WITHOUT YOU


Disclamer: i personaggi e i luoghi descritti non sono di mia proprietà, appartengono a Joss Whedon, alla Wb ed alla Upn. L'autrice non scrive per fini lucrosi, ma per semplice piacere personale.


Pairing: Buffy/Angel (eventualmente Angelus), accennato vari

Raiting: Pg14 per uso di linguaggio esplicito e scene violente.


Time-line: è ambiantato dopo che Angel ha perso l'anima nella quarta serie. Mi sono basta sugli spoiler riguardanti gli episodi dopo "Rain of fire", ma non mi sono attenuta fedelmente alle trame, ho riadattato le situazioni a uso della mia storia.


Without Soul Cap.I "Rabbia"


All’inizio avevano provato a reagire, a fronteggiarla, a combattere.

Erano in molti ed erano nel loro ambiente, nella loro tana.

Ma lei era la cacciatrice. Lei era furia e tormenta. Rabbia cieca, contaminata, furibonda. Istinto di distruzione.

Non li uccise tutti, non subito.

Cominciò a combattere come un automa ,niente emozioni, niente sentimenti, il suo corpo solo una perfetta macchina da guerra.

Più micidiale che di quanto fosse mai stata: ormai non aveva più nulla da perdere, nemmeno se stessa.

L’adrenalina le scorreva sempre più rapida nelle vene, inondando il suo cervello, accelerando i suoi riflessi.

I suoi colpi erano precisi, crudeli, micidiali. Non uno mancava il bersaglio.

Non aveva armi. Combatteva a mani nude. Pugni e calci sferrati con terribile forza. Ogni suo colpo era devastante. E lei non si fermava. Per ogni ferita che riceveva ne restituiva cento.

Era instancabile, insensibile al dolore e alla fatica.

Presto i vampiri furono terrorizzati. C’era qualcosa di inumano in lei, di folle. Non avevano scampo: fuori c’era ancora il sole, e in quel covo oscuro e polveroso i suoi occhi di falco, freddi e penetranti come ghiaccio, li scovavano ovunque e li trapassavano con il loro odio, con la loro dura cattiveria.

Nessuno di loro aveva mai visto una cacciatrice combattere in quel modo, nemmeno i vampiri vecchi di secoli. Il suo sguardo era tremendo, acceso da una fiamma indomita, urlante, violentemente crudele, assetata di battaglia. Nei suoi occhi restava solo il riflesso del sangue, era vuoti per il resto, non c’era spazio per null’altro che non fossero l’odio, il disprezzo, la rabbia più assoluta.

La cacciatrice continuava a combattere, e a colpire, e a ferire come una belva inferocita. Senza raziocinio, senza logica.

Voleva solo distruggere, e sfogare la rabbia, annegare il dolore. Voleva distruggere tutto ciò che la circondava, per non essere distrutta dalla furia e dal dolore che le toglievano il fiato, e bruciavano e corrodevano le sue viscere come acido, e sommergevano la sua mente.

Continuò a colpire, e a scalciare, e a picchiare per ore, fino a quando non le rimase più nulla con cui sfamare la sua violenza se non un qualche ammasso informe di ossa e carne e sangue rappreso.

Alcuni dei vampiri avevano preferito fuggire all’aperto, morire arsi come torce dal sole, piuttosto che restare nel nido e subire la sua ira cieca. La cacciatrice non se n’era neppure accorta, aveva continuato a combattere senza preoccuparsi di inseguirli.

Il sangue le schizzava dappertutto: sui vestiti, sul volto impassibile, sulle braccia e sulle mani. Aveva un aroma acre, pungente.

Il rumore prodotto dalle ossa rotte, era stridente, sordo, graffiante. I suoi pugni affondavano nella carne con facilità, lasciando profonde infossature dove raggiungevano le ossa e le frantumavano. Non si stupì di quanto fossero friabili sotto i suoi colpi, fragili, impalcature di corpi già morti. Non si rese conto della forza devastante che riusciva ad attingere dall’interno del proprio essere, lasciando semplicemente fluire la rabbia, cancellando tutto il resto.

Nel buio ottundente di quel posto sudicio in cui aveva seguito un vampiro, aspettando fino all’alba perché anche tutti i suoi compagni fossero radunati, le grida di dolore, le urla, i lamenti, le suppliche, erano una cacofonia lacerante, acuta, assordante. Ma era come se lei non volesse ,o non potesse, sentire nulla. Nella sua mente c’era silenzio. Sorda, inumana, meccanica.

Passò molto tempo in quello stato, forse ore. Infine si raddrizzò, spolverò meccanicamente i vestiti chiazzati di sangue, e finì i pochi macilenti vampiri superstiti spezzando loro la spina dorsale.

Il suo volto era inespressivo, solo gli occhi erano accesi e minacciosi come quelli di una fiera.

Fuori era ancora chiaro. Il sole caldo e forte della California seccava ancora il cielo.

La cacciatrice rimase nella tana devastata, attendendo che calassero le tenebre come se fosse stata a sua volta una creatura della notte. Il giorno, la luce, e tutto quello che concernevano, le davano la nausea.

Si rannicchiò come un animale ferito sul pavimento lurido, ulteriormente insudiciato da cenere, e sangue, e sputi.

Tutto il corpo le doleva violentemente, e pulsava, per lo sforzo prolungato e forsennato che aveva appena sostenuto. Aveva la testa pesante, offuscata, come se fosse ubriaca o drogata. Ma andava bene così. Era meno doloroso così. La bestia di rabbia e sofferenza che le ruggiva dentro, e graffiava, e mordeva, sembrava essersi placata almeno un po’. Solo un po’. Ma almeno c’era silenzio adesso. E poteva fingere che il silenzio fosse anche pace. Solo per poco…. Ma avrebbe potuto fingere che fosse così.

Quando riuscì a respirare di nuovo regolarmente, raggiunse la sua sacca da viaggio e ne estrasse una boraccia. Bevve avidamente alcuni sorsi d’acqua e si guardò le mani. Erano distrutte. Le nocche scorticate fino a mostrare la carne viva coperta a tratti da una crosticina di sangue e pus che sembrava già essere infetta, le giunture delle dita grottescamente gonfie, livide e congeste. I palmi e il dorso erano coperti di tagli ed escoriazioni.

La ragazza rimase un poco a fissarle con disapprovazione, quasi stupita di quanto poco le importasse del dolore. Di quello fisico almeno.

Le mani sarebbero guarite in fretta, come tutto il suo corpo. Lei era la cacciatrice. La prescelta. Sul suo viso balenò un rapido sorriso sarcastico a quel pensiero.

Strappò una maglietta e ne fece delle strisce di stoffa per fasciarsi le mani, poi si lavò il viso e si sistemò un po’. Richiuse la borsa leggera in cui erano riposti un paio di paletti, un pugnale, pochi vestiti di ricambio e un piccolo cofanetto di velluto. Si strofinò i jeans logori per pulirli e cercò nella tasca della propria giacca di pelle per trovare il biglietto dell’autobus. Strinse la coda in cui aveva raccolto i capelli ed uscì da quel posto puzzolente.

Si soffermò per alcuni preziosi minuti a guardare la linea dell’orizzonte in cui i colori vividi del giorno si confondevano con quelli freddi della notte. Il cielo azzurro scuro mutava rapidamente in un nero impenetrabile sopra di lei.

Finalmente immersa nella notte, respirò a pieni polmoni e cominciò a camminare spedita ,rimanendo fra le ombre, fino alla fermata.

Le rare persone che incontravano il suo duro sguardo glaciale, determinato, le cedevano in fretta il passo, reprimendo a stento un brivido mentre si voltavano a guardare di sfuggita quella bellissima donna che si allontanava.

La ragazza salì sull’autobus e si sistemò nell’ultima fila di sedili, le gambe piegate sotto di sé e lo sguardo fisso fuori dal finestrino a frugare la notte.

Il suo viso pallido era imperscrutabile mentre il lucente pullman argentato la conduceva verso la città degli angeli.



La sua risata nell’aria era fredda e pungente. Tagliente, sardonica.

Si riversava su di loro come sale sulle ferite. E bruciava, bruciava terribilmente.

Quel suono riuscì nell’impresa di raggelare ulteriormente l’atmosfera attorno alla gabbia.

Ormai nessuno di loro ,quelli che erano rimasti per lo meno, aveva più il coraggio di guardare gli altri in faccia. Mentre lui, lui sembrava divertirsi, lo sguardo di ghiaccio che li trapassava e quel sorriso beffardo, sicuro di sé, crudele, sul volto impenetrabile.

Non era stata un’idea brillante abbandonare la tecnica del monitor e scendere tutti insieme ad interrogarlo, avevano creduto di poterlo mettere alle strette…. L’unione fa la forza…. Invece aveva fatto solo la loro definitiva, pietosa disfatta.

Era riuscito a tramutare la situazione in suo vantaggio. Ci riusciva sempre. E adesso si sollazzava piacevolmente vendendoli contorcere nell’acido dei loro segreti, delle loro paure, dei loro rimorsi….che lui si era premurato di rivangare con cura, rifiutandosi di rispondere alle loro domande e sferzandoli con le sue parole, andando a colpire con violenta precisione i nervi scoperti di ogni singolo componente di quel patetico gruppo di “amici”.

Oh, era stata fino troppo facile metterli in discussione. Bastava usare la verità contro di loro. Stava perfino diventando noioso, ma avrebbe avuto tempo dopo per stuzzicarli, ingannarli, prenderli in trappola. Per adesso gli era sufficiente godersi il piacere di quegli sguardi torvi, carichi d’odio verso di lui, diffidenti fra loro, rosi dalla gelosia e dalle colpe del passato.

Erano un branco di ingenui, per lui era stato elementare trasformarsi da inquisito in inquisitore, e diventare il loro volonteroso carnefice.

Il suo sguardo penetrante si posò con compiacimento su Wesley, quasi pregustasse già la reazione dell’uomo alle sue parole.

Il suo sorriso si allargò un poco, sfrontato come sempre.

Bel lavoro Wes… resti uno dei miei osservatori preferiti. Credevo vi facessero un test di ammissione, se non sono cretini non li vogliamo…. Invece hai delle qualità nascoste. Una sopita vocazione per il male” rise beffardamente osservando l’espressione di sgomento e di rabbia che si dipingeva mano a mano sul volto del giovane inglese. Sapeva che avrebbe voluto zittirlo, e sfogare la propria rabbia. Ma si limitò a una serie di recriminazioni e di insulti di terz’ordine che servirono a far lievemente allargare il ghigno sul volto perfetto del suo aguzzino. “Andiamo Wes, puoi fare di meglio. Lasciati andare, sfoga la rabbia, colpiscimi. Oh, so che vuoi farlo, te lo leggo negli occhi, lo sento dal tuo odore! Cos’è sei troppo gentiluomo per farlo? Già, dopotutto Angel è in questa situazione per colpa tua. Quel simpatico stregone al servizio della bestia -peccato si sia ucciso avrei gradito ringraziarlo provvedendo io stesso- l’hai invitato tu qui. L’hai aiutato tu a compiere il rituale. E bravo il mio osservatore! In assoluto il lavoro più brillante della tua carriera liberarmi, uno degli assassini più pericolosi che il consiglio abbia mai annoverato in quei suoi bei diarietti…”

Io non ho nessuna intenzione di liberarti! Tu resterai..:” La voce dell’uomo era stridula, alterata.

Angelus continuò con calma, giocando con le sue emozioni come un esperto burattinaio. “Mmm che sbadato sono! In effetti questo non è il meglio che hai dato. Quasi mi dimenticavo di Faith. Quel fiore di ragazza. Sei stato una guida magistrale per lei! E’ venuta su un amore, un vero gioiello! Sul serio, io non avrei saputo fare di meglio. Si Wes, mi risevi sempre qualche piacevole sorpresa… portarti a letto Lialh Morgna ,senza dubbio una donna come dire interessante, mi ha quasi reso fiero di te…” Il sorriso di Angelus era crudele adesso. “O per lo meno mi avrebbe reso fiero di te se non fosse che lo fai solo perché sei innamorato di Fred, ma lei sta con Gunn, che cosa squallida….!”

Quelle parole ,pronunciate quasi casualmente dal vampiro mentre osservava le reazioni delle persone fuori dalla gabbia con la pigra calma di un felino pronto a scattare, fecero scoccare una pericolosa scintilla nella stanza.

Gunn fronteggiò Wesley con uno sguardo di fuoco. Il ragazzo di colore aveva già avuto la sua parte di veleno dal vampiro, ed era sul punto di esplodere.

Sei innamorato di lei?”

Avevano già litigato per questo. Era ancora una questione bollente. E poi c’era stato quell’inopportuno bacio di Wesley mentre Fred cercava di spiegarsi con lui. Molto poco da inglese. Molto poco self-control. Mentre ancora la pelle di Lialh gli bruciava addosso. E lei ,naturalmente, non l’aveva detto a Gunn. Le erano scorsi sottili brividi lungo la schiena

Ma fu Angelus a rispondere.

Oh, sì. E c’ha anche provato, ma la casta Fred….” Con la coda dell’occhio vide la ragazza arrossire, il battito cardiaco che accelerava rapidamente. Si voltò verso di lei con un sorriso trionfante. La maschera di un’espressione comprensiva stampata sul volto. “Non c’è bisogno di agitarsi dolcezza, è stato solo un bacio, può capitare a chiunque di…”

Fred scappò fuori dalla stanza, accompagnata dalla risata sardonica di Angelus.

E tallonata da un torvo Gunn.

Cordelia esplose all’improvviso, livida di rabbia ed impaziente.

Tu sei qui solo perché noi lo vogliamo!! Perché ci servono delle informazioni: E non ci trovo niente da ridere nella tua situazione: probabilmente passerai chiuso in gabbia il resto dell’eternità…. O almeno resterai lì fino a quando non avremo trovato il modo di far tornare Angel!”

Il vampiro si voltò verso la brunetta, avventandosi sulla ragazza con uno sguardo che la inchiodò a terra, togliendole il fiato e la forza di ribattere. I suoi occhi scuri erano ridotti a due fessure trasudanti disprezzo. Cordelia si sentì tagliata in due.

Tu sta zitta puttana! Andare a letto con Connor mentre facevi la svenevole con il padre, ma non ti vergogni? Più che perverso lo trovo… patetico, al massimo disgustoso! Gli cantavi la ninna nanna meno di un anno fa… E poi, pessima scelta dolcezza: il novellino a letto non deve di certo fare faville…. Cos’è non hai resistito?? Visto che il padre non si decideva a scoparti, hai pensato di accontentarti del pargolo?! Scommetto che non hai raccontato ai tuoi amici della vostra graziosa avventura ,non è vero? Ti rovinerebbe l’immagine da santarellina per caso? Tu che concedi loro la tua presenza preferendoli al paradiso…. Posso immaginare perché sei tornata da lassù… una noia incredibile. E la tua sporca animuccia sentiva la mancanza di sesso e droga! Oh, non sgranare gli occhini… non sei poi tanto brava a nascondere i tuoi vizi carina!” Angelus spostò distrattamente lo sguardo su Connor “E tu ,ragazzo, che caduta di stile… l’idea della bara in fondo all’oceano poteva quasi essere alla mia altezza, ma lei…” Indicò con un gesto di deprezzamento Cordelia, tornando a trapassarla con uno sguardo di ghiaccio. Lei trattenne il fiato, era come se quegli occhi avessero il potere di toglierle i vestiti di dosso. “La peggior scopata della mia vita… ancora non capisco come abbia fatto Angel a fottersi l’anima. E per di più in sogno, che squallore. Comunque, l’importante è che io sia qui, adesso!! Ho parecchi conti in sospeso…”

Tu non…” Cordelia si avvicinò pericolosamente alla gabbia, un dito puntato con fare minaccioso contro il vampiro.

Ma lui sorrise: sfacciato, invitante. “Ti sei offesa carina? Cosa c’è…? Vuoi dimostrarmi che dal vivo sei meglio che in sogno?”

Wes tirò indietro la ragazza, afferrandola con forza prima che arrivasse alla portata delle zanne di Angelus.

Non otterremo niente da lui così, calmati Cordelia.”

I due si diressero alle scale per raggiungere gli altri.

L’inglese diede un’occhiata di traverso a Cordelia, indagando il suo profilo perfetto e altero.

Davvero tu e C..”

Lei lo fulminò con gli occhi, esasperata. “Wes non provare a… e poi tu vai a letto con Lialh.”

La voce di Angelus li raggiunse quando erano già sulla porta. Il suo tono calma, pacato, sicuro, fu come una doccia fredda, un’iniezione di inquietudine.

Questa volta sarò io a divertirmi. Non riavrete il vostro angelo… avere perso la sua anima. Per sempre.”

Cordelia rimase ghiacciata sulle scale per un lungo momento. Pi si voltò e fissò Wesley negli occhi. Lui la vide trarre un profondo respiro, gli occhi scuri accesi da un’inconsueta fiamma di determinazione.

Va di sopra e apri a cassaforte, prepara il rituale per rendergli l’anima.”

Cordelia ma così…:”

Niente ma. Avremo le informazioni sulla Bestia.” Si girò e riprese a scendere le scale “Oh, Wes?” I suoi occhi vellutati sembrarono accarezzare l’inglese per un attimo. L’osservatore le rivolse uno sguardo interrogativo. “Spegni le telecamere.”

Cordelia percorse lentamente gli ultimi gradini. I capelli che ondeggiavano attorno all’ovale perfetto del suo viso e il corpo leggermente ancheggiante.

Angelus la osservò interessato, vagamente divertito, avvicinarsi con quell’inconsapevole fare da gatta. Se credeva davvero di poterlo sedurre era più stupida di quanto avesse pensato. Il chè era tutto dire…. Ma ci sarebbe stato da divertirsi. I suoi occhi penetranti scivolarono lungo il corpo flessuoso della ragazza, esaminandone ogni minimo dettaglio, e sondando le sue intenzioni.

Cordelia trattenne un attimo il fiato, bruciata da quello sguardo scuro, fiammeggiante, terribilmente affascinate. Si sentiva ipnotizzata, imprigionata in un tunnel al di fuori del quel il mondo smetteva di esistere, e restavano solo i profondi occhi nocciola del vampiro che la attiravano sempre più vicino a sé. Lui sembrava poterle leggere dentro, fin nei più riposti recessi dell’anima, e capire le sue vere intenzioni. E ,con la più totale disinvoltura, sembrava anche pericolosamente, piacevolmente spogliarla.

Se solo non fosse stato così dannatamente bello le cose sarebbero state più facili. Molto più facili. Ma lui era lì e la guardava con quel suo mezzo sorriso freddo e distaccato e il fatto che fosse uno spietato assassino passava del tutto in secondo piano… o forse rendeva la cosa ancora più eccitante. Era decisamente mozza fiato, qualsiasi donna gli sarebbe caduta ai piedi. Magnetico, intrigante… crudele si ricordò la ragazza. E poi doveva stare attenta, le telecamere non erano di sicuro tutte spente. Wesley era troppo paranoico per averle dato retta.

Lei restò abbastanza lontana dalla gabbia perché il suo collo fosse sicuro, e si studiarono a vicenda.

Lui aspettava, imperturbabile, osservando i tentativi della morettina di controllare il proprio battito cardiaco. Sentiva un interessante odore di donna, e di eccitazione.

Cosa vuoi in cambio delle informazioni Angelus?”

Lui non rispose subito. La trapassò con gli occhi, inchiodandola nella posizione in cui si trovava, togliendole il respiro. Assurdamente era lui ad avere il potere e a comandare la conversazione.

Infine un sorrisetto sarcastico gli si allargò sul volto. I suoi occhi si prendevano pigramente gioco di lei.

Niente che siate disposti a dare.”

Cordelia sembrò meditare su quella risposta. Nei suoi occhi guizzò una luce maliziosa.

E come fai ad essere sicuro?!”

Lui emise una sottile risata. Fredda, tagliente, che le fece scorrere un lungo brivido lungo la schiena.

Il fatto che mi teniate rinchiuso in gabbia mi permette di dedurre cosa pensiate di me.”

Lei gli restituì una piccola risata cinica.

E ci sbagliamo?”

Angelus piegò la testa di lato, come un felino in ascolto prima di un agguato. Nonostante il caldo soffocante Cordelia sentiva freddo fin nelle ossa.

Sul fatto che uscito di qui vi ucciderei tutti in modo crudele ed efferato? Una bella carneficina vecchio stile?” Si fermò un attimo come per dare maggior impatto alla frese, per lasciare che le belle pupille nere della ragazza si allargassero per il terrore “In effetti non vi sbagliate. Ma non attribuite a voi stessi troppo valore, né importanza…. Non siete di certo al centro dei miei pensieri.”

Lo sguardo frangiato da lunghe ciglia scure che gli lanciò lei avvicinandosi di un passo brillava di rabbia… o era solo un sano miscuglio di libidine e malizia?

Dovrei sentirmi offesa?”

Il vampiro le rise in faccia.

Offesa non è la parola adatta dolcezza. Gelosa. Come sempre. Sei sempre stata gelosa, soprattutto di Buffy, poi di Darla. Loro se lo portavano a letto mentre a te restavano solo lunghi sguardi languidi!! E poi sei stata gelosa anche di tutte le altre, Angel sembra essere circondato da un incredibile numero di donne affascinanti… Grewn per esempio. Quell’episodio del cuore ti ha davvero fatta incazzare dolcezza, non è vero?!”

Di primo acchito avrebbe voluto potergli strappare gli occhi con le unghie. Così solo per sfogarsi. Cercò di calmare la rabbia, e la frustrazione… Tirò un profondo respiro, mentre l’odore dell’adrenalina nel suo sangue andava a stuzzicare le sensibili narici del vampiro.

Stiamo uscendo dal seminato non siamo qui per parlare di lui.”

Angelus rise di nuovo. Questa volta più a lungo, di gusto. Anche se era sempre un suono freddo e cattivo, di autocompiacimento.

Io sono lui carina!!! O la cosa non ti è chiara? Quanta differenza credi che faccia un’anima. A parte un carico di noia e sensi di colpa e un po’ di disgustosa umanità!!! E poi è me che stai spogliando con gli occhi…”

La vide avvampare e rise di nuovo.

Parola mia, ti manca davvero un uomo!! Qualcuno che sappia come prenderti…”

Cordelia lo interruppe. Si avvicinò ancora alla gabbia. La sua voce era ridotta un sibilo furente.

CHE COSA DIAVOLO VUOI PER QUELLE INFORMAZIONI ANGLUS?”

Lui scosse la testa. Con un movimento fulmineo si avventò su di lei ,ormai troppo vicina, e le afferrò crudelmente un polso, tirandola contro di sé attraverso le sbarre. Il suo volto era quello del demone adesso. Niente più perfette fattezza angeliche.

Cosa siete disposti a darmi??”

Lei ansimò violentemente, il corpo scosso da brividi incontrollabili, ma cercò di mantenere la voce ferma.

Me. Prendi me.”

Lui strinse di più la sua vita sottile, quasi impedendole di respirare.

Temo dolcezza che il divertimento sarebbe tutto ,e solo, tuo.” Le sussurrò nell’orecchio, la sua voce solo un basso sibilo cattivo.

Correlai cercò di divincolarsi, ottenendo solo di essere schiacciata più strettamente alle sbarre di metallo che la dividevano dal corpo del vampiro.

Riesci a pensare solo a quello?? Sesso??”

Tipico da Cordelia. Non riusciva a tenere a freno la lingua, anche se era molo, davvero molto, vicina alla morte.

Ti assicuro che è quello a cui sta pensando il tuo corpo. E non sbattere le ciglia con quel fare virginale, sai che è così.”

Lei ignorò deliberatamente il commento, e le reazioni del proprio corpo a quella vicinanza forzata.

Ti sto offrendo il mio collo, vampiro. Ninet’altro.”

Già, e lo stava facendo per il bene dell’umanità o perché voleva in qualche modo legarlo a sé…. Avere un suo marchio?

In genere le preferisco più giovani… sono decisamente più dolci… Ma affare fatto.”

Sentì le sue zanne sulla pelle. Ormai respiro e battito cardiaco erano incontrollabili.

Se bevi da me adesso ti uccideranno. Prima le informazioni.”

Il rumore secco di uno sparo spezzò l’insostenibile tensione che si era creata, e in un attimo Angelus cadde a terra nella sua gabbia.

Cordelia ,libera, si sbilanciò all’indietro e finì col sedere sul pavimento.

Si può sapere che diavolo avevi in mente di fare?!”

Wesley sembrava furioso. Si precipitò giù dalle scale con ancora il fucile caricato con proiettili narcotici in mano. Non la aiutò ad alzarsi, si limitò a fissarla con sguardo accusatore.

La ragazza si rialzò senza ancora riuscire a trovare il controllo del respiro. Si lisciò il vestito stazzonato sulle gambe e si passò nervosamente le dita fra i capelli scomposti, evitando gli occhi azzurro scuro dell’inglese fino a quando non fu di nuovo completamente padrona di sé.

Avremo le informazioni Wes.”

Detto questo lo superò e si diresse decisa al piano superiore.



Il rumore del vetro infranto sembrò essere attutito dal silenzio della notte.

Era tutto immobile, placido, rarefatto.

La telefonata era stata breve, concisa e diretta. Non aveva riconosciuto la voce di Wesley. Sembrava quella di un altro uomo. Stanca, provata, disillusa.

Neppure l’inglese sapeva di preciso perché l’avesse chiamata per informarla. Solo, gli era sembrato giusto.

Il suo racconto era stato telegrafico. Avevano liberato Angelus per ottenere delle informazioni su un animale…. Ma avevano perso il controllo dell’incantesimo, che non era più reversibile. Il vampiro era stato vago e criptico, aveva solo parlato di un incontro nel passato con quella bestia e di una casta di sacerdoti ,se Faith non ricordava male, che potevano imprigionarla. Wes e gli altri avevano trovato un’intera famiglia di questi sacerdoti trucidata, e non avevano scoperto il modo di fermare questo animale… E adesso la cassaforte in cui era stata conservata l’anima di Angel era vuota. E Cordelia aveva fatto scappare Angelus credendolo Angel. Tutto qui. Wesley aveva farfugliato un saluto ed aveva riattaccato.

L’odore acre e salato del suo sangue le sferzò le narici. Abbassò lentamente lo sguardo sulle proprie mani ferite dai vetri infranti. Erano di nuovo sporche di sangue. Dopo tanto tempo. Dentro di lei qualcosa si agitò con forza. Istinto, sete di battaglia, paura, ricordi, dolore. Deglutì, ignorando tutto. Si issò sull’alta finestrella da cui riuscì a stento a far passare il proprio corpo snello. L’odore nel sangue le rimbalzava nella testa.

Piegò sbarre di ferro e recinzioni. Riuscì a non far scattare nessun allarme. I suoi muscoli tornarono a funzionare meccanicamente, la sua forza sovraumana si liberò facilmente in lei. Tornò ad essere quello che era rapidamente, scivolando nella sua natura e nel suo istinto con un piacevole tuffo nel buio.

Fuori dalla galera, respirò a pieni polmoni. Una, due, tre volte. Lunghi respiri. L’aria era fresca, pulita, sapeva di buono. Non bruciava più la gola ed i polmoni.

Era di nuovo libera. Era di nuovo una cacciatrice nella notte. Un predatore nel suo elemento.

Aveva paura, certo. E non era certa che quella fosse la cosa giusta.

Sapeva solo che Angel aveva bisogno del suo aiuto, e che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui.

L’unico che avesse mai provato a capirla. L’unico che l’avesse perdonata, che le avesse teso una mano e dato una seconda possibilità.

Angel, così umano, così perfettamente fallace. Così…. Semplicemente Angel.

Nel silenzio, il suo cuore aumentò i battiti.

Dannati ricordi. Perché il sapore della sua bocca era ancora impresso nelle sue labbra??

Faith scosse i lunghi capelli neri, e trasse un ultimo profondo respiro prima di immergersi nel rassicurante buio di quella notte e dirigersi all’Hyerion.

L’avrebbe trovato. Lui e la sua anima. Fosse stata che l’ultima cosa che avrebbe fatto in quello schifo che era stata la sua vita.

Si passò sopra pensiero un dito sulle labbra: voleva trovarlo… e non solo per salvarlo.

Aveva bisogno di lui. Della forza che le infondeva. Voleva salvarlo per il proprio bene, non per il suo…. Forse era egoismo, ma doveva trovarlo. Era la sua ancora, il suo centro di gravità. Senza Angel sarebbe stata perduta.

Ancora il suo sapore in bocca, i suoi occhi scuri che bruciavano la pelle in ricordi troppo vividi. Erano stati solo baci finiti… era stata solo una recita. Adesso lei voleva di più. Voleva Angel, non le importava come. La fame di lui l’aveva consumata lentamente ,giorno dopo giorno, nel grigiore alienante di quel carcere.

Aveva bisogno di lui… per non impazzire. Aveva bisogno della stabilità che lui le dava, del suo equilibrio. Della luce che la sua preziosissima anima riusciva a trasmetterle. Senza di lui…. Sarebbe solo scivolata nel buio. Sarebbe solo tornata ad essere una “cattiva ragazza”….

Cominciò a correre velocemente, le poche stelle traslucide che si riflettevano fra i suoi capelli scuri. La sua ricerca stava per avere inizio, e non si sarebbe fermata fino a quando in quegli occhi scuri non fosse tornata a brillare l’anima che amava.


Cap.II “Solo Cenere”


Raiting: Nc17 per la presenza di una scena di sesso non esattamente acconsentito.



Rimase nell’ombra, silenziosa presenza, ad osservare quello strano quadretto senz’audio per alcuni minuti.

Sentiva la rabbia graffiare follemente nel petto, crudele cavallo che mordeva il freno. La sentiva ribollire in ogni fibra del suo essere, e devastare tutto: anima, cuore, mente, viscere. Abisso senza fondo, oceano di oscurità in cui perdersi, senza riuscire ad annegare mai. Le lacrime ,relegate giù nel profondo della gola, appartenevano a un’altra persona. A un’altra vita, un altro mondo in cui esistevano ancora luce e speranza.

Strinse a pugno le mani fasciate, sotto le unghie il suo sangue mischiato a quelle delle sue vittime, dei suoi nemici. Anche se ormai era il mondo intero ad essere diventato suo nemico, e il destino.

La notte poteva sentire l’odio agitarsi nella sua sottile figura. E la chiamava, sibilandole nelle orecchie, insinuandosi dentro di lei, urlando nella sua testa.

Ma lei rimase ferma. Ad osservare Faith che impartiva ordini a una sconclusionata banda dagli occhi cupi e dai volti stravolti.

Faith: il suo stesso sangue maledetto nelle vene. Stessa follia nel profondo dello sguardo. Stessa sete di una libertà irraggiungibile.

Faith: uguale eppure tremendamente diversa, nel bene e nel male. Specchio in cui riflettersi.

Ancora rabbia. Che cresceva in lei come un mare, e si infrangeva ululante contro la sua anima spezzata, e annebbiava la sua mente, avvelenava come una crudele pazzia i suoi occhi. Lei era solo rabbia, tutto il resto era morto. Ucciso da troppo dolore.

Avanzò piano, silenziosa come un gatto, pericolosa come una pantera. I suoi occhi grigio verde freddi come ghiaccio che trapassavano l’aria fino a raggiungere quella che era stata la sua compagna, e poi la sua rivale, infine la sua nemica.

Io non abbandonerò Angel. Lui è stato l’unico a non voltarmi le spalle. Adesso tocca a me tirarlo fuori dai guai. E lo farò con o senza il vostro aiuto. Io…”

L’applauso lento schioccò nell’aria come una frusta. Tutti gli occhi si puntarono all’unisono sulla nuova arrivata.

Sul volto affilato, pallido, segnato, eppure ancora bellissimo della bionda cacciatrice era disegnato un sottile, tagliente mezzo sorriso di scherno. Il suo sguardo lacerante, insostenibile, era rivolto a Faith, sembrava non prendere neppure nota della presenza degli altri.

Davvero un bel discorsetto. Commuovente.”

La sua voce era dura, cattiva. E si rispecchiava nei suoi lineamenti. Sembrava diversa, era diversa. Lontana, in scalfibile, fredda, determinata, crudele. Stanca, matura, invecchiata. E ,a dispetto di tutto, ancora più bella.

Faith arretrò involontariamente di un passo, vacillando per un istante.

B.”

Ciao Faith. Per trovarti basta seguire la puzza di guai. Sembra che tu l’abbia addosso. Credevo fossi a marcire in una qualche galera.”

Irriconoscibile Buffy. Cinica, arrogante.

Faith era confusa. Non aveva più pensato a Buffy dopo l’evasione. Era stato più facile rimuoverla…. Non faceva più parte della vita di Angel, non avrebbe più fatto parte della sua, di vita. Eterna rivale. Eterna vincente. Sempre più brava di lei, migliore, più meritevole. E ciò che faceva male era che quella era la dannatissima verità.

Non trovò parole, solo uno sguardo indecifrabile e pericolosamente lucido. Non da lei. Come se i ruoli fossero invertiti.

Tutto le sembrò precipitare in un vortice confuso, annebbiante, soffocante. Passato che tornava prepotentemente indietro per graffiarla. E lei non era preparata. Non a Buffy Summers. Non ai suoi occhi freddi come ghiaccio e duri come diamante che la trapassavano, e la accusavano, e le facevano male… perché erano stati gli occhi di una sorella. O almeno una parte di lei ,un tempo, avrebbe voluto che fosse così… non più, non adesso. A certe cose non esiste rimedio.

Buffy era così diversa. Così forte. Determinata. E bella… maledettamente bella. Di quella bellezza diafana e affascinante, con quegli occhi che non erano mai sembrati tanto verdi prima.

Faith cercò aria senza riuscire a trovarla. Dita invisibile le artigliavano la gola e sentiva minuscole gocce di sudore scorrere lentamente lungo la sua schinea nuda, sotto la maglietta. Avrebbe adrendemtene desiderato poter cancellare con un semplice colpo di spugna la donna davanti a lei. E dimenticare ogni cosa. La gelosia, in primo luogo. Quell’assurda gelosia. Ancora prima che Buffy dicesse altro, ancora prima che annunicasse di essere lì per Angel… o per Angelus. Ma Faith lo spaeva. Glielo leggeva negli occhi. Quegli occhi così violentmente limpidi. Era venuta per la sua battaglia, per combattere, per amare… forse per morire. Per Angel, insomma. Ancora lei la rpima donna nella vita del vampiro, l’unica forse. E forse lui l’amava ancora. Dietro l’apparenza di una vita normale, dietro il desiderio di dimenticarla. Faith sentì un’ondata di paura sommergerla. Non voleva perdere Angel… non per la seconda volta. Buffy…aveva tutto. Mentre lei, lei chiedeva solo che quella creatura affine a lei, quell’anima che le era vicina, le fosse lasciata. A lei che non aveva mai avuto nulla. Lo amava, l’aveva sempre amato. E questa volta non avrebbe permesso a nessuna Buffy di….

La bionda inclinò appena la testa, e la lunga coda ondeggiò lucente nell’aria. Faith sentì di odiarla. Con tanta forza da opprimerle il respiro. Nessuno l’aveva chiamata lì, e nessuno ce la voleva. Non era la sua città, non era la sua battaglia. L’odio era un veleno… e un’overdose, perché in tutti quegli anni si era sentita in colpa con Buffy mentre adesso poteva finalmente sentirsi libera e molto più leggera. Eppure non riuascì a trovare le parole che le rimasero incollate nella bocca improvvismaente impastata mentre osservava la sottile cicatrice sul collo della bionda, raggelata da quegli occhi grigio verde che la fissavano implacabili.

Sei evasa immagino. Non sono affari miei. Così come Angelus non è affar tuo.”

Parole incisive. Irremovibili.

Buffy…. Come hai saputo di…”

Wesley fu il primo a riprendersi dalla sorpresa. Ma la cacciatrice non gli lasciò il tempo di finire la frase. Sopostò il suo sguardo affilato sull’inglese, trapassandolo.

Nessuno si è preoccupato di avvertirmi, naturalmente. Ma Giles ha la cattiva abitudine di usare il viva voce.” Il tono di dispezzo, perfino di rabbia fu fin troppo evidente nella voce graffiante di Buffy.

L’ex osservatore annuì, a disagio sotto l’esame ferreo di quegli occhi che non riusciva ad incontrare senza rabbrividire. Non trovò altro da dire. Non c’era molto da dire in realtà. La bionda cacciatrice ,in fondo, era quella ad avere più conti in sospeso con Angelus. Ad essere legata a lui dal sanuge… e da un marchio sul collo.

Cordelia ruppe il silenzio. Troppo in fretta, troppo a disagio, troppo avventata come sempre.

Immagino che tu possa essere arrabbiata, Buffy ma…”

Buffy le spuntò addosso le parole come coltelli. La sua voce era fredda e minacciosa.

No, tu non immagini. Non puoi neppure lontanamente immaginare cosa provo IO. La tua più grande preoccupazione è sbattere in giro quelle tue lunghe ciglia finte per strappare languidi sospiri ad uomini troppo eccitati per domandarsi se tu abbia anche un cervello oltre a un bel paio di gambe.”

Faith fece un passo verso l’altra cacciatrice che trasudava rabbia. Si frappose fra lei e Cordelia.

Calmati, B. Hai ragione, ma forse tu sei troppo coinvolta per essere obbiet…”

L’altra le rise in faccia. Una brevissima, dura risata sarcastica.

Oh, sì. Io sono coinvolta. Fino all’ultima goccia del mio sangue, sono coinvolta. Siete voi a non esserlo” Lo sguardo di fuoco verde girò rapidamente sul gruppo riunito nella sala d’ingresso dell’Hyperion. “Nessuno di voi. Angelus è solo affar mio. E’ con me che ha dei conti in sospeso. Voi non vi metterete in mezzo.”

La sua voce scottava la pelle come gelo. Lasciava il segno come lunghi artigli.

Faith trattenne a steno l’impulso di colpire quel volto diafano. Solo per cancellarne la sicurezza, l’arroganza, l’aria di superiorità. Si comportava come se Angel fosse una sua propietà. Sentì una fitta di gelosia morderle lo stomaco, ma si rifiutò di rendersene conto, mentre il suo profondo sguardo scuro si accendeva di una fiamma accanita.

Angel non è di tua propietà. E non sei la persona più indicata per aiutarlo, adesso. Sei arrabbiata, e scossa. E non sei abbastanza informata sulla sitazione per agire con…. Con cognizione di causa. E non sai…”

Buffy la fermò con un gesto brusco, irrequieto. I suoi occhi erano puntati su Cordelia, come se potesse passare attraverso al pelle, e gli strati di muscoli, e le ossa, ed arrivare a leggerle l’anima e tutti i suoi più riposti segreti. La mora si agitò sotto quello sguardo come se l’avessero legata su di una graticola arroventata.

So abbastanza, Faith. Abbastanza.” Abbastanza per essere disgustata….e furiosa…e ferita…e gelosa. Quelle parole le frullarono sgradite nella mente, ma le scacciò immediatamente, e il suo sguardo tornò freddissimo, corrosivo.

Li frugò con gli occhi uno per uno, quelli che conosceva e quelli che non aveva mai visto. Solo la sua presenza, il suo atteggiamento, erano una silenziosa minaccia.

Non interferite con il mio lavoro. E fate in modo di non trovarvi mai sulla mia strada da stanotte in poi. Non vi devo nulla, e non ho più nulla da perdere. Angelus è affar mio.”

Non aveva alzato la voce, eppure il suo breve discorso sembrò rimbombare nella stanza.

Per un attimo il suo tono amaro si addolcì. “Il mondo è ancora in piedi perché io sono morta per proteggerlo. Credo di aver diritto a una qualche ricompensa, no? Gestirò a modo mio questa faccenda….”

Lasciando che ci uccida tutti?!” La sfidò Cordelia con voce troppo alta.

Buffy le rivolse un enigmatico sorriso. Il primo da quando era comparsa. “Non avrebbe tutti i toti…. E poi, non sono stata io a liberarlo. Né a perdermi la sua anima. Né ad aprire la sua gabbia!”

Si voltò come per andarsene, senza ulteriori spiegazioni, senza salutare.

Buffy…. Buffy. E’ una situazione critica. Avrai notato che il sole si è oscurato. Stiamo combattendo una creatura del male, la Bestia. Essa ha stipulato un patto con Angelus prima che lui riavesse la sua anima, per questo noi..:”

Non essere petulante Wes. Non mi interessano né il male, né questo vostro animaletto, né l’eclissi -Ho rinunciato da tampo a un’abbronzatura come si deve- Sono qui per Angelus.”

Angelus dev’essere ucciso.”

Buffy si voltò per vedere a chi appartenesse quella voce. Un ragazzino, occhi e capelli castani. Qualcosa di familiare nell’aspetto, anche se era certa di non averlo mai incontrato prima. La tipica espressione presuntuosa dei giovani che credeono sempre di avere la vita ai loro piedi.

Nel qual caso sarò io a farlo. Nessun altro.” Quella di Buffy fu una semplice constatazione. Lei, nessun altro. I suoi occhi freddi incontrarono quelli scuri e vorticanti dell’altra cacciatrice in un lungo silenzioso scontro sfavillante. Faith abbassò lo sguardo dopo alcuni istanti.

Noi gli ridareo l’anima!!”

VOI, non farete un bel niente Faith. Ne resterete fuori.”

Buffy si ritrovò davanti il ragazzino. Era stato veloce. Troppo veloce per un umano.

E tu chi sei per dire a noi cosa dobbiamo o non dobbiamo fare??!”

Qualcuno che non ti conviene far arrabbiare ,ragazzino.”

Altrimenti?!” La fiera determinazione in quegli occhi scuri le arrivò dentro, graffiando familiarmente il suo cuore. Come se fosse un dolore che già conosceva.

Buffy lo colpì. Con l’intenzione di scarventarlo contro la parete opposta. Rabbia che si scioglieva in un gesto preciso e fluido, anhce per cancellare dalla mente quegli occhi scuri che la turbavano. Ma il ragazzo parò il colpo e si piegò solo leggermente sotto di esso.

Lanciò uno sguardo acceso d’ira, furente alla giovane donna biona. Era forte, troppo forte per un’umana.

Connor…” La voce dell’inglese suonò alta e preoccupata.

Wesley e Cordelia si precipitarono verso i due avversari prima che potessero attaccarsi di nuovo.

Al sentir pronunciare quel nome la cacciatrice abbassò la guardia. Ecco cosa avevano quegli occhi scuri. Chi le ricordavano. Sentì il cuore stringersi soffocato da una morsa implacabile.

Era il figlio di Angel. E di Darla….

Scosse la testa, facendo ondeggiare la lunga coda dorata. Scacciò i pensieri. E il tormento di un cuore in pezzi che lei ormai aveva dimenticato, relegato nella parte più profonda e oscura di se stessa.

Restatene fuori, restatene tutti fuori. E’ una cosa fra me e lui. Solo noi due.”

Si voltò di nuovo per andarsene. Ma Faith la fermò, trattenendola per un braccio.

Sentì Buffy irrigidirsi al solo contatto. Scossa di fuoco. Sentì il suo sguardo furioso bruciare sulla pelle. La lasciò andare.

Non è più una cosa fra voi due. Non state più insieme. E’ troppo importante e pericoloso perché tu te ne occupi da sola. Dobbiamo fronteggiare la Bestia e…. forse potremmo combattere insieme.”

Noi non combatteremo mai più insieme Faith. E io non ho più nessuna missione. Lasciami andare adesso.”

Non voglio battermi con te.”

Non costringermi a farlo allora.”

Cosa vuoi fare B.? Cercherai di nuovo di uccidermi? Perché è l’unico modo di tenermi fuori da questa storia.”

Non sbaglierei una seconda volta Faith. Non questa volta.”

I suoi occhi erano terribili. Determinati.

Colpì al viso l’altra cacciatrice con violenza, facendole uscire un sottile fiotto di sangue dall’angolo della bocca e gettandola a terra. Fu facile smettere di pensare, perfino piacevole. Lasciare che il suo corpo agisse, guidato dall’istinto e dall’esperienza e dalla furia cieca che ormai metteva in ogni combattimento. Non era importante vincere. Solo la lotta aveva importanza. Solo la lotta era vera. Il resto, una recita tragica e grottesca dai contorni sfuocati. In fondo, lei non voleva vincere…. Volevo solo smettere di sentire. Voleva solo un po’ di silenzio.

Faith si rialzò in un attimo. E cominciarono a combattere senza risparmiarsi nulla.

I colpi facevano male, graffiavano, bruciavano, dolevano, laceravano, rompevano.

Anche solo pensare di fermarle o di dividerle era impossibile.

Erano entrambe forti, e allenate, e disperate. Determinate, disposte a tutto. Come ogni volta che si erano scontrate, più di qualsiasi altra volta.

Buffy combatteva con l’instancabilità di un automa, con l’audacia di chi non ha più nulla da perdere o da difendere, con una grazia crudele che non aveva mai fatto parte di lei prima. In lei c’erano una rabbia e una violenza che la rendevano più forte di quanto non fosse mai stata, più pericolosa, perché adesso si batteva con piacere, e con cattiveria. Nei suoi gesti c’era la precisa volontà di ferire, di fare male, di uccidere, di avere la meglio a qualunque costo.

Il combattimento la esaltava. Aveva il potere di stordirla, di rendere meccanici i suoi gesti, di far calare il silenzio. Le faceva scorrere più forte il sangue nelle vene. La faceva sentire ancora viva. Distruggere il suo avversario, tutto quello che la circondava per non essere lei stessa distrutta, annientata dalla rabbia che aveva dentro, e dal dolore.

Eliminò ogni percezione estranea, consapevole solo dei colpi ricevuti e di quelli inferti continuò a muoversi con rapidità felina in quella danza macabra, mortale. Poteva sentire il battito furioso del cuore di Faith. E poteva sentire anche la sua paura. Le era capitato raramente prima delle ultime notti di avvertire la paura dei suoi avversari. Di vederli rabbrividire sotto il suo sguardo micidiale.

Faith era spaventata. Il vuoto freddo e duro negli occhi di Buffy la spaventava. Quel modo di combattere, come se non le importasse nulla della propria vita, la spaventava. Anche per lei un tempo era stato così. Sembrava passata una vita intera. Adesso non voleva morire. Non poteva permettersi di morire. Voleva disperatamente vivere, e trovare Angel… e salvarlo, e restargli accanto e perdersi in lui…. Assestò un calcio nei reni alla bionda cacciatrice. La vide sputare sangue, e gioì di quella breve vittoria. La amava ancora? Angel amava ancora quella ragazzina viziata? Una parte di lei si sentì in colpa… ma durò poco. Non aveva tempo di pensare. L’altra era implacabile. Ed erano di nuovo nemiche. Uguali in tutto, irrimediabilmente divise dalla vita, dal destino, dall’amore. Due diverse facce della stesa medaglia di dolore.

Erano avvinghiate in uno scontro micidiale, cruento, come due lupi che cercando di affondare le zanne nel collo del loro antagonista.

Buffy si limitava a seguire l’istinto, a lasciar fluire una sete di morte e di vendetta che dentro di lei sembrava non poter essere tacitata. E Faith subiva le tempesta della sua collera e della sua distruzione, del suo lacerante dolore, dal demone che sembrava esserle cresciuto dentro.

La bionda atterrò l’altra cacciatrice e in un istante si avventò sopra di lei, bloccandola con il peso del proprio corpo contro il pavimento. Approfittò del momentaneo stordimento dell’avversaria per sbatterle la testa sulla dura superficie. Una, due volte. Con forza terribile, le dita avvinghiate a quel cranio coperto da una massa scusa di capelli che cominciavano ad essere sporchi di sangue. Dalla gola di Faith uscì un urlo strozzato, quasi un rantolo. Tre, quattro volte. Perse i sensi, un dolore atroce che le riempiva le testa, sangue sugli occhi caldo e appiccicoso, le membra scosse da tremiti che non rispondevano più. Buffy aveva il fiatone, era forsennata, infuriata, violenta.

Qualcuno la stava minacciando, intimandole di smettere, e puntandole addosso una qualche arma. Ma non importava.

Cercò di respirare normalmente, di riprendere il controllo. Restava solo rabbia. Ancora solo rabbia. E cenere di dolore. Nebbia, oscurità fino nel profondo del suo petto.

Lasciò andare Faith, il suo sangue che impregnava le bende in cui erano avvolte le mani di Buffy.

Si scostò da lei come da un fuoco ustionante e scappò via come una furia, senza che nessuno riuscisse a fermarla.

Scappò nella notte, anelando le tenebra come un rifugio e un balsamo per le ferite.

Continuò a correre fino a quando le rimase un briciolo di fiato in corpo, fino a quando riuscì a trarre qualche stentato respiro. Poi crollò sulle ginocchia e si piegò a vomitare quel poco che aveva mangiato. Non poté smettere di rimettere per alcuni minuti, lo stomaco che si contorceva in maniera incontrollabile e quella roba biliosa e amara come fiele che le riempiva la bocca quasi soffocandola.

Spuntò anche il più piccolo sorso di acqua che aveva ingerito nelle ultime ore, ed infine riuscì a controllare le contrazioni dello stomaco. Si sedette a terra, la schiena appoggiata a un muro sporco ed annerito, senza nemmeno la forza di allontanarsi di più di un passo dalla pozza del suo vomito, e si ripulì la bocca in una manica. Era madida di sudore freddo che le incollava strettamente i vestiti addosso. Si sentiva vuota e distrutta. Non le rimaneva davvero più nulla, nemmeno se stessa. Si era persa molto tempo prima. Aveva permesso che la sua vita fosse manovrata, distrutta…aveva perso l’entusiasmo, e poi, la speranza… lentamente in tutti quegli anni era morta dentro, si era lasciata uccidere da un’esistenza che l’aveva sopraffatta, annullandola.

Si sentiva la bocca e la gola bruciare come se fossero scorticate, il viso era più bianco di un lenzuolo, solcato da occhiaie profonde e scavate, con i capelli sudati incollati alla fronte e gli zigomi fin troppo affilati.

Quando riuscì di nuovo a respirare con regolarità si alzò, spostandosi lontano dalla luce dei lampioni, in un vicolo buio dove rimase in piedi appoggiata al muro, la testa rivolta verso l’alto e gli occhi persi in un cielo che non vedeva. L’unica cosa che confermò al vampiro che era viva, che era umana, fu il calore emanato dal suo corpo. Ma il demone era già sazio. Per quella notte si era nutrito a sufficienza. Eppure fu attirato da quella giovane donna. Era il suo sangue di cacciatrice a chiamarlo, a fargliela desiderare, anche se lui non poteva saperlo. Si avvicinò a lei, soffermando il suo sguardo avido sui piccoli sensi sodi che premevano liberi sotto la sottile maglietta attillata e aderente alla pelle per via del sudore. Si sentì immediatamente eccitato. Inconsapevole del pericolo che correva, coprì la distanza che li separava in un passo e bloccò il corpo di lei contro il muro con il proprio. Le sue mani avide, dalle lunghe dita sottili, si infilarono sotto la t-short e strinsero con forza il suo seno che il vampiro si chinò a prendere fra le labbra.

Buffy abbassò lo sguardo vuoto sul vampiro. Sentiva la sua lingua e i suoi denti su un capezzolo turgido. Rimase immobile, inerte fra le mani del demone. Non le restava più niente, neppure se stessa. Voleva solo poter smettere di sentire. Voleva solo un po’ di silenzio.

La ragazza non provò a divincolarsi, e non urlò come lui si era spettato, così non si dovette preoccupare di tapparle la bocca.

Il suo odore lo faceva impazzire, eccitandolo come raramente gli era capitato di essere. Le infilò una mano nei jeans, strappando i bottoni e la biancheria.

Buffy si sentì penetrare brutalmente, il suo ventre che veniva invaso senza alcun riguardo…. Forse con il preciso intento di farle male… o più semplicemente soddisfando l’impellenza del proprio piacere, incurante di lei che era solo un pezzo di carne calda. Ma rimase ancora immobile, come paralizzata, totalmente inerme ,senza pensieri, senza emozioni. Non urlò, si limitò a conficcare le unghie nei palmi delle mani che lui le teneva bloccate sopra la testa.

Incredibilmente il suo corpo teso allo spasmo dopo il combattimento con l’altra cacciatrice, reagì a quelle spine violente. La pelle le scottava di un divorante, ansante piacere, e in lei non c’era più nulla: né pensieri, né emozioni. Lei non era più nulla. Solo sangue che scorreva tramutandosi in piacere caldo, violento, divorante.

Venne in pochi minuti, il respiro che si trasformò in sottili gemiti fra le sue labbra. Inarcò la schiena, i muscoli contratti e pulsanti, il corpo attraversato a ondate da lunghi brividi.

Il vampiro la guardò sconcertato, non era certo perché lei raggiungesse il piacere che la stava prendendo. Ma la donna fu rapidissima. All’improvviso liberò senza sforzo della sua presa le mani e lo respinse colpendolo dolorosamente, sentì il proprio sterno che si infossava sotto quel pungo di ferro, schiacciando i morbidi organi interni..

Lei estrasse qualcosa dalla tasca posteriore dei pantaloni e lo trafisse. Prima di capire cosa stesse succedendo, o che quella ragazza fosse in realtà la cacciatrice, esplose in polvere.

Buffy deglutì, rimanendo a fissare quelle ceneri per terra fino a quando gli occhi non cominciarono a dolerle.

Allora sembrò riscuotersi e riprendere il controllo del respiro e del proprio corpo ancora sconvolto da quel piacere, quello del sesso e quello della caccia. Rabbrividì e si sistemò la maglietta e i jeans strappati.

Corse via da quel posto e raggiunse il motel in cui alloggiava mentre l’alba di un altro giorno oscurato si preparava a sorgere.


Rimase immersa nella vasca per un paio d’ore almeno. L’acqua era appena tiepida e rendeva la sua pelle chiara traslucida.

Poi si cambiò, bruciò nel lavandino i vestiti che aveva avuto addosso la notte prima e preparò il suo borsone e i soldi per pagare il conto.

I suoi occhi erano freddi e determinati, sembravano quelli di un’altra persona. Adesso più che mai sapeva che l’avrebbe trovato ad ogni costo. Con o senza quella fottutissima anima, l’avrebbe trovato.

Estrasse di tasca il cofanetto di velluto che si era portata dietro e lo aprì. Dentro c’era una croce d’argento appesa a una sottile catenina.

Si agganciò il ciondolo al collo e gettò la scatola sui resti dei vestiti bruciati.

Si diresse all’uscita. Esitò un attimo, tornò a voltarsi.

Appoggiò il borsone a terra e si chinò per tirare fuori i paletti che conteneva. Li spaccò con le mani, incurante delle schegge di legno e li mise nel lavandino insieme all’altra roba. Afferrò l’elenco del telefono e strappò alcune pagine facendone delle pallottole a cui diede fuoco con lo stesso accendino usato poco prima. I paletti si incendiarono immediatamente. Rimase a guardarli bruciare. Cenere alla cenere. Tutto quello che restava di lei… cenere di dolore. Ma i suoi occhi erano duri, ghiaccio freddo.

Poi si voltò e se ne andò, uscendo in quello strano giorno buio quanto la notte.

Non esisteva più nessuna cacciatrice di vampiri.

Adesso era pronta per la sua ultima “caccia”. Anche se non era certa di chi fosse la preda e chi il predatore.


Cap.III Oceano mare



La notte era incredibilmente tersa, e calda.

Un silenzio costruito da mille piccoli, attutiti rumori si diffondeva ovunque, creando la fallace impressione di una quiete semplice, pulita.

La luce non luce dei lampioni ,o della luna, –c’era la luna? Non era anch’essa oscurata?- si rifletteva sulla pelle chiara della donna in piedi accanto alla finestra, creando lenti giochi d’ombra inquiete. La stanza sembrava essere intrisa del suo profumo forte, accattivante, mentre lei si versava un drink con gesti meccanici, esperti.

L’inglese osservò con sguardo assente quel corpo perfetto ,nudo, ,la pelle quasi traslucida, opalescente, muoversi sinuoso per la camera da letto. Lilah sorseggiò rapidamente il liquore e se ne versò un’altra dose abbondante, poi riprese a passeggiare su e giù lungo il tappeto persiano ai piedi del suo letto, in silenzio assoluto.

Lei tornò al tavolino antico coperto da bottiglie di cristallo pesante e bicchieri e versò un altro scotch, offrendoglielo.

Wesley allungò una mano per prenderlo e lei si appoggiò con un ginocchio sul letto reggendo in bilico i due bicchieri.

Gli occhi azzurri dell’uomo avevano assunto una sfumatura cupa, torbida. Ed erano fissi altrove, persi in pensieri assai grevi.

Lilah si sistemò dei cuscini dietro la schiena e si sdraiò comodamente, in una posizione ottimale per studiare l’uomo accanto a lei.

Sei venuto qui solo per fare sesso, o è per lavoro?”

Il suo tono era perfettamente calmo, controllato, neutro. Perfino professionale.

Lui non le rispose per un po’, finendo il suo drink.

Fuggevolmente gli passarono per le mente immagini di quello che era successo poco prima.

Quando era arrivato da Lilah ,quella sera, ancora prima che lei gli chiedesse il motivo della visita, aveva cominciato a spogliarla ,praticamente strappandole di dosso i vestiti, e l’aveva sbattuta sul pavimento senza tante cerimonie. Non che lei si fosse dimostrata contrariata, anzi… Prima di arrivare al letto erano finiti sul tavolino di cristallo del salotto, sulla passatoia del corridoio, sul bancone della cucina… Entrambi portavano i segni di quella lunga notte: graffi, morsi, forse qualche livido. Wesley scosse la testa, ingurgitando l’ultimo sorso del suo drink. Non che fosse servito. I pensieri non affogavano, non tacevano un istante solo. Neppure un maledetto attimo di pace. Si passò le dita sulla fronte corrugata e girò gli occhi verso l’avvocatessa.

Si alzò per versarsi dell’altro scotch e prese una delle lunghe sigarette di lei, accendendola con un cerino. La minuscola fiamma si estinse in un attimo.

Sono venuto… tutto qua. Nessun motivo preciso.”

Lei si limitò a fissarlo da sotto le lunghe ciglia incurvate, aspettando.

E poi, avete vinto voi, Angelus è libero.”

Mmm….” Si passò le dita fra i capelli lisci e morbidi, leccandosi piano le labbra “Libero e fuori controllo, non vuole saperne di lavorare con noi…”

Wesley fissò la donna con uno sguardo minaccioso.

Ma chi controlla la Bestia è un vostro cliente, giusto?! La Bestia è solo un minon…”

Quello che so te l’ho già detto quando ho cercato di far fuggire Angelus…”

Wesley si sedette sul bordo del letto, prendendosi la testa fra le mani. Sembrava che ormai tutto fosse fuori controllo. L’anima di Angel era persa, Connor voleva solo uccidere il padre, non avevano informazioni sul come sconfiggere la Bestia e…. e una cacciatrice pericolosa e arrabbiatissima si aggirava per la città degli angeli alle prese con una caccia tutta personale. Buffy non era più da considerare un’alleata….

C’era una cosa, una sola dannatissiam cosa che non fosse riuscito a rovinare?? Aveva incasinato maledettamente tutta quella storia. Non aveva trovato informazioni sulla Bestia, non aveva trovato il modo di scoprire che rapporti essa avesse avuto con Angelus senza liberare quest’ultimo, non aveva capito che lo stregone faceva il doppio gioco, né che il rituale provato da Cordelia era inefficacie, non aveva tenuto sotto controllo le due caccaitrici… Aveva fallito in tutto!!! Fantastico!!! Ma ,in fondo, a chi importava di quello che lui faceva o meno?! Tutti se ne fregavano di lui… perché lui non poteva fare altrettanto?!

E poi, probabilmente, la Bestia è un pericolo anche per noi…”

Wesley si girò a guardarla, bellissima e fredda.

Gli occhi cupi dell’inglese la scrutarono per un lungo momento.

Un pensiero tuo proprio ,Lilah, o dei tuoi capi?”

Lei lo ricambiò con un pigro sorrisetto, stirandosi il corpo flessuoso.

Io sono ancora viva, e dalla parte dei più potenti, perché so seguire la corrente…ma soprattutto perché la mia testolina pensa, progetta, pianifica, mio caro.”

Ogni cosa che fai torna a tuo vantaggio, vero?”!

Lei annuì compiaciuta, mordicchiandosi una delle lunghe unghie e sorridendo.

Ahah e tu ,osservatore, per il bene di chi lavori?”

Lo stava prendendo in giro, stuzzicandolo amabilmente. Piccola, graziosa lince dai lunghi artigli.

Wesley scosse la testa, e distolse lo sguardo, tornando a immergersi nei suoi foschi pensieri. I totem per oscurare il sole, la Bestia, Angelus, Buffy, l’Apocalisse?, era tutto troppo vago e confuso. Sembrava che trovare una soluzione fosse al di là delle sue possibilità. Come era sempre stato del resto. Un errore dopo l’altro, precipitando in una vertiginosa quanto inutile caduta. Non che nessuno si fosse mai sprecato ad aiutarlo, o a ringraziarlo… Mormorò un’imprecazione a fior di labbra.

Forse manca solo un tassello del mosaico….”

Sentì Lilah muoversi sul letto dietro di lui, la sua voce come una carezza di velluto, le sue parole un enigma come sempre. In realtà ,almeno alla sua personale visione della faccenda, mancavano molti tasselli, non uno solo!!

Lei gli si inginocchiò alle spalle, premendo i seni soffici contro la sua schiena e circondandogli il collo con le braccia. Le lunghe dita sottili giocarono sul suo petto mentre i morbidi capelli li solleticavano la pelle. Chinò il volto sul suo collo, mordicchiandogli il lobo di un orecchio. “Ho sentito che ci sono due cacciatrici in città… non è più una tua responsabilità adesso.”

Lui si girò, afferrandola per la vita e tirandosela in grembo, per poi baciarla violentemente.

C’è qualcos’altro nel tuo mondo che non sia egoismo o sete di potere?”

Lei rise, i suoi occhi brillavano nel buio e la sua pelle aveva un profumo inebriante.

E se ci fosse?!”

Le labbra affamate di Wesley scendevano lungo il collo affusolato della donna, arrivando ai seni e poi giù fino all’ombelico. Alzò la testa per guardarla negli occhi. In quelli azzurro scuro ,schietti, dell’uomo, Lilah vide bruciare una guizzante fiamma di passione ma anche di tormento.

Sarebbe meno eccitante.”

La voce di lui era leggermente arrochita. La donna rise di nuovo, lanciando un piccolo grido quando lui la buttò sul letto.

Fecero di nuovo sesso ,a letto questa volta, con frenesia e passione fino a stordirsi entrambi.

Poi bevvero ancora, e rimasero stdraiati vicini, senza toccarsi, a fissare il vuoto, l’alba scura chiusa fuori dalle tende di velluto verde muschio della camera.

Infine Wesley andò a farsi una doccia, e quando tornò nella stanza trovò Lialh in piedi che si pettinava davanti allo specchio. Dei vestiti erano appoggiati sulla sedia accanto a lei. Nonostante la lunga notte bianca sembrava perfettamente fresca e riposata.

in cucina c’è del caffè se ti va.”

Torni dai tuoi capi a progettare l’apocalisse?”

Lei gli rifilò un sorriso tagliente, professionale.

L’apocalisse non rientra nella politica economica della W&H”

Lui scosse la testa con un’espressione simile al disgusto e ,disdegnando l’offerta del caffè che lo attendeva in cucina, andò a prepararsi un gin&tonic.

Lilah si affacciò in salotto, ancora semi nuda.

uh, di prima mattina?” Il suo bel volto era segnato da un sorriso quasi perverso. “Potresti cominciare a piacermi…”

Lui le rivolse un’occhiata cinica ed eloquente, alzando il bicchiere in un immaginario brindisi.

La donna alzò le spalle, e gli voltò la schiena per tornare a prepararsi, ma poi cambiò idea e girò la sua graziosa testolina di nuovo verso di lui. Fece alcuni passi coprendo lo spazio che li separava. Era a piedi nudi e le unghie erano smaltate di rosa antico. Gli puntò un dito affusolato sul petto e inclinò la testa.

Di chi ti fidi inglese?”

Wesley la fissò perplesso, i suoi occhi cerchiati apparivano più scuri del solito. Chinò le labbra su di lei, fino all’altezza di uno orecchio ornato da una perla. Giocherellò un momento con una morbida ciocca di capelli.

Non di te.”

Risposta scontata, andiamo non deludermi Wesley!”

Se ne tornò ancheggiando in camera, lasciandolo lì da solo, ritto al centro della stanza con in mano un gin&tonic quasi intonso.

Quando tornò era inguainata in un attillatissimo tailleur tre quarti nero e fluttuava su altissime decolté di vernice.

Lui la trapassò con lo sguardo mentre raccoglieva alcune carte in una borsa di pelle firmata.

Cosa sai Lilah?”

Lei non lo guardò neppure.

Niente di particolare. Perché?”

Lui le sorrise cinico avvicinandosi ed afferrandola per un polso.

Non dici mai nulla a caso mia piccola serpe. Perché mai dovrei domandarmi di chi devo fidarmi?”

La stretta era ferrea, le stava facendo male. Ma lei non lo diede a vedere.

La prudenza è una gran virtù Wes.”

Sostenne il suo sguardo freddo, dello stesso colore cupo dell’oceano nei giorni di tempesta, fino a quando lui non allentò la presa.

Ti fidi di Cordelia Wes?”

La domanda rimase sospesa nell’aria.

Lilah si divincolò ed uscì dal suo appartamento, lasciando le chiavi di scorta su un tavolino accanto alla porta. Wesley rimase a fissare il vuoto rimasto dietro di lei, mentre quella domanda gli echeggiava in testa.



Faith calciò con forza un barattolo di latta, facendolo rotolare rumorosamente lungo la strada deserta. Il suono metallico le rimbombò dentro, quasi il suo corpo fosse solo una cassa di risonanza completamente vuota. Aveva le giunture indolenzite dal tanto combattere, o forse era solo fuori allenamento.

Di certo la caccia non le era servita come diversivo. Anche se pareva che in quei giorni non si potesse fare altro: cacciare. I vampiri erano in giro giorno e notte, seguiti da demoni di ogni tipo e molte altre creature disgustose. Per loro l’eclissi era una sorta di lungo cocktail-party.

Faith scosse preoccupata la testa, i lunghi capelli che ondeggiavano nell’aria immobile lambendole i fianchi. Se li scostò dal collo sudato e appiccicoso ,come tutto il resto del suo corpo per altro, e li puntò sulla sommità della testa con un pinzone. Nonostante l’assenza del sole il caldo era soffocante, l’atmosfera umida e irrespirabile. Faith si sentiva terribilmente oppressa, e non solo dalla canicola. Non aveva idea di come trovare e sconfiggere la Bestia. Ma soprattutto Angelus era là fuori, libero e lontano da lei. Le era capitato di imbattersi nelle sue occasionali vittime. Ma non aveva dato molto peso a questo. Anche lei aveva ucciso, in passato. E il suo bisogno di trovarlo era impellente, quasi doloroso. Non conosceva un modo per ridargli l’anima, a parte il globo di Thesula, - e Wes sosteneva che non avrebbe funzionato di nuovo, ammesso che qualcuno fosse stato in grado di castare l’incantesimo. - Ma lei doveva riuscirci. Doveva trovare il modo. Lei lo amava. Con la stessa divorante forza con cui un tempo aveva voluto il suo demone. Non solo per capriccio, ma per pura sopravvivenza… lei lo amava. Si bloccò in mezzo alla strada, immobile mentre lasciava che quella consapevolezza si facesse strada in lei.

Lo amava da molto tempo. Era rimasta viva mentre era chiusa in quella squallida cella buia solo pensando a lui. Solo attendendo ,giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, le sue visite. Solo sognando la sua bocca, immaginando il sapore della sua pelle. Angel era per lei. Fatto per lei. Erano uguali loro due, si capivano… avevano sofferto entrambi, erano stati soli entrambi, avevano toccato il fondo entrambi. Anime affini, ecco quello che erano. Avevano condiviso ,nelle loro vite separate, cose che nessun altro avrebbe potuto capire. Che Buffy non poteva capire. Con il suo candore, con la luce della sua giustizia. Il pensiero della bionda cacciatrice la fece trasalire. Portava ancora i segni del loro ultimo scontro. Così diversa da come la ricordava…. Così terribile e fredda. Eppure voleva ancora Angel, cercava ancora Angel. Con o senza anima. Lei che avrebbe potuto avere tutto. Lei che non lo capiva, che non poteva condividere il dolore e il peso che suo cuore…lo cercava con o senza quella preziosissima anima… e ,nonostante tutto, era l’unica che lui avrebbe accettato dietro il muro di impassibilità che nascondeva i suoi sentimenti… l’unica che lui volesse, anche senza rendersene conto. Faith avrebbe voluto poterla odiare, sarebbe stato tutto più facile. Ma non ci riusciva. I suoi sentimenti verso Buffy erano incredibilmente forti e contraddittori. Erano unite da qualcosa che andava al di là di tutto: il loro sangue di cacciatrici. Era un legame potente, indissolubile. Così come l’odio e l’amore che provava per Buffy. In qualche strano modo erano sorelle di sangue, e lo sarebbero rimaste sempre. Certo questo non le impediva di essere gelosa… Buffy era là fuori ,affondata nella notte, alla ricerca di Angelus. Senza più doveri, senza più regole o responsabilità. Come un tempo Faith aveva provato ad essere… senza mai riuscirci fino in fondo, superando i limiti senza arrivare a nulla. La cacciatrice non era sicura delle intenzioni di Buffy. Gli avrebbe ridato l’anima? L’avrebbe combattuto? Ucciso? In ogni caso se lo sarebbe ripreso questa volta. Dio, come faceva male quel pensiero. Avvertì un forte senso di nausea. Chiuse gli occhi, massaggiandosi le tempie. Aveva bisogno d’aria. Batté violentemente un pugno contro il lampione a cui si era appoggiata. Si sentiva in trappola. Voleva fare la cosa giusta, oh lo voleva disperatamente… mettere tutto a posto, svolgere il suo compito, salvare gli innocenti… ma più di ogni altra cosa voleva Angel. Voleva i suoi sorrisi, i suoi sguardi, la sua approvazione, la sua stima, le sue labbra, i suoi baci, il suo corpo contro il proprio, dentro il proprio… voleva il suo amore. Con tanta violenza da non riuscire a respirare, o a pensare. Ma non conosceva il modo di farlo innamorare…e una parte di lei sentiva che ,nel bene o nel male, lui e Buffy si sarebbero sempre appartenuti. Fino a distruggersi, o forse fino a salvarsi.

Il suo grido spezzato risuonò alto nella notte afosa, la voce arrochita di pianto e gli occhi scuri lucidi eppure asciutti. Avrebbe venduto l’anima per Angel, ma probabilmente non sarebbe servito. Perfino Angelus voleva Buffy… e non lei.

Si incamminò rapidamente verso casa, il passo che tornava fluido e sicuro, gli occhi scuri che ardevano come braci. Decise che quella notte qualcuno –chiunque- avrebbe condiviso e scaldato il suo letto e cancellato dal suo corpo ,almeno per qualche ora, almeno per qualche minuto, Angel.


Cordelia ingoiò con un sorso di White Lady due pasticche in un gesto rapido e fluente. Quando ebbe vuotato il bicchiere cominciò a sentirsi meglio.

Andò a riporre le anfetamine e gli oppiacei che usava come antidolorifici nell’armadietto del bagno e tornò in soggiorno.

Nella penombra la sua pelle eburnea sembrava brillare di una lucentezza propria.

Si stese sull’ampio divano distendendo le gambe e maledicendo l’aria condizionata guasta. Nonostante tutte le finestre fossero aperte non tirava un solo filo d’aria. Dovevano essere le due o le tre di notte, era rientrata da poco, lasciando Connor che dormiva nel suo letto all’Hyperion.

La donna si posò una mano sul ventre con un sorriso indecifrabile dipinto sul volto.

Le pasticche cominciavano a fare effetto, si sentiva meglio. La testa aveva smesso di pulsare, e nuove energie si diffondevano rapidamente nel suo corpo.

Versò un altro drick dalla brocca ghiacciata che aveva preparato e si passò lentamente il bicchiere sulla fronte e sul collo sudati.

Il caldo era insopportabile. Anche di notte…

La vestaglia di seta le scivolò piano da una delle lunghe gambe, mentre immaginava come sarebbe stato essere servita e riverita, temuta, rispettata, bella e potente come l’alba e la notte… con servi ai suoi piedi che agitavano ventagli e salmodiavano magnificazioni… con il mondo intero ai suoi piedi.. ed al suo fianco Ang..

I suoi sogni di gloria furono bruscamente interrotti.

La stanza fu invasa da un freddo pungente, da un alito di vento che la avvolse in un’interminabile, sensuale carezza. Lungo tutto il suo corpo statuario viaggiò un lento ,prolungato brivido di piacere.

Lui non è sotto il tuo controllo piccola mia…”

La voce era dolce e terribile allo stesso tempo. Celava una costante minaccia. Risuonava come l’insieme di infinite eco dal profondo.

Il freddo si fece pungente, carezzevole, eccitante. Presenza viva nel buio ancora odoroso di afa in quella stanza.

La sete la scivolava languidamente addosso come percorsa da un tocco invisibile, da un fremito dolce.

La donna si alzò in piedi. La pelle bianchissima l’unico punto di luminosità nella stanza ricolma di tenebre diventate consistenti e impenetrabili. Piegò la testa di lato, sospirando di piacere mentre i capelli ricadevano in una corta massa frusciante su di una spalla.

Sei tornato… non ti aspettavo così presto..”

Io sono sempre con te, dentro di te… in ogni cosa che fai, che pensi, dentro ogni cosa che ti circonda. Io sono ovunque.”

Cordelia si passò lentamente le dita sulla gola affusolata, sul collo lungo e reclinato, come offerto.

Maestro… il sole è oscurato. La tua creatura libera di eseguire i tuoi ordini..”

Ma è braccata.”

Quella voce proveniente dal nulla era un vortice di voluttuosa libidine e al contempo rifletteva l’eco di una morte senza tempo.

E’ solo una piccola cacciatrice presuntuosa. Appena uscita di prigione per di più… e Wesley è troppo –occupato- in altre faccende per aiutarla. Ogni cosa andrà come tu desideri.”

Lui è fuori controllo.”

Cordelia fu scossa da un brivido, tremò come se l’avessero colpita. I suoi begli occhi cercarono inutilmente nel buio.

Perdonami Maestro. Ma lui… io non ho potere su di lui. Non riesco a manovrarlo.”

Sospirò di frustrazione. Ma di nuovo la gelida carezza la avvolse , la invase, strappandole affamati, brevi respiri e lunghi fremiti.

Lui è importante. Molto sarebbe vano senza Angelus. E’ la chiave. Dobbiamo trovare il modo di arrivare a lui. E tu lo vuoi intensamente quanto io lo voglio.”

Un sottile gemito di piacere sfuggì alle labbra della donna mentre si abbandonava all’infinita carezza di quell’oscurità.

Al mio fianco… nel tuo regno Maestro. Il mio tenebroso cavaliere… Ma lui non verrà da me, non prende ordini da nessuno…”

L’aria fu percossa da una breve risata. “Già, lui è indomito. Ed è per questo che lo voglio a capo del mio regno. Voglio che mi odi rispettandomi… Lo ricondurrò da noi, ma non commettere più errori donna. E’ chiaro?”

Sì, Maestro. Farò come tu desideri. E nel mio grembo cresce la sua stirpe..”

La nostra stirpe, donna. La stirpe del male.”

Come il fluttuante flusso di una marea le tenebre si ritirarono lasciando Cordelia sconvolta e ansante come dopo un lungo amplesso.

Adesso le luci della strada penetravano di nuovo dalle finestre aperte e illuminavano tenuemente il suo corpo lucido di sudore e la sua pelle che bruciava di febbre e di desiderio.

La donna si lasciò di nuovo cadere sul divano con languida lentezza , il corpo sfiancato ed appagato e la mentre fremente di mille progetti. Si vedeva come una regina oscura e bellissima, potente, infinitamente ricca… con Angelus al proprio fianco. Perpetuamente abbandonata fra le sue braccia, il corpo duro e muscoloso del vampiro contro il proprio, l’estasi della sua bocca… per l’eternità.


Faceva terribilmente caldo, una canicola che si incollava alla pelle come un viscoso sudario tessuto da migliaia di ragni.

La notte densa e buia quanto il giorno non prestava nessun refrigerio.

Si passò distrattamente un cubetto di ghiaccio sul collo, scendendo sulle spalle e sul petto, mentre sottili gocce di acqua scivolavano oltre la scollatura del top e bagnavano la stoffa sottile.

Tutti gli occhi degli uomini nel locale le erano puntati addosso, fasciata nel top senza spalline e negli aderenti jeans strappati.

Nonostante la sue pelle fosse imperlata di sudore sembrava fredda come il ghiaccio che teneva fra le dita.

Impassibile, lontana.

I suoi occhi sfumati di verde trapassavano ogni singolo avventore, e i bagliori velenosi che li accendevano avevano convinto tutti a rimanere a prudente distanza.

Bellissima e pericolosa, come un serpente, come il fuoco.

Finì di bere il suo cocktail di vodka, lime, zucchero di canna e ghiaccio tritato e fece scivolare il bicchiere lungo il bancone fino al barista. Si passò piano la punta della lingua sulle labbra, girando sullo sgabello ed alzandosi in piedi.

Con passi misurati attraversò il locale, fino a raggiungere il tavolo a cui stava seduto il proprietario in compagnia di due ragazze.

Il suo sguardo d’acciaio trapassò l’uomo per un lunghissimo minuto.

Ieri notte è stata uccisa una cameriera qui.”

La sua preda si irrigidì subito.

Ne ho già parlato con la polizia…”

Io non sono la polizia.”

No, è chiaro.”

Lui la percorse con una lunga occhiata di valutazione.

Buffy non fece una piega. Le sue labbra si contrassero in un minuscolo sorriso obliquo ed un attimo dopo si era piegata oltre il tavolo ed aveva afferrato il braccio dell’uomo stortandolo e inchiodando lui al piano liscio e umido di alcool rovesciato.

Ahah. Non ti conviene urlare: potrei arrabbiarmi.”

Lui la guardò ancora, con uno sguardo pieno di terrore adesso, il volto pigiato contro il tavolo e gli occhi che sembravano uscire dalle orbite.

Io..io non so niente… ti prego..”

Aumentò la stretta, ruotando il polso di centottanta gradi. Il rumore delle ossa spezzate fu netto e secco. Le due vistose ragazze si dileguarono immediatamente.

Risposta sbagliata.”

Va bene.. va bene… aaaaah… vuoi del sangue fresco? Sei una vampira? Puoi prendere una di quelle ragazze..”

Buffy cominciò a torcere anche il braccio, facendo leva sulla spalla.

Oh no” la sua voce era un velluto di spine “Non lo sono. Io sono molto peggio.” Aveva uno strano glaciale sorriso sul volto.

Sentì la propria vittima tremare violentemente nella ferrea presa.

Il vampiro che si è nutrito della cameriera era qui per uno scopo preciso. Voglio sapere quale, e dove era diretto.”

Io… io non so molto di lui… prima uccideva i vampiri, ma adesso…”

Buffy lo afferrò per il collo, sollevandolo da terra, il palmo che comprimeva la trachea dell’uomo.

Non voglio che mi racconti la sua storia idiota!”

Ti prego non farmi del male… se lui venisse a sapere che ho ascoltato le sue conversazioni tornerebbe e mi ucciderebbe..:”

oh, davvero? Lui ti ucciderebbe?”

La cacciatrice serrò a pugno la mano libera e lo colpì in pieno viso, rompendogli il naso.Un po’ di sangue le schizzò sulla pelle abbronzata della spalla.

In questo momento faresti molto meglio a preoccuparti di quello che IO potrei farti!”

L’uomo sputò con terrore un po’ del proprio sangue che gli allappava la bocca, quegli occhi verdi e inflessibili sembravano potergli corrodere la pelle.

So solo che cercava una –bestia- e voleva rubare una spada sacra custodita in un piccolo museo ungherese da dei sacerdoti..”

Buffy aumentò la pressione sulla trachea del poveretto che trasalì alla disperata ricerca di aria: sotto la pressione di quella mano sottile i flessibili anelli di cartilagine si schiacciavano sempre più rendendo quasi impossibile il passaggio di ossigeno.

Dove si nasconde questa –bestia-?”

Io non… ouh…dei magazzini abbandonati a sud della zona industriale… ma non ne sono certo…”

La donna annuì apparentemente compiaciuta.

Spero per te che sia vero.”

Lo lasciò andare, gettandolo a terra e sferrandogli un calcio in pancia prima di girarsi e andarsene.


Se possibile fuori faceva ancora più caldo che in quel buco di locale affollato e fumoso.

Ma la notte le infondeva sicurezza e forza.

La notte era tutto quello che le restava. Vuota e oscura, come il suo cuore.

Inalò a fondo gli odori della città. E sentì dentro un richiamo antico. In quella stessa notte un’altra cacciatrice era in caccia.

Uccideva: un vampiro dopo l’altro per smettere di sentire. Illudendosi che potesse essere vero.

Buffy reclinò la testa all’indietro e rise forte.

Di se stessa, di Faith, del loro presunto sacro dovere, del destino, delle forze del bene e di quelle del male.

Rise, prendendosi gioco della vita stessa.

Un suono amaro ed isterico, sfinito, fin troppo simile a quello di singhiozzi incontrollabili.

Si sentiva vuota. Totalmente annientata. Non rimaneva più nulla: speranza, gioia, entusiasmo, futuro.

Il suo corpo era solo un guscio fragile e vuoto. La rabbia, o forse la disperazione, lo tenevano in piedi. Ma nulla aveva più senso o valore. Neppure la sua vita. La sua vita meno di ogni cosa. Quella vita che era stata schiacciata, calpestata, infangata, lacerata, distrutta. Come il suo cuore. Come la sua anima. In pezzi.

Avrebbe solo voluto smettere di sentire, ma il dolore restava. Immutato, incombente, crudele.

Avrebbe voluto trovare la forza o il coraggio di piangere, ma non aveva più lacrime da molto tempo. Non aveva più anima per piangere.

Aveva perso tutto perché tutto le era stato strappato in nome di un ridicolo bene più grande. E lei era morta dentro, piano piano… senza che nessuno se ne accorgesse, senza che nessuno volesse vederlo.

Perché era stato più comodo così… lasciarla sola con le sue lacrime mai versate.

A volte la rabbia la riempiva a tal punto da cancellare il resto, il vuoto, ma quando la abbandonava anche solo per un istante restava sfinita, esiliata dal mondo e dalla vita. Solo un corpo dolorante, troppo ferito. E lui. Che era stato il principio e la fine di tutto. Lui, al di là del bene e del male.

Non sapeva neppure più perché lo stava inseguendo, sapeva solo che doveva trovarlo.

Forse per trovare la fine di tutto quel dolore nei suoi profondi occhi nocciola, e la morte. Forse solo per chiudere il cerchio.

Uomo o vampiro, non aveva nessuna importanza.

Sapeva solo di doverlo ritrovare, così come sapeva di dover respirare: anche se faceva male, anche se l’aria raschiava la gola e bruciava i polmoni.

Lui era tutto quello che restava. Quello che restava di lei, del suo essere, del suo mondo, della sua anima se ancora qualcosa restava.

Scosse la testa e cominciò a correre.

Forsennatamente, tendendo al massimo ogni muscolo.

Sfuggire a se stessa, ai propri pensieri, perfino alla rabbia.

Correva e basta, stella cadente nella notte traslucida.

Arrivò fino al mare, l’odore salmastro della battigia le penetrò con forza nelle narici, facendosi strada nella sua mente, allagando i pensieri con il monotono mormorio della risacca.

Buffy rimase per un po’ ad osservare l’infinita distesa oscura, inquieta, sussurrante, sussultante, talvolta opalescente.

Voleva perdersi per sempre… ma i pensieri scivolarono via dal suo corpo colando lenti come cera sciolta da una candela. Rimase solo l’oceano ruggente.

Aveva il fiato corto, inalava affannosamente lunghe boccate d’aria umida, famelica d’ossigeno.

Il corpo immobile, a parte il petto sobbalzante, non era illuminato. Come se la notte la avvolgesse.

I lunghi capelli le ricadevano in rivoli sulla schiena nuda, il sudore che colava sulla pelle bollente.

Si sfilò i sandali per sentire la sabbia sotto i piedi. Conservava ancora il calore del giorno passato, ed era piacevolmente sottile, setosa.

Abbandonò silenziosamente i vestiti a terra e cominciò ad immergersi nell’acqua. Rassicurante e misterioso grembo.

Oceano mare… sfuggente elisir d’infinitezza capace di cullare le anime e lenire le ferite.

Il sale dell’acqua si mescolò al sale della sua pelle e lei smise di pensare.

Si limitò a lasciarsi trascinare dalla corrente placida e implacabile verso il largo e poi a nuotare.

Si muoveva con scioltezza e determinazione, pur non avendo direzione, solo sempre più lontana dalla riva.

Nuotava a stile libero con vigorose, regolari bracciate. Ogni volta che sollevava la testa per respirare i capelli le si incollavano al volto.

Creatura di confine. Né luce né ombra.

Ancora una bracciata, ancora un po’ più lontano.

Le onde erano prepotenti, forti, le onde ostinate. Lei nuotava contro. Il corpo ansimante e dolente, quasi intorpidito per lo sforzo. Ma Buffy non si fermava.

Ancora una bracciata, spruzzi d’acqua come manciate di cristalli nel buio.

I polmoni le bruciavano per la fatica e la mancanza di ossigeno. Ma lei non se ne curava.

Sempre più al largo, sempre più lontano dal mondo.

Una bracciata, un’altra ancora… e poi avrebbe potuto lasciarsi andare… l’acqua l’avrebbe avvolta e il nulla avrebbe portato pace… ma poi nuotava la spalla in un’altra bracciata e il movimento proseguiva fluido.

Per lei non c’era oblio neppure nella morte.. solo lui poteva chiudere il cerchio, dare un senso all’assurdo, alla follia, al dolore.

Avrebbe avuto tempo per pensarci… in quel momento voleva solo continuare a nuotare, verso un orizzonte invisibile… oltre il limite.

Continuò, una bracciata, un’altra ancora: sempre più lontano, sempre più lontano da sé stessa, persa dentro.

Nuotò nell’oscurità fino all’esaurimento, fino a perdere ogni cognizione, fino a quando non ebbe più un singolo brandello di forza per andare avanti. Allora si lasciò andare, completamente abbandonata sul dorso, e l’acqua non la inghiottì, la sostenne.

Seguì i percorsi delle costellazioni in cielo e delle correnti oceaniche, dimentica di tutto. Perfettamente svuotata. Senza tempo, senz’anima.

Rimase così per molto tempo ancora, i polmoni riprendevano a riempirsi normalmente e il sangue ad ossigenarsi.

Aveva gli occhi che bruciavano per il sale, e lo stesso sapore acre le seccava la bocca.

Sopra di lei il cielo era una distesa liscia come velluto e perfetta. Una stella un po’ più luminosa delle altre attrasse la sua attenzione, riscotendola. La stella polare. In realtà non poteva esserne certa, non ci aveva mai capito niente di astronomia. Ma qualcosa dentro le diceva che era proprio lei. La stella dei naviganti e dei viaggiatori, la più splendente, fissa e sola ad indicare il nord.

Lei aveva perso la strada da molto tempo ormai. La sua stella polare era stata una creatura della notte, esiliata dalla luce.

Lui era stato il suo nord ed il suo sud, il suo levante e il suo ponente, il vento nelle sue vele, la sua anima. Ed ora era completamente persa, senza rotta.

Riprese a nuotare con rabbia, fendendo l’acqua con rinnovato vigore. Il suo istinto la guidò ancora verso la riva… e verso la vita.

Mentre abbandonava l’oceano di rese conto che probabilmente era quasi l’alba, anche se non sarebbe sorto nessun sole. Nessuna luce, nessuna strada da seguire.

Ma lui era là fuori… ed era ora che la caccia ricominciasse ed i conti fossero chiusi.

Camminò sulla battigia, i piedi fra le onde che si infrangevano, cercando il punto in cui aveva abbandonato i vestiti.

Era un’apparizione surreale a vedersi: il corpo snello e flessuoso coperto di gocce luccicanti come piccoli diamanti, i lunghi capelli biondo chiaro che si muovevano attorno a lei dolcemente, colmando sottili rivoli di acqua salmastra che serpeggiavano sinuosamente sulla sua pelle prima di giungere a terra. Anche da lontano i suoi occhi ardevano di un fuoco di smeraldo.

Era decisamente una visione affascinante, e fin troppo seducente.

L’uomo rimase seduto sulla sabbia ad osservare, sufficientemente lontano per non essere notato.

Buffy si chinò a terra per raccogliere i vestiti che aveva lasciato lì in un mucchietto disordinato. Infilò gli attillatissimi jeans ed allacciò il top sulla schiena.

Ancora a piedi nudi , e senza voltarsi, decise che era arrivato il momento di concentrare la sua attenzione sul misterioso osservatore.

Che cosa vuoi?” la sua voce era fredda e tagliente come sempre ormai. Era pronta ad attaccarlo alla prima mossa falsa.

Lo sentì alzarsi e spolverarsi i calzoni.

Non credevo che fossi così bella. Togli il fiato.”

Aveva una voce piena ed accattivante.

Buffy si voltò per guardarlo, era ancora in guardia, ma quella frase l’aveva un po’ spiazzata.

Lo sguardo penetrante dell’uomo la fece irritare ancora di più delle sue parole. In quegli occhi danzava un misto di divertimento, ammirazione e sfrontatezza.

Era piuttosto alto, corpo atletico e prestante. Sarebbe potuto essere un avversario pericoloso se non fosse stato un umano. O così almeno le dicevano i suoi sensi. Anche se… si concesse un minuto per studiarlo meglio.

Era decisamente attraente. Lineamenti marcati ma eleganti, zigomi sfuggenti, carnagione abbronzata, bocca carnosa e ben disegnata, occhi verde scuro frangiati da ciglia nerissime, capelli schiariti dal sole. A parte questo non notò in lui niente di strano o particolare.

Te lo ripeto, che cosa vuoi? Non ti conviene farmi perdere la pazienza, siine certo.”

Lui piegò la testa di lato, sfoderando un sorriso ammaliante come se non avesse notato la minaccia implicita nelle sue parole, o non si fosse accorto del suo corpo pronto a scattare. In realtà del suo corpo si era accorto eccome, ma non in quel senso.

Non aveva paura di lei.

Aiutarti immagino”

Lei rispose con una breve risata acre. “Non ho bisogno del tuo aiuto, né di quello di nessun altro. Vattene adesso se non vuoi fare una brutta fine.”

Mi avevano detto che eri la più forte… e la più testarda di tutte. Credo sia per questo che sei ancora viva. “

Buffy si avvicinò di un passo, i suoi occhi verde mare che lo trapassavano con violenza, quasi volesse spaccargli la testa per leggerci dentro.

Chi sei tu? E cosa vuoi da me?”

Mi chiamo Mitch. Piacere di conoscerti Buffy.”

Le tesa la mano. Buffy la rifiutò, facendolo cadere all’indietro. In un attimo gli fu sopra, bloccandolo a terra con un piede.

Chi ti ha mandato….”

Certo che la cortesia non è il tuo forte!!”

Lei aumentò la pressione della gamba.

*Chi ti ha mandato*”

Oh, umh… ecco, persone piuttosto in alto.”

Lei lo scrutò ancora un momento, poi lo lasciò e si girò per raccogliere i sandali ed andarsene.

Sei un bardo!” nella sua voce c’era un tono di disprezzo “Sparisci prima che decida di farti pagare il conto dell’ultimo che è venuto. Io non lavoro più per i tuoi –capi-“

L’uomo si rialzò agilmente, passandosi una mano fra i capelli per togliere la sabbia.

Un cantastorie? No, niente di simile, e poi io sono umano… bè quasi del tutto!”

Lei gli lanciò un’occhiata da sopra la spalla.

Tanto meglio per te. Allora trovati un vero lavoro invece che andare in giro ad impicciarti degli affari altrui per conto d’altri, e tieniti fuori dai guai.”

Buffy cominciò a camminare, infilandosi i sandali infradito lungo il percorso. Mitch la rincorse, arrancando un poco nella sabbia.

Io sono un cercatore…!”

Oh, bello!! Ma le pepite le trovi nel buon vecchio West, magari in un film con Jhon Weyne e Calamity Jane!”

Molto divertente, riderò più tardi! Io sono un cercatore di anime!! E tu hai bisogno di me!”

La cacciatrice si bloccò e tornò a girarsi verso di lui. Esitò un momento, poi il suo sguardo tornò a farsi duro, l’espressione granitica.

Anche con quel cipiglio autoritario era terribilmente bella.

E tu come sai di cosa ho bisogno?!”

Tu stai cercando il vampiro con l’anima. Ma non potrai salvarlo senza di me.”

La donna scosse la testa. Nei suoi occhi era calato uno spesso velo d’ombra, come se fosse vecchia di secoli e l’uomo davanti a lei solo un ragazzino pieno di illusioni che non poteva capirla.

Lui non ha più la sua anima, e nemmeno io. Non ho bisogno di un cercatore per trovarlo, io lo sento dentro, con la violenza di un pugno nello stomaco. E poi, non potresti salvarlo.”

Gli occhi scuri ,di un intenso verde muschio, di Mitch la fissarono per un lungo momento. Erano profondi, e penetranti, e nascondevano nel silenzio molti misteri.

Come fai ad esserne sicura?”

Puoi salvarlo da se stesso? Da me? Da quello che ci lega e c ha bruciati, distrutti? Nel momento in cui i nostri occhi si sono incontrati siamo stati persi, e nessuno ha più potuto salvarci. Vattene, lasciami in pace.”

La guardò fare alcuni passi e poi la richiamò ancora.

Perché lo cerchi? Per amore? Per vendetta? Per rabbia?”

Gli occhi di Buffy gli entrarono dentro, lacerandogli il cuore.

Perché non c’è altra scelta. Lui è il mio destino. Lui è tutto che mi rimane di me stessa. Nel bene e nel male.”

Sai cosa ti aspetta? Troverai solo un vampiro assetato di sangue… per riavere lui ti sevo io.”

Credette che la cacciatrice l’avrebbe colpito, tanto grandi furono il dolore e la rabbia che vide traboccare dal suo sguardo.

Oh, lo so invece. Come tu non puoi neppure immaginare. Ma è la mia ricerca, la mia caccia, la mia vita. Restane fuori.”

La cacciatrice si voltò e corse via. Ma ilc cercatore la inseguì ostinatamente. Lei sentì la sua voce che le urlava contro.

E’ la sua redenzione che ti sto offrendo. Chi sei tu per decidere per lui?”

La raggiunse, era di nuovo ferma. Palpitante statua di marmo, gli occhi persi lontano, dove nessuno poteva raggiungerla.

Mi hanno mandato per proporti un patto. Uno scambio. L’anima di Angel in cambio della morte di Angelus.”

Ma lei stava di nuovo scotendo la testa.

Io non lavoro più per nessuno, per le forze del bene. Non esiste più nessuna cacciatrice. Le loro condizioni sono sempre ingannevoli. Ma questa volta andrò fino in fondo, e farò a modo mio. E poi io li amo tutti e due, perché sono parte dello stesso uomo… Torna da loro e riferisciglielo. Non voglio vederti.”

Chi sei tu per decidere?”

Tutto quello che gli resta.”

La giovane donna sparì inghiottita da quella caldissima notte, lasciandosi dietro solo un profumo penetrante e il rumore del mare. Dolce risacca infinita.

Mitch rimase ancora sulla spiaggia ad assaporare il ricordo della sua presenza.

Ripensò al patto che gli avevano chiesto di proporle i “poteri che sono” –occasionalmente lavorava per loro-. E si rese conto che era assurdo. La morte di un potenziale nemico in cambio della salvezza della sua anima… Scosse la testa.. Al posto della cacciatrice, nemmeno lui avrebbe accettato.

Tornò indietro a prendere l’antica spada che aveva lasciato dove si era seduto prima, sulla sabbia. La lunga lama riposta in un fodero nero da cui spiccava il manico affusolato di ebanite, ornato da barre trasversali di platino.

Rimase a fissare la notte per alcuni lunghissimi minuti, l’odore del mare che si mischiava al ricordo degli occhi verdissimi della cacciatrice che sapevano farsi scuri e torbidi di rabbia in un solo istante, ma che l’avevano abbagliato.

Decise che l’avrebbe seguita, era come se avesse gettato su di lui uno strano incantesimo…dolcissimo maleficio. L’aveva affascinato come nessun essere mortale faceva da molto tempo. Voleva capire di più di quella sua sfaccettata personalità, di quell’anima piena di luci ma anche ricolma di profonde ombra, sfregiata da numerose ferite…


Notte di cristallo. Come lei.

Lei che ormai era uno specchio infranto in cui non le era più possibile riflettersi se non lacerata in mille frammenti di se stessa che non potevano formare un’immagine unitaria, perché non avrebbero mai collimato tra loro. Ogni pezzetto era pieno di asperità, tagliente, affilato…

Il dolore tornò a farsi strada dentro di lei, dentro al suo cuore indurito.

Senza tregua, senza pace. Insonne in un’alba senza luce.

Sfinita, eppure solo all’inizio di quello che aveva cominciato.

Fatta di una fragilità umana e sofferta che nemmeno la sua forza soprannaturale poteva cancellare.

Sola Buffy. Con un destino che non era stato scritto.

*Non voglio amare più così *

Quante volte se l’era ripetuto?

Quante volte aveva combattuto… e si era ingannata?

*Non voglio amare più così *

Eppure lo stava cercando. Lo stava inseguendo.

Ancora lui.

Sempre lui.

Che le aveva spaccato il cuore, che le aveva strappato l’anima.

Che l’aveva fatta sentire viva. Come non mai. Come mai più senza di lui.

Lo stava inseguendo in una notte senza fine, drogata di rabbia e di sofferenza. Perché?

Perché…?

Si era ripetuta mille volte che loro due non erano più niente… che non gli avrebbe più permesso di farla stare male, di ferirla, di annientarla.

Ma adesso era lì, a cercarlo.

Perché lui era sempre stato l’unica vera ragione.

Cosa voleva adesso lei? Vendetta? Amore? Morte? No… solo lui e poi le risposte sarebbero venute da sole.

Stava giocando col fuoco, ma lei stessa era fuoco. Fuoco e tormento.

Oltre a lui… non restava più nulla. Il resto l’aveva ridotto in polvere, l’aveva distrutto, perfino se stessa.

Cercarlo… per non morire.

Pur sapendo che comunque non ci sarebbe mai stata pace. Per loro mai. Perché stava inseguendo un’ombra nella notte. Stava inseguendo Angelus. Lava di oscurità che le ardeva la pelle, le viscere.

Angelus…Angel…uomo, vampiro, demone… Dove stava la vera differenza? Dove quello che lei voleva?

E ,in fondo, aveva mai avuto importanza…uomo, o vampiro, o demone?

Ripensò ai baci di Angel, ripensò alle labbra esigenti di Angelus sulle sue.

Nessuna differenza… nessun compromesso… lei voleva entrambi.

Avrebbe riso di sé se solo ne avesse avuta la forza.

Avrebbe deriso il destino e spaccato il mondo se solo ne avesse avuta la forza.

Alzò la testa cercando il sole oscurato in quello strano cielo di pece.

Eclissi totale.

Strano come quella situazione rispecchiasse il suo attuale stato.

Lei stessa era un’eclissi: amplesso di luce e tenebra.

Dove sei?”

I suoi occhi verdi si persero a scrutare lontano, intenti ad ascoltare il richiamo che era dentro di lei.

Un sorriso cinico le sfregiò il bel volto stravolto.

Anche tu mi stai cercando…e doverlo ammettere ti fa impazzire. Prova a bruciarmi Angelus, se anche tu non stai già bruciando dello stesso fuco che avvince me. Prova a scacciarmi, a dimenticarmi, se non è il mio sapore che senti in bocca, quello delle mie labbra e quello del mio sangue.”

Per un istante sembrò che l’aria scura attorno a lei ardesse delle stesse fiamme profonde che si consumavano nel suo sguardo.

E lei fu bellissima e terribile al tempo stesso.

Poi tutto tornò normale.

E Buffy si accorse di essere osservata. Si voltò di scatto ed incontrò i profondi occhi irridenti ed indagatori del cercatore. La stava fissando concentrato, il capo leggermente piegato da un lato. Il verde scuro ed intenso dei suoi occhi era striato da sottili incrinature dorate.

Quegli occhi le parvero a un tratto molto antichi. C’era dolore in essi, ed esperienza, tempo perduto e strade riconquistate.

Perdendosi fra le sue ciglia la rabbia e la stizza che aveva provato nei suoi confronti furono dimenticate fin troppo in fretta.

Sei ancora qui.”

Lui non rispose subito, si limitò a sostenere l’esame di quegli occhi colore del mare. I capelli della cacciatrice, quasi asciutti e ribelli, avevano intrappolato raggi di luna e di sole. Di nuovo, pensò che era bellissima.

Mitch accennò un sorriso -molto affascinante-.

Non ti fermerai, vero?”

Buffy scosse la testa in segno di diniego, il petto che le ribolliva di mille sensazioni ed emozioni e dolori solo in parte dimenticati, accantonati. Tutta la freddezza che l’aveva avvolta fino a quel momento sciolta di colpo. Tutto il dolore nei suoi occhi. Scosse solo la testa. “No.” Aveva le mani lungo i fianchi, i pugni strettamente serrati e le nocche bianche per lo sforzo.

Non ti capisco, è una battaglia già persa.Che cosa vuoi cacciatrice? Che ti uccida dolcemente? Che sia per te il coltello? Lui è perso e tu lo sai.”

Di nuovo lei scosse la testa, rabbia e dolore che la sommergevano in un mare soffocante.

Ne vale la pena? Vale la pena di tutto questo dolore, cacciatrice?”

Buffy si voltò, voleva andarsene.

Voleva essere lasciata in pace.

Lei non era più la cacciatrice… non era più nulla.

Ma lui non la lasciò andare. Non poteva. Non ci riusciva. Era totalmente avvinto da lei, come se quella donna ardesse di luce. E se se ne fosse andata, si sarebbe portata via tutta la luce.

Amare così… così totalmente… oltre ogni limite… al di là di se stessi, della vita stessa… io lo leggo nei tuoi occhi Buffy. E nell’anima che non vuoi più accettare, che rinneghi. Ma non lo capisco. Perché? Perché lui? Perché non andare avanti?”

La vide tendersi come una corda di violino.

Buffy si girò di scatto verso di lui, gli occhi verdissimi lucidi di lacrime che rigavano il suo volto perfetto.

Gli parve di fissare da vicino una stella. Quell’anima era così.. così indescrivibile…E prima che potesse capire sentì quella bocca soffice contro la sua, e quel corpo perfetto stretto al suo in un bacio folle e famelico. Le sue labbra erano una vertigine, la sua lingua fuoco che lo bruciava.

Buffy lo baciò fino all’ultimo soffio di fiato.

I loro corpi tremavano violentemente, il respiro fuori controllo.

La cacciatrice si staccò da lui e lo fissò dritto negli occhi. Quelli verde mare di lei erano di nuovo duri. Determinati, freddi, asciutti. Anche se quel bacio aveva avuto un sapore salato.

Ecco perché. Perché lui è ciò che sono, e mi fa sentire viva, vera, capita. Perché non mi posso opporre. E’ un uragano che mi trascina. E se non puoi capire dopo questo….. non capirai mai.”

Mitch la guardò allontanarsi, immobile e senza parole. Senza fiato. Gli era entrata nella pelle.

Già lontana lei tornò a voltarsi per un istante , e sulle sue labbra non c’era nessun sorriso.

Ne varrà sempre la pena per me, Mitch.”

Ancora una volta sparì nel buio come se non fosse stata vera.

Una fata, uno spirito, un sogno, un’illusione…. La luce di una stella cadente, desiderio inespresso.

Il cercatore rimase immerso nel buio di quel giorno senza sole, il suo sapore annullava tutto il resto. Gli era entrata nella pelle.


Capitolo IV “Legami di Fuoco”


Chiunque… per dimenticarlo…

Chiunque.. per scaldarle la pelle e il cuore… per cancellarlo dentro.

Chiunque . Chiunque…poteva anche essere un vampiro.

Come lui.

Ma con occhi di ghiaccio colato e la pelle più bianca della morte.

Un vampiro con occhi azzurro cielo, così azzurri che la scarnificavano, e bruciavano.

Occhi che traboccavano disperazione…occhi che amavano, amavano totalmente…ma non lei.

Non lei. Lei mai. Solo sesso.

Come ogni volta. Come sempre…. Per non morire.

Solo sesso. Passione senza respiro, senza tregua, senza perché.

Passione. E lui che le toglieva il fiato ma non la vedeva neppure, non vedeva lei, lui che trasformava il suo corpo in cera liquida , in plasmabile fuoco. Lui che era freddo come il dolore…mentre le sue mani sulla pelle erano lingue ardenti che la lambivano, consumandola.

Voleva ubriacarsi del suo sapore, del suo odore, di quel piacere lacerante…voleva annegare fra quelle braccia Faith.

Lei non vedeva lui e lui non vedeva lei… in quel letto c’erano solo i loro corpi che combattevano una guerra seducente, senza regole, senza dolcezza…ma ognuno era perso nel proprio dolore ,abisso senza fondo, e nel proprio amore, veleno inestirpabile.

Faith avrebbe voluto gridarlo quel dolore mentre affondava le unghie nella schiena del vampiro, e con il fiato ripudiare anche l’amore che la divorava… ma le sue labbra socchiuse restarono mute ,soffocate, sotto quelle del suo amante, mentre quel volto perfetto mutava di continuo in quello del demone e poi ancora in quello dell’uomo, e i suoi baci ,che assomigliavano di più a lunghi e interminabili assalti, le rubavano l’anima.

Spike esplorò ancora i recessi caldi e oscuri della bocca della bruna cacciatrice, senza tenerezza, lottando lentamente con la sua lingua vellutata, respirando il suo respiro fragrante, quasi volesse nutrirsi di esso.

Per l’ennesima volta in quella maledetta notte si sentì frustare dalla consapevolezza che quel calore che non era il suo, che quel sapore non era il suo, che quella pelle non era la sua….che la donna sotto di lui non era lei. Lei: paletto rovente nel cuore, in quell’anima troppo dolorosamente riconquistata. Lei: principio e fine di tutto. Bellissima, crudele parca della sua esistenza. Incancellabile Buffy. Veleno e droga, Buffy.

Ma non era lei in quel letto a muoversi insieme a lui…forse non era mai stata lei. Solo un fantasma di rabbia e di dolore…

Penetrò ancora più profondamente nella sua compagna e i loro respiri si fusero, i loro movimenti si armonizzarono.

Piacere violento e rabbioso…ma nessun oblio, nessuna pace. Solo rabbia, e dolore. E passione, e vuoto. Nulla poteva annullare i ricordi, nessun calore poteva scaldarlo.

Il vampiro non ricordava neppure di preciso come fosse finito a letto con la bruna cacciatrice. Era solo certo di essere venuto a cercare Buffy. Unico punto fisso, unico pensiero a fuoco nella confusione della sua mente.

Era venuto a cercare il suo tormento dalle sembianti di un angelo biondo…Ma aveva trovato lei. Bella, seducente, arrabbiata, provocante…negli occhi scuri e invitanti un dolore molto simile al suo.

Qualsiasi cosa pur di mettere a tacere il cuore. Qualsiasi cosa per cancellarsi da dentro quegli onnipresenti occhi di mare.. Qualsiasi cosa. Pur sapendo che non sarebbe servito.

Solo sesso, come era sempre stato prima di lei… prima di un’anima e un chip.

Come era sempre stato…eppure mai con tanta disperazione, e bisogno…

A tratti il profumo di quei lunghi capelli scuri fra cui balenavano sprazzi di pelle candida, lo stordiva. Facendolo arrivare vicino alla soglia della dimenticanza…ma mai oltre.

Se non fosse stato tutto così …così oscuro, così bruciante, così doloroso, così maledettamente vero, avrebbe riso di se stesso, ed anche di lei. Erano stati entrambi cinici, egoisti, calcolatori, freddi, spietati… mentre ora… ora erano irrimediabilmente persi. Ora restavano solo dolore e ricordi, e sentimenti mai cercati. Ora restavano solo i loro corpi avvinti e il gelo che non voleva sciogliersi e le sue labbra carnose sul collo e il sapore della sua pelle che non era quella di Buffy…

Un’altra cacciatrice, altri guai…ma poi Spike smise di pensare e lasciò fluire l’istinto e il dolore, e la sua anima e… poi fu solo un’infinita notte, una notte senza il giorno.

Fra loro non ci furono parole, solo silenzio di sguardi che trafiggono, che non vedono.

Solo occhi che bruciano lontano e ricordi che sfumano scivolando in strisce di sale sul ghiaccio.



Quella notte era così calda.

Come una crostata appena sfornata. Come la sabbia a mezzogiorno sotto il sole di Ferragosto. Come il vento nel Kalahari.

Come molte notti da un paio si settimane a quella parte. Una delle estati più calde a memoria d’uomo.

La vecchia Willow avrebbe saputo esattamente quanto era calda in Fahrenheit, in Kèlvin e in Celsius, la vecchia Willow avrebbe saputo l’anno in cui si era manifestata un’altra stagione così calda…avrebbe saputo se era un presagio o solo una questione meteorologica.

Ma la donna che camminava nel buio consistente come vapore non sapeva nulla di tutto questo.

Aveva la pelle chiara come latte di luna, spruzzata da una per lei insolita manciata di minuscole lentiggini sul naso e sulle guance.

I suoi capelli ondeggiavano nella notte come una fiamma troppo intensa.

Era vestita di verde, con una gonna di veli a più strati che le sfiorava le caviglie sottili e una blusa quasi trasparente in una tonalità di colore più scura, con maniche ampie e lacci che la legavano sulla schiena.

Era una strana apparizione in una notte come quella. Notte di demoni e sangue e dolore. Sembrava una farfalla. Indifesa come una falena. Sfuggente come un fuoco fatuo.

Ma non era indifesa, e non aveva paura.

Niente poteva toccarla. Niente poteva arrivare dentro di lei…fino nel profondo.

I suoi occhi erano lucidi, sfavillanti. Come se fossero stati fatti di vetro. Come se mille lacrime vi si fossero cristallizzate in una sottile lamina di specchio. Occhi profondi, occhi affascinati, occhi incantatori, occhi pericolosi.

Willow si fermò, aspettando che la piccola sfera di luce fluttuante davanti e lei si orientasse di nuovo e trovasse la strada. Esitò un attimo guardandola riprendere a volteggiare decisamente attraverso l’aria.

Era pericoloso. E lei lo sapeva. La magia era pericolosa. Il fuoco l’avrebbe bruciata se si fosse di nuovo avvicinata troppo, non c’erano vie di scampo.

Forse non era solo pericoloso, ma perfino folle, sconsiderato, assurdo… Ma in fondo non aveva niente più da perdere. Non più di quello che aveva già perso.

Nulla da perdere. Nemmeno la propria vita.

Tutto era già andato in frantumi.

La luce guida raggiunse un edificio un po’ in decadimento, male illuminato, che ospitava un albergo di terz’ordine.

La strega alzò una mano come a carpire la piccola lucciola che l’aveva condotta lì e le ordinò di sparire movendo le labbra in una lenta cantilena di parole antiche e dimenticate.

Trasse un breve, profondo respiro, come se dovesse immergersi in apnea, ed entrò. Attraversò il piccolo atrio senza che nessuno le prestasse attenzione ed andò a sistemarsi a un tavolino in angolo del mal in arnese bar dell’hotel.

Un cameriere stanco e sudato nella sua divisa dozzinale le portò l’acqua calda che aveva ordinato e un alto, capiente bicchiere di vetro. Quello non era il genere di posto in cui qualcuno si sarebbe chiesto il perché di una simile ordinazione con quel caldo soffocante.

Willow sminuzzò con le dita alcune erbe che teneva in un sacchetto di velluto nella borsetta e le mise in infusione.

Il profumo di gelsomino selvatico che il vapore le portò alle narici, suscitò in lei un’ondata improvvisa di ricordi. Il dolore era un nodo acre in gola, subito pronto ad essere riassaporato. La ragazza restò immobile a fissare la tovaglietta rosso scuro, punteggiata da piccole bruciature di sigaretta, fino a quando non riuscì nuovamente a relegare il passato e le emozioni in un angolo oscuro della sua mente. Non era il momento di lasciarsi andare.

Circondò con la mano il bicchiere ed impartì un ordine secco in una lingua sconosciuta. Il liquido contenuto nel recipiente divenne gelato, freddissimo, ed il vetro si coprì di una sottile patina di condensa molto simile a brina. Una magia semplice. Solo uno sfavillio di potere dentro di lei. Un guizzo in fondo al petto, uno sfarfallio nello stomaco. Solo l’ennesima goccia di veleno…ma così piccola, da non avvertirne neppure il sapore in bocca. La magia. Brace ardente, vulcano di tenebra dentro di lei. Magia che chiamava a sé altra magia, continuamente.

Magia potente, magia dolce, magia assuefacente, magia ignota.

Stava di nuovo sfidando se stessa. Non c’era altra scelta stavolta. Forse non c’era mai stata. Le cose vanno come devono andare, il destino è già scritto, e lei poteva sentirne le tracce come Braille sotto le dita. L’aveva letto in centinaia di tomi di saggezza che il destino è già scritto…eppure ci credeva davvero? …Buffy ed Angel, bene e male insieme erano già previsti? E Tara morta per un errore, era già scritta?

La bevanda ghiacciata scivolò piacevolmente lungo la gola della giovane strega, rinfrescandola, rilassandola.

Le minuscole goccioline di sudore che si erano formate alla radice dei rossi capelli di Willow sparirono lentamente.

*Non pensare. Agisci *

La donna si mise a tracolla la borsa ricamata e lasciò dei soldi sul tavolo, poi si avviò verso le scale reggendo con due dita della mano sinistra un anello dorato a cui era appeso un voluminoso involucro ,che poteva ricordare la forma di una grande gabbia per uccelli, avvolto in un drappo di velluto viola. Scivolò silenziosa, quasi fluttuante, ai piani superiori.

Si fermò davanti a una porta uguale a tutte le altre ,al settimo piano, ed appoggiò la mano sulla maniglia rotonda di ottone scrostato. Al contatto con il metallo freddo si sentì attraversare da una scarica. Ascoltò il silenzio. Respirò il profumo del potere che aleggiava nell’aria.

Infine ruotò lentamente il polso e spinse il battente.

Due occhi verde scuro ,colore del muschio o del mare agitato in un giorno nuvoloso, si puntarono immediatamente su di lei, trapassandola con una certa gentilezza.

Willow trattenne inconsapevolmente il respiro sostenendo quello sguardo antico, fermo.

Era ancora sulla soglia.

Il ragazzo –l’uomo- si raddrizzò: stava piegando una maglietta o una camicia appoggiandosi al letto. I suoi denti balenarono in un breve sorriso di benvenuto.

Sei la seconda donna che ha perso la propria anima che incontro in questa città. Non può essere un caso.”

Aveva una bella voce, anche se non al pari del sorriso.

Willow mosse la testa in un modo che le fece ricadere i capelli in avanti, a sfiorarle la pelle del collo.

La mia anima è stata uccisa da una pallottola vagante.”

La voce della donna era controllata, fredda.

Mitch annuì a quelle parole, come se gli dispiacesse per lei. Le accennò di entrare.

Tu non hai fatto molto per riconquistarla.”

Lei deglutì. “Ho fatto quello che ritenevo andasse fatto.” Aveva abbassato gli occhi, dentro sentiva un dolore conosciuto lottare per venire a galla.

E così tu sei la strega.” Mitch si accorse della note interrogativa negli occhi che di nuovo lei gli rivolgeva contro. “La strega che casta antiche maledizioni dimenticate perfino dal popolo che le ha create, la strega che ridona l’anima, la strega che condivide la propria energia vitale, la strega che tiene testa a una dea, la strega che riporta i morti in vita, la strega che…”

Basta!” Willow aveva il fiato corto.

Rimasero entrambi in silenzio per qualche minuto, in piedi uno di fronte all’altra.

Tu sei un cercatore di anime, giusto?”

Sì, giusto.Come mi hai trovato?”

Lei abbozzò una risata “L’hai detto tu poco fa. Sono una strega. Ti ho trovato con la magia.”

Potrebbe rivelarsi pericoloso.”

La magia lo è sempre.”

Soprattutto per una come te.”

Tu non sai niente di me.”

Lo credi davvero?”

“….No.”

Bene.”

Rimasero di nuovo in silenzio. Mitch andò a sedersi su una delle due poltrone vicino alla finestra, aspettando che la rossa facesse lo stesso.

Lei rimase in piedi ancora per un po’, sembrava stesse prendendo una decisione. Poi gli si sedette di fronte, e tirò un lungo respiro.

Il suo fiato sapeva di lavanda. La sua aura era cangiante, a tratti indecifrabile.

Perché mi sei venuta a cercare?”

Willow gli lanciò una lunga occhiata. “Sembri uno che sa un sacco di cose…dovresti sapere anche perché sono qui!” Mitch aveva l’impressione che lo stesse sfidando. Curioso. A prima vista appariva così fragile, eterea…in realtà era un fuoco che non smetteva mai di bruciare.

Stiamo dalla stessa parte Fiamma, abbassa le difese..”

Lui le rivolse di nuovo uno di quei suoi sorrisi lievemente obliqui, assassini…

Non so da che parte tu stia. Per quello che mi riguarda: ho rinunciato alla lotta fra bene e male. Sto solo dalla mia parte.”

Mitch rise. “E’ qualcosa a cui non puoi semplicemente dire basta. Ormai ci se dentro e non puoi tirarti indietro e stop.”

Non sono venuta qui per le tue perle di saggezza.”

No. Sei venuta qui per la cacciatrice ed il vampiro con l’anima.”

Non ha più un’anima.”

Acuta osservazione.”

Sei una delle persone più irritanti che abbia mai conosciuto.”

Il Cercatore rise di gusto, poi i suoi occhi color del muschio bagnato tornarono seri e si posarono su di lei quasi come una carezza. “…la più irritante a parte..Spike? Spike William il Sanguinario vuoi dire?”

La strega si raddrizzò di scatto sulla poltrona, guardandolo sbalordita, ma lui si limitò a sorridere più a lungo e a stringersi nelle spalle.

Hai pensato ad alta voce.”

Non ho parlato!!”

Non con le labbra.”

Non uso più la telepatia da… da molto tempo.”

Bè, l’hai appena usata. Stai già perdendo il controllo?”

Stavolta non perderò il controllo.”

Perché? Come fai ad averne la certezza?”

Perché stavolta non posso permettermelo…c’è in gioco tutto quello che resta.”

Mitch piegò la testa di lato, inclinandosi verso di lei, scrutando i suoi occhi liquidi.

La salvezza dell’umanità, Fiamma?”

La strega gli rise cattiva in faccia. “No. No di certo. Molto di più. L’unica amica che abbia mai avuto. Le uniche due persone che mi abbiano accettato per quello che ero, senza cercare di cambiarmi, senza mai giudicare. Solo loro, a parte…a parte…” Abbassò gli occhi sulle mani bianchissime che teneva in grembo “Non ha importanza. Lei ora non c’è più.”

Così sei qui per salvare la cacciatrice dagli occhi verdi e il suo vampiro.”

Willow scosse più volte la testa, in un gesto tutto rivolto a se stessa.

Puoi salvare chi non vuole essere salvato? Ho smesso di cercare certe risposte, ormai. Una volta avevo molte più certezze…”

Detto così sembra che tu sia vecchia!”

Lo so. A volte lo sono. Certe volte mi sembra di aver vissuto secoli e di essere mutata come una crisalide e il tempo intorno a me è un lago di cristallo.” Lo guardò negli occhi. “Non posso salvarli tutti e due.”

Il suo sguardo era un dardo che lo ferì dentro, e gli ricordò quello della bionda cacciatrice. Il dolore, il rimpianto, la determinazione, erano fusi in un unico vortice destabilizzante e tutto crollava verso l’abisso. Era lo sguardo di chi non ha più scelta.

Hai già salvato una volta la cacciatrice… ora salverai il vampiro?”

Willow lo scrutò; sapeva che l’uomo davanti a lei conosceva già la risposta. Si chiese che gusto ci trovasse a domandare.

Non posso ridare l’anima ad Angel. La maledizione degli zingari non basterebbe. Non conosco altri modi. E Buffy…Buffy non vuole essere salvata da lui: Non ha mai voluto. Ma io devo provarci lo stesso. Quando l’ho riportata in vita…non mi sono chiesta se fosse davvero quello che lei voleva…”

E non te lo chiederai nemmeno stavolta, vero?”

Lei non rispose, in fondo non doveva spiegare nulla a quel cercatore. Lui non poteva capire.

Mitch aspettò per un po’ che lei parlasse. Ma la strega rimase in silenzio.

La magia si prende parte di te, ogni volta. C’è sempre un prezzo. E tu lo sai benissimo. L’hai già pagato più volte. La magia è un veleno e una droga. Stai di nuovo per mettere a rischio la tua vita e la tua sanità mentale usandola come intendi fare. Non capisco perché. Cosa te ne viene… perché è così importante.. sono le loro vite, non la tua…”

I Cercatori dovrebbero essere degli umani, ma…”

Lo sono. …..Lo siamo.”

E come puoi non capire allora? Buffy è tutto quello che mi resta della mia giovinezza, dell’innocenza, dei sorrisi. E’ parte della mai famiglia. E’ mia amica. Come una sorella. Abbiamo condiviso esperienze incredibili, e nessuna ha mai abbandonato l’altra…alla fine eravamo sulla stessa strada e la percorrevamo insieme. Io le voglio bene, e tutto quello che ho fatto o che farò è in funzione di questo…e l’amore non può mai essere sbagliato. Buffy è mia amica, ed io non voglio perderla. Lei è un pezzettino del mio cuore. Ecco perché. Capisci ora?”

Gli occhi del cercatore si fecero cupi e sfuggenti. “Il mio cuore è mio soltanto.”

Lei lo guardò senza capire e rimasero di nuovo in silenzio. Era tutto tremendamente surreale. Gli occhi di Mitch erano magnetici, ma incredibilmente lontani.

Deve essere una vita solitaria quella di chi ha un cuore integro ma tutto per sé.”

L’amore a volte non basta, Fiamma.”

Lei abbassò gli occhi di oro liquido sul pavimento consunto, e scese di nuovo il silenzio.

Cosa sai di me, Fiamma?”

Che sei stato mandato dai –Poteri che sono- per incontrare Buffy. Ma qualsiasi cosa tu le abbia proposto, lei ha rifiutato.”

Gli occhi di Mitch la tagliarono in due.

Non è più la persona che tu conoscevi.”

Siamo cresciute, Cercatore. Siamo cambiate. Ma questo non può spezzare i legami. _So che il popolo dei Cercatori ,molto tempo fa, era al servizio del Bene. Poi però cominciarono ad essere cacciati ed uccisi dai demoni. Torture, massacri, stragi. I Cercatori furono praticamente annientati. I pochi superstiti si dispersero per il mondo e divennero mercenari. Né da una parte della scacchiera né dall’altra.”

La voce di lui suonò caustica e appesantita. “Sai ben poco.”

Tutto quello che ho potuto trovare sui libri. Sei umano, vero?”

Willow cominciava a dubitarne.

Sì, ma la mia stirpe è molto più longeva di quella umana. Il mio popolo è maledetto. Molto tempo fa fummo abbandonati dalle forze del bene che ci consideravano colpevoli di tradimento, di aver ceduto alla seduzione del male. Fummo lasciati in balia della nostra sorte, i demoni scoprirono dove risiedevamo, poiché non eravamo più celati ai loro occhi. Il popolo dei Cercatori fu sterminato, il loro sangue tinse per anni il cielo e la terra, implorando vendetta. Ma i Poteri che Sono rimasero sordi a quelle invocazioni. Se anche uno solo di noi era colpevole, per loro la colpa ricadeva su tutti. Alcuni bambini sopravvissero. Così la stirpe dei Cercatori non si è del tutto estinta. Ma resta maledetta. Dispersa per il mondo, mercenaria…come la definisci tu. Alcuni di noi cercano ancora il riscatto da quel presunto tradimento.” La sua voce vibrava, Mitch non sembrava più così impassibile ora, così intoccabile. “Ma per me è solo passato.”

Willow si alzò in piedi: la vicinanza di quell’uomo le stringeva stranamente lo stomaco.

Fissò gli occhi fuori dalla finestra, nella notte di alabastro. La calura era come una patina traslucida sopra ogni cosa.

Qual è il prezzo del tuo aiuto?”

Dipende” Lui fissava la pelle sottile fra le scapole della ragazza.

Da cosa?”

Dalla causa e dal tipo di aiuto.”

Un incantesimo in cui servono la tua spada e le tua capacità con le anime.”

E’ una spiegazione un po’ generica.”

Mi aiuterai?”

Sì.”

Perché?”

Perché l’ho guardata negli occhi ed ho visto attraverso di essi.”

Willow girò appena la testa, lui era solo un’ombra fra le ombre dietro di lei.

Solo per questo?”

Anche perché non aveva mai visto una fiamma che ardesse quanto ardi tu.”

Lei annuì piano e fra loro fu sancito un patto.


Passarono del tempo semplicemente aspettando il momento propizio in silenzio.

Il Cercatore si rese conto che la donna aveva un’aria molto stanca. La pelle sul viso era tirata e gli occhi risaltavano come gemme.

Non sei venuta a Los Angles da sola.”

No, c’era Spike come me. Lui è…”

So chi è.”

Sai troppe cose per i miei gusti.”

Mi informo sempre prima di accettare un incarico. Quello sulla cacciatrice sembrava interessante.”

C’è qualcosa di più importante della curiosità o dell’interesse personale per te?Qualcosa che muova le tue azioni oltre a questo…?”

Lui non rispose, le dava le spalle.

Ho fatto una domanda.”

Non ti riguarda.”

Così come non riguarda te con chi sono venuta.”

Il vampiro potrebbe interferire con il rituale che vuoi compiere.”

Non Spike. Lui vuole solo…non sa neppure lui cosa vuole! Solo trovarla, credo. Spike agisce d’impulso…non prepara rituali o piani.”

Come vuoi tu. Quindi… cosa dovremmo fare, Fiamma?”

Un incantesimo di separazione. Non dovrebbe essere poi tanto difficile.”

Se non lo fosse non saresti venuta a cercare me.”

Ti ho già detto quanto sei irritante?!”

Lui sorrise, quasi a farle dispetto.

Una volta, credo. Ma considerato che ci conosciamo da un paio d’ore, è una buona media.”

La strega sbuffò, facendo ondeggiare la massa di capelli fiammeggianti.

Allora vuoi sapere come funziona il rito, o no?!”

Pendo dalle tue labbra.”

La prima parte consiste nel recidere il legame che unisce le loro anime e separarle, riplasmarle come due unità distinte. Questo è il tuo compito. Poi io…”

Odio interromperti…ma c’è un piccolo problema. Angelus non ha un’anima. Questo insignificante particolare vanifica i tuoi sforzi…”

Ti diverti a contraddirmi, vero? Non importa che ci sia o meno qualche maledizione che vincola l’anima di Angel al corpo. Loro due sono legati. Che lui abbia l’anima oppure no. Donna e cacciatrice, uomo e demone. Angelus ama Buffy…in un modo forse perverso e crudele, ma la ama. E questo lo rende più umano… La sua anima è Buffy. Per questo l’incantesimo funzionerà. Dopo che avrai reciso i legami con un arco della spada ed eretto un argine, io brucerò le corde che li tengono avvinti. E sarà tutto finito.”

Anche se tu avessi ragione… ed il rituale dovesse funzionare, a cosa servirebbe? Non capisco come tutto ciò potrebbe risolvere le cose.”

Buffy sarà libera dal destino di Angel. Libera di vivere…. E se necessario di ucciderlo, o di lasciarlo in preda alla sua sorte. E’un modo per prendersi gioco del destino.”

Lei non sarebbe d’accordo.”

Ma Angel sì.”

Buffy è abbastanza grande per decidere da sola della propria vita.”

Lo è. Ma se si sbaglia? Se la decisione non fosse quella giusta….morirebbe, o peggio diventerebbe un vampiro. Vuoi che accada questo?”

Mitch aspettò a rispondere. Rivide il luccichio della sua pelle bagnata si acqua di mare, risentì il suo sapore fra le labbra, ripensò a come bruciavano i suoi occhi. Ricordava perfettamente ogni attimo trascorso con lei anche se aveva fatto di tutto per dimenticarla. Trasse un lungo respiro.

No, non voglio.”

Bene, allora cominciamo.”

Willow gli diede una pergamene da leggere mentre preparava le erbe e le polveri da bruciare.

Mitch stava terminando di leggere l’antico incantesimo per il rituale quando con la coda dell’occhio, la vide sistemare un bacile colmo di petali freschi di rosa su un basso tavolino. La strega ci sparse sopra della polvere ocra e disegnò attorno al recipiente una stella a nove punte all’interno di due cerchi.

Siamo pronti..?”

Lei prese fra le dita alcuni fogli scritti fittamente che aveva tenuto in una tasca della gonna.

Ancora un minuto. Devo fare una cosa prima di cominciare…” Indicò i fogli “E’… è solo una lettera per Buffy. Non gliel’ho potuta dare. Non so dove sia. E adesso… non credo vorrà più leggera dopo questo…”

Oh, capisco…”

Lei annuì e accostò la lettera alla fiamma tremolante di una candela. La carta crepitò e prese fuoco.

Willow fissò quel minuscolo rogo per alcuni istanti, poi distolse lo sguardo e tornò a concentrarsi sul rituale.

Pronunciò alcune parole in gaelico e i petali presero fuoco, formando un piccolo specchio incandescente.

Willow?”

Lei alzò il viso la cui pelle era resa traslucida dalle fiamme. Era in ginocchio davanti al tavolino, mentre Mitch era in piedi di fronte a lei, ma ad una certa distanza.

Allora lo conosci il mio nome.”

Sì, ma avrei preferito conservarlo per momenti migliori, Fiamma.”

Cosa c’è Mitch?”

Sai che loro due si opporranno a questo incantesimo, vero? Inconsciamente, ma lo faranno. E il legame potrebbe essere troppo forte per essere spezzato…soprattutto se il loro rapporto è anche fisico….Potresti essere tu a restare bruciata, e non i fili che li uniscono.”

Lei attese un momento prima di rispondere.

I loro occhi erano incatenati sopra lo specchio di fiamme.

Lo so. Dovrò essere più forte io:”

Se il legame non può essere spezzato rischi di uccidere anche loro. Due metà separate di una stessa cosa non possono sopravvivere.”

Willow sapeva anche questo. Ed aveva paura.

Lasciò che il suo sguardo riposasse ancora per qualche istante in quegli occhi scuri, splendenti, antichi, poi soffiò sullo specchio incandescente ed i petali divennero fiamme.

Mitch annuì, rispettando la sua decisione, e diedero inizio al rituale.


La notte era uno spesso strato di opale sbriciolata. Si infiltrava in ogni anfratto.

Calma, perfetta, immobile.

Fra le labbra, sulla lingua, il sapore del sangue era dolce, pieno, eccitante…eppure era soltanto l’eco di un altro sapore inebriante che gli urlava in gola, che gli era entrato dentro come un veleno.

Sangue e labbra di cacciatrice. La sua cacciatrice.

Gettò lontano da sé il corpo molle e senza vita della giovane donna in un gesto rabbioso.

Ringhiò alla notte, sentendo l’ira montare dentro e rompere ogni argine.

Sentiva la sua presenza, che fosse maledetta!! Che fosse dannata, distrutta, annientata, cancellata dalla faccia della terra.

Forse ,allora, avrebbe smesso di sentirla intorno, dentro, di percepirla in ogni luogo.

Era solo un’umana, una piccola presuntuosa cacciatrice. Non aveva potere su di lui, nessun potere.

Il vampiro colpì con violenza un muro, trapassandolo con il pungo.

Ritrasse la mano e fissò il sangue che colava lungo le ferite e gocciolava fino a terra, a sporcare l’asfalto assetato.

Lei non era nulla. Eppure non riusciva a togliersela dalla testa. Più che un’ossessione, più che qualsiasi altra cosa, al di là di tutto:lei gli restava dentro. Come un urlo, come una ferita, come uno squarcio. Nella sue mente, nelle sue viscere. Lei mandava in frantumi tutta la sua imperturbabilità, la sua calma, il suo cinismo, la sua sicurezza. Lo rendeva vulnerabile in un modo che gli era incomprensibile: perché per la prima volta nei secoli esisteva qualcun altro a parte se stesso, qualcuno che riuscisse a scuoterlo, ad arrivargli dentro. Era sempre stato tutto un gioco, un trastullo…nulla aveva importanza al di là del proprio piacere…ma poi era arrivata lei. Lei era un bisogno insaziabile, era una sete implacabile…al di là della ragione, la voleva, aveva bisogno di lei.

La odiava profondamente. Tutto quello che provava nei suoi confronti era esasperato, era più forte, più intenso, più sconvolgente, del resto della sua lunga esistenza. Anche l’odio era un sentimento ,qualcosa che lo pervadeva e lo faceva vibrare di energia, ma lui era un demone…e i demoni non provano sentimenti. Di nessun tipo. Per loro esiste solo il piacere della crudeltà. Lui era sempre stato più forte degli altri vampiri proprio perché era avulso da qualsiasi passione umana, era superiore a tutto ciò.

Prima che arrivasse lei…. Prima che gli entrasse dentro. Prima di odiarla con ogni fibra del suo essere e ,nonostante questo, desiderarla furiosamente in ogni istante, consumato dal fuoco dei suoi occhi, dal suo calore, dal suo sapore.

Bruciato dal desiderio di volerla…di volerla per quello che era, viva, indomita…eppure animato dall’istinto di distruggerla.

Ringhiò ancora, più forte.

Più di un’ossessione. Lei era l’unico pensiero possibile.

Doveva togliersela dalla testa…dopo…dopo…presto, sarebbe venuto il tempo di andarla a cercare.

Presto.

Il suo volto mutò e le sue fattezze tornarono ad essere quelle perfette ,mai sfregiate dal tempo, di un angelo caduto.

Sorrise. Le sue labbra si piegarono in un balenio di crudele piacere.

Presto avrebbe saldato i conti…cercato e gustato la sua vendetta. Presto.

Presto l’avrebbe riavuto fra le braccia, sotto la bocca… presto avrebbe bevuto il suo sapore. Presto.

Riprese a camminare sicuro nella notte afosa, le falde del lungo cappotto di pelle che ondeggiavano ad ogni suo passo.

Avrebbe risolto a modo sua questa faccenda con la Bestia, e poi ci sarebbe stato tutto il tempo di un inferno senza fine per trovare la cacciatrice. Per averla.

Arrivò all’edificio abbandonato a cui si era diretto e sostò nell’ombra per un lungo momento. I demoni-sacerdote lo stavano aspettando, alcuni erano di guardia. Sembravano impazienti, forse perché lui era in ritardo di un paio d’ore…

Non gli piaceva prendere ordini. Che fosse o meno il Male Supremo ad impartirli. D’altro canto l’inferno sulla terra e tutto quello che ne sarebbe conseguito, erano una prospettiva interessante…Dopotutto avrebbe collaborato.

Asciugò con un gesto casuale di due dita la minuscola goccia di sangue che gli sporcava un angolo della bocca ed uscì dal suo mantello di oscurità.

Quando lo videro i demoni si inchinarono fin quasi a terra.

Lui entrò nel vecchio edificio facendo loro segno di restare di guardia e si diresse all’altare rituale situato al centro dell’enorme stanza senza soffitto.


Osservò per un momento la giovane donna senza vita che giaceva ripiegata su se stessa come un mucchio di stracci.

Nella penombra era livida e immobile.

I suoi occhi scesero inconsapevolmente lungo il collo del cadavere fino al morso che lo sfregiava all’incirca all’altezza della giugulare.

I suoi sensi presero atto della mancanza di vita in quel corpo: niente battito, niente respiro. Ma il suo sguardo rimase puntato sulla ferita.

C’era del sangue rappreso, colato lentamente lungo la pelle chiara a formare dei grossi grumi, come se non l’avesse nemmeno bevuta tutta. Aveva semplicemente lasciato che si dissanguasse.

Le sue dita salirono meccanicamente ad esplorare la cicatrice sul proprio collo. Deglutì. Lunghi brividi lungo la schiena.

Lo sentiva, era vicino.

Lo sentiva come una morsa di ghiaccio allo stomaco, come un pugno in pancia, come un’inquietudine in arginabile, come un dolore sottile eppure eccitante che le serpeggiava lungo il corpo, come un brivido che si diffondeva al ritmo del battito cardiaco. Poteva quasi avvertire il suo odore, la sua presenza ancora consistente in quel vicolo.

Sorrise di un sorriso amaro, il sorriso di chi ha vissuto troppo ed ha visto troppo, e si lasciò alle spalle il cadavere per seguire le sue tracce come un predatore.

Un predatore. In fondo era ciò che lei era. Ne aveva i sensi, e la forza, e l’istinto.

La sua ultima caccia stava per giungere al termine. E il cerchio per chiudersi. *Un cerchio non ha mai fine * sentì sussurrare la propria voce nella testa. Ma non c’era più tempo per pensare.

Lui era vicino. Era tempo di volere. Era tempo di agire.

Lasciò uscire il fiato dal corpo in un breve ansito, poi si slanciò in una corsa elegante, felina.

Dentro di lei rabbia e istinto, e il bisogno covato da una vita, si intrecciavano come sottili colonne di fumo.


Massacrò i demoni di guardia con metodica calma, impedendo che potessero urlare o gemere.

Si concentrò esclusivamente sul pensiero di liberare il campo da qualsiasi nemico che le potesse intralciare il cammino, o impedirle uno scontro a due. Solo loro due, come ogni volta.

Quando si rialzò dal corpo dell’ultimo demone aveva i jeans schizzati di sangue, ma era terribilmente bella con gli occhi infiammati e il volto impenetrabile.

Fissò per istanti che parvero ore la porta oltre cui c’era lui.

Quanto tempo era passato dall’ultima volta che l’aveva visto…?

Un anno e mezzo forse, subito dopo che Willow l’aveva riportata in vita.

D’improvviso aveva il fiato corto, irregolare.

Chiuse gli occhi e fu come se fossero separati da un nulla d’aria.

Il suo cuore si fermò un attimo, per poi gettarsi in una folle corsa, come chi cercasse di mantenersi in equilibrio mentre slitta giù dal fianco di un burrone.

Non aveva idea di quello che sarebbe successo.

Di certo non gli avrebbe ridato l’anima semplicemente guardandolo negli occhi.

E inoltre, ridargli l’anima, non avrebbe risolto nulla….

*Respira Buffy. Respira. E le cose andranno come devono andare. Respira. *

Entrò in silenzio, e le luci ombrose di centinaia di candele sparse un po’ ovunque la avvolsero come una calda coperta.

C’era odore di cerca sciolta e bruciata. Un odore familiare. Gli erano sempre piaciute le candele. No, niente ricordi. Non quella notte.

Scandagliò l’immensa sala rimanendo fuori dalla portata delle luci, immobile.

Fu questione di un attimo e lo vide. Dietro una specie di altare che parlava…che parlava al nulla.

Aveva creduto di essere pronta. Intoccabile…ma le si lacerò il petto, squarciato da una stridente cacofonia di emozioni e di sentimenti.

Le si spezzò il respiro.

Per quanto cercassero di allontanarsi le loro strade tornavano a convergere, sempre. Era inevitabile. Come respirare. Come il sorgere del sole, che torna sempre, anche se è oscurato.

Non era giusto. Avrebbe fatto a pezzi il mondo intero…solo per dimenticarlo, per mettere a tacere quel dolore sordo dentro. Ma l’unico in grado di placare quel dolore era lui, e non la sua dimenticanza.

Mise da parte tutto, ormai fin troppo consapevole della presenza del vampiro, pronta a scattare.

Se non fosse stato assorto in quella specie di misteriosa conversazione di certo si sarebbe già accorto di lei. Del suo respiro, del profumo della sua pelle, del calore emanato dal suo corpo, del battito furioso del suo cuore…semplicemente della sua presenza.

*So che mi senti come io sento te. Facciamola finita. Non so come, ma finiamola con tutto questo Angel. *

Angel sembrava avvolto da una strana impercettibile nebbia scura e le si rivolgeva con una sorta di forzata reverenza.

La cacciatrice era piuttosto lontana da lui, ma lo sentì mormorare qualcosa “….mi opererò perché la tua volontà si compia Maestro, ma…”

Fece un passo nella luce delle candele, appoggiando con forza il piede, in modo che il tacco risuonasse seccamente nel silenzio.

Il vampiro si girò di scatto e la nebbiolina si dissolse. Sui lineamenti tesi del suo volto la luce calda e guizzante delle candele giocava in un intreccio di ombre delicate. Toglieva il fiato. Così incredibilmente uguale alla prima volta in cui l’aveva visto.

Per un attimo Angel rimase come folgorato. Incontrò gli occhi verdissimi della donna ed ebbe la sensazione di poter cadere senza fine in essi. Ogni volta che la rivedeva si doveva rendere conto di quanto fosse più bella di qualsiasi ricordo. Dannatamente bella, angelo di fuoco.

Buffy piegò il capo da una parte e i suoi capelli scivolarono in una cascata di riflessi d’oro.

Credevo non prendessi ordini da nessuno Angelus. Mi deludi.”

La sua voce cristallina era perfettamente calma, fredda, tagliente.

E lei era sicura, determinata, intoccabile. Non come la ricordava. Non più vulnerabile. Non più innamorata. Piuttosto divorata…dalla passione?dalla rabbia?dall’odio?dal desiderio?dal suo lato di predatrice assassina? L’avrebbe scoperto presto. Nel frattempo la sfumatura di crudeltà che colorava il suo sguardo era più che sufficiente per mantenere vivo il suo interesse. Se già non fosse stata sufficiente la sua presenza…

Buff, amore! Non potevi resistere lontana da me?! Sempre impaziente la mia ragazza. Dovevo solo sistemare questa cosuccia e poi sarei venuto ad occuparmi di te.”

Dovrei sentirmi onorata? Sempre troppo loquace e presuntuoso, Angelus.”

Lo prenderò come un complimento, almeno l’ultima parte.”

La schermagli verbale tra loro era quasi automatica.

Ma lei non era più una ragazzina.

Il vampiro fece balenare i denti bianchissimi in un breve, sardonico sorriso, ed aggirò l’altare con movimenti misurati.

Buffy si mosse con lui, lentamente, sincronizzata. Danza che avevano già ballato troppe volte.

Allora Angelus, per chi lavori? Chi ti ha liberato?”

Non lavoro per nessuno. Sai che faccio sempre a modo mio, amore.” Fece lampeggiare un sorriso crudele ed allusivo “Chi mi ha liberato? Ti assicuro, è una storia divertente” inclinò la testa verso di lei, facendole scorrere addosso uno sguardo bruciante “…anche se forse non è stato piacevole come l’ultima volta…”

Resti sempre un gentiluomo Angelus.”

Il vampiro accennò un inchino derisorio “Faccio il possibile. E sono ansioso di dimostrartelo:”

Non ne dubito.”

Forse dovrei essere io a sentirmi onorato. La grande cacciatrice che si scomoda per me…”

Il suo tono, il suo sguardo, erano micidiali. Calibrati, perfetti, senza sbavature. Una belva pronta a fare a pezzi la sua preda, e divertendosi molto. La cacciatrice poteva leggere il piacere in quegli occhi scuri e in essi vedeva già fiammeggiare la lotta…e non poteva negare che quello sguardo le facesse scorrere lungo tutto il corpo brividi di eccitazione.

L’adrenalina saliva. Lei stette al gioco, anche se il motivo per il quale si trovava lì era chiaro. Non avrebbe potuto essere in nessun altro posto.

Non ho detto di essere qui per te.”

No, non l’hai detto. A parole, almeno. Sei qui per l’eclissi, allora? Wesley dev’essere davvero preoccupato ,povero ragazzo, se ha chiamato anche te oltre all’altra. Cos’è ,Buff, salvi ancora il mondo?”

Lei sorrise imperscrutabile.

E tu tenti ancora di distruggerlo?”

Il vampiro le restituì un sorriso glaciale.

Può darsi. Devo pur ingannare il tempo in qualche modo. O hai qualcosa di meglio da propormi?”

Le scoccò una lunga occhiata, togliendole di dosso i vestiti uno ad uno.

Lei rimase impassibile. Anche se la pelle le andava a fuoco ed il sangue era lava nelle arterie.

Ignorò l’esplicita allusione e decise di tornare sull’argomento Apocalisse.

Io, tu, la fine del mondo. E’ un copione che abbia già recitato. Noioso, non trovi?”

No, l’altra volta mi hai messo i bastoni fra le ruote, lo trovo irritante. Ma questa volta vincerò io, dolcezza.”

Lei rise sarcastica.

Così hai cercato l’aiuto di qualcuno di più potente…? Qualcuno che pensi io non possa sconfiggere?”

Lui la guardò con un sorrisetto quasi mellifluo, che si trasformò rapidamente in un’espressione arrogante.

Oh, Buff, quanto sei fuori strada. Non ho bisogno di nessuno per sconfiggerti!! Devo ricordarti che l’ultima volta hai spedito Angel all’inferno, e non me? Non mi hai mai battuto amore, per quanto ti sia impegnata…”

Buffy accusò il colpo senza scomporsi. Era davvero cambiata. Sicura di sé, fredda, eccitantemente pericolosa.

Fatto sta che il tuo prezioso piano apocalittico è fallito.”

Dovrei sentirmi ferito nell’orgoglio?” Rise “Se la strega non si fosse messa di mezzo…Comunque quella che ci ha perso di più sei stata tu, amore: il tuo fidanzato, la Calendar, i tuoi compagni di liceo, la fiducia dei tuoi preziosi amichetti e di tua madre…”

Lei annuì con la testa, aveva una certa aria compiaciuta, come un’attrice consumata.

E’ bello vedere che certe cose non cambiano mai. Sei il solito bastardo borioso Angelus.”

Lui la osservò per un lungo istante, uno sguardo felino, affamato.

Purtroppo c’è di mezzo il trionfo del male…è un peccato che debba ucciderti prima di poteri scopare, tutti questi aggressività e rancore che hai sviluppato crescendo sono davvero arrapati.”

Sinceramente non me ne frega niente se sei occupato a far trionfare il male o qualche altra cazzata megalomane del genere. Sono venuta per chiudere i conti.” Inclinò la testa come un gatto e sfoderò un sorriso sornione, seducente. “ E sono sicura che lo stesso valga per te, Angelus.”

Sei sempre convinta che il mondo giri attorno a te.”

E tu sei sempre ossessionato da me.”

Il vampiro rise.

Tuochet, amore. Dopotutto l’Apocalisse può attendere. E tu sei pur sempre l’avversario più eccitante che mi sia capitato negli ultimi due secoli.”

Continuarono a fissarsi negli occhi con un’intensità devastante per alcuni minuti.

Il tempo aveva perso ogni importanza.

Il silenzio scorreva fra loro come fumo tanto denso da essere palpabile, condensandosi in nuvole fitte e soffocanti che salivano verso l’alto.

Scattarono all’unisono uno verso l’altra, colpendosi in aria.

Se qualcuno avesse potuto vederli, avrebbe pensato di essere finito in un set di “Matrix”.

In ogni movimento era racchiusa la grazia mortale e perfetta della loro natura di combattenti.

Ogni colpo era sferrato con ferocia ferina, con il deliberato intento di andare a segno e di ferire.

Combattevano instancabilmente, un colpo dopo l’altro, incassando ed attaccando senza sosta. Frenetica danza di morte.

Niente era risparmiato. Il ritmo era serrato incalzante. Erano entrambi senza respiro, i corpi coperti di sudore immersi nella canicola di quella notte senza giorno.

La loro forza era devastante, terribile, un’esplosione di distruzione .

Angelus la scaraventò di schiena sull’altare. La pietra fredda e dura fu una frustata alle reni. La violenza dell’impatto del corpo della cacciatrice mandò in frantumi o scaraventò lontano tutti i fragili oggetti rituali e le candele. Buffy sentì della cera bollente bruciarle la pelle nuda della schiena. Ma non aveva tempo per il dolore, né per pensare. Il fiato rubato tornò a graffiarle la gola e puntandosi sulle mani si proiettò oltre l’altare con una capriola all’indietro appena prima che lui colpisse con un calcio il blocco di pietra, spezzandolo nel mezzo.

La cacciatrice recuperò immediatamente l’equilibrio e gli sferrò un colpo in pieno petto che lo fece volare dall’altro capo della stanza a schiantarsi contro una parete malandata. In seguito all’urto la trave a sbalzo sopra di lui si spezzò e gli crollò addosso, il vampiro riuscì appena ad evitarla, venendo ricoperto dalle macerie di dimensioni minori. Ma si rialzò subito e i due secolari avversari ripresero a combattere quella loro personale guerra senza pace, senza sosta.

Niente armi, né spade, né paletti questa volta. Solo i loro corpi, a volte così vicini da bruciarsi, solo le loro mani nude, e una rabbia che ardeva come fuoco perpetuo degli dei.

Due macchine per uccidere perfette e micidiali. Le menti svuotate, come uniche guide la battaglia e l’istinto. Nessuno dei due cedeva, nessuno dei due aveva la meglio.

Continuarono per più di un’ora, distruggendo tutto quello che li circondava, mentre i lividi cominciavano a segnare la carne.

A un certo punto si separarono, divisi da una distanza fisica, palpabile.

Silenzio scintillante.

La luce delle candele rimaste che accendeva le gocce di sudore sulla pelle di Buffy di una luminosità diamantina. Il suo respiro assetato che scandiva il tempo.

Movimenti lenti, impercettibili assestamenti della posizione di combattimento.

Gli occhi di Angelus addosso la ardevano come scure braci, squarci d’inferno in un ricordo e in un viso di paradiso.

La cosa più divertente in tutto questo” Anche lui aveva il fiato corto. Eppure lui non respirava. “E’ che tu non sei per niente così incazzata con me. E te ne sbatti altamente dell’Apocalisse –Per carità, non che non apprezzi che tu abbia perso quell’assurda abnegazione al sacro dovere, o presunto tale- Ma non è con me che hai conti in sospeso!!! E’ con lui, con Angel che li hai! Ma io non sono lui, e tu lo sai benissimo dolcezza.”

La sua risata sinistra vibrò fortemente nell’aria,s schiaffeggiandola.

In un certo senso Angelus aveva ragione. Ma era furiosa anche con lui…e il punto non era che fosse o meno un demone…

Che ti piaccia o no siete i due lati della stessa medaglia.”

Preferisco dimenticarmene. E poi lui non tornerà più….”Rise di nuovo “Allora lo ammetti!!! Sei qui solo perché sei furente e gelos..”

Sono qui per salvarti o per ucciderti.”

Molto nobile. Quanto assolutamente falso. Abbi il coraggio di ammetterlo Buff..siamo solo io e te, abbi il coraggio di ammetterlo.”

Ricominciarono a combattere, inesorabilmente.

Sono qui perché non potevo essere in nessun altro luogo sulla terra o all’inferno…o in paradiso. E lo stesso vale per te. Ti sento dentro, mi senti dentro. E i nostri destini sono inestricabilmente uniti, che sia vita o che sia morte, sono uniti. Uniti contro tutto.”

Un altro calcio, un'altra raffica di pugni.

Sì, Buff. Ed è ora di chiudere i giochi…”


Mitch fendette l’aria con la spada, compiendo una rotazione di centottanta gradi con il braccio.

Un colpo netto e deciso. La lama baluginante risuonò percorsa da un brivido.

Il Cercatore sentì le due anime del vampiro e della cacciatrice. Il dolore, la rabbia, l’odio, la sofferenza, il rancore, i rimpianti, l’amore, la passione. Per un lungo istante, mentre il tempo era dilatato all’infinito, fu tentato di tirarsi indietro. Era troppo. Quello che sentivano, che provavano, che vivevano, era troppo. Tutta quella passione…troppa per una sola vita. C’era più passione in ogni istante delle loro vite , in ogni gesto, in ogni ricordo, in ogni azione del tempo che avevano avuto insieme, del tempo che era trascorso da quando quelle due anime si erano incontrate, che in tutta la sua lunga esistenza. Erano troppo. Abbaglianti.

Il Cercatore trasse un profondo respiro ed affrontò quel baratro, lasciandosi cadere nel vuoto, attraverso le loro anime.

Il fendente aveva creato un varco, recidendo i legami per un attimo, ma questi ultimi erano terribilmente forti, radicati nel profondo, intrisi di energia, praticamente indissolubili sia nel bene che nel male, odio e amore…condividevano tutto ,con una tale intensità e forza che non gli era mai capitato di vedere.

Mitch si concentrò a fondo, escludendo lo scorrere del tempo e della vita. Bloccò quell’istante in cui aveva reciso i legami con la spada e divise le due auree, restituendo ad ogni corpo la sua…sperando di non fare errori.

Divise luce e tenebra. Vita e morte.

Con tutta l’energia che gli rimaneva conficcò la spada in terra, spaccando il parquet rigato della piccola stanza d’albergo in cui non si rendeva nemmeno conto di trovarsi. Con la lama creò una sorta di barriera, di argine, fra il vampiro e la cacciatrice. Gli ci voleva tutta la concentrazione di cui era capace per mantenere intatto l’argine, la resistenza che i due gli opponevano era incredibile. La strega doveva fare presto. Lui non poteva resistere ancora a lungo.

Come in un’eco lontana la sentì pronunciare lunghe formule in lingue antiche e sconosciute ed avvertì l’odore pungente di erbe che si consumavano in piccoli bracieri.

Sentì che la strega entrava nella sua mente, e attraverso lui raggiungeva le due anime e visualizzava i legami spezzati. Le mani diafane della rossa cominciarono a muoversi in una serie complicata di gesti che ricordavano una danza. I suoi occhi divennero completamente neri, senza pupille, oscuri e turbinanti. D’improvviso appariva alta, maestosa e terribile, con i capelli che guizzavano come fiamme e il volto più pallido della morte. La sua voce fu profonda, remota, imperante.


Fuoco che arde senza tempo

Fuoco che brucia e che distrugge

Fuoco che devasta,

Io ti invoco!!

Fiamme senza fine

Ardano questo legame.

Io ti invoco!!!

Che resti solo cenere.

Io ti invoco!!

Né uomo né dio possa ricostruire

Ciò che il fuoco ha consumato.

Senza tempo, senza passato, senza futuro:

Io con il sacro fuoco recido questo legame.

Con il furore delle fiamme cancello ciò che è stato e ciò che sarà.

Io recido questo legame.

In nome della luce, in nome dell’oscurità

Io divido ciò che mai avrebbe dovuto essere unito.

Fuoco che purifica

Fuoco che cancella

Fuoco inizio e fine

Fuoco devastazione e rinascita

Io ti invoco!!

In nome di tutti gli dei degli inferi:io ti invoco!

In nome di Lilith ,sposa del diavolo, signora dei dannati: io ti invoco!

L’eternità è senza principio né fine,

Queste anime che io qui divido

Mai più si possano ritrovare.

Fuoco che annulla

Fuoco perpetuo

Io ti invoco!!

Che si innalzino barriere di fiamme

Affinché il legame che io ho spezzato,

Nessuno possa ricongiungere.

Fuoco sacro

Fuoco crudele

Fuoco impietoso

Io uccido l’Araba Fenice

Affinché niente mai possa rinascere da queste ceneri.”


Willow tagliò la gola del bellissimo uccello dalle piume multicolore che era delicatamente, fiduciosamente, appoggiato sul suo braccio. Lasciò colare il sangue viscoso e purpureo lungo il suo avambraccio e poi lungo le dita affusolate e poi giù a terra in una pozza appiccicosa, fino a quando l’animale agonizzante non stillò l’ultima goccia di vita.

Con le dita sporche di quel sangue tracciò dei segni in aria.


Con il fuoco io recido questo legame.

Con il fuoco io spezzo il vostro vincolo.

Adesso sia fatto.

Duri per sempre.

Adesso. Sempre.”


Un cerchio di fuoco di alzò altissimo attorno alla strega ed al cercatore, le fiamme guizzanti mordevano il soffitto.

Un attimo dopo Willow interruppe il contatto e la stanza tornò buia e vuota, senza che le fiamme avessero lasciato nessuna traccia.

La strega si lasciò cadere sfinita sul letto mentre Mitch , con occhi vuoti e l’espressione sfatta, si domandava se davvero avesse funzionato e se fosse stata la cosa giusta da fare.


Mentre in un albergo di terz’ordine una strega dai capelli fiammeggianti cominciava a castare un incantesimo ed allargava le braccia come se volesse dividere un bacino d’acqua in due metà ed aprirvi in mezzo un passaggio, la cacciatrice ed il vampiro che l’aveva amata continuavano a combattere in un edifico diroccato nella periferia della città.

In bocca sapore di sangue e di sudore. Duello mai finito.

All’improvviso qualcosa li divise, scaraventandoli ai lati opposti della sala. Inchiodandoli a terra.

Urlarono di dolore all’unisono, contorcendosi sul pavimento cosparso dai resti della loro battaglia mentre una sofferenza atroce li dilaniava.

Il dolore era ovunque nei loro corpi, come se li stessero tirando da parti opposte per lacerare in due metà la viva carne.

Era come se il sangue avesse preso fuoco nelle vene, e stesse bruciando e consumando la carne dall’interno, come se stessero strappando loro le viscere.

Il fuoco continuò a bruciare e bruciare, come se dovesse consumarli e ridurli in cenere, e poi annullare anche quella stessa cenere che era rimasta di loro. Ma i loro sguardi restarono spasmodicamente incatenati per tutto il tempo, senza perdersi per un solo istante. Nonostante la lontananza, nonostante il dolore atroce, nonostante la coscienza che minacciava di sfuggire ad ogni attimo per sottrarli a quella tortura, i loro sguardi non si separarono per un solo secondo.

Il tormento cresceva, in fiamme sempre più alte e mordenti, implacabili, che sembravano dover consumare le loro anime, oltre che i loro corpi, oltre che la loro stessa vita. La sofferenza era un vortice sempre più alto e impetuoso, irresistibile, che li trascinava sempre più lontani.


Con il fuoco io recido questo legame.

Con il fuoco io spezzo il vostro vincolo.

Adesso sia fatto.

Duri per sempre.

Adesso. Sempre.”


Gli occhi della cacciatrice e quelli del vampiro palpitarono ancora per un istante in quelli dell’altro, poi con un’ultima guizzante fiamma, simile a un’immensa onda, il dolore li avvolse in una voragine senza fondo, trascinandoli nell’cchio del ciclone.

Persero entrambi i sensi.

E rimase solo vuoto.

E fu solo buio.


Cap.V “Lacrime e Sangue”


La tua virtù è la mia sicurezza. E allora non è notte se ti guardo in volto, e perciò non mi par di andar al buio,e nel bosco non manco compagnia perché per me tu sei l’intero mondo. E come posso dire d’esser sola se tutto il mio mondo è qui che mi completa?”

W.S.


Alla persona che meglio conosce il mio cuore. Questo è dedicato a te, perché sei dentro ogni cosa che faccio.







Vuoto. Fluttuante, oscuro vuoto.

Sudario di tenebra, silenzio di una morte scevra da inconsapevolezza.

Era rintanata nel profondo del suo essere, al sicuro. O forse era fuori da se stessa, lontana. Lontana…infinitamente lontana da tutto. Inconsistente.

Niente vita. Niente ricordi. Solo il vuoto. Rassicurante.

Solo il vuoto…graffiato dall’eco lontana di un dolore inestinguibile.

Il suo dolore. Dolore che delineava le sue membra e la sua anima.

Niente vita. Niente ricordi…. Non voleva ricordare. Non poteva. Restava solo il vuoto in cui era sprofondata, e l’ombra ardente di un fuoco che bruciava il suo corpo: consumava la sua carne e la sua pelle, invadeva il suo ventre, il suo petto, la sua mente. Solo fuoco indomabile che la sommergeva, trascinandola lontana da se stessa…annullandola.

Poteva sentire il dolore in ogni fibra del suo essere, come se l’avessero spaccata in due.

*Devo restare ferma, immobile nel vuoto, morta. Nessun ricordo, nessun dolore. Il dolore passerà. Io stessa non sono altro che vuoto. *

Il ricordo annebbiato e bruciante della sofferenza era una marea che la travolgeva, trascinandola lontano da quell’oblio di obnubilamento e riconducendola a forza verso se stessa e la coscienza. Verso le fiamme che la consumavano fino a lasciare solo cenere. Neppure nel vuoto poteva sfuggire a quel tormento. Si sentiva spaccata in due.

Dentro di lei, l’istinto irrefrenabile di urlare, urlare fino a sfinirsi, urlare per fermare quello che le stava succedendo, le mordeva il petto, le rimbombava nella testa. Ma non poteva neppure respirare ,la gola arsa e contratta, come avrebbe potuto urlare?

Il dolore…il dolore la torceva, urlava al posto suo…come la sua carne…che le urlava nella testa…che urlava senza tregua il dolore della mutilazione per quello che le avevano sottratto.

Ancora vuoto…niente ricordi…solo fuoco…

Faceva troppo male per essere la morte… essere morti non era così…

Quel dolore era vivo…lei era viva…come la sofferenza dentro al suo petto.

Aveva paura di ricordare…paura di quelle fiamme che ardevano.

Voleva solo risposare. Era così infinitamente stanca…una stanchezza antica, incancellabile, in scalfibile.

Era stanca di combattere. Per ogni singolo respiro. Per ogni attimo della sua vita. Una battaglia dopo l’altra, senza fine, senza vittoria.

Era così stanca…avrebbe solo voluto smettere di sentire…essere vento o pioggia…e scivolare via.

Ma la sua carne urlava.Urlava straziata. E lei non poteva far altro che starla a sentire.

Con infinita lentezza provò ad aprire le palpebre pesanti, appiccicose. La assalirono immagini confuse e sfocate che le ferivano la mente come lame. Realtà. Tutto attorno a lei era terribilmente vero, concreto, pungente e attaccava brutalmente ognuno dei suoi intorpiditi sensi.

La piccola fiamma sfrigolante di una candela le bruciò le pupille con la sua luce, facendola ritrarre di scatto ,dolorosamente, come un animale ferito e terrorizzato.

Chiuse di nuovo gli occhi, per difendersi.

Non c’era una parte del corpo che non le facesse male.Anche pensare era doloroso. Troppo. Ripescare tra i ricordi, tra i brandelli di una memoria portata fino al limite della pazzia dal dolore, per scoprire quello che era successo.

_Profondi, magnetici occhi scuri che la fissavano trascinandola nel loro abisso dorato. Liquidi occhi nocciola avvinghiati ai suoi mentre un fuoco senza fine devastava entrambi i loro corpi. _

La donna rannicchiata a terra gemette piano, ripiegandosi ancor di più su se stessa. Una lunga ciocca bionda le scivolò sul viso pallido e sofferente, sugli occhi spasmodicamente serrati.

Se ne avesse avuto la forza avrebbe pianto. Ma c’era solo vuoto. Troppo vuoto dentro di lei.

Angel…” solo un sussurro molto simile al gemito appena sfuggito alle sue labbra secche.

Le mancava il fiato in gola. Respirare, doveva respirare.

Le mancava l’aria. Forse era solo un incubo. Le mancava l’aria.

Buffy aprì di nuovo cautamente gli occhi. Doveva respirare. Tornare a galla, le mancava l’aria.

La realtà tornò lentamente a fuoco. Era rannicchiata sul pavimento ,cosparso dai resti del suo ultimo combattimento con Angelus, di un cadente edificio in periferia.

Ogni movimento le costava uno sforzo sovrumano mentre il dolore si distendeva in tutto il suo corpo, affondando i denti in ogni nervo. Respirare le costava fatica, oppressa da un peso sullo stomaco.

Inclinò piano la testa e si ritrovò a fissare un cielo nero attraverso il soffitto sfondato.

Era buio. Una vasta distesa scura come l’oceano. Ma del resto era sempre buio, si ricordò. C’era un’eclissi permanente…

Non poteva sapere se fosse giorno oppure notte, e muoversi da lì era impensabile.

Con uno sforzo riportò la testa nella posizione di poco prima.

Quanto tempo era passato? Ore? Giorni? Lui non era più lì. Non poteva vederlo, né sentirlo.

Non poteva sentirlo in nessun modo…non poteva avvertire la sua presenza, non poteva percepirlo. Si sentì di nuovo soffocare, come se le strappassero i polmoni dal petto.

Quanto tempo era passato? La sua attenzione cadde sulla candela che prima aveva ferito i suoi occhi. Era un grosso cero di un colore fra il nero e l’argento.

Cercò di concentrarsi.Quando era arrivata ce n’erano molti di simili a quello. Forse formavano un disegno a terra. Dovevano essere alti più o meno settanta centimetri ed avere un diametro di quindici. Quello che lei poteva vedere adesso era alto poco più di un dito e ormai la fiamma tremolava incerta. Si era consumato tutto.

Buffy chiuse gli occhi. Erano passate molte ore. Un’intera notte, magari di più, o forse un giorno, che differenza c’era?

Era come se in quell’immensa stanza a cielo aperto l’ossigeno fosse bruciato.Insieme a lei. Insieme alla sua anima. Le mancava l’aria.

Lentamente, lungo una guancia sporca, cominciò a rotolare una lacrima cristallina. Seguita da un’altra, e un’altra ancora. Lentamente, cammino di perla. E poi ancora un’altra. Sempre più veloci, spesse gocce opalescenti, sentieri di stelle cadenti. Le allagavano il viso, traboccavano dagli occhi verdissimi accesi come fuochi nel buio lottando contro le spesse ciglia. Nel silenzio tetro di quel luogo abbandonato le lacrime si infrangevano fruscianti a terra, scivolando piano lungo la loro strada di pelle, cadendo a bagnare la soffice polvere sul pavimento.

Buffy non aveva la forza di singhiozzare, si limitava a lasciar fluire da se quella processione cristallina, ultima vestigia della sua umanità.

Si sentiva completamente svuotata. Così sola come non lo era mai stata. Come se le avessero strappato l’ultimo brandello di se stessa, come se ,alla fine, fossero davvero riusciti a toglierle tutto. O forse era lei che ,infine, aveva gettato tutto nella polvere.

Le rimaneva solo un guscio freddo di pelle e carne e ossa.

Il tempo era un fantoccio di cartapesta, restava solo un dolore insipido fra le labbra aride.

Buffy rimase così per ore, immobile se non per il leggerissimo tremito che a volte la trapassava, come morta, la lacrime che fluivano dal suo corpo al posto del sangue, strappandogli ,stilla dopo stilla, la poca vita che vi era rimasta imprigionata.

Passarono ore, o forse anni….. mentre le forze tornavano ad animare quel corpo di cacciatrice, combattendo il dolore, e lei si rifiutava di accorgersene.


Urlò.

Come non aveva mai fatto.

Tanto forte da spaccarsi il diaframma.

Un urlo che sembrava poterle succhiare le forze, e la vita stessa.

Si appoggiò con violenza alla parete, incapace di reggersi sulle gambe, in preda a una vertigine improvvisa e violenta, a uno spasmo che le serrava lo stomaco.

Urlò un dolore non suo. Lacerante. Insopportabile.

Urlò ingoiando acqua invece che aria, estraniata, persa in una voragine di fiamme.

Spike scattò su dal letto in un istante, pronto ad agire e di nuovo lucido. Quell’urlo terribile gli percorse il corpo in un brivido, entrandogli dentro, sotto la pelle.

Spalancò la porta del bagno con un calcio, i suoi occhi come lame di ghiaccio cercarono quelli di Faith. Lo sguardo scuro, torbido, allucinato della donna lo impietrì.

Rimase fermo sulla soglia per un lunghissimo momento. Solo loro due sospesi nel vapore.

Faith sembrava in trance, le pupille dilatate e immobili, mentre il getto furioso della doccia le inondava il corpo e il volto e lei inghiottiva l’acqua come inebetita, le labbra ancora spalancate nell’atto di quel grido lacerante.

Il tempo galleggiò nel vuoto degli occhi scuri in Faith e in quelli azzurrissimi di Spike pieni soltanto di lei ancora per qualche istante. Poi il vampiro strappò il corpo tremante della cacciatrice a quella pioggia bollente e la avvolse con gesti misurati, rassicuranti, in un ampio telo da bagno. Spike le scostò i capelli scuri ostinatamente incollati al viso ed asciugò le gocce dalle ciglia folte. Sempre tenendola fra le braccia ruotò i rubinetti della doccia interrompendo il getto. Infine la sollevò delicatamente per portarla in camera. Lei gli lasciò ricadere la testa nell’incavo fra il collo e la spalla. I suoi capelli profumavano di luce. Spike li annusò per un momento, soffermandosi in piedi accanto al letto sfatto.

Va tutto bene…è tutto ok…non permetterò che ti succeda nulla di male… Va tutto bene Faith…tranquilla dolcezza… Guardami, Faith, mi vedi?…sono qui…con te…non ti lascio sola…siamo al sicuro…è tutto a posto…”

La sua voce suonava bassa e dolce.

Era sempre stato bravo a consolare… a blandire… prima la pazzia di Drusilla…poi lo smarrimento di Dawn…poi, poi…il dolore rabbioso di Buffy…ma quello non era mia riuscito nemmeno a placarlo, a zittirlo un solo attimo.

Depositò il suo tremante fagotto al centro del letto e continuò a parlarle. La tenne semplicemente stretta, aspettando.

Lentamente Faith mosse lo sguardo attorno, le labbra le tremarono come se volesse parlare. I suoi occhi profondi trovarono quelli di Spike, intrecciandosi a loro. Aveva il respiro affannoso.

“…va tutto bene, Faith?”

Lei deglutì più volte. Poi disse solo una parola.

Buffy.”

Spike si ritrasse di scatto da lei come se l’avesse scottato, come se fosse stata cosparsa di acqua santa. La abbandonò al centro di quel grande letto come una bambola vecchia, o almeno così si sentì lei.

Gli occhi del vampiro si scurirono, facendosi duri e taglienti.

Faith si raggomitolò ancor di più nella salvietta, stringendo le gambe al petto come una bambina spaventata. E una bambina sembrava, occhi enormi di paura e il viso di bambola sull’orlo del pianto. Aveva voglia di piangere…mille lacrime non sue.

Lui adesso era in piedi, il petto ancora bagnato dai suoi capelli, e si stava rivestendo rapidamente, scovando i vestiti nella confusione della stanza.

Cosa le è successo, Faith?”

Lei non rispose. Tutto quel dolore…. Dio, come poteva spiegargli tutto quel dolore?

Spike era vestito adesso, già quasi sulla porta, pronto a correre da lei da Buffy. Per amarla, salvarla, consolarla…anche solo per bere il suo odio e la sua rabbia.

Faith?” la voce del vampiro era impaziente, incalzante, quasi frenetica.

Ma lei ancora non rispose.

Spike tornò al letto in due lunghe falcate e la afferrò per le spalle, sollevandola. La salvietta umida le scivolò un poco di dosso. Le sue dita fredde le tagliavano la carne, i suoi occhi il cuore. Dentro di lei la carne e il sangue di un’altra cacciatrice urlavano ancora.

Dov’è Buffy? Cosa le è successo? Sai qualcosa? Se sai qualcosa DEVI dirmelo , Faith, devi. E’ ferita? Sta male? Ha comunicato con te in qualche modo?”

Non la vedeva neppure, le parlava con rabbia, quasi in un delirio, ed i suoi occhi erano già lontani.

La mora scosse la testa. Secondi pesanti come piombo.

Non lo so….”

Spike strinse di più “Non sai cosa?”

Lei deglutì ancora, più volte. Non poteva spiegargli qualcosa che neppure lei riusciva a capire.

Io…io…credo di sentire quello che sente lei….”

Il vampiro la scosse con forza, le sue dita lasciavano segni rossi sulle braccia candide della cacciatrice.

Spiegati meglio. Devo trovarla, Faith. Sta male? E’ ferita? Prima hai gridato, perché?”

Non… non lo so! Era lei a volerlo fare. Il suo dolore era… il suo dolore è…è… c’è solo dolore in lei.”

Come fai ad essere sicura si tratti di Buffy?”

Lo so e basta.”

Allora sta soffrendo…. O è in pericolo?!”

Il vampiro mollò bruscamente la presa e lei ricadde sul letto senza forze. Spike spalancò la porta e si precipitò fuori.

Non sai neppure dove sia…”

Solo un sussurro. Ma a Spike parve un colpo di fucile che gli esplodeva nelle orecchie. Si fermò e le lanciò un’occhiata fredda da sopra una spalla.

Non importa. Ribalterò tutta la città se necessario.”

La bruna cacciatrice scosse la testa, e i suoi occhi dentro a quelli del vampiro erano infinitamente tristi ed amari come veleno.

Non credo la troverai…”

E tu che vuoi saperne!!!”

Lui era rabbioso come un animale in gabbia, e si dibatteva, combattendo un qualche demone che solo lui poteva vedere.

Lei è sola. E non vuole essere trovata. Vuole solo smettere di sentire…. E’ sola… e c’è fuoco ovunque.”

Spike sembrò riprendersi da quella sorta di delirio frenetico in cui era precipitato dopo aver sentito pronunciare il nome della bionda cacciatrice. Come se la parola fuoco avesse avuto dei risvolti magici. I suoi occhi di ghiaccio tornarono a posarsi con consapevolezza su Faith. Erano duri, e la trapassavano, facendole male. Più male delle sue mani sulle braccia poco prima.

Buffy è in un incendio? E’ in trappola o priva di sensi?”

Faith si inginocchiò sul letto, le lenzuola avvolte malamente attorno al corpo, così che i suoi occhi scuri fossero alla stessa altezza di quelli del vampiro.

Non lo so!!!! Ti ho già detto che non lo so, maledizione!!! Non è una premonizione o…o qualche altra cazzata esoterica del genere!!!”

Stava urlano. Finalmente. Urlava il suo dolore. Urlava la sua rabbia. Urlava la sua solitudine. Addosso a quell’affascinante volto, dentro a quegli occhi troppo azzurri che la fissavano con indifferenza, come se fosse solo un mezzo per raggiungere quella che davvero lui voleva. Quella meritevole…quella buona…Buffy. Sempre lei. Sempre di mezzo. Sempre più di lei.

Ma lui sembrò non udirla neppure. Seguiva un ragionamento logico e lucido dopo molto tempo. Pianificava come agire.

Se c’è un incendi possiamo individuarlo…basta mettersi in contatto con i vari comandi dei vigili del fuoco. Devo trovare Willow, lei potrebbe entrare in rete e vedere dove…”

Parlava rivolto a se stesso e non a lei. Lei era come una cosa inconsistente in quella stanza…come un fantasma attraverso cui quegli occhi azzurro cielo passavano senza vedere.

Faith scattò in piedi e gli tirò contro un cuscino. Senza sapere bene perché. Solo per interrompere quella concentrazione, solo per allontanarlo ancora un attimo da Buffy, solo per fargli sentire che lei era lì, che era viva e reale…

Non sto parlando di fuoco vero, razza di un idiota che non sei altro.” Aveva voglia di piangere. Non sapeva perché, ma aveva un disperato bisogno di piangere…tutte quelle lacrime che da bambina non aveva mai versato… “Deve trattarsi di un incantesimo…o qualcosa di simile. Anche quando è tornata in vita, io….l’ho sentita…ma non so dove, come o perché. Non so cosa le stia succedendo. Ma non ha molto a che vedere con il suo corpo. E’ la sua anima ,forse, è quello che sente.”

Spike la fissò per un attimo. Sembrava che in quella ragazza fosse racchiusa una forza che a stento riusciva a rimanere entro i confini, che spingeva per uscire, per divampare.

Non importa. Devo trovarla.” Adesso il suo era solo un sussurro. Poche parole che sapevano quasi di scusa.

Oh, certo!!! Miss Purezza e Giustizia è in pericolo, magari si è spezzata una delle sue preziosissime unghie e non sia mai che tutti non accorrano al suo capezzale!!! Non si precipitino a cercarla, a soccorrerla, ad asciugare le sue lacrime!!! Ma guardati!!! Non ho neppure fatto a tempo a pronunciare il suo nome che sei scattato come una molla!! Cosa sei diventato, il suo cagnolino?? Di angelo custode ne ha già uno, e non credo d i dover essere io a ricordarti chi….Lei non ti vuole Spike, non vuole nessuno adesso. Vuole essere lasciata in pace, in pace col suo dolore.”

Il vampiro deglutì a vuoto. Gli occhi fissi nell’incendio di quelli della bruna cacciatrice.

Tu non puoi saperlo…lei è…”

Oh, si che lo so. Lo so eccome. Lo so, dannazione!!!! Come né tu né Angel né nessun altro potreste mai saperlo. Perché lei è come me. Lo stesso sangue maledetto nelle vene, lo stesso demone logorante nel petto. Lei è come me. Ed è umana, e sbaglia, e si dibatte….ma nessuno di voi sembra volerlo vedere. No, lei è la perfezione. Lei è la bontà. Lei è tutto. E non sapete vedere al di là di lei, come se fosse una luce che vi acceca…ma finirà per bruciarvi!!! Perché avrete passato la vostra vita guardando lei… e quando lei si spegnerà sarà troppo tardi per tutto il resto. Tu, Angel i suoi amici…tutti voi!!! Non sapete vedere che lei. E la compatite e la ammirate e la lodate. Sempre e solo lei.”

Perché la odi così tanto?”

Io non la odio…o forse sì…ma non ha importanza. Io perdo sempre quando c’è lei. Mi sembra di essere nata per poter far risaltare la sua perfezione. Io sono quella sbagliata, e brutta e sporca e cattiva…qualsiasi cosa faccia non cambierò mai questa impressione. Io sono quella sbagliata. Vorrei che per una volta qualcuno mi guardasse senza fare un paragone…vorrei non essere seconda per una volta, agli occhi di qualcuno. Lei ha tutto, e non l’ha mai chiesto. E forse non lo vuole neppure. Io non ho mai avuto nulla…e tutto quello che ho mai osato desiderare…era già suo. E non è giusto.”

Spike abbassò gli occhi che fino a quel momento erano stati incatenati a quelli della Cacciatrice.

Il silenzio era pesante come un sudario, fradicio, soffocante.

La vita non è mai giusta, ragazzina.”

No, non lo è mai. Io sbaglio, Buffy sbaglia…ma siete voi i peggiori. Voi che l’avete investita di perfezione, costringendola ad indossare una maschera per non deludervi…ed adesso è crollata…e presto si perderà…e non c’è ritorno da certe strade. Come dalla mia. L’ho imboccata io…ma un po’ è anche colpa vostra…che eravate troppo occupati a contemplare Buffy per vedere me…………….e per rendervi conto che la stavate soffocando.”

Le lunghe dita affusolate del vampiro erano serrate a pugno ed abbandonate lungo i suoi fianchi. Faith non capiva cosa gli stesse passando per la mente. In qualche modo voleva ferirlo. Riversare su di lui tutta la rabbia…perché anche lui la stava abbandonando. Perché qualsiasi cosa lei dicesse o facesse lui sarebbe uscito da quella porta per cercare Buffy.

Faith era in piedi davanti a lui, e teneva la testa sollevata per incontrare i suoi occhi. E aspettava. Un altro addio. Un altro pezzo di cuore.

Guardami, Spike. Vedimi.”

Lui tenne gli occhi dentro quelli di lei per dei secondi lunghissimi, infiniti. Occhi perfettamente vuoti. Secondi in cui non si dissero nulla. Erano semplicemente lì. Insieme.

Mi dispiace.”

Spike si voltò lentamente e lentamente raggiunse la porta e la oltrepassò, dirigendosi alle scale. Lo sguardo di Faith era fisso sulle spalle coperte dal logoro spolverino di pelle nera e sulla nuca spruzzata dai capelli troppo ossigenati. Le sembrava di poter vedere i suoi occhi di cielo liquido andarsene.

Non ti vuole….”

Lo spolverino nero di pelle con dentro un vampiro cinico ed ironico, occhi di ghiaccio azzurro e lineamenti di un eterno ragazzo,nel petto un’anima e nella testa un chip andato a male, si fermò sul primo gradino delle imponenti scale dell’Hyperion.

Spike piegò appena di lato la testa, senza incontrare del tutto lo sguardo di lei.

Lo so. L’ho sempre saputo.”


Qualsiasi cosa la strega avesse fatto, l’impulso di piantarle i denti nella tenera carne del collo era molto forte.

Sorrise con amarezza, pensando che fosse un bene non averla a portata di mano…e di zanne.

Non era certo che quello che era successo ,ammesso che qualcosa fosse davvero successo, dipendesse dalla rossa, ma il suo istinto gli assicurava che la responsabile era Willow.

Il buio era così fitto che faceva fatica ad orientarsi. Ma sapeva che dipendeva da lui, e non dalla notte o dall’eclissi.

Lontano da lei era sempre più buio di quanto potesse sopportare.

Stava cercando a vuoto da ore. Sempre più rabbioso, sempre più impotente.

Il suo girovagare randagio l’aveva portato nei pressi del porto, dove l’odore salmastro era penetrante, e ti si appiccicava alla pelle e ti entrava nelle narici rendendo più difficile seguire qualsiasi altra pista. Odore di alghe marce, di sartie, di cime ammuffite, di metallo arrugginito, di legno consumato. L’aria afosa ne era piena, rigurgitante.

Era stanco, da quanto tempo non mangiava? Dalla sparizione di Buffy, forse. Ma una determinazione nervosa e disperata lo teneva in piedi e lo spingeva a continuare quella folle, inutile ricerca.

Oltrepassò il molo, i magazzini…fino a raggiungere un edificio un po’ isolato dagli altri, come se fosse più antico e attorno ad esso si fosse sviluppato il resto della zona. Era cadente, diroccato. Spike si fermò nell’oscurità ad osservarlo, come colto da un senso di familiarità. Un olezzo di magia e di malvagità quasi scomparso, ma ancora percepibile, si innalzava da quelle vecchie pietre.

Il vampiro rimase in ascolto.

Silenzio vuoto e ostile, niente altro.

Stava per andarsene quando un rumore sottile catturò i suoi sensi. Ogni muscolo del corpo di Spike si tese a percepirlo.

Un tonfo leggero, soffice impercettibile. Una lacrima. E poi un respiro appena udibile, frammisto a un vago rantolo.

Scattò verso l’edifico con folle impellenza.

Adesso ,per assurdo, gli sembrava di poter percepire anche l’odore della sua pelle.

Non la vide subito, fra i resti del combattimento e le macerie del luogo.

Aveva il fiato corto, avvertiva l’impellente bisogno di respirare, e senza rendersene conto lo assecondava, pur non avendone nessuna necessità.

Avanzò di qualche passo, quasi titubante, come se stesse entrando in un qualche luogo sacro. I suoi anfibi neri sollevarono nuvolette di polvere e di intonaco staccato.

Non aveva voce in gola per chiamarla.

Luce morta di una stella caduta dal cielo.

Bellezza sfatta di dolore.

Solo un gomitolo in un angolo di quell’immensa sala.

Era sola, e le sue lacrime intossicavano l’aria.

Spike non aveva forza in corpo per muoversi. Non più. Non abbastanza.

Sapeva solo che lei era lì. E con lei c’era tutto il suo universo, tutto quello che aveva un senso. Il resto del mondo perdeva ogni colore, ogni significato.

Dio, quanto faceva male. Quanto faceva male….amarla così. Vederla. Bruciare nella sua luce spenta. Bruciare di lei. Faceva male. Faceva male essere vivo per lei.

Nessun tempo penetrava attraverso le vecchie pietre di quel luogo, erano solo loro due sospesi nel nulla. No, era solo lei. Irraggiungibile. Sola. E Spike che la guardava da lontano ,osservatore non richiesto, imprigionato nelle sbarre di cristallo di una goccia delle sue lacrime.

Spike che sapeva che se appena l’avesse toccata il suo fuoco l’avrebbe arso e consumato. Spike a cui non importava.

I suoi pensieri correvano senza logica, senza ragione, sfatti, fuori controllo. Come le sue emozioni. E convergevano su di lei, come sempre. Lei, luce e tenebra.

*Sei troppo…per essere vera…eppure sei l’unica cosa vera che esista. Ti amo cacciatrice. Ti amo. Non con il dolore di un’anima, ma con la forza di una passione ,o forse di una pazzia, più antica del mondo stesso… *

Il vampiro era ancora immobile. E lei non si era neppure accorta della sua presenza. Lei immobile, lei morta dentro.

Solo pochi passi e l’avrebbe potuta raggiungere, sfiorare.

Se solo lei glielo avesse permesso avrebbe potuto tenerla fra le braccia ed asciugare le sue lacrime.

Ma aveva ragione Faith ,sguardo ardente ed anima ferita, aveva ragione. Buffy non lo voleva. Non l’aveva mai voluto.

Spike abbassò il suo sguardo di ghiaccio non sciolto nella polvere di quel luogo buio e afoso. Il pavimento era cosparso di calcinacci, vetri rotti, cera sciolta. I segni di un recente combattimento erano sparsi un po’ ovunque. Ed anche a quella distanza poteva sentirle addosso l’odore nel sire di Drusilla. Ce l’aveva nel sangue quell’odore, nell’anima. Sempre addosso. Sotto il suo profumo di donna, sotto la sua pelle…c’era sempre stato quell’odore. Dentro di lei.

Maledetto Angelus. Come quell’anima che non aveva più Come quell’anima che aveva abbandonato lì a terra per fuggire chissà dove. Ovunque purché lontano da quell’umanità che lo spaventava tanto….ma non gli sarebbe servito, perché lei avrebbe continuato a bruciargli dentro fino alla fine del mondo, fino all’inferno. Perché lei era così, ti entrava dentro, ti entrava nel cuore, e non smetteva mia di bruciare. Anche se il tuo cuore non batteva più da secoli. E Spike lo sapeva, e l’aveva accettato. Come Angelus non aveva mia saputo fare.

Sul volto pallido del vampiro si fece strada un leggero sorriso, obliquo, amaro.

Inevitabilmente i suoi occhi tornarono a posarsi su quel fragile guscio rannicchiato a terra, sui lunghi capelli scomposti e arruffati, sui lividi del combattimento, sulle mani graffiate, sul volto rigato di lacrime iridescenti.

Era così dolorosamente bella. Era luce. L’unica luce possibile.

Spike si avvicinò lentamente, e si chinò accanto a lei.

Lo sguardo azzurro cielo del vampiro sprofondò nelle umide, verdi profondità degli occhi della cacciatrice perduta.

Occhi lontani, occhi vuoti.

Lei non lo vedeva neppure. Restava raggomitolata nel suo dolore. Un dolore così forte e concreto da sfuggire alla prigione di carne del corpo della ragazza e da raggiungerlo, per penetrargli nella pelle, e spaccargli quel cuore che non batteva più.

“………….Buffy………..” Lentamente le sue dita affusolata si avvicinarono alla fronte della donna per scostare un paio di spesse ciocche che le ricadevano sul volto.

Lei si ritrasse di scatto, come un animale ferito, agonizzante. Basta dolore, era troppo. Non voleva più combattere, non voleva più respirare, voleva solo sciogliersi fra le proprie lacrime nella notte.

Spike strinse i denti e ritirò la mano. Quante altre volte non si era lasciata toccare da lui…? Troppe per poterle contare. La sua anima, il suo cuore…di certo non era mia riuscito neppure a sfiorarli. Aveva sempre avuto solo un corpo, solo un involucro, come in quel momento.

Erano così vicini che poteva avvertire il suo respiro sottile sulla pelle, ma Buffy era lontana come non lo era mai stata. Vuota.

Ti prego Buffy……come stai? Ti fa male qualcosa? Buffy….”

Lei rimase immobile, rintanata in se stessa, lo sguardo perso nel buio.

Spike restò inginocchiato accanto a lei, ascoltando i battiti del suo cuore. Ascoltandoli come se fossero il primo rumore che poteva udire in una vita di secoli. Ascoltandoli come se fossero l’unico suono della terra.

Il tempo, fuori dalle loro esistenze, fluiva colloso, riflettendo il loro microcosmo di dolore immobile in mille specchi frammentati come ragnatele e in mille bolle di sapone che scoppiavano silenziose nell’aria rarefatta.

Quasi d’improvviso il vampiro si accorse che Buffy lo stava guardando, che i suoi occhi non gli passavano attraverso, ma si fermavano nel suo sguardo.

Sentì una morsa gelata allo stomaco, un pugno di ghiaccio. Era come se in quei due limpidissimi smeraldi fosse intrappolata una morte senza fine.

La voce di lei fu roca, tremante, sottile. “Mi fa male il cuore. Mi fa male la carne che non smette di urlarmi dentro il suo dolore.”

Il rumore del suo respiro in quegli attimo di ritrovato silenzio gli parve il fragore di una cascata.

Lo sguardo di Buffy era inchiodato dentro quello di cielo di lui.

Non c’è più nulla…non mi resta più nulla…sono totalmente vuota… ed anche così…il dolore non smette di urlare.”

Buffy…”

Non voglio la tua pietà. Vai via. Voglio solo smettere di sentire. Vai via. Voglio solo diventare cenere ed essere portata via dal vento…Va’ via.”

Buffy….non mi fai pena. Sei viva e questo è…tutto quello che conta. Starai bene….”

Sono viva. E fa troppo male. Perché respiro ancora e il mio cuore si ostina a battere….ma non ne ho più la forza…di essere viva…non voglio più combattere…è inutile… e fa troppo male.”

Le lacrime continuavano a scendere lungo il volto tirato della cacciatrice. Solo lacrime lente, cristalline, inesorabili come se fossero dotate di una volontà propria, come se stilassero da una ferita aperta.

Spike si chinò e la raccolse fra le braccia e la strinse al petto con tanta forza da farle quasi male. Questa volta, lei lo lasciò fare. Bambola di pezza con il cuore in frantumi.

Il vampiro affondò il viso nei suoi capelli e ne respirò a fondo l’odore. Profumo di lei.

Ti amo. Ti amo da star male. Ti amo oltre ogni ragione.”

Lei aveva il viso sprofondato contro il suo petto, gli occhi socchiusi.

Allora sei tu a farmi pena. Dall’amore…non verrà mai nulla di buono.”

Spike la strinse ancora più forte, come per fermare quel momento. Per fermare l’eternità di un attimo.

Non ha importanza. Ne vale la pena. Di amare…varrà sempre la pena. Amare non è dare né ricevere…l’amore è qualcosa che resta dentro di te e ti da luce, al di là di tutto.”

La sentì scuotere debolmente la testa ,come se non avesse la forza di contraddirlo, e rannicchiarsi contro di lui.

La sua voce fu un sussurro impercettibile, tanto da spingere il vampiro a chiedersi se stesse veramente parlando o se fossero i suoi pensieri a farlo.

No….no. Non voglio amare più così. Mai più. Mai più. Non voglio amare più così.”

Lui non trovò nulla da ribattere.

Rimasero a lungo in silenzio, immobili e stretti l’uno all’altra.

Spike avrebbe voluto tenerla fra le braccia per sempre. Aveva la certezza che quelli ,nel bene e nel male, sarebbero stati gli ultimi momenti di lei che gli restavano. Non erano mai stati così vicini.

Devi vivere Buffy….” Glielo sussurrò fra i capelli, come una preghiera, come una dichiarazione d’amore.

Lei non diede segno di averlo udito.

Passò altro tempo. Ore di silenzio. Solo il respiro di lei che si infrangeva sul torace freddo del vampiro.

Infine Buffy alzò di nuovo gli occhi in quelli vicinissimi del vampiro. Non erano mai stati così vicini, non lo sarebbero mai più stati. Cercare di trattenere quell’attimo era inutile, e Spike lo sapeva…si limitò a viverlo, respirando dalle sue labbra il suo respiro.

Buffy alzò titubante una mano a sfioragli una guancia, seguendo con un dito il contorno netto dello zigomo.

Lentamente ,quasi come se non fosse neppure lui ad agire, Spike avvicinò ancora di più il proprio volto a quello di lei e le accarezzò le labbra con le proprie.

La carezza divenne un bacio salato, lento, languido, traboccante malinconia e desiderio, impregnato dal dolore di un addio.

La baciò a lungo, e lei baciò lui, persi in un crepuscolo senza tempo.

La passione del vampiro fluiva nel dolore liquido del corpo di Buffy e vi si scioglieva piano.

Fu un bacio interminabile, amaro, frammisto di respiri, caldo e soffuso da una sorta di triste dolcezza che fra loro non era mai esistita prima.

Le loro labbra si staccarono piano, assaporando fino all’ultima stilla dolce amara quel contatto, separandosi quasi titubanti.

Spike la guardò negli occhi. Troppo limpidi. Troppo verdi. Troppo feriti. Troppo amari. Troppo antichi. Troppo lucidi.

Non portò mai lenire il dolore che hai dentro, nemmeno in un’eternità…non potrò colmare il vuoto….ci ho provato, disperatamente…ma…non ci riuscirò mai…vero?”

Gli occhi della bionda cacciatrice erano limpidi come cristallo attraversato di luce mentre lo guardava, e non sfuggiva il suo sguardo di cielo squarciato, né la sua anima.

“………..no.”

Il vampiro annuì.

Ancora immobili. Ancora silenzio.

Gocce di tempo come sabbia in una clessidra.

Poi Spike si alzò. Lentamente, come se si rialzasse dopo una lunga battaglia.

Buffy era ancora fra le sue braccia.

La rimise delicatamente a terra, aiutandola a mantenere l’equilibrio.

La ragazza si rassettò sommariamente i vestiti, passò le dita a mo’ di pettine fra i capelli. Si pulì il viso con le mani in un gesto infantile che a Spike ricordò quello di una bambina. Ma quella che aveva di fronte era ormai una donna.

Mi dispiace….. Io…non posso cambiare le carte della mia vita, di quest’assurda partita che la mia vita è diventata…”

Lui annuì. “Non sono mai stato un gran giocatore.”

Forse non voglio neppure cambiarle, le carte. E se ti dicessi che mi spiace anche per questo mentirei.”

Il vampiro annuì di nuovo.

Con i gesti di sempre si accese una sigaretta. Pacchetto stropicciato per la lunga permanenza nella tasca dei jeans e immancabile zippo che sembrava poter comparire fra le sue mani dal nulla.

Buffy gliela prese dalle mani e tirò alcune lunghe boccate. Lui non accennò a scomporsi, si limitò ad accendersene un’altra.

La guardò schiacciare sotto il tacco il mozzicone fumato troppo in fretta, lo sguardo perso lontano in cui una scintilla di rabbia o forse di disperazione tornava ad accendersi.

Lui era alla seconda sigaretta quando la donna tornò a rivolgergli attenzione. I suoi occhi di fuoco verde gli scottarono la pelle per un attimo. Erano duri, impenetrabili.

Andiamo a caccia.”

Spike si limitò ad un cenno di assenso con le spalle e si voltò per seguirla nel buio caliginoso che aleggiava perennemente per le strade.

Sapeva cosa volesse dire cercare una preda qualsiasi, solo per braccarla, solo per lasciare che l’istinto spegnesse tutto il resto, solo per smettere di sentire. Lo sapeva fin troppo bene. E sapeva anche che non era una soluzione ma ,probabilmente, non c’era molto altro che né lui né lei potessero fare in quel momento.

Appuntò lo sguardo sulla schiena flessuosa davanti a sé e smise di pensare.


Combattere per non soccombere. Al dolore. A se stessi. Alla vita.

La rabbia era l’unica forza che ancora la facesse muovere, e la sostenesse.

La rabbia era l’unico dio che le fosse rimasto.

Rabbia per non affogare nel dolore, rabbia per non soffocare nella disperazione.

Rabbia e istinto. E la carne che non smetteva di gridare, come quell’anima che voleva dimenticarsi di avere.

Osservò il sangue schizzare dalla gola aperta di un vampiro prima che si trasformasse in cenere. Il liquido viscoso le si incollò addosso, scivolando dalle mani alzate lungo le braccia. Lo guardò intenta, distaccata. Aveva ancora sangue da versare, lei? Aveva ancora vita?

Solo rabbia. Restava solo rabbia. E quel dolore che non smetteva di bruciare.

Si fermò: perché non c’erano più nessuna preda da seguire, né nessun nemico da eliminare. Aveva il corpo indolenzito, ma la mente era stranamente lucida adesso. Come se si potesse osservare da fuori, come se si guardasse in un film.

Spike la osservò in silenzio ,a una certa distanza, gli occhi azzurri tesi a leggere oltre la sua fredda corazza. Aveva cacciato anche lui, ma senza il suo furore, la sua disperazione, la sua ira. Buffy sembrava preda di una lucida follia. Non l’aveva mai vista così.

Sai cosa mi sia successo?” Aveva ripreso il controllo del proprio respiro, anche se il petto si alzava ed abbassava ancora ad un ritmo innaturale.

No, anche se credo ci sia Willow di mezzo.”

Vide gli occhi della cacciatrice intorbidirsi.

Siamo venuti qui insieme, per cercarti. Eravamo…..preoccupati. Non so cosa avesse in mente la rossa. Io volevo solo…trovarti.”

Buffy gli girò le spalle. Frugò con gli occhi la notte alla disperata ricerca di un appiglio…di qualcosa a cui aggrapparsi per non perdersi.

Ma si era già persa. Aveva perso tutto. Perfino se stessa.

Portami da lei.” La sua voce era controllata, dura.

Con le spalle dritte e un passo marziale si incamminò nel buio, senza aspettarlo.

Che hai intenzione di fare?”

Non ti riguarda. La troverò con o senza di te. Sono stanca…così stanca che gli altri giochino con la mia vita.”

Si fermò di colpo, tanto che per poco il vampiro non inciampò contro di lei.

Si voltò e tornò a guardarlo negli occhi.

Vattene Spike. Vai via da me. Non viene nulla di buono da me, mai. E tu sei quello che ha pagato il prezzo più alto…forse hai pagato anche per gli altri….”

La donna che Spike stava guardando non era più quella che aveva conosciuto. Fece un passo verso di lei. Ma lei si ritrasse, indietreggiando nell’ombra fitta ai margini del fascio di luce di un lampione, lasciandolo solo in quel circolo chiaro.

C’è il mondo da salvare, credo. Faith e gli altri potrebbero aver bisogno di una mano. Va’ loro. Ovunque vuoi, lontano da me. Quello che farò riguarda solo me Spike. Io che non sono più la Cacciatrice…. Sei migliore di molte delle persone che ho conosciuto….persone di carne e sangue… Non perderti per qualcosa che è già perso. Buffy Anne Summers è morta molto tempo fa.”

Il vampiro non accennava a muoversi, immobile nel cerchio di luce.

Vattene Spike, o giuro che ti pianterò un paletto nel cuore, e non mi volterò indietro a guardar cadere a terra le tue ceneri.”

Lui annuì piano, ed abbozzò un sorriso. In fondo, lei era quella di sempre. Le fece un cenno con la mano e si voltò incamminandosi lentamente senza una meta precisa.

A un certo punto sembrò quasi cambiare idea. Si fermò e le gettò un’occhiata da sopra una spalla. Lei era ancora là, immobile. “Buona fortuna, Cacciatrice.”

Buffy lo guardò sparire nella notte, inghiottito dal buio, e rimase a fissare il punto in cui era sparito per molto tempo.

Infine, si incamminò nella direzione opposta, sapendo che lui stava tornando all’Hyperion.


Possono esistere diversi gradi di perdizione? Il buio può diventare più oscuro?

Non lo sapeva. Ma sapeva che si può sempre precipitare più in basso.

Aveva creduto di aver perso tutto…di essere già arrivata in fondo…ma poteva sempre andare peggio…il destino poteva sempre accanirsi ancora di più, mordere più a fondo.

Dentro, un vuoto incolmabile non smetteva di bruciarle le viscere, risucchiandola in una spirale di nulla. E il nulla faceva terribilmente male, ed era terrorizzante. Avrebbe solo voluto mettere a tacere ogni cosa, chiudere gli occhi e naufragare.

Invece la vita era lì, intorno a lei, dappertutto, e non faceva che graffiarle la pelle.

Aveva voglia di una delle sigarette di Spike, ma lui se n’era andato per sempre.

Aveva voglia di urlare, di perdersi ancora di più, nell’assurda speranza di dimenticare.

Dimenticare. Lui…. Niente ricordi. Niente dolore.

Si ritrovò ancora su una spiaggia, con il rumore del mare che le entrava dentro.

Intorno a lei ,come in un’allucinazione, brillavano fuochi sulla spiaggia.

Qualcuno la urtò ridendo e passò oltre farfugliando delle scuse.

Buffy si rese conto che musica da discoteca ad alto volume vibrava nell’aria salmastra.

Svuotata di se stessa si avvicinò ad uno dei falò attorno a cui molti ragazzi ballavano. La musica era insopportabilmente alta ed alterava ogni altra percezione sensoriale, ti entrava con furia nelle orecchie e rimbombava nelle cassa toracica, vibrando contro il corpo dello sterno e quasi minacciando di romperlo. Stordimento totale, era quello che voleva. Perdersi.

Automaticamente cominciò a ballare, seguendo il ritmo, scatenando il corpo e la forza come in un combattimento all’ultimo sangue. Rimaneva solo la musica che rimbombava dentro il guscio vuoto del suo essere, mentre i suoi movimenti si facevano sempre più frenetici e veloci, incalzanti.

Il fuoco si rifletteva con invitanti bagliori sulla sua pelle sudata, i lunghi capelli scomposti frustavano l’aria grondando argentee goccioline che si confondevano con le scintille guizzanti del falò.

Buffy ballava come in preda a un delirio, lasciandosi trasportare sempre più lontana da se stessa, e dai ricordi. Ma il vuoto dentro continuava ad urlarle nelle viscere ed allora lei si muoveva con più forza, animata da una grazia felina, primordiale.

Ogni arco delle braccia e delle mani era un flessuoso, irridente invito alla morte, una solleticante sfida, un cinico gesto di seduzione al destino.

Danzava sinuosa, scatenata, con gli occhi chiusi e le labbra semi aperte, il volto concentrato, lontano. Ogni curva del suo corpo si adattava alla musica, corteggiando e seducendo perfino la notte.

Andò avanti così per almeno due ore, stregando tutti quelli che le stavano attorno e posavano gli occhi sull’incantesimo del suo corpo, lei ,crudele maga dagli occhi verdi.

Quasi all’improvviso Buffy avvertì una vibrazione nella folla. Le sue lunghe ciglia si alzarono di scatto e con gli occhi percorse con precisione felina la bolgia che la circondava. Bastarono pochi istanti. Il suo sguardo incontrò oltre le fiamme quello scuro e magnetico del cercatore. Ricordava i suoi occhi più chiari, più verdi, più giovani, ma non importava, dovevano essere le fiamme a conferir loro quel bagliore profondo e antico. Doveva essere la sua mente febbricitante a sovrapporre a quel verde muschio un colore nocciola dorato, profondo, insondabile…

Mitch la stava cercando.

Catturò quello sguardo verde scuro, incatenandolo al proprio mentre fendeva quella massa di corpi sudati movendosi con la grazia pericolosa e affascinate di una pantera.

Mitch non riusciva a vedere nulla oltre a quegli occhi verdissimi che gli venivano incontro e risplendevano nella notte come animati da una luce intera.

Lei era impenetrabile, bellissima. Troppo bella. Un sortilegio di sensualità.

La cacciatrice si avvicinò rapidamente ,senza interrompere la danza, un ambiguo mezzo sorriso che le piegava le labbra umide.

Si fermò a pochi centimetri da lui e lo guardò piegando la testa come un gatto.

Sorrideva ancora, un sorriso freddo che non le raggiungeva neppure gli occhi, una ferita aperta sul suo viso. Aveva un’espressione ambigua, vissuta, invitante, indecifrabile. Ma era bella. Senza appello.

Lentamente riprese a ballare, le braccia alzate attorno al collo di Mitch che non lo sfioravano

Il suo sguardo era magnetico quanto i suoi movimenti.

Ondeggiava i fianchi al ritmo della musica in un movimento serpeggiante che si propagava lungo tutto il suo corpo come un’onda. A volte sfiorava il corpo di lui con un braccio, una coscia, il bacino, il petto, una ciocca di capelli, per poi ritirarsi subito. Ogni movimento era insieme un invito e una negazione.

Mentre la musica sembrava salire di intensità Buffy si alzò sulle punte dei piedi ,incollando il proprio corpo sudato a quello di lui, e piegando la testa sul collo del cercatore. Il respiro della donna era caldo e affrettato contro la pelle di Mitch. Gli sfiorò la giugulare con le labbra aperte, risalendo fino al lobo dell’orecchio. D’improvviso, smise di muoversi.

Gli parlò contro l’orecchio, in un sussurro bollente “Ho davvero perso la mia anima adesso. Sarai contento immagino.”

Buffy si staccò repentinamente da lui e si reimmerse nella folla, allontanandosi a passo deciso dalla festa e dal fragore.

Il cercatore rimase come inebetito per un attimo ,l’odore di lei ancora nelle narici, poi si affrettò a seguirla, urtando e spingendo chiunque gli impedisse la strada.

La raggiunse quando era ormai lontana dai fuochi e dagli schiamazzi. “Cacciatrice…”

Buffy si voltò di colpo, afferrandolo per la camicia, scaraventandolo sulla sabbia e inchiodandolo a terra con il proprio corpo.

Io non sono più la Cacciatrice, è chiaro?!”

Il suo volto era sopra quello di Mitch ,vicinissimo, e a tratti le sue labbra lo sfioravano. Si muoveva come un grosso felino che annusi la propria preda prima di azzannarla.

Lui aveva il fiato corto.

No…? E cosa sei allora?”

Finalmente il cercatore riuscì a catturare le labbra inquiete della donna con le proprie. Si divorarono, in una sensuale schermaglia di denti e di lingue.

Non sono più niente. Niente. Mi avete portato via tutto.”

Un altro bacio vertiginoso, mentre Mitch non capiva il senso della sue parole ma conosceva il linguaggio del suo corpo…e la voleva…con una tale intensità come non gli era mai capitato in tutta la sua lunga vita…e non gli importava di non poter sentire la sua anima…

E’ stato per il tuo bene…volevamo salvarti da lu…”

Buffy si staccò dal cercatore, alzando la testa quel tanto che le consentisse di guardarlo negli occhi. Gli rise in faccia, una ristata amara e crudele insieme.

"Il mio bene!!!Dio, il mondo è pieno di gente che crede di sapere quale sia il mio bene!!Invece siete solo dei presuntuosi egoisti!!"

"Sei giovane...e bella...hai ancora una vita davanti...era assurdo che tu cercassi di distruggerti...non devi per forza essere la cacciatrice, sii quello che vuoi, ma vivi!"

Lei rise di nuovo e ,inaspettatamente, di nuovo lo baciò ,famelica e aggressiva, passionale ma distante.

Mitch le fece scivolare lentamente le labbra lungo il collo, scendendo fino all'attaccatura dei seni, assaporando la sua pelle di seta.

Era lei ,però, a comandare il gioco.

Buffy si sottrasse alla sua bocca e cominciò a strusciare lentamente i fianchi e il pube contro di lui, eccitandolo.... gli aprì la camicia e ,con lentezza, prese a baciargli il petto, seguendo il contorno di ogni muscolo e dei capezzoli, scendendo con calma lungo la linea alba del torace fino all'ombelico e soffermandosi a tracciare piccoli cerchi con la lingua attorno a quest'ultimo, per poi riprendere la sua discesa fino a dove i pantaloni glielo permettevano.

Slacciò il primo bottone dei jeans, ma poi sembrò cambiare idea e ripercorse all'indietro lo stesso cammino di pelle, mentre Mitch le accarezzava la schiena nuda e i glutei torniti.

Quando la cacciatrice raggiunse la bocca dell'uomo si fermò e rimase sospesa a pochi centimetri da lui, guardandolo dritto negli occhi. I suoi ,verdissimi, luccicavano nella notte. Mitch la osservò intento. "Hai gli stessi occhi della maga circe."

Lei si chinò a giocare con le sue labbra, stuzzicandolo per poi ritirarsi.

"Doveva essere una donna ben infelice." La sua voce era fredda, ma non smetteva di baciarlo e Mitch era stordito da lei. "Io non ho una vita intera cercatore, ho solo un futuro che altri hanno cercato di progettare per me e che non voglio. La parte più viva di me mi ha abbandonato ,per il MIO BENE, e adesso me l'avete strappata definitivamente."Rise sommessamente, emettendo dalla labbra turgide un suono molto simile alla fusa di un gatto, anche se più tagliente. "Credi che mi stessi distruggendo quando mi hai incontrata la prima volta? Cercando lui? No, lo sto facendo adesso, ora. Mi sto distruggendo. Ed anche così...il vuoto che ho dentro non smette di urlare."

Finalmente il cercatore trovò la forza di respingere le labbra di Buffy. La fissò negli occhi: inutile, non poteva vedere la sua anima.

Le parole della donna gli bruciavano sulla pelle come acido ,era con lui e non con il vampiro che si stava distruggendo, e lei così calda fino a un attimo prima, gli pareva un pezzo di ghiaccio fra le braccia.

"Buffy, io..."

"Zitto. Non mi interessano né le tue scuse né la tua retorica. Volevo solo divertirmi un po'...ma ora basta. Hai aiutato tu Willow?"

Mitch la fissò quasi senza capire per un lungo momento. Lei aveva uno strano sorriso sulle labbra, un misto di disprezzo e odio e autocommiserazione. E in fondo a quegli occhi troppo verdi, barricato dietro muri di rabbia e indifferenza, un dolore che non smetteva di bruciare.

"Io...sì, è venuta da me a chiedere aiuto. E mi ha anche chiesto di uscire a cercarti, stanotte."

Lei non reagì, il corpo rigido e lo sguardo di ghiaccio. si rialzò con destrezza, come se fosse solo inciampata in un tronco portato a riva dalla corrente. I suoi occhi freddi ed irrisori addosso gli corrodevano la pelle al pari di acido.

Si sentì uno stupido, un vulnerabile, eccitato stupido. Si tirò a sedere ed incrociò lo sguardo impassibile della cacciatrice. I suoi occhi antichi, verde muschio, erano limpidi.

"Mi dispiace. Non avevo capito.....nulla."

"Dov'è lei?"

Mitch la guardò.

Avrebbe voluto dirle molte altre cose...che gli era entrata nella pelle, che avrebbe voluto sentirsi almeno per una volta vivo come era viva lei, che si era intossicato di lei, che aveva perso la lucidità, che aveva desiderato che lei fosse separata da quel vampiro per poter avere una possibilità e per questo aveva aiutato Willow...che solo ora si rendeva conto di essere stato un pazzo...che l'aveva voluta dal primo istante in cui l'aveva vista, perché la sua anima era di uno sfolgorio accecante...che avrebbe voluto nascere in un altro tempo e in un'altra epoca per poterla ritrovare, pur sapendo che la sua anima sarebbe comunque appartenuta ad un altro, come lei, come ora.

Avrebbe voluto dirle che lei era stata come una febbre improvvisa, che gli bruciava dentro, che gli faceva desiderare di essere vivo.

Ma il cercatore sapeva di non averne il diritto. Rimase in silenzio, sostenendo quello sguardo smeraldino che lo scherniva.

"La rossa è nella mia stanza al Red Moon, un hotel da poco nei pressi di..."

"So dove si trova..."

Si era già girata per andarsene.

"Buffy...non credo che l'incantesimo sia revocabile..."

La cacciatrice non si voltò neppure, Mitch vide solo la sua schiena irrigidirsi impercettibilmente.

"Non farti più trovare sulla mia strada cercatore, o la prossima volta il gioco non sarà così divertente."


Willow si era appena appisolata, o almeno questa fu l'impressione che ebbe quando fu sollevata dal letto per il collo e inchiodata ad una parete.

Sentì tutta l'aria defluire dai polmoni e una morsa di ferro serrarle la gola.

I piedi le penzolavano ad almeno quindici centimetri da terra.

"Cosa credevi di fare?!"

Quella voce fredda e dura le arrivò in faccia come uno schiaffo.

Tossì alla disperata ricerca di ossigeno, dimenandosi inutilmente come una farfalla con le ali imprigionate, mentre metteva a fuoco l'immagine del volto stravolto e degli occhi taglienti di Buffy.

"Buffy, ti prego..." Non le uscì altro dalla gola contratta.

La cacciatrice non fece altro che afferrarla anche per una spalla e sbatterla di nuovo contro il muro. Il dolore fu così forte da indurre la strega a credere che tutte le ossa del corpo le fossero esplose in mille frantumi.

"Che diavolo di maledettissimo incantesimo mi hai fatto, pazza di una strega?! Non vi basta mai...ho già dato tutto...ma non basta, non posso vivere quello che mi resta come voglio!!Mi sembra di impazzire Willow, mi manca l'aria e la carne dentro non smette di urlarmi che sono vuota e sola... Che cosa mi hai fatto? E a lui? Cosa hai fatto a lui?"

Buffy aveva inconsciamente aumentato la stretta attorno al collo della ragazza, le sue dita lasciavano profondi segni rossi nella tenera carne dell'altra.

Willow era paonazza. Non riusciva a respirare, il sottile tubo della trachea chiuso dalla morsa ferrea di Buffy. Annaspò, si morse la lingua, sputò sangue e saliva.

"Buffy..." solo un rantolo, ma l'altra non allentò la presa.

Negli occhi della strega balenò un'ombra scura. "Repulsa!!"

Buffy fu respinta dall'altra parte della stanza da un'onda di energia e lei ricadde a terra tossendo ed ansimando.

La cacciatrice fu subito in piedi. Willow arretrò strisciando affannosamente.

"Buffy per favore, lasciami spiegare...ti prego, Buffy...sono io..."

Credette che la cacciatrice l'avrebbe colpita: ora era in piedi davanti a lei e fremeva come in preda ad un raptus di pura ira.

Invece le scivolò una lacrima solitaria lungo una guancia mentre lasciava ricadere le braccia inerti lungo i fianchi. "Che cosa mi hai fatto?"

Willow si rialzò rasentando la parete, una mano attorno al collo dolente e una protesa verso l'antica amica, come a placarla.

"Niente di male, Buffy..."

La cacciatrice scoppiò in un risata falsa, esasperata, isterica. Le lacrime lottavano ai margini delle sue ciglia.

"Bè allora ti giuro che devi aver sbagliato qualcosa, perché niente mi ha mai fatto più male..." Si portò le mani alle tempie, movendo le labbra senza riuscire a trovare le parole. "E mi fa ancora male Will, terribilmente. Così tanto che...così tanto..."

Si lasciò scivolare a terra, la schiena appoggiata al muro e le ginocchia contro il petto. "Che cosa mi hai fatto...?" ripeté piano, ormai esausta.

La rossa la raggiunse e si accosciò accanto a lei, sconvolta dallo stato in cui la vedeva.

Era andato tutto storto. era ,di nuovo, tutto perso...se c'era ancora qualcosa da perdere...qualcosa che non fosse altro dolore.

Ciocche scomposte di capelli le ricaddero sul viso e Willow notò le spesse striature nere, come riflessi di tenebra fra il rosso fuoco della sua capigliatura. Non aveva usato magia nera...ma la magia chiama altra magia...e lei era contaminata.

Contaminata di dolore, e rabbia, e sofferenza, e odio, e tristezza, e disperazione. Come veleni nella pelle, nell'anima.

"Buffy....... Buffy........"

Si chinò di più sull'altra donna, sistemandosi dietro le orecchie e provando a fare lo stesso con quelli dell'amica.

"Mi dispiace...io non credevo...."

Buffy aveva occhi vuoti come il buio. Lontani come l'inferno. Glieli puntò addosso come coltelli e la sua mano si alzò rapida, improvvisa, in uno schiaffo che ricadde sul volto eburneo di Willow.

Il rumore fu secco. La strega ricadde all'indietro per il duro colpo.

Gli occhi di Buffy le bruciavano addosso molto di più della pelle arrossata.

"Mi dispiace..." Lo ripeté piano, come una litania. "Mi dispiace."

Anche quella di Buffy era una litania. "Che cosa mi hai fatto....?" E il dolore era fumo nell'aria tra loro. Intossicante, asfissiante.

"Ho sbagliato. Ma volevo solo...aiutarti..riportarti a casa...farti stare meglio, bene. Volevo che le cose andassero a posto...andassero bene per una volta...Mi dispiace..."

"Smettila!! Smetti di dire che ti dispiace!"Buffy stava quasi urlando, con una voce rauca e strozzata che non era la sua "Hai già cercato una volta di distruggere il mondo, tutto quello per cui ho combattuto....ma non ti è bastato. Volevi dimostrare di essere tu quella più potente Willow? Bè, l'hai fatto. Hai distrutto anche me. Ci sei riuscita. Ci sei riuscita."

Willow stava piangendo. Lacrime trasparenti che si rincorrevano sul suo viso.Scuoteva vigorosamente la testa, e attorno a lei i capelli formavano una nuvola fiammeggiante screziata di nero.

"No, no...Non è vero Buffy....non è vero...io..."

Gli occhi della cacciatrice erano dura ardesia e deridevano quelle lacrime. Le proprie ,che lottavano per uscire, e quelle di Willow, che bagnavano la pelle.

"Ma guardati. Magia Willow, si tratta solo di magia. Sei drogata. Guarda i tuoi capelli. Stai di nuovo giocando alla grande strega. Ma stavolta...prima di perdere te stessa...hai perso me...e la mia anima...."

La rossa continuava a scuotere la testa, come se negando quello che l'altra diceva potesse annullare la crudeltà di quelle parole, e il dolore che le scavavano dentro.

"Non è vero...volevo solo...fare la cosa giusta...salvarti da te stessa come Xander ha fatto con me...Volevo proteggere la mia famiglia...e tu ne fai parte...Volevo che smettessi di soffrire e potessi essere felice..."

Buffy era immobile. I suoi occhi erano sempre più duri, impenetrabili, graffianti.

I suoi occhi erano puntanti su Willow come lame, come spade, come una condanna irrevocabile.

E l'altra continuava a sussurrare fra le lacrime, e nella sua voce c'era solo altro dolore.

Buffy si mosse di scatto, imprigionando Willow in una morsa ferrea.

Le passò una mano dietro la nuca e la attirò a sé, baciandola.

Un bacio che fu più simile ad un'aggressione, violento, duro, invasivo, senza respiro, senza tregua.

La strega rimase di ghiaccio per un istante. Poi i minuti fluirono attorno a loro come ore.

Fu un divorarsi senza pace.

Bruscamente come era iniziato, il bacio terminò, e Buffy lasciò andare Willow, gli occhi ancora freddi come due laghi d'inverno.

La strega ansimò alla ricerca d'aria, le mancava il respiro. I suoi occhi dorati cercarono disperatamente una spiegazione in quelli di Buffy.

Buffy che rimaneva una statua di marmo: lontana, gelida, di una bellezza scolpita e asettica.

"Ecco Will. Questa è la felicità che posso avere. Questo è quello che ho avuto fino adesso, da quando...da quando lui...se n'è andato. Fa male, vero? Ed è freddo e vuoto...." I suoi occhi si ridussero a due fessure, indagando quelli della rossa "Ma tu lo sai già, Will. Lo sai quanto me. E come ho già fatto io cerchi di ingannarti dicendoti che non è vero. E menti... a te stessa, agli altri. Mi fai pena. Come me ne sono fatta io... Insegui una falsa felicità dentro agli occhi di una ragazzina che vorrebbe essere una cacciatrice ma non lo sarà mai...e di notte piangi per altri occhi...occhi che non potrai più rivedere...occhi che non potrai più avere...perché lei è morta. E pensarlo fa troppo male. Ricordi com'era baciare Tara? Ogni sfumatura di emozione...ogni sapore, ogni profumo, ogni palpito di gioia e di trasalimento....Ricordi, vero? Ed è nei tuoi sogni, nei tuoi pensieri, nella tua speranza. E' quello che ti fa andare avanti un giorno dopo l'altro. Un filo sottile che ti lega alla vita, al futuro... Ma io non ho più neppure quel filo... me l'hai strappato... Non so come.... mi hai tolto la speranza, e le emozioni, e il ricordo delle emozioni...che mi tenevano viva. Non mi resta più nulla adesso. Nessuna dolcezza...nessuna consolazione,,nessuna speranza...nulla."

Adesso anche gli occhi della cacciatrice erano lucidi e fra le sue ciglia erano impigliate piccole gocce di lacrime, come perle dimenticate da una qualche fata sbadata.

Willow era paralizzata dalla sofferenza dei ricordi, dall'amarezza e dalla verità di quelle parole.

Quelle parole che era costretta ad ascoltare, sentendole rimbombare dentro al cuore, e distruggere le fragili difese che si era creata.

Continuava a piangere, lacrime di una strega per tutto quello che era stato e non sarebbe più tornato indietro, per tutti gli errori, per tutte le cadute, per tutto il dolore delle loro vite.

Aveva sbagliato ancora. terribilmente.

Si morse le labbra quasi a sangue per non ripetere ancora mi dispiace e sostenne lo sguardo tempestoso dell'altra.

La voce di Buffy tremava adesso, non presentava più nessuna sfumatura di soddisfazione nello sbatterle addosso il proprio dolore.

"Perché Willow? Io non potrò mai strapparti Tara....perché tu l'hai fatto a me?"

La cacciatrice si rialzò nel silenzio della stanza e chinò il capo. Se anche stesse piangendo la rossa non avrebbe potuto accorgersene perché i capelli le coprivano il viso.

Si girò ed andò nella stanza da bagno, chiudendosi la porta alle spalle, lasciando Willow sola sul pavimento fra l'odore delle loro lacrime mischiate.

"Buffy...."

Solo un sussurro a cui sapeva che l'altra non avrebbe risposto.

Sentì il rumore della serratura scattare, poi il rumore ripetitivo, scrosciante, ipnotico, del getto della doccia.

Rimase immobile a terra, le tracce del pianto che rendevano opalescente la pelle del suo volto.



Without Soul Cap.VI "Alta Marea"

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Dopo una vita proseguo questa ff....scusatemi per l'incredibile differita, ma fra gli esami e le ferie non ho avuto un attimo per scrivere!!!Spero di non metterci tanto per il prossimo capitolo...

A presto Petali


Disclamer: i personaggi ed i luoghi descritti non sono di mia proprietà, appartengono al loro creatore Joss Whedon, alla Wb ed alla Upn. L’autrice scrive per puro piacere personale, senza alcuno scopo di lucro.


Pairing:Buffy/Angel-us (esistono ancora shipper Angel-Buffy in giro per l'web....?)


Raiting: Nc17. In ogni caso direi che è lasciato al discernimento di ognuno, non è una storia particolarmente scabrosa, ma l’atmosfera è cupa e piuttosto violenta, il linguaggio esplicito e i riferimenti a scene di sesso sono chiari. Se queste caratteristiche non infastidiscono, direi che la storia può essere adatta anche a chi a meno di 18 anni (io di sicuro ho letto di peggio prima di poter votare) e che il raiting può passare ad un Pg14.



Capitolo VI


Alta Marea”



Willow era un’immagine cristallizzata nei suoi pensieri.

Lontana, come tutto il resto del mondo.

Abbandonata sul pavimento consunto di un vecchio albergo come un fiore sfatto, i petali dispersi, appassiti

Willow che giocava con i fili del destino, Willow che allentava le trame della realtà.

Willow sola, come lei.

Essere vuota non faceva poi così male, in fondo.

Se riuscivi a tenere sotto controllo la paura, e la rabbia, e la disperazione.

Allora, non faceva poi così male.

Allora potevi anche respirare.

E lei respirava, seduta al tavolino di un bar sulla vertiginosa terrazza di un grattacielo, bevendo il suo drink troppo forte che le bruciava lo stomaco come una fiamma secca.

Si lisciò sulle cosce, con un gesto distratto, i costosi pantaloni di pelle nera acquistati con la carta di credito che suo padre aveva lasciato a Dawn per le emergenze. Il guizzo freddo di un sorriso le passò sul volto. Bè, se quella non era un’emergenza… Anche il resto del suo griffatissimo abbigliamento era stato comprato con quella stessa carta. Scarpe con un tacco a spillo infinito e una lunghissima, strettissima, punta, nere, anch’esse di pelle, con un alto cinturino sulla caviglia. Un top a bustier senza spalline, di raso nero con inserti di pizzo e chiuso sul davanti da laccini di nappa. Sopra quest’ultimo indossava una trasparentissima maglietta di chiponne morbida e scivolata, stile peplo, con le maniche tagliate, di un colore cangiante fra il nero e il grigio fumo. Con i capelli lunghi fino in vita e un po’ scalati, lucidi, biondissimi, sembrava appena uscita dalla copertina di una rivista di moda. Ma non sorrideva.

Il suo volto era impassibile, distaccato, così immobile ed infiammato da occhi così feroci da apparire inumano.

Bruciava in quella notte senza fine.

Tutto il suo essere bruciava.

Ordinò una bottiglia di vino rosso e lasciò vagare lo sguardo verde veleno sulla città illuminata.

Dentro solo vuoto.

Dentro solo il silenzio denso di tombe e di fantasmi.

Solo cenere di passato.

Era come essere morta…ma senza la grazie dell’oblio.

Era peggio che essere morta.

Annullarsi era così maledettamente difficile, così impossibile.

Dentro, restava il vuoto, sempre.

Dentro, quel cuore che due occhi tornati dall’inferno le avevano strappato, si ostinava a battere furiosamente.

Il cielo, oltre le vetrate che davano l’illusione di essere all’aperto, era plumbeo. Perfettamente oscuro, insaclfito di luce.

Per un momento si soffermò a pensare come sarebbe potuto essere lasciarsi andare in quel nero uniforme. Lo strano desiderio di macchiare, di strappare quella perfezione le mordeva lo stomaco.

In testa non aveva pensieri, solo improvvisi frullii d’ali di invisibili uccelli presi in trappola, solo flesch di ricordi, solo dejàvou senza colore, senza sentimenti.

Il cameriere che le versò il vino non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. Indugiò accanto al tavolo con la bottiglia fra le mani, come stordito da quella bellezza. Come risucchiato dal buco nero che era diventata l’anima della cacciatrice. Si riscosse solo quando lo sguardo d’acciaio della donna gli ferì la pelle e lo indusse ad una rapida ritirata.

Buffy sollevò il panciuto bicchiere a stelo lungo e fece ruotare lentamente il liquido carminio che conteneva.

I suoi occhi si persero in quell’ondeggiante microcosmo.

Rosso rubino, con riflessi cangianti. Formava viscosi archetti lungo le pareti lisce del bicchiere mentre lei aumentava la velocità della rotazione con movimento fluidi del polso. Rosso rubino. Rosso sangue. I movimenti del polso divennero frenetici.

Rosso come il sangue.

Sangue.

Il sangue non potevano toglierglielo. Il suo sangue. Il loro sangue mischiato. Vita e morte.

Il sangue. L’incrinatura nell’incantesimo di Willow. La falla nel suo perfettissimo piano.

Il sangue rimaneva e bruciava, e urlava, e chiamava stridendo, e graffiava la carne.

Il sangue le pulsava nella testa come un urlo devastante, come la rabbia più cieca, come la follia.

Il loro sangue mischiato. Per non sapere più dove finiva lei e dove cominciasse lui. Il loro sangue sparso fra le mille ferite di quelle due vite corse sul filo di un rasoio. Il loro sangue in un gioco senza sorrisi di morte e di vita e di inganni. In quell’assurda danza di acrobati in equilibrio su di un filo sospeso nel vuoto.

Il loro sangue come le parole di un patto mai detto, come una promessa mai espressa.

Quel sangue che impediva a tutti i legami di spezzarsi, e al fuoco magico di Willow di ardere ogni cosa.

Quello stesso sangue attraverso cui lui, in un tempo e in una vita tanto lontani da sembrare appartenere ad un altro universo, le rubava il fiato. Attraverso cui il cuore inanimato del vampiro batteva dei suoi battiti e si scaldava del suo calore.

Quel sangue che gli bruciava nella gola e gli impediva di andarsene, di dimenticarla.

Il vino si rovesciò in una cascata cangiante, l’ambiente intorno una fotografia in bianco e nero immortalato nell’attimo di perfetto silenzio che precedette lo schianto del bicchiere che si infrangeva a terra.

Il rumore la riportò bruscamente alla realtà e il respiro che aveva trattenuto fino a quel momento le uscì dalle labbra socchiuse in un ansito acuto.

Con sguardo di nuovo vigile osservò i pezzi di vetro sparsi in una pozza rossa che poteva essere di vino come di sangue. I bordi smerigliati delle schegge luccicavano come inconsuete pietre preziose e un forte odore di mosto invecchiato le pungeva le narici.

Rivolse gli occhi freddi attorno come se si stesse svegliando da un sogno, o meglio da un incubo, in quell’esatto istante. Era scattata in piedi, spingendo violentemente indietro la sedia, quasi senza accorgersene ed ora tutti i presenti stavano fissando lei ed il bicchiere in pezzi.

Le bastò un istante per sentirsi fuori posto, nota imperdonabilmente stonata in una sinfonia senza macchia.

Fuori posto come la preda un istante prima che i cacciatori rilevino la sua presenza e si lancino all’inseguimento.

Fuori posto come chi è troppo diverso, e quindi estraneo, nemico.

Girò la testa prima a destra e poi a sinistra, a scatti, come un animale in trappola, sfidando con gli occhi verdissimi tutti quegli indiscreti spettatori.

Aveva l’impressione che le stessero serrando la gola in una morsa, comprimendo i fragili anelli di cartilagine della trachea fino a impedire all’aria di passare.

Sentì il cameriere avvicinarsi e scattò istantaneamente di lato per evitare il contatto. Lo guardò senza sentire cosa le stesse dicendo ed abbandonò freneticamente la carta di credito sul tavolo, fuggendo via come inseguita un attimo più tardi. I lunghi capelli ondeggiarono intorno a lei mentre si allontanava come una nuvola sfilacciata, un luminoso banco di nebbia.

Sparì immediatamente, all’inseguimento dell’oscurità e della notte; lontana dalle luci e da quell’incessante brusio di luci e di respiri.

Buffy si reimmerse con sollievo nel buio ovattato di strade mal illuminate, nel silenzio fallace carico di false promesse e di terribili minacce. Fu come infilarsi in un’aderentissima seconda pelle che le si incollava addosso come un vestito rorido d’acqua.

Non sapeva dove cercarlo né come, né da dove iniziare. D’altro canto non poteva neppure restare ferma, aspettare, riflettere. Un’ansia inquieta e tagliente le percorreva i nervi, spingendola a muoversi, a continuare la ricerca, a seguire la pista e le tracce come un segugio, ad affidarsi ai suoi sensi ancora vagamente storditi e all’istinto affilato.

Dopotutto era un vampiro come un altro. Un vampiro come tanti…solo, le aveva rubato l’anima. In ogni caso trovarlo non poteva essere più difficile che trovare i suoi simili. E lei era fatta per quello scopo. Per trovarli, stanarli, cacciarli. Il suo corpo era plasmato a quel fine.

Buffy riprese la caccia, veloce predatrice dagli occhi di smeraldo. In fondo era sufficiente seguire il sangue, individuare l’odore di morte, trovare l’olezzo di male.

Di nuovo a caccia, come sempre. Routine macabra e isterica fatta di gesti precisi e felini, meccanici a volte.

Di nuovo sulle orme di una preda che a sua volta l’aveva predata… che tipo di caccia era quella fra due predatori mortali? Non lo sapeva…e ormai non le importava più. Per le risposte, ammesso che esistessero, non aveva più tempo. Aveva già consumato tutto quello a sua disposizione. Ora voleva davvero arrivare alla fine. Voleva prosciugare quel mare di rabbia in cui naufragava. Rivoleva la propria morte, il proprio cuore, soprattutto rivoleva la propria mente.

Voleva essere libera…da lui. Dalla sua ossessione. Dal dolore dei secoli che aveva sulle spalle. Dai suoi occhi come laghi di lava che ribollivano indelebili nei suoi pensieri.


Fu una lunga caccia. Estenuante.

Fu un gioco astuto che nessuno di loro due aveva voglia di giocare.

Per ogni passo di vantaggio che guadagnava sul vampiro, la cacciatrice era poi costretta a cedergliene almeno due.

Ballarono quel grottesco, sanguinoso minuetto per almeno due giorni senza mai incontrarsi, senza che i loro sguardi si incrociassero per una sola volta.

Erano solo una presenza intuita per l’altro, un’ombra sfuggita dietro ad un angolo, un fruscio nel buio di una casa abbandonata.

Angelus cercò di farla uccidere dai suoi, naturalmente. Ma con scarsa convinzione e inesistenti risultati.

Vampiri e squamosi demoni finirono in cumuli di cenere e putrescenti umori sotto i colpi implacabili e feroci della bionda cacciatrice.

Quell’inconsueta, risoluta efferatezza nei gesti della donna, suscitava in Angelus più interesse di quanto lei potesse immaginare.

Lui ricordava perfettamente gli occhi freddi e implacabili, impenetrabili che gli aveva puntato addosso durante il loro ultimo scontro.

Occhi ardenti. Occhi di cristallo a cui gli era precluso l’accesso. Occhi che l’avevano resa per lui un gustoso, indecifrabile enigma. La sua cacciatrice era finalmente dagli schemi, si era scrollata di dosso quell’insopportabile velo di candore in cui era stata avvolta fino a poco tempo prima. Così si era trasformata in una cangiante creatura di confine fra luce ed ombra…un’eccitante predatrice di cui doveva ancora scoprire i limiti…una nuova, e più dolce sfida.

Dolce quasi quanto il suo sangue. Quel sangue che lui bramava, che voleva bere ancora, fino ad esserne sazio e disgustato…così che quel liquido inebriante lavasse via il suo ricordo, cancellasse il suo sapore, annullasse l’effetto del suo sguardo. Voleva averla, e bere da lei, fino alla noia, fino al punto di stufarsi della sua ebbrezza e poter abbandonare senza rimpianti il suo corpo vuoto dietro di sé, e strapparsela dalla mente.

Ma per adesso lei era ancora lì, saldamente annidata dentro ogni suo pensiero, nascosta dietro ogni suo gesto.

Sentiva ancora il suo odore sulla pelle, nell’aria.

Sentiva ancora il suo respiro insopportabilmente caldo addosso.

Tutto questo lo deconcentrava in maniera intollerabile. Angelus aveva una “missione”.

Un piano da portare a termine. Qualcosa di molto più divertente della fine del mondo.

E perseguiva lo scopo più per il proprio divertimento e la propria gloria che per quella del Primo Male.

In realtà, essere agli ordini di qualcuno non gli andava particolarmente a genio…ma finché il Primo gli forniva uomini e mezzi, il vampiro era disposto a dimenticare le loro divergenze e a perseguire il loro comune scopo.

Buffy Summers permettendo, naturalmente. La cacciatrice era un grosso intralcio, ma pur sempre un intralcio a cui non era disposto a rinunciare.

Dopo quello che era successo durante il loro più recente combattimento, il vampiro aveva creduto di essersi liberato da quella sorta di ossessione per lei…l’aveva abbandonata sul pavimento coperto dai resti della loro battaglia più morta che viva, e si era sentito finalmente…libero.

Libero da quella sorta di aura di umanità che lei gli lasciava incollata addosso.

Non aveva pensato di ucciderla in quel momento, era fisicamente a pezzi e voleva solo allontanarsi da lei.

L’avrebbe eliminata poi, senza tanti giochetti. Semplicemente uccisa.

Ma nulla era così facile come gli era sembrato e il suo destino era inevitabilmente aggrovigliato a quello della cacciatrice in un nodo insolubile.

Non gli era permesso allontanarsi da lei, andare via e basta. Era come se una catena invisibile lo legasse a lei, e lo trattenesse così da non farlo allontanare troppo, e lo richiamasse indietro, inevitabilmente attratto da lei, unico centro di gravità possibile.

Un istante era stato sufficiente, e il suo sapore gli era tornato prepotentemente in bocca, costringendolo ad ammettere che quegli occhi smeraldini non avevano mai cessato di bruciare fra i suoi ricordi.

Si era reso conto di essere irrimediabilmente contaminato da tutte quelle passioni umane che Buffy gli aveva infilato sotto la pelle.

La voleva ancora…e ancora di più.

Voleva lei e il suo sangue, voleva tutto di lei.

L’odio, la rabbia, l’attrazione gli corrodevano ancora instancabilmente il petto; e l’odio era talmente forte e in arginabile da essere pericolosamente simile a un altro tipo di passione…qualcosa che lui non solo non era disposto ad ammettere, ma perfino a concepire.

Angelus scosse la testa come per allontanare dei pensieri pericolosi.

In ogni caso la loro caccia era ricominciata, quel gioco sottile in cui non era mai chiaro fino in fondo chi fosse la preda e chi il predatore.

Doveva sbrigarsi a portare a termine quello che di dovere, così poi avrebbe avuto tutto il tempo di dedicarsi al loro gioco di gatto col topo…


Il caldo era ancora torrido ed opprimente, insostenibile, ed avvolgeva la città in una cappa di aria densa ed irrespirabile. Questo, nonostante il sole continuasse ad essere oscurato.

Era stanca, e stizzita, ed esasperata. Lui continuava a sfuggirle.

Con il sudore che le incollava gli abiti addosso uscì finalmente allo scoperto, ritrovandosi in una specie di scenario futuristico. Era in un’ampia zona priva di costruzioni, doveva essere un deposito di materiale elettronici da rottamare o qualcosa di simile. Un po’ dovunque erano sparse alte cataste di schede coperte da circuiti e da chips, di monitor, di tastiere per computer, ed affini.

Spostò lo sguardo attorno, alla ricerca di qualche punto di riferimento. Non sembrava ci fosse nulla di interessante: un’altra falsa pista. Sospirò e si scostò una ciocca di capelli dal viso, scotendo piano la testa. Angelus si stava prendendo gioco di lei.

Ma poi li vide, fu istante e comparvero dal nulla come un’allucinazione.

Osservò la scena come stordita, quasi stesse guardando una sequenza al rallentatore.

C’era un silenzio surreale.

Sì, quel silenzio se lo sarebbe ricordato a lungo: sembrava che quella battaglia non producesse alcun tipo di suono.

Anzi, il silenzio era così totale e grottesco che Buffy ebbe la netta sensazione di poter sentire il rumore ovattato dal sangue di Faith che gocciolava a terra.

Rimase immobile, incapace di fare altro se non guardare.

Dopotutto quella non era la sua guerra, non la riguardava più.

Vide Faith piegarsi sotto un colpo micidiale dei lunghi e acuminati artigli della creatura antropomorfa che combatteva contro di lei.

Buffy osservò affascinata quella sorta di possente animale, La Bestia.

Era enorme, un ammasso di tendini spessi come il braccio di un uomo e di muscoli poderosi e scattanti. Una forza incredibile guizzava sotto la pelle tesa della creatura, che era coperta qua e là da ispidi ciuffi di pelo grigio scuro. Nell’insieme la creatura ricordava un grosso felino preistorico ed allo stesso tempo un mastodontico lupo. La testa aveva fattezze vagamente umane, e non tutto il cranio era coperto da quella pelle spessa come cuoio, cosicché a tratti se ne potevano intravedere le ossa ed i muscoli. Aveva scintillanti, sproporzionate zanne canine, e si muoveva con una grazia ipnotica e violenta.

La Bestia evitò con facilità un calcio della bruna cacciatrice e la scaraventò a terra con una repentina zampata.

Quando le ritrasse dalla donna, le sue unghie affilate grondavano sangue.

Buffy vide aprirsi la bocca di Faith come se stesse urlando, ma non sentì niente. Forse era troppo lontana.

Buffy scattò. Nello stesso istante in cui stava per muoversi e correre verso Faith, alle spalle della Bestia baluginò il luccichio sinistro di un’arma bianca e una spada dalla lunga lama sottile saettò verso il fianco del mostro.

Angelus ritrasse la lama sanguinante e sorrise alla creatura che si era immediatamente rivoltata contro di lui.

In quel momento Buffy cominciò a correre, dimenticandosi anche di respirare.

Il cuore le mordeva il petto come un cavallo imbizzarrito morde il freno e quell’assurdo silenzio rischiava di farla impazzire.

Non sapeva neppure se corresse così velocemente perché stava finalmente per prenderlo o per impedire che lui e l’altra cacciatrice si facessero ammazzare.

Sapeva solo che erano insopportabilmente lontani e che non riusciva a correre veloce quanto avrebbe voluto.

Vide Angelus e la Bestia affrontarsi. Lui con quella sua immancabile espressione beffarda in volto, il mostro con i lineamenti distorti in un ringhio minaccioso e terribile.

Li vide scattare all’attacco e avventarsi l’uno sull’altro.

Vide la lama brillare luccicante e mancare il colpo, vide gli artigli della Bestia affondare nella schiena di Angelus.

Non urlò, non aveva fiato per farlo, si limitò a continuare a correre.

Dio, come potevano essere così lontani?!

Il vampiro si rialzò immediatamente, il volto mutato in quello del demone, i freddi occhi dorati che promettevano morte.

Prima che la Bestia se ne rendesse conto la lama sibilò di nuovo nell’aria rarefatta e la colpì.

Angelus affondò la spada fino all’elsa e poi si ritrasse. Affondò ancora la lama nel petto della Bestia, squarciandolo.

Si muoveva con grazia felina, rapido, veloce, preciso, mortale.

Per un attimo Buffy ripensò ad Achatla, al loro combattimento con le spade. Combatteva così anche allora? Come era riuscita ad avere la meglio se lui maneggiava la spada in quel modo anche allora? Ma non aveva né secondi preziosi né energie da sprecare per pensare, poteva solo correre.

La cacciatrice vide la lama brillare di una luce innaturale e scomparire di nuovo nel corpo sanguinante del grosso demone. La Bestia cadde sulle ginocchia, un grosso fiotto di sangue nero le usciva dalla bocca, infine si riversò a terra scossa da deboli, spasmodiche convulsioni.

Angelus gettò via la spada e girò le spalle al suo nemico.

Era coperto dal proprio sangue e da quello della Bestia.

Buffy stava ancora correndo, aveva l’impressione che non l’avrebbe mai raggiunto.

Il vampiro aveva lo sguardo lontano, quasi assente, ma acceso da una inquietante fiamma di perversione. Abbassò gli occhi ferini su Faith abbandonata a terra nella pozza del proprio sangue a poca distanza. Buffy poteva vedere quanto fosse mortalmente pallida, le labbra livide.

Angelus la sollevò come se fosse stata una bambola. Lei rimase totalmente inerme.

Il volto contratto in un ghigno malefico, il vampiro le piegò la testa ed abbassò le fauci sul suo collo candido.

Non è lei che vuoi!”

La voce di Buffy risultò stentorea ed affannata, quasi amplificata dall’aria attorno a loro.

Ora era ferma, a pochi metri di distanza dal vampiro. Lui alzò il volto verso di lei, ancora sorridendo, e la donna incontrò quegli occhi ambrati, lucidi e cristallini, le pupille verticali sottili feritoie grondanti odio.

I loro sguardi restarono avvinti per dei secondi così lunghi che avrebbero potuto formare una vita, così immobili che sarebbero potuti essere eterni.

Quando il peso morto di Faith le piombò addosso, Buffy fu così sorpresa che rischiò di cadere all’indietro.

Riappropriandosi bruscamente del senso della realtà, riuscì a mantenere l’equilibrio e a sorreggere l’altra cacciatrice.

Prima ancora che ne prendesse atto, con un ringhio strozzato, Angelus era fuggito.

Buffy rimase ferma come una statua, immobile e confusa, con il sangue appiccicoso di Faith che le sporcava le mani.

Le ci volle qualche minuto per rendersi conto che sottili, violenti raggi di sole le ferivano gli occhi e che il terreno attorno a lei era inondato da una pozza di luce.

Alzò gli occhi nel cielo chiarissimo, così azzurro come non lo ricordava, e costatò che l’eclissi era terminata. Evidentemente dipendeva dalla Bestia.

Trasse un profondo respiro e si rese conto di non poter perdere altro tempo prezioso.

Spostò la propria attenzione sulla donna che sorreggeva e appurò che respirava ancora, anche se debolmente.

La cosa non suscitò in lei alcun tipo di emozione. Con il cessare del combattimento, anche lei aveva smesso di sentire. Restavano semplicemente l’ansia e il pungolo della caccia, della ricerca.

Adagiò Faith a terra. La guardò ancora per un lungo attimo. La pelle che sembrava diventata di cera, la zona attorno agli occhi viola scuro, i lunghi capelli sparsi attorno al viso come una macchia di inchiostro, le ferite livide.

Fu tentata di lasciarla lì, a vivere o a morire, la cosa non la riguardava.

Scosse la testa e sospirò per la seconda volta in quel giorno, lanciando un’occhiata al punto in cui aveva visto Angelus allontanarsi.

Poi si chinò a frugare la ragazza esangue ed in breve trovò quello che cercava: un telefono cellulare. L’ombra di un sorriso tirato le sfiorò le labbra. Previdente Wesley…

Chiamò un’ambulanza e lasciò detto di prendere contatto con l’Hyperion.

Infine abbandonò il telefono accanto a Faith e si rialzò per riprendere la caccia.


Lo dovette inseguire ancora.

Attraverso le fogne buie ed umide della città, seguendo le tracce del suo sangue, quelle che poteva vedere, e quelle che poteva solo odorare.

L’odore del suo sangue era acre e penetrante e, nonostante il vampiro non ne avesse perso molto, sovrastava la puzza fetida dei canali di scarico e le entrava nella testa come una gas, come una droga.

Corse e camminò per almeno due ore, individuando le tracce e seguendo l’istinto, fino ad arrivare in un passaggio che portava in una cantina buia ed umida, in cui il puzzo di muffa era così intenso e penetrante da essere insopportabile. Richiuse con cura, attenta a non fare rumore, il pesante pannello della botola da cui era entrata e strizzò gli occhi cercando di abituarsi alla totale mancanza di luce.

L’ambiente era piacevolmente fresco e l’ambiente odorava di antico in modo pungente. Rispetto al caldo opprimente delle fogne non si stava male. Trasse un paio di rapidi, profondi respiri.

Il pavimento era coperto da uno spesso ed impalpabile strato di muffa e la stanza era quasi completamente ingombra di vecchi mobili.

Inciampò alcune volte, ma infine trovò le scale che conducevano alla porta che immetteva in casa.

Socchiuse gli occhi, fermandosi per orientarsi. Si trovava in un ampio corridoio, alle cui estremità poteva intravedere la luce tremula di candele.

Si concesse un sorriso. Lo scenario era sempre lo stesso. Lui non si smentiva mai.

La casa era molto grande, le stanze con soffitti altissimi e le finestre coperte da lunghe tende che ricadevano pesantemente fino a terra. C’erano candele sparse un po’ ovunque ad illuminare l’ambiente e a regalare all’insieme l’ultimo tocco di regale decadimento.

La cacciatrice si scostò una ciocca dei lunghi capelli biondi che le ricadeva sul viso con un gesto impaziente e continuò a percorrere il lungo corridoio silenziosa e rapida come un gatto.

Lo trovò in camera da letto, accanto a un imponente armadio antico. Si era ripulito dal sangue e si stava cambiando la camicia. Buffy osservò quella lacerata dagli artigli della Bestia abbandonata sul letto e i sottili, profondi segni rossi che accennavano già a rimarginarsi sulla schiena del vampiro.

Il suono del suo respiro era interrotto a tratti dal breve e casuale crepitio della fiamma di una candela.

In quella luce vellutata dai riflessi preziosi il tatuaggio sulla spalla di Angelus sembrava guizzare animato da una vita propria, quasi il dragone fosse pronto a spiccare un balzo verso di lei.

Sorrise di quella sciocca suggestione da bambina.

Lui estrasse una camicia pulita da uno dei cassetti dell’armadio.

Molto brava, Buff. Veloce ed efficiente, pensavo che ci avresti messo più tempo.”

La aspettava, naturalmente. La sua voce carezzevole non aveva nessuna inflessione particolare, come se l’avesse invitata per un aperitivo e lei fosse arrivata in anticipo.

La follia dei loro intricati destini era sempre nascosta sotto un velo di improbabile normalità.

Lei sorrise nuovamente di scherno.

Il vampiro non si era ancora girato, le dava le spalle, ma Buffy sapeva che era consapevole di lei con ogni fibra del suo essere, che era consapevole di ogni suo più piccolo movimento e che era pronto a scattare.

Deglutì lentamente, maledicendo il proprio battito cardiaco accelerato nonostante tutti i suoi sforzi per mantenerlo sotto controllo. Ma era inutile, il suo corpo reagiva inevitabilmente alla presenza del vampiro. Lui era una scarica di adrenalina che le entrava nelle arterie con forza e non smetteva più di correre in circolo. Lui era un’overdose.

Sempre felice di poter deludere le tue aspettative, Angelus!” La sua voce assunse una sfumatura candida “Ho per caso interrotto qualcosa?”

Lui non rispose subito, Buffy non poteva vederlo in viso ma era certa che adesso un mezzo sorriso glaciale piegasse le sue belle labbra.

Angelus si infilò la camicia e Buffy rimase immobile in attesa.

Il vampiro si girò agilmente verso di lei, incrociando con occhi di fuoco i suoi. Sorrideva, e il suo sguardo bruciante la faceva sentire priva di vestiti, seccandole la gola.

Ma nulla nel suo atteggiamento avrebbe fatto capire ad Angelus l’effetto che produceva su di lei, era una statua di ghiaccio che lo fissava con occhi freddi e taglienti come lame.

Del resto, lui non aveva bisogno di conferme…Buffy era lì per lui dopotutto.

Bè…sarebbe stato gentile che mi lasciassi almeno il tempo di cambiarmi.”

Lei annuì amara e buttò indietro i capelli con un gesto secco, quasi perché lui potesse osservare con più agio il suo viso.

Ti inseguo da…” Abbassò lo sguardo per una frazione di secondo che non sfuggì ad Angelus “Cinque anni più o meno…sono davvero stanca, Angelus.”

Lui non mutò espressione. Si limitò a fare un passo verso la donna. I suoi occhi scuri, penetranti le bruciavano la pelle. Quello sguardo aveva il potere di scorticarla, e di vedere dentro di lei fino in fondo, e di ferirla, fino in fondo.

Trattenne il respiro, come se lui fosse un oceano in cui buttarsi.

Mi hai trovato, Amore.”

Il suo tono era più freddo di una folata di vento del nord.

Non sembrava stanco per il combattimento, o ferito, o preoccupato dalla sua presenza.

Semplicemente, restava in piedi di fronte a lei e la sfidava. Bello da mozzare il respiro, arrogante, sicuro, invitante.

Non usare quella parola, non pronunciarla neppure.”

Le labbra di Buffy sputarono la voce come se fosse veleno.

Ma lui non smise di sorridere. Anzi, la sua espressione si fece ancora più beffarda.

Nei suoi occhi galleggiava un’ombra di divertimento.

Quel tanto che bastava per far desiderare alla cacciatrice di graffiargli il viso per sgretolare quell’imperturbabile maschera di calma.

Uh, uh…e perché? E’ un termine troppo nobile per essere pronunciato dalle mie immonde labbra?!” Rise, un suono freddo e secco che la raggiunse come uno schiaffo. “Non essere infantile, ti prego Buff!! Credevo che certe idee assurde ti fossero passate con l’adolescenza…sai, i passerotti canterini e il resto. Non ci sarà nessuna lenta canzone romantica di sottofondo ai nostri incontri.”

Non gli avrebbe dato la soddisfazione di colpirlo, di infuriarsi.

Voleva semplicemente ucciderlo, con stile.

Voleva che tutto finisse.

*Certo, continua a ripetertelo, Buffy.Magari finirai per crederci anche tu!!Dio, sono patetica…non ho neanche un paletto…e lui sa che non lo ucciderò! *

Pensi di essere divertente? Sono battute un po’ datate…” Cercò di dare alla voce tono mordace.

Angelus fece ancora un passo verso di lei.

No. Cercavo solo di spiegarti che questa non è una favola, AMORE.”

I suoi occhi scuri, ipnotici, guizzarono. Lui si stava divertendo.

Buffy strinse i pugni. Lei, di certo, no. Voleva solo gridare, gridare fino a quando non fosse rimasto più nulla, fino a che non gli avesse scaricato addosso tutto il dolore e non l’avesse visto schiacciato sotto di esso.

Io non sono il tuo..”

Non la lasciò finire. Prima che potesse rendersene conto aveva coperto la distanza fra loro e l’aveva afferrata per i polsi, inchiodandola contro di sé.

I suoi occhi di carboni ardenti erano così vicini da impedirle qualsiasi altra visuale.Lui era così vicino da toglierle il respiro. Buffy avevo lo stomaco serrato in una morsa e la bocca troppo secca. Sostenne il suo sguardo, gli occhi verde veleno che trapassavano quelli di lui.

Il silenzio si protrasse come se al mondo fossero stati sottratti tutti i sogni ed al mondo non restasse altro che quello: silenzio.

Non sei il mio cosa, Buff? Il mio amore? Il mio giocattolo? La mia amante? Sinceramente, non sei neppure la mia cacciatrice perché, se sei questo, è meglio che tu cambi lavoro.”

I suoi occhi la tagliavano in due. Ancora un attimo e si sarebbe spezzata…ancora un attimo così vicino e sarebbe impazzita.

Sapeva di poter reagire, di potersi liberare, ma non riusciva a muoversi. L’unico impulso che il suo corpo ricevesse ed assecondasse era lo sguardo color cioccolato del vampiro dentro ai suoi occhi, e la sua voce rabbiosa sulla pelle.

Vuoi che smettiamo di giocare? E va bene, Buff, ti accontento. Ma ricorda che l’hai voluto tu.”

Lei era immobile, il corpo che vibrava appena contro quello del vampiro, e la rabbia che le cresceva dentro sommergendola con ondate sempre più violente.

Angelus avvicinò ancor di più il viso a quello di lei.

Sei qualcosa di inspiegabile ed inafferrabile che va al di là di un’ossessione. Che mi piaccia o no, e soprattutto che ti piaccia o no, ti voglio. Voglio te, voglio il tuo sangue. Voglio bere da te. Ma…non mi basterebbe una sola volta.”

Il vampiro si fermò, quasi per lasciarle il tempo intuire il chiaro doppio senso delle sue ultime parole.

Era così vicino…così vicino che la cacciatrice poteva quasi sentire il contatto delle sue labbra fredde sulle proprie mentre le parlava.

Gli occhi di Angelus erano accesi da una luce sconosciuta e quasi insostenibile, infernale.

Questo è il mio problema, Buff. Non mi basteresti una sola volta. Ti voglio. E ti voglio viva. Tu non sei mai stata esattamente pronta per questo…perciò mi sono accontentato di giocare al tuo gioco di gatto-topo, se non fosse che siamo due gatti.”

Tenne i propri occhi dentro quelli di lei, intrappolando anche la sua anima con quello sguardo.

Si allontanò di qualche centimetro, senza allentare la presa, e la solita maschera di imperturbabile cinismo tornò a coprirgli il volto.

Mutò lentamente aspetto, mettendo su la sua faccia da caccia.

Ma, tornando al nocciolo della questione…” Le fece scorrere una mano sul collo, lentamente, seguendo con la punta delle dita il contorno della cicatrice che lui stesso le aveva lasciato. Sorrise maligno e si leccò le labbra con la punta della lingua. “…tu sei mia. E questa cicatrice lo dimostra.”

Bevve la rabbia, e l’indignazione, e il dolore che si affacciarono prepotentemente confusi nei bellissimi occhi fumosi della cacciatrice. Si nutrì della sua ira come avrebbe fatto del suo sangue.

Lei stava per esplodere. Sentì i muscoli del suo corpo morbido irrigidirsi contro di lui, pronti a scattare.

Buffy forzò la sua presa e se ne divincolò facilmente. Sui polsi della ragazza erano ben evidenti le impronte rosse lasciate dalle mani e dalle dita del vampiro.

Lei fece un passo indietro e lo colpì con uno schiaffo. Il suo secco del colpo risuonò come un colpo di frusta amplificato dalle pareti della stanza semi vuota un attimo prima che lui scoppiasse a ridere con quel suo scroscio crudele e sarcastico.

Lei era senza parole. E questo lo incuriosiva, e divertiva. L’altera, arrogante cacciatrice che voleva sempre avere l’ultima parola su tutto, era davanti a lui senza sapere cosa dire.

Frugò nei suoi occhi così simili a due pozze verdi di veleno per decifrare meglio il suo stato d’animo, ma i sentimenti vi si susseguivano troppo velocemente e troppo confusamente perché potesse capirvi qualcosa.

Il vampiro indietreggiò di alcuni passi e recuperò un paletto appuntito che le tirò con un gesto indolente.

Buffy lo prese meccanicamente al volo e lo impugnò.

Non le importava il motivo per il quale lui gliel’aveva tirato. Era troppo vicina al limite perché potesse importarle di qualcosa, perché potesse anche solo riuscire a pensare lucidamente. Quando aveva superato il punto di non ritorno?

Lui la stava ancora fissando con quei suoi occhi magnetici che la scandagliavano con un radar.

Il mio sesto senso mi dice che quello ti servirà presto…” Indicò il paletto con un cenno del capo “Io ho scoperto le mie carte, cacciatrice. Ma per farla finita, devi fare lo stesso. Cosa vuoi TU? Perché sei qui?”

Galleggiarono nel silenzio che seguì quella domanda e che lei lasciò fluire come un fiume in piena.

Lentamente i suoi occhi di mare si fecero più risoluti, più determinati, più glaciali, più rabbiosi. Trasparenti cristalli che lanciavano bagliori pericolosi.

Ucciderti.” Gli rivolse un sorriso disarmante, sexy. “Voglio ucciderti.”

Scattò come una freccia da una balestra e il vampiro scansò con altrettanta rapidità il suo primo assalto.

Seguirono una scarica di calci, alcuni dei quali andarono a segno.

Lui le rispose colpo su colpo, centrando più volte il bersaglio. Non se la ricordava così forte, e veloce…certo era sempre stata brava, la più brava…ma non così tanto. Non con quell’eccitante rabbia mista a disperazione negli occhi, nei gesti.

Era tutto fuorché innocua. Ed era bellissima. Tanto da far male.

Le sorrise, parando un gancio diretto alla propria mascella e sbilanciandola verso l’indietro.

Come vuoi, Buff…riprendiamo a giocare…”

Lei aveva riposto il paletto in una tasca degli attillatissimi pantaloni ed Angelus si chiese quando sarebbe davvero stata pronta per usarlo: mai? Non era il caso di contarci troppo.

Comunque fosse, la cosa continuava ad essere interessante per lui, ed eccitante.

Continuò a combattere, spingendola verso l’ampio salone dove avrebbero avuto più spazio per manovrare.

Si affrontarono in silenzio, due belve a confronto, gli artigli sguainati e gli occhi che brillavano del fuoco insaziabile della battaglia.

Ben presto persero la cognizione del tempo e della realtà, assorbiti dal furore dello scontro che risucchiava le loro anime e le loro menti.

Accecati, furiosi, terribili. Mari di rabbia che si infrangevano l’uno contro l’altro, senza poter trovare una scogliera contro cui morire.

Angelus la colpì con un calcio all’addome, atterrandola.

Le fu immediatamente sopra per bloccarla con il proprio peso.

Erano entrambi sfiniti, il fiato corto e la pelle lucida di sudore.

Buffy si ritrovò a pensare che quella situazione, loro due a terra, il sangue, fosse eccitante e sensuale, e si disprezzò per il solo pensiero.

Comunque, per quanto potesse disprezzarsi, la realtà era che il suo corpo era più caldo e la sua pelle bruciava per lui, che il suo respiro inciampava in se stesso e il battito cardiaco accelerava per lui, non per il combattimento. E lui era troppo arrogante per non saperlo.

Gli occhi ferini del vampiro erano affondati nei suoi, le zanne erano così vicine da poterle lacerare la pelle sottile delle labbra.

Comincio ad essere annoiato di questo gioco, Buff. Tu no?”

La cacciatrice trattenne il respiro, la dominava e per un secondo pensò che l’avrebbe uccisa. Perché no, dopotutto?

Lo vide chinarsi sul suo collo come la rallentatore.

Ma lui scese più in basso, leccando avidamente con la punta della lingua le piccole gocce di sangue che stillavano da un sottile tagli che le attraversava la pelle appena sotto la clavicola sinistra.

Buffy sentì la pressione sul proprio corpo e la stretta ferrea allentarsi, come se lui stesse gustando troppo quel momento per pensare a tenerla imprigionata.

Ne approfittò per invertire le loro posizioni con un colpo di reni.

Ora era lei a tenerlo inchiodato a terra.

Gli sorrise, un sorriso cattivo e impenetrabile, con una sfumatura di autocompiacimento.

Adesso non mi annoio più, Angelus!”

Lui le restituì il sorriso, una smorfia grondante sarcasmo, aveva ancora il volto da caccia.

Non sapevo ti piacesse stare sopra…”

Fu interrotto da un colpo ben assestato, ma lei si era leggermente sbilanciata, così il vampiro poté spingerla lontano da sé e rialzarsi con un leggero balzo.

Anche Buffy si era rimessa in piedi, di nuovo in posizione da combattimento.

Angelus la invitò a farsi sotto con un cenno della mano, e ripresero da capo.

Continuarono a fronteggiarsi fino a quando ogni singolo muscolo del loro corpo non fu dolente e rigido.

Dopo l’ennesimo colpo parato si allontanarono uno dall’altra e rimasero pressoché immobili, i respiri pesanti, gli sguardi intrecciati, i sensi tesi a cogliere ogni reazione o movimento dell’avversario.

Inaspettatamente Angelus abbassò la guardia e mutò faccia.

Sorrise insinuante.

Sei stanca.”

Lei avvampò. Poteva quasi sentire i muscoli gridare basta, le articolazioni le facevano così male che non era sicura sarebbe riuscita a distendere le dita o a raddrizzare del tutto la schiena senza sforzo, ma non lo avrebbe mai ammesso.

Non si sarebbe fermata.

Si piegò un poco sulle ginocchia, molleggiandosi leggermente, e portò gli avambracci poco sopra il petto a formare un arco di difesa, i pugni serrati.

Potrei continuare per ore.”

Lui non assunse nessuna posizione da combattimento. Rimase rilassato e lontano da lei.

Aveva ancora quell’aria indolente…come una tigre che di liscia il pelo ed aspetta il momento opportuno per sfoderare gli artigli.

Oh, andiamo! Posso quasi sentire l’odore dell’acido lattico!!”

Lei lo incenerì con lo sguardo, ma si trattenne ed attese la sua prossima mossa. Ogni secondo era prezioso per recuperare energie ed ossigeno.

Angelus si mosse, e lei con lui, non mutarono la distanza fra loro, si limitarono a studiarsi, compiendo lenti cerchi uno intorno all’altra.

Il vampiro poteva vedere il fuoco che ardeva dentro di lei, dietro ai suoi occhi, e ne era irrimediabilmente affascinato, stregato.

Ok, sei nella tua fase da instancabile guerriera –posso capirlo-. Solo per sapere, ma quanto hai intenzione di andare avanti? Perché non possiamo darci sotto per sempre.” Si prendeva gioco di lei, e questo la faceva infuriare ancora più violentemente. “E’…uhm, utile? Istruttivo? Bè, qualcosa del genere. Comunque non possiamo andare avanti in eterno.

La voce di lei lo raggiunse come il sibilo minaccioso di un serpente a sonagli. Sarebbe stato interessante vedere se si fosse decisa a morderlo…

Credevo tu non invecchiassi.”

No, infatti. Tu sì però, dolcezza.”

Oh, non ti angustiare. Sarai morto ,no quello lo sei già, sarai polvere molto prima di allora!”

Lui le sorrise glaciale, facendole un cenno con la testa come se le concedesse il merito di una stoccata.

Si mosse solo un istante prima che il nuovo attacco di Buffy andasse a segno ed ingaggiò ancora una breve schermaglia.

All’improvviso scoppiò a ridere. Praticamente le rise in faccia. Senza motivo, e non sembrava intenzionato a fermarsi.

La cacciatrice rimase interdetta per un momento, abbassando la guardia. Lui vide il suo sguardo interrogativo. Piegò la testa di lato come un gatto che guardi un giocattolo nuovo. I suoi occhi scuri le percorrevano i lineamenti, danzando lentamente su di lei.

Angelus non aveva un’espressione veramente divertita, ma certamente più di lei.

Oh, Buffy!”

Non l’aveva mia chiamata così che si ricordasse. Lo osservò perplessa ed attese. Lui non si fece pregare.

Sul serio, è divertente! Vederti combattere e dimenare contro qualcosa che non c’è…e sei così tremendamente arrabbiata, furiosa!”

E tu lo trovi divertente?! Sei davvero malato! Nel caso non te ne fossi accorto ,mister psicopatico, questo si concluderà con la tua…bè, con il tuo incenerimento!”

E i suoi occhi promettevano davvero morte. Ma lui si limitò a ridere di nuovo.

No, non mi ucciderai nemmeno questa volta, Buff. Non sei ancora pronta per liberarti del corpo del tuo cavaliere senza macchia. Bè, senza macchia…ultimamente ha perso punteggio, vero?! Il tuo progetto sarebbe quello di usarmi come pungiball…visto che ho la sua faccia e lui al momento ,e per sempre, è irreperibile…Credo proprio che la parola adatta sia questa: irreperibile, dispero. Non è con me che ce l’hai!Tutta questa rabbia…non è per me!! Non è da me che ti senti abbandonata, umiliata, tradita…”

Rise ancora e Buffy si scagliò verso di lui colpendolo con tutta la sua forza e costringendolo ad indietreggiare.

Oh, tu! Tu presuntuoso figlio di…”

Angelus schivò un colpo e glielo restituì.

“…di puttana? Sì, in effetti Darla non era certo una santa…Presuntuoso bastardo? Ipocrita? Stronzo? Risparmia il fiato dolcezza, ho già un’idea abbastanza precisa di quello che pensi di me. Ah, naturalmente ne sono lusingato!”

Per quanto lo colpisse e lo incalzasse non riusciva a togliergli quel maledetto mezzo sorriso dalle labbra, né quell’espressione beffarda e sicura…come se quello che aveva detto fosse vero.

E su per giù lo era…ma Buffy non era disposta ad accettarlo.

Lo colpì ancora, e ancora, e fu colpita da lui.

Angelus parò i suoi colpi e contrattaccò, il volto concentrato nel combattimento, ma gli occhi…quegli occhi scuri si facevano beffe di lei, trafiggendola con il loro sarcasmo, bruciandola con la loro passione, disarmandola con quella capacità di arrivare dritto fino a lei, dietro tutte le sue difese.

Sì, gli occhi di Angelus bruciavano, bruciavano di lei e per lei, ed erano troppo intensi, troppo simili ad un altro sguardo perso in un altro tempo della sua vita perché lei non rischiasse di crollare sotto di essi.

Angelus infranse la sua guardia e le assestò un colpo che per poco non la fece cadere.

Non ti sei ancora sfogata?Non ti basta? Non puoi restare arrabbiata per sempre…!”

Lei gli rifilò un calcio nelle reni.

Oh sì che posso!!! Posso rimanere incazzata per tutto il maledettissimo tempo che voglio!!E tu sei l’ultima persona che può avere qualcosa da ridire in merito!!”

Il vampiro stava di nuovo sorridendo, ma lei ormai era troppo lanciata per accorgersene, continuava a colpirlo, anche se era così infuriata che i suoi attacchi avevano poca efficacia, e lui continuava a difendersi anche se con poco impegno.

Il tono di voce della cacciatrice si era fatto alterato, quasi isterico, pericolosamente vicino al culmine.

Ti rendi conto del motivo per cui siamo qui?? No, dico, ti è ben chiaro?? Ti sei fatto Cordelia, e in sogno!In sogno per giunta!!E’…è talmente assurdo!-Oltre al danno la beffa- come direbbe Giles. Ma di quello che direbbe o farebbe Giles non me ne frega niente, adesso. Sono troppo…troppo…sono TROPPO per essere…ragionevole, o per fare quello che dovrei fare, il sacro dovere e il resto… Stiamo parlando di Cordelia Cheese!!!Lei è…è….è semplicemente imperdonabile! Lei è Cordelia! Cordelia! Perché magari su Darla avrei anche potuto fare finta di niente, sì insomma…tu la tua vita ed io la mia. Anche se, bè…lei era una ex vampira ninfomane, pazza ed assetata di sangue, e aveva più volte cercato di ucciderti, e aveva cercato di uccidere anche me. Ma insomma, lei era il tuo sire e tutto il resto…e forse c’era una specie di legame. Anche se restava una pazza assassina. Ok, forse non posso capire…ma farci un figlio! Un figlio, mi prendi in giro! Com’era quella storia che i vampiri non possono avere figli e che dovevi andartene e lasciarmi e spezzarmi il cuore perché avevo diritto a una vita normale?! Perché avevo diritto a stare con qualcuno che potesse fare l’amore con me e con cui potessi avere dei figli e che mi costruisse una staccionata bianca?! Bè ,ragazzo, mi sembra che tu non abbia avuto problemi…a parte la staccionata, è ovvio. Se dovevi lasciarmi per infilarti nel primo letto che capitava, bastava dirlo…e la vecchia me avrebbe vitato di struggersi!” Continuava a combattere, e i suoi colpi ,ormai meccanici, acquistavano precisione e forza, come se non ricordasse nemmeno la stanchezza. “Ma tutto questo non è il punto, perché non saremmo comunque qui adesso!Oh, a proposito, perché non hai dato via la tua anima anche per Darla? O magari per una delle altre che hanno cercato di ucciderti, o imprigionarti, o distruggerti…un’altra della lista…Drusilla per esempio, o quella poliziotta –non mi ricordo come si chiamava-, o quell’angelo redento di Faith. In ogni caso, non è questo il nocciolo del problema. Io ho avuto una vita…di merda, e gran parte perché tu te ne sei andato, ed io ero giovane e ingenua e credevo nel romanticismo…e, ok andava bene, c’erano tutte quelle stronzate moraliste sulla tua redenzione… e, invece, hai perso l’anima per Cordelia!! E in sogno per sovrappiù, e non dev’essere neanche stato…ma ti sembra normale? Cordelia…con quella sua aria da reginetta, le ciglia che sbattono, e i capelli svolazzanti e…bè, Cordelia!”

Il combattimento si stava facendo impegnativo. Lei sembrava un uragano. E lo era.

Un corpo fatto per combattere, un’arma biologica fatta per uccidere…e tremendamente arrabbiata.

Angelus si doveva difendere sul serio adesso, non come all’inizio del suo monologo.

Buffy era una furia scatenata dalle più oscure profondità dell’Averno.

E adesso c’è tutto questo gran casino…con tutti molo preoccupati e che ti vogliono uccidere oppure, che forse è peggio, vogliono salvarti con passione…come Faith! E io…e io…….. io sono fuori della tua vita. Ed è solo colpa….. ed è solo perché sei stato con Cordelia!”

Lui la osservò attentamente: aveva le guance infuocate, le labbra piegate in un cipiglio fiero e cocciuto, gli occhi rilucenti di rabbia e indignazione, il corpo sciolto nel combattimento. Un aspetto pericoloso….e sexy.

Una gatta dagli occhi veri e il mantello serico, e artigli così acuminati da poterti scarnificare. Angelus sorrise perfido, il suo sguardo seguiva affascinato ogni movimento della cacciatrice. Sarebbe stato interessante vederla fare le fusa…una scommessa avvincente.

Mm. E con un’altra sarebbe stato diverso?”

Vide gli occhi di Buffy farsi ancora più ardenti. Come torce cui fosse stato dato fuoco.

Sei gelosa, Buff. E non ne colgo il motivo. Perché, vedi, non è che il tuo letto sia rimasto esattamente vuoto e casto…C’è stato quell’imbecille del tuo college, quindi il soldatino –archetipo del bravo ragazzo ma con un paio di scheletri nell’armadio-, e poi, non dimentichiamocelo, ti sei scopata Spike, e più volte…” La voce del vampiro si era fatta più dura, tagliente come una lama troppo affilata su quelle ultime parole. E i suoi occhi mandavano lampi d’odio che la raggiungevano graffiandole ogni centimetro di pelle.

La cacciatrice lo attaccò ancora, lui si limitò a schivare, tenendole incollato addosso uno sguardo che la divorava.

Non provare a tirare fuori Riley, o quella –storia-incidente- con Spi…”

Le parole le morirono in gola. Lasciò lentamente ricadere le braccia lungo i fianchi.

Adesso vedeva di nuovo chiaramente gli occhi penetranti di Angelus che le passavano attraverso, la sua espressione a metà fra la ferocia e il divertimento.

L’ambiente intorno suonava spaventosamente silenzioso, ora.

Riusciva a respirare faticosamente. I polmoni le bruciavano per lo sforzo prolungato e l’aria le raspava la gola.

Oh, dio..” Le sfuggì solo un mormorio.

Il sorriso sarcastico di lui si fece più accentuato.

L’hai fatto, Buff.”

Silenzio.

Già, l’ho fatto.”

Il tono della cacciatrice era duro e basso. Le mani strette a pugno così fortemente da conficcarsi le unghie nella carne.

L’aveva fatto davvero. Aveva rovesciato tutte quelle recriminazione tremendamente infantili addosso al suo peggior nemico.

Tutte quelle parole che non aveva mai neppure pensato coscientemente…che non avrebbe mai neppure detto ad Angel, almeno non finché fosse riuscita a mantenere il controllo…

Gli occhi di Angelus le corrodevano la pelle come acido.

Si sentiva così ridicola, e stupida, e patetica…

Era venuta fin lì per umiliarlo e ucciderlo, e invece…ok, forse non esattamente per ucciderlo.

E per cosa allora? Quello era il momento buono per affrontare se stessa e per scoprirlo. Davvero il momento buono. Non poteva continuare a giocare ancora, a nascondersi dietro a un dito…o dietro ad un paletto.

Provò a respirare a fondo, me le servì solo a procurarsi una fitta appena sotto lo sterno che le annebbiò la mente per un attimo.

Per cosa era lì? Da lui? Per ridargli l’anima con un bacio…? Poteva quasi sentire la voce del vampiro che glielo suggeriva con scherno. Non era la situazione adatta per l’autocommiserazione.

Era arrivata fin lì per riprenderselo? Andava bene, ma in che senso? Cioè non che fosse una cosa tipo “via col vento” da “io lo avrò oppure nessun’altra”. Era che non sarebbe potuta essere in nessun altro posto se non lì. Ed anche lui.

Era che lontana non riusciva più a respirare.

Molto probabilmente non esisteva una soluzione. Qualunque scelta sarebbe in ogni caso stata sbagliata. Sapeva che l’anima ormai non aveva più poi così importanza. Il bisogno di lui…di lui nella sua vita era troppo. E doveva accettarlo.

Sapeva di aver cambiato il demone, in qualche modo…E, se solo lui senza anima non fosse stato così… così assetato di sangue e insopportabilmente arrogante!

In realtà la soluzione sarebbe stata che lui non fosse così dannatamente affascinante, e non le fosse bruciato nel sangue a quel modo, e non l’avesse mai atterrato in un vicolo dietro al Bronze così da non incontrare mai i suoi occhi, e… no, non voleva tutto questo.

Buufff….”

Lei alzò gli occhi di scatto. La voce bassa e suadente, melliflua, di lui l’aveva colpita come uno schiaffo.

Angelus era insospettabilmente vicino ed i suoi occhi scuri ed intenti la fissavano come se al mondo non fosse esistito altro che lei.

Ad ogni lento passo del vampiro la cacciatrice indietreggiò con il fiato corto.

Le mancava l’aria e più lui si avvicinava più lei si sentiva stranamente molle ed inconsistente, e continuava assurdamente ad indietreggiare percorsa da un tremito impercettibile mentre un qualche remoto campanello d’allarme suonava nella sua testa.

Quando lui la toccò, prendendola per la vita, fu attraversata da una violenta, travolgente scossa elettrica che la costrinse a chiudere gli occhi ed a trattenere il respiro per un istante.

Angelus non sorrideva più: avrebbe potuto perdersi in quegli occhi così verdi e vagamente smarriti. Era talmente graziosa e seducente quando sembrava in trappola…quando era in preda ad una battaglia interiore.

Si chinò su di lei. “Sono davvero stanca di giocare, Buff.”

La cacciatrice vibrò a quel sussurro, mentre sentiva il tocco fresco delle sue labbra che le sfiorava la gola e risaliva lungo il collo fino all’orecchio. Quando lui le mordicchiò gentilmente il lobo, dovette stringere fra i denti fin quasi a farlo sanguinare il labbro inferiore, per impedire a un ansito di sfuggirle dalla bocca ed a se stessa di circondare Angelus con le braccia e di lasciarsi sommergere da lui e dalle sensazioni che la sua vicinanza le dava.

Lentamente fece scivolare una mano fino alla tasca posteriore dei propri pantaloni e circondò il paletto che vi aveva riposto con le dita, afferrandolo saldamente. Il legno era scabro e ruvido, rassicurante. Con un solo gesto lo estrasse e lo puntò contro il cuore del vampiro, frapponendolo fra loro.

Si ritrovò di nuovo quegli occhi brucianti dentro ai propri ed il suo cuore perse un battito.

In quest’esatto istante o mai più, amore.”

Lui non aveva paura.

Buffy strinse i denti ed aumentò la pressione. Sarebbe bastato un movimento del polso e…

Aprì lentamente le dita, lasciando scivolare a terra il paletto. Il pezzo di legno rimbalzò brevemente e rotolò lontano da loro, poi nella stanza calò di nuovo un silenzio impenetrabile, interrotto solo dal respiro accelerato della donna.

Il vampiro aveva ancora gli occhi dentro quelli di Buffy, e li teneva inchiodati a sé.

Le sorrise pigramente, facendole scivolare una mano lungo la schiena in una lenta esplorazione.

Il respiro caldo e irregolare di lei si infrangeva sulla sua pelle fredda.

Si chinò sulle sue labbra, cominciando a baciarle lentamente, percorrendone avidamente ogni centimetro e descrivendo piccoli cerchi colla lingua sulla loro morbida superficie.

Buffy sentì che si sarebbe sciolta fra le sue mani come cera esposta ad una fiamma troppo forte.

Quel modo di baciare, e di accarezzare…non li aveva mai dimenticati, le erano rimasti scritti nella pelle come un libro che aveva rivissuto infinite volte ed ora ogni terminazione nervosa del suo corpo gli rispondeva. Era come se si fossero lasciati solo il giorno prima, come se non ci fosse mai stato nessun altro, e il tempo e lo spazio che li avevano separati si fossero dissolti.

Non appena lui l’aveva toccata, il cuore aveva cominciato a pomparle in circolo metallo fuso che l’aveva bruciata da dentro, liquefandola. Le sue gambe si erano fatte troppo deboli per sostenerla, come di gelatina o di argilla cruda, e dalla base dello stomaco, che era come invaso da un incessante frullio di ali di farfalle, si era diffuso in tutto il suo corpo un famigliare, caldo formicolio. Conosceva perfettamente quell’insieme di sensazioni…e credeva che non le avrebbe provate più. Quelle sensazioni erano lui, che la travolgeva come l’alta marea, portandola sempre più lontano, su onde sempre più alte. E credeva che appartenesse solo al suo passato, ai ricordi di una ragazzina ingenua che era morta da tempo….ma non era così.

Buffy socchiuse piano la bocca sotto quella di Angelus, così che la sua lingua potesse trovare quella di lei e condurla nei passi di una danza di seduzione. Sentiva le sue mani esperte correre sul proprio corpo e insinuarsi sotto i vestiti, alla ricerca di ogni centimetro di pelle libera.

Si abbandonò contro di lui, dimenticandosi completamente della necessità di respirare, e con l’ultimo brandello di lucidità rimastole pensò che l’avrebbe uccisa così…baciandola. Baciandola a morte…

Baciandola in quel modo che le toglieva la ragione e la volontà.

Proprio quando credeva che sarebbe soffocata, lui staccò le labbra dalle sue e le sorrise insinuante con gli occhi, per poi tornare sul a chinarsi sul suo collo e coprirlo di languidi, umidi baci. Lei reclinò il capo all’indietro, per rendergli il compito più facile, e il vampiro continuò a scendere lungo la sua scollatura fino a incontrare la sottile consistenza della maglietta di velo e proseguì oltre, fino al suo capezzolo eretto, che prese dolcemente fra le labbra attraverso la stoffa, mentre lei sospirava di piacere, la schiena arcuata contro il braccio di lui.

Evidentemente l’ingombro della stoffa non fu di suo gradimento perché interruppe il contatto per sfilarle la maglietta.

Buffy lo guardò quasi imbronciata sollevargliela sopra la testa ed allentare con dita agili i laccini del bustier senza però aprirlo completamente. Gli sorrise seducente ed affascinata mentre lui seguiva con le mani il contorno sei suoi seni perfetti ora parzialmente scoperti prima di tornare a baciarla. Un altro lungo, inebriante bacio. Le loro bocche e le loro lingue si persero in un gioco sempre più famelico ed appassionato, mentre in quella dolce, morbida schermaglia, la rabbia e l’odio e la disperazione, e il dolore e il tormento scivolavano via dai loro corpi e dalle loro anime con l’impercettibile scroscio di una pioggia primaverile.

Angelus la sollevò contro di sé, passandola un braccio sotto i glutei torniti e lei gli avvolse le gambe attorno ad i fianchi per sostenersi. Dall’alto di quella posizione gli sorrise ammiccante e gli sfilò piano la camicia, facendo scorrere le dita sui muscoli del torace e dell’addome.

Si chinò sul vampiro per riprendere il bacio, protraendolo a lungo.

Gli occhi dei due amanti si incontrarono scintillanti. Un sorriso, una sfida silenziosa e compiaciuta, un invito.

Uhm, Angelus…vediamo a che gioco vuoi giocare tu e…se sei all’altezza!”

Lui rise piano, sollevandola di più e catturando di nuovo le sue labbra in un affamato assalto.

Caddero insieme sull’ampio divano, le bocche incollate e i corpi confusi, assolutamente persi in baci sempre più ardenti e profondi.


Aveva fatto l’amore con Angelus.

L’amore, non sesso.

Non come con Parker, o Riley, o…Spike.

Avevano fatto l’amore. Lei ed Angelus.

Lentamente, appassionatamente, disperatamente.

Aggrappati l’uno all’altra come gli unici superstiti di un’Apocalisse.

Riscoprendo i loro corpi in silenzio, un centimetro di pelle dopo l’altro, gli occhi che bruciavano negli occhi, loro due che bruciavano uno nell’altra.

Avevano fatto l’amore. E i loro sguardi si erano cercati, i loro respiri fusi, i loro sussurri persi nella mente dell’altro.

Aveva fatto l’amore con Angelus…

Ancora e ancora, fino a quando i muscoli dei loro corpi non erano stati indolenziti, e loro non erano stati troppo sfiniti per urlare, o mormorare, o sospirare.

Sì, avevano fatto l’amore. Lo sentiva nella pelle, nelle ossa, nel cuore, nella mente. Era una certezza che la bruciava come lava. E la sconcertava. Ma non riusciva ad essere pentita, o a trovarci qualcosa di sbagliato. Era semplicemente quello che era successo. Era semplicemente perfetto. E il mondo non era crollato ai suoi piedi…né le stelle si erano frantumante, né l’inferno si era aperto in una voragine…poteva ancora respirare. Soprattutto poteva sentirsi viva, viva come non si sentiva da troppo tempo…sentirsi vera. Non il personaggio stremato e duro di una recita logorata dagli anni.

Si sentiva piacevolmente consumata dal desiderio…piacevolmente, voluttuosamente, dolcemente sfatta d’amore.

Socchiuse gli occhi nel buio ovattato della stanza e si stiracchiò lentamente sul letto –erano arrivati in camera ad un certo punto…-. Il suo corpo sfiorò quello del vampiro disteso accanto a lei. Come Buffy fino a pochi istanti prima era immobile, ma non dormiva. Così come lei non aveva dormito. Non ci si addormenta accanto al proprio predatore naturale…

La cacciatrice rifletté sul fatto che lui fosse ancora lì. Evidentemente aveva smesso di fuggirla. Era sceso a patti con se stesso…come lei. Non che non fossero più nemici, solo avevano trovato un compromesso…se così si poteva definirlo.

Era troppo stanca per pensare…ma non riusciva a fermare il flusso di idee che le scorreva in testa. In ogni modo quella che aveva addosso era una stanchezza piacevole. La rabbia aveva smesso di arderle il petto e la mente. Si sentiva…bene.

Piegò la testa verso il suo amante, osservandone il profilo nella semioscurità. Posò lo sguardo sui folti capelli scuri, che le facevano venir voglia di passarci le dita, sui lineamenti distesi e sugli occhi chiusi di cui poteva intravedere le lunghe ciglia, sul corpo perfetto.

Si passò un dito sulle labbra, pensierosa. Angelus non l’aveva morsa. Probabilmente perché sapeva che se ci avesse provato, lei l’avrebbe ucciso.

L’avrebbe ucciso? Non ne era esattamente sicura.

Non mi hai morsa.”

Le parole scivolarono nel silenzio acqua sui ciottoli di un fiume.

Lui non si mosse. Rimase immobile come una statua di marmo e di ombre pulsanti.

Mi avresti…impalettato…..”

Può darsi...”

Angelus non le diede risposta, si limitò a sorridere.

Buffy annuì piano e tornò a osservare, gli occhi socchiusi e il corpo mollemente abbandonato, le ombre che danzavano sul soffitto al riverbero di qualche candela accesa in qualche altra stanza della casa.

Fuori si era fatta di nuovo notte.

La cacciatrice ritrovò a pensare che avrebbe dovuto fare qualcosa prima o poi. Rompere l’immobilità di quella situazione. L’idea non le piaceva. Il contatto del proprio corpo con lui, le sue gambe intrecciate alle proprie, era qualcosa che non voleva interrompere.

E poi, adesso, non aveva davvero idea di quale sarebbe dovuta essere la sua prossima mossa.

Il vampiro si girò verso di lei, appoggiandosi ad un gomito e puntando l’altra mano al di là del corpo di Buffy. I suoi occhi ardenti scintillavano nel buio.

Non ci pensare nemmeno.”

La cacciatrice gli sorrise candidamente. “A cosa?” Sbatté le ciglia con innocenza.

Angelus scosse piano la testa, con una vaga aria di rimprovero, e si chinò di più di su lei, assaporando il suo profumo dolce.

A riprendere in mano un paletto e a cominciare di nuovo a combattere, o a provare a riportarmi indietro e tentare qualche strano pasticcio con la mia anima e un’altra maledizione….!”

Ah ah…va bene….e cosa dovremmo fare adesso secondo te?”

Lui la guardò a lungo nel buio, i suoi occhi erano incandescenti e sembravano essere stati forgiati nel fuoco dell’inferno prima che il tempo cominciasse a scorrere. Le entravano dentro, spogliandola di ogni finzione. Le entravano dentro, scorrendo nel suo sangue e marchiando la sua anima.

La porta è da quella parte, Buff, e non c’è nessuna chiave. Sei libera di andartene o di restare. Ma io non tornerò indietro.”

Ah ah…. E quella cosa del Primo Male, la Bestia, probabilmente l’Apocalisse. Perché un po’ mi riguarda, in realtà.”

La voce di Angelus si indurì. “No, non ti riguarda Buff.”

Da quando sei diventato il cagnolino del Primo Male?”

Io NON sono diventato un bel niente.”

Le loro voci erano basse, quasi i sussurri di due amanti, ma dure ed affilate come lame.

A no?”

No, diciamo che sfrutto la situazione a mio vantaggio.”

Non cambi mai…Sai, finirà male…”

Non per me.”

Hai ucciso quel suo grazioso cuccioletto. Credo che adesso il Primo sia molto, ehm…avvilito. Oh, perché l’hai ucciso a proposito? Credevo steste dalla stessa parte.”

Non esattamente. Era d’intralcio….. Stai cercando informazioni, Buff?”

Io?! Andiamo, io non sto più dalla parte di nessuno.”

Opinabile dolcezza, è ancora da dimostrare.”

Non ho aiutato Faith.”

Ma se non l’hai mai potuta vedere…!”

Che fari col Primo?”

Non è affar tuo.”

Sì, che lo è. Se ti fai tagliare a pezzettini dal Primo, o ancora meglio se organizzi uno stermino di massa, è affar mio.”

Uhm…Ok, senti. Tu fa la brava e non impicciarti....e io vedrò di non causare toppi danni collaterali.”

Buffy gli sorrise angelica, ma nella sua voce strisciava una minaccia.

E da quando detti tu le regole?”

Lui le restituì il sorriso che brillò sinistro nel buio.

Da quando ti sei infilata nel mio letto.”

Buffy tirò indietro un braccio come per colpirlo, ma all’ultimo lo abbandonò sui cuscini e rise.

Una risata secca e amara, dura, quasi volgare, che suonava fredda e tagliente.

Il vampiro rimase imperturbabile e continuò ad osservarla con l’attenta calma indagatrice di un grosso gatto sornione solo in apparenza.

Lei, dopo un tempo che parve lunghissimo smise di ridere, e gli occhi verdi divennero glaciali quasi quanto quelli del suo compagno.

Lo apostrofò con voce melensa, che nascondeva un’ondata di sarcasmo.

Oh, andiamo, non guardarmi così. Ora sono io a trovare divertente tutta questa situazione.”

Angelus piegò leggermente la testa, passando pigramente le dita tra i lunghi, setosi capelli di, un po’ arruffati e sparsi morbidamente sul cuscino.

Se il divertimento sta nel fatto che una parte di me vorrebbe ucciderti ed una parte di te vorrebbe fare lo stesso con me…forse sei più pronta di quanto io pensassi, Buff.”

Buffy scosse la testa, i suoi occhi erano impenetrabili laghi di ghiaccio, venati da mille sfumature di verde, e bruciavano illuminando di un fuoco smeraldino tutta la stanza.

No, io non lo sono. Ma questo…”

Rotolò via da lui e si mise a sedere.

Con un gesto rapido ed esatto, nascondendo un leggero tremito della mano, graffiò la ferita che aveva appena sotto una clavicola facendo nuovamente sgorgare il sangue. Fece lo stesso con una ferita sulla schiena di Angelus, che rimase perfettamente immobile, gli occhi scuri puntati in quelli di lei.

La cacciatrice fissò per un attimo la propria mano affusolata sospesa fra loro due in un arco che stabiliva una distanza e al contempo tratteneva il vampiro accanto a lei, invocando un legame.

Il loro sangue mischiato colpiva le narici del vampiro con un odore insopportabilmente forte, inebriante, intossicante, che lo scuoteva nel profondo.

Gli occhi scuri, profondi, penetranti di Angelus squarciavano come lampi il cielo di Buffy. Fu fatta prigioniera dall’incantesimo di quegli occhi e in un loro riflesso fugace rivide un tempo lontano e un uomo che non camminava più accanto a lei da troppo tempo, e cadde così in una trappola fin troppo conosciuta. Sentì il proprio cuore tremare e un sapore salato che le invadeva la bocca come veleno, veleno che sgorgava dagli occhi in un pianto che non si poteva permettere. Il ricordo di Angel era come una droga, una malattia in agguato e la assaliva con la violenza impietosa di un esercito all’attacco, scavandole una voragine nell’anima. Si impedì di lasciarsi travolgere dalla dolcezza ingannevole del passato. Mantenne dura la voce e fermo lo sguardo, senza che in esso tremasse per più di un solo istante l’amore che la bruciava.

Il tempo rimase sospeso per loro. Cacciatrice e vampiro. Un attimo protratto per tutto il tempo delle loro vite.

“……..questo resta.”

La voce della donna era solo un sussurro, ma carico di rabbia, e sferzava l’aria come lo schiocco di una frusta.

Strofinò fra loro le dita macchiate di sangue, come per saggiare la corposità del vischioso liquido rosso.

E continua a bruciarci dentro come un marchio a fuoco, incancellabile. E ci consuma, e ci lega.”

Lentamente si portò le dita alle labbra e, quasi con incertezza, leccò alcune gocce del liquido salato. Poi allungò la mano in un gesto quasi rabbioso e sporcò del loro sangue le labbra del vampiro.

I suoi occhi verdi erano scossi da una tremenda tempesta, rilucevano pericolosamente bagnati nell’oscurità di quel posto.

Questo resta.”

La sua voce tremava di collera e di dolore.



Fuggì da lui in un paradossalmente lento turbinio di silenzio e di furore, lasciandosi dietro mille sguardi mancati e il sapore della sua bocca.

Angelus rimase a guardare l’alone di luce che lei aveva impresso in quel buio fitto ancora a lungo.

Immobile e silenzioso, in tutto simile a un marmo del Canova se non per lo sguardo troppo infuocato, troppo vivo, troppo bruciante. Uno sguardo perso lontano, all’inseguimento di una donna che era stata la sua eterna ricerca, una donna da cui sarebbe sempre tornato, e che sempre sarebbe tornata da lui. Ora più che mai.

La sua voce scivolò nella notte meno sicura di quanto non suonasse in ogni altra circostanza, propagandosi come l’onda in uno stagno.

Non hai neppure idea di quanto ci leghi Buff………e di quanto imprigioni i nostri destini. Non lo immagini neppure. Non immagini quanto ora siamo legati.”


Without Soul Cap.VII -prima parte-


Disclamer:i personaggi ed i luoghi descritti non sono di mia proprietaà, ma delle case di produzione che ne detengono i diritti e del loro creatore Joss Whedon. L'autrice scrive per piacere personale, senza alcuno scopo di lucro.


Pairing:Spike/Willow Buffy/Angel-us


Raiting: PG14





La Rossa era uno sfacelo. Un tremito inestinguibile, una fossa di dolore e di rimpianto.

Chiusa in se stessa come in una torre d’avorio, sola con il suo inesplicabile tormento, foglia nel vento di una tempesta, giovane, fragile betulla nell’urlo di un uragano senza fine.

Le poteva ancora sentire addosso un forte odore di magia, odore speziato, intenso,indefinibile con un solo aggettivo. Anzi, la magia era come un sottile alone traslucido attorno a lei, una patina argentea, il soffio della notte fra i suoi capelli di fiamme. E il tutto era mescolato al suo profumo, quel profumo che aveva sempre avuto fin da ragazzina, fin dal liceo, fin da quando aveva cercato di morderla per la prima volta. Come se fosse stata un fiore.Uno strano, delicato, esotico fiore che emanava un incessante, dolce profumo. Un misto di lavanda, e gelsomino, e gardenia, e fiore della passione. Un profumo che non potevi più dimenticare dopo aver annusato la sua pelle.

Spike si alzò ed uscì dalla stanza.

Stare in casa di Angel era la cosa più assurda ed irritante di quegli ultimi giorni.

Passeggiò nervosamente su e giù per l’albergo deserto, lunghi passi scattanti e fieri come quelli di un giovane lupo.

L’atmosfera era soffocante. Gettò nuovamente un’occhiata alla poltrona in cui era sprofondata la strega. Immobile, lo sguardo perso nel vuoto, pallida come una macchia di luce nel buio. Era silenziosa come una statua, come i morti, quelli veri, quelli senza anima né demone. Non aveva detto una sola parola da quando l’aveva trovata che vagava per le strade tenebrose ed umide, gli occhi vacui e l’aria esangue di un fantasma.

Willow. Non gli aveva spiegato cosa le fosse successo da quando si erano separati, non l’aveva guardato, non aveva reagito. Si era semplicemente lasciata portare via, trascinare come un tronco sradicato dall’impeto di un fiume.

Spike non aveva domandato nulla. L’aveva lasciata avvolta nel suo bozzolo di solitudine e dolore. Gli era bastato leggerle nello sguardo che aveva incontrato Buffy.

Scosse la testa e gettò la sigaretta ancora accesa sul pavimento. Scese le scale, attraversò l’atrio, si fermò, sbatté con rabbia il soprabito di pelle sul bancone e tornò indietro.

Risalì le scale e trovò la camera occupata da Faith. Entrò cautamente, quasi si aspettasse di trovarla lì, anche se era perfettamente conscio di essere solo all’Hyperion, eccettuata Willow.

Il letto era ancora sfatto, le lenzuola arruffate come le ricordava. Probabilmente quello era l’aspetto abituale della camera: un affollato caos.

Trovò uno stereo sgangherato e vi infilò il primo cd che gli capitò a tiro: rock duro e martellante. Andava bene. Alzò il volume al massimo e si sedette a terra con la schiena appoggiata al muro.

Si accese un’altra sigaretta con gesti nervosi, a scatti. Si sentiva come un topo chiuso in uno stupido labirinto senza uscita. Relegato a far da balia a una donna spenta, ad una fiamma spenta. Aspirò lunghe boccate mentre la musica gli perforava la testa e gli rimbombava nel torace.

Era sobrio da troppo tempo. Soffiò l’ultima nuvola di fumo grigio azzurro e si accese ancora un’altra sigaretta.

Le note cozzavano urlanti nella sua mente, ma i pensieri non affogavano. Il sapore di Faith, la sua rabbia. Le lacrime di Buffy, la sua bocca di miele selvatico, il suo dolore. Il silenzio di Willow, la sua muta, disperata impotenza. E, lontano da qualche parte, il richiamo della sua famiglia. Quella famiglia fatta di legami di sangue e di orrori, di crudeltà e di fedeltà.

Willow gli si parò davanti agli occhi come un fantasma. Fragile e pallida, lo sguardo inflessibile. Ancora muta e silente, vestale condannata all’oblio delle parole da qualche segreto voto.

I suoi occhi sfavillavano ancora di alcune deboli scintille di magia e lo fissavano con intensità insopportabile. Tutto quello per cui erano venuti a L.A. era andato in pezzi. Ora restava solo una tabula rasa.

Rossa.”

Gli occhi di Willow cangiarono per un lungo istante, poi lei ruppe l’immobilità e fece un passo avanti. L’aria tremò.

Ossigenato…”

Spike agitò vagamente nella sua direzione la mano che reggeva la sigaretta. La piccola brace impalpabile danzò nell’aria come una farfalla.

Vedo che stai meglio…”

La strega alzò stancamente le spalle.

Bè….sono viva.”

Mmmm….sì, immagino possa essere un punto di partenza.”

Perché siamo venuti?”

Perché volevi portare quel tuo variopinto, grazioso volatile dalla lunga coda a fare un giretto nella città degli angeli!?”

Non credo di ricordarmi come si faccia a ridere.”

Non era particolarmente divertente.”

MI manca.”

Spike la guardò con maggiore attenzione. Di cosa parlava?

Chi?”

Tutto. Tutto quello che c’era prima. La vita com’era prima. Le persone com’erano prima.”

Prima di cosa, Rossa?”

Willow abbandonò tristemente la testa sul lungo collo in un gesto che racchiudeva un’incondizionata, dolorosissima resa.

Prima che il nostro mondo ci crollasse addosso e si trasformasse in polvere.”

ohw. E quando è successo?”

Willow alzò i suoi occhi vellutati su di lui.

Gli occhi del vampiro erano di ghiaccio non sciolto, erano il pezzetto di cielo più limpido che avesse mai visto. Erano così azzurri da abbacinarti, come un cielo scarnificato da tutti i suoi veli che si riflette nella neve di un ghiacciaio. E ti arrivavano dentro. Diritti al bersaglio, diritti a te.

Deglutì con fatica, aspirando l’odore pungente delle numerose sigarette del vampiro.

Non lo so, tanto tempo fa…”

L’azzurro degli occhi di Spike la tagliava, eppure le dava la strana e remota sensazione di essere a casa.

Brividi lungo la schiena. Non si può avere freddo nell’estate più calda a memoria d’uomo.

Gli occhi di Spike erano bollenti. Indagatori, insoddisfatti, feriti, sferzanti, arrabbiati. Spike era un inquieto riflesso di luce intrappolato fra le ombre.

Bene, magari a questo punto dovrei dire qualcosa di profondo, saggio e consolante…”

Non ti viene bene, Spike. Il tuo campo sono le battute sferzati ed i doppi sensi.”

In effetti. Comunque, per quello che può valere, mi dispiace Willow.”

Silenzio. Gli occhi della strega erano laghi su cui il vento soffiava dolcemente increspando la superficie.

*Lei mi manca più di tutto il resto. Lei è la mia stella spenta. Mi manca come il respiro. E tutto quello che ho fatto quando…. è morta….è come se avessi sporcato la sua memoria. *

Nella stanza rimbombava la musica di Faith come se dovesse sgretolare le pareti, squarciare i mobili, divellere il tetto.

La voce di Willow era solo nella sua testa. La notte, e il rock, e il caldo erano tutto intorno a loro, come una prigione, come un rifugio.

Guardò Willow. Sembrava un giglio. Un giglio con occhi luminosi.

Tara era…unica. Lei era bella.”

La voce di Spike era bassa eppure le arrivò netta attraverso il mare della musica.

Il vampiro allungò una mano e tolse la spina dello stereo dalla presa di corrente. Sapeva che Willow aveva capito. La vide annuire. Non aveva più lacrime da versare ormai. La guardò avvicinarsi e sedersi a poca distanza da lui , la schiena esile e dritta appoggiata al letto. Le loro gambe allungate sul pavimento si sfioravano.

Spike accese l’ennesima sigaretta. Boccate di fumo lunghe una vita.

Tempo di cera. Pensieri senza tempo. Forse fuori albeggiava. Forse l’eclissi era davvero terminata. Forse in qualche grigia, remota stanza d’ospedale Faith si sarebbe salvata. Forse.

Guardò Willow. Bella come una fredda mattina di primavera, come la brina sugli alberi, come il velo di ghiaccio su un lago quando il ghiaccio sta per incrinarsi. Bella come l’Europa, con quella sua aria un po’ vintage e così perfettamente imperfetta. Fragile eppure indomabile.

Guardò la strega rossa con quei suoi occhi incredibilmente, impietosamente azzurri e si ritrovò a pensare a Drusilla.

Velluto nero, notte, veleno, regina di picche. Drusilla con i capelli neri come inchiostro, la pelle bianca come gesso , gli occhi bui come il vuoto, il corpo morbido come seta. Drusilla era la seduzione del male, l’incanto delle tenebre. Era il passato. La sicurezza. La certezza.

Sì, sapeva cosa volesse dire Willow.

-Prima che il tuo mondo ti crolli addosso. Quando è tutto bianco o nero. Prima-

Il suo prima era Drusilla.

Il suo mondo che crollava a pezzi trafitto di luce e di dolore era Buffy.

Ora, bene…ora restavano i cocci sparsi a terra.

Prima…prima non sarebbe mai più tornato.

E non lo desiderava neppure.

L’immagine candida di Willow dissipò quella fumosa di Drusilla ,con la sua seta ed il suo oppiaceo profumo, ed il vampiro tornò in quella stanza intossicata di fumo e della fragranza penetrante di una strega.

Qualcosa mi dice che i tuoi giochetti da apprendista stregone non sono andati come volevi.”

Molto acuto.”

Sì, sai non era una gran previsione. In genere il guaio più lieve che segue un tuo incantesimo è trovarsi in una dimensione alternativa.”

Già, sono una pessima strega. E tu un pessimo vampiro.”

Si alzò affrettandosi a dargli le spalle e a mettere la maggior distanza possibile fra loro. Le dava sui nervi e non faceva che ridere di lei dietro la barriera impenetrabile di quei suoi occhi troppo azzurri.

Sentì, o meglio percepì nell’anima, lunghe dita fresche circondarle il polso e trattenerla con fermezza.

Un altro brivido lungo la schiena. Sottile, serpeggiante, quasi impercettibile.

Ehi” la sua voce aveva un ché di carezzevole “Non volevo. Mi spiace. Era solo per…allentare la tensione. E perché sono stanco e a pezzi e tu sei l’unica con cui possa prendermela. Non è vero: sei una strega potente, e brava. Ed hai buone intenzioni…in genere. Non volevo ferirti.”

Willow rimase ferma, il polso fra le dita del vampiro, la schiena rigida e girata verso di lui, gli occhi che bruciavano.

Spike non parlava mai tanto. Cioè, parlava sempre troppo, ma era sarcastico e sferzante e allusivo. Non come ora.

Ora era stato gentile, rassicurante. Si sforzò di annuire.

Tirò via la mano e lui la lasciò andare senza opporre resistenza.

Dove l’aveva toccata la pelle bruciava come se fosse stata scottata.

Va bene così. E poi…hai ragione.”

Ancora un passo. Voleva frapporre spazio fra se stessa e Spike. Voleva respirare aria che non fosse la sua.

E non sapeva neppure perché.

Rossa…”

Ho combinato un casino peggio del solito Spike. Ho perso la mia migliore amica. Ed è solo l’ultima voce della lista di quello che ho perso.”

Spike allungò una mano verso la strega. Sfiorò con le dita i suoi capelli lunghi che ondeggiavano sospesi sopra l’incavo del collo. Lasciò quel gesto sospeso nell’aria. Poi si ritrasse.

Mmm…..ok, magari è ora di un drink. Chissà se in casa di Mister _ Redenzione/Lungo cappotto svolazzante nella notte/Sguardo sofferente_ esistono degli alcolici.”

Lei si girò a guardarlo, i capelli si agitarono attorno al suo volto come una nuvola.

Quello era lo Spike che conosceva. Nonostante questo i suoi occhi restavano troppo azzurri. Tersi. Squarci di cielo. Solo Spike aveva occhi così. Dio, quant’erano azzurri. E come le si incollavano alla pelle. Occhi così azzurri, affilati come lame. Si era mai accorta prima del loro straordinario colore? Del loro vero colore? Non riusciva quasi a sostenerli.

Tremendamente azzurri.

Ok, doveva respirare. *Respira. E’ solo uno sguardo sulla tua pelle, non puoi sul serio andare a fuoco. *

Io non voglio bere!”

L’ombra di un sorriso, una sottile piega d’ironia, piegò le labbra di Spike.

Quel sorriso Willow lo conosceva. Lui l’aveva sempre addosso. Come una difesa, come una maschera, come una barriera. Teneva lontano il mondo intero, quel sorriso.

Lo so, dolcezza. Ma io sì!”

Le passò accanto e scese.

Willow restò ad ascoltare il rumore di ghiaccio contro il vetro di un bicchiere e di bottiglie che tintinnavano.

Lui non faceva alcun rumore, né movendosi né camminando. Rientrò nel suo campo visivo e lei si appoggiò alla balaustra, osservandolo. Aveva una mano in tasca e con l’altra reggeva un bicchiere straripante di un liquido ambrato e cubetti di ghiaccio. Stava eretto, come sul ponte di una nave in mezzo ad una tempesta, aveva lo sguardo lontano.

Non è come lo immaginavo.”

Lei scosse la testa, perplessa. “Cosa?”

Avere un’anima. Non mi piace.”

Oh, quello.”

Perché le veniva da ridere? Non c’era nulla di allegro. Non le sarebbe mai venuto da ridere parlando dell’anima di Angel. Ma Spike…bè, Spike era diverso. Non c’era tutta questa differenza fra anima e no. Lui non era cambiato. E poi ne parlava come fosse una cosa senza importanza, come se fosse l’assurda camicia hawaiana di Xander che era stato costretto ad indossare una volta perché la sua t-shirt si era ristretta in lavatrice. Forse era per questo che le veniva da ridere. Era un paragone assurdo, ma quando lui ne parlava non riusciva a fare a meno di pensarci.

Sì, quello, ragazzina.”

Io…posso solo fare delle congettura…Immagino sia dura. I sensi di colpa, lo so… e poi il resto.”

Spike sembrava distratto, o assorto.

Umm, anche quello.”

Anche?”

Non ho voglia di parlarne.”

Estrasse il pacchetto di sigarette e ne prese una con le labbra.

Hai cominciato tu!!”

Sì, bè, e allora?!”

Ehi, scusa, non è colpa mia!”

Lui mise giù il bicchiere, salì alcuni gradini e trovò gli occhi di velluto della strega.

Che facciamo adesso, Rossa?”

Willow sospirò. Un lungo sospiro profumato di lavanda che gli arrivò in faccia come uno schiaffo.

Non lo so.”

Sei tu il condottiero, la mente di questa ,ehm, spedizione…”

Oh, no! Io sono solo…Lascia perdere. Fa quel che vuoi. Non devi fare la guardia a me.”

Siamo venuti insieme.”

Già, e allora?”

Come vuoi, Rossa. Arrenditi.”

Non mi farai arrabbiare Spike. Ho già perso, non ho bisogno di arrendermi.”

Bello, un atteggiamento sconfitto-remissivo.”

Forse tornerò a casa.”

Sì, casa, un bel posto: la Bocca dell’Inferno. Hai intenzione di far sorgere dal deserto un qualche tempio di divinità greche…? O stavolta varierai tema! Che ne so…una sanguinaria divinità indù, Kalì……. Senza offesa, strega.”

Willow non disse niente. Abbassò gli occhi e si prese fra le mani una ciocca di capelli, rigirandola e torcendola fra le dita.

Sia una cosa? Tu in un certo senso sei libero. Niente passato ,bè in un certo senso, e niente legami. Puoi andare dove vuoi e fare quello che vuoi del tuo futuro.”

Forse lui rise, non se lo sarebbe mai ricordato Willow. Di quel momento si sarebbe ricordata solo i suoi occhi luminosi che la scavavano, e la percuotevano abbattendosi su di lei, e la bruciavano e la scottavano.

I suoi occhi così intensamente azzurri da essere assoluti, da farle pensare che ogni altra sfumatura possibile di quel colore venisse da loro e che prima degli occhi di Spike l’azzurro non fosse mai esistito.

Quegli occhi ardevano nella penombra, accesi da riflessi violetto, ed erano in stridente contrasto con il pallore del viso del vampiro e con la voce calma e distaccata che le rivolse.

oh, bello…di nuovo. E’ più o meno quello che mi ha detto anche Buffy. Ok, forse lei è stata più colorita.”

Willow cercò il fiato senza trovarlo.

Pensi che lo farò, Rossa?”

E che ne poteva sapere lei di quello che Spike avrebbe fatto? E perché avrebbe dovuto riguardala quello che Spike avrebbe fatto?

Oh, bè ecco…io….sì, insomma io…vedi, penso…” Non voleva balbettare “Sì, penso…voglio dire…io…mmm…oh, non lo so.”

Ti senti bene, Rossa?”

Salì ancora un gradino. Willow non voleva che si avvicinasse. Non voleva brividi che correvano lungo la schiena.

Sì” Troppo in fretta. Aveva risposto troppo in fretta “Perché?”

Mmm, non so…Mi sembri strana, più del solito…”

Oh.”

Già.”

Poteva sentire il cuore di Willow correrle in petto ,sempre più veloce, e il sangue scorrerle forsennatamente sotto la pelle in un fitta, caotica trama.

Buffy mi ha detto di seguire la mia strada -Non sapevo di avere una strada- In pratica ha detto anche che adesso sono dalla parte dei buoni. Mi ha scaricato sulle spalle la sua missione: è paradossale. E’ tutto paradossale. Il Signor “Ho un’anima e sono tormentato” è là fuori e se la spassa; la cacciatrice ha deciso di avere un lato oscuro o che so io ed è là fuori anche lei…ed io sono qui, al posto loro. E’ assurdo.”

Non sei obbligato a restare.”

Ehi, hai ragione!!Adesso esco da qui e vado a farmi un viaggietto in Europa, o magari in Asia…potrei andare a Istambul per cominciare! Tanto voi state messi bene. La fine del mondo incombe ma per un paio d’ore è rimndata visto che l’eclissi è passata. E ci sono ben due osservatori licenziati, un ex-aspitante attrice ora segretaria con pretese da mezzo demone, una strega quasi disintossicata, un poppante tutto suo padre ma ,ne sono certo, con qualche virtù di sua madre, nonché una cacciatrice mezza in coma ed evasa a risolvere la situazione! Mi dimenticavo di Angelus e di Buffy che giocano ai nemici mortali. Hai ragione, è tutto sotto controllo. Dici che mi preoccupo senza motivo? Adesso vado.”

Le voltò le spalle e si precipitò giù dalle scale in gran carriera, lasciandola muta e costernata.

Afferrò con rabbia lo spolverino nero e sbatté la porta.

Un attimo dopo rientrò imprecando ad alta voce, i vestiti che fumanavo come se stessero per prendere fuoco. La porta sbatté ancora più rumorosamente.

C’è il maledettissimo sole fuori!”

Continuò ad urlare improperi ed a spegnersi i vestiti.

Willow sentì il senso di vuoto che l’aveva attanagliata, sollevarsi e smettere di morderle lo stomaco. Quasi sorrise.

Ti sei bruciato.”

No, è stato divertente!”

oh, bene.”

Già, fantastico!”

Salì di nuovo le scale a grandi passi e di nuovo la oltrepassò.

Si chiuse in una delle camere.

Dopo pochi secondi era di nuovo in corridoio, di nuovo al piano di sotto.

Tornò di gran carriera in camera con una bottiglia piena fra le mani, ignorando ostentatamente la strega.

Lei rimase dov’era stata per quasi tutto il tempo, ferma, i vestiti gualciti e stropicciati, i capelli un po’ spettinati, una mano appoggiata sulla ringhiera e gli occhi che seguivano automaticamente i movimenti del vampiro.

Aspettò che si fosse sistemato ed avesse smesso di borbottare.

Guardò la porta chiusa e sorrise.

E’ la stanza di Angel, quella.”

Lo sentì bestemmiare. Poco dopo era di nuovo in corridoio con lei. Scalzo e con la camicia aperta.

Cos’è?! Ti diverti? Mi hai già fatto quasi andare a fuoco oggi, no ti basta?!”

Willow non rispose e si sedette a terra come se fosse la cosa più normale del mondo. Appoggiò la schiena alla balaustra e raggomitolò le ginocchia contro il petto. Non lo guardava. Fissava un punto imprecisato sul pavimento.

Probabilmente il Primo Male sta organizzando la fine del mondo così come lo conosciamo…la fine dell’umanità.”

Spike strabuzzò gli occhi, e adeso dove voleva andare a parare quell’esasperante ragazza?

"Non conosci il primo. Il tuo _probabilmente_ è superfluo. STA organizzando la fine del mondo."

"Probabilmente dovremmo fare qualcosa."

"Stiamo giocando a un gioco che io non conosco? Il gioco dei probabilmente?!"

"Il fatto è che non credo mi interessi."

"Il gioco....?"

"Cosa mi resta da perdere? Ho già perso tutto...la fede, la speranza, la forza di andare avanti, l'amore, l'amicizia...l'innocenza. Soprattutto l'innocenza. Niente è più bello o ha un senso. Non credo di avere la forza di combattere tutto questo."

"Probabilmente non ce l'hai, ma dovrai affrontarlo lo stesso." Spike si abbassò, sedendosi sui talloni davanti a lei "Ehi, non sarai sola."

Willow alzò i suoi occhi antichi e li lasciò riposare in quelli del vampiro.

"Sarà sempre così...?Una battaglia dopo l'altra ...e vittoria troppo amare per meritarsi tale nome?"

"Probabilmente..."

"Non mi piace il gioco dei probabilmente."

"Neanche a me. Non so come sarà. Il futuro non è scritto da nessuna parte. Noi possiamo solo provarci."

"Vorrei che esistesse un incantesimo per portare indietro le cose...e raddrizzare quelle storte, e..."

"Io no. Ce ne sarebbero altre di cose storte Willow. E forse sarebbe peggio di adesso. Sai una cosa? Mi piaceva essere un vampiro temuto e rispettato e senza coscienza, e girare il mondo con Drusilla che era bella e folle e passionale, e mi piaceva perfino uccidere cacciatrici. Mi paiceva, era esaltante. Ma non vorrei tornare indietro."

Willow restò in silenzio a lungo. Molto a lungo. E Spike rimase vicino a lei.

Così, solo aspettando che le ore si liquefassero.

Poi lei alzò ancora gli occhi e trovò quelli di lui e si guardarono.

"C'è un altro Apocalisse da affrontare, allora..."

"Oh, Rossa! Qualcosa mi dice che sarà il più spettacolare!"

"Dovrei esserne contenta?"

"Potrai dire -io c'ero-..."

"Wow...oppure -io ci sono morta-"

"Sì, questa versione è già meno divertente."

"Decisamente."

Ancora silenzio fra loro.

Era bello starsene accovacciati a terra uno vicino all'altra, lasciando il mondo e la sua fine fuori dalla porta. Era bello sapre che davvero sarebbero stati insieme se fosse arrivato un altro Apocalisse, che sarebbero stati insieme lungo il cammino. Dava una sensazione di calore, di vago e remoto benessere. E Willow profumava talmente di lavanda...

"Devo farmi una doccia, un bango, un battesimo...qualunque cosa che comporti acqua bollente sul mio corpo. Poi magari potrò anche pensare."

La strega si alzò stancamente, i vestiti in tutte le tonalità del verde che la facevano assomigliare ad un'inconsueta fata dei boschi.

Inciampò in un ostacolo invisibile e cadde addosso al vampiro, facendolo sbilanciare indietro.

Spike l'afferrò con un braccio, puntellandosi a terra con l'altro.

Il corpo di Willow era un peso leggero, quasi inconsistente.

La pelle della sua guanica e del suo collo gli sfiorava il volto. La trattenne per un attimo.

Il flesch nitido e preciso di un ricordo remoto lo trafisse con la precisione millimetrice di una freccia, e il tempo perduto lo avvolse come una coltre.

_Un cesto di pesche rosse e vellutate, tondeggianti, perfette, spandeva in tutta la stanza illuminata dal sole obliquo del pomeriggio un profumo dolce e pastoso, impreziosito da un tocco fragrante di miele. I frutti erano primizie appena arrivate dal contienente e la cameriera di sua madre le aveva da poco sistemate sul tavolo. Poteva già sentirne una scigliersi in bocca, con quella consistenza soffice e granulosa, e il succo fresco e zuccherino che ti scende lungo la gola. Allungò una mano, sentì sotto le dita l'implpabile peluria, e tagliò la prima fetta. _

In quel momento, nel presente, non c'erano i raggi obliqui del sole, perchè ogni finestra era accuratamente schermata, e non c'era nessun portafrutta di limonge straripante pesche mature, c'era solo Willow. Si ritrovò a domandarsi se assaggiando la sua pelle vellutata avrebbe ritrovato lo stesso gusto, se le sue labbra avrebbero avuto la stessa cedevole morbidezza, se...

Non erano pensieri razionali. Bacaire Willow? Assaggiare la pelle di Willow? Cosa gli saltava in mente??!Quella fottutissima anima gli stava mandando in pappa il cervelo, ecco cosa!

"Spike..."

La sua voce seccata e vagamente impacciata lo riportò alla realtà, ed a un cocente imbarazzo. Lei era Willow....!

"Sì...sati bene?"

Se fosse potuto arrossire, quello sarebbe stato il momento.

"Certo, sono solo..caduta."

"Appunto, su di me."

"Bene, è appurato. Ora, staremmo meglio tutti e due se mi lasciassi andare e mi aiutassi a districarmi, ehm...ad alzarmi."

"E' quello che sto facendo."

"Non me n'ero accorta."

Spike la rimise in piedi borbottando qualcosa di intellegibile.

Lei lo scrutava con quei suoi occhi screziati di pagliuzze dorate.

"Che c'è? Non dovevi andare a fare la doccia, o qualcos'altro?!"

"Sto andando..."

Spike le girò le spalle, silenzioso ed imbronciato. Di contrasto, lei si sentiva quasi allegra.

Stava per andarsene, ma poi non potè fare a meno si trattenersi.

"Ehi....? Anche se ti piaceva...non è che tu fossi poi un gran ché come vampiro..."

Spike si rivoltò come un gatto a cui avessero pestato la coda, soffiò e arruffò il pelo e inarcò la schiena.

La strega abbozzò una breve risata timida.

"Non mi hai nepure morso quella notte..."

La sua voce suonò diversamente su quelle due ultime parole. Come se fossero parole care, assaporate, custodite, ricordate. Suonò come una leggera musica racchiusa in un carillon.

"Avevo lo stramaledettissimo chip, Signorina So Tutto Io!"

"No, non quella volta. Quando volevi il filtro d'amore."

Ebbe l'impression di aver toccato un tasto dolente, ma fu solo per una frazione di secondo. Lui si chinò a raccogliere il pacchetto di sigarette, offrendole una fredda visione di profilo.

"Oh, quella volta....non era nei piani."

Sorrise "Capisco. Il mio collo non era nei piani." Si voltò per raggiungere il suo bagno caldo.

"E profumavi dannatamente di gelsomino e lavanda..."

Willow fece una mezza piroetta.

"Profumavo...??"

Lui la guardò con ferocia "Non ho detto nulla."

"Ma io ho sentito..."

"NO!!!"

"Ok, ok..."

"Sei ancora qui?"

"Vado."

"Sparisci!"

Willow sorrise ancora, già pensando all'acqua bollente che cullava i suoi muscoli indolenziti e si inoltrò nella stanza da bagno cercando di dimenticare il formicolio che le correva lungo la pelle e la strana, sotterranea emozione che aveva provato al contatto del corpo duro e asciutto di Spike contro il proprio.


Adesso aveva davvero superato il punto di non ritorno.

Era andata oltre le colonne d'Ercole del suo mondo.

Era andata al di là.

Aveva superato i confini. Luce ed ombra, bene o male, bianco o nero: niente era più netto.

Nulla sarebbe mai più stato come prima adesso, perchè lei non era più come prima. Non era più la stessa persona, nè lo sarebbe mai più stata. La consapevolezza di aver scelto, di aver seguito le proprie decisioni fino in fondo, di aver scoperto un mondo diverso dal suo ma probabilmente non meno giusto, o forse non meno sbagliato, non l'avrebbe più abbandonata.

Aveva aperto tutte le porte proibite, aveva stracciato tutte le regole e le convenzioni. Era andata oltre... e respirava ancora. E pensava, anche.

Nel mondo attorno a lei nulla era cambiato se non lo sguardo con cui lo osservava. Le stelle erano ancora al loro posto, sfacciatamente belle e luminose nel firmamento di velluto nerissimo; e il cielo si reggeva ancora curvandosi nella perfetta volta del mondo; e la luna spandeva la sua pallida luce burrosa sulle cose ammantate di buio; e l'aria era immobile e calda, afosa come in una notte africana; e il sole sarebbe sorto all'alba, scortato dall'aurora dalle rosse dita, ed avrebbe infiammato l'azzurro e arroventato il mare. Nessuno aveva staccato le stelle ormai spente dal cielo, nessuno aveva imballato la luna come uno specchio rotto, nessuno aveva osservato i pezzi del cielo crollare e sgretolarsi in polvere, la terra non si era squarciata in voragini e crepacci senza fondo.

Per quanto le sembrasse incredibile, nulla era cambiato eppure non un singolo frammento della sua vita sarebbe mai più stato uguale a prima.

Quella notte molte cose erano irrimediabilmente, definitvamente, state decise.

Buffy non era sicura di essere pronta ad affrontare quelle decisioni.

In realtà non era stata pronta a niente da quando si era decisa ad ammettere che Angel faceva ancora parte della sua vita ed era venuta a Los Angles per cercarlo.

Legandosi i capelli alla bell'e meglio sorrise. Era un sorriso triste e svuotato, intriso di malinconia. Non era mai stata pronta...non era stata pronta a morire, non era stata pronta a rivivere...soprattutto non era pronta ad inciampare nell'amore di tutta una vita a sedici anni in un vicolo buio dietro un locale alla moda (alla moda solo perchè era l'unico locale della città) e a restare bruciata da occhi troppo profondi per essere raccontati, troppo antichi per essere dimenticati.

Si fermò, i suoi passi vagabondi l'avevano portata davanti all'Hyperion.

La massa imponente dell'edificio era una macchia scura contro il cielo luminoso d'azzurro e di vuoletto pallido. Stava albeggiando ed era una giornata tersa, di quelle in cui l'azzurro è troppo azzurro e la luce così luminosa da acciecare e da inglobare il mondo, disintegrandolo in una miriade di abbacinanti forme sfocate.

Buffy attraversò la strada, portandosi al riparo della costruzione. Sfuggì i primi raggi dorati di quel giorno come se ormai anche lei non fosse null'altro che una creatura della notte.

L'albergo sembrava deserto, tutte le luci erano spente ed il silenzio della mattina non era turbato da alcun rumore.

Forse non c'era nessuno. E in ogni caso, di certo non avrebbe gradito la compagnia di quelli che avrebbe potuto trovare lì.

Si mosse inquieta, facendo pochi passi avanti e indietro.

Perchè si trovava lì?

Di certo lui non c'era.

No, da lui era appena scappata. Da lui stava ancora scappando. E non sapeva se srebbe mai tornata.

Lui. Che poi non era esattamente lui. Angel era solo un'anima dispersa e prigioniera.

Quello che restava era Angelus: fuoco che disseccava la sua carne ed ardeva le sue notti, turbinio di tenebra e di oscurità.

Angelus. Affascinate, spietato, sensuale, crudele. Impossibile farlo rientrare entro i confini di qualche schema...Angelus era...Angelus. Che la attraeva come un magnete attrare una calamita.

Angelus era...una parte del suo amore.

Quella parola sfumò nella sua mente che si ribellava e scalpitava, e lei ,esausta, lasciò fuggire i pensieri.

Si diresse alla porta d'ingresso, lasciando vagare i proprio occhi.

Avrebbe voluto pregare se ne fosse stata ancora capace. Avrebbe voltuo piangere e pregare.

Pregare di poter bussare a quella porta, e di trovarlo lì, con quel sorriso accennato e tormentato che le riservava sempre, con quello sguardo penetrante e bruciante e caldo e accogliente e premuroso che si posava su di lei come una carezza rubata, e la colpa di quell'inesistente gesto subito si rifletteva negli occhi scuri del vampiro. Pregare di trovarlo a casa sua come se nulla fosse mai successo, ponto ad offrirle aiuto o conforto come sempre aveva fatto, senza fare domande, semplicemente tornando ad essere presenza concreta nella sua vita anche se solo per la brevità di un'ora o di un giorno. Pregare di poter guardare nel fondo die suoi occhi nocciola e sgorgervi anima e rimorso, ed anche il riverbero di quel sentimento vibrante e indissolubile che continuava ad unirli nonostante la lontananza, e stupore di trovarla fuori dalla propria porta ,arruffata come un gattino bagnato, a quell'ora improbponibile e con lo sguardo spaventato di un cerbiatto braccato. Allora lei avrebbe sospirato di sollievo e sarebbe entrata mentre lui si scostava per farla passare e gli avrebbe riversato addosso un fiume di parole senza senso, affastellate e sconnesse ed Angel le avrebbe sorriso rassicurante e le avrebbe detto che andava tutto bene, che avrebbero risolto la sotria dell'eclissi e del Primo Male e che il resto era stato solo un incubo, come quella notte in cui aveva sognato che Drusilla l'avrebbe ucciso.

Ma non sarebbe sucesso nulla di tutto questo. La realtà era quella che stava vivendo. Graffiava, feriva, affondava gli artigli nella carne e nell'anima, la lacerava dentro. Quella era la realtà.

Dietro quella porta non ci sarebbe stato Angel. Nè conforto, nè speranza.

Non bussò, non suonò il campanello.

Spinse i battenti ed aprì la porta, sentendo un nodo salato che le serrava la gola mentre ogni cosa in quel posto le parlava di lui e della sua vita, quella vita che viveva senza di lei, lontano da lei.


Spike ,immerso nel fumo e nel silenzio, ascoltava i fruscii dei movimenti di Willow nel bagno lì accanto. Ormai aveva smesso di impedirsi di immaginare la sua pelle eburnea resa diamantina da miuscole gocce di acqua bollente, e i suoi capelli umidi e fiammeggianti che le ricadevano sulle spalle, che sfioravano le clavicole sottili e ben evidenziate, che la infastidivano finendole negli occhi. Poteva senitre il suo profumo dolce e leggero che filtrava insieme al vampre da sotto la porta e il rumore dell'acqua della doccia che disegnava i contorni del suo corpo e del suo viso.

Avere i sensi di un vampiro risultava piuttosto utile in alcune circostanze.

In ogni caso, quello che gli stava succedendo non era per niente bene. Quella specie di calda dolcezza alla base dellos tomaco ogni volta che incontrava gli occhi scintillanti della strega. Quello scoprirla così vicina al proprio essere, alle proprie sensazioni.

Spense quello che restava dell'ultima sigaretta e si alzò per cercarne un altro pacchetto.

Rimase pietrificato, pallida statua di sale cristallizzata in una postura innaturale e assolutamente immota. Ancora prima che lei attraversasse la porta la sua presenza gli sferzò i sensi con la forza di un uragano, lasciandolo debole smarrito. Il suo odore, il suo sangue che scorreva sotto la pelle, il suono ovattato del suo respiro gli penetrarono fragorosamente nel cervello come una scarica di adrenalina pura, come un'overdose di cocaina.

"Buffy."

Rimase immobile, incapcace di muovere un solo muscolo mentre lei attraversava la soglia e si immergeva nella penombra ingannevolmente più fresca che l'esterno dell'altrio.

Rimase immobile mentre il suo battito cardiaco accelerava e si faceva irregolare, stentato, affannato, singhiozzante e i suoi torbidi occhi verdi si aggiravano disotientati per la casa di Angel.

Rimase immobile mentre lei infilava un passo incerto dietro l'altro senza compiere rilevanti spostamenti, come una fiera ingabbiata e stordita da un qualche anestetico.

Rimase immobile mentre lei inghiottiva le lacrime che non aveva più e ,senza un perchè, tornava indietro e chiudeva rumorosamente la porta.

Rimase immobile mentre lei si orientava in quel posto e lo saturava della sua presenza, della sua essenza.

Rimase immobile mentre il suo odore ,quello della sua pelle, delle sue lacrime, del suo sudore, del suo sange, gli arrivava distinto e bruciante alle narici.

Rimase immobile mentre constatava con uno sgomento muto e inconoscio che il suo odore era talmente mescolato a quello del sire di Drusilla da renderli indistinguibili, confusi, un'unico opprimente sentore che gli arrivava fino all'anima. Come se lei ed Anglus fossero una cosa sola e non ci fosse più differenza fra la loro pelle, il loro sangue,la loro saliva, il loro sudore, le loro lacrime.

Rimase immobile ed aspettò che quel silenzio pieno di lei fosse infranto, che quel momento si spezzasse, che gli tornasse la forza di esistere. Aspettò che lei smettesse di sconvolgergli l'anima e di cancellare il resto del mondo. Aspettò che il proprio universo, contratto e congesto, smettesse di girare attorno a lei.

Il rumore cigolante della porta del bagno che si socchiudeva e dei piedi nudi di Willow sul pavimento, le fecero alzare la testa nella sua direzione.

I loro occhi si incontrarono, si scontrarono, rimasero avvinti. Mare in tempesta e cielo di ghiaccio.

Non sentirono la voce di Willow che domandava se fosse tornato qualcuno.

Per attimi lunghi una vita intera non sentirono nulla. All'infuori del loro sguardo. E sentire diventò doloroso, poi insopportabile, asfissiante.

Lei era tornata. Buffy. Era tornata.

Con addosso il sangue e l'odore del suo sire. Un odore di vicendevole possesso, di odio e di amore.

Con gli occhi immensi e sconvolti, i capelli scarmigliati, i vestiti laceri, il cuore accelerato.

Era tornata dal suo viaggio dentro le tenebre, dalla sua caccia, dalla sua ricerca.

Per un istante Spike pensò che fosse finita, che lei fosse davvero tornata. E basta.

Fu solo un istante.

La cicatrice sul collo della cacciatrice, pallida e ormai non più così visibile, gli diceva che nopn sarebbe mai finita. Glielo urlava. Così come il richiamo del sangue della sua famiglia che ora poteva avveritre anche su di lei. Non sarebbe mai finita.

Provò una pena interminabile, sofferenza di secoli, ma durò solo il tempo di una foglia che cade a terra.

Si sentì spezzare, ma durò solo il tempo di un soffio di vento insinuatosi attraverso una porta ormai chiusa.

Poi arrivò la voce di Willow. La voce di cristallo e campanelli della strega rossa. E il maleficio si spezzò, e lui tornò a respirare, anche se non lo faceva da più di un secolo.

".....Spike?"

Lo disse come se non fosse un nome infangato da anni, da secoli di orrori e sangue e crudeltà e perversioni e morte e inganni e sofferenza. Lo disse con dolcezza, con dubbio quasi esitante, con rispetto. Come se fosse un nome degno.

Disse solo quello: -Spike-, senza neanche accorgersi di richiamarlo a sè, di strapparlo a morte e dolore, al suo passato cruento.

Se è possibile salvare un'anima semplicemente pronunciandone il nome, Willow ci era appena riuscita.

Se è possibile annullare un passato semplicemente cancellandone le tracce con il suono di una canzone, una canzone composta da una sola parola, da un nome, Willow ci era appena riuscita.

".....Spike?"

Il vampiro fece un passo indietro, solo qualche centimetro.

Il contatto con gli occhi in tempesta della cacciatrice si spezzò.

Solo un passo indietro. Verso la voce di Willow.

Le indicò con un cenno del capo l'ingresso, e Buffy.

I suoi occhi erano sfumati di violetto, ed erano intensi, e perfettamente vuoti. Willow non riuscì a leggervi nulla, ma ne seguì la direzione e trovò Buffy.

Sola, in mezzo all'atrio come in mezzo a una terribile bufera. Combattuta e vinta. Da se stessa. Uguale all'ultima volta in cui l'aveva vista, eppure irrimediabilmente, devastantemente diversa.

Buffy. Alla strega sfuggì un singulto. Una via di mezzo fra un'esclamazione, un respiro, un sospiro, una preghiera.

Era tornata.

Lasciando orme bagnate e lucide sul vecchio parquet si diresse verso la cacciatrice.

Aveva addosso solo una grande salvietta bianca avvolta come un peplo attorno al corpo, ed i capelli gocciolavano, ed anche le ciglia.

Non sapeva cosa dire, non aveva più parole o lacrime o scuse o preghiere.

Aveva consumato ogni cosa.

Cercò gli occhi di Buffy. Li trovò, li frugò, li indagò, li interrogò, li invase, si ritrasse, rimase ancora in silenzio.

Erano occhi di specchio. Un caledoscopio di immagini ed emozioni e sentimenti e rabbie e paure. Un affresco di vita, tutto racchiuso in due pozze verdissime. Verdi come non erano mai stati gli occhi di Buffy. Così verdi che sembravano riempire tutto l'ambiente circostante, saturandolo.

Così verdi: Così indifesi. Così aggressivi.

Chiedevano aiuto, rifiutavano compassione, riflettevano dubbi ed amore.

Erano occhi dispersi, senza una strada e senza una luce, senza una speranza, senza un posto da poter chiamare casa.

Erano gli occhi di una donna troppo giovane che aveva combattuto troppe battaglie, e non le aveva vinte, non tutte almeno.

Erano gli occhi della sua migliore amica.

"Sei tornata."

Non trovò altro. Niente frasi ad effetto, grandi riconciliazioni o grandi rabbie, niente pianti o abbracci.

Buffy annuì.

Credeva non ci fosse nessuno.

E invece adesso aveva davanti Willow e Spike. Che sembravano appartenere ad un altro mondo, ad un'altra vita che non era più la sua. Che sembravano lontani ed irraggiungibili.

Spike e Willow.

Si rese conto con sconvolgente rapidità di quanto anelasse il loro aiuto. Di quanto avesse bisogno di lasciarsi andare e di farsi guidare, custodire, proteggere. Avrebbe voluto chiedere riposo e consiglio, avrebbe voluto trovare in loro il tempo e la forza di rigenerarsi per poter di nuovo pensare.

Sapeva di non averne più il diritto. Non aveva diritto di chiedere il loro aiuto, la loro comprensione, il loro tempo, il loro amore.

Aveva scelto. Ed aveva scelto l'altra metà dell'universo. Aveva ripudiato il loro mondo e se stessa come era stata fino ad allora. Aveva rinunciato a tutto. Perchè scegliendo lui ,Angel o forse Angelus, non restava altro.

Non avrebbe chiesto aiuto.

Distolse lo sguardo da quello caldo della strega ed annuì piano.

Non sapeva neppure perchè fosse andata lì, cosa avrebbe dovuto risponderle? E poi quella di Willow non era una domanda.

*Sì, sono tornata...dalla tenebre e di tenebra contaminata. Mi è rimasto nel sangue, nel respiro, nell'anima, nel cuore. Vede con i miei occhi, respira la mia aria, cammina sui miei passi. E' in me ed io sono in lui. Ed allora non posso dire di essere tornata perchè dove lui non è io non esisto...e dove io non sono, lui non esiste. Perchè siamo una cosa sola...e una persona sola. Anche se lui è male, anche se lui è IL male....anche se è la mia infiamia e il mio peccato. Anche se non lo rivedrò mai più, se fuggirò all'altro capo del mondo o sprofonderò all'inferno, anche se lo ucciderò...non tornerò mai. Perchè lui resta in me. Sempre.*

"Buffy.....sono contenta che tu...stia....bene."

Solo silenzio.

"Ehm.....lo so che mi odi....ma io...lascia perdere. Stai bene?"

Un altro cenno di vago assenso.

Spike cominciò a scendere le scale.

I gradini cigolavano sotto il suo peso e i suoi pesanti anfibi risuonavano nell'edificio silete.

Buffy alzò gli occhi verso di lui: Sapeva che se avesse voluto non avrebbe prodotto il minimo rumore scendendo quelle scale.

Di nuovo i loro sguardi a confronto.

Adesso per Spike non era più un deliro. Solo il dolore di una vecchia ferita ormai rimarginata da tempo. Adesso c'era il prfumo della pelle di Willow nell'aria, e lui poteva respirarlo.

"Così sei tornata, cacciatrice.....e lui non è morto."

Buffy non disse nulla, si limitò a sostenere il suo sguardo.

Spike si avvicinò di un passo. Deglutì. Quanta parte del suo sire addosso a lei. Un corpo e due anime.

"Dio, puzzi di lui e di sesso più dei bordelli veneziani che un tempo amava tanto."

Gli occhi della binda cacciatrice guizzarono e scintillarono.

"Non sarai gelosa....?! Se Angel ha aspettato te ed il suo prezioso momento di felicità per secoli, Angelus non ha mai gradito la castità!!!"

Lei si limitò a continuare a sostenere il suo sguardo.

Perchè era tornata lì? Perchè non si voltava e correva via? Si sentiva inchiodata.

La gomitata gli arrivò senza neanche che se ne accorgesse. E più che un colpo fu una carezza.

*Dille ancora una cosa del genere e ti trasformo in un criceto per il resto dei tuoi giorni!!!*

La voce di Willow nella sua testa era chiara come un raggio di luce. Si voltò a guardarla stupito.

La strega si avvicinò e lo scostò indietro malamente, come dimentica di lui.

Con circospezione allungò una mano verso Buffy. Piano, come si fa per avvicinare un animale selvatico.

"Ehi....tutto a posto....?"

Le sfirò piano l'avambraccio, facendo scorrere le dita fino al polso ed alla mano dove indugiò.

Prima che se ne accorgesse la mano di Buffy aveva preso la sua e la stringeva come se si stesse aggrappando ad un'ancora in mezzo al mare.

I suoi occhi tremavano così come il resto del suo corpo, e sembrava sul punto si dissolversi nell'aria, fragile ed evanescente come l'immagine di un angelo caduto.

"Non credo che niente sarà mai più tutto apposto...."

Parlava così piano che la sua voce era solo un'eco sussurrata nelle loro testa, un alito tiepido di vento.

Willow non la lasciò finire di parlare. Non voleva sentire altro. Non altro dolore, impotenza disperazione.

"Troveremo un modo per rimettere insieme i pezzi di tutto. Non so come, ma..."

"OH, Will. Tu e la magia...non risolverà nulla."

"Ok, è un momento quasi commuovente, ed odio interromperlo. Ma: ci sono cause di forza maggiore."

Il vampiro si fece avanti, l'aria arrogante di sempre appena incrinata da una sorta di dolcezza che galleggiava nell'azzurro dei suoi occhi. Aveva una sigaretta fumante fra le dita nervose e le guardava con intensità penetrante. Guardava Buffy più che altro.

"Spero che la tua vacanza al di là dei limiti sia stata divertente, perchè qui avremmo da fare. Non puoi semplicemente scaricarmi addosso le tue responsabilità dicendomi che sono buono ed ho un'anima quindi posso salavare il mondo al posto tuo. A me NON piace salvare il mondo."

Willow credeva che Buffy sarebbe esplosa.

"Non è stata una vacanza, Spike."

La voce calma, sottile, ma già meno tremante.

"Ok, la tua ricerca, caccia...insomma come vuoi. Comunque resta la faccedna dal Primo da risolvere. E con Faith in pachina, tu torni ad essere nella linea di fuoco."

"Io non torno da nessuna parte."

"E' ora di smetterla con la parte della ragazzina ribelle. Sei cresciuta per questo. Lo ami, ok magari ci hai messo un tantino più del dovuto e del normale a capirlo, ma fatto sta. Se il mondo non verrà trasformato in una gigantesca polpetta dal Primo sono sicura che tutti i suoi laboriosi amichetti troveranno un incantesimo e telo restituiranno immacolato e contrito come un agnellino. E lui si dimenticherà di qualsiasi cosa sia successa con Angelus...anche se per te non sarà altrettanto facile."

Poteva vederla tremare.

"Hai scoperto che il confine non è poi così netto, vero? Che l'anima non può fare la differenza fino in fondo...che non lo odi....dovrai scendere a patti con te stessa, ma non ora. Ci sono cose più urgenti."

"Io..."

Buffy abbassò quegli occhi troppo vedri che potevano ancora ferirlo nonostante l'indifferenza che ostentava.

"Io sono già scesa a patti. E non so neppure perchè sono qui....o perchè sto parlando con voi. Non riesco a far collimare nemmeno un pezzo di questo assurdo mosaico, maledizione!!!!Io..."

Si prese la testa fra le mani, il cuore stava per scoppiarle. Aveva ancora un'anima.

Fece scivolare le dita fra i capelli e chinò il capo nascondendo il volto.

"Buffy....." Adesso la voce di Spike era carezzevole, consolante. "Sapevi che ci sarebbero state delle consegnuenze...sapevi che oltrepassare un confine non è così semplice come sembra...e sapevi anche che non l'avresti ucciso nè salvato. Buffy...adesso non è lui ad avere più bisogno di te. Il punto è che tu SEI e resti la cacciatrice. per sempre. Tu fai quello che sei, è inevitabile. E tu sei la cacciatrice e proteggi il mondo, i deboli e gli innocenti. Ed è il tuo dono."

Buffy restava immobile, statua di silenzio e di dolore.

Willow le circondò le spalle con un braccio.

Lasciarono passare i minuti.

Tempo gelatinoso e soffocante.

Più la osservava, consumandosi gli occhi con la sua immagine, più il vampiro aveva la sensazione che qualcosa non tornasse, che ci fosse qualcosa di sbagliato. Era un sensazione forte e pungente che gli mordeva il petto e gli stuzzicava i sensi. Inafferrabile, ma appena al di là della sua portata.

"Lo so..."

Willow fu l'unica a riuscire a sorridere.

"Lo so...e cercherò di fermare anche questa fine del mondo."

Era davvero tornata. Al quel mondo che aveva ripudiato, a quella vita che aveva creduto di poter cancellare. E aveva avuto il lor aiuto senza chiederlo, e l'avrebbe avuto nei giorni successivi, anche se niente sarebbe più stato come prima. Si sentiva così stanca, così bruciata dentro.

Ma avrebbe affrontato l'ennesima Apocalisse. E poi.... poi....e poi avrebbe affrontato lui, e ancora, avrebbe scelto lui senza riuscire ad afferrarlo, senza poter accettare quella scelta.

Non credeva di averne la forza, ma domandò.

"Quali sono i piani? Cosa sta succedendo?"

Nei suoi occhi stanchi e provati, nei guizzi scuri della sua anima, come un enigma che si scioglie o una rivleazione che si svela, Spike colse il suo segreto. Quel segreto che neppure lei sapeva di avere.

Arretrò di un passo come stordito.

"Che cosa hai fatto?"

Buffy lo guardò per un lungo momento senza capire.

"No, non andare a letto con lui. Non bruciarti e bruciarlo.... volgio sapere: hai mischiato il vostro sangue? Ti sei legata a lui, Buffy? Hai giurato, promesso, sancito un legame?"

Willow sembrava non capire e i suoi occhi passavano dall'uno all'altra con concitata agitazione mentre lentamente si faceva strada anche in lei una certa consapevolezza.

Buffy rimase per un tempo troppo lungo in silenzio. Come folgorata. ma ancora non capiva.

"Sì."

Allora ci fu davvero silenzio.

Willow si sentì pervadere da un capogiro, sentendo il pericolo più che conoscendolo veramente.

Spike fissò i suoi occhi in quelli di lei, lasciando che i suoi sensi di vampiro percepissero quel legame, quella diffferenza che aveva sentito ma non aveva voltuo ammettere fin da quando lei era piombata lì.

"Tu sei impazzita!!!!Ma che vi insegnao alla scuola delle cacciatrici?! Un patto di sangue con un vampiro è per l'eternità. La sua morte è la tua morte, e viceversa. il tuo destino, il suo. La tua anima gli appartiene. La possiede, come possiede te. E tu possiedi lui. E' inscindibile, fino alla fine del tempo. E' pericoloso, un rito molto antico, e in disuso... viene usato quando un vampiro vuole legare a sè per sempre un essere umano, un mortale, un vivente...Prima il combattimento in cui il mortale non deve rimanere sconfitto, il morso ,e Angelus ti aveva già morsa, poi lo scambio di sangue e il patto. E adesso sei la sua sposa. Ti rendi conto...? Per sempre, Buffy, nel bene e nel male, con o senza anima. Nel bene e nel male, nella luce e nell'oscurità...per sempre..."


Without Soul Cao.VII "Debito di Sangue" -seconda parte-


Disclamer e varie nella prima parte


Nota:I dialoghi posizionati tra due asterischi rappresentano pensieri o riflessioni dei personaggi.



*Nel bene e nel male, nella luce e nell'oscurità...per sempre...PER SEMPRE...SEMPRE...SEMPRE... S E M P R E....SEMPRE...per sempre...nel bene e nel male...per sempre...sempre...sempre...sempresempresempresempresempresempresempresempresempresempresempre....*

L'eco nella testa di Buffy -sempre- cancellava tutto il resto, cancellava il mondo, lavava via la vita, stemprava il dipinto dell'universo in un imprecisato, confuso miscuglio di colori ad oglio e dilumente. L'eco nella sua testa -sempre- riplasmava la realtà, ricreava Buffy stessa, cancellava i confini, disintegrava il tempo in frammenti così sottili da essere impalpabili.

L'eco nella sua testa -sempre- era un urlo senza fine, assordante, stordente, rombante, asfissiante.

L'eco nella sua testa -sempre- le rubava i pensieri, li annullava, azzerrava il battito cardiaco, rimodellava la sua carne, troncava il respiro.

L'eco nella sua testa -sempre- era inarrestabile.

Sconvolgente.

Non riusciva a respirare. Non poteva respirare. Era impossibile.

Soffocava nel silenzio.

Sempre. Sempre.

Era solo una parola. Una parola che aveva sempre saputo. Sempre.

Lo sapeva da prima che Spike lo pronunciasse. Prima....quasi prima di conoscere lui. Angel

L'aveva saputo dal momento in cui aveva intrecciato i suoi occhi a quelli impenetrabili di un vampiro senza nome e il suo cuore aveva perso un battito. Aveva saputo che sarebbe stato per sempre.

Ma sentirselo dire era un'altra cosa. Era troppo. Come se l'intero mondo le crollasse addosso.

Nel bene e nel male....

Non era quello che voleva? Quello che aveva sempre voluto dopotutto?

Avere un modo per tenerlo legato a sè, senza condizioni, senza limiti....semplicemente per sempre.

E allora perchè faceva così paura? Perchè era così terribile? Perchè toglieva il respiro e abbatteva il cuore e scioglieva i pensieri e acciecava gli occhi?

Dio, erano successe troppe cose. A lei. A lui. Erano cambiati troppo. L'amore resta? L'amore resite?

C'era stato tanto di quel dolore e odio e sofferenza e vendette. E morte. Tutto fra loro. Davanti a loro.

E poi c'ara un'anima. Un'anima perduta e riguadagnata, la preziosissima anima di Angel. O meglio la sua assenza.

Nella luce e nell'oscurità....

Angelus. Lei era legata per sempre a un demone.

Lei, capelli spettinati, pelle così pallida da risultare quasi trasparente, vestiti di pelle e velo strappati e sgualciti, occhi profondi come il mare, devastati come un pase in guerra, era una sposa. La sposa di un demone.

La sposa di Angel.

La sposa di Angelus.

Toglieva il fiato. Strappava l'anima quella frase.

Assurdamente davanti agli occhi le passavano immagini di tulle e raso avorio, di seta crèm, di velo impalpabile, di pizzo e di rose fresche e lievemente profumate. E marcia nuziale e sorrisi e luce trasparente e candele ovunque. E sguardi inestricabilmente intrecciati.

Avrebbe potuto pensare tutto...ma non essere una sposa. Non così.

Il silenzio si protraeva attorno a lei come un alone impenetrabile.

Il silenzio era ovunque. Dentro di lei, attorno a lei.

Era così lontana da tutto....

Willow e Spike. In silenzio anche loro.

Perchè non c'erano più parole, le parole erano state tutte bruciate.

Non c'era più nulla da dire dopo quel per sempre. Come se -sempre- avesse rimandato indefinitamente la fine del mondo, avesse sottratto significato ad ogni altra parola, avesse sviscerato del loro senso le parole bene e male.

La strega rossa fece un passo indietro. Faticava a connettere il senso delle parole ai pensieri. Come se fosse in silenzio da troppo tempo.

"Hai detto...non puoi avere ragione...tu...." Willow balbettava, Buffy restava in silenzio.

"Per sempre. Sono queste le parole. Sempre per un vampiro è l'eternità. Sempre è il grembo oscuro e senza fondo dell'eternità. Il tempo che si consuma in sè stesso e si protrae ancora e ancora senza fine...tempo su tempo, tempo dentro tempo e non esistono atttimi nè istanti....il tempo è come un vento che non smette di soffiare, una bufera che mai non resta. Per sempre....e non potrai annacquare il tuo porprio sangue, il sangue non lo potrai mai cancellare. Il tuo sangue e il suo sangue, per sempre dentro di te. Per sempre.Oh siiiiiiiiiii....per sempre mia giovane predatrice....siamo una bella famiglia adesso....una famiglia.....per sempre.Una famiglia...famiglia...famiglia...ailgimaf....ailgimaf....ailgimaf....famiglia....famiglia....FAMIGLIAFAMIGLIA....di nuovo una bella famiglia....Per sempre mia giovane predatrice...senza scampo nè indugio...Sempre...sempre...Per l'eternità....eternità nera...eternità gelida...eternità assoluta...per l'eternità...hai sposato Angelus...per l'eternita...sei di Angelus....per l'eternità appartieni ad Angelus...per l'eternità...eternità....eternità....nità....nità....nità....ità....ità...tà...tà...à...à...a....aaa..."

L'aria si fece gelida e fredda come se l'Hyperion fosse stato sradicato fuori dallo scorrere del tempo.

L'eternità era fredda e immobile.

Freddissima, e riempiva la stanza di brina irta e spessa, inflitrandosi da ogni crepa del muro, da ogni cedimento del pavimento, da ogni spiffero nelle tende, da ogni anfratto.

L'atmosfera si saturò di stantio, di profumo antico, di odore di incenso...e come se prendesse forma da quegli attraenti ed al contempo ripugnanti olezzi si materializzò la figura spettrale di un'altrattano spettrale vampira bruna.

Drusilla ondeggiava come la fiamma di una candela votiva fra le ombre ed i suoi capelli erano una scura marea fluttuante.

Era bianca, nella pelle quasi livida,quasi azzzurrognola, come nei vestiti ondeggianti, e riluceva nella penombra come una pallida luna.

Era fragile, eterea come l'apparizione di una fata, ma i suoi occhi scuri brillavano febbricitanti.

Apparsa dal nulla sembrava l'evocazione dell'eternità, la sua precaria incarnazione. Pallida e antica, composta, vittoriana, delirante, immutabilmente bella, inscalfibile, odorosa.

La voce della vampira era una cantilena litanica, una musica sinistra, un sussurro che rieccheggiava con il gorgheggio di una bufera per le stanza vuote.

Il suo sguardo ardente non aveva requie e si muoveva inquieto e bruciante attraverso lo spazio.

Drusilla si spostava senza scopo, ed i suoi gesti erano i passi di una danza conosciuta da lei sola.

Nel silenzio agghiacciante che la accerchiò continò a ripetere la parola eternità e le sue sillabe e il suo diabolico contrario fino a farne un canto. Allora il tono della sua voce si avvolse su se stesso seguendo un invisibile spartito e le sue parole si fecero musica stridente ed ipnotica.

"Le stelle sono buie e senza cielo, la luce è oscura.

Gli angeli sono tutti caduti e il cielo e vuoto. Fragile.

Nel fango le ali si sporcano, e il buio le tinge di nero, e il fuoco le spezza senza poterle bruciare.

Gli angeli non sono fatti per rimanere sulla terra...ma non possono tornare....le ali sono spezzate e il cielo troppo lontano. La luce è oscura.

Le stelle sono spente. Non bruciano più. LUI vuole spegnere tutte le stelle. Ma ha paura degli angeli caduti ed in segreto coltiva il seme del male.

LUI vole spegnere tutte le stelle...stritolarle e torcerle fra le mani fino a chè non avranno più la forza di bruciare.

LUI vuole spegnere tutte le stelle....perchè non feriscano gli occhi alla sua progenie maledetta.

Povere, belle stelle. Oh, voi non potete vedere, no...solo io...non potete vedere il cielo che trema perchè LUI lo vuole frantumare.

Ma LUI ha paura...perchè sa che gli angeli caduti lo tradiranno...lo tradiscono già....e quelli che credeva suoi servi arderanno della luce delle stelle per annientarlo.

Le stelle sono spente. Povere, belle stelle.

E il vento non smette di soffiare. Gira, gira la ruota del destino. Gira, gira.

Le Parche, le ha uccise LUI tanto tempo fa. Ma la ruota del destino gira, gira, gira...

La ruota del destino gira...gira...gira...e le stelle si spegneranno... A me piacciono le stelle...tante piccole luci a cui ho dato un nome...ma sempre lo stesso nome...le stelle mi parlano e io le sfioro con la punta delle dita...io le vedo e sento la loro voce...

Gira, gira...come un ballo...la ruota del destino....gira, gira, come una giostra senza muscia....

Gli angeli hanno perso le ali per lei.

Gli angeli hanno perso il fuoco per lei.

Per lei...per lei, è tutta colpa sua!!!

I miei begli angeli....lei li ha rubati....Lei...è colpa sua..."

Gli occhi ardenti di follia di Drusilla non si stacccavano dalla figura sottile di Buffy nemmeo per un istante mentre le sue parole sconnesse spiraleggiavano verso l'alto e la vampira non smetteva di volteggiare per la stanza con i capelli che le si agitavano intorno come un groviglio di alghe sul fondo di un lago scuro.

Volteggiava e volteggiava, inquietante ballerina di un carillon scheggiato.

L'aria attorno a lei era ferma e fredda.

I suoi occhi scuri e profondi come pozzi erano concentrati sulla cacciatrice. E continuava a volteggiare sepre più velocemente, la realtà si contraeva attorno al suo corpo spigoloso, il tempo schricchiolava fra le pighe delle sue vesti.

Un passo falso, Drusilla si sbilanciò, il tempo di una frazione di secondo, i suoi capelli disegnarono un arco e si afflosciarono come gonne bagnate.

L'attimo si spezzò, il tempo potè ricominciare a fluire nel vetusto albergo.

Buffy scattò in avanti come un gatto, fra la sue mani era comparso quasi magicamente un paletto.

Spike la fermò con dita irremovibili su di un polso.

Occhi verdissimi, offesi, irati, imperiosi si scontrarono con l'azzurro incupito di quelli del vampiro.

Lui non allentò la presa.

Buffy abbassò lentamente la guardia e si ritrasse. Non era la sua scena, nè il suo palcoscenico.

Lo sguardo violetto, violento, del vampiro abbandonò la cacciatrice e tornò a posarsi su Drusilla che ondeggiava come se fosse sosteuta ed abbandonata dalla e alla corrente di un fiume tumultuoso.

Willow restò immobile, in disparte. Il freddo di Drusilla le era entrato nelle ossa, nel petto, e rendeva aspro il fiato.

Spike ormai non si poteva accorgere delle reazioni di Willow, del suo cuore che urtava collerico la fragile gabbia toracica, dei suoi occhi inquieti e sfavillanti, delle sue labbra tremanti e imperlate da luccicanti gocce di sudore.

Spike teneva gli occhi incollati a Drusilla e guardava il suo passato incarnato direttamente dai suoi incubi più foschi. Era lei il suo passato. Tenerezza, passione, disgusto, attrazione cominciarono ad agitarsi nel suo petto selvaggiamente, ormai liberi dall'incantesimo di immobilità che aveva gettato su tutti loro l'arrivo istantaneo della bella, lunare vampira.

Le viscere del vampiro, fino nel più nascosto anfratto, erano arse dalla presenza di lei. Uscita da mille ritratti a carboncino, da mille immagini evocative, da sogni ed incubi, ora troppo reale.

Mentre le si avvicinava le pupille scure come il vuoto di Drusilla lo misero a fuoco e lei rise con quella sua risata di pazza. I suoi occhi ardenti lo videro,lo guardarono, lo fissarono attraverso ciocche pesanti dei capelli di seta nera. Sembrò prendere atto solo in quel momento della sua presenza e cominciò ad agitarsi inquieta e fremente come uno spirito senza pace, emettendo deboli lamenti e mugolii.

Spike sapeva che se l'avesse toccata avrebbe dovuto prendere atto della sua consistenza reale, della sua pelle, della sua carne. Cercò un respiro che non aveva. Esitò un attimo. Non voleva. Non voleva toccarla, prendere atto di lei, renderla reale. Non voleva.

Ugualmente la afferrò e cercò di tenerla ferma ed inchiodò il suo sguardo al proprio.

Willow sussultò quando le mani del vampiro biondo si avvolsero attorno ai fragili polsi del suo sire. Poteva quasi sentire il fruscio della pelle che sfiora e sfrega la pelle. Pelli che si conoscevano intimamente, che avevano memoria l'una della altra, che si riconoscevano vibranti. Avrebbe voluto voltarsi e scappare lontano, via di lì. Da Buffy con i suo occhi disperati e affamati, graffianti, ma soprattutto da Spike e dalla sua antica amante. Dai loro corpi così vicini, dai loro visi che quasi si potevano toccare, dalle loro labbra pressochè accostate. Dall'attenzione spasmodica, unica, dolente e sofferta che Spike concentrava sulla bellissima mora. Da quegli occhi così azzurri che le si erano impressi sulla pelle che ora fissavano solo Drusilla, vedevano solo Drusilla.

La strega aveva la gola contratta e invasa da un bruciore salato e incontenibile, gli occhi dolorosamente conapevoli di ogni movimento dei due vampiri. Era inchiodata lì, e il suo corpo non si voleva muovere anche se la sua anima anelava la fuga. Deglutì. Che le importava di Spike e del suo folle sire? La pazza, irascibile Drusilla. Che le importava di loro? Niente. Lui non era niente. Solo un occasionale compagno di battaglie. Solo Spike...che la guardava con queli occhi antichi in un volto di ragazzo e che con quegli occhi la bruciava e la attraversava. Solo Spike, che le sorrideva con un sorriso stentato che non gli raggiungeva lo sguardo e senza parole le diceva che poteva capirla. Solo Spike...un vampiro con un chip, no con un'anima...o con tutt'e due....che le aveva sussurrato che la sua pelle profumava di lavanda. *Ti prego non baciarla....non bacairla....ti prego, Spike....*

Spike si ritrovò a combattere con lei prima di rendersene conto, non un vero duello, più una schermaglia di amanti, ma Drusilla aveva affilati artigli di pantera e lo ferì crudamente.

L'odore del proprio sangue che gocciolava lentamente gli penetrò le narici. Il suo sangue, l'odore della pelle della veggente. Vertigine e oppressione si impossessarono di lui. La malia del proprio sangue e della carne della veggente lo trascinarono in una soffocante spirale di ricordi. Nelle sue viscere il legame con Drusilla ardeva come un incendio e mai gli era sembrato che lei gli fosse stata più vicina e così essenziale.

L'alito della veggente gli graffiò la faccia e lui avrebbe voluto berne ogni stilla dalla sua bocca.

Lei è devastazione.

Spike rimase immoblie nel silenzio di Drusilla. Avrebbe voluto poterla cancellare.

Odio e amore e rabbia e ira e passione e deliro e godimento e accanimento e follia.

Accantonò tutto. Riprese faticosamente il controllo.

Quanto tempo poteva essere passato? Minuti, ore...di certo a lui sembrava giorni interi.

La stanza era silenziosa e immota, colma di tensione. I respiri delle due donne alle sue spalle erano appena udibili ma accelerati e aspri.

"Cosa fai qui Drusilla?" scandì le parole *Cosa fai qui amante, amata, sire, folle, madre, assassina, contesa, desiderata, notte, passione, follia?*

Vizio, passato, passione, lei tremava e i suoi occhi inestinguibili gli raccontavano di questo e di molto altro.

Spike era conscio di non poter cadere nella sua trappola. Non adesso, non con un'anima.

La scosse con violenza. Lei non cantilenava più, restava muta come una delle sue cieche bambole di porcellana.

"Dru, Cosa Ci Fai Qui?"

La vampira sorrise. Quant'era maledettamente bella. Seducente.

Spike le strinse i polsi sottili, così sottili come se fossero composti da un intrico di ossa di ali di passeri, e serrò la presa fino a lasciare segni bluastri e violetti sulla pelle immacolata.

"Sono venuta dalla mia famgila. Sì...la mia nuova, bella famiglia" Una piccola risata, come di un bambino o di un animaletto "Presto finirà tutto...il buio calerà su ogni cosa..presto, presto...e io non volevo restare sola, ad osservare la fine...non volevo essere sola quando ci sarà la fine...."

Lei sorrideva, un sorriso che poteva sembrare ebete o incredbilmente astuto, un sorriso deliziato e compiaciuto, nettarino. Sorrideva e lo guardava dentro agli occhi.

"Oh, Spike....Spike....il mio povero dolce, piccolo Spike...cosa ti hanno fatto...." Cercò di liberare le mani per accarezzarlo, o ferirlo di nuovo, ma lui non la liberò "Povero, povero Spike....povero Spike....le stelle piangono per te....e mi raccontanto molte belle storie, ne vuoi senitre una?Sì? Sìsìsìsì? Una bella favole della buonanotte....con torte appena sfornate e piccoli bambini sorridenti e balocchi e tanto sangue che schizza dalle loro piccole gole e sporca quei bei balocchi nuovi e lucenti e..."

Spike sospirò inutilmente. Lei era pazza. Restava pazza al di là di ogni comprensione. Crudele, farneticante, folle e veggente. Non avrebbe cavato molto altro da lei.

"Basta Dur."

Il suo tono voleva essere un secco imperativo, ma risultò più un sussurro calmente.

"Basta, adesso."

Lei si acquietò, lo sguardo ormai perso oltre lui, oltre il presente.

Era una creatura che viveva nel passato e nel futuro: mai nel presente; era inafferrabile ed effimera.

D'improvviso la sentì tremare violentmente e contorcersi fra le sua mani. I begli occhi scuri si rovesciarno nelle orbite, le palpebre vibravano velocemente in un frullare di lunghe ciglia scoprendo il bianco del bulbo. La vampira si accasciò fra le sue braccia, ormai tremando incontrollatamente ed emettendo confusi balbettiti di dolore dalla bocca scompostamente spalancata.

"Maledizione"

Spike la adagiò a terra mentre le due donne correvano verso di lui perplesse e preoccupate. Una parte di lui avvertì la tensione e l'anisa di Willow, ma era troppo concentrato su Drusilla per farci caso.

Respinse strega e caccaitrice con un gesto della mano. "So cosa fare, le succede....le succedeva spesso."

Drusilla aveva la schiena rigida e profondamente inarcata, come se stesse per spezzarsi. Le braccia ed i piedi si agitavano furiosamente nell'aria, dalla bocca le usciva un sottile rivolo di saliva e sangue. Le testa sbatteva violetemente contro il pavimento.

Spike la immobilizzò aspettando in silenzio che le convulsioni passassero.

E passarono. Allora il vampiro sollevò quella che era stata la sua compagna e che ora giaceva inerte, come morta, sul pavimento, e la depose con delicatezza su un divano. La coprì con il suo spolverino e si allontanò da lei, tornando dove Buffy e Willow lo aspettava.

I suoi occhi chiari e stanchi saettarono verso la rossa. Incontrò lo sguardo di miele della donna per pochi secondi. Avrebbe solo voluto dirle *Mi dispaice*, ma naturalmente non disse niente. Si scusò come poteva, con una pronfonda, lenta occhiata senza avvicinarsi troppo a lei.

Buffy era stravolta, confusa ma questo non le impedì di essere aggressiva e furente.

L'improvvisa intrusione di Drusilla l'aveva scossa, le parole della lunatica mora erano quasi riuscite a penetrare dentro di lei, oltre la corraza che si era costruita per non soffrire, oltre il muro d'ombre e di ghiaccio che aveva eretto attorno al proprio cuore. Quelle parole sconnesse, crude, roride di verità frammentarie ma brucianti, erano quasi arrivate al centro caldo e pulsante del suo essere, a quel cuore che voleva dimenticarsi di avere, e l'avevno quasi ferito...come le parole fredde e irate di Spike poco prima. Ma ora doveva ricomporsi, riprendere il controllo. Doveva impedire che quel poco che restava di lei finisse in frantumi così piccoli da non poter essere rimessi insieme.

La sua espressione si fece dura e impenetrabile, i suoi occhi verde e grigi si velarono di sarcasmo, la sua voce si trasformò in una sferzata di vento gelido.

"Bè, adesso le preparerai una tazza di brodo e snague caldo e poi la imboccherai dolcemente quella pazza assassina? E infine la depositerai in un bel letto accogliente per poi voltarle le spalle così potrà cercare di ucciderci tutti?!O di tradirci o di consegnare informazioni a...al...bè al nemico...o..."

Lui le piazzò addosso occhi freddi e cinci. La maschera imperturbabile di scherno che portava sempre si era ricomposta. Con calma estresse una sigaretta e se la accese.

Soffiò il fumo denso in faccia a Buffy, e rise sommessamente dell'ira crescente nei suoi begli occhi verdi.

"Credevo fossi TU quella passata dalla perte del nemico....nel letto del nemico per essere esatti. E con molto entusiamo, azzarderei."

La caccaitrice gli si scagliò addosso. Lo colpì solo di striscio.

"Ludiro figlio di puttana...come..."

Spike si scansò abilmente, senza lasciar cadere la sigaretta.

"O, Darla era la puttana. Drusilla era una suora....al massimo puoi usare nipote di puttana..."

Buffy gli dava le spalle, ansimava come se fosse sul punto di scoppiare.

Che scoppiasse pure, che facesse a pezzi tutto lo stabile, se ne aveva voglia.

"Comunque tu mi voglia definire ,signorina -Io non sono più la caccaitrice-, resta il fatto che sei tu quella che si fa Angelus."

Buffy si voltò.

Sembrava di nuovo calma. Glaciale. Sembrava vecchia e ferita. Eppure restava bellissima.

"OK, è vero. E se potessi riavere Angel, manderei a farsi fottere l'universo intero. Sacrificherei la salvezza dell'umanità"

La sua voce era dura e sofferente. Non era più la voce di una ragazzina volubile. Nè quella di un'eroina. Buffy non era un'eroina. Non lo era mai stata. Nè mai aveva voluto esserlo. Semmai aveva dovuto essere un'eroia. Aveva dovuto essere forte e responsabile. Senza possibilità di scelta. Ed era un ruolo che le andava stretto. Che l'aveva resa vittima di sè stessa e delle aspettative degli altri. Che l'aveva fatta cadere in basso, rendendola ancora più egoista senza che lo potesse essere davvero, rendendola rabbiosa ed impotente. Infelice. Non che in genere gli eroi fossero felici...ma lei non era una qualsiasi. Lei era Buffy, cacciatrice, non eroina...ed era arrivata al punto di non ritorno. Spike lo sentiva nella sua voce, lo leggeva nel suo portamento, lo vedeva nei suoi occhi.

Il vampiro annuì.

"Ma non lo riavrò. Non con la fine del mondo, non amandolo più della mai vita, non dandogli il mio sangue o la mia anima. L'altra notte i conti in sospeso fra me ed Angelus sono stati chiusi. Questo è qualcosa che riguarda solo me, e lui forse. Adesso devo andare avanti. Amo Angelus. Peccato che sia un bastardo assassino. E non posso accettare questo, la mia natura non può accettarlo. Eppure non posso vivere senza di lui. Mi manca l'aria senza di lui. Io NON VOGLIO vivere senza di lui, no, senza Angel. E per ritrovare Angel ho bisogno di tempo. Quindi impedirò ogni Apocalisse da qui al Giudizio universale se necessario e salverò tutti gli innocenti che ci andrebbero di mezzo. Smuoverò il paradiso e l'inferno, il bene o il male. Non mi importa chi mi darà la sua anima o a che prezzo, io la riavrò. E la mia strada continuerà a scontrasi con quella di Angelus...e ci ameremo e ci odieremo e arriveremo vicinissimi a distruggerci (per citare i presenti)...e non mi importerà di essere giudicata o condannata. Quindi risparmiami il sarcasmo e la battute, sono superflue."

Era sicura, sfinita, provata, sconvolta....ma dannatamente certa di quello che diceva. Un amore così logora e consuma, e distrugge e brucia. Un amore così....

Spike la guardò dritto negli occhi, quegli occhi così grandi e così mutevolmente verdi, e si rese conto che non lo voleva quell'amore. Non voleva un amore così. Soffocante, asfissiante, passione, vita e morte...un amore senza requie nè pace...no, non lo voleva. Non voleva l'amore di Buffy.

"Come vuoi tu, cacciatrice."

Lasciò cadere la cicca e la spense sul parquet di Angel con la punta di un anfibio. Ne accese un altra e riuscì perfino a recuperare il suo bicchiere di liquore.

Bevve un lungo sorso.

"Quindi salveremo il mondo, se ho afferrato il succo del tuo teatrale discorso."

"Pare di sì."

"Non vedevo l'ora!!Darei l'anima per questa riconoscente umanità!"

"Molto spiritoso. Non puoi farne a meno?"

"No."

"E la tua amichetta? Che ne facciamo di lei? Perchè è qui? E cosa significano tutte quelle cose sugli angeli caduti e il resto..."

"Drusilla vede il futuro. In un modo contorno e distorto ma lo vede. Probabilmente lo vede nitidimante, ma è pazza, e riesce a riferire le sue visioni solo in frammentari deliri. E' piuttosto innoqua, si sente sola e vulnerabile...senza me, Darla o Angelus..."Riuscì a tenere sotto controllo il leggero tremito della voce "Deve aver sentito l'energia dei nuovi legami di sangue che si sono creati all'interno del nostro clan...e l'ha seguita per trovarci. Le stelle spente e il cileo a pezzi presumo si riferissero all'imminete fine del mondo. LUI dev' essere il Primo Male...il resto, non ne ho idea."

Buffy si girò verso Willow, rendendola finalmente parte di quella conversazione, quasi fosse una bambina a cui facesse la grazia di intervenire in una importante conversazione di adulti.

La strega era rimasta in disparte. Lasciata a se stessa a si suoi dubbi, ai suoi sentimenti non richiesti che gorgogliavano nello stomaco come mosto, alla sua muta impotenza e alla frustrazione....alla paura di essere sola.

"Will, tu ci hai capito qualcosa di più? Volgio dire hai idea di....?"

Un sussulto e un gemito provenienti dall'altra stanza, dal corpo morto di Drusilla, la interruppero.

Gli occhi della rossa balenarono inquieti vero quella direzione, un misto indecifrabile di emozioni che le serrava la gola. Pena, paura, rabbia, disprezzo....gelosia?

Spike scosse solo le spalle.

"Dormirà parecchio: La crisi è stata piuttosto violenta. Si agita nel sonno, è normale."

Parlava di lei con la tranquilla consapevolezza data da anni di convinenza, di intimità, di condivisione. E questo pungeva la carne di Willow come una lama affilata.

Parlava di lei come se non fosse una pazza, una vampira, ma solo una donna. Una donna fragile e sola. E questo faceva arrabbiare, infuriare Willow. Perchè Drusilla era crudele e malvagia e non meritava...non meritava la considerazione, la premura...l'amore di Spike.

*E tu, tu allora cosa meriti? Di rantolare all'inferno per quello che hai fatto, per l'arroganza, l'odio, la superbia, il desdierio di vendetta......* La voce crudele della coscienza la sferzò nella sua testa. Piegò il capo. No, lei non era migliore di Drusilla. Non poteva ergersi a giudice di nessuno...Lei era...feccia.

"E quando si sveglierà?"

La voce di Buffy era una sfida sul filo del rasoio. Stava al vampiro raccoglierla o cedere.

Lui non cedette. Non avrebbe più ceduto per quegli occhi di mare in tempesta in cui perdersi e affogare.

"Lei è affar mio. Non vi riguarda. Non vi farà del male."

"Oh, se lo dici tu. Se mi si avvicina troppo, è morta. Se prova acnora a insinuare che faccio parte della sua nuova bella famiglia, la impaletto. Chiaro?"

"Chiaro. La verità ti brucia eh?"

Willow irruppe in quel duello verbale prima che si traducesse in una furiosa lotta a sangue.

"Io...ecco...vedete...ho delle idee su quello che ha detto Drusilla.Gli angeli caduti...credo che in parte si riferisca ad Angel, ma è plurale. E poi il Seme del male dev'essere il nuovo demone che il Primo vuole sguinzagliarci contro, magari una qualche profezia ne parla. Devo scrivermi tutto prima di dimenticarmelo, poi posso provare a interpretarlo: forse telefonerò a Giles, comunque credo che vada informato. Sarà in ansia. E poi consulterò i libri di Wesley...deve aver dei libri di magia e demonologia ed altro. Spike puoi cercarmeli?"

Lui la guardò interdetto. In meno di un secondo aveva preso in mano la situazione. A volte assomigliava pericolosamente a Giles...un Giles in gonnella. No, Giles non era così sexy...Oh, no!!Neppure la Rossa era sexy, lei era solo....Willow, una strega. Una strega GAY.

Buffy si sentiva esausta, vuota. Aveva assunto delle fermissime prese di posizione davanti a Spike ed a Willow...ma in realtà non era poi così certa...non era poi così forte...non era poi così determinata...e aveva paura. Paura di perdere tutto...ma ci avrebbe pensato poi, non ora. Non ora o sarebbe impazzita. Non ora. Doveva dormire. Quanto tempo era che non si concedeva del sonno? Sonno puro e semplice, senza incubi o visioni....Ci avrebbe pensato dopo. Ai problemi, all'Apocalisse, a Drusilla, a quelli che aveva abbandonato a Sunnydale, al Primo Male, ad.....ad Angelus e a quel maledettissimo sempre che le ronzava nelle orecchie, cantilenoso come una maledizione, la sua meledizione personale.

"Io..devo dormire. Voi fate quello che credete giusto. Poi...vi aiuterò. Chiuderò la porta a chiave, non si sa mai."

Willow esitò, vedendola vacillare e poi dirigersi a casaccio verso i piani superiori alla ricerca di un letto qualsiasi, alla riceca di un sonno che cancellasse tutto: dolore, rabbia, paura, ricordi, passione, amore, odio, sofferenze....

"Buffy...."

Gli occhi della cacciatrice si posarono di nuovo sulla sua amica. Erano ancora amiche? Nessuna delle due lo sapeva più con certezza.

Gli occhi di Buffy era immensi, come quelli di una bambina, e verdissimi, attraversati da cangianti striature di grigio. Erano stanchi e duri, come quelli di una donna che ha vissuto molto.

"Buffy...c'è anche la questione del tuo ehm...matrim...cioè, vediamo...del tuo legame con Angelus....ecco, se quello che dice Spike è esatto...potrebbe essere...."Cercè disperatamente una parola adatta, una parola neutrale ma efficacie. Non la trovò "Pericoloso. Per te. Per noi. Questa dopotutto è casa sua. Può entrare. E se siente -legati- può trovarti..."

"Non mi sto nascondendo da lui."

"Oh....si certo...ecco...io volevo solo dire....vedi...insomma..."

"Non mi verrà a cercare per il momento Will."

"Forse la Rossa intende dire che non sei stata tu la prima che è andato a cercare con l'intenzione di far merenda l'ultima volta."

"Grazie della traduzione simultanea Spike. Ha altro da fare che uccidere i mie amici e lasciarmi i loro cadaveri in pegno sullo zerbino di casa, se è questo quello a cui ti riferisci."

"No, vedete, io intendevo...Ecco Buffy. Sembra una cosa seria...."

"E' una cosa seria. Un Debito di Sangue con un vampiro è una cosa serissima!!!"

"Sì Spike..magari potremmo controllare...cercare il rituale su iternet, non non su internet...comunque cercare, vedere cosa implica e se è possibile..."

"Credo che tu abbia già fatto abbastanza per me ed Angel negli ultimi giorni Will. Indaga sul farneticamento di Drusilla. E basta."

Willow abbassò silenziosamente la testa, di nuovo con quel gesto che Spike aveva notato prima, comse se fosse una resa incondizionata, totale, sconsolante, devastante.

Il vampiro potè sentire, senitre dentro, nel profondo, gli occhi della strega allagarsi e il sale arrochirle la voce.

"Hai ragione. Farò del mio meglio, per quello che ha detto Drusilla, intendo."

La cacciatrice annuì brevemente, irrigidendo i muscoli del collo e della schiena come se stesse sopportando uno sforzo. Non poteva preoccuparsi del dolore di Willow, o del suo dolore nel constatare quanto ormai fossero lontane. Non poteva, o sarebbe crollata in pezzi come un fragilissimo castello di carte.

Si trascinò per l'imponente scala, un gradino dopo l'altro con la stessa fatica che avrebbe impiegato per scalare una parte rocciosa priva di appigli.

I suoi pensieri erano frammenti vaganti, brandelli di stoffa dispersi da un vento di tempesta.

A metà scala circa si sentì mancare la terra sotto i piedi. Tutto era pallido e lontano, avvolto da una nebbia lattiginosa e vischiosa, un fischio sottile le trapanava le orecchie e il battito del suo cuore era assordante. Si afferrò con destrezza al corrimano e rimase immobile, le nocche sbiancate strette attorno al legno consunto. Lentmanete il capogiro passò, lasciandola spossata e tremante.

Pensieri scollegati continuavano a piroettare in una macabra danza nella sua testa.

Quello che aveva detto a Willow era vero: Angelus non avrebbe cercato i suoi amici per ucciderli. E non solo perchè molte cose erano cambiate...anche il vecchio Angelus in quel momento non si sarebbe sprecato a stanarli...perchè avrebbe capito che per lei non erano più così essenziali. Lei era sola...

Non adesso. Non poteva pensarci adesso. Doveva dormire, o sarebbe impazzita.

Non poteva pensare adesso, doveva cancellare quel molesto, sconvolgente -sempre- che aleggiava dietro ogni suo pensiero, che ondeggiava fluttuante nella sua mente. Non poteva pensarci adesso o sarebbe crollata. Non ora.


Spike finì lentamente la sua sigaretta. Fumo azzurrino che stemprava i suoi lineamenti netti, marcati.

Willow era andata verso una scrivana senza proferire parola. Si era issata sul piano coperto di cuoio bordeaux e si era seduta a gambe incrociate. Senza mai alzare gli occhi aveva appuntato su un taccuino tutto quello che Drusilla aveva cantilenato poco prima, o almeno così lui supponeva, perchè la strega non aveva più aperto bocca. Era tutto avvolta nel suo guscio. Era un grumo di dolore e di colpa. Era così simile alla sua anima...

Questa volta Spike spense il mozzicone in un posacenere. Voltò le spalle alla Rossa prima di trapassarle la pelle a forza di guardarla e le andò a cercare i libri che aveva chiesto.

Svolse il compito meccanicamente ed in silenzio, estraniando i pensieri e concentrandosi solo sui titoli dei libri. Scele con cognizione di causa ed anche a caso, formò una grossa pila pressochè intrasportabile e caracollò con essa fino alla scrivania dove si era installata Willow.

Il vampiro depositò rumorosamente il cumulo di volumi polverosi accanto alla strega, lasciando che si sparpagliassero e che alcuni cadessero mentre li buttava sul piano.

Ottenne l'effetto sperato. Lei alzò finalmente lo sguardo ad incontrare il suo.

Erano di nuovo soli. Drusilla e Buffy solo due presenze lontane. Lei profumava ancora di lavanda e gelsomino e giaggiolo ora che erano sufficientemetne vicini perhcè lui potesse respirarla, ed i suoi occhi erano di oro liquido. Lei l'aveva chiamato prima, aveva pronunciato il suo nome e gli aveva impedito di perdersi, di cadere, di annullare la sua anima per Buffy......

"Stai bene.........?"

"Chi io? Oh, non sono io quella a cui dovresti chiderlo. Credo di essere quella che sta meglio qui."

"Sì, ma io l'ho chiesto a te. Stai bene?"

Era serio, nessuna nota di ironia nella voce, o negli occhi, o sulle labbra. Era serio e la guardava con quei suoi incredibili occhi azzurri, che erano incredibilmente accesi e luminosi e più azzurri di qualsiasi altro azzurro avesse mai visto. E per ogni istante in cui lui la guardava, il cuore di Willow accelerava di un battito. Per ogni istante in cui lui la guardava ,guardava solo lei, guardava lei come se il resto del mondo non avesse importanza, guardava lei come se fosse lei ad avere importanza per lui, lungo la schiena di Willow correvano lunghi, sensuali brividi che le facevano fremere la pelle.

"Io...io..." Aveva la gola secca, riarsa "Io...mmm...bè, sto."

"Stai....?"

"Sto sufficientmente bene per fare ricerche, studiare profezie, leggere incantesimi, cercare un modo per evitare la fine del mondo. Anche se prima mi piacerebbe sapere sotto che forma ci si presenterà questa fine del mondo. La mia migliore amica, o forse dovrei dire la mia ex-migliore amica, ha una relazione ,meglio è sposata per l'eternità, con un vampiro assetato di sangue e c'è un'altra vampira che ,a quanto ne so io, è anche lei piuttosto assetata di sangue e che canticchia tutto il tempo profezie apocalittiche sdraiata in salotto a schiacciare un pisolino. Inoltre non sono capace di ridare l'anima ad Angel, e Buffy non mi perdonerà mai l'incantesimo di separazione....e una volta ho quasi distrutto il mondo. Ma a parte questo, direi che sto abbastanza bene."

"Mmm....sì, questa è una risposta."

Avrebbe voltuo abbracciarla e tenerla stretta. Stringerla a sè per proteggerla da tutto quel dolore. E dirle quanto fosse pura, e preziosa e luminosa...

"E tu...................?"

La voce della Rossa fu solo un sussurro infinitamente flebile.

Un sussurro debole, tremante, spruzzato di sale.

Quasi non avesse il diritto di chiderglielo, quasi non fossero affari suoi....

Spike per un momento non fu certo di aver sentito bene.

Nessuno gli chiedeva mai come stava.

"Io.....?! oh, sto bene. Come sempre."

Willow alzò gli occhi e li puntò diritti dentro quelli del vampiro.

*Non mentirmi. Non a me. Non hai bisogno di maschere di cinismo ed ironia con me. Io....ti capisco.*

"Lo so, Rossa....."

Lei sussultò leggermente. "Sai cosa?"

Spike si strinse nelle spalle, l'ombra di un sorriso gli aleggiava sulle labbra irradiandosi in tutto il suo viso.

"Hai di nuovo usato la telepatia...."

Willow sobbalzò visibilmente adesso. E si fece più bianca e lattea, in contrasto con le sue guance che si erano fatte più rosse.

"Di nuovo??"

"Prima...quando parlavamo di Tara e dopo, davanti a Buffy, quando hai minacciato di trasformarmi in non so cosa se non stavo zitto..."

Le sfuggì un lieve sospiro di sollievo.

"Oh, prima."

Sfuggì gli occhi di Spike che la indagavano troppo a fondo, quasi fosse in grado di leggerle nel pensiero. Si affrettò a riportare la conversazione sui binari. Lui non poteva aver sentito quel -non baciarla-......l'aveva solo pensato!

"Dico sul serio Spike....la tua giornata non dev'essere stata particolarmente brillante...prima Buffy poi....................Drusilla." Era un nome difficile da dire.

"Sono sopravvissuto a cose molto peggiori, Rossa."

Lei non gli chiese se esistesse qualcosa di peggiore del proprio cuore che si spezza.

Faceva male che la tenesse a distanza. Un dolore insopportabile che pulsava dietro gli occhi.

Faceva male la maschera di indifferenza abbarbbiccata su quel volto pallido e tiratissimo.

Spike non l'avrebbe lasciata arrivare alla sua anima. Teneva chiusa fuori lei come il resto del mondo. Per lui non era altro che una dei tanti, una del resto. E lei....lei avea troppa paura di essere respinta o derisa o sbeffeggiata se avesse provato a superare la barriera di ghiaccio freddo di quegli occhi azurrissimi. Lei aveva paura, troppa paura di soffire ancora, di vivere ancora. Già così, già adesso il dolore era insito in ogni respiro, annidato in ogni recesso del suo essere....non sarebbe sopravvissuta a uno sguardo torvo, a un solo attimo di crudelà da parte del vampiro...non da lui...non avrebbe potuto accettare di perderlo. No, era più sicuro continuare a non vivere. Era più sicuro restare nella torre....era più sicuro....se solo fosse riuscita a cancellare quegli occhi celsti come l'acqua ghiacciata, quegli occhi brucianti...

E poi...tutte quelle assurde riflessioni da dove arrivavano? Come si può perdere qualcosa che non si è mai avuto? come si può avere qualcosa che non si è mai desiderato?

"Ti lascio alle tue ricerche. Controllo Dru e poi....chiamo io Giles, tu avrai tempo dopo di ragguagliarlo."

"Sì"

"Ok..."

"Sì, io continuo qui....oh, grazie per i libri...."

"Di niente."

La strega scosse la testa in segno di assenso, abbassando gli occhi su un punto qualsiasi che non fossero gli occhi di Spike.

Lui tentennava, il respiro di Willow si faceva più accelerato, finalmente Spike si mosse per andare.

Lo sguardo della strega mise a fuoco il libro su cui si era appuntato. Incantesimi zingari. Un pensiero le balenò nella mente come un vizo che non riusci a smettere.

"Spike...........?"

Lui si voltò ancora verso di lei. I suoi occhi toglievano il fiato. Non poteva pensare, nè formulare parole o concepire idee con quegli occhi addosso. Lei non era più lei con quegli occhi addosso. La trascinavano fino al limite, sul ciglio del dirupo, sul limite della non esistenza, dell'annullamento....e poi...quando orami credeva che si sarebbe persa e non sarebbe più stata Willow ma solo un riflesso negli occhi di Spike, ma solo una parte di Spike, allora...accadeva qualcosa, qualsiasi cosa, di insignificante, di irrilevante...lui sbatteva le ciglia con un palpito più lungo di una frazione di secondo, o muoveva le labbra, o variava impercettibilmente la direzione dello sguardo...lui la lasciava andare...e Willow cadeva, cadeva sempre più giù. Cadeva di nuovo verso e dentro sè stessa e ritrovava i respiri che aveva perso e la ragione smarrita.

Scandì una parola per volta con dolore e paura e anisa. Con la fatica che avrebbero richiesto se fossero state le sue prime parole.

"Spike, io pensavo. Drusilla....cos'è per te?"

"Scusa?"

La voce gli uscì più aspra e dura di quello che voleva, in realtà era solo stupito.

"Io...mi dispaice moltissimo. Fai finta che non abbia detto niente."

Spike rimase a una certa distanza da lei.

Come per non contaminarla.

Non voleva avvicinarsi nè guararla negli occhi. Non voleva nepppure parlarle di Drusilla....del sangue e della passione e della follia. Ma lei gliel'aveva chiesto. E non poteva semplicemente voltarsi e andarsene, sarebe stato come lavarsi le mai di Willow. Era un pensiero assuro, e Spike ne era cosciente, ma ugualmente non poteva fare a meno di credere che fosse così.

Glielo doveva a Willow. Un pezzetto del suo passato....un pezzetto intriso di dolore e di ricordi e di colpa.

Le doveva la verità. senza inganni, nè maschere. La verità su se stesso.

"Drusilla è il mio sire. Mi ha dato l'immortalità. E il suo sangue.....E' pazza. E affascinante. E ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lei sempre. Mi sono occupato di lei per più di cento anni....Non ci siamo mai separati. Lei è il mio passato. Il motivo per cui sono qui. Il rapporto fra sire e child è una cosa complessa. Ma fra noi è stato più di questo. Siamo stati amanti e complici. Abbiamo avuto un rapporto privilegiato, univoco...."

Il vampiro teneva gli occhi chiarissimi fissi a terra. Il corpo teso e come attraversato da una tensione elettrica.

"Spike..."la voce di Willow era ancor più flebile di prima "Io pensavo....posso castare l'incantesimo dei Non Morti per lei, se tu vuoi. Basta un globo di Thesula. Posso farlo, per me è piuttosto facile ormai. Forse tu la rivorresti....cioè...."

Spike la interruppe. La sua voce era ferma, ma insolitamente dolce.

Non la guardava acnora. Questo rendeva alla strega le cose lievemente più facili.

Si era appena offerta di restituirgli la sua amante, la sua compagna per l'eternità. E in realtà avrebbe voluto vedere Drusilla in polvere, e cancellare l'impronta della sua pelle dalla pelle di Spike...cancellare la loro intimità, i loro segreti...strapparla dai ricordi del vampiro.

"No, Willow. Lei è pazza, irrimediabilmente pazza, senza l'anima o con un'anima. E poi non credo che potrebbe sopravvivere al peso di un'anima. E' troppo fragile...peggiorerebbe solo le cose. Io...." Con uno sforzo Spike alzò gli occhi fino a quelli della strega. "Io ti ringrazio."

"Non fa niente...voglio dire....forse non dovevo impicciarmi...ma...qualsiasi cosa io possa fare.....bè, sai che sono qui."

"Lo so."


L'ambiente era morbidamente, deliziosamente oscuro. Non filtrava neppure uno spiraglio di chiarore dall'esterno. Eppure Angelus sapeva che era sorto il sole a squaricare il cielo.

Socchiuse pigramente le palpebre. Non che fosse riuscito a dormire, avva solo tenuto gli occhi chiusi da quando lei se n'era andata.

Lei. La cacciatrice.

La stanza era ancora rorida del suo profumo.

Angelus aveva ancora in bocca il suo sapore, ancora addosso l'odore della sua pelle. Poteva ancora sentire il pulsare del suo corpo e del suo sangue.

Osservò il buio. Lei aveva lasciato una sorta di marchio, di impronta luminescente nelle tenebre. Come una scia scintillate ovunque il suo corpo fosse passato, si fosse posato.

La luce dei suoi capelli, dei suoi occhi fiammeggianti, aveva irrimediabilmente infiltrato ogni brandello di tenebra.

Lei era dappertutto. Il segno di lei, era dappertutto.

Così come la cicatrice di Angelus era sul suo collo.

Si sitirò lentamente nel letto disfatto.

Era stanco. Ma aveva ancora voglia di lei. Voleva lei. Intensamente.

Ricostruì nella mente il sapore del suo sangue. Metallo, sale, il gusto inebriante della vita, della SUA vita.

Si leccò le labbra con la punta della lingua.

Buffy....angelica, eroica....SUA.

La consapevolezza di appartenerle gli permeò lentamente le viscere. Non solo lei era sua, ma lui stesso le apparteneva ora. Un debito di sangue....

Si ritrovò a sghignazzare suo malgrado. Un Debito di Sangue con una cacciatrice....Era così maledettamente assurdo. E nello stesso tempo era quello che aveva sempre voluto: lei. Completamente, irrimediabilmente sua.

Era una donna conturbante. Bella e sensuale sufficientemente perchè mantenesse vivi il suo desiderio, la sua passione. Così unica da fargli pensare che potesse bastare una sola donna a placare un uomo, bè un vampiro nella fattispecie.

Buffy era totalmente opposta a lui ed alla sua natura. Ed anche questo gli piaceva, doveva ammetterlo.

Era affascianto dalle parti di oscurità che sfregiavano l'immagine di purezza che un tempo era sata quella ragazza, e dalla complicata, contorta, sofferta evoluzione della sua personalità.

Era attratto da lei in un modo violento e animalesco che non riusciva a spiegarsi, ma che non poteva repirmere o combattere.

Avrebbe potuto fare a meno del sangue caldo che sgorga fra le dita, delle gole aperte, dei massarci....ma non del corpo di quella donna. Non della sua bocca, del suono della sua voce, del suo respiro, del battito del suo cuore.

Aveva BISOGNO di lei. Di odiarla e di cacciarla, di consumarla e di consumarsi.

L'eternità con lei era una prospettiva piacevole.

Piacevole non era l'aggettivo giusto, non quello che cercava. Niente fra loro era "piacevole". Fra loro era eccitate, eletrizzante, incognito, terrifico....era un gioco sul filo sottilissimo di una lama fin troppo tagliente.

Era un'esplosione....era come essere vivi. Era passione. E poteva dare un senso ad un'intera esistenza.

Aveva rinunciato a cercare di capire, di decifrare, di domare. Lei annullava la sue certezze, squaricava il suo essere. La desiderava. Al di là di tutto. Voleva ucciderla, voleva inseguirala, amarla, odiarla, volerla,sfuggirla....e tutto nello stesso istante. Lei era un attimo infinito di piacere. E non gli sarebbe mai bastata.

Buffy era una droga, un delirio, una voragine, una vertigine. E non ne aveva mai abbastanza.

Non si poteva saziare di lei, nè del suo sangue nè del suo corpo.

E al diavolo il Primo Male. Rise di nuovo.

In fondo il bello di essere un vampiro stava anche nel fatto che il mondo era un immenso fast-food...come diceva sempre Spike, l'uncia cosa intelligente che quell'irritante sua creatura avesse mai detto. E lui si divertiva.

Era libero. Era indomabile. Era in calore per una cacciatrice....

Poteva avere tutto...per sempre. Potere, sangue, stragi,combattimenti e sangue sulla rena....e Buffy.

Buffy e la loro pericolosa danza di "Eros e Thanatos". La caccia fra due predatori....la passione e il desiderio...il pericolo...l'equilibiro delle loro forze contrastanti...l'adrenalina e il sudore...la lotta...il sesso fino a sfinirsi, fino a perdere la ragione e la coscienza di sè...

"Lei ti eccita molto, vero?"

La voce uscì dalle tenebre vellutata come un tappeto di orchiedee.

Dall'oscurità fumosa si staccò sinuosamente una figura flessuosa.

Un lampo di occhi scuri e ardenti rivelò l'ovale perfetto di un delicato viso coreano.

"Saskia. Non credevo di averti invitata."

"Oh....no....tu non mi inviti mai...ma mi mancavi."

La voce era carezzevole e fluente, mielosa, ma nascondeva un tono aspro e autoritario.

La splendida apparizione si avvicinò a delle candele posate su un mobile in fondo alla stanza e passò la mano sopra gli stoppini cerosi, generando piccole fiamme.

La luce cremosa delle candele disegnò il suo corpo perfetto avvolto in un conturbante abito di seta ocra-dorata che metteva in risalto la pelle abbronzata ed i lunghissimi capelli neri, serici.

Le labbra perfettamente disegnate erano atteggiate in un sensuale sorriso e gli speldidi occhi a mandorla indugiavano compiacenti sul corpo perfetto del vampiro disteso davanti a lei.

Angelus non si scompose, bello e irrimediabilmente sfacciato, non accennò a coprirsi con il lenzuolo. Incrociò con sguardo di brace i begli occhi della demonessa.

"Mancavo a te o al tuo padrone...?"

"Cos'ha di tanto speciale quella biondina insipida? Potrà essere giovane e fresca...forse il suo sangue è delizioso...ma bè il resto...non sono meglio io? E poi ,andiamo Angelus, è così giovane, non può essere un gran chè a letto...."

Lui rise appena, un suono tagliente che riempì la stanza di gelo.

Saskia si avvicinò al letto ancheggiando come un gatto, un sorriso guizzante sulle labbra e gli occhi puntanti in quelli del vampiro.

"Attenta micetta...l'invida potrebbe tingere di verde la tua bella abbronzatura...."

"Ohohoh....sempre graffiante. Puoi fare di meglio lo so."

"Sono di umore condiscendente..."

La diavolesse si inginocchiò sul letto, affossando appena il materasso sotto il proprio peso. Lentamente, appoggiò le mani ai lati del corpo di Angelus e comincò a risalire verso di lui. Ondeggiava come un cobra che tenta di ipnotizzare la sua preda e faceva le fusa come un gatto. Una gatta con unghie affilatissime, per essere precisi.

I suoi lunghissimi capelli sfiorarono le cosce muscolose di Angelus, poi il petto scolpito lei procedeva alla conquista della sua bocca.

Lo baciò con impeto, mordendogli le labbra e insinuando attraverso di esse la sua calda lingua guizzante per intrecciare quella del vampiro.

Angelus le afferrò i capelli folti alla base della nuca, tirò e torse sufficientemente per allontanarla da sè di un paio di dita, e per farle male. Molto male.

"Non ho voglia di giocare Saskia. Perchè sei qui...?"

"Io VOGLIO giocare con te Angelus..."

Lei si sfilò con un gesto l'abito iperattillato che indossava.

Angelus invertì le loro posizioni con un colpo di reni e la inchiodò al materasso, immobilizzandole i polsi.

"Ma io no. Ti manda il Primo? Credevo che dopo l'incidente con la Bestia avesse capito che non appoggio più il suo Apocalisse...."

"Mmmm....mi piace con la forza... e no, non mi manda il Primo. Sono qui di mia iniziativa."

"Ah sì?"

"Sì...."Mosse la testa verso di lui, tentado di impadronirsi di nuovo della sua bocca. "Tu mi piaci Angelus, mi ecciti, stimoli la mia fantasia...non incontravo qualcuno come te da secoli....e mi dispiacerebbe così tanto se il Primo ti schiacciasse."

Angelus avvolse attorno ai polsi eleganti le dita con ancor maggior forza, avvinghiadoli in una morsa di ferro e la spinse contro il materasso con tutto il peso del proprio corpo.

"Mi stai minacciando...?"

Lei sbattè le ciglia lunghe e folte.

"Io...?Minacciare il grande Angelus..?Il flagello d'Europa...? Oh, io sono solo una piccola, viziosa demonessa dedita al peccato...scivolata via dal cielo tanto tempo fa....Diciamo solo che ti do qulche consiglio...."

"Cosa stai insinuando?"

"Non farmi arrabbiare Angelus! Sii gentile con me...sii seducente...non vorrai che riferisca al Primo che vuoi tadirlo per correre dietro alle gonnelle di una cacciatrice..."

Il vampiro le torse entrambe le braccia dietro la schiena premuta contro il materasso, imprigionadole con un'unica mano. Con quella libera avvolse il collo longilineo di Saskia e cominciò a stringere.

"Potrei spezzarti il collo dolcezza...."

"Oh, sì....Purtroppo io non sono dolce...e sai che sono immortale..."

"Perchè sei qui, Saskia?"

"Oh....perchè sono sicura che se il Primo facesse male alla tua piccola cacciatrice, se spezzasse il suo grazioso collo e prosciugase il sangue dal crpicino del tuo nuovo giocattolino, tu saresti molto contrariato, non è vero?"

La demonesse ansimò quando Angelus le piantò un ginocchio nel fianco.

Inaspettatamente lui rise. Freddo, sardonico, pungente.

"Oh, vorrei vederlo. Non ci riuscirà, non con lei..."

"Perchè? Perchè tu non sei stato abbastanza forte per farlo?"

Angelus ringhiò, il volto mutato in quello del demone.

"Comincio ad annoiarimi Saskia. Cosa vuoi?"

"Mmmmmmm.....voglio te."

Lo baciò con violenza, prima le labbra, poi il collo e il petto, i capezzoli.

Angelus la assecondò senza liberarla.

"Non sono interessato...."

Saskia rise forte, i lineamenti perfetti contratti dalla rabbia che le divampava nelle viscere.

"Cos'è una scopata con lei e sei diventato monogamo???????"

"No."Lui era calmo. Minaccioso e imerturbabile come la morte. Saskia pensò che assomigliava alla morte...all'Angelo della morte. "Ma odio la monotonia. Sei un passatempo interessante, molto infiammabile. Perfino eccitante...ma passata la novità sei come tutte le altre. Mmm.... Sei come i fazzolettini di carta:usa e getta!"

La demonessa esplose, si divincolò con la forza di una pantera, rivelando lineamenti felini. Lo colpì con uno schiaffo al viso, solcandogli la guancia con profondi graffi.

Lui rise. Fragorosmante. Di lei. facendola diventare ancora più furente. Più scomposta. Dietro le belle pupille nere ed affilate di lei guizzavano fiamme indiaolate.

"CHe ti ha fatto la cacciatrice? Ti ha stregato...??!"

Lui rise ancora....appariva divertito da quello spettacolo che a qualcuno sarebbe potuto sembrare sexy. Saskia era scarmigliata, furiosa, violenta, accesa come una fiamma. I suoi capelli ondeggiavano arruffati nel buio e fra le lunghe ciocche scure si muovevano fulminee lingue di fuoco. La sua pelle era incandescente e traslucida, appena sotto la superficie fluivano serpeggianti scie di scintille come piccoli lucenti fuimi di lava. Si agitava nuda per la stanza sprizzante ira e ricordava una tigre in gabbia.

"Oh, no!Nessun incantesimo...a raccontarlo sembra perfino divertente... Ha mischiato il mio sangue al suo....per usare un termine moderno...mi ha sposato!"

La demonesse rimase di sale.

Angelus rideva ancora. Di lei, di sè stesso.

Era imperturbabile e inavvicinabile.

E maledizione, lei lo voleva. Nonostante il suo rifiuto, nonostante le offese. E la gelosia le mordeva lo stomaco. Aveva assaggiato il frutto proibito, e ne voleva ancora ed ancora, fino a saziarsi. Voleva che lui riempisse la sua eternità, l'inutilità dei secoli davanti a lei....voleva che le facesse riscoprire il fascino di quel male che a lei ormai appariva liso e consunto...

Un Debito di Sangue con un vampiro non era un ostacolo semplice da superare...e Angelus era ossessinato da quella cacciatrice, potevi leggergli addosso il desiderio che aveva di lei. La biondina era scritta a lettere di fuoco nel suo destino.... Doveva trovare il giusto modo di stuzzicare quell'affascinante demone, di distoglierlo da quell'umana. Doveva lusingarlo....non minacciarlo....doveva rendersi indispensabile....

Lentamente il suo viso si ricompose, i lineamenti toranro distesi ed astuti, la pelle smise di trasudare scintille.

Era di nuovo una bellissima, giovane donna dagli affascinati lineamenti coreani.

"Se vuoi metterti contro il Primo avrai bisogno di informazioni...e di sapere chi è la spia fra i tuoi..."

Si rese conto di essere riuscita a catturare veramente l'attenzione del vampiro.

Sorrise gustandosi quell'attimo di potere, di supreazia. Lui non aveva altro modo per avere quelle informazioni se non compiacerla.

Angelus le si accostò rapidamente. Si gingillò con una ciocca dei suoi capelli corvini, facendo poi scorrere un dito sul bel collo privo di pulsazione, massaggiando con il pollice la clavicola scolpita e scendendo finalmente fino a un piccolo senso tondo e sodo.

"Una spia...............?"

"Oh sì........"

"Continua..."


Spike era stravaccato in una vecchia poltrona di pelle. Avvolto da una nuvola di fumo spesso e azzurrino, circondato da bicchieri di liquore e da libri aperti osservò contrariato l'arrivo del torvo gruppo della Angel's Investigation.

Scortavano l'evasa. O forse, nonostante le ferite e il pallore livido, era lei a scortare loro con la sua espressione serissima e lo sguardo che ardeva di rabbia e determinazione

Il viso di Faith era più scarno e gli occhi più febbrili di quanto il vampiro ricordasse. Avanzava precaria con la testa alta rifiutando l'aiuto che le veniva offerto. Trascinava sul pavimento con evidente dolore una gamba che non riusciva a piegare e aveva il braccio destro appeso al collo. Con la mano libera, si premeva strettamente un lato del bacino, appena sopra la spina iliaca. La cacciatrice aveva una tempia graffiata contusa, e un grosso livido bluasto con sfumature giallognole si allargava sulla mascella volitiva. Le occhie incavate, pronfonde, non erano meno scure e bluastre dei lividi.

Accanto a lei incescpicava un goffo e impacciato Wesley, evidentemente preoccupato che la ragazza cadesse ma non sufficiente meten deciso per sorreggerla contro il suo volore.

Cordelia stava all'altro fianco di Faith, bellissima e altera come se niente di quello che stava succedendo la riguardasse. Era vestita con impeccabile eleganza, con abiti provocanti. I suoi grandi, begli occhi scuri appoggiati sulla malridotta figura di Faith e una mano sospesa accanto al gomito della cacciatrice, erano l'unica testimonianza della sua reale o simulata preoccupazione per l'altra mora.

Segiuvano un'affacendata, angosciatissima Fred e un regazzino dall'aria arrogante, il figlio di Angel suppose il vampiro. Connor era l'unico veramente disinteressato alla questione della donna ferita e per nulla preoccupato. Noia e astio di agitavano sul fondo dei suoi occhi scuri e profondi come quelli del padre.

Spike soffiò fuori il fumo della sigaretta. Si alzò lentamente e depositò al proprio posto il libro che aveva tenuto in grembo.

Cercò lo sguardo della cacciatrice mora, ignorando a bella posta gli altri che sapeva disprezzarlo.

Faith incrociò fieramente i suoi occhi chiarissimi.

"Non sei ridotta bene....hai davvero un pessimo aspetto."

"Già. Comunque sembra che sopravviverò anche questa volta. Forse dall'altra parte non mi vogliono: nè Lassù, nè Laggiù!! Troppo trasgressiva per i loro schemi tradizionalisti."

"Sarà lo stesso motivo per cui non hanno voluto me."

"Senti biondo, togliti quell'espressione condiscendente e pietosa dalla faccia. Io sto bene. E mi piace pensare che se fossi stato tu ad imboccare il tunnel di sinistra, ora saresti ridotto molto peggio di me."

"Il coma non ti rende mai meno aggrassiva, vero?!"

Lei gli rivolse un sorrisetto si scherno.

"Ora, dopo questi graziosi convenevoli, non vorrei restare sulla porta tutto il giorno."

Spike si scostò troppo creimoniosamente per farli passare. I suoi occhi mordaci sferzavano il gurppetto appena arrivato.

Willow era barriccata dietro la porta accostata di uno studio e se si era accorta del loro arrivo, aveva preferito ignorarli.

"Novità?"

Wesley sembrava più rilassato dopo aver fatto sedere Faith, ma sapeva che molti altri problemi lo attendevano al varco.

"Oh, abbiamo una specie di -ehm- visione/profezia da decifrare. La Rossa ci sta lavorando............E uhm.....Buffy è qui."

L'aria si fece di piombo.

Faith contrasse la bocca. Deglutì.

"E' tornata allora."

"Già"

Spike poteva avvertire la tensione nel corpo della giovan cacciatrice.

"E' stata lei a slavarmi. Io...non ero del tutto cosciente ma...lo so. E' stata lei."

"Oh, sì bene....è una cosa buona. Si vede che lei non è del tutto ecco passata...oh, insomma. Ha aggradito nessuno da quando è qui, vero?"

Dio, l'inglese era così assurdo, così fuori posto, così impacciato, goffo , supponente.... Spike avrebbe voluto stenderlo con un solo colpo esattamente sul naso. Spocchioso e inadeguato.

"No, certo che no. E ,comunque, non credo vi interesserebbe se avesse aggredito ME!!"

"Oh, io...insomma. Buffy è qui e potrebbe esserci utile. Dov'è?"

"Su, a dormire credo."

Faith si limitò ad alzare lo sguardo verso il piano superiore, il suo viso era impassibile ma fremente, come se fosse al contempo attratta e respinta dall'altra cacciatrice.

"State parlando do quella biondina con un discreto gancio, vero? Ci ha aggrediti, credevo fosse dalla parte di Angelus."

"Oh, è più complesso di quanto credi Connor....Buffy andrebbe rimandata a Sunnydale, qui non ci è di alcun aiuto."

Cordelia muoveva leggermente i capelli mentre parlava, erano lucenti, cangianti, striati di biondo e castano. Era determinata ma superficiale. Spike avvertiva una tensione sotterranea, come se ci tenesse terribilmente che i suoi consigli fossero seguiti, ma volesse apparire noncurante.

C'era qualcosa che non gli pagava l'occhio nella cheerleader.

"Buffy non si lascerà dare ordini da noi...." Faith parlava senza guardare nessuno in particolare, i lunghi capelli che le ricadevano a ciocche scomposte attorno al viso.

"No, certo. Potrebbe esserci utile però. Il Primo Male non si darà per vinto." Wesley era pratico ma scoordinato, fuori tempo. Gli mancavano troppi pezzi di quel mosaico.

"Allora sarà meglio che ci diamo da fare...non possiamo restarcene qui con le mani in mano!"

Cordelia sorrideva mentre parlava e si dirigeva in cucina a prendere del caffè o del thè o dell'altro per tutti. Cosa avesse da sorridere non era chiaro a nessuno, ma quell'espressione vagamente compiaciuta di sè, intrisa da una sfumatura di segretezza o forse di compiacimento, risultò evidente solo al vampiro ossigenato.

"Profezia.....hai parlato di una profezia Spike?!"

"Qualcosa del genere direi....Willow è di là ci sta lavorando."

"Oh, bene...con i miei libri?"

"Non so.... erano tutti allineati maniacalmente in quella libreria in fondo alla stanza..."

"Oh, i miei libri!!!!.....non ci starà scribacchiando....o peggio usando matite colorate per sottolinerare le parti impirtanti?! Oh, i miei libri!!"

Wesley schizzò verso la porta semichiusa della strega come una perpetua petulante e in paranoia.

"Willow...."

"Wesley. ciao. Faith, sta....lei sta...si è rimessa?"

La Rossa era accovacciata a gambe incrociate sulla scrivania, volumi di ogni spessore aperti e contrassegnati da segnalibri erano sparpagliati tutto intorno. Aveva un volto stanco e affaticato, era pallida, vigile, occhi accesi e concentrati. La stanza vibrava di magia.

L'ex-osservatore lanciò occhiate nervose ai libri, per accettarsi che fossero integri. Si tranquillizzò leggermente.

"E' ammaccata. Ma si riprenderà."

"Oh............................................bene." A Willow non piaceva Faith. Per nulla. Ma era piuttosto contenta che non fosse morta.

"Spike dice che c'è una profezia...."

"No, una visione. E' tutto un pò confuso, ma ci sto lavorando." Indicò un blocco pineo di appunti e formule e schemi e frecce. "Sto riordinando i pezzi. Vediamo...."

"Stai lavorando sui rituali vampireschi?"

Wesley indicò uno spesso volume rilegato in cuoio nero con rifiniture in bronzo.

"Come mai ti interessi al rituale del Dbito di Sangue? E' magia nera, ancestrale e primordiale, piuttosto primitivo e per questo di una forza travolgente...non siamo molto informati a riguardo, se ne registrano pochissimi casi. Sancise un legame fra un essere demoniaco del tipo dei vampiri e un mortale. I due si scambiano il sangue, e siglano un patto. Il Debito di Sangue stabilisce un legame sessulae e spiritulae, indissolubile. Un'unione fra un vampiro del 1300 di nome Vlad a capo di un grande clan e una sacerdotessa di riti neri di incredibile potenza è l'unico caso noto al Consiglio e documentato. Vedi,..."

Wesley si perdeva nei dettagli, aveva bisogno di concentrarsi su qualcosa che non fosse la fine del mondo, l'anima di Angel, la parte da cui Buffy si sarebbe schierata, gli avvertimenti di Liahl.....

"Wesley, metti in pausa! Non mi interessa tutta la storia, avevo solo bisogno di alcune informazioni fondamentali."

"Perchè?!"

"Io...perchè sono inevitabilmente curiosa...."

"Non sai mentire..."

"Ecco...insomma, non sono fatti nostri..."

Spike era appoggiato allo stipite della porta e li osservava mesto.

"Senti inglese, abbiamo problmei più urgenti. E tu, credevo che Buffy ti avesse detto di lasciare perdere...?"

"Sì, ma ero preoccupata......molto preoccupata."

"Sentite, smettetela di parlare in codice. Perchè mai Buffy dovrebbe interessarsi a una cosa simile....?!Non vorrà per caso.......?!"

Gli sguardi simultanei di Willow e di Spike gli si incollarono addosso esasperati.

"Oh perdindirindina!!!!"

Spike lo guardò in tralice.

"Non sei poi così stupido come sembri...."

"Buffy ha contratto un Debito di sangue con Angelus?????????! Ma vi rendete conto????"

La sfuriata di Wesley fu interrotta da un urlo lamentosa e prolungato, frammisto ad una sorta di rantolo gorgoliante.

Spike scattò vero il diavno dove aveva abbandonato Drusilla, seguito in rapida successione da Willow e Wesley.

La scena che si parò loro davanti era piuttosto drammatica.

Drusilla, ancora debole e tremante, era scivolata a terra e si reggeva con una mano al divano conficcando le lunghe unghie nell'imbottitura mentre con l'altro braccio proteso indicava Cordelia. Sibilava e balbettava parole inconsulte.

La bella mora era in piedi e a poca distanza della vampira. Ai suoi piedi giacevano un vassoio e numerose tazze di caramica colorata infrante. I frammenti galleggiavano in una pozza tremula di caffè e thè e latte che si estendeva lentamente verso gli orli delle vesti di Drusilla. Aveva un'aria indiganta e offesa, tremava più per la sorpresa che per la paura e i suoi occhi spalancati ricambiavano lo sguardo della vampira con altrettanta spasmodica intensità. I vestiti di Cordelia erano schizzati e spiegazzati, insolitamente fuori posto. Tutto in lei sottolineava una nota stonata.

All'intero gruppo quella nota stonata era chiaramente Drusilla, ma Spike non era convinto.

Corse da quella che era stata la sua amante, intercettando il claudicante incedere della cacciatrice mora che impugnava un paletto nella mano buona. Faith non sembrava voler desistere dall'impresa.

"Ci penso io."

Il vampiro poteva avvertire l'astio che colmava la stanza e si concentrava attorno a lui come un'asfissiante nube di fumo.

Willow era ai margini della scena e non parlava.

Tutti gli altri si affrettarono a sobissarlo di domande, parole che avrebbero voluto essere colpi.

"Drusilla è affar mio. Ci penso io e nessuno di voi la toccherà. Nè lei si avvicinerà a voi."

Il suo tono non ammetteva repliche. Avrebbe combattuto se necessario, e sapeva di essere più forte di loro.

Si allontanarono alla spiccoloata senza abbassare la cresta, solo Willow restò nell'angolino d'ombra dove si era installata ad osservare la scena.

"Calma Dru, va tutto bene...stai tranquilla, stai tranquilla....è tutto a posto....ci sono qui io....va tutto bene...."

Lei canticchiava. Piano. Aveva la mani contratte attorno alle spalle di Spike.

"Lei è cattiva, Spike, molto cattiva...." Aumentò la presa sulle spalle di Spike "C'è TANTA malvagità in lei...oh sììììì.....un'oscurità densa e avvolgente....sìììììììì lei fa l'amore con le tenebre..."

"Dru, stai calma....è tutto a posto...non farneticare, va tutto bene adesso....era solo un incubo..."

"No......tu non capisci. Lei è cattiva, è cattiva. E' malvagia. Lei non è lei e indossa una maschera di pelle e ossa e sangue. Tu non capisci..."

"Dru di cosa parli? cosa vuoi dire Dru?"

"LEI è cattiva...ha una lunga ombra che non le appartiene e in cui LUI può celarsi e nascondersi e tramare nell'ombra. LEI è cattiva....e così malvagia...così malvagia....mi spaventa....è terribile....vuole distruggerci tutti...sostituirci....vuole sostituirci....coltiva il seme dentro di lei...è fredda e oscura...è cattiva...sììììììì......."

"Di cosa stai parlando Drusilla? Chi è cattiva? Chi?"

"Uno due tre....le stelle brillano in cielo..uno due tre...le stelle girano in cielo....uno due tre..le stelle sono solo tre....e ci teniamo per mano....uno due tre...balliamo cantiamo....uno due tre...lalalààà...."

L'aveva persa. Spike cercò di catturare di nuovo la precaria attenzione della sua compagna.

Willow osservava in silenzio.

"Chi è cattiva, Dru? CHI?"

La vampira continuava a cantare sommessamente, dondolandosi come una bambina autistica, e i suoi capelli ondeggiavano nell'aria come una spessa serica coltre che nascondeva e discelava ritmicamente il suo viso spiritato.

"Tre due uno...piccoli vermi succosi...tre due uno...nelle carni molli e putride...tre due uno..."

Gli occhi di Spike si distolsero da Drusilla. Il suo sguardo di ghiaccio attraversò l'aria come un fraccia e si appuntò sulla bella Cordelia che si risistemava i vestiti lamentandosi di qualcosa...

Scambiò una brevissima occhiata con Willow, poi tonrò ad osservare Cordelia.


Without Soul Cap.VII


Notturno in fa minore: sonata per anime e vampiri”


Disclamer: i personaggi e i luoghi descritti non sono di mia proprietà, appartengono al loro creatore Joss Whedon, alla WB ed alla UPM. L'autrice scrive senza alcunos copo di lucro, per semplice piacere personale.


Raiting: PG14


Pairing: Buffy/Angel-us; Spike/Willow


Note: le frasi comprese fra due asterischi rappresentano i pensieri dei personaggi. La parte in corsivo compresa fra i due trattini è un flasch back riguardante circa la quinta serie





Aveva richiuso silenziosamente la porta all’incirca mentre Wesley si accalorava, tormentandosi il colletto della camicia ormai da molto priva di cravatta, e si scontrava con lo sguardo di ghiaccio di Spike mentre chiedeva se lei non avesse aggredito nessuno.

“….oh, è una buona cosa….”

Click. La serratura scricchiolò impercettibilmente e la camera da letto ripiombò nell’oscurità più totale.

Il mondo rimase fuori.

Solo lei e il silenzio lì dentro.

Era una stanza ordinata a confortevole, poteva rendersene conto anche al buio.

Tornò verso il letto su cui si era buttata prima che i rumori al piano di sotto la costringessero a rialzarsi. Lasciò che il suo corpo stanco cadesse inerte sopra le lenzuola. I vestiti laceri erano abbandonati a terra in un mucchietto scomposto.

Non si era fatta neppure una doccia. Lo sfinimento delle sue membra era troppo. Il suo corpo nudo che frusciava fra le lenzuola portava ancora segni di lotta e di sesso.

I segni di Angelus.

Si rigirò irrequieta. L’ansia le mordeva lo stomaco, allungandosi in tutto il suo corpo con sottili, vischiosi tentacoli che avvolgevano le terminazioni nervose comprimendole fino al limite della sopportazione.

Sprofondò la testa nel cuscino. Era morbido e fresco. Emanava un sottile sentore di pulito e di bucato appena fatto.

Non voleva sapere, o ricordare, se quella fosse la camera di Angel. Se quello il suo letto, quelle le sue lenzuola. Era già sufficientemente difficile così.

Avrebbe voluto solo un attimo di pace. Solo il tempo di un respiro. Era sfinita. Nonostante ciò dormire le riusciva impossibile.

Non poteva dormire accanto a lui perché il proprio istinto di cacciatrice teneva ogni terminazione nervosa tesa allo spasmo e le sussurrava di ucciderlo..mentre il suo corpo le diceva di amarlo.

Non poteva dormire lontana da lui perché era impossibile smettere di pensarlo o di volerlo.

Le aveva rubato la giovinezza, l’innocenza, la libertà, l’anima…ora anche il sonno.

Aveva preso, senza mai chiedere.

Sarebbe impazzita. Presto sarebbe impazzita. Già ora era oltre il limite, oltre tutto quello che aveva mai pensato di poter sopportare, oltre tutto ciò a cui aveva pensato di poter sopravvivere. Il suo cuore era in frantumi, la sua anima era persa…eppure era ancora viva. Respirava e voleva. Voleva lui. Avvertiva la sua mancanza come un dolore fisico. Il proprio sangue mischiato a quello del vampiro bruciava nelle vene, sotto la pelle, ardendola di una febbre inestinguibile. Come un veleno.

Doveva smettere di pensare, smettere di volere, smettere di esistere se necessario. Aveva bisogno di annullarsi in un oblio senza sogni. E se il mondo fosse finito mentre lei dormiva…forse non avrebbe poi avuto così importanza. Lo avrebbe ritrovato anche all’inferno.


_ Si issò fuori dalla grande vasca di acqua sporca cercando contemporaneamente di scostarsi i capelli bagnati e appiccicosi dagli occhi.

Inciampò nell’orlo del vestito ed atterrò nella polvere del cantiere.

Si rialzò imprecando sotto voce, lo sguardo fisso sulla figura scura e massiccia che si raddrizzava dopo aver conficcato una spada lunga e sottile fra le squame del terzo demone.

Lui si voltò lentamente verso di lei ,la spada che scintillava come un gioiello fra le mani, e i loro occhi si incontrarono oltre le ombre di quella notte. Si riconobbero.

E allora il silenzio parve protrarsi infinitamente, e il tempo fermarsi in segno di rispetto.

Restarono semplicemente a guardarsi, così lontani da non potersi toccare, separati da due vite e da due mondi diversi, così vicini da poter morire.

Se è possibile perdersi, e consumarsi e amarsi in uno sguardo, questo fu quello che fecero.

I loro occhi avvinti facevano lentamente l’amore, come se il contatto non fosse mai stato spezzato, come se non avessero più potuto vedere null’altro e fossero stati ciechi da quando la linea dei loro sguardi era stata spezzata dalla lontananza.

Un semplice soffio di vento, importuno, sfacciato, ruppe l’incantesimo.

Buffy rabbrividì leggermente,

Sei fradicia.” Angel accennò all’abito da sera di seta azzurra che le aderiva al corpo come una seconda pelle.

Distolse lo sguardo dal corpetto bagnato che le aderiva al busto e al seno prima che lei si accorgesse di dove si era soffermato.

E tu perspicace.” La ragazza si tirò indietro i lunghi capelli scuriti da quel bagno improvviso e li strizzò con gesti impazienti.

Gocce rese traslucide dalla luce lunare le scivolarono in una danza lenta sul collo e sulle spalle. Angel deglutì. Era bella da far male.

Lei prese fra le mani un po’ della stoffa della lunga gonna: c’erano macchie di fango e polvere bagnata un po’ ovunque, e lunghe strisce di una sostanza violacea che doveva essere il sangue dei demoni. Scosse la testa e guardò sconsolata il bel vestito da ballo. “E’ rovinato. Con quello che mi è costato…e per cosa poi….” Parlava rivolta a se stessa, come se si fosse dimenticata della presenza del vampiro. Aveva le belle sopracciglia corrugate e le labbra atteggiate a un’espressione imbronciata.

Mmm…mi dispiace per l’abito. Come mai sei qui, Buffy?”

Lei alzò su di lui uno sguardo bellicoso, ferocemente sarcastico “Ciao Angel, sì grazie io sto bene, e tu? Oh, anche io sono contenta di vederti, ma non perdiamo tempo con i convenevoli!Perché sono qui?! Intendi nello specifico qui in un cantiere cosparso di buche, di notte, o più in generale qui a L.A.?! Comunque, non sono certo venuta qua per uccidere tre orribili demoni squamosi con mani e piedi coperti da pelo puzzolente…”

Due…”

Cosa?!”

Um, ecco. Due demoni…il terzo l’ho ucciso io. Ma non ha…”

Oh, fa’ pure il pignolo, tanto io sono di ottimo umore!”

Scusa.”

E di cosa?! E’ una serata fantastica!”

Angel si avvicinò e le mise la propria giacca sulle spalle.

Per un attimo le dita del vampiro sfiorarono la pelle della cacciatrice, e tutte le parole furono dimenticate.

Rimasero entrambi immobili. Lui ci mise più tempo del normale a sistemare la giacca.

Stai tremando. E’ meglio che tu ti tolga di dosso questa roba bagnata.”

Buffy alzò su di lui quei suoi occhi incredibilmente verdi, incredibilmente grandi.

Stai suggerendomi di spogliarmi qui…?”

Angel arretrò di un passo, come se lei potesse scottarlo. Come se lei fosse il sole e potesse bruciarlo. Solo che quello era peggio che bruciare. Si schiarì inutilmente la voce.

No, certo che no. Io. Io volevo dire che sarebbe il caso tu torni ,ehm, dove alloggi per cambiarti. Posso accompagnarti se vuoi, nell’eventualità ci fossero altri demoni con pelo e squame…”

Buffy aveva gli occhi di nuovo bassi, fissava la punta strappata delle sue scarpe argentate.

No.”

Certo, come preferisci. Scusa. Cioè. Io volevo solo…E’ stato bello vederti.”

Lei scosse la testa, sempre senza guardarlo.

Non mi riferivo all’accompagnarmi. Non voglio tornare a casa.”

Angel la scrutò con attenzione. Solo poco tempo prima ci avrebbe messo di meno a capire che qualcosa non andava. Lei aveva quell’aria…ferita…quell’aria di chi deve essere protetto e consolato…Lo stesso aspetto di quando era solo una ragazzina e correva a rifugiarsi a casa sua e gli si sedeva accanto, cercando conforto fra le sue braccia mentre gli raccontava di una giornata davvero disastrosa. Sembrava fosse passata una vita da allora. E in un certo senso era così. Ora non poteva più chiederle cosa non andasse e stringerla a sé.

Ok, vuoi restare qui e prendere un raffreddore..?”

Angel!!!”

Adesso lo guardava di nuovo dritto negli occhi. Le sorrise.

Che ne dici di spiegarmi?”

Io..ero venuta a trovare mio padre……………..avevo bisogno di parlargli di Dawn. Io, io volevo chiedergli un prestito per il college di Dawn. Sono arrivata ieri. Per telefono non riuscivo a parlargli, aveva sempre da fare. Vive con la sua segretaria. Terry. Terry che ha due anni più di me. Non è venuto a prendermi alla stazione dei bus, non ha trovato un minuto da dedicarmi. L’ho visto stamattina a colazione, stava già andando in ufficio. Mi ha detto che mi avrebbe portata a un party di lavoro, lui proprio non poteva mancare, e che avremmo avuto un sacco di tempo per parlare una volta là. Non avevo assolutamente niente di adatto da mettermi, solo jeans e magliette, e non volevo fare brutta figura, non volevo che mio padre si vergognasse di me alla festa…così sono andata a prendere questo vestito e ho speso soldi che non avevo e mi sono pettinata e truccata con cura. Lui…non se n’è nemmeno accorto. Ha passato la serata a pavoneggiarsi con Terry, aveva un abito così indecente….Io ho passato la serata spiaccicata contro la tappezzeria. Nessuno si è accorto di me, mio padre non mi ha neppure fatto ballare. Poi ho visto i tre demoni che attaccavano un uomo in giardino. Dovevo intervenire, li ho messi in fuga…ma ho rovesciato il tavolo dei dessert, buttando a gambe all’aria la padrona di casa….L’ultima cosa che ho visto prima di darmi all’inseguimento dei demoni, era la faccia di mio padre:era paonazzo e gridava contro di me. Non voglio tornare a casa sua e di quella donna.”

Angel le passò istintivamente un braccio attorno alle spalle e la strinse forte a sé.

In quel momento avrebbe volentieri preso a pugni Hanck Summers, magari spaccandogli il naso.

Buffy era sul punto di piangere. Ma suo padre non lo meritava. Affondò il viso sul petto di Angel e strinse forte gli occhi.

Mi dispiace. Non si rende conto di avere una figlia meravigliosa…”

Lui non la vuole una figlia come me.”

Buffy…”

Angel ricordava cosa volesse dire avere un padre che non ti vede neppure, che ti guarda e vede tutto quello che non approva. Ricordava la rabbia e il dolore. Ricordava le mille notti passate a urlare. Ricordava che non avevano mai provato a parlare. Il rimpianto c’era ancora…E non voleva che per lei fosse così. Lei doveva avere solo il meglio. Lei doveva essere felice…

Lascia perdere.Voglio solo tornare a casa mia, a Sunnydale.”

Pensò che poteva parlarle, provare a… Ma lei era così ferita. E sapeva quanto potesse essere sordo un figlio il cui orgoglio è stato leso. E ,a dire il vero, Hanck Summers non se la meritava davvero una figlia così speciale…

Va bene. A casa. Ma non puoi salire su un pullman in questo stato.”

La ragazza si scostò a malincuore da Angel e gettò l’ennesima occhiata sconsolata al vestito.

No. Non credo proprio.”

Lui le tese la mano.

Vieni da me. Ti porto a casa io. Prima ti cambi e magni qualcosa magari bevi anche un thè caldo. Poi andrà meglio.”

Buffy lo guardò per un lunghissimo momento.

Grazie.”

Poi fece scivolare le proprie dita nella mano tesa di lui e si avviarono in silenzio.


Si diede un’occhiata critica nello specchio.

Aveva un pessimo aspetto. Avrebbe voluto essere bella. Bellissima. Tanto bella che lui se ne accorgesse e la guardasse con quei suoi occhi senza fondo. Guardandola come solo lui sapeva fare, bruciandole la pelle, facendole dimenticare vestiti, capelli e trucco, facendole perdere coscienza di sé.

Si ravviò i capelli lunghissimi cercando di districare i nodi. Erano umidi e mossi.

Sistemò la maglietta ed il maglione sulle spalle, le arrivavano fino alle ginocchia. Rimboccò le maniche e provò a sorridere. Si alzò sulla punta dei piedi per avere una visione più completa nello specchio e decise dia vere l’aspetto di un cucciolo di coker abbandonato.

Fantastico, fargli pietà era proprio quello che voleva.

Mmm…ok, smettere di pensare ad Angel per cinque secondi non sarebbe stato male. Si erano incontrati casualmente, e lui la stava aiutando per…per dovere. O forse…non lo sapeva più perché. Non sapeva più nulla su di lui. E faceva maledettamente male. C’era perfino uno specchio nel suo bagno. Perché…?Lei non lo sapeva. Forse perché lo usava Cordelia, o un’altra donna. Un’altra fitta al cuore. Più intensa, più dolorosa. Voglia di urlare. Di chiedergli perché tutto quello era necessario.

Ma non aveva più veleno per Angel, non quella notte. Era solo una ragazza sfinita e ferita. Una ragazza che aveva disperatamente bisogno di un rifugio in cui rigenerarsi.

Ed Angel era tutto questo: era consolazione per la sua anima logorata. Non le importava del resto.

Lo sentì, o meglio intuì che si stava muovendo dietro la porta chiusa.

lascia perdere Angel, anche con tutta la mia buona volontà non riuscirei a farmi andare un paio di tuoi pantaloni.”

Trasse un profondo respiro ed uscì cercando di sorridere. “La maglietta ed il maglione vanno benissimo. Sono parecchio più lunghi di certe gonne che portava al liceo.”

Il vampiro chiuse un cassetto ed alzò gli occhi su di lei.

Sorrideva, ed i suoi occhi arrossati da un pianto recente risaltavano ancora più limpidi e più verdi del solito.

I capelli erano luminosi e vaporosi, umidi e ancora profumati di shampoo.

Angel ebbe la netta sensazione di non poter respirare Solo che lui non respirava mai… Dio, era così….era bellissima.

Bella in un modo che andava al di là della bellezza fisica, e gli toccava l’anima. Era bella per lui.Era lucente e gli infondeva il calore della vita con la sua sola presenza.

Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Né a parlare. Voleva solo…imprigionare quell’attimo di tempo e tenerla con sé per l’eternità.

Angel..?”

”…cosa?Sì, è vero sono più lunghi.”

Le sorrise e i loro occhi rimasero avvinti per un secondo. Un secondo di troppo.

Ecco, era quello sguardo. Quello che l’aveva rapita, stregata, fatta innamorare. Quello sguardo che la rendeva immemore e felice. Non avrebbe potuto farla sentire più bella , più desiderabile, con mille complimenti. Ad Angel non era mai servito dirle che l’amava, gli era sempre bastato solo guardarla.

Gli sorrise a sua volta.

Una parte molto remota nella testa del vampiro era consapevole che non potevano restare lì in piedi per il resto della notte.

io…mmm…io…”

Tu…?”

Sì, io ti ho preparato qualcosa da mangiare mentre facevi la doccia. Hai fame?”

Direi di sì. Non ho toccato nulla alla festa, e c’è chi sostiene che la caccia metta fame e…”Si interruppe di colpo. Respirò a fondo. “Hai preparato in cucina? C’è una cucina qui?”

Sì, andiamo.”

Restarono in silenzio per un po’, seduti uno di fronte all’altra.

Buffy bevve un lungo sorso d’acqua. Cercò il respiro che le sfuggiva. Il cuore batteva troppo irregolare perché lui non se ne accorgesse…se solo lui non avesse avuto i sensi di un vampiro sarebbe stato tutto maledettamente meno difficile. Ma a lui non sembrava importare di quanto il suo cuore battesse, o di come si stringesse mentre lo guardava e lo sapeva non suo.

C’è uno specchio nel tuo bagno…”

uhm…?”

Sai, una di quelle superfici lisce e lucide, argentate, che riflettono gli esseri umani ma non i vampiri…”

Lo so.”

Bene. E cosa te ne fai?”

Cordelia ritiene che sia indispensabile……..”

Certo, ovviamente. Cordelia. Oh, e lei dov’è adesso? Io….io la saluterei volentieri..insomma io..:”

Immagino che sia a casa sua.”

Oh, oh. Lei non vive qui?”

Cordelia?! No, naturalmente no. Vive in un grande appartamento con un fantasma.”

Bene. Bello. Oh, no? Il fantasma è cattivo.”

no.”

Bene. Allora bello.”

Già.”

Credevo vivesse qui…sai, c’è talmente tanto spazio..:”

Non ho mai amato le coabitazioni. E Cordelia, bè, lo sia lei com’è….è molto migliorata, ma…”

Mmm, s’ì credo di saperlo..:”

Irruente, chiassosa, ficcanaso..Cordelia insomma!”

Ok, posso immaginare. Lei hai messo quello specchio in bagno però.”

Noi. Noi lavoriamo insieme…controlla i capelli più volte al giorno di quante io possa contare.”

Già. Lei è Cordelia, dopotutto. E com’è lavorare insieme?”

Normale…? Lei ha delle visioni, io cerco di salvare la gente che lei ha visto perire tra atroci sofferenze.”

Ok. Bello.”

ok.”

Seguì solo silenzio. Imbarazzato, frustrato, teso. Silenzio che non poteva essere riempito da sguardi o da baci. Silenzio che irrimediabilmente li divideva.

Buffy….?”

Sì..?”

Di cosa stiamo parlando….esattamente?”

Oh, bé ecco..di, di lavoro?!”

Specchi e lavoro.”

Specchi e lavoro e Cordelia.”

Già…è.. interessante..”

E’ una conversazione normale fra due persone che una volta erano…ma non lo sono più… non più…e adesso sono solo…cioè, voglio dire..”

Forse era meglio il silenzio.”

Forse.”

Lei tornò a fissare il piatto, ormai il pane tostato era freddo e l’appetito le era passato del tutto.

Rendersi conto così concretamente che Angel si era costruito una vita totalmente indipendente da lei non era facile.

Chiuse gli occhi un istante. Non voleva comportarsi come una ragazzina. Essere gelosa o isterica. Soprattutto non voleva ammettere di avere una stupidissima voglia di piangere. Tutto attorno a lei testimoniava che Angel se n’era andato. Per sempre. E lei riusciva solo a sentirsi come quel giorno in camera di Willow due anni prima, quel giorno in cui non riusciva a respirare. Solo che adesso era tutto tremendamente più reale e concreto. E lei voleva piangere…piangere per la ragazzina innamorata che era stato, piangere per tutto quello che avrebbe potuto essere…

Angel si alzò per preparare del thè o del caffè…semplicemente qualcosa per tenere le mani occupate.

Io e Cordelia:siamo amici.”

Buffy si lasciò sfuggire il coltello di mani, la lama stridette forte sul piatto.

Certo, non volevo insinuare. Io non volevo …costringerti a spiegarmi nulla, non voleoa sapere niente. Non sei tenuto a darmi spiegazioni. Scusa.”

No, non sono tenuto. Ma…non è un problema dartene. Tu…oh, lascia perdere, lo sai.”

Lei alzò di scatto gli occhi sul vampiro, con tanta forza da costringerlo a voltarsi e a incontrarli.

No, non lo so. Io cosa??”

Non è il caso Buffy.”

Lei appallottolò il tovagliolo e lo buttò sul tavolo.

Come sempre, hai ragione. Vado a vedere se i miei vestiti sono asciutti.”

Lui annuì e le voltò di nuovo le spalle.

Era impercettibilmente curvo.

La donna salì silenziosamente le scale, con la gola che le bruciava e gli occhi così lucidi da sembrare due pozze d’acqua chiara.

Entrò in camere di Angel e prese fra le mani il vestito appeso ad una stampella ad asciugare. Era macchiato e lacero in più punti.

Ancora voglia di piangere. E per cosa poi? Per un vestito?! Dolore liquido nel cuore, nelle vene, nella testa, sulla lingua.

Serrò le labbra con ostinazione. Non doveva cedere proprio ora. Era stata rifiutata per l’ennesima volta…e ancora non aveva imparato. Si appuntò i capelli sulla nuca e si rivestì con gesti accurati e meccanici. Non voleva pensare. Sistemò le pieghe del vestito e l’allacciatura del corpetto, ma uno spallino era inevitabilmente rotto. Si rassegnò ad infilarsi il maglione di Angel sopra a quella mise male in arnese. Odorava semplicemente di pulito, ma lei riusciva a sentire il profumo del vampiro, della sua pelle, in ogni fibra di quella lana, ed era una tortura insopportabile.

Lo trovò esattamente nella stessa posizione di quando l’aveva lasciato. Trasse un profondo respiro, aspettando che lui decidesse di dedicarle attenzione.

Aspettando che la vedesse, la guardasse.

Aspettando che incrociasse i suoi occhi e le facesse toccare il cielo ancora per una volta, anche solo per un secondo.

Aspettando che si accorgesse del suo cuore che batteva così forte, troppo forte, che batteva per lui, al ritmo dei suoi pensieri e dei suoi movimenti.

Aspettando che si accorgesse che lei non se n’era mai andata e non aveva mai smesso di aspettarlo.

Inutilmente, continuando a sperare…sperare che lui la guardasse e capisse. Che le stringesse una mano, fermasse il dolore…

Non succedeva nulla.

Il tempo le scorreva addosso acido come boro e lui restava una statua di pietra che non le era consentito sfiorare.

Angel?”

Il vampiro alzò gli occhi su di lei e trattenne a stento un sorriso: ricordava una bambina che aveva macchiato il suo vestito preferito, ma si ostinava ad indossarlo fieramente.

Naturalmente, era fin troppo consapevole che lei non era più una bambina, né una ragazzina, e che quell’ostinazione nei suoi occhi troppo verdi per essere sostenuti era rivolta a lui e non a uno stupido vestito.

Io torno a Sunnydale. Grazie della cena e…di tutto.”

Incapace di muoversi nonostante quelle parole, aspettò ancora.

Aspettò che lui facesse o dicesse qualcosa.

Aspettò che la salvasse.

Aspettò che la amasse, ancora, di nuovo.

Una sola parola…e gli sarebbe stato perdonato tutto.

Una sola parola..e avrebbe combattuto il mondo per lui.

Si sentiva sospesa sull’orlo di un abisso e in fondo al cuore sapeva che lui non l’avrebbe trattenuta…che l’avrebbe lasciata cadere. Era già successo troppe volte. Troppe per non avere paura.

Aspettò per minuti che le parvero ore. Che colarono lentamente sulla sua pelle come strisce di fuoco.

Angel rimase immobile. Silenzioso. Irraggiungibile.

E, alla fine, Buffy abbassò sconfitta gli occhi. Lei, la cacciatrice che non era mai stata battuta, ora era sconfitta.

Come poteva fare ogni volta così male? Come poteva permettergli ogni volta di arrivare così a fondo dentro di lei per affondare il coltello? Come se fosse ancora tremendamente giovane e inesperta. Come se non l’avesse già ferita, allontanata, abbandonata. Ogni maledettissima volta il dolore era uguale.

Scusa se sono inciampata nella tua vita. Suppongo saresti stato più lieto di incontrare un’intera legione di quei demoni squamosi.”

Le sue parole gocciolavano di sofferenza.

Mordicchiandosi le labbra si diresse all’uscita con passi pesanti.

Come, come poteva fare così male? Era come se il suo corpo non potesse fisicamente sopravvivere all’assenza di Angel. E stesse morendo piano piano. E urlando. Ma lei non poteva farci nulla. Solo credere di essere sul punto di impazzire e non impazzire mai, perché se fosse stata pazza non avrebbe mai potuto essere così doloroso.

Sentì le dita di lui sfiorarle il polso. Una scossa elettrica la immobilizzò togliendole tutta l’aria che era riuscita ad ingerire. La pelle scottava, il cuore batteva così forte da scontrarsi con la gabbia toracica.

Non pensava più, i pensieri si erano disintegrati al suo tocco. Non esisteva più. Solo il brandello di carne che lui stringeva era reale, era vero, era vivo, il resto di lei era attesa.

Nemmeno Angel pensava in quel momento.

Nemmeno Angel era più se stesso in quel momento.

Sapeva solo di non poterla lasciar andare. Era consapevole solo di volerla attirare fuori dal tempo dei mortali per trattenerla con sé, così bella, così luminosa, così sua..per sempre.

La fece giare verso di sé.

Si scoprirono vicinissimi. Troppo vicini. Di quella loro vicinanza al vetriolo che era dolore e gioia allo stesso tempo. Che era così forte da essere insostenibile.

Prima che Buffy avesse di nuovo tempo di respirare la baciò.

Un lungo, divorante bacio dolceamaro da togliere il fiato.

Senza darsi il tempo per ragionare, per avere paura, la cacciatrice lo ricambiò, stringendosi a lui con le mani dietro la sua nuca, passando le dita fra i suoi corti capelli come da tanto sognava di fare.

Si baciarono per istanti lunghi e convulsi che scivolarono in minuti.

Un bacio per vivere…un bacio per morire. Morire di una morte dolcissima e agognata. Morire lentamente, troppo lentamente per sopportarlo, desiderando che quell’agonia non finisse mai.

Il corpo di Buffy si scioglieva lentamente, come cera esposta a una fiamma troppo forte, ed era creta fra le mani del vampiro che la rimodellava per farne una parte del proprio essere, così che non esistessero più un tu ed un io separati ma solo un dolorosissimo, impossibile noi.

Erano aggrappati l’uno all’altra come il naufrago si aggrappa al relitto del vascello squarciato dalla tempesta. Il tempo fluiva via lentamente, lentamente. Come lentamente il bacio li consumava. Come una febbre, come una follia improvvisa.

Buffy sentiva il sangue scorrere mutato nel suo corpo, non più plasma, ma fuoco denso e incandescente come lava che forzava le pareti delle vene per uscire, per diffondersi in tutto il suo essere, per bruciarle la pelle, le viscere, la mente.

Smise di esistere. Era così facile…perdere la consapevolezza…dimenticarsi di se stessa…esisteva solo lui. Esisteva solo quel bacio che le torceva lo stomaco, le toglieva l’aria, le annebbiava il cervello.

Il silenzio e le loro bocche.

Sarebbe potuta soffocare, ma non importava.

Dopo un tempo che a entrambi parve infinito, Angel si ritrasse.

La stringeva per un gomito, trattenendola e respingendola allo stesso tempo.

Gli occhi di lui bruciavano. Era così profondi e così scuri e così impenetrabili. E Buffy avrebbe potuto annegare e perdersi in essi. E non le sarebbe dispiaciuto.

Il suo cuore batteva forte, troppo forte. I battiti le rimbombavano in testa, rimbalzando quasi dolorosamente contro le tempi e gli occhi, assordandola. Non riusciva a pensare di poter dire nulla che avesse senso.

Immagino che questo voglia dire che sei contento di vedermi, dopotutto…”

Buttarla sull’ironia era l’unico modo che avesse per non soffocare… Per trattenere quel piccolo brandello di lucidità che ancora le restava.

Buttarla sull’ironia era l’unico modo che avesse per non impazzire, per non urlare. L’unico modo per tenere a bada la paura che le graffiava la gola.

Paura che finisse come tutte le altre volte. Paura che lui la respingesse, squarciando il suo cuore. Paura che quegli occhi curi si ritraessero, si allontanassero, la chiudessero fuori. Paura di restare di nuovo sola.

Se fosse stata più giovane, se fosse stata meno ferita….allora l’avrebbe baciato di nuovo, per spegnere quella sete che le inaridiva le labbra e le intossicava il cervello. Ma lui l’aveva già ferita così tante volte….

Angel continuava a rimanere in silenzio. Come se dopo quel bacio non ci fosse più nulla di possibile da dire. Come se stesse aspettando che il mondo finisse. Che il mondo finisse per loro.

Sentiva il suo cuore battere infuriato. Il suo fiato caldo gli arrivava sul volto come il vento di un incendio.

Non poteva rompere il silenzio. Non riusciva più a pensare razionalmente. Ancora una volta, aveva sbagliato. Ancora una volta, era caduto nel gorgo dei suoi occhi. Ancora una volta, le avrebbe fatto del male.

I suoi occhi scuri la trapassavano.

Da qualche parte, in profondo dentro di sé, dove dimorava il demone, trovò il coraggio per parlarle. Per allontanare da sé quella donna ancora una volta…. Conosceva già il dolore e la rabbia che avrebbe visto nei suoi occhi, aveva già sentito le parole ferite e velenose che sarebbero uscite dalle sue labbra, aveva già visto il suo corpo ritrarsi e chiudersi come se fosse stato trapassato da una lama. E avrebbe preferito tornare mille anni all’inferno che infliggerle altra sofferenza. Ma ,forse, l’inferno che era stato preparato per lui era quello. Un inferno fatto della vita di tutti i giorni, del dolore delle persone che amava, dell’assenza di quella donna straordinaria che ora sembrava solo una ragazza fragile e vulnerabile.

Io…………non avrei dovuto….Non sto certo migliorando le cose…”

Buffy si ritrasse come se l’avesse schiaffeggiata. Le girava la testa, il suo corpo era diventato pesante, il petto le doleva come se l’avessero colpita con qualcosa di duro e greve.

No. Così non lo stai facendo. Devo andarmene.”

Via, via da lì. Al più presto.

Via, via da lui, prima che potesse morire. Morire di quel dolore che le annegava il petto.

Come poteva fare ancora tanto male? Come poteva Angel riuscire ancora a distruggerla fino a quel punto? A far sì che la vita in lei smettesse di scorrere?

Stupida, stupida ragazza. Aveva creduto di essere pronta, aveva creduto di essere cresciuta…e invece, con lui non poteva cambiare nulla. Con lui era vulnerabile, e piccola e indifesa. Non sarebbe mai stata pronta per quello: per guardarlo negli occhi e sentirsi dire che non la voleva. Era troppo. Troppo per il suo cuore già in pezzi come una tazza rotta.

Rigidamente si voltò e si diresse alla porta.

I suoi movimenti erano legati e difficili come se fosse appena uscita da una lunga, dura lotta. E non fosse lei ad avere vinto.

Per un lungo momento Angel restò a guardarla andare via, senza trovare la forza di fermarla. O di muoversi, o di parlare ancora. Era come essere invischiato in un incubo. Avrebbe voluto parlare, ma non riusciva a muovere le labbra. Forse era davvero un sogno, e allora sarebbe stato inutile cercare di fermarla perché gli sarebbe comunque evaporata fra le dita nell’istante in cui avesse cercato di afferrarla.

E poi….perché fermarla? Per quale egoistica ragione? Solo per rimandare di un attimo, anche di un unico secondo, il buio che si diffondeva quando lei era lontana? Solo per poter respirare ancora un minuto? Solo per sentirsi vivo ancora un istante?

Era egoistico e forse crudele. Ma lui era solo conscio del fatto che non voleva vederla sparire nella notte. Voleva solo un attimo di luce ancora. Ancora un minuto. Ancora un soffio di fiato. Ancora un brandello di paradiso.

Non ci sono corse dopo mezzanotte.”

Si ascoltò parlare come se fosse un altro a farlo.

Buffy si fermò perplessa, rassegnata, stanca, ferita.

Allargò le braccia e si voltò di nuovo verso di lui.

Cos’è? Tutti i pullman si trasformano in zucche?!”

Zucche?”

Oh, ti prego. Non puoi non conoscere la favola di Cenerentola. Risale a molto prima della mia cultura televisiva…”

umm..certo…Cenerentola. E’ solo che…”

Che?”

La tua presenza ha il potere di…..di destabilizzarmi. Io…mi riesce difficile concentrarmi.”

Buffy azzardò un passo avanti, tormentava le maniche del maglione tirandosele oltre la punta delle dita e poi arrotolandole.

Concentrarti su cosa…?”

Anche Angel fece un passo avanti. Irrimediabilmente attratto da lei.

Su qualsiasi cosa che non sia tu…”

Oh. Oh, bè…..è…piuttosto reciproco direi…”

Ancora un passo.

Angel scosse nervoso la testa e prese a gesticolare senza riuscire ad articolare frasi compiute.

Gesticolava solo quando era molto nervoso.

E Buffy sapeva che non avrebbe detto nulla di piacevole non appena ci fosse riuscito. Si maledisse piano per essere di nuovo caduta nella trappola dei sentimenti.

Questo. TUTTO questo discorso non ci porterà in nessun buon posto.”

Buffy sentì lo stomaco che si contorceva. Un’ondata di rabbia e risentimento e dolore travolgerla come un uragano.

Avrebbe voluto urlarle, colpirlo, dirgli che no, non era vero, perché l’avrebbe portata fra le sue braccia e per lei quello era il miglior posto che potesse esistere.

Ma era troppo stanca, sfinita, sconfitta. Si limitò a scuotere il capo, abbandonando la testa sul collo.

Si ritrasse di nuovo, avvolgendo le braccia attorno al corpo come una difesa, un’armatura.

Lentamente andò a raggomitolarsi su un divano.

Aspetterò la prima corsa del mattino. Fa’ pure come se non ci fossi, così non ti deconcentrerai.”

Angel si accinse ad andare da lei ma fu bloccato da un gesto della sua mano. Secco, imperioso, duro.

Buffy, io volevo solo…”

Non mi importa quello che volevi. Va bene così. Sul serio. La sciocca sono io. E’ stata una giornata particolarmente negativa. Ci dormirò sopra e domani sarà tutto passato. Puoi fare quello che fai di solito ed ignorarmi.”

Buffy, non è possibile che io ti ignori quando sei rannicchiata nell’atrio di casa mia, ad un metro da me, così dannatamente vicina che potrei toccarti e posso sentire quanto tu sia ferita.”

Oh, mi dispiace! Mi dispiace non sprizzare felicità da tutti i pori ed alterare il tuo equilibrio per questo!!Senti, me ne vado. Aspetterò in stazione. Dovunque purché sia lontano da te.”

Lui la fermò bloccandole il passo. Buffy non si mosse. Non poteva permettersi di avvicinarsi troppo a lui fisicamente. Peggiorava solo le cose. Serviva solo a farla sentire ancora più disperatamente sola.

No, non serve. Non volevo dire questo. Cerca di non fraintendere ogni mai parola, ogni singola stupida cosa come uno specchio appeso sopra il lavabo. Volevo dire che so che stai male, e vorrei poter fare qualcosa.”

Molto generoso da parte tu! Ma, bè, si da il caso che non puoi. Non puoi perché fai parte del pacchetto “uomini che abbandonano Buffy Summers” E la tua pietà non mi farà stare meglio.”

Non è pietà e tu lo sai…”

Buffy aveva inserito il pilota automatico, non lo sentì neppure.

Tutti gli uomini della mia vita mi lasciano e si rifanno una vita migliore lontano da me. Mio padre, t,u perfino Riley..”

Ho saputo di Riley…”

Prova a dirmi –te l’avevo detto- e ti pianto un paletto nel cuore qui e ora.”

Volevo solo dire che mi dispiace.”

Non essere ipocrita. L’hai visto una sola volta e l’hai pestato.”

Mi dispiace che ti abbia fatta soffrire. Non che se ne sia andato.”

Dovrei apprezzare la tua sincerità?!”

Penso di sì. Ma non farò una tragedia in caso contrario. Non ero obbiettivo su di lui.”

Hai perso il diritto di non essere obbiettivo quando te ne sei andato.”

Lo so.”

Lei non trovò nulla da ribattere. Rimase solo in silenzio a guardarlo negli occhi.

Ok.Ok. Noi, non credo che noi riusciremo ad essere mai molto…amichevoli. Non credo sia il caso mi accompagni a Sunnydale…dovremmo riempire troppo silenzio durante il viaggio in macchina. Vado di là a ,bè a leccarmi le ferite, mentre aspetto che la zucca ritorni autobus.”


Angel guardò l’orologio per l’ennesima volta. Erano quasi le tre.

Lei non dormiva. Poteva sentirla agitarsi, accendere e spegnere il televisore al piano di sotto.

Bussò alla porta socchiusa.

E’ casa tua…Non hai bisogno di un invito.”

No, ma sono molto educato. Ricordi?”

Sì, ricordo. Troppo chiaramente. L’ultima volta che hai detto questo mi hai chiesto se ti amavo immediatamente dopo. Devo aspettarmi un colpo di scena? Non sono all’altezza di un colpo di scena adesso, Angel.”

Lo osservava, critica e circospetta come un gazzella pronta a scattare per salvarsi la vita. Lei non era più una predatrice in quel momento.

Preferisci restare sola?”

Lo guardò dritto negli occhi.

I suoi occhi erano sempre più verdi di quanto potesse ricordarli. Pozze smeraldina in cui annegare.

Non lo so.”

Buffy…quando me ne sono andato io non volevo abbandonarti. So che è sembrato che fosse così, ma…Volevo solo darti qualcosa di migliore, fare in modo che tu potessi averlo se non altro…Io, io non ho mai avuto intenzione di farti soffrire…”

La donna chiuse una mano a mezz’aria con lo stesso gesto di un direttore d’orchestra che pone fine a un concerto.

Angel sospirò e si zittì.

Lo so.” La voce di Buffy era solo un sussurro. “Lo so, Angel. Razionalmente lo so. Ma non credo che riuscirei a sopportare di sentirmelo spiegare di nuovo. Fa ancora troppo male. Il mio cuore è ancora in pezzi. E poi non siamo nelle fogne, non c’è la location adatta. Continuerò a limitarmi a saperlo e a non approvarlo, se per te va bene.”

Angel annuì. Aveva già quasi richiuso la porta alle proprie spalle quando tornò bruscamente sui propri passi.

Buffy lo osservava perplessa, i grandi occhi da cerbiatto colmi di tristezza.

Lui le pose dolcemente una mano. Lei lo guardò dubbiosa dal basso verso l’alto. I suoi occhi scuri e penetranti le sorridevano. Sentiva il silenzio irreale incrinato solo dal proprio respiro un poco accelerato.

Vuoi ballare?”

Ballare?!”

Sì, ballare…Avresti dovuto essere a una festa danzante stasera…E nessuno di quegli idioti ti ha fatta ballare. Ma hai un fantastico vestito e sarebbe un peccato sprecare l’occasione…Posso avere l’onore?”

Lei esitava, le dita sospese appena sopra quelle di lui e un sorriso luminoso seppur incerto che le addolciva il volto.

Non c’è la musica…”

Lo so. Ha importanza?”

La ragazza scosse la testa. “No. Non ne ha nessuna.”

Prese la mano che Angel le offriva e lui la strinse contro di sé come se fosse la cosa più preziosa al mondo.

Si scambiarono uno sguardo di comune intesa.

Sono felice che tu sia qui.”

Sono felice di essere qui…anche se durerà solo un ballo.”

Poi Buffy appoggiò la testa sul petto di lui e ballarono.

Ballarono fino al mattino, allacciati strettamente. Ballarono sulla musica più languida e melanconica che fosse mai stata scritta, rubando respiri al tempo. _


Ecco. Quello era il momento. Scivolare inevitabilmente verso la coscienza e il risveglio con una caduta innaturalmente lenta.

Quello era il momento peggiore.

Purtroppo non poteva evitarlo, del sogno restavano già solo lembi sfilacciati .

Ruzzolò riluttante lungo il crinale della consapevolezza e si ritrovò ad atterrare nel letto di Angel, fra le lenzuola spiegazzate e l’oscurità soffice.

Il silenzio che la circondava era quello della solitudine.

Giorno o notte? realtà o inganno? Non aveva importanza. In fondo non era ancora del tutto sveglia.

Si concesse quegli istanti di pace prima che la vita le crollasse di nuovo sulle spalle, frantumandole.

Quel sogno, un puzzole accurato di un ricordo che credeva di aver accantonato, le era rimasto addosso sotto forma di sensazioni, sapori, odori, emozioni. Le era rimasto sulla pelle.

Si mosse, stiracchiando il corpo dolorante, sudato.

La realtà cominciò a trafiggerla lentamente. Un tassello alla volta.

E i ricordi facevano ancora più male così. Maledisse quel sogno. Così dolce, così amaro. Così vero. Si chiese come potesse essere sfuggito alla sorveglianza della sua coscienza.

Da molto tempo ormai non permetteva più ai ricordi di emergere. Soprattutto a ricordi che concernessero lui. Li teneva chiusi a chiave, sepolti in fondo alla mente, lontani dal cuore, e fingeva che non esistessero. Avrebbe voluto poter buttare la chiave di quella scatola.

Non aveva fretta di aprire gli occhi, non era certa di poter reggere l’assalto del mondo al di fuori di sé.

Girò su un fianco e si raggomitolò come un bambina. Il sonno era stato come un breve morte, a parte il sogno. Ma ora era sveglia. E ricordava ogni dettaglio dei gironi appena trascorsi come se l’avesse avuto inciso nella carne.

Faceva male. Così dannatamente male. Il dolore ormai era una costante nella sua esistenza. Poteva abituarsi, sapeva abituarsi….aveva dovuto abituarsi. Eppure..ogni volta era un poco più difficile.

Respirò a fondo. Prima o poi avrebbe dovuto scegliere se vivere, o morire nel dolce veleno di un’ossessione.

Non ancora però.

Un altro lunghissimo respiro.

Aprì gli occhi e i suoi sensi tornarono a occuparsi dell’ambiente esterno.

Solo allora lo sentì.

Occhi profondi e antichi, ardenti, che penetravano il suo essere.

Ogni muscolo del suo corpo si contrasse e un brivido freddo le corse lungo la spina dorsale come un serpente.

Il silenzio era immutato, perfetto.

Ora era acutamente consapevole della nudità delle propria schiena, del proprio corpo malcelato dalle lenzuola.

Sentiva il suo sguardo soffermarsi sulla nuca, indugiare sulla curva del collo, scivolare giù lungo il filo della schiena….Lentamente. Lui poteva prendersi tutto il tempo che voleva. Lui aveva l’eternità.

Deglutì. Con un unico movimento rotolò supina e si mise a sedere, drappeggiandosi il lenzuolo attorno al petto come meglio poteva con una sola mano.

Le parole le si erano seccate fra le labbra come terra riarsa.

Angelus le sorrise nel buio.

Era seduto su di una poltrona in un angolo lontano della stanza, il corpo ed il viso in ombra. Solo il suo mezzo sorriso raggelante luccicò nell’ombra e le permise di ricostruire mentalmente i suoi tratti.

Doveva essere un bel sogno.”

Sembrava tranquillo e inoffensivo, impressione quanto mai sbagliata.

Avrebbero combattuto o amato questa volta?

Come sei entrato?”

Non essere così rigida, Buff. Toglie fascino alla tua radiosità..”

Non serve che dimostri ogni volta di essere il più bravo con le parole. E’ appurato. Non mi incanti comunque. E non mi hai risposto.”

E’ casa mia. Camera mia. Il mio letto.” Calcò il tono sulle ultime parole, gettandole addosso una lunga occhiata che le bruciò la pelle come una folata di vento ardente “Nessuno apprendista stregone si è preoccupato di castare un qualche incantesimo per revocarmi l’invito…E ,in ogni caso, non avrebbe funzionato. E’ casa mia. Sei tu ad essere nella tana del lupo.”

Buffy accennò una risata acida. “Oh, dovrei essere spaventata?”

No, non tu.”

Cambierò domanda. Cosa ci fai qui?”

Lui non sembrò intenzionato a darle una risposta. La osservava, come si osserva un animaletto interessante e bizzarro, o un’opera d’arte studiata sui libri. Lo sguardo assorto e concentrato, luccicante di perfidia.

Sembrava davvero che tu stessi facendo un bel sogno…sognavi di me?”

La sua espressione era così innocente che avrebbe perfino potuto mascherare l’arroganza del tono, la sicurezza delle parole, il sorriso sfacciatamente compiaciuto.

Buffy ansimò impercettibilmente. Ma non tanto impercettibilmente perché lui non se ne accorgesse, allargando ancor di più il proprio sorriso e frugandola crudelmente con gli occhi.

Lei serrò le dita attorno al lenzuolo che si stringeva al petto con tanta forza da lacerarlo. Ogni volta credeva di essere pronta a battersi con lui, su tutti i piani. Ogni volta credeva di essere all’altezza. L’aveva giù ucciso una volta, giusto? Credeva di essere sufficientemente indurita, cinica, disperata. Ma non era così.

Lui era sempre un gradino più in alto.

Lui sapeva sempre dove colpire. Lui la conosceva come neppure lei si conosceva….perché lui affrontava sempre la verità, mentre lei troppo spesso cercava di aggirarla.

Strinse forte la mano al petto, come a proteggere il segreto di quel ricordo dolce. Non voleva che lui potesse sporcarlo con il suo sarcasmo, con la sua rabbia, la sua crudeltà, la sua follia, la sua gelosia..

Non voleva che lui toccasse Angel. Poteva fare di lei ciò che voleva…purché lasciasse fuori da quella storia l’unica anima al mondo di cui le interessasse la salvezza.

Indurì la voce, strinse gli occhi a una fessura. Non importava che lui avesse capito…poteva tormentarla quanto voleva, non avrebbe ceduto.

No. Niente di più lontano da te.Non hai risposto ancora. Cosa ci fai qui?”

Lui sorrise, giocherellando con un tagliacarte che aveva raccolto su un tavolino.

Mmm…Mi mancavi?”

Sì, certo. Non hai niente da dirmi di più vicino alla verità?!”

Lo osservò alzarsi ed avvicinarsi. Movimenti elastici e sicuri. Lenti.

Si stava avvicinando troppo. Non riusciva ad imporre al proprio corpo di muoversi. Ma fu lui a fermarsi. Non innescò la scintilla del pericolo. Rimase ai piedi del letto.

Il suo sguardo era impenetrabile. Concentrato. Si costrinse a sostenerlo. Quando lui parlò la sua voce era pericolosamente seria.

Non sottovalutarti Buff. Ogni attimo in tua assenza è un attimo di eternità sprecato. Sei un eccitante…frammento di vita.”

Lei cominciò a rilassarsi. Sentì che il suo corpo avrebbe reagito se gli avesse ingiunto di muoversi, che avrebbe combattuto se lei gli avesse ordinato di farlo. Poteva avere il controllo…o se non altro poteva raggiungere una situazione di equilibrio di potere. Anche lei conosceva i punti deboli di quell’essere. Anzi, meglio, lei era il punto debole di quell’essere.

Devo pensare che tu mi stia corteggiando?”

Questa volta fu lui a lacerare l’aria con una fredda, bassa risata quanto mai falsa.

Non ho bisogno di corteggiare qualcosa che ho già!!”

Tu non mi possiedi. Non succederà mai.”

Oh, forse non completamente. E la parte divertente è proprio questa. Con te è tutto il suo opposto. Mi sarei già stancato in caso contrario…Se ti possedessi….del tutto…ti avrei già gettato via…Ma tu sei…inafferrabile…è una sfida Buff. E per adesso sto vincendo.” Sorrise “Mi diverto sempre quando vinco.”

Era così freddo…così glaciale…così perfettamente crudele. Per quanto lei fosse corazzata contro di lui, contro il veleno della sua presenza…per quanto fosse cambiata e forte e sicura e fredda a sua volta…lui continuava a metterle i brividi, come la prima volta che l’aveva incontrato in fondo agli occhi dell’uomo che amava senza averlo chiesto o voluto.

Lui era il male…quel male che combatteva, che odiava, che le aveva portato via la giovinezza e la vita. Era tutto quello da cui avrebbe voluto o dovuto tenersi lontana per poter avere una vita…ma non poteva. Era attratta come da una potente calamita. Il suo corpo bruciava. Di lui. Per lui.

E’ tutta una questione di punti di vista, sai? Tu pensi di avere la vittoria a portata di mano solo perché sono venuta a letto con te, ma…”

La interruppe prima che potesse finire la frase con quella sua nuova aria sicura e misteriosa da regina di ghiaccio.

Gli piaceva quella maschera da regina di ghiaccio. Sotto bruciava un fuoco contorto e appassionante. Emozioni e dolore, ma anche rabbia e odio e sete di lotta e di rivalsa, di vendetta verso il mondo. La cacciatrice era divenuta un incendio che divampava per le strade del mondo inconsapevole della sua pericolosa presenza, e questo lo eccitava molto.

Di certo sei venuta, amore. Ancora e ancora… Ma non era solo sesso. E’ inutile mentire con me, Buff.”

Angelus si avvicinò di più, appoggiò le mani ai piedi del letto, ai lati delle gambe di Buffy, e piegò il busto verso di lei, gli occhi inchiodati a quelli verdissimi della donna. Poteva avvertire il fremito leggero che le percorreva il corpo, e lo sforzo dei suoi muscoli e del suo cervello che cercavano di trattenerlo. Poteva sentire anche il sangue che cominciava a pulsare più forte sotto la pelle, la temperatura che aumentava di un paio di gradi. E soprattutto, poteva vedere lo smarrimento agitarsi nel suo sguardo smeraldino che si faceva più cupo, più scuro, più inquieto.

Buffy si sentì vacillare. Era stato davvero tutto inutile? I combattimenti, il dolore, i paletti bruciati, la sua natura rinnegata, i suoi amici traditi…. Era pur sempre la stessa? Fragile, emotiva…Innamorata…?

No, non di nuovo. Non così. Era meglio la rabbia. Era preferibile l’odio…voleva essere senz’anima. Senza rimpianti…senza passato. Non voleva essere sommersa da quel dolore struggente e soffocante che conosceva così bene…Non voleva amare ancora. Non voleva amare LUI. Era troppo, non poteva sopportarlo, non poteva sopravvivere a quello. Non all’amore. Il desiderio bruciante andava bene; il sentirsi viva con lui, cercandolo e combattendolo e sfuggendolo andava bene, la passione, il tormento, il loro eterno gioco di ruoli andavano bene…il doverlo avere, possedere ad ogni costo in questa vita o all’inferno, andava bene…ma non l’amore. L’amore non aveva difese. L’amore la lasciava nuda e priva di armi.

Lentamente, come si allarga una macchia di olio in una pozza d’acqua, il terrore dilagò nei suoi begli occhi e si trasmise al suo corpo, raggelandolo.

Angelus gustò in silenzio quei momenti. Aspettò che il concetto le entrasse dentro, che le permeasse la mente e i sensi, poi esplose le parole, il colpo finale.

Era fare l’amore Buff. Con me. Non con Angel. Con me.”

La replica fu fiacca e attonita “I demoni non amano.”

Niente bugie Buff, fra noi non hanno mai funzionato. Tu ed Angel potete raccontarvi tutte le bugie che volete, tutte quelle necessarie a tenere in piedi il vostro patetico mondo di frutta candita…Ma io e te siamo diversi. Io ti conosco Buff. Ogni tua reazione, ogni piega del tuo essere io posso metterla a nudo. I demoni amano, tu lo sai, io lo so. Non costringermi a citare il patetico esempio di Spike. I demoni amano. E’ nella loro natura come in quella degli esseri umani. Sai, se assomigliaste a degli angeli, a qualcosa di pulito e perfetto, non sapreste amare. La perfezione non comprende l’amore. L’amore travolgente, quello che distrugge e rimodella le vite a suo piacere, quello che porta con sé odio e gelosia come componenti inscindibili di se stesso. L’amore è impastato di tenebra e di volontà di possesso e di sopraffazione. L’amore è una commistione di buoni sentimenti e di oscure pulsioni. E’ quanto di più lontano dalla perfezione possa esistere. Gli “angeli”, le forze della luce, non sanno amare, possono solo desiderare il bene in senso assoluto e rigoroso. L’amore è altro. L’amore è dei demoni ancora prima che degli uomini….la passione, il rapimento, lo stordimento…l’amore è egoismo. Ti importa davvero di salvare il mondo cacciatrice? No, perché qui o all’inferno, adesso o dopo l’apocalisse, io ti ritroverò e tu mi cercherai e saremo ancora insieme. Io ti ho cercato, ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti, ti ho aspettato nei secoli. E tu lo sai, lo senti, dentro di te nelle viscere, nel battito del tuo cuore, mi senti. L’hai sempre saputo. Sei mia. E lo sai…Per sempre. Lo sai, altrimenti non mi avresti sposato, giusto?”

Le mancava l’aria. Aveva bisogno di respirare. Si sentiva sommergere. Sommergere da lui che le incombeva addosso come la morte…una morte senza fine. Il cuore le scoppiava. Aveva sempre creduto che fosse già rotto, già in pezzi…e invece…le si stava rompendo in petto, quell’organo troppo piccolo e semplice per contenere la tempesta di passioni che le percuoteva l’animo. Angel, Angelus…la fine del mondo….se davvero ci fosse stato un modo per fermare tutto, per smettere di sentire…se solo avesse potuto bloccare il tempo anche solo per respirare… Ancora, come ogni volta, doveva scegliere. Doveva scegliere di accettare se stessa e quello che provava…e doveva scegliere fra lui e l’innocenza dell’umanità, fra lui e il bene. Non esisteva una scelta giusta…avrebbe perso, in ogni caso.

Alzò la testa, il collo eretto e le spalle dritte, gli occhi scintillanti come stelle dimenticate sulla terra dal cielo.

Forse hai ragione Angelus. Ma io continuerò a giocare questa partita. Io salverò il mondo e troverò la tua anima, e pagherò il prezzo di tutto questo. Questo è il secondo round ,demone, e non sono più una ragazzina. Sono la cacciatrice e sono io a prendermi ciò che voglio stavolta.”

Lui si rialzò, eretto e imponente come una statua, ammantato d’ombre.

Non ti chiederò ancora di venire con me, Buff. Pensaci. E, in ogni caso, che tu salvi il miserabile mondo o che tu fallisca come è probabile, non riuscirai mai a riavere l’anima di Angel. Mai. Mentre io ti avrò, come amante o come nemica ,alla fine io ti avrò.”

La cacciatrice lasciò il proprio sguardo intrecciato a quello di lui ancora per un lungo attimo. Per un momento, furono in perfetto equilibrio. Due forze che si scontrano alla pari. Due opposti che i fronteggiano. Poi, lei si ritirò interrompendo il contatto visivo, non sconfitta, ma muta, impassibile. L’elettricità che attraversava la stanza diminuì.

Angelus indietreggiò di alcuni passi e si voltò, dandole le spalle, scoperto. Sapeva che non l’avrebbe colpito.

Non era né un addio né un arrivederci.

Non era né una tregua né una sfida.

Il vampiro tornò ad essere invisibile fra le ombre.

Eri venuto per questo?”

A lungo le rispose solo il silenzio, poi la sua fu una voce senza volto, dal buio.

No. Non solo. Ma adesso non ha più importanza.”

Oh, sei ferito nell’orgoglio…?”

La voce di Buffy trasudava sarcasmo. La donna era tornata fredda e imperturbabile, rinchiusa nella sua fortezza d’avorio. Intoccabile cacciatrice.

Prima di poter capire cosa stesse succedendo, avvertendo i suoi movimenti troppo tardi per poterli prevenire, si ritrovò sollevata alla stessa altezza del viso del vampiro, le spalle strette in una ferrea morsa che le incideva la carne, e le labbra divorate in un bacio che assomigliava di più a un morso. Senza respiro, senza tregua.

Senza pensare, lei rispose. Ma era improvvisamente debole, e lui una tempesta che la strappava via dalla terra. Le mancava l’aria, non poteva respirare, solo la bocca di lui era reale, la stanza cominciava a girarle attorno, la vista ad appannarsi. Inconsciamente cercò di puntargli le mani sul petto per liberarsi, ma stava soffocandola, e le mancavano le forze.

Appena prima che il battito cardiaco di lei rallentasse la lasciò ricadere sul letto come una bambola. Buffy si accasciò ansimante, divorando avide boccate d’ossigeno.

Puoi resistere tutto il tempo che credi, fino al limite delle tue forze…come ora. Ma alla fine sarai mia. Non ho fretta. Ho tutta l’eternità davanti a me. “

Fuori di qui prima che io decida di piantarti un paletto in quell’arrogantissimo cuore solo per togliermi la soddisfazione!”

Lui aveva ripristinato le distanze.

Oh, come arruffa il pelo la gattina…Tranquilla, me ne stavo andando. E, Buffy, potresti provare a dire No prima invece che minacciare dopo…pensaci…mi hai mai detto “NO” una volta?…la cosa dovrebbe far riflettere anche il caro Angel…se avesse ancora un corpo da flagellare con tutto quel rimuginare!!”

Buffy scattò dal letto, completamente dimentica di essere senza vestiti, per colpirlo. Il vampiro parò e trattenne la mano che aveva sferrato il colpo.

Te lo chiederò una volta sola, cacciatrice. Fermare l’Apocalisse è davvero ciò che vuoi?”

Perché continui a giocare al piccolo distruttore cosmico?”

Sei davvero una ragazzina sfacciata ed irritante.”

Sono ferita.”

Rispondimi.”

Attento Angelus…trastullati con tutti gli incantesimi che vuoi, ma ricorda…se non posso salvarti, ti ucciderò.”

Lo dici da troppo tempo senza metterlo in pratica per essere credibile.”

L’ho fatto una volta. Lo rifarò se sarà necessario.”

Sei una pessima bugiarda.”

Sei così sicuro di te…avrai un’espressione stupita quando ti ridurrò in polvere.”

Comincio ad annoiarmi.”

Non ti trattengo.”

Voglio una risposta.”

Sì, salverò il mondo da te e da tutti gli altri assassini psicopatici in circolazione.”

Mm, certo lo immaginavo. Prevedibile come sempre, amore. Un Apocalisse sarebbe stato divertente. Purtroppo io e il Primo abbiamo delle…come dire, divergenze di veduta.”

Buffy gli rise in faccia, un suono limpido e secco, sembrava quasi si stesse davvero divertendo.

Cosa succede? Non lo chiami Mastro con sufficiente adorazione?!”

Angelus ringhiò piano, poi le sorrise piegando leggermente la testa.

Lui pensa di poter dare ordini.”

Davvero increscioso per te, suppongo.”

Ho deciso di fermarlo. Volevo solo comunicartelo.”

Comunicarmelo?!”

Sì, non avrò tempo per giocare a nascondino con te nei prossimi giorni.”

Credi davvero che ti lascerò in pace e libero di compiere assassini a destra e a manca solo grazie a questa patetica bugia?!”

Io fermerò la venuta del Primo sulla terra. Questo posto mi affascina sufficientemente da meritarsi ancora del tempo: Ci sono spuntini gustosi a volontà, c’è l’arte, e ci sono un sacco di esperienze interessanti da vivere.” Le fece scorrere un eloquente sguardo addosso. “Ti sto solo dicendo di non intrometterti.”

Io non mi intrometto. Io faccio fuori il Primo e poi trovo un modo per riavere l’anima di Angel, il tutto nel minor tempo possibile!”

Tu non puoi fermarLo. Non sei destinata a questo. Nessun essere umano può. Pensa piuttosto a tenere a bada il tuo gruppo di boy-scout fuori età massima. Se fossi in te non mi fiderei di loro…ricorda, il Primo si annida nel cuore di ogni uomo.”

Loro sono a posto, qui quello “cattivo” sei tu.”

Oh, Buff, non hai neppure idea di quanto! Ma non fidarti di loro…e soprattutto attenta al tradimento; sai, dicono che il diavolo sia femmina.”

Sai qualcosa che non dici.”

Può darsi. Stai in guardia cacciatrice, e tieni i loro colli impiccioni lontano da me.”

Non dovrei fidarmi di loro, ma di te?!E’ ridicolo! Dammi una sola buona ragione.”

Ascolta il sangue. Di quello puoi sempre fidarti. Il mio sangue è il tuo sangue.”

Il vampiro si voltò e saltò dalla finestra prima che lei avesse tempo di dire altro.


Credo sai il momento di fare il punto della situazione.”

La voce di Wesley risuonò stentorea ed accademica attraverso le grandi stanze.

Faith alzò criticamente gli occhi verso il soffitto.

L’hai sentito…vuole fare il punto della situazione! A volte sembra lo stesso stoccafisso imbalsamato che è piovuto nella biblioteca di Giles anni fa.

Perché esistono anche delle volte in cui non lo sembra?!”

Tu dovresti capire il suo umorismo. Sei inglese!!”

Hai intenzione di ferire il mio amor proprio?”

Sì, con ferocia.”

Fa parte del vostro sacro dovere di cacciatrici: salvare il mondo e bistrattare Spike?!”

Non attribuirti troppa importanza biondino!!Il sacro dovere è una cosa, maltrattare te è…divertente!”

Sei proprio un amore di ragazza!”

Me lo dicono tutti. Vuoi che sbatta le ciglia per te?!”

No, grazie. Tienile per il prossimo, insieme al fazzoletto di pizzo che lascerai cadere perché te lo raccolga.”

Sento che stai insinuando qualcosa e che dovrei offendermi.”

Non me la prendo quasi mai con i feriti in battaglia.”

Ma? Perché sento che c’è un ma.”

Nessun ma. E’ solo piacevole stuzzicarti.”

Devi avere una vita noiosa per divertirti con tanto poco.”

Invece la tua degli ultimi tre anni dev’essere stata uno spasso…”

Vediamo…galera, galera, galera, evasione…poi…poi c’è stato un tipo adesso che mi viene in mente ,uno che si serve da un parrucchiere davvero pessimo, che è inciampato nel mio letto…insomma, niente di divertente ultimamente!”

Tout c’est, bellezza. Uno a zero per te”

Ed ho appena cominciato! Lascia che mi rimetta in forma…Ma Wesley ci aspetta.”

A sì? Lascialo aspettare. E poi neppure si accorgeranno della nostra assenza. Noi siamo solo il braccio, loro la fulgida mente.”

Parla per te biondo! Io sono una cacciatrice indipendente e pensante!!”

Come no….ma dipenderesti volentieri da Angel, no?!”

Gli occhi della brunetta si fecero di tempesta.

Cosa vorresti dire con questo?”

Niente. Assolutamente niente. Sono la persona meno adatta per giudicare.”


Faith? Stiamo aspettando te. Preferisci veniamo di lì noi?”

No, Wesley arrivo.”

Ti do una mano.”

Non ho bisogno del tuo aiuto biondo. Solo perché siamo andati a letto insieme…non vuol dire niente. Sei un altro della lista. Non pensare di potermi capire o giudicare..o altro.”

Non giudico mai, io. Ma so come sei , Faith. E non perché sono venuto a letto con te. Ci assomigliamo noi due. So quello che desideri…e che non puoi avere. E so come ci si sente.”

Lei abbassò lo sguardo prima di poter controllare le proprie reazioni. Strinse i denti e si alzò. Si appoggiò con una mano alla spalla di Spike boccheggiando per il dolore.

Andiamo, li abbiamo fatti aspettare a sufficienza per un’entrata di grande effetto.”


Wesley era seduto dietro la scrivania come un professore in cattedra. Sopra la scrivania c’era Cordelia con le lunghe gambe nude accavallate e mani dalle lunghe unghie perfettamente laccate di fuxia appoggiate sulle ginocchia.

La segretaria timida, quella che non parlava mai e aveva un inciucio con Wesley ,e da questo si poteva dedurre che non era molto sveglia, e uno con quell’altro tutto –uccidiamo i vampiri che fa tanto figo- che probabilmente era fuori a caccia, stava seduta su una poltrona, tutta raggomitolata in se stessa.

E poi c’era Willow, luminosissima. Era appollaiata sul bracciolo del divano e aveva i capelli sciolti.

Spike le sorrise un istante.

Eccoci. Dove posso scodellarla in modo che sia comoda e non rantoli di dolore per tutto il tempo?”

Ricevette un lungo sguardo di disapprovazione dall’intera comunità, mentre quello di Welsey in particolare sembrava volergli far rilevare che non era stato invitato.

Ok.. Non badate a me. Sono solo la stampella dell’eroina. Continuate come se io non ci fossi.”

Certo Wes, continua, aggiornaci. Io mi sprofonderò in quel divano soffocando i mugugnii di sofferenza e continueremo tutti allegramente ad ignorare che Buffy sia di sopra e sia SPOSATA!! Forza, che stiamo aspettando? Avanti con le spiegazioni scientifiche!”

L’ex-osservatore si schiarì la gola in evidente imbarazzo.

Nessuno di loro avrebbe voluto essere in quella stanza con gli altri, ed era piuttosto evidente.

Nessuno di loro era pronto a prendere atto della presenza di Buffy. Escludevano il problema, affrontando la realtà a compartimenti stagni.

Wesley tossicchiò e sistemò di nuovo una già perfetta pila di fogli che teneva appoggiati davanti a sé.

Vedi Faith…credo…credo che l’approccio migliore sia quello di affrontare un problema alla volta. Inizieremo dal Primo Male.”

Bel gioco di parole. Primo Male = primo problema. Ok, ok, scusa, sto zitta.”

Benissimo. Ora che ho la vostra attenzione…Dunque: Gunn è di pattuglia.In questi giorni l’attività demoniaca si sta moltiplicando ovunque. E’ come se i demoni sentissero il male risvegliarsi e pulsare: sono attratti da questo fenomeno, escono allo scoperto e attaccano. Per adesso sono deboli, avventati e disorganizzati, quindi è facile avere la meglio. Ma con il passare dei giorni l’influenza del Primo Male aumenterà e i demoni si faranno più forti e più numerosi Maggiormente il potere del Primo Male sulla terra riuscirà ad affermarsi, più i demoni diventeranno forti e temerari…”

Ok ragazzo inglese con gli occhiali! Il punto è questo: i demoni, tutti i demoni di ogni specie e casta, sono arrapati dall’imminenza della fine del mondo. Possono sentirla come i segugi affamati fiutano una volpe ferita. L’armageddon incombe e i cattivi fanno festa. Il vostro amico pistolero è fuori che tenta di fermarli, ma non ci riuscirà a lungo. Siamo un tantino nella merda. Possiamo passare al punto due? Sai quello in cui ci dice che esiste una soluzione..”

Non avevo chiesto il tuo intervento, Spike.”

Non c’è di che. Semplificarti la vita è sempre un piacere. Continua, ora. Punto due…”

Dunque dicevo che..”

Spike ha ragione. Non siamo in una bella situazione.” La voce di Willow era bassa ma ferma, i suoi occhi non fissavano nessuno in particolare, si limitavano a fissare la realtà. I capelli le ondeggiavano attorno al viso come un delicato sipario di seta. “Qualcosa non va, qualcosa di grosso. Lo sento nell’aria, lo sento nell’acqua, lo sento nella terra, lo leggo nel fuoco: qualcosa sta cambiano. Il Primo, che si nasconde dietro ad una nebulosa rete di inganni perché noi non lo possiamo spiare, sta organizzando un esercito. Con calma e determinazione. Non ha fretta ma l’ora è quasi giunta. Recluta e arruola. Trama incantesimi per modificare l’essenza di una razza demoniaca, non so quale, vuole creare dei guerrieri invulnerabili. Posso avvertire le alterazioni che si stanno creando nella trama della magia. Il fermento è grande. Il Primo riaprire la Bocca dell’Inferno e vuole farvi sprofondare il mondo. Ci sarà un’altra eclissi, una speciale. E’ un evento piuttosto raro: tutti i pianeti del sistema solare si allineeranno e la luna coprirà il sole. Con uno speciale amuleto i seguaci del Primo possono rallentare il moto planetario e mantenere quell’istante perfetto molto a lungo. Esiste un rituale, è molto complicato ma possono quasi riuscire a fermare il tempo.

Fra la perfezione e il caos esiste solo una sottile linea di confine. Una porta, un passaggio fra perfezione e caos…per intenderci,una porta è un luogo di confine, di passaggio, un luogo non luogo dove i confini non esistono o sono più labili…come mezzanotte, che è il momento di passaggio fra il giorno precedente e quello successivo: le porte dei confini del mondo magico restano aperte e per un minuto il mondo reale si confonde con quello della magia, in quel momento ci si trova nella terra di nessuno…nessuna legge la governa e nessuna regola vale. Nell’istante dell’eclissi si aprirà una porta come quella che si apre a mezzanotte, ma più grande…più potente. Varcando tale portà sarà possibile invocare il Giudizio degli empi. E’ una sorta di giudizio biblico al contrario, in cui tutti i buoni finiscono arrosto. Questa porta è la porta dell’Essere, quella che sta fra Caos e Perfezione, quando il Primo l’avrà varcata nessuna regola varrà più. Il Primo Male cercherà di sfondare la porta che esiste fra caos e perfezione…il confine è labile ma netto…se mescoli questi due elementi il mondo finisce, esplode, niente esiste più. Il mondo è in equilibrio fra caos e perfezione…e il bene e il male lo tirano da una parte e dall’altra, con una forze uguali ed opposte…tutto resto sospeso al centro…ma se una delle due forze viene meno, il confine viene varcato…il mondo non può esistere nella perfezione totale o nel caos assoluto. Non è scritto. E il Primo vuole scatenare un Caos Perfetto, che è sinonimo di non esistenza. Ho decifrato parte delle visioni di Drusilla. Le stelle sono citate in due modi. Le stelle che cadano credo possano essere una pioggia di fuoco. Uno dei segni sulla terra che precedono l’Armageddon è la pioggia di fuoco. Serve per decimare l’umanità e ridurne le difese. Una volta iniziato il rituale, le stelle cadranno dal cielo sotto forma di pioggia, lasciando il cielo completamente oscuro. Poi Drusilla ha detto che Lui, il Primo Male suppongo, vuole spegnere tutte le stelle. Ovviamente questo coincide con la fine di tutto. Il cielo sarà vuoto, e ogni luce spenta perché le creature del male possano gozzovigliare e soprattutto perché fino a quando una sola stella brillerà nel cielo, l’umanità avrà una speranza. Fino a quando ci sarà la possibilità di una nuova alba, il Primo non potrà camminare sulla terra. Non dobbiamo permettere che il rituale per prolungare l’eclissi venga portato a termine. Dobbiamo custodie la porta dell’Essere. Per farlo dobbiamo fermare i demoni sacerdoti. Sono un ordine segreto che non si mostra da secoli fra gli esseri umani. Sono ,ehm, grossi e praticamente invulnerabili…ma non possono combattere a causa di un voto di sangue che fanno per ottenere poteri magici. Quindi…non sarà particolarmente difficile fermarli….anche se potrebbero esserci delle guardie e non ho idea di dove si trovino. Né di quando cominceranno a castare il rituale. Devo fare dei calcoli…Però possiamo cercare l’amuleto di cui hanno bisogno e prenderlo prima di loro e poi ci saranno anche dei sacrifici di vittime “speciali”, devo solo capire in che senso speciali…Ecco lo so che non è molto preciso ma, ecco io…”

Tranquilla strega, hai avuto solo un paio d’ore. Queste erano le brutte notizie o quelle belle?”

Willow incontrò lo sguardo di Spike. Lo sentiva addosso come una carezza…ed era come se solo una parte di lui fosse interessata a quello che lei stava spiegando, mentre il resto era concentrato su di lei, su di lei e basta. Quegli occhi insopportabilmente azzurri le facevano perdere il filo delle cose…

Bene, sì…mmm, non saprei. Abbiamo degli indizi per fermare il Primo adesso. A parte questo Drusilla ha detto qualcosa a proposito di un seme del male. Potrebbe essere la nuova razza demoniaca che il Primo sta coltivando. Ma non è una cosa facile. Non puoi semplicemente schioccare le dita e creare un nuovo demone, neppure se sei il Primo. Nulla si crea e nulla si distrugge. Questa potrebbe essere una bella notizia. Il Primo deve partire da qualcosa di buono, da una nuova vita, e riuscire a corromperla. Per questo penso che ci sia una donna, una donna che era buona e che si è convertita al male per ottenere potere o altro e che aspetta un bambino. Il seme del Primo…metà demone metà uomo…una nuova razza. Ma è vulnerabile e va protetto. Per questo ci sono gli angeli, quelli di cui parlava Drusilla. Il Primo ha individuato dei Demoni custodi destinati da secoli a proteggere questa creatura. Sono dei campioni…non degli angeli in senso stretto. La buona notizia è che lo hanno tradito a sentire Drusilla…ma io credo che uno di questi, se sono davvero più di uno, sia Angel. Angel ha tradito il Primo perché è tornato buono..ma ora è nuovamente senza un’anima…quindi…non so. Non credo lui si disposto ad aiutarci contro il Primo.”

No?! Dici che il maritino non si prodigherà per noi? Pensi sia troppo impegnato ad organizzare la luna di miele?! Potremmo sempre chiederlo alla neosposa, dopotutto è di sopra a schiacciare un pisolino!!”

Faith…io non credo sia una buona idea..lei..”

Lei cosa? E’ diventata cattiva? E allora perché la teniamo qui?!”

Gli occhi della rossa saettarono verso la bruna cacciatrice.

Perché abbiamo tenuto anche te. La visione di Drusilla parla anche di lei. Deve essere la donna per cui gli angeli, cioè i campioni, sono caduti e hanno perso il fuoco, cioè il furore della battaglia. Angel ha perso la sua anima per lei, quindi è caduto…ma non so perché Drusilla parlasse al plurale..non so chi altro è collegato a Buffy ed a Angel. Comunque dobbiamo trovarlo. Forse Connor?”

No, lascia il ragazzo fuori da questa storia Willow, lui è destinato ad altre cose.”

A quali cose, Wes? Qual è questo grande destino….perché non potrebbe essere quello di fermare il primo?!”

Lui…lascialo fuori da questa storia fino a che non avremo delle certezze, ok?!”

Ok, ma non mi sembra sia disposto a farsi mettere da parte così facilmente.”

Quindi. Riassumendo…non ci sono buone notizie!!”

No, Spike…ma magari potresti dire alla tua ragazza vampiro di leggere ancora il futuro per noi…così avrò più materiale su cui lavorare!!O magari..”

Le parole si spensero sulle labbra improvvisamente rigide della strega. Piegò all’indietro il capo come se potesse staccarsi dal collo, gli occhi le si rovesciarono nelle orbite fino a mostrare il bianco sotto le ciglia vibranti. Tutto il corpo della strega si sollevò nell’aria per rimanervi sospeso. Era pallida come se il sangue le fosse defluito dalle vene in una lunga emorragia.

Nessuno si era accorto dell’arrivo di Drusilla. Stava eretta sotto la cornice della porta, i capelli neri allargati attorno al viso e agitati da una brezza invisibile. Aveva un braccio scheletrico alzato e teneva un dito puntato contro Willow. Le sue labbra si muovevano silenziosamente ed aveva gli occhi chiusi. Il suono che non usciva dalla sua bocca erompeva dalle labbra della strega partendo dalla gola.

Willow parlò a lungo in una lingua sconosciuta a quasi tutti i presenti con una voce roca e profonda che non era la sua. Wesley scriveva febbrilmente.

Sembrava che la strega stesse sostenendo uno sforzo sovrumano.

Spike era perfettamente immobile ma teso verso di lei. Poteva sentire la sofferenza aumentare nel suo corpo sottile e aveva l’impressione che gli mancasse l’aria. Anche se lui non respirava.

Finalmente la strega sollevò la testa. Una folata improvvisa di aria la investì in pieno, sollevandole i lunghi capelli rossi come in una fiammata. I suoi occhi tornarono alla normalità e per un istante il vampiro li incontrò, poi si spensero come fuochi che hanno bruciato troppo e a lui parve che la stanza piombasse nell’oscurità.

La ragazza ricadde sul divano,tremante. Rannicchiata nel grande sofà sembrava così piccola e fragile e sfinita. Il vampiro avrebbe voluto prenderla fra le braccia e cullarla fino a cancellare ogni traccia di preoccupazione e di dolore, spianando le sottili rughe che le si erano formate fra gli occhi con leggeri baci adoranti. Ecco: questa era decisamente una pazzia. Il pensiero di un folle. Di uno a cui i guai piacciono troppo. La vicinanza di Drusilla non doveva fargli bene, era deleteria, la sua pazzia lo contagiava. Scosse la testa come per scacciare il sonno, in realtà voleva scacciare l’immagine della diafana strega dagli occhi. Occhi che le teneva incollati addosso, avvinti ad ogni centimetro di pelle come se da questo dipendesse la sua non vita.

Era assurdo. Era irragionevole. Era pericoloso. Willow era al di là di certi pensieri, di certi desideri. Willow era intoccabile. Era solo altro dolore all’orizzonte.

*E allora smetti di fissarla, idiota!! * Doveva essere facile, giusto? Solo staccare lo sguardo da lei, solo smettere di vedere i suoi occhi, la sua bocca, la sua pelle, i suoi occhi. Solo smettere di avvertire il suo respiro come un brivido addosso, come se lei fosse così vicina da poterlo sentire sull’epidermide.

Il tempo era fermo in una bolla. Tutti quegli idioti si affannavano intorno a Willow che restava piccola e immobile e sapeva che Spike la stava guardando. E quello sguardo era come una preghiera, una canzone, una dichiarazione… E lui non poteva smettere di guardarla. Erano in equilibrio. Anche loro in equilibrio fra caos e perfezione. No, meglio, lui era caos e lei perfezione….e se mescoli questi due elementi si scatena il finimondo. Ecco perché non poteva attraversare la stanza e sollevarla contro il proprio petto e baciare quelle sue labbra perfette fino a consumarle, fino a soffocarla…fregandosene di tutti i presenti! Ma non poteva, perché il mondo sarebbe finito ancor prima dell’Apocalisse, e perché lei l’avrebbe respinto sconvolta e disgustata. No, non disgustata, non Willow. Lei era troppo…troppo buona e compassionevole per il disgusto. Lei non lo odiava, né disprezzava. Forse allora avrebbe provato pietà per lui…meglio il disgusto tutto sommato.

Meglio non scoprirlo del tutto in effetti. Meglio non sfidare le leggi dell’universo e accontentarsi dei suoi occhi profondi e dorati che ,se si posavano su di lui, lo facevano con dolcezza. Con dolcezza. Come solo Willow sapeva fare. Come la partitura di un’opera lirica…con dolcezza. Una dolcezza che lo faceva sentire una persona. Meglio accontentarsi di questo piccolissimo frammento di lei, e del suo profumo.


La mano che Drusilla puntava contro la strega ricadde pesantemente lungo il fianco scarno della vampira. Fu attraversata da un lungo fremito, un sospiro che scuote ed attraversa anche le viscere, e poi scivolò a terra come un fantoccio di stracci logori.

Nessuno se ne curò più di tanto. Cordelia rivolse a Spike un’occhiata fredda e lunga, senza però sfiorare neppure con lo sguardo Drusilla, come se avesse paura di poter risvegliare in lei una qualche visione…poi gli intimò di portare via quella pazza e di tenerla sotto chiave.

Faith rivolse gli occhi prima su di lui, rapidamente, come se volesse dimostrargli solidarietà ma avesse cambiato idea all’ultimo momento, e poi appoggiò uno sguardo penetrante e tagliente sulla bruna segretaria della Angel’s Investigation. Infine fece spallucce e tornò a sprofondare nel divano come se tutto quello che le accadeva attorno non la riguardasse direttamente. Aveva gli occhi scuri e lontani, immersi in pensieri cupi che non voleva condividere con nessuno.

Spike raccolse Drusilla e la portò al piano di sopra. Era fredda e liscia come il marmo, la pelle talmente chiara e traslucida da lasciar immaginare che nelle sue vene scorresse del mercurio. Conosceva a memoria ogni spigolo e ogni segno di quel corpo. I capelli spettinati gli ricadevano sul petto come una cascata di ebano.

Sistemò il suo sire in una stanza isolata, sdraiandola su di un letto privo di lenzuola e coprendola con un plaid che aveva preso dal piano di sotto.

Drusilla mormorava e si agitava debolmente, gli occhi serrati, le labbra secche, le dita contratte come artigli.

Spike controllò che non ci fossero finestre adatte a una possibile fuga, anche se qualcosa gli diceva che Drusilla non voleva andarsene da lì. Poi uscì chiudendosi la porta alle spalle e si sistemò su di una sedia il cui schienale aveva incastrato sotto la maniglia. La vampira aveva creato sufficiente scompiglio per un po’.

Si agitò un poco, cercando di sistemarsi più comodamente sulla sedia inclinata, poi allungò le gambe e le incrociò mentre si accendeva una sigaretta.

Così si era creata una sorta di ,uhm, connessione psichica fra Dru e Willow. Veggente e strega. Perfetto. Cosa aveva fatto di male per meritare di trovarsi in quella dannata, schifosa situazione?! Cosa?! In realtà un paio di dozzine di atrocità e stermini gli si affacciarono nella mente…ma tutte non sufficientemente atroci da giustificare Dru, Willow e Buffy sotto le stesso tetto. Tutte e tre troppo vicine.

Willow. Willow così vicina da poterla raggiungere in un minuto, da poter essere stretta fra le braccia. Willow. Che cosa c’entrava poi Willow?! Il problema avrebbero dovuto essere Dru e Buffy…invece erano quegli occhi malinconici, quei capelli fiammeggianti, quel sorriso timido e luminoso, quei modi incerti di Willow che gli invadevano la mente.

Non andava per niente bene. Willow era gay, ok? Willow era off limits. E poi lui non era ancora ossessionato da Buffy? Forse ne stava uscendo, ma… a Willow piacevano le donne. Donne, non vampiri. Quindi, partita e gioco incontro per lei.

Sentì Drusilla scalciare nel delirio, scuotersi, sussurrare parole incomprensibili.

Prima che potesse fermarsi, la sua mente e i suoi pensieri corsero alle labbra di Willow che pronunciavano quelle stesse parole incomprensibili. A come si erano mosse sinuosamente seguendo l’alfabeto misterioso di una lingua sconosciuta, al loro morbido piegarsi, alla leggera depressione che si formava appena al di sopra del labbro superiore quando pronunciava delle “o” un po’ strascicate. Pensò a come si era fatto roco e remoto il suo tono e a come gli era suonato sexy.

Willow…così morbidamente deliziosa. Così invitante con quella pelle lattea e quel profumo di lavanda e biancospino…

Morbidamente deliziosa. Cosa stava pensando??! Cosa era successo al suo cervello? Quando mai avrebbe potuto pensare una cosa come morbidamente deliziosa?? Dal vocabolario di chi usciva deliziosa? Cosa gli stava succedendo??? Cos’ era quello: una sorta di esaurimento nervoso per vampiri? Pensare cose sdolcinate e far caso al profumo delle donne? In realtà a quello aveva sempre fatto caso…ma nessuno era mai stato così maledettamente attraente come il profumo di Willow. Comunque, non era questo il punto Si era già pentito, stracciato le vesti…aveva abbracciato croci e toccato punte di autolesionismo che mai avrebbe pensato. Pensandoci era diventato maledettamente simile ad Angel…ma –morbidamente deliziosa- non era concepibile…Doveva smettere di pensare alla Rossa.

Mordicchiare leggermente la pelle sottile alla base del suo collo sarebbe stato davvero…

No, questo non era smettere di pensare alla Rossa.

Willow era intoccabile.

Ma la sua pelle era così terribilmente soffice e vellutata e calda e profumata e desiderabile…

Cosa..cosa gli stava succedendo? Avere un’anima si accompagnava forse a un lento progredire sulla via dei pazzi e degli stolti?! Lui non provava niente per Willow.

Certo, lei era una brava ragazza ed era dolce e non l’aveva mai disprezzato e…

Lui non amava Willow. No.

Un momento. Come gli era venuta in mente quella parola??!

*Non fuggire la verità vampiro, segui la strada che hai sempre seguito, la passione. *

Seguire l’istinto…e dopo? La strada degli amanti non portava mai in nessun buon posto. La strada degli amanti era un sentiero che correva giù per un dirupo, dritto verso la distruzione. Non l’aveva mai condotto in un qualche posto o situazione desiderabile. C’erano sempre stati solo dolore, disperazione, perdizione. Per lui, per Drusilla, per Buffy, anche per Angel.

La strada degli amanti….era solo un’illusione. La passione brucia, la passione consuma la vita e il conto che ti presenta è tanto alto da toglierti il respiro.

Ma la strega era così….era perfetta. Di una bellezza commuovente. Era dolce come la vita che gli era stata sottratta tanto tempo prima. E quello che sentiva per lei era così indescrivibile…e pulito. Non assomigliava a nulla di ciò che aveva sperimentato. Non era semplice tenerezza, non era cruda passione…

Lei è qui vero?”

Spike sobbalzò sulla sedia ,quasi cadendo, i riflessi demoniaci completamente annullati dalla presenza di lei. Luce che bruciava Willow. Bruciava forte, e non lo sapeva neppure. Bruciava lui, come se un pezzo di sole fosse sfuggito al cielo per inseguirlo lì dentro.

Il profumo fragrante del suo corpo lo investì violentemente mentre lei si avvicinava inconsapevole di quanto fosse pericoloso, e lo fece di nuovo vacillare su quella sedia su cui era in equilibrio come un grosso gatto.

Il vampiro aspirò una lunga boccata di fumo per riprendere il controllo, ma gli andò di traverso.

Si sentiva come uno scolaretto sorpreso a copiare i compiti…sempre con quella strana sensazione che lei potesse leggergli dentro.

Gli occhi di Willow brillavano tanto da essere quasi insostenibili. Avrebbe voluto potersi sottrarre a quello sguardo così chiaro, così potente da riuscire a scorticare la sua anima da tutte le maschere e arrivare dritto ai pensieri, al cuore.

Posso sentirla…”

Aveva una voce flebile, sottile. Il volto pallidissimo e sfinito.

Spike concentrò lo sguardo sul fumo azzurrino della sigaretta.

Non dovresti essere alzata. Dovresti riposare. Pensavo che la banda bassotti di là ti custodisse.”

La ragazza –sembrava così giovane e indifesa in quel momento- scosse la testa come per accantonare il pensiero di quegli altri che Spike aveva nominato. I lunghi capelli della strega si mossero catturando ogni più piccolo riflesso di luce nell’aria, anche quello della brace ormai morente della sigaretta di Spike. Lui ne seguì l’ondulazione, rapito, ipnotizzato, mentre si agitavano come lingue di fuoco e lambivano il collo lungo e bianchissimo e le spalle della strega con carezze morbide come onde.

Non riesco a dormire. Se chiudo gli occhi, vedo…..delle cose. Posso avvertire i pensieri di Drusilla. E’ come un brivido freddo dentro, avvolge i polmoni e congela l’aria che respiro. Lei…vede così tante cose…ma è tutto terribilmente confuso ed io non capisco. Mi fa male la testa…” Si strofinò gli occhi segnati dalla stanchezza più volte, come cercando di scacciare le visioni.

Spike si alzò lentamente, come se si trovasse accanto a un animale impaurito e sul punto di scappare. Allungò una mano per sfiorarle il viso: aveva bisogno di toccarla, di farle capire che lui era lì per lei.

Ehi Rossa…va tutto bene. Mi dispiace che Drusilla…”

Lei si ritrasse prima che le dita del vampiro potessero raggiungerla. Era guardinga e spaventata, come se tutto quello che la circondava potesse farle del male solo entrando in contatto con lei.

No. No, è ok che Drusilla abbia fatto…quello che ha fatto. Forse ci aiuterà. Credo che questa connessione sia una cosa passeggera, sento che si affievolisce. Lei si allontana sempre di più da me…è come se io dovessi trattenerla sull’orlo di un precipizio, ma le sue dita mi sfuggono e lei ride di me con cattiveria ma io so che ha paura e non vuole tornare nel buio da sola…ma non posso fare nulla, stringo solo aria fra le mani invece che le sue dita. Non so come spiegarlo agli altri, come mi sento voglio dire, e cosa vedo, loro non capirebbero. Non possono. Non sapevo da chi andare. Non ce la faccio a stare da sola…”

Tremava ora, e balbettava leggermente. Era confusa, vulnerabile.

Rossa, Rossa, stai tranquilla. Hai fatto bene a venire da me.”

No, lo so che per te Drusilla non è un argomento facile. Che fa parte di un passato difficile e duro e tutto il resto. Lo so che non ti va di ricordare, di…”

Spike le mise un dito sulle labbra per farla tacere.

Scsssss Rossa, va bene così. Va tutto bene. Tranquilla. Vieni qua forza, vieni qua.”

Le accarezzò dolcemente le labbra facendo scivolare via il dito con cui le aveva chiuse e la attirò contro di sé circondandola con le braccia.

Willow smise di affastellare giustificazioni, appoggiò la testa al petto del vampiro e chiuse gli occhi.

Ho paura, Spike.”

Lo so Rossa. Ma passerà anche questa. E io non ti lascio, sono qui con te.”

E’ come…come se una parte di me… E’ come essere morta, come se avessi secoli di non vita sulle spalle, e sono così pesanti, un anno dopo l’altro senza fine. Sento la sua mente, la mente di Drusilla, i suoi pensieri che rimbalzano come un eco fra le pareti del mio corpo. Sento la sua paura e la solitudine……E’ terribile. Come se fosse chiusa in una gabbai con tutte quelle visioni di passato e futuro ma il presente le fosse precluso e non riuscisse a comunicare con il mondo esterno.”

Lui la teneva stretta, accarezzandole piano la testa e la schiena, con un ritmo regolare e rassicurante.

Sentì che le sue guance, sprofondate contro il proprio petto, si stavano bagnando di lacrime.

Rossa, ehi rossa. Lo so come ti senti. Non sarebbe mai dovuto succedere. Nessun vivo dovrebbe mai sentirsi come un morto. Passerà e te ne dimenticherai dolcezza…rientra nell’ordine delle cose, non ricorderai più con chiarezza il gelo e l’alito freddo della morte nel tuo corpo. Andrà tutto bene.”

Ma lei…”

Drusilla ha sofferto molto. Molto tempo fa. E’ passato e non puoi cambiarlo. Ora è pazza, ed è un vampiro. Non pensare a lei. Stai tranquilla. Tranquilla…”

Ho tanto freddo…”

Lo so Rossa. Stai tremando.”

La strinse più forte contro di sé, come se il suo corpo freddo potesse infonderle un poco di calore.

Nervosamente, gettò gli occhi azzurrissimi in giro, cercando qualcosa per coprirla. Individuò solo il proprio impermeabile di pelle buttato di sghimbescio sulla sedia sulla quale era stato seduto. Meglio di niente. Non voleva lasciarla per scendere a cercare una coperta, non voleva interrompere quel momento incredibile. Lei era fra la sue braccia, così cedevole, così soffice, così profumata. La sua pelle calda contro il petto, sotto le dita. Il suo alito tremante che attraversava la stoffa sottile della vecchia maglietta nera e gli accarezzava la pelle gelida. Lei che si fidava di lui, e in lui cercava conforto e protezione. Certo, sarebbe durato solo un attimo, solo pochi minuti. Poi Willow si sarebbe ripresa e si sarebbe resa conto che aveva cercato conforto in un vampiro, in un assassino, e che ciò era sbagliato e impossibile. Allora sarebbe fuggita via con una scusa e lui sarebbe rimasto di nuovo al buio. Ma ora non voleva pensarci. Ora lei era così vicina da fargli girare la testa, così vicina da fargli perdere il controllo, così vicina da intossicarlo. E quello che sarebbe successo dopo non aveva alcuna importanza. Può una donna avere il potere di cancellare tutti i tuoi peccati? di annullare ogni doloroso sbaglio? di lenire ogni ferita? Può una donna avere il potere di perdonarti e di farti sentire in pace? Willow aveva quel potere.

Allungò una mano dietro di sé, indietreggiando di qualche passo senza lasciarla, come in una danza, afferrò lo spolverino e glielo avvolse attorno al corpo sottile, lo drappeggiò con cura sulle spalle scostando i lunghi capelli e sfiorando lentamente, deliberatamente la pelle vellutata del collo e la nuca. Lei tremò di un tremore diverso che il corpo di Spike riconobbe. Il vampiro continuò ad accarezzarle con dolcezza la testa scivolando con le dita fino ad un delicato orecchio di cui seguiva il contorno fino al lobo perfetto per poi scendere ancora lungo la spalla e raggiungere la schiena e ricominciare di nuovo quella carezza da capo. Ancora e poi ancora, in un movimento fluido e lento come una ninnananna.

Poteva sentire l’odore salato delle sue poche lacrime, ma non aveva altre parole per consolarla, si sarebbe limitato a cullarla fra le braccia e a tenerla al sicuro fino a quando la marea non si fosse ritirata. Avrebbe potuto restare così con lei fra le braccia all’infinito.

I pensieri di Willow erano schegge nella mente. Il freddo, stralci di visioni, la magia che bolliva nel sangue, le braccia di Spike attorno al corpo, le sue carezze, la sua voce che allontanava il gelo, il ritmo di un abbraccio come una canzone d’amore antica che cancellava tutto il dolore e la confusione che l’avevano sommersa. Pace. Dopo un tempo infinito si sentiva in pace. E non riusciva a ricordare cosa avesse cercato affannosamente per tanti anni…cercato disperatamente, senza mai fermarsi, sempre trattenendo il fiato…Ora tutto era aereo, lontano, avvolto in una piacevole cortina di soffice nebbia. Probabilmente era colpa di quello che le era successo prima, della connessione psichica con Drusilla. Probabilmente.

Schegge nella mente. Pensieri senza inizio né termine. L’odore accattivante della pelle di Spike sotto la maglietta misto a quello del fumo di sigaretta. Le dita fresche del vampiro sul collo, sulla schiena. I brividi elettrici che lui le faceva correre lungo tutto il corpo. Era come se quelle dita potessero togliere la patina di morte che da troppo tempo aveva addosso se solo lei le avesse lasciate fare. Era dolce nascondersi in lui. Lui l’avrebbe protetta dal mondo. Respirò ancora il suo odore, a lungo, il fiato che tremava. Sentiva caldo finalmente, un caldo languido che si diffondeva in lei partendo dalla bocca dello stomaco. Che cosa…che cos’era? Bisogno…? Desiderio…? Si sentiva così sola, e lui era lì. Ma lui era un vampiro…e un uomo, sì insomma un vampiro maschio…ed era un assassino… Bè, anche lei era un’assassina. Certe colpe non si lavano. Lui aveva un’anima. E lei? Ne aveva ancora una? No, quella era morta con Tara. E poi, lui amava Buffy. Cosa provava per lei? Pietà? Non voleva la pietà di nessuno. Eppure…non riusciva a staccarsi da quelle braccia, le sarebbe crollato tutto addosso se si fosse allontanata da lui.

Va tutto bene Willow. E’ tutto ok, piccola.”

Lei scostò un poco la testa dal petto di Spike, come per ascoltarlo meglio.

Si era irrigidita. Spike allentò la presa attorno al suo corpo certo che si volesse allontanare. La distanza che si creò fra loro gli fece avvertire un terribile vuoto. Un vuoto che una sola anima non può riempire. Come se nulla gli fosse stato perdonato, perché così era, ed ogni suo peccato pesasse di nuovo sul suo cuore.

Willow piegò il viso verso l’alto per guardarlo. Il suo naso leggermente all’insù sfiorò il mento di Spike e i suoi occhi si posarono come colombe spinte dal desiderio di un approdo dopo un lungo volo in quelli azzurrissimi del vampiro. Azzurri di quell’azzurro, così azzurro che ogni volta per un attimo le mancava il respiro. Così azzurro che a volte si sorprendeva a pensare di potervi vedere attraverso, di poter vedere il mondo come lo vedeva lui. Così azzurri, così intensi che avrebbero potuto leggerle l’anima.

Dillo ancora, ti prego.”

Negli occhi del vampiro passò un’ombra di incertezza. “Andrà tutto bene…”

Lei lo interruppe con agitazione, lo sguardo inquieto e assetato, penetrante, colmo di urgenza.

No, non quello. Il mio nome. Dì ancora il mio nome.”

Il tuo nome…?”

Il mio nome. Non mi chiami mai così. Rossa, strega, o qualche altro soprannome…Dillo, per favore.”

Lui sorrise. Willow chiedeva sempre per favore. Willow lo guardava con quegli occhi dai mille dorati colori autunnali e non sapeva che avrebbe potuto chiedergli qualunque cosa, una stella, un impero, e lui gliel’avrebbe data senza bisogno di nessun per favore.

Willow” sussurrò piano. “Willow. E’ un bellissimo nome. Conoscevo una donna una volta ,in un’altra vita, che raccontava fiabe eccezionali. C’era sempre una fata che si chiamava Willow.”

Anche lei sorrise. Abbassò la testa ed appoggiò la fronte contro il petto di Spike, fra le proprie mani aperte che non avevano mai abbandonato quel rifugio.

Spike sapeva che lei stava ancora sorridendo. Aveva un profumo così dannatamente buono. Appoggiò le labbra sulla sommità della testa della ragazza. I suoi capelli odoravano di cannella.

Lei rimase ferma, immobile, ogni muscolo in attesa. Attesa di cosa neppure lei lo sapeva bene. Sentì la bocca di Spike percorrerle la nuca e poi scivolare lungo la curva del collo.

L’impermeabile nero cadde a terra con un fruscio.

Il silenzio era un bozzolo attorno a loro.

Le labbra di Spike erano insostenibilmente gentili, accarezzavano come se stessero pregando. Erano inconsuetamente fresche, come il vento d’estate sulla pelle scottata del sole, e insospettatamente morbide. Quando lui le aprì per mordicchiarle l’incavo del collo Willow non fu più sicura di essere sveglia e che quella fosse la realtà. La testa le girava e lui era l’unica cosa salda in un mare rutilante. Attraverso i denti socchiusi le accarezzò l’epidermide con la lingua risalendo piano fin dietro l’orecchio. Lei boccheggiò. Non riusciva più a respirare, quasi il suo corpo e la sua muscolatura avessero dimenticato come eseguire il vitale meccanismo. Lui era come un incantesimo di tabula rasa: cancellava ogni ricordo cosciente, cancellava il mondo. Tutto era dimenticato al di fuori delle sue mani che si insinuavano lente e sensuali sotto la sua maglietta e con le dita disegnavano il contorno di ogni vertebra, della sua bocca esigente che le perlustrava la pelle, del suo copro saldo e asciutto premuto contro il proprio diventato così morbido e arrendevole da farle pensare di essere uno stampo di cera che si adattava perfettamente a lui. Sentiva la pelle percorsa da un formicolio bollente, da un doloroso fremito di vita, come se il sangue prima non avesse mai perfuso l’epidermide. Era ancora immobile, il respiro sempre più veloce, le mani con le palme appoggiate contro il petto del vampiro e le dita leggermente contratte che increspavano la stoffa della maglietta per aggrapparsi a lui e non cadere nel vortice che le faceva girare la testa, anche se quel vortice era lui stesso a crearlo. Premeva forte contro di lui e non si sarebbe stupita di trovare l’impronta rossa delle proprie mani sulla pelle cerea di Spike.

Lei era immobile e lui continuava a baciarla: il mento, gli zigomi, le guance, il naso, la fronte, gli occhi.

Willow…Willow…Willow…”

Il suo nome era mormorato così piano da farle dubitare dei suoi sensi. Era una preghiera, un ringraziamento, un’espressione di bisogno e di desiderio… Ma anche se il suo corpo le diceva il contrario, la sua mente le bisbigliava che quell’uomo dagli occhi incredibilmente azzurri non poteva volere proprio lei… che quel meraviglioso uomo con degli occhi da fermare il fiato non poteva volere lei. Lei, la secchiona un po’ imbranata e stravagante…

Quando Spike si impossessò delle sue labbra lei era ancora convinta che fosse un sogno, o uno sbaglio, o… Nessuno l’aveva mai baciata così. Nessun bacio era mai stato così. Il mondo avrebbe potuto sgretolarsi e lui avrebbe continuato a baciarla. L’universo intero era fermo, erano solo loro due a muoversi e il sole e le stelle giravano attorno a loro come in una danza.

Non le serviva più respirare. Era una tavola bianca fra le sue mani, sotto la sua bocca, e lui stava riscrivendo l’essenza stessa del suo essere. Non c’era passato, perché prima di quel bacio lei non era mia esistita. Era come…morire…dolcemente..come…annegare….dolcemente..dolcemente. Lui aveva tutto il tempo del mondo per baciarla. Tutto il tempo di un immortale…mentre lei si sentiva morire! Lasciò che lui esplorasse la sua bocca dolce di miele e intrecciasse la sua lingua alla propria e la stuzzicasse mordicchiandole le labbra. Lasciò che lui la bruciasse come un sottile foglio di carta sarebbe bruciato se avvicinato a braci roventi. E ancora non si muoveva.

Quando lui interruppe il bacio, molto tempo dopo, si scoprì ancora viva. Ancora in grado di respirare. Il cuore le batteva tanto forte in petto da farle male.

Aprì gli occhi che in un momento imprecisato del bacio aveva chiuso. Gli occhi di Spike la scrutavano. Lui aveva un’espressione fra l’indecifrabile come al solito e forse il divertito o il beato… La ragazza si accorse che sorrideva, e sorrideva ancora mentre ripeteva il suo nome. “Willow…”

Tu….io….noi…ci siamo….ci siamo…..b a c i a t i ?…!”

Mm, io ho baciato te dolcezza…tu sei rimasta piuttosto pietrificata…ma dalla tua frequenza cardiaca e dall’odore della tua pelle e…bè, direi che al tuo corpo non è dispiaciuto.”

Sembrava tornato lo Spike di sempre. Distaccato, sicuro di sé, vagamente arrogante. Lei continuava a non trovare né fiato né parole. E a non capire. Solo un attimo prima sembrava che lui…il modo in cui aveva pronunciato il suo nome solo poco prima come se…come se gli importasse di lei, come se…le stesse rendendo omaggio…

Sì. Voglio dire…no!!!Cioè al mio corpo non è…Voglio dire…Io, tu….noi assolutamente non dobbiamo…”

Sembrava così confusa e spaurita e in qualche modo ferita. Ancora Spike non riusciva a capire come avesse iniziato a baciarla. Era solo che lei aveva quell’aria così sola, emanava un così forte bisogno di consolazione….Doveva avere accanto qualcuno che la capisse, e lui la capiva. E lui aveva bisogno di lei. Del suo sorriso. Dei suoi occhi. Anche solo per un minuto. Anche solo per una notte. Non si era mai reso conto di quanto avesse bisogno di lei.

Lei che solo pronunciando il suo nome gli aveva impedito di ricadere nel baratro di Buffy.

Lei che era così dolce, così sola.

Lei che cercava qualcosa senza sapere cosa, come lui.

Aveva in testa il suo profumo da quella notte in cui l’aveva rapita per farsi fare un filtro d’amore da usare su Drusilla. Confuso fra altri profumi e desideri, perso e poi ritrovato, il suo profumo gli era rimasto dentro. E già quella notte di tanti anni prima aveva saputo che un giorno si sarebbero incrociati sulla strada degli amanti.

Anche se dopo gli avrebbe spaccato il cuore.

Anche se dopo gli avrebbe girato le spalle e i suoi occhi d’oro colato gli sarebbero sfuggiti.

Quando il sole sarebbe sorto forse avrebbe provato disgusto per lui o rabbia, ma ora era lì fra le sue braccia e lo stordiva con quel suo incredibile profumo.

Era come stringere a sé il vento mutevole e inquieto.

Era come perdersi in un mare profondo e limpido.

Il dopo non aveva importanza. Esisteva solo il presente, esisteva solo lei con la sua pelle di latte e la sua bocca di miele.

Così fragile…così perfetta…se era quello il caos che si sarebbe scatenato lasciando confondere i confini fra luce ed ombra…forse sarebbe stato interessante lasciare che succedesse.

Gli occhi di Spike erano l’infinito. Troppo azzurri. Troppo profondi. La guardava concentrato e assorto, con una dolcezza che smentiva le parole di poco prima, e sorrideva leggermente.

Nei suoi occhi c’era tutto.

Tutta l’essenza della magia che aveva cercato fino a distruggersi, tutta la comprensione che non aveva mai avuto, tutti i luoghi che avrebbe voluto visitare, tutto l’amore che avrebbe sempre desiderato…

*Lui ama Buffy *

La voce nella propria testa la ferì. Quel suo insopprimibile anelito razionale. Lui amava Buffy. Ma quella constatazione perdeva di forza ogni secondo in più in cui lui la trapassava con quegli occhi più azzurri dell’universo. Amava Buffy. E allora? Era lei che stava baciando, lei che teneva così stretta contro il proprio petto da toglierle il respiro.

Solo per una notte…per una sola volta forse sarebbe stata lei ad essere amata follemente, senza ragione né limite.

Voleva le labbra di Spike sulle proprie, le mani di Spike sulla pelle, le braccia di Spike attorno al corpo.

Voleva gli occhi di Spike addosso in ogni secondo, fino a quando non le avessero bucato la pelle.

Voleva le dita di Spike che le tracciavano addosso sentieri di lava .

Anche se era un errore, anche se non avrebbero mai dovuto.

Anche se lui amava Buffy.

La testa del vampiro si chinò di nuovo su di lei, troppo vicino alla sua bocca.

Non dovremmo strega..” Annullò la distanza. Labbra che divoravano labbra divorando respiri mentre lei gli si aggrappava al collo. “Ma se stanotte fosse l’ultima notte vorrei… e anche se fosse solo l’ennesima notte nell’eternità vorrei… Ha tutta questa importanza il dovere Willow? Hanno importanza le regole? Dio, hai un profumo così dannatamente attraente. Cancelliamo questa notte strega, stanotte esiste solo per noi. Dì di si…”

Un altro lungo, lungo bacio.

Le mani di Spike si erano insinuate sotto i vestiti, le accarezzavano lentamente un fianco risalendo lungo la vita e facendola tremare.

Lui la stava bruciando letteralmente. In un modo che non aveva mai provato.

Spike discese con la bocca lungo il suo collo di cigno, mordicchiando e leccando mentre le sue carezze si facevano sempre più audaci…ed era tutto così lento e languido che sarebbe potuta impazzire.

Spike…” Più che chiamarlo boccheggiò “Spike…”

Occhi azzurro cupo guizzarono su di lei. Quella che si agitava sotto la loro superficie di ghiaccio era passione, giusto? Prese un altro respiro. “Se questa fosse l’ultima notte…o solo l’ennesima…cosa vorresti Spike?”

Si sentiva ubriaca. Trattenne il fiato, doveva essere impazzita.

Te.”

E i suoi occhi la trapassavano. E quella era la notte più torrida che Willow fosse in grado di ricordare.

Lui disse semplicemente te, ma a Willow parve di precipitare da un grattacielo e di non toccare mai terra.

Sì.”

Lei disse solo sì. E quello fu l’ultimo pensiero cosciente di Spike: gli aveva detto sì.

Poi ci furono solo pelle e respiri. E il sangue di Willow che correva impazzito nelle vene, e il cuore che le martellava le costole come un tamburo, e l’aria rubata dai baci di Spike, e il deliro delle sue mai su di lei, e lui dentro di lei.

Ogni dubbio, dolore, paura, colpa, erano dimenticati. Solo loro due, persi in una frenesia lenta, morbida.

Non un lembo di pelle fu trascurato, non un bacio durò meno di un’eternità.

Era così incredibile e assurdo e fantastico…al di là del bene e del male.

Willow sentiva che avrebbe potuto ridere e gridare e piangere allo stesso tempo, ma poi le sue labbra cercavano quelle del vampiro e si perdeva in lui che era diventato tutto.

La notte non esisteva, né il male, e tutte le stelle del cielo si erano accese per lei ed erano scese giù fino a danzare attorno a loro in un carosello abbagliante.

E l’anima di Willow era in pace, perché lei non era più sola.


Aria immobile, penombra calda, incantesimo di silenzio.

Nessuna stella splendeva più attraverso il soffitto ora.

Forse era giorno fuori, e il sole era sorto ancora, ma lei aveva perso la cognizione del normale susseguirsi di giorno e notte.

Erano stesi a terra, in un corridoio, e incredibilmente non le importava che qualcuno potesse inciampare in loro. L’ordine di ogni cosa era sovvertito dentro di lei…un po’ come quando era stata posseduta dalla magia nera…ma infinitamente diverso.

Così, stretta fra le braccia fredde di Spike si sentiva ancora dolcemente protetta, quasi fosse invisibile per il mondo.

Teneva la testa sullo spolverino del vampiro ripiegato a formare un cuscino e quando aveva l’impressione che il cuore le potesse scoppiare, premeva forte il naso nella pelle morbida e respirava a fondo. Emanava un buonissimo profumo: un sottofondo di fumo di sigaretta mischiato all’odore dell’erba la mattina quando il sole non è ancora sorto e la rugiada imperla ogni stelo, e poi sapeva di lui, della sua pelle, del suo corpo.

Quando finalmente Willow ributtava fuori l’aria in un lungo sospiro la vertigine era passata e lei era di nuovo incollata a terra.

Tutto era così perfetto e così giusto ,proprio come l’avrebbe sempre voluto, da colpirla con un dolore dolce e straziante che sembrava preannunciare la fine di quel momento.

Avrebbe voluto fermare lo scorrere del tempo, restare lì per sempre, avvolta nel calore di quell’attimo. L’attimo prima che lui si accorgesse che lei non era Buffy, e tutto crollasse a pezzi.

Avrebbe voluto rimanere fra le sue braccia forti, con il suo viso sprofondato nell’incavo del collo fra i capelli, e gli occhi chiusi per poter rivedere ancora e ancora lo sguardo intenso, tenero, rapito, degli occhi di Spike dentro i suoi; per poter risentire l’incendio di Spike dentro di lei.

Ma era inutile tenere gli occhi chiusi. Ora era troppo facile pensare. Troppo facile capire come fosse stato tutto un assurdo incidente che lui avrebbe preferito dimenticare. Troppo facile rendersi conto che Spike amava un’altra, una donna belle e fredda come l’aurora, una donna piena di forza e potere.

Forse il vampiro era stato con lei per pietà, forse perché quella avrebbe potuto davvero essere l’ultima notte, forse solo per bisogno di un po’ di calore.

La ragazza si ripeteva che andava bene così, che era giusto, che non l’avrebbe costretto a giustificarsi, a spiegare sfuggendo il suo sguardo, Ma il pensiero che lui la respingesse faceva così dannatamente male che avrebbe voluto solo scappare via.

Niente spiegazioni, niente parole inutili e sensi di colpa.

Avrebbe conservato il ricordo di quella notte incredibile come si fa con un gioiello troppo prezioso, troppo importante per essere indossato, e l’avrebbe chiuso dentro di sé.

Desiderava solo andare via prima di leggere negli occhi accecanti di Spike che non la voleva.

Non riusciva a trovare la forza di muoversi, il respiro le sfuggiva.

Aspettare avrebbe solo peggiorato le cose.

Lui era così immobile..forse dormiva..forse sarebbe riuscita a sgusciare via senza doverlo affrontare…così l’avrebbe liberato dalla preoccupazione che si aspettasse qualcosa da lui.

Presto, doveva fare presto. Prima che le lacrime che sentiva pungere dietro le palpebre come spilli vincessero la barriera delle ciglia e si facessero strada sul volto.

Provò a muoversi ma immediatamente il cerchio delle braccia di Spike si fece più stretto attorno a lei. Willow chiuse gli occhi e deglutì. Ogni cosa doveva sempre essere il più difficile possibile, dolorosa fino al limite della sopportazione.

Il corpo di Spike sembrava avvolgerla e combaciare con il suo perfettamente, e il contatto della sua pelle fresca sembrava poter lenire la sofferenza fisica che l’imminenza della separazione le infliggeva.

Non poteva piangere proprio adesso. Non di nuovo. Non voleva che lui la considerasse un povero cucciolo fradicio di pioggia abbandonato su una qualche autostrada.

Non voleva la pietà di quell’uomo.


Spike osservò le belle spalle della donna che teneva stretta a sé irrigidirsi, i muscoli del suo corpo di ninfa tendersi.

Era arrivato il momento. Arrivava sempre. Ora lei sarebbe fuggita da lui, dal vampiro, disgustata e furente, lasciandolo solo con il tormento del suo profumo addosso.

E questa volta gli sarebbe rimasta anche un’anima con cui soffrire.

Avrebbe voluto chiederle di portarsi via almeno quella di lui. Come se senz’anima avesse potuto fare meno male. Illuso. Avrebbe fatto male. Come ogni volta. Ne aveva sempre fatto. Male più di ogni altra volta. Così male da avere l’impressione di poter morire ancora, lui che era già morto.

Avrebbe voluto trattenerla, chiederle di restare. Ma sapeva che sarebbe andata via in ogni caso. Come Buffy prima di lei. E quell’anima che non aveva cercato né voluto si sarebbe lacerata.

Bè, il lato positivo probabilmente era che Willow non avrebbe cercato di prenderlo a calci…si sarebbe limitata ad andare via. Perché restare sarebbe stato immorale. Perché lui era un assassino.

Avrebbe voluto chiederle di non disprezzarlo se non altro.

Invece rimase in silenzio come aspettando un verdetto.


Lui era sveglio e Willow lo sapeva.

Sentiva i suoi occhi addosso.

Spike……”

Dalla bocca le uscì un sussurro quasi impercettibile, strozzato, faticoso, come se parlare le procurasse un acuto dolore al torace.

Spike….senti, quello che è….successo fra noi…non pensarci…io lo so che tu…Voglio dire, non devi sentirti…”

Era ancora immobile, e gli dava la schiena. I suoi occhi non poteva affrontarli.

Respirò. Un respiro profondo che si trasformò in un rapido morso d’aria.

Spike…senti, non….non ha importanza….”

-Non ha importanza- Il vampiro sentì come se l’avessero colpito al petto con una mazza ferrata.

Non era stato niente. Lui non era niente per Willow.

Willow che era troppo buona per dirgli che solo l’idea di essere stata con un vampiro le metteva i brividi, Willow che era stata troppo compassionevole per dirgli no. Come non si rifiuta a un condannato a morte l’ultimo desiderio.

Sarebbe stato meglio se avesse cercato di farlo nero.

Sciolse l’abbraccio scostandosi in fretta da lei ora che quella pelle d’alabastro lo bruciava come se fosse stata cosparsa di acqua santa.

Will..Non devi dire niente. Mi dispiace. Non… non avrei mai dovuto….Non devi restare….insomma, è meglio che tu vada.”

Un lungo respiro per non annegare nel dolore che le allagava il petto e si diffondeva in lei con la morbidezza letale di un gas.

Aveva pensato che avrebbe fatto male, aveva creduto di essere preparata…ma questo era molto di più di quello che lei era in grado di sopportare.

Strinse forte forte le palpebre, macchie bianche e nere davanti agli occhi, il mondo che girava troppo veloce attorno a lei, le sue mani come oggetti che non le appartenevano che tastavano meccanicamente il pavimento alla ricerca dei vestiti.

Spike era scostato da lei, mezzo seduto, lo sguardo fisso a terra.

In un solo secondo tutta la magia, tutto il calore, tutta l’intesa fra loro si erano dissolti.

Aveva bisogno di dirgli addio. Di guardarlo negli occhi e affrontare quel dolore che le straziava il cuore.

Non aveva più un’anima, non poteva succederle niente di peggio. Lui non poteva avere il potere di farle più male di così. Di quando ti strappano l’anima e tu non puoi impedirlo. No, lui non poteva. Lui che aveva asciugato le sue lacrime.

Lentamente, si girò.

Spike…”

Attese che lui alzasse lo sguardo per incontrare i suoi occhi troppo azzurri.

Ghiaccio e ambra che si fronteggiano.

Nessun respiro fra loro.

Un secondo più lungo di tutte le ere degli uomini.

Come benzina gettata sul fuoco, i loro sguardi avvinti in quell’esplosione.


Che diavolo state facendo?”

La voce di Buffy era fredda e tagliente come la lama di un coltello.

La cacciatrice troneggiava sopra di loro e i suoi occhi verde e ardesia scintillavano nella penombra come quelli di un felino.

Aveva il volto pallido e sfatto, i capelli arruffati, occhiaie viola e profonde, le dita contratte come artigli, lo sguardo di pietra che la faceva apparire una valchiria.

Willow si chiese come le fosse possibile notare i particolari in una situazione tanto terribile.

La strega sentì il cuore stringersi in una morsa di ferro mentre si rendeva conto che Buffy l’avrebbe scacciate come un’appestata e una traditrice. E soprattutto che Spike avrebbe ferocemente rimpianto di essere stato con lei.

Spike avrebbe scelto Buffy perché era Buffy che voleva.

Da quando Willow riuscisse a ricordare, lui aveva sempre voluto Buffy, nel bene e nel male.

Ora Willow non avrebbe avuto più nessun prezioso gioiello da conservare. Ora era tutto in pasto all’odio e alla vedetta. Alla rabbia, al dolore che distrugge.

Gli occhi della cacciatrice erano due pozze di veleno che rilucevano di fredde sfumature metalliche e le bruciavano addosso come acido, come una condanna emessa ancor prima di aver esaminato le prove a suo carico.

Sul volto di Buffy si intrecciavano rabbia e incredulità. La donna sembrava al limite, sul punto di perdere il controllo al di là di quel momento, aveva un riverbero di follia nello sguardo e tutto il suo corpo esprimeva lo svolgersi di una battaglia interiore fra ragione e pulsioni, come se Buffy fosse sul punto di attraversare un confine oltre il quale si sarebbe smarrita per sempre e non sarebbe mai più stata la stessa.

O forse erano solo congetture frenetiche di Willow. Forse stava solo cercando di non pensare al nodo che le serrava la gola, al dolore in fondo al petto. Si sentiva come se fosse giunto il momento in cui sarebbe stata punita per la sua superbia, e per la sia furia, e per la sua disperazione. Spike l’avrebbe vista attraverso gli occhi di Buffy….e ogni luce, ogni speranza per lei si sarebbero spente mentre lo sguardo del vampiro si sarebbe mutato in un freddo specchio di spregio e ghiaccio.


Buffy era immobile, ritta e pallida come una statua nell’occhio del ciclone: imprigionata nell’unico punto di stasi mentre attorno a lei dilagava la tempesta e la furia del vento distruggeva ogni cosa.

Lei non era toccata dal vento, il suo cuore era di pietra e non aveva un’anima, ma tutto il resto cadeva in pezzi. E lei, lei come avrebbe potuto sopravvivere in un mondo ridotto in pezzi, trasformato in un deserto arido e ostile? Già così tante volte era sopravvissuta, aveva rimesso insieme i cocci.Ora era stanca. Stanca di essere forte.

Strizzò gli occhi per mettere a fuoco la scena che aveva davanti. Non era un altro sogno, era sveglia. Il suo mondo era davvero finito e mai più nulla sarebbe tornato come prima.

Willow. Willow, come hai potuto…?”

La strega sentì il sangue gelarsi nelle vene. Tutto quell’odio e quel disprezzo nella voce di colei che era stata la sua migliore amica…e tutto quel dolore devastante, dietro, quel dolore che Buffy teneva nascosto ma che la avvolgeva come un’aura scura.

Willow si tirò in piedi, cercando di coprire il proprio corpo diafano con quello che era stato il cuscino suo e di Spike, il soprabito nero.

Buffy. Buffy, io….Non è come credi…Spike non ha nessuna…”

Buffy si scagliò contro l’amica con la furia di un uragano

Zitta, zitta. Abbi almeno la decenza di stare zitta. Perché, Will, maledizione? Perché? Non ti bastava aver quasi distrutto il mondo e ucciso tutti noi?! Tu non sei mia amica, non ne sei capace, non sei amica di nessuno. Sei solo una stupida egoista. Dio, strega, ti rendi conto di quello in cui ti stai cacciando? Sei solo una pazza incosciente, non pensi mai alle conseguenze, non ti importa.”

Spike si rialzò. Il suo volto era di pietra, gli occhi ghiaccio liquido. Fece un passo avanti frapponendosi fra Willow e Buffy, proteggendo col proprio corpo la strega dal veleno della bionda cacciatrice.

Ha parlato la vergine di Norimberga. Che vuoi da noi Buffy? Non ti abbiamo ancora dato abbastanza? Chi sei tu per avere il diritto di ferire e insultare e giudicare tutti coloro che inciampano sul tuo cammino? Tutti coloro che hanno la disgrazia di amarti? Prendi e lasci a seconda del capriccio, ma dimentichi troppo spesso che non possiedi le persone. Willow non c’entra nulla in questo, è una cosa fra me e te, giusto? Cosa ti rode tanto? Cosa offende la tua preziosa persona? Il sesso?Ti senti tradita per caso??! Ma sei hai ancora addosso l’odore di Angelus come e più di una di quelle puttane francesi che gli piacevano tanto… odori di lui e di sesso come un harem. Non provare a fare la predica a noi…”

Maledetto vampiro…”

Oh no, dolcezza. Non sono io quello maledetto. Passando da un letto all’altro cominci a confonderti?”

Buffy scattò per colpirlo accecata di rabbia ma Spike si scansò più velocemente di quanto lei non si fosse mossa e assestò una ginocchiata nel suo addome mentre era sbilanciata.

La cacciatrice fu sbalzata indietro con violenza e cadde a terra sbattendo con forza. Alzò occhi offesi e furenti sul vampiro, più sconcertata che dolorante per quel colpo che certo non si era aspettata. Lui non aveva mai reagito alle sue esplosioni d’ira. Ma ora lui era cambiato. E lei era stata troppo occupata con se stessa per accorgersene. Prima a fare il capo scout di un gruppo di ragazzine, poi a riscoprire il proprio lato oscuro. A lui non aveva pensato mai.

Oh, al diavolo Buffy! Mi dispiace. Non volevo…attaccarti. Ma che dovrei fare? Restare senza reagire e bere tutto il tuo veleno fino a che non ti sarai stancata di sputarmelo addosso? L’ho già fatto. E non è servito a nulla. Ti sei mai resa conto di quanto male puoi fare Buffy? No, non ci provare neppure a voltarmi la schiena ed andartene, è un copione già visto. Guardami negli occhi e rispondimi. Il vuoto che hai dentro risucchia e distrugge chi ti sta intorno, chi cerca di amarti. Sei così aggrappata al tuo dolore che ti rivolti come una belva contro chiunque cerchi di aiutarti. Hai sofferto, ma non hai diritto di far pagare agli altri il prezzo di questo tormento. Hanno tutti già pagato per ogni errore, forse più del dovuto. Tu non vuoi ritrovare la strada, Buffy. Tu hai così paura perfino di poter essere felice o serena, così paura di provare emozioni, che non permetti neppure agli altri di farlo. Basta. Basta con la disperazione. Non cercare di trascinare chi ti sta vicino nel baratro con te. Io mi sono tuffato con la musica nel cuore in quel baratro, e anche se non avevo un’anima…ha fatto dannatamente male, credimi. Ma sei vuoi in ogni caso prendertela con qualcuno, fallo con me, perché io ti ero complice e perché io ho fatto del male a te come tu ne hai fatto a me, ma lascia Willow fuori da tutto questo.”

Buffy era ancora a terra. Ogni parola era come un chiodo che le trapassava muscoli e ossa per conficcarsi al suolo.

Avere un’anima ti ha per caso reso saggio, vampiro? Ti ha investito del ruolo di cavaliere senza macchia che difende l’innocente fanciulla? Ti ha dato il diritto si sputare nobili sentenze?!”

Non hai voluto mai nulla da me cacciatrice: il mio amore, il mio aiuto. Hai sempre rifiutato tutto. Forse ora accetterai il mio consiglio, di certo prenderai le mie parole, perché non me ne rimangerò neppure una.”

Buffy lo sfidò con gli occhi, così verdi, così profondi, così lucenti. Occhi in cui ci si sarebbe potuti perdere. Ma questo succedeva molto tempo prima. Prima di Willow. Prima di quella notte. Eppure c’era stato un tempo che non poteva essere così lontano in cui lui aveva amato quegli occhi. Disperatamente. Un tempo in cui sarebbe morto per dimostrare che li amava. Non più. Se la donna gli avesse chiesto aiuto gliel’avrebbe dato, se si fosse reso necessario morire accanto a lei l’avrebbe fatto, ma non più per le stesse ragioni. Lei era la cacciatrice e l’avrebbe seguita nella lotta. Tutto qui.

La risguardò in silenzio, senza più vacillare, e i suoi occhi erano chiari e freddi.

Lei quello sguardo non l’aveva mai incontrato, per lei era sempre esistito uno sguardo speciale.

Quello sguardo limpido faceva male più delle parole, e lei voleva difendersi.

Il tuo amore aveva una scadenza?! O sei andato con lei solo per passare il tempo? E, Will, tu non dovevi essere gay??!”

Buffy, per favore, cerca di capire..io…”

Cosa dovrei capire?Che Spike è un buon passatempo da letto scacciapensieri? Lo so già, ma non funziona per molto. Andate al diavolo, andate al diavolo tutti e due.”

La cacciatrice si rialzò sentendo ogni parte del proprio corpo terribilmente pesante e ,senza guardare i due amanti, corse via. Li lasciò soli e immobili come immortalati in un affresco dell’antichità, lei così sottile e diafana e pallida con quei capelli fiammeggianti che la contornavano come una nuvola di fuoco e lui con quegli incredibili occhi di tempesta che sconfiggevano il buio: Afrodite ed Ares sorpresi nell’atto d’amore da Efesto.


La rabbia era una droga, un veleno. Correva nel suo corpo al posto del sangue, pompata da un cuore sul punto di scoppiare, corrodendo le pareti sottili dei vasi lungo il suo percorso per dilagare come una marea in ogni organo. Le attraversava il corpo scuotendolo e le intossicava il cervello.

Era una droga fatta con una mistura micidiale: in quel coktail c’erano anche disperazione, impotenza, desolazione, perdita, solitudine.

Era sola. Ed era sul punto di impazzire.

Cominciò a prendere a calci e pugni ogni cosa che le capitasse a tiro e quando ebbe frantumato ogni vetro, fracassato ogni mobile, ridotto a brandelli le tende, se la prese con le pareti, colpendole fino a staccare l’intonaco dai muri.

Se ti vuoi fare del male posso aiutarti io B. Lo farei con immenso piacere, e risparmieremmo sull’arredamento.”

Fuori di qui Faith.”

La mora guardò Buffy di traverso, appoggiata pigramente a una stampella come se non le dovesse servire da sostegno, ma da arma.

Altrimenti che fai, B.? Mi riduci come il resto della stanza? Devi solo provarci sorella, io sto ancora aspettando la rivincita.”

Buffy alzò uno sguardo truce sull’altra cacciatrice. Aveva gli occhi iniettati di sangue e molte ferite superficiali sul corpo. Sembrava un vampiro preso in trappola, non una cacciatrice. Del resto Faith ricordava bene come ci si sente quando si è messi al muro e non si può fare altro che affrontare se stessi.

Quanta fretta hai di morire, Faith?”

Oh Buffy. Sono già morta. Ma ho nove vite come un gatto.”

Una, due. Me ne mancano solo sette. Possiamo cominciare anche subito.”

Che brava con i conti. Sei sempre stata la più intelligente delle due, B. Quanta fretta di uccidermi hai, B.?”

La stava sfidando solo per il gusto di farlo, e Buffy poteva già fiutare l’odore della lotta come avrebbe fatto un animale. Voleva quella lotta. Voleva spaccare tutto. Combattere per far tacere il resto. Voleva dolore concreto, fisico, asfissiante che mascherasse quello dell’anima. Voleva tradurre la disperazione in azione e scaricarla addosso a Faith o a chiunque altro si mettesse sulla sua strada. Voleva accecare i propri occhi con il sangue. Sfidare la morte, urlarle che lei era lì e la stava aspettando.

Avanti B., avanti. Ora so che sei pronta. Ora sei come me.”

Io non sono come te!”

La risposta le sfuggì dalle labbra come un riflesso ancor prima che riuscisse a pensare.

Sì che lo sei. Sei esattamente come me. Siamo mezzi demoni B. Creatura al limite fra giorno e notte, luce e oscurità. Siamo contaminate di male. Abbiamo il potere e solo il confine sottile di una missione eroica a difenderci da esso. E questo ci rende sole e diverse da ogni altro danntissimo essere umano. Questo accende la paura in noi e ci scava un vuoto dentro. Cerchiamo di fuggire da noi stesse, ma non si può…si può solo convivere con il demone… Ma questo vorrebbe dire accettare di non essere perfette, giuste, invincibili…puoi farlo ora? Avanti, uccidimi se ci riesci. Uccidimi se può riempire il vuoto, farti trovare il centro. Uccidimi se poi sarai pronta per salvare l’umanità. Avanti B., il nostro conto non è ancora saldato.”

La bionda cacciatrice guardava Faith e quella ragazza che sembrava così sola e ferita le appariva forte, come se avesse carpito il segreto dell’essere cacciatrice…come se avesse finalmente trovato la strada per usare il potere.

Abbassò la guardia.

Io non mi batto con i feriti né con gli zoppi. Vattene. Mi devi una delle sette vite che ti restano.”

No. Sei tu a dovermene due B.”

Non mi batterò con te.”

Se ti puntassi un coltello, o una stampella alla gola lo faresti.”

Non ci proverei se fossi in te.”

Sto tremando di paura. Ti comporti come se non te ne fregasse niente B. Ma ti batteresti per sopravvivere B. Come hai fatto fino ad ora. Come ogni volta. Perché? Perché se la vita è così dura e insopportabile? Non puoi mentire a me dicendomi che l’hai fatto perché era tuo dovere, perché dalla tua sopravvivenza e dalla tua lotta dipendeva la salvezza di altri. Io sono l’unica, l’altra unica a parte te, che sa che è una grossa bugia. Ti batti per restare viva, ogni volta per restare viva. Perché per quanto tutto sia tremendo e difficile e doloroso ci sono giorni in cui vale la pena essere viva. Perché ci sono il cioccolato caldo e le scarpe nuove, perché a volte gli amici sono davvero persone speciali, perché forse un giorno lui tornerà da te. Perché nessun paradiso può farti sentire viva e vera come quando respiri e cammini e guardi il mare. Tu vuoi vivere B. Devi solo ammetterlo. E per farlo dobbiamo metterlo in quel posto al Primo. Quindi vedi di farti passare la crisi esistenziale che dura da una vita e cerca di sbatterti con noi per farlo.”

Buffy si lasciò scivolare a terra. Sembrava davvero una piccola cosa ora. Non c’era nessun bagliore di veleno nei suoi occhi verdi, le sue mani non erano artigli, il suo sguardo non era quello di una valchiria.

Io non ci riesco…”

A fare cosa B.?!! cosa?!”

Ci ho provato ad essere normale. A combattere il male e trovarmi un lavoro. E ho fatto finta che mi piacesse avere per casa tutte quelle ragazzine urlanti e addestrarle. Ho cercato di essere una buona guida, di fare sempre la cosa giusta. Sono solo diventata dura e odiosa. E mi sentivo sempre più sola. E lo sto dicendo a te, è tutto così assurdo. Io non posso combattere il Primo, o anche solo vivere…senza di lui. Smettere di amarlo, di volerlo, è impossibile. E per questo io lo odio. Ma sono SUA. E’ parte del mio essere. Come se il mio codice genetico fosse programmato per amarlo fino al mio stesso annientamento. Ma lui non vede. Tutto questo dolore…e lui se n’è andato. Sai come ci si sente quando ti si spacca il cuore? Morire è meno doloroso. Quello che sento per lui è come avere dentro una stella compressa e sul punto di esplodere. Lui è dentro di me sempre. Peggio del suo demone, del suo odio, del suo sarcasmo, della sua furia omicida, c’è solo la sua assenza che mi devasta, che mi uccide lentamente. Sto diventando pazza, perfino malvagia. Tutto pur di riaverlo accanto. Ma non è abbastanza, non sarà mai abbastanza. Non esisto senza di lui. Gli appartengo e la sua colpa più grande ,quello che non riesco a perdonargli, è proprio questo. Può fare di me ciò che vuole. E tutto questo tempo lontana, arrabbiata è stato solo un disperato disperante tentativo di dimenticarlo. Il vuoto della sua assenza è come un buco privo di ossigeno. Prima di soffocare impazzirò. Se solo fossi davvero pazza e avessi delle voci a riempire il silenzio che lascia la sua assenza. Così assordante, così disperante. Si può impazzire lentamente per amore? O per la mancanza di esso? O per eccesso del medesimo? Ogni istante, è come se mi scoppiasse l’anima. Ammesso che io abbia ancora un’anima, che la mia anima non se ne sia andata con lui in una notte d’estate mentre il mio liceo andava in fiamme. Ho sempre cercato lui, ed ora mi è sfuggito dalle dita e non ho modo di riafferrarlo. E’ tutto confuso. Mi sento soffocare. Angelus è la mia nemesi, il mio opposto, la mia punizione per aver amato chi non mi era concesso. Eppure è meglio della solitudine, del nulla in cui galleggio da quando lui mi ha lasciata. Angelus è soffocante, ma è meglio soffocare in lui che annaspare nel buio della desolazione in cui Angel mi ha lasciata. Deliro, vedi?! Deliro!! Non so più neanche cosa volessi dire… Solo che io non posso combattere questa battaglia Faith, non è la mia battaglia.”

Lo è invece. E’ la battaglia di ogni cacciatrice. E’ la battaglia per restare vive. Se vuoi riavere lui devi combattere. Forse non puoi farlo da sola, ma se solo ti guardi intorno puoi vedere che non lo sei. Se solo trovi il coraggio e l’umiltà di chiedere aiuto lo avrai. Se tu lasci che la rabbia ti vinca, che il Primo tronfi, non potrai mai riavere Angel. Devi combattere anche questa battaglia. E per vincere devi cominciare ad essere meno stronza.”

Perché dovrei fidarmi di te?”

Perché nessun altro ti darebbe della stronza a viso aperto B.!”

Buffy stava piangendo. Lacrime spesse e fitte che le rigavano compostamente il viso distrutto.

Un sorriso stentato si affacciò sulle sue labbra.

No, suppongo di no!”

Faith le tese la mano e la bionda la accettò. Si strinsero per un lungo momento, avvicinandosi come per un abbraccio.

Bè, ecco…io non credo di essere ancora pronta per questo.”

naaaaa….nemmeno io B. Non saremo mai amiche…Niente abbracci fraterni. Però possiamo fare il culo al Primo!”

Sì, possiamo!”

Si ritrovarono a ridere e a piangere insieme, aspettando che l’alba si tramutasse in un giorno d’azione.


Dietro la porta semi scardinata, il Cercatore di anime si ritrasse con uno strano sguardo nei profondi, antichi occhi verde muschio: aveva sentito abbastanza.


Without Soul Cap.IX


Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”


Discalmer: i personaggi e i luoghi descritti appartengono ai loro autori e ai detentori dei diritti, Joss Whedon, la WB e la UPN. L'autrice scrive per divertimento personale, senza alcuno scopo di lucro.

La poesia da cui è tratto il titolo "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi" è di cesare Pavese, ovviamente i diritti non mi appartengono


Raiting:Pg14


Pairing:Buffy/Angel-us, Willow/Spike, Buffy/?




Quando finalmente ci fu di nuovo silenzio, il sole aveva ormai percorso la maggior parte del suo cammino e si appoggiava sull’orizzonte incendiando il cielo e rendendolo un abbacinante, interminabile mare di lava rossa. Rossa come il sangue.

L’aria che entrava dalle finestre infrante e dalla porta era immobile e bollente, gravava sulla terra schiacciando al suolo i cadaveri e rendendo insopportabile l’odore di morte.

Sul pavimento il sangue scarlatto come il cielo si mescolava lentamente a quello nero che colava dai corpi dei demoni.

Nessuno dei sopravvissuti aveva la forza di parlare, o di muoversi, o di piangere, e nel loro silenzio i rumori della città lontana in fermento arrivavano soffocati e sfocati. Perfino il telefono che aveva squillato incessantemente, assurdamente, per la durata di tutta la lotta ora taceva.

Buffy ,sfinita, girò lo sguardo sulla devastazione che la circondava. Era consapevole che sarebbe dovuto essere stata pronta ad un attacco. Ma non lo era stata. I demoni erano arrivati all’improvviso, di giorno, silenziosi e letali. Avevano fatto irruzione dalle finestre e dalle cantine come uno sciame di locuste. Prima che qualcuno potesse dare l’allarme, erano stati loro addosso. Non li aveva neppure contati, erano troppi. Sapeva solo che tutti all’Hyperion avevano combattuto.

Ma non tutti erano sopravvissuti.

Una pesante ascia che aveva preso ad un nemico le sfuggì di mano. La osservò rotolare fragorosamente a terra, troppo stanca per reagire. Le dita rimasero contratte come se ancora stringessero l’arma, le articolazioni erano bloccate e stridevano di dolore.

Sbatté le palpebre. Era come se una parte di lei dovesse ancora rendersi conto di quello che era successo. Non aveva una visione d’insieme. Solo frammenti congelati come fotogrammi di un film che non è mai stato montato.

Spike ,scalzo e con addosso solo i pantaloni, che combatteva furiosamente con la stessa crudeltà e la stessa mortale potenza di quando non aveva un’anima.

Willow che scagliava pelle di fuoco mentre una lungo ferita sul suo fianco stillava sangue rosso rubino.

L’odore acre della carne dei demoni che bruciava.

Le urla.

Connor che si batteva come un giovane leone, sul viso dalla bellezza ancora acerba il riflesso del volto di sua madre e ,paradossalmente, il segno di un profondo disgusto per quelle creature.

La gola bianca di Fred aperta da parte a parte e il sangue che gorgogliava fuori a fiotti scendendole sul petto come un drappo di velluto cremisi. Wesley che gridava, si chinava su di lei, menava fendenti con l’unico braccio sano che gli era rimasto.

Gunn a terra, gli occhi spalancati e le pupille fisse.

Il Cercatore, comparso dal nulla, che vibrava possenti colpi con la lucente spada e si faceva largo fra i demoni verso di lei, e cadeva ferito e si rialzava e tornava a combattere.

Faith, zoppicante ma terribile, che riluceva come un diamante nero nello scontro.

E i demoni. Demoni ovunque che sembravano non finire mai, non morire mai. Zanne appuntite e artigli affilati per ferire e per uccidere, sete di sangue per straziare i corpi, micidiale ferocia per calpestare i corpi dei caduti e continuare a seminare morte.

Per quante ore si erano battuti? Quanti nemici avevano dovuto affrontare? Quante erano state le ferite ricevute?

Erano sopravvissuti per poco. Grazie alla presenza di due cacciatrici e di un vampiro.

La vita era stata sul filo a lungo. A lungo la morte aveva tenuto aperto le sue braccia spettrali per accoglierli.

Come era potuto succedere? Come aveva potuto distrarsi tanto a lungo da dimenticare che il Primo aveva dichiarato guerra a lei e alla sua stirpe? Quella stirpe che aveva rinnegato in un pira di paletti, quella stirpe che aveva cercato di sfuggire mischiando il proprio sangue a quello del suo più mortale nemico. Quella stirpe che non poteva essere annientata senza annientare lei stessa e dalla quale lei non si sarebbe mai potuta davvero allontanare. La stirpe delle cacciatrici.

Sentiva il sangue ribollire nelle vene, l’istinto scoppiarle nella testa, le viscere contrarsi nel ventre. Ogni battito del suo cuore era un monito a non dimenticare mai più chi fosse. Era qualcosa di più forte e divorante di qualsiasi passione. Lei era la cacciatrice.

Si sentiva debole e furiosa e la furia le risucchiava le ultime forze rimaste ma nel contempo nutriva il suo corpo di un fuoco inestinguibile. Si lasciò cadere a terra, le mani protese in avanti a proteggere il viso dal contatto col pavimento imbrattato.

Faith alzò la testa e la guardò cadere. Aveva visto Buffy combattere come mai prima di allora. Come un animale braccato, come una fiera ferita nell’arena, come un vampiro antico e potente che sapeva di essere in trappola. Nella bionda aveva osservato il proprio riflesso di anni prima: l’istinto selvaggio e incontrollato, il potere di cacciatrice deviato e devastante. Ma aveva anche visto la furia e la precisione mortale dei colpi di Angelus nei suoi, e l’istinto animalesco di un vampiro nell’avvertire il pericolo e schivarlo. Era impressionante quanto Buffy fosse diversa. Come la sua natura di predatrice ora fosse messa a nudo. Come il demone ,Angelus, fosse dentro di lei, sotto la sua pelle, e avesse modificato il suo modo di agire. Ora in B. c’era un qualcosa di consapevolmente terribile e potente. Rispecchiava come mai nessun altra la prima cacciatrice, ma ormai non era più solo una cacciatrice. Faith poteva avvertire il cambiamento.

Il telefono riprese a squillate insistentemente. Quel suono era permeato da un’urgenza che sembrava essere smentita dai morti che giacevano immoti a terra.

Fu Mitch a rispondere. Quando riagganciò la cornetta si diresse deciso verso il centro della grande stanza, verso Buffy che era rannicchiata accanto al grande lampadario di cristallo caduto.

La rimise in piedi con delicata fermezza.

So che è difficile Buffy. Che sei sfinita a spaventata.”

La cacciatrice lo ascoltava cercando di afferrare il senso di familiarità che lui le infondeva. Il modo in cui aveva combattuto. Il modo in cui aveva incassato le ferite e le si era portato accanto, coprendole le spalle per buona parte della battaglia.

Ma noi siamo in guerra Buffy e non possiamo permetterci di perdere altre battaglie. E’ tempo di tornare ad essere quello che sei, la cacciatrice.”

Notò che le sue ultime parole le aveva acceso una scintilla negli occhi verde mare.

Le raccontò brevemente quello che l’ex-preside Woods gli aveva riferito.

Anche a Sunnydale si era scatenato l’inferno. Demoni guidati da un sacerdote avevano preso le potenziali. Xander ed Andrew erano morti. Giles in coma.

La battaglia in cui loro erano stati ingaggiati era un diversivo per impedire che qualcuno potesse andare in aiuto a Sunnydale.

Buffy rimase senza fiato. Questo era il prezzo che avrebbe dovuto pagare, dunque. Si scostò con violenza dal Cercatore, la testa che le scoppiava. Era un prezzo così dannatamente alto. Ma non ci poteva pensare ora. Poteva ancora impedire l’Armegeddon.

In piedi. In piedi. Il Primo ha preso le Potenziali. Ha attaccato qui e a Sunnydale. Dobbiamo andare, dobbiamo riprendercele. Willow prendi i libri di magia. Spike, dobbiamo recuperare tutte le armi che possiamo. In piedi, presto.”

Buffy…cosa è successo a casa? Cosa…”

Non ora Willow, non c’è tempo per le spiegazioni. In piedi. Mitch falli alzare. In piedi.”

B, ehi, B. siamo tutti sfiniti e gli amici di qualcuno sono morti. Servono riposo e…”

Non c’è più tempo. Non avete sentito forse?! Anche dei miei amici sono morti e mia sorella seguirà presto al stessa fine se non faccio qualcosa. Avremo tempo di piangere dopo.”

Da quando sei di nuovo il nostro capo, Buffy? Da quando sei di nuovo dalla nostra parte? Ci hai lasciati soli, te ne sei andata ma sapevi che il Primo avrebbe attaccato, eppure hai mollato tutto. Ci hai lasciati soli a combattere. Vivere o morire. Come se non fosse affar tuo. E ora Dawn e Kennedy sono in pericolo e c’è qui stato un massacro e…”

Sì, vi ho lasciati soli. Io sono sempre stata sola. Ma ora sono di nuovo qui. Hanno rapito le ragazze e Xander e Andrei sono morti e Giles è fra la vita e la morte. Sarò io a dover fare i conti con questo, Will. Ma ora tocca a me salvare il salvabile. C’è forse qualcun altro qui che può guidare la guerra contro il Primo?”

La sala riecheggiò solo di silenzio.

Si erano rialzati tutti.

Wesley depositò dolcemente il corpo di Fred su quello che restava di un divano e poi si voltò a fronteggiare la cacciatrice.

Io non so cosa tu sia diventata Buffy. Non ti conosco e non ti ho mai conosciuta veramente. Non pretendo di giudicare le scelte che ti hanno portata fin qui, ma so che tu sei l’unica ad avere il potere per fermare tutto questo e so che hai il dovere di farlo o di morire provandoci. Tu sei la cacciatrice di questa generazione, è il tuo tempo. Io voglio che quell’essere paghi per quello che ha fatto, voglio che ci sia giustizia per le persone che oggi hanno sacrificato la vita. Ma la domanda è, tu sei pronta ad essere il generale di questa guerra?”

Gli occhi di Buffy fiammeggiarono come uno stendardo vittorioso nel mezzo di una battaglia.

Non l’ho mai chiesto. Ma non ho altra scelta se non essere pronta.”

Allora ti seguiremo. Io almeno lo farò. Chiamerò Lorne perché si occupi dei corpi dei demoni e….dei caduti.”

L’ex-osservatore deglutì faticosamente, dietro gli occhiali aveva gli occhi lucidi e disperati.

Io non seguirò nessuno. Non una pazza assetata di sangue e sesso che si mischia con dei vampiri.”

Connor…”

No. Voi siete una manica di pazzi. Vi fidate delle persone sbagliate, giocate agli eroi. Andate a Sunnydale o dove vi pare. Io andrò a cercare Cordelia. Sono preoccupato. Lei non era qui quando ci hanno attaccato. Ma, come al solito, nessuno si è preoccupato di lei!!”

Connor, senti, io credo che…” Wesley parlava lentamente, come se dovesse risparmiare tutte le forze per la battaglia decisiva con il Primo e ora non avesse altro fiato da sprecare. A tratti i suoi occhi si spingevano fino al divano su cui aveva deposto il corpo di Fred, ma non salivano a osservare i poveri resti massacrati, tornavano rapidamente a fissare Connor, lucidi e nervosi.

Lascia perdere Wes, non ho bisogno di un ragazzino che non vuole combattere. Ci farebbe perdere più temo che altro. Dovrei anche preoccuparmi di proteggerlo.”

Senti tu, biondina, non pensare di essere autorizzata a darmi ordini o a trattarmi con superiorità solo perché ti sei portata a letto mio padre. Padre biologico per l’esattezza. Io faccio ciò che voglio. E adesso Cordelia ha bisogno di me.”

Se lo dici tu, sono sicura che andate d’accordo voi due…poco cervello e una lingue troppo lunga!!!”

La cacciatrice girò le spalle al ragazzo preparandosi a partire.

Io non credo che sia una buona idea lasciare qui solo il ragazzo. Se questa era una trappola per tenerci lontani da Sunnydale, probabilmente Cordelia è al sicuro a casa sua, ma se così non fosse il ragazzo andrebbe incontro a un grave pericolo. Non possiamo permetterci di perdere altri guerrieri.”

Lingua lunga sa badare a sé stesso a quanto ho visto. E comunque non ho tempo di fargli da baby-sitter. Non spetta a me pensare a proteggerlo, se di protezione ha bisogno. E poi, tu da dove salti fuori? Tu chi saresti per dirmi quello che devo fare? Dovrei fidarmi di te!”

Gli occhi del Cercatore la fissarono a lungo. Erano antichi e profondi, sfavillavano come smeraldi sul fondo di una grotta buia facendole correre silenziosi brividi lungo la schiena.

Io sono un amico.”

Non ho bisogno di amici in questa guerra. Ho bisogno di soldati.”

Non ho detto di essere amico tuo.”

Lei sentì il proprio corpo farsi di sale. Ghiaccio che si diffondeva dal cuore lungo tutto il circolo venoso e arterioso. Il respiro mozzato. Durò solo un attimo. La sensazione di un istante. Come un tuffo nell’acqua gelida del passato.

Poi fu di nuovo il presente, con una guerra che incombeva. La sensazione di familiarità, l’urgenza di dover afferrare un ricordo che le sfuggiva, si dissolsero.

Bene, allora non mi posso fidare di te.”

Sono un soldato però. E stiamo dalla stessa parte.”

Hai già cercato di tradirmi…”

Suppongo che potremmo considerarci pari…”

Cosa…?”

Nulla. Non hai tempo per stare a discutere con me. E hai bisogno di me per combattere la tua guerra.”

Lei si passò una mano sul viso, come a voler cancellare tutta la stanchezza.

Sì, ho bisogno che tu combatta per me. Andiamo a Sunnydale. Andiamo a casa.”

Si chinò e cominciò a raccogliere armi che potevano essere utili e ad accatastarle nell’incavo di un braccio come una fascina di legna da ardere.

Quando ebbe le braccia piene si allontanò verso uno degli studi per cercare una borsa o qualcosa in cui trasportarle. Lui la stava ancora guardando. I suoi occhi verde muschio che trapassavano i vestiti ed arrivavano sulla pelle come una fiamma che brucia e ustiona.

Prima di sparire dietro una porta mezza scardinata, la cacciatrice si voltò a incontrare quello sguardo fiammeggiante.

Mitch..?”

Generale.”

Il ragazzo. Starà più al sicuro qui che non sulla Bocca dell’Inferno. …..Anche se rimarrà in compagnia di Cordelia Cheese.”


Il pavimento ondeggiava sotto i piedi di Willow, la realtà le si distorceva attorno come riflessa in un padiglione degli specchi di un macabro lunaparck. Forse Spike la stava chiamando, o scuotendo. Forse una ferita in qualche punto del suo corpo perdeva sangue e lei avrebbe dovuto sentire dolore. Ma non lo sentiva. Non abbastanza.

Li aveva abbandonati.

Aveva inseguito Buffy e la magia che la chiamava e una nuova avventura. Aveva inseguito il desiderio di sentirsi ancora viva, utile. E si era trascinata dietro Spike.

Li avevano lasciati soli.

Era colpa sua.

Di nuovo, non aveva saputo proteggere le persone che più contavano nella sua vita.

Non faceva abbastanza male. Non abbastanza per coprire il rumore assordante del sangue che le martellava dentro e l’agghiacciante urlo del suo cuore, quell’urlo che non riusciva ad eromperle dalle labbra serrate. Un urlo così forte e così acuto da spaccarle la testa, da maciullarle gli organi interni.

Nel centro del suo torace, in un punto che si allargava come una voragine, si irradiava il gelo bollente della magia che lentamente, inesorabilmente, si impossessava del suo corpo come il dolore di un pugno in pancia che si propaga nelle membra.

Attorno a lei gli oggetti cominciarono a sollevarsi e a ruotare, prima piano, poi sempre più velocemente.

Il suo corpo si stava trasformando in un involucro vuoto in cui la magia ribolliva impazzita, e cresceva, e si agitava per uscire fuori. Lei ,Willow, scivolava sempre più lontano da quel luogo di morte, restava solo la magia. Nera come la rabbia. Nera come la paura. Nera come la disperazione. Colava nel suo corpo dal centro verso la periferia degli arti riempiendola, rapida come la marea che sale. Divorava il cervello. Divorava i sentimenti.


Willow era sempre più pallida. La pelle candida si faceva ad ogni attimo più traslucida, come se trasudasse una luce livida e violacea. Gli occhi diventavano mano a mano più vuoti, più scuri e più lontani, i capelli uno stralcio di tenebre. Come quelli di Drusilla. Un mare di seta nera in cui affogare. Mentre pezzi di sedie e vetri delle finestre cominciavano a colpirlo, il vampiro fu afferrato dal vortice dei ricordi. Come se quella donna che stava venendo divorata dalla magia nera potesse trasformarsi nell’altra donna della sua eternità. Madre e amante. Morte e nuova vita. Drusilla. Occhi oscuri e potere sotto la pelle troppo bianca anche per un moto. Davanti ai suoi occhi le due donne parevano fondersi in una sola. Una creatura spettrale e non umana che chiamava con il canto di una sirena la sua parte oscura orinandole di riemergere. Passione, sangue e stordimento gli riempirono la testa come se fosse un vampiro nella sua prima, eterna notte. Poteva quasi sentire le lunghe unghie di Drusilla affondargli nella pelle sottile della fronte e del viso, aggrappata a lui come in un tempesta e la sua voce melliflua che gli sussurrava l’ennesima tentazione nell’orecchio. “Lascia che la strega si perda e l’avrai per sempre. Torna quello che sei e l’avrai per sempre. Avrete l’eternità ai vostri piedi. Senz’anima, sena limite. Solo notti infinite….Lascia che si perda.”

Adesso attorno a lui e a Willow si agitava un forte campo magnetico che lo schiacciava a terra e gli rendeva difficile i movimenti, e lo respingeva dalla strega. Aveva l’impressione che gli mancasse l’aria ,nonostante non ne avesse bisogno, e gli oggetti lo colpivano con sempre maggiore forza. Gli occhi della rossa erano più scuri del nero, pece colata dentro le sue delicate orbite. Non poteva più avvertire il profumo della sua pelle, lavanda e gelsomino….

Si riscosse come se si stesse svegliando da un incubo. Scaraventando lontano il piano di cuoio di una scrivania che stava per finirgli addosso, si buttò su Willow afferrandola per entrambe le braccia, affondando gli occhi chiarissimi in quelli oscuri di lei.

Smettila, Will. Non farlo.”

All’inizio lei sembrò solo non riconoscerlo. Era quasi incosciente, lontana da sé stessa e da lui. Aveva lasciato posto alla magia e si era ritirata.

Willow, sono io, sono Spike. Devi ascoltarmi. Non puoi mollare adesso. Ci sono cosa da fare, vite da salvare. Abbiamo bisogno di te. Le Potenziali hanno bisogno di te.”

Non mi toccare.”

Sentiva la magia bruciante che cercava di respingerlo consumandogli la carne, ma rimaneva aggrappato a lei ostinatamente.

Willow, non puoi farlo di nuovo. Tu sei forte, non cedere alla magia. Lo so che fa male. Xander, e…”

Finalmente lei urlò.

Non pronunciare neppure il suo nome. Perché non eri a Sunnydale a proteggerli? Perché non mi hai trattenuta là? Li abbiamo lasciati soli.”

Willow. Ascolta. Non è colpa tua tesoro, non è…”

Sì che lo è. Tutta questa magia…tutto questo potere…lo senti vero…lo senti? Io potrei ucciderti adesso…Io potrei….eppure non ho salvato loro. Non ho salvato Tara. E lei era innocente. Non ho salvato Xander o Giles, o…..non posso credere che lui non ci sia più Andavamo all’asilo insieme.Non c’è stato giorno della mia vita in cui lui non ci fosse. Mi ha salvata da me stessa. Mentre io… con tutto questo potere…tutto questo potere non è servito…”

Willow….Willow, ti prego. Pensi che distruggerti e distruggere noi potrebbe cambiare le cose. Non è colpa tua. Buttare via la tua vita non restituirà ai morti la loro, né farà giustizia.”

Io…io voglio solo smettere di soffrire…Lo senti? Lo puoi sentire il mio cuore che urla, vampiro? Tu hai un’anima, io non l’ho più. Eppure il mio cuore urla e urla e mi strazia…ma nessuno lo sente, nessuno…”

Io sì. Io sento Willow. Io ti vedo. E sento il tuo dolore. Non posso capirlo fino in fondo forse, non sono un essere umano. Ma ti consolerò. Sarò accanto a te in ogni attimo e ascolterò il tuo grido fino a quando non avrà placato il dolore.”

Non è vero…non è vero…”

Sì che lo è. Io sono qui. Sono qui per te. Resta.”

La magia…la magia è così forte…e mi chiama…se mi lascio andare…se solo mi lascio cadere…so che smetterà di fare male…”

No. Sei più forte di così. Smetterà di fare male solo se resti…solo se non ti lasci cadere e affronti il dolore..”

La magia…io potrò finalmente riposare…”

La violenza con cui gli oggetti venivano scagliati attorno era diminuita, ma Spike sentiva il palmo delle mani bruciare contro la carne bollente della strega e il vento che si agitava attorno a lei gli feriva gli occhi come una pioggia di spilli.

Willow.IO HO BISOGNO DI TE. Ti prego…resta qui, resta con me…Non ti chiederò nient’altro, non di amarmi o di capirmi o di non disprezzarmi per quello che sono…ma resta con me….solo questo ha importanza. C’è anche una battaglia apocalittica da combattere…ma non è per quello che ti chiedo di restare. Resta con me. Non ce la posso fare da solo. Ho bisogno di sentire il tuo profumo anche per un istante solo quando mi passi accanto affaccendata in qualche affare di magia o in ritardo per la chiusura della biblioteca. Allora io posso combattere gli eserciti del Primo e affrontare le mie colpe…ma solo se so che tu ci sei. Che tu mi sorriderai senza motivo…anche solo un piccolo, minuscolo sorriso. Ho bisogno della tua forza Willow. “

Gli occhi della strega cominciarono a schiarirsi, come se lei finalmente lo stesso vedendo. Il nero si scioglieva lentamente nell’oro scuro delle sue iridi tristi e colava via, lasciando il suo sguardo libero di brillare sotto le ciglia.

Così Willow, brava, così. Torna da me. Torna da me.”

Spike…..”

Sono qui dolcezza, sono qui per te. Non lasciarmi.”

Il vento si placò e gli oggetti smisero di vorticare come proiettili per la stanza.

Non sono sicura di farcela…oh, Spike loro erano…”

Lui la prese fra le braccia stringendola forte a sé, contro il petto, contro quel cuore che non batteva più. Avrebbe voluto poter togliere dal suo corpo tutto quel dolore con un morso, come se fosse stato sangue.

Adesso la ragazza piangeva sommessamente, le spalle che si alzavano e abbassavano colpite dai singhiozzi, il volto nascosto contro il vampiro.


Gli altri sopravvissuti erano rimasti ai margini di quella scena.

Nessuno aveva aperto bocca o fatto qualcosa.

Buffy con le sue armi, Wesley con i suoi libri antichi e i blocchi per le traduzioni, Faith che cercava di medicarsi una ferita, Mitch che cercava di parlare con Connor e Connor che non lo ascoltava.

Si erano tutti paralizzati ad osservare la strega e il vampiro. Strana favola oscura.

Quando il primo pezzo di porta era voltato loro addosso, Buffy si era mossa per raggiungere Willow, ma Mitch l’aveva fermata. Le dita lunghe e forti del Cercatore le avevano circondato il polso con fermezza e lei non era riuscita a divincolarsi. I loro occhi si erano trovati per fronteggiarsi in uno scontro silenzioso. Quello sguardo così antico le arrivava all’anima che era convinta di non avere più, bruciandola. Lui aveva scosso la testa. Buffy aveva riportato lo sguardo sulla scena al centro della stanza. Per un solo istante i suoi occhi avevano incrociato quelli azzurrissimi di Spike. Gli occhi del vampiro brillavano di accecanti lampi di ghiaccio freddo e ardevano come una fiamma fatta di azoto liquido. La cacciatrice aveva fatto un passo indietro e non era più stato necessario che il Cercatore la trattenesse. Le era risultato chiaro come una saetta nella notte che Spike avrebbe impedito a Willow di farsi del male, e di farne a loro forse. Di certo, lei era l’ultima ad avere il diritto di intervenire. Non erano più affar suo, né lui, né lei. E ,per loro, era meglio così. Forse avrebbero potuto trovare quella pace che lei non avrebbe mai avuto. Lei, creatura fatta di fuoco luminoso e di tenebre.


“…grazie…”

Non c’è nulla di cui essere grata…”

Mi hai trattenuta..hai impedito che io cadessi..”

Allora siamo pari…”

Non capisco..”

O Will…devo proprio spiegarti tutto..? Quando è tornata Buffy, quando è arrivata qui. Anche io stavo per cadere, anche io stavo per perdermi…ma tu mi hai trattenuto. Mi hai chiamato indietro. E io non ti ho neppure ringraziato.”

Gli occhi che si alzarono su di lui non recavano più alcuna traccia di oscurità, solo un immenso dolore e una remota traccia di speranza scintillante.

Willow sorrise. Come quando il sole squarcia il cielo dopo un temporale terribile.

Il vampiro sentì che gli si sarebbe potuto aprire in due il petto e il suo cuore freddo si sarebbe potuto sciogliere al calore di quel piccolo sorriso.

Hai ragione Spike, allora siamo pari.”

Lo abbracciò di nuovo stretto, appoggiando il volto nell’incavo del suo collo, il corpo che aderiva perfettamente a quello di lui.

Spike intercettò uno sguardo di Buffy. I suoi occhi verdi erano duri e indecifrabili. Occhi di vetro per una perfetta statua di cera. Ma non vi balenavano più lampi d’ira. Erano occhi stanchi, occhi antichi in un volto troppo giovane. Erano occhi di pietra che potevano affrontare tutto. Capì l’urgenza di quello sguardo. Lei doveva tornare a Sunnydale, alla sua missione. Non c’era più tempo.

Willow…dobbiamo andare. Non c’è più tempo.”

No, non ce n’è più…l’abbiamo bruciato tutto. Non sono sicura di poter tornare a casa…”

Xander non vorrebbe che tu…”

Scc…non dirlo ancora. Non ho ancora abbracciato questa morte. Ci sarà tempo, forse, dopo l’Apocalisse.”

Ci sarà tempo ,tesoro, se eviteremo l’Apocalisse.”

Già…torniamo a casa, torniamo dalla mia famiglia. E combattiamo.”


Sunnydale era un deserto. La gente fuggiva in tutta fretta dalle case senza neppure rendersi conto del perché.

Nelle strade, bruciavano i falò dei disperati. Quelli che nonostante il caldo avevano bisogno di un fuoco a cui scaldarsi, a cui scaldare la loro pena e la loro solitudine.

La canicola rendeva il paesaggio simile a una fotografia sfocata, in cui i contorni si confondevano.

La notte aveva un odore pesante, opprimente.

Sembrava già una città morta, o meglio, una città dei morti.

Casa Summers aveva ritrovato un silenzio che ormai le era sconosciuto e ostile.

Dietro le finestre che nessuno aveva più riparato, nei resti di un soggiorno che avrebbe potuto essere quello di una casa terremotata, sedeva quello che restava dei componenti dell’esercito del Bene.

I loro occhi erano foschi come quelli di mercenari al soldo, i loro corpi coperti di ferite e cicatrici come quelli di veterani, i loro cuori ,per la maggior parte, erano senz’anima.

Avrebbero combattuto perché combattere era l’unica scelta, ma la speranza non albergava fra loro. La speranza era la vita, ed era il nulla.

Avevano vegliato per qualche ora i morti, poi avevano organizzato un sommario funerale. In ospedale, con Giles, non era potuto rimanere nessuno, tutti erano preziosi per la battaglia che incombeva.

Willow teneva le mani sospese sopra la frettolosa trascrizione che Wesley aveva redatto mentre lei parlava in preda al trance indottole da Drusilla. I caratteri sottilmente luminosi sembravano galleggiare sul foglio.

Ora so cosa vuol dire tutto questo. E’ per posdomani notte. Quando la luna sarà calata e il sole sorgerà, quello sarà il girono dell’eclissi.

_ Quando la luna si sarà spenta nel cielo oscuro

noi canteremo incantesimi perché le stelle perdano il loro fuoco

e siano vinte dall’oscurità della notte.

Aspetteremo il giorno senza sole spegnendo ogni luce nel cielo.

Allora il Signore di Ogni Male reclamerà il corpo che

Spontaneamente gli era stato offerto e dall’abominevole sacrificio

Rinascerà il Male purissimo.

Prima della pioggia di fuoco

i demoni che hanno giurato di non combattere per ottenere il potere,

i Supremi Sacerdoti del Nostro Signore di Ogni Male,

verseranno il sangue più rosso del rosso,

il sangue delle abominevoli guerriere che per secoli ci hanno perseguitato,

il sangue che ci era stato rubato con l’inganno per indebolirci.

Dalle loro gole ancora vergini dal potere

sgorgherà il sangue potente.

E quello che era nostro tornerà a darci forza.

Il Padre di Ogni Male accetterà la nostra umile offerta:

Lui, che insinuò il tradimento primo nel cuore di colui che è caduto ma era un angelo di luce, Lucifero,

berrà la linfa vitale delle infime nemiche

così che potrà di nuovo camminare fra noi.

Carne allo spirito, mano alla malvagità,

Potere al Potere.

Il Primo di nuovo integro sarà.

Il Potere di nuovo in UNO solo albergherà.

Così avrà inizio l’era delle tenebre

E il Sommo Signore di Ogni Male

Staccherà dal cielo per noi il sole e le stelle

Che si riversino sull’umanità e la annientino.

Per ogni strada del mondo seminerà

il terrore, la morte, la guerra, la fame e la pestilenza,

così che noi potremo banchettare in Suo onore, nella gloria del Suo nome. _

Il Primo Male vuole avere un corpo. Vuole poter agire. Questo sarebbe peggio della fine del mondo. Sarebbe peggio dell’inferno sulla terra. Ha bisogno di un grande potere, un potere che da tempo immemorabile non possiede più. Quello che gli fu sottratto per creare le cacciatrici, mescolando l’essenza umana a quella demoniaca. Gli uomini ombra crearono una genia di invincibili guerriere, con il libero arbitrio che permettesse loro la scelta di smettere di combattere e di morire. Per farlo, sottrassero in segreto potere al Primo. Che si ritrovò beffato e battuto lungo i secoli. Ora il Primo intravede la possibilità di riprendersi quel potere. Lo risucchierà da tutte le Potenziali. Poi si calerà in un corpo che gli è stato offerto e che si purificherà con un assassino rituale. Prima di adesso il Primo non aveva preso in considerazione le Potenziali. Aveva creduto che uccidendo tutte le cacciatrici il potere sarebbe gradualmente tornato a lui. Allora trovò i suoi angeli vendicatori. Angelus e Spike e li mandò sulla terra a uccidere le cacciatrici. Ma i suoi campioni si innamorarono di una di loro e lo tradirono. Non era questa la strada, dunque. Doveva trovare le Potenziali, fare in modo che fossero radunate per averle tutte in una volta in un unico sacrifico. Però quello che sta per fare è pericoloso. Quando calerà in un corpo umano sarà vulnerabile per un certo periodo di tempo. Nell’intervallo di tempo in cui si sarà incarnato e avrà aperto la Bocca dell’Inferno per trarne il potere, sarà vulnerabile. E sarà scoperto, perché i due campioni che nelle profezie erano destinati a proteggerlo, ora non lo servono più. Parlo sempre di Angelus e Spike. Noi abbiamo una possibilità. Una sola. Attaccare durante la cerimonia di incarnazione. Non sappiamo dove si nascondono adesso, e in ogni caso ci saranno guardie invulnerabili e difese insuperabili, per come siamo ridotti noi. Domani notte però tutti saranno concentrati sui riti e noi potremo agire. Forse dovremo sacrificare la vita….la vita di alcune Potenziali. Dovremo indurre il Primo a credere di avere il sangue da poter bere. Basterà che ci sia un po’ di sangue proveniente da piccole ferite di tutte le ragazze….se riusciamo a neutralizzare indisturbati i demoni preposti al sacrifico. A questo punto il Primo entrerà in un corpo umano e noi potremo uccidere questo corpo, indebolendo infinitamente il Primo. Per farlo ci occorrono una spada e un’ascia rituali. Possono essere impugnate solo da degli angeli caduti. O da chi ha il loro sangue. Spike, Angel e Buffy, visto il suo legame di sangue con Angel. Abbiamo comunque i nostri due campioni, anche se Angel non combatterà con noi. C’è solo da sperare che non ci intralci.

Avevo fatto molti errori di interpretazione…l’altra volta…a parte la storia dell’allineamento planetario, dell’eclissi e delle porte di confine che era esatta…comunque ora so che è così. Lo so grazie alla magia e non ho dubbi. Solo, non so di chi si parli quando ci si riferisce all’abominevole sacrificio. Forse alla Cacciatrice in carica? Non credo. Dovremo improvvisare. Adesso però è tempo di agire. Faith e il preside andranno a recuperare l’ascia. Buffy e Mitch, la spada. Wesley preparerà gli incantesimi che ci serviranno, ho fatto una lista. Io e Spike andremo a fare un sopralluogo nel potenziale sito del rituale. Devo verificare alcuni segni…e accertarmi che sia il posto giusto. Probabilmente sarà sorvegliato…già questo dovrebbe essere un buon indizio. Ecco…è tutto.”

Willow aveva parlato con voce ferma, risoluta.

Aveva l’impressione che il suo cuore non battesse più e il suo corpo fosse fatto di ghiaccio e legno. Sapeva solo di dover andare avanti, fino alla fine. Andare fino in fondo, fermare il nemico e salvare le vite rimaste da salvare, o soccombere. Niente altro. Nessun pensiero, nessun sentimento. Il tempo delle debolezze umane era finito.

Anya si torse sulla poltrona in cui era sprofondata. “E io cosa…cosa dovrei fare?”

Resterai qui, nel caso qualcuna delle Potenziali sia riuscita a scappare e ritorni o altro…”

Resterò qui…bene…aspetterò qui di morire. Un posto vale un altro dopo tutto, giusto? Gli altri…sono già…”

Smettila Anya, smettila. Non ora. Dopo…dopo ci sarà tempo per tutto….dopo. Ora dobbiamo combattere. Domande?”

Sei diventata tu il nostro generale Will…?!”

Io…no. Hai qualche idea migliore, Buffy?”

Le mie idee ultimamente non ci hanno portato in nessun buon posto, seguiremo il tuo piano Will.”

Buffy…neppure le mie idee ultimamente…”

Non ha molta importanza, ormai, no?!”

No, non ne ha, credo.”

Allora possiamo andare.”


La magione era una prigione di ricordi.

La luce che filtrava attraverso gli sterpi del giardino le crepitava sulla pelle.

La polvere stratificata su ogni superficie aveva un odore particolare, familiare. Anche se quando lei veniva in quel luogo quasi ogni giorno, non ve n’era mai stata traccia.

Ogni angolo, ogni ombra le scivolavano addosso cercando di insinuarsi dentro di lei e scatenare il fiume delle reminiscenze.

Il fantasma di lui era ovunque. Come un desiderio inarrivabile, come una sete inestinguibile, come il miraggio di un’oasi in mezzo a un deserto per lei ormai sull’orlo della follia, come un’accusa muta e straziante.

Il silenzio era lo stesso di un tempo, come se in quel luogo remoto e affascinante il mondo non potesse arrivare, fosse chiuso fuori dalla grande porta, dai tendaggi di velluto, dal giardino dimenticato e incolto.

Sentiva la gola stretta, un nodo allo stomaco. Restare ferma o concentrata le era difficilissimo. Era inquieta come il vento che precede la bufera. Il sangue le percorreva le vene urlando, chiamando, ribollendo, salendole alla testa e accecandola a tratti.

Mitch non parlava. Era una presenza silenziosa ai margini della sua coscienza, del calderone del suo essere.

In certi momenti aveva la sensazione che se solo si fosse avvicinata un poco di più a lui…che se solo l’avesse toccato, o avesse cercato rifugio nelle profondità dei suoi occhi, avrebbe potuto trovare un poco di quiete. Ma era solo una sensazione e spariva presto, inghiottita da quella villa abbandonata eppure affollata da mille spettri del passato di Buffy. Spettri che si era ripromessa di non dover riaffrontare mai più. Invece la forza di quel posto la colpiva come un pungo allo stomaco e la inondava di struggimento per tutto quello che avrebbe potuto essere e non sarebbe mai stato. Sentiva gli occhi bruciare, ma non potevano essere lacrime, lei non aveva più lacrime da piangere…le aveva già verste tutte per Angel, per la giovinezza perduta….

Rimarremo a lungo qui a onorare i tuoi ricordi o pensi che potremmo prendere la spada e andarcene prima che ci sia bisogno di noi e noi ,di nuovo, non ci siamo?”

Non ci sarà bisogno di te, non so neppure se mi posso fidare di te, non so da dove salti fuori!!!”

E’ vero: hai ragione, tu sei la cacciatrice che ha bisogno di essere circondata da uomini di cui si fida perché li conosce, uomini che le dicano sempre la verità che vuole sentire. Questo non riguarda te, Buffy. Sono qui per salvare la vita di molte persone, tutte quelle che il Primo sterminerebbe se tornasse a camminare fra noi. Riguarda la salvezza di quelle anime. Sono qui per loro, tu non c’entri niente. Non serve che tu mi conosca, basta solo che combattiamo insieme.”

Non furono tanto le parole di lui a colpirla, quanto il tono il mondo in cui le aveva pronunciate…come se sapesse molto di più di quello che diceva. Come se la conoscesse a fondo e sapesse esattamente dove andare a colpire per farle più male.

_

Avresti dovuto dirmi cosa stava succedendo.”

Io…non pensavo che la faccenda ti riguardasse.”

Che non mi riguardasse..?”

Mi serviva più tempo con Faith, non sono..”

Ti serviva più t..”

..”

Per caso, hai…idea di quello che sia stato per me vederti con lei? Vedere che alle mie spalle…”

Buffy questo non riguarda te. Riguarda la salvezza dell’anima di una persona, sono qui per questo, tu non c’entri

niente. E’ stata una tua idea il fatto di starcene lontani.”

Sono venuta qui perché eri in pericolo.”

Io sono in pericolo ogni giorno. Sei venuta a causa di Faith, cercavi vendetta.”

Non ne ho il diritto?”

Non nella mia città.”

“….Ho qualcuno nella mia vita adesso.Qualcuno che amo. E’ diverso dalla nostra storia. E’ qualcosa di nuovo. Sai

cosa lo rende nuovo? Mi fido di lui, perché lo conosco.”

Meraviglioso. Ottimo. Ti sei divertita, io non posso. Hai trovato un nuovo amore,a me non è permesso, ricordi?

Rivedere te mi fa solo soffrire e nessuno potrà aiutarmi, nessuno. Ormai non mi consoci più quindi non venirmi

a dire che cosa devo fare dall’alto del tuo bel piedistallo: Torna a casa.”

Vedi? Faith ha vinto ancora.”

Vai…” _


Il deja vu le attraversò la mente come un lampo, lasciandole solo la sensazione di un qualcosa che non riusciva ad afferrare, e un dolore nel petto, dietro al cuore, ma nessuna precisa immagine. Sentiva che qualcosa le sfuggiva, e lo sguardo di Mitch le bruciava addosso come acido, impedendole di pensare, di concentrarsi. Il cuore le spaccava il petto battendo furiosamente contro le costole fin quasi a fargliele dolere. Cosa le agita l’anima? Ammesso che ne avesse ancora una? Rabbia? Dolore? Indignazione?

Distolse in fretta gli occhi smeraldini da quelli insostenibili del Cercatore. Così profondi, così oscuri, soffusi di una luce simile a quella fluorescenza che potresti osservare in una grotta sottomarina. Quegli occhi che sembravano avere il potere di scorticarle la pelle e i muscoli dalle ossa per vedere dentro di lei, a fondo, fin nei recessi più nascosti, lasciandola nuda e indifesa a sopportare uno sguardo che la svelava in una debolezza che non le era concesso mostrare ad altri. Lo stesso potere che aveva avuto un altro sguardo…fin da una notte di tanti anni prima in un vicolo buio…

Vuoi la spada?” La sua voce era ferma e fredda, come se lui non potesse toccarla. “Allora datti una mossa a cercarla, invece di perderti in chiacchiere inutili.”

Ai tuoi ordini generale.”

Lui le sorrise. Un sorriso obliquo e ironico che smentiva quelle parole deferenti.

Attraversò la stanza e si inginocchiò accanto al camino. Batté un pungo su alcune mattonelle, ascoltando con la testa piegata il rumore che producevano.

Buffy rimase ferma dove lui l’aveva lasciata ad osservarlo. I suoi gesti erano così dannatamente familiari che avrebbe voluto colpirlo per cancellare quella strana sensazione che le faceva correre sotto la pelle. Quell’inafferrabile senso di vuoto allo stomaco, quel cuore che batteva più veloce quando sapeva che i suoi occhi le sfioravano la pelle.

Eppure qualcosa dentro di lei le diceva che avrebbe parato il suo colpo prima che andasse a segno…e questo non era plausibile, visto che lui era umano…

Mitch sollevò una spessa lastra di marmo. Il terreno ,sotto, era scavato. Vi era deposta una lunga cassa di lucido legno nero, avvolta in uno sbiadito panno di seta azzurra. La seta era lacerata, ma era tenuta ferma da un grosso sigillo di ceralacca con impresso un complicato stemma.

La cacciatrice coprì in un balzo la distanza che la separava dal Cercatore. Con un movimento fluido si chinò per spezzare il sigillo e verificare il contenuto della cassa.

Ferma.”

Visto che abbiamo già chiarito che non mi fido di te…mi sembra chiaro che sarò io a prendere la spada.”

Ah ah. Come vuoi. Ma il sigillo non può essere rotto. E’ incantato. Devo prima rimuovere l’incantesimo.”

Ti indenti anche di stregoneria?”

Quel tanto che serve.”

Credevo fossi solo un ramingo al solo di chi ti paga meglio…”

Sono molte cose che tu non potresti immaginare, Buffy.”

Estrasse di tasca un sacchetto di cuoio lavorato e ne rovesciò il contenuto sulla cassa. Le sue labbra si mossero rapide in una cantilena sconosciuta alla donna che gli era accanto. Il sigillo si sciolse sfrigolando mentre il drappo di seta si consumava in una fiammata blu verde che non danneggiò in alcun modo la cassa. Mitch rimosse il coperchio e con un gesto teatrale le indicò di prendere la spada.

Era bellissima e lucente, con una lama lunga e sottile e un’impugnatura perfettamente liscia e levigata, intagliata nell’avorio più pregiato. Quando Buffy la impugnò sentì un lungo fremito percorrere l’arma, come se fosse viva, e poi l’impugnatura si adattò perfettamente alla presa della sua mano e il peso della lama alla portata del suo braccio. Quella spada era stupefacente. La brandì alzandola sopra la testa per osservarla scintillare nell’aria.

_ “Chiudi gli occhi”

* Non pensare Buffy, non morire ancora per un istante, resta viva ancora un solo secondo. Solo il tempo di uccidere il

tuo amore. Solo il tempo di morire guardandolo sparire muto nel gorgo dell’inferno. *

La spada affondò dentro di lui come se la sua carne fosse stata il fodero creato su misura per quella lama. Il dolore

di lui le arrivò dritto nel petto togliendole il respiro. Non aveva lacrime più da piangere. Si erano seccate tutte. Lei

ora moriva con lui, ed anche il corpo moriva.

Gli occhi di Angel le scavavano una voragine dentro, sempre più profonda, sempre più insopportabilmente lacerante.

* Fa’ che finisca presto, fa’ che il vortice si chiuda, fa che io possa morire ora e non debba più ricordare il suo sguardo su di me e il mio cuore che si spezza uccidendomi. * _


Buffy si riscosse. Tirò un profondo, affamato respiro, come chi sia stato troppo a lungo sotto acqua. Guardò con orrore la spada che reggeva fra le mani e la riabbassò prontamente. Nella cassa c’era anche una guaina, senza dire una parola, si chinò a raccoglierla e rinfoderò l’arma.

Sembri sconvolta.”

Possiamo anche andare ora.”

Brutti ricordi?”

Lei alzò gli occhi pronta ad inveire contro di lui, a urlargli in faccia tutto il suo dolore, e la sua rabbia, e la sua solitudine. Ma incontrò il suo sguardo antico e vi trovò dolcezza, comprensione. Un calore che la avvolse, riuscendo in parte sciogliere il gelo che l’aveva investita.

Non ho un bel rapporto con le spade…non sono mai stata molto brava.”

Oh, è questo. Solo questo?”

Sì. Non c’è altro che tu debba sapere.”

Sarà meglio che quando affronteremo il Primo tu sia più che brava con quella spada. Sarà meglio che essa diventi il naturale proseguimento del tuo braccio, una parte di te. Sarà da quella che dipenderà la tua sopravvivenza e quella del genere umano. Da una spada d’avorio. Anche se tu preferisci i paletti.”


_ “Si dirige verso l’oceano.”

Ne sei sicuro?”

E’ ferito. Sento l’odore del sangue.”

Oh. Fantastico, utile abilità. Se i tuoi amici non fossero scappati al primo pericolo, avrebbero potuto aiutarci con le ricerche per scoprire cosa è quella creatura e perché ci vuole uccidere. Ah..”

E’ solo un topo. Puoi..mettere via quel coso…non è un vampiro, perché l’hai portato con te?”

Perché so come usarlo. E poi….è molto più utile del tuo taglierino.”

Forse hai ragione. Vogliamo vedere se è così?”

Possiamo continuare questa caccia? Vorrei finire prima che faccia buio.”

Posso occuparmene da solo.”

Tu mi hai soccorso ieri, vorrei almeno pareggiare.”

Stai tenendo un punteggio?”

..Tu senti qualcosa? Io sento solo puzza di fogna..Ok, tunnel numero 1 arriviamo.” _


Buffy deglutì. Lungo la spina dorsale le correva un brivido freddo.

E tu come lo sai?”

Intuito.”

Intuito.”

Già. In ogni caso, non ti basterà un paletto contro il Primo.”

Lo so. Ma se non avrò altro a disposizione, userò un paletto, e se non avrò nemmeno quello userò i pugni e i calici e userò i denti e le unghie. Non permetterò che la stirpe delle Cacciatrici si estingua.”

Credevo tu non fossi più una cacciatrice.”

Mi sbagliavo. E’ quello che sarò sempre.”

E il vampiro?”

Lui è un discorso a parte.”

Un discorso a parte? Lui potrebbe essere accanto al Primo ora, a tramare la nostra disfatta. Ti vuole morta più di ogni altra cosa.”

Tu non puoi sapere cosa vuole.”

A no? Lui ti vuole morta. Lui serve il Primo.”

Tu non lo conosci.”

E tu sì? Pensi davvero di conoscere un demone con più di due secoli di vita alle spalle? Di morte e di distruzione, di massacri e di passioni, di amanti e di torture? Tu non hai la più pallida idea di chi lui sia davvero, né di cosa sia capace di fare.”

Io so chi è lui. Come nessun altro lo sa. Forse neppure come lui lo sa. E so cosa è capace di fare, perché lo ha fatto a me. “

Gli occhi di Buffy erano due pozze di fuoco e di veleno, lo sfidava con lo sguardo a dire solo un'altra parola, come se il prezzo potesse essere la morte. Ma lui non distolse gli occhi, non abbassò lo sguardo. Lui era forte quanto lei.

Pensi di sapere tutto questo perché ha bevuto da te? E tu da lui? Non è così semplice..”

No, non lo è. Io so tutto questo perché mi è entrato nella carne. Certo, anche perché il suo sangue mi scorre nelle vene e mi chiama, mi urla che sono sua e non portò mai dimenticarlo. Ma non è con un marchio sul collo che potrebbe imprimermi il suo possesso. Noi ci apparteniamo. Un giorno è arrivato nella mia vita, ed io ho saputo ,senza spiegazioni, che era lui che stavo aspettando. Lui ha saputo, che ero io quella che stava cercando. Lui è nelle mie viscere, si torce nei battiti del mio cuore. Lui è quell’aria che non mi è concesso respirare. Fino a quando io esisterò, lui esisterà con me, dentro di me, anima e demone. Non l’ho voluto, così come non ho voluto essere la cacciatrice. Ma è quello che sono. E non posso cambiarlo.”

Parli come se l’anima e il demone fossero parti di una stessa cosa. Lui ora è solo un demone.”

L’anima e il demone sono complementari.”

No.”

Lui non sarebbe quello che è se non ci fosse stato il demone.”

Tu cerchi giustificazioni al fatto di esserti scopata un demone, al fatto di aver stretto con lui un patto di sangue.”

Non ho bisogno di giustificazioni. E non cambierei una virgola di quello che ho fatto. Lui è l’unico a cui ho mai permesso di avvicinarsi a me, di vedere quello che sono. Lui e…. Non ha importanza, adesso. Quando sono con lui io sono di nuovo viva. Questo è tutto, Cercatore.”

Lui ci tradirà. Perché vuole distruggerti.”

Non ci tradirà, perché più forte di distruggermi è il desiderio di avermi. E poi lui non serve il Primo. Non gli è mai piaciuto prendere ordini da qualcuno…”

Servirà il Primo se ciò sarà utile ai suoi scopi.”

Mi ha detto che non lo è. Che vuole anche lui fermare il piano del Primo.”

Ti ha detto? Dio, Buffy, non penserai davvero di fidarti di lui??!”

Sì, lo penso. Non glielo direi mai, ma mi fido. Non è una fiducia convenzionale, che potrei spiegare a te o ad altri, ma so che mi ha detto la verità.

Ti fidi di un vampiro.”

In passato….non mi sono fidata. Ho sbagliato. Non ripeterò lo stesso errore.”

Lui aveva un’anima, in passato.”

Sì, lui aveva un’anima. E se mai riuscirò a riavere quell’anima gli dirò che mi fido di lui. Che mi sono sempre fidata. E ora so che mi posso fidare anche del demone. In un modo strano e contorto, assurdo, cauto….ma posso.”

Tu sei pazza.”

E’ quello che pensa la maggior parte della gente. Ma….Semplicemente, io amo.”

Non ti capisco. Sai che la sua anima è persa. Sai che lui è perso, per sempre. Sai che questa potrebbe essere l’ultima notte dell’umanità…eppure..”

Non sarà l’ultima notte. Il mio dono sarà la morte, un giorno. Ma quello che non avevo capito fino ad ora, fino a quando lui non è tornato demone ed io non ho perso la ragione, è che quando per me verrà la morte avrà i suoi occhi. Gli occhi di Angelus. Un giorno, la morte avrà i suoi occhi. Per questo forse hai ragione, forse non recupererò la sua anima…e la morte avrà i suoi occhi. Ma non oggi, né domani. Non è ancora il tempo. Andiamo adesso. Ho parlato con te anche troppo, Cercatore.”

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi -

questa morte che ci accompagna

dal mattino alla sera, insonne,

sorda, come un vecchio rimorso

o un vizio assurdo. I tuoi occhi

saranno una vana parola,

un grido taciuto, un silenzio.

Così li vedi ogni mattina

quando su te sola ti pieghi

nello specchio. O cara speranza,

quel giorno sapremo anche noi

che sei la vita e sei il nulla.


Per tutti la morte ha uno sguardo.

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.

Sarà come smettere un vizio,

come vedere nello specchio

riemergere un viso morto,

come ascoltare un labbro chiuso.

Scenderemo nel gorgo muti.”

La morte aveva avuto gli occhi verdissimi e liquidi di una ragazza quando si era presentata. Gli occhi di Buffy per lui, l’ultima volta. Chi crede che la morte possa venire una sola volta, sbaglia. E’ dietro di noi, ci spia, ci aspetta. Si può morire molte volte. La morte aveva avuto gli occhi di Buffy, per lui.

La donna si era fermata al limite della sala, accanto a una tenda di velluto reso argenteo da una fitta ragnatela di polvere ormai mezza staccata dal soffitto, la mano allungata per scostarla ed uscire all’aperto.

Senza ragione, a quelle parole, sentì gli occhi colmarsi di lacrime bollenti. Il pianto le offuscava la vista, sentiva il liquido puro come acqua di roccia lottare contro il muro delle ciglia, pronto a tracimare lungo il suo viso.

Rimase immobile mentre Mitch colmava la distanza che li divideva.

Lo sentì afferrarle una spalla e voltarla verso di sé. Il brusco movimento fece straripare la diga dei suoi occhi e le lacrime le colarono copiose sulle guance, sulle labbra.

Lui la baciò con violenza, con una fame di secoli, un’urgenza incontenibile, un bisogno così forte e insopportabile che le si trasmise attraverso la pelle per entrarle nel sangue.

Lei era ancora immobile, come se tutto quello stesse succedendo ad un’altra donna. In un film che stava osservando dall’esterno, rapita ed ipnotizzata dalla forza dei sentimenti e delle sensazioni che travolgevano i due protagonisti.

Mitch baciò la sua bocca morbida le sue lacrime calde e salate, la sue pelle soffice e invitante. La baciò selvaggiamente, senza più pensieri, lasciando che con quei baci ogni tormento si stemperasse dentro di lei.

La baciò con tutto il desiderio che gli disseccava come fuoco il corpo. La baciò per placare la rabbia che le sue parole gli accendevano dentro, per cancellare le ferite che quella sua bocca sapeva infliggergli senza neppure rendersene conto.

La baciò per sentirsi di nuovo vivo. Come aveva detto lei. Per impedire alla passione di farlo impazzire.

La baciò per cancellare tutta quella perfezione che albergava in lei, in ogni sua fibra. Non una perfezione di forma o di sostanza, ma una perfezione creata solo per lui, che solo lui poteva vedere e dolorosamente avvertire: la certezza che lei era la perfetta metà mancante del suo essere.

La forza della sua vicinanza, dei suoi sentimenti, lo scuotevano con una violenza che non ricordava, gli entravano dentro disintegrando quello che era sempre stato per trasformarlo. Niente aveva più senso né importanza se non lei, se non la sete di lei, il bisogno di lei. Lei che poteva cancellare peccati, lenire solitudini inenarrabili, richiudere ferite. Lei che era perdita nel momento stesso in cui l’aveva fra le braccia perché non l’avrebbe mai avuta così totalmente come la voleva, perché nonostante il fuoco e la passione divorante e l’amore straziante, sarebbero sempre rimasti due persone distinte e questa separazione era già troppo da sopportare.

Ogni bacio era più esigente, più coinvolgente, più travolgente. Ogni bacio le chiedeva di più.

Ogni bacio lo portava un po’ più lontano da se stesso, dai pensieri, dal dolore.

Buffy bruciava. Un vento incandescente come quello generato da un’esplosione nucleare aveva investito il suo corpo e lo stava disintegrando, consumandolo con una rapidità dolorosa. Quel vento era Mitch. Ma era poi davvero lui?

Buffy conosceva già quelle labbra sulle sue, che la soffocavano nella loro urgenza, che la estraniavano da se stessa per regalarle un paradisiaco inferno. Buffy conosceva quel modo di baciarla, quel modo di divorarla. Sentiva che avrebbe potuto strapparle ciò restava della sua anima in quell’insopportabile corteggiamento che non chiedeva ma pretendeva e ordinava.

Si aggrappò con le braccia, con tutto il corpo a lui per non cadere nel calderone di lava del vulcano sul cui orlo lui stesso l’aveva spinta.

Il suo corpo riconosceva quelle sensazioni, quello struggimento, quel desiderio, quella frenesia insostenibile. Eppure non l’aveva mia provato davvero, non in quel modo, non fino in fondo. Non con quella violenza che le spaccava il cuore. Non era come con Angelus, non era certo come con Angel…eppure eppure…conosceva quella bocca sulla sua.

Ancora un bacio. Un’altra voragine in cui cadere, in cui perdersi. Gli occhi incollati negli occhi, come una sfida, come un urlo muto.

Ancora un altro bacio. Ancora un pezzo di pelle da scoprire. Ancora il tempo di morire, di impazzire.

Conosceva quella labbra…o forse no…ma non aveva più importanza ora. Il suo corpo bruciava. Lui la stava bruciando. E ne voleva ancora. Voleva sentirsi morire e soffocare e impazzire.

Dopotutto, quella poteva davvero essere la loro ultima notte. Dopotutto avrebbe potuto non rivedere mai più l’uomo, o il demone, o il vampiro, che le bruciava con il sangue nelle vene, che le scorreva nel corpo e nel cuore. Quello stesso sangue che ora sembrava essere troppo bollente per ribellarsi, per richiamarla alla realtà e ricordarle a chi apparteneva.

Quello stesso sangue che pulsava al ritmo del cuore dell’uomo che la stava prendendo, il cui respiro caldo le scorticava la pelle. Quello stesso sangue che si incendiava per un altro che non fosse Angelus. Quel sangue che la bruciava da dentro come se fosse Mitch a bruciarla da dentro, a scorrerle nel corpo, nelle viscere, in ogni organo. Quello stesso sangue che annientava la ragione e il suo volere, e le sussurrava che era giusto così…e la cullava in un mare di perdizione.

Ancora un bacio. Un altro ancora. Sempre più lunghi, sempre più profondi.

* Non staccare le labbra dalle mie o morirò. Non allontanare le mani, il corpo, da me o impazzirò. *

Rotolarono a terra, sul pavimento freddo da brivido i loro corpi caldissimi che cominciavano ad essere imperlati di sudore erano indistinguibili l’uno dall’altro.

I vestiti praticamente si volatilizzarono, tanta fu la furia e l’urgenza con cui se li strapparono di dosso.

La pelle contro la pelle gridava il suo bisogno di essere sfiorata, accarezzata, esplorata, scoperta. I respiri si fondevano in un solo caldo, umido anelito.

In tutto quello stridere e urlare di corpi e di pelle loro rimasero sempre in silenzio, solo respiri che si cercavano e gemiti appena udibili, solo occhi incollati dentro agli occhi, sguardi violentemente incatenati, come per impedirsi reciprocamente di sfuggire a quel presente, a quegli attimi, a quella palpabile realtà dei loro corpi avvinghiati.

Buffy non ricordava di aver mai avuto qualcuno in quel modo. Ricordava ben poco di sé in realtà. Non era solo sesso, no, ma non era neppure fare l’amore. Era un cercarsi disperato e disperante, un trascinarsi a vicenda sull’orlo dell’abisso e trattenersi solo all’ultimo, così come non era mai stato neppure con Angelus. Era amarsi per restare vivi, per essere vivi, per poter ancora respirare e ragionare, per impedire al cuore di smettere di battere. Era perdersi sapendo che non sarebbe servito perché non poteva essere per sempre. Era meravigliosamente straziante. Era un’overdose di vita ma anche di rimpianti. Era la certezza che non ne avresti potuto fare a meno, che ne volevi ancora, che saresti impazzita altrimenti.

Sentiva il battito furioso del cuore di lui e il suo respiro caldo sulla pelle, ed era così strano e diverso…non ricordava più che fosse così amare un altro corpo vivo.

Quel pensiero la attraversò come un’inquietante consapevolezza per un attimo, poi fu di nuovo travolta da un’ondata di passione e la bocca di Mitch tornò a impossessarsi della sua e il gioco delle loro labbra riprese ancora più sensualmente di prima.

Occhi negli occhi. Cosa si celava dietro quello sguardo penetrante che la avvolgeva e in cui la donna si sentiva sprofondare? Era come se nella furia di quell’amplesso lui volesse estinguere per l’eternità il bisogno di lei, cancellarla dalla propria carne, riappropriarsi di se stesso dopo essersi perso in lei troppo a fondo per tornare indietro.

La stava bruciando, ma lui bruciava insieme a lei, dentro di lei. Ed era irreversibile, tagliente, ineluttabile. Non si poteva tornare indietro, si consumavano l’uno nell’altra e niente sarebbe finito dopo che i loro corpi sfiniti si fossero separati. Era solo l’ennesimo capitolo di un libro ben più intricato.

Ormai erano al di là del pensiero, al di là della ragione e della coscienza. Rimanevano solo i loro corpi, solo il loro desiderio, solo la pelle contro la pelle, le bocche incollate, la mani di Buffy sulla schiena di Mitch, quelle di lui fra i capelli lunghissimi della donna, sul suo seno, sul suo collo, il corpo di Mitch dentro di lei.


Non è una cosa che dovresti prendere sul personale.”

Uhm?”

Sì ecco…E’ che sono uscita da poco di prigione. E combattere contro tutti quei demoni per prendere l’ascia….sai com’è da cosa nasce cosa! Andare a caccia mi ha sempre messo voglia. Tu eri qui e..è andata come andata.”

La mora scosse i lunghi capelli facendoli ondeggiare come un sipario lungo la schiena nuda. I suoi occhi inquieti correvano intorno alla ricerca dei vestiti, senza incontrare direttamente quelli dell’uomo accanto a lei.

Direi che è andata bene Faith.”

Lei sorrise.

Sì, in effetti…non è stato per niente male.”

Niente male? Io direi molto di più che niente male…”

Ok…non montarti la testa. E’ stato piuttosto fantastico. Ma io non sono una che si lega….sai non fa proprio per me.”

Lo so. Neanche io sono uno che si lega. Ci sono troppe altre cose più importanti da portare a termine, prima, o almeno c’erano fino a poco tempo fa. In ogni modo, la missione viene prima di tutto. La tua missione, voglio dire.”

Non ti seguo…Cioè, sulla mia missione ho capito,anche se avrei qualcosina da ridire, ma il resto…”

Bè, adesso sto con voi, combatto questa cosa…il Primo…non mi sarei aspettato di farlo. Prima io volevo eliminare il maggior numero di vampiri possibile, e trovare quello che aveva assassinato mia madre per ucciderlo.”

E poi che è successo?”

Poi ho scoperto che non potevo farlo. Perché quel vampiro era Spike.”

Oh, vuoi dire che la casta Buffy si è battuta per difendere Spike?!”

Non proprio. In ogni caso, lui è molto più forte di me. Mi ha quasi ucciso.”

Lui ha un’anima adesso. Non è lo stesso che ha ucciso tua madre…”

Io…non è facile da accettare.”

Però mi sembra che ti sia stato facile accettare me.”

Te? Non puoi paragonarti a un vampiro…”

No, io ero peggio. Sai perché sono stata in prigione? Ho usato il mio potere su persone normali, ho ucciso. Ma io l’anima l’avevo. Ero fuori controllo…una pazza! Poi Angel mi ha aiutato. Ma non sono migliore di Spike.”

Faith….mi dispiace…non volevo..”

No, non deve dispiacerti per me. Io ho capito. Ho pagato. E continuerò a farlo. Come Spike…come faceva Angel. Anche a me dispiace e mi dispiacerà per tutta la vita, ma ci vuole coraggio per vivere e io ne ho. Detto questo, se tu non puoi accettare me o Spike o magari anche Angel…è meglio che tu vada. Ma quando ci sarà la battaglia con il Primo, ti coprirò comunque le spalle, se potrò.”

No, non hai capito. Io sapevo cosa avevi fatto. Mi avevano raccontato…Ammiro il tuo coraggio e la tua forza nel ricominciare. E ti rispetto.”

Oh, Uhm….ok…quindi ho fatto tutto questo bel discorso teatrale per niente, mm?!”

Fu lui a sorriderle adesso.

Era davvero un bel discorso.”

Già, lo so. Sai, ti dirò ancora una cosa ,preside…La missione, non è che venga prima di tutto. Almeno non credo. Penso che possa convivere con altre cose, insieme al primo posto nella lista delle priorità. Tipo –Salvare il mondo e preparare la colazione con i dolci al forno per la famiglia il sabato mattina- Due cose importanti. Io…capisci cosa voglio dire, no?”

Sì. E penso che tu sia davvero unica.”

Oh, sai…la storia di una sola cacciatrice per generazione è un po’ sorpassata…siamo una categoria sovraffollata ormai…ma continuo a credere che come me non ne facciano più, devo aver rotto lo stampo!!”

Puoi dirlo forte.”

Faith ,con un movimento rapido e fluido, si alzò sulle punte e appoggiandosi alle larghe spalle di lui lo baciò di nuovo.

Uno di quei suoi lunghi baci-morso che sembravano un po’ volerti divorare.

Questo era solo per… perché lei mi piace preside Woods!”

Ok, grazie…Continuerò a non montarmi la testa.”

Bravo, così si fa. Io sono un gatto randagio, Peter. Non ho casa, non ho una famiglia fissa, combatto e mi sposto e ho nove vite. Alcune le ho già consumate.”

Sembra un’esistenza molto interessante…”

Oh, bè non sempre lo è. E’ una vita solitaria. Ma non mi lamento. A me piace così.”

Dobbiamo portare quell’ascia a Willow.”

Uhm? Sì, l’ascia. Peccato non poterla usare io… Senti, fra quanto dobbiamo ritrovarci con gli altri?”

Non abbiamo un appuntamento preciso…Direi che prima che comincino a preoccuparsi passeranno ancora un paio d’ore.”

Un paio d’ore, mmm?”

Forse di più, direi…”

Interessante…più di un paio d’ore sono un sacco di tempo. Si possono fare un sacco di cose piuttosto intriganti in tutto questo tempo, sai? Giusto per farti capire che come me non ne fanno più…di cacciatrici, intendo.”

Oh, davvero? Con le parole sei molto brava…vediamo con i fatti….”

Oh oh oh…senti, senti il preside…Non hai ancora visto niente ragazzo!!!”

Lei si muoveva come un gatto, sinuosa e morbida, gli artigli retratti nelle soffici zampe. I suoi occhi scuri ridevano un poco di lui, e scintillavano di un divertimento segreto, lucidissimi di passione. Gli appoggiò i palmi sulle spalle e lo spinse di nuovo a terra, cadendo insieme a lui con un movimento fluido come in una danza.

Si chinò a baciarlo sorridendo maliziosa e poi si ritrasse dando un colpo ai lunghi capelli per scostarli.

Lui non riusciva a staccarle gli occhi di dosso e Faith si sentiva assolutamente bene.


Non se ne parla neppure. Li vedi i demoni? Sono quelli grossi quasi quanto le piante, pieni di pustole puzzolenti, con quelle mazze al posto delle mani….sono tanti, troppi per poterli affrontare noi due da soli!”

Io devo verificare che il sigillo rechi impressi questi simboli, e che questi altri stiano lentamente cambiando fino a trasformarsi per favorire l’apertura della Porta fra Caos e Perfezione. Nel momento in cui il Primo…”

Sì, sì non serve che tu mi ripeta tutta la storia dolcezza, a me basta conoscere i particolari cruenti, io sono la manovalanza. Ma se attacchiamo adesso insospettiremo il Primo. Lui non si aspetta che noi sappiamo i particolari del suo piano e bè, non li sappiamo tutti in effetti, ma si potrebbe dire che abbiamo un piccolo vantaggio…che vanificheremo se ti metterai a lanciare palle di fuoco per andare a curiosare sul suo prezioso sigillo!”

Gli occhi della strega tremarono. Abbassò lo sguardo. Il suo corpo fu attraversato da un impercettibile brivido.

Io non pensavo a nessuna sfera di fuoco…per un po’…insomma…fino allo scontro almeno…suppongo che sarebbe meglio non usassi la magia…”

Sì, forse sarebbe meglio” la voce di Spike si era fatta più bassa e carezzevole “Ora dobbiamo tornare a casa, così ti riposerai un po’…”

Prima della battaglia finale.”

Ehi, noi sopravvivere mo anche a questo. Noi ci saremo anche dopo la battaglia.”

Io…io non so se riuscirò ad affrontare il dopo.”

Ce la farai. Io lo so per te. Willow, io ne sono certo.”

Io…io no…”

Spike si chinò su di lei prima di poter cambiare idea. Seguì il suo sangue e non la sua ragione, come sempre. Ma ora dava una qualche speranza alla strada degli amanti. Anche solo per il fatto che lei esistesse…allora voleva dire che una speranza esisteva con lei. Il suo sorriso, i suoi occhi, la sua dolcezza. Lei era il perdono.

La baciò dolcemente. Piano, scoprendo le sue labbra, carezzandole, insinuandosi appena nella sua bocca. La strinse a sé con forza, desiderando disperatamente di poterle infondere un po’ della sua forza.

Willow smise di pensare per il tempo del bacio. Solo per quell’attimo lunghissimo. Sentì il cuore che batteva forte nel petto, contro le costole, furioso, come se volesse uscirle dalla gabbia toracica per rifugiarsi nel petto di lui.

Solo per quel lunghissimo istante il dolore che le lacerava l’anima si sollevò permettendole di trarre un lungo, profondo respiro.

Spike si staccò da lei e attese che i suoi occhi dorati si riaprissero Le strinse leggermente le spalle prima di lasciarla.

Lei annuì con la testa, gli occhi incollati a quelli azzurrissimi del vampiro.

Andrà tutto bene.”

Andiamo via, ci sentiranno. Per lo meno sentiranno il mio cuore che batte furiosamente.”

Lui sorrise.

Si allontanarono camminando vicinissimi ma senza toccarsi.

Lo senti anche tu, vero? Il battito del mio cuore.”

Lo sento sempre. Come sento il tuo profumo. Mi hai stregato, strega.”

Io…non ho fatto nulla.” Era arrossita “E non ho nessun profumo…”

Di lavanda e gelsomino. E i tuoi capelli profumano di cannella.”

Oh.”

E’ un profumo inebriante, ragazza. Un uomo può perderci la testa. Ed è solo la prima cosa che ti rende così meravigliosa.”

Oh…”

Puoi dire anche qualcos’altro oltre ad oh, sai?”

Ok...”

Ok…Will…chiariamo subito una cosa che ti tolga dall’imbarazzo: io non mi aspetto nulla. So di non essere il grande amore della tua vita, né la tua anima gemella. So che lei se n’è andata. So anche che tu sei più per le donne… Non mi aspetto nulla. Solo starti accanto è più di quello che avrei mai pensato…Tu sei quello che ho cercato da sempre. E adesso so che esiste un motivo per il quale ho attraversato la notte. Incontrarti. Vedere la tua luce, capire. Capire che ci sono persone come te. Persone che sanno perdonare, che sanno sbagliare e rialzarsi per affrontare il mondo, persone che amano senza chiedere mai nulla in cambio. Qualsiasi cosa succeda, io ora sono in pace, Will.”

Oh…oh….non è che non sappia dire altro..è che credo di stare per soffocare.”

Spike sorrise. E le prese una mano. Lei non si ritrasse.

Io…prometti che ci sarai, anche dopo….e io saprò che posso affrontarlo.”

Non posso promettertelo, dolcezza. Ma non ha importanza. Io ho vissuto molto a lungo Willow, una vita vera e una lunga vita da non morto. Se arriverà il momento io sarò pronto ad…andare…ma voglio farlo per qualcosa. Voglio sapere che andrai avanti. Tu sei la mia luce, il mio perdono, sei la mia seconda occasione..Ehi, ehi non piangere…No, no…”

Resta con me, Spike. Tu me lo hai detto solo ieri….E io sono rimasta. La magia mi chiamava, ma io sono rimasta. Ora tu non puoi andartene….”

Lui la attirò di nuovo contro di sé.

Io non me ne andrò mai, dolcezza. Qualunque cosa accada, io resterò con te…”

Mi fai paura.”

No, affrontiamo una cosa alla volta, ok? Sconfiggeremo il Primo. Poi affronteremo il domani.”

Sì, mi sembra una buona idea.”

Lo è…nessuno mi ascolta mai, ma le mie idee sono sempre ottime! Vedi che sorridi?”

Sorrido sempre con te…sei tu…”

Nessuna mi resiste, dolcezza.”

Presuntuoso. Come sempre….”

Già. Andiamo ora.”

Spike?”

Che c’è?”

Prima…hai detto che non ti aspetti niente…Bè, io mi aspetto qualcosa….mi aspetto che tu ci sia. No, aspetta, lasciami finire, altrimenti non te lo dirò mai. Insomma…cioè…io ecco…Tara…era Tara. Lei era unica. Ma ecco…io non so di preciso cosa tu veda in me…e non sono sicura di poteri dare qualcosa…ma se posso io vorrei…”

Ehi, Rossa…stai cercando di dire che ho una qualche chance? Che il mio fascino irresistibile ha fatto breccia?”

Ecco cioè….solo se se prometti di esserci, dopo.”

Siamo già allo stadio delle promesse, Rossa?”

Gli occhi di lei si dilatarono, il vampiro sentì il suo cuore accelerare il ritmo.

Per adesso abbiamo il presente. Non posso fare molte altre promesse, anche se vorrei.”

Non ha importanza.”

Fu lei a baciarlo questa volta, perdendosi in lui e nei suoi occhi chiari come il mare che si infrange su una spiaggia bianchissima.

Le sue labbra le instillavano lentamente fuoco liquido nelle vene, il suo corpo rispondeva ad ogni gesto, acutamente consapevole di quello di lui stretto contro di lei.

Ti sto già portando su una pessima strada Rossa…. Sarà meglio che torniamo a casa ora.”

Oh…oh peccato…”

Ehi, ragazzina…fatti baciare ancora una volta….e non risponderò più delle mie azioni. E poi, a casa ci sono un sacco di comodi letti…”

Lei sorrise, poi si lasciò sfuggire una risata.

Sei incorreggibile, vero…?”

Come se non mi avessi provocato. E ,in ogni caso, sono un tradizionalista.”

A casa, allora…in fretta!!”



Osservò i capelli biondissimi ricaderle morbidamente lungo il collo e sfiorare le spalle.

I suoi occhi troppo verdi lo accarezzavano suadenti e ironici.

Il fatto che fosse solo un’illusione, un’immagine intangibile non le impediva di torcergli le viscere dal desiderio. Una parte di lui avrebbe voluto poter allungare una mano e afferrarla, lasciare scorrere sotto le dita quella pelle perfetta che sapeva essere così calda e vellutata.

La copia era perfetta…ma pur sempre una copia. La luce negli occhi non era la stessa. Erano occhi antichi, duri, impenetrabili. Il volto aveva un’ombra rigida e sgradevole. E non gli trasmetteva nessuna sensazione, nessun calore. Non gli faceva ribollire il sangue, il suo corpo non lo attraeva come una calamita. Non lo chiamava.

Bella imitazione…ma l’originale è molto meglio.”

Sono certa che sia più arrapate…d’altronde la puoi toccare.”

Già. Toccare. Assaporare. Sentire. Tutte cose che tu non puoi fare. E vorresti. Sento la forza del tuo desiderio.”

Non sapevo che i tuoi sensi di vampiro comprendessero la presunzione di sapere cosa io senta.”

Angelus sorrise obliquo al Primo.

Oh, sì che lo sento. Sento quanto tu vorresti sentire. Gustare. Avere un corpo. Un mezzo che ti permetta di assaporare la tangibilità del tuo male. Vorresti sentire il sangue, la sua consistenza densa, il suo sapore ferruginoso e nettarino, il suo calore avvolgente. I Vorresti sentire il potere di una vita che si spegne sotto le tue mani, di un destino che si contorce nel tuo palmo: la fragile, preziosa colonna vertebrale che si spezza come se fosse fatta di vetro….i polmoni che faticosamente si fermano…il corpo che sussulta e trema e si ribella nell’agonia….la carezza della morte morbida come il velluto. Vorresti sentire il calore di un corpo vivo che ti alita addosso. Il suono dei gemiti che ti riempie le orecchie. Vorresti assaporare il gusto del trionfo dei tuoi eserciti. E’ per questo che vuoi un corpo, giusto?”

Potrebbe essere un riassunto abbastanza esaustivo. Sei così ingegnosamente crudele Angelus…una creatura perfetta per il male in tutto…nelle parole…nelle azioni….”

Stai cercando di lusingarmi?”

No. Ma è un vero peccato che tu abbia intrapreso un'altra strada….potrei scoprire che mi mancherai.”

Oh, ora è più chiaro. Mi stai minacciando.”

Non sto minacciando te, Angelus. Ma guardami bene. Guardami.” Si avvicinò ondeggiano come una gatta, gli occhi illanguiditi da molte promesse non dette di piacere e di potere, i capelli soffici che si muovevano con il suo corpo, sfiorando la schiena lasciata nuda da una maglietta scollata. Si avvicinò fin quasi a toccarlo, fermandosi appena prima che lui potesse constatare con mano la sua intangibilità. Gli girò intorno con espressione compiaciuta e sorniona.

Oh, Angelus, guardami. Osservami attentamente. Non sono perfetta? Sì che lo sono. Così morbida e flessuosa. E questa pelle, così vellutata e profumata, e questi capelli, così setosi ed odorosi. Questo corpo scolpito come dalla mano di un sapiente scultore dell’antica Grecia…una vibrante, plastica statua di Fidia…la carne così soda e compatta, le giunture così sottili, le curve così piene…E questi occhi così grandi e innocenti, cangianti, di un verde mai uguale a sé stesso….e la bocca….ah, questa bocca. Perfetta. Una bocca perfetta non c’è altro modo per descriverla. E il collo..così lungo e fragile e sinuoso, con le arterie bluastre come disegnate da un inchiostro cinese, così invitanti nel loro ritmico battere sotto la pelle. Pelle calda, bollente. Non vorresti avermi ora? Non vorresti prendermi qui in questo luogo oscuro e intriso di potere antico?”

Angelus sorrise di rimando alla figura che lo sfidava. La sua bocca si piegò in una smorfia inquietante e sicura.

Per quanto tu ti possa ritenere affascinante, tutta quella storia che il male è un richiamo irresistibile…forse in altri frangenti può essere anche vero…ma, mi dispiace, non ti scoperei mai.”

Che c’è non sono forse uguale a lei? Meglio di lei Angelus….perché lei non è te che vuole…lei vuole quella noiosissima anima… lo sai, vero?”

E’ solo quello che crede di volere.”

Se lo dici tu…”

Non siamo qui per discutere di Buffy.”

Oh, sì, invece. Purtroppo le cacciatrici come lei non esistono più. E’ davvero un esemplare notevole…così bella e indomita. Ha la bellezza di un essere umano e di un demone fuse in un interessante insieme, vero? La sua forza, il suo coraggio…Ti affascinano quanto la bellezza, mio Angelus…Ed è un peccato. Un vero peccato.”

Cos’è, sei geloso?”

Io non provo sentimenti del genere…”

Ma vorresti.”

Non è questo il punto…Guardami bene Angelus. Riempiti gli occhi di me…perché questo è tutto quello che ti rimarrà dopo che avrò finito con lei. Molto meno di questo, neppure un’immagine forse…Io sterminerò la sua stirpe, annienterò tutto ciò che le è più caro…e poi, poi camminerò sulla terra. Tu hai avuto il tuo tempo per giocare, anche troppo. Non sei riuscito a fuorviare la sua natura…e ,in ogni caso, non avrei potuto permettere che sopravvivesse.”

Non arriverai a lei.”

E chi me lo impedirà, tu forse?”

Angelus fece scivolare da sotto il cappotto di pelle una pesante spada a doppio taglio. La lama era tanto scintillante da creare bagliori nel buio di quel luogo e la massiccia impugnatura d’avorio finissimo si adattava perfettamente alla mano del vampiro, come se fosse un prolungamento del suo corpo.

Il vampiro aveva il volto acceso da una fiamma battagliera e mortale. I suoi occhi scintillavano freddi e pericolosi come l’acciaio.

Il Primo gettò un’occhiata sprezzante all’arma. Ma fu un’occhiata troppo lunga.

Bel giocattolino, non trovi? Gli intarsi nell’avorio devono risalire all’epoca bizantina.”

Il Primo rise. Una risata acuta e troppo stridula, breve.

Non puoi farmi niente, Angelus. Io sono il non essere. Io sono…”

Sì, sì…la conosco la storia. Affascinante. Eppure, in questi anni, una parte di me ha continuato a chiedersi come mai tu abbia paura di me. Paura, sì. Non si spiegherebbe altrimenti il tentativo di far suicidare Angel…perché non mandare dei sicari, o semplicemente lasciarlo alla sua misera vita con anima e afflizione incorporate? Doveva cedere da solo, giusto? Solo così non sarebbe più stato un pericolo. E ancora, perché l’inferno ci ha risputato indietro? Ho svolto i compiti a casa, sai? Tante belle ricerche. E ho scoperto che ci sono delle armi piuttosto pericolose per te. Armi forgiate da stregoni di magia bianca secoli fa, che nel tempo hanno accumulato potere ad ogni vittoria del bene sul male. Armi forgiate per dei prescelti. Persone speciali…”

Gli occhi del Primo sfavillavano d’ira.

Patetica creatura, non crederai davvero di potermi fare paura?! Tu non hai nessun potere su di me. E quelle armi…ora non possono farmi nulla.”

Ok, vogliamo verificare?!”

Angelus scattò in avanti brandendo la lunga spada.

Il primo si ritrasse senza potersi dissolvere. Il potere di quell’arma lo teneva inchiodato lì.

Non si era aspettato quello.

Ma si era aspettato in ogni caso una ribellione.

Ora Angelus non gli serviva più, aveva comunque il suo seme.

Con un gesto della mano delicata attivò l’incantesimo che aveva fatto preparare.

Il vampiro sentì bracciali di ferro stregato serrargli le caviglie. Erano legati a lunghe catene fissate nel muro.

Uno a zero per il Primo.

Con un movimento tanto rapido da essere impercettibile per una vista umana scattò di lato, menando un fendente preciso nella direzione da cui sapeva sarebbero arrivate delle catene anche per i polsi.

I ceppi ricaddero a terra staccati dagli anelli di metallo che li collegavano al muro, tranciati dalla spada del vampiro.

Lui era davvero più abile dell’immaginabile. Il Primo dovette indietreggiare ancora di un passo. Più abile e pericoloso di quanto lo stesso Angelus credesse di essere. Ed era essenziale che continuasse a non sapere quale fosse il suo potere.

Il Primo chiuse gli occhi e con uno sforzo di concentrazione, escludendo dalla mente la luce fastidiosa di quell’arma, richiamò a sé i suoi servitori. Una folta, nutrita schiera di demoni mortali.

Che Angelus se la vedesse con loro, assetati della sua carne e del suo sangue.

Nella peggiore delle ipotesi non sarebbero riusciti ad ucciderlo, ma l’avrebbero comunque tenuto impegnato tanto a lungo da impedirgli di soccorrere la sua cacciatrice o di interferire con il piano del Primo.

La faccia di Buffy sorrise cattiva, ritirandosi fra le ombre mentre il vampiro cominciava a combattere per la propria vita impacciato dalle catene.

Quella che sembrava una donna congiunse le mani e si gustò la scena, presto avrebbe potuto andarsene.


Si sistemò i lunghi capelli raccogliendoli in una treccia, come se lasciarli sciolti e scomposti le imprimesse addosso con più forza il marchio di amante.

Con i vestiti dovette arrangiarsi, la maggior parte non erano così irrecuperabili da non poter essere indossati con qualche aggiustamento.

Ora, aveva l’impressione che il caldo fosse riuscito a penetrare anche attraverso le mura spesse della magione e gravasse su di loro come un peso. Le incollava sulla pelle il sudore, rendendo i vestiti quasi insopportabili, e le faceva aderire i capelli che non era riuscita a scostare alla fronte.

Era come se respirare fosse un poco più difficile in quell’atmosfera, in quella calura oziosa e insostenibile che rendeva il corpo languido e la mente più lenta.

Non si erano ancora detti una parola, e lei non aveva più incontrato il suo sguardo.

La pelle le bruciava ancora di lui, la bocca aveva ancora il suo sapore.

Mitch la osservava di sottecchi. I movimenti calibrati mentre si rivestiva, la luce catturata dai suoi capelli mentre li intrecciava, i suoi piedi scalzi che lasciavano un’impronta tiepida sul marmo chiaro. Il sangue gli ribolliva nelle vene, salendogli alla testa e rendendo ogni pensiero meno razionale, più scomposto, sfatto.

Lei era così bella, in maniera quasi commuovente. Bella come non la ricordava. E lui l’aveva amata con tutta quella rabbia e quel dolore….e aveva sentito in lei gli stessi sentimenti, la stessa disperazione. L’aveva amata per placare il cuore. Per liberarsi dall’ossessione di lei, per cancellare i tradimenti. Ma non era servito assolutamente a nulla. Ogni cosa era immutata. Tutto il dolore, la lontananza, l’incomprensione, l’impossibilità. Nulla era cambiato.

Buffy sentiva il cuore che lentamente riprendeva i suoi battiti regolari, ora che non era più risucchiato dai battiti furiosi di quello di lui. Non c’era niente da dire, voleva andarsene da lì. Non aveva idea del perché l’aveva fatto, del perché lui fosse riuscito con tanta facilità a travolgerla come un’onda inarrestabile. E non aveva poi così importanza, se ne sarebbe andata, non gli avrebbe permesso di avvicinarsi a lei o al suo cuore. E poi ci sarebbe stata la battaglia con il Primo, e forse non sarebbero sopravvissuti. In caso contrario….lei avrebbe continuato la sua ricerca. E questo era tutto. Doveva solo scrollarsi di dosso quell’assurdo senso di familiarità, di calore. Doveva fare in modo che le sue mani dimenticassero il modo così consueto ,come se lo riconoscessero, come se fosse già stato impresso nella sua carne, in cui i muscoli della schiena di lui guizzavano lentamente mentre si muoveva dentro di lei. E lo faceva in una danza così struggente e disperata…che lei aveva avuto l’impressione che quella musica fosse già stata suonata sul suo corpo. Come se lui fosse un antico amante ritrovato, una amante ricercato troppo a lungo. Un amante i cui contorni del viso cominciavano a sfilarsi nella memoria, ma che aveva lasciato impressa l’impronta di sé nel suo corpo, nella sua carne, nelle sue viscere.

Buffy io…”

La voce di Mitch la riscosse dai suoi inquietanti pensieri.

Non credo ci sia nulla da dire…” Riuscì ad emettere solo un sussurro leggerissimo.

Buffy………Sei così, io…sei così diversa che neppure io mi riconosco…”

La donna alzò finalmente su di lui i suoi occhi indagatori, luminosi, attenti.

Diversa? Diversa da chi? Tu non mi consoci…”

Lui sembrò non averla sentita, o semplicemente non diede ascolto alle sue parole.

Io…non volevo che fosse…così. O almeno, non credevo di volerlo….ma volevo anche cancellare la rabbia e il dolore…volevo annullarmi in te, trovare la pace…”


__“Angel, ti prego..devi metterti al coperto, restano pochi minuti di buio.”

Lo so, i miei sensi percepiscono l’arrivo dell’alba.”

Non ho tempo per le spiegazioni, devi solo fidarti di me. Quella presenza che ti tormenta…”

Non mi sta tormentando! Mi ha indicato la via.”

Ti ha indicato…”

Cosa sono!”

Cosa eri!”

E sempre sarò. Volevo sapere il perché del mio ritorno. Ora lo so.”

Tu non sai niente. Un’entità malvagia ha il potere di farti fare quello che vuole e tu, tu la assecondi, ti arrendi così?”

No, Non posso ricominciare da capo. Non posso ricominciare a uccidere.”

Allora combatti.”

E’ troppo dura.”

Angel ti prego, vieni a metterti al riparo.”

Mi ha ordinato di ucciderti. C’eri anche tu nel mio sogno. Mi ha ordinato di dannarmi definitivamente e di tornare un mostro.”

So cosa ti ha ordinato. E a te cosa importa?”

Anche io lo volevo!!! Perché mi sei indispensabile. Vorrei trovare la pace in te…anche se dovessi pagare con la mia anima…E una parte di me lo vorrebbe…..” __


Buffy non sentì il resto delle parole dell’uomo che aveva davanti…un’ altro discorso fra amanti le scorreva nella testa come una tortura. Sembrava passata una vita intera. Sembrava che il tempo fosse stato torto come una matassa e allungato, allungato a dismisura, fino al limite della sopportazione…e lei era diventata così sottile in quell’operazione….quasi trasparente…quasi sul punto di rompersi…o di scomparire.

Le mancava l’aria. Si sentiva così sfinita. Così distrutta. Come se avesse combattuto a lungo, per tutto quel tempo, per tutte quelle vite che aveva dovuto attraversare, e adesso avesse perso. O si fosse resa conto che era stato inutile.

Qualunque cosa tu cercassi…Anche io cercavo qualcosa. Credo che nessuno di noi due l’abbia trovata. Anche se era così indispensabile….trovarla.” Lo guardò negli occhi per un momento, poi scostò lo sguardo e fissò il vuoto sistemandosi i capelli con una mano più volte, con un gesto meccanico. “Forse non abbiamo cercato nel posto giusto. Non ha importanza adesso. Dobbiamo andare.”

Già dobbiamo andare. Dobbiamo affrontare il Primo. E poi tu devi tornare dal tuo vampiro, giusto?!”

Non avrebbe saputo dire se nella calma rassegnata di quella domanda si celassero rabbia, furia, frustrazione o paura. Si limitò a rispondergli.

Sì.”

Perché? Perché lo fai? Perché vuoi distruggerti così?”

Non c’è sempre qualcosa di disperante, di inafferrabile e per questo doloroso in due persone che si cercano, che si incontrano così da vicino…come abbiamo fatto noi?”

Non mi hai risposto.”

Perché anche io voglio trovare la pace.”

L’unica pace che puoi trovare in lui è la morte. Non posso credere che tu cerchi questo.”

Ci sono diversi tipi di pace, Cercatore. La mia pace risiede in lui. Io odio che sia così impossibile smettere di amarlo, ma ho dovuto accettare che è così. Che per quanto possa ferirmi, io continuerò ad amarlo…perché ho visto la sua anima, credo.”

Ami un demone? Senz’anima.”

No. Ma tu non capiresti, se cercassi di spiegarti.”

Mettimi alla prova.”

No.”


Uscì dalla magione lasciando là dentro, con Mitch, una ragazzina innamorata di diciassette anni.

Si sentì quasi confortata dalla calura che la aggredì ruggendo, dalla luce forte e accecante di quel tardo pomeriggio.

Tornò a casa camminando spedita, gli occhi che vagavano per le strade deserte, indugiavano sulle case abbandonate, tornavano a fissare il cielo azzurro cupo e la luce abbacinante del sole che calava dietro l’orizzonte.

La sua casa era una casa fantasma come le altre a Sunnydale. I vetri rotti e le finestre chiuse da assi di legno mal inchiodate. Le luci spente, solo il bagliore incerto di qualche candela sparso per le stanze, le tende strappate, il silenzio minaccioso e desolato.

Entrò dalla porta sul retro, evitando Anya che piangeva sommessamente in salotto.

Salì le scale per andare a rifugiarsi nella sua vecchia camera da letto. Ora ogni stanza era sgombra, ma il caos di una casa che era stata abitata da decine di adolescenti permaneva. Passò davanti a quella che era stata la camera di Willow. Un improvviso impulso la fece correre giù per le scale e poi in cantina.

Entrò silenziosamente, accostando con circospezione la porta. Il buio non era completo anche se le luci erano fuori uso, alcuni ceri e candele sistemate dentro a dei bicchieri bruciavano silenziose.

Sulla piccola branda di Spike, il vampiro e la strega giacevano abbracciati sopra le coperte. Lui dormiva con le testa appoggiata al petto di lei e un braccio che le circondava la vita, Willow era appoggiata a un paio di cuscini e teneva gli occhi socchiusi.

Buffy annuì con il capo e una specie di sorriso le si affacciò sul volto. Si voltò per ornare sui propri passi.

* Aspettami, per favore. Possiamo parlare? *

La voce di Willow risuonò gentile nella sua mente.

Si fermò quasi in cima alle scale e aspettò che la rossa la raggiungesse.

Willow si districò con estrema delicatezza da Spike, attenta a non svegliarlo. Raggiunse Buffy e salirono in silenzio quello che restava delle scale.

Si rifugiarono ,senza bisogno di mettersi d’accordo, in camera di Buffy. Willow a gambe incrociate sul letto, Buffy raggomitolata sulla panca sotto la finestra.

Tutto bene?”

Tutto bene. Il Cercatore porterà la spada nella sua bella cassa di legno antico quando ci raggiungerà qui.”

Non ti fidi di lui, vero?”

Non saprei, suppongo di sì. Almeno un po’.”

Ok.”

Will…..”

Sì?”

Quello che ho detto a proposito di te e di Spike…”

Non servono scuse.”

Invece mi dispiace. Io, non avrei dovuto. E ,insomma…sono contenta che voi..”

Non sono sicura che ci sia un noi…”

Lui è…meraviglioso. Un grand’uomo. E ti amerà, se glielo permetterai. Io non gliel’ho permesso. Quello che ha detto su di me…aveva ragione.”

Non aveva ragione, non del tutto. Era ferito. Come lo sono stata io, come lo sei stata tu.”

Forse è come dici.”

Sì che lo è.”

In ogni modo, io spero che voi…troviate pace.”

Io spero che ci possa essere pace dopo tutto quello che è successo….ma se ce ne sarà, sarà con lui, credo.”

Quello che è successo è una mia responsabilità, Will. Ma non ti chiederò perdono. E’ terribile. Ma non avrei potuto fare altrimenti.”

La strega annuì silenziosamente. Pensare a Xander, Giles…le faceva ancora troppo male.

Rimasero così per parecchio tempo.

Forse avrebbero ancora potuto essere amiche. Forse.

Sai, Buffy. Avevi ragione. Io ero assolutamente convinta di essere gay…ma poi lui mi ha baciata e…”

Buffy sorrise. Era un sorriso vero. “I fuochi d’artificio. Oh, lo so. Lui ci sa davvero fare!”

Willow arrossì leggermente. “Davvero.”

Sei incredibile Will..riesci ancora ad arrossire!!”

Bè io…”

Ehi, è bello…mi fa ricordare che una volta sono stata giovane…e siamo state insieme al liceo.”

Sei ancora giovane.”

Non ne sono sicura. Sono morta due volte…è come se avessi il peso di anni interminabili sulle spalle.”

Lo so.”

Sono stata con Mitch.”

Cosa? Cioè voglio dire…bene. Bene?”

Non lo so. Non credo.”

Oh, ok, Mi dispiace…”

No, doveva andare così credo. Lui voleva me e io, bè io….”

Buffy…tu provi ancora qualcosa per Angel?”

Oh, sì. Ricordi…sono sposata.”

Con Angelus.”

E’ quasi la stessa cosa.”

A parte che Angelus cerca sempre di ucciderci.”

Non sempre.”

Buffy!”

Non ho detto di amare Angelus…ma mi lega a lui qualcosa di molto forte…qualcosa di indissolubile..”

Me ne sono accorta. E mi fa paura.”

A me non più.”

Non credo sia un bene. E Mitch? E’ un brav’uomo sembrerebbe…”

Lui mi inquieta.”

Oh, intendi più di Angelus?!”

C’è qualcosa in lui….qualcosa di inafferrabile…qualcosa che mi entra dentro e mi sconvolge e mi chiama…come se dovessi ricordarmi di lui da un momento all’altro ma non ci riuscissi.”

Potrei fare un incantesimo…”

Willow!!!!!”

E’ meglio di no.”

Già.”

Volevo solo aiutarti…”

Lo so.”

Non è che magari ,semplicemente, Mitch ti piace?”

Piacermi è un verbo troppo semplice e carino per adattarsi a quello che ho provato.”

Suppongo che ci saranno molti altri problemi in vista, allora…”


Quando lei gli aprì la porta gli parve bellissima. Più bella di come l’avesse mai vista.

Splendida.

L’appartamento era immerso nel buio e lei sembrava emergere da quell’oscurità come una dea dell’antichità.

I suoi capelli erano lunghissimi e fluenti, e si confondevano con le tenebre pur essendo molto più brillanti di esse.

Il suo corpo si muoveva come se fendesse l’aria.

I suoi occhi erano scuri e luccicanti, infinitamente profondi, come mai occhi umani erano stati.

Ma lui parve non accorgersene. Rapito dalla sua bellezza e dalla forza che la pervadeva.

Sei venuto da me finalmente, Connor. Finalmente. E’ tardi. Dobbiamo andare mio amato.”

Tardi? C’è stata una tremenda battaglia e io volevo accertarmi che stessi bene e metterti al sicuro…”

La donna rise di gusto.

Mettermi al sicuro? Oh, ma io sono già al sicuro. Vieni qui, vieni da me.”

Lasciò che lui si avvicinasse e poi lo baciò con passione.

Il ragazzo cadde nella rete. I suoi occhi si chiusero. La sua coscienza naufragò.

Lei lo lasciò cadere a terra. Poi andò nell’altra stanza a prendere delle corde robuste. Con una facilità inadatta alle sue mani lunghe e delicate legò i polsi e le caviglie del giovane figlio di Angel.

Fece nodi stretti e impossibili da sciogliere. Poi fece passare un pezzo corda fra i polsi legati dietro la schiena e la fermò ai piedi in modo che lui non potesse stendere le gambe e per assumere una qualche posizione eretta dovesse mettersi in ginocchio.

Presto…presto…Lui mi aspetta….presto…presto”

Le sue labbra sussurravano incessantemente quelle parole come se stesse cantando fra sé.

Quando fu soddisfatta del lavoro svolto, caricò Connor sulle propri spalle come se il suo peso fosse stato inesistente ed uscì di casa.

Ficcò il ragazzo nel portabagagli della macchina e lo chiuse a chiave.

Si torna a casa, Connor. Vedrai che posto delizioso la Bocca dell’Inferno.”

Con un sorriso trionfante e compiaciuto si mise alla guida della vettura.






Note:

1. Le frasi in corsivo comprese fra due asterischi rappresentano i pensieri dei personaggi o ,eventualmente, un dialogo telepatico.

2. I flash back in corsivo compresi fra due trattini ribassati sono dialoghi tratti pedissequamente dalle puntate, rispettivamente:

· “Sanctuary”

· “Becoming”

· “I will remember you”

· “Amends”


(wip)