SPERANZA


Pairing: Buffy/Angel - Buffy/Angelus

Rating: VM 12

Genres: Drama, Romance

Timeline: Fine quinta stagione BTVS





I Parte


Morta.


Lei era morta.


Si lasciò cadere sulla sedia della sua scrivania e la cornetta del telefono gli sfuggì di mano, abbattendosi a terra con un rumore che invase estraneo l’ufficio profanando il silenzio che vi era calato.


La voce incerta di Willow lo chiamò alcune volte, sembrava provenire da un altro universo e si perdeva svanendo nell’aria non appena fuoriusciva dal penzolante ricevitore del telefono... ma la ragazza si rese conto che non le avrebbe più risposto e riagganciò.


Morta.


L’unica parola di quella breve conversazione che riusciva a ricordare con chiarezza: morta.


Glory... un portale... il sangue di Dawn... un atto d’amore... caduta da cento piani... era tutto molto confuso.


Credette che il mondo dovesse spaccarsi in due, che il sole si oscurasse, che la luna nascondesse il suo pallido viso, che la terra tremasse e si aprisse per gridare il suo dolore... perché lei era morta.


Buffy, la sua Buffy era morta.


Nient’altro poteva più esistere.


Tutto era finito.


Tutto era perso: la speranza, la vita, l’amore, la salvezza.... tutto.


Angel si coprì il volto con le mani.


Non riusciva a provare niente, non riusciva a urlare, era semplicemente annientato.


Morta.


Non poteva crederlo, non poteva essere vero.


Non poteva essere ancora vivo se lei era... se lei era... morta.


Morta.


Era solo una parola, un concetto, un’astrazione.


Non riusciva a far diventare quella parola reale.


Aveva davanti agli occhi il suo viso, mentre rideva con i suoi amici e non si era ancora accorta della sua presenza, mentre gli sorrideva camminandogli incontro.


Ma adesso lei... lei...


Morta.


Non l’avrebbe più rivista.


Non avrebbe più sentito il suono melodioso della sua voce.


Non avrebbe più ascoltato i suoi respiri sciogliersi nella notte.


Non avrebbe più cercato nelle profondità celesti dei suoi occhi quello che non gli diceva con le parole.


Non avrebbe più sentito il suo profumo dolce e inebriante.


Non avrebbe più visto la luce della luna riflettersi sui suoi capelli.


Non avrebbe più sfiorato le sue labbra... né sentito il loro calore sulle sue.


Morta.


Finalmente quella parola che gli rimbombava nella testa gli esplose nel petto squarciandolo e dilaniandolo, sbranando e rompendo il cuore, torturando e facendo a pezzi l’anima. Il dolore proruppe come la lava di un vulcano bruciando e devastando tutto quello che trovava sul suo inesorabile cammino. Una morsa infuocata gli affondò nel petto e gli strappò il cuore e l’anima e i sentimenti, tutto a parte il dolore cocente, insaziabile e rabbioso.


La sofferenza si fece concreta, palpabile, fisica.


Come se gli avessero dato fuoco, come se stessero facendo a brandelli il suo corpo, come se affondassero senza posa un paletto nel suo cuore.


Il dolore più profondo, la sofferenza più indicibile dilagavano in tutto il suo essere, invadendogli il corpo e la mente, scoppiandogli dentro, troppo grandi e distruttivi per essere confinati in lui smaniavano e premevano per uscire e deflagrare fuori invadendo col loro furore disperato il mondo intero.


Come impazzito, completamente fuori di sé, perso ogni controllo, abbandonata la ragione , lasciò che il dolore diventasse l’unica realtà possibile, l’unica cosa concreta e vivente.


Il demone sopito in lui prese il sopravvento trasfigurando il suo volto e prorompendo in un urlo disumano e straziante.


Mentre quel disperato “no” scuoteva le pareti Angel rovesciò la scrivania buttandola contro la libreria.


In balenare momentaneo della ragione si rese conto di non poter restare lì, di essere un pericolo per gli altri.


Praticamente sfondò la porta del suo studio, investendo in pieno Cordelia che stava accorrendo preoccupata e facendola cadere a terra.


Uscì come una furia e sparì nella notte senza prestare attenzione ai disperati richiami di Cordelia che ,con una caviglia slogata, tentava invano di inseguirlo.


La ragazza rimase sconvolta sorreggendosi alla porta d’ingresso a osservare il buio in cui Angel era sparito.


Non l’aveva mai visto così. Mai.


Aveva conosciuto Angelus, l’aveva temuto ed aveva tremato in sua presenza, ma non aveva mai visto brillare nei suoi occhi quel folle, insanabile tormento.


Chiamò Wesley e mentre lo aspettava andò nello studio di Angel.


Si guardò intorno, posando trepidante gli occhi sui libri sparsi a terra, sulle schegge della libreria, sulla scrivania riversa, sulle lampade e sugli oggetti che vi erano sopra rotti e in frantumi.


In quella devastazione prodotta in un attimo e con un solo gesto Cordelia sentì il rumore monotono e ripetitivo di un telefono non riagganciato.


Riuscì a recuperare ,con mani tremanti, il telefono e guardò il numero dell’ultima chiamata ricevuta.


Sunnydale, avevano chiamato da Sunnydale.


Buffy! Cordelia pensò che lei ed Angel avessero di nuovo litigato e il battito del suo cuore si fece un po' meno frenetico.


E questa volta la cacciatrice doveva davvero averla fatta grossa! Possibile che non la finisse mai di tormentare Angel?


Ma questa volta l’avrebbe sentita!! Era ora che qualcuno insegnasse a Buffy le buone maniere!


Compose decisa il numero ed aspettò che rispondessero.


Non riconobbe la voce tremante e stanca che rispose all’altro capo, fino a quando Willow non le si manifestò.


Cordelia riappese sconvolta la cornetta e si girò verso Wesley che era appena arrivato.


Ma che diavolo è...” Le parole gli morirono in bocca quando vide l’espressione di Cordelia.


La ragazza aveva gli occhi lucidi e l’espressione incredula e turbata.


Oh dio, Wesley! Non può essere vero... Buffy... Buffy... è... lei è... è morta. Hanno affrontato Glory ,quella specie di divinità. Lei aveva rapito Dawn ,perché Dawn era... era come ha detto? La chiave... e ha aperto con il suo sangue una porta che avrebbe dato l’accesso nel nostro mondo a una dimensione demoniaca... l’inizio della fine del mondo... Per chiudere la porta Dawn avrebbe dovuto morire... ma Buffy non poteva permetterlo... non di nuovo, non dopo che aveva sacrificato la vita di Angel per chiudere la porte dell’inferno... non era più disposta a sacrificare la vita delle persone che ama... così... così... si è buttata nel portale e l’ha chiuso con il suo sangue... con la sua vita... ma ha anche fatto un volo di più di cento piani ed ... ed è arrivata a terra morta.... Morta... Oh dio mio, non ci credo... Lei... lei ha sempre salvato il mondo come se niente fosse... e io non l’ho neanche mai ringraziata... sembrava che non sarebbe mai... sì, insomma che non avrebbe mai... perso...... Oh Wesley.....!”


Cordelia si buttò fra le braccia dell’ex osservatore piangendo a dirotto.


Tu non hai visto Angel, lui... lui era completamente fuori di sé... Sono preoccupata... potrebbe fare qualsiasi cosa...Non era neanche lui... Wesley, dobbiamo fare qualcosa... Angel non se lo perdonerà mai... e adesso non so neanche dov’è andato...”


Cordelia si asciugò le lacrime: “Andiamo a cercarlo... dobbiamo trovarlo assolutamente... dobbiamo trovarlo subito....”


Si avviò ma la caviglia ormai gonfia cedette provocandole una smorfia di dolore.


Wesley tirò il fiato. Non era il momento di perdere la calma.


Non sembrava vero, Buffy ,quella ragazza così piena di vita, era morta. Non l’aveva conosciuta molto bene, ma aveva imparato a rispettarla. Era arrivato in un momento difficile, tutto ingessato nei regolamenti del Consiglio, e lei era riuscito a stupirlo e a cambiarlo, e il turbolento incontro con quella cacciatrice ribelle gli aveva aperto la strada verso una vita diversa e ben più interessante.


Sapeva quanto Angel la amasse e immaginava come il vampiro si potesse sentire.


Doveva molto ad Angel, e avrebbe fatto qualsiasi cosa per aiutarlo, ma sapeva che non sarebbe servito a nulla in quel momento. Aveva bisogno di restare solo, di tempo perché il dolore bruciasse di meno, perché la vita tornasse a fluire e il mondo a girare. Ci sarebbero voluti anni ,forse, e forse l’eternità non sarebbe bastata a guarirlo, ma adesso nessuno di loro due poteva fare niente per lui.


E’ meglio che pensiamo alla tua caviglia adesso. Angel non ha bisogno di noi, ha solo bisogno di soffrire in pace. Forse potremo aiutarlo quando sarà passato un pò di tempo, quando la sofferenza sarà meno cocente...”


Certo, se non sarà impazzito prima... o se non si sarà ucciso... o se non avrà ucciso qualcun altro... o se non avrà perso l’anima dalla disperazione... o se...”


Calmati adesso! Non succederà niente di tutto questo. La sua anima resterà esattamente dov’è adesso, la maledizione non dice infelicità perfetta... ha solo bisogno di stare solo e di fare i conti con quello che è successo... e non farà niente di azzardato o folle, sai che non lo farebbe...”


No, non lo so! Lo sapevo finché sapevo che a Sunnydale c’era Buffy e che lui non avrebbe mai fatto niente che la potesse far soffrire, incluso uccidersi perché lei avrebbe sofferto e lui non voleva.... Ma adesso... lei è morta... e lui ha perso qualsiasi ragione per vivere... Ma non capisci?! Angel è quello che conosciamo noi solo per lei... E’ tornato in contatto con il mondo degli uomini solo per proteggerla e per aiutarla, anche se non aveva messo in conto che se ne sarebbe innamorato... Lui combatte il male per difendere gli innocenti e la prima innocente della lista era Buffy!! Lui dopo 240 anni era di nuovo un uomo solo per lei!! Non per noi! Non per il mondo! Per lei.... e adesso io ho paura che decida che un’eternità senza lei non vale niente... Io non voglio che gli succeda niente!!! Io non posso permettere... Oh, io so che Buffy non avrebbe mai voluto che ci lasciassimo marcire nel dolore della sua perdita... Glielo dobbiamo, lo dobbiamo a Buffy, dobbiamo impedirgli di lasciarsi morire di dolore...” Stava di nuovo piangendo e si lasciò cadere in terra disperata e sconsolata. Si sentiva così impotente...Wesley la abbracciò: “Andrà tutto bene, vedrai. Lascialo soffrire almeno qualche giorno, l’ha saputo solo da qualche minuto! Noi gli staremo vicini, e prima o poi tutto si sistemerà... in qualche modo...”


Wesley aveva paura... una paura terribile che in nessun caso qualcosa sarebbe potuto tornare come prima...


La notte.


Con i suoi profumi e i suoi rumori ovattati. Con le sue ombre tremolanti e sfrangiate. Con la luce lontana di stelle già morte e con la luna pallida e triste.


L’ultima notte.


Perché da quel momento in poi non ci sarebbero più stati né giorni né notti, né luce né ombra, né vita né morte.


Perché lei non c’era più.


E senza di lei nulla poteva essere, se non il vuoto.


Vagò a lungo senza meta e senza ragione, in preda alla più totale disperazione. Quale nessun cuore umano aveva mai conosciuto.


In un luogo senza nome si fermò ed alzò gli occhi verso il cielo ingrato.


Con stupore e rabbia cupa vide che le stelle brillavano tranquille e che la luna troneggiava impassibile sul paesaggio silenzioso.


Il tempo scorreva ancora placido e sereno, il mondo girava e la gente inconsapevole viveva.


Vivevano, tutti quelli che Buffy aveva salvato vivevano!


E la loro vita ,in confronto a quella preziosissima di lei, non contava niente.


Vivevano e non sapevano che lei era morta per loro, che si era sacrificata perché loro potessero ancora andare ai loro inutili lavori e divertirsi dei loro sciocchi divertimenti, e amare dei loro scialbi amori.


Odiava tutto il mondo di un odio inveterato e profondo. Un odio che prima non l’aveva mai sfiorato, un odio totale e consapevole.


Non gli importava più degli innocenti e della loro salvezza: morissero tutti, ma non lei!... Non lei... NON LEI!


I vampiri non possono piangere, ma avrebbe dato tutto ciò che era anche per poter versare una sola lacrima.


Morta.


Un’eternità senza lei.


Un’eternità inutile e odiosa come mai lo era stata prima.


Era stato tutto inutile tutto un vano affanno di impedire l’inevitabile.


Niente di quello che aveva fatto era servito, non le aveva regalato una vita normale, andandosene, aveva solo firmato la sua condanna a morte.


Avrebbe dovuto essere là ,con lei, avrebbe dovuto combattere quella battaglia al suo fianco, sarebbe dovuto morire al suo posto.


Se fosse stato là non avrebbe permesso che lei morisse... l’avrebbe impedito.


Da qualche parte, dentro di lui, Angelus lo schernì “Davvero? bell’affare avresti fatto! Sareste morti tutti e basta! Anima noiosa e petulante! L’hai lasciata morire! Tutte le cacciatrici fanno la stessa fine prima o poi, avresti dovuto portarla via, con noi per sempre...”


Angel zittì quella voce crudele, la sua rabbia era tale che avrebbe potuto sconfiggere l’intero inferno, e domare il demone in lui non fu difficile.


L’unica cosa che voleva era un silenzio totale in cui soffrire in pace.


Morta.


Quella parola funesta e terribile adesso era parte di lui, era in lui l’unica legge e l’unica verità.


Era incisa nel suo cuore e vi affondava ogni istante di più, facendolo sanguinare impietosamente.


Morta.


Eppure la sentiva così vicina, così viva. La rivedeva come l’aveva sempre vista, tanto bella da far male. L’aria attorno a lui era piena di lei e di sue immagini, del suo sorriso, dei suoi occhi, delle sue lacrime, della sua bocca, della sua aria imbronciata, delle sue battute, delle sue parole d’amore e di quelle di rabbia, della sua espressione assorta o spensierata, della ragazzina che l’aveva atterrato in una notte ventosa nel vicolo del Bronze e della donna che aveva consolato e baciato dopo il funerale di sua madre.


L’ultimo bacio... l’ultimo soffio della sua vita che avrebbe sentito.


Vent’anni, aveva solo vent’anni.


Maledizione, non era quasi una donna.... era così giovane... era così viva.... amava quella vita....


Guardò di nuovo il cielo: “Mi sentite?? Non doveva morire, non lei!! Aveva solo 20 anni!! Volevate un prezzo per la salvezza del mondo?? Perché non avete preso me?? Sono qui avanti!! E voi sareste le forze del bene? Voi siete cinici e crudeli molto più del male, il male è irrazionale, voi avete piani e disegni precisi... Voi l’avete uccisa... Voi... Voi, che siate maledetti!!!!!! Mi sentite? Vi maledico, ridatemela, mandatela indietro o vi giuro che sterminerò i vostri preziosi innocenti, uno dopo l’altro, finché non ascolterete il mio grido.........”


Angel cadde in ginocchio nella polvere. Si coprì il viso con le mani. Cosa stava dicendo? Stava impazzando. Il dolore era troppo, era insostenibile. Non poteva vivere senza di lei. Non esisteva senza di lei.


La sua vita era lei.


Il suo amore era lei.


La sua forza era lei.


Il suo coraggio era lei.


La sua luce era lei.


La sua strada era lei.


Senza di lei, l’inferno era vivere.


Senza di lei non poteva più essere niente.


Era calato il buio più fitto e impenetrabile e niente avrebbe mai potuto squarciare quelle tenebre perché il suo sorriso si era spento.


Buffy era... lei era tutto... tutto.


Una parte di lui non poteva ancora credere che l’unica donna che avesse mai amato fosse morta. Buffy era stata l’unica ragione per cui aveva di nuovo avuto voglia di vivere ,se la sua si poteva chiamare vita. Buffy l’aveva accettato e aveva rispettato la sua sofferenza e aveva avuto il coraggio di amarlo. Amare proprio lui...e dopo secoli l’aveva fatto sentire di nuovo un uomo... di nuovo felice... aveva accettato quello che era... senza condizioni... aveva rischiato la sua vita per salvarlo... e il suo amore per lei aveva fatto di lui quello che era adesso...


E lui non c’era stato quando lei aveva bisogno del suo aiuto.


E lui l’aveva lasciata sola ad affrontare quel pericolo.


E adesso era morta. La sua luce si era estinta.


E con lei era morta ogni speranza.


E con lei era morto anche Angel.


L’avrebbe amata per sempre.


E per sempre quel dolore sarebbe stato con lui e l’avrebbe distrutto.


Ma quanto tempo poteva essere sempre?


Non poteva vivere senza di lei.


Il suo amore... il suo unico, proibito, travagliato amore.


Buffy....... Buffy.......”


Urlò il suo nome ancora e ancora, fino a che non gli scoppiò il petto, fino a che quel grido non gli esplose nelle


orecchie.


Urlò e urlò riempiendo la notte con il suo grido fino a sfinirsi e urlò ancora con rabbia sempre più forte quel nome che rappresentava tutta la sua vita e il suo amore. Urlò fino a non avere più voce, ma continuò lo stesso, fino a quando tutto attorno a lui ed anche la notte, non furono impregnati del suo dolore e del suo strazio.


Luce.


Una luce pallida, alabastrina e lattiginosa.


Solo luce e niente altro.


Anche lei era luce.


Luce che filtrava attraverso le palpebre.


Cos’era lei... chi era lei..?


Credeva di dormire... ma era un sonno senza inizio e senza fine...


Da quanto tempo era lì? E perché?


Non ricordava niente... era solo un lungo risveglio in cui quel momento di incoscienza si protrae all’infinito.


Era così stanca e voleva solo dormire... addormentarsi e non dover pensare al risveglio.


Era tutto silenzioso, un silenzio immateriale e inviolabile.


Un silenzio che c’era sempre stato e ci sarebbe sempre stato, in quella luce tiepida e neutra.


Galleggiava in quello spazio vuoto e immobile, era sospesa in quella luce e ne faceva parte al tempo stesso.


Era una strana sensazione, di totale annullamento di sé.


Era tranquilla, era serena, era in pace.


Non sentiva né dolore né gioia, non c’erano né passioni né sentimenti in quel luogo c’era solo quiete.


Ma all’improvviso una sensazione forte e prepotente la richiamò alla consapevolezza di sé.


Un richiamo, prima debole e lontano, poi sempre più vicino e più forte le giunse attraverso quella luce spessa come una cortina.


Ogni volta la voce sembrava più prossima, più reale, più viva e palpitante.


E portava con sé tutto il dolore e la disperazione di chi ha perso il suo amore e con esso la sua vita.


Conosceva quella voce straziata e distrutta.


Quella voce l’aveva fatta sognare e anelare.


Quella voce che tante volte l’aveva consolata e rassicurata.


Amava quella voce.


Angel era la voce di Angel.


Quella voce la riportò indietro, la riportò alla realtà.


Aprì le palpebre pesanti e faticosamente cercò di ricordare chi era e da dove veniva.


Ricordava solo Angel, e sapeva di amarlo.


Attraverso quella voce, quel richiamo, ritrovò piano se stessa.


Un fiume di ricordi dolorosi e vivi la invasero.


Dawn, la piccola Dawn, il sangue del suo sangue, la sua sorellina... Willow ,la sua migliore amica, e Tara... Xander e Anya... e il Signor Giles... e quel matto di Spike... e Angel, Angel il suo amore.


Avrebbe voluto rispondere a quel grido ma non aveva voce... né corpo.


E poi ricordò tutto...


Lei era morta.


Ricordò Glory e il portale e il salto nel vuoto e la caduta interminabile.


Non sapeva dove fosse, ma sapeva di non essere viva.


Il prezzo era la morte, solo così la porta si sarebbe chiusa.


Improvvisamente ebbe paura e si sentì terribilmente sola.


Aveva perso tutto.


E aveva paura... certo ad Angel era andata peggio, era stato sbattuto in una dimensione infernale... ma lei... lei era finita nel nulla... un nulla vuoto e silenzioso.


Mentre cominciava di nuovo ad amare, a soffrire, a sentire e a volere, si rese conto di avere freddo, un freddo terribile e desolante.


Tornò a casa quando l’alba aveva già fatto il suo timido ingresso nel cielo tingendolo di un rosa chiaro con sfumature purpuree.


Chiuse fuori dalla porta i primi raggi che l’avevano inseguito lungo la strada.


Forse voleva che lo raggiungessero.


Fu avvolto dal buio noto e interminabile a cui era condannato da secoli.


Si lasciò cadere sulla poltrona e rimase immobile.


Era stata l’ultima notte, l’ultima notte prima che il suo mondo si frantumasse e il suo cuore andasse in pezzi e la sua anima si perdesse nelle tenebre della disperazione e la sua mente si offuscasse in un dolore tanto lacerante da far impazzire.


Morta.


L’unico suo pensiero coerente era questo... Morta.


Tutto era finito... non si torna indietro da quel luogo dove tante volte erano andati a caccia...


Nel tormento sempre più forte i ricordi emergevano a volte come i resti distrutti di una nave squartata dalla più furiosa tempesta e galleggiavano a fatica sbattuti e dispersi dalle onde.


La rivedeva nelle più diverse occasioni, tanto vera da poterla quasi toccare, ma su tutto aleggiava quella realtà incancellabile: era morta.


E niente l’avrebbe riportata in vita, non sarebbe mai più tornata da lui.


Così la sua disperazione cresceva ogni volta, come un mare gonfiato e rimescolato dai venti le cui onde lo sommergevano e lo affogavano.


Restò chiuso nel suo appartamento per giorni, fisso nel suo dolore, come se anche il più piccolo movimento potesse far crollare quell’ultimo frammento che del suo mondo esisteva ancora: il ricordo.


Avvolto nel buio, lontano da quel mondo che ormai odiava.


Cordelia e Wesley non ebbero il coraggio di andare al funerale. Avevano troppa paura di non trovare più Angel al loro ritorno. Nessuno dei due aveva osato rompere il suo silenzio e scendere da lui, ma sapevano che era lì... e questo ,per quanto poco, era già qualcosa.


Avevano mandato dei fiori bianchi, un mazzo composto da tutte le varietà di fiori bianchi esistenti.


Non so quale sia il suo colore preferito.. e non so neanche quali fiori preferisse. Non gliel’ho mai chiesto...” Cordelia aveva abbassato lo sguardo fissando a lungo la punta delle scarpe, poi aveva telefonato al fiorista e aveva ordinato i fiori bianchi: “Quando dico tutte le varietà intendo tutte, mi ha capito? Non lo so dove deve trovarli, è il suo lavoro, non il mio!!” Aveva insistito con puntiglio, cercando di non pensare al loro mondo che si sgretolava.


Nulla sarebbe più stato come prima.


Lei e Buffy non si amavano alla follia... ma Buffy era, bè lei era simpatica e.. buona.


Se Buffy non fosse mai arrivata nelle loro vite, adesso non sarebbero stati niente.


Anche ammettendo che il Maestro non fosse risorto e non li avesse uccisi tutti, cosa sarebbe stato delle loro vite??


Lei sarebbe rimasta una stupida ragazzina piena di sé, e non avrebbe mai incontrato quelli che ormai erano i suoi amici, e non sarebbe mai cresciuta...


Buffy era nella loro vite, in quelle di tutti loro, e ne faceva parte, anche quando non era presente.


O.K. a volte aveva qualche mania di protagonismo, ma bisognava ammettere che come salvava il mondo lei non lo salvava nessuno... Cordelia cercò di sorridere, ma scherzare non serviva a nulla...


Buffy era morta, Angel era annientato, Giles aveva abbandonato il Consiglio e ormai non aveva più la volontà di combattere e di reagire, l’unica cacciatrice disponibile era in carcere per i prossimi vent’anni almeno, e lei continuava ad avere visioni di innocenti che nessuno avrebbe slavato.


Quando Gunn si presentò in ufficio con l’aria da cospiratore di chi ha in mente una missione impossibile, la ragazza dovette fare uno sforzo per non cacciarlo fuori, lui e tutta la sua inutile allegria e fiducia.


Non sapeva neanche perché veniva in ufficio tutte le mattine e spesso ci restava fino a tarda sera... forse per assicurarsi che Angel fosse ancora chiuso là sotto.


Spiegò stancamente a Gunn quello che era successo ma sapeva che il giovane ammazzavampiri non avrebbe capito.


Lui non aveva conosciuto Buffy e non poteva immaginare cosa rappresentasse nella vita di Angel.


E infatti Gunn non capì: “E’ chiuso in casa da giorni e voi non l’avete più visto dalla notte della telefonata??! Scusa e quanto tempo hai intenzione di aspettare prima di andargli a dire che la vita continua??!! Lo lascerete a marcire nel suo dolore per sempre?? Quando si cade da cavallo bisogna rimontare subito!”


Cordelia si arrabbiò: “Non sai neanche di cosa parli! Non sai cosa fosse Buffy per lui!! E’ l’unica donna che Angel abbia mai amato, e non in una vita, in quasi tre secoli!! Quindi non venirmi a dire cosa devo fare, perché sto già abbastanza male a vederlo così!! Non posso fare niente, non vuole che nessuno gli si avvicini, vuole solo soffrire in pace...”


Credi che sia stato facile affondare un paletto nel cuore di mia sorella??! credi che non sappia cosa sia la sofferenza?


Ma mi sono rialzato e ho ripreso a combattere!!”


Scusami, non volevo offenderti. Ma per Angel è diverso... non credo che gli importi più di combattere o di andare avanti. Lui non si perdonerà mai di non essere stato al suo fianco. E io non so cosa fare...”


Va da lui. Parlagli.”


Cordelia rimase sola a pensare alle ultime parole di Gunn mentre il ragazzo se ne andava.


Aveva una paura tremenda di andare da Angel, paura di vedere e sentire il suo dolore e di dover restare impotente a guardarlo soffrire.


Ma prima o poi avrebbe dovuto scendere quelle scale...


Tirò un lungo respiro, quasi dovesse immergersi in apnea e appoggiò il piede sul primo gradino.


Forza Cordelia, ce la puoi fare! Devi solo crederci... Ma chi voglio convincere... Lui non vuole parlarmi! E non vuole neanche condividere il suo dolore con me!”


Ma continuò a scendere e bussò alla porta con mano malferma.


Bussò per alcuni minuti, il più discretamente possibile.


Ma non ricevette nessuna risposta...


Solo silenzio, un silenzio denso e palpabile.


Girò piano e cautamente la maniglia.


Permesso? Angel? Scusa se ti disturbo... volevo vedere come stai... se hai bisogno di qualcosa... Angel? posso entrare?”


Silenzio.


La ragazza si avventurò oltre la porta.


Era così buio che dovette aspettare che i suoi occhi si abituassero prima di muoversi.


All’inizio non lo vide.


Poi si accorse che era sulla poltrona e che le dava le spalle.


Angel? Ciao...”


Si avvicinò un poco timorosa di rompere quel silenzio in cui si era rifugiato.


Che vuoi?”


Non sembrava neanche la sua voce, era roca, dura e lontana.


Solo sapere se posso fare qualcosa... qualsiasi cosa... anche solo farti compagnia in silenzio...” La voce di Cordelia tremava. Vederlo così la sconvolgeva. Lui fece una specie di sorriso sarcastico: “Se non puoi mandare indietro il tempo per permettermi di salvarla o di morire con lei né ridarmela, non puoi fare niente. Vorrei restare solo se non ti è di troppo disturbo.”


Cordelia deglutì a fatica, non l’aveva mai trattata così: “Certo ,scusami, se avessi bisogno di me, sono di sopra chiamami quando vuoi...”


Si accinse a tornare indietro cercando di non piangere, almeno non davanti a lui.


Cordelia?”


Lei si voltò speranzosa: “Si? Dimmi Angel..”


Grazie. Lo so che sei preoccupata per me... Ma puoi andare a casa e chiudere l’ufficio...”


Io... come vuoi...”


Salì le scale e chiuse la porta.


Ma non se ne andò.


Si sedette per terra vicino alla porta, circondandosi le ginocchia con le braccia.


Non sapeva cosa fare, né a chi chiedere aiuto.




Sunnydale era diventato un inferno, per tutti loro.


Ogni luogo parlava di lei.


Dawn era sconvolta e incredula. Passava le notti piangendo e colpevolizzandosi per la morte di Buffy, non parlava quasi più e avrebbe voluto che tutti la odiassero e le dessero la colpa di quello che era successo alla loro amica. Se lei non fosse mai arrivata a sconvolgere la vita di Buffy tutta quella tragedia non sarebbe mai successa... E per quanto Tara e Willow cercassero di consolarla, lei non si dava pace.


Xander non aveva più riso una sola volta. Non riusciva ancora a credere che fosse accaduto per davvero. Rivedeva all’infinito quell’interminabile caduta e il corpo esanime di Buffy riverso sulle macerie. Si sentiva inutile, era sempre stato inutile, ma non se n’era mai reso conto. Nel momento del bisogno non aveva saputo aiutarla...


Willow era disperata, non sapeva farsene una ragione. Buffy era la sua migliore amica, Buffy era... lei era unica. La sua magia non era servita a salvarla, non era servita ad aiutarla. Aveva giurato che non avrebbe mai più fatto un incantesimo o toccato un libro di magia, non voleva più essere una strega, perché esserlo non le era servito a salvare la sua amica. Buffy era morta per tutti loro e lei non aveva saputo fare niente.


Giles era chiuso nel suo dolore. Aveva fallito, e non aveva perso solo una cacciatrice, ma una figlia e non gliel’aveva mai detto. Lei era morta senza sapere che le voleva bene, che la considerava una figlia, che era fiero di lei e orgoglioso di come affrontava la vita. Niente aveva più significato , aveva abbandonato tutto, il negozio, il consiglio e non si perdonava di essere vivo mentre Buffy era morta.


Le uniche a restare in piedi erano Tara e Anya. Per quanto addolorate ed anche provate dalla battaglia, resistevano.


Sapevano che la vita deve continuare e cercavano di tirare fuori dalla loro disperazione i loro amici.


Anya mandava avanti il negozio, si occupava a turno con Tara di andare da Giles, di preparare il pranzo e tenere in ordine l’appartamento e naturalmente pensava a Xander.


Tara badava a Dawn e si occupava di Willow cercando almeno di convincerla ad uscire per andare all’università.


Ma le due ragazze non potevano certo andare a caccia o affrontare i demoni che ,attirati dalla bocca dell’inferno, arrivavano a Sunnydale.


Tara era riuscita a creare una piccola sfera di luce solare, e a volte e lei e l’ex demone andavano a fare un giretto al cimitero per uccidere qualche vampiro. Ma era molto pericoloso e non certo facile.


Non avrebbero resistito per molto.


Buffy è morta perché noi vivessimo!! Non perché ci lasciassimo morire lentamente!! Tara, dobbiamo fare qualcosa, non possono lasciarsi andare così... Xander lavora come un automa e non parla mai, Giles sembra un fantasma, Dawn deperisce a vista d’occhio, Willow non ha più la sua allegra voglia di vivere... Bisogna riscuoterli...!!!”


Tara abbozzò uno dei suoi dolci sorrisi: “Io non ho il cuore di riprenderli, soffrono così tanto... Noi non l’abbiamo conosciuta come loro, per loro era molto importante.. Forse dobbiamo solo dargli tempo... C’è un cliente che ti aspetta, vai a servirlo... io cercherò di finire questo incantesimo di protezione...”


Anya sospirò e vendette un dente di drago a un tipo dall’aria equivoca, almeno gli affari andavano bene...


Perché tutto il resto andava a rotoli, adesso avrebbe voluto i suoi poteri indietro, non le importava che l’avrebbero condannata all’eternità, con quelli avrebbe potuto aiutare Buffy e forse la cacciatrice a quell’ora non sarebbe morta...


Ma in quel cimitero restava una lapide di marmo scuro, una lapide che nessuno di loro aveva il coraggio di guardare con il cuore fermo: -Buffy Anne Summers Amata sorella Amica leale Ha salvato il mondo molte volte-


Quelle parole incise nel marmo freddo mettevano i brividi e raggelavano il sangue nelle vene.


Era tutto così statico, così irreale e distaccato. Il cielo azzurro sopra il cimitero, l’erba verde fra le tombe, la gente modestamente affranta che passeggiava per i vicoletti di ghiaia. Quella stessa gente che non sapeva di essere stata salvata e protetta con un dono d’amore, con il sacrificio della loro Buffy.


Buffy... Buffy piena di voglia di vivere... Buffy allegra e rassicurante... Buffy forte e coraggiosa... Buffy leale e schietta...


Buffy generosa e altruista... Buffy con tutti i suoi difetti ma un sacco di pregi... Buffy una ragazza normale... Buffy la cacciatrice, la prescelta... Buffy innamorata di un vampiro con l’anima... Buffy sola contro il male... Buffy che amava i suoi amici... Ma Buffy era morta e non avrebbero potuto cambiare le cose, non potevano attivare il rewind e modificare gli eventi.


Morta.


Nelle menti di tutti coloro che avevano voluto bene a Buffy quella parola regnava sovrana e si scavava un nido di dolore e di sofferenza.


Nessuno sentiva più di avere un ruolo definito... nessuno sapeva cosa fare... era Buffy che restava in piedi nelle situazioni più difficili, era Buffy che con il loro sostegno riusciva a toglierli tutti dai guai e che salvava la situazione con un sorriso... ma loro non avevano salvato lei.


E tutto era finito in una caduta di cento piani.


Cento piani per una vita, cento piani per vent’anni di speranze infrante, cento piani per il dono della salvezza.


Ed era stata la fine.


La fine del mondo che conoscevano, la fine di un’epoca della loro vita, la fine della giovinezza e dei giorni spensierati, la fine.


E cosa avrebbero raccontato al padre di Buffy? Che era morta per salvare il mondo? Che era morta per una giusta causa?


Bella consolazione, una consolazione che comunque non potevano dargli.


Così gli avevano fatto le condoglianze, Anya aveva farfugliato una qualche impossibile spiegazione e poi se n’erano andati alla spicciolata.


E soprattutto cosa avrebbero raccontato a Angel?


Che non l’avevano chiamato in aiuto per orgoglio e presunzione?


Che avevano voluto cavarsela da soli perché non volevano abbassarsi a chiedergli aiuto?


Ma Willow l’aveva chiamato allo stesso ,senza sapere cosa gli avrebbe detto, immaginando il dolore che era costretta a infliggergli.


Alla fine gliel’aveva detto e basta, e lui non aveva chiesto nulla, aveva solo lasciato cadere la cornetta.


Da quel giorno Willow non aveva più avuto il coraggio di chiamarlo.


Perché immaginava la disperazione del vampiro e non avrebbe avuto parole per consolarlo, per spiegare...




Era notte inoltrata ormai.


Cordelia si era addormentata ancora seduta a terra nello stesso posto.


La porta si aprì piano ed apparve Angel.


Più pallido di come non l’avesse mai visto e con delle occhiaie profonde.


La ragazza si riscosse in un attimo da quel sonno nervoso e inquieto. Saltò in piedi e gli si mise di fronte, senza dire niente.


Le luci della strada filtravano dalle finestre e i rumori arrivavano ovattati dal mondo esterno a quel regno di dolore.


Credevo di averti detto di andare a casa.”


L’hai detto.”


Ma?”


Ma avevo paura di tornare e di trovare solo....”


Cenere?”


L’hai detto tu, non io. Vuol dire che ci hai pensato e se ci hai pensato io ho fatto bene a preoccuparmi.”


Pensi che saresti riuscita ad impedirmelo?”


Penso che ci avrei provato e che non mi avresti fatto del male solo per ucciderti.”


Il solo è un pò riduttivo.”


....Già... Lo so che stai male, so che sembra che nulla abbia più senso... Ma noi siamo vivi e dobbiamo vivere... Il tempo guarisce tutte le ferite...” Cercò di sorridere.


Io non sono vivo. Sono morto quasi 250 anni fa. Ma con lei sono stato di nuovo vivo, molto di più di quanto non fossi mai stato quando avevo il privilegio di camminare al sole e non me ne rendevo conto. Con lei è morta qualsiasi speranza per me.”


Oh dio Angel, mi fai paura, una paura terribile.”


Mi spiace.”


Se ti spiace smettila. Se non vuoi vivere per te, vivi almeno per me, per Wesley, per Gunn e per tutti quelli che ti vogliono bene. Dove sarei finita senza di te? Come faccio senza di te? Una volta credevo di essere innamorata di te, ma non sapevo neanche cosa volesse dire amare, poi ho visto come la guardavi e ho capito che non avresti mai visto nessun altra. E col tempo sei diventato un amico, un fratello, per non parlare di tutte le volte che mi hai salvato la vita! Adesso tocca a me! Non posso ridartela, ma se ci fosse anche una sola possibilità farei di tutto, dico sul serio. Però non c’è, e noi siamo vivi lo stesso. Sei la mia famiglia Angel e non permetterò che tu butti via tutto. Pensi che lei l’avrebbe voluto?


Che le avrebbe fatto piacere saperlo?”


Gli occhi scuri della ragazza brillavano nella stanza buia, così lucidi da sembrare stelle.


Angel la abbracciò. Poi la allontanò da sé e la guardò dritta negli occhi: “Ti voglio bene anche io Cordelia. Ricordati che non hai bisogno di me per essere quello che sei. Sei una ragazza in gamba, onesta e generosa e avrai una vita fantastica, il più lontano possibile da vampiri e demoni! Io devo andare ;Cordelia, devo andare da lei. Vado a Sunnydale. “


Cordelia piangeva copiosamente mentre lo guardava uscire dalla porta e allontanarsi: “Angel! Angel!!!!!”


Gli corse dietro e lui si fermò.


Promettimi che tornerai. Promettimi che non farai niente di avventato... Promettimi che non...”


Angel le asciugò una lacrima: “Adesso basta, Cordelia. Buona fortuna.”


Si girò e cominciò ad andarsene.


Non l’hai promesso.... Angel.....”


Si fermò di nuovo ma non si girò a guardarla: “Non ho mai fatto promesse che non sono sicuro di poter mantenere.”


Se ne andò e fu ben presto inghiottito dalla notte.


Cordelia sentì il motore della macchina avviarsi e partite, allontanandosi sempre di più.


Cadde a terra piangendo come una bambina.


Sapeva che non l’avrebbe più rivisto.




Il cimitero era silenzioso e tranquillo.


La notte era bella ma ventosa e le stelle brillavano luminose e sfacciate.


Non c’erano vampiri in giro, nemmeno uno.


Quasi rispettassero la tomba della cacciatrice.


Angel si avvicinò piano, un passo doloroso dopo l’altro, calpestando l’erba verde e fresca.


Sapeva che quella era la sua lapide.


Senza bisogno di leggere, lo sapeva e basta.


La osservò a lungo da dietro. Non aveva mai guardato una lapide con quegli occhi.


Infine ne fece il giro, il più lentamente possibile e lesse quelle parole.


- Buffy Anne Summers Amata sorella Amica leale Ha salvato il mondo molte volte -


Si piegò in due come se avesse ricevuto un calcio allo stomaco, un calcio tanto forte da sfondargli il torace.


Adesso era reale, adesso era vero.


Quella parola così astratta - Morta - adesso assumeva una concretezza inevitabile e insostenibile.


Allungò una mano per toccare il marmo e abbassò la testa, osservando quella terra che la accoglieva e aspettando che il dolore si facesse un poco meno devastante, quel tanto da concedergli di formulare pensieri coerenti.


Spike ,ancora abbastanza sobrio da reggersi in piedi, lasciata la su cripta, si dirigeva con andatura zigzagante verso la tomba della “sua cacciatrice”.


Si fermò appena in tempo per non essere notato.


Gli ci volle meno di una frazione di secondo per riconoscere in quella figura prostrata, curva e appoggiata alla lapide Angel.


Guardò il suo irriducibile, orgoglioso e fiero sire piegato su quella tomba, annientato e spezzato dalla morte di Buffy.


Ed ebbe pietà di lui.


Per la prima volta da quando lo conosceva ebbe pietà di lui e rispetto del suo dolore.


Nel suo modo strano amava quella ragazza e poteva immaginare la furiosa sofferenza di Angel.


In silenzio si allontanò lasciandolo solo con la donna che aveva sempre amato.


Maledisse quel destino crudele che aveva inflitto a tutta quella combriccola di ammazzavampiri una pena così grande.


Di cosa volevano punirli, o di cosa volevano punire Buffy??


Perché non se l’erano presa con lui?


Lui era cattivo, lui era l’unico cattivo ed irrimediabilmente egoista di tutti loro.


Loro non meritavano di soffrire così, neanche Angel lo meritava.


Per quanto fosse geloso di lui, doveva ammetterlo. Aveva espiato a sufficienza i suoi peccati, si era davvero redento, perché si ostinavano a torturarlo??


E che colpe aveva Buffy?? Quella di aver salato l’umanità troppe volte?? O di aver sacrificato il suo amore alla sua missione??


Sbatté la porta della sua cripta con violenza: “Siete tutti degli stupidi!! Avreste dovuto essere egoisti e fregarvene dagli altri!!! Avreste dovuto prendere baracca e burattini e scappare da questo posto!!! Al diavolo gli innocenti, avevi tutto per essere felice!!!!!! La sorellina, gli amici fedeli, l’osservatore che ti considerava una figlia, il grande amore!! Dovevi andartene e salvarti!!.......... Non dovevi morire maledizione, non dovevi.... Cosa diavolo faranno senza di te adesso?? Mi senti?? Sono tutti ridotti uno straccio!! Qualcuno lassù mi sente, maledizione??? Mi sentite?? Mandatecela indietro, ridateci Buffy!!! Prendetevi qualcun altro, prendetevi me!!! E’ questa la ricompensa per chi salva il mondo?? Bè tante grazie, preferisco il male, preferisco essere un vampiro che uno che sta dalla vostra parte!!!!”


Spike tornò a immergersi nella notte e affondò le sue fauci nel collo caldo e liscio di una passante in ritardo. Ignorando il dolore lacerante alla testa bevve e bevve fino a prosciugarla, godendo di quel dolore che gli impediva di pensare.


Angel si sedette sull’erba umida e fredda, accanto alla terra smossa da poco.


Perdonami. Ti ho lasciata sola. Me ne sono andato e non ho pensato a proteggerti. Volevo solo smettere di torturarmi vedendoti ogni giorno senza poter stare con te. E ho lasciato che... ho permesso che tu morissi. Non ero al tuo fianco quando hai avuto bisogno di me. Ti sei sacrificata da sola, hai saltato nel vuoto da sola, e io non ero lì a proteggerti. Perdonami amore mio, perdonami. Ho fatto troppi sbagli, sbagli a cui non posso più riparare. Adesso non ho più certezze. Tu eri la mia unica certezza, nel bene e nel male. Forse non sarei dovuto andare via da Sunnydale, a cosa è servito?? Tu non sei più qui. Nulla è servito. Non dovevi essere tu a sacrificarti, avrei dovuto fare io quello che hai fatto tu, ma non sapevo neanche che battaglia stavi combattendo. Ti ho lasciata sola. Ho sbagliato e ho pagato con il mio cuore e la mia anima questo errore. Perché tu eri il mio cuore e la mia anima, la mia vita. E tutto è morto con te. Vorrei che potessi sentirmi, vorrei poterti rivedere ancora una volta prima di... Oh, Buffy, ti ho amato troppo e ti ho distrutta con questo amore e alla fine non ero accanto a te. Mi dispiace, so che non approveresti, so che non vorresti, so che è vile. Ma non posso vivere senza di te. Non posso vivere affrontando ogni giorno la tua assenza eterna. Non posso resistere pensando di non averti protetta, aiutata, salvata. Tu eri tutto, eri la mia unica ragione. Quello che sono lo sono perché ho incontrato te sul mio cammino di tenebre. Ma la tua luce si è spenta e non posso di nuovo vivere nell’oscurità, non ne ho più la forza. Perché la mia forza eri tu. Da quando ti ho incontrata ho desiderato poter rivedere il sole e godermi la luce dolce dell’alba in tua compagnia in riva al mare. Qui non c’è il mare, ma non posso portarti via da questo luogo di morte, così resterò con te e finalmente vedrò la mia alba insieme al mio amore. Vedrò l’ultima alba della mia troppo lunga esistenza e immaginerò di poter osservare i raggi obliqui appoggiarsi timidamente sui tuoi capelli e illuminare il tuo volto e riflettersi nei tuoi occhi color del cielo mentre l’aria si tinge di rosa e di violetto e l’oro del sole comincia ad inondare il paesaggio............... Non ti ho mai parlato della mia vita, di quando ero umano. E so che i miei silenzi ti facevano male, ma allora mi sembrava troppo doloroso ricordare quello che avrei voluto adesso da vivere con te e che allora disprezzavo. Le parti del giorno che preferivo erano l’alba e il tramonto, territori di confine in cui la luce e la notte si fondono languidamente e si salutano con una malinconia estrema. Il sole che sorge dal mare o che affoga in esso, colorando dei suoi riflessi fiammeggianti le alte scogliere bianchissime e ripide su cui le onde si infrangono furiose è uno spettacolo meraviglioso. Le acque appaiono come un’infinita distesa di oro fuso, e il confine fra cielo e mare sembra dissolversi. Il vento soffia più dolcemente e gli uccelli si dimenticano si starnazzare incantati dalla bellezza del paesaggio. Avrei voluto portarti in Irlanda, è una terra selvaggia e affascinante, ti sarebbe piaciuta. Non ho fatto molte cose, non ti ho detto molte cose amore mio, ma adesso non posso più rimediare.....”


Angel continuò a parlare della sua terra e dei suoi ricordi con una dolcezza inesauribile, con uno struggimento doloroso alle orecchie di un possibile ascoltatore.


Lacrime luminose come stelle e preziose come diamanti scorrevano lungo le sue guance incorporee, illuminando come fari quella luce discreta in cui era avvolta.


Le parole di Angel le straziavano il cuore, avrebbe dato tutto pur di potergli sfiorare una guancia, pur di potergli dire che lo sentiva e che ,anche se sembrava impossibile che potesse amarlo di più, ad ogni parola il suo amore per lui cresceva.


Avrebbe pagato qualsiasi prezzo per poter fermare il suo dolore, per consolarlo.


Ma non aveva più niente da dare.


Avrebbe voluto urlargli di andarsene di lì prima che sorgesse il sole, ma non aveva voce.


Così pregò silenziosamente che il suo unico amore non aspettasse quell’alba per lui mortale, pregò che qualcuno lo fermasse perché lei non poteva farlo.


Pregò e pianse e poi pregò ancora, bagnando con le sua lacrime il cielo intero.




Dawn si svegliò all’improvviso.


Una pioggia leggera e sottile si abbatteva delicatamente sui vetri.


Sentì chiaramente che Buffy aveva bisogno di lei.


Forse stava impazzendo, ma era assolutamente sicura che sua sorella stesse implorando il suo aiuto.


Si alzò di fretta e si vestì attenta a non far rumore per non svegliare Tara e Willow che si erano trasferite lì per stare con lei.


Uscì silenziosamente e senza prendere l’ombrello.


Era quasi l’alba e si diresse frettolosamente verso il cimitero.


La sensazione sempre più forte che sua sorella avesse bisogno di lei la invadeva di più ad ogni passo.


Raggiunse il cimitero correndo.


Arrivò alla tomba di Buffy, quell’odiosissima tomba, con il cuore in gola.


E trovò Angel.


Angel.... Non credevo di trovarti qui.”


Il vampiro alzò la testa verso la sorellina di Buffy, confuso, cosa ci faceva in un cimitero a quell’ ora?


Dawn, è molto più probabile incontrare un vampiro in un cimitero di notte che una ragazzina tutta sola. E’ pericoloso!”


Lo so, ma ho sentito che Buffy aveva bisogno di me. Forse sto solo diventando pazza...” Guardò il cielo il cui colore stava lentamente schiarendo da blu scuro a un celeste leggero. “E’ quasi l’alba, dovresti andartene. Se vuoi venire a casa con me... bè, non sarei più sola in giro per le pericolose strade di Sunnydale. E in ogni caso hai bisogno di un posto dove passare il giorno...”


Sei gentile ma non credo che verrò. Non me la sento di vedere tutto il gruppo... Non dopo quello che è successo... Va a casa adesso, o si accorgeranno della tua assenza e si preoccuperanno..”


- Portalo via di lì ,Dawn, non permettere che aspetti l’alba. -


Dawn sentì quella frase nella testa come il sussurro del vento autunnale.


Non credo che sia una buona idea ,Angel. Pensi che avrebbe voluto che tu ti uccidessi dopo la sua morte? E’ morta per salvarci tutti quanti. Me l’hanno ripetuto tante di quelle volte, ma io non volevo ascoltarli, volevo solo soffrire. Ma è vero, lei voleva che tutti noi vivessimo. L’ha fatto per noi. Mi ha detto di vivere la sua vita per lei, ma io fino adesso non sapevo da che parte cominciare, però adesso lo so. Sono sicura che ti devo portate via di qui. Perché è quello che farebbe lei. Quindi vieni via con me, subito. Non te lo sto chiedendo Angel, devi venire. Perché so che non vuoi che sia morta invano. Perché so che troveremo il coraggio, lo troveremo tutti insieme. Perché so che la amavi, e non puoi farle questo. Perché noi abbiamo bisogno di te, io ho bisogno di te. Lo so che sono solo energia e che non esistevo neanche quando te ne sei andato, ma i miei ricordi sono vivi!! E io mi ricordo che parlavi con me senza spazientirti mai anche per ore quando litigavo con Buffy, che capivi come mi sentivo, che mi facevi ridere e ,per fortuna..., facevi in modo che Buffy non si arrabbiasse troppo con me quando ne combinavo una delle mie... Perché tu sei sempre stato forte un pò anche per noi, e adesso possiamo esserlo noi per te. Lei è viva nei nostri cuori, lei è dentro di noi, è dentro di te, e niente può cambiare questo, non ucciderla di nuovo, non morire con lei... Ma il sole corre nel cielo e non ho tempo di dirti tutte le buone ragioni per cui non devi restare ad aspettarlo, per dirti quanto ho bisogno che tu mi aiuti a superare questo momento... Devi venire via ,Angel, adesso, subito, immediatamente!!!!!”


Lo tirava per una mano, cercando inutilmente di trascinarlo, disperata ed anche spaventata.


Non voleva perdere un’altra delle persone a cui voleva bene, non voleva.... Non l’avrebbe permesso.


Ti prego vieni via...!”


L’ansia, la sensazione di impotenza e inutilità, l’angoscia si concentrarono in lei, confluendo nel petto e fondendosi, concentrandosi in un’unica sfera luminosa. Si sentì calma e forte, mentre il suo potere la invadeva con un senso di calore e benessere astraendola dalla realtà. I suoi occhi dolci e immensi si accesero di una luce profonda e intensa mentre l’energia esplodeva in lei e lei non era più lei.


Buffy urlò con tutta la sua voce e con una forza incontenibile.


Angel, Angel non puoi morire... io vivo in te. Io ti amo.”


Angel guardò sconvolto la ragazzina che parlava con una voce non sua, la voce della donna che amava.


L’energia si spense velocemente rientrando in sé con una precipitosa ritirata, prosciugata da quello sforzo, da quel contatto con una dimensione tanto lontana.


Dawn restò sfinita.


Reggendosi appena in piedi ,incredula di quello che aveva appena fatto, guardò Angel con occhi imploranti e lo apostrofò con un filo di voce: “Andiamo... non c’è più tempo...” La vista le si annebbiò, e barcollando si inginocchiò per terra.


Angel si riscosse dallo stato di prostrazione totale in cui era caduto dopo la telefonata di Willow.


Guardò brevemente il cielo e sentì l’alba vicina e pericolosa.


Prese in braccio Dawn, che non era ancora in grado di camminare, sollevandola come se fosse stata una foglia.


Con passo nuovamente deciso e sicuro uscì dal cimitero e si diresse in fretta verso casa Summers.


Il sole lo inseguiva dappresso, divorando terreno poco dietro ai suoi passi, allungando le sue pigre membra lungo la strada.


Arrivò a casa, vincendo quella gara per un soffio.


Spalancò la porta ed entrò precipitosamente.


Willow ,ancora in pigiama e tutta scarmigliata, era in mezzo al salotto con un’aria in cui la preoccupazione per la scomparsa di Dawn si andava sostituendo al sonno, e Tara era in cucina e stava chiamando Giles per avvertirlo.


Sentendo la porta aprirsi corse anche lei verso l’ingresso.


La due ragazze restarono mute e impietrite vedendo Angel appena oltre la soglia ,nel pericolosamente stretto vano d’ombra dell’ingresso, con una quasi esanime Dawn in braccio.


Il vampiro le guardò spazientito, strizzando gli occhi per proteggerli dalla dolorosa luce che entrava abbondante dalle finestre della stanza: “Invece di guardarmi come se fossi un fantasma, chiudete le tende del salotto, se non volete ritrovarvi con il pavimento coperto di cenere!! Willow, prendi una coperta e prepara qualcosa di caldo, è molto debole e la sua temperatura corporea è scesa parecchio mentre la portavo qui.”


Le due ragazza scattarono all’istante. Finalmente qualcuno che diceva loro cosa fare, senza dubbi o incertezze.


Tara tirò tutte le tende con cura e Willow preparò il divano con alcuni cuscini e la coperta, poi andò in cucina a fare una tisana bollente.


Angel adagiò delicatamente Dawn sul divano, avvolgendola nella coperta e sistemandole i cuscini.


Non parlare, adesso. Riposati e cerca di non preoccuparti.”


Dawn si sollevò leggermente con uno sforzo, prendendo il vampiro per una manica: “ L’hai sentita era lei, era lei....Non te ne andrai vero?? Fuori c’è il sole e....”


Va tutto bene, non mi muovo di qui, ora riposati. Parleremo di tutto dopo, piccola.” Angel le sorrise accarezzandole i capelli e cercando di tranquillizzarla perché ,benché fosse sfinita, le leggeva negli occhi un’agitazione febbrile per tutto quello che era successo al cimitero.


Willow e Tara, discostate di poco, osservavano in attesa, impazienti di sapere cosa fosse successo.


Angel si girò verso di loro e facendo cenno di seguirlo si allontanò dalla ragazzina perché riposasse tranquilla.


Spiegò brevemente quello che era successo, trascurando i particolari che lo riguardavano troppo direttamente.


Stava finendo quando Giles irruppe in casa seguito a ruota da Anya e Xander. Tutti e tre allarmati per Dawn.


Vedendo Angel rimasero tutti perplessi. Nessuno sapeva come affrontarlo, cosa dirgli... se parlargli di... di lei o no. Ma Willow ruppe subito quel silenzio raccontando con un fiume di parole quello che era successo.


Così in quell’alba dorata, nell’ombra del soggiorno oscurato, si riaccese la speranza nei loro cuori.


Un raggio debole e sottile di pura speranza.


Perché a tutti era chiara una cosa, Buffy aveva parlato attraverso Dawn.


Questo poteva voler dire molte cose, forse troppe.


Ma adesso sapevano che Buffy... era da qualche parte... che se anche il suo corpo era morto la sua anima era intrappolata da qualche parte e poteva... comunicare con loro........ e forse loro avrebbero potuto portarla indietro...


Frasi brevi e spezzate si alternavano a silenzi densi di pensieri.


Forse è rimasta intrappolata nella dimensione infernale a cui Glory voleva accedere...”


No, la guida nel deserto aveva detto che l’amore le avrebbe fatto un dono, e che il dono sarebbe stato la morte... in nessun caso un dono può essere la condanna a una dimensione infernale...”


Il dono della morte... l’amore... nella morte c’è la vita e viceversa... forse è tutto un gioco di parole... dalla morte troverai di nuovo il dono della vita...”


Non risolveremo niente stando qui a rimuginare!” Giles si era alzato con nuova decisione “Andiamo al negozio e facciamo delle ricerche... farò arrivare dei libri dall’Inghilterra. Analizzeremo ogni singola sillaba, di ogni singola pagina di ogni singolo volume di magia. Qualcosa troveremo. Devo avere una scatola di libri in macchina che era arrivata prima che... dopo non l’ho più neanche aperta. La portiamo dentro e visto che non ti potrai muovere di qui fino al tramonto potresti cominciare a dar loro un’occhiata...”


Angel annuì sintetico.


Io chiamo Oz” Xander guardò cautamente Willow aspettando la sua reazione “Una mano in più può servire, e poi non gli abbiamo neanche detto che Buffy....”


Bene ,andiamo, al lavoro, siamo ancora la banda di ammazzavampiri della cacciatrice, giusto? E adesso tocca a noi salvare lei... per una volta...” Willow sorrise più per fare coraggio a se stessa che agli altri.


Uscirono tutti di buona lena, adesso avevano qualcosa da fare.


Tara restò in casa, nel caso Dawn non si sentisse ancora bene al risveglio.


La strega rimase sul portico a guidare la macchina di Giles ,carica dei ragazzi, che si dirigeva al Magic Shop e mormorò una silenziosa preghiera perché riuscissero nel loro intento.


Angel era seduto poco distante da Dawn e leggeva una dei libri che Giles aveva portato dentro.


Tara lo guardò incuriosita e un pò imbarazzata... così quello era Angel.


Lui alzò gli occhi e la guardò con aria interrogativa, poi sorrise.


Tara ,arrossendo e stropicciandosi l’orlo del maglione, abbassò lo sguardo sulla punta delle sue scarpe: “I-o.. Io sono Tara, un’a-amica di Willow... Piacere di conoscerti...”


Angel si alzò e le allungò la mano sorridendo: “Io sono Angel, scusa se non mi sono presentato prima, ma.... c’era un pò di confusione...”


Tara sorrise finalmente: “So chi sei.”


Già... Immagino che ti abbiano parlato di me... e se lo ha fatto Xander non bene...”


Oh, no!” Tara si affrettò a smentire, non voleva metterlo a disagio “Willow parla molto bene di te e anche Dawn!! E so che a tutti è dispiaciuto che tu te ne sia andato...”


Sei gentile.... Mi pare di aver capito che anche tu sei una strega, e molto brava anche.”


Il viso di Tara andò letteralmente a fuoco: “No, i-i-o.. aiuto Willow, lei è potente... io fa-fa-ccio solo...”


Il telefono squillò salvando la ragazza da quel terribile imbarazzo.


Cordelia in uno stato di isterismo la scambiò per Willow.


La ragazza urlava e parlava in maniera sconnessa, troppo velocemente, non finiva le frasi, e ripeteva - povera me- prima e dopo ogni pausa con una frequenza inaudita.


Tara riuscì a stento a capire che parlava di Angel.


Dev’essere per te. E’... non ha detto chi è... in realtà oltre a povera me non ha detto molto. Però sembra sconvolta.”


Cordelia! Se n’era completamente dimenticato!


Angel ci mise più di un quarto d’ora a calmare quella che si autodefiniva la sua segretaria. La quale non finiva di dirgli quanto fosse stata in pena per lui e quanto si fosse disperata, sottolineando che tutto quello stress l’avrebbe fatta invecchiare prima.


Vuoi restare a Sunnydale per un po’? Un po’ quanto?? E io qui cosa faccio? E l’ufficio? E Wesley? Come pensi che mandiamo avanti il lavoro di salvare gli innocenti se non c’è chi li salva? E...”


Cordelia, se mi lasci parlare un secondo ti dico cosa penso di fare.”


Certo che ti lascio parlare! Io ti lascio sempre parlare!”


.........Bene, lasciamo perdere. Chiudi l’ufficio. Poi fai la valigia ,piccola ,non l’intero guardaroba, e vieni qui a Sunnydale. Porta anche Wesley, potrebbe aiutare Giles.”


Aiutare? Ma cosa è successo? Cosa state combinando?”


Te lo spiego quando arrivate.”


Mmm, ok. Oh, Angel?”


Si?”


Appendo alla porta uno di quei cartellini con scritto - chiuso per ferie - oppure semplicemente - chiuso- o non metto niente?”


Fai come vuoi Cordy, va bene tutto......”


OK. Ciao. Ci vediamo stasera.”


Ciao”



E’ meglio lasciarlo dormire... Sono notti che non chiude occhio. Non fa che pensare a lei, non riesce a perdonarsi di non esserci stato.” Cordelia spiò Angel che si era addormentato con un libro in mano.


Nessuno di noi riesce a perdonarsi......” Willow abbassò lo sguardo.


Dawn si era svegliata con una fame da lupo prima che i rinforzi arrivassero da Los Angeles e adesso era appollaiata sul tavolo della cucina aspettando che Tara le preparasse le frittelle mentre Wesley si assicurava che stesse davvero bene.


Non appena Cordelia era arrivata lei e Willow erano entrate in perfetta sintonia. Si erano abbracciate senza dire niente.


E Willow si era sentita sollevata. Cordelia conosceva Buffy dall’inizio, e capiva molte cose che né Tara né Anya potevano capire. Adesso Will non era più sola...


E’ meglio che andiamo di là anche noi. Ha il sonno di un gatto.. finiremo per svegliarlo...”


La strega e la ragazza con le visoni di un demone si erano dirette in cucina di soppiatto, sedendosi poi a parlare dei vecchi tempi mentre la notte prendeva il posto del giorno.




Sentiva i loro pensieri.


Sentiva i loro cuori battere.


Sentiva i loro sentimenti e il loro dolore.


E ne era colma.


E le faceva male.


Buffy non riusciva a spiegarsi come fosse riuscita a parlare attraverso Dawn.


Per un attimo quella luce statica si era aperta e le sue lacrime per Angel erano diventate di un bagliore accecante e la loro luce si era unita con un lungo arco a un’altra luce accecante. Lei era stata come risucchiata verso quest’ultima sorgente ,verso Dawn, e per un attimo era stata di nuovo nel suo mondo. Ma tutto era durato un solo instante. Ma per quell’istante lei e Dawn erano state una cosa sola ,sangue dello stesso sangue, e la loro disperazione aveva vibrato all’unisono unendole.


Adesso era più vicina ai suoi amici, li sentiva dentro di sé, e si sentiva in loro.


Particolarmente sentiva Angel, era come se fosse in lui, nei suoi pensieri ,che vedeva, e provava quello che provava lui.


Era un legame forte, totale.


Ma Buffy aveva paura.


Restava sola in quella luce.


La scintilla di speranza che si era accesa nei cuori dei ragazzi, la spaventava.


Illudersi e poi capire che sarebbe rimasta imprigionata lì in eterno...


Angel... essere sempre vicino a lui eppure averlo così lontano e irraggiungibile. Come mai era stato prima.


Ho paura amore mio. Dove sei? Ti sento, ma non ti trovo... Non ti troverò mai più... Non sono mai stata così lontana da te e non ho mai avuto così bisogno di te come ora. Non ti ho detto tante cose... Avrei voluto solo dire Ti amo prima di morire... Avrei voluto solo vederti un’altra volta... Un ultimo bacio... Non è vero, non si è mai pronti a lasciare le persone che amiamo, così dopo quel bacio ne avrei implorato un altro e poi ancora uno allontanando in eterno il momento di sciogliermi dalle tue braccia... Però sarebbe stato bello morire in uno tuo bacio, dimenticando che fosse l’ultimo... Dove sei? So dove sei. Sei nel mio cuore e nella mia anima. Ma non posso tornare da te. E ho paura. Perché senza te io non esisto, e in questa luce fredda mi spaventa non essere niente. Angel. Angel, com’è bello pensare il tuo nome, vorrei poterlo urlare, ma non ho voce, né corpo, né forma... ho solo lacrime e ricordi...




Angel si svegliò di soprassalto facendo cadere il libro che era rimasto aperto sulle sue ginocchia.


Buffy.


Era vicina, non era stato solo un sogno.


Aveva sentito i suoi pensieri nella testa, l’aveva sentita piangere.


Era viva, la sua anima era intrappolata da qualche parte, ma non aveva pace, si tormentava ed aveva paura.


Era sola, ed aveva paura.


Doveva trovarla, riportarla indietro, al più presto.


Era ancora legata a loro, a quella dimensione e alla vita.


Era legata a lui, un legame di sangue e per questo la sentiva dentro di sé.


Ma come riuscire a trovarla? Esistevano infinite dimensioni...


Angel si alzò risoluto, doveva vedere gli Oracoli.


E avrebbero dovuto dargli una risposta un po’ più soddisfacente del solito, questa volta....


Bene, devo ripassare il rituale per aprire la porta delle anime perdute, posso farlo anche in macchina, andiamo se vuoi tornare qui prima del tramonto.” Wesley si era già infilato la giacca.


Angel prese il libro che Giles gli porgeva: “Vado da solo, farò prima. Ormai conosco il rituale, è meglio che tu resti qui ed aiuti con le ricerche...” Abbassò la voce “Se solo sapessimo cosa cercare...”


Angel si incamminò e sparì ben presto nella notte.


Ci fidiamo? Voglio dire, siete sicuri che stia bene? Non è che ci ritroveremo con questi oracoli morsi sul collo e le forze del bene incavolate nere?”


Tutti guardarono con biasimo Xander: “Ehi, non vi arrabbiate, dico solo che ha tutte le ragioni per essere incollerito con loro! Ma quando io mi arrabbio o perdo il controllo al massimo prendo a calci una sedia - e mi faccio male- invece lui, bè lo sapete tutti....”


La frase fu lasciata cadere nel silenzio, mentre tutti pensavano che Angel ,in ogni caso, avesse almeno diritto a delle spiegazioni...




Guidò svuotando la mente dai pensieri fino a Los Angeles.


Angel compì velocemente il rito e la porta di mattoni si aprì con un lampo si luce trasformandosi in un passaggio.


Entrò.


L’uomo e la donna ,le facce dorate come antichi bronzi ,lo riconobbero.


Lei sorrise, si ricordava del vampiro con l’anima che aveva sacrificato la sua vita per salvare la cacciatrice.


Allungò la mano con un gesto fluido e calcolato mentre lui le tirava un pugnale bizantino con l’impugnatura incrostata di zaffiri.


Cosa vuoi sapere da noi? Qual è il motivo per cui disturbi la nostra quiete?” L’uomo si avvicinò di un passo ad Angel.


Dov’è ? Come possiamo riportarla indietro?”


Di chi parli?”


Sapete di chi parlo” La voce di Angel era dura, l’avrebbero di nuovo usato per i loro scopi senza dirgli niente di utile


La cacciatrice.”


Oh, la cacciatrice. L’hai già salvata una volta non ti basta?” La donna fece un mezzo sorriso.


Non potete riportarla indietro. Lei ha sacrificato la sua vita.”


La sua anima è viva, lo sento. Non potete rifiutarvi di rispondere al mio quesito. Dov’è?”


La donna scese i gradini e si avvicinò a Angel, lo guardò negli occhi: “Cosa ti fa pensare che sia viva? Ti fidi così tanto nelle tue sensazioni?”


Lei è in me, io la sento. Sento il suo dolore e le sue lacrime e la sua solitudine, sento i suoi pensieri.”


Lei sorrise: “Un legame più forte della morte, non credevo che nella tua realtà esistessero sentimenti così puri e profondi.” Si rivolse al suo compagno: “Meritano un’altra possibilità, l’amore la merita sempre.”


Noi non possiamo, lo sai. Lei è morta, la sua anima è il prezzo per la salvezza del mondo. Non può chiedere indietro il dono che ha fatto.”


Lei non chiede niente, lei si è sacrificata per gli altri. Io sono qui a implorare per la sua vita. Quando sono tornato umano grazie al sangue di un demone e sono venuto a chiedervi se era stato Il Potere Che E’ mi avete detto che non avevo salvato il mondo, né l’umanità, né evitato l’apocalisse e che quindi il Potere Che E’ non era di certo intervenuto.


Lei sì. Lei si è sacrificata per l’umanità, lei ha salvato il mondo, e non solo questa volta. Glielo dovete, Il Potere Che E’ glielo deve. E’ un guerriero, come può servire la vostra causa un guerriero morto con l’anima intrappolata.”


Sei ardito essere inferiore.”


Non è un essere inferiore. Sa amare con tutta la sua anima.”


Se è necessario pagare un prezzo, prendete me. Vi offro la mia anima in cambio della sua.”


La tua anima? Sai quello che dici?”


Sì. Lei merita di vivere, lei ha un futuro. Non posso esistere senza di lei. Per farla tornare sono disposto a tutto.”


Allora avete il nostro permesso.”


Il vostro permesso?”


Sì, ma dovrete trovare la strada e il modo per riportarla indietro.”


Ma noi non sappiamo....”


Avete un mese. Trovate il modo entro un mese.” L’uomo guardò con gelida autorità il vampiro “Non un giorno di più.”


Sappiamo che ne siete capaci. L’amore trova sempre un modo.” La donna gli sorrise.


Adesso va.”


Con un gesto annoiato l’avevano scaraventato oltre la porta che si era richiusa al suo passaggio.


L’amore vince qualsiasi battaglia.. Ma non credevo ne esistesse uno così forte.”


Sono solo mortali.”


Sì, e forse sono più forti di noi perché sanno amare e soffrire...” La donna scosse la testa lasciando la frase in sospeso e i boccoli della sua capigliatura ondeggiarono leggermente.




Erano andati tutti all’ormai chiuso Magic Shop.


Immersi nella lettura, bevevano litri di caffè.


Improvvisamente il campanello sopra la porta tintinnò e il suono scaturì dal silenzio assoluto.


Alzarono la testa, aspettandosi che fosse Angel.


Ma sulla porta ,ancora immerso nell’ombra, c’era un ragazzo in mimetica.


Con passo incerto entrò alla luce facendosi riconoscere.


Riley l’aria sconvolta e gli occhi rossi li guardò: “Sono stato al cimitero... Dei demoni catturati vociferavano sulla morte della... della cacciatrice... Io non potevo crederci, era così assurdo.... Ma al cimitero... al cimitero... c’era una lapide con scritto... con scritto...”


E’ morta Riley... nella battaglia finale contro Glory... Lei mi ha salvato, anzi ci ha salvati tutti. Mi dispiace che tu l’abbia saputo così.” Dawn si alzò e fece un passo verso Riley, ma non era molto contenta di vederlo... dopo il modo e il motivo per cui se n’era andato...


Morta... oh dio non può essere. Lei era così forte... Come è successo? Non avete fatto niente per impedirlo con tutta la vostra magia? Non mi avete detto niente, non mi avete fatto sapere niente. Quanto tempo è passato? Non mi avete avvisato del funerale, non mi avete neanche mandato un biglietto. So di non aver contato molto nelle vostre vite ,neanche nella sua, ma almeno una telefonata... non vi avrebbe portato via molto del vostro tempo prezioso..!!” Parlava con voce risentita e con tono accusatorio, agitando le braccia e spostando lo sguardo da un all’altro.


Ehi, datti una calmata, noi pensavamo che fossi morto... Ci hanno mandato un fantastico biglietto, quattro righe scarse, in cui dicevano che eri disperso. Dove? Segreto militare. Quando? Segreto militare. Ti avrebbero cercato? Segreto militare. Quindi non venire a farci la predica. Sei sparito nella notte senza salutare e non ti sei più degnato di farci sapere se stavi bene, se eri vivo. E adesso piombi qui e non dici neanche mi dispiace, come state ragazzi? Ma accusi non di essere stati scortesi con te!!” Xander era arrabbiato, era furente. Da dove arrivava quel bravo soldato? Come si permetteva di venire lì a criticare quello che avevano o non avevano fatto? Loro avevano fatto il possibile, loro c’erano quando lei era...


Ben detto!!” Spike ,con in mano gli antichi volumi che l’avevano mandato a recuperare in una cripta, spuntò dalla porta dietro Riley “Guarda guarda chi si rivede... il nostro soldatino! Che peccato pensavo fossi morto. Mi pentirò di averlo detto, ma sono d’accordo con Xander! Non hai nessun diritto di venire qui a sputar sentenze! Tu non hai fatto altro che darle delle preoccupazioni e adesso vieni qui a dirci che non l’abbiamo difesa! Sai una cosa? Hai ragione, non ti amava, ma ti ha sopportato con le tue paranoie per tutto quel tempo e tu non hai fatto altro che accusarla ed essere geloso. Non te la meritavi! Così come non meriti di essere qui adesso.”


Oh, certo! Scusate se disturbo. Ho interrotto qualche bell’incantesimo? Perché mi sembra che qui non sia cambiato nulla. Come se niente fosse voi giocate al piccolo mago e lei è morta solo da poche ore...”


Willow si alzò in piedi: “Adesso smettetela tutti e tre! Quello che è successo non è COLPA di nessuno! Ci dispiace ma non abbiamo avuto tempo di cercarti per darti questa notizia. Eravamo tutti distrutti. E adesso che si è ripresentata una speranza...”


Ma Riley non la stava neanche a sentire: “Oh, certo, eravate tutti troppo occupati. Per voi non sono mai stato niente. Cos’ero? Il nuovo capriccio di Buffy? La sua ultima conquista? Lo sfortunato ragazzo di turno con cui avrebbe cercato di non pensare al suo grande amore? Il suo cagnolino fedele che la aspettava a casa mentre salvava il mondo o correva a L.A. da quel vampiro con una scusa qualsiasi? Fatemi indovinare, Angel l’avete avvisato subito, vi siete precipitati ad avvisarlo!”


Nessuno rispose.


Certo! Logico! E’ lui che merita la compassione di tutti per aver perso la donna che amava! Non io! Guardatevi, siete ridicoli! Tutti a giurare e spergiurare che odiavate quel vampiro, che aveva rovinato la vita vostra e di Buffy, e adesso tutti stretti a lui nel vostro comune dolore! La realtà è che quando c’era un qualche pericolo avreste tutti voluto correre a chiedere il suo aiuto, avreste voluto che ci fosse lui al fianco di Buffy!! Buffy, Buffy... una brava ragazza giusto? Una brava ragazza che mi ha mentito per più di un anno, che ha giurato di amarmi quando amava lui, che non ha fatto altro che ingannarmi e prendermi in giro, che non è stata neanche capace di restare fedele al suo grande amore... perché ,per quanto lo amasse, era con me che veniva a letto. E anche con Parker, giusto?? Quanti altri ce ne sono nella lista? Prima di me, dopo di me, durante?? Una brava ragazza?? Ridicolo, aveva solo l’aria di una santarellina. Una brava ragazza non si innamora di un vampiro, e neanche una cacciatrice lo fa. Una cacciatrice non si lascia mordere da un vampiro, non gli permette di avvicinarsi tanto a lei, non permette che tra loro si crei un legame così forte. Una brava ragazza...”


Davanti a lui, seduti o in piedi, impallidirono tutti.


Perfino Spike ,incredibile, assunse un colorito più livido.


Ma non lo stavano guardano e neanche ascoltando, fissavano impietriti un punto dietro le sue spalle.


Finalmente Spike parlò: “OK, amico, non è il caso di prendersela troppo, il marmocchio è un può fuori di testa, probabilmente la notizia gli ha fatto dare i numeri. Ma credo che non pensi quello che dice... e se anche lo pensa, non importa molto... Quindi restiamo calmi, non vale la pena di dannarsi l’anima solo per farlo stare zitto, basta un bel pugno sul naso, a quello posso anche pensarci io. Abbiamo cose più importati da fare adesso. Angel... Angel dico sul serio, so che gli spezzeresti volentieri il collo ,anche io, e so anche che puoi farlo senza problemi perché tu non hai nessun chip in testa... ma hai la tua anima, e non te lo perdoneresti mai. Adesso lui se ne va con la coda tra le gambe e noi ci mettiamo al lavoro...”


Spike aveva raggiunto il suo sire spingendo Riley verso gli altri.


Angel non lo guardò neppure, né parve aver sentito le sue parole. Si diresse verso Riley e si fermò a pochi centimetri da lui, fissandolo negli occhi. Nello sguardo del bel vampiro ardeva una rabbia fredda e distruttiva, terribile e minacciosa.


La rabbia antica e irrefrenabile di Angelus.


Cordelia ,quasi tremando si avvicinò di un passo: “Angel, Spike ha ragione, non ne vale la pena...”


Wesley la sostenne, temendo che Angel potesse davvero uccidere il ragazzo: “Sì, sta solo farneticando, non puoi...”


Angel li ridusse al silenzio con un gesto, senza togliere gli occhi di dosso a Riley: “Zitti. Tutti e due.”


Nessuno aveva neppure il coraggio di respirare, sembrava che quel momento dovesse durare in eterno.


Ascoltami bene ragazzino, perché non lo ripeterò un’altra volta e se anche lo facessi tu non mi potresti più sentire. Non mi sei mai piaciuto, ma era una sua scelta e l’ho rispettata. Non eri neanche degno di starle vicino, e l’hai dimostrato. Perciò dammi solo un insignificante motivo, dì solo un’altra parola su Buffy, osa anche semplicemente nominarla in mia presenza e ti ritroverai morto molto prima di aver capito cosa stia succedendo. Non è una minaccia, è semplicemente un dato di fatto. Adesso vattene, e non tornare mai più a Sunnydale, cancellala dai tuoi pensieri, avvicinati di nuovo a lei e non rivedrai il sole.”


Detto questo Angel si allontanò disgustato da Riley, mentre Cordelia gli correva incontro tranquillizzata, prendendogli un braccio e chiedendogli a bassa voce cosa fosse successo dagli oracoli.


Ma Riley restò fermo dov’era, lo sguardo fisso a terra e le mani serrate a pugno: “Cos’è che ti rode Angel? Cos’è che non puoi sopportare in me? Che potessi portarla al sole? Che facessi parte della sua vita normale, della scuola ,delle giornate al mare, dei pomeriggi a casa di amici? Che facessi l’amore con lei? Non è tua vampiro, non lo è mai stata. Non puoi controllare la sua vita, eri solo un ombra nelle sue notti. Non ti amava e basta, lei amava il fascino del mistero, del proibito!!! Adesso che è morta finalmente è tua, sarai contento! Perché fra morti, dovreste ritrovarvi, giusto???!!”


Spike prese Riley per una spalla zittendolo: “Adesso basta marine. Se volevi sfidare la morte ci sei ampiamente riuscito, ma non ho voglia di raccogliere i tuoi pezzi da terra quindi andiamocene....”


Angel si liberò in un istante dalla stretta di Cordelia e ,i lineamenti trasfigurati in quelli del demone, si avventò su Riley. Afferrò il ragazzo per il collo sollevandolo da terra: “ Vuoi sapere cosa non sopporto? Tu hai avuto accanto una persona unica e meravigliosa e non ti sei neanche reso conto dell’incommensurabile privilegio che ti era concesso, hai buttato tutto al vento, hai sprecato tutto. Non sei neanche riuscito a capire quanto fosse speciale e fragile e dolce. Non l’hai apprezzata, non l’hai capita. E adesso osi venire qui a chiedermi cosa non sopporto. Vattene da qui per sempre, non tornare mai più, se ti vedo un’altra volta sarà l’ultima.” Lo scaraventò fuori attraverso la vetrina che andò in frantumi fragorosamente.


Riley atterrò sull’asfalto freddo del marciapiede.


Nessuno uscì per aiutarlo, restarono a guardarlo, rendendosi conto di quanto si fossero sbagliati sul suo conto.


Poi il ragazzo si rialzò e se ne andò.


Sparì nella notte ,probabilmente su un altro elicottero.


Fu l’ultima volta che lo videro.




Angel non disse di aver promesso la sua anima in cambio di quella della cacciatrice.


Spiegò che avevano solo un mese a disposizione per trovare il modo di farla tornare e che gli Oracoli sostenevano che fossero in grado di farlo perché - l’amore trova sempre un modo -


Ma il vampiro divenne ancor più taciturno del solito e Wesley si rese conto che qualcosa non andava.


Però tutti erano troppo occupati nelle ricerche sui libri di magia per accorgersi della preoccupazione di Angel.


Oz era arrivato in città la notte in cui Riley aveva conosciuto l’ira di Angelus.


Non aveva detto molto, né dato spiegazioni su dove fosse stato, aveva abbracciato Dawn e Willow e si era messo immediatamente al lavoro sui libri.


La mattina dopo aveva portato una rosa sulla tomba di Buffy. Un luccichio aveva attirato la sua attenzione: l’anello Chladdag di Angel colpito da un raggio di sole risplendeva come una stella dimenticata dalla notte.


Credo che faresti meglio a darglielo di persona.” Aveva allungato l’anello al vampiro sorridendogli e se n’era andato.


Angel l’aveva stretto nella mano e ringraziando silenziosamente il ragazzo.


Poi se l’era infilato al dito, dove era sempre stato... con la punta rivolta verso di sé.




I giorni passavano troppo velocemente, susseguendosi uguali a se stessi e brevi come battiti di ciglio.


Erano tutti stanchissimi, troppo per continuare a lungo con quel ritmo.


Ormai non dormivano più una notte intera, si riposavano solo qualche ora quando erano del tutto esausti.


Tiravano avanti a caffè, mentre Spike li affumicava con le sue sigarette.


Ma non avevano fatto grandi progressi... stabilito che serviva il sangue di Dawn per riaprire un passaggio da cui far tornare Buffy non avevano idea di come trovarla e tantomeno a ridarle consistenza umana visto che era solo un’anima.


Però sapevano che sarebbe stato il loro attaccamento a lei a riportarla indietro, il loro amore.


L’amore trova sempre il modo.


L’amore... l’amore... Willow si lambiccava il cervello cercando di trovare il modo, la strada, l’incantesimo i suoi gesti e le sue parole...


Ma il tempo li incalzava e li rincorreva dappresso e macinava le ore e poi i gironi e la fine del mese concesso era ormai prossima.


Tara e Anya sfoderarono tutte le loro conoscenze in campo di magia senza però che fosse fatto nessun passo avanti.


Willow alzò stancamente la testa dai testi di magia e guardò il cielo oltre la finestra schermata. Era notte inoltrata.


Si alzò e con un cenno del capo salutò gli altri per andare a casa a riposare un poco.


Ma non poteva dormire per quanto fosse stanca. Non riusciva a fermare i pensieri, né a placare l’ansia.


Abbandonò il letto sfatto su cui si era buttata ancora vestita e si avvicinò alla gabbia di Amy per cambiarle l’acqua.


Guardò con aria assorta la strega perennemente trasformata in topo...


Pretendo di far tornare in vita Buffy ma non sono neanche capace di farti tornare umana.... Cosa devo fare Amy?”


Il topolino che mordicchiava una crocchetta che teneva fra le zampette anteriori smise di mangiare e guardò Willow mentre il muso fremeva annusando l’aria.


Cosa vuol dire l’amore trova sempre il modo?”


Willow l’aria assorta giocherellava con una ciocca dei capelli rossi.


L’amore... e siamo d’accordo su cosa sia. Il modo... di fare cosa?... Di salvare la persona che ami... bè non è una cattiva idea... Vediamo: Buffy ha salvato Angel dandogli il suo sangue. Quindi ha trovato il modo... Adesso è Angel che deve trovarlo. Non il modo! Certo! Angel deve trovare Buffy... e può farlo perché il suo sangue scorre in lui, perché sono legati... l’ha quasi vampirizzata e fra loro c’è un legame simile a quello che c’è fra un sire e... sì, è vero non proprio, ma credo che sia un legame ancora più forte un legame fisico e spirituale... Angel può trovarla e riportare la sua anima da noi, e poi...” Si bloccò, smettendo di giocherellare coi capelli “E poi come le rimedio un corpo??” Cercò i fogli con gli appunti presi in quei giorni di lavoro indefesso “Dunque... vediamo, Giles mi aveva mostrato un rituale che potrebbe servire.. ci vuole il profumo di un fiore che cresce solo in Oriente... il profumo?? Ma ci vuole il mezzo corporeo per ricostruire il corpo... Il nostro sangue... dovrebbe andare bene... manca solo il fiore...!”


Prese la giacca di volata e uscì per correre ad avvisare Giles.


Tornò indietro di corsa, aprì la porta e sorrise ad Amy: “Grazie, Amy sei un amica! Non so come avrei fatto senza di te!” Poi senza neanche chiudere la porta se ne andò precipitandosi al negozio.


Il topolino si leccò i baffi con aria soddisfatta e sembrò sorridere rivolto alla porta, poi tornò a rosicchiare tranquillamente i suoi biscotti al formaggio.




Abbiamo solo due giorni, non c’è molto tempo. Angel, ti ci potrebbe volere parecchio per trovarla, più il tempo passa e più il vostro legame si allenta. E’ meglio che tu e Dawn cominciate a prepararvi per il rituale. Ma dobbiamo risolvere la storia del profumo... come si fa a imprigionare un profumo?”


Giles la guardò preoccupato, senza sapere come avrebbero potuto procurarsi quell’essenza in così breve tempo.


Immagino che intendessero l’essenza del profumo del fiore. E’ facile ottenerla... Tutti i profumi sono ricavati da essenza mescolate e diluite. Ho viaggiato molto dopo essermene andato da Sunnydale. L’Europa e da lì l’India la Cina il Giappone. Delle tribù nomadi che ho incontrato usano profumare le spose con alcune gocce di essenza di un fiore rosso sangue con venature nere... E’ un profumo intenso e inebriante. Mi hanno dato una fiala di quel profumo. Credo che sia quello che ti occorre per l’incantesimo.”


Oz prese la fiala di vetro opaco dalla tasca di uno zaino e la porse alla strega rossa.


Le loro mani si sfiorarono un istante mentre incrociavano gli sguardi.


Mi stupisci sempre...”


Lui le sorrise “Questo ed altro per la mia strega preferita...”


Xander ,dopo aver dato un’occhiata ad una contrita Tara, interruppe quel momento: “E’ già! Zitto zitto quatto quatto, ci hai tirato fuori dai guai! Mi sei mancato amico... ero stufo di questa maggioranza femminile...” Batté una mano sulla spalla di Oz e diede una leggera spinta a Will verso Tara.




Angel prese Wesley in disparte.


Si sfilò l’anello e lo diede al ragazzo.


Quando sarà tornata daglielo. Il suo l’ha perso tempo fa.... Voglio che questo lo abbia lei. Non serve che tu le dica niente, capirà.”


Wesley guardò stupito l’amico: “Ma che ti prende? Se riusciremo a riportare Buffy qui sarai tu a darle l’anello!! E avrai tutto il tempo del mondo per dirle quello che vuoi!!”


Angel aveva abbassato lo sguardo: “Potrei non tornare”


Cosa vuoi dire? C’è qualche cosa che non mi hai detto Angel? Qualcosa che mi hai tenuto nascosto?”


E’ solo una sensazione Wesley. Niente di più.”


Solo una sensazione, va bene. Sicuro che non c’è altro?”


Sì, certo.”


Allora torniamo dagli altri.”


Wesley?”


Si?”


Gli aveva allungato una balestra “Vedi di non sbagliare mira se ci fosse bisogno di usarla. Tienila a portata di mano.”




Non sarà facile. Non la troverai subito. Ci vorranno tutta la tua concentrazione e la tua forza. La sua forza di volontà non può niente. Dovrai essere tu a volere abbastanza per riportarvi qua tutti e due. Non scordarlo ,un solo cedimento e sarete persi entrambi. Noi non possiamo aiutarti in nessun modo. Ma hai poco tempo. Domani notte sarà terminato il mese.”


Angel annuì rivolto alla strega che gli camminava intorno agitatissima.


Mentre Tara sussurrava parole incomprensibili tenendo Dawn per mano il vampiro entrò nel cerchio disegnato a terra.


Sale, perle e opale finemente tritate, candele profumante costituivano i complicati disegni all’interno del cerchio.


Tara tagliò il polso di Dawn e raccolse il suo sangue in un bicchiere di cristallo.


La ragazzina pallida ma con negli occhi forza e determinazione inconsuete per una creatura così giovane, si sistemò di fonte ad Angel.


Lui la osservò un attimo prima di tornare a concentrarsi.


Il polso fasciato, i capelli sciolti e ondeggiati, gli occhi grandi spalancati. Era poco più di una bambina... e nella sua essenza stava la salvezza di Buffy.... Non era il momento di lasciarsi prendere dal dubbio...


Tara versò al centro del cerchio alcune gocce del sangue di Dawn. Poi porse la coppa ad Angel che ,dopo un attimo di esitazione, lo bevve come gli era stato detto di fare.


La stanza cominciò a dilatarsi, i contorni degli oggetti si fecero sempre più sfuggenti e indistinti, i ragazzi gli sembrarono sempre più lontani.


La voce di Willow ,che recitava l’incantesimo, divenne sempre più fievole, lontana, irreale, per poi zittirsi del tutto.


Le pareti del negozio si dissolsero, così come il pavimento e il soffitto, tutti i confini si annullarono.


Angel reclinò la testa all’indietro e cadde a terra.


Si strinsero tutti in un cerchio attorno a lui tenendosi per mano.


Willow raccolse una goccia del sangue di ciascuno, una ciocca di capelli e un respiro in una piccola ampolla, poi ne versò il contenuto su una fiamma azzurra.


Infine la strega prese il suo posto nel cerchio e continuò a recitare l’incantesimo.




Luce, strana, inquietante luce bianca.


Non era esattamente luce, era più un assenza sia di essa che di tenebre.


Energie diverse si agitavano ovunque richiamandolo.


Ma non sentiva Buffy.


Era come se il legame si fosse spezzato... se l’esile filo che ancora li teneva uniti fosse stato reciso.


Vagò per un tempo che gli sembrò essere infinito, più interminabile dell’eternità stessa.


L’unico pensiero che teneva stretto a sé era lei.


Improvvisamente gli sembrò di scorgere una piccola, piccolissima sfera luminosa.


Una pallina di luce giallo oro, calda e tremolante.


Angel capì subito che era Buffy.


Sentì il suo cuore sobbalzargli in petto, sentì la sua anima riconoscerla.


La luce rimpiccioliva sempre di più, si ritirava su se stessa.


Angel cercò di raggiungerla.


Ma qualcosa glielo impedì.


Sentì ,come se fosse la sua, la paura di Buffy ed anche il gelo che la invadeva spegnendo lentamente il suo fuoco.


Sentì la solitudine immensa e la paura di sperare, perché una speranza infranta avrebbe significato solo nuovo sofferenza.


La cacciatrice si era chiusa in sé stessa e non lo vedeva né ascoltava le sue parole.


Buffy, Buffy vieni da me. Sono io Buffy vieni. Torna da me amore. Ti prego ascoltami, non arrenderti, non smettere di combattere. Sono qui, ti ho trovata, ma devi volerlo. Devi voler tornare indietro con me. Non posso toccarti se me lo impedisci, se mi allontani. So che sei spaventata e che ti senti persa, ma adesso sono qui e andrà tutto bene. Ti ho cercato tanto, ti cerco da sempre, da prima di capire di amarti, non posso perderti. Lascia che ti trovi. Fai solo un passo Buffy. Un passo verso di me e sarò tutto finito. Ti porterò via di qui. Torna da me... Ti prego devi ascoltami, ti prego...


Buffy piangeva sommessamente, di quelle lacrime cristalline che rappresentavano tutto ciò che era in quel luogo.


Poi attraverso la cortina di luce che la avvolgeva sentì la voce del suo cuore. La voce di Angel.


Prima solo un sussurro, poi sempre più vicina e forte.


Calda, rassicurante, viva, reale.


Alzò gli occhi ,pervasa da una nuova speranza, cercando il volto che tanto aveva amato.


Ma non lo vedeva, non riusciva a vederlo.


Però sentiva la sua presenza, lo sentiva vicino e per la prima volta in quella luce ricominciava ad avere sensazioni corporee, reali. Sentiva il legame che la univa a lui, il vincolo del sangue che gli aveva offerto per salvargli la vita.


Raccolse tutta la forza che aveva e lo chiamò disperata.


Angel...... Dove sei amore mio? Angel.....


L’aveva sentito, gli aveva risposto.


Angel allungò una mano verso di lei e le loro anime finalmente si ricongiunsero.


Buffy afferrò quella mano e smise di naufragare in quel mare ostile si luce.


Si strinse a lui con tutte le sue forze piangendo e ridendo.. ripetendo senza sosta il suo nome, quasi per convincersi che fosse realmente accanto a lei.


Angel, Angel... Oh Angel, mi hai trovata... Angel credevo di non rivederti mai più... e avevo così paura.... Angel... Ti amo Angel, e avrei dovuto dirtelo tanto tempo fa... Non ho smesso un istante di amarti, mai, né quando te ne sei andato né quando sono stata con Riley... Riley non è contato nulla, io amo te, da sempre... Da prima di incontrarti e di capire che eri per me... Sei in me, non posso farci niente... Sei in ogni mio respiro e ti ho negli occhi ogni istante della mia vita... Non voglio più perderti... Ti amo troppo... e la vita è troppo breve per buttare via questo amore che ci è stato concesso... Non importa se il destino ci divide, noi siamo unti... - Sorrise, prendendogli il viso fra le mani - Hai detto che avresti voluto portarmi in Irlanda... allora ci andremo, sono sicura che è un bellissima anche di notte...


Angel credette di impazzire, non poteva dirle che non sarebbe più stato al suo fianco, che quello era un addio...


Così stringendola a sé le chiuse la bocca con un interminabile bacio.


Dobbiamo andare adesso amore mio. Non c’è più tempo e devo riportarti indietro prima che passi la notte. - La guardò negli occhi assaporando ancora per un momento quella sensazione incredibile di essere una cosa sola, quella fusione delle loro anime in cui l’uno era l’altra e viceversa. - Qualsiasi cosa succeda quando saremo tornati ricordati una cosa Buffy. Ti amo più della mia vita e questo non potrà mai cambiare, sei tutto per me.




Era quasi l’alba.


Mancavano poco più di tre ore al sorgere del sole.


L’ultima notte che avevano a disposizione stava per terminare.


Angel era in quello stato di trance dalla notte precedente e Dawn ,che doveva tenere aperto il passaggio, era sempre più debole.


Erano tutti stremati e cominciavano a disperare nella riuscita dell’impresa.


Ma una luce fievole si accese in mezzo al cerchi sospesa nell’aria appena sopra la fiamma azzurra preparata da Willow.


Si strinsero le mani fin quasi a stritolarsele, mentre osservavano quella luce prendere forma e ingrandire.


La luce si fece sempre più forte e intensa fino a diventare quasi accecante.


I ragazzi furono costretti a chiudere gli occhi.


Nessuno vide che Angel aveva ripreso conoscenza e che si era allontanato dal cerchio.


Nessuno sentì il vampiro urlare di dolore e piegarsi in due mentre la luce cresceva di intensità.


Nessuno vide balenare nei suoi occhi scuri una fiamma che si spense subito dopo.


Il vampiro si rialzò e sorrise appena, discostandosi ancora di più dal gruppo e restando ad osservare in disparte quello che accadeva.


Quella luce si trasformò in Buffy, facendone prima una figura trasparente e incorporea e poi la ragazza di sempre.


La cacciatrice restò sospesa all’interno del cerchio per un momento ancora dopo che la luce si era dissolta e poi cadde a terra esanime.


Tutti si precipitarono a soccorrerla.


Fu avvolta in una coperta e adagiata delicatamente su un giaciglio preparato prima di cominciare l’incantesimo.


Lentamente Buffy si svegliò e fu assalita dagli abbracci quasi soffocanti di tutti i suoi amici.


Nessuno parlava molto, combattevano tutti con le lacrime di felicità e continuavano ad abbracciarla per assicurarsi che fosse davvero lì.


Dopo un momento di stordimento Buffy si alzò e sorridendo li strinse tutti in un abbraccio collettivo.


Finalmente scoppiarono a ridere.


La cacciatrice sentì gli occhi penetranti di Angel su di sé e si liberò dai suoi amici cercandolo.


L’unica cosa che desiderava era saltargli al collo e baciarlo, voleva parlare per ore, dirgli tutto quello che non gli aveva detto in quei tre anni, recuperare il tempo perduto.


Lo individuò in un attimo e si diresse verso di lui sorridendo.


Ma qualcosa nel suo sguardo la bloccò. “Angel...? Stai bene?”


Il vampiro fece un mezzo sorriso: “Bene. Non sono io quello risorto. Non ti devo più niente cacciatrice, siamo pari, tu mi hai salvato la vita e ora ti ho reso il favore. Me ne andrò per sempre stanotte. Non mi rivedrai più. Ti lascerò in pace... Non ho intenzione di farti impazzire di nuovo. Ma non cercarmi ,ragazzina, o sarà guerra, e questa volta non ci sarà nessuna maledizione che possa salvarvi.”


Angel non si fermò a guardare le lacrime che scendevano lungo le guance di Buffy, si girò e se ne andò senza voltarsi.


Sparì nella notte ancora prima che si fossero resi conto di quello che era successo.


Angelus era tornato.


Buffy respirava a fatica, sentiva la terra mancarle sotto i piedi.


Cos’era successo?


Improvvisamente Wesley capì ,troppo tardi ormai.


Maledisse la sua stupidità, come aveva potuto non rendersi conto prima di quello che sarebbe successo??


Angel lo sapeva.


Sapeva che avrebbe di nuovo perso la sua anima.


Per questo gli aveva dato l’anello per Buffy e gli aveva detto di tenere la balestra a portata di mano.


Stupido, stupido che non era altro, non aveva capito niente!!


Angel aveva dato la sua anima in cambio di quella di Buffy.


La ragazza ,completamente sconvolta, si era lasciata scivolare per terra e piangeva senza riuscire a fermarsi.


Tutti i suoi amici e la sorella le stavano intorno senza parlare e senza avvicinarla, sconvolti a loro volta dall’accaduto.


Wesley le si avvicinò, si chinò accanto a lei e le circondò le spalle con un braccio.


Mi ha detto di darti questo quando fossi tornata. Ha detto che tu avresti capito.”


Buffy prese l’anello con mano tremante “Oh dio... mi sembra di impazzire... è come se mi avessero rimandato indietro ma si fossero dimenticati di darmi il mio cuore...” Piangeva ancora più disperatamente.


Ti amava tanto Buffy. A tal punto da rinunciare alla sua anima per salvarti. Prima non avevo capito, ma adesso sì. Ha offerto la sua anima in cambio della tua e... ed è stato esaudito.”


Buffy alzò gli occhi pieni di lacrime verso Wesley: “Ha di nuovo deciso per me... Sapeva che non gli avrei permesso di farlo... Come ha potuto? Come può pensare che riuscirò ancora a vivere?”


E’ il suo dono d’amore Buffy, devi accettarlo. Ti amava troppo per lasciare che fossi tu a sacrificarti.”


Buffy si coprì la bocca con u mano, come per impedire ai singhiozzi di uscire.


Si rialzò e si diresse alla porta, fissando la nebbia in cui era sparito.


Tremando coma una foglia infilò al dito l’anello di Angel: le era grande.


Smise di piangere, si asciugò le lacrime.


L’aria della notte era fresca e frizzante e le accarezzava piacevolmente la pelle scompigliandole i capelli.


Era viva.


Viva, e sentiva la vita scorrere prepotente in lei.


Alzò una mano e sfiorò cautamente la cicatrice che aveva sul collo.


Quando parlò rivolta alla notte la sua voce era chiara e sicura: “Non ho bisogno di cercarti. Ti sento. Tu sei in me e io sono in te, per sempre. E niente può sciogliere questo legame. Troverò un modo Angel, te lo prometto amore mio troverò un modo.”


I suoi occhi brillavano ancora di lacrime, ma adesso sapeva che esiste sempre una speranza.




II Parte


Dopo la felicità e lo stupore iniziali tutti si resero conto di essere stanchi, distrutti, svuotati.


Nessuno si aspettava quello che era successo ad Angel... la sua anima...


Ognuno di loro era rimasto impietrito, troppo esausto per reagire se non con una mesta immobilità.


Sembrava che le disavventure non dovessero mai finire.


E ogni nuova prova era più dura e più dolorosa, più difficile e più insormontabile della precedente.


Non avevano mai tregua.


Nel film delle loro vite non sarebbe mai arrivato un - e vissero felici e contenti - ...


O almeno così sembrava quella notte.


Nessuno osava rompere il silenzio o disturbare Buffy che appena oltre la soglia fissava la notte.


Cordelia piangeva sommessamente, una mano appoggiata alla bocca.


Dawn si sosteneva al tavolo sfinita. Pallida come un fantasma.


La ragazzina si rivolse flebilmente alla sorella “Buffy.... Buffy possiamo tornare a casa adesso?”


Quasi non si era resa conto di quello che era successo fra la cacciatrice ed Angel, esaurita com’era dall’utilizzo del suo potere.


Buffy ,gli occhi ormai asciutti e lo sguardo deciso di una donna, tornò verso di loro e abbracciò la sorellina accarezzandole dolcemente i lunghi capelli “Certo piccola, andiamo a casa.”


Dawn sorrise e reggendosi a stento sulle gambe si aggrappò a Buffy.


La cacciatrice adesso doveva pensare a sua sorella. e anche ai suoi amici.


Girò lo sguardo sui volti provati che la circondavano.


Avevano rischiato tutto per riportarla indietro, adesso toccava a lei sostenerli.


Tirò un profondo respiro “Abbiamo tutti bisogno di riposare. E’ stata una lunga notte. Domani affronteremo quello che è successo.... ad Angel..” Cercò di sorridere “Grazie ragazzi, di tutto. Di non avermi lasciata sola. Vi voglio bene.”


Li abbracciò con lo sguardo e stanchi sorrisi tristi risposero al suo.


Cordelia, Wesley, a casa mia ci devono essere due camere libere.”


Si avviarono tutti all’uscita, verso casa.


Nessuno parlava.


Solo, Cordelia continuava a piangere. Sommessamente, camminando a occhi bassi.


Buffy fece un cenno a Wesley che prontamente le prese Dawn dalle braccia, e circondò le spalle della bella mora con un braccio “Non permetterò che gli succeda niente Cordelia, te lo prometto. Dovessi scendere all’inferno per recuperare la sua anima... Dovessi affrontare Bene e Male la riporterò indietro. Non lo lascerò solo.”




Fu un lungo sonno senza sogni per tutti, un oblio scuro e totale.


Per tutti tranne che per Buffy.


Si addormentò per poco accanto alla sorella, ma sogni terribili la risvegliarono bruscamente.


Sogni non suoi, incubi di un passato che non aveva vissuto.


Il passato di Angel.


La paura, l’orrore, il tormento del vampiro per le vite che aveva spento la invasero completamente.


Uno strazio doloroso e lancinante.


LO strazio di tutte le notti dell’uomo che aveva amato.


Si tirò a sedere sul letto e chiuse gli occhi, non aveva lacrime da versare.


Si chiese come Angel avesse potuto sopportare quella tortura...


Da solo in silenzio, senza mai farne parola.


E lei... lei che non aveva mai saputo, mai capito pur essendogli accanto.


Lei che non poteva capire quel dolore, lei che era solo una ragazzina.


Quanti errori aveva commesso, quante volte l’aveva ferito a morte senza rendersene conto.


Ma adesso capiva.


Adesso sapeva e sentiva quello che Angel aveva provato.


E avrebbe voluto essergli accanto mentre l’amore di una ragazzina si trasformava in quello più maturo e consapevole ,totale, di una donna.


Dawn dormiva serena, sembrava una bambola.


Buffy la vegliò teneramente.


Sapeva che quella creatura indifesa e fragile aveva bisogno di lei, soprattutto dopo la morte di loro madre.


Ma sapeva anche di non poter rinunciare ad Angel.


Non di nuovo.


Non l’avrebbe accettato un’altra volta.


E sapeva di essere disposta a tutto pur di stare con lui.


Tutto.


Non voleva una vita il cui prezzo era l’anima del suo unico amore.


Non era disposta a combattere per un Bene che richiedeva un tale sacrificio.


E se avesse dovuto rinunciare a tutto per Angel, adesso sapeva di essere davvero pronta.


Adesso non aveva più dubbi o paure.




Ormai il sole scaldava infiammandolo il cielo.


Buffy scese a preparare la colazione.


I suoi amici arrivarono uno per uno ,come richiamati da un silenzioso appello; chi dalla porta principale, chi da quella sul retro e chi dal piano superiore.


Mentre serviva a tutti i dolci alla crema che aveva preparato e ascoltava gli scarsi tentativi di conversazione andare in frantumi, cercava le parole adatte.


Ma non sapeva bene cosa dire perché ancora non aveva un piano preciso.


Solo era certa di dover fare qualcosa subito.


Io vado a Los Angeles. Credo che parlerò con quegli Oracoli.... e poi seguirò le tracce di Angel.”


Smisero di mangiare e nove paia d’occhi si piantarono su di lei.


Anche se sapevano che l’avrebbe detto.


Buffy, non posso permetterlo, è troppo pericoloso. Sei appena tornata da noi, e noi abbiamo bisogno di te. Devo ricordarti che l’ultima volta che è cambiato Angel ti ha quasi uccisa?”


Quasi. Sa perfettamente che andrò lo stesso Giles, qualsiasi cosa dica.”


Erano tutti atterriti.


Tempo, avrebbero voluto avere molto tempo.


Per decidere, per riposare, per risolvere le cose.


Willow non voleva di nuovo perdere la sua amica, ma sapeva che le parole sarebbero state inutili “Se non puoi accettare il suo sacrificio, e so che non sarebbe giusto, almeno lascia che ti aiutiamo. Studiamo un piano, aspettiamo di sapere cosa fare...”


Buffy capiva che avevano paura di perderla, ma non era disposta a cedere “Oh Will, non posso accettare di nuovo che sia lui a sacrificarsi. Non questa volta. E sai anche che non è la vostra battaglia. Devo farcela da sola. Non posso mettere in pericolo le vostre vite, in nessuno caso. Oh, non fate tutti quelle facce da funerale! Non ho mica detto che parto per sempre!... Torneremo.. tutti e due.”




Prima di infilarsi in macchina con Cordelia e Wesley abbracciò i suoi amici, la sua famiglia.


Piangevano quasi tutti ,chi palesemente chi di nascosto, come se fosse un addio.


Le loro anime erano gravate da tristi presagi.


Prima Dawn, poi Willow e Tara, poi Xander e Anya, Oz e perfino Spike, infine Giles.


Buffy... Buffy per me sei come una fi... si insomma io..”


Lo so Signor Giles. E anch’io le voglio bene.”


L’uomo annuì con la testa “ Noi siamo qui per qualsiasi cosa... Buona fortuna Buffy.”


Grazie, ne avrò bisogno.”




Buffy guardò con palese diffidenza le due figure coperte dai pepli.


Sembravano uscite dalle fotografie di qualche libro d’arte del liceo.


Serafici e inespressivi.


Tirò loro il pegno che le aveva dato Wesley e aspettò che parlassero.


Secondi che parevano minuti, ore, anni.


Attesa insopportabile e angosciante condita da una terribile paura che non la potessero aiutare.


Paura che poteva assaporare in bocca dal momento in cui aveva reincontrato gli occhi freddi di Angelus.


Paura che i precari sostegni della sua esistenza si spezzassero definitivamente.


Le voci risuonarono vuote e lontane, simili eppure diverse per indecifrabili particolari.


La colsero all’improvviso e sobbalzò appena riportando gli occhi a una dimensione reale e guardandoli.


Dovevano essere passati meno di quindici secondi.


Così tu sei la cacciatrice.”


Sì... pare che sia io...”


Ti è stata concessa una seconda possibilità.” “Perché disturbi la nostra quiete?”


E’ la terza possibilità per essere precisi. Ero già morta una volta. Ma non divaghiamo. Scommetto che lo immaginate il perché. L’anima di Angel. Che diritto avevate di prenderla in cambio della mia? E voi sareste i buoni?!”


Sfacciata, sconsiderata. Esattamente come pensavamo fossi.” “Lui l’ha offerta.”


Oh, davvero?! E voi non ve lo siete fatto ripetere! Ma vi divertite a rovinarmi la vita? Non avete niente di meglio da fare?! Sapete una cosa? Non sono d’accordo. Io non sono uno dei vostri burattini, non potete giocare a scacchi con la mia vita. Io rivoglio indietro il mio Angel! E non ve lo sto chiedendo per favore...!”


Non è possibile.” “Ciò che è fatto è fatto.”


Non ci provate. Voi potete fare tutto o quasi. Anche giocare col tempo, non è vero?! E vi giuro che se non mi ridarete l’anima di Angel io...”


Tu cosa ragazzina?! Non osare minacciarci. Ci hai stancato con le tue vuote pretese. Va adesso.” “Sei viva e devi ringraziare il vampiro per questo.”


Io non me ne vado se voi non...”


Ma l’uomo agitò appena una mano e lei volò oltre il passaggio.


I suoi piedi erano già staccati da terra, ma fece in tempo a udire le parole della donna, che si era voltata verso di lei.


Ricorda cacciatrice. La salvezza del tuo amore sta nella tua anima.”


Impattò dolorosamente con il pavimento sconnesso e l’aria le uscì a forza dai polmoni.


Rimase a terra stordita dal colpo per un momento.


Le parole prive di senso dell’oracolo le uscirono di mente, scivolando come foglie secche su un rivolo di pioggia ai lati della strada.




Cordelia strabuzzò gli occhi.


Saltò in piedi rovesciando le carte precariamente impilate sulla scrivania “E chi vorresti far evadere di grazia?!”


Buffy tossicchiò seccata e si sedette “Non voglio far evadere di prigione nessuno. Ho solo chiesto a chi dovrei rivolgermi nel caso volessi farlo...”


Naturale! E’ una domanda normalissima, sciocca io a stupirmi! Sai cosa? L’incontro con... gli Oracoli ti ha dato alla testa! Cosa ti hanno detto?”


Buffy abbassò lo sguardo a terra, fissando il pavimento. Cosa le avevano detto... Il sunto era più o meno arrangiati!!


Le avevano strappato quell’esile raggio di rarefatta speranza che era rinato in lei, con lei.


L’avevano gettata nell’abisso, riaccendendo il fuoco antico della paura.


Quella paura devastante di aver perso irrimediabilmente Angel, per colpa sua... di nuovo.


Quel fantasma angosciante di doverlo affrontare un giorno... faccia a faccia con lui... la cacciatrice e il vampiro...


Una lotta antica come il tempo...


Una lotta impossibile per loro...


Due nemici atavici, condannati dal loro destino a combattersi... uniti da un legame più forte del destino...


Ma non sarebbe stata una battaglia come le altre...


Lei non l’avrebbe combattuta.


niente.”


Come niente?? Sei stata via più di un’ora... qualcosa ti avranno pur detto... Cattive notizie... Mi spaventi se fai quella faccia... Cosa ti hanno detto Buffy?”


Niente che cambi la situazione.”


Cosa intendi?”


Ti dispiace rispondermi Cordelia? Se non è di troppo disturbo per te...”


Si da il caso che io non frequenti molta gente di quel genere... però forse....”


Non ho tutta la vita Cordelia!”


Sì, Sì adesso! Puoi chiedere a Gunn... forse lui può aiutarti... è una testa calda... ha una specie di banda di ammazzavampiri..”


Gunn. Perfetto. Dove lo trovo?”


A caccia...”


Buffy in un attimo era già in strada.


Cordelia gettò un’occhiata alle carte sparse a terra... sentiva odore di guai a distanze chilometriche...


Pregò che Buffy riuscisse in qualche modo a recuperare l’anima di Angel...


Aveva paura per la cacciatrice...




Buffy si guardò in giro annoiata.


Non c’era traccia in giro di quel Gunn... o di vampiri... o di anima viva...


Certo se si escludevano i ratti che sgusciavano dalle ombre rapidi e scuri.


La ragazza fece una smorfia disgustata.


Odiava i topi.


Forse era troppo tardi... in giro non c’era più anima.


Quando era arrivata a Santa Monica le strade erano deserte e quasi tutte le insegne luminose già spente.


Era una notte senza luna e il mare era solo una presenza che rumoreggiava lontano.


Si era addentrata nei vicoli... magari aveva camminato troppo... era solo uno squallido quartiere di periferia...


Tornò sui suoi passi girando impaziente e nervosa in una viuzza buia , senza neanche lampioni.


Era diretta al “Lorne Bar” , forse avrebbe trovato qualche informazione utile...


Si fermò un attimo. Come sapeva che era frequentato da demoni..?


Non era molto importante... forse gliel’aveva detto Angel...


Probabilmente non avrebbero saputo dirle nulla... in ogni caso pestare qualche demone avrebbe attenuato un po’ la tensione...


Si concesse un piccolo sorriso.


Un leggero rumore alle sue spalle la mise in allerta.


Bene, era ora di vedere se i suoi riflessi erano ancora gli stessi.


Strinse la mano attorno al paletto che aveva in tasca.


Un altro passo felpato verso di lei...


Buffy lo lasciò avvicinare ancora un poco...


Si girò di scatto e tirò un calcio allo sconosciuto che lo schivò per un soffio.


Il ragazzo di colore la guardò incuriosito “Sei agile per essere anche così carina. Non lo sai dolcezza che è pericoloso andarsene in giro tutta sola a quest’ora di notte?”


Buffy sorrise “Pericoloso dici. Potrei diventare la cena di qualcuno, per esempio?”


Mmm... Può darsi.”


Già. La tua magari...”


La mia? No! Ma quella di qualche malintenzionato magari sì...”


Buffy lo guardò dritto negli occhi “Preferisco chiamarli vampiri, è più semplice. Malintenzionati non rende molto l’idea... Non preoccuparti per me. Ne ho mandati a centinaia a letto senza cena.” Sorrise di nuovo.


Sei pericolosa bellezza?”


Può darsi. Ma se fossi in te starei attento a come mi chiami. Non mi sono mai piaciuti i soprannomi, né chi me li dà.”


Oh, scusa tanto. E come ti devo chiamare?”


Buffy”


Gunn la guardò stupito “Buffy. Quella Buffy?”


Buffy Summers: l’Ammazzavampiri. Piacere di conoscerti..”


Non c’è che dire, hai carattere ragazza!! Mmm se sei davvero quella Buffy comincio a capire perché Angel abbia perso la testa per te...” Le girò intorno squadrandola dalla testa ai piedi.


Buffy era stanca di giocare.


E aveva fretta.


Con un balzo gli fu davanti e afferrandolo per la camicia lo inchiodò al muro “Chi sei? Conosci Angel?”


Calma, calma bellezza! Io mi chiamo Gunn sono un amico di Angel. Senza offesa, ma tu non eri morta?”


Buffy lo lasciò andare “Bè sì ero...”


Gli spiegò brevemente quello che era successo.


Solo quello che era necessario sapesse.


Che vuoi che faccia Buffy? Per aiutare Angel qualsiasi cosa.”


Buffy tossicchiò gesticolando nervosa “Bè... dovresti far scappare dalla prigione una ragazza... una mia ehmm... amica...


Poi portarla a Sunnydale dai miei amici. Loro sapranno come nasconderla. Lei si chiama... Faith.”




Quel posto era terribilmente sinistro.


Così lugubre e squallido, impregnato di una tristezza grigia come i muri che nemmeno mani di colore avrebbero potuto ravvivare.


Lo stanzone asettico e severo, le sedie allineate davanti ai piccoli parlatori con le divisorie di legno e i vetri spessi e irrimediabilmente resistenti che dividevano lo spazio dei visitatori dal posto che avrebbero occupato i visitatori.


Aveva dovuto passare un’infinità di controlli per entrare, perquisizioni e controlli della sua carta d’identità.


I poliziotti erano sbrigativi e spesso sgarbati, di una freddezza glaciale e scostanti.


Buffy si sedette su una sedia di fronte al vetro che le rimandava una vaga immagine di sé e prese cautamente la cornetta di quella specie di telefono che aveva appeso in parte.


E aspettò che portassero Faith.


Due mesi.


Erano passati due mesi dall’ultima visita di Angel.


Bè, quasi due mesi.


Prima non aveva mai saltato una sola settimana.


Il suo unico visitatore.


L’unica cosa che le dava quel po’ di forza per affrontare i giorni lì dentro.


All’inizio si era preoccupata, poi disperata, infine rassegnata.


Prima aveva pensato che gli fosse successo qualcosa di grave ed era quasi impazzita.


Poi si era convinta che lui si fosse semplicemente stancato di lei.


Che come tutti gli altri si fosse convinto che lei fosse irrecuperabile.


Ma Faith sapeva che non era vero.


Non Angel.


Però preferiva crederci che pensare che lui fosse... fosse morto.


Non l’avrebbe sopportato.


Nessuno gliel’avrebbe fatto sapere. Nessuno si sarebbe ricordato di lei.


E il dubbio la stava scavando distruggendola.


Due mesi...


E adesso era tornato!


Visite, c’erano visite per lei!


Percorse i corridoi con le ali ai piedi.


Angel era venuto a trovarla!


Non si era dimenticato di lei!


Le avrebbe sorriso dolcemente e l’avrebbe guardata con quei suoi occhi scuri e malinconici.


E il suo cuore sarebbe andato a mille, ma non gli avrebbe fatto capire come era emozionata... non gli avrebbe fatto capire niente.


Pensò ad Angel. A come era cieco in certe cose.


Si domandò quante donne l’avessero trovato affascinante, quante donne avessero perso la testa per lui senza che neanche se ne accorgesse. Senza neanche che le vedesse o le considerasse. Nella tristezza velata dei suoi occhi c’era solo una donna. Una ragazza che gli aveva rubato l’anima e non gliel’aveva più restituita... Buffy.


Rimase di sasso quando vide chi l’aspettava.


Una spaesata Buffy sedeva dall’altra parte del vetro fissandosi le mani raccolte in grembo, gli occhi cerchiati e l’aria stanca di chi non dorme da molto tempo.


Era così fuori posto in quel luogo... una pecora bianca...


Sola, apparentemente indifesa, triste, a disagio, stanca e segnata da una lotta interiore.


Una lotta più dura di tutte quelle che aveva affrontato fino a quel momento.


Una lotta fra ciò che era e ciò che voleva.


Faith avrebbe voluto scappare, non aveva il coraggio di guardarla negli occhi, ma si sedette.


Guardò l’altra cacciatrice e alzò il ricevitore. In silenzio.


Ciao Faith...” La voce le usciva a fatica, doveva forzare ogni singola parola, si sentiva contemporaneamente in colpa e umiliata davanti alla sua antica rivale.


Adesso non era più gelosa di Faith, non era più arrabbiata e sconvolta, però essere lì era difficile.


Faith non riconobbe la voce sicura e cristallina della Buffy che conosceva in quel tramestio autunnale di foglie pieno di insicurezza e di paure.


Non riconobbe la cacciatrice che aveva conosciuto in quella ragazza con le occhiaie profonde di un rosso-violaceo marcato e negli occhi ombre troppo profonde per chi ha sempre difeso il bene e fatto la cosa giusta.


Ombre inquietanti e oscure che balenavano in quegli occhi azzurri e sinceri e la gravavano di una peso che sembrava farle incurvare sotto di sé le spalle e far tremare la sua indomita fierezza.


Per un momento le sembrò di vedere nella donna che le stava davanti l’immagine che lo specchio le aveva restituito un giorno, prima di imboccare definitivamente la strada sbagliata.


Buffy stava per prendere una decisione, per scegliere...


Ma Faith non aveva idea di cosa si trattasse.


E la paura di essere accusata, ferita, incolpata, prevalse.


Buffy. Sei venuta fin qui per dirmi quanto io sia stata crudele e meschina nei tuoi confronti? O per ricordarmi tutte le mie colpe, tutto il male che ho deliberatamente fatto? Per dirmi che merito di restare qui per sempre?”


Vide lo sguardo di Buffy tremare e abbassarsi.


No... io sono qui per... Come stai Faith?”


Oh, divinamente Bee! Sai se vuoi prenderti una vacanza dovresti provare le prigioni dello stato! Il servizio in camera e fantastico!”


La sua voce era fredda e tagliente, aveva alzato le difese prima che Buffy potesse attaccarla.


Ma Buffy non voleva attaccarla.


La risposta della ragazza la spiazzò “Scusami è una domanda stupida... è che io non so bene cosa dire...”


Bè forse non saresti dovuta venire.”


Buffy chinò la testa e Faith ebbe paura che stesse per andarsene.


No, senti non volevo. E’ che non ho molte occasioni di conversazione qui.... sono un pò arrugginita con le ,ehmm, buone maniere.”


So di essere stata troppo dura con te... Ero ferita , avevo paura di perdere Angel ,e per me era troppo importante, non volevo che il mio piccolo mondo fosse di nuovo sconvolto... Vedi ho sempre avuto la fissazione di una vita normale ,senza demoni e vampiri, senza il mondo da salvare, volevo solo essere un poco felice... Ma avevo già sofferto così tanto, mi avevano strappato tutte le mie piccole infantili rassicuranti certezze e l’unica cosa vera di cui ero certa era quello che provavo per Angel... E l’avevo già perso una volta. Non volevo che succedesse di nuovo. E quando se n’è andato ho riversato tutte le colpe su di te, anche inconsciamente. Ma non era colpa tua... e anche tutto quello che è successo col sindaco e dopo... non era solo colpa tua... forse non ero riuscita ad aiutarti, forse non volevo che tu entrassi nel mio mondo...”


Faith era a bocca aperta.


Buffy le stava dando una seconda chance...


Si sentiva in imbarazzo, non si meritava tutta quella fiducia...


Se fosse stato per lei avrebbe mandato a rotoli volentieri la sua storia con Angel.


Voleva farle male... perché la invidiava... perché era tutto quello che lei avrebbe voluto essere ma non riusciva ad essere... perché in confronto a lei si sentiva sporca e marcia dentro...


Faith deglutì... erano lacrime quelle?


Lo era B., era colpa mia. Lo è sempre stata dall’inizio. Pensavo di potermi vendicare di tutto lo schifo di vita che avevo avuto prima con questi poteri da Super Girl. Pensavo che sarebbero stati costretti a rispettarmi. E poi ho conosciuto te che eri così buona... così perfetta... tutto quello che io non ero... Una parte di me non voleva farti del male, ma... io...


Tutta quella rabbia e quel dolore che non potevo controllare...”


Non deve essere stato facile. E non deve esserlo neppure adesso, in questo posto.”


No” Rise piano “Ma ho passato di peggio, molto. E comunque lo so che la rabbia o il dolore non sono una scusa per quello che ho fatto... Non cerco scuse... è solo che...”


Non serve che mi spieghi. So quanto sia difficile... essere come noi.”


Già Bee... io e te diverse da tutte le ragazze normali e felici di questo mondo... saranno felici davvero?


Ho bisogno del tuo aiuto Faith.”


Faith saltò sulla sedia, la guardò stupita, con la bocca aperta.


Scherzi??! Del mio aiuto? Ricordi? Io sono quella cattiva...”


No, non sono mai stata così seria.”


Buffy cominciò a raccontare.


Adesso era facile parlare.


Le parole venivano da sole. Le si affollavano nella testa e spingevano per uscire.


Raccontò tutto: di Glory, di Dawn, di sua madre, di Riley, della sua morte e... di Angel.


Non si fermò un istante a riprendere fiato, non fece una sola pausa.


A volte la sua voce tremava e gli occhi diventavano pericolosamente lucidi, ma continuava.


Il suo sguardo era fermo e limpido quando lo rivolse a Faith.


Io devo fare tutto il possibile per Angel... e anche l’impossibile. Devi prendere il mio posto a Sunnydale... almeno fino a quando avrò risolto questa faccenda.......”


Ma Buffy, io sono chiusa qui e in ogni caso non so se...”


Vide Buffy chiudere gli occhi e torcere il viso in una smorfia di dolore mentre emettendo un gemito soffocato si


accasciava sul piano di fronte a lei.


Odio Buffy, stai male? Che ti succede? Buffy! Rispondimi!!”


Faith batté forte contro il vetro.


Buffy rialzò la testa tenendosela fra le mani, un’espressione contratta e sofferente mentre riprendeva a respirare normalmente e il senso di soffocamento passava.


Sto bene... credo... solo... Angel... lui ha... ha ucciso qualcuno. E io l’ho sentito. E’ così incredibile. L’ho sentito e fa male da morire. Una sensazione di potere infinito e incontrollabile. Tutto il piacere del demone che c’è in lui mentre uccide e il tormento della sua anima imprigionata da qualche parte... E’ stato così...”


So come ci si sente...”


Mi aiuterai Faith?”


Sì”


Ho chiesto a un amico di Angel ,Gunn, di portarti a Sunnydale. Qualunque cosa succeda ,Faith, promettimi che penserai ai miei amici, che proteggerai Dawn e le starai vicino.”


Cosa dici? Cosa hai in mente? E’ solo per un po’ giusto? Giusto?”


Buffy abbassò lo sguardo e strinse forte la mano attorno al ricevitore fin quasi a romperlo.


Promettimelo Faith, ti prego.”


Te lo prometto Buff. Ma tu promettimi di non fare sciocchezze. Posso aiutarti, possiamo affrontarlo insieme, portarlo da Willow o Giles o chi ti pare... Se devi andare ,che ne so, all’inferno? a recuperare la sua anima posso venire con te... una mano può servirti, e poi diciamocelo ,Bee, non sei tipo da inferno tu. con quella faccina pulita da angelo. E’ più il mio posto se vogliamo essere franche...” Cercava di sorridere ma lo sguardo negli occhi di Buffy la spaventava.


Grazie Faith. Ma è la mia guerra. Non la tua. E poi tante persone hanno bisogno di te, i miei amici, la mia famiglia, hanno bisogno di te. So che saranno in buone mani.”


Ok, è la tua guerra. Farò come vuoi tu. Ma promettimi che tornerai.”


Buffy si alzò senza guardare negli occhi quella che era stata la sua nemica.


Grazie Faith” Mormorò a fior di labbra.


Faith non cercò di fermarla, non poteva.

Solo ,da dietro quel vetro, le sue labbra si mossero pronunciando un silenzioso Buona fortuna.


La notte era fredda, umida e inospitale.


Strade buie, deserte, con lampioni troppo alti e luci piccole e fredde.


Fuochi fatui per farfalle e zanzare.


Il Lorne Bar non era un bel posto a quell’ora di notte.


Fumo e luci basse.


L’aria pesante era impregnata da un odore di morte.


La donna si guardò in giro rapidamente.


Non c’erano più molti umani a quell’ora.


Solo alcune patetiche creature sbronze, talmente ubriache da non accorgersi dei demoni nel locale.


O forse talmente disperate da fregarsene della loro presenza.


Si avvicinò al barista, un tipo alto e allampanato.


Lui neanche la guardò in faccia.


Le sbatté davanti un bicchiere mentre con l’altra mano reggeva una bottiglia di Tequila.


Tequila dolcezza?”


Lei gli afferrò il polso in una morsa tirandolo verso di sé.


L’uomo si riscosse, guardandola dritta negli occhi con uno sguardo atterrito.


Scusami... Sangue... forse volevi del sangue fresco e non della Tequila.”


Lo fissò con disgusto.


La sua voce una lama affilata e tagliente.


Sto cercando un vampiro. Il suo nome è Angel.”


L’uomo balbettò una risposta, che non lo conosceva ... che non sapeva niente.


La donna sorrise.


Gli passò una mano dietro il collo “Non mi piacciono le persone che mentono.”


Sbatté la testa del barista sul bancone, rompendogli il naso.


Si girò verso la clientela.


Volti trasfigurati di vampiri, maschere grottesche di quello che erano stati, e volti di demoni libratasi dai cappucci, la fissarono rabbiosi.


Ma nessuno si mosse.


Adesso vi farò una domanda. E voglio una risposta soddisfacente. Se non mi farete arrabbiare forse non vi ucciderò.


Forse.”


I minuti che seguirono furono un susseguirsi di colpi e di mobili infranti.


Una carneficina.


Li uccise quasi tutti con metodica e furibonda rabbia.


Tornò dal barista.


Piccolo, patetico, terrorizzato omuncolo.


Conosceva Angel ,il vampiro “buono”.


A volte era venuto a caccia di qualche demone.


Non lo vedeva più da settimane.


Ma lei non gli credette.


Non gli voleva credere.


Perché quello era il suo unico indizio, il suo unico punto di partenza.


Angel avrebbe potuto essere ovunque.


E se non si fosse voluto far trovare... lei non l’avrebbe trovato.


Lo colpì ancora.


Una, due, tre volte.


Non sapeva davvero niente.


Buffy alzò di nuovo il pugno.


Ma si fermò.


Vide quel volto sporco di sangue e vide il sangue sulle sue mani.


Cosa stava facendo?


Tutta la rabbia e l’impotenza l’avevano accecata, avevano invaso la sua mente annebbiandole la ragione.


Erano strisciati in lei pervadendole le membra, impossessandosi del suo corpo e della sua volontà.




Angel si fermò.


Alzò la testa reclinandola leggermente come se ascoltasse qualche rumore lontano.


Ma il rumore non veniva da fuori, veniva da dentro di lui.


Rabbia.


Rabbia che ribolliva e cresceva fomentata da impotenza e disperazione e paura.


Rabbia cruda, cocente, indomita, folle.


Rabbia patetica e dolorosa.


Rabbia come l’alta marea, come una tempesta terribile.


Paura.


Dal profumo inconfondibile e intenso.


Rabbia e paura.


Non sue.


La rabbia e la paura della cacciatrice.


Le sentiva crescevano in sé con il ritmo dei respiri di lei.


Gli entravano nella testa.


Gli sussurravano il suo nome.


Gli ricordavano il suo volto.


Forti, ribelli, quasi più forti di lui.


Era dentro di lui, era vicina.


La sentiva.


Cercò di annullarli, di scacciarli.


Impossibile.


Era la sua ossessione.


Notte dopo notte.


Incurabile, insanabile ossessione.


Sentiva il suo sangue scorrere nelle vene.


Sentiva il profumo inebriante del suo collo... delle sue labbra.


La voleva ancora.


La voleva di nuovo.


Per sempre.


E adesso la sentiva dentro. Sentiva il ritmo del suo respiro e il battito del suo cuore.


Li relegò in una piccola parte oscura della sua testa.


Non sarebbe tornato indietro... eppure non era ancora partito...


Riprese a camminare.


Il passo fluido e sicuro.


Il volto perfetto trasfigurato in quello del demone.


Gli piaceva essere quello che era.


Amava le tenebre.


Amava il terrore.


Amava non avere un cuore o rimorsi.


Un uomo gli attraversò la strada.


Sorrise.


Gli occhi gialli, ferini, attraversati da un lampo di puro piacere.


Era ora di cena.




Le mancava l’aria.


Uscì di corsa dal locale.


E corse finché non fu lontana.


La notte era ancor più fredda e bagnata.


Ma quel gelo sulla pelle le faceva piacere.


Riprese il controllo di sé.


Aveva perso il suo equilibrio, aveva perso la sua fede.


Non sapeva più dove sbattere la testa.


Poi improvviso come il lampo il dolore le tolse il respiro piegandola in due.


Accecandola, scaraventandola nel buio e nel silenzio.


Stordendola, isolandola dal mondo.


Forte, totale, indomabile.


Angelus stava uccidendo ancora.


Cadde a terra boccheggiando per ritrovare l’aria.


Lentamente quella sensazione diminuì e poi scomparve, lasciandola vuota.


Aiutandosi con le braccia si rialzò.


Lo sentiva, lui era vicino.


Lo percepiva nella sua testa, nelle sue viscere, nel suo sangue.


Le batteva nel cuore, le sconvolgeva l’anima, le pervadeva i sensi.


Non capiva come o perché, ma adesso sapeva come trovarlo.


Cominciò a camminare attraverso il buio lasciando che fosse istinto a guidarla.


Escludendo la ragione, annullando sé stessa.




Willow afferrò a tentoni il telefono, facendolo cadere dal comodino.


Mentre cercava l’interruttore rispose con voce assonnata.


Willow, scusa ti ho svegliata?”


Buffy! No, no stavo... stavo ripassando alcuni incantesimi” Soppresse uno sbadiglio.


La maledizione degli zingari. Pensi che non possa funzionare un’altra volta?”


Lui ha detto che non sarebbe servita nessuna maledizione...”


So quello che ha detto! Ma cosa ne pensi?”


Vedi, io e Tara e Giles abbiamo fatto qualche ricerca. Aveva ragione. Lui è ancora maledetto.”


Vuoi dire che ha l’anima???”


No, lasciami spiegare...”


Scusami parla pure...”


La maledizione non è stata infranta. Lui non ha avuto un momento di perfetta felicità. Quindi è ancora maledetto. Ma ha offerto la sua anima per la tua. E quando tu sei tornata lui ne è stato privato.”


E dove può essere imprigionata adesso...?”


La sua voce si consumava in nuvolette bianche che le aleggiavano davanti al volto prima di sparire.


Camminava rapida inseguendo quel legame.


Non ne ho idea... Ma forse potremmo tentare di nuovo con la maledizione... Voglio dire non c’è niente di certo, niente di scritto... Sono solo poco più che deduzioni...”


Bene, allora provate. Stanotte, adesso. Sto andando da lui.”


Buffy interruppe la comunicazione e spense il cellulare.


Willow rimase con la cornetta in mano chiamandola inutilmente per almeno dieci minuti.


Era preoccupata... no, molto più che preoccupata.


Si riscosse improvvisamente e saltò giù dal letto.


Dovevano chiamare Giles, gli altri e cominciare a cantare la maledizione.




Cordelia non dormiva.


Appoggiata al davanzale cercava nel cielo la luna.


Assaporava l’aria fredda sul viso.


Combatteva con i pensieri e con i ricordi.


Le sarebbe piaciuto avere Doyle accanto adesso.


Magari lui avrebbe saputo dirle cosa fare... o almeno non avrebbero saputo cosa fare insieme.


Un tuono le esplose nella testa, dolorosamente, terribilmente.


Se la prese fra le mani, roteando gli occhi.


Cadde in ginocchio.


Faceva sempre più male.


Poi la visione terminò di colpo, così come era venuta.


Cordelia appoggiò le mani a terra riprendendo fiato.


La paura negli occhi.


Corse al telefono e compose freneticamente il numero, sbagliando e rifacendolo almeno quattro volte.




Aveva ancora fame.


Era quasi l’alba, ma non era sazio.


Aveva tempo, tutto il tempo che voleva.


Raggiunse una strada leggermente più illuminata.


Passi lunghi e fluidi, sicuri.


Con il lungo cappotto che quasi toccava terra che gli fluttuava leggermente attorno.


Una donna, una prostituta, era in piedi vicino a un lampione.


Il viso stanco e segnato di chi è invecchiato troppo presto.


Eppure era molto giovane...


Angel non aveva voglia di giocare.


Silenzioso come l’oscurità le arrivò alle spalle.


Circondandole le spalle con un braccio, immobilizzandola.


La donna urlò.


Sentì i suoi denti appoggiarsi sul suo collo.


Tremò e pregò.


Angel.”


La sua voce uscì dalla notte sorprendendolo alle spalle.


Ferendolo, penetrandogli a fondo nel petto.


Limpida e pungente come cristallo.


Il vampiro guardò con vago rimpianto il collo che non avrebbe morso.


Lasciò andare la donna buttandola lontano da sé.


Non la vide neanche correre via terrorizzata e piangente.


Patetica creatura.


Rassegnato, seccato si girò verso la ragazza.


In piedi a pochi metri da lui, pallida e bellissima, Buffy lo guardava con occhi sicuri e penetranti.


Mmm... Buff. Vediamo, mi sembrava di essere stato abbastanza chiaro, anche per un semplice umano. Ti avevo detto di non seguirmi, di non cercarmi, di non capitare neppure per sbaglio sulla mia strada.”


La voce di lei era fredda, perentoria, doveva ancora prendere una decisione “Sapevamo tutti e due che ti avrei cercato.”


Mmm, bene. Allora sappiamo tutti e due che sei stupida.... o folle. Come preferisci.”


Lei abbassò la voce.


Se amarti è una follia, allora sono folle.”


Molto romantico. Immagino di non doverti far presente che IO non sono il tuo tenero, patetico spasimate. Che si strugge nella tua lontananza a Los Angeles perché -com’è quella ridicola storiella?- devi avere una vita normale ed è pronto a correre a Sunnydale per salvarti bevendo in silenzio tutto il tuo veleno. IO non sono Angel.”


Lo so.”


Perfetto. Sei qui per uccidermi?”


Lui la guardava sfidandola apertamente.


No.”


Fammi indovinare, i tuoi amichetti si sono inventati qualche bell’incantesimo.”


Piegò la testa di lato, ascoltando la notte.


No, commovente! Stanno do nuovo provandoci con la maledizione degli zingari! Li sento, con i loro incensi e quel bravo globo di Thesula.... Non funzionerà, sono già maledetto tesoro...”


Buffy deglutì, abbassando lo sguardo: era finita.


Senza che lo potesse impedire una lacrima solitaria scese lungo la sua guancia.


Pensò a Dawn.


Si chiese se l’avrebbe mai perdonata.


Lui la guardò interessato, dipinta sul volto l’espressione di una belva che gioca con la sua vittima prima di ucciderla.


Oh, una lacrima. Sei sempre stata piuttosto patetica in queste situazioni. Non hai mai avuto carattere, un vero peccato!


Una cacciatrice ne avrebbe bisogno... Cosa succede? Sei rimasta sola? Senza il tuo gruppo di amici ti senti persa?? Sai Buff, credo che ti ucciderò.”


Si avvicinò a lei di qualche passo.


Piano, studiando la sua reazione.


Voleva che combattesse, che si divincolasse, che piangesse, urlasse, condannasse e supplicasse.


Voleva bere il suo odio e la sua paura, il suo dolore.


Voleva riaprire la danza mortale dei loro incontri.


La guerra senza fine delle loro opposte nature.


Voleva vederla soffrire.


Voleva vederla sconfitta, devastata dal dolore.


Voleva giocare con lei, ferire il suo cuore e la sua anima con quel corpo e quel volto che lei amava.


Voleva torturare l’anima a cui quel corpo apparteneva ,che per tanti anni l’aveva imprigionato.


Poi, forse, l’avrebbe uccisa.


Stai zitto.”


Alzò gli occhi su di lui.


Ormai aveva deciso.


Angelus la guardò stupito.


Non gli piaceva ricevere ordini.


Ma la risoluzione negli occhi della donna lo incuriosì.


Sentiva l’anima dentro di lei dibattersi e divincolarsi.


Vedeva su di lei i segni di un profondo conflitto interiore.


Fa di me un vampiro. Diventa il mio Sire.”


Angel rise.


Una risata fredda e crudele.


Questa poi è davvero bella! Ti giuro che non l’avevo mai sentita! Una cacciatrice che vuole diventare un vampiro!


Sentiamo, perché dovrei farlo?”


Con uno scatto improvviso le fu addosso.


La afferrò per il collo inchiodandola contro il muro.


Perchè non dovrei ucciderti e basta?”


La stava soffocando.


Buffy tossì cercando disperatamente un poco d’aria.


Buffy sentì in bocca il sapore della paura.


Le incollava la lingua al palato.


La sentì crescere in lei e allungarsi nel sul corpo, dallo stomaco giù fino alle dita.


La sentì riempirle la testa.


La sentì scorrere nelle vene insieme al sangue, arrivare al cuore, stringerlo in una morsa di gelo.


La sentì penetrarle l’anima, esploderle in gola.


Sapeva che anche Angelus la sentiva.


La sua voce era strozzata, quasi inudibile, eppure risoluta.


Perché mi ami.”


Un pugno allo stomaco.


Quelle parole ebbero lo stesso effetto su di lui.


Secche e sferzanti.


Inammissibilmente vere.


La lasciò andare.


Lei cadde a terra, portandosi le mani al collo segato dalla sua stretta.


Respirando avidamente... presto non avrebbe più potuto farlo.


Perversamente e incomprensibilmente mi ami. Sono diventata la tua ossessione. Ti sono entrata nella pelle. Siamo una cosa sola.”


Lui le girò le spalle.


Non puoi ingannarmi. Lo sento, ti sento. E non posso più essere una cacciatrice. Non così, non in questo modo. Non posso combatterti, non un’altra volta. Non posso vivere senza di te, non voglio morire senza di te. E se non posso stare con te perché non hai un’anima, allora io perderò la mia. Non mi importa più, non sopporterò di perderti un’altra volta..... Guardami Angelus, sono ai tuoi piedi, sono sconfitta e disperata. E’ quello che volevi, fin dall’inizio. Adesso l’hai avuto. Sono qui e sono in tuo potere. Uccidimi se vuoi, ma prima guardami negli occhi e dimmi che non mi vuoi, che non mi ami. Dimostrami che non mi ami, uccidimi.”


Adesso le lacrime le rigavano il viso, lenta silenziosa processione.


Un vampiro che ama una cacciatrice.


Con o senza la sua anima.


Impossibile, contro le regole, contro la loro natura.


Ma più vero della vita stessa, più reale di tutto il resto, più forte del destino.


Il suo essere si rivoltava dentro di lui, urlava, imprecava.


Zittire quella ragazza, zittire il suo cuore.


Cuore che non batteva più, cuore non più umano.


Cuore che non aveva mai amato.


Non poteva amarla.


Non lui.


Non la cacciatrice.


Eppure la verità lo accecava, bruciandolo più dolorosamente della luce del sole.


Marchiando a fuoco ciò che era.


Lui la voleva, lui la sentiva, lui la desiderava..... la amava.


Lei era la sua ossessione.


Lei era la sua sete mai saziata.


Lei era nella sua carne, dentro il suo essere.


Lei era la sofferenza e il piacere.


Lei era fuoco liquido nelle sue vene che lo divorava.


Lei era l’eterna ricerca.


Lei era l’unico pensiero possibile.


Lei era la sua notte.


Angelus si voltò verso di lei.


Si abbassò all’altezza del suo viso e la guardò negli occhi.


E’ vero cacciatrice, ti amo.”


E quelle parole furono la sconfitta di Angelus.


La sua resa.


La capitolazione totale.


In quelle parole fu scritta la sua morte.


La fine del demone.


La luce che entrava nelle tenebre.


La sconfitta di Angelus.


La si sentiva nella sua voce.


La si leggeva nei suoi occhi.


Perché lei era la sua sconfitta.


La sua colpa.


La sua pena.


Lei che non era riuscito a uccidere.


Lei che non aveva piegato al suo volere.


La sconfitta di Angelus.


Ma non gli importava.


Non più.


Perché aveva lei.


L’unica cosa che volesse, che desiderasse, che bramasse.


Perché la voleva più del suo orgoglio, della sua forza, del suo cinismo, della sua crudeltà.


Perché gli annebbiava i pensieri, gli accecava la mente, gli confondeva i sensi.


La sollevò da terra prendendola per le spalle e la baciò.


Non dolcemente, non teneramente.


E Buffy si perse nella passione oscura e turbinante di quel bacio.


Un bacio lunghissimo e selvaggio.


E finalmente, improvvisamente, quell’anima che non poteva più controllarlo, si ribellò.


Si divincolò, si torse disperatamente.


Urlò la sua rabbia e il suo dolore, la sua devastante gelosia.


Quel mostro non doveva avere la sua Buffy.


Non poteva permettergli di farle del male.


Quell’anima inerme e imprigionata, guizzò, si dimenò furiosamente, lo insultò, cercò inutilmente di fermarlo.


Il dolore che sgorgava dal suo cuore ferito e tormentato scoppiò nella mente di Angelus che sorrise.


La sofferenza di quell’anima impotente non poteva che dargli piacere.


Smise di baciarla.


Le circondò la vita con un braccio.


Lo guardò negli occhi per l’ultima volta prima che il suo volto perdesse i lineamenti umani.


Sentì le labbra di Angel scendere lungo il suo collo.


Sentì la lingua sulla pelle.


Sentì i denti affondare nella carne.


Un gemito le sfuggì dalle labbra.


Si aggrappò a lui, afferrando spasmodicamente la stoffa del suo cappotto fra le mani.


Ricordava quella sensazione, quel sentirsi lentamente prosciugata...


Quel dolore sottile... quell’unione totale...


Aveva evocato quella sensazione quando se n’era andato, si era aggrappata ad essa per sentirsi viva.


Aveva sognato quella sensazione, l’aveva odiata e respinta, l’aveva custodita nel suo cuore e l’aveva amata e maledetta...


Sempre più debole... ma quella volta non aveva paura...


Quella volta non sarebbe stata la sua ultima notte da essere umano.


Quella volta il suo cuore era sicuro perché Angel si sarebbe preso cura di lei.


Chiuse gli occhi e domandò perdono al suo Angel.


Per essersi arresa, per aver smesso di combattere e di sperare.


Lui non le avrebbe mai permesso di fare una cosa del genere...


Ma lui non c’era più... il vampiro che le stringeva non era Angel... non esattamente...


Aveva il suo corpo, i suoi occhi, la sua voce, le sue mani, si muoveva come lui... ma non aveva la sua anima.


Niente sarebbe più stato come prima.


Le lacrime le rigavano ancora il viso.


L’anima lontana, rinchiusa, bloccata, impotente, urlava selvaggiamente.


Piangeva lacrime furiose e avvilite.


Ma il demone non la udiva più.


Angelus lacerò la carne, affondò i denti nel collo morbido e vellutato, piegato in una silenziosa offerta.


E bevve.


Tutto il suo essere esultò, ogni fibra del suo corpo gioì.


Finalmente quel nettare vitale scorreva nuovamente in lui.


Finalmente erano di nuovo una cosa sola.


Finalmente la sua vita pulsante, palpitante gli infondeva di nuovo nuova vita e forza.


Finalmente la sentiva solo e unicamente sua, per sempre.


Tutto le barriere del tempo erano annullate.


Lei era sua, lo era sempre stata.


Lei gli apparteneva, da sempre.


Da quando lo aveva liberato e dannato.


Dalla prima volta che l’aveva voluta.


Nulla più esisteva, nulla più era reale.


Solo lei.


Angelus cadde ,lasciandosi travolgere, in quell’abisso di passione, vita e morte che rinchiuso in lei.


In quella vita che le stava strappando.


In quella vita di cui non poteva, non sapeva saziarsi.


Beveva, attingendo a lei con furia cieca, con ancestrale insaziabile bisogno.


Bisogno di lei, di possederla totalmente.


Non solo di nutrirsi.


Non solo di sangue.


Lentamente ,fra le sue braccia, Buffy allentò la stretta al suo corpo, le braccia le scivolarono dal suo collo.




III Parte


Faith , con il cuore in gola, scagliò la freccia dalla balestra.


Non mirò al cuore.


Buffy non glielo avrebbe mai perdonato.


E in ogni caso non poteva farlo.


Non ci sarebbe riuscita.


Pregò di essere arrivata in tempo.


Pregò che Buffy non fosse ancora morta...


Pregò che non avesse bevuto il sangue di Angel...


Perché sarebbe stata la fine... lei non avrebbe più potuto fare nulla...




Quella telefonata improvvisa l’aveva svegliata da un sonno leggero e agitato.


Prima di capire che era il telefono era rimasta seduta nel buio con il cuore in gola per più di un minuto.


Quella notte aveva odore di morte.


E poi Cordelia.


La sua visione, le sue lacrime disperate e isteriche.


Aveva visto Buffy morire fra le braccia di Angel...


Lui l’aveva uccisa...


Lui le aveva dato il suo sangue...


E la cacciatrice era diventata un vampiro...


Stava per succedere, Faith doveva impedirlo.


Dove?


Cordelia non ne era sicura.


Faith sbatté la cornetta sul letto e prese la prima arma che le capitò fra le mani.


Si infilò nella macchina di Giles e premendo l’acceleratore fino in fondo partì.


Divorando la strada, guidando come una pazza.


Al diavolo la polizia, che la trovassero, che la seguissero, doveva solo arrivare da Buffy.


Arrivare in tempo.


Los Angeles non le era mai sembrato così lontano, irraggiungibile.


La macchina divorava i chilometri sgommando e stridendo sull’asfalto nero.


La notte fredda la avvolgeva cadendole addosso attraverso la capotte abbassata.


L’umidità le si invischiava nei capelli scuri.


Ma quel freddo le faceva piacere, la aiutava a pensare.


Sentiva il vento sul volto, lo stesso vento che spettinava i capelli di Buffy e le si infilava sotto i vestiti facendola rabbrividire mentre camminava con la testa bassa inseguendo Angel.


Faith doveva arrivare in tempo.




Guardò la freccia conficcata nella spalla del vampiro, a pochi centimetri dalla mano abbandonata dell’altra cacciatrice.


Aspettò la reazione di Angelus.


Pronta a combattere, pronta a arginare l’ira antica del demone che abitava il corpo dell’uomo che Buffy amava... che lei amava...


Lasciala stare, Angelus. Io non sono Buffy, sai che ti ucciderò se mi costringerai a farlo.”


Il vampiro si girò verso di lei.


Lentamente, studiandola con calma.


La bocca ferina sporca del sangue della ragazza.


La guardò negli occhi, con aria canzonatoria mentre si asciugava con la mano un sottile rivolo del liquido rosso che gli scendeva dalle labbra.


Buffy era caduta a terra dietro di lui.


Faith. Hai sempre avuto un pessimo tempismo. Sempre in ritardo. Sei arrivata in ritardo con l’allegra banda di ammazzavampiri: loro non avevano bisogno di un’altra eroina. Sei arrivata in ritardo con il buon osservatore che aveva già la sua pupilla. Sei arrivata in ritardo con Angel che ,disgraziatamente, era già impegnato... Sei sempre arrivata seconda mia cara. La numero due. Hai sempre perso.”


Si avvicinò di più, incollandole gli occhi addosso, squadrandola da capo a piedi.


Faith era quasi ipnotizzata dal suo sguardo.


Non riusciva a muoversi, anche se sapeva di doverlo fare.


Angelus sorrise perfidamente.


Allungò una mano verso il suo viso e le prese una ciocca di capelli fra le dita.


Faith tremò.


Cosa le stava succedendo?


Un allarme cominciò a suonare in qualche parte della sua testa.


I suoi pensieri la spaventavano.


Si ricordò di quando aveva creduto di poter avere Angel... se gli avesse sottratto l’anima...


I loro volti erano vicini, molto vicini.


Gli occhi di Angelus erano all’altezza dei suoi.


Cosa stai pensando Faith? Avanti, a me puoi dirlo.”


Si avvicinò di più, le loro labbra quasi si toccavano.


Stai pensando che se Angel non si è innamorato di te perché eri una - cattiva ragazza - , con me potrebbe essere diverso? Mmm improvvisamente non ti importa più tanto di salvare la cara Buffy, quella santarellina a cui tutti vogliono bene? Eliminata lei potrai avere tutto. Potrai avere me...”


Le sfiorò appena le labbra.


Sorrise.


Spiacente! Non mi sono mai piaciute le perdenti!”


Si allontanò da lei ridendo crudelmente.


Per Faith fu come risvegliarsi da un incubo.


Buffy. Doveva portarla via di lì.


Cercò di riprendere il controllo.


Non sono qui per combattere. E neanche per te! Hai idea di quanti uomini ci siano sulla terra?! Lasciami portare via Buffy e io ti lascerò andare.”


Molto generoso da parte tua. E sentiamo credi che lei voglia venire via con te? E’ stata LEI a venire da me. Chiediglielo pure.”


Si girò verso Buffy indicandola teatralmente con un gesto del braccio.


La ragazza era priva di sensi.


Pallida e fredda.


Angelus la osservò sorridendo.


Oh, peccato! Al momento non può risponderti. Vattene Faith, la parte dell’eroina non è per te. Dì che non ci hai trovati, dì che non sei arrivata in tempo. Non torneremo indietro... Spariremo dalle vostre vite. Ma lei è mia e resta.”


Angel si chinò sulla ragazza, voltandole le spalle, scoprendosi.


Faith avrebbe potuto piantargli un paletto nel cuore.


Ma Angelus sapeva che non l’avrebbe fatto.


Perché lei guardava lui e vedeva Angel.


Uccidimi e lei morirà. Non arriverai mai in ospedale in tempo.”


Sollevò da terra la cacciatrice prendendola in braccio.


Il corpo abbandonato e la pelle livida, Buffy sembrava già morta.


Il cuore di Faith le balzò in petto.


Non la lascerò! Io non mi arrendo!”


Colpì Angel con un calcio.


Cominciarono a combattere.


Faith piangeva.


Piangeva per tutte le volte che non aveva pianto in passato.


Lacrime calde e palpitanti.


E combatteva.


Con rabbia e determinazione.


Non avrebbe perso Buffy.


Lei e Angel erano state le uniche persone che le avevano dato una possibilità... che non l’avevano giudicata dall’inizio.


E adesso sarebbe stata lei ad aiutare loro.


Sarebbe stata forte anche per Buffy.


Il vampiro non poteva fronteggiarla tenendo la ragazza in braccio.


Era in difficoltà.


Indietreggiava, parando a stento i colpi della cacciatrice.


Ma Faith non aveva tempo di combattere.


Lanciò un’altra occhiata a Buffy: doveva portarla in ospedale.


Subito.


Si ricordò di una croce di legno che si era messa in tasca.


La estrasse sbattendola in faccia al suo avversario.


Angel ringhiò, balzando all’indietro.


Lasciando cadere il corpo esanime di Buffy.


Sempre impugnando la croce Faith sollevò la ragazza e la portò in macchina.


Poi partì.


Non poteva pensare ad Angel.


Non adesso.


Prima doveva salvare Buffy.


Sentì le urla rabbiose del vampiro mentre si allontanava con fretta disperata.


Guardò preoccupata la ragazza abbandonata sul sedile accanto.


Quasi non respirava.


Non poteva morire!


Non Buffy!


Non sarebbe stato giusto.


Non se lo meritava...


Deglutì di nuovo... lacrime.


Non doveva piangere, lei non piangeva mai... e adesso non era il momento di prendersi quel lusso e magari finire fuori strada.


Buffy... Andiamo Buffy... Non puoi mollarmi proprio adesso! Ehi, io ho bisogno di te! Sto cominciando a essere... buona... a fare la cosa giusta... ma non sono molto brava, ancora! Mi devi insegnare! Ho bisogno di te... sei pur sempre l’unica amica che ho avuto... E voglio rimediare a tutti gli sbagli che ho fatto con te... Non puoi mollarmi così! Senti Buffy, quella buona e brava sei tu! Sei tu quella che salva il mondo, sei tu che risolve le situazioni, che fa la cosa giusta. Io rovino tutto quello che tocco... non puoi lasciarmi a difendere tutte le persone a cui tieni! Io non sono in grado... Dawn ha bisogno di te e tutti gli altri... Loro non vogliono me, io sono quella cattiva!!! Buffy ascoltami.. ascoltami! Abbiamo bisogno di te! Io ho bisogno di te! Io ho sempre voluto essere come te! Tu sei perfetta ma hai anche delle debolezze... tu sei... sei buona e ti meriti di essere felice... io no...”




Era morta?


Vuoto. Non si ricordava niente.


Solo il morso.... e poi buio.


Non riusciva a muoversi.


Si sentiva debole... e stanca come non lo era mai stata.


Cercò di aprire piano gli occhi.


Nebbia.


Le sembrò di distinguere i contorni di una stanza.


Silenzio. Pareti bianche. Odore di disinfettanti e medicinali.


Angel.... Angel...”


La voce le uscì appena dalla bocca impastata.


Flebile, lontana, rauca.


Si è svegliata.... Buffy siamo qui va tutto bene...”


Qualcuno si chinò su di lei, ma in un primo momento non riuscì a distinguere il volto.


Se quello era essere morta... essere un vampiro... non era esattamente come se l’era aspettato...


........Angel .....”


Non ti farà del male. Non glielo permetterò.”


Conosceva quella voce.


Era la voce di Faith.


Buffy sbatté le palpebre , cercando di mettere a fuoco.


Faith... cosa è successo?”


Vedi Angel stava... bè lui stava per ucciderti... ma sono arrivata in tempo, Cordelia ha avuto una visione e vi ho trovati... Adesso stai tranquilla... Di là ci sono tutti i tuoi amici... Noi troveremo una soluzione, aiuteremo Angel... ma tutti insieme.”


Buffy sentì il cuore stringersi in una morsa glaciale.


Si tirò a sedere sul letto, guardando Faith con occhi di fuoco.


Respirava affannosamente.


Tu! Tu cosa hai fatto? Come ha i potuto? Ti avevo detto di restarne fuori. Io...” Urlava.


Angel sta bene, Buffy io non gli ho fatto nulla... te lo giuro.”


Buffy tremava di collera, stringendo fra le dita le lenzuola bianche del suo letto.


Calmati adesso chiamo gli altri. Sono qui fuori, sono tutti preoccupati per te...”


Non voglio vederli... Non voglio vederli mai più!!!!! Non dopo quello che è successo...”


Buffy esplose, piangendo dirottamente e singhiozzando con disperazione.


Faith si avvicinò cercando di calmarla.


Ma Buffy la spinse via da sé, facendola quasi cadere.


Non capisci? Non immagini quello che è successo? Non li voglio vedere! Non voglio....”


Faith impallidì.


Capì in un istante quello che era successo.


Capì le parole di Angel.


Era stata lei a chiederglielo.


Lei aveva deciso di diventare....


No, non poteva essere vero.


Io... io non posso di nuovo ricominciare... Non posso rifarmi una vita senza di lui.... E’ la mai aria, la mia forza, il mio mondo... Io non ce la faccio Faith... Non questa volta... Io non sono così forte, io non ho tutto questo coraggio.... Fa troppo male... oh Dio... Mi dispiace, mi dispiace... io non ce la faccio... io...”


Si piegò sul letto, completamente annientata.


Faith si avvicinò e la circondò dolcemente con le braccia.


Non era mai stata molto brava in quel genere di situazioni...


Sss.. va tutto bene... è tutto apposto... è tutto a posto... Vedrai che le cose si risolveranno... Sss... buona... va tutto bene...”


Le accarezzava piano i capelli, con un gesto impacciato e goffo.


Non si era mai sentita tanto fuori posto in vita sua.


Lentamente il pianto diminuì, si fece meno spasmodico e convulso, e infine cessò, lasciando il posto a qualche sporadico singhiozzo.


Buffy alzò la testa verso Faith tirando su col naso.


Sembrava così piccola e indifesa...


Faith sorrise incoraggiante e le allungò un fazzoletto.


Troveremo una soluzione Buff. Devi solo riprenderti. Adesso è meglio chiamare gli altri. Sono tutti in pensiero per te. Ehi, sorridi! Nessuno di loro può fare a meno di te! C’è perfino quello scapicollato di Spike... Se non ti va non diremo nulla... Solo che ti ha morsa... E poi non vogliono spiegazioni, vogliono solo riabbracciarti. Sei pronta?”


Le sistemò i capelli.


Così va molto meglio!”


Buffy annuì incerta e Faith uscì a chiamare i suoi amici.




Un’invasione.


Letteralmente.


Di colori, voci, fiori, palloncini.


Nel giro di un attimo le erano tutti attorno.


La abbracciavano, la baciavano, la stringevano.


Ehi, la soffocherete... Piano con tutti quegli stritolamenti sdolcinati! E’ ancora un po’ deboluccia.” Faith ,in piedi sulla porta, le sorrise strizzandole l’occhio.


Cordelia le diede un’occhiata tutta seria, appoggiandosi un dito al mento e piegando la testa di lato, come se stesse escogitando qualcosa. L’ombra nei suoi occhi era stata rimpiazzata da un’espressione il più serena possibile.


Sì, sei decisamente pallidina! E i capelli... ma rimedieremo! Dunque ho portato un po’ di trucco, giusto l’essenziale! E poi spazzola, fon... Sarai un fiore in meno di un’ora!!”


Giles girava ansioso intorno al letto, toccandole ogni tanto una mano o una guancia quasi per assicurarsi che fosse davvero lei.


Anya sistemava i fiori raccontando a raffica pettegolezzi o episodi divertenti che le erano capitati in negozio, e Xander le reggeva i vasi commentando con le sue solite battute impossibili.


Naturalmente Dawn si era appollaiata sul letto accanto a lei e le teneva la mano.


Willow stava accanto al letto con un sorriso di sollievo a 36 denti e Tara si offriva ogni due minuti di andarle a prendere qualcosa da bere o da mangiare.


Wesley cercava inutilmente di mascherare la sua espressione preoccupata tentando di inserirsi nell’allegria generale.


C’era anche Spike, in disparte, sulla soglia, nell’ombra.


Guardava la cacciatrice, quella che era stata la sua più grande nemica.


Quella donna che aveva odiato con tutte le sue forze, con tutta la sua rabbia.


Quella ragazzina che aveva voluto distruggere, annientare, che era diventata una fissazione uccidere.


Una questione di orgoglio, di principio.


Quella nemica che era riuscita a farsi rispettare, guadagnando quella che era la sua contorta stima.


Non avrebbe mai pensato ,in quella notte in cui era arrivato a Sunnydale sgommando, che lei sarebbe diventata il centro della sua vita.


Nel bene e nel male.


All’inizio era solo una bambina molesta da eliminare.


Un trofeo da aggiungere a quelli che già poteva vantare.


Poi era diventata un modo per vendicarsi di Angel.


Il sire di Drusilla... l’amante di Drusilla.


Quel vampiro presuntuoso e potente che tante volte l’aveva umiliato.


Ma ben presto si era trasformata nella sua nemica personale.


Nella sua unica grande eterna nemica.


O almeno così pensava.


Perché ben presto non era più stata una nemica... da eliminare...


Alla fine se n’era innamorato.


Assurdo. Umano. Inverosimile.


William Il Sanguinario innamorato di quella bambolina che aveva perso la testa per Angel!!


Aveva combattuto, aveva lottato furiosamente con quei sentimenti.


Era stato inutile.


Amava Buffy Anne Summers, cacciatrice predestinata.


Si era umiliato per lei, aveva fatto di tutto per lei.


Inutile, assolutamente inutile.


Era così bella... dolce... indifesa...


Circondata da quegli amici che erano la sua famiglia, sembrava serena...


Luminosa... irraggiungibile...


Si sforzava di sorridere, di tranquillizzare i suoi amici.


Ma lui sapeva quello che era successo.


Vedeva perfettamente il cerotto bianco e voluminoso sul suo collo.


Quella fasciatura catalizzava la sua attenzione, completamente.


Immaginava il segno del morso sottostante alle bende.


Il morso di Angel.


Il morso di Angelus.


Angelus aveva messo il suo marchio su ciò che era suo.


Angelus l’aveva quasi vampirizzata.


E Angelus sarebbe tornato a reclamare ciò che gli apparteneva.


Ciò che gli si era offerto.


Spike la guardava e capiva.


E sapeva.


Sapeva che Buffy gli si era offerta.


Sapeva che Buffy gli aveva chiesto di fare di lei un vampiro.


Insieme per sempre.


Accarezzò per un istante che l’avesse chiesto a lui.


Allontanò quella follia.


Lei amava Angel.


A tal punto da rinunciare a sé stessa.


Annuì lentamente.


Non sarebbe mai stato nulla per Buffy.


Non avrebbe mai ricevuto un solo sguardo di quelli che le accendevano il volto quando vedeva Angel.


Non avrebbe mai avuto Buffy.


Ma non poteva vederla così.


Non poteva premettere che si arrendesse.


Non poteva permettere che la disperazione la annientasse.


Quella creatura fragile e turbata in quel letto di ospedale non era la Buffy che conosceva lui.


Lei era forte, volitiva, impetuosa.


Lei non si lasciava abbattere dalle difficoltà.


Ma quella donna così determinata aveva nel cuore il suo amore di ragazzina.


E quell’amore era la sua forza, il suo coraggio.


Senza di esso non era più nulla, si sentiva presa e vuota.


Spike avrebbe combattuto per lei o almeno con lei quella battaglia.


Anche se la vittoria avrebbe significato perderla per sempre.


Perché la vittoria avrebbe riportato da lei Angel.


E ogni tenue, illusoria speranza che lei si accorgesse di lui sarebbe svanita nel nulla.


Lei apparteneva ad Angel.


E Angel le apparteneva.


Non solo l’anima.


Anche Angelus non esisteva senza di lei.


Odio e amore.


Luce e tenebra.


Inferno e anima.


Passione e dolore.


Inscindibili.


Loro erano una cosa sola, uniti nonostante il destino e la vita.


Abbassò lo sguardo da quella visone troppo luminosa.


Avrebbe fatto in modo che lei fosse felice.


Avrebbe lottato per la sua felicità.


Lei meritava di avere un piccolo, pulito angolo di felicità nella sua vita.


E se per vedere nei suoi occhi chiari brillare una scintilla di gioia avrebbe dovuto ridarle il suo amore... l’avrebbe fatto.


Annuì di nuovo mentre quella convinzione gli entrava nella mente e gli scendeva nel cuore.


Quello non era il suo posto.


Si voltò e percorse il corridoio a ritroso.


Un passo dopo l’altro, facendo risuonare il silenzio.


Era quasi ora di uscire di scena.




Faith girò la testa: Spike era sparito.


Raggiunse la porta e lo vide allontanarsi nel corridoio.


Lo spolverino di pelle nera fino a terra ondeggiante e i capelli ossigenati che riflettevano i pallidi neon dell’ospedale.

Faith restò a guardarlo finché non fu sparito dietro un angolo.


La ragazza sorrise.


Sapeva cosa provava quel vampiro.


Sapeva come si sentiva.


E aveva pietà di lui.


Lei ,cacciatrice sanguinaria e spietata, aveva pietà di un vampiro.


Sentiva le lacrime pungerle gli occhi per lui.


Li chiuse un istante per fermarle.


Povero Spike. Povera lei...


Innamorati della persona sbagliata.


Povero Spike.


Lei sapeva quanto facesse male.


Quanto fosse doloroso.


L’indifferenza, il disinteresse, il distacco, o addirittura (e forse era peggio di tutto, dell’odio e del disprezzo) l’amicizia.


In fondo lei e Spike erano simili.


Non avevano niente a che vedere con l’altruismo e la generosità di Buffy e di Angel, con il loro spirito di sacrificio.


Loro erano egoisti, un po’ egocentrici, cinici, disillusi.


Loro conoscevano il lato peggiore della vita, tutto il fango, e non erano disposti a rivalutarla.


Loro erano ribelli, con dentro un’ansia mai saziabile di colmare quel vuoto nel cuore che faceva male.


Loro non giocavano secondo le regole.


Loro erano irrazionali e impulsivi.


Prima agivano e poi ,molto poi, pensavano (se capitava).


Loro prendevano quello che volevano con la forza e la violenza, facevano di tutto per ottenere il risultato.


Erano diversi perfino da Angelus in questo: lui era metodico, paziente, crudelmente raffinato.


Loro agivano solo seguendo l’istinto.


Loro avevano sempre ottenuto quello che volevano, se l’erano sempre preso.


Ma non questa volta.


Questa volta erano cambiati dentro, lentamente, impercettibilmente.


Loro i “cattivi ragazzi” si erano innamorati dei buoni...


Per la prima volta nelle loro cupe vite, la luce li aveva accolti e riscaldati con il suo tepore.


Ma era solo un’illusione, un sogno.


E il risveglio nel buio sarebbe stato ancor più amaro.


Lei non sarebbe mai stata come Buffy, neanche sforzandosi una vita intera...


E anche se ci fosse riuscita... non sarebbe mai stata quella che Angel voleva.


E lo stesso valeva per Spike.


La ragazza sorrise rientrando nella stanza.


Dawn la stava chiamando.


Faith... Faith perché tutti nominano sempre una cosa che hai detto quando sei arrivata e ridacchiano sotto i baffi, ma a me non dicono mai niente?? Com’era..? La caccia fa venire fame e v...”


Faith trattenne a fatica una risata vendendo Buffy diventare viola, intimandole di tacere con uno sguardo perentorio.


Oh, sì... Bè ecco andare a caccia fa venire fame e voglia di... ballare!”


Scoppiò a ridere, seguita a ruota da tutti gli altri mentre Dawn li guardava perplessa senza capire bene perché la parola ballare li facesse tutti ridere così tanto.


Finalmente ,con le lacrime agli occhi e tenendosi la pancia, Faith riprese il controllo.


Già, lei non era come Buffy, ma non le dispiaceva in fondo.


Ognuno è unico, giusto?


E forse c’era del buono anche in lei.


Poco ma sicuro lei non avrebbe sofferto come quei due per amore...


Oh forse, sì...


E per amore sarebbe cambiata.


Era la battaglia di Buffy.


Era la guerra di Buffy.


Era la resa dei conti fra due nemici primordiali, che contro le regole, contro l’orgoglio, contro il destino, contro il fato, contro la logica, si possedevano a vicenda.


Che esistevano solo l’uno nell’altra.


Che si tormentavano, si opponevano a quei sentimenti.


Che lottavano, che arrivavano a un soffio dal distruggersi.


Ma non lo facevano.


Perché anche nella distruzione, nell’annientamento, nella fine, sarebbero stati uniti.


Erano forti insieme, nemici o amanti.


Più forti della sorte, della loro missione, della morte.


E si cercavano.


Eternamente, incessantemente, i loro cuori urlavano straziati il bisogno profondo e dilaniante dell’altro.


Era la loro guerra.


Il vampiro e la cacciatrice.


Il demone e la donna.


Diversi, lontani, opposti.


Combattevano per sovrastarsi, per vincersi, per trovare la pace.


Ma per loro non esisteva pace.


Fuco e vento, si sarebbero affrontati attizzandosi a vicenda, crescendo l’uno nell’altra.


Senza fine.


Senza tregua.


Senza respiro.


Era la loro guerra.


Era l’ultima battaglia.


Guardò Buffy.


Pallida, gli occhi rossi cerchiati da occhiaie troppo profonde, il sorriso tirato e la fronte attraversata da spasmi di dolore.


Non poteva combattere nessuna guerra.


Non da sola.


Faith capì.


Capì cosa vuol dire sacrificarsi per le persone a cui vogliamo bene.


Avrebbe combattuto al fianco di Buffy, per Buffy.


Le avrebbe restituito Angel.


Il suo amore.


Poi stava a loro essere felici o sacrificarsi per il bene dell’umanità...


Ma sarebbe sparita dal palcoscenico.


Lei la sua vita, loro la loro.


E forse avrebbe potuto ricominciare.


Perché adesso Faith era cresciuta.




Buffy era grata a tutti loro, come non lo era mai stata.


Nessuno aveva fatto domande.


Nessuno parlava di quello che era successo.


Le stavano vicini e le dimostravano il loro affetto.


Le davano il loro sostegno senza chiedere spiegazioni.


Era stata una vigliacca.


Si era arresa.


Aveva smesso di combattere.


E si vergognava davanti a loro.


Loro che non si erano arresi.


Neanche quando era morta.


Neanche quando sembrava non ci fosse più niente da fare.


Loro che avevano combattuto.


Sola non ne aveva la forza.


Ma con loro accanto avrebbe potuto ricominciare.


Combattere ancora, di nuovo.


Le serviva solo un po’ di tempo.


Tempo per riprendersi e recuperare la forza e la volontà.


Tempo per assumere un distacco sufficiente da Angelus per poterlo affrontare, per far tornare Angel.


Abbassò gli occhi sulle lenzuola.


Non poteva essere distaccata.


Non da lui, non con lui.


Lui le riempiva il cuore, le invadeva l’anima e la mente.


Lui batteva con il suo cuore.


Lui era nei suoi respiri.


Lui era la sua battaglia, usurpava il suo spirito, la annullava.


Amava Angelus.


Così come amava Angel.


Lo amava e lo odiava rabbiosamente.


Lo amava perché era parte di Angel, perché era inscindibile da lui.


Lo amava perché anche lui la amava.


Ma rivoleva indietro il suo Angel.


Dolce, malinconico, forte, fragile, taciturno Angel.


La sua vita.


La sua anima.


Ma non conosceva il modo.


Gli occhi le si velarono di lacrime.


Giles vide quel luccichio stellato in cui si riflettevano le luci della stanza.


Adesso Buffy deve riposare. Tutti fuori, ordini del dottore!”


Quell’allegra carovana lasciò recalcitrante la stanza, non prima di averla di nuovo baciata e abbracciata.


Giles le appoggiò un delicato bacio sui capelli e le strinse leggermente la spalla.


Andrà tutto a posto Buffy. Te lo prometto. Resteremo a L.A. e cercheremo il modo di restituire l’anima ad Angel. Da qualche parte deve pur essere andata. Insieme ci riusciremo. Non permetterò che tu perda l’unico amore della tua vita. So cosa si prova. Buonanotte, piccola. Dormi tranquilla.”


Buffy lo ringraziò silenziosamente, sapeva che stava pensando a Jenny.


Rimasta sola, al buio si rese conto di essere stanchissima.


Troppo stanca per restare sveglia.


Troppo stanca per preoccuparsi di quello che avrebbe dovuto fare.


Troppo stanca per lottare con i suoi sentimenti, con i suoi ricordi e i suoi pensieri.


Si sentiva un campo di battaglia.


Devastato, invaso e conquistato.


Quella notte erano stati sconfitti tutti e due , la donna e il demone, e si erano persi l’uno nell’altra.


I suoi pensieri su Angel si sciolsero lentamente, annebbiandosi, confondendosi nella memoria.


La cacciatrice si addormentò e l’anima del vampiro che la amava vegliò sui suoi sogni.




Furore.


Rabbia.


Devastazione.


L’ira ardente, profonda, intrinseca, primordiale, inarginabile del vampiro era stata risvegliata.


Il demone eccitato in tutto la sua folle collera, pretendeva la sua vendetta.


Chiedeva sangue per il sangue che gli era stato tolto.


Chiedeva vendetta per ciò che gli era stato sottratto.


Reclamava con imperiosa superbia ciò che gli apparteneva.


Ciò che era suo, per sempre.


E non si sarebbe placato.


E non si sarebbe fermato.


La voleva e l’avrebbe avuta.


Sarebbe tornato, nella notte, con la notte, nell’oscurità, nella tenebra più profonde.


Sarebbe piombato su di loro che non lo aspettavano.


Che riposavano tranquilli e sicuri nei loro letti.


Che non sapevano contro cosa si erano messi.


Che credevano di poterla proteggere da lui.


Che non potevano neanche immaginare ciò che avevano destato.


La vendetta che avevano innescato.


Li avrebbe trovati e con lui il terrore sarebbe calato sulle loro inutili vite.


Avrebbero conosciuto l’abisso della paura.


Sarebbero caduti nel baratro della disperazione e del tormento.


Avrebbero toccato profondità così oscure e agghiaccianti che le loro menti ne sarebbero state distrutte, annientate.


Avrebbero vissuto nel panico.


Avrebbero camminato guardandosi costantemente le spalle, sarebbero fuggiti dalla loro ombra.


Avrebbero supplicato che la notte non giungesse mai.


Sarebbero impazziti e folli, caduti nel precipizio dell’orrore, mentre le loro menti sgomente non sarebbero state in grado di sopportare più a lungo la tensione, avrebbero invocato la morte.


In confronto quello che era successo in passato, l’insignificante parte di lui che avevano conosciuto, sarebbe impallidito.


Le sue prime persecuzioni sarebbero sembrate desiderabili e innocue.


La morte sarebbe apparsa gradita e benaccetta.


Avevano risvegliato l’inferno intero.


Avevano risvegliato Angelus.


Angelus che in tutta la sua grandiosa crudeltà era distrutto dalla mancanza di lei.


Folle, tormentato nel profondo dalla sua assenza.


Angelus che la invocava appassionatamente, con tutta la potenza della rabbia.


Sconvolto, mentre la sua natura si contorceva in lui, si rendeva conto di non poter fare a meno di lei.


Lei la sua nemica.


Lei che aveva odiato per averlo fatto sentire umano.


Lei che aveva fatto piangere e disperare.


Lei che era arrivato a un passo dal distruggere.


Lei piena di vita in ogni gesto.


Lei volitiva e coraggiosa.


Lei. La cacciatrice.


La sua unica ossessione.


Senza di lei non poteva esistere.


Senza di lei era incompleto e vuoto.


La sentiva ardere e bruciare in lui.


Lo devastava, lo possedeva.


Non poteva smettere di pensarla, di volerla.


Il bisogno insanabile, disperato, di lei guidava le sue azioni, la sua ira.


La sua mancanza lo distruggeva, lo ardeva come un rogo che gli era impossibile spegnere.


La sua sete di lei lo disseccava e il fumo della sua lontananza lo asfissiava.


Lei era un veleno che lo intossicava, stilla dopo stilla, che lo teneva in vita tra tormentosi dolori.


Ma bramava quel veleno, totalmente, incondizionatamente.


Lei era una droga di cui non poteva fare a meno e l’astinenza di lei lo faceva impazzire.


Anelava la droga della sua bocca, del suo respiro, del suo sangue.


Si consumava nel desiderio di lei.


Aveva bisogno di lei.


Un bisogno fisico e doloroso che premeva e distruggeva in lui.


Senza più ragione, discernimento, metodo, l’unico suo scopo era riaverla.


Si svegliava con negli occhi lei, nella carne lei, nella mente lei.


Si nutriva, dormiva, uccideva, con dentro lei.


Ogni fibra del suo essere urlava il suo bisogno di lei.


Era un onda che sbatteva dentro di lui, una marea che lo sommergeva.


Lo invadeva, lo occupava, lo assediava.


E combatterla era impossibile.


Non poteva non essere dove lei era.


Sentire quello che lei sentiva.




Le notti di Buffy erano piene di lui.


Si svegliava madida di sudore, la bocca aperta in un urlo silenzioso e agghiacciato, implorando il nome di Angel e quello del demone.


Lui uccideva e lei lo sentiva.


E la distruggeva, lentamente.


Sentiva la sua rabbia, la sua ira, la sua follia, il suo furore, il suo bisogno di lei.


Sentiva la guerra dei suoi sensi.


E si struggeva.


La sua mente era tormentata, i suoi sensi annebbiati , il suo volere condizionato, la sua forza scemava.


Eppure a volte chiudeva gli occhi e tutto il dolore e il tormento sembravano abbandonarla.


Il mondo attorno a lei smetteva di girare così forte.


Il tempo rallentava la sua corsa.


Riusciva a respirare senza sentirsi mancare l’aria.


La mente si svuotava dai pensieri.


E un sottile alito di pace le velava l’animo.


Nel profondo, così nascosto da essere quasi irraggiungibile un soffio di dolcezza le alleggeriva il cuore.


Era solo un sussurro leggero, impalpabile, che spesso le sfuggiva come sabbia fra le dita.


Ti amo Buffy.


La voce dolce e rassicurante di Angel la avvolgeva in un abbraccio.


E per un attimo le loro anime erano unite.


Lo sentiva accanto a sé e si sentiva forte della sua forza.


Allora con un gesto le preoccupazioni erano spazzate via e lei si sentiva finalmente protetta e al sicuro, come non lo era mai stata lontano dalle sue braccia.


Ma quella pace durava così poco... infinitamente poco.


Si dileguava, allontanandosi di lei, sfuggendole, nascondendosi.


E più lei lo inseguiva disperata e anelante, più le si celava.


Lasciandola, abbandonandola così come aveva fatto Angel andandosene da Sunnydale in una notte nebbiosa.


Restava confusa e sola.


Senza capire da dove Angel potesse raggiungerla.


Eppure lui era così vicino, così reale, palpitante.


Ma il buio tornava ad avvolgerla, quando era solo a un passo dal raggiungerlo, dal trovare la chiave.


Il buio fitto della sua anima in tumulto che non riusciva ad entrare in sintonia con quella di Angel.


Lo sentiva, ma non poteva raggiungerlo.


La rabbia e la paura, l’angoscia e il tormento, l’incertezza e il dolore risucchiavano la sua luce, logoravano la sua anima.


Ti amo Buffy.


Dove sei? Rispondimi! Dove sei? Trovami! Non ce la faccio da sola. Ho bisogno di te. Lui è troppo forte. Lui mi


cerca. Lui mi troverà e io non saprò resistergli. Non vorrò resistergli. Perché avrà il tuo volto e la tua voce e il tuo


amore. Perché sto perdendo la speranza di riaverti. Dove sei? Angel... Angeeeel... Angel Dove sei?”


Si svegliò di soprassalto, il cuore in gola.


Urlava ancora.


Angelus era vicino.


Non poteva continuare a lungo.


Tutto questo era insopportabile.


Non si trattava solo di combattere il demone che aveva il volto del suo amore.


Lui... o forse Angel... o entrambi... erano poi così diversi?


Lui era nella sua testa, nei suoi respiri, nel battito del suo cuore.


Willow irruppe nella sua stanza preoccupata e spaventata.


Cercando di consolarla, di calmarla.


Erano tutti molto preoccupati per lei.


La vedevano deperire, tesa come una corda di violino, perseguitata dagli assassini compiuti da Angelus.


E sembrava che la soluzione fosse introvabile e irraggiungibile.




Non si trovava nella prigione di tenebra e oblio, costruita nel profondo della mente del demone che possedeva il suo corpo.


Non vedeva con i suoi occhi né sentiva con le sue orecchie.


Non osservava inerme il sangue colare sulle sue mani, non ascoltava le suppliche pietose e disperate delle sue vittime.


Per la prima volta dopo secoli era al sicuro.


Era nella luce.


Una luce che lo riscaldava e leniva le sue ferite.


Luce soffice e avvolgente.


Sentiva i suoi pensieri, i suoi dubbi, le sue paure.


Vegliava sui suoi sogni.


Era con l’unica donna che avesse mai amato.


Così vicino da essere una cosa sola.


Era nella sua anima, con la sua anima.


Nel suo inconscio più profondo, custodito nel suo cuore e tenuto in vita dal suo amore.


Per la prima volta dopo secoli percepiva la sensazione del sole sulla pelle.


Respirava dei suoi respiri.


Camminava con lei.


Così vicina eppure così irraggiungibile.


Aveva tremato quando Angelus l’aveva quasi uccisa...


Si tormentava per trovare il modo di tenerlo lontano da lei...


La supplicava in silenzio perché trovasse la forza di ucciderlo.


Ma lei non poteva sentirlo.


Eppure a volte, riusciva quasi a sfiorare i suoi pensieri, le sue emozioni.


Erano solo attimi fugaci.


Battiti di ciglia.


Istanti sfuggenti e capricciosi.


Ma viveva in lei... con lei...


Vedeva con i suoi splendidi occhi e sentiva quello che lei sentiva.


Così tormentosamente dolce da essere insopportabile.


Esserle sempre accanto e non poterla mai accarezzare, sfiorare.


Non poterle far forza.


Non poter asciugare le sue lacrime.


Ma una parte di lui sapeva, aveva sempre saputo, che Buffy avrebbe trovato il modo... la forza... il coraggio...


Sapeva che non si sarebbe arresa, qualsiasi nuova tortura inventasse per lei Angelus...


Sapeva e sperava.


Perché lei era tutto quello che gli rimaneva... tutto quello che aveva sempre voluto e mai osato sperare...




Erano tutti riuniti.


Silenziose presenze afflitte tutte della stessa preoccupazione.


Sfogliavano i libri ascoltando il rumore crepitante delle pagine girate, annusando l’odore pungente della carta antica.


Ad ogni nuovo foglio una sottile speranza brillava nei loro occhi con la rapidità di una scintilla ,ogni volta più fioca, per poi spegnersi nel nulla ampolloso di quegli antichi testi.


Erano passati i giorni, e i giorni erano diventati settimane.


Senza che nessuna possibile soluzione si presentasse loro.


Ormai in un piccolo angolo delle loro menti si era fatta strada un’idea che li faceva sentire colpevoli.


Forse l’unico modo possibile per liberare Angel era uccidere Angelus e donargli ,alla fine, la pace.


Ma nessuno aveva il coraggio anche solo di accennarlo a Buffy.


Lo si poteva solo intuire negli sguardi che si scambiavano a volte alzando la testa dopo aver chiuso l’ennesimo libro inconcludente.


Faith pensava con solerzia e tacita efficienza alla caccia.


Faceva in modo che Buffy non si dovesse preoccupare di nulla.


Che non dovesse affrontare pericoli inutili o si dovesse stancare troppo.


Era diventata la sua muta ombra.


Riservata e delicata come non lo era mai stata.


Spike aveva riscosso tutti i favori che vampiri o demoni gli dovevano, raccogliendo libri, incantesimi e informazioni su qualsiasi tipo di rituale che riguardasse le anime.


Tutto inutile.


Il vampiro ,senza che Buffy lo sapesse, pensava a far sparire i corpi delle vittime di Angelus spesso corredati di


messaggi per i ragazzi e faceva del suo meglio per impedire al suo sire di arrivare a loro.


Il più delle volte usciva da quegli incontri vivo per miracolo, talmente illividito e malconcio da essere quasi


irriconoscibile.


Ma fino a qual momento ,unitamente a un severo coprifuoco, era riuscito a mantenerli tutti sani e salvi.




Giles alzò la testa da un libro, togliendosi gli occhiali e massaggiandosi con la mano gli occhi stanchi e arrossati.


Guardò Buffy e sospirando le face una domanda che le aveva già fatto infinite volte.


Sei sicura di non aver tralasciato niente di quello che gli Oracoli ti hanno detto?”


Buffy si prese la testa fra le mani, scuotendola piano.


Eppure le sfuggiva qualcosa.


Il tassello mancante, una frase che forse non aveva capito o a cui non aveva dato importanza.


Aspetti... Forse la donna ha detto qualcosa mentre venivo sbalzata fuori... La sua voce... ricordo la sua voce... Era così sicura... così fredda... Riguardava la mia... anima... credo... ma non aveva senso...”


Potrebbe essere importate Buffy. Non sappiamo più dove sbattere la testa...”


Lo so... lo so... ha detto... ha detto... -Ricorda cacciatrice....... Il tuo....la salvezza del tuo amore sta nella tua anima.- Sì, sono state le ultime parole che ho sentito... possono essere utili..?”


Mmm... non lo so ancora... per adesso.”


Giles e Willow e Tara si consultarono a lungo.


Lasciando tutti gli altri sulle spine, a cuocere lentamente sui carboni ardenti.


Finalmente Tara si rivolse a Buffy, con il suo sorriso timido.


So che t-ti sembrerà assurdo... M-mma noi crediamo che l’anima di Angel sia dentro di te.” Disse le ultime parole, con sicurezza, senza inciampare sulle lettere “Un do-dono d’amore per te. E’ stato il suo regalo, Buffy, per te, non per le forze del bene... solo per te. Quando lui ti ha trovata e le vostre anime si sono riunite, al vostro ritorno in questa dimensione non si sono più separate. Una cosa sola... Adesso noi dobbiamo dividerle...”


Buffy li guardava stordita.


Incredula.


Angel era rimasto dentro di lei tutto quel tempo ,la sua anima unita a quella di Angel, e lei non si era accorta di nulla??


Non poteva essere vero.


Si dovevano sbagliare...


Ma il suo cuore le diceva che era vero.


Tutta la sua anima vibrava a quella notizia.


E si spiegavano molte cose.


Non scherzate... vero? Io... io... O.K. Abbiamo trovato la sua anima... come la dividiamo dalla mia?”


Willow le fece cenno di sedersi.


Era talmente pallida e tremante d’emozione che la rossa temeva potesse crollare e svenire.


Poi la strega prese la parola, rivolgendosi all’amica di sempre con tono rassicurante “Prima dobbiamo essere certi che la nostra ipotesi sia giusta. Tara farà un piccolo incantesimo per vedere nella tua anima.... Niente di eccezionale, devi solo rilassarti. Ti addormenterai per un poco e noi entreremo in una dimensione in cui è possibile distinguere la luce delle anime. Te la senti di cominciare subito?”


Buffy annuì, anche se faceva quasi fatica a respirare tanta era la gioia mescolata al timore che si stessero di nuovo sbagliando.


Willow le fece bere un liquido dolce e caldo, aromatico.


Ben presto tutto cominciò a oscurarsi e cadde in un sonno dolce e tranquillo.


Mentre Willow disegnava un cerchi attorno alle due ragazze sedute per terra, Tara recitava versi incomprensibili.




Buffy si svegliò piacevolmente riposata.


Era sdraiata sul divano e coperta con un plaid leggero.


Aspettavano tutti che si riprendesse.


I loro sguardi erano di nuovo accesi e trepidanti.


Buffy ringraziò silenziosamente il cielo, doveva essere andato tutto bene.


Ma aveva quasi paura a chiederlo.


Allora Tara, cosa hai visto?”


La luce di due anime... è tutto come pensavamo. Adesso dobbiamo liberarla.”


Giles si schiarì la voce “Sì, e qui viene la parte più difficile. Mentre dormivi abbiamo fatto qualche ricerca. E’ stato relativamente facile visto che sapevamo cosa cercare.” Fece una piccola pausa.


Xander avrebbe voluto interromperlo e dire che non era stato per niente facile, e che lui non ci aveva ancora capito nulla, ma diede un’occhiata alla sua espressione e cambiò idea.


Dunque. Vedi, dipenderà molto da voi due. Tu e Angel intendo. Forse questo ti sembrerà ancora più assurdo del resto...


Bene, dicevo... La causa per cui Angel perse l’anima è stata un attimo di felicità perfetta. Che nel caso specifico è stato...


è stata un’unione totale nel corpo e nello spirito con te...”


Anya lo guardò spazientita “O.k hanno fatto l’amore, non mi sembra mica così difficile da dire! Le dispiace concludere, ci state tenendo sulle spine da ore!”


Xander le mollò una gomitata e Giles la incenerì con lo sguardo.


Willow prese la parola, tanto prima o poi qualcuno avrebbe dovuto dirlo... per quanto fosse folle e sconsiderato “Io credo che sia una cosa che riguarda solo Buffy... dovrà decidere lei...”


Buffy chiuse gli occhi “Parla Willow, ci stai uccidendo con questa attesa. Siete tutti coinvolti e quindi tanto vale che sappiate tutti.”


Will annuì “Certo, come vuoi. La maledizione degli zingari non ha più nessuno valore. Angel non può più perdere l’anima perché l’ha donata a te. Ma per far sì che la sua anima torni nel suo corpo... bè ecco... le vostre anime e i vostri corpi dovranno essere in perfetta sintonia, dovranno vibrare all’unisono.. essere una cosa sola.. Insomma devi fare l’amore con lui Buffy. In questo caso un momento di perfetta felicità gli restituirà l’anima, per sempre stavolta.”


Il silenzio calò sulla comitiva.


Le mancò la terra sotto i piedi... era tutto così assurdo....


Il mondo le vorticava intorno, insieme alla stanza e ai suoi amici, sempre più veloce, e non poteva fermarlo.


Il primo a parlare fu Xander “Voi siete matti! Vi ricordo che stiamo parlando di Angelus! Lui la ucciderà molto prima di aver riavuto la sua anima! E quando l’avrà riavuta sarà troppo tardi!!”


Giles abbassò lo sguardo “Può darsi... ma forse...”


Non mi ucciderà.”


Si voltarono verso Buffy.


La ragazza era in piedi e tutti riconobbero la sua espressione determinata e incrollabile.


La cacciatrice era tornata.


Non se faremo in modo che non sospetti niente. Non se crederà alla mia resa totale e incondizionata. Torniamo a Sunnydale, abbiamo uno spettacolo da mettere in piedi e il nostro unico spettatore dovrà essere convinto che sia vero.”


Rimasero tutti incerti e spaesati dalla sua totale decisone.


Era di nuovo lei a dare gli ordini... ad agire.


Bè? Che fate ancora tutti lì fermi? Dobbiamo preparare una trappola...”


Ma se noi torniamo a Sunnydale...”


Mi seguirà. E noi giocheremo in casa.”




Sunnydale non cambiava mai.


Quella singolare cittadina era sopravvissuta a tanti di quegli apocalisse annunciati che la tragedia di un amore che si stava per consumare sotto il suo cielo la lasciava impassibile.


Pioggia.


Una pioggia sottile e fitta, delicata.


Piove sempre ai funerali...


Buffy guardò con scarso interesse il corteo di persone che si snodava lungo un viottolo del cimitero.


Ormai era tutto pronto.


Willow e Tara avevano preparato un incantesimo di protezione per lei.


I fili invisibili della trappola erano stati sapientemente tesi.


Angelus era vicino.


Lei era pronta per combattere la battaglia finale.


Forse sarebbe stata l’ultima battaglia.


Una battaglia fatta di bocche, di mani, di corpi, di baci e di sospiri.


Una battaglia che non poteva permettersi di perdere.


Una battaglia che temeva non avrebbe vinto.


Dipendeva tutto da quel legame.


Da quell’ossessione, da quel desiderio irrazionale e incondizionato.


Dipendeva tutto da Angelus.


Che lui la volesse più di quanto voleva il suo sangue...


Si domandò se fosse davvero pronta.


Si domandò se poteva funzionare.


Le rimaneva solo una notte.


Una notte per decidere, per trovare la forza.


Ripensò ad Angel, dolce tormentato Angel.


Ripensò ai suoi baci.


Dio, era quasi incredibile che se li ricordasse tutti.


Che ricordasse ogni singolo istante passato con lui, ogni singola carezza, ogni singola parola.


Con una nitidezza di cui si stupiva.


Erano stati quei ricordi a darle la forza quando lui se n’era andato.


Ma i ricordi non potevano bastarle per sempre.


Aveva bisogno di Angel, adesso come non mai.


Aveva bisogno della sua forza, del suo silenzioso sostegno.


Aveva bisogno dei suoi sguardi innamorati.


Aveva bisogno di sentirsi al sicuro fra le sue braccia.


Ma lui non c’era.


Sorrise.


Era così vicino... ma non poteva raggiungerlo.


Era dentro di lei... ma non riusciva a trovarlo.


Angel.


Solo lui, per una vita.


Solo lui, per la felicità.


Solo lui, per ritrovare la pace.


Angel.


Chiuse gli occhi.


Sorrise.


Sapeva dove trovarlo.


Sapeva dove trovare la forza per affrontare quella guerra.


Uscì dal cimitero stringendosi nel cappotto mentre la pioggia le bagnava i capelli, il viso, le mani.


Conosceva bene quella strada.


Le sue gambe l’avrebbero potuta condurre anche se fosse stata cieca.


Il suo cuore conosceva quella strada.


Scese le scale e mise una mano sulla maniglia.


Aveva bussato a quella porta con il cuore in subbuglio centinaia di volte.


Aveva bussato a quella porta cercando amore e comprensione, sicurezza e tranquillità.




Il cielo era coperto di nuvole.


Grigie, spesse, pesanti di pioggia e tuoni.


Il sole non si vedeva.


Ma lui sapeva che era tramontato.


Non aveva bisogno di vederlo per esserne certo.


A quell’ora i cacciatori uscivano e le prede inconsapevoli di essere braccate rimanevano inermi in loro balia.


Ognuno secondo il suo istinto e la sua natura.


Ognuno con un ruolo prestabilito.


Vittime e cacciatori.


Ma a quell’ora anche il flagello dei cacciatori usciva.


Il cacciatore dei cacciatori.


Li inseguiva braccandoli alle spalle, silenziosa come la notte che li aveva generati e in lei si rivoltava loro contro.


La cacciatrice di vampiri.


Colei che si erge a difesa degli innocenti.


Ma quella notte lei non avrebbe cacciato.


Quella notte lei si preparava per combattere la sua guerra.


E lui lo sapeva.


Ne era dolorosamente consapevole.


Lui che per lei aveva rinunciato alla sua natura.


Così avrebbe cacciato al suo posto.


Avrebbe ucciso i suoi simili.


Spike avanzò nel cimitero ormai deserto e si fermò a guardare i fiori appassiti dalla pioggia che erano su una nuova tomba.


Forse ne sarebbe uscito un vampiro.


Non si sa mai, in fondo erano stati lontani da Sunnydale per un po’.


La popolazione vampiresca doveva aver proliferato nel frattempo.


La pioggia gli bagnava i capelli ossigenati, scorreva sugli zigomi segnati del suo volto di eterno ragazzino.


Scivolava leggera sull’immancabile soprabito di pelle nera, gocciolando a terra.


Ancora una notte e poi non avrebbe più rivisto Sunnydale.


Ancora una notte e avrebbe perso per sempre l’unica donna che amava.


Bè, in realtà non l’aveva mai avuta...


Ma si era illuso, si era ingannato, aveva sperato.


Che col tempo ,molto tempo, lei dimenticasse.


Che col tempo ,molto tempo, lei potesse accettarlo, magari apprezzarlo.


Ma lei non aveva dimenticato, non avrebbe mai dimenticato.


Un amore così non si dimentica.


Lei non avrebbe dimenticato Angel, mai.


Gliel’aveva letto negli occhi quella sera in ospedale.


Non che prima non lo sapesse.


Non che prima non avesse visto il legame che li univa.


Ma adesso poteva capirlo.


Lei era pronta a morire per lui, e l’aveva dimostrato più di una volta.


Vincoli come quello non si spezzano.


Niente può spezzarli.


Adesso lui lo sapeva, lo capiva, poteva perfino accettarlo.


Ma soffriva.


Soffriva da morire.


Soffriva perché lei apparteneva ad Angel.


Soffriva perché lei amava Angel.


Soffriva perché la amava.


E faceva male da morire.


Come non aveva mai immaginato potesse far male.


Come una spada rovente nel petto.


L’amore, la passione, sono dolore.


Già.. facile a dirsi.


Inimmaginabile quando lo si provava.


Quel nodo alla gola, quel peso nel petto .


Non poteva liberarsene.


Perché non poteva liberarsi di lei, del suo ricordo.


Un vampiro che sa amare... ridicolo!


Si sarebbe preso a schiaffi volentieri.


Camminò fino al punto in cui c’era stata la tomba di Buffy.


Non c’era più... naturalmente.


Le due streghe avevano fatto un incantesimo...


Avevano cancellato dalle menti di tutti quelli che non conoscevano la verità il ricordo della sua morte.


Poi la rossa aveva manomesso tutti i database e i documenti ufficiali...


Buffy non era mai morta.


Incredibile quello che si può fare con un computer....


Spike ridacchiò.


Non si può cancellare il dolore dei ricordi.


Il dolore di crederla morta...


Ma tutto questo era peggio.


In un certo senso.


Il dolore per la sua morte l’aveva quasi fatto impazzire, ma aveva l’impressione che lei gli fosse vicina.


Aveva i suoi ricordi.


Adesso l’avrebbe saputa felice con un altro.


Non gli sarebbe importato molto se l’altro fosse stato Riley o.. bè chiunque.


Sapeva che lei non l’avrebbe amato.


Ma per Angel il discorso era diverso.


Angel era una parte di lei.


Angel era il suo grande amore.


E una volta riunitasi a lui, Spike l’avrebbe persa per sempre.


Sprofondato nei suoi pensieri non sentì arrivare l’atra faccia del bene.


La ribelle, impulsiva, violenta cacciatrice.


La mora prescelta.


Faith.


Lei era a caccia.


A caccia per cancellare il dolore.


A caccia per scaricare la rabbia.


A caccia per dimenticare.


A caccia per soffrire di meno.


A caccia per convincersi che in fondo non faceva così male...


A caccia per non sentire quel pungolo affondato nel cuore.


Non era mai stato facile.


Buffy e Angel. Insieme.


Non era mai riuscita ad accettarlo.


Buffy aveva già tutto....


Perché doveva avere anche Angel....?


Però ,in fondo, la parte più egoista e meschina di lei, era sempre stata consolata dal fatto che non potessero stare insieme veramente.


Dal fatto che non potessero fare l’amore.


Perché di questo si trattava... ed era molto diverso dal sesso.


E anche quando aveva capito i suoi errori, anche quando si era pentita, anche quando aveva sperato che Buffy potesse perdonarla, quella specie di consolazione era rimasta in fondo al suo cuore.


Ben sepolta, ma mai cancellata.


Adesso le sarebbe stata strappata.


E faceva male, male da morire.


Un dolore che non poteva confessare.


Un dolore che non aveva il diritto di provare.


Ehi, vampiro, avevi bisogno di una doccia o non ti sei accorto che piove?”


Spike riemerse dai suoi pensieri.


Vagamente seccato da quell’intrusione.


Le stava dicendo addio, a modo suo.


Che vuoi che ti dica cacciatrice, gli ombrelli sono così inglesi... così per bene...”


Mmm, già. L’ho sempre pensato anch’io. Che ci fai qui?”


Tu che ne dici? E’ notte, sono un vampiro e questo è un cimitero....”


Vai a caccia?”


Indovinato, un punto per la ragazza mora!! Stanotte Buffy non caccerà.”


Ma ci sono io.”


Tu sei imprevedibile. Un po’ di qua... un po’ di là...”


Ha parlato santo Spike...”


Non ho mai detto di essere un santo. Io sono pericoloso...”


Oh, si certo, come un cucciolo che morde l’osso...”


Spike la guardò inviperito.


Faith rise.


Siamo simili io e te. Siamo egoisti. Siamo impulsivi. Siamo i cattivi. Ma stanotte siamo qui, a caccia per i begli occhi della biondina... Perché possa essere felice... Perché finalmente possa vivere il suo grande amore... Paradossale, non trovi??”


Non molto più di un vampiro che ama la cacciatrice...”


Tu?”


Angel. Mi riferivo ad Angel.”


Oh, certo. Parlavi di Angel...”


IO NON sono... innamorato di Buffy!!”


Certo, e hai anche una favolosa abbronzatura. Non sono della banda io, non fingere con me.”


Comunque non sono l’unico qui a aver problemi di cuore... Mi risulta che QUALCUNO QUI abbia una bella cotta per il nostro bel tenebroso. Il vampiro dell’anno!!! Una volta o l’altra mi dirai che ci trovate voi cacciatrici... Io parlo e parlo, e agisco, e mi affanno... lui se ne sta zitto con quello sguardo imperscrutabile e gli cadono tutte hai piedi...! E non è neanche per soprabito di pelle... ce l’ho anch’io!!”


Smettila di scherzare Spike, non farà meno male se ci scherzi sopra.”


E quando farà meno male?”


Non lo so....... Non fa meno male se lo anneghi nel sangue, nell’alcool o nel sesso. Non fa meno male se provi a non pensarci e ti butti nel lavoro. Non fa meno male se lasci che l’apatia ti avvolga. Non fa meno male e basta.”


........ Magari col tempo, molto tempo, coi secoli farà meno male.”


IO non ho dei secoli!”


Spike le sorrise “Bè, affari tuoi... Andiamo a vedere se qualche mio amico si è svegliato. Ho bisogno di un po’ di movimento.”


Si avviarono in silenzio.


E alcuni vampiri ebbero la sfortuna di capitare sul loro cammino.


Spike e Faith combatterono, cacciarono.


Il loro istinto si risvegliò soffocando tutto il resto, annullando i pensieri.


C’erano solo i loro corpi che sferravano calci e pugni, che saltavano, schivavano, colpivano.


Non mancarono un colpo, micidiali e terribili.


Traendo la loro essenza dalla notte uccisero.


Il cielo esplose in una guerra di tuoni e lampi.


La terra sembrava tremare sotto i colpi che le venivano inflitti.


La pioggia si riversava su di loro con la violenza di un uragano.


Dura, sferzante, pesante.


Spike e Faith si ritrovarono completamente fradici in meno di un secondo.


Inzuppati dalla testa ai piedi, premuti dalla pioggia incalzante.


Cominciarono a correre verso la cripta di Spike per ripararsi.


L’acqua era un muro spesso e fitto e avanzare era una lotta.


Il paesaggio, il cimitero, il cielo e la terra non esistevano più.


Era tutto confuso in un unico mondo acquatico.


Avanzarono a tentoni, senza riuscire ad orientarsi.


Dopo aver arrancato per un po’ riuscirono ad arrivare alla cripta.


Ci sbatterono letteralmente contro per essere esatti.


Entrarono di corsa.


Faith si scosse indispettita, sputando l’acqua che aveva bevuto.


Bah... Maledizione! Proprio adesso... Sono quasi annegata! I vampiri non annegano?!”


Spike ridacchiò “No, ma le cacciatrici sì...!”


Oh, non essere troppo premuroso.”


Si levò la giacca fradicia mentre il capelli gocciolavano sul pavimento.


Rabbrividì.


Hai qualcosa di asciutto da prestarmi?”


Sì, non che la taglia sia perfetta... ma dovrai accontentarti.”


Non c’è problema.”


Lui le allungò dei vestiti asciutti.


Faith gli lanciò un’occhiata di traverso.


Ti dispiace voltarti??”


Oh, non preoccuparti non mi scandalizzo.”


Ne sono sicura. Vediamo, possibilità numero uno: ti volti da solo. Possibilità numero due: ti volto io. Ma in questo caso la tua testa farà una rotazione di 180° sul collo.”


Sempre violente, voi... Dicevo così per dire...”


Spike borbottando sommessamente si allontanò.


Non era già abbastanza depressa... avrebbe dovuto passare tutta la notte insieme a Spike... e ,ci avrebbe scommesso, lui non sarebbe stato zitto un attimo...


Faith si sistemò e tornò verso il vampiro.


Non è che hai anche una coperta?”


Naturalmente, qui è meglio di un albergo..!”


Spike ,che si era già cambiato, le prese una coperta.


Grazie.”


Faith si strinse attorno la coperta e si sedette sul letto, mentre il vampiro si buttava sulla poltrona.


Faith lo osservò armeggiare con i pulsanti della televisione.


Non poté fare a meno di sorridere.


Chi l’avrebbe detto ,solo due anni prima, che lei se ne sarebbe stata tranquillamente seduta in compagnia di un vampiro?!


Lei il terrore dei vampiri, lui l’uccisore di due cacciatrici.


Presuntuosi, sicuri della loro forza e invincibilità, spietati, prima uccidevano e poi facevano le domande....


Come possono cambiare le cose.


Eccoli lì, innamorati di due persone che non li avrebbero mai ricambiati...


Soli, spaesati, feriti.... eppure pronti a ricominciare... su una nuova strada...


Per merito o per colpa di Buffy... chi lo sa...


Spike assestò un colpo quasi mortale alla tele.


Ci mancava solo che saltasse la corrente...”


Imprecando a bassa voce si alzò e accese una lanterna a petrolio.


O.K. che vogliamo fare? Una partita a poker?”


Faith rise “Poker?! No, io voglio dormire. E visto che sei un gentiluomo, mi cederai il letto.”


Naturale! Devo anche uscire sotto il diluvio universale o posso restare, magari accucciato ai piedi del letto...?!”


Faith non poté non ridere di nuovo “No, no resta! E poi c’è la poltrona! Non ti lamentare, hai tutta l’eternità per dormire nel tuo letto. Non succede niente se per una sera ti viene un po’ di torcicollo.”


Fai presto tu... Intanto te ne stai al calduccio nel MIO letto.”


Grazie Spike... La tua cavalleria passerà alla storia... Notte.”


Notte.”


Il vampiro spense la luce, senza smettere di borbottare.


Sembri una pentola di fagioli...”


Mm... devo anche stare zitto?? Posso almeno respirare?!”


Tu non respiri.”


E’ irrilevante.”

Buonanotte Spike.”


Buonanotte cacciatrice.”


Non me lo ricordare... Potrei sentirmi in obbligo di svolgere il mio sacro dovere e impalettarti...” Rise sotto i baffi.


Oh, divertente! Per fortuna che almeno tu ti diverti!!”


Rimasero in silenzio per un po’.


Le ore di quella lunghissima notte passavano lentamente.


Ognuno domandandosi se l’altro potesse dormire.


Dormire con quel peso sul cuore.


Stai dormendo cacciatrice?”


Ho un nome Spike, per quanto poco la cosa ti possa interessare, ho un nome.”


O.K. Stai dormendo Faith?”


No.”


Già.”


E come potrei? E’ l’ultima notte questa, in fondo.”


L’ultima notte per cosa?”


Lo sai. L’ultima notte in cui ci è concesso fingere che magari ,un giorno, si accorgeranno di noi...”


E’ stupido illudersi. E fa soffrire.”


Lo so. Ma aiuta a sopravvivere quando la cosa più eccitante della tua vita è l’ora d’aria...”


Immagino che sia così...”


Lo è.”


Mi... dispiace...”


Oh, non perdere tempo a dispiacerti per me... Nessuno lo fa mai...”


Angel sì...”


Già... e sarebbe stato meglio che non l’avesse fatto... Porto solo guai io.”


Non credo sia vero. Quando si arriva in fondo, prima o poi si deve risalire...”


Faith si alzò, dirigendosi alla stretta finestra.


Non si vedeva fuori, era incrostata da anni di polvere e sporco.


Le lacrime ,quelle incomprensibili emozioni liquide che non facevano parte del suo carattere, le pungevano gli occhi.


Quelle scure pozze di argento vivo luccicavano nel buio come laghi di fuoco.


Spike si alzò avvicinandosi alla ragazza.


Le sfiorò impacciato una spalla, cercando di consolarla.


Senti Faith...”


La ragazza si girò verso di lui.


Successe tutto in un attimo.


Si avvinghiarono, aggrappandosi l’uno all’altra come se da questo dipendesse la loro salvezza.


Le loro bocche si trovarono avide, bramose, affamate.


Cominciarono a spogliarsi a vicenda, mentre li loro corpi si cercavano prepotentemente.


Ogni pensiero in loro si annullò, rimase solo il bisogno reciproco, spasmodico.


I vestiti di Faith erano a terra, il suo corpo premeva contro quello di Spike.


La ragazza gli fece scivolare le mani lungo la schiena, scendendo fino ai pantaloni, slacciandogli la cintura.


Improvvisamene si bloccarono.


Staccandosi senza fiato.


Si guardarono come se non si fossero visti fino a quel momento.


Ma cosa stiamo facendo?”


Una cazzata...”


Scoppiarono a ridere.


Senza una ragione ben precisa.


Come se si fossero liberati da un peso.


Come se le loro anime ( o i loro chip...) fossero più leggere.


Ridendo come da tanto tempo non facevano, col cuore.


Faith si chinò, raccolse la maglietta che Spike le aveva dato e se la infilò.


Andò ad accendere la lanterna.


Questa è davvero bella! Se non fosse che non deve saperlo nessuno sarebbe da raccontare... Io e te!”


Ehi, non ci sarebbe niente di poi tanto ridicolo.”


Sotto l’aria offesa Spike non riusciva ancora a calmare gli accessi di risa.


No.... non ti offendere. E’ solo che insomma... siamo proprio disperati....”


Puoi dirlo forte!”


E poi è un film già visto... Il vampiro e la cacciatrice...”


Quello era un film molto sdolcinato... e finiva male...”


Non è ancora finito... Stiamo per assistere all’ultimo atto...”


Cederei volentieri i biglietti in prima fila.... E mi defilerei, che so nel deserto africano?!”


Non è mica una cattiva idea...”


Spike le allungò una tazza di caffè. “Che farai dopo?”


Non lo so. Di certo non resterò. Ho imparato che due cacciatrici nella stessa città sono troppe... Partirò.... Fuggirò...


quello che ho sempre fatto... Tu?”


Non lo so... Forse troverò il coraggio di andarmene o forse no...”


Non riesci a lasciarla, vero?”


No.”


Lo sguardo fisso a terra del vampiro era sconfitto, prostrato.


Scappare non è un grande atto di coraggio...”


E’ un inizio...”


Non lo so, forse. Qui impazzirei. Sono troppo diversa da loro... da voi...”


Spike sorrise alzandosi e versando un bicchiere di whisky a entrambi.


Bè se trovi una bella Bocca dell’Inferno accogliente, fammi un squillo che magari passo a trovarti...”


Tu non hai il telefono Spike.”


Già, è vero.”


Faith accettò il bicchiere e i due si scambiarono un silenzioso brindisi.


Fuori cominciava a spiovere.




Fuori si stava scatenando l’inferno.


Un inferno fatto di acqua e tuoni.


Buffy era inzuppata.


Alzò gli occhi guardando la pioggia che si abbatteva sull’asfalto alla sommità della scala.


Chiuse gli occhi.


Anche una notte di tanti anni prima pioveva a dirotto.


Sembrava passata una vita intera.


Molto di più di una vita.


Era un’altra quella ragazza che correva sotto la pioggia.


Era una ragazza che aveva delle certezze.


Allora pensava che se anche il mondo fosse caduto finché ci fosse stato Angel a proteggerla non le sarebbe potuto succedere niente di male.


Allora non conosceva la disperazione, quella vera.


Allora non conosceva la solitudine, quella totale.


Allora amava incondizionatamente e si fidava senza riserve.


Era poco più di una bambina, allora.


Riaprì gli occhi e abbassò la maniglia.


La porta si aprì.


Il suo cuore batteva forte contro le costole.


Non era più tornata lì dopo quella notte.


Ma i ricordi erano in agguato appena oltre la soglia.


Dolci come il miele, acri come il veleno.


Non era cambiato nulla, solo uno strato sottile di polvere argentea ricopriva tutto.


Le sembrò di essere tornata una ragazzina.


Alle prese con il suo primo amore, con quel folle batticuore che toglieva il fiato.


Quando il dolore più grande era separarsi dalle labbra di Angel.


Era venuta centinaia di volte per trovare Angel.


Con le scuse più impensabili.... senza neanche preoccuparsi che fossero vagamente plausibili.


Parlava per ore, di tutto.


E lui la ascoltava pazientemente, e capiva.


Lui le leggeva l’anima, senza bisogno di parole.


Lui la completava.


Entrò lentamente.


Un passo dopo l’altro, un ricordo dopo l’altro.


Quattro anni.


Erano passati quattro anni.


Da quando aveva fatto l’amore con Angel... e lui aveva perso l’anima....


Le due cose ,l’estasi e il tormento, erano diventate una cosa sola.


Dividerle era impossibile.


E ricordarle era doloroso.


Non voleva ricordare quello che non avrebbe più potuto avere.


Non voleva desiderare ciò che non le era permesso neanche sognare.


Non voleva sciogliersi nella dolcezza straziante del pensiero di notti che non avrebbe mai potuto vivere.


Così il ricordo di quella notte ,prima che tutto il suo mondo si sgretolasse, era rimasto sepolto in lei.


Un’ombra rapida e fugace nei suoi pensieri.


Un attimo di debolezza nella sua volontà.


Uno struggimento delicato nella sua anima.


Angel....


Si avvicinò piano al letto.


Restò a osservarlo per alcuni lunghissimi minuti, poi si sedette.


Ritornare qui è così strano, così... non lo so, ma toglie il respiro.


Mi fa girare la testa, quasi come tu me la facevi giare allora.


E’ passato così tanto tempo Angel... Troppo.


Sono diventata grande lontano da te, fra le braccia di altri uomini... che non amavo...


Non credo di averti mai tradito, in fondo.


Parker, Riley, era solo il mio corpo, era solo sesso. Non hanno contato niente, mai.


Era te che avevo nel cuore.


Te che amavo, te che desideravo.


Eri tu che tenevi incatenato il mio cuore.


Credo di averti tradito una sola volta... o meglio, credo che succederà.


So che ti farò del male, so che ti annienterò, che dilanierò il tuo cuore.


Angelus.


Tutto ciò da cui hai sempre voluto proteggermi, tutto ciò da cui hai sempre voluto salvarmi, tenermi lontana.


Il motivo per cui te ne sei andato.


La colpa per cui mi hai lasciata libera di vivere una vita alla luce del sole.


Angelus.


La tua colpa, il tuo tormento, il tuo carnefice, la tua condanna.


Angelus.


E io mi abbandono fra le su braccia.


E io rifiuto di temerlo, di fuggirlo.


Ma è l’unico modo di riaverti.


Se lui dovrà avere la mia anima perché tu possa tornare da me... il prezzo è ben poco.


Il prezzo è una pena ben dolce, se potrò di nuovo stringerti fra le braccia.


Ma ho paura.


Paura di me stessa e di quello che sento.


Non di Angelus.


Non della sua furia che so di poter placare, ma della furia oscura dei miei sentimenti.


Quando mi bacia sono le tue labbra che sento, quando mi stringe, sono le tue braccia che mi circondano, quando sto con


lui i miei sensi mi dicono che sei tu... che è il tuo corpo quello che si stringe al mio.


Ogni fibra del mio essere grida che sei tu, e il mio bisogno di te è disperato.


E non serve che la mente si ribelli, perché il corpo non le vuole obbedire.


Sei tu quello che vedo, è la tua voce che mi parla... e non posso resistergli perché è a te che non posso negarmi.


E ho paura.


Ed è tutto così confuso e così caotico.


Sono sospesa sull’orlo di un precipizio...


Tu... Angelus... Ma non siete forse la stessa cosa?


Angelus.


Non è forse la tua essenza, ciò che ti premette di essermi accanto?


Angelus.


Che vorrei annientare, che vorrei rinnegare.


Ma che amo, come amo te, perché parte di te.


Angelus.


Che vorrei distruggere, che vorrei odiare.


Ma che mi possiede, come tu mi possiedi, perché ha messo il suo segno su di me, sul mio corpo e nella mia anima.


Angelus.


Che mi ama, che vuole annullarmi.


Angelus.


Che amo, che voglio dimenticare.


Dov’è il confine?


Perché deve essere così per noi, sempre?


Perché tutto questo dolore, questo strazio??


Angel, mio dolce Angel.


Ho bisogno di te.


Ho bisogno del tuo perdono.


Per tutte le cose che non ho detto, per tutte le lacrime che non ho pianto.


Ho bisogno di te.


Torna da me, perché io ti amo.


Perché io amo Angelus, che è parte di te.


Torna da me e allora tutto questo dolore sarà finito.


Perché se mi sei accanto, nulla può più ferirmi.


Vorrei potermi rifugiare nel tuo abbraccio rassicurante e poter dimenticare tutti i dubbi.


Vorrei che i tuoi baci cancellassero le ferite della mia anima.


Vorrei parlare per notti intere.


Ho taciuto così tante cose....


Non ti ho mai detto che è stata la notte più bella della mia vita.


Che non l’ho mai dimenticata, cancellata, che fa parte di me.


Non ti ho detto che nonostante quello che è successo dopo non posso pentirmi di averti amato, perché era naturale come respirare, perché era l’unica cosa a cui anelavo, perché ti amo.


Troppo, totalmente, completamente.


Sei parte di me, sei nel mio essere, sei in ogni mia azione.


Sei la mia forza.


Sei il mio universo.


Voglio solo perdermi in te.


Adesso. Sempre.


Questa è l’ultima battaglia.


Questa è l’ultima volta che sono sola.


Perdonami.


Perdonami se amerò Angelus.


Perdonami per quello che ho fatto, per la debolezza e la disperazione.


Resta con me stanotte.


Avvolgimi della tua presenza e proteggi il mio sonno.


Cancella i dubbi, la paura.


Fammi forte della tua forza e sicura del tuo amore.


Questa è l’ultima battaglia.


E tu sarai con me.


Nel mio cuore, nella mia anima.


Buonanotte amore...


Tutto quello che ti devo dire, tutto quello che ti voglio urlare, dovrò aspettare di dirtelo, di urlartelo quando potrò smarrirmi nelle dolci profondità dei tuoi occhi e abbandonarmi fra le tue braccia.


Non lasciarmi sola questa notte.


Non lasciarmi sola mai più...”


Buffy si rannicchiò sul letto, le testa appoggiata alle mani, e si addormentò.




Era tempo.


Tutto quello che poteva essere preparato o pianificato era stato fatto.


Dawn era alla nuova casa di Xander ,un posto in cui Angel non era mai stato invitato, con Cordelia e Anya.


Volevano che fosse assolutamente al sicuro e lontana dal campo di battaglia.


E con la scusa che vegliassero sulla ragazzina avevano messo al sicuro anche Cordelia e Anya.


Cordelia era troppo agitata e coinvolta per riuscire a reggere l’incontro con Angelus, e Anya era troppo pericolosa.


Non sapeva mentire... e una parola di troppo li avrebbe persi.


Avevano fatto in modo che Angelus sapesse che Buffy era sola, ed era a casa sua.


L’invito non gli era stato tolto, l’incantesimo sembrava non funzionare.


E così l’esca era stata tesa.




La finestra della sua camera era aperta.


Silenzioso invito, così come lo era stato già altre volte.


Buffy sedeva in soggiorno cercando di leggere una rivista.


Era molto tardi ormai.


La tensione la stava distruggendo.


Cercava di comportarsi normalmente... forse lui la stava osservando.


La ragazza sapeva che fuori, nel buio, erano appostati i suoi amici.


Angelus avrebbe dovuto credere di essere finito in una trappola.


Ma non la vera trappola.


L’inganno nell’inganno.


Gli avrebbero fatto pensare di aver trovato un incantesimo per restituirgli l’anima...


Buffy era fuori di sé.


Le mani le tremavano vistosamente.


Il cuore batteva all’impazzata e un sottile strato di sudore freddo le ricopriva tutto il corpo.


Perché non arrivava?


Sospettava qualcosa?


La cacciatrice si alzò di scatto, salì al piano di sopra ,dove la luce della sua stanza era accesa.


Andò in bagno e mise la testa sotto l’acqua.


Poi entrò in camera sua.


Dall’altro lato della strada un’ombra scrutava i suoi movimenti.


Un’ombra nelle ombre, tenebra nelle tenebre, silenzio nel silenzio della notte.


Angelus.


Era lì da più di un’ora.


Quella luce alla finestra ,l’unica nella casa buia, lo attirava come i lampioni le falene.


Quella luce avrebbe potuto bruciarlo.


Scrutava la notte, cercando qualche indizio sulla presenza degli amici della cacciatrice.


Sentiva odore di tranello.


Ma non aveva visto nessuno.


La casa e i suoi dintorni sembravano deserti.


A parte Buffy, che con ogni movimento, con ogni sguardo sembrava chiamarlo, invitarlo.


Il vampiro fece un passo avanti entrando nella zona illuminata della strada.


E finalmente lo videro.


E pregarono che l’incantesimo di Tara li nascondesse per un tempo sufficiente ai suoi occhi.


Figura solitaria che si stagliava contro il buio, lui avanzò verso la casa.


Un passo dopo l’altro.


Sicuro, infallibile.


Entrò nel giardino.


Un colpo alle spalle, dal nulla.


Un calcio nella schiena che lo fece sbilanciare e cadere in quello che si rese conto troppo tardi essere un cerchio magico.


Faith sferrò il calcio con tutta la forza che aveva.


Tutti gli altri uscirono dalle ombre.


Angelus, gli occhi iniettati di una rabbia inumana, si rialzò.


Rivolse loro uno sguardo beffardo mentre lo circondavano.


Ma lui sapeva di essere più forte di loro.


La sua voce aveva un tono pacato, ma sotto le parole tranquille sentirono la violenza salire alla superficie, una violenza crudele come uno scoppio di frusta, e tremarono.


Avrei dovuto immaginarlo! Cosa pensate di poter fare? Siete ridicoli... povere piccole creature impotenti... Forse avete solo voglia di morire. Questa notte sarete accontentati.”


Non saremo noi a morire Angelus.”


La voce di Willow era calma quando incominciò a recitare l’incantesimo.


E il cerchio in cui avevano attirato Angelus si accese, infiammandosi di un fuoco stregato.


Il vampiro si ritrasse dal confine, portandosi un braccio vicino al viso e ruggì furiosamente.


Ma quando parlò la sua foce era fredda, controllata, tagliente.


Non ci riuscirete! Non potete! Nessun incantesimo può!”


Rise, agghiacciando la notte con quella risata crudele.


Improvvisamente la porta della casa si aprì.


Sulla soglia, pallida ed eretta, comparve Buffy.


Lo sguardo tagliente del vampiro si posò immediatamente su di lei.


Cercando la sua figura sottile oltre le fiamme che lo imprigionavano.


Non avresti dovuto lasciarli giocare con la magia, amore. Adesso moriranno tutti.”


Ma la ragazza sembrò non vederlo neppure.


Basta.”


I suoi amici si voltarono verso di lei, gli sguardi studiatamente sgomenti.


Rompete il cerchio, ora, subito.”


Buffy, ma noi...”


Non voglio sentirvi. Sapete che non servirà. Nessuna magia servirà. Andate via. Non ve lo chiederò una seconda volta.”


Nei suoi occhi bruciava una fiamma ben più terribile di quella che ardeva attorno ad Angelus.


Faith si avvicinò a lei.


Buffy, ragiona, per favore. Non possiamo arrenderci adesso...”


Ti ho già uccisa una volta, Faith. Non costringermi a farlo di nuovo.”


La mora si ritrasse, apparentemente ferita da quelle parole crudeli.


Buffy, ti prego...”


La cacciatrice rivolse uno sguardo alla sua migliore amica, e il tono della sua voce sembrò ammorbidirsi leggermente.


Va via Willow. Questo non ti riguarda. Non riguarda nessuno di voi.”


Gli occhi rivolti verso di lei, cominciarono ad allontanarsi, rompendo il cerchio.


La fiamma si estingueva lentamente.




Soli.


Adesso erano soli.


La cacciatrice e il vampiro.


Come sempre era stato.


Rimasero immobili a fissarsi per molto tempo.


Buffy non muoveva un muscolo, quasi non respirava.


Gli occhi negli occhi, la bruciante certezza della presenza dell’altro sulla pelle.


Lentamente, molto lentamente, Angelus la raggiunse.


Salì i gradini e fu di fronte a lei sul portico.


Nella profondità travolgenti degli occhi del vampiro vi era qualcosa che non conosceva, qualcosa di più forte del dolore e più ardente della collera, che gli faceva brillare lo sguardo febbrile come se fosse stato di carboni roventi.


Tutto quello che erano era racchiuso in quel momento, in quella vicinanza insopportabile.


Il volto del demone tornò ad essere quello di un uomo.


Dell’uomo che Buffy amava.


Con una furia improvvisa lui la afferrò per le spalle, attirandola a sé e la baciò con una violenza che distrusse in lei ogni altra sensazione eccetto il buio in cui si sentiva sprofondare e quelle labbra sulle sue.


E in un attimo Buffy fu persa, presa, sconfitta, annientata e allo stesso tempo vittoriosa ed esultante.


In un attimo ogni dubbio o paura svanì e rimase l’unica consapevolezza di essere con Angel, fra le braccia di Angel.


Perché le sue labbra riconoscevano quei baci, il suo corpo riconosceva quelle carezze, i suoi sensi riconoscevano quel corpo che si stringeva al suo.


E vi era un’unica certezza nei pensieri che travolti dalla passione diventavano incoerenti, quello era Angel!


Il suo, unico amato Angel.


Suo per sempre.


Così come per sempre lei gli apparteneva.


La sollevò da terra e cominciò a salire le scale.


Era un pazzo, un estraneo che le stringeva fra le braccia facendole male, ma era anche Angel dolce e possessivo, amatissimo Angel.


Non poteva parlare, quelle labbra prepotenti sulle sue la soffocavano.


Senza sapere come, e senza che le importasse Buffy si ritrovò sul letto, nuda.


L’uomo tremava, come se fosse scosso da un vento di tempesta; le sue labbra ,scendendo dalla bocca di lei, trovarono avide la carne morbida e palpitante suscitando in lei sensazioni mai dimenticate.


Ormai vicina al delirio, all’annullamento, all’estasi ,mentre la sofferenza del desiderio inappagato di anni si placava fra quelle braccia forti, stringendo a sé quell’uomo che aveva amato e odiato, era il nome di Angel che invocava, e non quello del demone.


E non esisteva più come entità separata da lui, erano una cosa sola ,un unico respiro nel vento, mentre un brivido la devastava e la invadevano gioia, terrore, delizia, follia, eccitazione, abbandono a braccia che erano troppo forti, labbra troppo cocenti, respiro troppo ansioso per essere combattuti.


Era immedesimata nella tenebra di quella passione, ed egli pure era tenebra, e nulla era mai esistito prima di quel momento se non l’oscurità, quelle labbra di fuoco, quel corpo dentro il suo.




Fu come risvegliarsi da un sogno o da un incubo... da entrambi forse.


Angel... o era ancora Angelus? si sciolse dal suo abbraccio, scivolandole accanto.


Ma senza staccarsi dalle sue labbra.


Un bacio dolce, languido, delicato.


Ti amo, Buffy.”


Gli occhi le si riempirono di lacrime.


La paura le occupava il cuore.


Se non fosse stato lui?


Se... se troppi se.


Aprì gli occhi, guardando quelli di lui: vicini, dolci, rassicuranti, miti.


In essi si era attenuata le fiamma del tormento di secoli.


Ma erano gli occhi di Angel.


Senza dubbio, senza paura.


Gli gettò le braccia al collo, piangendo e ridendo.


Angel... Angel! Angel! Ti amo. Ti amo da morire! Angel, oh Angel! Sei tu!”


Lui la strinse forte a sé, gioendo della sua gioia.


Grazie Buffy.”


Lei si staccò un attimo da lui, asciugandosi gli occhi e sorridendo, finalmente.


Un dono d’amore, giusto? In fondo avevano ragione. Adesso possiamo stare insieme... sempre. Non lasciarmi mai più,


Angel. Mai.”


Lui la baciò “Mai. Ti amo troppo per restare lontano da te.”


Lei sorrise di nuovo “Comunque non ti permetterei di andare da nessuna parte...! Sei mio... anima e demone...”


Diede un’occhiata alla finestra.


Fuori, oltre le tende tirate, stava albeggiando.


In ogni caso fino al tramonto sei in ostaggio...”


Lui le sorrise a sua volta.


Ostaggio, eh?... Avrei una mezza idea su come trascorrere il tempo che ci separa dal tramonto..”


La baciò di nuovo.


Mmm, davvero? E quale sarebbe...”


Ma le parole sfumarono nella passione che li aveva nuovamente rapiti.


Adesso erano insieme, e le loro anime erano felici.


Il tormentato vampiro e l’irrequieta cacciatrice avevano finalmente trovato la pace, uno fra le braccia dell’altra.


E il loro attimo di felicità non sarebbe durato solo “un attimo”.


Fine