PASSIONE SOTTO LA CENERE





Come sempre i personaggi della ff non sono miei ma di Joss Whedon (il sadico) della FOX della WB e della UPN etc….


Shipper SPUFFY ovviamente.






Sunnydale, 22 maggio 1880


Caro diario,


Tutto è meraviglioso, l’aria fresca di questo assolato mattino di primavera, l’odore delle prime rose in fiore. La leggera brezza che accarezza il viso.

Sono così felice ‘ dico a me stessa, e penso alla notte appena trascorsa. Con lui.

Con il mio principe azzurro, il mio cavaliere dall’armatura lucente e il mantello bianco.

L’ho conosciuto mesi fa ad una festa, una delle prime a cui mi è stato consentito di partecipare, a dire il vero.

Quando ha fatto il suo ingresso in sala mi si è fermato il cuore. Alto, fisico armonioso, lineamenti raffinati. Capelli castani e occhi, occhi così penetranti e scuri come la notte. E un sorriso da conquistatore.

Il conte Liam O’ Brien Harrington ‘ ha annunciato il valletto ed io sono rimasta paralizzata.

Lui si è guardato intorno con calma e poi si è soffermato su di me. Ha accennato un lieve inchino e non so come è accaduto mi sono ritrovata tra le sue braccia lì nella pista da ballo. Davanti a lui.

Da quel momento il mio cuore è suo, per sempre.

E due settimane fa mi ha detto che ‘ Mi ama ‘, ama proprio me. Anche se non posso vederlo come vorrei sono contenta lo stesso. E ieri notte sono stata sua con l’anima ed il corpo ed è stato bellissimo. Ora siamo uno dell’altra.

Credo che presto verrà a casa a chiedere la mia mano a mia madre. Non vedo l’ora.

Io sarò Lady Elizabeth O’Brien Harrington. Mi piace suona bene.

Mi aggiro per la casa canterellando una vecchia canzone ‘ Early one Moorning ‘, non ricordo dove l’ ho sentita. È un po’ triste mi piace però. E questa mattina mi è entrata in testa.

Sorrido tra me e me. Devo sembrare bizzarra a quelli della casa. Per fortuna mia mamma in questi giorni è impegnata a visitare i poveri e non si è accorta di nulla.


Lo amo, lo amo, lo amo è l’uomo più fantastico, gentile e bello che abbia mai incontrato.









Sunnydale, 25 maggio 1880


Caro diario,


Sono triste, disperata non so cosa sia successo. Liam è partito ho incontrato il suo amico e compagno di College Wesley Wyndam - Pryce. Non ha saputo dirmi molto, o forse non ha voluto. Mi ha guardata stranamente. Sono angosciata.

Cosa è successo? Che cosa sta accadendo? Perché è andato via. Forse ho fatto qualcosa di sbagliato, qualcosa che lo ha ferito. Ritorna Liam ti prego, o io non so come farò.

Tutto adesso è così grigio, buio attorno a me.

Mi manca da morire, e non sapere nulla, mi fa sentire peggio.

Spero solo non sia accaduto qualcosa di grave. Che non stia male.

Mia madre sembra preoccupata, ma non fa domande. Mi viene da piangere.





Sunnydale, 30 Maggio 1880



Caro diario,


Questo è il giorno più terribile della mia vita. Mi sento di morire, voglio morire. La mia amica Wilhelmina è venuta a trovarmi questa mattina e mi ha dato la notizia. Io non capisco, non riesco a capire devo parlargli, deve spiegarmi.

Liam, il mio Liam si sposa il prossimo mese con una duchessa, una certa Signorina Darla Wellington non so che. Sono disperata cosa devo fare? Aiutami ti prego sento che sto impazzendo.

Mia madre è agitata, non mi ha mai vista così. Non sta bene e mi spiace farla preoccupare ulteriormente, ma non ci riesco. Non posso smettere di pensare a lui. Perché mi ha fatto questo Perché?




Sunnydale 6 Giugno 1880



Caro Diario,


Mia madre è sempre più pallida ed affaticata, questo mi preoccupa. Domani faremo venire il medico, non può andare avanti così. Prego Iddio che non sia nulla di grave. Non voglio nemmeno pensare che lei… che lei….le lacrime vengono giù da sole, anche se non voglio.

Di Liam non ho nessuna notizia tranne le voci che circolano in città. Sembra lo abbiano visto ad un ricevimento a Londra. È sempre bello ed elegante, e la sua fidanzata dicono sia splendente. Alta, esile, bionda con due occhi di un verde acqua incredibilmente lucenti e dall’incarnato color avorio. Con un’eleganza ed un portamento regale innato in lei…..





- Signorina Elizabeth c’è una visita -

I miei occhi lampeggiano per un attimo. ‘ E’ lui! deve essere lui. E’ tornato, è venuto per dirmi che sono tutte menzogne che lui è mio. Solo mio. ‘

- Grazie Mary, arrivo subito –

Cerco di mantenermi calma ma è difficile.

Richiudo frettolosamente il diario e mi guardo allo specchio, voglio essere bellissima per lui.

Scendo di corsa le scale. ‘ È qui, è qui ‘ mi ripeto mentre il mio cuore sussulta ad ogni gradino.

Entro di corsa in salotto e mi trovo davanti …


William Darcy. Devo avere il viso deluso, perché lui sembra un po’ in imbarazzo e dispiaciuto.

- Mi scu..si se la importuno – dice nel suo tono ansioso e un po’ goffo.

E’ un vecchio amico di famiglia, i nostri padri erano amici. Da quando lui è morto in un certo senso si prende un po’ cura di noi. Mia mamma lo adora, come fosse il figlio che non ha mai avuto. Ed un po’ sono invidiosa per questo.

Ha circa trent’anni, è di statura media. Corporatura un po’ esile, occhi .. beh non ci ho mai fatto caso. Capelli castano chiaro. Scrive poesie, ma sono orribili. Smielate. Tutte per la sua adorata Cecily, una ricca e stupida ragazza.

Chissà se avrà mai il coraggio di dichiararsi, anche se tutta Sunnydale sa.

Mi riprendo, non voglio essere scortese.

- No lei non importuna mai Signor Darcy. A cosa debbo l’onore? -

Dentro di me la delusione è totale.

- Ho saputo che sua madre non sta molto bene… e sono venuto a sincerarmi delle sue condizioni -

- Ah la ringrazio. Adesso sta riposando. E si non sta molto bene. Domani faremo venire il medico-

Il mio viso si rattrista.

- Se me lo permettete, andrò oggi stesso a chiamarlo, adesso –

Mi guarda con espressione angosciata. Vuol molto bene a mia madre e gli sono grata.

Accenno un lieve sorriso e annuisco con il capo.

Anche lui sorride, come gli avessi fatto un meraviglioso dono e dopo un rapido inchino si dirige verso la porta.

- Tornerò al più presto – mi dice e il suo tono è sicuro.

- Grazie – rispondo con gratitudine.


Sono di nuovo sola, e un senso di vuoto e di abbandono mi pervade. Abbattuta mi siedo sul divano e fisso il vuoto. E sento che il peggio deve ancora venire.







Sunnydale, 28 Giugno 1880



Caro diario,


Oggi ho rivisto Liam è qui a Sunnydale, in visita con la sua fidanzata. È bello come sempre, ero in un caffè con Wilhelmina e suo cugino Alexander. Lui era lì in piedi gli sono andata incontro. ero raggiante, stavo per parlargli, quando l’ho vista… era dietro di lui.

Mi sono sentita mancare, è bellissima oltre ogni dire, io non sono niente in confronto.

Lui mi ha fissata come sempre. Le parole mi sono morte in gola.

- La conosci? – gli ha chiesto e lui. Mio Dio non avrei mai voluto rivederlo.

- No non la conosco. Ho ballato con lei un paio di volte a qualche ballo cittadino –

Le ha sorriso e mi hanno oltrepassata.

Stavo per cadere, quando mi sono sentita sorreggere da due braccia forti che mi hanno adagiata su un divanetto in un angolo un po’ appartato del locale.

William. Era William Darcy. Che mi fissava preoccupato, con quei suoi grandi, immensi e profondi occhi Azzurri. Non gli avevo mai notati, non pensavo fossero così. Così penetranti e… intensi.

Mi ha sorriso e poi si è offerto di accompagnarmi a casa. E come sempre non mi ha detto di No. Strano ma mi sono sentita meglio accanto a lui in silenzio. È stato rassicurante.

Sono qui nella mia stanza adesso. E non ho più lacrime da versare.

Il dottore viene ogni settimana per controllare mia madre. Ancora non si è pronunciato, ma dal suo sguardo, io. Io non voglio…Mamma non lasciarmi adesso ti prego.








Sunnydale 3 Luglio 1880



Caro diario,


Sono giorni che ho le nausee e che mi sento spesso mancare. Ho un ritardo.

Non può essere non deve essere. Per me è la finita.

Voglio solo sprofondare nella vergogna.

Come farò?

Come posso dirlo a mia madre? Lei non dovrà mai, mai sapere.

Io non posso darle anche questo dolore. Non me lo perdonerei mai.

Domani il dottore finalmente ci dirà qualcosa di più sul suo stato. Sembra stia meglio.

Io prego per lei e per me.

Non riesco a mandar giù niente. Ogni giorno William e la signora Darcy passano a trovarci. Ci sono di grande conforto. Mia madre si trattiene a lungo con loro e quando vanno via lei sembra sempre stare meglio.




Sunnydale 5 Luglio 1880


Caro diario,


Liam si è sposato oggi a Londra. Partirà subito per il viaggio di nozze e non si sa quando tornerà.

E’ finita adesso non ho più nessuna speranza. Non mi amava. Non mi ha mai amata forse. Ma io si. L’ ho amato e lo amo ancora. Non riesco a smettere di pensare a lui. Mamma perdonami. Sono cattiva.








Sunnydale 9 Luglio 1880



Caro diario,


Ho la certezza: sono in cinta. Ho paura, cosa devo fare? A chi posso chiedere aiuto. Io non ce la faccio più. Sono così stanca. Mary si deve essere accorta di qualcosa, mi guarda sospettosamente da qualche giorno a questa parte. Forse dovrei confidarmi con lei e pregare che accada un miracolo.

Il dottore ha detto che mia mamma sta meglio, che forse è stato un cedimento del cuore. Sono contenta, e proprio in questo momento devo essere forte. Non voglio che si senta di nuovo male per causa mia.

Nonostante tutto, io lo amo ancora…sono una stupida lo so. Ma è più forte di me. Ho il cuore in pezzi e nessuno potrà mai più farlo tornare a battere ancora.





Sunnydale 11 Luglio 1880



Caro Diario,


Parlare con Mary è stata la cosa più stupida, più sbagliata che potessi fare. Mi ha fatto il terzo grado. Voleva sapere a tutti i costi chi fosse il padre, ma io non ho ceduto e non gliel’ho detto.

Ha minacciato di andarlo a riferire a mia madre, ma non credo lo farà so quanto le vuole bene.

Mi ha detto che devo trovare subito un marito e rimediare, prima che sia troppo tardi.

Ma io non voglio, non voglio sposarmi senza amore. Io amo Liam, il mio cuore sarà per sempre suo. Non voglio nessun altro accanto a me.

Mai più. Io non amerò mai più nessuno in vita mia.

Se morissi sarebbe la cosa migliore. Eviterei il disonore alla mia famiglia e soprattutto un dolore a mia madre. Lei si fidava di me, mi crede ancora la sua bambina. Ma io non lo sono più….

Le lacrime mi impediscono di continuare a scrivere.




Sunnydale, 12 Luglio 1880


Caro Diario,


Oggi ho preso una decisione. Non avrò il mio bambino, ho saputo che qualcuno qui in città fa una cosa che interrompe le gravidanze. So che è pericolosa e che molte ragazze muoiono. È accaduto anche alla figlia della cuoca di Wilhelmina. Anche se poi per evitare lo scandalo hanno detto che è morta di tisi.

Ho tanta paura, ma non vedo altra soluzione davanti a me.








Mary è appena entrata in salotto ha l’aria un po’ misteriosa e colpevole.

Esita nel parlarmi e questo mi mette in apprensione.

- Mary cosa c’è? E’ successo qualcosa alla mamma? -

Le domando ansiosa.

- No signorina – sembra a disagio.

- Parla Mary cosa è successo? –

Mi sono alzata e senza rendermene conto ho alzato la voce.

- Signorina. Mary mi ha detto tutto -

Una voce alle sue spalle mi fa gelare. Spalanco gli occhi dallo stupore e poi arrossisco violentemente.

Mio Dio. Quella stupida ha raccontato tutto a …a William Darcy. E adesso? Cosa faccio? Non ho via di scampo. Mia madre ‘ ed è l’unico pensiero che attraversa la mia testa svuotata di ogni senso ed energia.

Mi lascio cadere sul divano. Sono pallida e balbetto parole inutili.

- Signorina, si calmi la prego non faccia così. Mary lo ha fatto perché le vuole bene ed ha pensato che un amico avrebbe potuto aiutarla. Vista la sua condizione -

Ha lo sguardo dolce mentre è seduto accanto a me e mi stringe la mano.

- Io… io – abbasso lo sguardo mi vergogno. Cosa penserà adesso di me.

- Chi è stato? – domanda e la sua voce per un attimo diviene dura.

Io non rispondo. So che potrebbe sfidarlo a duello.

Se lo uccidesse ne morirei e se Liam uccidesse lui, cosa molto probabile.

Mi sentirei in colpa per il resto della mia vita.

- Bene – mi dice e il suo tono sembra addolcirsi.

- Capisco. E accetto la sua decisione Signorina –

- Non deve preoccuparsi ho già trovato il modo per sistemare le cose –

Gli dico scioccamente fiera della mia decisione.

Lui mi scruta in silenzio, si acciglia e quando parla la sua voce è alterata.

- Ah si. E quale sarebbe questa ‘ sistemazione ‘. -

Ha lo sguardo severo in questo momento ed io mi sento come una bambina che viene rimproverata per una brutta azione.

- Non credo la riguardi – faccio per alzarmi ma lui mi trattiene per un braccio.

- Invece si che mi riguarda. Non pensa al dolore che causerà a sua madre? Non pensa che ne potrebbe morire? E poi non pensa al bambino. Lui non ha colpa –

Si ferma un attimo a riflettere.

- Nessuno di voi ha colpa. Solo il padre ne ha -

- Non mi importa. Mi lasci – gli dico con le lacrime agli occhi.

- Non faccia la stupida Elizabeth – è la prima volta che mi chiama per nome.

I suoi occhi scintillano. E’ adirato. Non sembra più nemmeno lo stesso uomo che conosco. Non lo avevo mai visto così in vita mia. Un po’ mi spaventa.

- Io… io… non so come fare. Non ho scelta – gli urlo e gli batto i pugni sul petto.

Lui mi stringe ed io mi lascio cullare dal suo abbraccio caldo e protettivo.

- Non si preoccupi Elizabeth penserò io a sistemare le cose. Glielo prometto, ci penserò io. Ma adesso la prego smetta di piangere -

Resto stretta a lui singhiozzando. Sa di buono e la sua stretta è forte.

Non credevo fosse così muscoloso. A guardarlo non si direbbe.

.’ Ma che accidenti mi prende ‘ penso dentro di me e mi allontano un po’ imbarazzata.

- Mi dispiace. Non volevo. Io…-

Lui mi sorride lievemente.

- Non c’è nulla di cui scusarsi -

Mi guarda serio e poi parla con voce pacata e risoluta.

- Signorina Elizabeth adesso andiamo di sopra a parlare con sua madre -

Lo guardo atterrita.

- No mia madre non dovrà mai sapere – gli dico impaurita.

- Venga con me. Si fidi di me. Andrà tutto bene, sua madre non saprà nulla –

Lo guardo diffidente, lui mi porge il braccio ed io lo accetto.

Siamo nella stanza di mia madre adesso. Sembra così serena oggi, così rilassata.

Sono terrorizzata al pensiero di cosa William stia per dirle.

Lui mi sorregge e mi stringe la mano.

Sono confusa.

- Oh William come sono felice di rivederti – gli dice e la sua voce è calda e gentile come sempre.

- Grazie Signora Summers. Oggi però sono qui per farle una domanda. Da cui dipende la mia felicità futura –

Sia io che mia madre lo guardiamo incredule ed un po’ sbigottite.

- Ho il grande onore di chiederle di concedermi la mano di sua figlia -

Sento il terreno mancarmi sotto i piedi. Devo essere impazzita del tutto. Mi è sembrato di sentire William Darcy chiedere la mia mano.

- Oh sapessi quanto io e tua madre abbiamo sperato che…- è commossa e non riesce a parlare.

Mi chiedo perché sia commossa. Sto sognando ne sono certa, anzi è un incubo. Se mi tiro un pizzicotto finalmente mi sveglierò.

Invece no è vero. E’ tutto terribilmente vero e ormai compiuto. Mia madre ci abbraccia uno dopo l’altro e ci guarda raggiante. Sto per sposarmi, con quest’ uomo sconosciuto.

Perché Liam? Perché mi hai fatto questo? Adesso dovevo essere la tua fidanzata. Invece andrò a vivere con lui. Nella sua casa, nel suo letto.

Un senso di nausea mi assale, ma lui mi sorregge saldamente.

- Cara cosa c’è? – mi domanda agitata mia madre.

- Niente Signora, probabilmente saranno state tutte le emozioni della giornata –

Risponde lui senza esitare.

- Sì mamma. È così certamente – aggiungo io, riprendendomi.

- Oh cara, piccola Buffy – lei mi ha sempre chiamata così, non so da dove le sia venuto questo buffo soprannome, ma ormai ci sono abituata. Mi piace.

- E quando avreste intenzione …? – domanda incerta, mentre una strana tristezza le attraversa il viso.

- Io veramente non sap…- sto per dire ma lui mi precede.

- Presto, il più presto possibile. Non vogliamo aspettare, abbiamo già atteso troppo. Io avrei pensato due settimane –

Sono scioccata. Due settimane. Tra due settimane sarò Lady Darcy.

Sono stordita e sento che se non mi siedo finirò stesa sul pavimento.

Mary da sulla porta della stanza piange e ride insieme. Non capisco. Sembrano tutti così contenti, così sicuri. Come avessero sempre saputo che avrei sposato quest’ uomo. Così strano, misterioso e imprevedibile.

- Ora sarà meglio che lei riposi Signora. Non deve stancarsi – è sempre così premuroso con mia madre. Lo sto osservando. I suoi lineamenti sono così spigolosi eppure così aggraziati e eleganti. Come tutta la sua persona del resto.

Questo sarà mio marito ‘ mi ripeto ancora incredula.

- Sì hai ragione William, e poi scommetto che voi vorrete restare un po’ da soli -

Sorride.

- Mi fido di te William so che sei un gentiluomo e che renderai felice la mia Buffy -

- Farò del mio meglio Signora di questo non dubiti –

Si inchina le sfiora la mano con le labbra e poi prendendomi sottobraccio mi conduce fuori.


In salotto finalmente mi riprendo dal mio stupore iniziale e lo aggredisco.

- Ma cosa ti è saltato in mente? Sei per caso impazzito? -

- Mi è sembrata la cosa più logica da fare Buffy –

- Tu sei pazzo. E Cecily? Tu ami lei ed io…- e mi fermo, non posso dirglielo.

- Cecily ha rifiutato la mia proposta – e i suoi occhi diventano cupi e bui come la notte.

- Mi spiace – gli dico sinceramente.

- Non fa nulla. E’ passato adesso –

- Ma questo non cambia le cose. Io non ti amo e non credo che insieme potremmo.. insomma non credo che dovremmo sposarci –

Sono nervosa e non ne capisco bene neanche io il motivo.

- Non sarà semplice, e so che non ci amiamo, ma sarò paziente con te Buffy. Avrò tutta la pazienza di questo mondo. E credo che alla fine potremmo andare d’accordo -

- No non voglio –

Sono esasperata. Ho sempre detestato trovarmi di fronte a fatto compiuto. Ma in questo caso si parla della mia vita. Del resto della mia vita. Lo guardo e penso che è con lui che passerò il resto della mia vita. Ciò mi sgomenta e mi da i brividi, ma anche una sensazione strana che non saprei definire.

- Ormai è fatta Buffy. Non puoi tirarti indietro e poi devi pensare anche a lui – e indica la mia pancia.

- Ti … odio – gli dico senza pensarci. E mi rendo conto solo adesso che gli sto dando del ‘ tu ’.

Non so quando e come è successo, ma siamo passati dal lei al tu senza accorgercene.

- Vi..odio voglio dire – mi correggo arrossendo leggermente.

Lui mi fissa e sorride sommessamente.

- Puoi darmi del tu adesso, e poi anche io lo sto facendo -

- Ho detto di No – e come le bambine faccio i capricci.

Ben sapendo di aver già perso in partenza.

- Oggi lo dirò a mia madre, sarà contenta. E poi domani andrò a parlare con il prete -

- Ho detto No. Non ci senti? –

Sto diventando maleducata, ma è più forte di me non voglio rassegnarmi all’evidenza e cedere alla ragione.

- Sei proprio una bambina Buffy. Lo sai questo? -

C’è un po’ di amarezza nella sua voce, credo stia pensando a come abbia potuto trovarmi in questa situazione. Visto che gli sembro una bambina. Questo mi offende e non so perché. Non voglio pensi male di me.




Sunnydale, 31 Luglio 1880


Caro Diario,


Questa è l’ultima volta che ti scrivo. Domani sarò la Signora Darcy ed ho deciso che non ti porterò in quella casa. Ti lascerò qui nel mio comodino, nella mia stanza di ragazza. Dove sto lasciando tutti i miei sogni di bambina e di donna. Ho ancora la sua rosa, quella che mi diede la prima sera dopo il ballo e il nastro dei suoi capelli che ho tenuto dopo quella notte.

Queste due settimane sono state frenetiche, ma è stato meglio così almeno non ho avuto il tempo di pensare alla follia che sto per fare.

Qui in casa tutti sembrano felici e contenti. Mia madre, la madre di William, Mary e anche lui. Anche William mi sembra allegro. E’ premuroso con me e gentile.

Non siamo rimasti spesso da soli, mi sento a disagio quando sono con lui da sola in una stanza. Lui mi fissa spesso come mi scrutasse, come volesse leggermi dentro. Però si è sempre comportato cortesemente e non ha mai fatto nulla di sconveniente. Ancora non abbiamo parlato mai della nostra vita futura come marito e moglie e se ci penso mi viene un crampo allo stomaco e la testa mi gira vorticosamente.

Non riesco, io non posso. Vorrei solo fuggire via da qui. Da tutto e da tutti. E invece resto e vado avanti in questa follia.

Non voglio dirti addio, ma solo arrivederci.

Ho paura, domani sarò sua moglie e non so cosa si aspetta da me. Cosa vuole da me. Io non posso dare nulla. Non ho più niente da dare a nessuno.



Sunnydale, 2 agosto 1880


E’ una bella mattina d’estate non fa particolarmente caldo. E il sole splende. Indosso già il mio vestito bianco, molto semplice. Una piccola coroncina di brillanti tiene su un sottile velo, che mi scende sulle spalle. In mano stringo un bouquet di roselline di campagna e margherite, il mio fiore preferito. Sul petto ho appuntata una spilla, un ricordo di famiglia che William ha voluto assolutamente donarmi qualche giorno fa.

Sono tesa ed angosciata. Mi sento come un condannato quando va al patibolo. Rassegnato a morire.

Non è così che avevo sognato il giorno del mio matrimonio. Non è con lui che lo avevo sognato. Una lacrima scivola giù dai miei occhi. Poi qualcuno bussa alla porta e torno alla realtà.

Mia madre fa capolino dalla porta. E’ raggiante, anche se ha il viso un po’ stanco. È splendida come sempre.

- Buffy sei stupenda. La più bella sposa che abbia mai visto -

- Grazie mamma, ma non è vero – le sorrido forzatamente.

- Piccola, io volevo… non so da dove iniziare tesoro. Vedi io non so quanto tu sappia del matrimonio e della vita in intimità di due sposi. E vorrei cercare di aiutarti… quindi adesso o mai più. Se hai qualche domanda, falla pure –

E’ imbarazzata. Non abbiamo quasi mai toccato questi argomenti tra noi. Se sapesse che io non sono più…la bambina che crede. Se sapesse la verità…

- Oh Mamma, non temere me la caverò – ho appena detto una cosa stupida, ma è la prima che mi è venuta in mente.

- Bene, allora possiamo andare – ha colto al volo la mia risposta, per togliersi da questa situazione imbarazzante per lei.

Mi fa sorridere.

- Ti voglio bene Mamma – le dico esitando un attimo sulla porta di quella che era la mia stanza.

- Anche io tesoro – mi abbraccia e stringe forte come non dovessimo vederci più.

Mi guardo un’ultima volta attorno con tristezza, ho già nostalgia della mia infanzia ed adolescenza. Che da quel giorno in cui sono stata sua è stata spazzata via. E non tornerà più.

Sono in carrozza diretta verso il mio futuro, non quello che sognavo e volevo, ma quello che mi è toccato. Mi fa paura.

Mia madre accanto a me, stringe le mie mani e mi sorride.

- Ho paura – le dico e sospiro.

- Tesoro è normale, tutte le spose hanno paura. Ma non devi averne. William è un gentiluomo ed è così dolce e buono. Ti renderà felice vedrai –

Un’ espressione di tristezza si dipinge sul mio viso. Mia madre sembra un po’ sorpresa.

- Tu non pensi sia così? -

- Si. Mamma so che William è un brav’ uomo. E che io …-

- Amore – mi stringe.

Sto piangendo.

Siamo arrivati, Wiliam ha scelto una piccola chiesa di campagna. Immersa nel verde. È un luogo che ispira serenità. Mi avvio con la mamma verso l’ingresso. Le gambe mi tremano e le lacrime premono contro i miei occhi.

Sto entrando, ho un nodo alla gola e un crampo allo stomaco. Il mio cuore si ferma per qualche secondo.

Ad attendermi all’ingresso c’è lui. Sarà lui a condurmi all’altare, visto che mio padre è morto. È vestito di grigio, elegante ma molto semplice.

Mi sorride dolcemente e mi prende la mano, portandomela sotto braccio e me la stringe.

Si piega verso di me e mi sussurra all’orecchio.

- Non temere Buffy ci sono io con te. Non devi aver paura di me, io non ti farò del male. E adesso ti prego, un sorriso. Uno solo -

Lo guardo e quei suoi occhi così limpidi, così grandi e sinceri mi rassicurano. Gli sto sorridendo e lui sembra rasserenato. Mi bacia teneramente la mano e mi conduce all’altare.

- Sì lo voglio -

Dico quasi come stessi sognando.

- Si lo voglio -

Dice lui dopo di me e siamo marito e moglie.

Può baciare la sposa ‘ dice il prete. Io tremo.

Lui mi prende tra le braccia, delicatamente come avesse paura di farmi male e posa le sue labbra sulle mie. Per poco. Eppure basta perché una languida sensazione di avvolgente calore mi assalga.

Si stacca da me e per una frazione di secondo rimpiango quel contatto così dolce e sensuale.

Tutti sorridono e battono le mani. Lanciano petali di rosa e lui mi conduce alla carrozza che mi porterà nella sua casa, che da oggi è anche la mia casa.

Mi soffermo un attimo prima di salire in vettura e un mio fugace pensiero va a colui che in quel giorno avevo sognato mi accompagnasse. Poi passo lentamente la mia mano sul mio ventre. Lui mi prende per i fianchi, ho un brivido. Lo guardo, lui mi incoraggia a salire ed io salgo in vettura.

Ora tutto è passato. Seduta accanto a lui mi dico ‘ il tuo futuro adesso si chiama William Darcy ‘

La vettura si muove e con essa la mia vita.


Io sono a disagio. Lui se ne accorge.

Mi scorta in casa dove ci attende il ricevimento di nozze. E per tutta la durata della festa non mi lascia mai sola. Sono stanca, la giornata è stata particolarmente faticosa, ma spero che gli invitati non vadano via.

È sera e pian piano la sala si svuota. È rimasta solo mia mamma che io cerco disperatamente di trattenere. William è di là in soggiorno che da disposizioni per la notte. Mia madre è stanca e vorrebbe ritirarsi ma legge la paura nei miei occhi e cerca di confortarmi come può.

La signora Darcy si alza e con gentilezza saluta mia madre e mi bacia sulla fronte.

Si è trasferita in un’ala del palazzo, vuole che gli sposini stiano da soli.

- Ancora auguri figlia mia. Io sono stanca e mi ritiro. Ci vediamo domani. Buona notte –

Mi accarezza il braccio e si avvia verso le scale.

Mia mamma si alza subito dopo.

- Tesoro è arrivato il momento che anche io mi ritiri -

- No mamma resta – la imploro.

In quel momento William si affaccia sulla porta e ci guarda.

Mia madre mi accarezza il viso e mi bacia.

- Su tesoro, non aver paura. William sarà gentile – e poi si volge verso William.

- Bene William caro, io vado è già tardi. E poi gli sposini devono restare soli – e ci lancia uno sguardo d’intesa.

William le sorride e le bacia la mano.

Lei gli si avvicina e lo abbraccia. Senza farsi udire da me gli sussurra all’orecchio

- Ti prego William. Buffy è molto agitata. Si gentile con lei è ancora così piccola -

- Sì lo sarò – risponde lui a bassa voce.

Gli occhi le diventano lucidi e poi esce dalla stanza dandomi un’ ultimo sguardo e sorriso.

Io sempre più agitata con le mani mi tocco nervosamente il vestito.

- Su vieni ti faccio vedere un po’ la casa – mi dice con tono gentile.

Sino ad adesso sono stata solo nelle stanze del piano terreno. Non sono mai salita di sopra.

Questa casa è calda, molto accogliente e per niente lussuosa.

Attraversiamo un corridoio con vari ritratti, c’è anche quello di William.

I miei antenati – dice alzando il sopracciglio.

- Ma questo sei…- sto per dire.

- Si questo sono io – mi risponde non facendomi finire.

- E qui? – domando indicando la parete vuota accanto al suo ritratto.

Lui mi sorride stranamente

- Qui ci sarà il ritratto di mia moglie – e mi fissa intensamente.

- Ma io…- cerco di schernirmi.

- Sch, non dire nulla Buffy –

Mi prende la mano e comincia a correre per il corridoio ridendo.

È contagiosa la sua risata.

Arriviamo infondo davanti ad una porta.

Lui si ferma e mi guarda con un po’ di imbarazzo, ma i suoi occhi sono ancora ridenti e fulgidi per la corsa.

- Questa è la nostra stanza –

Un lampo di terrore attraversa i miei occhi.

Lui apre la porta e mi fa cenno di entrare, inchinandosi leggermente.

Esitante e spaventata a morte entro nella camera.

È stupendamente arredata.

Sul letto vi è una coperta di pizzo bianca e due rose rosse sono deposte una per ogni cuscino.

Piegata su un lato vi è la mia mise per la notte. A sinistra sotto la finestra vi è un piccolo comò con una grande specchiera. Pettini e quanto serve per me. Nell’angolo invece vi è un camino e una poltrona, e si intravede da un’arcata più a destra un’altra stanza, piena di libri.

- Quella è la mia biblioteca e studio – si affretta a dire lui che ha notato il mio sguardo curioso.

- Oh – dico.

- Vieni – mi trascina verso la finestra.

Il panorama è a dir poco da togliere il fiato. Si affaccia sul laghetto della villa. E su un giardino meraviglioso.

- Il giardino lo cura mia madre. Guarda a destra – e mi indica un macchia gialla in mezzo alle altre.

- Margherite – dico stupita.

- Sì – dice lui ed è un po’ emozionato.

- Ho fatto piantare in quella parte del giardino il tuo fiore preferito. Così ogni mattina te ne porterò qualcuno per colorare i tuoi risvegli –

Sono stupita e sconvolta. Lo fisso incredula. E mi chiedo chi abbia sposato. E così dolce, così profondo che mi smarrisco accanto a lui.

- Io … non so cosa dire -

- Non dire nulla tesoro. Sorridi questo mi basta –

Comincio a piangere e singhiozzare. E mi stringo a lui.

Ho bisogno di qualcuno che mi abbracci. Ho bisogno di piangere.

- Tesoro piangi. Piangi pure – mi dondola lentamente ed io mi abbandono tra le sue braccia.

- William. Io…io….- non so cosa dirgli.

- Stringimi ti prego – le parole vengono da sole e continuo a singhiozzare.

- Si tesoro, ti stringo. Non temere è tutto passato. Vedrai qui sarete felici tu e il bambino. Io ti giuro che sarai felice –

Gli sono grata. Non sa quanto gli sia riconoscente in questo momento per quelle parole.

Mi sto calmando. Lui mi solleva il viso e con dolcezza mi asciuga le lacrime e mi accarezza.

- Ascolta Buffy, tu sai quello che succede tra un uomo e una donna -

E’ serio.

Annuisco e abbasso lo sguardo.

- Bene. Non voglio costringerti a fare nulla che tu non voglia -

Resto in silenzio e stringo un lembo del mio abito tra le dita.

- Però tu sei mia moglie e questo è un fatto. Io ti darò tutto il tempo che vuoi te lo prometto ma tu devi anche capire che adesso siamo una famiglia. E che una famiglia è fatta anche di bambini –

Mi guarda con apprensione, legge in me la paura e l’angoscia.

- Io non sono un uomo che cerca fuori dalla sua casa l’affetto e il calore di cui ha bisogno. Buffy capisci quello che sto cercando di dirti? –

Per qualche minuto resto ancora in silenzio. So che quello che dice è vero ed è giusto. Non posso pretendere che lui rinunci alla vita matrimoniale. Ma non mi rassegno, non riesco ad accettarlo adesso.

- Ovviamente mia madre non sa nulla, quindi noi dormiremo qui, insieme -

Il mio sguardo deve essere sconvolto perché lui subito aggiunge comprensivo.

- Ma ti giuro sul mio onore che non ti sfiorerò con un dito sino a che non vorrai tu – e la sua mano scivola tra i miei capelli.

- Adesso immagino avrai bisogno di cambiarti. Io vado di là nello studio. Quando hai finito chiamami –

Mi spoglio in fretta, accidenti a tutti questi lacci penso e poi mi infilo sotto le lenzuola. Fa caldo ma io sono coperta sino agli occhi e poi lo chiamo

- William -

Lui entra ed indossa solo un lenzuolo. Lo guardo sconvolta.

- Ma…ma…..- balbetto.

Lui mi sorride e dice con tutta la naturalezza del mondo.

- Non spaventarti e che non porto mai biancheria quando dormo.

Non riesco a proferir parola e tanto meno a formulare un pensiero.

Sono tremendamente scioccata e imbarazzata per la situazione.

Si infila nel letto e lascia scivolare via il lenzuolo. Poi si stende e incrocia le braccia dietro la nuca.

Non avevo mai notato quanto muscoloso e elegante fosse il suo corpo. E la pelle doveva essere liscia. ‘ ma che cosa mi salta in mente ‘ mi rimprovero. Mi giro dall’altra parte e spengo il lume.

- Buonanotte Tesoro – mi dice e la sua voce è calda e sensuale. Mi da i brividi.

- Buona notte William – gli rispondo balbettando quasi.

Non riesco a dormire, sono agitata. E troppi pensieri mi affollano la mente.

Mi sveglio sono sudata e cerco di muovermi ma non ci riesco. Guardo in basso e vedo …. Vedo William abbracciato a me con il capo poggiato sul mio seno lasciato un po’ scoperto dalla camicia da notte. Trattengo il fiato e mi chiedo ‘ adesso cosa faccio? ‘ lui dorme tranquillo. Così sereno. Ha delle spalle vigorose e la sua figura è davvero armoniosa e tenera in quella posizione. Però io mi sento a disagio. Cerco di allentare la sua stretta ma niente da fare.

Così resto immobile a guardare nel buio in attesa che questa notte finisca.

Ma senza accorgermene scivolo nuovamente nel sonno. Quando mi risveglio, le cose sono leggermente cambiate. Adesso sono io che sono stesa su di lui e ho una mano poggiata sul suo petto. Ho un moto leggero di sorpresa appena sveglia e mi sposto.

- No resta pure non mi dai fastidio -

E’ sveglio accidenti. ‘

- Io mi spiace, non volevo …- non so che pesci pigliare.

Mi sorride malizioso.

- Guarda che io non faccio complimenti -

- Uff – sbuffo, questo suo modo così ironico e sicuro di fare mi infastidisce.

La sua pelle è liscia, morbida. Il suo odore è inebriante.

- Vorrei cambiarmi – gli dico seccata.

- Va bene – e fa per alzarsi.

- Nooo – grido io.

È nudo, si è dimenticato il lenzuolo. Con le mani mi copro gli occhi mentre lui ride e va nello studio.

Mi chiedo dove sia finito il ragazzo così gentile e timido che conoscevo. Questo William è così diverso, così imprevedibile, sicuro e sfacciato.

- Scusami Buffy ma… Beh voglio che tu mi conosca per come sono realmente, non il gentiluomo che frequenta la società londinese. Quella è solo una maschera -

- Ah – io sono sempre più sorpresa e spiazzata.

- Hai fame? – mi domanda dall’altra stanza.

- Si veramente ho molta fame – gli rispondo.

- Va bene. Aspettami qui torno subito. Approfittane per rivestirti – mi da un bacio sulla fronte ed esce.

Le mie paure sono svanite almeno per adesso. Mi alzo e mi affaccio alla finestra. Voglio guardare il panorama di giorno.

È incantevole. Non vedo l’ora di fare una lunga passeggiata per il parco.

La porta si riapre e William sorridente entra con il vassoio della nostra colazione e un mazzo di margherite.

Gli sorrido raggiante. E salto sul letto sfregandomi le mani. Ho fame.

- Ecco per la mia piccola -

- Sì frittelle – urlo. E ne addento una.

- Cosa ti piacerebbe fare oggi? –

Mi chiede premuroso.

- Mm… una lunga passeggiata nel parco – gli dico mentre mastico un’altra buonissima frittella.

- Bene allora ti aspetto di sotto, così ti faccio fare il giro del parco –

Annuisco con la testa. E continuo a mangiare voracemente frittelle. Mentre lui esce scrollando la testa divertito.


Non mi aspettavo il parco fosse così grande e confesso che mi ha stancato un po’ camminare così a lungo. Lui se n’è accorto e mi ha offerto il braccio per sorreggermi. Io sono allegra. È una splendida giornata e mi sento serena. Penso che il mio bambino crescerà davvero bene in questo posto. Anche se mi chiedo se William lo accetterà come suo o se lo vedrà sempre come il figlio di un altro uomo.

Mi rattrista un po’ questo pensiero, ma oggi non voglio crucciarmi. Voglio solo rilassarmi questo periodo non è stato molto facile.

E’ pomeriggio e vista la lunga camminata della mattina decido di fare un riposino. William mi segue nella stanza.

- Buffy tu riposa pure io starò qui nello studio a leggere un po’ -

- Va bene – gli faccio cenno con il capo e poi lo guardo un po’ esitante.

- William ti spiacerebbe ….- maledetti gli abiti e i loro lacci.

- No certo che no – dice e comincia ad armeggiare con i lacci del vestito.

Lui sorride ed io invece rabbrividisco ogni qualvolta le sue dita sfiorano la pelle del mio collo.

Brividi caldi che mi fanno arrossire. Per fortuna non può vedermi, ma sento il suo sguardo fisso su di me e questo mi rende ancora più agitata.

- Ho finito –

- Grazie –

Lui entra nell’altra stanza ed io faccio scivolare il vestito per terra e mi rannicchio nel letto.

Quando mi risveglio è il tramonto, gli ultimi raggi di Sole illuminano la stanza. Davanti a me seduto sulla poltrona c’è William che mi fissa intensamente. Arrossisco. Quello sguardo è così penetrante, mi fa sentire nuda. E mi chiedo come mai non mi sono mai accorta che ha uno sguardo così profondo.

- Cosa c’è? -

Gli domando preoccupata.

- Niente, ti guardavo dormire -

Sembra un po’ pensieroso.

- Perché? -

Gli domando curiosa.

- Perché sei bella Buffy. Sei davvero bellissima -

Non riesco a capire il suo comportamento è così strano.

- Grazie sei gentile io..-

Cerco di ringraziarlo.

- No non lo sono. Dico solo la verità –

Si alza e mi viene incontro.

Senza dire nulla, si inginocchia davanti a me.

Accarezza il mio viso e mi bacia. Un bacio leggero, dolce.

- Sarà meglio scendere per la cena adesso - dice alzandosi.

E si allontana, lasciandomi in uno stato di confusione totale.

Con il suo sapore sulle mie labbra.


Camminando nel corridoio con il pensiero ancora a quel fuggevole bacio, mi soffermo senza rendermene conto davanti al suo ritratto. Osservo i suoi lineamenti e vengo catturata dal suo sguardo. Così limpido e allo stesso tempo profondo ed intenso.

Ho i brividi. Mi do della sciocca e scendo in sala da pranzo.

La signora Darcy sta leggendo un bigliettino e sembra molto concentrata, mentre William seduto su una poltrona legge il giornale. Anche se noto che alza spesso gli occhi nella mia direzione. Sentirmi osservata da lui mi fa sentire a disagio.

- William i genitori di Cecily danno un ricevimento e siete invitati anche voi -

Con la coda dell’occhio vedo uno strano luccichio nel suo sguardo.

Non so perché ma questo mi infastidisce.

Si alza e mi viene incontro. mi cinge la vita con un braccio e posa delicatamente le sue labbra sulla mia spalla scoperta. Ancora quella sensazione di calore mi pervade.

- Che ne dici amore? Ci andiamo? -

- Non lo so –

Strano di solito adoro le feste ma non so perché questo invito mi fa rabbia.

Non ho molta voglia di andarci.

- Sarà la prima volta che ci presentiamo in società come Lord e Lady Darcy -

Mi sembra ansioso di andarci. E questo mi innervosisce ancora di più.

- Ci penserò – dico e mi alzo.

La sua stretta mi distrae.

Un po’ risentita e adirata con lui mi allontano scusandomi con la Signora Darcy.

Sono di nuovo nella mia stanza e sono tesa. Non capisco cosa mi stia succedendo. O forse non voglio capirlo.

Non faccio in tempo a calmarmi che la porta si apre e William entra nella stanza.

Ha uno sguardo beffardo che non mi piace per niente.

- Tesoro cosa è successo? Qualcosa ti ha infastidito? -

Nel suo tono c’è un’ironia e una derisione che mi fanno davvero perdere la testa.

Lo guardo e faccio finta di niente.

- No ma perché ti viene in mente una cosa del genere? -

- Mm… mi era sembrato – e sorride sornione.

- Ti sei sbagliato –

Sono imbronciata.

- Allora per la festa hai deciso? -

Stringo i pugni. Lo detesto.

- Tu vuoi andarci? – e faccio una smorfia.

- Si mi piacerebbe – dice lui serio.

- Io no – ribatto secca.

Lui ride e poi socchiudendo gli occhi dice

- Ecco è la festa -

- Ti stai sbagliando – dico subito io sbuffando.

Detesto essere smascherata in questo modo e mi vergogno della mia rabbia immotivata.

- Sei gelosa? -

E mi fissa.

- Cosa?? –

Lo guardo come stessi cadendo dalle nuvole.

Ma chi si crede di essere? Io gelosa di lui? Io amo Liam, oppure no? ‘

Sono confusa. Ha questo potere minare le mie certezze e di spiazzarmi.

- E di cosa? -

Lui mi fissa e sorride ancora.

Vorrei cancellargli quel dannato sorriso.

- Sei gelosa. Sei gelosa -

dice ridendo.

- Smettila – urlo furiosa - Non sono gelosa –

Ma lui continua a ridere.

- Invece Si -

- No – e il tono della mia voce sale.

- Sì –

- No –

- Sì –

- Ho detto no –

- Su avanti Buffy confessa al tuo William…-

e avvicina pericolosamente il suo viso al mio.

Sono sconcertata per un attimo desidero le sue labbra e mi fermo a fissarle.

Lui se ne accorge e sorride ancora più arrogantemente.

E il mio desiderio di ferirlo emerge prepotentemente.

- E di cosa dovrei essere gelosa? Di Te? Il poeta sanguinario zimbello di tutti i salotti bene di Londra? Il povero, goffo, timido e insipido William Darcy. Non sono gelosa ma ho tanta compassione di te che volevo evitarti un’altra umiliazione-

Mi sento fiera di me, gli ho tolto quel dannato sorriso dalla faccia.

Ma dura un solo istante.

Un senso di nausea e di rimorso mi assale. Ma lo nascondo sotto uno sguardo cinico e un sorriso di derisione.

I suoi occhi luccicano. E furioso, non ride più adesso.

- Ti ringrazio per avermi fatto sapere quale sia la tua opinione su di me. Adesso è tutto chiaro. E ti ringrazio anche per la tua compassione, ma non so che farmene –

Mi prende per la vita e mi attira a se, con la mano accarezza il mio viso e con il pollice sfiora le mie labbra seguendone il contorno.

- Voglio qualcos’altro da te Buffy. E non so quanto potrò aspettare ancora -

Avvicina le sue labbra alle mie quasi a toccarle.

Io mi sto perdendo nel suo abbraccio e il suo odore mi inebria. Voglio che mi baci.

Ma mentre questo desiderio mi attraversa la mente, lui mi ha già lasciata e si è allontanato.

- Adesso devo andare. Comunque è deciso domani si va al ballo. Ci divertiremo –

E lentamente lanciandomi un ultimo sguardo deluso da sulla soglia, richiude la porta.


Per tutta la sera non faccio che pensare a quello che ho fatto, non avrei dovuto trattarlo così, non lo merita. Sono stata cattiva. Mi ripropongo di chiedergli scusa appena ne avrò l’occasione.

Ma dal dire al fare c’è di mezzo il mare, così quando dopo un’ora ritorna e si prepara per la notte

Io non solo non gli chiedo scusa ma faccio finta di dormire.

Non capisco perché lui riesca a tirare fuori il peggio di me.

Lui si infila nel letto, e come sempre è arrogantemente e sfacciatamente nudo.

Spegne la luce. Sono agitata, e arrabbiata con me stessa perché non riesco a scusarmi.

- Mi spiace -

E’ lui a dirlo, a voce bassissima.

Una lacrima mi scivola via dalle ciglia.

Non è giusto ‘ mi dico ma non parlo.

- Buffy perdonami, non avrei dovuto. Non so cosa mi sia preso -

Con una mano mi sfiora la nuca e leggermente la spalla.

E’ dolce il suo tocco e mi fa sussultare.

- Sei sveglia Tesoro? -

Io continuo a far finta di dormire.

Lui si avvicina a me e mi passa un braccio attorno alla vita stingendomi a se e affondando il viso nei miei capelli.

Il suo respiro lieve sulla mia pelle mi strappa quasi un sospiro di piacere.

Poi mi bacia alla base del collo ed io fremo a quel contatto inaspettato e sensuale.

- Buonanotte – mi dice e poi scioglie il suo abbraccio.

Mentre io in silenzio piango pensando a Liam e a come era diverso il suo modo di baciarmi e di stringermi. Irruento e frettoloso. Invece è Dolce, lento e caldo quello di William.

Ti odio Liam ‘ mi dico ma so che non è vero e questo mi rattrista ancora di più.


Mi sveglio che il Sole è già alto, William non è accanto a me e un po’ sono delusa. Mi alzo e preparo in fretta e poi scendo di sotto. La casa è immersa nel silenzio. Sbircio nella sala da pranzo, ma non c’è nessuno. Un senso di solitudine mi assale. ‘ Ma dove sono andati tutti? ‘

- Ben svegliata Buffy -

La sua voce calda e dolce alle spalle mi fa sobbalzare.

- Buongiorno William – dico e come una scema continuo ad avere un’aria imbronciata nonostante tutti i miei buoni propositi della sera precedente.

- Ancora arrabbiata? – mi chiede sorridendo.

Lo guardo di sott’ occhi.

- Pace? – e alza la mano in segno di resa.

E finalmente mi sciolgo e gli sorrido.

- Pace! – rispondo.

Lui sembra contento. Mi prende la mano e mi dice

- Buffy se non vuoi andare al ballo, non ci andremo -

- No, No. Andiamoci William, sono stata una sciocca ieri sera. –

- Va bene come vuoi –

- Adesso ti va di fare una passeggiata? –

- Sì – annuisco io felice per questa ritrovata serenità tra noi.

Ci incamminiamo.

Abbiamo fatto il giro del lago quando un improvviso scroscio di pioggia ci sorprende.

Corriamo verso casa, ma quando arriviamo siamo completamente fradici.

- Oh Signor William, ma guardi come si è bagnata la Signora. Si prenderà una polmonite -

Dice Lucy la cameriera di Lady Darcy.

- Sì – dice lui ed è preoccupato.

- Vieni Buffy dobbiamo cambiarci. Potresti prenderti davvero un accidenti in questo stato –

Mi stringe la mano e quasi mi trascina di sopra.

Inizia a spogliarsi con noncuranza. E poi comincia a slacciarmi il bustino sul davanti.

- No grazie faccio da me –

Gli dico io rossa da far paura.

- Su Buffy adesso non fare la bambina. Tu ci impieghi una vita per slacciarti questo affare. E aspetti un bambino, non te lo scordare -

E senza ascoltare le mie proteste continua a spogliarmi.

Le sue mani sulla mia pelle, mi fanno fremere e ansimare leggermente.

Lui sembra concentrato e la vicinanza del suo viso mi consente di scrutare meglio i suoi lineamenti e quei suoi stupendi occhi azzurri. Gli occhi di Liam erano intensi e profondi come la notte. Ma quelli di William sono a volte dolci, limpidi e fintamente trasparenti, e a volte profondi e scuri come il mare. E quando mi guarda è come se vedesse la mia anima e la mettesse a nudo.

Ma perché sto paragonando i loro occhi? ‘.

Alza il suo sguardo su di me e io abbandono questi strani pensieri.

- Adesso alza le braccia su Buffy -

Obbedisco rassegnata e lui con delicatezza estrema mi sfila il bustino.

Ho solo una camicia quasi trasparente indosso e con le mani cerco di coprire il copribile.

Non ho il coraggio di guardarlo in volto. Sento il suo sguardo fisso su di me e sono imbarazzata.

Lui mi avvolge in una coperta calda e mi strofina le mani sulle braccia e sui fianchi.

È ancora vestito.

- William dovresti cambiarti anche tu – dico stupita di tutte le sue attenzioni per me.

- Si adesso – risponde lui e continua a massaggiarmi dolcemente.

- Bene adesso sarà meglio che indossi qualcosa di asciutto. Mentre io mi cambio –

E sparisce nel suo studio.


Questa sera c’è il ballo, io sono agitatissima, lui e Cecily si rivedranno. E mi scopro un po’ invidiosa di Cecily. Ma non è perché lui l’ama tanto da dedicarle tutti i suoi versi, ma perché lui la ama. Come avrei voluto essere amata io da Liam. Questo dico a me stessa ma chissà perché non sono più tanto sicura sia così.

Metto uno dei miei più bei vestiti. Beige con le maniche bordate di pizzo bianco. Un piccolo diadema di brillanti, e la collana di perle dono di mia mamma per il mio quindicesimo compleanno.

Entriamo nella sala, già mezza piena. E mi sento stranamente tranquilla con lui accanto a me che mi tiene le mani nelle sue.

Ci soffermiamo al tavolo delle bevande e William va a prendermi un succo d’arancia (uff. sono sposata e potrei bere alcolici ma lui non vuole. Dice che è per il bene del bambino. Ma accidenti sono io la madre mica lui. Ma è come parlare con un mulo.).

Ascolto inosservata poco distante da me, una conversazione tra due ‘ gentiluomini ‘ (anche se non è il termine che adotterei io. Ma sono una signora).

- Hai visto The Bloody? -

- Eh si. Tutte le fortune a chi non le sa apprezzare e non le merita –

- Poverina, lei mi fa pena. Immagina che vita monotona, e piatta che conduce accanto a quel fallito–

- Che lunghe, fredde interminabili notti ha davanti a se -

- Scommetto che la notte le recita tutti i suoi versi invece di…-

Scoppiano in una risata cattiva e sprezzante.

Quanto li odio. Mi sento accaldata e sono sudata.

ma come osano parlare male di William? ‘

Sto per far loro una scenata quando un malore improvviso mi coglie.

Mi sento mancare e mi lascio cadere.

Quando sento due braccia forti che mi sostengono e mi sollevano.

- Tesoro tutto bene? Cosa è successo? -

- Io…io…- cerco di dire qualcosa ma sono troppo debole.

Sento il rumore di cavalli e poi un dondolio leggero. Le sue braccia mi stringono.

- Ma cosa è successo? – eco di voci lontane. Che non riesco a distinguere.

- Non si sente bene. E’ svenuta. Presto fa chiamare il dottore mamma –

Questa è la sua voce penso. La riconoscerei tra mille.

- William – chiamo con un fil di voce.

- Si amore sono qui –

Sorrido lievemente e poi il buio.

Non so quanto tempo è passato, sento la fronte che mi scotta. Brucio e tremo tutta.

- Ho freddo. Ho tanto freddo – dico e forti tremiti mi scuotono.

- Si lo so tesoro è la febbre –

Sento la sua voce che mi accarezza o sono le sue mani che mi accarezzano la fronte.

Sento il suo corpo caldo accanto al mio che mi stringe e mi abbraccia.

Quanto è gradevole il contatto con la sua pelle fresca.

- Abbracciami – dico o credo di dirlo. Non so perché tutto è confuso nella mia mente.

- Sì. Tesoro ti sto abbracciando –

La stretta si fa avvolgente e mi perdo nel suo odore e calore.

Lo stringo e mi rannicchio su di lui. Sento le sue labbra sulla fronte, e come seguendo un bisogno irreprimibile in me, sollevo il mio viso verso il suo e lo bacio. Un bacio lento e intenso, languido.

Sto sognando. Il freddo è svanito, sono al caldo adesso.

Riapro gli occhi è mattino presto, i primi raggi del sole filtrano fiochi dalla persiana semichiusa.

Lui è disteso accanto a me ed è completamente nudo.

E mi scopro a guardare curiosa la sua virilità rilassata e assopita.

Un pensiero terribile si insinua nella mia testa, ancora confusa e in stato di dormiveglia.

Sembra così liscia ‘ vorrei toccarla.

Sono sconcertata, ma non riesco a distogliere lo sguardo.

E poi vorrei solo sprofondare negli inferi.

Lui è sveglio e mi sta sorridendo beffardo come mai l’avevo visto.

Sono a bocca aperta e so che qualsiasi cosa dicessi non farei altro che peggiorare la situazione.

- Oh..Beh…- balbetto e mi sento una perfetta idiota.

- Tesoro non c’è bisogno che mi dica nulla. Puoi guardarlo e toccarlo quanto vuoi. A me fa piacere e poi anche lui è tuo –

Quanto lo odio ‘ vorrei colpirlo per la sua sfacciataggine ma sono troppo debole.

Così distolgo lo sguardo, un po’ risentita.

- Scusami – dice lui ma non ne sembra molto convinto.

- Su dai stavo scherzando -

- Mm…- mugugno e poi mi sposto leggermente.

Quella posizione è un po’ imbarazzante.

- Potresti per favore…-

Lui mi guarda con aria innocente, come non capisse.

- Cosa? -

Io con le mani gli faccio cenno di coprirsi.

Lui sorride e si tira su il lenzuolo. E resta disteso accanto a me.

- Cosa è successo? – chiedo cercando di ricordare cosa sia successo.

- Alla festa sei svenuta tesoro –

Poi il suo tono diventa serio

- Hai avuto la febbre molto alta. Sapessi che spavento mi sono preso -

Esito un ’istante e poi domando in apprensione.

- E…?- e lo fisso.

- Sta bene – sospira come per un pericolo scampato.

Anche io sospiro sollevata e adagio nuovamente il mio capo sul suo petto.

Lui mi abbraccia.

- Grazie William. Per esserti preso cura di me e del mio bambino -

Lui mi fissa un po’ contrariato e poi dice con voce risoluta.

- Il nostro bambino Buffy -

E mi stringe più forte. Io ricambio la stretta.

- Adesso riposati, ne hai bisogno –


Mi risveglio che è pomeriggio inoltrato, e lui è ancora accanto a me. Non si è mosso, ha un foglio scarabocchiato in mano e sembra concentrato.

Appena si accorge che sono sveglia, posa il foglio e controlla la mia fronte.

- Niente febbre – dice soddisfatto.

Gli sorrido dolcemente e ancora una volta il mio sguardo si sofferma sulle sue morbide labbra.

Desidero ancora baciarle, e lui lo sente. Lo sa. Si china su di me e di nuovo il languore mi avvolge.

Il bacio è sempre più intimo e più profondo. Quando le nostre labbra si separano siamo senza fiato e ansimanti. Mi sorride e io gli accarezzo una guancia. Riprendiamo a baciarci, ancora e ancora.

Lentamente lui fa scivolare la sua mano sul mio seno ed io gemo di piacere, al suo tocco delicato ma anche così intenso.

Scosta la mia camicia e cerca il contatto con la mia pelle. Piega la sua testa a sinistra e mi lascia una scia di baci dal collo al seno.

Sospiro di piacere.

- Oh Buffy – dice lui sommessamente, mentre mi tortura facendo scivolare la sua lingua attorno alla punta del mio seno.

Con le mani gli cingo le spalle e la nuca. Carezzandolo febbrilmente.

Sento chiaramente la sua eccitazione premuta contro di me.

Ho un sussulto e spaventata mi tiro indietro.

- Ti prego, No William – gli dico e giro il volto allontanando le mie labbra dalle sue.

- Invece Si Buffy, Si -

Lui cerca di baciarmi ancora ma io lo respingo.

Vedo i suoi occhi accendersi per un attimo.

Ha un gesto di rabbia. Si solleva e si ricopre con il lenzuolo.

Si passa una mano tra i capelli. E sospira.

Mi copro anche io e mi riordino la camicia.

- Scusami – dice ma sento che è arrabbiato e amareggiato.

- Scusami tu – e sono mortificata.

- Va bene Buffy. Ma ti prego non farmi aspettare ancora molto –

Si alza tirandosi via il lenzuolo e va nello studio. Senza voltarsi a guardarmi.

Calde lacrime solcano il mio viso e annebbiano la mia vista. ‘ Ma perché sto piangendo? ‘ e non do una risposta alla mia domanda. Forse mi fa troppa paura saperla.


Tra di noi la tensione adesso è palpabile. Ogni sera quando si stende accanto a me leggo nei suoi occhi la stessa muta domanda e la sua impaziente attesa, ed io ogni volta giro il capo dalla parte opposta. E sento il suo sguardo di delusione e di rabbia trattenuta fisso su di me.

Diventa sempre più difficile, so che la sua pazienza sta per esaurirsi, ma io non sono ancora pronta per darmi a lui. Mi raggomitolo ancora di più su me stessa e mi sussurro nella mente ‘ forse non sarai mai più pronta ‘ .


E’ una mattina come le altre, ma io mi sento strana. Mi alzo e a piedi nudi mi dirigo verso lo specchio, facendo scivolare le mani su pettini, bottigliette e gioie varie sparse sul comò. Poi il mio sguardo si fissa sulla mia immagine riflessa. Ho il viso un po’ stanco e i lineamenti sono più morbidi.

Improvvisamente mi viene voglia di sentire la vita che cresce in me. Apro leggermente la camicia e comincio a carezzare delicatamente la pancia, che è leggermente più tonda. E sospiro.

Poi un rossore intenso imporpora le mie guance.

Sulla porta c’è William che mi sta fissando intensamente.

Non riesco a sostenere il suo sguardo.

Mi rendo conto che sono mezza nuda e che lui mi sta divorando con gli occhi.

Cerco di coprirmi rapidamente, e mi muovo senza decidermi in che direzione andare. Sento i suoi passi che si avvicinano e poi le sue mani che mi stringono. Mi attira a se e mi carezza le braccia sensualmente.

- William – dico piano.

- Buffy – sussurra lui e la sua voce è piena di desiderio.

Mi accarezza dolcemente i fianchi e poi risale le braccia e si sofferma sulle spalle. Una delle sue mani scivola lungo l’apertura della mia camicia e ne scosta leggermente i lembi.

Adesso è lui che accarezza la mia pancia guardandomi ansioso.

Una fremito mi scorre lungo la schiena, chiudo gli occhi e sollevo leggermente il capo. Cercando di trattenere un gemito di piacere.

La sua mano risale sino a sfiorare il mio seno ed io gemo inconsultamente. Anche lui ha un tremito. Mi attira ancora più a se e finalmente posa le sue labbra sulle mie. Ricambio il bacio quasi senza rendermene conto.

Sento anche i suoi gemiti di piacere sommessi e sussurrati alle mie labbra. Non smette di accarezzarmi e baciarmi. E non so come mi ritrovo stesa sotto di lui nel nostro letto. quando riapro gli occhi i suoi sono fissi su di me e sono lucidi. Rimango spiazzata dalla sua dolcezza, dalla sua fragilità e forza insieme.

Lui riprende a baciarmi con maggiore foga.

- Oh Buffy, Buffy sei così…così – e mi bacia ancora con passione.

- William – gli sussurro all’orecchio - Ho paura –

Lui mi guarda un po’ confuso e poi sorride.

- Non devi amore, non ti farò male. Vedrai. -

Si sfila il gilet e la camicia. La sua pelle liscia, il suo petto bianco, perfetto.

- Ti voglio Buffy – dice con voce ormai roca di desiderio.

Al limite della sopportazione.

- William – cerco di dire io mentre la sua testa è affondata sul mio collo, che bacia avidamente.

- Ti prego – cerco di resistere disperatamente.

Ma lui non smette di torturarmi.

Sono nuda, senza difese e non so nemmeno come abbia fatto a spogliarmi senza che io me ne accorgessi.

Le sue carezze si fanno sempre più intime e vogliose. Ansimo per l’eccitazione.

- Di che mi vuoi Buffy. Dillo ti prego -

E la sua mano inizia a sfiorare le mie parti intime, lentamente.

- Io…ah….- vorrei resistere, ma lo voglio così disperatamente.

- William ti voglio – capitolo guardandolo con occhi accesi di desiderio.

Lui sorride vittorioso e scivola in me come acqua nel deserto, perdendosi, o forse sono io che mi sto perdendo in lui. Sento solo il suo respiro affannoso sul mio collo mentre mi bacia quasi con violenza.

Sono avvinghiata a lui e lo attiro sempre più in me. Lui geme e si muove ritmicamente su di me. Mi inarco verso di lui mentre raggiungo l’apice del piacere. Lancio piccoli sospiri e gemiti di piacere ormai incontenibile. Poi lentamente i miei sensi appagati si rilassano.

Lui è ancora dentro di me, lo sento scivolare via e già, ne sento la mancanza e un nuovo bisogno di lui si fa strada in me.


Siamo stesi uno accanto all’altra. Lui ha le mani incrociate dietro la nuca e sembra rilassato e soddisfatto. Io sono un po’ imbarazzata, ma soddisfatta. Faccio fatica a confessarlo a me stessa ma ho ancora voglia di lui, delle sue carezze del suo desiderio.

- Ti è piaciuto? – mi chiede con dolcezza

Mi vergogno a rispondere. Lui mi guarda e alza il sopracciglio arrogante ed ammiccante.

Uffa lo detesto quando fa così.

Cerco di evitare il suo sguardo, ma è impossibile è come una calamita.

- Buffy sei tornata sulla terra o sei ancora in paradiso? -

- Smettila – gli dico tra i denti. Ben sapendo che sta dicendo la verità.

- Passerotto su dai non fare l’imbronciata. Anche se ti adoro quando fai il musetto da scimmietta –

- Come scusa? – sono sconcertata. ‘ Io sembro una scimmietta? ‘

Lui ride e con le mani mi fa il solletico.

Sobbalzo e mio malgrado il lenzuolo si solleva lasciando scoperta parte del mio corpo.

Si sta mordendo il labbro. Ed ha uno sguardo per niente rassicurante.

- William – faccio io risoluta mettendo le mani davanti.

Troppo tardi, lui ha lanciato all’aria il lenzuolo e mi è saltato addosso.

Sono di nuovo tra le sue braccia calde e forti.

Ride e gioca con il mio seno e con i miei capelli. Mi annusa voglioso e bisognoso.

Mi guarda premuroso, non vuole farmi affaticare.

Anche se nei suoi occhi leggo un desiderio ancora forte.

- Vuoi ancora? – e attende.

Io giocherello con le mani e ho lo sguardo basso. ‘ ma che razza di domande mi fa! ‘

Lui si stende e sembra quasi in procinto di rassegnarsi.

Ed io faccio la cosa più sconvolgente abbia mai fatto in vita mia.

Ancora adesso non credo di averla fatta per davvero.

Mi stringo a lui e lascio scivolare la mia mano sulla sua virilità. Che subito si tende alle mie carezze goffe ma audaci.

Lui si gira di scatto incredulo e nei suoi occhi c’è un’espressione mista di gioia, stupore e desiderio.

Si lascia accarezzare fissandomi per tutto il tempo. Occhi negli occhi.

Poi lentamente si spinge verso di me e mi bacia. Un bacio infinitamente dolce e intenso.

E sono di nuovo sua.

Si sono sua ‘ penso dentro di me un attimo prima abbandonarmi e di perdermi ancora in lui.


Il Sole è già alto quando mi risveglio. Sono ancora stanca e non mi va per niente di alzarmi. Si sta bene tra le sue braccia. Mi stiraccio lentamente e lui si adagia su di me. Come quella prima notte. Io gli accarezzo la nuca e lui si sistema spingendo la testa contro i miei seni.

Ho fatto l’amore con William, mi ripeto e un sorriso di gioia mi illumina il viso.

- William e ora di scendere per la colazione – gli dico.

Anche se vista l’ora sarebbe più appropriato parlare di pranzo.

- No, No. È ancora presto. Non ho fame, ho solo bisogno di te –

Sembra un bambino che fa i capricci.

Guardo la sua nuca e mi chiedo cosa provi per lui.

Sono confusa, ho paura a chiamarlo amore.

- A cosa pensi? – la sua voce bassa e sensuale e i suoi occhi su di me, mi riportano al presente.

- Sembri pensierosa – mi scruta attento.

- Penso che se non scendiamo adesso, tua madre penserà chissà cosa stiamo combinando –

- Oh ti sbagli. Lei penserà molto peggio di quello che stiamo combinando – e ride.

- Dai non fare lo stupido adesso. E fammi alzare ho voglia di fare un bagno –

E cerco di sollevarmi.

- Un bagno??- un lampo di libidine attraversa il suo sguardo.

- Si, si hai ragione abbiamo bisogno di un bel bagno caldo – e mi solleva tra le braccia facendo strani versi.

- Smettila William ti prego – e rido come una matta.

Si avvolge un lenzuolo sui fianchi e poi si affaccia alla porta.

- Mary – chiama a mezza voce.

- Si signore…. O mio dio, ma per l’amor del Cielo si copra –

Credo che Mary si sia accorta della mise di William, sorrido dentro di me.

- Prepara subito un bagno caldo per me e per la signora… Ah dopo aver riempito la vasca puoi ritirarti se non vuoi … - e fa il gesto di togliersi il lenzuolo.

- O Misericordia – e Mary corre giù per le scale, mentre William ride fragorosamente.

Torna a letto a stringersi a me.

- Ci vorrà un po’ quindi che ne dici …- ha di nuovo quello sguardo così intenso e così bramoso.

- Ma tu non ti stanchi mai? – gli chiedo con aria tra il serio e il divertito.

In fondo anche io ho ancora voglia di fare l’amore con lui.

Non risponde ma solleva lentamente la mia camicia ridendo e sparisce sotto di essa.

Io chiudo gli occhi e mi lascio andare alla deriva.

- William – riesco solo a dire mentre i miei sensi sono eccitati da morire.

- Si amore – risponde in un sussurro e continua a torturarmi dolcemente.

E poi finalmente muoio.


Il tempo è volato. Siamo in Marzo, sono sette mesi che siamo sposati e cinque che siamo amanti.

Adesso il mio fisico è cambiato. All’inizio mi sentivo brutta e non volevo lui mi guardasse.

Un giorno dinanzi ad un mio nuovo rifiuto, mi ha presa per mano e mi ha trascinata davanti allo specchio. Mi ha costretta a spogliarmi nuda. Ed ha detto

- Ma guardati amore, sei bellissima. Non la vedi? -

Io ho guardato attentamente la mia immagine riflessa ma non vi ho scorto nulla di particolare.

- Cosa? – ho chiesto curiosa.

Lui mi ha abbracciato da dietro ed ha posato le sue labbra sul mio collo, guardando nello specchio.

- La vita. C’è la vita in te Buffy ed è bellissimo – e con delicatezza ha toccato il mio pancione.

Poi come al solito i suoi occhi si sono accesi di malizia ed ha detto

- Più tardi posso avere la mia poppata? -

Mio malgrado sono scoppiata a ridere e da quel momento ho smesso di vedermi brutta.

Ora mi guardo con i suoi occhi e mi sento bellissima. Una dea.


In questo periodo ho visto poco mia madre, è stanca anche se in mia presenza cerca di essere allegra e serena. Vorrei tanto stare con lei. Mi sento in colpa per averla lasciata sola.

Il momento si avvicina ed io sono sempre più tesa. William cerca di rasserenarmi ed è più premuroso del solito. Mentre io sono più suscettibile e tendo ad alterarmi spesso.

Ma lui ha con me ‘ tutta la pazienza del mondo ‘ come mi aveva promesso. Sono felice (paura a parte) e non mi vergogno a dirlo.


Questa mattina faccio fatica a stare in piedi, William se n’è accorto. In questi giorni mi osserva, ha fatto venire il dottore a casa. Dorme nella stanza degli ospiti. E mi vizia più che mai. La signora Darcy si diverte a vedere i battibecchi e le riappacificazioni tra suo figlio e me. E dice che ho portato un po’ di allegria in quella grande casa.


- Ormai manca poco amore, resta a letto. Non devi stancarti – è il ritornello che mi ripete ogni mattina.

- Va bene – gli rispondo e lui mi guarda sorpreso.

Di solito faccio tante storie prima di accontentarlo. Ma oggi davvero non mi sento molto bene.

- Scenderò un po’ più tardi – e mi stendo comodamente nel mio lettuccio.

Lui va di sotto a sistemare alcune cose ed io immagino il mio bambino, anzi il nostro bambino.

Poi sento arrivare un cavallo al galoppo e ho come un sapore amaro in bocca. Mi alzo e indosso la vestaglia. Come una sonnambula scendo le scale piano, e sbircio di sotto.

Sento voci concitate provenire dal salotto e poi rumore di passi e la voce della signora Darcy che sembra preoccupata.

- William, non andare pensa a Buffy -

Spalanco gli occhi, quella frase non mi rassicura per niente.

- Cosa accade? – domando guardandoli interrogativamente da sulle scale.

Si voltano e sembrano agitati e preoccupati.

- Buffy piccola – dice la Signora Darcy e questo mi mette ancora di più in allarme ed agitazione.

- Cosa succede? – ripeto con un fil di voce.

- Buffy amore – William parla piano e si avvicina a me.

- Cosa è successo parlate? – urlo io esasperata da quella attesa.

- Buffy – lui mi guarda con occhi lucidi. E poi continua a parlare.

- Buffy tua madre …-

- No – grido e una fitta allo stomaco mi spezza il fiato in gola.

- Non parlare. Sta zitto – gli intimo.

Lui continua ad avvicinarsi a me mentre io indietreggio.

- Resta lì dove sei -

Sono scossa da violenti brividi e le lacrime rigano le mie guance pallide.

- Buffy tesoro mi spiace – dice William e cerca di avvicinarsi ancora a me.

- Noooo! – un urlo strozzato dalle lacrime esce dalla mia bocca e poi sento che tutto gira intorno a me e svengo.

Mi accascio su me stessa e sarei sicuramente caduta giù per la scalinata se lui non mi avesse trattenuta con il suo corpo.

Mi solleva e mi porta in camera, sento solo dolore e un sapore di amarezza e di cose perdute in bocca.

- Lasciatemi – dico allungando le mani verso ombre scure che mi circondano.

- Dottore allora? –

- Signor Darcy la situazione non è facile, ha perso molto sangue. Lo shock è stato forte. Io farò il possibile di questo sia sicuro –

- Dottore lei deve salvarla, lei deve salvare la mia Buffy –

Il dottore sospira e continua ad assistermi.

- Voglio mia madre, mamma, mamma portami via di qui ti prego – sto delirando.

- Ha la febbre alta. Questo complica ancor di più le cose –

- Povera piccola –

La notte passa insonne per tutti, mentre io deliro e chiamo disperatamente mia madre.

- Mamma, mamma è tutta colpa mia. E’ colpa sua.. -

Ho la gola secca, qualcuno mi posa un bicchiere sulle labbra, ma io rifiuto spingendolo via e facendolo frantumare in mille pezzi.

Mi sveglio non so quanto tempo dopo, sono esausta e mi sento come se tornassi da un posto lontanissimo. Steso accanto a me addormentato c’è William. Ha l’aria stanca e il viso distrutto.

Mi muovo leggermente e lui si sveglia. Deve aver atteso il mio risveglio per giorni.

- Oh amore, finalmente ti sei svegliata – mi dice con il più dolce e innamorato dei suoi sorrisi.

- Io ho avuto un incubo – gli dico.

Il suo sguardo si oscura ed io capisco.

Di nuovo le lacrime riempiono i miei occhi e stringo i pugni.

- Amore piangi pure – mi dice calmo.

Solo allora noto che lui ha una mano posata sul suo petto e osservo meglio. C’è un piccolo fagotto su di lui.

Lui mi guarda e sorride ancora – è il nostro bambino Buffy –

Mi sento male, ho un senso di repulsione fortissimo mentre lui lo ha sollevato e sta porgendomelo.

Giro il capo dall’altra parte e chiudo gli occhi.

- Non lo voglio. Non lo voglio – ripeto e piango disperatamente.

Sono madre, e mia madre non c’è più. Non è giusto non lo accetto. Lei se n’è andata ed io non ero lì con lei. Non le ho detto quanto le volessi bene. Quanto mi mancasse. Io non ero con lei quando ne aveva bisogno e lei se n’è andata da sola senza il volto di una persona cara a salutarla. ‘ Mamma ti prego torna da me ‘ . Sono troppo stanca per tutto, voglio solo dormire.

William mi guarda un po’ dispiaciuto solleva il bambino e comincia a cullarlo. Io sprofondo di nuovo nel sonno. Un sonno senza sogni. Buio e vuoto come adesso è il mio cuore e la mia vita.


I giorni si succedono lenti, dimagrisco a vista d’occhio. Ho poco appetito e passo le mie giornate a letto. Non riesco, non posso affrontare la realtà. Mi fa troppo male.

William è sempre più preoccupato e triste, ogni volta che mi porta il bambino io rifiuto di toccarlo e di guardarlo e lui comincia a spazientirsi.

Il giorno dopo la sua nascita, abbiamo avuto il nostro primo litigio vero.

Lui mi aveva portato il bambino per la poppata ma io non ne volevo sapere di tenerlo in braccio, di allattarlo e lui si è spazientito

- Buffy non fare la bambina sei madre adesso. Il bambino ha bisogno di mangiare e mangerà, dovessi attaccartelo io al seno -

Mi ha guardato adirato. Ma sempre con un fondo di dolcezza.

- No – gli ho detto e lui ha inarcato il sopracciglio e si è avvicinato a me minaccioso.

- Buffy non sto scherzando. Avanti apri la camicia, terrò io il bambino –

Ho provato un senso di vergogna e di impotenza. Lui si è chinato ed ha adagiato il fagottino su di me. Un moto di rifiuto mi ha spinto a ritrarmi ma lui mi ha fissata, ed io sbuffando ho lasciato che il bambino cercasse la mia mammella e vi si attaccasse. Ma non vi era amore in me.

Per tutto il tempo ho tenuto lo sguardo rivolto altrove.

Quando ha finito con le manine ha cercato di aggrapparsi a me, ma io con la mano l’ho allontanato.

William lo ha ripreso in braccio e lo ha baciato diverse volte sulla fronte. Mentre con la sua guancia lo accarezzava.

- Piccolo, il mio piccolo ometto – diceva a bassa voce e gli sorrideva.

Io mi sono ristesa nel mio letto ed ho chiuso ancora gli occhi. ‘ NO ‘ ho ripetuto dentro me.


Ogni giorno puntualmente appena sveglia vedo William seduto sulla poltrona di fronte a me, con il bambino in braccio. Mi guarda speranzoso in un mio gesto di gioia o affetto.

- Aspetta la poppata – dice carezzandolo dolcemente

Io faccio una smorfia, ma tanto so che è inutile opporsi. Lui si alza e mi viene vicino e posa quel piccolo corpicino caldo su di me ed io sento una stretta al cuore che cerco di ricacciare indietro.

Senza farmi vedere da lui gli sfioro leggermente le manine, sono così piccole. E i suoi occhietti mi fissano, almeno così credo.

E mi scopro a sorridergli. Lui se ne accorge ma fa finta di nulla, non vuole rovinare quel momento.

Si stende accanto a me e ci guarda.

- Buffy ti amo lo sai vero? –

E’ la prima volta che lo dice, io non so cosa rispondere. Abbasso lo sguardo sul bambino e taccio.

Lui non se la prende e mi sfiora con la mano i capelli.

- Tutta la pazienza del mondo -

Ripete a voce bassa. Mentre il bambino succhia avidamente dal mio seno.

Finita la poppata lui lo prende e lo mette nella culla.

E per la prima volta nel momento in cui me lo toglie dalle braccia sento come un crampo e una sensazione di freddo.

Adesso mi sta guardando, con lussuria.

- Adesso è il mio turno – dice e un sorriso maligno gli spunta dalle labbra.

E’ da quando ho avuto il bambino che non facciamo l’amore.

Si adagia sul mio seno e vi posa il capo in mezzo.

Con la mano lentamente accarezza quello da cui il bambino ha succhiato. E’ leggermente arrossato. Sorride dolcemente solleva il capo verso il mio viso e mi bacia.

- La mia bellissima mamma -

Gli sto sorridendo e non mi rendo conto di farlo.

- Amami Buffy – dice in un sospiro e poi mi stringe con desiderio.

Mi mancava la sua bocca, le sue mani, la sua pelle il suo bisogno di farmi sua.

- Sì William – e lo bacio liberando la mia voglia di lui repressa in questa settimana.


Mi sono ripresa in fretta fisicamente, moralmente invece non so. Non ci penso, non voglio pensarci. Sento che potrei impazzire. Oggi mentre pranzavamo stavo per chiedere a William di farmi preparare la carrozza, volevo andare a trovare mia madre, ma poi la frase mi è morta in bocca mista al sapore di morte e di lacrime che non ho versato. Lei non c’è più, non mi aspetterà più sulla porta con lo sguardo ansioso e la mano sollevata in un cenno di saluto. E con il suo sorriso sempre buono e pieno di amore per me. Non mi dirà più la cosa giusta al momento giusto. Non mi abbraccerà più. ‘ Non la rivedrò mai più e avevo ancora tante cose da dirle e farle sapere. ‘

William mi sta fissando, intuisce i miei pensieri ed è dispiaciuto. Sa che è un dolore che non si lenisce con le parole, ma solo con il tempo. L’unica cosa che può fare è prendere la mia mano tra le sue e farmi sentire che lui è qui. Che c’è. Che non sono sola.


Guardo il mio bambino dorme nella sua culla, William ci ha lasciati soli e credo che lo abbia fatto a posta.

Gli accarezzo la testolina scura e lo prendo in braccio, per la prima volta da quando è nato lui fa un piccolo movimento con il capo e si stringe a me. ‘ Mamma guarda. Adesso sono madre anche io ‘ e finalmente piango, piango e cullo il mio bambino. Lui è mio. Lo tengo con me mentre sono seduta sulla sedia a dondolo davanti alla finestra nella penombra della stanza. Tutta assorta nei miei pensieri non mi accorgo che qualcuno è appena entrato nella stanza. Sento solo le sue mani sulle mie spalle e poi un lieve bacio posarsi sulla mia guancia.

- Siete la cosa più bella che abbia mai visto in vita mia – mi abbraccia.

- Si lo so – rispondo fiera.

Ci sorridiamo e restiamo così per un po’. È così bello che vorrei che il tempo si fermasse in questo istante per sempre.


Ma il tempo è implacabile e scorre instancabile, momento dopo momento.

Sono passati sei mesi e questa sera parteciperò per la prima volta da quando è nato il mio bambino e da che mia mamma non c’è più, ad un ballo. sono tesa, e pensare che quando ero ragazza (Chissà perché quel tempo mi sembra così lontano, quasi si trattasse di un’altra me) non ne perdevo uno.

William sembra contento, è così fiero della sua famiglia. Facciamo il nostro ingresso e negli sguardi leggo la derisione. ‘ Li odio ‘ so cosa pensano di William. Se invece sapessero che persona speciale, dolce, buona e amabile è…. Io credo, io penso, io sono convinta che….

- Salve Signora Darcy -

La sua voce interrompe bruscamente un pensiero appena nato nella mia mente.

E la confusione e l’angoscia mi assalgono.

- Sal..v..e – balbetto.

È lui. E’ Liam. Bello e sicuro come sempre. Con quella sua aria malinconica e il sorriso triste.

Un tuffo al cuore e il passato mi scorre davanti agli occhi come se fosse ieri.

- Come stai? – mi chiede e i suoi occhi brillano.

- Bene – gli rispondo cercando di riprendere il controllo della mia voce e di apparire calma e disinvolta.

- Sono appena tornato – mi dice, ma i suoi occhi dicono di più.

- Ah – rispondo senza parole.

- Darla è morta –

Sono sconvolta. Questa era una cosa che non sapevo e non so cosa dire. Io non so se lui l’abbia amata, o no. Io mi rendo conto di non sapere nulla di quest’ uomo che adesso è qui di fronte a me e che un anno e mezzo fa pensavo di amare alla follia. E con cui sognavo di dividere la mia vita.

- Mi spiace – e sono sincera.

- Grazie – si guarda, con fare distratto, intorno.

- Sono tornato per te Buffy –

Silenzio. Il mio cuore inizia a battere all’impazzata. ‘ E’ tornato per me ‘ mi ripeto e la testa mi scoppia.


Spalanco gli occhi e lo fisso.

- Cosa vuoi dire? –

Chiedo agitata e un po’ spaventata.

- Hai capito Buffy – e mi guarda fisso.

- Andiamo, ho letto delle tue nozze affrettate con quell’idiota –

Mi infastidisce che lo chiami così.

- Non credo ti riguardi -

- Dolcezza, ho fatto un po’ di conti e se 2 + 2 fa 4 allora… il piccoletto non è di quel fallito. E al diavolo la storia della nascita prematura. Quello è figlio mio Buffy –

Non so perché non riesco a rispondergli.

- E anche se fosse? Tu te ne sei andato – e la rabbia si comincia a far sentire.

- Mi spiace ma ho dovuto. La mia famiglia non avrebbe mai approvato un matrimonio con una donna non nobile. Ma adesso niente ci ostacola più.-

Io faccio una smorfia e gli indico l’anello.

- Beh quello non è un problema. Lui capirà e si farà da parte non ha spina dorsale -

- No ti sbagli lui è buono e gentile, ed è così caro con me che io non posso…io non v…-

- Avanti Buffy tu sai che mi appartieni, sin da quella notte – si fa vicino pericolosamente e quasi mi bacia.

Tante emozioni sopite si risvegliano in me. Quante notti ho sognato questo momento. Lui che torna per me, che viene a prendermi e mi porta via sul suo cavallo bianco. L’idea del principe azzurro non è ancora morta in me. Che resto malgrado tutto ancora infantilmente stupida.

E poi tutto si infrange sul muro del presente.

- Buffy – la sua voce calda e immensamente amareggiata mi giunge alle spalle.

Mi stacco disgustata da Liam e lo guardo.

Ha gli occhi lucidi. E il cuore spezzato ed è tutta colpa mia.

- William io…- abbasso lo sguardo.

- Salve – dice divertito Liam – non fare quella faccia the bloody, lo sapevi che prima di te c’era stato qualcun altro no? –

Io lo fisso e l’immagine che avevo di lui si frantuma.

Il mio principe non è mai esistito, era tutta una mia invenzione, l’uomo che ho di fronte è spregevole, è arrogante e vile.

- William ascoltami – cerco di parlargli, perché nei suoi occhi leggo un’ira e una rabbia che non gli avevo mai visto.

- Non adesso. Signore se vuole essere così gentile – e gli si avvicina.

- Io non sono gentile Signor Darcy. Sono un uomo – sorride beffardo.

William lo fissa con disprezzo e risponde tagliente come una lama

- Io non lo chiamerei un uomo, colui che si sottrae alle sue responsabilità -

Si fissano con rancore.

- Si è lei non è una signora, visto che mi ha detto di si quella notte -

William è furente. I suoi occhi hanno un lampo di odio. Gli schiaffeggia il volto con un guanto.

- Dove vuole e quando vuole spero vorrà darmi soddisfazione -

E’ risoluto. Ed io tremo al pensiero che si batteranno.

- Bene come vuole lei –

Liam si inchina e prima di andarsene, lanciandomi un’occhiata di fuoco dice

Domattina all’alba davanti alla chiesa -

William fa cenno di si con il capo.

- No ti prego – lo imploro con le lacrime agli occhi.


Torniamo a casa, in carrozza non ha detto una parola, è pensieroso.

Ho un nodo in gola vorrei dirgli tante cose ma non ci riesco.

Siamo nella nostra stanza, lui non mi guarda.

Si è tolto la giacca e allentato il bavero della camicia.

- William ti prego. Non devi batterti –

- Buffy –

- Non voglio. Non puoi farlo. Non pensi a me e a lui – ed indico il bimbo nella culla.

Gli si avvicina e lo guarda con tenerezza.

- Buffy è proprio per voi che devo farlo -

- Perché? – gli domando implorante.

- Perché voi siete la mia famiglia e devo difenderla. Non posso permettere che lui me la porti via – nella sua voce c’è tristezza.

- Ma lui non può ….-

Si avvicina e mi posa l’indice sulle labbra.

- Non dire nulla. Ti prego. Questa sera voglio solo che tu mi ami. Come non hai fatto mai. Dimmi solo che mi Ami anche se è una bugia -

Mi viene da piangere. Lo stringo a me e lo bacio, con rabbia quasi.

Facciamo l’amore disperatamente, questa potrebbe essere l’ultima notte. E con questo pensiero nella testa scivolo inconsapevolmente nel sonno.

Al mio risveglio, lui non è accanto a me. mi sollevo a sedere sul letto di scatto.

E lancio un piccolo grido di stupore.

Salto giù dal letto ed indosso frettolosamente il primo abito che trovo.

Comincio a fare su e giù per la stanza

Ripenso alla prima volta che ho guardato davvero in volto William. Al suo sguardo pulito e sincero. A quel suo modo sfacciato e timido di comportarsi. Quel suo modo speciale di guardarmi. Quel suo essere sempre presente nella mia vita. Al suo modo di accarezzarmi con lo sguardo e con le mani. Al suo modo di baciarmi e di stringermi. Al suo modo di parlarmi con il cuore e con le parole.

Penso alla prima volta che abbiamo fatto l’amore e al suo sguardo disperato. Alla prima volta che ha preso in braccio il bambino. E alla sua pazienza infinita nell’attendermi.

Alle sue risate divertite ed ai suo scherzi.

Io lo amo. Ora lo so IO LO AMO ‘ sorrido e piango insieme.

Mi avvicino alla culla e guardo il bambino dormire. E scorgo un piccolo foglietto tra le coperte. Lo prendo e lo scorro con gli occhi rapidamente.

E’ una sua poesia per il piccolo e poche righe per me.



Buffy quando leggerai questo biglietto io sarò già andato via. Ti prego sii forte, per mia madre e per lui. Per il nostro bambino. Perché qualsiasi cosa dica quell’uomo lui è MIO FIGLIO.

Ti amo da morire, da quel giorno in cui ti ho vista così fragile ed indifesa, nella tua casa. Con il cuore spezzato ma indomito. Sei e sempre sarei l’unica per me.


Questa l’ho scritta lo stesso giorno che è nato Wesley, non ho avuto il coraggio di leggertela, perché so che i mie versi sono orribili. Ma adesso voglio che beh hai capito amore. E ti prego non piangere, anche se sei bellissima con gli occhi lucidi e quell’aria imbronciata da scimmiotta.



Ninnananna


La luna ti cullerà dolcemente

Le stelle ti sussurreranno la loro ninnananna

E la notte ti scalderà con il suo manto nero.

Ti amo perché sei parte di lei

Ti amo perché sei parte di me

E Adesso ti amo perché sei tu.

Perché sei il mio bambino.




Per sempre Vostro William.



William si sbaglia quando dice che deve battersi per impedire a Liam di portargli via la sua famiglia.

Sono io che devo impedirglielo. Corro in soggiorno e chiedo a Mary di occuparsi del bambino in mia assenza. Lei mi guarda un po’ stupita, ma non domanda nulla.

Non posso attendere che venga preparata la carrozza così vado nelle stalle e monto il primo cavallo che mi capita a tiro. E corro, corro con in mano salde le redini della mia vita. Questa volta sarò io a decidere.

Ancora due curve del sentiero e sarò davanti alla chiesa.

Due spari in rapida successione e il mio cuore si ferma. ‘ Forse è troppo tardi. Forse William è… No ‘ e corro ancora più veloce con il cuore in gola.

Arrivo trafelata sul posto, smonto come una furia da cavallo. Ci sono tre persone chine vicino ad un uomo semi sdraiato per terra e vedo del sangue.

Non riesco a vederlo i mantelli di quegli uomini non mi permettono di vedere il suo viso.

Mi guardo intorno e vedo Liam seduto poco distante con lo sguardo fisso sul di loro.

- William – urlo. E poi corro incontro a Liam. E lo schiaffeggio violentemente.

- Ti odio, ti odio. Hai ucciso il mio William. Lo hai ucciso ed io lo amavo, io lo amo. –

Urlo e lo colpisco ripetutamente. Lui mi guarda stupito con un lieve sorriso incredulo.

- Mi dispiace…io – dice e abbassa lo sguardo.

- Che tu sia maledetto – e poi tutto gira intorno a me e svengo.


. Riapro gli occhi lentamente. Sono nella mia stanza, la finestra e socchiusa ed entra aria fresca.

Mi rigiro lentamente nel letto. Cercando di far mente locale sui recenti avvenimenti.

Poi l’immagine di William steso e il sangue. Comincio a piangere.

- William, William Nooo – singhiozzo.

- Mi hai chiamato amore? –

La sua voce, sempre calda e dolce. Sobbalzo e smetto di singhiozzare. Mi volto lentamente e lo vedo davanti alla porta dello studio, con gli occhiali leggermente scesi sul naso e il suo solito sguardo divertito e gentile.

Salto giù dal letto e gli corro incontro. Lo bacio e lo accarezzo. Lo stringo. Ancora non credo sia qui con me. Come ricordandomi all’improvviso, mi sciolgo dall’abbraccio e gli chiedo tentennante

- Ma io ti ho visto…eri a terra e tutto quel sangue …- lo guardo incredula e cerco una spiegazione.

- Amore era una ferita superficiale, niente di grave – lui mi sorride teneramente.

E con tutta la disperazione e la rabbia di un dolore represso lo schiaffeggio.

- Non ti azzardare a farlo mai più William. Mai più o..io….io….ti uccido. Hai capito? –

Lui mi guarda sorpreso ma anche contento. E mi bacia senza dire nulla.

- Te lo prometto non lo farò mai più. Mai – e mi bacia ancora.

- Tu non puoi lasciarmi. Io ti amo. – ecco finalmente gliel’ho detto.

Vedo i suoi occhi illuminarsi per un istante. Mi passa la mano tra i capelli e sulla guancia.

- Finalmente amore. Sapessi da quanto tempo aspetto e spero – e mi bacia ancora e ancora.

- Si lo so. Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo. Ti stancherai di sentirtelo dire – e gli sorrido.

- Mai – risponde sicuro.

- Vedremo – gli dico guardandolo con aria di sfida.

- A proposito della poesia…- mi dice e so già cosa vuole.

- Te lo scordi. Questa adesso è mia e la farò subito incorniciare e appendere nella nostra stanza.

- Ah – fa lui per nulla contento.

- E’ bellissima – gli dico guardandolo seriamente.

Esita non mi crede.

- William è bellissima te lo giuro -

Mi sorride e mi bacia ancora.

- Il duello poi? – gli domando ancora non capacitandomi di come le cose siano andate.

- Beh lui ha sparato prima che terminassero di contare. E mi ha colpito di striscio. Alla spalla. Ovviamente ha perso il duello. E’ partito subito dopo. –

Mi guarda con attenzione, come volesse capire cosa sto pensando adesso.

- Ti amo William – lo stringo forte.

- William hai ragione lui è il nostro bambino. Solo nostro – ed è vero. Dal primo momento che lo ha preso in braccio. William è diventato suo padre.

- Noi tre. Questa è la mia famiglia – gli dico orgogliosa.

- Mm. – fa lui schiarendosi la voce.

- Buffy credo che ci sia una correzione da fare –

Lo guardo un po’ preoccupata. Cosa vuole dire.

Lui sorride. Il suo sorriso diabolico, quello sguardo sfacciato. E il sopracciglio alzato. Lo adoro.

- Cosa? Che correzione? -

Lui mi fissa e scostandomi la camicia delicatamente ( ho i brividi come la prima volta) mi accarezza il ventre.

Lo fisso incredula, non è possibile.

Lui fa cenno di si con la testa.

Grido di gioia e lo bacio e abbraccio quasi a soffocarlo. Mentre dentro di me penso con un po’ di rabbia che ‘ è mai possibile che lui debba capire e sapere le cose sempre prima di me? Uff. ‘ alzo le spalle e mi arrendo.

Il Sole si accinge a tramontare e un’altra splendida notte di passione mi attende. E penso divertita

Bene allora lasciamo che il sole vada giù e che la notte ci avvolga con la sua coperta di stelle. Il mio principe azzurro è qui con me.’

Ed io voglio solo perdermi tra le sue braccia.

- William ti amo da morire – gli sussurro, mentre lui mi da il più dolce e lungo bacio della mia vita.



EPILOGO



Sono passati ormai sei anni...


Mi soffermo un attimo a guardare la parete. Dove da cinque anni accanto al ritratto di William vi è quello della Signora Darcy, ossia il mio. Sono così felice che potrei vivere per sempre.

Dal pian terreno mi giungono echi di voci, risate e musica.

Scendo lentamente le scale e lui è in fondo ad attendermi con il viso raggiante. Gli sorrido mentre gli vado incontro e gli porgo la mano.

Lui la prende nella sua e la bacia. Poi mi abbraccia e mi bacia con desiderio, come la prima volta.

- Sei bellissima amore – mi dice

- Grazie – gli rispondo mentre gli accarezzo il capo.

Mi prende sottobraccio e ci avviamo verso la sala.

Dopo il duello, nessuno osa più prenderlo in giro e il suo comportamento in società ha fatto ricredere molti gentiluomini londinesi.

Adesso cammina spedito e sicuro a testa altra.

È ' l’uomo più felice di questo mondo ' mi ripete spesso e degli altri non tiene conto.

Cecily che tanto lo ha disprezzato, alla fine ha sposato un quarantenne che come hobby colleziona amanti. Mi fa un po’ pena adesso, ma quando penso che ha detto al mio William che ‘ era molto inferiore a lei ‘…beh alla fine se lo è meritato.


- Mi farebbe l’onore di concedermi questo ballo? – mi chiede sorridente.

- Non so, veramente sono una donna sposata – ribatto divertita.

- Oh davvero? Che peccato, e chi è il fortunato mortale? –

- Un certo Lord Darcy – sorrido.

- Ah ma davvero? Che strano si da il caso che anche io mi chiami Darcy –

- Ma davvero? –e mi copro il viso con il ventaglio.

Lui mi sorride e mi prende per i fianchi.

Poi mi conduce sulla pista da ballo e la musica attacca.

Sono tra le sue braccia e tutto il resto del mondo non esiste.

La signora Darcy ci guarda contenta.

E gli altri beh… non mi importa.

La serata trascorre tranquilla.

E quando tutti gli invitati sono andati via finalmente saliamo di sopra. Adesso inizia la nostra vera festa di anniversario e se indovino quello che i suoi occhi mi dicono quando mi guarda. Sarà una lunga, stancante ma meravigliosa lunga notte d’amore.

Ci fermiamo davanti alla porta dei bambini, lui la apre piano e si avvicina ai loro letti che riportano intagliati in legno i loro nomi: Wesley e Joyce. Da ad entrambi un bacio sulla fronte e rimbocca loro le coperte.

Poi scivoliamo silenziosamente nella nostra stanza e senza accendere la luce, cominciamo a baciarci con passione e desiderio. Lui armeggia con il mio bustino (è sempre più bravo di me a slacciare gli abiti). Siamo avvinghiati l’uno all’altra sotto le coperte del nostro comodo letto.

- Amore – mi dice sottovoce - non ti ho ancora fatto gli auguri -

Si gira verso il comodino, allunga la mano e prende qualcosa.

- Chiudi gli occhi - mi intima.

Obbedisco e attendo sorridente e curiosa.

- Puoi aprirli adesso -

Davanti ai miei occhi oscilla un bellissimo medaglione, di oro bianco finemente lavorato con al centro un rubino dalle mille sfaccettature e sfumature. Lo apre e dentro vi è la foto della nostra famiglia. Lui, io e i nostri bambini.

- Auguri -

Io sono così felice che non ho parole.

Lo bacio mentre lui me lo fissa al collo.

- Anche io ho un regalo per te – gli dico con un sorriso malizioso.

Lui mi guarda stupito e si solleva su un gomito. Mi guarda divertito mentre mi accarezza i capelli.

Gli prendo la mano e la porto sul mio ventre. E la stringo forte. Lui mi guarda per un instante senza capire poi i suoi occhi si illuminano di una gioia quasi incontenibile e mi stringe tanto forte da farmi mancare il respiro.

- Oh Amore – e mi bacia dappertutto senza sosta, e so che questo è solo l’inizio di questa lunga notte.

Sono felice dentro di me e mi dico con un sorriso soddisfatto:

Amore questa volta non sei arrivato prima di me. Finalmente ‘

- Mi ami? - mi chiede con il viso sprofondato nel mio collo.

- Si ti amo - gli sussurro all'orecchio baciandogli la guancia.

- Bene allora che ne diresti di chiamarla Buffy? -

- Cosa? Ma come ti salta in mente? - sto per replicare sconvolta.

Lui ride divertito.

E mi zittisce con un bacio.

E' una pazzia lo so, ma immagino già la piccola Buffy tra le mie braccia.

Mi passo una mano sulla pancia e sospiro rassegnata, pensando

' Povera piccola che padre matto da legare ti doveva capitare. E che madre ancora più matta da dargliele tutte vinte... che ci vuoi fare questo è L'AMORE.'