I’M LOVING AN ANGEL INSTEAD


Di Melian


Disclamer: i personaggi e i luoghi descritti non sono di mia proprietà, ma appartengono a Joss Whedon, alla Wb ed alla Upn. Non scrivo a scopo di lucro ma per semplice piacere personale.

Summary: La storia è ambientata immediatamente dopo I will remember you e riprende l’inizio di Qualcosa di blu. Buffy è tornata a Sunnydale dopo il suo incontro con Angel, decisa a continuare la sua vita senza il bel vampiro, ma un incantesimo mal riuscito di Willow scompiglierà i suoi piani...

Pairing: Buffy e Angel, i migliori!!!

Raiting: Per tutti.

Time-line: 4° serie di Buffy, 1° serie di Angel

Dedicated to: Dedico questa mia prima fan fiction ad Earwen, una persona veramente speciale che mi ha sempre incoraggiata a scrivere.


Capitolo I: PENSIERI E PAROLE

Sola. Sola come in quel momento non lo era mai stata. Eppure, come può una persona considerarsi completamente sola al mondo, senza nessuna spalla su cui piangere, senza nessuna mano che ti aiuti a rialzarti? Nessuno può considerarsi tale. Nessuno; tranne lei. Lei,che soffre senza che nessuno si renda conto quanto, lei, che combatte ogni giorno contro l'oscurità, lei, a cui nessuno dice grazie. Lei è la Cacciatrice. Una Cacciatrice che in fondo è solo una ragazza che cammina da sola nel buio della notte, stordita e confusa da un amore tormentato, che ha lasciato dietro di sé una scia di dolore incancellabile e cercava di fare chiarezza nella mente e nel cuore, eternamente in conflitto tra di loro. Se solo avesse ascoltato quella voce dentro di sé sarebbe corsa all'istante nella città degli angeli per riprendersi il suo, ma la sua mente la teneva lì a meditare tristemente sulle ragioni per cui non potevano stare insieme: lei cacciatrice,lui vampiro, anche se con l'anima, pur sempre tale, maledizione, bla, bla, bla... Il tempo e la lontananza per dimenticare erano l'unica speranza di salvezza per andare avanti dopo quell’amore impossibile. Ecco quello che era. Ma in fondo, in fondo al cuore, entrambi sapevano che c'era una possibilità di tornare insieme, che se ce l'avessero messa tutta ci sarebbero riusciti e avrebbero vissuto per sempre(si fa per dire...) felici e contenti. Come in una bellissima favola. Perché l'amore vince sempre e comunque. Mille e uno di questi pensieri contrastanti le affollavano la mente tanto da farle venire il mal di testa. Perciò decise di tornare in camera e farsi consolare un po' da Willow. Ma no, non poteva, anche lei aveva i suoi problemi. In fondo Oz l'aveva appena lasciata ed era molto depressa. Non poteva certo caricarla anche di quel peso... Arrivata però davanti alla porta della camera, incerta sul da farsi, vide un lampo proveniente dall'interno. D'istinto spalancò la porta con un calcio e si trovò davanti una Willow piangente che un po' la spaventò. Stava lì, ferma, sul letto con in mano un'ampolla mezza vuota con un liquido color cobalto. L'amica, appena la vide, gliela tolse di mano e, spaventata, le chiese che cosa avesse fatto. Ancora turbata Willow le rispose:

-Non ti preoccupare, come al solito niente di quello che faccio riesce bene...

-Che cosa, cosa hai fatto?-insistete Buffy, scrutando il viso dell'amica, incantata nel vuoto, in cerca di una spiegazione, ma lei riusciva solo a piangere e dire che era un disastro. Dopo numerosi tentativi falliti, finalmente Buffy riuscì a strapparle una parola di bocca:

-Smettere di soffrire. Ecco tutto.

Buffy si aspettava quella risposta e avrebbe anche avuto voglia di sgridarla, dirle che non era prudente fare un incantesimo di quel genere, lei che ancora non era affatto una strega esperta, ma capì che quello non era il momento della predica. Così semplicemente l’abbracciò. Willow tirò un sospiro di sollievo e si sentì subito meglio capendo che l’amica l’aveva perfettamente compresa, visto che anche lei aveva passato tutto ciò, a suo tempo. Quando dopo un po’ si staccarono e si guardarono gli occhi gonfi di pianto, senza motivo si misero a ridere un po’ istericamente come per scacciare la tristezza che le affliggeva o per dire che i loro amori non andavano benone. Dopo essersi ripresa, Willow le chiese:

-Allora, com’è andata?

-L’hai detto: è andata...- sospirò Buffy.

-Sì, ma, è andata bene o male?- specificò Willow, anche se sapeva già la risposta dell’amica.

-Non male...-rispose Buffy, sempre con la testa abbassata. Il viso di Willow s'illuminò per un attimo.

-...malissimo!!-riprese Buffy.

-Dai, raccontami; parlarne ti farà bene...

-Beh, c’è poco da dire...mi è bastato rivederlo cinque minuti per ricominciare a soffrire; e ora che l’ho rincontrato non faccio altro che pensare a lui...Oddio, scusa, non dovrei angosciarti con i miei problemi quando tu stai passando questo momentaccio. Ma sei sicura che l’incantesimo non abbia avuto effetto? Mi sembri un po’ più allegra...- ma si sentì rispondere:

-No, no, è solo apparenza. E poi, te l’ho già detto che sia come strega che come ragazza sono un disastro, non riesco neanche a fare un incantesimo decente.

-A proposito, ci sono degli effetti collaterali?...Ehm, scusa, non è il momento. Comunque- continuò Buffy tornando seria e schiarendosi la voce- tu devi sempre ricordarti che sei una persona speciale...e poi, sei o non sei la migliore amica della cacciatrice?!? Chi vuoi che abbia questo privilegio?

-Di sicuro nessuno sano di mente. Infatti, io sono pazza, vivo a contatto con le forze oscure, ogni giorno rischio di essere morsa da un vampiro o mangiata viva da un demone, ma a parte questo tutto bene, no?

A quel punto entrambe si misero a ridere di gusto e la tensione che si era creata nell’aria si allentò un po’. Tornando seria, Willow tornò all’attacco:

-Ma allora che cosa vi siete detti?- Buffy esitò un attimo, abbassando lo sguardo, per poi rispondere lentamente:

-Ma niente, le solite cose...abbiamo alzato un po’ la voce...- Willow la guardò un po’ stupita perché le riusciva difficile immaginare il vampiro moro gridare contro Buffy. Infatti lei annuì con il capo:

-E va bene, IO ho alzato la voce, come sempre...

-E poi?- continuò Willow

-E poi cosa? Siamo stati attaccati da un demone che lui ha sconfitto subito, ma questo fa parte della tipica routine di Los Angeles...e poi me ne sono andata...

-Ovvero sei scappata...- puntualizzò Willow

-Me ne sono andata...- ribadì Buffy, ora leggermente alterata. Dopo un attimo d'esitazione, ammise:

-Ok, sono scappata; è che non riesco mai ad affrontarlo come vorrei, mi preparo un sacco di parole in testa, ma quando me lo ritrovo davanti, mi trema la voce...e finiamo per farci del male a vicenda.

-E tu sei ancora innamorata di lui...Era da un po’ che non lo vedevi e questo ha, come dire, girato il...paletto nel cuore!!

-Che cos’era una battuta? O un proverbio adattato alla cacciatrice?

-Scusa, ma un po’ d’ironia non fa mai male...

-Comincio a pensare che la pozione abbia fatto effetto...- disse Buffy portandosi la mano alla testa.

-Comunque, dicevo, il fantasma di Angel è ancora accanto a te e non ti lascerà finché tu non ti deciderai ad andare avanti.

***

Intanto a Los Angeles non si respirava certo aria più allegra...

-Dannazione!!- sbottò Angel, mentre sferrava l’ennesimo pugno contro il sacco da box che usava per gli allenamenti. D’altra parte erano passate solo poche ore e il ricordo del suo ultimo incontro con Buffy gli bruciava ancora molto. Sentì dei passi arrivare verso di lui e, senza nemmeno voltarsi, urlò:

-Vattene, non puoi fare niente per farmi sentire meglio...

-Allora dovrei lasciarti al buio da solo come al solito mentre ti crogioli nel tuo dolore?!? Guarda che Cordelia mi ha fatto impazzire, voleva a tutti i costi che venissi quaggiù per vedere come te la stavi passando.- riprese Doyle.

-Beh, ora che hai visto che sto da schifo, puoi anche andare, no?-rispose cupo mentre aveva ricominciato a dare pugni al sacco.

-Guarda che, se ti fa sentire meglio, puoi anche sfogarti su di me, tanto non ho niente di meglio da fare-continuò sarcastico Doyle, allargando le braccia.

-Non dire sciocchezze, lo sai che non potrei mai farlo...-disse il vampiro mentre si sedeva stanco sul divano e continuò, agitando le mani in segno di disapprovazione- no, no per favore non chiedermelo, tanto lo sai che non mi farebbe bene parlarne...

-Veramente ti stavo per chiedere se ti andava un whisky, ma fa lo stesso...hai voglia di parlarne?-azzardò l’amico.

-Non c’è molto da dire...e non posso spiegarti cosa sta succedendo perché tanto non ci crederesti.- ribatté Angel misteriosamente- ma tu pensi sempre a bere? In questo momento, poi?!?

-Ci penso SOPRATTUTTO in questo momento,credo ti farebbe bene...

Alla fine, dopo altre innumerevoli frasi sconnesse, Angel si fece convincere dall’amico che farsi un bicchierino avrebbe giovato alla sua anima e lo avrebbe distolto dalle preoccupazioni che lo affliggevano. Tuttavia, dopo qualche bevuta di troppo...

-Come ti è saltato in testa di farmi ubriacare, eh?-sbottò un confuso Angel che sorreggeva Doyle barcollando per la stanza- Solo per farmi sputare il rospo su questa giornata che ricordo solo io...spero almeno che tu abbia la decenza di non farlo diventare uno squallido pettegolezzo da ufficio e riferirlo a Cordelia...se lo fai, quella là potrebbe anche arrivare a chiamare Buffy, sai? Non si può mai sapere come reagiscono le donne davanti a cose di questo tipo...-continuò il vampiro crollando sul letto.

-Ok, non ti preoccupare non glielo dirò, ma, se vuoi saperlo non mi piace il fatto di doverle nascondere qualcosa...ora che mi sono innamorato di lei.- gli rivelò Doyle.

-Ah sì, non ti piace nasconderle le cose, eh? Allora quando conti di dirle che sei un mezzo demone? E più tempo fai passare, peggio diventerà la situazione, anche se comunque non credo che la prenderà tanto bene...- ribatté Angel.

-Grazie,eh?!? Sei proprio un amico...avrei fatto meglio a...- Doyle si bloccò di colpo e rimase a bocca aperta davanti all’amico, che gli chiese stupito:

- Doyle, che ti succede? Sembra quasi che tu abbia visto un fantasma...

-Beh- riprese Doyle - considerando il fatto che stai letteralmente scomparendo, deduco che sto vedendo un fantasma...

Angel non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto di quello che stava succedendo, che si ritrovò dietro ad una siepe e per di più senza un corpo, come uno spirito, solo che non era invisibile, ma emanava uno strano alone candido. Fiutò l’aria fresca della notte e subito gli balenò un pensiero nella mente: Sunnydale.


Capitolo II : INCONTRI NOTTURNI

Intanto Doyle si stava tranquillamente avviando al piano superiore, incurante del fatto che il suo capo gli si era completamente dissolto sotto il naso, infatti l’effetto della sbronza si stava facendo sentire. Non aveva affatto intenzione di ascoltare Angel riguardo alle sue raccomandazioni; perciò, non appena vide Cordelia le raccontò per filo e per segno tutta la giornata mai trascorsa di cui però nessuno di loro serbava il ricordo.

-Tipico di Angel!! Possibile che quel vampiro in più di duecento anni di vita- si fa per dire- non abbia ancora capito che quando ha un problema non deve chiudersi a riccio?!? Come ha potuto tenercelo nascosto? Ora vado giù e gliene dico quattro...-esclamò Cordelia, cogliendo al volo quell’occasione per assentarsi dal lavoro; così dicendo, scese al piano di sotto con passo deciso e chiamando il capo a gran voce. Ma, quando si accorse che Angel non c’era e si ricordò l’ultima bevuta di Doyle, gli gridò contro:

-Mica avrai fatto ubriacare Angel?- accusò l’amico, che allargò le braccia in segno di ammissione- Per caso le visioni ti hanno dato alla testa o non ti rendi proprio conto di quello che hai fatto? In questo momento Angel è distrutto e tu, che cosa fai, lo fai bere come una spugna?!? Non lo sai che fa male ai vampiri bere alcolici? Chissà dove sarà andato ora?!?

- E’ letteralmente scomparso, come un fantasma- le rivelò Doyle, che intanto era tornato un po’ lucido.

-E me lo dici solo ora?- gli grido in faccia Cordelia, che nel frattempo aveva preso l’amico per la giacca e lo stava scuotendo avanti e indietro.

-Ma dove si troverà adesso?- le chiese imbarazzato Doyle, che si sentiva anche un po’ responsabile per l’accaduto.

-Forse lo so- rispose Cordelia dopo un attimo di esitazione- sei pronto?!? Si parte per una gita sulla Bocca dell’Inferno!!!


Contemporaneamente Buffy stava passeggiando nel parco del college riflettendo sulle parole di Willow, quando dietro una siepe vide un fascio di luce bianca. Non aveva affatto voglia di combattere proprio quella sera, ma d’altra parte non c’era nessuna chance. Era il suo lavoro. Cercando di concentrarsi il più possibile, si scagliò dietro alla siepe con il paletto puntato, ma, dopo aver attraversato l’alone, si ritrovò a terra. Con cautela si voltò; tuttavia quello che vide la sconvolse completamente: lui era lì, ma Buffy non si sapeva spiegare se fosse davvero reale. Quell’attimo parve essere infinito. Con quell’alone sembrava sul serio un angelo in un bellissimo sogno, infatti Buffy si diede un pizzicotto per essere sicura che fosse tutto vero. Lo era. Allora azzardò con voce flebile:

-Angel, sei reale?

-Veramente non so dirtelo- le rispose un po’ impacciato con il sguardo abbassato- Ero a L.A. e all’improvviso mi sono ritrovato qui e per di più senza corpo, credo...

Le tese la mano per aiutarla a rialzarsi ma, non appena lei provò ad afferrarla, ricadde all’indietro.

-Mi dispiace...-le sussurrò appena Angel.

-Ma no, che dici, non sai quante volte cado...-lo rassicurò Buffy pulendosi i pantaloni.

-Non dicevo solo per la caduta, ma anche per tutto il resto..

-Spiegati meglio.- aggiunse curiosa Buffy, anche se in cuor suo sapeva già di cosa di trattasse.

-Lo sai...- le rispose il vampiro- comunque, se proprio ci tieni...Mi dispiace per come sono andate le cose tra di noi, mi dispiace di averti lasciato proprio il giorno del ballo del liceo, cosa che non mi perdonerò mai, mi dispiace di essere venuto l’altro giorno di nascosto per vedere se stavi bene, ma sopra ogni altra cosa mi dispiace di non poterti stare vicino come vorrei, come dovrebbe essere per due sfortunate anime gemelle come noi, e di non poterti dire quello che provo, altrimenti mi chiederesti perché ti ho lasciata se poi devo fare questi discorsi...

A quel punto Buffy non riuscì più a trattenersi e lo aggredì, come al solito:

-Lo sai?!? Hai proprio ragione...infatti me lo chiedo spesso, da qualche tempo a questa parte...Perché mi hai lasciata? Perché? E non dirmi che volevi darmi una vita normale perché questa scusa ormai con me non attacca più. Lo sanno tutti che la Cacciatrice non potrà mai avere una vita normale, con o senza un vampiro come ragazzo...Quindi voglio, anzi, pretendo una spiegazione convincente!! Quando mi hai scaricata in quella fogna, ero troppo sconvolta per chiederti un chiarimento...ma ora, dopo che mi hai detto queste cose...te lo saresti dovuto aspettare...

Così, mentre Buffy attendeva pensierosa a braccia conserte, Angel, passeggiando nervosamente, pensò che sarebbe stato meglio avesse tenuto la bocca chiusa, una volta tanto. Comunque, visto che ormai si era messo in trappola con le sue stesse mani, non gli restava altro da fare che dirle come erano andate veramente le cose.

-Beh, lo sai, è una storia un po’ complicata- iniziò titubante, cercando un modo per finire quella spiacevole conversazione il più velocemente possibile. Ciò nonostante, vedendo lo sguardo contrariato di lei, dovette farsi coraggio e continuare serio, ma fu interrotto prima che potesse riprendere la parola:

-Angel non venirmi a dire che è una storia complicata...Angel, è, cioè era, la nostra storia...e se non ricordo male c’ero anch’io...Non sono più la ragazzina che hai conosciuto al liceo e, che tu lo voglia o no, sai di dovermi una spiegazione, o non merito neanche quella? Non sono un pacco che puoi prendere e scaricare a tuo piacimento...

-Ma non riesci proprio a capirmi?- continuò lui, leggermente alterato- Sto solo cercando di proteggerti, di non farti ancora soffrire, più di quello che non abbia già fatto...

-Ma che cosa stai dicendo?!?- riprese Buffy, confusa da quello che aveva appena sentito- Vuoi proteggermi da che cosa? E poi, se credi che negandomi una spiegazione non mi farai più soffrire, allora ti sbagli di grosso, non hai proprio capito niente...Da quando mi hai lasciata non faccio altro che soffrire, pensare che sono stata io a sbagliare qualcosa, a mandare a monte tutto quello che ci legava, che ci lega...Non penserai che lasciandomi e scappando a Los Angeles sia sparito in una bolla di sapone tutto ciò che abbiamo passato e che abbiamo condiviso...

-Che cosa credi, eh? Che hai sofferto solo tu?- le gridò in faccia Angel, arrabbiato- Non fai altro che pensare che sei solo TU a soffrire, TU a credere che sia stata colpa tua...Sei soltanto un’egoista, ecco quello che sei...con te non si può nemmeno avere una conversazione civile, non ascolti le ragioni degli altri... Sono stato costretto a lasciarti, non avevo altra scelta...

-Ah sì ?!? E chi sarebbe stato a costringerti?- gli rinfacciò Buffy- Forse qualcuno che minacciava di impalettarti?

A quel punto Angel si fece coraggio e, sapendo che ormai non aveva più via di scampo, le rispose:

-Molto peggio...tua madre.

Non appena sentì pronunciare quel nome, sbarrò gli occhi con sorpresa mista alla rabbia che quasi la stava accecando; così, agitando le braccia nell’aria fresca della notte con un fare pieno di collera, esclamò:

-Ma che cosa ti stai inventando?!? Ti rendi conto a che punto sei arrivato?!? Come ti permetti di mettere in mezzo alle nostre faccende mia madre, dico MIA MADRE!!!! So che non vedeva di buon occhio la nostra storia, anche perché la prima volta che ti ha visto eri Angelus...comunque non sarebbe MAI arrivata a fare una cosa del genere...

-Oh sì, l’ha fatto...- spiegò lui con calma- Ti ricordi che la notte prima del ballo eri venuta a dormire da me, vero?!? Bene, la mattina è venuta a trovarmi Joyce e mi ha fatto tutto un discorso dicendo che ero troppo grande, non avrei potuto darti la vita normale che meritavi...ed io, alla fine, come uno stupido ci sono cascato e ti ho fatto soffrire inutilmente, come sempre...

-OH-MIO-DIO!! Sto per sentirmi male- disse Buffy, appoggiandosi ad un albero per non cadere- Troppe cose nel giro di pochi minuti...prima compari tu dal nulla, poi ti sento dire tutte quelle cose su di noi e adesso pure mia madre non è più quello che sembra...Non riesco assolutamente a credere che sia stata proprio lei a separarci...Mi dispiace tanto per tutto quello che ti ho detto; hai ragione tu, sono soltanto una stupida ragazzina egoista...

Allora Angel la fissò con uno sguardo pieno di dolcezza.

-Non provare neanche a scusarti con me, quando io ti ho detto certe cose...- le rispose continuando a guardarla in quegli occhi che ancora amava tanto- E poi ti avevo detto solo che eri egoista, non che eri anche una stupida ragazzina...

Ormai ridendo e giocando avevano fatto nuovamente pace.

-A parte gli scherzi, perdonami per averti insultato- continuò lui serio- Non sei affatto un’egoista, altrimenti come potrei essere innamorato di una persona così?

Allora i loro visi si avvicinarono pericolosamente, ma Buffy si tirò leggermente indietro, sorridendo:

-Nel caso te ne fossi dimenticato, per ragioni ancora sconosciute sei un fantasma, perciò non puoi baciarmi!!!!

-Questo è tutto da vedere!! Non sai che un vampiro di solito non si arrende alla prima banale difficoltà che ostacola quello che vuole?!?

Detto questo la “baciò” e Buffy sentì una leggera brezza sfiorarle le labbra, procurandole una piacevole sensazione, mai provata prima.

Così dopo essersi ritrovati più innamorati di prima, passeggiarono in silenzio, per paura di rovinare quell’incanto con inutili parole.

***

Nel frattempo, Xander era arrivato in camera di Willow: Buffy l’aveva chiamato perché andasse a confortare un po’ l’amica. Così, dopo essersi fatto raccontare dell’incantesimo non riuscito, Xander volle sapere le ultime novità sentimentali di Buffy:

-Allora si è chiarita o no con il nostro vampirotto preferito?

-Secondo te?!? C’è una possibilità su un milione che quei due si capiscano una volta per tutte- rispose Willow leggermente irritata che tutte le attenzioni andassero puntualmente sulla cacciatrice.- Ma ora c’è anche Riley nella sua testa, quel ragazzo ha fatto proprio una bella impressione a difenderla da quel cretino di Parker. Pensa che l’altro giorno è venuto pure a chiedermi come conquistarla... Spero che si metta presto con lei, almeno Buffy la smetterà di tormentarmi con sconfinati discorsi su Angel...

-Beh, su questo hai ragione...Riley è davvero un buon partito per Buffy, è sul serio un bravo ragazzo, ma...-cercò di dire Xander, però fu di nuovo interrotto dall’amica seccata, che aggiunse:

-...anzi, spero che si sposino e che abbiano una vita felice e contenta con tanti bambini che girano per casa, anche se sarà difficile costruire tutto questo se Buffy non si deciderà a dirgli chi è veramente...

Xander fu letteralmente sconvolto da quello che aveva appena udito da Willow; proprio lei, la migliore amica di Buffy che parlava così della cacciatrice...doveva proprio essere distrutta dopo che Oz l’aveva mollata...

***

Nello stesso momento, proprio Riley stava camminando speditamente nel parco, diretto verso la stanza di Buffy: infatti qualche giorno prima si erano dati appuntamento in un bar per bere qualcosa insieme quella sera, ma lei gli aveva dato buca...aveva aspettato per più di un’ora nella speranza di vedersela piombare davanti scusandosi per l’enorme ritardo, ma sfortunatamente non era successo. Aveva paura che le fosse accaduto qualcosa, con tutta la brutta gente che andava in giro in cerca di fanciulle indifese...Si vedeva che Riley non conosceva ancora bene Buffy, altrimenti si sarebbe guardato bene dal definirla “fanciulla indifesa” e presto, quando avesse scoperto la sua vera identità, si sarebbe inaspettatamente ricreduto sulla ragazza.

Con questi pensieri stava attraversando velocemente il parco, quando sentì delle voci e delle risa che lo insospettirono. Subito aveva riconosciuto la voce di Buffy, ma l’altra gli era completamente oscura. Così si nascose dietro ad un albero per spiare la scena per capire la situazione. Vide Buffy con...con che cosa?!? Da lì non riusciva proprio a vedere bene o forse non voleva ammettere che LEI potesse essere coinvolta con qualcosa di soprannaturale...di certo quella luce che notava accanto a lei, non era cosa normale...Tuttavia lei sembrava trovarsi molto a suo agio insieme a questo “essere”, con il quale parlava e rideva in modo molto affiatato. Riley iniziò subito a provare un certo senso di repulsione verso di lui. Decise però di raggiungere la ragazza per capire meglio che cosa stesse succedendo. Buffy sentì alcuni passi che si stavano avvicinando e, giratasi d’istinto dietro di se, notò con sorpresa la figura di Riley che arrivava verso di lei con sospetto. Lei si mise davanti ad Angel, cercando difficilmente di nasconderlo, e salutò il ragazzo, imbarazzata dalla strana situazione:

-C-ciao Riley, che ci fai qui nel bel mezzo della notte?

-Potrei farti la stessa domanda. Comunque, ero preoccupato per te...non sei venuta e allora ho pensato di farti una visita- rispose lui, ma vedendo il viso disorientato di Buffy riprese- Ah, che stupido sono stato! Mi sono illuso che ti fossi almeno un pochino interessata a me ed il nostro appuntamento ne era in qualche modo la conferma, ma, a quanto pare, mi sono sbagliato...

-Accidenti!!! Me ne sono completamente dimenticata...Scusami tanto, ma oggi sono andata a Los Angeles per...per vedere mio padre; sai, i miei sono separati e non possiamo incontrarci molto spesso. In ogni modo non devi assolutamente pensare quelle cose che hai appena detto...-gli rispose dolcemente Buffy cercando di distoglierlo dalla luce che c’era dietro di lei e nello stesso tempo di non dargli un dispiacere, in fondo era solo un semplice appuntamento..- tu, Riley, sei veramente carino e gentile, come pochi ragazzi che ho incontrato, e sarei molto contenta se mi dessi un’altra occasione per farmi perdonare...

Nel momento stesso in cui pronunciò quelle parole, vi furono reazioni completamente opposte da parte delle presenze maschili: Riley fu estremamente stupefatto da quello che aveva appena sentito, tanto che si mise a saltare come un bambino per la gioia e, mentre Buffy sorrideva e si chiedeva come avrebbe potuto calmarlo, Angel le sussurrò sarcastico nell’orecchio per non farsi sentire dall’altro:

-Ma brava...ci siamo appena rimessi insieme che già cinguetti con un altro come se io non ci fossi?!?

-Dai, smettila di fare il fidanzatino geloso, è una parte che proprio non ti si addice!! Non mi andava di dargli un dispiacere, gli spiegherò la situazione in un altro momento...evitando accuratamente il fatto che tu sei un vampiro ed io una cacciatrice...ma adesso non ti preoccupare, pensa a nasconderti, piuttosto, altrimenti se ti vede che cosa gli dico?!?

Angel annuì sommessamente e si allontanò di mala voglia, tenendosi però a debita distanza per osservare la situazione. Per un po’ non successe nulla di strano, ma all’improvviso Angel restò completamente stupefatto, poiché osservò una cosa che mai e poi mai avrebbe voluto vedere.

Infatti tutto d’un tratto Buffy era corsa da Riley, gli si era gettata al collo, abbracciandolo e baciandolo appassionatamente ed il ragazzo, naturalmente, aveva ricambiato con gioia.

Angel non riusciva proprio a capire il motivo del comportamento della ragazza, che fino ad allora si era dimostrata tanto dolce nei suoi confronti, mentre adesso stava amoreggiando con quel giovane, a cui avrebbe volentieri spaccato la faccia se ne avesse avuta l’opportunità. Per il momento aveva pensato solo di uscire allo scoperto, giusto per vedere la reazione di Riley, che magari sarebbe scappato a gambe levate dallo spavento. Non sembrava affatto un tipo coraggioso, con quel viso così ingenuo... Ma lui, non appena vide il cosiddetto fantasma, non si scompose affatto, si limitò solo a chiedere spiegazioni:

-Senti Buffy – disse incerto, sciogliendosi dal caloroso abbraccio di lei- per caso conosci questo...questo essere luminoso? Ma soprattutto è pericoloso?

A quel punto Buffy, sentendosi leggermente in imbarazzo per la strana situazione, cercò di prendere la parola, ma qualcun’ altro la precedette, deciso a dare e ad avere tutte i dovuti chiarimenti:

-Innanzitutto quell’essere luminoso avrebbe un nome- rispose il vampiro al posto della cacciatrice- Piacere, io sono Angel e non sono un fantasma, ma un vampiro con l’anima, decisamente innocuo...se qualcuno non lo importuna oppure, ancora peggio, se non gli ruba la ragazza. Allora, beh, in quest’ultimo caso, non risponderei più delle mie azioni...sai cosa intendo, vero? Bene, vedo che sei un ragazzo intelligente, sapevo avresti capito. Senti, mi faresti la cortesia di lasciarmi da solo con la mia ragazza?

-Ma veramente stai con un vampiro?- chiese un po’ sconcertato a Buffy, che subito gli rispose:

-Non proprio...beh, vedi tesoro, lui è venuto qui per ritornare insieme a me, ma...non ha pensato che io potessi avere un nuovo grande amore, che mi ha salvato da quel cattivone di Parker!! Perché io, Riley, è con te che voglio passare tutto il resto della mia vita...“finché morte non ci separi”...

-Oddio amore, ma vuoi davvero sposarmi?- chiese Riley stupefatto e baciandola con passione.

Allora Angel non riuscì più a trattenere la sua collera ed interruppe urlando i due piccioncini:

-Buffy, vuoi smettere di recitare questa stupida commedia, sì o no?!? Certo, se volevi farmela pagare per la lite di prima, ci sei pienamente riuscita; ma ora basta,il gioco è bello quando dura poco e questo è andato avanti anche troppo!!! E poi chi sarebbe questo Parker?

-Senti, amico non lo capisci che lei vuole stare con me? Mi vuole sposare, andremo a vivere nella mia casa, avremo dei bambini ed una vita stupenda e se la cosa non ti va giù, non è un problema che mi riguarda! Ah, Parker è un deficiente con cui lei ha avuto un’ avventura...acqua passata!!

Il vampiro davvero non sapeva più cosa pensare, gli sembrava di essere protagonista di una di quelle stupide telenovele. Comunque ebbe la grinta per controbattere:

-Oh io penso invece che ti riguardi eccome! Non appena avrò ripreso possesso del mio corpo, non sai che cosa potrà capitarti, se non la lasci subito in pace...Sai che cos’è un vampiro, vero? Dicesi vampiro -citò Angel- creatura malvagia della notte, che si aggira nei cimiteri, o in questo caso nei giardini del college, assetato di sangue umano che succhia con un bel paio di canini aguzzi dai colli delle sue vittime, vorresti provare? Guarda, ho giusto un certo appetito...

-...solitamente per eliminarli- continuò Riley- si utilizza acqua santa, croci, fuoco, decapitazione, o preferibilmente paletti di legno piantati nel cuore del mostro, che si polverizza all’istante. Oppure ricorrere alle armi speciali che l’Organizzazione fornisce ai suoi soldati che, come me, vanno in cerca di vampiri per catturarli ed analizzarli in laboratorio...

-...errore, amore mio. Il metodo più utilizzato- riprese Buffy sorridente, non rendendosi conto del segreto che stava rivelando- riguarda di sicuro la Cacciatrice in carica, che attualmente sarei io!

I tre presenti, sconcertati da quello che avevano rispettivamente sentito e rivelato, iniziarono così a parlottare animatamente cercando un chiarimento generale.

Nel frattempo, però, il bizzarro triangolo venutosi a formare si era avvicinato alla camera di Buffy ed era sopraggiunto Xander, attirato dallo strano brusio. Dopo essere uscito nel giardino, avendo riconosciuto le voci, ed aver ascoltato meravigliato l’ultima parte della conversazione, decise che era arrivato il momento di intervenire, non poteva certo stare con le mani in mano!

-Allora ragazzi, che cosa ci fate tutti qua nel bel mezzo della notte? Che cos’è questa? Una riunione di condominio dei ragazzi vecchi e nuovi di Buffy?!?

-Piantala Xander, non siamo qui per giocare- sbottò Angel,non certo in vena di stupide battute in quel momento- ho bisogno di un aiuto, sia per riavere il mio corpo che per risolvere questa anormale situazione, ma non credo che tu riesca ad aiutarmi; Comunque potresti renderti ugualmente utile: vai a chiamare Giles e chiedigli se può darci una mano, credo che ci sia di mezzo la magia...

Subito a xander venne in mente l’incantesimo di Willow e la chiacchierata di poco tempo prima; era proprio orgoglioso di aver trovato la soluzione, nonostante lo scetticismo del vampiro;

-Caro il mio Angel, non ci crederai ma sono appena arrivato alla risoluzione dell’intricata vicenda, che vi vede protagonisti- riprese Xander con il tono solenne di un professore- Torniamo per un attimo all’inizio...dopo essere tornata da Los Angeles,Buffy ha scoperto che Willow aveva fatto un incantesimo non riuscito per smettere di soffrire per la rottura con Oz; Buffy si è confidata con lei sull’incontro con Angel e deve anche aver parlato del fantasma, vero?- disse rivolgendosi alla ragazza che subito ammise- Ed ecco risolto il primo mistero, Angel! Poi sono andato a trovare Willow, che, arrabbiata, mi aveva espresso il desiderio di vedere Buffy insieme a Riley. Ed ecco risolto il secondo mistero. Quindi basterà andare da Willow, farle invertire l’incantesimo ed il gioco è fatto!! Facile, no?!?

-Ok, Ok ammetto di aver esagerato prima, sei stato molto bravo-gli rispose Angel- comunque sarei più sicuro se tu chiamassi Giles, un parere in più non guasta mai.

Così, sbuffando, andò a chiamarlo, al suo arrivo gli fecero esaminare la circostanza ed egli si disse d’accordo con Xander, facendogli anche i complimenti. Senza perdere altro tempo in chiacchiere, Giles andò insieme a Xander da Willow e, dopo averle spiegato con delicatezza il pasticcio che aveva combinato, studiarono il contro-incantesimo. Nel frattempo nel giardino l’atmosfera era molto tesa; da un momento all’altro, infatti, la magia si sarebbe spezzata e tutto sarebbe tornato come prima...più o meno!

-Davvero non me lo sarei mai aspettato da te, Buffy! Ci eravamo appena lasciati e sei andata subito a letto con un altro? Ti credevo diversa, ma evidentemente mi sono sbagliato...

-Cosa credevi che mi struggessi di lacrime per mesi perché TU mi avevi lasciata; precisiamo, Angel, non ci saremmo mai lasciati, se fosse stato per me! Sei stato TU a mollarmi in quella fogna, complice mia madre. Per fortuna ora ho trovato Riley che non mi abbandonerà, come hai fatto tu, ma soprattutto mi ama molto più di te...

-Non sai quanto ti sbagli su questo punto...comunque se la pensi così allora non cercarmi più neanche dopo che l’incantesimo sarà stato annullato. Addio!

Così il vampiro buono se ne andò e mentre si allontanava, scomparve. La magia era stata spezzata. Angel era tornato nel suo appartamento a Los Angeles mentre Buffy se ne stava in piedi impietrita, si ricordava perfettamente tutto quello che era successo ed era sconvolta. Riley cercò di dire qualcosa, ma lei lo zittì subito, sentendo il rombo di una macchina che stava arrivando. Buffy riconobbe subito Cordelia e Doyle. Li accolse in fretta e furia, esclamando:

-Se cercate Angel credo che sia a Los Angeles, l’incantesimo di Willow è stato annullato. Scusate ma ora devo proprio scappare, fatevi raccontare il resto della storia da Xander e gli altri! A proposito, mi prestereste la macchina? è un’emergenza! Grazie mille!!

I due rimasero a bocca aperta per qualche minuto cercando di capire la situazione, guardando Buffy correre verso l’auto ed allontanarsi a tutta velocità. Allora fu Doyle a prendere la parola:

-Ci siamo persi qualcosa, non credi? Forse dovremmo andare da Xander e gli altri per sentire tutta la storia...e magari farci prestare una macchina per tornare a casa, che ne dici?

-Dico che sarebbe meglio andare soltanto dagli altri evitando accuratamente Xander!

-Perché dovremmo evitarlo?- chiese Doyle incuriosito; dopo qualche secondo di riflessione il suo viso s’illuminò- oh, non dirmi che è un tuo ex?!? Non vedo l’ora di conoscerlo!! Sarà sicuramente un tipo bellissimo, perfettino e un po’ snob, giusto?

-Ehm...non proprio!!- rispose Cordelia, a cui bruciava ancora un po’ la rottura con lui.


Intanto Buffy stava premendo al massimo sull’acceleratore. Doveva assolutamente risolvere quest’ultima questione rimasta in sospeso prima di partire per Los Angeles. In poco tempo arrivò al 1630 di Revello Drive. Guardò per un secondo la sua casa prima di scendere velocemente dalla macchina e suonare furiosa al campanello un paio di volte prima che una figura femminile piuttosto assonnata ed in vestaglia le venisse ad aprire. Non appena vide la figlia si preoccupò molto, credendo che fosse successo qualcosa di grave per farla venire a quell’ora. In effetti qualcosa di molto importante era accaduto e lei non avrebbe tardato a scoprirlo.

-Ma che cosa ci fai qui nel bel mezzo della notte?-le chiese Joyce, spingendola ad entrare e sollecitandola a parlare- Su, dimmi che cosa è successo!! Non mi far preoccupare ancora di più!!!

-Ah, sì? E da quando tu avresti iniziato a preoccuparti per me? Non hai mai capito di che cosa avessi realmente bisogno!!-urlava Buffy davanti alla madre, le stava scaricando tutto il suo rancore addosso- BUGIARDA quando dicevi che lo facevi soltanto per il mio bene, BUGIARDA quando dicevi che mi meritavo il meglio!! Il meglio ce l’avevo tra le mani e tu me lo hai tolto, facendomi patire le pene dell’inferno!!! Non è così che una madre si comporta con una figlia!!

-Ma Buffy, spiegati meglio...non riesco a capire di cosa stai parlando. Se ti ho fatto qualcosa, magari non volendo, posso sempre rimediare, se me lo permetti...

-MA NON PUOI RIMEDIARE!!! Ormai tutto è perduto!!!- ribatté Buffy, con il viso rigato dalle lacrime- Stai pure facendo finta di non ricordare tutto il male che mi hai fatto!!! Ti do un piccolo indizio: stasera Angel è venuto a trovarmi...

Allora Joyce, consapevole che il vampiro aveva rivelato alla figlia quella scomoda verità, abbassò gli occhi, come se in qualche modo si fosse pentita di quello che aveva fatto e volesse rimediare.

-Ma Buffy, non potevo fare diversamente...come può una madre accettare che la figlia stia con un vampiro?- rispose cercando invano di difendersi.

-Ma se sei riuscita ad accettare il fatto che tua figlia è una cacciatrice?!? Non avevi nessun diritto di intrometterti nelle mie faccende private...Comunque non potrò mai perdonarti per quello che mi hai fatto!!!- rispose Buffy, correndo su per le scale verso la sua camera, seguita dalla madre.

Arrivata alla stanza prese di fretta una borsa ed iniziò a metterci alla rinfusa un paio di vestiti.

-Dove credi di andare?- le domandò Joyce, preoccupata.

-Strano che t’interessi cosa faccio?!? Comunque non sono affari tuoi!!!

Detto questo, scese di corsa le scale e stava per andarsene, quando la madre l’ammonì:

-Stai molto attenta, Buffy, perché se esci da quella porta non entrerai più in questa casa!!!

-Questa l’ho già sentita...comunque non ti preoccupare, tanto sarò io a non voler più tornare a casa!!! L’ultima volta che sono scappata era per salvare il mondo, se ti ricordi. Avevo dovuto sacrificare Angel per il resto dell’umanità che non mi ha nemmeno detto grazie per quello che avevo fatto. Ora devo salvare la mia storia ed è molto più importante. Quindi non riuscirai mai a fermarmi!!!

Così Joyce rimase immobile sulla soglia della porta, guardando sconcertata la figlia che se ne andava, con la paura di non rivederla mai più.


Capitolo III: MAI UN ATTIMO DI PACE

Dopo aver salito le scale quattro a quattro, era arrivata ansimante davanti alla porta del suo ufficio, sulla quale spiccava scintillante la targhetta della “Angel Investigations”. Dopo un attimo di indecisione, bussò con energia e chiamò a squarciagola il vampiro:

-AAAANGEL!!!! Ti prego, aprimi!!!! So che ci sei e mi stai sentendo...-stava gridando la ragazza con quanta voce aveva in corpo, continuando imperterrita a battere pugni contro la porta rischiando seriamente di buttarla giù.- Angel, per favore APRIMI!!! Devi darmi la possibilità di spiegarti com’è andata veramente...

Andò avanti in questo modo per venti minuti inutilmente, tra i colpi e la voce esausta ed incrinata dalle lacrime di lei e la sofferenza di lui che se ne stava sulle scale con la testa tra le mani come per non sentire il trambusto al piano superiore ed il dolore che gli si stava lentamente insinuando dentro. Alla fine Buffy si sedette a terra sfinita, le spalle contro la porta, calde gocce salate le scendevano sulle guance, pregava che lui arrivasse. Nel frattempo Angel era salito al piano di sopra e, avendo sentito la sua presenza, si mise anche lui appoggiato alla porta. Percepiva il suo respiro affannato e rotto dal pianto e gli faceva tremendamente male, sapendo che in parte era colpa sua; ma, nonostante avesse una grande voglia di farla entrare e stringerla di nuovo tra le sue forti braccia così sicure e protettive, decise di non farlo, per quel poco di orgoglio che gli era rimasto, restando così immobile e ascoltando la dolce melodia del suo cuore scalpitante. Lei, dal canto suo, nonostante fosse molto stanca e provata da quello che era successo quella notte, sentì il suo sesto senso dirle che lui non era molto distante e la sua cicatrice le solleticava il collo. Allora appoggiò l’orecchio sulla porta, come se volesse accertarsi della sua presenza, e sussurrò dolcemente il suo nome. Angel deglutì e si sentì quasi mancare al suono della sua voce, non ricordava gli facesse quell’effetto. Ma d’altra parte tutto in lei era speciale, tutto quello che faceva o che diceva lo faceva stare in paradiso e all’inferno, contemporaneamente. Ebbe una specie d’idea che lo fece sorridere per un attimo: infatti questa cosa si vedeva fare soprattutto nei film, ma accadeva raramente nella realtà. Buffy, invece, stava quasi per andarsene malinconica, dopo aver sentito i passi del vampiro distanziarsi da lei, quando udì un fruscio cartaceo e un leggero toc toc. Voltandosi vide un pezzetto di carta sbucare da sotto la porta e, incuriosita da quella stranezza, lo aprì e lo lesse silenziosamente: “Non piangere”. Sorridendo a se stessa per quell’insolita ma dolce corrispondenza, prontamente scrisse: “Non preoccuparti...piuttosto tu sei tornato corporeo?” e dopo aver ricevuto la conferma di quello che sperava, aggiunse: “devo spiegarti alcune cose...subito!!”. Ottenne però una risposta che non si sarebbe mai aspettata: “Non ora. Devo stare da solo...” fu l’enigmatica risoluzione tipica del vampiro. Buffy fu presa un po’ alla sprovvista, così, prima di scrivere, si soffermò a riflettere:

-Certo che non si smentisce mai!!! Ci sarà una volta che non vorrà stare da solo al buio a rimuginare sul passato?!?

Comunque, nonostante i pensieri che le svolazzavano nella mente non promettessero nulla di buono, capì che non era il momento di fare altre scenate e rispose così: “Come vuoi...prendi tutto il tempo che ti serve”. ma prima di mandargli il biglietto aggiunse un'altra cosa. “Ti amo” scrisse e se ne andò, senza neanche aspettare la sua risposta. Sapeva già che cosa avrebbe scritto. Il vampiro la sentì allontanarsi, ma rimase lì seduto finché i suoi passi risultarono impercettibili. Quindi decise di andare a riposarsi anche lui e, mentre si rialzava sussurrò:

-Ti amo anch’io!!- come se lei potesse ancora sentirlo.

Buffy si sistemò in una piccola pensione, per quello che le sue scarse risorse finanziarie le permettevano. Si svegliò soltanto nel tardo pomeriggio e subito decise di andare a fargli visita. Non poteva certo aspettare che passasse altro tempo, facendo soffrire entrambi inutilmente...no,no...questa volta sarebbe stato diverso e sarebbe riuscita a mettere le cose a posto...Arrivata a metà strada però si ricordò che la notte prima le aveva chiesto del tempo perciò decise faticosamente di tornare al suo alloggio. Passarono in questo modo un paio di giorni, l’ansia che la prendeva alla bocca dello stomaco e le impediva di andare avanti, la mani le si contorcevano sudate, le gambe molli, le pareva di morire nell’attesa del loro incontro.

Così il quarto giorno, dopo aver sospirato lungamente per farsi coraggio, riuscì ad arrivare al suo ufficio ed a bussare. L’attesa fu minima, ma a lei sembrò un’eternità e, naturalmente, non fu lui ad aprire, ma Cordelia, che ormai lavorava lì da almeno due mesi...così, dopo i soliti abbracci di rito e domande stupide del tipo “che sorpresa vederti!” o “cosa ci fai da queste parti?” a cui tutti sapevano rispondere ma non volevano darlo a vedere, Buffy le chiese dove si trovasse il vampiro, aspettando di sentirsi dire che stava dormendo o altro del genere. Ma Cordelia la sorprese:

-Mi dispiace, ma sei leggermente in ritardo: Angel è partito molto presto stamattina...è andato a San Francisco per certi affari demoniaci e non credo che tornerà nel giro di una settimana...

Buffy, dopo aver riflettuto un attimo, la guardò bieca, ribattendo:

-Dai, Cordy, non penserai che creda ad una stupida scusa come quella...al liceo abbiamo passato un bel po’ di tempo insieme e, se non ricordo male, non eri il tipo che sapeva dire bugie, anzi; dai, sputa il rospo: dov’è finito?

A quel punto Cordelia, facendo la parte dell’offesa e mettendosi le mani sui fianchi, replicò:

-Possibile che, una volta tanto che sono seria, non mi credi?!? Comunque te l’ho già detto: SAN FRANCISCO...

Dopo numerose botta e risposta di questo tipo, Buffy si sedette imbronciata sulla scrivania e Cordelia, notando la pensierosa espressione dell’amica, domandò:

-Era molto importante?

-Beh, sai, visto che mi sono fatta parecchi chilometri da Sunnydale lasciando pure il college, sicuramente era una stupidaggine...- reagì Buffy leggermente offesa; quando però si accorse che l’amica un po’ afflitta se ne stava andando, cercò di rimediare-...oddio, no, aspetta un attimo! Non volevo essere scortese, ma in questi ultimi giorni sono successe troppe cose insieme, poi vengo qui per parlare con lui e non c’è...comincio a credere che sia partito apposta...certo, ora che ci faccio qua a Los Angeles? Visto che non c’è nessuno che mi trattiene, posso anche andarmene...

Ma Cordelia intervenne subito per fermarla, dicendole con tono offeso:

-Grazie, Buffy?!? Hai sicuramente una grande considerazione per me, vero? No, no non ti preoccupare non me la sto prendendo- non è nel mio stile-

comunque, volevo chiederti se potevi restare, almeno per questo pomeriggio visto che non ho nesseno che mi faccia compagnia...

-Cos'è? Sono diventato invisibile?-esclamò Doyle, che nel frattempo era arrivato in ufficio- Non esisto più?

-Dai, smettila, non vedi che abbiamo ospiti?!?-gli rispose Cordelia- era venuta per Angel, ma è arrivata tardi, così le ho chiesto di restare...

-Bene!!! Un'amica di Cordelia fa sempre comodo...-disse Doyle, e poi rivolgendosi a Buffy-...potresti rivelarmi come conquistarla...

-Oh no!! Ricominci con questa storia!!!!-E a quel punto tutti e tre scoppiarono in una fragorosa risata.

Quel pomeriggio passò molto in fretta, poiché Buffy era stata contagiata dall’entusiasmo e dalle chiacchiere dell’amica sui bei tempi passati del liceo, la quale aveva cercato di farle dimenticare i problemi con il suo capo.

All’improvviso però Doyle, che stava per dire qualcosa circa il lavoro che Cordelia non aveva svolto, si accasciò a terra portandosi le mani alla testa, colto per l’ennesima volta dalle sue cosiddette “visioni spacca-cervello”. Questa però fu più forte di tutte le altre volte messe insieme. Un dolore allucinante gli si stava insinuando velocemente nella testa impedendogli quasi di capire qual era l’ennesimo pericolo imminente. L’unica cosa che comprese durante quel turbinio di immagini era una massa di demoni dal volto, se così si poteva definire, grigio e deformato, avevano in mezzo alla fonte un grosso corno color avorio e un’aria a dir poco sinistra e minacciosa. Ma quello che lo lasciò più sconvolto fu la figura di una giovane ragazza bionda che ormai aveva avuto il piacere di conoscere, non solo attraverso le visioni ma anche nella realtà.

Per qualche minuto rimase incosciente a terra ed appena riaprì gli occhi vide una Cordelia assai preoccupata china su di lui, mentre lo chiamava a gran voce. Inizialmente gli fece molto piacere questo grande interessamento, poi però si ricordò della visione e dell’incombente minaccia di quegli orrendi esseri mostruosi. Così, facendosi forza e reggendosi a Cordelia e Buffy, si sedette e, sorseggiando un bicchierino di whisky come era solito fare per riprendersi, raccontò alle due spettatrici per filo e per segno cosa aveva visto.

-Credo che ci sia un’unica cosa da fare- affermò Doyle, terminato il resoconto- Chiamare Angel.

-E come avresti intenzione di rintracciarlo?- chiese Buffy, leggermente preoccupata dall’orgia di demoni che la stava per l’ennesima volta dando la caccia- San Francisco non è mica dietro l’angolo?!? E se anche andassimo là, non sappiamo dove si trova, ed allora i demoni ci avranno già trovato e cenato con la nostra carne prelibata...

-Un modo più veloce ci sarebbe, cara la nostra miss pessimismo- riprese Doyle- usiamo il cellulare, sperando che Angel sia riuscito ad imparare come funziona...

A quell’affermazione, Buffy trattenne a stento una risata:

-E da quando Angel avrebbe un cellulare?!?- chiese, mostrandosi molto sorpresa.

-Sono stata io a costringerlo a comprarne uno- prese la parola Cordelia- visto che è sempre occupato nella caccia, almeno quando ha bisogno di noi o dobbiamo rintracciarlo per un’emergenza, come in questo caso, sappiamo come fare.

Intanto, mentre Buffy non riusciva ad immaginarsi il vampiro alle prese con quelle diavolerie tecnologiche, Doyle aveva composto velocemente il numero. Squillava. Buon segno.


Capitolo IV : NUOVE CONOSCENZE E NUOVI PERICOLI

Nel frattempo Angel era arrivato a San Francisco in tarda serata. Aveva sentito dire in giro che c’erano stati numerosi tumulti in quei giorni che avevano disturbato l’abituale quiete della città. Aveva colto al volo quell’occasione per lasciarsi alle spalle, anche se per lavoro, quell’atmosfera soffocante di Los Angeles e così era partito in fretta, dopo aver ottenuto una risposta affermativa alla sua offerta di aiuto, visto che San Francisco non era, per così dire, il suo territorio d’azione.

Aveva appena parcheggiato davanti al vialetto della villa che uscì dall’auto con un balzo per dirigersi rapidamente verso la porta a vetri d’ingresso. Prima di bussare si soffermò per un attimo ad osservare la casa che gli si presentava davanti. Costruita su due piani, dava la sensazione d’antico e di un non so che d’altero e d’inquieto, visto anche il colore rosso cupo con il quale era stata dipinta e i grandi cornicioni che contornavano le finestre. Ma lo squillare del campanello ruppe il silenzio che circondava quella misteriosa abitazione; dovette aspettare poco meno di qualche secondo prima che la porta si aprisse e fu accolto da una giovane dai lunghi capelli castani e dalla voce molto dolce:

-Ciao- esclamò subito - tu dovresti essere Angel, vero? Benvenuto a San Francisco!!! Oh, non ti spaventare sulle condizioni della casa perché c’è appena stato un combattimento, le solite cose insomma!!!

Così era rientrata in casa senza ricordarsi di invitare il vampiro, il quale era rimasto impalato sulla porta e cercò di attirare l’attenzione con un colpo di tosse. La ragazza lo guardò interrogativa e così lui le disse:

-Se vuoi che entri, devi invitarmi,altrimenti dovrò rimanere qui fuori!!

-Oddio, che sciocca!!! Dai, su entra!!!

Oltrepassò la soglia dell’abitazione e seguì la giovane, che lo condusse nel salotto leggermente a soqquadro. Dietro a una poltrona scorse un’altra figura femminile. Questa aveva circa venticinque anni, una carnagione nivea ed un delicato visino da morbidi lineamenti, perfettamente incorniciato da una folta e scompigliata capigliatura ramata. La giovane stava raccogliendo i pezzi, o meglio quel poco che rimaneva, probabilmente di una credenza, l’ennesimo risultato dell’ennesimo combattimento casalingo. Tuttavia Angel non ebbe neanche il tempo di salutare, che la rossa gli si posò davanti e, dopo che lo ebbe scrutato da capo a piedi con un lieve sorriso malizioso sulle labbra, si presentò, chiedendo subito informazioni:

-Allora tu sei il famoso vampiro con l’anima, giusto? Quello che prende a calci e pugni i cattivoni di Los Angeles?- chiese con entusiasmo ad Angel, che nel frattempo era stato fatto gentilmente accomodare dalla bruna al tavolo.

-A quanto pare sono famoso anche a San Francisco...-rispose il vampiro lievemente imbarazzato.

-Oh certo, abbiamo sentito molto parlare di te!!- riprese la giovane facendogli gli occhi dolci- sappiamo anche che hai aperto una specie di agenzia investigativa, la “Angel Investigations” se non sbaglio...accidenti...com’è che diceva quella ragazza?...Ah sì “aiutiamo i senza-speranza”, la tua segretaria è davvero molto simpatica...

A quel punto la bruna la guardò male e l’altra abbassò gli occhi, capendo di aver parlato troppo, e stava per spiegare la situazione quando Angel prese la parola:

-Vedo che avete preso delle informazioni sul mio conto...beh, è sempre bene non fidarsi degli sconosciuti e, nel vostro caso, direi quasi indispensabile se non volete finire in grossi guai...comunque spero di aver superato l’esame...

-Brillantemente!!!- esclamò la rossa, continuando a guardarlo attentamente, suscitando l’imbarazzo del vampiro e guadagnandosi una gomitata della bruna, che prontamente cambiò argomento di conversazione:

-Bene, esauriti i convenevoli, credo sia meglio metterci al lavoro –esclamò e andò a prendere un grosso libro antico, che appoggiò sul tavolo sollevando una nuvola di polvere.

-Si tratta di demoni che agiscono soprattutto in tribù di venti, massimo trenta mostri.- citò leggendo dal libro- Hanno un volto grigio, deformato e pieno di rughe, in fronte un corno d’avorio che contiene un potente veleno. Pensavamo che si fossero definitivamente estinti grazie all’opera delle nostre antenate, ma a quanto pare è rimasta ancora qualche traccia...

-Come si sconfiggono?-s’informò Angel

-Si uccidono con le solite spade, asce ed armi varie, ma sono molto, molto forti - spiegò la bruna.- Inoltre dobbiamo anche preparare un antidoto contro il loro veleno, nel caso qualcuno venisse infettato, e anche quello non sarà certo una passeggiata...

-Potrei aiutarvi con il combattimento, me la cavo piuttosto bene - affermò Angel dopo un attimo di riflessione- anche perché non credo che abbiate bisogno in fatto di magia. Ma come mai si trovano proprio qua a San Francisco? Che stanno cercando e che cosa li spinge qui?

-Probabilmente sono attirati da una grande forza, non necessariamente qui in città, ma anche nei dintorni. Anche in passato hanno tentato di risvegliare qualche essere demoniaco utilizzando l’essenza di una persona molto forte, direi soprannaturale...

-Puoi spiegarmi meglio questa storia dell’essenza?-chiese il vampiro seriamente.

-Praticamente questi demoni per risvegliare qualche oscuro essere utilizzano la forza di una persona di solito fuori dalla norma, con dei poteri, utilizzando il loro corno con cui trafiggono il malcapitato in un preciso punto, causandone la morte. Trasferiscono su se stessi l’essenza per un breve tempo per poi risvegliare l’essere con la magia.

-Ma quanto deve essere potente una persona per...come dire...suscitare il loro interesse? Ad esempio come me o voi?

-Sicuramente non saranno venuti per cercare te...non perché tu non sia potente, anzi, ma sei un vampiro e a loro serve una persona pura, umana, come noi...per questo dobbiamo trovare al più presto una soluzione.

Angel stava riflettendo su quello che la bruna gli aveva appena riferito: se aveva ragione e quegli esseri mostruosi volevano una creatura umana e pura, ma con poteri soprannaturali, allora...

La quiete di quella serata fu turbata dall’insistente squillare di un cellulare. Solo dopo qualche istante Angel si accorse che era proprio il suo telefono a suonare, immerso com’era nei suoi pensieri:

-Accidenti a queste diavolerie infernali!!!- imprecò, suscitando il riso delle ragazze e continuando ad armeggiare con il cellulare, cercando di rispondere. Quando finalmente ci riuscì, fu sorpreso di sentire al telefono la voce di un Doyle piuttosto spaventato:

-Angel, abbiamo bisogno di te!! Ho avuto una visione in cui Buffy veniva attaccata da un gruppo di demoni dall’aspetto davvero poco raccomandabile...

-Avevano un volto grigio, deforme con un corno avorio che gli spunta dalla fronte?- esclamò Angel, visibilmente scosso dalle parole dell’amico.

-Sì, ma...come fai a saperlo?- chiese Doyle, alquanto sorpreso.

-Non c’è tempo per i chiarimenti...ti basti sapere che sono estremamente pericolosi- spiegò il vampiro in piena agitazione- Devi partire all’istante e portare Buffy il più lontano da qui; no, anzi portala a Sunnydale dal Sig. Giles, lì spero sia al sicuro. Io arriverò prima possibile, tutto chiaro?

-Ok, faremo come dici tu- annuì Doyle, leggermente sollevato dalla sicurezza dell’amico- ma tu raggiungici in fretta, mi raccomando.

Così Angel riagganciò e, alzatosi di scatto dalla sedia, si avviò al divano dove aveva posato il soprabito di pelle nera per andarsene.

Entrambe le ragazze rimasero sorprese da questo suo atteggiamento, quando la rossa intervenne:

-Scusa Angel, ma dove stai andando? C’è qualche problema?- chiese preoccupata.

Il vampiro le spiegò brevemente la situazione e, appena finito il resoconto della telefonata, la bruna avanzò la proposta che lo avrebbero accompagnato, in fondo questi demoni li dovevano sconfiggere e lui, volente o nolente, doveva ammettere di aver bisogno del loro aiuto.

Così alla fine accettò ed insieme alle ragazze si diresse verso la macchina, con l’intenzione di partire velocemente alla volta di Sunnydale.


-Bene- esclamò Doyle, rivolgendosi verso le due- Partiamo subito per Sunnydale e andiamo dal Sig. Giles, Angel dice che lì sarai al sicuro. Lui ci raggiungerà immediatamente, ma noi dobbiamo partire subito, è pericoloso rimanere ancora qui. Su, ragazze, sbrigatevi.

Ma Buffy non accennava a prepararsi.

-Beh, che succede?- le chiese Doyle interrogativo- Andiamo o saremo sbranati da quei demoni!!!

-Io non mi muovo da qua-rispose Buffy in modo risoluto- finché non mi spiegate la situazione e soprattutto dov’è Angel.

Doyle e Cordelia per un attimo si guardarono per un attimo e poi, constatando che la cacciatrice non sarebbe facilmente scesa a compromessi, Cordy decise di prendere la parola:

-Vedi, Buffy, quando noi siamo tornati da Sunnydale e siamo venuti qui in ufficio- spiegò la ragazza lentamente, soppesando le parole e cercando di non far arrabbiare troppo l’amica- abbiamo trovato Angel distrutto, ma soprattutto molto arrabbiato...

-Gli abbiamo chiesto che cosa avesse, ma non ci ha voluto rispondere- continuò Doyle, vedendo Cordelia in difficoltà-però poi abbiamo insistito e...e lui ci ha raccontato che cosa era successo...

-Che cosa vi ha detto precisamente?- domandò Buffy titubante.

Il giovane esitò un attimo prima di rispondere:

-Ci ha detto che vi eravate chiariti, ma...che l’incantesimo ha rivelato involontariamente dei segreti che lui non avrebbe preferito sapere...

-C-cioè?-riprese Buffy, non del tutto sicura di voler conoscere i pensieri del vampiro.

-La tua avventura con quel tizio e la tua storia con l’altro ragazzo non gli hanno fatto molto piacere, come puoi immaginare.

Quelle parole furono come una pugnalata al centro del suo cuore già calpestato una volta e di cui ora non rimanevano che pochi brandelli. Colpita ed affondata.

All’istante ricordò che cosa era successo con Riley a causa dell’incantesimo e si rese conto che, se già prima il vampiro pensava che lei provasse qualcosa per quel ragazzo, quelle scene non avevano potuto dargli altro che ragione. Tuttavia cercò di reprimere la rabbia ed il dolore dentro di lei con un profondo respiro, cercando di capire perché fosse andato a San Francisco.

-E’ andato a San Francisco per aiutare delle ragazze a combattere contro dei demoni, che ora abbiamo scoperto essere gli stessi della mia visione...

-E da quando lui va ad aiutare piccole ragazzine indifese, oltretutto in un’altra città, sapendo che io lo stavo aspettando qui...Dannazione!!!-urlò Buffy, sbattendo un pugno sul tavolo per la rabbia.

-Potremmo finire questo discorso in macchina, di grazia sua maestà?-s’inserì nella conversazione Cordelia rivolgendosi a Buffy- Sai, sarebbe un vero peccato morire a soli vent’anni con davanti una promettente carriera nel mondo dello spettacolo...tipregotipregotiprego andiamo via!!!!

A quel punto Buffy si rese conto che era tanto inutile quanto dannoso per tutti loro rimanere ancora lì, dilungandosi in inutili lamentele quando sarebbe presto arrivata a Sunnydale e avrebbe parlato di persona con il vampiro. Così, dopo aver a lungo sospirato per riprendere la calma, si scusò con gli amici, raggiunsero tutti insieme la macchina che Xander aveva prestato loro, e partirono in gran fretta.

Dopo alcuni minuti d’imbarazzo generale creatosi nel veicolo, Buffy decise di prendere la parola.

-Allora, Cordelia, dove eravamo rimaste?- chiese dal sedile anteriore, cercando di attenuare il tono della sua voce, per non far trasparire quella pizzico di rabbia mista a gelosia che l’attanagliava- Come mai Angel ha deciso di proteggere quelle stupide ragazzine indifese?

-Veramente non sono poi così tanto indifese- affermò Cordelia leggermente in difficoltà-Sono tre sorelle streghe che si occupano di San Francisco; questa volta però si sono trovate più in pericolo del solito ed Angel è...diciamo...corso in loro aiuto...

-...ovvero è scappato...così come sono scappata io l’ultima volta che sono venuta qui...una volta per uno...di bene in meglio...come se non lo conoscessi abbastanza...se continuiamo così, non andremo certo da nessuna parte...-disse Buffy, ormai esasperata da quel susseguirsi degli avvenimenti- Dannazione!!! è tutto così difficile...

Attimi di silenzio, di quel silenzio che ti urla nella testa fino a farti male. Attimi di odio, quando vorresti spaccare tutto, ma non ce la fai perché è il momento sbagliato e metteresti in pericolo la vita delle persone a cui vuoi bene. Attimi di amore incompreso, quel sentimento che ti fa svegliare di notte senza fiato, come in preda ad un incubo, perché è di un incubo che si tratta, non poter stare insieme alla persona che ami più della tua stessa vita. Attimi di solitudine, malinconia, collera, nostalgia, perché ora anche i ricordi fanno male più che mai...nessuno può immaginare quanto ti sono mancati quegli sguardi, quei sorrisi appena accennati, quelle carezze, quegli abbracci, quei baci che ti facevano dimenticare tutti i problemi, tutto il dolore che nessuno, tranne lui, comprendeva fino in fondo; ti faceva sentire soltanto una persona speciale innamorata di un’altra persona speciale...era così bello, vero?...perchè “era”? C’era un valido motivo per cui non poteva più esserlo? A pensarci bene ce n’erano più d’uno:allora, vediamo un po’, l’impossibile reazione tra un vampiro e una cacciatrice; lui immortale e tormentato per l’eternità per le sofferenze inflitte al mondo in 150 anni; tu mortale e, secondo la tradizione, per poco visto che le cacciatrici non erano mai riuscite a passare la soglia dei 25;poi c’era la questione degli amici e della famiglia...cosa sarebbe successo se ti fossi ripresentata dai tuoi amici e da tua madre annunciando che eri ritornata insieme a lui, eh Buffy? Dire che sarebbe scoppiato un putiferio, è troppo riduttivo...Nessuno avrebbe accettato la cosa, nessuno l’avrebbe presa bene, nessuno ti avrebbe capita, avrebbero ricordato sempre e solo le cose terribili che erano successe...Non avrebbero rammentato il tuo sorriso, la luce nei tuoi occhi, la tua spensieratezza, il tuo volto pieno d’amore quando lo guardavi...avevi occhi solo per lui...ecco, forse è questo che glielo faceva odiare così tanto...;e infine la solita, vecchia storia della maledizione di quegli stupidi zingari...quante volte li hai insultati, quante volte avresti voluto trovare una soluzione...all’inizio questa storia aveva anche un certo fascino...”il vampiro bello e maledetto” aveva un non so che di misterioso ed attraente...certo, finchè non ci hai sbattuto la faccia contro;...quella notte di pioggia, quella notte carica di emozioni e d’amore vi aveva condannati all’infelicità eterna, riempiendo le vostre vite di tanta morte e distruzione...e tu lo avevi dovuto uccidere...in fondo ti sentivi in colpa verso i tuoi amici, la tua famiglia e tutte le persone che nel frattempo erano morte per mano sua...“per salvare il mondo” ti avevano detto e tante altre belle parole...“una spada nel cuore ed il gioco è fatto”, sì, niente di più semplice...Controindicazione: tu, il tuo cuore, l’avevi lasciato in quella villa e nessuno ci aveva fatto caso...Poi lui era magicamente riapparso in uno stato selvaggio, tu l’avevi aiutato a tornare come prima dopo che aveva passato letteralmente l’inferno ed eravate finiti per ritornare insieme...un altro splendido anno, fino a quel giorno che aveva segnato tante sofferenze...proprio così, lui ti aveva lasciata, naturalmente per il tuo bene, sostenendo che con lui non avresti avuto una vita normale, né tantomeno una famiglia...e per di più era il giorno del ballo del liceo...giusto il tempo di sconfiggere quel pazzo del sindaco, che lo avevi visto scomparire nella nebbia...


Una lacrima solitaria solcava il suo bel viso assopito, mentre con la mente ripercorreva ogni istante trascorso insieme a lui.

Ma la pace durò molto poco. Era passata circa mezz’ora dal momento in cui i tre erano partiti da Los Angeles, quando improvvisamente un rumore assordante, un rombo, un tuono, una massa stava arrivando in gran corsa, alzando nuvole e nuvole di polvere. E non aveva certo buone intenzioni.

-Ma che diavolo...?- disse Buffy, riportandosi al presente di soprassalto, gli occhi ancora umidi.

-Devono essere i tuoi amici,- rispose Doyle, spingendo sull’acceleratore più che poteva.

-Oh Dio!!!! Si stanno avvicinando sempre di più!!!! –urlò Cordelia, terrorizzata alla vista di quegli esseri mostruosi- Fa’ qualcosa, inventati qualcosa, Doyle!!! Prestoooo!!!

-La fai facile tu! Non mi chiamo mica Angel, IO!!!- ribattè Doyle.

Tutto accadde in un attimo. I demoni che erano ancora più vicini, presto arrivarono a toccare la macchina, l’incidente. Poi buio totale. L’auto si era ribaltata più volte fino a finire fuori dalla carreggiata, nel campo accanto alla strada. I corpi di Cordelia e Doyle insanguinati e privi di coscienza. E Buffy?

I demoni avevano sentito subito la sua presenza e, senza la minima esitazione, l’avevano presa sulle spalle ed erano scappati via, attraversando i campi, in direzione di Los Angeles.


Nel frattempo a San Francisco, Angel e le due ragazze erano saliti in macchina, ma la bruna aveva fermato il vampiro, dicendogli:

-Aspetta, torniamo un attimo in casa, mi è venuta un’idea!!

Angel, dopo aver protestato un po’, aveva accettato, a patto che avessero fatto presto. Così, appena rientrati nella villa, la bruna dichiarò:

-Mettiamoci qua e tu stai al centro-disse, rivolgendosi alla rossa-mentre noi due la prendiamo per mano. Vedi, Angel, lei è per metà angelo bianco e ci può portare dovunque. Allora dimmi dov’è il tuo ufficio a Los Angeles?

-Meglio andare alla pensione dove alloggiava Buffy, nel mio ufficio ormai non ci sarà più nessuno-esclamò il vampiro, ancora sconcertato per quella novità-poi da lì prendiamo la sua macchina ed arriviamo a Sunnydale, che dista solo una decina di chilometri.

Dopo essersi presi tutti e tre per mano, scomparvero in un fascio di luce azzurra e in attimo si ritrovarono davanti alla macchina che Buffy aveva preso a Doyle svariate sere prima. In un batter d’occhio erano già per strada, ma Angel, invece di essere contento di aver fatto così in fretta, aveva un brutto presentimento che non riusciva a spiegarsi. Le sue sensazioni furono confermate quando vide sulla strada i segni di uno sbandamento ed un’auto cappottata nel campo accanto.

Due corpi vicini, in un lago di sangue. I suoi amici Cordelia e Doyle, riversi nel campo privi di conoscenza. In fretta si fermò sul ciglio della strada, uscì velocemente dalla macchina seguito dalle ragazze e si chinò sui corpi feriti, disperandosi, cercando una soluzione.

Nel frattempo la bruna chiese all’altra di aiutare i feriti, mentre lei avrebbe chiamato aiuto. In breve si trovò lì, avvolto da una luce azzurra, un altro angelo bianco, spaesato, perché non riusciva a capire dove si trovava. Dopo una breve spiegazione e la presentazione con Angel, si mise all’opera con la rossa ed in poco tempo, unendo le loro forze, curarono Cordelia e Doyle.

Ma mentre i due angeli stavano rimarginando le ferite, Angel si guardò intorno preoccupato, cercando Buffy. Corse in mezzo alla strada, evitando per un soffio di essere investito da un’auto, chiamando il suo nome a gran voce, ma senza risultato. Scomparsa. Sparita. Dileguata nel nulla.

No, non era possibile; non era possibile che quegli esseri l’avessero portata via da lui; era colpa sua, era SEMPRE colpa sua se a lei capitava qualcosa di brutto; era come una seconda maledizione, una punizione per averla lasciata andare...

-Angel, Angel, andiamo!!!-esclamò Cordelia, sorreggendosi all’angelo bianco perché era ancora molto debole.

Angel udì a mala pena le parole dell’amica, tanto era scosso per l’accaduto, si diresse meccanicamente verso la macchina, seguito dagli altri, e partì finalmente verso Sunnydale.


(wip)