A BUFFY IN OCCASIONE DEL SUO COMPLEANNO


Cap.I


Disclamer: i personaggi ed i luoghi descritti non appartengono all’autrice del racconto; sono di proprietà di Joss Whedon, della Wb e della Upn. L’autrice scrive per divertimento personale, senza alcuno scopo di lucro.

Il titolo è tratto da un film "A Gillian, in occasione del suo compleanno". Ovviamente i diritti appartengono a chi li detiene per legge, io l'ho solo preso a prestito


Pairing: Buffy/Angel


Time line: la storia è ambientata circa cinque anni dopo gli avvenimenti che sono stati riportati nell’epilogo della mia fanfiction “In Assenza di Te”. Diletta è la figlia di Cordelia e Doyle. Connor non è mai stato rapito. Buffy è stata assassinata. Tara è innamorata di Angel. Questi sono solo alcuni dei molti cambiamenti rispetto alla storia originale. Per questo primo capitolo non ha molta importanza, ma più avanti ci saranno riferimenti ce potrebbero risultare poco chiari a chi non abbia letto “In Assenza di te”, a parte questo la storia può essere letta come una ff a sé, con le premesse che Buffy è morta e ci sono molte coppie alternativa come Spike/Willow, Wesley/Faith, Giles/Anya, che però saranno solo citate e non avranno grande rilevanza nella storia.







Le rose erano bellissime. Come sempre. Come ogni anno.

Erano perfette. I loro petali vellutati, le corolle regali, il profumo delicato, il colore cremoso, come una pennellata ad olio.

Erano rose bianche.

Erano in bocciolo.

Erano tante quante gli anni che la donna avrebbe compiuto.

L’uomo che reggeva il mazzo di rose fra le mani era molto alto, più alto della media. Scuri i capelli, scuri gli occhi profondi, scuri i vestiti che indossava. Un’ombra sullo sfondo della notte stellata, limpida.

Era arrivato puntuale, quando il sole era sceso dietro l’orizzonte accecante e aveva trovato riposo fra i drappi della notte, lui era arrivato. Puntuale, come sempre, come ogni anno.

Lo accompagnavano un vento gelido che soffiava dal nord e una luna vuota, assente, calata, nel cielo.

Il vento era dentro ai suoi occhi, vento e silenzio, e anni interminabili che raccontavano l’inesplicabile affanno di una vita vissuta senza scampo.

L’uomo che non era un uomo e aveva l’anima di un eroe sconfitto fermò i suoi passi sotto un grande albero. Fronde verdi e radici profonde nella terra. Era una pianta antica, eppure per lui rappresentava solo un virgulto.

Lei non arrivava mai puntuale. Era sempre stata in ritardo.

Eppure, avrebbe sorriso della sua puntualità. L’avrebbe osservato attraverso le lunghe ciglia ricurve e avrebbe sorriso.

L’uomo chiuse gli occhi preparandosi ad aspettare. Escluse la percezione di tutto il mondo che lo circondava, di tutta l’inutilità del creato. Nulla che non fosse lei aveva importanza, o spessore.

Sono bellissime.”

La voce della donna arrivò a lui come una saetta. L’unica musica che fosse mai stata composta nella storia degli uomini. La sua voce. Come una carezza. Come un balsamo sulle ferite dell’anima. Come una sinfonia per chi abbia conosciuto solo il silenzio.

Penetrò attraverso la sua pelle, i muscoli, percorse i nervi, si insinuò fino al cuore che non batteva.

Sei tu ad essere bellissima.”

Sentì che lei sorrideva. Un sorriso velato di malinconia. Un sorriso cristallino. Un sorriso antico, insolito su un volto così giovane e perfetto.

Ma se non hai neppure aperto gli occhi.”

Non ho bisogno degli occhi per vederti. Sei in me.”

Perché veni fin qui, allora?”

Per trovarti…”

Io sono con te in ogni attimo.”

Mi sei mancata, Buffy.”

La donna abbassò lo sguardo smeraldino sull’erba umida, verde nonostante fosse inverno. D’altronde, in quella terra era quasi sempre estate, o primavera…

Lo abbassò come se volesse nasconderlo a lui, come se volesse celare un moto incontrollato dell’animo, il balenare di un’emozione troppo forte per essere detta. Il luccichio cristallino di una patina di lacrime che vetrificavano la superficie dei suoi occhi verde mare.

A lui non sfuggì. Avrebbe voluto allungare una mano e sfiorarle un braccio. Trasmetterle la sua sicurezza. Trasmetterle l’amore.

Non lo fece. Non gli era concesso.

A volte pensava di essere un pazzo. Ma lei era l’unica cosa vera dell’universo.

Ti ho già detto che sono bellissime? Grazie. Non te ne dimentichi mai.”

Buon compleanno.”

E’ già passato un anno…”

E’ stato un anno molto lungo.”

Lui appoggiò le rose a terra con delicatezza, con devozione.

Quando si rialzò i suoi occhi color cioccolato incontrarono quelli della donna e rimasero a riposare nell’oasi che essi rappresentavano. In quegli occhi vibrava tutta la vita che gli era stata negata. In quegli occhi stava racchiuso tutto il suo mondo, ogni suo desiderio. In quegli occhi stavano il suo perdono, la sua redenzione, la sua immortalità

Come in un rituale già scritto, ripetuto con accurata amorevolezza ogni anno, si incamminarono giù per la collina, avviandosi in una passeggiata che avrebbe attraversato la notte.

Lo è stato. Ogni anno è molto lungo.”

Prima di te…il tempo non aveva questo significato. Non era così insopportabile.”

Prima….quando infiammavi l’Europa?”

Umm, no. Dopo che ho riavuto la mia anima. Prima ero semplicemente…immortale.”

Credevo che fossero le anime ad essere immortali…”

Tu lo sei?”

Credevo anche che fossi tu ed essere la mia immortalità.”

Lui sorrise appena. La donna non stava usando un tono molto serio.

Dopo di te…non ho più voluto un’immortalità. Ma non volevo portare il discorso su un tono così filosofico…”

O metaficiso…”

O metafisico. Volevo solo dire che mi sei mancata.”

L’avevi già detto………………….Mi sei mancato anche tu.”

Avevo paura di non trovarti, questa volta.”

Sono sempre qui.”

Credevo che tu…fossi andata via…una persona davvero molto speciale mi aveva detto…”

Lo so. Lei è speciale davvero.”

Tu….la consoci?”

Tu sì.”

”….Allora puoi leggere nei miei pensieri.”

Posso leggere le tue emozioni. Ma ho imparato a farlo troppo tardi.”

Non sto parlando di questo.”

Lo so.”

A volte credo di essere pazzo.”

Non è la prima volta.”

No, non lo è. Ma le altre volte erano creature come il Primo Male a cercare di farmi impazzire, o le visioni dell’inferno in cui ero stato. Adesso…”

Sono io…”

Lui sospirò. Un sospiro inutile. Un sospiro per riprendere contatto con la realtà. Lui che non poteva respirare, sospirò.

No. Non sei tu.”

Oh, credevo che avere intorno il mio fantasma fosse il motivo delle tue elucubrazioni…”

Infatti…Ma non sei tu, in quanto tu….”

Sta diventando complesso, Angel.”

E lo dici a me? Mi sveglio ogni notte con la stessa domanda, con lo stesso pensiero che mi corrode il cervello. Solo io posso vederti, solo qui. Solo io avverto la tua presenza, o almeno mi ero convinto di questo. Sei un fantasma? Forse, non lo so. Non hai nessuna delle caratteristiche per esserlo….Sei un fantasma della mia mente? La mia testa è talmente impregnata dei ricordi di te, che quando torno in questo posto, riesco a evocarti? O sei semplicemente una proiezione dei miei desideri? La solitudine, il dolore, il senso di vuoto che hai lasciato, sono così forti che io penso di vederti e di parlarti per non impazzire, ma tu non sei reale….Mi ero quasi convinto di questo, ma poi Diletta ha detto….ha detto che ti vede, che le racconti favole… Buffy…io ho bisogno, un bisogno assoluto di sapere…”

cosa…?”

Sei vera? Ti vedo in questa realtà?”

Oh, Angel. Puoi toccarmi, puoi percepirmi, puoi odorarmi, puoi sentirmi?”

La voce della donna che era stata una cacciatrice e un’eroina si alzò di tono. Era screziata di rabbia e di frustrazione. Sembrava che lo stesse sfidando, o meglio, che gli stesse chiedendo di provare la sua non esistenza.

Posso sentirti.”

Forse basta una sola delle condizioni perché io sia reale.”

Buffy…”

Cosa? Che importa la mia risposta? Tu la penserai comunque come vuoi. E se sono una proiezione della tua mente per –riempire il vuoto-, allora, dirò quello che tu vuoi sentirti dire, perché sei tu a farmelo dire, perché sono i tuoi pensieri a darmi forma. Tutto sommato è perfino inutile che io parli, o esprima un’opinione, perché sarebbe una tua opinione, o l’opinione che tu pesi io esprimerei se mi trovassi qui veramente e dovessi parlare. Anzi, posso anche sparire, così tu smetterai di pensare di essere pazzo e saremo entrambi più tranquilli!!”

Ti prego, Buffy…io non volevo…”

Che cosa ti aspetteresti se fossi un fantasma? L’aria macilenta e pallida, i buchi delle pallottole che mi trafiggono il petto, catene che mi penzolano dalle braccia???”

No, che anche altri oltre a me percepiscano la tua presenza. Ma non volevo farti arrabbiare.”

Non sono arrabbiata. Le proiezioni mentali non si arrabbiano.”

Non ho detto che sei…”

Hai detto che te ne eri quasi convinto…”

Sì, quasi. Prima che Diletta mi dicesse…”

Credi a tutto quello che dice una bambina di cinque anni?”

Sei arrabbiata.”

No!”

Non voglio litigare in questa sera. Non voglio litigare l’unica volta in un anno in cui posso stare con te.”

E’ quello che facevamo per la maggior parte del tempo.”

Lui non rispose. Socchiuse le labbra per ribattere, ma poi si trattenne. Abbassò lo sguardo sull’erba verdissima.

Nemmeno io voglio litigare, Angel. Come sta Connor?”

O, lui sta bene. E’ quello che mi da meno preoccupazioni…”

Ovviamente Cordelia è quella che te ne da di più…”

Lei è molto migliorata…”

Oh, bene.”

Angel sospirò ancora. Alzò gli occhi sulla bellissima donna che aveva accanto. Sfiorò con lo sguardo i capelli biondissimi, la pelle alabastrina, la curva impertinente del naso, le labbra morbide, gli occhi scintillanti. Allungò una mano per accarezzare quella pelle e la lasciò sospesa a mezz’aria, immobile. Sapeva che avrebbe sfiorato solo aria inconsistente.

Perché posso vederti solo qui?”

Sembrò che lei non gli avrebbe risposto. Fece ondeggiare i lunghi orecchini che portava ai lobi e strinse le ciglia, come per ricacciare indietro delle lacrime che non poteva versare.

Perché solo qui il nostro legame è sufficientemente forte. Io non ho mai fatto parte della tua vita a Los Angels.”

Ovunque io sia, da chiunque io sia circondato, tu fai parte di me. Tu sei dentro ad ogni cosa che faccio.”

Buffy distolse lo sguardo da quello insopportabilmente intenso del vampiro.

Io….sono morta, Angel.”

Lo so. E io ogni anno porto fiori in occasione del tuo compleanno su una tomba che mi uccide. Ma tu sei qui, con me adesso.”

Forse sono solo una proiezione…”

Una proiezione esasperante, direi!!!”

Lei rise. Non la sentiva ridere da molto tempo. Era stato sordo per molto tempo, privato di quella risata.

Mi manchi. Mi manca questo, la tua risata, i tuoi occhi, il tuo sorriso. Mi manca litigare. Tutto quello che io ho fatto, l’ho fatto…”

Ssssc…non lo dire. Anche tu mi manchi. Ma io….non sono neppure un vero fantasma. Devi andare avanti, Angel. E non tornare qui.”

Non voglio andare avanti, se significa perdere te.”

Lo stai già facendo. E mi hai già perso.”

Non eri tu quella che…”

Non facciamo discorsi tristi, ti prego…..”

Come vuoi.”

Si sedettero sull’erba. Angel sentiva il marmo freddo di una lapide contro la schiena. Lei gli era accanto. Luminosa come l’ultima stella di un cielo depredato. Lei non toccava l’erba. Non lasciava l’impronta del proprio corpo nel terreno, non deviava il flusso della brezza o le gocce di rugiada. Lei non era nulla. Lei era il nocciolo della sua esistenza.

Lei, lei, lei. Fino a impazzire. Fino a star male. Fino a urlare e imprecare contro il cielo.

Lei, lei, lei. Fino a consumare la mente. Fino ad annientare il corpo. Fino a schiacciare la ragione.

Lei, lei, lei. Fino a dimenticare il mondo. Fino a non sentire più nulla. Fino a perdersi nel buio.

Lei, ancora e ancora. Fino alla fine del tempo, fino ai confini del mondo.

Lei, unica ragione, unica luce, unico punto fisso.

Lei per morire ancora, lei per vivere ogni giorno, lei per combattere tutte le battaglie.

Lei per una redenzione divenuta inutile, lei come riscatto per il fuoco dell’inferno.

Lei per un’anima alla deriva, lei per placare un demone che ruggiva nell’oscurità.

Lei, e la sua divorante assenza.

Dimmi Angel…” gli occhi smeraldini erano rivolti al cielo, seguivano i disegni delle costellazioni, naufragavano in quel buio splendente. “Come sta Tara?”

Il vampiro sussultò impercettibilmente. Non riusciva a leggere le emozioni di quel viso perfetto.

Tara…”

Sì, la strega. E’ diventata una dottoressa, giusto?”

Sì, sì lei…”

Buffy sorrise. IL suo sorriso era malinconico e lontano, straziante. Il sorriso di chi sta per dire addio.

Una dottoressa…..penso che potrebbe curare anche ferite più profonde di quelle sulla pelle, Angel? Può curare quelle della tua anima?”

No.”

Non esserne così sicuro mio perduto amore. Devi solo……….. lasciarmi andare…..”

No.”

Ma lei è tornata da te, Angel….è tornata per te… e io devo solo scivolare via….più lontano…”

Buffy, io non voglio…..”

Cosa non vuoi? Credevo che invece volessi….credevo che fossi qui per avere la mia approvazione, la mia assoluzione, il mio via libera. Per sentirti dire che non sarò gelosa, che voglio che tu sia felice. Non è per questo?”

No. E’ per sentirmi vivo come quando sapevo che in un qualche angolo del mondo tu respiravi e combattevi. Per provare quella stessa ebbrezza anche solo poche. Per illudermi.”

E’ questo che sono…..un’illusione Angel.”

Credevo non volessi parlare di cose tristi.”

Non c’è mai stato niente di allegro per noi. Travolgente, assoluto, meraviglioso, spaventoso….ma di allegro nulla. Lei è vera Angel….”

Tara…è solo tornata in città.”

E’ rimasta per te.”

E’ rimasta per il suo lavoro.”

Per te…cieco e sciocco che non sei altro. E non posso biasimarla.”

Non ci sarà posto per nessun’altra nella mia vita…”

Angel, tu hai l’eternità davanti e…e io non tornerò magicamente indietro. Il punto non è quello che tu vorresti o quello che io vorrei…il punto è che c’è già un posto vuoto accanto a te.”

Ci sei tu. Ogni istante che abbiamo passato insieme, ogni tuo sorriso, ogni frammento di vita rubato alla notte che mi avvolgeva, io non dimenticherò mai.”

No, ma andrai avanti. E’ un dato di fatto…lo stai già facendo…e hai pura. E sei qui perché pensi che io possa rendere le cose più facili. Non ti darà la mia approvazione…sei tu a non lasciarmi andare….”

Non ti sto chiedendo l’approvazione per un bel niente. Non c’è niente da approvare.”

Non avevo finito. Ricordi quel giorno nelle fogne? Quando ci siamo salutati. Qualcosa dentro di me mi diceva che non ti avrei più rivisto. Avvertivo una sensazione di gelo. Sentivo che non avrei avuto una seconda occasione per dirti quello che dovevo. Ricordi?”

Ogni maledetto secondo.”

Non voglio rievocare il dolore. Il tuo dolore ancora così vivo…Non vorrei neppure che tu ne provassi. Il mio tempo era finito, non sarebbe potuta andare in altro modo che così. Ma io sono riuscita a dirti una cosa, Angel. Ti ho detto……”

Ricordo…Buffy non voglio sentirlo….”

“…di essere felice.”

Lui chiuse gli occhi e deglutì.

Sentiva fortissima la presenza di lei accanto a sé.

Era un dolore dilagante che si irradiava dal petto. Era una droga che gli distruggeva il cervello.

Era così vicina, così vera da annientarlo. Non poteva sopportare quello.

Tutta quella situazione.

Quella vicinanza così spasmodica da fargli desiderare di scappare pur di interrompere quell’insopportabile tensione; da fargli desiderare che quella notte non finisse mai pur di non dover smettere di sentirla, con il suo sorriso i suoi occhi le sue labbra i suoi capelli di seta la sua anima cangiante, accanto e dentro di lui.

Quella vicinanza che non poteva essere né colmata né spezzata e che diventava insostenibile, come una tortura.

Chiuse gli occhi e allungò una mano sul terreno, lasciandola strisciare sull’erba, cercando con la punta delle dita quella di lei. Gli sembrò di poterla stringere, di sentirne la pelle vellutata, di avvertirne il leggero calore.

Udì un piccolo sospiro di donna soffocato. Immaginò la sua testa bionda che si piegava in avanti ed i capelli che le ricadevano intorno al volto come un sipario.

Voleva baciare quella donna. Doveva baciare quella donna.

Non era una questione di desiderio o di passione, di bisogno. Era una questione di sopravvivenza.

Doveva baciare quella donna.

Sentiva il suo respiro infrangersi sulla barriera della notte.

Con la mente disegnava i contorni di lei.

E lei rimaneva in silenzio, come in attesa.

In attesa di essere baciata, o dimenticata.

Perché rimaneva in silenzio?

Forse perché ormai non c’era più nulla che avrebbe dovuto essere detto, né più nulla da rispondere.

Angel strinse fra le dita quelle sottili di lei. Strinse forte. Tanto forte da poter spezzare le ossa di una persona normale. Sentì che una leggera pressione in risposta.

Attirò verso di sé la donna. Sentì la resistenza di lei cedere, il peso di tutto il corpo che si sbilanciava verso di lui. Sentì lo spostamento d’aria prodotto dai lunghi capelli che si abbatterono sul suo viso.

Aprì gli occhi.

Ma ora il vampiro era seduto da solo sull’erba verde intenso sotto il cielo stellato.

Accanto a lui l’aria era rarefatta.

Accanto a lui non erano posate le membra di nessuno.

Accanto a lui c’era solo il buio della notte.

Da qualche parte cominciava a strisciare sulla terra l’odore dell’alba.


(wip)