LOST SOULS (ANIME PERSE)


by Klabuffy91



Riassunto: dopo la morte di Spike per Buffy la vita non è la stessa ma potranno rincontrarsi cambiare il loro destino


aveva distrutto l’unica cosa che le permetteva di rimanere a galla, di non sprofondare nel dolore, l’unica persona che le permetteva di “sentire” lei l’aveva allontanata, in nome di una sensazione, di un presentimento, del presentimento che fosse la cosa giusta.



Quella notte faceva freddo. La città solitamente brulicante di persone era insolitamente vuota. Faceva molto freddo, pioveva e non era certo quell’ora, circa le due del mattino, la più adatta per uscire di casa.

Tuttavia in quelle solitarie e fredde strade qualcuno camminava. Sì perché quelli erano i momenti in cui la maggior parte delle persone sole, abbandonate o semplicemente tristi decideva di uscire di casa e camminare, di cercare qualcosa in quelle strade , qualcuno. Decidono che piuttosto che rimanere a casa a piangersi addosso è meglio uscire, entrare in qualche locale e riversare tutta la propria tristezza su qualcun altro, o semplicemente per trovare qualcuno che potesse, almeno per una notte alleviare quel loro senso di solitudine. Così abbandonano le loro solitarie serate ed escono di casa. E’ così per tutte le anime sole di questo mondo, per tutte quelle anime che hanno perso la loro strada, che hanno perso qualcuno , per tutte quelle anime che vogliono lasciare dietro loro una vita, per provare a ricominciare da soli a trovare una vita nuova, una nuova pelle. Tra quelle strade camminano anime che qualcuno ce l’hanno, che quando la sera tornano a casa non hanno bisogno di film d’amore per sentirsi meno soli. Loro hanno qualcuno che le stringe, ma non è ciò che vogliono. Loro sono anime sole, sono destinate a vagare per quelle strade, loro sono anime perse.



Hanno amato più di chiunque altro, ma il destino ha tolto loro quell’amore e ora tutto ciò che possono fare è camminare per quelle strade abbracciati a qualcuno, ma soli. Sapendo che dentro di loro non ci sarà mai più posto per l’amore, non per la persona che ora è accanto a loro.

Così camminano, camminano e camminano con la consapevolezza che ora al posto del loro cuore c’è il vuoto. Ma a volte per qualcuno di loro La Strada ha riservato qualcosa che potrebbe far tornare il cuore al suo posto.


La Strada è vuota. Costeggia il cimitero, poi gira e finisce davanti al cancello d’ingresso. Lei la percorre tutta, non si oppone alla sua direzione, la segue. Entra nel cimitero e continua a camminare. Ha le braccia conserte, la testa bassa e gli occhi persi nel vuoto. Ad un certo punto la strada si interrompe, un fosso profondo. Lei si ferma e guarda dentro. Buio. Profondo. Vuoto. Continua a guardare impassibile il fosso sotto lei e poi un flash. Improvviso, inaspettato, doloroso.


Vede un uomo, lo vede tenuto per mano da una ragazza , lo vede gioire di ciò che esce dalla bocca della ragazza, lo vede ringraziarla, lo vede dirle di andare via,lo vede sorridere, lo vede morire. Scuote la testa e torna a guardare il fosso. Si abbassa e tasta la terra che lo circonda. Ne cade un po’ dentro. Si rialza, ha lo sguardo perso. La Strada riprende dopo il fosso. La segue, ma è tortuosa, impercorribile,

lunga. Cammina e arriva ad un ponte che sovrasta un piccolo laghetto accanto al quale ci sono alcune panchine. Sale sul ponte e si affaccia su un lato di questo e guarda il laghetto. Piatto. Non rifletteva neanche la luce della luna. Era triste , era nero. Non blu, nero.

Neanche una stella nel cielo, nessuno nel cimitero, a parte lei.

Rimane lì a guardare ancora quel desolato paesaggio e stranamente prova dentro di sé qualcosa per ciò che ha sotto gli occhi, un senso di appartenenza, come se quello fosse il posto adatto a lei, protetto dall’oscurità della morte e dalle tenebre della notte. Scende dal ponte e si siede sulla riva del lago. Chiude gli occhi e si adagia sul terreno.


Le anime sole amano perdersi nel mezzo della Strada. Amano fermarsi e riposare. Loro si fermano dove trovano qualcosa di simile al dolore immenso che si portano dentro, qualcosa che ricordi loro la solitudine. Non vogliono guarire perché non possono guarire. Sono anime spezzate alle quali manca una parte molto importante di loro e che sanno di non poter recuperare mai più. Sono uccelli con un’ala

spezzata, farfalle rimaste crisalidi, neve d’estate. Sono anime perse.


Il sole era sorto. Lei si era risvegliata nel suo letto, coperta dal

morbido copriletto celeste, abbracciata da un uomo che dormiva profondamente accanto a lei. Si liberò lentamente dalla stretta dell’uomo e si diresse vero la finestra. L’uomo si svegliò le disse qualcosa ma lei non capì niente, rispose sì senza neanche essere sicura che lui le avesse fatto una domanda. Poi lui si avvicinò a lei e le diede un bacio sulla spalla, ma lei non fece niente. Le disse qualcosa che lei

di nuovo non comprese e andò via. Lei scostò la tenda guardò fuori il sole.


Quanto lo odiava,il sole. Appoggiò la testa al vetro e rimase

così per un po’, finchè una ragazza non entrò nella stanza e le disse qualcosa tipo un saluto o qualcosa del genere. Poi uscì anche lei. Era rimasta sola in casa. Staccò la testa dalla finestra e si trascinò nel bagno adiacente alla sua camera. Si portò alla faccia una grande quantità d’acqua. Alzò la testa e incontrò il suo sguardo nello specchio. Rimase a guardarsi per qualche secondo, poi cedette allo sguardo accusatorio del suo riflesso e si voltò. Afferrò un asciugamano vicino al lavandino e si asciugò la faccia. Tornò in camera da letto, si vestì e poco dopo era fuori di casa. Guardando nel vuoto, sorridendo al vecchio portiere e continuando a camminare, camminare sempre sulla stessa strada, che non era la sua, ma che lei aveva deciso di percorrere nonostante sapesse che non era la sua.


Perché è questo quello che fanno le anime perse…camminano. Loro hanno perso La Strada e non possono più ritrovarla. E così se ne scelgono un’altra, una che in realtà non è la loro ma che al momento gli piace. La scelgono e la percorrono, ogni giorno sempre la stessa, fino alla fine, sempre la stessa. Non l’abbandonano , perché in fondo quella strada è l’unica cosa che li fa ancora sentire partecipi del loro destino. Per loro l’importante è sentire.


Entrò in una grande sala d’aspetto, l’attraversò ed oltrepassò una porta in mogano con la maniglia di ottone. L’ufficio era vuoto, ai lati due scrivanie in ciliegio scuro con le sedie in velluto rosso. Lei si sedette dietro quella a destra, vicino alla finestra. Cominciò a riordinare alcuni fogli che erano lì, li contava, li leggeva, li smistava e alcuni li buttava. Poi prese una penna stilografica che era nel portapenne a destra della scrivania e cominciò a scrivere qualcosa su quei fogli. Qualche secondo dopo nell’ufficio entrò un uomo alto, robusto, sulla cinquantina. La salutò e lei ricambiò il saluto. Lui si sedette alla sua scrivania e cominciò a ricevere varie persone che si

rivolgevano a lui per una consulenza, per bisogno d’aiuto, per cercare di evadere dalla legge che li aveva condannati. Dopo qualche ora l’uomo uscì dall’ufficio giustificandosi con un pranzo di lavoro, lei rimase lì. Era incredibile quanto avesse potuto lavorare negli ultimi mesi.

Era l’unica cosa che in quel motivo le riempiva la vita.


Chi perde qualcosa sente così tanto la sua mancanza che gli fa male anche il solo pensare di averla persa e perciò trovano qualcos’altro che prenda il suo posto. Purtroppo per le anime perse non è così semplice. Loro hanno perso la loro ragione di vita, il motivo per cui lottavano e per sentire meno la sua mancanza si gettano in qualche altra lotta che non è la loro, ma che per qualche attimo non permette ai loro fragili cuori di sentirne la mancanza.


Erano le sei di pomeriggio appena scoccate. Lei era per strada già da qualche minuto, ere uscita presto dal lavoro, ma a dire il vero l’avevano pregata di staccare prima, preoccupati che tutto quel lavoro potesse farle male. Il sole era quasi tramontato del tutto. Lei camminava velocemente e in pochi minuti arrivò al suo appartamento.

Dietro la porta c’era un uomo, il suo uomo come tutti pensano,

erroneamente. Tuttavia in quel periodo a lei mancava la forza di contrastare anche quello, perciò lo lasciava credere. Lui l’accolse abbracciandola e sorridendole, poi dopo averle detto quanto fosse felice che quel giorno avesse lavorato meno, la baciò e a quel punto lei decise di abbassare la guardia per qualche secondo e di ricambiare quel bacio, accarezzandogli il viso e staccandosi da lui per sorridergli e riprendere da dove aveva lasciato. Poi fu lui a staccarsi, a prenderle la mano e a dirle sorridendo che quella sera sarebbe stata diversa, che non sarebbero rimasti a casa, che sarebbero usciti, e le disse di andarsi a cambiare. Lei entrò nella sua grande stanza da letto, sorridendo.


Ma, appena chiusa la porta dietro di sé, quel sorriso così falso e gelido si spense e sul suo viso tornò il

colore del dolore. Fece un respiro profondo, poi si vestì. Qualche minuto dopo lei era su una macchina nera sportiva, accanto ad un uomo. Lui le sorrise e la rassicurò che sarebbe davvero stata una serata divertente, poi le accarezzò i capelli e lei si voltò e gli sorrise.

La macchina si fermò davanti ad un locale da dove proveniva una musica assordante. Fuori una lunga fila di persone che aspettavano di entrare. L’uomo scese e invitò la ragazza a fare lo stesso. Entrarono nel locale. Lei sorrise mostrandosi felicemente sorpresa per la scelta della serata, poi lo abbracciò, lo baciò e lo ringraziò. Lui le prese la vita e la spinse al centro della grande e variopinta pista da ballo. Lui cominciò a ballarle intorno, prendendola per le mani e portandola

a sé e lei, divertita, cominciò a ballare. Qualche minuto dopo entrambi ballavano vicini, ridendo, abbracciandosi e lasciandosi di nuovo. Ma ad un tratto successe qualcosa. Una voce. Una voce che non sentiva da tempo, una voce che la riattirava verso qualcosa di passato, qualcosa che lei aveva deciso di lasciarsi alle spalle, una voce tra le tante, una voce tra il brusio, una voce tra la musica assordante. Lei si fermò all’improvviso.


Si girò. Sentiva dentro di sé muoversi qualcosa, fu come rivivere un momento che, sebbene passato, le era rimasto dentro.

Qualcuno in quella sala la stava guadando, ma non come un normale uomo può guardare una donna, in quello sguardo c’era qualcosa di più che semplice desiderio, c’era amore , c’era tutto l’amore e il dolore che un cuore può provare. E lei lo riconobbe. Si voltò in cerca di quello sguardo, lo cercò affannosamente, lei lo sentiva, sentiva quello sguardo su di sé, lo sentiva perché in realtà sapeva che non era mai andato via. Lei si voltava, guardava affannosamente intorno a sé, ma non lo trovava e senza accorgersene cominciò a piangere. Sentì la forza venirle meno e si accasciò tra le braccia dell’uomo accanto a lei.


Le anime perse sono brave menzognere. Sanno mentire e mentono. Ogni loro sorriso, carezza, parola, gesto è una menzogna. Mentono perché sanno che nessuno mai scoprirebbe le loro bugie perché l’unica persona che riusciva a capirle davvero,l’unica che conosceva le loro bugie ora non è più con loro. Queste persone se le portano dentro, si portano dentro ogni loro gesto, ogni loro sguardo, ogni loro parola in attesa di vederle tornare, un giorno.


Il cimitero, lo stesso della scorsa notte. Il lago, il suo lago nel

centro del cimitero,ma seduto sulla riva c’era un uomo. Lei si ferma poco distante dall’uomo trattenendo un’imprecazione verso l’intruso, verso la persona che occupava, che aveva invaso violato il suo posto.

Strinse i pugni decisa a scomparire avvolta nelle sua tenebre. Ma accade qualcosa. L’uomo si gira verso di lei…



<<SPIKE!!>> L’uomo apre le braccia corre verso di lei e tra le lacrime la bacia, la stringe,sempre più forte,sempre con più passione e lei lo prende per le spalle, lo stacca da lei, lo guarda gli sorride ripete il suo nome e lo bacia, lo stringe a sé con la paura doverlo lasciare e

per quei pochi secondi il mondo per lei si ferma, non esiste dolore, non più, in quei momenti c’era solo lui, e i suoi baci , ma poi arriva lui, il sole. Il sole con la sua luce lo invade, quei raggi tanto leggeri ma tanto mortali per lui. Lui si stacca da lei, lei lo guarda bruciare, piange si getta contro di lui sperando che quelle fiamme brucino anche lei, ma lui la spinge via e tra le fiamme riesce a dirle solo una cosa…TI AMO.


<<NOOOO!!!>>L’urlo della ragazza sveglia l’uomo che le dormiva accanto, che la prende per le spalle e comincia a chiamare il suo nome, la scuote, le ripete i calmarsi,che era solo un sogno, un brutto sogno.

Lei apre gli occhi pieni di lacrime, spinge via l’uomo con violenza. Si asciuga le lacrime. L’uomo cerca di avvicinarsi a lei ma lei si scosta.

Si lascia scivolare lungo il muro e piange. Poi, riprendendo un po’ di autocontrollo, gli si avvicina, lo guarda negli occhi in un modo che non aveva mai fatto, ritrovando in sé la consapevolezza e la sicurezza che aveva perso. Lui pronuncia lentamente il suo nome, temendo quello che stava per dire<< Tu non mi conosci.>> lui tenta di interromperla ma lei lo precede<< Tu dici di amarmi ma non sai chi sono davvero. Mi hai detto di essermi grato perché sono stata aperta con te e ho ignorato la tua natura demoniaca. E hai giustificato la mia freddezza con questo, ma io sono stata con due vampiri e li ho amati entrambi, quindi credimi non c’è persona più aperta di me sotto questo aspetto. Io non ti amo.


Io amo un altro, io amo un uomo morto, morto due volte. Per me. Io amo un uomo che meno di anno fa solo tenendomi tra le braccia mi diede la forza di sventare un’apocalisse.>> L’uomo si allontanò da li si voltò, si portò le mani alla testa e voltandosi di nuovo verso lei le disse urlando<<Tu sei pazza!! Spike è morto!! Lo vuoi capire! Lui non ti può più dare niente…>> Lei spalancò gli occhi, lo guardò sconvolta dallesue parole << Tu…tu lo conosci…sì…tu hai fatto il suo nome…come..>>

<<Ho avuto un passato in comune con lui, ma questo ora non conta. Come puoi amare un uomo morto….>>ma poi la sua espressione cambiò e decise di dirglielo<< Lui non è morto…cioè in realtà lo era, ma è tornato. Lui è a L.A.>> Lei lo guardò stranita tentò di dire qualcosa, ma l’uomo

uscì di casa dicendo che sarebbe tornato a riprendersi i suoi vestiti, ma lei non lo aveva sentito. Non le importava. Sorrise. Tra le lacrime, sorrise. Una miriade di emozioni le invasero l’anima, si sentì di colpo felice, stranita, debole, innamorata e confusa. Aveva lo sguardo perso nel vuoto, non riusciva a credere a quello che le era successo nelle ultime ore. Entrò velocemente e preoccupata una ragazza bruna che si diresse velocemente verso lei e le prese le spalle<<B, hei B. stai bene?? Ho sentito urlare, che è successo?? …B…>> lei la guardò per qualche secondo, poi si appoggiò ad un suo braccio e si alzò.<<L’ho lasciato, Faith…io..l’ho lasciato>> disse guardando la ragazza di fronte a lei, con la stessa consapevolezza e sicurezza con cui aveva poco prima confessato i suoi sentimenti.<<Cosa???? Cosa hai fatto!!!! B ma sei diventata pazza!!! Si può sapere perché l’hai fatto???>> disse urlando la ragazza tentando vanamente di capire perché lei l’avesse fatto<< Faith>> disse passandosi una mano tra i capelli e voltandosi<<…lascia perdere!!>> la ragazza leggermente offesa dal comportamento dell’amica uscì dalla stanza brontolando.


LOS ANGELES


Alcuni dicono che quando piove le anime perse colgano l’occasione per piangere. Lo fanno, dicono, per non piangere soli. Perché per loro è possibile mostrare il loro dolore solo con qualcuno che sofferte quanto loro e quando piove, di solito, c’è un’anima persa che soffre.


Quella sera su L.A. pioveva. Un uomo alto, biondo, in uno spolverino nero stava camminando. La Strada che si trovava di fronte era discontinua. Nel primo tratto era liscia, non perfetta, ma liscia. Ad un certo punto però si interrompe bruscamente e subito dopo ne comincia un’altra che porta nella direzione opposta ed è angusta, discontinua, piena di fossi. Impercorribile. Tuttavia in un punto al centro di questa torna liscia, non perfetta, ma liscia. Le strade delle anime perse si assomiglino tutte: prima lisce, ma non perfette, poi si interrompono e riprendono solo quando trovano un motivo per percorrerla. La strada portava ad un cimitero. Lui non si oppone al suo corso e dopo poco si ritrova davanti ad un piccolo laghetto sovrastato da un ponticello. Il lago aveva un aspetto inquietante e lui non era neanche sicuro di essere ancora a Los Angeles. Era inquietante,sì, ma lui ne era attratto. Si sedette sulla riva e dopo qualche secondo lo sentì. Un odore intenso, inebriante, che lui conosceva bene. Il suo. Lo riconobbe, dopo tanto, dopo tanta sofferenza, dopo aver cercato di nuovo di non amare quel profumo. Si alzò di scatto e si voltò. La vide.


Splendida come sempre, la vide lì a pochi passi da lui. Non si

controllò e si lanciò su lei abbracciandola, sentendo il suo corpo muoversi nel suo abbraccio, sentì le sue lacrime e poi le sue labbra calde sulle sue. La sentì soffocare le lacrime, ma poi si staccò appena da lei solo per osservarla, per poterla guardare di nuovo, e in quel momento la vide sparire, lentamente. Tentò di abbracciarla, di toccarla ma di lei non era rimasto altro che il suo dolce odore…


Erano circa le nove di mattina, quando lui fu svegliato da un raggio di sole che filtrava dalla finastra. Sentì bruciare il petto, si svegliò di scatto e per sfuggirgli, cadde dl letto. Appena ebbe abbastanza forza per vedere ciò che c’era intorno a lui, scorse la sagoma di un vampiro alto, bruno, che teneva con una mano la tenda leggermente aperta. <<Sai che ore sono?? Non ti pago per dormire!!

Vestiti e vieni in ufficio , subito!>> gli disse il vampiro lasciando

la stanza. Lui scosse la testa, ancora scosso dal sogno. Si alzò

barcollando e si portò nel bagno adiacente alla camera. Continuava apensare al sogno. E se quello che aveva visto fosse vero? Se lui l’avesse davvero lasciata andare?? Con questi pensieri uscì di casa e andò alla W&H. Era scosso, distratto, turbato. Erano mesi che non la

vedeva, e anche se all’inizio sentiva il bisogno di lei, almeno quanto aveva bisogno del sangue, quando l’ha vista, lì a Roma, ballare, felice, ha capito che forse era arrivato il momento di lasciarla andare, era per darle quello che voleva, una vita normale con un uomo che l’ama, che lui era morto, e saperla felice lo faceva vivere. Ma quel sogno l’aveva confuso, non era la prima volta che lo faceva. Era da quando aveva rinunciato, dopo il viaggio a Roma, a cercarla.

E se avesse sbagliato?


<<Allora ragazzi abbiamo un nuovo caso: qualche giorno fa si è aperto un portale intradimensionale e sembra che siano stati dei demoni Guruk, demoni molto antichi ma molto potenti e pericolosi. Hanno una forza incontrollabile e noi dobbiamo fermarli. Quindi io e Spike andremo dove si è aperto il portale, mentre Gunn, tu rimani qui, nel caso dovrebbero esserci apparizioni anche qui a L.a. >> detto questo il vampiro bruno stava per uscire dalla stanza seguito da quello biondo, quando una voce femminile li interruppe<<No scusate, ma dov’è che si è aperto il portale??>> il vampiro bruno si girò<<Emm…in Europa.>>


ROMA.


<<Pronto ..>>

<<Ehi…ciao sono Willow! Come và?>>

<<Ehi Will, io sto bene te?come va a Washington?>>

<<Bene….bene….senti devo dirti una cosa, ma tu non sei costretta ad accettare…ecco vedi…c’è stato un problema , sai una colonia di demoni Guruk hanno oltrepassato una barriera interdimensionale e hanno cominciato a mietere vittime….senti io non voglio chiederti niente se…>>

<<Will non aspettavo altro!!>>

<<Benissimo, allora riuniamo la gang e ci vediamo da te a Roma , li ho localizzati lì..>>

<<Bene, io metterò And e Dawn a fare ricerche, vi aspetto…>>

<<Ok…è bello tornare ai vecchi tempi!>>

<<Hai ragione Will…>>

Posata la cornetta del telefono, un sorriso accese il viso della

ragazza


<<Siamo quasi arrivati…..il portale si è aperto qualche giorno fa, ma sono usciti parecchi demoni…>> il vampiro biondo si limitava ad annuire alle parole di quello bruno.<<Senti, credimi, avrei evitato volentieri di portarti con me, ma dopo l’ultima apocalisse siamo rimasti in pochi e tu sei…>> <<Sì, sì lo so>> disse alzandosi e andando verso il bagno del jet.

Ore dopo l’aereo atterrò e loro due furono accompagnati in un grande albergo in centro.

<<Dove vai>> disse il vampiro bruno vedendo quello biondo uscire dalla stanza d’albergo<<Ho bisogno di schiarirmi le idee, tranquillo non vado da lei.>>


Un cimitero buio, una sera senza luna. Un vampiro, appena uscito dalla bara, stava seguendo da lontano una ragazza minuta, bionda. Dopo poco le saltò addosso, la ragazza si spostò, ma non si sottrasse alla foga del mostro. Lui, sopra di lei, stava per affondare i suoi denti nel tenero collo della ragazza e fu inevitabile, per quanto si fosse ripetuta di non farlo, urlare. I denti del mostro erano sempre più vicini al suo collo ma in quel momento, un colpo sferrato dalle spalle

del vampiro, lo fa volare lontano dalla ragazza spaventata. Lei si mette seduta, appoggiando la schiena ad una lapide, ha gli occhi sgranati e lo sguardo perso nel vuoto. Davanti a lei il vampiro che l’aveva aggredita stava combattendo. Il suo sguardo fu richiamato verso i due, lo aveva richiamato un imprecazione del suo “salvatore” quando il vampiro lo aveva sbattuto a terra<<Maledizione(bloody hell)>>

La stessa che aveva sentito migliaia di volte detta da lui. Guardò il vampiro cadere e in quel momento comparire la figura del suo” salvatore”. Sgranò gli occhi. Non poteva credere a ciò che vedeva.

Alto, biondo…lui. Riconobbe ogni suo piccolo movimento, persino il modo di ansimare.

Riconobbe l’odore, la voce, gli occhi. Riconobbe il modo in cui lui impalettò il vampiro. Lui.


Dopo aver infilato il paletto di legno nel petto del vampiro. Lui

riprese il paletto e lo sistemò nella tasca interna dello spolverino nero. Poi dopo essersi spazzolato i vestiti, si ricordò che c’era una ragazza a terra, probabilmente spaventata, che lui “doveva rassicurare” come diceva il vampiro bruno. Allora si voltò anche un po’ infastidito.

Non era certo dell’umore giusto per rassicurare ragazzine impaurite. Ma nel momento stesso in cui maledisse la sua anima lui la vide. La vide a terra, spaventata, la riconobbe. Lui riconobbe i suoi capelli, i suoi occhi, il suo modo di respirare, il suo sguardo, il suo profumo.

Rimasero a guardarsi affannati, per qualche secondo. Poi lui le porse una mano e lei si aggrappò e si alzò senza smettere di guardarlo, stringendo quella mano sempre più forte, poi rise. Un sorriso dolce per nascondere le lacrime. Passò l’altra mano sul viso del vampiro e senza pensarci due volte lo baciò. Senza pensare a cosa sarebbe successo

dopo, senza pensare al perché lui fosse lì, senza pensare a niente solo a loro due. Loro due e quell’infinitamente carico di amore, bacio, Loro due e le loro mani con quelle simili bruciature, intrecciate. Loro due e quel momento. Niente era importante, niente era più doloroso, niente esisteva più per quei lunghi istanti. Lei si staccò dopo poco per riprendere fiato.<<Perdonami>> le sussurrò lui con gli occhi pieni di

lacrime e la voce rotta dall’emozione<<Buffy, tesoro…>> ma lei lo interruppe<<No…no Spike…sono io quella che ha sbagliato…tu…io…io non dovevo..non dovevo lasciarti andare… sono io quella che ha sbagliato..

>>gli rispose lei trattenendo le lacrime e appoggiando la sua testa sulla spalla del vampiro.<<Non dovevo lasciarti…Spike…dio Spike quante volte ho pensato a cosa sarebbe successo se solo fossi rimasta lì con te…Spike…se solo non ti avessi lasciato lì a morire per me…Spike…ti prego, perdonami…>>e smise di trattenere le lacrime stringendosi al

vampiro come se avesse paura di perderlo e lui d’altra parte le

accarezzava i capelli e chiudeva gli occhi per impedire alle sua

lacrime di uscire.

<<Buffy…io l’ho fatto per te. Quando sono tornato…io

sapevo che tu eri felice, che avevi tutto ciò di cui avevi bisogno e che ero stato io a dartelo e questo mi faceva andare avanti…il sapere che tu eri felice…Buffy io non ho mai smesso di pensarti…di amarti…Buffy…io ti amo>> lei si staccò dal suo petto e a quelle parole lo guardò tra le lacrime e tra le lacrime gli disse, senza smettere di guardarlo

<<Spike …io non posso vivere sapendo che tu sei lontano da

me…io posso vivere solo sapendo che tu sei con me…io ho bisogno di te…di quello che tu solo mi sai dare…perché, dannazione Spike, io ti amo>> lui la guardò stranito e lei con immensa felicità gli accarezzò una guancia e portò le sue labbra su quelle del vampiro.<<Non lasciarmi…>>


<<Mai>> Il bacio sempre più intenso, il loro desiderio sempre più intenso, il loro bisogno l’uno dell’altro sempre più intenso. Lei si stinse sempre di più a lui e lui sempre più preso da lei, disposto a tutto per lei. Lei infila le sue mani sotto lo spolverino di lui, sfilandoglielo, lui la lascia fare, portando le sue mani sotto la giacca nera della ragazza e facendo lo stesso. Lei lo bacia sempre di più, sempre con più passione e desiderio e poco dopo sono entrambi distesi per terra, ansimando e baciandosi.


La mattina dopo un tenue sole svegliò la ragazza, che in un primo momento non ricordava ciò che era successo, ma poi sentì accanto a sé un corpo muoversi, ancora addormentato, e ricordò. Lo guardò, lui addormentato, totalmente rilassato. Gli posò un pano sul petto, poi si ricordò del sole sorto e si affrettò a svegliarlo<<Spike..Spike..

svegliati, presto, il sole è sorto…Spike>> lui emise un imprecazione soffocata tra i denti. Aprì gli occhi e la vide. Sorrise e la baciò.

Lei staccandosi a malavoglia da lui gli sussurrò sulle labbra<<Sta sorgendo il sole…>>ma non resistette e lo baciò di nuovo. Stavolta fu lui a staccarsi da lei<<Lì c’è una cripta, dobbiamo raggiungerla se non vuoi trovarti a baciare un mucchietto di polvere>>e lei svogliatamente si infilò i suoi vestiti e insieme raggiunsero la cripta. Una volta dentro lui si accertò che non ci fossero vampiri, seguito da lei

<<Quando è successo?>> gli chiese lei sedutasi sulla bara al centro della cripta

<<Qualche mese fa>>le rispose lui avvicinandosi lentamente

a lei<<Sai perché non te l’ho detto.>>le disse accarezzandole le spalle e avvicinando il suo viso a quello della ragazza.<<Sì…grazie>><<Non c’è problema, Cacciatrice>> le sussurrò lui sempre più vicino<<Ora non sono più l’unica…Cacciatrice>> rispose stupidamente lei.Quando era con lui si sentiva sempre impacciata e infinitamente stupida

<<Per me lo sei…per sempre>>le rispose ridendo lui e poi la baciò.<<Come…perché sei a Roma?>> gli chiese lei tentando di riprendere un po’ di autocontrollo

<<Una missione col bel tenebroso!!>> disse lui. Lei rise ma poi si ricordò che anche lei aveva una missione

<<Oddio…dovevo andare a prendere Willow e Xander all’aeroporto!!non ce la farò mai!!>> lui le afferrò un braccio

<<Non andartene!>>lei si voltò, gli accarezzò la guancia e prese il suo cellulare<<Down? Io non ce la faccio ad andare da Will, ci vai tu?….grazie!>>

Lo guardò e gli sorrise.


Ore dopo, al tramonto, entrarono a casa di Buffy insieme. Parlando e ridendo. Nel salone c’erano Down, Willow, Xander e Angel. Quando entrarono rimasero sopresi di vederli tutti riuniti. <<c..cosa succede?? >> chiese lei preoccupata<<Avevi detto che non andavi a cercarla!>> disse Angel guardando il vampiro biondo<<E’ stato un caso, ero a caccia e l’ho incontrata e..>>si interruppe da solo<<abbiamo parlato>> disse

incontrando lo sguardo divertito della ragazza

<<Allora come mai questa riunione>>ripetè lei ridendo

<<Ecco Buffy , quella colonia di demoni…ricordi?>>disse la strega<<Ah, giusto, allora cosa sappiamo?>>

<<Beh, poco, sono immuni al sole e si possono uccidere solo colpendo un grosso diamante sulla loro fronte.>> disse Down<<Sappiamo dove si nascondono?>> <<Nelle fogne, in prossimità delle zone marine>> rispose Angel<<Bene allora io e Spike cerchiamo nelle fogne, Angel e Faith cercate vicino al porto e Willow fai un incantesimo e cerca di individualizzarli, Down e Xander voi rimanete qui a fare ricerche su

questi demoni e…ragazzi, è bello tornare alla vecchia vita!>>


<<Bleah, che schifo, io le fogne le odio…>> un rumore lontano fece sobbalzare la ragazza

<<Tesoro non sei più molto allenata o sbaglio?>> le disse il vampiro biondo tenendola per la vita<<Beh mi ci vuole un

po’…>>rispose lei poggiando le sue mani su quelle del vampiro.

<<Andiamo..>>

Poco dopo trovarono il demone, ricurvo su un corpo. Lei si avventò su di lui, ferendolo, ma il demone la spinse via. Allora Spike recuperò l’ascia della Cacciatrice da terra e tentò di scagliarla contro il demone che lo ferì al petto con i suoi artigli.Ma il vampiro si rialzò velocemente e , tenendo ferma la testa ferita del demone e sporcandosi del suo sangue , piantò l’ascia nel centro del diamante della testa del demone. Poi si portò vicino alla ragazza e l’aiutò ad alzarsi.<<Già,mi sa che non sono in allenamento!>>disse lei ridendo.


<<Buffy stai bene?>>chiese Angel dirigendosi velocemente e preoccupato verso la Cacciatrice ferita.

<<Sì…sì sto bene>> rispose la ragazza

scostandosi dal vampiro bruno. Nel salone era riunita di nuovo tutta la gang al completo. Dopo che tutti presero posto, cominciarono a fare il resoconto del loro lavoro<<Allora io e Spike abbiamo trovato uno dei demoni nelle fogne, era solo e non c’era traccia degli altri. A voi com’è andata?>> disse risoluta la ragazza sedendosi sul bracciolo della poltrona su cui era seduto Spike.<<Anche io e Faith ne abbiamo

affrontato uno, ma non era da solo credo che da quelle parti ci sia il loro covo.>> rispose il vampiro bruno con altrettanta risolutezza e con una punta di disagio nel vederla con il vampiro biondo.


<<Willow??>>chiese lei guardando la strega rossa<<Ho fatto quell’incantesimo e ha confermato ciò che ha detto Angel, il covo è lì vicino, però Buffy…sono parecchi e sono sicura che da soli non ce la potremmo fare, considera che tu è parecchio che non cacci e …>>

<<Questo non è un problema, ce la posso fare. Ok allora penso che domani mattina potremmo attrezzarci e prederli di sorpresa, non si aspettano un attacco così presto. Immagino che sarete tutti miei ospiti…è bello avere di nuovo la casa piena!>> disse la ragazza con una punta di ironia nella voce. Tutti si alzarono e si diressero chi nella stanza da letto, chi sul divano, chi in altre stanze.<<Will…>>fermò la strega<<so che non è facile per te ma…potresti chiamare Kennedy?E’ la cacciatrice più in gamba oltre me e Faith e credo che ci servirà, quindi…>> <<Non ti preoccupare, è finita ma non ci odiamo!>> la ragazza sorrise alla strega e poi scomparve fuori dalla porta.

<<Pronto, Kennedy? S..sono Willow, senti ho bisogno di te, cioè Buffy ha bisogno di te….senti Kennedy se non mi vuoi parlare è ok, ma…mi dispiace, lo sai>>

<<Pensi di potertela cavare così….Willow!! Tu…tu te ne sei andata senza neanche darmi una buona motivazione, cosa vuol dire “mondi diversi”??>>

<<Kennedy…lascia perdere, ti prego…>>

<<No, io pretendo una spiegazione!! Will dimmelo, avanti. Dimmi che..>>

<<Non ti amo.>>




<<Allora che progetti hai?>>chiese il vampiro biondo che la stava aspettando<<Oddio Spike, mi hai spaventata! E comunque non sono affari tuoi.>> la ragazza si allontanò ma il vampiro la seguì lo stesso<<Hei mi stai tagliando di nuovo fuori?>> <<No Spike è solo che…devo fare una cosa e tu non sei contemplato.>>il vampiro si fermò di colpo<<Cos’è

questa storia adesso?Dici di amarmi e poi mi eviti come se…>> <<Devo andare a caccia. Voglio tornare a cacciare, devo tornare a cacciare, devo rimettermi in sesto prima di domani..>>

<<E non ti è mai venuto in mente che io potessi aiutarti??>> la

ragazza si fermò e si voltò verso il vampiro alzando un sopracciglio.


<<Stanca?>> <<Neanche un po’!>> il vampiro biondo si era appenda alzato da terra dove poco prima aveva buttato la ragazza , sulla quale si era poi steso, baciandola. La ragazza, rialzatasi, lo attaccò gettandosi su di lui e rotolando con lui sulla terra bagnata del cimitero.<<auch..>> il vampiro gemette un attimo<<E’ tutto a posto?>>

<<Mi sento…strano…mi gira un po’ la testa…>> lei si alza e aiuta il vampiro a fare lo stesso. Lui dolorante si alza , ma appena lascia le mani della ragazza, la colpisce in pieno viso, facendola cadere

<<Oh Spike!! Sei uno stupido!!>> disse la ragazza rialzandosi e colpendolo allo stomaco e , piegato, sferrando una gomitata sulla schiena, facendolo cadere definitivamente. A quel punto lei si mette a cavalcioni su di lui e tirando fuori il paletto dalla giacca.

<<Ok…ok…ora non esagerare, lo sai che ho paura di quei cosi!!>> disse lui ridendo, capovolgendo la ragazza e facendola finire sotto lui. A quel punto ciò che successe dopo era inevitabile. <<ok, lezione finita!>> disse lei ansimando e baciandolo. Lui contraccambiò quel bacio accarezzandole i capelli e poi fece scivolare le sue mani sui fianchi

della ragazza e infilate sotto la sua maglietta, gliela tolse. Lei si

aggrappò al suo collo e lo spinse sempre più verso lei, sempre più forte. Poi lui si staccò e la guardò , le accarezzò i capelli e le sorrise.<<Che c’è?>> gli sussurrò lei preoccupata. Lui le prese il viso e senza smettere di guardarla

<<Buffy …io ti amo. Amo te più di quanto ami qualsiasi altra cosa su questo mondo. Io non potrei esistere se non

ci fossi tu, perché tu Buffy, sei tutto ciò per cui ho lottato, per

cui…tiro avanti. Potrei morire domani…. e non avrei paura per il posto in cui andrò, avrei paura di perderti. Se sono ciò che sono è grazie a te, grazie al tuo credere in me. Buffy….io ti amo.>> Lui continuò a guardarla, mentre lei gli accarezzava le mani, mentre lei cominciava a piangere<<Tu…tu sei la mia forza. Ho sventato nove e più apocalissi, ho salvato migliaia di persone, ma, Spike, nessuno ha mai salvato me. Se io ho vinto l’ultima volta è grazie a te, e se io ora affronto quello

che mi aspetta domani è grazie a te…Spike…io ti amo e c’è voluto parecchi ma ora lo so Spike, ora ho capito cosa voglio, io voglio te e, credimi, se lo dico non è perché ho bisogno di odio o altro…ti amo perché ho visto la tua metamorfosi, ti amo perché ho visto come ti batti ogni giorno contro il mondo, contro te stesso, ti amo perché ho conosciuto il mostro che hai dentro e l’uomo che l’ha sconfitto. Tu mi hai fatto vedere fin dove può spingere l’amore…Spike non mi importa cosa succederà domani, finchè avrò te non m’importa.>>


La mattina dopo Buffy si risvegliò sola, distesa sul prato del

cimitero. Si alzò di scatto per cercarlo, ma lui non c’era. Accanto a lei solo il suo spolverino nero. Lei lo indossò e si stinse captando il suo odore che la stava avvolgendo.

Qualche ora prima

<<Devo parlarti!>>

<<Come mai così mattutino?>>

<<Ascolta, mi sta succedendo qualcosa. Dopo che ho combattuto contro quel demone nelle fogne. Mi sento…strano. E’ come se stessi perdendo le forze…non riesco a capire cosa sia ma…Angel non voglio morire di

nuovo…non voglio lasciarla, di nuovo, aiutami>>

<<Oh mio Dio, Spike non hai toccato il suo sangue vero?>>

<<Sì, perché?>>

<<Il sangue del demone ha una specie di…potere curativo…diciamo che …. oddio non non è possibile>>

il vampiro bruno prese un paletto e lo conficcò nel petto del vampiro.

Ne uscì sangue. Sangue umano.

<<Sei un pazzo!!!!Potevi prendere il cuore che cosa volevi fare!!!>>

disse il vampiro biondo avventandosi contro il compagno

<<Spike…Spike…tu sei vivo…stupido>>disse Angel rialzandosi.


In quel momento entrò Buffy nella stanza, attirata dalla confusione.

Aveva lo sguardo intontio, gli occhi sgranati e si muoveva lentamente.

Si avvicinò al vampiro biondo e gli tastò il petto in cui si era

aperta la ferita. Poi lo guardò negli occhi pieni di lacrime.

<<Oddio…>> fu tutto ciò che lei riuscì a dirgli, prima di baciarlo. E in quel momento il sole e il buio.



Il sole era alto nel cielo già da alcune ore. I suoi occhi stentarono ad aprirsi, bagnati. Poi riuscì ad aprirli e a guardarsi intorno. Sola.

Si alzò di scatto cercandolo. No…no non poteva …non poteva essere realmente solo….un sogno. Un sogno come tanti che aveva fatto prima. No non era come gli altri, no non lo era.


Era piena notte. Si svegliò di soprassalto, come se lo avesse

strappato al suo sonno un rumore,o meglio una sensazione. Si guardò attorno, attonito, quasi sconvolto, diviso tra due realtà parallele.

Cercò le prove che fosse ancora nel suo dolce sogno, in quella dolce realtà che lo stava coccolando. Ma dopo pochi secondi dovette ritornare alla sua realtà dolorosa. In quel momento entrò nella stanza Angel

<<Ho fatto delle ricerche:il demone che hai affrontato l’altra sera…è un demone Guruk…tu non l’hai toccato,cioè il vostro sangue non può essere entrato in qualche modo in contatto?>> lui era ancora stordito e aveva capitoselo la metà delle cose che aveva detto<<Cosa??…Sì l’ho ferito e , sì il nostro sangue…>><<Benone ….senti quel sangue..>><<Vivo…>>


Il campanello suonava insistentemente da un po’.<<Arrivo…arrivo.. sarebbero anche le tre del mattino>> aprì la porta<<Ascolta, io so di non avere nessun diritto di piombare nella tua via “normale” e perfetta così all’improvviso dopo tanto tempo…presentarmi senza preavviso…ma devi saperlo…devi assolutamente saperlo, perché è successa una cosa

davvero…oddio Buffy..>> disse prendendole la mano e portandola sul balcone della stanza davanti all’ingresso. Il sole. Batteva prepotente sul petto del vampiro, e non bruciava. <<Buffy…>><<Oddio…oddio>>disse lei posando la sua mano sul suo petto,<<Volevo che lo sapessi…Angel mi ha detto che sapevi che ero tornato, ma penso che questo non te l’avesse detto, effettivamente l’ho scoperto ieri…comunque sia..>>si

interruppe di colpo vedendo la ragazza abbastanza turbata<<Buffy….è tutto ok? Lo sapevo, scusa non avevo nessun diritto di…>> abbassò lo sguardo e vaelocemente rientrò in casa. Sull’uscio della porta si fermò per guardarla un’ultima volta. Le sorrise e tirò la porta verso di sé. Un dolore profondo, di quelli che raramente attanagliano il cuore, profondo, intenso, nel cuore di entrambi. Stavano di nuovo

permettendo al destino di dividerli? Possibile che non ci fosse altra via d’uscita? Ma un’altra soluzione c’è sempre. Aprì violentemente la porta, corse per le scale velocemente e in strada lo urlò<<Spike!!>> lui si girò di colpo. Lei ansimante ed in pigiama gli sorrise<<Io non posso…tu mi hai dato la vita che ho sempre desiderato, tutto ciò per cui lottavo, ma io non posso vivere una vita “perfetta” senza una persona…che amo, perciò no, Spike, il tuo lavoro non è completo.>> gli disse ansimando e cercando di celare il fatto che fosse in pigiama.<


Lui le si avvcinò lentamente e le prese le mani e sorridendole le accarezzò i capelli.<<io Ti amo, Spike>>


Le anime perse sono anime divise. Sono anime gemelle che però hanno perso l’altra parte di sé, quello per cui lottavano e che li faceva vivere. Ma a volte è lo stesso destino che li ha divisi a farli rincontrare, a far ricongiungere le Strade.