CONSEGUENZE


Los Angeles.


Erano in quattro contro due. Li avevano bloccati in un vicolo, vicino ad un locale. Loro erano una

coppia. Lei, bionda, non molto alta, sembrava un bocconcino appetitoso; lui, alto, moro, aria

tenebrosa, sembrava un tipo protettivo, ma niente di difficile da sistemare per quattro come loro.

Creature della notte, vampiri.

Jack, il più giovane, creato negli anni settanta, aveva affrontato in battaglia decine di vampiri e

demoni, e una volta era uscito vivo perfino da un incontro con una cacciatrice.

Samuel, il capo del gruppo, un Europeo creato all’inizio del secolo da un vampiro che era morto

pochi anni dopo. Era lui che aveva creato tutti gli altri.

Donna, la compagna di Samuel da sempre, prima in vita, poi nella morte. Spietata come solo

pochi vampiri erano in grado di essere. Aveva ucciso migliaia di persone, e anche lei, come Jack,

aveva combattuto contro una cacciatrice, riuscendo a uscirne viva.

Infine Otto, un tedesco, nazista, reso vampiro da Samuel, la notte in cui, prima della guerra,

insieme a Donna aveva deciso di emigrare negli Stati Uniti. Otto li aveva scoperti, e, per nulla

spaventato, aveva scaricato addosso a Samuel un intero caricatore del suo fucile. Donna stava per

ucciderlo, quando Samuel le aveva detto di fermarsi. Aveva carattere, il soldatino, gli avrebbe

riservato un trattamento diverso.

E ora erano una famiglia. Dal 1935 giravano l’america, alla ricerca di avventure e di bottino.

Quella sera, però, avevano semplicemente voglia di divertirsi. A Jack la bionda non dispiaceva,

voleva averla con se per qualche tempo. Avevano atteso che i due ragazzi uscissero dal locale, poi

li avevano bloccati nel vialetto. Tutto semplice. Fino a quando nelle mani dei due non apparvero

dei paletti di legno.

Samuel si rese conto dell’errore di valutazione che avevano commesso.

-Angelus e la cacciatrice.- disse sorridendo malignamente.

Jack infilò il suo tirapugni dorato, mentre Otto sfoderava la sua baionetta, l’ultimo ricordo della

sua vita mortale da soldato.

Donna e Samuel furono come sempre i primi ad iniziare il combattimento.

-Ragazzi- disse Buffy- non credo che voi abbiate molte possibilità- schivò un colpo di Donna,

impalettandola al volo- però se proprio volete tentare.

Samuel nel frattempo aveva colpito Angel, distraendolo da Otto, che tentò di colpirlo alla testa

con la baionetta. Ma Angel si scansò, girando su se stesso e colpendo a morte Otto, che si

polverizzò. Solo allora Samuel si rese conto di quello che era accaduto a Donna.

Il suo volto divenne una maschera di rabbia, che inorridì ancora di più il volto reso già mostruoso

dai tratti del vampiro.

-Brutta troia!- urlò, gettandosi contro la cacciatrice.

-Non preoccuparti, tra poco la rivedrai- ribattè lei, per nulla impressionata.

Angel non fece quasi in tempo a girarsi, che Jack lo colpì in pieno volto, mandandolo a sbattere

contro il muro. Un secondo colpo di Jack si infranse contro la parete, ed Angel, che lo aveva

schivato, tentò di impalettare l’altro vampiro. Ma questi si scansò, colpendo il vampiro moro con

un calcio.

Nel frattempo Buffy era in difficoltà. Samuel, furioso, la stava incalzando con una serie infinita di

colpi, che perfino lei faceva fatica a tenere a bada. Buffy, facendo leva con i piedi sul muro verso

il quale la stava spingendo il vampiro, riuscì a imprimere maggiore forza al colpo che lo centrò in

pieno volto, sbalzandolo molti metri più in la. Ma il vampiro non ne voleva sapere di arrendersi.

Si rialzò, in preda ad una furia omicida, ed estrasse un lungo coltello.

-Ora a noi due, cacciatrice. Ti farò pentire di essere nata.

-Molto minaccioso. Ma non ti servirà a nulla.

Angel intanto lottava a ritmo serrato contro il suo avversario.

-Sei bravo per essere un pivello. Ma ora basta, mi hai stancato.-

Bloccò una mano del vampiro più giovane, e la torse fin quando non sentì l’osso spezzarsi. Con

un grido di dolore, il vampiro cadde in ginocchio. In un secondo era polvere.

Samuel si avventò contro Buffy, che si scansò, colpendo il vampiro con due calci al volto. Un

terzo calcio lo disarmò, poi un quarto, all’indirizzo dei genitali lo piegò, permettendo alla

cacciatrice di finirlo.

Sentirono una risata, aspra, seguita da un battito di mani.

-Questa voce...-mormorò Buffy.

-Spike!- esclamò Angel, alzando lo sguardo verso una scala anti incendio.

Spike era comodamente seduto. I suoi capelli risaltavano nell’oscurità della notte.

-Vedo che siete ancora capaci di combattere, bravi piccioncini.- disse ironico il nuovo arrivato,

balzando giù.

-Cosa ci fai qui, tu?- fu il freddo commento della cacciatrice.

-Cosa vuoi che ti dica? Mi mancavate. No, non regge, è troppo inverosimile anche per me.

Buffy ed Angel lo guardarono scocciati. Non abbassavano la guardia, in ogni caso.

-E’ questo il modo di accogliermi? Sono due mesi che non ci vediamo, in fondo!

-L’ultima volta non sei stato molto amichevole.- disse Buffy, ricordando quello che era successo

durante la battaglia contro Duke, a Sunnydale.

-Tu non lo sei mai stata, cacciatrice, e non hai mai avuto nemmeno bisogno di un incantesimo per

volermi uccidere.- ribattè lui, risentito.

Buffy ebbe un secondo di esitazione, ricordare come lo stava ammazzando, quando lui la voleva

soltanto aiutare, gli diede una sensazione fastidiosa. Poi rispose, spavalda come sempre:

-Pronto? Io cacciatrice, tu vampiro. Il mio compito è quello di farti fuori.

Ma a Spike non era sfuggita l’esitazione della ragazza. Angel intervenne.

-Insomma, che cosa diavolo ci fai qui. Parla in fretta, prima che io decida che è giunto il momento

di ammazzarti.

-Idiota borioso, sono qui perchè ho delle informazioni che potrebbero esservi utili.

Angel aspettò qualche secondo.

-Allora? Forza, parla.

-Mi credi uno sprovveduto? Voglio qualcosa in cambio.

-Sentiamo, cosa vorresti?- chiese Buffy.

-Voglio vedere Briciola.- disse Spike, velocemente, con un tono quasi scocciato, sospirando

nervosamente col naso.

Buffy rimase attonita nel sentire la richiesta del vampiro, così come Angel.

-Scordatelo.

-In questo caso..- e si voltò per andarsene. Angel lo trattenne, ponendogli una mano sulla spalla,

ma Spike si girò, colpendolo con un pugno sul volto.

Subito Buffy intervenne, ma Spike bloccò il colpo e, senza imprimere al suo calcio troppa forza,

colpì la cacciatrice alla bocca dello stomaco, facendole mancare il fiato.

Buffy chiuse gli occhi per il dolore, piegandosi su se stessa. Ma aveva notato che Spike si era

trattenuto. Un colpo come quello, se dato con maggior forza avrebbe potuto metterla K.O. in un

attimo, ma lui aveva colpito con la forza che bastava appena a toglierle il fiato. Quando Buffy

rialzò lo sguardo, Spike era sparito.

Angel nel frattempo si era rialzato, e dopo uno sguardo di intesa scambiato con Buffy, entrambi si

avviarono verso la macchina.

-Dobbiamo tornare a casa, non vorrei che a Spike venissero in mente strane idee.

Ma quando raggiunsero l’auto, trovarono una brutta sorpresa, che confermava anche i loro

sospetti. Il cofano aperto, il motore danneggiato irrimediabilmente e tutte e quattro le gomme

bucate erano l’evidente segno del passaggio del vampiro ossigenato.


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Dawn era ancora sveglia. Stava guardando la televisione, sperando ardentemente che Buffy ed

Angel non rientrassero. Davano un bellissimo film, quella sera. Con quell’attore, Johnny Depp.

Splendido, veramente un figo, pensava la ragazzina. Xander e Anya quella sera erano usciti,

mentre Tara e Willow si trovavano ad un convegno di streghe. In effetti, Angel e Buffy non erano

rimasti troppo convinti di lasciare la piccola all’Hyperion da sola. Ma alla fine, con la scusa della

sacra missione e bla bla bla era riuscita a convincerli ad andarsene finalmente ( non senza essersi

sentita dire da Buffy che le ricordava tremendamente il signor Giles). E proprio il signor Giles,

che non abitava con il resto del gruppo all’Hyperion, si era offerto di passare a controllare come

stesse Dawn e a metterla a letto. Ma non appena l’osservatore se ne era andato, lei era tornata di

sotto, prendendo dal frigorifero una gigantesca confezione di gelato e accendendo la televisione.

Il film la prendeva davvero molto, e l’attore protagonista poi...ma all’improvviso un rumore alla

finestra attirò la sua attenzione. Subito si voltò incuriosita, appena in tempo per vedere un’ombra

uscire dal suo campo visivo. Dawn si spaventò. Spense la televisione e corse immediatamente in

camera sua. Chiuse la porta a chiave e prese la cornetta del telefono, pronta a chiamare il cellulare

di Buffy, quando il suo sguardo rimase impietrito verso la finestra semiaperta. Era forse entrato

qualcuno...o peggio...qualcosa?

Improvvisamente una figura le si parò davanti.

-Ciao Briciola. Non sono forse più il benvenuto?- disse Spike, rimanendo appoggiato sul

davanzale della finestra, all’esterno.

-Spike!- Dawn fu quasi tentata di saltargli al collo ed abbracciarlo. Ma si trattenne. Il chip. Spike

non lo aveva più. Ora era un vampiro come tutti gli altri.

Il vampiro ossigenato si rese conto dei pensieri della ragazza. Abbassò lo sguardo per

un’impercettibile frazione di secondo, per poi rialzarlo con la solita spavalderia.

-Ah, bene. Vedo che le paranoie di mister capelli dritti e della tua sorellina hanno contagiato anche

te.

-Mi stai forse facendo la predica, Spike? Non sono io l’assassino pluricentenario, qui.

-Sangue dell’Inferno, stai diventando peggio di lei, piccola! Ma non ti preoccupare, Dawn, non

sono qui per aumentare il numero dei miei delitti, questa sera. L’assassino non è qui per cacciare.

-Perchè sei qui, allora, Spike? Cercavi Buffy?

-La cacciatrice non c’entra.- disse il vampiro, quasi risentito. - Sei tu quella che volevo vedere.

La faccia di Dawn arrossì violentemente. Spike ne fu soddisfatto.

-Io?- balbettò la ragazza.- Perchè io?

-Vedi Dawn- rispose il vampiro, con una voce più pacata, quasi timida- tu...molto più di tua

sorella...mi hai dato quello di cui io avevo bisogno. Ero stato abbandonato da tutti, Drusilla,

Angelus, Darla. Tu credi, come la cacciatrice, che noi vampiri non possiamo provare sentimenti.

Ma ti sbagli. Noi possiamo amare, e amare senza inibizioni. Di un amore diverso, senza rimorsi,

senza rimpianti, senza paure. Per lo stesso motivo per cui uccidiamo senza provare pena per le

nostre vittime. Perchè non abbiamo anima. E tu... tu sei arrivata quando ero solo, quando tua

sorella mi considerava poco meno che uno zero...tu mi hai trattato con una sorta di rispetto, mi hai

dato l’amore che tua sorella non era in grado di darmi.- ora il tono si era fatto più basso, più

sensuale, mentre Dawn, a bocca aperta per quelle parole, si era avvicinata a lui.- Ma io ero troppo

accecato dall’ossessione per le cacciatrici, per accorgermi di te. Sono stato uno stupido. Spero che

mi perdonerai.- continuò, invitandola con gli occhi ad avvicinarsi. Dawn stava per giungere alla

finestra, oltrepassando la barriera magica che li divideva irrimediabilmente. Poi la porta al piano

di sotto era sbattuta. Dawn si era girata di scatto, e quando si era voltata di nuovo, Spike non c’era

più.


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Buffy ed Angel entrarono correndo nella hall dell’Hyperion, chiamando il nome di Dawn, quando

sentirono una frenata di fronte all’albergo. Si girarono, e dalla soglia ancora aperta comparve

Spike.

-Dawn!- urlò - presto fatemi entrare! Come sta la piccola?

Angel scoccò un’occhiata d’intesa a Buffy, che immediatamente corse al piano superiore.

-A che diavolo di gioco stai giocando Spike?- chiese il vampiro bruno, avvicinandosi all’altro

minacciosamente.

-Non ti posso spiegare ora, Flagello, devi ascoltarmi senza interrompermi.

Buffy discese le scale.

-Dawn sta bene, è nel suo letto tranquilla. Che cosa ci fai di nuovo qui, Spike?

-Di nuovo?- si incupì l’espressione del vampiro- Maledizione, allora lo avete già incontrato.

-Di cosa diavolo stai parlando?- chiese Angel, con un tono che non ammetteva esitazioni nel

rispondere.

-Non lo so che cosa sia. C’è...qualcosa...un demone forse...dovete credermi, quell’essere ha preso

le mie sembianze, non ne conosco il motivo, e vuole Dawn.

-Perchè dovremmo crederti? Dammi un solo buon motivo.

-Se non mi credete, Dawn morirà.

Buffy ebbe un sussulto, a quelle parole. Uscì come una furia, travolgendo Spike e sbattendolo

contro la sua auto parcheggiata.

-Ora spiegami che cosa succede. Per intero, senza tralasciare niente. Sono stata sufficientemente

chiara?

Ma in tutta risposta Spike la colpì.

-Ora basta! Mi avete stancato coi vostri modi da patetici difensori della libertà. Dawn è in pericolo

perchè il suo sangue è quello che cerca la creatura. Non lo so il perchè. Ma se credete di poter

affrontare quel demone da soli, fate pure, dannati idioti, brucerete all’inferno, tu, la tua adorata

sorellina e il tuo dannato Angel. Io ho affrontato quella...- ma la frase venne troncata. Il vampiro

biondo cadde a terra, colto da un’improvvisa fitta di dolore. Aveva gli occhi spalancati e teneva le

mani sullo stomaco.

-E ora che cosa diavolo c’è, Spike?- chiese la cacciatrice, con aria scocciata. Ma Spike non

rispose. Tentò di rialzarsi, ma ricadde pesantemente a terra.

-La...mia...ferita...

Fu Angel a decidere.

-Portiamolo dentro Buffy, forse è ferito, o forse sta recitando, ma voglio sapere di più di questa

storia. In ogni caso, saremmo due contro uno.

-D’accordo.- rispose la cacciatrice, sollevando da terra Spike svenuto.


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Spike giaceva seduto sul divano, con delle bende avvolte intorno allo stomaco, tutte sporche di

sangue. Di fronte a lui, su una poltrona, stavano Buffy ed Angel.

-Ora parla, Spike.

-Mi credete adesso?- disse, indicando con gli occhi la sua ferita.-C’è un mostro, un demone, da

qualche parte, qui vicino. Due notti fa sono stato attaccato da quella creatura. Non avevo mai

visto nulla del genere, era come se fosse arrivata una tempesta di sabbia. Mi sono trovato

circondato da un vortice di...polvere, o sabbia, non so bene cosa fosse. Mi entrava negli occhi, mi

impediva i movimenti. Poi ho avuto la sensazione che qualcosa mi trapanasse il cervello...e un

minuto dopo...ho visto delle immagini, miei ricordi, come se fosse un deja-vu. Ma insieme ai miei

ricordi, vedevo anche delle immagini che non c’entravano apparentemente nulla. Ho visto Los

Angeles, e voi due. E ho visto Dawn, e qualcuno che le addentava il collo. Poi improvvisamente

sono tornato alla realtà, e di fronte a me c’era quel demone...esattamente identico a me. Mi ha

colpito con una coltellata. Poi mi ha lasciato a terra sanguinante. Appena mi sono ripreso sono

corso qui, ma sono arrivato tardi.

-Perchè pensi che non ti abbia ucciso?- chiese Angel.

-Forse gli stavo simpatico. Non credo che tu sappia cosa voglia dire. Con la tua loquacità non

avrai mai il problema di risultare simpatico a qualcuno.

-Se tutti quelli a cui risulto simpatico mi lasciano dei bei ricordi affilati nello stomaco, sono felice

di essere antipatico.

-Angel-disse Buffy, guardandolo- tu non sei antipatico.- Angel la riguardò.

Spike roteò gli occhi al cielo.

-Ma per favore! In caso non vi foste accorti, abbiamo un problema. Forza, cacciatrice, metti in

moto la gang. Chiama le streghe, il topo di biblioteca, il bamboccio e l’ex demone. Al lavoro,

dobbiamo fare qualcosa!

-Calmati Spike.- disse Angel, pacato.

-Ma la piccola è in pericolo.

-La proteggeremo io e Angel come abbiamo sempre fatto- ribattè la cacciatrice.

-Non capisco come possiate stare così calmi! Non è di sicuro un nemico che potete sconfiggere!

-Spike, stai diventando paranoico- disse l’altro vampiro.

-E poi, da quando tutto questo sentimento paterno per Dawn.

-E’ l’unica Summers che non mi ha pugnalato al petto. Te lo sei dimenticata forse, cacciatrice? Io

no. Continuando a proteggerla per far piacere a te, alla fine, ho scoperto quale delle due è la

migliore della famiglia. E non sei tu.

Buffy ebbe un moto di rabbia. Si avvicinò a Spike, puntandogli un paletto all’altezza del cuore.

-Forza, cacciatrice. Fallo. Lo hai già fatto una volta.- disse lui sprezzante - Ma come spiegherai a

Dawn che hai ucciso Spike inerme sul divano, soltanto perchè ti eri incazzata dopo che lui aveva

detto la verità?

-Dawn non lo saprà mai.

-Tu credi cacciatrice?- ribattè il vampiro biondo, indicando con un dito la scala dietro di se, da

dove Dawn aveva osservato tutta la scena.

-Dawn...io...-tentò di giustificarsi la cacciatrice, guardando il viso imbronciato di Dawn.

-Spike- disse lei- ha ragione. Prima qualcuno con le sue sembianze è arrivato qui. Mi ha

spaventata a morte.

-Ma quando sono venuta a controllare come stavi...

-Facevo finta di dormire perchè avevo paura che nn avresti capito, che ti saresti arrabbiata, a

trovarmi ancora sveglia!

Spike nel frattempo si era alzato dal divano, cercando di muovere qualche passo verso Dawn.

-Come stai? Quel mostro ti ha fatto forse qualcosa?

Dawn fissò per qualche secondo Spike negli occhi. No, quello di prima non poteva essere lui.

-No. Voleva che lo facessi entrare, ma poi quando siete arrivati voi, lui è scappato.

-Dannazione, allora è vero che quel mostro esiste.- disse Buffy, preoccupata- e sa anche dove

abitiamo...ci conosce molto bene.

-Dobbiamo scoprire chi è e che cosa vuole.- disse Angel. - Spike, tu non ricordi se aveva qualche

segno particolare?

-No, a parte il fatto che era dannatamente identico a me.

-Io so chi è.- disse una voce dall’ingresso. Nail era in piedi sulla soglia.

-Nail!- a Buffy vennero in mente decine di domande da porgli. Dove era stato per tutto quel

tempo? Chi era la vampira che aveva combattuto con loro?

L’angelo non aveva più i capelli interamente ossigenati, soltando le estremità. Aveva la barba

incolta e il viso stanco. Gli occhi azzurri, però, conservavano la decisione di sempre. Avanzò

verso di loro. Tutti lo guardavano stupiti, con sguardo interrogativo.

-E’ mio fratello. Duke.

-Che cosa?- Chiese allibito Angel - Ma Buffy lo ha...

-Ucciso? Non è così semplice. Anche io lo credevo. Ma è tornato. In qualche modo, il suo corpo è

morto, ma la sua essenza è ancora legata a questo mondo. Il suo demone.

-Perchè è uguale a me?- chiese Spike.

-Non può mantenere la sua forma, e si è servito del tuo corpo in particolare, perchè credeva

sarebbe stato più facile in quel modo raggiungere il suo obiettivo.

-Qual’è il suo obiettivo? -chiese Buffy, temendo però di aver già intuito la risposta.

-Dawn. Il potere del suo sangue. Lo renderà abbastanza forte da poter riottenere la sua forma e i

suoi pieni poteri.

La ragazza indietreggiò spaventata. Ancora una volta, il suo sangue, la sua esistenza, erano una

minaccia per altri. Si mise a sedere sui gradini della scala.

-Come fai a sapere tutte queste cose?- chiese Spike.

-Perchè ha attaccato prima me, di te. Ma ha fallito. E’ debole ora. Potrei sconfiggerlo, ma è

dannatamente furbo. Lo sto cercando da tempo, ma non riesco a trovarlo. Sembra che possa

apparire e scomparire a suo piacimento.

-Forse Spike ha ragione, Buffy- disse Angel, lanciando un’occhiataccia al suo childe, che stava

sorridendo trionfante- forse dovremmo radunare il resto della gang.

-Si- rispose lei, dirigendosi immediatamente verso il telefono.


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-Che cosa? Sei forse impazzito?- chiese il vampiro vestito in giacca e cravatta al biondo

ossigenato di fronte a lui.

Senza nemmeno dire una parola, il vampiro biondo uccise l’altro.

-Ci sono altre obiezioni?- chiese poi, rivolgendosi ad una folla immensa di vampiri, radunati in

quello che sembrava un vecchio teatro abbandonato. Sul palco si trovava Spike..o meglio, Duke

con le sembianze di Spike, e altri quattro vampiri in giacca e cravatta.

-Ho radunato qui i quattro principali clan di questa città per un motivo molto semplice. E’ ora che

gli umani smettano di avere il predominio su questo mondo. Un predominio che non spetta a loro.

Siamo noi la razza più potente del pianeta. E’ ora di dimostrarlo. Cominceremo con il radere al

suolo questa città di fronte a milioni di spettatori. Tutti i vampiri del mondo ci vedranno e si

uniranno alla nostra causa!

-Ma non possiamo scatenare una guerra contro gli umani! Gli umani hanno armi potenti!- disse

uno dei quattro vampiri rimasti sul palco. Duke lo guardò divertito.

-E quale arcano incantesimo ci impedisce di usarle noi stessi contro di loro? Le armi le abbiamo!

-E i demoni? I demoni non saranno certo felici di vederci diventare i padroni del mondo.

Duke rimase un attimo sovrappensiero. Già pregustava la lotta...la guerra...il caos. Ecco cosa

voleva. La guerra fine a se stessa. Non gli interessava chi avrebbe vinto. Voleva solo combattere.

Era stanco di nascondersi, stanco di essere soltanto un vampiro. Voleva che tutti lo

riconoscessero, lo temessero e perchè no...che lo amassero. Alla fine, solo lui sarebbe

sopravvissuto a quella guerra. Chiunque l’avesse vinta, si sarebbe dovuto sottomettere. Demoni,

umani o vampiri, lui era l’essere più potente della terra. E lui solo si sarebbe levato trionfante

sulle macerie fumanti del dopoguerra.

- I demoni dovranno adattarsi. Che provino a fermarci, li ammazzeremo tutti. Saremo i padroni

del mondo!- Grida di approvazione salirono dalla folla di vampiri.

-Ora tenetevi pronti per domani notte. Preparate le armi, studiate il piano di battaglia. Domani

notte, il mondo sarà nostro.


(wip)