AZZURRO CIELO

AUTRICE:LADY CANONE INVERSO

Disclamer: i personaggi e i luoghi descritti non sono di mia proprietà, appartengono alla Wb, alla Upn ed a Joss Whedon. Scrivo per puro divertimento personale, e non rivendico alcun diritto di copyright.

Erano azzurri i suoi occhi.

Troppo azzurri.

Più di quanto li ricordava. Più di quanto non li avesse mai visti.

Azzurri.

Troppo azzurri.

Come se la sua anima fosse solo altro cielo azzurro che si stemprava dentro quegli occhi sempre giovani eppure antichi.

Dio, erano sempre stati così terribilmente azzurri....? Come cielo scarnificato da tutti i suoi veli d'atmosfera.

La guardava Spike. Diritta negli occhi. Dopo tanto tempo.

I loro sguardi incatenati in una cacofonia di silenzio.

Erano azzurri i suoi occhi. Come il cielo terso in inverno. Come il ghiaccio. Come l'acqua. Come i fiordalisi.

Come solo i suoi occhi erano mai stati. Azzurri. Gli occhi di Spike.

Il suo sguardo finalmente, era limpido. Trasparente. Privo d’ombre oscure, di tormento.

Il suo sguardo le spogliava l'anima.

E, come sempre, le leggeva dentro.

Ma adesso, Spike non diceva nulla.

Non le riversava in faccia la pungente verità di sempre con un sorriso sardonico.

Non sorrideva per niente Spike, in quel momento.

Si fronteggiavano, alla pari.

Adesso. Solo due persone. Che si erano fatte molto male.

Che si erano dilaniate, azzannate, distrutte.

Adesso i purché sembravano sbiaditi. Lontani. Assurdi.

Adesso.

Che il tempo aveva spento il fuoco. E che il sale sulle ferite si era sciolto.

Adesso. Che si potevano guardare negli occhi. Semplicemente.

Anche se faceva male.

I suoi occhi facevano male.

Azzurri.

Dentro ai suoi occhi. Dentro alla sua anima. Erano azzurri.

Sembravano passati secoli. Sembrava che tutta la violenza, la passione, l'odore del sangue.... appartenessero ad un'altra vita.

Per Spike sarebbe stato così un giorno.... ma per lei esisteva una sola vita.

Si può sbagliare tanto in una vita sola? Sembrava di sì.... lei c'era riuscita. Un errore dopo l'altro. Una caduta dopo l'altra, sempre più in basso.

Si sentiva nervosa. Come una ragazzina. Come chi ha troppe colpe per essere perdonata.

Scostò i capelli dal volto. Li aveva lasciati crescere di nuovo.

Avevano mille cose da dirsi e nessuna.

"Buffy..."

"Sono contenta di vederti. Stai bene. Sono contenta anche di questo."

"Sembra di sì. Anche tu stai bene.... sei sempre bella."

"Oh, Spike..."

"Lo so. Non vuol dire niente... solo che sei bella."

"Hai trovato.... un equilibrio con..?"

"Ci convivo. Un'anima non è come.... me l'ero aspettato. Non mi ha cambiato. Né quello che ho fatto."

"Mi dispiace...."

"A me no. Mi dispiace solo di averla voluta per il motivo sbagliato."

Buffy sentì male al cuore. Terribilmente. Quasi quanto le facevano male i suoi occhi. Fino in fondo.

"Già... qualsiasi cosa venga da me è sbagliata."

Si girò mordendosi le labbra. Sentiva sapore di lacrime in bocca. E non sapeva neppure perché. Era passato il tempo in cui si compativa. Era passato il tempo dei pianti. Era diventata grande....

Spike si avvicinò di un passo. Combattuto fra mille pulsioni diverse. Lei era così.... così... lei era la sua Buffy. Lei, che non era mai stata sua. No, e non lo era neppure in quel momento. Avrebbe voluto stringerla. Avrebbe voluto asciugare le sue lacrime e baciare il sale sulla sua pelle. Ma lei non avrebbe pianto. E lui non l'avrebbe neppure sfiorata. Non più.

Le sue mani rimasero sospese per un attimo all'altezza delle spalle della donna, poi le lasciò ricadere con un gesto stanco lungo i fianchi.

"Non volevo dire questo, lo sai. E' difficile.... accettare questa... questa anima. E tutto quello che comporta. Non mi ha cambiato. Non ha cambiato nulla. Ma mi ha reso consapevole. E' come se all'improvviso si fossero accese le luci del palcoscenico su tutto il mio passato. Un secolo e mezzo di cazzate è duro da digerire... diciamo che avresti parecchio tempo per commettere degli errori irreparabili anche se fossi un chierichetto, figuriamoci un demone assetato di sangue."

Lei tornò a guardarlo. Sapeva di doverglielo. Affrontare il suo sguardo. Vedere la sua anima. Il suo dolore.

"Mi dispiace Spike. Per tutto. Io. Io non so neanche perché l'ho fatto, perché ho fatto tutte quelle cose nel periodo in cui siamo stati insieme...."

"Siamo mai stati insieme?"

"Non lo so... ma ti devo delle scuse."

"Siamo pari cacciatrice.... e poi ero grande abbastanza da sapere a cosa andavo incontro."

"Spike, perché... mi hai amata?"

"Non esiste un motivo per il quale amare. L'amore non ha mai perché. Buffy, mai. Sei in me. Ti sento. E ti ho desiderata. Senza fine. Volevo il tuo corpo... nel vano tentativo di possedere il cuore, l'anima, la mente."

Il silenzio era leggero fra loro. Mentre le parole ferivano le orecchie. Già essere lì, insieme, era difficile, era duro, doloroso.

Che cosa erano stati loro? Amanti?

Cosa era stato Spike per lei? Un abbraccio di ghiaccio bollente per dimenticare il suo cuore in frantumi? La sua vita troppo sferzante?

Cosa era stato Spike per lei?

Faceva paura chiederselo.

Faceva paura mettersi in gioco. Mettere in gioco i propri sentimenti.

"E tu... tu hai un perché per quello che c'è stato fra noi?"

"Credevo lo sapessi meglio di me."

Lui si limitò a guardarla. Aspettando.

E i suoi occhi erano terribilmente azzurri. Azzurri fin nel profondo. Azzurri dentro di lei, fino all'anima, fino al cuore. Azzurri per leggerle i pensieri. Azzurri per leggere attraverso il suo sguardo di mare.

"Perché la vita smettesse di urlarmi dentro. Perché volevo annegare nella dimenticanza di me stessa... e nei tuoi occhi. Perché facesse meno male. Perché volevo un po' di pace."

"Cosa cerchi Buffy?"

"Già.... un'eterna ricerca... è il mio destino. Forse solo un modo per convivere con quello che sono: la cacciatrice."

"Non credo... cerchi la metà mancante... è una vecchia leggenda greca..."

Lei sorrise.

Anche se quelle parole erano inquietanti. Mettevano in tavola troppi dubbi. Troppe domande. Buffy era stanca di domande senza risposta. Di ricerche senza meta.

"Cerco solo un po' di pace..."

"Non credo che tu la cercassi in me."

"Tregua. Dai mie pensieri. Dai mie sentimenti. Volevo che tu fossi una tregua."

"Non è molto lusinghiero.... ma almeno è la verità"

Lei non era sicura che lo fosse.

"Spike... sto solo peggiorando le cose. Facendoti del male, ancora...."

"Credo tu abbia già superato il limite.... ma me la sono cercata."

Perché erano così azzurri i suoi occhi? Perché i suoi occhi la capivano così a fondo?

"N'è valsa la pena Buffy. Per me n'è valsa la pena. Tutto questo ha avuto un senso. Che tu ci creda o no."

Lei strinse le labbra.

Si portò una mano alla gola, sfiorandola distrattamente con la punta delle dita.

"Vorrei ci fosse un modo per cancellare il dolore... o almeno per rimediare al dolore..."

"Non serve... e poi adesso riusciamo a rimanere nello stesso posto per più di 10 minuti senza saltarci addosso e parlando civilmente...."

"Oh...mmm.. non è mia stata colpa tua.... il fatto che fossimo -incompatibili?-"

"O forse troppo compatibili. Non lo sapremo mai. Abbiamo bruciato tutto quello che c'era da ardere."

Troppo compatibili. No. Non lei e Spike. Lava e azoto liquido. Oceano e scogliera. Ma mai compatibili.

Spike. Valvola di sfogo per non impazzire. Spike. Scusa. Palliativo. Disperazione.

"Angel. Si tratta ancora di lui... vero? Volevi lui.... ma avevi a disposizione solo me."

"Non lo so. Mi spiace, Spike. Mentirei se ti dicesi di no. Ma non c'è stato solo quello."

Spike si accese una sigaretta.

E Buffy si sentì meglio.

Rassicurata.

Spike. Che rimaneva sempre uguale a se stesso.

Spike. Con cui un tempo sarebbe già stata sul pavimento a fare l'amore.

Spike. Che adesso stava attento a non sfiorarla neppure. A non avvicinarsi.

Il vampiro rimise il pacchetto in una tasca degli attillatissimi jeans ed espirò una lunga boccata di fumo azzurrognolo.

Per un momento sembrò che il tempo fosse tornato indietro.

"Non mi hai mai amato. Non è più un problema.Ma vorrei ancora vederti felice, o almeno serena..... ci tengo a te Buffy...."

"Grazie. Io.... farò del mio meglio."

"ne sono certo.... ma dovrai metterti in gioco... alla fine dovrai farlo. Scoprire le carte... rischiare il cuore. O non arriverai mai da nessuna parte..."

Mettersi in gioco. Rischiare.

L'ultima volta aveva ottenuto solo un cuore spezzato e la voglia di morire.

La vita l'aveva disillusa sempre. Volta dopo volta. Ferite sempre più profonde.

"A volte sembra che tu abbia vissuto secoli.... ed abbia già provato tutto... e sia già stata tradita da tutto. Ma sei ancora così inesperta della vita... ci sono così tante cose che nemmeno immagini. Devi solo avere il coraggio di ricominciare a vivere. Di abbattere le barriere protettive. Una regina di ghiaccio, regna su di un reame terribilmente desolato..."

"Sembra che tu colga sempre il centro della questione molto meglio di come potrei mai fare io...."

"Solo quando si tratta di te..."

"Perché?"

"Affinità elettive?"

"Credevo di avere molte cose da dirti... da chiarire...."

Lui scosse la testa.

Quello era un addio.

Non c'era nulla da dire.

Non c'era mai stato forse...

"No. E' tutto a posto Buffy......"

Si, lo sapeva.

Era bastato incontrare i suoi occhi per capirlo. Le parole non servivano. Non c'era molto da dire. C'era stato troppo dolore fra loro perché potessero esistere parole. La disperazione non ha mai parole. Ed era quello che loro erano stati insieme. Disperazione.

Ma quella notte gli occhi di Spike avevano cancellato tutto. Perché il passato era finito. Restava solo l'azzurro dei suoi occhi. Più azzurro del paradiso stesso.

Spike. Sarebbe rimasto solo un'altra domanda senza risposta....

Aveva troppa paura di andare fino in fondo a se stessa.

E capire. Dove arrivava il desiderio di una vita con Angel e dove finiva il dolore del suo abbandono.... dove cominciava la storia con Spike.

Era davvero stato l'ennesimo tentativo di dimenticare Angel?

Angel. unico amore.

L'unico uomo che si fosse mai concessa di amare.

Dopo di lui.... aveva fatto troppo male.

O forse aveva avuto troppa paura di mettere in discussione tutte le sue certezze. Il suo amore per quel vampiro tenebroso e malinconico.

Si era aggrappata come una bambina piangente al ricordo di Angel.... e non aveva più permesso a nessuno di entrare nel suo cuore.

Paura. Di soffrire ancora. Di trovarsi sola ancora.

"E' un addio questo.... immagino..."

"Penso di sì Buffy...."

I suoi occhi guizzarono di un bagliore vivido, fulmineo, caldo. Accesi, come un fuoco fatto di acqua. Azzurri. Come lo erano sempre stati gli occhi di Spike. Come non mai. Come un cielo che non avrebbe mia visto.

"penso di sì."

Spike. Dov'era Spike nel suo cuore. Dentro di lei? Dov'era?

Fra le ombre, nascosto nei recessi più segreti, schiacciato dal ritratto di un amore antico, sognato, idealizzato...

Dov'era Spike dentro di lei...?

Aveva così paura di scoprire di averlo impresso dentro, da non riuscire neppure a cercarlo....?

O era solo l'azzurro dei suoi occhi che le impediva di pensare?

Quell'azzurro che cancellava tutto. E le faceva male... perché le faceva rivivere ogni singolo momento del passato. Ogni singolo piccolo, enorme errore. Ogni sofferenza.

Lui scosse la testa, gettando a terra il mozzicone e schiacciandolo con un gesto infinitamente famigliare.

Sul suo viso era tornato il mezzo sorriso di sempre.

"Non cercarmi dentro di te cacciatrice. Non mi troveresti...."

Lei lo guardò stupita.

"Ma come hai...?"

"Un giorno magari te lo spiegherò... non adesso."

La donna annuì.

"Non si può cancellare un uomo con un altro. Siamo stati qualcosa di diverso da tutto quello che avevi vissuto fino ad ora. Non so se in bene o in male. Siamo stati insieme. Due disperazioni che si affrontano. Ma lui.... lui è dentro di te. Non puoi farci nulla."

Lei non sapeva neppure cosa dire.

Angel. eternamente nella sua vita. Solo Angel. Che tornava sempre a galla. Ma che non sarebbe mai tornato da lei. Angel. Il sapore di infinite lacrime.

Si morse il labbro, senza neppure rendersene conto.

Spike sorrise dolcemente, colpito dalla vulnerabilità di quel semplice gesto.

"In fondo... sei ancora una bambina."

Lei alzò lo sguardo di scatto, tornando a fissarlo.

Per un momento nei suoi occhi il vampiro poté di nuovo leggere la fiamma dell'orgoglio, l'impulsività della sua giovane età...

Poi tornò un po' più vecchia, un po' più matura... di quello che era.

"Saggio Spike.... incredibilmente saggio... a volte!!"

"Mai sufficientemente spesso, ragazza!!!del resto sarebbe troppo noioso...."

Lei sorrise.

Era semplicemente un addio.

L'ultima loro questione irrisolta.

"Dove andrai....?"

"ha importanza.....?"

Le scostò la mano con cui stava giocherellando con una ciocca di capelli. Glieli sistemò dietro un orecchio.

Si avvicinò lentamente a lei. Quasi fino a sfiorarle la guancia col viso.

"Ovunque.... in nessun posto... ma porterò sempre con me il ricordo del sapore della tua pelle."

Erano azzurri i suoi occhi mentre spariva nella notte.

Angelo caduto. Fantasma di silenzio. Ricordo di fuoco.

Buffy lo guardò andare via.

E sapeva che avrebbe dimenticato tutto di loro due. Ma non i suoi occhi in quella notte.

Rimase a guardarlo confondersi nelle tenebre, uscire dalla sua vita e lasciarla con le sue mille domande, con i suoi troppi dubbi, con, ancora, nonostante tutto, il nome di un angelo nel cuore.