LETTERA D’AMORE

AUTRICI: Spuffy4ever80  (Andrew POV)

C’era una volta la ficlet “Lettera d’amore” di SaraBuffy: una storia piccola piccola, ma che aveva tanta voglia di crescere e tutto il potenziale per farlo. La storia che stata per leggere è proprio quella ff che è cresciuta e si evoluta, ritrovando, lungo il suo percorso, la sua vecchia autrice e scoprendone una nuova.

Ed è tanto cresciuta da diventare non una sola Fanfiction…ma bensì due.

Ecco a voi la prima fanfiction doppia della storia di questo forum.

Ora vi starete chiedendo che cos’è una ff doppia?

Presto detto: immaginatevi un solo prologo, una sola vicenda e due autrici, molto diverse tra loro, ma accomunate dalla stessa passione Spuffy. Immaginate che le due autrici decidendo di raccontare la stessa storia attraverso il POV di due personaggi completamente diversi tra loro.

Cosa ne uscirà fuori? Due storie completamente diverse…autonome tra loro, pur viaggiando in parallelo.

Due “ff gemelle” che vi porteranno nel cuore della stessa vicenda per strade e percorsi diversi, facendovi provare emozioni e sensazioni diverse.

Noi ci siamo cimentate in questo piccolo esercizio di stile…mostrando le due facce della stessa medaglia.

Ora tocca a voi.

Ogni lettrice sarà libera di leggere una sola delle due storie oppure tutte e due e potrà liberamente decidere l’ordine di lettura. Noi ci auguriamo che vi piaccia a tal punto da leggerle entrambe e commentarle assiduamente. Ed ora si comincia!

 

Disclaimer: i personaggi nn mi appartengono ma sn tutti di joss e co.. la ff è stata scritta per puro piacere personale e nn ha scopo di lucro

Timeline: //

Spoiler: quinta stagione di angel compreso il finale

Raiting: ff

 

 

 

 

Prologo

 

Scrivere.

Scrivere mi rimane così difficile in questo periodo.

Che strano in passato era l’unica cosa che ancora riuscivo a fare per me, l’unica che mi faceva sentire libera. Si, questo è il mio segreto, l’unico di me che non hai conosciuto. Ho iniziato tanto tempo fa a farlo sai.. in realtà da quando tutto e cominciato, dal primo vampiro ucciso, dal primo amore incontrato.

È buffo la vita ti insegna sempre che esiste un unico e vero grande amore e che dopo non esiste più quell’emozione; l’ho pensato anche io sai, quando Angel è andato via.. e ancor di più quando ho incontrato Riley; mi sforzavo, credevo di essergli vicina.. ma in realtà ero lontana…lui aveva ragione,ero io a non volerlo ammettere.

Ma poi sei arrivato tu, tu , la persona più improbabile, l’amore impossibile,quello che non ha via di fuga che è destinato a incontrarsi e scontrarsi.. che dona sorrisi e lacrime.. ma infondo il più vero quello che vale ogni sacrificio.. ogni gesto.

Sono qui tra le pagine di un diario che racconta la mia vita Spike, e tu ci sei sempre stato.

Ci sei stato nelle lotte e negli inganni, tra gli amori e i tradimenti e in tutto ciò che la mia vita è stata; vita che,sono sicura, sarebbe stata diversa, come lo sarei stata io se non ti avessi incontrato. Perché tu più di tutti mi hai insegnato: lo hai fatto quando eri mio nemico, o quando ci amavamo; lo hai fatto con il tuo sacrificio e con il tuo sorriso anche alla fine.

Tu, amore mio.. sei stato tu ad insegnarmi a ridere.

Sai capii tempo fa che eri diverso: tu da tutti gli altri, tu dal vampiro che saresti dovuto essere e dall’uomo che non ti ha mai abbandonato.

Lo capii quel giorno che dicesti a me ed Angel : << Voi non siete amici, voi non sarete mai amici, vi amerete e vi odierete ma non sarete mai amici.. l’amore è passione.. che ti far fare ciò che vuole>>

Si, amore mio, l’amore e passione ed è grazie a te che l’ho imparato,e insieme a te che l’ho vissuto.

Gli amori tra loro sono così diversi, cambiano nel tempo, cambiano insieme a noi, e tu hai sempre saputo che Angel sarebbe stato sempre speciale per me, unico. Ed è vero sai, lui lo sarà, ma io, con lui avrò sempre 16 anni, perché Angel era giusto per il mio passato, mentre ora so con certezza che tu sei giusto per il mio presente.. sei tu che mi ha fatto crescere, capire, imparare dai miei errori dalle mie sconfitte, tu Spike… finalmente l’ho capito, finalmente l’ho ammesso ma infondo so di averlo sempre saputo.

Sapevo che eri tu quello giusto ma qualcosa mi impediva di ammetterlo, mi vergognavo.. che sciocca, era dell’amore della mia vita che mi vergognavo, di colui che sapeva capire solo guardandomi, che sapeva amare senza chiedere.

Ed io ero così spaventata da questo , odiavo tanto me stessa per ciò che ero diventata, per ciò che stavo facendo a te avendo la certezza che ti amavo.. ti amavo già da allora.

Ricordi amore mio il giorno in cui sono tornata? Ero cosi spaventata, ti chiesi per quanto giorni ero mancata e tu li avevi contati tutti, solo chi ama davvero può esserne capace.. l’hai detto senza pensarci, con l’emozione che tradiva la tua voce, bassa per non spaventarmi, dolce per tranquillizzarmi, e i tuoi occhi unici in cui poter guardare l’oceano, è così che li ho sempre visti sai.. come una fuga, come un sogno.. guardarli mi dava forza, coraggio.. speranza.

Eri quello giusto, lo sei sempre stato ed io l’ho capito solo troppo tardi.

La verità è che mi manchi, mi manchi da togliermi il respiro e solo ora mi rendo conto di aver perso davvero l’amore, quello unico, quello giusto, ho perso te mentre la mia mano stringeva la tua incurante di tutto ciò che ci accadeva intorno.. solo noi due in questo mondo che abbiamo sempre protetto ma che ci ha tradito.. ti ha portato via.. via da me.. via da ciò che ti apparteneva, e che meritavi tu più di tutti.. la vita.

Vorrei tanto che queste parole ti giungessero sai.. dovunque tu sia ora, che tu capissi che quel ti amo era reale, che era la verità , lo era in quel momento, come lo era già stato in passato e come lo è ancora adesso in modo leale e puro senza nessuna paura…

Sono pronta per quell’amore Spike, per quell’ amore che hai sempre e solo tu meritato.

Amore mio grazie per avermi reso libera, libera di scegliere libera di amare.. te .. e te soltanto!

Con tutto l’amore possibile

Buffy

 

 

 

Capitolo 1

 

Ripiego il foglio strappato e lo ripongo nel libro da cui era scivolato. Esco dallo studio in silenzio, sperando che nessuno mi abbia visto o notato e mi dirigo in terrazza. Ho bisogno di pensare…no, mi correggo: prima ho bisogno di riprendere a respirare.

La giornata è stata afosa ma il vento che annuncia l’arrivo della notte da nuova forza ai miei polmoni, che a sorsate riprendono la loro normale funzione.

Inspirare ed espirare…inspirare ed espirare….ma non mi sento meglio.

Mi siedo sul dondolo nella speranza di calmare la rivoluzione che si sta svolgendo nel mio stomaco e per dare riposo alle mie gambe che improvvisamente sento pesanti. Punto lo sguardo sui tetti di ardesia di questa splendida città, osservando il sole che piano si congeda da dietro “er cupolone”. E mentre la meraviglia si dispiega davanti ai miei occhi, la mia mente è ancora ferma sulle parole che poco fa ho letto.

 

Eri quello giusto, lo sei sempre stato…

Amore mio grazie per avermi reso libera, libera di scegliere libera di amare..te.. e te soltanto!.

 

“te e te soltanto!”. Sussurro a voce bassa per paura di farmi sentire dalla ragazzina che con la radio a palla si sta preparando per uscire con chissà chi…ripensandoci bene neanche se urlassi riuscirebbe a sentirmi… a stento mi vede…

“…te.. e te soltanto!” ripeto ancora e la mia mente non vuole andare avanti.

Perché “andare avanti” significherebbe elaborare quelle parole drammaticamente innamorate e capire che quella verità, per troppo tempo nascosta, taciuta con un placido accordo dai sopravvissuti di Sunnydale, non può essere più celata. E’ scritta lì, nero su bianco, ed urla da quel foglio, ripiegato frettolosamente, per farsi sentire da tutti gli stolti che, come me, non hanno voluto vedere il dolore nascosto negli occhi dell’amica di sempre, le lacrime represse dietro i sorrisi di sorella, la fragilità offuscata dalla determinazione della Cacciatrice.

Io come gli altri non ho voluto vedere una semplice verità : Buffy ama Spike…lo ama ancora…lo amerà sempre!

 

…quel ti amo era reale, era la verità , lo era in quel momento, come lo era già stato in passato e come lo è ancora adesso in modo leale e puro senza nessuna paura…

 

Ho sbagliato.

Lei non è andata avanti.

 

“Il punto è che lei è andata avanti. E voi ragazzi dovreste fare lo stesso. Forse un giorno la potreste raggiungere. Almeno uno di voi.

Lei vi ama entrambi. Ma deve vivere la propria vita. Le persone cambiano”.

 

Si, lei è cambiata…ora finalmente sa cosa vuole…vuole Spike…ama Spike…

…te.. e te soltanto!

Non è andata avanti…ed io l’ho capito troppo tardi!

 

Improvvisamente l’aria attorno a me è più fredda. La pelle è percorsa dai brividi.

E’ forse il freddo della notte che avanza allo scomparire del sole, al tingersi di blu del cielo arancione del tramonto?

No!

E’ il freddo della presa di coscienza di ciò che ho fatto!

Ho sbagliato!

Ho sbagliato molto di più degli altri!

Ho chiuso gli occhi innanzi alla verità di Buffy e, allo stesso tempo, non le ho permesso di aprire i suoi sul quella di Spike!

 

Perché? Perché mi sono comportato così? Perchè ho pensato che vivere con Buffy, starle attorno, mi desse il diritto di scegliere per lei? Perché ho avuto la presunzione di conoscere i suoi sentimenti? Perché ho pensato che sicuramente avrebbe vissuto meglio senza sapere? Perché?

Perché?

Continuo a chiedermelo, mentre sento le lacrime farsi spazio tra le mie palpebre, e non so darmi una risposta!

Che cosa fare adesso? Come devo comportarmi? Forse dovrei parlarne con qualcuno…qualcuno che mi possa capire, che non mi giudichi…qualcuno che mi guidi…una guida…

 

Perduto, nel lato oscuro ti sei.

Yoda?

Perduto, nel lato oscuro ti sei.

Sei veramente tu? Ci sei veramente o sto impazzendo?…oh non importa…

Perduto, nel lato oscuro ti sei.

Oh si, maestro, si! E non so che fare.

La luce, ritrovare tu puoi.

Ma come?

Scegliere si deve.

Già devo scegliere.

Devo scegliere se ignorare quella lettera, non dire niente e vivere con questa grave colpa che mi attanaglierà per sempre e che porterà alla dannazione più nera la mia anima, oppure dire tutta la verità a Buffy.Giusta, la strada qual è tu sai.

Si, ma so anche che, appena le dirò cosa ho fatto, si arrabbierà.

Si arrabbierà molto. E mi farà molto male. Sicuramente mi picchierà…forse potrebbe anche uccidermi…e questa volta lo fa per davvero..

Comporta sacrificio ogni scelta

Si, mai io non voglio sacrificare la mia vita per uno sbaglio.

Il tono è lamentoso…e le prime lacrime bagnano le mie guance…

 

“Ma che fai parli da solo?”

La voce di Dawn mi fa sobbalzare e mi riporta alla dura realtà, dove io ancora non so che fare e la mia guida è un omino verde inventato da Lucas.

“Che ci fai qui da solo sul dondolo?” Mi osserva con i suoi grandi occhioni azzurri, che…

“Stavi piangendo?”

Mi ha beccato…

Ricaccio le lacrime all’indietro e mi do un tono.

“No…mi è entrato un moscerino in un occhio…stavo qui che riflettevo su…su…su…su chi chiamare stasera per andare al club…insomma sai tra Caprice ed Isabella..”

Dawn fa una smorfia di disapprovazione ma non dice niente…come sempre…

“Beh allora come sto?” E fa una piroetta su se stessa.

Indossa un paio di pantaloni neri che le evidenziano le lunghe gambe, ed una maglia dello stesso colore degli occhi, un po’ troppo aderente e scollata per essere un abbigliamento per la casa.

“Ma stai uscendo?”

“Si!” risponde secca ed è chiaramente arrabbiata perché non ho risposto alla sua domanda

“E con chi ?” il mio tono è più acido di quanto volessi.

“Con Davide, qualche problema?”

Si, vorrei dirle. Vorrei dirle che ho un immenso problema con questo Davide…Non so chi sia, non so che faccia abbia, ma so che lo odio e che sicuramente è un viscido verme che appena vedrà quanto è bella stasera…

“Allora?”

“No, nessuno!”

Bravo Andrew, così si fa, fatti rispettare…mi prendo in giro da solo.

Un lampo di delusione passa nei suoi occhi, poi alza lo sguardo al cielo, scuote la testa e se ne va.

E mi lascia solo…come sempre…

 

Torno a fissare il cielo sopra di me. Vorrei tanto vedere le stelle, come facevo a Sunnydale quando ero ancora un bambino, quando la vita era ancora facile, quando il mio unico problema era Turker che cercava di distruggere il mio dottor Spock, o di far capire a mio padre che non ero gay solo perché preferivo L’uomo Ragno a Pamela Anderson.

“Chissà che fine avrà fatto la collezione di Spider Man?”

Che domanda stupida…è andata distrutta con in resto di Sunnydale… e della mia vecchia vita.

Le stelle qui a Roma non si vedono ed io non sono più lo stesso ragazzino impaurito che ero solo un anno fa.

Ho lottato accanto alla cacciatrice, ho visto morire le persone care, ho rischiato io stesso di essere ucciso, sono sopravvissuto alla distruzione del mio mondo, ho attraversato l’oceano per costruirne uno nuovo, sono diventato un osservatore. Quasi…

Non ho ancora una cacciatrice da allenare…ma Giles ha detto che ho fatto un ottimo lavoro in questi mesi, soprattutto su me stesso, e se continuerò su questa strada presto me ne sarà affidata una…

Sempre che non muoia stasera…

Perché so che devo dire la verità a Buffy…

 

“Andrew, ci sei?”

La sua voce mi fa sobbalzare ed il battito cardiaco accelera…

“Si, Buffy, sono in terrazza..” rispondo esitante e spero solo che non esca.

In questo momento le spiattellerei tutto…

“Mi faccio un bagno caldo…e poi vado a letto..”

Mi urla dal corridoio ed io tiro un sospiro di sollievo…almeno per stasera il confronto è rimandato.

“Ok.. allora, buonanotte… a domani!”

“Notte anche a te…”

 

Già Buonanotte…come se riuscissi a dormire stasera…

Guardo la città illuminata da migliaia di stelle artificiali che si dispiega e si anima di vita nuova, al di sotto di questa terrazza e penso che forse questa è l’ultima volta che la osservo. Penso che questa potrebbe essere l’ultima notte che vivo e non ho detto a Dawn…niente.

Sospiro rassegnato.

Perché ho sbagliato e lo so. Ma non sono un vigliacco, o almeno non lo sono più.

E domani Buffy saprà la verità.

Ed io morirò.

Ah, se solo avessi permesso a Spike di incontrare Buffy…se solo ci fosse un modo per farle sapere che è vivo senza doverglielo dire…se solo Spike decidesse di ritornare a Roma spontaneamente…

 

Vorrei tanto che queste parole ti giungesse sai.. dovunque tu sia ora…

 

Ed improvvisamente un illuminazione. Forse ho trovato il modo.

Mi alzo di scatto dal dondolo e corro nello studio, senza far rumore.

La lettera è ancora tra le pagine di quel libro. Di Buffy nemmeno l’ombra.

L’afferro con un gesto fulmineo e la decisione è presa.

La metto in una busta e scrivo l’indirizzo.

 

 

Wolfram&Hart

U.S. Bank Tower

633 West fifth street

Downtown LA

 

 

Andrew sei un genio…si un genio…

Vigliacco tu sei…

Capitolo 2

 

Vigliacco tu sei

 

E’ la voce del maestro Yoda che continua a tormentarmi, che continua ossessivamente a girare nella mia testa da ieri sera, alimentando dubbi, insicurezze, tenendomi, anche adesso, davanti questa cassetta postale, bloccato, immobile, perso nelle mie domande.

E se stessi nuovamente sbagliando?

E se mi stessi nuovamente intromettendo?

E se stessi ancora decidendo per Buffy, violando per altro anche la sua privacy?

SI, sbagliando tu stai. La sola verità l’unica soluzione è.

SI, intromettendoti tu stai. Giusto questo non è.

SI, decidendo per lei tu stai, lei sola decidere può.

E’ la mia coscienza a rispondermi? E perché continua a parlarmi con la voce di Yoda?

Basta!Basta!Basta!

Devo calmarmi, smetterla di sentire voci che non esistono. Smetterla di ricercare risposte da uno yedi che parla strano. Smetterla di aspettare soluzioni da qualcun altro che non sia esclusivamente io.

Devo comportarmi da uomo e prendere una decisione.

Spedirla o non spedirla? Questo è il problema.

Allora Andrew razionalizziamo e non facciamoci prendere dal panico…lo sappiamo entrambi che non è una decisione saggia e che non è sicuramente quella più giusta. Sappiamo che dovremmo raccontare tutto a Buffy, lasciare che sia lei a decidere se far sapere a Spike ciò che prova o no ed in che modo. E soprattutto sappiamo che dovremmo assumerci le responsabilità delle nostre azioni, indipendentemente dalle conseguenze.

Anche se queste conseguenze sono dolorose…molto dolorose…mortalmente dolorose.

E’ questo in fondo quello che ci ha insegnato Giles.

E’ questo che si presuppone faccia un buon osservatore…però…

 

“Allora ragazì, te dai una mossa? Qua dietro c’è na fila peggio che alla Nomentana…”

Una voce arrabbiata mi riporta alla domanda centrale:

Spedirla o non spedirla?

Morire o non morire?

Il corpo non mi aiuta: nel cervello infuria una battaglia degna di Inyuasha e Naraku; gli organi interni hanno deciso di farsi un balletto caraibico; le gambe e le braccia si dedicano alla sacra arte del tremolio.

 

Mentre sto ancora cercando un modo per venire a patti con me stesso e con la decisione da prendere, tutto accade velocemente: l’omone dietro di me perde la pazienza, mi scansa, mi strappa la lettera dalla mano e la imbuca al posto mio.

Sono Pietrificato.

Tutto il mio corpo lo è: la lotta nel cervello è finita ed i due avversari guardano basiti la mano vuota che pochi secondi fa stringeva la lettera; lo stomaco, l’intestino ed il fegato hanno interrotto la rueda che li coinvolgeva ed ora, immobili, attendono di capire quale nuovo ballo inizieranno; le gambe e le braccia hanno smesso di tremare e sono pronte ad abbandonarmi da un momento all’altro.

Tutto si è fermato mentre la consapevolezza prende il sopravvento: La lettera è andata!La lettera è andata! La lettera è andata!

Io non posso più tornare indietro!

Non posso più tornare indietro! Oh mio Dio! Oh mio Dio!

 

“A’ ragazì, hai deciso di mettere radici? Te vo’ spostà?”

L’uomo si fa minaccioso e capisco che se non voglio morire per mano di uno sconosciuto, piuttosto che per mano di Buffy, è meglio allontanarsi.

Comincio a camminare per le strade, senza una meta, un passo davanti l’altro: prima piano, poi un po’ più veloce, ancora un po’ più veloce, sempre più veloce, finché non mi ritrovo a correre disperatamente per cercare di mettere più distanza possibile tra me e quella lettera.

Corro e continuo a correre finché il fiato mi viene meno, e la milza reclama la sua presenza.

Solo a quel punto comincio a rallentare, sempre di più fino a fermarmi del tutto. Il battito è ancora accelerato ma sto man mano riprendendo a respirare normalmente ed il dolore al fianco destro si sta affievolendo.

Mi giro e di quella cassetta neanche l’ombra. Sono ormai lontano dalla scena del crimine.

 

Ed improvvisamente mi sento meglio: perchè la lettera è andata ed io non ho più una decisione da prendere. E l’idea di non dover più scegliere, che qualcun altro lo abbia fatto per me, mi calma e porta il flusso dei miei pensieri verso porti più tranquilli.

Forse le cose non andranno male, anzi la situazione potrebbe migliorare, forse migliorerà…

Andrà tutto bene!

Insomma, è vero che non è stata una decisione saggia, peraltro non mia…è stato quel energumeno a imbucare la lettera, ma sicuramente è la soluzione che permette a tutti di vincere.

Spike appena leggerà le parole di Buffy si precipiterà da lei; finalmente si incontreranno, si chiariranno e si giureranno imperituro amore…

Immagino già la scena.

 

E’ sera e Buffy è appena uscita dal palazzo dell’immortale. Gli ha detto che non è il caso che si vedano più, perché il suo cuore appartiene ad un altro. Sta scendendo mestamente la scalinata di Trinità dei Monti, con lo sguardo basso. E’ da molto che non guarda più le persone che la circondano. Ha paura di ritrovare negli sguardi di uno sconosciuto ciò che ha perso per sempre. Sta scendendo l’ultimo gradino quando un rombo attrae la sua attenzione e le fa alzare lo sguardo. Ed allora che la vede. Una capigliatura ossigenata che si muove tra le persone che affollano la piazza sottostante. Il cuore perde un battito. Ma poi si calma. E’, come sempre, solo uno scherzo della sua mente. Prende un respiro profondo e prosegue per la sua strada. E’ solo la sua mente.

Ma questa volta a sbagliarsi è lei.

Dall’altro lato della piazza, Spike sta cercando convulsamente Buffy, facendosi largo tra la massa di turisti. E poi la vede ed è più bella di come la ricordasse: è lì sull’ultimo gradino della scala ferma con lo sguardo rivolto nella sua direzione. Pensa che anche lei l’abbia visto, ma poi prosegue per la direzione opposta alla sua. E allora comincia a chiamarla, correndo il più possibile tra la folla, gettando quasi all’aria tutti coloro che si sovrappongono tra lui ed il suo destino, il suo amore, la sua cacciatrice. Ma lei non si accorge di nulla e scompare dalla sua vista. L’ha persa un'altra volta e sta quasi per mollare…ma no...lui non è uno che molla. Con ancora più voce la chiama, urlando il suo nome. Lo spiraglio della Barcaccia gliela fa intravedere nuovamente. E allora corre, come non ha mai corso in tutta la sua vita; con un salto felino supera in un attimo la fontana e non prestando più attenzione a nulla se non a quei capelli color del grano che tanto ama, la raggiunge.

Una mano si posa sulla spalla di Buffy, che si gira di scatto. E lo vede.

Meraviglia, incredulità, felicità e commozione si alternano sul suo viso ed una sola parola la sua voce, improvvisamente afona, riesce a pronunciare.

“Spike?”

“ Si…Buffy!”

“Spike!”

“Sono tornato, amore. Sono tornato per te. Da te!”

E poi la prende tra le sue braccia e la stringe a sé, inspirando il suo profumo così dolorosamente familiare.

Il cuore di Buffy comincia a battere all’impazzata. Non sa bene cosa stia succedendo; non è ancora neanche convinta che non sia solo frutto della sua immaginazione. Ma adesso non le importa.

Getta le braccia al collo del suo vampiro, lo stringe a sé e spinge le sue labbra su quelle fredde del suo amore.

E così si baciano.

Un bacio appassionato come solo loro sanno scambiarsi.

Un bacio che sa di amore, di perdono, di promesse.

Un bacio che sa di passato,di presente e soprattutto di futuro.

 

Si, andrà sicuramente così!

 

Vivranno felici e contenti ed io non morirò!

 

Forse Buffy, quando verrà a sapere delle mie intromissioni, si arrabbierà, ma sicuramente non mi farà del male fisico. Sarà così felice di essere di nuovo con Spike e mi grazierà…e poi dovrà pur riconoscermi un ruolo fondamentale nella sua ritrovata felicità.

Chissà forse potrebbe chiamare il loro primo figlio come me!

Se Angel ha avuto un figlio, perché mai non ci potrebbe essere un piccolo Andrew Summers che gattona per casa…

Summers? No, dovrebbe chiamarsi come Spike…quale sarà mai il suo cognome?

Devo ricordarmi di chiederglielo appena lo vedo…

Si andrà sicuramente tutto bene!

 

Libero dal pensiero della lettera e degli sbagli passati, mi permetto di rilassarmi finalmente e di accorgermi della bella giornata che è schiarita attorno a me: il vento di ieri sera ha evidentemente liberato il cielo dalle nuvole che ricoprivano la città e che rendevano l’aria irrespirabile ed afosa.

Con questo sole caldo e questa leggera brezza è un vero peccato chiudersi nella biblioteca di Travis, l’osservatore a cui faccio capo, e decido su due piedi di prendermi un giorno di vacanza.

Dove potrei andare? Al mare? A Ostia?…o a villa Borghese? Si!

Villa Borghese è il posto ideale per una bella passeggiata!

Potrei anche chiamare Dawn e chiederle di farmi compagnia: sono sicuro che non sarà difficile convincerla a saltare le ultime lezioni dell’anno con la promessa di uno di quei gelati che tanto le piacciono.

E mentre compongo il numero di casa sul cellulare penso che è da molto che non facciamo due chiacchiere…

E’ da quella volta…

 

“…ed io osservavo la cacciatrice lottare, pronto ad intervenire in caso di necessità. Quando improvvisamente dal nulla sbuca un grosso Xofar…hai presente un demone Xofar? E’ grosso, peloso…e dalla bocca gli cola una bava verde maleodorante…bleah! Comunque stavo dicendo, questo demone compare alle spalle della… ma che fai ti metti a ridere? Dawn…il momento era drammatico che c’è da ridere?”

“non rido della storia…rido per te…no…non di te…è che mi piacciono i tuoi racconti…riesci a rendere anche una ronda di routine interessante…mi piace…mi diverte…”

“che c’è?”

“…anche Spike aveva questa capacità..”

“uh!?”

“Prima che mamma morisse…prima che la vita si incasinasse fuori misura…spesso dopo scuola andavo nella sua cripta e mi raccontava anche lui delle storie…”

“Ti manca?”

“beh…si…è che…non gli ho detto addio…non gli ho detto che lo avevo perdonato…che avevo compreso…che gli volevo ancora bene…”

“Sono sicuro che lo sapesse..”

“No…non lo sapeva, perchè io non glielo ho detto…perché le prime parole che gli ho rivolto quando è tornato è che se avesse provato ad avvicinarsi di nuovo a mia sorella lo avrei ucciso nel sonno.

Forse sono state le uniche parole che gli ho rivolto l’anno scorso e lui...”

“Ascolta Dawn, non ho conosciuto molto bene Spike…però so che aveva una capacità…riusciva a leggere il cuore delle persone che amava. E lui ti amava.

Ha letto anche il tuo. Ne sono sicuro. Lui lo sapeva.”

“Andrew….grazie…”

 

Il segnale di occupato sottolinea la nuova presa di coscienza. Ho fatto del male anche a Dawn…

Lasciandole credere che fosse ancora morto…non vivo, le ho fatto del male.

Mi sono così preoccupato di Buffy, che non ho pensato che in tutto questo periodo anche Dawn ha sofferto la mancanza di Spike…ha pianto la sua morte chiusa nella sua stanza per non mischiare le sue lacrime a quelle della sorella.

Ed io ho assistito inerme…

Un nuovo brivido mi attraversa la schiena mentre immagino la reazione decisamente più violenta di Dawn.

In un modo o nell’altro sono in un mare di guai…a questo punto non posso più sfuggire.

La voglia della passeggiata è venuta meno e decido di tornare a casa…forse se mi chiudo nella mia stanza fino all’arrivo di Spike, potrei ancora salvare qualche ossa…

 

 

Apro la porta con aria afflitta, pronto a catapultarmi nuovamente a letto, quando la scena che mi si para davanti mi lascia basito.

Il soggiorno è in completo subbuglio: i divani sono stati spostati, mentre le tre televisioni di casa sono state posizionate l’una di fianco l’altra su di un ripiano improvvisato accostando due mobili. Il pavimento è un tappeto di file, cavi, prolunghe intrecciati tra loro e che rendono la percorribilità della stanza praticamente impossibile. Senza muovermi dalla mia postazione cerco di gettare uno sguardo agli schermi che sembrano trasmettere tutte e tre lo stesso programma, che deve risultare particolarmente interessante vista l’espressione rapita di Dawn che gira lo sguardo da un monitor all’altro incessantemente. Buffy è in piedi alle spalle della sorella ed è al telefono con un espressione in viso grave e scioccata .

“Si..ho capito…un attimo. Dawn, metti la CNN”, le ordina in modo perentorio quasi urlando.

Ed il tono che ha usato mi allarma, perché l’ho riconosciuto.

E’il tono del comando.

E’ il tono che era solita avere l’anno scorso quando si rivolgeva alla potenziali.

E’ il tono che adotta quando si prepara per una battaglia…

Cosa sta succedendo?

“Se riuscissi a capire come funziona questa maledetta parabola, lo farei pure…ma perché questi italiani sono così complicati”

Mentre litiga con il telecomando sbagliato, Dawn gira lo sguardo e si accorge della mia presenza.

“Andrew, finalmente! Ma dove sei stato? Qui è l’inferno! Buffy ha provato chiamarti, ma quel cellulare è sempre occupato…che lo avrai a fare visto che in una situazione di emergenza come questa non riusciamo a parlarti. Ma che fai? Non rimanere lì immobile come uno stoccafisso…vieni a darmi una mano…non riesco a capire niente tra parabola, digitale terrestre…qual è il telecomando giusto?”

Ancora scombussolato dall’ondata di parole che mi ha travolto, mi avvicino alla televisione più grande e la sintonizzo sulla CNN.

Prime immagini si alternano davanti i miei occhi e finalmente capisco.

E’ l’apocalisse!

Di nuovo.

 

“Ed ora passiamo la linea alla nostra inviata sul posto, Susan Sharp, per un riepilogo della situazione. Susan dove sei?

Si, grazie Kevin. Mi trovo a Mount Washington e come potete vedere qui la situazione per ora è tranquilla. A quanto pare gli strani fenomeni atmosferici e sismici, a cui gli esperti stanno ancora cercando di dare una spiegazione, sono per adesso localizzati solo al centro direzionale della città di Los Angeles. Le autorità hanno fatto evacuare prontamente la Downtown e hanno predisposto un cordone sanitario che impedisce qualunque accesso all’area che è attualmente isolata. Le immagini dell’elicottero ci mostrano la difficile situazione autostradale della 110 e della 101 nel senso di uscita dalla zona”

 

In uno sconcerto silenzioso assistiamo al serpentone di macchine che sembra dispiegarsi per chilometri e chilometri in qualsiasi direzione: macchine come formiche impazzite, che si allontanano senza una metà dal formicaio ormai in distruzione.

“Giles ci servono altre informazioni…”

“Ma come è possibile che le veggenti del consiglio non si siano accorte di nulla?” chiede irritata Buffy

“Nemmeno Willow?”

La situazione a Los Angelus deve essere più incasinata dell’immaginato, se nemmeno la dea, che è in connessione con il tutto, aveva previsto l’accaduto.

“ Ah…una barriera magica…può essere questa la causa!”

Svelato il mistero

 

“No, Kevin. Per ora non ci sono aggiornamenti specifici sull’area in quanto una strana tempesta elettromagnetica impedisce agli elicotteri di sorvolare la Downtown che, con tutte le luci fuori uso, per ora, appare solo come una macchia scura all’orizzonte.”

 

Si…altro che tempesta elettromagnetica.

 

“Tuttavia come si può vedere dalle immagini satellitari, le nuvole continuano ad addensarsi come in un vortice all’altezza della U.K Bank Tower, che per altro sembra corrispondere all’epicentro dei terremoti sussultori che da oggi pomeriggio stanno devastando l’area”

 

La U.K. Bank Tower…non può essere…non…

“Giles, pensa anche lei quello che penso io?”

Purtroppo lo pensiamo tutti…

“La Wolfram&Hart!” Buffy da voce alle nostre paure.

I Senior Partners stanno scatenando la loro personale apocalisse.

“Lo sapevo che non c’era da fidarsi…l’avevo detto io ed Angel che si è pure alleato con quelli…sperava di poterli sconfiggerli dall’interno…ma è stato un illuso…”

Ecco ed ora è realmente arrabbiata.

“Avete provato a mettervi in contatto? A parlarci?…”

“Ah bene…grandioso!”

 

“Si, Kevin tutti i sistemi telematici e di comunicazioni sono sospesi…purtoppo non si può sapere se qualcuno è ancora rimasto all’interno del cordone. Ormai un'unica cosa è certa: così come nessuno può entrare, nessuno può uscire dalla Downtown. Ed ora passiamo la linea all’esperto atmosferico che ci illustrerà la sua teoria sul vortice creatosi sull’antenna della U.K Bank Tower…”

 

“Cosa? Una testimonianza? Ma non dovremmo agire il prima possibile, invece che stare attaccati alla televisione a…”

“Va bene…un attimo, cercate la CBS!”

Dawn comincia ad armeggiare con la seconda televisione, mentre sulla terza in un telegiornale italiano un esperto sismografo sta spiegando come questi tipi di terremoti sussultori siano in contrasto con la natura della faglia di Sant’Andrea e come debbano per forza avere un altra origine.

“cavolo...ma non riesco ad accedere alla parabola…Andrew?”

Richiama la mia attenzione.

Collego anche la seconda televisione con il cavo della parabola e dopo poco appare il telegiornale americano, dove una giovane donna con un talleur rosso sta intervistando un uomo sulla quarantina con i capelli brizzolati, tipico aspetto da Manager rampante, che, incurante delle telecamere, lancia sguardi lascivi al decoltè della giornalista.

 

“come stavo dicendo… lavoro al Paul Hastings Tower, poco lontano dalla U.K. Bank per una società di Marketing aziendale che…

Ehm…può, semplicemente, dirci cosa è successo in mattinata…quando vi siete accorti che qualcosa non andava…

Ah..si…allora ero nel mio ufficio e stavo sbrigando le solite pratiche, quando ad un certo punto tutto intorno a me è cominciato a tremare…però dopo pochi secondi così come era cominciato è finito. Abbiamo pensato ad una leggera scossa di terremoto…in fin dei conti siamo abituati con questa maledetta foglia di Sant’Angelo..

Ehm…faglia di Sant’Andrea…

Cosa?

Intendeva la faglia di Sant’Andrea…

Eh…si quella…comunque mentre stavamo cercando ancora di capire se c’erano stati dei danni o meno…la terra ricomincia a tremare…questa volta un po’ più forte…e poi smette…e poi ricomincia e poi rismette…e…

E così va avanti per quanto?

Non saprei…buoni dieci minuti…ed ogni scossa era sempre più intensa…eravamo a quel punto nel panico più totale…comunque all’ennesima pausa cominciamo a correre tutti verso le scale di emergenza…qualcuno ha azzardato l’ascensore…ma purtroppo non ce l’hanno fatta in tempo…

Io sono riuscito a mettermi in salvo appena prima che tutto cominciasse a crollare…

E quando sono arrivato in strada ho assistito allo spettacolo più spaventoso di tutta la mia vita…non potrò mai dimenticare quello che ho visto…quelle immagini saranno per sempre fisse nei miei occhi ed alimenteranno i miei peggiori incubi…

Si…capisco…ma può dirci cosa ha visto…

Migliaia di persone che correvano in ogni direzione come impazziti, mentre alberi, lampioni, insegne, palazzi venivano giù come fossero stati di carta…

Ho cominciato a correre anche io…non sapevo bene cosa fare…dove andare…ad ogni scossa venivo rimbalzato in aria…

Rimbalzato in aria?

Si…insomma è stato diverso da tutti gli altri terremoti che ho vissuto…di solito ti senti sballottolato a destra e sinistra…qui…invece venivo rimbalzato in aria…come se qualcosa da sotto terra mi spingesse…non so come spiegarlo…

Ho capito…continui!

Dove ero rimasto…ah si…solo quando mi sono allontanato dalla fifth street ed ho cominciato ad avvertire il tremore affievolirsi sotto i miei piedi mi sono girato a vedere ciò che avevo lasciato alle spalle ed è stato allora che mi sono accorto che il cielo era stato completamente oscurato da questi strani nuvoloni che sembravano muoversi in circolo verso la U.K Bank Tower…unico edificio per altro che sembrava non aver subito danni…non le sembra strano anche a lei?

Beh…si…ma continui…la prego non si fermi…

Si…certo…mentre ero lì fermo immobile ad assistere inerme a questo scenario apocalittico, improvvisamente sento un rombo…anche se ci penso bene…non era proprio un rombo…era più...un ruggito...un grosso ringhio…ha presente? Ma…comunque subito dopo un forte vento si è alzato ed ha cominciato a spingermi come niente…come se fossi un ramoscello... sembrava quasi allontanarmi dall’area…insomma io non mai visto qualcosa di simile…cioè mi dico…come è possibile che le nuvole andassero in un verso mentre il vento spingeva in un altro…

Cioè?

Si…le dico che mentre le nuvole continuavano quel loro strano movimento a vortice intorno alla U.K. Bank, il vento si muoveva in senso opposto…come un vortice al contrario…ha presente…”

 

Un campanello di allarme suona nella mia testa, mentre l’uomo continua a farfugliare, con lo sguardo sempre fisso nel decoltè della ragazza, come sia riuscito a superare la Downtown indenne.

 

“Le nuvole andavano in un verso, il vento in altro” ripeto mentre il mio cervello è in piena elaborazione.

Un vortice di nuvole…un vortice al contrario il vento

Queste parole continuano a risuonarmi nella testa senza un apparente logicità.

Due vortici…l’uno contrario all’altro…

E poi un immagine.

Due vortici opposti che ruotano in senso l’uno contrario all’altro attorno ad un punto…un centro.

Due vortici l’uno centripeto, l’altro centrifugo.

Un Iperboloide.

L’Iperboloide.

L’Iperboloide Mistico.

 

“Il che? Ipercoso mistico? E che cosa significa?” Buffy chiede confusa al signor Giles, che purtroppo è arrivato alle mie stesse deduzioni.

Purtroppo, perché la creazione di un Iperboloide Mistico solo una cosa può significare.

“Un Portale interdimensionale? Né sicuro?” ed il tono della cacciatrice tradisce ansia, mentre Dawn accanto a me si è irrigidita al suono di quella parola.

Perché entrambe sanno fin troppo bene cosa significa l’apertura di un portale.

Meglio di chiunque altro.

Perché ne hanno subito le conseguenze.

Entrambe.

Una lacrima solca le guance di Dawn ed io riesco a sentire l’immensa sofferenza che la sta scuotendo in questo momento. Si lascia stringere la mano che mollemente ha lasciato ricadere sul divano come una bambola di pezza inanimata.

E’ così piccola in questo momento ed io mi sento così inutile. Vorrei tranquillizzarla, infonderle coraggio, dirle che questa volta non finirà con un sacrificio…ma non posso…

“E cosa possiamo fare? Sappiamo come chiuderlo? Giles, la prego, mi aiuti a capire!”

Volgo lo sguardo alla sorella più grande e quello che vedo mi sconvolge ancora di più.

Davanti a me c’è solo una ragazza.

Non la cacciatrice, che non indietreggia davanti a nulla, che ha superato più di sette apocalissi, che ha stravolto regole millenarie.

Non la mia supereroina.

Ma solo una ragazza che teme per se e per i suoi cari.

Una ragazza che con voce tremante ed una flebile speranza sta chiedendo aiuto a quello che considera suo padre.

“Cosa? Cosa dobbiamo fare?”

“No…signor Giles…io ci sarò…e sarò in prima linea come sempre…abbiamo fatto tanto per riportare l’equilibrio tra il bene ed il male ed ora non permetterò a nessun Senior Partners di distruggere il mondo per il quale Spi…abbiamo sacrificato tutto. Quindi mi dica solo cosa devo fare e lo farò!”

E nuovamente l’immagine davanti i miei occhi cambia. La Chosen one è tornata!

E allora capisco che la ragazza-Buffy e la cacciatrice-Buffy sono le due facce della stessa medaglia, sono due entità non si possono dividere.

Lei è entrambe. Ed è forse per questo che è speciale. Diversa da tutte le altre, che ci sono state o ci saranno.

Lei è unica.

Nonostante l’incantesimo, rimane unica.

“Si…va bene…le passo Andrew…ci vediamo tra poco…allora!”

Posa la cornetta e mi fa cenno, mentre raggiunge la sorella sul divano, abbracciandola e rassicurandola, sussurrandole le parole che io non sono riuscito a trovare.

“Pronto? Signor Giles?”

“Si, Andrew, sono io! Già sai cosa sta succedendo a Los Angeles?”

“Si, stavo guardando la immagini anche io…ed ora che facciamo?”

“Dobbiamo partire…il prima possibile. Per adesso è inutile smuovere un esercito di cacciatrici se ancora non sappiamo bene com’è la situazione. Basterà un piccolo gruppo per andare in avanscoperta. Solo le cacciatrici più esperte e più preparate. Sono già comunque stati allertati i coordinatori degli osservatori e delle cacciatrici nelle varie parti del mondo e tutti sono pronti ad intervenire in caso di necessità.” Il tono deciso e perentorio di Giles mi intimidisce sempre…

“E da chi sarà formato il gruppo di avanscoperta?”

“Avevo pensato al gruppo di Londra, guidato da Willow, e sicuramente a quello di Faith a Cleveland. Pensavo che Buffy non volesse essere coinvolta…ma a quanto pare mi sono ancora una volta sbagliato. Ed a questo punto vorrei anche qualche cacciatrice italiana.”

“Si, ce ne sono alcune molto preparate, che hanno usufruito del contatto diretto con Buffy…avete già avvertito Travis?”

“No…vorrei che te ne occupassi tu!”

“Io…ma è Travis il coordinatore italiano…e…”

“Si, ma tu le conosci meglio. Inoltre sei già stato in battaglia, sai cosa significa affrontare un apocalisse e sono sicuro che saprai come guidarle al meglio. Sei cresciuto Andrew. E’ il tempo che tu lo dimostri.”

“Ok…” rispondo esitante e con una grande commozione nel cuore. Dovrei essere spaventato in questo momento, ma non lo sono. La fiducia che mi sta dimostrando il gran capo del consiglio è tale da infondermi un coraggio che non pensavo possibile. Non voglio deluderlo.

“Cosa devo fare?”

“Contatta le cacciatrici più brave e fatevi trovare all’aeroporto di Ciampino per le due di oggi pomeriggio. Un aereo privato del consiglio vi verrà a prendere per portarvi direttamente a Los Angeles!”

“Alle due? Ma se sono quasi le dieci…come farò a contattarle e farle trovare in tempo…è impossibile!”

“Se fosse stato facile, non lo avrei affidato a te! Mi raccomando! Salutami Buffy e Dawn” e attacca, lasciandomi con tutte le mie perplessità ancora intatte.

 

“Allora…come ci organizziamo?” Mi chiede Buffy ed il semplice fatto che si stia rivolgendo a me in questo momento, mi fa sentire improvvisamente importante e cancella tutti i miei dubbi.

“Un aereo ci verrà a prendere tra quattro ore a Ciampino…verranno anche alcune cacciatrici italiane…anzi mi devo sbrigare a contattarle!”

“Perfetto…io comincio a rispolverare l’armeria. Dawn mi aiuti?”

“Ma devo preparare la valigia!”

Buffy lancia uno sguardo di fuoco alla sorella.

“No…” e sta per ribattere qualcosa quando improvvisamente si addolcisce e sorride.

“Quindi deduco che voglia venire anche tu?”

“E’ scontato, no?”

“Va a preparati…e ricordati che stiamo andando in guerra, non in gita!”

La brunetta le fa la linguaccia e corre in camera sua.

“E sistema la camera questa volta!”

 

Ci scambiamo uno sguardo di intesa, io e la cacciatrice. E’ il tempo di muoversi ed agire.

Lei si dirige in camera sua, mentre io entro nello studio.

Mi siedo dietro la scrivania, con una strana sensazione addosso, che non riesco a spiegare e a cui onestamente ora non ho il tempo di pensare, e tiro fuori l’elenco completo delle cacciatrici.

Al lavoro Andrew!

 

Guardo l’orologio. E’passata già un ora.

Sono esausto, ma soddisfatto. Rileggo i nomi che ho davanti agli occhi e so di aver fatto un buon lavoro.

Monica, Stefania…si! Manuela…Benedetta…ci sono proprio tutte.

Ho selezionato solo il meglio. Ho predisposto il trasferimento delle cacciatrici su Roma e nonostante i miei dubbi per le due saremo pronti a partire.

Chiudo gli occhi e mi rilasso.

La giornata finora è stata carica di avvenimenti e tra poche ore affronteremo una nuova apocalisse. E’ giusto che mi riposi ora che ne ho la possibilità.

Neanche stanotte ho dormito bene a causa…oh Santo Gandalf…la lettera.

E la sensazione che ho percepito poco fa ritorna prepotentemente

 

tutti i sistemi telematici e di comunicazioni sono sospesi…così come nessuno può entrare, nessuno può uscire dalla Downtown.

 

E finalmente riesco a dare un nome a ciò che provo.

Panico.

Perché la lettera non arriverà mai a destinazione.

Tra poco nell’infuriar della battaglia Spike e Buffy si ritroveranno.

Ed io sono un uomo già morto.

Per un motivo o per un altro.

Cap3

 

Buio. E’ tutto quello che riesco a percepire.

Non so dove sia o come ci sia arrivato e questa inconsapevolezza non fa altro che aumentare la sensazione di panico.

Non posso stare fermo.

Devo muovermi e capire cosa fare.

Mi concentro, sfruttando gli insegnamenti dati alle cacciatrici.

Quando la vista viene meno, concentrarsi su se stessi e ampliare gli altri sensi.

“Io sono il centro, niente esiste al di fuori di me”.

“Io sono il centro niente esiste al di fuori di me” Ripeto come un mantra, una, due, cinque, dieci volte, finchè sento le mie membra rilassarsi e la mente espandersi verso l’universo.

E poi finalmente lo sento. Odore di fumo, cenere e smog.

Tuoni e rombi in lontananza.

Alti muri di mattoni ai miei lati.

Sono in una specie di vicolo stretto di qualche strana città, che sembra stia bruciando.

Possibile che io sia già Los Angeles?

Ma come ci sono arrivato?

Non riesco a ricordare nulla.

Un momento prima ero a Roma, un momento dopo mi ritrovo qui.

Ricado nel panico, perché sapere dove sono non mi aiuta a capire come agire.

E sono immobilizzato, inerme.

Improvvisamente un lampo mostra la strada di fronte a me.

Rabbrividisco.

Perché è bloccata.

Un grosso Turok- han ostacola il mio procedere.

Indietreggio piano, sperando di non far notare i miei movimenti.

Ma quando il mostro avanza verso di me, mi volto totalmente e comincio a correre nel incoscienza dei miei passi nella direzione opposta.

Cerco una via di uscita da questo vicolo che sembra non finire mai ed il panico aumenta ad ogni metro che percorro.

Un altro lampo blocca la mia corsa disperata, mentre mi mostra la via di uscita, tanto agognata.

Qui, ferma, con uno sguardo assassino sul volto e l’ascia alzata in atteggiamento di guerra, c’è Buffy. E capisco che quello sguardo di morte è rivolto a me.

Non ho più scampo.

Sono morto.

Per un motivo o per un altro.

Mi accascio a terra e faccio l’unica cosa che posso fare.

Piangere, gridare e implorare pietà.

 

“Andrew…Andrew…svegliati…dai smettila di gridare!”

Una voce familiare mi fa sobbalzare dal mio posto e cado rovinosamente a terra. La botta mi riporta velocemente alla realtà. I grandi occhi marroni di Monica mi guardano interrogativi.

“Che è successo?” chiedo ancora tremante, non realizzando bene dove mi trovi adesso.

“Diccelo tu!” Interviene Benedetta che mi tende una mano per aiutare ad alzarmi.

“Ci stavi chiarendo la situazione a Los Angeles…quando ti sei addormentato di botto”

Allora era solo un sogno.

Mi tocco il corpo per convincermi di essere vivo e si, per fortuna, lo sono ancora!

La mia mente torna a funzionare ed i ricordi si riassemblano in un ordine preciso.

La lettera…i terremoti, l’iperboloide mistico, il portale…le cacciatrici…la partenza.

Alzo lo sguardo al grande orologio che fa bella mostra di sé nella sala di aspetto privata dell’aeroporto di Ciampino.

Le 13:50. Ancora dieci minuti e l’aereo atterrerà.

Ancora dieci minuti di calma e poi tutto avrà realmente inizio.

Quando saliremo, non avremo più alcuno scampo.

Nessuno potrà tornare indietro.

Dovremo affrontare il nostro destino.

Qualunque esso sia.

Ed il mio sarà sicuramente la morte.

Perché sarei già dovuto morire un anno fa e sono stato fin troppo fortunato.

So che non potrò esserlo una seconda volta.

Anya non lo è stata.

Nella mia mente le sue parole risuonano ancora.

 

“…Ci fu un’altra apocalisse, e quella volta, beh… scappai. Ma stavolta no, non lo so.

…Immagino che allora fossi poco abituata a stare con gli umani. Ma adesso ho visto molte più cose, ho conosciuto gente, ho visto cosa sono capaci di fare… e immagino di essermi resa conto di quanto siano incredibilmente sciroccati, voglio dire nevrastenici in maniera gigantesca. E non hanno uno scopo che li unisca, così vagano goffamente nella vita, finché muoiono. E lo sanno che prima o poi arriverà, però ognuno di loro rimane sorpreso quando gli capita. Non sono capaci di pensare oltre a ciò che vogliono in quel momento. Si uccidono l’uno con l’altro, cosa chiaramente da pazzi. Malgrado tutto, quando si tratta di faccende davvero importanti, combattono. Voglio dire, sono davvero idioti a farlo, però lo fanno. Loro non mollano… non mollano mai. Quindi suppongo che continuerò anche io a combattere.”

“In un certo senso questo è molto bello. Tu adori gli umani.”

“Non è vero!”

“Sì che è vero, tu li adori…”

“Smettila! Non li adoro affatto e ti uccido se lo dici a qualcuno.”

“Non lo dirò a nessuno, non ne avrò l’occasione comunque.”

“Non lo so, potresti sopravvivere.”

“No, tu potresti sopravvivere. Sai come maneggiare un’arma e sei su questo mondo da mille anni. Io non sono così… non credo che me la caverò. Ma mi sta bene. Credo che mi piacerebbe finire come uno di quegli umani idioti, che cercano di fare la cosa giusta.”

 

Allora mi sbagliai. Ma questa volta no.

Se combatterò, cadrò.

 

Getto uno sguardo alle ragazze che mi sono attorno ed anche in loro posso leggere la stessa tensione, la stessa angoscia.

Perché essere una cacciatrice, avere la forza ed il potere, non salvaguarda dalle paure, non impedisce di provare timore per la morte.

E queste ragazze adesso tremano perché non vogliono morire.

 

Anche Buffy deve aver letto nei loro occhi muti lo steso panico, perché si alza e le si para davanti.

“Avevo 16 anni quando ho affrontato la mia prima apocalisse. Era scritto che morissi.

Che un vampiro, il maestro, mi avrebbe uccisa. Così diceva la profezia. Ho avuto paura.. e ho cercato di scappare”.

La guardo mentre con le braccia incrociate e lo sguardo rivolto verso nessuno in particolare comincia a parlare e so già cosa dirà perché l’ho già visto, l’ho già ascoltato, l’ho già vissuto molto tempo fa : il generale sta facendo il grande discorso di incoraggiamento alle sue truppe .

“Ma non l’ho fatto. Perché scappare sarebbe stato inutile; non potevo scappare da me stessa, da ciò che ero, da ciò che siamo…siamo cacciatrici e siamo costrette a convivere con la morte ogni notte.

Siamo destinate ad una vita breve e dolorosa. Ma noi possediamo anche qualcosa di unico.. noi siamo forti…

Ho affrontato tante apocalissi... ho sempre vinto… sono qui,.. dopo questa apocalisse lo sarete anche voi.”

“Ma come? Noi non siamo come te…abbiamo paura” chiede profondamente scossa Erica, una tra le più giovani cacciatrici selezionate per questa guerra.

La osservo attentamente e nei suoi grandi occhi castani non riesco più a vedere quell’ostentata sicurezza e forza che mi ha convinto a trascinarla in questa battaglia.

Anche Buffy le rivolge la sua attenzione; la guarda in volto e qualcosa cambia anche in lei.

Gira lo sguardo sulle altre dieci ragazze che la fissano in rispettoso silenzio, con gli occhi bagnati dalle lacrime che rischiano di uscire da un momento all’altro.

Un lieve sorrise nasce sulle sue labbra e con un tono più dolce ricomincia a parlare.

“Ascoltatemi, io più di tutte voi so cosa significa il dolore, il sacrificio, so cosa significa desiderare una vita diversa… Pensate che io non abbia paura? Beh, c’è l’ho!”

E nella mia mente le parole d’oggi si confondono con quelle della memoria ed improvvisamente mi ritrovo sull’impalcatura di un cantiere, stretto ad altre ragazze, che non sono queste eppure sono le stesse, ad ascoltare una Buffy ferita, dolorante, ma ancora in piedi.

 

 

“…Intrappolate qui dentro, terrorizzate. Carne per i tuoi denti e non possono fare nient’altro che aspettare. E’ quello che da giorni stanno facendo…aspettare il loro turno, avendo incubi su mostri che non si possono uccidere. Ma io non la penso così. Io un modo lo trovo sempre. Io sono quella su cui i mostri hanno gli incubi. Ed ora io e te mostreremo loro il perché.”

 

“Ma segreto non è nel non aver paura…è normale averne…dovete averne. Il segreto è nel non farvi guidare da essa, nel non farsi bloccare dai propri timori.”

 

“…Vedete. Polvere. Come tutti gli altri. Io non so che cosa ci aspetta. Però so che sarà così. Difficile. Doloroso. Ma alla fine vinceremo noi. Se faremo tutti la nostra parte, credetemi, saremo noi ad vere la meglio. Fine della Lezione”

 

“Siete voi a decidere.. quindi non siate spaventate.. sfruttate la vostra forza appieno...

Non siamo ragazze normali…siamo diverse... noi possediamo un dono…”

 

Ed anche se, questa volta, non lo dice so che questa lezione è finita ed il suo pubblico è ancora una volta conquistato.

Buffy sorride amorevolmente alle ragazze e nel suo sguardo posso leggere un fuoco che non avevo più visto nell’ultimo anno e non posso fare a meno di chiedermi se se non sia questo il suo nuovo destino: guidare le nuove generazioni, insegnare loro cosa significhi nel profondo essere una cacciatrice, preparale a saper gestire il potere e le responsabilità, aiutarle ad accettare e convivere con il lato oscuro, demoniaco che ognuno di loro ha in se.

Da quando ci siamo trasferiti a Roma ha rifiutato di avere un ruolo attivo nella ricostruzione del nuovo consiglio; i primi mesi mi ha aiutato nella ricerca delle prescelte italiane e si è allenata con qualcuna di esse per saggiarne la forza, ma niente di più. Disse di volersi dedicare, ora che le era stata data la possibilità, alla costruzione di una nuova vita, di una vita normale, lontana da demoni ed apocalisse, con un lavoro, amici e relazioni normali…

Eppure le sono bastate poche ore per riappropriarsi del ruolo che le è più consono: quello di Leader.

Ma allora qual è il concetto di normalità?

 

“I signori della S&W society?” Un hostess si affaccia nella sala.

“Si!” rispondo io sogghignando mentre le mie compagne di viaggio mi guardano allibite

“Il vostro aereo è arrivato, se volete seguirmi da questa parte, il pulmino vi porterà alla pista di decollo”.

Recuperiamo le nostre borse, mentre l’hostess ci indica la direzione da seguire.

“Che cos’è questa storia?” mi chiede Dawn, che mi si è fatta vicina, mentre ci dirigiamo al gate.

“Che storia?” le chiedo fintamente perplesso…so benissimo a cosa si riferisce…

“Oh lo sai..” alza lo sguardo al cielo con un gesto così simile a quello della sorella, che mi fa sorridere.

“Cos’è la S&W ?”

“Siamo noi!” rispondo in maniera secca, per alimentare la sua curiosità.

“Uh?”

“E’ il nome ufficiale del nuovo consiglio …Slayer&Watcher society…più semplicemente S&W..”

“Ma…perché…” è ancora perplessa e decido di sganciare la bomba mentre aspettiamo l’arrivo del bus.

“Serviva un nome non sospetto per quotare in borsa le proprietà del consiglio…e certamente non è facile vendere o comprare con il nome Gran Consiglio degli osservatori” e pronuncio le ultime parole con un tono grave ed una voce baritona che la fanno sorridere.

“…gli azionisti ci prendevano per un gruppo di guardoni…”

Ancora una risata…e ne sono irrimediabilmente intossicato. Il modo in cui le si illuminano gli occhi, le si arriccia il naso, le si arrossano le gote, è semplicemente adorabile: lei ride come una bambina, con tutta se stessa. Ed io ne sono completamente rapito a tal punto che penso che, in questo istante, potrei mettere su un piccolo show solo per continuare a sentirla ridere… se solo non ci fosse l’autista che ci fa cenno di salire.

“Ma perché il consi..il Gran Consiglio degli osservatori” ed imita la mia voce “sta vendendo le sue proprietà..”

“Abbiamo bisogno di liquidità…C’è un piccolo progetto in atto”

Mi faccio vicino per non farmi sentire da nessuno…o almeno è quello che la mia mente si dice per mentire a se stessa e per non pensare al suo profumo inebriante.

“E’ top secret…quindi acqua in bocca…Giles ha pensato ad uno stipendio minimo per le cacciatrici!”

“Co…?” faccio a tempo a bloccare le sue urla facendole segno di tacere.

“Ma perché non me ne hai parlato?” mi chiede offesa.

“E’ solo un idea per ora ed era un segreto…” le mento, mentre in realtà le vorrei dire che era troppo impegnata ad uscire con Davide per poter parlare con me.

“Si…già…” risponde in maniera poco convinta…poi ci ripensa e con un tono innervosito rincara la dose.

“Mi avevi promesso che in attesa di entrare nella scuola per osservatori mi avresti sempre aggiornata…e non l’hai fatto…beh…ma non finisce qui…quando torniamo a casa facciamo i conti” mi minaccia. Poi senza più parlarmi, si volta verso il finestrino e fa finta di ignorarmi.

Io la osservo incantato, perché quando è imbronciata è ancora più bella…

Ah, è inutile continuare a mentire…sono completamente cotto.

 

Il pulmino si avvicina velocemente all’aereo del consiglio, di cui riesco a vedere chiaramente il simbolo sull’alettone.

Ci prepariamo tutti a scendere quando la sua voce squillante risuona nel abitacolo.

“Oh mio Dio…”

“Dawn, Sei impazzita cosa urli?” le chiede la sorella mentre cerco di capire cosa abbia attirato la sua attenzione.

E poi la vedo. Dal portellone aperto dell’aereo fa capolino una capigliatura rossa ben nota.

“Si.. è Willow…” dice Dawn euforica

“E c’è anche Giles… guarda…” e, afferrandomi per un braccio, si precipita fuori appena il pulmino si ferma.

Mi molla per correre tra le braccia della rossa, facendomi cadere ai piedi dell’ex Osservatore, che mi guarda sorridendo.

“Salve signor Giles…sono contento di rivederla..” dico imbarazzato guardandolo dal basso, mentre accetto la sua mano che mi invita ad alzarmi.

“Si…lo vedo…e cadere ai miei piedi fa parte del comitato di benvenuto? O è una usanza tutta italiana?”

“Ah..ah…” mi limito ad una risata finta.

Vorrei fare anche io una battuta sagace, ma vengo interrotto dai gridolini di felicità di Dawn.

“Oh, signor Giles, sono così contenta…mi siete mancati tutti così tanto…” e con le lacrime agli occhi mi scansa e si stringe nell’abbraccio del padre.

Si perché questo è per Buffy e per Dawn, il signor Giles.

Un padre.

Le altre cacciatrici rimangono in disparte mentre il quadro familiare si ricompone davanti ai nostri occhi.

Tre sorelle.

Un padre e le sue figlie.

 

Ed io stesso mi sento in imbarazzo.

Perché pur vivendo con la cacciatrice e la sorella, non faccio parte della loro famiglia…sono un ospite…

“Ehi..” è Willow che mi raggiunge, bloccando il mio tentativo di allontanamento e mi dona un caldo sorriso..

“Ciao Andrew …Allora problemi con l’incantesimo?”

“No, è andato tutto liscio come l’olio…in fin dei conti siamo tutti qua, no? Nessuno è finito in galera con una accusa di terrorismo o traffico illegale di armi..”

“Ah, per fortuna…” mi risponde la strega con un aria scettica

“Ehi…ma non ti fidavi delle mie doti di stregone?”

“Onestamente no!” e ride di gusto.

Metto il broncio…ma qui nessuno sembra ricordarsi che ho un passato da grande Big bad…che ero un elemento attivo del grande trio…

Il pensiero di Jonathan e Warren mi rattrista immediatamente…ed il senso di colpa, mai realmente superato, torna a farsi sentire.

“Dai non fare quella faccia, mica ti sarai offeso…dai sei un grande stregone…ok? E poi era un incantesimo di mimetizzazione veramente semplice…Andrew? Mi stai ascoltando!”

Annuisco debolmente, cercando di cacciare l’odioso pensiero dalla mia testa.

 

“Signori, l’aero è pronto per il decollo... I bagagli sono stati appena caricati” ci annuncia il pilota, che si è appena affacciato dal portellone

 

“Si… perfetto…” risponde il signor Giles sciogliendosi dall’abbraccio di Buffy

“ Siamo pronti, ora lo siamo davvero…”

 

Pochi minuti dopo mi ritrovo seduto comodamente in aereo a constatare il lusso che si concede il gran consiglio.

E pensare che a me non mi hanno ancora dato nemmeno un piccolo studio…

Accanto a me, sento parlare Dawn al Signor Giles dei suoi prossimi studi come Osservatore in Inghilterra mentre fisso Willow e Buffy, poco lontane, che parlano, si sorridono e si abbracciano come se questo anno di lontananza non fosse mai esistito

 

“Allora, signor Giles, Andrew mi ha parlato del vostro piccolo progetto..”

Mi giro di scatto verso Dawn.

E meno male che era un segreto.

Giles mi lancia un occhiataccia, ma poi le chiacchiere di Dawn su quanto questa idea sia straordinariamente brillante, lo distolgono da propositi pochi amichevoli.

Il rombo del motore annuncia il decollo del volo. Qualche prescelta cerca conforto nella mano della compagna, evidente segno che non ha mai preso un aereo.

Sorrido dell’idea che una cacciatrice, che affronta tutte le notti vampiri e demoni, possa aver paura di volare.

 

Giro lo sguardo verso l’oblò ed osservo il mondo che mano a mano si fa più piccolo.

Meno di ventiquattro ore e l’elenco di chi mi vuole mortp è già aumentato esponenzialmente.

Buffy.

Spike.

Dawn.

Giles.

Per non contare quello che mi aspetta a Los Angeles.

Forse avrei fatto bene a seguire l’esempio di Xander e a non muovermi dal mio letto.

Cap. 4

 

Chiudo il fascicolo, che un solerte collaboratore del signor Giles ha redatto sugli ultimi avvenimenti, dopo averlo riletto per l’ennesima volta.

Niente.

Niente che non sapessimo già.

Niente che ci dia un indizio su quello che ci aspetta a Los Angeles.

Niente che mi possa aiutare a capire in che modo guidare le cacciatrici sotto la mia responsabilità in questa nuova battaglia.

Avrei bisogno di un consiglio.

Osservo Giles che dorme scompostamente di fronte a me e stento a riconoscervi il mio mentore, il mio maestro.

La testa reclinata in avanti, gli occhiali penzoloni ed un rivolo di saliva che gli scende dal lato della bocca rendono la visione leggermente ridicola e sicuramente esilarante.

Non riesco a credere che questo sia lo stesso uomo che mi incute timore ogni volta che parla.

Ah, se avessi una fotocamera adesso…potrei minacciarlo sicuramente…e allora si che diverrei in un batter d’occhio un osservatore vero con tanto di cacciatrice da allenare e studio privato con libri e pergamene in ogni dove…

Scuoto la testa al pensiero meschino ed osservo i miei compagni di viaggio.

Tutti dormono, sprofondati in un sonno placido, incurante dell’imminente pericolo.

Tutti, tranne Buffy.

Continua a sfogliare il resoconto datole appena partiti, e mi chiedo se anche lei, come me, non riesca a riposare per la paura e l’ansia di quello che ci aspetta o se, invece, a tenerla sveglia non sia un sentimento completamente opposto: eccitazione…adrenalina…

Ho sempre notato nelle cacciatrici un certo compiacimento durante la lotta ed allora non posso che domandarmi se anche Buffy si senta così: se dopo un anno di forzato riposo auto imposto non veda l’ora di rigettarsi nella mischia…

Un movimento di Dawn, riporta la mia attenzione sulla ragazza che tranquillamente dorme e che ora ha reclinato la testa sulla mia spalla.

Se in questo momento non avessi migliaia di pensieri nella testa, basterebbe anche questo semplice gesto a non farmi chiudere occhio.

Il mio corpo viene pervaso da una miscuglio di calma e tensione.

Calma per la tenerezza che la visione di Dawn tranquillamente incosciente della apocalisse, mi regala.

Tensione perché ora vorrei solo poterla sfiorare…magari baciare…

Ma non posso!

In questo anno abbiamo stabilito una sorta di strana amicizia a cui tengo troppo e, a cui, non potrei mai rinunciare.

Ah…se non ci fosse Davide!

Mi dico, ma è solo una scusa che trovo con me stesso per non ammettere che non avrò mai il coraggio di farmi avanti…ed il problema è che ne sono perfettamente cosciente.

Sono un caso disperato!

Chiudo gli occhi e reclino la testa sul seggiolino nella speranza di poter riposare almeno un po’, ma gli incubi affollano la mia mente.

Incubi che questa volta però non riguardano me, ma la ragazza che mi dorme accanto.

Temo per Dawn…ho paura che le possa accadere qualcosa, che possa rimanere ferita durante una battaglia…

Riapro gli occhi e scuoto la testa.

“Il segreto è nel non farsi bloccare dai propri timori.”

Le parole di Buffy mi ronzano nelle orecchie.

Devo razionalizzare.

So bene che Dawn è più che al sicuro…la sorella la proteggerebbe a qualunque costo. Non c’è nulla da temere.

Devo tranquillizzarmi.

Ma gli incubi non hanno intenzione di abbandonarmi.

Forse, se fossi io quello capace di difenderla, quello con la forza di affrontare qualunque demone pur di salvarla, sarei più tranquillo.

Se fossi un cacciatore…se avessi il potere…se fossi un eroe…se fossi il “suo” eroe…

 

Dawn è a terra tremante, circondata da quattro vampiri che la guardano affamati e già pregustano la dolcezza del suo sangue. Sono pronti ad assalirla e a banchettare con lei.

Ma improvvisamente dal nulla compare una figura avvolta dalle tenebre.

Con un agile salto, è accanto alla ragazzina indifesa, all’interno del cerchio.

Capelli biondi, spolverino nero, lungo, ed una cicatrice sul volto.

I vampiri, presi in contropiede, lo osservano circospetti.

“Chi sei tu? Ragazzino!” Ringhia il più brutto dei quattro.

L’eroe sorride per nulla intimorito dal volto della caccia, che hanno assunto i demoni.

“Non sono un Ragazzino…ma tu sei già polvere!”

E poi con un movimento rapido impaletta i vampiri, che diventano cenere prima ancora di poter reagire.

Si gira verso la ragazza, che ancora tremante lo osserva con le lacrime agli occhi.

“Chi sei?” Gli chiede lei, mentre accetta la sua mano per alzarsi.

“Andrew…tu puoi chiamarmi Andrew…”

La prende tra le braccia e la stringe a sé e…

 

No!

Non potrei mai!

Non la vorrei mai in pericolo, neanche se fossi io quello capace di salvarla…

Non mi interessa diventare il suo eroe a questo prezzo.

No! Decisamente No!

Tuttavia la mia mente ingannatrice mi ripropone l’immagine di me come cacciatore e mentre con gli occhi ancora chiusi mi compiaccio di ciò che vedo, mi accorgo di un particolare.

Sembro Spike! Stesso spolverino, stessa cicatrice, stessa aria strafottente…e stesso accento?

Come una barca colta da una tempesta improvvisa, i miei pensieri vengono trascinati lontano, in

un'altra direzione, altrettanto dolorosa: il ritorno del vampiro e la reazione di Buffy.

E mentre ancora una volta mi chiedo come reagirà alla notizia, i ricordi tornano ad un pomeriggio di alcuni mesi fa, quando, nello studio di Angel, lo rividi.

Ero così felice ed incredulo che riuscì a dire solo una serie di parole senza senso.

 

“Spike?

Sei tu…sei veramente tu!

Il mio terapista pensava che fossi legato a false speranze, ma io lo sapevo che saresti tornato.

Tu sei come Gandalf il bianco, risorto dalla fossa del Balrog

Più bello che mai..

Oh…egli è vivo…Frodo!”

 

Che stupido!

Avrà sicuramente pensato che fossi ancora un ragazzino idiota.

Forse se mi fossi mostrato più maturo si sarebbe fidato di me e mi avrebbe permesso di parlare con Buffy…

 

“Così, hai notizie ultimamente di Buffy?”

“Si. Certamente. E’ a Roma. Dawn studia lì in una scuola italiana.”

“Bene. Roma, eh? Non avrei mai immaginato che espatriasse.”

“Beh…era in giro alla ricerca delle cacciatrici in Europa ed ha deciso che le piaceva l’Italia. Suppongo. Penso che avesse bisogno di una pausa dalla California. Un attimo…ma lei non lo sa che sei vivo, vero?”

“No, penso di no. Cioè…non lo so…Lo sa?”

“No…non credo…insomma io lo avrei saputo…sai abbiamo ora una certa confidenza…

Perché non glielo hai detto?”

“Si certo… Ciao Buffy, sono Spike. Non sono bruciato come pensavi tu…come vanno le cose?”

“Vuoi che glielo dica io?Perchè…io…sono abbastanza bravo con queste cose delicate e…”

“No! Non dirglielo! Me ne occuperò io!”

 

Già e si è visto come se ne occupato…non le ha detto niente!

Codardo!

E poi sarei io il vigliacco…tzè!

Sono realmente arrabbiato con lui…perché è colpa sua se ora mi ritrovo in questo pasticcio…

Non certo mia…

Una scusa questa è

Cerco di ricacciare la voce della mia coscienza, mentre mi chiedo ancora una volta perché mi parli attraverso le parole di Yoda.

Dove ero rimasto? Ah si…

Si! Solo sua…perché se le avesse fatto quella telefonata, ora non dovrei preoccuparmi di come reagirà Buffy…

E se Spike si dovesse presentare durante una battaglia decisiva?

E Se Buffy, sconvolta dalla sua apparizione, non si accorgesse di un attacco mortale?

O mio Dio!

E la mia fantasia ancora una volta vola.

 

La cacciatrice, con un calcio volante manda al tappeto il grosso demone che le si è parato davanti, mentre con un gesto aggraziato, lancia il paletto nel cuore di un vampiro che le si avvicina alle spalle.

Buffy sta danzando il suo ballo. Ed è uno spettacolo.

Senza sforzo, senza sudore, ma con un lieve sorriso sulle labbra si muove agilmente, portando morte tra le orde di demoni, che, incoscienti della sua forza, ancora l’attaccano.

Le sue mosse micidiali sono sottolineate dall’ondeggiare soave dei suoi capelli biondi.

Ed è pura luce!

I demoni come falene ne sono attratti ed inevitabilmente incontrano il loro fatale destino.

Improvvisamente dal nulla compare lui.

Il suo contrappeso.

Spike.

Come lei, è bello e micidiale.

Ma è pura tenebra!

I suoi gesti felini, evidenziati dai flessuosi movimenti dell’immancabile spolverino nero, evocano la notte più cupa, più nera.

E mentre i demoni sono sempre più attratti dalla luce, Buffy è inesorabilmente innamorata delle tenebre e come dal richiamo della sirena ne è sedotta. Si gira, mentre polverizza l’ennesimo vampiro, e lo vede.

Spike è vivo!

Tutto si ferma. Il suo cuore, il suo corpo, la sua mente.

Ogni cellula del suo essere concentrata sulla visione del suo amore redivivo.

Ma la battaglia non si ferma.

E mentre Buffy è ancora bloccata dallo shock, un demone bitorzoluto ne approfitta per lanciarle il suo colpo mortale.

 

No!

Con le lacrime agli occhi, blocco l’immagine ed impedisco, ancora una volta, alla mia fantasia di mostrarmi oltre.

No! Non posso permetterlo!

 

Mi alzo con uno scatto dal mio posto e mi dirigo deciso verso Buffy.

Perché è venuto il momento di dirle la verità, di farle sapere di Spike.

E non mi interessano le conseguenze…può arrabbiarsi, e prendersela con me…ma non permetterò che lei muoia…

Mi paro di fronte, deciso a confessarle tutto.

Gira lo sguardo nella mia direzione e mi osserva allibita.

Io sono pronto.

 

“Gentili passeggeri, è il capitano che vi parla. Tra pochi minuti cominceranno le manovre di atterraggio. Vi preghiamo di raggiungere i vostri posti e di allacciare le cinture”

 

La voce dall’altoparlante blocca ogni mio tentativo.

Osservo il resto della compagnia risvegliarsi. Il momento è passato.

Ho fallito un'altra volta.

 

“Andrew, Va tutto bene? ”

Buffy richiama la mia attenzione.

Le sorrido farfugliandole qualcosa confusamente e me ne torno con la mia frustrazione a sedere.

Dawn, ancora assonnata, mi osserva e nota la mia agitazione.

“Andrew… tutto a posto? Che c’è? Hai fatto un brutto sogno?”

“Si…un brutto sogno…solo un brutto sogno”, ma lo dico più a me stesso che a lei.

 

E poi proprio come in un sogno, tutto avviene velocemente.

L’aereo atterra senza intoppi in una pista privata dell’aeroporto di Los Angeles.

Qui, quattro pick up ci aspettano per trasportare noi e le cacciatrici al Dodger Stadiun, dove ci riuniremo con Faith ed il suo gruppo.

Mi ritrovo, senza capire come, nella stessa auto di Giles, Willow, Buffy e Dawn, il cui continuo chiacchiericcio e lamentele sull’assenza di Xander arrivano alle miei orecchie ovattati dalla preoccupazione. E’ possibile che solo io mi renda conto del pericolo verso cui stiamo andando incontro?

Mi estraneo dal gruppo ed osservo il familiare paesaggio, illuminato dal sole pomeridiano, scivolare velocemente attraverso il finestrino, aspettando che da un momento all’altro venga sommerso da un sentimento di nostalgia e commozione. Ma non succede.

Le villette con giardino tutte uguali che si estendono per chilometri a caratterizzare la periferia, le colline di Hollywood che si stagliano sullo sfondo, il profumo dell’oceano mescolato allo smog della metropoli, non mi trasmettono nessuna emozione…come è possibile?

Eppure, sono a casa, no?

E allora perché non sento più questi luoghi come tali?

Solo la vista dello stadio, fa riaffiorare i ricordi delle domeniche in cui con tutta la famiglia venivamo per tifare per i Dodger…possibile che ormai questa città appartenga solo al territorio dei ricordi?

Il parcheggio è affollato da curiosi, giornalisti, truppe televisive che sperano di approfittare delle ultime luci della giornata per carpire cosa stia succedendo al di là degli alti grattacieli della Downtown. Tuttavia una fitta nebbia rende ogni tentativo vano.

“La Wolfram&Hart ha fatto le cose per bene.” dico a nessuno in particolare, mentre scendiamo dalle macchine e ci mescoliamo alla folla per non attrarre troppo l’attenzione. Ma, onestamente, dubito che in questo momento qualcuno potrebbe notarci.

Notizie delle ultime ore ci giungono tra il vociare indistinto di reporter e cameraman: la terra ha smesso di tremare da alcune ore, e, mano a mano che il vento si affievoliva, calava la nebbia a nascondere completamente l’area.

“Giles, come faremo a individuare Faith in questa massa…?” sta chiedendo Buffy, ma non finisce neanche di formulare la frase che il nostro interesse viene calamitato da un gruppo di giovani ragazze che si muovono tra la folla attraendo gli sguardi di tutti.

“Le ha educate bene, no?” è il commento di Dawn al vestiario in pelle, alle movenze sexy e allo sguardo micidiale che accomuna le cacciatrici che ci stanno raggiungendo.

Dieci giovani Faith, con a capo l’originale.

Le osservo intimorito…ed eccitato, allo stesso tempo.

La gomitata accompagnata da un occhiata assassina di Dawn riporta i miei pensieri nella giusta direzione.

Un attimo!

Perché si è arrabbiata? Che fosse gelosa?

Non ho il tempo neanche di chiedermelo veramente, che la risata della cacciatrice numero due ci travolge.

“Ma è mai possibile che abbiamo bisogno sempre di un Apocalisse per rivederci, B?” chiede con una aria fintamente arrabbiata Faith.

“Beh, quale occasione migliore, no?” risponde con allegria Buffy, abbracciandola.

E per la prima volta tra le due non leggo traccia di alcuna tensione.

Giles interrompe il momento di ritrovata complicità tra le due prescelte, riportando l’attenzione sul piano di marcia; io, che lo conosco fin troppo bene, conto le cacciatrici, che ignorando completamente l’ex osservatore, stanno facendo amicizia fra di loro.

Allora…dieci sono quelle che ho portato io dall’Italia…poi ci sono le sei ragazze inglesi educate da Willow, la quale ha insegnato loro anche qualche piccolo trucco di magia, ed infine le bombe sexy…cioè le dieci cacciatrici provenienti direttamente dalla scuola di Cleveland.

Umh…ventisei…più Buffy, Willow e Faith, che da sole sono equiparabili ad almeno altre dieci cacciatrici…e poi io, Dawn e Giles, che comunque possiamo dare il nostro contributo.

Un piccolo esercito!

Sicuramente più equipaggiato di quello che si mosse contro il primo…forse, in fin dei conti, non andrà tutto male! Forse qualche speranza di tornare vivi ce l’abbiamo. Un nuovo spirito ottimista mi pervade.

Con un colpo di tosse ed una immancabile pulita di occhiali, Giles riesce finalmente a riportare disciplina nel gruppo e dopo aver deciso il percorso, ci fa muovere verso l’interno della zona rossa, in una fila perfettamente ordinata con capo Buffy, Willow e Faith.

Superiamo senza problemi il blocco militare grazie ad un incantesimo di invisibilità e ci inoltriamo nel banco di nebbia.

Immersi completamente in una nuvola bianca, la vista ci è completamente impedita, mentre alle orecchie suoni di lotta, strepiti, rombi e tuoni ci arrivano da ogni dove.

Le immagini dell’incubo si sovrappongono a quelle della realtà ed il senso di panico torna a farsi sentire.

“Detectum Conspectus” scandisce la strega e la nebbia si dirada davanti ai nostri occhi, ma ciò che ci viene svelato non è più tranquillizzante.

Palazzi e strade sono un cumulo di macerie, mentre incendi divampano sparsi; cadaveri di alcuni demoni sono il segno tangibile di una lotta che si è appena svolta ed urla e grida ci indicano che un'altra si sta svolgendo in questo momento chissà dove.

Un movimento improvviso sopra le nostre teste ci fa alzare di scatto lo sguardo verso il cielo.

Ed è allora che lo vediamo.

Un grosso drago sorvola i grattacieli, sputando fuoco in una direzione prestabilita che non riusciamo ancora ad individuare.

“Beh…ora sappiamo cosa è uscito da quel maledetto portale!” E’ il commento di Faith.

“Già.. ora si tratta solo di capire come rigettarglielo dentro, no?”. E’ la risposta leggera di Buffy mentre le cacciatrici le guardano allibite.

“Suggerimenti?” La cacciatrice bruna ci lancia un occhiata canzonatoria, divertita evidentemente dalla nostra stessa paura.

“Su, non perdiamo tempo e cerchiamo di raggiungere l’epicentro!” è il suggerimento pratico di Giles, anche se la sua idea non mi fa fare i salti di gioia.

Se qui la situazione è così, chissà cosa ci aspetta oltre.

“Se qui la situazione è così, chissà cosa ci aspetta oltre…” chiede Erica, dando un suono al mio pensiero…o forse l’ho detto ad alta voce?

“Lo scopriremo solo muovendoci…su!” le rispondo con un tono autoritario, tentando di trasmetterle il coraggio necessario.

Dallo sguardo che mi lancia, dubito di esserci riuscito.

Ci spostiamo velocemente in direzione della Wolfram, incontrando nel nostro cammino demoni di ogni sorta e razza. Le cacciatrici, senza rallentare il passo, li spazzano via senza alcuna difficoltà, finché la nostra corsa non viene bloccata da una massa informe di mostri che formano un muro apparentemente invalicabile.

La visione è spaventosa ed ancora una volta mi ritrovo ad invidiare Xander.

Giro lo sguardo e riconosco la torre della Uk Bank.

“Siamo arrivati” sussurro.

“Ah si, e cosa te lo fa pensare?” mi risponde in tono ironico Dawn indicando i demoni, il cui numero aumenta sempre di più.

Il drago ritorna a farsi vedere, sorvolando nuovamente le nostre teste, ma ancora una volta ci ignora…

Sembra quasi intento a rincorrere qualcosa…o qualcuno…

Mentre Willow e Buffy decidono il da farsi, improvvisamente davanti i nostri occhi qualcosa di straordinariamente inquietante succede: la massa comincia a ridimensionarsi ed i demoni cadono a terra morti l’uno dopo l’altro. Uno, dieci, venti…cento…finchè la strada non diventa un tappeto di cadaveri sgozzati e orribilmente mutilati.

Osserviamo la scena completamente increduli e non ci accorgiamo del demone blu che si sta facendo largo tra i corpi, se non quando è ormai a pochi metri da noi.

Le cacciatrici scattano in avanti a proteggere i loro comandanti, pronte alla lotta al più piccolo cenno.

La nuova figura reclina la testa ed osserva con aria curiosa le ragazzine.

“Chi siete voi? Sento il vostro potere” chiude gli occhi ed annusa l’aria.

“Ma non è sufficiente…non è con voi che voglio parlare…ma con la prescelta…”

“Siamo tutte prescelte” risponde Manuela, evidentemente la più coraggiosa del gruppo…o la più incosciente?

Il demone blu la ignora e con un solo gesto della mano fa si che si aprano a ventaglio.

Si avvicina a Buffy.

“Sei tu…è con te che voglio parlare”

“Bene… se è me che cercavi.. eccomi…ora parla” le ordina la cacciatrice, che pur mantenendo un sorriso sulle labbra, sta serrando la mascella, segno evidente di nervosismo.

“Sei ardita a darmi ordini…non sai chi sono….”

“No…non lo so…e sai che ti dico?…non mi importa…perché ho l’impressione che sia tu a non renderti conto di chi io sia…”

Ok…qui nessuna sa questa cosa blu chi sia, ma non credo che irritarla sia molto utile alla nostra causa.

“Oh..lo so…invece…la Cacciatrice…colei che ha cambiato le sorti del mondo…o che almeno ci ha provato…lui parla sempre di te…mi ti immaginavo più alta…”

“Chissà se effettivamente sei forte quanto si racconta..” continua.

“Vogliamo provare..?”

“Tu non puoi sfidarmi…io sono un Dio!”

“Uff, che noia…già visto, già fatto!” e pur mostrandosi fin troppo calma, riesco a percepire il tendersi dei muscoli, il movimento lento delle braccia e della gambe…

La cacciatrice è pronta ad attaccare.

“No!” è la voce di Willow, che blocca l’imminente colpo di Buffy, poggiandole una mano sulla spalla.

“No… Buffy non farlo.. lei non è contro di noi.. riesco a sentirla…lei è… Fred??” le domanda avvicinandosi.

Il dio davanti ai nostri occhi increduli si trasforma in una ragazza dai capelli castani e dai lineamenti gentili, che guarda la strega con un espressione dolce sul viso. Ma la metamorfosi dura solo pochi attimi ed il dio ritorna nelle sue sembianze, con la stessa espressione distaccata e fredda negli occhi.

“Cosa è successo?” chiede, stupita Willow.

“Ho voluto mentirti!”

“Fred…ascolta”

“Il mio nome è Illyria…lei si chiamava Fred…non sono lei…”

“Illyria…lavori con Angel…lui dov’è ora?” incalza la strega che ha ormai preso in mano la situazione, rubando lo scettro a Buffy, che continua ad osservare il demone con aria di sfida.

“No…io combatto contro la Wolfram…mi hanno confinato qui…e la devono pagare…io non sto dalla parte di Peaches”

“Puoi dirmi almeno cos’è successo? Dove sono gli altri? Angel, Gunn...”

“E Wesley?” interrompo Willow senza rendermene conto, completamente preso dalla curiosità di sapere le sorti dell’ex osservatore.

Illyria mi guarda e per un attimo nel suo sguardo freddo passa qualcosa…una strana ombra, che non riesco ad identificare…tristezza…dolore…

Possibile?

Ma è solo un momento. Riporta la sua attenzione su Willow e poi senza aggiungere altro si incammina superandoci.

“Ehi… ma vuoi rispondere?” Le urla decisamente arrabbiata la cacciatrice.

“Buffy aspetta…vuole che la seguiamo!” è ancora Willow che cerca di calmare l’amica.

“E noi che dovremmo fare…andarle dietro senza chiedere nulla…ma siamo impazziti o…”

“ Uh…B, ritrai le unghie…certo che quando ti tolgono scettro del comando…” un occhiataccia da parte della bionda non fa terminare la frase a Faith.

“ Buffy, Non abbiamo scelta… abbiamo bisogno di informazioni e lei ce le ha!” interviene risoluto Giles.

E così senza ulteriori discussioni ci mettiamo nuovamente in cammino.

Non so dove il dio ci stai conducendo e soprattutto non so se è il caso di fidarsi o no…

Ma di una sola cosa sono certo…presto avremo le risposte a tutte le nostre domande.

Cap. 5

 

Procediamo in silenzio, mentre il demone Blu continua a condurci non si sa ancora bene dove, per vicoli bui e sporchi, troppo simili a quelli del mio incubo per farmi rilassare.

Dawn è sempre accanto a me ed anche lei è nervosa a tal punto che durante il cammino mi ha preso la mano e me l’ha stretta per cercare conforto.

Ed ora siamo l’uno di fianco all’altro, mano per la mano, dandoci forza reciprocamente e se attorno a noi non ci fosse una città in fiamme, la situazione potrebbe essere considerata addirittura romantica.

Ma purtroppo la città c’è ed anche una grande guerra che vedrà altri feriti, altre perdite…altro dolore.

Perso nei miei pensieri, non mi accorgo che il gruppo si è fermato e vado a sbattere contro Monica.

“Andrew…ma che hai oggi? Vai cadendo dappertutto…spera di non essere così maldestro durante la battaglia finale…se no…qui ci lasci le penne” mi dice con una profonda schiettezza che mi lascia atterrito e senza parole.

Perché ha ragione…

“Siamo arrivati…entrate”. La voce di Illyria richiama la mia attenzione.

Mi guardo intorno.

Il grattacielo della W&H è lontano, così come i segni della lotta ed i cadaveri dei demoni.

Un massiccio edificio bianco, alto cinque piani, con finestre e balconi in stile arabesco si staglia imponente davanti i nostri occhi.

Non mi dice niente.

“Uhau! L’Hyperion…” esclamano in coro alcune cacciatrici.

“Il che?” rispondo, non capendo di cosa effettivamente stiano parlando.

“Ma Andrew, che osservatore sei? E’ stata la sede dell’Angel Investigation…ma non hai letto il saggio “Da Angelus ad Angel e ritorno: resoconto completo della storia del flagello d’Europa?” mi chiede Tania con una aria sconvolta e leggermente alterata.

Ah…dimenticavo la fissa della giovane cacciatrice per Angelus…

Lo ammetto…non l’ho mai terminato…mi addormento sempre a metà ogni volta che comincio, più o meno sempre allo stesso punto quando il vampiro diventa tutto rimuginante e depresso…una noia!

Però a mia difesa posso dire di aver letto ben tre volte “I mille volti di William the Bloody: la storia del vampiro dall’anima conquistata” e che sto pensando di scriverne anche un seguito…

“Dai Andrew ti vuoi muovere?”urla Dawn, risvegliandomi dalla mia trance.

“Per me questo a Roma non ci torna…” sento Monica sussurrare alla compagna, mentre mi affretto a seguire il gruppo dentro l’edificio.

 

Dal maestoso scalone che orna l’ingresso sta scendendo un demone verde, fasciato in un vestito rosso perfettamente intonato alle corna che ha sulla testa , e ci sta venendo incontro.

Lo riconosco immediatamente…è quel demone empatico che lavorava con…

E finalmente capisco.

Illyria ci ha condotto da Angel…e di conseguenza da Spike…

“Ma chi sono tutti questi adorabili zuccherini?” domanda con tono mellifluo Lorne osservando le cacciatrici.

“E tu che ci fai qui?” gli urla quasi il dio, spezzando la sua aurea di imperturbabilità.

Il demone la ignora e continua la rassegna sul nostro gruppo

“Oh…Faith…cara…sei tornata…e tu?” chiede osservando curioso Buffy.

“No…non mi dire…tu sei per caso Buffy?” ma non aspetta nemmeno la risposta e comincia a saltellare felice.

“ Ma sei davvero una bambolina…com’è che ti chiamava la meraviglia bionda? Ah si…la dea dorata …ti devo assolutamente far cantare… così almeno una volta per tutte capiremo chi ami veramente… se...”

Alle parole del demone verde rabbrividisco e temo il peggio.

Perché non può saperlo così.

Perché Buffy non può sapere del ritorno di Spike da un eccentrico demone canterino avvolto in un vestito rosso stile Armani…

Sarà un Armani originale?

“Non abbiamo tempo per il tuo circo sonoro…accompagna le ragazze di sopra, mostra loro dove possono riposarsi…” lo interrompe Illyria ed io mi ritrovo a tirare un sospiro di sollievo un po’ più rumoroso del dovuto che attira una veloce occhiata della cacciatrice bionda.

Che abbia capito qualcosa?

“E da quando ti permetti di darmi ordini?”. Chiede piccato il demone verde, riportando l’attenzione di tutti su di sé.

Si è avvicinato pericolosamente ad Illyria e la sta osservando negli occhi con uno sguardo truce.

Se non sapessi che è Lorne e che è quindi perfettamente innocuo, ne avrei paura.

Perché il suo volto prima sorridente, ora è una maschera trasfigurata dalla rabbia.

“Da quando non scappo davanti ad una battaglia!” gli risponde il dio con un tono ritornato nuovamente di calma indifferente, che va in netto contrasto con quello del demone.

“Non mi dare del vigliacco..tu non sai…”

“Ora basta!” la voce di Buffy interrompe quel combattimento verbale.

“La puffetta qui davanti ha ragione non abbiamo tempo per canti, litigi o altro…quindi smettetela…le questioni personali rimandatele a dopo la missione…ora ci volete spiegare che cosa sta succedendo?”

O mio dio…l’ha chiamata veramente puffetta?

Buffy ha chiamato un dio millenario puffetta?

Ok…ora ci uccide…

Chiudo gli occhi in attesa del colpo finale…che, stranamente però, non arriva.

“Il dolcetto biondo ha ragione! A dopo le questioni personali.”

“Si…le ragazze di sopra…voi seguitemi!” Illyria ci fa segno nuovamente di seguirla.

Mentre Dawn, tra mille proteste, sale a riposare insieme alle cacciatrici, io, Giles, Willow, Buffy e Faith veniamo introdotti in un ambiente alla fine del lungo corridoio che si apre alla destra dell’ingresso.

Qui, illuminato da lampadario in stile Mackintosh, un grande letto a baldacchino fa mostra di sè.

Ed è allora che li vedo…che tutti li vediamo.

Nel letto giace sofferente Angel, mentre Cordelia al suo fianco gli pulisce le ferite.

E mentre mi chiedo se poi i vampiri possano effettivamente infettarsi, vedo Buffy correre al capezzale del suo primo amore, ignorando completamente la ragazza bruna seduta dall’altro lato del letto. Ed è una scena struggente…

Un attimo…

Cordelia?

“Cordelia?” grido allarmato, ricordandomi le ultime notizie datomi da Wesley.

Sei paia di occhi si girano nella mia direzione.

“ Ma non è possibile…tu eri morta…chi sei tu?” continuo, lasciando nello sconcerto i miei compagni, ignari del coma della ragazza e della sua scomparsa.

“Calma...calma ragazzi...anche tu, Buffy…è vero…sono tecnicamente morta, ma eih! tu sei morta quante volte? Due…tre? E nessuno ti ha detto niente!”

“Non hai risposto alla domanda..chi o cosa sei?” le chiede la cacciatrice visibilmente alterata.

“Sono io…sono veramente io…sono solo…”

“Un essere supremo!” la voce calma e sicura di Willow da risposta alle nostre domande.

“Riesco a sentire il tuo potere…è immenso…”

“ Ed io il tuo…chi l’avrebbe mai detto che la Nerd Willow si sarebbe trasformata in una Dea” e scoppia in una risata cristallina, che risuona nella grande stanza pervadendo tutto…anche il nostro animo.

Poi recupera un aria seria e volgendo lo sguardo sul vampiro ancora incosciente, continua a parlare.

“Sono stata inviata qui dai Poteri dell’Essere per aiutare Angel…è stato gravemente ferito durante la lotta contro il drago…a proposito…è ancora lì fuori?” chiede lanciando uno sguardo di intesa con Illyria che per tutto il tempo è rimasta in silenzio sulla porta. Il dio annuisce.

“Lo sapevo…il solito testone…” commenta l’ex Queen C, attuale Essere Supremo, roteando gli occhi ed onestamente non capisco a chi si riferisca…al drago?

Impossibile…ma allora a chi?

“Come sta, Cordelia? Si riprenderà?” chiede in apprensione Buffy.

“Oh…lui è forte…lo è sempre stato e tu lo dovresti sapere meglio di chiunque altro…”

“Ha solo dimenticato chi è ed ora è venuto il momento che se lo ricordi…io sono qui per questo…” continua in maniera misteriosa Cordelia.

“Cordelia…non capisco…”

“Lo so…ma capirai, Buffy…te lo assicuro. Ora deve affrontare la prova più difficile e compiere la sua scelta. E’ solo con i suoi incubi e le sue paure. Io posso solo assisterlo…” e le ultime parole sono dette talmente in silenzio che non sono neanche sicuro di averle realmente sentite.

Una lacrima le solca il viso.

Seppure la bellezza e l’eleganza innata siano le stesse di un tempo, io mi rendo conto che non ho più davanti la reginetta del ballo di primavera, la capo cheerleader, la ragazza più ammirata e temuta del liceo di Sunnydale. La ragazza che evitavo, cambiando direzione ogni volta che la incontravo, per paura di inciampare ed incorrere nelle sue ire.

Di fronte a me c’è una creatura in contatto diretto con i Poteri dell’essere, talmente tanto sensibile da essere stata scelta come loro emissaria…ed io non posso fare altro che…odiarla!

Ma dov’è andata a finire la giustizia divina?

E la legge della compensazione?

Di solito quelli che erano belli ed ammirati al liceo non diventano da adulti dei falliti, tristi e poveri, mentre i nerd diventano uomini di successo?

Perché questa regola ha funzionato per Bill Gates…ma non per me?

Uff…a quest’ora dovrei essere io quello ammirato…invece…invece…

Invece me ne sto qui in silenzio facendo pensieri meschini su un essere superiore…che ha aiutato Angel nella lotta contro il male a discapito anche della sua vita…e che dovrei semplicemente ammirare, invece di odiare….come sono patetico…

“Ascolta Buffy, io non posso fare niente qui…ma voi si! Voi potete sventare questa apocalisse…uccidere quel maledetto drago e portare a termine i piani di Angel” ci dice Cordelia, con una voce di nuovo ritornata carica.

“Contaci…in fin dei conti noi siamo i massimi esperti in Apocalissi!” le risponde Buffy, stringendole la mano.

“Solo che ancora non ne sappiamo molto” Interviene Faith.

“Non li hai ancora aggiornati?” chiede nuovamente ad Illyria, che si limita a scuotere la testa.

“Penso che sia arrivato il momento che sappiate la verità…tutta la verità” sentenzia la ragazza bruna, girandosi a guardarmi attentamente negli occhi, come se quelle parole fossero riferite a me.

Non capisco…

Oh, mio dio…e se lei…?

Possibile che sappia cosa ho fatto?

Il panico mi attanaglia, ma è solo un attimo, perché un secondo dopo il suo sguardo è altrove

“Portali nella sala riunione e spiega loro cosa è successo” ordina in maniera perentoria al dio, che stupendomi non replica, ma apre semplicemente la porta e ci fa segno di uscire e di seguirla.

“Cordy.. sicura che lui starà bene ? chiedono le due cacciatrici quasi in contemporanea, tradendo la stessa emozione, prima di uscire dalla stanza.

“Starà bene… ve lo prometto… ora andate …avete altro di cui occuparvi…” risponde Cordelia.

Prima di uscire la sento sussurrare qualcosa che però non riesco a capire…scrollo le spalle ed esco…forse non ha realmente importanza…o si?

Appena entrato nella nuova stanza, il mio sguardo viene calamitato dalla grande vetrata che occupa tre quarti della parete opposta alla porta. Mi avvicino ed osservo fuori…è di nuovo notte…ma non ci sono stelle o luna ad illuminare le oscurità…anche le luci artificiali sembrano essersi ritirate in silenzio, spaventate dagli ultimi eventi.

Improvvisamente sento un immensa stanchezza sommergermi…

Ma da quante ore sono sveglio? Da quanti giorni?

La velocità degli eventi ci ha travolti a tal punto da farci perdere la cognizione del tempo: le ore sembrano essersi dilatate, la terra ha smesso di girare alla sua velocità naturale e l’alternarsi giorno notte ha perso la sua scansione millenaria.

Eppure ora il mio corpo reclama un po’ di meritato riposo…ed io mi ritrovo ad invidiare Dawn e a chiedermi perché mi abbiano considerato meritevole di far parte del consiglio direttivo di questa nuova apocalisse…già consiglio direttivo…

Chi vedesse ora la scena che mi si presenta davanti gli occhi, non potrebbe che pensare a questo.

Una riunione di un consiglio di amministrazione di una grande società finanziaria...se non fosse per il demone blu che si prepara a parlare…

Ci sediamo intorno al grande tavolo ovale che occupa la parte centrale della stanza. Illyria, su un lato di questo, non ci guarda, ma mantiene lo sguardo fisso in un punto…come se stesse riordinando le idee. E poi comincia a parlare.

Ci racconta della Wolfram and Hurt, del Circolo della Spina Nera e dei suoi componenti.

Ci spiega come Angel sia riuscito ad entrare nelle grazie di quest’ultimi per scoprirne i piani.

Ci parla delle ore prima della apocalisse e degli incarichi che ognuno di loro avevano avuto.

“L’intento era quello di separare i componenti del circolo ed ucciderli prima che avessero la possibilità di scatenare l’inferno…ma evidentemente non siamo arrivati in tempo. Io avevo il compito di far fuori Izzy, mentre a Wesley era toccato Cyvus Vail e a Gunn la Senatrice Brucker. Il Cucciolo avrebbe dovuto ammazzare i demoni del Fell brethren e recuperare il bambino, mentre Angel si sarebbe occupato direttamente dell’arcidica Sebassis…i piani erano questi…”

Ed improvvisamente mi rendo conto di non aver visto ancora l’ex osservatore nel palazzo ed un senso di comprensione mi invade.

“Wesley è morto” sussurro…e non è una domanda, è una constatazione.

Il dio rivolge nuovamente il suo sguardo su di me…e questa volta posso vedere chiaramente il dolore riflesso nei suoi occhi, che variano tra il nocciola ed il blu e viceversa senza controllo.

La descrizione della sua morte mi colpisce nel profondo.

Non conoscevo realmente Wesley, eppure quando venni qui la prima volta per recuperare Dana, tra noi ci fu un mutuo riconoscimento…forse, come per le cacciatrici anche la condizione di osservatore perdura al di là della propria attività…

Nelle settimane successive ci tenemmo in contatto scambiandoci informazioni utili…e poi le sue e-mail smisero improvvisamente di arrivare…ed io non ci feci neppure caso…non diedi importanza alla cosa, troppo occupato a struggermi per Dawn…

Che ragazzino che sono stato…

Perso nelle miei elucubrazioni mentali ho lasciato che gli eventi svolgessero il loro corso senza intervenire.

Osservo Illyria che ha ripreso il controllo delle proprie emozioni…e mi chiedo se sia possibile per un dio infernale provare emozioni umane…

E se qualcosa della vecchia Fred sia rimasto?

Il suo racconto si interrompe in un vicolo buio dove i superstiti del gruppo si sono ritrovati davanti l’apertura del portale: lei, Angel, Gunn ed il Cucciolo…e vorrei tanto sapere chi è quest’ultimo…ma non chiedo perché temo di conoscere già la risposta.

“Avete qualche idea su come chiuderlo?” chiede Giles.

“Wesley aveva fatto delle ricerche…me ne aveva parlato poco prima della battaglia…l’unica soluzione è uccidere il drago!”

“Beh…facile, no?” commenta sarcastica Faith

“Aveva trovato qualcosa…una vecchio scritto…su due campioni che lottano insieme alla fine dei giorni come se fossero uno…”

Spalanco gli occhi ed il tremolio torna ad invadermi…

“Due campioni…” sussurro ed ormai so che l’inevitabile sta per accadere…

Non così…non così…non doveva andare così…

Istintivamente chiudo gli occhi, mentre Illyria continua.

“Ma quando ci hanno provato…non è successo nulla…il drago ha superato quasi indenne l’attacco, mentre…”

“Chi.. sono.. chi sono questi due ca.. campioni? Angel e…” interrompe Buffy.

Eppur non guardandola, riesco a sentire il rumore delle sue rotelle girare all’impazzata.

Il momento della verità è arrivato.

“…ed il Cucciolo…Spike!”

E la calma della sua voce ha decretato il mio destino.

Requiem per Andrew!

Cap. 6

 

Il requiem di Mozart risuona nella stanza a sottolineare l’ineluttabilità del mio destino, ma sono solo io a sentirlo.

Abbasso lo sguardo per non vedere il dolore della cacciatrice…la sua presa di coscienza…la sua rabbia...la mia morte!

Perché ora Buffy capirà…capirà e mi ucciderà…

Mai, gli occhi abbassare tu devi

E’ l’ordine perentorio di Yoda che mi obbliga a rialzare la testa ed a guardare il primo atto del dramma che tra poco si rappresenterà in scena : “Morte di un osservatore a Los Angeles”.

Diretto ed interpretato da Buffy Summers con la partecipazione straordinaria di Andrew Loyd nel ruolo della vittima.

Ed invece la prima attrice getta il copione un secondo prima che il sipario venga alzato e a sorpresa inscena una nuova tragedia, cadendo a terra priva di sensi davanti ai nostri occhi increduli.

“O mio Dio, Buffy!” urlano all’unisono Giles, Willow e Faith, accorrendole vicino.

Un brivido di terrore attraversa il mio corpo.

“E’ morta?” chiedo sussurrando, già temendo il peggio.

“Non dire sciocchezze…è solo svenuta!” mi ringhia contro Faith.

Può una cacciatrice ringhiare?

Evidentemente si!

“Venite…aiutatemi a portarla di sopra!” ordina la cacciatrice bruna sollevandola senza difficoltà ed avviandosi verso le scale.

Seguo il gruppo al piano superiore con la confusione dell’attore che ha perso la parte, con lo stordimento di colui che sa che ora si recita a braccio e che nessuno può prevedere cosa accadrà al successivo atto.

“ Che succede?” “Buffy si è sentita male?” “O mio dio!”

E’ il coro delle cacciatrici che curiose si avvicinano al nostro passaggio.

“Distendetela qui…” indica Willow aprendo una stanza.

“Lasciatela respirare..” le fa da contrappunto Giles, tenendo fuori la porta le ragazze preoccupate.

“Buffy! Che è successo?” E’ l’entrata in scena di una Dawn piangente, che si precipita al capezzale della sorella ancora incosciente.

“Su Dawn…calmati…è solo svenuta” la consola Willow.

“Ma come…cioè…cosa è accaduto?” chiede l’ex chiave singhiozzando tra le lacrime

“E’ stata una giornata dura…piena di emozioni” le risponde la strega, dandole qualche pacca sulle spalle.

“Già…è certo la notizia del ritorno di Spike…” interviene Faith, prontamente interrotta dallo stupore di Dawn.

“Cosa? Spike è vivo? E dov’è?”

A placare il vociare continuo e le mille domande interviene Giles.

“Non è questo il momento. Willow, ha ragione. E’ stata una giornata dura per tutti noi…lasciamo Buffy riposare in pace. Per quanto riguarda Spike…Illyria, ci devi qualche chiarimento! Su scendiamo!”

E così le comparse abbandonano la scena, ignari della mia presenza in un angolo della stanza.

Sul palco siamo rimasti solo noi due.

L’attore e l’attrice a confronto.

Mi avvicino per osservarla meglio.

E’ stesa sul letto, con i capelli sparsi sul cuscino, le braccia pesantemente rilasciate, la pelle pallida più di quella di un vampiro e nonostante le parole di Faith non posso che pensare che sia morta.

Il senso di colpa mi invade e mi lascio cadere affranto su una sedia affianco al letto.

E’ colpa mia! E’ colpa mia!

Non riesco ad impedirmi di pensare.

Perché se le avessi detto tutto per tempo, se le avessi parlato del ritorno di Spike, della sua venuta a Roma, ora non ci ritroveremmo in questa situazione…ora lei non starebbe stesa incosciente su questo letto.

Le lacrime per troppo tempo tenute a bada in questi ultimi giorni irrompono nei miei occhi senza che neanche me ne accorga e mi ritrovo a pregare un dio in cui non ho mai realmente creduto.

“Ti prego…ti prego…salvala…fa che non sia morta…falla svegliare!”

“Ti prego…basta con le bugie…se la fai svegliare, le racconterò tutto…lo giuro…del medaglione, di Spike, della mia intromissione, del colloquio a Roma…tutto…però ti prego”

Un sussurro interrompe il fiume di parole.

“Spike…” bisbiglia Buffy, mentre pian piano riapre gli occhi.

“O mio dio…ti sei svegliata” mi getto ai piedi del letto con le lacrime ancora negli occhi.

“Grazie…grazie…” dico a quel dio in cui forse d’ora in poi comincerò a credere.

“Ma…dove?” chiede confusa.

“No…non sforzarti, Buffy…ora vado ad avvertire gli altri…” e faccio per alzarmi, quando una morsa d’acciaio sul braccio mi impedisce di muovermi. E’ la sua mano che sta bloccando il mio corpo.

Mi giro e nello sguardo freddo della cacciatrice leggo che il momento della verità è ormai arrivato.

“Tu…tu, lo sapevi?!” e più che una domanda è una constatazione.

Spalanco gli occhi impaurito, consapevole di assomigliare ad un cerbiatto preso in pieno dai fari di una macchina. L’istinto di conservazione mi dice di continuare a mentire, ma il raziocinio mi ricorda a cosa finora abbiano portato le miei bugie.

Così abbasso lo sguardo abbattuto ed annuisco.

“Da quando?” e tutta la rabbia a stento trattenuta dalla voce si riversa sulla presa che mi stritola il braccio.

“Buffy…mi fai male…” riesco a dirle mentre una maschera di dolore riveste il mio viso.

“Da quando?” ripete ignorandomi…ed ho paura…

“Da quando sono venuto qui per recuperare Dana…” riesco a dire tra le nuove lacrime.

La presa è sempre più forte e penso che da un momento all’altro mi romperà le ossa.

“Perché?” e la sua voce si colora di angoscia e sofferenza, di cui l’unico colpevole sono io.

E nonostante il mio dolore fisico, riesco a vedere negli occhi smeraldo il suo dolore.

Ed è ben più grande.

“Perché, Andrew?” ripete ed io so perfettamente cosa sta chiedendo. La morsa si allenta.

“Lui mi aveva chiesto di non dirti niente e quando poi è venuto a Roma, tu stavi uscendo con L’immortale ed io ho pensato…” dico tutto di un fiato mentre mi massaggio il braccio e non mi accorgo del pugno che investe in pieno la mia faccia, facendomi volare dall’altro lato della stanza.

Come un pupazzo lanciato per aria, sbatto la testa e la schiena contro il muro e poi ricado a terra.

Il dolore si irradia da ogni parte ed investe l’intero corpo.

“Tu cosa?” è l’urlo di Buffy che risuona nella camera.

“Hai pensato…a cosa hai pensato?” si alza dal letto come una furia.

Cerco di aprire l’occhio ancora sano, ma la vista è annebbiata dalle lacrime.

So che dovrei risponderle qualcosa, ma il cervello non riesce a collaborare.

La sento avvicinarsi e trattengo il respiro, preparandomi al nuovo attacco. Perché nonostante il sangue, il naso rotto e l’occhio nero, so che questo è solo l’inizio della mia espiazione.

Abbasso la testa e mi preparo al prossimo colpo, quando sento la porta aprirsi e chiudersi con un forte tonfo.

Buffy è uscita?

La sento in lontananza urlare qualche minaccia e poi più niente.

Riprendo a respirare, tirando un sospiro di sollievo.

Sono solo…

L’attrice ha abbandonato la scena, lasciando l’attore solo con i suoi pensieri e le sue ferite.

Solo…ma vivo!

Alla fine del primo atto sono ancora vivo!

Tento di alzarmi, ma le gambe non sembrano essere d’accordo e con una fitta lancinante mi ritrovo di nuovo a terra. Mi trascino verso il letto, mentre il mio occhio sinistro prova a mettere a fuoco gli oggetti. Mi stendo cercando un po’ di sollievo per le mie membra ancora doloranti e facendo una stima dei danni.

L’occhio destro è completamente pesto e gonfio, lo zigomo è viola, mentre il naso si è trasformato in un enorme proboscide…tornerà come prima?

Avevo un così bel naso!

Sono ancora perso nella valutazione delle ferite, quando la porta si riapre improvvisamente.

Ecco come non detto…

Dawn è sulla porta e dall’espressione di puro odio che ha sul viso capisco che deve aver saputo

tutto.

Che inizi il secondo atto!

Mi tiro su e la guardo con aria sconfitta… perché ormai non ha più senso rimandare l’inevitabile.

“Si…io lo sapevo…Io sapevo che Spike era tornato in vita” la anticipo .

“E non so perché non te l’ho detto…” aggiungo tristemente.

“Non è una risposta…” mi dice rabbiosa.

Già non lo è…ma è l’unica che in questo momento mi sento di darle.

Il dolore al naso e alla schiena si fa più forte ed emetto un leggero gemito.

“Allora?” ribatte lei. E la sua indifferenza alla mia condizione mi fa arrabbiare e mi rende cattivo.

“Non c’è l’ho una risposta” le urlo

“…non lo so…forse perché mi ha chiesto di non dire niente…forse perché non volevo farvi soffrire ulteriormente…forse solo per sentirmi importante…”

Uno schiaffo di Dawn blocca il mio sfogo.

“Per sentirti importante? Tu hai deciso volontariamente di farmi del male, per appagare… cosa? Il tuo ego…Hai pensato che tenere un segreto così facesse di te un grande uomo…un osservatore vero? E’ per questo che hai lasciato che mia sorella continuasse a soffrire? E’ per questo che ho sofferto io stessa in tutti questi mesi?”

“Non mi sembrava che poi piangessi tanto mentre te ne uscivi tranquillamente con Davide o con chiunque altro” le ribatto con voce calma ma con un acidità finora sconosciuta.

“Cosa?” ed indietreggia come se l’avessi colpita.

“Mi hai sentito benissimo…non mi sembra che provassi tanto dolore, mentre ti facevi bella o ti auguravi che il nuovo vestito ti facesse notare dal ragazzo di turno. Non mi sembra di aver visto lacrime nei tuoi occhi, mentre andavi declamando per tutta la casa le doti del tuo Davide” e quasi sputo fuori quel nome, mentre con una forza ed una perfidia mai avuta prima mi alzo e mi faccio vicino a Dawn che mi guarda allibita.

“Che c’entra Davide?”

“C’entra…c’entra…perché se pure avessi deciso di parlarti, seppure avessi deciso di raccontarti tutto…dimmi, Dawn, quando lo avrei dovuto fare, eh?”

“Negli ultimi mesi non ti ho mai visto…non sei mai stata in casa, se non per cambiarti ed uscire un'altra volta, con chissà chi…cosa avrei dovuto fare? Inseguirti per le scale…oppure dirtelo mentre mi chiedevi se i capelli stessero apposto…” e adesso quello che urla sono io.

“Si…Dawn, ti sta bene quella acconciatura, a proposito…Spike è vivo!...Questo ti avrei dovuto dire?” Un altro schiaffo centra il lato del viso ancora sano.

“Tu…tu…sei solo un ragazzino meschino…codardo…geloso…” mi dice scoppiando a piangere.

Le sue lacrime colpiscono quella parte di me, che non sopporta vederla triste.

Quella parte che per un anno le ha fatto da zerbino e che anche ora vorrebbe solo prostrarsi ai suoi piedi ed implorala di perdonarmi.

Ma questa volta non avrà la meglio!

Perché la frustrazione troppo a lungo trattenuta è ora venuta allo scoperto e come un fiume in piena non può essere più arginata.

Ed il demone che ha preso il mio posto le getta addosso tutto quello che per mesi non ho avuto il coraggio di dirle.

“Geloso? Si…lo sono! Contenta adesso?” le urlo, afferrandole le spalle.

“Sono geloso…geloso marcio…che qualcuno passi il suo tempo con te…che goda della tua compagnia, che possa bearsi della tua risata…e delle tue chiacchiere…” e mano a mano in cui le confesso l’inconfessabile, la rabbia viene meno e lascia posto solo ad un immensa tristezza.

“Sono geloso che quel qualcuno non sia io…” ed alzo lo sguardo e lo inchiodo al suo.

Ciò che vedo, mi lascia stordito.

Panico…orrore…disgusto vi si leggono chiaramente ed io capisco per la prima volta il vero significato della sofferenza…capisco cos’è il Dolore profondo…

Dawn fa un passo indietro, poi si gira e corre via, lasciandomi un'altra volta solo a fissare lo spazio vuoto davanti a me.

Cosa è successo?

Il demone scompare sopraffatto da una nuova pena e lascia posto al ragazzo inerme davanti la tragedia appena svoltasi.

Cosa ho fatto?

Cosa ho detto?

La consapevolezza di aver distrutto quel piccolo legame che mi teneva unito a Dawn si fa spazio nel mio cuore.

L’ho persa.

L’ho persa.

Il dolore mi investe di nuovo ed io vorrei solo urlare…distruggere tutto… fare qualunque cosa pur di non sentire questo immenso vuoto nello stomaco che mi sta logorando dall’interno.

Faccio qualche passo barcollando verso il letto e mi getto su di esso a peso morto.

Morto…ecco come mi sento…

Alla fine del secondo atto sono morto…pur continuando a respirare.

Chiudo gli occhi e lascio che l’oblio mi porti via con se.

 

Mi risveglio al contatto di un oggetto freddo premuto sul mio zigomo nero.

Mi giro ed intravedo Giles, che mi porge una borsa del ghiaccio.

“Grazie” mi limito a dire, troppo vergognoso di me stesso per affrontare il suo sguardo.

“Beh…ti ha ridotto veramente male, eh?” e non so se si stia riferendo al mio occhio o al mio cuore.

“Signor Giles…” sospiro, prima di continuare.

“Non ho la forza in questo momento di sentirmi dire ancora una volta che ho sbagliato…lo so da me…e penso di averne anche pagate le conseguenze…quindi…”

“Non sono qui per questo…e poi onestamente, io sono l’ultimo che ti può giudicare…ho fatto molto di peggio nella mia vita…”

“E allora perché?” lo guardo confuso.

“Perché ero preoccupato per te…non è facile uscire vivi dall’uragano delle sorelle Summers!” e mi dona un sorriso.

Rimango spiazzato, mentre qualcosa nel mio petto torna a farsi sentire…

Il mio cuore?

Un calore nuovo si diffonde nelle mie membra morte, fredde.

Che strano…era da tanto che qualcuno non si preoccupava per me

Ricambio timidamente il sorriso di quest’uomo che mi sta facendo sentire amato…protetto…

Mi sta facendo provare il calore di una famiglia.

“E poi volevo vedere se eri in grado di alzarti…Buffy sta riunendo le truppe per recuperare Spike!”

“Uh?”

“Si a quanto pare è ancora fuori a lottare da solo contro il drago!”

E finalmente capisco le parole di Cordelia a chi si riferissero.

“Allora che fai? Vieni con noi?”

“Buffy non mi vorrà…” dico rassegnato.

“Qui non si tratta di cosa vuole Buffy…ma di quello che vuoi tu…di cosa vuoi fare tu…se combattere per qualcosa in cui credi oppure rimanere qui a leccarti le ferite…” mi ribatte l’ex osservatore.

“Non lo so…signor Giles…quale aiuto potrei mai dare io…ho solo creato una grande confusione ed ora tutti mi odiano…”

“Nessuno ti odia…hai commesso un errore è vero…ma tutti possono sbagliare…non è la fine del mondo…l’importante è rendersi conto dei propri sbagli e trarne un insegnamento.”

“Già e la lezione l’ho imparata bene” e mi tocco istintivamente l’occhio ancora dolorante.

“Ascolta Andrew, qualunque decisione prenderai…sarà rispettata… se non ti senti in grado…se non ce la fai…nessuno ti giudicherà…” mi dice accorgendosi della mia sofferenza.

“Non so…non voglio essere considerato un vigliacco…ho già combinato un gran pasticcio…”

“Devi decidere liberamente…non ti sentire pressato o costretto…hai visto Xander? Non se l’è sentita e non è venuto!”

“Già…ma Xander fa parte della famiglia…”

“Ne fai parte anche tu…Andrew…da meno tempo…ma comunque ne sei parte integrante…a riprova hai cercato di proteggere Buffy e Dawn, nascondendo loro qualcosa…è un invariante della nostra famiglia” e scoppia a ridere.

Poi sembra recuperare il contegno perduto, si alza, si toglie gli occhiali e li pulisce con una pezza uscita da chissà dove. Se li rimette sul naso e continua.

“Quello che ti dovevo dire, te l’ho detto. Ora sta a te…rifletti sulle miei parole…ma, Andrew, non farlo troppo”

“Perché mentre te ne stai lì ad analizzare ed osservare i pro e i contro, la vita scorre inesorabilmente…” mi guarda intensamente ed ho l’impressione che mi stia leggendo dentro, che riesca a vedere quanto queste ultime parole mi abbiano colpito nel profondo.

Io non so che dirgli, ma non sta aspettando una risposta.

Si avvia alla porta e l’apre.

Fa per andarsene, quando si gira e con uno sguardo sornione aggiunge.

“…e non preoccuparti se non ce la fai…tanto ci sarà sempre la prossima apocalisse”

“La prossima?”

“Beh…ne dubiti?” e ritorna a ridere, uscendo definitivamente dalla stanza.

E mi lascia solo anche lui. Solo con le mie riflessioni.

Le sue parole aleggiano nel mio cervello, dando vita a pensieri di speranza, coraggio…forza.

Perché ha ragione…

Mi sono lasciato trascinare dal caso, osservandolo, temendolo e lamentandomi.

Ho perso più tempo a sentirmi in colpa, spaventato o sofferente…

Ed intanto la vita mi è passata davanti…

Ma ora basta! E’ tempo di dare una svolta agli eventi.

Perché ho sbagliato…è vero…ma non è la fine del mondo.

Perché posso alzarmi e dimostrare che sono un uomo, che non piange sul latte versato, ma ammette i propri errori e ne trae insegnamento.

Perché ho fatto del male a Dawn, ma posso scusarmi e cercare di conquistare nuovamente la sua fiducia.

Perché è venuto il momento che io la smetta una volta di temere la vita in attesa del peggio, ma la affronti di petto alla ricerca della felicità.

E’ venuto il momento di mettere in atto tutte le buone intenzioni coltivate in questo anno.

“Sei cresciuto Andrew. E’ il tempo che tu lo dimostri.”

Si…è venuto il momento!

Con una rinnovata forza ed ignorando la fitta che ancora si irradia dalla colonna vertebrale in tutto il corpo, mi alzo dal letto ed esco dalla stanza.

I corridoi sono vuoti.

In lontananza sento la voce di Buffy che sta riportando le parole di Illyria probabilmente alle cacciatrici.

Scendo le scale e come supposto sono tutti in riunione nell’atrio.

“Si.. ma non dobbiamo ucciderlo…almeno non adesso” sta dicendo.

“Beh…signora Buffy…io non ho ben capito il senso della missione…cioè se non dobbiamo uccidere il drago…che dobbiamo fare?” chiede una cacciatrice che non conosco, ma che dall’abbigliamento intuisco far parte del gruppo di Faith.

“Prima di tutto, io non sono signora…ma semplicemente Buffy…e poi questa è una missione di recupero!”

“Recupero di che?” interviene un'altra.

“Recupero di Spike!”

La sala si riempie di un coro di sorpresa, condito con un Cosa, Quando, Perché? Ripetuto di bocca in bocca.

Mi avvicino a Buffy e cerco di attrarre la sua attenzione. Lei mi vede, ma gira lo sguardo e cerca di ignorarmi.

“Si però ora calmatevi…!” cerca di placare il vocio.

“Buffy!” insisto io, inutilmente. Ma non demordo.

“SILENZIO!” urla lei ottenendo quanto richiesto.

“Si, Spike è tornato…lui torna sempre… Faith spiega loro cosa è successo..!”

“E tu” rivolgendosi a me “dimmi cosa vuoi velocemente che non ho tempo da perdere”

Io mi ritrovo a balbettare…mandando all’aria tutta la fermezza di poco fa.

Lei mi guarda esasperata, poi lancia uno sguardo al cielo roteando gli occhi.

“Senti…Andrew, se mi devi confessare qualche altra cosa, fallo subito…o se no”

“No! Non è per questo che sono qui…quello che dovevi sapere lo sai…mi dispiace solo di averti mentito…”

“Non ho bisogno delle tue scuse!” mi interrompe lei, lanciandomi uno sguardo di sfida.

In un altro momento avrei abbassato gli occhi, sconfitto e me ne sarei andato.

Ma non questa volta.

Me la vuoi far pagare…bene!

Mi vuoi rendere tutto più difficile…benissimo!

Io questa volta non mi tiro indietro.

“Lo so!” le dico.

“Ma ne ho bisogno io…ho bisogno di dirti che mi dispiace…”

“Bene, adesso lo hai fatto…ora puoi toglierti dai piedi, ho una missione da compiere!” mi interrompe nuovamente lei.

Vuoi proprio la guerra, eh?

“Io vengo con voi!” e nel mio tono non c’è possibilità di replica.

“No…non se ne parla proprio!”

Uff! Buffy non si deve essere accorta del mio tono!

“Si…Spike è anche mio amico…e se c’è una campagna Recupero Spike…io voglio parteciparvi!”

“Sì giusto è tuo amico.. vi confidate tutto non è vero? Comunque la mia risposta rimane no!” continua lei…ed in questo momento sembra solo una bambina picciosa.

Alle mie spalle compare Giles che lancia un occhiata significativa a Buffy, la quale sbuffa, rotea ancora gli occhi verso l’alto, poi mi prende per un braccio e mi trascina in un luogo appartato del grande atrio.

Mi guarda in silenzio, quasi come se stesse valutando le sue parole.

“Dimmi perché lo hai fatto? Niente scuse…niente bugie…la sola verità. Perché non mi ha detto che Spike era vivo ed era qui a Los Angeles?”

Vorrei dirle che non lo so, ma mentre la osservo attentamente negli occhi, mentre vedo la mia immagine riflessa nell’iride verde della cacciatrice, mi rendo conto che non è vero. Io so bene perché non gliel’ho detto.

“Per puro egoismo!” confesso.

Lei mi guarda confusa ed io ne approfitto per chiarire il mio pensiero.

“Quando siamo arrivati a Roma, tu eri persa completamente nel tuo dolore…era lampante nello sguardo assente che avevi quando ti parlavo di una nuova adepta, o quando ti allenavi con qualche giovane cacciatrice. E quel dolore, mi confondeva…mi stordiva. Perché, Buffy, tu sei sempre stata la mia eroina, il mio punto di riferimento…il mio capisaldo. Avevo bisogno di vederti forte, per illudermi di essere forte anche io. Se tu soffrivi, io cosa avrei fatto?”

Cerca di dirmi qualcosa, ma io l’anticipo.

“No, ti prego non mi interrompere…non so se poi avrò il coraggio di continuare.

Poi le cose hanno cominciato a migliorare. Tu hai ricominciato a vivere ed hai riacquisito il tuo solito umore…o meglio ci hai provato…ti sei messa una maschera di felicità e di serenità in volto a beneficio di tutti noi, mio, di Dawn, di Giles, Willow. Ma io lo sapevo…sai…sapevo che non era reale, eppure ne avevo un così disperato bisogno che ho fatto finta di crederci…ho fatto finta che tu fossi di nuovo Buffy, la mia supereroina. E quando ho visto Spike…ho temuto che il tuo bel castello di carte crollasse, e con il tuo, il mio. Ecco perché quando mi ha chiesto di non dirti niente ho accettato ben volentieri ed ecco perché gli ho impedito di parlarti quando è venuto a Roma.

Il fatto è che però fino a questo momento non ne ero cosciente…in quel momento…due settimane fa, quando si è presentato a casa con Angel ero realmente convinto di quello che gli dissi…ed ora me ne dispiace così tanto…”

“Cosa gli hai detto?” mi chiede con calma e con una punta di rammarico.

“Che eri andata avanti…e che eri innamorata di Edward”

“oh…” è il suo semplice commento.

“Ora lo so che era un assurdità…me ne dispiace tanto…ma permettimi di recuperare…” e la mia voce si è trasformata in una preghiera.

Lei mi guarda e non so cosa veda con esattezza, ma mi sorride e cambia argomento.

“Ok…puoi venire con noi…ma non metterti nei guai”

E senza bisogno di altre parole, ci ricongiungiamo al resto del gruppo

Tra le cacciatrici, intravedo anche Dawn, che appena incrocia il mio sguardo, mi gira la faccia.

Con lei sarà più dura!

“Dawn, che ci fai qui?” Buffy chiede alla sorella, con voce nuovamente alterata.

“Che vuol dire che ci faccio…mi preparo alla missione!” e lo dice con una voce talmente tanto risoluta che stento a credere che non sia anche lei una piccola cacciatrice.

Ma poi c’è realmente bisogno del potere per comportarsi come tale?

Comincio proprio a credere di no!

“No! E non voglio sentire storie…mi avevi promesso che ti saresti tenuta fuori dai guai e…”

“La proteggerò io!” mi ritrovo a dire, senza neanche accorgermi.

E deve risultare realmente qualcosa di bizzarro visto che mi guardano tutte allibite e qualche cacciatrice se la ride in maniera più o meno palese.

“Non ho bisogno della protezione di nessuno…ne tanto meno di uno come te!” mi dice velenosa, senza degnarmi di uno sguardo.

Vuole ferirmi.

Ma non sa che non può.

Mi sono fatto a sufficienza male da solo e niente di quello che potrà dire o fare sarà più doloroso della sofferenza auto inflittami. Perciò la ignoro e ripeto la mia promessa in maniera ancora più risoluta.

“La proteggerò io!”

“Mah!? Chissà come farà? Quello deve vedere se riesce a non cadere nei prossimi dieci minuti e si professa difensore di innocenti…” è il commento sussurrato di Monica, che però riesco a percepire distintamente nel chiacchiericcio generale.

Cavolo…ma che brutta opinione hanno di me le mie cacciatrici…

Buffy sembra pensarci su, poi mi guarda, lancia uno sguardo alla sorella e sorride.

“Su andiamo la missione…com’era? Ah, si… Recupero Spike ci aspetta!”

Si…la missione ci aspetta…

E’ la sola cosa che realmente conti ora…

Per tutto il resto ci sarà tempo.

Cap. 7

 

Le braccia mi fanno male. Fitte di dolore si diffondono per tutto il mio corpo.

Trattengo le lacrime a stento mentre sollevo, a due mani, la spada all’altezza del volto e la ripiego di lato. Rimango fermo in questa posizione.

Aspetta.

Non ancora.

Aspetta…

Ora!

Con un colpo deciso faccio volare la testa del demone Glaiarud, che si polverizza all’istante.

Per fortuna…non avrei sopportato altra bava verdastra!

Il corpo continua a girare su se stesso per effetto dell’attacco sferrato e riesco a recuperare l’equilibrio appena in tempo per evitare di cadere addosso a Benedetta che sta lottando alle mie spalle.

Sono stanco…no…non è corretto…sono esausto.

Poggio la punta della spada per terra e mi ci accascio totalmente a peso morto a mo’ di bastone.

Osservo la battaglia imperversare attorno a me.

Le cacciatrici impalettano, decapitano ed uccidono le centinaia di demoni, che si sono riversati contro di noi, senza particolari problemi.

Senza avvertire nessun segnale di cedimento.

Anche Dawn, poco lontano da me, se la sta cavando niente male, mentre polverizza l’ennesimo vampiro con una freccia lanciata direttamente nel cuore dalla balestra che armeggia con grazie e maestria.

Mi perdo un attimo ad osservarla.

I movimenti leggeri ma decisi, l’espressione del viso concentrato, eppure apparentemente calmo, l’ondeggiare soave dei capelli castani ad ogni volteggio del corpo la fanno somigliare ad una Diana dei nostri tempi…bella e letale come la dea della caccia.

Ne sono estasiato…quel suo muoversi senza fatica…senza sudore…ma…un attimo…

Possibile che solo io risulti completamente sfinito…dopo aver fatto fuori appena tre demoni?

Forse avrei dovuto scegliere anche io la balestra…sembra più leggera e facile da manovrare rispetto a questa spada pesante.

Con l’angolo dell’occhio vedo una figura accasciata nella mia stessa posizione…è Giles…

Evidentemente non sono il solo a soffrire di questa situazione.

Dove sono andati a finire i tempi in cui la cacciatrice cacciava e l’osservatore…osservava?

Lo scontro è ormai alle ultime battute.

Ancora pochi demoni e vampiri ci ostacolano il cammino…purtroppo ancora lungo.

Di questo passo non arriveremo mai da Spike.

L’incantesimo di localizzazione ci ha indicato che attualmente si trova a sud della Downtown, nella zona dei magazzini. A detta di Willow però si sposta velocemente da un posto all’altro senza un apparente logicità.

Alzo gli occhi al cielo. Del drago nessuna traccia…per adesso!

In questa ultima ora, l’ho visto apparire e sparire almeno una decina di volte…mi chiedo quale sia il senso di tutto ciò!

La vista di un vampiro che punta deciso verso di me, mi fa risollevare di colpo e superare la stanchezza per rimettermi nuovamente in posizione d’attacco. Sono pronto ad infilzarlo direttamente nel cuore, quando esplode improvvisamente davanti i miei occhi e al suo posto compare una graziosa ragazza. E’ del mio gruppo, ma non riesco a ricordarne il nome.

Alta con un viso delicato, su cui sono incastonati due gemme preziose di colore azzurro, il tutto incorniciato da una massa di ricci castani.

Bella, di una bellezza tutt’altro che mediterranea.

“Grazie”. Le sorrido timidamente, rimanendone affascinato.

Mi guarda, scrolla le spalle e con un “Ad Maiora” si getta nuovamente nella mischia.

“Ad…che? Uff! Questo è il problema con le cacciatrici italiane…tutte immerse nella loro cultura latina…” dico al vento, mentre il mio sguardo incrocia quello di Dawn, che mi osserva furente.

Ed ora che ho fatto?

Mi scrollo il pensiero da dosso ed aiuto Erica in difficoltà con un mostro simile ad un polipo gigante…ma che diavolo è uscito da quel portale?

Mentre mi destreggio tra gli ultimi cadaveri, la mia attenzione è calamitata da una cacciatrice che al centro del campo di battaglia se ne sta ferma immobile con gli occhi chiusi.

E’ una del gruppo inglese…figura minuta, lunghi capelli rossi…una vaga somiglianza a Willow.

Improvvisamente attorno a lei compaiono fluttuando una decina di paletti.

“Ma che dia..” non ho il tempo neanche di finire la frase che la ragazza riapre gli occhi di scatto ed i paletti si infilzano nei cuori di altrettanti demoni.

Wow! Ottimo metodo di caccia, veloce e indolore…beh, almeno per il cacciatore!

Devo chiedere a Willow di insegnarmelo una volta tornati a Londra.

Mi guardo attorno…in piedi ci siamo solo noi!

La battaglia è definitivamente conclusa.

Almeno questa!

All’ordine perentorio di Buffy ci rimettiamo in marcia, ben consapevoli, che è solo l’inizio.

Non abbiamo nulla di cui compiacerci, perché al prossimo incrocio incontreremo altri demoni ed altri vampiri a bloccarci la via.

Sembrano moltiplicarsi man mano che ci avviciniamo alla zona sud.

Ed è ormai chiaro che vogliono impedirci di raggiungere Spike…ma perché?

La domanda si perde negli anfratti del mio cervello, mentre cerco di raggiungere la postazione accanto a Dawn che continua ad ignorarmi.

Ma non mi importa.

Sono qui per proteggerla ed è quello che farò che lei lo voglia o no.

Riusciamo a percorrere un paio di chilometri, prima che un gruppo di Xofar ci impedisca il passaggio.

No…gli Xofar, no…grossi…bavosi…sono realmente ributtanti…

Ci prepariamo ad affrontare il nuovo scontro, quando si alza la voce di Faith.

“Voi andate avanti…qui ci pensiamo noi…pronte ragazze?” dice, rivolgendosi alle sue adepte.

“Sicura?” le chiede Buffy.

“Oh…B…da quando ti preoccupi per me? Dai…vi raggiungiamo tra poco!”

“Andiamo, allora…e grazie Faith”

E così mentre il gruppo di Cleveland si lancia al contrattacco, noi siamo liberi di procedere verso la nostra meta.

Il ritmo si fa serrato e mi ritrovo a correre come non ho mai corso in vita mia per reggere la falcata della cacciatrici.

I crampi tornano a farsi sentire e le gambe mi invocano pietà.

Ma non posso fermarmi.

Cerco di pensare ad altro, per evitare di percepire la stanchezza.

Lascio che la mia mente si stacchi dal mio corpo e che la fantasia voli lontano…ancora una volta!

E davanti i miei occhi si configura il grande incontro, ormai imminente, tra Buffy e Spike.

 

Una pioggia incessante si sta abbattendo sulle strade, sulle macerie dei palazzi e su una figura nero vestita, che si muove elegantemente, perfettamente a suo agio nelle oscurità, mostrando, a chi lo voglia vedere, il suo ballo di morte. E’ Spike che, armato unicamente della sua prestanza fisica e della sua forza, sta lottando da solo contro decine di demoni. L’inferiorità numerica potrebbe far pensare ad una difficoltà del vampiro ossigenato…ma non è così. Ogni demone viene spazzato via senza alcuna fatica dai suoi colpi micidiali. Improvvisamente da un vicolo oscuro un orda infinita di mostri senza volto si riversa nel campo di battaglia. Un rapido calcolo e Spike non ha più speranza. A questo punto il raziocinio indicherebbe la fuga come unica soluzione…ma si sa bene che il ragionamento non è mai stata la migliore qualità del vampiro…

Spike è più un tipo da prima uccidi e poi pensa.

“Ora si, che c’è da divertirsi” e scoppia in una risata che si perde nella notte più nera.

 

Mentre la scena si configura man mano nella mia immaginazione, mi rendo conto di aver raggiunto il mio intento. Con la mentre altrove, il mio corpo si muove più velocemente, con meno fatica e sofferenza…più agile.

Per la prima volta capisco di avere anche io un potere…la mia fantasia.

Prendo coscienza che posso comandare i miei sogni, le mie immagini e non più farmi trascinare inerme da queste. La mia capacità non più come debolezza, ma come forza.

E mentre sulle labbra si dipinge un sorriso, la mente riprende il suo cammino.

 

Spike si prepara alla lotta, sfoderando le sue spade, quando, non si sa bene da dove, una trentina di ragazze fanno la loro comparsa, frapponendosi tra il vampiro ed i demoni agguerriti.

“Wow…cos’è è arrivata la cavalleria?” Spike non sa bene chi siano quelle ragazze…ma in questo momento non gli importa…sono un aiuto e questo gli basta.

Si lancia in battaglia per non essere da meno delle giovani donne che, con grazie ed eleganza, stanno sterminando i nemici.

Mentre lotta contro un demone grosso il doppio di lui, un profumo familiare colpisce i suoi sensi…un profumo di vaniglia che gli riporta alla mente dolore, amore, dolcezza…passione.

Un profumo che risveglia allo stesso tempo Il poeta ed il demone!

E non ha bisogno di girarsi, per sapere che lei è lì alle sue spalle.

Buffy è venuta!

“Ce ne hai messo di tempo, cacciatrice?” gli dice lui…con il suo solito tono sarcastico, con il quale maschera la forte emozione.

“Non sai quanto, Spike…una vita intera!” gli risponde Buffy, mentre impaletta l’ennesimo vampiro.

E poi semplicemente sono occhi negli occhi e la battaglia intorno a loro solo un lontano frastuono.

“Spero di essere arrivata in tempo…di non essere in ritardo!” Ed è chiaro cosa gli stia chiedendo Buffy, con la voce rotta dalla felicità e dalla paura.

Felicità di poter ancora una volta annegare nelle pozze color oceano che sono gli occhi del suo amore. Paura che il tempo abbia inesorabilmente cambiato le cose tra loro.

Lui la guarda intensamente…e pensa di non averla mai vista più bella. Che i suoi sogni, i suoi incubi di quest’ultimo anno non le abbiamo neanche una volta reso giustizia.

Le scosta una ciocca impertinente dal volto e quel semplice gesto è capace di inondarli di un calore mai provato.

“Mai…tu non lo sarai mai in ritardo…con me!”

E poi le loro labbra sono fuse insieme, mentre i loro corpi cantano il reciproco riconoscimento.

Un vampiro cerca di rovinare il loro momento.

Ma Spike, abbandonando appena il suo angolo di paradiso, lo impaletta senza pietà.

“Ehi…non provare ad interrompere me e la mia signora!”

“La tua signora?” gli chiede lei, maliziosa.

“Sempre…la mia dea dorata!” le risponde Spike con un altro bacio.

“Sei pronta, pet?”

“Si…che lo show abbia inizio!”

E così fusi insieme, come una sola entità, lottano tenendosi la mano, diventando l’uno la propaggine dell’altro e lo spettacolo è realmente entusiasmante. Si allontano e si riavvicinano in quel ballo che solo loro, insieme, sanno interpretare tanto bene.

 

Abbandono, per un momento la fantasia, per concentrarmi su un immagine in particolare:

fusi insieme, come una sola entità…

E non so perchè, ma ho l’impressione che sia una scena importante.

Il mio cervello ragiona a ritmo incessante…ma niente.

Eppure la sensazione non mi abbandona.

Vedo i grattacieli diradarsi ed i primi magazzini far capolino…siamo quasi arrivati.

Prima ancora che la stanchezza torni a farsi sentire mi perdo volontariamente nei miei sogni, immaginando un lieto fine per la cacciatrice ed il suo vampiro.

 

“Buffy…Ti amo!” le urla Spike, mentre decapita un suo simile.

“Anche io…Ti amo!”gli risponde a voce alta lei, per superare le urla del demone che sta sgozzando.

“Mi vuoi sposare?”

Buffy si blocca di colpo, incredula di quello che ha sentito.

Spike la segue e le si avvicina; poi con un tono più dolce e commosso le fa nuovamente la sua proposta.

“Mi vuoi sposare?” ed i suoi occhi blu si caricano di lacrime di speranza.

“Oh mio Dio, mi stai chiedendo di essere tua moglie ed io sono sporca di bava verdastra…non ci posso credere…” risponde scioccata Buffy.

“E’ un rifiuto questo?” ed ora è Spike che la guarda spaventato.

Buffy sembra accorgersi del cambio di tono del vampiro e finalmente si risveglia.

“Un rifiuto? No…No…oh Spike certo che voglio sposarti!” e gli si getta tra le braccia.

Lui la stringe felice come non mai, e se non sapesse che il suo cuore è morto più di un secolo fa, giurerebbe di sentirlo battere all’impazzata. La bacia.

“Oh…guarda cosa ho combinato…ti ho riempito di bava…”

“Beh…non ha importanza, pet. Come si dice? Nella buona e nella cattiva sorte?” e le dona il suo sorriso micidiale.

“Finchè morte non ci separi…ma quella non è mai stata problema per noi!” gli risponde Buffy riappropriandosi delle sue labbra.

E mente il bacio si fa sempre più intenso, una musica di violini si diffonde nella notte e la parola THE END compare sugli schermi.

 

Con la fine del film, io ritorno alla realtà, nuovamente cosciente di me stesso.

E leggermente compiaciuto anche.

Beh…se la carriera di osservatore mi dovesse andare male posso sempre dedicarmi alla sceneggiatura…o alla regia…chissà se riuscissi ad incontrare Lucas?

La nostra corsa si arresta mentre ci inoltriamo in silenzio tra i magazzini.

La tensione è alta perché in questo momento un'altra lotta non ce la possiamo permettere.

Spike è troppo vicino per perdere altro tempo.

Cerco di calmare i battiti del mio cuore, che sembra rimbombare nella solitudine dei vicoli.

Faith ed il suo gruppo si è riunito a noi. Lo scontro deve essere andato evidentemente bene.

Willow si ferma di botto.

Chiude gli occhi.

“Will, che succede?” le chiede apprensiva Buffy.

“Schhh…sto cercando di sentirlo…si muove velocemente…devo anticipare le sue mosse, se non vogliamo girare a vuoto per i centinaia magazzini che ci sono qui.” Le risponde la dea senza mai riaprire gli occhi.

“Perché? Perché Spike si muove così velocemente… ha un piano? Cosa sta cercando di fare…”

Chiede con maggiore ansia la cacciatrice e nel suo tono posso leggere tutto il suo stato d’animo.

“Eccolo…lo vedo…presto di qua!” e ricominciamo a correre seguendo le indicazioni della rossa.

Ma il nostro incedere questa volta dura poco.

Ci fermiamo davanti un capannone non dissimile da tutti gli altri.

“Vado avanti io!” dice con il suo solito tono Illyria, che entra senza aspettare conferma dalle altre.

Subito dietro, attraverso la piccola porticina in lamiera, entrano Willow, Faith e Giles. Io li seguo, con affianco Dawn, sui cui volto è leggibile l’emozione del momento. Dietro di noi le altre cacciatrici.

Buffy è in rimasta in coda.

E nell’entrare, mi giro e la osservo.

E’ spaventata…e posso capire il perché.

Perché i sogni sono sogni e la realtà è tutt’altra cosa.

Il nostro ingresso viene acconto da un imprecazione familiare.

“Bloody hell…ma dove sarà finita Illyria? Mi doveva raggiungere ore fa…”

Ci inoltriamo seguendo la voce del vampiro che continua a maledire la sorte, facendoci sorridere inevitabilmente.

“…e quel maledetto drago perché continua ad inseguirmi? Nemmeno gli dovessi dei soldi”

“Forse è una femmina e si è innamorata di te!”gli risponde Faith, manifestando la sua presenza.

Spike, accovacciato dietro una cassa, si gira di scatto e lancia uno sguardo alla cacciatrice bruna e al dio blu che la precede.

“Ehi…Blu, vedo che hai portato la cavalleria…” poi si accorge man mano anche della nostra presenza, mentre alla spicciolata superiamo il muro dietro al quale ancora è riverso.

“Oh…che onore tutto il gran consiglio al completo…Giles, Rossa…no…non ancora tu!” afferma, rialzandosi, appena mi vede.

“Ciao, Spike” e nonostante le buone intenzioni, non riesco ad impedire alla mia voce di tremare dall’emozione. Perché lo è sempre per me rivederlo.

“Uff…l’ultima volta che ti sei fatto vedere da queste parti, mi sono ritrovato senza mani…non vorrei ora perdere…”

Ma la sua frase viene bloccata dall’ingresso di Buffy.

Ed allora come nelle mie fantasie, come nei miei film mentali, tutto si blocca, il tempo si dilata.

I contorni sfumano e noi tutti scompariamo davanti alla scena principale.

“Spike…” sussurra appena la cacciatrice.

Il vampiro si gira ed un espressione di pura sorpresa si dipinge sul suo volto.

Poi inclina la testa, restringe gli occhi, quasi a voler essere sicuro di ciò che vede e si protende in avanti.

“Buffy…”

“Spike…” le ripete lei.

Ed io posso già immaginare la scena successiva.

Si avvicinano sempre più…con movimenti lenti, eppure inesorabili…come se una forza sconosciuta li stesse attraendo l’uno verso l’altro.

Si stanno per baciare.

Il cuore mi batte all’impazzata, come se fossi io stesso il protagonista.

Un ruggito si espande nell’aria e la terra comincia a tremare.

Un ondata di fuoco investe il magazzino ed un fumo si diffonde velocemente nella stanza dove siamo tutti stipati.

“Attenzione” qualcuno grida

“Oh…bloody hell…è tornato!”

“Presto tutti fuori…” grida Buffy.

“Di qui…” indica Spike, cominciando a correre nella direzione opposta all’incendio.

Lo seguiamo, spaventati, ed ancora non completamente coscienti di quello che è successo in questi pochi secondi. Istintivamente prendo la mano di Dawn e la trascino fuori.

Studio i movimenti di Spike, che corre davanti a me e mi accorgo che qualcosa non torna e alla stessa conclusione deve essere arrivata Buffy che lo osserva preoccupata.

E’ ferito!

Lo spolverino che indossa è macchiato di sangue all’altezza della spalla.

Ed allora capisco perché si spostava spesso da un magazzino all’altro.

Voleva disperdere il suo odore…le tracce di sangue.

Riusciamo ad uscire dal capannone appena prima che crolli diventando una massa indistinta di lamiere infuocate, ma quello che ci aspetta all’esterno non è meno confortante.

Centinaia e centinaia di demoni ci circondano, mentre il drago, che sorvola le nostre figure, continua a sputare fuoco.

Ok…ora la situazione è realmente drammatica…

Dov’è la cavalleria?

Cavolo…siamo noi…

Siamo spacciati.

Questi sono i pensieri che a una velocità impressionante mi bloccano in cervello e mi impediscono di ragionare. Sono terrorizzato…

 

“Ma segreto non è nel non aver paura…è normale averne…dovete averne. Il segreto è nel non farvi guidare da essa, nel non farsi bloccare dai propri timori.”

 

“Ma, Andrew, non farlo troppo…perché mentre te ne stai lì ad analizzare ed osservare i pro e i contro, la vita scorre inesorabilmente…”

 

“Andrew…ascolta…in questo momento ti senti impotente ed hai paura…Lo so! Anche provare paura fa parte della vita…combattila, non permetterle di distruggere l’intelligenza, il buon senso. Non permetterle di farti esitare…rifletti, decidi, agisci!”

 

Le parole di Buffy e quelle del signor Giles si fondono e si mescolano nel mio cervello, evocando memorie di un passato lontano, che non riesco ad identificare e che non ricordavo di avere.

La stretta della mano di Dawn richiama la mia attenzione sulle bestie immonde che si preparano ad attaccarci.

“E adesso che facciamo?” mi chiede tremante Dawn.

“…rifletti, decidi, agisci!”

Quelle parole sconosciute rimangono sospese tra i miei pensieri.

Perchè io ho riflettuto e deciso…ed è il momento di agire.

“Combattiamo…no…sappiamo fare qualcos’altro?” le rispondo.

 

“Malgrado tutto, quando si tratta di faccende davvero importanti, combattono. Voglio dire, sono davvero idioti a farlo, però lo fanno. Loro non mollano… non mollano mai”

Già…Anya, noi non molliamo mai…

E stanotte combatterò anche per te…e per Xander, che sono sicuro di rivedere alla prossima apocalisse.

 

Ed al primo cenno di Buffy, ci gettiamo nella mischia.

Brandisco la mia spada e con un colpo deciso taglio a metà un demone con tre occhi. Mi giro con una piroetta e ne decapito un altro. E mi sento una furia.

Perché in pochi attimi ho capito che, se non voglio morire, se voglio avere l’occasione di dare alla mia vita una svolta vera, se voglio costruire qualcosa di definito con Dawn, allora devo lottare con tutte le forze che ho e con anche quelle che non ho.

 

“I sogni hanno sempre un prezzo”

Ed ancora parole immemori affollano il mio cervello, mentre infilzo con un solo colpo due vampiri.

Il drago continua a lanciare fiamme a destra e a sinistra, rendendo la zona un’arena infernale.

Il fumo mi ostacola la vista, ma senza riposo, continuo la mia strage, alla stessa stregua di qualsiasi eroe qui riunito.

“Ma non deve andare a ricaricarsi…questo maledetto drago?” sento urlare Spike mentre decolla con unico gesto tre demoni.

Ora è tutto chiaro!

Il drago ha difficoltà a stare nella nostra dimensione ed ha bisogno di entrare ed uscire dal portale per riprendersi.

Se riuscissimo a mantenerlo a sufficienza qui, impedendogli di rientrare, forse, potremmo sconfiggerlo…già ma come?

 

“Due campioni…ma quando ci hanno provato…non è successo nulla…il drago ha superato quasi indenne l’attacco”

 

Le parole di Illyria mi ritornano alla mente, mentre cerco una soluzione che sembra non esistere.

Ed è proprio vicino al dio blu che mi ritrovo ad un certo punto.

Senza grande difficoltà, ma solo con dei larghi movimenti di braccia e gambe, spazza via decine e decine di demoni alla volta.

La sua forza è spaventosa…ed io mi ritrovo a rallegrarmi della sua presenza al nostro fianco.

La osservo.

Sul suo volto la stessa espressione impassibile di sempre, ma nei suoi occhi si legge quella luce che io conosco fin troppo bene…la stessa che emanano gli occhi eccitati di una cacciatrice nel pieno di una ronda. La violenza la inebria.

E’ questo che ci differenzia nettamente, me, Dawn, Giles, Willow, da Buffy e le altre.

Noi lottiamo per la sopravvivenza…loro per il piacere di farlo.

Ed è per questo che mai nessuno di noi, per quanto vicino possa essere ad una cacciatrice, la potrà comprendere fino in fondo.

E’ forse questa la ragione profonda del legame che, al di là dell’amore, ha sempre accomunato Buffy e Spike?

Un movimento di Dawn interrompe il flusso dei miei pensieri.

Un grosso demone Crial le si è parato improvvisamente davanti e con un violento gesto della pinna, che ha al posto delle braccia, ha disarmato Dawn che ora indietreggia spaventata.

Senza neppure pensare un secondo, attraverso i pochi metri che mi separano da lei e mi lancio all’attacco ferendo ad una spalla il mostro.

Questo lancia un urlo, si gira di scatto e mi ferisce ad un fianco.

Un bruciore si irradia dal punto colpito e vorrei gridare dal dolore.

Ma ignoro i segnali di cedimento e con tutta la forza che ho in corpo affondo la mia spada nel costato del demone.

Libero tutta la mia rabbia sollevo la lama verso l’alto e lo trancio a metà.

Il Crial muore in un immensa pozza di sangue.

“Andrew…” sento Dawn chiamarmi.

Mi giro.

La osservo.

Muove le labbra…sembra stia parlando.

Ma io non sento niente.

Le mie orecchie mi hanno abbandonato.

Vorrei dirle qualcosa, ma la stessa sorte sembra toccata anche alla mia voce.

Poi tutto comincia a girare intorno a me e le ginocchia mi cedono.

Ed improvvisamente mi ritrovo a terra riverso nello stesso sangue del demone che ho ucciso.

Dawn si accascia accanto a me, mi scuote…ma non riesco ad avvertire nulla.

Se non un senso di pace che sembra pervadermi.

Una lezione ritorna dagli anfratti della mia memoria.

 

Un demone Crial uccide la sua preda iniettandole attraverso le sue pinne un veleno curarico.

 

Sto morendo?

Vedo Dawn piangere, chiedere aiuto.

Poi mi sento sollevare dalla pozza e spostare in una zona più sicura del campo.

Ma il mio corpo non sembra reagire.

L’unico senso ancora attivo è la vista, ed anche quella sento che sta per venir meno da un momento all’altro.

Dal punto in cui mi trovo, posso vedere combattere distintamente Buffy e Spike.

E sono uno spettacolo…molto meglio di qualsiasi mia fantasia.

Mi concentro per non perdermi nessun movimento, nessun gesto della loro danza mortale.

Dawn continua a starmi accanto, a carezzarmi…ma la mia mente è ormai lontana, concentrata solo sulla meraviglia che stanno inscenando la cacciatrice ed il vampiro.

Ogni loro movenza è perfettamente coordinata con quella dell’altro.

Ogni colpo è controbilanciato, ogni mossa è pensata all’unisono.

Calci, pugni e piroette sono i gesti di un unico essere, formato da due anime ed un solo cuore.

“E così fusi insieme, come una sola entità…”

“…due campioni che lottano insieme alla fine dei giorni come se fossero uno…”

E mentre anche la vista viene meno, io riesco finalmente a vedere l’essenza delle cose.

Nella mia testa si fa chiaro il senso della profezia…

Due campioni…non Angel e Spike…ma Buffy e Spike…la cacciatrice ed il vampiro uniti nel corpo, nell’anima…nel cuore.

Come abbiamo fatto a non pensarci prima?

Era così lampante!

Cerco di muovermi, di parlare…ma niente il mio corpo non reagisce.

Eppure devo trovare il modo per comunicare la mia scoperta…potrebbe essere l’unica possibilità di sopravvivenza per tutti noi e per il mondo intero.

Cerco di urlare…ma le mie corde vocali sembrano spezzate.

La vista si affievolisce sempre di più; le palpebre si fanno pesanti.

No…no…non adesso.

Cerco di oppormi alla stanchezza che si impossessa sempre più di me, ma sono inerme.

I polmoni fanno fatica, l’ossigeno viene meno…il mio cuore sta rallentando.

Il pensiero coerente scivola sempre più fino a sciogliersi in immagini senza senso, che si rincorrono l’un con l’altra.

Il mio cervello si sta addormentando.

Luce…caldo…prato…

Rosso…bicicletta…asfalto…lacrime…

Vestito a fiori…carezza…bacio…profumo…amore…

Mamma?

 

“Andrew…ascolta…in questo momento ti senti impotente ed hai paura…Lo so! Anche provare paura fa parte della vita…combattila, non permetterle di distruggere l’intelligenza, il buon senso.”

 

“Perché mio alleato è la Forza. E un potente alleato essa è

La vita essa crea, e accresce. La sua energia ci circonda e ci lega.

Che la forza sia con te”

 

Yoda?

Improvvisamente il mio cervello torna attivo. Le immagini si ricompongono e si fanno pensiero.

Il cuore ricomincia a battere all’impazzata. L’ossigeno alimenta i miei organi. I polmoni ritornano alla loro funzione.

Apro gli occhi e vedo Dawn piangere disperatamente affianco a me.

Alzo una mano per accarezzarla, tra la sorpresa sua e mia per quel gesto.

Poi la nebbia si dirada e tutto torna chiaro.

Buffy.

Spike.

La profezia.

Con una voce metallica che non mi appartiene chiedo a Dawn di aiutarmi ad alzarmi.

“Cosa? No…Andrew…sei stato gravemente ferito…hai perso molto sangue!”

“Devo alzarmi” ed ignorandola, ritrovo le forze nelle braccia e nelle gambe.

 

“Che la forza sia con te”

 

Si…che la forza mi accompagni in questa ultima missione.

Mi alzo, appoggiandomi a Dawn, che continua a protestare ed ad impormi di stare fermo.

Ma non l’ascolto, perché la mia mente è nuovamente focalizzata su unico obbiettivo.

Buffy.

Spike.

La profezia.

La mia missione.

Perché solo la missione è quello che conta.

Mi stacco da Dawn e barcollando, mi spingo verso il centro della battaglia.

Con lo sguardo fisso sui due campioni, evito i colpi di demoni e vampiri.

Mi faccio largo tra sangue, cadaveri, cacciatrici e mostri.

Incessantemente.

Senza dolore.

Senza fatica.

Deciso ad agire.

“Buffy!” riesco ad urlare quando sono ormai a pochi metri dai due.

Lei si gira, mi guarda e dalla faccia sconvolta che fa, capisco che devo essere ridotto veramente male.

Le sorrido.

Non deve preoccuparsi per me.

Io non sono più preoccupato.

“Insieme!” le urlo per superare i ruggiti del drago che si sono fatti improvvisamente più alti.

“Insieme!” ripeto ancora una volta.

“Tu…Spike…Insieme dovete…”

Un colpo alle mie spalle mi impedisce di continuare.

Cado a terra.

Ultimi sprazzi di lucidità mi aiutano a comprendere.

Siamo alle battute conclusive della tragedia.

Alla fine del terzo atto, l’attore muore.

In scena è stato rappresentato, nonostante tutto, “Morte di un osservatore a Los Angeles”.

Diretto ed interpretato da Andrew Loyd con la partecipazione straordinaria di Buffy Summers, nel ruolo della vittima.

Il sipario si chiude.

E poi semplicemente il buio.