DESTINO


Capitolo I



Erano passati ormai due mesi dalla grande battaglia contro il primo, e Buffy stava seduta davanti alla finestra della sua nuova camera, guardando la pioggia scorrere lungo il vetro. Si sentiva galleggiare, come se d'improvviso si fosse trovata a vivere una vita non sua, come se fosse stata scaraventata fuori del suo corpo...mille pensieri le vagavano per la testa, ma nulla sembrava avere un senso compiuto, in lei si intrecciavano sentimenti diversi e contrastanti che non riusciva a conciliare. Provava un'immensa gioia per essere sopravvissuta e aver salvato il mondo ancora una volta, provava una profonda nostalgia per la sua casa e per Sunnydale, che non avrebbe mai più rivisto, provava un profondo dolore per aver perso la persona che amava...Dio, quanto le mancava…

Il pensiero andò rapido verso lui, rivide i suoi occhi azzurri pieni d'amore, rivide le loro mani intrecciate prendere fuoco, rivide in un lampo tutti i momenti passati con lui, e una lacrima cominciò a scivolare lungo il suo volto.

Un rumore la fece ridestare velocemente dai suoi pensieri, qualcuno aveva bussato alla porta.

-Buffy, va tutto bene?- la voce di Dawn suonava preoccupata -stai chiusa lì dentro da tutto il giorno, hai bisogno di qualcosa?- La ragazza entrò lentamente nella camera della sorella, e la vide fissare un punto non ben definito fuori dalla finestra. Le si avvicinò lentamente e le poggiò una mano sulla spalla -Ti manca, vero?- Buffy guardò la sorella negli occhi, poi, senza dire una parola, si appoggiò a lei e per la prima volta dopo due mesi pianse a dirotto.


************


Spike camminava sotto la pioggia. Erano passati quasi due mesi ormai da quando si era materializzato nell’ufficio di Angel, e anche se adesso aveva di nuovo il suo corpo, continuava a sentirsi un fantasma. Sapeva che quello non era il suo posto, non era lì che avrebbe dovuto essere. Avrebbe dovuto essere accanto alla persona che amava. Oc, in realtà avrebbe dovuto essere all’inferno, ma di sicuro non doveva stare lì a Los Angeles. Lui sapeva che sarebbe bastato prendere un aereo per rivederla. Sarebbe stato semplicissimo, sarebbe arrivato in Europa, avrebbe riabbracciato la sua amata Buffy e avrebbero potuto essere finalmente felici. E allora perché non lo aveva ancora fatto? La verità è che era terrorizzato. Si era fatto un’idea ben precisa su quel “Ti amo” sussurrato tra le fiamme: era convinto che Buffy lo amasse perché si stava sacrificando per salvare il mondo, e che fosse stato questo ultimo gesto estremo ad avergli finalmente permesso di ottenere quell’amore per cui aveva tanto lottato. Se fosse ritornato da lei sano e salvo, il suo sacrificio avrebbe perso ogni significato, e lei avrebbe smesso di amarlo, avrebbe smesso di vederlo come un eroe redento, e avrebbe ricominciato a vedere in lui solo Spike.

Non sapeva se la sua paura fosse fondata, ma non poteva rischiare di perdere quel barlume d’amore che lei gli aveva donato.

Arrivò davanti alla Wolfram & Hart, e, di malavoglia, entrò nella sua odiatissima nuova casa.


Angel se ne stava nel suo ufficio, circondato da un mare di scartoffie con cui non sembrava cavarsela affatto bene.

- Vedo che stai pagando il prezzo del potere, amico- Spike lo guardava con il suo solito sguardo provocatorio, aveva una gran voglia di litigare con lui per sfogare un po’ la rabbia e la frustrazione che aveva dentro.

Angel riemerse dalla montagna di carte e gli rivolse un’ occhiata fulminante

-Chiudi il becco Spike, non sono dell’umore giusto per discutere con te adesso. In realtà non sono dell’umore giusto per discutere con te in nessun momento. Perciò, sparisci!-

-Nervosetto il ragazzo!- Spike sorrideva – Sei così terrificante ricoperto di cartacce! Angel, il burocrate con l’anima!- Adorava farlo innervosire, e a quanto pare ci stava riuscendo alla grande…

- Santo cielo, vuoi piantarla? Sto cercando di lavorare, ed è già abbastanza difficile senza che un idiota cerchi tutti i modi per farmi irritare!-

-Ok, capo, me ne vado, non hai bisogno di urlare tanto…e poi, non vorrei rischiare che tu mi sguinzagli contro la tua feroce segretaria!- Ed uscì con un ghigno dall’ufficio…


************

Buffy era seduta sul divano del soggiorno a guardare la TV con la sorella. Si sentiva meglio, anche quella crisi sembrava essere passata, nonostante il dolore fosse ancora tutto lì. Lei sapeva che in realtà avrebbe dovuto essere felice. Finalmente aveva ottenuto ciò che desiderava da sempre, ovvero una vita normale. Ma si era presto resa conto che non gli importava poi molto averla, se con lei non c’era lui. Ma in fondo non avrebbe potuto fare nulla per cambiare questa situazione. Lui se ne era andato per sempre, e lei doveva guardare avanti. Aveva preso la sua decisione, avrebbe continuato la sua vita. Si sarebbe rialzata come aveva sempre fatto. Aveva lottato troppo per quella vita, non poteva sprecarla. Non poteva sprecare l’ultimo regalo che Spike le aveva donato.


***********

Due anni dopo


Spike non poteva credere di essere ancora in quel dannato studio legale. Due anni. Santo cielo, erano già passati due anni. Aveva lottato contro il male, salvato delle vite e tante altre belle cose, ma non si sentiva affatto soddisfatto. Lei gli mancava ancora tremendamente, e questa era una cosa che non sarebbe mai cambiata.

E come se non bastasse ora Angel voleva vederlo per mandarlo chissà dove ad affrontare chissà cosa…

- Spike, finalmente!- Angel aspettava il vampiro biondo da più di un’ora

- Ho avuto da fare- non era affatto vero, e lo sapevano entrambi. Spike non aveva mai nulla da fare – Cosa diavolo vuoi?-

- Devi andare in Africa-

- Come scusa?- Spike era piuttosto perplesso

- Sei sordo? Devi andare in Africa! C’è un demone che sta terrorizzando gli abitanti di un piccolo villaggio, ci è arrivata una richiesta di aiuto, e qualcuno deve andare lì-

- E per quale motivo quel qualcuno sarei proprio io?-

- Perché serve qualcuno che sappia combattere, idiota! Vuoi che ci mandi Fred?

- E perché non ci vai tu? O ormai ti sei troppo rammollito? –

-Perché io ho delle responsabilità qui.-

- Ci vado solo perché non vedo l’ora di scappare da questa diavolo di città-


************


Buffy era appena tornata a casa. Era uscita con il suo ragazzo, erano andati al cinema, e poi a mangiare una pizza, esattamente come una qualunque coppia normale. Era orgogliosa di se stessa. Stava con Luca, un ragazzo italiano, da ormai quasi tre mesi, e si trovava bene con lui. Ma non era sicura di amarlo. O almeno non lo amava quanto aveva amato Spike. Ma ormai era più che convinta che non avrebbe mai amato nessuno a quel modo, quindi tanto valeva accontentarsi. All’apparenza sembrava davvero una donna felice. Aveva un ragazzo, un lavoro, una bella casa. E lei stava davvero bene. Ma non era felice, nonostante dicesse il contrario a tutti quelli che la conoscevano. In realtà lui le mancava ancora da morire, e questa era una cosa che non sarebbe cambiata mai.

- Dawn, sei a casa?-

- Si, sono qui- Buffy entro in cucina e trovò la sorella intenta a leggere qualcosa

- Cos’è?-

- Una cartolina di Willow. Dice che c’è un demone che terrorizza un piccolo villaggio in Africa, e che sta andando lì per occuparsene-

- Ha bisogno di aiuto? Posso mandarle qualche potenziale-

- Dice di potersela cavare benissimo da sola, e che è stanca delle cacciatrici – Aveva rotto da poco con Kennedy.

- Beh, non dovrebbe avere problemi allora. Mi manca averla tra i piedi. Vorrei che mi venisse a trovare più spesso- Buffy ripensò a quando Willow viveva a casa sua…a Sunnydale…un ondata di nostalgia le fece luccicare gli occhi…


**********


Spike era arrivato al villaggio da circa due ore, e non aveva trovato traccia del demone. Cominciava ad annoiarsi, non era tipo da starsene con le mani in mano.

All’improvviso, sentì un rumore, come di uno scoppio, e delle urla. Corse verso la sorgente del rumore e si trovò dentro una capanna…adesso tutto era silenzioso, c’era un odore molto forte che gli faceva girare la testa. Notò qualcuno o qualcosa muoversi tra le ombre, si avvicinò senza far rumore, ed afferrò per le spalle l’essere che aveva causato tanto scompiglio.

Quell’essere si rivelò in realtà una donna dai capelli rossi, e a Spike per poco non venne un colpo per lo stupore

-Willow! –

- Spike???- La rossa era senza parole

-Cosa diavolo ci fai qui, rossa?-

-Cosa diavolo ci fai TU qui?! Dovresti essere morto!!-

-Bè, tecnicamente lo sono-

- Sai cosa voglio dire! Insomma, non eri andato in fumo?-

-Storia lunga-

- Per quale diavolo di ragione non hai detto a Buffy che eri vivo? Sai quanto è stata male per te?-

- Non sono affari tuoi-

- Sono affari miei e come invece! Buffy è la mia migliore amica!-

- Dannazione, sono affari miei ok? Non ficcare il naso in cose che non puoi capire!-

- E adesso cosa dovrei fare? Starmene zitta e non dirle niente?

- Faresti la cosa migliore- e Spike se ne andò senza lasciare traccia…

Willow rimase inebetita difronte alla vista del vampiro biondo. Ma non ebbe alcun dubbio riguardo a ciò che doveva fare. Doveva subito dirlo a Buffy…


*************


Notte. Una casa vuota che era diventata il suo unico rifugio. Tutti le avevano voltato le spalle, non c’era nessuno accanto a lei. Era sola. All’improvviso, una voce familiare, lui. Accanto a lei ancora una volta, come sempre, l’unico che non la aveva abbandonata. Le sue parole dolcissime, la forza che le aveva regalato e quella notte passata tra le sue braccia. Il senso di vuoto e solitudine che scompariva piano piano. E il desiderio di fermare il tempo per restare in quel momento per sempre. Perché Spike non la avrebbe mai abbandonata.


Buffy si svegliò di soprassalto quando sentì squillare il telefono, con una strana sensazione di vuoto nello stomaco. Aveva di nuovo sognato quella notte. Di controvoglia si alzò dal letto e cercò il telefono in giro per la stanza.

Quando rispose, udì dall’altro lato della cornetta una voce molto familiare. Era Willow.

- Willow, è successo qualcosa? Perché mi chiami a quest’ora? È notte fonda!-

- Buffy, devo dirti una cosa importante!-

- Non farmi preoccupare! Che cosa sta succedendo? Problemi con il tuo demone?-

-No, con quello me la sono sbrigata facilmente. Ho usato uno splendido nuovo incantesimo che ho trovato in un vecchio libro di Giles…

Buffy cominciava a perdere la pazienza –Willow! Vuoi arrivare al punto per favore?-

-oh…già…vedi Buffy…dopo che ho sconfitto il demone…io ho…incontrato qualcuno…e…Buffy, quello che sto per dirti potrebbe causarti uno shock…quindi preparati e…cerca di non svenire…-

-Insomma! Smettila di farla tanto lunga!- la pazienza non era mai stata una grande virtù di Buffy – chi hai incontrato di così importante da giustificare una telefonata prima dell’alba?-

Willow tirò un lungo respiro, e poi sparò la bomba – Spike. Ho incontrato Spike. È vivo-

Buffy lasciò cadere il telefono sul pavimento. Non si sentiva più le braccia, le gambe le tremavano e il cuore andava all’impazzata.

Cosa accidenti significa che Spike è vivo?”

Non riusciva a muoversi. La voce di Willow che chiamava il suo nome dal telefono ancora aperto gettato sul pavimento le sembrava lontana anni luce. Iniziò a piangere senza nemmeno sapere il perché. Si sentiva scaraventata in un altro mondo. Non provava niente. Era diventata apatica. Immobile. L’unica cosa che riusciva a pensare era “Spike e vivo”. Piangeva sempre più forte, senza riuscire a controllarsi. Dawn corse dentro la stanza, immaginando la sorella in preda ad uno sei soliti incubi sulla bocca dell’inferno. Invece la trovò seduta sul letto, singhiozzante e con lo sguardo perso.

-Mio Dio Buffy! Che cosa è successo?-

-Spike…-

Down sospirò al sentire pronunciare quel nome – hai ricominciato a pensare a lui? Non puoi andare avanti così…lui non c’è più, sono passati due anni ormai, devi andare avanti!-

- Lui è…vivo…-

-Cosa stai dicendo? È morto nella bocca dell’inferno!- La ragazza cominciò a preoccuparsi per la salute mentale della sorella.

-No!- Buffy si alzò e iniziò ad urlare – Lui è vivo! - Urlava e piangeva, eppure non sentiva nulla – Lui è tornato! Willow lo ha visto! Era in Africa! Lei lo ha visto! –

_ Buffy calmati! È impossibile! Deve essere stato un sogno! Lui è morto!-

- Anche io ero morta! – Urlava con tutta la sua forza – Eppure sono qui! Sono tornata! E anche lui è tornato! Lui è di nuovo qui! –

-Ma sono passati due anni! Come può essere tornato dopo tutto questo tempo?-

Buffy s sedette. Era più calma. Anche se il cuore sembrava ancora sul punto di esplodere – Non lo so come è possibile. Ma so che lui è vivo. E che probabilmente adesso mi sta cercando. Devo trovarlo Dawn. Io ho bisogno di lui-

-Ti prometto che ti aiuterò a cercarlo- Dawn abbracciò la sorella – Te lo prometto-


L’indomani mattina Buffy scese a fare colazione molto presto. In realtà non era riuscita a riaddormentarsi dopo quella telefonata. Come avrebbe potuto? Come una ragazzina innamorata aveva continuato a fantasticare, ad immaginare il loro incontro, quando avrebbe potuto finalmente riabbracciarlo. E si chiese dove fosse, e da quanto tempo ormai la stava cercando. Perché lei era sicura che la stesse cercando. Lui non l’avrebbe mai abbandonata. Non l’avrebbe mai lasciata sola.

Era incredibilmente nervosa. Doveva trovarlo al più presto



Capitolo II



Notte. Una casa vuota che era diventata il suo unico rifugio. Tutti le avevano voltato le spalle, non c’era nessuno accanto a lei. Era sola. All’improvviso, una voce familiare, lui. Accanto a lei ancora una volta, come sempre, l’unico che non la aveva abbandonata. Le sue parole dolcissime, la forza che le aveva regalato e quella notte passata tra le sue braccia. Il senso di vuoto e solitudine che scompariva piano piano. E il desiderio di fermare il tempo per restare in quel momento per sempre. Perché Spike non la avrebbe mai abbandonata.


Buffy si svegliò di soprassalto quando sentì squillare il telefono, con una strana sensazione di vuoto nello stomaco. Aveva di nuovo sognato quella notte. Di controvoglia si alzò dal letto e cercò il telefono in giro per la stanza.

Quando rispose, udì dall’altro lato della cornetta una voce molto familiare. Era Willow.

- Willow, è successo qualcosa? Perché mi chiami a quest’ora? È notte fonda!-

- Buffy, devo dirti una cosa importante!-

- Non farmi preoccupare! Che cosa sta succedendo? Problemi con il tuo demone?-

-No, con quello me la sono sbrigata facilmente. Ho usato uno splendido nuovo incantesimo che ho trovato in un vecchio libro di Giles…

Buffy cominciava a perdere la pazienza –Willow! Vuoi arrivare al punto per favore?-

-oh…già…vedi Buffy…dopo che ho sconfitto il demone…io ho…incontrato qualcuno…e…Buffy, quello che sto per dirti potrebbe causarti uno shock…quindi preparati e…cerca di non svenire…-

-Insomma! Smettila di farla tanto lunga!- la pazienza non era mai stata una grande virtù di Buffy – chi hai incontrato di così importante da giustificare una telefonata prima dell’alba?-

Willow tirò un lungo respiro, e poi sparò la bomba – Spike. Ho incontrato Spike. È vivo-

Buffy lasciò cadere il telefono sul pavimento. Non si sentiva più le braccia, le gambe le tremavano e il cuore andava all’impazzata.

Cosa accidenti significa che Spike è vivo?”

Non riusciva a muoversi. La voce di Willow che chiamava il suo nome dal telefono ancora aperto gettato sul pavimento le sembrava lontana anni luce. Iniziò a piangere senza nemmeno sapere il perché. Si sentiva scaraventata in un altro mondo. Non provava niente. Era diventata apatica. Immobile. L’unica cosa che riusciva a pensare era “Spike e vivo”. Piangeva sempre più forte, senza riuscire a controllarsi. Dawn corse dentro la stanza, immaginando la sorella in preda ad uno sei soliti incubi sulla bocca dell’inferno. Invece la trovò seduta sul letto, singhiozzante e con lo sguardo perso.

-Mio Dio Buffy! Che cosa è successo?-

-Spike…-

Down sospirò al sentire pronunciare quel nome – hai ricominciato a pensare a lui? Non puoi andare avanti così…lui non c’è più, sono passati due anni ormai, devi andare avanti!-

- Lui è…vivo…-

-Cosa stai dicendo? È morto nella bocca dell’inferno!- La ragazza cominciò a preoccuparsi per la salute mentale della sorella.

-No!- Buffy si alzò e iniziò ad urlare – Lui è vivo! - Urlava e piangeva, eppure non sentiva nulla – Lui è tornato! Willow lo ha visto! Era in Africa! Lei lo ha visto! –

-Buffy calmati! È impossibile! Deve essere stato un sogno! Lui è morto!-

- Anche io ero morta! – Urlava con tutta la sua forza – Eppure sono qui! Sono tornata! E anche lui è tornato! Lui è di nuovo qui! –

-Ma sono passati due anni! Come può essere tornato dopo tutto questo tempo?-

Buffy si sedette. Parlò con tono più calmo, anche se il suo cuore sembrava ancora sul punto di esplodere – Non lo so come è possibile. Ma so che lui è vivo. E che probabilmente adesso mi sta cercando. Devo trovarlo Dawn. Io ho bisogno di lui-

-Ti prometto che ti aiuterò a cercarlo- Dawn abbracciò la sorella – Te lo prometto-


L’indomani mattina Buffy scese a fare colazione molto presto. In realtà non era riuscita a riaddormentarsi dopo quella telefonata. Come avrebbe potuto? Come una ragazzina innamorata aveva continuato a fantasticare, ad immaginare il loro incontro, quando avrebbe potuto finalmente riabbracciarlo. E si chiese dove fosse, e da quanto tempo ormai la stesse cercando. Perché lei era sicura che la stesse cercando. Lui non l’avrebbe mai abbandonata. Non l’avrebbe mai lasciata sola.

Era incredibilmente nervosa. Doveva trovarlo al più presto. Ma non aveva idea di dove cercarlo. Che fosse ancora in Africa?

All’improvviso le venne in mente un’idea folle. Si ricordò che a Los Angeles Angel aveva un’ agenzia investigativa. Non perse un attimo, corse verso il telefono e cercò tra le migliaia di scartoffie il numero di telefono che il vampiro le aveva dato tempo fa, quando si era trovata nella città degli angeli per passare alcuni giorni con suo padre, e aveva visto Angel per qualche minuto.

Trovò il biglietto da visita con il disegno fatto da Cordelia…un’aragosta…o qualcosa di simile…Cordy sosteneva fosse un angelo…ma a Buffy in questo momento non importava poi molto.

Stava per chiedere ad Angel di ritrovare Spike. Doveva essere uscita completamente fuori di testa. Cosa le faceva pensare che lui la avrebbe aiutata? Aveva sempre odiato Spike, e si era dimostrato molto geloso…ma era pur sempre Angel, e Buffy sapeva di potersi fidare di lui ciecamente.

Compose il numero, ma nessuno rispose. Il numero non esisteva più. Buffy riattaccò il telefono piena di delusione. Doveva pensare a qualcun altro…


*********


-Maledetta alba!- Spike era stato costretto a rifugiarsi in una casa abbandonata, quando i primi raggi del sole iniziarono a spuntare in cielo.

Stava seduto, la schiena appoggiata al muro, la sigaretta in mano. Era preoccupato. Se la piccola strega avesse parlato con la cacciatrice, lui sarebbe stato fregato. Buffy avrebbe scoperto che lui era vivo, e allora addio al suo gesto eroico, al suo sacrificio…e all’amore della sua piccola riccioli d’oro.

Ma una parte di lui sperava che Willow rivelasse tutto a Buffy. Forse lei lo amava davvero, e allora avrebbero potuto stare insieme per sempre.

-Sono un idiota- Ma chi voleva prendere in giro? Lui era un vampiro, aveva massacrato centinaia di innocenti, aveva più volte cercato di ucciderla, aveva cercato di violentarla…a quel pensiero sentì una fitta alla bocca dello stomaco…lei non avrebbe mai potuto amarlo. Era un mostro. Lei aveva amato l’eroe, ma ormai quella parte di lui non c’era più…il suo sacrificio non poteva bastare a cancellare secoli di peccati.


******

Era notte…ma non una notte qualunque. Era la notte in cui toccava alla cacciatrice più forte fare la ronda. Già, di questo purtroppo non poteva liberarsi. Le varie cacciatrici in giro per il mondo avevano dei turni. Il male andava fermato comunque.

Camminava per il cimitero, aspettando che qualcosa si risvegliasse e cercasse di ucciderla. Le sembrava assurdo avere così tanta voglia di combattere. Non lo avrebbe mai ammesso, ma ad una parte di lei mancava la caccia…

Improvvisamente un vampiro sbucò nell’ombra e le prese il collo. Lei si liberò facilmente dalla stretta, lo scaraventò al suolo e gli ficcò un paletto nel cuore.

Era stato facile. Fin troppo facile. Un po’ delusa riprese a camminare, quando si accorse che dove prima c’era il vampiro, adesso c’era un cartoncino bianco…Si avvicinò incuriosita, credendo si trattasse di qualcosa di demoniaco, invece si ritrovò in mano un biglietto da visita


Wolfram&Hart

Studio Legale

Specializzato in casi sovrannaturali

Si domandò cosa diavolo doveva farsene un vampiro di uno studio di avvocati…

Girò il biglietto e cominciò a leggere


Sede centrale a Los Angeles

Altre sedi sparse per ogni angolo del mondo

Servizi interdimensionali


Il rigo successivo le fece venire un tuffo al cuore


Presidente: Angel, il vampiro con l’anima

Non poteva credere ai suoi occhi. Angel era il presidente di uno studio legale? Non era l’unica ad essere impazzita allora! Si chiese se in questo studio avessero i mezzi necessari per ritrovare Spike…bè, lo avrebbe saputo molto presto…doveva solo telefonare!


**********

Alla Wolfram e Hart non c’era un attimo di pausa. I telefoni squillavano a tutte le ore del giorno.

Ma quando il telefono del suo ufficio squillò quella mattina, Angel sentì che stava per succedere qualcosa di strano

Harmony rispose con il sua solita voce squillante

-Salve, qui è l’ufficio del capo della Wolfram&Hart, come posso esserle utile?-

Buffy avrebbe riconosciuto quella voce tra migliaia di persone

-Harmony? Cosa diavolo ci fai lì?-

-Ci lavoro, idiota! Chi sei? E Come fai a conoscere il mio nome?-

Buffy era sempre più stordita…Harmony stava dando dell’idiota a lei??…il mondo doveva essersi capovolto…

-Sono quella che dovrebbe prendere a calci il tuo sedere. Passami Angel, è urgente!-

-Oh mio Dio! Buffy! Che bello risentirti!-

-Harm, non ho tempo da perdere con queste cose. Ed inoltre io non sono affatto contenta di risentirti. Hai cercato di uccidere mia sorella!-

-Ma adesso ho smesso con certe cose! Ora sono una bravissima segretaria!-

Buffy era esasperata –Sono contenta che tu abbia trovato la tua strada, ma ora vuoi passarmi Angel?!-

- Ok,ok…calmati…non sei mai stata una persona socievole, dovresti essere più gentile con me!-

-HARMONY! PIANTALA! DEVO PARLARE CON IL TUO CAPO!-

-Te lo chiamo subito-



Angel alzò il telefono con aria scocciata

-Che vuoi,Harmony?-

- Buongiorno capo! C’è una persona al telefono per te!-

-Non ho intenzione di parlare con il demone Kulash, passalo alla sezione di Weslay-

-Non è un demone, capo…anche se ha lo stesso un caratteraccio-

-Chiunque sia, non mi va di parlare-

-Nemmeno con Buffy?-

Ad Angel per poco non scappò il telefono di mano

-Passamela immediatamente!-


-Ciao,Buffy!-

-Ciao Angel…sai, ti avevo cercato al tuo vecchio numero-

-La Angel Investigation non esiste più-

-Vedo che ti sei dato alla legge…sono abbastanza sorpresa-

-Anche io…è una storia lunga-

-Un giorno me la racconterai-

-Volentieri- Angel sorrise – Perché hai chiamato? Hai bisogno di aiuto?-

- In realtà mi serve un favore…ho bisogno di trovare una persona…e non sapevo a chi altro rivolgermi…- Era terribilmente imbarazzata

- hai chiamato le persone giuste, vedrai che troveremo chiunque tu stia cercando, abbiamo mezzi illimitati qui!- E per la prima volta Angel sentì che la Wolfram&Hart aveva un senso – Dimmi chi è questa persona.-

Buffy respirò a fondo…spaventata di ferire l’unica persona che poteva aiutarla

-Vedi Angel…so che quello che sto per dirti ti sembrerà folle ma…ho bisogno che tu mi aiuti a trovare Spike-