PREZZEMOLO E PEPERONCINO

 

AUTRICE:FLO

“Venticinque secondi per andare in onda!”
Buffy preferì ignorare la voce dell’alto parlante e anche l’addetta al trucco che le pennellava le guance di fard, e rivolse tutta la sua attenzione ad Anya. “Credi che non ci abbia provato?”
Anya studiò il promemoria e schioccò le dita per richiamare dall’inattività un paio di operatori della troupe che gironzolavano lì attorno con le mani in mano. “Lo so, tesoro, la verità fa male”
“Ma io ci ho provato. Ci ho provato davvero!”
Anya inarcò un sopracciglio sospettoso. “Hai messo qualche annuncio?”
“Venti secondi!”
Buffy tenne gli occhi fissi in quelli dell’amica. “Solo una pazza disperata si affiderebbe agli annunci personali per trovare un uomo, ma ti posso assicurare che ho provato qualsiasi soluzione alternativa: bar per single, Internet, il supermercato alle sette di sera, il parco la domenica pomeriggio… praticamente ho trasformato la caccia all’appuntamento in uno sport da olimpiadi. Senza risultati” Dio, com’era frustrante dover ammettere un fallimento su tutta la linea. E Buffy odiava anche solo la parola fallimento. Forse dipendeva dal fatto che tutti I suoi amici e conoscenti avevano qualcuno da cui tornare a casa la sera. Lei, invece, no.
“Quindici secondi!”
Anya scosse la testa. “Ho visto come ti comporti agli aperitivi di lavoro e alle piccole occasioni mondane”
“E allora?”
“E allora voglio dire che passi il tempo ad ingozzarti al buffet anziché a socializzare con I pochi bocconcini non in coppia ancora in circolazione”
D’accordo, le piaceva mangiare. E tanto, anche. Era il suo lavoro. “I bocconcini di cui parli tu non sono interessati che ad una sola cosa” Buffy stirò le labbra in un sorriso per permettere alla truccatrice di passarle il rossetto.
“Ma anche tu lo sei” la rimbeccò Anya. “Perché noi qui stiamo parlando di trovare qualcuno con cui fare del sano sesso, no?”
Buffy per poco non inghiottì la lingua, e la truccatrice si lasciò sfuggire una risatina.
“Dieci!”
“Più… più o meno” La verità era che lei voleva molto, molto di più di quel sano sesso di cui parlava la sua amica.
Certo, anche il caro, vecchio, sano sesso avrebbe fatto la sua parte, ma per quanto fosse imbarazzante ammetterlo, almeno per una donna in carriera come lei, il vero traguardo restava il classico pacchetto marito, cane, station wagon, staccionata bianca e due/quattro bambini. E che diamine, aveva pure il diritto di addormentarsi la sera al tepore di due braccia forti e protettive! E allora? Perché accontentarsi di un po’ di sano, sparodico sesso quando si poteva avere tutto?
“Non è il sesso che vuoi?” Anya sembrava interdetta. “Ma se sono secoli che non…”
“Ehi! Sono due anni” puntualizzò Buffy.
“Appunto, secoli” la rimproverò Anya. “Tesoro, un corpo come il tuo è fatto per il sesso, sesso bollente, gioioso, senza freni, e molto, molto lascivo”
Buffy si aggiustò l’orlo del severo tailleur che indossava.
“Hai provato a frequentare la lavanderia? Magari alle otto di sera, che è l’orario di punta”
“Cosa c’entra adesso la lavanderia?”
“Hai parlato del supermercato… tutti sanno che la lavanderia è un must del rimorchio”
“Meno cinque, quattro, tre…”
“Ne ho piene le scatole di darmi da fare” annunciò Buffy.
“Tu prendi le cose troppo seriamente, e non mi riferisco solo alla ricerca di un uomo” continuò Anya implacabile, anche se con una dolce espressione di sincero rincrescimento dipinta sul viso.
“Forse sono troppo rigida” concesse Buffy “ma sono stanca lo stesso”
“La troupe fuori dal set!”
Tecnici e operatori si allontanarono all’istante, tutti tranne l’insistente assistente di Buffy. “Non puoi arrenderti così, non parli sul serio!”
”Sì che posso” ribatté lei mentre anche Anya lasciava il set, un nanosecondo prima che la luce rossa della telecamera si accendesse. “Lo penso davvero, basta con gli uomini. Basta, basta, basta!”
La telecamera puntata su di se, Buffy prese coscienza di quello che era successo: aveva appena annunciato in diretta TV la sua solenne e definitiva rinuncia agli uomini.
Oh, Dio!
Con la cosa dell’occhio vide Anya che scuoteva la testa in una silenziosa risata. Divertente, divertente davvero, ma Buffy Summers, ex reginetta di maggio e cheerleader di punta del liceo cittadino, non era arrivata fin lì solo per sottoporsi al pubblico ludibrio via etere.
Da brava professionista qual era e in qualità di conduttrice del programma di cucina Prezzemolo e peperoncino, Buffy sorrise come se niente fosse all’obiettivo. “Sono riuscita a richiamare la vostra attenzione, ragazzi?” Si schiarì la gola e tirò dritto con la determinazione di sempre. “Ben ritrovati alla puntata di oggi!”
Lontana dal raggio di azione della telecamera, ma compresa nel campo visivo di Buffy, Anya sollevò la lavagnetta del suo promemoria, mostrando una grande a caratteri cubitali: Ogni donna ha bisogno di orgasmi regolari!
Buffy batté impercettibilmente le palpebre. “L’argomento di oggi è…”
Vide Anya scribacchiare freneticamente, e poi vide anche cosa scriveva: Non vale aiutarsi con I gingilli a pile!
Buffy soffocò la propria reazione dietro un sorriso di cemento. “L’argomento di oggi è…”
Un orgasmo ogni cinque anni?
“… come preparare una crostata al limone da urlo!”
E dalla crostata in poi, si rifiutò di concedere anche un solo grammo della sua attenzione ad Anya.


In qualche modo Buffy riuscì ad arrivare alla fine dello show, nonostante Anya e I suoi osceni suggerimenti. Aveva variato la ricetta della crostata al limone in modo creativo e interessante – o almeno sperava che il suo pubblico l’avesse trovata creativa e interessante. Di sicuro era buonissima.
Lei lo sapeva bene, avendone arraffati tre pezzi alla fine delle riprese da portare a casa. Aveva rinunciato per sempre agli uomini quindi perché preoccuparsi ancora per qualche chiletto in più!
Inoltre il fatto di aver rinunciato pubblicamente ai sogni matrimoniali aveva altri vantaggi, e Buffy lo scoprì a sue spese quella sera stessa. Non sarebbe potuta restare da sola nemmeno se lo avesse voluto, visto che tutte le persone che conosceva avevano deciso di chiamarla per dirle chiaro e tondo cosa pensavano della sua dichiarazione di intenti.
Isterica fu la qualifica più carina che ricevette dai suoi amici.
Poi sua sorella. “Complimenti!” era stato il commento di Dawn. “Se continui così riuscirai a rovinare tutte le possibilità di una relazione”
Come se ne avesse anche solo una, di possibilità all’orizzonte.
Ma il peggio doveva ancora venire, dietro le sembianze amorevoli della voce di sua madre, che dall’altra parte della cornetta la salutò dicendo: “Come hai potuto farlo?”
“Mamma! Hai guardato il programma?”
“Ma certo. Lo guardo sempre”
Era una sorpresa così dolce che Buffy non riuscì a trattenere una sorriso commosso.
“Bé… diciamo che lo guardo durante le pubblicità del Cordelia Chase Trash Talk Show” aggiunse sua madre.
Cordelia Chase e il suo talk show-spazzatura? Fantastico, persino la sua famiglia preferiva la concorrenza! “Gesù, grazie tante, mamma!”
“Non cambiare argomento, signorina. Cos’è questa sciocchezza che avresti chiuso con gli uomini? Io voglio dei nipotini, Buffy”
“Mamma…”
“Tua sorella sì che ha fatto il suo dovere: si è innamorata, come ogni ragazza perbene dovrebbe fare. Perché non puoi farlo anche tu?”
A mali estremi, estremi rimedi. “Ti devo lasciare, mamma. Stanno suonando alla porta” buttò lì Buffy tutto d’un fiato, riagganciando senza dare il tempo a sua madre di protestare.


Quando Buffy arrivò allo studio la mattina dopo, trovò tutta la troupe di Prezzemolo e peperoncino assiepata in un angolo del parcheggio. L’atteggiamento era insolitamente solenne.
“Ehi, ragazzi, sorridete. Non mi sembra il caso di fare quei musi solo perché ho rinunciato agli uomini”
“Per questa volta gli uomini dovranno accontentarsi della piazza d’onore” la informò Anya.
“Davvero?” Buffy studiò rapidamente I visi dei colleghi. “Dev’essere grave allora”
“Lo share è crollato” le disse Andrew, il cameraman dello show. “A terra… KO!”
“Ma come è possibile?” obiettò Buffy ripensando a tutte le telefonate che aveva ricevuto la sera prima. “Tutti quelli che conosco lo hanno guardato”
“Intendi dire quei due o tre gatti?” le domandò ironicamente Andrew.
“Ehi! Io conosco più di tre persone!”
Willow, la consulente culinaria, le strinse forte le mani. “Tesoro, lascia perdere, fare nuove amicizie è il minore dei tuoi problemi adesso. Qui si è sparsa la voce che cadranno delle teste, se capisci quello che voglio dire. Oggi!”
“E’ pressoché certo, Buffy” convenne Andrew. “Stiamo navigando in pessime acque” concluse perentorio.
Buffy non sprecò neanche un solo istante a chiedersi perché, come sempre, tutti sapessero le cose prima di lei. Era un dato di fatto, imperscrutabile come le leggi del gossip. “Almeno adesso capiranno perché non avrebbero mai dovuto metterci in onda nella stessa fascia oraria del Cordelia Chase Show” commentò tra il serio e lo spiritoso. “La puntata di ieri si intitolava: Come mio fratello ha sposato mia sorella e ne è uscito vivo. Ma si aspettavano veramente che una crostata al limone avrebbe battuto una cosa del genere?!”
“Aspetta di sentire l’argomento di oggi” rincarò Anya. “Il valore dei film porno nel tran tran matrimoniale. Pensi che possiamo tirar fuori una ricetta più succulenta?”
Un rombo proveniente da qualche punto imprecisato dietro di loro coprì la risposta di Buffy. Strano, il cielo era di un blu immacolato…
Fu proprio in quel momento che l’Harley entrò nel campo visivo della troupe. Il centauro, di pelle vestito, spense il motore e parcheggiò il potente mezzo poco distante da loro.
Dopo un breve istante di silenzio, Jonathan, lo scenografo, riportò l’attenzione degli altri sul problema in discussione. “Forse dovremmo cambiare il tono dello show” propose accompagnando l’idea con I gesti frenetici che gli erano tipici. “Non so, magari potremmo tentare qualcosa di più… avventuroso”
“Non se ne parla nemmeno” tagliò corto Buffy. “La gente si aspetta un serio programma di cucina da noi” E poi a lei piaceva la serietà. Lei era seria.
“E dai!” riprovò Andrew, perorando la causa di Jonathan. “Secondo me, potrebbe funzionare: Prezzemolo e peperoncino incontra lo stile new age. Sottotitolo: cucinate nudi insieme a noi.”.
Fece una risatina all’indirizzo di Anya che, per tutta risposta, alzò gli occhi al cielo.
“L’importante è che tu non ti metta a friggere del bacon senza vestiti” rincarò Jonathan. “Sai… gli schizzi…”
“Il tono non c’entra assolutamente niente” protestò Buffy. “La colpa è tutta dei produttori dello show, che ci obbligano a mandare in video quelle stupide ricette elaborate e pompa-colesterolo della nouvelle cuisine. Tre morsi di quella roba e la gente si ritrova con tre chili di troppo e la pancia ancora vuota! Ve lo dico io, quello che gli spettatori cercano è una cucina veloce e semplice, e possibilmente a basso contenuto calorico”
Buffy ne era sempre stata convinta, e proprio non riusciva a capire perché I produttori non volessero sentir ragione su questo fatto. Probabilmente ci sarebbero arrivati quando lo share dello show fosse colato completamente a picco.
“Vi siete accorti che il signor Giles non si è ancora visto?” intervenne Anya abbassando il tono di voce per non farsi sentire da orecchie indiscrete. “Ieri in studio dicevano che in caso di tagli, lui sarebbe stato il primo a cadere. E infatti… zac!”
Una specie di rantolo terrorizzato si levò dal gruppo in ascolto.
“Si parlava anche di un nuovo produttore…”
“E chi?” chiesero tutti a una voce.
“William Knight”
Tutti quanti tranne Buffy – che non lo aveva mai nemmeno sentito nominare – reagirono con un gemito di scoraggiamento.
“Ho sentito dire che è tremendo” azzardò Willow.
“Io ho sentito dire che è favoloso” commentò Jonathan con un sorrisetto, facendosi aria con il programma della mattina.
“Sarà anche favoloso, ma pure io ho sentito dire che è spietato” intervenne Andrew. “Quello è uno che licenzia, non so se mi spiego.”.
“Si tratta di uno specialista” spiegò Anya a Buffy, vedendo che brancolava ancora nel buio. “uno che viene chiamato per risollevare le situazioni disperate. Di solito, quando approda a uno show che non fa più audience, licenzia un paio di persone, rimescola le carte e ricomincia tutto da zero”
“Già, già” convenne Jonathan. “William Knight è un vero duro”
“Dì pure il sacro terrore di tutte le troupe nei guai” rincarò Anya. “E a quanto pare, il nuovo produttore sta venendo qui a prendersi cura di noi!”
“Esatto”
L’ultima voce che aveva parlato – una voce molto, molto virile – proveniva da dietro il gruppetto di cospiratori, e non appena I presenti si voltarono, videro anche chi aveva parlato: il centauro della Harley.
A guardarlo così, alto, grande, determinato, e tutto coperto di rude e minacciosa pelle, sembrava uno strapazzatore di troupe di professione. I capelli, innaturalmente biondi e increspati dal vento, erano tagliati corti, e un piccolo diamante gli brillava al lobo. I suoi occhiali scuri da motociclista riflettevano in faccia a Buffy e ai suoi colleghi tutte le loro domande senza risposta. Sotto la cerniera aperta del giubbotto di pelle si intravedeva una maglietta nera, infilata in un paio di pantaloni, manco a dirlo, in pelle nera. Come uomo, come produttore – il loro nuovo produttore! – quell’essere grande e nero aveva un aspetto decisamente pericoloso.
Buffy non poteva certo parlare a nome di tutti, ma a lei personalmente quello sconosciuto comunicava una strana sensazione giù in fondo allo stomaco, probabilmente la stessa sensazione che avrebbe provato su una zattera in balia delle onde in mezzo all’oceano.
Di fronte al silenzio che sembrava essersi impadronito di tutta la troupe, Mister Harley Davidson sventolò una mano davanti a sé. “Ehi! C’è qualcuno sveglio qui?”
Tutti tranne Buffy abbozzarono qualche passo incerto indietro, allontanandosi a quella che ritenevano una distanza di sicurezza, come se non avessero mai spettegolato sul nuovo produttore fino a due secondi prima.
Buffy, contrariamente alle sue intenzioni, si scoprì incollata all’asfalto del parcheggio, come un daino accecato dagli abbaglianti di una macchina.
Per quanto si sforzasse non riusciva nemmeno a scollare lo sguardo da quella visione di pelle e forza che troneggiava davanti a lei. Tutto nell’uomo lì di fronte sembrava esprimere sicurezza, potere e pericolo. E lei se lo stava divorando con gli occhi. Buffo, perché il look da ribelle on the road non l’aveva mai intrigata più di tanto, e invece adesso…
Davvero un tempismo perfetto, soprattutto se pensava a quello che aveva dichiarato il giorno prima in diretta TV. Non le restava che consolarsi con il mantra di Anya: Gli uomini troppo belli fanno pena a letto.
Proprio in quel momento il centauro si abbassò gli occhiali, e Buffy si ritrovò a fissare gli occhi più blu e penetranti che avesse mai visto, oltre a un viso abbronzato, vissuto… semplicemente sublime.
E senza l’ombra di un sorriso.
“Piacere, Will Knight” si presentò lui. “Il nuovo produttore” Con la testa fece un cenno in direzione di Andrew. “Non mi dispiaceva l’idea del nudo in cucina. Purtroppo però non credo che la censura la passerebbe”
Andrew sorrise ringalluzzito.
Buffy, invece, fumava. Come si permettevano tutti di fare dello spirito sulla sua pelle? “Cos’è successo al signor Giles?” si azzardò a chiedere.
“Sicura di volerlo sapere?” ribatté William.
Forse no, decise lei. Il signor Giles non era stato il migliore dei produttori possibili, urlava sempre come un matto e impartiva ordini a destra e a manca come un piccolo dittatore, ma almeno con lui non ci si doveva guardare le spalle.
Il nuovo produttore infilò gli occhiali da sole in una tasca del giubbotto. Se ne stava lì con le gambe leggermente divaricate e le mani sui fianchi, come se fosse il padrone del mondo intero.
E, in effetti, lo era. Il padrone del suo mondo, almeno.
Meglio cambiare discorso. “Potremmo parlare di qualcos’altro… ma non credo che ti interessi la cucina californiana a basso contenuto calorico. O mi sbaglio?”
“L’unica cosa che mi interessa qui sono gli indici di ascolto” La sua voce le arrivava bassa, diretta e autorevole. “Tu ne sai qualcosa di strategie per interessare il pubblico?”
”A quanto pare no” Con lo sguardo lanciò una selva di pugnali acuminati in direzione della sua troupe, che cercava di defilarsi sullo sfondo. Vermi. E anche codardi!
“In tal caso credo che avremo molto di cui discutere. Il tuo show ha seriamente bisogno di un pizzico di… pepe”
Buffy riportò la sua attenzione sul signor produttore. “Come… pepe?”
“Pensavo di provare con po’ di umorismo, tra le altre cose”
“Non sono un’attrice comica, e soprattutto non mi pagano per fare dell’umorismo”
“Oh, ma ieri ci sei riuscita benissimo! Hai fatto ridere migliaia di americani quando hai annunciato la tua ferrea volontà di rimanere zitella nei secoli dei secoli”
Buffy arrossì violentemente. “Prima hai parlato di umorismo e altre cose. Posso sapere quali altre cose?”
“Sesso”
Sentì gli occhi schizzarle fuori dalle orbite. “Prego?”
“Umorismo e sesso. È questo ciò di cui hai bisogno”
Non le capitava tanto spesso di restare senza parole, ma questa volta proprio non sapeva dire niente di originale. “Ciò di cui io ho bisogno?”
“Mi riferisco allo show, ovviamente” puntualizzò lui, senza nascondere un sorrisetto.
Il bastardo.
Diede un’occhiata all’orologio. “Ci vediamo in ufficio tra… diciamo cinque minuti?”
Sì, come se glielo stesse gentilmente chiedendo! Nossignore, quello era un ordine vero e proprio. Lasciato cadere con nonchalance, magari, ma pur sempre un ordine. “Per caso hai intenzione di licenziare anche me?”
William inarcò un sopracciglio. “Non mi piace discutere le politiche aziendali in un parcheggio”
Oh, certo che no. Ma che persona sensibile.
Era fregata. Fregata su tutta la linea.

 

CAPITOLO 2
In quello che aveva tutta l'aria di un piccolo attacco di panico, Buffy scelse di non bussare alla porta dell'ufficio di William Knight, e lasciò ricadere la mano lungo il fianco. "Oh, Dio, e cosa diavolo faccio se mi licenzia?" mormorò a mezza voce. "E va bene, Buffy se ti licenzia tu troverai un altro lavoro!" si rispose più risoluta, riportando la mano a pugno in posizione per bussare. "Male che vada, posso sempre mettermi a fare la moglie..."
"Per fare la moglie dovresti ritrattare la tua famosa rinuncia agli uomini, però" commentò una voce maschile alle sue spalle.
Lasciandosi sfuggire uno squittio sorpreso, Buffy si voltò, una mano sul petto a contenere lo shock. "Tu stavi origliando!"
"Ti riferisci alla conversazione che stavi tenendo con te stessa?"
L'imbarazzo le salì violentemente alle guance, sotto forma di rossore, impedendole di ribattere.
"Sai, il mio ufficio funziona meglio se apri la porta"
Buffy non accennò nemmeno l'ombra di un sorriso. "Stavo per bussare"
"prima o dopo esserti consultata con te stessa?"
"senti, se hai intenzione di continuare a prendermi in giro, facciamola finta subito. mi vuoi licenziare?"
"Perchè tutti voi avete così paura che io vi licenzi?" le chiese inclinando la testa di lato e fissandola perplesso.
"i miei colleghi ed io siamo preoccupati. E' per questo che loro si nascondono, non sono abituati ad avere a che fare con uno come te"
"UNo come me?"
"Tu sei diverso dal signor Giles"
"Lo spero bene"
"No, non volevo dire questo..." Già, cosa voleva dire? La risposta, la priam vagamente plausibile, le venne da una rapida osservazione dell'uomo che aveva di fronte. "Insomma, lui vestiva sempre in modo molto semplice, pantaloni e giacca di tweed. Non l'abbiamo mai visto fasciato di pelle nera"
"Guarda che anch'io indosso jeans e maglietta qualche volta" Così dicendo le passò oltre e aprì la porta dell'ufficio facendole segno di accomodarsi. "prego, tocca a te per prima."
"La prima a salire sulla ghigliottina. Quale onore!"
Lui spalancò gli occhi con palese ironia. "Sbaglio o hai appena fatto una battuta? Aspetta, prova a farne un'altra. Forse c'è ancora qualche possibilità per il programma..."
Buffy si voltò a guardarlo, l'aria affranta di chi ha appena incassato il colpo.
"prego" la invitò indicandole una sedia.
Lei si sedette sua una delle due poltroncine di fronte all'enorme scrivania, e William si accomodò a sua volta sulla poltrona lì accanto, anziché dietro la scrivania.
"Okay, tanto per cominciare, abbiamo due problemi. tre, se contiamo anche te"
Buffy sbattè le palpebre, ma evitò di fare commenti.
"per prima cosa lo show è troppo inamidato. come accennavo prima, ci serve un pò di umorismo. e poi abbiamo bisogni di sesso, Buffy"
"Potresti smettere di dirlo così?"
"Così come?" chiese con finta aria ingenua.
"Senti, noi stiamo parlando di un programma di cucina. Umorismo e..."
"Sesso?" le venne in aiuto lui. "E' questa la parola che ti crea dei problemi?"
Buffy incrociò le mani sulle ginocchia assumendo l'aria di una severa maestrina. "Nessuna delle due cose è adatta ad un programma di cucina. in ogni caso, se è questo che vogliono gli spettatori, possono sempre cambiare canale e..."
"Ma io non voglio che cambino canale!" la bloccò lui. E, in effetti, non aveva tutti i torti... "Voglio che si sintonizzino su di te e che rimangano incollati al teleschermo. Per questo ci servono sesso e senso dell'umorismo"
Buffy si alzò e si avvicinò alla finestra.
"Mi spieghi perchè ho l'impressione che per te sia un problema?"
Dandogli la schiena, lei sbuffò, poi ammise: "Perchè io non ho la più pallida idea di come fare per essere divertente o sexy. ecco, l'ho detto"
"Puoi sempre imparare"
Questa affermazione la costrinse a voltarsi e a guardarlo. "E come?"
"Bè, è proprio qui il bello. ti insegnerò io"
"Tu... mi insegnerai? Oh, Signore!" Buffy si lasciò cadere sulla poltrona più vicina, quella del capo, a dire il vero, ma William non glielo fece notare.
"Io ti darò lezioni, e ti assicuro che imparerai in pochissimo tempo" aggiunse lui con determinazione. "Mi considero un ottimo, anzi un eccellente insegnante"
Tirando indietro la test Buffy rimase a fissare il soffitto. "Fantastico sono diventata così patetica che qualcuno, per di più un uomo, si sente in dovere di aiutarmi a diventare una vera donna"
William scosse la testa, indugiando con lo sguardo sul suo corpo. "Non ho mai detto che tu non sia una vera donna, Buffy"
La sua voce era bassa, ruvida e molto sexy. Buffy rabbrividì. "Per caso ci stai provando?"
"Non ci provo mai con chi lavora per me"
Buffy trattenne una smorfia di disappunto.
"Sei disponibile ad accettare il mio aiuto, sì o no? Sei una cuoca eccezionale, hai una voce che buca lo schermo, e sotto tutti quei tendaggi che ti ostini a drappeggiarti addosso possiedi esattamente il look che questo show richiederebbe"
Lei gli rivolse un'occhiata talmente scandalizzata che William scoppiò a ridere. "Tutto quello che ti serve è una guida"
"Una guida"
"Tu devi imparare a chiedere la luna, Buffy, perchè con il fisico che ti ritrovi sarebbe un peccato mortale non farlo"
Lei aprì la bocca e la richiuse senza dire nulla.
"Prezzemolo e peperoncino deve diventare un programma brillante. lo voglio spiritoso e veloce. voglio ritmo, grinta e sorrisi che trasmettano calore. quanto a te, ti voglio spumeggiante e mi piacerebbe vederti ridere di tanto in tanto, e..."
"Ho capito, ho capito"
"E ti voglio sexy. Sexy, Buffy. Capisci di cosa sto parlando? Voglio vedere della pelle e sì, continua pure così, a sbuffare e ad alzare gli occhi al cielo, se vuoi. ma la pelle vende. quindi sarebbe carino se tu ti scoprissi un pò, e anche se imparassi a usare il linguaggio del corpo, magari quando cammini tra il forno e il frigorifero"
"Linguaggio del corpo"
"Sì, proprio così, il caro, vecchio, utilissimo linguaggio del corpo. Muovi i fianchi, di tanto in tanto. Diavolo, cammini rigida come un manico di scopa!"
Buffy scosse la testa. "E' semplicemente pazzesco. io non ancheggerò per tutto lo studio"
"Dovresti cominciare a farlo"
"E non ho nessuna intenzione di mostrare della pelle. A nessuno" Buffy sollevò il mento. "E anche nel caso in cui mi rendessi complice di questa follia.. nessuno mi crederebbe. Ho chiuso con gli uomini in diretta TV, ricordi?"
"Dovrai ritrattare"
"E come? Durante il programma cucino, non mi metto a raccontare sciocchezze sui miei fatti privati"
"Ma è proprio qui che subentra la tua guida, il tuo maestro" William sorrise compiaciuto "Ti presento il tuo nuovo partner, il co-conduttore di prezzemolo e peperoncino : me stesso. Racconterai sciocchezze a me durante lo show"
Buffy uscì dall'ufficio del capo in stato di shock, così sotto shock che si dimenticò persino di cercare Anya e Willow. Muovere i fianchi... Pelle in bella vista... linguaggio del corpo...
OH MIO DIO!
Non aveva mai sofferto di tachicardia prima, ma adesso... Aveva bisogno di aria fresca, così si diresse verso il parcheggio, dove si mise a girovagare tra le auto senza una meta precisa.
"Psst!"
Si voltò e si ritrovò di fronte tutta la troupe, che la guardava ansiosa di sapere qualcosa.
Sospirando si unì a loro. Andrew prese una tazza e Jonathan la riempì di caffè. Willow allungò una zolletta di zucchero, poi, vedendo lo sguardo abbattuto di Buffy, ne aggiunse altre due.
Tutti quanti rimasero a guardare mentre sorbiva il primo sorso di caffeina e zucchero, l'aspettativa alle stelle.
"Bé, cos'è successo?" chiese finalmente Jonathan. "Sei rimasta in quell'ufficio talmente a lungo che cominciavamo a chiederci cosa steste facendo"
"La situazione è brutta. Molto brutta"
Anya fece una smorfia. "Ti ha licenziata..."
"No. ma le cose non vanno molto meglio" Buffy prese un altro sorso di caffè, poi affrontò seriamente la curiosità della troupe. "Vuole cambiare il tono del programma. Lui vuole renderlo..."
"Come?" domandò Anya, all'unisono con gli altri.
"Divertente"
"Questo era scontato. che vuoi che sia?"
"Non solo divertente. lui vuole più..."
"Cosa?" gridò quasi Anya. "Sputa il rospo!"
"Sesso" bofonchiò Buffy nella tazza. "Cavolo, quell'aguzzino vuole che mi mette a ridere come una stupida senza cervello, e che racconti cretinate mentre cucino"
"tutto qui?" chiese Jonathan. "Non è tanto male"
"Sembra facile" convenne Andree.
"No, che non lo è! Quell'uomo vuole che io mi scopra e che muova... e che dimeni..." Buffy arrossì di botto. "Lui vuole che io mi metta a camminare in un altro modo, ecco"
"Dimenare?" Anya batté le mani sulle ginocchia e scoppiò a ridere. "Oh, Dio, questa è buona" disse alla fine cercando di trattenere le lacrime.
"Ah, sì?" Buffy era furente. "perché tu non hai ancora sentito il resto. Sarà lui a controllare che io sia sufficientemente sexy e divertente, William Knight, capisci? Lui mi darà lezioni di umorismo e di... sesso! Credi davvero che sia buona?"
"Stai scherzando?" Willow smise di ridere. "Vuoi dire che l'uomo più bello, più sexy e più tosto che sia mai passato da queste parti ti darà lezioni su come essere sexy? Oh, Signore. Oh Signore!" Si fece aria con le mani, come se fosse sul punto di perdere i sensi. "Credi che potremmo scambiarci le mansioni? A me non dispiacerebbe affatto farmi dare lezioni da lui"
"Ma come? Guarda che è sempre lo stesso uomo che fino a cinque minuti fa ti terrorizzava" le ricordò Buffy.
"Bé sì. Ma fino a cinque minuti fa stavamo parlando di lavoro. Adesso si tratterebbe di piacere" Willow sgranò gli occhi con aria entusiasta. "Stiamo parlando di un uomo semplicemente fantastico, tutto muscoli e fascino. alto, biondo, intenso... per non parlare dei suoi splendidi occhi. Se lasci perdere il lavoro per un attimo e ti concentri sulla sua faccia, ammetterai anche tu che ci troviamo di fronte al sogno proibito di qualsiasi donna sana di mente!
"Peccato che io non possa lasciar perdere il fatto che lavoro per lui"
Anya scosse la testa. "Willow ha ragione. Il fatto è che hai scelto di rinunciare agli uomini troppo in fretta. Adesso ha l'occasione di cambiare idea"
"E come?"
"Senti, quell'uomo è intelligente, e guadagna abbastanza da potersi permettere un'Harley Davidson. Giusto?"
"E allora? Ho preso una decisione e non ho intenzione di tornare indietro"
"Ho già detto che è di una bellezza semplicemente mozzafiato?"
Non poteva negarlo. "Ma io l'ho promesso a me stessa" farfugliò debolmente. "Davvero"
"Lui ti insegnerebbe tante belle cosette" intervenne Willow. "Cosa che mi fanno tremare le ginocchia solo a pensarci. Tu dici che il sesso gli piace come torturare le persone sul lavoro?"
"Il che ci riporta a noi" disse ancora Anya. "Magari, se impari a dimenare i fianchi come si deve, potresti chiedergli di darci un aumento"
"Ma certo!" esclamò entusiasta Jonathan.
"E poi se doveste diventare più che amici... bé, non dovrebbe essere un problema chiedergli se, pr caso, ha qualche amico carino da presentarmi" aggiunse Anya.
"Sì, come no!" Buffy non poteva credere alle sue stesse orecchie. "Forse invece dovrei chiedergli se è al corrente del fatto che questa troupe è completamente impazzita"
"Okay" Quella voce roca, bassa, e fin troppo familiare proveniva da un punto molto, molto vicino: proprio dietro le sue spalle. "Perchè non provi a chiedermelo?"
Cavolo. Oh, cavolo! Prendendosi mentalmente a schiaffi, Buffy si voltò a incontrare lo sguardo di William Knight.
"E' qui fuori che di solito vi ritrovate per discutere del nuovo capo?" chiese lui.
"Non ci capita tanto spesso di cambiare capo" replicò Jonathan. "Ehm... devo proprio scappare adesso" Alzando le spalle lanciò a Buffy uno sguardo di scusa, e si defilò insieme agli altri.
Sola e abbandonata, ancora una volta.
William puntò i suoi occhi chiari e pieni di promesse su di lei. "Nel caso lo volessi ancora sapere, le risposte sono sì, sì e sì"
"Prego?"
"Sì, se lo show riprende quota riceverete tutti un aumento di stipendio. Sì, ho amici carini e single per Anya, e sì, so benissimo che la mia troupe è fatta di personaggi matti da legare"
Una leggera brezza si alzò nel parcheggio scompigliando i capelli di Buffy, e una ciocca lunga e sottile le sfuggì da dietro il collo e finì a solleticarle il mento.
Con la punta delle dita, William la catturò e gliela fermò dietro l'orecchio. "Anche la risposta all'altra vostra domanda è un sì" disse in un sussurro. "Il sesso mi diverte almeno quanto torturare la mia troupe"
Buffy sentì la salva seccarsi in gola.
"Lo sguardo sul tuo viso!" esclamò lui, sempre con quel tono di voce basso e ruvido che le faceva sentire tante farfalle nello stomaco. "E' proprio questo sguardo che voglio nello show, a partire da domani. Hai un'aria scarmigliata... colorita... come se desiderassi qualcosa e non potessi più farne a meno. Come se stessi chiedendo piena soddisfazione al tuo amante"
Oh, Signore! "Non posso farlo" mormorò Buffy.
"Sì che puoi"
Essendosi già umiliata pubblicamente in diretta TV e di fronte a William, non aveva poi molto da perdere. Bloccò il tremito delle sue ginocchia e fece un passo indietro. "E va bene" Ci teneva al suo lavoro, più che a qualsiasi altra cosa. Era tutto ciò che aveva. "Ti darò una mano a salvare lo show"
"Perfetto. Se non è chiedere troppo, come pensi di aiutarmi?"
"S...sorriderò"
"Per quanto sia certo delle incredibili qualità del tuo sorriso - e sono costretto a crederti sulla parola, visto che non ti ho ancora visto sorridere una sola volta, nemmeno per sbaglio - non credo sia sufficiente"
Dio, come l'avrebbe strozzato volentieri! "Farò anche il resto"
"Quale resto?"
"Mi impegnerò per diventare sexy!" Cavolo! "Ma voglio che sia chiaro che lo faccio solo per il lavoro. Non aspettarti che mi metta a dimenare i fianchi o a fare l'oca svampita anche quando non siamo in onda"
Lui sorrise, sornione. "Non mi aspettavo niente di diverso"
"Bene, allora potresti smettere di sorridere? Anche perché non capisco proprio cosa ci sia di così divertente"
"Oh, ma lo capisco io. D'ora in poi tu dovrai solo preoccuparti di guardarmi come stai facendo adesso anche quando saremo in onda"
"Guardarti come sto facendo adesso? Cosa diavolo vorresti dire?"
"Con quell'aria trasognata, come se morissi dalla voglia di fare l'amore con me, ma non fossi assolutamente in grado di ammetterlo con te stessa"

CAPITOLO 3

La mattina dopo, Buffy era nel suo camerino, impegnata a fingere di essere calma e tranquilla, quando Dawn giunse a farle visita. La sorella diede uno sguardo scettico alla camicia che aveva scelto per la prima puntata del nuovo corso di Prezzemolo e peperoncino, e scosse la testa.
“Ma non mi avevi detto che saresti dovuta essere sexy?” le chiese slacciandole il bottone sotto il mento.
“Senti, devo ancora studiare le tecniche del barbecue prima di andare in onda e…”
“Dritta con quelle spalle”
Buffy sospirò eseguendo gli ordini di sua sorella. Tanto sapeva già che non sarebbe riuscita a sbarazzarsi di Dawn finché non l’avesse lasciata parlare. Quanta pazienza con le sorelle minori!
“Tesoro, tu hai bisogno di un paio di tacchi come si deve”
“I tacchi sono scomodi”
“I tacchi ti aiuteranno a muovere I fianchi” Dawn si mise a cercare tra I costumi di scena. “Ecco!” esclamò rialzandosi da terra con un paio di scarpe dai tacchi a spillo in mano. “Questi andranno benissimo. Devi solo fare attenzione a non slogarti una caviglia. A proposito, dov’è l’autore del tuo cambiamento?”
Buffy riconobbe sul viso della sorella la determinazione di un sensale di matrimoni. “Non ho nessuna intenzione di presentartelo”
“Trucco!” gridò Anya aprendo la porta del camerino e intrufolandosi dentro seguita dall’addetta al make-up. “Oggi proviamo con un look decadente da donna di facili costumi: rossetto scarlatto e matita nera. Ehi, bella scelta di scarpe!”
“Visto? Te l’avevo detto” gongolò Dawn di fianco a lei.
Buffy sbuffò, mentre appioppava uno schiaffetto alla mano di Anya che le slacciava il secondo bottone, ma poi si sedette ubbidiente a subire il rito del trucco, anche se con il cuore che le martellava impazzito nel petto.
Nervosa. Era nervosa da morire.
Ed era tutta colpa di William.

Buffy percorse la strada dal camerino al set discutendo con Anya e poi con Willow, che si era aggiunta per strada, l’argomento “quanti bottoni slacciare per apparire sexy senza essere ridicola”.
Un bottone, si poteva fare senza problemi. Due... bé, secondo Buffy era la frontiera di ciò che era considerato sexy oppure no. Ma tre! Tre bottoni slacciati, con tanto di tacchi da artista del sadomaso e rossetto rosso porpora…
Un fischio di apprezzamento la accolse sul set, subito imitato da un altro, e da un altro ancora. Se non altro la troupe sembrava aver notato il cambiamento.
“Uffa…” bofonchiò lei oltrepassando I suoi ammiratori e fermandosi solo sotto I riflettori del set, seguita da Willow e da Anya con la sua infernale lavagnetta promemoria. A giudicare dai sorrisi compiaciuti che si scambiavano quelle due con Andrew e Jonathan, sembrava che loro si ritenessero responsabili del suo miglioramento. Ammesso che di miglioramento si trattasse.
Buffy cercò di concentrarsi sulla scaletta del programma, e quando vide un’altra mano avvicinarsi ai bottoni della sua camicetta, la schiaffeggiò senza tanti complimenti, e senza nemmeno prendersi il disturbo di alzare lo sguardo a vedere chi era.
Improvvisamente si ritrovò le dita strette da una presa calda e molto mascolino e, costretta a prestare un minimo di attenzione suo malgrado, alzò la testa dalla scaletta e si ritrovò a fissare gli occhi blu e maliziosi di William Knight.
“Te l’avevo detto che non avrei accettato imposizioni a telecamere spente” lo avvertì lei. “Quindi, se non ti dispiace…”
“Stavo solo…”
“Senti, mi sono lasciata mettere questo rossetto indecente, lo vedi?” Arricciò le labbra in fuori, ignorando la scintilla che si accendeva negli occhi di lui. Alzò un piede da terra e minacciò di appoggiargli il lungo tacco a spillo sull’anfibio. “E mi sono lasciata calzare questi strumenti di tortura, anche se ti posso giurare che, se dovessi cadere e slogarmi una caviglia, ti farei rimpiangere di avermi incontrata. Quindi, vedi di tenere le mani a posto, perché io ho già fatto tutto quello che mi avevi chiesto”
“Non ancora. Non tutto”
Gli occhi di quell’uomo erano di un blu intenso, e adesso che li vedeva così da vicino, Buffy avrebbe potuto giurare che c’erano anche delle pagliuzze dorate. “Cosa c’è ancora? Quale altra tortura hai escogitato per me?”
“Tortura? Oh, povera piccola, costretta a valorizzare il suo aspetto e a far girare la testa a tutti gli uomini che incontra”
“Lo sai che mi dà fastidio”
“Il che ci riporta a quello che non hai ancora provato. Non ancora, per l’appunto” Con la mano le prese il mento e, molto delicatamente, la costrinse ad alzare il viso verso l’alto, lambendole col pollice il labbro inferiore. “Sorridi. Non ti ho vista nemmeno provarci”
Lei scoprì I denti, in quella che si poteva definire solo l’imitazione malriuscita di un sorriso.
“Mi prometti che ci lavorerai?”
“Va bene” E magari lui avrebbe cambiato idea riguardo al fatto di dividere il set con lei. “Siamo d’accordo, allora”
Lui sembrò indugiare pigramente con lo sguardo sul suo viso, scottandole quasi ogni centimetro di pelle che passava al vaglio. “Non proprio, ma per ora non credo che si possa ottenere di più. Domani comunque voglio essere io a scegliere cosa indosserai”
“Ma…”
“Ehi, hai già perso il tuo sorriso. Devi dare al pubblico un’immagine vaporosa, vivace, calda. Ricordi?”
“Ricordo, ricordo”
“brava ragazza” le disse, come se stesse ricompensando con un biscottino un cucciolo indisciplinato. “E adesso, vediamo di darci una mossa, gente!” annunciò poi, rivolto a tutta la troupe, e schioccando le dita alla sua assistente che, a sua volta, chiamò un tecnico dei microfoni con uno per lui.
Ahi, sembrava intenzionato a restare.
Non solo. La prese per mano e la portò di fianco a sé, davanti al banco di lavoro.
“Io sto sempre dietro il banco di lavoro. Di solito mi muovo solo tra il banco e I fornelli” protestò Buffy.
“E’ troppo serio” ribatté lui senza scomporsi. “Tu sei troppo seria. E ricorda…”
Senza lasciargli il tempo di finire la frase, Buffy scoprì I denti nell’imitazione di un altro sorriso.
“Mmh… tentativo emozionante” commentò lui, mentre cominciava il conto alla rovescia per la messa in onda.
“Dieci secondi!”
“Oh, e a proposito dei tuoi bottoni” aggiunse lui, “quello che stavo cercando di dirti prima era che…”
Buffy scoprì ancora di più I denti, lasciandogli intendere che li avrebbe usati per morderlo se non avesse immediatamente allontanato quella mano dalla sua scollatura.
“Meno cinque!”
“Buffy…”
“Meno tre, due, uno… siete in onda!”
L’apertura dello show era sempre stata la stessa, giorno dopo giorno, per tutti e due gli anni di programmazione. “Buongiorno a tutti e ben ritrovati con Prezzemolo e peperoncino. Oggi ci occuperemo di…” Si bloccò di scatto, vedendo l’espressione orripilata sul volto di Anya, mentre si affannava a indicarle l’allacciatura della camicetta.
Buffy guardò verso il basso e impallidì non appena vide cosa stava era accaduto: stava mostrando al mondo intero – o meglio ai tre gatti che guardavano solitamente lo show – il suo grazioso reggiseno di cotone bianco a fiorellini rosa!
“Ho provato a dirtelo” le sussurrò William, fingendo di interessarsi agli ingredienti. Una luce biricchina gli brillava negli occhi.
Non poteva certo strozzarlo in diretta, pensò Buffy sforzandosi di sorridere e portandosi con finta noncuranza una mano all’altezza del seno per coprirne la vista al pubblico, chiedendosi per quanto tempo avrebbe potuto mantenere quella posizione senza sembrare un’idiota. “oggi ci occuperemo di… tecniche di barbecue”
“Ma prima di tutto impareremo a preparare una deliziosa torta di ciliegie” intervenne William presentandosi da solo al pubblico e obbligando le telecamere a inquadrarlo, dando modo a Buffy di riallacciarsi la camicetta.
Dopo essersi sistemata Buffy iniziò a rendersi conto di quello che lui aveva appena detto. “Cosa?” squittì lei, richiamando la telecamera su di se. “Ma che bella sorpresa!” disse salvandosi in contropiede.
“Già” William s’infilò le mani in tasca e sorrise all’obbiettivo, perfettamente sicuro di se e del tutto virile, nonostante si trovasse al centro dell’attenzione in quello che era il regno di una donna. “Bé, buongiorno a tutti” salutò il pubblico con la sua migliore espressione di angelico mascalzone. “Io sono William Knight, il vostro nuovo esperto di dessert, oltre che valido assistente della nostra magnifica cuoca. Non che Buffy avesse bisogno di un aiuto…” aggiunse sorridendo al pubblico in un modo talmente accattivante che probabilmente tutti I telespettatori a casa stavano sorridendo con lui. “però, sapete com’è, dopo la dichiarazione di ieri sugli uomini da parte di questa fantastica ragazza… bé, non ho resistito all’idea e mi sono detto che dovevo venire a verificare di persona. Dicevi davvero, Buffy?” Sbatté le lunghe ciglia. “niente più uomini? Per sempre-sempre-sempre?”
Lei scoprì I denti nell’ormai collaudata imitazione di un sorriso, e in quel momento, guardandolo, realizzò quanto attraente quel demonio d'uomo doveva sembrare al loro pubblico a casa. Pazzesco, era convinta che sarebbe sembrato ridicolo in cucina, così alto e muscoloso com’era, e invece… il biondo dei suoi capelli e la luce magnetica dei suoi occhi sembravano scintillare ed emanare più fascino del solito, mentre quei jeans scuri che indossava lo fasciavano così bene, che probabilmente le massaie a casa stavano usando il colino per raccogliere la propria bava. Poteva capirle, soprattutto se pensava al modo sensazionale in cui la maglietta grigio chiaro gli disegnava I muscoli del petto. “Ma perché non ci concentriamo sulla torta di ciliegie?” si sentì farfugliare. “Immagino che tu abbia studiato una ricetta in grado di conquistare I nostri telespettatori”
“Certamente” rispose lui facendole l’occhiolino. “deduco che tu voglia lasciar cadere la domanda sul tuo status sentimentale”
“Ti ricordo che il nostro è un programma di cucina, William, e non un talk show sugli uomini”
“ma io sono un uomo. E sono qui” ribatté lui.
“E allora cuciniamo!” esclamò lei.
William si voltò verso il frigorifero, e Buffy seguì con apprensione I movimenti di quel suo corpo perfetto, soffermandosi sul suo…
Oh, Signore, gli stava guardando il sedere!
In diretta televisiva.
Alzò velocemente gli occhi, solo per ritrovarsi ad incrociare quelli di lui, che sembravano quasi sorriderle da sopra la spalla, come quelli di un compagno di marachelle, dicendole: Coraggio, bambina, mettilo in mostra anche tu.
Non che avesse molta scelta, con quei tacchi inverosimili che la costringevano a barcollare come un’ubriaca.
Fortunatamente, William continuava a parlare per entrambi, sul Manchester United, e probabilmente su qualsiasi altra cosa gli passasse per la testa in quegli istanti, fornendole però numerosi appigli per mantenere il passo della conversazione.
Peccato che la guardasse come se volesse mangiarsela.
Ignoralo, si impose, cercando disperatamente di lavorare.
“Per prima cosa, le ciliegie” stava dicendo lui con voce vellutata puntando dritto alla telecamera. “Che ne dite di misurarvi con me in una piccola gara di abilità, prima di iniziare?” così dicendo immerse le lunghe dita nella ciotola colma di rossi, tentatori frutti. “Scommetto che non c’è nessuno a casa in grado di battere il mio record di velocità. Voi quanto ci impiegate ad annodare con la lingua il picciolo di una ciliegia?” Voltandosi a guardare un’allibita Buffy, scelse un frutto dalla ciotola e strappò il gambo. Poi, sempre fissandola negli occhi, se lo infilò in bocca, e dopo cinque secondi netti di movimenti dei muscoli della mascella… tirò fuori la lingua verso di lei.
Con il gambo della ciliegia perfettamente annodato.
Buffy aveva perso qualsiasi capacità di pensare. Figurarsi di parlare. Con la mortale consapevolezza di essere diventata più rossa di un pomodoro, prese coscienza di ciò che era accaduto dentro di sé: quella che aveva appena sperimentato era lussuria allo stato puro.
“Ora” continuò William come se niente fosse dopo aver eliminato il gambo di ciliegia "è venuto il momento di occuparci degli altri ingredienti” Uno dopo l’altro, passò gli ingredienti a Buffy affinché li appoggiasse su banco di lavoro. Lei eseguì in una specie di trance: aveva più bottoni slacciati che chiusi, I tacchi la costringevano a dimenare I fianchi come una ballerina di samba, e probabilmente in viso aveva l’espressione di un’oca incapace di formulare un pensiero coerente. E, in effetti, era così che si sentiva, scioccata e incapace di reagire a quello che quell’uomo le stava facendo in diretta TV.
“Ecco qui” lo sentì dire mentre meccanicamente prendeva anche lo zucchero dalle mani di lui. “Pensi lo zucchero sia abbastanza, Buffy?” le domandò William, passandole dall’altra parte e appoggiandole una mano in fondo alla schiena.
Solo un tocco leggero come quello e il suo corpo sembrava scosso da un terremoto. Fortunatamente, una pausa pubblicitaria giunse a porre temporaneamente fine al suo supplizio.
“Si può sapere cosa diavolo credi di fare?” lo aggredì Buffy frustrata, scarmigliata, e… Cavolo, non lo sapeva nemmeno lei come si sentiva, ma, di sicuro, furiosa stava in cima alla lista di aggettivi a cui riusciva a pensare. “Tu ti stai approfittando dello show!”
“Sentiti pure libera di dire qualcosa, anziché restartene impalata davanti a me come se non riuscissi a togliermi gli occhi di dosso”
Quando lei per tutta risposta aprì la bocca senza riuscire a dire niente, William scoppiò a ridere.
“Ecco, è proprio così che mi guardavi prima, mentre eravamo in onda. E’ troppo divertente, sai? Che ne dici di controllare le linee telefoniche per vedere la reazione del pubblico? Scommetto che siamo piaciuti”
“Nessuno ha mai chiamato durante il programma”
“No?” Non sembrava minimamente preoccupato.
Non avevano ancora mosso un passo fuori del set che Anya li raggiunse, gli occhi accesi da una scintilla di entusiasmo. “Tutti I telefoni degli studi sono bollenti!” si rivolse direttamente a William. “Continua a punzecchiarla come hai fatto finora, sembra che il pubblico ne vada matto. E pare anche che adorino il modo fallimentare in cui lei sta cercando di interpretare la gatta sexy”
“Fa… fallimentare?” balbettò Buffy. “Sto fallendo?”
“Pare che adorino il modo in cui lei arrossisce ogni volta che la guardi” li ragguagliò Anya, sempre rivolgendosi a William. Poi, prima di andarsene con la sua inseparabile lavagnetta stretta al petto, si voltò verso Buffy. “Hanno apprezzato anche il tuo reggiseno”
Buffy gemette. “Non posso continuare così, io voglio un maglione. Vi prego…”
“Ma perché?”
“perché forse mi sto prendendo un raffreddore”
Lui la guardò dritto negli occhi. “non è il raffreddore che ti spaventa”
“Procurami un maglione, Anya”
“Spiacente” rispose lei “Non ne abbiamo”
Prima che Buffy potesse uccidere la sua assistente e amica, arrivò Willow a portare la sua analisi della situazione. “Abbiamo I centralini intasati! Qualsiasi cosa stiate facendo, continuate così!”
“Venti secondi per andare in onda! Tutti ai propri posti!”
William porse il braccio a Buffy, e lei lo rifiutò sdegnata, allungando il passo e inciampando subito dopo. Lui provò a restare serio ma non riuscì a trattenere un risolino divertito.
“Cinque secondi!”
William si mise sul set di fianco ad una riluttante Buffy e le sorrise. Lei non batté ciglio.
“Ah, ah! Ricordati…”
“Mi ricordo, mi ricordo!”
“Tre, due…”
Sorriso.
Il direttore di scena puntò l’indice verso di loro e William ricominciò a dosare e a miscelare ingredienti, assicurandosi di sfiorare casualmente Buffy ogni volta che gli era possibile.
Tra una chiacchiera e una battuta, il tempo scivolò veloce e leggero, finché non venne l’ora di levare la torta di ciliegie dal forno. Mentre lo osservava indossare un guanto per proteggersi dal calore, Buffy si odiò per essere così affascinata da ogni suo gesto.
Quei gesti però le procuravano sensazioni molto piacevoli, e questo non aveva nulla a che fare con il lavoro.
“E adesso…” William si avvicinò al frigorifero e, aperto lo sportello, ne estrasse la crema che aveva preparato durante la cottura della torta, mostrandola alle telecamere e ammiccando con le sopracciglia.
Buffy, immerso un dito nella composta di ciliegie avanzata, lo leccò e ragguagliò I telespettatori sul pieno successo della ricetta di William. Poi, ancora sorridendo, alzò gli occhi sul suo partner, e per poco non si strozzò vedendolo avanzare verso di lei con la ciotola piena di crema e un’espressione tra il malizioso e il minaccioso dipinta sul viso.
William fece un altro passo verso di lei, e Buffy indietreggiò.
“Perché non racconti ai nostri telespettatori che cosa hai intenzione di fare con quella crema?” gli chiese, un lieve tremito nella voce.
Nessuna risposta.
Buffy fece un altro passo all’indietro, assumendo sempre più un aspetto arruffato e fuori controllo.
Perfettamente consapevole del fatto che il pubblico si sarebbe divorato quel siparietto con gli occhi, William le rivolse il suo sorriso più mefistofelico.
“W… William…”
“Sì, mi chiamo così” Intanto, con un cucchiaio di legno, continuava a mescolare la crema nella ciotola.
“La crema, William” disse ancora lei, fissandolo terrorizzata. “ Che cosa vuoi fare con quella crema?”
“Tu cosa ci vorresti fare?” le chiese lui con il più disarmante dei sorrisi.
Buffy boccheggiò a vuoto per un breve istante, poi si riprese quel tanto che bastava per dire, in una specie di soffio: “E’ per la torta?”
“Ma certo che è per la torta” Appoggiò la crema sul banco di lavoro e la guardò ammiccante. “Passerotto, questo è uno show per famiglie. Cosa vai a pensare?”

 

CAPITOLO 4


Buffy non riuscì a calmarsi finché non ebbe oltrepassato il centro di Sunnydale, ormai diretta alla sua casetta in Revello Drive.
Finalmente a casa, al sicuro.
Se fosse stato un giorno come gli altri, in un periodo come gli altri, sarebbe tornata a casa, avrebbe cercato sua sorella e magari, con il pretesto di farle assaggiare quella dannata torta di ciliegie, si sarebbe sfogata un po’ con lei. Qualsiasi scusa, pur di non tornare a casa e rimanere da sola. E continuare a pensare ad un paio di occhi blu maliziosi o altri particolari anatomici su cui avrebbe fatto meglio a sorvolare…
Dawn l’aveva sempre aiutata a risolvere le situazioni intricante. Per quanto Buffy fosse la maggiore, Dawn aveva la capacità di farle vedere tutto sotto un’altra prospettiva. Almeno fino a quando anche Dawn era stata single come lei e vivevano ancora sotto lo stesso tetto. Poi però, appena il mese prima, Dawn aveva fatto l’impensabile: si era trasferita. Si era completamente innamorata e aveva deciso di trasferirsi per vivere con il suo adorato lui. E purtroppo aveva anche cominciato a pensare che l’amore fosse a portata di tutti, da lì le piccole intrusioni nel quotidiano di Buffy.
Dal momento che ormai sua sorella preferiva passare il tempo a sciorinare smancerie con il suo Andrew – già, proprio quell’impiccione di un cameraman! Se solo pensava che li aveva presentati proprio lei… - piuttosto che chiacchierare con lei, Buffy pigiò sull’acceleratore e tirò diritta verso casa.
Una volta entrata, si tolse le scarpe e le calciò lontano dirigendosi in cucina. Poi si fermò davanti alla finestra sopra il lavabo a guardare il giardino che, da quando non c’era Dawn, aveva seriamente bisogno di una sistemata. Forse un po’ di giardinaggio le avrebbe fatto bene. Era tesa come una corda di violino.
Colpa di William, naturalmente.
Aveva gestito il reggiseno scoperto piuttosto bene, e poi anche quell’idiozia di camminare muovendo I fianchi. E tutto in nome dell’audience! Infine aveva sopportato dignitosamente il fatto che I suoi affezionati telespettatori – traditori! – avessero subissato I centralini di chiamate per comunicare il loro apprezzamento nei confronti di William.
Però la storia della crema… bé, doveva ammettere che si era lasciata fregare come una ragazzina.
Probabilmente era colpa di quel suo viso, degli occhi così penetranti, della bocca così sexy. E di quel sorriso completamente disarmante. Doveva proprio essere il sorriso. Glielo aveva rivolto – anzi, no, gliel’aveva sparato addosso come il caricatore di un’arma – mentre avanzava verso di lei brandendo minacciosamente la crema… e Buffy non aveva capito più niente.
Corto circuito da sovraccarico.
E quel che era peggio, era che lui sapeva benissimo quello che stava facendo. Lo sapeva e si era divertito come un matto a farlo.
Aprì la dispensa per trovare qualcosa con cui sfogare il proprio malumore e con un gemito si accorse che era completamente vuota.
“Oh, ma oggi è tutto contro di me? Cosa ho fatto di male per meritarmi questo?”
“E’ ridicolo che una cuoca che guadagna un sacco di soldi abbia la dispensa del tutto vuota, te ne rendi conto?” Scuotendo la testa Dawn fece il suo ingresso in cucina dalla porta sul retro. “Fino a che c’ero io in questa casa che facevo la spesa tutto andava bene…”
“Non guadagno così tanti soldi, e poi non ho tempo per fare la spesa adesso. Potrei essere licenziata molto, molto presto” rispose Buffy aprendo il frigorifero e prendendo da bere per se e la sorella.
“Sì, figurati!” Dawn le rivolse un sorrisetto che la diceva lunga sui suoi pensieri. “A proposito, ho visto il programma oggi, e mi è piaciuto un sacco. Quel William Knight era proprio un bel panorama”
“E Andrew cosa ne pensa di vedere la sua donna sbavare per il suo capo nonché emerito sconosciuto per te?”
“Oh, ma lui lo sa che non corre alcun pericolo” Dawn fece una risatina. “Anche perché io so bene come renderlo sicuro di sé” Poi d’un tratto si fece seria seria.
Oh-oh, ci siamo, pensò Buffy.
“Tornando a William…” cominciò a dire Dawn.
“La risposta è no”
“Ma se non sai nemmeno cosa stavo per dire”
“Non importa. La risposta è ancora no”
“Senti, solo qualche mese fa, eri tu quella che mi faceva I discorseti su quanto sia importante l’amore, e via dicendo” sbottò Dawn esasperata. “Dai una possibilità ad Andrew, Dawn… Mi sembra quasi di sentirti. Sei stata tu a dirmi che stavo buttando via le mie possibilità di essere felice, che la cosa più difficile in questo mondo è viverci. Sei stata tu a dirmi che dovevo impegnarmi seriamente e far funzionare questa relazione...”
“Bé… era vero”
“Infatti. Ma le tue ramanzine hanno funzionato” Gli occhi di Dawn si soffusero di una luce inaspettatamente dolce. “Io sono innamorata, Buffy! E adesso ti posso assicurare che è una sensazione… meravigliosa”
“L’amore non è necessariamente il traguardo di tutti”
“Ok, lascia perdere la smania sentimentale allora, e concentrati sulla smania sessuale”
Buffy scoppiò a ridere. “Per quanto possa suonare allettante, anche se detto dalla mia sorellina minore, io ho veramente chiuso con gli uomini”
“Oh, per favore, Buffy! E che mi dici di William? Potrebbe essere lui l’uomo giusto, e tu ce l’hai sotto il naso”
Buffy per poco non sputò il sorso di bibita che aveva appena ingerito. “no, no e no. Non è lui l’uomo giusto”
“E perché no?”
“perché no? Perché… perché… perché…” Bé, cavolo, possibile che non riuscisse a trovare una qualsiasi delle centomila ragioni per cui William Knight non era l’uomo giusto per lei?
“Prova a baciarlo, prima di dire di no”
“Sei pazza?”
“Solo una volta”
“Non ho nessuna intenzione di baciarlo!”
Dawn aveva un’aria profondamente delusa.
“Non ce la farei neanche se volessi! Quell’uomo è troppo… troppo…”
“Sexy?”
“Ecco, sì, troppo sexy”
“Stai scherzando. Non esiste una cosa come troppo sexy”
“Ma no, ti dico che è così, invece” ribatté Buffy con fervore. “Se mai dovessi ritirare il mio giuramento – cosa che non intendo minimamente fare - lo farei solo per un uomo dolce e tranquillo, e non certo per uno che mi fa arricciare le dita dei piedi”
Dawn sorrise. “E così ti fa arricciare le dita dei piedi?”
“Smettila!”
“Oh, ti prego, promettimi che ci farai un pensierino…”
Buffy spinse la sorella verso la porta. “Sono certa che Andrew sta sentendo la tua mancanza nella vostra nuova casetta. Perché non mi lasci in pace e non torni da lui?”
Dawn si bloccò sulla porta, facendo forza con I piedi sull’intelaiatura. “ti prego, ti prego, ti prego. Soltanto un pensierino…”
Cosa doveva rispondere per farla desistere? “E va bene, ci penserò. Ciao, adesso”

La mattina seguente Buffy era sotto la doccia canticchiando a squarciagola. Si era svegliata di buonumore quella mattina e niente e nessuno sarebbe riuscita a farle cambiare idea.
Chiuse l’acqua e avvolse, prima I capelli e poi se stessa, in un morbido asciugamano rosa. Ancora canticchiando uscì dal bagno e si incamminò lungo il corridoio per andare nella sua stanza e vestirsi. Doveva essere a lavoro fra un’ora circa.
“Oh!” esclamò smettendo di botto di cantare e arrestandosi bruscamente.
William era in mezzo al corridoio di casa sua.
“Mi spiace per l’intrusione” si scusò William. “Ho provato a bussare, e ti ho anche chiamata. La porta era aperta e sono entrato. Poi ti ho sentito cantare e ho seguito la voce…”
Buffy strinse convulsamente I bordi dell’asciugamano che le stavano scivolando. “Dovevi provare a suonare di nuovo”
“Avrei dovuto ma comunque stavi cantando a voce piuttosto alta. Non mi avresti sentito”
“Ma come osi entrare in casa mia, arrivare fin quasi nel mio bagno e criticarmi poi per come canto!” sbottò Buffy con gli occhi fiammeggianti. “E poi cosa ci fai qui, oltre a criticarmi?”
“Sono venuto a prenderti” William non sembrava per niente turbato dal suo piccolo scatto.
“Ah!” esclamò lei con un’intuizione improvvisa. “Hai temuto che dopo la tua stupida scenetta di ieri, io potessi decidere di non mettere mai più piede nello studio, lasciandoti sulla graticola. Bene, bene. Dunque non hai intenzione di licenziarmi. Anzi, sembra proprio che tu abbia bisogno di me”
“Oh, sì, che ho bisogno di te” mormorò lui.
A quelle parole, pronunciate con quel tono, Buffy pensò bene di indietreggiare di un passo, ritrovandosi bloccata contro il muro.
Lui la seguì, un sorriso diabolico sulle labbra.
“Gli uomini sessualmente aggressivi mi infastidiscono”
Posandole le mani sui fianchi, a malapena coperti dall’asciugamano, William la costrinse a scambiare posto con lui. “Ok, adesso sono io quello intrappolato contro il muro. Perché non provi tu a fare la donna sessualmente aggressiva?”
Lei gli posò un dito sulle labbra. “Non dovresti dire la parola sessualmente
“Perché no?”
“Perché quando dici sesso, o un’altra parola della famiglia, fa uno strano effetto alle mie ginocchia”
“Ah, sì?” si mordicchiò il labbro inferiore, poi le si avvicinò un poco. “Baciami, Buffy”
Lei deglutì. “Sa… sarebbe poco saggio”
“Perché?” le chiese facendole scivolare un dito lungo il bordo dell’asciugamano.
“Perché… perché cosa?” balbettò Buffy con l’aria smarrita di chi ha completamente perso il filo.
“Lo vogliamo tutti e due” rispose lui continuando la sua esplorazione.
“E tu, ovviamente, ti concedi sempre quello che vuoi”
“Assolutamente sì. È il vantaggio di essere adulti. Niente coprifuoco, niente spinaci… e posso baciare chi voglio, anche quando non è per niente saggio”
Lei rimase con gli occhi fissi in quelli di lui, come se stesse riflettendo su quelle parole. Il tocco delle sue dita le stava facendo lentamente perdere il controllo.
“Pensa a quanto ne guadagnerebbe lo show” la blandì lui.
A quelle parole Buffy strinse gli occhi e lo guardò furente. “Hai ragione” gli disse allontanandosi e incrociando le braccia sul petto. “Dobbiamo pensare al bene dello show. In tal caso, penso che non avrai nulla in contrario se ti sbatto fuori di casa e mi preparo per andare al lavoro”
Detto questo quasi lo spinse giù per le scale fin davanti la porta. La aprì di scatto e, senza neanche dargli il tempo di replicare, lo spinse fuori richiudendogliela poi sul naso.
Bastardo… “Per il bene dello show” ripeté facendogli il verso mentre risaliva le scale. “Te lo do io, il bene dello show!”

 

CAPITOLO 5

Buffy stava per applicarsi il rossetto quando sentì bussare alla porta del camerino.
“Costumi!” gridò la voce di Willow.
Non era previsti costumi per un programma di cucina, e Willow avrebbe dovuto saperlo. Lei indossava I suoi, di costumi. Buffy aprì con cautela la porta.
Willow stava lì di fronte a lei, reggendo una stampella in mano. Da questa pendeva una camicetta di tulle nera a maniche lunghe, con incorporato un reggiseno imbottito, anch’esso nero. Sotto la camicia, un paio di pantaloni neri a vita talmente bassa che Buffy dubitava riuscissero a coprire per davvero I fianchi di una donna. Dall’altra mano di Willow penzolava un paio di sandali dal tacco vertiginoso.
“Tutto fatto su misura per te!” esclamò lei, indicando l’etichetta del programma su tutti I capi di abbigliamento.
“Divertente, molto divertente” sghignazzò Buffy in un disperato tentativo di rimuovere quello che vedeva. “Adesso, per favore, riporta tutto da quella povera teenager che hai lasciato nuda in mezzo alla strada e dì agli altri che ho apprezzato enormemente lo scherzetto”
Willow abbassò lo sguardo, senza muoversi.
“Willow?”
“Ehm… ecco, vedi, non si tratta di uno scherzo. William ha fatto spedire I vestiti qui per la puntata di oggi.”
“Sì, certo, come no”
Purtroppo per lei, Willow non accennava a minimamente a sorridere. “Fa parte della tua nuova immagine, sexy e divertente, ricordi?”
“Ma…”
Willow approfittò della sua esitazione per scaricarle I vestiti tra le braccia.
“Buffy, tesoro, credimi, non sembrerai ridicola con questi vestiti. Tu sei carina, e a giudicare dalle telefonate dei telespettatori di ieri, sei anche sufficientemente sexy per osare qualcosa di più”
“Oh, no!” ribatté lei con voce stridula che faceva coppia con la smorfia di orrore che le deformava il viso. “Io non sono… sexy” Benché, a pensarci bene, in quel breve istante che aveva passato tra le braccia di William, si era sentita molto sexy.
“Non volevo offenderti. Lo sai che ti voglio bene, siamo amiche da molto tempo. I sondaggi che abbiamo fatto dimostrano che siamo in grado di assicurarci una buona fetta di pubblico maschile, sempre che tu insista sulla linea inaugurata ieri”
“Ma un foulard ha più stoffa di quella camicia!”
Willow cercò disperatamente di guardare altrove. “William ha detto di bruciare qualsiasi indumento presente nello studio che ti faccia sembrare una monaca di clausura, in modo che tu non possa usarli per nascondertici dietro. Ha detto anche che una dea del sesso non ha bisogno di coprirsi, e che siccome tu stai ancora studiando da dea del sesso, e lui è il tuo professore, tocca a lui decidere come ti devi vestire sul set”
“Sto studiando da dea del sesso?” ripeté lei meccanicamente. “William ha detto…”
“Oh, cielo! Senti, sono sicura che lui non voleva che ti riferissi anche questo, quindi, per favore, se magari potessi evitare di raccontargli che te l’ho detto…”
“Ma certo” annuì lei, stranamente accondiscendente. “Gli permetterò di dire ciò che vuole, di scegliere I vestiti per me, di prendersi il mio show, e magari anche di controllare la mia vita privata. Va abbastanza bene per te, Willow?”
“Lo sai che non amo litigare, ma se vuoi che gli dia questa risposta da parte tua…”
“Ehi, bei vestiti!” commentò Anya avvicinandosi. “Cavoli, la camicetta è di una stoffa fantastica. Ma l’hai sentita, Buffy? È così morbida…” Finalmente vide anche l’espressione del suo viso. “Oh, mio Dio! È successo qualcosa? Non dirmi che è morto qualcuno che conosciamo….”
“Non le piacciono I suoi vestiti” la informò Willow.
“Ma se sono bellissimi! Questi pantaloni devono essere costati una fortuna”
“Li ha scelti William” cercò di spiegare Willow.
“Ah” Anya strofinò tra le dita un lembo dei pantaloni. “Il che li rende automaticamente brutti, di pessimo taglio e immettibili, vero?”
Buffy si limitò a incenerirla con gli occhi, ottenendo per tutta risposta un pesante sospiro da parte di Anya.
“Senti, odia William quanto vuoi, se questo ti fa sentire meglio, ma devi riconoscere che quell’uomo ha un gran buongusto. Questo è esattamente quello che dovrebbe indossare la brillante conduttrice di uno show di successo”
“Quelle cose non mi vanno bene” si impuntò Buffy.
“Dimostramelo”
“Come vuoi” Buffy si spogliò e si infilò nei sinuosi pantaloni pensati per lei, lanciando uno sguardo di sfida a Anya mentre li allacciava. Poi si scordò per un attimo di protestare e si guardò allo specchio.
Con sua grande sorpresa, I pantaloni erano perfetti. Come una seconda pelle, magari, ma le andavano benissimo. Anche la camicia-reggiseno andava bene, e in più le donava un décolleté decisamente più generoso.
“Cavolo…” mormorò alla sua immagine riflessa. Poi la sua attenzione si concentrò sull’unico bottone che chiudeva la camicetta di tulle. “Devi procurarmi degli altri bottoni, Anya!”
Anya scoppiò a ridere. “Tu ti rendi conto che siamo nel ventunesimo secolo, vero?”
“Ma non vedi come sono… come sono…”
“Piena di curve?” le suggerì Willow con un sorriso.
“Hai visto qualche video di Britney Spears, di recente?” ribatté Anya con un sorriso.
“Un po’ più di simpatia da parte vostra non mi farebbe male” bofonchiò Buffy.
“Va bene” le concesse allora Anya. “Mi dispiace che tu sia così magra e ben fatta. Hai tutta la mia solidarietà. Ti senti meglio, adesso?”
Buffy alzò gli occhi al cielo, ma mentre finiva di pettinare I suoi lunghi capelli biondi, dovette ammettere con se stessa che, effettivamente, la donna imbronciata che la fissava dallo specchio… bé, non era niente male.
“Cavoli, chi l’avrebbe mai detto che nascondevi un paio di tette da gara?” si meravigliò Anya.
“E anche un gran sedere, bisogna ammettere. Avresti dovuto mettere dei pantaloni come questi anni fa! Meno male che a nessuno verrà in mente di pensare che sotto hai delle noiosissime mutande bianche” commentò Willow.
“Cos’hanno di sbagliato le mie mutande? Mi piace il bianco”
“Lo sai che al giorno d’oggi ci sono anche modellini sfiziosi e pieni di colori?” le ricordò Anya.
“Tutto questo è semplicemente assurdo” continuò a lagnarsi Buffy. “Se mi chino in avanti, mi esce il sedere dai pantaloni!”
“E allora non chinarti!” Anya la guardò con un sorriso pieno di entusiasmo che le andava da un orecchio all’altro. “Possibile che tu non lo senta? Buffy, il nostro show sta per prendere il volo, e questo significa che ce la faremo tutti! Niente più minacce di disoccupazione all’orizzonte, niente più rubriche del settore che ci ignorano! E soprattutto un bell’aumento per tutti!”
Buffy non poté dire nulla. La sincerità accorata di Anya non meritava le sue lagne. Non era tanto egoista e insensibile da ignorare quante persone dipendevano dal successo del programma. Tante, appunto.
“Che stupida!” esclamò Anya riscuotendola dal suo senso di colpa. “Per poco mi dimenticavo di dirti che William vuole vederti prima dello show. Ha detto che dovete ripassare insieme le battute del copione”
“Abbiamo un copione?”
“Sembra di sì” Anya le sorrise. “Tu pensa solo a vivacizzare la puntata come hai fatto ieri, e vedrai che andrà tutto bene. Qualcosa mi dice che ci rinnoveranno il contratto anche per la prossima stagione.”
Buffy ripensò al giorno prima, e a come si fosse sciolta come burro fuso in diretta per colpa di William e della sua maledetta crema. “Non posso farlo” bisbigliò, ma sia Willow che Anya se ne erano già andate.
Uscì dal camerino a sua volta e, sotto I fischi ammirati del resto della troupe, marciò dritto fino al camerino di William.
Proprio mentre stava per bussare, lui aprì la porta, spiazzandola come ormai aveva imparato a fare fin troppo bene. “Per caso hai un radar o qualcosa di simile?” gli domandò lei.
William si limitò a guardarla, analizzandola pigramente da capo a piedi, prima di commentare: “Direi che I vestiti che ho scelto vanno bene”
“Perché non mi racconti cosa c’entra una dea del sesso con un programma di cucina tanto per cominciare?”
William la prese per un braccio e la trascinò dentro, poi chiuse la porta. “Io non ho mai parlato di dee del sesso”
“Ma Willow ha detto…”
“Ti ha riferito male. Io ho detto gattina sexy” William sogghignò di fronte alla sue espressione scandalizzata. “E ho anche detto che occorre trasformarti da regina delle nevi a gattina sexy”
Buffy incrociò le braccia sul petto. “A quanto pare hai anche detto che tu saresti stato il mio maestro”
“E’ vero”
La sola idea bastava già a risvegliare dentro di lei una consapevolezza che nulla aveva a che fare con la professionalità. “E fin dove arriverebbe il tuo, ehm… insegnamento, se non è chiedere troppo?”
“Intanto si tratta di insegnarti come camminare, come vestire e come sorridere”
“Tutto qui?”
”Per ora sì! Non sei ancora pronta per il resto”
Diavolo! Come faceva a restare indifferente di fronte a certe minacce? Era riuscito a farle venire I brividi in tutto il corpo solo con quel tono vellutato di voce! “Potresti darmi almeno un’idea?”
“No”
C’era qualcosa di assolutamente intossicante nella vicinanza della sua bocca, nel fatto di sapere che, se solo avesse voluto avrebbe potuto passargli le braccia intorno al collo e attirarlo a sé…
Se solo avesse voluto.
Nei suoi occhi leggeva l’approvazione per la sua mise e anche una nota di spontaneo calore. Ma niente di più.
“Oggi li metterai tutti al tappeto, Buffy. Hai anche solo una vaga idea di quanto tu sia incredibile vestita così?”
“Incredibile come una gattina sexy, vuoi dire?”
Strofinandole un dito sul tulle impalpabile che le copriva le spalle lui scosse la testa. “Incredibile come una donna piena di vita, sicura di sé e più che felice di far vedere al mondo ciò di cui è capace” I suoi occhi si fissarono in quelli di lei. “Perché non mi dici di cosa sei capace, Buffy?”
Capace di tutto. Perché era così che William la faceva sentire. “Sono capace di…” Si bloccò senza fiato poi riprovò. “Sono capace di condurre questa trasmissione”
Lui annuì, una luce ridente negli occhi. “Sono d’accordo anch’io. Non l’ho mai messo in dubbio”
“Grazie!”
“Non devi ringraziami, perché… passerotto, quei pantaloni e quella camicetta…” Fece una breve pausa a effetto. “Restano”
“Lo sai che non riesco nemmeno a piegarmi con questa specie di guaina?”
Una scintilla di maliziosa furbizia gli accese di nuovo lo sguardo. “Certo che lo so”

CAPITOLO 6

Prima della fine della settimana tutta la città parlava di Prezzemolo e peperoncino.
Il successo del programma aveva dell’incredibile, e se I sondaggi continuavano a dare ragione all’ottimo lavoro di William, lui se ne sarebbe andato prestissimo da Sunnydale, alla ricerca di nuove e stimolanti soddisfazioni.
Proprio quello che Buffy voleva.
E allora perché ogni volta che ci pensava sentiva quello strano crampo allo stomaco? Non poteva certo trattarsi di amore. Si conoscevano da troppo poco tempo per usare quella parola così importante. Però sapeva che quando era con lui provava sensazioni inimmaginabili.
E indimenticabili.
Come quando avevano provato in trasmissione la nuova ricetta per fare il pane. Si erano talmente impegnati a impastare quel colloso capolavoro di ingredienti, che a un certo punto si erano ritrovati con le mani praticamente incastrate, le une in quelle dell’altro. Come fulminati da una scossa, erano rimasti per mezzo minuto buono a fissarsi negli occhi, indecisi sul da farsi, e la telecamera non si era persa la gustosa zoomata sui due amanti frustrati colti con le mani in pasta.
Lentamente, in quella che ben presto aveva assunto le caratteristiche di una danza sensuale, avevano cercato di districarsi senza rovinare l’impasto e la puntata, ed era proprio quello il momento in cui gli ascolti si erano impennati.
“Buffy, tesoro, devi correre a cambiarti” esclamò Anya facendola sobbalzare.
“Cosa mi tocca oggi?” chiese Buffy stancamente gettando in un contenitore la tazza vuota del caffè.
Anya lanciò uno sguardo in giro, sembrava cercasse aiuto. “Oh, non è niente di che, vedrai”

“Devi lavarli prima, William” disse Buffy riesumando il suo tono da maestria, a beneficio del pubblico e del suo collega, e voltandosi verso il rubinetto.
William scelse di ignorarla, cosa che la rese nervosa. Non era abituata ai suoi silenzi. Quell’uomo aveva sempre qualcosa da dire, come subito prima dell’inizio dello show, quando l’aveva torturata per dieci minuti buoni solo per ricordarle di sorridere e di battibeccare con lui a beneficio degli spettatori.
Certo, certo, gli aveva risposta. Come una brava gattina sexy, lo so.
Oh, eccome se lo sapeva. Stava addirittura cominciando a sentirselo dentro, lo spirito da gattina sexy, e non era una questione di vestiti scollati o di camminata da vamp.
Era lui, William Knight, l’artefice del cambiamento. Era lui che rendeva languida qualsiasi mossa che Buffy facesse in cucina ed era ancora lui che contribuiva in maniera determinante a farla arrivare alla fine di ogni puntata tesa come un fascio di nervi.
Tuttavia, adesso era in onda, e non poteva permettersi di perdere la concentrazione. Non quando tutto sembrava andare ottimamente, almeno a dare ascolto ai sondaggi.
Posò le verdure nel lavandino, facendo attenzione a non bagnare le maniche e… ah, già, oggi non aveva maniche che potessero bagnarsi. Le avevano messo addosso un ridicolo maglioncino di lana senza collo e senza maniche che arrivava ben sopra l’ombelico. Più che maglione, avrebbero dovuto chiamarlo straccetto; ma indubbiamente c’era di peggio.
Come la gonna che le avevano drappeggiato intorno ai fianchi, per esempio. Chissà se avrebbero passato la censura.
Prese le zucchine e cominciò lentamente a pulirli sotto l’acqua corrente del rubinetto. In quell’istante riconobbe alle sue spalle un gemito soffocato, e sperò con tutta se stessa che fosse sfuggito ai microfoni. Si voltò e si ritrovò a fissare I caldi occhi del suo partner. “Che c’è, William?”
“Hai un modo di fare con quelle verdure, Buffy…” le mormorò lui, ammiccante.
Buffy realizzò all’istante di aver commesso un errore fatale: gli aveva dato il la, e William aveva messo fine al silenzio e ritrovato improvvisamente la sua vena umoristica. Ma, quel che era peggio, adesso la stava invitando a dargli corda.
E va bene, se voleva la guerra… l’avrebbe avuta!
Sollevando il mento con aria di sfida, Buffy prese la zucchina dalla forma più impertinente che le riuscì di trovare nel cesto delle verdure: lunga, giallastra, e decisamente fallica. Rimase a fissarla per un lungo, lunghissimo istante, durante il quale non fece che chiedersi come avesse fatto a cacciarsi in una situazione tanto assurda.
William non si lasciò sfuggire l’occasione per prenderla in giro. “Hai per caso intenzione di restare a guardare quel vegetale tutto il giorno oppure vuoi cucinarlo?”
“Cucinarlo, naturalmente” gli rispose lei, con un sorriso da gelida professionista del sadomaso. “Sai, è buonissimo, se lo tagli a fette sottili sottili e se lo butti su una bella fiamma alta.”
“Capisco. Stavo pensando…”
“Ah, davvero? Pensi?”
William sorrise a denti stretti.
La telecamera li stava seguendo in primo piano, e Buffy lo sapeva bene, anche se cercava di non pensarci. Era stato tutto così semplice, finché quello stupido ammasso di testosterone non si era messo di mezzo con l’idea stramba di rivoluzionarle il programma.
“Stavo pensando…” riprese lui, per nulla spiazzato, “che potremmo ribattezzare il nostro show La calda cucina di William e Buffy
“Non ti sembra un tantino…”
“Osè?” Il sorriso di William si fece ancora più impertinente, se possibile. Ogni centimetro del suo viso emanava una sensualità a così alta gradazione erotica da lasciarla pressoché disarmata. “Tesoro, qualsiasi cosa tu stia facendo con quelle zucchine dovrebbe essere vietata ai minori”
Non poteva farne a meno: arrossì di nuovo. “Come fate, vuoi uomini a equivocare tutto?”
“E’ un dono di natura”
Buffy scosse la testa disgustata e concentrò le sue forze residue su un peperone rosso. Un grosso, tondeggiante peperone rosso che non avrebbe potuto ispirare un doppio senso neanche all’attore porno più navigato. Guardò William con intenzione, sfidandolo a fare uno dei suoi commenti disdicevoli. Che ci provasse adesso!
Lui si chinò sul tavolo, osservando quello che stava facendo senza dire nulla. Grazie al cielo.
Buffy colse l’occasione per descrivere ai telespettatori il modo migliore di tagliare le verdure al fine di esaltare il sapore delle ricette. Quando ebbe finito, William le porse l’olio, una ciotola e un pennellino, per preparare la cottura alla fiamma.
“Non so dirti quanto abbia apprezzato il tuo aiuto durante l’ultima settimana e mezza” gli disse lei con l’aria di chi stava per fare chissà quale annuncio.
William sorrise.
“Tuttavia, penso che da ora in avanti dovrei essere in grado di camminare con le mie gambe” In risposta al sopracciglio inarcato di lui, continuò: “Voglio dire che ormai sono perfettamente in grado di occuparmi dello show da sola, senza assistenti. Come facevo prima del tuo arrivo”
“Va bene così?” le chiese lui facendo riferimento alla quantità d’olio da versare nella ciotola.
“Sì” Odiava ammetterlo, ma per quanto fosse già passata più di una settimana dall’inizio della loro collaborazione, ancora non si era abituata all’effetto che la vicinanza del suo partner aveva su di lei. Possibile che lui si ostinasse a non capire che tutte quelle novità non facevano per lei? Che era semplicemente patetica quando si sforzava di fare la sirena sexy per il bene dell’audience? “Domani prepareremo per il nostro pubblico gamberetti e ostriche con contorno di riso selvatico. Ti assicuro che si tratta di un lavoro per una sola persona.”
“Ostriche? Mmh…”
Chi credeva di stendere con quel sorrisetto da sciupafemmine e il sopracciglio alzato? Non lei, ovviamente. “Cosa vorresti dire con questo tuo mmh?”
“Oh, niente”
Buffy si rilassò e riprese ad affettare verdure.
“Sei stata tu a tirare in ballo le ostriche”
“E allora?”
“Per caso hai dei problemi con la tua libido?”
Come diavolo aveva fatto a dimenticarsi di tonnellate di letteratura gastronomica sul leggendario potere afrodisiaco delle ostriche? Accidenti, accidenti, accidenti!
William le sorrise e richiamò la sua attenzione sulla fiamma del barbecue. “A proposito, le tue verdure devono scottarsi così tanto?”
Buffy avrebbe voluto mettersi a piangere, ma era in diretta televisiva, così mantenne un’espressione di totale, fintissima indifferenza, mentre tentava disperatamente di abbassare la fiamma, spruzzando la carbonella di acqua, e affumicando il set.
Facendosi lacrimare gli occhi pur di non mettersi a tossire in diretta, Buffy sorrise alla telecamera e disse: “Qualsiasi cosa voi stiate facendo, amici telespettatori, tenete sempre d’occhio la fiamma” Poi, mentre William toglieva le sue verdure dalla griglia prima che si carbonizzassero del tutto, aggiunse: “Come vedete, la situazione può sempre sfuggire di mano, anche ai più esperti”
“E qualsiasi cosa voi stiate facendo” scherzò lui, sorridendo all’obiettivo e avvicinando il viso a quello di Buffy, “non lasciatevi mai distrarre dal vostro partner”
“Io non mi sono lasciata distrarre da te!”
“Dunque ammetti che sono il tuo partner”
Erano così vicini che avrebbero potuto baciarsi, realizzò inopportunamente lei in quell’istante. “Non ammetto niente di tutto ciò”
“Ne sei proprio sicura? Ma se ho appena salvato le tue verdurine! Sarebbe un peccato perdere un partner valido come il sottoscritto, non pensate anche voi?” Così dicendo strizzò l’occhio alla telecamera. “Vedete bene quanto la nostra Buffy ha bisogno di me”
Break pubblicitario!” gridò il direttore di scena. “tre minuti di pausa per tutti!
Buffy si allontanò di corsa, lasciando alla troupe il compito di disperdere il fumo che aveva invaso il set. Aveva solo tre minuti per riprendersi, e ne aveva disperatamente bisogno.
Raggiunto il camerino, riprese a respirare normalmente e aprì la porta.
Dawn fece un balzo indietro per lo spavento.
“Si può sapere cosa diavolo ci fai tu qui?” la aggredì Buffy. Sapeva che stava cominciando ad assomigliare a una petulante rompiscatole, ma – accidenti! – lei aveva bisogno di solitudine, se voleva levarsi dalla testa le fiamma del barbecue e soprattutto quelle che William aveva acceso dentro di lei.
Dawn nascose le mani, piene di pizzi e veli, dietro la schiena. “Niente. Non sto facendo niente”
“Tu mi stai rubando I vestiti”
“Okay, okay, ti sto rubando I vestiti. E allora? Sorella, tu hai un guardaroba assolutamente fantastico da un po’ di tempo a questa parte. Che t’importa se ti prendo in prestito un paio di cosucce? In fondo lo facevo sempre quando vivevamo insieme”
“Ma se hai sempre detto che non portiamo la stessa taglia…” Buffy si massaggiò le tempie, incapace di tenere d’occhio anche sua sorella in tutto quel caos. “Lascia perdere. Prendi pure quello che vuoi. Io ho un’emicrania spaventosa ed è l’unica cosa di cui mi importi adesso”
“Mmh… non sarà che il tuo mal di testa è per caso un William-mal di testa?”
“Certo che no”
Dawn scosse la testa. “Se te lo lasci scappare, non te lo perdonerò mai. Giuro!”
“Ma tu ce l’hai sempre con me?”
“Forse dovrei chiedere alla mamma di intervenire”
“Non oseresti”
“Buffy, hai già dimenticato tutto il disastro che ha combinato quando ho iniziato ad uscire con Andrew?”
“E come potrei?”
“Se ti lasci scappare William, ti assicuro che ti accadrà molto di peggio”
“Non so nemmeno di cosa tu stia parlando. Come faccio a lasciar scappare qualcuno che non è mai stato mio?”
“Eccome se è tuo, sorella. Solo che per ora lo tieni agganciato per il dito mignolo”
Visto cosa succedeva ad innamorarsi? Ci si riduceva il cervello in poltiglia, come quello di sua sorella.

Correndo sul set giusto in tempo per farsi spolverare il naso di cipria, Buffy ripensò alle parole di Dawn.
Lo tieni agganciato per il dito mignolo.
Sì, certo. Non aveva mai agganciato nessuno in vita sua, lei. E anche se era vero, ammettendo la possibilità di un miracolo, era sicura di volerlo?
“Posso dirti una cosa?” le domandò Anya mentre le aggiustava il microfono. “Non puoi liberarti del tuo assistente. Sarebbe una mossa estremamente stupida”
“Cosa? E perché?”
“Pochi secondi dopo che hai suggerito l’idea, I telefoni hanno cominciato a squillare” Buffy si voltò e notò che William era alle sue spalle ed ascoltava la conversazione. Lui non trattenne un sorrisetto soddisfatto. “I telespettatori sembravano impazziti alla sola idea che tu potessi parlare seriamente” aggiunse Anya.
“Quindici secondi, gente!”
Anya si allontanò dal set, lasciando Buffy e William da soli, e a giudicare dall’aria trionfante di William, non c’era bisogno di aggiungere nient’altro.
Era fregata. Legata a lui a doppio filo.

CAPITOLO 7

 

Alla fine della seconda settimana della gestione di William, il successo di Prezzemolo e peperoncino era ormai consolidato. Agli occhi di tutti, dentro e fuori dal set, lui era un eroe a cui bisognava baciare I piedi.
Agli occhi di tutti tranne che a quelli di Buffy.
Okay, aveva ammesso di essere attratta da lui, anche se faceva di tutto per combattere quest’attrazione. Ma niente di più. Cercava in ogni modo di sfuggire a qualsiasi situazione in cui corresse il rischio di rimanere sola con lui per troppo tempo, e in trasmissione sceglieva sempre con molta cura le parole da dire. Inutile ripetere che questa sua scelta la stava portando velocemente verso un esaurimento nervoso…
Ed eccola lì, a perdere tempo in una questione oziosa, mentre avrebbe dovuto pigiare il piede sull’acceleratore e raggiungere il ristorante dove si era data appuntamento con tutta la troupe per festeggiare il successo dello show.
Sicuramente sarebbe arrivata in ritardo, ne era certa. Entrò con la macchina nel parcheggio del locale, e trovò solo una persona ad aspettarla. William. Al rombo sommesso della sua macchina, lui si voltò, I biondi capelli illuminati dalla luna.
William. L’unico di tutto lo staff di Prezzemolo e Peperoncino che non avrebbe voluto incontrare quella sera! Non l’aveva neanche ringraziato per tutto quello che aveva fatto per lo show…
Il cuore fece un balzo nel petto, al pensiero di come avrebbe voluto ringraziarlo quella sera.
Scese dalla macchina e si avviò verso di lui, decisamente nervosa.
“Come va?” le chiese lui andandole incontro, la voce più tirata di un arco.
Fantastico, dunque erano in due ad essere frustrati. “Tutto bene” gli rispose con un sorriso.
Appoggiandole la mano in fondo alla schiena, William la guidò all’interno del locale, fino al tavolo dove aveva preso posto lo staff di Prezzemolo e Peperoncino.
C’erano tutti. Jonathan in compagnia dell’ultima fiamma, Andrew e sua sorella intenti a sbaciucchiarsi, e poi Willow e Anya, al momento entrambe single.
“Ehi, qualcuno ha visto I titoli dei giornali di oggi?” chiese subito Andrew allontanandosi da Dawn e introducendo così un argomento di conversazione.
Buffy vide Dawn scuotere la testa per far star zitto il fidanzato, ma Andrew aveva la parlantina sciolta da troppi cocktail per fermarsi. Con grandi cerimonie, e barcollando al punto che Buffy temette per la sua incolumità, si mise in piedi.
Si schiarì la gola, e impugnò una copia del Sunnydale Post. “Ci siamo tutti affannati a capire come sia stato possibile un così grande successo in sole due settimane” attaccò con enfasi “Ma mentre ci congratulavamo con William, abbiamo quasi dimenticato la sua valida collaboratrice” Fece un ampio gesto in direzione di Buffy. “Questo è per te, piccola!” Con una buona dose di melodramma srotolò il giornale, mostrando a tutti il titolo che campeggiava in prima pagina.
La gattina sexy sa cucinare davvero!

Ci fu un breve secondo di silenzio sorpreso, prima che tutti I presenti si precipitassero a congratularsi con Buffy, tra brindisi e risate.
Ma lei non stava affatto festeggiando, anzi, stava lanciando dei pugnali invisibili con lo sguardo in direzione di William. Era tutta colpa sua…
Con un sospiro lo vide avvicinarsi e prendere posto di fianco a lei. Per farsi sentire al di sopra dei frizzi e dei lazzi della troupe in festa, si chinò a rassicurarla: “Tu sai che intendevano farti un complimento”
“Davvero?” gli chiese lei con tono fintamente zuccheroso. “Immagino che ne sarai orgoglioso, in qualità di personal trainer della gattina”
Voltandosi di scatto per rivolgergli uno sguardo di fuoco, Buffy realizzò che si trovava con le labbra perfettamente allineate a quelle di lui. I suoi occhi si spalancarono mentre prendeva coscienza del fatto. E le sue labbra si schiusero.
Il baccano nella sala era fin tropo alto per permetterle di riconoscere qualsiasi altra cosa che non fosse il battito forsennato del suo cuore, ma Buffy avrebbe potuto giurare di aver sentito una specie di gemito provenire da quelle labbra invitanti, una sorta di piccolo messaggio che la diceva lunga sul desiderio di lui.
“In qualità di personal trainer, posso assicurarti che non ti ho insegnato niente di cui non fossi già perfettamente padrona” le disse, infiammandole I sensi con il suo tono di voce.
“Ah sì?” gli bisbigliò all’orecchio, sfiorandolo con la bocca e inducendolo a tremare a sua volta. “Se ricordo bene, tu hai sempre sostenuto di dovermi insegnare tutto. Dovresti saperlo, come lo so io, e come lo sanno anche tutti gli altri che sono qui con noi. Eppure… non hai fatto altro che scegliere un paio di vestitini e costringermi a sorridere. Niente lezioni speciali”
Già, niente lezioni speciali. Il pensiero di tutte le cose fantastiche che avrebbe potuto insegnarle l’aveva tenuta sveglia la notte nelle ultime due settimane.
“Lo sai cosa penso?” continuò allora lei. “Penso che tu sia molto bravo a parlare, signor conduttore. Ma il tuo è tutto fumo e niente arrosto. Tu sei bello, affascinante, deciso e….”. Si interruppe, sentendo la risatina strozzata di lui, ma non si perse d’animo. Anzi. “Smettila di fare il modesto. Lo sai benissimo come sei fatto. Ma per qualche strano motivo mi viene da pensare che tu… non se sappia poi molto in materia di…”
“Di…?”
Buffy si morse voluttuosamente il labbro inferiore, indugiando ad arte prima di avvicinargli ancora la bocca all’orecchio, ancora più vicino di come aveva fatto poco prima. Stava agendo così perché non voleva che gli altri sentissero la loro conversazione, si disse per rincuorarsi. O forse per evitare di guardarlo negli occhi quando avesse continuato. “In materia di sesso” concluse poi in un roco sussurro.
“Sbaglio o questa suonava come una proposta?” disse lui allentando il collo della maglietta.
Buffy inarcò il sopracciglio e William rise compiaciuto.
“Hai davvero voglia di restare qui stasera?” le chiese, offrendole un’ultima occasione per tirarsi indietro.
Buffy scosse la testa lentamente, senza staccare gli occhi dai suoi.
“Quindi immagino che questa sera sia adatta per una di quelle lezioni speciali che ti preoccupano tanto” allungò una mano verso di lei, e Buffy vi lasciò scivolare la sua senza la minima esitazione.
“Ehi!” li chiamò Andrew vedendo che si alzavano per andare via. “Non potete andarvene adesso, non vi ho ancora… AHI!” si interruppe di botto, mentre Dawn gli stringeva un braccio e gli spiegava qualcosa all’orecchio.
Quando ebbe finito di ragguagliarlo sulla situazione, Andrew sorrise ai due fuggiaschi e si precipitò a raccontare l’accaduto ad Anya e Willow.
“Pare che non ci toccherà nemmeno trovare una giustificazione” disse William guidando Buffy lontano dalla folla.
“Dove andiamo?” gli chiese lei mentre uscivano dal locale.
“In un posticino un po’ più discreto” le rispose.
“Oh, Signore!”
Buffy fissò la sua moto con un’espressione di terrorizzata delizia. “Cosa si prova ad avere tutta quella potenza fra le gambe?”
Lui la guardò sorridendo e inarcando un sopracciglio. “Più o meno quello che stai immaginando, passerotto”
“Mi lasci guidare?”
William sedette a cavalcioni della moto e le allungò il casco. “No”
“Non sei affatto divertente”
“Ma se ancora non hai visto niente… Coraggio, sali adesso”
Lei ubbidì. Gli cinse la vita con le braccia, e appoggiò la testa alla sua schiena.
“Reggiti forte”

Scivolando nella notte, William imboccò la superstarda per Los Angeles.
Buffy non tentò neanche di fargli cambiare idea. Faceva freddo, ma il motore sembrava riscaldarli.
O forse era il calore che emanava da loro, soprattutto quello di lei. Buffy non riusciva ad evitarlo. L’incredibile sensazione prodotta dalle vibrazioni del motore, combinata al corpo di William premuto contro il suo in quel modo così intimo… bé, tutto questo la stava mandando letteralmente in fumo, in un modo che le era completamente sconosciuto.
Non aveva mai pensato che un viaggio in moto potesse rivelarsi così eccitante, eppure era proprio così che si sentiva in quel magico momento: eccitata.
Dal momento che non era mai salita su una moto in vita sua, le faceva comodo attribuire il suo stato alla Harley, ma, se fosse stata del tutto sincera con se stessa, avrebbe dovuto ammettere che il suo corpo emanava calore dall’interno verso l’esterno. E non le sembrava proprio di aver mai sentito alcunché di simile nei racconti dei motociclisti appassionati.
In quel momento realizzò che avevano guidato davvero fino a Los Angeles. “La culla del peccato” ironizzò, mentre William spegneva il motore.
“Quale posto meglio di questo?” ribatté lui lanciandole un’occhiata da sopra la spalla.
Oh, già. La sua lezione! Buffy deglutì, perdendo di colpo tutta la sua sfrontatezza. Poi cominciò a prendere coscienza di dove si trovavano e del locale di fronte al quale avevano parcheggiato, e per poco non si strozzò.
Uno strip club!
Oh, Signore, in cosa mi sono lasciata trascinare, e perché non ho portato con me il cellulare, e come diavolo faccio adesso a dirgli che io non voglio più…
La risata sommessa di William fece breccia nel suo panico. “Dovresti vedere la tua faccia”
“E’ facile per te!” lo aggredì lei gesticolando verso l’insegna al neon sopra di loro: Ragazze nude a tutte le ore.
William diede un’occhiata al punto che gli indicava, e rise di nuovo. “Lo sai che hai proprio una fantasia eccezionale, signorina So-tutto-io?” Con la mano le afferrò il polso, indirizzando la sua mano e il suo indice verso un cartello con la scritta: Spiaggia pubblica. “Pensavo che sarebbe bello contare le stelle cadenti sdraiati sulla sabbia, in riva al mare. Non capita tanto spesso di vedere un cielo come questo”
“Stelle cadenti”
“Già”
“Oh…”
“Perché adesso non mi dici cosa pensavi che volessi farti fare in uno strip club?” le chiese con una luce divertita negli occhi.
“Ehm…”
Scuotendo la testa, e continuando a ridacchiare, William la prese per mano, incrociando le dita a quelle di lei, e la guidò verso una spiaggia incredibile. L’acqua del mare rifletteva il chiaro di luna e la sabbia sembrava seta. Sopra di loro il cielo stellato illuminava l’ambiente.
E l’uomo che camminava al suo fianco le inebriava I sensi, pensò Buffy. Non era il classico tipo per cui avrebbe perso la testa, a lei piacevano più tranquilli. Però… sì, certo, portava la sua giacca di pelle e I suoi pantaloni neri, e aveva sempre l’aura di sicurezza di chi ha molto conosciuto e molto viaggiato, ma… per la prima volta le sembrava di notare qualcosa di nuovo sotto quella superficie.
William era l’uomo che aveva cercato di distrarla quando era saltato fuori quell’orribile titolo di giornale. Ormai aveva capito perfettamente come lui non avesse mai avuto intenzione di metterla in imbarazzo sul set. Anche quando la prendeva in giro, stava sempre attento a non varcare un certo limite, e in effetti, ogni suo sforzo era servito solo a farla sentire… desiderata.
William aveva capito la sua timidezza e le sue difficoltà e, malgrado le sue provocazioni, aveva avuto la delicatezza di non spingersi mai troppo oltre con lei. Nemmeno quando Buffy aveva desiderato che lo facesse.
E tutto questo la faceva sentire a disagio.
Per tutto quel tempo non aveva fatto altro che cercare di difendersi dal suo fascino, continuando a ripetersi che era solo un lavoro per lui. Ma il modo in cui William reclinava la testa di lato quando la guardava negli occhi, bastava a farle battere forte il cuore. E a farle pulsare il sangue nelle vene, e a provocarle tutta una serie di strane reazioni che non era nemmeno in grado di comprendere fino in fondo. D’un tratto, Buffy sentì che avrebbe tanto voluto essere quella donna sicura di sé e del proprio charme che lui aveva tentato di plasmare per la riuscita dello show. Avrebbe voluto essere libera e sexy come lei, e avrebbe voluto essere tutte queste cose per William.
“William… perché siamo qui?”
“Non lo sai?”
“No”
Sembrava piuttosto sorpreso. Si avvicinò alla riva dell’oceano e la fece sedere sulla sua giacca rigirata.
“Cavolo!” esclamò dopo un breve istante. “Speravo davvero che sapessi di cosa si tratta”
“Ti riferisci a quella strana sensazione che mi fa desiderare di baciarti e di prenderti a pugni allo stesso tempo?”
Lui rise. “Bé, sì, immagino che sia la stessa cosa a cui stavo pensando io”
“Invece non ne ho la più pallida idea, e questo mi spaventa a morte” ammise lei. “Non si tratta solo di avere rinunciato agli uomini, né del fatto che lavoriamo insieme. Ma visto che ne stiamo parlando… io non so niente di te”
Passandole una mano dietro la nuca, William la invitò silenziosamente a guardare verso l’alto, e a scrutare il cielo. “Cosa desideri sapere? Parla, sono un libro aperto”
“Sì, certo. Come no”
“Dico sul serio. Chiedimi pure quello che vuoi”
“Bé, non vorrei fare la ficcanaso” Ma poi decise che non era quello il momento di pensare alle formalità. “E va bene, prova a rispondere a questa domanda. Perché sembra sempre tutto così… facile per te?”
“Vuoi dire come faccio ad essere il contrario di te, che sei sempre così seria?” Quando lei annuì, rispose: “Io prendo moltissime cose seriamente, Buffy”
“Per esempio?”
“Per esempio… la mia moto. Sono maledettamente serio quando si tratta della mia moto”
“Mi riferivo a qualcosa di veramente importante”
“La mia moto è veramente importante”
“Lo vedi?” ribatté lei. “Adesso non stai prendendo me seriamente”
“Okay” Il sorriso si spense sulle sue labbra. “Che ne dici della vita? Ho sempre preso la vita molto seriamente”
Aveva le mascelle serrate e un’espressione di dolore mentre lo diceva, e Buffy non poté trattenersi dal chiedergli: “Cosa ti è successo, William? Hai… perso qualcuno a cui tenevi?”
“Già” mormorò lui. “Mio fratello Angel. È morto di un aneurisma a ventinove anni”
”Dovevate essere molto vicini”
“Vicini, dici? Magari! Entrambi eravamo troppo occupati a lavorare sedici ore al giorno per passare del tempo insieme. Nella nostra famiglia, il lavoro è sempre stato tutto. Tutto. Solo che ora lui se n’è andato” Si voltò verso di lei e la trafisse con uno sguardo che traboccava di perdita e rimpianto, e che le serrò la gola. “Vedi, una cosa del genere ti costringe a riconsiderare completamente il significato di parole come dovere e ambizione”
“Immagino sia così” disse dolcemente lei. “Mi dispiace per tuo fratello”
Lui le accarezzò la guancia con un dito. “Sembri così rilassata adesso. Lo sai, sei completamente diversa da come ti mostri sul set, responsabile e determinata. Cos’ha il lavoro per renderti così?”
“Sul lavoro ci sei tu” Sorrise. “Ovviamente non si tratta solo di te. È il fatto di essere un ingranaggio importante nella meccanica del programma… di sapere che ci sono persone che contano su di me e sulla piena riuscita di quello che faccio. Tutto questo è molto responsabilizzante. E poi… non riesco a sopportare l’idea di fallire” Sollevò leggermente le spalle. “Perché noi stavamo fallendo prima che arrivassi tu”
“Ma allora perché sei così resistente ai cambiamenti? Sembreresti nata per il nuovo corso dello show, e tutto quello che ho cercato di suggerirti ti viene assolutamente spontaneo, tu sei naturale, spontanea, diretta e sexy allo stesso tempo. Perché cercavi di nascondere questa parte di te?”
“Stai scherzando?” ribatté lei con una risatina. “Niente di tutto questo è naturale per me. Avrai pur sentito qualcuna delle storielle che circolano agli studi sul conto della mia vita sentimentale. Bè, ti assicuro che sono tutte vere. Io sono patetica, quando si tratta di uomini”
“Forse hai avuto a che fare con gli uomini sbagliati”
Buffy si fermò un istante ad ascoltare lo sciabordio delle onde sulla riva. Guardò il cielo, e un bagliore improvviso attraversò per una frazione di secondo la porzione di cielo sopra le loro teste. “L’hai vista anche tu? Una stella cadente” sussurrò emozionata, mossa dal desiderio struggente di condivider con lui il suo mondo.
“Sì” Ma non era il cielo che stava guardando William. Bensì lei. “Sai cosa significa?”
“Che da qualche parte dell’universo è esploso un astro?”
“Quando si assiste allo spettacolo di una stella cadente, bisogna baciare la prima persona che ci rivolge la parola subito dopo”
“Davvero?”
“E’ una legge” rispose lui serissimo.
“Ah” Guardando le sue labbra Buffy sentì un insolito calore esploderle dentro, in mille accecanti scintille come quelle in cui era appena esplosa la stessa. Chissà se anche lui stava provando anche solo un millesimo di quello che provava lei…
“Smettila di pensare” le ordinò dolcemente William, passandole una mano dietro il collo.
“Non posso farne a meno. Io ho bisogno di analizzare ogni cosa” Le sue labbra erano così vicine a quelle di lui che Buffy riusciva a sentire il calore del suo respiro. “Fa parte di me, come il fatto che adoro il cioccolato e…”
“Buffy?”
Lei sobbalzò leggermente. “Sì?”
“Sta zitta e baciami.”
Rise. “Non ho mai baciato un uomo che me l’abbia ordinato, William”
“Non hai ancora baciato me” Le strinse le dita attorno ai capelli e la trasse dolcemente verso di sé, in quello che fu un piccolo dolce delicato bacio a fior di labbra.
“Com’è stato?” gli chiese, sentendo pulsare il sangue forte nelle vene, sulla gola, nel petto, dietro le orecchie.
Si chinò in avanti e lo baciò di nuovo. Non poteva fermarsi. Altre stelle le esplosero nel petto, piccoli frammenti di piacere al tocco vellutato delle sue labbra. Un gemito appagato le risuonò nelle orecchie, un gemito che le veniva da dentro, capì con stupore, mentre apriva gli occhi e vedeva che le sue mani stringeva il collo di William talmente stretto che per poco non lo soffocava.
“Scusa” farfugliò tirandosi indietro, mortificata dalla propria inettitudine.
Ma William non le permise di allontanarsi troppo. “Va tutto bene. Quando si bacia, respirare è un optional”
Quella delicatezza le infuse nuovo coraggio. Chiedi la luna, disse a se stessa, mentre fondeva di nuovo le labbra con quelle di lui. Lo stava baciando. Lo stava baciando davvero, come se non farlo potesse significare morire.
E William la stava pienamente ricambiando, facendo crescere il suo desiderio ad un ritmo inverosimile. Voleva di più, e stava anche prendendosi di più… finché lui non la fermò staccandosi di soprassalto. Le afferrò le mani e districò quella che sembrava una presa ferrea dai suoi capelli.
“Scusa” ripeté lei, con il viso in fiamme. Dio, ma come faceva ad essere così incapace? Cosa avrebbe pensato Dawn se avesse potuto vederla? “Forse… credo di essere pronta per la cena”
“Sei sicura? Perché ti tengo le mani bloccate adesso, così, se ti va, magari potremmo riprovare”
“Sono sicura”
William si lasciò sfuggire un lungo sospiro e si alzò in piedi, tirandola con sé. “La prossima volta” le mormorò “non credo che riuscirò ad avere tanta forza da fermarmi di nuovo” Le accarezzò una guancia. “Ricordalo”
Ricordarselo? Non avrebbe fatto altro.

 

CAPITOLO 8

Buffy era vicino al set, le lunghe gambe esaltate da un minuscolo prendisole, completamente assorta nella lettura del giornale del giorno prima.
Era l’edizione della gattina sexy.
“Cinque minuti gente!” avvertì il direttore di scena.
Sembrava aver trovato nell’articolo la scusa perfetta per ignorare William che continuava a gironzolarle intorno senza però rivolgerle la parola. E lei non aveva nessuna intenzione di fare il primo passo, specie dopo il bacio del giorno prima e dopo aver saputo che lui era in procinto di andarsene.
Grazie, Anya, pensò con una piccola smorfia. L’amica l’aveva informata del messaggio che William aveva ricevuto quella stessa mattina da parte della direzione centrale. E lui ancora non si era degnato di dirle qualcosa!
Ma qual era la sua reazione? Era arrabbiata perché partiva, o era talmente felice che non riusciva nemmeno a parlare?
Oh, ma a chi vuoi darla a bere Buffy, si disse in tono ironico. Sei terrorizzata all’idea che William se ne vada e ti lasci sola! Ammettilo!
“Guarda che dovrai parlarmi, prima o poi” le disse lui alla fine avvicinandosi.
Buffy sussultò sorpresa, ma non rispose.
“Buffy, ti prego, dì qualcosa”
“E va bene” Alzò lo sguardo dal giornale. “Ho sentito dire che sei in partenza”
Lui trasse un profondo respiro. “Vuoi parlarne?”
Per tutta risposta lei riprese a leggere.
Non voleva parlare con lui sotto lo sguardo attento e curioso di tutta la troupe. Erano cose private, quelle! E poi era ancora arrabbiata con lui per non averglielo detto di persona…
“A quanto ho capito, oggi prepariamo il cosciotto d’agnello” buttò lì lui tanto per fare conversazione, mentre si aggiustava il microfono.
“Mmh” concesse lei senza impegnarsi troppo.
Un assistente le passò un microfono e Buffy per un breve istante si guardò il prendisole paralizzata. Non aveva idea di dove poteva pinzarlo.
“A quanto pare hai delle difficoltà a trovare un posticino adatto” Sembrava che quella piccola esitazione lo rallegrasse. E prima che lei potesse emettere anche una sola sillaba di protesta, lui si avvicinò per aiutarla. “Con questo vestitino bisogna ingegnarsi” suggerì con un sorrisetto malizioso.
“Posso fare da sola” lo stroncò lei, ritornando al tono gelido da regina delle nevi che le era abituale fino a poco tempo prima.
“Ormai ce l’ho io” William studiò brevemente le spalline inconsistenti che reggevano l’abito, per concludere: “No, qui non va” Queste parole furono sottolineate da una carezza lenta e pigra lungo la scapola.
Buffy trattenne il fiato.
“Forse…” riprovò William facendo scivolare un dito sotto la scollatura, e percorrendo il bordo fino all’incrocio con la spallina sinistra. “Ecco, proprio qui, direi”
Lei sbuffò. “Hai intenzione di finirla, sì o no?”
”Oh, certo. Prima o poi” replicò lui con voce roca, provocandole un brivido lungo la schiena. “Freddo, Buffy?” domandò poi, accennando con gli occhi in direzione del seno che premeva contro la stoffa.
“Oh, no, figurati. Anzi…” Si interruppe scuotendo la testa, e si diede della stupida per avergli dato corda anche solo per un breve istante. Le aveva quasi fatto ammettere di essere tutta un fuoco, quello zoticone privo di tatto!
Le manovre di William per aggiustarle il microfono sul prendisole li avevano catapultati entrambi in un mondo tutto loro. Un mondo dove non c‘erano le luci del set, né I brusii della troupe in movimento.
“Lo sai…” mormorò lui in una specie di soffio che le bruciava la pelle. “Tutta questa vicinanza mi ha fatto capire che devo proprio… assaggiarti” E così dicendo colmò la distanza che li separava e dischiuse le labbra sul suo collo invitante.
Lasciandosi sfuggire un gemito di eccitazione, Buffy alzò le mani in quello che forse voleva essere un blando tentativo per allontanarlo da sé. Un tentativo fallito, comunque, visto che le riappoggiò subito sulla sua maglietta.
“Venti secondi!”
Buffy si riscosse e rimase a fissarlo, gli occhi accesi di passione, il petto sollevato da un respiro leggermente affannoso.
Nemmeno lui sembrava tanto tranquillo, almeno a giudicare dal suo sguardo. “Wow” disse semplicemente provocando in lei un gemito rassegnato che significava: Sì, lo so, è stato fantastico anche per me.
Si passò I capelli dietro al collo e strinse le labbra per asciugare il rossetto, in un ultimo tentativo di riacquisire la compostezza necessaria.
“Dieci secondi!”
“E’ vero allora?” buttò lì Buffy sottovoce. “Hai finito il tuo incarico qui? Stai per partire?”
“Sì” ammise lui, piuttosto riluttante. “Sono stato richiamato alla sede di Los Angeles”
Lei annuì, poi rivolse la sua attenzione alla telecamera.
Bel tempismo, pensò Buffy.
“Cinque, quattro…”
Un tempismo perfetto per realizzare che era cominciato il periodo del disgelo per il suo cuore che credeva di avere chiuso alle emozioni proprio quando l’artefice di quel cambiamento stava per andarsene.
“Tre, due…”
Buffy inspirò a fondo, ma non servì minimamente a dissipare le nubi che le occupavano la mente. Niente avrebbe potuto aiutarla dopo il bacio di William.
“In onda!”
Sorrise a beneficio dell’obiettivo e pregò di resistere fino alla fine. Almeno, sentiva che il suo non era un sorriso falso e privo di calore, ma del resto niente per lei era stato falso e privo di calore, da quando William era entrato nella sua vita. Presto, però lui se ne sarebbe andato, e allora sarebbe stata libera di tornare a essere se stessa. O qualsiasi cosa restasse della vecchia Buffy Summers.
“Ben ritrovati a Prezzemolo e Peperoncino!” esclamò salutando il pubblico con tutto l’entusiasmo di cui era capace. “Abbiamo scovato delle ricette davvero sensazionali per voi, come il cacciucco con menta ed erba cipollina, e…”
“Cacci… che?” domandò William al suo fianco, completamente perso.
Mentre immaginava centinaia di telespettatrici sciogliersi per l’innocenza spontanea della sua domanda e per I suoi occhioni blu, Buffy spiegò: “Cacciucco, una fantastica zuppa di pesce direttamente dalla Toscana. Ma non temere, William, non è questa la ricetta di oggi. Come ben sai, la delizia che abbiamo preparato per I nostri amici telespettatori è il cosciotto di agnello arrosto…”
In qualche modo, resse fino alla fine della parte introduttiva, ma era una vera sofferenza. E la consapevolezza fin troppo acuta della presenza di William lì di fianco a lei non serviva certo a migliorare le cose.
Infatti, mentre si chiedeva fino a quando sarebbe durata quella tregua di nervi, lo sentì annunciare: “…e così abbiamo pensato di introdurre una novità nella puntata di oggi”
Ah, sì? E che cosa? Perché nessuno le diceva mai niente?
“Oggi manderemo in onda le chiamate di alcuni fortunati telespettatori”
“Coooooosa?” belò Buffy come un agnellino, evitando per un pelo di farsi cadere il mento a terra.
“Più tardi ovviamente” rispose William aprendo il frigorifero ed estraendo il vassoio con la carne.
Ma siccome il copione prevedeva che fosse lei a tirare fuori la carne, Buffy rimase impalata al suo posto, incerta su cosa fare.
“Stavo solo cercando di aiutarti” si scusò lui, innocente come un ladro d’auto. “Non vorrai prendere un raffreddore esponendoti alle gelide correnti del frigorifero coperta da… è un vestito quello?”
In effetti, aveva davvero la pelle d’oca, ma non certo per le correnti del frigo. “Grazie mille, William. Un giorno o l’altro renderei davvero felice tua moglie” Senza smettere di sorridere, Buffy appoggiò il vassoio davanti a sé e, preso un coltellino, cominciò a incidere la carne con dei leggeri taglietti, sotto lo sguardo terrorizzato di William.
“Cosa stai facendo?”
“Serve per permettere alla carne di restare tenera durante la cottura”
Lui fece una smorfia dubbiosa. “Ricordami di non farti mai arrabbiare”
“Troppo tardi” ribatté lei voltandosi di scatto e minacciandolo scherzosamente col coltellino. Il movimento brusco, però, le fece scivolare una spallina, così maledicendo tra I denti l’artefice della sciagurata scelta del prendisole, Buffy lasciò perdere le minacce, si aggiustò il vestito, e tornò a concentrarsi sulla preparazione della carne.
Quando l’agnello fu pronto, raccolse il vassoio con entrambe le mani e si diresse di gran carriera verso lo sportello del forno. Dove si fermò di botto.
Come diavolo faceva a chinarsi con quell’aggeggio inguinale senza mostrare gli slip al caro pubblico?
“Qualcosa non va, Buffy?”
Lei gli lanciò uno sguardo di panico allo stato puro, favorendo così la malevola risatina del suo partner. Quel traditore aveva capito benissimo cosa non andava! Magari aveva addirittura architettato tutto fin dall’inizio per vederla nei guai…
“Che ne dici di comportarti da vero gentiluomo?” gli intimò lei tra I denti spingendogli praticamente il vassoio in mano.
William si chinò a infornare l’agnello.
Poi arrivò la prima telefonata.
“Pronto!” esclamò William rivolto alla telecamera. “C’è qualcuno in linea?”
“OH! Che emozione! Ciaoooo! Sono Millie”
“Benvenuta nella nostra trasmissione, Millie” la salutò lui con enfasi. “Desideri farci qualche domanda?”
Per quanto Millie avesse la voce di un camionista che fumava troppo, se ne uscì con una risatina da scolaretta. “Mi stavo chiedendo… per caso tu e Buffy state insieme?”
William sorrise e passò la palla a Buffy con un cenno della mano.
“Ecco, noi… no, non sarebbe una scelta saggia, Millie”
“Che peccato! Ma tu ti rendi conto di che bocconcino sia il tuo partner, vero, tesoro?”
Buffy sorrise evitando rigorosamente di guardare verso William. “Hai qualche domanda di natura gastronomica, Millie?”
“Bé, sì. Più o meno. Mi chiedevo… se non esci con William, e se è vero che hai rinunciato agli uomini, con chi hai le mani in pasta ultimamente?”
Buffy sgranò gli occhi. “Prego?!”
“Qualcuno ti avrà pur baciato, tesoro”
Buffy si lasciò sfuggire una risatina nervosa. “Millie, forse hai telefonato alla trasmissione sbagliata, perché questo è uno show di cucina. Lo sai vero?”
“Ma certo! È proprio per questo che ti ho chiesto con chi hai le mani in pasta, ragazza. Ho visto quel segno rosso che hai sul collo e ho deciso di sapere se è… farina del sacco di William”
Buffy guardò William in cerca di aiuto, e grazie al cielo, arrivò uno stacco pubblicitario a salvare entrambi.
Anya corse sul set trattenendo a stento una risata e porgendole uno specchietto. Allungando il collo, anche Buffy riuscì finalmente a vedere il segno di cui aveva cianciato Millie in diretta TV.
“Oh, Signore!”
In quell’istante squillò il cellulare di Anya e la ragazza rispose.
“Sì, è qui, ma ha solo un minuto prima di tornare in onda, per cui sbrigati” cinguettò all’apparecchio prima di passarlo a Buffy. “E’ Dawn”
Sua sorella, come al solito, riconosceva sempre il momento migliore per farsi viva.
“Santo cielo, Buffy, quel succhiotto è… è… una vera sorpresa” le concesse ironicamente. “Ti prego, dimmi che finalmente ti sei decisa a saltare addosso al tuo produttore!”
“Dawn!”
“Scommetto che l’avete fatto nel cuore della notte contro il frigorifero, senza nemmeno preoccuparvi che qualcuno potesse irrompere sul set fuori dall’orario di lavoro!”
Buffy alzò gli occhi al cielo, poi commise l’errore di lanciare un’occhiata a William. Stava studiando la scaletta dall’agenda di un assistente, ma in quel momento, neanche avesse un sesto senso, si voltò a guardare verso di lei.
Sì, verso di lei… attraverso di lei, sarebbe stato più corretto. Ogni volta che lui la guardava Buffy aveva la sensazione di essere sottoposta ai raggi X, e probabilmente, adesso, William le stava leggendo dentro, proprio mentre lei si chiedeva se sarebbe davvero stato capace di fare l’amore contro un frigorifero.
Oh, sì che ne sarebbe stato capace, e le ginocchia presero a tremarle per l’impertinenza di quel pensiero. “Dawn, devo andare adesso”
“L’hai fatto! Tu l’hai fatto contro il frigo! O-mio-Dio, Buffy, è così… così…”
“Non l’abbiamo fatto” la frenò Buffy prima che potesse inventarsi qualcosa di ancora più assurdo. Poi, abbassando la voce di un tono, confessò: “Però lui mi sta facendo impazzire, Dawn”
“Stai cercando di dire che ti eccita, ma non avete fatto niente?”
“Sì!”
“Devi provare a batterlo sul suo stesso terreno, allora. Provocalo, portalo al limite… Insomma, fallo impazzire”
“Ma…”
“Niente ma. Punto e basta!”
Ancora una volta Buffy si fermò a sbirciare l’uomo che lei avrebbe dovuto fare impazzire. Bello, sexy, sicuro di sé… “Non so se ce la faccio”
“Cosa? Stai scherzando, vero? Quando ti sei guardata allo specchio l’ultima volta? Tu hai una tonnellata di sex appeal, tesoro. Dio te l’ha dato e tu devi usarlo” le ordinò Dawn con un tono che non ammetteva repliche. “Ti sei già procurata un guardaroba da urlo. Adesso, l’unica cosa che devi fare è giocare duro con William Knight, come lui ha fatto con te. E possibilmente, batterlo sul suo terreno”
Detta così, sembrava facile. William con lei c’era riuscito benissimo, l’aveva provocata fino allo sfinimento e adesso lei… lo voleva.
Magari anche lui la desiderava già allo stesso modo, e in realtà si stava solo trattenendo. In tal caso avrebbe solo dovuto accantonare il suo ferreo autocontrollo.
“Puoi farcela!” ribadì Dawn urlando direttamente nel suo padiglione auricolare.
Poteva davvero? Tanto per fare una prova, Buffy attese di incrociare lo sguardo di William, poi, sorridendo lasciva, si inumidì le labbra.
Per poco non gli cascò la mascella.
Mmh… meglio provare ancora, mandandogli un bacio.
William lasciò cadere a terra l’agenda che teneva in mano.
Possibile che fosse così semplice e lei non l’avesse mai capito? Si passò le mani tra I capelli e si inumidì di nuovo le labbra.
William inghiottì a vuoto.
“Buffy?” Persino sua sorella doveva aver intuito qualcosa sui suoi nuovi superpoteri, perché sembrava quasi preoccupata. “Sei ancora lì?”
“Sì, Dawnie, sono qui” Buffy si lasciò sfuggire un risolino e cominciò ad assaporare il potere della nuova femminilità che sentiva sbocciare dentro di sé. “Sono qui, pronta per incominciare a giocare!”

 

CAPITOLO 9

Erano ormai due giorni che Buffy aveva cominciato a tormentare William. Oh, niente di particolarmente doloroso, solo una lenta agonia…
Sapeva benissimo che stava giocando con il fuoco. E tanto per restare nei luoghi comuni, stava anche tirando troppo la corda. Faceva parte del suo piano.
Aveva iniziato ad insidiarlo. A guardarlo come se fosse un pranzo da dodici portate da grand gourmet. A blandirlo come una sirena tentatrice. Insomma, si stava divertendo un mondo a vederlo così nervoso. Portare William a desiderarla più di qualsiasi altra cosa, senza effettivamente dargli la possibilità di prenderla.
“William?” lo chiamò Buffy bussando piano alla porta del suo ufficio il terzo giorno. Poi lo osservò di nascosto torturare il pavimento del suo ufficio misurandolo a lunghi passi decisi.
“Non ci sono” le rispose lui, e quando la sentì ridere, Buffy lo vide stringere I denti come a prepararsi a ciò che lo aspettava.
Buffy aprì del tutto la porta ed entrò nel suo ufficio attendendo la reazione al suo abbigliamento con un mezzo sorriso.
“Per l’inferno maledetto! No!” William si coprì gli occhi con una mano, col solo risultato di farla ridere di nuovo.
“Qualcosa mi dice che ti piace”
Buffy continuò a ridere mentre lo osservava aprire piano le dita della mano per sbirciare di nuovo. Sapeva che il suo abbigliamento era al limite del lecito quel giorno. E contava proprio su quello per stenderlo. Portava un top costituito da due strati di velo sovrapposti, uno bianco e uno rosso, sorretto da due spalline così sottili da risultare invisibili. Sotto, una micro gonnellina di jeans a portafoglio. Così a portafoglio, che a ogni passo lui avrebbe potuto godersi la vista delle sue gambe.
La telecamera se la sarebbe mangiata. E Buffy era sicura che lui avrebbe fatto lo stesso se solo lei si fosse avvicinata.
Cosa che puntualmente fece. “Mi hanno mandato a dirti” miagolò come una vera gattina “che mancano solo quindici minuti per andare in onda. Sei desiderato… sul set”
Facendo molta, ma molta cautela, William tolse la mano dagli occhi e questi si incollarono immediatamente alle curve di Buffy. “Sarebbe consigliabile che indossassi un reggiseno prima della diretta”
“Ma ce l’ho”
Lui rimase imbambolato a fissare le morbide, perfette rotondità che facevano capolino dal top.
“No che non ce l’hai”
Per tutta risposta lei afferrò l’asola che legava la spallina destra del top e la sciolse, abbassando leggermente il bordo dell’indumento a scoprire la coppa di un reggiseno cucito all’interno.
“Co… cosa stai facendo?” farfugliò lui, tornando a coprirsi gli occhi.
“Ti faccio vedere che porto un reggiseno. La sarta mi ha cucito le due coppe all’interno del top in modo che non si vedano le spalline. Così non vado in giro facendo ballare tutto. Vedi?”
Lui aprì un occhio solo per assicurarsi che non stesse scoprendo altre generosi porzioni del suo decolleté, e prese visione del reggiseno bianco. Peccato che, oltre a verificare la presenza del reggiseno, Buffy gli facilitò anche una sbirciatina al bianco crema delle curve che si nascondevano sotto il reggiseno.
“Dobbiamo muoverci, adesso” lo invitò poi. E, come se fosse un bambino un po’ discolo, lo prese per mano e lo trascinò con sé fuori dalla stanza. William la seguì, gli occhi incollati alla danza dei suoi fianchi, che ormai conoscevano solo quel modo di muoversi, visto che Buffy e le scarpe con I tacchi a spillo erano diventate amiche inseparabili negli ultimi giorni.
Ormai lo aveva ridotto in suo potere, Buffy ne era certa. Gli lanciò un’occhiata da sopra la spalla e lo vide seguirla con uno sguardo eccitato, smanioso e… pronto all’azione, per così dire. E sorrise orgogliosa di sé.
Una volta sul set, William si lasciò cadere su uno degli alti sgabelli di fronte al banco di lavoro, e si sfregò le tempie.
“Qual è il problema?” gli chiese Buffy, versione crocerossina. “Soffri di emicrania?”
E prima che lui potesse risponderle, si era già posizionata alle sue spalle, le mani intorno al collo, invitandolo a lasciarsi andare contro di lei, e facendogli praticamente appoggiare la testa al suo seno.
Le mani tra I capelli, diede inizio a quello che voleva essere un dolce massaggio anti-stress. E ancora lui non reagiva. Perché continuava a resistere? Perché non si limitava ad ubbidire ai suoi impulsi come le aveva sempre consigliato di fare?, si chiese Buffy continuando il massaggio. Perché non la prendeva, la faceva sedere in braccio e dava a lei e a se stesso ciò che entrambi volevano in modo forte ed urgente?
Ah, già.
Perché doveva partire.
E perché, forse, lui non era poi così tanto pazzo di lei da mandare a farsi friggere ogni regola, come invece lei voleva lui facesse.
Buffy strinse le labbra: forse il suo piano non era poi così perfetto. In effetti, la sua risolutezza cominciava a vacillare. Ormai aveva creato un mostro, e la… cosa le stava sfuggendo di mano. Era solo un gioco, ripeteva sempre più spesso a se stessa. In fondo si stava solo vendicando di lui per averla fatta diventare la gattina sexy dei fornelli. Poi si chinò, accostò la bocca al suo orecchio e gli sussurrò: “Che ne dici… non va decisamente meglio?”
Sfortunatamente per Buffy, fortunatamente per lui, la sua risposta non fu possibile perché il solito direttore di scena li richiamò per l’ultima volta sul set.

Il giorno successivo, il quinto dall’inizio della sua tortura, Buffy si ritrovò nella sala da pranzo degli studi televisivi. Aveva però deciso di rallentare il ritmo della sua vendetta. Avrebbe continuato a stuzzicare William, certo, ma avrebbe evitato a ogni costo di restare sola con lui per più di cinque minuti. Aveva deciso che non sarebbe andata a letto con lui. Sarebbe stato un errore colossale perché poi non sarebbe più riuscita a sottrarre il suo cuore al coinvolgimento. Si conosceva bene…
Per non parlare del piccolo dettaglio insignificante che continuava però a ripetersi insistentemente per non dimenticarlo: William sarebbe partito da lì a breve.
Con il vassoio di verdure in mano, alimentazione sana in omaggio alla nuova personalità, Buffy avanzò fino al tavolo dove William stava già pranzando insieme ad altri due colleghi. Quella non era una situazione pericolosa quindi poteva restare, decise sedendosi e rivolgendo un sorriso ai commensali.
Ma non appena lei iniziò a mangiare, I colleghi, che avevano finito di pranzare, si alzarono lasciandoli soli.
“Forse è meglio che mangi più tardi” improvvisò Buffy alzandosi a sua volta.
William le impedì la ritirata afferrandola per un polso. “Ti faccio così paura?”
Lei notò il tono di sfida della sua voce e si risedette immediatamente. Col cavolo che gliela dava vinta! “Ma figurati”
“A-ha…” William affondò I denti nel suo sandwich e la guardò con quel misto accattivante di indolenza e ironia che costituiva uno degli ingredienti di base del suo fascino. “So benissimo che eviti come la peste di restare sola con me” commentò versandosi da bere nel bicchiere.
“A me sembra che la cosa sia reciproca” disse Buffy e diede un morso a una carota, pensando che comunque e nonostante tutto il suo panino batteva le carote crude dieci a zero.
“Mangi sempre come un coniglio?”
Cosa faceva, metteva il dito nella piaga, adesso? E poi, dire una cosa del genere mentre stava aprendo un sacchetto di patatine proprio sotto il suo naso! “Tu invece, se va avanti così, dovrai chiamare un idraulico per sturare le arterie”
“Secondo me sei solo gelosa del mio pranzo” Le porse il sacchetto, scuotendoglielo davanti per vincere la sua resistenza. “Coraggio, assaggia” la invitò, mettendosene una in bocca e chiudendo gli occhi per assaporarla meglio. “Non sai cosa ti perdi…”

Buffy diede un’occhiata al patetico pasto da roditore a base di sedano e carote che aveva davanti e desiderò con tutta se stessa prendere a pugni l’uomo che le sedeva davanti. “E va bene, giusto una”
“Nossignora” disse lui stringendosi il sacchetto al petto come un bambino a cui qualcuno stia cercando di sottrarre la merenda. “Troppo tardi”
“Dammi immediatamente una patatina”
Lui sorrise inarcando un sopracciglio. “E tu cosa mi dai in cambio?”
Dio, come lo odiava! Arrivata a quel punto, doveva avere la sua patatina, ormai era una questione d’onore. Avrebbe fatto di tutto per quella dannata patatina… ma poi riconobbe il trionfo negli occhi di lui.
“Avanti…” la prese in giro William. “Sicuramente puoi trovare qualcosa che sei disposta a darmi per una gustosissima patatina. Perché non…” Si bloccò con un sospiro. “Senti, Buffy, perché non lasciamo perdere il cibo e non mi dici per quale motivo, tutto ad un tratto, sembri provarci gusto nel provocarmi con quel tuo incredibile corpo. Non che la cosa mi tolga il sonno, figuriamoci, ma mi piacerebbe davvero sapere il motivo”
“Forse non c’è un motivo” Buffy allungò con uno scatto veloce la mano per prendere la sua patatina, ma lui fu più veloce.
“Oh, sì che c’è un motivo”
“E va bene” Scrollò le spalle. “Hai vinto. Lo faccio perché tu sei una preda semplice semplice. E adesso dammi quella dannata patatina!”
“Non sono sempre così” ribatté lui offrendole il sacchetto e restando a guardare mentre lei prendeva il suo premio.
“Sì, certo”
“Lo dico davvero”
“Sì, sì”
“Solo per te lo sono”
Gli occhi di Buffy si staccarono dalla preziosissima patatina e lo studiarono, incerti se considerare quell’ammissione uno scherzo oppure una confessione. “Questa me la bevo proprio”
Era la sua immaginazione oppure lui sembrava… offeso dalla sua incredulità?
Ma no…
Eppure, quando si ritrovarono a dividere lo stesso tavolo il giorno dopo, e il giorno dopo ancora, e ogni volta William si dimostrava allegro, ironico, piacevole e molto, molto sexy… bè, anche lei fu costretta a ricredersi.
“Pranziamo insieme domani?” le chiese il quarto giorno in cui pranzarono insieme. “Al ristorante questa volta, con del cibo vero, cucinato da un cuoco vero”
Buffy esitò un breve istante. “Solo io e te?”
“Sì”
“Come… in un appuntamento?”
“Sì”
“Ma noi non stiamo insieme”
Lui la guardò negli occhi sfidandola a negare l’evidenza di quello che stava succedendo tra loro.
“Non stiamo insieme, ti dico”
“Non ti sto chiedendo di invecchiare al mio fianco, Buffy. Ti sto solo invitando a pranzo. Tra l’altro, non si tratta di niente che noi due non abbiamo già fatto in precedenza”
E allora perché lei si sentiva tutta emozionata come un’adolescente al primo appuntamento? “Bé….”
“Sì o no”
“Io… ecco… va bene. Sì” E l’unica cosa a cui riuscì a pensare dentro di sé fu che avrebbe sempre potuto passare il resto della vita a pentirsene. Ma sì, ci avrebbe pensato a tempo debito.
Le cose però andarono diversamente, perché loro due insieme, da soli, uscirono a pranzo, e poi a cena. E cenarono fuori anche le tre sere successive.
“Questo non è un appuntamento” puntualizzò lei la quarta sera consecutiva che cenavano insieme, tanto per non creare equivoci.
Di nuovo, lui la guardò con aria scettica.
“Comunque, noi due non abbiamo una storia” gli ricordò ancora la sera della loro settima cena, mentre lui la riaccompagnava a casa.
Questa volta, William si limitò a sorriderle.

La decima sera, mentre la riaccompagnava a casa, dopo l’ennesima cena, William la scortò fino al portone di casa.
Buffy era nervosa: cosa si aspettava da lei ora? Un invito ad entrare?
William le prese dalle mani le chiavi che lei stringeva nervosamente, le aprì la porta e quando ebbe finito, la voltò verso di sé e, tenendola per le spalle, la fissò dritto negli occhi, con un cipiglio così serio da farle tremare le ginocchia.
“Grazie” disse lei.
“Passo a prenderti domani sera”
“Forse ho da fare e…”
“Fare che cosa? Scegliere una nuova mise per torturare la mia forza di volontà?”
“No, è solo che io…”
Lui le sollevò il mento verso di sé. “Noi due dobbiamo parlare”
“Parlare?” Okay, questo almeno poteva sostenerlo. “Bé, d’accordo, allora. Penso che si possa fare, visto che si tratta solo di parlare”
“Certo, tra le altre cose” E così dicendo le voltò le spalle e si allontanò, lasciandola libera di afferrarsi al portone per cercare un po’ di equilibrio in quel mondo dove tutto le sembrava sottosopra.

 

CAPITOLO 10

Buffy era nella sua cucina, intenta a preparare la cena con una frenesia che lei per prima riconosceva essere solo panico allo stato puro misto a speranza. Piazzò un confetto colorato sul ventitreesimo biscotto, lo farcì per bene di glassa al cioccolato e si concesse il lusso di leccare il coltello.
Poi, lanciò il coltello nel lavello sulla pila delle stoviglie sporche e aprì il cassetto delle posate per prenderne uno pulito.
L’ultimo? Come diavolo era successo?
Rifiutava decisamente di prendere in considerazione anche solo la possibilità di aver ingoiato ventitre leccate di glassa – I coltelli del suo servizio erano per l’appunto ventiquattro – mentre farciva I biscotti. Cavolo, a quanto calorie equivalevano ventitre leccate di glassa?
Respinse anche l’irrefrenabile tentazione di guardare di nuovo l’orologio della cucina, visto che aveva controllato l’ora costantemente ogni trenta secondi, e la cosa era servita a farla impazzire del tutto.
Tanto sapeva benissimo che ormai dovevano essere le sette.
Se William intendeva davvero mettere in atto la sua minaccia di parlare con lei, sarebbe stato lì a momenti.
Già, e cosa avrebbe fatto quando lui fosse arrivato lì, tutto muscoloso, deciso e sexy, per… parlare con lei, tra le altre cose?
Solo il ricordo del bacio che si erano scambiati era sufficiente per farla sospirare come una scolaretta alla prima cotta, lì da sola, al riparo nella sua cucina.
Non riusciva nemmeno a ricordare l’ultima volta che era stata baciata in quel modo, intimo quasi come fare l’amore. E se William baciava così, rabbrividiva al solo pensiero di come doveva fare il resto, quel resto che così tanti ragazzi avevano troppa fretta di portare a termine velocemente.
Qualcosa le diceva che lui non avrebbe avuto tanta fretta.
Si portò una mano al petto e finì per sporcarsi la camicetta di cioccolato. Questo era quello che succedeva a quelle ragazze stupide che avevano la pretesa di cucinare e fantasticare su un uomo allo stesso tempo.
Scuotendo la testa, tornò a dedicarsi agli ultimi biscotti, quando qualcuno suonò alla porta.
Lasciò cadere il coltello sul tavolo e si fece zitta zitta.
Oddio, aveva I brividi in tutto il corpo, e per cosa, poi? Che bisogno c’era di agitarsi tanto quando probabilmente era solo sua sorella che passava di lì per una visitina serale?
“Buffy! Sei in casa?”
No, non si trattava di Dawn.
Si avvicinò alla porta e rimase con la mano incollata alla catenella.
“Buffy? Mi fai entrare?”
Sì. No. Sì… “Non lo so”
Dall’altra parte della porta le giunse inconfondibile la risata di William. Oh, Signore, quanto desiderava quell’uomo! Lo desiderava a tal punto che non riusciva nemmeno ad aprire una stupidissima porta.
Tremando come gelatina tolse la catenella e lo lasciò entrare. “Pensavo fosse Dawn. Passa sempre quando sa che preparo I biscotti, e poi ho pensato che no, non poteva essere lei. Del resto, che ci farebbe Dawn in giro a quest’ora quando ha in casa Andrew che è molto meglio dei miei biscotti? Sai, probabilmente mi toccherà buttarli via tutti, perché se li mangiassi da sola…”
Dimostrando molto più buon senso di lei, William la prese tra le braccia e la zittì con un bacio. Le sue labbra erano decise come il resto del suo corpo, che aderiva in modo sensazionale a quello di Buffy. Sembrava quasi che il mondo si fosse messo a girare intorno a loro, e Buffy si aggrappò alla sua maglietta per sostenersi mentre lui continuava a baciarla.
E continuava ancora.
Quando infine si staccò, le sorrise e disse: “Sai di cioccolata”
Completamente frastornata, lei poté solo annuire.
“Biscotti, eh? Adoro I biscotti” Mentre lei non riusciva nemmeno a riprendersi da un semplice bacio, come se niente fosse, lui si diresse in cucina e una volta arrivato vicino al tavolo, assaggiò un biscotto. “Mmh, buonissimo” I suoi occhi si fecero più scuri quando tornarono a fissarla. “Non quanto te, però. Vieni qui, Buffy”
Oh, mamma mia! “Non posso. Sono tutta sporca… Appiccico” Fece un passo indietro. “Devo… devo proprio sistemarmi un pò”
“Non mi importa se appiccichi”
“Meglio così, perché la tua maglietta è ridotta uno schifo. Scusami. Io torno subito”
Non appena lui chinò la testa per controllare lo stato della sua tshirt, praticamente spalmata di glassa come I biscotti, lei ne approfittò per schizzare al piano di sopra in bagno, dove si rinchiuse sbattendo la porta.
Quel mattino si era alzata tardi e aveva lasciato la casa in uno stato pietoso. Le matite per il trucco occupavano completamente il ripiano sopra il lavabo, la scatola degli assorbenti se ne stava dimenticata da giorni sul bordo della vasca, e il tappo del dentifricio era praticamente introvabile. Riferendosi al suo disordine, sua sorella le diceva spesso che aveva le stesse pessime abitudini di un uomo sposato.
Forse doveva solo darsi una calmata. Si guardò allo specchio e stentò quasi a riconoscersi: quella donna dalle guance arrossate, dagli occhi lucidi e dalle labbra leggermente gonfie, quella donna sovraeccitata proprio non era lei. Non era mai stata così!
“Cosa stai facendo?” chiese all’immagine che le rimandava lo specchio.
“Posso risponderti io: l’unica cosa che avremmo dovuto fare fin dal primo giorno”
William! Perché non aveva chiuso la porta a chiave?
L’aveva seguita fin lì e adesso se lo ritrovava riflesso nello specchio che continuava a fissare.
“Ti avevo detto che ho da fare”
“Lo vedo”
Il suo petto le sfiorò la schiena, facendole martellare il cuore. Le accarezzò I capelli, così dolcemente che per poco Buffy non si mise a fare le fusa. Glieli raccolse in una coda e le liberò il collo, poi si chinò a cercare con le labbra un punto maledettamente sensibile, proprio dietro l’orecchio.
Buffy si aggrappò al lavandino per sostenersi, mentre William le abbassava le mani sui fianchi e la attirava a sé, mettendola così nella condizione di registrare anche quello che stava avvenendo dentro di lui.
“William…”
Qualsiasi cosa stesse per dire, si fermò trattenendo il fiato, mentre lui risaliva con le mani in quella lenta carezza che la stava coinvolgendo tutta e che assumeva sempre più le caratteristiche di una deliziosa, incredibile tortura.
Mentre le sue labbra erano occupate a baciarle e a mordicchiarle il collo, le sue dita si occuparono dei bottoni della camicetta, poi, esaurita abilmente la pratica, passarono a slacciare con incredibile rapidità il gancio del reggiseno.
“Appiccico tutta…” mormorò lei, osservandolo completamente stregata nello specchio, mentre le faceva scivolare la camicia lungo le braccia. Poi fu la volta del reggiseno, che sparì lasciandola nuda dalla vita in su ed esposta al suo esperto tocco. Non si era mai sentita così bene. Con un piccolo gemito registrò le mani di William aperte sui suoi senti, poi rimase a guardare, mentre con la punta delle dita lui le accarezzava I capezzoli. “Molto appiccicosa” ripeté, chiudendo gli occhi e strofinandosi contro di lui.
“Oh, ma a me piacciono le donne appiccicose” replicò William con suadente ironia. “Ti ho mai detto quanto sei bella, Buffy?” le chiese interrompendo il bacio sul collo solo per un breve istante, per permetterle di guardarsi allo specchio e di vedere che intendeva davvero ciò che le aveva appena detto, che non si trattava solo della solita lusinga di un uomo per portarsi a letto una donna. “Sei semplicemente stupenda e voglio che mi guardi mentre ti tocco” le disse poi tornando a baciarle il collo e le spalle, mentre con le mani le faceva magie.
“Credo di aver bisogno di una doccia”
“Solo un minuto, tesoro, e sarò lieto di darti una mano”
Lo strofinio metallico di una lampo seguì quelle parole, poi Buffy vide la gonna cadere a terra, e rimase con I soli slip di cotone bianco.
William sorrise, e lei mosse istintivamente le mani per coprirsi, ma lui le prese dolcemente I polsi, scuotendo la testa.
“Tu sei la donna più sexy che abbia mai incontrato, e io adoro letteralmente la tua biancheria” Nei suoi occhi Buffy riconobbe la fiamma di una tenerezza mista a desiderio. “Ma adesso che dici di metterla da parte?”
“Io…” Non c’era nessuna vera obiezione da parte sua, e rimase a guardarlo mentre le sfilava le mutandine e gliele lasciava cadere ai piedi lentamente, insieme al resto dei vestiti. A questo punto era del tutto nuda, di fronte a uno specchio, insieme ad un uomo del tutto vestito e moto eccitato, che sembrava smanioso di portarla direttamente in paradiso.
William le si strinse contro e con le mani riprese da dove aveva interrotto, accarezzandola proprio nei punti in cui il suo corpo sembrava implorare attenzione, strappandole gemiti di piacere e costringendola a cercare di nuovo il sostegno di un appiglio.
Ma mentre Buffy, gli occhi chiusi e la mente sgombra da qualsiasi pensiero vagamente coerente, cercava un punto a cui aggrapparsi, un piccolo tonfo li riscosse entrambi, provocando il sorriso di William e il leggero disappunto di lei. La scatola degli assorbenti era caduta a terra, e il contenuto si era riversato sul pavimento, assieme ai vestiti e a qualche altro oggetto abbandonato dalla mattina.
“E così adesso so anche che assorbenti usi” ridacchiò lui strappandole un piccolo lamento.
Gli assorbenti. Quando avrebbe imparato a rimetterli al loro posto? Era così strano sentire un termine prettamente femminile come quello in bocca all’uomo più virile e maschio che avesse mai conosciuto… Per non parlare della situazione in cui si trovavano.
Riconoscendo il suo imbarazzo lui rise. “E so anche che sei più casinista di me” La baciò su una guancia. “Non vale la pena di crucciarsi, tesoro, a me non importa assolutamente nulla se tu riponi le forbicine dopo averle usate oppure no” Le sollevò il mento per poterla guardare negli occhi. “L’unica cosa che mi importa in questo momento è di sentirti veramente mia; poterti amare con tutta la passione che tu mi accendi dentro e farti provare almeno un briciolo delle sensazioni deliziose che tu fai provare a me”
Un lieve formicolio le si diffuse dentro all’altezza del cuore.
“Io ti voglio” le sussurrò. “E voglio tutto di te”
Le cinse la vita e la guidò contro il mobiletto del bagno, riattizzando la fiamma dentro di lei, in modo che Buffy non poté fare altro che dare ascolto al suo stesso bisogno e stringerli le gambe intorno ai fianchi.
“Ti prego, dimmi che anche tu mi vuoi” mormorò tuffandole una mano tra I capelli e baciandole prima le labbra e poi la gola. “Voglio sentirtelo dire”
Nessun problema, visto che ogni centimetro della sua pelle voleva lui, le sue mani, la sua bocca. “Anch’io ti voglio” E siccome era profondamente vero, con un gesto solo gli sfilo la giacca di pelle e passò ad occuparsi della maglietta. “Perché porti così tanti vestiti?”
Ridendo, William aggiunse le sue mani a quelle di lei per aiutarla, e in pochi secondi si ritrovò nudo.
“Wow” L’uomo che aveva davanti era talmente bello che avrebbe potuto restare a guardarlo per ore. Gli fece scorrere una mano sul petto, sulle spalle muscolose, sulla pancia piatta, ovunque, tranne che lì, perché… bé, in effetti – doveva ammetterlo – la cosa la rendeva un po’ nervosa.
William invece era molto meno timido, e in meno di un minuto la sua carezza le procurò un piacere che non credeva nemmeno possibile, e che la lasciò tremante, bisognosa, incapace di attendere oltre. Ma quando lo vide chinarsi per recuperare un preservativo dalla tasca della giacca, Buffy sentì le sue certezze vacillare un poco. Era passato un po’ di tempo dall’ultima volta che aveva fatto sesso, e in ogni caso non si era trattato di nulla che valesse la pena ricordare.
E adesso, invece, era con William, che era così bello, così uomo…
“So a cosa stai pensando” la rassicurò mentre apriva il pacchettino.
Lei non riusciva a staccare gli occhi da lui e da quel maledetto preservativo. “Non credo proprio” gli rispose, seguendo I movimenti delle sue mani.
La baciò a fior di labbra. “Sei solo un po’ spaventata, passerotto. Ma andrà tutto bene. Te lo prometto”
Le deglutì, e William tornò ad accarezzarla, sui seni, sul ventre, tra le cosce… finché non ricordò nemmeno più il motivo di quella piccola esitazione. Finché non gli avvolse spontaneamente le gambe attorno ai fianchi, mentre lui le passava le mani sotto le natiche e la stringeva a sé facendola finalmente sua.
Era tutto così meravigliosamente perfetto, che Buffy non poté fare altro che aumentare la sua stretta intorno ai suoi fianchi e chiudere gli occhi, aspettando che lui incominciasse a muoversi, e la trascinasse con sé verso l’estasi che le aveva promesso.
William invece rimaneva immobile.
“Buffy”
Ti prego, era l’unica frase a cui riusciva a pensare.
“Buffy?”
Con uno sforzo sovraumano lei riaprì gli occhi.
“Tutto ok?”
Okay? Ma non capiva che sarebbe stato tutto okay solo quando le avesse finalmente dato il suo orgasmo? Lei non voleva parlare, voleva solo un po’ di sana azione!
“Passerotto, ti sto facendo male?”
“Oh, santo cielo!” esclamò spingendo coi fianchi contro di lui. “Non puoi smettere di parlare e cominciare a darti da fare?”
Lui esitò una frazione di secondo, poi rise, un suono roco, di gola. “Hai assolutamente ragione” E piegando leggermente la schiena, affondò dentro di lei, stabilendo subito il ritmo giusto, così che per Buffy fu naturale come respirare gridare il suo nome, lasciar ricadere la testa all’indietro e assecondare quell’esplosione che la scuoteva dentro e fuori.
Dal paradiso in cui si trovava, Buffy registrò appena il suo nome quando uscì in un soffio dalle labbra di William. Sicuramente, non era in grado di parlare, né di muovere nemmeno un muscolo… finché finalmente non riacquistò coscienza di sé, e dell’uomo che le aveva donato il momento più bello di tutta la sua vita, lo stesso uomo che dopo averla amata come mai nessuno prima, era lì, sopra di lei, con il corpo ancora scosso dalla passione e il respiro più corto del suo.
Si sentiva così euforica che non appena fu in grado di articolare verbo, aprì bocca e lasciò volare fuori la prima cosa che le passava per la testa: “Sai che ti dico, William? Ho deciso di revocare la mia rinuncia agli uomini… per te”
Lui alzò di scatto la testa e la guardò con occhi sgranati. “Cosa?!”
L’orrore che lesse nei suoi occhi la fece piombare brutalmente sulla terra. Con un tonfo plateale.
E senza paracadute, per dirla tutta.
“Niente, niente” minimizzò riacquistando la rigidità dei tempi d’oro. Perché lei di certo non avrebbe ripetuto una simile sciocchezza una seconda volta, nemmeno sotto minaccia di morte. Non con lui che la guardava come se avesse appena parlato in sanscrito. “As-so-lu-ta-men-te niente”
Lo scostò con veemenza, aprì la porta e con un calcio lanciò fuori i suoi vestiti. E anche se metà di quegli aviti erano suoi, in quel momento non le poteva importare di meno.
“Vorrei che tu te ne andassi adesso” Al diavolo, possibilmente.
“Buffy…”
Accennò a posarle una mano sul braccio, ma per tutta risposta lei fece un passo indietro, e afferrò la prima arma che le capitava a tiro, un assorbente. Brandendolo come se fosse un pugnale, indicò la porta. “Fuori!”
Molto saggiamente William evitò qualsiasi commento sul fatto che lo stava minacciando con un assorbente. “Tu mi dovrai parlare prima o poi”
“Scordatelo”
Poi, contro ogni decenza, spinse un uomo nudo fuori dal bagno e gli sbatté la porta in faccia.
E questa volta ebbe l’accortezza di chiudere a chiave.
L’unico suo rimpianto era quello di non avere una dispensa nel bagno. Almeno avrebbe potuto seppellire William Knight sotto una tonnellata di patatine in salsa barbecue e altre schifezze degne di lui.

 

CAPITOLO 11

“Dawn?” Buffy stringeva il cellulare come se da quello dipendesse tutta la sua vita. “Lo so che è praticamente l’alba, e mi dispiace tanto…”
“Cos’è successo?” gracchiò Dawn, ovviamente ancora assonnata. “Di qualsiasi cosa si tratti, capisco solo che dev’essere grave. E’ troppo presto per una semplice chiacchierata,vero?”
“La notte scorsa ho terrorizzato un uomo nel mio bagno”
“Cavolo, e cosa avresti fatto? Hai minacciato di spruzzargli negli occhi il deodorante?”
“Divertente” Buffy sbuffò, innestò la marcia e si immise nel serpentone di macchine in direzione degli studi, con quello che sembrava un carico di mattoni nello stomaco. “Ho detto a William che avevo intenzione di revocare la mia rinuncia agli uomini per lui, e avresti dovuto vedere che faccia ha fatto. Praticamente è diventato verde, come se avesse I conati di vomito. Lo trovi ancora divertente?”
“Buffy, gliel’hai detto prima o dopo aver fatto sesso?”
“Chi ti ha detto che abbiamo fatto sesso?”
“In due bel bagno… ma per favore! Cos’altro avreste potuto fare voi due insieme chiusi nel bagno? Allora, prima o dopo? A proposito, l’avete fatto nella doccia?”
“Sul mobiletto” ammise a denti stretti, allontanando il cellulare dall’orecchio per non farsi assordare dalle esclamazioni di trionfo della sorella. “Senti, mi sembra che tu stia perdendo completamente Il punto della situazione qui”
“No, che non me lo sono persa. Tu hai ritirato la tua dichiarazione di rinuncia al genere maschile in un momento di passione. È più che comprensibile. Non conosco donna che non si sarebbe comportata allo stesso modo. Un uomo però… bé, loro sono fatti di un’altra pasta, Buffy. Non vogliono sentirsi dire una cosa come quella quando hanno ancora il fiatone come dei cavalli da tiro. Non sono in grado di reggerla. Loro hanno bisogno di tempo per metabolizzare le emozioni, e intendo dire molto tempo. C’è da capirli, sono solo uomini, poverini”
“Grandioso. E nel frattempo io me ne dovrei stare in disparte, libera di sentirmi un’idiota”
“Oh, no. Tu puoi sempre utilizzare questa loro carenza a tuo vantaggio” le spiegò Dawn. “Tutto quello che devi fare è attenerti al piano, ricordi? Non puoi permetterti di perdere di vista il tuo obiettivo proprio adesso, sorellona. Usa le tue curve per distrarlo, e vedrai che alla fine non si ricorderà neppure che lo hai terrorizzato in un bagno”
“Bé, accidenti, ma è imbarazzante”
“Fidati di me. Sei ancora tu quella con il coltello dalla parte del manico”

Nel tempo che ci mise per raggiungere gli studi televisivi, Buffy aveva afferrato e fatto suo il ragionamento di Dawn. Principalmente perché non poteva permettersi di crogiolarsi nell’umiliazione aspettando I comodi di quel testone. Doveva fare qualcosa, restare attiva, e allora tanto valeva continuare a far impazzire William come lui stava facendo con lei.
Se quel poverino pensava di aver già visto tutto… bé, si sarebbe dovuto ricredere. Lei aveva imparato fin troppo bene ad usare le sue arti femminili, e d’altra parte aveva avuto un ottimo insegnate. Provocazione su provocazione gli avrebbe reso la pariglia al più presto. A cominciare da oggi.
William Knight avrebbe assaggiato il graffio della gattina sexy.
Una buona dose della ritrovata determinazione svanì come neve al sole non appena Buffy mise piede agli studi e fu informata sugli ultimi sviluppi: William sarebbe partito da lì a due giorni.
Okay. Bene. Niente più mattinate passate a chiedersi se l’avrebbe guardata, o se avrebbe filtrato con lei fino a portarla alla pazzia. Niente più ore passate a speculare su un eventuale futuro insieme, anche perché arrivati a questo punto almeno una cosa era chiara: quello che avevano condiviso era un intensissimo, ma altrettanto breve momento di passione.
Ma neanche questo era il problema.
Si preparò per la puntata del giorno come se niente fosse e, quando William arrivò sul set solo due minuti prima di andare in onda, anziché con il consueto anticipo degli ultimi giorni, Buffy lo accolse con il suo miglior sorriso a denti stretti. E’ solo un vigliacco, decise fra sé, e grazie a questo pensiero acquistò un inaspettato vantaggio su di lui, che si tradusse in termini di coraggio.
Aspettò fino al conto alla rovescia per tirare fuori il suo asso dalla manica. Quando il direttore di scena giunse a quota meno quindici secondi, si alzò sulle punte dei piedi, posò le mani ai lati del viso di William e avvicinò la bocca all’altezza del suo orecchio, come se dovesse dargli una fondamentale comunicazione di servizio dell’ultimo minuto. Invece… “Non ho I soliti banali slip di cotone bianco, oggi” gli confidò d’un fiato. “E sai perché? Non porto proprio niente sotto. Zero biancheria”
Lui voltò la testa di scatto verso di lei e aprì la bocca per dire qualcosa, ma Buffy gli sigillò le labbra con un indice alzato. “Un piccolo segreto che resterà tra noi, ovviamente”
“Cinque secondi!”
Il ripiano di lavoro li nascondeva molto opportunamente alla telecamera, dalla vita in giù, e questo suggerì a Buffy un’altra fantasiosa trovata. Senza essere vista, allungò una mano a toccare il sedere di William, e… gli diede una bella strizzata.
Se avesse visto un Ufo, avrebbe reagito in modo più composto.
Lei abbozzò un sorrisetto, e continuò con quella strategia fino a quando non fu certa di avergli provocato un desiderio incontrollabile. Solo in quel momento si dichiarò finalmente soddisfatta.
“In onda!” gridò il direttore di scena puntando il dito verso di loro.
“Ben ritrovati!” Buffy girò davanti al ripiano, e prese per mano William affinché la seguisse.
Lui accennò a ritrarsi e scosse la testa. Era la prima volta che lo vedeva non pienamente in possesso del suo famigerato e ferreo autocontrollo.
Buffy sapeva perfettamente che non voleva passare davanti al bancone di lavoro per non mostrare a tutto il pubblico che effetto gli faceva la sua partner, ma quell’improvvisa ritrosia la divertì comunque. “Siamo timidi oggi, William?” lo prese in giro. “Un po’ sciocco dopo tutto quello che abbiamo passato nelle ultime settimane, non trovi?”
Per la prima volta in vita sua a corto di parole, William scelse di non reagire e finse di concentrarsi sugli ingredienti della ricetta del giorno.
Buffy si sforzò di non scoppiare a ridere e affrontò la telecamera. Aveva una trasmissione da portare avanti e l’avrebbe fatto.
Non appena fu chiamato lo stacco pubblicitario, Buffy si voltò verso di lui. “Sappi che gradirei molto una tua attiva partecipazione alla puntata” gli disse riferendosi al fatto che lui non avesse spiccicato parola limitandosi a guardarla confuso.
“Quello che hai fatto prima, dietro il bancone, e quello che hai detto… Stai cercando di nuovo di farmi impazzire?” le chiese lui inclinando il capo di lato per guardarla negli occhi.
“Ci vuole poco, con uno come te” ribatté lei, glaciale.
“Ah, sì?”
“Sì!”
“Mi spieghi qual è il tuo problema?”
“Il mio problema?” Ormai erano praticamente naso contro naso, e stavano letteralmente urlando. “Io non ho nessunissimo problema!”
“Sì, figurati!”
“Okay, allora, che ne dici di questo? Quando pensavi di dirmi che parti tra due giorni? Magari dopo un’altra visitina a casa mia stasera per parlare con me, tra le altre cose?”
Adesso era riuscita a prenderlo alla sprovvista, e William fu costretto ad adottare un tono di voce più calmo. “Volevo dirtelo ieri sera, ma tu mi hai portato… fuori strada”
“Cosa vorresti dire? Che sono stata io a chiuderti nel mio bagno e ad approfittare di te?”
“Guarda che tu mi hai sbattuto fuori a calci, nel caso l’avessi dimenticato! Certo, dopo esserti presa quello che volevi, ovviamente”
A questo punto avevano calamitato l’attenzione di tutta la troupe, e Anya, Andrew, Jonathan, Willow e gli altri seguivano affascinati quello stuzzicante botta e risposta stando appena fuori dal set.
“E’ questo il problema, vero?” William sembrava aver perso completamente le staffe. “La notte scorsa, è questo che ti rode”
“Oh, sei sveglio, Mister Produttore dell’Anno. Di questo devo rendertene atto”
Gli occhi di William mandavano fiamme, la mascella era tirata e tutto il suo corpo sembrava sul punto di esplodere come un botto di Capodanno da un momento all’altro.
Buffy sperava solo che il motore alla base di tutta quella rabbia fosse la frustrazione sessuale. Oh, se lo desiderava! Per lei sicuramente era così, e avrebbe pagato per scoprire se anche lui provava quello che provava lei.
“Diavolo, Buffy…” William si passò le mani tra I capelli e finalmente, per la prima volta, sembrò realizzare che avevano un pubblico. Prendendola per un braccio la trascinò verso un angolino vagamente più discreto. “La notte scorsa tu mi hai sbattuto fuori dopo aver avuto ciò che volevi, come se fossi un fazzolettino usa e getta”
“Mi dici cosa dovevo fare? Quando ti ho detto che ritrattavo la mia rinuncia agli uomini per te, tu per poco non svenivi!”
“Certo, ma solo perché tu sei sempre stata così rigida su quella storia. A sentirti eri più irremovibile di una cava di marmo! Io ho dovuto imparare fin dall’inizio a farci I conti con questa tua fissazione, perché sapevo che solo così avrei evitato di soffrire, visto che tutti e due sappiamo già benissimo come andrà a finire questa storia: e cioè che me ne devo tornare a Los Angeles” Smise di camminare avanti e indietro, sbuffando come un camino acceso. “Non ti passa nemmeno per la testa che hai avuto un tempismo da premio Oscar a venirmi a dire che le regole erano cambiate un secondo prima della mia partenza?”
“Forse l’ho fatto perché ho cambiato idea solo adesso. A te questo non è mai venuto in mente?” Si fermò un istante, tentando di riportare la conversazione su un binario meno aggressivo. “William, perché non mi hai detto che saresti partito così presto? Avresti dovuto farlo”
Lui la guardò con una tale amarezza negli occhi da mozzarle il respiro in gola. “Non era così facile”
“Quindi la notte scorsa voleva essere una specie di addio?” Detta così, faceva ancora più male.
“Avevamo bisogno della notte scorsa, e tu lo sai bene quanto me”
“Sì, certo. Perché tu sapevi altrettanto bene di essere sicuro da qualsiasi forma di impegno”
“E va bene, lo ammetto. Sì, sapevo di essere al sicuro”
Scioccata, Buffy chiuse gli occhi. Dio, come faceva male, la verità. Adesso si pentiva amaramente di avergli fatto quella domanda. “Sei un bastardo, William Knight”
“Oh, bene! Adesso sono un bastardo” Alzò le mani in segno di resa. “Non posso farcela con te, mi arrendo”
“Non può essere così difficile!”
“Stai scherzando, vero?” Prese a contare mostrandole un dito per ogni lamentela che aveva. “Prima tu non vuoi un uomo, poi invece vuoi un uomo. Ti piace fare la regina di ghiaccio, però vuoi essere anche la cuoca sexy. Guardati oggi. Sei… sei…” Sventolò una mano all’indirizzo del suo tailleur pantaloni, aderentissimo e molto sexy. “Ti vesti in quel modo e fai mille moine, e poi mi vieni anche a bisbigliare all’orecchio che non hai biancheria sotto. Mi piacerebbe sapere come dovrebbe fare un uomo sano a concentrarsi su qualsiasi cosa stia facendo dopo avere ricevuto un’informazione del genere. E mi hai anche palpato il sedere!”
“Non volevo…”
“Ma l’hai fatto!”
“Lo so” ammise lei, sentendosi un mostro.
“Io non ce la faccio più, Buffy. Non posso”
Aveva cercato di farlo sentire come si era sentita lei, frustrata e portata all’esasperazione? Bene, perché poteva dire di esserci riuscita in pieno.
E adesso? Cosa avrebbe fatto?
“Io non ce la faccio più, Buffy. Non posso”
Aveva cercato di farlo sentire come si era sentita lei, frustrata e portata all’esasperazione? Bene, perché poteva dire di esserci riuscita in pieno.
E adesso? Cosa avrebbe fatto?
Non ne aveva idea. L’unica cosa che sapeva era che non poteva lasciare le cose così. C’era un’ultima possibilità che le restava.
Chiamare Dawn, ovviamente. “Aspetta” intimò a William. “Concedimi solo un secondo”
“Adesso?”
“E’ importante” Voltando la schiena, estrasse dalla borsa il cellulare e compose freneticamente il numero. Per fortuna Dawn rispose subito.
“Okay, senti, sono po’ di fretta” attaccò sottovoce, torturandosi l’orecchio che non era incollato al ricevitore con una mano. “Dovrai pensare velocemente. Io credo di aver agito come avevamo discusso e adesso lui è frustrato quanto me” Diede a William un’occhiata da sopra la spalla, ma si voltò subito, incapace di gestire allo stesso tempo, la telefonata e il modo penetrante e incuriosito in cui lui la fissava. “Solo che adesso non ho la più pallida idea di cosa devo fare!” sbottò “Ti prego, devi aiutarmi. Mi hai cacciato tu in questo casino.”
Prima che Dawn potesse rispondere in qualsiasi modo, William afferrò il telefono, lo spense e lo gettò sul tavolo vicino. “Dovrai cavartela da sola questa volta, Buffy. E ora guardami” La voltò in modo tale che lo guardasse dritto negli occhi e le chiese: “Voglio che tu mi dica cosa vuoi da me, perché io sono confuso come non mai e ho bisogno di un indizio”
Buffy guardò nei suoi occhi e immediatamente seppe la verità. Ora sapeva cosa voleva da lui. Voleva che lui le dicesse che la amava.
Almeno tanto quanto lei era arrivata ad amarlo.
Curioso come andavano a volte le cose, pensò con amarezza. Come aveva fatto a cacciarsi in quel guaio?
William intanto continuava a fissarla, il respiro leggermente alterato, l’espressione del viso costernata. Dio, quell’uomo era magnifico, ma presto sarebbe partito. Inoltre, ormai era chiaro che lui non la voleva per nessun altro motivo che non fosse quello che avevano già ampiamente soddisfatto la notte prima.
Aggrappandosi al suo show come un naufrago alla zattera nel mare in tempesta, Buffy si preparò per la ripresa della diretta, profondamente intenzionata ad andare avanti con la propria vita.

 

CAPITOLO 11

Negli ultimi due giorni, William si era defilato per cercare di stare il più possibile lontano da lei.
Buffy l’aveva ringraziato restituendogli il favore. Sapeva che ormai lui avrebbe lasciato Sunnydale e la cosa le spezzava il cuore.
Quella appena finita era stata l’ultima giornata di William a Prezzemolo e Peperoncino. La troupe aveva addirittura organizzato un party di addio per salutarlo a dovere, e infatti era lì che si trova in quel momento.
Lo guardò abbracciare Willow.
Stringere la mano a Jonathan.
Sorridere fino a slogarsi la mascella, e adesso era il turno di Andrew.
Buffy, dal suo angolo riparato, vide William allungargli la mano, ma Andrew lo abbracciò di slancio. “E’ stata un’avventura fantastica” esordì con gli occhi lucidi. “Sappi che non ti dimenticheremo mai”
Buffy fece una smorfia. Che razza di cognato le era andato a capitare… Poi si chiese se William sarebbe rimasto lì tutta la notte a dare pacche sulla schiena di Andrew, quando vide il cognato allentare la stretta e rivolgergli uno sguardo, che a Buffy sembrò, più serio del solito. “Allora te ne vai davvero” gli disse scuotendo la testa. “Grazie per avere contribuito a salvare il nostro lavoro. Grazie per aver salvato lo show, grazie di cuore per tutto quello che hai fatto per noi. Ma soprattutto, ti voglio ringraziare, e lo faccio anche a nome di Dawn, per aver riportato la vita e la gioia negli occhi di Buffy”
“Non sono stato io. Lei ha fatto tutto da sola”
Il sorriso di Andrew si venò di tristezza, mentre si tirava indietro. “L’abilità di negare la verità non è una bella caratteristica per un uomo, William”
Stringendogli la mano un’ultima volta, si congedò e si avvicinò al tavolo del buffet.
A questo punto restava solo Buffy. Nessuno accennava ad andarsene e nessuno sembrava minimamente sfiorato dall’idea che loro due potessero gradire un po’ di privacy, il che significava, pensò Buffy, che anche l’ultima volta avrebbero avuto un pubblico.
Anzi, non appena si diresse verso di lui, tutti I presenti sembrarono dotarsi all’istante di radar sensibilissimi.
Buffy gli sorrise, un sorriso molto dolce.
Lui le afferrò le mani e le strinse nelle proprie. “Ehi” disse piano.
“Dunque sembra che sia arrivato il momento” gli sorrise. “Il momento dell’addio”
“Già”
“Addio, William”
“Mi mancherai, Buffy”
Lei annuì. “Anche tu ci mancherai qui”
“Anche a te?”
Tutto il pubblicò sembrò trattenere il fiato, ma Buffy non tentennò. Guardò William dritto negli occhi e ammise: “Sì”. Poi si alzò sulle punte dei piedi e lo baciò dolcemente sulle labbra. Ma prima di potersi lasciare andare all’illusione di quel bacio, si era già allontanata.
Voleva che lui la seguisse, lo voleva disperatamente. Voleva che le dicesse qualcosa, qualsiasi cosa. Non aveva bisogno di una dichiarazione d’amore, voleva solo sentirlo vicino…
Ma lui non lo fece. Lui non la seguì.

Buffy prese un profondo respiro e più decisa bussò alla porta dell’ufficio di William.
Non voleva una fine triste per la loro storia.
“Sono solo io” si annunciò con un sorrisetto incerto quando lui venne ad aprire la porta.
William rimase a guardarla impalato come uno stoccafisso per un lungo momento, senza dire niente. “Ciao” la salutò dopo qualche interminabile istante.
“Per caso sei stato tu a far ricomparire maglioni e jeans nel mio guardaroba?” gli chiese indicando appunto il maglione e I jeans che indossava.
“Sì”
“Tutte le volte che ti ho chiesto, anzi implorato di farlo, non mi hai dato retta”
“Sai com’è, dicono che ci voglia una specie di tocco magico per convincere una persona testarda a cambiare”
“Già” Lei si guardò la punta delle scarpe, ma solo per un attimo. Tornò subito a rivolgersi a William. “Non mi fai entrare?”
William si fece di lato e lei gli passò davanti entrando.
“Sono qui per chiarire definitivamente alcuni punti” esordì senza smettere di camminare. “Per prima cosa, mi dispiace”
“E per cosa?”
“Per essermi voluta vendicare di te, perché tu mi hai…” Arrossì. “Cotta a puntino. Lo so che stavi solo cercando di fare il tuo lavoro. E so anche che tu volevi solo insegnarmi come fare. Per questo mi dispiace ancora di più di avere cercato di renderti pan per focaccia, tentando di tutto pur di… farti cadere a tua volta nella mia rete”
“Non voglio le tue scuse” disse e fece un passo nella sua direzione.
“Tu, non… le vuoi?” gli chiese lei angosciata. “Cosa vuoi, allora?”
“Non era questa la nostra domanda da un milione di dollari?” Posò la mano chiusa sotto il mento e finse di pensarci su. “Cosa voglio, cosa voglio… che ne diresti se volessi sapere questo: se il fatto di non doverci più vedere per lavoro spaventa anche te come spaventa me”
“Io…”
Le mise le mani sui fianchi e la avvicinò a sé. “Oppure potrei dirti che voglio sapere se sei davvero venuta qui per scusarti con me, o magari invece per soddisfare quell’insaziabile curiosità che sembriamo avere l’uno per l’altro”
“Ehm…”
“E poi vorrei sapere se parlavi sul serio quando mi hai detto che non portavi le mutandine, e magari anche cosa porti adesso”
Buffy gli passò le braccia intorno al collo, posandogli le labbra sulle sue, prima che William potesse aggiungere qualcos’altro.
Poi cominciò ad armeggiare con la sua maglietta, cercando di sfilargliela dai pantaloni, e di toglierla del tutto. Prima che lui riuscisse a recuperare il dono della parola, Buffy si abbassò per lavorare sulla cintura dei pantaloni. Mentre le sue dita si muovevano febbrili sulla cerniera, si fermò un istante. “Meglio che faccia attenzione con questa parte, eh?”
“Sì, decisame…” Il resto delle parole gli rimase soffocato in gola dalla velocità con cui lei lo liberò degli altri vestiti.
“Ecco fatto” annunciò Buffy felice come un fringuello quando ebbe finito, stringendo gli occhi in uno sguardo molto, molto pericoloso. “Questa volta sembra che sia tu il primo a rimanere nudo. Se devo essere sincera la cosa mi piace parecchio”
Con un gemito, William si abbassò insieme a lei, e la spinse sul tappeto. Non gli ci volle molto per pareggiare I conti e liberarla di jeans e maglione. Rotolando, rotolando, e ridendo con Buffy, finalmente riuscì ad immobilizzarla sotto di sé, nuda come era lui, e le sorrise.
“Credi di avere qualcos’altro per me oltre a questo sorriso smagliante, William?”
“Stai scherzando, spero? Certo che ho qualcosa per te!”
Lei trasse un lungo respiro. “E hai intenzione di farci qualcosa con questo… regalo per me?”
“Piccola impertinente…”
“Pensi che potrei suggerirti di affrettare un pò I tempi?”
“Assolutamente sì, anche perché mi piace molto il tuo consiglio, e pensò proprio che lo seguirò” E così dicendo, la fece sua.
L’ironia del gioco svanì dalle labbra di Buffy come da quelle del suo amante, e presto nella stanza si udì solo l’eco sottile del gemito di lei, a cui faceva da contraltare quello di William.

William era sdraiato sulla schiena, lo sguardo per aria.
Buffy era accoccolata felice e appagata al suo fianco.
“Okay” disse lui “adesso dovremmo proprio essere pari”
Con un lieve mugolio lei si sollevò su un gomito per guardarlo. William soffiò via sbuffando I capelli di lei che gli solleticavano il viso.
“Cosa intendi dire” chiese lei “con il fatto che siamo pari?”
“Bè, io ho giocato sporco pur di cambiarti in nome dello show, ricordi?”
“Oh, sì! Mi hai provocata e torturata. Fondamentalmente mi hai reso la vita un inferno”
“Oh-oh! Ma se il tuo programma ha avuto un successo incredibile per merito mio! Come se ciò non bastasse, hai ricevuto un aumento e un nuovo contratto, e hai pure scoperto che a te per prima piace da matti questa nuova parte della tua personalità. Povera piccola! Io l’avrei… Com’è che hai detto? Ti ho provocata e torturata? Hai ragione, l’ho fatto, ma baciandoti e standoti vicino. Vuoi dirmi che hai odiato ogni minuto di questa mia vicinanza?”
Lei gli rivolse una smorfia che lo costrinse a ridere.
“E’ inutile che mi guardi a quel modo, perché tu mi hai ricambiato con la stessa moneta, cioè facendomi letteralmente impazzire, e lo sai bene. Quindi siamo pari. E adesso…” Le accarezzò la schiena col dorso della mano, e Buffy si gustò la sensazione di intimità tra I loro corpi dopo aver condiviso qualcosa di così bello. “E adesso è arrivato il momento di parlare di compromessi, se non vogliamo prima ucciderci l’un l’altro”
“E a che scopo?” Gli occhi di Buffy ebbero un guizzo di incredulità mista a speranza. “Tu stai per partire, non ricordi?”
“Sì, è proprio di questo che vorrei parlare” William si mise a sedere, e le posò le mani sulle braccia, per niente turbato dalla visione di lei completamente nuda.
Buffy si alzò in piedi.
Sapeva cosa era in arrivo, perlomeno sapeva quale poteva essere l’idea maschile di compromesso: lui sarebbe tornato a Los Angeles, e le avrebbe chiesto di raggiungerlo ogni volta che ne avesse sentito il bisogno. Oppure, sarebbe venuto a trovarla di tanto in tanto, schioccando le dita e aspettando che lei gli cadesse ai piedi.
Perché lei ci sarebbe caduta ai suoi piedi, su questo non c’era dubbio, e anche senza farlo aspettare troppo a lungo.
Era patetica. Sentendosi improvvisamente troppo nuda ed esposta, si mise a cercare affannosamente I suoi vestiti, e trovò la maglietta di William. Bene, grandioso.
Anche lui si alzò e allungò una mano ad accarezzarle una guancia. “Guarda che è al rovescio”
Come il suo cuore. Diavolo, come era successo? Come aveva potuto innamorarsi di un uomo che sembrava incapace di prenderla seriamente?
“Buffy…” le prese le mani nelle sue, cercando di convincerla a fermarsi. “Ti spaventa il fatto che abbia parlato di compromesso?”
“Ma certo che no!” Scostando le sue mani, si voltò alla ricerca nervosa delle mutandine.
“Eh, non avevi biancheria, ricordi?” Sorrise, mentre lei si infilava con foga rabbiosa I pantaloni, e si vestì a sua volta. “Hai intenzioni di parlarmi, almeno?”
“Non mi spaventi”
“Oh, forse io no, ma la parola compromesso ti spaventa, eccome” Le appoggiò le mani sulle spalle e la costrinse a guardarlo. “Cosa pensi che volessi dire?” Scosse la testa. “Qualsiasi cosa ti sia passata per la testa, sappi che è una sciocchezza”
“Devo andarmene, adesso”
“Certo” annuì con condiscendenza. “Ti capisco. Conosco la sensazione fin troppo bene. Quando le cose prendono una svolta inaspettata in una direzione che non ci piace, noi tagliamo la corda.”
“Io non sto tagliando la corda”
“Bugiarda” disse piano, tenendola stretta così da impedirle di fuggire. “Perché non provi ad ascoltarmi, almeno, se proprio non vuoi parlarmi? Puoi concedermi almeno questo?”
No! Diavolo, no! “Sei tu quello che sta partendo” fu la sua disperata ripicca.
Un sorriso amaro gli si dipinse sul viso. “Sì. Il che mi riporta alla storia del compromesso” La portò verso il divano e la costrinse a sedersi e ad affrontarlo.
Lui era ancora mezzo nudo, e sembrava che qualcuno gli avesse scompigliato I capelli di proposito, cosa che in effetti era successa. L’unico pensiero di Buffy, in quel suo stato di prostrazione, era quanto avrebbe voluto dimenticare ogni tentativo di discorso ed essere ancora avvinghiata a lui sul pavimento.
Lo voleva, maledizione, lo desiderava con tale intensità da temere che il cuore le scoppiasse nel petto, e ancora non riusciva a credere di avere avuto la sfrontatezza di venire fin lì. Avrebbe dovuto lasciarlo solo con il suo party di addio, e invece no, aveva dovuto vederlo ancora una volta.
“Non so cosa stia succedendo in quella tua testolina” ricominciò lui accarezzandola una tempia “ma hai una faccia come il tuo cucciolo fosse stato appena investito da un Tir”
Il nodo che aveva in gola assunse proporzioni gigantesche. Come diavolo faceva a comportarsi come voleva il buonsenso, cioè a dirgli addio senza fargli sapere quanto le faceva male?
Non poteva, non ce la faceva proprio, così si limitò a starsene seduta, le lacrime in procinto di inondarle gli occhi, incapace di dire una parola senza cadere in mille pezzi.
“Oh, Buffy” William chiuse gli occhi un istante, poi li riaprì, e lei notò un luccichio sospetto. “Non sono mai stato bravo con I discorsi seri. Però il punto qui è che io non voglio partire. Per quanto folle possa sembrare, a me piace questa città, e mi piace lavorare a questo programma, oltre che con tutte le persone che vi sono coinvolte. Ma soprattutto, tesoro, qui si tratta di te”
Lei sbatté le palpebre sorpresa, e si lasciò sfuggire una lacrima. Asciugandola con impazienza, ripeté: “Si tratta di me?”
“Sì. Per questo pensavo che, magari, saresti stata d’accordo di venirmi incontro a metà strada su questa faccenda”
“Faccenda?”
“Sto parlando di quello che c’è tra noi. Sai, pensavo che, forse, io potrei imparare da te a prendere le cose con maggior rigore, di tanto in tanto… e tu, forse, potresti imparare da me a lasciarti andare un po’ più spesso. Intendevo questo per incontrarsi a metà”
Il cuore le balzò diritto in gola, ma Buffy ancora non si fidava ad alimentare quella che era solo una debole speranza. “A metà strada” sussurrò “Vuoi dire che qualche volta sarei io a venire a Los Angeles, e qualche altra volta invece saresti tu a venire qui?”
“Io non vado da nessuna parte”
“Ma questo non è un compromesso” protestò lei, per nascondere l’euforia che le montava dentro. Possibile che intendesse veramente quello che aveva detto? C’era qualche possibilità che le cose tra loro funzionassero?
“In effetti, hai ragione” Le strinse una mano. “Prova a considerarlo un peccato di egoismo da parte mia. Il fatto è che non riesco a immaginare noi due a Los Angeles. Non riesco a immaginarci da nessun’altra parte che non sia Sunnydale”
Noi due. Oh, Signore, sta usando la parola noi!
“Il compromesso maggiore deve ancora venire” continuò lui, guardandola negli occhi, con un’ombra di dolcissima, irresistibile insicurezza. “E’ quando io ti dico che sono pazzamente e selvaggiamente innamorato di te. Senza la benché minima speranza di redenzione. Quindi, nel caso tu fossi d’accordo a tentare di ricambiarmi, anche con meno enfasi, chiaro…”
“Vuoi dire…”
“Ti amo, Buffy, e voglio stare con te. Voglio dividere con te la tua biancheria di cotono bianco, e il tuo bagno disordinato – compreso di assorbenti sparsi per terra – e anche tutto il resto” Trasse un respiro profondo, come a conferire maggiore solennità a quello che stava dicendo. “Adesso vorrei che anche tu I dicessi qualcosa, però. Ti prego, perché vedi, mi stai uccidendo, mentre te ne resti lì a guardarmi con quegli occhi lucidi, ripentendo tutto quello che dico io, tranne l’unica cosa che ho bisogno di sentire”
“Bè, mi spiace per te, ma io devo ripetere un’ultima cosa”
Lui sembrava affranto. “E va bene”
“Ti amo” Gli sorrise, mentre le lacrime le rigavano il viso. “Voglio stare con te, e voglio dividere con te la mia biancheria di cotone bianco e il mio bagno disordinato. E gli assorbenti per terra e… tutto il resto. Bè, le matite per il trucco… quelle no!”
La scintilla che si accese nei suoi occhi le riscaldò il cuore, almeno tanto quanto l’abbraccio fortissimo in cui si ritrovò stretta.
“E per la cronaca…” aggiunse, “tu mi hai già insegnato a lasciarmi andare, se ricordi bene. Il che significa che l’unica parte del nostro accordo compromesso di cui dobbiamo ancora occuparci è quella di far entrare un po’ di rigore e serietà in quella tua testa dura. Io suggerirei di cominciare dal modo di fare l’amore”
Lui alzò il sopracciglio. “Cosa c’è che non va nel mio modo di fare l’amore?”
“Solo il fatto che non l’abbiamo ancora mai sperimentato in un comodo letto”
“Oh, ma a questo si può sempre rimediare” propose lui tirandosi in piedi e facendola alzare con sé. “Anzi, io direi di darci da fare subito” Le sorrise con un’aria maliziosamente sfacciata. “Ma ti avverto che la cosa potrebbe tenerti occupata per un tempo vergognosamente lungo”
“Lo spero bene” Adorava lasciarsi stringere dalle sue braccia. Aveva tutto un altro sapore dopo il discorso del compromesso, e questa consapevolezza metteva le ali alla sua fantasia. “Che ne dici di tutta la notte?”
Lui rise, poi si chinò a baciarla. “Perché non provi con tutta la vita, Buffy?”


FINE