VIVI PER ME


La spiaggia di notte. Non aveva mai fatto caso a quanto fosse bella. Silenziosa, sensuale, misteriosa. Le onde che battevano incessantemente contro il bagnasciuga, senza sosta, producendo quella dolce cantilena che segue il ritmo dei pensieri.

Una ragazza bionda, non molto alta, camminava sulla sabbia dorata, lasciando dietro piccole orme che il mare provvedeva a cancellare. Un attimo prima erano lì, piccoli solchi nell’uniformità della sabbia bagnata, un attimo dopo erano scomparse, portandosi dietro la storia di chi le aveva lasciate. In un ciclo infinito. Buffy pensò che era come nella vita. Un giorno ci sei, quello dopo di te non resta che una piccola increspatura sulla superficie liscia del mondo. E poi sparisce anche quella. E di te non resta più nulla. Era una donna normale ora. Niente piu’ missione, niente piu’ responsabilita’. E, intenso quanto inaspettato, scoprire che tutto questo le manchera’. Per cosa sarebbe vissuta ora? Non aveva piu’ nessuno scopo, nessun traguardo da raggiungere. Non era piu’ la cacciatrice. Era solo Buffy Anne Summers. E cosa aveva Buffy? Nulla, la sua vita era stata spezzata, rovinata, distrutta. Cosa le restava?

Soffiava una delicata brezza da nord, abbastanza fredda da costringerla a stringersi nello scialle color lavanda che le cingeva le spalle come un dolce abbraccio. Alzò lo sguardo sulla falce di luna che illuminava la bestia inquieta che era il mare. Anche i suoi occhi, verdi e limpidi, brillavano nel riflesso di quello spicchio bianco e luminoso. Si strinse ancor di più, ma il caldo abbraccio dello scialle le sembrava sempre più freddo, insufficiente per riscaldarla. Le sembrava di essere diventata fredda come la luna, lontana dalla vita almeno quanto quest’ultima, indifferente al mondo che continuava a girare come una crudele giostra dalla quale non si può scendere. Pensò ad un altro abbraccio, infinitamente più caldo, infinitamente più confortante. Un abbraccio che non avrebbe più sentito. Ancora una volta avvertì la reale portata di quel pensiero. Le lacrime tornarono a pungerle gli occhi. Artigli appuntiti la laceravano da dentro, pezzo a pezzo, lentamente, per farle più male.

Te ne sei andato e hai lasciato a me tutto il tuo tormento…

Si fermò un istante, contemplando l’immensa distesa blu davanti ai suoi occhi. La angosciava e la intrigava allo stesso tempo. Piccole onde orlate di argento le bagnavano le caviglie, regalandole per un istante una sensazione di pace. L’acqua fredda che le lambiva le caviglie facendola rabbrividire, aveva l’effetto di un dolce calmante, l’unica cosa che riuscisse a fermare lo sgocciolare incessante e doloroso dei suoi pensieri. Pensieri di dolore e morte che la rodevano da dentro, proponendole interrogativi per cui non aveva nessuna risposta. E allora perché tormentarsi con domande alle quali non puoi rispondere, perché farsi più male di quanto non le facesse male vivere giorno dopo giorno? Un'altra domanda alla quale non avrebbe mai dato una risposta. Perché non servono risposte, ma soprattutto non serve cercare di evitare quelle domande, perché loro non bussano alla porta dei pensieri, la sfondano, entrando prepotentemente, e non c’è niente da fare per evitarlo. E allora si fugge, si ignorano queste domande senza risposta, domande che fanno male e a volte spaventano. E Buffy era fuggita. Via da quel dolore sordo e soffocante, via dalla quieta disperazione che l’avvolgeva giorno dopo giorno. Via da tutto. Con l’atroce consapevolezza di non poter sfuggire a se stessa. Dovunque fosse andata, il dolore l’avrebbe seguita. Non l’avrebbe mai abbandonata, questo lo sapeva bene. Si sarebbe solo affievolito, quel tanto che bastava per permetterle di tornare a respirare. Ma sarebbe stato sempre lì, in agguato in quell’angolino nascosto della sua mente. Nascosto nell’ombra, proprio come lui. Tutto intono a lei era silenzio, rotto solo dal mormorio insistente del mare, lontano, lieve, malinconico. Nella sua testa un mare di disperazione avanzava piano, lambendo pezzo pezzo la sua spiaggia, quell’angolino di felicità dove aveva trascorso il suo tempo con lui, per lo più senza accorgersene. E ora quella distesa d’acqua nera e potente, così diversa dal mare calmo e gentile che brillava sotto la luna quella sera, stava divorando quel luogo, silenziosamente. E cosa importava? L’unica persona che era riuscita a donare un senso alla sua vita ora non c’era più. L’unica persona che l’aveva fatta sentire viva in ogni momento era sparita per sempre. Già, per sempre. Non avrebbe più sentito la sua risata beffarda, non avrebbe più ascoltato la sua voce bassa e sensuale, non l’avrebbe più guardato camminare con quell’andatura dondolante allo stesso tempo comica e minacciosa. Mai più. Si sentiva morta dentro. Non provava nulla, tranne che dolore. Un dolore troppo grande per poterne parlare, troppo suo per poterlo condividere. Mai avrebbe immaginato di soffrire così per qualcuno che aveva tanto odiato.

Ma è dall’odio che nasce l’amore…

Chiuse gli occhi, cercando di reprimere l’ondata di malinconia che le serrava la gola. E poi, improvvisamente, s’irrigidì, gli occhi sempre chiusi e l’orecchio teso. In un istante, ne fu certa.

È qui…lui è qui!

Rimase ferma, stringendo i pugni, cercando di convincersi che erano solo fantasie di una donna innamorata tradita dall’amore e dalla vita. Ma quella convinzione invece di ritirarsi, crebbe. Passarono pochi istanti, o forse un’eternità, prima che una voce a lei fin troppo familiare le facesse rimbombare il cuore nelle tempie. Le sembrava di avere un’orchestra di tamburi africani nel petto.

il mare corteggia la spiaggia…sono mille anni che giocano e non sono mai stanchi…ti piace, cacciatrice?”

un ragazzo biondo, dai penetranti occhi blu e una cicatrice sul sopracciglio sinistro, avanzava sulla sabbia, guardando a tratti il mare, a tratti Buffy. Il suo sguardo era sereno come non mai, in pace col mondo. Mentre guardava Buffy i suoi meravigliosi occhi blu si riempirono di un sentimento che non può essere riassunto con una parola riduttiva come “amore”.

La ragazza non riusciva a parlare, nemmeno a formulare un pensiero coerente, sapeva solo che lui era lì e che le aveva parlato. non aprì gli occhi nemmeno per un istante. Il suo battito era talmente accelerato che Buffy pensò che il suo povero cuore stesse per esplodere. Una dolce risata riempì il vuoto dei suoi pensieri.

Non esploderà! Se il mio è ancora qui, non c’è pericolo per il tuo…ma…perché non apri gli occhi?”

lei rimaneva ferma, ostinatamente rivolta verso il mare, gli occhi stretti fino a che non le facevano male.

Oh, Spike! Vuoi sapere per quale motivo non apro gli occhi? Ho paura che tu sia solo una visione, una stupida voce nella mia stupida testa! Succede sempre così, sai? Io ti sento, sempre, dovunque, appena chiudo gli occhi…ma appena mi giro e li riapro per guardarti, tu non ci sei più. ci sono solo io, al massimo qualche ombra. E fa male…troppo male! Non voglio un’altra delusione! Se sei solo frutto della mia mente malata allora va via!”

Il vampiro biondo avanzò piano verso la sua cacciatrice. Non disse nulla. Le prese una mano, trovandola calda nella sua gelida. Lei tremava tutta, nonostante fosse avvolta da una pesante mantella e il vento non fosse poi così freddo. Con la mano rimasta libera, Spike le accarezzò una guancia, che avvampò di scarlatto al suo tocco. Buffy aprì piano gli occhi, trovandosi di fronte al ragazzo che la fissava dolcemente. Gli occhi verdi della ragazza si colmarono di lacrime mai scese e, per la prima volta dopo la perdita del vampiro, pianse tutte le lacrime trattenute fino ad allora, rintanandosi in quel caldo abbraccio che le era mancato tanto. Lui le accarezzava piano i capelli, commosso quasi quanto lei. Ogni tanto Buffy alzava gli occhi per sincerarsi che fosse davvero lui, che non stesse piangendo tra le braccia di uno sconosciuto. E si perdeva nell’azzurro degli occhi di lui, così sereni, così dolci come non li aveva mai visti. Li guardava, guardava il ragazzo che li possedeva, e si sentiva pervadere dalla felicità più completa e totale che avesse mai provato. Quella notte sembrava non finire mai. Lui l’aveva lasciata sfogare, aveva pianto e riso insieme a lei. Si erano seduti sulla sabbia fine, parlando piano, in sussurri, come se una parola detta a voce troppo alta potesse spezzare quell’incantesimo, portarle via tutta quella felicità. Ridevano per un niente, piangevano per ancora meno, si interrompevano per posare un delicato bacio sulle labbra l’uno dell’altra. Buffy decise che se quello era un sogno, allora non si sarebbe mai svegliata. Era lì! Lui era vicino a lei, poteva sentire il suo profumo, poteva toccare la sua pelle fredda, poteva guardare l’azzurro limpido dei suoi occhi, che sembravano aver rubato il colore al cielo e la limpidezza al mare. Sdraiati, l’uno tra le braccia dell’altro, si erano semplicemente guardati negli occhi, raccontandosi tutto quello che non avevano mai avuto il coraggio di dirsi. Niente parole, allora. Le parole non servono. Non quella notte. Improvvisamente lui volse gli occhi al cielo, alle mille lanterne che danzavano attorno alla luna. Tornò a guardarla, con quello sguardo dolce, delicato, intimidito, che riservava solo a lei. E Buffy si sentì viva dopo tanto tempo, e ancora si chiese come un essere morto potesse farla sentire tanto viva, tanto vera. Spike le carezzò piano una guancia, poi sussurrò, con quella voce bassa e sensuale che le solleticava il cuore.

Vorrei poterti donare un diamante, e’ l’unica cosa che brilla quanto i tuoi occhi. Solo che Un diamante non posso permettermelo…ma guarda su, nel cielo…tutte le stelle della sera. Scegline una e sara’ tua per sempre…”

Lei lo guardo’ divertita, leggermente commossa. Guardo’ su, nel cielo infinito, osservando ad una ad una tutte le stelle che brillavano nel manto scuro della notte. Poi, i suoi occhi si fissarono in quelli di Spike. Con un dito disegno’ sulla pelle chiara di lui il contorno dei suoi occhi blu. Rilucevano piu’ di tutte quelle stelle messe insieme.

Ecco le due stelle che amo di piu’…non ne voglio altre…”

Lui sorrise, un sorriso dolcissimo, caldo, umano, colmo d’amore, e l’abbraccio’ forte, nascondendo il viso nel suo collo per occultare una lacrima capricciosa.

Ti amo…”, sussurro’, quasi con paura, il terrore innato di essere respinto, la terribile paura della sua risata di scherno, del suo sguardo scocciato. Ma quando alzo’ gli occhi non vide niente di simile. C’era un sorriso bellissimo su quelle labbra di corallo, un sorriso che non le aveva mai visto. Nei suoi occhi verdi brillava la luna, riflettendo i suoi dolci raggi su quella piccola lacrima che le rigava il volto, scendendo piano, lentamente, unica testimone di quei sussurri nel silenzio della notte, su quella spiaggia al confine del mondo.

Ti amo…”

un soffio di vita. Eccoli li’, insieme, due meta’ ritrovate dopo secoli, finalmente unite. Due parole, semplici, immediate: ti amo. Ma raccontano mille anni di storia, una vita passata assieme, mille giorni di te e di me. Due parole, ma quanto coraggio serve per pronunciarle. E quanto fanno male. Un dolore dolce, proprio li’, al centro del petto. Un dolore che vorresti non finisse mai. Proprio come diceva lui, “qualcosa che ti prende e ti squarcia dentro”. Dolcemente. Immediato, veloce, deciso. E poi passa, e ti senti libera, felice, viva piu’ che mai. Felicita’ all’ennesima potenza. E un dubbio, un piccolo dubbio che lei ha da quel giorno in cui l’ha perso. Piccolo, ma riesce a guastare quella felicita’ perfetta che le scoppia nel petto, nella testa, sulle labbra. Buffy lo guarda negli occhi, quegli occhi che la fissano dicendole che e’ lei, la piu’ bella del mondo, l’unica e sola.

Mi credi?”

Lui tuffa le sue mani nei capelli dorati di lei, guardandola con dolcezza, con amore. Non ci sarebbe bisogno di parlare, ma il suo sguardo impaurito grida ad una risposta. Sta pensando a quel giorno lontano.

Ti amo”, gli aveva sussurrato.

Non e’ vero, ma grazie per averlo detto”…stupida risposta.

Spike la guarda negli occhi, quegli occhi puliti, buoni e sinceri.

Si’…”

Un bacio, lungo, tenero. Un altro, subito dopo, breve e appassionato. Due labbra che si uniscono, due spiriti che si fondono in un anima sola. Le mani giocano tra la sabbia, smaniose di trovarsi. Si intrecciano, si sciolgono, si allontanano, si cercano, si ritrovano. Timidi raggi di sole sbucano dal mare. La notte comincia a morire. La luna agonizza, mentre le stelle si spengono ad una ad una e un’altra, infinitamente piu’ luminosa, si accende piano, annunciando l’arrivo di un nuovo giorno. Pian piano il cielo si illumina, sfumandosi dolcemente di rosa. Il blu intenso e buio della notte diviene un azzurro tenue e delicato. Tiepidi raggi dorati li raggiungono, lentamente, per paura di spezzare quella magia. La piu’ dolce delle magie, quella che esplode rigogliosa quando meno te lo aspetti, che ti fa volare, sentire onnipotente. Che crea dipendenza. Che puo’ portare a morire. E’ una droga, la piu’ dolce di tutte: e’ l’amore. Su quella spiaggia lentamente rischiarata dai primi raggi di sole, due occhi intessono romanzi, gridano al cielo azzurro, al mare, alla sabbia sotto di loro tutto il loro amore. Niente parole. Non servono. Nessuna parola puo’ esprimere cosa provano, nessuna. C’e’ posto solo per quegli sguardi.

Improvvisamente, come svegliatasi da un sogno (un bellissimo sogno), Buffy si rese conto che oramai era l’alba. Guardo’ il sole, alto sopra il prato azzurro del mare. Terrorizzata, torno’ a guardare Spike, aspettandosi di vederlo diventare cenere sotto i suoi occhi. Ma quando il suo sguardo si poso’ su di lui, si avvide che stava sorridendole, carezzato lievemente dai raggi del sole del mattino. Le scappo’ un’esclamazione di stupore, avvedendosi che non stava fumando, ne’ incenerendo. No, lui era li’, accanto a lei, e la fissava esattamente come un attimo prima, quasi senza accorgersi del sole che illuminava la sua bella pelle lattea.

Ma…com’e’ possibile? E’ giorno, c’e’ il sole, eppure…tu…”

Non sto bruciando? Non so perche’, ma non funziona da quando…la luce non mi maledice piu’. Non mi importa di come sia accaduto, in questo momento ho solo voglia di dirti che al sole sei ancora piu’ bella…oh, Dio, non pensavo che sarei mai riuscito a dirtelo! Vederti alla luce del sole…”

Buffy gli butto’ le braccia al collo, piangendo di gioia e stupore. Spike la strinse forte, guardando in faccia il sole che sembrava sorridergli. Lei tiro’ indietro la testa e poggio’ delicatamente le sue labbra su quelle di lui. Spike penso’ che erano dolci…sapevano di lacrime, umide e calde. Cosi’ piacevoli. Frementi di vita. Quel bacio sembro’ durare secoli. Forse duro’ realmente cosi’ tanto, chissa’?

Si alzarono, camminando mano nella mano lungo tutto la spiaggia, chiacchierando e prendendosi teneramente in giro, come un tempo. Le onde carezzavano le loro caviglie. E cancellavano le loro impronte dalla sabbia. Ma Buffy, girandosi, le poteva ancora vedere, proprio li’, dietro di loro. Scolpite indelebilmente nel suo cuore. Ancora qualche passo, piu’ in la’, finche’ le gambe non fanno male, tanto male da dover fermarsi per riprendere fiato, anche se Spike non ne avrebbe bisogno. Uno sguardo al mare. Immenso, misterioso oceano, che cambiava colore ad ogni istante, mentre le onde parevano giocare con i raggi del sole…

Spike le cinse la vita con le braccia, la testa posata sulla sua spalla, guardando insieme lo spettacolo del mare. Buffy si lascio’ stringere, ubriaca di felicita’. Il ruggito del mare sotto di loro…un gabbiano che strillava lontano…il vento che sussurrava lieve canzoni d’amore…loro due, insieme. Lui sospiro’, posandole un lieve bacio sulla spalla. Un brivido caldo le corse su per la schiena. Sorrise. Si volto’ verso di lui, sfiorandogli la guancia con una mano. Spike sorrise, poi indico’ il mare di fronte a loro.

Guarda…il cielo e il mare. Potenti, immensi, misteriosi…cosi’ simili. Due linee parallele, che non dovrebbero incontrarsi mai…come noi due. La cacciatrice e il vampiro. Niente di piu’ assurdo. Eppure guarda laggiu’, all’orizzonte. Quella linea blu. Netta, dritta, perfetta. E’ li’ che il cielo e il mare si uniscono, a dispetto di tutti. E’ li’ che si sfiorano. E’ li’ che l’assurdita’ diventa perfezione. Sembra cosi’ lontano…e piu’ ti avvicini, piu’ ti sembra irraggiungibile…ma noi due ci siamo arrivati. Abbiamo raggiunto l’orizzonte. Ci siamo sfiorati. E ora non c’e’ niente che possa convincerci a tornare indietro. Siamo li’. Per sempre…”

Buffy accenno’ un sorriso divertito.

Questa e’ di William o di Spike?”

Il ragazzo si strinse nelle spalle.

Non lo so piu’…e’ come se non esistessero piu’, nessuno dei due. Ci sono solo a meta’. Come pezzi di un puzzle che sembrava impossibile far combaciare. Ma poi li guardi bene, e vedi che magari li avevi girati al contrario. Allora li aggiusti, li guardi, provi ad unirli. E, incredibilmente, combaciano alla perfezione. E completano il quadro. Meta’ di me e’ sempre stata di William. William il sognatore, William il perdente, il poeta incompreso, il romantico. L’altra meta’ e’ sempre appartenuta a Spike, anche prima di essere ucciso da Dru. C’e’ sempre stato il vampiro in me. Ci sara’ sempre. E’ la mia parte realistica, decisa, ribelle. Non l’avevo mai capito. Ora lo so. E tutti e due, William e Spike, appartengono a te…”

si scrutarono, occhi negli occhi. Come se i loro sguardi fossero rimasti incollati. Semplicemente non riuscivano a staccarsi. Spike si sposto’ di fronte a Buffy, tenendole entrambe le mani nelle sue. Due sorrisi. Piu’ splendenti del sole. Buffy aspiro’ l’aria buona del mare, mista al profumo di Spike. Forte, intenso, come sempre. Un profumo di lavanda. E un goccio di limone. Buonissimo. Sarebbe rimasta a guardarlo cosi’ per tutta l’eternita’, senza chiedere nulla di piu’ del suo sguardo. Ma cos’era quel nodo che le serrava la gola, soffocandola dolcemente, e poi scendeva giu’, a solleticarle il cuore? Amore: ecco un volume in una parola, un turbine in un sospiro, un oceano in una lacrima, un millennio in un secondo…

erano ancora cosi’, incantati l’uno dagli occhi dell’altra, quando una voce senza corpo, come un’eco lontana, risuono’ nelle orecchie di Buffy. Anche Spike dovette sentirla, perche’ distolse lo sguardo, nei suoi occhi blu cresceva un sentimento nuovo. Angoscia, dolore, avrebbe detto Buffy. Erano sentimenti che ormai conosceva abbastanza bene da riconoscerli alla prima occhiata. Perche’? e di chi era la voce che sentiva? La chiamava, le urlava disperata di tornare indietro. Buffy la ricordava quella voce, ma le sembrava tutto cosi’ strano. Un attimo di silenzio. Poi, un urlo, piu’ straziante di tutti.

Buffy!!”

Down! Era la voce della sua sorellina! Ma lei dov’era? Perche’ urlava cosi’? perche’ stava piangendo? Giro’ gli occhi smarrita, aspettandosi di vedersela comparire davanti, ma su quella spiaggia deserta c’erano solo lei e Spike. Scruto’ il vampiro con sguardo interrogativo. Lui la guardo’ teneramente (sembrava comprendere molto meglio di lei), stringendole piano la mano. Tremava. Un sorriso caldo, innamorato, con una nota amara di rassegnazione gli increspava le labbra pallide.

Devi andare, ora…la sorellina ti chiama…”

Lei gli sorrise entusiasta.

Vieni con me! Down sara’ al settimo cielo quando ti vedra’!”

Fece qualche passo, dandogli le spalle, tenendogli la mano. Ma lui restava fermo. Il sorriso scomparve dalle labbra di Buffy, mentre si voltava verso Spike.

Vieni…”

Non posso, lo sai…”

Buffy lo fisso’ incredula, sul punto di scoppiare a piangere…no, non poteva farle questo! Non poteva comparirle davanti e poi sparire un’altra volta. No, era uno scherzo troppo crudele! Se lui non veniva, non sarebbe tornata nemmeno lei.

Allora…io resto con te!”

Scosse la testa, Spike, piano, lentamente. Sinistra, destra, di nuovo al centro. Con estenuante lentezza, come se quel gesto fosse troppo doloroso per lui. Lo era, oh, se lo era.

No.”

No. Una sillaba. Le rimbombava nella testa. No. Peggio di una pugnalata al cuore. Oh, mio Dio, non di nuovo! Nuove lacrime le appannavano la vista. E’ troppo. Tirami fuori, sto annegando!

Perche’?!”

Spike la guardava. I suoi occhi, quegli occhi verdi, dolci, puliti, buoni. Colmi di lacrime. Perche’ devo farlo? Ha scelto lei di venire qui, perche’ devo rimandarla indietro? E mentre se lo domandava, una sola risposta gli sali’ alle labbra: per amore. Ma ora c’era la sua domanda a cui doveva rispondere. Un semplice “perche’?”.

Non e’ il momento…”

Buffy lo fisso’, senza capire. Non e’ il momento. Che significa, perche’ doveva farla cosi’ difficile? Strinse i pugni.

Non…io…non posso perderti, Spike! Non di nuovo!”

Il ragazzo prese le mani di lei tra le sue. Le strinse forte, senza capire chi dei due stesse tremando di piu’.

Non mi perderai! Mai, mai piu’! quando mi cercherai…quando avrai bisogno di me…mi troverai sempre. Un giorno…un giorno, quando sara’ il momento…allora staremo insieme per sempre. Ma non e’ adesso…c’e’ Briciola, non la senti? E Xander, Willow…il signor Giles. Ti vogliono con loro. Hanno bisogno di te. E tu…tu hai bisogno di loro.”

Piangeva, Buffy. Ogni lacrima sembrava olio bollente, la bruciava fino all’anima. Perche’ le diceva questo?

Ho bisogno anche di te! Soprattutto di te, maledizione!”

E saro’ sempre con te. Ma questo non e’ il tuo posto. Non ancora. Pensi che io non voglia restare con te? Darei tutto quello che ho per poterti tenere con me, ma non e’ possibile. Devi tornare indietro. Uno di noi deve essere vivo, ricordi?”

Ricordava…ricordava ogni secondo del tempo trascorso con lui. Sapeva che aveva ragione. Ma come poteva lasciarlo? Tento’ di sorridere tra il fiume di lacrime che scorreva incessantemente dai suoi occhi. Una mano volo’ ad accarezzargli la guancia. Spike chiuse gli occhi, cercando di tenere indietro le lacrime.

Ti amo.”, sussurro la ragazza, la voce flebile e spezzata dal pianto.

Una piccola goccia d’argento cadde sulla guancia di Spike. In un istante si ritrovarono abbracciati, stretti.

Ti amo.”

Cercano di sorridere, sembra che ce la facciano, ce la fanno per un istante. E sembra tutto piu’ semplice. Anche un addio sembra piu’ semplice. Basta un sorriso e due piccole parole. Cinque lettere. Niente di piu’.

E poi, d’improvviso, un altro singhiozzo. Sembrava provenire da ogni direzione. Spike e Buffy si guardarono ancora per un istante, mentre un acuto singhiozzare riempiva l’aria. Povera Down. No, non posso farle questo. E mentre Buffy lo pensava, altri singulti si unirono a quelli di Down. Piccole voci, rotte dal pianto. Una sull’altra, dicevano tutte la stessa cosa: torna da noi. Buffy le ascolto’ tutte. Le riconobbe piano. Come se una nebbia si fosse diradata nella sua mente. Willow, Xander. Il signor Giles. Forse perfino Faith. Si’, aveva sentito anche lei. Ma non riusciva a vederli. Provo’ una voglia irresistibile di tornare a casa. Poi di restare dov’era. Spike interruppe il filo dei suoi pensieri.

e’ ora, cacciatrice…devi tornare a casa.”

Buffy lo guardo’, oltre la patina argentea che le velava gli occhi. Uno sguardo pieno d’amore. Lo sguardo di una persona che ha finalmente compreso tutto. Si guardo’ la mano destra. All’anulare portava un piccolo anello d’oro, regalo di sua madre. Non ci penso’ nemmeno. Se lo sfilo’ e lo porse a Spike, che la fissava interrogativo, con quel dolcissimo sorriso sulle labbra.

Prendi questo…per non dimenticare…”

Il vampiro prese l’anello tra le mani.

Non dimentichero’…solo…non ti scordar di me.”

Non potrei mai.”

Ancora lacrime. Cercare parole che possano farla sentire meglio. Anche bugie, anche illusioni, pur di vederla sorridere. Ma Spike non vuole mentirle. La verita’ e’ piu’ dolce.

Vivi…per me. Fa’ tutto quello che non ho fatto io. Fa’ molti errori. A volte e’ cosi’ bello sbagliare. Guarda sempre avanti, non voltarti mai. Non farti influenzare, resta sempre come sei. Non cercare di essere perfetta. La perfezione e’ da stupidi, e’ per i presuntuosi e i vigliacchi. La tua bellezza sta anche nei tuoi difetti. Non avere paura di amare di nuovo. Io ti amero’ sempre, qualunque cosa accada. E adesso va’…”

Buffy smise di piangere. Doveva essere forte. Vivere, per lui. Strano…erano le stesse parole che lei aveva detto a Down prima di lanciarsi nel portale, tanti anni prima. Le aveva dette apposta? Non l’avrebbe mai saputo. Un ultimo sguardo. Una carezza. Poi lui si volta, si avvia su quella spiaggia deserta. Non guarda indietro. E lei sta per tornare. Ma c’e’ un’ultima cosa che deve chiedergli. Gli corre dietro, raggiungendolo.

Spike!”

Lui si volta, la luce del sole lo circonda, sembra un angelo. Lei gli prende una mano.

Dove?”, sussurra. Lui sembra non capire.

Dove? Cosa?”

Hai detto che ci sarai sempre, quando io ti cerchero’…dove?”

Lui esita. Sembra cercare le parole adatte. Buffy lo scuote, le lacrime vanno e vengono, le bagnano gli occhi, ma non vogliono scendere.

Devo saperlo, Spike!”

Un tenero sorriso illumina il volto del vampiro. La guarda. Le prende la testa tra le mani. La bacia. Un bacio che sa di lavanda e limone.

Sai quel posto tra il sonno e la veglia, dove ti ricordi ancora che stavi sognando? Quello e il posto in cui io ti amero’ per sempre…ed e’ li’ che mi troverai…sempre.”

Sempre…”, ripete’ lei, un attimo prima di posare le sue labbra su quelle di Spike. Il mare ruggiva forte sotto di loro. Chiuse gli occhi. Ora era pronta a tornare.

Quando riapri’ gli occhi la spiaggia era scomparsa. Anche il mare. Soprattutto era scomparso Spike. Era in una stanza bianca, stesa su un letto. Era in un ospedale. In un istante ricordo’ tutto. La paura e la vergogna per quello che aveva tentato di fare la invasero. Ricordo’ l’odore pungente del liquore. Il sapore aspro dei medicinali che si era spinta a forza in gola. Guardo’ la flebo appesa sopra di lei. Il suo sguardo si poso’ sul davanzale di una piccola finestra. Li’, guardando chissa’ cosa fuori quella squallida stanza, stava sua sorella, Down, dandole le spalle. Quanto tempo era stata via? Down sembrava sciupata, il volto tirato e preoccupato. Buffy provo’ a chiamarla. La prima volta dalla gola inaridita non le usci’ nulla. Riprovo’, con maggior forza.

Down…”

La piccola giro’ di scatto la testa. Nel vedere sua sorella sveglia, gli occhi le si riempirono di gioia e di lacrime. Corse ad abbracciarla, stringendola forte, fino a farle male. Dopo quella che sembro’ un’eternita’ ad entrambe, la sorellina corse a chiamare qualcuno che aspettava in corridoio. Willow, Xander, Giles, Kennedy e perfino Faith irruppero piangendo di gioia nella sala, abbracciando l’ex cacciatrice con affetto sincero, rimproverandola dolcemente per la sciocchezza che era stata sul punto di portare a termine. Buffy si senti’ un idiota per quello che aveva fatto. Capi’ dov’era stata, insieme a Spike. Era tornata in quel luogo dal quale l’avevano gia’ una volta riportata indietro. C’era tornata, e se n’era andata ancora una volta grazie ad una magia. La piu’ grande di tutte. Si era salvata grazie a Spike. E lui si era sacrificato ancora una volta per permetterle di tornare a casa. Guardo’ la sua mano destra. L’anellino della mamma non c’era piu’. E l’aria nella stanza era satura dell’odore di lavanda e limone.

Si’, Spike…vivro’ ancora, per me, per te…sbagliero’, amero’, perdonero’. E un giorno…un giorno forse molto lontano, ma che importa?, io e te staremo di nuovo insieme…e stavolta sara’ per sempre…