UNA MAGIA PER NATALE



La fan fiction parte dalla fine della seconda stagione di BtVS, ma l'autore accenna anche ad alcuni avvenimenti che sono effettivamente occorsi nella terza di BtVS e nella prima di Ats.




Capitolo 1


- 1 Dicembre 2005 -


"C'era una volta..tanto tempo fa.."

Cominciavano sempre così, ogni sera, le fiabe che tanto amava il piccolo Rupert. Il suo nome la faceva sempre sorridere, Rupert, come l'uomo che tanti anni prima l'aveva sostenuta e spronata nelle sue lotte, che l'aveva protetta proprio come se fosse stata davvero figlia sua..lei che un padre forse nemmeno lo voleva più dopo che quello vero aveva abbandonato sia lei che sua madre.

Il signor Giles, non si era mai permessa di chiamarlo papà anche se in cuor suo lo sentiva come tale, passava a trovarli ogni giorno si assicurava che stessero bene, coccolava un pochino il bambino e poi con la riservatezza tipicamente inglese non faceva domande, si sedeva solamente accanto alla sua piccola Buffy e la guardava crescere in silenzio. Non era più tempo ora di consigliarla, il suo ruolo di osservatore era terminato ma lui non aveva più avuto il coraggio di abbandonarla, di tornare nella sua amata Inghilterra, il suo posto ormai era lì con lei e il piccolo Rupert.

Buffy era ancora così giovane, ma la vita avava già preteso così tanto da lei, le aveva già rubato tanto e lui non avrebbe permesso succedesse ancora.


La doccia era pronta e Buffy sfilandosi frettolosamente i vestiti ci si infilò lasciandosi accarezzare dolcemente dall'acqua. Finalmente il bambino si era addormentato e lei si poteva concedere qualche momento di relax. Ripensava spesso alle fiabe che gli raccontava..forse mostri e vampiri non erano soggetti come dire "convenzionali", ma lui sembrava apprezzare comunque e poi, chi se le ricordava più le fiabe vere, quelle con le principesse e il "vissero tutti felici e contenti"?

Aveva solo diciassette anni, ma la felicità era già così lontana..

Spense l'acqua e i pensieri contemporaneamente e uscì dalla doccia. Guardandosi allo specchio a volte le capitava di non riconoscersi, i suoi capelli ormai erano molto corti e scuri e sul corpo si intravedeva ancora qualche cicatrice..erano solo segni quelli sulla pelle, non ci aveva mai dato tanto peso..ma se guardava meglio ce n'era uno che la faceva soffrire. Lo portava sul braccio proprio sotto la linea della manica della t-shirt che si era appena infilata.

Lo guardava sempre come se fosse estraneo al suo corpo, come a convincersi che non le appartenesse, perchè era troppo dolorosa la verità , troppo doloroso pensare che pochi attimi dopo la sua vita sarebbe diventata più cupa dell'inferno..e che, scherzo del destino, tutto ciò era accaduto per salvare il mondo dall'inferno..

Suonò il telefono e il suo primo pensiero fu al piccolo Rupert, sperava non si fosse svegliato.

Erano già passate le 10 di sera e non capitava spesso che il telefono suonasse a quell'ora, perciò si precipitò a rispondere lanciando un rapido sguardo a suo figlio che riposava beatamente nel lettone.

Dall'altro capo del telefono una frizzantissima Willow l'aveva investita di parole..a tratti incomprensibili..aveva però capito che sarebbe venuta a trovarli per Natale e la notizia l'aveva riempita di felicità ..

Vecchia cara Will, nonostante i chilometri che ormai le separavano non le aveva mai contestato la scelta di aver abbandonato Sunnydale e le era sempre rimasta accanto soprattutto alla nascita del bambino. In fondo Buffy era solo una ragazzina che si ritrovava a dover fare la madre.

Già la madre..che parola grossa per una diciassettenne! pensò.

Allora le tornò in mente sua madre Joyce che non aveva capito, che non aveva accettato, che come suo padre anni prima l'aveva lasciata sola. Sola perchè Buffy portava il peso del mondo sulle sue spalle, perchè era la cacciatrice di vampiri. E così se n'era andata..trasferita in Italia a lavorare in una famosa galleria d'arte.

Si sentivano spesso, questo sì, ma i discorsi vertevano maggiormente sul bambino, era Buffy a voler evitare di riallacciare completamente i rapporti con lei. Non le aveva mai perdonato di averla lasciata proprio mentre aspettava Rupert e soprattutto di non averle mai creduto sulla paternità del piccolo.


Si era ormai fatto tardi ed era ora di andare a dormire anche per lei. Domani avrebbe dovuto portare il bambino all'asilo nido e poi sarebbe cominciato un altro noiosissimo giorno di lavoro.

Da qualche mese lavorava come cameriera in un fast food, il Caritas, non era il lavoro che sognava per la sua vita ma le serviva per mantenersi e per mantenere suo figlio, anzi lo faceva quasi esclusivamente per essere sicura di non fargli mai mancare niente. Suo figlio era la cosa più bella e importante della sua vita. Sorrise tra sè e sè nel pensare all'espressione "lavoro che sognava per la sua vita" visto che fino a qualche mese prima il suo lavoro era tutt'altro, anzi era una missione e lei avrebbe dato tutto per poterlo cambiare. E così era stato, per salvare il mondo aveva dato davvero tutto..troppo.

Il pensiero le pizzicò il cuore ma fu un bene, a volte le capitava di pensare fosse diventato di pietra.

Si addormentò tra i mille pensieri di quella sera e come ogni notte sognò di essere ancora nell'unico posto che in tutta la sua vita le aveva dato la serenità di cui aveva bisogno..sognò le braccia di Angel, una ragazza normale tra le braccia del suo ragazzo normale. Poi però il sogno si trasformava in incubo..il suo anello Claddagh, il simbolo del loro amore cadeva a terra e lei sentiva il sangue gelarle nelle vene e si svegliava..


Era l'alba ormai e dalla sua finestra poteva vedere lentamente la vita cominciare tra le strade di Los Angeles, era l'inizio di una nuova giornata ma Buffy avrebbe solo voluto riaddormentarsi per non svegliarsi mai più..mai più sola.

Scosse la testa, pensieri inutili e stupidi per lei, per la cacciatrice!

Decise che era meglio cominciare a prepararsi, così svegliò Rup che ancora assonnato le regalò uno splendido sorriso. In quel sorriso vedeva qualcun altro.


"Vieni tesoro mio, dobbiamo fare presto o gli altri bambini cominceranno a giocare senza di te stamattina e mamma farà tardi al lavoro".

Salirono in macchina e attraversarono tre isolati, fino ad arrivare all'asilo dove lasciò il piccolo per poi dirigersi al lavoro.

"Ciao Buffy"la chiamò subito il padrone del fast food, Lorne.

"Ciao Lorne, scusa il ritardo, c'era traffico! Da dove comincio oggi?"

"So che odi questo lavoro, ma potresti dare una mano a Fred a pulire i vetri del locale?"

"Ma certo, CAPO!"

Lorne non voleva essre chiamato capo, diceva che lo sentiva come una discriminazione..preferiva essere considerato parte integrante del gruppo. Aveva accolto Buffy a braccia aperte nonostante la sua giovane età e tutti i misteri che portava con sè la minuta ragazza di Sunnydale.

Non le aveva mai fatto domande, ma aveva sempre notato che in lei c'era qualcosa di oscuro, un grande dolore celato sotto un'apparente mitezza.


Due mani le coprirono gli occhi e lei si sentì morire, odiava essere presa alla sprovvista e soprattutto odiava non vedere in viso le persone.

"Indovina chi sono?" disse con tono scanzonato il ragazzo.

"Sei..sei..l'unico a cui permetto di starmi alle spalle per più di 10 secondi e avere ancora la forza di raccontarlo…sei Xander!"

"Centro! Come stai bionda?"

"Ehi, se non te ne sei accorto io non sono più bionda da un pezzo!"

"Per me tu rimarrai sempre la mia bionda.."

"Sul tua avrei qualche remora ma ora vieni qui fatti abbracciare! Come stai? Che fai qui a Los Angeles?"

"Ehi, guarda che mica puoi sparire solo tu. Mi sono trasferito da poco, Sunnydale non era più la stessa da..ehm..insomma mi andava stretta e così ho deciso di fare il grande passo. Per ora mi arrangio un po' qui e un po' là facendo il carpentiere poi chi lo sa, magari aprirò un'impresa tutta mia. Ho chiamato Willow e mi ha detto lei che lavoravi qui. Non potevo non passare a trovarti, ma dov'ਠil mio quasi nipote adorato?"

"E' all'asilo, ma se passi stasera da noi ceniamo tutti insieme. Se ti fa piacere invito anche Giles..Ti avviso già che non sono migliorata molto come cuoca!.."

Scoppiarono a ridere e poi con lo sguardo complice di sempre si dissero "Allora pizza per tutti!!"


Alle 4 passò all'asilo Imperion a prendere Rup e tornarono verso casa.

"Sai piccolo, stasera viene a trovarci lo zio Xander, sei contento?"

Rup stava giocando ma alzò lo sguardo e le strizzò l'occhio, non parlava ancora perfettamente ma si faceva intendere alla perfezione. Cresceva a vista d'occhio, aveva da poco compiuto un anno ma a Buffy sembrava ieri quando lo sentiva scalciare nella pancia.


Xander arrivò puntuale come sempre e subito Rup gli si buttò in braccio.

Anche Giles che non avrebbe mai rinunciato a rivedere il ragazzo lo abbracciò amichevolmente. Sembravano secoli che non si vedevano..

La cena proseguì serena tra le risate dei tre e le urla di Rup che correva su e giù per la casa inseguito da Xander. Quando poi crollò addormentato in braccio a Buffy fu il tempo di parlare. Non ce n'era più stato modo da quando lei se n'era andata.



Capitolo 2


"Ti prego Buffy, spiegami come ਠpotuto succedere.."

"Xander, smettila di fare il moralista, sappiamo tutti che non lo sei!..Comunque se proprio non te lo immagini ti posso fare un disegno!" rispose con astio.

"Ok ok ho capito, lasciamo perdere i dettagli. Signor Giles almeno lei però mi aiuti..ha trovato qualcosa tra i suoi libri che possa spiegare come Buffy sia potuta.."

"Puoi dirlo Xan, non sono malata, sono solo rimasta incinta..di.."

"Di Angel" - finì la frase l'inglese - "devi imparare a pronunciare quel nome Buffy, per te e per il piccolo Rup. Prima che te lo aspetti sarà il tempo delle spiegazioni anche per lui!"

"Vi prego, ora basta." Buffy era sull'orlo di piangere.."non vi permetto di venirmi a spiegare come fare da madre a mio figlio. Rup ਠsereno e io mi faccio in quattro per non fargli mai mancare niente..mai..!!"

Stava ormai urlando..senza accorgersene. Il dolore si stava facendo più insopportabile del solito.

"Cosa vuoi fare allora, mentirgli per tutta la vita?" - domandò Giles - "sai che non te lo perdoneresti mai."

"Ah già , dimenticavo" - Buffy in un ultimo straziante tentativo di difendersi da tutti quegli attacchi si alzò in piedi - "ਠfacile per voi, ਠsempre stato facile. IO ero la cacciatrice, io ero la prescelta. La vostra vita ਠsolo cambiata, la mia ਠstata distrutta. Lei Giles con i suoi cari libri ad illustrarmi Apocalissi e disastri e tu Xander troppo occupato a sbaciucchiare Cordelia negli sgabuzzini della scuola per accorgervi che io non ero più la stessa..che il peso sulle mie spalle era insopportabile..Che mi ero innamorata come mai più mi accadrà nella vita di un uomo.."

Ci fu un interminabile attimo di silenziò.

"Ti prego Buffy ora basta, non siamo qui per colpevolizzare nessuno, noi ti vogliamo bene, siamo solo molto preoccupati per te. Non sappiamo darci pace nemmeno noi per quello che ਠsuccesso ad Angel, ma tu sei qui e ora dobbiamo concentrarci su questo ma soprattutto dobbiamo trovare una spiegazione sul concepimento di Rup..". Giles si assestò gli occhiali sul naso come era solito fare "su ogni libro che ho scartabellato non c'ਠtraccia di altri bambini nati da relazioni tra vampiri.. proprio non me lo spiego."

"Ehi, piccolo particolare.. io non sono vampira! E credo non si sia mai verificato nemmeno che una cacciatrice si innamorasse di un vampiro perciò..Diciamo che mi sento molto creativa!"

Xander si mise a ridere, non c'era niente da fare, Buffy nonostante tutto trovava sempre il modo per sorridere del suo crudele destino.

"Ehm, ragazzi.. c'ਠqualcuno che reclama la mamma.." disse piano l'osservatore.

Il piccolo Rup si era svegliato, forse per le grida di prima, e stava fermo immobile dal suo lettino fissando Buffy.. poi alzò le braccine verso di lei..come a cercarla..

I due uomini sentirono una morsa al cuore nel vedere Buffy prendere in braccio suo figlio e stringerselo forte al petto, come fosse l'unica cosa che le restasse al mondo. Il dolore che provavano era dovuto alla consapevolezza che era la verità , loro non avrebbero mai potuto sostituire l'uomo che lei amava.. ancora.

Si accorsero dell'ora e decisero che era meglio andare. Giles nel frattempo aveva chiesto a Xander se, intanto che non trovava una sistemazione migliore voleva stabilirsi da lui e il ragazzo aveva accettato con entusiasmo. Così salutarono una stanchissima Buffy e se ne andarono d'accordo di ritrovarsi domani.

"Tesoro ora però devi rimetterti a nanna perchè ਠmolto tardi" aveva ancora in braccio il bambino.. non si era più sentita di lasciarlo solo in quel grande letto.

Rup prese in mano un vecchio libro delle fiabe.

Buffy capì.

"Ok ok giovanotto, una sola però!" disse riponendo il libro sul comodino e improvvisando una nuova storia.

"C'era una volta, tanto tempo fa.. una ragazza guerriera.." sorrise per la sua poca fantasia.

Pochi minuti dopo Rup si era riaddormentato e lei dopo essersi infilata il pigiama scivolò vicino a lui sotto alle coperte. Era cosi bello stringerselo vicino e sentire il suo calore.. proprio lei che aveva tanto amato qualcuno che quel calore non l'aveva più..

Gli incubi di ogni notte non le diedero tregua. non gliene avrebbero mai data.


Intanto a casa di Giles, i due uomini continuavano ad interrogarsi sulla faccenda.

Il sonno ormai era andato scomparendo ed avevano deciso di continuare a cercare sui libri di Giles una spiegazione.

"Cosa ਠsuccesso quella notte, signor Giles?"

"Angel e Buffy..beh loro.."

"Ma questo lo so anch'io, intendevo dire come hanno potuto concepire un bambino?"

"Non lo so Xander, proprio non lo so.."

"Ehi riflettendoci.. non ਠche il piccolo con gli anni erediterà anche qualcosa del vecchio Angelus vero?.. vero?"

"No stai tranquillo, Rup ਠumano al cento per cento. Di questo non ho dubbi."

Il ragazzo sospirò di sollievo, i suoi incontri con Angelus lo tormentavano ancora nel sonno.

"Buffy mi ha raccontato che quella sera Angel le aveva regalato un anello Claddagh, un anello di fidanzamento irlandese.. poi erano stati attaccati e.. arrivati a casa di Angel"

"Angel per quella notte non si ਠpiù tormentato per la sua anima.." disse il ragazzo con una nota di disappunto.

"Smettila!" rispose Giles che subito dopo però capì che Xander aveva colpito nel segno. Angel quella sera aveva vissuto da umano, aveva dichiarato il suo amore alla sua donna e le aveva regalato un anello. Aveva smesso di punirsi e aveva fatto l'amore con Buffy come un uomo e non da vampiro. Allontanò per un attimo l'immagine di Buffy ed Angel insieme perchè.. perchè lei era pur sempre la sua piccola Buffy!

"Ci sono!" urlò

"Su spari, non mi tenga sulle spine"

"L'anello Xander, l'anello ਠla chiave di tutto! Non so se posso parlare di miracolo, trattandosi di un demone non credo ma solo ora ho capito.. quell'anello ha fatto in modo che Angel diventasse umano tanto da poter addirittura concepire un figlio.."

"Sì, ma poi si ਠtrasformato in Angelus.. e tutto era tranne che amorevole!"

"Quello ਠdovuto alla maledizione...l'anello e tutto il resto l'avevano reso felice.. l'avevano reso umano.. era tornato ragazzo e stava amando la sua ragazza..Siamo degli stupidi Xan, la chiave di tutto era lì davanti a noi e noi per tutto questo tempo l'abbiamo cercata nei libri" aggiunse Giles "Dobbiamo chiamare Willow!!"

Si girò e vide Xander con la testa tra le mani e gli occhi a mezz'asta.. era sfinito.

"Domani, dovremo aspettare domani. Ora cerchiamo di riposare."

Xander crollò addormentato ancora prima di toccare il letto mentre l'osservatore stette a fissare il soffitto troppo eccitato della sua scoperta per dormire.

Per la prima volta dopo tanto tempo si sentiva utile alla sua Buffy.

Poi un pensiero lo inchiodò al letto.. e se avesse potuto restituire Angel a Buffy proprio attraverso quell'anello?

Pensieri di un osservatore stanco e un po' squilibrato si disse. Provò a dormire.

Era ormai l'alba.



Capitolo 3


"Willow? Scusa l'ora ma devi assolutamente aiutarci!"

"…Signor Giles? Ma cosa ਠsuccesso?"

"E' molto complicato da spiegare per telefono..anzi più ci penso e più sento che ਠuna pazzia ma.."

"Wow amo le pazzie..di che si tratta?"

"Will raggiungici al più presto..sei la nostra unica speranza.."

La curiosità di Will era tale che si dimenticò perfino di riagganciare la cornetta. Corse alla stazione tanto veloce che credette di morire d'infarto.

Una nuova avventura l'aspettava, ma soprattutto l'aspettavano i suoi amici e lei fosse stata anche in capo al mondo non li avrebbe mai fatti attendere.

Da quando Buffy si era trasferita lei aveva comunque continuato a studiare magia ma non aveva più avuto il coraggio di praticare riti impegnativi, non dopo quello per restituire l'anima ad Angel.

Si era sentita responsabile di quel fallimento, responsabile della morte di Angel, di essere arrivata troppo tardi e benchè il Signor Giles e Xander le avessero spiegato che non si poteva fare altrimenti in Willow qualcosa era cambiato.

Aveva fallito. Aveva reso l'anima ad Angel pochi istanti prima che Buffy fosse costretta ad ucciderlo. Non poteva perdonarselo. Aveva contribuito all'inizio dell'inferno di Buffy.

Questo pensiero le lacerava l'anima ma non l'aveva mai rivelato a nessuno, nemmeno a Oz, se lo portava dentro e basta, in silenzio. Sempre.

Anche per lei era cominciato una specie di inferno, niente più serate spensierate con Buffy al Bronze, niente più ronde con lei mentre spettegolavano di ragazzi..nessuno che la proteggesse dal mostro più grande che avesse mai incontrato, la sua timidezza e la poca stima in se stessa.

Solo Buffy sapeva. Solo Buffy poteva colmare i suoi vuoti. Era davvero la sua più cara amica.

Guardò attraverso il finestrino e sospirò.. mancava poco a Los Angeles.

All'autista scappò un sorriso osservando quella ragazzina dai capelli rossi che per tutto il viaggio aveva borbottato parole confuse tra sè e sè.

Arrivata alla stazione di L.A. scese del bus e si avviò verso la cabina telefonica.

"Oz? Ciao sono io, sono a Los Angeles. Il signor Giles mi ha chiamato stamattina e mi ha detto che aveva bisogno del mio aiuto.. e.."

"..E tu sei subito corsa.."

"Sei arrabbiato?"

"No piccola ero solo in pensiero! Potevi almeno lasciarmi un biglietto!"

"..Io..volevo..ma poi..la telefonata..il signor Giles..oddio Oz! Scusami!"

Oz scoppiò in una gran risata, conosceva bene l'effetto che le responsabilità creavano nella sua Willow..il caos più totale! Ed era proprio questo che amava di lei.. la mancanza di schemi e la semplicità di quella ragazza che giorno dopo giorno sotto i suoi occhi si era trasformata nella più imprevedibile delle compagne.

Da qualche mese avevano anche cominciato a convivere.. in una piccolissima casetta accanto al liceo. La loro storia aveva avuto tanti tentennamenti ma ogni volta rinasceva più forte e solida di prima. Insieme avevano anche superato i problemi di Oz riguardo alla sua identità segreta di lupo mannaro, e lui di questo le era riconoscente.

"Sai già di cosa si tratta?"

"No amore, il signor Giles ਠstato molto vago ma mi sembrava molto agitato."

"Ok stai attenta però..non mi piace l'idea di saperti sola a Los Angeles"

"Stai tranquillo, ora lo chiamo e..provo a non perdermi come sempre!"

"Se vuoi ti raggiungo, ho giusto qualche giorno di ferie da poter usare e con il gruppo non ho serate fino alla settimana prossima.."

"Davvero verresti?.."

"Oggi mi organizzo e domani mattina sarò li.."

"Sei un angelo.."

"No, piccola, sono un lupo mannaro!!"

La risata di Willow riecheggiò nell'atrio della stazione..fresca come la rugiada del mattino.

Oz per quella risata avrebbe fatto qualsiasi cosa.

"A domani amore"

"A domani"


Willow compose il numero del signor Giles e il cuore cominciò a tamburellarle nel petto. Sentiva che c'era sotto qualcosa di grosso.

"Eccomi, sono arrivata."

"Oh grazie al cielo, tutto bene il viaggio?"

"..Signor Giles..avremo tempo per discutere dei disagi dei viaggi in autobus..ora mi vuol dire dov'ਠo mi vuol far morire ancora di curiosità ??"

"Giusto, non ਠil caso di intrattenersi in ulteriori convenevoli.."

Xander rubò la cornetta all'osservatore.

"Bastava dire ciao Will tutto ok? Non muoverti di lì. Arriviamo a prenderti! Scusalo ma il signor Giles non ਠcambiato, ama ancora i giri di parole."

"Xan ciao!" Era molto contenta di risentire la sua voce. "Ma cos'ਠuna vecchia rimpatriata?"

"No cara ਠuna pazzia, una distorta visione che il nostro amico osservatore ha avuto probabilmente mentre era sotto effetto di stupefacenti!"

"Dai non scherzare stupido, io vi aspetto qui intanto faccio colazione. Fate presto."

"Volo"

Riagganciarono e la ragazza entrò nel bar e ordinò la colazione. Un muffin al cioccolato e un caffè allentarono la tensione del suo stomaco.

Era felice che ci fosse anche Xander, le sembrava che il tempo non fosse mai passato. C'era stato un momento in cui aveva desiderato essere la sua ragazza ma poi con l'arrivo di Oz e Cordelia le cose erano cambiate e loro erano tornati ad essere gli amici inseparabili di sempre.

"Umh..questo muffin ਠottimo..davvero" disse la ragazza alla barista con la bocca ancora piena "Me ne metta un paio in un sacchetto.. scommetto che anche i miei amici ne andranno pazzi!" .



Capitolo 4


Una nuova giornata stava cominciando e Buffy stava già facendo colazione con suo figlio inzuppando i biscotti a forma di stella nel latte.

"Stella" diceva ridendo il piccolo

"Ancora? Ma tesoro hai proprio tanta fame stamattina!" rispose Buffy

Di lì a poco sarebbe ricominciata la solita routine ma stamattina aveva solo voglia di guardare crescere suo figlio..

La notte era stata piuttosto agitata, aveva sognato Angel.. ma questa volta era stato diverso, lui non moriva, tutt'altro.. lei era su un molo, una specie di terrazza sull'oceano, nel sogno non era chiaro. Lui usciva da una specie di grotta e a grandi passi la raggiungeva alla luce del sole, lei era paralizzata, riusciva solo a guardarlo avvicinarsi. Poi lui le era accanto, la guardava e la portava a sè in quell'abbraccio profondo come l'oceano.. quello in cui si era rifugiata tante volte, e la baciava..

Il bacio era cosi reale che le sembrò di morire, le era sempre sembrato di morire baciandolo.

Poi si era svegliata e accanto a sè aveva visto suo figlio.. loro figlio svegliarsi aprendo i suoi occhioni nocciola.. era come se la vita le avesse restituito una parte di Angel, una parte di lei..

Quella mattina Los Angeles sembrava meno cupa, meno caotica, quella mattina le stava donando una breve tregua. Una tregua al suo inferno. E lei non voleva perderne nemmeno un istante.

Erano passati mesi. La vita glielo doveva.

"Ti prendooooo..!" correva per la stanza ora inseguendo il suo tesoro..giocare con lui le regalava tanta pace.

"Ok Rup! Hai vinto, la mamma non ha più fiato! Ora però subito a vestirsi che ti aspettano all'asilo.."

Rup rispose con la solita strizzata d'occhio.

Portò il bambino all'asilo e si diresse al Caritas.

"Buongiorno Buffy!"

"Ciao Lorne, scusa il ritardo ma stamattina Rup non si decideva proprio a svegliarsi."

Bugia innocente pensò la cacciatrice.

"Ehi Faith" disse la ragazza alla cassiera " si avvicinano le feste di Natale, torni dalla tua famiglia a New York?"

"Sì, manco da molto e ci terrei proprio a passarlo con i miei genitori, tu invece?"

"Oh io, credo lavorerò..vero Lorne?"

Il ragazzo che stava trascrivendo i nuovi menu alzò lo sguardo verso Buffy con aria interrogativa e disse "Ne sei proprio sicura?"

"Sì, qualche dollaro in più può farmi comodo, ho giusto qualche spesuccia da fare!" rispose fingendo una finta spensieratezza.

Lorne non avrebbe insistito, lei lo sapeva.

Il ragazzo la guardò con tenerezza, era così giovane e lui poteva vedere dentro di lei, come in ogni altra persona, era come un dono. Ma lei era più speciale di chiunque altro, lo sentiva.

Qualche volta la sentiva canticchiare, per lo più qualche semplice motivetto che molto probabilmente sentiva alla radio nel tragitto fino al lavoro, altre volte qualche vecchia canzone, ed era proprio in quei momenti che ascoltandola gli sembrava quasi di poterle leggere l'anima.

Qualche volta però non lo faceva, per rispetto. Alcuni pensieri dovevano rimanere personali, intimi, non li avrebbe mai voluti violare.


Intanto a qualche isolato da lì, Xander, Willow e il signor Giles erano finalmente insieme.

Dalla stazione all'appartamento dell'osservatore era stato un susseguirsi di domande incrociate dei tre.

Era tanto che non stavano tutti insieme ed erano ansiosi di parlare di come erano cambiate le loro vite. Dovevano finalmente aprire le porte dei ricordi e di lì a poco avrebbero dovuto parlare di quel maledetto giorno, tanto valeva restare sereni almeno un altro po'.

Xander spiegava, gesticolando animatamente il perchè della sua rottura con Cordelia e gli altri due ridevano immaginandosi le scene.

Poi fu il turno di Willow. Raccontò della sua storia con Oz, dei suoi studi ma aveva volontariamente omesso il fatto che i suoi studi si erano concentrati quasi totalmente sulla magia ma che da quel giorno non era più riuscita a fare nessun incantesimo. Studiava solamente, a volte fino a notte fonda, ma aveva troppa paura di sbagliare ancora. Non poteva.

Il signor Giles evitò ogni racconto dicendo un democratico "tutto ok, la mia vita si ਠsemplificata notevolmente da quando non sono più un osservatore, in compenso però ho un nipotino vivacissimo e ho più tempo da dedicare ai miei libri..!"

"Ne so qualcosa" rispose Xander "questo distinto signore mi sta facendo scartabellare una quantità infinita di libri!"

"Come mai? State cercando qualcosa di particolare?" disse Willow

"Buffy non sa che sei qui, vero Will?" chiese il signor Giles con tono ansioso

"No non sono riuscita ad avvisarla per tempo, quando mi avete chiamato non c'ho nemmeno pensato. Ci siamo sentite qualche giorno fa ed eravamo d'accordo ci saremmo viste per Natale..Beh domani le farò una sorpresa, sarà felice, Buffy adora le sorprese!"

"No" dissero in coro i due uomini "Buffy non deve sapere che sei qui, almeno per ora.."

Willow li guardava incredula, non riusciva a capire.

"Ma domani arriva anche Oz, anche lui ci teneva a salutare Buffy..come faccio con lui?" aveva cominciato a capire che c'era qualcosa sotto tutto quel mistero anche se non avrebbe mai potuto immaginare che sarebbe stato una rapida discesa verso le sue paure.

"Oz può sistemarsi qui per tutto il tempo che vuole, la casa non ਠmolto grande ma ci stringeremo.."

"Ora basta!" replicò la ragazza portandosi le mani alle tempie "mi volete spiegare cosa sta succedendo?"dentro di lei stava crescendo una tensione insopportabile ma soprattutto non capiva il perchè di tutto quel mistero nei confronti di Buffy.

"Willow, so che quello che ti sto chiedendo ਠuno sforzo enorme ma sei l'unica che può aiutarci. Prima che tu possa rispondere però mi devi promettere che mi ascolterai fino alla fine" disse l'inglese.

La ragazza annuì con la testa e l'osservatore proseguì mentre Xander scuoteva ripetutamente il capo in segno di dissenso.

"Per la prima volta nella mia vita sarò diretto..ho passato anni ad allenare Buffy, l'ho fatta diventare una cacciatrice forte e coraggiosa ma in una cosa ho fallito. Non l'ho preparata sufficientemente alla vita reale.

Quando Angel ਠmorto, quando l'ha dovuto uccidere lei non ha più saputo reagire e quando ha scoperto di aspettare Rup la vita si ਠtrasformata in un lento e straziante percorso. Il mondo in un luogo infernale proprio come quello dove ha mandato Angel. Non me la sono più sentita di abbandonarla, soprattutto dopo che anche Joyce ਠpartita per l'Italia. Non l'ho potuta salvare però da se stessa, da quella punizione che si ਠinflitta giorno dopo giorno e che l'ha portata lontana da Sunnydale..

Le voglio troppo bene per rimanere insensibile a tutto questo. Angel ha ucciso Genny e mi ha torturato ma sappiamo tutti e tre che quello che agiva non era lui, ma il demone che ਠin lui. In fondo Buffy con quell'uomo ha concepito un bambino e se non gli fosse stata tolta l'anima sono sicuro le sarebbe stato vicino per sempre.."

"Per lui non sarebbe stato poi così difficile starle vicino per sempre..lui non deve mica morire, anzi lui non deve neppure invecchiare!"asserì Xander

La ragazza e l'osservatore lo fulminarono con lo sguardo.

"Signor Giles, non si era detto che sarebbe stato breve?" lo esortò Willow

"Giusto.." disse togliendosi nervosamente gli occhiali come ogni volta che era in difficoltà "sarò breve..guarda che però me l'hai chiesto tu eh!"continuò

"Forza lo dica..tanto ho come l'impressione sia una pazzia proprio come diceva Xander"

"Se ci fosse un modo per riportare Angel..qui..attraverso l'anello..noi.."

"No, non continui nemmeno signor Giles!" urlò Willow " ho già rovinato abbastanza la vita di Buffy e soprattutto ho deciso di non praticare più la magia nera, gialla, rossa, verde o chicchessia! Questo discorso si può anche ritenere definitivamente chiuso e se questo ਠil motivo per cui mi avete fatto correre qui posso anche tornarmene subito a casa. Non dirò comunque niente a Buffy, non si merita altre sofferenze! Non ਠstata punita abbastanza?" piangeva lacrime colpevoli.

Detto questo si infilò il cappotto e senza nemmeno dare la possibilità ai due di replicare varcò la porta e corse in strada. Aveva bisogno di stare sola.

Le capitava, a volte, di dover passeggiare in luoghi dove nessuno la conosceva per liberarsi dal peso che in quel momento la affliggeva, come se fosse convinta che conoscendo qualcuno questi avesse letto in lei le colpe della sua vita.

Stavolta sentiva che camminare chilometri non sarebbe bastato a quietare l'angoscia che s'era destata in lei e che come una fiamma le stava avvampando la mente.

Sentì un suono proprio sopra di lei, particolare, quasi estraneo al frastuono che la circondava..

Alzò lo sguardo e vide una chiesa.

Lei era ebrea e quella era una chiesa cattolica.

Senti il bisogno di entrare lo stesso.



Capitolo 5


Non si sentiva a suo agio davanti a quella figura. Soprattutto la croce attirava la sua attenzione.

I suoi genitori erano sempre stati molto praticanti e forse non sarebbero stati molto felici di saperla lì, ma lei era così confusa, cosi impaurita.

I ricordi di quel giorno si susseguivano nella sua mente tanto veloci che avvertì una sensazione di totale stordimento, quasi un capogiro. Si rivide su quel letto. Sentì che aveva restituito l'anima ad Angel. Poi le immagini si fecero sfuocate, i colori si spensero mentre nella sua mente apparve solo una sequenza in bianco e nero di Buffy che lascia la sua casa, che va a Los Angeles, che trova lavoro, che diventa madre..da sola.

Quella scena..non era un sogno, era la realtà . Non la poteva cambiare. O forse era così codarda da non volerla cambiare.

Una mano sulla sua spalla. Un tuffo al cuore. Si voltò. Era un sacerdote.

"Signorina, si sente bene?"

"..Umh..sì sì non si preoccupi, anzi non dovrei nemmeno essere qui..anzi ora..vado..mi scusi..mi scusi..!"

"Questa ਠla casa del Signore, sicuramente non ha disturbato. Nessuno disturba qui. Volevo solo assicurarmi che stesse bene, può restare tutto il tempo che vuole, anzi ora io torno alle mie faccende.." disse allontanandosi

"Grazie padre.."

"Padre Doyle, mia cara. E quando passa da queste parti entri pure a salutarCi"

Per la prima volta da tanto tempo si era sentita pervadere da un senso di calore. L'aria profumava di casa, di comprensione, di perdono. In quel posto lei non sarebbe mai stata giudicata ma solo accolta.

Willow indietreggiò fino all'uscita senza mai perdere di vista quella figura che fino a poco prima la rendeva nervosa. Sorrise ed uscì.

Ora poteva camminare fino a Sunnydale se fosse servito. Ora il cuore era un po' più leggero.


"Buffy! Al telefono!"chiamò Faith.

"Chi �"

"Tua madre.."

"..ah..ok. arrivo" sentì un groppo alla gola.

Faith si allontanò. Sapeva dei problemi di Buffy con i suoi genitori.

"Pronto?"

"Ciao Buffy sono la mamma, come stai?"

"Ciao, sto bene. Come mai mi chiami al lavoro?" disse con tono distaccato, quasi gelido.

"Avevo voglia di sentirti, ma sei sicura che vada tutto bene? Hai una voce strana.."

"Sono stanca.."di nuovo quel gelo.

"E il mio nipotino preferito come sta? Vi sono arrivati i miei regali? Li ho fatti confezionare personalmente in una bottega artigiana di Firenze..sono splendidi vero?"

"Molto belli, sì"

"Buffy se non hai voglia di parlarmi ਠil caso di chiudere subito questa conversazione. Ho sbagliato a chiamarti. Credevo che con l'avvicinarsi del Natale potesse essere positivo riallacciare i rapporti ma mi sbagliavo" parole secche e taglienti.

"No mamma, stavolta sono io a decidere. Sapessi quante cose avrei da dirti, ma io sono educata e ti porto ancora rispetto perciò evito. Sappi però che nessun maledetto regalo può sostituire le tue mancanze di madre e di nonna. Te ne sei andata, hai preferito lasciarmi sola e ora pretendi che una telefonata risolva tutto. Se non fosse stato per il signor Giles.." aveva le lacrime agli occhi, di quale immenso peso si stava liberando.

"Già , quell'uomo ti ha rovinato la vita ma tu non parli d'altro" rispose stizzita.

"No, quell'uomo come lo chiami tu s'ਠdimostrato più responsabile di te e di mio padre messi assieme. Devo forse ricordarti che quando provavo a raccontarti della mia vita tu scappavi alla galleria o di quando ti ho raccontato di essere incinta e tu mi hai risposto che ero solo una bugiarda irresponsabile.?" ormai era un fiume in piena..inarrestabile.

"Non ਠcolpa mia se sei la cacciatrice o come diavolo ti chiami e che ti sei fatta mettere incinta da un mostro" tono di sfida.

"Non nominarlo nemmeno, non sporcare il suo nome con le tue cattiverie. E' facile scaricare la colpa dei tuoi fallimenti sugli altri vero mamma? In questo sei una campionessa. Angel non era perfetto ma mi ha saputa amare per quella che ero. Tu no.

Ma sai cosa ti dico, qualsiasi sia il motivo di questa telefonata non mi interessa più. Anzi non mi interessa più parlare con te. E' chiaro che non c'ਠpiù niente da dire. Io e mio figlio siamo sopravvissuti fino ad ora senza di te, continueremo a farlo. Torna pure a goderti la tua vita perfetta, mamma, e gradirei tu non mi chiamassi più. Addio.."

"Eh no Buff.."

Non le diede il tempo di replicare. Riattaccò.

Era davvero finito tutto tra loro ma stranamente non si sentiva male, anzi si sentiva sollevata. Da troppo tempo tutta quella rabbia le aveva avvelenato il cuore.

"Faith, se dovesse richiamare anche se dubito lo farà , dille che non ci sono. Anzi dille che mi sono trasferita al Polo Nord!" sdrammatizzò come sempre.

"Come vuoi tesoro, come vuoi!" rispose la ragazza mora.

Lorne stava rientrando da un giro di consegne a domicilio nei locali lì attorno e aveva assistito alla discussione.

"Ehi bellezza ਠtutto ok?" le disse portandole un braccio sulle spalle.

"Sì, era una cosa che prima o poi andava fatta. Ho aspettato anche troppo. Tutto bene le consegne?" disse deviando abilmente il discorso verso uno più leggero. Anni prima avrebbe deviato i colpi di qualche mostro con la stessa prontezza di riflessi. Era sempre la cacciatrice.

Non c'erano più mostri da combattere, ma forse sotto sembianze umane qualcuno era rimasto. L'avrebbe eliminato comunque. Anche se fosse stato sua madre.

"Bene bene capo, il mio turno ਠfinito giusto in tempo!" ridacchiò Buffy.

"Giusto in tempo per cosa?" chiese quasi preoccupato.

"Eve, quella che lavora qui accanto ha chiamato poco prima di mia madre..vuole un hot-dog e una cola..e vuole che gliela consegnino a casa!! Auguri Lorne!"

"No Eve no! Quella donna ਠterribile, comincia ad elencarmi tutti i suoi problemi con il marito e mi mette sempre in imbarazzo.."

"Ti tocca capo" disse togliendosi il grembiule ed avviandosi verso la porta "Faith, Fred domani mi raccontate tutto..nei minimi dettagli! Chissà Lorne, magari stavolta ti stupirà presentandosi alla porta con un baby doll sexy.."

"Sei terribile Buffy! Tanto me la paghi! Domani casualmente ci saranno da pulire tutte le vetrine e indovina a chi toccherà ??" disse rincorrendola fuori dalla porta ridendo.


"Tesoro ਠandato tutto bene?"disse facendo salire Rup in macchina

"Sì mamma"

"Ora passiamo a salutare il signor Giles e poi andiamo a casa ok? Ti va?"

Il bambino annuì soddisfatto. Cosa c'era di meglio di andare dal signor Giles che lo faceva sempre giocare e gli faceva sempre fare l'aeroplano? Proprio niente. Per lui era davvero il miglior nonno del mondo.



Capitolo 6


"Buon pomeriggio uomini! Rup e io abbiamo pensato di passare per un salutino veloce.." disse entrando nell'appartamento.

"Ciao Buffy.." risposero i due.

"Bhe..che sono queste facce da funerale? Le Apocalissi sono finite no??" disse scherzando.

"Uh..come dici?..Ah sì ma certo non si tratta di nessuna Apocalisse infatti, anzi non c'ਠproprio niente..Tu stai bene?" Giles ce la mise tutta per nascondere il suo disagio.

"Sì, tutto come al solito. Ma oggi mi va di essere allegra, anche se non so perchè..anzi avrei un'idea…potremmo cenare tutti insieme stasera che ne dite?"

"Noo!" si affrettò Xander " stasera..io e il signor Giles non possiamo, dobbiamo.."

"Dovete??" chiese curiosa a tale affermazione.

"Dobbiamo..incontrarci..con due ragazze..ecco ora lo sai.." concluse velocemente il ragazzo visibilmente imbarazzato.

"Hai capito i due latin lovers! Da Xander me lo sarei aspettato ma da lei Giles.." disse sarcastica muovendosi in direzione del divano dove il piccolo Rup si era seduto a giocare con il suo pupazzo.

"Infatti..non so proprio cosa mi sia preso ma ultimamente..ho voglia di conoscere gente" la bugia di Xander lo aveva messo in una situazione davvero scomoda. Non era mai stato bravo a mentire ma soprattutto non gli piaceva l'idea di mentire a Buffy, a quella che sentiva sua figlia.

"Dovresti farlo anche tu, esci, conosci gente nuova..vuoi restare chiusa in casa ad invecchiare per sempre?" fece Xander.

La ragazza e l'inglese lo guardarono con aria di compatimento. Xander non era mai stato dotato di troppo tatto e poi lo aveva perso del tutto stando con Cordelia.

"Vieni tesoro, andiamo a casa!" prese in braccio Rup e fece per andarsene quando lo sguardo le si soffermò su una cuffia alla quale non aveva ancora fatto caso.

"E questa?" disse

"E'.." provò l'osservatore

"..di una delle ragazze..di cui ti parlavamo.." concluse Xander cercando di nascondere il panico dopo il ritrovamento della cuffia di Willow.

L'aveva dimenticata nella fretta di lasciare l'appartamento, pensò il ragazzo, e si sentì svenire al solo pensiero che Buffy fiutasse cosa stava succedendo alle sue spalle.

"Che strano, ne ho regalata una identica a Will per il suo compleanno..! A proposito, per Natale verrà a trovarmi e sono sicura che sarebbe felicissima di passare le feste con tutti noi insieme..come facevamo..prima". Buffy stava davvero faticando tantissimo per mantenere un'apparente serenità agli occhi dei suoi cari, ma dentro di lei l'avvicinarsi di queste festività facevano nascere ancora più solitudine, ancora più quel senso di impotenza verso la vita. I pensieri andavano sempre a Angel.

Le pareva di vederlo a volte tra la folla che si disperdeva nelle strada di LA, camminava alla luce del giorno, o parlava al cellulare, o si fermava davanti alle vetrine e lei ne vedeva il riflesso. Lo seguiva, veloce e silenziosa come se non volesse disturbare, come se non volesse essere vista, perchè voleva che il suo Angel potesse assaporare quei pochi semplici gesti quotidiani che gli erano stati negati quando un demone si era impossessato di lui. Poi arrivata a pochi centimetri da lui mentre stava per toccarlo lui si dissolveva, diventava polvere, proprio sotto i suoi occhi e la ferita nel suo petto tornava a sanguinare.

"Ma certo..va benissimo Buf!" le dissero Giles e Xander strappandola ai suoi pensieri e facendola sussultare.

"Oh sì sì..Natale..ora però devo proprio scappare!" aveva usato il termine esatto, scappare era l'unica cosa che avrebbe voluto fare. Aveva gli occhi pieni di lacrime ma non avrebbe mai dato sfogo alle sue emozioni davanti a loro. Non avrebbero capito. Non avevano mai capito.

Si salutarono e Buffy se ne andò soffocando i singhiozzi ormai incontenibili tra le piccole spalle del bambino che teneva in braccio.


Era quasi il tramonto e LA cominciava ad assumere le sembianze di una città infuocata con quella particolare luce rossastra che si rifletteva sulle vetrate dei numerosi grattacieli. Le insegne luminose dei negozi e i lampioni parevano roghi.

"Che spettacolo!" pensò Willow. Nata e cresciuta a Sunnydale restava sempre incantata davanti a tali giochi di luce.

Era appoggiata ad una balaustra e si godeva questo paesaggio in silenzio. Non sapeva nemmeno esattamente dove si trovasse nè per quanta strada avesse camminato. Non le interessava.

I pensieri le affollavano la mente più fitti che mai, e le parole di Giles cominciavano a farsi spazio nel suo cuore, ma la paura di un altro fallimento la graffiava dentro. La paura di non essere all'altezza di quello che le chiedevano, di nuovo. Pianse. Sempre sommessamente. Da sola. Era passato più di un anno e lei non era mai riuscita a sfogare tutta la sua frustrazione. Aveva dovuto pensare a Buffy. Quel pianto liberatorio la lasciò esausta accasciata a terra con le braccia che le cingevano le gambe. La invase però un senso di pace. Come se finalmente avesse perdonato se stessa.

Lentamente si alzò e dopo essersi ricomposta si riavviò verso la casa del signor Giles. Gli aveva promesso di ascoltarlo fino alla fine e prima era venuta meno alla promessa. Ora se non altro l'avrebbe mantenuta.

La mattina seguente l'avrebbe raggiunta Oz e lei era già molto agitata. Era a LA da meno di 24 ore e la sua vita era già così cambiata.

La strada verso casa era lunga. Avrebbe avuto tutto il tempo per analizzare la situazione. Adorava camminare assorta nei suoi pensieri.


Buffy era nel frattempo rientrata a casa.

Sapeva che Angel era morto. Sapeva di averlo ucciso ma c'era ancora una parte di lei che credeva lui potesse tornare ed infinite volte nel buio della sua stanza aveva pianto e pregato perchè accadesse. Lo fece anche quella sera.

Rup le si avvicinò con in mano il suo pupazzo preferito e le si sedette vicino. Non disse una parola ma le si strinse accanto, come a volerla proteggere. Come avrebbe fatto suo padre.

I crampi allo stomaco non le avrebbero permesso di mangiare ma suo figlio non poteva digiunare, perciò in un finto impeto di energia si sollevò e si diresse in cucina a preparare la cena.

Erano soltanto le 8 ma lei sperò arrivasse presto la notte. La bramava. Voleva che i pensieri la abbandonassero. Che il dolore smettesse di dilaniarle l'esistenza.


"Sono tornata..c'ਠqualcuno?" chiese Willow aprendo la porta.

"..Willow, grazie al cielo..eravamo preoccupati, ma dove sei stata?" rispose Xander.

"Avevo bisogno di stare sola..ho dovuto fare un viaggio nel passato..ma ora sono tornata. Vi ascolterò. Non vi prometto altro."

"Buffy ਠstata qui oggi ed ha trovato la tua cuffia.." replicò l'osservatore.

"E voi cosa le avete detto..spero non che sono qui..vero??.. vero?? Oddio mi odierà ..anzi Buffy mi pesterà a sangue..vi prego ditemi se sospetta qualcosa!"

"No, abbiamo inventato una scusa e lei sembra averci creduto" la rassicurò il ragazzo.

"Si sta avvicinando il Natale e lei ਠa pezzi. Non ha nemmeno prestato troppa attenzione alla storia che le abbiamo raccontato. Ora però ti prego Will, ascoltaci. Ti prego."

"Va bene.." la ragazza rossa sapeva che dicendo questo il suo cuore aveva già deciso.

Parlarono fino a notte fonda, analizzarono ogni aspetto dei rituali presenti sui libri di Giles.

Willow ascoltava. Sentiva la paura crescere dentro di lei ma sapere che quelle persone avevano ancora fiducia in lei la spronava a restare.

Un rituale attirò la loro attenzione. Era molto antico e come tale anche molto rischioso.

Angel era all'inferno da cosi tanto tempo che era possibile che il demone che era in lui avesse preso il sopravvento e ciò significava riportare sulla terra Angelus. Tremarono alla sola idea ma nessuno dei tre proferì parola a tal proposito.

"E se ci fosse un modo per riportare in vita Angel umano, attraverso il Claddagh?" esclamò la strega.

I due uomini la fissarono stupiti. Willow aveva fatto la sua scelta ed ora era pronta a rimettersi in discussione.


Buffy si affacciò alla finestra. Rup si era appena addormentato.

Ripensò alle parole di Xander. Prima o poi avrebbe dovuto andare avanti. Senza Angel.

Ma come poteva se al solo nominarlo lei sapeva di appartenergli ancora e che ciò non sarebbe mai cambiato..?

Avrebbe dovuto costruirsi un nuovo legame per il bene di suo figlio, per evitare di dovergli dire un giorno che era stata lei la causa della morte del padre?

Si arrabbiò con se stessa per quel pensiero. Lei ora era madre. Del figlio dell'uomo che amava. Lei un giorno avrebbe comunque dovuto spiegare tutto a Rup. Lo doveva ad Angel. Lui non li avrebbe mai abbandonati. Si vergognò per la sua codardia.

Poi il sonno la prese.



Capitolo 7


Passarono i giorni, veloci.

Buffy lottava con se stessa e Xander, Willow e Giles lottavano contro il tempo.

Era il 15 Dicembre ormai e loro erano quasi sull'orlo di arrendersi. Anche Oz al suo arrivo si era stabilito da Giles e li aiutava nella disperata ricerca del rituale.

Vedeva Willow agitarsi nel sonno. Sapeva che gran prova stava affrontando e non l'avrebbe mai e poi mai lasciata sola.

Poi quella mattina la strega li stupì tutti.

Si erano svegliati da poco ma erano già al lavoro. Xander per non abbandonarli si era addirittura messo in malattia del cantiere. Per Buffy stavano accantonando le loro vite. Perchè forse ognuno di loro doveva un po' della propria felicità al sacrificio di Buffy di quel giorno.

"Farò quel rito" esclamò la rossa.

"Willow ti rendi conto che quel rituale non ਠsicuro, potresti anche morire, io non voglio rischiare tanto" la incalzò l'osservatore.

"E' vero Will, non abbiamo nemmeno la certezza che funzioni" ribadì Xander.

Oz incrociò lo sguardo della ragazza e capì. Nessuno l'avrebbe comunque dissuasa.

"Se Willow se la sente io mi fido di lei" precisò.

Ci fu un attimo di silenzio.

"Tutti d'accordo allora?" disse la strega.

"Come volete.." finì Xan.

Si misero subito al lavoro, non c'era più tempo da perdere.

Xander e il signor Giles si recarono al negozio di magia di Anya, una vecchia conoscenza dell'osservatore.

Era una zingara, una cugina di Genny, e conosceva bene la malvagità di Angelus. Il suo popolo l'aveva maledetto e lei ora lo riportava in vita per regalargli l'umanità . Sapeva che ciò che stava facendo rischiava di farla maledire a sua volta dalla sua gente ma non le importava. Genny le aveva raccontato spesso dell'amore tra Angel e la cacciatrice e proprio lei che li aveva traditi le aveva confidato il suo pentimento prima di essere assassinata. Nella formula si menzionava il sangue di un demone, aveva la capacità di restituire l'umanità . Era la loro unica speranza di riportare in vita Angel e non Angelus. Anya conservava quel fluido in un'ampolla che ne faceva intravedere la colorazione fluorescente e poggiandola sul banco promise ai due di aiutarli nella preparazione del rituale.

A casa dell'inglese intanto Will e Oz studiavano i dettagli. C'era molta tensione. Si abbracciarono e il ragazzo le sussurrò all'orecchio "io mi fido di te!"

La ragazza sorrise ed arrossì. Il loro era davvero un grande amore.

Ora mancava soltanto l'anello Claddagh di Buffy perchè tutto fosse pronto. La cacciatrice l'aveva abbandonato sul pavimento della stanza dove aveva ucciso Angel proprio davanti alla statua di Acathla. La strega era tornata spesso in quel posto anche quando Buffy aveva già lasciato Sunnydale e lo aveva trovato. L'aveva riconosciuto subito e aveva deciso di tenerlo con sè. Era diventato un oggetto da cui non si separava mai, una specie di portafortuna, un modo per ricordarle sempre quanto era stata più fortunata di Buffy. Lo teneva nel portamonete cosicchè nessuno lo vedesse e l'aveva portato con sè anche quando era partita quella mattina alla volta di Los Angeles.

Lo appoggiò sul tavolino e con Oz stettero qualche minuto a fissarlo. Un anello così piccolo e così semplice aveva permesso a Angel di sentirsi uomo la notte in cui aveva fatto l'amore con Buffy. Gli aveva permesso di provare le emozioni che per tanto tempo gli erano state negate. Per quell'amore Angel era morto.


Xander e Giles stavano tornando verso casa e con loro anche Anya. Non si sarebbe persa il ritorno di Angel dall'inferno per niente al mondo.

Ogni membro della Scooby gang avrebbe avuto il suo ruolo.

Anya si sarebbe occupata di trovare gli ingredienti mancanti, Giles avrebbe tradotto le scritture antiche per evitare che il rituale nascondesse qualche insidia, Xander e Oz avrebbero allestito la stanza in modo da poter affrontare qualsiasi cosa fosse uscita dal portale..o almeno cosi speravano, e Willow doveva imparare il rituale e portarlo a compimento, cercando di restare viva, come le avevano ripetuto spesso gli altri con tono scherzoso.

Lei sapeva perfettamente che c'era anche la possibilità che qualcosa andasse storto e aveva deciso che se da quel portale fosse uscito Angelus l'avrebbe ucciso lei personalmente anche a costo della sua stessa vita, ma non nominò la cosa. Aveva paura ma dentro di lei qualcosa le diceva che ce l'avrebbe fatta.



Capitolo 8


Buffy aprì gli occhi. Un pallido sole filtrava già dalle finestre semisocchiuse e illuminava la stanza con bellissimi giochi di luce.

Rup dormiva ancora ma non le andava di svegliarlo subito. Stette in silenzio ad ascoltare il suo respiro calmo. Poi si alzò e guardandosi allo specchio si accarezzò la cicatrice sul braccio. Rup assomigliava sempre di più ad Angel. Lo stesso sguardo, lo stesso sorriso, lo stesso modo di abbracciarla. Era davvero un dono del cielo.

Lo sentì svegliarsi e cercarla per la stanza, così si affacciò alla porta del bagno e lo chiamò a sè facendogli una linguaccia.

Il bambino accettò subito la sfida e corse tra le braccia della ragazza ridendo di gusto. La risata era un'eredità di Buffy, chiara e limpida. Le cullava il cuore sentirla. Aveva bisogno di credere che il suo fosse un bambino sereno.

Si prepararono ed uscirono, per loro sarebbe stata una mattina come tutte le altre. Non potevano immaginare che forse per loro ci sarebbe stato un nuovo inizio e che ciò stava accadendo a pochi isolati da loro.

Era una così bella mattina che Buffy decise di accompagnare Rup all'Imperion a piedi.

Pochi passi avanti a lei scorse un profilo familiare. Lo seguì con lo sguardo. Non riusciva a non cercarlo tra la folla. Le persone camminavano veloci attorno a lei ed era molto difficile mantenersi concentrati su un unico soggetto. Lo perse per qualche secondo e quando lo ritrovò cominciò ad aumentare il passo tanto che fu costretta a prendere in braccio Rup per evitare di perderlo. Quel profilo..quella bocca..voleva sfiorarla di nuovo. Senza accorgersene stava ormai correndo e le lacrime le rigavano il viso freddo bruciandole la pelle. Non si era nemmeno accorta di essersi lasciata alle spalle l'asilo del figlio. Lo raggiunse. Proprio nel momento in cui l'uomo stava abbracciando una ragazza. Si ritrovò a pochi centimetri dalla coppia che voltandosi le riservò uno sguardo di stupore. Chi mai poteva essere quella ragazza in lacrime che li fissava tanto intensamente? Al loro stupore si contrappose la delusione di Buffy che osservando quel ragazzo da vicino si rese conto di aver inseguito un altro fantasma. Non era Angel. Mentre la coppia si allontanava cresceva in lei la vergogna e un dolore al petto tanto forte la fece barcollare. Rup, che fino a quel momento aveva riso per la corsa di sua madre, la osservò a lungo stando in silenzio, era così piccolo che sicuramente non capiva ciò che gli succedeva attorno, nè tantomeno poteva capire perchè la sua mamma stava piangendo, ma con un movimento deciso le tolse le lacrime dal viso con la manina.

A Buffy sembrò di ridestarsi da un sonno di mille anni, aveva perso per un momento il contatto con la realtà , sentiva solo una manina che le sfiorava la faccia ma le forze l'avevano abbandonata e lei non riusciva a reagire. Era frastornata. Poi i suoni della città a poco a poco ricominciarono a farsi sentire, ricominciò a vedere le sagome delle persone camminarle accanto.

Con fatica ricominciò a muoversi ma decise che quella mattina non avrebbe portato Rup a scuola. Non lo voleva lasciare. Non voleva sentirsi sola.

Arrivò al Caritas e Fred, Faith e Lorne la accolsero con calore come ogni mattina.

"Ciao giovanotto!" disse Lorne al piccolo "ma come sei cresciuto! Niente scuola stamattina?"

Rup rise. Lorne aveva davvero un buffo viso e quella mattina i suoi capelli erano così spettinati che sembravano disegnargli due piccole corna ai lati della fronte.

"Sì Lorne, stamattina Rup non si sentiva troppo bene e non mi andava di portarlo all'asilo, posso tenerlo qui se non ti dispiace.." disse Buffy.

"Dispiacermi? Farò diventare questo piccolino il miglior cuoco di LA..! ma piuttosto sei sicura fosse Rup a non sentirsi bene stamane? Hai una faccia.. Hai visto un fantasma?"

"..eh..cosa?..no, no io sto benissimo, e poi che dici i fantasmi non esistono!" rispose Buffy fingendo un sorriso.

"Cara, sapessi quante sono le cose a cui non crediamo che però esistono..tu per esempio, signorina cacciatrice!" Lorne aveva saputo dell'identità segreta di Buffy da quando due ragazzi che l'avevano riconosciuta avevano chiesto informazioni su di lei spiegando così tutto il mistero che la avvolgeva sempre.

Buffy era sgomenta e riuscì solo a sussurrare "cosa..io sarei cosa?"

"Stai tranquilla, il tuo segreto ਠal sicuro con me. Non ne ho fatto parola nemmeno con le ragazze..

Non te ne ho parlato prima perchè non aveva ancora trovato il coraggio per affrontare un argomento tanto delicato..perdonami!" Lorne si sentiva molto più sollevato ora.

"Perdonarti di cosa? Di avermi accettata sempre pur sapendo chi ero?..Al massimo ti dovrei ringraziare.." disse la ragazza con un filo di voce.

A Los Angeles nessuno fino ad ora conosceva il suo segreto, a parte Xander e Giles naturalmente.

Lorne era davvero una brava persona. Di quelle che incontri poche volte nella vita.

"E poi non avrei mai potuto tradire la tua fiducia, Buffy! Sei una brava ragazza, una gran lavoratrice e..sapere che sei anche molto forte..beh mi ha evitato il problema di installare un allarme al negozio!" continuò strizzandole l'occhio.

"Ok CAPO! Allora al lavoro!"

"Facciamo così..tu la smetti di chiamarmi capo e io non spiffero tutto agli altri, non ti pare un buon compromesso?"

"Affare fatto C..Lorne!" finì la ragazza prima di cominciare ad apparecchiare i tavoli.

Faith e Fred si davano il cambio per giocare con Rup e lui si faceva coccolare felice di tutte quelle attenzioni.

Lavorò per tutto il giorno con il pensiero fisso di ciò che era accaduto quella mattina. Come aveva anche solo potuto pensare che quel ragazzo fosse Angel? Forse stava davvero impazzendo..

Poi guardò fuori dalla finestra..aveva cominciato a nevicare..non nevicava mai a LA..anche Lorne e le altre ragazze guardavano increduli i grandi fiocchi posarsi sui tetti delle case vicine, sulle macchine in sosta e sulle persone che camminavano con il naso rivolto verso il cielo increduli.

Si perse in un pensiero. Camminava per mano al suo Angel, per una strada deserta, i fiocchi li accarezzavano e il freddo li costringeva a stare ancora più vicini. Il suo angelo così freddo quella sera pareva ardere, la scaldava di sguardi colmi d'amore e le diceva che l'amava.

La sua voce. Scattò. Aveva creduto di essersela dimenticata. Come si può dimenticare una cosa tanto dolce? La sua voce l'aveva cullata tante volte ancora più del suo abbraccio. Quando l'aveva ucciso aveva passato mesi interi nel disperato tentativo di ricordarsi il suono della sua voce, invano ed ora la sentiva riecheggiare nella mente. Avrebbe voluto morire.

"Ehi..?..tutto ok?" Faith le si era avvicinata vedendola persa tra i suoi pensieri e l'aveva abbracciata dicendo "questo deve proprio essere un Natale speciale vero Buffy?"

"Non lo so, Faith..davvero non saprei. Ora sarà meglio tornare al lavoro.." doveva scacciare tutti quei pensieri, doveva tornare con i piedi per terra. Sarebbe stato un Natale identico al precedente. Un Natale senza amore. O almeno senza l'amore del suo uomo. Uomo. Sorrise.

Il suo turno volò, tra il discorso con Lorne e la neve inaspettata l'aveva passato tra tanti pensieri.

Vestì Rup e si avviarono verso casa. Mancavano pochi giorni a Natale così pensò di cominciare a fare qualche regalino. Voleva anche comprarsi un bel vestito per la cena che avrebbe organizzato con gli altri. Ne vide uno in un negozio e subito se ne innamorò. Era un bustino nero con degli inserti rossi e la gonna era molto semplice proprio come piacevano a lei. Entrò a provarlo. La commessa fu molto gentile e la fece accomodare subito nel camerino.

Il vestito le stava un incanto. Era perfetto e gli inserti rossi del bustino le illuminavano il viso e poi facevano proprio "Natale" pensò.

La longuette le fasciava perfettamente i fianchi e ne sottolineava il fisico asciutto.

Anche la commessa vedendola uscire dal camerino la riempì di complimenti.

Il viso incorniciato dai capelli corti faceva risaltare ancora di più la carnagione perlata di Buffy.

Decise di comprare il vestito.

Entrò ed uscì da altri negozi per quasi un'ora. Aveva trovato un regalino per tutti i suoi cari.

Al signor Giles aveva comprato una bella giacca di tweed, a Xander un bel portachiavi d'argento e a Willow un portafoto con la cornice in ferro battuto nella quale arrivata a casa mise subito una loro foto. Una foto scattata a Sunnydale ai tempi della scuola. Le sembrava fossero passati secoli.

Per il regalo di Rup avrebbe atteso ancora qualche giorno, voleva aspettare che lui non ci fosse.

Voleva che lui credesse in Santa Claus.

Decise di chiamare Giles per farsi raccontare del suo incontro galante della sera precedente.

A casa dell'osservatore c'era una gran confusione. La preparazione del rito era quasi pronta.

Il telefono suonò.

"Pronto?"chiese Xander

"Ciao Xan, come state? Volevo un resoconto dettagliato della vostra folle notte di ieri..avete conquistato le ragazze..acc..non dirmelo se lo fai tu non ci trovo gusto..non c'ਠil signor Giles?"

"Sì, ora te lo passo..sii clemente..!"Xander fu molto felice di togliersi dall'impaccio così velocemente e passò la cornetta all'inglese.

"Ciao Buffy!" disse

"Ehi Casanova, ha sfoderato tutte le sue armi di seduzione ieri?" le piaceva un sacco far sentire in imbarazzo il suo osservatore.

"..Uhhm..oh sì sì..siamo andati forte!" rispose l'uomo mentre Xan gli gesticolava vicino per incitarlo.

"Beh siete di poche parole, non ਠgiusto! Volevo farmi due risate ma non state al gioco..Uffa!"

Nell'appartamento di Giles infervoravano i preparativi al rituale e Oz, Will e Anya facevano un gran baccano.

"Ma che succede lì, signor Giles non mi dica che ha organizzato una festa e non ci ha invitato?"aggiunse la cacciatrice con tono malizioso

"Festa? Qui?..assolutamente no..à¨..à¨..Xander..tiene la tv molto alta..lo conosci.." si giustificò l'uomo.

"..Capisco..allora vi lascio..A presto" A Buffy non sembrava vero, perfino il signor Giles si stava godendo la vita. Tutte le persone che la circondavano erano andate avanti, avevano costruito un nuovo futuro e sembravano felici. Solo a lei sembrava che il tempo si fosse fermato un anno e mezzo prima, solo a lei sembrava che niente al mondo l'avrebbe più potuta rendere felice. Le prese lo sconforto, così decise di combatterlo finendo la sua giornata giocando con Rup e guardando un po' di tv. Sapeva che non avrebbe comunque funzionato ma era un modo come un altro per distrarsi.



Capitolo 9


Tutte le luci erano state spente e l'ambiente era rischiarato solo dalla flebile luce di una candela posta al centro della sala.

Anya posizionò l'anello ai piedi di Willow. Tutto era pronto.

Il libro dell'osservatore descriveva il rituale in maniera piuttosto vaga perciò nessuno dei presenti sapeva cosa sarebbe successo in realtà . Si guardarono. La paura aleggiava nell'aria.

La ragazza rossa seduta sul pavimento cominciò a recitare la formula e gli altri si misero ai margini della stanza quasi a formare le 5 punte di una stella immaginaria. La strega versò il sangue del demone sul Claddagh che subito cominciò a brillare di luce propria illuminando a giorno la stanza. In un attimo tutto attorno a loro si mise a tremare. Willow alzò di colpo gli occhi al cielo, come posseduta, e i suoi occhi si fecero neri come la notte e poi rossi come il fuoco. Ora solo lei poteva riuscire a riportare indietro Angel.

Oz scattò in avanti con il chiaro intento di fermare il rituale per paura che la magia fosse troppo pericolosa per Will, ma l'osservatore lo fermò e gli intimò di tornare al suo posto. Willow sapeva il fatto suo. Dovevano avere fiducia in lei.

Nell'aria si aprì un varco, un portale e subito dopo la figura di un uomo ne fu scaraventata fuori e cadde sul pavimento priva di sensi.

Il portale si chiuse e Willow stremata si accasciò a terra. Oz le fu subito vicino. Era preoccupatissimo ma lei sorridendogli esclamò "E' stato eccitante!". Il lupo mannaro la strinse forte a sè e le disse piano "la mia donna ਠla strega migliore del mondo e io la vorrei tanto sposare, credi accetterà ?"

Willow ancora stordita lo guardò incredula e rispose "senza nemmeno pensarci!"

Nel frattempo gli altri 3 si erano portati vicino a Angel ed avevano cercato di coprirlo perchè il portale l'aveva restituito nudo. Non sapevano chi si celasse sotto quelle spoglie perciò per precauzione l'avrebbero legato con delle catene, almeno fino a quando fossero stati certi che si trattasse di Angel e non di Angelus.

Oz e Willow non fecero parola della loro decisione per rispetto del momento ma erano raggianti.

L'uomo si stava a poco a poco ridestando. Tutti gli occhi della Scooby erano su di lui.

Per secoli i suoi occhi non avevano più visto, per secoli la sua bocca non aveva più parlato, nè le sue orecchie più udito. Emise solo un suono, quasi un rantolo di dolore e di paura e si raggomitolò accanto al muro al quale era stato incatenato.

Willow si fece avanti per toccarlo, voleva assicurarsi personalmente che colui che aveva riportato sulla terra fosse Angel, ma al suo sfiorarlo lui rispose ringhiando.

Spaventata indietreggiò.

"Willow tutto ok?" fece l'osservatore.

"Sì, tutto ok! Credo che l'unico modo per sapere se ਠdavvero Angel ਠesporlo alla luce diretta!" rispose la strega portandosi accanto alla finestra coperta fino a quel momento da spesse tende.

La tenda si spostò e la luce colpì Angel che si voltò e con grande stupore dei presenti si riparò solamente gli occhi dal grande chiarore. Erano passate le sei e per qualsiasi altro umano la luce sarebbe stata più che sopportabile ma per lui, di ritorno dall'Inferno, sembrò essere mezzogiorno.

Fissò la luce ma poi si ritrasse nuovamente nella posizione di difesa di poco prima.

Giles andò verso Willow e l'abbracciò forte.

"Ce l'abbiamo fatta piccola strega!" le disse.

Si strinsero tutti attorno a quell'abbraccio. La tensione si stava allentando e stava lasciando spazio alla gioia.

Anya approfittò di quell'abbraccio "generale" per stringere la mano a Xander. Aveva avuto un debole per lui fin dall'inizio di quella pazzesca avventura e si era ripromessa che se tutto fosse andato per il verso giusto l'avrebbe invitato ad uscire. Xander ricambiò la stretta, sorridendole.

"Giles ma ora che facciamo?" disse il ragazzo depistando gli sguardi maliziosi degli altri.

"Nelle dimensioni infernali anche il tempo scorre diversamente, Angel pur mancando da poco più di un anno e mezzo può essere stato sottoposto a secoli di torture e ciò potrebbe avergli causato indescrivibili danni psicologici, perciò consiglio di lasciarlo incatenato fino a che non saremo certi che tutto sia andato per il verso giusto.." rispose osservando Angel tremante a terra

"A me basta già che non morda più.." disse e rivolgendosi ad Angel "Ehi amico da oggi niente più sangue ma sane schifezze dei nostri tempi..Hot-dog, patatine, gelato..vedrai ti piaceranno!"

"Non fare lo stupido Xan" lo interruppe Willow "Angel ora deve riposare e nutrirsi di cose sane, ਠmolto debole."

"Will ha ragione" disse Oz "Gli preparo qualcosa, non sono un grande chef ma credo che dopo anni di liquidi qualsiasi cosa andrà bene"

Angel li guardava spaventato. Li temeva. Ancora non capiva cosa fosse successo, nè dove si trovasse.

Oz gli allungò un piatto di spaghetti. Il lupo mannaro aveva origini italiane e nella sua famiglia gli spaghetti erano una tradizione, e poi erano l'unica cosa che sapeva cucinare!

Angel tirò il piatto a sè e cominciò a mangiare, tentando di nascondersi in se stesso. Non restituì il piatto, continuo a tenerlo stretto tra le mani, come si tengono gli oggetti preziosi.


La scooby era davvero sfinita e dopo aver ricomposto l'assetto originale della stanza ed essendo ancora troppo agitati per mangiare, si misero seduti a terra a pochi passi da Angel e cominciarono il loro racconto. Ad uno ad uno gli raccontarono ciò che era successo e perchè lui fosse tornato sulla terra.

Non ottennero alcuna risposta, ma lui non smise un attimo di ascoltarli.


Passarono molte ore e a turno decisero di riposare un po'. Era ormai notte.

Angel non chiuse occhio. I pensieri nella sua testa erano molto confusi. Le torture avevano stravolto anche alcuni tratti del suo viso. Non riusciva a ricordare le cose di cui gli stavano parlando. Si ricordava solo una parola, un nome, Buffy.

Solo Willow restò alzata tutta la notte con Angel. Solo lei sapeva i particolari della sua storia con la cacciatrice ed aspettò di rimanere sola con lui per raccontarglieli. Angel non tremava più, ora tentava solo di ricordare.

Ed a poco a poco il viso della ragazza rossa gli tornò familiare. La ascoltava ricordare la sua storia d'amore con Buffy, e la guardava gesticolare mimandogli le scene più salienti. Willow non era cambiata.

Avrebbe voluto parlarle ma dalla sua bocca non riuscirono ad uscire parole. Lei apprezzò lo stesso e si avvicinò di più a lui. Ora era sicura, lui era davvero Angel.



Capitolo 10


I giorni a seguire si innescò la ricerca della soluzione al problema "diciamo tutto a Buffy", nessuno di loro si sentiva i nervi tanto saldi da rivelare una notizia da cardiopalma come era il ritorno di Angel alla cacciatrice..

Angel nel frattempo faceva progressi giornalieri, si stava rimettendo in forze ed aveva anche ricominciato a parlare correttamente stupendo tutti con un sottile accento irlandese.

Nei racconti della scooby gang tutti avevano omesso volontariamente la nascita di Rup, quella era una questione troppo privata che avrebbe chiarito a tempo debito con Buffy.


Era ormai arrivato il 23 di Dicembre ed Angel aveva pienamente recuperato le forze. Ora era necessario parlare con Buffy.

Si consultarono per ore sul da farsi, la reazione della ragazza li terrorizzava addirittura più del rituale. Anche Angel partecipava attivamente alle discussioni, ma capiva che la decisione finale sarebbe spettata a coloro che l'avevano riportato "in vita".

Giles prese in mano la situazione e compose il numero di Buffy sulla tastiera. Tremava ma non sapeva spiegarsi se di paura o di agitazione.

"Pronto?" rispose la ragazza.

"Buffy, ciao! Scusami davvero se in questi giorni ti ho trascurato un po', mi dispiace infinitamente ma ho avuto molte cose a cui pensare.." si giustificò l'inglese. Tutti gli altri assistevano con il fiato sospeso. Soprattutto Angel. Da quando era tornato sognava ogni notte il momento in cui avrebbe rivisto la sua Buffy.

"Diciamo che più che altro si ਠeclissato e come lei anche tutti gli altri, dato che anche Willow non ਠpiù venuta a Los Angeles e non si ਠnemmeno presa la briga di avvisarmi.." riprese scocciata.

"Ecco, a tal proposito, Willow ti saluta, ਠproprio qui accanto a me, voleva farti una sorpresa ma credo non le sia riuscita troppo bene..vuoi che te la passi?"

La strega sgranò gli occhi. E imbarazzatissima rispose.

"Sorpresa.."

"Ma..ma..che ci fai qui? Perchè non mi hai chiamata? Non sarà mica successo qualcosa.." disse preoccupata la cacciatrice.

"Successo qualcosa??..Noooooooo..Va tutto bene.." la situazione si faceva ogni secondo più insostenibile, urgeva una soluzione drastica "ma perchè non ci raggiungi qui da Giles, così riusciamo a parlarci meglio?" pessima soluzione pensò tra sè e sè la strega.

"Mi sembri molto strana Will, anzi mi sembrate tutti strani, ditemi che cosa c'à¨..non sono proprio in vena di scherzi!" sentiva che qualcosa non andava.

"Niente scherzi, dai ti aspettiamo qui. Tra poco arriva anche Xan.." cercò di chiudere la rossa.

"Ci prepariamo e arriviamo. Comunque non me la racconti giusta..ciao" e riattaccò.

Ci fu un attimo di panico generale nell'appartamento del signor Giles. Ormai non c'era più tempo di programmare nulla.

Angel se ne stava seduto su una seggiola in disparte. Dopo secoli di assenza sentire nuovamente il battito del suo cuore ancora lo spaventava. E quel giorno per l'agitazione il cuore pareva potesse esplodergli da un momento all'altro.

Willow gli si avvicinò e gli sorrise. Sapeva che in quel momento anche lui aveva bisogno di qualcuno accanto. La situazione non era traumatica solo per loro e per Buffy, ma gli altri sembravano non interessarsene.


La cacciatrice si era vestita in fretta. La curiosità la divorava. Infilò il giubbottino a Rup e si chiuse velocemente la porta alle spalle. Continuava a domandarsi quale mistero si celasse dietro a questa strana situazione.

Attraversò i quartieri che separavano la sua casa da quella del signor Giles con quell'unico pensiero fisso e quando fu arrivata sentì una morsa allo stomaco tale che sembrò mancarle il respiro dalla tensione.

Salì le scale e trovatasi davanti alla porta bussò tentennante.

"Ciao sorellina!" la accolse Willow.

"Ciao Will! Anche se non mi convince ancora questa storia non sai come sono felice di abbracciarti..non sarà per caso successo qualcosa con Oz, vero?" chiese preoccupata.

"Niente del genere, anzi ਠqui anche lui, se lo vuoi salutare.."

"Questa sì che ਠuna bella sorpresa..ci siamo davvero tutti..Ciao Oz! E tu Xan dov'eri sparito? Le tue donne non ti danno tregua?" notò solo dopo che accanto a Xander c'era una ragazza che non conosceva e sperava di non aver detto una brutta battuta.

"Dato che nessuno ci presenta, io sono Buffy, ma non credere a ciò che ti raccontano di me.. e lui ਠRup." continuò cercando di rimediare all'uscita poco felice di poco prima.

"Ciao io sono Anya, e anche se non ci siamo mai incontrate mi sembra di conoscerti da sempre. Ho avuto modo di farmi raccontare molte cose di te da Xan.."

"Ok..vorrà dire che se sopporterai di frequentare il mio fratellone per un po' ci conosceremo di persona! Finite le presentazioni..sputate il rospo! Perchè mi avete chiamato?"

Angel, che fino a quel momento era stato ad ascoltare dietro ad un mobile, sentì tremare le gambe credendo che Buffy avesse un nuovo ragazzo. Non poteva essere tornato per vedersela portare via davanti agli occhi.

Uscì dalla penombra a piccoli passi e si meravigliò nel vedere che il tanto temuto Rup era solo un bambino. La mente gli si intorpidì.

"Ciao" fece il bambino nella direzione di Angel e tutti gli sguardi, compreso quello di Buffy, seguirono quel saluto.

"Ciao..Buffy.." fece Angel con un filo di voce. Ora la verità era sotto gli occhi di tutti.

La ragazza credette di avere un'allucinazione e subito si girò verso i suoi amici che però continuavano a fissare alle sue spalle.

Si voltò di nuovo e tra la penombra scorse il viso di Angel. Ma che razza di scherzo era mai questo? Angel era morto. Si infuriò.

"Ma cosa credete, che basti qualcuno che me lo ricorda a scacciare i miei sensi di colpa? Ma che razza di persone siete se vi divertite a giocare con i miei sentimenti? Io che vi ho sempre confidato tutto, io che vi ho aperto il mio cuore..E poi da lei signor Giles non me lo sarei mai e poi mai aspettato..Non so proprio cosa abbiate voluto dimostrare con questa stupida farsa, ma io non ho tempo da perdere e credo di aver già sofferto a sufficienza. Detto questo vi saluto. E gradirei non vedervi mai più!" aveva cercato invano di non piangere, ma la delusione era tanta che le lacrime le avevano subito rigato le guance, copiose. Il cuore sembrava non batterle più nel petto.

Non avrebbe dato il tempo a nessuno di ribattere. Aveva già afferrato Rup per un braccio ed era già pronta a chiudersi quella maledetta porta alle spalle per sempre quando Angel le si buttò ai piedi immobilizzandola e scandendo il suo nome tra i singhiozzi.

Appena fu in quella stretta Buffy si sentì morire. Quella voce non poteva essere quella di Angel, e quell'abbraccio nemmeno. Era solo un trucco. Un orribile messinscena.

Il signor Giles, benchè attonito da tutto ciò che stava vedendo, le andò incontro e fissandola negli occhi le disse "Buffy , questo ਠil motivo per cui ti ho trascurato. Io ti amo come una figlia, non potrei mai mentirti. Willow, Xan ed io siamo riusciti a riportare sulla terra Angel. E' umano…credimi ti prego", ormai il suo tono si era fatto implorante.

"Ma come può farmi questo?? Io ho ucciso Angel e niente me lo potrà più ridare.." disse guardando l'uomo che ai suoi piedi la teneva ancora stretta a sè. Non poteva essere lui.

Xan si fece coraggio "Buffy non sai quanto tutto questo sia incredibile anche per noi, ma lui ਠrealmente Angel. Willow l'ha riportato qui per te, perchè abbiamo capito che niente per te aveva più senso da quando lui se n'era andato..Credi davvero avremmo potuto mentirti su una cosa così importante?"

La cacciatrice si accasciò incredula finendo tra le braccia di Angel che stava ancora sotto di lei.

Incontrando lo sguardo del ragazzo non potè più avere dubbi, nessun altro al mondo l'avrebbe potuta guardare con tanto amore e tanta devozione.

La mano tremante di lei lo cercò. Doveva toccarlo di nuovo. Seguì il suo profilo e sentì la sua pelle calda. Angel era davvero umano.

Rup fino a quel momento rimasto ad osservare la scena si avvicinò a Buffy e le accarezzò i capelli.

"Mamy.."

"Vieni qui amore mio, vieni dalla mamma..non avere paura va tutto bene. Mammina ha solo ritrovato una persona che era andata via.." lo rassicurò.

Angel era frastornato. Quel bambino chiamava Buffy mamma. Forse quando lui era morto lei aveva avuto altre relazioni. Si sentì bruciare di gelosia. Poi guardò Buffy che non riusciva a smettere di piangere e le sussurrò "forse suo padre non sarà felice di sapervi qui.."

La ragazza con gli occhi colmi di lacrime gli rispose " tu sei felice?"

Fu come un fulmine a ciel sereno. Poteva davvero quello essere suo figlio?

"Non capisco.." replicò il ragazzo.

Buffy avvicinò ancor più il suo viso a quello del piccolo Rup e disse "Guardalo Angel, Rup ਠciò che mi hai lasciato per tutto questo tempo. L'unica cosa che mi rimaneva di te..che mi rimaneva di noi.." e poi "so che forse non potrai mai perdonarmi per ciò che ti ho fatto, per averti ucciso e per averti tolto la possibilità di essere padre..sono pronta a pagare per questo.."

Padre..Angel guardava la bocca di Buffy scandire le parole increspata dalle lacrime che le provocavano quella specie di smorfia buffa delle labbra che tanto lui amava, ma i suoni di tali parole non riuscivano ad arrivare alle sue orecchie..solo una continuava a riecheggiargli nella mente..Padre.

Era spaventato. Stava succedendo tutto così in fretta. Forse però non era paura la sua, ma solo felicità . O forse erano entrambe. Paura che la sua assenza avesse cancellato parte dell'amore che lo univa a Buffy, paura che lei lo odiasse per averla in qualche modo abbandonata e felicità per averla ritrovata, per aver sentito di nuovo la sua mano scorrere sul suo viso e per aver stavolta potuto godere del brivido che le aveva regalato tale gesto, felicità per un figlio nato dall'unica notte d'amore della sua vita..

"Hai fatto l'unica cosa che potevi fare..Buffy..sono io che dovrei pagare per tutto il male che ti ho fatto..ma ti prego dammi la possibilità di rimediare..Sei stata l'unica ragione che mi ha spinto a sopravvivere anche all'inferno..ti prego.."

Il resto del gruppo guardava la scena straziante con il fiato sospeso. Nessuno meglio di loro sapeva ciò che entrambi avevano sacrificato per il loro amore e per la loro separazione.

Buffy si sciolse in un abbraccio..profondo e infinito. Angel la strinse a sè piano, aveva quasi paura di farle male, di rovinare in qualche modo quel momento, di vedersi strappare via di nuovo la felicità .

Le mani di entrambi si cercarono. Erano state versate troppe lacrime per quell'amore. Angel le accarezzò i capelli e la guardò..poi qualcuno si intrufolò tra di loro, geloso.

Rup non capiva chi fosse quell'uomo che abbracciava la sua mamma.

Buffy ed Angel lo osservarono farsi spazio tra di loro, sorpresi. Il visetto imbronciato del bimbo strappò un sorriso a tutti i presenti. Willow abbracciò Oz piangendo. Era sempre stata una ragazza romantica e la felicità di Buffy era sempre stata per lei una priorità . Esserne l'artefice fu per lei motivo di grande soddisfazione e felicità .

Anche Anya si strinse vicino al fianco di Xander che invece tentava di mantenere un certo contegno.

Il signor Giles si sfilò gli occhiali. Pianse ma non se ne vergognò. Poteva sentire la felicità della figlia. Era l'unica cosa importante.

"Mammina.."disse il piccolo.

"No amore..vieni qui..ti devo presentare questo signore..lui si chiama Angel..digli come ti chiami tu.."

"Rupert.."disse Rup intenerendo tutti.

"Ciao Rup, te la fai fare una carezza?" chiese timoroso Angel. Doveva toccare il suo tesoro. Doveva saperlo vero.


Il signor Giles capì che era tempo di lasciarli soli. Fece segno agli altri che ad uno ad uno lasciarono la casa in silenzio. Lui rimase per ultimo, voleva essere l'ultima persona che Buffy avrebbe visto prima che la porta si chiudesse. Le sussurrò "ti voglio bene.."

Buffy gli regalò il più puro dei sorrisi "Anch'io..papà .."


Parlarono per ore. Non si lasciarono un secondo. Le mani nelle mani, sempre.

Rup si era rilassato e correva per la casa felice. Vedeva la sua mamma serena per la prima volta.

Questo signor Angel gli stava proprio simpatico.

Gli si avvicinò e lo prese per mano. Poi fece lo stesso con Buffy e li portò accanto al letto del signor Giles. Ci si buttò sopra e poi li chiamò vicino a sè con un cenno della manina.

Buffy era molto imbarazzata, ma si sdraiò accanto al bambino ed Angel tremante fece lo stesso.

"Storia.." disse Rup

Angel non capì ma osservò Buffy appoggiarsi su un fianco e accarezzare suo figlio dicendo:

"Ok piccolo..te la meriti.." e poi rivolta a Angel " questo signorino vuole una bella fiaba..vuoi raccontargliela tu?"

Buffy era bellissima. Quello era il momento più intenso della sua lunga vita.

Annuì.

Cominciò impacciato. Erano passati più di 250 anni dalla sua ultima fiaba..ma si ricordava che ogni fiaba che si rispetti cominciava così..

"C'era una volta..tanto tempo fa.."

Niente mostri per Rup quel giorno, niente combattimenti di una impavida cacciatrice di vampiri, solo la storia d'amore tra una dolce ragazza di nome Buffy e il suo mostro che per amore si trasformava nel più splendido dei principi.

Per non lasciarli mai più.


FINE