FINZIONE O REALTA'?


<<James…James…please came here.>>


James Masters si avvicinò alla recinzione del cimitero, dove stavano eseguendo le riprese del noto telefilm Buffy The Vampire Slayer.


<<Ciao, vuoi l’autografo?>>


<<Bhe vorrei anche una foto! Con te e una anche con Spike, credi sia possibile?>>


Era notte fonda e nei dintorni del cimitero c’erano pochissimi fans…James si guardò un po’ intorno…


<<Dai, vieni dentro, non se la prenderà nessuno se ti porto io.>>


Il suo sorriso smagliante, ma allo stesso tempo dolce e triste, mi convinse ad accettare, poi, quella stessa notte, accadde una cosa straordinaria.


Willow stava recitando un incantesimo, come spesso accadeva, ad un certo punto, il regista, arrabbiatissimo, bloccò tutto.


<<Basta, sono stanco, qui ci vuole uno stramaledetto colpo di scena, oramai è sempre così, Willow fa l’incantesimo, Buffy uccide i mostri e Spike corre dietro a Buffy…ho bisogno di novità…persone nuove…TU…da oggi sei la nuova Cacciatrice…A Faith hanno appena levato i poteri…quindi se ne è attivata una nuova…entri subito a partire da questa puntata…>>


Il dito indicava proprio me…io…recitare la parte di una cacciatrice? Mi veniva da ridere.


James mi si avvicina, sorridente.


<<Non ci posso credere, ma lo sai quante ragazze farebbero i salti mortali per essere al tuo posto, congratulazioni…>>


Mi tese la mano, la presi e la strinsi, con un po’ più di forza del normale, una scintilla oscurò i suoi occhi, niente più, poi lo tirai a me e lo abbracciai, non c’erano dubbi…era proprio come pensavo.


<<Bene, Nuova Cacciatrice…ehm..com’è che ti chiamiamo?>>


<<Lara…>>


<<Come la Croft? No, non mi piace.>>


<<Ehm…Lara è il mio nome, quello vero…di solito come nick uso Kristal.>>


<<Kristal…si mi piace. Entri nella prossima scena. Kristal trova Spike nel cimitero e lo attacca. Non ti preoccupare se non conosci le arti marziali, hai un corpo atletico, basta che tiri un paio di calci, James sa come fare, ti guiderà lui.>>


<<Io faccio Kick Boxing da 6 anni, spero solo di non colpirlo troppo forte per sbaglio!>>


<<Perfetto allora…forza tutti pronti, Sarah, comunica a Spike la telefonata di Faith e avvertilo di stare attento alla New Slayer, che potrebbe arrivare da un momento all’altro e cercare di ucciderlo.>>


Sarah mi si avvicina, mi tende la mano e mi da il benvenuto.


E’ un po’ più bassa di me, io ho le spalle più ampie e la muscolatura più sviluppata, ma questo era logico.


Inizia la scena, Buffy parla con Spike, poi se ne va, il regista mi fa cenno di entrare.


Arrivo alle spalle di Spike, lo giro su se stesso e lo prendo a pugni.


La sua mano blocca il mio pugno, si sta solo difendendo non attacca, altrimenti al suo personaggio si attiverebbe il chip.


Prova a parlare, ma io non gli do tempo di farlo, tiro un paio di calci, tutti parati…ci fissiamo intensamente negli occhi, tutti e due abbiamo capito che qualcosa non va, iniziamo un combattimento che di finto ha ben poco, poi finalmente lui parla, non ha un accenno di fiatone.


<<Adesso smettiamola Slayer, ti porto da Buffy e da Giles, io sono innocuo, non te lo hanno detto quando ti hanno spedita qui?>>


<<Ora, abbasso la guardia, se mi fregi sei morto.>>


Mi rilasso, James fa lo stesso.


<<Perfetto ragazzi, cavolo sembravate in sintonia da anni, mai visto un finto combattimento così ben riuscito alla prima ripresa.>>


Uno sguardo di intesa tra me e James.


<<Sarà perché tutti e due siamo abituati ai finti combattimenti in palestra.>>


Le riprese finirono, tutti ci avviamo verso casa.


<<James, ti spiacerebbe darmi un passaggio in auto? Non ho voglia di andare a casa a piedi, sono un po’ stanca.>>


<<Si un minuto ed arrivo.>>


Mi inoltrai nel cimitero, un posto oltremodo familiare per me.


Se ne erano andati quasi tutti, quando un lieve fruscio mi fece avvertire James, alle mie spalle.


<<Allora come ti devo chiamare?>>


<<Non lo so, Slayer, sei venuta qui per uccidermi?>>


<<No, solo che avevo capito che in te c’era qualcosa di strano, sin dalla tua prima apparizione nel telefilm, ne sono stata convinta, ma non sono qui per te, a meno di non essermi sbagliata sul tuo conto.>>


<<Il mio conto? Perché, cosa sai di me?>>


<<Non so bene chi tu sia, come ti chiami, o quanti anni hai, ma so per certo che sei uno dei pochi casi in cui l’anima è rimasta bloccata nel corpo, lo sento, tu sei molto umano per essere un vampiro, un po’ come il tuo personaggio, o mi sbaglio?>>


<<Non sbagli affatto, ma allora perché sei qui?>>


<<Due motivi, uno per capire come puoi stare al sole…>>


Con un salto mortale all’indietro, scavalcai James, alzai di scatto la gamba sinistra dei jeans neri e vidi il piccolo tatuaggio che immaginavo di trovare, proprio nell’incavo della caviglia.


<<Ma allora sapevi anche questo?>>


<<Non ne ero sicura, è un incantesimo molto difficile, vero?>>


<<Si, me lo ha fatto il mio Sire, ma ora è morto, apparteneva ad un vecchio clan di vampiri-stregoni ed imparò incantesimi per migliorare le nostre condizioni di vita, è per questo che io ho l’anima, fu lui a fare in modo che mi restasse.>>


<<Ma se ti ha lasciato l’anima, se ti ha permesso di vivere una vita quasi normale, alla luce del sole, allora, perché ti ha vampirizzato?>>


<<Stavo morendo, per me non c’era più nulla da fare, a parte questo, il vecchio era molto affezionato a me, ero il figlio che non aveva mai avuto, allora decise di rivelarmi il suo segreto e di trasformarmi.>>


<<Quanti anni hai?>>


<<126!>>


<<Ah, ah , ah a questo punto scommetto che ti chiami William!>>


<<Scommessa vinta, che vuoi per premio?>>


Aveva parlato con un tono basso e dolce, si era avvicinato al mio viso.


<<Solo il tuo aiuto.>>


Il sangue mi ribolliva nelle vene, era così bello, i suoi occhi così intensi, ma era un vampiro, sul serio ed io ero la Slayer, sul serio, non eravamo nel telefilm, queste cose non erano realizzabili, o almeno così credevo.


Mi scostai da lui, facendo un passo indietro, lo fissai negli occhi.


Lui mi guardava un po’ imbarazzato.


<<Ok, dimmi che cosa succede, è tanto che combatto solo finti demoni, ho bisogno di una sgranchita, erano anni che non mi prendevano a calci come hai fatto tu prima.>>


<<Bene, William, nel vostro cast c’è qualcuno che sta combinando dei casini, non so chi…>>


<<Casini, ma che dici?>>

<<Dico che se chiudi gli occhi e usi i tuoi poteri, puoi ancora sentire l’energia sprigionata, non è sempre stato così, è accaduto qualcosa.>>


William chiuse gli occhi, l’espressione del suo viso diventò imperscrutabile.


<<Hai ragione, ed è una ragazza ad aver fatto il caos, lo sento distintamente, quindi escludiamo tutti gli uomini e concentriamoci sulle donne, ma non è Sarah, la sua energia è diversa, quella la percepisco benissimo, non ho bisogno nemmeno dei miei poteri per sentirla, come è stato per te.>>


<<Adesso ho capito come mai ti sei avvicinato!>>


<<Allora, dove ti porto?>>


Non credevo hai miei occhi, la macchina di William era una De Soto nera, scoppiai a ridere, mentre lui mi apriva la portiera.


<<Cosa c’è da ridere?>>


<<La macchina, ma non ti sei esposto un po’ troppo?>>


<<Figurati, come credere che i vampiri esistano sul serio, io stesso dubitavo dell’esistenza della cacciatrice, fino a questa sera.>>


<<Bhe, non hai tutti i torti, nemmeno io ci credevo prima che iniziassero ad allenarmi , quando avevo 16 anni.>>


<<Quanti ne hai adesso?>>


<<22. I sei anni di Kick Boxing, corrispondono all’inizio della mia carica.>>


<<Ok, allora dove andiamo?>>


<<Non so, non ho un albergo, me ne consigli tu uno economico? Appena arrivata a Los Angeles sono venuta subito a cercarti! Sai, oltre alla cacciatrice io sono una tua gran fan…sfegatata oserei dire…tu pensa, il mio nickname in chat è Spike’s Lips!!>>


<<Oh, allora è a questo che devo la fortuna di non aver un paletto nel cuore!>>


<<Esatto!>>


<<Ti porto a casa mia, che ne dici, io vivo da solo, quindi non creerai nessun problema, alla troupe basterà dire che eri qui in vacanza, solo per vedermi e non faranno tante storie! Magari un po’ di maldicenze!>>


<<Per me è OK.>>


Se non fosse stata notte, avrebbe di certo visto il mio imbarazzo, il rossore delle mie guance ed il luccichio nei miei occhi.


<<Cavolo ti hanno addestrata proprio bene, non hai fatto una piega, mi avevano raccontato che vi imparavano a non provare emozioni, ma non ci credevo.>>


<<Idiota, credi forse che io non provi emozioni solo perché non ho tensione sessuale nei tuoi confronti, certo che sei molto modesto, bello mio.>>


<<Bhe, ma io intendevo il tutto, insomma, essere qui, in una nuova città, con un vampiro e andare a casa sua, con il rischio di trovare una cripta, non è da tutti restare calmi.>>


<<Se trovo una cripta, ti prendo a calci di qui fino al tramonto, visto che ormai l’alba è prossima.>>


<<Ah ah ah , sei proprio forte, ma anche se abitassi sul serio in una cripta, chi capirebbe, nessuno crede ai vampiri, ti ho già detto che io stesso non credevo alla cacciatrice, prima di beccarmi quel pugno che mi hai tirato durante le riprese.>>


<<Mi sono un sacco divertita, in realtà, temevo di dovermi appiccicare alla tua auto per seguirti, invece tu mi hai preso su di tua spontanea volontà, se mi vedessero le mie amiche prenderebbe loro un colpo…vado a casa di James Marsters…mmm…se non fossi la cacciatrice e tu non fossi un vampiro, mi sentirei svenire a sapere di poterti avere nudo per casa!>>


Tossì in modo abbastanza violento, scommetto che sarebbe diventato rosso, se solo avesse il sangue…bhe ero stata un po’ diretta…


Arrivammo a casa sua, mentre cominciava ad albeggiare, l’alba era molto bella, anche nel caos di L.A.


<<Senti, ma non hai nemmeno i bagagli?>>


<<E tu hai un computer con la connessione internet in casa?>>


<<Si, certo, per chi mi hai preso?>>


<<Bene, entriamo allora, mi serve il PC, ormai saranno in pena per me…devo dare mie notizie a tutti.>>


<<Ma la tua identità non è segreta?>>


<<Certo, con molti, ma non con tutti e poi sanno comunque che sono in vacanza a Los Angeles, ah dimenticavo devo anche far arrivare i miei bagagli.>>


<<Sono all’aeroporto?>>


Avevamo appena superato il portone d'ingresso, la casa era maestosa, in vecchio stile, le scale di legno, il camino, il grande tappeto di fronte...non mi stupii affatto notando i camini anche nelle camere...


<<No, qual è la mia stanza?>>


Salimmo le grandi scale di forgia antica, mi condusse in una stanza arredata in stile vecchia Inghilterra, un grande armadio di mogano troneggiava ad una parete, mentre al centro dell’enorme camera, faceva bella mostra di se un letto con il telaio di ferro battuto. Il tutto era nei colori dell’autunno, la camera mi lasciò senza fiato.


<<Ehi…è…è…stupenda…>>


<<Si, lo so, me lo hanno detto in tanti, l’ho arredata tutta io, non sono in molti quelli che hanno l’onore di dormire in quel letto sai? Devi considerarti onorata!>>


<<Bene, ora faccio arrivare i miei bagagli.>>


<<Aspetta ti vado a prendere il cordless.>>


Allungai un braccio e lo fermai, prima che varcasse la pesante porta di legno.


<<Aspetta.>>


Chiusi gli occhi, giunsi le mani all’altezza dello stomaco e recitai una strana litania.


Con un puff scenografico, comparvero due grandi valigie, ai piedi del letto.


<<Mi aiuti a riporre le mie cose nell’armadio?>>


Mi guadava a bocca aperta.


<<Cosa c’è di strano? Non sapevi che esiste la magia?>>


<<Si, ma non credevo che voi…sapeste usarla>>


<<Io sono diversa da tutte le cacciatrici del mondo, ero una wicca prima di conoscere il mio dono...o come dir si voglia...poi i miei poteri sono diventati incredibili...>>


<<Tutte?!?!?>>


<<Non avrai mica bevuto la balla della prescelta?>>


<<Ehm…in effetti si…>>


<<Ahhhh…siete così disinformati, certo che poi finite in cenere…in realtà può capitare che ve ne sia solo una, nessuno sa bene il numero, molte hanno le capacità, ma nessuno le conosce e sa che potrebbero essere cacciatrici, alcune vengono scoperte solo se accade qualcosa di strano, molte non scoprono mai di essere speciali, altre diventano dei miti nello sport.>>


<<Tu come lo hai scoperto?>>


<<Ho ucciso un uomo, cercava di derubarmi e io ho reagito, ma non credevo di avere tanta forza, il pugno che gli ho tirato gli ha spezzato il collo...strano, vero? E' successo quando avevo poco più di 15 anni, bhe in realtà, credevo fosse un uomo, finché non gli è uscito del sangue verde…allora è arrivato uno strano tizio, ha recitato un incantesimo, la cosa è scomparsa e quel signore mi ha rivelato chi ero…Fine della storia…non mi fare altre domando per favore.>>


<<Ok, scusa.>>


<<Dov’è il computer?>>


<<Te lo porto in camera. È un portatile, non ti preoccupare, io non lo uso quasi mai.>>


<<Grazie, William, sei proprio un gentiluomo d'altra epoca.>>


Mi avvicinai a lui e gli posai un bacio sulla guancia.


<<Grazie di tutto.>>


Mi girai ed iniziai a riempire gli armadi.


Mi sentivo così stanca…che smisi subito, senza nemmeno attendere il ritorno di William, mi tuffai nel letto e mi assopii.


Le fitte pagine ricche della minuta scrittura classica delle ragazze finiscono, lasciando il posto ad una grafia più adulta, probabilmente maschile.


William entrò nella stanza, la trovò assopita nel centro del grande letto matrimoniale, i lunghi capelli biondi, scomposti sul viso, come condotto da un istinto irrefrenabile, si avvicinò a lei, con la leggerezza e l’agilità di una gazzella, le scostò i capelli dal viso, sfiorando la pelle di quella strana ragazza addormentata in casa sua.


Lei si mosse, si agitò, sembrava svegliarsi, ma in realtà stava solo sognando…o meglio stava avendo un incubo.


La fronte si imperlò appena di sudore, che William deterse immediatamente, poi decise di vedere i sogni della cacciatrice, *dovrei esserne ancora in grado*, pensò, appoggiò la mano sinistra sugli occhi di Lara, poi chiuse i suoi ed intrecciò le dita della mano destra a quella della ragazza. Il contatto era stabilito, sussurrò un paio di parole incomprensibili…ora vede quello che lei vede.


È notte fonda, il buio circonda tutte le cose, lasciando appena visibili i loro contorni, nell’aria una musica, che lui riconosce come i Nirvana.


Ora la vede, è in piedi di fronte all’unica finestra illuminata del vicolo, la sua ombra è inconfondibile, i capelli svolazzanti nella lieve brezza della notte. Un luccichio sul suo viso gli lascia capire che sta piangendo…*Piange? Ma se è di marmo? Non capisco*…poi vengono messi a fuoco i suoi piedi, un uomo, un ragazzo, anzi, alto e magro, disteso a terra, vuoto, William non ha bisogno di avvicinarsi per capire, un vampiro ha ucciso qualcuno che a lei era molto caro…vede Lara girarsi di scatto e colpire con una violenza inaudita il muro della casa, il suo urlo squarcia la notte, ora la sua mano sanguina, William esce dall’oscurità *Tanto è un sogno* l’abbraccia, la stringe a se, mentre fa ciò si porta la mano ferita alle labbra e lecca le escoriazioni fino a far fermare il sangue. Poi lei riprende il controllo, lo fissa con quegli occhi di un colore indefinito, perennemente in lotta tra l’azzurro del cielo e il verde del mare in tempesta, le lacrime si esauriscono…<<Bastardo, come hai osato entrare nei miei sogni? Fuori di qui.>>


William apre gli occhi di soprassalto, le lascia la mano e si ritrova di nuovo gli occhi della ragazza puntati contro.


<<Sai, ho ucciso per molto meno.>>


<<Chi era?>>


<<Fatti gli affari tuoi, ed ora esci di qui, prima che ti ammazzi.>>


<<Ma noi abbiamo un accordo.>>


<<NON ME NE FREGA UN CAZZO…FUORI.>>


La voce grossa, lo aveva preso per un braccio e letteralmente tirato fuori dalla porta, poi aveva chiuso a chiave.


<<Devo riposare, ci vediamo più tardi.>>


William rovinò contro la ringhiera di legno che circondava le scale.


*Diamine, va bene che è una cacciatrice, ma mi ha sbattuto qua fuori come se fossi una foglia morta, eppure dovrebbe avere più o meno la mia stessa forza, chissà che diavolo può essere successo per farla reagire così male.*


All’interno della stanza Lara si era seduta a terra, gambe incrociate, cinque candele a formare una stella immaginaria intorno a lei...si preparava ad eseguire un incantesimo.


<<Bene, ora posso fare tutto il casino che mi pare, tanto non dovrebbe sentire nulla, visto che ho insonorizzato la camera.>>


Aprì una delle valigie e ne tirò fuori un grosso stereo portatile, lo accese, ne uscì la stessa musica del sogno, i Nirvana, il volume va altissimo, c’è un caos infernale, potrebbe passare un aereo in giardino, senza che lei senta nulla.


Incominciò a spogliarsi, poi si infilò dei pantaloncini corti ed una canottiera, dalla valigia grande tirò fuori un paio di guantoni da boxe.


Si mise davanti alla parete esterna della camera da letto e tirò pugni per un’eternità, forse un’ora, alla fine era stremata, i vestiti inzuppati di sudore, i capelli ricadevano appiccicaticci sulle ampie spalle.


<<Ora mi sento meglio.>>


Si avvicinò allo stereo e lo spense, poi si avviò alla porta girò la chiave ed uscì.


<<William…William…dov’è il bagno? Voglio farmi una doccia.>>


Un’ombra si mosse alla sua sinistra.


<<Alla buon ora, questo casino stava per farmi scoppiare i timpani, ma come puoi resistere?>>


<<Tu sentivi la musica?>>


<<Oh, sì, e anche tutti i pugni che hai tirato contro il MIO povero muro, che ti ha fatto di male?>>


<<Ops, credo che su di te l’incantesimo della stanza non ha avuto effetto.>>


<<Certo che lo ha avuto…ma io ho l’udito più sviluppato, non ricordi, se non facevi l’incantesimo dell’isolamento, me li rompevi sul serio i timpani.>>


<<Scusa, non succederà mai più, mi sono comportata da vera maleducata.>>


<<La prossima volta faresti meglio ad usare la mia palestra personale, c’è tutto l’occorrente per tirare pugni…>>


<<Wow, ma allora ti tratti proprio bene, ti danno un sacco di soldi quelli di Buffy.>>


Il tono della voce era tranquillo, con una sfumatura di allegria, ma gli occhi erano inespressivi, simili a due pezzi di ghiaccio.


<<Non fingere con me, non sono un allocco, tu stai peggio di prima.>>


<<Io sto benissimo, mostrami il bagno ho bisogno di una doccia.>>


<<Per me sei molto attraente anche così.>>


<<Dio, ma Spike lo hanno proprio costruito a tua immagine e somiglianza vero?>>


William non si preoccupò di risponderle e si incamminò lungo il corridoio, poi prese un’altra rampa di scale che portava al terzo piano di quella casa enorme.


Appena percepì la presenza di lei alle sue spalle, si girò la prese di sorpresa tra le braccia e la tirò con forza.


<<Brutto figlio di…blup…blup…blup…Ma cosa? Ehi, ma questa è una piscina, ed è grandissima…diamine, ma quanti soldi hai?>>


<<Non molti li ho buttati tutti in questa casa!>>


Lara uscì dalla piscina, grondando acqua da tutte le parti, il reggiseno e gli slip di pizzo facevano cucù dagli indumenti bagnati, lasciando ben poco spazio all’immaginazione del vampiro, si chinò levandosi le scarpe.


Il seno della ragazza attirò in particolar modo lo sguardo del ragazzo, lo aveva creduto piccolo, mascolino, invece valutò che una terza facesse bella mostra di se, la forma a coppa gli dava un qualcosa di più di molti altri, nonostante non fosse enorme…sentiva il desiderio crescere dentro di lui.


Senza che se ne rendesse conto, lei aveva iniziato a correre verso di lui, lo aveva scavalcato con un salto acrobatico, come aveva già fatto al cimitero e gli stava dando un calcione nel sedere…


Il vampiro perse l’equilibrio e con un tonfo cadde in acqua.


<<Accidenti a te, ma sei rapidissima…non ho fatto in tempo a far nulla…>>


<<La verità è che eri fisso a guardarmi le tette…per questo non ti sei accorto di nulla!>>


Ora il suo tono era canzonatorio, anche i suoi occhi ridevano, ed erano così belli…


*Mamma mia è stupenda, come le resisterò avendola in casa?*


La cacciatrice prese la rincorsa e si tuffò in acqua, riemerse di fronte a lui…


<<Non sei un po’ scomodo con quei jeans bagnati?>>


<<Chi era quel ragazzo, cos’è accaduto?>>


Lo sguardo di William si era fatto serio.


<<Oh, cazzo, non mi lascerai mai in pace finché non te lo dirò, vero?>>


<<Brava hai capito, forza parla.>>


Lei gli girò le spalle, ma lui fece appena in tempo a rivedere quello sguardo gelido riprendere posto nei suoi occhi.


<<Semplice, ho ammazzato un vampiro con l’anima, così la sua tipa per vendicarsi ha ucciso il mio uomo, prima di farsi ammazzare a sua volta. Bilancio, io non solo ho fatto fuori uno buono, ma ho anche causato la morte del mio ragazzo e tutto questo quando avevo solo 17 anni…che culo vero?>>


William allungò un braccio, le prese la spalla e la tirò verso di se. La fissò negli occhi, ma lei era sfuggente.


<<Guardami.>>


Lara portò riluttante i suoi occhi in quelli del vampiro.


<<Non ti puoi tenere sempre tutto per te…>>


<<Certo che posso oramai sono 5 anni che lo faccio.>>


<<E che cosa hai ottenuto, oltre a quello sguardo di ghiaccio, non era colpa tua, insomma, mica ci sono vampiri con l’anima a spasso per tutto il creato…eri inesperta, non ti puoi biasimare per come hai agito, nessuno ti avrebbe incolpata se prima mi avessi ficcato un paletto in cuore. Dai vita ai tuoi sentimenti, alle tue emozioni.>>


<<Questa è la prima volta che racconto ad anima viva quello che è successo…ops scusa, ad anima non-morta.>>


<<Non hai voglia di piangere?>>


<<E se così fosse?>>


Il ghiaccio nei suoi occhi stava traballando, William la attirò ancora più vicina, facendole poggiare il capo sulla sua spalla.


Avvicinò la bocca al suo orecchio.


<<Piangi piccola, sfogati, butta fuori tutte le tenebre che hai tenuto dentro in questi anni.>>


Le braccia della ragazza gli cinsero la schiena, lei lo strinse a se con molta forza.


Rimasero immobili per quasi un minuto, poi lei si sciolse dall’abbraccio.


<<Grazie…non avrei mai immaginato di ricevere calore umano da uno che non ne ha!>>


Gli occhi appena appena lucidi, una sola piccola lacrima lungo la guancia sinistra.


<<Ed ora…vediamo chi è più forte in acqua.>>


Lottarono in acqua per una decina di minuti, poi ambedue sfiniti nuotarono fino alla parte più bassa della piscina, qui William, premendo un bottone accese l’idromassaggio.


<<Potrei abituarmi a tutto questo lusso.>>


<<Nessuno ti impedisce di restare qui per sempre.>>


Con la mano le spostò un ciuffo di capelli, sfiorandola come aveva fatto nemmeno due ore prima, mentre dormiva.


<<Uff, sono stanchissima, ho passato la notte sveglia, poi mi sono allenata e ho fatto la lotta con te in acqua…senza contare che sono almeno 24 ore che non faccio una dormita decente.>>


William si mosse velocemente, scivolandole dietro, ora la schiena della ragazza poggiava sul petto del vampiro, era seduta tra le sue gambe allargate, lui le prese con gentilezza il capo e lo appoggiò a se.


<<Riposa, piccola, ci attende un brutto periodo, temo.>>


Poi le fece scivolare le mani lungo le braccia, prese le sue mani, intrecciò le loro dita, portò le loro mani intrecciate sotto alla sua testa, ora lei era praticamente del tutto distesa su di lui, con le mani imprigionate sotto il capo di William.


<<Ed ora che cosa vuoi fare?>>


<<Nulla di che, solo farti riposare un po’, sperando che gli incubi non arrivino a turbare il tuo sonno.>>


<<Non credo che accadrà, finché starò tra le tue braccia…se lo dici ad anima viva ti do fuoco.>>


<<Ssshhh, ora chiudi gli occhi e riposa.>>


<<Ma qui, in acqua?>>


<<E’ superrilassante, fidati.>>


<<Ok.>>


Chiuse gli occhi, dopo nemmeno cinque minuti, il suo respiro si era fatto profondo e regolare.


Il vampiro attese ancora un po’, prima di liberarle le mani, poi la cinse alla vita e lentamente si rialzò tenendola in braccio di fronte a se.


La prese tra le braccia, l’acqua scivolava per le scale, mentre la portava nella camera degli ospiti, ancora zuppa.


La poggiò con dolcezza sul lettone e con il cuore in gola iniziò a spogliarla.


Non era di certo la prima volta che vedeva una donna nuda, ma quella vista era come circondata da un’aura di sentimenti sopiti a lungo, nascosti negli anfratti della sua anima.


Riprese in braccio il corpo completamente nudo della ragazza e la infilò sotto le coperte, da lato del letto ancora asciutto, poi si sdraiò di fianco a lei, le prese la mano e si assopì anche lui.


L’umidità l'avrebbe indolenzita, se fosse stata una ragazza normale, ma era sicuro che per la cacciatrice non ci sarebbero stati problemi, avrebbe solo riposato al fresco.


Il sole aveva appena iniziato a calare, quando Lara aprì gli occhi.


Si sentiva rigenerata, come se avesse dormito per due giorni, non capiva a cosa fosse dovuta quella sensazione così bella.


Poi volse il capo e si trovò di fronte gli occhi blu del vampiro, il cuore fece la classica capriola nel petto, il sangue cominciò ad affluire veloce, il cuore pompava a gran forza.


<<Sembra che finalmente il mio fascino abbia avuto effetto su di te…riesco a sentire il tuo sangue correre.>>


<<E’ normale, mi sveglio e ti trovo a due centimetri che mi fissi, come sono arrivata qui, non eravamo in acqua?>>


<<Piccola se fossi rimasta in acqua per tutto questo tempo, ora avresti le pinne, hai dormito per almeno 8 ore.>>


<<Ma ho tutti i vestiti bagnati, mi farai prendere un raffreddore.>>


<<Sicura di averli ancora i vestiti?>>


Il viso della ragazza cambiò colore, man mano che si rendeva conto di essere completamente nuda, sotto alle coperte.


Un pensiero irrazionale, passò fugace nella sua mente…*mi ero depilata?* poi scoppiò a ridere per il suo stupido pensiero, un semiestraneo, divo di Hollywood, vampiro per di più, la spoglia completamente, la porta a letto in braccio e lei si preoccupa dei peli?!?!


<<Che cos’hai da ridere? Io pensavo mi avresti impalettato!>>


<<Lasciamo perdere, ora devo andare in bagno, dov’è?>>


Tirò via le coperte, alzandosi, lui si perse nel suo corpo muscoloso, ma immensamente sexy, vederla lì, in piedi di fronte a lui, non faceva lo steso effetto di spogliarla per farla riposare in pace.


<<Ehi, ma ti sei fissato? Prima mi spogli e poi ti meravigli se mi vedi nuda di fronte a te? Ma sei fuori?>>


<<Il fatto è che sei stupenda, solo questo.>>


Si avvicinò a lei, alzandosi a sua volta dal letto, la ragazza aveva brividi lungo tutto il corpo, la tensione sessuale tra di loro era paragonabile ad una scarica di elettricità.


William le prese una mano, poi incominciò a camminarle davanti trascinandosela dietro, allungò una mano e colpì un punto preciso del muro, un pannello scorrevole mostrò un bagno pieno di ogni lusso, grande quasi come la stanza da letto.


<<Prego mia bella regina.>>


<<Senti…dopo aver…ecco…io vorrei fare una doccia…sai, di solito preferisco il bagno, nella doccia mi sento troppo sola…>>


<<Attenta piccola, dopo te ne potresti pentire…sei sicura di quello che stai facendo?>>


<<Non ti preoccupare, pentirmi e piangermi addosso è quello che mi riesce meglio, non lo sai?>>


Scomparve nel bagno, mascherando un sorriso.


<<Spike…Spi…ops William, vieni a farmi compagnia, allora?>>


<<Arrivo, piccola.>>


Entrò nella stanza reggendo in mano un bottiglione di bagnoschiuma.


<<Ehi, ma qua dentro ce ne sono per tutti i gusti, a cosa ne serve un altro?>>


<<Questo è il mio, personale, ha un grande effetto rilassante, vedrai.>>


<<Sei tu che hai un effetto rilassante su di me, nientaltro.>>


Si infilarono dentro al box doccia, chiudendo lo sportello, che ben presto si offuscò a causa del vapore sprigionato dal gettito di acqua calda.


<<Tra quanto dobbiamo essere al lavoro?>>


<<Tre ore circa, ansia da palcoscenico? Hai paura della macchina da presa?>>


<<No, volevo fare un sopralluogo per cercare di capire, cosa non funziona…vieni con me?>>


<<Uhm…non so te lo dico dopo, ora girati, ti insapono e ti faccio un bel massaggio alla schiena.>>


<<Io avrei un’altra idea…accantoniamo il messaggio e passiamo direttamente alla parte in cui mi insaponi.>>


<<Ok, dai girati.>>


<<Tanto che ci sei comincia da qui, no?>>


Lara prese la mano fredda del vampiro e la portò sul seno sinistro.


<<Tutto quello che vuoi.>>


Le mani di William correvano lungo tutto il corpo della ragazza e quando finì di saponare la parte avanti, invece di farla girare decise di stringerla a se.


Nonostante la voglia che avevano l’uno dell’altro, si persero in un abbraccio dolcissimo, che si prolungò, finché lei non alzò il viso a sfiorare le labbra del vampiro.


<<Forse non faremo l’amore, non ancora, ma baciami, ti prego, ho voglia di sentirti legato a me in qualche modo.>>


William abbassò il viso e la baciò con trasporto crescente, poi si staccò, lei era un po’ ansimante.


<<Se ti dico che ti amo, tu mi credi?>>


<<Io…William…non so che dire, o pensare…io…Grazie.>>


<<Potresti rispondermi…>>


<<Io, ho amato solo una volta…ma non gliel’ho mai detto…>>


<<Scusami, non lo potevo sapere.>>


<<Sai che cos’e l’ESP??>>


<<Si, perché?>>


<<Voglio che tu sappia tutto di me…fallo.>>


<<Ma, ma sei sicura? L’incantesimo è difficile, non sono in grado di farlo…no, non lo faccio.>>


Lara prende la mano del vampiro, l’acqua scroscia ancora tra di loro, calda, se la porta al cuore, poi chiude gli occhi, recita poche veloci parole.


Nella mente del vampiro si susseguono molti eventi, immagini tristi e spiacevoli, pochissime quelle felici, la cosa sconcertante è che la maggior parte sono legate a quando era piccina.


Come inorridito dalle immagini che affollavano la sua mente bloccò il contatto mentale.


<<Piccola…ci penserò io a te…ti prometto di rallegrare la tua bella testolina.>>


Con le parole ancora in bocca la strinse a se legandola in un abbraccio che rivelava quanto si sentisse impotente di fronte alla tristezza della sua nuova ragazza.


*Chissà se posso chiamarla sul serio così.*


<<Dai andiamo a vestirci, è ora di iniziare ad indagare sul pasticcio che ti ha portata qui…anche se mi piacerebbe credere che tu sia capitata qui per magia, per sistemare le nostre due esistenze.>>


Il vampiro fece per sciogliersi dall’abbraccio, ma lei lo strinse a se con tutta la forza che aveva in corpo, gli stava facendo male, ma a lui non interessava, sentiva i singhiozzi nascosti contro il suo petto…stava piangendo di nuovo, ma stavolta era un bel pianto liberatorio…non una singola lacrima amara come fiele.


<<William…questa volta…l’energia è…>>


<<E’ ancora più forte, si lo sento anche io…e ci sono solo due persone che si dovevano presentare qui prima di tutti noi, Allison e Amber…le due streghe…forse anche loro non sono quelle che sembrano…>>


<<No, non è possibile, prima non c’era, forse hanno cercato di realizzare un incantesimo vero…ed hanno fatto un gran pasticcio, credo che l’unica soluzione sia parlare con loro…e capire se sono con noi o contro di noi…che ne dici di invitarle a cena? Potrei preparare la pappa per tutti.>>


<<Non credi che Sarah si insospettirebbe…e anche gli altri…>>


<<Uhm..lascia fare a me per quello…loro avranno sicuramente un impegno stasera, le altre invece saranno libere…>>


<<Riesci a fare un incantesimo per questo e non sai cosa ci troviamo di fronte?>>


<<E’ questo che mi preoccupa.>>


Il vampiro le prese la mano, se la portò alle labbra e la baciò…poi si avviò verso il set erano d’accordo sul non farsi vedere troppo appiccicati.


*Cosa ci troviamo di fronte? Magari saperlo…ok ora vediamo di sistemare le cose per la cena.*


La slayer tirò fuori dalla caviglia uno stiletto affilato, con una doppia punta di argento e legno…il pronto soccorso delle Slayer.


Girò verso di se la parte di argento e si ferì l’interno del braccio sinistro, lasciò cadere alcune gocce di sangue a terra…poi cominciò a recitare le parole dell’incantesimo riadattato apposta per l’occasione.


<<Ehi, Kristal…non ti sembra di passare un po’ troppo tempo qui al cimitero?>>


<<Spike, senti da che pulpito…tu ci abiti addirittura!>>


<<Ma io sono un vampiro!>>


<<Ed io una cacciatrice, allora? Dove sta il problema? Entrambi abbiamo questa come casa.>>


<<Allora, potresti sistemarti da me…>>


<<Potrei anche sistemarti un paletto nel cuore, non sono tenera come Buffy…io.>>


<<Allora sei pazza come Faith?>>


<<Bastardo.>>


La stayer alza la mano, fa per colpirlo, ma il braccio viene bloccato da dietro.


<<Senti nuova arrivata, adesso non è il momento, siamo nei guai fino al collo…e lui ci serve.>>


<<Ok, ok…ma se continua così prima o poi lo ammazzo, quindi ti conviene spiegagli prima quello che rappresenta per te…>>


Buffy allenta la presa e Kristal si allontana eseguendo una rovesciata sopra alle spalle della First Slayer, lasciando gli occhi stupidi di Spike in quelli imbarazzati di Buffy.


<<Cosa intendeva?>>


<<Lascia perdere Spike, è solo un po’ strana, ecco ma per il resto è a posto, sono sicura che non ti farebbe mai del male.>>


<<Si va bhe, spiegami che cosa è successo e andiamo.>>


<<Aspetta chiamo anche Kristal, almeno parlo solo una volta.>>


<<Bene ragazzi, pausa caffè.>>


<<Ehi…Will…ehm James, aspettami, vengo con te…>>


<<Ok.>>


<<Senti credo di aver capito da dove viene l’energia negativa…è di Tara…ehm Amber…>>


<<Sei sicura?>>


<<Credo di sì, ecco mi pare di aver captato due diverse…come dire aure, entità, forze, è come se qualche cosa avesse preso il controllo della ragazza, ma lasciasse spazio per altro…non so come spiegarmi…>>


<<Aspetta, ora cerco di concentrarmi e sentire quello che è accaduto.>>


<<Bene.>>


Lara prende la mano di William e la stringe tra le sue, cerca di trasmettergli un po’ della sua forza magica, di modo che il vampiro riesca nell’intento.


<<Ok, ho capito perfettametne, una parte di Tara agisce consciamente, mentre nel suo interno è come covata una seconda entità clandestina.>>


<<Stasera a cena cercheremo di risolvere il problema.>>


<<Speriamo bene.>>


<<Nel frattempo mio bel tenebroso, che ne dici di andare a cucinare? Tu che mangi?>>


<<A parte sangue di maiale, un po’ di tutto, mi piacciono un sacco i dolci.>>


<<Ti piacciono? Ma hai anche il gusto?>>


<<Si il mio Sire ha fatto in modo che conservassi la maggior parte di caratteristiche umani possibili, devo bere sangue per vivere, ma posso nutrirmi e gustarmi tutto.>>


<<Allora stasera ti cucino il profitterol, contento?>>


<<Molto, ma ricordati di comprare panna e cioccolato in abbondanza…>>


<<Perché?>>


<<Te lo spiego dopo!>>


Si abbassò e le diede un casto bacio all’angolo della bocca.


Un fruscio li fece girare di scatto, dall’oscurità del cimitero dove si svolgevano le riprese emerse un’ombra minacciosa, che si dissolse nel nulla non appena si avvicinò troppo alla cacciatrice.


<<Ma…cosa?>>


<<La mia aura è benedetta…>>


<<E come posso starti vicino?>>


<<Ho fatto un contro incantesimo mirato!>>


<<Sei mitica!>>


I due si scambiano un dolce bacio, stretti uno all’altro, poi si avviano alla macchina del vampiro.


Da qui in poi ricompare la minuta grafia da ragazza dell'inizio del racconto.


Appena tornati a casa iniziammo a preparare la cena, non senza problemi, infatti lui non era un granché come cuoco.


Alle otto in punto, precise al secondo, arrivarono le nostre due ospiti, sorridenti e con in mano un'ottima bottiglia di Bordeaux.


Appena mi videro con il grembiule da cucina, si scambiarono un'occhiata divertita e sorniona.


<<E così il nostro Spike ha conquistato la Cacciatrice sbagliata!>>


<<Dai Allison, così mi fai arrossire!>>


<<Che scemo che sei.>>


Allison si avvicina a James e gli posa un frettoloso bacio sulla guancia.


Amber era ancora sulla porta un po' in imbarazzo, se non avessi sentito la strana forza in lei avrei creduto che fossimo ancora sul set, infatti sembrava in tutto e per tutto il suo personaggio, Tara.


Mi avvicinai a lei le posi la mano, lei la strinse e si profuse in un timidissimo sorriso.


<<Mi spiace ma gli altri hanno avuto degli impegni improvvisi, così alla fine siamo rimaste solo noi due.>>


<<Non fa nulla, ci rifaremo la prossima volta, anzi è stato meglio così visto che QUALCUNO ha fatto bruciare almeno la metà della cena.>>


Gli assestai un gran pugno alla spalla, con forza e lo feci apposta, Amber notò la cosa e sussultò appena.


<<Su forza andiamo a tavola, questa sera lo faremo diventare sordo con tutte le nostre chiacchiere!>>


Mangiammo con gusto la cena per quattro che avevo preparato, ben conscia del fatto che gli altri non sarebbero venuti, sorseggiammo con avidità il vino e alla fine ci sedemmo nell'enorme salotto di William a parlare.


Io e lui sedevamo sul largo divano a cinque posti, poi ad un certo punto della conversazione, io mi ero sdraiata poggiando il capo alla sua coscia.


<<Ehi, ma allora tra di voi è stato un colpo di fulmine!>>


<<Bhe, io sono sempre stata una sua grande fan...quindi si può dire che il colpo di fulmine è stato solo per lui.>>


<<Amber, da quando sei entrata nel telefilm, ti è mai venuta voglia di provare degli incantesimi? Insomma Allison lo ha fatto, ma ha avuto scarsi risultati.>>


<<Sai, se devo essere sincera, ci ho provato proprio poco tempo fa...un mesetto, circa, ho rirecitato per scherzo la formula con la quale abbiamo resuscitato Buffy...sulla tomba del gattino della mia nipotina...inutile dire che non è accaduto nulla.>>


Mi irrigidii impercettibilmente sulle gambe di William, lui percepì, la diversità delle mie pulsazioni, mi prese la mano e la strinse, comunicandomi calore...anche se sembra solo un modo di dire, visto che il suo sangue non è caldo.


Continuammo così per un paio di ore, si era fatta quasi mezzanotte, quando loro decisero di alzarsi...il giorno dopo avremmo fatto le prime riprese in interni, o meglio le prime per me.


Non appena furono uscite dalla porta di casa di William, mi precipitai tra le sue braccia.


<<William, ti prego, trovami il copione della puntata della resurrezione, devo scoprire le parole esatte e cercare di capire cosa potrebbe aver combinato quell'incantesimo su di un animale domestico.>>


<<Ci metto un attimo, perché non mi aspetti in camera?>>


<<Che ne dici se ti aspetto nella tua di camera, sai l'ho solo vista di sfuggita.>>


<<Ok, vai pure.>>


<<Mi cambio e vado ad attenderti nel tuo lettone.>>


Entrai nella mia stanza, presi dal cassetto sul comodino un piccolo pacchetto ed attraversai la porta segreta che portava in bagno.


Quando William entrò nella sua camera, io avevo già acceso il camino, usando i miei poteri e mi ero infilata sotto al letto.


Presi il copione che mi tendeva e trovai la pagina esatta...iniziai a leggere...


<<Oh, merda...>>


<<Che c'è, che ha combinato Amber?>>


<<Dunque in parole semplici, ha evocato uno spirito, che non avendo nulla a che vedere con il micetto, non ha preso posto in quel corpo, ma in quello di Amber, per questo sentiamo in lei una strana forza ma ci sembra sempre la stessa, solo che la forza cresce, ecco perché tu non te ne sei accorto, cresce di giorno in giorno, lievemente...crescerà fino a prendere il completo controllo della ragazza, dobbiamo fermarla e farla uscire prima che questo possa accadere, domani la porteremo lontano, nella parte di cimitero non usata per le riprese e cercheremo di scindere il suo spirito da quello che gli è entrato dentro...speriamo solo che sia ancora abbastanza debole da non poter combattere con il corpo di Amber, sarebbe un bel casino.>>


<<Uff, mi fa male la testa, hai parlato a raffica, non ci ho capito quasi nulla, ma adesso non importa...ho altri progetti per te...>>


Sollevò le coperte e vide il conturbante baby-doll di pizzo nero che avevo indossato appositamente per lui, scivolò dentro ancora vestito, e mi strinse a se.


<<Dimmi solo che non te ne andrai domani, dopo la battaglia.>>


<<Non lo so...devo ancora decidere.>>


Wiliam sperava di vedere almeno un accenno di sorriso sulle mie labbra, che indicassero che lo stavo prendendo in giro, ma non fu così.


<<Che cosa devi ancora decidere?>>


<<In effetti, io nulla, il tizio che mi osserva deva stabilire fino a che punto ho fatto un casino andando a letto con un vampiro.>>


<<Ma noi non abbiamo fatto niente...>>


<<Primo: il bagno in piscina. Secondo: dormito nello stesso letto. Terzo: la doccia. Questo sarebbe niente?>>


<<Ma non abbiamo mai...>>


<<Secondo te qualcuno crederebbe che non c'è stato nulla a parte qualche bacio? Sei proprio ingenuo tesoro.>>


Con queste parole scivolai sotto le coperte anche con il capo, iniziai a slacciargli i pantaloni e glieli sfilai, poi tornai su e sollevai la maglia.


<<Quarto: adesso lo facciamo. Non sento ragioni.>>


Levò del tutto la maglietta, poi mi distesi sopra di lui che ora aveva indosso solo i boxer ed incominciai a baciarlo con trasporto sempre crescente.


<<Ti prego non te ne andare, è la prima volta che riesco a provare le stesse sensazioni di quando ero vivo, è la prima maledetta volta che riesco ad amare...>>


<<Ora basta essere tristi trascorriamo serenamente questa notte...>>


Facemmo l'amore piano, lentamente, come a gustare ogni secondo per farlo durare in eterno, con il terrore di doverci poi separare per sempre.


Ci addormentammo avvinghiati, lui aveva poggiato la guancia sul mio seno, come a cercare protezione, le gambe erano aggrovigliate, con un braccio mi teneva accostata a se.


In questa identica posizione ci svegliammo la mattina, pronti per andare al lavoro.


Facemmo il bagno insieme, in piscina, ridendo e scherzando, poi all'improvvisi ci avvicinammo un po' troppo, lui mi strappò di dosso la biancheria intima con la quale mi ero tuffata in mancanza di un costume, ci amammo di nuovo, con una passione al limite del selvaggio, con la disperazione della possibile imminente separazione.


Ancora affannati uscimmo dalla piscina di William ci vestimmo ed uscimmo di casa di corsa.


Eravamo in ritardo.


<<Ma bravi arrivate anche in ritardo...vi siete divertiti almeno?>>


Diventai tutta rossa e risposi in modo molto evasivo.


Le riprese iniziarono, quando per esigenze di copione mi avvicinai a Tara, sentivo la sua forza ancora cresciuta rispetto alla sera precedente...un brivido corse lungo la mia schiena mentre lei mi toccava, forse l'entità dentro di lei aveva capito che cosa ero.


<<Lara, ma come sei fredda, non capisco eppure qui è caldo.>>


<<Sai, il nervosismo mi fa questi scherzi, tu piuttosto, ormai sei così tranquilla, ti devo confessare che mi sentivo più a mio agio girando in esterni...chissà perché...>>


<<Ah questo è normale, se sei di fuori, hai l'irrazionale convinzione di poter scappare via se le cose vanno male!>>


<<Cavolo, è proprio quello che pensavo io, allora non mi sono così strana!>>


<<Assolutamente no!>>


Amber si avvicinò e mi passò un braccio intorno alle spalle.


<<Cacciatrice, non riuscirai a cacciarmi da qui...questo corpo è una favola.>>


Poi si allontanò sorridendo nel modo più dolce, Amber, la vera Amber, non si era nemmeno resa conto di aver parlato.


<<William, dobbiamo agire in fretta, omai Amber sta iniziando a perdere il controllo di se stessa. Prima quella schifezza ha parlato tramite di lei, presto sarà pronta a fare di tutto, dobbiamo farla uscire, e dobbiamo farlo al più presto.>>


<<Allora stasera agiremo, sei pronta?>>


<<Si, sono pronta, avrei preferito studiare ancora la situazione, ma rischiamo di mettere in pericolo Amber se non le leviamo quella merda da dentro.>>


<<Bene, la porteremo al cimitero nella parte dove non va mai nessuno e poi agiremo, che ne pensi?>>


<<Penso che sarà difficile convincere Amber a venire là.>>


<<Io dico di no, l'entità dentro di lei lo farà per noi.>>


<<Speriamo che vada tutto bene, sai ho un po' paura.>>


<<Non ti preoccupare piccola, ci sarò io con te.>>


In effetti la mia paura era proprio che distrutta l'entità misteriosa il nostro rapporto sarebbe finito, che la serenità che avevo trovato accanto a lui dopo tanto tempo si sarebbe sgretolata come un vampiro al sole...tanto per restare in argomento...


Finite le riprese, mi avvicinai ad Amber.


<<Bella biondina che fai stasera?>>


<<Non ne ho idea, mi sa che andrò a dormire, ieri sera l'abbiamo tirata tardi!>>


<<Io vado a fare un passeggiata con James, al vecchio cimitero, non so perché, mi è venuta voglia...sarà l'atmosfera delle riprese...>>


<<Brrrr...io avrei paura ad andare la sola, o anche con James e basta...>>


<<Ci vediamo domani, allora, buona serata.>>


<<Non contarci puttana...>>


La voce di Amber era cambiata quel tanto da sembrare proveniente da 500 metri sottoterra, aveva di nuovo perso il controllo di se stessa.


Me ne andai a casa con William, mi recai nella mia camera e inizia ad armarmi.


Presi alcune componenti materiali per incantesimi vari e preparai tutto il necessario per cercare di scindere l'essenza di Amber da quella demoniaca insediatasi in lei.


Infilai l'anello protettivo incantato appositamente per me dagli stregoni al servizio della lotta contro i demoni, poi infilai il bracciale di pelle marrone nel quale misi lo stiletto di argento e legno, insieme alla piccola Derringer.


William entrò nella mia stanza in quel momento e mi vide mentre infilavo la piccola pistola nella sua custodia al braccio sinistro.


<<Una pistola?>>


<<Ehm, non si sa mai con chi si ha a che fare.>>


<<Questo significa che potresti uccidere Amber vero?>>


<<Io...io...temo che si, che questo potrebbe accadere.>>


<<E lo dici solo ora? Quando pensavi di farmelo sapere...mentre la pistola fumava? E poi, perché disturbarsi ad usare la pistola? Pianta nel suo cuore un bel paletto e poi non ci pensiamo più. Io non ci vengo con te, non posso uccidere un umano.>>


Senza fermarmi un attimo a pensare, gli tirai addosso la valigia, poi mentre lui era distratto mi lanciai e gli diedi uno schiaffo con tutta la forza, mandandolo a sbattere nel corridoio, a questo punto chiusi la porta a chiave e saltai sul letto.


Lì iniziai a piangere a dirotto, l'idea di dover uccidere una persona era orribile, ma non potevo fare a meno di prevedere tutto, il dolore era accentuato dal fatto che per la prima volta, lui non mi avesse capita.


Piansi per almeno cinque minuti, poi sentii una mano accarezzarmi i capelli.


<<Piccola scusami, sono stato un idiota, io ho parlato senza pensare...so che potrebbe essere necessario, ma non riesco ad accettare l'idea e a quanto pare non sono l'unico, non credo che tu pianga solo perché io ho fatto l'imbecille.>>


Non riuscivo a fermare le lacrime, così lui mi tirò su di peso e mi strinse a se con forza, per comunicarmi il suo affetto.


<<Ti prego piccola, non fare così, io mi sento male.>>


Sentii delle calde gocce scivolarmi lungo il collo, anche lui stava piangendo.


Questo invece di calmarmi, fece ancora peggio, iniziai a singhiozzare ed il mio pianto divenne disperato.


<<Non voglio perderti William, sei l'unica cosa buona che mi ha dato la vita...l'unica consolazione di questo orribile destino...>>


<<So cosa vuoi dire, ti amo, te l'ho detto.>>


Restammo abbracciati, immobili e silenti per almeno dieci minuti, poi mi sciolsi dalla sua stretta, e finii di prepararmi sotto ai suoi occhi.


<<Andiamo e speriamo di trovarla là.>>


Ci avviammo al cimitero.


L'atmosfera era oltremodo lugubre, ancora peggio di quello che potevamo immaginare, il vento spirava lieve movendo le fronde degli alberi più giovani in una danza che ricordava le antiche movenze delle tribù originarie di quella terra.


Il cielo era oscuro, la luna piena coperta da nuvole poco più chiare delle altre, la trasformava in un disco grigio pallido, che cancellava completamente la magia e la forza sprigionata solitamente dalla luna.


Avanzammo fianco a fianco nel buio, le sue capacità notturne mi permisero di non inciampare, nemmeno nei punti più ardui.


L'energia della cosa si faceva sempre più forte, mi penetrava dentro, provocando una sensazione al limite tra dolore e paura.


<<Lo senti, William?>>


<<Si, lo sento, è qui, è molto vicino.>>


Mi avvicinai a lui, gli presi le mani tra le mie, le baciai nel palmo, poi mi alza appena sulle punte dei piedi e gli mormorai all'orecchio.


<<Non so che succederà stasera, né quello che accadrà dopo, per ora so solo che ti amo...>>


Mi staccai da lui in fretta, prima che lui potesse aggiungere qualcosa o capire perché glielo avevo detto proprio in quel brutto momento.


La verità è che avevo una fottuta paura di non potergli più parlare, per via dei miei capi o per il rischio di morire che l'impresa comportava.


Mi inoltrai in fretta verso il punto in cui percepivo la strana aura demoniaca, lui restò un po' staccato ed io ne approfittai per accentuare la forza magica che mi proteggeva.


<<Ehi, ma che hai combinato...ti sento...irraggiungibile...non capisco...>>


<<Ho aumentato il cerchio magico intorno a me, ora non mi puoi toccare senza bruciarti...quindi, non mi stare appiccicato come al tuo solito.>>


Il tono di voce che avevo scelto era in netto contrasto con quello usato pochi istanti prima per sussurrargli nell'orecchio.


Una luce eterea si parò di fronte a noi, le forme ricordavano vagamente la mia nuova amica, ma per il resto non c'era quasi più nulla di lei, lo scontro era necessario ed imminente.


Istintivamente portai la mano verso la piccola pistola, viste le condizioni era improbabile riuscire a salvare Amber, l'indecisione era ben visibile sul mio viso, quando le parole di William mi fecero riagguantare la mia solita sicurezza.


<<Lo sai cosa devi fare, devi provarci o non te lo perdonerai mai, vero dolcezza?>>


<<Vero, grazie...>>


Tirai fuori dalla tasca dei jeans la polverina che avevo preparato per eseguire l'incantesimo, mi concentrai e tirandomi addosso la sostanza eseguii la magia.


Le mie parole fecero scindere in due Amber, la parte luminosa volò al di sopra delle nostre teste, mentre la bella ragazza bionda cadde a terra, priva di conoscenza.


<<William, occupati di lei.>>


<<Ma io voglio starti vicino.>>


<<Allora svegliala e mandala a casa, di corsa...dalle le chiavi della macchina, MUOVITI.>>


Il vampiro prese in braccio la ragazza, lo portò con lui dietro di me, mentre la cosa luminosa iniziava il suo attacco.


Il suo primo colpo andò automaticamente a vuoto, non pronto all'aura benedetta che mi circondava si ritrasse indietro il tempo necessario per permettermi di rendere un corpo a quell'entità incorporea.


Senza quell'incantesimo non sarei mai riuscita a colpirla: non si può toccare un fantasma.


Superata la sorpresa mi attaccò di nuovo, lottammo a lungo, mentre con la coda dell'occhio mi assicuravo che Amber si fosse ripresa e stesse andando la sicuro.


William la accompagnò alla macchina, in fretta e furia, poi tornò da me.


<<Schifezza ce l'hai un nome?>>


<<Che ti frega?>>


<<TI HO CHIESTO COME CAZZO TI CHIAMI.>>


<<GAEA...ora che lo sai potrai morire in pace.>>


<<Fossi in te non ci conterei.>>


In realtà Gaea era più forte di me, lo avevo capito appena entrata nel cimitero, ma non potevo sparare a quella ragazza indifesa, non ci sarei mai riuscita, nonostante quello che avevo detto a William.


Vedendomi in difficoltà anche lui si scagliò addosso alla regina dei cieli oscuri, grazie al nome l'avevo riconosciuta.


Vidi il mio vampiro colpirla con tutta la violenza di cui era capace, ma Gaea, per nulla sorpresa, lo prese con forza e lo fece volare nella notte.


Stava per finire contro un albero dai rami appuntiti, ma usando i lievi poteri di telecinesi di cui dispongo riuscii a frenare il suo volo, facendolo cadere a terra prima del pericoloso tocco con l'albero.


Cadendo urtò la spalla destra, rendendo inutilizzabile il braccio, la situazione era critica, da sola non sarei mai riuscita a distruggerla e farmi aiutare da lui era fuori discussione.


La mia avversaria si lanciò addosso a William con l'intenzione di finirlo, usando tutta l'agilità che possedevo mi parai di fronte a lui, bloccando il potente attacco di Gaea, ma non andò proprio come volevo, venni colpita con una forza impressionante al fianco.


La ferita iniziò a sanguinare.


William si accorse di quello che era accaduto e cercò di avvicinarsi a me, ma rimase scottato, con il potere della mente, lo feci indietreggiare.


<<Vattene da qui.>>


<<Non posso lasciarti da sola, sei ferita, sei molto grave, non puoi vincere senza alcun aiuto.>>


<<Non posso vincere se tu resti qui, sei troppo debole, non posso preoccuparmi anche di te, guarda come mi sono ridotta per proteggerti.>>


Levai la mano dalla pancia, sollevando la maglia.


La ferita infertami era profonda e molto estesa, perdevo troppo sangue, lo sapevo io e lo sapeva anche lui, ma speravo di salvarlo, provocandolo.


<<Stupida, chi ti ha chiesto niente, potevi lasciarmi morire, tanto quando te ne andrai, io morirò comunque.>>>


Era riuscito ancora una volta a toccarmi nel profondo, le sue parole facevano più male della ferita.


Non feci in tempo a finire il pensiero, che la demoniessa mi attaccò nuovamente, la sua forza sembrava addirittura aumentata.


Mentre si avvicinava a me, si rese conto che ero messa male, quindi cambiò obiettivo.


Con una mossa fulminea, consumando le poche energie rimastemi, la afferrai per i capelli (che le avevo dato io) e la tirai indietro.


<<Stupida puttana, sono io la tua avversaria, lascialo in pace, lui non ha la metà della mia forza, se ucciderai me, sarà uno scherzo far fuori lui.>>


<<CAGNA, stavolta ti ammazzo sul serio.>>


Ricominciammo a lottare ad un osservatore esterno potevamo sembrare alla pari, ma io ero stremata e lei fresca come una rosa.


<<William, te ne devi andare da qui.>>


<<Non ti lascio sola, ti prego non chiedermelo ancora.>>


<<Stupido vampiro, se mi ami sul serio, come dici, vattene da qui, se mi resti intorno non sopravvivrai, se ti levi dai coglioni, invece ho qualche possibilità.>>


<<Io..io non capisco di cosa parli.>>


<<Vai a casa, mi troverai già lì.>>


<<Che cosa?>>


<<Hai scordato la mia magia?>>


<<No..no, certo che no...>>


<<VATTENE, non ce la faccio più a resistere, ci vediamo a casa e sbrigati non voglio aspettarti a lungo.>>


I miei muscoli provati, il fiato che iniziava a scarseggiare, tutto questo influiva sulla nostra battaglia, avevo le braccia ferite, le gambe molli tremavano, la vista annebbiata dalla perdita di sangue.


William iniziò a piangere e corse via.


Ora avevo il campo libero.


<<La forza del sole, la luce della luna, le stelle ed i pianeti tutti vengano in mio aiuto, che la luce della loro essenza entri in me e risplenda di vita propria, che la forza benefica della natura mi sia vicina. HEALING WING.>>


Due ali spuntarono nel buio della notte, avvolsero il mio corpo ferito, tentando di curare le ferite, la cosa mi diede un briciolo di forza, quello che bastava per completare l'opera.


<<SOLE, LUNA, STELLE, MERCURIO E TUTTI GLI ALTRI, CHE LA LUCE BENEDETTA DELLE VOSTRE ANIME VENGA IN MIO AIUTO. HOLY LIGHT>>


Allargai le braccia, buttando la testa all'indietro e chiusi gli occhi.


Una luce accecante si levò dal mio corpo, l'anello incantato che indossavo aveva amplificato di dieci volte la magia, che a sua volte centuplicava la forza benedetta della mia aura.


La regina dei cieli si sciolse come neve al sole, al contatto con la purezza della luce che usciva dal mio corpo.


Io caddi a terra, in ginocchio, con le mani strette nel buco vicino al fianco, cercando di tamponare alla meno peggio la grave ferita.


William, ormai lontano di quasi un chilometro provò un calore allucinante che lo spinse a correre ancora più forte verso casa.


<<Pi...piccola ci sei?>>


<<Sono in camera...muoviti...>>


Parlavo con un filo di voce, sentii i passi farsi veloci, quasi furiosi, mentre iniziava a salire la lunga scalinata che portava al piano di sopra.


<<L'hai uccisa, ma come hai fatto, come fai ad essere qui, non te ne andrai da me vero...>>


<<Stai zitto e muoviti, altrimenti sarò morta prima di raccontarti cosa è successo.>>


Entrò nella camera, cercando i miei occhi, non capì subito la situazione, ero solo contento di vedermi.


<<Allora, che cosa è successo?>>


<<Taci e aiutami...>>


La mia voce era un filo appena percettibile, finalmente William si accorse del lago di sangue che circondava il mio corpo disteso sul letto.


<<Oh mio Dio, che o Signore, ma tu hai perso tantissimo sangue.>>


Si inginocchiò a fianco al letto, sollevò il maglione fino a scoprire del tutto lo squarcio, il sangue era talmente tanto da non lasciar percepire la grandezza del taglio.


<<William, fai qualcosa, non...io non riesco più a connettere, me ne sto andando all'altro mondo, ti prego non voglio morire ora che ho trovato un motivo per vivere.>>


Gli occhi del vampiro si riempirono di lacrime, gocce calde che scivolavano nella mia ferita, provocando una sensazione al limite tra piacere e dolore.


<<Sei un vampiro, no? Dovresti sapere come fermare un'emorragia.>>


<<Tu, tu vuoi che io beva il tuo sangue e aiuti a cicatrizzare la ferita? Sei sicura?>>


<<Non ho molta scelta, morire o fare da Coca cola al ragazzo che amo.>>


Quelle furono le mie ultime parole, poi persi conoscenza.


LA GRAFIA CAMBIA ANCORA E DIVENTA QUELLA DI UN POETA DELL'800


Mi chinai sul suo corpo martoriato dal dolore.


Leccai e succhiai la ferita finché la fuoriuscita di sangue iniziò a scemare.


Ripulii con la bocca tutto il denso liquido che aveva macchiato il candore della sua pelle, la sollevai con cura, stando attendo a non far riaprire la ferita, la spogliai del tutto e la portai in braccio nel mio letto.


Con una spugna detersi tutta la sua morbida pelle, usai il mio bagnoschiuma personale, poi fasciai la ferita e la medicai con una pomata cicatrizzante.


La spalla mi pulsava, il dolore era fortissimo, ma non smisi di prendemi cura di lei, del primo amore della mia lunga vita.


Passarono delle ore, il battito del suo cuore continuava ad essere debole, la perdita di sangue era quasi nulla.


Una ragazza normale sarebbe stata in cielo già da molto tempo, ma lei era ancora lì e sembrava migliorare di ora in ora.


Il suo respiro si fece più profondo e regolare.


Mi assopii stringendole la mano, mentre le prime luci dell'alba invadevano Los Angeles.


NUOVO CAMBIO DI GRAFIA.


Quando mi svegliai, il sole era alto nel cielo, dovevo aver dormito circa 12 ore, il telefono suonava nella stanza a fianco, le dita della mia mano erano intrecciate a quelle di William.


Nonostante la tempra di vampiro, era uno straccio, invocai ancora una volta l'HEALING WING e curai le ferite superficiali del mio amore, quelle che avevo causato internamente con le crudeli parole pronunciate non sarebbero guarite così in fretta.


Il mio incantesimo non poteva aver effetto su di me, è una regola della magia bianca, serve agli altri, non a se stessi, per la maggior parte dei casi.


Mi sollevai appena dal cuscino, per svegliarlo con un bacio, ma rinuncia, emettendo un gridolino, la testa prese a girare come una giostra del Luna Park.


<<Che c'è, come ti senti?>>


<<Scusami per averti svegliato, eri così dolce in sogno che avevo una gran voglia di baciarti, ma non sono riuscita a sollevarmi.>>


<<Ci credo sei viva per miracolo.>>


<<Sbagliato, sono viva grazie a te.>>


<<Ehi, mi sento benissimo, la spalla non mi fa più male, com'è possibile?>>


<<Piccolo incantesimo!>>


<<Grazie, ma dovevi pensare a te prima.>>


<<Non posso farlo su di me...vai a rispondere al telefono, io non ne ho voglia.>>


<<Spiritosa, se provi ad alzarti vedrai che ti faccio.>>


<<Buona notte tesoro...>>


<<Dormi bene...non lasciarmi ti prego.>>


Le ultime parole erano appena mormorate, ma capii bene a cosa si riferiva.


Mi sfilai un orecchino, lo portai alle labbra.


<<Avete sentito? Nemmeno io voglio andarmene, non ho mai discusso i vostri ordini in tanti anni, ora voglio restare con lui, lo voglio per sempre al mio fianco e se non vi va bene...ADDIO...fatemi sapere.>>


Strinsi l'orecchino nel palmo della mano, distruggendo il piccolo microfono al suo interno.


<<Era Joss, è incazzatissimo perché non ci siamo presentati, Amber gli ha detto che stavi a letto con la febbre, lei si è ripresa alla grande.>>


<<Io resto, per te, per me, per noi, per sempre...ti amo...>>


EPILOGO


Trascorsi una settimana a letto, scrivendo parte di queste pagine, l'inizio e la fine, tralasciai la parte al centro, ma una mano esperta compilò per me le parti mancanti della storia, il mio diretto capo, decise che era troppo bella ed importante per tenerla nascosta nel mio cuore.


Certi giorni ho voglia di riscrivere tutto da sola, dal mio punto di vista, ma poi ci ripenso, non sarebbe perfetto come è adesso, io sono di parte.


Sia io che Wiliam abbiamo risolto il contratto con BTVS, facendo piangere milioni di ragazzine e donne che adoravano Spike, ma non potevamo continuare a fingere di essere veri...o essere veri fingendo...quindi, eccoci qua, in Scozia, in un grande castello medioevale, a combattere con i demoni del passato e del presente, a nascondere la nuova vita che contro ogni logica è sorta nel mio grembo.


William mi ha chiesto milioni di volte perché non ho usato sin dall'inizio l'incantesimo della luce sacra, la verità e che potevo venire disintegrata anche io da tutta quella purezza.


Io non sono pura, non lo sono mai stata, qualcuno ha vegliato su di me e mi ha protetta da me stessa, forse la stessa persona che mi impedì di buttare tutto all'aria e di uccidermi dopo morta, il primo amore...quello che ancora fa soffrire, nelle notti di temporale.


Ma ora William è accanto a me per, forse non per sempre, ma comunque resteremo insieme per molto tempo, finché morte non ci separi, come ha detto il prete che ci ha sposati...