ALL I EVER WANTED


Data di produzione: iniziata nel lontano Giugno 2005

Disclamer: E' tutto del sadico Joss -_- ma essendo un Au e i personaggi tutti umani devo aggiungere che qualsiasi riferimento a cose o a persone realmente esistenti è puramente casuale ^_^

Timeline: non c'è. E' un Au.

Spoiler: come sopra.

Rating: credo un PG13 per qualche parolaccia che m'è scappata e più avanti per qualche scena di sesso, cmq niente di troppo esplicito ^_^

Coppie: Spike/Buffy, Angel/Cordelia, Xander/Anya, Willow/Oz



Capitolo Uno


L'attesa sarà lunga.


Il volo Los Angeles - Londra è stato appena annunciato con quaranta minuti di ritardo e la sala d'attesa dell'aeroporto, si sa, non è il posto più divertente del mondo.


Ho già letto tutte le riviste che avevo portato con me e visitato, almeno due volte ciascuno, i negozi del duty-free, questo senza comprare assolutamente nulla - non potrei permettermelo.


Non mi rimane molto da fare, solo osservare gli altri passeggeri in attesa come me e immaginarmi le loro storie. Chissà chi sono? Dove vanno? Perché? Mi incuriosisce…


Dopo un paio di minuti sono già stanca. In fondo è noioso e lo sguardo seccato di un tipo con gli occhiali che mi ha beccata a fissarlo, mi fanno decidere di alzarmi e di dirigermi al bar più vicino.


Mi siedo e ordino un cappuccino.


Sto mescolando lo zucchero nella tazzina quando sento l'inconfondibile rumore che preannuncia un messaggio riecheggiare nell'aeroporto.


Il passeggero William Appelton è pregato di presentarsi al più presto al banco della British Airlines” dice una voce in tono piatto. “Il passeggero William Appelton è pregato di presentarsi al più presto al banco della British Airlines”


In realtà, non faccio molto caso al contenuto del messaggio. Solamente qualche istante dopo il mio cervello registra il nome che è stato chiamato.


- William Appelton -


Di scatto mi alzo in piedi e per poco non mi rovescio addosso il cappuccino. Imprecando sottovoce afferro al volo la tazzina e la sistemo di nuovo sul tavolo, poi volto la testa a scatti nella speranza di vederlo.


Ovviamente non ci riesco. L'aeroporto è grande e, dal tono dell'annuncio, probabilmente lui non è neanche nei paraggi.


In tutto questo il mio movimento ha catturato l'attenzione degli altri clienti del bar, che ora mi stanno guardando incuriositi e leggermente perplessi. Accenno un sorrisetto mentre mi risiedo.


William Appelton” ripeto a voce bassa.


È un nome che non pronuncio, né sento pronunciare da un bel po'. Anche perché, a dire la verità, ormai non viene più usato. Ora ha un nome nuovo.


Un nome nuovo per una vita nuova.


Per un attimo mi chiedo se sia davvero lui, se sia lo stesso William Appelton che conosco io. Un caso di omonimia, altrimenti? Non credo. Sarebbe una coincidenza troppo grande. E comunque è verosimile che lui usi quel nome per viaggiare dato che è scritto sui documenti. Ed è ancora più verosimile la sua presenza in un aeroporto. Immagino che viaggi parecchio ultimamente…


Riprendo in mano il cucchiaino e ricomincio a girare lo zucchero nel mio cappuccino ormai gelido. La mia mente però non può fare a meno di ripensare ai tempi di William Appelton.




Quando l'ho incontrato per la prima volta mi ero appena trasferita a Los Angeles da Sunnydale, la mia città natale, per frequentare il college. Per non so quale assurdo motivo la mia domanda per una stanza nel dormitorio del campus era stata misteriosamente persa. Così mi ero ritrovata con l'inizio delle lezioni da una parte e la mancanza di un alloggio dall'altra. Ero veramente disperata. Di tornare a casa e fare la pendolare, neanche a parlarne.


Destino volle che un giorno, in bacheca, trovassi l'annuncio che cambiò la mia vita. Oh, niente di particolarmente eccezionale, intendiamoci, parlava di una stanza in un appartamento non molto lontano dal campus, ma era stranamente a buon mercato e per una studentessa con scarse disponibilità finanziarie com'ero io all'epoca, era un'occasione d'oro. La cosa che cambiò la mia vita, a dire la verità, fu l'incontro con colui che scrisse quell'annuncio, ovvero William.


Arrivai all'appuntamento temendo che la camera fosse già stata presa. Non avrei potuto fare affidamento sulla mia fortuna in quel periodo...


Suonai il campanello aspettandomi, quindi, il peggio. Invece non fu così. Ad aprirmi la porta un ragazzo. Inutile dire che rimasi gelata sul posto. Era il ragazzo più bello che avessi mai visto in vita mia. Occhi blu nascosti dietro un paio di occhiali da vista che si affrettò a togliere non appena mi vide, capelli biondo miele leggermente scompigliati come se ci avesse passato in mezzo la mano più volte, zigomi marcati e bocca carnosa, a completare il quadro una t-shirt aderente che evidenziava i muscoli delle spalle e del torace.


Oddio, dopo tutto questo tempo ancora mi ricordo questi particolari…assurdo….sono malata.


Improvvisamente avevo la gola secca. Credo anche di aver dimenticato di respirare per un paio di minuti.


Devo proprio aver fatto la figura dell'idiota.


Ehi, ciao. Tu sei quella delle tre, giusto?”


La sua voce - oh, sia maledetto il suo accento! Mi ha sempre fatto tremare le ginocchia, già dal primo momento - mi riportò con i piedi per terra. ‘Bene, brava, Buffy, adesso mettiti anche a sbavargli addosso!' mi ammonii mentalmente. ‘Di sicuro è all'ultimo anno e non vorrà condividere l'appartamento con una matricola adorante…quindi smettila subito! Immediatamente. Hai assolutamente bisogno di un posto dove stare'


Una mano mi passò davanti al viso e io battei le palpebre, indietreggiando un poco.


Ehi, stai bene?”


William aveva inclinato la testa di lato e mi aveva guardato stringendo gli occhi. Quel suo gesto mi aveva catturato immediatamente.


Fortunatamente alla fine tornai in me.


Sì, sto bene. Scusami” mormorai nel più completo imbarazzo. “Sono-sono Buffy. Buffy Summers. Tu devi essere William, vero? Ci siamo sentiti per telefono” Azzardando un sorriso, avevo allungato una mano verso di lui.


Lui l'aveva presa e se l'era portata alle labbra, in un gesto che mi aveva procurato un brivido lungo la schiena. Nella mia vita, fino a quel momento, nessuno mi aveva mai fatto il baciamano.


William Appelton, al tuo servizio. Se vuoi puoi chiamarmi Will” aveva risposto, poi mi aveva invitato ad entrare e mi aveva offerto qualcosa da bere. Rifiutai, da quando l'avevo visto mi si era chiuso lo stomaco. ‘Ricorda, Buffy, smetti di sbavargli addosso. Fingi che non ti piaccia' E, cercando di dare ascolto ai miei stessi consigli, avanzai seguendolo fino a fermarci nel mezzo del corridoio. Lì mi guardai in giro.


E' davvero carino” ricordo di aver commentato cercando di apparire tranquilla e rilassata.


William mi aveva sorriso, ringraziandomi. ‘Oddio, quando sorride è ancora più bello!', pensai immediatamente. ‘Geez, Buffy, cerca di tenere sotto controllo gli ormoni, ragazza!' mi ammonì la voce della ragione.


Poi William mi fece fare il giro dell'appartamento. Mi mostrò la cucina, le camere da letto, i due bagni e perfino il suo piccolo studio. Quella stanza, ricordo, mi colpì particolarmente: era piena di libri e fogli sparsi in ogni parte e in un angolo, appoggiata ad un sostegno, c'era una chitarra.


Ricordo di essere rimasta sorpresa e che, subito dopo, ho fatto la mia seconda figuraccia nell'arco di dieci minuti.


Cos'è quella?” avevo chiesto infatti.


E' una chitarra” mi aveva risposto lui nel più ovvio dei toni.


E cosa ci fai?”


La suono”


Dio, dovevo aver fatto proprio la figura della scema!


Sarei voluta sprofondare. Di solito non sono così imbranata, ma in quella situazione non brillai certo per la mia intelligenza.


Grazie al cielo William non mi fece pesare la mia idiozia.


Sono un compositore. Scrivo canzoni quando non studio per laurearmi, cioè” mi aveva spiegato poi.


Scoprii così che anche William si barcamenava tra varie aspirazioni come me: la sua carriera musicale e la laurea in letteratura. Io, personalmente, all'epoca, ero una fotografa/studentessa di Belle Arti.


Era stato il lavoro di mia madre a far nascere in me la passione per l'arte. I pomeriggi trascorsi alla galleria che lei gestiva mi avevano portato ad apprezzare un bel quadro o una scultura, ma invece di dedicarmi ad una delle due arti, avevo puntato sulla fotografia.


Preferisco catturare le emozioni nell'istante stesso in cui si provano. Come si dice, cogliere l'attimo.


Allora ti piace? La prendi?”


Di nuovo mi ero incantata a fissarlo e William doveva essersene accorto. Fortunatamente non sembrava dispiacergli. O almeno così credetti all'epoca.


Ma come? Nessuna domanda? Non mi chiedi le referenze?” avevo obiettato stupita che fosse tutto troppo facile.


Lui si era stretto nelle spalle. “Mi sembri una ragazza a posto. Non è che dobbiamo per forza essere amici per la pelle o altro” mi aveva spiegato. “Fino a quando sarai puntuale e pagherai la tua parte di affitto senza creare guai, credo che andremo d'accordo. In fondo, non sembri una serial killer” aveva concluso con un sorriso.


Stavolta anche io avevo sorriso. La vita improvvisamente era meravigliosa. Uno stupendo appartamento da dividere con un'ancora più stupendo ragazzo, cos'altro poteva chiedere di più una ragazza?


Va bene. Lo prendo”


Perfetto. Puoi trasferirti quando vuoi”


Quella sera stessa portai tutte le mie cose a casa sua.


***


Capitolo Due


Per i sei mesi successivi era andato tutto benissimo. Ancora meglio di quanto mi sarei aspettata.


Tanto per cominciare, le nostre abitudini si armonizzavano alla perfezione. Quando non eravamo a lezioni, eravamo impegnati con le nostre passioni.


Io sviluppavo le mie foto in un piccolo stanzino che avevamo di comune accordo adibito a camera oscura e William, nel suo studio, componeva canzoni.


A volte, nonostante la porta chiusa, lo sentivo ripetere sempre la stessa parte. Aggiungeva e toglieva pezzi e a poco a poco il motivo prendeva forma e diventava una vera e propria canzone. Mi faceva sentire speciale il pensare di essere partecipe alla creazione di qualcosa di bello come la sua musica. Ero orgogliosa.


Quando avevamo bisogno di sfogarci, invece, andavamo a ballare in qualche locale, oppure facevamo una passeggiata o semplicemente guardavamo la tv fino a tarda notte raggomitolati l'uno accanto all'altro sul divano.


Una volta l'avevo portato a Sunnydale, da mia madre. Lui era rimasto molto colpito. E così lei, per non parlare di mia sorella minore che praticamente lo aveva adorato dal primo istante.


Alcuni giorni dopo che ce n'eravamo andati, mia madre mi aveva chiamato e mi aveva detto che William un giorno sarebbe diventato famoso. Lo aveva capito dal suo modo di fare.


Quando gliel'avevo raccontato, William aveva trovato la cosa divertente e l'aveva richiamata per sapere se aveva qualche altra cosa da dirgli.


Insomma, la nostra era la convivenza perfetta.


Ma, dopo sei mesi, quando ormai tutto procedeva alla grande, William aveva cominciato a comportarsi in un modo un po' insolito.


Avevo sempre pensato che fosse strano che non portasse mai amici a casa. Avevo pensato che temesse che io non fossi d'accordo, così gli avevo proposto di fare una piccola festa. Lui aveva rifiutato, dicendo di essere troppo preso con gli esami. Sapevo che con la sua famiglia c'era della tensione, che i suoi non approvavano la sua idea di una carriera musicale, ma ero sicura che dovesse avere degli amici da qualche parte, ma non riuscivo a capire perché non li invitasse mai a casa.


Quanto a me, invitavo sempre molta gente. Mia madre, mia sorella, il mio gruppo di studio, qualche ragazzo che mi piaceva.


Comunque questa storia degli amici di William non mi dava tregua. Continuavo a pensarci quasi ossessivamente fino a quando la situazione cambiò.


Tutto ad un tratto William cominciò a portare a casa gente. Tutti i weekend. Gente sempre diversa.


E tutte ragazze.


La prima volta mi era sembrato normale. Era un gran bel ragazzo, in fin dei conti. Anche io all'inizio ci avevo fatto dei pensierini su…


Un sabato mattina avevo trovato in cucina una ragazza bionda che non conoscevo. Sapevo che William era andato ad una festa la sera prima, quindi avevo dedotto fosse una sua conquista.


Nessun problema per me. L'avevo salutata, mi ero preparata una tazza di caffè ed ero tornata in camera mia. Quando ero uscita, un'ora dopo, la ragazza non c'era più e William non sembrava ansioso di parlarne.


La settimana dopo la stessa cosa.


Il sabato mattina avevo trovato in cucina un'altra ragazza. E la domenica mattina una ragazza ancora diversa.


Tutte bionde. Beh, forse ce n'era qualcuna un po' più scura, tutt'al più rossa, altrimenti tutte bionde. Nessuna eccezione.


Il weekend successivo una sorpresa: nessuna ragazza.


Forse perché non c'era neppure William.


Non era tornato a casa. Lo capii dopo aver controllato nella sua stanza.


Le cose erano andate avanti così per settimane. Un via vai misterioso di ragazze.


Quando in casa c'eravamo solo noi due, William se ne stava rinchiuso nello studio e lavorava come un matto, altrimenti mi evitava.


Completamente.


Mi ero subito preoccupata. Cosa gli stava succedendo? Perché, tutto ad un tratto, era diventato così chiuso? Fra di noi andava tutto bene…


Avevo cercato di parlare con lui, ma evitava le mie domande così come evitava me. A volte semplicemente non tornava neanche a casa.


Intanto le ragazze continuavano ad apparire e sparire ogni mattina.


Io me ne stavo rinchiusa in camera mia fino a che non erano andate via.


Ero imbarazzata. Entrare in cucina, di prima mattina, e trovarci una ragazza mezza nuda, in forma perfetta con un largo sorriso soddisfatto sulle labbra non era il mio ideale di buon risveglio.


Mi sentivo davvero a disagio.


Alla preoccupazione, dopo qualche tempo, era subentrata la rabbia.


Non ne potevo più di dover rimanere chiusa in camera tutte le mattine dei weekend. E non solo. A volte apparivano anche durante la settimana.


Era ora di finirla.


Ormai al limite - e dopo una settimana di trattamento del silenzio - avevo deciso che, se le cose fossero continuate così, gli avrei parlato a quattr'occhi per chiarire la situazione.


Ma le cose non erano continuate così. Perché all'improvviso avevano smesso di apparire ragazze e William aveva smesso di uscire.


Durante quella settimana William mi aveva invitato a cena fuori e si era scusato goffamente.


Aveva detto di essere stato stressato, che aveva perso un po' la testa e che non si era reso conto di quello che stava facendo. Ora l'aveva capito e mi aveva promesso che la cosa non si sarebbe mai più ripetuta.


Io mi ero sentita in imbarazzo e avevo accettato in fretta le sue scuse, concludendo lì la questione.


Alcune settimane dopo, il nostro rapporto era tornato quasi alla normalità.


Solamente con il passare del tempo avevo cominciato a capire una cosa, una cosa che mi aveva sconvolta.


Sapevo di aver reagito in maniera eccessiva alla presenza delle ragazze di William. Durante quelle settimane persino le mie fotografie ne avevano risentito. Continuavo a rimanere chiusa nella camera oscura per ore senza far nulla, fissando il pavimento, le pareti o il soffitto.


E continuavo a farlo soprattutto se lo sentivo suonare.


E c'era anche il fatto che ogni sabato e domenica puntualmente alle cinque i miei occhi si aprivano e rimanevo a chiedermi se in camera di William ci fosse una ragazza. Mi auguravo che non ci fosse e, quando era così, facevo i salti di gioia.


Avevo continuato in quel modo per mesi.


Quando stavamo per compiere il nostro primo anno di convivenza, proprio poche settimane prima, avevo capito che qualcosa non andava sul serio.


Avevo completamente messo da parte la mia macchina fotografica.


William, invece, studiava senza sosta e scriveva le sue canzoni. Sembrava ci fosse in ballo qualcosa di grande.


Ed era vero. Le cose per lui andavano bene.


Per me, invece, all'università ero bloccata su un esame da un po'. Non ero riuscita a superare dopo due tentativi l'esame di storia. E speravo di riuscire a farcela con il terzo tentativo.


Come se non bastasse, mi ero anche resa conto di una cosa.


Un giorno ero nella camera oscura a fare poco o nulla, come al solito ultimamente, e avevo sentito William che suonava e cantava. Era una nuova canzone, che non avevo mai sentito prima. Era semplicemente perfetta, e sapevo che doveva averla scritta lui, perché era fatta apposta per la sua voce.


A metà della canzone mi ero resa conto di aver dimenticato di respirare. Provavo una strana sensazione e il mio cuore batteva come impazzito.


Allora avevo capito.


Ero completamente, disperatamente, follemente innamorata di William.


Ero cotta di lui.


Come non avevo fatto ad accorgermene prima? Davvero non lo so.


Tutto tornava.


La mia reazione esagerata quando tornava a casa con quelle ragazze. I risvegli la mattina prestissimo durante i weekend. Quel restare seduta ad ascoltarlo invece di lavorare.


A quel punto mi ero domandata cosa fare.


Non mi ci era voluto molto a capire che non potevo fare un granché.


Sarebbe stato inutile.


E per un motivo ben preciso: la nostra convivenza fino a quel momento si era basata su un rapporto di amicizia, puramente platonico. Perciò, nonostante all'inizio l'avessi trovato irresistibilmente attraente, per amore della pace - soprattutto mia - avevo rimosso quelle sensazioni. Okay, lo ammetto, ho fatto davvero fatica a considerarlo solo un amico, specie quando mi era capitato di imbattermi in lui che girava mezzo svestito per casa, una vera tentazione, ma era giusto così.


William, invece, sembrava non avere questo tipo di problemi nei miei riguardi, per lui ero solo Buffy, l'amica. Niente di più.


E poi c'era un altro problema ancora più importante e difficile da risolvere: da lì a qualche settimana William se ne sarebbe andato.


Aveva dato il suo ultimo esame qualche giorno prima e subito dopo la cerimonia di laurea si sarebbe trasferito a New York. Aveva trovato un contatto importante, un tipo dell'industria musicale che avrebbe potuto dargli una mano e, se voleva sfondare, doveva frequentare i ‘giri giusti'.


Era alla ricerca della sua grande occasione, da qui il bisogno di trasferirsi. Quindi, in sostanza, ancora qualche settimana e tra noi ci sarebbe stato un intero stato.


Così decisi per l'unica cosa saggia da fare. Mettere a tacere i miei sentimenti.




Capitolo Tre


Probabilmente il mio piano non stava funzionando proprio bene. Intendo il nascondere i miei sentimenti.


Probabilmente ero trasparente come una velina.


Probabilmente vagavo per l'appartamento con aria trasognata.


Ma William non sembrava accorgersene, o comunque non diceva nulla. Forse era troppo preso dal suo imminente trasloco. In ogni caso, tutto procedeva come al solito.


Almeno fino al nostro terzultimo giorno insieme.


Fino a quel momento eravamo stati molto indaffarati, lui con i preparativi, io con gli esami e la ricerca di un nuovo coinquilino.


Il nostro terzultimo giorno insieme decidemmo di festeggiare la sua partenza. Da parte mia non c'era molto da festeggiare, ma pur di passare un po' di tempo con lui avrei brindato a qualsiasi cosa.


Fatto sta che esagerai un po' troppo con il bere. E, cosa che imparai da quella sera, Buffy e l'alcol non vanno mai mischiati. Specie in grandi quantità.


Ricordo che William dovette portarmi via di peso dal locale in cui eravamo andati. Ricordo che mi riportò a casa e che mi lasciò cadere con poca grazia sul divano del soggiorno. Poi non ricordo più niente. Immagino di essermi appisolata.


Sì, dovevo essermi per forza addormentata, perché ricordo di essermi svegliata ad un certo punto e di aver cercato con gli occhi la sveglia che tenevo sul comodino. Naturalmente non l'avevo trovata. Ricordo poi di essermi alzata e di essermi precipitata, per quanto possibile, in bagno.


Odio i postumi della sbornia.


Ero appoggiata contro le fresche mattonelle del bagno, alla ricerca di un po' di sollievo, quando William era apparso nel vano della porta.


Si era inginocchiato davanti a me. Sembrava che l'alcol su di lui non avesse avuto effetto. “Posso portarti qualcosa? Dell'acqua?”


Avevo cercato di dire di no, ma la mia voce non aveva collaborato.


Buffy?”


Avevo scosso la testa di nuovo.


William si era alzato e poi si era seduto a terra accanto a me. Eravamo rimasti in silenzio per un bel po'. Senza fare o dire niente.


Quando iniziai a sentirmi un po' meglio, mi alzai.


Forse è il caso che mi faccia una doccia” ricordo di aver detto.


William aveva annuito e mi aveva lasciata sola nel bagno. Rimasi sotto l'acqua per una buona mezz'ora. Mi sentivo triste, ero a pezzi. William stava per partire e io sarei rimasta sola.


Quando finalmente riemersi dal bagno, di lui non c'era traccia.


Will?”


Sono qui” La sua voce proveniva dalla sua camera.


Era sdraiato sul letto. A faccia in su. “Stai meglio?”


Sì. Il peggio sembra passato”


Ero entrata e mi ero sdraiata a pancia in giù accanto a lui, con il mento sulle mani.


Poi ci eravamo messi a parlare di New York. Non ricordo bene cosa abbiamo detto, ma ricordo che avevamo parlato per ore. Di tutto.


Poi devo essermi addormentata di nuovo perché quando avevo riaperto gli occhi la debole luce proveniente dalla finestra di William indicava che era già giorno.


Lui, da parte sua, doveva essersi mosso nel sonno, perché si era girato e il suo braccio era finito su di me. Eravamo tutti e due distesi su un fianco, vicini.


Molti vicini.


Impossibilmente vicini, dal mio punto di vista.


Ero rimasta immobile. Temevo che se mi fossi mossa si sarebbe mosso anche lui.


Poi mi resi conto che non sarei mai stata in grado di controllarmi. Il mio braccio si era insinuato sotto il suo ed era scivolato lungo la sua schiena. Un piccolo movimento e fummo ancora più vicini. Abbastanza vicini da…baciarci.


Cosa che avevo cominciato a fare. All'inizio talmente piano che lui non si era neanche svegliato, ma non per molto.


Mentre mi avvicinavo ancora di più, il mio cuore batteva impazzito come quella volta nella camera oscura. Ricordo che una sensazione strana si era impadronita di me. Ero terrorizzata per quello che avrebbe fatto William quando si fosse svegliato, e allo stesso tempo ero così eccitata che non vedevo l'ora che si svegliasse. Era un tormento.


Poi lui si era svegliato.


Aveva sbattuto un po' gli occhi ed il suo corpo aveva avuto un sobbalzo. Mi ero resa conto che, a seconda di come avrebbe reagito, avrei compreso i suoi sentimenti.


Per un orribile momento William aveva fatto per ritrarsi, ma poi si era avvicinato ancora di più e aveva cominciato a baciarmi a sua volta.


Era stato… Non riesco neanche a spiegarlo. Non ero mai stata baciata così, e non mi è più accaduto dopo. Non avevo mai desiderato nulla con tanta forza e anche lui lo desiderava, l'avevo capito perché, nell'attimo in cui aveva aperto gli occhi e si era accorto di quello che stava succedendo, era sembrato sollevato. Come se anche lui avesse aspettato che accadesse.


Ci eravamo baciati per un'infinità di tempo. Poi avevo deciso che non era abbastanza.


Lentamente, con cautela, mi ero messa sopra di lui. Avevo paura che tutto svanisse all'improvviso come era cominciato, che fosse tutto un sogno. Ma il fatto che continuassimo a baciarci mi aveva dato fiducia.


Ad un certo punto, avevo infilato le mani sotto la sua maglietta e gliel'avevo sfilata.


Il suo torace era bellissimo. Liscio e pallido. Non potei trattenermi dall'esplorarlo con le mani.


Lui nel frattempo mi aveva tolto la maglia.


Mi pareva di essere sul punto di svenire dalla felicità.


William aveva posato le mani sui miei fianchi, sul bordo dei miei jeans, e io avevo sperato che me li strappasse di dosso il più velocemente possibile. Ma non l'aveva fatto. Le sua mani erano scivolate lungo le mie cosce accarezzandole sopra il tessuto ruvido dei pantaloni.


A quel punto avevo cominciato a spazientirmi. Lo volevo e lo volevo subito. Però non volevo diventare aggressiva, perciò avevo cominciato a dimenare i fianchi finché non avevo trovato quello che volevo.


Ed era stata una bella sorpresa. Davvero. Una grossa sorpresa, non esiterei a dire. Ancora meglio di quello che mi ero immaginata. 'Adesso ci siamo, Buffy' mi ero detta.


Molto lentamente avevo infilato la mano nei suoi pantaloni, trovando la gradita sorpresa di nessun indumento intimo tra me e l'agognato tesoro. Ma non lo toccai. Volevo prolungare l'attesa. Così feci scorrere la mano sul suo fianco e lungo la sua gamba. Sul suo addome e…ovunque, ma non lì. Alla fine, quando non ero più riuscita ad aspettare, avevo allungato la mano verso l'oggetto del mio desiderio.


Ma poi qualcosa era andato storto.


Buffy…” William si era irrigidito. “Levati di lì” aveva aggiunto sollevandosi e tirandomi fuori la mano dai suoi jeans.


Io mi ero spostata rapidamente ed ero rotolata dall'altra parte del letto. Poi ero rimasta in silenzio. Imbarazzata a morte.


Fortuna che la stanza era al buio, perché in quel momento avevo deciso che non avrei mai più voluto rivedere William. Avrei voluto che il letto mi inghiottisse, in modo da non dover sentire quello che stava per dirmi.


Mentre aspettavo che parlasse, mi sentivo piena di vergogna e di umiliazione.


Sulle prime William non aveva detto niente. Poi, seduto dall'altra parte del letto, aveva emesso una specie di grugnito. Tutto lì. Ma era stato un grugnito eloquente.


O almeno così era sembrato a me. Del tipo: ‘Che cosa imbarazzante. La mia coinquilina mi è appena saltata addosso'


E poi la tortura era cominciata sul serio.


Buffy, io…”


Non potevo sopportarlo. “Forza, dillo. Fa in fretta”


Lui si era passato una mano fra i capelli e aveva sospirato. “Non so cosa dire…”


Forse potresti dire che ti faccio schifo. Oh, è troppo tardi. Me l'hai già fatto capire”


A quel punto aveva acceso la luce.


Perfetto.


Così, non solo dovevo ascoltare quello che aveva da dirmi, ma dovevo farlo anche guardandolo in faccia. Davvero grandioso. E quel che era peggio era che lui avrebbe visto l'effetto che ogni sua singola parola avrebbe avuto su di me.


Come puoi dire che mi fai schifo?” William mi aveva guardata come se fossi diventata matta.


E' evidente che lo pensi”


Lui aveva allungato una mano per toccarmi un braccio.


No” Mi ero ritratta di scatto.


Sai benissimo quello che intendo dire. Non sei tu. Davvero. Sono io”


Allora mi ero messa a ridere. “Che frase originale. ‘Non sei tu, sono io'. Non l'avevo mai sentita prima”


Lui aveva posato i piedi sul pavimento, dandomi la schiena. “Parlo sul serio. Sono io”


Già. Il problema non sono io, sei tu” Il fatto che volesse continuare con questa storia mi faceva imbestialire. Ero un'adulta, non c'era bisogno di mentirmi. Potevo benissimo sopportare la verità.


Io…” Lui si era di nuovo passato le mani fra i capelli. “Non posso. Non ora. Non con te”


Okay, forse non potevo sopportare tutta la verità.


Ero rimasta lì, tramortita da tre semplici frasi. Il colpo era andato a fondo. Non con te. Così ero io. Non c'erano più dubbi. La cosa, però, non mi aveva fatto sentire meglio.


Ma tutte quelle ragazze…” Credevo di averlo pensato, e invece avevo parlato ad alta voce.


William non aveva risposto.


Beh, mi spiace di non essere all'altezza” avevo detto. Era più facile essere arrabbiata che imbarazzata, avevo pensato all'epoca.


Lui si era voltato. “Buffy, non essere sciocca”


Sciocca? Che cosa c'è di sciocco in questo? Vai a letto con tutte le ragazze che ti capitano sotto mano, ma hai respinto me. Che cosa dovrei pensare?”


William si era alzato. “Vorrei poterti spiegare ma non posso”


Che c'è da spiegare?” Mi stavo comportando da idiota ma non riuscivo ad evitarlo. Smettere significava crollare e scoppiare a piangere. E non potevo, non volevo farlo. Non davanti a lui, comunque.


Mi ero alzata dal letto. “Immagino di non essere abbastanza bionda per te” William aveva fatto per dire qualcosa, ma io avevo sollevato una mano per farlo tacere. “Non dirlo. Non parlarmi. Non voglio sentirlo” Stavo sempre più urlando.


Mi ero alzata ed ero uscita, sbattendo la porta.


***


Capitolo Quattro


Per tutta quella notte non riuscii a dormire.


Mi ero girata e rigirata nel letto rivivendo quell'orribile momento. Orribile, cioè, quando la situazione era precipitata.


C'era qualcosa che non capivo e che non mi dava pace. All'inizio, quando avevo iniziato a baciarlo, lui aveva accettato le mie avance, anzi aveva anche ricambiato. Cos'era successo poi per fargli cambiare idea?


Era qualcosa a cui non riuscivo a darmi risposta.


Quando mi ero svegliata il giorno successivo, avevo sperato come prima cosa che William non fosse in casa. Non avrei potuto guardarlo dopo la notte appena trascorsa.


Fortunatamente quando mi ero alzata per andare in bagno, non lo avevo incontrato. Mi ero lavata, vestita ed ero andata in cucina. Fu solo mentre facevo colazione che mi ero accorta che qualcosa era cambiato.


Quasi tutti gli scatoloni delle cose di William erano spariti. Ero andata nella sua camera e avevo sbirciato. Restavano solo il letto e alcuni dei suoi vestiti sparsi a terra. Ero subito tornata nel salotto.


Vicino al telefono avevo trovato un biglietto.


Buffy,


come credo avrai notato, ho portato via la maggior parte delle mie cose. Tornerò oggi pomeriggio verso le tre a prendere il resto. Non so se sarai in casa, ma sai che se vuoi parlare puoi chiamarmi sul cellulare. In ogni caso ti chiamerò io nelle prossime settimane non appena mi sarò sistemato. Non voglio che fra noi due sia finita.


William'


Non voglio che fra noi due sia finita' Avevo riletto il biglietto almeno tre volte.


Noi.


Noi chi? Non c'era nessun noi. C'ero solo io che desideravo William, e William che non ricambiava. Amore non corrisposto. Era una cosa antica come il mondo.


Avevo guardato l'orologio appeso alla parete. Mezzogiorno passato. Dovevo uscire, e in fretta.


Mi ero fatta la doccia più veloce della mia vita, mi ero vestita ancora più velocemente ed ero corsa alla fermata dell'autobus. Non mi importava dove sarei andata. L'importante era che non sarei stata in casa quando William fosse tornato.


Ero andata al cinema e avevo visto qualcosa, cosa neanche lo ricordo. Ricordo solo che durò due ore e che quella era stata l'unica ragione che mi aveva spinto a scegliere quel film. Dopo, ricordo di aver girato per negozi, aver comprato una maglietta che non mi piaceva e che non potevo permettermi, e aver continuato a vagare senza meta fino alle cinque. A quell'ora ero stremata, così avevo preso l'autobus per tornare a casa.


William non c'era, e in casa non c'era rimasto più nulla di suo.


Ero andata nella sua stanza ed ero rimasta lì. Non ero riuscita neppure a sentire il suo odore. Era come se non ci fosse mai stato, come se non fosse mai esistito. Avevo camminato lentamente per la stanza osservando tutto, poi mi ero voltata ed ero uscita, chiedendomi perché mai c'ero entrata.


Era stato stupido. Dovevo cercare di dimenticare.


Mentre andavo in cucina, mi ero fermata per controllare la segreteria telefonica. L'avevo accesa con l'idea di filtrare le chiamate.


In cucina avevo trovato un altro biglietto di William. Beh, non esattamente un biglietto, era più un'aggiunta in fondo a quello vecchio.


Speravo fossi qui, in modo da poter parlare. Ti chiamerò. W'


E, a dire la verità, aveva chiamato. Diverse volte. Ma io non l'avevo richiamato. E curiosamente non ero stata io, ma Dawn, mia sorella, a rivederlo, tre mesi dopo.


Eravamo a casa, a Sunnydale. Una sera, mentre guardava la tv, Dawn aveva urlato: “Buffy! Buffy, vieni qui, presto”


Ero corsa in soggiorno. “Che c'è?”


Lei aveva indicato la tv. “Quello non è William?”


Dopo aver fissato lo schermo per alcuni minuti con gli occhi sbarrati, il mio cervello aveva ripreso a funzionare. Ero sorpresa che Dawn l'avesse riconosciuto. Perché quello era William, ma allo stesso tempo non era lui. Adesso si chiamava… Spike.


Era vestito completamente di nero e indossava un lungo spolverino di pelle anch'esso nero. Era truccato. Fondotinta chiarissimo e eyeliner. I suoi capelli erano tagliati corti, sparati verso l'alto in tutte le direzioni e di un orribile colore platinato. L'acconciatura doveva essere opera di qualche parrucchiere delle star.


Nel vederlo ero trasalita. Mi ero lasciata scivolare sul pavimento e avevo guardato il resto della trasmissione. Era uno di quei programmi di attualità che si occupano soprattutto di cronaca scandalistica.


A quanto pareva, William - scusate, Spike - era il cantante di un gruppo chiamato Dingoes Ate My Baby. Il conduttore della trasmissione sembrava convinto che tutti conoscessero i Dingoes. Evidentemente se ne parlava da un po', ma essendo stata occupata con mia madre, io non ne avevo saputo nulla. Sembrava che il gruppo promuovesse pratiche poco raccomandabili fra le quali il culto del diavolo. La trasmissione dava anche parecchie informazioni su Spike. Erano divise in due categorie: le cose che gli piacevano e quelle che non gli piacevano.


Cose che gli piacevano: mangiare animali vivi, dormire nella sua bara costruita su misura, sedurre ragazze.


Cose che non gli piacevano: la religione organizzata, gli anziani, i vegetariani, Britney Spears.


Fine della storia.


Oh” aveva detto Dawn, e io avevo avuto un sussulto. Mi ero completamente dimenticata che ci fosse anche lei nella stanza. “Oh” aveva ripetuto. “Meglio che vada dalla mamma”


Mi aveva lasciata sola.


Mi ero presa la testa fra le mani e aveva fissato la TV. Che diavolo gli era successo? Che fine aveva fatto il mio William?


Dopo quella scoperta non potevo certo chiamarlo, e quando lui aveva telefonato, circa un mese dopo, era un brutto momento. Mia madre era stata male per alcuni giorni e finalmente aveva lasciato che io e Dawn la portassimo all'ospedale. Detestava quel posto, evidentemente un tratto ereditario, perché anche io lo odiavo cordialmente, ma nonostante questo cercavo di stare con lei il più possibile. Ciò ovviamente aveva tolto tempo ai miei studi e alla mia fotografia. In pratica non stavo combinando nulla.


Ero preoccupata.


Quando mia madre era tornata a casa, avevo fatto in modo di perdere il numero di William. Perciò non lo avevo richiamato neppure quella volta. Sì, lo so che è una scusa poco credibile, ma avevo altre cose per la testa. Mia madre, Dawn, recuperare il sonno perduto…cose che allora mi sembravano molto più importanti.


La vita era continuata senza Spike finché non era venuto il momento di lasciare la casa di mia madre e riprendere in mano la mia vita. Mi sembrava fosse passata un'eternità dai tempi del college, ma in realtà erano trascorsi solo sei mesi. Sei mesi da quando avevo visto William per l'ultima volta. Beh, questo non è del tutto vero, perché dalla sera che io e Dawn l'avevamo visto in tv, Spike compariva dappertutto. I media impazzivano per i Dingoes. Non potevo accendere la Tv o comprare un giornale o una rivista senza trovare qualche articolo scandalistico su di lui.


Mentre facevo la valigia, avevo trovato il numero di William. Era finito nel cassetto della biancheria. Lo avevo tenuto in mano per alcuni secondi, decidendo se chiamarlo o meno. Poi avevo infilato il pezzo di carta nella tasca dei jeans.


Lo avevo trovato il giorno dopo, mentre ero in cucina. Lo avevo tenuto di nuovo in mano e forse avevo fatto anche per prendere il telefono, non ricordo, poi però mi ero versata un bicchiere di latte e lo avevo portato fuori, in cortile.


Mi ero seduta sui gradini del portico sul retro. Avevo lisciato il pezzo di carta tra le mani, lo avevo guardato finché non avevo finito di bere il bicchiere di latte e poi lo avevo fatto a pezzetti minuscoli. Mentre lo strappavo, avevo cercato di convincermi che ora tutto era diverso. Non solo fra noi due, a causa di ciò che era accaduto nell'appartamento, ma proprio tutto. Il piccolo mondo che ci eravamo costruiti assieme non esisteva più. Era inutile chiamarlo. Io non facevo parte della sua nuova vita e non volevo cercarlo proprio ora che era diventato famoso.


Doveva trascorrere quasi un altro anno e mezzo prima che rivedessi William di persona.



Capitolo Cinque


Volo 248. Volo 248 per Londra. Imbarco immediato. I passeggeri di prima classe e di business class e quelli delle prime file con un numero superiore al 50 sono pregati di imbarcarsi per primi. I passeggeri delle altre file saranno chiamati a breve”


Smetto di pensare a William e torno al presente. Hanno chiamato il mio volo. Controllo la carta di imbarco, vedo che sono nella fila 55 e mi affretto ad imbarcarmi. Mentre mi allontano, mi accorgo che non ho bevuto neppure una goccia del mio cappuccino.


Aspetto in coda di presentare la mia carta di imbarco, aspetto che la hostess mi dica da che parte dell'aereo si trova il mio posto, aspetto che gli altri passeggeri sistemino il loro bagaglio a mano. Finalmente raggiungo il mio posto. Un posto dalla parte del corridoio, proprio come avevo chiesto…ma accanto ai gabinetti.


Questo non me l'aspettavo.


Come se non bastasse, questo deve essere l'aereo più vecchio del mondo. Niente schermo Tv per me, il più vicino è a chilometri di distanza.


Quando mi sono sistemata, controllo quali film non vedrò. Due li ho già visti e uno non mi interessa. Va bene così. Cerco di non pensare agli altri lati negativi del volare sull'aereo più vecchio del mondo - il fatto che potrebbe anche non rimanere in aria, per esempio.


Quando ho finito, allungo il collo e guardo fuori del finestrino per vedere se Dawn è rimasta ad aspettare il decollo del mio aereo. Aveva voluto accompagnarmi all'aeroporto, non aveva sentito ragioni. Sono quasi tre anni che non ci separiamo per più di un giorno e mi ha fatto uno strano effetto doverla salutare prima di entrare nella zona dell'aeroporto riservata ai possessori di un biglietto. Le avevo offerto di venire con me ma ha rifiutato. Inizierà il college a breve, ha molte cose da preparare. Anche lei frequenterà l'università di Los Angeles.


Signorina, può allacciarsi la cintura di sicurezza, per favore?”


La hostess è in piedi accanto a me e mi guarda come se fossi una demente. Dalla sua espressione deve avermelo già chiesto più di una volta. Afferro le due estremità della cintura di sicurezza e l'aggancio.


Adesso non c'è rimasto più niente da fare, quindi tiro fuori dallo zainetto un libro e leggo finché non comincia la dimostrazione delle procedure di sicurezza. Poso il libro e ascolto attentamente. Come ho detto prima, l'aereo più vecchio del mondo…


Sto guardando attentamente la hostess che ci mostra come allacciare e slacciare le cinture di sicurezza, quando sento un rumore.


E qualcosa mi piomba addosso.


Spaventata, lascio cadere a terra il libro che avevo appoggiato sulle ginocchia.


Per un attimo non riesco a capire cosa sia successo. Quando abbasso lo sguardo, ho in grembo una videocassetta. Istintivamente mi sfioro la testa e mi accorgo che mi fa male. C'è un piccolo bernoccolo. Anzi, un bernoccolo di medie dimensioni. No, un grosso bernoccolo, per la verità. Decisamente grosso e che sta iniziando a fare decisamente male.


Ehi, sta bene?” mi domanda il tizio seduto accanto a me.


Mi volto verso di lui. Vorrei rispondere di no. Non sto affatto bene. Ho un bernoccolo sulla testa. Ma non riesco a dire nulla. Abbasso la mano e guardo se c'è del sangue.


Non c'è. Probabilmente è un buon segno.


Arriva la hostess e si accuccia accanto a me. Tira su il libro e lo poggia da una parte. “Mi spiace. È la prima volta che succede”


La guardo senza espressione. Lei prende la videocassetta dal mio grembo e me la mostra. “E' il video sulle procedure di sicurezza. È uscito dal videoregistratore che è sopra di lei. La sua testa è a posto?”


Io continuo a guardarla. “Ho un bernoccolo”


Lei mi tasta la testa. “Ohh, ma certo. Le fa male? Ha mal di testa? Cerchiamo un medico?”


Troppe domande. “Non fa molto male” rispondo. Poi mi rendo conto delle possibili conseguenze di quello che ho appena detto. Meglio andare sul sicuro. “Per ora”


La hostess riflette per qualche istante. “Beh, forse è meglio che venga a sedersi davanti, così possiamo tenerla d'occhio più facilmente. Stiamo per decollare, perciò devo lasciarla sola per alcuni minuti. Tornerò appena possibile. Lei non si muova” Poi si dirige verso la parte anteriore dell'aereo.


La guardo allontanarsi. Dove pensa che possa andare? Voglio dire, siamo su un aereo. Non ho molte possibilità.


Come mi aveva promesso, la hostess torna appena decollati. Mi aiuta ad alzarmi. “Erica la terrà d'occhio. Le dica se comincia a farle male la testa, okay? Ha del bagaglio a mano?” aggiunge, indicando gli appositi spazi sopra le nostre teste.


Scuoto la testa e lei si dirige di nuovo verso la parte anteriore dell'aereo. La seguo.


Camminiamo per un bel po'.


Improvvisamente lei apre la tenda che divide i privilegiati dalle persone comuni e mi ritrovo in business class. Ottimo. No, aspetta. Continuiamo a camminare. Superiamo un'altra tenda ed entriamo…in prima classe.


Accidenti.


Mi guardo intorno piena di meraviglia. Adesso, decisamente non siamo più in economy.


Le persone sedute nei pochi posti all'entrata si voltano a guardarci. Io cerco di dare l'impressione che ora la testa mi faccia davvero male. Male come può far male in prima classe, su una poltrona completamente reclinabile.


In prima classe ci sono circa cinque persone e - li conto - circa venti posti. Che spreco.


Arriva un'altra hostess. Immagino che sia Erica. Quando è più vicina, leggo il suo cartellino con il nome. Sì, è Erica. La hostess che è stata con me fino a questo momento se ne va.


Si sieda qui” dice Erica, facendomi accomodare dietro ad un uomo. “Mi avverta se comincia ad avere nausea o le viene mal di testa, d'accordo?”


Annuisco.


Desidera un biscotto e del succo di mela? Gli altri passeggeri hanno appena fatto uno spuntino”


Annuisco di nuovo. Non rifiuto mai un biscotto. O del succo di mela. E certo non rifiuto i biscotti e il succo di mela di prima classe, che posso godermi su una poltrona completamente reclinata mentre guardo la mia TV via cavo personale e se mi va parlo al mio telefono personale.


Sì, grazie” rispondo educatamente.


Erica si volta e si allontana. Mentre l'aspetto mi appoggio allo schienale della mia poltrona e poso le mani in grembo. Peccato che non mi sia messa qualcosa di più elegante del mio vecchio giacchetto di jeans. Come la pashmina rosa pallido che indossa la signora poche file più avanti.


Mentre sto pensando a questo, noto il braccio del tipo seduto davanti a me. Indossa un giacchetto di jeans molto simile al mio, cosa che mi fa sentire decisamente meglio. Il giacchetto è piuttosto vecchio e logoro. Per un attimo rimango stupita, poi mi dico che probabilmente il suo aspetto malconcio è voluto. Dev'essere stato invecchiato artificialmente e sicuramente costa almeno dieci volte il mio, che comunque era al di sopra delle mie possibilità.


Mi sporgo un pochino per vedere se riesco a leggere l'etichetta in fondo al giacchetto. C'è una scritta che mi sembra vagamente familiare. Se solo potessi…


Sento qualcuno che si schiarisce la voce e sollevo lo sguardo. È Erica. Con il biscotto e il succo di mela. Su un piatto. Un vero piatto. E un vero bicchiere. Devo avere gli occhi spalancati. Probabilmente sembro uscita da un cartone animato giapponese.


Le sorrido. Lei non ricambia il sorriso.


Oh, oh.


Se disturba gli altri passeggeri, temo che dovrò rimandarla in…” Poi si interrompe quando il tipo seduto davanti a me si volta.


Oh, mio Dio!” esclamo a voce un po' troppo alta, riconoscendolo.


Lui mi fissa.


Ora basta” sibila Erica.


Ho la sensazione che stia per cacciarmi dalla prima classe.


Il tipo continua a fissarmi.


È William.


***


Capitolo Sei


E' senza trucco e i capelli sono lisciati all'indietro ma sempre di quell'orribile colore, in ogni caso è molto più facile riconoscerlo in questo modo.


Forse indossa addirittura lo stesso giacchetto di jeans che aveva quando vivevamo insieme.


Accanto a noi, Erica sta ancora manifestando tutta la sua disapprovazione di hostess di prima classe.


Tutto a posto” dice William, alzandosi. “Ci conosciamo”


Ah” Lei non ne sembra particolarmente contenta e per un attimo si liscia la gonna. “D'accordo. Allora lascio qui questo, va bene?” Posa il vassoio con il biscotto e il succo di mela e si allontana rapidamente.


Anch'io mi alzo in piedi con un certo imbarazzo. Non so come reagirà William. Le star non si lamentano sempre delle persone che sostengono di essere loro vecchie conoscenze di quando non erano famosi?


Ho sentito che ti chiamavano, all'aeroporto” mormoro con gli occhi bassi, confusa.


Lui fa una smorfia. “Ero in ritardo”


Sorrido e incontro il suo sguardo. “Come al solito”


C'è una pausa. Nessuno dei due sa cosa fare. Io sto per rimettermi a sedere. Temo di seccarlo. Ma William prende l'iniziativa.


Che diavolo sto aspettando?” Mi bacia su una guancia e mi abbraccia.


Anche io l'abbraccio. Ha un odore incredibilmente familiare, nonostante il nuovo look. L'abbraccio mi fa piacere e mi mette a mio agio.


Vieni. Siediti vicino a me” dice lui.


Mi sistemo comodamente nella poltrona accanto al finestrino e William mi passa il biscotto e il succo di mela. “Non credo che laggiù mangino biscotti del genere” dico, indicando l'economy class. Poi racconto a William come sono finita qui in mezzo alla gente famosa.


Alla fine del mio resoconto, lui mi tasta delicatamente il bernoccolo.


Ahi!”


Scusa. È piuttosto grosso. Sei sicura di stare bene?”


Di certo sto meglio ora” rispondo, prendendo il biscotto e addentandolo. Con l'altra mano mi sfioro il bernoccolo. William, intanto, mi guarda. Il suo sguardo fisso mi mette in agitazione. Mi dimeno un po' sul mio sedile, poi borbotto. “Che hai da guardare?”


William si mette a ridere e io corrugo ancora di più la fronte. “Scusami. È solo che è strano rivederti. Tutto qui”


Sollevo le sopracciglia. “Strano rivedere me ?” Mi interrompo per un attimo, poi decido di continuare. Dopotutto, prima o poi deve pur venire fuori o no? “Strano rivedere me?” ripeto. “E' stato molto strano rivedere te con il tuo nuovo look, questo è certo”


William geme. “Oh, per l'inferno! Sapevo che sarebbe venuto fuori”


Davvero? E pensare che stavo per dimenticarmi che da circa due anni fingi di adorare il diavolo, di mangiare animali vivi e di sedurre ragazzini”


Bisogna pure avere qualche hobby, no?”


Sbuffo piano. “No, sul serio, raccontami tutto”


Così lui lo fa.


Ed è proprio come immaginavo. William è andato a New York e ha incontrato quel suo contatto proprio al momento giusto. Una grossa compagnia discografica stava mettendo insieme una band che avrebbe dovuto sconvolgere il pubblico, e lui si è presentato per un provino. Era piaciuto ma avevano voluto rifargli il look. Via gli occhiali, i riccioli e il look da bravo ragazzo. Gli avevano fatto un contratto e l'avevano bardato di pelle nera. Poi l'avevano affidato alle cure di un parrucchiere, di uno stilista e di un pubblicitario. Dopo poche settimane era diventato Spike e i Dingoes Ate My Baby avevano decollato. A quanto pare, il fatto che William sa davvero cantare é solo un dettaglio.


La prima volta che ti ho visto in Tv non riuscivo a crederci. Ho ascoltato il servizio a bocca aperta”


Non mi sorprende”


Ma è fantastico, no? Non è quello che hai sempre desiderato?”


William fa una pausa. “No. Ho sempre desiderato scrivere canzoni. Lo sai”


Ma scrivi le canzoni dei Dingoes, no?”


Certo” Lui si mette a ridere. Poi si guarda intorno con aria furtiva. “No” sussurra.


Ah” Non c'è molto da dire.


Ma per il momento mi va bene così, non posso lamentarmi” aggiunge lui, appoggiandosi all'indietro sul suo sedile. “E tu?” domanda. “Come sta tua madre? Dawn?”


Silenzio.


La mamma è morta, William”


Lui solleva lentamente la testa e io mi volto a guardarlo. Vedo il suo orrore. “Merda, Buffy. Mi spiace. Avrei dovuto…”


Non c'è problema” In fondo è successo già da un po'. Solo che preferisco non ricordarmene.


Quando?”


Molto tempo fa. Il gennaio dopo che te ne sei andato”


Pensavo stesse bene… Io non sapevo…”


Scuoto la testa. “Ci abbiamo messo un po', io e Dawn, a convincerla a farsi vedere da un medico. E quando lo ha fatto, le restavano solo poche settimane”


Cancro?”


No, cioè si…. Le era stato diagnosticato un tumore al cervello, ha anche subito un'operazione ma è stato un aneurisma cerebrale a portasela via” racconto in tono piatto.


William fa una pausa. “Ricordi la settimana che abbiamo trascorso da lei a Sunnydale?”


Annuisco.


Abbiamo parlato molto, io e lei. Di tutto . Era così facile parlare con lei. Tua madre era una donna in gamba”


Annuisco di nuovo.


William solleva la testa. “Ti ho cercata più o meno a quell'epoca… gennaio. E anche prima e dopo. Come mai non mi hai richiamato?”


Lo so, mi spiace, non era un buon periodo. Ero molto impegnata con mia madre, e Dawn, e poi, non so…” Distolgo lo sguardo.


Non preoccuparti. Non ha importanza”


Invece ha importanza, ma non so come spiegarglielo.


Dimmi che cosa hai fatto nel frattempo” dice William.


Ci penso su. “Niente di eccitante, in confronto a te”


Lo credi tu. Tutti pensano che il mio lavoro sia ultrabrillante, ma non è così”


Gli lancio un'occhiata. Oh, certo. Che cosa ci può essere di più brillante della vita di una rockstar?


Sul serio” insiste William. “Trascorro la maggior parte del tempo in viaggio, come adesso” Si passa una mano sul giacchetto. “Vestito così. Su, dimmi tutto”


Sospiro e inizio a raccontargli di come, dopo la morte di mia madre, abbia avuto molto da fare. Ho dovuto sistemare i suoi affari, vendere la sua casa e comprare un minuscolo appartamento a Los Angeles.


E Dawn? Sta con te?” domanda William.


Sì, ovvio, dove credevi che vivesse?” Scuoto la testa. “Occuparmi di Dawn è una delle mie principali attività” Sospiro. “O forse dovrei dire era ” William mi rivolge uno sguardo interrogativo. “Sta per andare al college, a settembre”


William sorride. “Sarà contenta di frequentare lo stesso college dove si è laureata sua sorella. Una specie di passaggio delle consegne”


Non rispondo. Mi concentro sul finire il biscotto e il succo di mela.


E' una bella cosa che tu sia riuscita a laurearti nonostante tutto, dovendo anche badare a Dawn”


Di nuovo silenzio.


William mi guarda come se stessi scherzando. “Ti sei laureata, giusto? Sono passati tre anni, Buffy”


Ancora silenzio. Un silenzio eloquente.


Devo dire qualcosa. Spiegare. “E' che era tutto così…”


Allora William mi interrompe. “Maledizione, scusami. Ci risiamo. È logico che fosse difficile dopo la morte di tua madre”


E siccome in parte è vero, non aggiungo altro.



Capitolo Sette


Continuiamo a parlare.


Non ci interrompiamo neanche mentre pranziamo. Siamo talmente rumorosi che Erica arriva al punto di chiederci ufficialmente di stare tranquilli.


Parliamo - o meglio, sussurriamo - fino a Londra.


Quando sbarchiamo dall'aereo e andiamo ad aspettare i nostri bagagli, siamo quasi senza voce.


Il mio bernoccolo però sta meglio. Merito degli impacchi di ghiaccio che mi ha portato Erica, seppur di malavoglia.


Il bagaglio di William arriva subito. Mentre lui prende la sua valigia, mi accorgo che ha attaccata un'etichetta arancione con su scritto priority .


Non commento il trattamento privilegiato riservato alle star, ma mi limito a sperare silenziosamente che la mia valigia non sia andata in vacanza alle Bermuda senza di me.


Com'è la tua valigia?” mi domanda William.


Verde con le rotelle” rispondo io e non faccio neanche in tempo a finire la frase che la vedo apparire sul nastro trasportatore.


Ringrazio il mio santo protettore e mi faccio largo in mezzo alla folla per prenderla ma William mi ferma.


Aspetta. La prendo io”


Mio eroe” dico e gliela indico.


Lo guardo afferrare la valigia e sollevarla con fatica. La sua espressione è stupita.


Ma che diavolo c'è qua dentro?”


Vestiti. Metà dei quali non mi serviranno. Non sono capace di fare i bagagli. Esagero sempre”


A me non capita”


Sorrido guardando il suo giacchetto. Qualcosa mi dice che a Londra non farà molto shopping. Quanto a me… Non posso promettere di trattenermi, anche se il mio budget è limitato.


Insomma, ce ne stiamo lì, con le valigie in mano, ben consci che il momento di salutarsi è arrivato, ma nessuno dei due vuole andarsene per primo.


Vorrei chiedergli di vederci a cena stasera, ma decido di lasciar perdere. Avrà altre cose da fare. Cose che fanno le persone famose. Probabilmente alloggerà al Savoy o al Ritz, posti dove io non metterò mai piede.


Credo che…”


Bene…”


William posa la valigia e mi abbraccia. “Buon soggiorno a Londra” dice. “Divertiti”


Sorrido. “Grazie. Lo stesso vale per te”


Ci proverò” Mi porge qualcosa. Un biglietto da visita. “Così puoi chiamarmi, se vuoi. I cellulari funzionano anche qui”


Grazie” rispondo. Ma non credo che lo farò. Potrebbe pensare che ora sono interessata a lui solo perché è famoso. Dopotutto negli ultimi due anni non l'ho cercato neanche una volta. Perché mai dovrei cominciare ora? “Beh…allora, ciao” Faccio per voltarmi ma William si china, mi posa le mani sulle spalle e mi bacia sulle guance.


E' stato bello rivederti, Buffy”


Deglutisco.


Lui fa un passo indietro e sorride. “Questa volta chiamami, okay?”


Annuisco. “Okay. Grazie” Sollevo il biglietto da visita poi mi volto e mi allontano.


Mi dirigo verso i telefoni. Mi sono ricordata che avevo promesso a Dawn di chiamarla appena scesa dall'aereo.


Si preoccupa davvero per me.


Dawn risponde al secondo squillo. “Buffy?”


Okay, forse si preoccupa un po' troppo.


Sì, sono io. Sono arrivata sana e salva. In prima classe, tra l'altro”


In prima classe?”


Le spiego cos'è successo e le dico del mio incontro con William, alias Spike.


Com'è andata?”


E' strano. Lui sembra esattamente lo stesso. Pensavo che ora tutto fosse diverso, invece è stato proprio come ai vecchi tempi”


Ha mangiato animali vivi?”


Rido. “Sì. Erano in una gabbia, in modo che potesse andare a prenderseli quando ne aveva voglia. E per terra c'era addirittura una sputacchiera per ossa e pellicce”


Dall'altro capo della linea c'è una pausa.


Rido di nuovo. “Dai, Dawn…” In realtà, mi sento in colpa, perché fino a non molto tempo fa, grazie ai media, ci credevo un po' anche io. “Stavo scherzando”


Lo so. Per chi mi hai preso?” Dawn mi sembra un po' punta sul vivo. Poi mi chiede cosa farò ora.


Prenderò un autobus fino all'albergo e poi me ne vado un po' in giro”


Ma non sei stanca? Dovresti riposarti”


Sto bene. Smettila di preoccuparti” Intanto sorrido. È bello per una volta che i ruoli siano invertiti e che sia Dawn ad essere la sorella ansiosa e protettiva.


Prima di riagganciare, Dawn mi fa promettere due volte che le telefonerò nei prossimi giorni.


Mi guardo intorno. Da qualche parte ho visto l'indicazione della fermata degli autobus. Oltre i nastri trasportatori, credo. Ah, eccola. Mi avvio in quella direzione e intanto leggo le altre indicazioni.


In tutto questo mi trascino dietro la mia valigia. Sto seriamente considerando di lasciarla qui vista la fatica che sto facendo per spostarla…


Arrivo - grazie al cielo - alla fermata dell'autobus e mi metto in attesa. Passano un paio di taxi, vorrei tanto fermarli e farmi portare al mio albergo ma, come al solito, il mio budget limitato non prevede corse su costosi taxi londinesi.


Ecco che se ne ferma un altro. Mi preparo per dirgli che può anche andare oltre quando rimango a bocca aperta: davanti a me, oltre il finestrino abbassato, c'è William e non uno sconosciuto autista.


William ride della mia espressione sorpresa poi torna serio.


Ti serve un passaggio?”


Mi riprendo appena in tempo per accorgermi che la mia valigia è stata caricata nel bagagliaio del taxi e l'autista mi sta aspettando con lo sportello aperto. Non ho molta scelta, mi sembra.


Andiamo, entra”


Salgo in macchina, l'autista chiude lo sportello, fa il giro del veicolo e partiamo. Ma… dove stiamo andando?


Mi rendo conto di averlo detto ad alta voce quando William mi risponde, o meglio, mi domanda.


Come si chiama il tuo albergo?”


Per la prima volta da che sono salita sul taxi mi volto a guardarlo. Qualcosa è cambiato in lui: indossa un paio di occhiali da sole e il colletto del giacchetto di jeans è alzato a coprirgli il viso. Evidentemente questo è il suo look per sfuggire ai fan. Già, come se con quel colore di capelli potesse passare inosservato!


Allora?” chiede ancora lui, piegando la testa di lato. Credo che il fatto che non abbia spiccicato parola da quando ci siamo rivisti stia iniziando a preoccuparlo. “Buffy?” Corruga la fronte. “Mi hai sentito? Cos'hai? Ti senti male? Il bernoccolo ti fa ancora male?”


Lord Jim”


La sua fronte si corruga un po' di più. “Eh?!”


Lord Jim Hotel, è il nome del mio albergo. Non è quello che volevi sapere?” Scuoto la testa.


Lui mi sorride sollevato. “Oh, meno male. Pensavo che stessi male a causa della botta in testa” Si ferma e mi guarda. “Non ti fa più male, giusto? O…vuoi che andiamo da un medico? Possiamo…”


Stavolta sorrido anche io. “Sto benissimo, grazie. Solo, mi hai colto di sorpresa. Non pensavo di rivederti…così presto” O del tutto , aggiungo mentalmente.


Sul serio, ormai mi ero convinta che non l'avrei più rivisto. O forse sì. Magari l'avrei rivisto, magari per caso, magari tra altri tre anni, magari di nuovo su un aereo. Non si può mai sapere il destino…


Lo sapevo che non avevi nessuna intenzione di chiamarmi” lo sento borbottare.


Scusa?”


Non pensavi di rivedermi, ergo non pensavi neanche di chiamarmi” mi spiega. “Ti conosco, Buffy, di certo avresti fatto in modo di perdere il mio numero…proprio come hai fatto con l'altro”


E tu come sai che ho perso l'altro numero?!”


Quale altra buona ragione avresti avuto per non chiamarmi, allora?” Mi osserva alzando un sopracciglio. C'è una cicatrice sopra. Corrugo la fronte. Quella prima non c'era…


Come te la sei fatta?” Allungo una mano.


Lui si allontana prima che la mia mano abbia fatto contatto con la parte in questione. “Un incidente con un fan. Niente di grave” spiega conciso. “Ma non cercare di cambiare argomento”


Non stavo cercando di cambiare argomento!” ribatto piccata.


Perché non mi hai mai chiamato?”


Io…io…” balbetto in fretta. Non posso, di certo, dirgli la verità. Mica posso uscirmene con una cosa del tipo: Vuoi sapere perché non ti ho chiamato? Perché ero follemente innamorata di te e quando mi hai rifiutato quella sera mi hai spezzato il cuore, ecco perché! Una risposta del genere comporterebbe troppe domande. Domande a cui non voglio rispondere.


Allora?” Di nuovo quel sopracciglio interrogativo. Sto iniziando ad odiarlo, giuro!


Io… sono stata occupata, va bene?! Avevo cose più importanti da fare che chiamare te che fai la rockstar!” sbotto alla fine.


Ecco, lo sapevo. Sapevo che avrei finito per rispondergli male. Lo faccio sempre quando mi faccio prendere dall'agitazione e mi sento messa con le spalle al muro. Uffa! E in più sapevo che lui mi avrebbe guardato con quei suoi occhi da cucciolo abbandonato. Lo faceva sempre, anche quando vivevamo insieme. Gli si può perdonare ogni cosa quando ha quell'espressione.


Abbasso gli occhi. “Scusami” mormoro. “Non dovevo risponderti a quel modo, io…”


Lui alza una mano per farmi cenno di tacere. “Non preoccuparti. Non dovevo essere così insistente. Avrai avuto i tuoi buoni motivi per non chiamarmi” Mi sorride. “Mi ero dimenticato della Buffy permalosa”


Ehi, io non sono permalosa!” ribatto corrugando la fronte.


Sì, già, come no” taglia corto lui.


Ehi!” esclamo di nuovo.


Scusate se interrompo, ma posso chiedere dove siamo diretti?”


La voce dell'autista ci fa sobbalzare entrambi. Non ci siamo neanche accorti di essere fermi. Io personalmente mi ero perfino dimenticata di essere su un taxi. Battibeccare con William mi ha riportato indietro negli anni. È una bella sensazione.


Com'è che hai detto che si chiama il tuo albergo?” mi chiede lui.


Lord Jim” ripeto.


William aggrotta la fronte per un attimo. “Dal nome non mi sembra un bel posto. Mi sa tanto di marinaio ubriacone…”


Scrollo le spalle. “A me non importa. Mi basta avere un letto e un tetto sopra la testa”


William allora fa un sorrisetto astuto. Un sorrisetto che non vedevo da tempo, ma che conosco bene.


Oh, no. Cos'hai in mente?”


Lui mi porge entrambe le mani strette a pugno. “Scegli” dice.


Gli lancio un'occhiata perplessa. “Perché? Con quale delle due vendo la mia anima a Spike?”


Spiritosa. Scegli”


Continuando a fissarlo negli occhi, allungo una mano e tocco la sua destra. William mi fa l'occhiolino. “Scelta squisita, Riccioli d'Oro”


E cosa avrei scelto di così squisito?”


Il Brown's Hotel”


Alloggerai lì?”


Alloggeremo lì”


Mi allontano un poco, per quanto lo stretto ambiente del taxi mi permetta. “Alloggeremo lì?” ripeto con voce stridula.


William annuisce. “Offro io”


Ah, sì?” Furiosa, scuoto la testa. L'autista ci sta guardando. Si è accorto che stiamo litigando. Non mi importa. Chi si crede di essere? Rockstar dei miei stivali! “Senti, non so cosa tu ti sia messo in testa, ma…”


Ma dai” William si china verso di me. “Non mi sono messo in testa niente. Voglio solo fare qualcosa per te. È molto che non ci vediamo e mi sembrava carino. Tutto qui”


La sua espressione mi pare convincente. “E' solo che mi piace fare le cose come sono programmate, lo sai”


Lo so” Lui annuisce. “Ma non vedo comunque niente di male nel fatto che un vecchio amico, che ha disponibilità finanziarie e non vuole niente in cambio, ti faccia un regalo”


Gli lancio un'altra occhiata. E' ancora convincente. “Beh, no” Finalmente smetto di tenere le braccia incrociate sul petto. “Non voglio sembrare ingrata, sul serio…non c'è problema. Capisco che stai solo cercando di essere gentile. Alloggeremo in quel Brown, o come si chiama”


William fa una smorfia disgustata. “Il Brown's Hotel è il più antico albergo a cinque stelle di Londra. Meriterebbe un po' più di rispetto”


Io gli punto contro un dito. “Rockstar?”


Scusami” Mi sorride poi si china in avanti, verso l'autista, e gli comunica l'indirizzo della nostra destinazione.


Ci rimettiamo in marcia.


Che cosa c'era nell'altra mano?” domando curiosa dopo un po'.


L'estremo opposto. Il Sanderson. Molto moderno”


E il Brown's non lo è?”


No. È tutto parquet e focaccine imburrate per il the”


Sembra niente male. Ma insisto per offrire la cena”


Okay. Sono una rockstar, ricordi? Non posso pagarmi da solo la cena”


Sono così stanca che riesco solo a lanciargli un'occhiataccia.


***


Capitolo Otto


Arriviamo davanti al Brown's Hotel dopo neanche un viaggio di dieci minuti. Il tempo che il taxi si ferma e vedo che qualcuno sta già portando dentro i nostri bagagli.


Hanno un servizio di prim'ordine” dice William, che è già sceso dal taxi e mi sta sorridendo. Raddrizzo la schiena e mi porto una mano alla faccia. Devo essere orribile. Un volo transoceanico non è uno scherzo, anche se lo fai in prima classe. “E' tutto a posto” aggiunge lui. “Sei sempre bellissima”


E mi lascia lì, bocca aperta e sguardo incredulo, mentre lui entra nell'albergo e si informa delle stanze disponibili.


Dopo qualche istante mi riprendo. Andiamo, mi ha solo fatto un complimento…non è mica la fine del mondo, giusto? Ringrazio l'autista del taxi e mi avventuro all'interno della hall.


Avvisto William davanti alla reception - potrà mai passare inosservato?, mi chiedo. Mi avvicino e lui si volta brevemente dalla mia parte, mi sorride poi torna a parlare con l'impiegato dell'albergo. Quando sento i prezzi delle stanze, mi viene un'accidenti. Lo prendo per un braccio e lo allontano velocemente dal bancone.


Ma sei pazzo o cosa?!” gli chiedo con gli occhi sgranati.


Lui piega la testa da una parte e mi guarda perplesso. “Non ti capisco”


Ovvio. Se mi capissi, capiresti anche che è da matti pagare una cifra del genere per una camera d'albergo!”


Mi sorride. “Non devi preoccuparti. È tutto a carico della mia casa discografica” mi spiega.


Come se questo risolvesse ogni problema! Alzo gli occhi al cielo e mi chiedo quanto il fatto di essere una rockstar abbia cambiato veramente William. “Non sono d'accordo. A questo punto preferisco tornare al Lord Jim” dichiaro incrociando le braccia.


Questo è ridicolo!”


No. È ridicolo che tu spenda 2500 sterline per una camera d'albergo. È un'esagerazione e le persone che lavorano qui si dovrebbero vergognare di…”


William mi prende per un braccio e mi trascina lontano da orecchie indiscrete. Effettivamente sto urlando un po' troppo, specie nell'ultima parte. Ma non ho nessuna intenzione di abbassare la voce. È roba da matti!


Vuoi che ci caccino?” mi apostrofa subito dopo.


No” Incrocio di nuovo le braccia. “Voglio che tu capisca l'assurdità di quello che stai facendo”


Lui alza gli occhi al cielo e sospira. Odio quando la gente fa così. “Ti ho già spiegato che paga tutto…”


La casa discografica, lo so” finisco per lui. “Ho capito. Non sono sorda. Quello che non capisci tu, invece, è che…”


Dividiamo la stanza, okay?”


Per un attimo, sbatto gli occhi e indietreggio. Devo aver capito male. “Scusa?”


Ti lamenti talmente del prezzo di una camera che ti ho appena proposto di dividerne una con me. Così risparmiamo. Logico, non ti pare?”


Il suo ragionamento, effettivamente, non fa una piega. Quello che la fa, la piega voglio dire, è che improvvisamente dal non rivederlo da tre anni mi ritrovo a dormire nella sua stessa camera. Come è stato possibile?


Allora siamo d'accordo?” mi chiede con un mezzo sorriso.


No!” esclamo di scatto.


Lui corruga la fronte. “Perché no? Cosa c'è che non va nel dividere la camera con me?”


Oh, niente. Assolutamente niente” rispondo ironica.


Evidentemente lui non coglie l'ironia.


Perfetto” Accenna con la testa e si dirige verso la reception.


Già. Perfetto” mormoro io ancora mezza intontita. Non so come, ma ho l'impressione che in qualche modo mi abbia imbrogliata.


Dopo qualche minuto, torna indietro, sorridente e con in mano la chiave di una stanza. La nostra stanza.


Andiamo, non fare quella faccia” mi esorta. “In fondo non è che non abbiamo mai vissuto insieme…”



Capitolo Nove


La stanza è bellissima. E dotata di due letti.


Dopo aver superato l'iniziale imbarazzo e con un moto di sollievo - chissà cosa mi ero aspettata - inizio a disfare i bagagli.


William mi guarda per alcuni minuti in silenzio poi, anche lui, sistema la sua roba. O meglio, si limita ad appoggiare la sua valigia sul tavolinetto ai piedi del letto. Poi torna a guardarmi.


Mi muovo silenziosamente sotto il suo sguardo per alcuni minuti, poi mi volto. “Perché mi fissi?”


Lui sembra riscuotersi e mi sorride. “Così” Si stringe nelle spalle. “Non ti ho visto da talmente tanto di quel tempo che sto cercando di recuperare”


Scemo” Sorrido anche io e torno alla mia occupazione. Un tempo avrei lasciato tutto in valigia o sparso ogni cosa per la stanza ma adesso, dopo essere diventata il modello comportamentale di una teenager, ho imparato che certe cose vanno fatte con un preciso ordine.


A proposito di teenager.


Telefono a Dawn per avvertirla del cambio di albergo. Insiste per farsi passare William. È ancora nel ruolo di sorella ansiosa.


Alla fine, sbrigate tutte le formalità del caso, William mi propone di uscire. Accetto volentieri. In fondo, era nei miei programmi fare un giro per Londra ma mi chiedo se William non abbia niente di meglio da fare che seguire me nei miei giri da turista per caso. Non che mi lamenti della sua compagnia, ovvio, ma lui è una rockstar…non dovrebbe andarsene in giro in questo modo.


Attraversiamo Mayfair e Hyde Park.


A metà di Hyde Park, siamo già stravolti. Raggiungiamo Rotten Row e ci sediamo un attimo sul prato a guardare i cavalli.


William si appoggia sui gomiti e comincia a strappare fili d'erba. Osserviamo in silenzio una coppietta che passeggia a braccetto.


Andiamo al sodo, Riccioli d'Oro. Dimmi tutto della tua vita amorosa” dice lui, quando i due non possono più sentirci.


Ah! Quale vita amorosa?”


Non stai con nessuno?” William si volta verso di me.


No. Niente affatto” Sospiro. “Ho avuto una serie di primi appuntamenti. Prima a Sunnydale e poi a Los Angeles, perfino Dawn si è messa in mezzo per cercarmi un fidanzato”


Niente?”


Mi sdraio sullo stomaco. “Non permettermi di addormentarmi, okay?”


William annuisce. “Dovessi russare…”


Lo ignoro. “Stavo dicendo, non erano un gran che. Ed era così faticoso…”


Cosa? Faticoso?”


Non in senso fisico. Intendo dire mentalmente. Bisogna fare un sacco di sforzi. Prima bisogna scoprire più cose possibili sulla persona con la quale si uscirà, poi prepararsi per l'appuntamento, pensare a cosa dire in modo che la conversazione non langua e infine c'è la questione del bacio al termine della serata…”


La parte migliore se non ricordo male…” commenta con un sorrisetto.


Se non ricordi male?” Alzo un sopracciglio. “Vuoi darmi ad intendere che…”


Sospira. “I primi appuntamenti sono stressanti. Anche per me”


Sbuffo. “Sì, certo. Sono sicura che uscire con qualcuno è un vero problema quando si è famosi in tutto il mondo. Nessuno che sia interessato a te. E poi bisogna andare in posti così noiosi ed economici. Per esempio, a pranzo sulla Torre Eiffel ”


William sbuffa a sua volta. “Credevo che avessimo già parlato, che avessi capito che forse tutte le cose che hai sentito su di me non sono vere. Che la mia vita non è brillante come…”


Così per te è più difficile, eh? Più difficile che per chiunque altro?”


William strappa altri fili d'erba e se li avvicina alla faccia per esaminarli meglio. “In un certo senso, sì” Poi mi lancia una rapida occhiata.


Ah!”


No. Non scherzo. Ti assicuro che è più difficile adesso di prima. Fai così fatica a crederci?”


Che ti posso dire? Forse dovrebbero fare un nuovo show in Tv. Anche le star piangono ”


Okay, okay. Ho capito. Non intendo esattamente più difficile. Solo diverso. Ci sono dei problemi in più”


Per esempio?”


Prima di rispondere, William ci pensa su. “La colpa è soprattutto dei media. La gente si fa delle idee su di te. Pensa di conoscerti già da quello che ha letto, e in realtà non sa assolutamente nulla”


Mmh?”


Lui mi guarda. “Hai creduto a tutto, vero? Hai vissuto con me per quasi un anno e ci hai creduto lo stesso”


A cosa, per esempio?”


Ci pensa un po' su. “La faccenda dei maiali” dice poi.


Corrugo la fronte.


Ma sì, la faccenda dei maiali” continua. “I maiali veri. È un buon esempio. La mia supposta zoofilia. Bello, eh? A quanto pare, ho una propensione per i maiali. Bell'argomento da affrontare la prima volta che si esce con qualcuno”


Sono sorpresa. “A dire la verità, questa non l'avevo sentita. Forse dovresti controllare quello che sa la gente prima di parlare. Mi immagino il tuo profilo all'agenzia per cuori solitari. William, ventinove anni, alto un metro e ottanta, ama le passeggiate romantiche sulla spiaggia e trascorrere le domeniche a letto. E i maiali. Più sono grossi e rosa, meglio è. Dai, Will. Devi lasciare un po' di mistero per il secondo appuntamento”


Già”


Almeno non è tutta colpa tua. È Spike il responsabile delle tue difficoltà” Mi metto a ridere. “Forse dovresti consolarti con il fatto che almeno lui scopa. Anche se con i maiali”


Sarebbe divertente se non fosse quasi vero” William si azzittisce per un attimo.


Quindi, mi vuoi dire che non c'è stato nessuno?”


Gli ci vuole un attimo per rendersi conto che sto parlando di nuovo di questioni sentimentali.


Maiali a parte? No, sul serio, anche se il primo appuntamento va bene, non ce n'è mai un secondo. Magari è la persona giusta ma è sempre nello stato sbagliato, nel paese sbagliato o non ho tempo per frequentarla. Dovrei trovare il modo di portarla sempre con me”


Rido, un po' a disagio. Poi mi guardo intorno. È arrivato il momento di cambiare argomento. “Ehi, non ci sono negozi qui attorno?” dico. “Harvey Nichols? Harrods?”


Non credo che ci siano negozi qui attorno…” risponde William. Poi comincia a fischiettare.


Chi credi di prendere in giro?” Mi tiro su e poi gli tendo una mano.


Ci ho provato” Mi sorride.


Per le due ore successive trascino William per Knightsbridge a fare shopping.


***


Quando torniamo in albergo, sono talmente priva di energia che l'unica cosa che mi riesce di fare è buttarmi di peso sul mio letto. Sono troppo stanca anche solo per sistemarmi meglio, così le mie gambe rimangono penzoloni dal bordo del letto.


Hai fame? È quasi ora di cena” mi chiede William dopo aver sistemato le borse con i miei acquisti.


Non ne ho fatti molti, solo qualche regalino per Dawn da darle al mio ritorno.


Sollevo appena la testa dal letto. “Da morire. Ma sono troppo stanca. Ho i piedi in fiamme” mi lamento. “So che avevo promesso di offrirti la cena ma…”


Non preoccuparti. Chiamo il servizio in camera”


Mezz'ora dopo banchettiamo allegramente con il cibo del servizio in camera. Prometto a William che domani sera lo inviterò al ristorante per una cena con i fiocchi ma lui storce per un attimo la bocca.


Domani arriverà il resto del mio gruppo” spiega. “Non so se sarò libero per cena”


Mi stringo nelle spalle, fingendo noncuranza. “Non preoccuparti. Non è un problema”


Oh, ma li devi conoscere!” esclama. “Tutti quanti. Sono ragazzi simpatici, vedrai, ti piaceranno. E credo che qualcuno verrà anche con la sua ragazza, così non ti sentirai in minoranza”


Annuisco e acconsento ad incontrare i membri del suo gruppo a cena. In questo modo staremo comunque insieme, nonostante tutto.


Alle undici riesco a malapena a tenere gli occhi aperti. Il viaggio e il giro per Londra mi hanno veramente distrutto.


Ci infiliamo nei nostri letti.


Io spengo la mia lampada per prima, mentre William sta ancora guardando la televisione. Mi sto addormentando, quando lui spegne la Tv e la sua lampada. Emergo un poco dal mio torpore e, mentre fisso il muro, lo sento respirare. Ora sono del tutto sveglia.


È davvero strano essersi incontrati di nuovo così. E tutto a causa di una videocassetta che mi è caduta sulla testa.


Pensavo che non avrei mai più rivisto William e ora è qui che respira accanto a me. Ed è lo stesso. Beh, quasi esattamente lo stesso. Voglio dire, ha più soldi e sembra un po' più sicuro di sé - lo si vede da come cammina e da come parla con la gente - ma, a parte questo, è lo stesso vecchio William. Il ragazzo con il quale dividevo l'appartamento. Mi sembra passato un secolo.


Continuando a fissare il muro, sospiro.


Fra di noi le cose sono diverse, questo è certo. Vorrei tanto sentirmi come una volta. Poter dire a William qualsiasi cosa. Oggi l'ho sorpreso un paio di volte a guardarmi con aria interrogativa e dover essere reticente mi ha fatto sentire malissimo. Come quando mi ha chiesto dell'università. Devo essergli sembrata davvero svogliata. Mi rendo conto di aver detto a William pochissimo di quello che ho fatto dall'ultima volta che l'ho visto, e lui deve essersene accorto. Ma è difficile. Complicato. Che senso ha raccontargli tutto quello che è successo in questi ultimi due anni? Non voglio affrontare l'argomento. Mia madre. Me. Dawn. È più facile per entrambi divertirsi e basta. Non preoccuparsi del passato. Ricominciare da capo e godersi semplicemente il breve periodo che abbiamo da trascorrere insieme prima che lui torni al suo lavoro e alla sua nuova vita.


Sento William voltarsi verso di me e, involontariamente, mi irrigidisco. Sento il suo sguardo sulla mia nuca e so cosa sta per dire.


Buffy, dobbiamo parlare”


Vorrei fingere di dormire, invece parlo. “No” rispondo, scuotendo un poco la testa. “Davvero. È tutto a posto. Ho… ho superato la cosa. Non provo più quei sentimenti. Nei tuoi confronti, voglio dire. È tutto passato”


***


Capitolo Dieci


Mi sveglio alle otto e mezzo. - Cavolo, perché mi sveglio presto anche quando non devo andare a lavoro?! - Tento di riaddormentarmi.


Alle nove meno un quarto non riesco più a stare ferma. Mi siedo e mi guardo intorno.


Sei sveglia?” mormora William nella semioscurità.


La sua voce mi fa sobbalzare. “Ti ho svegliato? Scusami”


No. È un'ora che guardo il soffitto. Chiaramente sono andato a dormire troppo presto”


Si vede che sei abituato a fare le ore piccole” commento con leggerezza. “Ti sembrerà di essere andato a letto con le galline”


Ci risiamo” Accende la luce e me lo ritrovo davanti con i capelli scompigliati e gli occhi ancora un po' impastati di sonno. Mhmm, un look davvero niente male… , mi ritrovo a pensare, poi torno a concentrarmi su quello che mi sta dicendo. Sembra infastidito. “Cosa ti fa credere che faccia le ore piccole tutte le notti? Okay, a volte vado a delle feste, ma il più delle volte rimango a casa e…”


Ohi, calmati” Poso i piedi a terra. Ora sono contenta di essermi comprata un pigiama nuovo per questo viaggio. “Non era mia intenzione farti innervosire. Stavo solo facendo una battuta” aggiungo alzandomi. Mi ero dimenticata che appena sveglio William è piuttosto suscettibile.


Beh, non era divertente” Avevo ragione: è infastidito.


Vuoi fare colazione? Una tazza di the, magari?” gli chiedo per cambiare argomento.


Sì, grazie”


Sorrido. Sapevo che non avrebbe mai detto di no ad una tazza di the. Lo conosco troppo bene. Mi dirigo verso il telefono e chiamo il servizio in camera. Dopo aver ordinato ritorno a letto, sistemandomi di nuovo sotto le coperte.


William nel frattempo ha acceso la Tv e sta guardando il telegiornale. Sembra talmente assorto che evito di parlare.


Dopo una decina di minuti bussano alla porta. È la colazione. Ritiro il vassoio, stracolmo di prelibatezze, e lo appoggio sul tavolino. Poi gli preparo una tazza con un piattino e gliela porto.


Accidenti che impegno! Non solo il servizio in camera, anche la colazione a letto” commenta William prendendo la tazza dalle mie mani. “Allora sono davvero una rockstar!”


Non ti ci abituare” mormoro mentre torno al vassoio. “Non sono la tua assistente personale”


Potresti sempre diventarlo” bofonchia lui, mentre sorseggia il the. “Ehi, te ne sei ricordata!” esclama dopo. “Nero con tre quarti di cucchiaino di zucchero”


Mi volto e sollevo un sopracciglio. “Certo che me ne sono ricordata. Ero sempre costretta a prepararti il the”


Anche se a te non piace” mi ricorda lui con un sorriso.


Appunto. Ti ricordi quando tentavi di farmi apprezzare le meraviglie del the?” Trattengo una risatina. “Non mi sei mai sembrato più inglese che in quei momenti!”


Lui mette il broncio, ma è tutta una finzione perché nei suoi occhi c'è uno scintillio divertito.


Avanti, è vero!” Mi lascio cadere di peso sul mio letto con una tazza di caffé in mano. “Stavi lì, seduto al tavolino della cucina e borbottavi contro gli americani che bevono solo brodaglia e non sanno apprezzare i veri piaceri della vita come una buona tazza di the… Inglese fino al midollo!”


La mia – pessima - interpretazione del suo accento ci fa scoppiare entrambi a ridere. Lo squillo del telefono però ci interrompe.


Borbottando William si alza dal letto e per un attimo rimango a bocca aperta. Ieri sera quando mi ero messa a letto non ci avevo fatto caso ma oggi, alla dura luce del giorno, mi accorgo del fatto che ha dormito nudo. Completamente nudo. La fugace apparizione di un fondoschiena bianco come il latte, prima di venir coperto da un paio di jeans, me lo conferma.


Improvvisamente mi si azzera la salivazione.


La doccia” Mi alzo di scatto dal letto. “Devo fare la doccia. Ti spiace se vado per prima?”


Lui distoglie a malapena l'attenzione dalla conversazione che sta avendo al telefono. Deve essere il suo agente, credo. “Vai pure” sillaba senza emettere suono.


Afferro al volo dei vestiti senza interessarmi di quali siano. I miei occhi continuano ad essere attratti dal suo torace scoperto come le api col miele. Smetti di fissarlo! , mi ordino. Smettila, smettila, smettila!


Mi rifugio in bagno. Mi metto sotto la doccia e mi cospargo di bagnoschiuma agli agrumi nella speranza che mi aiuti a distogliere l'attenzione dallo spettacolo che ho appena visto e che continua a passarmi davanti agli occhi senza interruzione. Quando esco dal bagno, vestita e con i capelli quasi asciutti, William sta rimettendo a posto il telefono.


Ehi” Gli passo accanto evitando in tutti i modi di guardarlo. “Tutto a posto?”


Sì, era il mio agente. Ha chiamato per ricordarmi che i ragazzi arriveranno in tarda mattinata e che subito dopo abbiamo una conferenza stampa e un servizio fotografico” mi spiega passandosi una mano fra i capelli con un sospiro.


Wow, giornata impegnativa” commento, evitando ancora di guardarlo. Ma perché diavolo non si è ancora infilato una maglietta?!


Non più di tante altre” dice con noncuranza. “Tu piuttosto che programmi hai per la giornata?”


Mi stringo nelle spalle. “Credo che visiterò qualche monumento. Ieri ci siamo concentrati solamente sullo shopping e non voglio tornare a casa senza aver visto Buckingham Palace. Dawn me lo rinfaccerebbe per tutta la vita…” concludo con un sorriso.


Anche lui sorride, poi si acciglia. “Vorrei tanto accompagnarti ma purtroppo ho queste maledette cose da fare e non posso….”


Non preoccuparti” lo interrompo. “Non ho mai preteso che mi facessi da guida turistica”


Lo so, ma…”


Niente ma. Fai quello che devi fare. Credo di riuscire a sopravvivere un'intera giornata da sola a Londra” dichiaro decisa mentre afferro la mia borsa e mi dirigo verso la porta.


Sei ancora dei nostri stasera a cena?” mi chiede quando sono già con la mano sulla maniglia.


Sì, certo”


Perfetto” Sorride, poi si dirige verso il bagno, chiudendosi la porta alle spalle. “Ehi? Per caso qui dentro è esplosa un'arancia?”


Ci vediamo stasera”



Capitolo Undici


Londra è una città splendida, piena di gente, di allegria, di vita . Mi piace visitarla, gustarmi ogni particolare, ogni odore. È un'esperienza veramente entusiasmante, anche se farlo da sola toglie un po' del divertimento. D'altronde, non è che potevo obbligare William a venire con me. Ha di certo cose più importanti da fare che farmi da guida, per quanto io lo desideri.


Com'è che ha detto stamattina? Una conferenza stampa? O un servizio fotografico? O entrambi?


Boh. Non saprei davvero dirlo. Il fatto è che, devo dire la verità, non ho prestato molta attenzione a quello che stava dicendo e, naturalmente, è tutta colpa sua. Cavolo!, gli sarebbe costato poi così tanto mettersi addosso una maglietta?! Se non se ne fosse stato lì, i capelli scompigliati e gli occhi annebbiati dal sonno, a petto nudo e ancora più bello di quanto me lo ricordassi, io non mi sarei distratta e ora saprei cosa sta facendo in questo momento. Invece tutto quello a cui riuscivo a pensare era alla vista del suo torace nudo, bianco e liscio. Per non parlare della vista del suo…


Oh, basta!' Sono esasperata con me stessa. È tutta la mattina che continuo a pensare a lui e a quello che ho visto. ‘Che cosa sarà mai?! È solo un uomo mezzo nudo, ne hai già visti prima quindi non fare tante storie'


Parla bene la vocina, non ricorda forse che l' uomo mezzo nudo in questione è quello di cui sono stata pazzamente e segretamente innamorata per quasi un anno? O forse che quello è l'uomo che mi ha rifiutato la Fatidica Sera ?


E ci risiamo. È più forte di me. Non posso fare a meno di pensarci. Per quanto mi sia sforzata, non ne posso fare a meno. Credevo di essere andata oltre quella faccenda, di essere cresciuta, maturata e invece no. Un mondo di no. E rivedere William ha riportato tutto alla luce. E sono di nuovo in crisi.


Mio Dio, sono proprio una stupida.


Tutto questo dovrebbe già essere abbastanza. Dovrei essere felice di averlo rincontrato. Felice che io e William siamo di nuovo amici.


Ho rischiato di perdere la migliore amicizia che abbia mai avuto. E tutto a causa mia. Perché sono stata stupida a non richiamarlo. Non volevo affrontare l'imbarazzo di Quella Sera. E non voglio neanche ora.


William invece sembra non avere problemi al riguardo.


Santo cielo, che coraggio a tirare fuori quella faccenda ieri sera! Per poco non mi prendeva un colpo. Ma come gli sarà venuto in mente? Oppure sapeva che ci stavo pensando? In ogni caso mi ha colto completamente alla sprovvista e, naturalmente, ho detto la prima cosa che mi è venuta in mente. La meno imbarazzante. Quella che avrebbe risolto la situazione più in fretta possibile. È per questo che gli ho detto che non provo più gli stessi sentimenti nei suoi confronti. Ma non è che ne sono poi così tanto certa…


Che stupida!


Sicuro che ne sono certa. Io so, con assoluta certezza, che non provo più per William quello che provavo un tempo. Voglio solo che torniamo ad essere amici. Voglio che i nostri rapporti tornino ad essere com'erano prima che io rovinassi tutto. Insieme stavamo benissimo. Non voglio rovinare tutto un'altra volta. L'unica cosa importante ora è la nostra amicizia. Tutto il resto non conta.


Ma allora perché non riesco a smettere di pensare a lui?


***


Capitolo Dodici


Torno in albergo verso le sei del pomeriggio stracarica di borse e pacchetti.


Credo di essermi lasciata trascinare un po' troppo dal mio ruolo di turista. Ho comprato ogni tipo di souvenir possibile e immaginabile: cartoline, magliette, cappelli, cucchiaini con lo stemma della regina. Quando si dice sindrome ossessiva da shopping…


Mentre scarico tutto a terra noto che sul mio letto c'è un biglietto.


Ciao Riccioli d'Oro, come è andata la visita della città? Spero bene anche se avrei voluto essere lì con te. In ogni caso volevo ricordarti che stasera sei a cena con me e la band. Purtroppo la conferenza stampa è durata più del previsto e ha sballato completamente la nostra tabella di marcia, quindi ci vedremo direttamente giù nella sala ristorante. Alle otto, mi raccomando. Ti aspettiamo. W'


Ti aspettiamo'


William e la band.


Stringo le labbra. Okay, devo ammetterlo: non sono entusiasta all'idea di incontrare gli amici di William. E non solo perché questo ci priverà di un bel po' di tempo che potevamo trascorrere noi due da soli, ma perché sono preoccupata. Mi chiedo: come mi accoglieranno? Gli starò simpatica o mi crederanno una di quelle che approfittano di una vecchia amicizia per conoscere persone famose e farsi strada nello show business?


Non so perché ho così paura del loro giudizio. O forse no, lo so. William. È tutto da collegare a lui. La band, quelle persone sono la sua vita, una parte della sua vita di cui io sono totalmente all'oscuro, di cui non faccio parte. Il loro giudizio sarà di sicuro importante per lui. E poi non so com'è William con loro, non so niente di lui come personaggio pubblico, come rock star . Ma, soprattutto, quello che non so è se c'è posto per me nella sua nuova vita…


Scuoto la testa. È un ragionamento troppo serio e complicato e io sono troppo stanca. Mi ingarbuglierei il cervello inutilmente. Meglio mettere a tacere tutto e farmi un bel bagno. Di sicuro dopo vedrò tutto in una prospettiva migliore.


***


Ho appena finito di asciugarmi i capelli e la mia prospettiva non è affatto migliorata. Il mio nervosismo è alle stelle. La tensione mi chiude lo stomaco. Non credo che mangerò molto stasera.


Scendo nella hall e mi dirigo verso la sala ristorante. Arrivo e mi fermo un attimo quando scorgo il tavolo.


William è seduto a capotavola, appoggiato allo schienale della sedia e sorride, rilassato, per qualcosa che gli sta dicendo la donna seduta al suo fianco. Ho come l'impressione di averla già vista. Forse… ecco, ho capito! L'ho vista sulla copertina di qualche rivista di moda. Beh, forse, ora che ci penso, sarà più di una… Ho capito chi è, è la top model Cordelia Chase: alta, elegante, sofisticata, bella. E William sta sorridendo proprio a lei…


Esattamente quello che ci voleva per il mio nervosismo: William con una bella donna. Mi sento profondamente inadeguata nel mio semplicissimo vestitino nero che mi arriva poco sopra le ginocchia. Non è un capo di alta sartoria, come invece è di sicuro il magnifico completo color rosso fuoco che indossa Cordelia. È semplicemente bellissima. Mi chiedo perché William mi guardi ancora visto che nella sua vita c'è una donna come lei, ma poi, in fondo, William non mi guarda in quel modo.


In ogni caso non sono soli, ci sono altre cinque persone sedute a tavola con loro: tre sono i membri del gruppo di William, mentre le altre sono due giovani donne.


La lunga tavola è coperta da una decorazione di fiori e da candele che risplendono vicino a vassoi colmi di frutta. Si sente il tintinnio del cristallo dei calici e le risate sommesse delle persone. L'atmosfera è serena, come se si trattasse di una riunione di famiglia.


Sempre peggio. Ora mi sento anche un'intrusa.


Poi lo sguardo di William si posa su di me. Mi sorride e mi fa cenno di avvicinarmi.


Solitamente non sono un tipo timido ma, quando tutti smettono di parlare e girano gli occhi verso di me, mi sento un po' a disagio. Cavolo, queste sono star! Che diavolo ci sto a fare io qui in mezzo?


William si alza in piedi e mi indica la sedia vuota accanto a lui. “Vi presento Buffy Summers. Buffy è una mia cara amica. Ci siamo incontrati sull'aereo mentre venivamo qui e le ho chiesto di unirsi a noi per la durata della sua vacanza”


Salve” mormoro io.


Nessuno risponde al saluto. Mi guardano tutti con aria dubbiosa. In un secondo tutte le mie paure sul loro giudizio vengono confermate. Non gli piaccio. Sono un'estranea e non mi vogliono fra loro. Sento l'improvviso ed impellente desiderio di scappare via.


Lancio un'occhiata verso l'estremità della tavola e scopro che William mi sta fissando. Sento un brivido corrermi lungo la schiena. Poi mi sorride. “Che scemo! Mi sono dimenticato di fare le presentazioni. Buffy, alla tua destra c'è Liam O'Neill, ma puoi chiamarlo Angel…lo fanno tutti”


Angel suona la chitarra nel gruppo, se non ricordo male. Faccio un cenno di saluto all'uomo dagli occhi color cioccolato e dai capelli castano scuro. Lui risponde con un cenno della testa.


Vicino ad Angel c'è Cordelia Chase”


Cordelia piega lievemente la testa e mi sembra di vedere un lampo di curiosità nei suoi occhi.


William, intanto, continua il giro delle presentazioni. “Dalla parte opposta c'è Xander Harris”


Suona la batteria, mi appunto mentalmente.


Vicino a Xander c'è Willow Rosemberg”


Willow mi sorride e io, vista la freddezza con cui sono stata accolta dagli altri, per poco non cado dalla sedia per la sorpresa. Willow ha un viso etereo, con lunghi capelli rossi e occhi verdi intenso. Indossa un abito di stoffa leggera che non nasconde il fatto che sia incinta.


E accanto a Willow c'è suo marito Oz, al secolo Daniel Osbourne, il nostro bassista” William indica il ragazzo dai capelli rossicci seduto accanto a Willow.


Per finire il giro, Anya Emerson” William indica l'ultima ragazza rimasta. È seduta a capo tavola, direttamente di fronte a lui. “Anya è la fidanzata di Xander. Si sposeranno fra un paio di mesi”


Congratulazioni” dico sorridendo alla ragazza. “E' un piacere conoscervi tutti quanti” aggiungo rivolta al resto del tavolo.


E' un piacere anche per noi” mi risponde Willow con un sorriso. Non sono tanto sicura che la sua frase rispecchi anche il pensiero degli altri. Lei però mi sta simpatica, forse potremmo addirittura diventare amiche.


Quando nascerà il tuo bambino?” le chiedo. Spero non mi consideri troppo curiosa.


Willow posa una mano sul suo ventre arrotondato. Un'espressione serena le distende i lineamenti. “Fra tre mesi e non vediamo l'ora che passino”


E' il tuo primo bambino?” Per quello che ne so io, lei e Oz potrebbero avere un'intera squadra di calcio. Non sapevo neanche che fosse sposato. I Dingoes non hanno esattamente la fama di tipi tutta casa e famiglia, anzi, sui giornali appaiono spesso descritti come impenitenti dongiovanni. Ma, forse, questa descrizione riguarda solo William…


Sì, è il primo” risponde Willow. “Ma speriamo che dopo ne vengano tanti altri. Sappiamo già che è una bambina. La chiameremo Julie”


Che bel nome!”


Grazie. Anche a noi piace molto”


Willow si volta verso il marito e lo guarda con aria adorante. Lui ricambia. Sono così sereni, felici. Mi fa strano pensare che facciano parte del pazzo mondo dello spettacolo. È come se fossero riusciti a ritagliarsi un angolo di paradiso tutto per loro. Sono quasi invidiosa dell'amore che la coppia condivide in maniera così evidente.


Mi sento particolarmente sola in questo momento.


Dal lato opposto della tavola, Xander si muove con impazienza sulla sua sedia. “Allora, da quanto tempo vi conoscete tu e Spike?”


La domanda mi coglie alla sprovvista. Mi volto verso di lui e per un momento faccio fatica a collegare che Spike e William sono la stessa persona, poi mi riprendo. Avrei dovuto immaginare che sarebbe cominciato un interrogatorio e che mi avrebbero chiesto qualcosa del genere.


Fisso Xander con calma. “Ci siamo conosciuti ai tempi del college. Abbiamo abitato insieme per quasi un anno quando io ero una matricola e lui stava per laurearsi poi ci siamo persi di vista” spiego anche se, mentre lo faccio, mi sembra quasi di non riuscire a rendere giustizia al rapporto che c'era tra me e William.


Angel si lascia sfuggire una risatina. “Che pacchia! Dividere l'appartamento con una bella ragazza come te. Magari fosse capitato a me quando andavo al college” mi dice poi.


Vedo Cordelia al suo fianco irrigidirsi. Una luce mi si accende nella mente. Doveva essere stata tutta la tensione accumulata a farmelo dimenticare. La cronaca mondana ha parlato della nuova coppia, Angel e Cordelia. I giornali scandalistici pagherebbero milioni per l'esclusiva di una foto di loro due insieme. Mentalmente faccio i miei complimenti alla modella. Cordelia deve essere una donna molto coraggiosa per aver accettato la sfida di conquistare il musicista freddo e riservato.


Beh, io non direi che sia stata proprio una pacchia” borbotta William.


Mi volto verso di lui con un sopracciglio inarcato e l'espressione sorpresa. “Scusa?” Che vorrebbe dire con quella frase?


Avete idea di quanto sia pesante dover convivere con una che se ne va in giro con un'orribile poltiglia verde sulla faccia tutte le sere?”


Era la mia maschera rigenerante alle alghe marine, non ‘poltiglia verde'! E non la facevo tutte le sere. Spalanco la bocca, incredula.


Per non parlare di quando si tingeva i capelli!” continua lui imperterrito. “Quando poi le cose erano combinate mi sembrava di vivere con la figlia del mostro della palude” Si rivolge ad Angel. “Davvero una pacchia, amico”


Io intanto continuo nella mia imitazione del pesce rosso. Non posso credere che abbia raccontato a dei perfetti sconosciuti - almeno per me - particolari così intimi della nostra convivenza. Sono senza parole. Anzi no, qualcosa da dirgli ce l'ho.


Senti, ossigenato” calco con intenzione su quella parola. “Non mi sembra di essermi mai lamentata quando trovavo le tue mutande sparse per tutto l'appartamento o quando dovevo ripulire tutto il casino che combinavi quando eri in preda ad una tua fase creativa!” lo apostrofo incrociando le braccia e guardandolo torva.


Sono mortalmente offesa.


All'improvviso tutta la tavolata scoppia a ridere. Ridono tutti, nessuno escluso e ridono pure di gusto.


Okay, ora mi sento un po' idiota a starmene seduta qui col muso lungo e l'aria imbronciata. Lentamente un sorriso mi si allarga sul viso fino al punto che mi unisco anche io alla risata generale.


Oddio, voi ragazzi siete davvero uno spasso!” commenta Cordelia dopo un po' appoggiando entrambe le mani sulle guance accaldate.


Già, nemmeno Xander e Anya nei loro momenti migliori ci hanno fatto ridere come voi due” aggiunge Angel sogghignando.


Ehi!” esclama Xander sentendosi tirato in ballo. “Non è vero che facciamo ridere” mormora imbronciandosi.


Non preoccuparti, amore” Anya si china verso di lui. Con una mano gli accarezza i capelli con dolcezza. “Sono tutti invidiosi dei nostri orgasmi”


Altro scoppio di risa e io di nuovo imito il pesce rosso. Fra un po' dovrò pagargli i diritti d'autore…


Lo vedi? Sei entrata a far parte del gruppo. Già ti adorano.” mi mormora William in un orecchio mentre il resto del tavolo si concentra su Xander e Anya. La sensazione del suo alito caldo mi provoca un brivido lungo la schiena.


Ma è sempre così?” chiedo riferendomi ad Anya.


Sempre” conferma lui con un mezzo sorriso. “Qui siamo tutti un po' matti”


Sorrido anche io. Forse, in fin dei conti, questi ragazzi non sono poi così terribili…



Capitolo Tredici


Si è fatto tardi, quando ormai decidiamo di salutare la band, o quello che n'è rimasto, e salire in camera.


Willow e Oz se ne sono andati molto presto. E non gli do torto, nelle sue condizioni, Willow ha bisogno di molto riposo. Xander e Anya sono stati i successivi ad andarsene. Anya ha blaterato qualcosa sul fatto che Xander le deve molti orgasmi per averle fatto fare un volo transoceanico pur di accompagnarlo.


Insomma, alla fine, siamo rimasti solo io, William, Angel e Cordelia. Abbiamo parlato per un po' e, con mia enorme sorpresa, ho scoperto che Cordelia è molto simpatica. Okay, forse è un po' snob, ma lo sarei anche io se fossi una super top model bellissima che guadagna un mucchio di soldi.


Tutto sommato è stata una serata piacevole. Mai avrei creduto che mi sarei divertita, talmente ero tesa prima di scendere per la cena. In ogni caso, non posso fare a meno di tirare un sospiro di sollievo mentre l'ascensore si ferma al nostro piano e con William ci dirigiamo verso la nostra stanza.


Camminiamo in silenzio lungo il corridoio. Siamo quasi arrivati alla nostra porta, quando incrociamo un'altra coppia che arriva dalla direzione opposta. William accenna con la testa un saluto, mentre io mi limito ad un sorriso di circostanza che poi si trasforma in una risatina, quando mi accorgo di una cosa.


Che hai da ridere?” mi chiede William, mentre raggiungiamo la porta.


Hai un'ammiratrice” gli comunico, e con questo mi riferisco alla donna che abbiamo appena incontrato e che l'ha seguito con uno sguardo lascivo fino a quando le è stato possibile.


Lui si volta a malapena verso di me. Sta cercando nei pantaloni la chiave della stanza. “Fantastico” borbotta. “Proprio quello che mi ci voleva. Un'altra fanatica che mi seguirà ovunque” aggiunge, mentre apre la porta e si fa da parte per farmi entrare.


Lo guardo sorpresa. “Sul serio hai ammiratrici fanatiche? Sono molte?”


Sì, ne ho un sacco” Si chiude la porta alle spalle. “Ce ne sono alcune quasi normali, che semplicemente apprezzano la musica. Devono essere sorde” scherza facendo un sorrisetto.


Lo guardo inclinando la testa di lato. “Sul serio, ti aspettano fuori della tua stanza d'albergo e cose del genere?”


William annuisce.


Sono stupita. “Accidenti. E cosa vogliono?”


Non ne ho idea” Si lascia cadere di peso sul suo letto poi si tira su appoggiandosi sui gomiti e mi sorride. Ed è uno di quei suoi sorrisi che mi fanno sciogliere. “Il mio corpo?” mi propone. “Chi non lo vorrebbe?”


Gli lancio contro il mio cuscino. “Che idiota! Mi fa piacere vedere che sei ancora così modesto”


Lui ride evitando il mio lancio. “Eccome”


Sul serio, cosa vogliono?” Sono curiosa. Non capita tutti i giorni di poter interrogare una rockstar, no? Mi siedo accanto sul letto a lui.


William scrolla le spalle. “In genere vogliono farsela con Spike. Quanto a me, cerco di non pensarci”


Mi mordicchio un labbro nervosamente. “Sei mai stato a letto con una di loro?”


Lui mi guarda come se fossi un imbecille. “Perché mi domandi una cosa del genere? Sono davvero così diverso?”


Sollevo un sopracciglio. “Rispondi alla domanda”


Santo cielo” sbuffa. “No. Naturalmente no. Dovresti vederle. Si vestono come lui. Spike, intendo. No, non fanno per me”


Dio, sono una persona così terribile se questa notizia mi fa quasi fare i salti di gioia?


***



Capitolo Quattordici


La mattina dopo mi sveglio come al solito troppo presto. William, invece, se la dorme della grossa. Beato lui.


Muovendomi in punta di piedi, tiro fuori i vestiti che mi servono per la giornata, faccio la doccia il più silenziosamente possibile per non svegliare il bell'addormentato, e poi scendo nell'hall per telefonare a Dawn e raccontarle come vanno le cose. Quando torno su, William sta ancora dormendo.


Accidenti a lui.


Scosto una sedia dal tavolino accanto alla tv e mi siedo per leggere una delle riviste che ho comprato l'altro giorno. Non è molto interessante. Di tanto in tanto lancio un'occhiata a William che continua a dormire. Alla fine poso la rivista e mi limito a guardare lui.


Ha il viso schiacciato contro il cuscino. Sento una stretta allo stomaco. Mi volto dall'altra parte e tento di impegnarmi nella lettura. Ci riesco per circa dieci minuti buoni, poi lancio la rivista da una parte, mi alzo e decido che è arrivato il momento di fare qualcosa, magari colazione. Tutto, pur di non rimanere in camera a fissare un uomo addormentato. I miei pensieri potrebbero prendere una piega strana e io non voglio.


Assolutamente no.


Scendo nella sala ristorante e, con mia enorme sorpresa, data soprattutto l'ora, trovo tutte e tre le ragazze sedute attorno ad un tavolo che conversano amabilmente.


Willow sorseggia una tazza di the, Anya sembra indecisa su quale brioche mangiare, mentre Cordelia è impegnata a cospargere di marmellata una fetta di pane tostato già imburrata. Mi chiedo: le modelle non devono stare attente alle calorie? Io per mangiare una cosa del genere, come minimo dovrei rinunciare al pranzo!


Buongiorno, Buffy”


Willow si è accorta della mia presenza e mi sorride.


Buongiorno a tutte” rispondo io, avvicinandomi al loro tavolo. E per un momento esito prima di sedermi con loro perché una cosa è essere gentili con me in presenza di William, un'altra è esserlo anche quando lui non c'è.


Avanti, che aspetti?” mi incita Anya indicando la sedia accanto a lei. “Non hai fame? Ci sono una marea di cose deliziose a questo tavolo”


Certo” Sorrido e mi siedo.


Come mai in piedi così presto? Credevo fossi in vacanza” mi domanda Cordelia prima di addentare con grazia la sua fetta di pane, burro e marmellata.


In realtà lo sono. Il fatto è che già non sono abituata a dormire molto di mio, poi con il fuso orario…è ancora peggio” concludo con una smorfia.


Come ti capisco! Anch'io non riesco a dormire per colpa del fuso orario” dice Anya. “Fortuna che ho Xander. L'unica cosa che riesce a farmi prendere sonno in queste situazioni è un buon orgasmo” aggiunge con un sorriso.


Anya!” la richiama Cordelia. “E' prima mattina. Possiamo rimandare le conversazioni sul sesso al dopo pranzo?”


Anya mette un leggero broncio che dura a malapena un paio di secondi, poi torna a guardarmi.


Dovresti provare. Sul serio” mi incita. “Quando hai un orgasmo il corpo secerne…”


Anya!” Cordelia la richiama di nuovo.


Stavo spiegando a Buffy…”


Credo che Buffy non abbia bisogno di spiegazioni al riguardo” la mette di nuovo a tacere Cordelia. “E se dovesse avere ancora problemi di insonnia, basta che prenda un leggero sonnifero come faccio io e dormirà come un bambino” conclude in tono soddisfatto.


Anya la guarda per un momento, in silenzio, poi scoppia a ridere.


Noi altre sedute al tavolo la guardiamo perplesse. Che le prende?


Oh, andiamo!” esclama dopo un po', sempre rivolta a Cordelia. “Vuoi farci credere che con un fusto come Angel a letto con te, non trovi niente di meglio da fare per addormentarti che prendere un sonnifero?” Ridacchia di nuovo scuotendo la testa. “Non ci credo”


Cordelia sembra imbarazzata e senza parole. Ma dura pochissimo: un secondo dopo si è già ricomposta.


Quello che faccio o non faccio nella mia camera da letto non è affar tuo, Anya” la rimbrotta in tono altezzoso.


Ma, da quello che ho capito di lei, Anya non è una che si lascia smontare facilmente. Infatti…


Dai, Cordelia! Non essere antipatica. Bisogna saper parlare del sesso. In fondo, lo facciamo tutti, non è vero, Buffy?”


Oh, beh…ecco, io…” Sesso? Ma se neanche mi ricordo come si fa?! “A dire la verità è un po' che…”


Anya mi guarda più incredula che mai. “Andiamo, anche tu! Non vorrai dirmi che dividi la camera con quel gran pezzo di ragazzo che è Spike senza…”


No!” esclamo raddrizzandomi di scatto sulla sedia. “No, no, no”


Okay, credo di aver messo un po' troppa enfasi in questa negazione. Ora mi guardano come se fossi pazza…


Cioè, io e Spike non siamo…voglio dire, noi due non…” balbetto imbarazzata. “Io e Spike siamo amici” riesco a mettere insieme dopo un po'.


Amici?” ripete Cordelia inarcando un sopracciglio.


Certo” affermo categorica. “Tra noi non c'è niente, a parte una bella amicizia” aggiungo. “Siamo solo amici”


Non agitarti, Buffy. Nessuno qui ti sta accusando di niente” mi dice Willow, allungandosi, per quanto le è possibile, verso di me, e dandomi un buffetto sulla mano.


Lo so, è solo che…”


Che da lui vorresti di più?”


Mi volto ad occhi sgranati verso Cordelia. “No!"


Okay” dice lei tornando a dedicarsi alla sua colazione.


Cala il silenzio.


Mi agito sulla mia sedia.


Io e William…non stiamo insieme”


Ti credo” ripete Cordelia in tono indifferente. Anche le altre ragazze si limitano ad annuire.


Abbiamo vissuto insieme per circa un anno. Tutto qui” continuo. “Poi non ci siamo visti per un po'. Siamo solo amici. Sul serio” Oddio, ma perché sento il bisogno di giustificarmi?


Ah” fa Willow. “E non avete mai…?” Poi lascia la frase in sospeso, imbarazzata.


Io esito un secondo di troppo.


Aha!” Anya mi punta un dito contro, sorridendo vittoriosa. “Sapevo che c'era qualcosa, che vi avevo detto?” dice poi rivolgendosi alle altre.


Ma è finita?” mi chiede Willow, ignorando l'uscita di Anya.


Sbuffo. “Oh sì. È decisamente finita” Bevo un sorso del mio caffé. “Una faccenda chiusa”


Bene…” Cordelia mi lancia una strana occhiata.


Ci siamo incontrati di nuovo per caso. Fino a due giorni fa non avrei neanche saputo come rintracciarlo”


Capito”


L'atteggiamento di Cordelia mi sta dando sui nervi. Se ne sta lì, con quel mezzo sorriso sulle labbra e continua ad annuire convinta di saperne più degli altri. È una cosa che non sopporto.


Non c'è nessun motivo per essere così accondiscendente, Cordelia” le dico seccata.


Lei non si scompone. Appoggia la sua tazza di the sul tavolo poi mi dice: “Scusami, ma a me sembra ovvio che tu provi ancora qualcosa per lui”


Non è vero!” la blocco immediatamente.


Davvero?”


Grrr! Ancora quel maledetto sopracciglio! “Davvero. Io e William siamo amici. Solo amici. A-mi-ci, punto e basta” affermo sull'orlo di una crisi di nervi.


Se lo dici tu”


Sì, lo dico io” E con questo dichiaro conclusa quest'assurda conversazione. Per calmarmi bevo un altro sorso di caffé.


Buongiorno a tutte!”


La voce di William mi fa sussultare come pure il tocco della sua mano sulla mia spalla.


Si leva un piccolo coro di buongiorno, poi William si siede sulla sedia vuota accanto alla mia.


Tutto bene?” chiede voltandosi verso di me.


Bene” mi affretto a rassicurarlo. “Perché?”


Così” Si stringe nelle spalle. “Credevo che avremmo fatto colazione in camera, noi due da soli, come ieri, ma quando mi sono svegliato tu non c'eri” dice, mentre si allunga per prendere una brioche.


Ignorando lo scambio di sguardi tra le ragazze al menzionare di William della nostra colazione solitaria – e del tutto platonica – di ieri, mi volto verso di lui con un mezzo sorriso. “Scusami. È solo che mi sono svegliata molto presto e non ho voluto disturbarti”


Gentile da parte tua. Comunque, la prossima volta…svegliami”


E, mentre lui addenta la sua brioche, io incontro lo sguardo di Cordelia. Lei sillaba la parola ‘ svegliami' , poi inarca un sopracciglio. Io mi volto dall'altra parte e chiedo ad Anya di passarmi la marmellata.


Al diavolo le calorie! In questo momento ho bisogno di sostegno.


***


Xander è il primo che ci raggiunge. Si avvicina sorridente al nostro tavolo, bacia Anya su una guancia e, dopo aver dato il buongiorno a noi altri, si avventa come un disperato sulle brioche.


Dieci minuti dopo arriva Oz. Fa un cenno con la testa a mo' di saluto e si siede accanto a sua moglie. Sorridendo lo guardo, mentre le accarezza il pancione prima di depositarle un bacio sulle labbra.


Alla fine, più di un'ora dopo, fa la sua comparsa anche Angel. Ha uno sguardo scuro e l'aria imbronciata. Si siede a tavola senza una parola e poi borbotta un “'Giorno” a mezza bocca.


Buongiorno anche a te, raggio di sole” lo saluta William.


Angel risponde con una specie di ringhio prima di lanciarsi verso il caffé.


William si china verso di me. “Angel non è per niente un tipo mattiniero” mi spiega con un sorriso.


Guarda che ti ho sentito” lo avverte Angel.


Quindi è sempre di pessimo umore” continua William in tono divertito.


Angel gli lancia un'occhiata torva.


Ci credo! Se Cordelia a letto preferisce un sonnifero…” commenta Anya con noncuranza.


Eh?!”


La parte maschile del tavolo la guarda perplesso, non capendo. Io mi limito a scambiare un sorriso con Willow, mentre Cordelia alza gli occhi al cielo.


Lasciamo stare” dice poi, intimando con lo sguardo ad Anya di cambiare argomento. “Programmi per la giornata?”


Non so tu, ma noi dobbiamo incontrare i tecnici del suono per il concerto di venerdì sera” le dice Angel sorseggiando il suo caffé.


Mentre Cordelia, supportata da Anya, inizia a lamentarsi perché preferisce fare shopping o tutt'al più visitare Londra, io mi volto verso William.


Fate un concerto venerdì sera?”


Già. Credevo di avertelo detto” dice corrugando la fronte. Io faccio cenno di no con la testa. “Beh, mi sarà passato di mente” commenta poi. “Comunque devi esserci. Ti farò avere un posto in prima fila, vicino alle ragazze. Vedrai, ti piacerà” conclude con un sorriso entusiasta. “E poi c'è il dopo concerto”


Il dopo-concerto?” ripeto perplessa.


Lui annuisce. “Vedrai, ti piacerà anche quello”


Improvvisamente ho una gran voglia che arrivi venerdì sera.


Non ho mai visto William in azione. Non l'ho mai sentito cantare dal vivo, cioè. I biglietti per i suoi concerti costano un'enormità, quindi mi sono sempre limitata ad ascoltare qualche singolo alla radio, niente di più. E adesso ho addirittura un posto in prima fila. Quando lo saprà Dawn…


Sorrido da sola, come una scema. Non vedo l'ora.


Io propongo di dividerci”


La voce decisa di Cordelia mi trascina giù di peso dalla mia nuvoletta felice.


Dividerci? Perché?” chiedo confusa.


Non ho nessun'intenzione di passare una splendida giornata come questa chiusa ad ammuffire in qualche oscuro teatro mentre le rockstar qui fanno le loro stupide prove” sentenzia Cordelia incrociando le braccia.


Evidentemente mentre io ero persa nei miei pensieri, la conversazione si è alzata di livello.


Preferisco piuttosto andare a fare spese da Harrod's” continua Cordelia.


Anya, dal canto suo, le da man forte annuendo con la testa.


E spendere i soldi che questa rockstar guadagna con le sue stupide prove” le fa notare Angel insolentemente.


Cordelia lo fulmina con lo sguardo. “Posso benissimo pagarli da sola i miei conti, amico” ribatte in tono stizzito. “Non ho bisogno di te. Guadagno più che bene, grazie” E con questo, spinge rumorosamente la sedia all'indietro e si alza. “Ci si vede” dice prima di alzarsi ed andarsene.


Sul tavolo cala un silenzio imbarazzato.


Lancio un'occhiata di sfuggita a William, indecisa su come comportarmi, ma lui non mi sembra per niente turbato. Che le liti tra quei due siano all'ordine del giorno?


Beh, credo che andrò a fare shopping con Cordelia” dichiara dopo un po' Anya. “Ma io non ho alcun problema ad usare i tuoi soldi, amore” aggiunge rivolta a Xander. Gli sorride e poi allunga una mano.


Mentre tutti tratteniamo un sorriso, Xander prende il portafogli dalla tasca dei pantaloni e ne tira fuori una carta di credito. “Mi raccomando” mormora porgendola alla fidanzata.


Puoi fidarti di me, amore” ribatte Anya chinandosi per dargli un bacio sulle labbra. “Comprerò qualcosa di carino. Per stanotte” precisa con un sorrisetto allusivo.


I ragazzi ridacchiando apertamente mentre Xander abbassa lo sguardo chiaramente imbarazzato.


Anya però non lo è affatto. “Okay, io vado” dice, infatti, tutta pimpante. “Willow?”


Penso che andrò anche io con loro, Oz” dice Willow dopo un attimo.


Sicura? Non ti stancherai troppo?” le chiede il marito corrugando la fronte.


Non preoccuparti. Un po' di shopping non ha mai fatto male a nessuno” gli dice lei con un sorriso. “E poi muoio dalla voglia di vedere il reparto bambini di Harrod's” aggiunge con occhi brillanti.


Okay, ma non strapazzarti troppo” concede alla fine Oz con un sospiro.


Willow si alza dalla sedia, poi si china verso di lui. “Ci vediamo dopo. Ti amo” mormora dandogli un bacio.


Anch'io. A dopo” replica lui.


Dio, sono così dolci! Da far cariare i denti.


Mentre Willow raggiunge Anya, Oz si volta verso di me. “Lei ha la sua carta di credito personale. Siamo sposati, conto in comune” mi dice facendomi l'occhiolino.


Sorrido divertita scuotendo la testa.


E tu, Buffy? Vieni con noi?” mi chiede Willow.


La domanda mi coglie alla sprovvista. Non so che fare. Mi volto verso William in cerca di…cosa? Consiglio? Permesso? Il motivo poi non lo so neanche.


I nostri sguardi s'incrociano. È una mia impressione o neanche lui è troppo entusiasta all'idea di questa separazione sessista?


Se vuoi andare, vai” mi dice tuttavia.


Non so, io…” Mi mordicchio il labbro inferiore nervosamente.


Si china verso di me, avvicinandosi al mio orecchio. “E' per i soldi?” mi chiede sottovoce in modo che possa sentirlo solo io. “Perché se è così, potrei…”


No!” dico subito tirandomi un poco all'indietro per guardarlo di nuovo in viso. “Veramente pensavo…” M'imbarazza dirgli che pensavo avremmo trascorso la giornata insieme, ma era quello che speravo. Ieri ci siamo visti talmente poco…


Lo so, lo pensavo anche io” mormora lui con un mezzo sorriso.


Ma mi legge nel pensiero?!


Ci rifaremo stasera” aggiunge. “Per ora divertiti con le ragazze” E, prima che me ne renda conto, mi mette tra le mani la sua carta di credito.


Spalanco gli occhi, sorpresa. “Non devi…” Come ha fatto a capire che il secondo motivo per cui non volevo andare era lo stato di salute del mio conto in banca?


L'ipotesi che mi legga nel pensiero è sempre la più accreditata.


William, davvero, non c'è bisogno…” mormoro a disagio. Non voglio che spenda soldi per me. Non più di quelli che sta già spendendo per il mio soggiorno in albergo, cioè.


Niente storie” mi dice lui in tono fermo ma tranquillo. “Comprati qualcosa di bello. Solo il meglio per la mia ragazza”


Cosa?


Oh, maledizione! Prima che mi riprenda completamente e riesca a chiedere a William il significato della sua ultima frase, Anya mi prende per un braccio e con poca delicatezza mi trascina fuori dalla sala ristorante con Willow che ci segue ondeggiando.


Andiamo, Harrod's ci aspetta!” esclama allegra.


Cavolo, cavolo, cavolo! Penso guardandola in modo truce. Deve essere per forza sempre così esuberante? Non mi ha dato neanche il tempo di…


Ma che avrà voluto dire con ‘Solo il meglio per la mia ragazza' ?


Una faccenda chiusa. Sì, come no!


Capitolo Quindici


Non andiamo subito da Harrod's. Willow deve fare una capatina alla toilette. Gli svantaggi dell'essere una donna incinta! Anya l'accompagna, così io rimango nell'hall dell'albergo in compagnia di Cordelia. Una Cordelia che sembra ancora particolarmente irritata da quanto successo poco fa con Angel.


Mi siedo con cautela accanto a lei su un divanetto. Rimaniamo in silenzio.


So cosa pensi”


La voce di Cordelia mi fa sobbalzare, poi aggrotto le sopracciglia e mi volto verso di lei. “Riguardo a cosa, scusa?”


La mia relazione con Angel”


Scuoto la testa. “Io non penso niente, Cordelia. Non sono affari che mi riguardano” dico con sincerità. In fin dei conti, chi sono io per poter giudicare in ambito di relazioni sentimentali?


Cordelia sospira. “Lo so, ma non puoi impedirti di avere un'opinione. E pensi che sia una donna coraggiosa a tentare una relazione con lui” Si passa una mano fra i capelli. “E forse hai ragione. La situazione tra me e Angel non è facile. Da fuori potrà sembrare la classica storia da copertina: la top model e la rockstar. E vissero per sempre felici e contenti. In realtà non è così” Scuote la testa con una risata che a me sembra piuttosto amara.


Cordelia…” tentò di interromperla. Improvvisamente mi sento a disagio.


Il fatto è che entrambi abbiamo un passato alle spalle, una storia e quella d'Angel l'ha portato a diventare l'uomo taciturno, diffidente e riservato che è” Si guarda intorno per un attimo. “Forse non dovrei raccontarti queste cose. In pochi conoscono la storia d'Angel e se arrivasse ai giornali sarebbe un bello scoop. Ma mi fido di te” Mi lancia un sorriso. “Spike si fida di te e ho bisogno di parlarne con qualcuno. Neanche le altre ragazze lo sanno”


Tutto ciò sta seriamente iniziando a preoccuparmi. Che diavolo c'è nel passato d'Angel? Sto letteralmente pendendo dalle labbra di Cordelia.


Angel, o meglio Liam, è nato in Irlanda, a Galway” inizia a raccontare. “Proviene da una famiglia medio-borghese e, come tutti i figli di papà, ha avuto un'adolescenza turbolenta. Donne, alcol, macchine, ha provato di tutto senza mai fermarsi. Quando compì 18 anni, però qualcosa cambiò. Conobbe una ragazza, Darla. Era più grande di lui e, per un certo periodo, fu la babysitter della sua sorellina, Cathy. Angel se ne innamorò nell'istante esatto in cui la vide. La loro storia fu scoperta dal padre d'Angel e Darla fu immediatamente licenziata, mentre lui fu mandato a finire gli studi a Londra. Qui, un paio d'anni più tardi, conobbe Drusilla. Angel me l'ha descritta come l'esatto opposto di Darla, fisicamente e caratterialmente. Stavolta, fu una grande passione. Drusilla però non ci stava più di tanto con la testa… non so di preciso cosa avesse perché Angel è sempre molto restio a parlare di lei. Fatto sta che durarono un paio d'anni, poi Angel decise di voler sfondare nel campo musicale e venne in America. Andò a vivere a New York e iniziò a darsi da fare suonando qua e là. Passarono un paio d'anni e indovina chi incontrò in un locale dove stava per esibirsi?”


È una domanda retorica o si aspetta sul serio che tenti di indovinare? La vedo che attende una risposta. “Non so… te?” provo.


Cordelia scoppia a ridere. “No!” esclama. “Non potresti essere andata più fuori strada”


Allora chi?”


Darla, il suo primo amore. Ricominciarono a frequentarsi liberi, stavolta, da ogni ostacolo e per un po' tutto sembrò andare bene. Angel iniziò persino ad ingranare nella carriera musicale. Solo che, naturalmente, non può andare sempre tutto liscio. Angel scoprì che Darla lo tradiva. Prima con tipi sempre diversi poi sembrava aver concentrato la sua attenzione su un avvocato, un certo Lindsey qualcosa… non ricordo” Si stringe nelle spalle. “Fatto sta che Angel decise di mollarla e la sera stessa in cui stava per farlo Darla gli annunciò di essere incinta, giurando e spergiurando che il figlio fosse di Angel”


Che casino!” commento scuotendo la testa.


Cordelia alza una mano per farmi cenno di tacere. “Ma non è finita qui. Adesso inizia la parte veramente difficile. Insomma, Darla era incinta di un figlio suo e Angel decise di fare la cosa giusta: la sposò. Tutto filò liscio per i primi mesi. Angel ebbe i primi contatti con i ragazzi della band, mentre Darla andò al primo controllo per la gravidanza. E lì scoppiò la bomba: Darla era malata”


Spalanco gli occhi, sconvolta.


Già, malata. Malata terminale. Cancro, al fegato per essere precisi. I medici consigliarono l'aborto e subito dopo un'operazione per tentare di asportare il tumore. Anche Angel credeva fosse l'unica soluzione. Ma Darla no e, sentendosi messa alle strette, decise di andarsene. Angel cercò di rintracciarla ma niente. Scomparsa. Puff!” Cordelia gesticola. “Trascorse del tempo, un paio di mesi circa e la band iniziò a fare i primi live per farsi conoscere dal pubblico. Suonarono in un club a Los Angeles e fu quella sera che io e Angel c'incontrammo”


Amore a prima vista?” le chiedo con un sorriso.


Cordelia spalanca gli occhi. “Ma l'hai guardato bene? Certo che sì!” esclama facendomi l'occhiolino.


Scuoto la testa, sorridendo.


Insomma iniziammo a frequentarci proprio mentre Angel iniziava a diventare famoso. Tutto sembrava andare alla grande. Fino a quando i Dingoes vinsero il loro primo disco d'oro: quella sera, c'ero anch'io a casa di Angel, stavamo per andare alla premiazione quando chi ti piomba in casa? Darla, incinta di 9 mesi”


Merda!” esclamo. Mi porto una mano alla bocca imbarazzata. “Scusa” mormoro.


Non preoccuparti, quando ci vuole ci vuole” Cordelia scrolla le spalle. “Per farla breve non aveva abortito e ora che Angel era ricco e famoso era tornata a reclamare il suo ruolo di signora O'Neill. Puoi immaginare la mia reazione. Una cosa è vederti piombare addosso una ex, un'altra è che questa ex è incinta ! Ammetto di aver reagito molto male, ma fu uno shock enorme. Fatto sta che dissi ad Angel di non chiamarmi più e lo lasciai in balia di Darla. La quale, nel frattempo, non era progredita solo nella gravidanza ma anche nella sua malattia” Sospira. “Una sera, credo fosse circa una settimana dopo l'apparizione di Darla, Angel venne a parlarmi. Salto tutti i miei insulti e passo direttamente alla parte che preferisco ricordare di quella serata, ovvero quella in cui ammetteva di non provare più niente per Darla ormai da molto tempo e che avrebbe voluto stare con me. C'era però il problema del bambino e della malattia di Darla. Ricordo che gli dissi che non ero certa di poter accettare il fatto che lui avesse un figlio da un'altra donna e gli chiesi del tempo per riflettere. Poi sedici mesi fa è nato Connor, il figlio di Angel” La vedo frugare nella borsetta, dopo poco tira fuori il portafogli e da questo una foto. Me la porge. “Eccolo, guarda. È il ritratto spiccicato di suo padre, non trovi? A parte gli occhi: Darla aveva gli occhi azzurri”


Aveva?” le chiedo ridandole la foto.


Sì. Far nascere Connor l'aveva lasciata troppo indebolita e il tumore non curato era progredito oltre il limite per tentare l'operazione. I medici non le diedero speranze di sopravvivenza. Angel era a pezzi: suo figlio era appena nato e già rischiava di perdere sua madre. Darla morì un paio di giorni dopo”


Eri lì con lui?”


Sì, Angel mi chiamò quando Darla stava per partorire. Mi precipitai all'ospedale mandando a monte un servizio fotografico per Vogue” Si stringe nelle spalle. “Rimasi con lui finché non mi chiese di andarmene”


E quando lo fece?”


Non l'ha ancora fatto” Cordelia sorride, commossa poi scrolla le spalle. “Ecco vedi, non so se io e Angel avremo un futuro come quello delle fiabe. Per il momento mi sembra di vivere in una soap opera”


Trattengo una risatina.


Non ci sono promesse di amore eterno fra noi. Stiamo insieme e prendiamo quello che viene alla giornata. So che Connor sarà sempre al primo posto per lui e, personalmente, amo quel bambino come se fosse figlio mio. Non è questo il problema. Il fatto è che ci sono luoghi segreti nell'anima di Angel che non riesco a raggiungere anche se ci provo. A volte sento talmente tanta frustrazione che vorrei scoppiare, altre mi sta bene così e non vorrei cambiarlo in nessun altro modo”


Ti ammiro sai” le dico sinceramente colpita dal suo racconto.


Non sono io quella da ammirare, ma lui” mi corregge Cordelia. “Lascia che ti dica una cosa, però: se è difficile instaurare una relazione con Angel, lo è molto di più con Spike. Credimi, è un uomo meraviglioso, eccezionale come amico, ma non ho mai conosciuto uno come lui. Sei la prima donna che gli vedo accanto da quando lo conosco. Non so se sia innamorato di te o meno ma sei importante per lui altrimenti non ti avrebbe chiesto di unirti a noi. È sempre molto selettivo riguardo alle persone di cui si circonda” afferma seria. “Di una sola cosa sono sicura e cioè che la vita non offre molto spesso seconde possibilità e a voi è stata concessa. Quello che devi fare è coglierla, se davvero lo vuoi, altrimenti goditi questa vacanza come se fosse una rimpatriata fra vecchi amici e, una volta a casa, dimenticati di lui e va avanti con la tua vita. È meglio per tutti” Si raddrizza con la schiena. “E qui finisce la lezione”


Wow, Cordelia! Non sapevo che le modelle fossero tutte così sagge” scherzo per sdrammatizzare.


Cordelia scoppia a ridere. “Magari!” Sospirando torna seria. “Avrei evitato un mucchio di problemi se fossi davvero così saggia” aggiunge.


Allungo una mano e gliela poso sul braccio. “Secondo me non ti è andata troppo male” dico per consolarla. “In fin dei conti è facile sbagliare quando si è all'inizio di un amore, specie quando non si è più dei ragazzini e si sta cercando un compagno per la vita. Il vostro caso poi…”


Mi stai dando della vecchia?!” esclama Cordelia all'improvviso tirandosi indietro.


Cosa?”


Hai detto ‘specie quando non si è più dei ragazzini' , volevi dire forse che sono vecchia?” insiste, incrociando le braccia sul petto.


Oddio questo è davvero il massimo! “No, io…stavo solo cercando di…intendevo dire, insomma…”


Cordelia mi guarda mortalmente seria per un altro paio di minuti, mentre io tento di spiegarmi senza successo, poi scoppia a ridere.


Ma che diavolo le prende?!


Quando si calma, prende un grosso respiro e mi dà una pacca sul braccio. “Rilassati, stavo scherzando!” mi dice con ancora il sorriso sulle labbra. “So perfettamente che non volevi darmi della vecchia, in fondo abbiamo più o meno la stessa età. Non posso dire la stessa cosa per Angel…”


Sconnetto momentaneamente il cervello, mentre Cordelia insiste sull' anzianità di Angel e ripenso a quello che ci siamo appena dette. Beh, principalmente a quello che lei mi ha detto.


Bisogna saper cogliere le occasioni, le opportunità. Personalmente non l'ho fatto tre anni fa perché mi sono fatta prendere dalla paura di un rifiuto e poi dall'imbarazzo di quella Fatidica Sera. Ora ho l'occasione di recuperare. Lo farò? Non lo so. Non credo. Ho detto a William che i miei sentimenti nei suoi confronti sono cambiati ed è la verità. Quello che non so è quanto sono cambiati e come.


Per non parlare del fatto che ancora non ho la più pallida idea dei sentimenti di William nei miei confronti. Insomma, corro il rischio di rivivere la Fatidica Sera ? Oppure anche i suoi, di sentimenti, sono cambiati? Il modo in cui mi guarda, in cui mi tocca, mi ha chiamato la sua ragazza …sono ancora i vaneggiamenti di una sciocca ragazzina con una cotta non corrisposta o stavolta c'è qualcosa di più?


Ragazze eccoci qua!” annuncia Anya apparendoci all'improvviso davanti. “Credo che Willow abbia fatto la pipì più lunga della storia!”


Imbarazzata, Willow compare alle spalle dell'amica. “Scusate”


Non preoccuparti” si affretta a consolarla Cordelia. “Io e Buffy abbiamo passato il tempo chiacchierando. Non ci siamo neanche accorte della vostra assenza” aggiunge alzandosi.


Mi alzo anche io e faccio un cenno d'approvazione per le parole di Cordelia.


Di cosa avere parlato?” chiede Anya, mentre iniziamo ad uscire dall'albergo.


Tutto e niente” rispondo io scambiando un'occhiata con Cordelia.


Anya sorride. “Ho capito. Avete parlato di sesso”


No!” nego subito io.


Andiamo Buffy, perché negarlo?” Cordelia mi fa l'occhiolino. “E poi, puoi raccontarlo alle ragazze” aggiunge prima di chiamare un taxi.


Cosa?” chiedo guardinga.


Come cosa? Quello che hai deciso di fare” Cordelia torna a rivolgersi a noi.


E cosa avrei deciso di fare?” indago.


Ma conquistare Spike, ovvio!” esclama Cordelia.


Ma non è vero!” protesto.


Protesta che viene puntualmente ignorata perché le altre, eccitate dalla falsa notizia di Cordelia, hanno iniziato a parlare una sull'altra.


Aspetto un paio di minuti sperando che la smettano ma niente. Alla fine, esasperata, emetto un lungo fischio.


Si voltano un po' tutti, ma almeno loro tre si sono zittite.


Avete finito?” chiedo incrociando le braccia.


Non ancora a dire la verità, però…”


Vedo arrivare il nostro taxi. “Beh, finitela. Perché qui nessuno conquisterà nessuno, men che meno io William” dichiaro decisa. “E ora, shopping!”


E, senza controllare se mi stiano seguendo o meno, salgo sul taxi.


Da Harrod's per cortesia”


***


Capitolo 16


Mi sento molto ‘Pretty Woman' in questo momento” commento da dentro uno dei camerini di prova di Harrod's.


In che senso?” chiede Cordelia.


Esco e vado a posizionarmi davanti ad uno degli specchi.


Nel senso che me ne sto qui, completamente sommersa dai vestiti, con la carta di credito di un uomo libera di comprare qualsiasi cosa voglia e con voi tre che mi fate andare avanti e indietro come se fossi una modella” rispondo voltandomi e trovando tutte e tre le ragazze sedute su un divanetto intente a fissarmi.


Cosa che stanno facendo, con mio grande disappunto, da quando siamo arrivate. Circa due ore fa. E non importa quanto insista nel dire che non ho la minima intenzione di sedurre William, loro semplicemente non mi ascoltano. E continuano a farmi provare vestiti su vestiti alla ricerca di quello ‘perfetto'.


Allora?” chiedo allargando le braccia e mostrando il vestito. “Che ve ne pare di questo?”


In successione vedo: la smorfia sul viso di Cordelia, Anya che fa finta di mettersi due dita in gola e vomitare e infine Willow che scuote la testa continuando a sgranocchiare il suo snack.


Sospiro. Non avevo dubbi. Praticamente stanno bocciando ogni vestito che provo. “Almeno Julia un vestito lo trovava alla fine, io nemmeno quello” commento, mentre me ne torno sconfitta nel camerino.


Se può farti piacere” mi grida dietro Anya. “Julia Roberts in quel film ha veramente un brutto taglio di capelli, i tuoi invece sono molto belli”


Grazie” borbotto, mentre sfilo il vestito dalla testa e inizio a metterne un altro.


Ma che ho fatto di male per meritarmi questo?


***


Settantacinque cambi d'abito e seicento sterline dopo, ho finalmente il mio vestito ‘perfetto'.


Avevo seriamente perso ogni speranza di riuscire ad uscire viva da Harrod's. Il fatto che ora sia Cordelia ad aver bisogno di un vestito ‘perfetto' chissà come mai non mi rincuora per niente.


In più bisogna aggiungere che non ho neanche il diritto di voto sui suoi vestiti. Ma io dico, lei ha potuto farmi girare come una trottola criticando ogni singola cosa e io non posso neanche commentare, in maniera del tutto innocente, che, secondo me, l'ultimo vestito che ha provato le tirava un po' troppo sui fianchi? Questa è ingiustizia!


Ad ogni modo ora siedo, mezza imbronciata, tra Anya e Willow su quello stesso divanetto da cui prima venivo giudicata mentre Cordelia sfila per noi.


Man mano che lo spettacolo continua vedo Willow rabbuiarsi sempre più.


Preoccupata, mi chino verso di lei. “Qualcosa non va?” le chiedo.


No, va tutto bene” risponde lei mettendo via il pacchetto di patatine che stava mangiando.


Allora perché quella faccia? Sei stanca? Ti senti poco bene?” Sento un po' di dover fare le veci di Oz in questo momento.


No” Willow scuote la testa mordicchiandosi il labbro inferiore. “Il fatto è che vedere te e Cordelia provare tutti questi abiti mi fa sentire come un ippopotamo” aggiunge sottovoce abbassando gli occhi.


Mi metto a ridere scuotendo la testa. “Fidati di me, non ci assomigli per niente. Okay, magari al momento non riesci ad entrare in una quarantadue ma…ehi, sei incinta! Mi sembra il minimo”


Willow mi guarda attentamente, come se stesse valutando le mie parole. “A te piacerebbe avere dei bambini?” mi chiede poi.


La domanda mi coglie impreparata. “Penso sia meraviglioso diventare madre. Ti ammiro per la tua scelta, ma personalmente non riesco a vedere dei figli nel mio futuro. Non so nemmeno io perché”


Peccato” mormora lei, poi si mette comoda posando entrambe le mani sul ventre con atteggiamento protettivo. “Ma forse è solo un momento di passaggio” aggiunge. “Scommetto che i figli tuoi e di Spike saranno dei bambini bellissimi”


Dire che rimango a bocca aperta è usare un eufemismo. La mia mascella tocca praticamente il pavimento ma non di questo piano, di quello inferiore!


Willow, ma che diavolo… come ti è venuta in mente una cosa del genere?” le domando quando ho ritrovato un po' di auto controllo.


Willow si stringe nelle spalle. “Che cosa ho detto di sbagliato?”


Io e William non avremo dei figli, ecco cosa!” ribatto io.


Lei scuote la testa con un sorriso. “Se vai avanti con questa mentalità, ovvio che non ne avrai. Devi pensare positivo”


Sospiro. “Non so se ho voglia di pensare positivo in questo momento…” borbotto a denti stretti.


Secondo me dovresti” mi consiglia poi si alza. “Andiamo, vedo Anya che ci fa cenno. Magari Cordelia ha trovato il suo vestito e possiamo andarcene”


Mi alzo a mia volta. “Magari” mormoro. Questa giornata si sta rivelando più lunga e faticosa di quando l'avessi immaginata.


Raggiungiamo Anya e Cordelia, la quale ha in mano una busta, segno che ha trovato il suo vestito ‘perfetto'.


Tutto a posto?” le chiedo.


Perfettamente” risponde lei in tono soddisfatto. “Abbiamo quasi finito i nostri acquisti”


Quasi?” le chiedo preoccupata. Che altro avrà in mente ora?


Cordelia annuisce, poi guarda le altre ragazze e infine con un sorriso torna a rivolgersi a me. “Mai sentito parlare di Victoria's Secrets ?” mi chiedo alzando un sopracciglio.


Victoria… “No!” esclamo alla svelta. “Assolutamente no”


Cordelia mi prende sottobraccio mentre Anya fa lo stesso dalla parte opposta. “Certo che sì! Andiamo, vorrai pur mettere qualcosa sotto quel bellissimo abito che abbiamo appena comprato, no?”


Qualcosa che lascerà Spike a bocca aperta, quando lo vedrà” specifica Anya facendomi l'occhiolino.


Spike non vedrà proprio un bel niente!” protesto, mentre usciamo da Harrod's, o meglio, mentre mi fanno uscire da Harrod's.


Tento di opporre resistenza ma loro, incuranti delle mie proteste, mi trascinano via.


Ancora una volta mi chiedo: ma che ho fatto di male per meritarmi questo?!


***


Sfinita. Ecco come mi sento in questo momento. Semplicemente sfinita.


Chi l'avrebbe mai detto che fare shopping con, nell'ordine, una modella, un'iperattiva e una donna incinta potesse ridurmi in questo stato?


Vedo la mia camera d'albergo, ormai, come un miraggio, un luogo che non raggiungerò mai. Così, quando finalmente poso la mano sulla maniglia della porta, mi sembra quasi troppo bello perché sia vero.


Me la richiudo alle spalle con un calcio e, senza preoccuparmi di nient'altro, mi lascio cadere di peso sul mio letto. Sospiro pesantemente e mollo la presa sulla miriade di sacchetti che mi sto trascinando dietro da ore.


Devo trovare la forza per alzarmi e andare a fare una doccia. Sento proprio di averne bisogno, ma sono troppo stanca. Credo che rimarrò sdraiata ancora un po'.


Buonasera. Andate bene le spese?”


Scatto diritta sul letto. Improvvisamente non sono più così stanca.


Cavolo, mi sono completamente dimenticata di William. Cioè, non completamente completamente, mi sono solo dimenticata che avrei potuto trovarlo in camera. Una camera che peraltro è anche sua...Che idiota!


Tutto bene, grazie. È stata una bella giornata” gli dico passandomi una mano fra i capelli e cercando di sistemarli un po'. So di avere un aspetto orribile. Lo sento. Alla faccia del piano di seduzione delle ragazze!


William, intanto, si è mosso per la stanza fino ad arrivarmi davanti.


Perché noto solo ora che indossa un accappatoio e che i suoi capelli sono liberi dal gel e deliziosamente arricciati sulle punte? Ma soprattutto, sarà nudo sotto quell'accappatoio?


Mi mordicchio nervosamente un labbro.


Hai fatto molti acquisti?” mi chiede lui, completamente ignaro della piega NC17 che hanno preso i miei pensieri.


Qualcuno” tento di minimizzare.


La quantità di sacchetti ai miei piedi mi tradisce senza pietà.


Anche William li nota, infatti, alza un sopracciglio indicandoli con gli occhi. “Qualcuno, eh?”


Scatto in piedi. “Non preoccuparti. Ti rimborserò ogni singolo dollaro” dico alla svelta. ‘Mi ci vorranno un paio di anni, ma lo farò'


Lui scuote la testa. “Non ce n'è alcun bisogno. Non ti avrei dato la mia carta di credito se non avessi voluto che spendessi i miei soldi” mi spiega.


Oh beh… comunque non ho speso molto” ‘Sì, vabbé, raccontane un'altra, Buffy'


Con le ragazze?! Non ci crederei neanche se lo vedessi con i miei stessi occhi” ribatte sorridente. Evidentemente deve conoscerle piuttosto bene. “Allora, cosa hai comprato?” chiede poi sedendosi al posto che prima avevo occupato io.


Niente di particolare” Mi stringo nelle spalle, poi inizio a togliermi le scarpe. I miei piedi gridano vendetta. “Un vestito per il concerto di venerdì sera, qualche accessorio…”


Posso vedere qualcosa?” domanda.


Mi volto verso di lui e spalanco gli occhi: tra le mani tiene il sacchetto di Victoria's Secrets. Non può vederlo! Tutto, ma non quello.


Non c'è niente d'interessante” dichiaro alla svelta. “Dammi qua che inizio a sistemare questa roba” aggiungo fingendo noncuranza. Magari non si accorge di quello che c'è all'interno e sono salva.


Sì, e magari la terra ruota al contrario!


Non posso neanche dare un'occhiatina?” mi domanda mettendo un leggero broncio.


Mi mordo di nuovo il labbro. Non è il momento per avere pensieri impuri, questo!


Davvero, non c'è niente che possa interessarti” mormoro debolmente.


William però sembra sordo alle mie parole e, implacabile, rigira tra le mani il sacchetto finché si ritrova davanti agli occhi l'inconfondibile marchio di Victoria's Secrets.


È finita. Sono stata scoperta.


E questo?” Di nuovo il sopracciglio. Terribilmente sexy a questo punto, dato che tiene in mano il trasparentissimo perizoma di pizzo nero che Cordelia mi ha obbligato a comprare.


Chiudo gli occhi. Ma perché diavolo mi sono lasciata convincere a comprare quel coso?


Molto carino” lo sento commentare. “Hai preso anche un reggiseno da abbinarci, per caso?”


Riapro gli occhi nello stesso istante in cui lui sta infilando di nuovo la mano nel sacchetto alla ricerca dell'altro indumento che ovviamente troverà, dato che ho comprato un coordinato.


Senza pensarci più di tanto mi lancio alla riconquista della mia biancheria. “Ridammelo!”


William sembra trovare la situazione molto divertente perché allontana il sacchetto nell'istante esatto in cui sto per prenderlo.


Avanti, ridammelo!”


Perché?” mi chiede. “Ho pagato e voglio vedere dove sono finiti i miei soldi”


Ho detto che te li ridarò” insisto lanciandomi ancora una volta verso di lui.


Il quale, da gran bastardo qual è, si alza in piedi e sfruttando quei dieci centimetri d'altezza che ci separano, alza il sacchetto sopra la mia testa. Per raggiungerlo dovrei mettermi a saltellare come una scema e non è detto che riesca ad arrivarci. In ogni caso non lo farò. Ho ancora un po' di dignità da salvare.


Non rivoglio indietro i soldi, te l'ho già detto” dice lui, poi mi guarda con un sorrisetto. “Però, se proprio vuoi fare qualcosa per sdebitarti, puoi sempre farmi vedere come ti sta”


M'immobilizzo di colpo. Di sicuro ho capito male.


Sì, devo per forza aver capito male. Non può essere che William mi abbia appena chiesto di spogliarmi e indossare per lui uno striminzito completo intimo, tra parentesi comprato proprio perché lui lo vedesse.


No, di sicuro ho capito male. Per forza.


Devo essere più stanca di quanto pensassi…



Capitolo 17


Allora?” mi chiede lui inarcando ancora una volta un sopracciglio.


Ahhh! Dovrebbero dichiararlo illegale quel gesto che fa o, almeno, impedirgli di farlo. È politicamente scorretto e altamente distraente. Ed io, al momento, ho bisogno di tutte le mie facoltà mentali al gran completo per capire cosa devo fare. E se lui fa così io non ci riesco, proprio no.


Buffy?” domanda ancora. Fa un passo avanti, inclina la testa e corruga la fronte.


Improvvisamente sembra incerto e anche un po' preoccupato, forse. Io, invece, sono in pieno panico.


Che devo fare? Che devo dire?


Sta dicendo sul serio o mi sta semplicemente prendendo in giro?


Io non lo so. Non ne ho la più pallida idea. E allora faccio la prima cosa che mi viene in mente: scoppio a ridere.


Sì, guardo in faccia William nel suo accappatoio bianco semiaperto, con il mio perizoma appena comprato in mano, che mi chiede di spogliarmi e scoppio a ridere!


È assurdo, lo so. Che qualcuno mi dia una botta in testa e mi fermi, vi prego!


Ma no, nessuno viene in mio soccorso. Non ce l'ho questa fortuna. E quindi continuo a ridere mentre William inizia a guardarmi come se fossi improvvisamente impazzita. Il che, potrebbe anche essere vero, considerando i fatti, e potrebbe anche essere l'unica spiegazione logica al mio comportamento totalmente illogico.


Oh, ma perché non posso essere come una di quelle femme fatal che si vedono nei film o alla tv?


A quest'ora, l'avrei steso su quel letto, gli avrei tolto quel cavolo di accappatoio e l'avrei violentato da qui all'anno prossimo.


E invece no. Io non faccio niente di tutto questo, no. Io rido .


Dio! Perché sono così, così… me ?!


La povera, piccola, insicura Buffy Summers che teme di venir rifiutata. Di nuovo.


Pian piano smetto di ridere. In fondo non c'è niente di divertente nello sfacelo che sono.


Oh, ma la colpa non è mia, questo è certo. È sua, di William, ovviamente!


Se lui quella Fatidica Sera si fosse comportato come un qualsiasi ragazzo ormonalmente normale e non mi avesse rifiutata, ora io non starei qui a temere di commettere di nuovo lo stesso errore. No, starei a rotolarmi con lui in uno dei due letti gemelli della nostra stanza e me la starei godendo un mondo. Lo so .


Buffy, ti senti bene?” chiede lui con cautela.


Bella domanda! Bella domanda, davvero. Beh, a parte sentirmi una completa idiota… “Sì, sto bene” concludo ad alta voce. Il riso è definitivamente un ricordo ora.


William apre e chiude la bocca più volte poi, alla fine, parla. “Okay. Solo che sei scoppiata a ridere così all'improvviso e non smettevi e…” Si blocca e scuote la testa. “Scusa, ma io non ci trovo niente di divertente” osserva corrugando la fronte.


Sgrano gli occhi. “No? Strano. Io sì” rispondo alla svelta.


Oh. E allora si può sapere cosa hai trovato di così divertente da scoppiare a ridermi in faccia?” mi chiede incrociando le braccia sul torace.


Beh, un po' tutta la situazione” Faccio dei cenni vaghi con le mani, poi mi stringo nelle spalle.


Davvero?”


Oh sì!” annuisco convinta. “Se non ti conoscessi, e non sapessi che siamo solo amici, poteva sembrare che ci stessi provando con me” aggiungo come se fosse la cosa più improbabile sulla faccia della terra.


Ma davvero?” osserva lui alzando un sopracciglio.


Proprio così” affermo. “Fortunatamente so come stanno le cose tra noi quindi sono scoppiata a ridere. Era tutto così assurdo” aggiungo scuotendo la testa.


Assurdo…” ripete lui.


Mhm – mhm” mugugno io mentre inizio a muovermi per la stanza alla ricerca di qualcosa da fare. Qualsiasi cosa pur di evitare che la conversazione continui e, magari, scoprire di aver fatto un gigantesco errore.


Buffy, posso farti una domanda?”


Mi blocco con una scatola di scarpe in mano. “Certo, dimmi pure” gli dico fingendo una noncuranza che sono ben lontana dal provare.


Come stanno le cose tra noi?”


Corrugo la fronte. “Che vuoi dire?”


Hai detto che sai come stanno le cose tra di noi quindi, prima, non credevi ci stessi provando con te” mi spiega lui. “Allora volevo sapere come stanno le cose tra noi”


Poso la scatola di scarpe con una smorfia. “Beh, ecco…noi…”


Salvata dal telefono!


Come un fulmine mi precipito verso l'apparecchio, mia ancora di salvezza. Mentre lo supero, mi sembra che William borbotti qualcosa a mezza bocca…sembra un'imprecazione, o qualcosa del genere, non so.


In ogni caso, è Cordelia al telefono.


Ciao, compagna d'acquisti” mi saluta allegramente.


Ciao a te” rispondo. In questo momento l'adoro dal profondo del cuore per avermi salvato da una situazione potenzialmente imbarazzante. “Come mai questa telefonata? Non dirmi che già ti mancavo?” le domando stuzzicandola.


Intanto con la coda dell'occhio controllo William che si muove per la stanza raccogliendo i vestiti che dovrà indossare. O almeno credo. Corrugo la fronte. Mi sembra che stia ancora borbottando qualcosa, però non riesco a capire cosa. Faccio una smorfia.


Allora cosa ne dici?” mi chiede Cordelia.


Dico che non ho sentito neanche una parola di quello che mi hai detto, Cordy. Preferisco però una risposta neutra. Tutto pur di non scatenare le ire di Queen C se scoprisse che non la stavo ascoltando.


Penso di sì” dico titubante.


Cordelia lancia un urlo che per poco non mi lascia sorda ad un orecchio. La mia risposta sembra averla resa felice. Sorrido incerta. È un bene, no?


Cavoli, sono così contenta che tu abbia detto di sì”


Esattamente ho detto sì a cosa ?


Angel mi ha subito smontata quando gliel'ho detto, ma io sapevo di poter contare su di te” continua Cordelia.


Oddio, ma in che razza di pasticcio mi sono cacciata?! “Ma-ma certo che puoi contare su di me, Cordelia” balbetto.


Lei ride. “Bene. Convinti te e Spike, sarà un gioco da ragazze farlo anche con gli altri” afferma poi.


Perfetto. Non so a cosa ho detto sì, ma ci ho messo in mezzo tutti. Faccio una smorfia. Perfino William. Perfettissimo.


Okay, allora ci vediamo alle otto giù nell'hall. Ceneremo lì, così sarà più divertente, non credi?”


Ma certo!” Ma dove ?!


Va bene. Allora a più tardi. Salutami Spike”


E senza neanche aspettare la mia risposta, riaggancia.


Maledizione!


Chi era?”


La voce di William mi fa sobbalzare. Ha tra le braccia i vestiti che deve indossare e spero lontata, molto lontata, dalla mente la nostra precedente conversazione.


Cordelia” rispondo. “Ti saluta”


Lui accenna con la testa. “Che voleva?”


Evito il suo sguardo, imbarazzata. Non mi va di ammettere che per fissare lui non ho sentito neanche una parola della conversazione. “Metterci d'accordo per questa sera” rispondo allora mantenendomi sul vago.


Lui si stringe nelle spalle. “Il programma?”


Sorpresa!” esclamo con un gran sorriso.


Sorpresa?” ripete lui scettico.


Dio, come mi sento idiota. “Sì, dai, lo sai com'è fatta Cordelia…le piace fare delle sorprese” tento per salvarmi la faccia.


William scuote la testa. “Avrà organizzato un'altra di quelle sue serate alternative” commenta dirigendosi verso il bagno.


Alternative ?” chiedo, lievemente – solo un pochettino, un accenno – preoccupata. Ehi, parliamo di rockstar e modelle qui, il loro concetto di alternativo può preoccuparmi, o no?! “In che senso alternative?”


Sorpresa” sussurra lui poi, con un ultimo sguardo verso di me, si chiude in bagno.


Fisso la porta e mi mordicchio il labbro inferiore.


Che devo aspettarmi?



***


Capitolo 18


Ho esattamente due ore per prepararmi, giusto il tempo di farmi la doccia, lavarmi i capelli, agghindarmi, fare uno spuntino accompagnato da un paio di drink e raggiungere la compagnia di sotto come stabilito.


Sdraiata a faccia in su sul mio letto, mi volto a guardare William per vedere se è pronto per la nostra serata.


Da quando è uscito dal bagno, si è comportato in modo strano. Si è sdraiato sul suo letto e ha chiuso gli occhi, il tutto senza dire una parola. Ora non riesco a capire se si sia addormentato oppure se sta semplicemente fingendo per evitare di parlarmi.


Guardo l'orologio. Sono le sei e mezza. E' meglio che mi dia una mossa.


È un bel po' che non faccio una bella uscita serale. Da quando non vivo più con William, per la precisione. Ci sono state cene e aperitivi ad alto tasso alcolico, naturalmente, ma nessuna vera serata come quella che mi aspetta.


Lui sta ancora dormendo, o fingendo di dormire.


Mentre William continua a fare quello che sta facendo, vado in bagno e faccio la doccia, mi lavo i capelli, mi depilo le gambe e mi asciugo i capelli. Quando ho finito di prepararmi, mi metto un accappatoio e torno in camera per mettermi lo smalto alle unghie.


Lo guardo. È bello averlo qui con me.


Mentre mi dipingo di rosso sangue le unghie di una mano, penso che è stato fantastico trascorrere un po' di tempo con William. E credo di essere quasi riuscita a ricostruire la nostra amicizia. Quasi . Okay, ogni tanto fra noi c'è qualche piccolo imbarazzo, come quello che è successo poco fa, ma non ci si può aspettare che tutto torni subito esattamente com'era, no? Ci arriveremo poco a poco, però ci arriveremo.


È una sciocchezza quel che si dice che uomini e donne non possono essere amici. Certo che possono. E Wiliam ed io ne siamo la dimostrazione.


Sono alle prese con l'unghia del mignolo, quando sento che qualcuno mi sta guardando.


Ma, prima di controllare, devo finire di dipingere l'unghia. Occorrono solo due pennellate. Poi sollevo la testa e lancio un'occhiata a William.


Mi sta fissando. Probabilmente lo sta facendo già da un po'.


Appena si accorge che l'ho visto, chiude gli occhi con un sorrisetto. Io distolgo lo sguardo e resto lì con il pennello a mezz'aria e il respiro corto.


Rimetto il pennello nella bottiglietta. Tutte stronzate! Perché, quando i nostri sguardi si sono incontrati, avrei voluto alzarmi e infilarmi nel letto con lui? I suoi occhi hanno un potere quasi magnetico.


Me ne resto lì seduta a fissare il piano del tavolo. Cos'ho che non va?


Siamo amici e basta.


O almeno credo.


Oh, non so. In ogni caso ci siamo già passati. Lui non è interessato. Non come vorrei che fosse, in ogni caso.


Vorrei darmi un paio di schiaffi per quanto sono sciocca. Devo svegliarmi, rendermi conto di come stanno le cose. Chi credo di prendere in giro con questa stronzata del ‘migliore amico'?


Me stessa, naturalmente. Almeno per un po'. Ma, a quanto pare, non ci sto riuscendo molto bene.


Penso alle ragazze e sospiro. Chiaramente loro hanno capito fin dall'inizio come stavano le cose, specie Cordelia. Altrimenti come mai avrebbe fatto tante domande sui rapporti fra me e William?


Accidenti, se loro sono riuscite a capire come stanno le cose, probabilmente ci può riuscire chiunque. Guardo William. Santo cielo, no…


Chiudo gli occhi e mi auguro che lui non si sia accorto di nulla. Sarebbe troppo imbarazzante. E devo smetterla di torturarmi con l'illusione che fra noi possa accadere qualcosa, quando so benissimo che non accadrà.


Almeno prima, quando vivevamo insieme e non era ancora accaduto nulla, avevo qualche speranza. Ora non più, eppure non mi do per vinta.


Perché non riesco a convincermi di come stanno le cose? Perché non mi metto in testa che lui vuole solo che siamo amici?


Buoni amici. Migliori amici.


Migliori amici . Bleah. È un'espressione nauseante.


Ricordo quando vivevamo insieme. Prima che mi rendessi conto di quello che provavo per lui. Quando eravamo abituati a toccarci continuamente. Un abbraccio, un bacio sulla guancia. Ma era tutto. Naturalmente per me non lo era. Per me significava un po' di più di quello che avrebbe dovuto. Invece, per William, era tutto lì. Un attimo. Un gesto. Nulla di più.


Però ‘nulla di più' non è sufficiente per me. Mi sono presa in giro pensando di potermi accontentare di qualcosa di meno di una vera relazione. Essere amici non sarà mai abbastanza per me, e avrei dovuto rendermene conto prima.


Tra l'altro non potremo neppure essere migliori amici. Sarebbe praticamente impossibile. Non lo vedrei mai. Voglio dire, ogni settimana è in una città diversa. Sarebbe troppo difficile. Perderemmo i contatti nel giro di pochi giorni. Perché, ora che William è Spike, la sua vita è completamente diversa.


Una vita nella quale non sarò mai coinvolta.


Una vita, soprattutto, nella quale lui non mi chiederà mai di essere coinvolta. Il fatto è che apparteniamo a mondi diversi. Non abbiamo più nulla in comune.


Si tratta di realismo. Non funzionerebbe. Come i Montecchi e i Capuleti, i nostri due ambienti non sono destinati a mescolarsi.


Mi vedo riflessa nello specchio e mi chiedo come ho fatto ad arrivare a Shakespeare. Chissà, forse ho inavvertitamente respirato i vapori dello smalto. Forse mi sono immaginata tutto, compreso il fatto che William mi guardava. Gli lancio un'occhiata. Lui dorme, o finge di dormire. Sperando che dorma sul serio, comincio a dare lo smalto alle unghie dell'altra mano e mi sforzo di non pensare al letto e a William.


In realtà, ci penso ancora una volta o due.


Poi mi preparo un drink mescolando la vodka ed il gin delle bottigliette del frigobar con dell'acqua tonica. Decido di dimenticare l'intera faccenda. Se dicessi qualcosa, creerei solo imbarazzo.


Quando è quasi ora di scendere William si alza neanche avesse puntato una sveglia. Questo avvalora la mia tesi che stesse fingendo di dormire. Non spiega però perché. Ad ogni modo non facciamo cenno a quello che è accaduto prima.


Arriviamo nella hall e tutti i componenti della band sono già ad attenderci.


Cordelia sta praticamente scalpitando mentre Angel, al suo fianco, tenta di calmarla come può.


L'eccitazione di Cordelia mi ricorda che non ho la più pallida idea di quello che ci aspetta. Sto per avvicinarmi a Willow per chiederle quello che sa della serata, quando la nostra organizzatrice d'eventi, annuncia gongolante che siamo diretti ad un karaoke bar.


Si alza qualche mormorio di protesta ma alla fine la maggioranza – tutte le ragazze, tranne me, e Xander tra i ragazzi, Willow vale doppio – decide di andare.


Non posso credere che andremo davvero in un karaoke bar” mormoro scuotendo la testa, non rivolta a nessuno in particolare. “Potrei aver bisogno di qualche drink per affrontare questa serata”


Non dovrebbe essere un problema” William mi compare alle spalle e mi cinge la vita con un braccio. Involontariamente m'irrigidisco, più che altro per la sorpresa. Sono le prime parole che mi rivolge da ore e mi sta anche toccando . “Credo che sarà una serata ad alto tasso alcolico” aggiunge con un sorrisetto, mentre mi conduce fuori dell'albergo.


Mi volto a guardarlo. “Sei un cantante, non ti secca andare in un karaoke bar?” gli chiedo.


Lui scrolla le spalle. “Perché? Credo che me la caverò benissimo”


Gli lancio un'occhiataccia.




Capitolo 19


Il locale è piuttosto eccentrico per essere un karaoke bar. L'arredo è molto retrò, e le luci rosse e rosa lo rendono caldo e accogliente. C'è un bancone in vinile degli anni cinquanta e le sedie e i tavolini, anch'essi in vinile, sono disposti davanti al palcoscenico.


Nell'entrare, tutti lo fissiamo con trepidazione, poi i ragazzi si precipitano al bar lasciando a noi ragazze il compito di scegliere un tavolino.


Cosmopolitan?” mi domanda William prima di seguire gli altri.


Sì, grazie” Sono lusingata che si ricordi ancora i miei gusti.


Okay”


Seguo le ragazze e ci sediamo in un angolo piuttosto riparato del locale. Chiacchieriamo del più e del meno e inizio a pensare che forse questa serata non sarà poi così malvagia. Questo, fino a quando non sale sul palco il primo ‘cantante' della serata.


Faccio una smorfia, mentre questo inizia a cantare I want to break free dei Queen con la sua vocetta melodiosa . Povero Freddie, che scempio!


William arriva quasi subito con i nostri drink. “Ne avremo bisogno se vogliamo sopravvivere a questa serata. Per farci coraggio” mi spiega mentre me li posa davanti.


Lancio un'occhiata perplessa al resto del nostro tavolo, ma vedo che, a parte Willow, per ovvie ragioni, tutti stanno sorseggiano qualcosa d'alcolico. “Grazie” gli dico allora bevendo un sorso del mio drink. “Ma proprio tu parli di coraggio? Non fai che cantare davanti a migliaia di persone che pagano per vederti”


Lui lancia un'occhiata in giro, circospetto, poi si china verso di me posando un braccio sullo schienale della mia sedia. “Tu non capisci. Se qualcuno qui scopre le nostre vere identità questo posto si riempirà di giornalisti e fan nell'arco di un nanosecondo”


Faccio una smorfia. “Credi davvero che arriverebbero i giornalisti?”


Arrivano sempre” risponde lui tornando a sedersi diritto sulla sua sedia.


Sorseggio il mio drink, pensierosa. “Gli altri ragazzi non sembrano preoccupati” osservo dopo un po'. Gli altri, infatti, sono tutti talmente presi dalle loro compagne che ci degnano a malapena di qualche parola.


Gli altri non hanno fan che s'infilano nella loro camera d'albergo per sedurli” ribatte lui alzando un sopracciglio.


Giusta osservazione, gliela concedo. Riprendo a bere il mio drink in silenzio, mentre William finisce la sua birra in pochi sorsi.


Vado a prendere un altro paio di drink” annuncia subito dopo. Si alza e si dirige verso il bar.


Cordelia, che mi è seduta accanto, smette per un secondo di tubare con Angel e si china verso di me.


Tutto bene?” mi chiede indicando con gli occhi la schiena di William che si allontana verso il bar.


Annuisco. “Sì, perfetto. Grazie”


Si stringe nelle spalle. “So che l'idea del karaoke è un po' assurda visto che parliamo di un gruppo di musicisti, ma è divertente, non trovi?” domanda arricciando il naso con un sorriso.


Non più di quello che credevo”


Hai intenzione di esibirti?”


Sgrano gli occhi. “Assolutamente no” dichiaro scuotendo la testa. “Sono stonata come una campana” spiego. “Perfino quando canto sotto la doccia”


Cordelia scoppia a ridere. “Anch'io sono stonata, ma forse un giretto sul palco me lo farò” Lancia un'occhiata dietro le sue spalle. “Di sicuro Angel ci andrà”


Davvero?”


Gli concedo un altro paio di drink e abbandonerà il suo solito muso lungo per scatenarsi sul palco” dice e conclude facendomi l'occhiolino per poi riportare l'attenzione sul suo ragazzo.


Ecco” William si siede al tavolo e spinge verso di me il mio nuovo drink. E non ho ancora finito quello di prima.


Che fare? Bere o non bere? Se voglio esibirmi su quel palco, devo bere, assolutamente. Non ci andrei mai da sobria. Neanche sotto tortura. Prendo in mano il nuovo bicchiere e inizio a sorseggiare.


In ogni caso, le esibizioni continuano.


Applaudiamo, quando un gruppetto di tre ragazzi canta una canzone dei Beatles. Questi ci sanno fare, di sicuro molto di più dello storpiatore dei Queen.


Ascoltiamo in silenzio ancora un paio d'esibizioni, nessuna degna di particolare nota ma lo stesso accettabili, quando Angel si alza e si dirige verso il palco.


Che ti avevo detto?” mi dice Cordelia alzando un sopracciglio. “Puntuale come un orologio, dopo la sua terza birra, Angel decide che è arrivato il momento di deliziarci con la sua voce”


Corrugo la fronte. “Perché non mi piace per niente il fatto che tu abbia detto ‘deliziarci' con quel tono?”


William si appoggia di nuovo allo schienale della mia sedia e il suo braccio che mi sfiora, mi provoca un leggero brivido. “Perché Peaches è stonato più di una campana stonata” mi dice vicino all'orecchio.


Cordelia annuisce con un sorrisetto. So che non si sta perdendo una mossa di quello che avviene tra me e William, e so pure che sta gongolando come una matta.


Ma non è finita qui” interviene Xander, con il braccio attorno alle spalle di Anya. “Fosse solo stonato, si potrebbe perdonare… il fatto è che sceglie sempre la stessa canzone, ogni volta”


Oh. E quale?” domando voltandomi verso William. Sobbalzo sorpresa dal trovarmelo così vicino e d'istinto mi tiro indietro.


Lo scoprirai presto” risponde lui. “Guarda, è appena salito sul palco” aggiunge allungando una mano per indicare Angel che sta prendendo posizione.


Cordelia mi posa una mano sulla spalla. “Finirà tutto in fretta, non preoccuparti”


Con espressione preoccupata, mi volto di nuovo verso il palco. Le prime note della canzone scelta da Angel iniziano a risuonare per il locale. È Mandy di Barry Manilow.


Ora sì che ho bisogno di qualcosa di forte!


***


Well you came and you gave without taking

but I sent you away, oh Mandy

well you kissed me and stopped me from shaking

And I need you today, oh Mandyyyy


Quando Angel canta l'ultimo ritornello della canzone, io ho già finito il mio secondo drink e ne ho iniziato un terzo che William mi ha prontamente portato.


Dio, fortuna che non è lui il cantante della band!


Non sarebbero andati molto lontano, altrimenti.


Angel termina la sua esibizione e noi tutti ci lanciamo nella migliore interpretazione di un pubblico entusiasta che si possa desiderare, pur non senza qualche risatina a stento trattenuta. Mentre il nostro cantante improvvisato riprende il suo posto accanto alla sua ragazza, sul palco sale una ragazzetta bionda.


È piccola, carina e, prima di salire, lancia un'occhiata nella nostra direzione.


Ho un brutto presentimento” mi dice William nell'orecchio. “Molto brutto”


Ed ha ragione, perché la ragazza ha scelto una canzone dei Dingoes. Mentre canta, male devo aggiungere, continua a fissare il nostro tavolo, in particolare William, e questo fa sì che anche tutti gli altri avventori del locale si voltino a guardare nella nostra direzione.


A peggiorare le cose, a metà della canzone, sullo schermo cominciano ad apparire immagini dei Dingoes e di Spike in particolare. Spike che percorre gli interminabili corridoi di qualche stadio. Spike tra le quinte. Spike che corre sul palco. Spike e la sua famosa scena sadomaso che è stata vietata in venti paesi. I fan di Spike che cercano di salire sul palco. Le guardie del corpo di Spike che colpiscono i fan che cercando di salire sul palco. Questo genere di cose. Sano divertimento, insomma.


Maledizione…” mormora William, abbassando un poco la testa. Se ci stesse, credo che in questo momento si nasconderebbe sotto il tavolo. Anche gli altri ragazzi si stringono più vicino alle loro compagne, cercando di nascondere alla meglio il viso.


Mentre guardo il video, mi sforzo di non ridere. È esilarante vedere William nei panni di Spike, il bad boy del mondo musicale, sapendo che in realtà non farebbe del male neanche ad una mosca. In ogni caso mai avrei pensato che William potesse impersonare un personaggio come Spike. Mi diverto un mondo fino alla fine del video, quando Spike lancia la famosa occhiata.


Ho sempre cercato di non vedere quell'occhiata in tv, perché mi fa venire i brividi. Nell'ultimo anno è stato molto difficile evitarla. È una specie di marchio di fabbrica di Spike e conclude ogni videoclip dei Dingoes. E comunque si tratta semplicemente di un'occhiata.


Ma, ragazzi, che occhiata.


L'occhiata di Spike è ipnotica. Lo guardate e vi sembra di affondare in quegli occhi e, per quanto ci provate, non riuscite a sciogliervi dall'incantesimo. Proprio come mi è successo prima, nella camera d'albergo.


Mi agito sulla sedia e stacco gli occhi dallo schermo.


Per fortuna la canzone finisce poco dopo. Un gruppo di ragazze si alza e canta I will survive di Gloria Gaynor. Quella canzone è la salvezza di William e di tutto il gruppo. Con l'eccezione della ragazza e della sua accompagnatrice, infatti, tutti si mettono a cantare, dimenticando William e la sua somiglianza con Spike.


Noi ce ne andiamo”


E' Oz a fare questo annuncio nel suo solito tono monocorde subito dopo la fine della canzone.


Li capisco: se dovessero riconoscere William si creerebbe un bel casino e Willow non è in condizioni per affrontarlo.


Quindi, si alzano, salutano e se ne vanno seguiti da Anya e Xander che hanno deciso di occupare il loro tempo con un'attività più soddisfacente . Almeno, questo è quello che dice Anya mentre ci salutano.


Alla fine, rimaniamo noi quattro soliti: io, William, Angel e Cordelia.


William finisce la sua birra e si alza per andare a prenderne dell'altra.


Lo guardo preoccupata: sta bevendo davvero troppo. Meglio che lo segua e gli eviti di commettere qualche sciocchezza.


Quante birre hai bevuto?” gli domando, mentre ci appoggiamo al bancone del bar.


Non abbastanza” risponde lui. “Ehi, guarda” Così dicendo, indica una fila di circa quindici bottiglie. “Schnapps. Ce ne sono un sacco. Dai, facciamocele”


Facciamoci cosa?” Lo guardo con diffidenza e cerco di non pensare a tutte le cose che solo poche ore fa avrei voluto fare a lui.


Tutte le bottiglie!”


È proprio quello che pensavo. Mi sento ubriaca solo a guardarle. “Magari una” Sento il suo braccio sfiorare il mio e i miei ormoni hanno di nuovo un'impennata. “Magari un paio…”


Fantastico!” William chiama il barman. Circa un minuto dopo ho davanti quattro bicchierini.


Ananas, cannella, menta e tropicale.


Assaggiamo ogni tipo di schnapps in perfetta sincronia, cominciando con quella all'ananas e proseguendo con ordine. Nel frattempo usiamo termini da sommelier per descriverle.


Questa è molto…fruttata” dice William dopo aver assaggiato l'ultima, quella tropicale.


Io rido, rido sul serio. Tropicale. Fruttata. Faccio fatica a smettere di ridere. Mi rendo conto che sono passata dall'essere semplicemente ubriaca all'essere ubriaca fradicia senza passaggi intermedi. Fortuna che l'ho seguito per non farlo bere…


A questo punto la serata si fa più movimentata. Un gruppo di ragazzi tenta di cantare Twist and Shout dei Beatles e tutti si uniscono a loro. La canzone successiva è YMCA dei Village People.


Mi volto verso il palco e tento, con poca fortuna dato l'alcol che ho in corpo, di seguire i movimenti della canzone. Pochi minuti dopo, frustrata, mi giro di nuovo verso il bancone del bar e trovo William con davanti a sé un'altra fila di bicchierini.


Ho pensato che dobbiamo continuare. Ci sono ancora un sacco di gusti”


Scuoto la testa. “Io no. Questo giro te lo fai da solo, altrimenti fra dieci minuti dovrai tirarmi su dal pavimento”


William apre la bocca per obiettare poi, però la richiude e scrolla le spalle. Prende un bicchierino e lo svuota in un solo sorso.


Poi fa la stessa cosa con il successivo.


E il successivo.


E il successivo.


Ancora uno ed ha finito.


Che stai cercando di fare? Vuoi metterti in linea d'attesa per il trapianto di fegato?”


Il barman posa sul bancone le birre di William.


Basta così” dico in tono materno, preoccupata per tutto quello che ha bevuto. Ormai deve avere nelle vene più alcol che sangue.


I vari gruppetti continuano ad avvicendarsi sul palco e la serata diventa una massa confusa di ricordi. La stessa canzone riappare più volte sullo schermo, ma nessuno sembra preoccuparsene, ora che sono tutti ubriachi. Quando c'è un piccolo intervallo, William mi dà un colpetto sul braccio.


Cosa?” mi chino verso di lui in modo da poterlo sentire.


Sono contento di averti rincontrata”


Anch'io”


Davvero, davvero contento”


Lo vedo”


Davvero, davvero, davvero contento”


E' fantastico” gli do una piccola pacca sul braccio.


William fa per alzarsi.


Dove vai?” gli domando.


Devo andare…” Si dirige verso il bagno. Sembra abbastanza concentrato sulla sua meta, e quando a metà strada Angel lo ferma e comincia a parlargli, non mi preoccupo. Andrà tutto bene. Angel baderà a lui. Mi volto verso il bancone e ordino un bicchiere d'acqua.


Sto succhiando un pezzo di ghiaccio e pensando che William ci sta mettendo un bel po', quando lo sento.


Sento William.


Scendo dallo sgabello e mi volto.


William è sul palco.


***


Capitolo 20


William è sul palco.


Mi avvicino in modo da poter vedere meglio. Cordelia mi si materializza accanto.


Perché William è lì sul palco?” le chiedo corrugando la fronte.


E' tutto a posto”


Io esito. “Mi stai dicendo che siete stati tu ed Angel a convincerlo?


E' lui che voleva cantare” Cordelia sorride. “Angel non ha potuto impedirglielo”


Mi volto a guardare William. È completamente fatto. Spero solo che nessuno lo riconosca. William era così preoccupato di venir scoperto. Prima . Ora non lo è più perché è sbronzo perso.


Un'esibizione a richiesta” dice Cordelia. “Non vedo l'ora”


La cosa triste è che neppure io vedo l'ora. So che dovrei trascinare William giù da quel palco, ma non posso. Ho i piedi incollati al pavimento e gli occhi fissi su di lui.


Iniziano le prime battute della canzone. William comincia al momento giusto. È troppo, troppo bravo per un karaoke bar.


You're just too good to be true.

Can't take my eyes off you.

You'd be like Heaven to touch.

I wanna hold you so much.

At long last love has arrived

And I thank God I'm alive.

You're just too good to be true.

Can't take my eyes off you.


Pardon the way that I stare.

There's nothing else to compare.

The sight of you leaves me weak.

There are no words left to speak,

But if you feel like I feel,

Please let me know that it's real.

You're just too good to be true.

Can't take my eyes off you.


Canta benissimo e comincio a dimenticarmi di tutto.


E mi dimentico anche di quello che mi sono detta stasera in camera, prima di uscire. Sul fatto che, se voglio, posso resistergli.


Al diavolo quello che mi sono detta.


Perché William è favoloso.


I love you, baby,

And if it's quite alright,

I need you, baby,

To warm a lonely night.

I love you, baby.

Trust in me when I say:

Oh, pretty baby,

Don't bring me down, I pray.

Oh, pretty baby, now that I found you, stay

And let me love you, baby.

Let me love you.


Si sta davvero divertendo su quel palco. E ha una straordinaria presenza scenica. Lo guardo estasiata. Tutto ad un tratto, però, William sembra un po' sorpreso. Sta osservando la folla, una faccia dopo l'altra. Guarda di nuovo verso il bar. Mi rendo conto che mi sta cercando. Poi mi vede.


È allora che comincia la terza parte della canzone.


E la canta con tutta la passione che ha. Proprio a me.


You're just too good to be true.

Can't take my eyes off you.

You'd be like Heaven to touch.

I wanna hold you so much.

At long last love has arrived

And I thank God I'm alive.

You're just too good to be true.

Can't take my eyes off you.


I love you, baby,

And if it's quite alright,

I need you, baby,

To warm a lonely night.

I love you, baby.

Trust in me when I say:

Oh, pretty baby,

Don't bring me down, I pray.

Oh, pretty baby, now that I found you, stay...


Ascoltandolo, mi tremano le ginocchia. Poi, quando meno me lo aspetto, mi lancia la famosa occhiata. L'occhiata di Spike.


Sono come pietrificata.


Cordelia si china verso di me. “Vedrai che stasera è la volta buona…”


Allora torno in me. “Ehi, ti ho già detto che noi non…non siamo…” Poi lascio perdere. Ci voltiamo tutte e due per assistere al resto dell'esibizione.


Quando la canzone finisce, c'è un'ovazione che fa tremare i muri. William scende dal palco saltando qualche gradino e ci raggiunge. Mi mette un braccio attorno alle spalle, e quando si appoggia a me con tutto il suo peso, per poco non cado a terra.


Non avevi detto che avrebbero potuto riconoscerti?” gli domando.


Lui ride. “Non ho potuto trattenermi”


Lancio un'occhiata a Cordelia. Sì, certo. “Meglio che ti faccia sedere”


E, dato che lì vicino non ci sono posti liberi, lo spingo verso il bar e decido che stavolta dovrò pagare il barman perché non gli serva altro alcol. Quando William è di nuovo sul suo sgabello, ordino altri bicchieri d'acqua.


Ecco, bevi questo” dico, spingendone uno verso di lui.


William ubbidisce e ne beve anche un altro.


Va meglio?” gli domando.


Ne avevo bisogno. Ma ora devo proprio andare a fare la PPF ”


La cosa?”


La prima pisciata fatale. Della serata. Stai a vedere. Dopo questa dovrò andare ogni dieci minuti”


Faccio una smorfia. “Non era il caso che me lo dicessi”


Sei stata tu a chiedere!”


Non sto a discutere. Sono stata io a chiedere, vero. Solo che non volevo sapere . “Vai, su” Con una mano gli faccio cenno di muoversi.


Lui va. Questa volta si dirige direttamente in bagno, senza fermate sul palco.


Ripenso a quello che è accaduto prima. La canzone. L'occhiata. E mentre lo guardo allontanarsi, mi rendo conto che dovrò dirgli cosa sta succedendo. Non posso lasciar stare. Dovrò stabilire alcune regole. Perché non posso continuare così. Questa cosa deve finire.


Okay, penso. E, lì per lì, al bancone del bar, comincio a preparare il mio piano. Glielo dirò. Glielo dirò stanotte, mentre sono ancora ubriaca e ho il coraggio di farlo.


Quando torneremo in albergo, lo farò sedere e gli dirò che quella prima sera ho mentito, la sera che gli ho detto di non provare più nulla per lui. Era che non sapevo che altro dire e temevo di mettere di nuovo in pericolo la nostra amicizia. La verità è che provo ancora qualcosa per lui, e non si tratta esattamente di sentimenti fraterni. Tutt'altro. E il fatto di sapere che non sono ricambiati non è sufficiente a tenerli a bada. Perciò non mi resta che parlargli e spiegargli come stanno le cose…


E dirgli che non dovremo vederci più.


È l'unica soluzione. L'unica soluzione possibile. Per un po' sono riuscita ad ingannarmi, ma la verità è che non posso essere solo sua amica. Ci ho provato, però non funziona. Perciò questa cosa deve finire.


Faccio un respiro profondo e mi volto.


Che faccia seria” dice William appoggiandosi al bancone del bar.


Il barman posa davanti a me un bicchierino. Chi l'ha ordinato?


Cos'è?” domando.


E' alla fragola. La fragola ti piace”


Non so se posso…”


William si avvicina a me. Ora è così vicino che sento la sua gamba contro la mia. Oh, Dio. Mi accosta il bicchierino alla bocca e mi fissa negli occhi. “Sì che puoi”


Svuoto il bicchierino e chiedo al barman altri due bicchieri di acqua.


Mentre li beviamo, lancio di tanto in tanto un'occhiata a William e mi chiedo se dirglielo ora. No, decido alla fine. Meglio aspettare di essere in albergo. Lì potremo parlare come si deve.


Bevo altri due bicchieri d'acqua, poi mi accorgo di dover andare in bagno.


Vengo con te” dice William. “Fra poco ne avrò di nuovo bisogno anch'io”


Mi dirigo verso la toilette con passo malfermo. Quell'ultimo bicchierino è stata la mia rovina. Ora comincio ad avere la sensazione di aver bevuto decisamente troppo e barcollo in maniera sempre più evidente. Inciampo su un gradino e William mi afferra per la vita per sorreggermi. Poi si mette davanti a me, mi prende per mano e mi fa strada.


Camminiamo lungo il corridoio in silenzio. Il bagno delle donne è il primo che incontriamo. William rallenta per permettermi di entrare e poi fa per avviarsi verso il bagno degli uomini. Solo che, chissà perché, dimentico di lasciar andare la sua mano.


Sentendosi trattenuto, William mi si avvicina e mi guarda sorpreso. Allora decido che devo mettere in atto il mio piano. Devo dirglielo. Devo dirglielo subito. Non posso più aspettare.


Apro la bocca per mettere in atto il mio piano perfetto elaborato prima.


Ma le cose non vanno come previsto.


Invece di cominciare il mio discorsetto, spingo William contro il muro, gli prendo la testa fra le mani e comincio a baciarlo.


E anche lui mi bacia. Mi bacia sul serio .


È dalle superiori che non vengo baciata con tanto fervore.


Mentre ci baciamo, in corridoio comincia un viavai di gente. Ma non ce ne curiamo. Non riusciamo a staccarci.


È un comportamento scandaloso, lo so.


Però è fantastico.


Assolutamente fantastico.


Alla fine, dopo quelle che sembrano ore, smettiamo di baciarci.


Devo andare” dico, indicando con un cenno della testa il bagno delle donne. “Urgentemente” Mi avvio verso la porta, ma William mi blocca e ricominciamo. Mi stacco di nuovo. “Sul serio. Devo proprio andare”


Vuoi che venga con te?” mi domanda lui.


Eccome se vorrei, però rispondo di no. Purtroppo non sono ubriaca fino a quel punto.


Lui si dirige verso il bagno degli uomini. “Sbrigati” A metà strada si volta e mi punta contro un dito, proprio come fanno le rockstar.


Mi tremano le ginocchia. Accidenti, accidenti, accidenti. Sono patetica. Sono diventata come una di quelle ragazzine fanatiche. Fra poco appenderò dei poster nella mia stanza.


Ora, però, sto per farmela addosso. Corro in bagno.


Quando esco dal gabinetto, mi guardo allo specchio. Sono un disastro. Ho tutti capelli in disordine e la faccia sporca di mascara.


Mentre mi do una sistemata, mi ricordo che William mi ha detto di sbrigarmi. Allora mi guardo di nuovo allo specchio. Che sto facendo? Non voglio ripetere l'esperienza di Quella Sera. Voglio soltanto quello che ho avuto poco fa in corridoio , dice una vocina dentro di me. Faccio un respiro profondo e mi guardo intorno, aspettando un'altra vocina che mi detti la soluzione. Ma non c'è un'altra vocina.


C'è invece un distributore automatico di preservativi.


Lo guardo con sospetto, come se stesse cercando di dirmi qualcosa. Come se fosse stato messo lì per qualche fine poco limpido. Poi mi guardo di nuovo allo specchio. “Al diavolo” biascico. “Forse è un segno”


Sempre ottimista, compro due preservativi e me li metto in tasca.


E mentre esco dal bagno, mi chiedo se William si sarà portato qualcuno di quei pantaloni di pelle che Spike ama indossare.




Capitolo 21


Lui mi aspetta in corridoio.


Non deve essere ancora il suo turno, perché appena sono a tiro mi prende per le braccia, me le solleva contro il muro e riprende a baciarmi.


Mi tremano le ginocchia, ma non so se è per il bacio o per l'alcol.


Dio, spero proprio che abbia quei pantaloni di pelle.


Qualcosa mi dice che deve essere l'alcol.


Quando non riesco più a resistere, smetto di baciarlo. “Andiamo” mormoro, mentre William si lascia sfuggire un gemito. Lo afferro per la camicia. “Torniamo in albergo”


Lui non obietta. Anzi, si precipita verso l'uscita con la mia stessa rapidità.


Mentre attraversiamo il bar, c'imbattiamo in Angel e Cordelia.


Forza!” urla Cordelia, entusiasta.


Gli lancio un'occhiataccia. È tutta colpa sua. In un certo senso. “Non possiamo fermarci!” urlo, mentre varchiamo la porta e usciamo dal locale.


Fuori c'è traffico e parecchia gente in giro. Molta più di prima. Quando l'aria della sera mi sfiora in viso, mi sento ancora più ubriaca. Ma non m'importa. Non m'importa di nulla. Mentre aspettiamo il verde per attraversare la strada, William mi stringe a sé, m'infila le mani sotto la giacca e la maglietta e mi sfiora il reggiseno. Poi mi accarezza sotto il reggiseno.


Ho i brividi, e non è il freddo.


Appena scatta il verde, attraversiamo la strada e continuiamo a correre.


Finalmente raggiungiamo l'albergo. Entriamo, attraversiamo l'hall e aspettiamo l'ascensore.


Lo aspettiamo per un'eternità, ma non arriva.


Afferro la mano di William e lo trascino verso le scale.


Facciamo di corsa un piano, due piani…


Poi ci fermiamo per riprendere fiato. Lui mi sfila la giacca. Io gli slaccio la cintura.


Ricominciamo a baciarci. Cominciano a farmi male le labbra, ma a chi importa? A me no di certo. Finiamo mezzo seduti e mezzo sdraiati sui gradini. Sono perfettamente contenta lì dove sono finché non mi accorgo di una telecamera a circuito chiuso che sta puntando verso di noi.


Ci manca solo avere degli spettatori!


Oh, Dio, andiamo” dico, facendo alzare William. “Non manca molto”


Corriamo su per le scale, raggiungiamo il corridoio del nostro piano e continuiamo a correre.


210, 211, 212, 213… Arrivati!


Armeggio con la tessera magnetica.


Dai a me” dice William. La prende e la inserisce.


Finalmente siamo in camera.


I vestiti sembrano volar via per contro proprio. Quando raggiungiamo il letto, io ho addosso solo i jeans, e sono già slacciati. Cerco freneticamente dentro la tasca destra, dove ho infilato i preservativi. William sta facendo la stessa cosa in una delle tasche della sua giacca, che ora è sul pavimento. Nello stesso preciso istante tiriamo fuori due preservativi a testa.


Molto ottimisti.


Con un sorrisetto ne sollevo uno e lascio cadere l'altro. William butta per terra i suoi due e poi si muove verso di me. Mi raggiunge sul letto e mi guarda arricciando la lingua fino a toccare i denti di sopra. “Siamo previdenti, eh?”


Meglio essere pronti a tutto” rispondo io con un mezzo sorriso.


Lui solleva un sopracciglio. “E tu lo sei? Pronta a tutto, voglio dire?”


Io apro le gambe e lui cade su di me, i nostri bacini si toccano senza lasciare nulla all'immaginazione. “Oddio, sì” mormoro mentre sento la sua erezione premere forte contro di me.


Lui mi afferra per i fianchi e inizia a muoversi con lenti movimenti circolari, provocando come delle scosse elettriche che mi attraversano per tutto il corpo. Boccheggio, mentre lui smette per un attimo di muoversi e si china su di me per baciarmi il seno. Dio, se non si sbriga rischio di morire!


Mentre con la bocca è impegnato a torturarmi il seno, con le mani arriva, finalmente devo aggiungere, a sfilarmi i pantaloni. Lo aiuto e, in un attimo… voilà eccomi completamente nuda.


William si tira indietro e per un attimo sono tentata di coprirmi con le mani tanto il suo sguardo mi toglie il respiro.


Non vieni?” gli chiedo allungando una mano.


Oh sì ” risponde lui con una risatina, si sfila rapidamente i pantaloni e si stende nuovamente sopra di me.


Gli stringo le braccia attorno, attirandolo più vicino, assaporando la sensazione del suo corpo su di me, pelle contro pelle… E poi perdo anche quell'ultimo barlume di controllo quando la sua bocca si posa di nuovo su uno dei miei seni.


Lo sento sorridere contro di me. Il bastardo ci gode a sentirmi dimenare sotto di lui, alla ricerca disperata di un contatto d'altro tipo.


William…” mormoro, mentre ogni nervo del mio corpo è incendiato da quello che mi sta facendo. “Per favore…” E poi allargo le gambe in attesa che lui colga la mia non molto velata richiesta.


Lui alza la testa e mi guarda, un sorrisetto compiaciuto sulle labbra. “Vuoi qualcosa?” mormora in tono roco, appoggiandosi sugli avambracci.


L'unica cosa che riesco a fare è annuire come una scema.


Sei sicura?” mi chiede.


Non sono un fiorellino, William” lo informo spazientendomi. “Datti da fare”


Lui scoppia a ridere, mi stringe di nuovo tra le braccia, e mi bacia lasciandomi senza fiato. “Sei un diavolo di donna, lo sai, Buffy?”


Ancora una volta non faccio altro che annuire, l'intensità di questo ultimo bacio mi ha lasciato letteralmente senza fiato.


Sembra che finalmente abbia trovato un modo per farti stare zitta”, dice lui con un sorrisetto soddisfatto.


È arrivato il momento di prendere la situazione in mano. E non solo in senso metaforico. Mentre lui si fa ancora beffe di me, allungo una mano e la porto tra i nostri corpi alla ricerca di… Trovato! Lo stringo e in un nanosecondo, da ridacchiante William diventa improvvisamente silenzioso.


Sembra che io abbia trovato un modo per far star zitto te ” non posso fare a meno di ribattere soddisfatta.


Lui scuote la testa con un mezzo sorriso, poi si china nuovamente e allontana la mia mano. Sto per ribattere che la mia mano stava benissimo lì dov'era, quando lo vedo allontanarsi ed infilarsi un preservativo. Oh beh…in questo caso non ho nulla da obiettare. Torna poi a stendersi su di me e con un unico, fluido movimento mi penetra.


Sospiro di piacere mentre le sue spinte diventano man mano più forti e i miei fianchi iniziano a muoversi a tempo con i suoi. Sento il suo respiro diventare più pesante…o forse sono io? Apro gli occhi e mi ritrovo a guardare i suoi che mi fissano con desiderio. È assolutamente magnifico e devo, devo toccarlo. Allungo una mano e gliela poso su una guancia e lui chiude gli occhi appoggiandocisi contro.

William si porta le mie gambe attorno alla vita, il che gli permette di avvicinare ancora di più il suo corpo al mio. Facendo forza su una delle mie gambe, spinge più a fondo poi mi fa alzare una mano sopra la testa, la stringe e continuiamo a muoverci alla ricerca, entrambi, del nostro appagamento. Con la mano che mi è rimasta libera gli afferro il sedere, guidando i suoi movimenti. Gli unici rumori che si sentono nella stanza sono i nostri respiri pesanti, qualche sospiro e parecchi gemiti di piacere. Il tempo per le battutine e gli scherzi è finito.

William si china di nuovo su di me e sento la sua lingua scivolare lungo il mio labbro inferiore, implorandomi di farla entrare. Le mie labbra si aprono e lo attirano dentro, mentre le mie gambe rafforzano la loro stretta attorno alla sua vita. Le nostre lingue lottano furiosamente, mentre i movimenti diventano più frenetici.

Alla fine non ce la faccio più e metto fine al bacio proprio nell'istante in cui William mi tocca nel punto esatto che serviva per farmi andare oltre il limite. “Oh, Dio sì” gemo, mentre la mia testa scatta in avanti e gli mordo una spalla per soffocare il mio urlo.

Ugggggh” urla William non appena lo mordo e sento tutto il suo corpo tremare mentre anche lui viene. “Oh sì” Il movimento dei nostri fianchi rallenta e lui inizia a baciarmi e a mordicchiarmi il collo.

Non appena passato l'iniziale momento di disorientamento dovuto all'orgasmo, però, ecco che tutti i miei dubbi tornano alla carica. Oddio, che abbiamo fatto? E che n'è stato del mio piano così semplice e lineare? Del mio discorso? Quello con il quale avrei dovuto dire a William che non dovevamo più vederci? Dentro di me gemo.


William ha smesso di muoversi e mi domando se anche lui si stia chiedendo che diavolo abbiamo fatto.


William?” mormoro, ma non ottengo risposta. “William?” dico di nuovo, a voce un po' più alta, scuotendolo piano. Ancora niente. Quando sento un leggero russare provenire da lui, capisco che ha perso conoscenza e si è addormentato. “Magnifico” borbotto.


William è un peso morto sopra di me e l'alcol che ho ancora in corpo inizia a farsi sentire. Cercando di rimandare qualsiasi pensiero serio a domani mattina, chiudo gli occhi e mi addormento pesantemente.


Quando mi risveglio, alle tre e un quarto di mattina, William è sdraiato accanto a me, ancora profondamente addormentato. Non faccio nemmeno in tempo a rendermene conto che devo correre immediatamente in bagno.


Dove vomito.


Per la prima volta.


Alle tre e cinquantasette vomito di nuovo, poi alle quattro e trentadue e alle cinque e sedici.


La quarta volta è quella decisiva.


Non credevo fosse umanamente possibile sentirsi così male, ma mi sbagliavo. Sono distrutta.


Decisamente non me ne va mai bene una.


***



Capitolo 22


Quando mi sveglio, parecchie ore dopo, è solo perché William mi sta dando dei colpetti sulla spalla.


Buffy?”


Mmh?”


Come stai?”


Apro con difficoltà gli occhi. Non sono riuscita a dormire molto la scorsa notte, tra quello che è successo fra me e William, e i miei continui viaggi andata e ritorno verso il bagno. “Potrei stare meglio” dico piano. E lentamente mi sposto i capelli da davanti il viso. Devo avere un aspetto orribile.


Lo vedo” commenta lui.


Ehi, grazie! , mi verrebbe da ribattere, ma sono troppo stanca.


Ti ho messo sul comodino un bicchiere d'acqua. Devi bere molto altrimenti ti disidrati”


Grazie” stavolta lo dico, ed è con meno ironia del primo. “Me la caverò non preoccuparti” aggiungo debolmente tirandomi a sedere.


Quello che è successo… Ti è mai capitato prima?” Nel frattempo si è avvicinato al tavolo e ha preso il flacone delle aspirine.


Per un attimo temo che stia parlando della notte scorsa, che voglia delle spiegazioni, ma poi capisco che sta parlando ancora del mio stomaco.


Se ho mai vomitato tante volte di seguito? No. Perché? Vuoi chiamare quelli del Guinness dei primati ?”


Divertente. E se fosse qualcosa che hai mangiato?”


Mangiato?”


Sì, non hai mangiato un panino al prosciutto al karaoke bar?”


Appena William pronuncia le parole ‘panino al prosciutto' devo correre di nuovo in bagno.


Scusa” dice lui da dietro la porta del bagno, pochi minuti dopo.


Credo sia semplicemente colpa dell'alcol. Ma se pronunci di nuovo quelle parole…” lo minaccio ma poi gemo tenendo di nuovo la testa sopra il water.


Okay, non lo farò più” E me lo immagino con le mani sollevate a mo' d'arresa.


Quando esco dal bagno, forzo un sorriso per non farlo preoccupare. Sto uno schifo, ma non significa che sia in punto di morte. Semplicemente dovrò ricordarmi di non bere, mai più . Semplice.


Come ti senti ora?” mi chiede seguendomi con lo sguardo, mentre mi trascino verso il letto.


Una favola” borbotto a denti stretti.


Senti, è inutile che rimanga qui a farti domande inutili” inizia lui. “Rischio solo di farti innervosire mentre dovresti riposare. Esco per un po'. Vado a fare quattro passi. Okay?”


Lo guardo stupita. “Non hai mal di testa?”


Lui fa cenno di no.


Bastardo di una rockstar , penso. Come fanno ad eccedere sempre e a cavarsela ogni volta? “Dormi. Terrò acceso il cellulare, così puoi chiamarmi, quando ti svegli e se hai bisogno di qualcosa. Okay?”


Okay” rispondo, mentre mi si chiudono di nuovo gli occhi. “Dormo”


E, infatti, mi riaddormento subito.


***


Mi sveglio e dalle lancette dell'orologio sul mio comodino vedo che sono le cinque. Di pomeriggio. Cavolo, quanto ho dormito!


Fortunatamente non ho più mal di testa e mi sento decisamente meglio di stamattina. Il mio stomaco, addirittura, brontola rumorosamente sotto le coperte. Mhmm… Forse potrei addirittura sentirmi di mangiare.


Mi alzo lentamente, controllando se tutte le parti del corpo sono funzionanti. Sorprendentemente, lo sono. Tiro fuori dal frigobar una bottiglietta di limonata e, mentre la apro, penso a mia madre. Quando stavo poco bene, mi dava sempre della limonata, proprio come sua madre aveva fatto con lei. È una specie di tradizione di famiglia.


Mi siedo al tavolo e bevo direttamente dalla bottiglia, mentre leggo il menù del servizio in camera. Decido di ordinare pane tostato senza burro.


Sono a metà della prima fetta, quando torna William.


Ti sei alzata, finalmente” dice. “Avresti dovuto telefonarmi”


In realtà mi sono appena svegliata” rispondo continuando a mangiucchiare il mio pane.


I ragazzi hanno chiesto di te. Ti ho portato dei biscotti secchi, Willow ha detto che fanno bene in questi casi” dice William, tirandoli fuori da una tasca e posandoli sul tavolo.


Ringrazia tutti da parte mia e digli di non preoccuparsi. Non sono mica moribonda”


Come ti senti?” Non si siede. Va alla finestra e guarda fuori.


Molto meglio. Mi sento quasi normale, sorprendentemente. Stavo davvero malissimo”


Mentre parlo, William mi osserva. “In effetti, non sembravi molto in forma”


Distogliamo entrambi lo sguardo. Lui si volta di nuovo verso la finestra e io abbasso gli occhi sul mio pane tostato. Stiamo evitando la vera questione. La questione di noi due che facciamo sesso.


Mi concentro nel mangiare la mia seconda fetta di pane tostato e finisco la limonata, mentre William si siede sul suo letto e accende la Tv , passando da un canale all'altro. Intanto batte i piedi per terra. Si vede che è agitato, teso. Proprio come me.


Dopo aver fatto colazione, mi sento ancora meglio. Potrei iniziare a chiacchierare del più e del meno tanto per rompere questo silenzio pesante, ma il fatto che William sembri d'umore così irritabile, mi trattiene dal farlo.


Suonano alla porta. Entrambi ci voltiamo e la guardiamo.


Vado io” dico.


Apro la porta e scopro che è il servizio in camera. Un cameriere ha in mano un secchiello d'argento pieno di ghiaccio con dentro una bottiglia di champagne.


Deve esserci un errore” dico. “Non abbiamo ordinato champagne”


Stanza 213?”


Annuisco.


Sì” Annuisce anche lui e controlla un pezzo di carta che ha in mano. Poi annuisce di nuovo e posa il secchiello sul tavolo.


Ma non abbiamo ordinato champagne” ripeto.


Lui scrolla le spalle e mi mostra il pezzo di carta. Ha ragione. C'è scritto Stanza 213 . Lo guardo e scrollo le spalle anch'io. Lui allora se ne va e chiude la porta. Lo guardo uscire. Mi rendo conto che se su quel pezzo di carta c'è scritto Stanza 213 , allora quella bottiglia è proprio destinata a noi. Quello che mi chiedo è come mai…


Mi volto verso William. “Hai ordinato dello champagne?”


No” risponde lui.


Ma allora chi…?” chiedo. “Forse farei meglio ad andare alla reception e controllare”


Lui allora spegne la Tv. “Un momento, tesoro. Non così in fretta”


Cosa?”


Dobbiamo parlare”


Uh-oh. Mi blocco. Qualsiasi conversazione che inizi con quelle due paroline non porta mai niente di buono…


Oh, sì, certo. Dobbiamo parlare” ripeto lentamente. Nervosamente, poi, sposto il peso del corpo da un piede all'altro. “Non puoi aspettare che abbia fatto almeno una doccia, prima?” provo nella speranza di rimandare l'inevitabile.


William scuote la testa. “Preferirei parlare subito. Sono stufo di fingere riguardo a noi. Stufo di girare attorno alle cose”


Io, che ero sul punto di dire qualcosa, tanto per parlare, ammutolisco. Improvvisamente mi torna in mente la notte scorsa. Ma non è solo al sesso che penso, bensì all'elettricità quasi tangibile che è passata fra noi prima che cominciassimo a baciarci nel corridoio. Ricordo William che si appoggia alla mia gamba. Che mi accosta alle labbra la schnapps alla fragola. Torno con il pensiero ai tempi del college. E mi rendo conto che gli eventi degli ultimi tre anni non hanno cambiato nulla.


Sono ancora follemente, disperatamente, totalmente innamorata di William Appelton.


Mio Dio! Come farò ad uscirne fuori adesso?


Che cosa intendi?” gli domando, ancora una volta per prendere tempo.


William comincia a camminare per la stanza, fermandosi di tanto in tanto a guardarmi. “Lo sai” mi dice dopo un po'.


Scuoto la testa. “No, non lo so”


Ci fissiamo per qualche minuto.


Quello che è successo la notte scorsa…cosa pensi che sia stato?”


Tripla merda! Non conosco la risposta giusta e non posso neppure inventarmela, perciò non mi resta che dire la verità. “Pensavo che fosse…sai…un'una tantum. Che tu fossi solo…ubriaco”


Santo Dio, Buffy!” William si passa le mani fra i capelli. “Non ti farei mai una cosa del genere. È da quando ti ho vista sull'aereo che avrei voluto farlo, io…ma mi sono trattenuto. Pensavo che non fossi interessata. Hai detto che non lo eri. Ricordi? Hai detto che non provavi più gli stessi sentimenti nei miei confronti”


Ops . “L'ho detto tanto per dire”


Tanto per dire?”


Mi hai colta di sorpresa. Non sapevo cosa rispondere!”


Quindi sei interessata?”


Sì!”


C'è di nuovo silenzio. E ora? Poi mi faccio coraggio. Devo porgli la domanda fondamentale. Quella che avrei voluto fargli da quando l'ho incontrato sull'aereo.


La domanda su Quella Sera.


È arrivato il momento di tirare fuori il coraggio e pretendere chiarezza. Altrimenti non riusciremo mai ad andare da nessuna parte. Se c'è qualche parte dove possiamo andare… Perciò mi butto e lo dico.


La sera prima che te n'andassi… Ho bisogno che tu mi spieghi…”


Lo so, lo so. Ti devo una spiegazione.” William fa una pausa. “Speravo che te ne fossi dimenticata”


Dimenticata ! Figurati! Non si dimentica facilmente una cosa del genere. È stampata a fuoco nella mia memoria”


Già. Anche nella mia” dice lui, lasciandosi cadere su una sedia.


Guardandolo, mi sembra imbarazzato. Sul serio. Tutto ad un tratto non riesce ad incontrare il mio sguardo. E mi pare che… Lo guardo meglio. Oddio, sta arrossendo!


Non so se posso dirtelo. È così…?”


Imbarazzante?” gli suggerisco.


Anche” Mi lancia uno sguardo. “Ma soprattutto temo che ti farà arrabbiare”


Chiudo gli occhi passandomi una mano fra i capelli, poi li riapro e li punto su di lui. “Che vorresti dire con questo?”


Vedi, il problema non eri tu, ero io”


Mi allontano di scatto. Non posso credere, non voglio credere, che William mi propini ancora una volta questa storia. Ha ragione a pensare che mi sarei arrabbiata! Credevo che le cose fra noi fossero cambiate e invece…


E' vero!” esclama lui sgranando gli occhi, quando mi vede indietreggiare. “Te lo giuro” aggiunge a voce più bassa.


Sospiro. La sua espressione è convincente. Gli concedo un'altra possibilità per spiegarsi. Sospiro di nuovo, poi gli faccio cenno con la testa di proseguire, lui lo nota e sembra grato di questa opportunità.


Tu mi piacevi” esordisce.


E tu piacevi a me” ribatto io in fretta. Ho deciso che non è più il caso di girare intorno alle cose come bambini. Da questo punto in poi solo verità anche se farà male; specie per me, temo.


Lui alza lo sguardo. Sembra sorpreso. “Non lo sapevo” dice piano.


Oh, andiamo! Mi stai prendendo in giro? Ti morivo letteralmente dietro!” sbotto allargando le braccia.


Non me ne sono mai accorto” mormora lui.


Certo, eri troppo impegnato a scrivere canzoni e a farti qualsiasi ragazza che ti capitasse sotto mano per accorgerti di me!” ribatto. E mi maledico per il tono troppo acido della mia voce. Sembro quasi gelosa.


Ho optato per la verità, giusto?


Sì, allora, diavolo, sono gelosa! Ora, come allora.


William si alza in piedi. “Non mi ‘facevo' qualsiasi ragazza mi capitasse sotto mano” ribatte irritato.


Sbuffo. “Mi sarò sbagliata. Il via vai dalla tua camera da letto mi avrà confusa” borbotto incrociando le braccia sul torace.


Stavo con loro perché non potevo stare con te!”


Sgrano gli occhi. Questa è bella! Che diavolo vuole dire? “Che diavolo vuoi dire?”


William allarga le braccia, esasperato. “Esattamente quello che ho detto. Ti è così difficile crederlo?”


Fammi bene capire: facevi sesso con tutte quelle ragazze, ma in realtà volevi farlo con me?” gli chiedo corrugando la fronte.


Annuisce. “Proprio così. Non hai mai notato che ti somigliavano? Tutte piccole e bionde, pallide imitazioni dell'originale che non potevo avere”


Oddio, non ci avevo mai pensato.


Col senno di poi, la cosa è evidente. Quello che ancora non capisco è… “Perché non potevi avermi? Tu mi piacevi !” ripeto.


Non lo sapevo!” ribatte lui quasi usando un tono stridulo.


Potevi farti avanti lo stesso” ribatto testardamente.


E se fosse andata male? Vivevamo assieme, sarebbe stato imbarazzante…non volevo rovinare la nostra amicizia”


Mi lascio sfuggire un grugnito davvero molto poco femminile. “Stupidaggini!”


William spalanca la bocca, poi la richiude. “Scusami se ho mostrato un po' di riguardo per la nostra amicizia” borbotta poi. “E comunque, se ti piacevo così tanto avresti anche potuto farti avanti tu”


Stavolta sono io a spalancare la bocca. “Non osare scaricare la colpa su di me!” gli dico piazzandomi davanti a lui e puntandogli l'indice contro il torace. “Sono una donna, toccava a te fare la prima mossa”


Stupidaggini!” commenta facendomi il verso.


Piego la testa di lato e mi stringo nelle spalle. “Okay, non regge, te lo concedo” ammetto. “Ma, tornando in argomento, io mi sono fatta avanti quella Sera e qual è stata la tua reazione?” Continuo a picchiettargli l'indice sul torace. “Mi. Hai. Rifiutato” Calco ogni singola parola. “E con la scusa più vecchia del mondo, per giunta!” Alzo le braccia al cielo. “'Non sei tu, sono io'. Potevi essere più banale?!” Scuoto la testa. “Non credo”


William si è subito il mio sfogo in silenzio, alla fine commenta: “Te l'avevo detto che ti saresti arrabbiata”


E' il minimo!” ribatto. “Ne ho tutti i diritti. Quindi non venirmi a dire che ti piacevo: mi hai rifiutato, ora voglio sapere perché. Smettila con le scuse”


Non sono scuse”


Ah no? A me sembra di sì. Vediamo” Elenco ogni prova a sostegno della mia tesi sulle punte delle dita. “Prima dici che ti piaccio ma non ti fai avanti per paura di rovinare un'amicizia, o così dici; poi inizi a farti qualsiasi essere di genere femminile che respiri e tenti di farmi credere che lo facevi perché non potevi avere me; infine, quando io mi butto, mi ti offro letteralmente, buttandomiti addosso, mi rifiuti anche se te ne saresti andato il giorno dopo e presumibilmente non ci saremmo visti mai più” Scuoto la testa. “Perdonami ma faccio fatica a credere che ti piacessi veramente”


Hai ragione” Sospira. “In realtà non mi piacevi”


Ecco vedi, ho ragione! Non ti…” mi blocco di scatto. Lo guardo a bocca aperta. Non so perché me ne stupisco. In fondo l'ho voluto io, no? Ho voluto io che me lo dicesse, che me lo dicesse in faccia per di più. È colpa mia se adesso sto per sentirmi male. Solo colpa mia. Idiota, Buffy! Idiota!


Abbasso lo sguardo.


William mi prende per le spalle e mi costringe a rialzare il viso. “Tu non mi piacevi, io ti amavo” dice poi guardandomi negli occhi.


Che cosa?” balbetto incredula. Ha detto davvero quello che credo abbia detto? No, perché se ha detto quello che credo abbia detto allora…


Mi hai sentito” risponde lui. “Ti amavo. Ero innamorato di te. Andato. Completamente cotto” Toglie le mani dalle mie spalle e fa un passo indietro. “Non avrei potuto fare l'amore con te quella sera e poi correre il rischio di non rivederti mai più” aggiunge a bassa voce. “Ho avuto paura”


Paura?” riesco a malapena a balbettare.


Ero terrorizzato”


Da cosa?”


William distoglie lo sguardo. “ Se vorrai prenderti gioco di me, faresti bene ad usare questa cosa perchè non potrei sopportalo” mormora poi guardandomi brevemente. “E va bene, ecco la verità. Ti amavo. Ti amavo da così tanto tempo che ormai mi ero convinto di essere senza speranza. Ma poi quella sera, mi hai baciato…ci siamo baciati e tutto il resto… Non mi sono mai sentito così vicino ad una persona come con te in quel momento” Torna a guardarmi e la forza del suo sguardo mi lascia senza fiato. “Ho dovuto fermarmi. Non avrei potuto assaggiare un paradiso del genere e poi abbandonarlo il giorno successivo come se niente fosse accaduto. Valeva di più, tu valevi di più” Sospira e riabbassa lo sguardo. “Quindi, non eri tu, ero io. Ero io ad essere talmente egoista da non voler rimpiangere qualcosa che non avrei mai più potuto avere”


Wow. Non so cosa dire. Riesco solo a pensare: wow! Sono letteralmente travolta da tutto quello che ha detto.


William mi amava. William mi ha rifiutato quella Fatidica Sera perché non avrebbe sopportato di stare senza di me. William non dicendomi niente, mi ha fatto vivere per tre anni con l'atroce consapevolezza che l'uomo di cui ero innamorata non mi avesse voluto.


Dovrei essere arrabbiata con lui. Lo ero fino a cinque minuti fa.


Ora mi chiedo solo: mi ama ancora?


Perché io lo so che lo amo ancora. Il sentimento non è cambiato in questi ultimi due anni e non credo cambierà nei prossimi a venire.


Ieri sera n'è stata la dimostrazione. Lo è stato anche per lui?


Ha detto che non è stata un'una tantum da ubriaco, quindi deve pur aver significato qualcosa…giusto? Ora, se solo…


Non dici niente?”


La voce di William mi fa sobbalzare.


Talmente persa nei miei ragionamenti, mi sono estraniata al punto tale da non rendermi conto che lui è ancora qui, davanti a me, che si è appena messo a nudo e attende una mia risposta.


Il pensiero di William messo a nudo mi fa sorridere. O meglio, l'idea che mi è venuta al riguardo mi fa sorridere.


Merita una piccola punizione per aver aspettato tre anni prima di chiarire la situazione.


Sei uno stupido!” dico con tutta la calma del mondo.


Sono un cosa?” William spalanca gli occhi e la sua espressione è tale che devo mordermi il labbro per impedirmi di scoppiare a ridere. “E' questo tutto quello che hai da dire?”


Annuisco, convinta. “Sei uno stupido” ripeto.


William sembra colto alla sprovvista. Fa un paio di passi all'indietro, poi scuote la testa e si volta andando ancora una volta verso la finestra.


Mi mordo di nuovo il labbro. So d'essere crudele nel trattarlo così ma credo di meritarmi una piccola vendetta…o no?


William si volta verso di me e apre la bocca come a voler dire qualcosa, poi la richiude e si volta di nuovo, scuotendo la testa.


Poverino!


Lo vedo ficcare le mani nelle tasche anteriori dei jeans borbottando qualcosa che non capisco.


Credo sia arrivato il momento di porre fine alle sue sofferenze.


William?” lo chiamo.


Lui si volta di scatto. “Cosa?”


Vieni qui” gli ordino con un sorriso.


Lui mi accontenta subito. Con pochi passi mi è davanti, allungo le mani e gli incornicio il viso facendolo abbassare quel tanto che basta perché sia alla mia altezza.


Sei uno stupido” ripeto per l'ultima volta. E lo trattengo, quando lui tenta di divincolarsi. “Vuoi sapere perché? Perché dopo un discorso come quello che hai fatto avresti dovuto fare una cosa”


Cosa?” bofonchia lui.


Darmi un bacio” gli suggerisco con un sorriso.


L'espressione sul suo viso cambia immediatamente. La sua postura si rilassa, gli occhi tornano sereni, mi sembra persino di vedervi una punta di divertimento dove prima c'era delusione.


Dici che avrei dovuto baciarti?” mi chiede come se stesse valutando l'idea. “Pensi che avrebbe funzionato per perorare la mia causa?”


Fingo di pensarci anch'io. “Credo di sì” rispondo poi. “Però faresti meglio a provare, non trovi?” gli propongo ammiccante.


Un sorrisetto malizioso gli curva le labbra. “Hai ragione” mormora, poi si china su di me. Il suo respiro contro le mie labbra. Fremo d'impazienza e sto per incitarlo a darsi una mossa, quando mi batte sul tempo e mi cattura le labbra.


Mi tremano le ginocchia. Ho capito. Non era l'alcol ieri sera a farmi quell'effetto, erano William e i suoi baci. Non avrei dovuto dubitarne.


Allora, perdonato?” mi chiede dopo, appoggiandosi fronte contro fronte.


Aggrotto le sopracciglia fingendo di valutare la cosa. “Non ancora” decido poi.


No?” William solleva un sopracciglio.


Ed è sexy da morire. Come al solito, d'altra parte. Solo che stavolta, ho la ferma intenzione di approfittarne.


Scuoto la testa. “No”


E cos'altro posso fare allora?”


Gli passo le braccia attorno al collo. “Comincia a portarmi a letto, poi te lo dico”


William scoppia a ridere poi con una mossa fulminea mi passa un braccio sotto le ginocchia e mi solleva.


Rido anch'io. Mentre mi depone sul letto penso che sì, ho tutte le intenzioni di approfittarne.




Capitolo 23


Quando mi sveglio, il mattino successivo, mi ci vogliono un paio di minuti per ricordare dove sono e cosa ho fatto. Poi non posso evitare di sorridere. Mi giro e allungo un braccio per toccare William, ma lui non c'è.


Mi metto a sedere. “William?”


Un attimo. Sono qui”


Sospiro di sollievo. È in bagno.


Lui arriva con lo spazzolino in bocca e mi fa segno di aspettare un momento.


Mi alzo, e siccome dato che la nostra precedente attività non comportava vestiti, mi avvolgo nel lenzuolo e mi dirigo verso il bagno.


Pensavo non ti svegliassi più” dice William con la bocca piena di dentifricio.


Mi hai stancata, con tutte le tue manovre” scherzo, mentre lui si sciacqua.


Vieni qui” mi ordina quando ha finito, appoggiandosi al lavandino. Mi avvicino e camminando calpesto il lenzuolo. William mi fa sollevare la testa e mi bacia.


Mmh. Sai di menta” gli dico, allontanandomi.


Tu no” ride lui. “Come mai quel lenzuolo?”


Che c'è di male?”


Ti nasconde. Levatelo subito”


Lo lascio cadere sul pavimento del bagno. Mi sembra giusto. Dopotutto William è completamente nudo.


Così va meglio”


Ehi, cosa credi di fare?” Lui è di nuovo eccitato e non può fare nulla per nasconderlo.


William abbassa lo sguardo poi sorride.


Sbadiglio. “Non so tu, ma io sono ancora molto stanca. Credo che dovremmo tornare a letto”


Sono d'accordo, però aspetta un attimo. Ho un regalo per te”


Batto le mani, entusiasta. “Cosa, cosa?”


Aspetta un attimo”


Va a frugare nella sua borsa e tira fuori un oggetto di plastica con un cordino attaccato. Poi me lo appende al collo.


Io lo sollevo e lo guardo. “Backstage Pass. Accesso a tutte le zone” Aggrotto la fronte. “Non capisco”


Pensavo che ti piacesse avere accesso a tutte le zone…”


Ah sì?” Sollevo un sopracciglio.


William mi porge una mano e io la prendo. “Allora, sono perdonato?” dice in tono serio, lanciandomi quella famosa occhiata che mi fa tremare le ginocchia.


Fingo di riflettere. “Diciamo che sei a buon punto” rispondo guardandolo di sottecchi con un sorrisetto. “Ma non sono ancora soddisfatta”


William solleva un sopracciglio, sorpreso. “Mi sembrava di aver capito il contrario, l'ultima volta” osserva avvicinandosi a me.


Mi metto a ridere. “Mi sa che hai capito male” dico, poi lo trascino con me sul letto e pretendo che continui la sua opera di scuse.


Dopotutto non ero io, era lui, come abbiamo stabilito.


E William…


Beh, fa quello che gli ho chiesto.


Ed è un tipo che s'impegna veramente per ottenere quello che vuole.


Un paio d'ore più tardi – lui s'impegna veramente, non stavo scherzando – ordiniamo la colazione. William ordina un po' di tutto, considerando che in pratica non ho mangiato altro da ieri che delle fette di pane tostato e dei biscotti secchi e che ho consumato parecchie calorie.


Stiamo facendo colazione a letto, quando bussano alla porta.


Chi cavolo è che rompe?”


William smette di spalmare marmellata su una fetta di pane tostato e me la passa, poi si alza. Mentre lui arriva alla porta, io l'addento: perché sprecarla?


Chi è?” chiede, mentre apre.


Dalla mia posizione sul letto non riesco a vedere chi sia. Metto il broncio. Sicuramente qualche guastafeste che è riuscito a rovinare una colazione perfetta.


Ah, ma allora siete vivi!” sento esclamare e mi blocco con la fetta a mezz'aria, quando riconosco la voce di Angel. “Stavamo iniziando a darvi per dispersi. Ancora un po' e avremmo mandato le vostre foto a ‘Chi l'ha visto?'”


Ah-ah-ah. Spiritoso, Peaches” commenta William ironico. “Che vuoi?” chiede poi brusco.


Senti, non è stata una mia idea” esordisce Angel e dal tono della sua voce riesco a capire che è imbarazzato. “Eravamo a fare colazione tutti insieme, quando ci siamo accorti che né tu né Buffy vi siete fatti vivi da ieri, Buffy non la vediamo dalla sera del karaoke!” racconta ancora. “E le ragazze volevano sapere che fine avevate fatto…e tu lo sai come sono quando ci si mettono…non ho potuto rifiutare…”


Vedo le spalle di William muoversi leggermente, come se stesse trattenendo una risata. Effettivamente le impacciate giustificazioni di Angel sono piuttosto divertenti. Spero solo che William non colga di nuovo l'occasione per prenderlo in giro.


E' tutto a posto, Peaches. Sia io che Buffy stiamo bene”


Oh, più che bene, se posso aggiungere.


Dì alle ragazze che non c'è niente di cui preoccuparsi. Noi abbiamo avuto molto da fare e…”


Da fare, eh?”


"Sì, da fare" ripete William. "Ed è inutile che mi fai l'occhiolino, non ti dirò niente di più"


Trattengo a stento una risata portandomi una mano alla bocca. Pagherei per vedere l'espressione sul viso di Angel in questo momento!


Okay, ho capito” accetta sconfitto l'altro. “E per le prove di oggi pomeriggio? Hai intenzione di mostrarti?” gli domanda poi.


Vedo William che alza il braccio per grattarsi la testa. Evidentemente se n'era dimenticato. Sorrido gongolante: spero sia stata la mia presenza a provocargli questa mancanza di memoria.


Non credo che ci sarò” dice poi. “Al momento ho cose più importanti da fare”


Il mio sorriso si allarga sempre di più. Tra un po' mi verrà una paresi facciale, tanto è grande.


E la nuova canzone? L'abbiamo provata solamente due volte…sei sicuro che…”


Sicurissimo. La nuova canzone è a posto, ora più che mai” lo interrompe William in fretta. “Chiedi scusa agli altri da parte mia e digli che ci vedremo direttamente domani al sound-check. Ora se non ti dispiace…Addio, Angel”


Lo guardo mordicchiandomi il labbro, mentre chiude la porta e torna a letto.


Scocciatore del cavolo” borbotta sedendosi accanto a me.


Te ne sei liberato?”


Annuisce con impeto. “Assolutamente” risponde prendendomi dalla mano la fetta di pane tostato che lui stesso, prima, ha preparato.


Sei sicuro di non dover andare alle prove?”


Dovrei. Ma non credo che lo farò. Sto troppo bene dove sto” conclude poggiando sul vassoio il resto della fetta di pane tostato. “Ed ho intenzione di rimanerci per molto, molto tempo” aggiunge avvicinandosi e iniziando a posare una scia di baci lungo un lato del mio collo. Sospira. “Profumi di buono” mormora con la testa ancora attaccata a me.


Rabbrividisco per la sensazione delle sue labbra che mi sfiorano la pelle e chiudo gli occhi per godermela appieno. William continua a succhiarmi la pelle in un punto preciso e dopo un po' lo allontano scherzosamente.


Mi farai venire un succhiotto” lo stuzzico, e lui mi risponde con uno di quei suoi sorrisi che mi fanno sciogliere.


Beh, l'idea era quella, passerotto…” dice poi compiaciuto, e torna a tuffarsi sul mio collo.


Decido che è inutile, e quanto meno sciocco, continuare a discutere, quindi lo lascio fare limitandomi a gemere sommessamente, mentre lui mi bacia su tutto il collo, lavorando insieme con labbra e lingua, e strappandomi ancora altri brividi. Sobbalzo sorpresa, quando sento i suoi denti affondare nella pelle appena sopra la clavicola, e mi lascio sfuggire un gemito.


Vuoi vendicarti di ieri sera?” domando, cercando di non ridacchiare.


Ho ancora il segno del morso” ribatte lui, con una certa nota seducente nella voce che mi fa perdere diversi battiti.


Inizia a baciarmi più violentemente, facendosi strada su per il collo, leccando e baciando proprio sotto la mascella. Da lì poi si sposta fino all'orecchio, che inizia a succhiare fino a che non gemo deliziata. Appena lo faccio, fa un sorrisetto soddisfatto e mi bacia dietro l'orecchio, le labbra e la lingua che mi fanno venire la pelle d'oca.


Le sue dita automaticamente vanno al nodo dell'accappatoio che indosso e lo slegano, il tutto, mentre mi bacia. Sotto sono nuda. Entrambi boccheggiamo quando i nostri toraci nudi si toccano. Si allontana dalla mia bocca e io chiudo gli occhi, godendomi il percorso delle sue labbra lungo il collo, sopra la clavicola, fino alla parte superiore del mio torace. Quando arriva lì inarco la schiena e una pioggia di baci scende sui miei seni, facendomi boccheggiare. Poi si sposta giù per lo stomaco, mentre le mani iniziano a massaggiarmi i fianchi. Sposta da una parte quello che rimane dell'accappatoio, e fa correre le mani su e giù lungo le mie gambe, facendole poi scivolare sopra e attorno al mio interno coscia, stuzzicandomi, senza però arrivare all'area più sensibile e desiderosa di lui.


Ho gli occhi chiusi, ma anche così so che William mi sta volutamente torturando. Ne sono certa. Infatti, risale con le mani su per le mie gambe il più vicino possibile al mio centro senza però toccarmi veramente. Un tremito mi scuote. Le sue dita mi massaggiano il ventre, proprio dove inizia a discendere dallo stomaco, e io gemo. Mi sta facendo impazzire. Poi sale, con dolorosa lentezza torna sui miei seni, prestandogli molta attenzione. Li massaggia, prima piano, poi un po' più energicamente. A quel punto non riesco a trattenermi. Le mie mani volano ad ancorarsi alla sua schiena, quando si china e inizia a baciare, lavorando con la lingua e con le labbra la pelle dei seni, stuzzicando i capezzoli, quasi mordicchiandomi la pelle con tanto più entusiasmo quanto più io gemo. Alla fine, quando ormai temo di venire anche con solo con quella stimolazione, William ha pietà di me e torna a dedicarsi al mio collo. Stavolta non obietto, anzi piego la testa, lasciandogli ampia libertà di movimento. Lui inizia a baciarmi violentemente, mordicchiando e succhiando. Le mie mani continuano a stringergli le spalle.


È il momento. Allunga una mano verso il basso e io colgo il segnale aprendo le gambe e lasciando che vi ci si posizioni in mezzo.


Sto letteralmente morendo di desiderio.


Apri gli occhi” mi dice, passandomi le mani sui seni.


Combatto per farlo e non appena mi specchio nei suoi luminosi occhi blu appannati dal desiderio, William scivola dentro di me, riempiendomi completamente. Boccheggio, mentre lui si sistema, completandomi, e lotto per mantenere gli occhi aperti, nonostante la travolgente sensazione che mi sta inondando. William si piega in avanti, mentre avvia un ritmo uniforme, seppellendo il viso nei miei capelli, le braccia strette attorno a me. Inizio a tremare quasi ad ogni spinta, e gemo sempre più forte. Mi stringo a lui e sento di nuovo le sue labbra muoversi sul mio collo, succhiando e baciando. Affondo le unghie nella sua schiena. Gli lascerò sicuramente dei segni, ma al momento non me ne importa.


Ad un tratto lo sento raggiungere l'orgasmo e urlo quando esplode dentro di me, mi stringo a lui aderendo il più possibile, mentre il ritmo inizia a rallentare. Ho ancora gli occhi chiusi, le braccia strette attorno a lui. Il mio respiro è corto e quello di William non è da meno. Lentamente scivola fuori di me e mi si sdraia per metà addosso. Apro gli occhi e lo guardo. I suoi occhi blu brillano di passione attenuata, e io gli sorrido, mentre lui scivola di lato, passandomi un braccio sopra la vita e stringendomi a sé.


Te l'avevo detto che profumavi di buono…” mi sussurra, strofinando il viso contro il mio collo. Rido piano, il respiro ancora un po' affannato.


Ora dovrò rifarmi la doccia” sussurrò in risposta, appoggiando la testa contro la sua. Il sorriso che mi rivolge è da mozzare il fiato.


La facciamo insieme” propone accarezzandomi una guancia.


Annuisco lentamente, gli occhi mi si chiudono per la stanchezza. “Dopo”


Sì, dopo”


Il mio corpo si rilassa e senza difficoltà scivolo nel sonno. William mi stringe con aria protettiva, il viso nascosto nel mio collo, poi il sonno reclama anche lui.




Capitolo 24


Se qualcuno m’avesse detto una settimana fa, quando sono partita per Londra, che avrei rivisto William, gli sarei scoppiata a ridere in faccia.

Se poi avesse aggiunto che sarei stata in prima fila ad un suo concerto, allora avrei detto che questo qualcuno è completamente pazzo.

Eppure sono qui. A meno di un metro dal palco, circondata da fans urlanti che mi guardano lanciando occhiate di fuoco per il mio posto d’onore e che si chiedono chi io mai diavolo sia per avere tale privilegio.

Ma non mi importa. Ho un sorriso talmente grande sul viso che il rischio di paresi facciale è sempre più certo. Specie perché non riesco più a farlo andare via. Non che ci provi sul serio, devo ammetterlo.

Un po’ di trambusto alla mia destra ed ecco che compaiono Willow, Anya e Cordelia.

Rimangono sorprese nel vedermi. E con un po’ di imbarazzo devo ammettere che hanno ragione: William ed io siamo rimasti chiusi in camera per quasi 48 ore. 48 ore di Paradiso, se posso aggiungere.

Oh, ciao Buffy. Sono felice di vederti. Temevamo fossi scomparsa” mi saluta Willow sorridendo.

Sì, effettivamente io…” balbetto imbarazzata.

Willow scuote la testa, facendomi capire che non ha importanza, poi viene a sedersi alla mia sinistra sulle sedie preparate per noi sotto il palco.

Bel succhiotto” commenta Cordelia con un sorrisetto, poi mi passa davanti per prendere a sua volta posto accanto a Willow.

Boccheggio e porto di scatto la mano al collo. Divento rossa come un pomodoro. Gliel’avevo detto che m’avrebbe lasciato il segno!

Davvero molto carino” aggiunge Anya sedendosi alla mia destra. “Anche a Xander piace lasciarmi ricordini del genere, ma di solito in posti che nessuno può vedere. Ricordatelo la prossima volta” continua tranquilla, concludendo poi con un sorriso disarmante dei suoi.

Il rossore sul mio viso si intensifica. Sento le guance andare letteralmente in fiamme. William me la pagherà! Giuro che…

I miei piani di vendetta vengono interrotti dalla mano di Willow che si posa sul mio braccio. Mi volto verso di lei.

Lasciale stare. Non ascoltarle. Adorano metterti in imbarazzo” mi dice con un sorriso.

Annuisco. “Lo so, solo che io…”

Dovrai abituarti alle domande sulla tua vita privata se tu e Spike state insieme” si intromette Cordy sporgendosi oltre Willow. “Le fans vorranno sapere. Dopo averti fatta a pezzi, naturalmente” aggiunge facendomi l’occhiolino.

A-a pezzi?” ripeto perplessa.

Come evocate dalle parole di Cordelia le fans dietro di noi fanno sentire la loro presenza con urla e applausi. Mi volto a guardarle, preoccupata.

E’ solo un modo di dire” spiega Willow. “Spike è il loro idolo, nessuna donna al mondo sarà mai abbastanza per lui, secondo loro”

A meno che non sia una di loro” aggiunge Anya.

Ovviamente” concordano le altre due.

Un boato più forte ci fa sobbalzare tutte e quattro e ci voltiamo per vedere che la band è appena salita sul palco.

Mi fa uno strano effetto vederli lì sopra, quasi come se non fossero loro. I miei occhi sorvolano su Oz, Xander e Angel per poi posarsi su William che sta prendendo posto dietro il microfono.

Rimango senza fiato. Indossa dei pantaloni di pelle nera e una maglietta a maniche corte viola. Alla faccia della sfortuna! È bellissimo e improvvisamente spero che questo sia il concerto più breve della storia. Voglio che torniamo in albergo. Subito.

Buffy?”

Pantaloni di pelle” mormoro sognante.

Cosa?!”

Sbatto le palpebre e torno a focalizzarmi sul presente, le mie fantasie su William e i pantaloni di pelle devono essere momentaneamente messe da parte. Mi volto verso Willow. “Scusa, dicevi?”

Niente di importante. Solo che oggi presenteranno una canzone nuova. Me l’ha detto Oz. Volevo sapere se Spike t’avesse detto qualcosa al riguardo”

Corrugo la fronte. “Sì, mi sembra che abbia detto qualcosa su una nuova canzone quando è venuto Angel…”

Xander era preoccupato. Diceva che non l’avevano provata abbastanza” si intromette Anya.

Allora forse non la faranno” propongo io.

Angel m’ha detto di sì. E l’ho visto meno di dieci minuti fa in camerino. Sarà l’ultima canzone” dice Cordelia.

Oh” commento io ma più perché Cordelia è stata nei camerini che per la notizia. Io me ne sono dovuta stare in mezzo a questa folla urlante per più di un’ora e lei è stata nei camerini. Volevo andarci anch’io, ecco. Se non fosse da cretini, metterei il broncio.

Fortunatamente i ragazzi iniziano il concerto e per l’ora successiva dimentico qualsiasi cosa e mi lascio trascinare dalla musica.


***


Sono stanca, accaldata e sudata neanche fossi stata sul palco insieme alla band.

Ho cantato tutte le canzoni di cui conoscevo le parole e commentato ogni esibizione con le ragazze, ognuna entusiasta della performance del proprio compagno. E le fan non mi sembrano più neanche tanto minacciose. Cavoli, potrei davvero abituarmi a questa vita!

Siamo alla fine, gente”

La voce di William mi fa sollevare gli occhi verso il palco e dimenticare la piega sognatrice dei miei pensieri.

Siete stati davvero fantastici stasera” continua, lodando il pubblico.

Io me lo mangio con gli occhi. Non vedo l’ora che scenda da quel palco per averlo tutto per me. Non sto nella pelle.

Prima di salutarci, però, c’è una sorpresa” Il pubblico urla, entusiasta. “Una nuova canzone” Boato più forte. William ride e lancia uno sguardo ai suoi compagni. “Talmente nuova che non abbiamo quasi avuto tempo di provarla” aggiunge. Xander colpisce la grancassa come a sottolineare le sue parole. William si volta di nuovo verso di lui. “Lo so, lo so. Colpa mia” ammette alzando le mani. “Ma sono stato impegnato” Si volta di nuovo verso il pubblico. “Con la persona cui questa canzone è dedicata”

Il sorriso sul mio viso si cristallizza alle sue ultime parole - eccola, finalmente, la paresi! - e arrossisco stile pomodoro ancora una volta quando William allunga una mano nella mia direzione e mi fa l’occhiolino.

Buffy, questa è per te…ma anche per tutte le altre signore presenti qui stasera”

Il pubblico esulta mentre Willow e Anya su entrambi i lati mi pungolano eccitate. Cordelia si limita ad un’occhiata e a un sorriso alla ‘te l’avevo detto!’

William si infila a tracolla la chitarra e inizia i primi accordi. Si blocca però e scoppia a ridere quando si accorge di aver sbagliato.

Perdonatemi” mormora poi chinandosi sul microfono. “Ve l’ho detto: poco tempo”

E ricomincia.


I'm crazy for this little lady

I'm freaking for my little baby

'Cause she makes me feel good

She's so fine

Don't need all my other ladies

I'm beggin' for this little lady

'Cause I tell you she's cool

She's divine


I know she's a super lady

I'm weak and I've gone hazy

I'm crazy for that lady

She's chic but she's not shady

Sophisticated lady

And she makes me feel good

She's so fine


Never knew there was such a lady

That would make me want to straighten

Out my life at this time but I find

I'm thinkin'

'Bout this little lady

I would love for her to have my baby

'Cause you know she's no fool

She's refined


I know she's a super lady

I'm weak and I've gone hazy

I'm crazy for that lady

She's chic but she's not shady

Sophisticated lady

And she makes me feel good

She’s so fine


Yeah

Don’t you know she blows my mind

All the time

You know she makes me feel good

Like a real woman should

Yeah

She’s so mine

Yeah


Willow continua a darmi dei colpetti. Credo che sia quasi più eccitata lei per la dedica che io. Quasi.

Non so se ridere o piangere. Sono imbarazzata da morire ma non posso fare a meno di sorridere.

Ha scritto una canzone per me. William ha scritto una canzone per me!

Ancora non riesco a crederci. Ho sempre sognato una cosa del genere. Oddio!


I know she's a super lady

I'm weak and I've gone hazy

I'm going crazy for that lady

She’s chic but she's not shady

Sophisticated lady

And she makes me feel good

She’s so fine


Yeah


Don’t you know she blow my mind

All the time

You know she makes me feel good

Like a real woman should

Yeah

She's so...fine


Stiamo ancora tutti ridendo di quella ragazza che ha sbagliato l’ultimo verso quando William si toglie da dosso la chitarra e, dopo averla passata ad un tecnico, torna al microfono.

Allora, piaciuta?” domanda e le urla entusiaste del pubblico sono la migliore risposta che possa avere.

Sorride soddisfatto. “Spero che la reazione della persona a cui era dedicata sia calorosa come la vostra”

Io sorriso. Aspetta solo di capitarmi sottomano e poi…

Orgasmi” mormora Anya chinandosi verso di me.

Cosa?!” Spalanco gli occhi sconvolta. Come ha fatto a capire…

Quello che vorrà Spike come ringraziamento per la canzone. Tanti, tanti orgasmi” mi spiega annuendo.

Sospiro di sollievo. Non sono ancora così trasparente, grazie al cielo!

Anche Xander ha provato questa tecnica ma comporre suonando la batteria non è il massimo…” continua. “Gliel’ho detto comunque che non devo trovare scuse per il sesso, io lo amo e lo vorrò sempre”

Sono perplessa. Anya è veramente così oppure… Guardandola bene è veramente così. E non posso negare di essermi affezionata a lei. È semplicemente adorabile. Nonostante i suoi discorsi a volte un po’…inopportuni.

Credo tu gli abbia detto una bella cosa” le dico con un sorriso, poi mi accorgo che Cordelia e Willow si sono alzate. “Dove andate?”

Vieni, Buffy. Allontaniamoci da qui prima che inizi la ressa per gli autografi” mi dice Willow.

Annuisco e mi alzo. Anya fa lo stesso.

Ci allontaniamo di un paio di metri e rimaniamo in attesa.

Quanto dovrò aspettare prima di vedere William?

Mi muovo nervosamente da un piede all’altro, lanciando ogni tanto delle occhiate in giro nella speranza di scorgere degli assurdi capelli biondo platino.

Tra quindici minuti andremo nei camerini” mi dice Cordelia apparendomi alle spalle.

Sussulto. “Davvero?”

Annuisce. “Sì, adesso diamogli il tempo di farsi una doccia e di darsi una sistemata perché… Eww!” Fa una smorfia. “Non ti consiglio di avvicinarti ad uno di loro subito dopo un concerto. Diamogli tutto il tempo che gli serve” conclude.

Sto per ribattere che non mi interessa se William puzza come un caprone, ma Cordy mi batte sul tempo.

Tanto non scappa” mi dice facendomi l’occhiolino.

Arrossisco e mi mordo il labbro inferiore, abbassando gli occhi. Non mi rimane che aspettare.

Saranno i quindici minuti più lunghi della mia vita.




Capitolo 25


Signorina Chase, signora Osbourne, signorina Jenkins, signorina Summers, prego, da questa parte”

Un nerboruto tizio vestito di nero è comparso all’improvviso alle nostre spalle.

Le ragazze non appaiono intimidite e questo, insieme al fatto che sa i loro nomi, mi sembra sintomo del fatto che lo conoscano. Ora mi chiedo: com’è che sa anche il mio di nome ma io non ho la più pallida idea di chi sia?!

Grazie, John. Arriviamo subito” risponde Cordelia, confermando i miei sospetti.

L’uomo annuisce e si allontana.

Chi cavolo è quello?” domando, corrugando la fronte, non appena è abbastanza lontano da non sentirmi.

E’ John, il capo del sistema di sicurezza della band” mi spiega Willow. “Anche se non sembra a prima vista, è un tipo simpatico, ti piacerà”

Sistema di sicurezza?” ripeto.

Sì, guardie del corpo, quella roba lì” dice Anya. “Ci accompagnerà ai camerini. Andiamo”

Non chiedo altre spiegazioni e insieme alle ragazze seguo John.

Arriviamo dietro le quinte e percorriamo un lungo corridoio per quella che mi sembra un’eternità. Alla fine John si ferma, parla per qualche secondo nel suo auricolare, poi bussa alla porta alla sua destra. Subito dopo la apre e, una alla volta, entriamo.

Dentro non è come me l’ero immaginato - veramente neanche io so come me l’ero immaginato.

Comunque è tutto pulito, in ordine e ci sono tre grandi divani di pelle nera che occupano gran parte della stanza. Dall’altro lato ci sono dei grandi specchi sotto cui ci sono dei tavoli su cui sono impilati gli elementi per il trucco di scena. In un angolo le custodie degli strumenti e in fondo una porta che, credo, conduca al bagno.

Oz ci accoglie con quello che per lui è un entusiastico sorriso e Willow gli vola tra le braccia.

Magnifico concerto, amore” gli dice prima di baciarlo.

Xander arriva subito dopo e Anya praticamente gli salta addosso facendo sì che per poco non cadano a terra.

Fanno sempre così dopo un concerto” mi spiega Cordelia prima di andare verso Angel che, in un angolo, si sta abbottonando la camicia.

Il chitarrista alza la testa e per la prima volta da che lo conosco lo vedo sorridere apertamente alla sua compagna. Lei ricambia il sorriso e l’aiuta a finire di vestirsi. E non so perché ma è una scena che mi tocca. Sono una romantica, in fondo.

In tutto questo però di William non c’è traccia. Faccio una smorfia guardandomi in giro. Che fine ha fatto?

E’ sotto la doccia” mi dice Angel e mi accorgo solo in quel momento di aver parlato ad alta voce.

Arrossisco. “Grazie. Allora credo che mi siederò qui e lo aspetterò” dico indicando uno dei divani.

Angel annuisce. “Fai pure. Credo però che noi inizieremo ad andare in albergo” dice voltandosi poi verso i compagni alla ricerca di consenso.

Sì, faremo davvero meglio ad andare. Domani la sveglia suonerà prestissimo considerando che sono le due adesso” osserva Xander che finalmente è riuscito a staccarsi dalle labbra di Anya.

A che ora abbiamo l’aereo domani?” domanda Cordelia.

Alle dieci” risponde Angel con l’aria di uno che ha ripetuto la cosa un’infinità di volte.

Dei grugniti di disapprovazione si alzano nella stanza.

Sbrighiamoci a tornare in albergo, allora. Ho la schiena letteralmente a pezzi” dice Willow posando una mano sulla parte dolorante.

John è già stato avvertito” osserva Oz. “Busserà quando è pronta l’auto”

E, come evocato dalle sue parole, arriva il colpo alla porta. Tutti raccolgono le proprie cose.

Ci vediamo in albergo domani mattina” mi saluta Willow. “Tu a che ora hai il volo domani?”

Cavolo, m’ero dimenticata che domani è giorno di partenza anche per me! Questa settimana è volata. Tempo di tornare a casa, seppur a malincuore.

Alle due di pomeriggio” rispondo.

Così tardi?” commenta Anya. “Potresti sempre chiedere a Spike di farti venire con noi” mi suggerisce poi. “L’aereo è quello privato della casa discografica quindi non ci sarebbero problemi” continua. “E così risparmi il costo del biglietto”

Stringo le labbra. Non abbiamo parlato per niente del ritorno a casa. Chissà cosa succederà una volta tornati in America… “Glielo chiederò, grazie” rispondo con un accenno di sorriso.

Improvvisamente il mio buon umore si è affievolito.

I ragazzi sembrano soddisfatti. Mi salutano poi se ne vanno.

Non appena la porta si chiude alle loro spalle, mi lascio sfuggire un sospiro.

Torno a sedermi sul divano, in attesa che William termini la sua doccia.

Mi sa tanto che dovremo parlare…


***


Quindici minuti dopo sono ancora seduta sul divano ad aspettare William.

Ma quanto cavolo di tempo ci mette per farsi una doccia?

Non so più che fare.

All’inizio me ne sono stata tranquilla per i fatti miei poi, man mano che passava il tempo, ho iniziato ad esplorare la stanza. Ci manca solo che frughi nelle custodie degli strumenti e poi ho fatto di tutto.

E’ peggio di una donna, quando deve prepararsi! Incredibile!

Mi alzo con uno scatto dal divano ed inizio a camminare avanti e indietro. Il mio sguardo è fisso su quella benedetta porta che non accenna ad aprirsi.

Che starà facendo lì dentro?

Conto fino a tre poi decido che entro.

Senza fare rumore apro la porta e infilo dentro la testa. Vengo investita da una nube di vapore neanche fossi entrata in un bagno turco!

Apro ancora un po’ la porta ed entro del tutto.

"Twenty-twenty-twenty four hours to go I wanna be sedated

Nothin' to do and no where to go-o-oh I wanna be sedated

Just get me to the airport put me on a plane

Hurry hurry hurry before I go insane

I can't control my fingers I can't control my brain

Oh no no no no no"

Trattengo un sorriso. Eccolo lì che canta sotto la doccia! E i Ramones per di più. Dev’essere particolarmente felice per scomodare il suo gruppo preferito.

Lentamente inizio ad avanzare verso il box doccia.

"Twenty-twenty-twenty four hours to go....

Just put me in a wheelchair and put me on a plane

Hurry hurry hurry before I go insane

I can't control my fingers I can't control my brain

Oh no no no no no"

Arrivo al lavandino. Buttate lì alla rinfusa ci sono quattro o cinque bustine di Sweet ‘n’ Low e una bottiglietta d’acqua ossigenata. Ora inizio a capire come ha impiegato il suo tempo...

Alzo gli occhi e mi guardo attraverso lo specchio, ma la mia immagine è difficile da distinguere dato che è completamente appannato.

"Twenty-twenty-twenty four hours to go I wanna be sedated

Nothin' to do and no where to go-o-o I wanna be sedated

Just put me in a wheelchair get me to the show

Hurry hurry hurry before I gotta go

I can't control my fingers I can't control my toes

Oh no no no no no"

William continua a cantare.

Non sa che sta consumando una quantità tale d’acqua da prosciugare un oceano?!

Lentamente, e senza che io riesca a fermarle, le mie mani volano al fianco destro del mio vestito, là proprio dove c’è la chiusura lampo. La aprono e fanno scivolare le spalline lasciandomi alla fine nel completo intimo comprato da Victoria’s Secrets apposta per William.

Sembra che sia destino che non me lo veda addosso…

Slaccio il gancetto del reggiseno poi lo lascio cadere a terra, sopra il vestito. Mi sfilo le scarpe col tacco e libero i capelli dalla pseudo acconciatura che mi sono fatta in albergo prima di uscire.

Un ultimo sguardo nello specchio, poi porto le mani ai fianchi e sfilo anche le mutandine.

Ecco fatto, sono pronta.

Spero sia una bella sorpresa.

"Twenty-twenty-twenty four hours to go...

Just put me in a wheelchair...

Ba-ba-bamp-ba ba-ba-ba-bamp-ba I wanna be sedated

Ba-ba-bamp-ba ba-ba-ba-bamp-ba I wanna be sedated

Ba-ba-bamp-ba ba-ba-ba-bamp-ba I wanna be sedated

Ba-ba-bamp-ba ba-ba-ba-bamp-ba I wanna--"

Tirò indietro la tenda della doccia. William urla e salta voltandosi, rischiando però quasi di scivolare e battere la testa.

Hei, straniero, c’è spazio per un altro lì dentro?” gli chiedo con un sorrisetto.

Per l’inferno maledetto, Buffy! Che diavolo ci fai--“ Si toglie il sapone che gli è colato sugli occhi e solo allora si accorge del fatto che sono completamente nuda. In un secondo capisce le mie intenzioni e si ammutolisce. Poi arriccia la lingua dietri i denti e mi guarda dal basso verso l’alto.

Penso che un posticino per te ci sia” dice poi con un tono talmente sexy che mi fa tremare le ginocchia.

Ma non posso cedere. Al momento ho il ruolo del comando e non ho intenzione di tirarmi indietro, quindi entro nella doccia e mi chiudo la tenda alle spalle, poi mi stringo contro di lui. Le nostre labbra si incontrano ed iniziamo a baciarci febbrilmente.

Dopo qualche minuto, quando ormai credo di star per morire d’asfissia, mi stacco.

Mi è piaciuta la tua canzone” gli dico, labbra contro labbra. “E non parlo di quella che stavi cantando adesso” preciso. “Parlava di qualcuno che conosco?”

Lui fa finta di pensarci su. “Sì, credo tu possa conoscerla…è una bella biondina, alta più o meno così” mi spiega portando una mano all’altezza della mia testa poi la sua bocca si attacca al mio collo.

Per qualche secondo mi godo i suoi baci, poi mi allontano di scatto. “Non farmi un altro succhiotto” lo ammonisco puntandogli un dito contro.

Lui ridacchia poi mi bacia il dito. “Come vuole, signora” acconsente. “Tua perdita comunque” commenta stringendosi nelle spalle.

Lo so, lo so. Oh, eccome se lo so. Quasi quasi mi vien voglia di dirgli di fare quello che vuole…ma poi con che faccia vado in giro con due succhiotti? Imbarazzate all’ennesima potenza!

Beh, ci sono altre cose che potremmo fare” gli dico e la mia mano si allunga birichina verso la sua eccitazione.

E adesso è lui quello ansimante contro la mia spalla.

Gli bacio una guancia e sorrido. Poi mi lascio cadere in ginocchio. “Oh, dimenticavo” dico guardandolo dal basso. “Grazie per la canzone” E finalmente pongo fine al suo tormento.

O è solo l’inizio?



Capitolo 26


Apro gli occhi e guardo il soffitto.


È strano come mi sia bastata una settimana per imparare a memoria gli intrecci decorativi del soffitto di questa stanza, quando non riesco a ricordare i miei turni di lavoro nonostante non cambino da quasi tre anni.


Si vede che certe cose preferisco rimuoverle.


Sei sveglia?”


William mi coglie di sorpresa. Non pensavo fosse sveglio.


Si vede che anche lui è preoccupato per la partenza.


Mi volto dalla sua parte. E mi sorprendo di nuovo della facilità con cui mi sono abituata a dividere il letto con qualcuno. La sua parte, la mia parte. Che succederà una volta a casa? Ieri sera abbiamo fatto di tutto tranne che parlare.


Buongiorno” mormoro accennando un sorriso.


I suoi occhi sono così blu persino appena sveglio che mi tolgono il fiato.


Buongiorno a te, amore” mi dice e il mio cuore perde un battito.


Allungo una mano e gli allontano qualche ciocca ribelle che gli è caduta sulla fronte, poi gliela appoggio sulla guancia e mi avvicino per baciarlo. Un bacio breve, leggero, a fior di labbra.


Lui sospira quando mi allontano. “Bel modo per cominciare la giornata”


Già” mormoro io.


Ma ne conosco uno migliore”


Oh, no, no” gli dico scoppiando a ridere e allontanandomi quando tenta di afferrarmi. “Devo ancora preparare le valigie e se facciamo quello che pensi tu non riuscirò mai ad essere pronta in tempo”


Lo guardo dall'altro capo del letto dove mi sono rifugiata. Ha messo il broncio e sta facendo quel suo sguardo triste da cucciolo nella speranza di commuovermi.


Dai, su, non fare così”


Ma dai, amore. Ho voglia di te” mi dice allungandosi e prendendomi una mano. Poi però, prima che riesca a portarla sotto il lenzuolo, la libero.


Geme e alza gli occhi al cielo. “Andiamo!”


Ho detto di no”


Sarà una cosa veloce”


Lo guardo alzando un sopracciglio. “Con te non è mai una cosa veloce ” Grazie al cielo, devo aggiungere.


Te lo giuro!” esclama. “Cinque minuti ed è tutto finito”


Non riesco a trattenere un sorriso.


William nota il mio cedimento e si avvicina, muovendosi carponi sul letto. Il mio respiro diventa affannoso solo a vederlo avanzare in quel modo così sexy. Ma che diavolo mi fa quest'uomo?


Si china su di me e mi bacia.


Capitolo immediatamente.


Solo cinque minuti” gli ricordo mentre mi fa sdraiare.


Promesso”


***


Un'ora dopo riesco a nascondermi nella doccia.


William non mi ha seguito solo perché il suo cellulare ha squillato tempestivamente. Il suo agente, credo. Non è importante. L'importante è che riesca a prepararmi in tempo.


Un quarto d'ora dopo esco dal bagno con i capelli avvolti in un asciugamano e un accappatoio addosso.


Come mi vede, William si alza e mi viene vicino.


Lo blocco posandogli un dito contro il torace. “Assolutamente no. Non pensarci neppure”


Di nuovo il broncio. “Andiamo, amore, non avevamo finito. Maledetto cellulare” borbotta. “E poi sei tutta pulita e profumata…” mormora infilando il viso nell'incavo del mio collo.


Non trattengo un brivido, ma mi allontano lo stesso.


Appunto. Sono pulita e profumata. Non ho nessuna intenzione di sporcarmi di nuovo”


Ma poi potremmo lavarci insieme” mi propone arricciando la lingua contro i denti. “Prima ci sporchiamo e poi ci ripuliamo”


Idea allettante se non fosse che devo fare la valigia” gli ricordo allontanandomi ancora un po'. Il mio corpo traditore stava già per cedere. Cavolo, lo sa che quando fa quella cosa con la lingua mi fa venire i bollori!


Sbuffa. “Okay. Fai la tua benedetta valigia. Io mi faccio una doccia” borbotta andando verso il bagno.


Fredda” gli urlo dietro.


Spiritosa!”


Scoppio a ridere e lui chiude la porta.


Sospiro. Meglio iniziare a darsi una sistemata.


***


Quando William riemerge dal bagno sono vestita e ho appena finito di asciugarmi i capelli.


Prendo la valigia vuota e la appoggio sul letto. Lui intanto si sta vestendo.


Mi stai tenendo il muso?”, gli domando mentre inizio a raccogliere le mie cose sparse per la stanza.


Assolutamente no” borbotta lui infilandosi la maglietta.


Bene” dico trattenendo un sorriso.


Bene” ripete lui sedendosi sul letto e accendendo la tv.


Mi avvicino a lui e gli siedo in grembo. “Me lo dai un bacio?”


Adesso non ne ho voglia” mi dice fingendosi molto interessato a quello che sta guardando.


Va bene. Ho capito” Faccio per alzarmi, ma lui mi trattiene per i fianchi.


No, invece! Vieni qui” Mi attira contro di sé e mi bacia.


Posso solo dire wow!


Mi allontano per riprendere fiato. “Pace fatta?” gli dico appoggiata contro la sua fronte.


Pace fatta” conferma rubandomi ancora un bacio. Cerca di girarmi per farmi sdraiare sul letto ma sono più veloce e gli sfuggo dalle braccia.


Devo finire la valigia” gli dico una volta fuori della sua portata.


William sospira poi annuisce tornando a guardare la tv.


Tu non prepari i bagagli?”


William mi lancia un'occhiata poi si alza. “Non te l'ho detto, ma io non parto oggi”


Cosa?! Lascio cadere la maglia che stavo mettendo in valigia sul letto. “Non torni a Los Angeles?”


Lui scuote la testa. “No. Londra è solo la prima tappa. Saremo in tour per l'Europa”


Ma le ragazze mi hanno detto…”


Le ragazze non vengono con noi”


Ah, ecco. “Devo aver capito male” mormoro riprendendo la maglia. La ripiego e la metto in valigia.


Senti, mi dispiace, avrei dovuto dirtelo prima ma pensavo…”


Lo blocco. “Non preoccuparti. Non è che mi devi rendere conto di tutto quello che fai” Continuo a sistemare la valigia.


Non dire così, Buffy” Mi si avvicina e mi fa alzare il viso. “Non sono entusiasta di questo tour, ma devo farlo. È tutto pronto a questo punto. Ne ho parlato al mio agente, ma non si può annullare”


Annuisco, anche se dentro mi sento male. Separarmi da William proprio ora, dopo tutto quello che c'è stato fra noi, dopo questi giorni di paradiso, mi sembra una catastrofe. “E poi? Dopo il tour?” gli domando in tono pacato.


Dipende da te. Da cosa vuoi fare. Potremmo rivederci a Los Angeles. Fra un mese”


Un mese? Ci vorrà così tanto?”


Sì, lo so. E non è che non voglio che tu venga, ma non sarebbe giusto. Non avrò tempo, staresti quasi sempre da sola e poi hai il tuo lavoro e Dawn…”


Ottimi motivi. Esito. “Ma quando avrai finito? Che cosa farai?”


William sorride. “Potrei prendermi qualche mese di vacanza. O qualche anno”


Hai in mente una destinazione precisa?” domando dirigendomi verso il bagno per prendere le mie cose.


Magari qualche posto caldo. Non so ancora…” Piega la testa da una parte e mi osserva, mentre torno con il mio carico. “E tu che farai?”


Tornerò a Sunnydale, che altro potrei fare?” Per un attimo restiamo entrambi in silenzio. “Ci rivedremo sul serio, vero?” Lo so che sembro debole e smarrita, però non posso farci niente.


William mi si avvicina e mi prende le cose dalle mani per poi lanciarle nella valigia. “Non devi preoccuparti. Vai pure dove vuoi. Questa volta ti ritroverò” mi dice prendendomi il viso tra le mani.


Mi viene da piangere. Annuisco, poi mi libero dalla sua stretta.


Mentre finisco la valigia, gli chiedo: “Quando parti?”


Domani mattina”


Oh…” commento chiudendo la valigia e iniziando a infilarmi la giacca.


Buffy…”


William si avvicina.


Io cerco di tirare su la lampo della giacca. Lui fa per aiutarmi.


Ecco fatto” dico.


Bene”


Mi guardo intorno. Guardo ogni cosa tranne William. “Bene, ora è meglio che vada. Vieni giù?”


Certo” Lui mi tiene aperta la porta. “Vuoi che ti porti la valigia?”


Scuoto la testa. “Ce la faccio” In fondo al corridoio le porte dell'ascensore si stanno aprendo. Mi metto a correre e William mi segue.


Ci infiliamo nella cabina già piena. Mentre scendiamo, restiamo in silenzio.


Nella hall c'è un gran trambusto. È giorno di partenza un po' per tutti. È tutto un via vai di fattorini carichi di valigie, mi gira la testa. Tutto si sta muovendo troppo in fretta. Mi sembra che nella clessidra della mia vita stiano per scorrere gli ultimi granelli di sabbia.


E mi raccomando, se scopro che hai anche solo guardato un'altra ragazza ti strappo gli occhi con le mie mani!”


Mi giro ad occhi sgranati e vedo Xander e Anya in un angolo, circondati da valigie. Evidentemente neanche Anya è entusiasta della partenza...


Rimango ad osservare la coppia, mentre William si allontana alla ricerca di un fattorino che si occupi della mia valigia.


Non devi neanche pensarla una cosa del genere, An” le sta dicendo Xander accarezzandole il viso. “Io ti amo e tu torni a casa per organizzare il nostro matrimonio, come potrei guardare un'altra donna?”


Anya sorride estasiata, poi gli getta le braccia al collo e lo attira a sé per baciarlo. “Ti amo anch'io, Xan”


Sono una coppia molto dolce, una volta che hai imparato a conoscerli” commenta William apparendomi accanto.


Annuisco distogliendo gli occhi e tornando a guardarlo. “Sistemato tutto?”


Sì” Prende fiato. “Senti, Buffy, io…”


Salve, ragazzi. Tutto pronto per la partenza?” domanda Willow apparendoci davanti.


Oz è al suo fianco che le tiene un braccio attorno alle spalle.


William sospira e si volta verso i nuovi arrivati.


Tutto a posto, grazie” rispondo io.


Perfetto. Allora andiamo a chiamare un taxi per l'aeroporto. Ci vediamo dopo” E sempre abbracciati si allontanano.


Non passiamo neanche un secondo soli che ecco apparire Angel e Cordelia, o meglio Cordelia seguita da un Angel borbottante che trascina una valigia dall'aria pesantissima.


Mi spieghi perché diavolo questa non potevano portarla i fattorini?”


Ci sono cose preziose lì dentro, preferisco portarla personalmente” gli risponde lei, poi ci nota e sorridendo ci viene incontro.


Personalmente” borbotta ancora Angel a bassa voce con una specie di grugnito.


Trattengo un sorriso, quando vedo Cordy alzare gli occhi al cielo, segno che l'ha sentito lo stesso nonostante il tono basso.


Ignoratelo” ci dice facendo un cenno con la mano. “Allora, come va? Tutto okay?”


Annuiamo.


Nel frattempo Willow e Oz ci raggiungono così come Xander e Anya.


Chiacchieriamo del più e del meno per qualche minuto fino a quando un fattorino ci avvisa che il taxi è arrivato.


Ci abbracciamo e salutiamo. Incredibile quanto in una settimana mi sia affezionata a questo gruppo di completi sconosciuti. È una cosa che non avrei mai immaginato quando sono partita.


Poi le coppie si allontanano per un ultimo saluto, più privato.


William ed io ci dirigiamo verso l'uscita dell'albergo, poi ci fermiamo appena fuori.


E così…” dico.


E così…” ripete lui dondolandosi sui talloni, le mani nelle tasche dei jeans. “Hai tutti i miei numeri? Ti chiamerò. Tutti i giorni. E tu sai che puoi chiamarmi in qualsiasi momento, vero?”


Sì”


Sarò da te a Sunnydale tra meno di un mese. Te lo prometto”


Le ragazze iniziano a salire sul taxi.


Pronta, Buffy?” mi chiama Cordelia quando anche lei è a bordo.


Io la guardo, poi mi volto verso William e faccio quello che devo fare prima che il mio cervello si metta in mezzo. Lo afferro per la maglia e lo tiro verso di me…


Vengo con te” “Vieni con me”


Ci mettiamo a ridere e ci occorre qualche istante per riprenderci. Poi parliamo di nuovo, e ancora una volta lo facciamo contemporaneamente.


Non volevo impormi” “Non volevo chiedertelo”


William mi abbraccia forte, quindi si ritrae. “Prendiamo la tua valigia” dice.


Chiamiamo l'autista del taxi e lui tira fuori la mia valigia dal vano portabagagli. Nel frattempo William si è chinato all'interno dell'abitacolo ed ha avvertito del mio cambio di programma.


Come prevedibile, Cordelia sbuca dal taxi. “Lo sapevo. Lo sapevo ” commenta battendo le mani, soddisfatta.


Grazie di tutto, Cordy” dico, abbracciandola e dandole un bacio sulla guancia. “Sei stata grande”


Stellare” aggiunge William, abbracciandola a sua volta.


Era il minimo che potessi fare, con voi due testoni” risponde Cordelia con un sorriso.


Spero che ci rivedremo presto” gli dico.


Lei fa una smorfia. “Mi sarebbe piaciuto continuare questo tour, ma abbiamo lasciato Connor per troppo tempo in mano alla tata” mi spiega. “E poi mi manca da morire. In ogni caso ci rivedremo al più presto per un altro giro di shopping. Rodeo Drive ci aspetta!” aggiunge facendomi l'occhiolino.


Oddio! Strabuzzo gli occhi, ma le sorrido lo stesso sperando che non se ne accorga. Ormai lo shopping con Cordelia mi fa più paura di un appuntamento dal dentista!


Ora è meglio che andiamo, altrimenti perderemo il volo” Fa per entrare di nuovo nel taxi, quando si ferma e ci punta un dito contro. “Voi due, divertitevi anche per me. E non dimenticatevi che dovete dare il mio nome al vostro primo figlio. Alla fin fine è stato lo champagne a farvi mettere insieme. Ne sono sicura”


William ed io ci guardiamo. “Di che stai parlando?”


Cordelia corruga la fronte. “Non vi è arrivata una bottiglia di champagne con il servizio in camera?”


Ora ho capito! Annuisco, sorridendo. Credo che abbia capito anche William dato che sta sorridendo a sua volta.


Ci divertiremo, grazie. Non preoccuparti” le dice, infatti, passandomi un braccio attorno alla vita e stringendomi al suo fianco.


Gli occhi di Cordelia brillano ancora una volta di soddisfazione, poi s'infila nel taxi. Subito dopo sono in partenza per l'aeroporto.


William ed io rimaniamo a guardare il taxi allontanarsi insieme con i restanti componenti del gruppo.


Trascorre qualche minuto prima che io guardi William.


Allora che facciamo?”


Lui sorride. “Allora, dopo Londra c'è Parigi, poi Barcellona, Berlino e infine Roma. Che te ne pare?”


Lo guardo a bocca aperta. “Wow! Ho sempre sognato di andare a Parigi…e Roma! Non posso crederci!” Saltello entusiasta. “Però niente più karaoke bar” gli dico fermandomi e passandogli le mani attorno al collo.


Assolutamente”


E dovrò avvertire Dawn”


Mi sembra il minimo”


E il mio capo”


William annuisce.


E poi bisogna parlare di più”


Già, bisogna assolutamente parlare di più. Fra le altre cose, naturalmente” specifica lui posandomi le mani sui fianchi.


Naturalmente” Mi metto a ridere.


Senti. Quella bottiglia di champagne, quella che, a questo punto, ci ha mandato Cordelia…”


Sì?”


E' ancora su, vero?”


Annuisco.


E' ancora chiusa, vero?”


Sì, non sapevamo se fosse nos-“ Finalmente capisco. Gli prendo la mano e lo trascino in albergo. “Non per molto” dico con un enorme sorriso. “Non per molto”




.:Fine:.