ma vero e poi si è messa in testa di andare a visitare tutti i licei più vicini domani. Per vedere qual’è quello più idoneo per iscrivere tutte le ragazze.>>

 

 

 

<< Non si scampa a Willow la sanguinaria maestrina! Menomale che sono troppo cresciuta per il liceo o avrebbe obbligato anche me!>>

 

 

 

Con aria sbarazzina Faith sale le scale sorridendo e Dawn si ricorda che c’è una pizza che l’aspetta.

 

 

 

****

 

 

 

Dall’altra parte della città, a casa Gilmore, Laura sta preparando una torta al cioccolato per il terzo compleanno del suo piccolo angelo.

 

 

 

<< Cara siamo tornati!>>

 

 

 

<< Leonard, Tara!>>

 

 

 

La porta di ingresso si chiude e l’alto ed esile Leonard Gilmore appare sulla soglia della piccola cucina, mentre sulle sue spalle una bellissima bambina ride con una voce dolce, sottile.

 

 

 

<< Ora si vola!>>

 

L’uomo afferra la bambina e la fa girare lentamente in aria, mentre la piccola apre le braccia, convinta di volare.

 

 

 

<< Non smettere papà!>>

 

 

 

<< Ma papà si stanca amore mio! Va dalla mamma.>>

 

 

 

La bambina si avvicina alla bella donna dai capelli neri, un po’ goffa nello sgambettare incerto dentro il suo vestitino rosa pallido e si arrampica su una sedia per poter baciare il viso chiaro della madre. Il signor Gilmore estrae un pacchetto da uno scaffale della cucina e lo porge alle piccole e grassocce manine della figlia.

 

 

 

<< Questo è il tuo regalo di compleanno tesoro mio, aprilo!>>

 

 

 

Tara lo afferra impaziente e sotto la carta rosa scopre una bambola di pezza, dal sorriso grande e dolce, gli occhi piccoli, neri e lunghi capelli rosso fuoco. D’un tratto lo sguardo della bimba si perde nel colore di quei capelli e il lampo d’una vecchia immagine le attraversa la testolina di seta dorata. Scende dalla sedia e tutta pensierosa si avvicina alla finestra e fissa un vecchio albero nel giardino della casa dall’altro lato della strada. Un salice piangente. Il volto pallido, piccolo e tenero della bambina si vela di preoccupazione e si intravede un tremore nei suoi occhi blu oceano.

 

Non ha mai visto nessuno con capelli tanto rossi, eppure si ricorda di qualcuno a cui vuole tanto bene che ha capelli come il fuoco. Ma chi? Lei conosce solo la sua mamma, il suo papà, le maestre e i bambini dell’asilo. Ma vuole tanto bene solo ai genitori…chi altro c’è?

 

 

 

<< Tara, amore cos’hai? Non ti piace la bambola?!>>

 

Laura prende in braccio la figlia che la stringe e incomincia a piangere.

 

 

 

<< Cosa c’è tesoro mio, cosa c’è?>>

 

 

 

La bambina lascia cadere a terra la bambola dai capelli rossi, spaventata, triste, come se capisse di aver dimenticato qualcosa che non deve dimenticare, che deve ricordare a tutti i costi. Da quel giorno in poi nella mente di Tara si scatenano pensieri e ricordi che la spaventano e la assillano. Deve ritrovare qualcuno a cui vuole tanto bene, più del bene che vuole alla sua mamma. La bambina incomincia a mostrare segni di squilibrio mentale.

 

 

 

****

 

 

 

Andrew si avvicina furtivo a Rona che sta tentando di mangiare una tazza di cereali e di dipingere contemporaneamente la facciate del porticato.

 

 

 

<< Ciao Rona, bella mattinata non trovi?>>

 

 

 

Uno schizzo di vernice bianca macchia improvvisamente il volto della ragazza.

 

<< Sì, bellissima, stupenda…cosa vuoi!>>

 

 

 

Il ragazzino tenta di avvicinarsi ancora e l’aiuta a dipingere.

 

<< Chi io?! Niente, volevo solo aiutarti, parlare un po’ con te! Infondo ci conosciamo ormai da tre anni, è una vita!>>

 

 

 

<< Andrew?! Proprio perché ti conosco da una vita in questo momento sto domandando a me stessa perché diavolo hai quel sorrisetto stampato in faccia e stai disperatamente tentando di assumere una posa da figo!>>

 

 

 

D’un tratto tutta la posa di Andrew si smonta e con quella solita aria da moccioso decide di andare dritto al sodo.

 

<< Mi serve una ragazza!>>

 

 

 

Rona scoppia a ridere, continuando a dipingere.

 

<<Cosa? E che vuoi da me?! Sei diventato matto? >>

 

 

 

<< Per favore? Puoi anche solo fare finta, mi serve per avere una stanza tutta mia e tu puoi dividerla con me…pensaci bene mia piccola Rona…>>

 

 

 

Lo sguardo del ragazzo tenta disperatamente di sembrare minaccioso e la sua voce assume un tono solenne.

 

<< questa sera assegnano definitivamente le stanze!>>

 

 

 

<< Qualsiasi cosa per me andrà bene, non mi faccio tanti problemi, l’importante è che mi danno un letto ed ora fai il bravo e finisci di dipingere quel lato!>>

 

 

 

Circa mezzora dopo, tutto sporco di pittura bianca Andrew tenta ancora:

 

Amanda sta terminando di tagliare l’erba in giardino e lui le si avvicina sorridente.

 

<< Ciao Amanda, non trovi che sia una bellissima mattinata?>>

 

 

 

Con le goccioline di sudore sulla fronte per star spingendo il taglia erba da mezzora per tutto il giardino la ragazza risponde molto soprappensiero.

 

<< Sì Andrew, hai ragione!>>

 

 

 

<< Sai stavo pensando che, se ti andava, un giorno di questi potevamo uscire insieme, solo io e te e poi…>>

 

 

 

Amanda spegne il taglia erba e fissa Andrew con uno sguardo di ghiaccio.

 

<< Andrew?! Se pensi di avere anche la più piccola possibilità di uscire con me ti sbagli di grosso! Ed ora sii gentile finisci di tagliare l’erba e rimasto tutto il giardino sul retro della casa.>>

 

 

 

40 minuti dopo, sporco di vernice e sudato l’intrepido Andrew adocchia un’altra vittima:

 

Shannon è lì, indifesa che legge una rivista femminile. Si avvicina furtivo, questa volta non si farà dire di no!

 

<< Ciao Shannon, come va? Cosa stai leggendo?>>

 

 

 

<< Oh Andrew giusto te cercavo mi hanno chiesto di andare ad aiutare Faith e Xander che stanno ripulendo la mansarda ma oggi ho un dolore alla schiena…lo faresti tu al mio posto? Ti prego sii buono!>>

 

 

 

50 minuti dopo, più morto che vivo decide di infinocchiare qualcuno che di sicuro non capisce quello che sta dicendo.

 

 

 

<< Ciao Cho Ann, come va? Lo sai che oggi sei proprio carina? Non ti ho mai vista così radiosa>>

 

 

 

La cinese si pulisce gli occhi dalla fuliggine di cui è ricoperta sbucando da dentro al camino nel salotto.

 

 

 

<< Andlew tu prende me in giro? Tu essere brutto cafone americano senza onore di uomo!>>

 

 

 

<< C-che?!>

 

 

 

Un quarto d’ora dopo, sudato, tutto nero di fuliggine e stanco morto si avvicina a Vi seduta al tavolino della cucina.

 

<< Allora Vi, so che tu non mi sopporti e che io non sopporto te, ma ti propongo un accordo!>>

 

 

 

La ragazza alza indifferente lo sguardo dal suo libro.

 

<< Cosa vuoi lattante? Se speri di usarmi per avere una stanza tutta per te caschi male! >>

 

 

 

<< Ma…ma come diavolo…>>

 

 

 

<< Tutte hanno capito che vuoi quella stanza! Anche io la voglio, ma la sola idea di dover dormire con te mi fa adorare l’olezzo di piedi che si sente in una stanza di due metri in cui dormono quattro persone!>>

 

 

 

Andrew si alza e la squadra, con uno sguardo da cavaliere ferito nell’onore.

 

<< Rimpiangerai questo affronto piccola Vi, è una promessa! Quando l’aria viziata ti soffocherà in una stanza piena di cacciatrici sudate di ritorno dalla ronda allora ripenserai al tuo caro Andrew!>>

 

 

 

 

 

Nel salone della grossa casa infondo al viale si sono tutti riuniti per discutere le ultime ferree regole del centro.

 

 

 

<< Bene ragazze, da questa sera il nostro centro è ufficialmente aperto! Da questa notte niente più sacchi a pelo o alberghi sudici e scomodi, da adesso avete una casa solida, spaziosa, calda, accogliete e la cosa più importante di tutti da oggi avrete una vera famiglia. Restiamo unite e vedrete che andrà tutto bene!>>

 

 

 

Buffy sta camminando come suo solito avanti e indietro al centro della sala, e tutti gli sguardi sono solo per lei.

 

<< Ora possiamo passare all’assegnazione delle stanze! L’ubicazione delle stanze di ognuna di voi non è scelta a caso, ma è una perfetta difesa in caso di attacco! Nella stanza 4, la prima appena si sale le scale dormiranno Rona, Amanda e Cho Ann. Nella 5 Vi, Shannon e Cassandra…>>

 

 

 

Il discorso “stanze” va avanti per un bel po’ ma alla fine le tre stanze inferiori vengono assegnate a Willow e Kennedy, Buffy e Dawn, Faith e Robin. Mentre Andrew con sua grande sorpresa viene sistemato in una stanza per il momento vuota attigua a quella di Xander. Giles, sorprendendo tutti si sistema nella mansarda, resa abitabile e in cui si è ricavato il suo studio e il suo angolo. Dopo le ragazze vengono avvisate da Willow che la settimana seguente inizieranno il liceo a cui le ha iscritte tutte e fra le proteste generali la banda passa la sua prima notte in una casa da quando Sunnydale è stata distrutta.

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<< TARA! TARA, ti prego tesoro svegliati!>>

 

 

 

Leonard Gilmore afferra la piccola bambina per le spalle esili e tenere, scuotendola. Il volto di Tara è di nuovo pallidissimo, i suoi occhi blu sono persi nel vuoto, dalla sua minuscola bocca aperta scende un rigolino di bava. Una delle crisi della bambina, in cui perde il contatto con la realtà ed entra in un mondo tutto suo, un mondo fatto di streghe, elfi, fate…salici piangenti e torri di fuoco. Qualcuno la perseguita, qualcosa la assilla. E i poveri coniugi Gilmore da circa 4 mesi, dal terzo compleanno del loro angelo visitano incessantemente i migliori ospedali di neurochirurgia, consultano gli esperti più famosi in materia di psichiatria infantile e la risposta è sempre la stessa. La piccola Tara Gilmore soffre di gravi disturbi mentali e di lievi segni di paranoia e schizofrenia. La sua tenera mente e il suo piccolo esile corpo di bimba sono scossi da qualcosa che i suoi pochi tre anni e mezzo non riescono a gestire.

 

Qualcosa dentro di lei lotta per emergere, qualcosa le grida di ricordare e tutte le notti la bambina piange. Deve trovare qualcuno a cui vuole tanto bene. E con le visioni e i ricordi non suoi cresce qualcos’altro, un’altra forza. Tara si trova a fare cose sorprendenti, quando la magia del suo cuoricino di strega si fa sentire nelle sue vene d’un verdino opaco, sotto la sua pelle di porcellana.

 

 

 

La bambina d’improvviso sussulta, volta lo sguardo verso il padre paonazzo e sudato, chino ai suoi piedi.

 

 

 

<< Papà!>>

 

 

 

<< Tesoro mio, cosa hai visto questa volta, dimmelo amore!>>

 

 

 

Sembra innaturale sentir provenire certe parole dalla vocina lieve d’una bimba di quasi 4 anni:

 

<< Una candela, una bella candela dalla fiamma alta alta e ho visto un lupo, un lupo cattivo mi voleva mangiare! E poi la mia bambola dai capelli rossi…>>

 

 

 

<< C’era anche la tua bambola Tara? C’era anche lei?>>

 

 

 

<< Cì, e mi vuole tanto bene perché ha fatto diventare buono il lupo cattivo!>>

 

 

 

Leonard Gilmore si accascia al suolo, scosso dai singhiozzi e dal pianto, distrutto dal peso del dolore e della frustrazione. Ma Laura appare da dietro la porta della piccola stanza con la sua cascata di boccoli scuri che le ricadono dolcemente sulle spalle. Accarezza la testa biondo scuro del marito e sorride al suo piccolo angelo.

 

 

 

<< Papà è stanco, vieni Tara! Andiamo a comprare lo zucchero per fare i biscotti.>>

 

 

 

<< E se mangia i biscotti papà si sente meglio?>>

 

La bambina fissa la madre speranzosa prendendole una delle lunghe mani e seguendola al piano di sotto.

 

 

 

<< Sì tesoro, poi vedrai che starà meglio!>>

 

 

 

Laura Gilmore pettina dolcemente i lunghi, morbidissimi capelli biondi della figlia e la prepara per uscire.

 

< Su coraggio andiamo!>>

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<< Will, Willow ho cronometrato!>>

 

 

 

La strega rossa si alza improvvisamente dal divano e va incontro a Buffy che sta scendendo velocemente le scale con un timer in mano.

 

 

 

<< Cosa hai cronometrato Buffy?! Che hai da essere tanto agitata?>>

 

 

 

<< In questa casa, al piano di sopra si vede una ragazza semi nuda in giro ogni 8 minuti e 56 secondi!>>

 

 

 

Le labbra di Willow si piegano in uno strano sorriso.

 

<< Sul serio, non ho mai capito perché mi hai messa a dormire quaggiù!>>

 

 

 

Buffy assume quella sua tipica aria seria su un argomento pressoché imbarazzante ed esilarante.

 

<< Willow per favore abbandona la dimensione lesbica e torna qua giù! Questa è una cosa seria. Non va bene che le ragazze siano così, così...così>>

 

 

 

<< Così semi nude?>>

 

 

 

<< Sì, bisogna dare loro una regolata! D'altronde qui vivono anche degli uomini, non dovrebbero dimenticarlo!>>

 

 

 

Willow getta gli occhi al cielo per un secondo.

 

<< Buffy calmati! Non è successo nulla in quasi cinque mesi che siamo qui, cosa vuoi che succeda ora?! Le cose vanno alla grande, abbiamo fatto fuori più demoni in questo mese che negli ultimi anni. Le ragazze sono brave, capaci, San Francisco ora è un posto splendido, non si vede più l’ombra d’un vampiro. Perché ti devi fare tutti questi problemi sulle ragazze?>>

 

 

 

Buffy mette il broncio, smascherata nella sua ossessione di trovare problemi, fissa il pavimento.

 

<< Non lo so, è che sono preoccupata!>>

 

 

 

<< Ah! Cosa ti affligge cacciatrice? Dillo a me che sono la tua leale ed intima confidente…>>

 

 

 

Si siedono entrambe sul grosso divano nel salone, di fronte al camino spento.

 

<< È per Dawn! Ultimamente la vedo molto triste, malinconica, ho paura che si senta sola!>>

 

 

 

<< E cosa centra Dawn con le ragazze che vanno in giro semi nude?! A meno che lei non si metta ad andare in giro semi nuda…>>

 

 

 

Buffy sembra restia poi d’un tratto si volta verso la strega rossa.

 

<< Vedi lei ha passato tantissimo tempo sola con te e Tara, siete state praticamente la sua seconda famiglia. Lei adorava Tara!>>

 

 

 

Quel nome, quel nome sussurrato così leggermente da Buffy turba Willow al di là di quanto la bionda cacciatrice si aspetta.

 

 

 

<< Will stai bene?>>

 

 

 

<< S-Sì, sì, non preoccuparti…va avanti!>>

 

 

 

Buffy gesticola incessantemente con le mani e fissa Willow imbarazzata.

 

<< Da quando sono arrivate le potenziali e ci siamo messi in giro per l’america non ha mai avuto modo di stringere amicizie con altre persone…ed ora in tutti questi mesi che vive al centro ancora non sembra essersi fatta delle amicizie al liceo!>>

 

 

 

<< Ma Dawn ha tantissime amiche, non ti devi preoccupare…>>

 

 

 

<< È questo il punto, ha solo amiche…forse l’essere stata tanto a contatto con te e…e Tara, l’essere vissuta per tanto tempo in un ambiente pieno zeppo di ragazze….>>

 

 

 

Willow ride afferrando il senso delle parole dell’amica e la tranquillizza, prendendole una mano.

 

<< Ora smettila Buffy, se stai pensando che Dawn possa avere qualche problema di identità sessuale solo perché vive con un sacco di ragazze sei proprio uscita di testa!>>

 

 

 

Buffy fa una strana smorfia con la bocca, increspando il lato delle labbra e fissando il pavimento con lo sguardo metà preoccupato e metà spaventato.

 

<< Sei sicura? Perché l’unico essere maschile di questa casa a cui Dawn possa interessarsi è Andrew…>>

 

 

 

<< Okay Buffy, preoccupati…e adesso se non ti dispiace credo che andrò a farmi un giretto al piano di sopra. Per…per controllare s-se le ragazze stanno studiando!>>

 

 

 

Buffy ridendo ricorda all’amica che deve andare a comprare il latte per la colazione delle fameliche cacciatrici.

 

 

 

<< Will, frena i bollenti spiriti, devi andare a comprare il latte! Altrimenti le nostre giovanette non possono fare colazione e poi diventano di pessimo umore.>>

 

 

 

La strega rossa saltellante sulle scale si ferma un po’ delusa, piroetta fino all’ingresso e imbocca la porta.

 

 

 

<< Va bene, va bene!>>

 

 

 

****

 

 

 

<< Ecco, reggimi questo tesoro!>>

 

 

 

Le mani affusolate, bianche e dalle lunghe unghia rosse di Laura Gilmore passano delicatamente un pacco di zucchero alla piccola figlia. Si avviano alla cassa, Tara ha di nuovo lo sguardo assente, il volto triste. La donna si rende conto che il suo angelo non sorride più, da tanto tempo. Uscite dal supermercato Laura riprende il pacco di zucchero e si accovaccia per guardare in faccia la piccola Tara.

 

 

 

<< Cosa c’è? Perché sei sempre triste? Fai un sorriso alla tua mamma…>>

 

 

 

Ma le tenere rosee labbra della bambina sono immobili, il suo volto è bianco come la cera, reso vivo solo dal colore verdastro delle piccole vene e dal rosa lieve delle sue guance morbide.

 

<< Lo vuoi un gelato? Ora ne compriamo uno con cioccolato e pistacchio…>>

 

 

 

****

 

 

 

La strega rossa parcheggia e scende dalla vecchia ford comprata da Faith in una concessionaria di auto usate. D’un tratto le si presenta la possibilità di prendere due strade per arrivare al supermercato. Fissa i vicoli delle stradine.

 

“Va a destra!”

 

Avverte l’improvviso ed impellente bisogno di correre verso la 61° strada. Svolta a destra, correndo, poi rallenta il passo, quella strana euforia si sta affievolendo. Si trova sul marciapiede di fronte al supermercato. Le macchine sono troppe, non riesce ad attraversare. Cerca le strisce pedonali.

 

 

 

 

 

<< Vieni Tara, andiamo!>>

 

 

 

La signora Gilmore prende la figlia per mano, quando improvvisamente il cuore della bambina bionda sussulta. Tutto il suo corpo è scosso dall’irrefrenabile bisogno di correre verso l’altro lato della strada. In un lampo sfila la piccola, grassoccia manina dalla presa della madre e si getta in mezzo alla strada…Oltre lo sfrecciare veloce delle macchine, oltre il rumore del traffico intravede una cascata di capelli di fuoco allontanarsi velocemente.

 

Un attimo, un attimo che alla bambina pare un’eternità. Come la scena d’un film vista al rallentatore. Qualcosa dentro di lei grida. Tutte le immagini di un mondo ed una vita non suoi si focalizzano su una donna dal sorriso dolce. Qualcosa dentro di lei le grida un nome…la tenera vocina di Tara tenta di sovrastare ogni altro pesante rumore.

 

 

 

<< WILLOOOW!>>

 

 

 

E la strega Rossa dall’altro lato della strada sente un fulmineo, lancinante dolore al petto, viene presa dall’ansia. Si volta all’improvviso… In un istante le sembra di ritrovare lo sguardo blu d’un fantasma, il cui nome si è perso nel vento.

 

Un solo istante, dentro di lei riemerge feroce il riflesso opaco e lontano d’un angelo ormai dimenticato.

 

 

 

La bambina di 3 anni e 5 mesi si sente improvvisamente troppo felice, le ginocchia le tremono. Il volto della donna a cui vuole tanto bene si fa strada dolorosamente nella sua piccola mente di bimba e nel suo cuoricino di strega. Barcolla, nella sua minuscola, goffa figura sgambettante.

 

 

 

Una macchina ad alta velocità schizza verso la bambina dal fondo della strada. Willow si risveglia improvvisamente dal trance in cui è caduta, una bambina minuscola sta barcollando in mezzo alla strada. La macchina è a circa 7 metri.

 

Laura riesce solo a guardare pietrificata dal terrore una donna dai capelli rossi gettarsi all’ultimo istante sul corpicino barcollante della figlia e pararla con il proprio corpo dalle macchine in corsa, finendo a terra sul marciapiede del supermercato.

 

 

 

<< Oh mio Dio!>>

 

 

 

Willow sente il dolore della caduta, i gomiti e le ginocchia le bruciano. Capisce di essersi strappata i jeans. La testa le pesa, tutto l’avambraccio destro e sbucciato e sanguinante. Ad un tratto fra il dolore percepisce l’esile piccolo corpo della bambina, muoversi lentamente sotto di lei.

 

 

 

<< TARA!>>

 

 

 

Le sue orecchie stentano ad afferrare quel nome, chi lo sta gridando? Chi grida al mondo il nome del suo angelo caduto?

 

 

 

Laura Gilmore si china sulla donna che ha salvato la figlia e le prende la testa fra le mani, tentando di voltare verso di lei

 

<< Come sta? Si sente bene?>>

 

 

 

Willow si mette a sedere sul marciapiede, scossa, frastornata. Intanto incominciano a radunarsi dei curiosi intorno alle due donne e alla bambina.

 

 

 

<< S-sì, sto…sto bene, non si preoccupi!>>

 

La strega rossa si massaggia la testa e il suo sguardo cade sulla bambina distesa a terra, spaventata, ma viva.

 

 

 

<< Come stai bambina?>>

 

 

 

Tara è terrorizzata, sente la madre abbracciarla forte e la voce affettuosa della ragazza che l’ha salvata.

 

 

 

<< Tara, Tara amore mio come stai? Parlami!>>

 

 

 

Lo sguardo di Willow si sbarra sulla madre e la bambina, la sua pupilla si rimpicciolisce. La bambina si divincola dall’abbraccio della madre, tutta sporca e graffiata sulle gambe piccole e bianche si avvicina alla strega. Le accarezza una guancia tagliata e rossa di sangue, e le dà un piccolo, tenero bacio infantile.

 

 

 

<< Grazie Willow!>>

 

 

 

La strega sorride, si crea una piccola fossetta al lato della sua bocca sottile. Nel suo sguardo verde lottano la malinconia e la tristezza contro la gioia e la commozione per il gesto della bambina. Le prende una manina morbida.

 

<< Prego…Tara!>>

 

 

 

Ha di nuovo pronunciato quel nome e d’un tratto le pare di sentire ancora la voce del suo angelo che chiamato torna da lei.

 

<<Come potrò mai ringraziarla, ora la porto in ospedale con la mia macchina è parcheggiata proprio qui vicino!>>

 

 

 

<< No, non si preoccupi, sto bene! Va tutto bene…>>

 

 

 

Ma la signora Gilmore afferra delicatamente Willow per la vita e la aiuta a sollevarsi, gli effetti della caduta sono più dolorosi del previsto.

 

<< Insisto, la prego!>>

 

 

 

Tara sgambetta al fianco di Willow e le prende una mano. La strega rossa guarda sorridendo la bambina e d’un tratto in quei piccoli, languidi occhi blu ritrova tutti i suoi più antichi ricordi, distrutti dal tempo e dal dolore.

 

 

 

 

 

Laura Gilmore fa salire lentamente in macchina una zoppicante Willow e all’ospedale lei e la figlia attendo impazienti nella sala d’attesa. La donna tiene in braccio la bambina, stringendola forte.

 

 

 

<< Tara come…come hai fatto a conoscere il nome di quella signora?>>

 

 

 

La bambina sembra troppo occupata a fissare la porta dove ha visto sparire la ragazza rossa, per poter rispondere alla madre.

 

 

 

<< Tara?>>

 

 

 

Willow riemerge sorridendo dalla porta bianca e Tara le corre incontro abbracciandola, stringendola con tutta la forza che può avere una bimba di 3 anni e mezzo.

 

 

 

<< Va tutto bene piccola, mi hanno solo messo qualche fascia e qualche benda!>>

 

 

 

La rossa ha il braccio destro completamente fasciato, un cerotto sulla guancia e un gambaletto al piede sinistro e si regge su una stampella. Laura si alza e le va incontro sorridente.

 

 

 

<< Grazie signora!>>

 

 

 

<< Mi chiami pure Laura! Lei ha salvato mia figlia…è il minimo che potessi fare. Venga la riaccompagno a casa…Tara, vieni!>>

 

 

 

Willow saltella dietro alla donna dai lunghi capelli neri e Tara sgambetta velocemente verso la madre.

 

 

 

Mentre la grossa macchina sfreccia lungo la strada sgombra Willow sorride alla bambina che ha in braccio, stringendola. Lo stringere quella bambina sconosciuta le dà un senso di felicità indescrivibile. Si sente improvvisamente bene. Le sussurra delle paroline all’orecchio piccolo e freddo.

 

 

 

<< Come fai a conoscere il mio nome?>>

 

 

 

La bambina si volta e messa una manina davanti alla bocca imita la ragazza e le parla nell’orecchio.

 

 

 

<< Tu mi hai regalato una candela grande che faceva tanta luce!>>

 

 

 

Il cuore di Willow incomincia a battere all’impazzata…chi è quella bambina? Quale candela?

 

 

 

<< Si può fermare qui Laura…>>

 

 

 

<< Abita qui Willow? Ha l’aria di essere una casa -famiglia!>>

 

 

 

La strega rossa dà un bacio sulla fronte alla bambina e scende dalla macchina guardando sorridente la donna al volante.

 

 

 

<< In effetti è una sorta di “casa-famiglia”…>>

 

 

 

Willow sente un’improvvisa stretta al cuore, non vuole lasciare quel tenero angelo dai capelli di seta dorata. La bambina le afferra una mano e le stampa un bacino un po’ umido sulla guancia calda.

 

 

 

<< Vieni a trovarmi quando vuoi Tara, ti faccio conoscere i miei amici e giochiamo un po’ insieme, ti va?>>

 

 

 

La bambina si volta verso la madre, sorridendo come non ha più fatto da tanto. Laura fissa quel sorriso speranzoso, gli occhi luminosi della figlia e annuisce, con le lacrime agli occhi.

 

 

 

<< Cì, vengo e porto i miei giocattoli…>>

 

 

 

<< Sì tesoro...ma ricorda, una promessa si mantiene ad ogni costo!>>

 

 

 

Willow sorride e le accarezza i capelli morbidi, d’un tratto come in un flashback improvviso le torna alla mente la sensazione di assoluta pace che ha provato, un tempo, nell’accarezzare i capelli d’una donna morta da tanto.

 

 

 

<< Ciao Tara!>>

 

 

 

Willow rientra in casa, scossa e frastornata da tutto quello che le è appena successo. Sentendo il rumore della porta d’ingresso Kennedy si precipita nel salone, dalla cucina.

 

 

 

<< Amore…>>

 

La cacciatrice scura si pietrifica di fronte alla sua ragazza appoggiata alla stampella, con tutto il braccio destro fasciato. Le si avvicina e le accarezza una guancia, abbracciandola forte.

 

 

 

<< Che hai fatto Amore?>>

 

 

 

La strega rossa si perde nell’abbraccio di quella donna che da più di tre anni dorme nel suo letto. Si appoggia con la fronte fasciata sulla spalla dura. E d’un tratto si rende conto che tutte le volte che quella donna le si allontana torna assillante e lacerante il ricordo d’un angelo caduto. Senza quella cacciatrice dura e testarda si sarebbe persa nel dolore e nello sconforto del rimpianto. Deve molto alla ragazza dalla pelle olivastra che continua incessantemente a tenerla lontana e a difenderla dalla follia della disperazione.

 

Stringendola a sé Willow si sente ancora legata alla terra, si sente viva e protetta.

 

 

 

Ma Kennedy non è e non sarà mai Tara, la sua Tara perduta.

 

 

 

La strega barcolla sulla stampella, la cacciatrice la sorregge, come ha fatto e continua a fare incessantemente da quando l’ha vista debole e sofferente. E quanto dolere e quanta fatica le è costato continuare a proteggere e a difendere quella strega che adora con tutta sé stessa, con l’ombra del riflesso d’un Amore che non riesce a contrastare. Non riesce a confrontarsi e ad eclissare il riverbero sempre presente d’un volto angelico e il ricordo eterno d’un nome, che dimorano ancora nel cuore spezzato di Willow.

 

E quante volte si è soffermata per guardarla in silenzio, leggere un libro o perdersi nel paesaggio, e quanta sofferenza ha provato nello svelare a sé stessa che nel verde opaco di quello sguardo assente non sta brillando il suo nome, ma il vuoto pesante lasciato da un altro nome, perso nel vento.

 

 

 

Ciò nonostante è ancora lì, ancora pronta a sorreggerla. Arresasi all’idea di vivere in eterno accanto alla strega, schiacciata dal peso d’un ricordo d’Amore.

 

Ma non le importa! Può accettare di vivere per sempre all’ombra del nome di Tara; può accettare di non poter mai essere come lei, di non riuscire ad avvicinarsi mai a Willow, quanto quella strega balbettante. Tutto quello che chiede, tutto quello che vuole è poter restare lì, per accarezzare quella donna così forte e così fragile, nelle sue notti di silenzio.

 

 

 

<< Che state combinando? Di là si sta scatenando una rivoluzione, vogliono il latte!>>

 

Faith sbuca dalla cucina e resta in attesa d’una risposta. Kennedy lascia andare Will e la cacciatrice ribelle la squadra curiosa.

 

 

 

<< Ma che diavolo…>>

 

 

 

<< Niente Faith, ho salvato una bambina che stava per finire sotto una macchina!>>

 

 

 

<< Ah! Che gesto altruista, peccato che la tua gamba non la pensi così…il latte?>>

 

 

 

Willow saltella fino al divano, sedendosi con un piccolo tonfo.

 

<<Scusa, non l’ho preso!>>

 

 

 

<< Okay, riferirò alle truppe! Kennedy, Andrew ti cerca dice che dovete usare la macchina di Robin per andare a lavoro!>>

 

 

 

Faith sorride e torna in cucina mentre Kennedy con sguardo preoccupato e un po’ contrariato fissa la strega.

 

<< Perché non mi hai chiamata?>>

 

 

 

<< Non è successo niente…stai tranquilla!>>

 

 

 

<< Potevi e dovevi chiamarmi…>>

 

 

 

Willow sprofonda annoiata sul divano, con un aria esasperata.

 

<< Per dirti cosa? “Ciao tesoro, lo sai sono all’ospedale! Ma mi stanno solo mettendo qualche punto!”>>

 

 

 

Kennedy si volta, arrabbiata, delusa, contrariata.

 

<< Mettila come vuoi, la prossima volta sarei felice di essere avvisata se ti fai male per salvare chissà chi!>>

 

 

 

Afferra la borsa e si avvia verso il portone.

 

 

 

<< Kennedy, aspetta! Scusa…mi dispiace tesoro è…è che non l’ho ritenuto necessario. Non volevo farti preoccupare!>>

 

 

 

Kennedy si ferma, torna indietro sorridente e le dà un bacio sulla fronte incerottata.

 

 

 

<< Ti amo Will!>>

 

 

 

Andrew arriva imbronciato dalla cucina e si piazza di fronte alla cacciatrice con le braccia incrociate e uno sguardo arrabbiato.

 

 

 

<< Cosa c’è?>>

 

 

 

<< Le ragazze si sono mangiate tutti i biscotti… E ora devo andare a lavorare con lo stomaco vuoto! Ma Willow, che hai fatto?!>>

 

 

 

<< Una storia lunga…mi sono buttata in mezzo alla strada per salvare una bambina!>>

 

 

 

<< Peccato che non hai i poteri delle sorelle Halliwell, come nel telefilm “streghe”, avresti potuto fermare il tempo come fa Piper!>>

 

 

 

Willow fa una smorfia, simile ad un sorriso forzato. Kennedy lo guarda e sorride.

 

<< Dai andiamo! Ti porto a fare colazione e vedi di non farti mettere sotto così facilmente dalle ragazze!>>

 

 

 

Si avviano alla porta e Will li saluta con la mano, nella sua mente vorticano ancora le immagini di Tara Gilmore.

 

 

 

<< Ti sembra una cosa facile?! Quelle sono cacciatrici…menomale che ce ne andiamo a lavoro!>>

 

 

 

<< Sì, come se fare i netturbini fosse il lavoro più entusiasmante del mondo…Muoviti!>>

 

 

 

Rimasta sola nel salone la strega rossa tenta di guarire le sue ferite attingendo la forza vitale della terra. Ma viene interrotta di nuovo.

 

 

 

<< Che diavolo hai combinato Will?>>

 

 

 

<< Uff…niente Buffy solo…>>

 

 

 

<< La strega si è gettate fra le macchine di San Francisco per portare in salvo una bambina dalle insidie di una strada del centro! A quanto ho capito.>>

 

 

 

Faith e Buffy si chinano quasi contemporaneamente su i loro due grossi borsoni azzurri, buttati nel salotto. La cacciatrice bionda si volta verso Faith, poi verso Willow.

 

<< Uh e la bambina sta bene?>>

 

 

 

La bambina, quella bambina…Tara, quegli occhi blu e quello sguardo dolce. Deve capire chi è Tara Gilmore.

 

 

 

<< Sì…sì sta bene!>>

 

 

 

<< Tu stai bene?>>

 

 

 

<< Sì, la madre della bambina mi ha accompagnata all’ospedale, ho solo una distorsione al piede destro e mi hanno messo qualche punto sull’avambraccio!>>

 

 

 

Buffy infila i suoi colpitori e il corpetto nel grosso borsone e poi sorride all’amica.

 

<< Quindi stiamo tutti bene, perfetto!>>

 

 

 

<< A che ora è l’esame dei tuoi ragazzi?>>

 

 

 

<< Alle quattro: Passano dalla cintura bianca a quella gialla, sono così teneri!>>

 

 

 

Faith frega un caschetto bianco dal borsone dell’altra cacciatrice e lo infila nel suo, già colmo di bastoni e colpitori.

 

 

 

<< Ah! Non ho mai capito perché perdi tempo con quei mocciosi che non impareranno mai decentemente una mossa di Karate, fai come me insegna difesa personale!>>

 

 

 

Sono ormai tre mesi che la mora ha trovato lavoro in un centro di accoglienza e riabilitazione per ragazze che hanno subito abusi sessuali. All’inizio le è sembrato una follia insegnare difesa personale a delle ragazzine impaurite. Ma lentamente, dentro di lei è incominciato a crescere il desiderio di insegnare loro a difendersi, per farle diventare più forti. Ha imparato a conoscerle e a capirle. Ora è mossa dall’irrefrenabile voglia di far sì che nessuno possa fargli abbassare lo sguardo, mai più. Si sente in dovere di proteggerle e soprattutto di aiutarle a cavarsela da sole.

 

 

 

<< Sembra che adesso il tuo lavoro ti piaccia e pensare che la sola idea di lavorare ti ha subito spaventata!>>

 

 

 

<< Hai ragione Will, ma adesso è diverso! prima un lavoro mi serviva solo per fare soldi mentre ora…>>

 

 

 

Faith non continua, incapace di dimostrare agli altri la sua affezione per quelle ragazze, volta lo sguardo. Buffy e Willow si fissano e si lanciano sorriseti d’intesa.

 

<< Mentre adesso ti piace di più!>>

 

 

 

<< Non sfottere Buffy, anche tu adori quei marmochietti gracilini della palestra!>>

 

 

 

Tutte e due le cacciatrici, costrette a lavorare per mantenere tutte le ragazze e poi felici del proprio lavoro si caricano i borsoni in spalla.

 

<< Sì sì, hai ragione! Ciao Will!>>

 

La strega rossa si barrica nella sua piccola camera al pian terreno. Si getta sul letto, continuando a pensare a Tara Gilmore…solo per un’stante le passa per la mente che quella bambina possa avere a che fare con la donna bionda del suo passato. Si addormenta irrequieta. Quando riapre gli occhi assonnata e ancora stanca intravede nell’ombra uno spicchio del cuscino di Kennedy. L’orologio a forma di stella sul suo comodino segna le 18:30. Strano che nessuno l’abbia cercata…dopo qualche minuto i suoi occhi si richiudono…e d’un tratto nel nero profondo delle sue palpare chiuse rivide l’immagine sfocata di Tara, della sua Tara. Tara Maclay.

 

 

 

 

 

<< Ma guarda guarda chi abbiamo qui?! La strega rossa!>>

 

 

 

Willow si volta all’improvviso, le basta un secondo per guardarsi in torno. I suoi occhi si abituano al buio pesante d’una chiesetta minuscola, intravede una grossa croce di legno, fra le due file di panche. Sente una voce familiare nel buio, ma quel tono sarcastico la fa improvvisamente sobbalzare di paura.

 

 

 

<< Come ve la passate a San Francisco? Avete già dimenticato Sunnydale?>>

 

 

 

Dall’ombra d’un angolo all’estremità della cappella striscia fuori dal buio la macchia bianca d’un torace nudo, cereo. Willow fissa quel volto squadrato, intravedendo quello sguardo di sfida velato dal mistero del guerriero cattivo. Lo spettro biancastro allarga lievemente le braccia, fissando la strega.

 

 

 

<< Cosa c’è rossa, non ricordi più i vecchi amici?>>

 

 

 

Willow arretra, senza capire il motivo della sua paura.

 

 

 

<< Spike…>>

 

 

 

Il vampiro nudo dalla vita in su incomincia a camminare lentamente lungo il corridoio reso tetro dal buio e dall’aria pesante di muffa.

 

 

 

<< Già, proprio io…incredibile non trovi? I morti non possono tornare…>>

 

 

 

Si ferma ad un passo dalla donna, fissandola insistentemente negli occhi, fermo e freddo come una statua.

 

<< Non è vero Willow?!>>

 

 

 

<< Cosa vuoi da me!>>

 

 

 

L’ombra scura gli taglia a metà il volto cereo. Gli occhi di William il sanguinario sembrano intristirsi, mentre recita a sé stesso il dolore dell’anima che brucia nel suo corpo impuro di vampiro.

 

 

 

<< Sono morto per il bene del mondo, strega…o sono stato sacrificato? Buffy mi ha ucciso, salvando il suo Angel! Perché, perché nessuno mi ha amato? Dopo tutto ciò che ho fatto per lei, è stata capace solo di guardarmi e scappare! Ci avete uccisi, abbandonati alla morte…lasciati andare>>

 

 

 

<< C-cosa stai dicendo, chi…chi abbiamo lasciato andare?>>

 

 

 

D’un tratto il bel vampiro abbandonato alza il volto verso l’alto, camminando lentamente lungo le file di panche, recita con voce arrabbiata.

 

 

 

<< Credi che un nome possa riportarla da te? Credi davvero che un nome, uno sguardo e dei capelli biondi potranno ridarti quello che hai perso?>>

 

 

 

Lo sguardo di Willow si fa più duro.

 

<< Di cosa parli?>>

 

 

 

William le si fa vicino e la guarda, freddo nel suo corpo senza vita.

 

<< Di nomi Willow, di nomi…La strega bionda è morta, il suo corpo si è dissolto nel nulla, tu la lasci andare e il suo ricordo sbiadisce dentro di te…>>

 

 

 

La strega si para le orecchie con le mani, cercando di ricacciare dentro le lacrime.

 

<< SMETTILA!>>

 

 

 

<< Lei si è persa! Ci avete lasciati andare…per voi siamo diventati solo nomi…>>

 

 

 

Willow arretra, sbattendo contro la grossa croce.

 

<< BASTA!>>

 

 

 

<<I nomi si perdono Willow e un nome non la riporterà indietro! CERCHI LE NOTE LONTANE D’UN’ALTRA MELODIA NEL SUONO DEL NOME D’UNA BAMBINA…cosa cerchi veramente?>>

 

 

 

Il vampiro dà le spalle a Willow, dal fondo della chiesa. D’un tratto si volta, lentamente: i suoi occhi all’improvviso dolci, sono velati di lacrime.

 

 

 

<< Cosa cerchi strega? Voi ci avete uccisi…>>

 

 

 

Mentre cammina piano verso la strega, altre decine e decine di ombre strisciano fuori dal buio, come partorite dall’oscurità, sussurrando parole incomprensibili. Nell’ansia la strega riconosce Anya, quasi tagliata in due; Chloe, con lo sguardo perso; Annabelle, piena di sangue; Molly, colpita mortalmente allo stomaco.

 

E più in fondo, avanzano lentamente altri fantasmi della vita di Willow Rosenberg. Intravede Warren, nel suo orribile corpo scuoiato; Johnatan; Joyce Summer, pallida, assente, mentre la fissa negli occhi. Tutti coloro che ha lasciato andare…eppure neanche il più pallido riflesso d’una strega bionda.

 

 

 

Lo sguardo di Spike vacilla fra le lacrime e la rabbia, mentre la sua voce roca e profetica sussurra lentamente:

 

<< Ci avete dimenticati…siamo solo nomi, solo nomi nel vento >>

 

 

 

 

 

BIRTH,

 

IO SONO TARA

 

 

 

 

 

Dopo mille battaglie; dopo altrettante vittorie; dopo lacrime salate quanto amare; dopo mille sorrisi e mille cicatrici ancora troppo visibili, la cacciatrice ha vinto, ancora, ha vinto la sua ultima battaglia come l’“unica”. Ma la vita rilassata e organizzata di San Francisco non riesce lo stesso a coprire quelle mille cicatrici vistose sui cuori dei guerrieri di Sunnydale. E dietro i loro occhi luminosi, dietro gli sguardi speranzosi, dietro quelle labbra piegate con troppo sforzo, in quello che deve sembrare a tutti gli altri un sorriso, si cela ancora il dolore, il rimorso, l’odio per se stessi e per quei nomi, persi. Hanno tentato di dimenticare; hanno rinunciato ai ricordi; hanno ucciso la memoria, intrappolato nel più profondo dei loro cuori volti e nomi. Ma non si può comandare il vento, l’alito di Eolo soffia nella direzione che al dio diletta. E come un tempo portò quei nomi lontano ora li spinge con forza verso San Francisco. Strisciano vicino all’orecchio di chi li ha dimenticati e il sibilo del dio li pronuncia col vento del mattino.

 

Una bambina cerca disperatamente di ricordare qualcosa che non doveva dimenticare, ignara del senso della propria esistenza, ignara del significato del proprio dolce, tenero nome.

 

Una donna ritrova negli occhi infantili e rotondi d’un’infante il senso della propria vita, nel suono del suo nome quell’amore che ha lasciato il vuoto nei suoi verdi occhi di strega di Salem.

 

Una bambina, solo una bambina!

 

 

 

SECONDA PARTE

 

 

 

STORIE DI FATE

 

 

 

 

 

“CERCHI LE NOTE LONTANE D’UN’ALTRA MELODIA NEL SUONO DEL NOME D’UNA BAMBINA…COSA CERCHI VERAMENTE?”

 

 

 

 

 

<< Willow, Willow svegliati!>>

 

 

 

La donna si sveglia all’improvviso, in un gesto istintivo alza di scatto la testa dal cuscino. I suoi occhi dilatati tentano di ritrovare nell’ombra le sagome raccapriccianti del vampiro e degli altri fantasmi della sua vita. Nel panico e nell’affanno sente due grosse mani stringerle le spalle piccole. Xander la preme, tentando di calmarla, Willow si volta verso l’amico, con il volto bianco e sudato.

 

 

 

<< Calmati Will, ci sono io!>>

 

 

 

<< Xan…Xan, dov’è, dove sono? DOVE SONO ANDATI?>>

 

 

 

<<Chi? Stai calma!>>

 

 

 

La strega non riesce a calmarsi, il suo respiro è affannato, i suoi occhi ancora spaventati e persi nel buio della sua stanza da letto al primo piano del grosso centro per cacciatrici, tentando di ritrovare William il sanguinario che sa della bambina bionda.

 

 

 

<< Tutti…Tutti! Lo abbiamo fatto Xander, lo abbiamo fatto! È giusto? È giusto quello che abbiamo fatto?! Li abbiamo dimenticati, tutti!>>

 

 

 

Xander la guarda perplesso, il volto della sua migliore amica è deformato da una smorfia di disperazione, le sue parole vacillano fra il pianto e il timbro della sua voce vibra d’odio per sé stessa. La scuote con forza, costringendola a guardarlo negli occhi.

 

 

 

<< Chi Willow? CHI ABBIAMO DIMENTICATO?>>

 

 

 

Willow lo fissa, nel suo sguardo verdastro si sciolgono dolore, rassegnazione, disperazione, paura.

 

 

 

<< Loro, tutti loro…li abbiamo lasciati andare, abbiamo dimenticato, abbiamo deciso di non ricordare perché faceva troppo male e li abbiamo fatti diventare solo nomi! Sono tutti morti Xander e nessuno ce li ridarà, mai!>>

 

 

 

Sulle guance lentigginose di Willow cadono pesanti molte più lacrime, la sua voce roca scoppia in grida di dolore, miste ai singhiozzi. Xander la stringe e le lingue di fuoco dei capelli della strega gli sfiorano il naso, morbidi e profumati. Il grosso carpentiere sente il corpo esile dell’amica scosso dai sussulti e dentro di lui riemerge il ricordo di chi ha dimenticato, il nome che ha cancellato, il volto che ha offuscato nella nebbia del tempo che cura ogni ferita, ma non quella.

 

 

 

<< Ci sono io Will, non preoccuparti…è stato solo un sogno, solo un sogno!>>

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<< Non devi farlo mai più! HAI CAPITO?! Non fare mai più una cosa del genere!>>

 

 

 

I capelli biondo spento di Leonard Gilmore sono scompigliati, la sua fronte scura è aggrottata, madida di sudore, le vene gli sporgono gonfie dalle tempie e la carotide si dilatata sulla gola scura. Guarda severo e impietoso la minuscola figlia, seduta a tavola di fronte alla madre. La bambina bionda dal volto rotondo, labbra grandi e occhi profondi fissa il piatto, con le lacrime appese alle lunghe ciglia bionde, impaurita dal padre, ma con il pensiero rivolto ai capelli rossi di Willow e al suo odore. Non aveva nessun profumo, ma Tara ha percepito dirompente e lacerante un odore muliebre, familiare e dolcissimo.

 

 

 

<< Mi hai capito Tara? Non fare finta di non ascoltarmi! Non ci si butta in mezzo alla strada, devi sempre tenere la mano della mamma…sei stata fortunata!>>

 

 

 

Il volto squadrato e un po’ paonazzo dell’uomo si volta verso la bella moglie. I suoi occhi riflettono la paura e la spossatezza d’un padre stanco.

 

 

 

<< Chi l’ha salvata?>>

 

 

 

Laura alza gli occhi piccoli e blu dal piatto e guarda il marito, senza sorridere.

 

 

 

<<Una ragazza, Willow! L’ho portata in ospedale…>>

 

 

 

<< E come sta?>>

 

 

 

<< Bene, le hanno messo qualche punto, aveva una distorsione al piede…>>

 

 

 

Laura guarda il marito, fissa il profilo curioso del suo naso grande, i suoi occhi rotondi, contornati da occhiaie profonde, la pelle rossiccia delle guance solcata da una cortissima barbetta bionda, un’ulteriore segno della stanchezza dell’uomo. Leonard le prende una mano. La donna si perde nel constatare la differenza fra quella del marito e la sua. Le sue lunghe unghie rosse, perfettamente curate, le mani lisce, bianchissime, morbide e le dita lunghe e callose del marito che le accarezzano il dorso. Torna a fissare gli occhi scuri e stanchi dell’uomo.

 

 

 

<< Sei stanco amore mio?>>

 

 

 

<< No, tu mi aiuti! Sei sempre così perfetta, così bella…niente riesce a piegarti!>

 

 

 

Laura si volta verso la figlia che fra la paura e le lacrime ha afferrato il suo biberon e si è seduta sul tappeto del salotto. Qualcosa l’ha piegata, qualcosa che lei non è riuscita ad affrontare con la forza che avrebbe voluto.

 

 

 

<< L’ho vista sorridere oggi Leonard, sorrideva! Quella ragazza l’ha fatta sorridere, Tara non fa altro che ripetere che deve tornare a trovarla! Ha detto che Willow è una strega…parla di candele e altro. Spero che quella donna possa aiutarla!>>

 

 

 

Leonard non smette di accarezzare la mano bianca della moglie e si volta verso Tara. È stanco, quella bambina gli sta succhiando la vita, Laura continua a mostrarsi così forte ma in realtà sta cedendo. Tara rischia di far male a sé stessa e a chi le sta intorno con la sua demenza che continua a degenerare.

 

 

 

<< No, Non sono d’accordo! Non rivedrà mai più quella donna e tu non ce la porterai…>>

 

 

 

<< Ma cosa stai dicendo Leonard!>>

 

 

 

<< Il professor Thomàs ha detto che gli squilibri mentali di Tara non danno segni di miglioramento…Laura!>>

 

 

 

Lo sguardo della signora Gilmore si perde nell’immagine della tenera figlia seduta a terra nel suo minuscolo pigiamino intero, intenta ad affrontare chissà quali storie di streghe, vampiri, chiavi lucenti, candele superfiammeggianti…

 

 

 

<< Non è pazza! La mia bambina ha solo una fervida immaginazione…le piace inventare storie Leonard, non chiamarla pazza per questo!>>

 

 

 

L’uomo afferra Laura per le spalle e la volta verso di sé, scuotendola con forza, rabbia, frustrazione.

 

 

 

<< Come faccio a non chiamarla pazza?! Smettila di credere nei sogni Laura! Sta male, non è una bambina come gli altri, non lo sarà mai…Credi che non soffra per questo? Cosa credi?>>

 

 

 

<< Smettila mi fai paura!>>

 

 

 

Tara si volta di scatto verso i genitori, si pietrifica di fronte allo sguardo impaurito della madre e al gesto rabbioso del padre.

 

 

 

<< MAMMA!>>

 

 

 

<< Sono stanco Laura, sono stanco delle sue streghe e di tutto il resto! Non è più la nostra bambina, non lo vedi? Guardala!>>

 

 

 

Tara lascia cadere a terra il biberon, uno spruzzo di latte cade sul tappeto rosso spento. La piccola strega si getta correndo goffamente verso la madre, aggrappandosi ai suoi pantaloni e tirandola.

 

 

 

<<Mamma perché non mi vuoi bene?>>

 

 

 

Laura si divincola dalla presa del marito e lo guarda con rabbia e odio mentre si inginocchia a terra e stringe la figlia singhiozzante.

 

 

 

<< Ti amo tanto bambina mia, scc…non ti preoccupare!>>

 

 

 

Leonard si riprende, barcolla. Cammina avanti e indietro nella piccola cucina, portandosi le mani alla testa in un gesto di frustrazione.

 

 

 

<< Domani la porterò dal professor Thomàs, il suo centro per malattie mentali è il migliore di tutto lo stato, lì starà bene e Thomàs mi ha assicurato che è l’unico modo per aiutare Tara!>>

 

 

 

La voce di Laura vibra decisa, forte, quasi arrabbiata:

 

<< Non porterai via mia figlia!>>

 

 

 

<< Laura ragiona, non siamo pronti ad affrontare questa situazione, non eravamo pronti neanche a fare i genitori! Tara sta male, noi non possiamo più aiutarla. Thomàs…>>

 

 

 

Laura stringe Tara, la bambina si sente mancare il respiro, compressa contro il petto della madre. La donna avverte le lacrime della figlia bagnarle il maglione.

 

<< Me ne frego di quello che dice Thomàs!>>

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<< È molto strano Willow, devo ammetterlo! Ma secondo me è solo un banale sogno, non c’è bisogno di allarmarsi tanto…>>

 

 

 

Giles cammina lentamente nel grosso salone, con gli occhialini in una mano, la sua ampia fronte aggrottata e qualche vena sporgente dalle tempie vistose. Willow, sprofondata nel divano lo guarda preoccupata.

 

<< E se non fosse così Signor Giles? Insomma è stato raccapricciante…vero, vivo!>>

 

 

 

Buffy guarda l’amica dal divano di fronte, i suoi occhi dolci di spietata cacciatrice sono velati d’un’impercettibile alone d’invidia.

 

 

 

<< Cosa voleva Spike da te? Di cosa ha parlato?>>

 

 

 

<< L-Lui ha parlato di…di persone che abbiamo dimenticato e, e di nomi!>>

 

 

 

Robin osserva la scena silenzioso, cercando di capire a modo suo tutta la faccenda, prima degli altri, ma qualcosa gli sfugge.

 

<< Nomi?!>>

 

 

 

<< Sì, Nomi!>>

 

 

 

Faith interviene più o meno convinta delle proprie parole, spostando velocemente lo sguardo da Willow a Buffy a Giles.

 

<< Forse è qualcuno che vuole usare i nostri fantasmi per tormentarci, per farci disperare!>>

 

 

 

Lo sguardo di Buffy si illumina e i suoi occhi si riempiono di paura.

 

<< Il Primo!>>

 

 

 

<< No, no Buffy! Credo che il primo possa fare ben poco ormai. Ora che abbiamo ristabilito il naturale equilibrio fra il male e la stirpe delle cacciatrici il Primo ha su di noi lo stesso potere che aveva prima che l’equilibrio fosse spezzato…>>

 

 

 

<< Ovvero?>>

 

 

 

<<Ovvero Dawn, può farci male tanto quanto ha potuto fino a quando Buffy non è stata riportata in vita!>>

 

 

 

Xander fissa l’alto signor Giles che come sempre tenta di spiegare le cose, complicandole. Il carpentiere si volta verso la ragazzina e le sorride.

 

<< In poche parole Dawn, non può farci assolutamente niente, non ha alcun potere! Se vogliamo trovare un colpevole dobbiamo cercare qualcun’un altro o qualcos’altro!>>

 

 

 

<<Sei sicura di averci detto tutto Willow?!>>

 

 

 

<<Certo…sì!>>

 

 

 

Buffy si volta verso Giles, poi verso Willow.

 

<< Ragazzi non abbiamo tempo di rincorrere nemici immaginari, l’ultimo rapporto ha evidenziato problemi a sud…Kennedy!>>

 

 

 

La giovane cacciatrice scura si alza dal posticino che si è ricavata accanto alla strega.

 

 

 

<< La quinta pattuglia ieri sera ha incontrato un piccolo, insolito problema!>>

 

 

 

Kennedy afferra un sacco ed estrae un qualcosa di orrendo, Dawn si copre gli occhi inorridita, Andrew sobbalza e si rifugia dietro la piccola Summers.

 

 

 

<< Questa è la testa del problemino Kennedy?>>

 

 

 

<< Sì Faith!>>

 

 

 

<< Fammela vedere tesoro!>>

 

Al sentirsi chiamare tesoro la ragazza scura sussulta impercettibilmente e porge la testa umana alle mani protese della strega.

 

 

 

<< MM…strano! Si direbbe la normale testa d’un uomo sui quarant’anni…>>

 

 

 

<< Le ragazze hanno detto che le ha attaccate in modo molto poco umano! Amanda e Shannon sono rimaste in camera tutto il giorno…si sentono come svuotate!>>

 

 

 

Kennedy si siede sul divano accanto a Buffy, tutti fissano Willow che ammira la testa.

 

 

 

<< È una sanguisuga!>>

 

 

 

Esclamazione unanime:

 

<< Cosa?>>

 

 

 

<< Sì, è un demone sanguisuga, hanno forma umana ma…>>

 

 

 

La rossa apre con forza la bocca del demone, facendo attenzione a tenere la testa lontana. Non appena la mandibola si abbassa una lunga e viscida lingua scivola fuori in uno scatto fulmineo e cerca per qualche istante di attaccarsi a qualcosa. Alla base del lungo muscolo, liscio e rosso si trova una sottospecie di ventosa con piccoli canini appuntiti.

 

 

 

<< Ecco la prova che questa è la testa d’un demone sanguisuga!>>

 

 

 

Tutti i presenti si avvicinano a Willow, la lingua fa ancora qualche movimento involontario, come fosse la coda mozzata d’una lucertola. Buffy fa una smorfia di disgusto.

 

<< Em…cosa fanno esattamente questi cosi, Will?>>

 

 

 

<< Vanno in cerca di potere, funzionano un po’ come segugi e un po’ come parassiti. Cercano il potere e quando lo trovano lo…succhiano via alla vittima!>>

 

 

 

Il signor Giles mette gli occhiali e studia la testa demoniaca, in particolare la base a ventosa della lunga lingua e continua la descrizione della creatura:

 

<< La loro lingua assomiglia a quella dei rospi, o dei camaleonti: scatta fulmineamente e cattura la vittima. Solitamente i piccoli canini alla base si conficcano nella carne, all’altezza del cuore o della bocca, dandogli così il tempo di assorbire il potere del poveretto. Hanno forma umana, solitamente è impossibile riconoscerne uno, molte delle loro vittime finiscono in coma irreversibile. Assorbono ogni genere di potere: Magico; mistico; fisico, intellettivo…qualsiasi forte energia!>>

 

 

 

Dawn è l’unica non troppo interessata alla testa mozzata.

 

<<Delle vere e proprie sanguisughe insomma!>>

 

 

 

La cacciatrice ribelle guarda la piccola Summers che sta per vomitare poi volta lo sguardo, materna, verso le grosse scale scure.

 

<< Shannon e Amanda sono state fortunate!>>

 

 

 

****

 

 

 

Non riesce a chiudere gli occhi, anche solo per un istante. Il cuscino le sembra troppo duro, le lenzuola troppo strette. Ha voglia di urlare, strapparle. L’aria della notte è pesante, la intrappola in una sorta di cappa di torpore soporifero, ma lei non riesce lo stesso a dormire…e il silenzio la blocca, la avvinghia, la opprime, la terrorizza. L’orologio lampeggia le 4:35. Manca poco e tutto finirà, potrà riposarsi tranquilla, dormire, rilassarsi. Ancora poco e sua figlia le dirà “ciao mamma!”. Nella sua mente vorticano ancora confuse ed insensate le parole del marito, quelle parole così ingiuste e così vere:

 

 

 

“Quello che è successo oggi potrebbe accadere ancora: noi non possiamo controllarla sempre, non saremo con lei ogni istante. Quella ragazza poteva morire, potrebbe succedere lo stesso anche a te. Tu potresti farti male, morire…Non voglio rischiare di perdere mia moglie per quella bambina!”

 

 

 

“quella bambina”…la sua bambina, sua figlia. Eppure più la pazzia di Tara aumenta, più il suo corpicino di bimba viene scosso dai sussulti delle sue solite crisi, più Laura sente la sua bimba dolce e timida allontanarsi, svanire dietro gli occhi blu intrisi di follia di quella che sembra diventare sempre più un’altra persona.

 

 

 

<< Tara!>>

 

 

 

****

 

 

 

<<Willow, aspetta! Devo farti vedere una cosa importante…>>

 

 

 

Le otto e trenta e la cucina del centro è già invasa da ragazze con occhi gonfi, grossi pigiami, facce stanche e arie assonnate. Dawn lascia la scatola di cereali al miele che è riuscita ad afferrare nella mischia e si lancia verso la strega con una grossa, consumata pergamena in mano.

 

 

 

<< Io e il signor Giles abbiamo fatto quell’incantesimo di localizzazione che avevi chiesto!>>

 

 

 

<< Oh perfetto Dawn! Dov’è Giles?>>

 

 

 

<< È andato al fast food con Xander e il preside Wood! Oggi avevano il turno anticipato di mezz’ora.>>

 

 

 

Amanda e Rona ridacchiano fra loro, divertite. Cercano di soffocare le risa nascondendosi dietro le grosse tazze di cereali.

 

<< Ehi Rona perché non andiamo lì e ci mettiamo a fissare Xander che pulisce i pavimenti?>>

 

 

 

<< Ah ah ah, così si sente osservato e sì arrabbia!>>

 

 

 

<< Adesso basta ragazze!>>

 

 

 

<< A lavoro, forza!>>

 

 

 

Buffy e Faith radunano le ragazze e incominciano l’allenamento mattutino in giardino mentre Andrew e Dawn si siedono sul divano ai due lati di Willow che fissa la pergamena incuriosita.

 

 

 

<< Vedi Will? L’incantesimo ha evidenziato 6 intense forze magiche a San Francisco… tre in questo quartiere, l’altra vicino alla sessantunesima strada. Una qui al centro. E per finire una molto isolata vicino alla biblioteca pubblica!>>

 

 

 

Sulla carta ruvida e consunta della grossa pergamena brillano ad intermittenza quattro luci diverse. Tre puntini gialli agglomerati in uno dei più bei quartieri della città; un secondo punto blu molto opaco, quello del centro di un vivo verde smeraldo e l’ultimo più isolato dagli altri, di una fortissima luce rossa, non molto lontano dalla biblioteca. Gli occhi di Willow riflettono in modo opaco le quattro luci, poi si concentrano sulla terza. Il verde dolce dei suoi occhi si riempie e si mescola al riflesso vermiglio ed intenso del minuscolo punto luminoso.

 

 

 

<< È della terza luce che dobbiamo preoccuparci ragazzi!>>

 

 

 

Andrew volta la carta verso di sé, studiando le luci e soffermandosi su quella blu.

 

<< Cosa? Io trovo strana questa!>>

 

 

 

<< Vedi Andrew il giallo indica che l’afflusso magico di queste tre entità è positivo. Mentre quella blu è un’energia molto forte, ma indistinta…come se si stesse ancora sviluppando, non ha una natura precisa, è solo…forza!>>

 

 

 

Andrew accarezza la luce verde smeraldo, ridendo.

 

<< Questa sei tu vero? Dentro di te lottano magia buona e cattiva. Anche se teoricamente sei uno strumento della magia nera e quindi il tuo colore è una sorta di via di mezzo!>>

 

 

 

Willow lo fissa stupita e un po’ contrariata per la dura definizione, poi si rende conto della veridicità delle parole del ragazzo.

 

<< Sì Andrew, hai ragione! Il colore dell’erba fra il blu del cielo e del mare!>>

 

 

 

<< E la terza Will?>>

 

 

 

La strega rossa si volta preoccupata verso la giovane Summers, le sue labbra sottili si piegano in un impreciso, forzato sorriso che dura una frazione di secondo, i suoi occhi sono preoccupati.

 

 

 

<< Credo che dobbiamo chiamare Buffy!>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

<<MAMMAAAA…>>

 

 

 

Il portone del numero 77 in fondo alla strada si spalanca bruscamente. La figura strampalata di Leonard Gilmore viene accecata dal sole del mattino. L’uomo corre verso una grossa auto scura parcheggiata nel vialetto. Un piccolo fagotto si dimena nelle sue braccia stendendo disperatamente la manina grassoccia verso la bella casa in stile inglese.

 

<< MAMMAAAA>>

 

 

 

<< NON PORTALA VIA!>>

 

 

 

Una donna si getta dietro a Gilmore,terrorizzata. I suoi lunghi capelli neri e le sue lacrime di madre disperata si perdono entrambi nella brezza leggera dell’allegra stradina di San Francisco. Negli occhi grandi e scuri dell’uomo si smarriscono paura, rabbia, determinazione e sconforto. I suoi passi decisi verso la macchina si confondo con il tremore del suo sguardo stanco, l’incuria del suo viso, il disordine dei suoi capelli biondo scuro. Tara grida, mentre i suoi capelli morbidi di seta sfiorano le guance pungenti del padre, inebriandolo del profumo della figlia che sta abbandonando.

 

 

 

<< LASCIA MIA FIGLIA BASTARDO!>>

 

 

 

<< MAMMAAA…MAMMMAAA>>

 

 

 

Le belle mani di Laura afferrano la giacca marrone e ben stirata del marito. È terrorizzata e frustrata del suo misero pianto di impotenza di fronte alla sua bambina in lacrime, trascinata via. Si sente debole, insignificante, incapace di proteggere la sua Tara, di tenerla con lei. Tutta la sua forza di donna, moglie e madre perfetta si dissolve nelle lacrime salate, che le appannano gli occhi blu intenso.

 

 

 

<< Lasciala ti prego!>>

 

 

 

Leonard non si volta, i suoi occhi vibrano di riflessi argentati, solo una lacrima danza sulle sue guance scure. Gli occhi della bambina sono gonfi, rossi di sangue, di pianto, di dolore, di paura. Urla, la sua vocina sottile ed acuta echeggia nel viale, accerchiando quelle della bella madre. Tenta di gettarsi fra le braccia della donna, una bambola di pezza, dai capelli rosso fuoco le cade a terra sull’erbetta verde, umida di rugiada.

 

Tara la fissa cadere, i suoi piccoli occhi si perdono nel rosso d’una cascata di capelli di stoffa. Un lampo e un tuono echeggiano in quel piccolo cervello martellato, sotto la sua testolina di seta dorata. Un’altra cascata di fuoco, altri capelli vermigli, un altro sorriso, la carne sostituisce la stoffa. E la bambina vede spegnersi quel riso sottile. Una donna cade, sotto il peso d’una forza che doveva riuscire a contrastare. Lei l’abbandona…si allontana, la donna piange…La bambina sente lancinante un’orrenda sensazione: Willow piange e Tara non torna indietro da lei, continua a camminare, convinta che sia la cosa giusta da fare.

 

 

 

<<NO!>>

 

 

 

La bimba si dimena sbattendo i piccoli pugni morbidi sul torace duro di Leonard Gilmore. Scalpita, freme, combatte. Non può, non può lasciare Willow a terra fra le lacrime delle fate, che come la rugiada bagnano la terra ogni mattina.

 

 

 

<<LASCIALA LEONARD!>>

 

 

 

La presa del padre è troppo stretta. Nel blu oceano dei suoi occhi umidi Tara vede Willow a terra che la chiama. Dentro di lei cresce improvviso il bisogno irrefrenabile di trovare la forza…la forza per non andare via, ancora. Non ricorda nulla di ciò che è stato, non ricorda quando o perché ha provato dolore nel correre via, non ricorda! Non sa perché ma dentro di lei sente che ora non può, non può!

 

E quel nome, quel nome gridato con tutto l’ardore del suo cuoricino di bimba di tre anni; con tutta l’energia dei suoi polmoni minuscoli, con tutta la sua voce sottile, le riempie le piccole vene di quella forza che cerca.

 

 

 

<<WILLOW WILLOOOW >>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

<< Quindi ci stai dicendo che a San Francisco c’è qualcosa di più pericoloso di un vampiro?>>

 

 

 

Tutte le cacciatrici sono state riunite nel grosso salone. Faith e Buffy sono sedute ai due lati di Willow, sul grosso divano scuro, entrambe con le braccia conserte e le gambe accavallate. Kennedy ha l’aria annoiata per il mancato allenamento. Vi si è rivolta preoccupata verso la strega.

 

 

 

<< Sì Vi! Credo che al momento le sanguisughe non sono il nostro problema maggiore!>>

 

 

 

Rona sbatte il pugno contro il muro in un gesto di irritazione.

 

<< Non è possibile! Siamo venuti qui per starcene lontani da demoni infermali e apocalissi ed ora ci vieni a dire che una strana entità maligna accumula sempre più forza a meno di dieci isolati da qui!? Non è possibile!>>

 

 

 

Kennedy, appoggiata al muro candidamente ridipinto, scatta in avanti verso la nera.

 

<< Ehi calmati! Willow non ha colpa…il problema c’è punto e basta!>>

 

 

 

<< Tenete a freno i bollenti spiriti! Okay?!>>

 

La cacciatrice ribelle si alza fulminea schierandosi fra le due.

 

 

 

<< Faith ha ragione ragazze! Non possiamo permetterci di litigare adesso, Dobbiamo capire se questa entità magica è una minaccia e soprattutto perché continua ad accumulare energia. Puoi continuare Willow!>>

 

 

 

La strega rossa sorride debolmente all’amica e si volta verso le altre cacciatrici.

 

<< Non so dirvi se l’essere che sta invocando l’energia infera sia un demone o un uomo o peggio uno stregone! So solo che l’entità della sua magia è molto forte e non promette nulla di buono. Qualche giorno fa ho percepito la sua forza ed è per questo che ho chiesto a Giles e Dawn un incantesimo di localizzazione!>>

 

 

 

Buffy tenta di non sembrare preoccupata, nonostante lei e Faith non siano più le uniche cacciatrici, tutte le ragazze le hanno scelte come i loro leader. Le due cacciatrici si squadrano, impercettibilmente. Si scambiano reciprocamente la propria paura e i loro occhi tremano per un paio di secondi. Faith prende il cellulare.

 

 

 

<< Meglio chiamare Robin e gli altri…è una cosa che va risolta subito, prima che ci sfugga di mano!>>

 

 

 

<< Cosa proponi di fare Willow?>>

 

 

 

<<Siete voi le cacciatrici, dovete decidere voi cosa fare, io vi ho solo avvertito del pericolo!>>

 

 

 

La cacciatrice bionda e stanca di dover combattere il male si irrigidisce, squadra intensamente la bella strega rossa che l’ha aiutata in mille battaglie, senza mai tirarsi indietro, senza mai chiedere una tregua. Quella stessa strega che ha rinunciato ad un futuro nelle scuole più prestigiose del mondo, pur di aiutarla…

 

 

 

<< Cosa succede?>>

 

La sua domanda secca vibra di paura premurosa.

 

 

 

<< Niente! Mi sento un po’ giù in questi giorni…ma sto bene!>>

 

 

 

Willow fissa il pavimento, cercando disperatamente qualcosa che non esiste, Buffy le prende una mano, continuando a fissarla. Le cacciatrici si disperdono nella casa, Kennedy rimane in disparte, appoggiata al muro, con le braccia conserte ad ammirare la strega che ama e da cui sa di non essere ricambiata.

 

 

 

<< È per via di quel sogno?>>

 

 

 

<< No, no Buffy! Non ti devi preoccupare…mi passerà!>>

 

 

 

<< Io sono qui Willow, se hai bisogno io sono sempre qui!>>

 

 

 

Buffy le accarezza il dorso della mano bianca, Willow la guarda per un istante e sorride, tentando di non mostrare l’inquietudine che la divora.

 

<< Grazie! Comunque il massimo che possiamo fare è una ricognizione, solo gli elementi più forti, per…per controllare. Verrò anche io!>>

 

 

 

Buffy si allontana. Kennedy continua a fissare la sua strega, quella che vorrebbe fosse la Sua strega. Le sue belle labbra scure non sorridono e i suoi occhi grandi e marroni brillano solo della luce della pelle chiara della rossa.

 

<< Cosa hai fatto strega?>>

 

 

 

Willow alza la testa verso la sua cacciatrice scura, in piedi, contro il muro bianco, che la guarda, la divora con gli occhi, l’ama. Allunga le braccia verso di lei e Kennedy le va incontro.

 

<< Mi vuoi bene Kennedy?>>

 

 

 

La cacciatrice le si siede sulle ginocchia e la stringe, Willow si appoggia contro il suo petto duro di potente cacciatrice.

 

<< Di cosa hai paura?>>

 

 

 

<< Dei ricordi…che i ricordi mi assalgano e mi divorino la vita! Non voglio più ricordare…>>

 

 

 

Kennedy le alza il volto verso l’alto e resta immobile, come accecata dal verde smeraldo dei suoi occhi di strega. Quanto amore prova per lei e quanto dolore intravede dentro quegli occhi che non brillano più.

 

 

 

<< I ricordi non possono essere distrutti! Fanno di noi ciò che siamo, ma non si può vivere in funzione dei rimpianti Amore mio. Se il ricordo di Tara ti fa tanto male affrontalo, non devi dimenticarla o abbandonarla, ma smetti di viverla nel tuo presente!>>

 

 

 

Willow fissa il volto mulatto della cacciatrice dolce quanto forte e impiegabile. Dunque l’ha persa, l’ha persa davvero e per sempre, la sua Tara. Tutti continuano a ripeterle di vivere il presente e nessuno si accorge che il suo presente si è perso con la strega bionda che tenta di dimenticare. Si può continuare a vivere, quando l’unica ragione che ti infiammava il cuore, che ti illuminava gli occhi, che ti riempiva d’amore si è dissolta? La vita continua? I vivi non possono tenere con sé i morti…la morte distrugge e i ricordi feriscono. Un ricordo non dona la vita e il tempo non giova al ricordo.

 

Eppure lei è ancora lì, ancora lì, davanti ai suoi occhi. Pronta a distruggere ogni suo tentativo di uccidere il riflesso che si porta dentro. Lei è ancora lì, infondo al suo cuore, pronta di nuovo a farla vibrare di dolore, di rimpianto; pronta ancora a succhiarle la vita con il suo ricordo; pronta ancora a rubarle le lacrime più amare al solo suono del suo semplice nome. Tara. Può quasi sentire i suoi capelli morbidi sotto le dita che corrono leggere sulla sua testa rotonda. Ma sfiora l’aria e il nulla. Quando ad un vivo si strappa il senso della propria esistenza qual è lo scopo della sua sopravvivenza?

 

Qual è lo scopo, dov’è il senso del suo respirare ancora?

 

 

 

<< Ho paura Kennedy! Non mi lasciare…>>

 

 

 

Kennedy la stringe, con tutta la forza d’una cacciatrice, le dona l’energia del suo cuore grande, che può sopportare ogni dolore ed ogni umiliazione.

 

<< Non ti lascio strega! Non ti lascio!>>

 

 

 

 

 

Willow d’un tratto percepisce un improvviso, lancinante, inspiegabile dolore al petto. Una fitta violenta eppure dolce, una stretta al cuore che la invade di calore e di ansia, di strana felicità e aspettativa. Qualcosa dentro di lei grida: “corri alla porta”.

 

 

 

Il campanello del portone del centro suona debolmente, quasi timidamente, come se chi stesse chiedendo di entrare fosse indeciso se suonare o scappare.

 

 

 

Kennedy si riprende dallo stato di trance in cui è caduta fra le braccia di Willow, si rialza dalle sue ginocchia e corre alla porta, un po’ contrariata.

 

<< Arrivo!>>

 

 

 

Spalanca il portone e il suo volto olivastro si vela di curiosità. Il sottile e nero sopracciglio sinistro si alza, quasi involontariamente.

 

 

 

<< E voi chi siete?>>

 

 

 

Una donna sorride imbarazzata, i suoi lunghi capelli brillano di riflessi d’argento, fra il nero corvino della sua testa liscia. Dietro le sue gambe lunghe fa capolino timidamente una testolina d’un biondo lucente. Gli occhi grandi e dolci d’una bambina squadrano la cacciatrice con diffidenza, paura. Stringe le gambe della madre e si nasconde, in mano coccola una bambola di pezza.

 

 

 

<< Mi scusi, cercavo Willow, è in casa? Sono Laura Gilmore, la madre di Tara!>>

 

 

 

L’espressione del volto liscio e bello di Kennedy vacilla fra la curiosità e lo stupore. Apre la porta ancora un po’. I suoi occhi scuri vorticano dalla donna alla bambina. Possibile che si tratti della stessa Tara, con il cui ricordo combatte da tanti anni?

 

 

 

<< L-lei è la madre di chi?>>

 

 

 

Laura afferra una della manine della bambina e la trascina delicatamente fuori dal suo nascondiglio.

 

 

 

<< Di Tara! Willow ieri ha salvato mia figlia da una macchina in corsa, di fronte al supermercato!>>

 

 

 

Lo stupore di Kennedy aumenta, la strega rossa non ha detto a nessuno, neppure a lei, il nome della bambina.

 

 

 

<<Oh, certo! Ti chimi Tara tesoro?>>

 

 

 

La bambina ondeggia timidamente, poi si fa coraggio e si avvicina a Kennedy che si è chinata verso di lei. Le afferra debolmente una manica della maglietta e la tira più volte, delicatamente, lentamente, per chiamarla. La cacciatrice sorride all’angioletto sulla soglia del centro.

 

<< Che c’è piccola?>>

 

 

 

La bambina sussurra, come se non volesse farsi sentire:

 

<< Puoi dire a Willow ce viene a giocare?>>

 

 

 

La cacciatrice le accarezza la testa, la pelle olivastra delle sue mani contrasta armoniosamente con il dorato chiaro dei capelli di Tara.

 

<< Adesso la chiamiamo e le facciamo una sorpresa, va bene tesoro?>>

 

 

 

<< Cì!>>

 

 

 

Willow è rimasta immobile sul divano analizzando lo strano senso di euforia che l’ha stretta improvvisamente. Cercando di controllare l’incomprensibile fitta al petto. D’un tratto afferra delle parole sottili, una vocina leggera. Il cuore le brucia. Gli occhi si appannano improvvisamente di lacrime di gioia. Sussurra a sé stessa, la voce le echeggia di speranza.

 

<< Tara!>>

 

 

 

Si alza, dalla soglia Kennedy prende per mano una bambina, facendo entrare la donna dai capelli neri. Willow si immobilizza davanti alla piccola e Tara sorride nell’imperfezione dolcissima dei suoi dentini da latte.

 

 

 

<< WILLOW!>>

 

 

 

Tara lascia la mano della cacciatrice scura e si getta verso la strega che l’afferra per la minuscola vita e la solleva sopra la testa, poi la stringe contro il petto morbido.

 

<< Tara!>>

 

 

 

Al contatto fra i loro cuori tanto diversi entrambe avvertono uno strano senso di completamento, di compenetrazione, come se davanti a loro avessero l’altra metà del proprio cuore. Del proprio cuore spezzato e martoriato di adulta disperata; del proprio cuore triste e tormentato di bimba folle.

 

Le gambette esili di Tara si avvinghiano intorno alla vita di Willow, come per non essere messa a terra. Poi la bambina alza la testa dalla spalla della donna, la guarda, le da un bacino sulla guancia calda. L’odore di Willow le brucia le minuscole narici rotonde, le riempie il cervello, porta alla luce frammenti di un passato non suo, d’una vita in cui Willow la chiamava “Amore”. La bambina si spaventa, si prende improvvisamente la testa fra le mani, si sente scoppiare.

 

 

 

<< Che hai tesoro?>>

 

 

 

Tara incomincia a piangere. Willow la culla, la accarezza. Laura prende la figlia fra le braccia, baciandole la fronte.

 

<< Non preoccuparti Willow, è solo una delle sue frequenti emicranie, non è colpa tua!>>

 

 

 

 

 

Dieci minuti dopo Tara dorme sul grosso divano del salone. Inconsapevole di aver trovato ciò che sta cercando da quando è nata; dolcemente ignara di essere tornata a casa, la sua unica, vera casa…gli occhi di Willow. La strega rossa la guarda, sorride. I suoi occhi brillano al candore liscio del volto rotondo della bambina. Le sfiora una guancia, leggermente, dolcemente, è morbida. Kennedy e Laura sono sedute su due poltrone. Laura continua a sorridere, ringraziando Willow. D’un tratto squilla il cellulare della signora Gilmore. Lo cerca affannosamente nella borsa grande. Un numero che non conosce.

 

<< Pronto? Sì, sì sono io…Laura Gilmore! Cosa? Cosa è successo?>>

 

Gli occhi chiusi della bambina si riaprono lentamente, la voce della madre sembra disperata, terrorizzata.

 

<< Può ripetere? No…dov’è? Arrivo subito, mi dia dieci minuti!>>

 

Laura guarda le due donne nel salone, fra le lacrime. Si volta verso Tara, barcolla, fissa il cellulare, si massaggia la fronte.

 

<< Scusate ragazze ma…ma dobbiamo andare! M-Mio marito è stato ricoverato in ospedale…e e devo correre da lui!>>

 

La donna corre verso la figlia, ma Kennedy la ferma.

 

<< Aspetti! La lasci dormire, starà bene, pensiamo noi a lei! Vada da suo marito, non si preoccupi!>>

 

Willow si alza premurosa.

 

<< Kennedy ha ragione, Laura. Non è il caso di portarla in ospedale,non preoccuparti!>>

 

La donna sorride in segno di devozione.

 

<< Ve ne ringrazio tanto! Grazie…>>

 

 

 

<< Non preoccuparti Laura, qui starà bene…adesso corri!>>

 

 

 

Laura Gilmore saluta velocemente la figlia e poi corre verso la sua auto rossa, continuando a ringraziare fra le lacrime.

 

 

 

Nel salone cade il silenzio. Willow fissa la donna dalla finestra mentre vola disperata dal marito. Kennedy si accorge che la bambina ha sentito del padre. Tara si alza e sgambetta verso la finestra, stringendo la bambola di pezza, grande più o meno quanto le sue braccia.

 

 

 

<< È colpa mia ce il mio papà no torna più!>>

 

 

 

Willow si volta verso di lei, stupita.

 

<< Cosa? Perché è colpa tua piccola?>>

 

 

 

La bambina abbassa lo sguardo, come per non farsi guardare dalla ragazza mentre parla.

 

<< Gli ho fatto la bua, però io gli voglio tanto bene!>>

 

 

 

Kennedy si avvicina e si siede a terra, accanto alla bambina. Willow si inginocchia e le accarezza le piccole, tenere spalle.

 

<< Cosa hai fatto Tara?>>

 

 

 

La bambina guarda verso l’alto, dentro di lei è ancora tutto confuso, come sia riuscita a riprendere la sua bambola mentre il padre la teneva stretta.

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<<WILLOW WILLOOOW >>

 

 

 

Tara chiude gli occhi, sente indistinte le urla della madre, percepisce appena le braccia del padre. Urla ancora quel nome. Qualcosa si sprigiona dal suo cuore a metà. Un fascio di luce dorata acceca Laura, investendo completamente Tara e Leonard. Una colonna d’oro sfocato si innalza verso il cielo azzurro di San Francisco.

 

Leonard Gilmore viene spazzato via dalla forza della figlia. Sbatte a terra tre metri oltre il vialetto, contro i vetri d’una vecchia auto, che si frantumano. Laura finisce a terra, tenta di coprirsi gli occhi, per pararsi dalla luce. Tara sente i suoi piedini sull’erbetta bagnata di lacrime di fata. Vede solo luce. La colonna luminosa si opacizza e scompare del tutto. La sua Willow di pezza colorata è lì, a terra, piange.

 

 

 

La bambina la prende delicatamente e la culla fra le braccia, cammina un po’ goffamente verso la madre a terra, che la guarda, con i capelli sconvolti dall’ondata di energia, gli occhi spalancati, pieni di stupore e amore.

 

 

 

<< Tara, cosa hai fatto tesoro mio?>>

 

 

 

Tara le si avvicina e la guarda tristemente, poi le porge la bambola. Leonard Gilmore ha la giacca macchiata di sangue, il viso sconvolto. Continua a fissare la bambina strisciando all’indietro verso la propria macchina e biascicando qualcosa, paralizzato.

 

 

 

<< Chi sei? COSA DIAVOLO SEI?>>

 

 

 

Raggiunge la macchina e mette in moto velocemente, continuando a voltarsi scandalizzato verso quella figura piccola e bassa che ha chiamato “Amore di papà”.

 

Laura prende delicatamente la bambola dalle manine tese della figlia. Accarezza la stoffa, quasi piangendo.

 

 

 

<< Vuoi che ti porti da Willow tesoro?>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

Tara si spaventa, si getta fra le braccia di Willow, singhiozza.

 

<< C’era tanta luce, il mio papà ci è fatto tanto male!>>

 

 

 

<< Non preoccuparti adesso! Scc, non è successo niente, il tuo papà starà bene vedrai!>>

 

 

 

Willow continua ad accarezzarle la testa di seta morbida. Si riempie del suo odore e si sente male nello svelare a se stessa che è un odore di latte, un profumo dolce di pelle infantile e borotalco, di miele e biscotti. La lascia andare e va verso la cucina, scappando da quegli occhi e quel nome.

 

 

 

    << Vado, vado a prepararti un tè, ti va bambina?>>

 

    

 

Kennedy la rincorre. Tara si ritrova sola nel salone e stringe la sua bambola. D’un tratto entrano alcune ragazze e Faith. Cho Ann si accorge della bambina.

 

 

 

    << C’è bambina in casa!>>

 

    

 

Shannon le si avvicina, Amanda sorride. Faith si guarda intorno, cercando qualcuno che le spieghi la situazione.

 

    << E adesso questa marmocchia chi è?>>

 

    

 

Amanda le pizzica una guanciotta rotonda.

 

    <<Ciao piccola, come ti chiami?>>

 

    

 

La bambina stringe la bambola, vacilla, trema.

 

    <<T-Tara!>>

 

    

 

Le ragazze si pietrificano, Faith guarda la bambina divertita e le si avvicina.

 

    <<E così c’è qualcun altro al mondo che si chiama Tara! Credevo che solo quella ragazzina potesse avere un nome così!>>

 

    

 

    <<Perché Faith, è un brutto nome?>>

 

Willow riappare dalla cucina e Tara si nasconde dietro le sue esili gambe.

 

 

 

    <<No Willow, è solo molto, molto insolito e non è un nome comune! Chi è l’orsacchiotto?>>

 

    

 

    << La bambina che ieri ho aiutato davanti al supermercato!>>

 

    

 

Faith sorride ai teneri occhi blu della bimba che sbuca da dietro la strega. Le sue labbra si piegano in un improvviso, dolce sorriso.

 

    <<È bellissima! Come mai è qui?>>

 

    

 

    << Una lunga storia…Dobbiamo occuparci di lei finché la sua mamma non torna!>>

 

    

 

Le ragazze incominciano ad accarezzarle la testa bionda, a tirarle le guance sorridendo e facendole mille complimenti.

 

 

 

    ****

 

    

 

Il telefono squilla, Giles si alza e risponde. Una donna con la voce rauca e bassa chiede notizie della figlia.

 

 

 

    << Certo signora è qui, non si preoccupi! Mi chiamo Rupert Giles, sì Willow è qui, gliela passa subito!>>

 

    

 

Tutte le cacciatrici sono a tavola. Dawn, Andrew e Robin stanno finendo di preparare da mangiare per le ragazze. Buffy arriva con la pizza. E Faith tenta di far mangiare Tara che guarda il piatto con disinteresse, stropicciandosi gli occhi con le manine e appoggiandosi al tavolo, assonnata.

 

 

 

<< Sì, sta bene! Però non vuole mangiare la carne, non sappiamo casa darle!>>

 

 

 

La cacciatrice ribelle rinuncia e passa la forchetta a Kennedy che tenta di imboccare la bambina.

 

<< Dai Tara, forza…ti prego!>>

 

 

 

 

 

Xander la prende in braccio e se la sistema sulle ginocchia. Inforca un pezzetto di carne e lo trasforma in un aeroplano dall’aria poco appetitosa.

 

    << Facciamo così Tara, se tu mangi un pezzetto di carne poi giochiamo a quello che vuoi tu!>>

 

    

 

    << Giochiamo ai pirati?>>

 

    

 

La bambina fissa la benda nera sul volto del grande, dolce carpentiere, accarezzandolo.

 

 

 

    << Dici così per la benda? E va bene, giocheremo ai pirati ma io devo fare Peter Pan!>>

 

    

 

La bambina sorride radiosa, annuisce decisa e spalanca la bocca.

 

    << Cì!>>

 

    

 

    << La mamma ha detto che il tuo papà non è ancora uscito dalla sala operatoria, ha spinto un’altra macchinina e si è fatto un po’ male! Ma starà bene. Mamma viene domani mattina a riprenderti!>>

 

    

 

Willow chiude il telefono e fissa l’amico giocare con quella bambina sconosciuta. In ogni piccolo movimento di Tara Gilmore vede un riflesso lontano e un po’ opaco della sua Tara Maclay. Eppure quella bambina non è il suo angelo caduto, i suoi goffi movimenti infantili, tanto dolci e simili a quelli d’una donna bionda dal sorriso grande e un po’ obliquo, non sono altro che un gioco spietato della mente stanca di Willow e il suo nome, se pure identico non è quello della sua strega bionda, ma solo una spietata, sofferente coincidenza.

 

 

 

Deve convincersi di questo. Ma quella bambina emana un’aura particolare, la stessa strega rossa ha paura di ciò che le succede quando Tara Gilmore la guarda, l’abbraccia. E poi il proprio nome gridato con forza in mezzo ad una strada da una bambina che non ha mai visto; la candela che ha detto di aver avuto da lei, la luce che giura di aver visto far male al padre. Chi è quella bambina e perché il suo sorriso la tormenta?

 

 

 

<< Bene hai finito tutta la carne! Hai visto che non era difficile?>>

 

 

 

<<Cì! Willow, Willow ho finito hai visto? Giochi ai pirati giochi?>>

 

 

 

La bambina si getta su Willow abbracciandola, la sua testa bionda le arriva al disotto dell’inguine. Willow le sorride, ancora immersa nei suoi pensieri. Xander annuisce.

 

<< Dai Will, gioca con noi!>>

 

 

 

<< Posso giocare anche io?>>

 

 

 

Buffy si intromette e la strega sembra riprendersi, accarezza la bambina e fa un cenno di assenso a Buffy e Xander.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

<< Oh no…mi hai ucciso!>>

 

 

 

Buffy enfatizza un colpo di spada al petto e cade con stile vistosamente teatrale sul tappeto del salone. Xander estrae dal corpo di Buffy la spada di Peter Pan: la mazza della scopa. Tara è comodamente seduta sulle grandi spalle del carpentiere.

 

 

 

<< È sconfitto mia fatina, Capitan Uncino è morto!>>

 

 

 

Willow, con in mano una grossa cucchiaia e una bandana nera da pirata urla dal ponte della nave dei corsari: il divano.

 

<< Ma non avete ancora sconfitto il suo fidato aiutante: Spugna!>>

 

 

 

Tara ride, si aggrappa alla faccia del grosso Perter Pan, coprendogli l’unico occhio ancora buono. Willow incomincia a fare il solletico al ragazzo, che barcolla finendo con un tonfo sul divano.

 

 

 

<< Ma Trilli, mi hai tradito!>>

 

 

 

Buffy se la ride, Tara si getta sulla pancia di Xander, continuando a fargli il solletico. La strega si volta verso la cacciatrice con un sorriso radioso, contagioso e gli occhi luminosi.

 

<< Lei è morto Capitan Uncino, non può ridere!>>

 

 

 

Tara si alza e sgambetta verso Buffy con i calzini troppo lungi di Dawn ai piedi piccoli. Si getta sulla cacciatrice bionda, continuando a ridere.

 

 

 

<< Non ci preoccupare, tanto Willow ci fa rivivere…vero Willow? Come quando eri morta e ci ha fatta rivivere! Falla rivivere!>>

 

 

 

D’un tratto i tre ragazzi smettono di ridere. Xander fissa la bambina, Buffy resta immobile a terra, Willow perde la presa della spada di legno, che cade sul tappeto con un tonfo sordo. Un silenzio loquace si insinua nella grossa stanza del centro, al primo piano. Solo il rumore del vento che urla, sbattendo contro le finestre. Le cacciatrici al piano di sopra, qualcuno che ascolta la musica.

 

 

 

<< Io ricordo, falla rivivere Willow!>>

 

 

 

Xander prende la mano della rossa, senza smettere di fissare la bambina che continua, quasi disperata nella sua richiesta. Il carpentiere si accorge della fragilità della piccola e si rivolge alla strega:

 

<< Falla vivere Will!>>

 

 

 

Ma Willow è come assente, continua a fissare il volto angelico della bambina e nella sua mente corrono veloci i ricordi più cari, più dolci, più dolorosi. E la sua Tara torna, ancora una volta dentro di lei e quei ricordi che vuole cancellare si concentrano nell’immagine della sua strega.

 

<< Perché non la fai più rivivere?>>

 

 

 

Tara la prende per mano, Willow sente il cuore bruciarle di calore ed ansia, di nuovo. Si fa trascinare verso Buffy, quasi inconsciamente. Si china sull’amica che le sfiora una mano e la riporta alla realtà.

 

<< Fammi vivere Will!>>

 

 

 

La rossa fa un gesto con le mani, poi prende il volto della cacciatrice e ride, per non mostrare il suo disorientamento alla bambina, cercando di soffocare lo shock nel gioco.

 

<< Oh mio Dio Capitan Uncino, lei è ancora vivo!>>

 

 

 

Le due amiche si abbracciano e Buffy si alza di scatto ringhiando falsamente maligna verso Tara che cerca di scappare ridendo. Xander cinge le spalle piccole della strega.

 

 

 

Dieci minuti dopo Buffy è stesa sul divano con la testa liscia e dorata della minuscola Tara appoggiata sul ventre, le accarezza i capelli morbidi e i suoi occhi corrono da Willow a Xander. Il carpentiere fissa la strega.

 

 

 

<< Sai che non significa niente, vero Willow?>>

 

 

 

<< Sì…sì!>>

 

 

 

Buffy tenta di aiutare Xander, guardando Willow con premura.

 

<< Gli occhi blu, i capelli, il nome, la strana storia che ha inventato…sono tutte solo…>>

 

 

 

Willow si alza di scatto, stizzita e delusa dallo sguardo degli amici, scioccata da una bambina di cui non sa niente e divorata dai ricordi che all’improvviso riappaiono indesiderati nella sua testa, lacerandogli quel suo cuore di strega.

 

 

 

<< Coincidenze! Lo so, basta! Sono tutte solo stupide coincidenze…ma perché, perché non provate a guardarla e a dirmi cosa riuscite a vedere in quegli occhi grandi? Perché non può essere come nelle favole? Perché non posso credere che sia lei e che sia tornata per me?>>

 

 

 

Xander le va incontro,la fissa, alto, dolce, buono, grande.

 

<< È una bambina di poco più di tre anni…Cosa vorresti credere Willow? Che sia Tara? Che sia rinata? Bene, credilo pure, ma non rovinare la vita a una bambina perché non riesci ad accettare che la tua Tara non tornerà!>>

 

 

 

La luce che sta brillando nelle pupille nere di Willow vacilla con la strega, si spegne, mescolandosi ed eclissandosi nelle lacrime del suo sguardo. Arretra, intimorita dalle parole di Xander, dai suoi occhi scuri che le servono la verità su un piatto d’argento.

 

 

 

<<Hai, hai ragione Xan, scusa! Io n-non dovevo…mi dispiace, sono solo un po’ confusa e stanca. Vado a dormire, credo che sia ora di portare a letto anche T…la bambina!>>

 

 

 

La cacciatrice prende in braccio la bambina, la testa di Tara ricadde all’indietro, mostrando il collo liscio e morbido. Buffy si avvia verso le stanze e apre la camera di Willow e Kennedy.

 

<< Che fai Buffy?>>

 

 

 

<< Porto Tara a letto! Kennedy ha la ronda, torna fra circa tre ore con Rona e Mary, nel tuo letto c’è spazio!>>

 

 

 

Willow rimane immobile mentre la bionda adagia la bambina sul grosso letto della stanza e le accarezza una guancia per darle la buona notte.

 

<< Vedi di metterle un pigiama e non prenderti tutte le coperte!>>

 

 

 

<< U-Un pigiama? E dove lo vado a prendere un pigiama per hobbit?>>

 

 

 

Xander l’abbraccia, arruffandole i capelli rossissimi.

 

<< Buona notte ragazzina e vedi di non far cadere a terra la bambina e di non prenderti tutto il letto!>>

 

 

 

<< Ma siete fissati, non la ucciderò e non è vero che mi prendo tutte le coperte!>>

 

 

 

D’un tratto si ritrova sola nell’anticamera semi buia, ad ascoltare il silenzio di una notte che incalza, forse tentando di ascoltare la voce di un angelo dimenticato. Quell’angelo dimenticato che si è portato via il suo cuore e la sua vita. La bambina dorme, raggomitolata intorno alle proprie ginocchia, con i calzini di Dawn che le allungano buffamente i piedini. Willow prende silenziosamente una t-shirt di Kennedy dal cassetto. La maglietta scura copre la bambina fin sotto i ginocchi sbucciati, lasciando nude solo le gambette bianche e i calzini grandi.

 

 

 

Willow si appoggia sul bordo del letto, quasi per non dare fastidio alla piccola Tara, ma la bambina si gira, si agita e trova l’addome della strega da stringere. Si appoggia sul suo seno e si riaddormenta. La rossa si paralizza, incapace di spostare la bambina, incapace di chiudere gli occhi. Quel corpo stretto al suo è così piccolo, quell' odore di latte, di pelle infantile e borotalco è così forte, un profumo di miele le impregna i capelli di seta dorata. È così piccola, una bambina che non ha nulla a che fare con una donna che un tempo le ha sorriso, aprendole le porte del paradiso.

 

 

 

<< Sei così piccola e neppure sai quanto potere ha il tuo nome su di me!>>

 

 

 

I suoi occhi si perdono nel soffitto ridipinto, la sua mente vaga fra il sonno e la veglia, incapace di dormire, di sognare… E i ricordi tornano ancora a tormentarla, mentre le mani tenere della bambina la stringono debolmente, dolcemente. E vaga verso quel paradiso che non è più riuscita a trovare da quando il sorriso un po’ storto del suo angelo caduto si è spento.

 

 

 

<< Quanto vorrei poter credere a quelle storie di fate che raccontavi sempre Amore mio! Parlavi della vita come d’una fiaba lunghissima, scritta con fatica giorno dopo giorno. La magia ti serviva per rendere la fiaba più bella, per trovare il finale allegro, per far sì che la fata ritrovasse la strega, sempre…>>

 

 

 

D’un tratto le parole le muoiono in gola, soffocate dal pianto, dalla tristezza, dai singhiozzi, dai ricordi.

 

<< Perché Amore mio non torni da me? Perché non torni da me?>>

 

 

 

****

 

 

 

<< La vita non è altro che una fiaba un po’ lunga! Non è vero che deve per forza finire sempre male, siamo noi, con le nostre scelte e la nostra forza a decidere come deve andare a finire, Amore mio!>>

 

 

 

Tara sorride dolcemente, mentre accarezza il vermiglio acceso dei capelli della strega appoggiata contro il suo ventre. I loro sguardi si incrociano e Willow smette di sorridere.

 

<< Raccontami un’altra storia, ti prego!>>

 

 

 

Tara le prende il volto fra le mani, le accarezza le guance, la luce dei suoi occhi acceca la rossa.

 

<< Va bene Amore, ti racconterò una storia! C’era una volta una Fata molto timida, sempre triste, non aveva amici. In più, nonostante avesse due splendide ali di farfalla non sapeva volare! Tutto le sembrava stupido, senza senso e credeva di star sprecando tutta la sua vita a terra, mentre le altre fate volavano veloci nel cielo, attraversando il paradiso, accarezzando la luce del sole… Una notte si perse in una grotta, inseguita da ombre scure che volevano inghiottirla. La Fata era spacciata ma arrivò una Strega bellissima, con una cascata di fuoco che le cadeva dolcemente sulle spalle bianchissime. Mise in fuga l'ombra e salvò la piccola Fata timida. La portò nella sua casa nel cuore del bosco e la nutrì con la magia più potente di tutte, l’Amore. La Fata imparò a volare e portò la Strega con sé, oltre le nuvole, volarono veloci nel cielo, attraversarono il paradiso, accarezzarono la luce del sole!>>

 

 

 

Willow alza la testa dalla pancia morbida di quella donna bionda, la guarda, immobile, silenziosa, innamorata, dolcemente, straordinariamente, immensamente, incomprensibilmente appagata dal blu degli occhi di Tara.

 

<< È una storia bellissima tesoro! E vedrai che la strega non abbandonerà mai la sua timida fata…>>

 

 

 

<< Noi siamo per sempre!>>

 

 

 

Willow abbraccia la strega bionda e le appoggia sulla testa di seta morbida il mento bianco. Tara si appoggia contro il suo petto morbido e chiude gli occhi, sente tutta la sua vita battere al ritmo veloce del cuore di Willow. La rossa le sussurra parole dolci fra le coccole.

 

<< Non ti lascerò mai, anche quando morirò troverò il modo di tornare da te!>>

 

 

 

Tara alza la testa verso Willow, con strano stupore negli occhi dolci.

 

<< Strano!>>

 

 

 

<< Cosa?>>

 

 

 

<< È come se avessi l’inspiegabile sensazione di averti già sentito dire queste parole, ma non qui a Sunnydale!>>

 

 

 

La strega rossa gioca dolcemente con i fili dorati dei capelli di Tara, le solletica la pancia, le strofina teneramente il naso contro la tempia calda e liscia.

 

<< Adesso si scopre che abbiamo vissuto un’altra storia, magari nel passato! Che prima eravamo Streghe di Salem che hanno combattuto l’Inquisizione per salvare il loro Amore! E che siamo qui grazie a un incantesimo che ci ha tenute insieme, per sempre!>>

 

 

 

<< Che fantasia Amore mio, comunque è bello pensare che un incantesimo ci tiene unite a dispetto della morte e del tempo!>>

 

 

 

 

 

Tara sente il suo corpo grande e nudo intrecciato a quello della donna, i suoi capelli lisci molto più scuri di ciò che ricordava, le sue braccia stringono Willow, molto più lunghe di ciò che dovrebbero essere. È una donna… e quello non è che un altro di quei ricordi non suoi, un altro frammento di una vita che non ricorda, un'altra perla di un passato che prende vita dentro di lei, quando dorme o quando i suoi occhi si opacizzano e la sua mente si perde. Chi è stata una volta? Perché sente Willow così vicina al suo cuore, perché vede le cose come un’adulta, perché un’altra vita la tormenta? Perché non ricorda ogni cosa?

 

 

 

****

 

 

 

Le lacrime salate le si sono seccate sulle guance calde, le pungono ancora il volto. Non riesce a dormire, ma lo sconforto è colmato dalla visione tenera della bambina che dorme beata sul suo seno, con infantile candore, succhiandosi il pollice piccolo. Intravede una lancia di luce squarciare l’oscurità della stanza. La porta si apre lentamente, scricchiolando. Il volto di Kennedy prende forma nell’ombra e sorride accarezzando la testa di Tara.

 

 

 

<< Sono via solo da qualche ora e già cedi il mio letto a un’altra Tara!>>

 

 

 

Willow le mostra un forzato sorriso. La cacciatrice dalla pelle olivastra sorride, si toglie le scarpe, si infila una maglietta cortissima e si avvia alla porta, silenziosamente.

 

 

 

<< Dove vai?>>

 

 

 

<< A cercarmi un letto! È meglio che non dorma con voi, ho paura di schiacciare la bambina!>>

 

 

 

Willow non si oppone, l’idea di passare un’altra notte senza il calore del corpo della cacciatrice accanto al suo cuscino non la terrorizza più come prima. Quella bambina la sta riscaldando a sufficienza.

 

 

 

<< Buona notte cacciatrice!>>

 

 

 

<< Ti voglio bene strega!>>

 

 

 

La ragazza scura sta imboccando la porta quando Willow la richiama. Kennedy si volta, piena di amore, comprensione, pazienza.

 

 

 

<< Ho ancora paura Kennedy!>>

 

 

 

<< Ricorda Willow, non ti sto dicendo di dimenticare solo di accettare! Non potrai vivere il presente se non chiudi col passato!>>

 

 

 

Chiudere col passato per vivere il suo presente. Il presente è Kennedy? Quella donna le ha insegnato che è ancora in grado di amare, che la sua capacità di sorridere e di far nascere un sorriso non è morta con Tara.

 

 

 

D’un tratto, in un sussurro velato di dolcezza infantile echeggia una voce d’angelo tenero.

 

<< Le fate, ti piacciono le storie di fate Willow!>>

 

 

 

Willow si volta verso la bambina, i suoi occhi blu spalancati nel buio le perforano l’anima, la guardano dentro, la lacerano e la riempiono di strano fervore.

 

 

 

<< C-Cosa?>>

 

 

 

<< Ti voglio bene Willow!>>

 

 

 

La bambina le stampa un bacio tenero sulla mano che la stringe.

 

 

 

<< Te ne voglio tanto…Sono tornata perché ti voglio tanto bene!>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<< Andrew arrivano queste frittelle?!>>

 

 

 

Dawn si affaccia alla soglia della cucina, il ragazzo le sorride. Andrew ha le mani impegnate. Tara non arriva neanche al tavolo con il nasino infarinato, giocherella felicemente con l’impasto delle frittelle. Andrew prende un po’ di farina e la soffia sulla faccia della bambina che starnutisce graziosamente.

 

Dawn la prende in braccio e le lava le manine nel piccolo lavandino. La bambina le si aggrappa alla maglietta, accarezzandole i capelli e sporcandola di polvere bianca.

 

 

 

<< Perché avete usato tutta questa farina?>>

 

 

 

La bambina guarda il ragazzo che le fa l’occhiolino, lei ripete il gesto con aria da folletto dispettoso.

 

<< Per giocare alle fate delle nevi! Andrew però non vuole fare la fatina!>>

 

 

 

<< Io mi sento più un guerriero-ghiaccio, uno di quelli che trasformano tutto in ghiaccio con il solo tocco di una mano, piuttosto che una “fatina” delle nevi!>>

 

 

 

La giovane ed alta Summers prende il piatto di frittelle e si dirige verso la sala da pranzo, con Tara stretta al lato.

 

 

 

<< Andiamo uomo del ghiaccio!>>

 

 

 

<< È guerriero-ghiaccio, prego! E poi a Tara piace giocare con me!>>

 

 

 

<< Ma non so quanto bene le faccia, povera creatura!>>

 

 

 

 

 

Le cacciatrici fameliche si raggruppano nella sala da pranzo. Giles e Robin stanno discutendo nel salone, Faith e Buffy vagliano chi portare alla ricognizione nel quartiere della biblioteca pubblica. Willow, inginocchiata accanto alla grossa libreria sta riponendo degli spessi volumi negli scaffali, mentre Xander li rispolvera dagli scatoloni.

 

 

 

<< Sono stupendi questi libri Giles!>>

 

 

 

<< Sono le nuove perle del consiglio, li hanno trovati in un’abbazia nel sud dell’Italia, credo. Sono molto antichi e preferiscono che sia io a custodirli, dopo quello che è successo l’ultima volta!>>

 

 

 

Faith ride maligna di fronte all’attenzione premurosa della strega verso l’impolverato ammasso di carta antica.

 

<< Ehi rossa, hanno detto che la mocciosetta ieri ti ha sconvolta. Ho sentito qualcosa a proposito di pirati, fate, vascelli…voi tre che facevate gli idioti, tutti insieme appassionatamente e che la creatura ha tirato fuori una storia di resurrezioni, molto molto strana!>>

 

 

 

Giles si volta improvvisamente verso Willow, con un’aura di strana inquietudine, squadra la strega con curiosità, stupore.

 

<< Cosa? Cosa è successo?>>

 

 

 

Xander scopre negli occhi della dolce amica, intimorita dal timbro preoccupato dell’ex osservatore, un velo di angoscia, paura. Si getta come uno scudo umano sul suo corpo esile, tentando ancora una volta ciò che gli riesce meglio: proteggere le persone che ama.

 

<< Niente, non è successo niente!>>

 

 

 

<< Buffy?>>

 

 

 

La cacciatrice bionda squadra l’uomo lievemente stempiato, dal basso della sua piccola figura da combattente invincibile. Poi cede.

 

<< Ieri la bambina ha chiesto a Willow di farmi resuscitare, ancora. Come quando “io ero morta e lei mi ha fatto rivivere”! Ha detto che Willow poteva farlo, che… che se lo ricordava!>>

 

 

 

<< Uh… da paura! Sconvolgente! Ed ora Will? Oltre che lesbica vuoi diventare…>>

 

 

 

<< Risparmiaci il tuo indesiderato sarcasmo Faith!>>

 

 

 

La labbra carnose della cacciatrice ribelle si piegano in un sorriso malizioso, suadente, quasi diabolico. Xander la fulmina con lo sguardo, con i suoi occhi dolci intrisi di quell’amore per Willow, che gli riempie il cuore grande.

 

 

 

Giles cammina lentamente verso la finestra, pulendosi gli occhiali piccoli. Si volta verso Willow, svela al suo cuore il tormento della strega confusa da un nome. La luce di un mattino come tanti, a San Francisco, gli illumina il volto solcato dai segni del tempo e della responsabilità, le cicatrici delle ansie d’un uomo che ha visto decine di apocalissi. La sua voce bassa risuona lentissima nella grossa sala:

 

<< Non badarci! È solo la favola d’una bambina, un gioco! Comprendo come tu ti possa sentire, ma è letteralmente impossibile che lei sia tornata! Riesci a capire Willow?>>

 

 

 

Willow fissa il pavimento chiaro, dentro di lei cresce l’amarezza, l’ansia, il rancore per quegli sguardi seri, che la fissano e la giudicano come la peggiore delle donne.

 

 

 

<< No! Non riesco a capire! E lei non può sapere come mi sento! Voi non avete idea di cosa sa Tara Gilmore… lei, lei mi ha chiamata per nome, quel giorno, per strada, ha gridato il mio nome Giles!>>

 

 

 

Gli occhi della strega si infiammano, la sua voce vibra di passione. Quella bambina la disorienta, la stordisce, la disarma e annienta ogni sua difesa contro un passato indesiderato.

 

<< Mi ha detto che le ho regalato una “candela che faceva tanta luce”… che è tornata perché mi vuole bene!>>

 

 

 

Faith fissa i presenti col suo solito sguardo beffardo, sul suo viso rotondo riappare di nuovo un sorriso malizioso.

 

 

 

<< Bene, magari ti sei scopata la madre e neanche te lo ricordi! Le hai raccontato un po’ di cose, lei ha chiamato la figlia come la tua ragazza morta e ora usa il puffo per riconquistarti! Voi lesbiche siete complicate…>>

 

 

 

Buffy lancia alla cacciatrice un’occhiata di rimprovero duro.

 

 

 

<< Smettila Faith, non fa ridere!>>

 

 

 

Giles continua a fissare gli occhialetti nella propria mano grande, silenzioso, preoccupato, serio, impassibile.

 

 

 

<< Vorrei poterti credere Willow, sul serio! Anche se l’età della bambina è giusta, non riesco a credere che Tara si possa essere reincarnata…e per giunta in un corpo così simile al precedente, con lo stesso nome e che si sia ritrovata qui a San Francisco, all’altro lato della stessa strada dove stavi passando! È impossibile, non c’è nessuna probabilità che ciò avvenga…>>

 

 

 

<<Potrei riuscire a capire, ho solo bisogno di fare un incantesimo!>>

 

 

 

<< Che incantesimo Will?>>

 

 

 

<< Niente di complicato Xander…lo stesso che ho usato quando Faith e Buffy si sono scambiate il corpo!>>

 

 

 

Robin è rimasto in silenzio tutto il tempo, estraniandosi da una conversazione che non lo riguarda, ma ora si volta verso Faith poi verso Willow, deciso.

 

 

 

<< Non credo sia prudente lasciartelo fare! Non devi pensare solo a te stessa, non so se ve ne siete accorti ma la Tara di cui stiamo parlando è una bambina di meno di 4 anni! Se qualcosa va storto potresti traumatizzarla per il resto della sua vita… e se trovassi qualcosa per poter affermare che quella non è una bambina? Cosa faresti? Rinunceresti? Io non credo…>>

 

 

 

Xander si getta contro Robin, in un gesto di rabbia, e lo spinge con forza.

 

 

 

<< Smettila! È di Willow che stai parlando, non di un pervertito pedofilo!>>

 

 

 

<< Ah sì? La stessa Willow che ha scuoiato vivo un uomo; che ha assorbito abbastanza magia nera da riuscire a distruggere il mondo?>>

 

 

 

<< Ma non lo ha fatto, quindi smettila!>>

 

 

 

Gli occhi di Xander sono impossessati da uno strano fervore di rabbia, il suo volto e contratto e teso nella sfida verso il volto serio e duro del ex preside.

 

Robin reagisce malamente allo sguardo provocatorio del carpentiere e ricambia la spinta rabbiosa del ragazzo. Faith si getta fra i due, dividendoli e guardando l’uomo alto e scuro con strana disapprovazione. Robin la guarda per un secondo, come tradito, amareggiato dalla cacciatrice ribelle che non lo appoggia, poi si ritira e si siede, come il più potente dei guerrieri domato da una bambina. Ma non contento di essere messo a tacere rimprovera di nuovo la strega.

 

 

 

<< A costo di andare contro il parere di tutti… io non ti lascerò fare quell’incantesimo, non puoi fare quello che vuoi Willow!>>

 

 

 

Il signor Giles annuisce debolmente col capo, poi si volta verso la ragazza rossa, con gli occhi bassi, lo sguardo dispiaciuto.

 

<< Robin ha ragione, Willow… non puoi fare quell’incantesimo!>>

 

 

 

Willow e Xander si voltano quasi contemporaneamente verso la cacciatrice bionda che un tempo era l’unica difesa dell’umanità contro il male del mondo. Gli occhi di Buffy corrono lungo il volto pallido e lentigginoso della strega, lungo i suoi capelli di fuoco.

 

Quanto vorrebbe poterla aiutare; quanto vorrebbe poterle dire che ha ragione, che può fare ciò che sente nel cuore. Quanto vorrebbe poterle dire di sì, a dispetto d’ogni altra cosa. Infondo quella ragazza merita tutto il suo appoggio e tutto il suo amore, dopo tutto ciò a cui la strega ha rinunciato per non abbandonarla. Ma ciò che una cacciatrice impara nel corso della sua vita da guerriera è il sapere distinguere giusto e sbagliato. E la cosa giusta da fare è un’altra, ed è ben lungi dall’essere ciò Willow vorrebbe. Xander chiede l’aiuto della bella amica, convinto di poter fare breccia nel cuore della cacciatrice che li ha sempre protetti.

 

 

 

<< Buffy?>>

 

 

 

<< Robin ha ragione Xander, Willow non può fare quell’incantesimo! Quella bambina non è Tara, i morti non tornano…E quella creatura non deve essere coinvolta nei tuoi tentativi di farla tornare Will!>>

 

 

 

La strega si irrigidisce, i suoi occhi si sbarrano verso lo sguardo perlato di Buffy, poi si perdono nel vuoto della grossa stanza. Il verde smeraldo del bosco fatato nel suo sguardo amareggiato annega nei riflessi argentei di lacrime silenziose. Tutti in quella stanza la stanno giudicando; la stanno condannando, la stanno abbandonando. Non può neanche tentare di tener viva una leggera fiammella d’una strana speranza, che la penetra e la riscalda. Non può decidere, non può…è già stato deciso che tentare di ritrovare il suo angelo è sbagliato.

 

 

 

 

 

D’un tratto si sentono le risate sottili di Tara dalla sala da pranzo e la bambina appare nel salone sgambettando verso la strega e tentando di tirare dietro di sé una Dawn riluttante.

 

 

 

<< Willow, Willow!>>

 

 

 

La rossa si asciuga le lacrime trasparenti che le sono cadute lente, sulle guance bianche, si copre gli occhi rossi per un istante, poi sorride radiosa voltandosi verso la bambina.

 

 

 

<< Cosa c’è tesoro?>>

 

 

 

Tara continua a tenere saldamente la mano della piccola Summers, scossa, quasi in trance. La bambina la porta verso Willow e la prende per mano, continuando a ridere.

 

 

 

<< Willow io mi ricordo… io ho visto!>>

 

 

 

Willow si accovaccia davanti alla bambina, prendendole il volto morbido e rotondo fra le mani grandi e lisce.

 

 

 

<< Cosa? Cosa hai visto piccola?>>

 

 

 

Tara guarda Dawn per un istante, poi sorride alla strega, orgogliosa di ricordare.

 

 

 

<< La luce! È vero Willow che lei fa tanta luce? Più della candela che mi hai regalato, lei brilla tanto, ed è buona! Io mi ricordo… cì è vero!>>

 

 

 

 

 

Willow si rialza, stordita, scioccata, le lacrime riprendono a caderle lungo il volto cereo. Giles guarda la bambina, incuriosito, preoccupato. Si avvicina lentamente a Tara, squadrandola con aria da professore interessato.

 

 

 

<< E cosa è Dawn, Tara?>>

 

 

 

Gli occhi grandi della bambina cercano quelli dell’ex osservatore, fiero e serio nella sua alta compostezza. Si guarda intorno, si stropiccia gli occhietti, come infastidita, assonnata. Poi va verso una porta e torna stringendo un oggetto nella piccola mano chiusa.

 

Porge la manina al signor Giles e si alza sulle punte, tenera, ignara, dolce, candida, innocente.

 

 

 

<< La ci…ciave!>>

 

 

 

Nella grossa mano scura di Giles cade una vecchia chiave d’una porta della casa. L’uomo fissa l’oggetto, riflette sulle parole della bambina, domanda a sé stesso se sia possibile che quell’angelo di Sunnydale che tutti hanno dimenticato, possa essere tornato a riscaldare il cuore di chi è rimasto. Ma quella speranza dentro di lui viene subito assassinata dallo starnuto tenero e infantile della bambina, che lo riporta alla realtà.

 

 

 

<< Cosa hai raccontato alla bambina, Will?>>

 

 

 

<< Niente, non le ho raccontato niente!>>

 

 

 

Giles si inginocchia, stringe dolcemente le piccole spalle di Tara e la guarda negli occhi, paterno, affettuoso, comprensivo.

 

 

 

<< Ascoltami bene Tara, Dawn non è una chiave. È una bimba come te, non la vedi? Tu non hai visto nessuna luce e non puoi ricordartelo!>>

 

 

 

Tara sbatte il piedino per terra, si agita, si sente oppressa, rimproverata, osservata. Continua a gridare le sue ragioni, con una vocina ansiosa e capricciosa.

 

 

 

<< Cì invese… io ho visto, è vero e si era anche Willow!>>

 

 

 

<< No, non puoi aver visto nessuna luce, Dawn non brilla… non è una chiave, adesso smettila di giocare!>>

 

 

 

Willow si è voltata verso la finestra, incapace di continuare a guardare quella bambina negli occhi. D’un tratto le gambe le cedono e cade a terra in ginocchio, le sue spalle sono scosse dai sussulti d’un pianto che tenta di passare inosservato. Sente la voce della bambina che continua ad invocarla, per aiutarla a difendersi, per dire la verità.

 

 

 

<< È vero Willow, dillo a lui, io mi ricordo, lui non ci ricorda!>>

 

 

 

No! Non può essere la sua fata timida, con ali tanto grandi e tanto belle, ma incapace di volare alta nel cielo d’estate. Non può essere quell’angelo che sta tentando di dimenticare. Perché Tara MacLay la tormenta, perché? Perché Tara Gilmore non la lascia in pace? Una bambina, solo una bambina!

 

 

 

<< Ci prego, WILLOW!>>

 

 

 

Ma nella testa della strega rossa, inginocchiata a terra, ruotano impietose e laceranti solo le parole d’un vecchio amico, d’un fantasma biancastro e lontano:

 

“Cerchi le note lontane d’un’altra melodia nel suono del nome d’una bambina… Cosa cerchi veramente?”

 

 

 

Cerca solo il modo per tornare indietro, per tornare ad un passato che continua ad adorare a dispetto d’un presente che non vuole vivere.

 

 

 

Tara smette di agitarsi fra le braccia del vecchio osservatore, si pietrifica di fronte al corpo piegato e scosso della sua Willow. La fissa. Dentro di lei torna l’immagine d’una strega avvinghiata attorno al suo corpo nudo di donna. Giles allenta l’abbraccio forte attorno alla vita della bambina, la lascia andare. Tara fa un passo avanti.

 

 

 

<< Perché piangi Willow?>>

 

 

 

La voce di Willow vibra fra le lacrime e i singhiozzi, sconsolata, rauca, disperata:

 

<< Perché nessuno mi racconta più le storie di fate!>>

 

 

 

La bambina si avvicina ancora, lentamente, goffamente, non distacca gli occhi dalla sua Willow.

 

<< Ci racconto io una storia! Tu ci ricordi quella della fata ce non sapeva volare?>>

 

 

 

Willow percepisce le sue stesse lacrime caderle nella bocca, il suo stesso pianto otturarle le orecchie, non ha la forza di riflettere sulle parole della bambina, non può farlo, non deve. Tara le si avvicina ancora, le accarezza la testa rossa e morbida con la mano piccola e tenera. La accarezza con candore e dolcezza infantile.

 

 

 

<< La strega ci è persa nella grotta, ma ce le ombe la pendono la fatina non la può ritrovare più! Ce la strega del bosco ci cente sola la fatina la deve aiutare!>>

 

 

 

La strega rossa alza gli occhi umidi verso la bambina che la accarezza immobile, seria e silenziosa. Si specchia nel blu dei suoi minuscoli occhi di bimba e vede una sé stessa sola e disperata, che cerca un angelo caduto in una creatura appena nata.

 

 

 

<< E la strega e la fatina voleranno ancora insieme, Tara? Oltre le nuvole, oltre il paradiso, verso il sole?>>

 

 

 

Tara si avvinghia al collo di Willow, serrando la presa sul suo ventre piatto, con le manine tenere. Le appoggia la testolina di seta dorata contro il petto morbido, la stringe con la forza d’una bambina innocente.

 

 

 

<< Cì, per cempre!>>

 

 

 

 

 

Le due metà del cuore d’una strega bionda di Salem si infiammano dell’antico ardore che l’ha consumate in un tempo lontano, in un bosco dimenticato, sotto una dolce luna piena, unica spettatrice silenziosa ad un incantesimo che è rimasto leggenda.

 

Willow sente incomprensibile il bisogno di stringere più forte la bambina e Tara alza il piccolo volto rotondo e in un impeto irrefrenabile di gioia e completezza si avvicina al respiro della sua strega.

 

La donna stringe fra le braccia la fatina dai capelli di seta e sente il suo cuoricino di bimba battere con strana velocità. La bambina strofina la guancia morbida contro il volto della strega, sente le lacrime della donna bagnarle il volto piccolo.

 

 

 

E d’un tratto, inspiegabile, leggero, inaspettato, dolce, immorale, innocente, imperdonabile…

 

 

 

Willow sente la durezza di dentini da latte imperfetti, contro le sue labbra sottili.

 

 

 

BIRTH,

 

IO SONO TARA

 

 

 

 

 

Secondo il parere di molti è impossibile tornare indietro; secondo le illusioni di tanti non si può rivivere il passato che un tempo hai adorato; Secondo coloro che hanno i piedi per terra chi è scomparso non può tornare, chi amiamo vive solo attraverso ricordo e rimpianto!

 

Ma secondo i pazzi esiste un modo per tornare a sorridere; Secondo gli illusi l’Amore non ha confini, né leggi, regole o termini…Gli angeli caduti possono tornare a cantare di gioia assoluta, vibrando della immensità del loro Amore perfetto…Le fate e le streghe possono tornare a volare nell’infinita dolcezza d’un cielo chiaro, oltre il paradiso, verso il sole radioso. Ma i sogni non sono padroni di questo nostro mondo, e la realtà li distrugge giorno dopo giorno.

 

 

 

 

 

 

 

TERZA PARTE

 

 

 

LA FORMA DELL’ANIMA

 

E

 

IL DISCENDENTE

 

 

 

 

 

Odore acre, pungente, fastidioso: cibo senza gusto; fumo di sigarette illecite nei corridoi; lenzuola sterili; lettini; padelle; odore di medicina e dolore. Odore d’ospedale, disperazione e sconforto nell’aria pesante.

 

E la donna alta e bella fissa le coperte azzurre, sottili, fredde. Terapia intensiva, rumore di macchinari che tengono in vita tanti cadaveri, silenziosi e distanti. Una mano fredda e immobile, adagiata sulle coperte, pelle scura, vene grandi, verdastre, sporgenti; dita lunghe, grosse, dure, bendate. Lei piange su quella mano grande, perdendosi nel rumore ritmico della pompa di ossigeno che tiene Leonard Gilmore legato alla terra.

 

 

 

<< Amore mio, ti prego, ti prego, non mi lasciare! Resta con me Leo, non ce la posso fare da sola, ti prego!>>

 

 

 

Un uomo stempiato, in un camice candido le si accosta con affetto di circostanza, con premura convenzionale.

 

 

 

<< Signora Gilmore lei è stanca, è qui da ieri…vada a dormire! Torni a casa da sua figlia, se ci saranno novità la avvertiremo immediatamente. Vada a casa, suo marito si è stabilizzato, per ora né lei né io possiamo fare più niente, saranno il tempo e la forza di Leonard a decidere!>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

La piccola chiave semi arrugginita che la bambina ha porto allo stanco ex osservatore è a terra, sulla moquette del grosso salone del centro, infondo alla stradina assolata. È caduta con un tonfo sordo, inosservata, indifferente agli sguardi dei guerrieri di Sunnydale. E la potentissima e debolissima strega rossa è lì, a terra, in ginocchio. Singhiozzante di malinconia e sconforto, stretta dal calore e dall’euforia fragile d’una bambina che la tiene fra le braccia piccole e tenere, come fosse la più dolce ed affettuosa delle innamorate silenziose.

 

 

 

I capelli di Willow solleticano le guance tonde di Tara Gilmore. E la fatina bionda sente il cuore batterle troppo forte per poter restare ancora lì, nel suo petto piccolo e piatto. Le sue labbra gonfie e cedevoli, soffici schioccano in uno strano, dolce rumore staccandosi dalla bocca calda e grande della strega in lacrime, paralizzata da se stessa e da quella piccola figura sgambettante.

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Sentì il suo soffio leggero assassinare l’unica fievole luce nella stanza piccola, incontrare il fuoco della candela, combatterlo, ucciderlo per morire poi sul volto di Willow. Erano lì, l’una davanti all’altra, immobili. Rabbrividì dell’oscurità che le inghiottiva e si accaldò alla sensazione delle dita sottili della strega rossa correrle lungo i fianchi, verso la schiena. Percepiva solo la punta delle dita lunghe della donna che era appena entrata in quella stanza, solo i polpastrelli accarezzarle leggerissimi la pelle in fiamme.

 

 

 

Provò uno strano dolore al petto, i polmoni e il cuore bruciarle, scoppiare come mai prima dall’ora, una sensazione irrefrenabile alla bocca dello stomaco, nelle vene, lungo le braccia e le gambe, nelle ginocchia tremanti, fino alla pianta dei piedi.

 

 

 

Era quello l’Amore: quel desiderio irrefrenabile di sentire, di avere per te quel sorriso che ti riscalda il cuore, quel desiderio lieve di possesso e complicità che vuoi a tutti i costi?

 

 

 

Tutto il suo corpo tremante la supplicava di poter stringere il buio che l’accerchiava per trovare il calore e la carne di Willow. Per sentire la strega.

 

Quella strana sensazione di fervore e incontinenza le scoppio nel cuore e sotto il ventre. Avvertì il corpo di Willow sfiorarla, mentre la strega rossa veniva scossa da un’incomprensibile pelle d’oca. Le braccia sottili della giovane strega amica di Buffy Summer la avvinghiarono, la strinsero, in modo forte, quasi avido.

 

 

 

Tara capì il respiro di Willow vicino, fremere per avere il suo dentro i propri polmoni di donna spaventata e vogliosa. La bionda rabbrividì quando la punta del suo naso sottile sfiorò il volto della rossa, correndo poi lungo le sue guance, sulla fronte, le tempie calde, il naso piccolo, vicino alle labbra sottili, avide. Tara avvertì l’euforia di Willow, la sentì scoppiare e d’un tratto nel buio silenzioso eppure impregnato di rumore dolce si sentirono le loro labbra trovarsi, sfiorarsi, cercarsi sempre più, mordersi.

 

 

 

Per la prima volta Tara trovò le labbra di Willow, quella sera, nel buio pesto di quella stanza piccola del Campus. Oz partiva, correndo come mai prima dall’ora, abbandonando Sunnydale, continuando a fissare dallo specchietto la semi oscurità delle stradine notturne che si lasciava alle spalle.

 

 

 

Quelle labbra si trovarono e nell’istante del loro primo bacio entrambe le streghe spaventate dal brivido caldo dei propri cuori in fiamme, non desiderarono altro che morire del respiro affannato dell’altra.

 

 

 

Il lupo fuggiva, mentre l’angelo trovava la strada per il paradiso e spalancava i cancelli per lei e quella donna calda che fremeva sotto le sue coperte disfatte.

 

 

 

****

 

 

 

Il portone di ingresso è spalancato, sulla grossa soglia Kennedy fissa il salone, come pietrificata, terrorizzata, incredula, dietro di lei un’altra donna sbarra gli occhi piccoli e blu sulla sua bambina al centro della stanza, stretta alla strega inginocchiata.

 

 

 

Willow è ancora stretta alla bambina, che l’abbraccia. Tara la guarda con gli occhi infantili velati di lacrime. Ha appena riavuto indietro un altro frammento di un passato che doveva essere stato dolce, quasi perfetto. Ha sentito le labbra d’una strega premere contro di lei e ha rivissuto emozioni che non possono essere contenute in un corpo tanto piccolo, fragile e ignaro.

 

 

 

I loro volti sono ancora vicino, le labbra morbide della bocca piccola di Tara cercano ancora quelle della donna immobile, spaventata più della bambina. Gli occhi di Willow sono serrati, intenti a cercare nel buio il riflesso di un volto, a cercare di trovare quell’odore dolce di donna, fra il profumo di latte e pelle infantile che le riempie le narici piccole.

 

 

 

<< TARA!>>

 

 

 

La bambina si volta improvvisamente, staccando Willow al silenzio della stanza e rigettandola con forza e troppa velocità nel suo inferno di realtà. Tara sorride a Laura impietrita, spossata dalla notte in bianco. La donna cade in ginocchio a 5 metri dalla strega nella sua identica posizione. Willow riapre bruscamente gli occhi, spaventata, il suo sguardo vaga nella stanza, veloce, impaurito. Avverte il corpicino della bambina svincolarsi dalle sue braccia, troppo velocemente, troppo bruscamente, e correre verso la madre che la chiama.

 

 

 

La strega resta lì, come nuda, immobile, lasciata indifesa contro se stessa e i suoi pensieri mentre sente scivolare via il corpo di Tara Gilmore e dissolversi bruscamente la corporeità ritrovata d’un ricordo d’Amore.

 

 

 

Laura Gilmore tende le belle mani alla minuscola figlia sgambettante.

 

 

 

<< Amore mio, vieni dalla mamma tesoro! Vieni qui!>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

<< Ricordate o miei figli adorati, ricordate le parole del padre che mi ha preceduto, a lui affidate il timore e il dubbio che vi indebolisce!>>

 

 

 

Una grossa tunica purpurea striscia lentamente sul pavimento nero e lucido che riflette come uno specchio le immagini della stanza buia illuminata da grosse fiaccole appese alle mura di pietra. Una voce decisa, autoritaria, forte ma giovane vibra nell’ombra della sala del trono. L’eco la riporta al padrone maestosa e imponente.

 

 

 

<< Non lasciate che la paura vi renda deboli, affidatevi a colui che è Padre e che vive nel mio cuore potente!>>

 

 

 

Lo strisciare sinuoso della tunica regale si ferma, incontra dei gradini. Un’ombra scura si siede con fare maestoso su un immenso trono in marmo corvino, striato di venature d’argento luminoso.

 

 

 

Ai piedi dell’altare al disotto del seggio si dirama un’armata imponente d’uomini inginocchiati davanti al proprio signore imperioso. I loro volti maligni impregnano l’ombra del terrore che incutono i loro sguardi rossi di sangue. La voce vibra ancora, con enfasi che echeggia nell’aria…la guerra alla stirpe del bene è vicina.

 

 

 

<< ARRIVERÀ IL TEMPO DEI DISCENDENTI DEL MALE!>>

 

 

 

****

 

 

 

<< MAMMA!>>

 

 

 

Tara percepisce il suo cuoricino battere ancora fortissimo, davanti agli occhi velati di strana malinconia è ancora impressa l’immagine forte, quasi viva del volto di Willow nella penombra, prima che lei spegnesse la candela. Sua madre la chiama, non desidera altro che riabbracciarla…eppure…eppure Willow!

 

 

 

La bambina euforica per la vista della giovane madre si ferma di colpo, a metà fra Laura e la strega. Sembra chiedere aiuto a qualcuno dentro di sé, si guarda intorno. Si volta. La strega rossa la sta ancora guardando, ma Tara non riesce ad intravedere il verde del suo sguardo, le lacrime le affogano gli occhi, senza pietà.

 

 

 

<< Tara vieni dalla mamma!>>

 

 

 

Ma la creaturina silenziosa è troppo persa nel domandare a quella donna che vive dentro lei quanto amore è stata capace di provare per quella strega, quanto ne prova e quanto ancora ne può provare. Ancora prima di incominciare a parlare, camminare, respirare…lei conosceva già ogni più piccolo particolare del volto di Willow; ogni più piccola sfumatura del viso; ogni smorfia buffa; ogni espressione seria o contrariata, nelle sue orecchie minuscole risuonava già la tonalità di quella voce…lei la conosceva già!

 

 

 

Willow riesce a dischiudere le labbra e a sussurrare qualche parola sconnessa:

 

 

 

<< T-Tara…ti prego, ti prego non mi lasciare! Non puoi lasciarmi di nuovo ti prego, sono qui…io sono qui, perché non torni da me?>>

 

 

 

Tara si precipita verso la sua strega piegata in due sotto il peso del dolore e della disperazione, la madre tenta di afferrarla per la maglietta sottile. Robin afferra Willow per un braccio, strattonandola con forza, quasi in un gesto di rimprovero.

 

 

 

<< No, lasciala!>>

 

 

 

Tara tende la mano piccola verso quella tesa della rossa, ancora in ginocchio, trascinata indietro verso gli altri. Buffy prende delicatamente Tara per la vita minuscola.

 

Le dita delle due sono a meno di un millimetro di distanza. Tutto intorno a loro sembra fermarsi. Il tempo perde il suo potere di scorrere veloce ed incontrollato, il rumore del mondo si placa e resta solo il silenzio dei loro cuori e dei loro sguardi impauriti, imploranti, pieni di verità e di parole.

 

 

 

In quell’ istante Tara si perde negli occhi di Willow e sente solo la sua voce, forte come la più potente delle melodie:

 

 

 

<< Non mi lasciare!>>

 

 

 

Robin avverte un’improvvisa forza catapultarlo contro la grossa finestra; Giles copre Dawn gettandola a terra; Xander finisce contro la libreria; Buffy sviene sotto l’impeto d’una luce improvvisa che la invade; Faith sente un lancinante dolore all’addome e al viso, come pugni fortissimi ed inaspettati; Laura tenta di ritrovare la figlia e d’un tratto comprende che la vista la sta abbandonando, Kennedy si rifugia dietro la ringhiera delle grosse scale, intravede un fascio di luce scagliarsi contro il soffitto.

 

 

 

Tutto il salone viene invaso con forza da un’energia improvvisa e devastante.

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<< Arriverà il tempo dei discendenti del male! Il tempo in cui d’ogni cacciatrice di questo mondo non sarà vivo neppure il più vano ricordo o figli delle tenebre! Sarà l’era dolce dei demoni che persino l’inferno rinnega, stenderemo il nostro braccio sulla terra e ne decideremo le sorti con un cenno delle mani.>>

 

 

 

 

 

L’armata ancora inginocchiata ai piedi del grosso trono rivolge all’unisono lo sguardo minaccioso e servile verso l’ombra del signore anonimo nel buio della sua regalità maligna.

 

 

 

<< Arriverà e sarà dolce più del sangue d’una bambina in lacrime che un vampiro succhia alle soglie del vespro; sarà la vendetta sulla stirpe che ha ucciso il padre; sarà la linfa dolce che mi disseterà! Terrò fede al mio giuramento eterno…>>

 

 

 

D’un tratto la voce chiara, quasi sottile echeggia con forza a dir poco disumana facendo vibrare di terrore le mura e l’ombra:

 

 

 

<<OH FIGLI DELL’INCUBO CHE PRECEDE L’AURORA DIVORATE E ALLA STIRPE DEI DISCENDENTI DEL MALE PORTATE IL FRUTTO DEL DOLORE DELLE VOSTRE VITTIME IGNARE!>>

 

 

 

****

 

 

 

Sembra improvvisamente che tutto il tumulto del suo cuore si sia placato, nella sua voce non c’è più l’affanno del pianto. Luce, solo dolce, calda, tenera luce. E Tara è lì, che sorride con il volto imperlato di sudore. Sente il suo petto ingrandirsi e rimpicciolirsi con regolarità e lentezza.

 

 

 

Si sente stretta al corpicino esile e morbido d’una bambina eppure percepisce forte ed immensa l’anima di Tara Maclay… carezzarle il volto cereo, baciarle le guance madide di lacrime, lacrime silenziose, dolci, quasi gioiose…Tara è lì, può sentirla. Dopo anni ed anni di buio e silenzio lei riesce di nuovo a sentire quel calore infinito stringerle il cuore in una morsa forte e incomprensibile.

 

 

 

<< Tara…Tara…TARA!>>

 

 

 

 

 

 

 

Nebbia pesante, densa, grigia. L’aria pungente le perfora la carne e le ossa. Quanto tempo è passato? Sono giorni o anni che cammina nella foschia? Le foglie umide delle lacrime dei dannati le bagnano i lunghi piedi scalzi…un tappeto di foglie morte…

 

 

 

Tronchi d’albero semi affogati nella caligine; vento paralizzante; urla…tante urla nel nulla che l’avvinghia. Coloro che si sono persi nella nebbia, i morti che hanno smarrito la via del ritorno. Fa parte della schiera degli scomparsi, inghiottiti da quel bosco inesistente? Eppure conosce la strada, riesce ancora a ricordare il sentiero da percorrere…nei suoi occhi spalancati sul nulla grigio e pesante è ancora impresso quel nome. Deve tornare da lei è l’unica ragione per cui non si è ancora arresa alla morte e alla follia.

 

 

 

<< Mi sono persa di nuovo Will…non sono capace di tornare da te!>>

 

 

 

Cade a terra. Si accorge di avere indosso un lungo vestito di seta bianchissima, macchiato di sangue scuro all’altezza del polmone sinistro. La sua pelle fa invidia alla seta che l’accarezza, i suoi capelli scintillano come impregnati di luce del sole. Tutta la sua figura bianca, quasi divina viene oppressa e schiacciata dal grigiore della sua prigione di follia e disperazione…i suoi occhi tanto dolci sono violentati dalle urla spaventose dei fantasmi della foresta.

 

Quanto tempo è che tenta di tornare a casa?

 

 

 

Avverte all’improvviso un calore umano, la presenza di qualcuno frapporsi fra lei e il vento gelido. Distingue una sagoma nera nel grigiore della nebbia.

 

 

 

La testa della strega bionda ricade all’indietro, come inanimata. L’ombra scura la prende fra le braccia. Cadono entrambe a terra. Nel rumore disperato di quel labirinto di foschia e follia d’un tratto il silenzio di due corpi avvinghiati l’uno all’altro sembra sovrastare ogni altro urlo, diventando forte, quasi perforante.

 

 

 

D’un tratto Tara Maclay avverte un odore familiare trapassarle le narici, le sue mani corrono lungo un fianco. Percepisce la morbidezza quasi dolce di lunghi capelli che profumano di pesca. Sente il ritmo familiare d’un cuore di strega…

 

 

 

Willow Rosenberg, strega rossa di Sunnydale!

 

 

 

<< Non puoi lasciarmi Amore mio!>>

 

 

 

<< Da quant’è che sono via?>>

 

 

 

<< Tanti, troppi anni…torna da me strega!>>

 

 

 

La strega rossa stringe il suo angelo, ne sente la carne morbida, ne accarezza avida la pelle liscia. Può davvero toccarla!

 

 

 

<< Mi sono persa nella nebbia…non posso tornare, non conosco la strada!>>

 

<< Ti ritrovo sempre, ti ritrovo sempre!>>

 

 

 

<< Aiutami Willow!>>

 

 

 

Willow percepisce l’umidità del tappeto di foglie bagnarle i lunghi capelli rossi. Stringe Tara quasi con forza, la testa le scoppia ma non può fermarsi a pensare. La nebbia si dirada solo intorno al loro giaciglio di fogliame putrido…Sente la strega bionda viva come quelle foglie marce. Stringe il freddo perforante d’un fantasma, quel gelo le sale fin dentro la testa…ma non può lasciarla andare!

 

 

 

<< Resta con me Amore mio…>>

 

 

 

<< Tara!>>

 

 

 

Le loro mani si sovrappongono, la strega rossa si perde nelle vene verdastre che percorrono quella pelle cerea più del normale.

 

 

 

<< Sono morta Willow?>>

 

 

 

<< No, no finché io non ti lascio andare!>>

 

 

 

Il silenzio le assorda, la nebbia e il bosco tacciono, ascoltano le due streghe avvinghiate sul loro freddo, marcio letto di morte. Tara ha l’aria assente, come drogata dalla propria pazzia di fantasma smarrito. Willow la stringe tentando di ritrovare un po’ dell’antico calore in quel riflesso freddo del suo Amore.

 

 

 

<< Oh Tara ti prego!>>

 

 

 

<< Ti arrabbieresti tanto…ti arrabbieresti tanto se io morissi?>>

 

 

 

La strega rossa afferra quel cadavere per le spalle morbide. Inchioda Tara al terreno molliccio con forza, rabbia, disperazione, terrore, dolore.

 

 

 

<<SÌ…sì-ì-ì! Perché perchèèèè?>>

 

 

 

Tara sbarra gli occhi sul volto contorto di Willow, la fissa come se stesse cercando qualcosa fra le sue lacrime.

 

 

 

<< Perché piangi strega?>>

 

 

 

<< Cosa?>>

 

 

 

Willow non lascia andare la strega bionda, la spinge con le braccia e con il corpo caldo contro il terriccio e le foglie morte.

 

 

 

<< Non riesci più a ritrovare il colore del mio sguardo nel blu d’un dipinto diverso? Non riesci più a vedere la mia mano nelle pennellate confuse d’un altro disegno?>>

 

 

 

<< C-cosa?>>

 

La presa forte di Willow si allenta, i suoi occhi si perdono nell’amore che prova per quel fantasma delirante.

 

 

 

<< Di me che più di tutti ti ho amata…la mia…mia! Non riesci più a distinguere la forma della mia anima?>>

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<<Will… Willow svegliati, svegliati ti prego Amore mio! ANDREW!>>

 

 

 

Il salone del centro è stato praticamente spazzato via dall’ondata di luce improvvisa. Le finestre sono state completamente polverizzate. Molti dei feriti a terra sono privi di sensi. Dawn tenta di strisciare fuori da sotto il pesante corpo di Giles e Xander la aiuta ad alzarsi cercando di tamponare alla maglio la propria profonda ferita alla nuca.

 

 

 

Willow è a terra, sulla vecchia moquette consumata. Kennedy tenta disperatamente di rianimarla.

 

 

 

<< RONA, VI… FATE PRESTO!>>

 

 

 

Le due ragazze si precipitano dal secondo piano e aiutano Andrew a tamponare la ferita di Faith all’addome. Shannon scuote Buffy per le spalle, con forza. La cacciatrice bionda si riprende all’improvviso e sbarra gli occhi verso il vuoto.

 

 

 

<< Buffy... Buffy mi vedi, sono Shan!>>

 

 

 

D’un tratto Andrew si volta verso il divano. Nella confusione e nel panico generali una donna sta camminando a carponi, in un lago di sangue, sembra cercare disperatamente qualcosa.

 

 

 

<< Signora, signora cos’ha? Sta bene?>>

 

 

 

Laura Gilmore alza il volto verso l’alto. Andrew arretra, al posto degli occhi la donna ha due grosse cavità immerse nel sangue scuro.

 

 

 

<<Oh mio Dio, KENNEDY!>>

 

 

 

Buffy si rialza, va verso Dawn, barcolla…Giles viene rivoltato da Cho Ann.

 

 

 

<< Dawni tesoro!>>

 

 

 

<< Buffy!>>

 

 

 

Giles non dà segni di vita. Kennedy corre verso Laura che continua ad invocare il nome della figlia. La cacciatrice scura stringe la bella signora di San Francisco.

 

 

 

<< Tranquilla Laura, andrà tutto bene…stia calma!>>

 

 

 

<< TARA… Dov’è la mia bambina! Rivoglio la mia bambina...TARA!>>

 

 

 

Kennedy la stringe, tenta di calmarla. Si rivolge autoritaria verso un Andrew scioccato.

 

 

 

<< Vai a prendere una benda e fasciale la ferita! MUOVITI!>>

 

 

 

Faith tenta di tranquillizzare Dawn, accarezzandole i lunghi capelli lisci.

 

<<<Tranquilla ragazzina, adesso tua sorella sistema le cose come al solito!>>

 

 

 

Buffy è china su Giles, gli sfila dal volto i piccoli occhiali frantumati. Xander se lo carica in spalla di peso.

 

 

 

<< Dove vai Xan?>>

 

 

 

<< All’ospedale!>>

 

 

 

Buffy si gira verso Faith, la cacciatrice ribelle ha un grosso taglio al volto e un profondo solco allo stomaco…è stata colpita in pieno da qualcosa, da una forza molto violenta. La scura continua a rassicurare la piccola Summer senza pensare a sé. Quella che una volta era l’unica cacciatrice fu colta da un improvviso e spontaneo calore, e un impercettibile e silenzioso affetto le piegò le labbra belle in un breve sorriso.

 

 

 

<< Coraggio Faith va con Xander!>>

 

 

 

<< No, non è ho bisogno!>>

 

 

 

Kennedy stringe Laura che implora ancora di poter riavere la propria bambina.

 

 

 

<< Buffy, la signora Gilmore ha bisogno di aiuto, ADESSO!>>

 

 

 

Buffy si accorge della donna stretta alla cacciatrice scura. Entrambi i leader del centro corrono verso la madre di Tara. Faith si accorge del sangue che le impregna il volto bello e i vestiti.

 

 

 

<< Cazzo! CAZZO!>>

 

 

 

<< TARA…TARAAAA!>>

 

 

 

Faith afferra Laura per la vita e la trascina verso l’auto di Xander sul vialetto. Dawn corre dietro ai ragazzi per tentare di dare una mano.

 

 

 

Willow si riprende all’improvviso, fa un grosso, avido respiro, alza di scatto la testa. Delle ragazze stanno correndo in giardino; il motore di una macchina; qualcuno la chiama; Buffy fissa malinconica un salone distrutto; Kennedy le corre in contro.

 

A terra sotto il tavolo basso, fra lo spavento delle cacciatrici, i vetri distrutti, una bambina è stretta intorno alle proprie ginocchia. Si culla da sola, fissando la moquette, come assente. Willow intravede le braccia di Andrew prendere la bimba e stringerla.

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<< Purtroppo non abbiamo potuto fare molto, lei capisce!>>

 

 

 

Il corridoio è completamente deserto. L’aria grigia e fredda del pronto soccorso sembra rattristare il ragazzo ancora di più. Sente un odio improvviso crescere dentro di lui per quel giovane medico, a cui non interessa un cazzo dei suoi amici che soffrono.

 

 

 

<< Certo, mi rendo conto!>>

 

 

 

<< La situazione della donna è gravissima. Abbiamo solo potuto fasciarle la ferita, ma i suoi occhi non esistono più! Per la ragazza la situazione non è critica, forse le resteranno le cicatrici sul volto e sull’addome, ma sembra molto forte, straordinariamente forte!>>

 

 

 

<< E il signor Giles?>>

 

 

 

Il giovane uomo in camice bianco si incupisce.

 

<< Come la donna, anche lui sembra aver subito un fortissimo shock, purtroppo per lui ha perso i sensi e per adesso sembra non rispondere a nessuno stimolo esterno!>>

 

 

 

<< Cosa diavolo vuole dire?>>

 

 

 

<<È entrato in coma e noi non siamo in grado di dirle quando si riprenderà!>>

 

 

 

La fronte del muscoloso carpentiere si imperla, le sue pupille nerissime si allargano, gli occhi si spalancano sul vuoto freddo e grigio d’un ospedale puzzolente, mentre si spaventa alla possibilità di perdere per sempre quel caro vecchio ex bibliotecario di quel lontano liceo dei suoi ricordi felici.

 

Si guarda intorno, la sala d’aspetto è completamente vuota. Vortica con lo sguardo fra i corridoi tutti uguali e le sale operatorie… Dov’è Dawn?

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<< Perché non posso venire oggi? Dai ti prego! Voglio conoscere la tua famiglia, vedere com’è la tua casa!>>

 

 

 

Lo spogliatoio degli inservienti è completamente vuoto, Dawn fissa quasi assente un punto dietro un armadietto. Una voce sottile, cristallina; una voce da adolescente le sussurra qualcosa alle spalle.

 

 

 

<< Te l’ho già detto! Oggi non è proprio possibile… è… è successo un disastro, c’è chi si è fatto male! Non è il caso Zach!>>

 

 

 

Delle mani grandi, lisce e biancastre accarezzano con delicatezza le piccole spalle di quella che un tempo era la dolce bambina di casa Summers.

 

 

 

Dawn china la testa all’indietro e si rilassa contro il petto duro dell’infermiere. Il ragazzo la stringe, baciandole i lunghi capelli lisci, profumati di shampoo alla vaniglia.

 

 

 

<<Ti adoro ragazzina!>>

 

 

 

“La chiave” resta immobile, silenziosa, con gli occhi chiusi a cullarsi della propria dolce felicità, stretta nell’abbraccio di chi le ha regalato il suo primo orgasmo.

 

 

 

<< Potrei dare una mano! Lo sai che sto studiando per diventare medico…se qualcuno si è fatto male magari posso aiutare!>>

 

 

 

La fanciulla si volta, come assente, drogata…i suoi occhi riflettono i luccichii argentati di chi ha visto il paradiso ed è tornato indietro per poterlo raccontare.

 

 

 

<< E va bene! Ma mia sorella è una tipa molto protettiva, non so come potrebbe prendere la cosa. Quindi se vedi che fa una faccia strana non pensare…corri!>>

 

 

 

La risata dolce del ragazzo alto e snello, riporta a Dawn al giorno in cui l’ha incontrato, seduto nel parco a fissare i bambini giocare nell’allegria estiva d’un mattino assolato.

 

 

 

<< Ah ah ah! Perché? Potrebbe uccidermi? Dai non scherzare!>>

 

 

 

<< Infatti, non sto scherzando…>>

 

 

 

Il ragazzo si incupisce, Dawn assume un’aria da spettatore di film horror. Poi si perdono ancora nelle loro risate leggere, negli abbracci dolci e nei baci silenziosi.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Chi ha detto che i bambini la maggior parte delle volte non arrivano a comprendere cose più grandi di loro? Un bambino può fissare il mondo intorno a sé e guardare con gli occhi d’un uomo…un bambino può saggiare il dolore e comprenderne la natura e trovarne conforto, meglio d’un uomo.

 

 

 

<<Perché piangi Andrew?>>

 

 

 

La bambina si avvicina lentamente al ragazzino rannicchiato nell’angolo della sua stanza al secondo piano del grosso centro per cacciatrici, a San Francisco. Andrew singhiozza, si stringe le ginocchia al petto, coprendosi il volto bagnato. Tara Gilmore gli accarezza i capelli chiari, lunghi. Il ragazzo viene scosso dal suo pianto di paura.

 

 

 

<< Perché piangi Andrew?>>

 

 

 

Le manine morbide della bambina stringono con poca forza quelle grandi di Andrew, lo costringono a scoprirsi…

 

Gli occhi umidi del ragazzo restano scoperti ed indifesi dinanzi al blu perforante dello sguardo tenero di Tara.

 

 

 

<< Perché ho paura! Tutti si sono fatti male… Giles è svenuto, Faith… la tua mamma… non sono riuscito ad aiutare la tua mamma!>>

 

 

 

Nessuna parola, Tara si avvicina al ragazzo, la sua piccola bocca umidiccia e odorante di marmellata alle fragole gli stampa un bacio sulla guancia bagnata e si rannicchia fra le sue gambe lunghe, si appoggia sul suo torace piatto e le con le braccia piccole e tenere tenta di tenerlo stretto.

 

 

 

<< Sei buono Andrew!>>

 

 

 

Il ragazzo resta immobile, con la bambina stretta al proprio petto, come un cucciolo di koala, insinuata fra le sue gambe piegate, nell’angolo scuro della stanza che si è tanto faticosamente guadagnato. Poi sente il cuoricino di Tara Gilmore battere, e il suo corpo di bambina innocente riscaldarlo con affetto infantile e dannatamente celestiale.

 

La stringe, smette di piangere.

 

 

 

<< Chi sei tu?>>

 

 

 

La bambina riapre gli occhi, fissa il vuoto e l’oscurità e il grigiore pesante della piccola stanza…Chi è lei? Cosa l’ha spinta a gridare quel nome per strada? Quale altra vita passata le tormenta il cuore e l’anima?

 

 

 

<< Io… Io sono Tara!>>

 

 

 

La bambina d’un tratto si perde nei frammenti contorti e offuscati che le riempiono la mente fragile…un'altra vita…un altro mondo… lo stesso nome… lo stesso cuore…l o stesso Amore…

 

 

 

<< Io sono Tara…Tara!>>

 

 

 

Andrew la stringe, Tara trema…il passato ritorna. Il ragazzo sente l’improvviso impulso di tentare di capire se quell’angelo rannicchiato sul suo corpo piegato è la strega bionda che il suo migliore amico ha freddato.

 

 

 

<< Ti ricordi di Warren?>>

 

 

 

Il silenzio della minuscola bambina lo assorda. Per lui è l’attimo della verità, sarà lui a sostenere o negare davanti a tutto il centro le follie della strega rossa sulla bambina bionda di San Francisco.

 

 

 

<< Povero Warren, si sentiva tanto solo!>>

 

 

 

Il cuore di Andrew sobbalza, la bambina lo stringe, la camera è buia, il silenzio lo assorda…stringe tra le braccia la reincarnazione d’una strega dimenticata.

 

 

 

<< Ma i robot non sono come le persone!>>

 

 

 

Gli occhi di Tara Gilmore sono come ingrigiti, velati d’una membrana opaca…in realtà ora sta guardando con gli occhi di un tempo la sua storia passata.

 

 

 

<< Qual è l’ultima cosa che ricordi Tara?>>

 

 

 

Le manine paffute della bambina allentano la presa intorno alla vita del ragazzo…I suoi occhi si perdono ancora di più nella nebbia della sua mente tormentata.

 

 

 

<< Bua…tanta bua!>>

 

 

 

Andrew la stringe, la bambina sembra perdere le forza.

 

 

 

<< Dove? Dove hai sentito la bua Tara?>>

 

 

 

La manina della bimba corre lungo il petto del ragazzo e si ferma all’altezza del suo polmone sinistro.

 

 

 

<< Qui! Faceva tanto male qui!>>

 

 

 

Andrew le prende la mano e la spinge con amore contro il proprio petto duro.

 

 

 

<< Qui?>>

 

 

 

In quell’ istante, per la prima volta in tutta la sua vita Andrew sente il suo cuore infiammarsi d’odio e rancore per Warren...Quell’angelo biondo che stringe fra le braccia è un miracolo, la reincarnazione della fata che tutti i guerrieri di Sunnydale hanno dimenticato, chi per dolore, chi per non divenire folle. E quell’ angelo ha sofferto, per colpa di Warren.

 

 

 

Le bacia la fronte piccola, tenera, profumata di talco e biscotti.

 

 

 

<< Ti prometto che nessuno, nessuno ti farà più del male bambina!>>

 

 

 

 

 

*****

 

 

 

 

 

<< Come sta?>>

 

 

 

<< è svenuta di nuovo! Prima aveva ripreso conoscenza ma…>>

 

 

 

Willow è stesa sul grosso letto morbido della stanza della sua cacciatrice scura. Buffy è in piedi accanto alla porta chiusa, con le braccia conserte a fissare quella strega potente dormire silenziosa e vulnerabile mentre le cacciatrici tentano di ripulire il salone distrutto.

 

 

 

<< Tu cosa hai visto Kennedy? >>

 

 

 

Kennedy è seduta accanto alla rossa, e le accarezza i lunghi capelli rossi, con quell’Amore che la possiede e la distrugge.

 

 

 

<< Luce, una luce fortissima che ha inondato tutta la stanza! È partita da Will…>>

 

 

 

<< Io ricordo solo che stavo tentando di tenere la bambina, poi sono svenuta! È stata Willow, non ci sono altre spiegazioni!>>

 

 

 

La cacciatrice scura da le spalle alla bionda, completamente immersa nella pelle chiara della sua strega addormentata. Non le importa se ha rischiato di farsi parecchio male, come tutti gli altri. Lei l’ama, niente riuscirà a tenerla lontana, neppure la consapevolezza che l’ostinazione potrebbe ucciderla.

 

 

 

<< Non è ancora detto! Potrebbe non essere stata lei…>>

 

 

 

La cacciatrice bionda passeggia nervosamente su e giù per la grossa stanza, continuando a fissare il pavimento, come per trovarvi una risposta.

 

 

 

<< Andiamo Kennedy! Sono la prima che vorrebbe credere che Willow non potrebbe mai fare una cosa del genere…lei è una tra i pochi che possono dire d’essere stati davvero nel cuore di quella che era l’unica cacciatrice!>>

 

 

 

Kennedy non l’ascolta, Willow respira regolarmente ma è fredda come il ghiaccio.

 

 

 

<< Non ti dimenticare di quella bambina!>>

 

 

 

Buffy afferra Kennedy per una spalla e la volta bruscamente.

 

 

 

<< Xander mi ha appena chiamata: Giles è in coma profondo e Laura Gilmore non rivedrà mai sua figlia…qualcosa l’ha colpita così forte da corroderle completamente gli occhi! Quella bambina ha meno di quattro anni…cosa dici adesso?>>

 

 

 

Kennedy respinge con sforza la stretta della cacciatrice e si volta nuovamente verso quello che è il letto dove dorme con la strega rossa e dove l’ama con tutta se stessa, anche se sente il freddo dall’altro lato del letto.

 

 

 

<< Will non farebbe mai una cosa del genere!>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Amanda posa la paletta e apre il grosso portone di ingresso, sorridendo estasiata alla vista dell’infermiere dell’ospedale vicino. Dawn sbuca sbarazzina accanto al ragazzo, nella sua dolce figura snella.

 

 

 

<< Hey Dawn, finalmente ti sei decisa a portarlo a casa! Speriamo che Buffy sia di buon umore!>>

 

 

 

 

 

<< Eh già! Comunque Xander sta arrivando con Faith…poi ha detto che tornerà immediatamente da Giles e dalla signora Gilmore!>>

 

 

 

 

 

Il ragazzo entra, quasi timidamente e si guarda intorno sorpreso del salone mezzo distrutto.

 

 

 

<< Se posso dare una mano, sono infermiere! Qualcuno si è fatto male? Come è successo?>>

 

 

 

****

 

 

 

<< Cosa diavolo è successo?>>

 

 

 

Buffy sembra un giudice della santa inquisizione, mentre fissa dall’alto della sua figura snella la strega rossa, stesa sul letto. I loro occhi si incontrano .

 

 

 

<< Buffy… io, io ti giuro che non lo so!>>

 

 

 

<< Come puoi non saperlo?! È esploso il salone, Giles e la Signora Gilmore sono in condizioni gravi! Che diavolo hai fatto?>>

 

 

 

Kennedy è in silenzio, sulla poltrona grande, sprofondata in una semi disperazione…fissa la sua strega stordita, messa sotto accusa. Vorrebbe solo prenderla fra le braccia e portarla via, lontano….lontano, solo loro due, come ha sempre desiderato.

 

 

 

<< Io…Io ricordo solo che stavo stringendo la bambina…nient’altro!>>

 

 

 

D’un tratto Willow si guarda intorno, come persa, paralizzata, terrorizzata.

 

 

 

<< Dov’è Tara?>>

 

 

 

La cacciatrice scura si alza, l’abbraccia, la stringe, le bacia la fronte…come vorrebbe poterla sentire sua.

 

 

 

<< Non preoccuparti Amore, la bambina è con Andrew!>>

 

 

 

La bionda fissa ancora l’amica persa in chissà quale sogno, speranza, illusione! Esce sbattendo la piccola porta cigolante.

 

 

 

Nel salone un ragazzo alto, snello, dalla pelle olivastra, ma non scura…affascinate, intrigante.

 

 

 

<< E tu chi sei?>>

 

 

 

Lui si volta imbarazzato, paralizzato, impacciato.

 

 

 

<< Beh, ecco i-io sono Zach!>>

 

 

 

<< E che diavolo ci fai qui?>>

 

 

 

Dawn sbuca dalla cucina con un vassoio di biscotti, intravede la sorella e il suo ragazzo, l’una di fronte all’altro. Buffy superba e scrutatrice nella sua piccola, buffa bassezza al confronto dell’impacciata altezza del suo Amore.

 

 

 

<< Oh no!>>

 

 

 

Corre verso i due, prende il ragazzo per mano e tanta di sfoderare uno dei suoi sorrisi più smaglianti per la più grande delle sorelle Summers.

 

 

 

<< Ciao Buffy! Come va? Questo è Zach… Zach, lei è mia sorella Buffy!>>

 

 

 

I due su scrutano, entrambi perplessi. La cacciatrice bionda si incupisce.

 

 

 

<< E chi diavolo è, Dawni?>>

 

 

 

<< Beh… è difficile da spiegare! Ecco, vedi lui è… lei è il mio ragazzo!>>

 

 

 

Zach avvampa, sembra voler diventare piccolissimo, mentre tenta disperatamente di nascondere tutta la sua alta figura dietro la snella, minuscola, piccola Summers. Buffy si illumina.

 

 

 

<< C-Come? I-Il tuo ragazzo? Allora non sei lesbica!>>

 

 

 

La giovane Summers sobbalza, il ragazzo tenta di nascondere un sorrisetto che oscilla fra l’imbarazzato e il divertito.

 

 

 

<< BUFFY!>>

 

 

 

 

 

Buffy assume la sua solita aria scusante, sfoderando un sorrisetto di mocciosa in colpa e spalancando gli occhi grandi sulla sorellina.

 

 

 

<< Scusa! È che non ti decidevi, vivi con un sacco di ragazze… A qualcuno può venire il dubbio!>>

 

 

 

Dawn la fulmina con gli occhi, belli, chiari, dolci. Buffy si getta sull’alto ragazzo, abbracciandolo con la forza di quella che un tempo era l’unica cacciatrice…

 

 

 

<< Sono proprio contenta di conoscerti… Zach, giusto?>>

 

 

 

Il volto del ragazzo rischia di diventare viola.

 

<< Ehm… Sì!>>

 

 

 

Xander si precipita nel salone, rosso in volto, gli occhi appannati dalle lacrime di paura, la camminata e i movimenti disperati, frettolosi, quasi nevrotici.

 

 

 

<< Buffy!>>

 

La cacciatrice bionda si precipita verso il vecchio amico. I due ragazzi restano soli nel mezzo di quello che una volta era un gran bel salone.

 

 

 

<< Hai visto che non è andata tanto male Dawn?! Cos’è questa storia della lesbica?>>

 

 

 

<< Oh, niente…sarà qualche solita, insulsa paranoia di mia sorella! Non ci badare!>>

 

 

 

Faith vaga irrequieta nel salone, come in cerca di qualcosa…Si sente un rumore di passi leggeri e veloci giù per le scale. Una bambina si ferma improvvisamente al cospetto del salone distrutto e di Dawn abbracciata a quel ragazzo alto, bello, dolce.

 

 

 

D’improvviso gli sguardi della bambina e del ragazzo si incontrano; si scrutano, si penetrano. Un istante… Zach fissa Tara Gilmore come incantato da quello splendore oceanico che brilla in quegli occhi grandi di bambina minuscola. Tara lo fissa, immobilizzata, persa, impaurita, con una solennità quasi disumana per una creatura innocente di poco meno di quattro anni.

 

 

 

I due restano incantati l’uno dall’altra, silenziosi, persi.

 

 

 

Faith rompe il silenzio divenuto quasi sacro fra gli sguardi del ragazzo e della bambina.

 

 

 

<< Dawn! Dawn dov’è?>>

 

 

 

<< Chi? Cosa c’è Faith?>>

 

 

 

La cacciatrice ribelle, corre agitata fuori al giardino, si guarda intorno, nervosamente… Rona e Amanda la seguono preoccupate.

 

 

 

<< CAZZO!>>

 

 

 

Rona la prende per un braccio, tenta di calmarla. Amanda si ritrova davanti ai vetri della finestra, sparsi sull’erbetta del giardino…afferra un grosso pezzo di vetro appuntito, impregnato di sangue scuro. Faith si passa nervosamente la mano fra i capelli scuri, gli occhi appannati, l’agitazione e il nervosismo nei movimenti frenetici. Amanda sussurra piano, fissando il vetro insanguinato.

 

 

 

<< Il preside Wood!>>

 

 

 

Rona corre a chiamare Kennedy e Willow. Faith si inginocchia a terra tra i vetri sparsi.

 

 

 

<< Dov’è? Si è ferito… dov’è?>>

 

 

 

Buffy e Xander corrono in giardino…Willow si ferma a fissare una piccolissima, striscia di liquido verde, melmoso, puzzolente a tre metri di distanza dagli altri.

 

 

 

<< Le sanguisughe!>>

 

 

 

<< Cosa?>>

 

Buffy le va incontro.

 

 

 

<< Guarda… questo è un residuo della loro saliva!>>

 

 

 

Faith guarda la strega terrorizzata, nervosa, come mai prima dall’ora.

 

<< Hanno preso Robin? Perché?>>

 

 

 

Tutti i presenti si guardano spaesati, spaventati. Vi ed Andrew corrono verso Willow mostrandole la vecchia pergamena su cui brillano ancora le piccole luci multicolori dell’incantesimo di Dawn e Giles.

 

 

 

<< Cosa c’è Vi?>>

 

 

 

<< La luce rossa e quella blu… sono vicinissime al centro, sembrano allontanarsi!>>

 

 

 

Willow resta in silenzio, fissa l’erbetta verde, umida del bel giardino parsimoniosamente curato dall’ex preside e dal bel carpentiere. Buffy le mette una mano sulla spalla piccola. Le due vecchie amiche si fissano negli occhi profondi ed espressivi. Buffy sussurra.

 

 

 

<< è arrivato il momento di scoprire a chi appartengono quelle luci… non è vero Will?>>

 

 

 

La strega annuisce, poi si rivolge alla schiera di guerriere radunate nel giardino

 

 

 

<< Ragazze adesso ho capito chi sono i demoni che avete incontrato qualche giorno fa: sono un’armata, una schiera di soldati al comando di qualcuno che vuole uccidervi tutte e che ha bisogno del potere che possedete! Robin è stato preso in ostaggio con la speranza che tutte noi andassimo a riprenderlo!>>

 

 

 

Buffy afferra Faith per la vita e la sorregge, aiutandola a rialzarsi, poi le accarezza affettuosamente i capelli color ebano, per rassicurarla. Si gira, prende la parola e il comando.

 

 

 

<< Non possiamo andare tutte! È quello che vuole, è una trappola…Voi resterete tutte qui con Faith, Xander ed Andrew…>>

 

 

 

<< No! Io vengo con voi Buffy! È Robin, non posso lasciarlo in mano a quelle bestie!>>

 

 

 

Buffy accarezza la cacciatrice ribelle con uno sguardo affettuoso e comprensivo.

 

 

 

<< Kennedy; Rona; Vi; Cho Ann; Shannon e Amanda con me! Tutte le altre resteranno di guardia al centro! Proteggetelo…è la vostra casa! Vi prometto che nessuno distruggerà questa famiglia!>>

 

 

 

Le cacciatrici chiamate si armano e seguono Buffy e Willow nel furgoncino. Xander resta sul ciglio della strada, a fissare le sue migliori amiche andare incontro al male, ancora una volta…senza di lui. Ma sa che deve restare al centro per difendere le ragazzine più piccole e Dawn…

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<< Zach non credi che sia il caso di tornare? Si potrebbero preoccupare!>>

 

 

 

L’alto ragazzo e la piccola Summers sono seduti su una vecchia panchina del parco, mano nella mano, mentre fissano una bambina dolce, dai lunghi capelli di seta dorata dondolarsi con fatica su un’ altalena rossa cigolante.

 

 

 

<< Non preoccuparti amore mio, Volevo solo portare Tara sulle giostre…quella bambina ha un sorriso stupendo, celestiale… Incanta! L’ho vista un po’ triste in mezzo a tutto quel casino in casa tua!>>

 

 

 

Dawn si perde nei gesti gioiosi della bambina, in quei capelli luminosi al vento, in quelle movenze, in quel visetto pallido…in quello sguardo blu oceano.

 

D’un tratto le tornano alla mente ricordi che credeva di aver rimosso…Odore di frittelle nell’aria della cucina di casa Summers, Tara al lavoro per preparare la colazione… I baci affettuosi che le dava la sera, prima di dormire, rimboccandole le coperte. I loro giochini allegri, per scacciare la malinconia, quando erano le uniche lasciate fuori dalle questioni importanti di demoni e vampiri. L’odore di quella donna, il calore materno che provava nello stringerla quando piangeva e si sentiva sola…Tara MacLay! Da quanto tempo non aveva più osato neanche rievocare quel nome perso nel vento…Tara MacLay, quanto sforzo per ricacciare dentro le lacrime, per offuscare i ricordi, per dimenticare l’odore dolce di frittelle a primo mattino…

 

Ed ora eccola lì, a ricordare quell’angelo caduto, mentre i suoi occhi fissano come assenti quella bambina innocente.

 

 

 

<< Hai ragione, incanta!>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

Il furgoncino svolta veloce verso destra, il liceo…la scuola elementare. Rona guarda malinconica fuori dal finestrino un po’ sporco e opaco. Quel vecchio furgoncino blue scuro, qualche volta un po’ riluttante a partire, il motore scoppiettante, i sedili macchiati dalle cacciatrici irruente che ci mangiano dentro prima del loro turno di ronda, mentre vanno incontro ai loro demoni giornalieri…Quel vecchio furgoncino le sta portando ancora una volta verso qualcosa di oscuro, ignoto, potente, forse letale. Rona guarda il cielo azzurro un po’ ingrigito da qualche nuvola passeggera, dipinta con maestria d’un bianco un po’ unto…il sole di San Francisco…le strade, il silenzio della gente ignara che passeggia; un ragazzino sorridente e spensierato in bicicletta, con le cuffie nelle orecchie. E i grandi occhi scuri di Rona scrutano tutta quella vita che le sfreccia veloce davanti, mentre stringe fra le mani la sua spada più affilata. Ha paura, ma non può dirlo alle altre…cosa penserebbero di lei? Amanda la fissa, capisce…le prende una mano, sorride.

 

 

 

< Andrà tutto bene, vedrai! >>

 

 

 

 

 

La cacciatrice ribelle è seduta proprio accanto alla strega rossa, entrambe fissano i tappetini in basso, chi stringendosi le bende delle proprie ferite, chi stringendosi il cuore sanguinante per l’angoscia e i sensi di colpa. Faith è lì a qualche centimetro da lei e Willow non può fare a meno di sentire il suo dolore, la sua ansia di donna innamorata e per una volta ha sovrastato la cacciatrice. Ma nel cuore della strega c’è un altro nome, nella sua mente vorticano altri pensieri, un altro volto si cela dietro il verde dei suoi occhi.

 

 

 

“Di me che più di tutti ti ho amata…la mia…mia! Non riesci più a distinguere la forma della mia anima?”

 

 

 

Ha potuto davvero stringere ancora il corpo morbido della sua Tara o è stata tutta una squallida illusione della sua mente stanca?

 

E quella bambina, perché non riesce a dimenticare lo sguardo di quella maledetta bambina…perché si è sentita in paradiso mentre quelle piccole braccia senza forza la stringevano, la consolavano…mentre quella bocca minuscola di bimba la baciava?

 

 

 

No! Non può essere, lei non è capace di tanto, non può provare cose del genere per una creatura tanto innocente ed ignara, non può, non è possibile, non è Willow Rosenberg che prova piacere e calore nel sentirsi vicina ad una bambina è solo la strega rossa che ha paura di aver perduto la sua fata per sempre e cerca scuse ed illusioni per alleviare il proprio dolore. È questo, deve essere solo questo!

 

 

 

“Tara…Tara torna da me!”

 

 

 

****

 

 

 

 

 

La bambina scende veloce dall’altalena bassa, i sui capelli lisci brillano d’oro e luce bianca, corre verso la vecchia panchina, si getta in braccio alla sorellina della cacciatrice bionda. Uno sguardo preoccupato negli occhi grandi.

 

 

 

<< Cosa c’è tesoro mio?>>

 

 

 

<< Dobbiamo andare da Willow… mi ciama!>>

 

 

 

Zach guarda estasiato la bambina, le accarezza la testolina rotonda. Quanto è tenera quella creatura e quanta follia e disperazione Zach intravede in quel bluetto dolce.

 

 

 

<<Chi è Willow, Dawn?>>

 

 

 

<< è la migliore amica di mia sorella, è come una seconda sorella…lei e il suo partner sono stati la mia seconda famiglia, mi hanno cresciuta ed amata!>>

 

 

 

Il ragazzo si volta di nuovo verso Tara Gilmore…i suoi occhi non sono né verdi, né azzurri…chiari, ma opachi, un celestino quasi grigio…occhi color argento. Dawn adora quegli occhi, quel volto, quel cuore.

 

 

 

<< Perché vuoi andare da questa Willow piccolina? Non vuoi giocare un altro po’ con me?>>

 

 

 

Zach prende in braccio la bambina, che si accovaccia sulle ginocchia del giovane e lo fissa, impaziente, seria…una serietà che impressiona.

 

 

 

<< Non posso, lei mi sta chiamando!>>

 

 

 

<< Willow? È lei che ti chiama?>>

 

 

 

****

 

 

 

Buffy svolta silenziosa e concentrata verso Brook Street… La vecchia biblioteca pubblica è lì che la fissa, silenziosa ed ignara nel suo grigiore di vecchio edificio pieno di cultura…I suoi occhi ammirano l’asfalto della strada, pesanti, pieni, impenetrabili, opachi. Combattiamo il male anche questa volta!

 

 

 

Faith fissa il braccialetto di cuoio nero e finto argento al suo polso piccolo… Robin.

 

 

 

 

 

….<<Perché no? La credi tanto una pazzia cacciatrice ribelle?>>

 

 

 

<< Qui non si tratta di crederla o no una pazzia… è solo che non possiamo, non ora almeno!>>

 

 

 

L’alto e affascinante ex preside di Sunnydale è seduto su una piccola sedia, ai piedi del grosso letto dove è sdraiata la sua donna, la donna dal cuore duro e indomabile che ha conquistato con fatica e tanta, tanta pazienza… I suoi grandi e profondi occhi scuri la fissano, mentre il riflesso di Faith brilla nel suo sguardo.

 

 

 

<< Dici sul serio? Chi te lo impedirebbe? Ora hai un lavoro, una casa…una famiglia, il centro è avviato, le cacciatrici lavorano sodo… tu e Buffy non siete più le “uniche e sole”! Pensi che non sarei in grado di occuparmi dei nostri figli?>>

 

 

 

Sul volto liscio della donna appare un dolce, lieve sorriso…quel suo sorriso unico, un po’ ribelle, sbarazzino, intrigante, malizioso. I suoi occhi grandi brillano di strana, in comprensibile e solenne gioia al suono di quelle lievi parole: “ dei nostri figli”. Si avvicina piano all’uomo che le ha dato fiducia in sé stessa, l’uomo che le ha fatto capire quanto può essere capace di amare, nonostante tutto.

 

 

 

<< Forse non sono pronta per fare la madre! Insomma mi conosci, che razza di madre sarei? >>

 

 

 

Robin le accarezza i capelli scuri ondulati, morbidi.

 

 

 

<< La migliore di questo mondo, la madre dei miei figli!>>

 

 

 

Faith volta lo sguardo per tentare di non incrociare quello dell’uomo alto e scuro.

 

 

 

<< Ne sei sicuro? Ho fallito in tante cose nella mia vita…ma fallire come madre vorrebbe dire rovinare la vita di una parte di me che nasce e cresce, sarebbe un fallimento troppo grande!>>

 

 

 

<< Beh, hai combinato tanti casini, lo ammetto, ma le persone cambiano Faih…e tu sei cambiata ragazzina! Non falliremo!>>

 

 

 

Robin si siede sul letto e le stringe le piccole spalle. È deciso a investire tutto il suo futuro nella famiglia che vuole creare.

 

 

 

<< Lo so che il centro è come una famiglia per te…ma io voglio la MIA famiglia e la voglio con te!>>

 

 

 

La cacciatrice ribelle arrossisce, tenta di allontanarsi, ma forse non lo vuole davvero.

 

 

 

<< è una responsabilità troppo grande Robin… io… io…>>

 

 

 

Quella notte, appoggiata contro il torace muscoloso del suo Amore, la cacciatrice sente le lacrime venirle agli occhi, il cuore riempirsi…m entre desidera con tutta se stessa d’essere rimasta incinta….

 

Buffy rallenta, Willow prende una mano di Faith, la fissa negli occhi.

 

 

 

<< Voleva un figlio da me!>>

 

La sua voce è roca, bassa, disperata. La cacciatrice si guarda le mani, conservando gelosamente dentro di sé il proprio dolce segreto.

 

 

 

<< Lo avrete e sarà il bambino più bello del mondo!>>

 

La strega sorride, bacia una guancia rotonda della cacciatrice ribelle, abbandona i suoi pensieri per concentrarsi sul dolore di Faith.

 

 

 

Il furgoncino si ferma. Shannon spalanca le portiere. Amanda e Cho Ann afferrano le proprie asce. Rona si asciuga una lacrima silenziosa sulla guancia scura. Buffy scende. Willow e Faith si fissano, sorridono.

 

 

 

 

 

*****

 

 

 

 

 

La sala del trono annega nella penombra, le fiaccole hanno quasi timore a brillare, il sovrano si alza. Cammina compostamente, lentamente, con paurosa solennità nel buoi del suo potere, la lunga tunica color porpora, il volto incappucciato….

 

 

 

<< Giungeranno qui a breve o miei guerrieri! Le acque del fiume degli eventi hanno seguito il loro corso ed oggi stesso, qui…in questa oscurità, si compirà la mia vendetta! Oh Padre, sarete vendicato dal vostro ultimo discendente!>>

 

 

 

Rumore di passi lungo i gradini regali in marmo scuro e impenetrabile. Il sovrano si vanta della propria sagacia.

 

 

 

<< Fate in modo che trovino il negro! Voglio che quella di loro che chiamano Faith soffra…voglio vederle soffrire tutte e poi le ucciderò, una dopo l’altra, per voi Padre!>>

 

 

 

 

 

*****

 

 

 

<< Rona e Cho Ann con me! Vi e Shannon con Faith, Amanda e Kennedy con Willow! Will hai individuato l’ingresso?>>

 

 

 

Willow arrotola velocemente la vecchia pergamena, fissa il prato verde accanto alla biblioteca e la grossa statua del suo fondatore al centro del giardino.

 

 

 

<< Sì Buffy, è proprio sotto la statua di John Walsh!>>

 

 

 

Cho Ann arriva per prima sotto la statua e d’istinto tira via la grossa lastra di marmo, incisa in memoria del vecchio Walsh, scoprendo il passaggio per il regno dell’ombra. Faith guarda preoccupata tutte quelle ragazze temerarie, pronte a morire, come mille volte lo era stata lei, in passato.

 

 

 

<< Mi raccomando ragazze non fatevi ammazzare da questi bastardi!>>

 

 

 

 

 

Le otto cacciatrici e la strega rossa vengono inghiottite dal nero del passaggio stretto. Buffy non riesce a vedere i gradini che si diramano sotto i sui piedi, sente il lerciume e le ragnatele, lo squittio di qualche topo. Le scale si interrompono…buio totale.

 

 

 

All’improvviso delle grosse fiaccole appese al muro si accendono in sequenza, illuminando un grosso corridoio.

 

 

 

<< Ci stavano aspettando, non abbiamo più neanche l’effetto sorpresa!>>

 

 

 

Spade in pugno, il corridoi si dirama per circa quaranta metri, d’un tratto le guerriere si trovano spaesate, esposte improvvisamente all’immensità d’una sala grossa più del loro vecchio, caro centro.

 

 

 

Colonne di marmo nero in stile dorico dividono la grossa grotta in tre navate, in fondo a quella centrale, un seggio; un minuscolo altare, un trono immenso racchiuso in un piccolo tempio a capanna…Una sala del trono, quindi un sovrano da combattere. Silenzio, troppo, assurdo, inverosimile silenzio.

 

 

 

Infondo alla navata, sotto i gradini dell’abside oscura, una minuscola, imprecisa ombra…una figura indistinta; un uomo a terra, legato mani e piedi.

 

 

 

<<ROBIN!>>

 

 

 

La cacciatrice corre verso l’uomo a terra…Buffy tenta di fermarla. Al passaggio veloce di Faith le fiaccole appese alle colonne bruciano con più ardore illuminando tutto il tempio maligno.

 

 

 

<< Faith no!>>

 

 

 

Kennedy, corre dietro alla cacciatrice ribelle. Cho Ann si volta improvvisamente.

 

Amanda sbatte a terra, viene trascinata fulmineamente nell’ombra d’una navata secondaria, Shannon tenta di afferrarle le mani, disperatamente protese.

 

Vi colpisce con un pugnale un’ombra nel buio alla sua destra…un luccichio di occhi gialli intorno a loro. Willow spinge Buffy a terra, mentre la lingua d’una sanguisuga sta per colpirla al cuore. Rona mozza la testa d’uno dei demoni che l’hanno improvvisamente accerchiata.

 

 

 

Amanda urla nell’ombra, dolorante, disperata, impaurita. Shannon tenta di seguire la voce dell’amica; Rona viene colpita all’altezza della bocca da una delle sanguisughe, si dimena, Vi mozza la lingua del demone. Kennedy si volta; Faith Si inginocchia su Robin a terra. Amanda urla, poi improvvisamente silenzio. Shannon piange di terrore accerchiata dal buio e dalla solennità della silenziosità improvvisa.

 

 

 

<< AMANDA DOVE SEI?>>

 

 

 

Buffy colpisce un demone squarciandogli il petto con un colpo di spada. Willow ne decapita uno già a terra, si concentra, crea una barriera protettiva per sé e l’amica. Cho Ann finisce in ginocchio. Kennedy si getta con tutta la sua forza contro la sanguisuga alle spalle di Faith a terra.

 

 

 

La cacciatrice scura e il demone rotolano ai piedi dell’altare. Kennedy sente la lingua viscida dell’animale conficcarle dei minuscoli canini nel petto e succhiarle la forza. Cho Ann guarda come ipnotizzata il proprio nemico, china sotto di lui. Shannon arranca nel buio…un colpo, un corpo, viene sbattuta a terra, perde la spada. Rona mozza il piede ad un guerriero, Vi lo decapita, una striscia di sangue nero le schizza sul mento biancastro.

 

 

 

La cacciatrice cinese sente il freddo crescerle dentro, le forze venire meno, d’un tratto la punta d’un spada attraversa la gola della sanguisuga intenta a succhiare potere. Il parassita umanoide si contorce, tentando di chiudere la ferita aperta, cade a terra. Buffy porge la mano alla cinese, rialzandola.

 

 

 

<< AMANDAA!>>

 

 

 

Willow afferra una fiaccola e corre nella navata secondaria incontro a Shannon.

 

 

 

<< Buffy, Amanda e Shannon sono di qua!>>

 

 

 

Rona si accorge improvvisamente che Amanda è stata trascinata via. Vi scruta l’ombra. Cho Ann stenta a reggersi sulle gambe. Kennedy chiude gli occhi e prima di spegnersi tenta di sussurrare l’unica cosa che abbia mai avuto importanza per lei…

 

 

 

<< Will-Willow! >>

 

 

 

<< KENNEDY!>>

 

 

 

Willow si blocca improvvisamente. Corre verso il trono, nella direzione opposta. Faith tenta di far risvegliare l’uomo legato e svenuto. Rona sente qualcosa afferrarle i piedi e tirarla verso l’oscurità. Vi la regge per un braccio mentre Cho Ann taglia la lunga e grossa lingua viscida del demone.

 

 

 

La cacciatrice di colore corre verso la navata sinistra. Buffy è china su Shannon. Vi para un colpo improvviso nell’ombra, viene gravemente ferita ad un braccio. Rona corre avanti…Un passaggio semi nascosto nella parete in pietra.

 

 

 

Kennedy non respira, la sanguisuga le succhia potere e sangue, mentre la tiene inchiodata al pavimento liscio e freddo. La strega rossa infilza l’animale con odio e rancore, poi si getta a terra accarezzando i capelli scuri della sua cacciatrice.

 

 

 

<< Kennedy, parlami Amore mio ti prego!>>

 

 

 

<< AMANDAAA!>>

 

 

 

Rona intravede qualcosa alla fine d’un corridoio secondario. Tre o quattro grossi parassiti umanoidi sono chini a terra, come iene attorno ad una preda appena uccisa.

 

 

 

La cacciatrice ne decapita uno, gli altri tre si voltano improvvisamente, dalle loro fauci spalancate gronda sangue e liquido verdastro. I loro occhi scintillano di giallognolo. Rona intravede Amanda a terra, mezza denudata e con ferite aperte sul petto. Uno dei demoni le si scaglia contro, mentre l’altro continua a nutrirsi in modo animalesco.

 

 

 

Kennedy sente il respiro di Willow, le sue braccia stringerla, riapre gli occhi. La cacciatrice scura intravede una sanguisuga piombare furtiva alle spalle del suo amore, tenta di avvertirla. La strega si volta, uno scatto, l’istinto.

 

 

 

Willow fa esplodere una grossa sfera di energia che poi si tramuta in una cappa protettiva che avvolge anche Faith e Robin a qualche metro di distanza.

 

 

 

 

 

Buffy e Vi corrono in soccorso di Rona. La cacciatrice bionda decapita un’altra sanguisuga, si carica Amanda in spalla. Grida la ritirata. Cho Ann è priva di forze, ma sorregge Shannon. Corrono tutte verso i piedi del grosso trono. La strega le avvolge tutte nella gelatinosa cappa azzurrina.

 

 

 

 

 

…Tutte tirano un sospiro di sollievo, hanno la possibilità di guardarsi intorno…di risollevarsi. Il peggio è passato, la strega può tenere ancora alto lo scudo. Rona prende in braccio Amanda e si accorge che la piccola, fragile amica è pelle ed ossa, completamente prosciugata d’ogni forza. Buffy poggia una mano sulla spalla di Willow.

 

 

 

<< Grazie Willow…dobbiamo andar via!>>

 

 

 

Negli occhi della strega rossa vibra improvviso una strana paura, un’angoscia inspiegabile, fissa Kennedy intontita.

 

 

 

<< Lo so, ce ne sono altri, tantissimi altri. Non siamo preparate!>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<< Dov’è Willow? Io devo andare da lei… tu chi sei, vai via!>>

 

 

 

<< Smettila di farfugliare mostriciattolo o giuro che ti ammazzo! >>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<< Robin? Svegliati, sono io, Faith…ti supplico non lasciarmi adesso!>>

 

 

 

Una lacrima disperata della cacciatrice ribelle cade sul volto scuro dell’ex preside, lo risveglia, lo riporta da lei… Robin apre gli occhi, lentamente, con sforzo, intravede la donna e sorride. Ha una grossa ferita aperta sul torace e gronda sangue.

 

 

 

<< La mia cacciatrice ribelle! Non dovevi venire a riprendermi, sei una testarda…>>

 

 

 

La voce dell’uomo è rauca, sottile, quasi impercettibile, soffocata dal dolore e dallo sforzo. Faith ha gli occhi appannati dal dolore, fissa il suo Amore che se ne và.

 

 

 

<< Lo sai che non posso fare a meno di fare la testarda!>>

 

 

 

<<Ti amo Faith…m-mai ho amato tanto…mi…mi hai fatto capire che l’amore addolcisce anche la pietra!>>

 

 

 

La cacciatrice non si trattiene, si abbandona e si lascia dominare dalla donna disperata che lotta con la gurriera che è il lei. Piange, tenta di afferrare le proprie lacrime prima che cadano sull’uomo scuro. Lo stringe, lo bacia teneramente, con una tenerezza che non aveva mai creduto di avere. Robin la fissa, sente le forze lasciarlo, la morte reclamare il suo tributo. Tossisce sangue, Faith lo accarezza, disperata, consapevole che lo sta perdendo.

 

 

 

<< Saresti stata la migliore delle madri!>>

 

 

 

Robin fa un ultimo sforzo e le accarezza il volto improvvisamente pallido. Faith lo fissa, gli prende la mano e gliela poggia delicatamente sulla propria pancia morbida.

 

 

 

<< Lo sarò Amore mio, lo sarò, è una promessa!>>

 

 

 

D’improvviso il volto dell’uomo si illumina, ad un passo dalla morte, sorride beato, accarezza la pelle di Faith, consapevole che custodisce dentro di sé suo figlio e che grazie a questo lui sarà ancora in grado di vivere dentro di lei, per sempre.

 

 

 

<< Sarà bellissimo ragazzina…m-mio figl-io…o-ora smetteremo di litigare su chi è il più carino…>>

 

 

 

<< No, sono ancora io la più carina!>>

 

 

 

La cacciatrice gli bacia la mano grande, scura, due, tre, quattro volte, non vuole lasciarlo andare.

 

 

 

<< Hai ragione, nella mia vita…non ho m-mai visto nulla…. di così…bello!>>

 

 

 

Gli occhi del guerriero si perdono nel viso bagnato della guerriera, sembrano incontrare il paradiso, poi, d’un tratto, con la serenità nello sguardo e un sorriso nel Cuore e sul volto bello Robin Wood muore silenziosamente…lasciando la propria vita in mano alla morte che la reclama.

 

 

 

<< Robin! ROBIIIIN!>>

 

 

 

 

 

La fronte del salice di Sunnydale si imperla di sudore, la fatica aumenta, il respiro si affanna, la forza viene meno, la barriera oscilla. Rona accarezza la fronte di Amanda che poco prima le ha promesso che sarebbe andato tutto bene, ed ora giace semi nuda e prosciugata di tutto, fra le sue braccia forti. Cho Ann guarda con preoccupazione la ferita di Vi, rassicurandola. Shannon si rialza a fatica. La cacciatrice della strega rossa le prende una mano, le sorride.

 

 

 

<< Mi hai salvata!>>

 

 

 

<< Non posso vivere senza di te! Ho già perso l’Amore una volta, non posso permettere che succeda ancora! >>

 

 

 

Il cuore di Kennedy sobbalza, un calore improvviso l’avvinghia e la colma…Willow Rosembergh l’ama? O è solo il dolore a farglielo credere?

 

 

 

Le guerriere si guardano intorno preoccupate, dall’ombra emerge una schiera di famelici parassiti umanoidi con le fauci spalancate, pronti a scattare.

 

 

 

<< Buffy dobbiamo andarcene!>>

 

 

 

<< Lo so Shane, dobbiamo solo trovare il modo!>>

 

 

 

Lo sguardo della cacciatrice bionda vortica in tutte le direzioni, completamente paralizzata dall’avanzare della schiera di guerrieri famelici. Cerca una via d’uscita. Le sanguisughe avanzano, Willow barcolla.

 

 

 

Faith sta silenziosamente piangendo, stretta al corpo senza vita del figlio d’una cacciatrice…completamente insofferente a tutto ciò che la circonda, al pericolo, alla paura…

 

 

 

I demoni parassiti succhiano lentamente la barriera di energia magica della strega…Willow cede, Kennedy la sorregge…la barriera scompare…le guerriere si preparano…le sanguisughe partono all’attacco….

 

 

 

Schiocco di dita dall’alto. Silenzio. Gli umanoidi si arrestano e si ritirano come cani nell’ombra da cui provengono. Willow si volta verso l’ombra che avvolge il grosso trono. Buffy intravede una figura alta, longilinea, scendere con regalità ed imponenza i gradini del seggio…una tunica purpurea, il volto incappucciato. Buffy, tenta di pararsi davanti alle ragazze, Willow è colta all’improvviso da uno strano terrore…è in presenza della potentissima luce rossa. Il silenzio è penetrante, quasi logorante…Faith singhiozza china su Robin, inconsapevole d’ogni altra cosa.

 

 

 

<< Credo che per ora basti, cacciatrici!>>

 

 

 

Una voce autoritaria, ma stranamente cristallina, una voce giovane ma imperiosa.

 

 

 

<< Non amo annientare subito i miei nemici, potete chiamarlo sadico piacere nel vantarsi delle propria superiorità!>>

 

 

 

Le ragazze non smettono di fissare l’ombra che le circonda, solo Buffy e Willow tentano di intravedere il volto del sovrano, completamente oscurato.

 

 

 

<< Vi sono piaciuti i miei guerrieri? Sono all’altezza delle famose cacciatrici?>>

 

 

 

Buffy tenta di spegnere sul nascere l’arroganza del proprio nemico, interrompendolo con disprezzo e forza.

 

 

 

<< Chi diavolo sei tu? Cosa vuoi?>>

 

 

 

Il sovrano si ferma ai piedi del trono, sotto i gradini di marmo.

 

 

 

<< Mi avevano avvisato della vostra intemperanza e della vostra arroganza cacciatrice bionda…Colei che prima era l’unica e sola! Che onore! Non puoi sapere chi sono, donna…ma puoi capire benissimo ciò che voglio!>>

 

 

 

<<Ucciderci! Senti bellimbusto ho fatto fuori più demoni io che tutte le cacciatrici messe insieme, ho fermato mille apocalissi e ammazzato e poi fatto a pezzi tanti di quelli come te da scriverci un romanzo!>>

 

 

 

Buffy avanza sicura della propria forza, con le mani sui fianchi, gli occhi iniettati di sangue, di rabbia e di voglia di combattere. Lo strano sovrano la corregge con un segno imperioso della mano.

 

 

 

<< Oh no mia cara, come me no ti certo! Vi ho dato la caccia fin da quando ero un bambino, sono stato messo al mondo ed iniziato con il solo scopo di annientarvi…ma non sono mai riuscito a trovarvi!>>

 

 

 

La cacciatrice bionda lo sfida arrogante.

 

 

 

<< Ora sono qui, fatti sotto!>>

 

 

 

Buffy viene improvvisamente scaraventata contro una delle colonne e finisce a terra, dolorante, si rialza con fatica, Willow continua a fissare il proprio nemico.

 

 

 

<< Quanta fretta cacciatrice! Vuoi morire giovane eh? Ma d’altronde la tua specie è abituata…a morire giovane! Ma dopo di voi, mia pulzella arrogante moriranno tutte loro…una dopo l’altra ed io avrò la mia vendetta!>>

 

 

 

Il sovrano si prepara a scagliare un altro colpo alla cacciatrice ma la strega rossa lo affronta colpendolo in pieno viso con il proprio potere. Il comandante dell’armata arretra. Per un istante resta immobile, completamente preso dalla foga della strega rossa. Poi avanza lentamente verso la donna.

 

 

 

<< Io so chi siete voi…>>

 

 

 

Willow resta immobile dinanzi al sovrano che avanza

 

        << La strega rossa…vi credevo una leggenda! Quanto di voi nella mia stirpe è stato narrato, da discendente in discendente…ed ora!>>

 

        

 

Una mano bianca accarezza il volto impassibile di Willow, il volto dell’uomo è impenetrabile.

 

 

 

<< Per tutta la vita il mio cuore ha bramato solo una cosa, la cacciatrice….ma da quando ho capito chi avevo dinanzi agli occhi non ho fatto altro che rivivere il vostro volto e il vostro nome, siete una strega potente!>>

 

 

 

<< Chi sei?>>

 

 

 

La strega è impassibile. Le cacciatrici immobili a proteggersi le spalle dall’ombra che le avvinghia.

 

 

 

<< Il mio e il vostro destino è più legato di ciò che potreste immaginare Miss Willow…Willow…Il salice rosso! Ora il mio unico desiderio è quello di confrontarmi con voi e la vostra strega bionda!>>

 

 

 

D’un tratto lo sguardo duro e impiegabile di Willow vacilla, si piega sotto il peso del dolore…Kennedy avverte il mancamento della donna, tenta di raggiungerla ma senza neppure voltarsi verso di lei il sovrano oscuro la scaglia contro una colonna. La cacciatrice cade a faccia in giù sul marmo freddo.

 

 

 

<<Non vi è ancora permesso cacciatrice! Dimmi strega, dov’è l’altra metà del potere che bramo più d’ogni altro su questo povero, piccolo mondo?>>

 

 

 

Gli occhi verdi della strega luccicano di lacrime ricacciate con forza e fatica dentro il proprio animo tormentato. La mano biancastra del sovrano le accarezza il mento e il collo sottile.

 

 

 

<< La strega bionda è morta! È stata uccisa…la mia metà è persa, mi dispiace deludervi!>>

 

 

 

La voce del comandante dell’armata risuona calma, tremendamente calma, quasi affettuosa eppure maledettamente meschina.

 

 

 

<< Perché mi mentite strega? Io la sento, ella è qui e vi invoca! Dei, quanto ho desiderato potermi nutrire delle due streghe di…AAAAH>>

 

 

 

All’improvviso la spada di Faith squarcia il petto del sovrano che si inginocchia sotto il peso del colpo fortissimo. La cacciatrice ribelle appare a Willow da dietro l’alta figura dell’oscuro signore in ginocchio…i suoi occhi sono iniettati di sangue e lacrime, sembra impassibile, insensibile, fissa Willow come assente.

 

 

 

 

 

Il sovrano scompare improvvisamente sotto gli occhi delle cacciatrici e della strega, avvolgendo il proprio corpo ferito con una lingua di fuoco nero.

 

 

 

<< È scappato!>>

 

 

 

Buffy afferra Shannon per un braccio scuotendola e riportando le guerriere alla realtà.

 

 

 

<< USCIAMO DI QUI, PRESTO!>>

 

 

 

Le ragazze corrono dietro alla cacciatrice bionda, Vi sorregge Cho Ann mentre Rona porta in braccio la piccola Amanda priva di sensi. Kennedy si rialza affaticata, un rigolino di sangue scuro le cola dalla bocca bella, scuote la strega rimasta immobile a fissare la cacciatrice ribelle negli occhi opacizzati dal dolore.

 

 

 

<< Andiamo, muovetevi!>>

 

 

 

Kennedy tenta di tirarla via, ma Willow è troppo scossa dallo sguardo impenetrabile di Faith…corre verso Robin, tenta di risvegliarlo. Faith non si muove e le parla lentamente, quasi assente, senza vita.

 

 

 

<< È morto, non puoi svegliarlo!>>

 

 

 

<< No!>>

 

 

 

Kennedy afferra Faith per le spalle e la scuote con forza, tentando di risvegliarla dal suo stato di coma.

 

 

 

<< Faith dobbiamo uscire di qui, ti prego!>>

 

 

 

<< È morto!>>

 

 

 

La cacciatrice scura stringe la ribelle, accarezzandole la testa morbida, la tira a sé, poi la tira via, gridando a Willow di correre.

 

 

 

<< Aiutami a portarlo via Kennedy!>>

 

 

 

La cacciatrice si rende conto del corpo del preside a terra, insanguinato, lo afferra, caricandoselo sulle spalle e correndo verso l’uscita. Willow si volta verso Faith… ma la guerriera non la sta guardando… i suoi occhi sono vuoti.

 

 

 

<< Sono incinta!>>

 

 

 

 

 

Note: Mi scuso per la lentezza con cui procede la storia. In questa parte di Birth mi sono appropriata del personaggio di Kennedy, trasformandolo in una figura molto personale…mi rendo benissimo conto che non rispecchia a pieno il personaggio della serie. Ma non era mia intenzione rispettarne il modello, quanto scoprirne altri lati e altre caratteristiche. Non è una difesa a questo personaggio molto poco apprezzato, quanto un tentativo di riscattarlo. Per qualsiasi commento: pasrapa@libero.it  oppure francesca_s.d.s@hotmail.it  grazie in anticipo. Buona lettura.

 

 

 

 

 

Birth,

 

Io sono tara

 

 

 

PREFAZIONE

 

 

 

Afa, caldo quasi insopportabile. Il cotone bianchissimo gli sfiora la pelle, quasi con dolcezza. Solo quegli abiti gli procurano un minimo di refrigerio alla calura del deserto…Ormai il calore lo avvolge come una cappa insopportabile. Il caldo lo divora, si sente lentamente consumare. I suoi piccoli occhi si perdono nella sabbia rossastra che lo accerchia, arroventata dal sole del deserto.

 

 

 

Scende dalla vecchia cavalla snella. Qualche altro metro e sarebbe stramazzata a terra, morta per la stanchezza e la siccità. La tenda gli porta un po’ di sollievo. Il suo sguardo misterioso ed intrigante vortica nell’ombra, fatica ad abituarsi all’ambiente d’un nero opaco.

 

 

 

La voce del giovane viaggiatore risuona sicura come un fendente di spada:

 

 

 

<<Sei tu quello che cerco?>>

 

 

 

<< chi stai cercando pellegrino del deserto?>>

 

 

 

Un eco dall’angolo più buio della grossa tenda bianca. Timbro di voce sicuro, lento, autoritario, penetrante…voce da vecchio saggio, abile aedo di storie lontane.

 

 

 

<< Colui che mi porterà al tempio di Anubi!>>

 

 

 

Il ramingo del deserto viene preso da un fremito lungo la schiena quando vibra ancora la voce del suo misterioso interlocutore nell’ombra:

 

 

 

<< COSA VUOI DAL DIO SCIACALLO?>>

 

 

 

<<Uccidere un lupo!>>

 

 

 

 

 

*****

 

 

 

 

 

 

 

QUARTA PARTE

 

La pietra rossa di Anubi

 

 

 

“Dell’anima sola avrete immagine e volto…

 

Secondo di essa la forma avrete sembianza e corpo”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Molte ere prima che l’Egitto conoscesse il primo, sacro figlio di Ra, il dì e la notte diedero vita entrambi ai loro guerrieri più potenti. Esisteva un tempio oltre i confini del regno del sole, perso nella buio pungente del nulla. Lì un dio nacque dalle tenebre della notte più scura dell’antico regno. Nacque con testa di sciacallo selvaggio; occhi d’un verdastro malvagio, per scrutare il buio che lo aveva portato alla vita; fauci fameliche per divorare le ombre e dare la caccia alla luce. Ma egli ebbe in dono cuore e corpo d’uomo, per poter soffrire d’umano dolore; d’umana paura, d’umano odio e rancore. Poiché come dio dei morti egli nacque per essere giudice ed eventuale castigatore dei figli d’Egitto. Ma quel dio solitario una notte si spinse oltre i confini del suo regno di morte e vide il padre sorgere rosso come il fuoco, imponendosi maestoso e potentissimo in un cielo schiavo della sua luce immensa. Lo sciacallo sfiorò il calore di Ra ma se ne sentì bruciare.

 

 

 

Dalle lacrime di sangue che lo sciacallo versò quell’alba lontana nacque una delle più lontane leggende del mondo antico. Gli occhi del dio piansero sangue imbevuto di dolore e rimpianto. Egli offrì le sue lacrime rosse al padre, per poter riscattare la sua natura malvagia e il suo regno di morte. Offrì il suo pianto in sacrificio per poter accarezzare anch’egli la luce di Ra. Ma ad un solo tocco del dio sole quel pianto sanguigno divenne duro come pietra. E da quel giorno chiunque si trovi nel luogo sacro ove Anubi fu generato, mentre la luna gravida si accoppia con il sole più rosso, offrendo in sacrificio il pianto dello sciacallo avrà in dono ciò che il dio stesso bramava per sé.

 

 

 

 

 

 

 

*****

 

 

 

 

 

<<Dov’è Tara?>>

 

 

 

La voce della strega rossa pietrifica la piccola Summer. Lo sguardo infantile di Dawn vortica nel grosso salone. Xander corre verso le scale, Andrew sta disperatamente chiamando la bambina in giardino. Willow si avvicina alla ragazza con il fuoco negli occhi da spiritello dispettoso, la sua voce sottile vibra di fervore…è pronta ad esplodere nel panico totale.

 

 

 

<<Dov’è Tara, Dawn?>>

 

 

 

Dawn rabbrividisce di fronte alla follia che divampa nello sguardo verdastro da streghetta liceale di una donna che si tramuta in una strega folle.

 

 

 

<<DOV’È?>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<<E finalmente anche le cacciatrici sapranno cosa vuol dire perdere!>>

 

 

 

L’ultimo discendente ha il volto coperto da una grossa maschera nera, dalle rifiniture pregiate. La sua tunica è impregnata di sangue scuro. Si spoglia. La luce opaca d’una fiaccola gli illumina l’addome. Sulla pelle dorata mille riflessi d’avorio per la luce soffusa. Uno squarcio sul petto liscio deturpa la bellezza del suo corpo giovane. La spada della cacciatrice ribelle lo ha trapassato da parte a parte. Ma il sovrano non può essere ucciso tanto facilmente. In un lettino scuro, alla sua destra una bambina dai capelli di seta dorata lo guarda con occhi carichi di sentimento.

 

 

 

<< Ora che tu sei in mano mia nulla può più fermarmi! >>

 

 

 

Il re è affaticato, stenta a reggersi in piedi. La vista della strega rossa gli ha fatto abbassare la guardia.

 

 

 

 

 

<< Aspetterò nell’ombra del mio regno, aspetterò la guarigione di questo mio indegno corpo mortale! E quando sopraggiungerà il tempo del dolore io adempirò a quello che fu il giuramento mio e di mio padre e di ogni signore che mi ha preceduto. La dinastia finirà con me ma la vendetta della mia stirpe sarà compiuta!>>

 

 

 

Cammina lentamente verso la piccola stesa su un grosso cuscino di seta nera. Le carezza con lurido sadismo il volto piccolo e morbido, lucente come porcellana. La bambina non piange, il blu del suo sguardo lo trapassa e lo raffredda come il ghiaccio. Stringe più forte le guance rosa di Tara Gilmore e dentro di lui avvampa il fuoco dell’odio e della vendetta.

 

 

 

Sibila a denti stretti con il diavolo in corpo:

 

 

 

<< Nessuno può fermare la vedetta dell’ultimo discendente del Padre! Io avrò la vita d’ogni cacciatrice e mi prenderò anche la tua e quella del salice rosso! IO AVRÒ LE DUE STREGHE!>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buffy si volta verso Kennedy…la ragazza copre gli occhi rossi, tentando di dimostrarsi forte dinanzi a colei che un tempo ha avuto onore di “unica” cacciatrice.

 

<< Cosa c’è Kennedy?>>

 

La cacciatrice olivastra si volta, la bionda l’afferra per le spalle con forza, la costringe a fissarla negli occhi chiari…Quelli scuri dell’altra ragazza le rivelano amari e disperati la verità. I due sguardi si incrociano, si fondono…la risposta balena nel volto pallido di Buffy Summer.

 

<< Chi è morto?>>

 

La cacciatrice scura scoppia a piangere, il suo corpo barcolla, Buffy la sorregge.

 

<< CHI?>>

 

D’un tratto Amanda urla gettandosi ai piade di una sagoma scura, bocconi sul giardino umidiccio, sul ciglio della bella stradina di San Francisco. La guerriera bionda cerca i volti delle sue compagne….li trova. Corre verso il vecchio furgone. Faith è in piedi, fissa assente il cielo azzurrino di quella città assolata e sorridente.

 

<< Faith!>>

 

La guerriera si volta….sguardo vuoto, volto impassibile, nessun segno di vita in quei suoi occhi grandi di cacciatrice spietata, come se la morte le stesse accarezzando le guance chiare, danzando con lei in un oscuro e silenzioso sortilegio di tristezza.

 

Ma quella che un tempo è stata chiamata persino “assassina” non piange… Nessuna lacrima di giada opaca sul volto d’uno strumento spietato di morte, nulla, se non il dolore…vivo e silenzioso.

 

<< Oh mio Dio, Robin!>>

 

Buffy tenta di risvegliare il figlio di una cacciatrice, sorridente nella sua beatitudine eterna di guerriero caduto.

 

<< ROBIN!>>

 

<< Non puoi svegliarlo Buffy!>>

 

Faith carezza con amore il volto scuro del suo cacciatore coraggioso. Volta lo sguardo verso il centro….follia e dolore si mischiano nel luccichio argentato del suo sguardo. Avanza verso il portone spalancato. La Strega rossa sta ancora disperatamente invocando il nome del suo piccolo angelo, stretta in una morsa di ansia, disperazione, sconforto, terrore.

 

Strega e cacciatrice si incrociano…Willow arretra, Faith avanza. Parole di fuoco, voce tagliente, sguardo impietoso:

 

<< Prega la tua dea strega! Prega la tua dea che io non trovi quella bambina prima di te!>>

 

Gli occhi della strega rossa si rimpiccioliscono, il suo volto si fa duro. Potere contro potere, dolore contro dolore…preda e cacciatore:

 

<< Se solo ti azzardi a toccarla io ti ammazzo!>>

 

Una vampata di fuoco invisibile divampa fra le due donne in piedi l’una di fronte all’altra, come gladiatori in un’arena, pronti ad esplodere in tutta la loro potenza assassina. Il rispetto e l ‘affetto fra le due degenera in rancore e dolore….la stima che le lega vacilla nella disperazione.

 

<< Dimenticavo che sei un’assassina!>>

 

<< Dimentichi chi sei tu, Faith!>>

 

Xander si getta nel mezzo, Buffy accorre fissando la strega con un alone di rimprovero.

 

<< Ora calmatevi tutte e due, qui nessuno ucciderà nessuno…>> il bel carpentiere si volta verso la cacciatrice: <<Faith quello che è successo non è certo colpa della piccola Tara…E Willow! Tu non ammazzi proprio nessuno, calmiamoci, okay?>>

 

Faith scansa l’uomo con uno spintone, costringe Willow ad arretrare contro il muro.

 

<< Se non è stata quella bambina, tu devi avere il coraggio di confessare, qui, adesso, davanti a tutti, che Giles è in coma e Laura Gilmore cavata degli occhi per colpa di un tuo fottutissimo incantesimo del cazzo!>>

 

Willow si guarda intorno, persa, terrorizzata…Kennedy le corre incontro, Faith la colpisce con forza allo stomaco.

 

<< Non ora Kennedy, per una volta lascia che se la cavi da sola! Sei la donna che si scopa quando a voglia, non sei sua madre!>>

 

Kennedy arretra sotto il peso del colpo. Faith non ha distolto lo sguardo dal volto pallido e imperlato della strega rossa. Ma la cacciatrice scura non ha alcuna intenzione di permettere alla guerriera ribelle di terrorizzare la sua donna.

 

<< Lasciala stare stronza! Se vuoi prenderla con qualcuno fallo con quel bastardo che ci ha appena fatto a pezzi!>>

 

Buffy tenta di calmare Kennedy che ha appena afferrato una grossa spada. Faith la guarda con superiorità mentre sul viso bello e bianco compare ancora una volta quel sorriso perfido e intrigante.

 

<< Non puoi battermi e lo sai! Risparmiatelo, non mi faccio scrupoli ad infilzarti! >>

 

<< Provaci!>>

 

Le cacciatrici restano attonite mentre sul centro cala il silenzio prima della tempesta. Nelle file di ragazzine immobili si insinua il terrore che una compagna uccida una compagna. Buffy viene messa a tacere. Faith fissa Kennedy come una leonessa in agguato sulla preda.

 

<< Non ti facevo così stupida! Vuoi difenderla anche se sai che l’unico motivo per cui sei riuscita a scopartela è perché quell’altra ritardata balbuziente ha tirato le cuoia!>>

 

Willow sente qualcosa morirle dentro. Tara MacLay…I suoi occhi si perdono per un istante nel suono immortale di quel nome, che echeggia dentro di lei, come una dea che reclama il suo tributo. Le lacrime si fanno strada con prepotenza nel verde foresta del suo sguardo. La cacciatrice scura la vede persa nel ricordo inviolabile dell’angelo con cui lei stessa combatte.

 

D’un tratto si rende conto, mentre stringe quella spada poco affilata, della verità che le perfora il cervello lasciandola quasi vuota e priva di armi contro ciò che non può rifiutare. Nonostante ogni suo tentativo di distruggerla lei è ancora lì… Quella fata immortale aleggia ancora intorno alla strega come un’aura indistruttibile. E all’improvviso la giovane Kennedy si rende conto che non odia Tara come tutto il proprio dolore le ha sempre fatto pensare e il desiderio di difendere il ricordo dell’angelo che ha amato la sua strega sino alla morte si fa strada come fuoco nelle sue vene di donna innamorata.

 

E divampa il rispetto per quel nome nel vento:

 

<< AAAAAH!>>

 

Un fendente di spada…La lama squarcia l’aria. Rumore di lotta. Cacciatrice e cacciatrice. Nessuna regola d’onore. Kennedy si volta, il sangue di Faith le macchia la maglia chiara…La cacciatrice ribelle si regge una spalla. Buffy si getta su Faith ferita lievemente ad un braccio. La bionda alza lo sguardo severo:

 

<< Non ti permettere mai più di fare una stronzata del genere, MI HAI CAPITA BENE? Con tutti i problemi che abbiamo adesso ci manca solo che vi mettiate ad ammazzarvi!>>

 

La scura la guarda con fervore ed orgoglio. Si avvicina alla strega rossa, sorride…L’Amore e la devozione le illuminano il volto olivastro. Willow si chiede perché mai Kennedy l’ami tanto.

 

<< Perché?>>

 

<< Ti proteggerò sempre, lo prometto!>>

 

****

 

 

 

<< So che il suo cuore freme per riaverti…d’altronde ogni metà cerca l’altra insistentemente. Il salice rosso si dispera per questa figlia del presente in cui batte fremente il cuore del passato! Farà qualsiasi cosa per ritrovarti e quando verrà…>>

 

 

 

Il sovrano si volta verso la bambina, in piedi, scalza di fronte al trono nero. Il suo corpicino di latte è avvolto in una minuscola tunica corvina. Una risata dalle tenebre, panico negli occhi oceano d’una bimba.

 

 

 

<< Io saprò come accogliere degnamente la strega rossa di mille leggende!>>

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Una rosa rossa cade sulla grossa bara in legno scuro, lucidata a specchio. Terra…vestiti nerastri adorni di commozione, devozione, rimpianto, paura, dolore. Sguardi rossi di lacrime silenziose. Un prete, una dolce mattina d’estate. Aria pungente di cimitero, quanto calda e saporita d’odori nostalgici di fiori freschi multicolori. La cacciatrice ribelle è lì, spenta dall’oscurità di quel vestito intristito più del suo volto pallido e impassibile. I capelli scuri intrappolati e violati dal vento forte e spietato, urlante nel vecchio cimitero. Nel silenzio della preghiera che accompagna il guerriero scuro nel suo letto di legno ben lucidato. La cacciatrice sussurra la sua nenia personale, sparge con dignità ed orgoglio le sue lacrime preziose nella brezza del mattino.

 

 

 

<< Muore il figlio di una cacciatrice e dentro di me ne cresce un altro! Non è giusto che i figli paghino il prezzo delle condanne delle madri! E mai e poi mai mio figlio vedrà il male! Mai!>>

 

 

 

La cacciatrice chiede a quell’aria nostalgica di cimitero perché la maledizione d’una cacciatrice debba divorare ciò che una donna ha di più caro, suo figlio. Sfiora con una carezza il suo addome ancora piatto, mentre sembra volar via nel vento freddo.

 

 

 

<< Mio figlio!>>

 

 

 

Quella sera, la strega rossa si rifugia sul tetto del centro, cercando protezione in quelle stelle che un tempo l’hanno vista felice, come ad un essere umano forse non è consentito di essere. Quelle stelle ribattezzate una notte di coccole e amore.

 

 

 

Una foto, due donne…Quella vecchia foto d’un passato che sembra ormai troppo lontano, tutto ciò che le resta d’un tempo in cui, quando aveva paura le bastava voltarsi dall’altro lato del letto grande ed incontrare uno sguardo, un sorriso, un abbraccio della sua fata timida e tenera…lì in quel quadro di armonia perfetta ed eterna, impressa in una foto che le ricorda ciò che ha avuto per sé, un tempo. Quella foto scattata molti anni prima dalle mani grandi d’un ragazzo che non sapeva che fare della propria vita e che ora le sorride al mattino mentre fanno colazione e si poggia sull’occhio destro una benda nera da vecchio pirata dei sette mari.

 

 

 

Vorrebbe poter sentire il braccio morbido della sua strega bionda, attorno alla sua vita sottile…come in quella foto piccola. Quello sguardo blu marino su di sé. Dio, quanto desidera poter entrare in quella foto. È lì, persa nei rimpianti.

 

La notte incalza fremente in una luna piccola. Una sigaretta nell’ombra. Fumo sottile sale verso le stelle, danza sul viso di chi lo sta aspirando, come un’aura grigiastra e pesante, piroetta verso il cielo e svanisce nel buio.

 

 

 

<< Non dovresti fumare, fa male al bambino!>>

 

 

 

<< Ho già fatto a questo bambino tutto il male di cui sono capace!>>

 

 

 

Faith aspira lentamente, la luce rossiccia della sigaretta le illumina il volto pallido per un istante.

 

<< Che vuoi dire?>>

 

La cacciatrice fissa il fumo che svanisce danzando nell’ombra.

 

<< Sono sua madre, questo basta a fargli del male!>>

 

La strega si avvicina alla guerriera. Entrambe le donne gridano silenziosamente di dolore e rimpianto per il proprio Amore strappato.

 

<< È un bambino fortunato ad avere te come madre, tu lo proteggerai da ogni male, lo so!>>

 

<< Sono stata tante cose nella mia vita! Una guerriera, una traditrice, un’assassina…ma non sono mai stata in grado di fare qualcosa di buono!>>

 

Faith volta lo sguardo verso Willow…la stessa espressione si fonde negli occhi di entrambe, un’unica domanda…Perché?

 

<< Avevi promesso che sarebbe andato tutto bene!>>

 

<< Lo so, perdonami!>>

 

La cacciatrice vacilla, la sigaretta cade rotolando giù dal tetto. La strega la prende tra le braccia, la stringe. Lacrime disperate di guerriera. Willow la culla silenziosa, Faith singhiozza, il suo corpo è scosso dal pianto forte. Nessuno mai l’ha vista piangere.

 

<< Ritroveremo Tara, io ti aiuterò…lo prometto!>>

 

****

 

 

 

 

 

Tre anni di ricerca sfrenata…la sua pelle si è adattata al deserto, sembra ormai parte di esso. Un unico pensiero fisso, un’ossessione che lo divora sempre più: trovare il tempio di Anubi entro la prossima eclissi solare. Quella pietra…il pianto rosso dello sciacallo. Il suo informatore ad Alessandria lo ha spinto nel cuore del deserto. La sua riserva d’acqua si esaurisce rapidamente. Guarda quel sole che lo consuma. Ormai sono mesi che non incontra un altro essere umano, gli sembra impossibile tornare a parlare. Anche se non è mai stato un tipo loquace. Quanto ha lottato per quell’esile speranza. Anubi ora sembra l’unico fievole fantasma che può ancora infondergli il coraggio per non arrendersi. Scende da cavallo e spacca in due un piccolo cactus solitario come lui, ne succhia quel po’ d’acqua che conserva. L’oasi di Anubi è vicina. Dune ovunque, il suo orientamento vacilla, il suo olfatto percepisce solo un odore pesante, il proprio sudore.

 

 

 

Continua a ripetersi che ne vale la pena. D’un tratto la sabbia si fa più molle…fango, fango sotto i suoi piedi stanchi, il cavallo affonda. Corre lungo la cresta, davanti ai suoi occhi piccoli una grossa valle si fa spazio divorando il deserto. Un fiume nero lo separa dai grossi alberi scuri. Un grido di vittoria soffocato dal vento e un’esclamazione nel silenzio del deserto:

 

 

 

<< Ed ora a noi due Anubi!>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

La piccola Summer bussa con paura alla porta della seconda stanza al piano terra. Kennedy si alza dal letto e accarezza una guancia lentigginosa della ragazza.

 

 

 

<< Entra piccola!>>

 

 

 

La cacciatrice si volta verso l’amante silenziosa e le sorride infilandosi la giacca.

 

 

 

<< Io vado Will, mi raccomando, stai buona…Ti amo!>>

 

 

 

La strega rossa sorride con dolcezza ed affetto, fa segno alla ragazza di sedersi. Dawn le si stende accanto, sul grosso letto comodo.

 

 

 

<< Perdonami Willow, ho portato Tara al parco con Zack, ha cominciato a chiedere di te e Zack ci ha riaccompagnate a casa! Stavo aiutando Monik con una balestra rotta; Andrew puliva e Xander stava chiamando l’ospedale per avere notizie del signor Giles….ed io…beh, ecco…>>

 

 

 

<< Hai perso Tara! Non ti preoccupare Dawni…so dov’è! Il nemico sembrava molto interessato alla strega bionda, avrà creduto che fosse la piccola Tara Gilmore>>

 

 

 

La sorella della cacciatrice bionda sobbalza, il terrore negli occhi chiari.

 

 

 

<< Tranquilla, non le farà del male…almeno per ora! Da quel che ho capito ci vuole insieme! Non la ucciderà!>>

 

 

 

 

 

La strega maschera dietro quel suo leggero sorriso da folletto impertinente, la sua paura folle, mentendo alla giovane Summer e a sé stessa.

 

 

 

<< Non sei preoccupata per quella bambina?>>

 

 

 

La rossa si perde nell’immagine della bimba dolce che ha stretto fra le braccia sentendosi ancora una volta a spasso fra le stelle, in paradiso.

 

 

 

<< Sì Dawn, sì!>>

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Xander si inginocchia accanto a Willow seduta a terra. Buffy tenta di mascherare l’angoscia dietro il suo sguardo fiero e la posa da cacciatrice dura, guerriera invincibile, con le braccia conserte. Andrew si mordicchia le dita. Scoppia:

 

 

 

<< Andiamo, quanto ci vuole per ritrovare Tara? Sei una strega potente!>>

 

 

 

<< Calmati Andrew, l’ho trovata! Sto cercando di capire dov’è lui, sono vicini…la porta con sé…Oh no!>>

 

 

 

La cacciatrice scura le stringe un braccio con premura. Buffy le corre vicino.

 

 

 

<< Will che succede, dov’è?>>

 

 

 

La strega riapre gli occhi verdi e luminosi, uno strano lampo nel suo sguardo terrorizzato:

 

 

 

<< È al San Francisco Memorial!>>

 

 

 

La guerriera bionda indugia un istante, con lo sguardo perso nel vuoto:

 

 

 

<< Giles!>>

 

 

 

Xander si volta verso Buffy:

 

 

 

<< Forse lo vuole attaccare perché è indifeso! Presto prendiamo il furgone!>>

 

 

 

Kennedy e Willow aprono il portone, seguite da Xander e Faith. Buffy si volta verso la fragile sorella ed Andrew terrorizzato:

 

 

 

<< Voi restate qui e proteggete il centro! Ci sono ancora delle cacciatrici ferite, conto su di voi!>>

 

 

 

Il furgone riparte per un’altra battaglia, senza neppure essersi ripreso da quella precedente. I lampioni della luce emanano un’aura giallognola nella notte di San Francisco. Willow fissa il buio che inghiotte la città e le stradine silenziose. Tara ha paura, riesce a sentirlo. Faith le sorride rincuorante, kennedy le stringe una mano.

 

 

 

<< Ha paura, lo sento…è terrorizzata!>>

 

 

 

Buffy svolta verso l’ospedale. Xander guarda l’amica spaventata.

 

 

 

<< Non ti preoccupare Will, andiamo a riprenderla!>>

 

 

 

D’un tratto la cacciatrice scura si chiede se la strega farebbe lo stesso se fosse lei quella in mano al nemico. Per un attimo interminabile e dannatamente lento desidera ardentemente che quella bambina svanisca, per poter tornare a combattere solo con il ricordo di Tara, non con la sua fotocopia in miniatura. All’improvviso si volta verso la rossa:

 

 

 

<< Credi sul serio che quella bambina sia Tara?>>

 

 

 

Willow non la guarda, si fissa le mani, si perde su quella scura di Kennedy che la carezza…Sì, lo crede, il suo angelo è tornato.

 

 

 

<< Ora voglio solo salvarla da quel mostro e riportarla da sua madre!>>

 

 

 

Ma dentro la strega rossa cresce inarrestabile e spietato il desiderio di tenere quella fatina con sé, per sempre.

 

 

 

****

 

 

 

<<Oh salve! Come mai su questo piano? Sì certo…Stanza 23, infondo al corridoio a destra!>>

 

 

 

La giovane infermiera indica l’ultima stanza del terzo piano del reparto di terapia intensiva. Passi lenti lungo il corridoio…silenzio struggente, dolore nell’aria. L’ex osservatore di Buffy Summer è steso su un lettino d’ospedale, inerme. La cartella medica sulla sponda del letto dichiara che l’uomo è fuori pericolo, il coma non è profondo, evidenti segni di miglioramenti negli esami giornalieri. Resta solo all’intrepido bibliotecario di Sunnydale aprire gli occhi e tornare a vivere.

 

 

 

Una bambina è raggomitolata fra le braccia di una sagoma scura, intrappolata in una piccola tunica corvina che le sfiora la pelle di latte morbidissima.

 

 

 

<< Eravate un uomo saggio, mi duole che abbiate consumato la vostra vita per una fanciulla insulsa ed indegna! Elargendo validi consigli senza giusto apprezzamento! Sareste stato un fiero e degno nemico!>>

 

 

 

Un lungo pugnale affilato, alto sopra il corpo immobile d’un ex osservatore in coma. Lacrime di bimba, lente e terrorizzate cadono sulla mano del nemico nascosto nell’ombra della sua perfidia. La creatura si oppone, tenta di liberarsi, morde la mano del suo carceriere incappucciato. Il pugnale cade sul pavimento freddo. Tara scalcia per liberarsi…

 

 

 

Urlo di bambina dalla stanza numero 23 infondo al corridoio. L’infermiera di turno dà l’allarme.

 

 

 

Xander corre lungo il corridoio, disorientato, perso, in preda al panico…Le urla di una bambina, Willow riconosce la vocina sottile e strozzata di Tara Gilmore.

 

 

 

<< XANDER È LEI!>>

 

 

 

<< PRESTO WILLOW DI QUA!>>

 

 

 

L’ombra scura getta la bambina a terra, afferra il pugnale. Avverte l’incalzare del tempo e dei propri nemici infondo al corridoio. Affonda il pugnale, squarciando l’aria…un sibilo…Uno scudo azzurro si alza sul vecchio osservatore ustionando la mano del sovrano oscuro. Faith piomba nella stanza sfoderando il suo coltello. Come una nube di nebbia grigiastra, l’ombra oscura si dissolve nel nulla.

 

 

 

<<Cazzo!>>

 

 

 

Xander appare sulla soglia. Buffy si precipita su Giles.

 

<< Giles sta bene, lo abbiamo fermato in tempo!>>

 

 

 

Kennedy nota il grosso pugnale a terra, lo raccoglie, lo fissa.

 

<< Io credo che qualcuno ci abbia preceduti!>>

 

 

 

Willow sente il cuore batterle più veloce, come quello d’una bimba spaventata a morte.

 

 

 

<< Tara, Tara dove sei? Sono io, Willow!>>

 

 

 

Xander poggia con affetto la sua grossa mano sulla spalla piccola della strega rossa.

 

 

 

<< Andiamo Will, lei non è qui!>>

 

 

 

<< No, è qui invece, io la sento…ha paura, ha bisogno di me! Tara sono la tua Willow, sono qui…sono tornata, esci tesoro!>>

 

 

 

 

 

La cacciatrice ribelle esce dalla piccola stanza e cerca nel corridoio un’infermiera per chiedere informazioni. D’un tratto il suo sguardo intrigante e selvaggio cade su un’ombra dietro l’angolo. Due occhi scuri e profondi. Faith avanza lentamente. In un secondo le appaiono chiari dei lineamenti forti.

 

 

 

Un volto squadrato, scuro, quasi paonazzo…lineamenti del naso pronunciati, zigomi sporgenti. All’improvviso su di lei due occhi grandi, rotondi, scuri, accerchiati da occhiaie profonde. Sguardo truce, perso. E sulla pelle rossiccia una barba incolta dai riflessi dorati, capelli biondo spento, scombinati sulla fronte ampia. Un’ombra alta e strampalata…una mano contro il muro, dita lunghe e callose. L’uomo scompare dietro l’angolo, la cacciatrice tenta di ritrovarlo inutilmente.

 

 

 

 

 

<<Faith? Cosa c’è?>>

 

 

 

Buffy richiama la cacciatrice ribelle alla realtà. Faith si volta come impaurita, poi torna in sé.

 

 

 

<< Niente, mi sembrava di aver visto qualcuno infondo al corridoio, ma devo essermi sbagliata…sarà stata solo un’impressione!>>

 

 

 

<<TARA!>>

 

 

 

La voce materna e affettuosa della strega rossa cerca ancora la sua fata bambina, nel freddo grigiore dolorante d’una stanza d’ospedale dagli intonachi smorti.

 

 

 

<<Non devi più avere paura, sono qui Tara, sono qui!>>

 

 

 

La bambina minuscola è raggomitolata intorno a sé stessa, in un angolo scuro, dietro una grossa macchina rumorosa che controlla i battiti cardiaci dell’uomo in coma. L’oro filigranato e lucente sulle sue spalle piccole e belle è umido per le sue lacrime di bimba spaurita…i suoi antri di paradiso grandi e celesti si perdono nei passi della strega, lenti. Il suo cuoricino terrorizzato rallenta al suono di quella voce tanto familiare e dolce.

 

 

 

Sussurra nella sua paura e minuscola figura:

 

 

 

<< W-W-Willow!>>

 

 

 

La rossa la trova, sorride…Tara Gilmore le tende le mani piccole, grassocce e tremanti. Willow la prende fra le braccia e la stringe.

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Quella sera, di nuovo nel letto grande della sua strega la bambina fissa distante il nero profondo delle sue palpebre chiuse. Sono passati solo pochi giorni da quella mattina in cui la mamma l’ha portata a comprare lo zucchero per fare i biscotti; così poco tempo da quel nome urlato nel vento…quel nome che riposava dentro di lei, come un guerriero in attesa di riprendere a combattere. Eppure lei aveva gridato un nome che non sapeva, chiamando disperatamente una donna che non conosceva.

 

 

 

E in così poco tempo si è sentita riempita, colmata…completata, felice, nella sua ingenuità dolce di bambina innocente. Il freddo la imprigiona per un istante in un brivido che scuote quel suo corpicino morbido e tenero.

 

 

 

Qualcuno nel letto se ne accorge, la stringe, la riscalda dandole un bacio minuscolo sul pancino piccolo e gonfio. Una voce sicura, nell’ombra della seconda stanza al primo piano del grosso centro per cacciatrici.

 

 

 

<< Non so chi sei, né cosa vuoi, Ma già so che ti prenderai ciò per cui sei tornata!>>

 

 

 

Capelli lisci e morbidi, nero pece…profumo buono di donna nell’aria…Quella che sembra una ragazzina si fa strada nell’ombra e lascia la propria stanza. Mezzanotte. Inizia la ronda delle cacciatrici di turno…Kennedy si volta verso la sua strega addormentata. Nessun sorriso, nessuna luce…nulla, sul suo volto scuro di guerriera che d’un tratto si fa truce.

 

 

 

****

 

 

 

 

 

La foresta nera lo intrappola in una morsa di ghiaccio…come se improvvisamente fosse stato privato del calore del proprio sangue. Il viandante del deserto si volta improvvisamente verso gli alberi neri che lo circondano. Arranca nella palude putrida intorno al tempio del dio sciacallo. La melma nerastra lo avvinghia sino alla ginocchia sottili…ansima. La vecchia cavalla è morta, affondando nelle sabbie mobili.

 

La notte cinge perfida e fredda il cuore del deserto. Nella valle di Anubi il silenzio di morte è rotto da gridi d’attacco.

 

 

 

<< AAAHH!>>

 

 

 

Ombre nere dal fogliame fitto. L’uomo si volta, un lampo strano nello sguardo da guerriero solitario. Fendente di scimitarra squarcia l’aria…A terra rotola pesante il cranio d’un essere mostruoso. Orbite grandi, cave; denti affilati; scatola cranica grande e deforme. Il peregrino lo afferra. Un fischio tra i rami. L’uomo si abbassa, un altro demone alle sue spalle, quattro gli ostacolano la fuga verso il tempio. Ombre scure strisciano fuori dalla melma putrida, lo afferrano per le caviglie. Sente le unghie dei demoni conficcarsi nella sua carne chiara. Lo accerchiano. Uno squarcio di cielo scuro tra i rami degli alberi neri. Improvvisamente un bracciale stile orientale cade sul terreno umido e putrido. Il viandante del deserto alza gli occhi al cielo, uno sguardo di sfida alla notte…Luna piena.

 

 

 

****

 

 

 

<< Cosa c’è Andrew?>>

 

 

 

Il ragazzo biondo spalanca la porta della stanza di Dawn e Buffy. La piccola Summer è china sulla scrivania.

 

 

 

<< Ha appena telefonato Xander…Il signor Giles si è svegliato!>>

 

 

 

<< Presto avverti Rona che noi andiamo all’ospedale!>>

 

 

 

Le cacciatrici scendono come una mandria per le scale. Rona e Shannon in testa. Vi è già intenta a scrivere la lista per organizzare la festa di ben tornato per il vecchio bibliotecario di Sunnydale.

 

 

 

Cho Ann scende per ultima con in braccio la piccola Tara che sorride contenta per la frenesia di tutte le sue nuove compagne di giochi. Amanda non si è ancora alzata dal letto dopo l’incontro ravvicinato con le sanguisughe…Shannon è sempre lì, a curarla; Rona fa i suoi turni di ronda.

 

 

 

<<Veniamo anche noi!>>

 

 

 

<< No Cho Ann, pensa alle ragazze…il medico per Amanda arriva tra un’ora! Siamo troppi, poi non ci fanno entrare. Chiamate Kennedy sul cellulare…Ma dove cavolo è andata?>>

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<< Cosa ti piace?>>

 

Musica di discoteca, aria pesante, alcol, fumo. La donna apre gli occhi pesanti per la droga forte. Le luci rossicce e viola sembrano appannarle la vista ancora di più. È gettata su un divano in pelle nera…Un’asta per la lap dance. Ritrova profili e persone, i luccichii del locale la esaltano. Fissa la ballerina semi nuda sopra di lei.

 

<< La tua mica ti ha detto cosa voglio?>>

 

 

 

<< Oh sì!>>

 

La ballerina indossa una parrucca…gli occhi della donna si illuminano.

 

<< È questo, giusto?>>

 

La donna ha uno scatto improvviso. Afferra la ballerina per un polso e la sbatte contro il tavolino. Le strappa la minigonna di velluto blu e continua a picchiarla. Il sangue della ballerina macchia la moquette rosa.

 

Lacrime di rabbia; carezze; baci; morsi…i denti della donna lasciano il segno di solchi profondi su i fianchi della spogliarellista terrorizzata. La donna stringe così forte da rompere il polso della puttana.

 

<< Dimmi che mi ami!>>

 

La ballerina piange tentando di liberarsi, sente il sapore del proprio sangue in bocca. Ansima, tenta di gridare.

 

<<DIMMELO WILLOW!!>>

 

****

 

 

 

<< Come si sente?>>

 

 

 

Buffy sorride commossa a Rupert Giles, guardandolo con affetto, mentre l’uomo inforca gli occhialetti e si guarda intorno.

 

 

 

<< Come uno che si risveglia misteriosamente all’ospedale e senza capirne il perché!>>

 

 

 

Andrew abbozza un sorriso timido, porgendo all’ex osservatore una grossa scatola di biscotti.

 

 

 

<<Ecco, io...io spero che si riprenda presto!>>

 

 

 

<< Quello che mi preme capire in questo momento è come accidenti sono arrivato qui!>>

 

 

 

Silenzio imbarazzante nella stanza…Buffy e Xander prendono la parola. Mezzora dopo Giles fissa Willow, l’ampia fronte lievemente corrucciata, l’aria austera, seria, impeccabile, impassibile…silenzioso, scrutatore, pensieroso.

 

 

 

<< Io sono sconcertato! Com’è umanamente possibile che UNA BAMBINA mandi in pezzi ¼ del nostro quartier generale? Che per colpa sua una donna perda COMPLETAMENTE la vista e che io mi risvegli all’ospedale? Devo ammettere che incomincio ad avere seri dubbi sulla reale identità di Tara Gilmore!>>

 

 

 

Faith si intromette, posa seria, timbro preoccupato, voglia di combattere nello sguardo.

 

<< E non si dimentichi di quello strano tipo che abbiamo incontrato nelle fogne!! Quello è la nostra preoccupazione maggiore adesso!>>

 

 

 

Giles annuisce con lo sguardo da colto e distinto uomo inglese.

 

 

 

<< Faith ha ragione, non sapete nulla di questo nuovo nemico, se non quello che egli stesso vuole che sappiate!>>

 

 

 

Xander si volta verso l’ex osservatore, innervosito dalla nuova minaccia.

 

 

 

<< Credevo che assieme alla bocca dell’inferno fossero andati a farsi benedire anche nemici indistruttibili e minacce apocalittiche!>>

 

 

 

Giles assume il suo solito cipiglio, segue con lo sguardo il carpentiere che passeggia nervosamente su e giù nella piccola stanza.

 

 

 

<< Purtroppo Xander questo mondo è pieno di minacce più antiche e pericolose della bocca dell’inferno…e, purtroppo per noi…la vacanza è finita!>>

 

 

 

<< Io mi stavo abituando alla vacanza!>>

 

Willow fa una smorfia di disapprovazione seguita a ruota da uno sguardo triste e melanconico della cacciatrice bionda, che arriccia il labbro superiore, come una bambina capricciosa.

 

<< Anche io!>>

 

 

 

Per un secondo la stanza 23 ripiomba nel silenzio complice che avvinghia gli ex guerrieri si Sunnydale. Giles tenta di alzarsi, distinto e impeccabile. Willow sorride, con la sua inconfondibile espressione dolce di streghetta birichina.

 

 

 

<< Non capisco cosa ci sia i così divertente, Willow!>>

 

 

 

<< Beh, ecco…Sa cosa io trovo davvero sconcertante? Che lei tenti ancora di sembrare il solito, serio e perfetto signor Giles nonostante abbia quel ridicolissimo camice addosso!!!>>

 

 

 

Dawn ride leggera, fermandosi di colpo all’occhiata truce dell’ex osservatore. Andrew, il carpentiere e le due cacciatrici soffocano le risa, fissando l’uomo con il camice corto e azzurrino, nella sua alta figura d’inglese orgoglioso. L’ex bibliotecario li fissa con fare superiore, tentando di conservare un briciolo di dignità.

 

 

 

<< Un vero inglese conserva sempre e ad ogni costo la propria dignità!>

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<< Credete che sia una cosa saggia? Non si è neppure ripreso!>

 

 

 

Lo sgangherato furgone morde l’asfalto verso la vecchia biblioteca pubblica di San Francisco.

 

 

 

<< Certo Willow! Non c’è tempo da perdere. Da quel che mi avete detto le ragazze hanno riscontrato uno spostamento delle sanguisughe verso il sud della città! È evidente che il nemico ha subito un grave colpo, anche se era piuttosto convinto di potervi facilmente combattere. Perciò avrà logicamente convenuto di, di spostarsi per, per proteggersi! Cercare di scoprire con chi abbiamo a che fare perlustrando la sua tana è ‘unico modo che abbiamo per combatterlo!>>

 

 

 

La cacciatrice ribelle intravede la grossa statua del vecchio “John Walsh”. Il bel carpentiere accende una torcia…il lungo corridoio non è più illuminato. Le due cacciatrici si guardano con occhi decisi, luminosi.

 

 

 

<< Questo è un buon segno Faith!>>

 

 

 

Lunghi corridoi in pietra scura, aria fredda, pungente. La strega rossa rabbrividisce. Il buio li avvinghia. Faith esclama:

 

<< Siamo nella sala principale, quello è il trono!>>

 

 

 

Il signor Giles si avvia con cautela al grosso trono in marmo nero, lo illumina, lo studia. Xander e Willow perlustrano uno dei tantissimi corridoi laterali. Faith e Buffy si perdono nella soave bellezza delle colonne di marmo stupendo, liscio, brillantemente scolpito. Giles si aggiusta gli occhiali piccoli sul naso, si volta verso la bionda:

 

 

 

<< È molto, molto antico! È strano che questo nemico si sia fatto avanti solo ora…cosa vi ha detto di preciso?>>

 

 

 

Buffy riflette, corrucciando la fronte bianca, lo sguardo perso nel vuoto.

 

<< Anche lui ci vuole vedere tutte morte…le sue parole precise cono state “la stirpe delle cacciatrici”, poi invece si è messo a parlare di Willow…sembrava conoscerla benissimo e voleva sapere di Tara!>>

 

 

 

L’ex osservatore si passa nervosamente una mano nei capelli.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

<< Credi che troveremo qualcosa qui?>>

 

 

 

Il bel carpentiere scruta la penombra con la torcia. La strega rossa gli sta dietro, un brivido la scuote. Lui le stringe una mano. La rossa lo guarda e d’un tratto le torna in mente il tempo in cui non poteva fare a meno di pensare al suo bel Xander. Un tempo in cui niente sembrava tanto difficile da superare, tutto sembrava meno pericoloso, meno tragico, più divertente…forse sono semplicemente cresciuti, non sono più quei due bambini allegri e sorridenti. Lei non è più quella ragazzina timida e lui non è più quel ragazzino che la faceva sussultare. Ora lui la sveglia dal sonno e la protegge dagli incubi e lei corre dietro ad un sogno per non arrendersi all’idea che una bambina di 3 anni non sia nulla di più di una bambina di 3 anni.

 

 

 

<< Certo Xander, il signor Giles ha ragione!>>

 

 

 

I due si imbattono in una sala più grande, ben nascosta. Willow accende le fiaccole nere sulle pareti di pietra. La strega e il carpentiere sussultano.

 

 

 

****

 

 

 

<< Molto probabilmente ci osserva da molto tempo, è per questo che conosce Willow! Dopotutto non dobbiamo dimenticare che è in possesso di una magia potente…avrà percepito l’energia di Will! Ovviamente si tratta di un nemico da non sottovalutare!>>

 

 

 

La bionda si distrae, si volta verso le mura, resta in ascolto. Il richiamo di Xander giunge fievole attraverso le mura spesse di pietra.

 

 

 

<< Mi scusi….è Xander, credo che mi stia chiamando!>>

 

 

 

La cacciatrice ribelle imbocca il piccolo tunnel laterale.

 

 

 

<< Sono andati di qua!>>

 

I tre si imbattono nella medesima, grossa sala illuminata. Xander si sta guardando intorno perplesso, perso. La strega rossa è china su un’enorme vasca, scavata nella roccia scura. Ne studia il contenuto…si volta verso gli altri:

 

 

 

<< È sangue!>>

 

 

 

Giles le va incontro. La bionda studia la grossa sala, priva di finestre o di qualsiasi altra piccola apertura su San Francisco. La vasca al centro è ricolma di sangue, presumibilmente umano. L’ex osservatore si avvicina alla grande parete, la illumina con la torcia.

 

 

 

<< Venite qui ragazzi!>>

 

 

 

I quattro si avvicinano all’uomo. La parete semi illuminata dalla luce smorta della torcia mostra una lunga seria di pittogrammi…e la storia del sovrano oscuro si svela.

 

 

 

Il primo disegno mostra un neonato partorito dalle fauci di lucifero, adornato da una corona di denti di vampiro. Il secondo un bambino immerso nelle viscere e nel sangue di altri neonati sgozzati e offerti a lui in sacrificio. Nel terzo un fanciullo con un’immensa luna piena alle spalle, accerchiato da vampiri famelici intenti a divorare se stessi per la troppa fame. Nell’ultimo un uomo Eretto sulla schiena del demonio, alla testa di un’armata immensa e agguerrita di demoni.

 

 

 

<< È evidente!>>

 

 

 

I quattro ragazzi fissano la figura alta e impeccabile del signor Giles.

 

 

 

<< Oh, scusate! Bene ci troviamo di fronte alla rappresentazione della storia del sovrano di questo posto! È evidente che egli è un vampiro, ma no un vampiro qualunque…un campione potentissimo! Questo spiegherebbe il suo rancore per le cacciatrici!>>

 

 

 

La strega rossa si fa avanti fissando gli affreschi antichissimi.

 

 

 

<< Questo non spiegherebbe come faceva a sapere di Tara!>>

 

 

 

Giles studia ancora le pareti, si aggiusta gli occhiali.

 

 

 

<< È un campione Willow, un vampiro dal sangue puro e inoltre sappiamo che è lui a brillare di rosso qui a San Francisco! È anche uno stregone in possesso di poteri straordinari. Qui non si fa cenno al suo nome, lo chiamano solo Il Magnifico! Almeno adesso sappiamo che è un nemico con un fondamentale punto debole…la luce!>>

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Avverte un raggio di luce spietata danzargli sulla pelle nuda. Si risveglia, ha la testa pesante, è frastornato. Si rialza guardandosi intorno freneticamente. È passata la notte nel grande deserto e un nuovo giorno avvinghia le dune di sabbia rossiccia, come un amante premuroso cinge le curve d’un corpo abbronzato. Le pareti scure della grossa piramide proteggono il viandante da quel sole che lo ha perseguitato per mesi e mesi. Alle sue spalle si estende la foresta di alberi neri, la palude…i guerrieri di Anubi, furiosi per essere stati battuti. È ancora vivo, quella luna piena lo ha protetto e salvato. Si avvia per il corridoio stretto, verso il cuore della sacra tomba…verso il trono del dio sciacallo.

 

 

 

Ragnatele…Ossa umane e animali sul suo sentiero angusto. Aria putrida, soffocante…Silenzio spettrale e oscurità ovunque. Il peregrino si addentra. Nessun ostacolo, nessuna trappola…solo l’ombra e il buio che accompagna il ragazzo nel regno di morte di Anubi…

 

Un intero giorno per raggiungere il cuore della piramide nera. Ed ora ecco il trono vuoto del dio, illuminato da fiamme color pece. D’un tratto, Ai piedi del trono, il minuscolo sarcofago in oro che protegge il tesoro di Anubi.

 

 

 

<< Finalmente!>>

 

 

 

Tre passi lenti, un ringhio e dal buio uno sciacallo mostruoso e gigantesco si fa piano sotto la luce. Il viandante si allontana con cautela. Ringhio di lupo.

 

 

 

****

 

 

 

L’infermiera compare sulla soglia, pronta a cambiare la flebo al paziente in coma.

 

 

 

<< Eccomi qua signor Gilmore!>>

 

 

 

D’un tratto la ragazzina si accorge che il letto è completamente vuoto.

 

 

 

****

 

 

 

Il bel carpentiere si sfila la benda dall’occhio, si guarda allo specchio.

 

 

 

<< Eh, caro Xander non sei più quel bel ragazzino ruba cuori di un tempo!!!>>

 

 

 

Si appoggia sul grosso letto e nel buio delle stanza tenta di rilassare le membra stanche…

 

 

 

<<Possibile che sei sempre l’unico del gruppo con una vita da fallito?>>

 

 

 

Xander riapre gli occhi di colpo…si trova in una grossa stanza da letto illuminata, un soffice letto matrimoniale.

 

 

 

<< Chi sei?>>

 

 

 

D’un tratto un ombra si fa sotto la luce della finestra…il bel carpentiere sembra volare, sul suo volto nasce un sorriso che illumina il viso e lo sguardo della donna che lo fissa con amore.

 

 

 

<< Come, ti sei dimenticato di me?>>

 

 

 

Xander si alza velocemente, resta immobile dinanzi alla donna, allunga la mano larga e callosa, le sfiora il bel mento chiaro con la punta delle dita grandi.

 

 

 

<< Non ci posso credere…Anya!>>

 

 

 

Il bel demone della vendetta accarezza la mano grande del carpentiere. Per un istante entrambi si fissano senza parlare e il silenzio è saturo di parole dolci.

 

 

 

<< Sei proprio tu? Quanto ho desiderato di poterti rivedere!>>

 

 

 

Anya si appoggia contro il petto duro dell’uomo.

 

 

 

<< Odio ammetterlo, ma mi sei mancato!>>

 

 

 

<< Come mai sei qui?>>

 

 

 

La donna alza la testa, lo accarezza.

 

 

 

<< Per avvertirvi!>>

 

 

 

I due si separano, Xander la stringe piano per le spalle piccole

 

<< Avvertirci di cosa?>>

 

 

 

<< Il primo è stato “William il sanguinario”, aveva il compito di avvertire Willow…ma quello stupido si è lasciato prendere dalle sue stupide manie di grandezza! Doveva fare il “poeta” e poi si è messo a lamentarsi della sua morte come al solito…io che sono stata fatta a pezzi non mi lamento mai, sì lo ammetto, volevo vivere ma lui è esagerato! Gli avevo detto di avvertirvi punto e basta ma lui…>>

 

 

 

Il ragazzo le bacia i capelli con amore e la guarda estasiato.

 

<< Ehi calma, sei sempre la solita eh? Dimmi semplicemente cosa succede!>>

 

 

 

Il demone sbuffa.

 

 

 

<< Devi avvertirle Xander! So chi sono!>>

 

 

 

Xander cerca di capire, la guarda in faccia, tenta di prenderle le mani.

 

 

 

<< Sai chi è chi?>>

 

 

 

 

 

<< Tu non puoi capire Xander! Io le ho viste, erano proprio loro e io non me ne sono mai resa conto! Le due streghe che sventarono l’esecuzione di quelle quattro ragazzine, a Salem! Io le ho viste, più di 300 anni fa!>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

 

 

 

 

<< Sei contenta tesoro?>>

 

 

 

<< Cì!>>

 

 

 

Willow accarezza i capelli di lunga e morbida seta dorata che scendono lisci sulle spalle piccole della bambina che la guarda. Faith sterza nella stradina assolata verso il numero 77. La bella casetta i stile inglese è sempre lì, che aspetta silenziosa e magnanima che la sua famiglia torni da lei. Tara la riconosce.

 

 

 

<< è quella, cì è quella, femma la maccina!>>

 

 

 

La cacciatrice ribelle sorride divertita dalla manina grassoccia della bimba poggiata con decisione sulle sue. In cuor suo spera che il suo bambino sia altrettanto dolce e tenero.

 

 

 

<< Ok piccola, mi fermo subito!>>

 

 

 

Faith frena sul bel vialetto verde. La bambina scende sgambettando entusiasticamente verso il grosso portone il legno scuro. La cacciatrice sfonda la serratura con un calcio…la strega le lancia un’occhiata di rimprovero.

 

 

 

<< Beh, tu non hai le chiavi!>>

 

 

 

Tara tira la strega su per le grosse scale, verso la sua piccola stanza dei giochi. La cacciatrice ribelle si guarda intorno, entra nell’ampio salone attiguo alla sala da pranzo. La sua attenzione cade su un’allegra immagine. Si avvicina al tavolino basso, al centro del tappeto rosso. Una bella fotografia della famiglia Gilmore. La prende fra le mani: lunghi I capelli neri di Laura Gilmore brillano di riflessi argentati e la piccola Tara ride gioiosa, felicemente persa tra le braccia lunghe e robuste di un uomo alto, biondo, dai lineamenti forti del viso rossiccio.

 

 

 

<< Oh mio Dio!>>

 

 

 

<< Cosa c’è Faith?>>

 

 

 

La cacciatrice ribelle si volta verso la strega rossa, poi fissa ancora la foto.

 

 

 

<< Ho già visto quest’uomo! C’era lui nel corridoio dell’ospedale!>>

 

 

 

 

 

BIRTH,

 

IO SONO TARA

 

 

 

 

 

Note: La figura del lupo mannaro non segue la serie ma è di mia interpretazione. Guardate a Kennedy come ad una guerriera disperata e sola e non come all’essere orribile e insignificante che quasi tutte giudicate tale. E cosa più importante non leggete senza capire cosa vi vogliono dire queste storie. Tutti i miei personaggi raccontano la loro visione dell’Amore. Può certamente sembrare un argomento che alla lunga annoia in una ff…Ma secondo voi cos’è davvero l’Amore?

 

 

 

 

 

 

 

QUINTA PARTE

 

 

 

Fra lupi mannari e angeli dimenticati

 

 

 

“Se l’Angelo batte le ali piano piano, per non svegliare il lupo…allora sì…sì!”

 

 

 

 

 

 

 

<<Sul serio ragazze non dovete far tutto questo per me!>>

 

 

 

Shannon si getta sul nuovo letto matrimoniale nella loro piccola stanza. Rona compare sulla soglia con una busta di patatine. Vi e Chon Ann sistemano i cuscini sul letto e Dawn accende il grosso televisore. La fragile Amanda sorride grata, timida, rincuorata. La bella Shannon la stringe.

 

 

 

<<Ascoltami bene, tu ora sei la piccola ammalata del centro, quindi ha diritto d un trattamento speciale!>>

 

 

 

Vi le da un bacio sulla fronte ampia e bianchissima.

 

<< Sì tesoro chiedi tutto quello che vuoi!>>

 

 

 

Cho Ann si siede sul letto e le prende le mani lunghe, sottili, affusolate.

 

<< Qualsiasi cosa Amy!>>

 

 

 

Dawn si ferma sul telegiornale, si volta verso la strana truppa affiatata. Si butta sul letto. Rona le fa il solletico sulla pancia piatta. La cacciatrice scura tenta di abbracciare tutte le altre.

 

 

 

<< Noi insieme siamo tipo le mitiche sei, anzi “le 7 dell’apocalisse”, se contiamo anche quella scatenata di Kennedy!>>

 

 

 

D’un tratto la voce roca e profonda del telecronista risuona nella stanza piccola. Le ragazze si ammutoliscono.

 

 

 

“ Questa mattina è stata ritrovata una seconda spogliarellista: Come la prima era completamente nuda, legata, priva di sensi e violentemente stuprata. I segni dei denti sono evidenti e la scientifica sta tentando di individuare l’aggressore. Apparentemente un uomo molto robusto, data la forza delle percosse. Gli inquirenti sostengono l’ipotesi di un pericoloso psicopatico che ben presto potrebbe trasformarsi in un nuovo, disumano serial killer! Entrambe le donne indossavano una parrucca “rossa” al momento del ritrovamento. Ed ora linea allo sport….”

 

 

 

****

 

<< Ma Faith è impossibile! Leonard Gilmore è in coma, è ricoverato anche lui al San Francisco Memorial!>>

 

 

 

Tara si avvicina alla cacciatrice, le si appende alla maglietta guardandola con ardore e tristezza. Faith si inginocchia…la bimba fissa la foto.

 

 

 

<< Mio papà è ciattivo, tu non devi andare da lui!>>

 

 

 

La strega rossa resta immobile, Faith si volta ancora verso di lei.

 

 

 

<< Era lui, ne sono più che sicura Willow!>>

 

 

 

Willow prende in braccio Tara, le accarezza una guancia tonda e rossiccia, rassicurandola con dolcezza.

 

 

 

<< Non ha senso, se si fosse risvegliato avrebbe chiesto di Tara! Ora torniamo al centro, Giles vuole parlare a tutte le ragazze a proposito del Magnifico!>>

 

 

 

****

 

 

 

<< Ma si può sapere cosa diavolo vai blaterando?>>

 

 

 

Il carpentiere resta attonito di fronte ai vaneggiamenti del bel demone della vendetta.

 

 

 

<< Oh Xander possibile che tu sia sempre così ottuso? A volte penso che lo fai apposta per farmi arrabbiare!>>

 

 

 

Xander si altera, si guarda intorno…sorride.

 

 

 

<< Anya? Tu non mi hai detto assolutamente niente! Di chi stai parlando?>>

 

 

 

<< Di Willow e Tara testone! Questa non è la prima vita in cui si incontrano. È la terza per Tara e la seconda per Will!>>

 

 

 

Il ragazzo rabbrividisce, sorride divertito, gesticola nervosamente con le grosse braccia.

 

 

 

<< Cosa cosa cosa? T-tu vorresti farmi credere che TARA GILMORE è la “nostra” Tara?>>

 

 

 

Anya sbuffa ancora, assume una posa annoiata, offesa. Lo fissa.

 

<< Certo che sei lento! Sììì e non solo… le Willow e Tara che conoscete voi non sono altro che la prima reincarnazione di Willow Parris e Tara Indian, che morirono nel febbraio del 1692 a Salem, durante la caccia alle streghe!>

 

 

 

Xander si siede con un tonfo sul grosso letto, riflette.

 

 

 

<< Uh! Non ci posso credere! E pensare che tutti stanno dando a Will della pazza!!! Ma, cioè , spiegati meglio: l-loro si sono incontrate in una vita passata ed erano streghe? E come sono morte e come accidenti è possibile che continuano a ritrovarsi?>>

 

 

 

Il demone della vendetta si siete accanto al bel carpentiere, frastornato e stupefatto. Anya congiunge le mani sottili, tormentandosi le dita lunghe e affusolate.

 

 

 

<< Beh, non so tutti i particolari, quel giorno non le vidi in faccia per questo non le ho riconosciute. Per qualche strana ragione Tara Gilmore conserva i ricordi della sua vita passata, ma nessuna delle due si ricorda di Salem! Tutto ciò che so è che una maledizione potentissima le ha divise nel 1692. Subito dopo un incantesimo altrettanto forte ne ha contrastato l’effetto e le ha fatte incontrare ancora….Ma la maledizione continua a dividerle. È per questo che quel colpo ha centrato Tara e l’ha uccisa. Poi l’incantesimo le riporta insieme! È come un circolo vizioso, la maledizione e l’incantesimo hanno creato una sorta di ruota e loro sono come burattini. La maledizione le separerà ancora poi si ritroveranno, e così via! Devi avvertirle!>>

 

 

 

Xander fissa il vuoto davanti a lui, pensa a Willow, strega perseguitata del 1600 e proprio non ce la vede in un elegante e pacchiano, lungo abito seicentesco.

 

 

 

<< Sì, è proprio un bel guaio! Ma perché tocca sempre a me?>>

 

 

 

Il ragazzo si volta e all’improvviso si ritrova tra le coperte disfatte del suo letto grande…si rigira, fissa l’altro cuscino. Sente il bruciore lancinante e devastante d’un letto vuoto. L’amaro sapore del nulla gli divora il cuore grande. Per un istante nell’aria si diffonde un profumo intenso e delicato, tenero eppure deciso, intrigante, di donna fatale.

 

 

 

<< Anya!>>

 

 

 

 

 

 

 

*****

 

 

 

 

 

Barcolla arretrando lentamente. È spaventato, il buio aumenta, lo sciacallo scheletrico e putrefatto avanza verso di lui con ringhio di sfida.

 

 

 

<< Chi osa violare il trono dello sciacallo?>>

 

 

 

<< Sono qui per la pietra!>>

 

 

 

L’animale mostruoso si fa beffardo.

 

<< Solo chi ucciderà lo sciacallo avrà diritto al tesoro del tempio nero!>>

 

 

 

Con uno scatto improvviso e fulmineo lo sciacallo si getta sullo straniero con le fauci spalancate. Un lampo di strana luce nello sguardo del viandante del deserto. Si getta a terra all’ultimo istante. D’un tratto dall’ombra, strisciando velocemente fuori dal buio un’altra spaventosa creatura umanoide si getta sullo sciacallo. Lo afferra per la gola con le fauci spaventose, lo solleva strappandogli carne e corde vocali. Un mugolio sommesso, un rantolo pietoso e doloroso dal grosso sciacallo ferito e sanguinante. Ringhio di lupo. Grosse zampe; artigli lunghi, neri, affilati; un corpo eretto, ricoperto di pelo grigiastro; vene e ossa sporgenti; zanne lunghe, grosse; occhi verdi di lupo famelico. Un ululato spaventoso. Il lupo mannaro gigantesco divora lo sciacallo a terra.

 

 

 

 

 

 

 

*****

 

 

 

 

 

<< Il Magnifico!>>

 

 

 

Vi alza la mano, dalla grossa poltrona che divide con Rona e Cho Ann.

 

<<Quindi sta dicendo che è un vampiro? Possiamo affrontarlo facilmente!>>

 

 

 

Rona si alza in piedi, prende la parola incitando le compagne:

 

<< Molte di voi non erano ancora con noi, ma abbiamo affrontato un nemico peggiore, il Primo!!! Possiamo farcela benissimo con un vampiro, stregone o quello che è!>>

 

 

 

L’ex osservatore sembra restio. Si pulisce gli occhialetti. Faith fissa Buffy poi Willow. Una luce negli occhi scuri, la sua solita frenesia:

 

<< Leonard Gilmore!>>

 

 

 

Xander si volta verso la cacciatrice.

 

<<Cosa?>>

 

 

 

<< Credo che il Magnifico sia Leonard Gilmore! L’ho visto spiarci nel corridoio dell’ospedale, subito dopo che Giles è stato attaccato! Mi guardava come se mi volesse vedere morta!>>

 

 

 

L’alto signor Giles guarda Buffy sbalordito.

 

 

 

<<Un momento…sono stato attaccato? E quando avevate intenzione di dirmelo?>>

 

 

 

La cacciatrice bionda fa una smorfia che oscilla tra l’ironia e l’imbarazzo.

 

<< Ecco, deve essermi passato di mente!>>

 

 

 

Faith impaziente ribatte sulla sua nuova scoperta.

 

<< Pensiamoci bene, aveva libero accesso all’ospedale! E il Magnifico ha detto che ci stava cercando da tanto e che ci ha trovato solo adesso…E chi è arrivato da meno di una settimana?>>

 

 

 

Buffy riflette, lo sguardo le si illumina…

 

 

 

<< Tara Gilmore!>>

 

<< Non è strano? Sua figlia!>>

 

 

 

La strega rossa viene colta da un improvviso fastidio, cerca di prendere le difese della bambina soavemente addormentata al piano di sopra, tra le braccia di Amanda. Il bel carpentiere suda, ha voglia di esplodere e raccontare tutto a Willow.

 

 

 

Ma Giles precede entrambi.

 

 

 

<< Ragazze ragionate! Il Magnifico è un vampiro…un “non morto”, ricordate? Come può aver generato la piccola Tara? Perché dovrebbe essere proprio lui?>>

 

 

 

<< Perché non è sua figlia!>>

 

 

 

Una voce calda e muliebre fa sobbalzare il centro. Dal portone spalancato Andrew appare sulla soglia aiutando una donna ad entrare. Figura snella, longilinea…lunghi capelli neri e morbidi, profumo buono di donna. Willow esclama stupefatta:

 

 

 

<< Laura!>>

 

 

 

<< Io e Leonard ci siamo conosciuti quando ero già incinta di Tara. Suo padre è morto! Quando ho raccontato a Leo di come hai salvato la mia bambina lui ha incominciato a diventare sempre più nervoso!>>

 

 

 

Andrew l’accompagna sul divano, l’aiuta a sedersi, poi si volta verso Buffy.

 

<< Faith mi ha chiesto d-di andarla a prendere all’ospedale e, e ho chiesto del marito…ma mi hanno detto che è scomparso dal reparto!>>

 

 

 

 

 

****

 

Eccola lì, perfetta, piccola…l’ombra la culla di mistero. Il viandante del deserto avanza a piccoli passi nel buio, verso la grossa statua nera di Anubi. Una dolce aura rossa si espande nell’immenso atrio della cripta, dal palmo della fredda mano dello sciacallo di granito scuro. La pietra rossa di Anubi è lì, ad una decina di passi dallo sfidante misterioso.

 

****

 

 

 

 

 

 

 

<< Ma mio signore i poteri delle cacciatrici possono rifocillare le truppe! Non dimenticate che avete promesso cibo all’esercito!>>

 

 

 

Il robusto e corpulento servitore è inginocchiato ai piedi di una piccola copia del trono nero nel covo del Magnifico. Il nuovo nascondiglio del discendente è impregnato di umidità e odore forte di muffa. L’ombra del sovrano si muove verso il capitano delle guardie. La liscia, regale mano cerea scivola fuori dalla lunga tunica corvina, accarezza con freddezza e falsa magnanimità autoritaria il mento dell’umanoide inginocchiato, costringendolo a fissarlo in volto. La voce del sovrano risuona lenta, rauca, perfida e sarcasticamente premurosa.

 

 

 

<< Hai già dimenticato a chi devi la tua lealtà? Tutti voi sporchi parassiti avete già dimenticato chi ha ucciso il campione del trono nero che occupo? Colui che rendeva voi insulse sanguisughe schiave e riserve di cibo per quei sudici vampiri dell’est?>>

 

 

 

L’unghia lunga e appuntita del pollice del sovrano si conficca lentamente nel mento del capitano. La sanguisuga trattiene un gemito e biascica con rispetto e timore al suo sovrano:

 

 

 

<< No mio signore! Siamo vostri servi fedeli e devoti, vi dobbiamo la vita e la libertà dal tiranno nero dell’ovest…>>

 

 

 

La stretta dell’ultimo discendente si fa più forte, il sangue verdastro dell’umanoide gli scorre lungo le dita lunghe e affusolate.

 

 

 

<< Bene, allora presumo che in futuro non vi saranno più alcun tipo di lamentele sulle mie decisioni di abbandonare la lotta contro la stirpe delle cacciatrici. E presumo che nessuno tra voi farà obbiezioni sul mio desiderio…>>

 

 

 

Gli occhi piccoli del sovrano si stringono con malignità, la sua stretta si fa energica, la sua voce vibra forte nella sala scura:

 

 

 

<< DI UCCIDERE LE STREGHE!>>

 

 

 

Il capitano delle guardie sbarra gli occhi dal dolore, si sente morire. L’eco del sovrano colpisce le grosse pareti di pietra nelle fogne a sud di San Francisco. Torna il silenzio, il sovrano lascia andare il cadavere dell’umanoide.

 

 

 

<< Preparati salice rosso…Preparati a difendere la tua strega. Ti resta ben poco da vivere, quando avrò riacquistato le forze tu sarai finalmente mia!>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

 

 

<< Perché fai tante storie?!>>

 

 

 

Il giovane infermiere del San Francisco Memorial è fermo sulla soglia, nel retro del centro.

 

 

 

<< Zack te l’ho già detto, oggi non posso! Abbiamo troppi problemi qui a casa, Amanda è ancora troppo debole, Giles avanza teorie a tutto spiano, Buffy come suo solito è tutta pronta a partire all’attacco, Faith ha le voglie e vomita in continuazione, Xander è tutto strano, Andrew sta sempre appiccicato alla bambina e non è d’aiuto, Willow sembra sempre troppo impegnata ad essere triste per aiutare e Kennedy è introvabile….>>

 

 

 

L’alto ragazzo la guarda perplesso, la interrompe:

 

 

 

<<Dawn? Ma di cosa accidenti stai parlando? Contro chi dovrebbe partire all’attacco tua sorella?>>

 

 

 

 

 

La giovane Summer si blocca di colpo, si guarda intorno, sorride imbarazzata.

 

 

 

<< Em..niente, c-contro le...le erbacce in giardino!>> E indica prontamente il giardino abbastanza curato dal carpentiere. Xander le si avvicina, ha il volto serio e cupo.

 

 

 

<< Dawn ho bisogno di te per una ricerca! È molto importante…>>

 

 

 

<< Scusami Zack devo proprio andare ci vediamo domani ok?>>

 

 

 

La porta del centro si chiude, il ragazzo si guarda intorno confuso.

 

<< Qui sono tutti pazzi!>>

 

 

 

 

 

Xander si avvia alla macchina, Dawn lo segue curiosa. Mentre salgono in auto la ragazzina lo guarda esitante.

 

 

 

<< Allora per quale ricerca ti servo?>>

 

 

 

<< Dobbiamo andare in biblioteca per fare una ricerca su i processi a Salem nel 1692.>> Il carpentiere innesta la retromarcia, supera il vialetto e si dirige verso la vecchia biblioteca.

 

 

 

<< Ma a cosa ti serve una ricerca su Salem?>>

 

 

 

Ma Xander non le risponde, fissa la strada per tutto il tragitto.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<<Che cosa diavolo stiamo aspettando? Sappiamo che è lui, Willow può fare un incantesimo per localizzarlo!>>

 

 

 

Buffy passeggia istericamente su e giù nella sua grossa stanza. Faith fa capolino dalla porta, con il volto bianco, lo sguardo un po’ spento e l’aria stanca.

 

 

 

<< Scusate ragazzi, ma finirò per vomitare anche l’anima!>>

 

 

 

Willow è seduta sul letto, sembra indecisa e dubbiosa. Giles ne sembra contagiato mentre la fissa appoggiato al muro.

 

 

 

<< Buffy secondo me è un rischio attaccarlo! Insomma non sappiamo niente di lui e l’ultima volta ci ha praticamente fatto a pezzi.>>

 

 

 

<< Willow ha ragione, non puoi far correre alle ragazze un rischio tanto alto.>>

 

 

 

La cacciatrice bionda sbuffa e si rivolge all’ex osservatore.

 

<< Ma signor Giles dovremmo restare qui e aspettare che ci massacri tutti?>>

 

 

 

Faith si siede accanto alla strega, reggendosi lo stomaco e prendendo parola.

 

<< Non lo farà, almeno per adesso! Il colpo che gli ho dato lo ha trapassato da parte a parte e anche se fosse un fottuto immortale quella ferita lo terrà buono almeno per un po’!>>

 

 

 

La rossa guarda l’amica bionda con premura:

 

<< Allora, cosa vuoi fare Buffy?>>

 

 

 

La cacciatrice riflette, fissa il pavimento, poi la strega, con sguardo forte e sicuro.

 

 

 

<< Sfrutteremo questa attesa per addestrare meglio le ragazze, per cercare di capire con chi abbiamo a che fare e per preparaci a come ammazzarlo!>>

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<< Qui dice che durante gli ultimi anni del XVII secolo, nel New England, precisamente in una piccola cittadina della contea dell’Essex, Salem, si ebbe la prima, vera caccia alle streghe!>>

 

 

 

Dawn è china su un grosso libro dall’aria pesante, Xander fissa le pagine da sopra la sua spalla.

 

 

 

<< Che altro? Mi serve qualcosa che mi dica chi erano le streghe giustiziate!>>

 

 

 

Dawn sfoglia nervosamente le pagine successive, si ferma all’improvviso, scorre i righi frettolosamente.

 

 

 

<< Molte delle vittime della corte di Giustizia furono bambine e giovani donne di non più di vent’anni! Si ebbero numerosi casi eclatanti di bambine e donne gravide impiccate o arse vive sul rogo al centro della pubblica piazza. Si contarono decine e decine di esecuzioni nel giro di pochi anni, molto spesso frutto di calugine infondate o false confessioni strappate dalle mostruose torture…>>

 

 

 

 

 

Xander riflette, vortica con gli occhi nelle piccole parole del grosso libro.

 

<< Non ci siamo ancora Dawn, non mi serve la storia di Salem…voglio sapere chi è stato ammazzato!>>

 

 

 

<< Ah, ecco qui! Pochissime condannate riuscirono a salvarsi dall’impiccagione o dal rogo. Tra queste rare superstiti caso eclatante fu il misterioso salvataggio di quattro ragazzine condannate a morte, Ann Walcott, Sarah Osborne, Abigail William e Sarah Cole. Le quattro scomparvero misteriosamente dal luogo dell’esecuzione, dinanzi alla folla. Molte testimonianze e leggende popolari raccontano di una nebbia fittissima e dell’apparire del fantasma di un’altra strega giustiziata in precedenza, Tara Indian, la serva dell’unica figlia del vecchio reverendo di Salem Town, Samuel Parris, la giovane aristocratica scomparve poco dopo.>>

 

 

 

Xander sobbalza, interrompe la ragazzina.

 

 

 

<< Fermati Dawn, l’abbiamo trovata! Mi servono tutte le informazioni possibili su Tara Indian e la sua padrona…puoi farcela?>>

 

 

 

Dawn chiude il grosso libro di colpo, sorride.

 

 

 

<< Certo che posso, ma qui ci vuole una fonte più vasta e veloce!>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

 

 

La statua del dio sciacallo è immensa. Sulla lastra nera ai suoi piedi è incisa in geroglifici un’antica profezia. Le dita esili del viandante scorrono lungo il granito nero.

 

 

 

<< Dell’anima sola avrete immagine e volto…Secondo di essa la forma avrete sembianza e corpo>>

 

 

 

All’improvviso il grosso braccio nero della statua si stende, protendendosi verso il guerriero anonimo. La pietra rossa di Anubi brilla vermiglia, colmando i suoi occhi chiari di lupo di un riflesso dolce e rossastro. Mentre le sue dita la serrano con devozione nella sua mente risuonano le parole di un vecchio amico dell’est.

 

 

 

“Se vuoi davvero domare il lupo recati presso l’Egitto, nel cuore del deserto più arido, in un tempio oscuro. Cerca la pietra vermiglia figlia di Anubi sciacallo delle sabbie, falla tua. Durante il plenilunio, nella notte d’un’eclissi porta la pietra ove lo sciacallo fu concepito. Fa in modo che sia colpita dagli ultimi raggi del sole che muore dentro la luna…diverrà sangue. Bevi quel sangue e attendi che il sole rinasca. Alle prime luci della nuova alba il tuo corpo sarà modellato asseconda della forma della tua anima.”

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<< Ecco qui, penso di aver trovato quello che ti serve! Qui c’è un sito che si chiama “Mystery of Parris”. Credo che si riferisca agli stessi Parris che stai cercando!>>

 

 

 

Le dita sottili della giovane Summer si muovono velocemente sulla tastiera, Xander fissa lo schermo piatto e piccolo del computer della biblioteca. Ad un clic del mouse si apre una pagina verde smeraldo, con una pittura ad olio della Salem del 1600. In una piccola scrittura nera armoniosa Dawn legge ad alta voce:

 

 

 

<< Ancora oggi sulla vecchia tenuta dei Parris aleggia il mistero della bellissima perla di Salem, scomparsa per sempre nel lontano Febbraio del 1692. Dopo la scomparsa della moglie e dell’unica splendida figlia il Reverendo Samuel Parris impazzì, continuando a dare la caccia al fantasma di una strega impiccata nell’antica cittadina. Si raccontano storie fantastiche e inquietanti su ciò che accadde alla bella e misteriosa Willow Parris, la notte in cui fu vista per l’ultima volta.>>

 

 

 

Xander stringe le dita grandi attorno alla piccola spalla della ragazza. Le indica una scritta al lato della pagina web.

 

<< Lì Dawn! Su “Ritratto della perla”>>

 

 

 

La giovane Summer apre la nuova pagina… sussulta:

 

<< Oh mio Dio!>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<< Cos’è l’Amore secondo te?>>

 

 

 

Voce calda di donna, odore di eccitazione nell’aria depravata. Il corpo sottile e bianco di una spogliarellista giovane dallo sguardo forte. Risata leggera, divertita e giocosa.

 

 

 

<< Secondo me? Perché non me lo dici tu?>>

 

 

 

 

 

La prostituta mezza nuda le si siede in grembo, come un’ amazzone su una bella sella, si china in avanti verso la nuova, accattivante cliente.

 

<< Non credo che tu sia venuta da me a cercare l’Amore, giusto? Cos’è che vuoi tesoro?>>

 

 

 

 

 

La ragazza fissa la spogliarellista con gli occhi profondi, vividi…eppure nel cuore di quel bellissimo sguardo scuro non brilla nessuna luce che possa definirla viva.

 

 

 

<< Hai degli occhi così belli…ma sembrano vuoti!>>

 

 

 

Si china per baciare la ragazza silenziosa. Uno scatto, le dita della giovane cliente serrano con accanimento e cattiveria i fianchi della meretrice. d’un tratto i suoi occhi neri si accendono.

 

 

 

<< Sai cos’è l’Amore puttana?>>

 

 

 

La giovane donna costringe la spogliarellista a cadere in ginocchio. Le stringe i polsi gridando di rabbia, eppure in tutto quel fragore d’ira è l’amarezza che le vibra nella voce e nel cuore.

 

 

 

<<Solo un’ossessione squallida, l’ossessione per quello che non si può avere…per le donne che non ci possiamo scopare, per quelle che non ci considerano!>>

 

 

 

Gli occhi della ragazza sembrano imperlarsi, ma la sua rabbia sovrasta la pena, grida con maggiore ardore, la sua voce sembra sfidare la vita stessa, il suo sguardo si infiamma e brucia di amarezza e risentimento.

 

<< rincorriamo quello che non possiamo avere...più non possiamo avere più vogliamo. L'amore è solo una fottuta illusione, la vita è una botta e via!>>

 

La spogliarellista inginocchiata a terra mugola per il dolore ai polsi e alle ginocchia, tenta di liberarsi.

 

<< Dove vuoi andare puttana, DOVE? Il cuore non centra un cazzo…è sempre e solo questo….>>

 

La mano sottile e decisa della donna si insinua con violenza sotto la gonna cortissima della moderna cortigiana spaventata, le si impone con fredda e rigida autorità. La scuote, le morde la schiena nuda. La sua voce è interrotta dall’affanno della rabbia, otturata dalle labbra grandi schiacciate contro la pelle della sua nuova vittima, contorta e scossa dai brividi di eccitazione che le stendono il volto olivastro e riempiono lo sguardo scuro.

 

<< Questo, solo questo, solo questo…>>

 

La donna si prende con forza tutto ciò che una puttana può avere. E lo squallore di quell’attimo, la miseria di quell’atto, l’ipocrisia di quei baci, la vergogna in quello sguardo…solo la pesante amarezza e la struggente consapevolezza che la vita non è quello che sembra e che da essa non si ottiene mai la dolcezza.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

<< Ho le prove Buffy!>>

 

 

 

Le giovani cacciatrici sono sparpagliate per il centro. Le ragazze si muovono frettolosamente, chi per giocare, chi per uscire, chi per sbrigare qualche faccenda. La grossa casa per cacciatrici in erba sembra viva tanto è piena di inquiline sgambettanti, l’ambiente è sempre, in un modo o nell’altro “movimentato” e poco tranquillo. Xander piomba in cucina stringendo nel pugno dei foglio da stampante. Buffy si volta, azzanna la mela che ha in mano, lo fissa incuriosita. Giles inforca gli occhiali e gli va incontro, mentre Faith sta disperatamente cercando nel frigo qualcosa che rassomigli a burro d’arachidi per farci un sandwich con le sardine.

 

 

 

<< Hai le prove di cosa Xan?>>

 

 

 

Il bel carpentiere vortica con gli occhi verso l’ex osservatore, la cacciatrice ribelle e la bionda. Andrew arriva nella stanza cercando i biscotti per Tara.

 

 

 

<< So chi è Tara Gilmore!>>

 

 

 

Intanto nella grossa soffitta del centro una bambina arranca sulle grosse travi impolverate. La sua pelle cerea sembra riflettere il grigiore dell’aria polverosa, come la pelle di una serva pensierosa che avanza verso il proprio giaciglio, in una vecchia tenuta aristocratica, in 1692 ormai troppo lontano.

 

 

 

Tra gli scatoloni ammucchiati senza criterio la bimba si insinua speranzosa, come alla ricerca di chissà quale tesoro. Lo trova, una vecchia cassa di legno nell’angolo più buio, le corre incontro. E nell’ambiente cupo della soffitta lo sguardo verde smeraldo di una strega bella si illumina di malinconia mentre il suo cuore si stringe di paura…

 

<< No Tara…lì non c’è niente!>>

 

<< Apri ci prego!>>

 

Willow si inginocchia sulla polvere, si china sulla cassa come se fosse il corpo che sta cercando…d’un tratto sente le lacrime alle guance. Sfiora le lettere incise sul vecchio legno del baule. “TARA”

 

 

 

La sua Tara…

 

 

 

<< Percé non vuoi apirla? >>

 

 

 

La strega rossa poggia la fronte sul vecchio baule, ne respira l’essenza dei dolci ricordi all’interno. Non si volta e risponde con strana lentezza:

 

 

 

<< Perché a volte è meglio cancellare il passato, per evitare di farsi tanto male!>>

 

 

 

<< Perché ti vuoi dimenticare di me?>>

 

 

 

Willow si volta, non sembra il tono di una bambina quello che ha appena sentito…eppure davanti a lei c’è solo Tara Gilmore. Solleva piano il baule… Nelle sue narici si propaga un dolce odore di rose e lavanda. Ed eccoli lì…i ricordi di una Tara bambina. Vestiti piccoli, delicati, perfetti, una bambola di porcellana, libri di fiabe, tante storie di fate.

 

 

 

<< Suo fratello ha voluto che lo tenessi io! Ha detto che aveva tante cose che gli ricordavano di Lei, voleva che io conservassi il ricordo della piccola fata che lui conosceva!>>

 

 

 

Le mani di Willow avanzano lentamente verso i piccoli vestiti, come se toccarli possa rovinare la loro perfezione.

 

 

 

<< Non l’ho mai aperto!>>

 

 

 

Il suo sguardo appannato scorge un piccolo album di foto, foderato di velluto nero. Sulla copertina, cucite in lettere d’oro, legge: La mia vita in un sussurro, Tara MacLay.

 

 

 

Ancor prima di aprirlo la strega rossa fa un sospiro lungo, le lacrime la prendono, i singhiozzi la scuotono.

 

 

 

<< Aprilo, puoi abbandonare il passato ma lui non abbandonerà te!>>

 

 

 

Le dita sottili di Willow sfiorano le vecchie pagine dell’album…davanti ai suoi occhi belli e tristi si fanno strada e vivono una dolce Tara neonata, una tenera bambina addormentata fra tanti orsetti di peluche, una torta di compleanno e una creaturina bionda che tenta di spegnere sei candeline rosa, un’adolescente malinconica dallo sguardo blu marino, perso e timido, una ragazzina vestita da streghetta, una sedicenne sorridente nel suo largo maglione azzurro, con in grembo un gattino nero…ed ora, sotto le sue dita, bagnata dalle sue lacrime che cadono, dentro i suoi occhi smeraldo, la sua Tara. La strega bionda che aveva amato era lì sorridente ad un palmo dalla sua mano, dentro una foto di un tempo lontano.

 

 

 

La strega rossa si paralizza, il suo cuore sobbalza, la sua anima grida…il suo angelo dimenticato è così perfetto ed ogni lineamento di quel viso delicato le pugnala il petto bianco.

 

 

 

<<Ti amo!>>

 

 

 

Le labbra sottili della rossa si posano con amore smisurato su un volto sorridente, stampato a colori su un album fotografico.

 

 

 

Si avvertono dei passi veloci su per le scale e la voce sottile di Dawn risuola nella soffitta tetra.

 

 

 

<< WILLOW SCENDI SUBITO DOBBIAMO RACCONTARTI CHI SEI!>>

 

 

 

 

 

<< Cosa?>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

Xander è in piedi al centro del salone. Tutti fremono per l’attesa, gli sguardi si illuminano per la curiosità. La strega rossa si avvicina al bel carpentiere dalla spalle larghe.

 

 

 

<< Cosa c’è Xander?>>

 

 

 

<< è meglio se ti siedi Will!>>

 

 

 

 

 

La strega prende posto sul divano accanto ad una Kennedy quasi assente, inafferrabile, distratta…persa. Xander prende tempo, si sposta tra i volti tesi ed imperlati.

 

 

 

<< Dawn e io abbiamo trovato un ritratto…un ritratto del 1691!>>

 

 

 

Volta verso la strega rossa uno dei fogli stampati:

 

Tratti leggeri, colori vivi, lineamenti precisi e realistici, pelle cerea, fuoco vivo lungo le spalle belle, sguardo di foresta secolare, sorriso malinconico e aria persa e sognante, in una delicata movenza distante.

 

 

 

<< Willow Parris, la perla di Salem!>>

 

 

 

 

 

Un debole sussulto dalle labbra sottili della rossa. Buffy si incupisce, gli occhi di Faith si illuminano. Xander sorride, porge il foglio alla strega.

 

 

 

<< C’è qualcosa di te che ancora non sai!>>

 

 

 

Il bel carpentiere le si inginocchia davanti, le prende le sottili mani biancastre, sorride rassicurante.

 

 

 

<< Forse c’è un motivo per cui sei una strega, forse era destino che quel proiettile colpisse Tara, forse c’è qualcosa di più da capire Will…>>

 

 

 

E Dawn nelle successive ore parla alla strega di una Salem lontana, di un tempo diverso, di una storia strana…Le racconta la fiaba di una perla rara, scritta su i libri di storia, sulle cronache antiche, su siti web color verde smeraldo. E Willow Rosenberg si perde nelle lontane vicende di Willow Parris, la perla di Salem.

 

E d’un tratto la giovane Summer esita, si volta verso Xander, si sposta sulla bella sorella, sulla cacciatrice gravida e poi sulla rossa silenziosa e corrucciata.

 

 

 

<< E poi nessuno l’ha vista più…si dice che sia scomparsa nei boschi ad ovest della città. Il padre impazzì, anche quando lo ricoverarono in manicomio lui continuò a sostenere che sua figlia era stata rapita e uccisa da…da una schiava!>>

 

 

 

Dentro il petto piccolo il cuore della strega fa un sobbalzo, come se sapesse già il nome di una schiava anonima.

 

 

 

<< la...la schiava si chiamava…Tara Indian!>>

 

 

 

 

 

Mentre sono tutti troppo occupati a rendersi conto di quello che significa la nuova rivelazione, la cacciatrice olivastra scivola via nell’ombra. Trascina il suo corpo bello nel buio di San Francisco, silenziosa carnefice di se stessa. E i suoi pensieri confusi si fanno strada alle sue orecchie sorde:

 

 

 

“ Cosa mi succede? Perché? No sento più neppure il vento freddo sulla faccia! Dov’è tutta la mia forza, tutta la mia tenacia? Dov’è la mia voglia di vita? Cosa ho perso, cosa mi manca? Perché non riesco a liberarmi di questo senso di insoddisfazione perenne? Dovrei aiutare Willow in questo momento. Ma infondo perché dovrei farlo? E cosa vuol dire quel ritratto? Cosa centra lei con Salem? Tutto questo la allontanerà ancora di più…Cosa succederà adesso? Sarà troppo impegnata a cercare le tracce di un altro passato per ricordarsi della sua vita con me! Ma ha davvero vissuto con me tutti questi anni? Sto per perderla definitivamente e non riesco a far nulla per temerla con me…Perché? Perché non riesco ad accettare l’idea che non è mai stata mia? È solo questo, solo questo, desiderio di possesso. La desidero talmente tanto solo perché la vedo fuggire, allontanarsi sempre di più. Cosa mi succede? Dov’è il calore del mio cuore, dov’è? Possibile che sia solo questo? Amore…possibile che sia solo insoddisfazione dolorosa ed eccitante, un’ossessione maledetta per l’irraggiungibile?

 

Perché ho paura di me stessa?

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<< Ma riflettiamo è assurdo! Assurdo che abbia lo stesso nome, lo stesso volto…è impossibile!>>

 

 

 

L’ex osservatore è corrucciato, fissa Willow, poi il dipinto. Xander prende la parola.

 

 

 

<< Will ti ricordi quando hai sognato Spike?>>

 

 

 

<< Sì, sembrava volermi mettere in guardia sulla piccola Tara!>>

 

 

 

Xander gesticola freneticamente con le grandi mani.

 

 

 

<< Beh non era un sogno! Lui doveva avvertirti, io ho visto Anya…mi ha raccontato di Salem e di una maledizione…>>

 

 

 

Buffy si fa avanti, esclama:

 

<< Una maledizione?>>

 

 

 

Faith conclude la frase al suo posto.

 

<< Che tipo di maledizione?>>

 

 

 

<<Qualcosa che riguarda il loro ritrovarsi e dividersi come in un meccanismo che si ripete!>>

 

 

 

Giles si illumina, fa un gesto di intesa con il volto austero.

 

<< Ma certo, una maledizione! Questo spiegherebbe lo stesso nome, gli stessi lineamenti e gli stessi poteri!>>

 

 

 

Fissa il pavimento, corrucciato. Si volta all’improvviso verso Willow.

 

 

 

<< La bambina, è lei la luce blu di San Francisco!>>

 

 

 

Buffy lo interrompe con autoritaria determinazione:

 

<< è stata la bambina, è stata lei a far esplodere il salone!>>

 

 

 

D’un tratto su i sette cala un silenzio improvviso, quasi sacro. Dawn intuisce quello che afferra il cuore di tutti nella stanza. Persino Andrew si rende conto, esclama:

 

<< Lo sapevo!>>

 

 

 

Ma è lei, la strega, la più presa da quel silenzio d’intesa. Il suo cuore batta talmente forte da sovrastare addirittura i suoi pensieri. All’improvviso le sembra impossibile alzarsi, le ginocchia le tremano, lo stomaco sobbalza, i brividi le corrono lungo la schiena ritta. Solo un sussurro veloce e sommesso, deciso eppure sommesso:

 

 

 

<< è lei!>>

 

 

 

 

 

Si alza con uno scatto improvviso, corre lungo le scale. Il corridoio le pare troppo lungo, più del solito. E lì, lì, corre verso di lei. Ora lo sa, è lì…il suo angelo caduto, sta correndo verso la SUA Tara. Si getta sulla porta, la spalanca…

 

 

 

Tara, Tara addormentata in un letto piccolo, avvolta nella maglia larga della rossa…si intravedono solo i bei piedini piccoli, bianchi, morbidi. Il buio inghiotte la piccola stanza. Willow è lì, sulla soglia, troppo emozionata per poter dire qualcosa. Riesce solo a fare qualche passo avanti. I suoi occhi si opacizzano per le lacrime, si illuminano per la visione. Vorrebbe poter dire qualcosa, qualsiasi cosa. Ma tutto ciò che le sue dolci labbra sottili riescono a fare è aprirsi per tentare di chiamare a sé il suo angelo d’oro filigranato sulle spalle belle. La sua anima grida quel nome, un nome perso nel vento che torna, finalmente e davvero, un nome perso nel vento che torna a vibrare nel suo cuore freddo. Quel nome che torna…E la sua bocca lo canta, some se fosse l’unica sua certezza, la sua unica voglia. Come se fosse la prima volta.

 

 

 

<< Tara >>

 

 

 

E non è più solo lo stesso suono, non è più solo la medesima melodia di due strumenti differenti…è quel nome, adesso, ora, davvero, sta chiamando il suo Amore tenero.

 

 

 

<< Tara >>

 

 

 

La sagoma nel lettino si muove. La strega rossa trema, la scuote la sensazione che da un momento all’altro un dolce corpo di donna scivoli da sotto le lenzuola e le venga incontro.

 

 

 

Qualcuno si muove nel buio, la penombra delinea la sagoma scura.

 

 

 

<< Willow!>>

 

 

 

Ma la sagoma non è abbastanza alta, la voce non è abbastanza profonda. E il sussulto di una bambina strappa la strega alla sua illusione tenera. La rossa sembra riprendersi, la guarda…è lei, lei, la sua Tara. In quella bambina vive la sua donna candida come la perla più bianca. Le gambe le tremano, si inginocchia…

 

 

 

<< Amore mio…Amore mio!>>

 

 

 

<< Sono qui!>>

 

 

 

<< Sei tornata da me, sei davvero tornata da me!>>

 

 

 

 

 

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<< Cosa ti porto dolcezza ?>>

 

 

 

La vecchia cameriera molto poco sexy, con fare materno lo fissa premurosa, prende il blocchetto dalla tasca del grembiule bianco sporco. Il ragazzo abbassa gli occhi silenzioso, pensieroso.

 

 

 

<< Solo un caffé grazie!>>

 

 

 

<< Arriva subito tesoro!>>

 

 

 

Fuori dalle grandi vetrate un po’ sporche del piccolo locale semi pieno, il Cairo si illumina di rosso intenso, mentre il sole ne bagna le forme perfette e ne ravviva i colori d’oriente.

 

 

 

Il ragazzo fissa il paesaggio vivo, lo assapora con gli occhi profondi, dolci, espressivi…sofferenti. Mentre il silenzio del Cairo gli sussurra saggezza decide che è tempo di chiedere notizie di una vecchia amica lontana.

 

 

 

****

 

 

 

“Quel nome gridato per la strada, tutte le cose che sapevi, le storie di fate, i tuoi occhi, il tuo sorriso…tutto coincide…sei tu!”

 

 

 

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<< Le truppe reclamano cibo!>>

 

 

 

È la voce del sovrano che vibra nell’ombra e scuote il buio. Parla a se stesso, alla sua infinita perfidia e all’insaziabile bramosia del suo cuore di carne fredda. La voce è sottile, quasi rauca, lenta, ponderata, infuocata eppure gelida.

 

 

 

<< Sazierò l’esercito con la carne della stirpe delle cacciatrici! E mentre i miei soldati si saziano di loro… io risparmierò le forze per le due streghe buone! Ma avrò bisogno di qualcuno vicino al mio nemico, qualcuno il cui cuore vacilla e che sia pronto a seguire la mia via….qualcuno che oscuri il mio passaggio…>>

 

 

 

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Due settimane dopo:

 

 

 

La strega rossa è china sul grosso libro polveroso e ammuffito, nel corridoio in fondo alla sala, dietro lo scaffale più alto. D’un tratto lo sguardo le si illumina. Da giorni e giorni cerca, senza arrendersi, sa che c’è un modo, deve solo riuscire a trovarlo. Non si è data pace, ora che sa che quella dolce bambina è in realtà la sua Tara le pare di poter essere riuscita a liberarsi di quel vuoto pesante che le ha lacerato il petto per tutti questi anni di vita fittizia.

 

 

 

Mentre il suo sguardo dolce si perde tra i libri e la polvere la sua mente stanca vaga nel passato, in tutto quello che ha fatto, pensato, come un guerriero al termine della battaglia sparge lacrime sul campo disseminato di caduti. Non riesce a pensare in modo nitido, ordinato, troppi pensieri, ricordi, paure.

 

 

 

Solo un vortice confuso di percezioni:

 

Ricorda ancora la sensazione dilaniante di smarrimento che la prendeva la notte. Si era sentita come addormentata, insensibile ad ogni gioia, dolore, paura, voglia. Le era sembrato di vedere il mondo attraverso una cappa opprimente e asfissiante. Aveva creduto di non poter neppure sentire la pioggia carezzarle il viso o sfiorare l’erba tenera di un prato verde smeraldo. Le era parso impossibile provare la gioia di un cuore leggero, felice…innamorato.

 

 

 

Ha vissuto per anni nell’ombra deprimente della sua desolazione silenziosa, incapace di donarsi al sole, come una sagoma scura nella notte più tetra. Si era sentita come un demone privo d’anima. Lei la strega rossa di Sunnydale, la piccola secchiona del liceo…come un involucro vuoto mandato in giro per il mondo.

 

 

 

Come se tutto il suo essere, tutta la sua capacità di amare, di vivere, di aprire gli occhi al mattino e alzarsi per camminare fossero stati distrutti nell’attimo in cui quel volto d’angelo si era perso nelle nebbie di una morte senza onore. Il suo sole d’oro perfetto, morto e perso, così, davanti a lei…

 

 

 

Dolore dolore dolore dolore, si è sentita talmente logora che né la parola né il bruciore dentro di lei hanno più senso ormai. Il vuoto era più pesante d’ogni pena e d’ogni castigo.

 

 

 

Tuttavia il solo pensare alla fitta acuta al cuore in un istante maledetto, al dolore lancinante e viscerale che in quel solo attimo era bastato a consumarla fino a renderla pazza… a quel dolore che le si era infiltrato nell’anima fino a corroderle la carne…il solo pensare ancora l’annienta.

 

 

 

Eppure adesso, sì adesso gli occhi le si illuminano di uno strano senso di incolmabile beatitudine. Ora è lì, il sole le carezza una guancia liscia. Si dona al sole più vivo e penetrante…Tara, Tara, Tara, Tara…

 

 

 

Le pare impossibile riuscire a rendersi conto di essere libera, libera…libera da se stessa e dalle sue ombre d’odore putrido di foresta bagnata.

 

 

 

Willow Rosenberg, strega libera, ora, salva, finalmente.

 

 

 

Eppure per ognuno che si perde nel dolore l’unica sensazione forte è quella dello smarrimento, come persi in una foresta di labirinti indecifrabili, di sequoie immense, di rumori paurosi. E la strega non si sente ancora investita dal vento dolce della pianura. È ancora persa nella foresta scura del suo dolore, ora percepisce il sole oltre i rami scheletrici eppure non lo può avere.

 

 

 

Il vortice di sensazioni fortissime sembra a poco a poco dileguarsi, ora ha davvero capito. Immagina se stessa intrappolata nell’ombra pesante di un labirinto inestricabile, la luce sullo sfondo buio di un corridoio lungo. E in quell’immagine leggera, tutta se stessa. Tira un lungo sospiro, il piccolo torace si alza e si abbassa piano. Con quel gesto sembra cacciare ogni riflessione contorta,ogni pensiero di troppo. Non deve far altro che trovarlo, il modo…un modo.

 

 

 

Ed ora una piccola, forte, serpeggiante grafia in latino le sussurra il sentiero per scivolare tra gli alberi e strisciare fuori dall’ombra. Legge tra sé e sé il resoconto di un giovane monaco del XIII secolo, impressionato da una strana leggende egizia che gli era pervenuta nella trascrizione di un antico libro greco.

 

 

 

” È in grado di trasformare il diavolo in angelo, il brutto in bello, l’ingiusto in giusto, l’infedele in fedele, il nero in bianco, i figli del demonio in santi figli di Dio. Il lupo agnello diverrà e l’assassino sarà santo. È pervenuto al monastero, qualche mese fa il libro d’un vecchio ateniese, il padre superiore ne ha affidata a me la trascrizione in lingua latina. Era quest’ultimo una sapiente e meticolosa raccolta di miti e leggende di popoli vicini e lontani per tempo e spazio. Il mio spirito è rimasto profondamente sconvolto e disgustato dalle ingiurie delle più antiche leggende . Eppure sono stato colto da improvvisa curiosità alla lettura d’un mito molto particolare. È essa la storia di un mistico oggetto imprecisato, rosso come il sangue del Signore. Uno strumento sacro secondo la leggenda, in grado di donare al corpo la forma dell’anima pura che lo alberga. Non ne è citato il tempio di riposo, si fa cenno ad un lago rosso se pure privo di acqua, una foresta di sabbia. Lì in una terra infedele e maledetta dimora un grande strumento del Signore misericordioso per la salvezza delle anime.”

 

 

 

La rossa cerca di estrapolare dalla forte religiosità del monaco solo quello che può aiutarla davvero… “in grado di donare al corpo la forma dell’anima pura che lo alberga”.

 

 

 

Chiude il libro in uno scatto veloce, fissa il vuoto che la circonda nella grossa biblioteca.

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Nei giorni successivi molte cacciatrici tornano al centro deboli e ferite. Gli attacchi delle sanguisughe aumentano, si fanno più feroci, non danno tregua. Il centro si allarma, i guerrieri si preparano all’ennesima battaglia. Quella che è stata la prima cacciatrice e la guerriera ribelle prendono il comando del loro esercito. San Francisco si prepara nell’ombra, in silenzio, alla lotta. Esercito contro esercito, giusto contro sbagliato, potere contro potere, bene contro male.

 

Ma, per quelli che indugiano sul proprio cuore, quanto può essere dolce il sapore di un male che si muove nell’ombra?

 

 

 

 

 

 

 

<< Non puoi occupartene adesso!>>

 

 

 

Buffy si volta di scatto verso l’amica, gli occhi le brillano. Willow abbassagli occhi, non riesce a sostenere il suo sguardo severo.

 

 

 

<< Sai meglio di me che i demoni sanguisuga avanzano e che potremmo averli addosso tra un mese al massimo!>>

 

 

 

Xander è appoggiato al muro, in silenzio. Non guarda le due amiche, fissa il cielo azzurro fuori dalla finestra, chissà se arriveranno alla fine di quella giornata, chissà se vedrà l’alba con Willow…è stanco, il guerriero più forte dell’esercito del bene è stanco, il suo cuore grande non reggerà ancora per molto.

 

<< B-Buffy io, devo farlo! Tara così è troppo vulnerabile e sappiamo che il Magnifico la vuole. Quante possibilità credi che potrebbe avere se resta qui? >>

 

 

 

Buffy gesticola, gli occhi le si imperlano, non sa che cosa fare.

 

 

 

<< E tu rischieresti le vite di tutti noi per portarla via? Sai benissimo che siamo deboli, che le ragazze hanno bisogno di te!>>

 

 

 

La rossa tenta di difendere le sue ragioni, prova a interrompere l’amica, ma la cacciatrice è irremovibile e il suo sguardo è in fiamme.

 

 

 

<< Non fare l’egoista Willow, non ci puoi lasciare così!>>

 

 

 

Il ragazzo si intromette fra le due.

 

 

 

<< Ma Buffy…>>

 

 

 

<< NO XANDER! Willow, tu non ti muoverai di qui, intesi? Quelle ragazze vogliono vivere, tu hai il diritto di proteggerle! Loro sono la mia famiglia, sono la Nostra famiglia, nessuno abbandona la famiglia!>>

 

 

 

Buffy guarda la rossa con rimpianto, una piccola lacrima è appesa alle ciglia bionde, incapace di cadere.

 

 

 

<< Tutti in passato abbiamo fatto le nostre rinunce, e abbiamo avuto le nostre perdite!>>

 

 

 

La strega alza lo sguardo, non è più mortificato o intimorito, anche il suo vibra d’ardore.

 

 

 

<< Cosa? T-Tu non vuoi che io protegga Tara…solo, solo perché non vuoi accettare che per la prima volta non centri tu!>>

 

 

 

<< Ma che cosa stai dicendo?>>

 

 

 

Willow si alza, avanza con piccoli passi, le braccia snelle, come morte, lungo il busto, troppo emozionata per muoverle…

 

<< Perché la mia Tara è tornata e non riesci a mandar giù il fatto che questa volta non c’è la “cacciatrice” al centro di tutto, che qualche stupida profezia su di te non permetta a chi ti ha lasciato di tornare! Ammettilo Buffy, tu sei invidiosa di me!>>

 

 

 

Gli occhi della bionda si perdono nel vuoto, quella piccola lacrima cade. Xander vortica con lo sguardo su entrambe, incapace di dire qualcosa che le consoli.

 

Le due donne restano così, a guardarsi se pure con la mente altrove, nessuna delle due sta realmente vedendo l’altra, entrambe troppo accecate dall’invidia o dal dolore. La voce della cacciatrice nasce fievole eppure decisa, secca, pungente eppure malinconica e languida:

 

 

 

<< E anche se fosse…cosa cambierebbe?>>

 

 

 

Willow e Xander si sorprendono e si commuovono, mentre con lo sguardo assente, gli occhi grandi sgranati e persi la cacciatrice incomincia a piangere silenziosamente.

 

 

 

****

 

 

 

<< Oh Buffy, guarda qui!>>

 

 

 

Dawn si sposta dal computer chiamando la bella sorella. La cacciatrice bionda si china sul grosso schermo colorato, legge la casella della posta elettronica… Lo sguardo le si illumina di una strana gioia fulminea.

 

Andrew si corruccia per la strana intesa tra le due Summer.

 

 

 

<< Ei voglio vedere anche io, cosa succede?>>

 

 

 

Buffy apre l’e-mail. Dawn risponde al ragazzo senza voltarsi.

 

<< Non lo conosci…a dire la verità non lo conosco bene neppure io, però qui è una specie di leggenda!>>

 

 

 

La cacciatrice si volta verso Xander che fa capolino dalla cucina.

 

 

 

<< Un vecchio amico chiede nostre notizie dal Cairo!>>

 

 

 

****

 

 

 

 

 

La cacciatrice ribelle è seduta sull’erba bagnata, silenziosa, assorta, quasi assente. Fissa le stelle chiare che riempiono la notte che la circonda. Si accarezza un pancione sempre più evidente…pensa a suo figlio e al suo sorriso. D’un tratto un’ombra sinuosa striscia nel buio di una cittadina agli inizi di una nuova battaglia tra bene e male.

 

 

 

L’ombra si poggia con leggerezza accanto alla cacciatrice ribelle. Porta gli occhi scurissimi al cielo d’estate. Faith si volta verso la bella ragazza.

 

 

 

<< Pronta alla lotta piccola?>>

 

 

 

La cacciatrice olivastra sembra perplessa, domanda a se stessa se il suo cuore è pronto a combattere…

 

 

 

<< No…questa volta no!>>

 

 

 

Una strana atmosfere cala fra le due guerriere così lontane eppure così vicine…La madre e la ragazza, l’adulta e la fanciulla, la forte e la debole, due guerriere. La più giovane ha il vuoto negli occhi grandi, come se credesse di sapere tutto della vita che la sta lacerando. La più grande ha gli occhi colmi di uno strano senso di appagamento, come se tutto, tutto in quell’istante le fosse dovuto e caro, come mai prima dall’allora.

 

 

 

Faith mette un braccio intorno alle spalle della ragazza, la stringe, un istinto materno che non aveva mai provato prima la spinge a darle un piccolo bacio sulla tempia.

 

 

 

<< Non sempre la vita è giusta Kennedy! Si soffre sempre più di quanto ci è dato essere felici…ma è così, lo è sempre stato!>>

 

 

 

Kennedy si stringe al corpo morbido e caldo di Faith, avverte uno strano calore materno…

 

<< Non è il dolore! È la consapevolezza…a volte è molto meglio vivere nell’illusione, piuttosto che rendersi conto di quello che davvero sta succedendo!>>

 

 

 

Ma la ribelle, improvvisamente premurosa come non mai, le sorride con occhi luccicanti di strana dolcezza.

 

<< Non si può vivere di illusioni!>>

 

 

 

<< E non si può vivere di verità!>>

 

 

 

 

 

E le due, così silenziose fissano ancora quel cielo d’estate, entrambe immerse nelle proprie verità, ognuna restia a sognare la felicità.

 

 

 

All’improvviso la cacciatrice ribelle si accorge di un striscia sottile di sangue sulla maglia di Kennedy, all’altezza del polso scuro. Fa finta di nulla, la scura si inquieta, si alza in fretta e si incammina verso l’entrata del centro.

 

 

 

<< Kennedy!>>

 

 

 

La ragazza non si volta, si ferma nel mezzo del giardino, con l’aria fredda della notte che le smuove piano i capelli lunghi e neri.

 

 

 

<< So cosa stai facendo!>>

 

 

 

<< Non so di cosa parli!>>

 

 

 

Faith non avanza, è lì, ferma a fissare le spalle dell’altra, silenziosa eppure loquace, per un verso complice della ragazza triste e forte.

 

 

 

<< So cosa si prova, devi credermi. Smettila finché sei in tempo!>>

 

Kennedy non si volta, nessun cenno di resa o di sorpresa.

 

<< Sprechi fiato, non capisco!>>

 

 

 

<< Ti distruggerai! Chi ti vedrà debole ne approfitterà, se non lo ha già fatto! Non credere alle menzogne del male Kennedy, il sentiero giusto è uno ed uno soltanto!>>

 

 

 

Il volto della guerriera scura, semi velato dal buio del vialetto, sembra impallidire per un istante. Gli occhi le si opacizzano di un velo sottile di lacrime silenziose. Faith a qualche passo da lei è immobile e taciturna.

 

 

 

<< Tu non puoi capire!>>

 

 

 

E sparisce nell’ombra, il nero la avvolge e Faith prova una fitta al cuore…d’un tratto le pare di veder morire davvero nella notte quella piccola ragazza sorridente e forte.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<< Buffy?>>

 

 

 

Willow chiude lentamente la porta bianca alle sue spalle, avanza verso la cacciatrice bionda, seduta davanti allo specchio grande. Buffy non si volta, fissa il suo volto bello e perfetto, riflesso nello specchio ovale. La strega è lì, alle sue spalle, la guarda…

 

 

 

<< Buffy…>>

 

 

 

La cacciatrice alza lo sguardo verso il riflesso pallido dell’amica, sussurra:

 

 

 

<< È vero…Ho davvero pensato di odiarti quando ho capito che lei era davvero tornata!>>

 

 

 

Gli occhi della bionda sembrano colmi di stanchezza e timore.

 

 

 

<< Non mi abbandonare Will!>>

 

 

 

La rossa l’abbraccia con una disperazione intrisa d’affetto.

 

 

 

<< No Buffy, non lo farò!>>

 

 

 

Ma la bionda la fissa ancora negli occhi verde foresta.

 

<< So che hai trovato un modo…So che serve un’eclissi solare!>>

 

 

 

<< Sì, è vero…ho trovato un modo!>>

 

 

 

Buffy le carezza il volto cereo e delicato.

 

<< Fra poco più di un mese ci sarà un’eclissi solare…non puoi perderla!>>

 

 

 

All’improvviso Willow si illumina, la speranza le riempie lo sguardo triste. Ma un attimo dopo la sua fronte si increspa.

 

 

 

<< Ma…Buffy…>>

 

 

 

<< Va Will, va!>>

 

 

 

Le due vecchie amiche si fissano ancora per una frazione di secondo, si stringono, l’una persa nell’affetto dolce dell’altra.

 

 

 

<< Tornerò in tempo Buffy, non vi abbandonerò! Tornerò, te lo prometto!>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

<<Che cosa?>>

 

 

 

La strega rossa non si volta, è troppo impegnata a gettare i panni nella grossa valigia aperta sul letto. Kennedy è alle sue spalle, grida per farsi ascoltare:

 

 

 

<< Che cazzo stai facendo?>>

 

 

 

Le afferra l’avambraccio, la costringe a voltarsi verso di lei, la fissa negli occhi. I loro volti sono vicinissimi, i loro sguardi ardono.

 

 

 

<< Me ne vado!>>

 

 

 

Willow tenta di divincolarsi ma la cacciatrice olivastra le stringe i polsi, la costringe a guardarla.

 

 

 

<< Perché? Perché cazzo te ne vai proprio adesso? Come puoi farci questo? Non contiamo niente per te? Gli attacchi aumentano, è una follia!>>

 

 

 

Il volto della strega si fa più duro, lo sguardo più acceso.

 

 

 

<< L’Amore fa fare cose folli!>>

 

 

 

All’improvviso la presa forte di Kennedy si allenta, i suoi occhi si spalancano, sbarrandosi nel vuoto, come persi, come se avessero appena visto lucifero nelle orbite rosse di fiamme infernali. La sua bocca si schiude, eppure non riesce a dir nulla.

 

La sua strega è lì, la ragazza dei suoi sogni, l’unica di cui il suo cuore di guerriera si sia mai innamorato davvero…è lì! Eppure in quell’istante capisce che non può tenerla con sé.

 

Willow la guarda negli occhi eppure il suo sguardo è indecifrabile, solo un lago verde smeraldo, senza nulla al suo interno.

 

 

 

<< Lasciami andare, ti prego!>>

 

 

 

<< Perché? Perché dovrei lasciarti andare?>>

 

 

 

Gli occhi della rossa si imperlano.

 

 

 

<< È lei….è Tara!>>

 

 

 

Le mani della cacciatrice scorrono lungo gli avambracci del suo Amore. Arretra, fissando la sua strega….Tara. Tara è tornata per portargliela via.

 

 

 

Willow si volta e chiude la valigia, la prende. Afferra la piccola mano della bimba bionda seduta in un angolo. Le due si avviano alla soglia della piccola stanza…Kennedy è lì, impassibile mentre resta a guardare quella strega tanto amata scappare per non tornare mai più. Si prepara a dirle addio, per sempre.

 

 

 

<< W-WILLOW!>>

 

 

 

La strega si ferma, ad un passo dalla soglia . La voce della cacciatrice pare un debole sussurro, così amaro, così doloroso, così terrorizzato eppure…rassegnato:

 

 

 

<< Mi hai mai amata Willow?>>

 

 

 

La rossa abbassa lo sguardo, le labbra le si increspano, come se stesse per piangere e tentasse di trattenere le lacrime. Chiude gli occhi. Kennedy è lì dietro, infondo alla stanza, che aspetta. Aspetta una risposta che forse non vuole avere.

 

 

 

<<…Sì…Sì…ti ho amata Kennedy! Ma non come volevi tu. Grazie di avermi tenuta in vita per tutto questo tempo.>>

 

 

 

La cacciatrice oscilla leggermente, tutto il suo dolore misto ad orgoglio sembra una barriera contro tutte quelle lacrime appese alle sue ciglia nere.

 

 

 

<< Allora perché mi fai questo?>>

 

 

 

Willow serra gli occhi, si pietrifica in una piccola smorfia di dolore. Stringe ancora di più la mano piccola e morbida della bambina silenziosa.

 

 

 

<< Perché…TARA è tornata da me!>>

 

 

 

Gli occhi della donna scura si infiammano, d’un tratto un senso di rabbia repressa e rancore si sostituiscono a tutto quel suo fottutissimo dolore.

 

 

 

<< Sono stata solo questo non è vero? Un gioco, un ripiego, un passatempo…solo un modo per non sentirti sola!>>

 

 

 

Ma la strega non risponde, la voce della cacciatrice si infiamma.

 

 

 

<<COSA WILL? Come puoi giocare così come me? PERCHÉ? Perché ora pensi solo a te? COSA WILL?>>

 

 

 

Stringe i denti, serra gli occhi, grida eppure non piange, la sua voce sibila tra i denti stretti a ghigno:

 

 

 

<< Non ti rendi conto di quanto sei egoista? Fino a un mese fa andavo bene, ora stai scappando…con, CON UNA BAMBINA…solo perché ha i suoi occhi! VAFFANCULO WILL! VAFFANCULO!>>

 

 

 

La rossa si volta, ha le lacrime agli occhi, tenta di abbracciare la guerriera. Kennedy si dimena, la colpisce sul petto, urla.

 

 

 

<< VAFFANCULO! VAFFANCULO! VAFFANCULO!>>

 

 

 

Willow tenta ancora di stringerla a sé. La cacciatrice la colpisce con un fortissimo schiaffo al volto. La testa della strega gira con forza nella direzione del colpo. Will si allontana premendosi una mano sulla guancia rossa.

 

 

 

<< vattene puttana…VATTENEEEEE!>>

 

 

 

Willow prende di nuovo la mano della bambina, non si volta, sussurra, con il volto cereo pulsante.

 

 

 

<< Non ti troverò quando tornerò a San Francisco, non è vero?>>

 

 

 

L’orgoglio di Kennedy riaffiora potente, la sua grande forza di guerriera le vibra nella voce decisa.

 

 

 

<< Addio mia piccola strega cattiva!>>

 

 

 

Willow prende in braccio la piccola Tara Gilmore. La bambina guarda Kennedy da sopra la spalla piccola della rossa. I suoi grandi occhi blu profondo non sono in grado di dir nulla, sembrano solo voler mandare affetto e calore al volto olivastra di una guerriera stanca. La cacciatrice fissa quegli occhi e all’improvviso, senza nessuno particolare motivo sorride leggermente ad un piccolo angelo d’oro filigranato sulle spalle belle. E la fatina e la sua strega spariscono oltre la soglia stretta.

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<< Il tempo della vedetta si avvicina mio caro adepto impaziente. Ogni cacciatrice esistente soccomberà e il mio potere sarà fortificato e giungerà sino all’apice, oltre ogni potere umano e demoniaco sinora conosciuto…Sino al Padre Mio Glorioso.>>

 

 

 

Il nuovo servo nascosto nell’ombra tace, ipnotizzato dalle parole del suo signore, intrise di passione e adorazione viscerale per il potere.

 

 

 

<< Ma le streghe…>>

 

L’ultimo discendente si alza, come colto da un improvviso ricordo.

 

 

 

<<Loro sono il mio desiderio più grande! Le voglio, le desidero ardentemente e voglio che sia tu a portarmi da loro!>>

 

 

 

Il sovrano ora serra le mani intorno al buio della sala del trono, come se le sue dita sottili e biancastre si stessero stringendo intorno al collo morbido e pallido della strega rossa.

 

 

 

<< Se sono le due streghe che desiderate Mio Signore, allora….le avrete!>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

L’andamento del vecchio autobus è veloce, saltellante. Il paesaggio scarno e desertico sfreccia rossiccio e caldo sotto gli occhi della donna seduta accanto al finestrino sporco di sabbia. Il pullman è sgangherato, privo di confort, ridotto ai sedili polverosi e ad uno strano non so che, come di avventuroso safari.

 

 

 

Il suo sguardo cade sullo sfondo azzurro chiaro eppure intenso, il cielo contrasta in modo quasi buffo con la terra rossa, povera, polverosa. I colori sfrecciano e si uniscono dietro un finestrino sporco. Il braccio della donna si stringe con più affetto e premura attorno alle spalle piccole d’una bimba addormentata soavemente sul suo grembo sottile. Ella la guarda con un’infinita dolcezza negli occhi verde smeraldo. Il volto della piccola è cereo, rosato solo sulle guance rotonde, morbide. Le sue lunghe ciglia bionde sembrano miele, e le piccole labbra gonfie, come un petalo di rosa color pastello, tenere, dolcissime, lucide e paradisiache. Un’aura di fragilità e delicatezza le carezza tutto quel suo piccolo corpo infantile e un profumo di latte e innocenza le ricopre la pelle nivea. Una bambola di porcellana, una porcellana morbidissima come lana, come cera ancora calda. La donna quasi si convince che quello che ha davanti altro non è che un fedelissimo ritratto a pastelli delicati e leggeri come il tocco d’un angelo su quei lineamenti perfetti.

 

 

 

Le sfiora le labbra piccole eppure gonfie con la punta delle dita sottili. La bocca della fatina si schiude, respira profondamente, il suo piccolissimo torace si gonfia e si restringe senza affanni. La donna, dalla lunga cascata di fuoco vivo lungo l’esile figura piacevole, le bacia i capelli morbidi, profumati di shampoo alle fragole. Quel visino perfetto la rilassa, la manda in paradiso…Una bambina, solo una bambina.

 

 

 

Willow si perde nel respiro leggero della piccola. Ritorna col pensiero a quando ha lasciato il centro e San Francisco, a quando i suoi amati guerrieri instancabili l’hanno accompagnata ad un aeroporto troppo affollato e rumoroso, tra le lacrime trattenute e gli addii rinviati. Allora il suo tenero e coraggioso carpentiere le aveva baciato la fronte porgendole la grossa valigia marrone. E la cacciatrice bionda l’aveva stretta a sé per poi ordinarle di non tornare senza una Tara in grado di cucinare frittelle.

 

Un mese, un intero mese in viaggio per L’Egitto rossastro e malinconicamente desolato, in cerca della salvezza per il suo angelo.

 

 

 

<< W-Willow?>>

 

 

 

La strega si volta verso la bambina

 

 

 

<< Cosa c’è amore?>>

 

 

 

Tara si strofina gli occhi grandi e scintillanti d’azzurro intenso.

 

 

 

<< Ciamo arrivati?>>

 

 

 

La rossa sorride beata e divertita dalle movenze intontite dell’esserino ancora addormentato, le bacia la fronte.

 

 

 

<< Manca pochissimo Amore mio, ora scendiamo e andiamo a mangiare!>>

 

 

 

La bambina si alza dal grembo della donna, la guarda contenta ed eccitata.

 

<< Buffy dise che si viene a prencere il tuo amico!>>

 

 

 

<< Sì tesoro, un vecchio amico sa che abbiamo bisogno di aiuto e lo troveremo alla fermata!>>

 

 

 

All’improvviso si avverte un acuto rumore di freni sotto sforzo, le porte del vecchio bus si spalancano cigolando e traballando. Tara sovraeccitata e ancora assonnata afferra con frenesia la bella mano di Will, trascinandola giù. Nel mare di folla la bimba e la donna si perdono oltre le teste scure di tanti passanti.

 

 

 

All’improvviso la rossa avverte come una fitta al cuore la presenza di qualcuno….Ed ecco, in un istante, il suo volto bianco infondo al fiume di egiziani indaffarati. Willow si illumina….è lì! L’amico sorride leggermente, silenzioso, calmo…

 

 

 

<<OZ!>>

 

 

 

La rossa gli corre incontro prendendo in braccio una piccola Tara spaesata.

 

 

 

<< Oz…>>

 

 

 

Il lupo è lì, sorride in silenzio, quel suo silenzio disarmante. I loro occhi sembrano gridare, eppure nessuno dei due muove le labbra. Gli sguardi si illuminano e si opacizzano. Willow schiude le labbra, commossa, pronta a gridare tutta la gioia di quel suo strano cuore...ma, ancora, ciò che la prende e la scuote è solo un sussurro:

 

<<Oz!>>

 

 

 

Il ragazzo sorride con amore e commozione. La sua voce è calma, dolce:

 

 

 

<< Ciao Willow!>>

 

 

 

****

 

 

 

<< CORRETE! PRESTO CORRETE! >>

 

 

 

Buffy è ferma all’entrata di una vecchia cripta polverosa e asfissiante. Il buio le graffia il volto pallidissimo come tante pennellate di corvino intenso. Grida, agita le braccia verso l’uscita semi visibile tra le ragnatele.

 

 

 

<< CORRETE!>>

 

 

 

Vi è la prima che appare ansimando dal fondo scuro della grossa scalinata torva. Rona porta in braccio Amanda, correndo. Cho Ann e Shannon si spingono a vicenda verso la salvezza. Faith chiude la fila, proteggendo le ragazze a rischio di se stessa. Buffy le passa in rassegna mentre le spinge oltre la soglia in pietra umida della cripta, nella notte fredda e immensa. La cacciatrice bionda sta per uscire , si volta all’improvviso….

 

 

 

<< KENNEDYY!>>

 

 

 

Una voce fievolissima attraversa il vuoto penetrante e l’aria opprimente di morte e pericolo incombente.

 

 

 

<< VAI BUFFY, LI TRATTENGO IO!>>

 

 

 

<< NO KENNEDY VIENI VIA, SONO TROPPI!>>

 

 

 

<< VA HO DETTO! VAI!>>

 

 

 

Buffy sta per rigettarsi in quell’inferno di polvere e ragnatele. All’improvviso Faith le afferra un braccio, la fissa con rimprovero.

 

 

 

<< No Buffy, non puoi! Tu servi a quelle ragazze, il centro non esiste senza di te…vai, portale in salvo!>>

 

 

 

La bionda capisce, gli occhi le si illuminano di improvvisa paura…

 

 

 

<< Faith no…>>

 

 

 

Non fa in tempo a finire la frase e la cacciatrice ribelle, quasi madre, si getta nella bocca del diavolo, e scompare nella tana del lupo più nero.

 

 

 

<< Pensa alle ragazze Buffy!>>

 

 

 

<< FAITH NOO!>>

 

 

 

Ad un tratto l’urlo disperato di Shannon riporta la bionda alla realtà. Corre verso le sue ragazzine esauste, verso la sua famiglia di guerriere stanche.

 

 

 

 

 

Kennedy soccombe sotto i colpi di un intero esercito armato di sanguisughe voraci. Getta l’ascia a terra…i suoi occhi si opacizzano….vuole morire, chiede al nemico il colpo finale.

 

La bocca immensa di un umanoide si fionda sul suo cuore stanco, un attimo…Il vibrare d’una lama, uno schizzo di sangue, una voce sicura e decisa nell’ombra:

 

 

 

<< Combatti Kennedy!>>

 

 

 

La guerriera scura alza gli occhi vuoti verso l’alto…Faith è lì, con lo sguardo infuocato.

 

 

 

<< Non posso…Non ho più la forza!>>

 

 

 

La cacciatrice ribelle colpisce al petto un altro nemico, squarciandogli il torace villoso. Continua a proteggere Kennedy inginocchiata a terra, con furore, con tutta se stessa. Lotta perché l’amica possa lottare contro il proprio dolore.

 

 

 

<< COMBATTI KENNEDY!>>

 

 

 

Ma la ragazza ha gli occhi persi nel vuoto, il volto liscio inespressivo e inanimato.

 

 

 

<< Perché?>>

 

 

 

Tra i fendenti potenti di spada, i calci ben assestati, le difese eroiche d’una gravida feroce e instancabile e gli attacchi di parassiti con vesti umane, la cripta risuona di rumore di lotta. E di tutto quel rumore una kennedy in trance percepisce solo il silenzio, la sua follia crescente e il suo dolore esasperante…e tutto intorno a lei è otturato e rallentato, come troppo lontano…

 

 

 

<< Perché è la tua vita KENNEDY!>>

 

 

 

E all’improvviso la verità chiara e tagliente più d’un fendente di spada:

 

<< La mia vita non vale il dolore!>>

 

 

 

La voce della guerriera ribelle tuona furore, rabbia, determinazione:

 

 

 

<<ALZATI E COMBATTI!>>

 

 

 

L’afferra per un braccio e la costringe ad alzarsi.

 

 

 

<< Se non vuoi farlo per te fallo per mio figlio, non uscirò viva da qui se non combatti con me!>>

 

 

 

All’improvviso nel mare nero degli occhi di Kennedy sembrano combattere bene e male, giusto e sbagliato, verità e menzogna, coraggio e paura, forza e dolore.

 

 

 

Una grossa ascia nemica le vibra con uno scatto sulla testa. Fulmineamente, senza rispondere, alza la spada e para il colpo fortissimo.

 

 

 

I suoi occhi si infiammano, gridano. Si alza, combatte, vince…Porta Faith fuori da quell’inferno putrido di ossa vecchie.

 

 

 

****

 

 

 

<< Avevi fame piccola?>>

 

 

 

Oz sorride seduto di fronte alla bella bambina troppo occupata a sporcarsi il viso della cioccolata scura d’una torta.

 

 

 

<< Scì!>>

 

 

 

Willow la guarda magnanima, accarezzandole i capelli morbidissimi, come si è ormai abituata a fare. Il ragazzo alza gli occhi profondi verso la strega rossa, la fissa. Si perde nel riflesso bronzeo dei suoi capelli lunghi.

 

 

 

<< Cosa ti porta in Egitto Willow?>>

 

 

 

La donna alza gli occhi verso il lupo mannaro, incontra un vecchio sguardo tanto vicino al suo cuore martoriato, si perde per qualche istante dolce in un ricordo lontano.

 

 

 

<< Devo scoprire se una leggenda egizia è vera!>>

 

 

 

Oz guarda di nuovo la misteriosa bambina di cui non conosce neppure il nome. Willow sembra nascondergli qualcosa, qualcosa su quella bambina…

 

 

 

<< Chi è la bambina?>>

 

 

 

La rossa sembra paralizzarsi, è indecisa…può fidarsi di quel vecchio lupo che ha tanto amato?

 

 

 

<< Lei…lei non è una bambina!>>

 

 

 

Gli occhi del ragazzo sono profondi, chiari, maledettamente espressivi. Le sue labbra non si muovono, nulla del suo viso sembra indicare spavento o curiosità.

 

 

 

<< E allora chi è, Will?>>

 

 

 

<< Lei…L-lei è una donna, intrappolata nel corpo di una bambina di 5 anni, Oz! So che sembra impossibile, tutti mi hanno presa per pazza o peggio ma è la verità…lei…>>

 

 

 

All’improvviso il lupo sembra ritrarsi, come se stesse per difendersi da un possibile morso, resta tuttavia impassibile.

 

Eppure…eppure incomincia a capire. Più intuisce più teme, teme quella bella strega che ancora ama.

 

 

 

<< Lei è una donna, intrappolata nel corpo d’una bambina…come io sono un uomo intrappolato nel corpo di un lupo mannaro?>>

 

 

 

<< Sì…Sì Oz!>>

 

 

 

Il ragazzo è lì, in bilico, incomincia a capire il motivo del viaggio della bella strega rossa, quel motivo che non vuole e non può ammettere. Giocherella con il fazzolettino di carta bianca.

 

 

 

<< E quale…quale sarebbe questa leggenda di cui parli?>>

 

 

 

<< è una leggenda molto, molto antica, è nata in Egitto, poi arrivò in Grecia, alle orecchie di un ricco cittadino di Atene…io ho trovato un vecchio manoscritto di un monaco benedettino che l’aveva trovata su un libro greco. Si tratta di un oggetto, non so ancora di che tipo…un oggetto che può ridare a Tara il suo corpo di donna!>>

 

 

 

Gli occhi di Oz si illuminano, sembra improvvisamente impaurito. Per la prima volta dall’inizio della conversazione i suoi occhi tradiscono un’emozione forte.

 

 

 

<< Tara…Lei è…T-a-r-a!>>

 

 

 

<< Sì! Ora capisci? Devo trovare quell’oggetto entro la prossima eclissi solare!>>

 

 

 

Ora la verità appare chiarissima e lacerante al povero, vecchio lupo smarrito.

 

 

 

<<Capisco! Ma…sono stato qui per anni Will, a cercare una soluzione per liberarmi del lupo che ho dentro. Ho viaggiato per tutti i deserti, ho visitato ogni sito archeologico e consultato ogni libro esistente…un oggetto così non esiste, mi dispiace!>>

 

 

 

Ad un tratto gli occhi di Willow si perdono nel vuoto, all’improvviso tutte le sue speranze crollano e dentro di lei resta amaro il dolore e il rimpianto.

 

 

 

<< Non esiste? No! Non è possibile!>>

 

 

 

Oz pare terribilmente rattristato, eppure deve farlo…La strega rossa deve credere a tutti i costi che la pietra rossa di Anubi non sia mai esista e che non sia nulla di più di un’antica leggenda infondata.

 

 

 

<< Mi dispiace Willow!>>

 

 

 

****

 

 

 

<<Dovevi lasciarmi morire!>>

 

 

 

Kennedy riprende fiato, china sull’erba umida del vecchio cimitero avvinghiato da un silenzio snervante che si fonde in uno strano amplesso con una cappa di aria fredda e paralizzante. Faith si tiene la pancia, la guarda.

 

 

 

<< E perché mai ragazzina?>>

 

 

 

<< Perché…perché non sono la persona che credi, ho…ho fatto cose orribili, terribili…>>

 

 

 

La cacciatrice ribelle piega le labbra in un sorriso dolce e comprensivo.

 

 

 

<< Anche io Kennedy…Anche io! Eppure adesso sono dalla parte giusta.>>

 

 

 

La cacciatrice olivastra alza lo sguardo verso la notte leggera….la parte giusta, cos’è giusto?

 

 

 

Ha creduto nell’Amore e l’Amore l’ha tradita, uccisa e poi condannata alla pazzia. Ha fatto cose terribili e terrificanti, eppure non le importa più né di essere giusta né di essere retta.

 

 

 

<<La sola salvezza nella vita di ognuno di noi, Faith, è non perdere mai quelle poche illusioni che abbiamo! Se pure siano soltanto delle illusioni e niente di più abbiamo tutti bisogno di loro. Perché sono loro e soltanto loro che creano in noi giusto e sbagliato…Ma ricorda sempre che ciò che nasce da un’illusione, per quanto utile e bello possa essere è comunque e sempre un’illusione!>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

<< Dov’è finita quella ragazza con i capelli rossi? Quella carina!>>

 

 

 

La piccola Summer è ancora una volta fra le braccia del suo giovane cavaliere perfetto, entrambi stesi sull’erba chiara del piccolo parco verde. Il ragazzo le accarezza i lunghi capelli lisci, le guarda il viso pallido e delicato. Sembra stranamente più lusinghevole, più premuroso, più amabile, più perfetto del solito

 

 

 

<< Chi, Willow?>>

 

 

 

<< Già, è vero si chiama così…WILLOW!>>

 

 

 

Dawn sembra persa, in estasi, in pellegrinaggio dentro gli occhi chiari e penetranti del ragazzo.

 

 

 

<< Beh, dov’è?>>

 

La sua voce ha un che di misterioso e strano.

 

 

 

<< è partita con Tara!>>

 

 

 

Le mani di lui scorrono sulle sue piccolissime spalle morbide, sulle sue curve più dolci, , verso le valli più calde del suo mondo. D’un tratto il suo tono sembra inclinarsi per un secondo in una punta di fastidio per le mancate risposte…

 

 

 

<< E puoi dirmi dove sono andate?>>

 

 

 

<< Perché vuoi saperlo?>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

La sabbia è grigia, la notte leggera, quasi azzurrina. Tutto il deserto sembra più dolce e delicato, soave, paradisiaco…il deserto di notte. L’aria è fredda. Sta per sorgere il sole nell’Egitto glorioso.

 

 

 

Un ragazzo esce da una tenda bianca in un’oasi piccola e spoglia. Va verso lo sfondo pallido di un grigio smorto, confuso ad un azzurro pastello. Una figura si staglia nella sabbia tiepida.

 

 

 

<< Un penny per i tuoi pensieri!>>

 

 

 

La donna si siede sulla sabbia, fissa il paesaggio, i riflessi rossastri del sole nascente le baciano la morbida pelle di perla.

 

 

 

<< I miei pensieri non valgono un penny!>>

 

 

 

L’uomo lupo le si siede accanto, fissa il cielo rossastro…

 

 

 

<< Scommetto che valgono tanto!>>

 

 

 

Estrae dalla tasca una piccola moneta scura e gliela porge sorridente. La strega silenziosa accarezza la monetina, poi si volta di nuovo verso il deserto.

 

 

 

<< Penso all’amore…a quello che significa, a quello che vuol dire. È strano! È buffo, non trovi?>>

 

 

 

Oz non la guarda, sa le risposte perché le ha trovate da solo.

 

 

 

<< Cosa è buffo?>>

 

 

 

<< L’Amore, nessuno sa spiegare davvero cosa significa…eppure tutti lo desideriamo. Tutti abbiamo bisogno di un qualcosa che non conosciamo. Perché non possiamo farne a meno e cos’è davvero che cerchiamo?>>

 

 

 

Il lupo piega le belle labbra sottili in un semi sorriso beato, fissa il sole appena nato, indica lo sfondo imperlato di rosso.

 

 

 

<< Lo vedi quel sole che nasce Willow?>>

 

 

 

Negli occhi della strega si riflette la luce di quella terra d’oriente.

 

 

 

<< è indecifrabile, indispensabile, una misteriosa dolcezza. È il sorriso di una madre, il gesto spontaneo di un innamorato, la preghiera disperata di un credente…>>

 

 

 

Gli occhi del ragazzo brillano di commozione. Willow lo fissa mentre le sue parole le scaldano quel suo cuore di strega folle.

 

 

 

<< è questo l’Amore…l’Amore è armonia, l’Amore è fusione, l’Amore è donazione, annullazione o riscoperta di sé. L’Amore è dolore e beatitudine, sofferenza e gioia…Perfezione. Rende l’uomo diverso dal lupo, giusto e retto, immortale ed eterno…

 

 

 

<<Guarda, guarda il sole come si dona al cielo. Guarda la sua luce come si fonde col deserto, guarda l’armonia che nasce tra i colori della terra e del cielo.. l’AMORE è solo questo!>>

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Xander ragiona ad alta voce, cercando risposte:

 

 

 

<< L’esercito del Magnifico è pronto…sta solo aspettando qualcosa, ma cosa?>>

 

 

 

Andrew tenta di dire la sua ma viene continuamente sovrastato e zittito.

 

Giles esclama serio e imperturbabile:

 

 

 

<< Ora sai dove sono le sue truppe! Ottieni l’effetto sorpresa, guida le cacciatrici come hai fatto in passato!>>

 

 

 

 

 

<<Questa volta è diverso!>>

 

 

 

Buffy è in piedi al centro del salone, fissa l’alto ex osservatore in cipiglio assorto.

 

 

 

<< Abbiamo già affrontato una guerra fra eserciti e questa volta siamo più forti e preparati! Puoi e devi guidarle Buffy!>>

 

 

 

Xander, Faith, Dawn, Andrew e Kennedy osservano la scena in silenzio, distribuiti senza ordine sulle grosse poltrone nere del centro. Solo Kennedy è in piedi, appoggiata contro il muro, con le snelle braccia olivastre conserte, gli occhi nerissimi fissano Buffy e Faith con ardore, voglia di vincere, forza per combattere.

 

 

 

La cacciatrice bionda si volta all’improvviso verso Giles, una luce strana le divampa fortissima negli occhi chiari e grandi.

 

 

 

<< NON POSSO GILES LO VUOLE CAPIRE? QUESTA VOLTA È DIVERSO>>

 

 

 

Faith alza gli occhi verso l’amica, si scambiano uno sguardo d’intesa eloquente.

 

 

 

<< Buffy ha ragione! Non è più la stessa cosa, quelle ragazzine erano solo potenziali, dovevamo farle combattere per forza, era l’unico modo per poter salvare loro la vita…>>

 

 

 

La bionda sorride, ringrazia per l’appoggio con uno sguardo dolce, prende di nuovo la parola:

 

 

 

<< Eravamo un esercito spinto dalla consapevolezza che saremmo morte tutte se non avessimo lottato insieme. Ora è diverso, ognuna di loro è UNA CACCIATRICE perfetta, autonoma, indipendente e fortissima…possono decidere da sole se combattere o meno! Ognuna di loro può scaricare sull’altra il proprio compito. E chi siamo io e Faith per chiedere loro di morire combattendo?>>

 

 

 

Kennedy abbassa lo sguardo, come offesa. Poi lo alza di scatto verso Buffy, furente.

 

 

 

<<NO! No Buffy, ti sbagli! Conosco bene TUTTE le ragazze di questo centro…>>

 

 

 

I suoi occhi si imperlano di commozione, di ardore, di furore…gesticola con le belle braccia snelle e nude.

 

 

 

<< OGNUNA di quelle ragazze combatte la sua battaglia affianco alle compagne da ben cinque anni. Ognuna di loro lotta perché è il suo destino, tutte sanno cosa le aspetta e tutte si fanno forza dell’affetto che le lega! Se tu glielo chiedessi, ORA, subito, loro si lancerebbero tutte all’attacco…TUTTE, ora, in questo preciso istante darebbero LA VITA per l’esercito delle cacciatrici, ad un tuo solo ordine o ad un cenno di Faith!>>

 

 

 

La cacciatrice olivastra va verso Buffy al centro della sala, immobile, commossa. Faith si alza presa da una strana forza improvvisa, come chiamata all’appello. La donna scura poggia le belle mani sulle loro piccole e forti spalle. Le guarda con tutto l’Amore di cui è ancora capace.

 

 

 

<< Guidatele in battaglia, VINCERANNO per voi!>>

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<< In questo deserto i telefoni non prendono mai!>>

 

 

 

Willow tenta di ricevere notizie dal centro, appoggiata alla vecchia macchina verde scuro.

 

 

 

<< Temo che non riuscirai a chiamare Buffy da qui! Questa sera raggiungeremo un accampamento di amici beduini, lì forse prenderà!>>

 

 

 

 

 

La strega rossa si volta verso il ragazzo intento a caricare una grossa valigia. Lo guarda con devozione, ammirazione, affetto.

 

 

 

<< Grazie Oz, davvero, grazie di tutto!>>

 

 

 

Il viandante del deserto si volta verso l’auto, non la guarda, abbassa lo sguardo triste.

 

 

 

<< Non ringraziare mai un lupo Willow!>>

 

 

 

E tra sé e sé, nei suoi pensieri aggiunge “non puoi sapere quando ti divorerà mentre gli dai le spalle!”

 

 

 

Oz stringe le lunghe dita sottili sullo sportello della macchina. L’uomo lupo si allontana senza mai incrociare lo sguardo con la sua strega rossa. Willow non riesce a capire, è lì, in bilico tra paura e rabbia….all’improvviso ha di nuovo paura del lupo che l’ha lasciata da sola, persa e delirante.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

Una figura alta e robusta scivola nella strada buia, sotto la tenue luce giallognola dei lampioni. Cammina con disinvoltura, le grandi mani nelle tasche, lo sguardo a terra. All’improvviso un rumore fulmineo dal lato della strada lo coglie di sorpresa. L’uomo viene sbattuto contro un muro vicino. La luce illumina le due ombre. Il volto del bel carpentiere orbo è premuto contro i mattoni, gli occhi scuri indugiano con paura sul volto pallidissimo dell’aggressore…

 

 

 

<< DOV’È?>>

 

 

 

Il volto contorto e imperlato di Leonard Gilmore affiora appena dall’ombra scura del vicolo cieco. I suoi piccoli occhi azzurri scrutano Xander come un boia che sogghigna su un condannato a morte.

 

 

 

<< N-Non so di cosa parli!>>

 

 

 

<< DIMMELO O PREPARATI A DIVENTARE CIECO!>>

 

 

 

Xander viene sbattuto violentemente contro il muro, serra gli occhi. L’uomo estrae un grosso pugnale…

 

 

 

<< DOV’È LA BAMBINA?>>

 

 

 

Al silenzio orgoglioso del guerriero orbo del centro l’uomo biondastro affonda con forza e disumana crudeltà la grossa lama nel suo stomaco. Xander mugola, si china sulla propria ferita. Cade in ginocchio…perde i sensi. Sente la voce forte e sicura dell’aggressore, come un tuono di pazzia nella testa pesante.

 

 

 

<< La troverò e per voi sarà la FINE!>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

<< Vi ho servito come meglio ho potuto…ma non posso arrivare a tanto!>>

 

 

 

La voce del nuovo fedele suddito del sovrano si spande orgogliosa e ferma dal gradino dinanzi al trono nero, nascosto, come sempre, nell’ombra di una tunica scura. La sagoma dell’ultimo discendente scivola verso il servo orgoglioso.

 

 

 

<< Tu sai perché sei venuto da me, guerriero d’ebano muliebre, sai perché o mio soldato crudele, non è vero?>>

 

 

 

La voce del sovrano è lasciva e ironica.

 

 

 

<<Rispondi, mio dolce servo triste!>>

 

 

 

La figura nell’ombra ha il volto verso il trono e gli occhi verso il basso.

 

 

 

<< Perché voi mi avete aperto gli occhi mio signore!>>

 

 

 

<<Esatto mio diletto, sei la mia creazione più cara e spietata. Un umano traditore, che rinnega il proprio amore usandolo ai propri scopi crudeli…non è vero?>>

 

 

 

La voce del servo all’improvviso vacilla.

 

 

 

<< S-Sì mio signore!>>

 

 

 

<< Allora ricorda guerriero dall’ebano più dolce, io saprò darti ciò che tanto vai cercando: il potere, il potere di dominare gli animi e di possedere le vite delle tue vittime ignare! Io scaglierò le mie truppe nell’ultima battaglia. Ma tu ora consegnami il segreto che io stesso non sono riuscito a sottrarre agli incantesimi protettivi del salice rosso e ai fedeli guerrieri orgogliosi…Dove sono le streghe?>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

L’accampamento dei beduini solitari si staglia alle spalle dell’ultima cunetta di sabbia ormai tiepida. È di nuovo sera nell’Egitto dolce di mille e uno leggende preziose. Il salice rosso è pronto a tornare al castello e aiutare le vichinghe lungo il sentiero. Arresa, se pure malinconica, all’idea di aver perso per sempre la strega bionda.

 

 

 

Eppure il dolore è più forte, perché lei è lì, tra le sue braccia, lì, per lei, tutto il suo Amore. E quella che un tempo era la dolce streghetta rossa di Sunnydale ora si trova smarrita in un vortice assurdo di dolore allucinante e sollievo amaro e lacerante. Non si sente più persa come quando la bionda morì, ma si sente impotente e perversa al solo pensiero di amarla così. E il suo cuore si divide fra gioia e dolore, tra rassegnazione e passione, tra razionalità e pazzia, tra giusto e folle, tra verità e Amore. Ciò che è giusto secondo il cuore agli occhi degli altri è solo folle.

 

 

 

Dentro la foresta vergine, di sequoie odoranti di eternità nel suo sguardo da strega triste si fondano insieme ansie e angosce. Il lupo ne coglie l’animo in pena.

 

 

 

<< Tu l’ami, come non hai mai amato me, vero piccola strega?>>

 

 

 

Willow si volta, le sue lacrime la tradiscono, l’Egitto all’improvviso sembra più silenzioso del solito.

 

 

 

<< Ti ho amato tanto Oz…Ma…il mio nome no ha senso se non è lei a pronunciarlo, il mio corpo è solo sabbia se non è lei a toccarlo e il mio sentiero è sbagliato se non è lei a tracciarlo…Sono solo un cadavere in vita se lei non è con me, Lei è il mio finale felice, il mio futuro, lo è sempre stata. Se la perderò ancora non tornerò quella di una volta. Stavolta tutta me stessa finirà con lei!>>

 

 

 

All’improvviso gli occhi del ramingo d’Egitto si fanno dolci, l’oriente tutto sembra addolcirsi con lui e il vento leggero grida l’Amore delle streghe per gli Angeli del cielo e la devozione dei lupi per gli antichi amori.

 

 

 

<< Ti darò la pietra rossa di Anubi!>>

 

 

 

Il salice rosso sembra smarrito e confuso dallo sguardo determinato e profondo del lupo. Le mani sottili di lui scivolano nelle tasche grandi e svelano un cofanetto di legno.

 

 

 

<< Ti svelerò la più antica delle leggende d’Oriente e potrai ritrovare quella luce che tanto amavo di te, Willow!>>

 

 

 

Le dita schiudono il piccolissimo scrigno legnoso e bagnano alla luce della tenue luna d’oriente la dolcezza vermiglia della pietra sacra al dio sciacallo d’Egitto.

 

 

 

<< Questa è la leggenda che stavi cercando, la pietra rossa del dio Anubi…>>

 

 

 

All’improvviso la sagoma leggera di Tara Gilmore ondeggia dolcemente verso Willow, le afferra la lunga veste orientale guardandola con infantile e tenera devozione.

 

 

 

<< Tara!>>

 

 

 

D’un tratto la speranza torna a colorare di bellezza soave gli occhi della strega rossa, le carezza i capelli d’oro filigranato. La bambina candida si volta verso Oz, lo guarda come impaziente.

 

 

 

<< Tu cei un lupo velo?>>

 

 

 

Le labbra sottili del ragazzo si piegano in un dolcissimo sorriso velato di affetto. Ha davanti agli occhi una creatura purissima e fragile, innocente. Quella stessa creatura dolce che gli ha rubato l’Amore…

 

 

 

<< Sì piccola! E tu sei un Angelo del cielo!>>

 

 

 

<< Anseli e lupi posciono eccere amisi?>>

 

 

 

Oz pare sorpreso, fissa Willow per un secondo. Si inginocchia, guarda la bella bambina di porcellana morbida. Tara, la donna che le ha portato via il cuore della strega rossa, colei che per tanto tempo ha odiato e che adesso non può fare a meno di adorare.

 

 

 

<< Se l’Angelo batte le ali piano piano, per non svegliare il lupo…allora sì…sì!>>

 

 

 

BIRTH,

 

IO SONO TARA

 

 

 

Legioni e legioni di sanguisughe si preparano alla battaglia, nelle viscere della città di San Francisco. L’esercito del bene riunisce le sue forze alla vigilia di una guerra novella. Gli amici tradiscono, gli amanti si ribellano, i morti risorgono e i lupi ritornano.

 

 

 

 

 

SESTA PARTE

 

 

 

Perché l’AMORE è…

 

 

 

 

 

Non temer più l’ardor del sole,

 

Né del furioso inverno le tempeste.

 

 

 

Shakespeare, il “Cimbelino” (IV,II, 258,59)

 

 

 

Ti seguirei all’inferno e anche se dovessi esser dannata, ti salverei. Se questa è pazzia voglio essere pazza, per sempre. Ed anche se questa fosse la morte, vorrei morire! Sei il mio angelo sceso dal cielo per donarmi il sorriso ormai morto da tempo…

 

 

 

EVELINA00

 

****

 

 

 

Polvere color grano, strana polvere giallastra, come un tappeto leggero ed invisibile, ricopre persino la punta di due grossi stivali neri. I trucioli sembrano riccioli d’angelo che spuntano dal pavimento e dai grossi tavoli di legno. Nell’aria un rumore soffocato, strisciante, snervante…una sega in funzione. Il rozzo orologio di ferro sulla parete di fondo si è appena soffermato su l’1 e 3 minuti. Il sole è ancora lontano dal ritrovare la strada per il cielo limpido di San Francisco. Le luci della piccola lavanderia di fronte si sono spente da circa tre quarti d’ora. Lungo la stradina isolata e cupa lampeggiano solo le lampade smorte della vecchia falegnameria.

 

 

 

Una sgangherata ford excort imbuca il viale, parcheggia malamente sulla ghiaia biancastra. Rumore di passi svelti e nervosi sui ciottoli. Le grosse porte di ferro arrugginito cigolano richiudendosi in fretta. Silenzio…il passo ora è felpato, otturato dalla polvere dorata sul pavimento.

 

 

 

<< Sei il guerriero più instancabile che conosco! Dovresti riposare un po’!>>

 

 

 

Ma il falegname nell’ombra in fondo alla piccola fabbrica non sembra accusare dolore, sorride gioioso, magnanimo, mentre solleva una grossa tavola di legno massiccio con le mani callose.

 

 

 

<< Non devi preoccuparti per me Buffy!>>

 

 

 

La donna avanza, poggia una mano affettuosa sulla schiena del vecchio compagno di lotta.

 

<< Ti sbagli Xander, non mi preoccupo per te, ma dei soldi che dovrò cacciare per la culla di Faith se ti ammazzi di lavoro prima di riuscire a finirla!>>

 

 

 

Il robusto carpentiere ride a metà fra il divertito e il perplesso. All’improvviso lascia trapelare una smorfia di dolore.

 

 

 

<< Stai tranquillo, ti manderò le ragazze del turno delle tre e quelle che staccano alle due, ti aiuteranno loro! Ti fa male la ferita?>>

 

 

 

<< Un po’…ma non importa! Tutti ci lecchiamo le ferite in silenzio Buffy!>>

 

 

 

D’un tratto nella guerriera bionda brucia fortissimo l’affetto per il vecchio amico coraggioso, il rispetto e la devozione per il guerriero più forte.

 

 

 

<< Cosa faremmo senza di te?>>

 

 

 

<< Molto probabilmente nulla! Se non mi lasci in pace non riuscirò mai a finirle tutte per domani!>>

 

 

 

Buffy gira intorno al tavolo da lavoro, esamina con attenzione il lavoro di Xander, sorride compiaciuta.

 

 

 

<< Sono perfette! Se funzionano, domani al calar del sole salveranno la vita di tante di noi….>>

 

 

 

Il carpentiere abbassa lo sguardo, all’improvviso preoccupato…sussurra come timoroso.

 

<<Buffy…tu, tu sei sicura che funzioneranno?>>

 

 

 

La cacciatrice lo guarda premurosa, sorride con gli occhi grandi, sicura, orgogliosa, caparbia, forte.

 

 

 

<< Se hanno funzionato per Alessandro e i suoi macedoni…funzioneranno anche per noi!>>

 

 

 

****

 

 

 

<< Secondo te come stanno?>>

 

Voce delicata, soave, quasi infantile, gioiosa.

 

 

 

<<Non lo so e non mi importa!>>

 

Voce dura, seria, decisa, ferma.

 

 

 

Dawn si volta, sembra diventare dura tanto quanto l’interlocutrice fiera e indomabile a pochi passi.

 

 

 

<< Non ci credo che non ti importa! Ormai è da quando sono partite che non sappiamo più nulla! Guardami negli occhi e dimmi che non è vero che hai paura che lui possa trovarla!>>

 

 

 

Kennedy ha lo sguardo arrogante puntato verso il cielo. È cambiata, c’è qualcosa in lei di tremendamente e misteriosamente diverso. Sembra una valchiria oscura, uno di quegli eroi dannati del romanticismo nero…un’amazzone senza paura….né anima. E quegli occhi scuri puntati verso l’alto, più fieri e duri che mai, sembrano aver perso ogni scintilla. Come se la strega rossa si fosse portata via, con quella sua grossa valigia marrone, tutto ciò che di buono restava nella guerriera scura.

 

Si volta tetra, fiera. Fissa Dawn per un solo istante.

 

<< Non ho paura!>>

 

 

 

Quella che qualche anno prima era la piccola Summer si ritrae, come impaurita da quegli occhi neri. Quel nero che aveva imparato ad amare e che adesso sembrava imperscrutabile. Si alza e cerca compagnia altrove. La cacciatrice sembra soddisfatta e compiaciuta di essersi procacciata un po’ di solitudine.

 

 

 

<< Spiacente ma non riuscirai a mandar via me!>>

 

 

 

Kennedy si volta, all’improvviso la sua fierezza vacilla…

 

<< Faith….c-cosa vuoi?>>

 

 

 

La figura della cacciatrice ribelle e più tonda del solito, dolcemente rigonfia, soave, tenera…Faith accarezza i lunghi capelli ebano dell’altra.

 

 

 

<< Perché fai sempre così Ken? Tutte quelle ragazzine tentano di parlare con te e….>>

 

La guarda con sguardo più affettuoso, ancora più dolce, più amabile, più protettivo.

 

 

 

<<…e tu le terrorizzi! Kennedy…fatti aiutare da me!>>

 

 

 

La più giovane si scansa, irritata.

 

<< Ma chi cazzo ti credi di essere? Tutti qui non sapete far altro che darmi consigli! Non fate altro che mostrare le vostre santissime facce da brave mammine…>>

 

La sua voce si deforma…si fa acuta e penetrante.

 

 

 

<<NON VOGLIO LA VOSTRA FOTTUTA PIETà! NON LA VOGLIOOOO…pensate di dovermi aiutare? DA COSA, DA COSAAAAAA!

 

Non sono mai stata meglio in vita mia...DOVETE LASCIARMI STARE!>>

 

 

 

Faith non arretra, avanza verso la ragazza in crisi.

 

<< Kennedy devi credermi non c’è nessuno che ti può capire meglio di me! CALMATI!>>

 

 

 

<< ma cosa capisci tu, COSA? Sei tanto brava a farmi le morali adesso…pensi di essere una persona migliore solo perché hai quella pancia? Una volta che lo avrai sfornato tutti ti tratteranno per quella che sei! Un’assassina, una puttana, una traditrice e una bugiarda! Pensi che cambieranno le cose?>>

 

 

 

<<SMETTILA KENNEDY! Perché non lasci andare la tua maschera con me?>>

 

 

 

Solo per un istante la cacciatrice scura sembra calmarsi….le sue urla si placano, riprende fiato. Guarda l’altra donna come sconcertata…

 

Riprende a parlare, calma, pacata, ma con un tono quasi…FOLLE.

 

 

 

<< Voi non capite! Cos’è la vita se non una maschera? Passiamo l’intera esistenza a nascondere i nostri difetti…il vero volto dell’uomo è quello del mostro! Ma siete tutti troppo codardi per ammetterlo…è l’istinto che domina sulla natura, ed è l’istinto l’unica verità. Fate cadere tutti voi le maschere di bontà e virtù dietro le quali vi nascondete! Vi fate chiamare “guerriere del bene”…STUPIDE IL BENE E IL MALE NON ESISTONO!

 

 

 

…esiste l’istinto, la voglia di sentire il primordiale ed esiste il tentativo di sopprimerlo quando ti scoppia dentro!>>

 

 

 

Come se ogni sua parola fosse per Faith comprensibile e vera, Kennedy si volta e scompare…scompare ancora una volta nell’ombra.

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Di primo mattino la foresta era ancora impregnata dell’aria pungente e penetrante della notte. Respirò a pieni polmoni, addentrandosi fra gli alberi secolari e si ritrovò a parlare da sola, o forse parlava col bosco…forse a se stessa.

 

 

 

<< Oh Tara! Il mio cuore è tornato la massa di ghiaccio informe che era un tempo. Ed ora, nessun fuoco, nessun calore umano, nessun uomo, nessun altro nome riuscirà mai a scioglierlo e a liberare il tuo nome e il tuo volto, rinchiusi dentro di me…>>

 

 

 

<< Bene! Perché non voglio che li lasciate uscire, mai!>>

 

 

 

Willow sobbalzò, in un istante riconobbe lo scalpitio di Ivory e quella voce…Si voltò. Vide una mano afferrare la sua e issarla sopra il cavallo. Il calore d’un corpo avvinghiarla, ancora; il respiro d’una donna riscaldarle il collo, di nuovo; Un volto riempirle gli occhi di gioia e di pianto…

 

 

 

<<TARA!>>

 

 

 

Si girò con frenesia, verso Tara, senza badare al pericolo di cadere. Si sistemò sulla sella, per poter restare sul cavallo, le prese il volto fra le mani e la baciò. Una volta, due volte, con incredulità, lacrime, sorrisi, passione.

 

 

 

<< TARA, TARA, TARA, TARA!>>

 

 

 

La schiava la stringeva a sé, accarezzandole la testa e i capelli.

 

 

 

<< Non smettete mai di pronunciare il mio nome, non smettete mai!>>

 

 

 

Ivory prese a galoppare fra le fronde, mentre le due donne si stringevano l’una all’altra, per paura di vedere i loro sogni dissolversi nel primo, impietoso raggio di sole del mattino.

 

 

 

<< Non smetterò , non smetterò, finché avrò vita!>>

 

 

 

Continuò a toccarla, stringerla, come se temesse uno sgradito risveglio tra le coperte disfatte del suo letto.

 

 

 

<< Sono qui, non sono un sogno…sono tornata per il mio amore!>>

 

 

 

….

 

 

 

<< TARA!>>

 

 

 

La strega rossa ha la fronte imperlata di sudore, gli occhi sbarrati contro le ombre della notte e la mano protesa verso di esse. Lo stesso suono si ripete, sussurrato con malinconia dolce e triste rassegnazione.

 

 

 

<<Tara…>>

 

 

 

Come in un sogno ha percepito una strega bionda di cui non ricorda neppure l’esistenza, una Tara diversa dalla sua amante tenera, una Tara più forte, più lontana nel tempo, una Tara custode di sogni e segreti lontani…troppo lontani per essere i suoi.

 

 

 

<< Tara!>>

 

 

 

Chi è Tara? Ora tutto le appare confuso, lontano, oscuro e proibito…chi era stata Tara, chi era stata lei stessa…chi erano state? La sua stessa storia la tormenta.

 

 

 

Ad un tratto:

 

<< Il momento si avvicina per la schiava! Riscattate la magia di quella notte lontana, conquistate la pace meritata…>>

 

 

 

Willow si volta di scatto verso la parte più scura della tenda…all’improvviso due occhi brillano nell’ombra.

 

<< C-Chi sei?>>

 

 

 

Ma dalla notte solo una voce lontana.

 

<< Liberate la nostra anima! Miss Parris…>>

 

 

 

Willow scivola fuori dal sacco a pelo e si precipita nella notte scura del deserto.

 

 

 

<< CHI SEI?>>

 

 

 

La voce sembra più vicina…la strega rossa, ansante per la corsa folle sulla sabbia fredda, non si accorge di nulla intorno a sé…

 

 

 

<< Miss Parris >>

 

 

 

Willow si allontana dall’accampamento, cerca di raggiungere quella voce, ma sembra che sia un sussurro partorito dalla notte stessa.

 

 

 

<< CHI SEI? CHI ERA MISS PARRIS? >>

 

 

 

<< Rammentate amori e dolori di quel tempo perduto, rammentate Miss Parris…Il sommo regalo che quel tempo vi ha donato, il nome nuovo che esso vi ha concesso, il fuoco che vi ha generato strega di Salem!>>

 

 

 

La rossa si volta freneticamente in ogni direzione, ovunque è buio e silenzio. All’improvviso si sente smarrita…

 

<< COSA VUOI?>>

 

 

 

<<i miei poteri aumentano e con essi la mia presenza…liberatemi!>>

 

 

 

Willow incomincia a sentire il panico crescerle come una creatura disgustosa e nauseabonda dentro il petto. Vorrebbe poter estirparla da dentro la sua carne, ma la creatura cresce…si accascia sulla sabbia. Urla di rabbia, disperazione, terrore.

 

 

 

<< CHI SEIIIIIIIIIII? COSA ACCIDENTI VUOI DA MEEEEEEEEE?>>

 

 

 

Ad un tratto gli il corpo teso e infreddolito della strega sembra percepire un tenue calore luminoso.

 

 

 

<< Vi ho amata nella morte come vi ho amata in vita…ora voglio solo ciò che è mio, Strega! >>

 

 

 

La strega percepisce una fiamma inondarle il petto…nella confusione opaca delle lacrime alza gli occhi…quella che pare la sagoma luminosa d’una mano gentile le accarezza il cuore impaurito.

 

 

 

<< E metà del vostro cuore è solo mia!>>

 

 

 

 

 

*****

 

 

 

 

 

<< Perché le truppe del versante est non sono ancora pronte?>>

 

 

 

Il comandante del versante di sud ovest sembra accigliato, pensoso, rannicchiato in se stesso come un ranocchio rugoso e villoso. Nei suoi occhi sciatti forse brilla la paura per lo scontro dell’indomani, Nessuno dei quattro comandanti riesce ad avanzare ipotesi sulla tattica nemica. Il consiglio diventa nervoso.

 

 

 

<< È inutile stanziarle ad est! Io propongo di utilizzarle come riserva. Tendiamo una trappola alle cacciatrici, loro non sono più che 200, noi siamo 2000.>>

 

 

 

Il comandante del versante nord che ha appena parlato è più tarchiato degli altri tre, più scuro, più sporco e decisamente molto più rozzo.

 

 

 

<< Sono poche, ma non sono stupide! Sanno qual è il loro punto debole, tenteranno lo scontro su un terreno che sia a loro favore!>>

 

 

 

 

 

Silenzio, tutti temono segretamente le potenzialità distruttrici di quel pugno di guerrieri muliebri. Il primo a rompere la nebbia di silenzio e paura è il panciuto e tarchiato comandante:

 

 

 

<< Chiediamo a Lui la tattica da seguire, dopo tutto è sua la lotta contro le prescelte, non nostra!>>

 

 

 

Il guerriero che gli risponde a l’aria fiera, indomabile, distinta, come se fosse di nobili origini.

 

<< Questo non è possibile Alastron! Lui non è rintracciabile. L’Oscuro discendente ha iniziato la sua caccia, nessuno sarà in grado di localizzarlo finché non avrà addentato la sua preda!>>

 

 

 

*****

 

 

 

 

 

<< Come ha detto scusi?>>

 

 

 

Dawn è in piedi di fronte ad un alto bancone bianco e spoglio, al centro del corridoio al terzo piano del San Francisco Memorial.

 

 

 

<< Mi ha sentito bene signorina, ora la prego di andarsene!>>

 

 

 

L’alto infermiere di colore le indica gli ascensori con il palmo chiaro della mano.

 

 

 

<< No, io non me ne vado così! Zach Evans lavora qui, fa l’infermiere e adesso esigo di sapere dov’è!>>

 

 

 

L’infermiere intrappolato nella sua sottile divisa azzurrina sembra irritarsi all’irritazione della piccola Summer.

 

 

 

<< Non sono stato abbastanza chiaro? Non so cosa dirle di Zach Evans! Ora se mi lasciasse lavorare gliene sarei molto riconoscente. Addio!>>

 

 

 

Si incammina velocemente nel corridoio spoglio guardandola irritato. Dawn alza le braccia al cielo lasciandosi scappare un sospiro di incredulità e sgomento per la scortesia e la mancata risposta.

 

 

 

<<Ah! Incredibile che gran figlio di p…>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

È ancora buoi intorno a lei, solo quella voce nel silenzio del deserto.

 

 

 

<<Metà del vostro cuore, Miss Parris, è solo mia!>>

 

 

 

Willow ha gli occhi spalancati contro l’ombra fredda d’Egitto.

 

 

 

<< Chi sono io?>>

 

 

 

La voce sussurra, vibra lontana nel velo del buio.

 

 

 

<< La perla che volle essere strega…per me!>>

 

 

 

La rossa pare disperata, schiacciata dal peso della sua tristezza.

 

 

 

<< Non voglio più essere una strega!>>

 

 

 

<< Al proprio cuore non si rinuncia…mai!>>

 

 

 

Ma Willow sembra non percepire le parole sussurrate dalla notte. Piange, china sulle proprie ginocchia sottili.

 

E le lacrime della strega triste si mischiano alla sabbia del deserto ostile.

 

 

 

<< Voglio solo essere libera dalla mia tristezza! Voglio liberarmi da tutto ciò che ero una volta! Non voglio restare incatenata ai ricordi…liberami, LIBERAMI DI PREGO! Lasciami andare…LASCIAMI IN PACE TI SUPPLICO!>>

 

 

 

La voce tace, soffia fra le dune con il vento dolce dell’oriente addormentato, comprensiva, ma all’improvviso fredda:

 

 

 

<< Strega! Io, che più di tutti ti ho amata; io, che ho incatenato la mia anima al suono del tuo nome; io, che per te e con te ho scelto la morte; io, che alla libertà ho preferito le catene e l’umiliazione; io, che mi sono fatta schiava e serva; io, che ti ho chiamata “ mia signora”; io, che ti ho insegnato il calore del fuoco; io, che ho usato la mia carne per proteggerti dal male…io, che sono prigioniera per sempre dentro te, ti libero dai fantasmi delle vite passate. Va ora e dimentica per sempre chi sei stata una volta! Riporta la bambina alla madre e non cercare mai più il mio nome fra le stelle della notte!>>

 

 

 

 

 

*****

 

 

 

<<Dove accidenti si è cacciata?>> Buffy pattuglia nervosa le scale del centro. << Sa benissimo che dobbiamo partire stanotte!>>

 

 

 

Faith lì accanto tenta di calmare l’amica.

 

<< Calmati, avrà avuto un contrattempo. Sai benissimo com’è Kennedy ultimamente, devi cercare di capirla!>>

 

 

 

La bionda la fissa con durezza.

 

<< L’unica cosa che capisco adesso è che ho ben tre pattuglie scoperte per colpa sua. Sapeva che doveva guidare il primo gruppo! Se non sarà qui fra cinque minuti manderà tutto a puttane, quelle stesse puttane da cui sparisce ogni notte da mesi! Devo ancora cercare di capire Faith?>>

 

 

 

La cacciatrice ribelle pensa alle vite che Kennedy sta mettendo in pericolo e si incupisce.

 

 

 

<<Le guiderò io!>>

 

 

 

<< Dawn? No, non se ne parla! Ne abbiamo già parlato, tu ed Andrew restate qui!>>

 

 

 

L’esile, piccola Summer non sembra per niente turbata dal rifiuto della sorella, è calma, sicura.

 

 

 

<<Ho imparato una cosa in tutti questi anni Buffy…Nessuno deve essere lasciato indietro, tutti hanno il diritto di difendere coloro che amano!>> la sua voce trema << E se vi guardo andare a morire senza far niente cosa mi rimane? Sono rimasta sola, ancora una volta! Zanch sembra scomparso dalla faccia della terra e incomincio persino a dubitare che sia mai esisto…fammi lottare per la mia famiglia!>>

 

 

 

Lo sguardo della bionda scintilla commosso, sorride, annuisce.

 

<< Conosci lo schema?>>

 

 

 

Dawn sorride e per un solo istante, alla sorella, pare di rivedere la piccolissima ragazzina impertinente e lentigginosa di Sunnydale in quella donna sicura.

 

 

 

<< Nessuno lo conosce meglio di me, abbiamo studiato insieme il terreno di scontro>>

 

 

 

Tutte e tre le donne sorridono, pronte alla lotta che potrebbe annientarle.

 

Buffy afferra la sua balestra.

 

 

 

<< 100 tra le più forti verranno con me per il secondo attacco. Faith, tu e Dawn porterete con voi le 100 più brave con l’arco e più veloci nel tiro, mi copriranno appena ve li porterò!>>

 

 

 

Faith impugna la sua ascia.

 

 

 

<< Allora in marcia!>>

 

 

 

Le tre sagome scivolano lungo l’asfalto nero della lunga strada silenziosa. Tre ombre si stagliano contro la luce fioca della luna, avanzano con passo sicuro e sguardo infuocato nella notte, fianco a fianco, armi in pugno. Come partorite dall’oscurità altre guerriere si uniscono alla marcia silenziosa, lentamente, come in uno strano gioco, come un fiume in piena che si forma sgusciano fuori dal buio, nel silenzio di San Francisco.

 

 

 

****

 

 

 

<< Pronta per il grande evento? Mancano tre ore all’eclissi!>>

 

 

 

Il lupo mannaro sorride rassicurante alla strega rossa accarezzando l’oro filigranato sul capo della bambina. Willow abbassa gli occhi verdi.

 

 

 

<< Oz…ti, ti ricordi quando mi hai descritto l’Amore come un’alba nel deserto?>>

 

 

 

I tre si avviano lungo l’orizzonte ambrato, il lupo stringe la mano piccola e morbida dell’Angelo.

 

 

 

<<Certo Willow!>>

 

 

 

La donna respira l’oriente a grandi dosi, come per trovare il coraggio in quell’aria di avventura e di magia.

 

 

 

<< Ma non ha ogni alba il suo tramonto? Non ha ogni libro la sua ultima pagina, ogni storia la sua ultima parola, ogni vita la sua ultima ora? Non ha ogni amore la sua fine giusta?>>

 

 

 

Le sfumature calde dell’oriente si riflettono nello sguardo del ramingo d’Egitto.

 

 

 

<< Se c’è una cosa che ho imparato stando qui Willow, è che l’Amore non ha mai fine! Il sole tramonta ogni notte ma non tarda mai a risplendere all’alba. E dentro di te esso non morirà mai!>>

 

 

 

La strega rossa non lo guarda, Tara sembra uno spettatore muto, ma in realtà capisce che la sua Willow la vuole abbandonare.

 

 

 

<< Non so cosa è giusto Oz!>>

 

 

 

<< Nessuno lo sa Will, nessuno! Mentirei se ti dicessi che usare la pietra su una bambina è giusto e mentirei se ti dicessi che è giusto rinunciare a lei solo perché non sai che fare! Sono il primo pronto ad usare la pietra …ma riguarda me e basta, qui metto in gioco la mia vita e le mie verità!>>

 

 

 

Il vento si insinua fra le pieghe sinuose dei loro vestiti orientali, fra le ondulatore dei loro capelli chiari. Tutti e tre, dritti incontro al sole, con i capelli al vento. Tara al centro li tiene per mano e li accompagna verso le loro scelte.

 

 

 

<< Che devo fare? Adesso che posso, per la prima volta mi chiedo se è giusto! Quando desideri qualcosa così ardentemente da essere disposto a tutto non ti chiedi mai se è giusto o sbagliato desiderare. È quello che vuoi e nulla di ciò che desideri con tanto accanimento può essere sbagliato. Volevo Tara indietro, volevo rivedere i suoi occhi spalancarsi sul mondo al mattino, volevo il calore del suo corpo, volevo sentirmi ancora parte di lei…e non mi sono mai chiesta se fosse giusto o meno riaverla con me!>>

 

 

 

La bambina sembra assente, fissa il sole nella sua immensità. Oz si perde nell’orizzonte, avanzando lentamente nella sabbia.

 

 

 

<< Ora devi capire quello che vuoi veramente! >>

 

 

 

La strega rossa sorride al deserto, improvvisamente colma di tranquillità, decisione, saggezza. Parla fissando l’orizzonte:

 

 

 

<< Io voglio vivere il mio presente! Voglio che Tara McLay sia una pagina del mio passato e voglio che Tara Gilmore viva la sua vita di bambina! Io….Voglio essere libera!>>

 

 

 

 

 

 

 

****

 

 

 

Il vento le smuove appena i capelli, scruta la notte come in attesa. Ogni più piccolo movimento nell’ombra può significare il segnale per l’attacco. La brezza che si insinua nello scheletro metallico del ponte sembra sibilare come un serpente in agguato. L’aria è satura di tensione e rigidità. La tigre si prepara alla caccia.

 

 

 

<< Credi che ce la farà?>>

 

 

 

<< Sssc…non fate il minimo rumore! Sono vicini Dawn, più di quanto pensi…molto vicini! Per fortuna il vento è dalla nostra!>>

 

 

 

Faith stringe gli occhi per mettere a fuoco il buio. D’un tratto riconosce l’ombra scura che corre nella notte, al centro del ponte. La figura snella corre veloce, ma senza fuggire del tutto…all’improvviso Faith sorride diabolica.

 

La figura nell’ombra sul ponte grida nel silenzio della notte.

 

 

 

<<ORAA!>>

 

 

 

Con una scatto improvviso Faith estrae l’arco e scocca la prima freccia urlando al resto delle ragazze accucciate sullo scheletro metallico del ponte di San Francisco.

 

 

 

<< PROTEGGETE BUFFY!>>

 

 

 

Una pioggia di frecce si abbatte nell’ombra, dalle grosse braccia di metallo che danzano sopra il ponte. La freccia di Faith si conficca nel petto di una sagoma proprio alle spalle della cacciatrice bionda in corsa. Il guerriero cade a terra calpestato dal resto dell’esercito che come un’onda impetuosa si scaglia contro la luce bianca della luna.

 

 

 

<< PROTEGGETE BUFFY!>>

 

 

 

Un’altra cascata di frecce ricade sull’ondata di guerrieri alle costole di Buffy che continua a correre. Una ventina di corpi cade in avanti e viene calpestato dagli altri. Faith incita le cacciatrici con gli archi. Le frecce rallentano le sanguisughe che ormai si trovano quasi tutte dislocate sul grosso ponte rosso. La bionda ha un vantaggio di circa 50 metri.

 

All’improvviso dal buio scatta fulmineo il rinforzo per la cacciatrice. Una giovane guerriera afferra il braccio di Buffy e la tira verso l’esterno.

 

 

 

<<ADESSO!>>

 

 

 

Dall’ombra esplode in un ruggito sonoro l’arma delle cacciatrici. Uno dei grossi guerrieri alle calcagna di Buffy spalanca gli occhi contro la notte, ha appena il tempo di spalancare la bocca per gridare...

 

Un grosso legno puntuto gli trapassa il collo lasciandolo infilzato mentre si dimena come un animale catturato. La voce della cacciatrice bionda tenta di sovrastare il fragore del tuono che sta per investire l’esercito rivale.

 

 

 

<< REGGETE IL PANNELLO! TENETELO FERMO!>>

 

 

 

Cinquanta tra le cento cacciatrici più forti e veloci si lanciano in corsa contro le sanguisughe improvvisamente impaurite. Come uno scudo di legno immenso, davanti alle guerriere si para un muro di legno di circa tre metri, lungo quanto la fila delle cinquanta ragazzine schierate. Incastrate al grosso pannello legnoso si stagliano orizzontalmente lance lunghe più di sette metri. Grosse falangi macedoni decimano le file nemiche velocemente e spietatamente.

 

 

 

 

 

 

 

*****

 

 

 

Il treno per il Cairo sbuffa annerito sui lunghi binari arrugginiti. La donna ha lo sguardo basso mentre carica la valigia sul vecchio vagone sgangherato…L’Egitto più selvaggio si allontana ma sembra urlarle qualcosa. Una minuscola bambina biondo cereo sembra cullare nel proprio sguardo una tristezza profonda e inappagabile. Il treno dà un ultimo ruggito acuto prima di lanciarsi nel galoppo, nella polvere rossastra del deserto.

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Ormai Willow è partita da tanto. Lo sguardo del lupo si perde sulla sua nuova, silenziosa dimora polverosa. La tristezza gli stringe il cuore come in una morsa, incomprensibilmente e dolorosamente. Tutto il suo viaggio, gli anni passati lontano da Sunnydale, la fatica della ricerca, lo sconforto dei momenti di sconfitta…tutto per quella piccola pietra rossa, addormentata fra le sue calme mani di lupo mannaro. Ha rischiato più e più volte la vita, tutto per quel suo sogno, tornare ad essere solo quell’uomo che la strega rossa aveva amato, una volta, in un tempo che pare ormai troppo lontano.

 

Eppure…eppure ora desidera solo poter porgere la pietra a quella bambina bionda in viaggio verso casa. Il funerale del sole è accompagnato dal canto del vento più dolce. Tra poco il sole si fonderà con la luna, armoniosamente e nella sua mente è viva solo la speranza che il sangue di Anubi non sia tutto per lui.

 

Ma le speranze si oscurano assieme al colore del cielo.

 

 

 

 

 

*****

 

 

 

 

 

<< BUFFYYY NON REGGERANNO ANCORA A LUNGO!>>

 

 

 

La cacciatrice bionda si volta prima verso Rona poi verso le grosse, lunghe falangi. I corpi dei nemici ormai rendono inefficace la legnosa macchina bellica. Si volta verso l’esercito del bene, grida per sovrastare il fragore della battaglia.

 

 

 

<< DOBBIAMO LIBERARE LE FALANGI DAI CORPI!>>

 

 

 

Impugna la spada, si getta all’assalto. Richiama le guerriere che smettono di spingere e afferrano le spade. Ad un fischio della bionda Faith richiama i suoi arcieri. Da ambo i lati del ponte le guerriere impugnano le spade e si gettano contro i nemici con il rombo del sangue nelle orecchie e il fuoco nelle vene.

 

 

 

<< CACCIATRICI A MEEE!>>

 

 

 

Come un onda di spade in tumulto il bene si scaraventa contro il male attonito e senza fiato. Il colore del sangue annebbia la vista, le orecchie non percepiscono altro che urla e cozzar di spade, i piedi scivolano e inciampano su corpi e viscere, l’odore della lotta imprime l’aria, brucia le narici. Tutto incita e carica. I generali spingono i soldati alla strage. Il calore del sangue è improvviso, nessuno sa se quello che si vede scorrere veloce è proprio, dell’amico o del nemico. Cieca è la rabbia e scoppia il cuore, non c’è tempo per capire, coscienza alla spada e riposo dell’anima…ora spazio al richiamo della lama.

 

<< MIRATE ALLA TESTA, LA TESTA!>>

 

 

 

Pochi suoni, parole che giungono otturate e distanti, pesanti come in un sogno. Tutto reclama sangue, la mente si chiude, il cuore, il braccio, la mano stretta alla spada, le gambe ferme in terra, tutto è teso e brucia, scatta al minimo impulso.

 

 

 

Si cerca di farsi spazio oltre la muraglia di carne e ossa, si tranciano vite come fili d’erba troppo lunga. Tutto è opaco e nulla ha scopo, il nemico solo ha importanza, il nemico e la sua spada. Solo contro la notte e le sue creature.

 

 

 

Spazio alla morte, col mattino passerà anche la battaglia e nulla dovrà più essere ricordato di questa notte rossa.. La luna sembra accogliere magnanima il suono delle spade, tutto urla assieme al bene e al male.

 

 

 

<< LIBERATE LE FALANGI! LIBERATE LE FALANGIIII!>>

 

 

 

La prima fila combatte, mentre il gruppo interno libera la grossa macchina bellica dai corpi che ne ostruiscono l’efficacia distruttiva.

 

 

 

<< RIPIEGATE! RIPIEGATEEEEEEEEE!>>

 

 

 

 

 

Gli occhi scuri di Faith corrono lungo lo stretto ponte rosso. Le cacciatrici scavalcano veloci il muro di legno puntellato di falangi, le sanguisughe si gettano all’inseguimento.

 

 

 

Buffy in prima linea affronta gli umanoidi con ferocia e tenacia disumane per dare alle compagne la possibilità di arretrare. Al suo fianco imperterrite e noncuranti della morte, ancora loro…quelle che erano state le potenziali, combattere senza sosta né tregua Rona, Vi, Amanda, Cho Ann, Shannon…lì, ancora insieme. Faith assiste impotente…grida come meglio può. Le ragazze iniziano la ritirata dopo le compagne. Buffy resta indietro. Si girà balza verso l’ultima fila più alta di falangi. Un lampo…una sciabola nemica la colpisce ad un anca. Cade, tenta di arrampicarsi fra le falangi. Faith grida, grida incessantemente per incitarla. Il suono della sua voce le arriva smorzato e troppo fioco vista l’enorme distanza.

 

 

 

Buffy viene afferrata per i piedi e trascinata verso l’orda si sanguisughe assetate. Rona si volta all’ultimo istante prima di scavalcare.

 

 

 

<<BUFFYYY!>>

 

 

 

<< NON PENSARE A ME, RIPRENDETE L’ATTACCO…ORA!>>

 

 

 

Rona si china verso l’amica le afferra il polso, la tira verso di sé con tutto la forza possibile.

 

 

 

<< SE RIPRENDIAMO L’ATTACCO ADESSO MORIRAI INFILZATA!>>

 

 

 

Gli occhi della bionda diventano cattivi, lascia la presa e il suo corpo viene trascinato via. Rona grida, tenta di riprenderla. Buffy lotta con la spada. Faith grida alle ragazze di aiutare la prima delle cacciatrici. Dawn urla disperata, tenta di gettarsi nella mischia.

 

 

 

Rona si volta solo per un istante verso le prime guerriere. In un impeto di coraggio, di orgoglio e di amore si gettano all’inseguimento. Faith malgrado tutto è costretta a richiamare gli arcieri perché le prime file di umanoidi stanno per scavalcare la barriera di legno e falangi.

 

 

 

<< PRONTE CON LE FRECCE, MIRATE IL PIÙ LONTANO POSSIBILE DA BUFFY…VERSO LE PRIME FILE, LÌ!>>

 

 

 

 

 

Rona ha la spada sguainata verso la luna, la sua voce tuona nella notte più sanguinosa di San Francisco.

 

 

 

<< PER BUFFYYYYYYYYYY>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

La strega rossa, custode della piccola fata bionda, è ormai troppo lontana. Il vecchio lupo pregusta più amaramente di ogni previsione la venuta dell’eclissi che lo ribattezzerà vero essere umano. Ad un tratto, come mille volte prima di d’allora parla alla tiepida dolcezza del cielo blu pallido

 

 

 

<< Cos’è giusto davvero? Chi a questo mondo può davvero sapere quello che è giusto! Il nome di Tara si è davvero già dileguato nelle stelle del cielo di Willow o lei fugge per paura del suo destino? Ora è davvero libera, ora che fugge…o si sta imprigionando da sola?>>

 

 

 

Ma all’improvviso per il minuto, fragile Oz la luna bianca nell’azzurro sembra avere voce e calore…o il vento parla…

 

 

 

<< Credevo di essere forte, credevo di essere grande, credevo di essere invincibile, credevo di essere insensibile. Ho creduto tante cose…e credevo di poter essere libera e sono fuggita! Solo ora davvero mi rendo conto che nessuna catena può essere più tenera e che mai nessuna libertà sarà tanto dolce come questa prigionia!>>

 

 

 

Il lupo si volta impietrito e speranzoso e aldilà d’ogni desiderio la strega rossa sorride benevola e incantata. La sua pelle cerea sorride alla luna fioca come uno spettro, che si prepara ad accogliere il sole nel suo grembo rotondo e d’un tratto tutto il deserto sembra più caldo e brucia nell’amore di Willow per la sua fata.

 

 

 

Ecco l’eclissi, inaspettata quanto dolce…luna e sole, unica cosa nella profondità che si fa tenebrosa ad ogni nuovi fremito del re d’oro verso Selene.

 

 

 

Assente per l’emozione il ramingo del deserto quasi piange, mentre il suo sguardo danza dalla donna alla bambina silenziosa. E Willow continua:

 

 

 

<< Ma non c’è libertà dall’Amore, prende e conquista, a volte annienta altre rimembra, può uccidere e portare in vita, può essere sofferenza e gioia, dolore e beatitudine. Oz…per la prima volta nella mia vita capisco, capisco che l’Amore può essere vita e morte. Sta a noi scegliere chi delle due debba essere. Fino ad adesso ho lasciato che fosse morte e dolore ora rivoglio indietro la mia vita!>>

 

 

 

Con dolcezza e reverenza il lupo dona il sangue pietroso di Anubi alla strega rossa.

 

 

 

<<L’ultimo raggio di sole lo trasformerà in sangue liquido, fallo bere a Tara prima che il sole ricompaia e la sua anima modellerà il suo corpo!>>

 

 

 

 

 

Pochi attimi, il re scivola fiero fra le braccia della regina della notte e se ne perde nel pallore ora nerastro. L’ultimo raggio dolce accarezza la pietra del dio delle tenebre e ora scorre sangue fra le dita bianche della strega, lungo i piccoli polsi e le braccia lisce. Oz è malinconico ma felice mentre la sua salvezza si allontana verso la piccola fata.

 

 

 

La bambina attende, sembra comprendere l’importanza di quegli istanti di tensione. Porge a Willow il suo piccolo tenero corpo come un agnellino si avvia all’altare, nei suoi occhi paura e rassegnazione, incomprensione. Sa solo che la rossa non potrebbe mai farle del male. Schiude le piccole labbra rosa pastello al colore scuro dell’aria d’eclissi. Ancora pochi istanti…la punta di quelle lunghe dita le sfiora la piccola bocca, sta per conoscere il sapore del sangue…ancora un istante e il sole rinascerà…

 

 

 

Un fulmineo impetuoso boato. Il frastuono sovrasta il deserto, il vento sale….la sabbia crea un vortice attorno alla strega. Le dune si scuotono nel fragore della nuova apparizione. Oz si getta sulla rossa per proteggerla. Le mani di Willow perdono la bocca di Tara che finisce a terra. Il sole quasi beffardo si fa strada scavando nel cielo e abbandonando la luna. Il nuovo sole dà luce al mondo…

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<< Oh mio Dio sono troppi!>>

 

 

 

Lo sguardo acuto e serio di Giles passa in rassegna il ponte rosso di San Francisco. Xander guarda a sua volta come per accompagnare il vecchio amico.

 

 

 

<< Niente che non abbiamo già affondato!>>

 

 

 

Il vecchio bibliotecario si volta verso il giovane carpentiere.

 

 

 

<< Sei pronto Alexander?>>

 

 

 

Il robusto ragazzo sembra incuriosito dal proprio nome intero, afferra unna specie di grossa arma appariscente e volta gli occhi verso l’uomo.

 

 

 

<< E lei…Rupert?>>

 

 

 

D’un tratto una figura tremante dietro i due prende piano parola.

 

 

 

<< Em io non sono molto sicuro che la cosa possa funzionare…e inoltre non c’è nessuna garanzia che preferiscano le sanguisughe alle cacciatrici e se quando finiscono con loro avranno spazio per noi tre nella loro grossa pancia!>>

 

 

 

Andrew sbuca dall’ombra. Xander si volta e lo afferra per un braccio portandolo alla luce.

 

 

 

<< Hai detto o no che sono attratti dal fuoco?>>

 

 

 

<< B-beh s-sì, sì certo ma questo cosa centra?>>

 

 

 

Giles prende parola caricandosi uno strano fucile in spalla e continuando a fissare imperscrutabile il ponte sullo sfondo.

 

 

 

<< Tu chiamali…al resto penseremo noi!>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Polvere…solo polvere. Ha riaperto gli occhi da pochi secondi e riesce a distinguere nient’altro che polvere. Non riesce a muoversi, si guarda per capire se ha ancora il controllo del suo corpo…

 

 

 

Orridamente scopre in un sussulto di dolore che le sue mani sono a terra. Il sangue di Anubi e coagulato e si è accorpato alla sabbia del deserto. Alza le mani, cerca ancora qualche goccia recuperabile. Mentre si fissa la pelle lo vede…il sole. I suoi occhi verdi si inondano e il fiume nella sua anima straripa e scorre. Getta il volto nella polvere e picchia a terra, la bocca spalancata in una smorfia disperata. L’ha persa ancora una volta e il volto di Tara sembra scivolare di nuovo nell’ombra.

 

 

 

Il vento soffia ancora forte, Willow si trascina cercando di proteggere gli occhi dalla tempesta di sabbia che accerchia lo sfondo.

 

 

 

<< TARAAAAAA TARAAA!>> Si accascia ancora piangendo. Sa che la bambina non ha bevuto quel sangue e quasi trema all’idea di ritrovarla, di ritrovare quel piccolo corpo che vorrebbe grande, caldo, morbido e odorante di bellissima donna. << Dove sei piccola…dove sei…>>

 

 

 

 

 

Una macchia più scura nelle foschia rossiccia della tempesta, si fa più nitida, avanza nella sabbia…un ombra umana…Willow non arretra, stringe gli occhi, le striscia incontro. Una mano scura e sottile…la strega rossa l’afferra, viene issata su con forza, si regge a stento in piedi. Poco a poco si schiariscono le forme scure nella tempesta…La voce della rossa è sottile, strana, acuta, improvvisamente e incomprensibilmente impaurita:

 

 

 

<< Tu? Cosa ci fai tu qui?>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

Andrew soffia ancora in un lungo flauto di legno scuro…il suono è profondo e rimbomba nell’aria scura. All’improvviso ombre nerastre si muovono come scimmie lente e misteriose lungo le sospensioni del rosso ponte ad un passo dalle cacciatrici appostate in silenzio. Il grido di battaglia del carpentiere e del l’ex osservatore squarciano l’aria prima dell’attacco. Le cacciatrici si schiudono come a comando e lasciano i tre nuovi guerrieri di fronte all’esercito di sanguisughe in trappola.

 

Xander corre avanti agli altri due, grida e incita le ragazze

 

 

 

<< Largo piccole sono arrivati i rinforzi!>>

 

 

 

Punta lo strano, grosso fucile contro il nemico nel panico…un boato, un ruggito fragoroso. Lunghe lingue di fuoco scoppiano dalle braccia del carpentiere e si impadroniscono dei corpi degli umanoidi. Il nemico è nel panico tenta la fuga ma le cacciatrici detengono le uscite del ponte serrando le falangi. Giles rafforza l’attacco col secondo lanciafiamme. Il biondino improvvisamente fissa le fiamme e smette di suonare.

 

 

 

<< Non posso crederci…funzionano!>>

 

 

 

Xander risponde senza voltarsi:

 

<< Certo bamboccio avevi dubbi?>>

 

 

 

Proprio quando un guerriero nemico in fiamme tenta il tutto per tutto e si getta impazzito verso i tre un ombra fulminea dall’alto lo divora.

 

 

 

Giles incurva le sopracciglia sotto il peso del lanciafiamme.

 

<< Chiamane altri Andrew! Veloce!>>

 

Il ragazzo suona ancora. Le torce umane disperate si scagliano contro le barriere del ponte per raggiungere l’acqua…lampi neri nel buio le divorano una ad una.

 

All’improvviso Buffy emerge fiera con la sua spada in mano, trancia vite ad ogni nuovo fendente. E fiamme la sfiorano pericolosamente, vede d’un tratto voragini nere divorare con ferocia i corpi dei nemici in fiamme.

 

 

 

La bionda si volta…Una creatura orribile, rosa pallido come una scimmia senza peli, gobba pronunciata e cranio piccolo allungato all’indietro, bocca grande e senza denti, ghigno beffardo e naso lungo e ricurvo, arti grandi e deformi, movenze scimmiesche e veloci. La cacciatrice lo fissa per un secondo, un po’ di pelle è ricoperta di fiamme che si assopiscono lentamente.

 

<< E tu da dove salti fuori adesso?>>

 

La creatura le salta addosso con spaventosa velocità. Con un colpo secco e preciso Xander spara. Il demone a mezz’aria viene improvvisamente spazzato. Il muscoloso uomo si avvicina al cadavere a terra e ammira estasiato il piccolo foro nella fronte della creatura. Alza la grossa pistola soddisfatto.

 

<< Avrei dovuto pensarci anni fa! Anche i demoni non possono niente contro il caro vecchio ferro del potente Xander!>>

 

 

 

 

 

Le prime file di cacciatrici tirano un improvviso, inaspettato sospiro di sollievo. Qualcosa nell’aria cambia, il numero dei nemici e ora così esile che uno scontro frontale non fa più tanta paura. I cadaveri ricoprono l’asfalto come un tappeto rosso e molliccio mentre le nuove creature sembrano cani affamati, che si lanciano sulle budella in fiamme al comando dei lanciafiamme del carpentiere e dell’osservatore.

 

 

 

Faith dall’alto della sua posizione sorride gioiosa mentre continua a scoccare frecce, ora come un gioco verso le ultime disperate sanguisughe.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

<< T-Tu…cosa?>>

 

 

 

L’ombra avanza nella tempesta di sabbia, prende forma con spietata lentezza. Ed ora eccolo… il guerriero d’ebano muliebre. Lì, ritto davanti alla strega con silenziosa forza di leonessa…è lei.

 

 

 

<< Sì, mia piccola strega cattiva, sono io! Chi altro ti aspettavi? Pensavi davvero di potertela cavare in questo modo? Con quale coraggio sporca puttana…>>

 

 

 

La strega rossa arretra con improvviso inspiegabile terrore.

 

 

 

<< Ma…ma io non capisco…>>

 

 

 

La sagoma avanza impetuosa, fiera, spietata.

 

 

 

<< E cosa volevi saperne tu? Troppo impegnata ad occuparti di te stessa per capire qualsiasi cosa intorno a te…piccola, dolce willow!>>

 

 

 

Willow inciampa nei suoi stessi piedi. Smette di tremare, ritrova il coraggio perso all’improvviso, si rialza.

 

 

 

<< Cosa diavolo sta succedendo?>>

 

 

 

D’un tratto il volto tagliente del guerriero d’ebano muliebre scava nella tempesta e appare beffardo e pungente.

 

 

 

<< Succede…>> avanza lentamente << Che è arrivata la resa dei conti mia piccola strega cattiva. È arrivata la tua ora…>>

 

 

 

Il suo volto è ad un millimetro da quello della rossa, sembra volerne aspirare l’odore delicato di donna, si ferma per un attimo a fissarne le linee morbide: << E ora scappa finché sei in tempo!>>

 

 

 

La strega trema, d’un tratto riesce a capire…percepisce la sua presenza, l’improvvisa, inquietante presenza della luce rossa di San Francisco. È nascosta nella tempesta, dietro il servo che parla beffardo…le tremano le labbra, riesce tristemente a capire il grande tradimento di chi le sta davanti.

 

 

 

<<Oh mio Dio Kennedy che cosa hai fatto?>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Nonostante l’invocazione dei demoni scimmia di Andrew l’esercito di sanguisughe preme incessantemente contro i massicci e pesanti panelli legnosi per sfuggire alla trappola del ponte. I superstiti infilzano nelle falangi quanti più cadaveri possibile per cercare di renderle inoffensive. Ogni tanto finisce infilzato anche qualche improvviso codardo o qualche soldato che si avvicina imprudentemente alle grosse e lunghe lance, fidandosi troppo dei compagni. Buffy sembra tuttavia molto più rilassata. Barricata dietro il primo pannello di falangi studia la prossima mossa con l’aiuto d’un impassibile Giles alto e silenzioso.

 

 

 

<< Certo non sono più troppi ma sono comunque tanti e le falangi iniziano a spezzarsi…non avevo calcolato che dei demoni sanguisuga hanno la pellaccia decisamente più dura dei nemici dei macedoni! E ora che si fa?>>

 

 

 

La bionda scruta l’ex osservatore, aspetta la rivelazione che salverà la vita delle sue ragazze evitando lo scontro frontale tra gli eserciti, cosa che ha disperatamente tentato di fare fino ad allora. Giles abbassa gli occhi, appoggia piano una mano alle labbra, poi la guarda accigliato.

 

 

 

<< Buffy…oramai temo che…che lo scontro frontale sia inevitabile! Mi dispiace, fino all’ultima cacciatrice stanotte dovrà battersi per la vita. E temo che per molte di loro sarà l’ultima notte su questa terra. >>

 

 

 

Ma lo sguardo della prima cacciatrice dell’esercito è perso, triste, quasi dolorante, qualche riflesso in più nei suoi occhi belli ne delinea le lacrime amare.

 

 

 

<< Ma…loro sono le mie ragazze, sono la mia famiglia. Faith ed io abbiamo giurato di proteggerle, tutte, dalla più piccola alla più grande. Non…non posso vederle cadere, non posso vederle divorate da questi animali…loro sono parti di me!>>

 

 

 

L’alto vecchio amico le prende con dolcezza paterna le spalle esili, la guarda magnanimo e rassicurante.

 

 

 

<< Buffy devi accettarlo, né tu né Faith, specialmente ora, potete combattere per tutte loro…questa è la loro strada, il loro destino, come è stato il tuo…il vostro. Anche Faith lo sa benissimo, e anche lei vorrebbe poterle salvare tutte. Ma ora sai benissimo che c’è solo una cosa da fare…guidale in battaglia!>>

 

 

 

E il coraggio di guerriera le scoppia dentro al petto. Alza il volto calmo e serio, fissa il nemico intrappolato come un topo, ancora decimato dalle frecce delle truppe di Faith. La sua voce richiama il bene nella notte. La sua figura esile appare fiera e potente in cima ad un pannello, contro luce, sullo sfondo chiaro della luna.

 

 

 

<< MIE CACCIATRICI…>> L’attenzione è tutta per lei, da ambo le parti, la sua voce acuta penetra e taglia l’aria pungente.

 

<< SE SARÀ STANOTTE…SE STANOTTE DOBBIAMO BATTERCI FINO A MORIRE, SE SARÀ STANOTTE…>> Alza il braccio esile verso la luna maestosa

 

<< ALLORA MORIAMO TUTTE INSIEMEEEE >>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

La sente, incombe e schiaccia il deserto come una leggerissima e vastissima ombra…è lì. Avanza nella sabbia rossiccia, li accerchia, li studia, gioca con loro e lascia al suo servo più triste il momento del trionfo.

 

 

 

<< Hai mutilato la mia anima!>>

 

 

 

<< Ma…Ma Kennedy io non volevo farti del male…io...io volevo solo ciò che appartiene. Io e tara siamo una cosa sola, l’una appartiene all’altra…>>

 

 

 

La scura cacciatrice avanza come un felino pronto alla caccia. È sensuale il suo passo, triste e malinconico il suo volto, spietato il suo sguardo.

 

 

 

<<Sai cosa succede all’anima quando il cuore viene meno? Non ritrovi più un riflesso nello specchio…>> avanza ancora, la voce lenta, profonda, calda, ma taglia come una lama la tempesta e il fiato della strega. << Non sai chi sei…ti cerchi e non ti trovi! Perdi tutto di te! Hai corrotto la mia anima piccola strega cattiva. È tua la colpa e di nessun altro sarà mai. Tua è la colpa del mio istinto assassino che cresce e cresce…>>

 

 

 

Accarezza un pugnale con impressionante e terrificante lentezza.

 

<< E cresce sempre di più, ormai divora, divora…mi divora sempre di più. Brucia ogni altra cosa di me, persino il dolore!>>

 

 

 

Willow terrorizzata balbetta qualcosa in sua discolpa:

 

 

 

<< Le storie iniziano e finiscono…Kennedy ti rendi conto di quello che hai fatto?>>

 

 

 

La nera non sembra più di questo mondo, ma la sua scura bellezza ferisce e brucia nella furia della tempesta più d’ogni altra cosa agli occhi della strega.

 

 

 

<< Ti avevo affidato il mio cuore perché tu lo proteggessi e lo curassi e come ricompensa a tutti questi anni di amore, silenzio e sottomissione tu quel cuore l’hai azzannato e risputato indietro…>> Il pugnale è così lucido, così liscio, freddo, reclama calore di sangue. << Ora dimmi, come posso ritrovare me stessa…se tu vivi ancora strega?>>

 

 

 

D’un tratto nella rossa cresce un improvviso senso disperato di affetto per la cacciatrice che l’ha tenuta in vita, di odio per se stessa…uno strano sapore amaro le scoppia in bocca. Si rendo conto che quell’anima di guerriera che le è stata affidata all’improvviso non le appartiene più, le ombre l’hanno catturata, stuprata, torturata e violentata e lei non ha fatto nulla per impedirlo. Più volte Kennedy, con un solo sguardo, le ha chiesto aiuto e ora si rende conto di quanta indifferenza e freddezza ha dimostrato alle sue grida disperate. Sente un vuoto incolmabile proprio al centro del petto. Fissa la sua cacciatrice, ne percepisce solo adesso l’animo violentato e sa che ormai è troppo tardi per salvarlo.

 

La guarda, un improvviso amore le scoppia dentro fino agli occhi luminosi.

 

 

 

<< Oh Kennedy…cosa ti ho fatto! Ora lui ti possiede e io avrei dovuto proteggerti e adesso non posso salvarti. Vuoi davvero uccidermi? Allora fallo, fallo…vendicati tesoro mio, fallo non avere paura…fallo tesoro! Aspetto solo la morte…>>

 

 

 

Guarda per qualche istante il sole nel cielo un po’ oscurato dalla sabbia, il suo sguardo è inesorabile…morto.

 

 

 

<< Ormai niente e nessuno mi lega a questa terra!>>

 

 

 

La cacciatrice d’ebano scuro avanza, ora nello sguardo ha una fiaccola di vita, ma l’odio e il dolore sono forti negli animi feriti.

 

 

 

<< In ginocchio strega!>>

 

 

 

Willow cade come a peso morto nella sabbia dura e calda. La testa le penzola pesantemente in avanti, ha gli occhi bassi, le braccia come senza vita lungo i fianchi, le mani nella polvere. La voce della cacciatrice barcolla, la scuote un po’ il grido spietato del pianto.

 

 

 

<< Perdonami Will…sai meglio di me che è giusto, devo farlo, solo così potrò salvarmi. Devi cercare di capire! Addio…Amore Mio!>>

 

 

 

Alza il pugnale. Al suono delle ultime parole la strega lentamente alza il volto verso il carnefice, gli occhi sono languidi, pronti…sereni.

 

 

 

<< Amore Mio…cosa davvero è L’Amore? Ed è per Amore che ora siamo qui? Cosa ci ha portate a questo? A cosa ci ha portato lo stesso suono di una parola? Voglio riuscire a capire per cosa muoio prima che tu perda per sempre la tua anima. Siamo perse entrambe e per cosa…cosa Kennedy? Cos’è? PERCHÉ L’AMORE CHE COS’È?>>

 

 

 

 

 

Il pugnale pronto si abbassa piano…il volto dell’ebano dolce cambia, improvvisamente si fa a metà tra il beffardo e il disperato, folle più che mai…gli occhi gridano lacrime silenziose.

 

 

 

<< L’Amore?!? Cosa credete di sapere voi tutti dell’Amore?!? Non saprete mai cos’è davvero! Solo io…io…io…IO SOLA SO COS’È! Stupidi…stupidi, cosa credete? Cosa credete che sia? >>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<< Buffy…Aspetta possiamo aiutarti!>>

 

 

 

La cacciatrice bionda si volta velocemente, colta da un’improvvisa felicità, che però sembra spegnersi quando Andrew la guarda convinto fra le teste gentili e setose delle cacciatrici.

 

 

 

<< Andrew?!? C-Cosa? Puoi aiutarmi in che senso?>>

 

 

 

Decide di dargli un’opportunità e rinuncia al suo idilliaco attacco in grande stile, nonostante il discorso di incitamento. Xander sorridente compare accanto al ragazzo. La voce del biondino è inclinata dalla paura e dall’emozione.

 

 

 

<< La prima volta che sono comparse le sanguisughe il signor Giles ci ha ordinato di...di studiare i loro punti deboli e…e inventare armi per uno scontro frontale!>>

 

 

 

Xander scarica a terra grossi borsoni dall’aria parecchio pesante e prende la parola al posto del ragazzo.

 

 

 

<< Devo dire sinceramente che Andrew si è rivelato indispensabile. Si è messo a studiare i vostri stili di combattimento e i punti deboli dei demoni…>>

 

 

 

<< Beh c’è da dire che se avessi avuto a disposizione più tempo e molti più soldi ora vi ritrovereste con spade laser e armi super fiche. Ma Xander ha detto che potevamo usare solo legno, lame e ferraglia. Così ho fatto del mio meglio!>>

 

 

 

Il robusto carpentiere mostra alla luna una strana lancia robustissima, con alle due estremità grosse sciabole montate in versi opposti.

 

 

 

<< Questa è studiata per il corpo a corpo di una cacciatrice contro parecchi nemici. Falla ruotare intorno a te quando quegli schifosi ti vengono sotto…vedrai che sballo!>>

 

 

 

Andrew estrae un disco rotante, lucido e liscio, probabilmente d’acciaio. Il biondino lo guarda estasiato.

 

 

 

<< Questa…è l’arma che ti farà vincere cacciatrice!>>

 

 

 

Buffy un po’ delusa afferra il disco con perplessità.

 

 

 

<< Em…Questo…“cerchietto” mi farà vincere?>>

 

 

 

Andrew offeso le sfila velocemente l’arma dalle mani.

 

 

 

<< Questo, mia cara, non è un volgare cerchietto! Ma voi non la guardate mai la televisione? Ma che razza di gente siete?>>

 

 

 

Tutti lo fissano alquanto severi e scuri in volto, impassibili, a metà tra la tragedia e la commedia. Buffy alza un sopracciglio.

 

 

 

<< Andrew?!?! Arriva al punto e vedi di arrivarci in fretta o ti mando in prima linea!>>

 

 

 

Un po’ deluso e riluttante il ragazzo illustra il suo grande genio bellico.

 

 

 

<< Un giorno ero tutto concentrato sulla grande Lucy…Xena! La principessa guerriera, avete presente? Frusta, completino di pelle, gira sempre con la bella biondina…sapete, secondo me quelle due non sono solo amiche…>>

 

 

 

<< ANDREW!>>

 

 

 

<< E va bene, va bene, come ti scaldi in fretta Buffy! Insomma mi sono reso conto che se la principessa guerriera può affrontare da sola un esercito, duecento cacciatrici possono calpestare duemila sanguisughe, basta avere i… gadget giusti! >>

 

 

 

Porge alla bionda riluttante il cerchio rotante.

 

 

 

<< Prova a lanciarlo contro il punto debole dei tuoi nemici…ovvero la gola! Secondo Xena ne farai fuori decine con un solo lancio!>>

 

 

 

Buffy lo prende per la gola e lo solleva con uno scatto quasi pauroso. Fissa Giles, Xander e poi il ragazzo.

 

 

 

<< Credi che sia un gioco? Mi hai fatto perdere tutto questo tempo per uno stupido giocattolo da telefilm? Questa è una guerra, qui si muore e stanotte tante vite si spegneranno, vuoi che la tua sia tra queste?>>

 

 

 

 

 

Si sente un improvviso sibilo nell’aria. Urla, gemiti, il sibilo straccia l’aria come un fischio leggerissimo, spruzzi di sangue fra le file nemiche…cadono corpi come foglie. Il soffio si libra più alto, verso la notte, accarezza i lunghi bracci sospesi del ponte, sfiora l’orecchio della vecchia cacciatrice ribelle e muore fra le sue mani sicure.

 

 

 

<< Beh…io…io ne ho dato uno anche a Faith e a lei il giocattolo sembra piacere tanto!>>

 

 

 

Con uno scatto improvviso Cho Ann afferra la lancia con la doppia sciabola, scavalca la grossa palizzata di legno e falangi, si getta nel tumulto dei corpi nemici, Buffy non ha neppure il tempo di fermarla, il cuore le esplode in petto, trema, sprofonda…assiste paralizzata ai secondi della violentissima scena.

 

 

 

I nemici arretrano, creano un cerchio attorno alla giovane guerriera che li fissa. È in posizione d’attacco, la lancia obliqua dietro la schiena, il peso su una gamba piegata, il volto basso, impassibile, gli occhi immobili verso il nemico. Aspetta…con un ruggito d’ardore i guerrieri le si gettano contro. Aspetta…sono a mezzo metro dal suo esile corpo, teso e immobile. Attacca…

 

 

 

Fulminea come una leonessa a caccia, forte, precisa, ferma, spietata. Un istante dopo il mulino delle sue braccia snelle si ferma, la lancia torna in posizione, le lame colano sangue scuro. Dai corpi intorno a lei cadono teste mozzate come in un domino diabolico e perverso.

 

 

 

Buffy guarda Andrew che fa un sorriso tra l’allegro e il timoroso. Lei lo lascia andare e prende in mano le armi fissando l’esercito nemico con uno stranissimo fuoco negli occhi.

 

 

 

<< E va bene, nella vita si deve provare di tutto! Vediamo se sono brava quanto questa principessa guerriera!>>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

<< Cosa…cosa credi che sia? L'amore è solo una fottuta illusione la vita è una botta e via, la parola sempre è una puttanata: “ti amerò per sempre non ti lascio mai”, che puttanata!! L'amore vero è un'illusione come tutto il resto…>>

 

 

 

Ora è solo follia, solo follia che le scoppia dentro. Avanza come cadavere nella sabbia, né gioia, né dolore, né verità, né illusione…nulla. Il nulla nel suo cuore guerriero, l’istinto prende il sopravvento ora è solo la sua visione del mondo che colora lo sfondo, e lo tinge rosso fuoco. Alla strega cresce dentro la tristezza per quella vita mutilata dal dolore.

 

 

 

<< No…no non è vero, tu non puoi pensare davvero questo. Anche tu hai amato, non negarlo…torna in te, ti supplico!>>

 

 

 

Il guerriero del male continua a camminarle incontro…Willow continua a strisciare, ora il suo cuore le grida di scappare, perde coraggio. Gli occhi di Kennedy sono così paurosamente vuoti mentre la fissano.

 

 

 

<< È solo che all'essere umano piace fottere e quindi si inventa l'amore per giustificare le sue porcate! È questo e basta! >> il suo corpo è teso eppure stranamente inconsistente, come se fosse solo fumo scuro nella tempesta.

 

 

 

<< Oh…sì, sì certo…una volta ero una persona diversa, anche io ero cieca, anche io non vedevo. E proprio tu, strega, mi hai aperto gli occhi… >>

 

La sabbia graffia addosso come infinite, invisibili lame spietate. Willow stringe gli occhi per distinguere ancora la sagoma della guerriera.

 

<< No Kennedy, torna in te, reagisci al dolore…non permettere che ti divori, credimi ti prego! L’Amore è più di quello che credi!>>

 

La voce della cacciatrice si fa più forte. La sua follia pretende ragione, sempre più follemente pretende.

 

<< Illusione, illusione, illusione…pura e semplice illusione, derivato di un'ossessione! Possibile che tu non riesca a vedere? L’uomo è così: rincorre quello che non può avere...più non può avere più vuole...più vuole più si illude e l'illusione crea l'amore. Non subito ma col tempo sì,l'amore è un'illusione e le illusioni non sono Eterne. La parola sempre è insignificante…>>

 

 

 

All’improvviso nel cuore della strega rossa scoppia qualcosa, come se un'altra donna dentro di lei avesse già vissuto quella scena, come se quelle parole fossero già state dette, e la parola “sempre” fosse già stata protetta contro un’altra voce folle, simile a quella che ora si impossessa di Kennedy.

 

 

 

<< Ti stai sbagliando!>>

 

 

 

Solo per un istante la guerriera si ferma, la fissa…gli occhi luccicano nel furore della sabbia, la voce trema nel brusio della tempesta e pare grido disperato di soccorso, solo un istante di disperata dolcezza nel suo sguardo.

 

 

 

<< Willow…>>

 

 

 

<< Sì, sì tesoro sono io, Sono Willow!>>

 

 

 

Ma all’improvviso sibilo di serpente velenoso squarcia la sabbia pungente.

 

<< Ricorda! Ricorda il dolore, poni fine al tuo tormento…ma non ucciderla, torturala fino a renderla inoffensiva per il tuo signore!>>

 

 

 

Kennedy non riesce a contrastare la nuova collera del suo animo, sferra alla strega un potentissimo calcio al volto. Willow finisce nella polvere, il sangue si mischia alla terra, ha il labbro spaccato, cerca il male nella tempesta.

 

 

 

Le urla di Kennedy sovrastano il vento:

 

<< Niente, NIENTE! Tutti noi poveri stronzi ci fissiamo su chi vediamo lontano, l’ossessione ci consuma. E quel cazzo di desiderio e la tristezza perché non siamo appagati si trasformano in dolore. Quel fottuto dolore ci fa credere che si tratti di qualcosa di più, che riguarda il cuore…>>

 

 

 

La guerriera ha il pugnale alzato, gli occhi umidi e il ghigno serrato.

 

<< è il dolore che sentiamo nella carne, le lacrime, le emozioni che il dolore ci fa sentire che ci fanno credere che l’amore sia più del desiderio di possesso…>>

 

 

 

Le si avvicina, con scatto felino la inchioda alla terra…i loro volti ad un centimetro di distanza

 

<<E a te, Willow, che il mio cuore aveva scelto per credere all’Amore ora insegnerò… il dolore!>>

 

 

 

Willow ha solo il tempo di sbarrare gli occhi, non riesce a trattenere un acutissimo grido di dolore. Kennedy spinge più a fondo il pugnale. Sente il sangue caldo sulle dita, chiude gli occhi e si lecca le labbra come in estasi.

 

 

 

<< Kennedy ti prego…oddio ti prego!>>

 

 

 

La rossa piange, grida, ha la coscia destra trapassata da parte a parte. Sbatte i pugni freneticamente contro il petto della guerriera che incomincia a leccarle il collo.

 

 

 

<< Ti scongiuro lasciami, ti scongiuro!>>

 

 

 

Un altro scatto della cacciatrice, un altro urlo della strega che ora si ritrova con la ferita aperta nella gamba. Kennedy lecca la lama insanguinata del pugnale, tenta di baciare la rosa con violenza.

 

 

 

<< LASCIAMI!>>

 

 

 

Willow trema, piange, urla, si dibatte, ma la follia negli occhi della guerriera aumenta ad ogni secondo.

 

 

 

****

 

Nella tempesta:

 

<< Amore dove sei?>>

 

 

 

****

 

Una folata di vento le investe il viso cereo. Serra gli occhi, si copre il volto. In un istante il peso violento della guerriera svanisce nella sabbia come colpito da un improvviso fulmine.

 

Un ringhio di bestia. La rossa riapre gli occhi. Kennedy è stata sbalzata a qualche metro di distanza dall’attacco di qualcuno. Solo un esile uomo si staglia fiero e coraggioso tra la strega e il nuovo volto della follia.

 

<< Se la vuoi, dovrai prima vedertela con me!>>

 

Il Ramingo del deserto serra i pugni, la mano destra inizia a giocherellare con uno strano, piccolo rosario.

 

<< E tu chi sei per difenderla? Non lo sai che è già condannata? Togliti di mezzo se non vuoi crepare con lei!>>

 

La lama stretta nella mano di Kennedy gronda ancora il sangue scuro della rossa. Il guerriero non sembra preoccupato, quasi sorride con misteriosa tranquillità.

 

<< Moriresti per quella puttana?>>

 

Oz sgrana il rosario più lentamente. I suoi occhi di lupo penetrano il vortice di sabbia. Willow tenta di chiamarlo, urla nella tempesta, disperata per il sacrificio del vecchio amante dolcissimo.

 

<< OZ NOO!>>

 

Il lupo di Sunnydale non si volta, la sfiora con la coda dell’occhio, la sua voce è appena un sussurro:

 

<< Avevi ragione Willow…ogni alba ha il suo tramonto. Ma se devo morire…>>si volta con un ghigno terribile di sfida verso la cacciatrice << è per Amore che voglio!>>

 

La rossa fa solo in tempo a gridare. Il sangue sulla lama della folle schizza paurosamente nello slancio dell’attacco. Oz è immobile, fermo al suo posto. Uno scatto, si sposta di lato e afferra il pugnale tra i denti di lupo mannaro. Un ringhio poderoso nell’aria. Il suo piccolo corpo sembra esplodere sotto la forza della bestia. La sua voce si fa profonda e inquietante, mentre ringhia sempre più contro il suo nemico muliebre.

 

 

 

<< Spero tu abbia portato con te pallottole d’argento!>>

 

Un turbine fulmineo di corpi ammassati, e due dei suoi amanti scompaiono veloci.

 

 

 

Ma la strega rossa ormai si rivolge al vero nemico, vacilla sulle proprie gambe, si alza, grida, stringendo gli occhi nella bufera del deserto.

 

 

 

<< CHI SEI? COS’È CHE STAI CERCANDO?>>

 

 

 

In un lampo la sabbia si apre come tagliata in due da una lama potente. Un’ombra maestosa e inquietante si fa spazio sullo sfondo impreciso. Ad un gesto forte delle sue braccia verso il basso la tempesta muore con un urlo del vento. È sinuosa, serpeggiante, come spigolosa, sottile, lentissima eppure inquietante. Willow distingue solo una grossa tunica corvina strisciare sulla polvere rossiccia. Si pare gli occhi col braccio sottile, barcolla sulle proprie ginocchia, fatica a tenersi salda.

 

 

 

La voce dell’ombra è stranamente fredda, bassa, impietosa ed inquietante.

 

 

 

<< La strega rossa di mille leggende! Finalmente… siete mia! >>

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

<< È quasi l’alba Buffy!>>

 

 

 

La bionda si volta stanca ed orgogliosa verso l’esercito nemico…pochi nuclei di sopravvissuti sparsi sul ponte, i demoni scimmia stanno ripulendo il campo di battaglia, come parassiti di un paradossale e demoniaco universo parallelo, quello che nasce nell’ombra più profonda della notte. La sua voce si fa languida e commossa mentre dall’alto della palizzata di legno con lo sguardo vola come un’aquila sulle sue cacciatrici instancabili. Il vento le smuove appena i capelli chiarissimi, la guerriera ribelle è dietro di lei.

 

 

 

<< Come è possibile Faith?>>

 

 

 

<< Che siamo ancora vive?>>

 

 

 

Buffy è lì in bilico nella solita posa della fine di tutte le sue battaglie passate.

 

 

 

<< Sì, come è possibile? Ne abbiamo passate così tante e siamo ancora qui…molte non ce l’hanno fatta. Secondo te è solo il caso a decidere chi vive e chi muore?>>

 

 

 

Faith le poggia una mano affettuosa sulla spalla, fissa anche lei la nuova arena della vittoria.

 

 

 

<< Anche questa notte di sangue è passata! Abbiamo subito delle perdite è vero e conoscevamo benissimo ognuna di quelle ragazze ma…Buffy…è il nostro destino! >>

 

 

 

<< Vorrei poterglielo risparmiare, sono così piccole!>>

 

 

 

Anche la scura è sull’orlo delle lacrime, fissa le ragazze festeggiare, con le spade ancora lorde del sangue nemico, molte raccolgono le ferite, altre piangono su chi non si rialza.

 

 

 

<< Anche noi…anche noi eravamo solo ragazzine innocenti ed impaurite! Ma tu meglio di chiunque altro sai che tutte quelle che abbiamo perso ora sono in un posto migliore, è il loro premio…tutte verremo premiate Buffy! Ma per adesso l’importante è che il male ha avuto un'altra bella batosta dalle mitiche guerriere di Sunnydale!>>

 

 

 

Sorridono entrambe, tra il gioioso e il commosso, si abbracciano, il sole nasce e inabissa nella sua luce il regno tenebroso della luna.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

 

 

<< Avete perso la vostra strega bionda, Willow?>>

 

 

 

Come un lampo nell’animo di Willow la porta a rivivere i secondi dell’eclissi. È impossibile che la piccola Gilmore sia riuscita a nutrirsi del sangue di Anubi, è impossibile che ora il corpo lungo e morbido della sua Tara sia adagiato sulla sabbia in tumulto…ma, dov’è la bambina?

 

 

 

<< Cosa vi da tormento…Miss? >> la voce si fa sempre più sarcastica e in quel tono soffuso vibra una sorta di minaccia diabolica. << L’idea di averla persa anche questa volta? >>

 

 

 

L’ombra scura le cammina intorno lentamente, descrive un cerchio leggero nella sabbia, intanto la tempesta continua solo intorno a loro. La rossa lo guarda, smarrita, intimorita, sorpresa.

 

 

 

<< Oh, non siate così sorpresa! Io so molte cose su di voi…>> si ferma, inclina appena il volto incappucciato verso la donna. Dai suoi movimenti sembrerebbe quasi un rettile.

 

 

 

<< Più di quello che voi stessa sapete della vostra storia!>>

 

 

 

E la rossa socchiude le labbra, dentro di lei cresce inconsapevole la verità di quella notte troppo lontana nel tempo e nel cuore. Ma la voce del male continua la sua pungente battaglia di parole.

 

 

 

<< Troppo a lungo ho atteso, troppo a lungo ho cercato, troppo a lungo l’ombra degli antenati miei hanno vegliato sul mio sacro compito. Troppo a lungo la lama del padre mio ha atteso, spezzata nel suo petto di polvere! È giunta l’ora, mia dolce strega, di rendere l’anima…a satana!>>

 

 

 

Non esiste paura più grande di ciò che non vediamo, non esiste rabbia più grande di quella per ciò che non conosciamo. E rabbia e paura, nel cuore di Willow, all’unisono.

 

 

 

Dalle spigolose ceree mani del guerriero oscuro nasce poco a poco un’urna di marmo nero.

 

 

 

<< Ammira oh Perla, la grandezza dell’uomo di Dio! >>

 

 

 

Quella parola, “Dio” le sembra come un fuoco sotto la pioggia, quel suono dalle labbra serpentine d’un dannato, le sembra ridicolo.

 

 

 

L’urna cade a terra. All’improvviso un urlo spaventoso squarcia il rumore della tempesta. E un serpente di cenere grigia danza attorno a quella tunica sottile. Come in un’estasi estrema l’ombra china il capo all’indietro…respira quella cenere viva, si solleva verso il vortice di sabbia. Più la cenere si dissolve nelle sue membra, più si fa strada alla luce il luccichio di una lama spezzata nella polvere.

 

 

 

La strega rossa arretra.

 

 

 

<< Ammira, Willow…la grandezza dell’Eterno!>>

 

Il male china il volto incappucciato, due lampi rossi nel buio tenebroso del viso. Stende la mano, adesso grinzosa.

 

 

 

<<Ed ora, Parris…MUORI!!>>

 

 

 

Un lampo rosso, Willow si stringe in se stessa, serra gli occhi, si getta a terra…

 

 

 

Cala il silenzio nel deserto.

 

 

 

 

 

“ Sono in paradiso? È dunque il silenzio l’ultimo destino? Come è possibile tutta questa pace…cosa c’è di diverso nell’aria? Cos’è questo strano odore? Perché tutto il mio corpo vuole correre in avanti…perché?”

 

 

 

All’improvviso la voce del male rompe la pace, è ancora viva.

 

 

 

<< NON LA PROTEGGERAI PER SEMPRE!>>

 

 

 

Gli occhi le si spalancano quasi involontariamente…c’è qualcun altro in quel magro, secco deserto.

 

 

 

Una macchia opaca di colore scuro contro luce, una sagoma di spalle, si staglia contro la potenza del nemico in aumento, si frappone tra lui e Willow.

 

 

 

<<Non l’avrai mai, lei è mia!>>

 

 

 

E quella voce, non la riconosceva, quasi in un assurdo stato di trance, eppure le scaldava il cuore e le riempiva lo sguardo di lacrime. Assurdo il suo non sentire, il suo non riconoscere, il suo non percepire, il suo non capire.

 

 

 

<< Allora morirete insieme!>>

 

 

 

Un altro lampo rossiccio, un guizzo nerastro della tunica corvina, un urlo d’assalto, la lama spezzata. Willow si getta contro la macchia grigiastra contro luce, il suo cuore grida quel nome.

 

 

 

<< TARAAAAAA!>>

 

 

 

Nella frazione di un istante il peso della rossa getta a terra quel corpo così morbido e profumato, lo protegge, lo stringe, lo sente, lo percepisce, lo vede.

 

 

 

L’attacco del serpentino guerriero si vanifica nella polvere, si volta verso la rossa a terra sopra un’altra donna.

 

 

 

<< Nessuno vi ricorderà dopo che io vi avrò distrutto!>>

 

 

 

Si avvicina lentamente. Willow lo guarda terrorizzata. Una mano all’improvviso le carezza quella guancia biancastra.

 

 

 

<< Sta tranquilla!>>

 

 

 

Una venere bionda si staglia ora nel deserto, prende la rossa per mano.

 

<< State tranquilla mia signora!>>

 

 

 

Una Tara piana di passato e presente sorride al sabbioso campo di battaglia, una strega bionda così bella e così forte di tre vite unite, la schiava di Salem, la strega di Sunnydale, la bimba di San Francisco, ora prendono per mano una scioccata e barcollante donna rossiccia di mille leggende passate.

 

 

 

 

 

E tutto scorre sotto gli occhi spalancati e lucidi di una strega rossa senza fiato e senza parole. Qualche debole sussurro, qualche accennato bisbiglio, qualche impercettibile richiamo….Tara, pienamente, nei suoi occhi…nei suoi occhi.

 

 

 

<< Scopri il volto serpente!>>

 

 

 

<< La strega bionda è troppo sicura di sé! Ma, dopo tutto, perché non dar sollievo al tuo nuovo corpo curioso…. se poi lo farò a pezzi?>>

 

 

 

 

 

Una dimensione assolutamente incomprensibile, indescrivibile, inconsciamente inesplicabile imprigiona Willow in un torpore senza vita. E se ne sta lì, a fissare un biondo troppo caldo per la sua pelle fredda…mentre agli occhi del deserto in tumulto il serpente svela il volto.

 

 

 

<< Il mio nome è Zachary…>>

 

 

 

All’improvviso Willow si volta verso il nemico ed ora un ragazzo le sorride meschino e maligno nei riflessi argentei di una tunica corvina.

 

 

 

Un flashback improvviso e fulmineo. Nella mente della strega balenano una serie di immagini frammentate e veloci:

 

Un giovane ragazzo sulla soglia del Centro, lo stesso ragazzo che prende una bambina bionda per mano, lo stesso ragazzo che viene a prendere Dawn ogni sera e parcheggia la macchina nel viottolo di casa, la voce giovane nella tana del magnifico, la luce rossa di San Francisco, l’attentato al San Francisco Memorial.

 

 

 

<< Tu…Eri tu la luce rossa di San Francisco, Zach? >>

 

 

 

Una risata leggera, quasi gentile ma freddissima e controllata echeggia attorno all’ultimo discendente.

 

<<Molto ingegnoso da parte mia non trovate? >>

 

 

 

 

 

La strega bionda è sempre un passo avanti alla sua Willow. Nelle vene di quel corpo lungo e affusolato, ora scorre l’immagine orrenda e dilaniante di due occhi verdi spenti e intrappolati nel fango, quelli di una Strega rossa morta fra le sue braccia.

 

 

 

<< O molto crudele giovane principe. Si conclude nel deserto la tua dinastia, concilia l’anima con i demoni dell’inferno che servi!>>

 

 

 

<< Ah ah ah! Troppo stolto da parte tua strega bionda, io non ho anima e giuro sul verbo del Padre questa stessa terra divorerà voi e tutte le vostre maledette cacciatrici. Il sangue del male sarà ripagato…>> stende il braccio possente verso le due donne e contro la tempesta che infuria alle loro spalle. << Col vostro cuore spezzato!>>

 

 

 

Ma tutte quelle grandi parole, non sembrano impressionare più di tanto quella donna scolpita nella sabbia dell’eclissi, la bionda infatti gira lentamente attorno al ragazzo che da un volto al discendente del male.

 

 

 

<< Sbagliate giovane principe, ciò a cui più teneva colui a cui avete venduto l’anima…era la sua stessa anima! La Bestia più oscura e quella che decide la via del male col cuore e con l’anima >>

 

 

 

Willow si precipita sulla sua strega le prende una mano, sussurra.

 

<< perché il Magnifico sopporta la luce del sole?>>

 

 

 

Tara in tutta la sua immensa ed alta bellezza le dona appena il volto liscio e sussurra, sorridendo beatamente nell’incontrare il suo viso.

 

<< Poiché quello non è né un vampiro né il Magnifico il sole non potrà mai scalfirlo mia signora!>>

 

 

 

Il cuore di Willow è sempre più sull’orlo del pianto, perché sentiva che nella sua Tara c’era qualcosa di diverso e nel frattempo tanto familiare.

 

 

 

<< Chi sei?>>

 

 

 

La bionda sembra non poter fare a meno di contemplare quegli occhi verdi così…VIVI.

 

<< E voi chi siete, mia signora?>>

 

 

 

<< Troppe chiacchiere per i miei gusti! Vediamo che cosa sanno fare le streghe delle cinque candele!>>

 

 

 

Il discendente stende le braccia, Tara prende Willow per mano.

 

<< Tara di cosa diavolo sta parlando?>>

 

<< Non c’è tempo…fidatevi di me, credete in me!>>

 

 

 

Un’aura sottile e rossissima avvolge lentamente quel ragazzo tanto impietoso quanto giovane.

 

 

 

Ma la strega rossa non riesce a concentrarsi, tutte quelle emozioni, il suo corpo grida, tutto la schiaccia come un macigno pesantissimo, grida al male:

 

<< CHI DIAVOLO SEI TU, COSA VUOI?>>

 

 

 

Il volto del guerriero nero i inclina appena, sorride maligno.

 

<< Il mio nome è Zachary, Zachary Burroughs!>>

 

 

 

Quel nome, quel nome…

 

<< WILLOW A TERRA!>>

 

 

 

Ma l’attacco è troppo veloce. L’ultimo discendente del Maestro di Salem afferra la rossa per i lunghi capelli, la trascina lontana, punta ferocemente il palmo teso della mano destra contro la strega bionda.

 

 

 

<< Prova a proteggerla ora, SCHIAVA! Quanto a lungo ho atteso il riscatto del Padre, ma assieme alla stirpe delle cacciatrici che l’ha distrutto, io mi prenderò anche la luce di Salem!>>

 

 

 

Ora Tara è terrorizzata, fissa Willow a terra, sofferente, piegata in un smorfia di dolore mentre Borroughs la tira violentemente, fissando la bionda.

 

 

 

<< Ah, che inesplicabile delizia sarà guardare la luce che abbandona i tuoi occhi, schiava, mentre la guardi morire…ancora!>>

 

 

 

Tara arretra, come se il peso delle colpe passate la schiacciasse nel presente, il terrore, quegli occhi verdi, opachi, nel fango…è come pietrificata.

 

<< Will…>>

 

 

 

Gli occhi della Willow del presente sono pieni di mille zaffiri:

 

<< SCAPPA TARA, SCAPPA!>>

 

 

 

Il discendente le sferra un improvviso calcio al volto, Will sente i capelli spezzarsi, stringe i denti.

 

 

 

<< Lasciala andare o scatenerò su di te l’ira di ogni tempo del mio cuore!>>

 

 

 

La mano della strega si illumina di una luce biancastra e dalla carne nasce un piccolissimo, sottile pugnale d’argento lucentissimo.

 

 

 

Il guerriero guarda incuriosito e strafottente, Willow ha paura, tutto si mescola nella mente e nel cuore.

 

<< Bourroghs ascolta la canzone per la Strega Rossa di Salem!>>

 

 

 

Si scopre un lembo di pelle chiarissima sul petto, porta il piccolo pugnale al cuore e con un gesto fermo si squarcia la carne liscia. Un urlo, Willow si raggomitola, preme entrambe le mani contro il petto. Borroughs si volta verso di lei, ora terrorizzato.

 

 

 

La rossa, con il volto verso la sabbia e gli occhi spalancati, continua ad urlare mentre il sangue le macchia i vestiti, Tara stende una mano verso di lei:

 

 

 

<< Ciò che la grazia mi ha concesso, fa che batta nel suo petto; ciò che vive nel mio cuore di strega, per amore puro e sincero, fa che vada a lei. Dal mio sangue, nel suo sangue; dal mio cuore nel suo cuore, per sempre, Dea, ascolta la mia voce!>>

 

 

 

Dal petto di Willow scoppia violentemente una fortissima luce chiara che acceca il discendete del male.

 

 

 

<< Ed ora, accetta il fuoco, strega rossa e ricorda la canzone del bosco!>>

 

 

 

Tara è lì, prende Willow fra le braccia la sorregge, cerca rifugio contro il prossimo attacco.

 

<< Mai più i tuoi occhi si spegneranno fra le mie braccia, mia più!>>

 

 

 

<< Cosa credi di poter fare con un po’ di luce, schiava? Non potrà mai ricordare la sua vita passata, non riacquisterà mai la conoscenza del tempo passato per la magia del fuoco vivo!>>

 

 

 

Ora il discendente è agitato, la sua tonaca corvina è sporca di polvere…all’improvviso il deserto tace.

 

 

 

Un lampo rosso misto a fuoco grida dalle mani dell’ultimo discendente del Maestro di Salem, Tara getta la sua strega a terra, la difende, mai più la vedrà morire.

 

 

 

Rintanata fra le sue braccia Willow si stringe il petto, non capisce eppure è come se sapesse…non ricorda ma è come se riconoscesse il dolore.

 

 

 

<< Tara…Chi siamo noi?>>

 

 

 

Nell’attimo di un altro, potentissimo attacco del giovane guerriero del tempo passato, La strega bionda stringe la mano di Willow:

 

<< Esistiamo solo noi, e queste mani unite!>>

 

 

 

All’improvviso una luce scoppia negli occhi della rossa, abbraccia la donna e d’un tratto, come se la perla si risvegliasse e con lei tutta la sua più antica magia una fiamma di candela sbocciò come petalo di rosa dal loro amore e le racchiuse prontamente.

 

 

 

Dalla cappa pesante del fuoco altissimo si sente otturato e flebile il grido di Zach:

 

<< MALETTE STREGHE,IL FUOCO NON È SERVITO AD ANNIENTARE IL PADRE E NON DISTRUGGERÀ IL FIGLIO!>>

 

 

 

La rossa si guarda intorno spaurita, tramante, ogni cosa è incomprensibile e straziante. Nel vagare dei suoi occhi persi incontra il sorrido dell’angelo del tempo.

 

 

 

<< Cos’è tutto questo?>>

 

 

 

Tara pare delusa, persa anch’essa nella storia delle loro vite troppo confuse. Nella febbrile speranza di capire le domande affiorano come pugnali dalla lebbra della rossa.

 

<< Ma il magnifico…e e …Leonard Gilmore…chi è Bourroughs?>>

 

 

 

Tara pare delusa, persa anch’essa nella storia delle loro vite troppo confuse

 

 

 

<< Will…sul serio non ricordi nulla? Possibile che tu non capisca? Non è mai esistito nessun Magnifico, Leonard Gilmore ha agito da padre disperato. Non ricordi? >>

 

Tara le va incontro ma Willow arretra, come se quella donna, aspettata per tanti anni, ora non fosse più come lei la ricordava.

 

 

 

<< Sono io, sono Tara, ricorda Will…ricordate mia signora, ritornate a casa col cuore, a Salem e a quella notte in cui vi ho donato metà del mio cuore.>>

 

 

 

<< Tara!>>

 

 

 

La bionda riesce a rassicurarla, la prende fra le braccia, la stringe, Willow scoppia in lacrime rifugiandosi nel calore, quel calore che tanto le è mancato.

 

<< Oh Dio Tara sei tornata da me, sei qui…Tara!>>

 

<< Ti prometto che capirai ogni cosa, te lo giuro. Ma ora devi essere forte per me. Ci è stata data un’opportunità unica per riscattare il nostro destino. Noi possiamo fermare tutto questo, proprio qui, adesso!>>

 

 

 

Gli occhi della strega rossa si aprono a nuove conoscenze.

 

<< La maledizione di cui parlava Xander…>>

 

 

 

Tara sorride, la sua mano corre alle fiamme, mentre stringe a sé l’altra metà del suo cuore. Con un gesto elegante e perfetto le fiamme si abbassano danzando dolcemente.

 

 

 

<< Ed ora che siamo insieme, Will, è per sempre!>>

 

 

 

Willow stringe forte Tara, vuole solo portarla al sicuro e guardarla fino a consumare il verde dei proprio occhi. Ma l’ultimo discendente tira le redini della corsa verso la salvezza.

 

 

 

<< PRONTE PER MORIRE ANCORA STREGHE?>>

 

 

 

Gli occhi della strega bionda riflettono coraggio e saggezza, stringe Willow a sé, proteggendone il viso sul proprio petto.

 

 

 

<< Ho nel cuore la saggezza del tempo, il fuoco col Maestro non funzionò e questo mi costò una perdita troppo grande. Non è con formule magiche ed incantesimi che possiamo batterti, ma col male stesso che ti ha generato guerriero…>>

 

 

 

Gli occhi del ragazzo sembrano ora quelli di un guerriero che ha sottovalutato il nemico, la tunica è lacera e bruciacchiata, al posto del cappuccio ora gli copre il volto il fastidio e la paura dell’ignoto.

 

 

 

<< Arrenditi ragazzo, non sei forte quanto lo è stato lui e non hai nulla da guadagnare!>>

 

 

 

<< Questo lo dici tu stupida schiava! Se io vi uccido oltre a fama e gloria otterrò il premio che è stato dato solo al Padre prima di me e sapete come farò? Con questa…>>

 

 

 

Dal suo pugno duro nasce la lama spezzata in una notte lontana. Leggermente, quasi in modo invisibile al nemico Tara arretra.

 

 

 

<< Trema, schiava!>>

 

 

 

<< Will resta vicino a me, non lasciarmi la mano per nessuna ragione al mondo, è il tempo dell…>>

 

 

 

Ma la sorte disgraziata non le dà neppure il misero tempo di finire la frase. Come un’onda potentissima la furia di un attacco si sfoga alle sue spalle e la spinge lontana, nella polvere. Willow grida disperata, il sangue di Tara macchia improvvisamente la sabbia già rossiccia.

 

 

 

La strega bionda è faccia a terra, tenta di rialzarsi, Willow le corre in contro. Ma la rossa non riesce a superare la furia del nemico. Ma un'altra figura ha appena attaccato Tara. Il discendente punta alla gola della rossa la grossa lama spezzata.

 

 

 

<< Divertente paradosso non trovate, Miss? Sarai tu a vederla morire per la seconda volta e non il contrario!>>

 

 

 

Willow si irrigidisce, guarda il suo angelo bello nella polvere. È la guerriera del male, la cacciatrice folle che ora prende la bionda per i capelli alzandole il volto con ferocia e violenza.

 

 

 

<< Voglio che i tuoi occhi mi guardino mentre ti ammazzo puttana!>>

 

 

 

<< NOOOOOOOOOOOOO!>>

 

 

 

È un attimo, un singolo istante. Tara è a terra, pronta alla morte, Kennedy dà le spalle belle al suo signore e al suo amore. Willow si getta verso la guerriera. L’ultimo discendente alza il pugnale …

 

 

 

Gli occhi di Tara gridano, nel riflesso cristallino Kennedy ne coglie il martirio. La lama di una coscienza nuova le trapassa petto e anima, si gira all’improvviso….WILLOW.

 

 

 

Senza pensare, senza sapere, senza capire, il suo corpo corre, il suo corpo non risponde, il suo corpo ama, il suo corpo soffre.

 

 

 

 

 

Tara si rialza lentamente, ha il labbro sanguinante e una grossa ferita alla testa. Willow barcolla e poi crolla sotto un peso troppo amaro. Il figlio del male arretra stupido, intimorito, contrariato, infastidito. Un tonfo più sordo del nuovo cuore nel petto del guerriero muliebre nel deserto, la strega rossa sente la sabbia negli occhi e nella bocca. Si sente schiacciare da quel corpo, ancora caldo, ancora profumato, lo stringe…

 

 

 

Delle immagini di tutta una vita, ora, di Kennedy, non resta che una smorfia oscura e terrificante e un petto troppo bello squarciato ferocemente. È a terra, Tara si getta sui due corpi, carezza Willow, estrae dalla schiena della guerriera la lama spezzata.

 

 

 

<< Willow prendi la mia mano!>>

 

 

 

Ora è solo Zach, ora darebbe qualsiasi cosa per essere solo Zach, un attimo prima del giudizio la superbia abbandona il suo sguardo. Dalle mani unite delle streghe la lama spezzata prende luce viva e come una freccia potentissima e fulminea squarcia il petto dell’ultimo discendente di colui che si era fatto chiamare “ uomo di Dio”.

 

 

 

Piccoli vermi voraci scivolano dalla lama verso le carni del ragazzo e lo divorano poco a poco, tra grida strazianti e inutili tentativi di salvarsi. Sotto occhi color dell’oceano, impietosi e impassibile, l’ultimo figlio di un male lontano, lentamente diviene carne rossa, ossa biancastre, per poi sparire nell’ultima folata di un vento caldo e calmo.

 

 

 

<<Nessuno può toccare la mai ragazza!>>

 

 

 

Ed è così che ha fine. Una maledizione durata più di tre vite viene divorata dalla furia della sabbia, in una giornata qualunque, ai confini dell’oriente, mentre il deserto tace. Senza nessuna incredibile battaglia, senza nessuna incredibile magia, se non quella della vita vera.

 

 

 

Tara si volta verso il suo amore, ora si sente davvero libera di guardarla. Tutta l’aria rossiccia del deserto sembra far tributo alla sua strega. Tara la guarda, la contempla. D’ora in avanti, qualunque possa essere, è quella l’ultima vita che le viene concessa. Nessuna maledizione ora potrebbe riportarla indietro. È tornata, è tornata ancora. Un improvvisa sensazione di infinità e felicità le scoppia nel cuore.

 

 

 

<< Siamo libere!>>

 

 

 

Ma subito la bilancia della vita riequilibra le sue braccia

 

Kennedy sputa sangue nella polvere, il petto aperto dalla lama ricopre di sangue le mani di Willow che tenta di salvarla.

 

 

 

<< TARAAAA AIUTAMI!>>

 

 

 

<< Sono qui Will!>>

 

 

 

Willow ha il volto piegato dalla disperazione, piange, piange.

 

<< Salvala ti scongiuro, ti scongiuro non farla morire!>>

 

 

 

Ma la guerriera alza gli occhi scuri verso le streghe, il suo corpo cede alla morte, il suo cuore cede all’Amore.

 

 

 

<< Non devi piangere Willow!>>

 

 

 

Ma la strega rossa non può accontentarla, la stringe, mentre Tara stringe entrambe come può. Willow cerca di liberare il viso di Kennedy dai capelli mischiati al sangue densissimo e scuro.

 

<< Perché? Perché Lo hai fatto? Perché?>>

 

 

 

Il guerriero muliebre del deserto triste la guarda quasi sorpresa, sorride nel dolore della morte troppo, troppo vicina.

 

 

 

<< Non temer più l’ardor del sole, né del furioso inverno le tempeste...Will…>> La mano sottile e tremante di Kennedy riesce a scivolare verso il viso della strega rossa, poi verso quello della sua fata, Tara la sorregge, stringendola forte

 

<< Perché l’Amore…è questo!>>

 

 

 

*****

 

 

 

È nata. Porta negli occhi e nella pelle l’ebano più dolce. La cacciatrice ribelle la guarda, improvvisamente il mondo sembra chiaro e senza inganni. “Mia figlia”. La prima cacciatrice è li vicino, fissa il cielo azzurro attraverso i vetri grandi della stanza all’ospedale. Solo un pensiero nella mente di Buffy, Willow e Tara, le sue Willow e Tara. Silenzio quasi angoscioso quando nello stesso istante per entrambe un dolore agghiacciante colpisce al cuore.

 

 

 

<< Buffy!>>

 

 

 

La bionda si gira improvvisamente verso la cacciatrice ribelle, il terrore negli occhi. Faith piange.

 

 

 

<< Kennedy è morta!>>

 

 

 

****

 

 

 

Il cadavere di Kennedy, la polvere se l’era quasi mangiato tutto. Willow non se ne era staccata, lo stringeva, lo cullava, come se potesse sentirla. Tara lì accanto sussurrava una ninna nanna dolcissima alla guerriera nella sabbia. E Le due streghe si caricarono la cacciatrice in spalle e la riportarono a casa con l’aiuto del lupo sopravvissuto al deserto meschino.

 

 

 

Morta per Amore ebbe ogni possibile onore. Faith, alla sua piccola Kennedy e alle ragazze del centro raccontò per anni quella lunghissima storia. Quella delle streghe buone di Salem, di come bene e male non hanno mai un confine perfetto…

 

Di come l’Amore può essere l’alba e il tramonto del sole

 

 

 

 

 

FINE

 

 

 

LA STORIA CHE CHIUDE ANCHE STREGHE DI SALEM È DEDICATA ALLA MIA ALBA NEL DESERTO, EVELINA,

 

A COLEI CHE COME IL SOLE HA RISCALDATO LA MIA VITA, VADA LA MIA ULTIMA MAGIA.

 

SONO PRIGIONIERA ORA E PER SEMPRE DENTRO DI TE.

 

FRANCESCA

 

 

 

..FINE..

 

 

 

 

 

<< Tara ?>>

 

 

 

<< Sì Willow?>>

 

 

 

<< Ti seguirei all’inferno e anche se dovessi esser dannata, ti salverei. Se questa è pazzia voglio essere pazza, per sempre. Ed anche se questa fosse la morte, vorrei morire! Sei il mio angelo sceso dal cielo per donarmi il sorriso ormai morto da tempo…>>