SINNER VS SAINT

AUTRICE: the gift.

COPPIE: Elisabeth e William, ma vi stupirò

RAITING: NC-17 per scene violente e sesso esplicito.

DISCLAIMER: Ovviamente i personaggi non sono di mia proprietà, ma di Whedon & Co., è una storia scritta solo per puro piacere personale....ecc ecc

NOTA: la storia è un fantasy dark e mi sono ispirata solo per l'inizio al film Underworld.

 

 

PROLOGO

 

Occhi di luce fredda fissano immoti la grande notte calata come un mantello di pioggia e piombo sopra la città dimenticata. Lente goccioline scendono sinuose lungo l’antica pietra dei gargoyles, dentro gli anfratti delle crepe, sopra le guglie, per ricadere inesorabilmente a terra, dopo un salto di trenta metri. Il duomo spicca imponente al di sopra di tutto, e appare argentato e luccicante come una bestia squamosa e dormiente.

Nessuna stella, in cielo, sono anni che non se ne vedono. Ogni notte la pioggia cade e solo in una, la luna compare veloce, piena e tronfia di se.

Ed è il segnale funesto: è battaglia. Come adesso.

Dalle sembianze umane, dalle curve morbide, dai lineamenti femminili, una creatura della notte sta accovacciata sul bordo del cornicione e sente lo spolverino di pelle nera danzarle attorno come ali di rapace. Appoggia un gomito sulla coscia e percepisce il viaggio delle gocce sui suoi capelli, sulla fronte, dentro gli occhi, fra le labbra.

La sua vista raggiunge metri di distanza e ingloba tutte le persone che camminano lungo la strada di ciottoli sottostante.

Da quella posizione predomina il cerchio di tetti dove i suoi uomini sono disposti e che la fissano per ricevere l’ordine.

È fiera, intrepida, rigida alle regole che lei stessa ha stabilito.

Una folata di vento le sbatte in volto acqua piovana e un odore atteso.

I suoi occhi divengono luminosi e le zanne affiorano dalle labbra corpose.

Un vampiro Saint avanza in un vicolo. Sa che ne arriveranno altri, ma il richiamo alla lotta è più forte.

_ Bastardi, hanno scelto un posto affollato… vogliono sangue innocente. Che si fottano! _ pensa in un lampo, ma questo non la scoraggia.

Cerca i suoi seguaci e, con un gesto del capo rapido e deciso, dà loro il via.

Poi, agilmente, balza a terra e il suo piccolo corpo fasciato di nero, sembra volare fino al suolo dove placa leggiadro e si rimette eretto con un tiepido movimento.

Ben presto dietro lei compaiono una dozzina di combattenti. Seguono il suo portamento eretto, il bagliore inquietante della sua chioma dorata contro il nero della tenebra, i suoi fianchi ondeggianti, la pelle nera del suo spolverino danzarle attorno suadente. È quasi ipnotica nella sua bellezza e nel suo potere.

Quasi letale nella sua forza e nella sua fermezza.

Quasi umana nel suo saper amare e nel difendere i propri cari.

Tutti si fidano di lei, tutti la osannano. Lei è il loro capo da quasi mille lune ormai. E non ha mai fallito.

Come una barriera, fauci sguainate, passo invitante, i vampiri avanzano fra la gente comune che, ormai abituata alle loro guerre maledette, scappa e si rifugia nelle proprie case.

Ecco il coprifuoco.

La strada diviene deserta, pronta ad ospitare la cenere e il sangue misti all’acqua piovana.

I sensi della banda sono proiettati verso il vampiro che circospetto si guarda intorno. Porta i capelli lunghi, uno spolverino bianco a lambirgli i piedi, anfibi dello stesso colore e occhiali da sole, tipico abbigliamento dei Saint.

All’improvviso un fischio risuona lungo le pareti del vicolo, scivolando sui muri madidi e piangenti, e viene inghiottito da un tuono.

Gli avversari appaiono rapidi a fianco del loro capo. Ma lei non lo riconosce… non è chi si aspettava. E’ solo un magro sostituto del vero comandante della casata avversaria.

Sarà una battaglia troppo facile, nonostante tutto.

“Una trappola!” urla la notturna signora, sguainando il pugnale d’argento col manico intarsiato d’oro mentre si avventa nella mischia..

Il temporale continua imperterrito e terminerà solo all’alba.

Così da sempre.

Come le due Casate.

Cacciatori contro prede, Sinner contro Saint.

Nella guerra secolare senza vincitori ne vinti.

I° CAPITOLO

 

Nella sala comune della grande villa Willow chiude gli scuri delle finestre che hanno sbattuto violenti tutta la notte, scossi dal vento e dalla pioggia.

Le ultime gocce stanno cadendo, il che significa l’arrivo rapido del giorno.

È preoccupata la strega.

Teme per la sorte della sorella, orami fuori da troppo. Se il sole sorge, lei muore.

Ma lo stridere acuto di pneumatici le fa rilasciare un sospiro di sollievo. L’auto nera sbanda in un testa coda controllato e si ferma davanti all’ingresso seguita da altre auto rigorosamente nere che le si mettono accanto sbuffando come tori dopo la corrida.

Elisabeth, più una manciata di uomini fra cui Xander, entra attraverso il grande portone di faggio.

Sia lei che gli altri sono piuttosto malconci.

“Buffy, stai bene?” le chiede apprensiva Willow. Nonostante sia la sorella minore, è premurosa verso Elisabeth come una madre. Ed è umana, anche se streghe potenti come lei non ce ne sono. Ne in questo mondo, ne il altri.

“Quel fottuto bastardo non si è presentato neppure stanotte” borbotta Elisabeth dirigendosi con passo malfermo verso la stanza dei libri, sua sede privata.

Si siede pesantemente sulla sedia di pelle imbottita e reclina il capo all’indietro, lasciando sgocciolare i capelli come tante lacrime vuote che si sciolgono a contatto col pavimento lucido e scuro.

“Angelus?” Willow chiede conferma mentre prende la cassetta del pronto soccorso e comincia a medicarla dalla gamba.

Un taglio profondo, all’altezza del ginocchio, lascia intravedere l’osso sottostante.

“E’ la terza volta che non scende in campo e non riesco a capire il perché. In passato scontrarsi con me era la cosa che amava di più”

“A quando ti riferisci? A quando stavate insieme o all’odio che è nato poi fra di voi?” le chiede sarcastica Willow, ridacchiando.

Facendole varie punture di anestetico attorno alla ferita, prende a ricucirla attentamente.

“Smettila Will, non sto giocando. E neppure tu dovresti, soprattutto mentre mi ricuci” una smorfia di dolore si dipinge sul volto di Elisabeth al primo buco con l’ago uncinato.

“L’anestesia non ha ancora preso bene – la sorella si scusa con uno sguardo dolce –comunque, credi stia tramando qualcosa?”

“temo di sì. Angelus ama la zuffa nelle notti di luna piena. Sono il suo pane quotidiano. Potresti indagare con un po’ di magia?”

“Ci proverò. Ora togliti la maglia, disinfetto i tagli” le dice riponendo gli attrezzi per la sutura che ha terminato.

“Lascia perdere, sono graffietti. Piuttosto chiama Xander e fallo venire qui. Aumenterò la sorveglianza, non mi sento per niente sicura”

“Ok Elisabeth – Willow si volta prima di uscire dalla stanza – quando saprò qualcosa, te lo farò sapere”

Fuori, lontano da quegli occhi di luce fredda, il primo raggio di sole spunta oltre le colline, svegliando la cittadina di Raintired.

 

2° CAPITOLO

 

La notte dura più a lungo del giorno per chi abita nella tenebra. Per chi conosce solo l’odore della morte, ogni altro aroma scompare. Nessuna luce sfavilla, le emozioni si chetano, solo il nulla regna sovrano. C’è rumore di guerra lungo il fiume gorgogliante, grida di strazio e fumo di fuochi, canti di eccitazione e bisbigli rochi.

La pioggia cade nuovamente su Raintired, e nel castello Oltraggioso, dimora antica della casata Saint, un vampiro bruno, dalle spalle possenti e lo sguardo di corvo, siede davanti alla grande finestra che domina sulla valle.

Il suo sguardo si perde fra le luci della cittadina e le lunghe dita affusolate stringono i lati di un antico tomo, aperto su una pagina giallognola e impregnata di muffa.

Una parola spicca sulle altre, stilata con cura in lettere arabescate.

< Shining >

 

Dalla porta socchiusa della libreria, una donna entra e il fruscio della sua gonna di organza rossa, assomiglia al canto del vento fra i vecchi rami spogli del bosco.

Affianca il possente vampiro pensieroso e poggia silenziosamente una mano sulla sua spalla.

“Tara, non dovresti essere qui. Va a riposarti” le dice Angelus con un tono dolce, decisamente insolito per lui.

“Avevo bisogno di vedere le ombre della notte, e non quel buio artificiale che c’è nella mia stanza. Mi sento prigioniera nella mia stessa casa”

“Finché non riacquisterai le forze è meglio che tu stia riposo. E al sicuro”

La donna gli sorride e scivola leggiadra sulle sue ginocchia.

Gli cinge il collo con le braccia e reclina il capo sulla sua spalla.

Angelus la stringe a se chiudendo gli occhi.

“Ti amo, piccolo ruscello di sorgente” le mormora baciandole la cima della testa.

“Ti amo anch’io, mia notte stellata”

Alzando il volto, Tara raggiunge le labbra sottili di lui con le proprie e lo bacia.

La sua lingua calda saetta nella bocca gelida del vampiro e si inebria del suo sapore metallico e speziato.

Staccandosi dolcemente, Tara reclina di nuovo il capo sospirando.

Un lieve tremore, poi, le scuote il petto avvolto nel bustino turchese.

“Hai di nuovo dolore?” le chiede apprensivo.

“Sì … e vedo … Oddio …” geme la ragazza, sprofondando il viso nell’incavo del suo collo.

“Tara!” la chiama preoccupato.

“C’è sangue … e luce … il velo è strappato … il Cielo è aperto” piagnucola lei, sussultando leggermente.

“Tieni piccola mia” Angelus estrae un coltello dalla tasca dei pantaloni e si incide il polso in lunghezza, lasciando fluire del corposo sangue rubino.

“Bevi, dopo starai meglio” la placa con una carezza lungo la schiena e le offre il medicamento alla sua malattia.

Tara, ancora ansimante, si china in avanti e comincia a succhiare.

Ben presto il suo tormento scema fino a scomparire del tutto e si addormenta con le labbra sporche di plasma.

Angelus, spossato e stordito dall’essersi offerto, combatte col sonno e facendosi forza, si alza tenendola in braccio e dirigendosi verso la camera padronale.

La distende con delicatezza fra le lenzuola bordeaux del letto a baldacchino e le si mette accanto.

Per un tempo indefinito le accarezza i capelli lisci, vegliandola nel sonno a tratti sussultorio.

E pensa, ragiona su quale potrebbe essere il significato del malessere di Tara.

Se è legato allo shining, se la leggenda resta mito o si potrebbe trasformare in verità.

Rigirandosi sul materasso, volge lo sguardo alla finestra socchiusa dalla quale si intravede il cielo notturno.

La luna appare perlacea.

È calante.

Un’altra lotta è stata persa. Una nuova danza saltata.

Ma è troppo debole per fronteggiarsi con Elisabeth. Il sangue che spende per la sua ninfa, lo rende spossato a lungo.

- Buffy penserà che ho paura … non appena comprenderò le pagine del vecchio tomo, le darò ciò che merita. I Saint saranno i più forti. La Casata che sopravvivrà …- e al sonno tormentato, finalmente si arrende stretto alla sua donna.

Tbc..