TRA PASSATO E PRESENTE

AUTRICE:KATIA

DISCLAIMER: i personaggi citati sono proprietà di Joss Whedon, della Warner Bros e della UPN e di Mediaset per l’Italia, eccetto Kysha e pochi altri.

 

SPOILER: settima serie. Ci sono comunque molte differenze rispetto alla serie. Prima fra tutte, Buffy e Spike non hanno mai avuto una relazione.

 

^_^ Buona lettura ^_^

 

TRA PASSATO E PRESENTE

Primo capitolo.

 

Un taxi si fermò di fronte ad una villetta in Rovello Drive. Ne scese una ragazza di 21 anni, con capelli neri dai riflessi viola lunghi fino quasi alla vita, occhi castano scuro. In braccio aveva un fagottino.

Il taxista, gentilmente, l’aiutò a scaricare le sue cose dall’auto e a portarle davanti alla porta d’ingresso. Dopo che la ragazza lo ebbe pagato, l’uomo se n’andò.

La ragazza si girò verso la porta, prese un profondo respiro cercando di farsi coraggio e suonò il campanello.

Da dentro si sentì una voce femminile. “Arrivo.”

Poco dopo la porta fu aperta rivelando la proprietaria della voce. Una ragazza bionda con gli occhi verdi della stessa età di quella che aveva suonato.

La bionda sgranò gli occhi. “Kysha?!”

“Ciao Buffy. Come va?”

Buffy dopo un primo momento di sorpresa l’abbracciò.

“Ehi, non che non sia felice di quest’abbraccio, ma stai attenta.” Disse l’altra.

Buffy si allontanò e, solo allora, notò il fagottino tra le braccia di Kysha.

“E questo cos’è?”

“E’ un bambino.”

“Lo vedo. Volevo dire: che ci fai con un bambino?”

“E’ una storia lunga. Non è che magari possiamo entrare? Sono anche abbastanza stanca per il viaggio.”

“Oh, scusa. Hai ragione. Entra pure. Ti aiuto con i bagagli.”

Buffy portò tutto dentro e, dopo aver chiuso la porta, si fece seguire da Kysha in salotto. Qui trovarono Xander, Anya, Dawn, Willow e Tara.

Come Dawn vide Kysha, le andò incontro abbracciandola proprio come poco prima aveva fatto Buffy. Kysha le fece notare di fare attenzione. Anche Dawn vide il bambino e parve sconcertata come la sorella.

Prima che Dawn potesse fare domande, Buffy iniziò a fare le presentazioni.

“Ragazzi, vi presento Kysha. Loro sono Xander, Anya, Willow e Tara.” Ognuno al proprio nome fece un cenno. “Allora, Kysha. Cos’è questa novità?” disse poi, indicando il bambino.

Kysha guardò alternativamente Buffy e gli altri. “Forse dovremmo parlarne in privato.” Disse alla Cacciatrice.

Buffy annuì con la testa, confusa, e la portò nella sala da pranzo.

Si sedettero sulle sedie.

“Allora, che succede Kysha?”

“Non sarei voluta venire qua. Ma non potevo andare da nessun’altra parte. Ho bisogno d’aiuto.”

“L’avevo immaginato. So che non saresti venuta qua altrimenti. Conosco perfettamente la tua decisione di lasciare tutto. Anche se non capisco come…”

“Buffy… non parliamo del passato. Ora abbiamo un problema più imminente.”

“OK, scusa. Dimmi tutto.”

“Qualche mese fa ero in Europa. In Francia per essere precisi. Una sera, mentre stavo passeggiando, ho visto qualcuno aggredire una donna e sono intervenuta. Non potevo certo stare a guardare. Quelli che credevo uomini erano in realtà dei demoni che non avevo mai visto. Sono riuscita a metterli in fuga. Subito dopo ho soccorso la donna. Era sdraiata supina. Quando l’ho girata, ho notato che tra le braccia teneva un bambino. Lui.” Disse indicando il fagottino ora tra le sue braccia. “Ho capito subito che la donna era in fin di vita e anche lei lo aveva capito. Mi ha guardato e mi ha detto di difendere il bambino. Di non permettere che loro lo prendessero. Io ho promesso e subito dopo è spirata. Il bambino aveva iniziato a piangere e io l’ho preso in braccio. Subito dopo ho sentito dei rumori e ho percepito che i demoni erano tornati con i rinforzi. Non ci ho pensato su molto. Ho iniziato a correre più veloce che potevo. Sono andata nella pensione dove vivevo, ho raccolto le mie cose e sono partita. Ho girato a lungo. Mi sono procurata dei documenti falsi per il bambino e mi sono spostata per il mondo. Ogni volta che credevo di essere al sicuro, ecco che quei demoni spuntavano dal nulla. Ho cercato di scoprire chi fossero, ma senza risultati. Ho bisogno d’aiuto. Dell’aiuto di un’altra Cacciatrice. Perché ho intenzione di mantenere fede alla promessa che ho fatto.”

“Anche a costo di rinunciare alla tua libertà?”

Kysha fece un sorriso sarcastico. “La mia libertà. Non sono mai stata libera. Pensavo che allontanandomi avrei potuto smettere d’essere ciò che ero, ma ovunque andassi c’era sempre qualcosa che mi ricordava chi ero e m’impediva di vivere la mia libertà. Ormai ho capito da un pezzo.”

“Nessuno può smettere di essere una Cacciatrice. Almeno finché non muore.” Disse Buffy, rivelando ciò che lei stessa aveva capito alcuni anni prima.

“Già.”

“Orgogliosa come sei deve essere stata dura accettarlo.”

“Sì. Ma ormai l’ho accettato. Io sono una Cacciatrice e lo sarò sempre. Devo solo imparare a conviverci.”

“Ci riuscirai.” Le disse Buffy sorridendole. “Allora, dimmi. Come si chiama quest’ometto?”

“Willy ed ha tre mesi. Quando la donna me l’ha affidato aveva pochi giorni.” Rispose Kysha guardando il bimbo con affetto.

“Ehi, Kysha…” la ragazza alzò lo sguardo guardando Buffy negli occhi. “Bentornata.”

Kysha sorrise. “Grazie.”

Rimasero un po’ a parlare di come avevano vissuto durante i sette anni in cui erano state lontane.

Quando le cose fondamentali erano state dette, Buffy disse: “Loro…” indicò il salotto dove c’erano Dawn e gli altri. “…sono miei amici. Amici fidati. Sanno tutto di me e del mio ruolo di Cacciatrice. Ci aiuteranno.”

Kysha annuì e con Buffy si diresse in salotto.

“Kysha rimarrai con noi per un po’?” domandò Dawn speranzosa.

“Sì.” Rispose Buffy. “Ma non per una visita di piacere.”

“Che succede?” domandò Dawn, notando lo sguardo serio della sorella.

“Quello sguardo, solitamente, significa guai.” Commentò Xander.

“Infatti. Ma è meglio che vi racconti tutto Kysha.”

Le due Cacciatrici si accomodarono sulle poltrone. Dopodiché Kysha iniziò a raccontare del suo intervento per salvare la donna, della promessa di proteggere il bambino e dei ripetuti attacchi dei demoni.

“Da sola non sono riuscita ad affrontarli. Sono venuta qua perché ho bisogno dell’aiuto di un’altra Cacciatrice.” Concluse.

“Un’altra?” domandò Willow.

Kysha annuì, ma fu Buffy a spiegare.

“Quando sono stata attivata come Cacciatrice, qualcosa non è andato come previsto. Non fui l’unica ad essere attivata. Anche Kysha lo fu.”

“Com’è possibile?” domandò Tara.

“Non l’abbiamo mai saputo con certezza. Però, crediamo centri col fatto che siamo nate, in contemporanea e nello stesso luogo.” Rispose Kysha.

Gli altri erano visibilmente confusi.

“Stesso giorno, stesso mese, stesso anno, stessa ora, stessi minuti, stesso ospedale e perfino stessa stanza.” Spiegò Buffy.

“Avevate la sala parto in comune?” domandò Anya.

“No. Le nostre madri erano compagne di stanza. Hanno iniziato ad avere le doglie insieme e il parto è stato talmente veloce che non sono riusciti a spostarle nelle sale parto.” Chiarì Kysha.

“Anche i medici rimasero sorpresi della sincronia.” Aggiunse Buffy.

“Quindi si può dire che vi conoscete fin dalla nascita.” Commentò Xander.

“In un certo senso. Le presentazioni ufficiali avvennero poco prima che scoprimmo d’essere Cacciatrici. Avevamo iniziato a frequentare lo stesso liceo a Los Angeles e facemmo amicizia. Eravamo sempre insieme.” Disse Buffy ricordando con malinconia quel periodo. “Fino a quando non scoprimmo d’essere le Cacciatrici.” Disse tornando seria.

“Perché? Che successe?” chiese Willow.

“Io mollai tutto poco dopo aver scoperto d’essere Cacciatrice.” Ammise Kysha.

“Perché?” domandò Anya.

“Anya!” la richiamò Buffy.

Anya fece una faccia offesa.

“Non è un problema, Buffy. Posso rispondere alla sua domanda. A quel tempo c’era un ragazzo che amavo profondamente. Stavamo insieme da alcuni anni. Con lui ero felice.” Disse sorridendo. Poi s’incupì e abbassò lo sguardo. “Fu il primo vampiro che affrontai.”

Calò il silenzio.

“La cosa mi turbò molto. Divenni apatica. Quando mi obbligarono a fare la ronda, sarei morta se Buffy non fosse intervenuta, contravvenendo all’ordine di restare in casa e non uscire di ronda per quella notte.”

“Non sono mai stata brava a seguire gli ordini.” Disse Buffy sorridendole.

Kysha ricambiò il sorriso. “Il giorno seguente, presi le mie cose e me n’andai da alcuni parenti in Europa. Scappai. Proprio come sto facendo ora con Willy.” Disse alzandosi in piedi, arrabbiata con se stessa.

“Ma ora sei tornata.” Le fece notare Buffy.

“Sì, ma dopo quanti anni?”

“Quelli che ti servivano per trovare te stessa. Venendo qua, hai iniziato ad affrontare il problema.”

“Da quando sei così saggia?” le disse prendendola in giro.

“Lo sono sempre stata.” Disse con tono falsamente altezzoso.

Subito dopo le due ragazze si sorrisero.

“Ed ora al lavoro. Dobbiamo scoprire tutto il possibile su questi demoni.”

Tutti si alzarono nell’attesa d’ordini. Buffy si volse verso Kysha.

“Lo proteggeremo. Te lo prometto.”

Kysha annuì.

Il bambino tra le sue braccia sorrise. Nessuno lo notò.

 

Secondo capitolo.

 

Buffy riagganciò la cornetta e raggiunse gli altri in salotto.

“Giles ha detto che sarà qui tra poco.” Annunciò. Guardò Kysha e aggiunse: “Non gli ho detto che sei tornata. Ho pensato che fosse meglio così.”

Kysha annuì.

Pochi minuti dopo Giles suonò al campanello di casa Summers.

Buffy lo fece accomodare.

“Allora? Cos’è successo? Perché tutta questa fretta?” domandò l’osservatore preoccupato.

“È meglio che veda con i suoi occhi.”

Com’entrarono nel salotto, Giles vide Kysha.

“Kysha?!”

“Salve Giles.” Salutò la ragazza timidamente.

“Fatemi capire, avevate anche l’osservatore in comune?” domandò Willow.

“Sì.” Rispose Buffy.

“Quando sei arrivata?” domandò Giles.

“Meno di due ore fa.” Rispose Kysha.

Buffy convinse Giles e l’altra Cacciatrice ad andare a parlare in sala da pranzo. Avevano alcune cose da chiarire.

L’osservatore notò il bambino che Kysha teneva tra le braccia.

“E lui chi è? È tuo…”

“Oh, no, no! Non è mio figlio.” Rispose intuendo la domanda.

La ragazza ripeté per la terza volta cosa le era successo. Quando finì, chiese scusa a Giles.

“Per cosa?”

“Non sarei dovuta scappare sette anni fa. Avrei dovuto affrontare le mie paure.”

“Quel che è fatto, è fatto. Ora dobbiamo occuparci di scoprire chi sono questi demoni che danno la caccia al bambino.”

Kysha notò il tono freddo nella voce di Giles, ma non disse niente e annuì.

Tornarono dagli altri in salotto.

“Il primo passo da fare per scoprire chi sono quei demoni è sapere come sono fatti.” Disse in tono pratico Buffy.

“Hanno un aspetto vagamente umano. In testa hanno tre corna, le braccia e il petto sono ricoperti di squame e sulla schiena hanno delle protuberanze lungo tutta la spina dorsale e sui gomiti. Queste protuberanze sono affilate come rasoi. Inoltre hanno una forza fuori del comune.”

“Usano qualche tipo d’arma?” domandò Giles.

“No. Combattono corpo a corpo.”

“Giles, ne ha mai sentito parlare?” domandò Buffy.

L’osservatore scossa la testa in segno di diniego.

Buffy si rivolse al resto della gang. “Allora diamoci da fare. Willow e Dawn cercheranno qualcosa con i computer. Gli altri proveranno a cercare qualcosa sui libri al Magic Box. Io vado di ronda. Tu Kysha cosa vuoi fare?”

“Penso che…” Willy iniziò a piangere. “…darò da mangiare a Willy.”

Buffy annuì e ognuno si diresse ai suoi compiti.

Kysha si fece indicare da Dawn dove sistemarsi e la ragazza le mostrò la stanza degli ospiti e subito dopo andò a fare le ricerche.

Kysha cambiò il bambino, riscaldò il latte e, dopo aver raggiunto Willow e Dawn in salotto, iniziò a dar da mangiare a Willy.

Alcuni minuti dopo, Kysha stava coccolando Willy aspettando che si addormentasse.

Si sdraiò sul divano tenendo su di lei il bambino.

A causa della stanchezza del viaggio si addormentò anche lei.

Un’oretta dopo, Buffy tornò a casa.

La prima cosa che notò entrando nel salotto fu Kysha che dormiva tenendo tra le braccia Willy.

Quella scena aveva un che di commovente.

Cercando di fare meno rumore possibile, si avvicinò a Dawn e Willow.

“Come vanno le ricerche?” domandò a bassa voce.

“Per ora nulla di fatto.” La informò Willow.

Buffy annuì. Notando l’espressione stanca dell’amica e della sorella, consigliò loro di andare a dormire e di riprendere le ricerche la mattina seguente. Willow e Dawn seguirono il consiglio.

Mentre le due ragazze salivano al piano superiore, Buffy si avvicinò a Kysha. Cercò di prendere in braccio il bambino, per portarlo a dormire di sopra. La posizione in cui era, le sembrava un po’ precaria. Più che altro perché non era abituata ai bambini.

Come Kysha avvertì il movimento si svegliò. Negli occhi il terrore di vedersi portare via Willy. Quando vide Buffy si calmò.

“Scusa Kysha, non volevo svegliarti.”

“Tutto a posto. Sono io che non avrei dovuto addormentarmi sul divano.”

“Figurati. Devi essere stanca per il viaggio.”

Kysha annuì. Buffy l’accompagnò nella sua stanza.

In poco tempo Kysha sistemò Willy sul letto, salutò Buffy ed andò a dormire.

La mattina seguente, Kysha fu svegliata dal pianto di Willy che aveva fame.

Andò in cucina e preparò il biberon. Mentre gli stava dando da mangiare, arrivarono anche le altre e fecero colazione.

Dopo colazione andarono tutti al Magic Box per proseguire le ricerche.

Al tramonto erano ancora in alto mare.

Poco dopo che il sole calò, entrò nel negozio un biondino.

“Ciao Spike.” lo salutò Dawn.

“Ciao piccola.”

Con i suoi sensi di vampiro avvertì che c’era qualcosa di strano nell’aria.

“È tornata Faith?” domandò.

“No, perché?” rispose Dawn.

“Mi sembra di avvertire il potere di un’altra Cacciatrice, oltre Buffy.”

“Infatti è così.” disse la ragazzina indicando Kysha. “Lei è Kysha ed è una Cacciatrice. Kysha lui è Spike.”

Kysha e Spike si guardarono negli occhi alcuni secondi.

Senza che nessuno lo avesse chiesto, Anya iniziò a raccontare del fatto che le due Cacciatrici fossero nate in sincronia.

Poco dopo un vagito attirò l’attenzione di Kysha che si diresse nel retro.

Ritornò dopo pochi secondi tenendo tra le braccia il piccolo Willy.

“Una Cacciatrice con prole? Questa non me l’aspettavo.” Disse Spike.

“Non è suo figlio.” Lo informò Dawn.

In poco tempo fu messo al corrente di tutto ciò che era successo a Kysha ed al piccolo Willy.

Mentre i ragazzi spiegavano tutto a Spike, Buffy notò la faccia preoccupata di Kysha e la tranquillizzò. “È un vampiro, ma sta dalla nostra parte. Puoi fidarti.”

Finito il racconto, Spike guardò la nuova arrivata e il bambino.

Intanto Giles chiese al vampiro se avesse mai visto o sentito parlare di demoni simili a quelli che Kysha aveva descritto.

Spike fece un cenno di diniego con la testa.

“Ma chi saranno questi demoni?” disse Dawn mettendosi le mani nei capelli, frustrata per non avere ancora trovato nulla.

“E soprattutto perché vogliono tanto quel moccioso?” disse Spike.

L’attenzione si catalizzò su di lui.

“Beh? Che ho detto?”

“Forse stiamo affrontando le ricerche dal punto di vista sbagliato.” Disse Giles pulendosi gli occhiali.

“Che intende?” chiese Dawn.

“Forse dovremmo cercare qualcosa sul bambino.”

“Su Willy?” domandò sconcertata Kysha.

“Sì. Quei demoni sembrano essere interessati soltanto a lui. Non cercano di ottenere un bambino qualsiasi. Mirano esclusivamente a lui. Deve avere qualcosa di particolare. Dobbiamo riuscire a scoprire cos’è.”

“Ma Willy è un bambino normalissimo.”

“Forse. Il problema è che non possiamo saperlo con certezza. Potrebbe essere il discendente di qualche comunità importante per i demoni. O magari è un bambino predestinato a qualcosa.” Ipotizzò Giles.

“Sì, ma come possiamo scoprirlo? Non sappiamo nemmeno da dove arrivi.”

“La donna che te lo ha consegnato non aveva qualcosa di particolare? Che so un tatuaggio? O un ciondolo? Sei sicura che non ti abbia detto niente che potesse aiutarci?”

Kysha ci rifletté un po’ sopra, poi scosse la testa.

“No, niente di tutto questo.”

“Io e Tara, possiamo provare ad usare la magia.” Disse Willow.

Tutti si voltarono verso la strega.

“Possiamo cercare di scoprire se ha qualche potere magico. Forse, se la donna che lo ha affidato a Kysha possedeva qualche potere, potremmo anche risalire a lei.”

“Cosa aspettiamo, allora?”

Willow si fece consegnare il bimbo.

Come Willy fu tra le sue braccia, iniziò a piangere.

Tara andò in soccorso della sua ragazza. Provò a prenderlo lei in braccio, ma il bimbo non accennava a smettere.

Anche Dawn, Anya e Xander si avvicinarono per cercare di calmarlo. Lo presero tutti in braccio a turno. Ci provò anche Buffy, ma come Willy fu tra le sue braccia iniziò a piangere più forte.

Vedere il bambino passare da una persona all’altra, aveva però innervosito Kysha. Si prendeva cura di lui da mesi ed ormai si considerava un po’ la sua mamma. E si sa, la madri sono un po’ chiocce.

La cosa, però, aveva infastidito anche Spike. Quando, però, vide che Kysha riprendeva in braccio il piccolo, si sentì più tranquillo.

Anche Willy si tranquillizzò all’istante.

“A quanto pare, rimane calmo solo se lo tieni in braccio tu.”

In quel momento Kysha starnutì. Aveva bisogno di soffiarsi il naso.

Spike lo notò e le andò vicino, offrendosi di tenerle il bambino.

La ragazza glielo passò un po’ preoccupata per la possibile reazione di Willy. Con sorpresa di tutti il bambino rimase calmo.

Poco dopo, Kysha lo riprese in braccio. Spike stava per allontanarsi quando il bambino si aggrappò con la manina al suo spolverino. Con l’altra teneva la camicia di Kysha.

“Ehi, tu. Mollami.” Disse Spike.

Cercarono di staccarlo, ma il bambino non voleva saperne. Quando ci riuscirono, Willy mise il broncio.

Nel frattempo Willow e Tara avevano posto un cristallo in terra in modo da formare un triangolo con a due angoli le ragazze e all’altro angolo il cristallo. Dissero a Kysha di mettersi con il bambino al centro.

Willow iniziò a recitare un incantesimo.

 

Terzo capitolo.

 

Una leggera brezza iniziò a soffiare intorno a Kysha ed al piccolo Willy.

Il cristallo iniziò a brillare. Lentamente, al di sopra di esso, iniziò a formarsi una figura.

Kysha la riconobbe. Era la donna che le aveva affidato Willy.

Willow terminò di recitare l’incantesimo.

La donna, o meglio il suo spirito, si guardò intorno. Vide il piccolo Willy e sorrise.

Tutti rimasero in silenzio.

Fu Kysha la prima a parlare.

“Mi riconosci?”

“Sì. Sei la ragazza a cui ho affidato il piccolo Willy prima di morire.”

La ragazza annuì. “Mi chiamo Kysha. Ti abbiamo invocato perché abbiamo bisogno di sapere alcune cose per proteggere Willy.”

Stavolta fu la donna ad annuire. “Ti dirò tutto ciò che vorrai.”

“Bene. Per prima cosa, chi sei tu?”

“Il mio nome è Asmaride. Sono, o forse dovrei dire ero, l’ultima sacerdotessa della congrega di Fallewy.”

“Di cosa si occupa questa congrega?”

“Eravamo una congrega segreta. Il nostro compito era quello di assicurarci che le forze negative del mondo non prendessero il sopravvento.”

“Esiste una congrega del genere?” domandò Buffy a bassa voce al suo osservatore. Giles le fece cenno che non ne sapeva niente nemmeno lui.

“Perché questo bambino è continuamente attaccato dai demoni?” continuò a chiedere Kysha.

“Willy è destinato a grandi cose nel suo futuro. Inizialmente si alleerà con le forze negative, ma in seguito, le combatterà coraggiosamente riuscendo ad ottenere ottimi risultati.”

“La vostra congrega può vedere il futuro?”

“La congrega di Fallewy non ha né passato, né presente, né futuro.”

“Spiegati meglio.”

“Noi sacerdotesse siamo in grado di muoverci nel tempo. È in questo modo che Willy è arrivato fin qui.”

“Aspetta… vuoi dire che Willy non appartiene a questo tempo?”

“No. Questo è il suo futuro.”

“Il suo futuro?”

“Sì. Esattamente 157 anni dopo la sua nascita.”

“E perché si trova in questo tempo?”

“I demoni Ismerek che lo stavano inseguendo, hanno trovato il modo per spostarsi nel tempo. Hanno deciso di andare nel passato per impedire che Willy possa vivere il suo destino. Volevano ucciderlo, fintanto che era appena nato, quando ancora non aveva alcun potere. Fortunatamente sono riuscita ad intervenire in tempo e l’ho portato con me in quest’epoca.”

“Non c’è il rischio che i demoni tornino ancora più indietro nel tempo per prevenire direttamente la sua nascita?”

“Non possono. Lo stregone che ha effettuato il rito per andare indietro nel tempo è deceduto durante esso. È riuscito solo a farmi seguire in questo tempo dai demoni.”

“Ma perché hai portato Willy in quest’epoca così lontana dalla sua?”

“Anche questa è la sua epoca.”

“Non ci sto capendo più niente. Willy fa parte del mondo di 157 anni fa, giusto? Dopo tutto questo tempo il suo destino dovrebbe ormai essersi compiuto. E i demoni? Fanno parte del mondo di quanti anni fa?”

“Loro non fanno parte del vostro passato. Fanno parte del vostro futuro prossimo. E per quanto riguarda il destino di Willy dovete sapere che non si è ancora compiuto nel vostro tempo.”

“Cosa?”

“È così. Quando hanno fatto il loro viaggio a ritroso nel tempo, i demoni provenivano dal mese di ottobre del 2003. Il momento in cui il destino di Willy si compirà.”

“Tutto questo mi sembra assurdo! Stando a quello che dici, Willy sarebbe una sorta di salvatore del bene, è nato 157 anni fa, ma il suo destino non si è ancora compiuto nella nostra epoca. Questo vorrebbe dire che Willy è ancora vivo e ha 157 anni adesso!”

“È esattamente così.” disse la donna.

“Ma un uomo non può vivere così a lungo.”

“In certi casi può.” Dicendo questo la donna volse il suo sguardo su Spike.

Tutti seguirono il suo sguardo.

“Ehi, aspettate. E io che centro?” domandò il vampiro.

In quel momento Willow e Tara iniziarono a cedere sotto l’influsso della magia.

“Il mio tempo è scaduto. Buona fortuna.” Disse la sacerdotessa Asmaride.

La figura della donna scomparve improvvisamente, mentre Willow e Tara venivano scagliate lontano da una forte energia.

Quella stessa energia, investì anche Kysha che venne scagliata all’indietro.

Spike che era dietro di lei, la intercettò prima che potesse cadere a terra rischiando di fare del male a sé stessa e al bambino. La ragazza lo ringraziò.

Un po’ ammaccate Willow e Tara si alzarono in piedi.

Tutti guardavano sbalorditi Spike.

“Piantatela di guardarmi così!”

Anche Kysha lo stava guardando. Però, il suo sguardo era confuso.

“Io sono sempre più confusa. Perché la sacerdotessa ha indicato te?”

Spike la guardò e poi osservò il bambino tra le sue braccia. Non parlò. Fu Anya a chiarire le idee a Kysha.

“Devi sapere che lui è un vampiro, ha 157 anni, e il suo nome da mortale era William.”

Kysha fissò alternativamente Spike e il bambino che teneva in braccio.

“Quindi, questo bambino sei tu.” Disse in un sussurro.

Spike non sapeva che dire. Istintivamente aveva provato una certa sintonia con quel bambino, ma non avrebbe mai pensato che fosse sé stesso appena nato.

Portò la mano sul viso del bambino. Gli accarezzò una guancia. Sotto le sue dita la pelle era calda. Ritrasse la mano come se si fosse ustionato.

Si guardò in giro. Tutti quegli sguardi su di sé gli davano fastidio.

Senza dire niente, si girò e se ne andò.

Dawn fece un passo intenzionata a seguirlo, ma Buffy la trattenne.

“Credo abbia bisogno di stare da solo.”

“Ora abbiamo qualcosa da cui partire per le ricerche.” disse Giles in tono pratico.

“Già. Sappiamo anche come si chiamano quei demoni. Ma troveremo qualcosa? In fondo, in teoria, dovrebbero appartenere al mondo che ci sarà tra più di tre mesi.” Fece notare Xander.

“Sì, ma una razza demoniaca non nasce dal nulla.” Osservò Giles.

“Allora, mettiamoci sotto a cercare questi demoni Leserek.” Disse Xander.

“Ismerek.” Lo corresse Willow.

Tutti si misero al tavolo e iniziarono a cercare. Tutti eccetto Kysha. La ragazza continuava a fissare la porta da cui era uscito Spike.

Buffy lo notò.

“Non preoccuparti. Ha solo bisogno di tempo.”

“Forse, hai ragione, ma… Penso che sia meglio che non rimanga da solo.”

Buffy la guardò negli occhi.

“Ti accompagno. Tanto devo fare la ronda.”

Salutarono gli altri ed uscirono.

Buffy l’accompagnò alla cripta del vampiro.

Bussò, ma non rispose nessuno. Stava per forzare la porta, ma Kysha la fermò.

“Spike, sono Kysha.” Disse attraverso la porta. “Vorrei parlarti.”

Dopo alcuni istanti la porta si aprì.

Spike guardò Kysha e se stesso da bambino, poi con un cenno della testa la invitò ad entrare.

Buffy si sentiva di troppo, perciò li salutò ed andò a fare la ronda.

Il vampiro fece accomodare la ragazza su una poltrona, mentre lui si appoggiava sul tavolino di fronte.

“Di cosa volevi parlarmi?”

“Ecco, noi due praticamente non ci conosciamo Spike, però, sento di avere un legame con te. Prendimi pure per pazza.”

“Non penso che tu sia pazza. Quando ti ho visto al Magic Box, ho provato una sensazione di familiarità. Lì per lì non ho capito il perché, ma ora lo so. Tu ti sei presa cura di me quando ero piccolo.”

La ragazza sorrise. Anche Spike lo fece.

Il quel momento il bambino iniziò a piangere.

Spike lo guardò preoccupato.

“Cos’ha?” chiese.

Kysha guardò l’orologio. “È l’ora della pappa. Immagino che qui non ci sia un fornello, vero?”

“Sì, c’è.”

Il vampiro le fece strada verso quello che sembrava l’angolo cucina. C’era un frigorifero, un microonde ed un fornelletto.

“Però! È fornita questa cripta.”

Kysha preparò il biberon. Prima di metterlo a bagnomaria sul fuoco chiese a Spike dove potesse mettersi per cambiare il piccolo Willy.

Spike la fece scendere al piano inferiore e le disse che poteva usare il letto.

Rimase a guardare i movimenti sicuri della ragazza, mentre lo cambiava.

Poco dopo erano di nuovo al piano superiore e Kysha stava dando da mangiare a Willy.

Spike osservava tutto con sguardo attento.

Kysha lo notò e gli sorrise.

“Ci sai fare.” Le disse il vampiro.

“Beh, mi prendo cura di lui da un po’ ormai.”

Quando Willy finì la poppata, Kysha iniziò a camminare per la stanza massaggiandogli la schiena per fargli fare il ruttino. Dopo averlo fatto il piccolo si addormentò.

Kysha continuò a tenerlo in braccio.

“Avevo il dubbio che sarebbe cresciuto un po’ viziato. Ora che ti ho visto, mi sento più tranquilla.”

“Perché pensavi che sarei cresciuto viziato?”

“I bambini a stare tanto in braccio diventano viziati. L’ho sentito da qualche parte.”

Poco dopo Kysha decise di tornare a casa. Spike si offrì di accompagnarla.

 

Quarto capitolo.

 

Non era molto tardi e in giro c’era abbastanza gente.

Mentre camminavano in una strada del centro, incrociarono una coppietta che passeggiava mano nella mano.

Mentre li superavano, sentirono la ragazza dire al fidanzato: “Hai visto che bel quadretto familiare? Sembrano giovani, ma hanno già un bambino. E noi quando ne faremo uno?”

Spike e Kysha si guardarono imbarazzati.

“Ci hanno scambiato per una famiglia.” Disse stupito il vampiro.

“Già. Beh, io sinceramente sono abituata ad essere scambiata per sua madre. A te che effetto ha fatto essere scambiato per il padre di te stesso?”

“Sinceramente? Strano. Non tanto perché lui sono io da piccolo. Più che altro, per il fatto di dare l’impressione d’essere papà. Sono così vecchio?”

Kysha scoppiò a ridere.

Spike la guardò un po’ offeso.

Lei se n’accorse.

“Scusa, scusa. Non volevo offenderti. È che sentire la domanda che hai fatto, pronunciata da un vampiro di 157 anni, mi è sembrata una cosa un po’ comica.”

“Sì, ma fisicamente ho soltanto 28 anni.”

Kysha fece un rapido calcolo. “Quindi sei vampiro da 129 anni.” Costatò.

Lui annuì.

“Comunque sia, ti faccio presente che ci sono ragazzi che hanno meno di 28 anni che hanno già anche un paio di figli.”

Spike rimase in silenzio con un’espressione pensierosa.

“Cos’hai ora?”

“È che stavo pensando che non dovrebbe preoccuparmi se sembro troppo giovane per essere padre. Tanto non lo sarò mai.”

“È vero... I vampiri non possono avere figli.”

“Già.”

Kysha si chiese se nel suo tono ci fosse una nota di dispiacere o se l’avesse solo immaginata.

Arrivarono a casa Summers. Le luci erano spente. Kysha aveva una copia delle chiavi.

Dopo aver aperto chiese a Spike se volesse farle compagnia, mentre aspettava le altre.

Lui accettò.

In quel momento Willy si svegliò piagnucolando.

Come aveva fatto già quella sera, Spike le chiese preoccupato cosa avesse.

“È solo stanco di stare in braccio. Vuole andare a letto.”

Kysha iniziò a salire le scale. Dopo un paio di gradini si volse verso il vampiro.

“Rimani qui sotto, o vieni ad aiutarmi a metterlo a letto?”

“Posso?”

“Certo.”

“Allora vengo su. Sono curioso di vedere come mi mettevano a letto da piccolo.” Disse sorridendo.

Kysha rispose al sorriso.

Quando arrivarono in camera, la ragazza cambiò il pannolino a Willy e lo fece sdraiare sul letto.

Si tolse le scarpe e gli si sdraiò vicino. Disse a Spike che se voleva poteva mettersi dall’altra parte. Il vampiro lo fece dopo essersi tolto anche lui le scarpe.

Il bambino nel frattempo aveva smesso di piagnucolare e sorrideva.

Spike si accorse di come Kysha guardasse dolcemente il bambino. La cosa gli fece provare qualcosa di mai sperimentato, ma non volle chiedersi cosa fosse. Per il momento voleva solo crogiolarsi in quella sensazione che era molto piacevole.

Kysha cercando di far dormire il bambino, che a quanto pareva non ne voleva sapere, iniziò a cantare una canzone.

Spike rimase stupito. Lui ascoltava solo musica rock, eppure era certo di conoscere quel motivetto.

Senza quasi accorgersene iniziò a cantarla con Kysha.

La ragazza lo guardò stupita, poi, senza smettere di cantare, gli sorrise. Subito dopo tornò a guardare Willy. Anche Spike guardò il bambino che in quel momento spostava lo sguardo sorridendo alternativamente da lui a Kysha.

Ci vollero un po’ di minuti, ma alla fine il bimbo si addormentò. I due ragazzi continuarono a cantare il motivetto ancora a lungo.

 

Un’ora dopo il ritorno di Kysha a casa, tornarono anche le altre ragazze. Tutte stettero attente a fare piano per non rischiare di svegliare il bambino. Salirono al piano superiore. Buffy notò che la porta della camera di Kysha e Willy era aperta. Si avvicinò per chiuderla. Prima di farlo guardò all’interno della stanza. Rimase sorpresa da ciò che vide.

Willow lo notò e a bassa voce le chiese cosa avesse, attirando l’attenzione di Tara e Dawn.

Buffy fece cenno di avvicinarsi. Tutte lo fecero e guardarono dentro la stanza.

Al centro del letto il piccolo Willy dormiva beatamente, di fianco a lui da una parte dormiva Kysha e dall’altra Spike.

Anche le altre rimasero stupite per la scena.

Lentamente chiusero la porta e si allontanarono.

I tre addormentati non si accorsero di nulla.

 

La mattina seguente il primo a svegliarsi fu Spike. Mentre apriva gli occhi, sentì una sensazione piacevole. La stessa della sera precedente. Questo gli fece venire un dubbio che come aprì gli occhi prese forma reale. Era ancora sul letto con Kysha e Willy.

Osservò la ragazza. Stava ancora dormendo. Sul suo viso un sorriso. Guardò Willy.

Proprio in quel momento il bambino si stava svegliando. Iniziò a fare dei piccoli mugolii.

Spike si accorse che Kysha iniziò ad agitarsi nel sonno.

Probabilmente aveva sentito il piccolo e si stava per svegliare.

Il vampiro aveva, però, intuito che la ragazza doveva essere stanca. Si chiese da quanto tempo non dormisse tranquilla, senza svegliarsi al minimo rumore provocato da Willy. Probabilmente da quando l’aveva in custodia, si rispose.

Volendole dare la possibilità di riposare tranquillamente, Spike prese in braccio Willy, che nel frattempo si era svegliato totalmente, lo portò in bagno e lo cambiò.

Il bagno era annesso alla camera, perciò socchiuse la porta per evitare che i vagiti del bambino arrivassero fino a Kysha.

Però, la ragazza nel frattempo si svegliò. Si guardò in giro. Quando si accorse che Willy non era con lei fu presa per un attimo dal panico. Poi sentì la voce di Spike provenire dal bagno. Sembrava che parlasse a bassa voce. Si avvicinò.

“Ora dobbiamo fare i bravi. Ci cambiamo il pannolino in silenzio e facciamo dormire un po’ Kysha. Che ne dici?”

Il bambino sorrise. Anche il grande lo fece.

“Vedo che sei d’accordo. Allora cerca di collaborare, perché io non ho mai cambiato un pannolino in vita mia e…” nel frattempo aveva aperto il pannolino usato. Il piccolo durante la notte aveva fatto la pupù.

“Per tutti i demoni! Com’è possibile che un esserino tanto piccolo, faccia una puzza tanto grande?”

Kysha dietro la porta si coprì la bocca con una mano per non fargli sentire la sua risata. Anche lei aveva pensato la stessa cosa la prima volta.

Spike non si perse d’animo.

“Se ci riescono tutte le mamme del mondo, posso riuscirci anch’io.”

Prese una salvietta e iniziò a pulire il piccolo. Dopo la prima ne usò una seconda. Poi una terza. Una quarta. Una dozzina di salviette dopo, ritenne di averlo pulito abbastanza. Gli applicò la pomata come aveva visto fare a Kysha e poi prese un pannolino nuovo.

“Dai che abbiamo quasi finito.”

Poco dopo il bimbo aveva il suo pannolino pulito ed era rivestito.

Spike osservò il suo operato compiaciuto.

“Però! Non me la sono cava troppo male per essere la prima volta.”

Il bimbo si ciucciò il pollice. Spike lo notò. Lo prese in braccio e si avviò verso la porta. Quando l’aprì si trovò davanti Kysha.

“Buongiorno.” Lo salutò.

“Buongiorno. Ho cambiato Willy.” Disse il vampiro, un po’ imbarazzato per essere stato colto in flagrante.

“Grazie.” Gli rispose sorridendo.

“Figurati. Stava piangendo e tu non ti svegliavi, così ci ho pensato io.” Mentì.

“Bugiardo.”

“Cosa?”

“Willy non ha pianto.”

“Come puoi saperlo? Tu dormivi.”

“Lo so, ma da quando mi prendo cura di lui, ogni volta che dormo, mi basta sentire anche il più piccolo suono proveniente da lui che mi sveglio. E poi ti ho sentito mentre gli dicevi che volevi farmi riposare un po’ di più.”

Lui la guardò imbarazzato. Non gli piaceva ammettere di fare delle buone azioni.

Lei sorrise e lo ringraziò.

Lui per evitare di rispondere, le disse che Willy aveva fame e glielo porse.

Insieme scesero al piano inferiore.

 

Quinto capitolo.

 

In cucina trovarono già svegli tutti gli abitanti della casa. Li salutarono.

Le ragazze raggiunsero Kysha che aveva in braccio Willy.

Tutte iniziarono a fare le feste al bimbo.

Spike si sentì escluso.

“Ehi! Vi ricordo che il bambino a cui state facendo le feste sono io.”

Le ragazze si girarono verso di lui.

“Dettagli.” Disse Buffy.

“Un bambino è pur sempre un bambino.” Aggiunse Willow.

Spike si sedette su una sedia arrabbiato.

Kysha lo notò e disse: “Chi vuol prendere in braccio Willy?”

Tutte le ragazze si prenotarono. Spike la guardò stranito.

Kysha fece finta di non aver notato lo sguardo del vampiro e passò Willy a Buffy.

Il bambino, come il giorno precedente, iniziò a piangere.

“Sei brava con i demoni, ma di bambini ne capisci poco.” Disse Dawn prendendo Willy.

“Ehi!” la rimproverò la sorella.

“Su, su. Piccolino. Fa vedere a zia Buffy che con me sei tranquillo.”

Il bimbo però continuava a piangere.

Willow, allora provò a prenderlo in braccio, ma nemmeno lei riuscì a farlo calmare.

Anche Tara tentò, ma anche lei non ottenne buoni risultati.

Tara stava per darlo a Kysha, ma la ragazza le disse di darlo a Spike.

La strega eseguì.

Come il piccolo fu nelle braccia di Spike, smise di piangere. Con gli occhi ancora lucidi e ciucciandosi il pollice guardò il vampiro.

Kysha si avvicinò loro per asciugare le guance di Willy.

“Visto? Non vuole stare in braccio a loro. È per questo che lo salutano così calorosamente. Per cercare di piacergli.”

Il morale di Spike si risollevò notevolmente. Si girò verso Kysha. La ragazza era ancora occupata con le guance di Willy. Quando finì di asciugarle, gli diede un bacio sul nasino. Il bambino rise.

Spike si sorprese a provare ancora quella piacevole sensazione.

Kysha si mise a preparare il biberon per Willy e intanto chiese se ci fossero sviluppi nelle ricerche.

“Purtroppo no.” La informò Willow.

“Non preoccuparti, vedrai che scopriremo qualcosa.” Disse Tara.

“Me lo auguro. Willy è troppo importante per me.” Commentò Kysha.

Tutte le ragazze si voltarono verso di lei.

“Beh? Che avete da guardare?”

“Nulla. È solo che le tue parole potrebbero essere facilmente fraintese.” Disse Dawn.

“Perché?”

“Hai detto che Willy è importante per te, ma Willy è Spike. Potrebbe sembrare che sia Spike ad essere importante per te.” Spiegò la ragazzina.

Kysha arrossì. “Ma io non intendevo quello. È il bambino che mi sta a cuore.”

“Grazie.” Disse Spike con tono ironico.

La ragazza si volse verso di lui.

“Non volevo dire che di te non me ne frega niente.” Cercò di chiarire.

“Vedi che allora ci tieni a Spike?” disse Buffy.

“Piantatela!” disse prendendo in braccio Willy e andando in salotto per dargli la poppata.

Spike la seguì.

Rimaste sole le ragazze risero.

“Non te la prendere. Stavamo solo giocando un po’.”

“Lo so, ma non mi piace essere presa in giro.”

“Ok. Ti chiedo scusa.”

Kysha rimase zitta alcuni istanti. “Lascia stare. Sono io che non avrei dovuto prendermela.”

I due ragazzi si sorrisero.

Poco dopo suonò il telefono di casa Summers. Rispose Buffy.

Quando chiuse la comunicazione, la ragazza avvertì gli altri che Giles aveva trovato qualcosa e che li stava raggiungendo con Xander ed Anya.

Quando arrivarono, furono accolti dalle domande di tutti.

“Che cosa ha scoperto?”

“A quanto pare, i demoni Ismerek sono agli ordini di un essere umano che ha stretto un patto con un’entità che si fa chiamare The First.” Spiegò Giles.

“Il primo? Di cosa?” chiese Willow.

“Il primo male.”

“Vale a dire?” domandò Buffy.

“Colui che ha creato tutti i demoni che abbiamo affrontato finora, colui che ha creato la sofferenza, l’odio e la paura.”

“Non promette niente di buono.” Commentò Kysha.

“Infatti. Quei demoni che hai visto sono delle versioni estremizzate di demoni e vampiri. Sono più forti, più veloci e soprattutto più pericolosi di qualunque altra entità che abbiamo mai affrontato.”

“Non è che tra tutte queste cattive notizie, ce n’è anche una buona?” chiese speranzosa Dawn.

“Forse sì. Pare che esista un’arma molto potente.”

“Che genere d’arma?” chiese Buffy.

“Questo purtroppo non lo sappiamo. Ho provato a chiedere informazioni al Consiglio, ma l’unica cosa che hanno saputo dirmi è che quest’arma è scomparsa molti secoli fa. Sembra sia stata nascosta per evitare che il male se ne impossessasse.”

“Dobbiamo riuscire a trovarla. In qualunque modo.” Commentò Buffy.

“C’è dell’altro.” Disse Giles.

Tutti lo guardarono in attesa.

“Stando alle mie fonti The First sta uccidendo tutte le possibili Cacciatrici. Vuole eliminarle completamente.”

“Ma che tipo simpatico…” ironizzò Buffy.

“Sono già state uccise 11 potenziali Cacciatrici. Il Consiglio ne sta nascondendo altre 5 e le sta addestrando per ogni evenienza.”

“Vale a dire nel caso io, Kysha e Faith morissimo.” Costatò Buffy.

Nessuno osò dire alcunché. Eccetto Willy che iniziò a piangere.

“Che cos’ha?” Chiese Spike.

“Forse vuole essere cambiato.” Disse iniziando a salire le scale.

Entrò in camera subito seguita da Spike.

La ragazza lo guardò.

“Che cos’hai?” le chiese dolcemente Spike.

Kysha gli diede le spalle.

“Niente. Sono solo venuta a cambiarlo.”

“Non è vero. Non sono abituato ai bambini, ma sento che Willy non sta piangendo perché ha il pannolino sporco.”

La Cacciatrice rimase voltata. Spike le si avvicinò e la fece girare verso di lui. Sul viso della ragazza c’era un’espressine di profonda tristezza.

“Kysha? Che ti succede?”

La ragazza si sedette sul letto. Il vampiro le si sedette di fianco.

“Hai ragione. Willy non piange per il pannolino. Piange perché percepisce ciò che provo. Quando sono malinconica, preoccupata o spaventata, lui lo capisce e piange.”

“E ora cosa sei?”

“Sono spaventata.” Ammise. “Poco fa, si parlava di potenziali Cacciatrici uccise, di demoni estremizzati, di precauzioni prese contro la morte di noi Cacciatrici. Per voi sembra normale parlare di certe cose, ma per me non è così. L’eventualità di combattere e rischiare di morire, mi spaventa. Non sono una persona forte. Quando ho saputo di essere una Cacciatrice, sette anni fa, sono scappata dall’altra parte del mondo, rinnegando ciò che ero. So di essere tornata di mia scelta, ma questo non vuol dire che abbia meno paura, io…” Kysha non fece in tempo a finire la frase.

Vedendola profondamente scossa, Spike l’aveva baciata.

Lentamente Willy smise di piangere e si calmò.

Quando Spike e Kysha allontanarono i loro visi, rimasero a guardarsi negli occhi imbarazzati e stupiti per ciò che era appena successo.

“Ho pensato che ne avessi bisogno.” Disse Spike.

Kysha riuscì solo ad annuire.

Rimasero fermi alcuni istanti, poi il vampiro si alzò.

“Credo sia meglio che raggiunga gli altri.” Disse avviandosi alla porta.

“Spike?”

Il vampiro si fermò e si girò a guardarla.

“Grazie. Davvero.” Disse Kysha con un timido sorriso.

Spike ricambiò il sorriso ed uscì dalla stanza. Chiuse la porta alle sue spalle e ci si appoggiò contro. Dall’interno della stanza sentì provenire la voce di Kysha che parlava con Willy.

“Piccolo mio crescerai proprio bene.”

Spike riuscì a stento a trattenere una risata. Dopodiché scese al piano inferiore.

 

Sesto capitolo.

 

Erano passate un paio di settimane. Il Consiglio aveva mandato le potenziali Cacciatrici a Sunnydale per richiesta di Buffy e Giles. I due erano convinti che sarebbe occorso anche il loro aiuto per sconfiggere The First.

Spike si era momentaneamente trasferito a casa Summers.

Nel frattempo Faith era tornata da Los Angeles e si era trasferita anche lei a casa Summers, che iniziava ad assomigliare più ad un campo profughi che non ad una casa.

Le giornate passavano, tra allenamenti, allenamenti, e ancora allenamenti, intervallati da brevi pause per pranzare, cenare e dormire. Eccetto Kysha e Spike che avevano anche il compito di occuparsi di Willy.

Una sera, Willow annunciò agli altri di aver trovato qualcosa riguardo all’arma di cui aveva parlato Giles.

“Ho trovato diverse notizie nei vari libri di Giles. Alla fine, mettendole tutte in relazione, sono riuscita a trovare un indizio.”

“Vale a dire?” chiese Buffy impaziente.

“Si trova qui a Sunnydale, in un punto del sottosuolo che sprigiona maggiormente energia negativa. Ho ricreato virtualmente una mappa che rappresenta questi punti. In tutto, oltre la bocca dell’inferno, ce ne sono altri 8.” Disse, mostrando la mappa.

“Stai dicendo che dobbiamo scavare in tutti questi punti?” chiese Xander.

“Se necessario, lo faremo!” Disse risoluta Buffy.

“Non ce ne sarà bisogno.” Informò Willow. “A quanto pare tutti i punti indicano delle caverne sotterranee raggiungibili dalle fognature.”

Si organizzarono e la sera successiva Buffy e Faith si recarono nella prima caverna.

Rimasero fuori per buona parte della notte, ma dell’arma non trovarono traccia.

Riprovarono la notte seguente con la seconda caverna, ma l’esito fu lo stesso.

Terza notte, terza caverna. Andarono avanti così per altre due notti.

La sesta sera mentre le due Cacciatrici erano fuori, Kysha si accorse di essere rimasta a corto di pannolini. Decise di andare al market aperto 24 ore su 24. Spike l’accompagnò.

Mentre stavano tornando a casa, notarono un gruppo di vampiri.

Kysha e Spike si nascosero. Erano troppi per affrontarli da soli e per di più con un bambino.

I vampiri passarono vicino al loro nascondiglio. Kysha e Spike riuscirono a sentire ciò che dicevano.

“Non vedo l’ora che le Cacciatrici siano sterminate.” Disse uno.

“Già. Finalmente il mondo sarà in mano nostra.” Concordò un altro.

“Sì. Ma se non estraiamo la falce, allora saranno guai per noi.” Fece notare un terzo.

“Anche questo è vero. Speriamo di riuscire a farlo entro breve o The First ce la farà pagare cara.”

Kysha e Spike si guardarono negli occhi.

Usando solo il labiale, Kysha disse a Spike: “Dobbiamo seguirli!”

Il vampiro annuì.

Con cautela iniziarono a seguire il gruppo. Questo li portò in un boschetto in periferia. Dopo diversi minuti di cammino tra gli alberi, li videro spostare una roccia e scendere attraverso una ripida scalinata.

“Dobbiamo tornare dagli altri e avvert…” stava dicendo Spike.

Ma Kysha aveva altre intenzioni. Con circospezione stava scendendo.

Spike non ebbe altra scelta che seguirla.

Quando arrivarono in fondo alla scala, si guardarono in giro. Videro un tunnel e iniziarono a percorrerlo. Arrivati in fondo si nascosero dietro una roccia ad osservare.

C’erano diversi demoni. Alcuni erano incappucciati. Stavano cercando di estrarre qualcosa da una roccia. Kysha e Spike si avvicinarono ulteriormente e poterono vedere l’oggetto. Era un’arma derivata dall’assemblaggio di tre armi differenti. Un paletto, una lancia e un’ascia.

“Qualcosa mi dice che è l’arma che stavamo cercando.” Bisbigliò Spike.

In quel momento si scatenò un terremoto. I demoni scapparono in direzione del tunnel.

Kysha e Spike rimasero nella caverna.

Dopo pochi minuti il suolo smise di tremare.

“Direi che abbiamo poco tempo, prima del loro ritorno.” Disse Kysha, mentre usciva allo scoperto e si avvicinava all’arma.

Spike la seguì.

Kysha allungò una mano per toccare l’arma. Proprio mentre la toccava ci fu un’altra scossa. Spike che stava perdendo l’equilibrio cercò un appiglio e mise anche lui una mano sull’arma.

Questa iniziò a risplendere di luce azzurra.

Kysha e Spike non riuscirono a dire o a fare niente. Si sentirono risucchiati come da un vortice.

 

I vagiti di Willy svegliarono i due ragazzi che aprirono gli occhi e si guardarono intorno.

Non erano più nella caverna. Erano in una radura. Era notte.

“Ma dove siamo? Questa non mi sembra Sunnydale.” Disse Spike.

“Non ne ho idea.”

Kysha si accorse solo in quel momento che tra i loro due corpi c’era l’arma che aveva visto incastonata nella roccia.

“Ma che sta succedendo?” chiese.

Spike vide anche lui l’arma.

Si alzarono in piedi.

“Stare fermi qui, non servirà a niente.” Fece notare Spike. “Proviamo a cercare qualcosa che ci faccia capire dove siamo.”

Avvolsero l’arma nello spolverino di Spike e iniziarono a camminare. Dopo circa un’ora arrivarono ad un villaggio.

“Ora è certo che questa non è Sunnydale.” Asserì Kysha.

Iniziarono a camminare per le vie della città guardandosi attentamente in giro.

Poco dopo Willy iniziò a piangere.

“Credo abbia fame. Ma ho solo il biberon con l’acqua. Dobbiamo cercare del latte.” Disse la ragazza.

“Cerchiamo un negozio, allora.”

Una signora si avvicinò loro.

“Scusate. Non volendo ho sentito la vostra conversazione. I negozi sono chiusi fino a domattina.”

“Oh, no…” disse sconsolata Kysha.

“Non siete di queste parti, vero?” chiese la donna. “Non vi ho mai visti.”

“Infatti. Siamo appena arrivati.” Disse Spike.

Il pianto di Willy, intanto si fece più acuto.

“Venite. Sarò più che felice di darvi un po’ di latte per vostro figlio.”

“Gliene saremmo davvero grati.” Ringraziò Kysha.

Spike e Kysha seguirono la donna che li condusse davanti ad una villa piuttosto grande.

Il vampiro si fermò sulla soglia. Il suo viso esprimeva un immenso stupore. Kysha lo notò.

“Tutto bene?” chiese sottovoce.

“No.” Disse, mentre entravano dopo l’invito della donna.

Subito sentirono la voce di un ragazzino che li raggiungeva. “Bentornata madre.” Disse.

Kysha lo osservò. Subito i suoi occhi si riempirono dello stesso stupore di Spike. La ragazza volse lo sguardo alternativamente dal vampiro al ragazzino e viceversa.

“Permettetemi di fare le presentazioni. Il mio nome è Meredith. Lui è mio figlio William.”

Il ragazzino di circa 11-12 anni era la miniatura di Spike.

“N… Noi… Io mi chiamo Kysha.” Iniziò a dire la ragazza notando che Spike faceva fatica a riprendersi. “Lui è Spike,” disse indicando il vampiro di fianco a lei. “infine, lui è Willy.”

“Willy? È il diminutivo o il nome completo.” Chiese la donna, mentre li portava in salotto.

“Beh, in effetti è il diminutivo. Il nome sarebbe William.” Rispose Kysha.

“Che coincidenza.” Disse la donna sorridente. Subito dopo si scusò con i suoi ospiti e andò in cucina a dare istruzioni ai camerieri per riscaldare del latte. Il figlio andò con lei lasciando a Kysha e Spike la possibilità di parlare.

“Sto impazzendo!” esordì la ragazza agitata. “Quel bambino è identico a te e si chiama come te. È una coincidenza assurda. Non trovi? Perché è solo una coincidenza, giusto?”

“Non credo. Questa casa… è identica a quella in cui mi ricordavo di essere nato. E il bambino… credo d’essere io. La stessa sensazione di sintonia che ho provato con Willy, l’ho provata con lui.”

“Quindi Meredith è tua madre.” Costatò.

“Non lo so.”

“Come non lo sai? Ti ricordi la casa, ma non ti ricordi tua madre?” chiese incredula.

“Io… non sono mai riuscito a ricordare mia madre.” Da quando sono diventato un vampiro.

“Ma se il ragazzino sei tu… vorrebbe dire che ci troviamo circa 145 anni indietro nel tempo. È assurdo!”

“Hai una spiegazione più plausibile?”

“No, ma… Come abbiamo fatto ad arrivare fin qui?”

“Non ne ho idea. Ricordo solo il terremoto e poi una luce azzurra. Per il resto buio completo.”

“Anch’io non ricordo altro.”

In quel momento tornarono Meredith e William.

Il vampiro li osservò attentamente.

Dopo pochi minuti un cameriere arrivò con il latte caldo.

Kysha estrasse dalla borsa il biberon, chiese al cameriere di svuotarlo e poi lo riempì con il latte ed iniziò a dar da mangiare a Willy che si calmò all’istante.

“Che oggetto ingegnoso…” disse Meredith riferita al biberon.

Tbc..