IN NESSUN ALTRO MODO

 

AUTRICE:SARA

CAPITOLO 1

 

- Dai B racconta! Non sei tornata stanotte è inutile che neghi!-  Faith si rotolava sul letto di Buffy contorcendo un pupazzo di peluche tra le mani.

- Piantala Faith sono affari miei non ne voglio parlare! E lascia stare il mio MrBingo – le disse con tono deciso strappandole il coniglio ormai stritolato dalle mani.

- Ma sentila Willow! Adesso fa la santarellina ma ieri sera era una gattina provocante che ha messo nel sacco la sua preda! – continuò la bruna mimando i passi sinuosi di un felino.

- Allora? – chiese Willow rivolgendosi a Buffy in tono più pacato.

- Uff… - si girò, e con aria maliziosa disse alle amiche – Il miglior sesso della mia vita! – e corse in bagno facendo una smorfia ammiccante.

Le ragazze scoppiarono a ridere rumorosamente.

 

***

Qualcuno bussò alla porta.

Spike si alzò controvoglia ed andò ad aprire.

- E finalmente riprendo possesso della mia camera! – esclamò Angel e continuò – ma sei nudo! -

Spike guardò in basso e con un’aria compiaciuta rispose: - Sì e non sono niente male! –

- Si, si, come vuoi tu. Passata bene la notte? –

- Il miglior sesso della mia vita amico – e alzò il sopracciglio abbozzando un sorriso che la diceva lunga.

 

***

Le ragazze stavano ancora ridacchiando quando il telefono squillò.

- Si? Si gliela passo… Buffy, è per te –

- Pronto? Si Summers esatto. –

Le ragazze osservavano Buffy che in silenzio ascoltava; il suo viso si contorse in un’espressione di angoscia e di dolore ed il telefono le cadde dalle mani.

- No…no…non è vero…- sussurrò e si accovacciò a terra con gli occhi sbarrati, incapace di provare qualsiasi emozione

Willow prese il telefono e sentì  la signorina dall’altro capo del telefono parlare: - Signorina Summers dovrebbe venire all’aeroporto dove si riuniranno i familiari dei passeggeri del volo in attesa di notizie certe…Signorina Summers? –

Willow riagganciò velocemente ed abbracciò l’amica che scoppiò in un pianto straziante. i suoi genitori erano morti, l’aereo diretto a Parigi era precipitato poche ore prima nell’oceano.

 

***

Dopo la disgrazia Buffy aveva abbandonato l’università, appena iniziata, ed era tornata a Sunnydale, la sua città natale. Suo padre le aveva lasciato un impero, che lei avrebbe continuato ad amministrare per mantenere vivo il suo ricordo, e perché l’intera economia della cittadina dove era nata dipendeva da quella fabbrica. Ad affiancarla, il miglior dirigente di suo padre e suo amico d’infanzia: Riley Finn.

Era già passato un anno e mezzo dall’incidente. Ogni tanto sentiva ancora le sue amiche ma questo la faceva stare male, perché voleva  dire ripensare a tutto quello che aveva lasciato, a quanto era cambiata la sua vita, a come avrebbe potuto essere se non... se non…

- Oh Buffy piantala di piangerti addosso e finisci di leggere questi dannati documenti -

All’inizio in quella grande casa avvertiva una solitudine opprimente e così aveva iniziato a parlare con sé stessa per sentire la voce di qualcuno ed illudersi di non essere da sola. Poi le cose erano cambiate, adesso non era e non si sentiva più sola, c’era un’altra voce in quella casa che le faceva compagnia. La voce + bella del mondo per lei.

 

CAPITOLO 2

 

- Mmmma  mma   ma –

- Si cucciolino mio adesso la mamma ti prende in braccio… appena avrà finito di leggere questi noiosi ma importantissimi documenti –

posò il fascicolo sul tavolino e prese in braccio il bimbo dal suo box

- Eccoti qui tesoro, vuoi gironzolare un po’? – Lo mise a terra e si deliziò a vederlo gattonare felice per la stanza.

Sempre tenendolo sott’occhio si lasciò cullare dai ricordi degli ultimi 17 mesi. Era successo tutto così in fretta: l’incidente dei suoi, la decisione di tornare… e la scoperta di essere rimasta incinta. Non ci aveva voluto credere in un primo tempo; prendeva la pillola e non capiva per quale strano motivo la sorte si era voluta accanire contro di lei. Non sapeva cosa fare, aveva appena 19 anni e non sapeva se sarebbe stata in grado di essere una buona madre… il tempo passava e lei non riusciva a prendere una decisione. Alla fine semplicemente lasciò passare il tempo e più la sua pancia cresceva meno sola si sentiva, alla fine si rese conto di avere adesso qualcuno per cui continuare, per cui impegnarsi.

E così era nato William. In ospedale con lei c’era Riley; lui le era sempre stato molto vicino, l’aveva anche accompagnata ai corsi pre-parto e si era dimostrato un fedele amico e un ottimo collega. E con il suo bambino era dolcissimo, quasi come un padre. Un padre…. il padre… Buffy si impose di smettere di pensarci.

A quel punto lei smetteva sempre di pensare. Non permetteva alla sua mente di andare oltre. Oltre c’era solo il buio, l’ignoto e forse qualche rimorso.

Il piccolo si era addormentato tra i giochi; Buffy lo prese e se lo mise in grembo, poteva sentire i battiti del suo cuoricino. ‘ E’ così bello ‘, pensò. Aveva piccoli ciuffetti di capelli biondo cenere e i due occhi blu più belli che avesse mai visto. O forse non i più belli, o almeno belli tanto quanto…

Sospirò e serrò le labbra. Era tempo di smettere di pensare per l’ennesima volta.

 

La sveglia suonò alle 7.

*Forza Buffy allunga la tua mano e spegni questa dannata sveglia killer*

Si costrinse ad alzarsi. Guardò verso il lettino del suo piccolo. Aveva le manine strette intorno alle sbarre di legno e il visino schiacciato in mezzo; aveva un sorrisino beffardo.

- Ti prendi gioco della tua pigra mamma? –

Il piccolo rispose con un gorgoglio e gioì sonoramente quando Buffy lo prese in braccio.

 

Esattamente mezz’ora dopo come ogni mattina suonò il campanello. E avvicinandosi alla porta Buffy sapeva che vi avrebbe trovato due persone: Riley e sua madre Joyce.

*Ma che vita eccitante, sempre ricca di novità!* pensò sarcasticamente aprendo la porta.

Salutò il piccolo e lo lasciò con Joyce che si offriva gentilmente di tenerglielo tutta la mattinata.

 

- Allora Buffy? – chiese Riley mettendo in moto l’auto

*Allora sessanta minuti* pensò e ridacchiò tra sé per la battuta infantile.

- Allora cosa? –

- Nulla era tanto per parlare –

- Beh si può anche stare in silenzio se non si ha nulla da dire! – disse Buffy in tono sarcastico

- Uhm okay – rispose Riley serio

*Uh senso dell’umorismo a mille questo ragazzo* pensò Buffy

- E dai Riley, scherzavo – lo canzonò – Allora che programmi abbiamo oggi? –

- Dobbiamo andare a vedere se il cantiere in Jackmount drive è finito e abbiamo appuntamento con una coppia per mostrare loro una villetta. Poi dobbiamo incontrarci a pranzo con la….-

- UH UH UH bella questa BELLA! – disse Buffy fiondandosi sullo stereo,  alzandolo a tutto volume ed iniziando a cantare a squarciagola  – I’m a bitch, I’m a lover, I’m a child, I’m a mother, I’m a sinner, I’m a sa..-

- BUFFY! – la riprese Riley spegnendo lo stereo.

- Che c’è? – Le domandò la biondina con aria interrogativa

Vedendo la sua aria seriosa e contrariata, aggiunse – uffa…okay dicevi? –

 

Riley spense la macchina ed accostò.

Buffy si guardò intorno e sentì puzza di guai.

- Buffy io volevo parlarti di una cosa – esordì Riley

*Puzza di guai. Grandissimi guai. Enoooormi guai. Brutta giornata. Brutta, brutta…*

- Ecco vedi io e te stiamo insieme tutto il giorno, andiamo d’accordo, tu sei così divertente…-

*Uh l’ha notato, non l’avrei mai detto*

- …e così bella… -

Buffy deglutì vistosamente. *E ora che faccio? Che dico?*

Riley si avvicinò a lei, le accarezzò una guancia e la baciò delicatamente. Poi si scostò e la guardò.

Buffy lo fissò immobile. Lui le sussurrò – Chi tace acconsente – e tornò a baciarla, questa volta insinuando la lingua tra le sue labbra.

*Ma che frase romantica* pensò mentre lui la baciava. Rispose al bacio.

 

Il cellulare di Riley squillò e lui si mosse di scatto mordendo la lingua di lei.

- AHIA! –

- Oh scusa tesoro. Si pronto? –

*Accidenti la mia povera lingua prima sballottata a destra e a sinistra vorticosamente e poi morsa come fosse una bistecca*

 

- Buffy era il signor Nichols, cambiamento di piani. Vuole che andiamo immediatamente da lui, i signori che dovevano vedere il villino hanno anticipato. Riprenderemo il discorso più tardi –

- Si, si okay – disse Buffy senza troppa convinzione.

Mentre l’auto attraversava la graziosa cittadina Buffy iniziò a pensare che in fondo Riley era un gran bel ragazzo, forse un po’ goffo e impacciato, ma era dolce, era visibilmente innamorato di lei dai tempi dell’asilo e adorava il suo bambino.

Forse lasciandosi andare si sarebbe innamorata perdutamente. Forse era lui l’uomo della sua vita. Forse doveva solo smettere di pensare così tanto.

 

Si fermarono in ufficio per prendere le chiavi e tornarono verso casa. La villa che avevano ristrutturato e che dovevano rivendere era proprio di fronte a casa di Buffy.

Arrivarono davanti alla villetta color pesca. Buffy diede un’occhiata a casa sua immaginando il suo piccolo che proprio in quel momento giocava nel suo seggiolone.

Si voltò dirigendosi verso il signor Nichols. Stava parlando con una bella donna bruna. Entrambi si voltarono.

- Drusilla ciao! –

- Buffy! Che sorpresa! Che ci fai qui? –

- Beh sono io mi occupo della vendita di questa casa. Tu?-

- Io la compro! – rispose la donna sorridendo e continuò – I miei genitori vogliono comprare questa casa e io ci trascorrerò l’estate con il mio ragazzo. Ci trasferiremo qui per 3 interi mesi! –

Buffy si rattristò un po’ sentendo parlare di università.

- Buffy ti presento… Tesoro! … -

-Buffy - esclamò sorpreso il ragazzo uscendo dalla casa e fissandola con i suoi occhi di ghiaccio.

Buffy si impietrì.

- Amore la conosci? –

- Frequentava la mia stessa università… - rispose evasivo.

Buffy si riprese e riuscì a mormorare: - Buongiorno Spike –

- Ah è vero, anche tu andavi all’università di Los Angeles! – esclamò Drusilla.

 

- Venite vi mostro la casa – interruppe Riley.

Buffy rimase indietro e osservò Spike e Drusilla tenersi per mano e amoreggiare.

Buffy conosceva Drusilla dai tempi del liceo. Era soprannominata “vampira” per il suo vizio di “mangiare” gli uomini.

E ora si stava gustando Spike. E lui non aveva certo una fama migliore. All’università poteva avere ogni ragazza che voleva.

L’unica che l’aveva fatto disperare era Buffy. Con lei aveva dovuto sudare sette camicie prima di ottenere un bacio. Ma alla fine aveva ottenuto….

 

Buffy uscì per prendere un po’ d’aria. Il suo sguardo si indirizzò nuovamente verso casa sua questa volta con inquietudine e timore. Tutte le sue certezza minacciavano di crollare.

- Ehi – una voce calda e ben conosciuta la distolse dai suoi pensieri

- Ehi – rispose non troppo convinta

- Allora? –

*Sessanta minuti…ah ma è un vizio!*

- Tutto bene. Tu? –

- Anche io –

Ci fu una breve pausa poi Spike tornò a parlare:

- Te ne sei andata così in fretta. Ho saputo. Mi spiace. –

- Beh si… grazie. Spike… -

 

-Tesoro è stupenda non trovi? – La voce di Drusilla interruppe la conversazione.

- Sì – rispose Spike e la baciò intensamente.

Buffy voltò la testa per non vedere ed incontrò lo sguardo di Riley che le sorrideva con l’aria di voler alludere a qualcosa.

*Oh mio dio è vero, Riley, il bacio… ci mancava solo questa*

- Buffy … la prendiamo – disse Drusilla – Tu abiti qui vicino vero? –

Buffy sussultò.

- Si abita proprio lì davanti – rispose Riley abbracciando una frastornata Buffy.

- Bene- continuò Drusilla – Spike passerà nel pomeriggio a prendere le chiavi e a firmare le carte.

Si salutarono porgendosi la mano. Quando Spike le strinse la sua sentì il gelo percorrerle la schiena.

 

Buffy decise che per quel giorno non sarebbe tornata in ufficio, non voleva pensare a Riley, e tanto meno avere un altro incontro ravvicinato con Spike.

 

Tornò a casa, congedò Joyce e si mise a giocare con il suo bambino.

 

Il piccolo William si addormentò e Buffy si stese sul letto accanto a lui fissando il soffitto.

Iniziò a parlare ad alta voce:

- Primo problema: Riley… non so proprio cosa fare. E’ sempre stato un ottimo amico e mi è stato vicino. E poi è affezionato a William. Però… -

C’era sempre un però, non riusciva mai a convincersi del tutto quando si trattava di Riley.

 

Suonò il campanello e lei sobbalzò. Diede un’occhiata al piccolo sperando non si fosse svegliato, fortunatamente dormiva ancora profondamente. Scese rapidamente le scale e aprì la porta.

- Spike… che ci fai… -

Spike la stava fissando. Il suo sguardo era sempre intenso; ogni volta che lui la guardava lei si sentiva come se lui riuscisse a leggerle dentro con i suoi occhi blu.

- Buffy scusami se ti ho disturbato. Sono passato in ufficio per prendere le chiavi e mi hanno detto che le avevi tu e che non saresti tornata in ufficio. Riley mi ha detto che se volevo, potevo passare da te a prenderle. Disturbo? –

- No, no. Che sbadata è vero, ho messo le chiavi nella mia borsa stamane. Se aspetti un attimo vado a prenderle. –

Senza aspettare la risposta Buffy accostò la porta lasciando fuori Spike e si fiondò sulla borsa alla ricerca delle chiavi.

- William non adesso. Non svegliarti adesso! – disse Buffy rovesciando il contenuto della sua borsetta a terra.

 

Spike aspettava davanti alla porta ispezionando il portico della bella casa. Sentì la voce di Buffy ovattata provenire dall’interno che pronunciava un nome maschile.

Buffy ritornò. Spike cercò di guardare dentro incuriosito, ma Buffy glielo impedì parandosi davanti.

- Sì Spike? Che c’è ancora? –

- Eh, eh passerotto tradisci il tuo bel Big Jim? – le disse con un sorriso allusivo.

- Co… cosa? –

- Tranquilla sarà il nostro piccolo segreto – le disse scostandole una ciocca dal viso.

- Ma… ma come ti permetti razza di maleducato, ficcanaso! –

- Ci vediamo Summers – rispose il ragazzo scendendo i gradini del portico e dirigendosi verso la sua auto.

 

*Mmmmm…. E’ tutto come al college!!!!! Ha il potere di farmi salire il sangue al cervello in dieci nanosecondi! Io con Riley… e io che tradisco Riley… ma per chi mi ha preso?*

- E smetti di parlare da sola Buffy! –

*Ecco appunto* sbuffò spazientita e rientrò in casa sbattendo la porta.

 

***

Spike si fermò in uno spiazzo deserto, si sedette sul cofano della sua auto e guardando il cielo infiammato dal tramonto accese una sigaretta.

L’incontro con quella ragazza l’aveva scosso. Era passato un anno e mezzo dall’ultima volta. Era andata via senza dirgli nulla, non aveva mai ricevuto una telefonata. Sapeva quello che le era capitato. Non voleva ammetterlo nemmeno a sé stesso ma per mesi aveva continuato a sperare di avere sue notizie. Nulla. E poi era tornata Drusilla. Lei passava tutte le estati a Los Angeles e in quei mesi loro facevano coppia fissa. Poi ognuno tornava alla propria vita. Quell’anno era andata diversamente; si erano visti ogni week end per l’anno intero ed avevano deciso di passare l’estate insieme a Sunnydale.

E poi Buffy era solo una ragazzina. Quando l’aveva conosciuta era al primo anno e lui al penultimo. Eppure l’aveva ossessionato sin dal primo sguardo. L’aveva osservata per parecchio tempo scherzare con le sue amiche, concentrarsi su un libro e divertirsi alle feste delle confraternite. Lei aveva qualcosa… qualcosa… nemmeno lui sapeva cosa fosse ma aveva deciso che doveva essere sue, che voleva avere quel corpicino minuto e perfetto sotto le sue mani. E così aveva iniziato a corteggiarla. Ma Buffy nemmeno se ne accorgeva e sembrava quasi indispettita dalle sue attenzioni. Fino a che…

Tornò al presente quando il cellulare squillò. Era Drusilla. La sua focosa Drusilla lo aspettava davanti alla nuova casa pronta a fare scintille con lui.

Sarebbe ripassato davanti a casa Summers.

 

CAPITOLO 3

 

Spike sentiva Drusilla ansimare sotto di lui. Diede le ultime spinte e con un gemito roco raggiunse l’orgasmo. Uscì subito da lei, si infilò i pantaloni ed andò nel portico a fumare.

- Tesoro che hai? –

- Niente Dru, sono solo stanco –

Fissava le luci accese nella casa di fronte; probabilmente Buffy stava cucinando. Non c’era nessuna auto parcheggiata nel vialetto. Forse Riley si era trattenuto in ufficio. Ma tanto lei si era consolata con quel “William”. Non pensava fosse quel genere di donna… Già, perché Buffy ormai era una donna. I suoi movimenti erano diventati più morbidi, più sensuali. Era ancora più bella.

Scosse la testa disapprovando i suoi pensieri; Non poteva … dopo essere stato a letto con Drusilla pensare a quanto gli sarebbe piaciuto… basta! Arricciò le labbra, spense la sigaretta e continuò a fissare le luci della casa di fronte.

 

***

“No William. Non devi mettere in bocca tutto quello che trovi! E non ridere birbante!” disse Buffy togliendo un soprammobile dalle mani di suo figlio. Sorrise. Ogni volta che faceva qualcosa di sbagliato faceva un sorrisino ammiccante e lei non riusciva a rimanere seria.

Dopo cena mise a letto il piccolo e uscì nel portico per sedersi sul dondolo e rilassarsi un po’.

L’aria era calda e profumata. Amava la quiete della sera; guardare il cielo e dondolarsi la riempiva di pace e serenità.

 

Spike la vide uscire e si mise nella penombra della colonna per non farsi scorgere. La vide adagiarsi sul dondolo e iniziare a spingersi lentamente avanti e indietro con la punta del piede nudo. Guardava il cielo.

No, non era bella. Di più.

Rimase a guardarla ondeggiare.

Chissà a cosa stava pensando. A Riley? Al misterioso William? Una sgradevole sensazione gli attraversò lo stomaco. ‘ Lei era di qualcun altro.’

E lui doveva assolutamente smettere di essere così attratto da lei.

Rientrò in casa dando un ultimo sguardo alla bambolina sognante dall’altro lato della strada.

Drusilla si era addormentata. Infilò una maglia nera stretta e uscì.

*Spike ottiene sempre quello che vuole*

 

***

 

Buffy era immersa nelle sue fantasticherie quando si accorse di un’ombra scura che stava entrando nel suo portico.

- Ahhhhhh – urlò spaventata

- Ehi passerotto fai piano o sveglierai tutto il quartiere!-

- Che diavolo ci fai qui Spike???? –

- Quello che fa un buon vicino: conoscere chi gli abita accanto –

- Ecco bravo, ACCANTO e non davanti quindi quelle due case rosa sono le tue mete. Ciao. – disse secca – E cmq noi già ci conosciamo –

Incurante di quello che lei gli aveva appena detto si accomodò sul dondolo e iniziò a spingere avanti e indietro velocemente.

- Lo so passerotto – disse col suo solito sguardo provocatorio

- Ma… ma… ferma questo dannato coso che mi viene da vomitare! –

Lui lo bloccò di colpo e lei quasi cadde.

- Senti Spike. Togliti dal mio raggio visivo entro 30 secondi e non farti più vedere per i prossimi 30 secoli. CHIAROOOOO?-

- Non ti scaldare passerotto o dovrò immergerti in una vasca di ghiaccio per raffreddarti. – mormorò lui molto pacatamente.

Buffy prese dei lunghi e profondi respiri per mantenere la calma.

Gli occhi di lui caddero sul suo seno che si gonfiava e sgonfiava ritmicamente. Dovette utilizzare una buona dose di autocontrollo per impedire alla sua mano di circondare quelle morbide rotondità.

Lei si accorse del suo sguardo e arrossendo diede un colpetto di tosse e lui tornò a guardarle il viso.

- Grazie – disse lei sarcastica

- Di cosa? Dello sguardo di prima? Ma come, i tuoi uomini non ti guardano mai così? –

- SPIKE! – reagì lei secca – Piantala. Prima cosa non sai nulla della mia vita e non puoi permetterti di dare giudizi. Secondo… Drusilla… beh ecco non dovresti, voglio dire… -

- Ricevuto passerotto –

- Non sono un passerotto – disse Buffy facendo il broncio.

- Si che lo sei – *Mio dio e sei anche terribilmente bella*

- No –  ribadì lei

- Okay come dici tu – la accontentò

- Si –

- Si o no? –

- Cosa? –

- Che? –

- Spike! –

- Dimmi passerotto –

Lei stremata rimase in silenzio. Ogni volta con lui era come un incontro di boxe da cui usciva sempre K.o. Era estenuante. Ma in fondo un po’ la divertiva questo suo modo di stimolarla sempre.

Pensò a William e alzò lo sguardo verso la camera. Era sicura che dormisse, avevano giocato tutto il giorno ed era stanchissimo. Infine

spostò il suo sguardo verso Spike. Era così strano averli entrambi così vicini. E forse per la prima volta pensò che l’uomo che le stava accanto avesse il diritto di sapere… ma scacciò subito quel pensiero dalla testa.

Lui si voltò verso di lei e questa volta senza sarcasmo né ironia, con un tono tranquillo e caldo, le chiese:

- Come ti vanno le cose? Sinceramente dico. Sei felice? –

- Sì. C’è una grande felicità nella mia vita. Niente al mondo potrà mai rendermi più felice –

- Bene – affermò lui laconicamente.

- E tu Spike? Ami Drusilla? Sei felice? – domandò lei

- Sono felice –

- Non hai risposto a tutte le domande –

- Lo so –

Di nuovo il silenzio tra loro.

Lei cominciò a canticchiare la melodia sentita in auto quella mattina “ I’m a bitch I’m a lover I’m a child, I’m a mother …” e si bloccò. Lo guardò con la coda dell’occhio. Lui le stava sorridendo.

- Che c’è? –

- Ti piaceva – affermò lui

- Cosa? –

- Questa canzone. Ti piaceva e la canticchiavi sempre. Parla di te. –

- Già – disse lei sorridendo a sua volta.

– Beh ora si è fatto tardi, devo rientrare. –

- Buonanotte passerotto –

- Buonanotte Spike –

Lei rientrò e lui attraversò la strada dirigendosi verso casa sua.

 

 

CAPITOLO 4

 

La mattina dopo la sveglia suonò alla solita ora. Buffy come d’abitudine inveì contro la sveglia e infine si alzò e iniziò una nuova giornata.

Solita colazione, soliti preparativi e solito campanello. Ovviamente solite persone dietro la porta. Ma questa mattina c’era qualcosa di diverso  ed era proprio dall’altro lato della strada sempre vigile e attento…

 

***

 

- Ehi tesoro che hai sempre da guardare fuori? – chiese Drusilla con voce suadente

- Nulla – *Bene, quindi Riley non vive con lei…*

- Allora io vado in università. Tu che farai oggi? –

- Non so. Un giro per Sunnydale forse –

- Si ma prima vieni ad augurarmi buona giornata…. – gli sussurrò mordendogli il lobo dell’orecchio e trascinandolo sul divano…

 

***

 

A casa Summers Joyce stava già iniziando a rassettare e Buffy correva qua e là per prendere le ultime cose.

- Buffy muoviti o faremo tardi. Abbiamo un sacco di cose da fare oggi e ieri sei rimasta indietro con le pratiche della ristrutturazione del nuovo museo e … -

- Sì sì arrivo… - disse sbuffando e poi baciando William – Fai il bravo, la mamma tornerà nel pomeriggio. Joyce lo accompagni tu dal medico per il controllo? –

- Certo cara – rispose Joyce rivolgendole un sorriso materno – E ora va’ altrimenti Riley si spazientisce –

- Vado, vado – disse correndo verso la porta.

Salì in auto e Riley mise in moto e partì.

Durante il tragitto Buffy si immerse nei suoi pensieri analizzando dettagliatamente quanto accaduto la sera precedente nel portico.

Ma Riley all’improvviso iniziò:

- Buffy ieri poi non abbiamo più parlato di… beh… di… del… -

*Mmmm ma perché non prendo l’autobus???* si domandò Buffy e con voce decisa disse:

- Bacio Riley. Era un bacio! –

- Ecco quello che stavo per dire –

*Sì, fra trent’anni forse l’avresti detto!*

E il ragazzo proseguì:

- Cosa ne pensi? Di me e te insieme intendo. Come coppia. –

- Beh Riley vedi il fatto è che io non sono ancora pronta per una relazione. E’ tutto ancora molto confuso e … -

- Certo chiocciolina capisco, stai tranquilla, aspetterò –

*CHIOCCIOLINA???? Chiocciolina??? E questa da dove gli è uscita? Ma per che cosa mi ha preso? Per un indirizzo internet????*

 

Rimasero in silenzio per il resto del tragitto.

Buffy si sentiva a disagio; in cuor suo sapeva che aveva mentito a Riley, che c’era qualcosa, o meglio qualcuno, che si era prepotentemente infiltrato nei suoi pensieri e che limitava la sua capacità di ragionare e agire razionalmente.

 

In ufficio si tuffò tra i documenti e la mattinata volò.

Riley bussò alla porta aperta del suo ufficio:

- Buff ti va di andare a mangiare qualcosa? –

- No, grazie – rispose lei rimanendo con la testa china sui fogli – Ordinerò cinese e me lo farò portare qui. Ho delle cose da finire e voglio essere a casa per le due –

- Va bene. Un bacio alla mia trottolina lavoratrice – disse il giovane andandosene.

*Trottolina? Ma dove va a pescare queste oscenità?* pensò scuotendo il capo perplessa.

E di nuovo ‘toc toc’.

- Riley ti ho detto che non ven…- inziò alzando la testa – Spike? –

- Buffy –

- Sì so il mio nome. Che ci fai qui? –

- Sempre sulla difensiva eh? – disse chiudendosi la porta alle spalle e accomodandosi sulla sedia di fronte a Buffy – Vuoi cibo cinese? Ho qui involtini primavera e spaghetti di soia con verdure. Cosa preferisci? – e appoggiò i contenitori sul tavolo.

- Ma come… lo sapevi? …cioè sentivi?... cosa… -

- Su rilassati, prendi fiato e riprovaci con parole tue. –

Buffy sospirò e chiese:

- Che ci fai qui e perché mi hai portato il pranzo? –

- Sono venuto a ritirare una copia del contratto. E so che ti piacciono gli spaghetti di soia. Ed è ora di pranzo. Ho risposto esaurientemente a tutti i suoi interrogativi miss sospettosa? –

- Mmmm sì diciamo di sì. E va bene, vada per gli spaghetti. – disse sospirando.

- Senti un po’ passerotto, ma Big Jim non vive con te? –

- No, Big… ehm Riley non vive con me. – disse lei laconica

- Come mai? – azzardò lui

- Spike non sono affari tuoi. Dimmi piuttosto… come sta Angel? –

- Perché ti interessa? – chiese lui

- Mmm che è il sospettoso ora? Era solo per fare della sana conversazione. Ma visto che non ti va di parlare di Angel, parlami di Drusilla, quanto tempo fa hai iniziato a frequentarla? – chiese Buffy tutto d’un fiato.

- Vuoi sapere se già stavo con lei quando noi siamo stati insieme? Beh no –

Buffy sussultò e arrossì visibilmente; cercò di concentrarsi su i suoi spaghetti mentre il cervello le si annebbiava i caldi ricordi risalivano la corrente della sua volontà.

- Che hai passerotto ti imbarazzi? Non sembravi imbarazzata quella notte – insinuò lui con un sorriso beffardo.

- Spike ti prego smettila. Non mi sembra sia il caso di rivangare il passato – disse lei sfoderando un autocontrollo che non pensava di avere.

- Ok come desideri. Se mi dai i documenti me ne vado. –

Lei si alzò e passò accanto a lui dirigendosi verso lo scaffale dei contratti. Trovata la copia si voltò dicendo:

- Ecco qu… -

Spike era in piedi a meno di dieci centimetri da lei e la fissava dritta negli occhi. Era stretta tra lui e il muro, non aveva vie di fuga.

Sempre mantenendo lo sguardo fisso su di lei le prese di mano i fogli e le mormorò:

- Ricordo ogni dettaglio di quella notte. Anche tu vero? – e senza aspettare risposta si voltò e uscì dalla stanza.

 

- Buff quello che ho visto uscire era quel tipo della casa di ieri vero? – domandò Riley entrando nell’ufficio.

Buffy era immobile, impietrita, con lo sguardo fisso sul pavimento e la bocca leggermente aperta; era rimasta senza fiato per quelle parole di Spike e il suo tono sensuale e provocante.

- Buffy, tesoro, ci sei? Oh vedo che hai già mangiato il tuo cibo cinese. Ti senti bene?-

- Sì, sì – balbettò lei con tono incerto – Ora vado a casa, mi porto le pratiche da rivedere stasera. –

- Ti do un passaggio? – propose lui.

- No, grazie. Faccio una passeggiata. - *ho bisogno di riflettere un po’* aggiunse tra sé e sé.

 

Camminava lentamente facendo dondolare la sua borsa avanti e indietro; pensò che avrebbe voluto confidarsi con qualcuno, chiedere consigli… avrebbe potuto chiamare Willow e Faith… sorrise pensando a quello che le avrebbero detto le amiche. Willow le avrebbe suggerito di riflettere e pensare alle conseguenze delle sue azioni; Faith le avrebbe urlato qualcosa del tipo ‘Cosa stai aspettando a buttarti su di lui?’… Stava ancora sorridendo quando un’auto le frenò bruscamente accanto facendola sobbalzare.

- Passerotto vuoi un passaggio? –

Buffy roteò gli occhi e sospirando rispose secca:

- No! –

- Ok – disse Spike alzando le spalle e ripartendo velocemente.

Lo vide svoltare l’angolo accelerando.

*Poteva anche insistere un po’* pensò facendo una smorfia di disappunto.

 

 

 

CAPITOLO 5

 

Buffy entrò in casa e chiese a Joyce se poteva trattenersi mentre lei si faceva una doccia.

Mentre l’acqua fresca le correva lungo il corpo tornò a pensare a Spike, alle sue parole… quella notte… lui aveva pienamente ragione, ogni dettaglio era scolpito e ancora vivido nella sua mente nonostante fosse passato più di un anno.

Ricordava i loro occhi che non si erano staccati un secondo, le sue mani su di lei, la sua bocca così calda che l’aveva esplorata in ogni centimetro del suo corpo. Chiuse gli occhi e le sembrò di rivedere la scena: le lenzuola color porpora che avvolgevano i loro corpi intrecciati…

- Buffy ha chiamato un certo Spike. Ha lasciato detto che stasera Drusilla rimarrà a studiare fino a tardi e lui verrà a cena da te per parlare di ‘quella’ questione – urlò Joyce da dietro la porta

- COSA??? –

 

Dopo nemmeno 10 minuti Buffy era davanti a casa di Spike che bussava freneticamente.

Lui aprì la porta e la guardò con finto stupore.

- Tu non verrai a cena da me chiaro? Io non ti ho invitato –

- Ok. Allora ti invito io qui. – ribadì lui con tono pacato aprendole la porta e facendole segno di accomodarsi.

- No, non resterò qui. –

- Come preferisci. Sarò da te alle otto –

- NO! – urlò lei allarmata. *Non voleva vedesse William*.

- O da me o da te, decidi. Non accetterò un no come risposta. Allora cosa scegli? Non vuoi farmi vedere dove ospiti William, Big Jim e gli altri tuoi uomini? – la stuzzicò.

- Razza di insolente come ti permetti? Verrò io per le otto e starò il tempo necessario per saziarmi. Non ti avvicinare a casa mia! – e così dicendo attraversò la strada e rientrò in casa. *Pessima idea Buffy, pessima idea*

 

- Tutto bene cara? – le chiese Joyce appena Buffy rientrò in casa.

- Sì sì -

- Cara hai ancora bisogno di me? –

- No Joyce. Vai pure e grazie -

Appena Joyce uscì Buffy si fiondò sul telefono:

- Pronto Dawn? Ciao sono Buffy. Avrei bisogno di un favore… -

Dawn, la figlia diciottenne della vicina, qualche volta badava a William quando Buffy non voleva scomodare Joyce. La ragazza accettò volentieri di fare compagnia al piccolo.

Il campanello suonò.

- Vieni Dawn entra. William è pronto per fare il bagnetto! –

- Ciao Buffy! Ok lo farò giocare un po’ con l’acqua! Chiudi tu quando esci? –

- Si non ti preoccupare. Ora vado a prepararmi –

- Buona serata Buffy! –

*Speriamo lo sia*

 

Buffy si mise davanti all’armadio e sospirò contrariata:

- E ora cosa mi metto? – Era sull’orlo di una crisi isterica dopo aver provato quasi tutti i suoi abiti quando squillò il telefono.

- Pronto? –

- Ehi passerotto! Allora il numero sull’elenco è giusto! –

- Ma dai? Davvero? Eppure ero certa di aver dato quello sbagliato! Che vuoi? –

- Volevo solo dirti di metterti quell’abitino nero ricordi? Metti quello stasera –

- Non ci penso nemmeno! Non puoi decidere tu cosa devo mettere! –

- E abbinaci le stesse scarpe alla schiava. A dopo. – e riattaccò.

Buffy riagganciò e andò in camera pensierosa. Adorava quel vestitino nero. Non l’aveva più messo.

Mentì a sé stessa convincendosi che avrebbe provato il vestito solo per vedere se era ancora abbastanza magra da entrarci.

Dopo aver litigato mezz’ora con la lampo si mise davanti allo specchio Aveva raccolto i capelli come faceva un tempo lasciando qualche ciocca libera; l’abito nero aveva due fasce morbide che le coprivano i seni nudi e si intrecciavano dietro il collo, era stretto in vita e la gonna scendeva morbida appoggiandosi appena sopra il ginocchio. Le scarpe avevano lacci che si intrecciavano lungo le gambe.

Sorrise compiaciuta.

- Eh sì, sono ancora niente male! -  esclamò facendo l’occhiolino alla sua immagine riflessa.

Era tanto che non si sentiva bella, che non si sentiva desiderata e ammirata. Si lasciò dominare dall’istinto, afferrò la borsetta e uscì di casa.

 

Spike stava accendendo l’ultima candela quando il campanello suonò.

Aprì la porta e rimase estasiato. Lei era bella da morire.

- Mi fai entrare o aspettiamo che tutto il vicinato mi veda conciata così? –

‘La solita Buffy’ pensò lui sorridendo e la invitò ad entrare baciandole la sua piccola mano.

Lei la ritrasse esclamando:

– Evitiamo queste cose svenevoli! – storcendo il naso in una graziosa smorfia.

Lui sorrise e guardandola con tenerezza disse:

- A volte sembri proprio una bimba! Vieni, sediamoci Ti piacciono le candele vero? –

La luce era spenta e la stanza era illuminata solo da tante candele.

- Sì mi piacciono – disse lei guardandosi intorno ed iniziando a preoccuparsi per le intenzioni di Spike.

Erano entrambi seduti sul divano in silenzio. Lei aveva gli occhi fissi sul tappeto, lui invece la osservava minuziosamente. Alla fine disse:

- Sei bellissima. –

Lei arrossì e lui sperò che non notasse il rigonfiamento dei suoi pantaloni, prova della sua crescente eccitazione.

- Ho ordinato due pizze. Non so cucinare. Vanno bene? –

- Si.-

- Perfetto. Saranno qui a minuti - *Mooolti, molti minuti* pensò lui.

Spike si alzò e accese lo stereo. Partì una canzone conosciuta:

 

‘I hate the world today                                            (Oggi odio il mondo
You're so good to me                                             Sei così buono con me
I know but I can't change                           lo so ma non posso cambiare
Tried to tell you                                                       ho cercato di dirtelo
But you look at me like maybe                             ma mi guardi come se
I'm an angel underneath                                       io fossi un angelo
Innocent and sweet ...,                                           dolce e innocente)

 

 

Buffy sorrise e iniziò a cantare. Spike le porse la mano per invitarla a ballare.

- Ma non è una canzone da ballare! – replicò lei.

Lui le prese la mano, la fece alzare dal divano e la strinse a sé:

- Non importa – le sussurrò all’orecchio stringendola ancora di più e iniziando a ondeggiare lentamente.

Erano così stretti che lui poteva sentire il suo seno morbido schiacciato sul suo petto.

- Qualcosa è un po’ diverso dall’ultima volta – le disse con voce calda osservando intensamente la pelle vellutata lasciata nuda dalla scollatura.

Le accarezzò la guancia e lasciò cadere il dito giù per il collo. Buffy glielo bloccò impedendogli di raggiungere la sua meta:

- Non è il caso – disse senza molta convinzione

- Perché? – chiese lui riportando la sua mano sulla schiena nuda di lei

- Beh… per Drusilla –

- Ah, pensavo per Riley –

Buffy sobbalzò ma non disse nulla. Spike accarezzava la sua schiena nuda con la punta delle dita. I loro corpi erano sempre più vicini e accaldati.

Spike l’attirò a sé e Buffy sussultò nel sentire l’eccitazione di lui premere tra le sue gambe.

- Spike… - disse con un filo di voce

Lui la guardò e sorrise:

- Sto per appoggiare le mie labbra sulle tue passerotto. Fermami se non lo desideri. –

Non ebbe tempo di ribattere. Iniziò a baciarla dolcemente, facendo sfiorare lievemente le loro labbra; le succhiò lentamente il labbro inferiore e poi scese con la bocca a torturarle il collo riempiendolo di baci sempre più intensi.

Buffy mugugnò. Sentiva che stava cedendo sotto il suo tocco sensuale. Non poteva.

D’un tratto spinse via Spike:

- No. Non posso. Devo andare. –

Lui sospirò:

- Non hai ancora mangiato. –

- Non ho più fame – disse dirigendosi verso la porta.

- Poco fa sembrava il contrario. Ma forse era un altro tipo di fame – la punzecchiò lui.

Lei si voltò di scatto, gli lanciò uno sguardo raggelante e chiuse la porta facendola sbattere rumorosamente.

Spike sorrise accendendosi una sigaretta. *Prima o poi sarai di nuovo mia bambolina*

 

CAPITOLO 6

 

Buffy era stesa sul divano avvolta nel suo accappatoio. La doccia fresca aveva calmato i suoi ardori per il focoso ballo di qualche ora prima e ora si sentiva confusa e sola. Le lacrime scorrevano senza sosta; prese il telefono e digitò il numero.

- Pronto? –

- Faith? –

- Ti sembra la voce di Faith? –

- No mi sembra quella di Angel ma sono sicura di confondermi perché ho digitato il numero della mia vecchia camera e Angel è l’ultima persona che mi aspetterei di trovare lì – disse lei tutto d’un fiato. Straparlava sempre quando era nervosa.

- Buffy sei tu? –

- Allora avevo ragione. Che ci fai lì? –

- Beh è successo solo ieri…sei la prima a saperlo… io e Faith beh… -

- No preferisco non saperlo. Mi passi Faith? – la sua voce si incrinò di nuovo

- Faith è in bagno. Ehi Buffy stai piangendo? Che succede? –

- Nulla è solo che Spike… -

- Spike? –

- E William… - scoppiò in singhiozzi

- William? Nuovo? Buffy calmati e spiegami cos’è successo. –

Parlarono per due ore intere. Buffy gli raccontò tutto.

- Che situazione – esclamò Angel – io oggi ho finito gli esami. Io e Faith potremmo passare a trovarti. Hai bisogno di un po’ di compagnia e penseremo a come risolvere la situazione ok? Spiegherò tutto a Faith, sarà contenta di rivederti. Ti richiamerò per darti notizie dell’arrivo. –

- Ok. Grazie Angel. – e riattaccò.

 

Si sentiva più tranquilla. Si era tolto un grande peso, aveva confessato la verità a qualcuno e si era anche resa conto che i suoi vecchi amici erano ancora tali.

Squillò il telefono.

- Oh Angel di già! – rispose sorridendo

- Angel? –

- Spike che vuoi? – chiese allarmata

- Volevo chiederti se era tutto a posto. Mi è venuta voglia di passare a trovarti e mi chiedevo come ti avrei trovata – il tono diventava sempre più intrigante

- Spike ti prego smettila, perché mi torturi così? –

- Perché voglio fare l’amore con te. Voglio che tu sia ancora mia come quella notte –

Buffy non disse nulla. Rimasero zitti ad ascoltare i loro respiri.

Poi Spike disse: - Buonanotte amore –e riattaccò.

Buffy stremata dalle intense emozioni di quella sera si mise a letto e mise il piccolo William accanto a sé. Guardò a lungo quel fagottino dormire beatamente e si addormentò a sua volta.

 

***

La mattina dopo si sentiva uno straccio. Era debole e tutta sudata. Aprì la porta in pigiama e Joyce esclamò:

- Oh mio dio bambina ma tu stai male –  *Ma va! Ecco da chi ha preso l’intuito Riley!*

- Devo aver la febbre –

- Avviso Riley che non andrai al lavoro –

 

- Accidenti mi ero dimenticata! – esclamò d’improvviso Buffy mentre sorseggiava il thè caldo preparatole da Joyce

- Di cosa cara? –

- Oggi dovevo portare William a fare la vaccinazione! –

- Non preoccuparti posso pensarci io. Non è il caso che tu esca e poi non puoi andare in quel posto pieno di bambini e attaccar loro l’influenza. Piccolo vuoi venire con me in un bel posto? Compreremo un bel gelato dopo! – Il piccolo gorgogliò sorridendo e protese le braccia verso Joyce

- Ehi non viziarlo! E tu piccolo mio non approfittarti del tuo fascino – disse dandogli un dolce bacio sulla fronte e preparandolo per uscire

 

***

 

Spike si svegliò e trovò accanto a sé un bigliettino. ‘Ciao tesoro sono andata all’università. Ti telefono per dirti i miei orari. Ti bacio… ovunque! Dru’

Si alzò e d’istinto prese il telefono e chiamò Buffy.

*Che scemo sarà al lavoro* pensò e stava per riattaccare quando sentì la sua deliziosa vocina.

- Che ci fai a casa passerotto? –

- Oh no Spike, sto male, lasciami stare, non è giornata. – E riattaccò.

 

***

 

Driiiiiiiiiiiin driiiiiiiiiiiiiiiiin

Buffy corse fuori dalla doccia, si infilò l’accappatoio e andò alla porta.

- Accidenti già qui? Siete tornati pri…. Spike – disse alzando gli occhi al cielo

- Sei uno schianto con quell’indumento amore –

- Spike sono malata, potrei attaccarti l’influenza. Potrebbe essere un virus letale e tu moriresti moooolto lentamente divorato da graaaaandi sofferenze –

- Correrò il rischio – disse entrando e richiudendo la porta dietro di sé. – Ehi ma tu bruci – disse toccandole la fronte –

- Già – mugugnò lei.

- Stenditi sul divano – disse lui – Ti curerò io – E le mostrò un sacchettino bianco

Buffy si sdraiò sul divano e chiuse gli occhi.

Poco dopo Spike le mise una benda umida sulla fronte e sugli occhi dandole un sollievo che la fece sospirare.

Dopo qualche minuto di silenzio lei disse:

- Spike parla. Mi fa paura non vederti e non sentirti parlare. – disse in tono scherzoso

- Vuoi che ti faccia capire che ci sono? – chiese lui

- Sì. Vorrei capire dove sei. Non vorrei che tu mi svaligiassi la casa approfittando della mia situazione di momentanea cecità –

Dopo un attimo di silenzio Buffy sentì due labbra fresche e bagnate appoggiarsi sulle sue.

- Ti da sollievo anche questo? – chiese lui mentre si passava nuovamente il cubetto di ghiaccio sulle labbra per continuare la sua opera.

Lei tacque.

Lui appoggiò nuovamente le labbra ma questa volta sul suo collo e poi un po’ più giù dove la vestaglia lasciava scoperta la pelle.  Sentiva lei contorcersi ad ogni nuovo contatto.

Si rinfrescò un’altra volta la bocca e continuò a baciarla. Scostò il morbido tessuto che l’ avvolgeva e le scoprì i seni. Si fermò a guardarla estasiato ma non troppo a lungo per timore che lei si rendesse conto di quanto in là si stesse spingendo.

Sfregò un dito sul ghiaccio e iniziò a stuzzicarle un capezzolo ormai duro e teso. Diede attenzione anche all’altro prendendolo tra le labbra fresche e picchiettandolo con la lingua.

Sentì Buffy gemere.

Chiuse un attimo gli occhi e rivide di nuovo quella notte… la notte più eccitante della sua vita… e ora lei era di nuovo sotto le sue mani… mancava solo una cosa.

Sempre continuando ad accarezzarla tornò verso la sua bocca, le diede un bacio e le spostò la benda dagli occhi.

Si ritrovò a fissare quei due bellissimi occhi verdi e vi lesse passione e desiderio.

Lei lo fissò a sua volta. Era così bello ed eccitante. *Al diavolo le buone intenzioni* pensò, gli mise le braccia attorno al collo e lo attirò verso di sé per baciarlo. Mentre la baciava gli slacciò la cintura della vestaglia e la trovò completamente nuda. Si fermò ad osservarla. Il suo corpo era perfetto, era una dea. Mentre la guardava sentì un dito toccargli il petto e scendere sempre più velocemente. Buffy abilmente gli slacciò il bottone dei jeans e gli abbassò la cerniera sfiorando maliziosamente il suo membro duro che si gonfiò ancora di più

Lui la guardò con desiderio, si tolse la maglietta e si adagiò sopra di lei. Iniziò a baciarle il collo e scese lentamente continuando a guardarla dritta negli occhi. Amava vedere gli occhi di lei colmi di piacere. Indugiò sul suo ventre finchè non sentì lei mugugnare frustrata e implorarlo con lo sguardo.

Scese lentamente e iniziò a passare lentamente la lingua in mezzo alle sue gambe. Sentì i sospiri di lei farsi sempre più intersi. Scese lungo la sua apertura ormai bagnata e picchiettò la lingua dentro di lei mentre col dito le massaggiava il clitoride ormai gonfio di piacere.

La sentì ansimare sempre più forte e si fermo un momento prima dell’estremo piacere.

Voleva raggiungere quel momento con lei.

- Noooo – la sentì protestare

Ma la zittì con un bacio mentre si sfilava i jeans e rimaneva nudo.

Lei guardò lussuriosa il suo membro duro e iniziò ad accarezzarlo piano, poi sempre più velocemente.

Si sollevò e spinse Spike costringendolo a sdraiarsi sulla schiena. Salì su di lui, tirò fuori la lingua e dopo averla passata sulle sue labbra la fece scorrere lungo tutto il suo corpo fermandosi sui suoi addominali duri e scolpiti senza mai scendere più in basso.

Lui la prese per i fianchi e con foga la fece stendere sul divano. Le aprì le gambe, si posizionò sulla sua apertura eccitata e la penetrò.

- Oh – sentì lei mugugnare – Continua non ti fermare –

Uscì e rientrò in lei per sentirla nuovamente gemere.

Lei mise le sue mani sulla schiena di lui e lo rispinse dentro prepotentemente. Lui iniziò a spingere, dapprima piano poi sempre più forte.

- Spike sto venendo non ti fermare – urlò lei – Sì sì …SIIIII– disse lei raggiungendo l’apice del piacere.

Lui diede l’ultima spinta e la inondò del suo liquido caldo emettendo un gemito profondo.

Rimase fermo dentro di lei e la guardò negli occhi leggendoci appagamento e soddisfazione. Si lasciò andare sopra di lei affondando il viso nei suoi morbidi capelli biondi. Rimasero in silenzio incastrati l’uno nell’altro ascoltando i loro respiri.

 

CAPITOLO 7

 

Erano ancora incastrati e immobili quando Buffy sentì il rumore di un’auto fermarsi nel vialetto.

- Mio dio potrebbe essere Riley venuto a portarmi i resoconti da leggere! Presto vestiti ed esci dalla porta sul retro! –

Spike sospirò per il pessimo tempismo. Infilò jeans e maglietta e la baciò al volo.

- In cucina c’è la porta che da sul retro – disse Buffy spingendolo verso l’altra stanza.

Driiiiiiiiiiiiin.

*Appena in tempo* pensò aprendo la porta.

- Riley che sorpresa! - *Ma doveva fare qualcosa di imprevedibile proprio oggi????*

- Ciao tesoro ti ho portato i documenti, posso entrare? – disse infilandosi in casa

Buffy sospirò e richiuse la porta. Si strinse la cintura dell’accappatoio e si sedette accanto a lui sul divano.

- Ti ho portato questi resoconti –

Buffy li prese e iniziò a sfogliarli. D’un tratto si sentì osservata e si voltò verso Riley; la stava fissando con un’espressione strana e si sentì in imbarazzo.

- Sei bellissima sai? –

Lei arrossì.

Lui si avvicinò, le mise una mano sulla guancia e iniziò a baciarle il collo.

La mano scivolò lungo il suo corpo cadendo sulle ginocchia e iniziando a risalire tra le cosce nude.

- No Riley che fai smettila – urlò Buffy spingendolo via e richiudendosi l’accappatoio.

- Che ti prende? Pensavo fosse quello che volevi anche tu –

- Non lo è – disse piano lei guardando il pavimento

- Sicura?- disse lui in tono suadente riavvicinandosi e ricominciando a toccarla.

- Riley no! – disse Buffy tentando di spingerlo nuovamente.

In quel momento vide un’ombra uscire dalla sua cucina e avventarsi su Riley.

Spike aveva preso Riley, l’aveva trascinato davanti alla porta e tenendolo per il colletto gli disse in tono minaccioso:

- Quando la tua donna ti dice di no è NO! – e lo spinse fuori di casa sbattendo la porta.

Era successo tutto così velocemente che Buffy non era riuscita a dire nulla.

Riley bussò insistentemente.

Buffy andò alla porta e aprì uno spiraglio.

- Riley vattene ora –

- Ma lui chi è? –

- Un amico. E ora torna in ufficio. Ciao – disse freddamente chiudendo la porta.

Sospirò e appoggiò la schiena alla porta chiudendo un attimo gli occhi per riprendersi.

- Tutto bene? – chiese piano Spike

Lei riaprì gli occhi e lo guardò; gli era riconoscente ma nello stesso tempo era nervosa e arrabbiata perché sentiva lui troppo vicino… e lei aveva troppe cose da nascondere e ne temeva le conseguenze.

- Cosa diavolo ci facevi in casa mia? – gli urlò

Lui la guardò stupito:

- Ti salvavo dal tuo ragazzo che voleva costringerti a farlo anche se non ti andava! – disse lui in tono deciso

Lei abbassò gli occhi e non disse nulla. Spike le si avvicinò e le accarezzò i capelli.

- Perché non lo lasci? E’ solo uno stronzo egoista. E io… beh… posso starti vicino io-

- Che vuoi dire? – chiese Buffy

- Secondo te? Andiamo passerotto non dirmi che non l’hai capito! Stare con te mi manda in estasi! Vorrei stare con te, sentirti contro di me in ogni momento della giornata –

Lei lo guardò e si sentì mancare. Avrebbe voluto abbandonarsi a lui ma era troppo complicato e non sapeva come uscirne.

- Ora è meglio che tu vada Spike – disse sommessamente ricordandosi che Joyce poteva riportare William da un momento all’altro – E questa volta davvero –

Lui la guardò scuotendo la testa, si avvicinò e toccò lievemente le sue labbra.

- Sei sempre stato un osso duro passerotto, ma io sono più duro di te – disse e poi alzò le sopracciglia e la guardò malizioso prima di richiudersi la porta alle spalle.

 

***

 

Buffy si adagiò sul divano e iniziò a piangere. Era tutto così complicato ora!

Desiderava ardentemente stare con Spike, le era stata data una seconda possibilità ma ora le cose erano così difficili! Come poteva dirgli  solo ora del bambino? Lui come avrebbe reagito? E poi lui sarebbe tornato al campus e lei avrebbe sofferto di nuovo per la separazione….

L’arrivo di Joyce interruppe i suoi pensieri.

Buffy rimase tutto il giorno in casa con il piccolo William, badando di chiudere tutte le porte e le tende per evitare dannose sorprese.

Il giorno successivo sarebbero arrivati Angel e Faith e sperava ardentemente che l’avrebbero aiutata a trovare una via d’uscita non troppo dolorosa.

 

CAPITOLO 8

 

Dopo essersi presa un altro giorno di malattia Buffy andò in stazione a prendere Faith e Angel. Era ansiosa di vederli.

Era seduta su una panca e faceva cavalcare William sulle sue gambe quando sentì due voci conosciute in fondo alla banchina.

- Lascia accidenti! Non sono mica una mocciosa senza forze! So tenermi la mia roba!-

- Come vuoi volevo solo aiutarti –

- Tzè razza di maschilista…. BUFFY!!!!! – Faith le corse incontro scaricando tutti i bagagli in mano a Angel.

- Ciao Faith – rispose Buffy e l’abbracciò leggermente tenendo in braccio il piccolo che si aggrappò ai capelli della malcapitata.

- Ehi piccoletto molla! Sei proprio tale e quale a tuo padre! – esclamò Faith tentando di districarsi.

Buffy sussultò.

- Che ragazza piena di tatto che ho! – esclamò sarcastico Angel – Ciao Buffy come va? –

- Ciao Angel. Grazie per essere venuti. E’ bello avervi qui. Questo è William, il mio piccolino si è presentato da solo! E ora andiamo a fare colazione così parleremo con calma.-

 

***

 

Erano seduti intorno al tavolo. William e Faith dopo il primo incontro un po’ burrascoso erano in perfetta sintonia. Il piccolo si divertiva un mondo a guardare Faith fare le smorfie e lei si divertiva ancora di più a farle.

- Buffy posso portarlo là dietro dove c’è lo spazio bimbi? – chiese Faith

- Mmmm Angel mi devo fidare? – disse in tono scherzoso – Va bene Faith ma rimanete in zone in cui io possa tenervi sott’occhio

- E’ proprio brava con i bambini – disse Buffy a Angel appena Faith si allontanò

- Si le piacciono molto. Ne vorrebbe uno suo –

- Fidati, è presto. Lasciala un’oretta con William e vedrà che un bimbo assorbe tutte le energie –

- E’ bellissimo Buffy. Ti assomiglia molto. Il nome che hai scelto… -

- Non è un nome casuale, no. Lo so. Spike si chiama così. L’avevo letto sul suo libretto universitario una volta –

- Allora Buffy, che intendi fare? –

- Intanto devo raccontarti che la storia ha avuto degli sviluppi…. –

I due iniziarono a chiacchierare mentre dall’altro lato del locale Faith giocava con William.

 

***

 

Spike camminava per le vie di Sunnydale. Buffy non era in casa, probabilmente era tornata a lavorare. Drusilla era nuovamente in università e lui aveva appuntamento con lei per pranzare insieme. Iniziò a pensare a come dirle che tra loro era finita; se l’avesse lasciata avrebbe dovuto lasciare la casa e tornare a Los Angeles. E Buffy? Quella donna era un mistero!

Stava osservando distrattamente le vetrine quando vide Buffy dentro un locale. Era seduta insieme ad un uomo; lo vedeva solo di spalle ma certamente non era Riley. La gelosia e la rabbia lo assalirono; allora lei aveva diversi amanti! Lui non era che uno tra tanti. Senza pensarci troppo entrò nel locale e si diresse con aria minacciosa verso il tavolo dei due.

Mise una mano sulla spalla del ragazzo che si voltò di scatto:

- Spike! – disse stupito Angel

- Che cosa? Angel? Che ci fai qui? –

- Sono venuto a trovare Buffy, ho finito gli esami –

Buffy si teneva la testa tra le mani e la scuoteva mugugnando qualcosa di incomprensibile.

- Buffy tutto bene? – le chiese Spike sedendosi accanto a lei

- No non va tutto bene!!! – esplose lei – Tu che diavolo ci fai qui, chi ti ha detto di sederti e perché non mi lasci in pace!? –

- A quale rispondo per prima? – chiese Spike – Comunque starò solo pochi minuti, Dru mi aspetta –

- Allora corri dalla tua Dru – disse Buffy con una punta di gelosia

- Già ora la raggiungo, le donne diventano cattive se rimangono insoddisfatte – disse in tono sardonico – Angel se rimani in città ci vediamo! Ciao passerotto! – E uscì.

 

Buffy tirò un sospiro e si affrettò a guardare lo spazio ludico. Faith non c’era.

- Ed eccomi qui! – Faith le sbucò da dietro e William tutto sorridente si buttò tra le braccia della mamma – Ho visto Spike e ho fatto in modo che non mi vedesse anche se… -

- Non c’è bisogno che tu me lo dica, lo so. Devo trovare il modo di dirglielo. E’ che ora è doppiamente difficile. -

- Lo ami? –

- Diciamo che sono innamorata e che se dovessi lasciar decidere al mio istinto non esiterei a buttarmi tra le sue braccia ogni volta che lo vedo –

- E che aspetti? Fallo –  esclamò Faith

- E’ inutile. Quando saprà di William sarà un’apocalisse. Ma devo affrontarlo, lo so. A casa mia no, non voglio che il piccolo sia lì, la situazione potrebbe animarsi. E nemmeno in un luogo pubblico. Vorrei essere da sola con lui in tranquillità per dargli la notizia –

- Invitalo nella nostra camera d’albergo! Noi potremmo tenerti William a casa tua. Prendetevi tutto il tempo che volete ma risolvi questa situazione. Poi se lui vorrà vedere William lo porterai a casa e noi ce la fileremo! – propose Angel

- Mmmm potrebbe essere una soluzione. Ma chiederò a Dawn di venire a tenere William. Lei lo tiene spesso. Così voi potrete riposarvi. –

- Che bello Angel!!!! Potremo far finta di essere mamma e papà!!! Non è eccitante? – esclamò Faith

- Ehm… si certo tesoro –

Buffy ridacchiò. Erano proprio carini quei due insieme!

- Raccontatemi tutto ora! Willow come sta? L’ultima volta mi ha detto che usciva con un certo Oz! –

- E adesso esce con una certa Tara! – sentenziò Faith facendo l’occhiolino

- Accidenti! Come cambiano le cose! –

- Già. La prossima settimana finiranno gli esami anche loro. Noi non abbiamo detto nulla a Willow – disse Angel

- Grazie per la discrezione. Ma Willow è un’amica. La chiamerò io, magari può raggiungerci così conosco la sua nuova fiamma! –

I ragazzi rimasero a chiacchierare nel locale fino a tardi.

Quando tornò a casa Buffy era allegra e serena. Le erano mancati tanto i suoi amici!

Ed era decisa a sistemare le cose una volta per tutte. Grazie al supporto di Angel e Faith sentiva di aver trovato la forza di affrontare la situazione.

 

L’indomani avrebbe risolto tutto con Spike.

E ora doveva mettere a porto le cose con un certo signor Riley che non si era più fatto sentire. Compose il numero e attese in linea:

- Riley? Ciao sono io…. No… Niente scuse… non bastano … ascoltami: noi dobbiamo lavorare insieme, a te serve il posto di lavoro, a me qualcuno che porti avanti gli affari e conosca il lavoro meglio di me, quindi sono disposta a passarci sopra a condizione che non accada mai più. Non c’è nulla tra noi. Azzardati a mettermi le mani addosso un’altra volta e ti ritroverai senza una parte importante della tua mascolinità. Intesi? –

Sentì Riley deglutire intimorito e rispondere sommessamente: - Si certo Buffy. E scusa ancora. Pensavo lo volessi anche tu ma che fossi troppo timida. Mi dispiace –

*Io timida? Ma se siamo cresciuti insieme e dovevo sempre fare le cose per lui perché si vergognava? Bah…*

 

E anche quella era fatta. Poteva andare a riposare ora. L’attendeva un giorno importante.

- E tu vai a letto piccola peste! Non sei ancora stanco dopo tutto quel movimento con Faith? –

Il bimbo urlò e si mise a saltellare dentro al suo box.

- Ma come fai ad avere tutte queste energie amore mio? Danne un po’ alla mamma! Vieni andiamo a letto. Vuoi dormire nel lettone con me? Eh? –

Salì le scale riempiendo di baci il suo piccolo tesoro.

 

CAPITOLO 9

 

Compose il numero di Spike che le aveva dato Angel.

*Calma Buffy stai calma*

- Pronto – sentì Spike rispondere e una risatina femminile di sottofondo

- S..Spike sono… - Non la lasciò terminare:

- Ok. Un attimo – Lo sentì dire qualcosa sottovoce alla ragazza e il rumore di una porta chiudersi. – Eccomi, dimmi –

- Era…era Dru? –

- Sì. Sai viviamo insieme, proprio qui davanti ricordi? – rispose lui rimanendo abbastanza freddo

Buffy temeva di non farcela così prese un lungo respiro ed esclamò tutto d’un fiato:

- Senti ho bisogno di vederti domani alle 10 all’hotel Sunrise, stanza 107. Dì il tuo nome alla reception e ti daranno la chiave ok? –

- Wow! Proprio non riesci a fare a meno di me vero passerotto? – disse sottovoce

- Spike è una cosa importante. Ci vediamo direttamente lì perché devo prima passare in ufficio. Ok? –

- Certo amore a domani. E non roderti troppo dalla gelosia. Lo sai che per me sei sempre la migliore passerotto! – E riattaccò

- Grrrrr ma deve sempre farmi salire il sangue al cervello? – urlò da sola. E poi scoppiò a ridere sotto lo sguardo divertito del piccolo William.

- E ora dormiamo che domani ci aspetta una giornata faticosa! –

 

***

 

Buffy si alzò alle 6. Non riusciva a dormire. Rimase a fissare William che sembrava un bambolotto, tutto rannicchiato e con il ciuccio in bocca tenuto dalla manina. Era il suo angelo e avrebbe fatto di tutto per farlo crescere serenamente.

Mesi prima aveva pensato che Spike non avrebbe voluto essere padre, non voleva imporre a un ragazzo con cui era andata a letto una volta la responsabilità di essere padre e soprattutto non voleva che il piccolo si sentisse solo un peso economico per il padre. ‘Meglio senza padre che con un padre per forza’ si era detta e così nella confusione di quei mesi aveva smesso di pensare a Spike.

Ma ora la sorte stava giocando con lei. E sbrogliare quella matassa di segreti era una mossa tutt’altro che semplice, tutt’altro che indolore.

 

***

 

Scelse con cura vestiti e trucco: indossò un abitino bianco, lasciò i capelli sciolti sulle spalle e mise solo un po’ di matita nera e di lucidalabbra. Sperava di indorargli la pillola con un aspetto gradevole ma non troppo provocante.

 

Svegliò il piccolo William e mentre lo preparava gli parlava come d’abitudine:

- Sai amore oggi incontro il tuo papà. Ti ricordi? Ti ho parlato di lui quando eri nella mia pancia. Oggi gli parlerò di una cosa importante, di un segreto che gli ho nascosto per troppo tempo e per cui ne pagherò le conseguenze. Tu starai con Faith e Angel. Quella pazza ti farà divertire e Angel baderà a entrambi. –

Il piccolo sorrideva al suono delle parole della sua mamma.

 

Alle 7.30 arrivarono Faith e Angel e bussarono alla porta sul retro.

Una Buffy raggiante e vispa aprì la porta.

Faith la guardava con gli occhi mezzi chiusi e uno sguardo torvo:

- Spiegami l’assurdo motivo per cui siamo dovuti venire qui all’alba se tanto hai appuntamento con lui alle dieci razza di sadica torturatrice! – disse Faith con tono calmo ma minaccioso.

- Entrate dai. Avevo paura che Spike vi vedesse – rispose Buffy evidentemente agitata.

- Pazza paranoica – continuò Faith.

- Ta ta ta ta – urlò William.

- Ed ecco il figlio pazzo della pazza – continuò Faith buttandosi a peso morto sul divano.

- Non ci badare Buffy, siamo felici di essere qui – disse Angel.

- Parla per te – ribadì Faith.

Buffy sorrise.

- Angel non preoccuparti conosco Faith. Ed ora non ci resta che aspettare che Spike esca di casa. Io uscirò dopo di lui così non rischieremo guai. –

- Evviva – esclamò sarcasticamente Faith un attimo prima di cadere addormentata.

 

***

- Eccolo è uscito – urlò Buffy saltellando da una parte all’altre della stanza

Faith svegliata di soprassalto urlò a sua volta:

- Ahhhhhhhhhh razza di isterica sclerotica che diavolo urli???? –

- Tranquillo William le donne sono così, ti ci abituerai…- disse Angel al piccolo continuando a giocare con lui.

Buffy baciò il piccolo, prese la borsa ed esclamò:

- Ragazzi come sto? –

- B. sei una bomba sexy. Sono sicura che non riuscirà a stare con le mani a posto nemmeno un secondo –

Buffy e Angel si guardarono rassegnati.

- Faith amore mio sarà meglio che ti rispieghi per la quinta volta il motivo per cui Buff sta andando da Spike – mormorò Angel

- Io vado. Bye! – 

Buffy si incamminò verso l’hotel. Distava solo una decina di minuti da casa sua e le piaceva camminare per rilassarsi e sentire il profumo della primavera.

 

Arrivò all’hotel e la ragazza alla reception la informò che il suo ospite era arrivato e che la stava aspettando in camera.

Salì le scale per prendere tempo.

Arrivò davanti alla porta, camera 107 e bussò.

 

CAPITOLO 10

 

- Buongiorno passerotto. Sei meravigliosa! – disse scrutandola da capo a piedi con occhi lussuriosi e allungando una mano per toccarla.

- No no no no! Sono qui per parlare – disse spingendolo via dalla porta per entrare.

Lui la guardava in silenzio mentre sentiva il suo corpo reagire prepotentemente a quella visione paradisiaca.

- Non mi offri da bere? – chiese lei per smorzare la tensione

- Beh amore io vorrei offrirti qualcos’altro disse posandole una mano sulla guancia e iniziando a darle sensuali baci nell’incavo del collo.

- Spike… - mugugnò lei – io devo assolutamente parlarti – disse premendo leggermente sul petto di lui in un poco convinto tentativo di spostarlo.

- Ok tesoro dimmi. – disse spostandosi leggermente e appoggiando una mano sulle cosce tese di lei – Ti ascolto –

Buffy avvampò, la paura si stava impossessando di lei e il desiderio di essere toccata la distraeva dai suoi intenti. Ma cominciò:

- Innanzi tutto devo dirti… beh.. Riley ed io non… -

- Su avanti che c’è? –

- Non stiamo insieme. –

Spike la guardò sorpreso. Buffy lo guardava cercando di intuire la reazione alla sua prima, e decisamente più soft, rivelazione.

Spike la fissava. Poi fece un sorriso malizioso e mettendo la lingua in mezzo ai denti, inclinò il capo e avvicinandosi al suo orecchio le mormorò:

- Adesso voglio sentire il tuo corpo contorcesi sotto di me. –

Buffy cercò di replicare ma la sua voce calda e il soffio del suo respiro eccitante nell’orecchio le impediva di pensare razionalmente.

- Ed ecco quello che sto per farti – continuò lui con voce suadente interrompendosi ogni tanto per prenderle il lobo tra le labbra e succhiarlo – Ora ti spoglierò lentamente e ti rivestirò solo con la mia lingua. Quello che sto facendo ora al tuo orecchio lo farò in mezzo alle tue gambe ma solo se mi farai vedere che sei abbastanza eccitata. Poi metterò due dita dentro di te e le muoverò freneticamente fino a farti venire urlando…-

Mentre le parlava accarezzava lentamente le sue gambe, si inoltrò tra le sue cosce scostando il vestito. Buffy ansimava e gemeva per le sue parole e il suo tocco. Lui le scostò le mutandine e avvicinò un dito alla sua apertura.

- Amore mi hai preso in parola. Sei già tutta bagnata. –

-Oh sì Spike. Fammi quello che mi hai detto – ansimò lei. I suoi propositi si erano persi lasciando il posto alla passione cieca e bruciante che li invadeva ogni volta che entravano in contatto.

Spike la spogliò completamente. Le piaceva rimanere vestito e guardare lei totalmente nuda. Iniziò ad esplorarla con tutta la lingua. Partì dal collo, scese a solleticare i capezzoli e si diresse verso i suoi riccioli biondi. Con una mano aprì le sue labbra e con l’altra stuzzicò il clitoride. Sentire Buffy gemere impaziente lo mandava in estasi. Cercò il suo sguardo e non appena fu sicuro di avere i occhi verdi su di lui iniziò a muovere la lingua dentro di lei assaporando il suo piacere.

Buffy d’un tratto lo prese per la maglietta, lo tirò verso di lei e iniziò a spogliarlo freneticamente.

Quando fu nudo ammirò il suo corpo perfetto e si soffermò sul suo membro duro.

- C’è una cosa che non ho terminato l’altra volta – disse maliziosa guardandolo.

Iniziò ad accarezzare la sua erezione e a muovere la lingua sulla punta. Lo sentì gemere e si fermò.

- Noooo – disse lui e le toccò la testa per invitarla a continuare.

Buffy iniziò a leccarlo con la punta della lingua e a succhiarlo ritmicamente.

- Buffy sto venendo fermati. Voglio venire dentro di te. – Lei a malincuore si fermò ma gli appoggiò le mani sul petto per farlo rimanere sdraiato.

Si mise su di lui e si abbassò facendolo entrare in profondità dentro di lei.

Gemettero entrambi. Spike passò entrambe le sue mani sui suoi seni, scese lungo il ventre e con un dito iniziò a toccarle il clitoride. Lei iniziò a muoversi, prima piano poi più velocemente urlando il suo nome:

- Spike…. Oh mio dio… Si… si… -

Lui la prese per i fianchi portandola su e giù.

- Si brava amore…. Dai…. Così…-

- Spike sto venendooooooo…. Oh siiiiiiiiii….-

In quel momento lui si unì a lei raggiungendo l’apice del piacere.

Lei si accasciò in avanti e lui la strinse tra le sue braccia lasciandosi sfuggire un pensiero:

- Il miglior sesso della mia vita –

Buffy si stupì e lo guardò:

- Cosa? Dove l’hai sentita questa frase? –

- Da me stesso. Dopo quella notte al college. E ora lo riconfermo – disse lui sorridendole e baciandola dolcemente.

Lei sorrise pensando che aveva pensato esattamente la stessa cosa.

Fece slegare i loro corpi ancora uniti e si accoccolò tra le sue braccia.

 

- Ti va una doccia amore? – chiese lui

- Ok. Però mi chiudo dentro prima che mi sbirci. – disse lei correndo verso il bagno e chiudendosi la porta alle spalle.

Lei corse giù dal letto e riuscì a prenderla.

- Dove vuoi scappare? Ora sei mia e non mi scappi più – la baciò intensamente, la sollevò tenendole le natiche e si infilò con lei nella doccia.

- Sarebbe un peccato se io ti mettessi giù ora passerotto –

-  E quale sarebbe la tua idea? Tenermi in braccio mentre mi lavo? –

- Senti un po’ se la mia idea ti piace – la fece scivolare leggermente in basso e con sorpresa lei sentì la sua erezione ancora dura premere contro la sua apertura.

- Ah si chiama idea adesso? Beh io amo la tua idea. Voglio sentire la tua idea di nuovo dentro di me –

Lui la lasciò cadere fino a penetrarla completamente e iniziarono la loro danza dell’amore mentre l’acqua scivolava sui loro corpi eccitati.

 

CAPITOLO 11

 

Era ormai pomeriggio. Spike era appoggiato alla spalliera del letto; Buffy era accoccolata sul suo petto con gli occhi chiusi. Lui la guardava accarezzandole i morbidi capelli profumati di vaniglia. Era così pura, così bella… mai avrebbe pensato di innamorarsi così perdutamente di lei, la ragazzina testarda che un anno prima era l’unica del campus immune al suo fascino. Ora era sua, completamente sua e non l’avrebbe più lasciata fuggire. Già allora dopo quella notte aveva sentito che non era solo sesso, c’era qualcosa di più in quel loro modo di guardarsi; ma lei le era scivolata tra le dita e le loro vite si erano divise. Ora era sua. Avrebbe lasciato Drusilla e sarebbe rimasto in hotel tutta l’estate o magari…

- Amore non è che mi troveresti un appartamentino per quest’estate qui a Sunnydale?-

Lei si girò con aria interrogativa.

- Non posso mica rimanere da Drusilla ora che la lascerò per stare con te ogni secondo della mia giornata – le disse sorridendo

Buffy si rigirò e sentì l’ansia aggrapparsi al suo stomaco.

- Devo andare Spike – disse scattando in piedi e iniziando a vestirsi – Ho delle cose da fare ora. Devo… devo… beh ecco ho anche bisogno di pensare e di capire… per tutto quello che è successo oggi… e… ti devo ancora parlare. Meglio farlo in un luogo che ci tenga separati. Vediamoci stasera alla tavola calda va bene? –

Lui sorrise vedendola a disagio, confusa e impaurita.

- Certo amore. Sembri la ragazzina di un anno fa. – Si alzò, le diede un lungo bacio appassionato e la accompagnò alla porta.

- Fai con comodo qui, devi riconsegnare la stanza fra un’ora. Ci vediamo stasera lì davanti ok? –

- A stasera passerotto – disse guardando il suo amore attraversare il corridoio e scomparire giù per le scale.

 

***

 

- Allora com’è andata? Presumo bene visto il tempo che ci hai messo! – Esclamò Faith portando William tra le braccia della madre.

- Uno schifo… in parte… - prese William in braccio e iniziò a raccontare – Beh gli ho detto che non sto con Riley ma… dopo questa prima notizia… ehm diciamo che non c’è stato modo di continuare il dialogo…- disse arrossendo

- Oh mio dio, che casino ora! – intervenne Angel

- Già soprattutto perché lui ora lascerà Drusilla e mi ha chiesto di trovargli casa qui! –

- Ce l’ha già casa! Eccola! Fallo venire a vivere qui. Con te e suo figlio! – propose Faith

- Ma certo… - disse ironicamente Buffy – peccato che lui non sa ancora di avere un figlio! Ma l’ho invitato a cena stasera. Tenuti a distanza da un tavolo dovremmo riuscire a parlare. Stasera lo affronterò. Ora porto il mio tesoro al parco. Voi state pure qui. Torno fra un paio d’ore! –

- Ok a dopo B. –

 

Aveva sistemato il piccolo sul suo passeggino e uscì dal vialetto principale. Stava camminando soprappensiero quando sentì una voce dietro di sé:

- Ehi amore! L’ho lasciat…. Ma… -

Buffy rimase impietrita. *No, non così*

- Ehi amore ma chi è? – Spike vide il volto di Buffy contorcersi in un’espressione strana.

- Ecco Spike vedi… lui è… è… -

- No, Buffy. Dimmi che non mi hai tenuto nascosto che hai un figlio. – disse sperando di aver intuito male.

Buffy chinò il capo e rimase in silenzio. Quando lo rialzò vide Spike che la fissava con odio:

- Come hai potuto? Tutti questi giorni… e oggi… Sei solo una bugiarda. Una bugiarda ipocrita e… e dimmi Buffy di chi è? Del tuo Riley con cui non stai nemmeno o di uno dei tanti che ti porti a letto? Non vali niente. –

Buffy non poteva credere a quello che sentiva:

- Come diavolo ti permetti di giudicarmi? Tu non sai niente! Tanto l’unica cosa che ti interessava era portarmi a letto –

Non fece tempo a finire la frase che Spike la zittì con uno schiaffo.

Mentre si teneva la guancia calda con una mano urlò in preda alla collera:

- VUOI SAPERE DI CHI E’? E’ DI ANGEL! – mentì per ferirlo

- Cosa? Di Angel… Angel era con te ieri… ora capisco.. ma…è successo… Dio Buffy mi fai ancora più schifo. Andavi a letto anche con Angel quando io e te siamo stati insieme…. – nella sua voce c’erano rabbia e delusione.

Si fissarono qualche secondo poi Spike si voltò e se ne andò.

Buffy rimase immobile, incapace di capire tutto quello che era successo. La rabbia l’aveva accecata e aveva complicato tutto. Continuò a camminare spingendo il passeggino senza nemmeno accorgersi che William piangeva.

 

Arrivò al parco e coccolò il piccolo che aveva assistito allo scambio di urla.

Buffy lo cullava piangendo.

Non poteva perderlo di nuovo.

Non così. Non a causa di incomprensioni e menzogne. Doveva assolutamente dirgli la verità. Sicuramente non l’avrebbe presa bene, l’avrebbe ancor più odiata per aver mentito ben due volte. Ma almeno avrebbe saputo la verità.

Quella sera l’avrebbe aspettato alla tavola calda. Sarebbe arrivato. Forse. Cercò di convincersene mentre tornava a casa.

 

Al suo ritorno Angel e Faith se n’erano già andati. Chiamò Dawn per fare da baby- sitter a William.

Diede da mangiare al piccolo e si preparò ad uscire. Mentre si infilava un vestito di seta bordeaux parlava al suo bambino:

- Perdonami piccolino se ti lascio così spesso con Dawn, Joyce e gli altri. Ma devo rimettere a posto la mia scombinata vita. E lo faccio anche per te, perché tu abbia comunque un padre, presente oppure no. Ma lui rimane comunque tuo padre e lo saprà. Questa sera lo saprà. –

 

CAPITOLO 12

 

Buffy aspettava da più di un’ora seduta al suo tavolo. Era un fascio di nervi. Aveva sbagliato tutto fin dall’inizio. *Come posso essere stata così stupida?* era l’unica frase che riusciva a ripetersi.

Spike non arrivava. Il suo cellulare era spento.

Prese coraggio e compose il numero di casa di Drusilla.

- Pronto – accidenti era Drusilla.

- Dru. Ciao sono Buffy… -

- Che accidenti vuoi? Ti sei presa il mio ragazzo sgualdrina insolente e ti permetti anche di chiamarmi? Per dirmi cosa? –

- Emh no scusami. Veramente io cercavo Spike –

Una sonora risata risuonò dall’altro capo del telefono:

- Già te lo sei perso ragazzina? Non riuscirai mai a legarlo a te, non è il tipo! –

Buffy riattaccò furiosa. Cosa diavolo le era saltato in mente di chiamare a casa della sua ex! Se solo fosse riuscita a parlargli anche solo per un minuto!

 

Tornò a casa a piedi scalciando i sassi che incontrava sul suo percorso con quanta più forza poteva.

Tornata a casa, dopo aver congedato Dawn, salì in camera. La vista del suo bambino che dormiva nel letto la fece crollare in un pianto disperato. Dai suoi occhi uscirono tutte le lacrime di dolore, di rabbia e rimpianti che erano rimaste intrappolate dal giorno in cui la sua vita era cambiata per sempre.

 

***

 

Spike vagava come un fantasma per le vie di Sunnydale. I pensieri, le domande, i sentimenti schizzavano impazziti nella sua testa.

Non poteva credere che lei era stata capace di mentirgli ripetutamente.

Prima all’università. Quando lui pensava che il loro fosse un rapporto strano ma speciale lei andava a letto con il suo compagno di stanza. Si sentiva tradito. Non erano una coppia, non si erano promessi nulla; semplicemente lui aveva letto nei loro sguardi un qualcosa di ‘unico’. Ma probabilmente si sbagliava.

E si era nuovamente sbagliato quando aveva pensato di aver ritrovato il suo angelo, quella ragazzina così sexy per metà amante e per metà bambina, mezza santa e mezza peccatrice.

Ma era un’illusione.

Si era presa gioco di lui. Non sapeva fin dove si sarebbe spinta nella menzogna, quali erano i suoi giochi.

Si accese una sigaretta e continuò a camminare per i vicoli stretti e bui.

E ora cosa avrebbe fatto?

Non sapeva nemmeno dove passare la notte.

Decise di dormire nell’hotel di quella mattina; era l’unico che conosceva e la stanchezza iniziava a farsi sentire.

Si diresse verso l’albergo che qualche ora prima l’aveva visto abbracciare e amare Buffy.

 

***

 

- Tesoro ma perché ci metti sempre una vita a prepararti? – chiese Angel ormai rassegnato

- Che ne vuoi sapere tu? Sei un uomo! Uno sputo sui capelli e siete a posto! – rispose Faith dal bagno.

- Va bene amore mio però muoviti! Intanto scendo. Ti aspetto giù. Fai in fretta che voglio passare da Buffy prima di andare al ristorante – le urlò e poi a bassa voce: - ancora un po’ e andiamo a fare colazione altro che cena –

- Guarda che ti ho sentito!!!!! –

 

***

 

- Un po’ d’aria fresca – sospirò Angel aspettando Faith – Ehi ma… Spike??? Sei tu? Ehi amico che ci fai qui? –

Spike alzò la testa di scatto al suono di quella voce familiare.

- Tu??? Come osi… amico??? – Spike fu accecato dalla rabbia. Scattò verso Angel e lo spinse al muro tenendolo per le spalle.

- Maledetto. Come hai potuto? … ti sei divertito alle mie spalle bastardo – e iniziò a colpire Angel con calci e pugni.

- Ferm… ohi… cos…- in ragazzo era accovacciato per terra cercando di ripararsi dalla furia dell’amico, incapace di capire cosa stesse succedendo.

Spike si sentì afferrare per i capelli.

- Lascialo stare! Che ti prende! – Faith continuava a tenere Spike per i capelli.

Lo lasciò solo quando il ragazzo la smise di colpire Angel.

- Faith lasciami. Ho i miei buoni motivi. –

- E quali sarebbero sentiamo – disse aiutando un malconcio Angel a rialzarsi.

- Questo mio “amico” andava a letto con la mia Buffy quando la corteggiavo io e ci ha fatto pure un figlio che mi ha sempre tenuto nascosto –

Una risata fragorosa interruppe il momento di tensione.

- Ma che cavolo dici Spike! – disse tra le risa Faith – Questa è bella! Il figlio è tuo! Quanto sei scemo!!! –

- Ma.. che… io l’ho visto e lei… mio? –

- Già il miglior sesso della sua vita. – disse ricordando – Quella notte con te. Vai da lei. Ti spiegherà. E tocca ancora il mio amore e giuro che te la vedrai con me! –

- Amore??? Tu e lui? – rise – Questa è bella! Cmq Angel mi spiace. Mi farò perdonare. Ora scappo. Devo parlare con qualcuno. –

 

***

 

Spike corse fino a casa di Buffy incapace di formulare altri pensieri se non “E’ mio figlio”. Bussò e suonò contemporaneamente, insistendo e aumentando l’intensità.

Buffy scendendo le scale immaginava come uccidere la persona che si stava mettendo d’impegno per svegliare William e rovinarle così la notte.

- Buffy apri! – sentì urlare

- Spike che ci fai qui? Ti ho aspettato tanto volevo parlarti. – disse appoggiandogli le mani sul petto

Lei la scostò, si infilò in casa e iniziò a guardarsi intorno come una furia:

- Dov’è? Buffy dov’è. –

- Spike di chi stai parlando? – sentiva il cuore batterle in gola.

- Mio figlio. Dov è mio figlio? –

Ora il cuore non lo sentiva più. Aveva smesso di battere probabilmente. Si era fermato su quelle parole uscite dalla bocca dell’uomo di cui era innamorata.

Cercando di recuperare fiato riuscì a dire:

- Di sopra. Dorme. –

Spike corse per le scale e sparì dentro la camera da letto.

Buffy recuperò il respiro e lo seguì senza capire esattamente cosa fosse successo.

Lo trovò con le mani appoggiate sul bordo della culla che osservava il piccolo angelo dormire.

Rimase in silenzio osservando i due uomini della vita e lasciando che le lacrime le ricoprissero il viso.

 

Spike riusciva a provare solo meraviglia. Doveva continuare a ripetersi nella mente che era suo figlio. Era estasiato. Avrebbe voluto prenderlo in braccio, stringerlo a sé. Era bellissimo e gli infondeva un gradevolissimo senso di pace.

Passò quasi mezz’ora a contemplarlo in silenzio, totalmente immerso in un dialogo muto composto da una sguardo nemmeno ricambiato; dentro di sé parlava a… a…

- Come si chiama? –

- William, come te - rispose debolmente Buffy.

Lui si girò e la guarda veramente per la prima volta da quando era entrato in casa quella sera. La sua mente ora ricostruiva tutto; quel nome che pensava fosse del suo amante… i tasselli iniziavano a ricomporre il mosaico.

William, il suo nome. Il nome che non aveva mai usato, prima tanto odiato, ora gli sembrava il nome più bello del mondo.

Lo stupore svanì e le sensazioni gradevoli per il bambino che già amava profondamente furono sovrastate dalla rabbia, dalle domande e dal dolore.

- Una volta nella tua vita hai fatto qualcosa di giusto: la scelta del nome – disse con astio senza nemmeno guardarla.

Si baciò una mano e la posò delicatamente sulla testa bionda del piccolo; si voltò e scese le scale.

Buffy lo seguì e solo quando lo vide toccare la maniglia della porta parlò:

- Non andartene ti prego. Voglio spiegarti. –

- Non credo di essere abbastanza tranquillo per ascoltarti stasera. – disse calmo e poi la rabbia lo raggiunse e continuò – E poi cosa dovresti spiegarmi? Il motivo per cui non mi hai mai detto di avere un figlio? Il motivo per cui mi hai impedito di essere padre? –

- Sì – rispose decisa lei – Ho sbagliato, lo so. Ma l’ho fatto pensando ingenuamente che fosse la cosa più giusta per tutti. Devi lasciarmi spiegare. Se stasera sei stanco va bene, possiamo parlare domani. –

- Va bene – rispose lui aprendo la porta

-Aspetta. Dove dormirai? –

- Pensavo di andare all’hotel di stamattina. In effetti ci stavo andando ma… –

- Rimani. – disse lei interrompendolo

Lui esitò.

- Non ti rivolgerò nemmeno la parola se non vorrai. Ma rimani. Ho una stanza per gli ospiti. E se vorrai potrai… beh… alzarti a cullare William se piange stanotte. Cioè… non per rifilarti la rottura… - sorrise – Solo per… -

- Rimango. –

 

 

La tensione impregnava la casa. Erano entrambi seduti sul divano.

- Vuoi qualcosa da bere? – chiese Buffy per interrompere l’assordante silenzio.

- No grazie. Quanti mesi ha? –

- Otto. –

- Giusto. E a chi lo lasci quando lavori? –

- A Joyce, la madre di Riley. Sai… William ti assomiglia tanto. – e posò la mano su quella di Spike.

- Meglio che io vada a letto. – disse alzandosi per evitare il contatto – A domattina –

- Buonanotte – sussurrò Buffy affondando il viso tra le mani mentre sentiva i passi di Spike salire le scale.

- Buffy? –

- Si? –

- Posso entrare in camera tua a salutare William? –

- Certo fai pure –

 

Buffy vagava per la casa incapace di stare ferma.

Sembravano due estranei. Tra loro c’era ghiaccio. Avrebbe voluto scioglierlo ma lui non era ancora pronto; la teneva a distanza. E non era difficile capire il perché.

Se ci fosse stata una gara per chi commette più errori nel periodo più breve sicuramente l’avrebbe vinta.

Salì in camera. William non avrebbe dormito ancora molto, era quasi mattina e il giorno successivo si prospettava decisamente difficile.

Fissò per un attimo la porta chiusa della stanza di Spike.

Lui era così vicino…

- Spike… - sussurrò appoggiandosi alla porta

Silenzio. Sospirò ed entrò in camera sua.

 

Spike era alla finestra che spegneva la decima sigaretta e accendeva l’undicesima. Aveva sentito Buffy chiamarlo ma farla entrare sarebbe stato troppo rischioso.

Era arrabbiato con lei, profondamente ferito; le aveva fatto perdere i primi nove mesi di suo figlio, non aveva potuto vederlo nascere, guardarlo crescere… e non riusciva a perdonarglielo.

Ma era sempre la sua Buffy, così sexy ed eccitante in ogni suo più ingenuo movimento; chiusi in una stanza, con un letto, di notte… decisamente la situazione gli sarebbe sfuggita di mano.

Prima era necessario parlare, chiarire, far passare del tempo, smaltire la rabbia e il rancore.

E quelli erano ancora i sentimenti predominanti insieme allo stupore e alla meraviglia per il piccolo William. *Mio figlio*

 

 

CAPITOLO 13

 

Spike aprì gli occhi stordito. Si era addormentato solo un paio d’ore prima; un forte rumore e uno strillo l’avevano svegliato.

Dopo essersi sistemato brevemente scese le scale sentendo sempre più vicini i rumori e le voci.

Trovò il piccolo che giocava sul tappeto e Buffy rannicchiata accanto a lui che lo sgridava teneramente:

- Ehi non si lanciano i giocattoli! Hai intenzione di distruggere la casa piccolo delinquente? –

Spike era estasiato dalla visione ma non poté trattenere un colpo di tosse e attirò l’attenzione di entrambi.

- Buongiorno – esclamò Buffy alzandosi

- Buongiorno a voi –

I suoi occhi erano fissi sul bambino.

- Vieni. Stai con lui. Ti preparo un caffè, ti va? –

- Ok. – rispose lui sedendosi accanto al bambino

 

Buffy andò in cucina. Non sentiva la voce di Spike. Solo gli urletti del piccolo.

Tornò con le tazze di caffè e trovò Spike che correva dietro il piccolo che gattonava per tutta la casa. Spike lo seguiva mormorando – No dove vai. Ehi torna qui –

Buffy rise.

- Non ti darà mai ascolto! Prendilo e riportalo qui. E’ l’unico modo! – esclamò divertita appoggiando le tazze sul tavolino e sedendosi sul divano.

Spike indugiò ma poi prese il piccolo e lo riportò accanto a loro. Si sedette anche lui sul divano.

Buffy moriva dalla voglia di parlargli, di chiarire, ma aveva paura di essere indelicata e dire cose sbagliate. Sembrava tutto così bello: loro tre sotto lo stesso tetto!

- E’ bello – disse lui

- Già. E gli piaci. Faith invece non ha fatto buona impressione: le si è attaccato ai capelli appena l’ha vista! –

Sorrisero e i loro sguardi si unirono. Buffy distolse lo sguardo che sentiva così tagliente e pieno di rancore.

Abbassò la testa e mormorò:

- Mi dispiace. –

- Anche a me. Raccontami di lui. –

Buffy fu sorpresa dalla domanda. Colse l’occasione per iniziare a parlare delle sue scelte, quelle dannate scelte tremendamente sbagliate.

- Ho scoperto di essere rimasta incinta quando ero già tornata qui. Non sapevo che fare. Non riuscivo a decidere. Il tempo è passato e il mio pancione cresceva. A dismisura direi – sorrise poi abbassò la testa e cambiò tono: - ho pensato che non avresti voluto essere padre, non volevo obbligarti, ho avuto paura. Ora so che ho sbagliato. – Aspettò un commento di Spike ma non arrivò, quindi continuò:

- E’ nato di notte. Mi sono svegliata bagnata, mi si erano rotte le acque. Riley mi ha accompagnato in ospedale e poche ore dopo è nato. –

- Riley era con te in sala parto? – disse in tono cupo

- Sì. –

Spike serrò la mascella.

- Ha due dentini già! Sotto. E gattona incessantemente. Dice qualche parola ma il più delle volte mugugna cose incomprensibili –

- Dice mamma? –

- Sì –

- Papà? –

- No –

Dopo un po’ di silenzio Buffy osò:

- Dobbiamo fare delle scelte ora. Tu in particolare. Dobbiamo parlare. –

- Lo so –

- Ho una proposta – gli disse accarezzandogli la mano – Rimani qui qualche giorno. Puoi stare con William mentre io sistemo delle cose al lavoro. Poi ne riparliamo. Che ne pensi? –

Lui la fissò intensamente e sfiorò a sua volta la mano di lei:

- Va bene. Ora vi va se vi porto fuori a pranzo? –

Buffy gli gettò le braccia al collo. Poi si accorse dell’impulsività del suo gesto, si staccò, si ricompose e accennò lievemente:

- Scusa –

Lui le sorrise, si alzò, prese in braccio William e disse:

- Andiamo piccolo altrimenti papà muore di fame –

Buffy rimase piacevolmente colpita da quella parola pronunciata per la prima volta.

Prese la borsetta e li raggiunse fuori casa.

 

CAPITOLO 14

 

Tornarono nella tavola calda dell’incontro con Angel.

Fu Spike a iniziare la lunga chiacchierata di spiegazioni:

- Ma quel giorno cosa facevi qui sola con Angel? –

- Non ero sola con lui! Faith aveva appena portato William a giocare laggiù allo spazio bimbi. Non l’hai visto solo per puro caso –

Spike scosse il capo sospirando:

- E pensare che se fossi passato cinque minuti prima avremmo potuto evitare… -

- Cosa? Avremmo evitato quella mattina in albergo? La pensi così? – disse con una nota di rammarico

- Beh, nonostante quella mattina sia stata indescrivibile… non sarebbe successo nulla di simile se avessi saputo prima di William –

- Bene… - disse lei sforzandosi inutilmente di trattenere le lacrime – quindi la tua decisione riguardo a futuro è chiara –

Il piccolo in braccio a Buffy iniziò a piangere un po’ per solidarietà e un po’ perché le lacrime gli cadevano addosso.

- No no no per carità vi prego smettetela tutte due o inonderemo il locale – si sporse per prendere in braccio il piccolo che incuriosito dai bottoni dei jeans di Spike smise di piangere per impegnarsi nel tentativo di tirarli via

- Dai passerotto non piangere…ehi ma… questo bambino è tutto sua madre: non vede l’ora di togliermi i pantaloni! –

Buffy scoppiò a ridere asciugandosi le lacrime e picchiettando le manine del piccolo per fargli lasciare i bottoni.

Nel togliere le mani di William più o meno casualmente la mano di Buffy sfiorò i jeans.

- Oh scusa – disse arrossendo e abbassando lo sguardo contorcendosi nervosamente le dita.

Spike la guardò incapace di trattenere un sorriso e non riuscì a resistere alla vecchia abitudine di punzecchiarla:

- Andiamo passerotto non mi dirai che dopo tutto quello che “gli” hai fatto ora ti imbarazzi a sfiorarlo! –

Lei lo guardò con il vecchio sguardo finto-irritato:

- Spike! Non parlare così davanti a lui! –

- Non mi dirai che non gli hai ancora spiegato quali sono le gioie della vita? Piccolo io te dobbiamo fare un bel discorsetto! E ti porterò ad esempio quello che faccio con la tua mamma –

- Spike! Non ti azzardare! – disse tappando le orecchie del piccolo con le mani – E cmq… ‘faccio’ al presente? – chiese timorosa

- Non sono bravo con la grammatica. Ora ordiniamo! –

Spike si deliziò alla vista di Buffy che dava da mangiare al piccolo.

Poi Spike lo portò a giocare e Buffy li lasciò soli rimanendo al tavolo a pensare.

Non sapeva come comportarsi. Spike sembrava aver sbollito lo shock ma rimaneva comunque un po’ vago, usava frasi vaghe, termini contraddittori. Forse era combattuto. Forse avrebbe dovuto solo lasciargli il tempo per abituarsi, per capire e per tornare ad avere fiducia in lei. Si chiedeva solo quanto ancora avrebbe resistito ad averlo accanto senza poterlo realmente avere.

Li osservava. In versione papà acquistava fascino. E il suo piccolo era così a suo agio con lui. Amava quel bimbo così tenero! E amava anche quell’uomo così sexy con cui l’aveva concepito.

 

Passarono il pomeriggio al parco poi esausti tornarono a casa

- Io passo in ufficio a prendere del lavoro da fare a casa. Ho invitato Faith e Angel a cena se per te non ci sono problemi. Stai tu qui con William? – chiese Buffy

- Nessun problema. Avrò modo di scusarmi con Angel. Certo io e William ci divertiremo! Un paio di birre e un film hard e noi uomini siamo a posto. Ce la spassiamo vero piccolo? –

- Spike! –

- E’ più forte di me, mi fa impazzire vederti strabuzzare gli occhi e fare quell’espressione irritata. Buffy… ci sarà Riley? Vuoi che ti accompagniamo? –

- Non serve. Anche se ci sarà Riley non farà nulla tranquillo. Oppure è gelosia quella che leggo nei tuoi occhi? – lo stuzzicò

- Non sono geloso. L’importante è che il resto del mondo mantenga da te una distanza di almeno 200 metri. –

- Si si si, scherza pure. – si chinò per baciare William in braccio al papà.

Nel rialzarsi si trovò pericolosamente vicina alla bocca di Spike. Rimase immobile per qualche istante poi non riuscì a trattenersi e gli diede un veloce bacio sulla guancia prima di correre fuori.

Spike sorrise e guardò William che lo stava guardando con un’aria divertita:

- La ami anche tu vero? Te ne intendi di donne piccolo. –

 

***

 

Il campanello suonò.

Spike si alzò e con in braccio William si diresse verso la porta:

- Dru? Che ci fai qui? –

- Sapeva che eri a casa della biondina. Mi hai lasciato per lei? Tzè potevi trovare di meglio. – e scostandolo entrò in casa – E questo marmocchietto chi sarebbe? –

- Dru ti ho già detto che mi dispiace per quello che è successo. E lui…beh è mio figlio –

- Cosa???? Non è possibile che sia tuo figlio, andiamo ci vogliono 9 mesi per fare un bambino e tu mi hai mollato da… bastardo! – disse realizzando i fatti

- No Dru non è come credi, lasciami spiegare! Siediti per favore. –

Spike mise William nel suo box e si mise accanto a Dru.

- William è stato concepito prima che io e te fossimo una coppia fissa. Prima della partenza di Buffy. Poi lei è tornata a Sunnydale. E io non ho mai saputo nulla del bambino fino a… beh fino a ieri. – spiegò Spike.

- Non capisco. Ti ha tenuto nascosto dell’esistenza di tuo figlio anche dopo il tuo arrivo qui? –

- Sì. Fino a ieri come ti ho detto. –

- Ma come ha potuto? E’ tuo figlio! –

- Lo so, non ricordarmelo. Non so proprio cosa fare ora, sono confuso. –

Spike e Drusilla rimasero a parlare a lungo e dopo un po’ di gelosia iniziale Dru si dimostrò una buona consigliera.

- Ora devo andare Spike. In bocca al lupo allora! – disse Dru

I due si alzarono e si abbracciarono.

- CHE DIAVOLO STAI FACENDO? – urlò Buffy furiosa sulla soglia

- Ehi ragazzina non ti scaldare, me ne sto andando a casa – disse Dru e le scivolò accanto uscendo.

Buffy chiuse la porta, lasciò sul tavolo la borse e si diresse verso il box di William.

Spike la bloccò prendendola per un braccio:

- Ehi guarda che non facevamo nulla – le disse in tono calmo

- Sì certo ho visto – rispose stizzita – e lasciami! –

- No, non ti lascio. Vieni qui, siediti e non te ne andrai finchè non sono sicuro che tu abbia capito – la trascinò sul divano accanto a lui.

Buffy incrociò le braccia e rimase in silenzio con il broncio.

Spike non riuscì a trattenere una risata.

Buffy, indispettita, lo guardò:

- Che hai da ridere? –

- Sembri una bambina a cui hanno rubato un lecca lecca! –

- Non sono una bambina! E non mi hanno rubato un lecca lecca! Quel lecca lecca non era nemmeno mio quindi se vogliono possono pure prenderselo. Ma non in casa mia! Se il lecca lecca deve fare “cose” sue lo fa da un’altra parte! Non qui, non davanti a mio figlio –

- Ti piacciono i lecca lecca? – chiese lui con aria maliziosa

- Scemo! Era per riprendere la tua metafora! – disse dandogli una lieve gomitata nel fianco

- Comunque io e Dru non stavamo facendo nulla era un abbraccio innocente. Se dovessi fare “cose”, come le chiami tu, stai sicura che non le farei qui –

- Ah. Bene. –

- Ehi guardami e dimmi che è tutto ok – disse prendendola per il mento e costringendola a guardarlo.

Buffy si perse nei suoi occhi e riuscì solo a balbettare:

- Sì è tutto ok. –

Lui le sfiorò leggermente le labbra con le sue poi si alzò e andò al piano di sopra.

- Vado a farmi una doccia –

Buffy era rimasta immobile sul divano.

Lui le lanciava segnali confusi; la trattava come fosse solo un’amica poi però la baciava. Faceva battutine allusive ma non si spingeva mai oltre.

*Prima o poi impazzirò*

Prese William e salì in camera per cambiarlo.

Passando davanti al bagno vide che la porta era solo socchiusa.

Sentì lo scroscio dell’acqua.

Lasciò William nel lettino.

La curiosità la spinse verso quella porta. Non riuscì a trattenersi: dallo spiraglio vide il corpo nudo di Spike. Scendendo lungo il petto vide la mano di Spike che si muoveva sulla sua eccitazione.

*Oh mio dio* pensò imbarazzata. Chiuse la porta e corse in camera sua.

Si guardò allo specchio e osservò il suo viso rosso per l’imbarazzo.

Si sdraiò sul letto e cercò di eliminare dalla mente quella scena così eccitante e tutti i pensieri indecenti che le aveva procurato.

 

Spike bussò lievemente alla porta aperta della camera di Buffy.

- Ehi dormi? –

Lei aprì gli occhi e lo vide. Era sulla soglia di camera sua con un minuscolo asciugamano bianco avvolto in vita e gocce d’acqua che ancora gli scorrevano lungo il corpo cadendo dai capelli bagnati.

- No. Dimmi –

- Volevo avvisarti che ho finito e che se vuoi farti una doccia bado io a William –

- Ok – disse lei senza riuscire a togliergli gli occhi di dosso.

- Così mi consumerai amore! – disse lui spingendola per i fianchi dentro il bagno e chiudendo la porta.

 

- Ehi piccolo! La tua mammina è dentro la doccia… ma papà non ci deve pensare altrimenti impazzisce. Dai aiuta il tuo papà a distrarsi. – e iniziò a giocare con lui portandolo sul letto matrimoniale.

 

Buffy uscì in accappatoio e trovò Spike e William sul letto a giocare rumorosamente.

- Ora puoi andare, dovrei vestirmi. E anche tu – disse entrando in camera.

Spike la guardò. Era troppo per lui. Andò in camera sua tenendo lo sguardo basso ed evitando anche il minimo contatto.

 

***

 

Driiiiin.

- Sono arrivati Spike! -

- Willowwwwwwwwww!!!! – Buffy si gettò tra le braccia dell’amica

- Sorpresa! – rispose l’amica rispondendo all’abbraccio

- Questa è Tara, la mia ragazza. Scioccata? – disse Willow

- Questo è William. Mio figlio. Scioccata? – rispose Buffy.

- Hai vinto! – rispose l’amica. – Comunque Faith mi ha velocemente ragguagliato sull’intera vicenda durante il tragitto. Sono ancora scioccata. –

Si accomodarono tutti attorno al tavolo. Spike teneva William sulle sue gambe anche se Faith, seduta accanto, ogni tanto tentava di prenderglielo.

- Piantala Faith! Lascialo! –

- E dai! Fallo tenere un po’ a me! Tu ce l’hai sempre! Io no! Dai! – rispose Faith senza mollare la presa.

- Ma insomma! – disse Angel sconsolato guardando Buffy che a sua volta scosse la testa e andò a prendere il bambino. –

Chi è che parlava di lecca lecca e capricci prima? – disse a Spike dandogli un buffetto sulla testa. Lui rispose prendendole la mano e baciandola delicatamente. Buffy rimase stupita. Lo spiazzavano questi suoi gesti fatti con la massima naturalità; sembrava quasi non si accorgesse di quello che le provocavano.

- Ragazzi questo bambino è stupendo! – disse Willow mentre il bimbo le afferrava un dito con tutta la manina

- Tutto la sua mamma – disse Spike guardando Buffy

- Ed è simpaticissimo! – continuò la rossa

- In questo caso tutto il suo papà – rispose Spike ammiccando. Buffy sorrise e alzò gli occhi al cielo.

Passarono una piacevole serata in compagnia poi Angel, Willow e rispettive compagne tornarono all’albergo.

 

Spike e Buffy rimasero soli.

Il piccolo William si era addormentato. Buffy lo portò in camera e tornò giù.

- Vieni qui passerotto, parliamo un po’ – disse Spike prendendola per una mano e tirandola verso di sé.

Buffy in principio rimase tesa ma poi cedette e si accoccolò su di lui.

- Sono arrabbiato con te sai? – iniziò lui

- Lo so. –

- Dovrò passare del tempo prima che io torni ad avere fiducia in te e a non provare più rancore –

- So anche questo. – disse lei

- Questo però non significa che io non ti desideri da morire… -

Il cuore di Buffy smise di battere per un istante poi iniziò a galoppare sempre + veloce.

- Spike…- sussurrò nel tentativo di fermare la mano di lui che le sbottonava la camicia – Spike non sarà presto? –

- Non pensiamo alle conseguenze. Pensiamo solo a stanotte. Io non ce la faccio +. –

- Ho visto – azzardò lei arrossendo

- Cosa? –

- Che non ce la fai +. Ti ho visto nella doccia… ti toccavi… -

Le sue mani erano ormai arrivati alla meta e mentre con le dita giocava con i suoi capezzoli tesi le sussurrò:

- Ti è piaciuto vero? Ti sei eccitata mentre mi guardavi? –

Buffy ansimava sempre più forte mentre le mani di lui scendevano infilandosi nei suoi slip.

- Sì – rispose lei tra i gemiti.

Spike sorrise eccitato:

- Mi fai impazzire amore –

Infilò un dito dentro di lei e iniziò a muoverlo lentamente. Quando la sentì bagnarsi ancora di più infilò anche il secondo e iniziò con foga a muovere le dita dentro e fuori finchè non sentì le pareti della sua apertura contrarsi intorno alla sua mano segno che aveva raggiunto l’apice del piacere.

Guardò la beatitudine sul suo viso e attese che lei riaprì gli occhi.

- Grazie.- disse lei sorridendo

- Mmm mi sai che dovrai sdebitarti in altro modo…-

- Per esempio? – chiese lei con una finta aria innocente

- Ricordi cos’hai visto sotto la doccia? –

- Mmm non so vediamo se ricordo bene… - disse sbottonandogli i jeans e afferrando con decisione la sua dura erezione.

Spike buttò la testa in dietro e mugugnò:

- Brava, vedo che ti ricordi…Continua, non ti fermare….-

Buffy muoveva la sua mano sul suo membro mentre gli baciava il petto. Scese sempre più giù e passò la lingua sulla punta.

Spike trasalì:

- Si brava così… -

Buffy iniziò a succhiarlo godendo dei gemiti sempre più forti emessi da Spike.

D’un tratto si fermò:

- Dicevamo dei lecca lecca? –

Spike al culmine dell’eccitazione la guardò. La prese per le braccia, la fece stendere a pancia ingiù, le si sdraiò sopra e la penetrò.

Lei affondava il viso e le unghie nel cuscino per cercare di non fare troppo rumore.

Lui le ansimava nell’orecchio.

- Ti piace amore? – le sussurrava ogni tanto

- Si, Spike, continua non ti fermare, sto venendo…- Buffy raggiunse l’orgasmo e si lasciò andare sotto di lui. Poco dopo lui emise un sospiro profondo e le fece compagnia per le vie dell’estremo piacere.

Rimasero stesi l’uno sull’altro in silenzio godendosi quell’attimo.

 

Buffy era stretta a Spike e lo abbracciava ad occhi chiusi. D’un tratto lo sentì staccarsi dalla sua stretta.

- Dove vai? – gli domandò mentre lui si infilava i suoi jeans

- Vado a dare la buonanotte a William e poi vado a dormire – rispose lui mentre cercava la maglietta tra i cuscini

Buffy iniziò a rivestirsi con le lacrime agli occhi; d’un tratto tutta la magia sembrava essere svanita e lui la guardava ancora con quegli occhi tristi e arrabbiati. Lo sentì salire le scale ed entrare in camera per salutare William. Per un attimo sperò che rimanesse a dormire con lei ma poi lo sentì uscire e chiudersi nella camera degli ospiti. Salì in camera e con il viso affondato nei cuscini iniziò a piangere.

 

***

 

‘Maledetto testosterone!’ pensò Spike accendendosi una sigaretta affacciato alla finestra di camera sua. Aveva sbagliato. Si era lasciato trasportare dalla passione e l’aveva ferita. Avrebbe dovuto aspettare che la rabbia svanisse prima di ricominciare qualcosa con lei. Non riusciva ancora a perdonarla per avergli taciuto la verità.

Continuava a vagare avanti e indietro per la stanza. Non riusciva a calmarsi così decise di scendere a prendersi qualcosa da bere.

In corridoio sentì dei singhiozzi provenire dalla camera di Buffy.

Si appoggiò alla porta e la sentì piangere.

Sentì una fitta nel petto. Appoggiandosi alla porta sussurrò impercettibilmente:

- Mi dispiace amore mio – e scese per non sentire quei lamenti che lo facevano sentire ancora più in colpa.

 

CAPITOLO 15

 

La mattina dopo Buffy scese con William e trovò Spike addormentato sul divano con un bicchiere vuoto e una bottiglia di whiskey vuota.

- Hai intenzione di finire tutti gli alcolici di questa casa? – gli gridò stizzita

Spike si svegliò spaventato:

- Ehi! Che hai da urlare? –

Gli lasciò William in braccio e portò via bicchiere e bottiglia borbottando.

- La tua mamma si è svegliata male – disse ad alta voce

Buffy lo fulminò con lo sguardo e continuò a mettere a posto istericamente.

- Io stamattina devo uscire. Tu fai quello che vuoi. Ti lascio le chiavi. – disse lei

- Dove vai? –

- Non sono affari tuoi –

- Mi fai i dispetti passerotto? –

- Spike. Adesso piantala! Decidi a che gioco vuoi giocare e mantieni la tua posizione ok? Non puoi cambiare atteggiamento ogni dieci minuti! – urlò Buffy

- Va bene. Hai ragione – disse lui. Si alzò, prese il suo spolverino e uscì di casa sbattendo la porta.

Buffy si lasciò cadere esausta. Non riusciva a capire.

- Ma perché deve essere tutto così complicato? – disse guardando William che giocava beatamente sul divano.

 

Spike si fermò un attimo sulla veranda poi si diresse verso casa di Drusilla.

- Dru sono io –

- Che ci fai qui? –

- Ho bisogno di prendere aria e di capire –

- E vieni dalla tua ex a capire? –

- Tesoro chi è? – una voce la chiamò da dentro casa

- Dru so bene che non sei una che perde tempo o piange sulle storie finite male. E sei l’unica che mi conosce abbastanza da riuscire a districare i nodi della matassa nella mia testa. –

- Fammi sistemare con lui e sono subito da te. –

 

Buffy uscì di casa. Stava facendo scendere il passeggino dagli scalini della veranda quando sentì due voci conosciute. Alzò la testa e vide Spike e Drusilla allontanarsi da casa di lei passeggiando e chiacchierando.

Sentì le lacrime inondarle le guance. Si voltò e spinse il passeggino nella direzione opposta.

Arrivò all’hotel e trovò nella hall Angel, Faith, Willow e Tara.

Mentre Faith e Angel giocavano a fare i genitori con il piccolo William, Buffy si sfogò con Willow.

- Dai Buffy, devi solo dargli tempo. –

- Tempo per cosa? Per fare i suoi comodi con Dru?-

- Per questo ci sarà una spiegazione. Dovete parlare. –

- Io non voglio parlare! Gliela farò pagare!  – disse componendo un numero sul suo cellulare.

 

***

 

Spike e Drusilla si sedettero in un bar e ordinarono due caffè.

- Spike, è così evidente che ne sei innamorato! Perché perdi tempo? Metti da parte l’orgoglio e il rancore! Fallo per l’amore che provi per lei. E per tuo figlio. –

- Non è facile Dru. Non so se riuscirò a perdonarla. – disse fissando il vuoto.

 

***

 

Buffy tornò a casa nel tardo pomeriggio.

Spike, appostato alla finestra, aprì la porta e prese in braccio William.

- Buffy dobbiamo parlare – le disse avvicinandosi per darle un bacio.

Lei si scostò e  con fare distratto rispose:

- Non posso. Stasera ho un impegno. Tieni tu William? –

- Non puoi rimandare? Dove vai? –

- Vado a cena da Riley. Io e lui dobbiamo parlare. –

- Cosa? No. IO E TE dobbiamo parlare. A quell’assatanato che ti è saltato addosso non hai nulla da dire –

Lei si voltò di scatto e lo fissò intensamente:

- Spike non decidi tu quello che posso o non posso fare. Io voglio andare da lui e ci andrò. Fatti la tua vita; io mi faccio la mia. – disse aspramente e salì in camera.

 

Spike serrò la mascella e respirò lentamente cercando di mantenere la calma. ‘E io che volevo mettere da parte il mio orgoglio!’

Passò un’ora e iniziò a chiedersi dove fosse finita.

La sentì scendere gli scalini lentamente, si voltò per chiederle se era tutto a posto ma rimase incantato; indossava il famoso abito di quella loro prima notte e della loro cena qualche settimana prima. Aveva i capelli raccolti e solo qualche ciocca bionda che ricadeva sul collo.

- Spike che hai da guardare? –

La meraviglia lasciò subito il posto alla rabbia: tutto quello era per Riley… quel pervertito le sarebbe saltato addosso appena entrato in casa… la rabbia lo accecò e lo fece parlare:

- Nulla che io non abbia già visto troppe volte –

- Cosa intendi dire? –

- Niente. Divertiti. William saluta la mamma. – disse distrattamente sforzandosi di non mostrare la gelosia.

Un clacson suonò e Buffy si chinò a baciare William seduto sul divano accanto a Spike. Il vestito si scostò dalla pelle e Spike riuscì a vedere il seno nudo di Buffy. Si scambiarono uno sguardo intenso. Buffy uscì di casa avvisando:

- Torno tardi –

 

Spike, da dietro la finestra, osservò Buffy salire in macchina di Riley.

- Maledetto. Se la tocchi ti uccido! – disse tra sé e sé tornando a sedersi e dedicandosi a William per non pensare troppo.

 

Buffy salì in macchina.

Riley esclamò:

- Accidenti Buffy! Sei… sei… -

- Zitto! Non dire nulla! Parti! –

- Dove ti porto? –

- A mangiare. Ho fame. –

- Sei bellissima. –

- Vuoi che ti strappi la lingua? Raccogli la bava e portami a mangiare. Ricorda che è un finto appuntamento. E reggimi il gioco o ti licenzio! –

- Va bene capo. – rispose Riley cercando di concentrarsi sulla guida.

 

CAPITOLO 16

 

Spike osservò a lungo William dormire. Cercava di tenere tutta la sua attenzione sul piccolo per evitare di pensare a quello che poteva succedere tra Buffy e Riley.

Si sdraiò sul letto di Buffy. Appoggiando la testa sul suo cuscino poteva sentire il profumo della sua pelle e dei suoi capelli.

Non pensava a altro che a lei…lei era tutta ovunque.

 

Buffy si addormentò in macchina.

- Ehi Buff…sono 3 ore che siamo qui fermi…- disse Riley picchiettandole lievemente la spalla

- Eh cosa? Ops, mi sono addormentata! Che ore sono? –

- Le due e mezza. Io domattina dovrei lavorare. –

- Ok riportami a casa. –

 

Buffy aprì lentamente la porta di casa. Tutto buio. Salì al piano di sopra. Spike era addormentato sul suo letto con la camicia aperta. Si fermo a osservare il suo corpo scolpito e i suoi pensieri iniziarono a scaldarsi sempre più.

Era arrivata a immaginare cosa nascondeva il rigonfiamento dei jeans quando si costrinse a tornare alla realtà.

Era indecisa…poteva svegliarlo e rischiare di rovinare tutta la sua messinscena cadendo tra le sue braccia oppure poteva semplicemente stendersi nella parte del letto libera. Optò per la seconda ipotesi. Si mise pantaloncini e maglietta di seta bordeaux e si distese accanto a lui dandogli le spalle.

Passarono ore prima che riuscì a prendere sonno.

 

***

 

Spike si svegliò sentendosi pizzicare la mano.

Si voltò e vide la sua mano immersa nei biondi capelli di Buffy; lentamente la sfilò e si mise a osservare la meraviglia che aveva accanto.

Il lenzuolo era totalmente a terra e il corpo di Buffy era interamente esposto, coperto solo da drappi di seta bordeaux. Spike la esplorò con gli occhi: partì dalle lunghe gambe, risalì per le cosce ed arrivò a notare che non aveva il reggiseno e le si intravedevano i seni nudi a contatto con la seta.

Sentì il suo corpo reagire alla vista di quel corpo divino e d’istinto fece scivolare una mano su di lei partendo dal ginocchio, risalendo lungo la coscia fino ad infilarsi sotto la piccola maglietta.

Buffy aprì gli occhi svegliata da quel tocco; guardò in basso e quando realizzò che la mano di Spike le stava massaggiando lentamente un seno si voltò di scatto guardandolo con aria interrogativa e minacciosa.

Lui si avvicinò per baciarle il collo.

Lei lo spinse via e gli tolse la mano:

- No! Che fai? –

- Quello che anche tu desideri – rispose lui

- No! Io non lo desidero! – disse lei alzandosi e infilandosi in bagno ‘Non sono mica il tuo giocattolo!’ pensò.

Spike rimase sul letto a pensare. Poi si lanciò verso la porta del bagno e da fuori le urlò:

- E’ perché Riley ti ha già soddisfatta abbastanza? –

Non ottenne risposta.

Bussò sempre più forte.

- Smettila o sveglierai William! – si decise a rispondere lei

- Buffy rispondimi! –

La porta si aprì di scatto. Lei gli si avvicinò al viso e urlò:

- Si! –

Si fissarono con rabbia, odio, amore e passione per un lunghissimo istante poi Spike si girò ed entrò in camera sua sbattendo la porta.

 

Quando Spike scese Buffy stava dando la colazione al piccolo.

- Esci? – chiese lei

- No, voglio stare con William –

- Perfetto. Io devo andare in ufficio. –

- Bene. –

- Ah, stasera non ci sono –

Spike serrò la mascella e rispose:

- Va bene. –

Non le avrebbe più permesso di prendersi gioco di lui. Avrebbe passato l’ultima giornata con il suo bambino poi sarebbe tornato a Los Angeles per il resto dell’estate.

Sarebbe ritornato solo per vedere William.

 

Buffy tentò di lavorare ma la sua testa era altrove. Rivedeva Spike e Drusilla passeggiare insieme…come aveva potuto trattarla in quel modo? Quella notte l’aveva sedotta e poi lasciata in modo glaciale e la mattina dopo era andato da Drusilla.

E quella mattina pensava di poter stare ancora con lei???

- Buffy…ehi Buffy ci sei? –

- Willow! Che ci fate qui? –

- Siamo venuti a salutarti, ripartiamo! –

- No di già? –

- Sì. Ma torneremo a trovarti presto. Vieni anche tu ogni tanto –

Si abbracciarono e si salutarono.

 

Al suo ritorno Buffy non trovò nessuno.

Decise farsi un bagno bollente per eliminare tutta la tensione.

Non sentì nemmeno Spike rientrare in casa.

Spike, con in braccio William, entrò in bagno:

- Che ci fai qui? – domandò lui

- Secondo te? Che spavento mi avete fatto prendere – Buffy si accorse che lo sguardo di Spike si era perso sul suo corpo.

Lui rimase freddo e disse:

- Ti aspettiamo in camera. Volevo fare il bagno a William – e uscì richiudendo la porta.

Tutto quel gelo era insopportabile per lei. Si asciugò e li raggiunse in camera decisa a parlare.

 

Trovò entrambi in camera di Spike. William stava giocando sul letto mentre Spike preparava la valigia.

- Che stai facendo? – domandò lei allarmata

- Cosa ti sembra stia facendo? I bagagli –

- E do..dove vai? – la voce di Buffy tremava

- Torno a Los Angeles. Dobbiamo parlare riguardo le mie visite a William. –

Buffy sentì le lacrime inumidirle gli occhi:

- Non puoi andartene – mormorò

- E’ quello che sto facendo. – disse con tono freddo e distaccato.

Buffy corse in camera sua per non mostrargli il suo dolore.

 

CAPITOLO 17

 

Spike scese e trovò Buffy che preparava la cena.

- William si è addormentato –

- Accidenti! Gli si sballano tutti gli orari! – mormorò Buffy senza nemmeno guardarlo.

Spike rimase seduto al tavolo ad osservarla. Era visibilmente nervosa.

- Che hai da guardare? – sbottò lei sentendosi i suoi occhi addosso.

- Sei nervosa – rispose lui.

- Già. – e dopo un attimo aggiunse: - E così hai deciso che non ti va di avere un figlio? Te ne torni a Los Angeles e ti dimenticherai di lui…di noi? –

- Ma sei pazza? Io non potrei mai dimenticarmi di William! E’ la cosa più bella di tutta la mia vita e ho già perso troppo tempo con lui visto che… -

- Andiamo! Continua! Visto che io te l’ho tenuto nascosto! Puoi dirlo, non c’è problema, è la verità. Ho sbagliato e ora me la stai facendo pagare cara. –

- Non è questione di fartela pagare Buffy. Ma non è facile perdonare. E comunque ora hai un altro a cui pensare no? –

Buffy sbuffò:

- E’ inutile parlarne tanto stai partendo. Quando hai l’aereo? –

- Domattina. Tornerò a trovare William tutti i week end se per te va bene –

Buffy trattenne le lacrime e mantenne lo sguardo fisso sui fornelli:

- Ok. –

Cenarono in silenzio.

Prima di salire Spike le si avvicinò:

- E’ meglio che ci salutiamo ora. Domattina uscirò presto. –

Buffy lo guardò non sapendo cosa fare.

Lui la prese per una mano, l’attirò a sé e l’abbracciò. Respirò intensamente il profumo dei suoi capelli e della sua morbida pelle.

Lei si strinse forte sul suo petto sperando che quel momento non finisse mai, sperando che lui decidesse di rimanere.

Invece dopo un interminabile istante lui si staccò lentamente. La baciò lievemente sulla guancia e si voltò. Mentre saliva le scale disse:

- Non alzarti domattina. Aspetta che io sia uscito per favore –

- Ok – mormorò lei.

 

Buffy rimase sveglia gran parte della notte. Lo sentì alzarsi, andare in bagno e scendere.

Avrebbe voluto scendere ma lui le aveva chiesto di non farlo.

Sperò che lui entrasse in camera sua, che cambiasse idea, che le desse un’ultima possibilità.

Ma non fu così.

Sentì sbattere la porta di casa e il rumore di un’auto che partiva.

Se n’era andato.

L’aveva perso.

 

CAPITOLO 18

 

Spike aprì la porta della sua stanza e fu accolto da un urlo:

- Che diavolo ci fai qui? – urlò Angel cercando di coprire la nudità di Faith

- Ops scusate torno più tardi – disse Spike uscendo dalla stanza. Si sedette in corridoio e nell’attesa pensò alla sua Buffy. Le mancava già da morire. Averla intorno, sentire il suo profumo aleggiare nelle stanze era un’estasi per lui; in quei giorni passati con lei si era sentito per la prima volta sereno, sentiva una strana sensazione di pace. Non era la solita felicità che arriva, divora e si consuma; era di più. Era un’emozione più profonda che toccava la sua parte più profonda, una parte che non sapeva di avere prima di incontrare lei. Lei… e il loro bambino. Loro tre avrebbero potuto essere una famiglia. Ma ora lei aveva qualcun altro. Doveva smettere di pensarla.

- Ciao! – disse Faith uscendo dalla stanza e sedendosi accanto a lui: - Come mai qui? Buffy? –

- Sta con Riley ora. –

- Cosa? Non ci credo. Che le hai fatto? –

- Io? Niente! – rispose stupito

- Impossibile! Lei è cotta di te. Devi averle fatto qualcosa. –

- Ah voi donne…siete un mistero! – disse alzandosi ed entrando in camera.

 

- Si sono invertiti i ruoli stallone? – chiese ad Angel disfando i bagagli – E la ragazzina sembra essere una sveglia, ti cavalcava a meraviglia! –

- Spike! – protestò l’amico: - Piuttosto che ci fai qui? –

- Io e Buffy abbiamo chiuso. Non c’è più nulla da dire. Andrò a trovare William nei week end. –

- Ma... –

- E non ne voglio più parlare –

- Come vuoi. Ma…-

Lo sguardo glaciale di Spike lo convinse a non proferire più parola.

 

***

- Buffy sei uno straccio. Sicura di stare bene? Guarda che qui gli affari vanno a gonfie vele, puoi rimanere a casa se vuoi – disse Riley

- No grazie. Lavorare mi distrae. –

- Se ti va usciamo una di queste sere così ti diverti un po’. –

Lo sguardo di Buffy lo convinse a tacere.

 

Mentre cullava William Buffy piangeva.

Ormai non faceva altro da due giorni, da quando era partito. Anche William sembrava soffrire della mancanza del padre. A volte si guardava intorno come se lo cercasse.

Mise il piccolo nella sua culla ed entrò nella stanza degli ospiti. Sentiva ancora il profumo del suo dopobarba. Si stese sul letto e strinse forte il cuscino cercando conforto nei ricordi dei loro incontri.

Si addormentò tra le lacrime ripensando a tutti i suoi errori.

 

Era l’alba. Buffy si alzò di scatto e mormorò:

- Non posso, devo andare! –

Prese la valigia e infilò i suoi vestiti e quelli di William.

Preparò il piccolo e si diresse all’aeroporto.

Non poteva perderlo.

Non così.

 

***

 

- La mia Los Angeles! – esclamò arrivando davanti all’università.

Bussò alla porta della camera di Spike. ‘Quanti ricordi…’ pensò.

- Buffy! Anche tu qui? – esclamò Angel sorpreso – Entra! –

- Spike? –

- Non c’è. Aspettalo qui. Io devo andare. Hai bisogno che ti tenga William? –

Buffy sorrise:

- No, per ora no. Anche lui vuole rivedere il suo papà. Se tutto va bene magari più tardi! –

- Lo spero. Faith ne sarebbe felice. -

- Angel posso usare il bagno vero? –

- Certo! Ora vado. –

 

Attese più di un’ora. William si era addormentato.

- Dunque… in bagno è tutto pronto, io sono pronta… respira Buffy respira… lo sapevo, me lo sentivo… speriamo non pensi sia tornata per quello… -

Si affacciò alla finestra e il suo sguardo cadde subito su una scena che avrebbe preferito non vedere.

Spike stava chiacchierando con una ragazza; sembravano divertirsi molto e lui le teneva le mani nelle sue.

Incapace di distogliere lo sguardo li vide abbracciarsi.

Senza pensare prese il passeggino e scappò via.

 

***

 

Spike tornò in camera. Trovò delle candele accese e pensò che Angel doveva aver completamente perso la testa.

Si spogliò ed entrò in bagno per farsi una doccia.

Fu attratto da uno strano bastoncino bianco. Si avvicinò, lo prese e vide una placchetta colorata di rosso.

- Un test di gravidanza? Faith? Il rosso cosa vorrà dire? –

Sotto la doccia non riuscì a togliersi dalla mente quel test.

Si asciugò, prese il telefono e compose il numero della stanza di Willow.

- Ehi Will, una curiosità: il rosso in un test di gravidanza che significa? –

- Che sei incinta. Spike… c’è qualcosa che mi vuoi dire? –

- Faith è incinta –

- Cooooosa? Sto arrivando. –

 

Neanche due minuti dopo Willow era in camera di Spike.

- Chissà perché non mi ha detto nulla. Strano da parte sua. –

- Già. E poi perché lasciare lì il test? –

- Forse lei e Angel hanno litigato e sono usciti di fretta. – ipotizzò la rossa.

Dopo qualche minuto Faith e Angel entrarono nella stanza.

Faith corse in bagno urlando:

- Finalmente!!!! Devo fare pipì!!!! – E subito dopo urlò dal bagno:

- Ehi chi è incinta??? –

- Tu! – risposero in coro Willow e Spike

- Cosa? – chiese Angel: -Amore che bello! –

- Cosa che bello? – disse Faith uscendo dalla stanza – Non sono incinta! Come vi salta in mente! –

- Ho trovato quell’affare in bagno. Di chi altro può essere? Angel? –

- Oh mio dio! – esclamò Angel – Buffy! –

 

Rimasero tutti in silenzio per un attimo poi Spike domandò:

- Cosa c’entra Buffy ora? –

- Buffy è venuta qui. Qualche ora fa. Le ho detto di aspettarti qui in camera. Voleva parlarti. Sembrava felice, ti aspettava. –

Spike spalancò gli occhi:

- E ora dov’è? Perché se n’è andata? Dove può essere? Vado a cercarla – disse prendendo correndo fuori.

 

Aveva percorso quasi l’intero parco del campo quando la vide.

Era seduta su una panchina con accanto il passeggino.

- Buffy! Finalmente! Pensavo non ti avrei trovata. –

- Vattene. Ho sbagliato a venire qui. Vedo che ti sei consolato in fretta. Non solo sei stato con Dru prima di partire, ne hai già trovata un’altra anche qui! –

- Passerotto ma che dici? Con Dru? Dru l’ho lasciata tempo fa! E qui non sto con nessuna! –

- Ma qualche giorno fa io vi ho visto…e anche prima! -

- Non potrei mai andare con nessun’altra. Ci sei solo tu nel mio cuore. E William. E qualcun altro. –

- Ecco vedi? – disse lei imbronciata – C’è qualcun’altra! –

- Non so ancora se sia un maschietto o una femminuccia – disse ammiccando

- Ma… come… Che stupida! Il test! –

- E’ mio? – chiese titubante Spike

- Certo che è tuo e di chi dovrebbe essere? – chiese Buffy in tono irritato.

- Non so, di Riley. –

- Con Riley era tutta una farsa per farti ingelosire. – disse guardando a terra e storpiandosi le dita

Spike la guardò sorridendo, le si avvicinò, le alzò il viso e la baciò dolcemente stringendola a sé.

D’un tratto un urletto li riportò alla realtà:

- Qualcuno ti reclama – disse Buffy tenendolo stretto

- Se mi liberi saluto il mio piccolo –

- Ah… ops…scusa –

Spike prese in braccio William e si sedette sulla panchina.

- Vieni qui amore – la invitò a sedersi accanto a loro.

La prese tra le braccia e mentre le accarezzava i capelli le mormorò:

- In camera ci sono ancora delle candele accese che creano l’atmosfera giusta per… -

Lei lo guardò sorridendo:

- E io ho già trovato una baby sitter! Un po’ pazza ma che William adora. – gli rispose ammiccando.

 

***

 

- Siamo chiusi in camera da sei ore amore! Mi manca William e ho paura che Faith ormai sia calva visto l’amore che il piccolo ha per i suoi capelli! – disse Buffy accarezzando la testa di Spike appoggiata sul suo seno.

Spike non rispose.

- Che fai amore? – gli chiese picchiettando un dito tra i suoi capelli

- Sto guardando la tua pancia – rispose mentre con le dita le disegnava dei cerchi intorno all’ombelico: - Crescerà molto? –

- Speriamo di no! – disse lei pensando alla fatica che aveva fatto a recuperare la sua linea dopo il parto.

- Ma non prendevi la pillola? –

- Ehm no. Sai, da quando noi avevamo…ehm… ‘fatto’ William… io non avevo più…. E quindi non l’ho più presa –

- Meglio così! – rispose lui baciandole il collo e scendendo con la mano verso la sua femminilità.

- Ancora? Ma non sei stanco? –

- Di te mai! – disse tirando le coperte fin sopra le loro teste ed iniziando ad esplorarle il corpo con le sue labbra.

 

CAPITOLO 19

 

Toc toc.

- Avanti! – esclamò Buffy

- Ciao amore! William questa è la tua sorellina  Liz - disse Spike.

Si avvicinò a Buffy e la baciò dolcemente. Poi baciò anche la piccolina che aveva in braccio.

- Sei un incanto amore mio! –

- Non è vero! Sono gonfia! – rispose lei mettendo il broncio. Spike sorrise ed esclamò:

- Le mie piccole donne! –

-  Liz - disse William allungando le manine verso la piccola.

- Esatto piccolo! Guarda che bella che è! E’ come la sua mamma! -

Spike lasciò William tra le braccia di Buffy e prese la piccola. Aveva gli stessi occhi verdi di Buffy e pochissimi capelli color oro.

Buffy lo osservava con le lacrime agli occhi: era così dolce con quel fagottino tra le braccia.

Spike mise la piccola nella culla. Anche William si era addormentato tra le braccia della mamma.

- Lascia dormire William nel tuo letto e vieni con me. Puoi alzarti? –

- Certo che posso. – mise William sotto le coperte e si alzò.

Spike armeggiò con uno stereo portatile e partì una canzone:

- Vuole ballare con me passerotto? – disse porgendogli la mano

Lei rise:

- Certo. Ma ‘passerotto’ fa poco chich! –

- E come ti devo chiamare? Mia dama? Mia fanciulla? Mia…. Moglie? – disse facendole scivolare un anello tra le dita.

- Oh mio dio! Spike…. È….è…. Sì!!! Voglio essere tua moglie! – disse riempiendolo di baci.

Spike la strinse e la baciò intensamente.

- Ti amo! –

- Anche io ti amo Spike! –

- Ed ora balliamo di nuovo questa canzone. Parla di te. Quando l’ascolto penso alla meravigliosa donna che sei e a quanto ti amo. –

Si strinsero l’uno all’altro e si dondolarono ascoltando la canzone.

 

I hate the world today
You're so good to me
I know but I can't change
Tried to tell you
But you look at me like maybe
I'm an angel underneath
Innocent and sweet
Yesterday I cried
Must have been relieved to see
The softer side
I can understand how you'd be so confused
I don't envy you
I'm a little bit of everything
All rolled into one
 
I'm a bitch, I'm a lover
I'm a child, I'm a mother
I'm a sinner, I'm a saint
I do not feel ashamed
I'm your hell, I'm your dream
I'm nothing in between
You know you wouldn't want it any other way

So take me as I am
This may mean
You'll have to be a stronger man
Rest assured that
When I start to make you nervous
And I'm going to extremes
Tomorrow I will change
And today won't mean a thing
 
Just when you think, you got me figured out
The season's already changing
I think it's cool, you do what you do
And don't try to save me

I'm a bitch, I'm a tease
I'm a goddess on my knees
When you hurt, when you suffer
I'm your angel undercover
I've been numb, I'm revived
Can't say I'm not alive
You know I wouldn't want it any other way

 

 

***FINE***