TO BURN TOGHETER

AUTRICE:PSIKE

…Il porto è deserto, avvolto dalla rosea luce del tramonto. In lontananza le urla dei gabbiani, poi l’odore acre ma piacevole della salsedine che batte in volto, movendo i capelli. Il paese dalle piccole case bianche e dai balconi fioriti, avvolto nella quiete, quella calma irreale e magica che precede la tempesta. Di nuovo l’urlo dei gabbiani…

Buffy in sella alla moto si riscosse dal torpore che l’aveva avvolta, guardò la strada che dritta davanti a lei conduceva al deserto, e dopo essersi guardata indietro diede l’ordine di accelerare. Benché avessero seminato la polizia gia da un pezzo, essi avrebbero potuto raggiungerli. Il rombo dei motori aumentò, uno stridio, un rombo che si erse sugli altri, e in breve Xander gli fu vicino e l’osservò a lungo.

è da molto tempo che è strana, perennemente assorta nei suoi pensieri.- Elisabeth, la piccola Elisabeth, da quanto tempo non la chiamava più così. Erano passati anni da quando l’aveva rivista. Quella era stata l’ultima volta che l’aveva chiamata Elisabeth. Provò l’istinto di parlarle, ma qualcosa lo trattenne. Osservò i lunghi capelli biondi mossi dal vento, il corpo snello avvolto dall’aderente tuta in pelle dalla provocante scollatura, poi riportò lo sguardo sul volto, dall’incredibile carnagione ambrata, e fu come tornare indietro nel tempo

… La pioggia che cadeva incessante da due giorni, quell’eterna e malinconica melodia, che riporta alla mente i ricordi più tristi, e ti riempie il cuore di tristezza. D’un tratto qualcuno bussa alla porta, e quando la apro non credo ai miei occhi. In quel momento di fronte a me c’era Elisabeth. La faccio entrare, sono circa nove anni che non la vedo, non mi da il tempo di porle nessuna domanda, mi zittisce subito. Cammina lentamente, si avvicina al camino, trema. Solo in quel momento mi sono accorto che è bagnata. I capelli scompigliati che le scendono in morbide onde sulle spalle, l’abito in tessuto leggero che le aderisce al corpo bagnato. Mi chiedo da quanto tempo camminasse sotto la pioggia incessante. Avrei voluto parlarle, ma non ne ebbi il coraggio, la guardai in volto, c’era qualcosa di diverso, strano in lei…

- Ha la stessa espressione di quella notte.

<> 

Il richiamo interrompe i miei pensieri, mi volto, è Andrew a chiamarmi. Do un ultimo sguardo a Elisabeth prima di rallentare e permettere a Andrew di raggiungermi. Solo allora mi sembra si sia accorta di me.

– Xander mi era accanto, chissà da quanto tempo, certe volte mi sembra che mi sia accanto da tutta la vita. Da bambina quando giocavamo insieme, e poi da ragazza, lui mi era accanto, sempre. Eppure per un certo periodo anche lui non era presente

… La quiete del porto, non scorderò mai quegli ultimi istanti di pace e di normalità. Soltanto poche ore dopo tutto sarebbe stato distrutto! Ricordo ancora l’atmosfera calma, serena in casa mentre cenavamo, il volto dei miei genitori, sorridente. Erano circa le undici, dormivo. No, non stavo dormendo, forse il sentore di qualcosa di strano, minaccioso, mi aveva tenuta sveglia per assaporare quegli ultimi attimi di normalità. D’un tratto udì un rombo assordante, erano centinaia di motori in movimento. Raggiunsi la finestra. Molte jeeap entravano in paese, alla loro guida uomini armati fino ai denti, entrarono nelle case, saccheggiando ovunque. Urla strazianti si levavano nell’aria. Dietro di loro lasciavano scie di fuoco. I miei genitori cercarono di nascondermi, poco dopo udì degli spari, restai immobile, pietrificata. Poco dopo dei passi si allontanavano. Attesi. Non udivo più nulla. Mi avvicinai ai corpi senza vita dei miei genitori. L’immagine terrorizzata dei loro volti, le loro urla, ancora oggi sono indelebili nella mia mente…

Il sole sta tramontando.

<> L’ordine urlato sopra il rombo dei motori raggiunge tutti. Presto sarà buio. La luce ovattata e ondeggiante del fuoco si spande per tutto l’accampamento e illumina il suo volto, riportandomi indietro nel tempo, fino a quella notte

… Nella mente mi assilla una domanda, forse non avrò mai il coraggio di chiedergli da dove è arrivata. È apparsa dal nulla, come se fosse caduta con la pioggia,dopo nove anni. Come poteva sapere dove abitavo? Erano ormai tre anni che mi ero trasferito. Deve aver intuito qualcosa , mi guarda.

<< Non ti preoccupare, ti racconterò tutto dopo. Ora voglio riposare!>>

La sua voce, limpida, benché stanca, aveva preceduto in una veloce risposta la mia muta domanda. Gli porto una coperta e una tazza di the bollente. Avrà dormito per circa un ora, durante la quale continuavo a domandarmi se non fosse un fantasma, o se oppure non stessi sognando. Ora era sveglia, continuava a guardare il fuoco che bruciava nel camino…

Il caldo del fuoco, quel piacevole torpore che sale lentamente, propagandosi per il corpo, riscaldandolo. La fiamma viva, alta e calda.

-Xander mi sta osservando oltre il fuoco, chissà a cosa pensa, forse alla notte in cui ho sconvolto la sua vita. Il fuoco, i ricordi di quella notte sono tutti racchiusi nel fuoco.

... Quanto tempo sono rimastavicino ai corpi senza vita dei miei genitori, non credo di saperlo, all'improvviso, il funebre silenzio che mi circondava, scandito solo dal gocciolare incessante del rubinetto, fu rotto da dei passi. Volevo scappare, ma non ne ebbi la forza. Gli uomini che entrarono, erano armati, pensai che sicuramente mi avrebbero ucciso. Mi sbagliavo. Mi anno sollevata di peso, e trascinata fino alle loro macchine, mentre mi chiedevo cosa volessero e quale sarebbe stato il mio destino, e tremavo all'idea che di li a poco avrei potuto scoprirlo.

Non so cosa sia successo dopo, probabilmente sono svenuta. Ricordo il letto caldo, anche se incredibilmente scomodo, e la pezza bagnata sulla mia fronte. Mi sono guardata in torno, mettendomi a sedere con la schiena poggiata alla spagliera. Era una stanza piccola, vuota, probabilmente adibita come cella. Il rumore di altri passi mi fa sobbalzare, ancora prima che la porta si salanchi violentemente, rivelando un soldato (non sono sicura che lo sia, ma indossa un uniforme). Mi guarda senza nessuna espressione, impassibile.

_ Alzati! Angelus vuole vederti!

Le sue parole mi colpiscono all'improvviso, cogliendomi impreparata.

Scendo dal letto continuando a guardarmi in torno. Il soldato mi gettò un abito che a dire il vero non copriva poi molto. Asoomigliava a uno di quegli abiti da ancella orientale, stile mille e una notte, con il corpetto ampiamente decorato da fili dorati. ...

 

La notte è stranamente calma, il cielo è un manto di oscuro velluto dal quale luminose si intravedono a spruzzi frammenti di infinito. Anche quella notte il cielo, per chissà quale volontà divina, divenne simile a questo.

 

... Mentre continua a guardare le fiamme nel camino, mi avvicino alla finestra, quando d'un tratto mi parla.

_ Xander, so che vuoi sapere, e ti spiegherò tutto.

_Ti credevo morta moloto tempo fa!- E' agitato ma si trattiene, mantenendo la sua voce bassa.

_In un certo senso è così. ...

 

Quella sera ebbi l'impressione che fosse davvero morta, ora mi accorgo che lo è davvero, non prova più emozione in nulla, di quello che era un tempo non è rimasto che l'alone sbiadito della sua anima.

 

.... Fiu portata dall'uomo che chiamavano Angelus. Fui sorpresa nel vederlo. Mi ero immaginata un uomo dall'aspetto rude e minaccioso, con il volto sfregiato da motre cicatrici. Invece l'uomo che ho difronte ha l'aspetto di un angelo, un angelo caduto e oscuro. Oscuro come i suoi occhi che profondamente neri, mi scrutano freddi esaminandomi come se fossi un oggetto. Il tutto dura per un tempo che mi sembra infinito, probabilmente sono solo pochi minuti....

 

L'accampamento questa sera è stranamente silenzioso. Molto strano, di solito l'aria e spezzata da costanti urla di qualche litigio di poco conto, o da voci e risate allegre.

 

... _Ho passato quasi due anni nel suo accampamento, senza un compito preciso. Credo mi avesse tenuta per togliersi un capriccio, tuttavia, mai mi aveva anche solo sfiorato. Comunque, mi portava ovunque, ero la sua ancella, quasi una serva a dire il vero, ma ero solo sua. Nessuno aveva il permesso di avvicinarsi a me o di toccarmi, tanto meno darmi un qualsiasi ordine. E in un certo senso mi andava bene, non avevo la forza di oppormi alle sue decisioni. Non parlo fisicamente, sicuramente avrei fatto una brutta fine, ma avrei almeno lottato dignitosamente, ma quello che mi mancava era la scintilla. La scintilla che mi accendesse dentro la voglia di ribellarmi, di difendermi, e per questo che non l'ho mai ucciso, ne tanto meno stordito per poi fuggire. Ho avuto tante occasioni per farlo, ma non l'ho mai fatto. ...

 

Era solo il fuoco, mi sono spaventato per nulla. Mi domando se lei stia dormendo. Non ha mai dormito molto da quando l'ho rivista, ma ultimamente è ancora più inquieta del solito. Vorrei aiutarla, ma è tanto, troppo tempo che la nostra amicizia si è incrinata e non riesco più a capire quello che prova, non so più come aiutarla.

Seduta sul mio sacco a pelo osservo le ombre dell'accampamento rincorrersi oltre la mia renda, persa nei miei pensieri. Distrattamente disegno i contorni del tatuaggio sul mio braccio, fino alla piccola zona leggermente in rilievo. E' incredibile come nonostante l'abbia nascosto con il tatuaggio, il segno di quella sera sia ancora così visibile. Probabilmente solo perchè la mia mente si rifiuta di relegarlo in un minuscolo angolo nascosto. Il segno di quel'evento che almeno in parte riportò un briciolo di energia nel mio corpo stanco. E' così vivido il ricordo di ogni singolo istante che mi sembra ieri eppure è passato così tanto tempo....

 

... Camminavo come un ombra tra i corridoi del palazzo dove ci eravamo accampati.

Non badavo minimamente a ciò che mi circondava, i quadri o le finestre spalancate, presto avremmo abbandonato quel luogo, focalizzare nella memoria tratti che potessero dare una qualche familiarità all'ambiente era del tutto superfluo. Ne tantomeno badavo ai passi dietro di me, abituata com ero alla costante presenza di qualcuno nei dintorni. Almeno fino al momento in cui non mi sentì afferrare e voltarmi di scatto. Non sapevo chi fosse, i suoi uomini erano troppi per poterli ricordare tutti, ma credo fosse ubriaco.

Non ricordo come, ma mi ritrovai a boccheggiare per il forte impatto contro la parete dove mi aveva sbattuto, mentre le sue mani mi toccavano dappertutto.

Fu allora che qualcosa si mosse dentro di me, lo colpì come meglio potevo e fu allora che decise di punirmi e spense la sigaretta che teneva tre le labbra sul mio braccio. Ricordo il dolore lancinante e l'odore di carne bruciata che mi avvolse e fu come una scossa elettrica, che mi dette la forza per ribellarmi del tutto. Afferrai senza sapere come il coltello che teneva legato al cinto e lo colpì ripetutamente, ma non lo uccisi. Smisi solo quando cadde svenuto nel suo stesso sangue. E solo allora mi accasciai al suolo, il respiro affannoso, le mani tinte di rosso, mentre gli altri soldati arrivavano rimanendo congelati alla vista di quella scena. Angelus si fece avanti tra la folla, mentre i mormorii dietro di lui si spegnevano terrorizzati.

Sorrise come se avesse saputo da sempre che sarebbe successo.

_ Worren, porta via Finn e fallo curare. Mi occuperò più tardi di lui.

 

Ripartiamo verso il deserto, smantellando in fretta l'accampamento, cerchiamo di cancellare al meglio le nostre tracce che verranno eliminate totalmente dalla tempesta di sabbia in avvicinamento.

 

...Mentre ascoltavo il suo racconto, non ho avuto la forza di interromperla. Cerco di assimilare quello che mi ha detto, ma non credo che potrò mai capire quello che ha passato. Ora è seduta sul pavimento le braccia avvolte attorno alle gambe mentre osserva il fuoco bruciare nel camino, come se fosse caduta in una sorta di impnosi. Sembra stanca, forse dovrei costringerla a riposarsi un altro pò. Poi come se non si fosse mai interrotta riprende il suo racconto.

_ Nell'anno successivo passò ogni singolo istante ad addestrarmi alla lotta. Appresi l'uso di ogni arma che potesse essermi utile spinta da un energia che non credevo di avere ancora. Quando fu pronta,allora mi disse che avrei combattuto tra le sue schiere. Avrei voluto ribellarmi, ma il suo tono non ammetteva repliche. Sarei diventata un'assassina.

Sospirò sconfortata e chiuse gli occhi come a non voler ricordare.

_ Ho ucciso, innocenti, tanti che non ricordo neanche il loro volto, che non avevano nessuna colpa se non quella di essere capitati sulla strada di Angelus. Ho sporcato le mie mani del loro sangue, e so che non potrò mai cancellare quello che ho fatto. Non ho un futuro, ne un passato. Quello che sono stata prima di Angelus non esiste e quello che sono ora vorrei non esistesse.

_ Come sei arrivata qui?

_ Sono fuggita circa due mesi fa. Non riuscivo più a sopportare quello che mi circondava. Non so se lui verrà a cercarmi, ne se mi troverà. Probabilmente se l'avesse voluto sarei dinuovo nel suo accampamento, se viva o morta non so dirtelo. Non credo neanche mi importi più di tanto. infondo:

Morire: dormire; nulla più:- e con un sonno dirsi che poniamo fine al cordoglio e alle infinite miserie naturale retaggio della carne, è soluzione da accogliere a mani giunte.

Non ho nulla che mi trattenga attaccata alla vita, solo la paura. Paura di cosa mi attende dopo:

Morire- dormire- sognare, forse: ma qui l'ostacolo : perchè, quali sogni possano possano assalirci in quel sonno di morte- quando siamo già sdipanati dal groviglio mortale- ci trattiene: è la remora, questa, che che di tanto prolunga la vita ai nostri tormenti. chi vorrebbe, se no, sopportare le frustate e gl'insulti del tempo, le angherie del tiranno, il disprezzo dell'uomo borioso, le angosce del respinto amore, gli indugi della legge, l'oltracotanza dei grandi, i calci in faccia che il merito paziente riceve dai mediocri, quando di mano propria potrebbe saldare il suo conto con due dita di pugnale? Chi vorrebbe caricarsi di grossi fardelli imprecando e sudando sotto il peso di tutta una vita stracca, se non fosse il timore di qualche cosa, dopo la morte[...].

La guardo sgomento e cerco di rispondergli, ma la gola è secca e nella mia mente non trovo parole che possano aiutarla, sreanamente tutto sembra vano e inutile quando qualcuno, la tua migliore amica, ti confessa il suo desiderio di morte. ...

Tbc…