PRENDIMI

Autrice : funghetto

Ambientazione: è un au… e lo ammetto…ho preso “molto” spunto da un romanzo di C. Adair..

Personaggi Principali:naturalmente Buffy e Spike.. e gli altri… i personaggi appartengono Joss Whedon ….

Trama: NC-17….William Giles… è abituato a fare sempre quello che vuole. Durante le riunioni d’affari e a letto. Così , quando vede la splendida Buffy Summers a una festa, decide di volerla subito. Nuda nel suo letto. Buffy è d’accordo e accetta la proposta di lunghe notti di sesso sfrenato senza legami. L’unica cosa che vuole è un bambino dall’uomo che ha sempre desiderato…

 

 

Prendimi

 

Prologo

 

“mi sposi”

“come ha detto??” Buffy Summers guardò lo sconosciuto che l’aveva chiamata presso il suo tavolo, in fondo al locale.

Fuori la pioggia scrosciava con violenza sul parcheggio deserto e sull’unica auto sportiva color argento.Gocce di pioggia brillavano tra i capelli colore biondo platino, forse ossigenato, dell’uomo e sul suo cappotto nero. Le luci al neon del locale illuminavano il suo viso. Che tipo fantastico! E che piacevole diversivo. Era stata una giornata fiacca. Anzi, lo era stato tutto il mese. Buffy sospirò.sarebbe passato anche quello. Per un attimo fantasticò che quel Principe Azzurro fosse venuto a rapirla e che la sua proposta fosse reale. Ma con la fortuna che si ritrovava era più probabile che fosse un balordo che mirava ai suoi soldi chiusi nella cassa. Gli lanciò un altro sguardo sospettoso. Che cosa avrebbe potuto fare se lo avesse colto sul fatto? Quel pensiero la fece sorridere. “allora?” domandò lui. “allora che cosa??”.Quell’uomo aveva un profumo così buono che Buffy desiderò strofinarsi contro di lui e annusarlo.

“Vuole sposarmi?”

“Oggi è giovedì?”

“Venerdì”

“Spiacente, io sposo gli sconosciuti solo il giovedì” rispose lei, riempiendogli il bicchiere di caffè. “Dovrà aspettare la prossima settimana”

“La prossima settimana sarà troppo tardi” lo sguardo dell’uomo le scivolò sul viso,sul seno piatto e sulle gambe sottili, poi fece il percorso inverso.

“che cosa diavolo ha fatto ai capelli?”

Buffy si portò le mani alla capigliatura color carota. “ li ho tinti nella speranza che le bionde abbiano più fortuna. Ah! E poi , senti chi parla “Mr Billy Idol””

“lo prendo come un complimento…comunque quali che fossero le sue intenzioni…”

“ a me piacciono!” scattò Buffy. Quell’uomo era uno sconosciuto. Che importanza aveva quello che pensava dei suoi capelli?

“beva il suo caffè. Chiudiamo fra 20 minuti”. Il pensiero che fosse quasi mezzanotte le ricordò altri problemi più urgenti. Le avevano dato 2 settimane per liberare il suo appartamento e alla scadenza mancavano solo 4 giorni.Fino a quel momento non aveva trovato niente che potesse permettersi. Si sarebbe dovuta trasferire a Los Angeles o a Sacramento. Se solo avesse avuto più di 27 dollari… se il compagno di sua madre non le avesse portato via la macchina…se…

“Lei è perfetta” mormorò lo sconosciuto.” Ho una proposta da farle”

Ci scommetto. “Senta , amico, i piedi mi fanno male, devo finire il mio turno e ,prima di andare via , devo pulire la cucina. Se non le dispiace…”

“Mi ascolti”

Buffy fece il conto e lo sbattè sul tavolo. “Non ho tempo da perdere”. In cucina non c’era molto da fare. A parte 2 camionisti che avevano cenato, era stata sola tutta la sera. Finì di pulire la cucina e , voltandosi, vide che lo sconosciuto si era fermato sulla porta e la guardava.

Sapeva bene ciò che quell’uomo misterioso vedeva: una ragazzina bruttina, troppo magra e i cui capelli bruciacchiati, legati in una crocchia, sembravano un mucchietto di paglia. L’unica cosa notevole erano gli occhi. Una volta un cliente un po’ rozzo le aveva detto che sembravano gli occhi di una mucca. Non era sicura che fosse un complimento, ma lui era stato sincero.

“quanti anni ha??”

“Lei è molto insistente. Non gliel’ha mai detto nessuno?”

“troppe volte.quanti anni ha?

Buffy lo guardò con curiosità. L’uomo sembrava affascinante.. magari anche ricco, viziato e abituato a ottenere quello che voleva. Aveva delle belle mani,con dita lunghe e affusolate e unghie ben curate. Le erano sempre piaciute le mani belle. Istintivamente nascose le sue dietro la schiena.

“Venti…cinque”

Lui rise. “Bel tentativo,dolcezza”

“Ventuno”

“Sono sicuro che prima o poi ti riuscirà di dirmelo, passerotto”

“ E va bene … diciotto”

“Legale”

Buffy lo vide avanzare e retrocesse verso il frigorifero. Era impossibile che arrivasse qualcuno a quell’ora. Lui avrebbe potuto farle tutto quello che voleva e nessuno lo avrebbe saputo. Certo, c’erano Manny e Gina nell’altra stanza… ma… sarebbero scesi dalla “nuvoletta” in tempo, prima di accorgersi che c’era qualcuno in pericolo? Sentendosi toccare il viso, trasalì. La settimana scorsa, quando le avevano rubato la macchina, non avrebbe dovuto domandare al Padreterno che altro poteva succederle. Il Signore non apprezzava il sarcasmo.

“Perfetta” . lo sconosciuto le afferrò il mento e le girò il viso da una parte all’altra. Da vicino il suo profumo era ancora più buono. Buffy dilatò le narici, ma capì a livello istintivo che lui non nutriva alcun interesse sessuale per lei.

“le concedo 10 secondi per togliermi le mani di dosso, altrimenti chiamerò la polizia. Che cosa vuole da me?”

“voglio che mi sposi. Questa notte. Andremo a Las Vegas, ci sposeremo, poi la riporterò indietro in tempo per il suo prossimo turno.”

“Lei è matto”

“Sono disperato”la corresse lui.

Chi non lo è, amico? “perché proprio io?” domandò Buffy, tornando nella sala illuminata. Lo sconosciuto la seguì, prese un bicchiere pulito e fece ritorno al suo tavolo. Che cosa faceva lì un tipo come quello? Non era un posto adatto a lui. Sedili in vinile rosso, tavoli di formica beige bruciacchiati dalle sigarette, vecchie decorazioni natalizie. L’odore di grasso e di cibo impregnava le piante finte disseminate negli angoli. Buffy cercò di guardarsi intorno. A volte soffriva fisicamente per la mancanza di bellezza e di stabilità. Non era contraria a lavorare, ma ogni tanto le sarebbe piaciuto fare una pausa. Purtroppo non poteva credere che un perfetto sconosciuto piombasse lì 2 giorni prima del Natale con l’intento di portarla via. “Sarò breve”. Lo sconosciuto versò il caffè e le fece cenno di sedersi. “La mia è una proposta d’affari” esordì, poggiando la sigaretta tra le labbra.” La prego.. mi dà fastidio”. Lo sconosciuto alzò il sopracciglio e sbuffò appena “Scusami..La situazione è questa. Mio padre e suo fratello possedevano un’industria. Mio padre è morto 10 anni fa e ha lasciato la ditta a mio zio Rupert con la clausula che a tempo debito la metà sarebbe diventata mia. Ho sgobbato come un forsennato, mentre mio cugino Angel se l’è spassata in giro per il mondo. Quella ditta è mia per il 50%. Me la sono guadagnata. Adesso Rupert vuole ritirarsi, ma pretende che Angel e io ci sistemiamo, altrimenti cederà la sua quota a una coppia di playboy. Nella sua infinita saggezza, mio zio vuole che Angel e io ci sposiamo.”

Buffy parve incredula. “Davvero?”

“Purtroppo, sì. Non solo, ma il primo che si sposa avrà la maggioranza delle azioni.”

“Qual è il problema? Un tipo bello e ricco come lei deve avere milioni di donne tra cui scegliere”

“L’ho chiesto a una ragazza… ma lei ha detto di sì a mio cugino”

Buffy strinse il bicchiere tra le mani. “Oh, ma dev’ esserci qualcun’altra…”

“Si sposeranno a San Francisco domani a mezzogiorno. Il nostro incontro porterà dei vantaggi a entrambi. Immagino che le piacerebbe avere un’illimitata disponibilità economica per andare dove vuole e fare quello che vuole. Tutto quello che desidero è un contratto matrimoniale. Non voglio una vera moglie. Voglio una moglie sulla carta. Subito. Questa notte.”

Lesse il suo nome sulla targhetta attaccata al grembiule e continuò. “Sposami, Mary. Ti darò un mensile finchè vivrai. Diavolo, sono disposto anche a comperare questo locale, se è quello che desideri”.

Buffy soffocò una risata. La targhetta con quel nome era appartenuta a una ragazza che aveva lavorato precedentemente e lei non si era presa la briga di cambiarla. “Non voglio questa squallida tavola calda”. Il solo guardarlo le bloccava il respiro. “Avere il controllo della ditta è tutto per me . immagino che anche tu abbia desiderato tanto qualcosa”. Gli occhi chiari di lui erano fissi sul suo viso. “Fa questo per me e se un giorno tu vorrai qualcosa con tutto il cuore , te la darò. Hai la mia parola”

“Qualunque cosa?”

“Sì”

Buffy riflettè. Quell’uomo le piaceva da impazzire. Era incredibilmente affascinante, forte , potente, ricco e aveva bisogno di lei. L’attrazione non era reciproca, ma Cenerentola non si era lamentata quando il Principe Azzurro l’aveva portata via dalla cucina. “Come faccio a sapere che sei sincero?”

Lui tirò fuori dalla tasca un portafoglio di pelle e cellulare. “questo è il numero del mio avvocato. Chiamalo per farti confermare chi sono e chiedigli dell’ultimatum di mio zio”

Buffy prese il biglietto da visita. Era matta da legare… ma che cosa aveva da perdere?

“Come ti chiami?” domandò, digitando il numero.

“William Giles”

L’uomo che le rispose non parve contento di essere svegliato a mezzanotte da una pazzoide, ma confermò che William Giles era quello che diceva di essere ed era ricco come Bill Gates.

Poi l’avvocato pretese di parlare con il signor Giles, così Buffy gli passò il telefono e si afflosciò sulla seggiola. Lui parlò, fissandola. “Certo che faccio sul serio.” Ascoltò un attimo e poi riprese. “In una Tavola calda a Sunnydale”Guardò Buffy, socchiudendo gli occhi. “Perché non dovrebbe? Probabilmente percepisce uno stipendio ridicolo e vive in un appartamento squallido con il suo gatto. Ti manderò via fax una copia della licenza matrimoniale e ti porterò più tardi l’originale”. Ci fu una breve pausa, poi rise. “No, niente viaggio di nozze. Le dirò di chiamarti per prendere accordi”.

William ascoltò. “Non c’è bisogno di fare del sarcasmo. Lei vale tanto oro quanto pesa. Oh , Wesley, chiama Rupert appena riceverai il mio fax.” Ascoltò di nuovo, poi sospirò. “D’accordo. Prendi il Lear. Ci vediamo davanti al Palazzo di giustizia alle nove. Potrai consegnare a mano il certificato di matrimonio a mio zio.”. poi chiuse il cellulare e se lo mise in tasca.

“Non ho un gatto”

“Come hai detto??”

“Non ho..”

“Era tanto per dire. Prendi il tuo cappotto.” William gettò delle monete sul tavolo e cominciò ad abbottonarsi.

“Non ho nemmeno un cappotto”

“Non hai un cappotto?”

“Caspita. C’è un’eco qui dentro?”

Rabbuiato, lui si sfilò il suo e glielo diede. “Mettiti questo e muoviamoci”

“Sei molto bravo a convincere una donna con delle paroline dolci.” Il cappotto aveva il suo profumo. Buffy si sentì illanguidire.

“Accidenti” sospirò lui, “Devo essere più stanco e disperato di quanto pensassi”

Buffy si raggelò. “Ascolta, bello. Non sono venuta qui in ginocchio a pregarti. Deciditi, vuoi sposarmi o no?”

Lui la guardò. “Che Dio mi aiuti. Sì”

 

 

Alle 9:45, William mise il certificato di matrimonio nelle mani del suo avvocato Wesley.

Alle 9:46, uscì dal palazzo e non rivolse un solo sguardo a Buffy. Il Principe Azzurro non aveva nemmeno baciato la sposa.

 

 

 

Capitolo 1

Dicembre, 7 anni dopo

 

Decine di ospiti vestiti con eleganza gremivano la casa di Rupert Giles. Da una distanza di sicurezza, Buffy osservò suo marito scrutare la folla con aria annoiata. Quando la “rapì” 7 anni fa aveva indosso quello splendido spolverino e quell’aria da “bello e maledetto “ ma… con lo smoking era ancora più bello, trasudava ricchezza e sicurezza di sé. Con la sua aria aristocratica e lo sguardo sprezzante, sembrava un re che sorvegliasse il suo regno. E la sua sensualità era così palese che tutte le donne si voltavano a guardarlo. Sette anni non l’avevano cambiato, mentre lei era cambiata in modo considerevole. William non avrebbe mai potuto riconoscere in lei la cameriera di nome Mary che aveva incontrato. Solo lei sapeva che la sua aria sofisticata era solo una patina. Gli amici le dicevano che mirava troppo in alto. Tanto peggio. Lei era contentissima della vita che conduceva. Voleva una sola cosa da William Giles. Il loro matrimonio gli aveva assicurato il controllo della Giles&Co International. Adesso lei desiderava disperatamente una cosa in cambio. Desiderava un bambino, e William avrebbe realizzato quel sogno. Glielo aveva promesso. Due mesi prima, Buffy aveva chiesto al suo avvocato di informare suo marito che era pronta a fare la sua richiesta e William si era offerto di pagare un’ inseminazione artificiale in una clinica di sua scelta. Ma lei non voleva il seme di uno sconosciuto. Voleva un figlio da suo marito. La buona notizia era che lui non nutriva alcun interesse per i bambini, ragion per cui non le avrebbe portato via quello che non desiderava. Squadrando le spalle, bevve un sorso di vino, poi , resistendo all’impulso di passarsi le mani sui fianchi per allisciare l’abito di jersey di seta, si raddrizzò la corona di pungitopo che si era messa sulla testa. In quell’attimo vide che il marito si dirigeva verso di lei e , con il cuore che le batteva forte, sollevo il mento e sostenne il suo sguardo. William era più alto e più attraente di tutti gli uomini presenti. Un fiotto di adrenalina le corse nelle vene. Bevve un altro sorso di vino senza sentire alcun sapore, poi si premette il bicchiere contro la guancia in fiamme.

Arrivando alle spalle e cingendole la vita con un braccio, Rupert rischiò di farle venire un infarto. “sembri un angelo natalizio vestito di rosso, tesoro. Chi stai fissando con tanta intensità? Oh , William è qui”

“Rimani, Rupert” lo pregò lei, trattenendolo “così ci presenterai”

“sei sicura di quello che fai, Buffy??” lei rise. Aveva confidato allo zio di William solo metà del suo piano. “No”

Per sette anni aveva immaginato di fare l’amore con William. Ogni volta che aveva letto di lui sui giornali, aveva desiderato di essere la donna al suo fianco e nel suo letto. Aveva cercato in ogni modo di bandire il marito dalla sua mente e dal suo cuore e per riuscirci, durante tutto quel periodo, aveva finito il liceo e l’università a tempi record, evitando con cura di incontrarlo. Fino a quella sera. L’attrazione fisica che aveva provato 7 anni prima nella tavola calda, adesso era ancora più forte. Ma questo facilitava la sua missione. Finalmente lui la raggiunse. Il suo profumo era più sofisticato di quello che ricordava, tuttavia l’essenza di base rimaneva.

“Rupert” mormorò William con voce bassa e profonda.

“William!” esclamò lo zio, stringendogli la mano con effusione. “Come stai, figliolo?”

“Presentami la signora” William vide il rossore salire alle guance della sconosciuta mentre faceva scivolare lo sguardo sulla sua bocca morbida e sui grandi occhi verdi. Una lunga scia di capelli biondi lucenti le contornava il viso e le cadeva sulle spalle. Aveva accettato con riluttanza l’invito di Rupert a quel ricevimento. Lui non festeggiava mai il Natale. Ma quando aveva visto quella bellezza bionda, aveva pensato che fosse la sorpresa che lo zio gli aveva riservato. Considerando le sorprese che aveva ricevuto in quel periodo dell’anno e conoscendo lo zio, aveva accarezzato l’idea di recarsi nel suo chalet di Aspen come faceva ogni anno durante le vacanze, ma l’apparizione di quella donna dal corpo snello e sinuoso lo aveva indotto a rimanere. La sua fragranza sottile lo inebriava. La sua carnagione appariva chiara e levigata, in contrasto con l’abito color fiamma. Il tessuto morbido l’ avvolgeva sensualmente dalla testa ai piedi senza mostrare niente. William avvertì una vampata di calore quando i suoi piccoli seni si sollevarono nel respiro. Lei si sforzava di apparire indifferente, ma la sua vicinanza la emozionava. L’eccitazione della caccia gli diede un brivido e William si domandò se anche lei pensava a lenzuola aggrovigliate e a corpi madidi di sudore.

“Buffy Summers, mio nipote, William Giles” il nome gli era noto. “ Lei è l’arredatrice d’interni di cui parla sempre mio zio. So che è molto brava.” Buffy sorrise. “Grazie. È sempre un piacere lavorare per Rupert e Jennifer” e sarebbe stato un piacere attirarla nel suo letto. “Va via, Rupert” ordinò allo zio senza guardarlo. Nessuna donna aveva mai destato in lui una reazione così violenta. Quella pelle…. Il suo viso così luminoso e levigato. Il desiderio di toccarla lo fece tremare e William dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per non buttarsela sulle spalle e trascinarla per i capelli nella sua caverna. Quell’idea lo stupì. Di solito non era un tipo impulsivo. Per un attimo fu tentato di andarsene. Il sesso era una cosa, l’eccesso di emozioni, un’altra.

“E’ venuta da sola?”le domandò.

O era disponibile o non lo era. Non aveva mai combattuto per una donna. Anche se , in quel caso, avrebbe potuto essere tentato di farlo. Lei sorrise. “Sola insieme ad altri duecentonovantanove invitati” aveva una bocca incantevole,sottile, invitante. Doveva assaporarla. Chinò la testa, ma all’ultimo momento riuscì a trattenersi. Lei era disponibile, lui la desiderava e sembrava che la cosa le interessasse. Dopotutto non era un brutto ricevimento. “mi permette di accompagnarla a casa?”

“in verità sono appena arrivata” rispose lei con dolcezza. “ma grazie per l’offerta. Rupert.” Continuò voltandosi verso il padrone di casa. “Gradirei un altro bicchiere di questo squisito Chàteau Neuf”.

Rupert scrutò entrambi, poi prese il bicchiere e andò in cucina.

Buffy lo seguì con lo sguardo. I suoi occhi scintillavano maliziosamente. Era irresistibile. William sentì il desiderio di infilarle le dita tra i capelli per accertarsi che fossero morbidi come sembravano. Avrebbe voluto passarle le mani sul corpo, adagiarla su un letto e fare l’amore finchè si fosse sciolta come miele caldo. Ma prima doveva fare una cosa.

“Devo chiarire un punto” dichiarò con voce piatta.”Sono sposato”

Buffy si stupì. “Caspita. Un donnaiolo con un alto senso morale. Che piacevole novità”

William si irrigidì. C’era qualcosa in lei che lo induceva a credere che non fosse come le donne che frequentava di solito. Ma perché le aveva detto che era sposato? Chiunque avrebbe potuto apprenderlo dai giornali. Il suo matrimonio era solo un pezzo di carta. Ne erano consapevoli sia lui che sua moglie. Ma quella donna dalla bocca sensuale avrebbe potuto non capire. “si tratta solo di un contratto d’affari. A lei non interessa quello che faccio. Siamo separati da sette anni”

“poverina”

“E’ stato un accordo reciproco” precisò lui in tono piatto.

“Posso sapere perché si è preso la briga di informarmi?”

“perché non voglio che nascano malintesi. Lei mi piace molto. Che dico? Mi piace da impazzire. La desidero, però le relazioni a lungo termine non mi interessano e il matrimonio è fuori discussione.”

“perché è già sposato”

“perché il matrimonio non mi interessa e non mi interesserà mai. Mi sono sposato per facilitare un accordo commerciale e lei mi ha sposato per i soldi. Se questo rappresenta un problema, me lo dica.”

“ il problema è che il suo stato civile non mi importa” rispose Buffy con soavità “ è molto presuntuoso se pensa che mi importi, visto che ci conosciamo da due minuti. Che lei sia sposato o no, mi è indifferente”

“bene” William si accorse in quel momento di quanto noiosa fosse stata la sua vita in quegli ultimi tempi. Erano anni che non sentiva il ruggito del sangue nelle vene e l’emozione della caccia.

“ mi lasci indovinare. Sua moglie è una biondina minuta?”

William la fissò in silenzio. Ricordava in modo vago una ragazza alta (???) e magra… bionda o rossa? Comunque fosse, quella domanda lo irritava. “Che c’entra questo?”

“Sto cercando di farle capire che io non sono il suo tipo”

“Come fa a sapere qual è il mio tipo?”

Buffy fece fluttuare le ciglia. “Piccola, bionda e pettoruta. Devo dirglielo io?”

William socchiuse gli occhi. “Credo di potermelo ricordare. Come mai le interessano le mie amiche?”

“E’ difficile ignorare le sue conquiste quando tutti i giornali trovano l’argomento tanto affascinante”

William abbassò lo sguardo sui suoi seni. I capezzoli erano ben visibili sotto la stoffa sottile. Mentre li fissava, vide che s’indurivano.

“Santo cielo” mormorò Buffy con voce roca “Lei è molto esplicito,vero?”

“Se lo fossi un po’ di più, le direi che voglio portarla a letto”

Buffy sorrise. “Credo lo abbia già fatto”

“Non penso di essere il primo uomo che desidera fare l’amore con lei”

“E’ il primo uomo che me lo dice subito dopo avermi conosciuto, davanti a circa trecento testimoni”

“Voglio vederla”

“Mi sta vedendo”

“Senza tutta questa gente intorno”

“Se si trattiene qui per il finesettimana, credo che ci incontreremo sicuramente altre volte”

“E’ un po’ troppo vago per me”. William la guardò in faccia e lei incrociò le braccia sotto il seno. I capezzoli erano ancora più appuntiti. La bocca gli s’inaridì. La voleva. Subito.

“Molti di noi domani si lanceranno con il paracadute e dato che abito troppo lontano per tornare domattina presto, passerò la notte qui. Se vuole unirsi a noi, è il benvenuto, William”

Udirla pronunciare il suo nome gli diede il desiderio di spingerla contro il muro e possederla lì, nel salotto di Rupert, davanti a tutti. Non ricordava di essere mai stato tanto eccitato.

Buffy indietreggiò di un passo. “Per anni ho letto sui giornali il diario della sua vita. Il solo fatto di stare qui a parlare con lei, mi darà una notorietà che non ho mai avuto. Non sono sicura di desiderarlo.”

Era probabile che il loro incontro fosse pubblicato sui giornali del mattino successivo, ammise William. A lui non importava un accidente. A meno che quella donna non diffondesse la notizia del suo matrimonio, perché in quel caso ogni giornalista del paese si sarebbe buttato a caccia di Mary.

Nonostante il rischio, l’idea di conquistare Buffy lo attirava in modo irresistibile. C’era qualcosa in lei che gli faceva battere il cuore a mille.gli venisse un colpo se sapeva perché.

“Si è accorta che siamo sotto il vischio?” sussurrò.

I grandi occhi di Buffy si alzarono e poi lo fissarono. Sì, se ne era accorta.

“Per l’inferno maledetto, non mi guardi in quel modo” gemette lui. “Che cosa posso darle per un bacio?”

“Qui?” domandò lei, guardandosi intorno. “Sì, dannazione”. William chiamò un cameriere, si fece dare due bicchieri di vino bianco e glieli mise in mano. Buffy li prese automaticamente. “Che cosa devo…” William le sfiorò il viso e , vedendola chiudere gli occhi e rovesciare indietro la testa, la baciò sulla bocca. Dannazione, era peggio che assaggiare una nocciolina. Lei sapeva di vino e di qualcos’altro a cui non seppe dare il nome. Le affondò le dita nei capelli e, quando sentì il tocco della sua lingua, mosse le labbra sulle sue, perdendosi nella sua risposta. Poi…lei se ne andò. L’attimo prima stringeva tra le braccia una donna vogliosa e quello successivo teneva in mano 2 bicchieri.

“Mi telefoni”. A qualche metro di distanza, Buffy agitò una mano e scomparve tra la folla. William ebbe l’impressione di essere stato colpito da un fulmine.

… … …

Il paracadute rosa e lilla di Buffy fluttuò sul vigneto e scese in direzione degli eucalipti che delimitavano uno spiazzo vicino alla casa di Rupert. Accigliato, William si schermò gli occhi. Durante la notte aveva dormito poco. Il pensiero di lei così vicina, e tuttavia così irraggiungibile , lo aveva fatto girare e rigirare nel letto.

Doveva rivederla e accertarsi che tutte le emozioni che quella donna gli aveva procurato la sera prima dipendessero solo dalla sua innegabile sensualità. A lui il sesso piaceva. Si giudicava un amante attento e generoso. Voleva Buffy Summers, tutto qui. Eppure c’era in lei qualcosa di intrigante che non risvegliava solo la sua libidine. Il che è assurdo, visto che avevano conversato solo pochi minuti.

Prima di tornare a Los Angeles, voleva parlare ancora con lei e liberarsi delle stupide fantasie che aveva elaborato durante la notte.

Sopra di lui, una folata di vento investì il paracadute, trascinandolo in una direzione sbagliata, e Buffy cercò invano di manovrarlo.

“Dannazione!” William si mise a correre verso il vigneto e a un tratto vide un ammasso di seta coprire il corpo prono di Buffy. Con gesti frenetici sollevò il tessuto, ammucchiandolo da un lato, e quando la ebbe liberata, lei lo guardò e sorrise.

“E’ stato fantastico!” esclamò, mettendosi a sedere e pulendosi le braccia dal terriccio. Una tuta elasticizzata rosa e fucsia delineava ogni curva del suo corpo.

“Piccola stupida!” l’apostrofò William con il cuore che gli batteva ancora forte. “Si sarebbe potuta ammazzare”

Buffy si tolse il casco e si buttò i lunghi capelli dietro le spalle. “Sì, il mio atterraggio lasciava un po’ a desiderare. Dovrò esercitarmi.” Gli tese la mano. “Mi aiuti a rimettermi in piedi”.

Sembrava inalare la vita, mangiarla a cucchiaiate, con gioia e ingordigia. Doveva essere così anche a letto, pensò William. Appassionata e selvaggia.

“Le piace vivere pericolosamente,vero?”

“Non ne ha idea” rispose lei.

“Voglio assaporarlo” sussurrò William passandosi la lingua sul labbro inferiore, aiutandola ad alzarsi e attirandosela sul petto. “Assaporare che cosa?” domandò Buffy a bassa voce.

“Il gusto del pericolo” rispose lui, schiacciandole le labbra come un uomo affamato davanti a un banchetto. Sapeva che, se fosse andato a letto con lei alcune volte, quella smania si sarebbe placata.

Sollevando la testa, le restituì il casco. “la chiamerò il 1° Gennaio” dichiarò, voltandosi e allontanandosi in fretta.

Capitolo 2

Come promesso, William le telefonò il primo giorno dell’anno, tuttavia Buffy non si fece trovare.

Richiamò il due, il tre , il quattro, ma lei lasciò che la segreteria telefonica entrasse in funzione e sentì che la sua voce diventava sempre più fredda e impaziente.

Nelle ultime due settimane, William le aveva lasciato decine di messaggi imperiosi, però lei non aveva intenzione di cedere e di richiamarlo. Sapeva di fare un gioco pericoloso e che lui si sarebbe potuto stancare, ma voleva aspettare il momento giusto. Quando William aveva confessato di essere sposato, era rimasta esterrefatta. La sua sincerità l’aveva sconcertata. Se non fosse stata sua moglie, lo avrebbe salutato e se ne sarebbe andata. Sua madre aveva avuto un gran numero di amanti sposati e la fine era sempre stata triste e umiliante. Un sospiro le sfuggì dalle labbra.

La sua onestà l’aveva disarmata e l’aveva fatta sentire in colpa per quello che stava facendo. Ma lui era sempre l’uomo chiamato “William il Sanguinario”. Freddo. Duro. Spietato. Era sempre il marito assente, colui che le avrebbe permesso di realizzare il suo sogno più grande. Un figlio.

Era la seconda settimana di gennaio e il nord della California era sotto la morsa del freddo. Quando Buffy scese dalla macchina, fu investita da un vento gelido. Erano le tre del pomeriggio e il suo stomaco brontolava per la fame.

La piccola casetta l’accolse con calore mentre chiudeva la porta e si dirigeva in cucina. Amava quella casetta. Era calda, sicura , confortevole. Il giorno del suo matrimonio, sette anni prima, Wesley, l’avvocato di William, l’aveva presa sotto la sua ala e l’aveva presentata a suo fratello Xander. Xander le aveva offerto non solo l’uso della casetta, ma l’aveva assunta nel suo studio di architetto mentre lei riprendeva gli studi. Xander e il suo socio Oz erano i suoi migliori amici. L’avevano aiutata a cambiare vita , l’avevano aiutata a sopravvivere …

Il telefono squillò e lei rispose. “Pronto?”

“Dove diavolo è stata?”

Buffy sospirò “Credo che abbia sbagliato numero” replicò, riappendendo.

Il telefono suonò di nuovo.Buffy mise una bustina di thè in una tazza e la infilò nel microonde. Gli squilli continuarono. Il microonde suonò e lei tolse la bustina e aggiunse un po’ di latte. “Pronto?”

“Questo è solo uno spreco di tempo” affermò William in tono disgustato.

“Chi parla?”

Ci fu una pausa. “William Giles”

“Oh , mi scusi. Ho ricevuto un mucchio di telefonate strane” rispose lei, bevendo il thè e sfogliando il calendario appeso al muro.

“Le ho telefonato decine di volte.”

“Mi dispiace che non mi abbia trovata. Ho avuto molto da fare”

“Anch’io” replicò lui con freddezza “Torno adesso da un importante viaggio d’ affari, ma ho trovato lo stesso il tempo di chiamarla”

Buffy ridacchiò “Dov’è stato?”

“In Inghilterra”

“Ho sempre desiderato viaggiare. Me ne parli” lo invitò lei, cercando un barattolo di zuppa dentro la credenza. Conversare al telefono era più sicuro che di persona. Non vedeva i suoi occhi. O la sua bocca. Non sentiva il suo profumo. Voleva un figlio da quell’uomo, non intendeva innamorarsi di lui. Per fortuna le era passata l’infatuazione che aveva avuto anni prima. Aveva visto cosa aveva fatto l’amore a sua madre. No, grazie. Un’attrazione reciproca sarebbe bastata. Rapida. Soddisfacente. Senza complicazioni, né sofferenze. Poteva sembrare un ragionamento freddo, ma almeno avrebbe saputo chi era il padre di suo figlio. Sperava di rimanere subito incinta. Infilando il microfono tra l’orecchio e la spalla , tirò fuori un barattolo di zuppa di pomodoro e lo versò nella pentola. William le fece il resoconto giornalistico del suo viaggio mentre lei mormorava mmmh… e affascinante nei momenti appropriati. Tra i propri impegni e i viaggi di lui, era riuscita ad evitarlo dal giorno del ricevimento di Rupert, ma adesso doveva vederlo anche se non era il momento giusto.

“Bene. Basta parlare del mio viaggio.” Concluse lui con impazienza “Quando posso incontrarla?”

“Che ne dice di domani sera?” Buffy vide che nel calendario il giorno dopo era stato contrassegnato con una X. Aveva calcolato per quanto tempo avrebbe potuto farlo aspettare.

“Questa sera” insistette lui.

“Questa sera sono impegnata” mentì Buffy. “Sono libera domani o mercoledì prossimo. Scelga “ il mercoledì successivo era cerchiato di rosso e sottolineato.

“Allora, passerò a prenderla domani sera alle sette”

“No. Vediamoci alle sette e mezza da Noble . lo conosce?”

William tacque a lungo , poi emise una risata sardonica. “Lei è molto misteriosa. Va bene. Alle sette e mezza da Noble.”

Il segnale di via libera le fece capire che la comunicazione era stata interrotta. Buffy si afflosciò sulla sedia e chiuse gli occhi. Era fatta. Prese il calendario e fissò la data che aveva circondato di rosso. I giorni del concepimento. Tutto quello che doveva fare era tenerlo in sospeso per una settimana fino alla prossima ovulazione.

La sera dopo, fredda e controllata, Buffy entrò nel ristorante alle sette e mezza in punto. Indossava un abito molto attillato nero , abbastanza sofisticato da intimidirlo e nel contempo tanto sensuale da attirarlo.

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William si alzò per accoglierla e di colpo la gonna le sembrò troppo corta e la seta troppo sottile.

“Salve, Buffy. Devo dire che è più bella dell’ultima volta che l’ho vista” . gli occhi chiari di lui brillavano mentre le porgeva la mano e la faceva sedere sulla panca al suo fianco.

“L’ultima volta che mi ha vista ero coperta di polvere”. Dio, che buon profumo aveva. Sentendo che le stava troppo vicino, Buffy cercò di scivolare verso la finestra

“Era coperta da tessuto elasticizzato” sussurrò lui, fissandola. “ Ho sognato per settimane di denudarla”

Buffy aspettò che il cuore smettesse di fare delle capriole e prese in mano il menù. Se si fosse comportata con abilità, avrebbe fissato un appuntamento per la settimana seguente. Una cena per una notte nel suo letto. Due appuntamenti. Poteva farcela.

“Il pesce qui è squisito” dichiarò. Il cuore le pulsava nelle orecchie. Doveva rilassarsi.

“Due speciali” ordinò William al cameriere, senza consultarla e senza toglierle gli occhi di dosso.

Buffy gli guardò il torace nascosto dalla camicia e si chiese se fosse liscio e ben modellato da forti muscoli come si era sempre immaginata.

“Forse preferirei qualcos’ altro”

“Anch’io”. William le respinse una ciocca di capelli dalla fronte. “Ma non l’otterrò prima di aver cenato. Non mi importa un accidente di sapere che cos’è il piatto speciale, purchè ci venga servito in fretta”

Buffy soffocò una risata isterica. “saremmo potuti andare da McDonald’s”

“E’ stata lei a scegliere”

“Sono affamata”

William si alzò e le tese la mano.

“Dove andiamo?”

“A ballare” rispose lui. “Devo stringerla”. La portò sulla piccola pista deserta e la prese tra le braccia . (Kelly Clarkson – Because of you)

Era bello sentirsi schiacciare contro il suo petto. Troppo bello. Buffy cercò di scostarsi, ma lui aumentò la stretta. Lo guardò, sollevando la testa. Il bambino avrebbe avuto il suo naso e gli stessi occhi azzurro chiaro??

Era pericoloso, pensò lei, mentre William la faceva abilmente muovere sulla pista. Sarebbe dovuta essere scioccata dalla sua eccitazione e invece i capezzoli le si indurirono dentro il reggiseno. Ondeggiando i fianchi , si sfregò contro di lui, cercando di alleviare il fastidio che sentiva. William infilò la mano tra i loro corpi , afferrò la sua e, mentre se la posava sul petto, le sfiorò i capezzoli con il dorso delle dita.

Non era un gesto casuale. Sentiva il calore della sua mano sulla schiena e il pollice che l’accarezzava piano. Un lungo brivido le corse sulla pelle. In pratica stavano facendo l’amore sulla pista. William le sfiorò la fronte con le labbra e Buffy, fremendo di desiderio, si lambiccò il cervello per trovare un argomento di conversazione. “Il primo lavoro che ho eseguito è stato arredare questo locale. E’ stato Xan a lasciarmi…”. Mentre parlava, sollevò la testa e vide che la fissava. Perché la guardava in quel modo? Le faceva perdere il filo del discorso..

“Hai fatto un magnifico lavoro” sussurrò lui, stringendole un capezzolo tra le dita.

Era passato al tu con naturalezza, come se fossero già amanti. Buffy si sentì invadere da un’ondata di languore. “Come fai a saperlo? Non ti sei nemmeno guardato intorno” replicò, posandogli una mano sugli occhi. “Dimmi che cosa ti piace”

L’alito caldo di lui le lambì il palmo e le sue labbra si mossero adagio. “Mi piace la moquette fiorata, il rivestimento di legno delle pareti, l’illuminazione soffusa e la pista da ballo. Dio” aggiunse con voce soffocata. “Profumi come il peccato”

Buffy abbassò la mano, giurando a se stessa che non lo avrebbe più toccato. “Emetteresti questi piccoli gemiti anche a letto, passerotto?” sussurrò lui, mordendole il lobo dell’orecchio. “Tremeresti? Devi essere calda e dolce. Di notte.” Aggiunse, baciandole la tempia “Quando sei a letto, pensi a come ti muoveresti sotto di me? Che sensazione incredibile proveresti, se fossi dentro di te?”

L’immagine che le si presentò alla mente era così vivida che la bocca le s’inaridì. “In verità… no” rispose con la maggior freddezza possibile.

“Bugiarda”. Lo sguardo di William era più ardente della lava. “Sento che mi desideri, sento come ti batte il cuore. Qui. “ spiegò , premendole un dito sulla gola.

“Non mi piace il modo in cui ti comporti con me , Buffy Summers. Non mi piace affatto” concluse in modo carezzevole, abbassando la mano. Lei sorrise, ma dentro tremò di paura. “Pensavo di eccitarti”

“Oh , l’hai fatto. Non puoi dubitarne tesoro”. Un muscolo si contrasse sulla sua mascella. “Anche in questo momento non mi importerebbe un accidente se vicino al nostro tavolo ci fossero tutti i rappresentanti della stampa. Ecco quanto ti desidero” disse posandole le labbra sull’incavo tra la clavicola ed il collo…

Per non perdere la testa , Buffy s’infilò le unghie nei palmi. “Caspita!” replicò con dolcezza “Così tanto? Allora è un bene che siamo in un posto pubblico “

“E’ per questo che non ti ho ancora tolto i vestiti” William corrugò la fronte “Di regola sono un uomo paziente. Congratulazioni. Sei riuscita a portare la mia pazienza ai limiti”

“Le nostre priorità sono diverse” replicò lei, sforzandosi di sembrare calma. “Soddisfare le tue aspettative è l’ultima voce della mia lista. Guarda caso, ho la mia vita e tu sei una piccola parte di essa”

“Questo stato di cose cambierà. Molto presto io sarò la parte più importante”

Quanta arroganza! Buffy fremette di sdegno. “Non sia troppo sicuro di sé, signor Giles. Questo è il nostro primo appuntamento e a me non piace avere vicino un uomo che mi dice quello che devo fare e come farlo”

William la guardò con un sopracciglio alzato… Dio quella cicatrice.. chissà come se l’è procurata??

“Mi stai dicendo che non diventeremo amanti?”

“Non ho ancora deciso” Buffy ignorò il brivido di eccitazione che le correva sulla pelle e si disse che l’attrazione che provava per lui era come un raffreddore o l’influenza e che prima o poi sarebbe passata. “Quando l’avrò deciso, tu sarai la seconda persona a saperlo”.

Mentre parlava, guardò il tavolo e vide che il cameriere li stava aspettando. “La nostra cena è arrivata” annunciò, prendendolo per mano e guidandolo fuori dalla pista. William si sedette e si mise il tovagliolo sulle ginocchia con malcelata irritazione. “Sei sempre così testarda??”

“Diciamo che sono molto selettiva. Non mi infilo nel primo letto che mi viene offerto. E, francamente, il pensiero di buttare la mia biancheria intima nel mucchio che hai collezionato mi fa riflettere”

“Ti vedrò domani?” insistette lui con gli occhi dilatati dal desiderio. Era evidente che in parte amava la sfida, ma adesso la voleva. Subito.

Ti prego, mio Dio, fai che aspetti mercoledì prossimo. Dopo non lo vedrò più.

“Prima vediamo se riusciamo a finire questa serata”

Divertito, William appoggiò la schiena contro la spalliera con un sorriso sornione (avete capito cosa intendo, vero?) e la fissò. “vedremo solo chi di noi due sventolerà la bandiera bianca per primo”

Buffy s’irrigidì. Non possedeva nessuna bandiera bianca. Quell’uomo non aveva idea di quanto ostinata e determinata potesse essere. Quella sera non avrebbero fatto sesso. Dopocena sarebbe salita in macchina e sarebbe tornata a casa. Da sola. Quella sera il potere era nelle sue mani.

Lui poteva supporre.

Lei sapeva.

… … …

il sole splendeva come in una giornata primaverile, ma l’aria era ancora frizzante mentre William camminava di fianco a Buffy lungo le stradine del mercato una domenica pomeriggio. (musica in sottofondo = Keith Urban Sombody like you) Lei indossava dei pantaloni neri che le fasciavano le gambe e i fianchi perfettamente, una maglione bianco e una sciarpa a fiori colorata.. (è inverno.. la foto è solo per darvi un ‘idea) era bellissima. Buffy amava i colori brillanti..

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colori felici, gli aveva detto , osservando con aria critica i suoi pantaloni scuri, la sua maglietta nera e la giacca anch’essa scura. Le strade erano affollate e rumorose e lui non avrebbe scelto un posto simile per trascorrere la domenica pomeriggio con lei. Preferiva un ambiente asettico e moderno e voleva quella donna per sé. Preferibilmente nel suo grande letto laccato di nero.

Un viaggio inaspettato lo aveva portato all’estero e non la vedeva da una settimana. In quei giorni il suo viso gli era balzato alla mente nei momenti più inopportuni e questo lo aveva irritato moltissimo. Buffy si fermò vicino a un tavolo di giunco e si mise a chiacchierare con la venditrice, una donna con degli improbabili capelli rossi e il viso stanco. Parlava anche con le mani, piena di animazione e di interesse verso quella sconosciuta, e lui si sentì trafiggere dalla gelosia.

La voleva per sé. Tuttavia lo affascinava il modo in cui si comportava con gli altri. Sapeva mettere le persone a loro agio. Le cose di lei che lo attiravano erano le stesse che affascinavano gli altri: il suo amore per la vita, il suo entusiasmo, il piacere per le piccole cose di ogni giorno. Guardò il viso della signora del banco mentre Buffy le domandava il prezzo dell’oggetto messo in mostra, e vide che la donna , contagiata dalla sua vivacità, si era rianimata. Non si sarebbe meravigliato se avesse regalato a Buffy tutto quello che era esposto.

“Si aspettava che tu contrattassi” le disse mentre si allontanavano con l’acquisto, una vecchia teiera ingiallita che aveva pagato il prezzo richiesto.

Buffy sospirò . “Deve allevare i suoi 2 nipotini” rispose. “Oh , guarda quello!” gridò , prendendolo per mano e trascinandolo verso una bancarella dall’altro lato della strada.

William guardò le loro dita intrecciate. La pelle di lei chiara e la sua mano piccola. Gli piaceva tenerla nella sua e la desiderava da impazzire. Non era solo desiderio fisico, però. Benché spasimasse dalla voglia di sentirla nuda sotto di sé , voleva un po’ della sua gioia, del suo gusto per la vita.

Lei vibrava di energia. Era intensamente viva.

“Che c’è?” domandò Buffy, vedendo che lui la guardava. William le prese il viso tra le mani e premette la bocca sulla sua. Le sue labbra erano morbide e docili. Vi insinuò la lingua e sentì il sapore dei popcorn caramellati che aveva mangiato prima. Accarezzandole la schiena, strinse a sé il suo corpo snello in un’agonia di desiderio. Hai perso la testa. Sei in mezzo alla strada, circondato da decine di persone! Buffy sollevò le mani e gli accarezzò il viso e lui prolungò il bacio, intrecciando la lingua con la sua. Una volta. Gli sarebbe bastata. Una volta nel letto di Buffy. Una volta dentro Buffy. Di certo aveva bisogno di possederla per togliersela dalla testa. Buffy Summers era un tipo troppo difficile. Lui era abituato ad alzare il telefono e ad avere subito una donna. Con Buffy no. Lei non era come le altre. Questo pensiero lo divertì. Sentì il guizzo della sua lingua, poi lei gli prese tra i denti il labbro inferiore e lo mordicchiò sorridendo, continuando ad accarezzargli il viso. Non aveva mai provato niente del genere. Eppure… il sesso andava bene. Era gratificante, cancellava lo stress, ma con Buffy lui voleva… che cosa?.. si irrigidì all’istante. Lei era pericolosa… letale. Dannazione non voleva un legame. Voleva che lei fosse come tutte le donne con cui andava a letto. Non avrebbe accettato niente di diverso. Finalmente Buffy staccò la bocca dalla sua. “Se non la smettiamo, ci arresteranno”

William la guardò con occhi velati. “Scusa?”

Lei sorrise, le labbra umide e gonfie. Il vento le sollevava i capelli e una ciocca si era impigliata nel suo maglione. William fece un passo indietro e infilò le mani nelle tasche dei pantaloni di Armani per tirarne fuori un pacchetto di sigarette. “Non faccio mai delle dimostrazioni pubbliche di affetto” le disse con la sigaretta al lato della bocca.

“Davvero?” gli occhi verdi di Buffy danzavano. “me lo ricorderò la prossima volta che mi bacerai in pubblico”

… … …

 

un altro appuntamento. William giurò che non avrebbe più portato quella donna in un posto pericoloso come una fiera o un parcheggio. C’era qualcosa di sbagliato in lui. Non era capace di provare delle vere emozioni. Oh , sapeva ingannare la gente ed era fiero della sua abilità. Però… era freddo , distaccato. Sempre. Poteva imputarlo al modo poco affettuoso con cui lo avevano allevato i suoi genitori. Ma adesso era una persona adulta, capace di vedere il loro egoismo per quello che era. No, il fatto di non provare dei sentimenti profondi dipendeva solo da lui e dalla sua sottospecie di “non-vita”. Gli riusciva facile rompere una relazione. Tuttavia era sincero e fin dall’inizio diceva a una donna che non voleva essere coinvolto. In realtà non riusciva a farsi coinvolgere. Dipendeva sempre da lei se restare o andarsene. Prendere o lasciare. Era fatto così . “William il Sanguinario “in tutti i sensi.. anche in amore. Aveva analizzato con freddezza la sua ossessione per Buffy e aveva capito che non voleva farle vedere che il suo cuore era vuoto. Come Pinocchio, voleva essere un bambino vero. Purtroppo il suo era di legno. Per fortuna Buffy non avrebbe mai capito quanto si rinvigorisse attingendo alla sua gioia di vivere.

“Sei arrabbiata perché sono andato a Parigi senza di te?” le domandò, vedendo che lei era silenziosa.

“A” Buffy spezzò il pane e gliene diede un pezzetto “Non ho tempo di andare in giro per l’Europa. B . Non sarei venuta nemmeno se me l’avessi chiesto”

“Allora perché sei così immusonita, passerotto?”

gli occhi di lei sembravano quelli di una bambina capricciosa a cui avevano tolto la bambola preferita… era deliziosa!

“sei stato via dieci giorni”

William nascose un sorriso. “Non è una vita intera”

“Non mi piace fare dei giochetti” Buffy abbassò lo sguardo, ma lui notò che la luce dei suoi occhi si era spenta.

“Eppure sai farli molto bene” replicò.

Lei lo guardò dritto in faccia. “Non dormirò con te stanotte”

“A. Non te l’ho chiesto” La rimbeccò William con freddezza “B. Quando andremo a letto non dormiremo.”

Buffy sbuffò . “La ragione per cui ho accettato di vederti questa sera è stata per dirti di andare al…”

L’arrivo di una famiglia che prendeva posto intorno al tavolo vicino a loro la costrinse a interrompersi.

“Stavi dicendo?” William dovette alzare la voce per superare gli strilli di un bambino che non voleva sedersi sul seggiolone.

“Stavi dicendo che eri venuta qui per dirmi di andare..?” sapeva benissimo dove lei voleva mandarlo e intendeva risponderle che sarebbe andato al diavolo dopo averla portata a letto e aver fatto l’amore fino a farle dimenticare come si chiamava.

“Per dirti…” lei guardò il bimbo urlante e si ricompose in fretta. Poi sorrise. “Per dirti che mi sei mancato”

William strinse le labbra. Il loro desiderio era palpabile. Buffy Summers era eccitata come lui, eppure lo teneva a distanza. Una parte di lui era furiosa per la sua resistenza un’altra parte l’ammirava. Abbassando una mano , gliela posò sulle gambe. Lei l’afferrò e la rimise sul tavolo. Il bambino del tavolo riprese a strillare, attirando il suo interesse. Quando tornò a voltarsi, aveva il viso arrossato. In silenzio bevve un sorso d’acqua e gli rivolse un sorriso, così dolce da farlo fremere nel profondo.

“Ti desidero molto, amore, per cui se non la smetti di guardarmi in quel modo…”

Buffy emise una piccola risata “Comportati bene” sussurrò.

Le labbra di lei, contornate da un leggero rossetto perlato, lo tentavano in modo irresistibile.

“Impossibile. Ti sei messa quell’abito rosso per farmi impazzire . ci sei riuscita”

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protendendosi in avanti, le diede un piccolo bacio e avvertì il guizzo inatteso della sua lingua. Forse doveva aggiungere anche i ristoranti affollati sulla lista di luoghi pericolosi. Lei lo guardò, intanto il cameriere aveva posato le ordinazioni. Gli piaceva il suo gusto per il cibo. Una ciocca , sfuggita allo chignon, le scendeva sulle spalle. L’idea di sfilarle le mollette e vedere i suoi capelli lunghi e morbidi arruffati dopo aver fatto l’amore, lo eccitò ancora di più.

“Parlami di Parigi” lo invitò Buffy, protendendosi in avanti. “che cosa ti è piaciuto? Che cosa non ti è piaciuto? Che odore ha la città? Hai passeggiato lungo la Senna sotto la pioggia? Com’era il cibo?”

Quella quantità di domande lo fece sorridere. Avere la sua completa attenzione era esaltante. Quando la fase del corteggiamento fosse finita, non avrebbe più dovuto sprecare tempo ed energie per portarla a letto ogni volta che lo desiderava. Odiava perdere tempo, aspettando di fare l’amore con lei. Voleva farlo subito e poi tornare a concentrarsi sulla Giles&Co International. Il suo lavoro era quello di acquistare aziende in stato fallimentare, renderle di nuovo produttive e poi rivenderle. Così come non si attaccava alle donne non si attaccava alle aziende che comprava. Da molti anni non perdeva tempo a sedurre una donna, ma erano molto anni che non desiderava una donna come Buffy. Durante le ultime settimane , soprattutto durante le telefonate transoceaniche , aveva scoperto che avevano molte cose in comune: la passione per i vecchi film , la cucina italiana e giapponese, lo sci. Ma mentre a Buffy piacevano gli sport pericolosi, a lui non interessavano.

“Non capisco.. che cos’ha il pericolo per eccitarti?”

“Tutto” gli occhi limpidi e chiari di Buffy si spostarono di nuovo sul bambino al tavolo accanto. Il bambino si era messo a battere con il cucchiaio sul seggiolone, probabilmente per attirare l’attenzione su di sé.

“Penso che sia la stessa emozione che provi quando stai per concludere una trattativa importante. Quell’ondata di calore che ti fa sentire vivo, potente , invincibile” sollevò le spalle “E’ difficile da spiegare. Perché non vieni anche tu la prossima volta?”

“Ti ringrazio per l’invito ma .. credo che mi atterrò ai contratti d’affari, perlomeno non mi romperò le ossa”

“ho la pelle dura… più di quanto tu pensi!”

“Non mi piace che tu faccia delle cose che mettano a rischio la tua vita”

Buffy notò la sua espressione ansiosa e si stupì “Sto sempre molto attenta. Nessuno si è mai preoccupato per me. Comunque “ aggiunse con un sorriso “credo che smetterò presto”

“Dubito che qualcuno possa costringerti a fare quello che non vuoi” replicò William con un sorriso (il solito sorriso)

Lei sollevò il bicchiere in un brindisi. “Se l’incentivo fosse giusto… ti meraviglieresti”

… … …

“Detesto quell’uomo!” Buffy sbattè la porta della cucina della casa padronale ed entrò nel salotto di Xander e Oz. Oz nascose un sorriso. “Un ‘altra cenetta amichevole?”

Buffy si mise a passeggiare . “Non è affatto divertente , sai. Ho dovuto saltare i momenti giusti perché lui continua a partire per lavoro. In più comincia a piacermi!” esclamò, lasciandosi cadere su una poltrona. “E non voglio che mi piaccia. Non guardarmi in quel modo, Xander. Non voglio! Di questo passo , prima di concludere qualcosa sarò la nonna di mio foglio!”

Oz abbassò la testa ed riprese a “pizzicare” la chitarra, Xander si avvicinò a Buffy “Buon Dio, sembra che dobbiate allacciare un rapporto serio prima di andare a letto insieme.”

Sempre più avvilita Buffy si sfilò le scarpe e si abbracciò le ginocchia. “nessuno dei due vuole un rapporto serio. Io desidero solo trovarmi nel posto giusto al momento giusto,dannazione. Non mi sembra di chiedere troppo”.

Capitolo 3

Una leggera foschia conferiva un fascino particolare al molo 39, un pittoresco insieme di negozietti e ristoranti. Buffy infilò il braccio sotto quello di William e i loro passi echeggiarono sul marciapiede di legno gremito di turisti armati di macchine fotografiche. Ad un tratto Buffy prese per mano William. “Vieni. Voglio vedere i delfini.” Dichiarò , correndo verso la balaustra per osservare gli animali. “Che simpatici, vero?”

“Molto simpatici” disse William lasciando uscire il fumo dalle labbra. Sollevandole il colletto del cappotto, sentì che la sua pelle era ghiacciata. “Ma tu stai gelando, passerotto” esclamò togliendosi la sciarpa e avvolgendogliela intorno al collo.

“Che ne dici di un litro di caffè bollente?”

“E una fetta di torta?”

“E una fetta di torta!”

Si avviarono a passo veloce e trovato un piccolo ristorante quasi vuoto, vi entrarono.

“Ci sono circa venti torte. Potremmo assaggiare una fetta di ciascuna”

Buffy gli mostrò la lingua e lui scosse la testa. “Mi vengono in mente cose più divertenti da fare con quella”. “Uomo perduto”

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lei si voltò per sorridere al ragazzo che portava loro i caffè e il giovane per poco non inciampò. William sospirò guardandosi intorno. Buffy rivolgeva la sua simpatia agli uomini di tutte le età.

Ordinate le torte e bevuto il caffè, si misero a parlare della mostra che avevano visto la sera prima, del viaggio in Giappone di William e della pensione di Marin che Buffy stava arredando.

Buffy , arrivate le ordinazioni, prese in mano la forchetta, poi la posò di nuovo. “Ho paura di deludere Xander” confessò, stropicciando il tovagliolo di carta “I proprietari della pensione possiedono un piccolo terreno a Napa, se facessi loro una buona impressione, potrebbero affidare a Xan degli altri lavori”

“Ho visto quello che fai Buffy. Sei una brava disegnatrice. Sono fortunati ad averti”

Le guance di lei si coprirono di rossore. “Davvero?”

“Davvero. Ma se la preoccupazione ti impedisce di assaggiare quella deliziosa meringa al limone…”

“Oh no!” Buffy si avvicinò al piatto e impugnò di nuovo la forchetta. Poi sorrise e gli offrì un boccone. William lo prese in bocca. Quella sera l’avrebbe avuta sotto di sé e le avrebbe fatto sentire la furia della sua passione.

“Grazie” mormorò, deglutendo. Da mesi bolliva a fuoco lento ed era così eccitato da sentirsi febbricitante. “Vedo che gusti il cibo. Mangi come uno scaricatore di porto eppure hai l’aspetto di una ninfa. Dove metti tutta quella roba?” domandò, guardandole il seno.

“Di certo non lì, guarda i piccoli delfini o quello che vuoi. Non riesco a mangiare se mi fissi come un leone pronto a divorare un cerbiatto”

“Mmh… Morbida, succulenta e teneramente rosa”. William calcolò che al massimo sarebbero stati fuori ancora un ‘ora. “Dimmi che bambina adorabile eri!”

“Non ero per niente una bambina adorabile. Ero una bambina disadattata. Mia madre e io ci spostavamo in continuazione, a volte da uno stato all’altro, e io dovevo sempre frequentare scuole nuove. Non riuscivo a farmi degli amici. In più avevamo pochi soldi.”

Lui si accigliò “Eri povera?”

“Suppongo di sì, ma a quel tempo non ci pensavo”

“Quando hai cominciato questo rapporto d’amore con il cibo?” l’idea che lei fosse povera lo metteva a disagio.

“Oh molto tempo fa. Ho imparato a cucinare quando avevo 6-7 anni perché era l’unico modo per mangiare. Mia madre dimenticava spesso questi piccoli dettagli”

“Dio, Buffy”

lei agitò una mano “Non rattristarti per me. Quando ero piccola mi sembrava tutto un’ avventura e aver fame mi pareva normale. In più ho imparato a fare degli ottimi spaghetti”

“Sei stata maltrattata?”

“Da mia madre? No, non mi faceva del male… lei…”

“Ti trascurava” Diamine non si stupiva che mangiasse in quel modo. Nel mondo non c’era abbastanza cibo per quella bimbetta affamata.

“Era un po’ più complicato di così.” Buffy si morsicò le labbra “Mia madre… si vendeva per arrivare a fine mese. Ecco , l’ho detto. Da ragazzina la odiavo per quello che faceva. Non ha mai saputo chi era mio padre. E’ morta sei anni fa. Non approvavo il suo modo di vivere , però le volevo bene e adesso che non c’è più, mi manca. La famiglia è importante William. Quale che sia.”

“La famiglia” ripetè lui in tono piatto “Pensavo che la mia fosse stata brutta, ma a confronto è stata rose e fiori”

“Raccontami. Non hai mai parlato di nessuno , a parte tuo zio Rupert e tuo cugino Angel, il playboy”

“Vuoi un ‘altra fetta di torta?”

“Il Papa dice parolacce??” lo rimbeccò lei “Torta alle mele” ordinò al cameriere. Poi si voltò verso William e lo fissò negli occhi. “Dimmi tutti i piccoli segreti dei Giles”

“Leggi i giornali. Saprai tutto.

“Dicono solo sciocchezze. Grazie.” Mormorò al cameriere che le aveva portato la torta “ A meno che non sia vera la storia che hai un figlio alieno.”

William sorrise “Questa non la sapevo”

“Hanno delle fotografie” replicò con la bocca piena.

“Sul serio?”

“Uh-Uh. Ma non c’è alcuna somiglianza. Parla.”

Mi avrebbe fatto bene avere vicino una persona come te , Buffy Summers. Guardando al passato, William aveva l’impressione di essere stato freddo e insensibile. “Sono stato allevato da persone di servizio e più tardi mandato in un collegio” spiegò in modo succinto.

“Povero bambino ricco”

William scosse la testa “No. Avevo tutto quello che volevo.”

“Non proprio. Scommetto che ti mancava tua madre.”

“ mi mancava quando stavo a casa. Lei era sempre in giro da qualche parte. No , quello che desideravo tanto era un trenino. Mi fecero costruire una ferrovia che correva tutt’intorno alla nostra proprietà e mi regalarono un treno con tanto di motrice che richiedeva un macchinista per funzionare. Non era il giocattolo che volevo portarmi in camera. Io desideravo le cose che avevano gli altri bambini. Uno yo-yo, un coltello a serramanico o il blusotto da aviatore che aveva il figlio del cameriere. Che stupido! Con i soldi che mi davano, avrei potuto comprarne a dozzine. Crescendo, ho capito che quelle cose non erano importanti. Ero stato accudito con grande cura, avevo ricevuto un’istruzione ottima e a un certo punto mi sono buttato nel lavoro”

“Oh William”

“D’altro canto, quello che desidero adesso e che tu venga a casa con me”

Buffy gli rivolse un sorriso triste “Spiacente, Romeo. Non è il momento giusto.”

“Dannazione”

“Puoi dirlo forte. Che ne pensi di un’altra fetta di torta?”

… … …

“A quando il prossimo appuntamento?” domandò Xander

“Questa sera. Sentite , ragazzi, non fantasticate. Si tratta di sesso, puro e semplice” ma diventava più complicato ogni volta che lo vedeva. “Andremo al Bronze. Lui dice che questa sera deve festeggiare qualcosa di speciale”

“Il giorno di San Valentino” commentò Oz.

“Ti porterà a letto” predisse Xander, passandosi le dita tra i capelli neri.

“No, non lo farà” rispose Buffy “può soffiare quanto vuole, ma non riuscirà a buttare giù la casetta. Non prima di due settimane.”

“E’ meglio che corri a comperare della biancheria intima… “ le consigliò Xander.

Oz le andò vicino e , posandole una mano sulla spalla, le disse “Non pensare nemmeno per un attimo che William il Sanguinario farà di te una donna onesta. Lo sai tu e lo sappiamo tutti. Puoi scommettere che quel pensiero non gli è mai passato per la testa.”

“In questo caso sono una donna onesta. Sono sua moglie e lo sarò finchè non gli consegnerò le carte del divorzio. Non voglio che ci innamoriamo. Voglio solo il mio bambino.”

E poi andarmene con il cuore intatto

… … …

 

William le regalò dei brillanti rosa per il giorno di San Valentino e osservò la sua reazione.

“ti ringrazio tanto, William. Sono bellissimi, ma non voglio che tu mi faccia dei regali”

“Non ti piacciono gli orecchini?” gli domandò lui, notando il piacere che provava sentendosi accarezzare le guance dai pendenti.

Ogni regalo che le faceva era un test. Buffy non poteva superarli tutti.

“Li adoro e più grandi sono, meglio è” rispose lei toccandoli “Che pietre sono?”

“Brillanti”

Buffy arrossì. “Alludo alle pietre più grosse”

“Brillanti” ripetè lui.

“Brillanti” Buffy impallidì. “Oh , mio Dio, William, sono enormi!”

“5 carati”

“Grazie. Sono splendidi ma non posso accettarli” Buffy si tolse un orecchino con tanto impeto da ferirsi. “Adoro la bigiotteria, però impazzirei se perdessi questi” concluse, posando gli orecchini sul tavolo. William li prese e glieli rimise “Tienili, sono assicurati”

Buffy si sollevò i capelli dal collo e li annodò in una crocchia. I brillanti rosa gettavano dei prismi luminosi sulle sue guance. Guardò le coppie che ballavano, poi si voltò verso di lui.

“Non chiedermelo” William scosse la testa. Non intendeva ballare con lei se prima non si fosse saziato del suo corpo. Gli sembrava di essere una bomba pronta ad esplodere.

“Se ti tenessi tra le mie braccia, ti farei mia subito sul pavimento”

Buffy gli rivolse quel sorriso enigmatico che gli ottenebrava il cervello.

“Ti voglio” sussurrò “Adesso. Mi hai tenuto sulla corda più di qualunque altra donna”

La luce delle candele le illuminava il viso e rendeva più scintillanti i suoi occhi. Quando posò i gomiti sul tavolo, la scollatura si fece più profonda, si abbassò rivelando l’attaccatura dei suoi seni.

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“Credo che tu mi metta quella roba nel cibo quando sono con te” bisbigliò “Non mi sono mai sentita così”

“Quale roba?”

Gli occhio di Buffy sembravano liquidi. “Spanish fly”

William si passò la lingua sul palato. “La Spanish fly è la cantaride estratta dagli scheletri dei coleotteri”

Lei fece un’espressione così disgustata da farlo ridere. “Causa prurito, ma non di tipo sessuale”

Se possibile, Buffy arrossì ancora di più. “Quello che abbiamo è una overdose di buona, vecchia libidine” poi sollevò il bicchiere “A un nuovo inizio”

“A un nuovo inizio”. Buffy toccò il bicchiere di lui con il suo. “Sai che diventeremo amanti, Buffy. Dio sa che ho avuto molta pazienza. Non intendo più aspettare. Non sono abituato ad aspettare a lungo. Voglio una risposta.”

Buffy posò la mano sulla borsetta, compiendo un gesto che faceva spesso, come se toccasse un talismano. “Non mi hai fatto una domanda” mormorò spingendo intorno al piatto l’ultimo pezzetto di torta al limone.

“Te lo chiedo adesso”

“Non so bene quale sia la domanda”

William tirò fuori dalla tasca un documento e lo spinse verso di lei. “Voglio che diventi la mia amante” dichiarò, guardandole la bocca.

Buffy bevve un sorso d’acqua e scrutò il foglio piegato. “Che cos’è?”

“Un contratto. Leggilo”

“Preferisco che tu me lo riassuma.” Rispose lei, stringendosi le mani sotto il tavolo. Un contratto? Che bastardo! E lei che si era sentita in colpa per il suo raggiro.

“Da adesso alla fine dell’anno, in qualità di mia amante, ti corrisponderò uno stipendio e ti comprerò i vestiti. In cambio pretendo dei diritti esclusivi per tutto il periodo”. Freddo e conciso. Nemmeno un accenno alla sua fedeltà. Che delusione!

Buffy ricordò Parker, un quindicenne per cui da ragazzina aveva avuto una cotta. Quando lei aveva cercato di baciarlo, lui l’aveva chiamata puttana come sua madre. Lei, allora, gli aveva rotto il naso e fatto un occhio nero.

“Rifletterò sulla tua proposta” dichiarò con freddezza.

“Tu mi desideri come ti desidero io”.

Sì, e se fossi venuta a letto con te un mese fa questo non sarebbe successo.

“Non so dirti quanto mi dispiace”

“non scusarti perché mi desideri, Buffy. Tu sei una donna esperta e sai come vanno certe cose. Mi vuoi, e Dio sa quanto ti voglio io. Non lo rimpiangerai. So essere un amante molto generoso.”

William toccò gli orecchini con un dito “Tutti i tuoi desideri saranno appagati”.

Lei ispirò per calmarsi. “Vuoi che firmi un contratto, insomma” constatò.

“Che cosa ti aspettavi?” replicò lui, impassibile. “Una stretta di mano e basta?”

“E che cosa succederà quando questo periodo sarà finito?” domandò Buffy in tono piatto “Scomparirò senza fare domande nel grande cimitero delle tue amanti?”

William le lanciò uno sguardo furioso e lei gli restituì il foglio. “Mi dispiace deluderti, ma non tutte le donne ti trovano irresistibile!”

Era una proposta troppo impersonale e calcolata.

Aveva pensato di poter sopportare qualunque cosa pur di ottenere il suo scopo, invece si era sbagliata.

“Voglio qualcosa di più. Penso di meritarlo”

“Diecimila al mese”

“Che cosa?” (musica in sottofondo = Kelly Clarkson Hear me)

“Diecimila dollari al mese, un appartamento e gli abiti. E un’automobile.”

Buffy digrignò i denti “Non alludevo ai sol…”

“Dodicimila. E’ la mia ultima offerta!”

il sangue le salì al cervello e la vista le si annebbiò.

“Puoi prendere queste carte e…” di colpo recuperò la borsetta e si alzò.

William le afferrò un polso e le mise in mano il contratto. “Prendilo. Leggilo . ti do 2 settimane per decidere.”

Buffy lo guardò con freddezza. “Una delle mie qualità migliori è che decido in fretta.” Sibilò “Tu sei un vero bastardo e io sono felice di non essere venuta a letto con te. Sei un essere freddo, arrogante, sei arido dentro, sei senza cuore… non hai un ‘anima”. Il respiro le usciva a strappi dalle labbra e il cuore le batteva tanto forte che temeva di svenire. Doveva andare via subito da lì. Con un gesto rabbioso gli rimise in mano il contratto, si tolse gli orecchini e li posò sul tavolo, poi si voltò e uscì dal locale.

 

Accidenti a lui. Non ne aveva combinata una giusta. A Gennaio, durante i suoi giorni fertili, era stato fuori città e in febbraio era successa la stessa cosa. Da ultimo l’aveva fatta imbestialire che per poco non gli aveva spaccato il naso. Sospirando, Buffy fermò la macchina davanti alla sua casa e incrociò le braccia la volante. Era stata così vicina. Così vicina. Lacrime di dolore e frustrazione le colmarono gli occhi.

“Voglio il mio bambino” singhiozzò, sempre più forte fino ad urlare, battendo i pugni sul volante.

“Mi avevi promesso che avresti realizzato il mio sogno più grande. mi devi dare un figlio, dannazione!”

sollevando la testa, guardò la cima degli alberi che circondavano la casa. William Giles affrontava le relazioni personali nello stesso modo in cui si preparava a concludere una trattativa d’affari. Perché si stupiva?

Aveva due settimane per calmarsi, poi nel giorno dell’ovulazione sarebbe andata da lui e lo avrebbe sedotto.

Se prima non l’avesse ucciso.

Capitolo 4

Buffy squadrò le spalle e suonò alla porta dell’appartamento di William a Los Angeles.

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udendo il suono di passi che si avvicinavano, il respiro le mancò. Poi la porta si aprì e William la guardò con espressione impassibile. Il cuore le si strinse, poi notò che lui le fissava la bocca.

“L’hai presa comoda” commentò William, voltandosi e dirigendosi verso una stanza che si apriva sull’ingresso. Buffy chiuse la porta e lo seguì. Il salotto era spazioso e offriva una vista meravigliosa. Un caminetto di granito nero era inserito tra le due finestre. Su un grande tavolo di marmo e acciaio erano sparse delle carte, pacchetti di sigarette e un piatto con dei sandwich intatti era stato spinto da un lato per far posto al telefono e a un’agenda.

“Vino bianco?” domandò lui,voltandosi.

“Preferirei una cola”

William mise dei cubetti di ghiaccio nel bicchiere e glielo diede. Buffy lo prese e , senza essere invitata, si sedette su un divano. William si accomodò su quello di fronte e la guardò. L’occhio esperto di Buffy prese nota di vari particolari. Ogni oggetto era tecnicamente corretto. Quadri e sculture di pregio erano illuminati da faretti orientabili. Un tappeto color vino copriva tutto il pavimento fino alle finestre, le cui tende erano dello stesso colore. Tre divani di pelle nera erano disposti a U intorno al caminetto. Tuttavia, quella stanza non aveva vita.

“Xander ha fatto un ottimo lavoro, ma chiunque abbia scelto l’arredamento doveva essere un androide”.

In veste d’architetto, Xander aveva avuto carta bianca. Purtroppo William doveva aver fatto altrettanto con l’arredatore.

Buffy , invece, preferiva coinvolgere i clienti fin dall’inizio. Voleva che investissero qualcosa di più del loro denaro. Alla fine, quando era pronta, la casa rifletteva la loro personalità.

William inarcò il sopracciglio. “Questo appartamento mi serve per lavorare e mi va benissimo”

“Non volevo criticarti” replicò lei, sollevando il mento. Da quando era arrivata la sua espressione non era cambiata di una virgola. Buffy sorrise fra sé. Sapeva che sotto quella rigida facciata si nascondeva il vero William Giles ed era ben decisa a farlo sciogliere per far erompere la lava che ribolliva sotto. Non tanto da bruciarsi, ma abbastanza da ottenere quello che voleva.

“E’ meglio che tu sia venuta a dirmi di sì. Altrimenti ti consiglio di scappare più in fretta che puoi.”

La voce di lui era bassa e roca e i suoi occhi la frugavano come se fosse nuda. “Non intendo aspettare nemmeno un altro secondo”

“No?” Buffy si premette una mano sulla gola, per nascondere la vena che pulsava con forza. L’aria della stanza si era arroventata e la sua pelle era in fiamme.

“Perché sei qui?” domandò lui, alzandosi per raggiungere il pacchetto di sigarette e per accendersene una. Il suo sguardo era ipnotico come quello di una pantera. Ti avrò diceva sto per divorarti dalla testa ai piedi. Comincerò da quella vena che ti batte sulla gola e scenderò in basso…

Buffy si sentì girare la testa. Calmati , ragazza. Per William si trattava solo di una questione di affari o di natura biologica e per lei era la stessa cosa, o no?

Ma allora perché il cuore le batteva così in fretta e perché i capezzoli si erano induriti?? Dio non si era nemmeno messa il reggiseno!!!

“Mi avevi concesso 2 settimane” gli ricordò. E adesso il periodo è perfetto. “Hai cambiato idea?”

“No. Ma sono curioso di sapere perché tu hai cambiato la tua!”

Buffy scrollò le spalle. Faceva fatica a sostenere il suo sguardo. Come aveva fatto a giudicare freddi i suoi occhi? Adesso erano ardenti e chiari. “E’ una prerogativa femminile”

“Sono sempre… come mi hai chiamato? Un bastardo <senza un’ anima >?”

“ senza cuore e arido dentro” aggiunse lei “Però sono qui”

“Perché?”

“Mi sono follemente innamorata di te” follemente innamorata dell’idea che tu mi metta incinta.

“Fai male” replicò lui in modo gelido.

Buffy sgranò gli occhi “D’accordo. Non sono follemente innamorata di te”. Ed era un ben decisa a non diventarlo. Una donna doveva essere matta per innamorarsi di lui. Se non avesse desiderato tanto un figlio da lui, sarebbe scappata a gambe levate e gli avrebbe spedito la richiesta di divorzio da Timbuctu. Ma aveva bisogno di lui..

William avrebbe avuto quello che desiderava.

Lei avrebbe avuto quello di cui aveva bisogno.

“Sei mai stato innamorato?” gli domandò lei.

“Amo il mio lavoro”

“Non è la stessa cosa”

“E’ quello che mi serve” replicò William. Si appoggiò al tavolo con la schiena incrociando le gambe e poggiando le mani al bordo , senza staccarle mai gli occhi di dosso. Prese i fogli“Sei venuta a firmarle?” domandò.

Buffy tenne lo sguardo fisso davanti a sé. Faceva caldo in quella stanza. Molto caldo. Desiderò che lui aprisse la finestra, spegnesse il fuoco o… la toccasse. Come mai, all’improvviso, sentiva il desiderio di passargli le dita tra i capelli e assaporare le sue labbra?

“In verità, no” rispose, decisa a testa alta. “Allora che cosa diavolo fai qui?”

scattò lui, gettando il fascicolo sul tavolo. Buffy ispirò. “Non firmerò il contratto, ma verrò a letto con te”

“Non ti sposerò”

“Chi te l’ha chiesto?” replicò lei con aria disgustata. “Non ho alcun desiderio di sposarmi. Staremo insieme finchè…” …concepirò il bambino…”…ci stancheremo l’uno dell’altro. Pochi giorni o settimane.” Aggiunse con indifferenza Buffy.

“un anno”

“E’ troppo lungo per me”

“Troppo lungo?” un muscolo vibrò sulla mascella di William. “12 mesi?”

“Sono troppi” . Buffy emise una risata leggera. “Inoltre sappiamo entrambi che quella specie di contratto non avrebbe alcun valore legale”

“Non vuoi almeno conoscere i termini?”

Buffy bevve la cola e lo guardò da sopra l’orlo del bicchiere. “No” rispose in un soffio. Adesso che lo scoglio maggiore era stato superato, si sentiva più rilassata.

“Perché fai questo, Buffy?”

Nonostante avesse bevuto, lei si sentì inaridire la gola e si passo la lingua sulle labbra. “Te l’ho detto. Mi sono innamo…”

William emise un sospiro di esasperazione. “Tu non sei affatto innamorata di me”

Ubriaca di desiderio e di trionfo, Buffy cominciò a divertirsi. “Oh sì. Mi sono dimenticata che non sono innamorata di te” ammise. Poi soffocò una risata, vedendolo stringere i pugni. “Tra un’ora ho un appuntamento” dichiarò in tono casuale “C’è niente che debba sapere prima di andare via?”

William digrignò i denti. “Il contratto prevedeva 12 mesi. Dal primo Gennaio al 23 dicembre. Abbiamo perso tempo.” Non per colpa mia. Se lui non fosse partito nei momento cruciali, a quell’ora sarebbe stata a casa sua , seduta su una poltrona con i piedi sollevati, intenta a lavorare a maglia un golfino da neonato.

“Dannazione, abbiamo sprecato due mesi” convenne con rammarico. Desiderava che lui smettesse di parlare e la toccasse. Non era innamorata di lui ma era in preda ad una eccitazione incontenibile.

“L’accordo concede a entrambi dei diritti esclusivi . nessun altro. Perciò dimentica l’appuntamento di questa sera.” Dichiarò William con fermezza.

“Va bene” Buffy chiuse gli occhi, sentiva la sua pelle andare in fiamme. Voleva sentire le sue mani sulla pelle nuda, sui seni, sui capezzoli. Voleva la sua bocca dappertutto. “Purchè tu sappia che non intendo dividerti con nessuna.”

Lui socchiuse gli occhi. “Gelosa, Buffy?”

“No” rispose lei, posando il bicchiere sul tavolo. “Solo precisa. Voglio che tra noi sia tutto molto chiaro. Non ti ingannerò e mi aspetto lo stesso da te. Una mancanza e considererò concluso l’accordo”.

William la fissò “Penserò io alla contraccezione”

“Ci ho già pensato io”

“Bene. Ho un appartamento nel Sunsect district. Voglio che tu ti trasferisca là immediatamente.”

“No , grazie. Abito in una casa bellissima in cui ho anche il mio studio. Non intendo distruggere la mia vita per una storia che durerà pochi mesi”

Lui parve contrariato. “Non intendo dormire con te sotto gli occhi di Oz e Xander, dovrai venire dove sono io.”

“Sissignore!” esclamò lei, rivolgendogli un saluto militare.

“e non mi piace dormire con una donna nel mio letto. Quando suonerà la sveglia , Ethan ti accompagnerà a casa”

Buffy sospirò. “A che ora dovrei andarmene?”

“Alle tre”

“Del mattino?”

“L’hai voluto tu”

“D’accordo , alle tre del mattino”

“Ti concedo di restare nella tua casa purchè tu sia sempre disponibile quando ho bisogno di te”

“Dubito che tu abbia bisogno di qualcuno, William”. Di questo passo dovrò aspettare un altro mese prima di combinare qualcosa, dannazione!

“E non farti idee romantiche sull’amore” precisò lui “Questa è solo una transazione di affari”

“L’ho capito. Non ho mai conosciuto una persona che soffochi tanto le sue emozioni. Non mi meraviglio che ti chiamino William il sanguinario” Buffy si chiese come avrebbe reagito lui se lo avesse afferrato per il colletto e buttato a terra.

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“Non è necessario che tu mi capisca. Quello che voglio è un accordo sessuale soddisfacente”

Buffy avrebbe voluto urlare. Chiunque avrebbe detto che quell’uomo era fatto di ghiaccio se non avesse visto i suoi occhi ardenti come raggi laser. Il suo autocontrollo era fenomenale. “Mi sentirei meglio se tu manifestassi un po’ di emozione, non senti proprio niente?”

“Con te mi sento un selvaggio”

“Non lo dimostri”

“Se mi lasciassi andare, per una settimana non potresti più camminare”.

Buffy non rispose. Non poteva dirgli che sarebbe stato lui a non poter più camminare o connettere.

“Ricapitolando. Fedeltà reciproca per tutta la durata. Faremo sesso da te e il tuo autista mi accompagnerà a casa alle tre del mattino. E’ tutto?” domandò.

“Ti comprerò i vestiti”

“I vestiti me li comprerò io”

“Allora considera il guardaroba che ti fornisco una specie di divisa”

“Immagino che questo programma non includa una pensione. Che cosa mi dici delle spese mediche, dentistiche e della divisione degli utili?”

“Sei molto fredda e calcolatrice” scattò William. Ormai l’accordo era stabilito voleva prenderla in spalla e portarla in camera da letto come un cavernicolo.

Attraverso la stoffa del suo vestito, intravedeva la punta dei capezzoli. Voleva spogliarla e affondare in lei. Era eccitato come a quindici anni, quando aveva visto la prima donna nuda.

“Sì, è vero?” replicò Buffy, intrecciando le mani in grembo. La sua compostezza gli mandò il sangue al cervello. Al diavolo la sua fama di William il sanguinario. Da quando l’aveva vista arrivare , ardeva dal desiderio di possederla. “Abbiamo finito con le chiacchiere?” domandò a denti stretti. Poi , cogliendola di sorpresa, le afferrò le spalle, la sollevò e soffocò il suo piccolo grido, schiacciandole la bocca. ( musica = Des’ree Kissing you)

Era cominciato come il bacio di un dominatore. Voleva farle capire che era lui a comandare. Che lei era sua. Ma quando Buffy gli si abbandonò tra le braccia e gli infilò le dita tra i capelli, il bacio si addolcì.

La sua bocca era così morbida che lui dimenticò quello che voleva dimostrarle. Le sue labbra erano docili, la sua lingua aggressiva. Profumava d’aria fresca e di gioia. Le affondò una mano tra i capelli e con l’altra l’attirò contro di sé.

“Il patto è concluso” le sussurrò sulla gola, cominciando a far scorrere il vestito giù…”Solo un’altra cosa” aggiunse, mentre lei gli toglieva la cravatta e sbottonava la camicia.

“Che cosa?” domandò Buffy con un filo di voce, abbassandogli la cerniera.

“Non fare mai… mio Dio, Buffy” gemette lui, sentendosi toccare… lì. “Non guardare mai un altro uomo. Lo ucciderei”

“Va bene” alzò il viso verso di lui, sorridendogli e mordendosi il labbro inferiore.

“Dodicimila dollari al mese”.

Lei staccò le labbra dal suo viso e scese a sfiorargli la bocca. “Diecimila. Avevi detto diecimila…” mormorò. “Dodicimila” ripetè lui… liberandola definitivamente del vestito.

“Non ho bisogno dei tuoi…” William le sfilò le mutandine. “Dei tuoi soldi. Ho… il… mio lavoro” sussurrò Buffy tra un bacio e l’altro.

Caddero insieme sul pavimento e William le prese il viso tra le mani. “Mi ucciderai”

Buffy gli accarezzò il petto liscio e muscoloso. “Non posso. Non ho ancora finito con te”

imageRidendo, lui chiuse le labbra attorno ad un capezzolo e incominciò a succhiarlo con forza. Lei ruotò la testa e gli morsicò una spalla. La sua pelle sapeva di sapone e di sale e il suo profumo la stordiva.

“C’è nient’altro?” domandò ad occhi chiusi, mentre lui la leccava e succhiava.

“Non .. riesco a pensare in questo momento” ansimò William. “Dio, che buon sapore hai” sussurrò facendole scorrere la lingua tra i seni e sul ventre. “Toccati… Buffy. Chiudi gli occhi e gioca con i tuoi capezzoli, fingendo che siano le mie dita”

Ubbidendo, lei si prese i seni nelle mani. Strinse i capezzoli tra le dita e li ruotò mentre lui la faceva scivolare tra le gambe. Sentendo la sua bocca sulla sua femminilità, fu assalita dal panico e gli afferrò i capelli, ma quel che lui stava facendo era così incredibile che, invece di respingerlo, lo attirò contro di sé. Due mani forti le sollevarono i fianchi e lei tremò sentendo la sua lingua frugarla. Cercò di muoversi, ma lui la teneva inchiodata per terra e la tormentava con grande abilità. Il piacere improvviso e violento la lasciò senza fiato. Stava ancora tremando, quando sentì che lui la fece sua con le dita e , mentre aumentava il ritmo, riprese a torturarla con la lingua.

Buffy gridò e raggiunse l’apice con uno spasimo improvviso che durò un eternità. Quando riaprì gli occhi, vide il suo viso su di lei. Sollevò un braccio e lo attirò a sé.

William la baciò e lei sentì il proprio sapore sulle sue labbra. La lingua di lui le esplorava la bocca, insistente e imperiosa. Nessuno l’aveva mai baciata in quel modo. Era stordita . lui la stordiva.

“Di più” mormorò quando potè parlare

“Di più?”

Sconvolta dalle emozioni che provava , Buffy si sentì prendere dal panico. Non poteva permettersi di attaccarsi a William Giles.

Non voleva. Non doveva.

Era venuta lì solo per un motivo.

Ti prego, non legarmi a te. Fai sesso con me in modo impersonale. Ti prego. Come diceva sempre sua madre? Stai attenta a quello che desideri perché potresti ottenerlo. E lei aveva ottenuto più di quello che aveva sperato.

“Finisci” pregò, ansiosa di andare via.

“Pazienza.” William le respinse i capelli dalla fronte con grande dolcezza. “Voglio guardarti. Sei così bella e appassionata. L’amante perfetta”

Sì, pensò lei con amarezza. Ecco quello che sono, un amante. Dammi quello che desidero e io ti darò ciò che vuoi. Un accordo equo… Oh Dio prendi solo il mio corpo…

Buffy si mosse sotto di lui e chiuse le dita intorno alla sua virilità “Ti voglio dentro di me” mormorò, pur temendo, adesso che sapeva cosa l’aspettava, di non poterlo accogliere.

“entrerà benissimo, credimi” le sussurrò William sulla gola, facendole capire che aveva espresso a voce alta i suoi pensieri.

Con un grido soffocato, lui la penetrò. Buffy trasalì mentre la colmava adagio. “Oh sì baby… ti prego.. Oh mio Dio…”

William si spinse fino in fondo.

Per un attimo il dolore fu così intenso che lei gridò e gli conficcò le unghie nelle spalle. Ma lui non si fermò e Buffy ne fu lieta. “Di più, di più , di più” ripetè come in un canto. “Ti voglio, ti voglio, ti voglio”

William le afferrò i fianchi e le rivolse un sorriso trionfante. “Mi hai”, rispose , ricominciando a muoversi.

I suoi colpi divennero più forti e più profondi. Buffy gli allacciò le gambe intorno ai fianchi e ruotò la testa sul tappeto. Le sensazioni che provava erano troppo intense per poterle sopportare. “non posso…”

“Ne vuoi di più?” domandò lui, digrignando i denti.

Buffy cercò di mettere a fuoco lo sguardo. “No. Sì”

William affondò di più. “Sì?”

Lei gemette e lui scivolò fuori quasi del tutto. “No?”

Buffy lo tenne stretto con le braccia e con le gambe.

“Bastardo”

“Vero. Ma era un sì o un no?”

“Sì, sì sì” gridò lei, sollevando i fianchi per andargli incontro. I capelli scarmigliati le scendevano sul viso e sul petto. Gli passò una mano sulla schiena, sentendo i suoi muscoli guizzare sotto la pelle liscia, poi lo graffiò. “Adesso” ansimò “Ti prego, non posso aspettare ancora”

“No” William continuò a muoversi, cambiando il ritmo e la velocità finchè sentì che stava per esplodere. A quel punto si sfilò, aspettando che il momento passasse.

“Adesso. Adesso” gemette lei con voce roca.

“Adesso?”

“Sì, dannazione! Adesso”

Lui infilò una mano tra i loro corpi e la toccò.”William!!!”

Il corpo di Buffy ebbe un moto convulso, poi giacque, squassato da ondate di piacere. Lui continuò a muoversi qualche istante, quindi gridò e si abbattè su di lei, ruotandola in modo che si trovarono fianco a fianco sul tappeto. Subito dopo prese tra le braccia il suo corpo tremante e le accarezzò la schiena con dolcezza.

“E’ sempre così?” domandò Buffy, sbadigliando.

William rise e le baciò la tempia. “No, di solito non è così violento e veloce. A volte è più lento e più lungo.”. stupito , sentì che si stava nuovamente eccitando e si mosse adagio.

“Oh sì baby??” domandò, divertito.

Buffy chiuse gli occhi. “Vedo molti film. Che cosa dovevo dire?”

“Il dialogo è ricco e variato” replicò lui. “Avremo tempo per approfondire questa conversazione” abbassando lo sguardo sorrise. Contratto o no, lei era la sua nuova amante e si era addormentata. Sfiorandole i contorni del viso ancora arrossato e velato di sudore, sussurrò: “Sei stata gentile ad avvisarmi che eri vergine, Buffy”.

 

Buffy non era abituata a rispondere a nessuno. Soprattutto non a uno che l’aveva mandata via a un’ora impossibile con il suo autista dalla faccia di pietra e poi la chiamava il mattino dopo come se non ci fosse stato alcun terremoto. Durante la notte, qualcuno aveva riportato a casa la sua macchina. William l’aveva chiamata per dirle che sarebbe andato a New York per 2 giorni. Le aveva lasciato 2 messaggi nella segreteria telefonica, mentre lei era alle prese con dei clienti. Avrebbe voluto domandargli se il loro amplesso era stato tanto deludente da indurlo a scappare in un altro stato. Sperava con tutto il cuore di essere rimasta incinta,perché sapeva che non avrebbe sopportato un’altra esperienza come quella. L’intensità dell’orgasmo che lui le aveva dato l’aveva atterrita e le aveva tolto la sicurezza di poter controllare la situazione.

Sospirando, fermò la macchina nel vialetto di casa, pregustando una lunga immersione nella vasca da bagno. Era mezzanotte ed era sfinita.

Quel mattino si era recata da alcuni clienti che abitavano a Redding, a tre ore di viaggio, ed era partita all’alba per evitare il traffico delle ore centrali.

Dopo che lei e Cordelia Chase avevano scelto i tendaggi nuovi e il rivestimento del salotto, la signora Chase l’aveva portata a vedere i loro cavalli, dei campioni che avevano vinto parecchie gare dal Canada al Brasile.

L’ultima volta che era stata lì, Cordelia le aveva fatto montare un pony, mentre quel giorno, conoscendo la sua preferenza per le sfide, le aveva assegnato Billy.

Quando Buffy si era resa conto che lei e Billy avevano idee diverse, era stato troppo tardi. Adesso aveva molti lividi a dimostrarlo.

Scendendo dalla macchina, si stupì di vedere William parcheggiato davanti casa.

“Dove diavolo sei stata?” l’aggredì lui,buttando con rabbia la sigaretta , balzando a terra dalla sua Porche e sbattendo lo sportello.

Buffy aprì la porta di casa. “Come hai detto?” domandò. Aveva la sensazione che quella sarebbe stata l’ultima goccia del giorno.

“Hai sentito benissimo” rispose lui, entrando e sbottonandole il cappotto.

“Sì,ma non ho creduto alle mie orecchie” replicò lei, troppo stanca per muoversi. “Avevi bisogno di me oggi?”

“Che c’è di male…” William vide in che condizioni erano i suoi jeans e il suo maglione e s’interruppe. “Chi ti ha fatto questo?” domandò con gelida calma, sfilandole il pullover dalla testa.

Buffy lo guardò in faccia, curiosa di vedere la sua reazione “Billy”.

“Billy?” ripetè lui , scrutandole le costole illividite.

“un cavallo. Non sa come trattare le signore.”

“Billy è un cavallo?”

Buffy gli lanciò un’occhiata sferzante “L’altra sera non abbiamo fatto un patto verbale?”

“Sì” borbottò lui

“Allora pensi che sarei stata io la prima a romperlo?”

“Scusami. Dimenticavo la tua propensione per il pericolo.”

Le cose più pericolose che le vennero in mente furono gli strumenti affilati che c’erano in cucina. Ucciderlo le avrebbe complicato troppo la vita. Inoltre, per farlo, avrebbe bisogno di un po’ di energia. William la scrutò. “Sei stata da un medico? “ domandò, tastandola con delicatezza “Non credi di averne bisogno?”

“No e no” Buffy sollevò la testa “Non conosco la procedura. Che cosa devo fare quando voglio che tu mi abbracci? Aspettare di fare sesso? Perché, credimi, per quanto mi sia piaciuto quello che abbiamo fatto sabato notte, devo dirti che…”

“Oh, credo di poterti toccare senza cedere all’istinto animalesco di saltarti addosso, passerotto!” la interruppe lui, abbracciandola con dolcezza e sfiorandole le labbra.

Buffy approfondì il bacio, esplorandogli la bocca con la lingua, e quando lui la strinse, emise un gemito. William la lasciò subito andare.

“Guarisco in fretta” assicurò lei.

“Lo spero.” William la prese in braccio e cominciò a salire la scala.

“Perché pensi che ti sia stato lontano 3 giorni? Sono partito per evitare di maltrattarti di nuovo sul pavimento”

“Non mi hai maltrattata” replicò lei , indignata.

“Se avessi saputo quello che avevi in mente di fare durante la mia assenza, ti avrei…”

Buffy si irrigidì “Sì?”

“Ti avrei detto di stare attenta” rimediò William, dirigendosi verso il bagno. Buffy si rilassò. Non era stata mai portata in braccio da qualcuno. Era meraviglioso.

“Dannazione, sei blu e nera dappertutto” imprecò lui, aprendo la manopola dell’acqua della vasca.

“Non hai un passatempo tranquillo come il ricamo?”

“Temo di non essere affascinante” mormorò lei, lasciando che lui la svestisse come se avesse avuto 3 anni. “L’acqua sta per debordare”

“Non intendo fare l’amore con una donna che non si regge in piedi” dichiarò William, chiudendo il rubinetto.

“Potrei sdraiarmi. L’acqua attutisce i colpi” suggerì Buffy.

Lui scosse la testa divertito. “Lo rimanderemo a un’altra volta. Raccontami di Billy. Dentro!”

Lei infilò un dito nell’acqua. “E’ troppo calda!”

William aprì il rubinetto dell’acqua fredda e Buffy rimase in piedi ad aspettare. Stranamente il fatto che lui guardasse il suo corpo contuso e ferito, più che imbarazzarla , la eccitava.

“Billy non è un gentiluomo. Sono riuscita a restare in sella 3 secondi che mi sono sembrati 3 anni.”

William annuì e l’aiutò a entrare nella vasca.

“Ahi, ahi , che dolore” gemette lei, quando l’acqua calda arrivò a lambirle la pelle escoriata.

“Ricamo tesoro” ripetè lui, insaponando una spugna.

“E’ noioso”

William le passò la spugna sul petto e i capezzoli le si indurirono . Buffy si chiese se avrebbe fatto qualcosa in proposito.

“Chiudi gli occhi”

“Perché?”

“Sto per lavarti la faccia. Chiudili, donna testarda”

Buffy ubbidì e sentì la carezza della spugna sulle guance e sulla fronte.

“Aspetta” l’avvertì lui.

Buffy tenne le palpebre abbassate e William le risciacquò il viso con delicatezza. Poi, notando degli altri lividi sul collo, imprecò. “Spero che mandino al mattatoio quel ronzino”

Le palpebre le pesavano come piombo e tutte le parti dolenti del corpo le gridavano di dormire “E’ un bel cavallo”

“Già” bofonchiò lui , passandole la mano sui seni. I capezzoli si sollevarono e altre zone del corpo presero vita. Buffy si mosse, facendo debordare l’acqua. “Oh! Ti si sono bagnati i pantaloni?” domandò .

“Sì” sembrava divertito.

Buffy aprì gli occhi. “Potresti spogliarti e venire qui con me. Ma è meglio di no” aggiunse “Questa notte non mi sento in forma. Oh… com’è bello” sospirò, sentendo le sue dita sul capezzolo.

“Ti piace?”

“Mmmh…” mugolò lei , immergendosi fino al collo. La caduta da cavallo , seguita da ore di viaggio l’avevano stremata. Si sentiva ubriaca e felice che William fosse lì.

“Questa è la seconda volta che sono nuda” mormorò con voce assonnata.

Lui rise. “in tutta la tua vita?”

“In tutta la tua vita” lo corresse lei, sbadigliando.” Questa è la seconda volta che mi vedi nuda”

“Ti vedrò nuda milioni di altre volte, amore” promise lui “Preferibilmente senza questi” aggiunse , sfiorandole un livido.

“Mi ha preso letteralmente alla lettera”

“Chi?”

“Dio. Quando ero piccola , pregavo che i seni non mi diventassero grossi come quelli di mia madre. Li aveva enormi. Avrei dovuto aspettare di crescere prima di chiederglielo.”

“Sei perfetta così” sussurrò William con un sorriso ..

c’era un ‘altra cosa che voleva dirgli, ma il calore dell’acqua e il tocco gentile di lui glielo fecero dimenticare. Un attimo dopo , si addormentò.

William la guardò. Aveva fatto il bagno con altre donne, ma erano state sveglie e reattive. Osservare Buffy che dormiva rappresentava una novità per lui. Il suo viso era arrossato per il calore. La sua bocca era atteggiata a un live sorriso.

Chinando la testa , la sfiorò timidamente. Le sue labbra erano umide e morbide. I suoi seni emergevano appena dall’acqua, i capezzoli rosei come le sue labbra. Ne sfiorò uno e lo vide indurirsi.

“Dannazione, Buffy…”

non aveva mai desiderato tanto una donna. Come mai allora era così contento di guardarla dormire?

 

 

Il mattino dopo , Buffy , vispa ed energica come sempre, entrò in cucina, arrotolandosi le maniche della camicia da uomo, che le arrivava sino alle cosce.

Gli occhi le si spalancarono quando lo vide seduto a tavola. “Buongiorno raggio di sole” gli disse lui, apprezzando molto il suo look mattutino. “Buongiorno” rispose lei con evidente stupore.

William si alzò. In realtà anche lui era sorpreso. Non ricordava di aver mai passato la notte con una donna senza fare l’amore. Nemmeno tre tazze di caffè lo avevano aiutato a capire.

“Fammi vedere” ordinò , andandole vicino ed esaminandole le braccia. La sua pelle era calda per la doccia e profumava di shampoo.

Si era legata i capelli bagnati in una coda di cavallo e non aveva un filo di trucco. I suoi occhi verdi erano chiari e limpidi. Non c’era niente di artificiale in quella donna.

“Come ti senti?” le domandò , accarezzandole il viso.

“Splendidamente”

“Splendidamente?” William le diede una tazza di caffè e lei si sedette. Il tavolo ondeggiò nonostante ci fosse una scatola di fiammiferi sotto un piede.

“Come fai a dirlo se sei piena di lividi che devono farti un male del diavolo?”

“Certo che fanno male. Ma mi sento splendidamente. Le ammaccature passeranno. Ieri mi sono divertita moltissimo. Ne è valsa la pena.” Parlando, Buffy si alzò e aprì il frigorifero. “Ti va una pizza?”

William guardò il suo Rolex. “Sono le sette e un quarto”

“E allora?”

“Di solito la gente mangia dei cereali al mattino”

“Io li mangio di notte” Buffy tirò fuori una scatola e la mise sul tavolo. Dentro era rimasta solo una fetta. “Ti andrebbero degli spaghetti riscaldati?” domandò con gli occhi danzanti.

Capitolo 4

Buffy ingoiò due aspirine e guardò con odio il calendario.

Non era incinta.

Il suo ciclo non era mai stato puntuale, ma non poteva sbagliarsi. La delusione era atroce e la gola le doleva per le lacrime non versate.

Sembrava che il destino cospirasse contro di lei come se gli dei esigessero che conoscesse bene William, prima di concederle un figlio.

Sospirando , scese nello studio. Sapeva tutto quello che voleva sapere di William Giles. Era impaziente, arrogante, dispotico e autoritario. Era anche generoso,intuitivo e un amante meraviglioso. Gemette. Aveva detto ai ragazzi che la sua relazione con William era impersonale, ma diventava più personale ogni giorno e questo non le garbava.

Il motivo per cui lo aveva fatto entrare nella sua vita era uno solo.. comunque, era inutile piangere e battersi il petto. Se non era incinta, non lo era. Non ancora. Ma avrebbe continuato a provare.

Allontanandosi dal tavolo del refettorio che aveva comperato per una cifra ridicola e restaurato lei stessa, guardò con occhio critico i campioni di stoffa e di carta da parati, cercando di immaginarli nella stanza del suo cliente.

La sua casa era una sinfonia di colori brillanti. Il divano giallo oro era pieno di cuscini rossi, blu e verdi. In un angolo c’era un gruppo di piante verdi e sul tavolo da disegno c’era un portavasi di ottone pieno dei giacinti e dei giaggioli che William le aveva mandato qualche giorno prima. La mobilia della casa era una piacevole mescolanza di antico e di moderno.

Il suo cliente, un dentista in pensione, amava lo stile vittoriano. Buffy retrocesse adagio per ammirare l’effetto della combinazione che aveva creato e sbattè contro un corpo solido . “William!!” esclamò, voltandosi di scatto e sollevando il viso. Lui la baciò come un affamato e lei gli strinse le braccia intorno al collo . il mese precedente, dopo la caduta da cavallo, gli aveva dato la chiave della casa, ma quella era la prima volta che la usava.

“Che ci fai qui?”

“Se non è ovvio, allora la mia tecnica lascia a desiderare. Sono venuto per invitarti a cena. Ti andrebbe un ristorante giapponese?”

“Fantastico” Buffy si sciolse dall’abbraccio e andò a premere il tasto per memorizzare un file sul computer. “Adoro la cucina giapponese”

“Ti troverai circondata da paparazzi e giornalisti”

“Pazienza” rispose lei. Avrebbe voluto abbracciarlo , ma tenne le dita sui tasti.

“Bene , perché consumeremo la cena di cui parlavo a Tokio”

Buffy si voltò e incrociò le braccia sulla spalliera della seggiola. “Non io William!!” in un completo scuro e cravatta, i capelli tirati indietro dal gel , lui sembrava impeccabile ed efficiente. Come al solito.

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mentre lei, con i capelli appuntati in alto alla bell’e meglio, i calzoni della tuta e un maglione che gli arrivava alle ginocchia , doveva avere un aspetto spaventoso. Ma non si era aspettata di vederlo. Di norma , a quell’ora , William era in ufficio.

Lo aveva lasciato alle tre del mattino e adesso, sette ore dopo , lui pretendeva di farle fare le valigie per partire alla volta del Giappone.

William strinse le labbra. “Il nostro accordo prevedeva che tu fossi disposta ad accompagnarmi nei miei viaggi di lavoro. Partirò tra due ore. Non portarti dietro molte cose. Avrai tutto il tempo di fare degli acquisti a Tokio.”

“Ti prego di non dirmi quello che devo fare William. Ho detto di no e intendo no.” Lui usava la prospettiva di fare degli acquisti come una carota agitata davanti a un asino, ma a lei non interessava farsi comprare dei vestiti.

“Sono piena di vestiti. Non è questo il punto. Devi darmi un preavviso maggiore di un paio d’ore per questi viaggi. Ci sono dei clienti che richiedono la mia attenzione e due datori di lavoro che si aspettano che io faccia la mia parte.”

Viso contratto, William si mise le mani in tasca . nella luce chiara che entrava dalla finestra , lei vide che era molto stanco. Quell’uomo lavorava troppo e si ammazzava di fatica.

Addolcì il tono. “Mi piace stare con te , lo sai. Ma siamo tornati dalla Grecia solo 10 giorni fa…”

“Questo è un viaggio d’affari. Non andremo in yacht”

“Sarà più o meno la stessa cosa. “ commentò lei. “Ti vedrò solo la sera”. Erano stati una settimana sul suo yacht in giro per l’Egeo. Mentre gli uomini parlavano d’affari nel lussuoso salotto, le donne si abbronzavano sul ponte.

c’erano stati molti camerieri , il sole greco, un mare splendido e la compagnia delle mogli e delle amanti degli altri uomini. Ma il tempo era sprecato, se non stava a letto con William.

“Per quanto l’idea possa allettarmi, prendermi una settimana senza preavviso mi metterebbe in difficoltà. Devo finire questo lavoro prima di incontrarmi con il dottor Wood venerdì”

“Manda Xander”

“Xan è un architetto, non un arredatore. Inoltre è un mio cliente.” Buffy si alzò e gli mise le braccia intorno al collo . sebbene riluttante, lui accettò il bacio.

C’era posto in cui William Giles non riusciva a controllarsi, ed era a letto. Voleva che lui le rispondesse senza resistere . voleva sapere che almeno in quel campo aveva un potere su di lui. Che poteva farlo sciogliere tra le sue braccia. Sentì che le sue spalle si ammorbidivano e che le sue labbra diventavano vive.

Gemette e , dopo una breve pausa , lui l’abbracciò e le infilò una mano tra i capelli, facendo cadere le mollette sul tavolo. Poi la piegò all’indietro e le mordicchiò il labbro inferiore.

D’improvviso si raddrizzò e le afferrò i polsi. “Vieni con me, Buffy”

“No. Mi dispiace deluderti , ma anch’io ho la mia vita. Il mio lavoro è importante , e quando prendo un impegno con un cliente, lo mantengo.”

“tu hai preso un impegno. Con me. Che è molto più importante.”

Buffy si liberò dalla sua stretta e gli lanciò uno sguardo gelido. Lui era freddo come il vento primaverile che scuoteva gli alberi.

“Vedrò questi clienti anche l’anno prossimo e forse quello successivo. Mentre tra un anno tu non ricorderai nemmeno il mio nome. Sarò l’amante numero… quello che è”

“Starò via quattordici giorni.” William la scrutò . Sperava nella sua capitolazione?, si chiese lei.

“Fai buon viaggio”

ci fu un lungo silenzio. “Vorrei che tu arredassi il complesso alberghiero che sto acquistando a Tokio” Buffy chiuse gli occhi e sospirò. Il complesso multimilionario di Tokio era una carota molto grossa.

“Preferisco le abitazioni private ai complessi commerciali” rispose, indurendo il cuore. William non aveva bisogno di lei. Se la voleva a Tokio, era per motivi egoistici.

In un ‘altra occasione le aveva detto che era una brava padrona di casa e che si era amalgamata bene con le mogli dei suoi colleghi. Ottimo, ma questa volta avrebbe dovuto sbrigarsela da solo. “Programmiamo questo viaggio e io troverò il tempo…”

“Quando ti sarai decisa” la interruppe lui con freddezza “io avrò già firmato un altro contratto” . si abbottonò il cappotto e andò alla porta. “Io non prego nessuna donna, amore. Basta che tu lo dica una volta. Non te lo chiederò di nuovo”

“William!” la porta si chiuse adagio dietro di lui .

“Dannazione!” Buffy ricadde a sedere sulla seggiola. “Dannazione e dannazione”

 

William allontanò le carte che cercava di studiare da tre ore. Accidenti a lei. Era la sua amante, per Giuda! Che cosa diavolo voleva? Non riusciva a capirla.

Buffy non si lamentava mai, di solito cercava di compiacerlo e non gli creava mai dei problemi. Si era abituato a trovarla a casa quando tornava la sera, a preparare insieme a lei la cena e ad averla nel suo letto.

Mandarla via di notte gli creava un certo disagio. Di solito era lui a lasciare le donne dopo aver fatto sesso, ma anche se avesse desiderato restare , lei non gli avrebbe consentito di dormire nella sua casa. Dormire con una donna implicava un intimità che non desiderava. L’intimità presupponeva una certa vulnerabilità e la perdita del controllo.

Forse era un bene che la storia con Buffy Summers fosse finita.

William guardò le nuvole che sfilavano oltre il finestrino del suo 727. la cabina pressurizzata era fredda come gli piaceva, ma nell’aria aleggiava ancora il profumo di Buffy. Lei non era più salita sull’aereo da dopo il viaggio in Grecia. Il velivolo era stato pulito diverse volte, tuttavia la sua fragranza restava. Irritato, scrisse una nota all’equipaggio , ordinando che pulissero l’aereo dopo ogni volo, e premette la penna con tanta forza che ruppe la carta.

Era stato costretto fin da piccolo a non dipendere affettivamente da nessuno. Gli riusciva difficile fidarsi di qualcuno , ma desiderava disperatamente fidarsi di Buffy, in modo da poter abbassare la guardia ogni tanto.

Dagli altoparlanti si diffuse una canzone (Michelle Branch_ Goodbye To you), la stessa che aveva ballato con Buffy… William posò la testa contro la spalliera di velluto e sentì che le tempie cominciavano a martellargli.

Come osava Buffy pensare che le sarebbe bastato schioccare le dita per farlo correre come un cagnolino ? non aveva bisogno di lei. Lei era troppo… … sì, i suoi seni erano troppo piccoli…

Non doveva pensare ai suoi seni. Imprecando, William rimpianse di averla conosciuta, di aver assaporato la sua bocca, di aver sentito il suo corpo snello vibrare di passione.

Non era diventato milionario facendosi dominare da qualcuno. Era lui che comandava e gli altri ubbidivano o venivano eliminati. Prendeva decine di decisioni importanti ogni giorno. Aveva centinaia di dipendenti che consideravano legge la sua parola. Buffy Summers era pericolosa. Gli ricordava le cose che non aveva mai avuto.

Erano passate solo 5 ore e già la desiderava . William strinse con forza i braccioli della poltrona. Si stava lasciando coinvolgere troppo. Non affettivamente. Ma il suo corpo anelava a quello di lei come a una droga.

Se in passato una delle sue amanti si fosse comportata come si era comportata Buffy quel giorno, non l’avrebbe vista mai più. Inferno, non aveva più visto sua madre dopo che lei lo aveva abbandonato da piccolo. E adesso era molto meno disposto a perdonare. Era nato da due persone insensibili che avevano avuto la sfortuna di diventare genitori. La gravidanza di sua madre era stata calcolata con freddezza per incastrare il padre molto ricco di William. Di 5 mogli era stata l’unica a dargli un figlio. Il matrimonio era durato 3 anni e lui era stato una pedina nel gioco delle loro vendette. Nessuno dei 2 voleva un figlio, ma entrambi se lo contendevano. Finchè lo zio Rupert e l’avvocato di famiglia avevano insistito per mandarlo in collegio.

Da allora non aveva più visto sua madre. Suo padre era morto di infarto quando lui aveva 17 anni.

William si raddrizzò e si accese una sigaretta. Al diavolo buffy. Non valeva la pena di tutta quell’introspezione. Quando diceva ad una amante di saltare, lei doveva domandargli fino a quale altezza. I suoi occhi corsero al telefono alla sua sinistra. Poteva chiamarla e concederle un’ultima possibilità. In quel momento gli sarebbe stato oltremodo scomodo cercare un’altra compagnia di letto. Con un gesto rabbioso, sollevò la cornetta.

Ingombrata da due buste della spesa, Buffy riuscì ad aprire la porta della cucina mentre il telefono suonava. Il cuore le mancò un battito. William. Posò di corsa le due buste , facendo cadere per terra delle mele e il contenitore delle uova, ma nell’attimo in cui allungò la mano sul ricevitore , gli squilli cessarono.

Lo sollevò lo stesso e se lo premette sul petto. Il cuore le batteva troppo forte per la breve corsa che aveva fatto…

 

Maggio

 

In quelle 3 settimane William non l’aveva mai chiamata. C’erano state molte persone che avevano riappeso senza lasciare un messaggio, ma Buffy sapeva che William avrebbe sempre avuto qualcosa da lasciarle detto. Quelle telefonate interrotte erano solo delle coincidenze.

L’assenza di William era intollerabile. Ancora una volta i giorni fecondi erano passati mentre lui non c’era. Accidenti a lui. Se non altro avrebbe potuto chiamarla. Era via da più tempo del previsto.

L’enorme cancello di ferrò si aprì, e lei spinse la sua macchina lungo il viale pavimentato che portava alla villa. La casa di William era un edificio a due piani in stile Tudor circondato da sei acri di terreno a sud di Beverly Hills. Oltre il muro che delimitava la proprietà , un lungo viale tagliava una distesa di prati verdi cosparsi di aiuole traboccanti di fiori.

Quel mattino, la segretaria di William le aveva telefonato per fissarle un appuntamento per quella sera alle 7 . Tipico di William. Era ancora arrabbiato perché non era andata con lui. Non intendeva dirgli che aveva avuto la tentazione di prendere un aereo e fargli una sorpresa.

Cominciava a disperarsi. Forse non avrebbe dovuto limitare i loro incontri sessuali ai giorni fertili. Forse doveva seguire gli impulsi del suo corpo e fare l’amore più spesso.

Parcheggiò accanto a un’aiuola di tulipani e , quando scese dalla macchina , una brezza leggera le sollevò l’orlo del vestito.

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mentre saliva la scala che portava al massiccio portone, il vento le arruffò i lunghi capelli. Rabbrividì. L’aria primaverile era fresca sulla sua pelle nuda e faceva danzare i lunghi orecchini che portava alle orecchie.

La porta era socchiusa. Sfregandosi le braccia, entrò nell’atrio dal pavimento di marmo italiano bianco e grigio. Era stata lì tante volte che conosceva a memoria la casa. Le sarebbe piaciuto arredarla con altri colori, terra di Siena e rosso, e togliere le pesanti tende di velluto per far entrare il sole e riscaldare l’ambiente e l’uomo che abitava lì.

I suoi tacchi ticchettarono sul pavimento di marmo, poi si smorzarono sulla moquette del salotto.

William era alla finestra e guardava il roseto, sempre con la sua cara sigaretta tra le labbra. A parte aver abbassato la tenda, lui non mostrava di essersi accorto del suo arrivo.

“Sono qui” annunciò Buffy, buttando la borsetta sul divano di broccato bianco e andandogli alle spalle.

William non si voltò e lei gli fece scivolare le braccia intorno alla vita. “Com’è andato il viaggio?!” domandò , posandogli la guancia sulla sua schiena.

“Utile” prendendo una boccata di fumo.

“sei riuscito a riposarti?”

“Non sono un bambino. Conosco i miei limiti”

“Non è vero.” Replicò Buffy , sentendo che i muscoli del suo stomaco si contraevano. “Non ti fermi mai. Un giorno dovresti giocare a campana con me e annusare le rose.”

“Te l’ho proposto e tu hai rifiutato”

“In Giappone?” Buffy cercò di farlo voltare , ma lui rimase immobile come una roccia. “Tokio non sarebbe stato il posto adatto. Con tutta probabilità , hai lavorato 18 ore al giorno. Se fossi venuta con te, avrei dovuto andare in giro da sola e aspettarti in albergo la sera. Saliamo. Ti aiuterò a rilassarti “ mentre parlava , gli accarezzò lo stomaco e gli diede dei piccoli baci sulla schiena.

“L’unica cosa che hai in mente è il sesso?” domandò lui.

Buffy emise una risata incredula. “Senti chi parla”

“Siamo stati lontani 3 settimane e tu pensi solo ad andare di sopra e fare sesso?”

Il sorriso di Buffy svanì all’istante. “Buon Dio , dici sul serio? Credi che non capisca che sei stanco? Volevo solo aiutarti a rilassarti . questo non significa fare l’amore” gli disse togliendogli la sigaretta e spegnendola nel posacenere.

“Fare sesso”

“fare l’amore , dannazione! Mi sei mancato più di quanto tu possa immaginare e questo non ha niente a che vedere con il sesso” Oh , Dio, da dove le erano venute quelle parole? Si chiese lei spaventata.

“Non voglio che mi ami”

“lo so” Sto cercando di non farlo.

“Io non ti amerò mai. L’amore non è quella meraviglia di cui si parla. Ti acceca, ti priva dell’orgoglio e della forza e non ti dà niente in cambio”

“Tu sei più esperto. Ti crederò sulla parola. Ma ho sentito la mancanza delle tue braccia. Voltati e baciami, ti prego”

William si voltò adagio e le passò un dito lungo il contorno del viso. Il suo gesto era molto tenero in confronto alla durezza del suo sguardo.

“Ti sono mancato, Buffy?”

“Sì, molto”

lui s’infilò una mano in tasca e tirò fuori un sacchettino di carta con manici dorati. “Questo è per te”

Buffy scosse la testa. “Ti ho detto che non voglio che mi fai dei regali. Mi fai sentire… in vendita!”

William le accarezzò il viso con il dorso della mano.

“Tu non sei in vendita,Buffy, vero?”

“Starò con te finchè entrambi lo desideriamo, ma non mi farò comprare”

“Apri quel dannato sacchetto. Non è una gran cosa”

non le importava niente del regalo. Perché William non la baciava? Voleva punirla perché non era andata con lui?

Con espressione assente, prese il sacchetto e tirò fuori una scatolina di quarzo, grande come il suo palmo, ricoperta di pelle. Era un oggetto delicato, femminile e diverso da tutti quelli che le aveva dato.

“E’ deliziosa…” mormorò “Grazie…”

“Aprila”

Buffy sollevò il coperchio e dentro , su un tappeto di seta rosa, c’erano due sfere verdi. Ne prese in mano una e vide che si muoveva.

“Che cosa sono?” domandò . flettè il palmo e la pallina rotolò sulla sua mano.

“Palle Benwa. Se le inserisci nella vagina, ti daranno degli orgasmi continui quando io non ci sono”

Buffy fece una smorfia. “Un po’ stancante. Credo che rinuncerò”

“Queste palle sono state fatte a mano più di mille anni fa.” William le prese e gliele mostrò “Dammi la mano. Vedi come si muovono? Sono state pensate con cura e non possono stare ferme. Sono fatte con la giada trovata a Myanmar, a Burma. Questa giada particolare è chiamata muschio nella neve. Vedi quelle piccole macchie scure? Si dice che abbiano dei poteri magici”

“Ma queste palline hanno più di 1000 anni, chissà quante donne le avranno usate. Grazie del regalo, ma ci rinuncio” replicò lei, sorridendo.

William mise le palline nella scatola, la chiuse e se le infilò in tasca.

“Non sono porose e sono state sterilizzate. Pensi che ti darei una cosa che potrebbe farti male?”

“No. Preferisco avere , però , l’originale”

“Sali di sopra e aspettami” ordinò lui “Devo fare delle telefonate”

Buffy lo fissò un attimo, poi ruotò sui tacchi e lasciò la stanza.

William imprecò fra i denti. Avrebbe potuto portarle dei brillanti. Le erano piaciuti gli orecchini a S. Valentino. Le palle Benwa erano troppo personali, troppo intime. Nell’acquistarle aveva pensato al suo piacere.quelle antichità valevano un patrimonio e lei le aveva liquidate come se fossero state dei cracker. Aveva visto la sua delusione quando aveva aperto la scatola. Si era aspettata un gioiello. Qualcosa da portare e da far vedere. Dannazione.

A dodici anni aveva regalato a sua madre una giacca di pelle rossa che gli era costata la sua paga mensile e ore di ricerca. Il ricordo della sua risata gli eccheggiava ancora nelle orecchie. Il colore non si accordava con la sua epidermide e lui non sapeva che desiderava una giacca di volpe?

Sua madre aveva restituito la giacca e si era tenuta i soldi. L’espressione di Buffy lo aveva raggelato come allora. L’aveva vista entrare nella stanza , la sua figura colorata riflessa nello specchio barocco sul muro accanto a lui e aveva chiuso gli occhi. Se si fosse voltato in quel momento , si sarebbe reso ridicolo. L’avrebbe stretta fino a soffocarla e avrebbe aspirato il suo profumo.

Che cosa diavolo era? Non poteva essere solo sesso. Il sapore di Buffy , il tocco delle sue mani … non gli importava dove lei lo toccava. Se era un gesto sessuale o no. Voleva le sue mani su di sé.

Si era appena reso conto che , prima di conoscerla, quelli che lo avevano toccato lo avevano fatto per necessità, per fare sesso o per caso. Chi poteva immaginare che un tocco potesse diventare tanto intossicante? Quando era con Buffy, si sentiva inetto e insicuro come la volta in cui aveva cercato di abbracciare sua madre senza piagnucolare come un neonato.

Gli riusciva semplice esprimersi con il sesso. Il sesso era immediato e non aveva significati nascosti. Il suo insaziabile desiderio di Buffy lo testimoniava.

Che cosa? Il semplice desiderio fisico non poteva descrivere quello che sentiva per la donna indisponente che lo aspettava di sopra. Non capiva perché da quando la conosceva , fosse sempre in preda a un tumulto di emozioni. Guardò l’orologio. Erano passati 11 minuti . imponendosi di andare piano , si diresse verso la scala e , mentre saliva, ricordò di averla accusata di pensare solo al sesso. Diavolo, era lui a non pensare ad altro. In camera da letto era accesa solo la lampada sul comodino e la stanza era vuota. A un tratto udì l’acqua scorrere nella vasca. Lui e Buffy non avevano mai fatto il bagno insieme. Malgrado la stanchezza che gli appesantiva le membra, la immaginò immergersi nella schiuma e si eccitò. Buffy era ancora vestita. Si era seduta sul gradino che circondava la vasca e controllava la temperatura dell’acqua.

“Non sei nuda” l’apostrofò con più asprezza di quanto intendesse.

“Non ancora” replicò lei, andandogli vicino e allargandogli la cravatta.

“Che fai?”

Buffy si fermò e gli posò una mano sulla guancia.

“Ti stai comportando molto male”mormorò dandogli un bacio sulle labbra “So che sei stanco. Non parlare, va bene?”

William premette la fronte contro la sua. “Dannazione, Buffy, che cosa mi fai?

“Anche se ti comporti male, questa notte sarò solo un amica per te” spiegò lei, svestendolo. “Più vicini siamo e più tu mi respingi. A volte mi respingi con tanta forza da farmi male. Così questa notte saremo solo amici.”

William le prese il viso tra le mani, chiuse gli occhi come se soffrisse, poi li riaprì e sorrise “Che farà la mia amica quando vedrà quanto sono eccitato?”

Lei sorrise “Non preoccuparti..”

“Le scarpe si tolgono prima dei pantaloni, passerotto” le fece notare , ridendo, mentre le infilava le dita tra i capelli. “Alzati”

Buffy si sollevò adagio e gli lanciò uno sguardo interrogativo.

“So di non rispondere sempre nel modo appropriato “ mormorò lui “Ma non potremmo essere amici dopo? Ho bisogno di te subito. E’ passato troppo tempo”

mentre parlava la svestì. Sotto l’abito lei non portava niente. Gemendo, le premette le labbra con le sue e lei spalancò la bocca.

Caddero sul tappeto e Buffy gli si mise sopra. “Questa notte comando io. Sta fermo e lasciami fare. Allarga le braccia e non toccarmi” ordinò. “Dimmi quello che vuoi e io lo farò”

“Voglio baciarti i seni”

lei si chinò e i suoi lunghi capelli caddero in avanti, avvolgendoli in una fitta cortina. William prese in bocca un capezzolo e lo succhiò.

“Sdraiati su di me” pregò con voce irriconoscibile. “Prima baciami” sussurrò Buffy “Baciami come se avessi sete e io fossi acqua”. Dischiuse le labbra e lui le permise di prendere l’iniziativa. Lei gli sfiorò la bocca e l’assaporò con la punta della lingua.

“Sto morendo di sete , dolcezza”.

Ridendo , Buffy piegò la testa da un lato e gli infilò le dita tra i capelli. Poi lo baciò con passione selvaggia, intrecciando la lingua con la sua e rubandogli il respiro.

Quando sollevò la testa , erano entrambi senza fiato. Lei lo guardò intensamente, poi scivolò in basso. William lasciò cadere la testa e chiuse gli occhi. Mentre la chioma serica di lei gli accarezzava lo stomaco, il ventre… Ah , cielo. Buffy s’inginocchiò tra le sue gambe e , guardandolo, cominciò a lambire con la lingua la sua virilità.

Delicatamente lo leccò, scorrendo lungo la sua eccitazione e chiudendo le dita intorno alla base. William gemette e artigliò il tappeto.

.Buffy.

Le sue labbra si muovevano come se lo avessero fatto mille volte. William sollevò le spalle e d emise un grido ferale di piacere.

Quando ricominciò a respirare, la tirò su di sé.

“Non è stato bello?” domandò lei.

“Troppo bello” William le accarezzò il ventre. La desiderava ancora. “Sopra o sotto?” le chiese.

“Sopra” decise Buffy e lo guidò dentro di sé.

Capitolo 5

Mentre finiva di vestirsi per il ricevimento, Buffy guardò l’orologio. Per una volta sarebbe stata pronta quando William fosse arrivato.

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Scese nello studio per dare gli ultimi ritocchi al progetto su cui aveva lavorato diverse settimane.

Benché Xander e Oz fossero dei buoni amici, erano anche i suoi datori di lavoro e in quegli ultimi tempi lei non si era guadagnata lo stipendio che percepiva. Alzarsi alle 3 di notte e poi alzarsi di nuovo alle 7 per recarsi al lavoro, cominciava ad incidere sul suo rendimento.

Passava quasi tutte le notti insieme a lui e alle 3 del mattino tornava a casa da sola. Era assurdo svegliare l’autista per farsi accompagnare. Inoltre, se aveva voglia di piangere, volva farlo in solitudine. Da 5 mesi era l’amante di William e ancora non era rimasta incinta. Sospirando, gettò da un lato il calendario e il termometro. Se non aspettava un bambino non era per mancanza di entusiasmo. William sembrava incapace di saziarsi di lei e lei aveva paura di analizzarsi per capire che cosa le stesse succedendo.

“Che cosa devo fare?” si domandò, torcendosi le mani. Non doveva arrendersi. Aveva ancora sei mesi a disposizione. Solo non aveva previsto che ci sarebbe voluto tanto tempo.

 

“Conosci bene i fidanzati che dobbiamo festeggiare?” domandò Buffy mentre salivano in ascensore.

“Riley lavora per me, ma non ho mai visto Amy”

appena le porte della cabina si chiusero, William le andò vicino. “Dio come sei bella!”

Buffy gli premette le mani sul petto e controllò i numeri che si accendevano sulla porta. “Comportati bene”

“Mi fa impazzire, signorina Summers” mormorò lui, posandole una mano sulla nuca. “Che cosa succederebbe se facessi… così…?” lui le insinuò un dito nella scollatura, per scoprire ancora di più i seni, indugiando lo sguardo, con un mezzo sorriso stampato in volto.

Allarmata, Buffy lo respinse. “Mi stai sgualcendo il vestito” lo ammonì , grata che il ricevimento si tenesse nell’attico del 21° piano e che loro fossero soli dentro l’ascensore. Non era sicura che avrebbe avuto la forza di fermarlo.

“Saresti comunque troppo bella!” replicò William, baciandole il collo e schiacciandola contro la parete dell’ascensore. Era stato 3 giorni a New York e quella sera era tornato in tempo per cambiarsi e passarla a prendere.

“Abbiamo 40 secondi prima che le porte si aprano e , come vedi, io ne sto approfittando”

“Vorrei che fossimo rimasti a casa” mormorò lei, facendo aleggiare le ciglia.

William scoppiò a ridere. “Per essere una ragazza intelligente, sai imitare bene le svampite”

“Ehi!” protestò lei “Stavo civettando”

“Stavi cercando dei guai” William abbassò la testa e la baciò. Lei gli infilò le mani dentro la giacca e gli accarezzò la schiena. Il bacio si approfondì e i loro corpi s’incollarono, cercando un contatto intimo. Poi lui sollevò la testa. “Ancora un assaggio prima che le porte si aprano” mormorò.

“Ti piace vivere pericolosamente, signor Giles?” domandò Buffy. Sentiva che lui la desiderava dal suo modo di baciarla e dalla sua eccitazione.

L’ascensore si fermò e le porte si aprirono. William si staccò da lei e, con il pollice, le tolse dalle labbra il rossetto sbavato.

Una decina di persone allegre irruppe nell’ascensore, colmandolo dell’odore di cosmetici e di profumi. Buffy si avvicinò a William e lui la spinse nell’angolo.

“Aspettate!” gridò qualcuno.

William le infilò una mano sotto la gonna e le toccò le cosce.

Buffy gli afferrò il polso e cercò di spingerlo via.

“Grazie” mormorarono 3 persone, entrando.

Che cosa pensi di fare? Domandarono gli occhi di Buffy mentre William insinuava le dita sotto l’elastico delle mutandine. Lui le rivolse uno sguardo innocente e cominciò ad accarezzarla.

“Smettila!” sussurrò lei.

Le persone dentro l’ascensore chiacchieravano e ridevano. Voltato verso di lei, William si chinò leggermente e iniziò a toccarla intimamente.

Le ginocchia le si piegarono. Lui mise un piede tra i suoi e glieli allargò con dolcezza.

Buffy si prese il labbro inferiore tra i denti, poi chiuse gli occhi, sentendo che il dito affondava sempre di più.

Oh mio Dio!

Sarebbe bastato che una persona si voltasse e…

Un secondo dito si unì al primo e il pollice prese ad accarezzarla con maestria. I suoi muscoli interni si contrassero e il suo corpo cominciò a tremare. Com’era possibile che tutta la quella gente non si accorgesse di quello che lui le stava facendo?

William muoveva le dita in fretta. Sempre più in fretta.

Buffy raggiunse l’orgasmo di colpo e baciò le labbra di William con possessività per non gridare.

Intorno a loro, gli altri continuavano a chiacchierare e a ridere.

William ritirò la mano e lei guardò i numeri luminosi. 17° piano.

La mano tornò a toccarla. Oh no. Tra poco le porte si sarebbero spalancate e lei non voleva che tutti la vedessero con la gonna sollevata e la mano di William dentro le mutandine.

Qualcosa di freddo le rotolò tra le gambe. Sentì un peso dentro e automaticamente contrasse i muscoli..

“Che cosa…?” sussurrò

“Shhhh…” con sguardo malandrino, lui sorrise.

Un campanello suonò e le porte si aprirono. Tutti si precipitarono fuori, lasciandoli soli.

William le offrì la mano e Buffy uscì. Oh mio Dio. Le palline Benwa si muovevano dentro di lei. Inciampò e dovette aggrapparsi a lui per non cadere.

“me la pagherai per questo, William” sibilò.

Sorridendo, lui la guidò verso la porta spalancata dell’attico. “Devi imparare a controllare i muscoli. Puoi farcela”

“E’ facile, per te, dirlo. Non sei tu quello che cammina come una papera.”

“Io zoppico. Sono settantadue ore che non ti vedo. Mi sei mancata”

il lampo di una macchina fotografica accecò Buffy , che cominciò a ridere. “Oh no, ci sono i paparazzi. Che cosa succederà se queste dannate palline dovessero cadere e rotolare sul pavimento?”

“Non succederà” William le strinse la mano. “Tutti vedranno la tua fotografia e vorranno averti”

“Dovrò dire che sono impegnata fino a dicembre”

Buffy si guardò intorno, tentando di non pensare a quello che le succedeva dentro. Quelle palline le davano sensazioni strane. Più camminava, più loro si muovevano e la eccitavano.

“Vigliacco” sibilò, mentre un brivido delizioso le correva lungo la spina dorsale.

Lui sorrise. “Mi ringrazierai dopo”

Le palle si spostarono e Buffy strinse i muscoli.

Nella sala c’erano alcuni suoi clienti e altre persone che conosceva. Voltandosi verso William, vide che il suo umore era cambiato. Era diventato di nuovo William il sanguinario.

“Qual è la coppia di fidanzati?” gli domandò.

“Quella in piedi vicino alla scultura di ghiaccio” rispose lui, stringendola con forza al suo fianco.

“La mora vestita d’azzurro e quel giovanotto alto?” Buffy osservò la coppia che gesticolava con rabbia , ignara della gente che la circondava. Nel clamore era impossibile udire quello che dicevano.

“Quella è una foto che metterei nel dizionario sotto la parola divorzio!”

“Non sono ancora sposati” obiettò Buffy.

“No, ma non durerà a lungo, se già adesso litigano in pubblico in quel modo”

“Non tutti i matrimoni finiscono con un divorzio”

“Solo più del 50%”

“Ciò significa che almeno 50 sono felici”

William le diede un buffetto sulla guancia. “La teoria del bicchiere mezzo pieno?”

“Per me funziona”

“Dipende dai punti di vista.” William le accarezzò il viso. “Adesso berremo un po’ del loro ottimo champagne, poi andremo a casa. Ti va l’idea?”

Buffy guardò i tavoli apparecchiati elegantemente e le sculture di ghiaccio che li sovrastavano.

“Il cibo sembra buono. Che ne dici di mangiare qualcosa prima di fare le nostre congratulazioni e andare via?”

“Intelligente quanto bella. E’ molto insolito…. Dannazione.”

Buffy seguì il suo sguardo e vide una donna con i capelli biondi puntare verso di loro. La sua foto era apparsa accanto a William durante tutto l’anno precedente.

“Stammi vicino” sussurrò “Ti proteggerò”

“Potremmo risparmiare tempo. Tu vai a felicitarti con Riley e Amy e io parlerò con Harmony”

Buffy gli lanciò uno sguardo di rimprovero mentre la donna arrivava vicino a loro. “Salve, Harmony”

Buffy le rivolse un sorriso e fece un passo avanti “Io sono Buffy Summers”

William la tirò indietro e la tenne stretta.

Harmony socchiuse gli occhi chiari “Ci conosciamo?”

“No” rispose Buffy con gentilezza. “Ma l’ho riconosciuta dalle belle fotografie apparse su Vogue a dicembre. Immagino che voglia parlare in privato con William, perciò me ne vado…”

“Può anche ascoltare” la voce di Harmony vibrava di ostilità.

William il sanguinario emanava ondate di gelo. “Dì quello che devi dire e vattene, Harmony”

“Sono incinta” dichiarò la donna a voce alta. In effetti il suo abito poteva nascondere una gravidanza iniziale.

Buffy avvampò di rabbia. Come osava quella donna aspettare un figlio di William? Poi il dolore la sopraffece. Harmony era incinta. Non era giusto, dannazione!

William si era stampato sulle labbra un sorriso acido. “Congratulazioni! Chi è il padre?”

“Sei tu , bastardo!” sibilò la donna con una malcelata calma. “Che cosa pensi di fare in proposito?”

“Per prima cosa le chiedo di abbassare la voce” s’intromise Buffy , odiando entrambi. “A meno che non vogliate far sapere a tutti i fatti vostri. Riley e Amy hanno invitato una marea di giornalisti, per cui sorrida e si comporti come una signora”

William la guardò come se le fosse spuntata un’altra testa, poi si voltò verso la sua ex amante:”Ci hai messo molto tempo a comunicarmi questa notizia, Harmony” dichiarò “Eri molto svelta ad estorcermi dei soldi”

“Ho parlato con i tuoi avvocati” sibilò Harmony, le guance in fiamme.

“Saggia idea.” William mise un braccio intorno alla vita di Buffy. “Presumo che ti abbiano detto che esigeranno la prova del DNA”

“Mi rifiuto di fare del male al mio bambino perché tu non mi credi” replicò Harmony in tono caustico.

“Il test del DNA si può fare a venti settimane senza nuocere al feto. Sono certo che Wesley te lo ha detto”

“Questa è una conversazione privata” dichiarò Buffy a quel punto. “Ti aspetto al bar” poi si allontanò con le spalle erette, come se il mondo non le fosse crollato addosso.

 

 

La sua schiena era ancora rigida quando William la raggiunse qualche minuto dopo. Era sola e stava guardando uno dei quadri da incubo di Riley.

“Andiamo” William le posò una mano sulla schiena e la spinse avanti.

“Prima salutiamo i nostri ospiti”

“Riesci a camminare bene?”

“Le ho tolte” sussurrò lei “ Non mi piace se non sei tu”

mentre scendevano in ascensore, William non disse una parola. I paparazzi avevano scattato decine di fotografie a loro tre e di certo Buffy lo avrebbe tempestato di domande. Diavolo, se voleva sapere quello che lui e Harmony si erano detti, le sarebbe bastato leggere i giornali del mattino seguente.

Mentre guidava, Buffy gli posò la testa sulla spalla. Ovvio che non intendeva respingerlo, pensò lui con amarezza. Mirava anche lei ai suoi soldi. Che diavolo, doveva resistere ancora qualche mese, poi sarebbe stata libera…

Guardando fisso davanti a sé, uscì dal garage.

“Mentiva…”

“Lo so”

William la scrutò. La luce dei lampioni le batteva sul viso. “Hai sentito quello che le ho detto?”

Buffy sbadigliò. “Sì. Il bambino non è tuo”

“Come fai a saperlo?” invece di essere preoccupata, lei sembrava assonnata.

“Lo hai detto tu”

“E tu mi credi?”

“Certo. Sei un uomo di parola. Se dici che il bambino non è tuo, non lo è”

William la fissò. Non c’erano dubbi, lei gli credeva . senza se e senza ma. In modo inequivocabile.

Un’ondata di emozioni gli si riversò addosso. Incredulità, sollievo e qualcosa di così forte che non riuscì a crederci.

Buffy gli strofinò il viso contro il braccio e chiuse gli occhi. “Per curiosità.che cosa avresti fatto se fosse stata incinta?”

“Grazie al cielo, oggigiorno questo si può dimostrare.”

“Ma se…”

“Vuole solo incastrarmi”

“Tenta di ricattarti?” domandò Buffy, fremendo di indignazione.

“penserà Wesley a lei” la rassicurò William.

“Se non lo farà lui, lo farò io” dichiarò Buffy con fermezza. Poi gli si rannicchiò accanto e gli mise un braccio intorno alla vita per sorreggersi mentre Ethan faceva una curva.

“Vorrei…”

“Che cosa vorresti , Buffy?”

la sentì sospirare e vide che aveva chiuso gli occhi. “Vorrei una bambina. Le metterei dei bei vestitini e la curerei, non permetterei che avesse fame o paura.” Buffy nascose uno sbadiglio. “ Ma soprattutto l’amerei”

William sentì una fitta nel petto. Buffy non si rendeva conto di quello che aveva detto. Lui aveva sofferto per il disinteresse di sua madre, ma se non altro aveva avuto intorno delle persone che lo avevano accudito, nutrito , vestito. Non aveva mai patito il freddo, la fame , la paura.

Da piccola , invece, Buffy aveva sofferto la fame e aveva avuto paura. Non aveva mai avuto la certezza che sua madre sarebbe tornata a casa. Wesley diceva che sua madre era stata denunciata molte volte. Dov’era andata Buffy mentre la madre era in prigione? Com’era possibile che una bambina che non aveva mai conosciuto la sicurezza fosse diventata una donna così piena di fiducia nel prossimo?

Di fondo, lui era un solitario. Non aveva molti amici e non aveva mai conosciuto una donna che si fidasse tanto di lui, che lo capisse bene come lei. Era un esperienza nuova e lui l’assaporò con un senso di profonda sorpresa.

Buffy si era addormentata, la testa posata sulla sua spalla, le labbra socchiuse. Diavolo, pensò William , sentendo la voglia di ridere. Buffy credeva in lui.

Sospirando, posò la testa sulla spalliera del sedile e chiuse gli occhi.

Poco prima, quando lei aveva detto in tono casuale che sarebbe stata impegnata fino a dicembre , si era imbestialito. Lo indisponeva il fatto che si mostrasse tanto contenta della temporaneità del loro accordo.

Mentre il cancello si apriva, ricordò la conversazione che aveva avuto con il suo avvocato prima di andare a New York. A quanto pareva , sua moglie voleva più soldi. Le sole volte che aveva sue notizie erano quando lei contattava Wesley per farsi aumentare l’assegno. Era un piccolo prezzo da pagare per una moglie invisibile.

“Cristo, Wesley” aveva protestato “sta cercando di prosciugarmi?”

serio in viso, Wesley gli aveva dato un foglio perché lo firmasse.

“Non direi. Ogni anno concedi un aumento ai tuoi dipendenti. Perché non a tua moglie?”

“Le sto dando tanti soldi da mantenere un intero paese”

comunque lei gli era stata utile e lui le aveva fatto una promessa. “Va bene, Wesley. Dalle quello che vuole.”

William portò Buffy su per le scale senza disturbare il suo sonno. Si sarebbe svegliata presto.

Per tutta la settimana , William non aveva nominato Harmony Owen . era stato più serio del solito e Buffy aveva avuto l’impressione che la studiasse con un’intensità sconcertante.

Alcuni giorni dopo il ricevimento, lui la chiamò a metà giornata per dirle di fare la valigia. Voleva andare ad Aspen per passarvi un lungo finesettimana.

Buffy mordicchiò il cappuccio della penna.

“Quante camere da letto ci sono nel tuo cottage?”

“Una “ William parve divertito “Di quante stanze abbiamo bisogno?”

“Dipende se dovrò alzarmi alle tre del mattino” rispose lei con cautela.

William esitò un attimo prima di rispondere.

“Getterò la sveglia per tutto il finesettimana”

Lei rise. “A che ora vieni a prendermi??”…

Volarono ad Aspen con il Lear di William per fare più in fretta e , quando arrivarono , trovarono ad attenderli una scintillante Range Rover.

Il cottage, annidato in una piccola altura tra le montagne, era costruito in legno di cedro e aveva una parete di vetro che si affacciava sulla sponda del lago. La camera da letto ampia e comoda dava su un terrazzo naturale, mentre il salotto e la cucina guardavano il lago.

William portò le valigie in camera da letto e tornò in cucina per fare uno spuntino. “Lo sai qual è la tua qualità migliore?” le domandò, mordicchiandole il collo.

“Quale?” Buffy gli passò le dita tra i capelli e gli baciò il mento.

“Non mi chiedi mai niente”

c’è una sola cosa che desidero e tu non sei capace darmela, pensò lei, sollevando il viso.

“In realtà c’è una cosa che desidero” rispose in tono scherzoso.

“Santo cielo, tesoro, sei insaziabile”

“Non posso farci niente” Buffy fece aleggiare le ciglia. “Credo…credo che la sia la cosa che mi piacerebbe di più al mondo”

“Prendimi,sono tuo” dichiarò lui con enfasi. Poi socchiuse li occhi “Che cosa ti piacerebbe?”

“Giocare d’azzardo”

Buffy si sollevò sulla punta dei piedi e lo abbracciò, lieta di vederlo sorridente e rilassato. “Possiamo, eh?”

William acconsentì, ridendo. Andarono sui campi da sci, a circa qualche km dal cottage. Fu un esperienza molto piacevole. Buffy non riusciva a fermarsi nemmeno un secondo, sempre con il suo bellissimo sorriso; non faceva altro che giocare con la neve come se fosse una bambina.

“Che cosa stai facendo lì, pigrone, cos’è non riesci a raggiungermi??? “ disse Buffy ridendo.

“Dammi solo un secondo e poi… “ disse William con il fiatone “vedrai come ti faccio passare la voglia di ridere!! Mi supplicherai il perdono..!!!”

Correre. Probabilmente nel vocabolario di William era stata completamente cancellata questa parola. Sì , qualche volta, nei suoi momenti liberi, gli capitava di fare jogging per mantenersi in forma , ma correre così come un ragazzino dietro ad una ragazza senza ritegno.. bè, questa era davvero una novità. Buffy si riparò dietro un albero completamente esausta. Dove diavolo è finito, William? Pensò , affacciandosi da una parte.

“Boo!!”

Qualcosa la trascinò sulla neve… aprendo gli occhi si accorse che William era proprio sopra di lei che le teneva i polsi sopra la testa.

“Allora??? Sei mia adesso, Che cos hai da dire!!!”

“Ma come hai… “ Buffy non riuscì a finire la frase che William si impadronì delle sue labbra.

Il suo corpo cominciò a reagire alla vicinanza di William, con un gemito si sciolse dalla presa e gli circondò il collo con le braccia avvicinandolo ancora di più .

“Oh Buffy…” William cominciò ad armeggiare con la giacca di Buffy quando qualcosa di freddo gli colpì il volto. Lei gli aveva appena tirato una palla di neve in faccia.

“Per i tuoi bollenti spiriti!!!” gli disse lei senza smettere di ridere. William sospirò e le prese con forza di nuovo i polsi, riprendendo il controllo su di lei

“tu non sai con chi hai a che fare..!!” gli sussurrò con tono malandrino.

Ed è così che ebbe inizio una vera e propria BATTAGLIA DI NEVE!!

 

“Toglimi una curiosità” esordì lui, mentre aspettavano un piatto di spaghetti. “Come hai fatto a convincermi ad aiutarti a costruire quel “Mostro”?”

“Non è affatto un mostro… è il pupazzo di neve più carino che abbia mai fatto… solo… un po’ …storto” gli rispose Buffy “E comunque se tu non ti fossi appoggiato sulla sua testa, lui non si sarebbe rotto ..”

“L’ho fatto perché tu eri dall’altra parte e avevo voglia di baciarti… pensavo fosse più resistente!”

“William la neve non è..” Buffy si bloccò alla vista di un bimbetto che cercava di salire sul seggiolone del suo fratellino.

William si voltò per vedere a chi stesse sorridendo. Non aveva mai visto quell’espressione sul suo viso.

“Adoro i bambini e tu?”

“Non lo so. Probabilmente no.” William distese il tovagliolo sulle ginocchia. “I soli che ho avuto intorno mi sono sembrati… disorganizzati”

Buffy scoppiò a ridere “Disorganizzati?” ripetè.

“Certo che lo sono. Devono imparare tutto. Anche tu eri disorganizzato da piccolo.”

William pensò che se avesse potuto imbottigliare quella risata avrebbe quadruplicato il suo patrimonio.

“In realtà non lo ero” replicò, spostando gli spaghetti poco appetitosi nel piatto. “Ero un bambino disciplinato, rispettoso e ben organizzato”

gli occhi di lei divennero liquidi e il suo sorriso morì.

“Maledizione, non metterti a piangere “

William si protese in avanti e le tolse una macchia di mascara sotto la palpebra.

“Hai avuto una vita infelice. Vorrei potervi rimediare in qualche modo”

“la mia infanzia è stata più che accettabile, Buffy. Non drammatizzare”

“Tua madre era una strega”

lui sorrise. “Non lo metto in discussione. Hai finito di ammucchiare da un lato quella poltiglia disgustosa? Voglio andare da qualche parte a mangiare un vero pasto. Dopo ti porterò in un luogo di iniquità dove potrai sperperare i miei soldi”

ma l’entusiasmo l’aveva abbandonata e Buffy, dopo aver fatto due mani di Blackjack , puntando i suoi soldi, dichiarò che voleva tornare a casa.

“Che ne dici di fare una passeggiata?” propose lui, dopo aver parcheggiato la macchina sotto una tettoia. Lei gli rispose con un cenno di assenso.

“Vado a cambiarmi” disse lui, mentre Buffy si precipitò a spalancare tutte le finestre per far entrare l’aria profumata e il sole.

“Adoro questa casa” affermò poco dopo, lasciandosi cadere sul letto mentre lui si cambiava. “Se avrò mai una casa per le vacanze, la vorrò come questa. Lontano dal frastuono della città. Qui l’aria profuma di pini. Si può andare in barca, a pesca, al casinò..”

“Buffy?”

“Mmmh…?”

“Puoi aiutarmi con questi?” domandò lui , cercando invano di allacciarsi i bottoni dei jeans.

Un sorriso malizioso le curvò le labbra. “Alludi ai calzoni o alla tua eccitazione?”

William si chinò e posò le mani ai lati della sua testa. “Tu che cosa pensi?” chiese con voce roca.

Buffy gli diede un piccolo bacio e poi lo respinse.

“Penso che la tua è una buona scusa per farti toccare ma… dopo la passeggiata”

“toccali e non sarò più in grado di camminare”

ignorando il suo avvertimento, lei gli allacciò i bottoni di metallo, poi lo prese per mano e lo condusse fuori.

“Cammina shiavo”

(sottofondo… Ronan Keating This is your song”)

camminarono lungo il lago, mano nella mano. Il sole stava tramontando e una nebbia leggera aleggiava sull’acqua. Nell’aria c’era una sensazione d’attesa quando le prime stelle si accesero nel velluto del cielo.

A un tratto, William si fermò e la strinse tra le braccia. Buffy gli prese il viso tra le mani e gli abbassò la testa. “Non giocare con me, signore” lo avvertì, baciandolo con ardore e poi fissandolo intensamente.

“Sento la tua mente lavorare” mormorò lui, incuriosito dal suo sguardo.”Che cosa stai pensando?”

lei aprì la bocca per dire qualcosa, quindi scosse la testa. “Niente” rispose, posandogli una mano fredda sul viso. “Tu mi rendi molto felice , William”

Commosso, lui la fece voltare e se la strinse sul petto “Non sapevo di poter essere tanto … contento” mormorò , appoggiandosi contro il tronco di un pino e guardando il lago attraverso la cortina dei suoi capelli. “Anche tu mi rendi felice , Buffy”

Intorno a loro il silenzio era profondo e l’aria profumava di legno e d’acqua.

Non c’era altro posto al mondo in cui sarebbe voluto essere in quel momento. Non c’era bisogno di parlare. Perfino il suo costante desiderio fisico era controllabile. Si sentiva… calmo. Per la prima volta in vita sua, si sentiva in pace con se stesso.

Aveva imparato a proteggersi fin da piccolo, ma con Buffy era disarmato. A volte avrebbe voluto rinchiudersi nella sua conchiglia e altre volte provava una felicità che non aveva mai conosciuto.

 

Il mattino dopo, Buffy andò a nuotare nel lago (è Maggio… e al cottage non c’è la neve, che poi penso che in questo periodo si trovi solo quella finta.. o almeno credo, non sono mai stata ad Aspen.) e lui la osservò dalla finestra della cucina mentre giocava con le onde.

“Ciao” lo salutò allegramente quando lui la raggiunse. “Credevo che dovessi fare delle telefonate”

“Fatte” William spostò lo sguardo verso tre ragazzi a bordo di una barca che si ostinavano già da un po’ a guardarla. “Sei tanto bella che ti mangerei” affermò , guardando i capezzoli che premevano contro il bikini bianco “Hai finito di nuotare?”

Buffy socchiuse gli occhi “Hai un idea migliore?”

“Che ne dici di prendere una coperta e fare una passeggiata nel bosco?” propose lui, togliendole una goccia d’acqua dalla tempia.

“Che bisogno abbiamo di una coperta , se dobbiamo camminare?” la sua donna aveva degli occhi molto espressivi.

 

Buffy lo fece rotolare fuori dalla coperta e gli si mise a cavalcioni sopra.

“Non so perché abbiamo portato la coperta” borbottò lui, sentendo che una radice gli premeva contro la schiena.

“Perché pensavi che sarei stata io sotto” rispose lei.

William raccolse i suoi lunghi capelli in una mano. “E perché io non sono sopra?”

“Sei stato troppo noioso” rispose Buffy , baciandogli il petto. “Sanno tutti che non ci si deve preoccupare dei propri vestiti quando si va nel bosco” poi , sentendo che lui le afferrava i fianchi per spostarla, gli diede uno schiaffo sulla mano.

“Non devi mettermi fretta” sussurrò, baciandogli la gola “E non devi toccarmi”

“Non ti piace che ti tocchi? A me piace da impazzire”

“Ti farò perdere il controllo”

William sbuffò “Stai cercando di ipnotizzarmi?”

“Voglio vederti perdere il controllo. Ne hai troppo.”

“nessuno ha troppo controllo, Buffy” mormorò lui, aggrappandosi a quel poco che aveva. “Anche se devo ammettere che con te ne ho meno che con chiunque altro”

lei lo guardò negli occhi. “Fammi vedere che perdi il controllo. Non pensare a niente. Abbassa le palpebre e senti” gli diede un piccolo morso sull’orecchio, poi lo baciò in modo così sensuale che lui si arrese.

“fa’ quello che vuoi con me” mormorò “Ti toccherò solo se mi pregherai di farlo”

“Non succederà” assicurò lei.

Lame di sole filtravano tra le fronde degli alberi e illuminavano il suo corpo snello mentre continuava a baciarlo.

William non l’aveva mai vista così. Lo tormentava con la bocca. Adagio ma senza smettere mai, gli baciò il viso, il mento, il collo, prima di dedicarsi a qualcosa di più impegnativo.

I suoi capelli le ricadevano intorno al viso mentre scendeva lungo il suo corpo, tracciando un sentiero di baci sulla sua pelle.

“Questa è una tortura” gemette lui, infilandole le dita tra i capelli. “Buffy…”

“Ho da fare!”

lui rise e si abbandonò. Quando sentì il tocco della sua lingua sulla sua eccitazione, emise un gemito che probabilmente si udì fino a Sacramento.

William chiuse gli occhi e posò le mani sulla sua testa. Non aveva mai provato qualcosa di più bello. D’improvviso lei si sollevò e lo guardò. “E adesso?” domandò, incerta.

Oh Dio. Stava lavorando così bene. William formulò una preghiera e la tirò a sedere su di sé.

“Fai quello che vuoi, ma non smettere” ansimò mentre lei lo risucchiava dentro di sé. La vista gli si annebbiò quando lei cominciò a muoversi. Calda, fremente…perfetta. La tenne per i fianchi per farle prendere il ritmo.

“Posso farlo. Posso farlo” sussurrò Buffy a denti stretti, sollevandosi e abbassandosi.

I suoi seni erano gonfi, i capezzoli chiari ed eretti.

“Toccami!” ordinò.

William le posò una mano sotto il seno e sentì i battiti furiosi del suo cuore. Affascinato, guardò la sua espressione concentrata e determinata, e sapendo in che modo le piaceva essere toccata, fece del suo meglio.

Buffy lo cavalcò in modo selvaggio, portando entrambi a un punto di non ritorno.

“Non stai muovendo le mani” gemette.

“Sono in estasi” sussurrò lui, stringendole i fianchi tanto forte da lasciarle i lividi.

Nessuno aveva mai fatto l’amore con lui in quel modo.

Buffy era la sua amazzone. Una valchiria. Pagana nella sua bellezza. Non era mai stata così scatenata, così selvaggia ed erotica. Poteva passare qualcuno per il bosco, ma non gli importava un accidente.

Buffy inarcò il busto e lo risucchiò fino in fondo.

Il piacere fu agonizzante.

William infilò una mano tra i loro corpi e, trovato il punto più sensibile, cominciò a toccarlo. Occhi chiusi , Buffy si sollevò e si abbassò mentre i suoi muscoli interni gli si stringevano intorno. Tenendole stretti i fianchi, William l’aiutò ad accelerare il ritmo finchè la vide afflosciarsi e gridare il suo nome.

Poi lei gettò indietro la testa e urlò.

Capitolo 7

Accigliato , William controllò i documenti che doveva firmare. “Mi sai dire Wesley” esordì in tono aspro, “come fa Mary a spendere ventimila dollari al mese mentre non riesco a convincere Buffy a usare una carta di credito?”

“Con quale delle due sei arrabbiato?” domandò Wesley, evitando di guardare Rupert che , seduto da un lato, stava pulendosi gli occhiali.

William era arrivato una mezz’ora prima e , abituato alla presenza di suo zio, si era messo subito a parlare di affari.

“Con nessuna. Con entrambe. Per l’inferno maledetto, non lo so. Non mi importa un accidente di quanto spende Mary, lo sai bene. Vorrei solo che Buffy mi permettesse di fare qualcosa per lei”

“Qualcosa l’hai fatto. Le hai intestato la casa sul lago” replicò Rupert. “Gliel’hai detto?”

“No” William si massaggiò la nuca. “Volevo aspettare il momento giusto”

“Dicembre?” Wesley prese le carte che lui aveva firmato e le esaminò.

“Non è… un regalo di addio” protestò William con più asprezza di quanto avesse voluto. “Lei ama quella casa e io volevo darle qualcosa… voglio essere sicuro che le rimanga qualcosa quando io… insomma , deve avere quella casa” concluse in fretta, non volendo rivelare quanto erano stati felici lui e Buffy ad Aspen.

Non voleva pensare a quello che avrebbe fatto Buffy dopo il 23 Dicembre. Regalarle quella casa era stata una mossa intelligente. Non sarebbe mai stato capace di andarci con un’altra donna.

“Adesso sembra che non le importi di avere meno clienti di prima. Ma ci metterà un po’ a rifarsi la sua clientela dopo… più tardi. Quella proprietà sarà un buon investimento per lei. Vi ha detto per caso se si è stancata?” chiese in tono casuale.

“No” risposero i due uomini all’unisono.

“Bene “ William si alzò. “Sto andando all’aeroporto. Quando tornerò dalla Russia, le dirò del regalo”

“Buffy viene con te?” domandò Rupert.

“No. In questi giorni sarò troppo impegnato e lei ha bisogno di riposarsi. Tienila d’occhio mentre sarò via, Rupert.”

“Se lei troverà il tempo di vedermi” rispose lo zio.

“Quando non è con te, sta sempre a casa tua. Concedile più tempo per aggirarsi nel mausoleo in cui vivi e per godersi il giardino. Non l’ho mai vista tanto felice.”

“Pensi che le basti?” domandò William, prendendo dalla tasca il suo adorato pacchetto di sigarette.

“A lei piace fare l’arredatrice, tuttavia ho l’impressione che non sia una donna in carriera. Nonostante il suo aspetto, Buffy è una casalinga” Wesley ,mise l’incartamento dentro la cartella dei Giles.

“Non voglio farti fretta , William, ma Rupert e io abbiamo un appuntamento per una partita di tennis alle tre e tu devi prendere l’aereo”

William guardò l’orologio. Aveva tutto il tempo di andare all’aeroporto. Dopo aver stretto la mano a Wesley, salutò Rupert. “La settimana prossima porta Jenny a cena, così vedrete la casa. Per allora Buffy avrà finito i lavori. “ Sorrise “Chiunque altro ci avrebbe messo un anno per fare quello che lei ha fatto in una settimana” andò alla porta , poi tossì e si voltò verso Wesley. “Trovati una bella mora e vieni anche tu”

“Sembra che tu abbia il raffreddore, figliolo” Rupert si alzò e prese dal tavolo un libro.

“Allergia” rispose William” Ci vediamo la prossima settimana. Grazie per prenderti cura di tutto questo, Wesley” continuò, indicando i contratti e i conti di Mry che aveva firmato. “A proposito , dove abita Mary, adesso?”

Wesley lanciò un ‘occhiata a Rupert “Uh… a… Phoenix, mi pare. Perché?”

“Fatti dare il suo numero. Vorrei parlarle”

Appena la porta si chiuse dietro di lui , Wesley si voltò verso lo zio di William. “Accidenti! Che cosa significa?”

“lo sa solo il cielo. Gli abbiamo detto per anni che Mary adora viaggiare. Se gli diremo che sta facendo un lungo viaggio, ci crederà”

“Per quanto tempo?” replicò Wesley. “Io sono un avvocato e lui è un mio cliente. Potrebbero accusarmi di conflitto di interessi. O peggio”

“Non accadrà” rispose Rupert con sicurezza.

“Se dovesse scoprire quello che tu e io stiamo facendo, ci ammazzerà”

“A quel punto sarà tanto innamorato di lei che non capirà più niente” assicurò Rupert , allentandosi la cravatta.

“Allora, perché ti senti soffocare?”

Rupert sbuffò. “Potrebbe non vedere il tesoro che ha sotto il naso. Abbiamo ancora cinque mesi .Se , e dico se, bada bene, lui le darà il benservito, lei sarà cautelata”

“Questo è poco ma sicuro” Wesley prese la sua sacca sportiva e la posò sul tavolo. “Ho ricevuto una copia del suo portafoglio. Finora abbiamo raddoppiato il suo patrimonio. Siamo sopra i sei milioni di dollari”

“Ci siamo vicini” ammise Rupert “ma avevamo stabilito di arrivare a dieci”

“Già” Wesley si mise la sacca sulle spalle. “Spero tanto che tu sappia come spiegare a Buffy che ogni mese abbiamo continuato a spillare soldi a William anche dopo che lei mi aveva ordinato di smettere”

Rupert aprì la porta “E pensare che ogni mese lei mette da parte metà del suo stipendio per restituirgli quello che ha avuto da lui. Sarà solo una goccia nell’oceano. Comunque, se lui la lascerà sarà contenta di avere una sicurezza economica . non le importerà da dove viene.”

“spero che tu abbia ragione , Rupert.” Wesley andò all’ascensore e premette il pulsante di discesa.

“Più conosco Buffy e più mi rendo conto che le cose materiali non le interessano”

“Di sicuro è contenta di non lavorare” obiettò Rupert. “Sono tutti felici di non dover lavorare. Quando Buffy avrà in mano quei soldi , non si sentirà infelice. Da quando è stato celebrato quel matrimonio da farsa, tu e io abbiamo avuto a cuore il suo interesse. William non sentirà la mancanza di quei soldi. Per Buffy potrebbero essere un salvavita”

“Prevedo un matrimonio in un futuro prossimo. Cavoli, le ha regalato la casa di Aspen e tu sai quanto l’ami. Sai anche che non farei mai del male a Buffy. Le voglio bene come se fosse mia figlia. E conosco le donne.” Rupert rise e sbattè una mano sulla spalla del suo amico. “Diamine, ho avuto la mia parte di amichette prima di sposare Jenny… credimi,conosco le donne”.

 

 

Buffy tolse dalla stampella una vestaglia di velluto e se la mise sul corpo nudo. Il tessuto morbido era impregnato del profumo di William. Aspirandolo, scese la scala per aspettarlo nel soggiorno.

Troppo stanca per mangiare, si sedette e cercò di leggere, ma nemmeno la storia terrificante di un vampiro riuscì a tenerla sveglia.

Questa volta William era andato in Russia e come sempre , durante la sua assenza, lei si era data un gran da fare.stanca della sterilità della sua casa, aveva convinto William a lasciarle fare qualche piccolo cambiamento.

Quando lei non aveva alcuna esperienza, Xander e Oz erano stati tanto buoni da offrirle un lavoro e adesso quella commissione li avrebbe ripagati. A William i soldi non importavano e per una volta lei non aveva remore a spenderli. In fondo erano per lui.

Per mesi aveva rifiutato le sue offerte di denaro e di doni costosi. Alla fine , quando si era reso conto che era inamovibile, William aveva cominciato a regalarle la bigiotteria. Doveva ammettere che le piacevano i vestiti che lui insisteva per comprarle. Abiti che da sola non avrebbe potuto permettersi, ma che per lui rappresentavano uno status symbol.

William non sapeva di averle pagato tutti i vestiti che possedeva mentre frequentava l’università.

Ecco perché aveva lavorato tanto per restituirgli tutti i centesimi che lui aveva speso per Mary. Non aveva mai voluto che lui pensasse di dover pagare i suoi servigi.

I giorni che avevano trascorso nel cottage erano stati magici per entrambi, ma l’avevano indotta a chiedersi che cosa si aspettasse da quella relazione.

Dormivano insieme da mesi e non era ancora incinta. Ogni mese, tuttavia, la delusione era stemperata dal sollievo di sapere che avrebbe potuto stare con lui ancora un po’ di tempo.

Quel fine settimana le aveva fatto nascere il dubbio che quello che sentiva per lui fosse qualcosa di più del bisogno di procreare.

All’inizio aveva deciso che avere un bambino , crescerlo da sola , sarebbe stato l’ideale. Ma più conosceva William, più si rendeva conto che non avrebbe potuto abbandonarlo una volta che avrebbe concepito un figlio suo. Adesso sapeva con certezza che se lui avesse scoperto che gli aveva rubato una cosa tanto preziosa , le avrebbe dato la caccia fino alla fine del mondo. Perché , anche se lo ignorava , William sarebbe stato un padre meraviglioso.

Quando erano soli, sapeva essere tenero ed espansivo. Meritavano entrambi di poter approfondire il loro rapporto. Lui la rendeva felice. Lei lo rendeva felice. Non poteva trattarsi solo di sesso.

Quel giorno aveva messo via tutte le cose del bambino e aveva pianto a lungo. Durante quel periodo era passata da momenti di scoramento ad altri di ottimismo. Poi aveva preso una decisione e, dopo aver messo in un cassetto le carte del divorzio, aveva infilato nella borsa il pacchettino del contraccettivo ed era andata a casa di William.

Buffy chiuse gli occhi. Desiderava che lui fosse lì e che le massaggiasse i piedi come faceva talvolta. O che facesse l’amore con lei per terra, davanti al caminetto.

Fare l’amore con William era la più bella esperienza della sua vita. Correre subito prima nel bagno, avrebbe tolto un po’ di spontaneità.

I momenti a cui teneva di più erano quelli che trascorrevano guardando dei vecchi film o chiacchierando. Era incredibile che avessero tante cose di cui parlare. William sembrava più rilassato. Rideva di più. Gli piaceva che lei lo toccasse anche quando non facevano l’amore, e lei lo toccava spesso. Amava sentire i suoi capelli sotto le dita, strofinare il viso contro il suo mento quando gli si rannicchiava accanto sul divano. Lui non la respingeva e sembrava contento che lei gli stesse addosso come una gattina.

I loro amplessi erano meravigliosi. In quei giorni si era esercitata a correre nel bagno, prepararsi e poi tornare a letto, e aveva imparato ad essere veloce.

Emettendo un sospiro di contentezza, si accoccolò meglio sul divano e chiuse gli occhi.

 

 

William udì la televisione mentre entrava in casa e posava la valigia ai piedi della scala. Un forte odore di pittura permeava l’aria. Buffy aveva lasciato accesa la luce dell’ingresso, come faceva sempre quando lui tardava. Era una piccola cosa, ma lui l’aveva notata.

Buffy aveva piazzato un vaso immenso e piuttosto brutto sul mezzo tavolo posato contro la parete di fondo. Il profumo dei fiori si mescolava a quello della pittura e dell’olio per mobili. Doveva aver fatto sgobbare la sua squadra senza pietà. Per loro la signorina Summers non poteva sbagliare. L’adoravano.

Sorridendo, William si allentò la cravatta, gli occhi rossi per la stanchezza, e si diresse verso il soggiorno.

“Buffy?”

non era mai stato tanto stanco in vita sua. Benché gli affari fossero andati bene , non aveva mai sentito tanto la mancanza di Buffy.

“Buffy?”

non ricevendo risposta, si fermò sulla porta e guardò l’orologio. Era mezzanotte passata. Forse aveva lasciato il televisore acceso e se n’era andata a casa. La stanza era diversa e l’odore di pittura più forte. Con la testa che gli doleva , andò a spegnere la TV e la vide.

Buffy dormiva sul divano, i piedi raccolti sotto la sua vestaglia.

“Passerotto” sussurrò con intensa soddisfazione. Lei era lì. Inginocchiandosi, le passò un dito sul viso. Lei dormiva come sempre. Profondamente. Nemmeno un terremoto l’avrebbe svegliata. Le tolse il libro dal grembo e vi mise un segno. Lei si mosse , gli prese la mano e se la mise sotto la guancia. Intenerito, William la sollevò tra le braccia e la portò di sopra.

Dopo averla messa a letto, si svestì e si distese accanto a lei. La stanza era buia e calda. Buffy gli si avvicinò e il suo profumo lo stordì. Prima di dormire voleva sentire la sua pelle nuda. Muovendosi con cautela, le sfilò la vestaglia. ardeva dalla voglia di vedere il suo corpo magnifico, ma poteva aspettare. Pur avendo dato un breve sguardo alla casa, aveva visto che in quel periodo lei non aveva perso tempo. Doveva essere esausta.

Avevano bisogno entrambi di dormire. Ah! La bocca di Buffy aveva trovato la sua spalla nuda e la sua lingua tracciava un sentiero di fuoco sul suo collo e sulla gola. Era sveglia?

Si voltò su un fianco, aspettando che i suoi occhi si abituassero all’oscurità. Adesso che lo aveva eccitato, avrebbe fatto meglio a svegliarsi. Le accarezzò i seni e , sentendo che i capezzoli erano turgidi, le si adagiò sopra e affondò le mani nei suoi capelli.

“E’ meglio che tu sia sveglia , raggio di sole”

“mmmmh” mugugnò lei con voce assonnata.

“A sì?” William rotolò sulla schiena , trascinandola con sé. “Piccola strega. Da quanto tempo sei sveglia?”

“Da quando hai cominciato a svestirmi” rispose Buffy baciandogli il collo “Quando sei tornato?”

William le catturò una mano e se la portò alle labbra, il cuore gonfio di un’emozione a cui non voleva dare un nome. “Una mezz’ora fa” le sussurrò sulla gola.

Buffy gli cercò la bocca e il loro bacio fu lungo e dolce.

“Mi sei mancato” mormorò lei.

Anche lui aveva sentito la sua mancanza. Le aprì le ginocchia e si sistemò tra le sue gambe. “Mostrami quanto ti sono mancato” mormorò penetrandola.

Fecero l’amore con dolcezza, assaporando la gioia di ritrovarsi. Poi, all’improvviso , Buffy s’irrigidì. “Mi sono dimenticata di… non importa”

Poco dopo, mentre lei si addormentava, William spense la sveglia.

 

Non aveva dormito abbastanza. Viaggiare non lo aveva mai stancato in quel modo. La notte precedente era stato quasi troppo esausto per fare l’amore con Buffy. Del resto nemmeno lei era stata troppo vispa. Sorrise. Quel mattino l’aveva lasciata con la testa sprofondata nel cuscino. Aveva perso troppi risvegli accanto a lei. D’ora in poi, avrebbe buttato via le sveglia.

Sollevando il telefono, chiamò la sua segretaria.

“Anya, trovami Wesley e dì a Fred di preparare un annuncio. No, aspetto. Grazie”

“Wesley? Scopri dove si trova Mary. Voglio il divorzio”

Quando la Porche si fermò davanti alla casa , Buffy si sollevò di colpo e si tolse i guanti da giardinaggio incrostati di terra.

“Sei tornato presto!” esclamò con gioia. Buffy prese sottobraccio William e lo accompagnò in casa.

“Ho sette giardinieri “ disse lui , pulendole il viso con il fazzoletto. “Perché ti ostini a sporcarti le mani?”

“Vado subito a farmi una doccia” rispose lei in fretta.

“Non ti stavo criticando , Buffy. Tu puoi fare quello che vuoi..” William starnutì due volte ed entrando nel soggiorno si lasciò cadere sul divano e si mise uno dei cuscini dietro la testa. “La casa è splendida. Hai svolto un lavoro magnifico.quando avrò più energia, mi porterai a fare un giro. Adesso siediti vicino a me e raccontami che cosa hai piantato oggi”

“Sono tutta sporca e sudata” protestò lei, arricciando il naso.

William rise. “Mi piace quando sei sudata. Vieni qui . sono troppo stanco per rincorrerti su per la scala”

Sembrava davvero stanco. Ed era più pallido del solito. Buffy si sedette accanto a lui e gli posò la testa sul petto. Aveva paura di domandarsi perché William non avesse fatto suonare la sveglia alle tre del mattino e perché fosse tornato prima. Sospirando, gli accarezzò il viso e sentì il pizzicore della barba. Strano, di solito lui si radeva due volte al giorno. La sua pelle era calda e secca.

“Ti senti bene?” domandò , sollevando la testa per guardarlo.

William aveva chiuso gli occhi. “Stanco” mormorò. “Sono solo molto stanco”

Era più che stanco, decise Buffy, vedendo le due chiazze rosse che spiccavano sul pallore del viso.

“Andiamo di sopra , William. Credo che dovresti metterti a letto”

lui aprì un occhio e la mise a fuoco. “Non credo di farcela adesso. Forse più tardi”

lei rise . “Niente sesso per te, ragazzone. “replicò aiutandolo a sollevarsi. “Ce la fai a salire le scale da solo o devo chiamare Ethan?”

“Da solo” William si appoggiò così pesantemente sul suo braccio da rischiare di far cadere entrambi.

Spaventata dal suo pallore e dalla sua debolezza, Buffy riuscì a portarlo di sopra e a metterlo a letto.

Dopo avergli rimboccato le coperte, sfogliò la rubrica in cerca del numero del suo medico.

“William?” mormorò, sedendosi sul bordo del letto. “Ho bisogno del numero del tuo medico. Come si chiama?”

“Non sono mai stato ammalato”

“C’è sempre una prima volta” Buffy gli posò una mano sulla fronte febbricitante. “Come si chiama il tuo medico?”

lui tossì e voltò la testa sul cuscino. “Buffy?”

“Sono qui”

“Buffy. Buffy. Buff..” sussurrò lui, abbracciando il cuscino.

Senza più esitare , lei uscì dalla stanza e andò a chiamare il suo medico.

Quando il medico arrivò, la temperatura era salita a 40. Buffy gli aveva rinfrescato la fronte con un panno umido e gli aveva versato qualche goccia d’acqua tra le labbra, ma lui non voleva bere , non voleva prendere il calmante per la tosse, non voleva fare niente, salvo dormire. Sembrava un bambino capriccioso. Il cuore le si strinse. Chi si era preso cura di lui da piccolo? Una bambinaia? Gli aveva voluto bene?

Lo curò con dedizione e riuscì a fargli delle spugnature senza che lui urlasse. Odiava la sensazione di freddo sulla pelle ardente. Sudava anche lei quando finì di asciugarlo e gli fece prendere un’ aspirina. Poi lo lasciò dormire.

Il giorno dopo , la febbre si era abbassata e William era di pessimo umore. Buffy lo costrinse a bere e a prendere le medicine, poi si sdraiò accanto a lui. “Dormi” sussurrò, accarezzandogli i capelli, e lui le posò la testa sulla spalla senza protestare. In pochi secondi si era addormentato.

Dopo cinque giorni, William decise che stava abbastanza bene e che poteva fare delle telefonate. Buffy aveva portato l’apparecchio di sotto e lui protestò per delle ore. Un pisolino migliorò il suo umore. Quando si svegliò , era più dolce e più trattabile.

Il giorno seguente, Buffy gli tastò la fronte e sentì che era fresca. Alzandosi dal letto senza far rumore, si vestì e scese in cucina. Aveva messo la caffettiera sul fuoco e stava friggendo le uova, quando William apparve.

“Dov’è Joice? “ domandò, riferendosi alla cuoca.

“E’ andata a fare la spesa”

“Mmmh…” mormorò lui, baciandole la nuca.

Buffy si voltò. William si era fatto la barba e indossava i jeans e una maglietta nera. “Sei bellissimo” affermò in tono ammirato. “Glutei fantastici”

William sorrise “Stai guardando la mia parte migliore, passerotto”

“Fidati di me, lo so.” Compiendo un gesto automatico, lei gli tastò la fronte, poi, soddisfatta, si voltò verso i fornelli. “Strapazzate o all’occhio di bue?”

“Strapazzate”

Buffy versò le uova nella padella e, nel chinarsi, una ciocca di capelli le scivolò sulla fronte. William gliela mise dietro l’orecchio. “Sei così bella”

“William..??” disse lei sospirando..

lui fece scivolare le dita sul collo, la spalla… il braccio…

Buffy gli lanciò un’occhiata di avvertimento. “Sto cucinando”

“Non sto facendo niente” replicò lui con innocenza. Lei rise. Non avevano più fatto l’amore dalla notte in cui lui era tornato dalla Russia e , conoscendo la sua passionalità, si stupiva che non l’avesse ancora fatta sua sul pavimento della cucina.

I capelli lisci le ricaddero sul viso e lei, troppo pigra per andare di sopra a cercare un fermaglio, li arrotolò sulla nuca con una matita.

William corrugò la fronte.

“Che c’è?”

lui scrollò le spalle. “Dèjà vu”

Buffy mise a tostare delle fette di pane. “Sei sicuro di star bene? Forse dovrei chiamare il medico..”

“Lascia perdere il medico. Adesso ti porterò a letto e ti farò delle cose tanto sensuali da costringerti ad urlare” la sollevò sulle braccia e si diresse verso la scala.

“Non dovresti affaticarti. Sei stato ammalato per una settimana” protestò lei, cercando di divincolarsi.

William sorrise di nuovo,( o forse era un ghigno?…. :-p) “Ti avevo detto che non sarei stato ammalato per sempre” mormorò, adagiandola sul letto.

Buffy non seppe mai cosa ne fosse stato dei loro vestiti. Nel momento in cui i loro corpi nudi si toccarono, William si scatenò e le diede delle sensazioni tanto intense da farle perdere la ragione.

L’orgasmo fu così esplosivo e prolungato che per poco non perse conoscenza (esageriamo va’…ogni tanto sognare fa bene a tutti!!)

Quando riaprì gli occhi, William era disteso su di lei e la guardava. Aveva i capelli umidi e il suo viso non era più pallido.

“Mi dispiace” sussurrò, premendole la fronte sul petto.

“Per che cosa?” domandò lei, stupita.

“Ho perso il controllo. Ti ho fatto male?”

“No!” Buffy lo abbracciò , attirandolo a su di sé. “Mi piace sapere che quando sei con me dimentichi di essere William il Sanguinario. Non mi hai mai fatto male. Né a letto né fuori.” Concluse, lieta di vedere che il suo viso si rischiarava. “Sono affamata. Possiamo fare colazione, adesso?”

lo squillo del telefono le strappò un gemito di disappunto. William s’infilò un cuscino dietro la testa e rispose.

“Che cosa diavolo significa che non riesci a trovarla?” ringhiò , guardando Buffy. “Allora assumi qualcuno. VOGLIO CHE LA TROVI!” disse minaccioso, poi fece una breve pausa per calmarsi, poi aggiunse. “Tienimi informato, Wesley”

“Cattive notizie?” domandò Buffy , cercando di leggere la sua espressione.

“No. Devo contattare una persona per farle firmare delle carte.”

Lei gli accarezzò il petto. “Un ‘altro contratto?”

“La rottura di un contratto” rispose lui, fissando la sua mano. “Non potrebbe , quella mano, scendere più in basso?”

Capitolo 8

Buffy emerse dallo spogliatoio della camera d’albergo, infilandosi gli orecchini. L’abito argento che indossava era uno dei regali che William le aveva fatto per il viaggio in Marocco.

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“”perché non ti sei ancora vestito?” domandò , vedendo che lui era disteso sul letto, completamente nudo.

“Il volo non ti ha stancata?” replicò William in tono pigro. “Dovresti venire a letto a fare un pisolino”

“Oh, no, mio caro. L’hai detto anche tre ore fa. Siamo a Montecarlo da quattro ore e abbiamo fatto l’amore due volte. Credevo che mi avessi portata qui per andare al casinò”

“E’ vero” ammise lui, alzandosi e andandole vicino. “ma vederti vestita così… Dio, quanto sei bella” sussurrò, infilandole una mano dentro la scollatura.

Buffy fremette e gli strinse il polso. “Voglio vedere il casinò” dichiarò, ridendo.

Sentendola tremare, lui sorrise. I suoi capezzoli induriti premevano contro la stoffa del vestito.

Buffy chiuse gli occhi , sperando che lui le toccasse i seni e li succhiasse come aveva fatto non più tardi di 40 minuti prima.

“Ti piace essere una donna, vero?” mormorò lui, continuando ad accarezzarla. “Adoro guardarti mentre ti vesti. Tutti i tuoi gesti sono aggraziati e femminili…”

ipnotizzata dal timbro sensuale della sua voce , Buffy fece un passo indietro , cercando di sottrarsi da lui. “ Santo cielo. Come mai questi discorsi?”

William scrollò le spalle. “Non ho mai conosciuto nessuno a cui piaccia tanto stare nella sua pelle. Dato il modo in cui sei cresciuta, non capisco come tu abbia fatto ad acquisire il senso del tuo valore”

Imbarazzata e lusingata, Buffy non seppe che cosa dire “Fin da piccola mi sono resa conto che non volevo fare la vita di mia madre e ho cercato con tutte le mie forze di capire chi ero e che cosa volevo”

William le posò una mano sulla guancia. “Ti ammiro moltissimo, Buffy Summers” sussurrò, dandole un bacio breve ma intenso sulle labbra e andando nel bagno.

Buffy si lasciò cadere sul letto e fissò la porta chiusa.

Il piano principale del casinò aveva la stessa atmosfera di raffinata eleganza che aveva avuto nel 1860, quando era stato costruito. Buffy era ammaliata. “Non è giusto che la gente del posto non possa entrare e ammirare questo splendore” dichiarò, guardandosi intorno.

“Un piccolo prezzo da pagare, dato che a Monaco non pagano le tasse” rispose William accendendosi la sigaretta.

“E’ l’eredità che conta, non il denaro”

“Va’ a dirlo a chi deve mantenere una famiglia. E’ difficile che uno esca dal casinò con più soldi di quelli che aveva entrando. Fanno un favore ai cittadini”

“Cinico. Io continuo a pensare che non sia giusto” ribattè Buffy. Donne eleganti e uomini in smoking passeggiavano per i vasti saloni, le loro voci un miscuglio di accenti stranieri.

“Sono proibite solo le sale da gioco, signorina Cuore Tenero” replicò William, divertito. “Chiunque può andare a teatro a vedere l’opera o i balletti” poi le prese la mano e le baciò le dita, risalendo con le labbra sul polso.

“Comportati bene” lo avvertì lei.

Ridendo, William la prese sottobraccio. “Sei crudele”

“Taci. Sto assimilando tutto.” Il profumo della ricchezza permeava l’aria e l’aroma del potere e dei soldi si mescolava con la fragranza dei fiori freschi, sistemati in vasi preziosi.

Mentre entravano nel salone delle roulette, i tacchi dorati di Buffy affondarono in un folto tappeto blu. Un’orchestra , nascosta dietro uno schermo di palme, suonava una musica dolce.

William le posò una mano sulla schiena nuda e lei si rese conto di quanto adesso gli riuscisse facile toccarla in pubblico.

“Perché sorridi come se avessi appena mangiato un canarino?” domandò lui.

Buffy lo guardò con occhi scintillanti. “Sono felice”

William le sfiorò il viso “ Questo posto è qui da più di 100 anni, tesoro. Non dobbiamo correre”

“Qualcuno potrebbe rubarmi il posto fortunato”

“Siediti ad un tavolo. Ti porterò dei gettoni.”

“Non troppi.” Replicò lei, fremendo d’emozione.

“Voglio giocare al massimo un’ora”

William tornò poco dopo e le mise i gettoni nella borsetta mentre lei sceglieva il tavolo che preferiva.

“Sono morta e salita in paradiso” dichiarò Buffy, aprendo la borsetta Chanel e tirando fuori i gettoni neri e oro.

William si chinò su di lei. “Dopo voglio giocare con te” le sussurrò all’orecchio..

“Chi ha pazienza verrà premiato” rispose lei, facendo la sua puntata.

In realtà non aveva mai giocato alla roulette, per cui si limitò a puntare sul rosso e sul nero e un’ora dopo, avendo vinto qualcosa, si alzò.

“Ho una fame da lupo” annunciò.

William scoppiò a ridere. “Sei così prevedibile” commentò, guidandola verso il ristorante che si affacciava sulla baia. “Sempre affamata. Andiamo, ti farò mangiare qualcosa e dopo mi porterai un po’ di fortuna.”

Una volta seduta, Buffy prese in mano un gettone.

“Sai, sono tanto belli che credo che li porterò a casa e li metterò in cornice per ricordarmi di questo viaggio favoloso”

Per poco William non si strozzò con il vino. “Che cosa? Hai idea di quanto valgono?”

Lei scrollò le spalle. “Non lo so. Cinque dollari?”

“Ciascuno vale diecimila dollari”

“Che cosa?” Buffy si premette una mano sulla gola. “Stai scherzando. Devono essere… Oh , mio Dio. Ci sono almeno trentacinque gettoni qui.”

“lo sceicco seduto alla tua destra puntava dei gettoni da centomila dollari”

“Oh, Signore!” Buffy urlò , attirando l’attenzione di alcune persone in sala. “Se lo avessi saputo, non avrei giocato” disse lei, ricomponendosi.

“Ti divertivi. Che differenza fa il valore dei gettoni? Sono solo soldi”

“Tuoi , William. Non miei. Ci avrei messo un ‘eternità a restituirteli, se avessi perso.”

“Non è successo.” Il sorriso era scomparso e l’espressione di William era cambiata. “Decidi quello che vuoi mangiare e non pensarci”

Buffy si nascose dietro il menù. Non aveva più appetito e si sentiva una stupida. Avrebbe dovuto immaginare che in quella casa da gioco di lusso si puntavano solo cifre importanti.

Che cosa ci faceva lei in quel luogo di potere e di ricchezza, con addosso un abito firmato? Chi credeva di essere?

Buffy Summers, figlia di una prostituta di Sunnydale.

Aveva creduto che non si sarebbe innamorata di lui. Che fosse impossibile. Oh, com’era potuto succedere? Come aveva fatto a non accorgersene?

Quella storia non poteva avere un lieto fine. William non si sarebbe mai innamorato di una donna come lei. Avrebbe scelto una del suo ambiente. Non solo non avrebbe avuto il suo bambino, ma il 23 Dicembre non avrebbe avuto più nemmeno lui.

Depressa, chiese a William di ordinare anche per lei. Il menù era in francese e lei non avrebbe capito comunque.

William ordinò nel suo francese impeccabile, poi si protese verso di lei. “Che c’è?” domandò, scrutandola. “Cominci a sentire la stanchezza?”

“Io non appartengo a questo posto, William” mormorò Buffy con voce tremante.. Dio, pregò, fai che non mi metta a piangere davanti a tutta questa gente.

“Tu sei la donna più bella, qui dentro. Non hai ragione di sentirti fuori posto.” Rispose lui, prendendole la mano. In quel momento lei si accorse di non essersi messa lo smalto alle unghie. Anche sulle mani era fuori posto. La gola le si chiuse. Stava per piangere , dannazione.

“Buffy, guardami”

lei sollevò la testa , gli occhi verdi velati di lacrime.

“Che è successo?” domandò lui con dolcezza. “I gettoni non hanno importanza”

“Mi dispiace. Non so che cosa mi succede. Dev’essere la stanchezza. “ in quel momento il cameriere portò le loro ordinazioni e lei sorrise.

“Salvata dal cibo” dichiarò in tono allegro, impugnando la forchetta. In realtà, il cibo lo assaggiò appena. Dannazione, non voleva pensare alla fine quando aveva ancora tante settimane da godersi.

Uscendo dal ristorante, prese William per mano.

“Dove andiamo, adesso?”

“Sei sicura di non voler più giocare alla roulette?”

Buffy rabbrividì “No, grazie. Anzi, tieni questi” replicò dandogli i gettoni “Così non dovrò temere di perderli. Gioca tu. Io resterò a guardarti”

“Chemin de fer” decise lui, guidandola verso una sala riservata e sedendosi ad un tavolo. Buffy rimase in piedi dietro di lui, evitando di domandargli quanto valessero i gettoni. Non voleva saperlo.

A un certo punto un cameriere le portò qualcosa da bere, tuttavia lei lasciò il bicchiere su un tavolino. Aveva sete, ma voleva dell’acqua, non un alcolico.

La cena le era rimasta sullo stomaco. Si guardò intorno, cercando un cameriere, e la testa prese a girarle come una trottola. Deglutì convulsamente mentre brividi di freddo e di caldo le correvano sulla pelle. Cercò di aggrapparsi alla poltrona di William, ma le dita non le ubbidirono. “Che cosa..” Le luci si spensero e lei perse i sensi.

“Buffy?” la voce di William veniva da lontano e qualcosa di fresco le inumidiva il viso. “Apri gli occhi, amore mio”

non poteva essere lui. William non l’aveva mai chiamata amore mio.

“Aprì gli occhi. Subito!”

era tipico di William ordinarle di rinvenire. Buffy sollevò le palpebre. Qualcuno l’aveva adagiata su un divano e William era inginocchiato al suo fianco.

“Che è successo?” domandò. Le sue labbra erano bianche , la sua espressione ansiosa.

Lo stomaco le si rivoltò due volte, poi si mise tranquillo. Al diavolo la cena da centinaia di dollari.

“Buffy?”

“Che cosa?”

“Che cosa diavolo è successo?” lui si voltò verso qualcuno alle sue spalle. “Deve aver sbattuto la testa. Non è…”

“Sono solo svenuta” mormorò lei. “Non mi sono fatta male alla testa. Sto bene.” Si mosse per alzarsi e William la sostenne. Erano in un ufficio e due uomini erano in piedi da un lato.

“Credo di aver fatto male a mangiare. Ero troppo emozionata. Mi dispiace di averti messo in imbarazzo”

“Non lo hai fatto” rispose lui, scrutandola. “Santo cielo, sei bianca come un lenzuolo”

“perché mi hanno tolto il trucco” Buffy gli posò la testa contro il braccio. Si sentiva molto meglio ed era contenta che William si preoccupasse per lei.

“Dimmi che il vestito è rimasto a posto e che sono caduta come una signora”

“C’erano tanti uomini intorno a te che nessuno lo ha notato” replicò lui, respingendole una ciocca di capelli dal viso. La sua fronte era umida e fredda.

“Possiamo tornare in camera, prima che combini altri guai?”

“Farò venire un medico a visitarti”

“Non ho bisogno di…” William la prese in braccio e si mise in tasca i pettinini che le erano caduti dai capelli.

“Stai attento che non si veda il sedere” mormorò lei, chiudendo gli occhi.

“Sei decente” assicurò lui, entrando nell’ascensore.

“Mi sento ridicola”

“Hanno pensato tutti che eri caduta con molta eleganza” scherzò William , aprendo la porta della loro suite ed entrando.

“Non dici la verità. Scommetto di essere caduta faccia a terra davanti a tutta quella gente e che tutti hanno visto la mia biancheria intima” gli occhi le si colmarono di lacrime. “Mi dispiace di averti messo in imbarazzo”

William le asciugò le lacrime che le rigavano il viso. “Nessuno se n’è accorto. Te l’assicuro. Pochi secondi prima che svenissi è entrato il principe e tutti guardavano lui, non te”

“Mi sento peggio” dichiarò Buffy di colpo, pallida come una morta. “Non rallentare finchè entriamo nel bagno”

William la posò a terra poco prima che lei vomitasse. Le sostenne la fronte mentre degli spasmi violenti scuotevano il suo fragile corpo, l’assistette mentre si lavava la faccia e i denti, poi la portò a letto.

Quando il medico arrivò, si sentì inondare di sollievo. L’uomo le ordinò riposo e cibi semplici per qualche giorno e , quando se ne andò, William l’aiutò a svestirsi e a infilarsi sotto le coperte.

“posso portarti qualcosa?”

“no, grazie. Mi sento una cretina. Perché non torni al casinò? Ci vedremo più tardi”

“Resto qui con te. “William le infilò un braccio sotto le spalle e la strinse a sé. “Chiudi gli occhi e cerca di dormire”.

 

 

Buffy lo svegliò il mattino dopo, pronta a cominciare la giornata.

“Sei stata male, rimettiti a dormire”

“Nossignore”replicò lei, scuotendolo “Mi sento benissimo e oggi hai promesso che avremmo fatto una crociera”

“Vediamo se è vero che stai benissimo” mormorò lui, accarezzandole il fianco.

“Oh no” Buffy rotolò fuori dal letto e corse verso il bagno. “Vestiti, per piacere . farò una doccia veloce, poi voglio andare in qualche bel posto a fare colazione”.

Dopo aver fatto colazione, salirono sullo yacht che William aveva affittato il giorno prima e Buffy, in calzoncini e maglietta bianca, si sedette sul ponte accanto a lui. Era abbronzata, piena di salute e molto sensuale.

Durante la navigazione, William si tolse i calzoncini e si distese su dei materassini di gomma. Il sole caldo e il movimento della barca gli conciliarono il sonno e lui chiuse gli occhi. Li riaprì sentendo la pressione di due labbra sul viso.

“E’ un peccato che tu dorma in una giornata tanto bella” lo rimproverò Buffy.

In alto i gabbiani volavano in cerchio contro il cielo azzurro e le vele sbattevano nel vento.

“Di sotto c’è una bella stanza” mormorò lui, infilandole una mano dentro la maglietta e accorgendosi che lei non portava il reggiseno.

“Con un grande letto, immagino”

“Probabile”

“E se prima pranzassimo?”

Ridendo, William la prese per mano e la condusse di sotto.

Aragoste fredde, insalata mista, frutta e dolci erano stati disposti su un tavolo. Buffy prese un po’ di tutto e si riempì il piatto fino all’orlo.

“Ti sentirai male di nuovo, se mangerai tutta quella roba” l’avvertì lui mentre si sedevano a un tavolino accanto alla finestra.

Guardandola divorare l’aragosta , pensò che era difficile credere che fosse la stessa donna della sera prima. Quando l’aveva vista distesa per terra, aveva provato uno spavento terribile e durante tutta la notte era rimasto sveglio per valutare se fosse stato necessario chiamare di nuovo il medico.

“Non starò male” affermò lei, spargendo la maionese sull’aragosta. Quando ebbe finito di mangiare, nel suo piatto non era rimasta nemmeno una briciola. Si lavò le dita in una ciotola e sbadigliò.

“Non farò un pisolino” l’avvertì, come se gli avesse letto nella mente.

“Chi ha parlato di un pisolino?” domandò lui.

“hai l’espressione di chi sta per proporlo”

“Questa notte non ho chiuso occhio. Abbi pietà”

“Vuoi solo fare delle cose cattive al mio corpo”

“Anche quello, passerotto”

era stato un bene che avessero fatto l’amore e un pisolino dopo mangiato, si disse William, perché, quando tornarono in albergo, Buffy si sentì male e diede di nuovo di stomaco.

Uscendo dal bagno, pallida come un cencio, gli lanciò uno sguardo di avvertimento. “Non azzardarti a dirmi che me lo avevi detto”

“ti porto in ospedale Buffy” William, la guardò e si sentì impazzire per l’angoscia.

Poco dopo, mentre il medico la visitava, si mise a passeggiare per il corridoio.

“Non è giusto” protestò lei, quando rimasero soli. “ Non ho sentito una parola di quello che ha detto”

“Ritiene che si tratti di un ‘intossicazione alimentare, ma faranno degli esami più approfonditi” un po’ di colore le era tornato sul viso, ma lei era ancora debole e pallida.

“Grazie di essere così buono con me” mormorò Buffy, facendogli pensare che nella sua vita poche persone fossero state buone con lei. Quel pensiero lo imbestialì. Preoccupato, sfiorò con un dito i cerchi scuri sotto i suoi occhi. Il medico aveva ragione? Era mai possibile che un po’ di cibo la facesse stare tanto male? Forse era stato lui a trasmetterle il virus.

“E’ colpa mia” le disse, sentendosi rimordere la coscienza come mai in vita sua. “Ti ho trasmesso l’influenza” mormorò , accarezzandole il viso. “Chiudi gli occhi e riposa”

“Voglio tornare a casa” piagnucolò lei. “Voglio sentirmi male nel mio bagno e dormire nel mio letto”

“Buffy, devi restare ancora una notte qui, per gli accertamenti..”

“William … ti prego..” le disse lei , sull’orlo delle lacrime.

“Allora, casa sia” mormorò William, mentre lei lo guardava con la fiducia di un cucciolo. “Riposati, mentre organizzo la partenza”.

Ironia della sorte, appena l’aereo decollò, Buffy si sentì bene.

“Che stai facendo?” domandò dal divano su cui William l’aveva fatta distendere.

“lavoro. Perché sei sveglia?”

“Mi sento sola.”

“Sono solo a pochi passi da te, Buffy” rispose lui, porgendole la mano. “Vuoi sederti sulle mie ginocchia?”

“Prima devo andare in bagno” buttando da un lato la leggera coperta, lei prese la sua borsetta e si alzò.

“Ti senti bene?”

“Torno tra un minuto”

Buffy si mise un contraccettivo, uscì dal bagno e, dopo aver buttato la borsetta sul divano, si diresse verso di lui, raccolse le carte che aveva davanti e le posò sul tavolino.

I motori rombavano quando gli si sedette in grembo e gli posò la testa sul petto. “Fai l’amore con me..” sussurrò.

“Non credo che sia una buona …”

Buffy sorrise, poi lo baciò, impedendogli di continuare. William si eccitò subito e le rispose con passione.

“E se Hank venisse qui?” domandò lei all’improvviso.

“Non verrà. Non distrarti. Hai cominciato, adesso finisci”

“E’ una sfida?” chiese lei, facendogli scorrere le dita sul petto. Poi gli slacciò i jeans e v’infilò le mani dentro.

William le afferrò i polsi e si portò la sua mano alle labbra. “Aspetta un momento” mormorò, staccando il telefono dalla parete vicino a lui. Poi , mentre dava delle istruzioni all’equipaggio, le tolse la maglietta.

Il suo respiro era caldo e affrettato. Dopo aver posato il telefono, la mise in piedi e le sfilò i jeans e le mutandine. Buffy cercò di svestirlo, ma lui la respinse.

“lascia fare a me, dolcezza.” Sussurrò. Si tolse i jeans e la camicia, si sedette e la prese in grembo.

“Qui?” domandò lei, guardando la porta della cabina che era a pochi metri di distanza.

“Non possono sentirci” William la fece abbassare su di sé e, tenendole stretti i fianchi, la penetrò. “Non muoverti” le disse a bassa voce.

“Oh, Dio”. Buffy chiuse gli occhi. Essere colmata da lui era meraviglioso. Sentiva le sue mani risalirle sui fianchi, chiudersi intorno ai seni e stuzzicarle i capezzoli.

Ti amo, ti amo, ti amo, pensò, mentre la mente le si vuotava e un tremito le correva sulla pelle.

William si spinse dentro di lei con tanta forza da farla gridare. La sensazione era così meravigliosa che gli occhi le si riempirono di lacrime. Inarcando il busto, lo risucchiò dentro di sé e sentì arrivare le prime onde di piacere.

Insieme raggiunsero le alte vette, i loro corpi incastrati in una lotta mortale, finchè entrambi crollarono , sazi e sfiniti.

Buffy si appoggiò contro di lui, ancora scossa da piccoli tremiti e un attimo dopo si addormentò con una mano posata sul suo petto e il respiro ancora affrettato.

William la contemplò con una sensazione dolce-amara. Le passò un dito sul braccio, ma lei non si mosse e non aprì gli occhi nemmeno quando la distese sul letto in fondo alla carlinga.

Da quando la conosceva, la sua bellezza era aumentata. Non solo nei tratti che mostrava al mondo, ma nel volto intenso che aveva quando nessuno la guardava.

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Stava diventando impossibile mantenere un certo distacco da lei. Buffy lo faceva sorridere e ogni volta sentiva che il cuore gli si riempiva di dolcezza.

Avrebbe voluto stringerla tra le braccia e non lasciarla andare mai più. Lei era un tesoro prezioso, un tesoro che era stato felice di possedere fin dal momento in cui l’aveva vista così debole e pallida.

In quell’istante si rese conto con profondo dolore che , al contrario dei suoi quadri e delle sue sculture, Buffy avrebbe potuto essergli tolta da una forza contro cui non poteva combattere o contrattare.

Capitolo 9

Quella sera, sebbene avesse perso un po’ della sua abbronzatura, Buffy splendeva di salute.

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Le luci del teatro le illuminavano il viso mentre si protendeva in avanti seguendo lo spettacolo. Solo con lei nel palco sovrastante il palcoscenico, William non resistette al desiderio di accarezzarle la schiena e di posarle una mano sulla nuca, sotto la cascata dei suoi morbidi capelli.

Buffy si voltò e gli rivolse quel sorriso speciale che gli toccava il cuore. “Phantom è divino” sussurrò con gli occhi scintillanti. “Grazie di avermi porta…”

Era impossibile resisterle. William la baciò, limitandosi a passarle la lingua sul labbra inferiore per assaporare il suo sorriso. Il teatro e la musica scomparvero. Le infilò una mano sotto la gonna e lei gemette.

Gli applausi scoppiarono di colpo e le luci si accesero. William si ritirò nella sua poltrona e si passò entrambe le mani tra i capelli platinati nel tentativo di recuperare il controllo di sé.

“Uno di questi giorni ci farai arrestare” mormorò

lei sbarrò gli occhi. “Io?” domandò, abbassandosi la gonna sulle ginocchia. “Non è colpa mia se non sai tenere le mani a posto”

“Sì, lo è” William le liberò un orecchino dai capelli. “Che cosa devo fare con te? Quando ti sto vicino, mi comporto come un adolescente sfrenato”

Buffy gli passò un dito sulle labbra “E io mi comporto come un’adolescente sfrenata. E allora?” replicò , alzandosi e prendendolo per mano. “E’ caldo qui dentro. Andiamo a bere qualcosa di fresco durante l’intervallo.”

Quando scesero la scala e arrivarono al bar, William vide che era impallidita. Da quando erano tornati da Montecarlo era stata bene e si era rifiutata di andare dal medico. Non gli piaceva essere preoccupato. Non lo era mai stato per nessuno.

“Ti porto a casa”

“Perché?” domandò lei, voltandosi.

“Sembra che tu stia per svenire”

“Non è vero. Fa solo troppo caldo. Mi piace questa commedia e mi sento bene. Davvero. Usciamo un momento a respirare una boccata d’aria fresca. D’accordo?”

“Fuori si gela. Vado a prenderti il cappotto” William lanciò uno sguardo dietro di lei e s’irrigidì. “Dannazione. Proprio quello che mi ci voleva”

“Come? Chi?” chiese Buffy , voltandosi. “Oh, Angel e Darla”

William aspettò che suo cugino e la moglie li raggiunsero. Angel era un tipo abbastanza perbene, se uno non pretendeva che lavorasse per vivere. Alto, con i capelli neri, e con uno sguardo magnetico, non somigliava affatto a William. Inoltre, mentre William lavorava 12 ore al giorno, Angel se la spassava. Quando lui aveva preso le redini della ditta, suo cugino non aveva fatto una piega. Era più che felice di intascare i dividendi e di continuare la sua bella vita. William non lo vedeva da un anno e ne avrebbe fatto volentieri a meno.

Piccola e bionda, in 8 anni Darla non aveva cambiato il suo aspetto alla Grace Kelly. Era sempre elegante con discrezione e aveva sempre quell’aria altezzosa che 8 anni prima lo aveva mandato in bestia.

“Angel, Darla” li salutò.

Adesso poteva guardare spassionatamente Darla. La sua fredda bellezza sembrava senza vita in confronto alla brillante personalità di Buffy. Non riusciva a credere di aver chiesto a quella donna di sposarlo.

“Conoscete Buffy Summers?” domandò, sebbene non gli importasse un accidente. La sala era calda e Buffy sembrava ancora più pallida.

Gli orecchini brillanti che Darla portava scintillarono. “Certamente. Abbiamo conosciuto la tua ragazza calendario” rispose, ridendo. William avvertì il desiderio di strozzarla.

Darla gli accarezzò un braccio. Aveva le unghie lunghe e smaltate di viola. William la scrollò via con la sensazione che un ragno gli fosse entrato in una manica.

“Non c’è bisogno che ti arrabbi, caro. Sanno tutti che tieni le tue amanti per un anno.”

“Stavamo andando a respirare una boccata d’aria fresca” dichiarò William, ignorandola. “Lieto di averti visto, Angel. Ogni tanto vieni alle riunioni.” Poi, tenendo stretta Buffy , si diresse alla porta.

“Fa davvero molto caldo qui” Darla si sventolò il programma e li seguì.

Il foyer era tanto affollato da non potersi muovere . “Portami una bibita fresca, Angel. Ti aspetto fuori.” Gridò William per superare il frastuono.

Buffy tremava e rivoli di sudore le incollavano i capelli alle tempie. “Hai bisogno di sederti?” le chiese. “Di andare in bagno?”

Vedendola annuire , la guidò in quella direzione. Gli sembrò che lei stesse dentro per ore. Alla fine, non resistendo più, aprì la porta del bagno delle donne.

“William! Non puoi stare qui” protestò Buffy, passandosi un fazzolettino di carta sulla gola. Il colorito le era tornato e si era pettinata e messa il rossetto.

“Sono ore che sei qui dentro” replicò lui, andandole incontro.

Buffy si alzò e gli tese la mano. “Grazie per essere venuto a cercarmi” ammiccò “ la via è libera adesso? Possiamo vedere l’ultimo atto?”

“Non vuoi tornare a casa?” William la spinse fuori, ignorando gli sguardi delle persone presenti.

“No. Sto benissimo. Ho avuto solo un capogiro.” Arrivati nel palco, William si sedette accanto a lei e le prese la mano. “Mi dispiace per quello che ha detto Darla.”

“Non mi hanno dato fastidio” assicurò lei. “Mi dispiace per lei. Le persone tanto meschine devono essere molto infelici” commentò poi, tranquilla.

William chiuse gli occhi e premendosi la sua mano sul cuore, si godette il resto della commedia.

La sua preoccupazione più grande era la salute di Buffy. Quei mancamenti avvenivano con una regolarità allarmante. Non voleva che lei si ammalasse. L’indomani avrebbe insistito per accompagnarla da uno specialista.

Mentre tornavano a casa in macchina, Buffy lo pregò di portarla nella sua casa e cedette a malincuore quando lui insistette per restare con lei, poi si appisolò contro la sua spalla. Appena a letto, fecero l’amore con estrema dolcezza e si addormentarono abbracciati. Fu la sveglia di Buffy a strapparlo dal sonno. Lei mormorò qualcosa e continuò a dormire. Fuori era buio e faceva freddo. William avviò il motore e guardò le finestre buie della casa , immaginandosi Buffy che dormiva al caldo e al sicuro. Avvilito, controllò l’orologio e scoppiò a ridere.

Erano le tre del mattino.

 

Andarono ad Aspen per qualche giorno. Il tempo era brutto e l’aria fredda. Mentre Buffy cucinava un arrosto, William apparecchiò la tavola e versò il vino nei bicchieri. “Sono affamato” si lamentò.

Buffy stava preparando una torta di mele ed era coperta di farina dalla testa ai piedi.

“Togli l’arrosto dal forno e lascialo riposare. Dopo potremo mangiare” attese che lui posasse la pentola sul ripiano , poi domandò con noncuranza “Che cosa pensi di fare il giorno del Ringraziamento?”

“Il Giorno del Ringraziamento?”

“La festa che ricorre a Novembre”

William sorrise con indulgenza “Non ci ho ancora pensato, perché?”

“Io adoro il Giorno del Ringraziamento. Possiamo passarlo qui?”

“Certo”

Buffy si sfregò le mani , facendo mentalmente un programma. Avrebbe cucinato un tacchino e una torta. Voleva che quel giorno restasse per sempre nella memoria di William.

L’agnello arrosto risultò tenero e saporito, le patate e le carote cotte alla perfezione.

William rise “Sei la sola donna che conosco che sembra intenta a fare sesso mentre mangia”

“Amo le feste” rispose lei, sentendosi felice.

Quando ebbero pranzato, William la mandò a sedersi davanti al caminetto e, dopo aver rigovernato la cucina, la raggiunse. Prendendo posto sul divano, si mise in grembo i suoi piedi coperti da grosse calze di lana e cominciò a massaggiarli.

“Quand’ero piccola” mormorò Buffy , guardando le fiamme “Avevo un album di ritagli. Cercavo le immagini di piatti prelibati, di feste e le incollavo in un quaderno. Mi piacevano soprattutto quelle che mostravano delle famiglie felici che mangiavano in una grande cucina di campagna”

William smise di massaggiarla “Che cosa ne è stato di quel quaderno?”

Buffy arrossì “L’ho ancora. Sciocco, vero?”

“No” replicò lui “E’ molto triste. Perché non ti sei mai sposata e non ti sei creata la famiglia che desideri tanto?”

Diglielo, pensò lei. Oh, Dio , questa è l’occasione perfetta per dirglielo. Le parole le si formarono nella mente e poi svanirono come neve al sole e il momento passò.

“Mi sono innamorata dell’uomo sbagliato”

“Quanti anni avevi?”

“Diciotto”

“Ti ha spezzato il cuore per sempre?” William si alzò e andò a mettere dell’altra legna nel camino.

“Allora lo pensavo” non sapevo che sarebbe potuto essere molto peggio, aggiunse tra sé.

“Non ho mai creduto che l’amore esistesse” William le sollevò i piedi, le sollevò le calze e posò le mani sulla sua pelle nuda. “Non mi sembra che valga la pena di spezzarsi il cuore”

“Quello che ti dà l’amore vale qualunque rischio”

“Se impari a conoscere troppo bene una persona, vedi tutti i suoi difetti e le manchevolezze” affermò lui, guardando il fuoco. Fuori era scesa la notte e l’oscurità premeva contro le finestre.

“Oppure puoi cominciare ad affezionarti” suggerì lei.

William scrollò le spalle. “Disprezzo i deboli” dichiarò.

“Forse sono solo esseri umani” A chi alludeva lui? A Darla? A sua madre?

Un muscolo gli guizzò sulla mascella. “Mio padre mi considerava debole”

“Lo eri, William” rispose lei con dolcezza “Eri soltanto un bambino”

“Il pensiero di poter essere ancora tanto debole mi atterrisce” confessò lui.

“L’amore rende forti. Parlo dell’amore di una madre per un figlio, di un uomo per una donna. Abbiamo tutti bisogno di avere qualcuno che ci voglia bene. Cerchiamo tutti quel posto in cui ci sentiamo amati e protetti”

“La gente è quello che vuole essere” gli occhi di William sembravano più chiari del solito. “Le scelte che facciamo ci portano dove siamo. Se qualcuno non è contento, può fare delle scelte diverse, non credi?”

“Penso di sì” rispose lei, assonnata.

“Diamo una festa, quando torniamo” propose William all’improvviso.

“va bene”

“Voglio dare una grande festa. Invitare tutti quelli che conosciamo”

Buffy sorrise. “Di colpo ti piacciono le feste?” domandò sbadigliando.

“Questa sarà spettacolare”

“William” mormorò lei, sul punto di addormentarsi “Perché vuoi dare una festa?”

 

Ottobre

 

“Tempismo perfetto. Mi sono appena svegliata. Oh, bene , cioccolata” Buffy prese un pasticcino .

Xander e Oz erano arrivati all’improvviso, portando dei dolcetti, e lei li aveva condotti in cucina.

Mentre i due uomini si scambiavano uno sguardo, Buffy si raccolse i capelli e li appuntò sulla nuca con una matita.

“Che cosa ha detto il medico?” domandò Xander.

“Come vanno i preparativi per la festa di domani?” chiese Oz nello stesso momento, lanciando un occhiataccia all’amico.

“Bene” Buffy versò il caffè per loro e un bicchiere d’acqua per sé. “Mi piace comandare la gente. Ho scoperto di avere un talento particolare. Penso di andare là tra un paio d’ore per controllare che tutto vada bene, poi cenerò con William. E’ così caro a dare una festa per mostrare agli ospiti la casa”

“Già” convenne Xander “Così caro”

“E’ orgoglioso del lavoro che hai fatto” dichiarò Oz “Stai diventando sempre più brava, Buffy. Vuole far conoscere a tutti il tuo talento.”

“Che cosa carina da dire!” Buffy si leccò la cioccolata dalle dita. “Ho una buona notizia da darvi e… delle altre notizie”

“Qual’ è quella buona?” domandò Xander , mangiando un pasticcino con voracità.

“Quella buona è che sono contenta che apprezziate il mio lavoro perché molto presto tornerò a lavorare a tempo pieno”

“E poi?” la stimolò Oz, vedendo che non aggiungeva altro.

“L’altra notizia è… che sono incinta” Buffy guardò l’uno e l’altro. “E non azzardatevi a dirmi te l’avevo detto”

“Credevo che usassi dei contraccettivi”

Buffy strinse le labbra, prima di rispondere. “In questi ultimi tempi li ho usati….quasi sempre” replicò lei.

“Si dovrebbero usare OGNI volta” puntualizzò Xander.

“A volte non c’è tempo”

“Oh , risparmiami ti prego” gemette Xander.

“Oh , bene, un’altra piccola cosa che è andata storta” commentò Oz , dandole dei colpetti sulla mano.

“ma tu non la consideri una brutta notizia, vero?” domandò Xander.

“No” Buffy prese un altro pasticcino.

“Allora perché ti mangi le unghie?”

“Questa notte dirò tutto a William”

“Tutto?” Oz inarcò le sopracciglia.

“Tutto.” Buffy si alzò e andò alla finestra. Nella luce incerta , il giardino aveva un’aria triste. Gli alberi erano spogli e c’erano pochi fiori. Doveva tenere a mente che dopo l’inverno veniva la primavera.

“Dio, che pasticcio. Sono estasiata all’idea di avere un bambino. Ma ho paura della reazione di William.”

“Non è un po’ come il ladro che è dispiaciuto dopo che è stato acciuffato?” disse Oz.

“Io non sono stata acciuffata” Buffy si morsicò l’unghia del pollice e si appoggiò contro la finestra. Indossava una pesante vestaglia rosa, ma era a piedi nudi e il pavimento era freddo. “Non avevo previsto tutto questo. Credevo che sarei rimasta incinta molto prima. Così, invece, non ho fatto altro che innamorarmi ancora di più di William” sospirò “Scoprire che sta per diventare padre non lo farà saltare di gioia”.

Scostandosi dalla finestra , tornò a sedersi e si abbracciò le ginocchia.

“Il gioco andava bene quando eravamo solo noi due , ma io non intendo giocare con il mio bambino. Non posso mentire più. Inoltre… come posso aspettarmi che William prenda una decisione riguardo a noi, se non conosce i fatti?”

“sarà furioso” l’avvertì Xander.

“Lo so” convenne lei con calma “Però devo dirglielo lo stesso”

William entrò in salotto e si guardò intorno con aria critica. Il tavolo era apparecchiato con una tovaglia di damasco rosa e i cristalli e gli argenti scintillavano.

Deglutendo nervosamente , si frugò in tasca per l’ennesima volta. Dio , era nervoso come un dannato scolaretto. Sospirando, andò a versarsi uno scotch.

Buffy era magica. Era il suo talismano contro la solitudine. Era calore e risate. Era dolce , amorevole e aperta. William si sedette sulla sua poltrona preferita. Nella pallida luce del crepuscolo , vedeva una parte del viale e la piccola auto di Buffy che si avvicinava.

Buffy con i suoi splendidi occhi verdi, con i capelli color del miele , con il suo corpo da dea…

Perfino il sesso che faceva con lei era diverso. Buffy aveva ragione. Loro facevano l’amore, non si trattava solo di sesso, ed era meraviglioso. Ma c’era di più. La sua intelligenza, il suo umorismo, la sua onestà e integrità. Con lei aveva imparato ad odorare i fiori e a rilassarsi. E in una certa misura a fidarsi. Buffy sarebbe arrivata a momenti. Avrebbero cenato e dopo lui le avrebbe dato la scatolina che aveva in tasca. Chiudendo gli occhi , immaginò la faccia che Buffy avrebbe fatto, vedendo l’anello. Di certo gli avrebbe buttato le braccia al collo e lo avrebbe baciato.

Perso nei suoi pensieri, non udì la macchina arrivare, ma udì la porta che si apriva e i passi di lei sul marmo , sul legno, sul tappeto.

Aprì gli occhi e la guardò. Era bellissima.

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senza dire una parola, Buffy attraversò la stanza e si sedette sulle sue ginocchia. William le accarezzò la pelle della guancia e del collo e la baciò con passione.

“Dio, Buffy” gemette, quando lei sollevò la testa.

“Dobbiamo parlare” gli sussurrò sulla gola.

“Dopo cena” William le alzò il vestito sfilandolo dalla testa.

Con addosso solo i sandali e gli slip , era una fata. William le accarezzò le gambe, poi la fece distendere sul ripiano dello scrittoio.

Buffy abbassò le palpebre e allargò le ginocchia, aspettando che lui le sfilasse le mutandine. Tremava e William indugiò un attimo a guardarla.

Voleva che durasse.

Voleva dimostrarle quanto la desiderava, amarla finchè fosse stata troppo debole per rifiutargli qualcosa. Ma nel momento in cui la penetrò e sentì il suo calore, fu perduto.

Il loro orgasmo fu immediato e violento e lui le crollò addosso, il viso premuto contro il suo collo. Poi, rimanendo dentro di lei, cominciò ad accarezzarle il viso e i capelli.

“Continua così per altri vent’anni” mormorò Buffy, allungando le braccia sopra la testa e sorridendo come una dea pagana.

“Sei insaziabile, passerotto”

“E’ un problema?” domandò lei in tono pigro, allacciandogli le gambe intorno ai fianchi.

“Non per me. No” William puntellò le mani sullo scrittoio. “Mi fai impazzire, Buffy. Quando sono con te , ti voglio. Quando ti sono lontano, penso a te ogni minuto. Mi tieni in ansia. Mi fai ridere. Mi fai credere nei sogni. Vorrei.. avvolgerti in una nuvola e portarti sulla montagna più alta per tenerti al sicuro” prendendole una mano, le baciò tutte le dita.

“Mi ecciti, eppure la tua presenza mi calma. Sei imprevedibile e i tuoi passatempi mi danno le palpitazioni. Io mi fido di te più di chiunque altro…”

Di colpo la vide impallidire e una paura terribile gli attanagliò il cuore. “Che c’è , amore?” sussurrò.

Lei chiuse gli occhi a lungo, poi si umettò le labbra. “Oggi sono andata dal medico.” Dichiarò con voce tremante. Un brivido gli corse lungo la spina dorsale e William si staccò da lei, gli occhi annebbiati dal terrore, il cuore martellante e le mani sudate.

Passando le dita tra i capelli tirati indietro dal gel, imprecò sottovoce

“Oggi sei andata dal medico… Oh, Buffy” chiuse gli occhi e poi li riaprì. Lei era pallidissima, le labbra esangui. Doveva trattarsi di una cosa grave, se era tanto turbata.

“Che cosa ti ha detto? Qualunque cosa sia, l’affronteremo insieme. Diavolo ho più soldi di …

troveremo il miglior specialista del mondo, andremo…”

il telefono si mise a squillare mentre Buffy sussurrava il suo nome con voce tremula e spaventata.

“Dimmelo, per l’amor di Dio!” gridò lui, ignorando gli squilli.

“Io…io…” Buffy si morsicò le labbra. “Prima rispondi”

“Al diavolo il telefono! Cos’ha detto il medi…”

Buffy afferrò la cornetta e gliela diede.

“Pronto!” rispose lui, continuando a fissarla. Che cosa avrebbe fatto se Buffy fosse morta?

“Che cosa hai detto?” urlò, non appena riconobbe la voce di Wesley. “Mary vuole 5 milioni di dollari?” se possibile, Buffy diventò ancora più cadaverica e scivolò giù dallo scrittoio. Dannazione, stava andando tutto storto. Aveva stabilito di chiederle di sposarlo e poi spiegarle la brutta storia del matrimonio. Adesso tutto lo sporco sarebbe venuto a galla!

“Va bene, daglieli!” sbraitò, impaziente di chiudere la comunicazione. Buffy si era rimessa il vestito e stava cercando le mutandine. “Sì, tienimi aggiornato.” Concluse, sbattendo giù il telefono.

“Insomma,che cosa mi nascondi? Che cosa diavolo ha detto il medico?

“non avrei potuto dirglielo nemmeno se ne fosse andato della mia vita” dichiarò Buffy a Wesley, il mattino dopo alle nove, nello studio legale di Los Angeles.

“ero così furiosa che sono scappata via. Solo Dio sa che cosa deve aver pensato

William . so che sei il suo avvocato, Wesley, ma noi due ci eravamo messi d’accordo. Vuoi spiegarmi perché Mary gli ha chiesto 5 milioni di dollari?”

l’interfono suonò, annunciando l’arrivo di Rupert Giles. Buffy roteò gli occhi. “Lo hai chiamato perché avevi paura? Dannazione Wesley. Come hai potuto farmi una cosa simile?”

Rupert entrò, chiuse la porta e le posò una mano sulla spalla. “Siediti Buffy, non è come pensi”

Buffy scrollò via la mano e si lasciò cadere sul divano di pelle, davanti allo scrittoio.

“Che cosa avete complottato voi due? Mi sembrava di essere stata chiara anni fa. NIENTE Più SOLDI DA WILLIAM!! Dannazione , ero quasi riuscita a mettere da parte quello che mi… non mi stupisco che pensi tanto male delle donne. E adesso avete peggiorato la situazione. Dio. Non ne posso più”

“Buffy, aspetta” Rupert la guardò con ansia. “William non sentirà la mancanza di quel denaro. E’ un uomo generoso. Volevamo solo essere sicuri che tu ti trovassi in una posizione tranquilla nel caso lui non si fosse innamorato di te. Noi…” non riuscì a concludere.

“Bene” scattò Buffy “ Adesso non mi amerà di sicuro. Non ho bisogno che William mi mantenga.” Si alzò di scatto e si mise a camminare avanti e indietro per la stanza.

Allarmati , i due uomini videro che aveva il viso rigato di lacrime.

“Dio..” imprecò a denti stretti “Cosa.. cosa gli dico adesso?… Mary vuole 5 milioni di dollari per divorziare; che cosa avete fatto?? Come avete potuto farmi questo??”

“Tesoro” Rupert guardò prima Wesley, poi lei. “tra un mese William…” s’interruppe , cercando le parole.

“Una donna come te dovrebbe essere idolatrata” mormorò Rupert, sconsolato. “Se mio nipote non ti tiene stretta, è un idiota. Ma sapevi che questo sarebbe successo.”

Buffy tirò a lungo un sospirò . “Io lo amo. Volevo solo essere… amata. Tra un mese io e William ci saremmo lasciati..” si asciugò nervosamente le guance, per tornare seria. “ Lasciate che Mary gli conceda il divorzio. Se prenderete un solo centesimo… io giuro che ve la farò pagare!” Buffy si diresse verso la porta.

Rupert e Wesley si alzarono. “ Buffy” al suono della voce di Rupert , Buffy si fermò davanti alla porta “ Lo abbiamo fatto solo perché, quando il vostro rapporto fosse finito, ti restasse qualcosa.”

“Mi resterà qualcosa, Rupert. Credimi” disse senza voltarsi, poi se ne andò.

 

Capitolo 10

Era stata una mattina infernale ed erano solo le dieci. William aveva ordinato ad Anya di non passargli alcuna telefonata e stava facendo il numero di Buffy per l’ennesima volta.

Dove diavolo era? La sera prima , dopo che lei era scappata via senza rispondergli, aveva cercato di chiamarla più volte. Poi si era precipitato a casa sua ed era rimasto tutta la notte seduto in macchina nel viale, aspettando che lei tornasse, ma lei non si era fatta viva. Aveva parlato con Oz, con Xander, con Rupert e alla fine si era rivolto agli ospedali. Nessuno sapeva dove diavolo fosse. La sua preoccupazione era diventata angoscia. Sospirando, si premette le dita sulle tempie e cercò di ragionare. La sera prima Buffy era stata sul punto di dirgli qualcosa di importante. Qualcosa che le era difficile esprimere. Che cosa poteva essere? Le supposizioni diventavano sempre più allarmanti. In quelle ultime ore aveva immaginato le malattie peggiori. In quel caso,nemmeno lui avrebbe potuto far niente.

Chiuse gli occhi, ignorando gli squilli del telefono e il mormorio di voci nell’altra stanza. Voleva pregare, ma non sapeva come. Le parole gli si affollarono nella mente e lui supplicò, contrattò, fece delle promesse, tenendo gli occhi chiusi così strettamente da farli lacrimare.

Udendo il rumore della porta che si apriva, sollevò la testa , irritato.

“Anya, ti avevo detto di non disturbarmi a meno che…” le parole gli morirono in gola e lui si sentì inondare di rabbia, di sollievo e di qualcosa di troppo fragile da nominare.

“Dove diavolo sei stata?” domandò, mentre Buffy entrava e si sedeva davanti allo scrittoio.

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Era molto pallida;ombre scure le cerchiavano gli occhi, conferendole un’aria di grande fragilità.

“Dio” mormorò lui “Scusami. Non sono arrabbiato con te. Ma quando non sono riuscito a trovarti.. Per l’inferno , Buffy…”

“Mi dispiace… io.. avevo bisogno di tempo”

l’angoscia rese aspra la voce di lui . “Dove sei stata la notte scorsa?”

“In un albergo a … a San Josè”

“perché, per l’amor di Dio?” William si passò le dita tra i capelli. “Non tacere, Buffy. Qualunque cosa sia, dimmela” ardeva dal desiderio di abbracciarla, ma temeva che quando lei gli avesse dato la brutta notizia, l’avrebbe spezzata in due.

Due grandi occhi chiari lo fissarono. “Sono incinta, William”

Per qualche secondo il sollievo di sapere che non doveva morire fu così profondo da impedirgli di parlare. Poi la fissò e rielaborò quello che lei aveva detto.

Incinta.

Aveva pensato ai medici e agli specialisti del miglior sanatorio in Svizzera e lei aspettava un bambino.

La collera l’ottenebrò. “Sei incinta” ripetè in tono gelido. Poi si alzò e premette i pugni sullo scrittoio. “Di chi?”

Buffy trasalì “Di te, naturalmente”

“Non credo proprio, passerotto.” Una vena gli pulsava sulla tempia e il suo sguardo era tempestoso.

“Mi sono fatto fare una vasectomia anni fa” (per chi non lo sapesse è un intervento chirurgico che praticamente fa diventare sterili***)

lei smise per un attimo di respirare. “No.. non è poss .. ”

William le lanciò l’ultima frecciata “Dopo che tre delle mie amanti avevano affermato di aspettare un figlio da me. Non lavoro per loro e certo non lavorerò per te”

Buffy balzò in piedi e si protese verso di lui, gli occhi fiammeggianti. “Figlio di putt…! Perché non me lo hai detto? Come hai potuto non dirmi che…”

“Io ho osato?” ribattè lui, furibondo. “Sei gentile a guardarmi negli occhi dopo avermi pugnalato alle spalle. Le altre, perlomeno, tenevano a bada la loro avidità fino alla scadenza del contratto. Ecco perché non hai voluto firmarlo. Pensavi di romperlo appena avessi avuto una presa su di me. Non potevi aspettare, vero? Avresti potuto indagare, prima di ..”

Parlando, si accese la sigaretta nervosamente.

“Non è vero” replicò Buffy “Non ho programmato questa gravidanza” guardò verso la finestra e si morsicò le labbra. “ecco, forse all’inizio l’ho fatto. Ma dopo ho cambiato…”

William socchiuse gli occhi. “ dall’inizio? Cristo..” disse con un sorriso forzato, falso.

“Sì. No “ rispose lei, il volto in fiamme.

“E’ un sì o un no?”

“Ho cambiato idea” ribadì Buffy con calma “Ho capito.. che non potevo farlo senza..”

“Giusto” ringhiò lui. “E’ stato un’ incidente? Un puro caso…vero, Buffy? Avevi ragione..” aggiunse con crudeltà.

“Sei esattamente come tua madre, una sgualdrina da..”

“Oh, cielo. Non farmi questo” la voce le tremò. “Ti prego”. Lui vide che i suoi occhi si erano spenti, come se una mano indifferente avesse soffocato la luce che aveva dentro.

Era stata la sua mano, pensò, ma non aveva ancora finito. “Oh, ti chiedo perdono. Non hai mai voluto accettare i miei soldi, vero?” domandò in modo canzonatorio,velenoso. “Quanto credi che valgano gli orecchini che porti?”

Buffy si portò una mano all’orecchio su cui brillavano dei diamanti e dei rubini. “Non sap…”

“più o meno cinquantamila”

“mi avevi detto che erano bigiotteria”

“Più grandi sono, meglio è. Non mi hai detto così…BUFFY?”

“Sì, ma intende…”

“non sai distinguere un brillante da un pezzo di vetro?” domandò lui con derisione. “Pensi che sia stupido? .. se vuoi posso pagarti un corso di GEOLOGIA”

Buffy si tolse con cura gli orecchini e li posò sullo scrittoio.

“Oh , quelle labbra tremanti sono molto ad effetto” commentò lui, rimettendosi a sedere. “ma dimentichi che non sei la prima attrice che mi porto a letto. Devo dire che almeno il sesso ha reso quasi tollerabile questo fiasco. Quasi. “ripetè con un sorriso amaro. “Darmi la tua verginità ha compensato la spesa dei gioielli. Rimediavi con l’entusiasmo alla mancanza di esperienza. Quelle recite ti avrebbero valso un premio, se non avessi fatto beneficiare altri uomini delle cose che ti insegnavo”.

Buffy curvò le spalle, preparandosi ad un altro colpo.

William se ne accorse, ma proseguì con perfidia.

“Tutte quelle proteste per i regali… era tutto un inganno, vero? In attesa di un dono più grosso, dico bene?”

“No” gli occhi bugiardi di lei lo fissarono. “Volevo solo te”

“Ebbene , eccomi, mi hai avuto” la collera lo accecò. “C’ è nient’altro?” domandò , vedendo che lei non si muoveva.

“In realtà, sì” Buffy si asciugò una lacrima. “Ma adesso non mi sembra il momento di parlarne” si alzò e lo guardò negli occhi. “Non sono andata a letto con altri uomini, William. Quando ti sarai calmato, lo capirai”

“Sono calmissimo” dichiarò lui, digrignando i denti. “ti concedo 30 secondi per spiegarmi come credi che sia potuto succedere”

Buffy si spostò dietro la poltrona, usandola come uno schermo contro la sua rabbia. “Non mi sembra il momento per…”

“Invece è il momento perfetto” replicò William. “Vuoi farmi credere all’immacolata concezione?” disse spegnendo la sigaretta nel posacenere.

“Abbiamo fatto l’amore al mattino, a mezzogiorno e alla sera. E’ meglio che tu vada a parlare con il tuo medico. La vasectomia non ha funzionato”

“Hai detto che prendevi la pillola..”

“No. Ho detto che mi sarei occupata dei contraccettivi, ma.. hai ragione. Io volevo rimanere incinta. E lo volevo a tutti costi. Non era per incastrarti. Volevo un bambino. Poi mi sono innamorata di te e da allora ho cominciato a usare..” Buffy piangeva a dirotto ormai “.. … ma a volte non facevo in tempo e…” un forte singhiozzo la fece fermare.

William era imperturbabile.

“non sapevo di essere incinta. Non avevo concepito per tanti mesi che.. credevo… che questo bambino.. non dovesse nascere”

William scoppiò a ridere e lei, sentendosi vacillare, si aggrappò allo schienale della poltrona. Poi l’orgoglio le fece sollevare il mento.

Lui la guardò e la purezza del suo viso, la rassegnazione del suo sguardo gli diedero una fitta al cuore. Non doveva farsi ingannare, l’esperienza lo aveva dimostrato. Buffy voleva intrappolarlo proprio come le altre donne. Voleva i suoi soldi ed era stata sul punto di ottenere molto di più.

Maledetta la sua anima. Era stata lì per farlo …cercando di non guardare la sua pelle levigata e i suoi capelli, le lanciò un ultimo sguardo. “Chiamerò Wesley e gli dirò di liquidarti. Puoi chiamarlo oggi pomeriggio”

“non possiamo parlarne in modo razionale?” la voce di Buffy era roca e soffocata. Lottava contro le ultime lacrime, e come al solito, non aveva un fazzoletto.

“Io ti amo” sussurrò, piangendo.

“No, non è vero”

lei chiuse gli occhi e un altro singhiozzo le sfuggì dalle labbra.

“Non fare una scena patetica. Ti preferisco quando sei una gattina selvatica” le disse avvicinandosi e cercando di toccarle il viso, ma lei si scansò di scatto.

Lui la guardò furioso. La maledisse. La maledisse perché aveva tentato di attribuirgli quella paternità. Se lei glielo avesse chiesto, le avrebbe dato tutto, fino all’ultimo centesimo. La maledisse perché lo costringeva a stringere le gambe per evitare di mettersi in ginocchio e supplicarla di restare comunque.

Dolore e umiliazione lo sommersero a tal punto che credette di non riprendersi mai più.

“Non c’è alcun bisogno che chiami Wesley. Non sono venuta a letto con te per…”

“I soldi?”

lei alzò lo sguardo e lo guardò supplichevole un ultima volta “ Io amo il nostro bambino. Amo te, la nostra vita insieme… non volevo nient’altro da te…”

William fu travolto dalla collera. “Salvo quel bambino da un milione di dollari” ringhiò, ignorando il suo tremito convulso. “Fa il test del DNA. Se è mio, lo riconoscerò altrimenti..”

“No”

“No?”

“Io so ESATTAMENTE chi è il padre” Buffy si passò una mano sul viso. “e so esattamente che E’ MIA, E NON PERMETTERò A NESSUNO DI PORTARMI VIA LA MIA BAMBINA”

William non si accorse di aver aggirato lo scrittoio finchè non si trovò con le mani artigliate sulle fragili spalle di lei. Vedeva che la sua ira l’aveva sconvolta. Bene, ma non aveva ancora finito.

“Questa sera avrei festeggiato il nostro fidanzamento. Intendevo sposarti. Volevo prendermi cura di te per il resto della nostra vita” dichiarò. Poi rise con amarezza e la lasciò andare.

Buffy vacillò, si riprese e si sfregò le braccia, tremando violentemente.

“William, ti prego…”

Lui andò alla porta, pronto ad aprirla e a sbatterla fuori, ma udì il suo respiro tremulo e si fermò. Accidenti a lei. Accidenti a lei, pensò, vibrando un pugno contro il muro.

Una mano crudele gli strinse il cuore e il dolore gli si irradiò lungo il braccio. In preda all’ira, aprì la porta.

“Vattene” ringhiò “ Non voglio vederti mai più”

Buffy chiuse gli occhi. Prese la borsa e guardò la crepa nel muro. Poi pallida ma risoluta, andò alla porta e si fermò.

“Devo chiamare la sicurezza?” la minacciò lui.

Senza dire nulla, soltanto tentennando ancora qualche secondo, Buffy aprì la porta e se ne andò.

“L’ho perso… “ confessò Buffy,disgustata e furibonda, seduta sul divano, abbracciata al cuscino,circondata da fazzolettini appena aggrovigliati. “E’ finita… ho pianto davanti a lui!” gridò.

“Sei incinta di suo figlio e quel bastardo ti ha spezzato il cuore” la commiserò Xander. “ ci credo che tu abbia pianto”

“Ha perso la testa” mormorò lei, stringendo ancora di più il cuscino. “Era così furioso, ferito… dannazione , perché mi sono messa a piangere di fronte a lui?”

“perché quel figlio di puttana ti ha ferita” riconfermò Xander , sedendosi sul bracciolo del divano.

Buffy si voltò di scatto. “Non è un figlio di puttana” prese il fazzolettino di carta che Oz le porgeva e si soffiò il naso. “Bè, forse lo è qualche volta, ma le mie lacrime lo hanno fatto sentire peggio”.

“Lui si è sentito peggio?” ripeterono i due ragazzi in coro.

“Quel poveretto desiderava solo una relazione pacifica, priva di complicazioni. Io non dovevo innamorarmi”

“perdonami se cerco di inserire una nota realistica in questa conversazione, ma.. non ha contribuito anche lui al concepimento?” domandò Oz.

“Afferma di aver fatto una vasectomia. Dio, mi sono sentita così stupida…”

“Accidenti, Buff . sei una sciocca.” Xander prese una manciata di fazzolettini e le pulì il viso dal mascara che le era colato sulle guance. “chiama mio fratello. Porta via a quel disgraziato tutti i suoi soldi. Oz e io saremo i padri putativi del tuo bambino.”

Buffy gli rivolse un sorriso distratto. “Vi ringrazio. Voi due sareste dei papà meravigliosi, ma non posso…ho distrutto le sue ultime illusioni. Non è colpa sua se non vogliamo le stesse cose. William non ha mai finto di essere diverso da quello che è. Sono io che ho frainteso. Non mi ha mai fatto delle promesse. Cominciava a fidarsi di me.” Imbronciò le labbra mentre una grossa lacrima scesendeva sul viso. “era così distrutto… ha detto che voleva sposarmi”.

“Tu sei già sposata” le ricordò Oz.

“Oh, per l’amor del cielo! Lui non lo sa.” Gli occhi le si colmarono di nuovo di lacrime. “Ho mentito. Se il fatto che io sia incinta lo ha imbestialito, che cosa succederà quando saprà tutto il resto?”

“E’ meglio che lasci il paese” rispose Oz , scherzando solo in parte.

Buffy tentò di sorridere “Com’è possibile che se hai il cuore spezzato, continui a sentire che ti si rompe dentro?”.

Solo la sua stupidità le aveva permesso di credere che stando vicina a William per dodici minuti , per non parlare di 12 mesi, non si sarebbe innamorata di lui. Avrebbe dovuto divorziare anni prima, invece di portarsi in giro i documenti del divorzio. Adesso aveva solo un bambino che non avrebbe mai conosciuto suo padre.

La gola le si chiuse. Aveva imparato a conoscerlo così bene. Come poteva sperare di salvare il suo orgoglio dopo quello che gli aveva fatto?

Avrebbe dovuto dirgli subito chi era, pensò con rammarico. Avrebbe dovuto fare molte cose. L’unica che non avrebbe dovuto fare era innamorarsi di lui.

Lo aveva ascoltato in ufficio, e sebbene le sue parole fossero tanto crudeli, aveva intuito che sotto la collera lui stava soffrendo in modo atroce.

Ma forse si sbagliava. Altre volte aveva interpretato male le sue espressioni.

Lo aveva guardato, incidendosi nella mente i suoi tratti, lo sguardo tagliente dei suoi occhi chiari. Adesso era finita. In qualche modo lo aveva sempre saputo. Solo i film e i romanzi hanno un lieto fine.

Sospirando, si posò la mano sul ventre arrotondato. Non volendo, lui le aveva dato il regalo più prezioso che esista al mondo. Quello che aveva sempre desiderato.

Sta attenta a quello che desideri, le aveva detto sua madre, guardando la porta chiudersi dietro un altro uomo.

“Che cosa pensi di fare ora?” le domandò Oz.

“Come disse Rossella O’Hara, domani è un altro giorno.” Buffy prese dalla scatola un’altra manciata di fazzolettini. “ma prima devo piangere un po’”.

 

Capitolo 11

Era la metà di Dicembre, un periodo dell’anno che William detestava. Dovunque guardasse, il Natale risplendeva. Ogni negozio era addobbato di rosso, di verde e d’oro.

Chiuse gli occhi e la vide. I grandi occhi scintillanti, la bocca morbida dischiusa… nella sua mente eccheggiò la sua risata. Nelle narici sentì il suo profumo. Ah, diavolo!

Non faceva che pensare a Buffy. Buffy che gli sorrideva, Buffy sporca di farina. Buffy. Buffy. Buffy.

Buffy adorava le feste, e il Natale era la sua festa preferita. La storia del suo quaderno dei sogni gli aveva quasi spezzato il cuore. Tutte quelle fotografie ritagliate dai giornali…speranze mai realizzate.

Si era convinto che anche quelle fossero state delle bugie. Lei aveva voluto quel dannato bambino. Aveva programmato il suo attacco con la perizia di un generale. Le sue armi erano state vecchie come quelle di Eva, ma avevano funzionato. Dio, era diventata furiosa quando le aveva detto della vasectomia. Furiosa!

Non voleva pensare a Buffy. Ma quel periodo dell’anno non faceva che ricordargliela.

Premette il pulsante per aprire il cancello della sua proprietà, odiando la sua casa buia e vuota. Per fortuna quella sera aveva invitato Rupert a bere un aperitivo prima di andare a cena fuori con lui.

Dall’ultimo incontro con Buffy, non aveva quasi mai visto Rupert. La compagnia di suo zio gli piaceva, anche se sapeva che lui cercava di manipolarlo. Quella sera gli avrebbe detto a chiare lettere che l’argomento Buffy era tabù.

Aveva concesso un mese di ferie a tutta la servitù perché si era stancato dei loro sguardi accusatori. Avevano adorato Buffy. Avrebbe dovuto raccontare loro il miracolo dell’immacolata concezione.

Si era abituato ad avere Buffy che lo aspettava con tutte le luci accese in segno di benvenuto. Non voleva pensare al suo sorriso o al suo abbraccio confortante. La casa che lei aveva trasformato in un focolare era tornata a essere un edificio in cui odiava entrare.

Ma un tempo era stato bene senza di lei e presto sarebbe stato bene di nuovo. Non aveva bisogno di lei.

Le sue dita si strinsero in modo convulso intorno al volante. Piccola strega traditrice. Per poco non si era reso ridicolo. I giornali avevano già fatto a pezzetti Buffy, una ragazza calendario che non aveva completato i 12 mesi. La gente faceva mille supposizioni, ma lui non ne teneva conto. Toccava all’ufficio di pubbliche relazioni occuparsi della stampa. Cercava di convincersi che lei fosse stata una breve parentesi , ma in realtà Buffy aveva cambiato la sua vita. Non si sarebbe più preso un’amante per un periodo prefissato. Dio, il sesso era l’ultima cosa a cui pensava.

Buffy gli aveva rovinato perfino quello.

Quell’anno avevano deciso di trascorrere le vacanze a Londra e non aveva intenzione di dire agli amici che era ancora in città. Una parte di lui rimpiangeva di averle regalato la casa di Aspen. Buffy non gli permetteva nemmeno di odiarla.

Mentre fermava la Porche davanti alla porta , cominciò a piovere, una pioggerellina uggiosa che bagnava i rami spogli degli alberi. Doveva cambiare i suoi piani e andare in un posto caldo, decise, salendo i gradini e aprendo la porta. Un posto in cui non era mai stato con Buffy.

La prima cosa che lo colpì quando chiuse l’uscio fu il profumo. Doveva essere impazzito. La casa era vuota , eppure sentiva un forte profumo di pino e di cannella e il piacevole aroma di una torta di mele che si cuoceva.

Gettò il cappotto sul tavolo dell’ingresso, ma non appena entrò nel suo studio si bloccò e socchiuse gli occhi.

Un grande albero di Natale , scintillante di luci , occupava l’angolo vicino alla finestra e il suo profumo permeava la stanza. Nel caminetto le fiamme crepitavano, illuminando i pacchi natalizi ammucchiati sotto l’albero. Un piatto di biscotti fatti in casa era posato sul tavolino accanto alla caraffa di cristallo.

Buffy.

Il cuore prese a battergli furiosamente e William inspirò come se stesse morendo.

Buffy era a casa.

Flettè le dita . pazzo. Se fosse stata lì, l’avrebbe sbattuta fuori in due secondi. Non aveva bisogno di lei e di certo non voleva festeggiare il Natale in sua compagnia.

“Buffy!” uscì come un demente dalla stanza e girò per la casa vuota urlando il suo nome.

Dovunque guardasse, vedeva il segno che lei era stata lì.

E poi se n’era andata.

Folle d’ansia e di rabbia , aprì le porte di stanze mai usate, guardò dentro gli armadi. Nella sua camera da letto aleggiava il profumo di Buffy , ma lei non c’era.

Il suo lato dell’armadio era ancora pieno di tutti i vestiti che le aveva regalato. Chiuse con rabbia lo sportello per bloccare l’aroma di pesca, gioia e solitudine.

Quell’intrusione , proprio quando stava per dimenticarla, lo imbestialì. Accidenti a lei. Come osava intrufolarsi nella sua casa e distruggere quel poco di pace mentale che aveva trovato?

L’immagine della sua Buffy incinta del figlio di un altro uomo lo colpì come una pugnalata. Quell’immagine sarebbe mai svanita, o sarebbe stata sostituita da quella di Buffy che teneva in braccio il figlio di un altro?

Mentre tornava di sotto, il dolore alle mascelle gli fece capire che aveva digrignato i denti.

Buffy aveva agito in quel modo per tormentarlo, ma lui non glielo avrebbe permesso. Controllandosi, si versò due dita di brandy e osservò i regali sotto l’albero. Un rettangolo di feltro verde copriva un oggetto lungo e curvo su cui era appuntato un biglietto.

William s’inginocchiò e lo staccò con mani tremanti.

 

“Fingi di avere sette anni e di essere appena sceso dalla tua camera la mattina di Natale”

 

Aveva scritto lei. Per un attimo, William chiuse gli occhi brucianti.

 

“Non posso far parte del tuo futuro. Sono stata solo una piccola parte del tuo presente. Volevo darti qualcosa del tuo passato…”

 

il biglietto non era firmato.

“Dannazione, Buffy!” William bevve un lungo sorso e sollevò il telo. Era un trenino. Perfetto in ogni dettaglio. La locomotiva nera e scintillante trainava una serie di vagoni e di carri pieni di piccoli regali.

Le lacrime gli annebbiarono la vista. William battè le palpebre e premette un bottone. Il treno partì con un fischio e dalla motrice salì un filo di fumo. Un sorriso riluttante gli curvò le labbra.

Buffy aveva disposto le rotaie intorno allo scrittoio, alle poltrone e ai tavoli. Osservò il treno per più di mezz’ora, chiedendosi perché lei avesse compiuto quel gesto. Ma non si sarebbe lasciato incantare. Riempiendosi di nuovo il bicchiere, portò con sé il piatto dei biscotti e si sedette sul pavimento. Sgranocchiando un biscotto, chiuse gli occhi e ascoltò il rumore ritmico delle piccole ruote sulle rotaie. A sette anni avrebbe dato l’anima per possedere un treno come quello.

Buffy se n’era ricordata.

Buffy, che non aveva mai ricevuto un regalo prima di diventare adulta. Buffy , che non gli aveva mai chiesto niente.

Mentre un carro passava accanto al suo ginocchio, un pacchettino cadde per terra. Lo aprì con trepidazione. Dentro c’era uno yo-yo. In un altro c’era un coltello a serramanico.

Ogni regalo rappresentava qualcosa che aveva desiderato da piccolo. Aprì un pacchetto incartato di rosso e trovò una camicia di flanella , in un altro c’era un blusotto da aviatore.

Si tolse la giacca e infilò le maniche. In tasca c’era una lunga sciarpa di seta bianca. Buffy non aveva dimenticato niente.

Seduto per terra, prese un cuscino dal divano e sentì che era ancora impregnato del suo profumo. “Accidenti a te” mormorò, stringendolo al petto.

Intorno a lui, il pavimento era disseminato di regali e di carte colorate. Da bambino aveva desiderato tutte quelle cose e Buffy gliele aveva date venticinque anni dopo.

Mentre il treno continuava a correre, prese l’ultimo regalo. La scatola stretta e piatta era incartata con una carta dorata e nascosta sotto tutti gli altri pacchi, quasi dietro il tronco dell’albero.

William bevve il brandy, desiderando che quello che era successo nel suo ufficio fosse stato un brutto sogno. Che Buffy non l’avesse mai tradito. Che tra poco sarebbe entrata ridendo, gli occhi pieni d’amore.

I regali che gli aveva fatto erano così… giusti. Buffy lo conosceva tanto bene che era riuscita a penetrare sotto le sue difese.

Rigirò tra le mani l’ultimo pacco , accarezzando la carta dorata come se, non sapendo cosa fosse, potesse trattenerla in quella stanza ancora qualche minuto. Perché tutto quello che faceva quella donna lo incantava? Buffy aveva sperato con quei doni d’indurlo a credere che la vasectomia non avesse funzionato?

Un senso di profonda amarezza s’impadronì di lui. Lui, un uomo che non aveva mai vacillato, che non aveva mai avuto un attimo di indecisione , di colpo si sentì trafiggere da un dubbio atroce.

Voleva credere alla storia ridicola di Buffy. Passò dalla rabbia all’agonia in un batter d’occhio. Respirare gli faceva male. Si versò altre tre dita di brandy e lo tracannò.

Dopo un po’ , quando non sentì più il bruciore dell’alcol, guardò il suo Rolex d’oro. L’ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento era la compagnia di qualcuno. Era ancora in tempo a disdire l’appuntamento con Rupert? No, a meno che non lo avesse contattato al cellulare. E che scusa avrebbe trovato?

 

Sono tornato a casa e Buffy è stata qui. Se chiudo gli occhi , sento il suo profumo. Mi ha lasciato tutti i regali che ho sempre desiderato e mi ha portato via qualcosa che prima di incontrarla non sapevo di volere.

 

Sentendosi dolere il petto, si alzò e si appoggiò allo scrittoio. Lui non era il tipo romantico. Il rapporto con Buffy non era stato diverso da quello che aveva avuto con altre donne. La sua partenza prematura era solo un piccolo inconveniente.

Fuori il vento era aumentato e le fronde di un albero sbattevano contro la finestra. Mentre seduto per terra aveva giocato come un bambino, era scesa l’oscurità, ma le luci del trenino , quelle dell’albero e delle braci nel caminetto fornivano una luminosità sufficiente.

William posò il bicchiere vuoto sul tavolo e aprì l’ultimo regalo prima che Rupert arrivasse. Prese il coltello che lei gli aveva regalato , tagliò la plastica e tirò fuori dalla scatola un foglio di carta.

 

William,

ti prego , perdonami per quello che ti ho fatto. Rupert e Wesley hanno mantenuto il silenzio perché li ho pregati di non dirtelo

 

la carta frusciò nelle sue mani. Che cosa diavolo c’entravano Rupert e Wesley?

 

 

Non avrei mai voluto mentirti. Non pensavo che mi sarei innamorata di te. Anche dopo aver cambiato idea circa la gravidanza , sapevo che non sarei mai riuscita a farmi amare da te.

Vorrei esserti stata vicina quando eri piccolo per proteggerti e amarti, ma spero che questi regali significhino qualcosa per te. So che altre donne ti hanno mentito, ti hanno fatto del male, tuttavia il fatto resta. Questo bambino lo abbiamo fatto insieme. So che non vuoi più vedermi e mi dispiace di averti causato tutto questo dolore.

 

Sul foglio c’erano delle macchie. Lacrime, naturalmente.

 

Se cambierai idea… noi ti aspetteremo. In caso contrario, spero che tu riesca a perdonarmi e a … trovare l’amore. Ti amo. La tua Buffy.

 

William fu tentato di buttare la lettera nel fuoco. Con tutti i suoi regali , Buffy era riuscita a sconvolgerlo. Dita di ferro gli stringevano il petto nel punto in cui ci sarebbe dovuto essere il cuore.

La scatola conteneva diversi oggetti. William accese la lampada sullo scrittoio per poterli guardare. Quando aprì l’altro foglio , smise di respirare. Era la ricevuta di un credito presso il negozio di Tiffany a San Francisco. Che cosa aveva fatto , Buffy? Aveva restituito tutti i gioielli che le aveva regalato? Non aveva senso. Accanto c’era un’altra ricevuta che lo informava che il resto dei gioielli si trovava nella cassaforte del suo avvocato.

Sconcertato, le posò sullo scrittoio. Moriva dalla voglia di bere ancora, ma i suoi piedi si rifiutavano di muoversi. Incuriosito, aprì l’altro documento. Era un assegno per sei milioni di dollari. Come aveva fatto Buffy ad avere quei soldi? E perché li dava a lui?

Sempre più perplesso, estrasse da quel vaso di Pandora un documento legale sgualcito, come se fosse stato letto e piegato molte volte, e lesse una richiesta di divorzio. Sotto c’era una piccola Polaroid. La foto di una ragazza giovane con i capelli color carota e due grandi occhi verdi, pieni di aspettative.

Il dolore fu immediato e violento. William si appoggiò allo scrittoio, chiudendo gli occhi. L’onda rossa passò su di lui, lasciandolo tremante e madido di sudore.

Due fari balenarono lungo il viale. Troppo tardi.

William afferrò il telefono e compose il numero.

“Salve, sono Buffy. In questo momento non posso rispondere…”

una bomba gli esplose nel petto e la testa cominciò a girargli vorticosamente. il ricevitore gli scivolò dalle dita e cadde per terra. In lontananza udì il fischio della locomotiva. Il cuore gli pulsava nelle orecchie. Il telefono. Doveva chiamare il 911. dolore… oh, Dio, doveva essere…

la vista gli si appannò e si sentì cadere in un buco nero.

“Sei stato molto fortunato” dichiarò Rupert , seduto accanto al letto d’ospedale.

“Sto bene. Ho avuto solo un forte attacco d’ansia” rispose William, sentendosi ridicolo.

“Sarebbe potuto essere un infarto. Il medico dice che è stato un avvertimento. Devi rallentare il ritmo e… NIENTE FUMO.”

“Già. L’effetto è stato questo” William mosse le gambe sotto le coperte.

“Quando ti ho visto , mi sono preso una paura del diavolo. Per fortuna sono riuscito a entrare perché avevo la chiave. Eri disteso per terra, immobile. Diavolo, ragazzo, per poco l’infarto non è venuto a me”. Rupert si alzò e si mise a camminare avanti e indietro.. “Devi fare quello che ti dicono, capito?” resterai in osservazione 24 ore. Ho tutte le intenzioni di andarmene prima di te, perciò non scombinare i miei piani.”

William si voltò e tirò fuori dei fogli dal cassetto del comodino.

“Mentre aspetto, spiegami questo” ordinò con voce tesa.

“Che cos’è…? Oh , la richiesta di divorzio di Buffy”

William chiuse gli occhi, cercando di calmarsi. Il monitor accanto al letto emise dei suoni tanto allarmanti che un infermiera entrò di corsa nella stanza. Si guardò intorno, parlando. Gli ordinò di stare tranquillo, gli sentì il polso e, dopo aver aggiustato le coperte , se ne andò.

“Rupert? Una spiegazione” intimò subito William.

“Lei ha detto che ti avrebbe inoltrato quella richiesta. Adesso ce l’hai. Buffy vuole divorziare”

“Un po’ difficile farlo, visto che non siamo sposati” replicò lui, aspettando che lo zio confermasse quello che sospettava.

“Buffy è Mary, figliolo”

il monitor emise una serie di suoni. “Allora è vero”

Rupert annuì e William si mise a sedere sul letto.

“Stai dicendo che lo hai sempre saputo? In tutti questi anni, quando accennavi alla nuova arredatrice d’interni assunta da Xander e Oz, sapevi chi era?” domandò, strappandosi un ago dalla mano.

“le ho trovato io stesso quel lavoro. Ehi, sai quello che stai facendo?”

William si guardò il sangue che gli copriva la mano.

“Ovviamente no. Rupert , da che parte stai?”

“Hai sposato quella povera ragazza e l’hai abbandonata senza nemmeno domandarle come si chiamava. Quel giorno, lei è diventata un membro della nostra famiglia e qualcuno doveva aiutarla. Wesley e io l’abbiamo presa sotto la nostra ala. Era il meno che potevamo fare”

Imprecando , William allontanò le coperte e si alzò.

“Dove pensi di andare?” chiese lo zio, allarmato.

“Devo fare una cosa. Poi tornerò e finirò con te e con Wesley”. William aprì tutti i cassetti. “Ma prima devo trovare i miei vestiti”

“E’ sempre stata una piccola strega avida” affermò Wesley, osservandolo con attenzione.

“Non chiamarla strega” lo avvertì William a denti stretti. “Ah!” trovò le scarpe e le calze. Perché diavolo non mettevano tutta la roba in un posto solo?

“Avida”

“Buffy non mi ha mai chiesto niente”

“Egoista,allora. Tutte le donne lo sono”

William aprì l’armadio e prese i suoi vestiti. “Buffy è… generosa e altruista”

“ma incapace d’amare un uomo”

“balle” William s’infilò i pantaloni e li allacciò. “Buffy è piena d’amore”

“Vuole solo dei regali costosi. Tutte le donne li vogliono.”

“Buffy non vuole regali”

“Desiderava la notorietà che le conferiva la tua vicinanza. Scommetto che le piaceva il Lear”

William s’infilò la camicia. “Cosa stai cercando di fare, Wesley?”

“comunque un’amante dovrebbe sapere qual è il suo posto. Sarebbe dovuta essere orgogliosa di appartenere a te, accidenti a lei.”

“Una donna non appartiene ad un uomo come un cane”

“No. Non capisco perché si sia sentita tanto umiliata quando i giornali l’hanno chiamata ragazza calendario. Diamine, sapeva che sarebbe stato solo per 12 mesi” continuò Rupert.

“10” William si sedette per calzare le scarpe.

“non è stata capace di resistere fino alla fine per ottenere i…”

William si frugò in tasca. “Mi ha restituito tutto” senza lasciarlo finire di parlare.

Rupert scosse la testa. “Non mi dirai che tutto a un tratto le credi? Cavoli è astuta la ragazza, sì, molto furba, noi uomini dobbiamo stare attenti.”

“Finitela tutti e due. So cosa state cercando di fare”

lo zio sospirò e si alzò. “Buffy è la cosa migliore che ti sia mai capitata in tutta la tua vita. Non permettere che quello che ha fatto tuo padre con i suoi vari matrimoni ti rovini la vita. Buffy è una donna in gamba. E’ intelligente, forte e onesta a ha più amore di quanto un uomo possa ricevere in tre vite. Non puoi essere tanto stupido da lasciartela scappare”

“Dannazione!” esclamò William, pieno di rimorso. “Scusami se sono un essere umano”

“Parleremo in seguito della specie a cui appartieni. Nel frattempo, cosa farai con Buffy?”

“Che cosa devo fare? Lei mi ha…” si passò nervosamente la mano tra i capelli.

“Buffy ha rinunciato a tutto per te. A un lavoro, ai suoi amici,. Dimmi una cosa, William, hai mai pensato che cosa voglia dire per una donna come Buffy essere la tua amante?”

William lo guardò, ma non disse niente.

“Hai mai considerato che cosa debba significare essere consapevoli del fatto che tutti sanno che la donna che hai al tuo fianco è solo momentanea? Fa male. Tutti la deridono , i giornali scandalistici la fanno a fette e , mentre questo succede, noi uomini ci guardiamo intorno per cercare un’altra donna”

“Non ho mai trattato Buffy in questo modo”

“Ti sei chiesto perché?”

William gli lanciò uno sguardo penetrante. “Ci ho pensato” confessò. “In queste ultime settimane non ho pensato ad altro”

“perché , allora?”

William lo fissò. “Desideri molto che lei sia felice, vero?”

“desidero che lo siate entrambi, ma devo dirti che spero che vi rappacifichiate soprattutto per te, figliolo. Credo che Buffy, pur zoppicando, potrebbe andare avanti da sola , mentre penso che tu non combineresti niente di buono senza di lei.”

“E’ incinta”

“Congratulazioni”

“Il bambino non è mio”

“Non essere assurdo. Certo che lo è”

“E’ impossibile. Mi sono fatto fare una vasectomia anni fa”

Rupert scosse la testa. “ Se hai dei dubbi, fai un controllo. Sei già qui!”

William si lasciò cadere sul letto, sconsolato

“Per l’inferno maledetto, non ho subito abbastanza umiliazioni per oggi? Dobbiamo continuare?”

Rupert sorrise. “Penso di no”

 

           

siamo arrivati alla fine...

 

Capitolo 12

Seduta in macchina , Buffy guardò la tavola calda. Era lì che era cominciato tutto. L’inizio della fine. La pioggia cadeva a scrosci, inondando i finestrini dell’auto, e all’improvviso un lampo illuminò il cielo. Perfetto. Proprio perfetto. Quel tempo orribile si accordava con il suo umore.

Con gli occhi asciutti ma brucianti per le lacrime che aveva versato prima, scese dall’auto e corse alla porta. L’odore familiare di pino e di cera per mobili l’assalì mentre si dirigeva verso un tavolo. Dopo essersi tolta il cappotto, si guardò intorno. Una famiglia giovane sedeva al banco. Padre , madre e due bambini deliziosi. Accarezzandosi il ventre arrotondato, sorrise alla femminuccia.

Una cameriera le si avvicinò chiedendole se voleva un caffè. Buffy ordinò qualcosa da mangiare benché non avesse appetito, poi si mise a fissare il tavolo. In quelle ultime settimane aveva alloggiato in un albergo a San Josè perché non voleva che nessuno sapesse dov’era finchè non avesse deciso che cosa fare e dove andare.

Il cuore le saltò un battito. La collera l’avrebbe aiutata , ma non aveva il diritto di arrabbiarsi. Tutto quello che le aveva detto William nel suo ufficio era vero, almeno dal suo punto di vista.

Se adesso il suo cuore era spezzato, la colpa era solo sua. William non le aveva mai mentito.

La cameriera le portò un piatto e lei inondò le patatine fritte di ketchup. Aveva voluto quel bambino e non era affatto dispiaciuta di essere incinta. Aveva corso un rischio e aveva perso.

Bevendo il caffè , guardò l’orologio e vide che erano le dieci passate. A che ora era rincasato William quella sera? Come aveva reagito , vedendo i regali? Sperava che si fosse addolcito , tuttavia era difficile prevedere le sue reazioni. Gli aveva concesso 24 ore per digerire tutto, poi aveva fatto l’impossibile per costringerlo a capire che anche lui l’amava. In ogni modo, dovunque fosse, sperava che fosse solo. Era presto perché si fosse già trovato un’altra amante, ma rabbioso com’era avrebbe potuto ignorare il suo calendario.

Buffy chiuse gli occhi, trafitta dal dolore. Non poteva pensare a William con un’altra donna. Si era ripromessa di non leggere più i giornali e di non guardare la televisione. Sotto le dita sentì che qualcuno aveva riempito di nuovo la sua tazza. “Grazie” mormorò, aprendo gli occhi.

A meno che la cameriera non avesse cambiato i suoi abiti, qualcun altro le aveva versato il caffè. Non osando sperare , tenne gli occhi fissi su un paio di scarpe Armani.

“Buffy”

la voce familiare le diede un brivido e lei alzò lo sguardo. William sembrava esausto , ma era sempre bellissimo. “Hai smesso di stare male la sera?”

“Sì, adesso mi sento benissimo. Come hai fatto a trovarmi?”

William si sedette davanti a lei. “Mi sono rivolto a Xander e Oz. Mi hanno detto che stavi andando al cottage e io ho preso l’elicottero. Avevo la sensazione che ti fossi fermata qui”

Buffy guardò il parcheggio e vide l’elicottero dei Giles fermo accanto alla sua macchina. “Volevo tornare al cottage un ultima volta, prima di restituirtelo”

Lui le prese una mano, lo sguardo grave. “Non sono venuto qui per discutere di questo”

“Se vuoi delle altre scuse, sono pronta a fartele”

“Non voglio delle scuse. Voglio che mi sposi” (Sottofondo = Jessica Simpson – I Wanna Love You Forever)

Buffy chiuse gli occhi. “Capisco che tu voglia ferirmi perché ti ho mentito” mormorò “Ma ti prego, non torturami”

“mamma? Come mai quel signore si è inginocchiato davanti a quella signora?” la vocetta della bimba seduta al banco si levò sul brusio e tutti tacquero.

“Voltati, tesoro. Non sta bene guardare”

Buffy sentì che gli occhi le si colmavano di lacrime.

“Sposami, amore… dico sul serio”

il cuore le si riempì di speranza e Buffy , guardandolo, vide che William era in ginocchio. “Oh Dio, William, ti prego alzati”

lui la guardò negli occhi. “Sii mia moglie” sussurrò “Ti supplico”

Buffy gli posò una mano sul viso.

“Dobbiamo parlare. Ci sono tante cose di cui non abbiamo discusso…”

William si alzò e le mise un dito sulle labbra. “ Abbiamo una vita intera per dire tutto quello che vogliamo. Oggi è giovedì, ricordi?” domandò con un piccolo sorriso “ Una volta mi hai detto che sposavi degli sconosciuti solo il giovedì.”

“Questo succedeva una vita fa” sussurrò Buffy , stupita che lui si ricordasse “da allora sono successe tante cose…”

“sarei dovuto restare vicino a te,invece di…” William abbassò la testa, distogliendo gli occhi da quelli di lei “ Potrai perdonarmi , Buffy?”

“Sai che l’ho già fatto” un torrente di lacrime le inondò il viso.

“Ah , Buffy… Buffy..” sussurrò lui, asciugandole le guance con le dita. “Mi sei mancata da morire… quando sono tornato a casa ieri… tu… eri dappertutto, in ogni cosa. Io non vivo senza di te”

lei lo fissò a occhi sbarrati, troppo spaventata per credere a quello che stava dicendo. William si mise una mano in tasca e tirò fuori una busta e una scatolina blu. “Io… TI AMO.. forse sono lento ad apprendere, ma quando imparo una cosa, non la dimentico più. Sposami ti prego…”

Buffy guardò la scatolina blu attraverso un velo di lacrime. “E la bambina?”

William sorrise. “Amo anche la nostra bambina”

“Tu non credi che sia tua figlia”

“E’ una femmina? E’ la mia bambina , Buffy. Fa parte di te, quindi fa parte di me” William sorrise. “Sai cosa fa un buon padre per i suoi figli?”

Buffy scosse la testa.

“La cosa migliore che possa fare è amare la loro madre”

Buffy si asciugò gli occhi “Detesto piangere in questo modo davanti a te”

“Puoi fare tutto quello che vuoi davanti a me “

“Che cosa c’è dentro la busta?”

“Aprila e vedrai” William bevve un sorso di caffè. “Solo a te può interessare più una busta che una scatola di gioielli”

lei gli lanciò uno sguardo, poi aprì la scatoletta di velluto blu. Il brillante purissimo aveva una montatura semplice in oro bianco. Le lacrime ricominciarono a scendere…

“Oh Dio… Mettimelo subito” ordinò Buffy tirando su con il naso e porgendogli la mano.

Ridendo, William la fece alzare, poi le sollevò il viso e la baciò con infinito amore.

I pochi clienti del ristorante applaudirono e lui, con un gesto cerimonioso, le infilò l’anello al dito.

Solo quando abbassò lo sguardo, vide la rotondità del suo ventre.

“cielo, Buffy” sussurrò con reverenza, sfiorandolo, con commozione.

“Ti amo” disse lei

“Ti amo”

“Ne sei sicuro?”

“Nel modo più assoluto” rispose lui, togliendole una ciocca di capelli dagli occhi e porgendole la busta. “Non vuoi aprirla?”

“E’ importante?”

“No. Solo un esame che ho fatto”

“Che tipo di esame?”

“La conta degli spermatozoi”

Buffy guardò la busta sigillata. “E non l’hai ancora aperta?”

“Non ha alcuna importanza per me il risultato. Te l’ho detto”

“E sei pronto a sposarmi e ad amare la bambina qualunque cosa dica?”

“Senza un attimo di esitazione” assicurò lui.

Buffy gli restituì la busta. “Aprila”

“Ti ho detto che…”

“Aprila”

William la lacerò con il suo coltello a serramanico, estrasse un foglio e lesse il risultato.

“Allora? Che dice?”

“Dice…” William deglutì con sforzo “.. che stai per sposare un benedetto idiota che ti adora, e che avremo almeno una dozzina di bambini”

Buffy sentì che un gran sorriso le nasceva dal cuore.

“Amo i lieto fine e tu?”

 

 

epilogo

Buffy si svegliò improvvisamente. Un borbottio dal baby monitor la allarmò: rimase in silenzio e la bambina emise un altro lamento, prima di scoppiare a piangere.. Guardò l’orologio sul comodino. Erano le tre del mattino. Era peggio di un orologio svizzero! Cercò di alzarsi ma il braccio fermo di William intorno alla sua vita la teneva ancorata al letto. Non la lasciava più neanche per un secondo.Si girò per guardarlo. Ancora non ci credeva. Finalmente aveva VERAMENTE tutto ciò che desiderava, ma proprio TUTTO. William dormiva profondamente con la testa sprofondata nel cuscino; sembrava rilassato… e purtroppo completamente ignaro del gran rumore che stava facendo la loro dolce creatura. Buffy lo guardò dolcemente… Dio quanto lo amava! Da quel giorno al fast-food, dove si era dichiarato, ne era passata d’acqua sotto i ponti: si erano sposati due settimane dopo in una piccola cappella di Sunnydale, la città del loro primo incontro, perché William diceva di non voler perdere neanche più un secondo di tempo; c’erano Rupert, Wesley ,Xander e Oz… non avevano bisogno di nient’altro. Durante la gravidanza , William era stato un marito attento e molto premuroso. Forse troppo premuroso. E lei… bè si sa, l’appetito non le era mancato.

Sgusciò fuori dall’abbraccio di William e scese dal letto. la bambina ora gridava a più non posso. Si avvicinò alla culla bianca. Dawn , alla vista della mamma,si calmò appena.

“La mia bambolina… cosa c’è ?”

Buffy la prese in braccio e cominciò a cullarla, sedendosi sulla sedia a dondolo accanto alla finestra.

“Facciamo gli straordinari?”

Buffy alzò lo sguardo e vide suo marito appoggiato allo stipite della porta , che si stropicciava i capelli. Era estremamente affascinante a petto nudo ,con indosso i pantaloni del pigiama e quell’aria da “eterno addormentato”..

“Emergenza pannolino.”

William si avvicinò alle sue ragazze e si inginocchiò, Dawn ora era un angioletto. Aveva ottenuto il suo scopo. Tutte le attenzioni erano per lei.

“non smetterei mai di guardarla… è perfetta!!”

“Sì .. è perfetta”

Si può amare così incondizionatamente un esserino così piccolo e indifeso? William se lo chiedeva da giorni ormai. Dawn con i suoi piccoli gesti, le sue piccole manine, i suoi dolci sorrisi, l’aveva completamente stregato. Forse perché era l’esatta copia di sua madre. Forse è per questo che l’amava così tanto.Forse… E pensare che lui fino a qualche mese fa credeva che l’amore non esistesse. L’amore esiste. Esiste eccome. Buffy guardò prima suo marito e poi Dawn, che aveva stretto la manina minuscola attorno al suo dito e lo stringeva con forza . Gli avrebbe dato tutto. Nulla sarebbe mancato. Stavolta era l’occasione giusta. Per William. Per Buffy.

Questa è la felicità?

 

 

FINE