IL QUADRO


Nota dell'autrice: fanfiction di pura invenzione con riferimenti casuali alla serie televisiva senza scopi di lucro e alla fanfiction:"Qualcosa di nuovo" di Rogiari.

COPPIA: Spike/Willow.



"Caro diario,

non sò cosa mi spinge a scrivere per raccontarti ciò che mi è successo nell'ultimo periodo; forse solo la voglia che un giorno mi andrà di rileggerlo e..... Tutto ebbe inizio una notte... "



Stava tornando a casa e rifletteva su quanti mesi fossero passati da quando si era trasferita a Londra. Tutto era iniziato dopo la morte di Tara, la persona forse più importante per lei e la sua scomparsa l'aveva talmente sconvolta che si era avvicinata pericolosamente alla magia nera più potente. In seguito partì con Giles e si stabilì qui a Londra.

Erano questi i pensieri che le frullavano in testa, rendendosi conto che ormai erano sette mesi che viveva lì. Non aveva più fatto ritorno a Sunnydale e non perchè non volesse, ma solo perchè non si sarebbe sentita a proprio agio con gli altri. Soleva passare il tempo a dipingere e in quei mesi aveva fatto diversi quadri e più di una volta Giles le aveva consigliato di fare una mostra visto che in quei dipinti traspariva tutto l'amore che lei provava per le persone che aveva lasciato da tempo.

Stava riflettendo su ciò quando da un locale sentì le note inconfondibili di una vecchia canzone che le dava in qualche modo dei bei ricordi. Entrò e sedendosi a un tavolo riandò con la memoria a quando era più serena e non avrebbe mai immaginato che le sarebbe successo tutto quello che in realtà era accaduto. Ripensò ai momenti spensierati trascorsi con Oz e a tutte le vicende che erano seguite; le venne in mente anche quando la sua migliore amica fu lasciata dall'unico amore della sua vita solo perchè lui voleva che avesse una vita normale. Come se fosse possibile visto che lei era la Cacciatrice e di conseguenza aveva a che fare con i segreti delle tenebre.

Distrattamente finì la bibita e si rese conto che la musica era finita; con un sospirò si alzò ed uscì dal locale. Era già tardi e purtroppo per arrivare al suo appartamento doveva passare rasente a un parco. Anche se sapeva come difendersi, non era intenzionata a ricorre alle sue arti magiche.

Tutto era silenzioso lì nei pressi del parco quando allìimprovviso da dietro un cespuglio sbucò fuori un uomo. Poteva sembrare innocquo a prima vista, ma ad uno sguardo più attento si capiva che in realtà si trattava di un non-morto.

Uomo:"Vieni con me, bellezza"

Willow:"Hai sbagliato bersaglio; facevi meglio a non uscire stanotte", e si preparò per lanciare un incantesimo, ma l'uomo d'improvviso come era comparso così scomparve divenendo un mucchietto di cenere ai suoi piedi. Lei rimase stupita e alzando la testa vide un uomo alto con un lungo impermeabile nero che stava rimettendo a posto un paletto. Era strano, aveva la sensazione di conoscerlo, pensò mentre l'uomo le si avvicinava e veniva a trovarsi sotto la luce del lampione. Lo guardò allibita, sorpresa di avere di fronte una persona del suo passato. L'uomo in questione era Spike.

Willow:"Tu? Ma come.. Voglio dire grazie"

Spike:"Contento di esserti stato utile, ma come mai da queste parti, rossa?"

Willow:"Ci vivo. E tu?"

Spike:"Anch'io. Sono tornato nella vecchia Inghilterra da solo due settimane...", ma venne interrotto dall'arrivo alquanto intempestivo del compagno del non-morto precedente, che cercò di aggredire Willow.

Spike:"Attenta!!", e la spinse di lato prima di impegnarsi in un combattimento con il non-morto.

La lotta iniziò; Spike riuscì ad assestargli un paio di calci e a spingerlo lontano quel tanto da consentirgli di estrarre il paletto. Gli si scagliò contro, ma il non-morto lo evitò spingendo Spike contro un tronco. Lui si passò una mano all'angolo della bocca ritirandola sporca di sangue e mutò il suo volto cominciando a lottare duramente con il non-morto.

N-Morto:"Un mio simile che mi attacca? Ehi amico, guarda che qui ce nè a sufficienza per tutti e due", riferendosi a Willow, che in piedi guardava il combattimento.

Spike:"E' qui che ti sbagli, amico", e detto questo gli si scagliò contro bloccandolo e lo impalettò facendolo divenirte un mucchietto di cenere.

Si voltò verso Willow riassumendo le sue sembianze normali e le si avvicinò mentre rimetteva a posto il paletto.

Spike:"Stai bene, rossa?"

Willow:"Io si, ma tu sei ferito", e con delicatezza gli sfiorò il labbro. Spike trasalì, non dal dolore, ma dallo strano calore che l'aveva invaso al suo tocco.

Spike:"Sto bene", e fece per andarsene, ma lei gli posò una mano sul braccio e disse:"Mi accompagni?"

Lui la guardò con il suo solito sorriso canzonatorio, poi le dette il braccio e insieme si allontanarono nella notte, ma non si diressero all'appartamento di Willow.


Si trovavano seduti sul tappeto, davanti al camino acceso con una tazza di te in mano; lui guardava con aria assorta le fiamme, poi voltandosi verso di lei disse:

Spike:"Come mai qui in Inghilterra? Ti stavi annoiando a Sunnydale?"

Willow non gli rispose subito, ma un sorriso triste increspò le sue labbra, poi con un sospiro disse:"Tu non sai niente di quello che è successo?"

Spike:"Cosa non sò? E' successo qualcosa a Buffy?"

Willow:"No, lei sta abbastanza bene per quello che sò. E' che, dopo che te ne sei andato sono successe delle cose terribili."

Spike:"Se ti va di parlarne, dimmi pure"

Willow:"Tara è....", e abbassò lo sguardo non riuscendo a continuare, non prima di aver notato nei profondi occhi del vampiro sentimenti come la pietà e comprensione.

Spike:"Mi dispiace molto; sò quant'eri legata a lei"

Willow:"Grazie, ma non è finito qui. Io per la rabbia e la solitudine sono quasi impazzita perdendo il controllo di me stessa"

Spike:"Rossa, nessuno come me può capirti"

Lei lo guardò e capì a cosa si stava riferendo: a quello che era successo con Anja per troppo alcool e solitudine e soprattutto a quello che era accaduto con Buffy nel suo bagno. Tornando al presente, si guardò intorno e disse:"E' bello qui, ma toglimi una curiosità come puoi permetterti un'appartamento del genere?"

Lui le sorrise e fissandola intensamente disse:"Diciamo che mi serve come immagine e poi me lo posso permettere perchè collaboro con il Consiglio degli Osservatori"

Willow:"Davvero? Ma cosa possono volere da te?"

Spike:"Aiuto, consigli ed informazioni di ogni genere", e vedendo lo sguardo sbalordito di lei aggiunse:"Non è un modo contorto per tornare nelle grazie di Buffy se è quello che pensi"

Willow guardandolo con aria scettica disse:"Non provi più nulla per lei?"

Spike:"Non provi più niente per Tara?", ma appena ebbe detto quelle parole si rese conto che era un colpo basso e aggiunse:"Scusami, non avevo nessun diritto di dirti ciò"

Willow:"Nemmeno io; soprattutto dopo tutto quello che ho combinato a Sunnydale"

Aggrottando le sopracciglia, Spike disse:"Cosa avrai mai fatto? Hai tramutato qualcuno in topo?", e le sorrise per allergire la tensione che si era creata.

Willow:"Ben di peggio. Forse te ne parlerò, ma non ora, non adesso", e si portò la tazza alle labbra fissando le fiamme.

Spike la osservò in silenzio e riandò con la memoria a quando l'aveva conosciuta alcuni anni prima: all'epoca era una ragazza timida e riservata, ma era cambiata in fretta. Ricordava con una certa nostalgia a quando l'aveva catturata per costringerla ad aiutarlo con un filtro oppure quando si era introfulato nel dormitorio ed aveva provato a morderla e non ci era riuscito. In lei tutto era puro anche se celeva dei piccoli segreti come la magia che era sorta in lei negli anni successivi. Sorridendo guardò le fiamme, come se in esse vi fosse scritto ciò che doveva dire:

Spike:"Sai a volte la vita è davvero molto strana e fa apparire le cose diversamente da ciò che sono in realtà"

Willow lo guardò stupita e disse:"Cosa vuoi dire?"

Spike:"Non farci caso, niente di importante"

Lei scosse il capo e alzandosi si guardo intorno e notò alcuni dischi in un mobile; estraendone uno disse:"Bei dischi"

Spike, che aveva seguito ogni suo movimento, disse:"Sono gli stessi che un certo tizio di nostra conoscenza mi ha distrutto. Sai li ho dovuti ricomprare tutti"

Willow:"Oh già e non è che lui avesse dei validi motivi personali"

Spike:"Cosa c'è di più personale che dall'avermi trovato a letto con la sua ragazza"

Willow:"La sua ex vorrai dire?"

Spike la fissò e forse per la prima volta Willow notò quanto incredibilmente azzurri fossero i suoi occhi.

Spike:"Mi dispiace contraddirti, ma donne come Buffy non sono mai delle ex".


Il suono della sua voce e l'intensità con cui disse quelle parole le fecero correre brividi lungo la schiena e le dettero anche fastidio: era da tanto che nessuno provava per lei ciò che lui provava ed aveva provato per Buffy.

Forse il suo umore era visibile, perchè spike decise che voleva un po' divertirsi con lei:

Spike:"E tu, mia cara rossa? Hai fatto delle conquiste nuove qui a Londra? Ammesso che la cosa possa interessarti"

Willow camminò e sedendosi di nuovo disse:"Non mi interessa, ed inoltre come potrebbe..."

Spike:"Guarda che non stò parlando di amore eterno", e raggiungendola le si sedette vicino e fissando le fiamme del camino proseguì:"Gli amori eterni sono maledetti, procurano solo eterna solitudine e sofferenza."

Rimasero in silenzio per un po', poi Willow lo guardo e con un lieve tremore nella voce disse:"Posso chiederti una cosa?", e vedendo che Spike la osswervava continuò:"Com'è il sesso senza amore?"

Lui non rispose subito, poi disse:"Può essere qualcosa, ma non ti rende felice", e guardandola in volto proseguì:"Il sesso senza amore è meglio di niente questo si a volte. Altre volte è solo un modo per non restare da solo e fare tutto da sè"

Lei l'aveva ascoltato in silenzio e arrossì un po' quando comprese il significato dell'ultima frase di lui, il quale sorrise vedendola imbarazzata e si rese conto che dopotutto non era poi tanto cambiata dalla ragazzina che aveva conosciuto la prima volta e che conservava ancora certi pudori. Così disse:"Sai, potrei sbagliarmi, ma credo che tu ne avresti un assoluto bisogno"

Willow:"Cosa? Ti prego non venirmi a dire che sono lesbica solo perchè ho paura degli uomini o perchè non ho trovato quello giusto"

Spike:"Ad essere sincero stavo completamente pensando ad altro"

Willow:"A cosa? Dai dimmi"

Spike:"Al fatto che tu non sei affatto lesbica", e vedendo che lei stava per interromperlo proseguì:"Ho conosciuto delle vere lesbiche e ti giuro che loro dell'uomo non sanno proprio che farsene; guardano, cercano ed amano solo donne. Francamente non ti ho mai vista comportarti in questo modo"

Di scatto lei si alzò e disse:"Non è vero. Io guardo le altre donne"

Spike:"Si, solo per vedre se sono truccate o vestite meglio di te", la ragiunse e posandole una mano sulla spalla proseguì:"Tu amavi Tara come essere umano; il vostro era un tipo di amore raro e puro", e facendola voltare continuò:"Ma il sesso è un'altra cosa. Per quello vorresti un uomo"

Lei era sconvolta e forse fù questo a farla reaggire in quel modo; senza pensarci mollò uno schiaffo forte sul viso di lui, il quale rimase impassibile e la fissò con occhi gelidi. Poi disse:"Si, dai! Picchia Spike visto che ha completamente ragione"

Willow:"Tu non sai proprio niente di me! Non sai come sono e che cosa provo! Tu sei soltanto un mostro, un mostro senz'ani...", ma venne interrotta da lui che disse:"E no mia cara senz'anima proprio no", e allontanandosi da lei si versò un bicchiere di bourbon e si avvicinò alla finestra.

Willow guardò i suoi gesti, poi prese il cappotto e senza aggiungere una parola uscì sbattendo la porta.

Spike rimase immobile davanti alla finestra e bevve d'un fiato il bourbon, poi disse:"Si, scappa visto che sai la verità"

Mentre lo aspettava, seduta sul divano, cercò di recuperare il controllo di se stessa. Vedere Spike nudo l'aveva imbarazzata, ma nello stesso attimo aveva anche provato un intenso calore in tutto il corpo. Doveva ammetterlo Spike era veramente un bell'uomo anche se era un vampiro. Era talmente assorbita da quei pensieri che sobbalzò quando l'oggetto della sua mente le si parò davanti stavolta completamente vestito.

Spike:"A cosa stai pensando?"

Willow:"A niente....no", e scosse la testa poi aggiunse:"Ieri mi hai accennato all'anima; Come, cioè quando è successo?"

Spike le si sedette di fronte e chiudendo gli occhi rivisse nella sua mente il suo viaggio in Africa, la ricerca del demone e poi le prove a cui si era sottoposto. Tornando a guardarla disse:"Non è importante nè come nè quando"

Willow lo osservò, poi tormentandosi nervosamente le mani disse:"L'hai fatto per Buffy, di questo ne sono sicura, ma non riesco a capire perchè non sei tornato da lei?"

Spike:"Sai l'anima ha dei piccoli difetti; anzi meglio effetti collaterali come sensi di colpa e rimorso", poi alzandosi si versò un goccio di whisky e dopo averlo bevuto aggiunse:"Vorrei delle cose da lei che non mi darà mai"

Lei si alzò e dopo averlo raggiunto, gli tolse dalla mano il bicchiere e poi lo guardò:"Sò come fanno sentire rimorso e sensi di colpa", poi tenendo stretta la sua mano tra le sue proseguì:"E' come avere un vicino rumoroso"

Spike sorrise al paragone di lei: l'anima che poteva essere un vicino rumoroso. In effetti con un po' di immaginazione poteva essere così.

Spike:"Già, un vicino rumoroso che ogni tanto tace", e la fissò e senza capire chi di loro due si fosse mosso per primo si ritrovarono stretti in un forte abbraccio e le loro labbra unite in un bacio lieve, ma pieno di calore.

Quando si allontanarono, si guardarono negli occhi per un attimo, poi Spike si diresse verso il divano e senza dire una parola vi si sedette.

Willow lo seguì con lo sguardo e poi disse:"Che cosa temi?"

Lui senza guardarla disse:"Non voglio commettere i soliti errori che ho sempre fatto ed inoltre ci conosciamo da molto tempo per andare avanti su questo punto"

Willow:"E' vero, ma nessuno lo saprà mai"

Spike:"Dio! Fino a ieri sera sostenevi di essere lesbica"

Willow gli si inginocchiò davanti e tenendo le sue mani tra le proprie disse:"E tu sostenevi che non lo ero mai stata", poi con dolcezza sfiorò la sua guancia fredda e solo allora si rese conto che in cuor suo si era sempre chiesta come sarebbe stato con un vampiro.

Lui girò il volto e finalmente le sue labbra incontrarono quelle di lei e il bacio si fece sempre più profondo; poi si guardarono negli occhi e lui la fece sollevare da terra mettendosela seduta in grembo. Cominciò a giocherellare con i suoi capelli e scostandoglieli dal collo disse:"Dopo non ti lamentare", e piegò il volto fino a baciare con le sue gelide labbra la pelle calda e tenera del suo collo.



Com'era strano sentirsi stringersi dalle forti braccia di un uomo, e dio mio che uomo, pensò lei aprendo gli occhi e vedendo lo sguardo dolce di lui.

Spike:"Dormito bene, dormigliona"

Willow si stiracchiò un po' e disse:"Magnificamente", poi sollevandosi fece per scendere dal letto, ma lui la bloccò:"Dove credi di andare?"

Willow:"Devo tornare al mio appartamento e poi dovrei anche passare da Giles"

Spike la guardò come per chiederle se se ne fosse pentita, ma lei con un sorriso dolce lo baciò sulla fronte e si diresse in bagno per vestirsi.

Ma cosa diavolo gli stava succedendo?, si domandò lui mentre la porta del bagno si chiudeva; possibile che fare "sesso" con lei lo avesse sconvolto così tanto? Perchè di questo si trattava; era stato solo "sesso". Magnifico si, ma non era stato amore. Stava riflettendo su ciò quando lei uscì dal bagno; era completamente vestita ed era stupenda, pensò lui mentre lei prendeva la giacca e la borsa. Si voltò a guardarlo con un sorriso sulle labbra ed uscì dall'appartamento.


Appena fù fuori, Willow alzò gli occhi al cielo e sospirando scosse la testa rimproverandosi di stare a fantasticare un po' troppo. Del resto ci era andata solo a letto e non provavano assolutamente niente l'uno per l'altra. decise che sarebbe andata a trovare Giles prima di ritornare a casa sua; aveva un bisogno assoluto di parlare con qualcuno e di chiarirsi le idee. A quell'ora con molta probabilità stava al solito locale dove prendeva il suo solito thè. Senza indugio vi si diresse e appena entrò lo vide seduto al tavolino d'angolo e lo raggiunse:
"Salve Giles, sapevo che l'avrei trovata qui", disse sedendosi difronte all'uomo.
"Oh Willow, ciao. Sei diversa oggi, hai qualcosa di...non sò come dire. Sei più splendente."
Sospirando Willow lo fissò e poi con un lieve tremore nella voce disse:"Se le dicessi che ho incontrato un vecchio amico, cosa direbbe?"
"Sarei contento per te. Ma se posso farti una domanda chi è questo vecchio amico?"
"Si tratta di Spike", disse lei abbassando un po' lo sguardo.
"Ah! Così l'hai rincontrato. Hai già saputo del suo nuovo stato?", domandò lui portandosi la tazza di thè alle labbra.
Lei sollevò gli occhi ed asserì affermativamente, anche se un lieve rossore le offuscò le gote.
Giles se nè accorse e disse:"Se posso sapere che tipo di amicizia vi lega?"
"Non lo sò bene. E' stato strano, l'ho incontrato per caso e poi ci siamo messi a parlare con naturalezza e mi sono sentita a mio agio come non mi capitava da tempo."
"Capisco. Io, personalmente, non ti ho mai giudicato, ma fai attenzione. D'accordo?"
"Va bene", poi sospirando lei continuò:"Quando sono entrata mi sono resa conto che era pensieroso. C'è qualcosa che la preoccupa?"
"Ho ricevuto una telefonata dall'America. Era Buffy."
"Buffy? Come stà?", chiese lei anche se sentendo il nome della sua amica aveva provato un po' di agitazione nel suo cuore.
"Bene. Sai si è rimessa con Angel", e vedendo lo sguardo stupito di Willow continuò:"Lo ha rincontrato un po' per caso come è successo con te per Spike. Si trovava a Los Angeles con sua sorella e si sono rivisti. Sappiamo entrambi che non lo ha mai dimenticato."
"Già, è vero", disse pensando a come avrebbe potuto reaggire Spike a una notizia del genere. Ritornò al presente alle parole di Giles:
"Buffy vorrebbe che tu facessi qualcosa per cancellare la maledizione"
Willow rimase come pietrificata: tutto si sarebbe aspettata da lei tranne che le chiedesse di fare un qualche genere di incantesimo. Sospirando disse:"Non sò. In verità non me la sento. L'ultima volta che ho avuto a che fare con la magia ho combinato solo casini. E poi..."
"Ho capito. Non preoccuparti, cercherò di aiutare Buffy in un altro modo. Se mi ricordo bene ci deve essere qualcosa in alcuni vecchi testi. Spero solo di non averli lasciati al negozio di magia; sai com'è con Anja che ogni tanto vuole ristrutturare il locale non si sà mai che fine fanno.", e detto ciò finì la sua tazza di thè. Poi proseguì:"Cambiando argomento; gli hai mostrato i tuoi quadri?", riferendosi a Spike.
"Veramente ancora no. Non ho accennato neanche alla cosa. Pure perchè non sò come reaggirebbe"
"Credo bene", e alzandosi disse:"Ora devo andare. Ci vediamo", ed uscì dal locale lasciandola sola e ancora più confusa sulle sue emozioni.

Circa 10 minuti dopo tornò a casa e si diresse nel suo studio; qualcosa di molto forte la spinse a mettere sulla tela bianca quello che sentiva in quel momento, anche se non sapeva bene cosa.


Fù solo a sera inoltrata che smise e si rese conto che non aveva nemmeno pranzato; posò un lenzuolo sulla tela e si diresse in bagno. Si fece una rapida doccia e poi, dopo essersi vestita con un semplice abito nero lungo di velluto e una mantella uscì senza una meta precisa. Mentre camminava si perse nei suoi pensieri, si sentiva veramente strana; provava emozioni forti e contrastanti. E poi il fatto che Buffy si fosse rimessa con Angel da una parte la rendeva felice; dall'altra le provocava ansia. Era talmente assorta nei suoi pensieri che non si accorse che Spike dall'altro lato della strada l'aveva vista e le si era avvicinato:

"Ciao rossa. A cosa pensi?"

Trasalendo lei lo guardò e disse:"Dio mio! Hai intenzione di farmi venire un infarto"

"No, ma eri così assorta che non ti sei nemmeno accorta che ti stavo seguendo. Dove andavi?"

"Da nessuna parte in particolare. A dirti il vero stavo andando al bar in fondo alla strada a prendermi un tramezzino. Sai non ho pranzato oggi"

"Un tramezzino per recuperare il pranzo mi pare poco. Vieni con me. So io dove portarti", e le dette il braccio guidandola verso un'auto blu notte parcheggiata poco più in là. Solo in quel preciso momento si rese conto che lui era vestito diversamente dal solito: non portava i suoi soliti jeas neri aderenti con magliette scure, ma un completo giacca e pantaloni scuri con un maglione a collo alto.

Lei si sedette sul sedile e sospirò, lui la guardò mettendosi alla guida e disse:"A cosa devo questo sospiro?"

"Niente di particolare. Mi sono solo resa conto che l'anima ti rende più,.... come dire, mondano"

"In effetti è vero. Oltre che rodermi con sensi di colpa e rimorsi vari, apprezzo di nuovo le cose belle della vita come una serata tranquilla con una stupenda donna al mio fianco", e mise in moto.

Lei guardò fuori dal finestrino restando in silenzio, ma era un po' tesa e questo non sfuggì a Spike, che cercando di distrarla chiese:"Come mai hai saltato il pranzo?"

"Mi sono dedicata al mio hobby, o almeno io lo considero tale"

"Quale?", domandò lui incuriosito.

"Dipingo. Mi rilassa e poi è un modo innocquo per scaricare la tensione"

Spike guidava ascoltandola con attenzione, poi disse:"E sei brava?"

"Secondo Giles si. Mi ha anche detto più di una volta che dovrei fare una mostra"

"Sono sicuro che sarebbe un successo", e le sfiorò la mano con dolcezza.

Lei si sentiva bene in sua compagnia, ma non riusciva ad essere completamente serena. Era ancora scossa dfa quello che Giles le aveva detto. Sinceramente non sapeva come Spike avrebbe reaggito a una notizia del genere. Fù riportata alla realtà da Spike che le disse:"Che cos'hai Willow?"

L'aveva chiamata per nome e non come al solito rossa; questo in un certo senso rendeva più vero quello che la legava a lui. Sospirando disse:"Sai ho visto giles. Te lo avevo accennato, ricordi", e visto il cenno affermativo di lui proseguì:"Mi ha detto che...non sò come dirlo"

"Cosa?", chiese un po' teso lui.

"Ha sentito Buffy e lei gli ha chiesto se potevo aiutarla"

"Aiutarla in cosa?", poi come colpito da una folgorazione disse:"La maledizione. Si è rimessa con...l'idiota", e strinse impercittibilmente più forte il volante. Non disse niente, non guardò neppure Willow. Si sentiva in un certo senso tradito, ma perchè? Del resto lo aveva sempre saputo: per lui non c'erano mai state grandi speranze.

Arrivarono al ristorante, e lui scese dall'auto; poi aprendole lo sportello le dette il braccio. Cercava di essere sereno, ma Willow si rese conto che ra teso. Mettendogli la mano sul braccio disse:"Spike sei arrabbiato?", e lo guardò nei suoi occhi.

Spike rimase in silenzio, poi le sorrise e disse:"No; non sono arrabbiato. Non mi ha fatto piacere saperlo, ma non mi voglio rovinare la serata con te", e mettendole il braccio intorno alle spalle le sussurrò all'orecchio:"Sei meravigliosa stasera", ed entrarono nel ristorante.


Durante tutta la cena parlarono serenamente, senza più toccare l'argomento Buffy, ma Willow sentiva che lui doveva sapere anche cosa lei avesse deciso di fare. Per farsi coraggio bevve un bicchiere di vino e poi sospirando disse:"Non lo farò."

Spike sollevò il volto guardandola e disse:"Non farai, cosa?"

"Non l'aiuterò", e vide che lui aveva capito a cosa si riferiva.

Lui allungò la mano e prese la sua; poi disse:"Se vuoi aiutare la tua amica, fallo. Non sei costretta a non farlo solo per causa mia"

Lei lo guardò e disse:"Io...veramente", ma lui le posò un dito sulle labbra e continuò:"Forse una volta ti avrei impedito di aiutarla, ma ora no. Le cose mi vanno bene, aiuto le persone e lotto per il bene, ho di nuovo un'anima, ma cosa più importante mi trovo bene in tua compagnia. Pensare a lei mi procura solo dolore e francamente ne faccio a meno."

"Sai, sei veramente cambiato. Comunque non l'aiuterò perchè ho anche paura di usare la magia. Non mi sento pronta e forse non lo sarò più", lo guardò e come evocata una musica dolcissima si diffuse nel locale.

Lui, con un lieve sorriso sulle labbra, le sfiorò la mano e disse:"Vieni, ho voglia di ballare con te", e alzandosi la condusse sulla pista da ballo.

Ballare con lui, stretta tra le sue forti braccia era stupendo. Willow sentì la mano di lui scivolare lentamente dietro la sua nuca e attirare il suo volto più vicino. Senza parlare socchiuse le labbra e accolse il suo bacio, che si fece sempre più intimo e profondo. Le meravigliose sensazioni che provava in quel momento le fecero scorrere più veloce il sangue nelle vene. Lei sollevò il volto e lo guardò nei suoi stupendi occhi e vide un lieve riflesso dorato e capì che era dovuto al risvegliarsi del suo demone richiamato dal sangue. Tremò un po', ma poi all'improvviso decise che se quella sera lui avesse voluto bere da lei non glielo avrebbe impedito.



Tornarono a casa e lui l'accompagnò fino al suo appartamento, poi fece per andarsene, ma lei gli posò la mano sul braccio:"Non te ne andare, Rimani con me stanotte"

Spike la guardò e sollevandole il volto disse:"Ne sei sicura, Willow"

"Si. Non voglio restare da sola", e per dimostrarglielo si sollevò in punta di piedi e lo baciò sfiorandogli appena le labbra. Poi lo prese per mano ed entrarono; chiuse la porta dietro alle spalle di lui e poi si portò la sua mano al seno. Non disse niente perchè quello che provava era evidente sul suo volto.

"Willow, se non sei sicura di ciò che fai è meglio smettere ora che riesco ancora a controllarmi"

Lei gli si avvicinò e sussurrò al suo orecchio:"Sei un uomo..ops vampiro magnifico e forse in questo momento mi sto lasciando un po' andare, ma di una cosa sono sicura non rimpiangerò nemmeno un solo istante passato con te", e lo baciò sulle labbra attirando la sua mano ad indugiare sul suo corpo per un contatto più intimo.

Le dita della mano di lui scivolarono lungo il tessuto del vestito, ma le sensazioni che le davano non erano certe attutite dall'abito.



Spike osservò con serenità la donna accanto a se rendendosi conto che era ancora la stessa giovane che aveva incontrato in passato. Si era cambiata, ma era rimasta sempre la stessa dolce Willow. Si alzò e accendendosi una sigaretta pensò a Buffy e ....ad Angel. Pensare a loro due di nuovo insieme gli procurava solo undolore sordo che lo faceva stare male. Ormai lei era lontana ed era di nuovo con il suo grande amore.

Willow lo guardò con gli occhi socchiusi, ammirando quello splendido corpo nudo e si rese conto che, anche se voleva sembrare forte, lui era molto sensibile. Si ripromise che qualsiasi cosa fosse successa tra loro, lei non l'avrebbe mai fatto soffrire come aveva fatto Buffy.

Lui tornò a letto e lei girandosi nel finto sonno gli si accoccolò fra le braccia, stringendo quel corpo che in silenzio sapeva soffrire profondamente.


La pallida luce del mattino londinese fece capolino tra i pesanti tendaggi scuri e la svegliò; lei aprendo gli occhi guardò il volto sereno di lui che dormiva e piano si alzò senza fare rumore e mettendosi la svestaglia uscì dalla stanza accostando piano la porta. Si diresse nello studio e scostando lievemente le tende si mise a dipingere al suo quadro che aveva iniziato il giorno prima.

Dopo quello che parve un lasso di tempo lungo, lei guardò il quadro e contenta del risultato ottenuto lo coprì con il lenzuolo ed uscì. Tornò nella stanza e si avvicinò al letto; vide che lui era sveglio e che sentendola avvicinarsi si voltò verso di lei:

"Dove sei stata?"

"Avevo un po' d'ispirazione e così ho continuato un quadro che ho iniziato ieri mattina", e poi come se avesse avuto un'idea improvvisa disse:"Vuoi vedere qualcuno dei miei quadri?"

"Si, mi farebbe molto piacere", e le accarezzò il volto, poi si sollevò e dopo aver indossato i pantaloni seguì Willow fuori dalla stanza.

Lei lo condusse in una stanza vicina a dove c'era lo studio, ma prima di entrare si voltò verso di lui e disse:"Devi essere sincero. Se non ti piacciono me lo devi dire."

"Ok, sarò spudoratamente sincero", ed entrarono.

Era una stanza molto grande e spaziosa; ad ognuna delle pareti erano appoggiati dei quadri: lui li guardò attentamente notando che erano ritratti di tutti i componenti del gruppo di Sunnydale. C'erano Xander, Anja, la piccola Briciola e Buffy. Erano dei dipinti stupendi ed in ognuno di quei quadri traspariva il profondo affetto che Willow nutriva per tutti loro, soprattutto in quelli in cui vi era pure Tara.

"sono bellissimi. Ha ragione Giles, dovresti farne una mostra"

"Dici sul serio?"

"Si", e si voltò verso di lei e proseguì:"Ne sono pienamente convinto"

"Forse la farò", e gli sorrise ed agendo d'impulso guidata solo dal cuore lo baciò sulla bocca. Fù un bacio tenero che però riaccese il desiderio nei loro corpi; Spike la sollevò in braccio e la riportò nella stanza da letto; la posò in mezzo alle lenzuola e la raggiunse dopo essersi liberato dei pantaloni. Cominciò a baciarle la gola e a scendere giù fino a sfiorare con la lingua il capezzolo turgido; mentre le mani vagavano alla ricerca di altri deliziosi nascondigli.



Nelle sere seguenti Willow e Spike cominciarono a frequentarsi assiduamente; uscivano la sera e lui la portava sempre in posti nuovi e diversi. Lei sitrovava bene in sua compagnia e aveva deciso di chiedergli di andare a vivere da lei. Così una sera di ritorno dal teatro, mentre stavano percorrendo la strada che conduceva verso l'appartamento, lei sospirando disse:"Avrei da farti una proposta"

"Dimmi", disse lui restando con lo sguardo fisso sulla strada.

"Ultimamente ci frequentiamo molto e ....", e abbassò lo sguardo.

"Non mi diventare timida; forza cosa vuoi chiedermi", e la guardò dolcemente dopo aver fermato l'auto.

"Dio, certe volte vorrei essere strafottente come Anja", e facendo un profondo respiro aprì la borsetta ed estrasse le chiavi dell'appartamento, poi guardandolo disse:"Verresti a vivere con me?"

Spike rimase stupito dalla strana richiesta, ma capì che per farla Willow ci aveva pensato molto. Allungò una mano e prendendo le chiavi che lei teneva in mano disse:"Sei sicura?"

"Si", disse lei con un filo di voce.

Lui l'abbracciò attirandola contro e la baciò sulla fronte; poi avvicinando le sue labbra all'orecchio di lei mormorò:"Sono molto lieto di venire a vivere con te", e sollevandole il volto la baciò sulla bocca.


Una sera di alcuni giorni dopo mentre stavano passeggiando lungo il Tamigi abbracciati stretti, Willow disse:"Sai, l'altra mattina sono andata a vedere un locale per la mostra"

"Allora hai deciso di farla?"

"Si, ho voluto seguire il sugerimento di Giles, ma soprattutto il tuo", e lo baciò sulla bocca.

Lui la strinse forte e mormorò:"Ti serve aiuto con i quadri?"

"Veramente si è già offerto Giles ad aiutarmi a preparare la mostra", e sospirando aggiunse:"Però vorrei che tu fossi il primo a venire"

"Non lo sò; se la tieni di giorno io non posso...."

"Non ti devi preoccupare di questo; ho deciso che si terrà di sera l'esposizione e poi ci sarà un piccolo buffet"

"E va bene, rossa, ci sarò", e le sfiorò il collo dove un paio di sere prima l'aveva lievemente morsa nel momento del piacere ultimo.


I giorni seguenti furono frenetici a causa dei preparativi della mostra e spesso la mattina, quando lui si svegliava, lei era già uscita. Una di queste mattine curiosando per l'appartamento qualcosa di forte lo spinse ad aprire la porta dello studio dove lei gli aveva detto che teneva un quadro di cui era indecisa se esporlo o meno.

La stanza era buia, ma lui ci vedeva benissimo e notò che in mezzo alla stanza c'era un tre-piedi su cui era appoggiato un quadro coperto da un telo. Si avvicinò provando nel suo intimo un certo timore; sollevò il telo e rimase stupito nel vedere il dipinto. Era un suo ritratto e a parte il fatto che era un ottimo lavoro c'era anche una luce particolare: una luce dovuta al sentimento con cui Willow lo aveva fatto.

L'aveva ritratto mentre fumava una sigaretta con alle spalle una finestra aperta su un'alba rosea sul mare, ma cosa più evidente l'aveva fatto con un cenno di sorriso sulle labbra. In un attimo Spike comprese che in quel dipinto c'era amore; amore puro per qialcuno che voleva essere amato; amore che non chiedeva altro che altro amore. Capì che Willow in quel dipinto aveva messo tutto il suo amore per lui.

Del resto lui se n'era già reso conto da qualche giorno: lei era tornata ad essere la ragazza solare che aveva conosciuto a Sunnydale e spesso gli si sedeva vicino senza alcun motivo apparente, ma solo per avere un contatto con lui. E si rese conto che anche lui provava un forte sentimento per lei; non sapeva se era amore, ma ci andava molto vicino.

Ricoprì il quadro con il telo ed uscì dalla stanza; quella stessa sera l'avrebbe convinta ad uscire e sarebbero andati al ristorante. Aveva intenzione di capire se quello che cominciava a provare per lei potesse diventare qualcosa di più importante.



La serata era stata a dir poco fantastica e lei si sentiva bene come non le era più successo da tempo, ma da quando stava uscendo con Spike si sentiva felice. Era stretta a lui con un suo braccio intorno alle spalle e teneva la testa appoggiata sulla sua spalla.

"Allora come vanno i preparativi della mostra?", domandò lui tenendola stretta.

"Bene sono quasi completati. Ancora un paio di giorni e poi si terrà la mostra. A dire il vero ho un po' di paura.", e guardandolo nei suopi profondi occhi blu disse:"Tu mi sarai vicino?"

"Certo; potrei perdermi questa occasione e non preoccuparti sarà un successo. Ne sono convinto", e la baciò sulle labbra.

"Oh, Spike! Sono così felice", e senza vergogna lo abbracciò forte, poi si guardarono negli occhi e senza sapere perchè scoppiarono a ridere.

Se Spike non fosse stato distratto dal profondo affetto che nutriva nei confronti di Willow, il suo istinto gli avrebbe fatto percepire la presenza di qualcuno alle loro spalle.


Sollevò la testa dal collo della sua vittima ripensando allo strano "incontro" che aveva fatto. Aveva rivisto Spike e già il fatto di rivederlo dopo così tanto tempo era stato traumatico, ma rivederlo abbracciato a una comune mortale questo proprio non lo poteva sopportare. Era stato per questo che aveva avuto voglia di uccidere e quel povero diavolo che stava rincasando si era trovato proprio a portata di zanna.

Voleva vendicarsi di Spike e per farlo l'unico modo era farlo soffrire e quindi scoprire a cosa tenesse lui in quel preciso momento. Un'attimo lei sapeva a cosa teneva lui in quel momento; a quella semplice comune mortale e ciò era evidente dal modo in cui la teneva stretta.

Avrebbe mandato qualcuno dei suoi schiavi a scoprire dove lavorasse quella mortale e poi avrebbe agito di conseguenza.

Lasciando scivolare il cadavere inerme della sua cena, si diresse verso il luogo dove aveva preso alloggio canticchiando una vecchia canzoncina di quand'era piccola.


Ignari del progetto di vendetta della donna; Spike e Willow erano rincasati e mentre lui si era tolto il lungo cappotto nero, lei si era recata in bagno. Poco dopo lei lo aveva raggiunto e si era lasciata abbracciare stretta da lui mentre le faceva scivolare lentamente le spalline dell'abito da sera. Le baciò il collo e poi la guardò negli occhi e la baciò sulle labbra facendo scivolare la sua lingua all'interno della sua bocca. Mentre lui la baciava senza lasciarla quasi respirare lei sbottonò la sua camicia e fece scivolare le sue mani sul suo petto.

Lui la sollevò facendole completamente ascivolare via l'abito da dosso e la portò sul letto, adagiandola dolcemente.

"Sei stupenda", e la raggiunse cominciando ad accarezzare quel corpo così sensuale e che lo faceva impazzire.

Lei lo guardò, poi lo attirò a se e baciandogli il lobo dell'orecchio disse:"Sei tu che mi rendi stupenda", e poi non ci fu più tempo per le parole.


Il sole illuminò lievemente la stanza attraverso i pesanti tendaggi e quel lieve chiarore svegliò Willow che si trovava abbracciata a Spike nel letto dopo aver fatto perdutamente l'amore.

"Ciao", disse dandogli un lieve bacio sul mento.

"Ciao", e la strinse forte.

Lei voltò il capo verso9 l'orologio e vide che erano già le 10:31 e che tra circa un'ora aveva un appuntamento con Giles nel locale dove si sarebbe tenuta la mostra.

"Devo alzarmi", disse con un po' di rimpianto nella voce; non voleva lasciare quel posto.

"Cosa farai stamani?", domandò lui.

"Allora...devo sistemare le ultime cose per la mostra"

"Giles ti aiuterà?", domandò sollevandosi e appoggiando la schiena alla testiera del letto.

"Si, ma non sò a che ora finirò", e si alzò sistemandosi i capelli.

"Non ti preoccupare. Stasera devo svolgere un'incarico per il Consiglio, ma piuttardi potrei passare da lì e venirti a prendere."

"Sarebbe magnifico", e infilandosi la gonna lunga nera si voltò e con un sorriso dolcissimo sulle labbra disse:"Allora ci vediamo stasera", e gli mandò un bacio.


In un alloggio di un logoro motel di terz'ordine una donna stava ascoltando il resoconto di un povero diavolo spaventato:

"Allora hai trovato dove lavora quella mortale?"

"Si, mia signora."

"Parla, demente!"

"Lo vista uscire da un appartamento e lo seguita; si è diretta verso un locale dove sò che ti terrà una mostra proprio dopodomani."

"Una mostra?", domandò la donna.

"Si, mia signora", e imdietreggiò lentamente.

"Dove credi di andare? Tu stasera mi accompagnerai lì."

"Va bene, mia signora."

La donna lo guardò con disprezzo e si avvicinò a un uomo semi-incoscente e legato sul tavolo e senza scomporsi più di tanto affondò le zanne nel collo e cominciò a bere avidamente la sua linfa vitale.


Stava finendo di sistemare alcuni quadri, quando udì un rumore che la fece trasalire e spaventata si guardò intorno anche perchè era da sola visto che Giles le aveva lasciato un messaggio dicendole che avrebbe fatto tardi, ma respirò di sollievo vedendo che si trattava proprio di lui.

"Signoe giles ha intenzione di farmi venire un'infarto?"

"Mi dispiace, non volevo spaventarti. Scusa del ritardo, ma ora sono qui se ti serve una mano"

"L'aiuto lo accetto volentieri", poi lo guardò e disse:"Che cosa c'è? Deve dirmi qualcosa?"

"si, in effetti devo dirti una cosa: domani pomeriggio prenderò un'aereo per l'America"

"Va da Buffy ed Angel?", domandò lei senza essere minimamente sorpresa dalla notizia.

"Si; ricordi quando ti ho accennato a un modo per aiutarla; ebbene questo modo è su uno dei libri che ho lasciato al negozio.", e dopo averla aiutata a spostare un tre-piedi e posato sopra un quadro continuò:"Piuttosto, non ti ho chiesto come va con Spike?"

Willow lo guardò stupita e stava per rispondere quando all'improvviso un gruppo di vampiri penetrò nella stanza e circondandoli fecero passare una donna col volto coperto da un velo scuro.

"Prendete la ragazza e uccidete l'uomo", ordinò la donna.

"No! Lasciatelo andare!"

"Ragazzina, tu non dai ordini a nessuno", e si voltò verso di lei; trasalì riconoscendola come una delle amiche dell'ammazza-vampiri. "Molto bene e così il mio Spike si è innamorato di una nemica. Però nonm lo facevo di così cattivo gusto", ed uscì.

Willow fu trascinata via, mentre dei vampiri picchiavano Giles, il quale fu scaraventato all'indietro e sbattè la testa all'angolo del tavolo stramazzando al suolo.



Era una sra strana, senza luna e quell'oscurità lo9 rendeva nervoso; soprattutto perchè era venuto a conoscenza tramite un suo informatore dell'arrivo in città di una vampira bruna che diceva che voleva vendicarsi di lui perchè aveva un conto in sospeso. All'inizio non aveva capito di chi si potesse trattare, ma dopo un'attimo aveva compreso chi era: l'unica vampira bruna di sua conoscenza che poteva avercela con lui era DRUSILLA.

Si diresse velocemente verso il locale della mostra con la strana sensazione di pericolo in corpo.

Appena entrò si rese conto di essere arrivato in ritardo e che i suoi peggiori timori si erano avverati; tutto il locale era sottosopra e parecchi quadri erano a terra e rovinati. Si guardò intorno fino a vedre il corpo di Giles riversò a terra e per la prima volta nella sua maledetta esistenza pregò.

Si avvicinò al corpo di Giles e percepì il lieve battito cardiaco; lo fece rinvenire e dopo averlo aiutato a sedersi gli chiese cosa fosse successo:

"Sono entrati dei vampiri e hanno portato via willow. Non sono sicuro, ma credo che fosse una donna a comandarli"

"Una donna?"

"Si, ed ora che ci ripenso mi pare di averla già vista da qualche altra parte", disse Giles massaggiandosi la testa dolorante.

"Ho capito di chi sta parlando e temo che si tratti proprio di lei."

"Vuoi dire che..."

"Si, è Drusilla", e dopo aver detto quel nome un silenzio innaturale scese sul locale.


"Maledizione!", disse Spike e sbattè violentemente un pugno sul muro facendo trasalire Giles, il quale lo guardò sorpreso e si rese conto che il vampiro si era innamorato. Forse non se ne rendeva conto nemmeno lui, ma lo conosceva a sufficienza e quindi lo aveva capito subito.

"Calmati, Spike!"

"Calmarmi, ma come posso? Drusilla è una pazza e lei lo sa di cosa è capacissima", e cominciò a guardarsi intorno e con un ampio gesto del braccio disse:"Si guardi attorno", e tornò verso Giles, il quale comprese all'improvviso che Spike sapeva già chi era stato a fare tutto quel macello prima che lui lo dicesse.

"Come facevi a sapere chi era stato?", domandò alzandosi in piedi e appoggiandosi al muro.

"Lo sapevo perchè per puro caso proprio stasera un'informatore mi ha detto dell'arrivo di una vampira bruna e che cercava vendetta."

"Quindi pensi che abbia rapito Willow solo per vendicarsi di te."

"Si, credo proprio di si. Drusilla ne sarebbe capace", e aiutando Giles a camminare uscirono dal locale.





Nelle ore seguenti, mentre Giles cercava informazioni attraverso altri osservatori ancora operanti nel Consiglio, Spike usò i suoi mezzi. Si diresse in un bar malfato e dopo essere entrato camminò verso il bancone, guardandosi attorno e notando che a quell'ora c'erano pochi demoni in giro. Conosceva bene quel posto perchè era lì che raccoglieva informazioni di solito e conosceva altrettanto bene il barista.

"Hai qualcosa di nuovo per me, Dag?"

"Veramente no", rispose nervosamente l'uomo.

"Dag, non sono in vene e quindi è meglio che parli. Ora!"

"Cosa vuoi sapere?", e gli porse un bicchiere di sangue.

"Sai nulla di una vampira appena arrivata in città?", e bevve il sangue facendo una smorfia di disgusto.

"Veramente, io..."

"Dag, ti conviene parlare. Te lo ripeto non sono in vena per stare ai tuoi giochi"

"Va bene, ma calmati. In giro si dice che sia arrivata una vampira molto bella, e che abbia preso alloggio in un motel abbandonato alla periferia sud. Ti giuro che non sò nient'altro."

"Tranquillo; non ho mica intenzione di usarti come spuntino", e detto ciò uscì dal bar.





Circa mezz'ora dopo Spike raggiunse Giles nel suo appartamento londinese e gli riferì l'informazione avuta e senza discutere troppo organizzarono un piano:

"Allora è deciso; entrerò per primo e mi occuperò di Drusilla. Dei suoi eventuali aiutanti se ne occuperà lei"

"Si, d'accordo. Ma fai attenzione. Drusilla è una pazza e se vuole vendicarsi di te potrebbe anche usare la stessa Willow."

"Lo sò; è per questo che è meglio agire subito."

"Spike hai ragione e non vorrei fermarti, ma almeno che non sei diventato immune tra un paio d'ore sorge il sole."

Spike lo guardò e poi disse:"E' proprio per questo che è meglio muoversi subito; Drusilla non si aspetterà mai di essere attaccataa quell'ora e soprattutto da me."

"Va bene; andiamo", e uscirono usando l'auto con i finestrini scuri di Giles e si diressero alla periferia sud della città dove si trovava il motel.




"Dove si trovava?", si domandò aprendo gli occhi e rendendosi conto di essere legata con una catena al muro; la stanza era buia, ma anche se non riusciva a vedere percepiva chiaramente la presenza di qualcuno.

"Ti sei svegliata, finalmente. Temevo di averti colpita un po' troppo duramente", e le si avvicinò.

Willow vedendo di chi si trattava rimase sorpresa: davanti a lei c'era forse l'unica "persona" che non avrebbe voluto mai rivedere; l'unica vampira che in qualche modo era stata importante per Spike: Drusilla.

"Che cosa vuoi da me?", domandò con la voce roca.

"Zitta ragazzina. Le domande le faccio io e comunque se lo vuoi sapere mi servi come esca", ed osservandola attentamente disse con cattiveria:"Come è possibile che hai fatto colpo su di lui? Non sei una bellezza e di certo non sei un tipo interessante."

Willow capì che si stava riferendo a Spike e comprese che Drusilla nella sua pazzia era convinta che lei fosse importante per lui ed era per questo che l'aveva rapita:

"Stai sbagliando; non c'è niente tra me e Spike"

"Zitta! Io non sbaglio mai", e ringhiando continuò:"Vi ho visti insieme; il modo in cui ti teneva stretta."

"Siamo solo amici e nient'altro."

"Amici!!", e con pura rabbia le dette un malvorescio facendole uscire del sangue dall'angolo della bocca.

"E' così; siamo solo amici."

"Forse per te, piccola stupida ed ingenua ragazzina, ma per lui no.Tra di voi c'è qualcosa", e detto ciò uscì lasciandola sola nella stanza buia.


Intanto un'auto si fermò all'esterno e Spike disse:

"Quello deve essere il posto", ed indicò un motel dall'altro lato della strada e fece per uscire, ma Giles lo fermò dicendo:"Aspetta!!", e poi dal sedile posteriore prese una spada e gliela porse:"Credo che questa possa esserti utile."

Spike prese l'arma e ringraziandolo disse:"Io mi occupo di Drusilla; gli altri glieli lascio volentieri."

"Va bene. Andiamo", ed uscirono dall'auto e penetrarono nell'albergo che era avvolto dall'oscurità più profonda. Per fortuna Spike ci vedeva benissimo e senza esitazione si diresse verso la stanza da cui provenivano delle voci:

"Mia signora che cosa aspettiamo?", chiese uno dei vampiri inchinandosi.

"Cosa? Ma il suo arrivo. Sono convinta che presto lui verrà qui anche solo se tiene un po' a lei."

Il vampiro stava per chiedere qualcos'altro, quando all'improvviso la porta fu spalancata di botto facendolo trasalire.

"Sei arrivato, amore mio", disse la vampira rivolta all'ombra scura che si stagliava sull'uscio.

"Non avrei certo potuto deluderti, visto che sei arrivata ad abbassarti a rapire un'innocente per avere la tua vendetta."

"Innocente? Chi? Quella mortale? No, mio caro; di ceerto lei non è un'innocente.Lei è....", ma venne interrotta da Spike che disse:

"Non azzardarti a dire cose di cui ti pentiresti in seguito. Ed ora lasciala andare."

Lei lo guardò e facendo una risata amara disse:"Ah, si!! E perchè dovrei?"

"Perchè ora hai me"

Drusilla lo guardò, non poteva credere che il suo piano di vendetta sarebbe potuto andare in modo migliore. Camminò lentamente verso di luie arrivata a un soffio dal suo volto disse:"Chi mi dice che dopo non approffiterai della situazione e scapperesti?"

"Nessuno, ti devi fidare della mia parola"

"Della tua parola", rise sprezzante e proseguì:"Dimmi una cosa: che cosa ci trovi in lei?", e facendo schioccare due dita dette un segnale ai suoi uomini. Poco dopo Willow fu trascinata nella stanza e quando lei lo vide una luce di speranza si accese nel suo sguardo, ma era anche ansiosa e temeva per lui. Tornò al presente alle parole di Drusilla:

"Dimmi, allopra, Spike che cosa ci trovi in lei?"

Spike guardò il volto tumefatto di Willow e a stento riuscì a tenere a bada una furia cieca: come aveva osato Drusilla picchiarla in quel modo. Gliela avrebbe fatta pagare, ma prima doveva fare in modo che la lasciasse libera; poi Drusilla sarebbe stata in suo potere, pensò tornando a rivolgere la sua attenzione alla vampira.

"Smettila con le domande assurde. Sono qui, non era questo che volevi. Ora lasciala andare"

"E no mio caro. Le regole le faccio io", e detto ciò si diresse verso Willow e sollevandola da terra le strinse una mano intorno alla gola per soffocarla, poi guardando Spike disse:"Ora, se non vuoi vederla morire dimmi che cosa provi per lei?"

"E' una mia amica", disse Spike cercando di non cedere a una paura crescente.

"Balle! Tu l'ami"

"No, nonè vero. Per lei provo solo un profondo affetto."

"Davvero? E' per questo che te la porti a letto. Ho sentito il tuo odore su di lei", e lasciando andare all'improvviso Willow si scagliò con furia contro di lui.

Willow cadde a terra, e prima di perdere completamente i sensi vide un lampeggiare sinistro nelle mani della vampira e con l'ultimo alito di voce disse:"E' armata!", e crollò svenuta a terra.


Spike aveva previsto la reazione di Drusilla e così quando lei fece per colpirlo riuscì a parare la lama facendole perdere la presa del manico dell'arma che cadde a terra con un suono sinistro. Nel momento in cui Drusilla fece per riprendere l'arma, le puntò la lama tagliente della spada alla gola e disse:

"E no, mia cara signora. Fossi in te non lo farei.", e facendola alzare proseguì:"Ora tu la lascerai andare."

Drusilla fece un sorriso diabolico e disse:

"Sei uno stupido; non ti sei nemmeno accorto che è già stata portata via dai miei uomini."

Spike si voltò di scatto e vide che era vero: Willow non c'era più. Maledizione, pensò poi si ricordò che fuori c'era Giles e pregò che lui fosse in grado di liberarla. Tornò al presente sentendo un dolore al braccio e voltandosi vide che Drusilla era riuscita a rimpossersarsi dell'arma e che l'aveva colpito.

"Hai abbassato la guardia. Non è da te, mio caro", e rise in modo ironico.

"Si, forse ho abbassato la guardia come dici tu, ma posso sempre tenerti testa", e detto ciò cominciò a menare fendenti con la spada costringedo Drusilla ad indietreggiare sempre più.




Nel frattempo all'esterno Giles era riuscito con non poche difficoltà a liberare Willow prima che i tre vampiri la potessero caricare su una camionetta per portarla via. dandole dei leggeri schiaffetti sul viso la fece rinvenire:

"Forza Willow. E' tutto passato, ora. Dai forza, apri gli occhi."

Willow sbattendo le palpebre si riprese e vedendo Giles sorrise, ma il suo sorriso scomparve subito ricordando l'ultima scena che i suoi occhi avevano visto:

"Signor Giles, bisogna aiutare Spike. Lui è..."

"Non ti preoccupare. Lui sa quello che sta facendo"

"Ma lui..."

"Tranquillizzati. Vedrai che andrà tutto bene", e si voltò verso l'edificio per non far vedere a Willow che anche lui era in pensiero per quel vampiro.




All'interno, intanto, si stava svolgendo un combattimento alquanto duro e senza esclusioni di colpi; il rumore secco del metallo delle due lame era l'unico suono che si udiva. Drusilla riuscì in qualche modo a parare un pericoloso fendente; Spike le sorrise e disse:

"Vediamo di cosa sei capace senza l'aiuto dei tuoi servi", e ripartì all'attacco.

Drusilla indietreggiò percependo nell'aria la pericolosità dello scontro; rammentava che Spike era abile nel maneggiarte l'arma bianca, ma non si ricordava che lo fosse così tanto. doveva essersi esercitato parecchio in quegli anni, pensò slanciandosi in avanti per fare un affondo che spike con non-chalance parò riuscendo anche a farle una lieve scalfittura sulla mano.

"Ora siamo pari", disse riferendosi alla ferita che lei gli aveva procurato al braccio all'inizio del duello.

I colpi si susseguirono, precisi e letali e ormai solo il controllo dei nervi riusciva a farli andare avanti; Drusilla sorrise diabolicamente quando riuscì a colpire Spike al fianco, lacerandogli la pelle e facendogli emettere un lieve lamento.

"Ora basta. Mi sono stancata di questo duello. E' ora di finirla.", e si slanciò in avanti con tutte le intenzioni di affondare la lama nel petto di lui, ma istintivamente Spike sollevò il braccio e la punta della sua spada penetrò letale nel petto di lei trapassandola.

Drusilla lo guardò stupita e con un lieve movimento delle labbra disse:"Come hai potuto farlo?"

"Avrei dovuto farlo già da tempo", e ritirando la spada si voltò senza degnare di un ulteriore sguardo il mucchietto di cenere che era diventata.

Con fatica si diresse verso l'uscita; sentiva il sangue fuoriuscire copiosamente dalla lacerazione al fianco e le fitte che provava ad ogni passo divenivano sempre più forti e acute. Fece ancora qualche passo prima che il dolore ebbe la meglio sulla sua volontà; barcollò e poi crollò al suolo privo di forze.


(WIP)