BEYOND THE SEA


*Prologo*


Fissava il mare quieto dell’alba. Come un’ombra sulla spiaggia grigia, sebbene tinta d’ocra. Un timido raggio d’oro brillo’ tra le onde spumose, riflettendosi sul suo viso tranquillo. Inspiro’ una boccata d’aria salata.

Il vento scompigliava lieve capelli sfumati d’ambra, lasciandoli ricadere subito dopo sulle sottili spalle della donna sulla spiaggia.

Una figurina minuta che contemplava l’oceano immenso, catturando nei suoi occhi la tenue luce dell’alba sull’onde, come se il mare non foss’altro che un immensa tavolozza d’acquerelli con cui un pittore stava dipingendo quegl’occhi assorti.

Un gabbiano strillo’ in lontananza, andandosi a gettare in faccia al sole appena nato.

Le ultime, pallide stelle brillarono fiocamente per qualche istante, ed infine si spensero, scomparendo tra le onde lanuginose delle nuvole, consce di aver perso la loro battaglia. Anche quella mattina il sole sarebbe sorto.

Il cielo si sfumo’ di rosa pallido, eguagliando la lucentezza di giovani guance femminili, per poi passare ad uno sterile e tuttavia luminoso azzurro, cosi’ pregno di raggi solari da ferire gli occhi di chi lo guardasse per troppo tempo.

Il dolce suono dondolante del mare cullava dolcemente la donna sulla spiaggia. Un’incantevole ninnananna che scaturiva dai muscoli del mondo, il mare, colosso che gronda, incanto eterno che niente potra’ seppellire, richiamo atavico e selvaggio che nessuno potra’ ignorare. Il vento portava da lontano il canto sommesso delle sirene, loro, le sirene, le perle nascoste dalla conchiglia del mare.

Un raggio di sole piu’ coraggioso degli altri illumino’ la piccola donna ritta sulla sabbia, facendo scintillare d’argento i suoi occhi. Un piccolo sorriso le increspo’ le labbra. Uno di quei sorrisi che spuntano senza un perche’, semplicemente per l’armonia dello spettacolo della natura. La linea dell’orizzonte cosi’ netta che sembrava capace di spezzarsi da un momento all’altro, privando il mare del suo cielo.

Per un attimo parvero due amanti che si sfioravano in un dolce bacio salato. Il cielo immenso, ed il mare altrettanto immenso, e selvaggio, incontrollato. Due amanti che sfidano le leggi gravitazionali, e s’innalzano o s’abbassano solo per avere quel contatto, all’orizzonte, illuminato dal primo sole come fosse una linea d’oro, in uno splendore che dura un istante eterno.

Dietro quella pallida figura solitaria, rivolta pacificamente verso il mare, si stagliava leggero, come se fosse stato fatto di sogni, un piccolo edificio color ardesia, due piani, le finestre semichiuse, ed una strana aria misteriosa, come se non ci fosse realmente. Come se fosse solo un’immagine scaturita dalla mente dell’ombra che scrutava l’orizzonte.

Granelli di sabbia smossi dal vento vorticarono per un istante attorno alla donna, come spirali di luce riflessa, posandosi delicati come baci sulle sue guance rosate, sulle sue labbra e sulle palpebre chiuse. Rifugiandosi fra le pieghe setose dei suoi abiti, impreziosendo come minuscoli grani d’oro i suoi capelli.

Un’altra ombra, come fantasma nel nulla, cammino’ pigramente fino ad arrivarle di fianco, in silenzio, fissando le piccole, dolci increspature delle onde, come curve sinuose sul corpo azzurro del mare. L’uomo appena giunto si chino’, raccogliendo una manciata di sabbia fine. Mille minuscoli granelli si sparsero nel vento, quando lui apri’ la mano per guardarli. Piccoli spiriti liberi, che volteggiavano come gabbiani e tornavano ad unirsi alla spiaggia, uniforme ed incrollabile, come sempre. Guardo’ un’ultima scia d’oro riflettere opaca la luce del sole, e poi finire in acqua, inghiottita dal mare avido. Portata chissa’ dove dalla corrente, minuscole barche d’oro alla deriva.

Scosse la testa, senza fissare la donna accanto a lui.

E lei non sembrava nemmeno essersi accorta della presenza di quell’altro essere solitario.

Sei tornata, finalmente...credevo fossi sparita per sempre...”, disse l’uomo, fissando ostinatamente il mare di fronte a se’.

La donna apri’ finalmente gli occhi, sorridendo accecata dalla luce del sole riflesso sulle onde.

Come potrei abbandonare tutto cio’? Questo luogo mi tiene prigioniera, lo sai...non posso stare via a lungo...”

Si giro’ verso l’uomo. Era bello...o forse non bello, no. Era affascinante, di un fascino pericoloso ed avvolgente. Profondi occhi dal colore indefinito, un castano chiaro che volgeva al verde, e capelli neri lunghi fino in vita, lisci e lucenti.

Eppure...come sono arrivata qui? Perche’ sono qui? E tu...tu chi sei?”

Un nube dall’odore forte del mare li avvolse, avviluppandoli nel suo sapore salato. Un’onda che sbatte’ con piu’ violenza delle altre sulla scogliera accanto, rovesciando addosso alle due ombre solitarie mille schizzi colorati di sole. L’uomo giro’ intorno alla ragazza, aspirando boccate del suo profumo fresco...profumava di mare, si’...profumava di sogni. Le carezzo’ i capelli, lasciandoli discendere morbidi sulle spalle. Ed intanto lei restava ferma, contemplando l’orizzonte.

Che importanza hanno mai, le tue domande, in un posto come questo? Non e’ forse abbastanza, sapere che sei qui...e che puoi restarci per sempre?”

Solo un leggero brivido la scosse. Guardo’ il mare, quel gabbiano lontano che ancora strillava, deluso dal fatto che il sole fosse troppo lontano, e l’eco di quel canto leggero, solo onde, magari, o forse sirene nascoste dietro la scogliera, quella scogliera come madreperla lavorata da scalpelli divini, che bruciava di bianco e celeste nei raggi del sole, che vi battevano sui fianchi come onde di cielo, dorate e trasparenti. Giro’ gli occhi verso quello strano edificio immateriale, e poi fisso’ le nuvole che sembravano salutarla, da lassu’, con le loro mani lanuginose, mentre passeggiavano nel campo sterminato del cielo.

Annui’, o forse era solo un chinare rispettosamente la testa di fronte la bellezza spietata del paesaggio.

E’ cosi’ il paradiso? L’ho dimenticato, se mai l’ho saputo...”

L’uomo rise, e la sua risata sembro’ spandersi contro le pareti del mare e del cielo, in un’eco lontana, bellissima e terribile come pareva dover essere tutto, in quel luogo.

Cambierebbe qualcosa, di questa meraviglia, se ti dicessi che e’ l’inferno, o che non lo e’? Oh, non capisci? Questo puo’ essere il tuo Paradiso...”

Capelli d’oro sfiorarono dolcemente le guance rosee della donna, carezzandole lievemente. Sembrava tutto cosi’...illusorio, li’...tutto cosi’...lontano dalla realta’...

E’ solo un’illusione, non e’ vero?”

Senti’ una mano che le sfiorava impalpabile il viso, soffermandosi a giocare con i suoi capelli. L’uomo dagli occhi cangianti le sorrise fugace, guardandola benigno.

Al contrario, mia dolce...la realta’ non e’ altro che illusione...tutto questo...oh, tutto questo e’ reale...”

Un realta’ senza peso ne’ tempo, qualcosa di cosi’ perfetto da apprire quasi artificiale. Il sole caldo si specchio’ sul viso della donna, facendolo luccicare di riflessi d’oro. Come una ventata di felicita’ il vento le soffio’ provocante sulle labbra. Lei sorrise, ancora una volta senza conoscerne il motivo...dunque quella realta’ la faceva sorridere? La rendeva ilare e giocosa anche quando si sentiva confusa? C’era confusione, in quel luogo di perfetto ordine? O forse l’avevano lasciata nella realta’, quella realta’ che l’uomo accanto a lei aveva definito illusoria? Si’, le sarebbe piaciuto restare la’ per sempre...

Si volto’ verso l’ombra accanto a lei.

Mi spaventa...”, disse in un sussurro, come se temesse d’essere udita dal mare, o dal cielo, o dalla scogliera bianco-azzurra.

L’uomo le prese una mano, stringendola con forza nella sua. I suoi occhi rifulgevano di una luce malvagia, quasi una stonatura in quel luogo perfetto, dove ogni sentimento pareva essere bandito. E pure la donna non sembro’ accorgersi di niente, persa in quel mare cangiante che le faceva mille promesse.

Resta qui...fa di questo posto il tuo paradiso...dimentica ogni impegno terreno, e resta qui, mia bellissima...”

La donna bionda lo fisso’ intensamente, come sempre, senza sapere bene che dire. Un’onda piu’ coraggiosa s’infranse con forza sulla spiaggia, lambendole le caviglie in una dolcissima carezza, che sembrava supplicarla a sua volta, ‘resta’...guardo’ il piccolo edificio tinto d’ardesia, indicandolo alla figura ritta davanti a lei.

Cosa c’e’ li’?”, chiese.

L’uomo sorrise, mostrando due file di denti bianchi e perfetti. Scintillarono dolcemente nella luce riflessa dalle onde, prima di scomparire, coperti da labbra sottili, rosee ed invitanti.

Un giorno te lo mostrero’, se deciderai di restare...ma non perderti in sciocche domande, dolce ragazza...dimmi solo che resterai qui, ad abbellire questo luogo gia’ perfetto con la tua presenza...”

Arrossi’ lievemente, la donna, lasciando ricadere gli occhi sul manto ocra della sabbia, mentre grani dorati si alzavano nel turbinio capriccioso del vento, e minuscoli frammenti di conchiglia scavavano per ritrovarsi...

Non posso, adesso...ci pensero’, te lo prometto...e tornero’ ancora qui. Ancora finche’ mi vorrai...finche’ questo posto mi vorra’...”

L’uomo sorrise, sciogliendo la sua mano da quella della donna.

E cosi’ vai via anche stavolta...ma non importa, piccola mia, come potrei arrabbiarmi con te? So che tornerai...questo posto t’aspetta, mia regina...ed io con lui...”

S’inchino’, l’ombra, e si volto’ per andarsene, seguita dallo sguardo calmo della donna che restava imperturbabile, ritta sulla sabbia, circondata da un alone di sole. Respiro’ a pieni polmoni l’aria satura di sale, fisso’ l’infrangersi delle onde contro la scogliera, e la dolce risacca incessante. Ed infine si volto’, procedendo in direzione opposta a quella presa dall’ombra misteriosa.

Si’, tornero’...tornero’ al mio dolce carcere, al mio bel carceriere...ma ora e’ tempo che vada...e’ tempo di tornare ad essere...”


(wip)