IL RITORNO DI ANGEL

Autrice: Ary

 

Disclaimer: Tutti i personaggi e i temi da cui prendo spunto sono di proprietà di Joss Whedon.

 

La notte era densa di umidità. Ormai era quasi autunno e, benché Los Angeles non fosse proprio una città invernale, quella sera una coltre di fresco vento ricopriva la strada che usciva dalla città addentrandosi nei boschi. Viaggiare con la macchina scoperta però non era un problema per il vampiro, da anni ormai non sapeva cosa voleva dire avere freddo e fame, per lui alcune sensazioni erano ormai dimenticate, in fondo erano passati 247 anni dalla sua “vita”, non c’era da stupirsi. L’aria della notte gli sferzava il visto, mentre con un inaspettato sorriso, guidava verso la sua meta. Una rosa scarlatta giaceva incartata sul sedile del passeggero e il suo sguardo ogni tanto, ricadeva sui suoi petali che avevano il colore delle sue labbra.

 

Era quasi mezzanotte quando l’auto entrò nella piccola cittadina. Poche anime in giro per le strade, ma il vampiro non si fermò. Non era interessato agli altri, aveva un unico scopo, doveva andare in unico luogo e non vedeva l’ora di arrivarci.Parcheggiata la macchina il vampiro scese, prese la rosa e lentamente iniziò ad avvicinarsi alla casa dalla parte del bosco. Non sapeva cosa avrebbe trovato, non voleva comparirle davanti di colpo, provava delle emozioni contrastanti e volte, con estrema tristezza, si chiedeva se aveva il diritto di trovarsi lì, di voler cambiare le cose, di intervenire ancora una volta nella sua vita.Mentre camminava i rami degli alberi gli sfioravano il viso e lasciavano cadere gocce di rugiada su volto. Lentamente le piante iniziarono a diradarsi e di fronte a lui comparve la sua abitazione.Ricordava ancora quando, anni prima, restava in silenzio a fissarla dalla finestra aperta. Lei non lo vedeva, ma dormiva tranquilla, con la consapevolezza che qualcuno o qualcosa, vegliava su di lei. Era struggente il desiderio che provava allora, la paura di dire troppo, il terrore di fare troppo. Ancora adesso, ripensandoci, si convinceva che stava sbagliando tutto, ma il desiderio di lei era ancora troppo radicato nel suo cuore vuoto da anni.

 

Lentamente il suo sguardo si sposta verso la porta di ingresso, dai tre vetri di forma rettangolare usciva una debole luce gialla. Il cuore del vampiro ebbe un sussulto. C’era qualcuno in casa, forse era lei, e presto, molto presto l’avrebbe riabbracciata. Il vampiro si fece coraggio, strinse il gambo della rosa fra le mani e, lentamente mise una gamba davanti all’altra fino ad arrivare davanti al portico. All’interno si udivano delle voci. Erano voci concitate, qualcuno stava discutendo. Il vampiro si avvicinò lentamente alla finestra e d’incanto lei gli apparve come una visione.Buffy era in piedi, nel salone, il suo sguardo era colmo di collera, ironia e più determinato che mai. Il vampiro ricordava quanta determinazione la ragazza metteva nelle battaglie che non voleva perdere, era uno dei suoi pregi migliori. Stava ancora ammirando l’espressione della donna che più gli era mancata negli ultimi anni quando qualcosa si mosse all’interno del salone. Una figura di spalle, era un uomo e stava partecipando alla discussione con Buffy. I due discutevano animatamente, ma nei loro gesti non c’era odio, anzi, nonostante l’atteggiamento grintoso, i loro movimenti tradivano una sorta di intesa.

 

Mentre l’uomo di spalle gridava contro Buffy, la ragazza girò di scatto la testa. Il suo sguardo vagò qualche secondo in tutte le direzioni e con una mano zittì il suo interlocutore.  Il vampiro capì che stava per accadere qualcosa, ma non era pronto per farsi vedere, così lentamente indietreggiò fino al limitare del bosco e si nascose dietro agli alberi. La porta di ingresso si aprì di colpo. Buffy era lì, impalata sulla soglia di casa e, con lo sguardo, scrutava il terreno intorno all’abitazione. Era come se la ragazza stesse cercando qualcosa, come se d’improvviso, niente avesse avuto più importanza per lei, come se qualcosa dentro di lei fosse consapevole della presenza di qualcuno fuori, come se qualcosa dentro di lei, le avesse ordinato di correre incontro al niente. Dalla sua posizione, il vampiro, poteva ammirare la donna che aveva sempre desiderato, l’unica per la quale era andato avanti in tutti quegli anni, l’unica cosa che non lo aveva mai fatto arrendere; ed ora era lì, di fronte a lui, più bella che mai.

 

Buffy uscì sul portico e scese il primo gradino, continuava a guardarsi intorno, continuava a cercare qualcosa che nemmeno lei sapeva spiegarsi cosa fosse, inconsapevolmente continuava a cercare il vampiro, pur non sapendo che lui era lì fuori per lei. Il vampiro fece un profondo respiro, era arrivato il momento, ora toccava a lui fare la sua mossa, stava per uscire allo scoperto quando qualcosa dietro la ragazza si mosse. L’uomo che prima si trovava nella casa con lei, la prese per la spalla e la fece roteare per guardarla negli occhi; poi, lentamente, le si mise di fianco, la scosse e iniziò a parlare. I suoi capelli erano di un biondo innaturale, i suoi occhi erano fissi in quelli di lei e le sue parole tradivano il desiderio. Il vampiro rimase immobile nella sua pozione. Doveva esserci una spiegazione, Spike non poteva essere in quella casa, non poteva rimanere lì, tranquillo di fronte a lei, senza sapere che presto lei sarebbe passata al contrattacco. Decise di attendere, sicuramente Buffy lo avrebbe mandato via, e solo allora lui avrebbe potuto parlarle a quattrocchi, per rivelarle quanto amore provava ancora per lei. Buffy e Spike si guardavano negli occhi, la ragazza aveva dimenticato la sensazione di poco prima, ora si dedicava completamente ad ascoltare quello che Spike aveva da dirle. Il vampiro riusciva a sentire perfettamente il loro discorso ora che si trovavano a pochi metri da lui. Una strana sensazione iniziava ad insinuarsi nelle sue viscere, la consapevolezza di non voler ascoltare, di dover a tutti i costi correre via, ancora prima che potesse succedere l’irreparabile. Ma le sue gambe non volevano muoversi e tutti i suoi sensi erano all’erta per capire che cosa i due si stessero dicendo. Spike era nervoso, diceva che non era giusto, che tutti dovevano venire a conoscenza di quanto era accaduto. Buffy rispondeva che non era pronta, che gli altri non avrebbero capito, che le avrebbero consigliato di stargli lontano perché stava sbagliando tutto, ancora una volta. Spike prese Buffy per le spalle, strinse le mani e le diede uno scossone, poi, con una voce carica d’odio, le disse che dei suoi amici non gli importava nulla, che ormai non dovevano più nascondersi, che lui ora non poteva più farle del male, era diventato umano e sarebbero rimasti insieme per sempre. Buffy e Spike si scambiarono un dolce bacio, poi lui si allontanò e lei rimase lì, a guardarlo mentre se ne andava, sussurrando che lui, il suo amore, in fondo aveva ragione. Il vampiro era come impietrito. Rimase immobile, con la rosa stretta nella mano, a guardare ed ascoltare come, il suo unico amore faceva incomprensibilmente parte della vita del suo unico nemico. Non poteva essere vero, non era giusto. Spike era umano e viveva solo per l’amore di Buffy.  Rimase immobile a guardare la ragazza rientrare in casa e chiudere la porta dietro di sé.

 

Era ormai quasi l’alba quando il vampiro riuscì a muovere i primi passi. Lentamente, con un macigno sul cuore, si avvicinò al portico e diede un ultimo saluto alla sua Buffy. Rimase un istante a guardare quei luoghi a lui familiari, voleva salutarli per l’ultima volta e tenerli per sempre nel suo cuore distrutto, poi si allontanò verso il limitare del bosco. Aveva appena superato i primi alberi quando la porta della casa venne aperta. Ancora una volta Buffy si trovava sul portico; ancora una volta i suoi sensi l’avevano avvisata, ora sapeva che cosa cercare, d’un tratto ricordava cosa quella sensazione volesse dire per lei: Angel era tornato. Buffy scese di corsa i gradini fino alla strada guardandosi intorno, mentre le sue labbra continuavano a ripetere il nome di Angel.Il vampiro la guardava, mentre lei girava lo sguardo i loro occhi si incrociarono per qualche istante, poi  quelli di lei proseguirono la loro ricerca. Angel si sentì morire di nuovo, tutto dentro di lui gli diceva di farsi vedere, di andarle incontro ma i suoi muscoli non si mossero. Ormai non gli apparteneva più, ormai il suo cuore apparteneva a qualcun altro, lui non aveva il diritto di irrompere di nuovo nella sua vita. Le diede un ultimo bacio silenzioso, si girò e si diresse verso la sua automobile, mentre lentamente una lacrima gli solcava il viso.Buffy rimase qualche minuto al freddo, a cercare il suo Angel, senza trovarlo e chiedendosi se non si fosse inventata tutto. Alla fine, convinta che il suo cuore le avesse giocato qualche scherzo, decise di rientrare in casa. Mentre saliva l’ultimo scalino si accorse di qualcosa che uscendo non aveva notato, lì sulla sdraio, di fianco alla porta, una rosa scarlatta era stata delicatamente posata. Ora Buffy sapeva, lui era stato lì, non aveva sognato, probabilmente mentre lei era impegnata con Spike, il suo angelo era arrivato e s’era andato, per non tornare mai più. Strano il destino, pensava Angel mentre guidava per tornare a Los Angeles. Ora che finalmente potevamo restare insieme, ora che finalmente la profezia si è avverata ed io sono tornato umano, ho perso l’unica cosa per la quale ho lottato e resistito in tutti questi anni.

 

L’alba era ormai arrivata. Un caldo sole si stava alzando nel cielo per riscaldare la città infreddolita dalla brezza notturna. Lentamente la vita tornava per le strade mentre un angelo solitario spariva verso l’orizzonte.