WHEREVER YOU ARE

Autrice: *TARA*

 

Ambientazione: fine sesta stagione

 

Rating: per tutti

 

Disclaimer: i personaggi utilizzati sono di proprietà di Joss Whedon, di David GreenWalt e della 20th Century Fox Television Production. Sono stati utilizzati senza il consenso degli autori, ma non a fini di lucro. Non rivendico su di loro alcun diritto per averli utilizzati.

 

Nota: there is no Tara without Willow… and no Willow without Tara!

 

Tara…

 

Mi manchi… lo so sembra assurdo iniziare così, assurdo e idiota e scontato… ma è quello che ti direi se soltanto potessi vederti ancora, anche per un momento soltanto: che mi manchi da morire… vorrei potermi perdere ancora una volta nei tuoi occhi blu, stringerti forte fra le mie braccia e sentire i tuoi capelli come seta fra le mie dita… vorrei poter sfiorare di nuovo le tue labbra, unirmi di nuovo a te in uno di quei baci che parevano contenere l’universo intero…

 

Tara ti amo. Ti amo da impazzire, anche se adesso capisco che ho sbagliato tutto. Non sono stata capace di tenerti stretta a me, sei volata via come una farfalla, spaventata da me e dalla magia che si era impossessata della mia anima. E quando finalmente sei tornata fra le mie braccia il destino ha voluto punirmi, strappandoti a me, facendo pagare i miei errori a te che eri così bella e innocente, priva di colpe.

 

Ti ho vendicata amore, il proiettile che ti ha uccisa ha attraversato anche il cuore del tuo assassino… ma non è servito a colmare lo spaventoso vuoto che ha colmato la mia mente… ho quasi ucciso i miei amici, le persone che nonostante la mia follia ancora mi amavano, per la mia bramosia di vendetta… ma niente di tutto questo ha potuto riportarti a me, né lo potrà mai. La mia vendetta è stata soltanto fine a se stessa, non ho provato nulla mentre uccidevo Warren… solo paura, paura che il vuoto mi inglobasse completamente.

 

Se soltanto avessi saputo che ci restava così poco tempo… non ti avrei permesso di andare via. Ti avrei tenuta stretta a me, avrei smesso di praticare la magia, qualunque cosa pur di non sprecare il tempo che ancora ci restava da vivere insieme. Vorrei potermi illudere che un giorno, quando sarà il mio momento e anch’io morirò, le nostre anime si uniranno di nuovo e allora niente e nessuno potrà più portarti via da me… ma non ci riesco, sarebbe troppo bello, troppo facile… e se ci credessi davvero, mi sarei già uccisa…

 

Tara ti amo… sei stata un raggio di sole nella mia vita… nessuno al mondo potrà mai farmi provare le stesse sensazioni che attraversavo il mio animo quando potevo sentirti dentro di me e percepire i nostri corpi come se fossero uno solo… nessuno potrà mai eguagliare ciò che mi donavi con ogni tuo sorriso… nessuno potrà mai ricreare la magia che ci univa… ormai tu sei parte integrante della mia vita, del mio cuore, e da lì nessuno ti strapperà mai via… né nessuno mai potrà prendere il tuo posto… ti amo, ma queste parole non bastano a quantificare tutto ciò che significhi per me…

 

Eri la mia stella. La mia luce. E adesso che non ci sei più, non ci sono più stelle nel mio cielo, solo il buio infinito di una notte senza ritorno. Se alzo gli occhi non vedo più le tue costellazioni, non c’è più l’alce che fa il bagno, né il signore che sta scomodo, né la pila di biscotti… ma soprattutto non splende più la mia splendida stella-guida: tu… non c’è più la tua splendida voce al mattino, non potrò più sussurrare «da quando si è fatto giorno?» e sentirti rispondere «da quando la luna è scesa» …Tara la mia luna ha smesso di splendere… dicevi che non mi avresti mai fatta soffrire… ma l’hai fatto, anche se non per tua volontà… hai causato il più grande dolore della mia vita…

 

Ti amo. Amore dimmi che lo sai, ti prego. Mandami un segno, qualsiasi cosa, dimmi che sai cosa provavo per te… ti ho fatto soffrire amore, con la mia stupida magia nera e tutto il resto, lo so… ma ti prego dimmi che sai cosa provavo, e ancora continuo a provare e proverò per sempre… mi manchi… mi manchi da impazzire… voglio tenere per sempre la tua immagine nel mio cuore, non dimenticare mai ogni singolo lineamento del tuo viso… Tara ti amo… ti amerò per sempre… non smetterò mai…

 

Ho avuto la mia vendetta amore… ma non mi basta… io ho bisogno di te… non dev’essere così difficile in fondo… ci sono riuscita con Buffy, e persino la piccola Dawnie ci è quasi riuscita con Joice…

 

Ormai ho preso la mia decisione, niente e nessuno al mondo potrà farmi cambiare idea. Lo so che tu non approveresti, ma ormai non fa differenza. Ho bisogno di te, come ho bisogno di cibo per nutrirmi e di ossigeno per respirare. Perciò ho deciso. Ti riporterò a me, Tara, dovessi evocare le forze più oscure, dovessi andare contro il volere degli dei, dovessi attraversare l’inferno. Ti farò tornare fra le mie braccia.

 

 

 

Willow

 

 

 

1. L’inizio

 

La luce delle candele danza sulle pareti della stanza, creando ombre fuggenti che sembrano sul punto di prendere vita. Gli occhi di Willow si riempiono di lacrime al solo ricordo di tutte le volte che ha condiviso quell’atmosfera magica con Tara… al pensiero di come quei momenti si siano lentamente trasformati nel motivo che ha indotto la sua ragazza a fuggire da lei…

 

Non ha avuto alcuna esitazione nel tracciare il pentagramma sul pavimento con i petali di rosa, scarlatti come il sangue versato. Non ha avuto esitazioni nell’entrare all’interno del simbolo, divenendo lei stessa il centro del potere. Non ha avuto esitazioni nell’accendere le cinque candele nere, una per ogni punta del pentacolo. Ma adesso che è venuto il momento di pronunciare l’incantesimo, non riesce ad andare avanti. Stringe nella mano il manico nero del pugnale sacrificale, la mente attraversata da una miriade di pensieri confusi. Scuote con forza la testa. Non può fermarsi a pensare. Non può, perché se lo facesse immaginerebbe il volto di Tara, carico di disappunto per ciò che sta per essere compiuto. Ma ormai tutto questo non ha più alcuna importanza.

 

Respira profondamente, ripetendosi di stare calma. Le servono nervi saldi per quest’incantesimo, altrimenti rischia di perdere il controllo e restare imprigionata negli inferi. Non sarà lo stesso incantesimo usato da Dawn, con il quale ridarebbe soltanto vita al corpo di Tara, rischiando così di creare una zombie con le sembianze della sua amata. Raggiungerà la sua anima, attraversando la dimensione infera, e la legherà a sé per riportarla sulla terra.

 

È pronta.

 

«Chiedo accesso al regno di Osiride,

 

dio dei morti, custode della vita.

 

Per la mia magia, per il mio potere,

 

si aprano le porte, si recidano i confini.»

 

Con la mano sinistra raccoglie il calice ancora vuoto posato davanti a lei all’interno del pentagramma, e lo solleva in segno di reverenza. Poi torna a posarlo sul pavimento.

 

«Chiedo accesso al regno di Osiride,

 

signore delle tenebre, dio degli dei.

 

Nel sangue scorre il mio potere,

 

il sangue sarà la mia chiave.»

 

La mano le trema mentre avvicina il pesante coltello sacrificale al polso sinistro. Sente il freddo della lama sulla pelle. Per un attimo ha la tentazione di mollare tutto, ma costringe se stessa ad andare avanti. Aumenta la pressione della lama fino a farla penetrare nella carne. Si morde le labbra, nel tentativo di resistere al dolore, e allontana il pugnale mentre una goccia di sangue le scorre sulla pelle.

 

Ruota il polso, facendo cadere la goccia di sangue all’interno del calice. Posa il coltello sul pavimento, e torna ad alzare il calice con reverenza, con entrambe le mani. La voce le trema mentre pronuncia le ultime parole dell’incantesimo.

 

«Chiedo accesso al regno di Osiride,

 

si aprano i cancelli.»

 

Nell’istante in cui la sua voce pronuncia l’ultima parola della formula, la mente di Willow viene avvolta dal buio, e il suo corpo ricade all’indietro sul pavimento, come privo di vita. Il calice scivola via dalla sua mano, frantumandosi in mille pezzi.

 

Silenzio.

 

 

 

2. La dimensione infera

 

Buio. Sta camminando nel nulla assoluto, una distesa del nero più totale. Non c’è niente sotto ai suoi piedi, eppure non sta galleggiando. Riesce a distinguere chiaramente i contorni del proprio corpo, ma tutto il resto è avvolto nelle tenebre.

 

Un tuono esplode da qualche parte, benché non abbia visto alcun fulmine. Non riesce nemmeno a stabilire da dove sia provenuto il boato, neppure se sia stato in un punto a lei vicino o lontano. È stato come se provenisse contemporaneamente da ogni luogo e da nessun luogo. E un attimo dopo cala di nuovo il silenzio.

 

Continua ad avanzare. Sa che deve farlo, anche se la tentazione sarebbe di fermarsi e nascondere il volto fra le mani, per sottrarsi a tutta quella oscurità opprimente che sembra volerla inghiottire da un momento all’altro.

 

«Cosa guida qui i tuoi passi, strega?»

 

Il silenzio viene improvvisamente squarciato da una voce chiaramente non umana, che sembra provenire da ogni luogo attorno a lei, ma al tempo stesso sembra parlare nella sua mente.

 

«Non chiamarmi strega.»

 

«Rinneghi la tua natura?»

 

«Non rinnego la mia natura. Ho un nome. Sono Willow Rosemberg.»

 

L’aria viene attraversata da un suono cavernoso che riporta alla mente il frantumarsi di una roccia, il crollo di una cavità sotterranea. Potrebbe essere una risata? La voce sta forse ridendo di lei?

 

«Bene, Willow Rosemberg…» la voce pronuncia il suo nome con un’enfasi particolare, in tono di scherno «…cosa ti ha indotta a compiere il rito di sangue per mezzo del quale hai potuto avere accesso al mio regno?»

 

«Voglio…» solo per un attimo, la sicurezza della ragazza vacilla «…voglio indietro un’anima. L’anima di Tara McLay.»

 

«Tara McLay… la giovane strega bionda… naturalmente tu sai che questo avrà un prezzo, vero? Ogni cosa ha un prezzo…»

 

«Lo so. Vuoi… la mia anima…?»

 

Il suono cavernoso si ripete. «La tua anima…?! Cosa vuoi che ne faccia? Tu non sei pura, questo lo vedo bene. La tua magia nera, la stessa che hai usato per giungere a me, ti ha contaminata… non c’è nulla di puro in te. No… ciò che io voglio ha molto più valore di una semplice anima, strega…»

 

«Ti ho detto di non chiamarmi strega. Cosa vuoi allora?»

 

«Strega…» qualche attimo di silenzio, durante il quale Willow ha l’impressione di percepire un sorriso beffardo «…voglio i tuoi poteri.»

 

Willow deglutisce. Cosa…? I suoi poteri…? Non può cedere i suoi poteri. Sono parte integrante del suo essere. Senza i suoi poteri non sarebbe nulla… ma il pensiero che la ricompensa per il suo sacrificio sarà Tara la riporta con i piedi per terra.

 

«Li avrai.»

 

«Sicura di ciò che fai, strega…? Stai interferendo con il destino. Hai avuto la tua vendetta. Hai ucciso. Non ti è bastato. Hai ferito chi ti amava. E adesso vuoi indietro un’anima. Le fiamme dell’inferno attenderanno la tua morte. Brucerai, strega.»

 

«Sono sicura.»

 

«Bene… porgimi la mano.»

 

Willow tende la mano sinistra, e un attimo dopo ha l’impressione che una mano gelida si posi sulla sua. E intuisce che quella mano le sta togliendo i poteri, che li strappa a lei come un inarrestabile vortice. E man mano che quella forza incontrastabile assorbe la sua magia, la ragazza si sente sempre più debole, come se una parte di lei (…quella forte e decisa, che l’ha resa quella che è, che le ha dato la sua vendetta e adesso sta per restituirle Tara…) stesse svanendo nel nulla.

 

La mano posata sulla sua si ritira. Le tenebre iniziano a vorticarle attorno. Le sue ginocchia si piegano, incapaci di sostenere ancora il peso del corpo, e un attimo dopo la ragazza si ritrova riversa a terra.

 

Cerca inutilmente di riprendere fiato. A fatica riesce a sollevarsi in ginocchio e ad alzare lo sguardo, mentre i capelli le ricadono scomposti sul viso.

 

«Hai… hai avuto ciò che volevi… adesso… restituiscimi Tara…»

 

«Il sacrificio è compiuto, strega… ex-strega… l’anima di Tara McLay adesso è tua…»

 

Una sottile colonna di luce scende davanti a Willow, illuminando un volto, capelli biondi e lunghi, dolcissimi occhi blu…

 

«T… Tara…»

 

L’ex-strega circonda la bionda in un abbraccio.

 

«Vieni via con me.»

 

 

 

3. Wherever you are

 

Tara si guarda le mani, gli occhi ancora spalancati per lo stupore.

 

«Io sono… viva…?» alza lentamente lo sguardo verso Willow «Will… che cosa… che cosa hai fatto… tu hai…?»

 

Willow sorride, nonostante sul suo volto appaiano ancora chiaramente i segni del sacrificio che ha compiuto per riportare la sua ragazza sulla terra. «Ti ho riportata in vita.»

 

«Will… m… ma tu… voglio dire… la magia nera… non dovevi più…»

 

«Non farò più niente. Non ho più i miei poteri. Li ho ceduti in cambio della tua anima, quindi non devi più preoccuparti.»

 

«Hai ceduto i tuoi poteri… per me?»

 

«Ti amo Tara,» sussurra Willow, e come per dimostrare l’autenticità di quello che ha appena detto le prende dolcemente il volto fra le mani. Tara chiude gli occhi, e un istante dopo Willow la imita. Le loro labbra si incontrano in un dolcissimo bacio.

 

L’ex-strega assapora ogni singolo istante, respirando l’odore di Tara.

 

«Will…» sussurra la bionda, ancora con le labbra che sfiorano quelle di Willow «ma come… voglio dire… come hai fatto…?»

 

Willow sorride dolcemente.

 

«Non l’hai ancora capito? Io ti trovo sempre. Dovunque tu sia.»

 

FINE