FEAR TO FLY


Benvenuti sul volo diretto Toronto-Londra. La durata prevista del volo e’ di sei ore e quaranta minuti. Il decollo avverra’ tra pochi secondi. Vi preghiamo di non fumare, di allacciare le cinture e sistemare la poltroncina in posizione verticale fino a decollo avvenuto. Grazie.”

Oh Dio, oh Dio, oh Dio...

Buffy odiava volare. Se c’era qualcosa che odiava, era volare. Era terrorizzata solo all’idea di trovarsi a quattrocento metri dal suolo. Ora, seduta su una poltroncina di un aereo, avrebbe solo voluto morire. No, non ce la faro’ mai. Ogni muscolo del suo corpo era teso. Aveva voglia di piangere. L’aereo si mosse con uno scossone che la fece gridare. Si aggrappo’ ai braccioli della poltrona con tutte le sue forze, finche’ le nocche delle mani non sbiancarono per la pressione. Con la coda dell’occhio guardo’ fuori dall’oblo’, accanto a lei. La pista scorreva placidamente sotto i suoi occhi. Ma a lei, quella vista cosi’ pacifica fece venire i sudori freddi. Abbasso’ la tendina, mentre si mordicchiava furiosamente le unghie della mano destra. Cosi’, senza un motivo. Puro nervosismo. I suoi begli occhi verdi dardeggiavano per lo scompartimento completamente vuoto. Un altro scossone. Stavolta grido’ piu’ forte. Sentiva i lunghi capelli biondi rizzarsi sulla sua nuca. Una voce impastata di rossetto rispose alle sue grida ed ai suoi lamenti.

Buffy...”

La ragazza si guardo’ intorno, stordita.

Buffy. Ricorda il mantra del volo...quali sono le parole che canti piano nella tua testa?”

La ragazza comincio’ a scuotere furiosamente la testa, in preda ad una palese crisi di panico.

Stiamo precipitando, stiamo precipitando!”

La voce torno’ a parlare, calma e tranquilla, dall’altoparlante proprio sopra la testa di Buffy. Intanto l’aereo continuava a rollare sulla pista, cercando di staccarsi dall’asfalto.

Buffy...stai calma. Va tutto bene...a cosa stai pensando?”

Buffy si fece piccola piccola contro lo schienale della poltroncina, evitando accuratamente di guardare fuori dalla finestra.

Buffy...a cosa stai pensando? Eh, bella domanda...

Lamiere contorte...sangue...un bambino nudo che strilla perche’ sua madre...”

Ormai singhiozzava disperatamente...no, volare non fa proprio per me...ma la voce, anche stavolta, usci’ frusciando lievemente dall’altoparlante. Con una calma che infastidi’ ancor di piu’ Buffy.

Non c’e’ niente da temere, Buffy...ricorda le mie parole...canta...canta Buffy...”

Si sentiva terribilmente ridicola. Lei, una donna di ventitre anni, che singhiozzava e cantava –cantava–, a bordo di un aereo per Londra. Oddio...

Io amo i cieli di Londra...quando all’alba spunta il sol...”

Smise di cantare, pensandoci su per un istante. Niente voce, stavolta. Si riscosse, smettendo di piangere. Invece si sciolse la cintura che la teneva segregata contro quel ruvido schienale di stoffa.

Hey, hey, sai che ti dico? Mi hai dato il mantra sbagliato! Si’, proprio cosi’! io odio Londra! Io non voglio andare a Londra! Io non volevo neanche venirci su questo maledetto aereo!”

Si alzo’ dal posto, proprio mentre l’aereo si impennava, preparandosi a lasciare la terraferma. Si diresse come una furia verso lo sportello. Stavolta la voce aveva un tono agitato.

Buffy! Buffy, cosa vuoi fare? buffy!”

Volare non fa per me!”

Prese a battere contro lo sportello. Voleva uscire da quella macchina infernale. E voleva farlo subito. Anche con l’aereo che continuava a muoversi, facendole venire il voltastomaco.

Fatemi uscire, voglio uscire, vogl...Ah!”

Lo sportello si apri’, lasciandola scivolare su una corta rampa di metallo, fuori da quel finto aereo per esercitazioni. C’aveva provato. Dopo un paio di capriole, si ritrovo’ di fronte lo staff di medici ed istruttori di volo che da due settimane provavano inutilmente a farla rimanere in aereo per piu’ di dieci minuti. E lei li guardava attonita da dove si trovava, ovvero sul pavimento freddo del laboratorio, a terra gambe all’aria. Sorrise imbarazzata all’equip che la guardava seriamente. Di sicuro pensavano che era un caso perso. E, in effetti, era proprio cosi’. Buffy Anne Summers non avrebbe mai volato. Eh no, mai...l’ultima cosa che penso’ prima di svenire fu di ricordarsi di farsi rimborsare il biglietto all’aereoporto. Poi, buio.


Come sarebbe a dire non vieni??”

Sarebbe a dire che non vengo!”

Lui le fa la valigia, lei la disfa. In un gioco divertente quanto irritante. Buffy va avanti e indietro. Toglie vestaglie, biancheria intima e shorts dalla piccola valigia che aveva gia’ preparato da giorni, in vista di quel viaggio con lui. Il suo lui. Il suo unico vero amore. Insomma, l’uomo della sua vita. Angel. Non era un grande nome, ma le ispirava amore e fiducia. Ora, pero’, era terribilmente deluso da questo suo improvviso cambio di programma. Fino ad una settimana prima era entusiasta del viaggio a Londra. Ed ora? Cos’era cambiato?

E’ per l’aereo? Guarda, ti do’ dieci milligrammi di valior in mezzo bicchiere di vodka. Arriviamo e non te ne accorgi nemmeno!”

Vodka? Oh, no, lei odiava bere! E odiava prendere tranquillanti. E odiava sentirsi rinfacciare con quell’aria sarcastica la sua innata paura per gli aerei, per l’altezza, per il cielo.

No, Angel...non posso!”

Ma perche’?”

Sospiro’, Buffy. Uffa’, perche’ la fai tanto lunga?

Sai che non posso lasciare il Canada finche’ non mi daranno la cittadinanza. E’ illegale!”

Angel alzo’ gli occhi al cielo. Quella sua ossessione per la legalita’, per il giusto, lo disgustava. Insomma, a chi vuoi che importi se vai a Londra? E’ solo una settimana! Era sicuro che quelli del governo non se ne sarebbero nemmeno accorti.

Oh, andiamo, Buffy! Di’ che tua cugina Bridget e’ caduta nel Tamigi!”

Buffy tiro’ fuori dalla valigia l’ennesima sobria camicetta rosa, sospirando. La trattava come se pensasse che non le sarebbe piaciuto andare a Londra con lui. E non era vero. Ma non poteva.

Scopriranno subito che non ho nessuna cugina Bridget e mi espelleranno...come quell’unica volta in vita mia che ho fumato della marijuana, cosa che non mi e’ nemmeno piaciuta, e poi il fratellino di Tommy Jeffery ha chiamato la polizia e ci hanno arrestati tutti! L’unica volta che ho fatto una cosa illegale! E poi...tu ci vai per un convegno...”

Ma e’ una settimana! Non crederai che saro’ in giro ventiquattr’ore al giorno!”

Angel rimise nella valigia la camicetta rosa che Buffy aveva tirato fuori, guardandola sconsolato. Ma la ragazza lo fisso’ severa, riponendo la camicetta nel cassetto.

Tesoro...mi piacerebbe venire a Londra con te...davvero! ma non posso. E niente e nessuno mi smuovera’ da questa mia posizione!”

Angel stava per ribattere, quando un tonfo sordo al piano di sotto gli fece girare di scatto la testa. Un paio di voci riempirono il silenzio della grande casa. Buffy sospiro’, esasperata.

Oh, no! Non dirmi che e’ tua sorella!”

Lui si affaccio’ alla porta della camera. Intravide due ragazzi sulla ventina che si baciavano con foga, cercando allo stesso tempo di chiudere la porta dietro di loro. Torno’ a guardare Buffy.

Sono loro...”

Ed io che speravo di passare una serata tranquilla...”

Richiuse la valigia ancora mezza piena ed usci’ sorridendo dalla camera da letto. Nell’atrio, due ragazzi in preda ad una evidente tempesta ormonale, tentavano senza successo di respirare. Buffy cerco’ di staccarli.

Ciao Anya, ciao Xander...”

I due si spostarono di botto. Vivere insieme alla famiglia di lui non era stata una grande idea, penso’ malinconicamente Buffy. Anya la saluto’ sorridendo. Xander la guardo’ per un istante, poi sembro’ ricordarsi qualcosa di importante. Angel li raggiunse, cingendo le spalle di Buffy, piccola e minuta, con un braccio muscoloso.

Hey, ragazzi! Gia’ a casa?”

Anya annui’ con foga, porgendo una lista a Buffy. Lei la prese, attendendo spiegazioni.

Sono le cose che dovrai portarmi dall’Inghilterra!”

Ma Angel prese la lista, scuotendo deluso la testa.

Lei non viene, a Londra...”

Oh...e’ per l’aereo?”

No, per il mio lavoro...”

Buffy si intromise.

Non e’ ne’ per l’aereo, ne’ per il suo lavoro...e’ che non posso lasciare il Canada, finche’ non ho ottenuto la cittadinanza...”

Xander, rimasto in silenzio durante questo breve lasso di tempo, si rivolse ai due ragazzi piu’ grandi.

C’e’ una grande novita’. I Meredith mettono in vendita la loro casa...!”

Buffy ed Angel si guardarono per un istante, non sapendo bene che dire. Una casa...tutta per loro? Oh, mio Dio, e’ il Paradiso...e senza aggiungere altro, uscirono, diretti alla casa in questione...


Un quarto d’ora dopo, erano davanti un enorme villa a due piani. Nell’ampio giardino, spiccava un cartello, con su scritto, in rosso brillante ‘In vendita’. Fermi in una macchina blu, osservavano la struttura imponente. Gli occhi brillavano. Angel guardo’ il numero scritto sotto il cartello. Una cifra improponibile. Sospiro’, voltandosi verso Buffy, che osservava con gli occhi sgranati la bellissima villa.

Perche’ guardiamo una casa che non possiamo permetterci?”

La bionda lo fisso’ con la luce negli occhi. Gli carezzo’ amorevolmente una guancia.

Angel, devo dirti una cosa...da quando aveva sedici anni, ho messo da parte ogni settimana una piccola cifra, su un conto corrente che ho trasformato in fondo investimenti con un interesse annuo pari al ventiquattro percento...insomma...ho accantonato qualche uovo per il nido...”

Angel faticava ad andare dietro alla spiegazione della sua ragazza. Ma, se aveva capito bene, aveva a che fare con i soldi...quindi valeva la pena mostrare la massima attenzione.

Quante...uova?”

Un sorriso da volpe comparve sulle belle labbra di Buffy.

Quarantacinquemila e ottocentocinquantadue uova...”

Angel per poco non svenne. Buffy sembro’ non farci caso.

...cosi’, con un piccolo aiuto da parte dei tuoi, forse possiamo permettercela!”

Sorrise, Angel, tentando di riprendersi dopo quella pazzesca –pazzesca– notizia.

Ma...non mi hai mai detto niente!”

Beh...volevo farti una sorpresa!”

Lui annui’ con forza, ridendo senza sapere bene perche’. Quella ragazza era imprevedibile...

Oh, e’...e’ una sorpresa! Una grossa sorpresa! Oddio, spero tu non stia gia’ organizzando le nozze d’argento e non siamo ancora sposati!”

Buffy lo fisso’, sorridente. Lui torno’ a guardare la casa per un attimo. Ma fu solo un attimo, perche’ poi, la ragazza giro’ delicatamente il suo viso verso di lei.

Hey...”

Sempre piu’ vicini, fino a che le loro labbra non si sfiorano. E ricordarsi che sono in una macchina, in una strada parecchio trafficata, prima che il vortice della passione li risucchi completamente. E poi si staccano. Lui la guarda, sorride. Le prende il viso tra le mani.

Vieni a Londra con me...”

Resta in silenzio, Buffy. A Londra con lui...a Londra...


Un aereo che rolla irrequieto sulla pista. Mangia l’asfalto, avanzando velocemente, cercando disperatamente di impennarsi. Il muso rivolto verso il cielo. Come un enorme uccello di metallo, che dispiega le ali fatte di lamiere ferrose, e spicca il volo da un albero d’asfalto. E si libra nel cielo, lasciando tutto dietro se’. Attraversa monti, oceani, laghi. Per poi tornare a posarsi magari dall’altra parte del mondo. Ma non quello. Quel volo diretto Toronto-Londra, deve solo attraversare l’oceano. Sorvolare il mare, mare immenso. E posarsi leggero su una pista inglese. Che Buffy Summers non vedra’ mai. Lei osserva il bestione sollevarsi da terra, da una spoglia sala d’aspetto, immaginando la figura di Angel dietro uno degli oblo’ opachi. Angel che stara’ pensando alla sua assurda paura di volare. E al suo irragionevole quanto estremistico rispetto della legge. Ma la natura non la si puo’ cambiare. E ancora una volta Buffy si ripete, guardando quell’enorme uccellaccio grigio, che non avrebbe mai e poi mai volato. Si sarebbe sparata, piuttosto che salire a bordo di un aeroplano. Nessuno, ne’ in cielo ne’ in terra l’avrebbe convinta. Mai. Per un attimo le passa per la mente il detto ‘Mai dire mai’. Ma e’ solo un attimo. E poi pensa che stavolta quel detto non vale. Lei non avrebbe mai volato. Le dava i sudori freddi e il voltastomaco il solo pensiero.

Hey, Buff! Andiamo a casa?”

La ragazza bionda si giro’ verso gli altri due che avevano parlato. Guardarli le provoco’ una fitta di malinconia. Pazzesco, stava diventando ragazzo-dipendente. Non erano nemmeno passati cinque minuti da quando era partito, che gia’ si sentiva sola, guardando due innamorati. Persino guardando Anya e Xander. Che di romantico avevano ben poco. Buffy sorrise, rinunciando a ripetere per la milionesima volta che odiava essere chiamata ‘Buff’...Angel la chiamava cosi’ quando litigavano. Probabilmente Anya lo sapeva e lo faceva apposta, pensando di essere divertente. Non c’era cattiveria in quella piccola ragazza dal caschetto biondo. Solo pessimo umorismo e una dilagante avidita’. Per non parlare dei suoi assurdi discorsi sul sesso. Tuttavia, Buffy non poteva evitare di ridere tra se’, pensandoci.

Si’, ora torniamo...”

Xander noto’ lo sguardo perso della bionda.

Guarda che il tuo principe azzurro torna solo tra una settimana! Sta tranquilla, non morirai di solitudine! Ci siamo sempre noi, a casa!”

Buffy li supero’, ridendo sarcasticamente.

Fantastico...”

I due ragazzi si fissarono per qualche istante. Fecero spallucce, pensando che quei due erano patetici. Innamorati e appiccicosi. Inguaribili. Sarebbe stata una settimana d’inferno...


ci siamo sempre noi, a casa...’

Fantastico aveva pensato lei, solo due giorni prima...infatti. era davvero fantastico essere confinata in salotto, o al massimo in cucina, ascoltando i gemiti e i cigolii del letto che venivano dalla stanza di Anya. Non riusciva nemmeno a leggere. Uffa, ma non potevano almeno farlo in silenzio? Erano gia’ due giorni, che dormiva sul divano. In camera sua non se ne parlava nemmeno. Attaccata a quella di quei due acrobati. Finche’ c’era Angel, si sopperiva al rumore con del rumore...ma ora che poteva fare per ignorare quei lamenti continui? Solo aspettare ore ed ore lo squillo allegro del telefono. Ma tanto arrivava sempre la notte. o la mattina presto. Il fuso orario, diceva Angel. E lei cominciava gia’ a stufarsi di doversi alzare alle tre del mattino per rispondere. Anche se la sua voce le faceva dimenticare tutto. Ora erano le sette di sera. E il telefono restava muto. Silenzioso fino all’inverosimile. Buffy cerco’ di ricordare cosa si erano detti l’ultima volta che l’aveva chiamata.

Non posso stare molto al telefono, c’e’ una riniuone! Sono con dei colleghi in un locale molto in!”

Lei aveva a stento capito cio’ che le aveva detto, a causa della velocita’ in cui lo diceva. Ed anche per il fatto che le comunicazioni internazionali facevano ampiamente pena.

Amore, dobbiamo parlare della casa!”

Ne parliamo domani, te lo giuro! Ora devo andare, un bacio! Ti amo!”

ma...?”

Non aveva nemmeno fatto in tempo a chiedergli come andava...aveva riattaccato come una furia. L’aveva detto, lei, che con tutti quei convegni non sarebbero riusciti a stare insieme. Mancavano ancora quattro giorni, prima del suo ritorno. Come avrebbe fatto a stare altri quattro giorni chiusa in quella casa, senza di lui? Soprattutto, come avrebbe fatto a stare chiusa in quella casa, con Anya e Xander? Semplice, sarebbe impazzita!

Dopo venti, interminabili minuti passati ad ascoltare distrattamente la radio, Buffy senti’ la porta della stanza di Anya aprirsi. Ne usci’ la ragazza, avvolta in un accappatoio rosa shocking, di quelli che potevano piacere solo ad Anya. Le due bionde si avviarono assieme verso la cucina. Bisognava cominciare a preparare la cena.

Hai parlato con Angel della casa?”

Buffy sbucciava patate, stando attenta a non tagliarsi. In cucina era una grande cuoca...nel senso che...le piaceva mangiare...

Non mi ha ancora chiamato oggi...comunque ho chiamato l’agente immobiliare e gli ho detto che siamo disposti a fare un’offerta...”

Anya fingeva di sgusciare fagioli, mentre in realta’ si guardava attraverso il vetro del bancone su cui stava svogliatamente appoggiata. Oddio, tutto questo sesso mi sta sciupando...

Secondo me siete matti! Io non comprerei mai una casa o qualunque altra cosa valesse tanto!”

Tirata...

Ah no? E perche’?”

Perche’ tu pensi di possederla, e invece poi scopri che e’ lei a possedere te...e poi una sera succede che qualcuno si dimentica la sigaretta accesa e va tutto in fumo.”

Buffy sospiro’. Accidenti! Mi sono di nuovo tagliata!

Sai, Anya, non penso di aver mai incontrato una persona piu’ ottimista di te!”

Ok, so che stai per dirmi...sono tirata...ma non e’ vero...sono...solo previdente!”

Le due ragazze si sorrisero. Era abbastanza piacevole parlare. D’un tratto il telefono prese a squillare allegramente. Buffy arrossi’ e corse all’apparecchio che si trovava appena dietro di lei. Accosto’ la cornetta all’orecchio, sorridendo.

Pronto?”

Le rispose una voce impastata dall’alcool. Per un attimo non la riconobbe.

Buffy?”

Angel?? Angel, tesoro, e’ successo qualcosa?”

Anya drizzo’ le orecchie, mentre il viso di Buffy si contraeva in una smorfia angosciata.

No...cioe’, si’, e’ successo qualcosa...”

Cosa? Cos’e’ successo?”

Ci mise un po’ per rispondere, Angel. Sembrava ubriaco.

Buffy...ho incontrato una donna, Buffy...una famme fatale...”

Stentava a credere alle sue orecchie, Buffy...oddio...

Famme fatale?”

...si’, lei e’ una dea, si chiama Cordelia...io...non mi sono mai sentito cosi’, Buffy...come...come se potessi fare tutto, come se potessi toccare il cielo con un dito...come se...”

Angel, che stai dicendo? Ti senti bene?”

Scivolava piano contro il bancone. In un attimo si ritrovo’ seduta sul pavimento. Anya la guardava preoccupata. Guardava le lacrime che le scendevano sulle guance man mano che capiva dove voleva arrivare il suo (ex?) ragazzo...

Io...non torno a casa, Buffy...sono innamorato. L’amore e’ come una canzone...come un film...l’amore e’ come...l’amore! mi dispiace, Buffy...mi dispiace...tanto...”

In una cabina telefonica di Londra, un disfatto Angel attacca la cornetta, guardando di traverso la bellissima bruna che l’aspetta al tavolino di un ristorante. Dall’altra parte dell’oceano, un’affranta Buffy Anne Summers piange, la cornetta ancora attaccata all’orecchio, sussurrando senza voce il suo nome. Nella speranza assurda che possa sentirla...

Angel? Angel?”


Benvenuti sul volo diretto Toronto-Londra. La durata prevista del volo e’ di sei ore e quaranta minuti. I signori...”

Oh Dio, oh Dio, oh Dio...

Stavolta non e’ un’esercitazione. Buffy trema tutta. Non e’ mai stata piu’ nervosa in tutta la sua vita. Stringe piu’ che puo’ la cintura di sicurezza. L’aereo e’ misericordiosamente ancora fermo. Puo’ respirare. Ok, respira. Accanto a lei, un posto vuoto. Alla terza poltrona, un tizio sui trent’anni dall’aria rilassata si sistema un calzino sul piede fasciato. Una visione che le mette i brividi. Respira...respira...stai calma. Ci prova. Con tutta se’ stessa. Ma e’ tremendamente difficile. Lo scompartimento e’ colmo dei mormorii insistenti di passeggeri molto piu’ rilassati di lei. Nessuno sembra accorgersi del suo immenso disagio. E, improvvisamente, si alza al di sopra dei sussurri concitati degli altri passeggeri, una forte e terribilmente sensuale voce maschile. Buffy si volta verso l’entrata di quell’uccellaccio di ferro. Li’, parlando, o meglio, discutendo animatamente con un’assistente di volo, sta il ragazzo piu’ strano (e bello...ma lei non ci fa caso...), che lei abbia mai visto. Le da’ le spalle. Di lui vede solo che ha degli improponibili capelli ossigenati, le punte sparate all’insu’ con del gel di pessima qualita’. Indossa un tremendo spolverino nero (pero’, Dio, quanto e’ sexy...ma anche questo particolare le sfugge!), che ondeggia emettendo un fastidioso rumore frusciante ad ogni suo movimento. Ai piedi porta stivali neri simil militari. Agita un biglietto in una mano e dice qualcosa alla hostess, parlando con un pesante accento inglese. L’assistente di volo guarda nella direzione di Buffy per un istante. La ragazza scuote forte la testa, come se quel gesto potesse evitare alla hostess di indicare la poltrona accanto a lei come unico posto libero rimasto. Il ragazzo si gira verso di lei, sorridendo soddisfatto. Lei fa una smorfia, girandosi verso l’oblo’, che continua a mostrare l’assoluta immobilita’ della pista di decollo. E, vinta da um assoluto senso di panico, accresciuto immensamente da quel ragazzo che le si avvicina implacabile, inizia a cantare quel mantra che odia tanto...

Io odio i cieli di Londra...quando all’alba spunta il sol...ed io odio nella sera quando imbruna...passeggiar lungo il Tamigi al chiar di luna...tutto e’ brutto di Londra, perche’ tu sei a Londra, e’ un inferno se non m’ami piu’...”

E quel ragazzo dagli assurdi capelli biondi, la guarda come si guarderebbe l’attrazione principale di un circo, alzando impercettibilmente il sopracciglio destro, sul quale spicca una cicatrice verticale. Buffy continua a parlare tra se’, come una perfetta idiota...

Dio, perche’ sei con quella befana di una inglese??”

Solo allora si accorge dello sguardo interrogativo del ragazzo seduto accanto a lei. Arrossisce violentemente, mentre cerca un modo per giustificarsi. Deve essere stato uno spettacolo orribile...sorride, cercando di essere disinvolta.

E’ la prima volta che volo, sono un po’ nervosa!”

Ma il ragazzo non smette di osservarla con quello strano, incomprensibile sguardo. Buffy comincia a sentirsi terribilmente a disagio. Alza un dito, per indicare ‘uno’.

...la prima volta...”

Niente...

Capisce quello che dico?”

Ma il ragazzo non risponde. Continua imperterrito a fissarla.

La mamma non le ha detto che non si fissa la gente in quel modo?”

Finalmente, l’ossigenato sembra svegliarsi da uno stato di profonda trance. Sorride sarcasticamente, fissandola dritto negli occhi, con i suoi, profondi e blu.

Signorina...si e’ forse messa in testa che l’aereo precipitera’ e noi resteremo tutti spiaccicati, morti? In ogni caso, le assicuro che non sentira’ niente...”

Buffy ci mise qualche secondo a riprendersi da quell’assurda battuta...oddio...

Lei e’ inglese, vero?”

Lo disse con il tono piu’ disgustato che riusci’ a trovare. Odiava gli inglesi. Ma il ragazzo sembro’ non accorgersene neanche. Le porse invece una mano. Le unghie erano laccate con dello smalto nero. Assurdo...

William Shelby (n.d.a scusate, non sono brava ad inventare cognomi...e poi questo era a dir poco perfetto! Complimenti a chi l’ha trovato!), molto piacere...”

Pur non avendo nessuna intenzione di conversare con un tipo cosi’ impossibile, d’istinto gli strinse la mano. Ma non sorrise. Dopotutto, non ne aveva nessuna voglia.

Buffy Anne Summers...”

In quell’istante, una voce calma e tranquilla prese vita dalle casse posate sulle loro teste. Ma Buffy era cosi’ nervosa ed intontita che non afferro’ una parola di quello che la donna disse. Si volto’ allarmata verso...William...

Ma...ma che ha detto, sembrava una cosa grave...”

Il ragazzo la fisso’ per qualche secondo. Con la maggior disinvoltura che riusci’ a trovare, rispose a quella isterica ragazza. Che, per chissa’ quale ignoto motivo, gli faceva quasi tenerezza.

Oh, niente di grave...ha detto che c’e’ un guasto ad uno dei motori, ma non c’e’ problema, si parte lo stesso...”

Buffy comincio’ a boccheggiare disperatamente...oh mio Dio...la voce parlo’ di nuovo attraverso gli altoparlanti.

Ricordiamo ai gentili passeggeri che l’uso dei cellulari durante il volo e’ vietato...”

La bionda si giro’ con aria scocciata verso il ragazzo che se la rideva beato. Lei non ci trovava niente di divertente. E quel pazzo ossigenato cominciava seriamente a darle sui nervi.

Senta, forse questo e’ umorismo inglese, ma in questo momento non riesco proprio ad apprezzarlo...”

Lui non fece una piega, tornando con lo sguardo a fissare la poltroncina di velluto di fronte la sua. Buffy torno’ ad appoggiarsi pigramente contro lo schienale, quando un forte scossone la fece gridare. Gli occhi le si riempivano di lacrime, mentre un acuto senso di terrore la possedeva tutta. William la osservo’ di sottecchi. Sorrise, quasi senza accorgersene. Buffy chiuse gli occhi, ripentendosi mentalmente ‘ok, ok, ok’...fino all’infinito. Nervosissima. E sentire lo sguardo di quell’inglese non le faceva di certo bene.

Senta, sto cercando in tutti i modi di rilassarmi e concentrarmi, ed il suo sguardo mi infastidisce! Potrebbe gentilmente guardare altrove?”

E’ incredibile...”

Riapri’ gli occhi di botto, Buffy, mentre l’aereo cominciava a rollare velocemente sulla pista.

Cosa, cosa? Cosa?”

Lui indico’ il suo corpo tremante con una mano.

Ogni muscolo del suo corpo e’ teso...anche le palpebre, le sopracciglia...e’ tutta contratta...”

Sono soltanto nervosa...molto, molto nervosa...”

A me piace volare...soprattutto il decollo...l’aereo che si prepara a rollare sulla pista. I motori che urlano. La pressione che sale. La forza che ti spinge contro il sedile. E ti ritrovi su, in aria. E tutto resta dietro di te...oh, c’e’ solo un altro momento in cui sento questa specie di esaltazione...”

Lei la guardo’, curiosa...purtroppo aveva poca esperienza, in fatto di doppi sensi o frasi velate...

Ah, si’? quale?”

Lui sembro’ arrossire. Ma forse fu solo un’impressione di Buffy quando capi’ dove voleva arrivare. Gli mise una mano davanti alla bocca, bloccandolo prima che potesse finire la frese.

Lasci perdere, non me lo dica, mi lasci col dubbio...”

Un altro scossone. Buffy mando’ un nuovo leggero e isterico gridolino, per poi piegare la testa in avanti.

Non credo di farcela...”

William la osservo’, corrugando la fronte. Aveva un che di patetico, quella ragazza...pero’, diamine, era una cifra carina...decise di darle una mano.

Ha mai pensato che forse non e’ l’aereo a farle paura?”

Buffy torno’ dritta di colpo. Fisso’ i suoi occhi verdi in quelli blu di lui. Ne resto’ stordita per un attimo. Solo un attimo.

Cosa intende dire?”

Lui fece spallucce, come a farle capire che era una cosa talmente ovvia che non ci sarebbe nemmeno stato bisogno di ripeterla.

Allora?”

Devo essere chiaro?”

Si’, lo gradirei molto, avanti, parli chiaro! Se ha qualcosa da dire, la dica!”

Io credo che non sia l’aereo a metterle paura...”

Ah no?”

Lui le sorrise. Un sorriso splendido. Peccato che lei non voglia apprezzarlo. L’aereo intanto continua a solcare la sua pista d’asfalto, preparandosi a spiccare il volo.

Lei ha paura di vivere! Di vivere il momento! Lei ha paura della vita, ha paura dell’amore...ha paura, anche del sesso...”

Questo era davvero troppo. Se fino a quel momento aveva cercato di restare calma davanti alle evidenti provocazioni di quel tipo, adesso non si preoccupava piu’ di essere la ragazza educata che era (quasi) sempre. Esplose. Come una bomba. Un momento prima era piccola ed innocua. E adesso, sprizzava scintille.

Ma come si permette? Insomma, lei non mi conosce nemmeno!!”

Oh, andiamo, si nota subito! Dal suo modo di fare, da come si veste...”

Ma cosa ne vuole sapere lei? Con quale diritto piomba qui e si mette ad insinuare che io avrei dei problemi con la vita...o con Angel? E, le assicuro, lui non si e’ mai lamentato! Insomma, si guardi...”

E giu’ a litigare come se fossero marito e moglie alle prese con una piccola, grande scaramuccia domestica. Anche parole grosse, anche insulti pesanti. Tanto non si conoscono nemmeno, giusto? E tra un paio d’ore ritorneranno ad essere perfetti sconosciuti...che importa? Non si puo’ sempre controllarsi...e poi ha cominciato lui! Se solo la smettesse di sorridermi in quel modo, maledizione! Le viene quasi voglia di scoppiare a ridere. Nonostante lo stia chiamando con gli insulti peggiori che conosca, non puo’ evitare di pensare che e’ una situazione da risate. Insomma, due che nemmeno si conoscono, che litigano come se si conoscessero da sempre. Assurdo...

All’improvviso, come se si fosse dimenticato gia’ di tutti gli insulti che aveva preso, William le sorrise, indicando l’oblo’. Buffy segui’ la direzione della sua mano. Fuori non c’era piu’ la pista che scorreva sotto i suoi occhi. Si accorse solo in quel momento di essere su’, nel cielo infinito. Sotto di lei, l’oceano. Distesa d’acqua immensa. Sbatte’ le ciglia un paio di volte, cercando di abituarsi all’idea di essere a quattrocento metri dal suolo. E si accorse di non avere paura. Anzi, si accorse di non ricordare nemmeno il momento in cui l’aereo si era staccato dal suolo. Pazzesco...non aveva sentito niente...no, perche’ era troppo presa ad insultare quell’inglese...William Shelby. Si giro’, cercando i suoi occhi. Ma lui si stava alzando, con la massima disinvoltura.

Mi scusi, ma devo andare a sfogare un bisogno naturale...!”

E lei aveva annuito come un’automa, chiedendosi se...se l’avesse fatto apposta, a farla arrabbiare. Ed arrossi’ violentemente, pensando a tutte le belle parole che gli aveva rivolto...assurdo...


Ormai era sera. L’oceano sotto di loro non si vedeva nemmeno piu’. era tutto oscurita’ e freddo. Buffy si strinse nello scialle che le avvolgeva le spalle. Guardo’ di sottecchi quell’uomo, William. Non s’erano piu’ parlati, da quando le aveva indicato l’oblo’. Forse ho un po’ esagerato. Magari l’ha fatto per farmi distrarre...si’, pero’ poteva evitare di dirmi tutte quelle cose...uff, ci mancavano solo i sensi di colpa. Un secondo prima che potesse rivolgergli la parola, William si alzo’. Torno’ a dirigersi verso il fondo dell’aereo. E buffy rimase sola a giocherellare con un filo del suo scialle.

Davanti alle toilette degli aeroplani sta la cabina adibita a magazzino. Ci sono i carellini degli alcolici (che si pagano oro), quelli dei panini e delle bibite in genere. William si fermo’ davanti al carrello che recava la scritta ‘alcolici’. Stando bene attento a farsi notare dalla hostess che armeggiava con bicchieri e ghiaccio, si accese una sigaretta. L’assistente di volo se ne accorse.

Signore...signore, mi scusi, qui non si puo’ fumare.”

Lui spense la sigaretta, sorridendo sensuale alla ragazza. Questa sorrise a sua volta.

Oh...bene, allora posso avere due bicchieri con ghiaccio?”

La donna abbasso’ gli occhi sui bicchieri, riempiendone due con tre cubetti di ghiaccio grandi quanto proiettili. In quell’istante, mentre era impegnata a riempire quei due bicchieri, William afferro’ senza farsi notare quattro piccole bottigliette di vodka, di quelle piccole piccole, che possono facilmente essere nascoste nella tasca dello spolverino. La donna non noto’ niente, e gli porse i due bicchieri. Lui ringrazio’ ed usci’, tornando al suo posto, dalla sua vicina isterica. Poso’ i bicchieri sul piano davanti a loro. Buffy, in un primo momento, non li noto’ nemmeno. Guardo’ il ragazzo che versava la vodka in uno dei due bicchieri.

Vorrei farle una domanda...”

Lui rispose, senza staccare gli occhi dal liquido chiaro che fluiva frizzando dalla bottiglietta.

Prego.”

Lei si chiama William, giusto?”

William”

Lei sorrise.

William...”

Lui finalmente la guardo’. sembrava rimproverarla con gli occhi.

No, no, no, no...William”

Lei, stanca di questi continui giochetti, torno’ a distendersi sullo schienale della poltrona, borbottando.

William...”

Il ragazzo fini’ di versarsi la vodka. Emetteva un suono sibilante, nel bicchiere. Il ghiaccio tozzava contro il vetro. E, inaspettatamente, non le diede fastidio. Lui torno’ a guardarla, interrogativo.

Qual era, la domanda?”

Non importa...”

Senza insistere, bevve un sorso di quello squisito liquido trasparente. Il sapore forte inondo’ la sua gola. Ah, questa si’ che e’ vita! Il secondo sorso quasi gli ando’ di traverso, preso alla sprovvista dalla voce squillante di Buffy...si chiamava Buffy, giusto? Che nome ridicolo...

La domanda e’ questa...prima, quando mi ha detto quelle cose...lo diceva solo per farmi arrabbiare o lo pensava veramente, insomma, ho davvero l’aria di una che non si sa divertire?”

William le verso’ della vodka. Le porse il bicchiere. E lei, pur detestando gli alcolici, mando’ giu’ tutto d’un fiato il contenuto del suo bicchiere. E si sorprese a pensare che era anche delizioso.

Quanti anni aveva, quando l’ha persa?”

Perso cosa?”

Lui alzo’ gli occhi al cielo. Come, cosa?

Il suo fiore...”

Il mio...”

Comprese finalmente cosa volesse dire quell’inglese dannatamente sfacciato. Ma, vuoi per l’alcool, vuoi perche’ le andava e basta, non lo insulto’ come avrebbe voluto fare.

Cosa diavolo c’entra, adesso, il mio fiore?”

Beh, vede, ci sono persone che affrettano il...fatidico momento. E altre, invece, che custodiscono il proprio fiore come un cavou prezioso...”

Immagino che lei si sia affrettato...”

Lui sorrise. E smettile, maledizione...mi fai arrossire...

Come un toro...”

Si’, ho l’immagine in testa, molto chiara...”

E bevve un altro sorso di vodka, senza curarsi dei giramenti di testa che le provocava. Che importa? E’ solo vodka...in un attimo di lucidita’ si chiese se fosse davvero lei, quella che sorseggiava vodka e parlava di sesso con un uomo che aveva conosciuto appena due o tre ore prima...Dio, devo essere impazzita. Ma non smise di bere.

Restarono cosi’, a bere vodka in silenzio per almeno un quarto d’ora. Poi, Buffy ruppe il silenzio.

Posso farle una domanda?”

Lui annui’, sorseggiando il secondo bicchiere di liquore. Sembrava reggerlo molto meglio di lei, che gia’ cominciava ad avere la vista annebbiata.

Lei crede nell’amore? Quello che dura per sempre?”

Ci penso’ su un attimo, William. Rispose con la solita sfacciata disinvoltura,

Io ho amato mia madre...”

Buffy fece una smorfia, chiaramente delusa da quella stupidissima risposta.

Che c’entra, tutti amano la mamma, anche quelli che la odiano, in fondo la amano! La mia domanda e’ un unico uomo destinato ad un’unica donna, questa e’ la domanda...”

William mando’ giu’ l’ultimo sorso, poi la guardo’ negli occhi, sorridendo sarcasticamente.

Questa e’ una domanda senza punto interrogativo, e’ la domanda di una bambina che crede nelle favole...”

Aveva voglia di strangolarlo, quel rompiscatole! Non poteva semplicemente rispondere alla sua domanda?

E’ una domanda universale, che tutti si pongono e tutti pensano di avere la risposta...finche’ un giorno...accade qualcosa...”

Oh! E’ accaduto qualcosa?”

Lei lo guardo’ disgustata. No, e’ inutile tentare di intavolare un discorso serio, con questo qui...immagino che a lui interessino solo due cose...i soldi...e il sesso...

No...ma che domanda stupida le ho fatto...per lei amare una sola donna sarebbe come mangiare spezzatino tutti i giorni...mentre sono sicura che a lei piace sperimentare ogni giorno un piatto diverso...”

Cosi’ dicendo gli diede un amichevole quanto riprovevole colpetto sul fianco. Sorprendendosi di trovarlo molle e deforme. William si alzo’ di scatto, tenendosi la mano premuta su quel fianco. Buffy lo guardo’ preoccupata.

Ma...nasconde qualcosa li’ dentro? Ha qualcosa, li’ dentro?”

Ma lui si limito’ a scuotere la testa, sorridendo come un imbecille, e si avvio’ velocemente in direzione del bagno. Buffy rimase nuovamente sola, con la sola consolazione del suo bicchiere di vodka ancora mezzo pieno.


Intanto, nelle toilette, William estrasse dall’interno dello spolverino un pacchetto chiuso in una sacca di tela chiusa da un sottile filo di spago. La srotolo’ velocemente, tirando fuori una forma indefinita avvolta in carta di giornale. Srotolo’ con la massima attenzione anche quello. Ne emerse una piantina di vite. Piccola piccola. Alla base era legato un pacchetto di tela. Ripose la piantina nel lavandino riempito per meta’ d’acqua. Tolse il pacchetta piu’ piccolo e comincio’ piano a srotolarlo, con una calma ed una pazienza immane. Pian piano, qualcosa di luccicante veniva fuori. Quando l’ebbe completamente srotolato, all’interno si pote’ ammirare un bellissimo colliet di diamanti, luccicante come se fosse fatto di stelle. William ci passo’ sopra la mano, carezzandolo come avrebbe fatto con un bambino. Quello era il suo biglietto per il futuro. Una collana. Rubata. Bellissima. La rimise con la massima cura nel sacchetto piu’ piccolo di tela. Riprese la piantina di vite dal lavandino. Sistemo’ il pacchetto alla base della vite. Avvolse il tutto prima nella carte di giornale. Poi nella tela. Chiuse il pacchetto con lo spago. Fece finta di tirare lo sciacquone ed usci’, nascondendo il pacchetto nello spolverino. Torno’ verso il suo posto, proprio mentre l’assistente di volo annunciava l’atterraggio tra meno di un’ora. Buffy dormiva. Poveretta, non ha retto l’alcool. Non le avrebbe dovuto permettere di bere. La guardo’. angelica. Col visetto incorniciato da lunghi capelli biondi posato sullo schienale della poltroncina. A mano stretta contro il bracciolo. Un lieve sorriso sulle labbra. Chissa’ cosa stava sognando? William si riscosse. Ritorno’ al suo vero problema. Passare attraverso i metal detector senza quella collana addosso. Lui l’avrebbero fermato di sicuro, a Londra. Lo facevano sempre. Guardo’ di nuovo la ragazza. No, lei non l’avrebbero mai fermata. Troppo angelica per destare sospetti. In quell’istante, decise. Quella tipa era un problema. Ma a lui non sarebbe dispiaciuto prolungare un problema cosi’ grazioso. Alzo’ gli occhi verso la grata dove se ne stava tranquillamente la borsetta di pelle beige di Buffy. Cercando di fare meno rumore possibile, vi infilo’ dentro il pacchetto. Richiuse la borsa esattamente com’era chiusa prima. si sedette. Resto’ a fissare quel volto addormentato per qualche minuto. E poi si allaccio’ la cintura. Stavano per atterrare...a Londra...


Perche’ mi ha lasciato bere cosi’?”

Oh, io non ho fatto nulla, ha fatto tutto da sola…”

Erano scesi insieme. Ad essere sinceri, William le era stato dietro per tutto l’aereoporto. E lei non aveva detto niente. Essere in compagnia, anche di quel tipo, era in qualche modo un sedativo per i suoi pensieri. Quando non era da sola, pensava meno ad Angel. Non e’ che se lo dimenticava, come avrebbe potuto?, era a Londra, aveva attraversato tutto l’oceano, solo per quello! Ma ci pensava di meno. Soprattutto adesso, con la testa che le girava troppo per pensare coerentemente. Ecco, cosi’ m’imparo a bere alcolici...a stomaco vuoto, tra l’atro! Ma il biondo sulle scale mobili accanto a lei, sembrava fresco come una rosa. Doveva essere abituato a viaggi di quel tipo. E, senza dubbio, doveva essere abituato a bere. E tanto, anche. E doveva anche essere abituato ad ignorare le domande altrui. Soprattutto le sue. Lo guardo’, aggrottando la fronte con fare offeso. Ma lui si ostinava a fissare dritto di fronte a se’. A meta’ delle scale, che salivano pigramente verso i terminal dell’aereoporto, le si rivolse, evasivo come sempre.

Le daro’ un passaggio, quando saremo fuori di qui...”

Lei lo guardo’ sorpresa...lui se ne accorse ed accenno’ un sorrisetto furbo.

Oh, dopo tutto quello che abbiamo passato insieme...dove alloggia?”

Soppeso’ accuratamente l’idea di accettare un suo passaggio...non e’ che la cosa la entusiasmasse piu’ di tanto...ma odiava prendere taxi. E poi, in taxi sarebbe rimasta sola. E senza dubbio sarebbe scoppiata a piangere, o cose del genere.

Al ‘rojal Hotel’, nei pressi di Time Square...”

Come unica reazione, ebbe un fischio di ammirazione. William la guardo’. per la miseria, pochissime persone avrebbero potuto permettersi un soggiorno al Rojal di Time Square. Questa qui doveva essere una piena di soldi...e carina...la giornata si profilava interessante. Raggiunsero i blocchi presieduti dalla polizia inglese. Sulle loro teste, mille cartelli. William le indico’ quello con su scritto ‘niente da dichiarare’.

Quello e’ il suo. Mi aspetti fuori, credo che mi fermeranno, lo fanno sempre...”

Lei annui’, ancora troppo sbronza per pensare lucidamente, e si avvio’ mestamente verso l’uscita di quel gigantesco aeroporto.

William cercava di aggirare i posti di blocco. Ma, inevitabilmente, una voce potente lo richiamo’. Lui si giro’ e prese ad incamminarsi verso il tanto temuto metal detector con il cuore piu’ leggero. Poso’ la valigia su di un rullo che passava attraverso la solita camera a raggi X. Si chiese se avesse tolto quella marijuana che aveva fumato la notte scorsa con una canadese. Si rispose che no, non poteva averla tolta, perche’ l’aveva finita tutta. Che forza, quella roba...stavano per perquisirlo, quando un uomo elegante, vestito in giacca e cravatta nera, si avvicino’ mostrando un distintivo. William sorrise imbarazzato nel vedere il suo vecchio amico. Sul distintivo dorato spiccava in rosso il nome ‘Rupert Giles, detective’. L’uomo distinto ed elegante si rivolse al suo collega.

Tutto a posto, e’ con me”

Avevano un vecchio debito, quei due. Cioe’, Giles aveva un grande debito nei confronti di William. Quel furfante gli aveva salvato la vita, anni prima. proprio un attimo prima che Giles avesse potuto arrestarlo. Da allora il detective faceva di tutto per evitargli fastidi. Il che non era facile, visto che quel ragazzo non faceva altro che cacciarsi nei guai. William riprese la sua roba dal nastro trasportatore e sorrise a Giles, abbracciandolo come un vecchio amico. Inutile dire che, in realta’, si odiavano. Ma, tra onore e debiti, cercavano di darlo a vedere il meno possibile.

Rupert! Che ci fai qui?”

Cosa credi, che i poliziotti non vadano mai in vacanza? Mi sono preso un periodo di pausa...”

Ma William sapeva che stava mentendo. Era in missione. E probabilmente stava indagando su qualcosa che lo riguardava. Spero’ non si trattasse della collana. Quella che...oddio! doveva dare un passaggio a quella ragazza! La collana! Era nella sua borsa! Cerco’ di liberarsi dalle indesiderate attenzioni di quel maledetto poliziotto.

Senti, Rupert, magari un giorno di questo potremmo andare a mangiare un boccone insieme, che ne dici?”

Sperava che gli dicesse si’, e che si levasse dai piedi. Ma l’ispettore era di tutt’altro avviso.

Perche’ rimandare? Perche’ non oggi? Ora? Dai, c’e’ anche mia figlia, cosi’ facciamo due chiacchiere!”

Willow? Oddio, no! Quella secchiona della figlia? Ma perche’ mi devo sempre cacciare in questi casini?? William guardo’ Giles negli occhi, chiedendosi quanto rischiava a dire di no. Su una scala da uno a dieci, dedusse dallo sguardo del poliziotto, era un dieci pieno. Ci provo’ lo stesso. Ormai, parlando parlando, erano arrivati all’entrata dell’aeroporto. Dai vetri delle porte scorrevoli dell’entrata, William vide Buffy sbuffare scocciata. La ragazza guardo’ per un attimo all’interno dell’aereoporto, senza vederlo. E William, disperato, la vide chiamare un taxi e salirci sopra. La...collana...

Rupert, avrei una cosa da...”

Ma il taxi era partito. Beh, sapeva dove alloggiava...l’avrebbe trovata dopo...adesso, a quanto pare, aveva una noiosissima cena con un ispettore di polizia che non vedeva l’ora di arrestarlo e con sua figlia, una rossa tutta scuola casa e chiesa...meglio di cosi’...

...no, niente...andiamo.”


E figuriamoci se quelli come William Shelby mantengono le loro promesse. Ti daro’ un passaggio...si’, certo! E invece l’aveva scaricata cosi’, nel bel mezzo di una citta’ che non aveva mai visto e con la testa persa chissa’ dove a causa della vodka che LUI le aveva fatto bere. Perfetto. Meglio di cosi’...aveva anche dovuto prendere un taxi. E, come aveva previsto, aveva lottato contro le lacrime per tutto il tragitto. Il tassista non aveva fatto altro che ascoltare una partita di rughby alla radio. O forse era baseball, non ci aveva capito molto. Le bestemmie dell’autista coprivano quasi completamente la cronaca.

Finalmente, dopo una terribile mezz’ora, l’auto gialla parcheggio’ sul marciapiede di fronte il ‘Rojal Hotel’. Una costruzione immensa, che avrebbe fatto impallidire la maggior parte degli alberghi di Toronto e l’unico albergo di Sunnydale, la piccola cittadina in cui aveva abitato prima di incontrare Angel. Entro’ attraverso la grande porta a vetri e si diresse verso la reception. Li’, un uomo calvo dall’aria tranquilla sistemava alcune carte. La vide e le rivolse un sorriso.

Buongiorno miss...”

Lei poso’ la valigia sul pavimento, sorridendo a sua volta.

Buongiorno...puo’ dirmi per favore in che stanza alloggia Angel O’ Connor?”

L’uomo pero’, restava fermo, immobile come una statua di sale, guardandola sarcasticamente. Quando mosse le labbra, lo fece con una gentile lentezza che esaspero’ Buffy.

Mi dispiace...no”

No?”

Lui indico’ un telefono posto al centro della sala d’attesa.

No, miss...forse miss puo’ provare con il telefono di cortesia...”

Buffy cerco’ di restare calma. Sentiva il cuore batterle all’impazzata nelle tempie...l’aveva detto lei, che tutti gli inglesi sono pazzi!

Miss ha provato con il telefono di cortesia...non disturbare...”

Ah”

Il receptionist fece per andarsene, ma Buffy lo trattenne, sbuffando.

Senta, ho appena passato sette ore su un aereo, sorvolando l’oceano! Sono stanca, nervosa, affamata e voglio vedere il mio fidanzato. Allora, mi aiuta o no?”

L’uomo in distinto completo grigio non si scompose minimamente. Ma il suo sguardo cambio’. Niente piu’ quieta gentilezza. Ora c’era risolutezza e un pizzico di divertimento.

Mi dispiace, miss, ma e’ mio dovere salvaguardare la privacy dei nostri clienti. Soprattutto quando devono essere salvaguardati dai loro fidanzati...dopotutto, l’Inghilterra non e’ una patria di ipocriti puritani...”

La frecciatina velata alla sua nazionalita’ non fece che inviperirla di piu’. se avesse avuto una rivoltella, probabilmente ora gliela avrebbe puntata ad una tempia. Insomma, cosa stava chiedendo? Solo di vedere il suo ragazzo! Prese il portafogli dalla borsetta beige e allungo’ cento sterline al receptionist. Questi le prese, riponendole nella cassetta dietro di lui. Buffy si sporse sussurrando concitatamente oltre il bancone lucido.

Hey, hey, hey, hey! Le ho appena dato cento sterline!”

Certo miss...ed io le ho prese...grazie. se c’e’ qualcos’altro che posso fare per aiutarla, dica pure...”

E detto questo se ne ando’. Con le cento sterline di una sconsolata Buffy Summers, che ando’ a sedersi su un divanetto di pelle posto proprio di fronte agli ascensori. Prima o poi sarebbe dovuto pur scendere, maledizione! Stava cosi’, rigirandosi un ciondolo con una foto di Angel all’interno, quando un tizio vestito di una bellissima e lucida giacca nera con la camicia gialla le si sedetta accanto, fissandola con interesse.

Lei e’ americana, vero?”

Buffy lo fisso’ stoicamente, allontanando la borsetta dalla vista di quell’uomo. Sospiro’, riponendo il ciondolo all’interno della maglietta.

Per il momento...”

L’uomo si fece piu’ vicino.

Mi scusi se mi intrometto...sono Wesley Price...l’ho vista qui, seduta, con quell’aria triste...perche’ una bella donna come lei deve essere cosi’ triste?, mi sono chiesto...”

Buffy guardo’ quell’uomo come si guarderebbe uno scarafaggio da schiacciare. Il che era esattamente quello che Buffy avrebbe voluto fare di quell’uomo. Schiacciarlo. Lui, i suoi abiti firmati e la sua insolente decisione.

Non ha altro da fare?”

A dire la verita’, tante cose...”

Lei si sposto’ ancor di piu’, mentre quell’uomo continuava ad avvicinarsi.

Ma sono qui per farle dimenticare la tristezza...potrei...farla sentire meglio...”

Cosi’ dicendo alzo’ una mano, cercando di accarezzarle i capelli. Ma lei fu piu’ veloce. Si alzo’, rossa in viso e determinato a schiacciare quello scarafaggio. E subito.

Hey, ma che si e’ messo in testa? Io sto aspettando il mio fidanzato! E se lui vedesse che mi importuna...o anche solo che mi parla...verrebbe dritto qui, e lei finirebbe male!”

Ma il tizio vestito come un manichino dell’emporio armani non la guardava piu’. fissava fischiettando ammirato, un punto dietro di lei. Buffy segui’ il suo sguardo. E si senti’ morire. Nell’ascensore, quella che stava scendendo, un uomo vestito di nero, dai grandi e pentranti occhi scuri, baciava appassionatamente una bellissima ragazza con un miniabito rosso e i tacchi a spillo. Non sarebbe stato niente di speciale, se quello non fosse stato...Angel! quello fu piu’ o meno il suo ultimo pensiero, prima di accasciarsi svenuta sulla maquet dell’albergo...


Cinque minuti dopo, William entro’ nell’albergo, deciso a trovare la brosetta di quella ragazza...Buffy...l’ultima cosa che immaginava era di trovarla priva di sensi, accasciata dietro il divanetto di pelle, mentre un facchino tentava di rianimarla soffiandole in faccia con un depliant dell’albergo. William fu piu’ diretto. Le mollo’ un ceffone in pieno viso. E lei si riebbe con uno scossone.

Angel!...oh...lei non doveva darmi un passaggio? Do-dove siamo?”

Lui l’aiuto’ a rilazarsi.

Nel suo albergo. Venga, l’accompagno in camera...”

Lei quasi scoppio’ a piangere, mentre, distesa sul divano, piagnucolava come una bambina.

Io non ho una camera, qualcun altro ha preso la mia camera, qualcuna con i tacchi di dieci centimetri e il vestito rosso!”

Resto’ in silenzio per qualche secondo, cercando con gli occhi gonfi qualcosa. William seguiva distrattamente il suo sguardo, mentre cercava con gli occhi la borsetta beige.

Oh mio dio! La mia borsa! La mia borsa e’ scomparsa!!”

William ebbe un sussulto. Si alzo’ immediatamente dal divano, cominciando a frugare insieme a Buffy. Sposto’ un paio di cuscini dal divano, gridando istericamente, manco la brosa fosse sua.

Come scomparsa? Non puo’ essere scomparsa!”

Buffy lo vide guardare sotto i cuscini del divano. Ma si puo’ essere cosi’ stupidi?

Perche’ guarda li’ sotto? Non ho perso le chiavi, ho perso la borsa!”

Dove, dove l’ha appoggiata? Pensi, pensi pensi!!”

Lei non tento’ nemmeno di capire il perche’ di tutta quella agitazione. Dio, possibile che vada tutto storto! Le disgrazie non vengono mai sole!

Io...io sono svenuta proprio la’ e...oh, il mio passaporto, i soldi, le mie vitamine!”

In quel momento, il receptionist (quello distinto che non aveva voluto darle il numero della stanza di Angel!), accorse verso di loro.

Posso essere d’aiuto?”

William corse incontro all’uomo. Un’aria omicida stampata sulla faccia porpora.

Dov’e’ il suo bagaglio?”

Scusi?”

Il ragazzo alzo’ la voce, esasperato. La mia collana!

Vorrebbe dirmi che la sua borsa e’ stata rubato in questo albergo a quattro stelle??”

Buffy lo tiro’ via, imbarazzata. E anche alquanto scocciata.

Hey, era il mio bagaglio, che c’entra lei?”

Lui cerco’ di moderare la voce, ma continuavano ad uscirgli solo striduli gridolini.

Ma poteva...! senta, sono sconvolto perche’ questo e’ il mio paese, ed e’ uno scandalo! Ricorda qualcosa, prima di svenire?”

Lei ci penso’ su un attimo. Beh, stavo seduta al divanetto e poi quel tizio e poi...oddio...

Io ero seduta proprio qui, e mi si e’ avvicinato un tizio che...”

Indico’ l’ascensore, sbiancando e boccheggiando per cercare aria.

...e poi ho visto Angel...”

Al solo ricordo di cio’ che aveva visto, la ragazza ebbe un forte giramento di testa, che per poco non la fece svenire di nuovo. William l’afferro’ al volo, alzando gli occhi al cielo...

Eccola li’! ok, si sieda, respiri...inspiri...respiri...”

Lei si libero’ dalla presa di quell’ossigenato che era sicuramente la fonte di tutti i suoi guai. Si’, era tutta colpa sua!

Respiro! Tutti gli uomini sono dei bastardi!”

William provo’ a fargliela pensare diversamente.

Beh, non tutti...alcuni beh...cercano solo di non esserlo!”

Mai avrei detto di essere il tipo di donna che puo’ dire queste cose, ma e’ vero...tutti gli uomini sono dei bastardi!”

Lui rinuncio’ a farle un discorso sulla difficolta’ di essere uomo, e passo’ al punto.

Senta, l’uomo che le ha parlato era...”

Un bastardo! Un bastardo targato Armani!”

Uff, quanto la fai lunga...

Ma aveva una giacca nera, la camicia gialla...?”

Buffy lo fisso’, stringendo gli occhi finche’ non le diventarono due fessure...oh, e’ tutta colpa sua!!

Lo conosce? Ma certo, tutti i bastardi si conoscono!”

Lui non le permise di andare oltre. La prese per la manica del cappotto di pelle e la trascino’ fuori dall’albergo, sotto lo sguardo imbarazzato del receptionist. Appena fuori, la lascio’ andare. Cominciava gia’ a calmarsi.

Ora...aspettami qui...io vado a prendere la macchina, e poi noi due andiamo a prendere la tua roba, ok?”

Lei, troppo frastornata per parlare, annui’ con la solita aria da automa, restando ferma in mezzo al marciapiede. In testa, aveva un uomo vestito di nero ed una sciacquetta mora alta almeno il doppio di lei...

Intanto William passeggiava sul marciapiede con disinvoltura, dando uno sguardo a tutte le macchine che gli passavano sotto gli occhi. Una lunga fila di vetture parcheggiate, pronte per essere messe in moto. Venne attratto da una bellissima macchina rossa fiammante, nuova di zecca e con il tettuccio apribile. Fu un attimo. Un grimaldello e un po’ di precisione e la serratura era scattata. Sono un genio...ora, l’auto era sua...

Un minuto dopo, la strana coppia era in macchina. Lui che guidava con disinvoltura, andando anche a centoventi in pieno centro, facendo la slalom tra le auto ferme ai semafori. E lei, stretta contro il sedile passeggero, avvinghiata alla cintura di sicurezza. Era un buon momento per parlare un po’.

Perche’ mi stai aiutando?”

Perche’ tu hai la mia collana rubata...e senza quella io non ho futuro, dolcezza...

Perche’ mi piaci...sul serio! Pero’ non mi piace il modo in cui mi hai detto sull’aereo, con la faccia tutta accigliata ‘lei e’ ingelese, vero?’. E non mi piace quando dici con gli occhi cattivi ‘gli uomini sono tutti bastardi’...”

Accigliata?”

In quel momento, un sorpasso azzardato li fece quasi andare a sbattere contro un idrante. Buffy urlo’, spingendosi contro il sedile. William le mise una mano sulla coscia.

Hey, non rompermi la vetturetta...”

Lei, fulminandolo con lo sguardo, gli sposto’ stizzita la mano.

Ok, adesso vuoi dirmi perche’ una come te e’ qui, a Londra?”


Venti minuti dopo, il racconto strappalacrime di Buffy era finito. Lei piangeva a calde lacrime, lui sembrava piu’ disgustato che altro. Le porse un fazzoletto, mentre tentava di capire lo sconnesso racconto della ragazza, condito da insulti e maledizioni...

Ok, sto cercando di capire...allora, lui ti chiama e ti dice che ha incontrato questa donna...”

Ah!”

No, no, questa Famme Fatale...e ti spezza il cuore. Lui...”

Mi ferisce...mi mortifica...”

Oh, Dio, basta...

Ti umilia!”

Mi umilia!”

William continua a guardare la strada. Sulle sue labbra spunta un sorriso sarcastico. Buffy lo vede, e sa gia’ che sara’ un disastro, qualunque cosa dira’ la fara’ solo stare peggio...

E cosi’ tu piombi qui a Londra perche’ possa rifarlo ancora, ma stavolta, davanti ai tuoi occhi...”

Ecco, lo sapevo. Nuove lacrime si affacciano sui balconi dei suoi occhi umidi.

No!”

No?”

Io sono venuta qui per riportarmi a casa l’uomo che amo! E’ cosi’ difficile da capire, per uno del tuo stato?”

E’ difficile da capire come farai, tesorino...

Oh, certo, mentre la sua amante...”

Lei si gira, dandogli un sonoro schiaffo sulla nuca.

Non usare mai piu’ quella parola!”

Ok, allora...quella stupida bastarda, stara’ sicuramente a guardare...certo...”

Esaspearazione. Insomma, ma ci vuole un essere superiore per capire quello che dico??

Quando rivedra’ me, me stessa, moi, tutto cambiera’, l’incanto sara’ rotto!”

Oddio santissimo che mi tocca sentire...

Ah”

Non credi che riusciro’ a fargli cambiare idea?”

Ma certo...come no!”

Buffy si ributta indietro, spingendosi nuovamente contro il sedile. Immaginando che siano le braccia forti di Angel...

Invece ci riusciro’. Gli ricordero’ la nostra vita insieme, la nostra vita insieme era perfetta! Eravamo felici, non sono mai stata cosi’ felice!”

William sterzo’ per evitare un camion. Subito dopo accellero’ nuovamente, disgustato dalle parole di quella ragazza...

Oddio, quando la gente mi dice che e’ felice...mi viene un conato di vomito!”

Ma come mi e’ venuto di accettare un passaggio, l’aiuto, di questo drogato deficiente??

Avevamo dei progetti, insieme. Una casa, la famiglia! Gli ricordero’ anche questo!”

William rise. Oddio, non poteva proprio farne a meno...

Certo, e lui era attaccatissimo a questi progetti!”

Ma lei non lo ascolto’. Non stavolta. E se Angel non avesse voluto ascoltarla?

E se non volesse ascoltarmi...”

Ti inginocchierai a supplicare?”

Non ci penso’ su che un attimo...certo, avrebbe fatto di tutto, per riportarselo a casa...

Puo’ darsi...”

William lascio’ andare per un attimo il volante, colto da un attacco di risa. Non riusciva piu’ a smettere, provocando la rabbia e l’offesa di Buffy.

Gia’ mi vedo la scena...da un lato, la famme fatale, accanto ad Angel, nel suo neglije’ rosso...dall’altra parte...tu in ginocchio, che lo implori...povero Angel, che decisione difficile!”

Buffy lo fisso’ disgustata.

Io non imploro...”

Ah, no, scusa, tu svieni!”

Appena finito di dirlo, prima che Buffy potesse mollargli un ceffone o scoppiare a piangere o entrambe le cose, William freno’ bruscamente, parcheggiando la macchina sul marciapiede, accanto ad un grosso condominio di cemento vecchio. Scese dalla macchina, mentre Buffy si slacciava tremante la cintura di sicurezza. Una ragazza bionda e atletica si avvicno’ a William, abbracciandolo calorosamente.

Spike, che bella sorpresa!”

Ciao Harmony! Dobbiamo uscire, una di queste sere!”

La ragazza si stacco’ sorridente, allontanandosi verso la palestra, annuendo di fronte l’allettante proposta del ragazzo. Buffy rideva sommessamente, appoggiata al fianco della macchina. Lui la fisso’, senza capire...

Che c’e’?”

Spike??”

Lui sembro’ arrossire fino alle punte dei capelli. Abbasso’ gli occhi, incamminandosi verso il palazzo. Ma Buffy, memore di tutte le critiche ed i commenti subiti, aveva voglia di restituirgli la tortura.

Che razza di nome e’?”

Lui la fisso’ di sottecchi. Si’, stavolta era davvero arrossito.

Beh...oh, e’ solo un soprannome idiota...”

Ah...”

Senti, lasciamo perdere, ok?”

William camminava veloce, con lo spolverino che ondeggiava ad ogni passo. Ma Buffy gli teneva testa. Non aveva intenzione di smettere di parlare.

Era la tua ragazza?”

Lui alzo’ le mani, in segno di resa.

Eh no...io ho chiuso, con voi donne!”

Non hai trovato quella giusta?”

Credimi, ne ho trovate tantissime!”

Lei gli si paro’ davanti, bloccandogli il passaggio.

Allora e’ questo!”

Che?”

Hai paura!”

Lui la supero’. Per ritrovarsela davanti cinque metri piu’ in la’.

Hai paura di impegnarti!”

Hey, io non ho paura di niente!”

Oh, se lo dici tu...Spike...”

Lui non seppe trattere un sorriso. Si guardarono. Rimasero a guardarsi per qualche istante. poi, William si sposto’.

Andiamo, il portone e’ questo...”

La bionda lo segui’, entrando in un vecchio portone di ferro.


Poche rampe di scale, poi William si ferma.

Stai indietro”

Lei si sposta, un attimo prima che un potente calcio sradicasse la porta dai cardini. William entro’ prima di lei. Li’ dentro, seduto in mutande e canottiera a giocare a scacchi da solo, stava il tizio con cui aveva parlato Buffy, poche ore prima. William gli ando’ incontro, minaccioso.

Hey, Spike, come va, tutto ben...oh!”

Una mano potente si strinse attorno alla sua gola. Lui comincio’ a diventare paonazzo, cercando di aspirare aria nella gola troppo stretta.

Ciao Wes...dov’e’ il bagaglio della signorina?”

Lui indico’ con la testa una mensola. Buffy, urlando di gioia, afferro’ la brosetta, frugandovi all’interno. Ne rimase profondamente delusa...

Ma...e il mio passaporto, tutti i miei soldi??”

William abbandono’ la presa su Wesley. Lui si massaggio’ il collo.

Venduto...”

Buffy lo guardo’, incredula.

Ha venduto il mio passaporto??”

William le strappo’ di mano la borsetta, mettendosi a frugarvi dentro.

Lascia perdere il passaporto, l’ha venduto, il passaporto!”

Anche William sembra restare deluso da qualcosa che non ha trovato nella borsetta di Buffy. Riprende Wes per il collo, stringendo man mano piu’ forte.

La pianta! Dov’e’ la vite??”

Anche stavolta, Wes indica qualcosa. Non una mensola, ma il davanzale della sua finestra. William lascia andare il ragazzo, afferrando amorevolmente la piantina di vite...

Ok, ok...e’ tutto a posto...papa’ e’ qui!”


Hai nascosto una pianta, nella mia borsa??”

Camminano per la strada, William e Buffy. Uno carezza amorevolmente la piantina di vite, l’altra corre, incavolata nera, per tentare di toglierselo di torno.

Ma tanto non ti avrebbero mai fermata, non fermano le persoe come te, era tutto calcolato, nei minimi dettagli!”

Lei si ferma, guardandolo negli occhi. I suoi, verdi e furenti, ardono.

Insomma, cosa te ne fai di una vite?”

C’e’ una collana rubata all’interno, biscottino!

Beh...questa vite...e’ tutto il mi futuro...senza sarei perso!”

Lei da’ un pugno alla pianta, che cade dalle mani di William. Fortunatamente lui riesce a riprenderla prima che cada a terra.

Hey, hey...non permetterti mai piu’!”

Ma e’ solo una vite!”

Lui lascia ricadere le braccia lungo i fianchi, sospirando.

Tu non capisci! C’e’ tutta la mia vita, in questa pianta!”

Lei continua a camminare, pensando a cosa fara’ adesso, senza passaporto, ne’ vestiti, ne’ soldi.

E adesso che faccio? Quello ha venduto tutto...i miei vestiti, il mio passaporto...i miei soldi!”

William le si avvicina. In mano ha un mucchietto di banconote. Saranno piu’ o meno trecento sterline.

Tieni, prendi queste...”

Ma lei si gira, arrabbiatissima.

Non voglio i tuoi soldi!”

Ma lui continua a porgerglieli, chiedendosi anche perche’.

Ma sono tuoi, sono quelli che gli hanno dato per la tua roba, avanti, prendili...sono tuoi!”

Lei li prende. Ma solo per buttarglieli addosso, in una cascata colorata e preziosa. Lui li guarda cadere, affrottando la fronte. Guarda lei.

Non voglio i toi soldi...sono rubati...da esseri inferiori, come te...e adesso smettila di seguirmi!”

Detto questo, la bionda si incammina veloce per la strada, senza voltarsi indietro. E William resta attonito, guardando i soldi sparsi sull’asfalto, sotto di lui, e pensando che nessuno gli aveva mai detto che era un essere inferiore. E, peggio di tutto, pensandoci, non poteva fare altro che darle ragione...e questo lo faceva sentire ancora piu’ amareggiato. Arrabbiato. Ma, stranamente, non con lei. Arrabbiato con se stesso. Ma non importa...tanto adesso aveva la collana, quella ragazza non gli serviva piu’. si incammino’ tristemente nella direzione opposta a quella che aveva preso lei, senza che quelle parole smettessero di roteare nella sua testa...inferiore...sei un essere inferiore...


(wip)