LA PROMESSA


Category: Rewrite

Pairing: Buffy/Riley - Buffy/Angel

Rating: VM 14

Genres: Drama


Timeline: Quinta stagione BTVS, episodio Shadow


Summary: Buffy scopre il vero motivo per cui Angel l’ha lasciata grazie ad una lettera che la madre le ha scritto prima di cadere in coma. Questa sconvolgente rivelazione devasta la cacciatrice e la costringe ad operare delle scelte, ma la strada per ritrovare il suo cuore è molto in salita


Spoilers: Cenni alla seconda stagione di Ats


Il cielo era di un azzurro surreale e intenso, quasi abbagliante.


Era spazzato da un vento forte e ribelle che soffiava incessantemente e aumentava di intensità ad ogni ondata sibilando furiosamente.


Gli invitati erano seduti sulle panche bianche bordate di fiori e allineate sul prato verdissimo e ben tagliato.


Erano intenti a trattenere i cappelli o le sciarpe o gli scialli che il vento cercava di rapire strattonandoli.


Ma ognuno fu distratto da tale attività e dalle chicchere all’arrivo della sposa.


L’abito bianco si agitava intorno a lei ,in un fruscio di tulle e seta, scosso e strattonato dal vento.


Il lungo velo si attorcigliava in mulinelli malinconici nell’aria e i petali dei fiori dell’acconciatura volavano via strappati dalla furia del vento.


Nel silenzio carico d’attesa Buffy fece il primo esitante passo verso l’altare.


La musica sembrava lontana e irreale, mentre aveva l’impressione che il rumore prodotto da ogni suo singolo passo la sovrastasse completamente.


Camminava lentamente, sola, spaventata.


Le sembrava di salire verso un patibolo.


I visi sorridenti ed allegri che la circondavano accentuavano la sua impressione di non avere via di scampo.


Un passo, un altro ancora.


Eppure avrebbe dovuto essere il giorno più bello della sua vita.


Il vento ,con una folata improvvisa, le fece quasi perdere l’equilibrio.


Stringendo il bouquet con tutte le sue forze ,quasi potesse mantenerla ancorata a terra, alzò lo sguardo per incontrare quello di Riley che l’aspettava all’altare.


Un passo, un altro ancora.


Lei amava Riley, e quella era la scelta giusta.


Allora perché si sentiva morire?


Ancora un passo e sarebbe arrivata all’altare.


Tirò un lungo respiro ,come se dovesse immergersi in apnea, e coprì la distanza che la separava da Riley.


Lui le sorrise prendendole la mano.


Adesso era troppo tardi per cambiare idea.


E poi lui non era venuto per fermala....


Lei amava Riley... e quella era la scelta giusta... sarebbe stata felice con lui...


Il sacerdote cominciò a parlare, ma lei non lo sentiva.


Si sentiva solo morire ,lentamente, come se il fuoco dentro di lei si spegnesse palpito dopo palpito, in un ultimo doloroso guizzo.


Poi ,all’improvviso, il sangue cominciò di nuovo a pulsare prepotentemente nelle vene.


Il cuore balzò nel petto.


Si sentì viva mentre un’emozione tanto violenta da far male la invadeva completamente, pervadendole i sensi.


Sentì che lui era lì.


Prima di vederlo sapeva che la stava guardando con quegli occhi che le leggevano nell’anima e le trapassavano il cuore.


Girò lo sguardo cercandolo disperatamente.


Notò un bosco fitto con alberi dalle foglie verde scuro di cui prima non si era accorta.


Nuvole grigie e pesanti di pioggia si addensavano sulle cime di quegli alberi.


Il vento ruggiva fra di essi con fragore di tuono.


Finalmente lo vide.


Angel.


Angel al limite di quel bosco, la schiena appoggiata a un tronco, la fissava intensamente.


Buffy si domandò confusamente come fosse arrivato fin lì ,c’era il sole... come avesse saputo del matrimonio... come l’avesse trovata...


Ti troverei anche se fossi cieco


Sentì la voce di Angel chiara e vicina.


Ma lui era così lontano... e nessun altro sembrava averlo udito.


La cacciatrice guardò tutti i suoi amici, il suo osservatore, sua madre.


E lesse sui loro volti cosa si aspettavano che facesse.


Erano tutti lì per il suo matrimonio... tutti tranne lei...


Le mancava il respiro.


Cercò di nuovo lo sguardo di Angel.


Lei non amava Riley e non sarebbe mai stata felice con lui.


Non poteva sposare Riley.


Sciolse le sue mani da quelle del ragazzo.


Mi dispiace... davvero, ma non posso... Io... mi dispiace.”


Sollevò il vestito troppo ingombrante e cominciò a correre verso Angel.


Si strappò il velo che la impediva e che fu portato via dal vento come un aquilone abbandonato.


Cominciò a piovere forte.


L’acqua la inzuppò e le incollò addosso i numerosi strati della gonna.


Ma continuò a correre disperatamente, sentendosi seguita dagli sguardi sconvolti e perplessi di tutti.


Il bosco sembrava essere sempre più lontano... più irraggiungibile.


La pioggia si mischiava alle sue lacrime.


Lo chiamava disperatamente, ma la sua voce era portata via dal vento.


Gli tendeva inutilmente le mani.


Non riusciva a raggiungere Angel... né ad afferrare la mano che lui le offriva...


Angel... Angel... lei amava Angel... solo Angel... da sempre... Angel... voleva Angel... nient’altro... ma l’aveva tradito...


Angel... Angel...


Buffy si svegliò di soprassalto, scattando a sedere sul letto.


Era coperta di sudore, il cuore le batteva all’impazzata e aveva il fiatone come se avesse corso per ore.


Faceva caldo, le sembrava di soffocare nella stanza buia.


Riley dormiva tranquillamente accanto a lei.


Lo guardò sentendosi in colpa per quel sogno, ma scuotendo la testa di disse che in fondo era solo un sogno e che non voleva dire niente.


E mentre lo pensava sapeva perfettamente che non era vero.


Si alzò e si rivestì in silenzio, poi uscì: aveva bisogno di aria.


La notte era limpida, si vedevano centinaia di stelle.


La brezza fresca sulla pelle ancora sudata la fece rabbrividire.


E così ripensò ad altri brividi, troppo lontani e troppo dolorosi da ricordare.


A sguardi che riempivano i silenzi.


A mani che si cercavano nel buio.


A baci interminabili.


Pensieri brevi e ribelli che si rifiutavano di essere dimenticati.


Ripensò ad Angel.


Come in centinaia di altre notti, quando le sembrava che la solitudine l’avrebbe sommersa.


Ma lui era lontano.


Era uscito dalla sua vita.


E adesso c’era Riley nella sua vita... e nel suo cuore.


Lei doveva amarlo, se lo meritava!


Sorrise amaramente, dando un calcio a un sassolino per terra: doveva.


A volte aveva perfino l’impressione di stare con Riley solo perché Angel le aveva detto che doveva avere una vita normale con un ragazzo normale.


Vuoi che abbia una vita normale?! O.K. ecco fatto! Visto, posso vivere perfettamente felice anche senza di te?!


Ma cosa stava facendo?


Perché stava con u ragazzo che non amava?


Perché ne hai bisogno.


Una voce dentro di lei la punzecchiò crudelmente.


Perché ti aiuta a nascondere il dolore, a tirare avanti, a far finta di niente.


Riley ti serve per dimostrare a te stessa che non ami più uno che ti ha piantata.


Quel povero ragazzo è solo un alibi, un palliativo.


Ti serve per non impazzire, per non continuare a sentire le urla del tuo cuore in pezzi.


Per non svegliarti di notte e sentirti disperatamente sola.


Per vendicarti di Angel.


Buffy si fermò in mezzo alla strada e reclinò la testa all’indietro.


Va bene, sono solo una ragazzina egoista! Uso Riley per provare a tutti, e soprattutto a Angel, che non lo amo più, che non ho bisogno di lui, che l’ho dimenticato... che altro dovrei fare? Ogni volta che penso a lui mi sembra di impazzire... mi scoppia il cuore! Ma lui non tornerà da me...”


Sentì le lacrime scorrere sul viso e la rabbia crescere come la mera dentro di lei.


Perché piangeva ancora per lui?!


Senti, senti! Cosa abbiamo qui....? Una cacciatrice in piena crisi esistenziale... o di nervi.... E’ davvero la mia serata fortunata!!”


Spike spuntò dalle ombra con il suo immancabile soprabito di pelle nera che svolazzava mosso appena dal vento.


Sfoggiava un impudente sorriso a 36 denti e fissava con occhi canzonatori la sua antica nemica.


Buffy si girò per colpirlo in faccia ma il vampiro riuscì ad evitare il sinistro della cacciatrice.


Mancato!... Prova un’altra volta e sarai più fortunata..!!”


Rideva divertito.


Togliti di mezzo, Spike. O stanotte ti impaletto sul serio.”


Nervosetta, eh? Che c’è, questa sera non ti sei divertita con Big Jim?!”


Buffy gli tirò un calcio allo stomaco e questa volta lo colpì.


Lascia Riley fuori dai tuoi disgustosi discorsi!”


Spike riprese fiato a fatica.


Oh, lui è troppo normale e pulito perfino perché io pronunci il suo nome?! Se non sbaglio non era una dichiarazione di amore eterno al tuo ragazzo quella che stavi facendo...”


Buffy lo colpì di nuovo con rabbia furibonda.


Lo sbatté per terra e lo colpì di nuovo, poi estrasse un paletto.


Restò un momento con l’arma sospesa in mano, poi la gettò via con stizza.


Lasciami in pace! Tu e tutti i vampiri del mondo! Non foste mai esistiti la mia vita sarebbe normale adesso! E il mio cuore non sarebbe in pezzi! Vi odio tutti!”


Scoppiò a piangere.


Lì, in mezzo alla strada, in piedi davanti a Spike che la guardava disorientato:


Cercò di avvicinarsi per consolarla ma lei lo allontanò con sdegno.


E’ inutile piangere Buffy, non risolverai niente!”


Lei alzò gli occhi indignata su di lui.


Non sei tu che può dirmi cosa è inutile o no! Che ne sai tu di lacrime! Piangere... piangere a volte fa bene...”


E pensi che resisterai per molto? Piangere nella notte e poi tornare dal tuo bel soldatino con un sorriso falso sulle labbra? Siete pazzi, tutti e due: tu e Angel! L’avevo detto io! Fin dalla prima volta che vi ho visti insieme. Finirete per distruggervi! Preferisco essere quello che sono e non aver paura di ammettere i miei sentimenti, la passione, che fingere come fate voi! Fingere perché è la cosa giusta non amarsi. Stare lontano quando bruciate dal desiderio di vedervi, di toccarvi. Tutto perché non è giusto che un vampiro e una cacciatrice e un vampiro stiano insieme. Quel disgraziato di Riley non ti basterà ancora per molto! Prima o poi esploderete, tu e il tuo vampiro, e non ci sarà anima che tenga!!! E vi cercherete con tutta la disperazione della vostra passione proibita. E farete l’amore. E succederà quello che è già successo. Vi affronterete e morirete. Adesso piangi quanto vuoi cacciatrice, e se non accettare la verità se non vuoi. Io mi sono stancato di stare vicino a una donna che non mi vedrà neanche mai! Guardi me e vedi il mio sire... Ti saluto Buffy, ma ricordati quello che ti ho detto. Prima o poi la passione deflagrerà in voi e vincerà su tutto, governerà la tua mente e le tue azioni... ed anche le sue.”


Spike girò i tacchi e se ne andò senza voltarsi indietro, lottando per non lasciar trasparire la rabbia e il dolore.


Ormai aveva capito che la cacciatrice non avrebbe mai amato nessun altro...


Maledisse silenziosamente Angel e contemporaneamente ebbe pietà di lui: adesso capiva quanto tormentoso dovesse essere stare lontano da lei ed amarla.


Buffy rimase sola nella notte.


Mentre le lacrime si asciugavano sul suo viso cercò di scacciare le parole di Spike e di raccogliere i pezzi della sua vita per andare avanti.


Si rese conto che doveva tornare da Riley: se non l’avesse fatto subito non sarebbe più tornata da lui.


Percorse la strada a ritroso con gli occhi bassi.


Riley dormiva ancora come se non fosse successo nulla.


Buffy tornò a letto sistemandosi con cautela per non svegliare il ragazzo.


restò sveglia per tutta la notte.


Aveva troppa paura di addormentarsi e di sognare di essere fra le braccia di Angel e non fra quelle di Riley.... come era già successo molte, troppe volte.


Silenziosamente osservò l’uomo che aveva accanto.


Era ancora un ragazzo, giovane e impulsivo.


Ascoltò i suoi respiri regolari disperdersi nel buio della stanza.


Non aveva mai potuto ascoltare i respiri di Angel... né sentire il loro calore sulle labbra.


Eppure per un solo bacio del vampiro avrebbe tradito quel ragazzo che le stava vicino da più di un anno...


Angel... doveva dimenticarlo...


Doveva riuscirci per sopravvivere, per proteggere Dawn, per essere ancora la cacciatrice, perché lo doveva a Riley.


Doveva ignorare il dolore, dimenticare che il suo cuore era lontano da lei, che era a L.A. e non sarebbe più tornato da lei, non le sarebbe più stato restituito.


E forse dopo molto, molto tempo, avrebbe fatto meno male pensare a lui e sarebbero potuti essere amici... bè più o meno...


Quando il sole cominciò a fare capolino attraverso le tende mal chiuse finalmente Buffy si addormentò sfinita.




La vita a Sunnydale scorreva nella sua normalità e i giorni diventarono settimane.


Settimane in cui fece strage di vampiri e si adoperò per essere una perfetta fidanzata, riempiendo Riley di attenzioni per non darsi il tempo di pensare.


Ma di notte i sogni tornavano, ostinati e crudeli.


Sogni di quello che era stato, sogni di quello che non era mai accaduto.


Sognava sempre Angel, una notte dopo l’altra.


Sognava di passeggiare sulla spiaggia con lui, di parlare per ore, ma soprattutto sognava di baciare Angel... di fare l’amore con lui e di addormentarsi fra le sue braccia.


E ogni volta si svegli<ava in preda ai sensi di colpa...




Sei sicura di stare bene?”


Willow inclinò la testa con aria pensierosa.


Voglio dire, la maggior parte delle volte ho la sensazione che tu non sia qui. hai lo sguardo lontano...”


Buffy sobbalzò impercettibilmente sulla sedia, come quando al liceo le facevano una domanda a cui non sapeva rispondere.


Sono solo un pò stanca! Tutto questo allenamento! E Dawn prima o poi mi farà impazzire! Ma sono qui! Dove vuoi che vada?! Sono la vostra cacciatrice preferita e per voi do anima e corpo..!!!”


Xander entrò rumorosamente dalla porta del negozio, diede un bacio frettoloso ad Anya e poi si lasciò cadere con aria distrutta su una sedia vicino alle ragazze.


La routine mi ucciderà... Non subito, non con un morso sul collo, ma mi ucciderà!2


Will e Buffy lo guardarono perplesse.


sapete una cosa, ragazze? E’ un po' che non salviamo il mondo. mi mancano i vecchi tempi quando i cattivi erano grossi e brutti e avevano anche il loro bravo ritratto sui libri di Giles con sotto scritto quanto erano forti e invincibili. Voi non avete un po' di nostalgia per quel caro vecchi serpentone del sindaco?!”


Willow arricciò disgustata il naso e Buffy si alzò scuotendo al testa.


Tu sei matto! Proprio fuori di testa! Non dovrebbero farti lavorare sotto il sole in cantiere... Ti sei preso una bella insolazione... Però ,in fondo, il sindaco era meno pericoloso di Glory... forse... Non ho mai dovuto affrontare un nemico così potente da sola...”


Ehi, tu non sei sola!”


I tre ragazzi protestarono all’unisono.


Sì, lo so... Io volevo dire senza... cioè...”


Buffy arrossì rendendosi conto di quello che stava per dire.


Giles la salvò sul filo del rasoio, arrivando dal retro con un libro aperto in una mano e un’immancabile tazza di tè nell’altra.


L’apocalisse, sta per arrivare l’apocalisse!”


Si fermò in mezzo alla stanza e riprese fiato bevendo una sorsata di tè.


L’apocalisse uguale la fine del mondo?”!


Sì, esatto Xander. Fra tre giorni o forse sette... non sono sicuro.


Si apriranno tutte le Bocche dell’Inferno presenti sulla terra. Sapevate che ce n’è una anche a Los Angles ?”


Mmm... Glory resterà molto delusa se qualcuno riuscirà a distruggere il mondo prima di lei!”


Non è il momento di scherzare Buffy!”


E quando mai lo è da queste parti?! Che vuole che faccia per impedire la fine del mondo?”


Dobbiamo esorcizzare questa Bocca Dell’Inferno per impedire che si apra. Ho trovato un rituale che eseguirò con Willow e Buffy stanotte stessa. Nel frattempo tu devi trovare il demone che ordinerà alle Bocche di aprirsi nel momento della congiunzione astrale. Credo che si nasconda a L.A.”


Crede?”


Buffy lo guardò di traverso.


Crede? E come ha fatto ad avere questa geniale intuizione?!”


Giles tossicchiò leggermente imbarazzato.


Vedi... Ho sentito Wesley... A L.A. succedono fatti strani, la violenza ha raggiunto livelli altissimi così lui ha pensato di contattarmi per un consiglio e io ho fatto delle ricerche.”


Ah, e si era dimenticato di dirmelo?!”


Non ritenevo fosse.... necessario... Ma adesso devi andare a L.A. e collaborare con... Angel.”


Giles guardò la sua cacciatrice, aspettandosi una reazione piuttosto violenta, ma Buffy rimase calma, anzi impassibile.


Non se ne parla.”


Ma...”


No! Lo raccontate voi al mio ragazzo che sono andata dal mio ex perché dovevamo salvare il mondo mentre lui resta qui a non fare niente!!!”


Willow prese cautamente la parola.


Non devi per forza dirglielo... A Los Angeles c’è tuo padre... E’ un po' che non vai a trovarlo..”


Dovrei mentirgli?!”


Dovresti solo alterare leggermente la verità... Non è detto che tu non trovi il tempo di passare da tuo padre!


Già, peccato che mio padre sia in Spagna!”


La fine del mondo è un po' più importante del fatto che il tuo ragazzo sia geloso di Angel.”


Giles si tolse gli occhiali per pulirli e lanciò un’occhiata a Buffy.


Fra l’altro non ne ha motivo giusto?!”


Buffy si girò per evitare che la vedessero arrossire e si diresse alla porta.


Tanto mi ci fareste andare comunque... in un modo o nell’altro quindi è meglio che parta stanotte. Will, di tu a Riley che sono andata da mio padre.”


Giles la richiamò “Ah, Buffy...”


Lei si voltò già con la maniglia in mano.


Sì, lo so. Sto attenta. Il demone è grosso, brutto e cattivo. è molto forte e devo ucciderlo. Il piano è che vado da Angel (cerchiamo di non litigare) , troviamo il demone che ha deciso di aprire le Bocche ( fra l’altro proprio di venerdì sera..), lo affrontiamo, chiudiamo la Bocca se si è aperta e lo facciamo fuori. Ho dimenticato qualcosa?” Sorrise con aria innocente.


No, ma passa da Tara prima di partire, le ho telefonato di prepararti un amuleto che ti aiuterà a trovare la Bocca di Los Angeles.”




Kate doveva parlare con Angel di alcuni casi inspiegabili.


ultimamente la violenza in città era esplosa e i fatti di sangue si erano quasi triplicati.


E soprattutto si erano triplicati gli omicidi inspiegabili... quelli sui quali solo Angel avrebbe potuto fare un minimo di luce.


Non che potesse andare a raccontare ai suoi colleghi di vampiri o demoni... ma le piaceva vederci chiaro lo stesso.


Era tardi per una normale visita di lavoro, ma dopotutto Angel era... bè, mica poteva andare a fargli vista di giorno.


O forse sì?!


Non sapeva molto di lui... non sapeva quasi nulla.


E le dispiaceva.


Probabilmente nella sua vita c’erano più ombra che luci, ma non le importava più molto.


Era arrivata.


Si sistemò i capelli e si lisciò nervosamente il vestito sulle gambe.


Forse era davvero troppo tardi...


Ma quando lui le aprì la porta e riconoscendola sorrise, tutti i suoi dubbi si dissiparono.


Proprio a L.A. doveva nascondersi quel demone?


Proprio nella città di Angel?


E si che il mondo era piuttosto grande!


Ma tutti gli avvenimenti, le catastrofi o le gioie, sembravano sempre riportarla da lui.


Come un naufrago spinto a riva dalle onde.


Trasse un profondo respiro e si preparò a bussare.


Ma la porta era aperta.


Angel doveva essersi dimenticato di chiudere bene...


Risa.


La risata cristallina e scrosciante di una donna.


E quella di Angel.


Inconfondibile, Buffy l’avrebbe riconosciuta fra mille.


Con lei non aveva mai riso tanto...


Fece un passo avanti trattenendo il fiato.


Angel e una donna bionda erano seduti sul divano.


Bevendo del vino rosso parlavano animatamente e ridevano.


Sul tavolino c’erano dei fascicoli aperti e apparentemente dimenticati dai due.


Buffy cercò inutilmente di ripetersi che non era gelosa, che non le importava quante donne Angel frequentasse, o che le frequentasse...


Ma il suo sguardo si fermò inevitabilmente sul braccio di Angel appoggiato sullo schienale del divano, dietro le spalle della bionda.


La cacciatrice restò immobile in piedi in mezzo alla stanza.


Nel giro di un secondo Angel si accorse di lei.


Scattò in piedi.


Buffy...”


Ciao Angel.”


Buffy... Cosa fai qui? Non ti aspettavo...”


Vedo” Lanciò un’occhiata alla donna “Avrei dovuto telefonare, me ne vado subito.”


No, figurati. Sono solo sorpreso. E’ successo qualcosa?”


Niente che non possa risolvere da sola. E’ meglio che vada adesso.”


Rigida come se fosse stata di pietra si diresse alla porta.


Angel la trattenne per un braccio.


Aspetta, per favore. Kate ti dispiace scusarci un minuto?”


La portò nell’altra stanza.


Buffy non parlava.


Cosa c’è? Qualcosa di grave? Se avessi saputo che avevi bisogno d’aiuto sarei venuto immediatamente a Sunnydale.”


Oh, non ti preoccupare. E poi eri impegnato a far altro.”


Cosa vuoi dire?”


Sai cosa voglio dire.”


Parli di Kate?”


Angel la guardò perplesso.


Se si chiama così.”


E’ solo un’amica, Buffy. E’ un poliziotto e aveva bisogno d’aiuto per alcuni casi. Noi non.”


Non sapevo che i poliziotti si portassero il lavoro a casa. E’ davvero molto zelante questa Kate.... Voi non cosa?”


Sai cosa.”


No, non lo so! Dimmelo tu.”


Dio, Buffy. Non essere infantile, Stavamo solo bevendo un bicchiere di vino.”


Oh, sì e ridevate come vecchi amici. Ed eravate così vicini da far pensare che... e lei... praticamente ti sbavava addosso... chiacchieravate così fittamente che non ti sei neanche accorto che ero entrata e poi..”


E poi cosa?! Stavo chiacchierando con una ragazza.”


Flirtavi con lei.”


Flortavo? E anche se fosse? Tu puoi rifarti una vita, ma io non posso neanche divertirmi per una sera? Cosa doveri fare? Chiudermi in una cripta per sempre?! Non puoi arrivare qui e metterti a giudicare.


Non puoi pretendere di controllare la mia vita. Tu adesso hai un nuovo ragazzo, stai con lui, e devi abituarti all’idea che anche io possa rifarmi una vita... senza di te.”


Buffy sentì il cuore lacerarsi, come se Angel rigirasse un pugnale in una ferita mai chiusa.


Certo, hai ragione. La tua vita non mi riguarda più.”


Già. Qualsiasi cosa ci sia fra me e Kate non ti riguarda.”


Angel non sapeva esattamente perché l’aveva detto.


Forse solo perché era geloso di Riley...


Buffy abbassò lo sguardo e fissò a lungo il pavimento.


Quando parlò l’aggressività era sparita dalla sua voce.


E c’è qualcosa?”


Ma non aspettò la risposta, sentì le lacrime pungerle gli occhi e per non piangere dovette di nuovo nascondersi nella sua rabbia.


Non lo voglio sapere. Non mi interessa. Sei uscito dalla mia vita.


Io amo Riley adesso. Ho una storia normale, una storia in cui posso fare l’amore con il mio ragazzo e uscire alla luce del sole. E non soffro più, non devo più raccogliere i pezzi del mio cuore.”


Sapeva di mentire, a se stessa e a lui.


Ma voleva solo ferirlo.


Farlo soffrire come soffriva lei, senza rendersi conto di quanto tormento gli costasse parlarle in quel modo.


Scusa tanto se sono piombata qui a quest’ora di notte e ho rovinato la tua serata.”


Buffy...”


Angel la guardò in silenzio, stringendo la mano a pugno per cercare di fermare il dolore che le parole di lei gli infliggevano, per cercare di non dirle tutto in faccia.


Di non urlarle quanto l’amasse, delle notti in bianco passate a pensarla, a sognarla, della gelosia folle per quel ragazzo che adesso l’aveva, di come fossero insopportabili i minuti e le ore e i giorni senza di lei, di quanto la desiderasse, di come il ricordo dei suoi baci fosse l’unica cosa che a volte gli impediva di essere risucchiato nell’oscurità del suo passato.


Cerca di capire Buffy. Cosa sarebbe successo se fossi arrivato nel bel mezzo della notte a casa tua? L’esercito? Scenate di gelosia? L’ultima volta ,e non ero a casa tua, ero solo a Sunnydale, mi hanno accolto due pattuglie armate.”


Una volta comparivi alla mia finestra alle ore più impensabili.”


Una volta non c’era nessun altro nel tuo letto.”


Buffy respirò, poi alzò gli occhi verso Angel e incontrò i suoi.


Si girò e corse via.


Angel la seguì per fermarla, ma poi si rese conto che se l’avesse raggiunta, l’avrebbe presa fra le braccia e baciata.


E non doveva farlo.


Per quanto quel Riley non gli piacesse le avrebbe dato una vita e un futuro.


Lui no.


Restò fermo mentre lei spariva nella notte.


Immobile la seguì con lo sguardo fino a quando non la vide più e poi rimase a guardare il punto in cui si era confusa con la nebbia.


Dopo pochi istanti si rese conto che non gli aveva detto perché era venuta.




Kate era rimasta seduta sul divano.


L’arrivo era stato repentino e aveva stravolto la serata.


Così quella era Buffy, la cacciatrice.


L’aveva già vista una volta ,con Angel, alla centrale quando Faith si era costituita.


A volte l’aveva sentita nominare da Cordelia o da Wesley.


Ma Angel non ne parlava mai.


Eppure non l’aveva mai visto così.


E il modo in cui la guardava...


Come se non esistesse nessun’altra al mondo... come se fosse speciale.


Sentiva le loro voci provenire dall’altra stanza.


Le uniche due volte in cui li aveva visti insieme stavano litigando.


Ma si vedeva benissimo che fra loro c’era molto di più di quello che entrambi volevano ammettere.


Il modo in cui si guardavano, si parlavano, fra loro c’era un’intimità particolare.


Kate si sentì fuori posto, di troppo, sbagliata.


Che ci faceva lì , a quell’ora, nel bel mezzo di una discussione fra due ex i cui sentimenti erano ancora molto evidenti?!


Che centrava lei con quel vampiro malinconico e affascinante che aveva nel cuore un’altra?


Una ragazzina capricciosa ed egoista... Kate si concesse con piacere il commento.




Angel realizzò la situazione in un attimo, ma un attimo troppo tardi.


Buffy era lì per lavoro.


Probabilmente Wesley aveva chiesto l’aiuto di Giles... quell’inglese faceva sempre di testa sua!!


Il vampiro si infuriò con se stesso: possibile che quando c’era lei perdesse sempre il controllo?


Si era lasciato trascinare in quella discussione dimenticandosi completamente di tutto il resto.


Rientrò e dimenticandosi del tutto di Kate prese il telefono e chiamò Wesley.


Buffy è qui a Los Angeles. Le hai detto della bocca dell’Inferno che si trova qui?!”


La voce assonnata di Wesley era inframmezzata da malcelati sbadigli.


Veramente io ho solo chiamato Giles... per un consiglio... forse lui ha avvertito Buffy...”


Certo, e ti eri dimenticato di dirmelo!”


No, bè.... Hai detto che Buffy è qui. Vuol dire che Giles ha localizzato la Bocca. Le hai parlato?”


Sì, ma non abbiamo parlato esattamente di quello.. Se sa dov’è non me l’ha detto. Deve essere andata da sola E’ in pericolo. Devo trovarla al più presto.”


Sì, certo. Chiamo subito Giles, forse lui potrà darmi qualche spiegazione. Sei sicuro che non ti abbia detto niente di utile per capire dov’è andata?”


Sì, non abbiamo parlato di lavoro.”


Ah. Quella ragazza ti fa perdere la testa amico...”


Temo di sì. Quando le sono vicino ,cinque anni fa come adesso, riesco solo a pensare che vorrei baciarla. Ed è per questo che dobbiamo stare lontani.” Angel parlava più a se stesso che a Wesley “Esco a cercarla. Tu chiama Giles.”


Kate si era alzata.


Aveva preso il cappotto e i fascicoli e si era diretta alla porta.


Ma non aveva potuto fare a meno di sentire la telefonata.


Angel riagganciò.


Kate, scusami. Io... devo andare... Stanno succedendo delle cose... demoni e simili, non credo ti interessino i particolari. Parleremo di quei casi un’altra sera se non ti dispiace.”


Lei sorrise.


Non ti preoccupare, vai.”


Angel sparì a sua volta nella notte.


La poliziotta si incamminò lentamente verso casa.


Non aveva mai visto il vampiro così preoccupato e in ansia.


Era chiaro che doveva correre a proteggere la cacciatrice.


La sua cacciatrice.


Da quando lo conosceva era l’unica persona per cui l’aveva visto emozionarsi o perdere il controllo.


Non ci voleva molto per capire che la amava.


Kate scosse la testa, chissà se quella ragazzina sapeva quanto fosse fortunata.


Comunque non era affar suo.


E da adesso in poi avrebbe risolto da sola anche i casi tipo x-files...


La donna ingoiò quella che poteva essere una lacrima.




L’amuleto di Tara la guidò al rifugio del demone, e alla Bocca dell’inferno.


Il ciondolo si accese di una luce sempre più forte man mano che si avvicinava alla meta.


Era una casa abbandonata e fatiscente, nel cui interrato era stato costruito una sorta di piccolo tempio in pietre proprio sopra la Bocca.


Buffy spiò la situazione da una finestra con i vetri rotti.


Il demone era solo e recitava strane formule camminando in un cerchio di candele.


C’era incenso ovunque.


E in una ciotola su di un braciere bruciava quello che sembrava sangue.


L’odore intenso e pungente le fece arricciare il naso.


Un solo nemico, l’avrebbe fatto fuori in poco tempo.


Si diede un momento per calmarsi, per eliminare Angel dalla sua mente.


Poi si preparò ad agire.


Il cappuccio del demone era scivolato dalla testa.


Buffy lo guardò sorpresa: era una donna.


Alta e longilinea con capelli neri e ondulati che le coprivano tutta la schiena, aveva strani occhi neri senza pupille e la bocca rossa e sottile.


Il corpo avvolto in un’ampia veste rosso porpora le lasciava scoperte solo le mani.


Sembrava umana ,o quasi, ma aveva una gemma dai riflessi violacei incastonata nella fronte.


La cacciatrice fece il giro dell’edificio per trovare un ingresso.


Entrò da un squarcio in un muro laterale e scese lungo le precarie scale di legno.


Ma un cigolio tradì la sua presenza.


La demonessa interruppe il suo salmodiare e di scatto si girò verso di lei.


Come osi interrompermi? Chi sei ti che cerchi la morte prima che sia lei a cercare te?”


Buffy alzò gli occhi al cielo, chissà perché i demoni dovevano essere sempre così teatrali!


Bè, ormai mi sono giocata l’effetto sorpresa, tanto vale che ti dica anche chi sono. Mi chiamo Buffy e sono la cacciatrice.”


Balzò dalle scale e atterrò esattamente davanti a quella creatura.


La cacciatrice. E’ un onore poterti uccidere. Non pensavo saresti venuta tu. Mi avevano detto che questa città è protetta da un vampiro con l’anima.” Sorrise “Combatti cacciatrice e muori.”


Attaccò Buffy che le rispose con un calcio.


Fantastico! Anche tu conosci Angel! Sembra che sia diventato famoso fra le donne di questa città! Oh, ma dovrai metterti in fila! Vediamo c’è Darla, e poi Drusilla, e naturalmente Faith, e adesso c’è anche Kate!” Sferrò un altro calcio e una raffica di pugni “Kate, una poliziotta! Non è neanche un bel nome. E i suoi capelli! Non penserà davvero che la gente li creda biondi naturali..!”


Continuarono a combattere in silenzio.


La donna-demone era molto forte.


Buffy cominciava ad essere stanca, e piena di lividi.


Probabilmente si era slogata un polso.


Era davvero ora di farla finita.


Riuscì ad atterrare il demone e le rovesciò addosso il pesante braciere.


Tanto per essere sicura la trafisse con una spada rituale che le era capitata fra le mani.


La demonessa prese fuoco.


Prima le sue vesti rosse, poi i capelli e infine tutto il corpo.


Si sciolse fra le fiamme come neve fresca e di lei rimasero solo ceneri azzurro cobalto.


Buffy riprese fiato e si concesse il tempo di compiacersi del lavoro svolto.


Poi se ne tornò di filato a Sunnydale con un labbro tagliato, un livido violaceo sullo zigomo e il polso decisamente slogato.


Arrivò a casa distrutta.


Entrò cercando di fare il minor rumore possibile.


Ma poi si ricordò che era mattina e fortunatamente Dawn era a scuola.


Buffy scivolò in camera sua, chiuse le tende e si buttò sul letto.


Le faceva male dappertutto.


Cacciatrice o meno stavolta era davvero ammaccata.


Quella demonessa l’aveva conciata per le feste, pensò che sarebbe stata pane per i denti di Glory.


Ma in realtà non erano le ferite a farle male, era un dolore che spaccava il cuore.


Kate.


E da dove saltava fuori?


Che diritti aveva sul suo Angel?


Lei non sapeva niente di lui, non lo conosceva come Buffy lo conosceva!


Ma lei aveva ancora il diritto di essere gelosa?


Girò la testa e fece scorrere lo sguardo sulle foto incorniciate sul comodino e su quelle appese allo specchio.


Riley.


Riley che la abbracciava sorridente.


Lei e Riley sulla spiaggia.


Riley e Dawn e lei a un pic-nick con Xander e Anya.


Riley che cercava inutilmente di insegnarle a guidare.


E tante altre foto del suo nuovo ragazzo.


Foto che una qualsiasi fidanzata avrebbe potuto avere appese in camera.

Non aveva mai avuto una foto di Angel, o con Angel.


Non aveva avuto tante cose che in una relazione normale sono ovvie con Angel.


Ma aveva Angel e questo le bastava.


Ma forse il vampiro aveva ragione: non le sarebbe bastato per sempre.


In ogni caso il suo presente e il suo futuro erano con Riley.


Un ragazzo sicuro e affidabile.


E innamorato.


Lei lo amava...


Si addormentò e nella nebbia dei sogni l’unica cosa certa era il volto di Angel.




Si svegliò quando il sole era ormai tramontato.


Solo allora si accorse che la segreteria lampeggiava.


Riley aveva lasciato un centinaio di messaggi.


Era preoccupato per lei: non aveva bevuto completamente la storia di suo padre... e voleva ricordarle che la sera dopo dovevano uscire a cena per festeggiare il suo ultimo esame e per trovare un pò di tempo per loro due da soli.


Se n’era dimenticata del tutto.


Uscì di corsa per andare a cercarlo e lungo la strada si preparò qualche buona scusa per la sua sparizione.




Ero preoccupato Buffy. Riappari con un occhio nero, il labbro tagliato e un polso fasciato e mi vuoi far credere che sei stata da tuo padre. La realtà è che mi escludi da quello che fai, mi cerchi solo se vuoi passare un paio d’ore senza pensare ai tuoi problemi. Ma non vieni mai da me con loro, non mi chiedi mai consiglio, aiuto, conforto, se piangi lo fai da sola.”


Non essere ingiusto! Tu sei importantissimo per me, morirei se non ci fossi. Solo non volevo metterti in allarme per un non nulla. Era un demone qualunque, ma sai com’è fatto Giles sembra sempre che si la fine del mondo...”


E un demone qualunque ti avrebbe ridotta così??”


Le mise un dito sotto il mento voltandole la faccia verso la luce.


Ero un pò distratta... ma è solo un graffio....”


Voltò la testa coprendosi la metà faccia con i capelli.


Non voglio che tu mi protegga. Mi fai sentire inutile! “


Ma tu non sei inutile! Sei il mio ragazzo!! E d è normale che io non voglia ti succeda niente di male!”


Certo, e così mi lascia a casa a girarmi i pollici mentre tu salvi il mondo!”


Non ho salvato il mondo... Era una questione che potevo sbrigare da sola...”


Da sola?! e io che credevo fossi corsa a cercare l’aiuto di Angel!”


Buffy abbassò lo sguardo senza dire niente.


Allora sei andata da lui! Dio ,Buffy, e poi pretendi che io ti creda quando dici che non conta più niente per te!”


Ma è vero! E poi non aveva tempo per aiutarmi... era con una ragazza.”


Ah. E tu sei gelosa.”


Gelosa?! Per quello che mi riguarda può avere tutte le donne che vuole. Io sto con te.” Allungò le braccia a circondargli il collo e alzandosi sulle punte dei piedi lo baciò. “E amo te. Angel è solo il mio passato... un passato triste.”


E’ solo che quando c’è di mezzo lui sei... diversa. Non ti sento più... mia... Sembra che lui rapisca tutti i tuoi pensieri e le tue emozioni. Sono geloso Buffy...”


Lei si strinse al ragazzo.


Bè, fai male. Perché non è con lui che passo le mie notti...”


Lo baciò di nuovo sorridendogli.


Lui la abbracciò forte, cercando di cancellare i dubbi che aveva in cuore.


Già, stai con me adesso...”


E con te resterò... Andiamo? Qui comincia a essere un po' troppo affollato...”


Riley la strinse ancora un momento e la baciò appassionatamente.


Poi la guardò negli occhi sperando che gli confermassero le parole della sua ragazza.


Da me?”


Lei sorrise annuendo.


Si avviarono all’uscita abbracciati.


Buffy sentì un brivido profondo lungo la schiena... il cuore batteva tanto forte da farle male.


Riprese respiro voltandosi di scatto.


Cosa c’è?”


Buffy lo cercò fra la folla, nel buio del Bronze... come mille altre volte aveva fatto.


Doveva essersi sbagliata... non poteva essere lì.


Mi era solo sembrato di aver visto... oh, non importa. Mi sono sbagliata. Andiamo.”




Angel li seguì uscire con lo sguardo.


Immobile nelle ombre del locale li guardò baciarsi allacciati e allontanarsi.


Non pensava che potesse far così male vederla con Riley.


Almeno non credeva che potesse fare più male che pensarla ogni istante fra le braccia di quel ragazzino.


Ma vederli insieme aveva avuto la violenza secca di un colpo improvviso, di uno schiaffo, di un pugno allo stomaco.


Era stata davvero una pessima idea venire a Sunnydale per cercarla.


Non sapeva esattamente neanche perché fosse venuto.


Aveva trovato i resti inceneriti del demone nella casa diroccata.


C’erano anche impercettibili tracce di sangue.


Il sangue di Buffy.


Si rendeva conto che vedere come stava era stato solo un alibi... avrebbe potuto telefonarle.


Stupido.


Cosa si era aspettato?


Cosa pensava di trovare?


Era normale che l’avesse trovata con Riley.


Era normale che lui la baciasse.


Era normale che lei gli dicesse di amarlo.


Era normale che andassero via insieme...


L’aveva lasciata per questo, giusto?!


Perché incontrasse un ragazzo normale.


E allora perché gli sembrava di impazzire, di bruciare, perché faceva così male?


Perché avrebbe ceduto volentieri al demone che c’era in lui spezzando ,letteralmente, il collo di quel ragazzino insipido?


Gelosia.


Era follemente, irrazionalmente, totalmente geloso di Riley.


Lui, un vampiro di 250 anni geloso di un essere umano che avrà avuto sì e no una ventina d’anni.


Non poteva non amarla.


Era impossibile.


Ci aveva provato, ma non ci sarebbe riuscito in tutta l’eternità.


Uscì dal Bronze, quel posto troppo pieno di ricordi per calmarsi.


Era troppo tardi per tornare a L.A.


Avrebbe dovuto aspettare il tramonto a Sunnydale.


Così tornò alla villa appena fuori città dove aveva abitato prima di andarsene.


A parte un pò di polvere non era cambiato niente.


E ogni cosa parlava di lei.


Tornare lì era stata la seconda cattiva idea della serata... due in un giorno solo, però!


I ricordi gli si animavano intorno, così reali da poterli quasi toccare.


Sarebbe stata una lunga notte.




Aveva passato tutto il giorno occupandosi di cose banali ,senza riuscire a combinare niente, cercando di non pensarci.


Ma era un’idea fissa.


Che ritornava alla carica non appena abbassava leggermente la guardia.


Quella sensazione così profonda... così intensa...


L’aveva sentito, sentito dentro di lei.


Angel era lì, era a Sunnydale, al Bronze.


Sentiva ancora il suo sguardo sulla pelle, non poteva essersi sbagliata.


Guardò nervosamente fuori dalla finestra: il sole non era ancora tramontato.


Si avviò alla porta due volte e due volte tornò indietro.


Ma era più forte di lei, doveva andare a cercare Angel.


Non aveva idea di dove fosse, ma si diresse alla sua vecchia abitazione.


Si fermò un momento nel giardino invaso dai rovi.


Il cuore le saltava come impazzito nel petto battendo a ritmo incredibile.


Ricordi e sogni si mescolavano nei suoi pensieri mentre quel luogo le entrava dentro, trovando nella sua testa tutte le ore che ci aveva trascorso con Angel.


Buffy scostò con precauzione le tende anche se il sole stava già rapidamente affogando nel buio.


Una parte di lei sperava ardentemente di non trovarlo.


Rabbrividì nel cappotto: il fuoco era acceso.


Rimase ferma in mezzo alla stanza, guardando le candele che la riportavano indietro a rivivere momenti d’amore andati perduti, scioltisi nel fiume fangoso del tempo.


Era felice allora... e quasi non se n’era accorta...


Angel le arrivò alle spalle ,più silenzioso di un gatto, all’improvviso come sempre.


Vedendola aveva creduto che fosse solo uno dei tanti fantasmi dei ricordi che lo avevano invaso non appena aveva messo piede lì dentro.


Ma era Buffy: viva, reale, bellissima.


Buffy.”


La ragazza sobbalzò: persa nei suoi pensieri non si era neppure accorta di lui.


Angel! Mi hai spaventata....”


Scusa, non volevo.”


Niente. Avrei dovuto immaginare che c’eri. In fondo le vecchie abitudini non si perdono mai... Mi sei sempre comparso alle spalle sbucando dal nulla...”


Già.”


Già...”


Buffy unì le mani, poi le sciolse e si sistemo i capelli.


Bene... Sei qui a Sunnydale... Eri al Bronze ieri sera?”


Sì... Come lo sai?”


Te l’ho già detto, Angel. Ti sento dentro di me... e fa male.”


Volevo solo...” Fece un mezzo sorriso “Non so esattamente cosa volevo... Ma non mi è sembrato il caso di intromettermi.”


Oh. Oh, certo. E avevi di nuovo intenzione di andartene senza salutare?”


Io... non credo...” Scosse la testa e la guardò “Sì.”


Fantastico.”


Buffy, sarei solo stato... di troppo. E ti avrei fatto litigare con Riley.”


Probabilmente. Ma avrei voluto vederti allo stesso...”


Se continuiamo così... Se piombiamo uno nella vita dell’altro per poi sparire e ricomparire di nuovo... non riusciremo mai a... Non riuscirò mai a dimenticarti Buffy, e tu non riuscirai a dimenticare me.”


Non l’ho cominciato io questo gioco. E poi chi ti dice che non ti ho già dimenticato?”


I tuoi occhi.”


La cacciatrice si girò, dandogli le spalle.


Allargò le braccia.


Perfetto. Continuiamo a far finta di niente. Adesso ho la mia vita con Riley, e tu hai... Kate.”


Fra me e Kate non c’è niente.”


Lei lo guardò di sbieco.


Non era l’impressione che davate.”


Eravamo solo seduti sullo stesso divano.”


O.K eravate seduti, ma... ma io sono gelosa. Lo so che è assurdo. Ma sono gelosa.”


Buffy... Pensi che io non sia geloso?! Pensi che vederti fra le braccia di quel ragazzino non mi faccia impazzire di gelosia?! Ma con lui puoi avere una vita normale... Può darti tutto quello che io non posso neanche sognare di poter avere con te... Puoi essere felice...”


Buffy lo guardò infuriata.


Felice! Felice, questa è bella! Non puoi decidere di punto in bianco che devo avere una vita normale, che devo avere un ragazzo normale, e che devo essere felice con lui! Sono cose che non si decidono, che non si controllano! Io non lo amo! Mi hai sentito?? Non lo amo. E non puoi venirmi a dire che sei geloso e mi ami ancora ma è giusto che stiamo separati. Ma non l’hai ancora capito che ogni volta che lo bacio, ogni volta che faccio l’amore con lui è solo per ripicca nei tuoi confronti?! E’ per vendicarmi del fatto che mi hai lasciata sola, che non hai lottato per noi due! E’ per rabbia, per disperazione, per solitudine... E vorrei odiarti, ma non ci riesco...”


Aveva gli occhi lucidi, ma era troppo furiosa per piangere.


Angel la abbracciò, stringendola a sé con forza, e Buffy si lasciò andare sfinita contro di lui.


Stai zitta. Lo so Buffy. Lo so. Sento quello che senti.”


Lei alzò gli occhi verso di lui e Angel la baciò.


Fu un bacio lunghissimo, appassionato, di una tristezza infinita, di una dolcezza mai dimenticata.


Eppure in quel bacio Buffy capì che lui non sarebbe rimasto, vi sentì tutta la disperazione di un addio, la passione di un desiderio impossibile.


Si staccò da lui senza fiato.


Lo guardò a lungo negli occhi, accarezzandogli il viso con una mano.


Devo andare. Riley mi aspetta a cena... E’ già tardi...”


Angel non la sciolse dal suo abbraccio.


Non andare da lui stanotte.”


Buffy chiuse gli occhi per impedirsi di piangere.


Respirò a fondo.


Si allontanò da lui di un passo girandogli le spalle.


Non puoi chiedermelo. Non puoi sconvolgermi la vita e poi andartene. Tu domani sarai sparito, e io dovrò di nuovo raccogliere i frammenti della mia vita. Tu domani non ci sarai, ma Riley sì. Sarà tutto quello che mi rimane se ti perdo. So che non è giusto verso di lui... ma è tutto quello che ho per non impazzire di dolore senza di te. Io ti amerò sempre... ma adesso sto con lui e non puoi chiedermelo... ti prego...”


Le sue parole sfumarono in un mormorio leggero come quello del vento fra le foglie.


Angel si avvicinò e le cinse la vita con le braccia da dietro le spalle.


Chinò la testa sul suo collo per parlarle all’orecchio.


Resta.”


Lei voleva restare... ed era così facile lasciarsi andare fra le sue braccia e dimenticare tutto il resto...


Resta con me questa notte.”


Non poteva resistergli... era impossibile, voleva solo perdersi nel suo abbraccio.


Si girò verso di lui: piangeva sommessamente.


Baciò il suo grande amore dimenticandosi di Riley, dei suoi sensi di colpa, delle sue responsabilità.


Era come volare.




Dopo un tempo che sembrò infinito il telefono nella borsa di Buffy squillò prepotentemente, intromettendosi nel silenzio pieno di sospiri di quel lungo bacio.


La ragazza girò la testa, fissando malinconicamente la borsetta abbandonata sul tavolino davanti al divano, sperando che smettesse di suonare.


Ma il cellulare continuava impietoso a trillare con urgenza.


Sorrise ad Angel e si sciolse dalle sue braccia.


Prima di rispondere respirò profondamente cercando di calmare i battiti del suo cuore.


Era Riley.


Preoccupato, arrabbiato, ansioso.


Inventò una scusa piuttosto banale.


Giles, degli allenamenti speciali... niente di troppo convincente.


L’unica cosa che voleva era riattaccare.


Sì, certo amore (come suonava falsa quella parola), usciremo domani sera. No, quando avrò finito qui torno dritta a casa. Avrò proprio bisogno di dormire tranquilla. A domani.”


Spense il telefono.


Fissò il fuoco che scoppiettava inconsapevole nel camino, senza riuscire a trovare il coraggio di voltarsi verso Angel che si era seduto sul divano.


Lui restò a guardarla in silenzio, aspettando che si calmasse.


La ragazza tremava impercettibilmente.


Nei loro occhi si poteva leggere tutto il dolore per quell’amore impossibile.


Finalmente Buffy andò a sedersi accanto a lui e ,senza dire nulla, appoggiò la testa al suo petto mentre Angel la circondava con le braccia.


Restarono così per molto tempo, godendosi quella ritrovata vicinanza.


Le parole erano inutili, di troppo.


Si erano già detti tutto in un solo sguardo.


Vorrei che questa notte non finisse mai...”


Angel sorrise alle sue parole baciandola sui capelli, ma non le rispose.


Potremmo sempre chiudere le tende e far finta che non sia finita...”


Il giorno verrà comunque. Il tempo non si fermerà per noi Buffy. E il mondo non smetterà di girare. Là fuori c’è la tua vita che ti aspetta, e tu lo sai benissimo: l’università, Dawn, i tuoi amici, Giles e... Riley.”


Buffy alzò la testa verso di lui.


Aveva gli occhi lucidi.


No, questa notte non c’è niente che mi aspetta là fuori. Ci siamo solo tu e io, qui, adesso. Baciami. Baciami e per stanotte dimentichiamo che sono passati due anni...”




Una notte non era mai stata così breva e un’alba non era mai sorta così presto.


Persi negli occhi uno dell’altra, uno nella labbra dell’altra, avevano dimenticato il tempo.


Il sole li sorprese sdraiati sul divano, teneramente abbracciati.


Angel guardò fuori.


E’ mattino. Si chiederanno dove sei finita.”


Buffy si strinse a lui.


Che se lo chiedano pure.”


Il mondo non si dimenticherà di noi.”


Ma noi possiamo dimenticarci di lui... Io posso tranquillamente farne a meno. ........Angel?”


Sì?”


Se adesso mi chiedessi di venire via con te. ovunque, verrei. So che è terribilmente egoista, ma...”


Lui le alzò il viso per guardarla negli occhi.


Sai che ti amo Buffy. Più di qualsiasi altra cosa. Non sai quanto vorrei restare con te adesso, sempre. Ma non sarebbe giusto, Buffy. Non potrei mai darti una vita vera, farti felice. Non potrei mai darti una vita vera, farti felice. Tu... sei così giovane e hai una vita intera da vivere. Io sono un vampiro ,Buffy, e niente potrà cambiare questo.”


Cambiare, ho sprecato troppo tempo a cercare di cambiarti. E ho sbagliato. Non voglio cambiarti, voglio te e basta. E non importa cosa sei o cosa sono, perché... perché ti amo. E neanche questo si può cambiare.”


Si fermò, quasi spaventata da quello che aveva detto.


Alzò gli occhi verso di lui per spiare la sua reazione.


Aveva appena ammesso di amarlo ancora, e non le importava.


Non le importava di quello che avrebbero potuto dire i suoi amici, non le importava della gelosia di Riley, voleva solo stare con lui.


Vampiro o meno.


Sono cresciuta, Angel. E ho capito tante cose. E tante cose sono cambiate, ma non quello che ho provato per te fin dal primo momento. Mi sei entrato dentro, ti ho nella pelle, il mio cuore batte al ritmo della tua vita. Sei un fuoco che mi divora e che non posso spegnere.” I suoi occhi lo supplicavano di ascoltarla “Ci abbiamo provato a stare separati, e non ci siamo riusciti. Non ha senso soffrire così. Dimmi solo che resterai e andrò da Riley ,adesso, subito, e gli dirò che è finita o meglio che non è mai cominciata, perché ho sempre amato un altro.”


Lui le accarezzò il viso, scostandole i capelli.


Basta... non dire altro ti prego. Non sarei dovuto venire. Ma se dici anche solo un’altra parola, non riuscirò a trovare la forza di andarmene. E devo farlo.”


Buffy scattò in piedi, ferita, sconvolta, con le lacrime agli occhi.


Perché? Perché vuoi andartene? Perché non vuoi stare con me?”


Angel allungò una mano verso il suo viso per asciugarle una lacrima, ma la ritrasse.


Perché domani tu riprenderai la tua vita e ti dimenticherai di me. E sarai libera di viverla, senza essere legata a un mondo di tenebre e oscurità. Perché tu sei l’unica cosa bella e pura e luminosa che abbia mai rischiarato la mia esistenze e non posso sporcarti con il peso dei miei peccati. Perché non voglio che tu soffra. Perché meriti di più. Perché non voglio che tu debba piangere per colpa mia... è una promessa e la manterrò.”


Buffy tratteneva le lacrime, ma la sua voce era incrinata.


Va bene, come vuoi. Torna a Los Angeles, mentre io tornerò a fingere con me stessa di amare Riley.”


Una volta mi hai detto che lo amavi.”


Lei abbozzò un’amara risata.


Ho anche detto che non ero gelosa di Faith quella volta, e che non volevo vendicarmi di lei... Credevo che capissi sempre quando non dico la verità... una volta ti bastava guardarmi negli occhi.”


Avevo troppa paura di leggerci che era vero.”


E così hai preferito far finta di niente...”


Buffy... non faccio più parte della tua vita e non ho il diritto di chiederti spiegazioni sui tuoi sentimenti.”


Oh, certo. Io... è meglio che vada adesso.”


Si avviò all’uscita.


Pi si fermò.


Restò di spalle per un lunghissimo momento e infine si voltò.


Possibile che non hai ancora capito che non ti potrò mai dimenticare?”


Lo fissò con rabbia ancora un attimo e poi se ne andò.


Fuori il sole la investì con il suo tiepido calore invernale.


Non si voltò indietro mentre tornava a casa.


Alla sua vita.


Alla luce del giorno.


Non poteva guardare a un passato che non la voleva.


Non riusciva a capirlo.


Perché si ostinava in quel modo?


Perché non le credeva quando gli diceva di amarlo comunque, in ogni modo?


Le sembrava che il suo cuore ,spaccato a metà, urlasse il suo dolore lacerante producendo un incredibile frastuono.


Era arrabbiata, ferita, sola.




Angel rimase di nuovo solo.


Sentiva i suoi passi allontanarsi


Con lei se ne andavano il suo cuore, la sua anima, la speranza, la vita.


Angel chiuse gli occhi e si lasciò cadere sul divano.


Con lei se ne andava la luce, con lei se ne andava tutto.


Ti amo troppo per tenerti legata a me....”


La voce risuonò di un eco sinistra nell’immensa sala a vuota.


Dalla notte lo separavano molte lunghe ore, intrappolato in quel luogo pieno di ricordi.


La sua anima urlava nel silenzio quasi surreale che si era creato.


Urlava di dolore.


Avrebbe voluto fermarla, urlare di tornare indietro, dirle che vivere senza di lei era impossibile, peggio della morte.


Ma non si mosse.


L’aveva promesso a sua madre, e sapeva che era la cosa giusta.


Per quel che era possibile Buffy meritava una vita normale, una vita che le facesse dimenticare il peso della sua missione.


Lui non aveva il diritto di tenerla legata a sé.


Buffy era molto di più di tutto quello che aveva mai osato sperare.


Buffy era l’aria, la gioia, la libertà, la vita.


Ma non la meritava.


Non sarebbe mai stato come gli altri, non sarebbe mai stato umano e non avrebbe mai potuto darle quello che voleva.


Poteva sembrare un uomo... ma era un vampiro.


E si nutriva di sangue.


Niente avrebbe potuto cancellare i secoli di atrocità che aveva commesso, nemmeno l’amore di Buffy.


Aveva fatto molti sbagli, troppi: ma non avrebbe più sbagliato con lei.


Sarebbe stata libera di vivere la sua vita lontano da lui e dalle nebbie dei suoi ricordi e del suo passato.


Era l’unica scelta giusta, l’unica possibile.


Eppure era dolorosa in modo agghiacciante.


Erano stati divisi dal destino, fin dall’inizio... non avrebbero mai dovuto innamorarsi.


Ma lei era la sua ossessione, la sua aria, il suo unico amore.


Un amore irrazionale e più forte di tutto.


Più forte di lui... più forte di Angelus.


Angel chiuse gli occhi... sapeva che andarsene non sarebbe bastato.


Per quanto lontano potesse andare nulla l’avrebbe divelta dal suo cuore.


Nulla avrebbe attenuato il tormento della sua intollerabile assenza.


Nulla avrebbe spento la gelosia folle per quel ragazzino che poteva stare con lei.




Buffy si chiuse in camera.


Le sembrava di avere tutto il mondo contro...


Era arrabbiata con il mondo intero...


Perché quel mondo aveva sempre condannato il suo amore ,proprio lei la cacciatrice, per un vampiro...


Perfino i suoi amici, perfino Willow la pensavano così...


Loro preferivano Riley.


Si era messa con Riley anche perché era quello che tutti si aspettavano.


Era un così bravo ragazzo, affidabile, onesto, normale... come avrebbe potuto non amarlo...


Però lei non lo amava.


E se questo era una colpa, non poteva cancellarla...


Se la faceva diventare una cattiva ragazza... bè era cattiva...


Amava un vampiro.


Aveva provato a smettere, ma non era possibile controllare i sentimenti.


Era più forte di lei, più forte di tutto.


Si sedette sul pavimento, la schiena appoggiata al letto, abbracciandosi le ginocchia.


Cominciò a piangere sommessamente, con rabbia, con desolazione.


Avrebbe tanto voluto odiarlo... ma non poteva.


Per lui sarebbe stata disposta a sfidare il mondo intero.


Era andata contro sua madre, Giles, il Consiglio, i suoi amici... ma non era bastato... lui non voleva stare con lei...


Non riusciva più a controllare i singhiozzi.


Pianse e pianse mentre il giorno si consumava lentamente.


Dal corridoio la voce di Dawn ruppe il filo dei suoi pensieri, scuotendola dal suo isolamento.


Ho trovato una lettera per te... Era nel cassettone nella camera di mamma. Non è che stessi frugando... ma ho pensato che forse aveva già comprato il regalo per il mio compleanno e avrebbe di sicuro voluto che lo avessi... potrei scartarlo con lei in ospedale... Buffy? Ma mi senti? Dove sei? Buffy...?”


Dawn fece capolino dalla porta.


Vedendo sua sorella a terra in lacrime si preoccupò.


Oh, è successo qualcosa? Dio la mamma è peggiorata?”


Buffy si asciugò le lacrime con la mano rialzandosi.


Va tutto bene piccola, tranquilla...”


Accarezzò Dawn sui capelli.


Bene?... e piangi a dirotto parche va tutto bene?!”


Bè, ecco... è solo... una crisi sentimentale....”


Riley?”


In un certo senso.... Una lettera per me?”


Sì, è la scrittura di mamma sulla busta... Non è per Riley.... allora è tornato Ang...”


Buffy le prese la lettera dandole un’occhiataccia.


Dawn pensò che non era una buona idea continuare la frase...


La cacciatrice aprì la lettera con mani tremanti.


Sei ancora qui?”


Io?... Magari ti serve una spalla su cui piangere...”


Puoi andare senza preoccuparti, sto bene... Non ti aspettava Rossana per i cinema?”


Roxana!”


Sì, sì... come preferisci... vai.”


Buffy richiuse la porta spingendo fuori la sorellina.


Guardò con il cuore in gola il foglio che aveva in mano.


Una scrittura fitta e ordinata, leggermente nervosa.


La calligrafia sicura di sua madre.




Non è facile scrivere questa lettera bambina mia, soprattutto adesso.


Domani mi opereranno, e devo ammettere che ho paura.


E se leggi questa lettera, vuol dire che l’operazione non è andata bene. Che vi ho lasciate bambina mia.


Ti ho vista crescere troppo in fretta, e non ti ho potuta aiutare.


Ho fatto molto errori, ma non è facile crescere una figlia il cui destino è quello di salvare il mondo.


Sei stata una figlia meravigliosa, ma a volte avrei voluto poterti proteggere dalla vita e dalle sofferenza come possono fare tutte le madri.


Però tu eri speciale, e spesso mi sono trovata spiazzata.


Spero che tu possa perdonare i miei sbagli, sono sempre stata in buona fede.


Non potevo proteggerti dalla tua missione e ho cercato di ribellarmi ad essa, e altre volte ,forse, ho cercato di proteggerti da cose in cui non avrei dovuto intromettermi.


A volte vedo una tristezza profonda e lontana nei tuoi occhi, e mi chiedo se io ne sia in parte responsabile.


Sono contenta che tu stia con Riley , ti vuole bene e è un bravo ragazzo, quello che ogni madre vorrebbe per la propria figlia, ma la domanda che ho paura di farmi è se sei felice con lui.


Avevi un altro sguardo quando c’era Angel, anche quando io nemmeno immaginavo la sua presenza nella tua vita.


Angel.


Non l’ho mai accettato, adesso me ne rendo conto.


Forse perché eri ancora la mia bambina e improvvisamente un uomo ti ha portata via da me.


Ma se devo essere onesta il vero motivo è perché... era un vampiro.


E non potevo pensare che la mia bambina amasse una simile creatura.


Ogni madre pensa al futuro di sua figlia.


E io immaginavo un bel vestito da sposa, un bravo ragazzo, magari una casa con la staccionata bianca, un cane e una bella bambina, un giorno.


E lui non ti avrebbe potuto dare niente di tutto questo.


Non lo so, forse se si fosse trattato della figlia di qualcun altro l’avrei pensata in modo diverso.


Perché come si poteva non lasciarsi affascinare dal suo sorriso?


Non te l’ho mai detto, ma in fondo mi piaceva... almeno prima di sapere...


Affascinante, sguardo magnetico, gentile, piacevole e anche un gran bel ragazzo...


Quella sera, la prima volta che vi ho visti insieme, ho capito subito che eri cotta di lui.


E di certo non ho creduto che ti aiutasse a studiare storia.


Ma non eri la figlia di qualcun altro, eri mia figlia!


E non potevo pensare che il tuo futuro fosse... che il tuo futuro non esistesse.


Angel.


Non c’è un modo delicato per dirtelo, quindi lo dirò e basta.


Gli ho chiesto io di andarsene.


Non so se ha preso quella decisione solo a causa delle mie parole.


Gli ho detto che se ti amava veramente doveva lasciarti libera di vivere una vita normale.


E ti ho resa infelice.


Allora credevo fosse giusto.


Adesso non lo so più.


Ti amava ,Buffy, gliel’ho letto negli occhi e l’ha dimostrato andandosene.


Non posso dire ,per quella decisione, di essere riuscita ad accettare l’idea di voi insieme, ma lo rispetto.


Lo rispetto per quello che ha fatto per te.


Puoi perdonarmi di averti diviso dal tuo grande amore?


Col tempo ho capito che era il tuo grande amore.


Allora credevo fosse solo un’infatuazione giovanile che ti sarebbe passata.


Non te l’ho mai detto perché speravo l’avresti dimenticato.


Credo che non sia così.


Non posso mentire a me stessa più a lungo.


Ogni giorno ti guardo e mi dico che non è a lui che pensi quando i tuoi sguardi si perdono nel vuoto, quando nei tuoi occhi cala una tristezza che cerchi di nascondere.


Ma so che non è vero.


Segui il tuo cuore, e perdonami se puoi.


Con questa lettera non voglio librarmi la coscienza, ma ritengo che sia giusto nei tuoi confronti ,e in quelli di Angel, che io ti dica la verità.


L’avevo giudicato male, sono stata troppo dura.. avevo solo paura di perderti.


Un’ultima cosa: non lasciare che sia il destino a scrivere la tua vita, combattilo e scrivitela da te, fino all’ultima riga, anche se fa male.


Ti voglio bene cara, e te ne vorrò sempre molto ,troppo forse, ma anche le madri commettono degli errori


Addio mia cara, con tutto il mio amore


Mamma




Le lacrime bagnavano il foglio ,cadendo come pioggia autunnale sulle foglie secche, stemprando l’inchiostro e sciogliendolo in piccole macchie dai bordi sfrangiati.


Buffy lesse e rilesse la lettera.


Incredula, sconvolta, straziata.


Il cuore le scoppiava in petto.


Angel.. Angel se n’era andato perché era stata sua madre a chiederglielo.


Non l’aveva lasciata perché non voleva combattere per loro due.


L’amava così tanto, ma aveva rinunciato a lei per il futuro che sua madre sognava.


Le tornarono in mente le parole di Angel “Ho fatto una promessa e la manterrò...”


Come aveva potuto sua madre chiedergli di andarsene?


Come aveva potuto farle una cosa simile?


Tutta la rabbia, tutto il veleno che aveva versato addosso ad Angel per vendicarsi, per farlo soffrire come lei soffriva... e lui non aveva mai detto niente.


Mai una parola su sua madre, sui motivi di quella decisione.


Per proteggerla di nuovo, come sempre.


Per proteggere il suo rapporto con sua madre.


Per non farla soffrire ancora di più.


Piangeva a dirotto.


Lasciò cadere la lettera e cominciò a correre.


Corse disperatamente, con tutta la forza di quell’amore proibito che le esplodeva nel petto.


Ma il sole era già tramontato.


Quando arrivò Angel era già partito.


Lo cercò angosciosamente, furiosamente, inutilmente.


Arrendendosi all’evidenza di fermò.


Urlò il suo nome nella notte ancora e ancora.


Ma lui non era più lì.


Era andato via... ancora una volta... portandosi via anche il suo cuore.


Si asciugò le lacrime.


Doveva proteggere Dawn adesso, doveva combattere Glory.


E aveva bisogno di tutte le sue energie.


Era tempo di tornare alla sua vita... a Riley.


Angel era andato via...


Ma non avrebbe permesso che fosse il destino a scrivere la parola fine.




Giorni.


Erano passati giorni che le pesavano sulle spalle come anni.


Giorni in cui ogni minuto era stato una lenta tortura, uno spillo conficcato nel suo cuore.


Giorni in cui i secondi erano diventati labirinti senza uscita di tempo in cui le domande non avevano risposte.


Giorni in cui i suoi sentimenti confusi si erano azzuffati, facendo di lei un devastato campo di battaglia.


Giorni in cui il tempo si era dilatato spaventosamente, colando lento attraverso i suoi pensieri, imprigionandola in un buio vorticoso in cui solo un dolore lacerante era l’unica certezza.


Giorni in cui la sofferenza la lasciava così svuotata che non le restavano nemmeno le forze per piangere.


E poi piangere per cosa?


Per un passato che non poteva cambiare?


Per decisioni che erano state prese per lei, senza che lei lo sapesse?


Per qualcosa che non poteva più mutare?


Per una lettera che non avrebbe mai voluto leggere.


Per un amore che avrebbe dovuto dimenticare.


Giorni.


Giorni in cui non aveva più avuto il coraggio di andare in ospedale da sua madre.


Non trovava il coraggio di guardarla ,immobile in quel letto, mentre un vento di tempesta sconvolgeva la sua anima.


Avrebbe voluto poterle urlare la sua rabbia, la sua frustrazione, il suo dolore, forse il suo perdono...


Ma non poteva.


Sua madre restava in quel coma silenzioso, lontano.


Giorni.


Giorni da quando Angel era sparito nella notte. Di nuovo.


Perché tutto il dolore ,ancora una volta, era solo per lui.


Solo per lui si sentiva di nuovo in discussione.


Solo per lui di nuovo non sapeva più cosa voleva.


Solo per lui si chiedeva che senso avesse vivere a quel modo.


Solo per lui si era riaperta una ferita che ormai credeva chiusa.


E in mezzo a tutto questo c’era Riley.


Riley che non sapeva.


Riley che forse intuiva.


Riley fragile e insicuro.


E lei non sapeva più cosa sentiva, cosa diceva il suo cuore.


Riley... lo amava?


Perché adesso? Perché di nuovo?


Perché la sua anima urlava la sua disperazione, il dolore dell’assenza del suo unico amore?


Perché si accorgeva solo ora di amare ancora Angel, furiosamente, totalmente?


Perché proprio adesso i suoi sentimenti riemergevano prepotentemente?


Perché adesso che aveva bisogno di tranquillità, di concentrarsi su Glory?


Perché adesso che era sicura di amare Riley?


Perché adesso che si sentiva felice di aver dato un anno della sua vita a quel ragazzo?


Perché doveva piombarle tutto addosso proprio in quel momento?


E la lettera.


Che ormai la ossessionava.


La lettera che le faceva amare Angel ancora di più, con forza ancora maggiore.


La lettera che le ribadiva il sacrifico che lui aveva fatto per lei.


La lettera di sua madre.


L’aveva letta e riletta in quei giorni.


Stracciata e rimessa insieme, pezzo dopo pezzo,


Accartocciata e spiegazzata, bagnata di lacrime.


Quella lettera che avrebbe voluto annullare.


Quella lettera che metteva di nuovo in gioco tutto, in dubbio tutto.


In dubbio lei e quello che era.


E i sensi di colpa che la avvolgevano, la sommergevano, la fagocitavano.


Verso Angel, verso Riley.


Verso Angel: si era rifatta una vita senza di lui, aveva cercato di dimenticarlo con un altro.


Verso Riley: si meritava una ragazza che lo amasse senza dubbi.


Cadeva tutto a pezzi.


Tutto quello che aveva cercato di costruire dopo Angel.


Come una vecchia scenografia che si disfaceva pezzo dopo pezzo.


E dietro c’era solo il vuoto più totale.


Una tenebra che solo negli incubi più raccapriccianti riempie la mente umana.


E in quel buio non riusciva più a trovare la strada.


Si era presa e ore era sola e disperata.


Mentre un freddo glaciale le attanagliava il cuore, le riempiva il petto.


E le lacrime non arrivavano mai.


I suoi occhi restavano asciutti, come se il suo dolore fosse troppo palpitante, troppo reale, troppo forte, troppo concreto per fluire e trasformarsi in emozioni liquide.


Piangere forse sarebbe servito.


O forse no.


Forse era tutto inutile.


Forse era solo il suo destino.


Forse era solo la maledizione che aveva risvegliato in una notte di pioggia.


Forse la sua vita sarebbe stata troppo breve per lasciare spazio ad altre lacrime.


E poi se l’argine si fosse rotto non sarebbe più riuscita a fermare le lacrime.


Giorni.


Li lasciò passare, li guardò passere, li sentì passare come un vento infuocato sulla pelle.


A volte si fermava vicino al telefono, osservando i numeri sulla tastiera.


Sapeva a memoria quel maledetto numero da quasi due anni.


L’aveva imparato in meno di due secondi quando Willow gliel’aveva dato.


Se fosse stato per lei non l’avrebbe mai chiesto a Cordelia.


Ma la ragazza l’aveva lasciato per le emergenze...


Il numero dell’ufficio di Angel.


Aveva fatto quel maledetto numero per poi riagganciare centinaia di volte.


Solo per sentire la voce di Angel, solo per chiedere come stai... ma non aveva mai avuto il coraggio di terminare il numero, di schiacciare fino in fondo quel tasto.


Così come adesso non trovava il coraggio.


Chiamarlo e dirgli cosa?


Non sapeva neppure cosa dire a se stessa.


Giorni.


In cui restò chiusa in se stessa, senza lasciare che nessuno la avvicinasse.


Giorni in cui l’apatia prese il sopravvento.


Senza via di scampo.


Le sembrava di essere entrata in un tunnel senza uscita.


I suoi amici non riuscivano a capire cosa le fosse successo, ma lei era talmente inavvicinabile che non osavano chiederglielo.


Si abbandonò al dolore, all’incertezza, ai dubbi.


Si lasciò naufragare nella tempesta della sua mente, si lasciò annegare dal buio del suo tormento.


Scivolando piano sempre più in basso, sempre più giù, e ogni volta che pensava di aver toccato il fondo scopriva di poter cadere più in profondità.


Scopriva che il dolore e l’insicurezza e la solitudine potevano essere più abissali.


La sua vita, le sue certezze, si sgretolavano.


Ammesso che ne avesse mai avute da quando aveva scoperto di essere la cacciatrice.


Una certezza c’era stata, anche se sembrava appartenere ad un altra vita...


Angel era stato la sua certezza.


Prima di scoprire che anche quell’amore così grande poteva sfuggirle dalle dita come sabbia...


Prima di scoprire che poteva difendere il mondo intero ma non quell’unica vibrante certezza...


Adesso non c’erano più certezze.


C’erano solo dubbi che la distruggevano.


Dubbi, paure....




Cosa ti sta succedendo?”


Da dietro il banco del Magic Shop Willow la guardò sollevando la testa da una nube di polveri mal mescolate.


Niente Will, niente.” Abbassò la voce, solo un sussurro quasi inudibile “E’ solo la mia vita che cade a pezzi.”


La strega rossa alzò di scatto gli occhi, turbata.


Buffy.... cosa dici? Cosa intendi?”


La bionda abbassò lo sguardo a terra, spostando con un piede uno scontrino dimenticato lì per caso.


Non è nulla Will... non è nulla... nulla...”


Lo ripeteva più a sé stessa che alla sua amica.


Willow la osservò con più attenzione.


Aveva il volto il volto sbattuto, pallido, spento.


Gli occhi lontani e velati, cerchiati da occhiaie profonde come solchi.


Dietro l’offuscamento dei suoi occhi giaceva appena sopita una pena straziante, un dolore che la stremava nel corpo.


Nulla non può essere così straziante. Tua madre è peggiorata? Lo so che questa situazione ti addolora da morie, ma sono sicura che si riprenderà dal coma, che tornerà da te e da Dawn... Vedrai che si risolverà tutto. E noi siamo sempre qui per te Buffy, di qualsiasi cosa tu abbia bisogno.”


La cacciatrice sollevò di nuovo gli occhi sull’amica.


Un sorriso stanco e triste le rischiarò per un attimo il volto.


Ti voglio bene Will, grazie.”


Ma...”


Niente ma... niente ma, è tutto troppo difficile Will. Tutto troppo duro. Fa tutto troppo male. Mia madre... Riley... Fa tutto troppo male.”


E non c’è niente che posso fare?”


Buffy sentì gli occhi ,quegli occhi che erano rimasti asciutti per troppi giorni, bagnarsi di lacrime.


Lacrime che bruciavano come gocce di veleno, che ardevano gli occhi e li accecavano.


Ma non le scorrevano lungo il viso, non le solcavano le guance.


Restavano confinate nella prigione dei suoi occhi, infiammandoli e ardendoli.


Cancellare il passato....”


Lo disse talmente piano che la voce non le uscì di bocca.


Lo disse senza pensare, perché non era quello che voleva.


Avrebbe solo voluto cancellare il dolore.


La porta tintinnò lasciando entrare Anya, con due sacchetti pieni fra le mani.


Uff... quanto pesano!! Non avete idea della coda che ci fosse al supermercato. Ah, Willow, grazie di essere rimasta al mio posto...”


Appoggiò con un tonfo i sacchetti, facendo rotolar fuori la metà della roba.


Ehi, ma non avrai mica di nuovo pasticciato con gli ingredienti del negozio?? E senza pagare poi!! Guarda che non è mica giusto, sai che abbiamo guadagnato quasi un dollaro meno della settimana scorsa?!”


Willow sospirò... doveva arrivare proprio adesso!!


Oh, ciao Buffy ci sei anche tu! non ti si è vista molto in questi giorni!! Lasciatelo dire, hai bisogno di riposo, sei uno straccio!”


Lo so...”


Buffy si alzò dallo sgabello.


Willow tirò ad Anya un calcio da sotto il bancone.


Cioè.. io non volevo dire... non sei uno straccio... sei solo...”


Non ti preoccupare, Anya, va bene così.”


Prese la giacca che aveva lasciato nel retro e si diresse alla porta.


Camminava piano, con gli occhi fissi a terra, le spalle un poco curve.


Dove vai?”


La voce della strega era preoccupata.


Devo andare a trovare una persona, ho bisogno di parlarle...”


Buffy?”


Cosa?”


Hai chiamato Riley? Ieri era al Bronze... Lui è preoccupato per te... Ma non vuole... intromettersi troppo..”


Io......... forse lo chiamerò Will, grazie.”




L’ospedale era esattamente come se lo ricordava.


Non erano passati che pochi giorni in fondo.


Quanti? Non se lo ricordava.


Le sembrava una vita intera.


Non era solo la lettera.


Era il passato che tornava e dirompeva nel presente come una forza devastante.


Era il volto di Angel nelle sue notti.


Era l’anima di Angel nel suo cuore.


Era il morso di Angel sulla pelle.


Il passato la reclamava, le ricordava che lei gli apparteneva... per sempre.


Sempre può durare così poco..


Il corridoio non le era mai sembrato così lungo.


Un passo e un altro ancora.


Nel silenzio odoroso di disinfettante e medicine i passi risuonavano come schiocchi di frusta.


Rimbalzavano sulle pareti asettiche che glieli ributtavano addosso amplificati.


Quel rumore le entrava nella testa, cancellando i pensieri.


Un passo, un altro ancora.


La porta era sempre più vicina.


Un passo un altro ancora.


Si fermò.


Guardò a lungo la maniglia di ferro.


Trattenendo il fiato vi appoggiò la mano mal ferma.


Era tempo di affrontare il passato.


Spinse e la porta si aprì, scivolando silenziosa e discreta sui cardini.


Rivelando un letto d’ospedale come tanti, con le sponde metalliche e le coperte azzurrine.


Attorno al letto macchine strane e ingombranti, sacche di flebo.


Un bip rotolava nel silenzio muovendosi con il tracciato verde di un monitor.


Guardò il tracciato che si muoveva appena, scortato da quel monotono suono.


Il cuore di sua madre.


Finalmente spostò lo sguardo sulla persona dentro al letto.


Immobile fra le lenzuola, gli occhi chiusi e la testa reclinata.


C’erano dei fiori sul comodino accanto a lei.


Sembravano stonare con l’aspetto della donna in coma.


Joyce dava l’impressione di dormire un sonno profondo.


Ma se la si osservava attentamente si poteva notare il colorito livido, la pelle sottile ,quasi trasparente, e secca troppo tirata sugli zigomi, le palpebre gonfie e pesanti.


Richiuse la porta, piano, facendo attenzione, quasi potesse svegliarla.


Avanzò incerta fin quasi al letto, fece ancora un passo, ma poi tornò indietro e si sedette su una sedia lì vicino.


Respirò a fondo, fino a quando non si fu calmata.


Non vengo da un po'...”


La voce era roca e stanca, le si spegneva in gola.


Si fermò, la schiarì.


Non riuscivo a trovare la forza. Ho trovato..... ho trovato la tua lettera...”


Estrasse piano di tasca il foglio.


Tutto stropicciato e sdrucito.


Il leggero scricchiolio riempì la stanza di quelle parole che vi erano scritte.


E leggerla non è stato facile. Mi ha fatto male, così male come non avrei mai creduto possibile. Leggerla e non poterti dire niente. Leggerla e doverla solo accettare, in silenzio. Perché tu sei silenzio adesso. Mi ha gettato in un abisso di domande senza risposta e di dubbi. Perché io non lo so cosa vuole il mio cuore, e in ogni caso non posso averlo, non più... credo. E sono di nuovo sola e la vita mi travolge. Poi leggo di nuovo quello che hai scritto e vorrei piangere, ma le lacrime che mi bruciano dentro non si decidono a uscire. Sarebbe stato facile se ti avessi avuta qui. Se avessi potuto urlarti la mia rabbia e la mia indignazione. Se avessi potuto piangere e correre da lui e dirgli che non lo volevo un futuro con la staccionata bianca, che non doveva andarsene perché tu glielo avevi chiesto... Se avessi potuto odiarti e biasimarti per aver interferito con la mia vita. Ma non posso. Non sono più una ragazzina. E non sono più sola, non posso mollare tutto e correre da lui. Adesso è tutto più complicato, adesso c’è Dawn e... Riley. Riley ,il ragazzo che ogni madre vorrebbe per sua figlia... giusto? Riley, la mia domanda senza risposta. Lo amo? Non lo so, ho cercato spasmodicamente di convincermene per tutto questo tempo, ma non credo di esserci riuscita. Mi fa sentire bene... mi fa sentire una ragazza normale. Ma la realtà è che io non sono una ragazza come le altre, non lo sono mai stata e non lo potrò mai essere. Forse domani sarò morta, forse non sopravviverò alla prossima notte. E’ un azzardo la mia vita, ogni notte, ogni caccia, può essere l’ultima. Io non la posso avere una vita normale. E quindi non posso avere Riley. Ma il punto è un altro: voglio Riley?”


La sua voce era un soffio leggero nella stanza.


Non copriva il bip ripetitivo del elettrocardiografo, ma restava sospesa nell’aria come profumo lieve.


Parlava lentamente, pronunciando ogni singola parola con dolore.


Le mani in grembo e gli occhi bassi, fissi sull’orlo delle coperte che ondeggiava a pochi centimetri da terra.


E di nuovo la risposta non c’è. La risposta è non lo so. Se avessi trovato questa lettera prima di conoscerlo le cose sarebbero state diverse, avrei saputo cosa fare. Ma ora è tutto diverso, è tutto più difficile. C’è Dawn e io avrei così bisogno di te... Ma tu non ci sei, c’è solo la lettera. La lettere che ha cambiato la mia vita, che ha distrutto il mio mondo. Io mi fidavo di te, io credevo di poter sempre contare su di te. Ma adesso so che anche tu sei fallibile, che anche tu sbagli e soffri e non trovi il coraggio di affrontare la verità. Hai tradito la mia fiducia, hai distrutto il mio amore. Forse non se n’è andato per colpa tua. Non posso saperlo e lui non me lo dirà. Ti ha protetta, mamma. Tu gli hai riservato il tuo disprezzo, e lui ti ha protetta dalla mia rabbia per tutti questi anni. Ha protetto te e me. Perché lui è così. Perché lui è sempre pronto a scarificare i suoi sentimenti per gli altri. Perché lui darebbe la sua vita per me, per la mia vita. Adesso non c’è più rabbia. Non ti odio. Io ti voglio bene mamma, nonostante tutto. E vorrei riaverti per poterti chiedere perché l’amore fa così male. Vorrei riaverti per non sentirmi così sola. Vorrei riaverti anche se so che non mi potresti dare le risposte che cerco. Vorrei riaverti anche solo per guardarti negli occhi e capire se posso perdonarti. Vorrei riaverti per sentirmi dare un consiglio che magari non seguirei... Lo so che non è stato facile per te, sapere che ero la cacciatrice e tutto il resto. So anche che se hai sbagliato lo hai fatto perché mi amavi. Forse quando si ama troppo si sbaglia, inevitabilmente. Ho sbagliato tante, troppe volte con Angel. Eppure non ho mai voluto fargli del male... volevo solo che fosse al mio fianco. Ho sbagliato con Riley... ho sbagliato con Dawn... Guardo indietro e vedo solo una fila interminabile di cadute. Cadute sempre più in basso. E ogni volta che non pensavo potesse andare peggio, cadevo ancora più giù. Ma c’era Angel. Angel che mi rialzava, Angel che mi proteggeva, Angel che era la mia forza. Poi se n’è andato: il mio mondo è finito. E adesso scopro che sei stata tu a strapparmelo: e così mi rendo conto che posso cadere ancora più giù, ancora più a fondo. Non è a me che devi delle scuse, ma a lui. Ho riversato tutta la mia rabbia su di lui ogni volta che ho potuto, gli ho fatto consapevolmente del male. Tanto male. E la sua unica colpa era di aver accontentato mia madre. Ti ha fatto una promessa e la manterrà... non importa quanto dolore gli costi. Una promessa... una promessa.... ma quella che io gli avevo fatto... che lui mi aveva fatto... vale più di mille altri voti... o almeno lo credevo... credevo che un anello fosse una promessa più forte del destino... o della volontà di mia madre... Ma non è stato così...


Sono sola adesso, come non lo sono mai stata. E non ho più forza nemmeno per odiare, nemmeno per la rabbia.


Nemmeno per odiarti, nemmeno per arrabbiarmi con te.


Non ho più forza... di decidere... di scegliere... di chiedere perdono...


Non so cosa fare mamma!!!


Non so più cosa fare....


Vorrei poter sistemare le cose, ma non so neppure da dove cominciare.


Ci sono troppi -se- e troppi -ma-, troppi -però-.


Ci sono solo domande.


E poi c’è Riley... Riley... e io non so se lo amo... se voglio stare con lui... se voglio un futuro con lui...


Gli voglio bene, ne sono certa, ma finirò per spezzargli il cuore.


Perché lui vorrebbe che io gli donassi il mio cuore... ma non posso, perché il mio cuore appartiene già ad un altro.


E così lo farò soffrire, così lo faccio soffrire.


Ma io ho bisogno di lui. Per non impazzire.


Con lui stacco la spina e fingo che tutto vada bene. Con lui mi illudo di poter dimenticare.


Cosa devo fare con lui, mamma?


Cosa devo fare... cosa devo fare...


Dirgli la verità... se lo facessi mi odierebbe... e poi cosa dovrei dirgli??!


Scusa ,tesoro, non ho mai voluto farti soffrire, io ti voglio bene ma amo un altro e non posso più fingere con me stessa...”


Alzò gli occhi su sua madre immobile nel letto.


La guardò per lunghissimi minuti, fino a quando gli occhi non le si seccarono e la vista non le si annebbiò.


Allora si alzò in pedi e si avvicinò un poco a Joyce.


Dai suoi begli occhi finalmente cominciarono a scorrere le lacrime, salate, copiose, fitte.


Io amo Angel, mamma. L’ho sempre amato. Lo amo con tutta la forza devastante del mio essere, lo amo più della mia vita, lo amo nonostante il nostro destino, lo amo con tutto il dolore sconvolgente del non poter mai stare insieme. Lo amerò sempre, finché un solo alito di vita scorrerà nel mio corpo. Lo amo anche se a volte non vorrei, lo amo anche se è sbagliato. E’ nelle mie vene, nel mio sangue, nei miei respiri, nella mia anima. Pervade ogni fibra del mio essere, è tutto quello che sono. E’ tutto quello che voglio. Non ho mai avuto scelta, mamma. Non si può decidere di chi innamorarsi. E io l’ho amato dal primo istante, quando non sapevo neanche il suo nome. E se con lui devo scegliere le tenebre, se con lui devo amare le tenebre, allora le scelgo, le amo. Perché è lui la mia strada, è lui il mio destino... lui che è più forte del mio destino, lui che l’ha cambiato. Le nostre vite sono unite, sono avvinte, sono inscindibili. Noi siamo una cosa sola, noi esistiamo l’uno nell’altra. Io combatto, vivo, respiro, cammino, rido, piango solo perché ho la certezza che lui è da qualche parte e mi ama, solo perché so che nonostante il tempo e le distanze fra noi non cambierà mai niente.”


Piangeva sempre più forte, e aveva alzato la voce.


E non so neanche perché sono qui a dire queste cose a te... che forse non puoi neanche sentirmi... a te che non approveresti... Non so neanche perché lo dico adesso, perché solo adesso trovo il coraggio di ammetterle... Non so perché parlo con te del mio futuro invece che con lui... So solo che lo amo... e che fa male... male da morire... che mi distrugge, mi divora, mi annienta, ma che è l’unica cosa che mi tiene in vita... l’unica cosa che mi fa sentire viva...”


La voce soffocata dai singhiozzi, si lasciò cadere in ginocchio accanto al letto di sua madre, sprofondando la testa fra le coperte accanto alla sua mano immobile.


Sono stanca di soffrire... sono così tremendamente stanca... dura da troppo tempo... non ce la faccio più... sono così stanca... stanca di fingere di non soffrire, stanca di nascondere le lacrime... io... io non ci riesco più... mi dispiace, mi dispiace... io... non ci riesco più... io non ce la faccio... io lo amo.... e non ci posso fare niente... mi dispiace... mi dispiace... di non essere stata brava a scuola, e di essere uscita dalla finestra tutte le notti, e di essere scappata di casa, e di non essere riuscita ad amare Riley, e di non essere stata capace di salvarti, di proteggerti... mi dispiace mamma... mi dispiace... oh, ti prego, ti prego ho bisogno di te... io sono così stanca... e così sola... e non ce la faccio da sola... non ce la faccio...”



Piangeva convulsamente, soffocando i respiri sul letto, mentre le spalle erano scosse dai singulti.




Riley restò immobile a osservare le spalle di Buffy che si alzavano e si abbassavano tremanti scosse dal pianto.


Mentre la disperazione della ragazza gli entrava nelle ossa, tanto era profonda.


Non aveva mai visto Buffy in quello stato.


Le mani abbandonate lungo i fianchi erano chiuse a pugno, scosse da un leggero fremito.


Si sentiva in colpa.


Come se avesse ascoltato una conversazione molto privata, una conversazione che non avrebbe mai dovuto origliare.


Come se avesse ascoltato una confessione che non era destinata a lui.


Una confessione in cui i sentimenti erano così profondi e dolorosi da farlo sentire fuori posto, inadeguato e superficiale.


Era finalmente riuscito a vedere il cuore di Buffy.


Ma non era certo quello il modo in cui aveva sparato che lei glielo aprisse.


Non era quello che sperava di sentire.


Era così immensamente lontana da lui, così diversa...


Non la poteva neppure sfiorare, la distanza fra loro era troppo abissale.


Colpa e rabbia e gelosia.


Uno strano miscuglio di sentimenti si agitava nel suo petto.


Emozioni troppo forti per essere controllate, razionalizzate.


Lui non riusciva a capirla, la guardava ,così infinitamente bella anche afflitta dal pianto, e non riusciva a comprendere tutto quel dolore, tuta quella forza di sentimenti, quella passione.


Eppure la amava per quel fuoco che le ardeva dentro, che le accendeva gli occhi, per l’irrazionalità.


Lui che era così razionale, che aveva un spiegazione per tutto.


Lei non aveva spiegazioni, lei viveva e basta, emotiva, umorale, passionale.


Ma lui non era riuscito a farla innamorare, lui non sapeva chi era.


Lui poteva accettare che fosse la cacciatrice, ma non capire che lo fosse.


Lui non li sentiva, non li viveva quei sentimenti che la sconvolgevano.


Lui non poteva accettare che Buffy avesse amato ,che amasse, un vampiro.


Fece qualche passo indietro.


Attraverso lo spiraglio della porta continuava a fissare quel pianto.


Mentre le parole della ragazza si scolpivano nella sua mante.


Amava Angel, da sempre, per sempre.


Amava Angel.


Rabbia. Gelosia. Delusione. Dolore.


Amava Angel.


Si allontanò correndo.


Uscendo dall’ospedale ricominciò a respirare normalmente.


Guardò la notte, le tenebre fitte e ostili.


Quelle tenebre non lo volevano, non gli appartenevano, gli erano nemiche.


Quelle tenebre gli avevano rubato Buffy.


Sorrise amaro... come potevano sottrargli qualcosa che non gli era mai appartenuto?


Sapeva dove sarebbe andato.


Raggiunse rapidamente lo squallido edificio dove una patetica creatura ,la pallida ombra di quella che era stata una donna, una ragazza, gli avrebbe fatto assaggiare il sapore della morte.


Per farsi del male, per farle del male.


Per provare a capire cosa la legasse a quel vampiro.


Per provare a capire le tenebre.


Per annullarsi, per dimenticare, per affogare i pensieri.


Inutile e pericoloso.


Sciocco.


In un alternarsi di sensi di colpa e di accuse a quella donna che l’aveva fatto innamorare ma non era mai riuscita ad amarlo.


Senza trovare il coraggio di farla finita.


Senza avere la forza di lasciarla libera.


Senza amarla abbastanza per non incolparla di quel tormento che gli rodeva l’animo.




Sentì il calore del sole sulla pelle.


I raggi filtravano attraverso i vetri della finestra.


Alzò la testa dalle coperte e guardò sua madre.


Si rialzò piano, asciugandosi le lacrime dalle guance.


Non immaginava che Riley l’avesse sentita.


Un timido sorriso si affacciò sulle sue labbra.


Annuì con la testa avvicinandosi alla finestra per vedere il sole che si alzava nel cielo.


Si sentiva più leggera, come se si fosse liberata di un peso.


Ripensò a una promessa che aveva fatto tanto tempo prima.


Una promessa suggellata da un bacio.


Una promessa fatta di gesti e di sguardi, non di parole.


Una promessa racchiusa in due anelli.


Una promessa che aveva avuto la forza di riportarle il suo amore attraverso l’inferno.


Una promessa infranta da un’altra promessa.


Una promessa che non avrebbe mai dimenticato.


E sapeva che anche lui non l’aveva dimenticata.


Ripensò ad un anello antico, un anello Claddagh.


L’aveva tolto molto tempo prima, ma il cuore era sempre rimasto rivolto verso di lei.


Doveva sistemare molte cose, ancora.


Sorrise di nuovo, più convinta.


Andò verso il letto e si chinò a baciare sua madre.


Mi manchi, mamma. E ti voglio tanto bene. Grazie, adesso lo so cosa devo fare... forse non lo so bene, però so che amo Angel e che non lascerò che il destino o una promessa me lo portino via. L’inferno non ci è riuscito, e in un modo o nell’altro riuscirò a realizzare il mio sogno personale. Magari non è fatto di staccionate e di abiti bianchi, però è il mio e io ci credo. Seguirò il mio cuore.”


Uscì dalla stanza e si appoggiò alla porta che si era chiusa alle spalle.


Era solo un passo piccolo piccolo verso l’alto.


Era solo l’inizio di una lunga risalita.




Cadute.


A volte si può cadere molto più in basso di quello che si è mai pensato fosse possibile.


E scoprire che si può andare oltre il fondo.


Perché il fondo non esiste.


Non era piacevole.


Non era neppure eccitante.


Non stordiva a sufficienza, meglio una sbronza per quello.


Ma era pericoloso.


Forse un modo assurdo e meschino per attirare l’attenzione.


O solo un modo come un altro per avere un segreto.


Anche lui.


Qualcosa di misterioso, al confine fra luce e ombra.


Senza capire che di luce non ce n’era neppure un filo nel tunnel in cui si era cacciato.


Qualcosa che gli scollasse di dosso quell’etichetta di bravo ragazzo che ormai gli stava così scomoda.


Un modo per prendersi una rivincita su Angel.


Il come quello che faceva rappresentasse una rivincita su Angel lo sapeva solo lui.


Ma quella notte si spinse troppo oltre.


Non se ne rese neanche conto mentre chiedeva a quella pietosa donna -no, non era più una donna da molto tempo- di mordere più forte, più a fondo.


E i racconti frammentari e casuali di Xander gli passavano per la mente come un film visto troppe volte.


Buffy che dava ad Angel il suo sangue per salvargli la vita.


Buffy che supplicava Angel di morderla, di salvarsi, di nutrirsi di lei.


La corsa disperata del vampiro verso l’ospedale.


Il loro addio nella nebbia.


Perché?


Era l’unica domanda che gli venisse in mente.


Perché lo amava ancora.


Perché un vampiro, perché dopo tutto quel tempo.


Perché non era riuscita ad innamorarsi di lui.


Riley chiuse gli occhi, maledicendola silenziosamente.


Maledicendo se stesso per essersene innamorato.


Il sangue defluiva lentamente da lui.


Nessun piacere, nessuna sensazione forte.


Solo un dolore leggero, vago, da un punto imprecisato del suo corpo.


I muscoli come indolenziti, le diramazioni nervose sottilmente tese ed elettriche.


Perché?


Quella domanda come un ronzio nel cervello.


Frustrazione, accuse, sensi di colpa... tutto un miscuglio incerto di emozioni.


Lui la amava, ma.


Ma, c’erano troppi ma.


Primo fra tutti ma lei non amava lui.


L’aveva sempre saputo, anche se aveva fatto finta di niente, anche se si era volutamente illuso.


E’ facile credere quello che più ci fa comodo.


Buffy non l’aveva mai amato e una parte di lui ne era sempre stata perfettamente consapevole.


Aveva creduto di poterla conquistare col tempo.


Aveva creduto che averla accanto gli sarebbe bastato, che non gli serviva possedere anche la sua anima.


Ma non era così.


Lui la voleva, non solo il suo corpo.


Voleva che si fidasse di lui, che trovasse appoggio e conforto in lui, che si confidasse con lui, che.... fosse innamorata di lui.


E questo non sarebbe mai accaduto.


Perché Buffy ,la cacciatrice, amava un altro.


Amava un vampiro.


Qualcuno che poteva proteggerla, tenerle testa.


Qualcuno che poteva capire la sua natura, il suo istinto.


Qualcuno con cui lui non poteva competere.


Non tanto per i “super-poteri”... quanto perché Angel aveva già vinto in partenza.


Angel aveva il suo cuore e l’avrebbe avuto per sempre.


Rabbia.


Una rabbia forte e copiosa gli montò nel petto per tutto il male che lei gli aveva fatto.


Ma i pensieri si stavano facendo annebbiati e lontani, come se fossero avvolti da una luce gelatinosa che glieli faceva sfuggire.


Si sentì cadere in un lago di acqua ghiacciata.


Non riusciva più a muoversi, il corpo paralizzato da un gelo doloroso e profondo.


Poi non sentì più niente.


Non pensò più niente.


Riley reclinò il capo all’indietro, emettendo un sottile alito di fiato dai polmoni contratti.


La vampira se ne accorse troppo tardi.


Si staccò da lui con un misto di orrore e rancore, le fauci sporche di sangue.


Il liquido gocciolava dalla sua bocca a sporcava le lenzuola, il petto di Riley, tracciando un macabro disegno.


.


Quando gli infermieri del pronto soccorso lo trovarono era troppo tardi.


Non c’era più tempo per lui.


Gli prestarono cure frenetiche, fecero l’impossibile.


Gli infusero intere sacche di sangue, ma il suo cuore era troppo danneggiato.


Si riprese per pochi secondi, sputando frasi inconsulte fra schizzi di sangue che gli uscivano con l’aria dai polmoni.


Buffy.... Buffy.... Buffy.... lei.... lei.... Buffy.... non hai mai saputo amare...... solo ferire le perone che ti circondano....”


Ma il suo cuore non era più in grado di supportare nessuno circolo sanguineo.

Si fermò, irrimediabilmente.


Riley chiuse gli occhi e l’ultima immagine che gli passò per la mente sconvolta fu quella di Buffy che scappava dall’altare mentre lui la aspettava davanti al prete.


Ora del decesso 05.38 a .m.”


Il medico restituì le piastre del defibrillatore a un’infermiera e uscì dalla sala togliendosi i guanti con rabbia e gettandoli a terra.


Era solo un ragazzo, dannatamente giovane per morire!


Senza documenti, senza nessun aiuto per poterlo identificare.


Probabilmente non avrebbero mai saputo chi era, e nessuno sarebbe venuto a cercarlo.


Un altro nessuno aveva tolto il disturbo da quel mondo da schifo.


Non era giusto.


Scosse la testa, aveva visto morire inutilmente troppa gente.




Giles firmò meccanicamente le carte che gli avevano dato per il riconoscimento.


Nella sala d’attesa tutto il gruppo lo osservava.


Facce meste e attonite.


Quando Buffy aveva raccontato loro la storia di Spike nessuno aveva voluto crederci.


Ma adesso erano davanti all’evidenza.


La realtà era stata sbattuta loro in faccia come una pagina del giornale del giorno prima accartocciata dal vento.


Buffy non era ancora arrivata.


Gliel’avevano detto per telefono.


Riley era sparito da due giorni ma nessuno aveva mai pensato che...


Sentirono i passi della cacciatrice avvicinarsi.


Nessuno parlava.


Nessuno aveva niente da dire.


Buffy aveva gli occhi umidi e arrossati, ma niente lacrime sul volto.


Spettinata e stravolta, negli occhi un’espressione incredula.


Negli occhi dei suoi amici leggeva biasimo e dolore.


Biasimo per chi?


Per lei, per Riley?


Giles le sfiorò una spalla, mentre lei gli piantava in faccia due occhi spalancati quasi chiedendogli di dirle che non era vero. “Mi dispiace Buffy.”


Fu l’unica cosa che le dissero.


Non cercarono di consolarla, di sostenerla.


Mi dispiace. Una frase così banale.


Anche a lei dispiaceva.


Le dispiaceva per tutto, per non aver potuto impedire quello che era successo.


Silenzio.


L’ospedale non le era mai sembrato così silenzioso, vuoto.


Le schiene dei suoi amici che si allontanavano, che la lasciavano sola ad affrontare la verità.


Una sconfitta, un’altra, della lunga serie che costellava la sua vita.


E’ lei Buffy Summers?”


La voce impersonale la apostrofò seccamente.


Annuì con la testa.


Abbiamo bisogno di sapere se aveva dei parenti e dove contattarli. Ci può confermare che il paziente deceduto si chiamasse Riley Finn, nato a...”


Buffy non sentiva più quelle parole senza senso, solo dati anagrafici.


Riley era molto di più di una data di nascita, un indirizzo, un numero di telefono.


Quando l’infermiera ebbe finito disse solo sì.


Senza guardare la donna negli occhi.


Bene. Le porgo le mie condoglianze signorina. Arrivederci.”


Si allontanò anche lei, voltando la schiena alla ragazza.


Passi piccoli e veloci su quel corridoio ingombro di carrelli di medicine.


Senza sapere perché Buffy la richiamò indietro.


La sua voce risuonò come un grido acuto e strozzato.


L’infermiera si girò verso di lei, ritornando interdetta sui proprio passi.


Posso fare qualcosa per lei?”


Io... io volevo solo... volevo sapere... se ha detto qualcosa... se ha ripreso conoscenza...”


La donna la guardò perplessa, poi nei suoi occhi passò un’ombra di cattiveria, o forse era solo stanchezza per il lungo turno, o per quella vita in cui vedeva troppa gente morire.


Non ha detto molto. L’ha chiamata, o almeno penso si riferisse a lei visto che il nome che pronunciava era Buffy. Ha detto -Non hai mai saputo amare, solo ferire le persone che ti circondano- non ha avuto il tempo di dire nient’altro. Povero ragazzo. Se adesso vuole scusarmi ho del lavoro da fare.”


La salutò con un cenno del capo che Buffy restituì frettolosamente.


Quelle parole le scoppiarono in testa come una bomba, deflagrando con fragore spaventoso.


Era colpa sua, allora.


Spike aveva ragione... Riley si faceva volontariamente succhiare il sangue per... per vendicarsi di lei... perché era geloso di lei... perché lo escludeva dalla sua vita... perché lo trascurava...


E aveva finito col farsi uccidere.


Era morto per colpa sua.


Per colpa sua...


Non si era mai accorta di quanto soffrisse, di quanto avesse bisogno di lei.


Come al solito era troppo concentrata sul suo dolore personale per accorgersi di quello delle persone che la circondavano.


Egoista.


Era solo una ragazzina egoista.


Le girava tutto intorno.


Non sentiva più le gambe.


Aveva ucciso un essere umano.


Un ragazzo che le voleva bene.


Si guardò le mani e le vide sporche di sangue.


Il liquido denso, rosso scuro, le ricopriva, colava vischioso sui polsi disegnando strisce sottili che si insinuavano sugli avambracci.


E poi sgocciolava fino a terra ,sporcando il pavimento lindo e odoroso di ammoniaca, dilatandosi in una spaventosa macchia purpurea che si allargava con raccapricciante rapidità fino ad arrivare a lambirle i piedi.


Non poteva essere solo colpa sua.


Non poteva essere stata lei.


La gelosia per la tua ragazza non è un buon motivo per buttarsi fra le braccia di una vampira.


Non è colpa mia. Non è colpa mia. Non è colpa mia. Non è colpa mia. Non è colpa mia. Non è colpa mai. Non è colpa mia. Non è colpa mia. Non è colpa mia. Non è colpa mia. Non è colpa mia. Non è colpa mia. Non sono stata io...


Aveva chiuso gli occhi e si ripeteva ossessivamente quella frase, cercando di calmarsi, ma l’unica immagine che le vorticava nella testa era il corpo di Riley martoriato dai morsi, rigido e sporco di sangue, il volto contratto e livido.


Riaprì disperata le palpebre ormai lambite dalla lacrime e tornò a fissare le sue mani.


Le teneva sollevate all’altezza del busto, discostate da sé e con le palme rivolte verso l’alto.


Le fissava inorridita, erano ancora sporche, inondate di sangue.


Il sangue di Riley.


Aveva ucciso un essere umano.


Cominciò a muovere le labbra, ripentendo la sua silenziosa litania, come per difendersi da tutto quell’orrore.


Non è colpa mia. Non è colpa mia. Non è colpa mia. Non sono stata io...”


Si muoveva leggermente, ondeggiano appena avanti e indietro, gli occhi spalancati e fissi sulle mani.


Improvvisamente esplose in un urlo disumano e lacerante, che eruppe in quel silenzio con la violenza di uno sparo.


NON SONO STATA IO.....”


Poi diventò tutto buio, freddo, silenzioso.


Cadde a terra svenuta, battendo con forza la testa sul pavimento.


Il capo di Buffy rimbalzò da terra per la violenza dell’urto e immediatamente ricadde di piatto, facendole sbattere il naso che subito cominciò a sanguinare copiosamente.


Mentre la soccorrevano la ragazza riprese conoscenza.


La prima, l’unica cosa che vide fu il sangue.


Dappertutto.


Sui suoi vestiti, sul viso.


Ne sentì il sapore metallico e salato in bocca.


Si portò le mani le mani alla faccia, liberandosi con uno strattone del dottore che la stava visitando, e quando le ritrasse le vide sporche di sangue.


Cominciò a respirare affannosamente, guardandosi in giro con la ferocia di una bestia intrappolata.


Urlò, di nuovo, con tutto il fiato che aveva in gola, spinta dal terrore più puro che avesse mai provato in vita sua.


NON E’ COLPA MIA.... NON E’ COLPA MIA....”


Si liberò dalla presa di medici e infermieri, facendoli violentemente cadere e sbattendoli lontano da lei.


Senza sapere dove andare, si guardò in giro distrutta, tornando sempre con lo sguardo alle mani e ai vestiti sporchi di sangue.


Poi si rifugiò in un angolo prendendosi la testa fra le mani, accucciata, piangendo di un pianto strozzato e convulso, interrotto dalle grida.


Prima che riuscissero ad avvicinarla per iniettarle un sedativo, collassò di nuovo.


Cadendo in una specie di coma da shock.




Nella sua mente c’era solo buio e confusione.


Una specie di lago, di palude, dove una nebbia umida e pesante copriva tutto.


Niente si muoveva, non vi era neppure un filo di vento, un alito d’aria.


La riva era un posto scuro e inospitale, una striscia sottile di sabbia rorida attorno allo specchio di acqua.


Strane piante contorte allungavano le loro radici come serpenti nelle acque placide.


Faceva freddo, l’acqua era ghiacciata, ma l’aria era irrespirabile e pesante.


Si trovava al centro di quel lago, i piedi nudi appoggiati sulla superficie senza però sprofondare.


Completamente sola.


Completamente svuotata.


Buffy non esisteva più.


Aveva una sola certezza.


HO UCCISO RILEY.”


Si svegliò nel suo letto.


Dawn era seduta in terra accanto a lei e leggeva qualcosa.


Willow stava sulla panca sotto la finestra e guardava fuori.


Nella stanza c’era un gran silenzio.


Silenzio come nella sua mente e nel suo cuore.


Silenzio duro da abbattere.


Silenzio come una gabbia di ferro attorno all’anima.


Silenzio denso e impenetrabile.


Neppure le pagine del libro di Dawn scricchiolavano.


Neppure le raffiche di vento contro i vetri chiusi producevano il minimo rumore.


Neppure il respiro delle due ragazze nella stanza era udibile.


L’alito di Willow appannava appena il vetro.


Ma il silenzio era totale, assoluto.


Poi Buffy parlò, finalmente.


Ogni parola bruciava in bocca come fuoco, grattandole e raspandole la gola.


La bocca era così impastata che quasi non riusciva a muovere le labbra.


Ho ucciso Riley...”


Le due ragazze nella stanza si voltarono di scatto.


Willow saltò in piedi e corse subito accanto al letto.


Passò un panno bagnato sulla fronte dell’amica.


Sorrideva tristemente.


Stai tranquilla Buffy, va tutto bene. Va tutto bene. Non parlare adesso, devi solo riposare.”


Will continuò a tamponarle la fronte, credendo delirasse ancora.


Le mise una mano sulla fronte.


La febbre deve essere scesa. Come ti senti?”


Guardò fissa la strega rossa, gli occhi sgranati. “Ho ucciso Riley.”


Basta Buffy. Non è stata colpa tua. Lui... ha deciso da solo. Devi pensare solo a riprenderti.”


Le mie mani... non c’è più sangue sulle mie mani?”


Non ce n’è mai stato Buffy. Eri solo sconvolta. Non avremmo dovuto lasciarti da sola in ospedale. Ma siamo qui, non ci siamo mai mossi. Siamo con te.”


Quanto... quanto tempo è passato?”


Cinque giorni. Sei rimasta completamente incosciente per un paio di giorni, poi hai cominciato a delirare. Avevi la febbre molto alta.”


Buffy abbassò lo sguardo sulle sua mani.


Ho ucciso Riley.”


Willow scosse la testa. Non faceva che ripetere quella frase, la voce rotta.


Ti prego Buffy devi ragionare. Non dipendeva da te. Non puoi salvare tutti. Dobbiamo andare avanti. So che è dura, e quanto fa male, ma devi andare avanti. Abbiamo bisogno di te e della tua forza. Dawn ha bisogno di te!”


Ho ucciso Riley. Non l’ho amato abbastanza e gli ho fatto del male. Io faccio del male a tutti quelli che mi vogliono bene. Io non so amare. Io faccio del male a tutti..... Riley è morto per colpa mai, perché io amavo Angel e non ho mai avuto il coraggio di ammetterlo. Io sono un mostro... io faccio solo male alle persone che amo. Ho ucciso Angel una volta.... e adesso anche Riley...”


Scoppiò a piangere come una bambina.


Willow e Dawn la abbracciarono forte, cercando di calmare la sua disperazione.


Niente sarà mai più come prima. Io merito solo di morire... io..”


Shss.. tranquilla... tranquilla... Metteremo tutto a posto, andrà tutto bene...”


Niente sembrava poterla consolare.


Era così sgomenta. così distrutta.


Come se il peso di tutto il mondo le fosse caduto sulle spalle.


Tutti mi odieranno.... tutti mi odiano... Riley mi odiava... Angel mi odia... Voi tutti mi odiate...”


Non dire sciocchezze. Adesso sei sconvolta, ma col tempo andrà meglio.”


Niente andrà meglio Will, niente!!!! Io volevo lasciarlo, capisci?? La notte in cui è morto io avevo deciso di lasciarlo... Io.... oh dio, è colpa mia se è morto, è solo colpa mia!!!!”


Si alzò di scatto dal letto, mentre il dolore le sconvolgeva la mente.


Si avventò contro i mobili della stanza, ribaltandoli, scagliandoli contro le pareti, rompendoli.


E’ solo colpa mia, io l’ho ucciso!!! Colpa mia... colpa mia...”


Nonostante le sue urla un silenzio devastante le pesava dentro, le avvolgeva la mente.


Un silenzio così totale da essere doloroso, come se neppure il suo cuore battesse ancora.


Rovesciò la cassettiera che si trovava sotto lo specchio e ruppe quest’ultimo, frantumandolo con le mani, ferendosi.


Perse a calci la cassettiera ormai a terra, sfondando i cassetti.


Come il rumore scrosciante di una campanella in una notte di neve il tintinnio argenteo dell’anello che rotolava a terra riempì la stanza.


Accarezzando l’aria e le pareti, solleticando le orecchie, sfiorando la pelle.


Il Claddagh scivolò fuori dalla lettera ripiegata più volte che era uscita da uno dei cassetti frantumati.


Quel suono ruppe dolcemente il silenzio.


Tum-tutum. Tum-tutum.


Sentiva chiaramente i battiti accelerati del suo cuore, il rumore affaticato del suo respiro.


Tum-tutum. Tum-tutum.


E anche dalla strada provenivano dei rumori, e Willow parlava e Dawn piangeva sommessamente spaventata.


Guardò la lettera di sua madre e l’anello come se non li avesse mai visti.


Ognuno di essi rappresentava una promessa.


Promesse che avevano cambiato la sua vita così come gli sbagli, le cadute.


Si inginocchiò e raccolse l’anello.


Lo prese fra le mani, passò le dita sul simbolo che rappresentava, lo portò vicino alle labbra, poi lo guardò di nuovo e lo strinse al petto.


Lacrime pacate, silenziose e lente scorrevano sul suo viso.


La voce adesso era un sussurro armonioso e calmo.


.........Angel... oh, Angel cosa ho fatto? Cosa sono diventata? Angel... oh, dio Angel.... come ho potuto?.... Cosa ho fatto... cosa? Cosa abbiamo fatto? Perché mi hai lasciata? Non c’è più nessuno a rialzarmi adesso e io da sola non ce la faccio. Mi dispiace Angel, mi dispiace.”


Chiuse gli occhi e si rialzò piano.


Mi dispiace, ovunque tu sia Riley, mi dispiace. E’ stata solo colpa mia.”




Era una tomba semplice.


Non era neanche una tomba, per l’esattezza.


Solo una lapide commemorativa.


Il corpo era stato mandato nell’Owia dai suoi genitori.


Buffy si guardò in giro.


Era un appezzamento nuovo del cimitero.


Poche tombe, niente alberi, erba impiantata da poco.


Un paesaggio molto lineare, essenziale, quasi scabro.


Il cielo era di un colore indefinibile, quasi trasparente, striato di luce che il sole sembrava essersi dimenticato là.


Era già buio, certo, ma il cielo non era ancora scuro.


Era un crepuscolo ritardatario e lunghissimo.


Il vento le strappò di dosso i lembi della giacca che si teneva stretta al corpo con le braccia incrociate.


Si insinuò sotto la camicetta troppo leggera, sfiorandole la pelle nuda.


Buffy rabbrividì.


Forse non solo per il freddo.


Gli occhi blu fissi su quel pezzo di marmo.


Due sole righe per ricordare una persona, per racchiudere un’intera vita.


Era così triste, così tremendamente doloroso.


Si sentiva vuota e fredda.


Gli occhi erano asciutti, disseccati da un fuoco troppo profondo per lasciare spazio alle lacrime.


L’ineluttabile realtà la schiacciava con il suo peso.


Non poteva cambiare le cose, non poteva accettarle... anche se doveva, anche se non aveva scelta.


Riley... non so se saresti contento di vedermi qui. Mi vedi da dove sei adesso? Ma sei da qualche parte... o semplicemente non sei più? Dubbi, incertezze, paure... come al solito... ho solo quelle. Nient’altro. Vorrei chiederti scusa. Non sono mai stata brava con le scuse... neppure a dire grazie... A dire il vero non so che parole usare, non so cosa dire. Io... oh, dio! Non so neppure se sono infuriata con te o con me stessa. E’ stata solo colpa mai? E’ stato solo per me che l’hai fatto? Oh, Riley... Riley, non avresti mai dovuto. Dovevi chiedere aiuto... forse l’hai fatto e non ti ho ascoltato, ma avresti dovuto urlare forte e ancora di più, avresti dovuto afferrarmi e scuotermi se non ti sentivo, invece... invece hai cercato qualcosa che io non ti davo con una... con una... non so neanche come definirla. Io ho cercato di essere una fidanzata ideale... ho cercato di amarti. Scusami se non ci sono riuscita, scusami se non so cosa dire. Vorrei sapere perché Riley? Perché l’hai fatto. Perché? Come hai potuto. Sono arrabbiata, è vero. Sono furente e delusa. Con te... con me... Forse hai ragione tu. Voglio l’amore, ma non posso averlo, non so averlo. Forse è solo il destino di una cacciatrice. A chi vuoi che importi il sacrificio di una in cambio della salvezza del mondo. Il mondo, gli innocenti, fra e te e me, fra noi, sempre. Perché Riley? Perché? Perché mi hai tradito in un modo così meschino, perché mi hai lasciata sola anche tu. E’ stata colpa mia, vero? Ho dannato anche te. Io che non so più amare da una notte lontana, una notte in cui ho perso il mio amore e la fiducia. Una notte in cui si è infranta una promessa. Non sono qui per chiedere perdono, ti ho spinto io a questo, ma la strada l’hai imboccata tu. Vorrei solo... solo parlare... Non sono qui neppure per avere un’assoluzione. Sono qui e basta. Non tornerò più Riley, in futuro. Non tornerò qui da te.”


Mise le mani in tasca e restò a fissare la lapide.


Si strinse di più, rannicchiandosi in se stessa.


E l’aria le scompigliava i capelli, scostandoglieli dal viso, e le fischiava nelle orecchie.


Adesso era buio del tutto.


E la notte era più umida del solito.


L’erba era molto bagnata, e luccicava stranamente illuminata da una luna bianca e fredda.


Spike le arrivò alle spalle.


Osservando incantato il riflesso delle stelle sui suoi capelli biondi.


Sembrava così fragile, un fuscello che si ergeva contro il vento.


Ed era così bella, così assolutamente da mozzare il fiato.


Adesso era così sola, così spaurita.


Forse aveva bisogno di un amico a cui parlare.


Forse aveva voglia di piangere.


Con qualcuno che non la giudicasse.


Buffy....”


La cacciatrice sobbalzò.


Era soprappensiero.


Ciao Buffy.... io ti ho vista qui e... insomma... ho pensato che... che magari avevi voglia di fare due parole... volevo sapere come... come... ecco... come stai?”


Quella voce la conosceva.


Quella voce le entrò nelle orecchie, ferendo i suoi pensieri.


Quella voce scosse le sue certezze, quelle poche era riuscita a mantenere in piedi.


Quella voce arrivò fin nei recessi più profondi della sua anima, risvegliando sentimenti e istinti sopiti.


Rabbia, dolore, collera, furia, ira, rancore.


Si voltò verso il vampiro e nei suoi occhi ardeva un odio infinito e spaventoso.


Una furia ceca e irrazionale.


TU... tu... come osi? Come osi venire qui? Sei contento adesso? Adesso che lui è morto, adesso che hai campo libero!!! TU! Tu l’hai spinto fra le braccia di quelle vampire... Non è vero? Non è vero?? Tu vuoi solo distruggere la mia vita!! TU! Tu mi hai detto di lui! Tu volevi distruggerlo!! E’ colpa tua!”


Si avventò sul vampiro che la guardava stralunato.


Buffy... Buffy... mi dispiace... io... io non volevo...”


Ma non poté finire la frase.


Un pugno violento gli arrivò direttamente in faccia, facendogli rompere le labbra contro i denti.


Spike cadde in terra.


Quasi senza alcun rumore, l’impatto attutito dalla terra fresca.


Si sollevò su un gomito, portandosi una mano alla bocca per asciugare il copioso rivolo di sangue.


Ehi, ma che....?”


Lo colpì di nuovo, con un calcio allo stomaco che lo fece piegare in due.


La cacciatrice sentì il rumore delle costole che si spezzavano, chiaramente.


Il suo istinto si risvegliò ruggendo intensamente dentro di lei, trasmettendole una scarica elettrica che si diffuse lungo tutti i nervi, tendendo i muscoli.


Le calò un velo di nebbia rossa davanti agli occhi.


Non vedeva più niente, non sentiva più niente.


Niente oltre al suo nemico.


Un altro violento calcio.


Le costole rotte in più punti perforarono i polmoni ormai inutili per lui.


Il vampiro tossì, sputando il sangue che gli riempiva la bocca e la trachea.


Strisciò indietro di alcuni passi e cercò di rialzarsi.


Ti fa sentire meglio prendertela con me??! O.K., fai pure. Certo, è sempre e solo colpa mia. Ma non sono io quello che passava le notti con Angel mentre il tuo ragazzo si faceva dissanguare...”


Un calcio in faccia, sferrato con una violenza incontenibile.


Il tacco dello stivale frantumò le ossa del naso.


Il volto di Spike era una maschera di sangue.


Rialzò faticosamente la testa e cercò gli occhi della cacciatrice.


Bruciavano accesi da un rogo che non vi aveva mai visto ardere, un odio freddo e incondizionato.


Non c’era più traccia di umanità in quegli occhi.


Solo la volontà di uccidere.


Spike tremò.


Andarsene, doveva andarsene.


Si voltò arrancando lontano dalla ragazza.


Buffy si avventò su di lui.


Lo afferrò per un braccio e glielo torse dietro la schiena fino a spezzarlo.


Il vampiro urlò per il dolore.


Ma Buffy non mollò la presa, non sentì neppure la voce strozzata che la implorava.


Lo spinse giù, fino a farlo crollare sulle ginocchia.


Lo colpì alla schiena con il ginocchio.


Di nuovo il rumore di ossa rotte.


Di nuovo adrenalina pura che le esplodeva nelle vene..


Lasciò la presa, Spike cadde a terra riverso.


Il vampiro cercò di rialzarsi, mettendosi carponi.


Buffy gli sferrò una gomitata nelle reni, poi un calcio in pancia.


Spike rotolò lontano da lei.


Boccheggiando per il dolore.


Dolore dappertutto.


Dolore che gli scoppiava nella testa e gli impediva di ragionare, di agire, di reagire.


In piedi, doveva rimettersi in piedi.


Ma in un istante Buffy gli fu di nuovo addosso.


Lo colpì alle ginocchia facendolo cadere.


Ancora rumore di ossa rotte.


La rotula trapassò i tendini, la carne, la pelle.


Dalla frattura esposta il sangue zampillava con la stessa forza di quello pompato dalle arterie.


Gli inzuppò i pantaloni, bagnando l’erba e mescolandosi alla brina.


Ma lei non si fermò.


Colpì ancora.


Gli sferrò un calcio alla testa, procurandogli una profonda ferita sulla nuca, fracassandogli la mandibola.


Buffy estrasse un paletto.


Spike urlò , riempiendo l’aria con la sua voce.


E l’impeto di quel grido raggiunse le case, svegliando bambini terrorizzati.


La cacciatrice si fermò.


Fece un incerto passo indietro.


Scosse stordita la testa.


Aveva una visione annebbiata.


Davanti a lei c’era Spike.


A terra sanguinante, ridotto una caricatura di quello che era, completamente deformato dai lividi, dalle ferite e dalle botte.


Le girava al testa.


Cosa stava facendo?


Aveva perso il controllo.


Aveva lasciato che l’ira la travolgesse.


Retrocesse di ancora qualche passo.


Le mancava il respiro.


Spike tentò di rialzarsi.


Barcollò verso di lei, un braccio lungo il corpo completamente privo di vita, la gamba ancora sanguinante così come molte altre parti del corpo.


Buffy era stordita, confusa.


Ma brandiva ancora il paletto.


Spike non si reggeva in piedi.


Inciampò e cadde.


I riflessi di Buffy non erano pronti.


Il corpo di Spike le crollò addosso di peso.


Facendola sbilanciare e cadere a sua volta a terra, a pancia in su.


Vide la bocca deformata di Spike cercare invano di muoversi per pronunciare parole che non poteva più dire.


Poi il peso del corpo sopra di lei che la schiacciava si annullò.


La cenere le entrò negli occhi, la respirò facendola tossire.


Vide gli occhi di Spike che la fissavano imploranti implodere in se stessi e poi esplodere, trasformandosi in cenere.


Il vampiro era caduto sul paletto che reggeva in mano.


Aveva ucciso Spike.


Rimase sdraiata esattamente dov’era.


Sprofondata nell’erba bagnata, con la rugiada che le impregnava i vestiti raggiungendo la pelle e le bagnava i capelli.


Il cielo sopra di lei era sereno e limpido.


Cosparso da migliaia di stelle.


Lentamente sciolse le dita contratte attorno al paletto.


Lasciò cadere quel pezzo di legno.


Alcune schegge le erano entrate nella pelle.


Spike.


Aveva ucciso Spike.


Spike che non aveva nessuna colpa.


Spike che per la prima volta dopo 126 anni non era colpevole.


Non aveva bisogno di guardare le sue mani per sapere che erano sporche di sangue.


Sangue vero questa volta.


Stava distruggendo tutto quello che la circondava.


Stava facendo a brandelli il suo mondo.


Colpe.


Ancora una volta aveva addossato colpe che erano sue a qualcun altro.


Codarda.


Vigliacca.


Avrebbe voluto poter restare lì per sempre.


Avrebbe voluto chiudere gli occhi e sparire.


Annullare la sua vita.


Annullare il tempo e lo spazio.


Annullare il dolore, gli sbagli e le cadute.


Restare lì e smettere di respirare.


Restare lì e annullarsi nella notte.


Chiuse gli occhi e restò immobile nell’erba intrisa di rugiada.


Con il vento che le passava sopra come se fosse stata terra lei stessa.


Sparire.


Sarebbe stato così dolce sparire.


Sarebbe stato così dolce se il mondo si fosse dimenticato di lei.


Quando riaprì gli occhi il cielo era ancora sopra di lei, orgoglioso delle sue stelle.


Ho perso la mai strada.”


La luce lunare che illuminava l’anello Claddagh che aveva al dito fu oscurata da una nube.


E l’anello smise di brillare.




Passò molto tempo.


Alla fine Buffy si rese conto di dover aprire gli occhi.


Si rese conto che sparire e basta era impossibile.


Sentiva il sangue pulsare nelle vene, lo sentiva battere sotto le palpebre gonfie di pianto, nelle tempie doloranti.


Il petto si alzava e si abbassava ritmicamente, sollevato da una volontà misteriosa e più forte della sua.


Non si alzò, non si mosse.


Solo dischiuse le ciglia.


Il cielo non c’era più, né le stelle.


Né l’erba fredda e bagnata sotto le sue mani, ne la terra che profumava di rugiada.


In un attimo fu in piedi, dimentica degli arti intorpiditi.


Non c’era più niente intorno a lei, non c’era più il mondo.


Per un folle momento pensò che le sue suppliche fossero state esaudite e si sentì sollevata.


Poi una voce alle sue spalle la riportò alla realtà.


Era maledettamente viva.


Ti stavo aspettando. Da molto tempo.”


Un uomo molto vecchio o forse molto giovane la osservava con occhi miti.


Chi sei?”


La voce di Buffy sembrava irreale, estranea a quel luogo.


Non sono io che deve rispondere alle tue domande. Tu ti devi dare la risposta.”


Dove sono?”


Ha importanza?”


La ragazza lo guardò spiazzata e intimidita.


Fece un passo indietro, gli occhi che analizzavano veloci quel posto di niente, cerando un qualche punto di riferimento, un indizio, un qualcosa di umano, di reale.


Le risposte non sono fuori da te, ma dentro di te.”


Quali risposte?”


Buffy adesso era sulla difensiva.


L’uomo sembrò ridere.


Ti piace proprio fare domande! Non otterrai risposte da me non sei qui per questo.”


Qui... qui dove?!”


Ha importanza?”


Quegli occhi non le sembravano più così miti. Erano pozzi profondi di acque pacifiche che però erano pronte a diventare tempestose.


Distolse lo sguardo, non riusciva a sostenerli.


Io... io non credo che ne abbia molta adesso.”


Quelle parole uscite dalla sua bocca la stupirono.


Non credi? O ne sei certa? Niente giochi con me bambina.”


Io... io ne sono certa.”


Bene. Chi sei tu?”


Io? Credevo lo sapessi, hai detto che mi aspettavi.”


L’uomo sorrise, o almeno così le sembrò.


Io so chi sei. Sei tu a non saperlo.”


Quelle parole come un colpo secco sul viso.


Era vero, lei non lo sapeva più.


Ma diede la risposta più ovvia, quella che tutti si aspettavano.


Buffy Summers, la Cacciatrice di vampiri...”


Sorriso, di nuovo.


Bene. Sai chi è una cacciatrice?”


Io... certo che lo so! Ma che razza di gioco stai giocando con me?”


Nessun gioco.”


Allora smettila di fare domande idiote.” La voce arrabbiata e risentita, spaventata.


Sai che non sono idiote, come tu le hai definite. Te lo chiederò di nuovo. Chi sei?”


Rabbia, frustrazione.


La cacciatrice predestinata.”


Cosa vuoi essere?”


Lacrime.


Che bruciavano i suoi occhi azzurri, che incrinavano la voce, che alteravano il respiro.


Deglutì più volte.


Una ragazza normale.”


Una ragazza normale, certo. Puoi esserlo?”


Buffy strinse i pugni fino a conficcarsi le unghie nella carne.


Sperando che quel dolore concreto potesse annullare quello del suo cuore.


No.”


Perché no?”


Perché è il mio destino!!!”


Stava urlando e ormai aveva perso il controllo delle lacrime che scendevano rigandole il viso.


Il tuo destino. Strana cosa il destino, sai. Non puoi sceglierlo, ma devi accettarlo. In un certo senso è lui che sceglie te. Tu credi al destino?”


Risata amara, sarcastica, cattiva.


Sono la persona meno adatta a cui chiederlo. Me l’hanno sbattuto in faccia il mio destino, mi hanno costretto a crederci.”


Costretta. Bella parola. Credi davvero che qualcuno possa costringerti a fare qualcosa che non vuoi?”


Sì.”


Oh, bambina, come ti sbagli. Sei sempre stata tu a scegliere. Ma forse è più comodo lasciare che siano gli altri a prendere decisioni, ad agire, mentre tu resti a compatirti per il tuo triste destino.”


Io non avevo scelta, non l’ho mai avuta. Io DOVEVO essere la cacciatrice perché altrimenti degli innocenti sarebbero morti.”


Tu dovevi. Vorresti davvero essere come prima di scoprire chi sei?”


Lungo silenzio.


............No.”


L’uomo sorrise, anche se la ragazza ,gli occhi fissi a terra, non lo vide.


Giusto. Perché essere la cacciatrice non è il tuo destino, è quello che sei. Tu hai sempre avuto scelta Buffy. Sempre. Hai scelto di innamorarti di Angel. Hai scelto di fare l’amore con lui. Hai scelto di lasciarlo partire. Hai scelto di metterti con Riley anche se sapevi di non amarlo. Hai scelto di non seguire Spike quando ti voleva portare da Riley sostenendo che si faceva succhiare il sangue volontariamente. Hai scelto di non fermare Riley. Hai scelto di uccidere Spike. E tutte le tue scelte ti hanno portata dove sei adesso. Dove sei?”


Non lo so. Mi sono persa.”


Perché?”


Io... io non lo so.”


Tu lo sai, è solo difficile ammetterlo. Perché ti sei persa, Buffy?”


Perché non ho mai accettato di essere quello che sono. Perché cercando di combattere la mia natura ho distrutto me stessa e le persone che mi vogliono bene. Perché ero troppo presa dal mio egoismo, dal mio dolore, per accorgermi di quello degli altri.”


L’uomo sorrise annuendo.


Cosa vuoi, Buffy?”


Cosa voglio?”


Si guardò in giro spaesata, tormentandosi freneticamente le mani.


Quell’uomo la stava distruggendo.


La stava sbucciando strato dopo strato, fino ad arrivare all’anima nuda e vibrante, al lato più oscuro.


La stava mettendo di fronte a se stessa e la costringeva a guardarsi allo specchio senza la possibilità di mentire, di ingannarsi.


Era come morire e rinascere.


Era peggio che morire.


Era osservare dall’alto di una vetta l’abisso in cui era caduta, giorno dopo giorno, e dover ammettere che era colpa sua.


Non del suo destino, non di un fato che non era mai esistito.


Sì bambina. Cosa vuoi da questa vita? Da questo destino?”


Vorrei cancellare gli sbagli. Vorrei rimediare agli errori. Vorrei avere il coraggio di amare Angel, e di chiedergli scusa per tutte le volte che l’ho ferito, tradito, perché ero troppo occupata a difendere i miei sentimenti. Vorrei che Riley fosse vivo e se ne andasse da me, da questo posto maledetto, vorrei che si trovasse una brava ragazza che lo ami davvero e la sposasse e che vivessero in una casa con un bel giardino, un cane e una staccionata bianca ed avessero tanti bambini a gattonare per quella casa. Vorrei aver rispettato Spike e il suo sforzo di cambiare, vorrei che si fosse liberato da questa ossessione per me e che magari un giorno si trovasse una vampira buona, o una strega... o una ragazza disposta a capire.


Vorrei aver perdonato mia madre per non aver capito quella notte e per avermi chiesto di scegliere fra lei e la mia missione, fra lei ed Angel. Vorrei avere la forza di essere quello che sono senza paure e di accettare le paure e le debolezze come parte di me e di quello che sono. Vorrei ritrovare la mia strada.”


Vuoi davvero tutto questo?”


Lacrime, ancora, più copiose, più dolorose.


Sì.”


Tu hai la forza e hai il coraggio. Basta che tu lo voglia e che la tua volontà sia ferrea.”


Non posso cambiare quello che ho fatto.”


Puoi rimediare agli errori. Puoi chiedere scusa. Puoi.”


Lacrime, amare, salate sulle labbra e sulla pelle.


Non posso riportare in vita Riley o Spike... non posso cancellare tutto il male che ho fatto loro ed agli altri.”


Tu no.”


Buffy alzò gli occhi sull’uomo che le stava davanti, nello sguardo una scintilla che non brillava più da molto tempo.


Hai visto cosa vuol dire arrivare in fondo. Hai visto che l’oscurità in te è molto più forte di quello che pensavi. Sappi che puoi scendere molto più in basso, lungo una scala in cui la morte è solo il primo gradino. Sarai tu a decidere se risalire o cadere ancora più in basso. Ma hai una seconda possibilità.”


Una seconda possibilità?”


Sì. Per la forza di una promessa, per la forza del tuo amore, per il mondo che hai salvato, per l’anima che hai dannato e liberato.”


Lei lo guardò asciugandosi quelle lacrime dal volto.


Parli di Angel? E’ per lui che sono qui?”


E’ per te che sei qui. Perché a tutti è concesso di sbagliare. Perché nel tuo cuore c’è una luce che può abbattere le tenebre se solo riuscirai a trovarla. Non hai perso la tua strada, l’hai sempre avuta al dito, nel cuore.”


Buffy seguì la direzione degli occhi dell’uomo e vide il Claddagh al suo dito.


Chi sei tu? Come sai tutte queste cose su di me?”


L’uomo rise, apertamente questa volta, una risata calda e scrosciante.


Oh, bambina! Chi sono. Forse solo un vecchi pazzo, o magari un mago con manie di grandezza, forse il tuo angelo custode, forse la risposta che non trovavi. Ma ha importanza?”


Buffy sorrise timidamente.


No, immagino che non ne abbia.”


Vedo che hai capito bambina. Lo sapevo che eri una in gamba.”


Davvero? Io non me lo ricordavo più.”


Ora andrà meglio. Ma è ora di tornare adesso.”


Lo so. Devo tornare.”


L’uomo sorrise a Buffy e la ragazza chiuse gli occhi.




Non starai mica piangendo per lui vero? perché se n’è andato... O sei arrabbiata con me per via di quello che è successo?”


Il ragazzo ancora avvolto dalle incerte ombre notturne si morse la lingua.


Domanda stupida pensò.


Lei non si sognerebbe mai di piangere per qualcosa che dipende da me...


Allungò una mano a tastare l’erba sotto di lei.


C’era ancora, c’era di nuovo...


Terra ed erba intrise di rugiada che le bagnavano i vestiti e i capelli, che le inumidivano la pelle passando attraverso i vestiti.


E l’aria fredda e sferzante della nottata che le colpiva il viso e si insinuava fra i capelli umidi.


E quella voce.


Dio, quella voce.


Ironica, mordace, chiara, giovane, incalzante.


Conosceva fin troppo bene quella voce e aveva creduto che non l’avrebbe risentita mai più.


Il suo cuore accelerò i battiti, ma teneva ancora gli occhi chiusi.


Se non fosse stato vero, se fosse stato solo un sogno...


Ehi, ma stai bene??! Sei ferita per caso? Buffy, mi senti??! Buffy!”


La ragazza si rialzò con un balzo.


La rapidità di un felino, la velocità di un scorpione che punge la sua preda: era pur sempre la cacciatrice ed era pericolosa, questo Spike lo sapeva bene, ma qualcosa nei suoi movimenti glielo ricordò con vividezza estrema.


Lei lo fissò semplicemente, senza muovere un muscolo.


Gli occhi spalancati, unico punto luminoso disperso in un viso stravolto e segnato da occhiaie profonde.


I capelli arricciati dall’umidità le scendevano sulle spalle e le si incollavano al volto: sulla fronte e sulle guance.


La giacca di pelle aveva un colore più scuro sulla schiena, dove si era impregnata di acqua, ed anche il resto dei vestiti appariva impregnato di rugiada.


Spike si rese conto che doveva essere lì ,sdraiata a quel modo, da molto.


O.K. che c’è di strano della mia faccia? Mi fissi come se fossi un fantasma... non che tecnicamente io non sia morto ma da qui ad essere un fantasma... e poi a dirla tutta...”


A dire il vero qualcosa di strano nella faccia di Spike c’era: era perfettamente sana.


Niente lividi e lineamenti tumefatti dalle percosse, niente sangue incrostato sulla pelle e che colava copioso dal naso, il volto non era sformato dalla mandibola fratturata, dal naso quasi maciullato.


Non era come l’aveva visto l’ultima volta.


Non era come quando aveva guardato con orrore dentro i suoi occhi mentre si dissolveva.


Ero il solito Spike e non portava nessun segno del loro ultimo scontro.


Lo sguardo penetrante e canzonatorio, gli occhi color ghiaccio, gli zigomi affilati su cui la pelle pallidissima sembrava essere troppo tirata, i capelli rigorosamente ossigenati.


Gli sproloqui del vampiro furono interrotti da un sorriso di Buffy.


Un sorriso luminoso e improvviso, come il sole che si fa strada attraverso le nubi di un temporale appena passato.


Un sorriso così radioso che compì il miracolo di riuscire a zittire il ragazzo.


Non era mai stata così felice di vedere Spike e non aveva mai creduto possibile che il vederlo le potesse procurare una simile gioia.


Stai bene!”


Lui la guardò perplesso.


Starei bene se avessi appena succhiato del buon sangue di donna possibilmente bella e sotto i vent’anni, ma la tua non era un domanda... che ti prende?”


Sono solo contenta di vederti...”


Altro sorriso da stendere anche i morti.


Scusa non credo di aver capito! Hai proprio detto contenta? Lo sapevo che prima o poi avresti ceduto al mio impareggiabile fascino... Ma stai bene, voglio dire non sei sbronza? o hai la febbre alta?”


Lei rise.


La sua risata scrosciò nella notte come polvere di stelle, illuminandola tutta, accendendole lo sguardo e il sorriso e il volto.


Spike la guardò rapito.


Stai un pò zitto!! Sono felice di vederti e basta! Sono felice di vedere un mio amico!!!! Tutto qua!”


Prima che lui potesse commentare la parola amico gli era volata al collo e gli aveva schioccato un rumoroso bacio sulla guancia.


Poi gli aveva tolto le braccia dal collo e ,il volto a pochi centimetri dal suo, l’aveva guardato con aria soddisfatta.


Ahi!!!! Ma sei matta?? Mi hai fatto male.”


Buffy rise di nuovo, più a lungo e più forte.


Allora sei vero!!”


Certo che sono vero!! Non c’era mica bisogno di darmi un pizzicotto!! Al massimo potevo dartene io uno a te se avevi paura di essere in un sogno... A proposito questo sogno potrebbe avere risvolti piacevoli dal mio punto di vista....?”


Lei ,ancora sorridendo, si allontanò di poco, andandosi a sedere lì vicino, la schiena appoggiata a una lapide.


Non riuscirai a farmi arrabbiare con le tue insinuazioni, non stasera!!”


Lui la guardava sempre più stupito.


Ti bagnerai ancora di più, in terra c’è ancora umido per tutta la pioggia di oggi...”


Non fa niente. I pantaloni e la giacca sono già bagnati, e anche io non sono molto asciutta!!”


Mmm come vuoi... devo andarmene?”


Altro sorrisone.


No, resta. Se ti va.”


Lui si sedette su una lapide lì di fronte, issandosi pigramente con le mani.


Accese una sigaretta e guardò la cacciatrice oltre la piccola brace che si andava formando.


E’ una bella notte.”


Lui diede un’occhiata al cielo.


Bha... se lo dici tu. Non è che il clima mi tocchi molto.”


Già... però vai costantemente in giro col cappotto.”


Soprabito. E’ un soprabito di pelle. Non un comune cappotto. Ed è molto importante, l’ho preso..”


Lo so, me l’hai già raccontata questa storia.”


O.K che ci vuoi fare dopo il primo secolo e un chip nel cervello si comincia a diventare ripetitivi, si raccontano le vecchie glorie, si ricordano i bei tempi...”


Prima mi hai chiesto se piangevo perché qualcuno se n’è andato. Chi?”


A Spike andò di traverso la boccata di fumo, tossì violentemente.


Come chi?!!! Babbo natale... Tu stai male, sei carina con me, fai domande strane.... ma che hai?”


Sarebbe di troppo disturbo per te non rispondermi con un’altra domanda?!”


E’ una specie di trappola... di interrogatorio...”


Spike!!”


Va bene, come vuoi. Riley. Riley se n’è andato.”


Lo sguardo di Buffy si adombrò.


E un velo acquoso ricoprì la superficie lucida e scintillante dei suoi occhi.


Valla a capire pensò il vampiro ossigenato.


Prima ride come se fosse infinitamente felice, poi piange... neanche fosse innamorata di quel soldatino....


E’ stata colpa mia. Se non fosse stato per me non avrebbe mai fatto una cosa del genere.”


Senti, mica ce l’hai fatto salire tu su quell’elicottero... E poi buona la scusa che non ti ha sentito quando gli sei corsa dietro e lo chiamavi!! Secondo me ha semplicemente fatto finta di niente. Non aveva il fegato di amarti Buffy, anche se l’idea gli piaceva... E poi starà bene nel Belize, vedrai...”


Elicottero? Quale elicottero??!”


Si era alzata in piedi, gli occhi increduli e la voce che tremava.


Ma che diavolo? Come quale elicottero!! Quello che il tuo bamboccio ha preso per andarsene con l’esercito quando avete litigato per via delle vampire da cui si faceva succhiare...”


Vuoi dire che è andato via da Sunnydale?”


Sì, decisamente. Il Belize è un pò fuori dal tuo quartiere bellezza... Non andavi tanto forte in geografia eh?!”


OH Spike!!! Non é possibile!! Io... oh grazie grazie grazie grazie!!”


Gli era di nuovo saltata al collo.


GRAZIE! E’ tutto così incredibile! Una seconda possibilità, capisci?! e’ meraviglioso. Potrà avere una casa con la staccionata bianca e un cane... e una ragazza che lo ami e i bambini che gattonano nel giardino e...”


Spike se la levò gentilmente di dosso.


Cominciava seriamente a pensare che fosse diventata matta...


Sì certo, e anche un bel forno a microonde e un frullatore... Ma adesso ti riporto a casa e ti metti a letto e fai un bella dormita, poi domani ti fai vedere da un bravo medico... E non provare più a saltarmi addosso, perché potrei anche farmi strane idee e buttare all’aria tutti i miei buoni propositi!”


Lei in tutta risposta a quel discorso molto serio, rise di nuovo.


Oh, Spike. Sei unico! E’ solo.... bè ecco ho fatto una specie di sogno... di incubo direi... E sono davvero contenta che non fosse reale... tutto qua!!”


Sarà...”


Il vampiro la squadrava perplesso.


Non mi guardare così! Non sono mica matta!”


Si sedette anche lei su una lapide, osservando il cielo e la luna.


Ho scoperto che posso scendere molto in basso. E che posso essere molto... cattiva... Che non sono fatta di luce, ma che comunque la luce è in me, e devo avere la forza di trovarla. Ci sono molte tenebre in me Spike, non l’avrei mai creduto.”


Ci sono in tutti noi Buffy. Ognuno ha il suo demone personale...e non lo dico solo in senso letterale.”


Non ho mai pensato di poter diventare vuota, senza sentimenti, come un vaso in cui risuona solo l’eco di urla di dolore. Non ho mai pensato che potessero essere solo il dolore e la disperazione a guidare le mie azioni. Posso diventare qualcosa di molto brutto..”


Una cacciatrice ribelle?”


Peggio... una cacciatrice e basta... niente anima, niente passioni, niente amici... solo un cumulo di risentimento e di rabbia...”


Vuoi dire che anche tu puoi perdere la tua anima?”


Qualcosa del genere immagino... Ma non permetterò mai più che succeda.... è una promessa...”


Lui la guardò con attenzione, scrutando le profondità di quegli occhi così chiari.


Perché? E’ già successo?”


Buffy abbassò lo sguardo fin sulla punta dei suoi piedi che penzolavano a pochi centimetri dall’erba.


No, ma a volte credi di esserti perso e non ti accorgi che la strada è sempre lì davanti a te.”


Come sei saggia stasera cacciatrice.”


Sono solo cresciuta.”


Mmm... in una notte come i funghi?”


Restarono in silenzio per un pò.


Spike?”


Che c’è?”


Tu sei un tipo strano, ammettiamolo. Ma mi dispiace di aver riversato tutta la rabbia e la frustrazione di questo periodo su di te. Ho sbagliato.”


L’aveva detto. Gli aveva chiesto scusa.


Il vampiro girò di scatto la testa verso di lei.


Mille domande gli affollavano la mente, ma non ne fece nessuna.


Invece sorrise e si accese un’altra sigaretta.


Bè con qualcuno dovevi pur prendertela...”


Non era colpa tua se io buttavo via la mia vita, o combattevo la mia natura...”


Già... in ogni caso, non me la sono presa... e se ogni tanto hai bisogno di menare amichevolmente le mani...bè sai dove trovarmi..”


Grazie, ma credo che rifiuterò l’invito... che ne diresti e invece ti invitassi io a una serata pop-corn, schifezze super-caloriche e vecchi film con me e Dawn?”


Che ti hanno dato un colpo in testa. E molto forte anche.”


Lei sorrise, scostandosi i capelli umidi dal viso con la mano sinistra.


La luce della luna si rifletté sul Claddagh, facendolo brillare di un bagliore argenteo che si riflesse negli occhi del vampiro.


Se avesse respirato ancora, in quel momento si sarebbe strozzato col fumo della sigaretta.


Sobbalzando dal marmo gelido su cui era appoggiato indicò l’anello con la mano in cui reggeva la sigaretta.


Dannazione!! Ma quando accidenti ti sei sposata??!”


Sposata?????! IO??!”


Buffy lo guardò stupita, mentre una folata di vento si portava via in piccoli fiocchi la cenere in cui si era velocemente consumata la sigaretta nella mano malferma del vampiro.




Spike!! Smettila di stare lì impalato come un pesce lesso a fissarmi!!”


Non me l’avevi detto... certo che non me l’hai detto!! E perchè avresti dovuto?! Io sono l’ultima ruota del carro, giusto?! Non ti sogneresti mai di venire a dire a me quello che fai della tua vita!! Ma non pensavo che fossi così stupida, sposare quel... quel bamboccio...”


Buffy cominciava a innervosirsi.


Una strana agitazione la percorreva tutta attraversandola con sottili scariche elettriche.


Smettila di dire idiozie! IO NON MI SONO MAI SPOSATA ! Tanto meno con Riley... io... bè ecco, non ero propriamente persa di lui... però gli volevo bene!” Si affrettò ad aggiungere.


Ma Spike continuava a fissare l’anello al dito della cacciatrice.


Si era detto tante volte che doveva togliersela dalla testa.


Che non sarebbe stata mai sua.


Ma quell’anello era la concretizzazione di tutti quei pensieri sconnessi.


Lei era di un altro, per sempre.


Non si dimentica una promessa fatta con un Claddagh....


Maledizione Buffy! Non dirne tu di idiozie!! Porti un Claddagh per sport???! O vuoi farmi credere che non sai che in Irlanda i Claddagh sono anelli nuziali?!”


Lo sguardo della cacciatrice si spostò dal vampiro all’anello d’argento che aveva al dito.


Quell’anello su cui aveva versato tante lacrime.


Quell’anello che aveva voluto dimenticare, abbandonare, ma da cui non era mai riuscita a separarsi.


L’anello che Angel le aveva dato la notte del suo diciassettesimo compleanno.


Quella sensazione di ansia, come se le sfuggisse qualcosa, tornò ad attanagliarle lo stomaco.


Si sentì vagamente sollevata, pensando che Spike avesse frainteso tutto...


Oh, questo! Me l’ha dato Angel. E’ solo un regalo di compleanno.... me l’ha dato quando stava per partire con il braccio del Giudice che Drusilla voleva risvegliare...”


Mentre parlava si rese conto di quello che Spike le aveva detto.


Un tuffo al cuore.


Anelli nuziali... i Claddagh erano anelli nuziali...


Spike non la lasciò finire.


Buttò a terra con rabbia il mozzicone e lo spense sull’erba con stizza appena contenuta.


Quel bastardo romantico... certo è logico che Riley non c’entra!! Fantastico!! Solo un regalo di compleanno... Sei sposata con Angel, maledizione!! Ti era sfuggito di mente?! Tu... tu mi hai illuso... bè ecco forse illuso non è la parola giusta, ma...”


Un pugno nello stomaco.


Così forte da farla cadere.


Fu la stessa sensazione che provò in quel momento.


Cercando disperatamente di inseguire l’aria che le mancava, fece alcuni passi indietro e si lasciò scivolare contro una lapide, e poi a terra.


Non si accorse che Spike aveva smesso di parlare.


Le orecchie le ronzavano dolorosamente, mentre quella frase le frullava in testa distruggendo tutto quello che trovava.


*Sposata con Angel*


Non poteva essere vero.


Lui.. lei... loro non...


Nella sua mente scorrevano le immagini di quella notte come in un film.


E adesso tutto ruotava intorno agli anelli....


Allora non aveva nemmeno fatto caso a quella frase... *La mia gente -se ancora posso chiamarla così- se li scambia in segno di devozione*


In fondo non ci sarebbe mica voluto un genio per leggere fra le righe... per interpretare quella frase...


Ma lei era travolta delle emozioni... e poi... bè poi gli eventi erano precipitati... il mondo le era crollato addosso... si era trovata ,sola e disperata, a dover uccidere l’unico amore della sua vita... il suo primo, grande amore........ suo marito?


Spike si fermò a guardarla.


Si era accasciata a terra, più bianca di un lenzuolo, fissando il vuoto, senza più dire una parola.


Gli occhi brillavano di una luce umida e acquosa, e sulla loro superficie tremolante si rifletteva la luna.


Il vampiro deglutì lentamente.


Tutta la rabbia e la frustrazione stavano abbandonandolo.


Non faceva poi così male..... in fondo.


Guardò di nuovo Buffy, lei sembrava sconvolta.


Come se... come se non lo sapesse...


Ma doveva saperlo... o forse no...?


Buffy...? Ehi Buffy? Stai bene?”


Gli occhi colmi di lacrime della cacciatrice si alzarono su di lui.


La sua voce era piena di rabbia.


Oh, certo che sto bene!! Mai stata meglio!!! Ho appena scoperto che mia madre a chiesto all’unico uomo che io abbia mai amato di lasciarmi perchè potessi avere una vita normale, che non ti ho ucciso, che Riley sta bene e se n’è andato, e adesso... adesso mi dici che con questo anello... che con questo anello..:”


Non finì la frase soffocata dai singhiozzi.


Angel ti ha sposata?”


Spike terminò per lei la frase, dandosi dell’idiota un secondo più tardi.


Era evidente che non era il momento di ripeterglielo.


Senti... magari mi sbaglio... voglio dire... che ne so io di cosa gli passava per la testa?... insomma... non è che Angel parli molto in linea di massima... ma magari dovresti provare a chiederlo a lui... forse è davvero ora che tu e lui chiariate i vostri sentimenti...”


Buffy tirò su col naso, asciugandosi malamente le lacrime.

E cosa dovrei fare secondo te? Andare da lui e dirgli *scusa, ma noi siamo sposati?*.... è stato lui a lasciarmi... e anche se adesso so il perchè è ancora troppo difficile affrontarlo... troppo doloroso... ho pensato per anni che non volesse stare con me... e adesso scopro che mi ha detto di rifarmi una vita nonostante... nonostante questo....”


Indicò l’anello che si era sfilata dal dito.


Va da lui. Qualcosa succederà... e se la conversazione dovesse languire puoi sempre chiederglielo... d’altronde non ci sono mica altri modi per dirlo, devi dirlo e basta... ci sono cose che a volte è difficile dire... perchè si ha paura di essere respinti come dire ti amo o chiedere scusa... ma è necessario dirle... perchè non si può vivere con nel cuore il peso di cose non dette, di cose lasciate a metà...”


Cerdo sia tu quello saggio fra noi due questa sera...”


Allora per una volta ascoltami... prima che cambi idea e ti consigli di polverizzarlo...”


Buffy afferrò la mano che lui le tendeva per aiutarla a rialzarsi.


Non so se riuscirò a dirgli quello che sento...”


Sì che ci riuscirai... cosa fai ancora qui a perdere tempo con me?!”


Grazie Spike.”


Lui sorrise appena.


Avanti vattene! Il prossimo autobus per L.A. parte fra meno di due ore!”


Buffy si avviò verso casa.


Poi si fermò un momento e si voltò sorridente.


Sei un amico Spike.”


Detto questo corse via.


Il vampiro biondo restò a guardarla sparire nella notte.


Addio Buffy.”


Si voltò e si avviò verso la sua cripta.


Era davvero ora di cominciare da capo.


Senza nessuno che condizionasse la sua vita.


Niente modelli con cui confrontarsi, da superare.


Niente pazze isteriche da compiacere con una crudeltà che non gli apparteneva.


Niente amori (o fissazioni) impossibili.


Solo lui e un cuore che si era accorto di avere nonostante tutto.




Non si cambiò neppure, al diavolo gli abiti umidi, al diavolo i bagagli.


Lasciò solo un biglietto per Willow chiedendole di badare a Dawn per un pò.


Salì sull’autobus senza neppure pensare a quello che stava facendo, in tasca la lettera di sua madre.


Ma il viaggio era lungo, e i pensieri la sopraffacevano.


Angel... Angel... sempre lui che tornava nella sua vita, che irrompeva nel suo cuore e che poi si ritirava come la marea, e spariva lontano lasciando dietro di sè solo il profumo struggente del ricordo.


Cosa gli avrebbe detto?


Il cuore le batteva troppo forte, quasi facendole girare la testa.


Desiderava ardentemente rivederlo e al contempo tremava di paura al pensiero della sua reazione... di un suo rifiuto.


Pioveva forte, di nuovo.


L’acqua si abbatteva sull’asfalto della strada davanti all’Hyperion, confluendo in un grosso rivolo che scivolava nei tombini.


Faceva freddo, ma nell’ufficio nessuno badava al tempo.


Discutevano animatamente riguardo a un caso, ed Angel cercava di convincere Kate ad aspettare prima di arrestare un uomo coinvolto in strani omicidi perchè probabilmente c’era di mezzo un gruppo di vampiri.


Non si accorsero di lei fino a quando non le scivolò di mano la giacca di pelle.


Buffy non poteva credere di averlo trovato di nuovo con quella poliziotta.


E per lei faceva poca differenza se con loro c’erano anche Wesley e Cordelia.


Incontrò gli occhi che il vampiro aveva alzato su di lei.


Angel la guardò ,scarmigliata e fradicia, con i capelli che gocciolavano e le si incollavano al viso, semplicemente rapito dalle emozioni che la sua presenza avevano scatenato in lui.


Ma prima che potesse reagire, o dire qualcosa vide lo sgomento in quegli occhi chiari e lei uscì di corsa, sparendo in un attimo come era arrivata.


Inghiottita dalla notte e dalla pioggia.


Certo che è un tipo strano, poteva almeno salutare visto che è arrivata fin qui...”


Cordelia ,che non si era minimamente scomposta, scosse la massa di capelli scuri, distogliendo lo sguardo dalla porta.


Vi dispiace richiuderla? Entra il freddo!”


Ma non aveva ancora finito di parlare che Angel si era precipitato fuori all’inseguimento della cacciatrice.


Buffy correva con tutta la forza che aveva nelle gambe.


Con l’aria che le sferzava forte il volto, il freddo che le entrava nelle ossa, la pioggia che quasi la soffocava.


Le mancava il respiro e i polmoni bruciavano.


Ma continuò a correre fino a quando il suo corpo sfinito la resse in piedi.


Quando fu troppo stremata per continuare, si accasciò sulle ginocchia e si lasciò cadere nel fango.


Piangeva disperatamente e le lacrime salate si mescolavano alla pioggia fitta e gelida.


Tutte quelle emozioni devastati, contrastanti di cui era preda avevano avuto il sopravvento, lasciandola stremata e tremante a terra.


Non sapeva neanche bene perchè fosse scappata, gelosia? paura?


Forse non sarebbe dovuta piombare da lui in quel modo, forse non era ancora pronta per affrontarlo.


Lui non era più solo il suo Angel... lui aveva tutta una vita lontano da lei, una vita di cui lei non faceva parte, una vita a cui probabilmente non avrebbe voluto rinunciare solo... solo per lei.


All’improvviso aveva così paura che quello che si erano detti in quella orribile notte al commissariato, quando Faith si era costituita, fosse vero. *Buffy, questo non riguarda te! Riguarda la salvezza di un’anima! Questo è quello che faccio qui, e tu non ne fai parte. E’ stata una tua idea ricordi? Noi dobbiamo stare lontani l’uno dall’altra..... E’ bello che tu sia andata avanti. Io non posso. Tu hai trovato qualcuno di nuovo. A me non è concesso, ricordi? Quando ti vedo di nuovo la cosa mi ferisce dentro e l’unica persona con cui condividerlo sono io! Tu non mi conosci più! Quindi non venire qui con la tua bella vita nuova, aspettandoti che io faccia a modo tuo. Torna a casa!* E lei dal canto suo gli aveva sputato addosso un sacco di cattiverie che non pensava, solo perchè era gelosa e ferita. Si erano visti di nuovo, si erano scusati... o meglio, lui le aveva chiesto scusa, mentre lei non aveva avuto il coraggio di farlo... dio, gli aveva detto che amava Riley quando non l’aveva mai detto neppure a lui!! Ma se... se lui avesse avuto ragione... se lei non avesse mai più potuto far parte della sua vita?


Le lacrime continuavano a scorrere in piccoli fiotti salti sul suo viso, scendendo lungo le guance, inciampando nelle labbra morbide e cadendo a terra dove si confondevano con la pioggia e il fango.


Angel arrivò poco dopo, fradicio a sua volta.


Terrorizzato all’idea che le fosse successo qualcosa.


Anche se il suo cuore gli diceva che era lì per loro.


Buffy, mio dio Buffy che cosa è successo? Buffy? Stai bene...”


La rialzò praticamente di peso, ma le parole gli morirono in gola quando vide quel dolore assoluto nei suoi occhi chiari.


Buffy non aveva più la forza di reagire.


Si lasciò ricondurre a casa di Angel, che le aveva messo sulle spalle il suo cappotto.


I due ragazzi camminavano sotto la pioggia senza quasi accorgersi del muro d’acqua che li investiva.


Angel la teneva stretta a sè, cercando di proteggerla dal vento gelido e impietoso di quella notte di tempesta.


Entrarono silenziosamente in casa ed Angel chiuse alle loro spalle la porta.


Buffy avanzò di pochi passi nella stanza e poi si fermò.


Le braccia lungo i fianchi, gli occhi fissi davanti a lei, come vuote e immobili pozze di cielo.


I capelli incollati al volto gocciolavano sulle sue spalle e da lì l’acqua scivolava a terra producendo un rumore ovattato.


Anche i suoi vestiti erano zuppi e la ragazza tramava violentemente di freddo.


Ma restava immobile e in silenzio.


Angel fece un incerto passo verso di lei.


Anche i vestiti del ragazzo gli si erano incollati addosso bagnati, ma non poteva avere freddo...


Nessuno dei due sembrava voler o poter rompere il silenzio.


Lacrime silenziose scorrevano sul volto di Buffy, una processione lenta e dolorosa.


Buffy...”


La voce di Angel era solo un sussurro, il ragazzo allungò una mano verso la spalla della cacciatrice, ma si fermò prima di toccarla, il braccio sospeso a mezz’aria.


Nessuna risposta, gli occhi colmi di lacrime come laghi in cui si rifletteva la luce della notte.


Ti prego, dimmi cosa è successo Buffy, per favore.”


La ragazza si girò lentamente verso di lui, e nel suo viso pallido gli occhi brillavano come fuochi accesi in una notte di tempesta.


Rabbia, dolore, paura, sofferenza, solitudine, si mescolavano in quegli specchi dell’anima che per lui era sempre stato così facile leggere.


Ma Buffy continuò a non parlare, le lacrime silenziose sul viso come un grido senza voce, e lentamente, con sofferenza fisica, estrasse da una tasca quella che sembrava essere una busta.


La tirò addosso ad Angel con un gesto pieno di risentimento, guardandolo dritto negli occhi con uno sguardo che gli trapassò l’anima.


Uno sguardo che diceva una cosa sola, e lui lo sapeva anche se avrebbe voluto negarlo *Perchè mi hai lasciata sola? Io avevo bisogno di te, io ho bisogno di te.*


Il vampiro si chinò a raccogliere la busta ed estrasse i fogli che conteneva, insieme ad essi gli rotolò in mano il Claddagh di Buffy.


La carta era umida e l’inchiostro sbavato.


Ma la lettera era ancora leggibile.


Seppur i fogli erano davvero malconci, e non solo per la pioggia di quella sera.


Erano stati letti e riletti, piegati, stropicciati, perfino strappati e poi rincollati, erano macchiati da lacrime che avevano sciolto parzialmente l’inchiostro in alcuni punti.


Mentre sentiva gli occhi della giovane bruciargli sulla pelle, e quello sguardo tagliarlo in due, scorse rapidamente quelle parole vergate con una scrittura nervosa e precisa.


Era una lettera che la madre di Buffy le aveva scritto prima di cadere in coma, ma era evidente che la ragazza doveva esserne entrata in possesso da poco.


In un primo momento non capì perchè Buffy volesse che lui la leggesse...


Rilesse una seconda e una terza volte la lettera.


Poi abbassò lungo il fianco la mano che reggeva i fogli, che gli sfuggirono di mano, scivolando a terra con un leggero crepitio.


Lei gli dava di nuovo le spalle, tremando sempre più violentemente.


Buffy... io... io...”


La voce incrinata della ragazza era stridula e tremante.


Tu cosa? maledizione!! Tu te ne sei andato perchè mia madre te l’ha chiesto!! Hai lasciato che per anni mi tormentassi chiedendomi cosa ti aveva spinto, perchè non volevi stare con me!! Mia madre, maledizione!! E’ stato più importante quello che ti ha detto lei del mio amore per te, del mio bisogno di te. Mi hai guardata sbattere al vento la mia vita senza fiatare!! Non ho mai avuto bisogno di essere protetta fisicamente, Angel!! E tu lo sapevi, lo sai!!! Da cosa vuoi proteggermi, dannazione? Te ne sei rimasto nell’ombra... abbastanza vicino perchè ti sentissi, perchè il dolore della mia anima non si spegnesse mai, ma abbastanza lontano da essere irraggiungibile, per proteggermi da cosa?? Non raccontiamoci cazzate, dai vampiri mi so difendermi da sola!! E’ da te che mi volevi proteggere??! Bè tante grazie, hai fatto davvero un ottimo lavoro... ma non mi hai protetta da me stessa!! Da tutte le stronzate che ho infilato una dietro l’altra dopo che mi hai lasciata... da tutto quell’anisa di vivere cercando di dimenticarti e di nascondere il dolore che mi uccideva dentro!! E adesso... adesso scopro che è per mia madre!! Cosa ti ha detto?? Che dovevo avere un bel matrimonio e una casa con la staccionata, dei bambini?? Non aspettavi altro, non è vero? Che qualcuno ti dicesse che era vero, che avevi ragione, che non mi meritavi, che mi annegavi nelle ombre della tua esistenza!! Cristo, Angel! Perchè diavolo devi passare tutta l’eternità a condannarti?? Ti diverti?! Perchè vuoi scontare colpe non tue? Perchè vuoi farle scontare a me?! Sono passati 250 anni, Angel, accidenti, è ora che tu la smetta di sottovalutarti, di sottovalutare quello che sei solo perchè quel vecchio bisbetico di tuo padre era convinto che fossi un fallito!! Tutto questo mi sta distruggendo, non hai idea di quando sono arrivata vicino al baratro, vicino al fondo. E tu non c’eri, non eri lì a sostenermi, ad aiutarmi. Sarebbe tutto più facile se riuscissi a odiarti per come mi hai fatto soffrire, per tutte le lacrime che ho pianto... ma non ci riesco... non posso... E più cerco di essere arrabbiata, furente con te, più mi rendo conto di esserlo solo con me stessa... con quello che sono... E poi... e poi credi che sia facile odiarti... o anche solo essere arrabbiata con te?? Forse mi sentirei meglio... forse... ma tu... tu... riesci sempre a stupirmi, a farmi male al cuore con il tuo amore... tu che per il mio bene sai rinunciare a me... tu che te rispetti in silenzio una promessa che mia madre ti ha strappato, e la proteggi dalla mia rabbia... tu che metti sempre gli altri al primo posto... Perchè maledizione?? Perchè? Perchè non puoi essere un po' egoista per una volta??”


Le lacrime scorrevano con volontà propria sul suo viso, inondandole gli occhi lucenti.


Si allontanò da lui, voltandogli le spalle e lasciandosi scivolare a sedere, troppo stremata per restare ancora in piedi.


Continuava a tremare violentemente, rabbrividendo in tutto il corpo.


Angel raccolse la lettera e la appoggiò sulla scrivania.


Le si avvicinò paino mettendole una coperta sulle spalle.


Se non sei arrabbiata con me è una buona imitazione...”


Buffy sospirò stancamente.


Vorrei solo che non facesse così male amarti, Angel. Sono stanca, da troppo tempo. Sono quello che sono e non posso cambiarlo... è la mia natura... ma questo non mi impedisce di amarti... prova ad amarti un pochino anche tu... prova a pensare a te per una volta... e poi anche per il mondo una cacciatrice felice è meglio di una cacciatrice che ha una gran voglia di farsi uccidere.... Tutto questo mi ha sconvolta... e adesso mi domando perchè... In fondo che differenza fa sapere perchè te ne sei andato?... Te ne sei andato e basta... hai scelto... per me, per te, per noi... E adesso hai la tua vita... perchè dovresti voler tornare indietro?Non hai idea di quello che mi è successo in questi giorni... mia madre, Riley... perfino Spike... però ho capito delle cose. E ho capito che ti amo e non ci posso fare niente. E’ così e basta. E ho capito quello che voglio. E ti sembrerà banale... ma voglio te. Non voglio un vampiro, non voglio un uomo, voglio te e basta. Non mi importa cosa sei. So solo che sei la mia luce, la mia speranza, la mia forza. So solo che quando ho creduto di non poter più cambiare le cose ho desiderato di poterti chiedere scusa per tutte le volte in cui sono stata troppo sciocca o egoista per capire... per tutte le volte in cui ti ho ferito senza neppure accorgermene. Non cercherò più di combattere i miei sentimenti o la mia natura, perchè mi distruggerei con le mie mani. Quindi accetterò di essere la cacciatrice e lo sarò, accetterò di amarti e se necessario accetterò che tu non voglia tornare da me. La decisione è solo tua, non c’è giusto o sbagliato, non c’è destino o dovere, c’è solo quello che dice il tuo cuore. Perchè ,anche se fa male, la nostra vita dobbiamo scrivercela noi, non lasciare che sia il destino a farlo al nostro posto. E’ un’altra delle cose che ho capito.”


Rimase in silenzio un momento, le mani in grembo e gli occhi fissi a terra, non piangeva più.


Sembrava portare un grande peso sulle spalle, e sembrava che con quelle parole ormai calme se ne liberasse lentamente.


Promesse. Vale di più quella che hai fatto a mia madre o quella che hai fatto a me la notte del mio diciassettesimo compleanno?”


Non lo guardò, ma sentì Angel sussultare.


Oh, sì, Spike mi ha detto degli anelli.... è stato un caso... ma non ha importanza che significato abbiano in generale... ha importanza che significato hanno per noi... per te... La punta resterà sempre girata verso di me Angel, qualsiasi cosa tu decida. Hai ragione tu, ancora una volta. In fondo sono arrabbiata, arrabbiata per tutti questi anni in cui la tua decisione mi ha costretta a fingere con me stessa, e arrabbiata che tu non mi abbia detto il significato degli anelli... o più propriamente arrabbiata di non aver capito quello che mi hai detto... forse ero solo troppo giovane. Ma non sono arrabbiata con te. E’ solo tutto il dolore che ho accumulato in questo tempo, che rischiava di sopraffarmi. Ma adesso... adesso so di poter vincerlo... e so di poter gestire la mia vita... perchè il destino non esiste. Scegli Angel... la promessa che hai fatto a mia madre... la promessa che hai fatto a me... le nostre vite... scegli. Non cercare motivazioni o giustificazioni, scegli perchè è quello che vuoi scegliere. Ascoltami, perchè questo consapevolezza, l’ho pagata a caro prezzo...”


La ragazza si alzò piano, sempre senza trovare la forza di guardarlo negli occhi.


Si sentiva scottare di febbre... probabilmente tutto il freddo e l’umido che aveva preso quella notte...


I brividi non davano segno di essere intenzionati a cessare.


La sua voce era così stanca...


Io... io dovrei mettermi addosso qualcosa di asciutto... conosco la strada...”


Si diresse in silenzio verso la camera e chiuse la porta lasciandolo solo.


Angel era ancora nella stessa posizione in cui si trovava quando lei aveva cominciato a parlare.


Abbassò lentamente lo sguardo sulla mano stretta a pugno.


La aprì piano, e il Claddagh brillò leggermente.


Scegli perchè è quello che vuoi scegliere.


Quello che voleva... era così facile... era così vicino...


Quello che voleva era lì a un passo da lui...


Ma... ma... non era poi così facile...


Le aveva fatto talmente tanto male...


La porta si aprì di nuovo e di nuovo Buffy gli fu davanti.


Pallidissima e con gli occhi gonfi di febbre.


Guardò l’anello che giaceva sul palmo della mano di Angel.


Sai, ho creduto di doverti chiedere il significato che davi a quegli anelli. Senza rendermi conto che lo sapevo benissimo da sola. Ma vorrei lo stesso chiederti una cosa... Perchè? mi hai legata a te con una promessa, senza che io capissi fino in fondo... è stato come se fossi solo tu a doverne portare la responsabilità... ad esserne vincolato.... ancora una volta non mi hai lasciato scegliere...”


Credevo di poterti amare... avevo l’anima di un uomo e pensavo che questo mi rendesse un uomo... e come tale pensavo di poterti stare accanto... e pensavo anche di avere tempo... tempo per spiegarti... tempo per lasciarti crescere e scegliere...”


Sono crescita, Angel.”


Lui evitò i suoi occhi.


Lo so.”


Sono cresciuta... e posso scegliere adesso... adesso so quali sono le alternative...”


Angel rigirò lentamente fra le dita l’anello.


Il suo cuore era pesante e leggero allo stesso tempo.


E’ vero...”


Allora chiedimelo Angel.... e lascia che sia io a scegliere per una volta...”


Gli occhi della cacciatrice incontrarono quelli nocciola del vampiro.


E in un attimo non erano più né l’una né l’altra cosa.


Erano solo loro.


E quel momento era solo per loro.


Due anime che si amano, due anime che si cercano.


Due anime unite da una promessa molto più forte del tempo o di quello che alcuni chiamano destino.


Una promessa che non aveva bisogno di parole.


La voce di Buffy era tranquilla e sicura, dolcemente flebile.


Ma lui poteva sentire il suo cuore battere follemente contro le costole, mentre la ragazza inseguiva l’aria con un respiro affrettato e ansioso.


Mentre la sua bocca modulava quelle parole i suoi occhi parlavano anche di tutta la paura di perderlo di nuovo...


Lui si avvicinò piano, per guardare più a fondo quelle pozze di cielo, per perdersi nelle loro dolci profondità.


Cosa ho fatto perchè tu mi amassi?”


Lei sorrise.


Mi hai amato per quello che ero.”


Le loro labbra si sfiorarono in un leggero, delicato bacio, uno scambiarsi di respiri...


Lui la guardò a lungo negli occhi.


E’ davvero quello che vuoi? Potrai davvero essere felice?”


Oh dio, SI Angel SI. Come devo dirtelo? E’ quello che voglio.... Voglio stare con te......”


Angel guardò di nuovo l’anello che aveva ancora in mano.


Io... avrei dovuto dirtelo allora...”


Il mio cuore l’ha sempre saputo... ma potresti sempre dirmelo adesso...”


Sorrise arrossendo vagamente.


Lui abbassò lo sguardo un attimo.


.......... Vuoi davvero portare ancora questo anello....?”


Lei sospirò, annuì brevemente continuando a sorridere e guardandolo di traverso....


Angel sorrise a sua volta... non era poi così difficile chiederlo, in fondo.... bastava dirlo...


I Claddagh ,per la mia gente, sono anelli nuziali... Rappresentano una promessa. Se li porti con la punta del cuore rivolta verso di te, significa che la tua anima appartiene a qualcuno... Ma questo lo sai già... Buffy... vuoi essere mia moglie?”


Sì.”


Solo una sillaba, una sillaba che avrebbe cambiato le loro vite.


Buffy aveva scelto, e aveva scelto il suo cuore.


La ragazza infilò l’anello.


Adesso sorrideva e i suoi occhi scintillavano di una luce che da troppo tempo non vi albergava.


Gli gettò le braccia al collo, mentre i capelli sfuggivano al fermaglio e la ricadevano in una cascata umida sulle spalle.


Si baciarono a lungo, lì in piedi, nello stesso posto in cui avevano parlato fino a poco prima.


E finalmente in quel bacio non vi era più la tristezza di un addio, lo strazio di una separazione.


Poi lei si staccò un poco da lui ridendo.


Avevo così paura... paura di perderti... paura che non me l’avresti più chiesto.”


Mmmm....” Lui la sollevò delicatamente, prendendola in braccio e depositandola sul letto accanto a sè. “Ecco, non è facile come sembra chiederlo...” Le sorrise guardandola quasi di soppiatto.


Oh, davvero? Credevo fosse un buon inizio sapere già quale sarebbe stata la mia risposta....”


Effettivamente....... Ma sono sempre stato un tipo piuttosto timido...”


La baciò di nuovo.... quasi per assicurarsi che fosse reale... che fosse davvero lì accanto a lui.


Lei gli passò le braccia attorno al collo, stringendosi a lui, mentre il bacio si faceva sempre più profondo e appassionato.


Alla fine si spararono senza fiato, a malincuore... c’era una clausola da tenere presente... forse Willow o Giles o qualcuno avrebbero potuto trovare una contro-maledizione ,se la si poteva definire così... e mandare definitivamente in soffitta la storia del momento di felicità perfetta.... ma c’era tempo per pensarci... e quella notte era solo per loro... avevano così tante cose da dirsi.


Buffy lo guardò ridacchiando ,negli occhi un’espressione maliziosa, mentre assaporava il gusto di quel bacio sulle labbra.


Timido, eh?.... Chissà perchè non si direbbe...”


Sorridendo appoggiò la testa sul suo petto.


Ho un migliaio di cose da dirti... ma mi si chiudono gli occhi....”


Lui la baciò delicatamente sui capelli, accarezzandoglieli con un gesto regolare e dolcissimo.


Dormi, amore mio. Abbiamo tutto il tempo per parlare. Domani.... e tutta la vita. Dormi.”


Ho paura di scoprire che è solo un sogno... se mi addormento dovrò svegliarmi... e non voglio svegliarmi se questo è un sogno...”


Non è un sogno. Dormi adesso, stai tranquilla, io sono qui con te.”


E ci sarai anche quando mi sveglio... ci sarai sempre...?”


Lui sorrise.


Promesso.”


Lei chiuse gli occhi.


Ti amo Buffy.”


La ragazza si era già addormentata.


The End