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FLESH; BLOOD AND BONES

AUTHOR:THE FIERCE

 

HATRED

 

I Taste your blood , as it showers from my blade.

I eat your heart, from evil it was made.

With heart filled hatred black blood runs thruogh

my veins.

I take your powers to the ancient ones who reign.

 

I conquer evil, let evil know my name.

Come forth ye wicked, know the gruesome pain.

I am the omen, the one that cannot die

I am the flame, hatred burns inside.

 

My strenght is hatred, torment and pain. HATRED, HATRED

With heart filled hatred black blood runs thruogh my veins.

 

I crush your bones, I kill your face

I rip your flesh, I end your the chase

You meet with terror, you draw the ace

I rule the world the rats that race.

 

 

My strenght is hatred, torment and pain. HATRED, HATRED

With heart filled hatred black blood runs thruogh my veins.

(MANOWAR Into glory ride ,1983)

 

Sunnydale 2008

La donna entrò nella stanza in penombra, un ampio locale rischiarato solo da alcune candele disposte in cerchi concentrici. La figura reggeva in mano un grosso coltello dalla foggia esotica e inusuale; per il resto era completamente nuda.

Si inginocchiò nel cerchio più interno, iniziando a cantilenare con lo sguardo fisso nel vuoto.

E' come tutte le altre volte, pensava mentre scivolava in uno stadio pre-ipnotico.

Ho già evocato molti demoni in questo modo, non si tratta di un vero incantesimo, ma solo di chiamare una creatura infernale, e di permetterle di uscire dalla bocca dell' inferno usando il sangue per indebolire gli antichi sigilli.

Iniziò a passare la lama affilata sul suo corpo incidendosi sul viso e sul corpo alcuni simboli strani e bizzarri. E' proprio come tutte le altre volte, si ripetè per la millesima volta da quando aveva deciso di tentare quest' esperimento. Ma non era vero. Non poteva mentire a se stessa. Sapeva di non aver mai evocato una creatura tanto antica e potente e temeva di perderne il controllo.

Il sangue gocciolava dalle molte ferite. Era la chive del rituale. Aveva usato il suo per una scielta ben precisa, voleva legare il demone a se stessa il più possibile.

Il sangue cadeva sul pavimento, lucide gocce di vita, ma non coagulava normalmente, piuttosto sembrava vivo e iniziava a muoversi, componendo una specie di disegno.

La figura prese presto a vorticare, sempre più velocemente, fino a che non si formò una stretta apertura nera, come una bocca socchiusa, dalla quale fuoriuscì una cosa.

La donna si alzò, pronta ad accogliere la bestia sputata dall' inferno, ma questa la guardò con i suoi occhi fiammeggianti, poi spiccò un balzo...

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Xander entrò in quello che una volta era il Bronze, il club più alla moda di Sunnydale; ora del vecchio locale non restava che il nome, era diventato una bettola frequentata solo da ubriaconi, eppure Buffy sembrava sentirvisi a proprio agio.

Erano 8 anni che non metteva piede in quel posto, da quando era fuggito da Sunnydale, ed era da altrettanto che non vedeva lei.

Dio mio, pensò, sembra che per lei non sia passato neanche un giorno.

La ragazza era seduta al banco, e davanti a sè aveva un boccale di birra mezzo vuoto e un bourbon; chiaramente non si era ancora accorta di lui.

Passo in mezzo ai tavoli, occupati da faccie da galera che gli davano i brividi, e si sedette accanto a lei.

"Fà attenzione con lei, amico, non è un tipo facile" lo avvertì il barista.

"Tranquillo Stan, è un vecchio amico" gli rispose Buffy ; poi rivolta a Xander:

"Ciao, è molto che non ci si vede, ti trovo in forma"

Quest' ultima parte era stata pronunciata con tono velatamente ironico, visto che Xander aveva messo su una decina di chili e si era fatto crescere una ridicola barba.

"Avanti, non fare quella faccia, siediti, sei nel miglior locale della città"

"Senti, sò che ce l' hai con noi per come ti abbiamo lasciato sola, ma hai detto per telefono che ci avresti aiutati, quindi sei pregata per tenere il tuo sarcasmo per dopo"

Xander si era ripromesso di restare calmo, freddo e lucido, ma quando l' aveva reincontrata non ce l' aveva fatta, e aveva pronunciato le ultime frasi in tono quasi isterico.

Si sentiva in colpa.

In fin dei conti aveva lasciato la città per paura quasi otto anni prima, anche se lei gli aveva chiesto, quasi implorando, di restare. Tutti i suoi amici erano morti o l' aveano abbandonata, e il consiglio degli osservatori, a cui Giles non aveva avuto il coraggio di opporsi, stava per mandare i suoi sicari per ucciderla. Giles aveva avvertito che chi fosse rimasto al suo fianco sarebbe morto, e così anche lui se ne era andato.

Sapeva che Giles e Willow avevano iniziato a dubitare di lei, quando aveva iniziato a comportarsi stranamente, e che la loro decisione era dipesa anche da questo, ma per lui si era trattato di sfiducia e paura.

Aveva rinunciato ad aiutarla, certo che non sarebbe servito a nulla, per salvare la pelle, ma da allora non era passato giorno che non rimpiangesse quella decisione.

Se ne era andato, voltando le spalle ad una vita eccitante ma pericolosa, solo per trasferirsi a L.A. e finire a vendere macchine usate in un pulcioso autosalone di provincia, consumato dai rimpianti.

Allora era stato fermamente convinto che Buffy sarebbe morta di lì a poco, ma contraramente ad ogni previsione, era sopravvissuta per otto lunghi anni, senza amici e punti di appoggio, senza neppure l' aiuto dell' osservatore, tollerata a mala pena dal consiglio.

"Allora, dove sono gli altri?" gli domandò la slayer dopo un lungo silenzio, durante il quale aveva finito la birra, consegnando il boccale a Stan pronto a riempirglielo nuovamente.

"Arriveranno domani, verso mezzogiorno, avevano impegni improrogabili, stasera"

"Impegni improrogabili? Più importanti della loro vita? Comunque sarà meglio parlare domani, stando così le cose"

Xander voleva ribattere, ma Stan attirò l' attenzione di Buffy con un cenno.

"Stai andando via?"

"Sì, mi sembra sia una serata tranquilla"

"Vedi quel tipo ai tavoli da bigliardo, sta cercando rogne e..."

"Le ha trovate"

Buffy, seguita da un attonito Xander, si avvicinò all' omone ubriaco e lo spinse lontano dal biliardo . L' uomo, per nulla felice dell' intrusione, bestemmiò e si avvicinò minaccioso, agitando le grosse manacce in aria.

Xander pensava che non l' avrebbe attaccata, che non avrebbe colpito una donna, accontentandosi di spaventarla, che in fondo non fosse diverso da tanti ubriachi un po' spacconi pronti a dare un pugno in una rissa, ma non veramente pericolosi per nessuno. Fu quindi estremamente sorpreso quando lei gli afferrò la mano, stritolandogliela, e poi gli torse dolorosamente il polso; infine lo afferrò per il giubbotto e lo scaraventò fuori dal locale, nel vicolo buio e sudicio.

"Si può sapere perchè l' hai fatto?"

"E' il mio lavoro"

"Vuoi dire che lavori lì" disse Xander incredulo mentre si allontanavano dal locale.

"Cinquanta dollari a sera cinque volte la settimana, bevute gratis e orario elastico! Cosa potrei desiderare di più?"

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Willow e Giles entrarono nella stanza.

Willow era molto cambiata in quegli anni e, nel suo serio abito firmato da donna in carriera ,sembrava proprio una donna sicura di sè, affabile ma decisa, come aveva dimostrato di essere diventando la più giovane vicepresidente dell' importante software house per cui lavorava.

Giles, invece, aveva modificato poco il suo aspetto, era più grigio e con qualche ruga in più, ma non si notava; l' unica grande differenza stava nel suo sguardo, in cui non brillavano più speranza ed ottimismo.

"Ciao Willow, salve Giles" escamò Buffy, poi con tono cattivo aggiunse:

"Ho sentito dire che l' ultima prescelta è morta il mese scorso" "Aveva 15 anni mi pare, poverina"

Giles inghiottì della saliva, si era occupato lui di quella ragazza, e l' aveva vista morire sotto i suoi occhi. Quello di Buffy era un colpo basso, ma forse se lo meritava.

"Sai benissimo di essere la cacciatrice più longeva di tutti i tempi, non c'è bisogno di sbatterci in faccia i nostri fallimenti"

"Vorrai dire la più longeva di cui si abbia notizia. Le slayer esistono dalla notte dei tempi, ma il vostro spocchioso ordine esiste solo da 2000 anni, più qualche antica annotazione risalente a non più di 500 anni prima"

"Vorresti metttere in dubbio l' utilità degli osservatori?"

"Proprio così, e sono sicura che lo hai fatto anche tu in questi anni, se ti conosco almeno un poco, comunque le cacciatrici se la sarebbero cavata meglio senza di voi ad impicciarvi e a riempire loro la testa di profezie e doveri"

Willow si intromise, calmando gli animi.

"Faremmo meglio a parlare del motivo per cui siamo qui"

Si trovavano a casa di Buffy, una vecchia fabbrica riadattata, ideale, secondo lei, per le sue esigenze. Era così grande che, in pratica, non aveva mai bisogno di riordinare, avendo lo spazio per ammucchiare qualsiasi cosa; e difatti il caos era indescrivibile.

Ora erano riuniti attorno ad un tavolo gigantesco, probabilmente un piano lavoro industriale, che separava virtualmente la zona allenamento, caratterizzata da una moltitudine di attrezzi ginnici, e la piccola cucina.

"Va bene, ditemi cosa sapete?" disse, prendendo la parola, la padrona di casa.

"Abbiamo ricevuto telefonate anonime di minaccia, che facevano riferimento a fatti di più di otto anni fà, avvenuti qui, in cui eravamo coinvolti" espose Willow in modo puntuale e sintetico.

"Una voce maschile, molto profonda, da far gelare il sangue" aggiunse Xander.

"E non sapete chi sia il responsabile"

"No, ma ha detto che ci darà la caccia, e l' unica nostra speranza è scoprire di che si tratta. Per questo siamo tornati" aggiunse Giles, tetro.

"Non ti sei rivolto al consiglio, ora che la tua vita è in pericolo, eh?"

"Temi forse che anteporrebbero i loro sporchi interessi alla tua vita, vero?" insinuò la ragazza, con tono tagliente, poi più calma aggiunse.

"In ogni caso sò di che si tratta"

"Ne sei sicura?"

"Certo..." iniziò a dire consultando un libro:

"Dunque, circa una settimana fà qualcuno ha evocato un demone infernale, Belinath, ma ne ha perso il controllo; io ho trovato i diario dell' evocatore in un vecchio edificio abbandonato, in periferia, giorni dopo"

"Non sò che fine abbia fatto l' evocatore, ma scommeterei che adesso è morto" continuò Buffy "Comunque da allora gli omicidi sono aumentati e così mi sono messa a indagare e ho scoperto quanto vi detto"

"Cosa centra il demone con le telefonate?" chiese Willow, analitica come sempre.

"Un istante, ci sto arrivando" ribatte Buffy, un pò risentita, come se le stessero rovinando l'esposizione di una ricerca "Dunque, stavo indagando sugli omicidi, tutti con cadaveri orribilmente mutilati, e mi imbattei nel demone"

"Quell' essere è molto pericoloso e, anche se ha rinunciato allo scontro diretto fuggendo, ha tentato di uccidermi successivamente, cogliendomi di sorpresa, in più di un' occasione"

"Che aspetto ha?" chiese Xander, interessato al lato pratico delle cose.

"Se ti capitasse di vederlo lo riconosceresti, non preoccuparti, almeno nel suo vero aspetto, ma è anche in grado di sembrare umano, assumendo le sembianze di un tizio alto e muscoloso, pelato e sempre vestito di pelle nera"

"Bene siamo a cavallo, abbiamo un demone pelato alle costole" disse Xander, tentando inutilmente di fare del' ironia. Aveva perso la sua capacità di sdrammatizzare le situazioni più cupe con gli anni.

"Non ho finito" continuò la ragazza, spazientita "Il mostro possiede certo capacità telepatiche, come scritto anche sui testi che ho consultato, e non riuscendo ad eliminarmi direttamente ha pensato di arrivare a mè tramite voi"

"Vuoi dire che il demone ha fatto quelle telefonate?" chiese Giles incredulo.

"Per provocare una reazione, mia e vostra"

"Si può sapere perchè diavolo ci hai fatto venire qui se sapevi tutto questo?"

"Per proteggervi più agevolmente, e poi così potete aiutarmi" rispose candidamente.

           

Act II

 

Giles ammise che aveva ragione, ed era anche molto colpito da come aveva gestito la situazione, soprattutto il lato investigativo, con tanto di ricerche sui libri.

Forse, pensò, il consiglio aveva preso la decisione sbaliata quando aveva deciso di eliminarla, per far spazio ad una cacciatrice più degna. Aveva sempre saputo che intendevano dire più controllabile, perchè era quella l' unica colpa di Buffy: essere troppo indipendente, persino troppo in gamba per tutti loro.

Otto anni prima lei aveva iniziato a fare di testa sua, a diventare ingestibile.

Avevano iniziato a litigare furiosamente, a non essere più d' accordo su nulla e inevitabilmente il consiglio ne era venuto a conoscenza. Ben presto, adducendo futili motivi, come i suoi continui scatti d' ira, l' avevano dichiarata pazza e condannata a morte.

Lui non era stato in grado di opporsi all' ordine, così aveva cercato di convicersi della sua follia, e c' era quasi riuscito, ma oggi si era scontrato contro la cruda realtà: era stata condannata ingiustamente.

Spesso aveva rimpianto quella decisione, ma soprattutto si era chiesto cosa fosse accaduto ai tre sicari inviati per ucciderla, e di cui solo i vertici del consiglio conoscevano la sorte.

Da allora però, non era più stato mandato alcun sicario, o almeno non era stata richiesta la votazione, ma comunque neppure lei aveva menzionato nuovi persecutori.

Per lui era un mistero quella decisione, se era stato deciso di ucciderla , perchè avevano rinunciato? Da viva era la prova vivente che la Slayer ribelle era più in gamba di tutte quelle fedeli, uno smacco terribile per un' organizzazione votata al controllo come la loro.

"Da dove volete cominciare?"

"Direi che per prima cosa potremmo consultare i testi che il signor Giles ha portato con sè" rispose Willow alla domanda della cacciatrice.

"E poi potremmo dare un occhiata al luogo in cui secondo te è avvenuta l' evocazione" proseguì Giles "Forse con l' aiuto dei libri potremmo scoprire qualcosa che ti è sfuggito"

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La ricerca era stata infruttuosa.

Sui volumi che avevano controllato c' erano poche informazioni su Belinath, tutti dicevano più o meno le stesse cose che aveva già trovato anche Buffy: si trattava di un essere temibile, astuto e contorto, dotato di grandi poteri, ma non se ne riportava l' esatta natura.

Frustrati, il gruppetto composto da Giles, Willow e Xander uscì dall' albergo.

Maledizione, oltre ai testi portati con loro non se ne potevano reperire altri in città, per cui si sarebbe dovuto aspettare per fare ricerche più accurate. Per ora non restava che recarsi sul luogo dell' evocazione e sperare di avere più fortuna.

Buffy li aveva accompagnati in auto all' hotel e si era offerta di restare con loro per tutto il tempo, ma Giles riteneva fosse una precauzione inutile, dato che lei aveva detto che il demone non amava la luce solare, e quindi le aveva consigliato di indagare per conto suo, in modo da ottimizzare i tempi.

Mentre si recava all' indirizzo indicatogli dalla slayer rimuginava sugli elementi in suo possesso. Qualcosa non quadrava.

"Willow, non credi anche tu che gli omicidi di cui ci ha parlato Buffy non coincidano con il profilo di Belinath ricavato dalle nostre ricerche"

"In effetti, ora che ci penso, sì" "Non avrebbe alcun motivo per uccidere indiscriminatamente, non necessita di nutrirsi, e, a quanto ne sappiamo, non ama la violenza, ma preferisce manipolare nell' ombra"

"Non potrebbe comportarsi così per costringerci all' azione?" si intromise Xander.

"Certamente, eppure non mi convince in pieno, c' è qualcosa sotto, forse quella creartura ha un suo piano" rispose Giles pensieroso.

Proseguirono in silenzio per qualche centinaio di metri, ognuno immerso nei suoi pensieri, poi una figura alta e tetra sbarrò loro il passo.

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Il demone si trovava dinnanzi a loro.

Era ancora giorno, sebbene fossero prossimi al crepuscolo e il cielo fosse parzialmente coperto.

I tre si guardarono intorno cercando una via di fuga. Non ce n' erano. Si trovavano in periferia, nella zona industriale, e in quel momento non passava nessuno, nè in auto, nè a piedi.

Avrebbero potuto fuggire piedi, ma sapevano che non sarebbe servito, Belinath non si sarebbe mostrato così se non fosse stato sicuro di poterli raggiungere senza difficoltà.

Annichiliti dalla sua presenza, non potevano far altro che restare immobili, in attesa degli eventi.

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Finalmente il mostro, che era rimasto immobile e silenzioso fino a quel momento, fece un passo avanti, poi barcollò improvvisamente, stupito dal trovarsi un arpione sporgente dal petto.

L' incanto che lo faceva apparire umano si dissolse e videro il suo vero aspetto, un creatura alta circa tre metri, dalla pelle scagliosa rossa come il sangue, con zanne e artigli micidiali, ma che ora annaspavano inutilmente nell' aria.

"Finalmente ti ho preso"

Buffy spuntò da dietro l' angolo, provenendo dalla medesima direzione del demone, gli si accostò e immerse la mano destra, con cui stringeva un lungo pugnale, tra il collo e la clavicola del mostro. Questi ebbe un altro paio di spasmi, poi morì, accasciandosi penosamente a terra.

"Buffy, sei arrivata appena in tempo" esclamò Giles, il primo ad essersi ripreso dall' accaduto.

"Appena in tempo? Non siete poi così intelligenti se non avete ancora capito."

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Act III (the END)

 

"Cosa intendi dire?" la interuppe Willow.

"Semplicemente che vi seguivo fin dall' inizio, sapevo che questo cucciolone si sarebbe fatto vivo, e così vi ho usato come esche" disse accarezzando la testa di quell' immonda bestia come se si fosse trattato di un cagnolino. Poi proseguì:

"E non è tutto!Sono stata io ad evocarlo e fare quelle telefonate per attirarvi qui"

"Perchè diavolo hai fatto tutto questo?" urlò Giles fuori di sè.

"Per la più antica motivazione del mondo"

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Detto questo morse il cadavere del demone dietro il collo, addentando un grosso pezzo di carne e strappandolo con forza. Iniziò a masticarlo con gusto e poco dopo deglutì sputando la spelle squamosa a terra.

"Eccezionale, peccato che non riesca a digerire la pelle"

I suoi tre amici erano sconvolti.

"Non fate quelle faccie, la carne di demone è buona e saporita, nutriente, non fa ingrassare ed ha un paio di qualità che la rendono insostituibile per la mia dieta"

"Sapete quando ho iniziato a mangiarla? Circa sei mesi dopo che ve ne eravate andati, piantandomi in asso. Mi salvai per miracolo da una trappola tesami da un grosso gruppo di vampiri. Capii quel giorno che, per quanto abile, nessuna slayer può sopravvivere a lungo, senza aiuti o appoggi. Ogni volta arrivavano nemici più forti o astuti. Anche se non perdo un combattimento dalla notte dei tempi, prima o poi sarei caduta in qualche trappola e la mia vita sarebbe finita in un vicolo sudicio, come una miserabile"

"Dapprima l' idea non mi entusismava, ma ben presto, dopo i primi morsi, scoprì che le proprietà di quella carne andavano ben oltre quelle descritte dagli antichi testi"

"Le mie percezioni divenivano più chiare, facendomi scoprire un nuovo mondo, permettendomi di individuare le trappole e sventarle. Le ferite venivano rimarginate e il dolore svaniva, sia quello corporeo che quello spirituale"

"Iniziai anche a percepire un nuovo odore, l' odore del sovvranaturale. All' inizio mi digustava, ma ben presto prese a piacermi.

Avevo iniziato ad assumerla per proteggermi mentre combattevo le creature delle tenebre, ma poi presi a cacciare i demoni per procurarmela"

"E' per questo che hai evocato quell' essere?" chiese Giles con un filo di voce, ridotto ad uno straccio da quelle rivelazioni.

"Oh, non era la prima volta, quando scarseggiano i demoni sono costretta ad evocarli io stessa, la differenza è che questo è riuscito a sfuggirmi"

"Così per prenderlo hai inscenato questa farsa" disse Willow che sembrava la meno scossa del gruppo "Sapevi che il mostro vedendoci con te ci avrebbe cercati e ne hai aproffittato"

"Già, sapessi come è stato divertente, tutti voi che vi credete tanto intelligenti, e anche Belinath l' astuto, a comportarsi proprio come avevo stabilito io" disse la cacciatrice con il volto macchiato dal sangue di quella creatura orrenda, e lo sguardo folle.

"E' sempre stato così, tutti hanno sottovalutato il mio cervello, anche quelli del tuo consiglio di osservatori, mandandomi incontro dei killer inadeguati"

"Li aspettai all' aereoporto e li riconobbi lontano un miglio, con i loro abiti scuri identici, le valigette nere e la grossa auto dai vetri scuri presa a noleggio"

"Mi divertii a vederli fare il sopralluogo a casa mia, senza sospettare che fossi io a spiare loro, poi li seguii in albergo dove li uccisi tutti e tre" "Fu un giochetto, ma andai avanti e dai loro documenti e da quelli che avevo sottratto a tè, Giles, per tanto tempo senza che te ne accorgessi, trovai il consiglio e mi ci recai"

Giles, che pure pensava che nulla potesse più sorprenderlo dopo i fatti sconcertanti a cui aveva appena assistito, spalancò gli occhi per la sorpresa.

"Già, proprio così, volai in Inghilterra e minacciai i vertici del tuo ordine, che accettarono di lasciarmi in pace; in fondo avevano sempre un' altra cacciatrice con cui giocare"

Durante tutta la conversazione Buffy si era interrotta frequentemente per ingurgitare altri brandelli di carne, poi fece una pausa per assaporare un pezzo particolarmente grande, infine proseguì:

"Un giorno tornerò a fare visita ai tuoi amici Giles, ed allora distruggerò per sempre il consiglio, sterminandone personalmente tutti i componenti"

"E di noi cosa ne farai?" chiese Xander che fino ad allora era rimasto muto, nel vano tentativo di capire cosa stava succedendo, di darsi una spiegazione dell' accaduto.

"Nulla, potete tornare alle vostre preziose vite" gli rispose la cacciatrice completamente impazzita.

Giles, che aveva recuperato la calma, e sembrava distaccato, le chiese, mentre si puliva gli occhiali con noncuranza:

"Un ultima cosa, cosa accadrà quando non troverai più demoni, quando avrei esaurito gli incantesimi?"

La giovane sembrò pensarci sù un istante, poi rispose:

"Aprirò uno spiraglio nella bocca dell' inferno, così i demoni usciranno da soli"

Sembrò divertita da quella prospettiva e aggiunse:

"L' Inferno stesso diverrà la mia riserva di caccia!"

La risata folle della ragazza li accompagnò nel viaggio di ritorno.

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the END