ORA E PER SEMPRE

Autrice: Valeria

 

Riassunto: E' ambientata nel XVI secolo (o giù di lì) e l'ho scritta per provare che il vero amore è immutato in tutte le vite.

 

Disclaimer: Tutti i personaggi appartengono a Joss Whedon.

 

Era una fredda mattina di novembre. Un piccolo gruppo di persone cammina per una strada sconnessa in aperta campagna. Ognuno tiene in mano una fiaccola per rischiarare il cammino. Il piccolo corteo cammina da molto tempo, prima che la luna calasse e il sole sorgesse all’orizzonte. Si dirigono verso una radura all’interno di un piccolo raggruppamento di alberi sulla riva di un fiume. Quando arrivano il sole è ormai completamente sorto e permette alla gente di vedere alcune figure che si muovono, nascoste all’ombra degli alberi. Un uomo alza una mano e la processione si arresta all’istante. Questi continua ad avanzare fino al margine degli alberi. Da lì può vedere meglio le persone e cosa stanno facendo. Sono principalmente donne e danzano intorno ad un fuoco che ormai si sta estinguendo. Streghe, pensa l’uomo mentre, senza farsi sentire, ritorna dalla gente che lo attende impaziente. Annuendo semplicemente avverte tutti che lì troveranno ciò che cercano: i colpevoli di tutti i disastri successi nel paese e nelle campagne circostanti negli ultimi mesi, le adoratrici di satana, degli assassini…ma non sanno che loro diventeranno presto dei killer uccidendo persone che credono nella natura e in tutte le forme di vita. Un gruppo di uomini si stacca dal resto e segue il capo. Si avvicinano di nuovo fortuitamente al luogo della riunione e attaccano di sorpresa i partecipanti.

 

Quella sera per Tara era il momento più importante ed emozionante di tutta la vita, anche se non immaginava che sarebbe diventato l’inizio di un inferno. Erano circa le 11 quando, lei e sua madre, erano uscite per raggiungere le due sorelle maggiori e altre persone ad un raduno di streghe. Era il suo primo raduno ed era molto emozionata. Aveva studiato per mesi, fino ad imparare l’intero rito a memoria. Era un momento di passaggio per lei, ed insieme ad un’altra ragazza come lei, avrebbero dovuto condurre il rito principale. Non conosceva la ragazza con cui avrebbe condiviso quel momento magico, come da tradizione, ma sapeva che da quel momento in poi sarebbero state legate da un vincolo e da un legame più forte di quello di sangue. Mentre s’immaginava la serata, erano arrivate al luogo del raduno. Lì, ad attenderla, c’erano le sue sorelle che la presero e portarono in un luogo appartato. La lavarono con acqua profumata e la vestirono con un lungo vestito bianco, più stretto in vita e che poi scendeva liscio, fino circa alle caviglie. La pettinarono con una acconciatura elaborata, ma qualche ciuffo ribelle non riuscì ad essere domato, quindi venne lasciato ricadere ad incorniciare il viso della ragazza.

 

Dopo essere stata lavata, vestita e pettinata, Willow fu portata in una radura in mezzo ad un piccolo raggruppamento di alberi. Lì, dopo pochi minuti che aspettava, cominciarono a radunarsi molte persone, per la maggior parte donne. Verso mezzanotte si aprì un varco e si avvicinò a Willow una ragazza. Suppose che fosse la persona con cui avrebbe diviso il rito di iniziazione visto che era identica a lei, se non che era poco più alta e soprattutto bionda. Willow rimase per un po’ a fissarla, come estasiata da quella bellezza che credeva divina. Si riscosse dai suoi pensieri quando sentì i primi accordi di una musica primordiale che segnavano l’inizio del rito. Come prestabilito, si avvicinò alla ragazza bionda la prese per mano e insieme si diressero davanti all’altare.

 

Tara era rimasta attonita nel vedere quella ragazza. I capelli rosso acceso erano raccolti in una pettinatura molto simile alla sua. Il lungo vestito bianco accentuava al suo corpo perfetto. Sarebbe rimasta ore, ferma, solo a contemplarla, ma il rito era ormai iniziato. La giovane le prese la mano ed insieme si diressero all’altare. La stretta, notò Tara, era decisa ma nel contempo delicata; ricordando i suoi freschi studi sulla personalità capì che era una ragazza molto fragile all’apparenza, ma che sapeva reagire nei momenti di bisogno. Tara non immaginava che poco dopo, queste qualità le avrebbero salvato la vita. Il rito si svolse nel migliore dei modi. Al termine tutti i partecipanti ballarono fino all’alba. Le due novizie, invece, si appartarono per conoscersi meglio, come era ormai consuetudine da secoli.

 

Willow camminava poco davanti alla ragazza bionda, appena conosciuta. Camminarono per un po’, fino a quando non raggiunsero un posto abbastanza lontano da evitare che il frastuono della musica le disturbasse. Si sedettero su alcune pietre piatte e per un tempo che parve lunghissimo rimasero in silenzio, scrutandosi a vicenda. Poi, Tara ruppe il silenzio << come ti chiami? >> l’altra ragazza rispose prontamente << in molti modi e tu? >> Tara capì che probabilmente quello era un tasto dolente e non volle insistere, sorrise, un sorriso che Willow rimase incantata ad osservare << Tara >> ancora sovrapensiero Willow disse << bellissima… >> Tara, non capendo cosa avesse detto le chiese << cosa??? >> ma Willow si riprese velocemente << bellissimo nome >>.

Parlarono per molte ore; parlarono della loro infanzia e della famiglia, dei giochi e dei primi amori. Di questi ultimi molto poco perché nessuna della due aveva mai avuto giochi o amiche e nessuna aveva ancora sperimentato l’amore; alla fine si conoscevano come se fossero state amiche da sempre, Tara sapeva che la misteriosa ragazza senza nome aveva perso i genitori da molto tempo, prima ancora che potesse ricordarseli e che aveva vissuto con una anziana signora che le aveva insegnato tutto ciò che sapeva sulla magia; Willow scoprì che Tara viveva con la madre in un paesino lì vicino e che non conosceva il padre e che aveva due sorelle maggiori, le quali si erano già sposate e avevano messo su famiglia. Parlarono fino quasi all’alba. A quel punto si addormentarono una con la testa sulla spalla dell’altra. Vennero svegliate da urla e spari. Istintivamente si nascosero. Quando tutti i rumori si furono placati, raggiunsero il luogo dove era avvenuto il raduno. Lì tra sangue e distruzione, Tara vide il corpo della madre. Le si avvicinò e notò che era ancora viva, per poco. Le si inginocchiò accanto e le prese una mano tra le sue mentre cominciava a piangere ininterrottamente. Dopo molto che era ferma a piangere, Tara si accorse che la madre aveva gli occhi aperti. Le si avvicinò ancora di più perché le stava dicendo qualcosa << conforto e salvezza tra le braccia del salice >> detto questo chiuse gli occhi, questa volta per sempre. Tara pianse ancora e ancora fino a quando, sfinita, si alzò e raggiunse Willow che fino a quel momento era rimasta in disparte, appoggiata ad un albero. Si abbandonò tra le braccia della nuova amica, ma non pianse perché non aveva più lacrime da versare. Rimasero così, ferme per molto tempo, fino a quando non sentirono dei passi provenire da dietro do loro. Non fecero in tempo a girarsi che delle possenti mani le avevano imprigionate. Willow scalciando e mordendo riuscì a liberarsi dalla persona che la teneva ferma. Stava per liberare Tara quando la voce della ragazza le riecchegiò nella testa << vattene, io ce la farò >>

 

Tara era tenuta ferma da forti mani, che non le lasciavano alcuna via di fuga. Vide Willow che riusciva a liberarsi. Percepì che stava correndo in suo aiuto. Doveva fermarla, ma era impossibile parlare a causa della mano che aveva sulla bocca. Si concentrò e cercò di parlare telepaticamente con la ragazza. Evidentemente il messaggio arrivò a destinazione perché Willow a malincuore si girò e fuggì verso i campi, ma prima rispose al messaggio telepatico, con lo stesso mezzo, dicendo << ti ritroverò >>

 

Dalla cattura nel bosco erano passati circa tre anni, durante i quali la vita di Tara era molto cambiata. Dopo il rapimento nel bosco era stata condotta in un piccolo castello, poco distante. Lì aveva avuto la sfortuna di incontrare il re che era rimasto abbagliato dalla sua bellezza. In seguito, senza neanche chiederle alcunché, si erano sposati. Ora viveva a corte, tra servitori e un marito perennemente violento e/o ubriaco. Aveva per lungo tempo cercato di mettersi in contatto con Willow, ma ogni suo tentativo era stato vano. Inoltre a corte non le era permesso utilizzare la magia. Una volta aveva cercato di attuare un incantesimo, ma il re l’aveva scoperta; da quel momento girava sempre scortata da una dama di corte e non poteva rimanere sola mai, se non con il marito. Quella vita Tara proprio non la sopportava. L’unica cosa che ancora le permetteva di andare avanti erano le parole di Willow << ti ritroverò >>. In tutto quel tempo, durante il quale erano state separate, Tara non aveva mai smesso di sognare quella ragazza. Non sapeva esattamente perché ma non riusciva a liberarsi dalla sensazione che fosse l’unica persona con cui voleva stare e che…amava. Si ripeteva spesso che non poteva pensare di amare una persona vista un’unica volta. Ma forse erano destinate a stare insieme. Il suo amore verso Willow le permetteva di non farsi spezzare dalla vita che ogni giorno la costringeva a nuovi supplizi e dolori.

Un giorno, mentre passeggiava per il giardino, finalmente libera dalla dama che la pedinava giorno e notte, Tara vide una ragazza che le veniva incontro. Sulle prime non la riconobbe, fino a quando la giovane non si tolse il cappuccio che le copriva il capo, rivelando i lunghi capelli color rosso accesso. Appena la riconobbe Tara le corse incontro, saltandole al collo e abbracciandola. Willow ricambiò il suo abbraccio e insieme si incamminarono verso un luogo appartato in cui parlare.

 

Erano passati circa tre anni dal rito di iniziazione. Willow girava di villaggio in villaggio offrendo i più svariati servizi: da incantesimi d’amore a servigi da guaritrice o levatrice. Ma per questo si era fatta una cattiva fama; non poteva rimanere in uno stesso luogo per più di una luna, altrimenti cominciavano ad arrivare uomini che l’accusavano di stregoneria e allora lei poteva solo raccogliere quelle poche cose che aveva e riprendere il cammino verso un nuovo villeggio. Non lo faceva per soldi. Di solito era pagata con viveri o alloggio, inoltre girando di città in città sperava di riuscire a ritrovare Tara. Le aveva promesso, quella tremenda giornata, che l’avrebbe ritrovata ed era ben decisa a mantenere la promessa fatta. Inizialmente aveva cercato di contattarla telepaticamente e in seguito con ogni mezzo magico che conosceva o che apprendeva, ma tutto era stato inutile. Allora aveva cominciato a domandare in giro e dopo molto tempo e molti chilometri aveva trovato ciò cercava. Aveva saputo da un’anziana signora, a cui aveva curato i reumatismi, che il re di un piccolo regno lì vicino aveva sposato una giovane ragazza. La fanciulla aveva appena 15 anni e nessuno sapeva da dove venisse o chi fossero i suoi genitori o famigliari. Di lei si sapeva solo che era perennemente rinchiusa tra le mura del castello e che si dilettava con la magia, fino a quando il marito non glielo aveva proibito. A sentire quelle parole il cuore di Willow si era riempito di una felicità immensa. Finalmente dopo anni di ricerche l’aveva ritrovata. Dopo il loro primo e unico, fino a quel momento, incontro non aveva fatto altro che pensarla. Qualcosa di quella ragazza l’aveva colpita; non era semplicemente il rito di iniziazione che avevano condiviso, in quell’unica notte si era formato tra le due un rapporto fantastico. Qualcosa che andava ben oltre l’amicizia…forse amore, anche se Willow non conosceva l’esatto significato di quella parola non avendolo mai provato.

Dopo alcuni giorni di cammino era arrivata al luogo in cui le avevano detto che era tenuta rinchiusa Tara. Non sapeva ancora come avrebbe fatto a chiedere di vederla e di parlarle che cosa poteva dirle. Sapeva che anche lei aveva cercato di rintracciarla, quindi ancora si ricordava di lei; ma come? Tutti i dubbi che aveva si dissolsero quando vide il cancello dei giardini del castello aperto e Tara che camminava in essi. Le si avvicinò, mantenendo il cappuccio che le copriva il viso in modo che nessuno la potesse vedere. Solo quando fu sicura che solo Tara la vedeva, se lo tolse. Vide la ragazza, che ormai era molto cresciuta non solo per gli anni passati ma anche per quello che aveva dovuto sopportare, ma che non aveva perso tutta la sua bellezza. Tara le corse in contro e l’abbracciò di slancio, Willow non fece altro che abbracciarla anche lei e stringerla perché non voleva mai più perderla. Insieme si diressero verso un luogo appartato in cui parlare.

 

Si sedettero in un gazebo coperto da alti alberi. Su di essi la primavera aveva già cominciato a rinascere con fiori che profumavano l’aria circostante. Cominciarono inizialmente a parlare del più del meno; della loro vita in quegli ultimi tre anni e di come entrambe avevano cercato di contattare l’altra. Poi finirono su un argomento rischioso. Era stata Willow la prima a parlarne. << e come va la vita…em, matrimoniale? >> Tara abbassò per un attimo gli occhi, poi prendendo coraggio le rispose << diciamo che ci sopportiamo a vicenda, più io in effetti; e tu? >> Willow senza neanche pensarci le disse << fino ad oggi il mio cuore è stato di una sola persona >> l’aveva detto senza riflettere, Willow aveva imparato che il destino poteva giocare strani tiri e che la occasioni vanno prese al volo. Contagiata dal coraggio della ragazza, Tara rispose << anche il mio >> anche Tara aveva imparato la stessa lezione; non le interessava che fossero perseguitate o altro, voleva solo vivere il suo amore. Si presero per mano e, proprio mentre si stavano avvicinando una all’altra, il destino decise che non era ancora stufo di prendersi gioco di loro. Il re si affacciò dal portone principale e chiamò la moglie, risvegliando le due da quel torpore. Tara si alzò di scatto e lì per lì rimase un attimo a pensare. Non sapeva come presentare Willow al suo consorte. Decise che la storia della vecchia amica non era abbastanza convincente, quindi optò per un’altra soluzione. Andò in contro al suo consorte e gli presentò la ragazza << caro, ti vorrei presentare mia sorella >> Willow la guardò smarrita, ma poi capendo, si girò verso il re sorridendo << rimarrà qui con noi per un po’, se non ti dispiace… >> il re guardò dall’alto in basso la giovane, non notando alcuna somiglianza, ma vedendo che la moglie era felice come non mai acconsentì << ma certo. Potrà rimanere finché vorrà >> Tara lo ringraziò e poi entrarono nel castello, con la scusa che Willow era stanca per il lungo viaggio. Tara la accompagnò in una camera adiacente alla sua e comunicante (per fortuna che non dormiamo insieme io e il re).

La sera fecero una cena veloce e, con la scusa che non si vedevano da molto tempo, si congedarono presto. Entrarono nella camera di Tara e si sedettero davanti al camino. Si guardarono per un bel po’, prima che Tara prendesse la decisione che avrebbe per sempre cambiato la loro vita. Si avvicinò a Willow e la baciò lievemente sulle labbra. La rossa non se lo fece di certo ripetere ricambiò, approfondendolo solo un poco, ma senza esagerare perché per entrambe era un terreno nuovo, da sondare e scoprire insieme. Quello fu il momento in cui il destino prese la sua ultima e più nefasta rivincita. Proprio in quel momento entrò il re, che, scioccato dalla situazione che aveva davanti agli occhi, per poco non cadde. Si appoggio allo stipite della porta rumorosamente, rendendo nota la sua presenza a sua moglie e a quella che credeva la sorella. Le due accorgendosi di quello che il re aveva visto, si scambiarono uno sguardo terrorizzato.

 

La prima mossa l’aveva fatta lei. Credeva che sarebbe rimasto solo un momento fugace, di certo Tara non pensava che quel semplice bacio a fior di pelle sarebbe diventato più coinvolgente; non che le dispiacesse. Si stava perdendo e forse avrebbero fatto qualcosa di avventato, se suo marito non le avesse interrotte. Si erano spinte troppo in là, ed inoltre erano state scoperte. Mentre pensava ancora alle possibili conseguenze, che finivano sempre con la loro morte, vide il re accasciarsi a terra.

 

Willow si riprese alla svelta, capendo che ogni momento perso era una possibilità in più che il re spifferasse qualcosa. A quell’epoca il loro gesto era condannato con la morte, e lei non aveva intenzione di morire ora che aveva ritrovato il suo amore. Cercò nella sua memoria un incantesimo che potesse servire in quella situazione e l’unico che le venne in mente fu quello per il sonno: era una situazione temporanea, ma intanto potevano pensare ad un altro piano. Dopo che ebbe finito di pronunciare la formula, il re si accasciò a terra. Con l’aiuto di Tara lo trascinò dentro e chiusero la porta, a chiave questa volta. Willow vide subito che Tara era terrorizzata, quindi cercò di tranquillizzarla << non è morto, sta solo dormendo. Noi dobbiamo trovare un incantesimo per cancellare la memoria e presto >> notando che Tara era ancora scossa, l’abbracciò cullandola fino a quando si tranquillizzò.

 

Tara si lasciò cullare per molto, fino a quando non sentì che il ritmo del suo cuore si regolarizzava. Guardò Willow, che le sorrideva per calmarla. Pensò a dove potevano trovare degli incantesimi, poi si ricordò del libro che aveva trovato nella biblioteca del castello e che aveva nascosto dal suo consorte. Si sciolse a malincuore dalla stretta della ragazza e si avvicinò al suo letto. Sotto al materasso era nascosto il libro. Cercarono a lungo l’incantesimo, ma non lo trovarono. Mentre erano ancora sedute a cercarlo il re si svegliò e prese Willow alle spalle.

 

Presa alla sprovvista non poté fare altro che stare a guardare. Suo marito aveva preso Willow e ora la trascinava fiori dalla porta. Tara li seguì, dove non lo sapeva, ma era ben decisa a non lasciare che la persona che amava se ne andasse un’altra volta. Percorsero lunghi corridoi che Tara non sapeva neanche esistere. Alla fine si fermarono davanti ad una stanza buia e umida. Il re vi spinse dentro Willow e Tara la seguì. I due coniugi si squadrarono a lungo. Tara era immobile e vedendo che non aveva intenzione di andarsene il re l’afferrò per un braccio, trascinandola fuori. Tara non poté opporre alcuna resistenza perché lui era il suo triplo. Si girò un’ultima volta verso Willow e concentrandosi al massimo, riuscì a mandarle un messaggio telepatico << tornerò, aspettami >>

 

Quella notte Willow non chiuse occhi. Tara era stata abbastanza vaga quando aveva affermato che sarebbe tornata, ma lei era quasi certa che sarebbe stato molto presto. Verso le tre qualcuno si affacciò alla porta della stanza in cui era tenuta prigioniera: Tara. Willow era già pronta a dirle qualcosa, ma la ragazza le fece cenno di non dire niente e nel frattempo indicò l’energumeno che dormiva su una sedia davanti alla porta. Willow annuì e attese altre istruzioni. Finalmente Tara ritorno e aprì la porta, permettendo così a lei di uscire finalmente da quella prigione. Si guardarono per un bel po’. Qualcosa in Tara sembrava cambiato, notò Willow. Qualcosa che non era visibile in modo chiaro, era più una sensazione. Le prese una mano e uscirono nei giardini. Lì, al chiaro di luna, ma ben nascoste, Willow girò il polso di Tara. Su di esso si vedevano dei profondi segni rossi. Le appoggiò una mano sul volto e delicatamente lo fece ruotare e vide che aveva graffi e segni dappertutto. Tolse la mano e Tara abbassò gli occhi a terra. Willow la costrinse gentilmente a guardarla << da quanto va avanti >> Tara scosse semplicemente le spalle.

 

Era immobile. Fissava negli occhi la ragazza davanti a sé. La aveva appena chiesto da quanto tempo suo marito la picchiava e, forse questo l’altra non lo sapeva, la violentava. Tara scosse le spalle. Come faceva a dirle che succedeva da sempre, ma che l’ultima volta era stata la più devastante e crudele? L’avrebbe fatta sentire in colpa e lei non lo voleva. Guardò di nuovo la ragazza che ora aveva assunto uno sguardo deciso e risoluto << ora io e te ce ne andiamo >> stava dicendo. Proprio allora Tara no riuscì più a trattenere le lacrime. << non possiamo. Non posso >> continuava a ripeterlo all’infinito e nel frattempo si accasciava a terra, distrutta.

 

Non sapeva esattamente cosa fare. Tara si stava accasciando a terra e lei era lì immobile. Finalmente Willow ritrovò la forza che le serviva, si sedette accanto a Tara che nel frattempo continuava a ripetere che non poteva andarsene e a piangere. Attese che si sfogasse. Poi le depose un lieve bacio sulla fronte e le parlò come normalmente si converserebbe con un bambino << perché? Noi potremmo sottrarci a tutto questo, ricominciare insieme in un altro regno >> ma Tara continuava a scuotere la testa e nel frattempo a tenersi il ventre. Solo allora Willow capì cosa tratteneva Tara dall’andarsene immediatamente da lì. << dov’è? >> le chiese con il tono di voce più autoritario, ma insieme gentile che riuscì a trovare. Tara aveva smesso di muoversi e la guardava smarrita. << se ne è andato…via…è stato lui…io l’ho ucciso…lui mi ha picchiata…sono stata io a…se ne è andato >> solo allora Willow capì che cosa era successo. La prese tra le braccia e cominciò a piangere anche lei.

 

Tara era riversa a terra e Willow la teneva stretta a sé. La aveva appena confessato una cosa che non voleva ammettere neppure a se stessa. Si sentiva solo svuotata; oltre al ricordo e alla promessa di quella strana ragazza, ciò che aveva spinto Tara ad andare avanti era stato lui. Negli ultimi cinque mesi aveva quasi perso ogni speranza, ma poi aveva sentito qualcosa dentro di lei, che cresceva, che era dipendente da lei. L’aveva cullato e il sentirlo parte di lei, le aveva dato la forza di vivere. Ma ora non c’era più. Le risuonavano ancora le parole di suo marito nel momento esatto in cui, per lei, era diventato un assassino << non provare a scappare. Quello che hai fatto è terribile. Lui ti perseguiterà per sempre, l’hai ucciso. >> e lei ci credeva. Tara era convinta di essere stata lei la causa, di non essere stata in grado di proteggerlo.

 

Willow cercò per parecchio qualcosa da dire << non sei stata tu…è stato lui…tu non potevi far altro…io ti aiuterò…insieme supereremo anche questa…ascoltami…io ci sono >> mentre diceva questo la prese per mano e l’aiutò ad alzarsi. La trascinò gentilmente fini fuori dalle mura di quel dannato castello, lontano dal suo malefico re. Percorsero una stretta via di campagna, fino ad arrivare ad una casetta immersa nei campi. Lì, poco tempo prima, Willow aveva salvato i figli di un contadino dalla febbre. Sperava che le avrebbero dato ospitalità e così, per fortuna, fu. Si sistemarono lì per alcuni giorni, mentre Tara si riprendeva dallo shock. Willow la curò con erbe e soprattutto amore, fino a quando Tara non si riprese completamente.

 

Non credeva che si sarebbe mai ripresa dal momento di pazzia in cui era cadute. Ma con l’aiuto di Willow, Tara era uscita dal baratro in cui era finita. Appena arrivate in una casetta in mezzo alla campagna, era stata deposta in un letto e Willow l’aveva vegliata per tutta la notte. La mattina dopo, Tara non riusciva neppure ad alzarsi per il dolore fisico ma soprattutto mentale. Così aveva fatto per tre giorni. Alla fine spronata da Willow si era alzata e piano piano aveva ricominciato a vivere. Una sera, dopo che si era ripresa, si sedettero davanti alla casa in cui avevano soggiornato dalla fuga. Guardavano le stelle in silenzio. Cercavano tutte le stelle che formavano strane forme, chiamandole con nomi del tutto inventati. In un momento in cui rimasero in silenzio Tara chiese << sai, non so neppure il tuo nome >> le sembrava una cosa molto sciocca, dopo tutto quello che avevano affrontato insieme sarebbe stata una cosa superflua. Eppure Tara era fermamente convinta che se si dava un nome ad una cosa o ad una persona, essa acquisiva importanza, in negativo ma anche in positivo. Come a leggerle nel pensiero Willow le chiese << per te è importante >> Tara le sorrise << dopo tutto quello che è successo, anche le piccole cose per me sono importanti. Tu sei una parte importantissima della mia vita e vorrei conoscerti completamente >> la Rossa comprese che per Tara era importante e le rispose << Willow >> solo allora a Tara tornò in mente quello che le aveva detto sua madre prima di morire << conforto e salvezza tra le braccia del salice >> Tara sorrise e si strinse ancora di più a Willow. Quello era solo l’inizio, ma d’ora in avanti sarebbero rimaste insieme…ora e in tutte le vite future.

 

FINE