AGE OF CONSENT

AUTHOR:THE FIERCE

Era davvero un grande party.

Doveva ricordarsi di fare i suoi complimenti a Mina per la perfetta organizzazione. La musica era quella giusta, gli ospiti perfetti, i servitori impeccabili. Anche il rinfresco era magnifico, raramente gli spuntini erano così freschi ed invitanti.

I presenti erano tutti elegantissimi, anche se alcuni non avevano rinunciato ad un tocco di trasgressione, sfoggiando capigliature estrose o tenute un po' audaci. Si sentì chiamare e si voltò a salutare un vecchio conoscente. In quella villa erano riunite gran parte delle sue conoscenze, ma non c' era nessuno che potesse chiamare amico. La realtà era quella, lui non ne aveva. Proprio come la maggior parte degli altri partecipanti alla festa, lui viveva di esteriorità, di sorrisi di circostanza, di conoscenze superficiali buone per una festa, ma gli stava bene così, era stato lui a scegliersi quella vita. Sentì il campanello suonare e si voltò, curioso di vedere chi fosse il nuovo arrivato. Si trattava di un gigante di colore, alto quasi due metri e con la muscolatura di un giocatore di football, ma Chris potè apprezzare, anche da quella distanza, la squisita eleganza degli abiti e l' estrema raffinatezza dei modi. Doveva essere un ospite di riguardo visto che la stessa Mina si era affrettata a raggiungerlo e a porgergli il benvenuto. Chris ebbe però la sensazione che non si sentisse perfettamente a suo agio, che non facesse parte del loro ambiente. Questa impressione gli causò un vago senso di soddisfazione nel constatare il loro sottile potere. Decise di tornare a dedicarsi al cibo.

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"La vedo preoccupata signor Giles"

"Ne ho tutti i motivi, Willow"

"Brutte notizie?" si intromise Xander.

"Pessime" rispose l' inglese, contrito.

"Avanti allora, non ci tenga sulle spine, questa attesa mi esaurisce" esclamò Xander, non senza una punta di ironia nella voce, ironia che Giles preferì ignorare.

"La situazione è grave. Ho appena concluso una ricerca d' archivio i cui risultati non vi piaceranno" aveva usato il plurale, ma per tutto il tempo aveva guardato solo Willow, alla quale porse una grossa cartella di documenti scritti a mano con la sua tipica calligrafia, al tempo stesso ordinata e febbrile.

"Che roba è?" chiese Xander strappando letteralmente di mano i documenti all' amica.

"Si tratta della lista delle persone scomparse entro un raggio di 50 km da Sunnydale negli ultimi due mesi. Come si può vedere l' aumento è piuttosto consistente, ma la cosa è passata inosservata perchè la maggior parte delle scomparse è avvenuta fuori dal perimetro cittadino e dal campus le due zone che, tradizionalmente, hanno sempre ospitato la stragrande maggioranza degli eventi paranormali"

"Tutto qui signor Giles?"

"Direi di sì! Non vi basta?"

"Non ci fraintenda, ma forse ha usato toni un tantino allarmistici" rispose Willow

"Già, da come ne aveva parlato per telefono credevamo si trattasse di una nuova apocalisse, invece penso sia sufficiente passare la notizia a Buffy e in un batter d' occhio il problema sarà svanito"

"Vorrei che fosse così semplice ragazzi. Chi pensate che possa aver organizzato le sparizioni?"

"Tiro ad indovinare? Un Vampiro?" Il tono irridente di Xander stava diventando insopportabile.

"Il problema è che questo non è il modo di agire dei vampiri comuni. I più sono creature bestiali, che pensano solo a nutrirsi, mentre quelli più intelligenti e pericolosi agiscono normalmente soli o in piccoli gruppi, o diventano capi di quelli più stupidi. In tutti i casi si sarebbero ormai trovati dei corpi, oppure si sarebbe notato un grande aumento della popolazione vampirica. Invece non è accaduto nulla di simile. Anzi, nelle zone calde si è assistito a una diminuzione dell' attività, ma non tanto allarmante da destare dubbi, mentre in quelle periferiche c' è stata una tremenda impennata"

"E quali sarebbero le sue conclusioni?" Willow sembrava condividere almeno parte della sua preoccupazione ora, mentre Xander appariva ancora piuttosto scettico.

"Ci troviamo di fronte ad un fatto con pochi precedenti nella storia. Vampiri esperti, intelligenti, prudenti, molto probabilmente integrati nella società. Escludo che abbiano grandi progetti, credo che desiderino solo spassarsela nel paradiso dei non-morti. Probabilmente per loro uccidere è solo una necessità, ed il sangue il premio per il loro lavoro"

"Ne ha già parlato con Buffy?" Ancora Xander, sempre lui. Apparentemente così stupido e superficiale, ma spesso più acuto di molti altri, ed altrettante volte così cieco da non comprendere neppure l' ovvio. Epuure la domanda che più temeva l' aveva formulata proprio lui. Se avessero saputo cos' era diventata Buffy ne sarebbero rimasti sconvolti. Per loro era ancora l' amica di sempre, solo un po' cambiata per gli eventi traumatici degli ultimi tempi. Ma lui sapeva la verità: dalla tomba era emersa una nuova Buffy, e la vecchia non sarebbe tornata, mai più.

"No, ecco, vedete, non siamo più in stretto contatto. Lei se la cava bene da sola con la caccia ed io mi occupo delle ricerche, come sempre, ma ci sentiamo meno spesso negli ultimi tempi"

Un tentativo pietoso, sicuramente avevano capito che non si parlavano quasi più, e che in quelle poche occasioni lei lo ascoltava distrattamente, senza mai prendere in considerazione quello che le consigliava.

Guardò i volti di entrambi. Incredibilmente le loro espressioni non tradivano alcun sospetto. Evidentemente mentiva meglio di quanto non si aspettasse. Decise di continuare.

"Ragazzi, avvertite voi Buffy, io avrei ancora delle ricerche da fare e..."

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Chris si avvicinò al cibo, aggirando la massa di cadaveri dissanguati di cui poi i servitori si sarebbero liberati, afferrando una graziosa brunetta e preparandosi ad affondare i denti nel tenero collo, mentre, di fianco a lui, un altro invitato stava facendo altrettanto con una biondina tremante, che cercava di rifugiarsi in una angolo. Poi accadde una cosa strana. L' ospite al suo fianco fu scagliato improvvisamente in aria, incenerendosi prima di toccare il pavimento. Poi Chris avvertì un improvviso senso di perdita. Abbasso lo sguardo fino al torace e si accorse che vi era conficcato un paletto di legno. Inorridito rialzò gli occhi incrociando fugacemente lo sguardo con la biondina di prima. Sembrava radicalmente trasformata. Il suo sguardo ora era minaccioso, conteneva un' implicita sfida, non solo a lui, ma rivolta a tutti i presenti. Ma la cosa più sorprendente era il suo sorriso, aperto e gioioso, ma al tempo stesso selvaggio, proprio come quello di Mina quando le si portava un succulento regalo. Tutto questo gli passo per la mente n una frazione di secondo, poi finì in cenere. Subito dopo tutti i presenti si lanciarono su di lei.

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Mina assisteva alla battaglia con sguardo sognante, felice di assistere ad uno spettacolo tanto inusuale. Benchè fosse molto anziana non aveva mai incontrato una cacciatrice, e l' opportunità offertale in quel momento avrebbe reso ancora più memorabile quella notte. Per lei le slayer non erano che leggende inconsistenti, e più volte aveva dubitato della loro esistenza. Non riusciva a capire come stesse andando la battaglia però, la mischia era troppo confusa, ma non aveva alcun dubbio sull' esito finale. Alla sua festa avevano partecipato circa 50 invitati, più una decina di servitori fra vampiri e altri demoni, era chiaro che, per quanto forte potesse essere, questa volta la cacciatrice aveva osato troppo.

"Fuggi"

A lanciarle quell' avvertimento era stato il gigante d' ebano che le aveva già voltato le spalle, imboccando la via d' uscita. Eppure si trattava di un grande combattente, un vampiro famoso per le sue imprese sanguinarie, possibile che si facesse intimidire da una ragazzina? Un istante dopo anche Mina si era data alla fuga.

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La folla la assaliva da ogni parte, urtandola, cercando di germirla, di colpirla, ma invano. Presi singolarente o in coppia, ognuno di quei vampiri avrebbe costituito una piccola sfida, ma attaccando tutti insieme alla rinfusa, ostacolandoosi a vicenda, la loro superiorità numerica finiva per essere un handicap più che un vantaggio. Lei si muoveva in mezzo a loro, creandosi lo spazio per un attacco e contemporaneamente togliendolo agli avversari, costringendoli a perdere il ritmo, le distanze, rendendo inefficaci i loro attacchi. Non cercava il colpo definitivo, per quello aveva il paletto, il suo scopo era di indebolirli globalmente. Poi tutto finì in pochi secondi. Estrasse due lunghe schegge di legno e con esse trafisse il cuore dei suoi avversari, passando in mezzo alle loro ceneri.

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Mina comprese che lo scontro era terminato e si mise a correre a perdifiato, senza voltarsi indietro. Non le accadeva di fuggire da circa un secolo quando, a Praga, era stata scacciata da un giovane vampiro arrogante ed agressivo, ed era stata costretta a riparare in Grecia. Rapida come non era mai stata raggiunse la strada, decisa a perdersi in quel dedalo di vicoli che costituisce i sobborghi di Sunnydale. Dietro di lei udiva dei passi veloci e leggeri, sempre più vicini. Si voltò per controllare la distanza che la separava dalla sua inseguitrice. Quando ritornò a guardare di fronte a sè fu abbagliata da una luce improvvisa.

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L' impatto fu violento.

Mina si rialzò a fatica, cercando di capire cosa era accaduto. Un' auto. Era stata investita. Di fronte a sè un uomo di mezza età le stava chiedendo come si sentiva. Istintivamente lo attaccò, in modo piuttosto goffo inoltre, riuscendo comunque a scaraventarlo in mezzo alla strada. Salì in macchina vergognandosi vagamente della mancanza di stile che aveva dimostrato. Avrebbe avuto tempo in un secondo tempo, una volta in salvo, per rammanicarsi della mancanza di classe dimostrata nella fuga. Cercò febbrilmente di ricordare come si guidavano le automobili, visto che non lo faceva da più di trent' anni, cercando contemporaneamente la chiave dell' accensione con dita febbrili. Trovatala, rialzò la testa guardando davanti a sè. Illuminata dalla luce dei fari stava Buffy, con un gigno bestiale dipinto sul volto. Mina premette il piede sull' acceleratore, con l' ovvia intenzione di investirla, ma non fu abbastanza veloce. La macchina balzò in avanti, ma la cacciatrice aveva già raggiunto la portiera. Il finestrino andò infrantumi e, mentre la macchiana partiva, Mina si sentì afferrare ed estrarre dal veicolo in movimento. Riuscì a divincolarsi con la forza della disperazione ed a rimettersi in piedi, preparandosi ad un ultimo assalto. Buffy la attendeva tranquilla, irridente. Mina scattò, tentando di ferirla con le unghie affilate come rasoi, ma la cacciatrice fu più rapida, anticipando la sua azione e colpendola al viso. La vampira vacillò e cadde, poi rialzando il capo, vide la morte avvicinarsi con lo stesso sorriso che lei aveva riservato alle sue innumerevoli vittime.

"Bella festa" esclamò Buffy mentre la trafiggeva con il paletto.

 

the END