LA SPERANZA DI UNA VITA


Accoccolata sulla soglia di una vecchia locanda, le spalle contro l’uscio una bambina teneva d’occhio l’estremità della via.

Nessuno le voleva bene e lei non voleva bene a nessuno.

Nessuno la trattava con dolcezza, nessuno cercava di renderla felice o si preoccupava che lo fosse.

Era sola al mondo e aveva appena dieci anni.

Aveva i capelli lunghi e due occhi tristi e espressivi di colore blu come il mare.

Non sapeva chi era, sapeva solo che l’avevano abbandonata quando era molto piccola.

- Evi!- chiamò dall’interno la voce irritata della padrona della locanda.

- Sei già andata a prendere il latte?

La bambina non rispose e scappò a nascondersi dietro l’angolo della casa.

- Dove si è cacciata quella bambina? – la donna intanto era apparsa sulla soglia.

- Un ragazzo, che come tutti i vicini considerava la bambina una specie di demonio, scoppiò a ridere e indicò alla donna il nascondiglio di Evi.

Un attimo dopo Evi fu trascinata fuori dal suo nascondiglio e fu riempita di schiaffi e fu spedita a prendere il latte.

Era mai abituata alle botte, non vedeva l’ora di andarsene da lì, forse per cercare chi l’aveva abbandonata, sentiva che i suoi genitori erano vivi, in ricordo aveva solo una collanina d’oro.

- mentre tornava nella locanda trovò un piccolo cucciolo di gatto, abbondato e solo che tremava per il freddo.

Evi strinse il gattino a sé e prese la decisione di amarlo, di nutrirlo prendersi cura di lui.

- L’avrebbe nascosto perché nn gli darebbero mai il permesso di tenerlo

Da quando aveva trovato quel gattino, passava il suo tempo a giocare con lui e coccolarlo, si era ormai affezionata era l’unico essere vivente che gli voleva bene, di solito lo nascondeva nel suo nascondiglio.

- Ma un giorno, come tutti gli altri la padrona del locale, scoprì il cucciolo, per difenderlo, la bambina saltò sulla sedia e afferrò il braccio della donna; ma questa la respinse con una spinta e la fece cadere con violenza, nella strada.

Si udì un tonfo e il grido selvaggio del gattino: la donna l’aveva buttato nel catino dell’acqua bollente preparato per gli usi domestici.

La bestiola si dibatté e si dimenò penosamente per un istante e poi morì fra atroci sofferenze.

Nell’animo di Evi si accese la violenza.

Senza esitare prese un ceppo che aveva a portata di mano e lo scagliò con forza alla padrona; aveva mirato giusto e riuscì a colpirla al capo.

Il sangue cominciò a fluire, ma la donna non avvertì nemmeno il colpo, invasa com’era dalla collera, prese la ragazzina e la riempì di botte.

Era l’ultima volta, e se ne sarebbe andata.


Dopo 5 anni

Sunnydale, California

Ad una prima vista non sembrava tanto male, pensò Evi disfacendo la sua valigia nell'anonima stanza di un anonimo motel..

Boh. Cominciò a camminare avanti e indietro, provando mille frasi.

Salve, sono Evi , la nuova cacciatrice.

Felice di conoscerla…o conoscerti…o meglio conoscervi, visto che andava ad assumere il ruolo di quell'altra Cacciatrice e che andava a conoscere i suoi amici, oltre che l'Osservatore?

Uff. almeno spero che qui trovi qualche componente della mia famiglia;

nel medaglione c’è solo una scritta “WILL”. pensava mentre teneva la collana fra le mani con un po’ di speranza, di trovare delle informazioni del suo passato.

Basta, temporeggiare non serviva ad un accidenti di niente, e così prese la sua giacca di pelle e andò alla biblioteca della di “High school di Sunnyday, dove le avevano detto era facile trovare tutti i diretti interessati.


High school di Sunnyday


Evi cammina per i corridoi della scuola e riesce a trovare con facilità la biblioteca.

_- Entra, e vede un signore di mezza età, che la osserva incuriosito della sua presenza.

Scusami, lei è il signor Rupert Giles.?"

Si sono io, e lei chi sarebbe?

Piacere la nuova cacciatrice di Sunnyday!”

piacere di conoscerti, ma è strano che è mandato una cacciatrice, come ti chiami?

Il mio nome e Evilyn Cartin, ma tutti mi hanno sempre chiamato Evi.

sei inglese anche tu?”

"Si sente, vero?”

. all’improvviso entra una ragazza bionda, che osserva Evi in modo indifferente, come se fosse un personaggio fastidioso.

Ciao tu dovresti essere Buffy, io sono Evi Cartin, ma tutti mi hanno sempre chiamato Evi, siamo colleghe sono anch’io una ammazzavampiri, Piacere di…"

lei chi è signor Giles? non abbiamo bisogno di un’altra cacciatrice. Interrompendola bruscamente, e andandosene via, come se sembrasse che era arrabbiata con il mondo intero.

Evi rimase con il braccio a mezz'aria.

"…conoscerti, Buffy”.

Devi scusarla signorina Evi, ma è un momento difficile, vampiri pericolosi, demoni e dura ammetterlo ma un momento molto difficile. Disse l’ultima frase con molta tristezza.

Non si preoccupi, sono abituata di essere trattata così, vorrei sapere una cosa come vampiri pericolosi? “

Diciamo un gruppo, lei conosce questi nomi Angelus, Spike e Drusilla.”

il Consiglio mi aveva avvertito di come sono pericolosi, ma non so molte informazioni su di loro”

Bene, il primo vampiro che gli ho nominato, non sa neanche immaginare di quanto può essere crudele e malvagio, e Drusilla è molto pericolosa.”

E Spike, cioè l’atro vampiro?” chiedendo con molta curiosità.”

Non è di meno, di Angelus, bene mi scusi devo andare.”

arrivederci signor Giles”


< Era ormai fuori da quella scuola, c’era il tramonto e un po’ di vento che gli accarezzava la pelle.

non sapeva cosa pensare, era come sempre sola e forse aveva fatto male a venire in questa città, mille dubbi giravano nei suoi pensieri.


Buffy corse fino al bronz da Willow, era sicura di trovarci anche Oz e Xander, e comunicò loro la notizia.

"Ne hanno mandato un'altra. 'Ciao mi chiamo Eve'…sono venuta subito a dirvelo.

"Evi?"

"Strano diminutivo. Il suo nome per intero è Evilyn. Inglese, alta più o meno come me, capelli bruni, occhi di color blu. È da Giles.

Oh no…”

Cosa c’è Buffy? chiede la ragazza capelli fuoco.

Parlavamo del diavolo e spuntano le corna.” Disse con un po’ di ironia.

Evi si avvicinava, con la paura di essere solo criticata, ma ormai aveva deciso doveva conoscere tutto il gruppo.

Ciao, posso sedermi qui con voi?”

Guarda che è un paese libero, fai quello che ti pare. disse con voce dura.

Eve si presentò a Oz, Willow e Xander.

"Piacere di conoscervi."

"Sei inglese?"

"si , Xander, ma sono vissuta a Londra durante gli ultimi cinque anni."

"Che sai di questo posto?"

"Bocca dell'Inferno, punto di convergenza mistica, bla, bla, bla. Quello che c'è scritto sui libri. Dei punti mistici europei so vita, morte e miracoli, ma riguardo quelli americani sono carente. Spero di poter contare sul vostro aiuto."<

Oz annuì e le sorrise, Willow e Xander abbassarono gli occhi, e Buffy continuava a guardarla con ostilità.

Cominciamo bene, si disse Evi.


Nei giorni a seguire, Eve e Oz legarono parecchio, Willow sapeva che Oz la amava, ma non poteva fare a meno di sentirsi depressa nel vedere quanto fossero diventati amici dopo neanche una settimana.

Ma con qualcuno doveva pur fare amicizia Evi, loro l'avevano sistematicamente esclusa dalla loro vita.

La vedevano come un'estranea, forse con po’ di pazienza l’avrebbero accettata.

Quando erano certe che non ci fossero, andavano nella palestra nella biblioteca, e Oz osservava Evi allenarsi. Giles le aveva dato la disponibilità del posto, ma Buffy non aveva perso tempo a farle sapere che era stato creato appositamente per lei. E non per me, completò mentalmente la frase Evi.

Prese a pugni e calci il sacco sfogandosi di tutta l'amarezza che aveva dentro. Era veramente una buona cura, secondo lei.

Oz la vide salire nell’asse di equilibrio.

Era un attrezzo che Buffy non aveva mai usato, e che Giles aveva rinunciato a farle apprendere anche se sosteneva che doveva migliorare nei salti, e che non poteva mai sapere se un giorno avrebbe affrontato un combattimento in quelle condizioni. Eve invece si divertiva da matti.

Oz aveva paura ogni volta che staccava i piedi e le mani dall’attrezzo e tirava un sospiro di sollievo quando ce li rimetteva. Stava terminando l'esercizio con un salto, quando Buffy fece la sua comparsa.<O:

"Ehi!"

Evi perse la concentrazione e l'equilibrio, cadendo rovinosamente a terra di schiena. Oz subito corse da Evi, che non si era ancora rialzata, e arrivò anche Buffy.

"Evi, stai bene?"

"Sì, tutto OK. Cavolo che volo…"

"Buffy, hai visto che stava saltando, perché non sei stata zitta?"

"Che ci fa lei qui?"

"Giles mi ha dato il permesso."

"A me non l'ha detto."

"Io sono testimone" esclamò Oz.

"Se lo dite voi…scusa per l'urlo" disse Buffy andando via senza neanche voltarsi.

Oz aiutò Evi a rialzarsi, e si accorse della sua smorfia di dolore quando le sfiorò la schiena.

"Evi”?

"Ho solo preso una brutta botta, tutto qui."

Ma a questa balla non credeva né lei né Oz.


Evi aveva cercato di autoconvincersi che stava bene per tutto il tragitto fino al motel. Poi si lasciò pure andare alle lacrime di dolore.

Si sfilò la maglietta, e la esaminò vicino ad una lampada.

Era stata fortunata, stavolta la ferita non si era riaperta.

Sarebbe stato difficile spiegare a Oz perché c'era una macchia di sangue sul pavimento e sulla sua maglietta. Poi con qualche contorsione cercò di vedere allo specchio come stava la sua schiena.

Nella sua vita, aveva preso tante botte, e non voleva dire a nessuno come era stata la sua infanzia, non voleva sembrare patetica, non aveva bisogno della pietà di nessuno.

Non voleva pensare al suo passato, era di ronda quella sera e voleva sbrigare l'incarico nel più breve tempo possibile.


<< Camminando, ancora con il dolore alla schiena arrivò finalmente al cimitero.

Era buio, non c’era l’ombra di un vampiro, niente per scaricarsi la rabbia che aveva dentro l’anima.

- finalmente sbuca fuori un vampiro, combattono.

La ragazza riesce a ucciderlo con molta facilità, e li ficca il paletto nel cuore.

Lontano, da lì aveva assistito la scena, un vampiro bruno e occhi color nocciola, che la guardava in modo strano.

- Era stanca, la schiena gli faceva ancora male, solo Oz l’aveva ormai accettata, gli altri l’aveva esclusa dalle loro vite, e questo che gli dava rabbia, e non capiva il perché di quell’odio verso i suoi confronti, forse perché era strana, lo sapeva, tutti la credevano un demonio, forse era così.

Il vampiro la osservava, aveva l’aria di una bambina che era già diventata donna, era molto bella;

Angelus non riusciva a togliere il suo sguardo da lei…