ELISABETH

AUTORE:TONI TAPPIOLA

 

 

Mio Dio, quanto è bello…

 

Chissà cosa penserebbe di me se sapesse che lo sto osservando.

 

E’ perfetto.

 

Sembra sempre vivere in un altro mondo.

 

E’ alla ricerca.

 

La ricerca di se stesso, la ricerca del suo spazio nel mondo.

 

Deve essere un uomo curioso, ma insoddisfatto.

 

Eccolo lì, nel suo completo grigio. Adoro quell’abito da pomeriggio.

 

Scrive, come sempre. Cammina con aria assorta. Ora si siede.

 

- Miss Wheechester… Miss Wheechester venite a prendere il the-

 

- Sì, sì… arrivo-

 

Le sue mani scorrono veloci sul foglio. Adoro il suo modo di scrivere, quel suo essere così irrimediabilmente mancino.

 

- Elisabeth! Smettila di startene lì imbambolata! Vieni a prendere il the-

 

- Arrivo, mamma-

 

-…certo che studiare in Francia per Cecily sarà una grande opportunità…-

 

Cecily, Cecily, Cecily. Possibile che il mondo giri sempre e solo intorno a Cecily? La mamma non ha parole che per lei. Solo perché è la più piccola deve essere perfetta in tutto?

 

Io non l’ho mai vista, la Francia. E non capisco perché mandino lei alla scuola d’arte. Non sa neanche dipingere…

 

- Insomma, Elisabeth! Vuoi rispondere a Mrs. Charlton? Vuoi latte o zucchero?-

 

- Solo zucchero, grazie Mrs. Charlton.

 

- Cecily, non credi che sarebbe il caso di invitare anche Mr Stewart a bere il the con noi?-

 

- No mamy. Vi prego. Non oggi-

 

- Credo che vostra figlia abbia ragione, Mrs. Wheechester. Rischieremmo di dovere ascoltare un’altra delle sue terribili poesie-

 

Ridono. ‘Terribili poesie’. Sono meravigliose. Sono genuine.

 

Mr. Stewart è un uomo sincero, timido, dolce. E’ un uomo BUONO.

 

Nessuno lo capisce. Nessuno tranne me.

 

Beh… io lo amo.

 

E ormai sono quasi tre mesi.

 

-… e se non fosse per il mantenimento della figlia, Mr. Essay non darebbe nulla alla povera Charlotte…-

 

La prima volta che l’ho visto era proprio là, nel gazebo delle rose, come in questo momento.

 

E’ un amico di Mr. Earltune ed era stato invitato per il the.

 

Stava parlando con Mrs. Price e sembrava imbarazzato mentre si avvicinava al tavolo del the. C’era la caraffa rosa con le tazze con i fiori. Lo ricordo bene.

 

Teneva gli occhi bassi.

 

Poi ha guardato lungamente mia sorella Cecily mentre Mrs. Price la presentava. Quando finalmente sono stata presentata io, lui stava ancora guardando mia sorella, ma io ero già smarrita nei suoi occhi azzurri.

 

-… E che dire del reverendo Smith? Sempre a fare del bene. E’ davvero un santo…-

 

Da allora lo osservo, tutti i pomeriggi, mentre scrive le sue poesie.

 

Quando mamma mi lascia, a volte, lo spio anche durante le feste. Dallo studio di papà. Da lì si vede tutto il salone e specialmente quel cantuccio dove si rintana quando tutti gli altri ballano e chiacchierano. Io mi metto dietro la porta socchiusa e lo osservo. Anche per tutta la serata.

 

E’ così elegante con gli abiti da sera. E’ goffo, è vero, ma solo perché crede di esserlo. Ma dentro c’è l’anima di un principe. Sì, l’elegante anima di un principe.

 

- Allora, Mrs. Wheechester, è tutto pronto per la festa di questa sera?-

 

- Oh, sì. Solo gli ultimi ritocchi, sapete… i fiori, l’argenteria e quel genere di cose…-

 

- Le vostre figlie saranno presenti?-

 

- In via del tutto eccezionale… visto che è l’ultima festa prima delle vacanze, Cecily ed Elisabeth ci saranno-

 

Già. LA festa.

 

La terza della mia vita, per esattezza.

 

Assurdo pensare che per Cecily, che è più piccola di me di quasi due anni, è già la settima.

 

Quattro feste in più: quella dai Thomson, due a casa nostra e la fantastica festa di Natale degli Alloy.

 

Uffa…

 

Certo, Cecily è carina, è di compagnia, è ‘bene educata’ come dice con quel suo accento fintamente nobile Miss Tangle. Quella vecchia zittella.

 

Cecily non dice mai una parola di troppo e si complimentano tutti con papà con i vari ‘quanto è carina Cecily’, ‘che buon partito è Cecily’, ‘che figlia perfetta che è Cecily’.

 

Ma Cecily è stupida. E finta.

 

Papà adora "sfoggiarla" alle feste, ma non ci parlerebbe per più di cinque minuti senza stufarsi a morte. Con me parla, invece.

 

A volte ci mettiamo nel suo studio e lui mi racconta dei suoi viaggi nell’India Orientale, del suo commercio, degli affari.

 

Però… non mi porta mai alle feste.

 

E sarà Cecily a fare il corso di pittura in Francia.

 

-… non credo che verrà dopo quello che è capitato al figlio. Mi hanno riferito che è stato terribile…-

 

Mr. Stewart è ancora là da solo.

 

E’ così buffo: viene qui tutti i giorni a prendere il the, ma poi, alla fine, non lo beve quasi mai.

 

Arriva, saluta la mamma e le amiche di mamma, getta fuggevoli occhiate a Cecily e poi si mette nel gazebo delle rose, completamente assorto dalle sue poesie.

 

Io lo so.

 

Lo so che è innamorato di Cecily.

 

Ma lei non lo è. Per niente.

 

E quando lui si proporrà e lei lo rifiuterà, io sarò lì ad aspettarlo.

 

E capirà tutto.

 

Quanto siamo simili, quanto siamo stati vicini.

 

Insieme potremo affrontare tutta questa mediocrità che ci circonda. Insieme.

 

Insieme sfideremo le risa del mondo. Insieme potremo spezzare tutta questa ipocrisia.

 

Saremo la coppia più chiacchierata di Londra… e non ci importerà un granché…

 

Lui continuerà a scrivere poesie e io mi occuperò degli affari.

 

Beh, in fondo anche Mrs. Church si occupa del commercio del cotone di suo marito da quando Mr. Church ha la tisi. E posso farlo anch’io!

 

- Elisabeth. Hai finito di fantasticare? Vuoi tornare tra noi vivi adesso?-

 

- Sì, mamma. Ma non stavo fantasticando. Pensavo solo a che vestito mettere questa sera-

 

- Tutti ma non quello viola, mi raccomando. Io metterò quello bianco e viola e non vorrei che fosse troppo simile-

 

- Sì, Cecily. Non metterò quello viola. Quello blu… Mamy, va bene quello blu?-

 

- Sì. Elisabeth.

 

Si avvicina. Sono già le cinque? Va sempre via alle cinque.

 

Non lo guardo. Potrebbe accorgersi…

 

- Mrs. Wheechester… signore… anche oggi vi ringrazio del piacevolissimo pomeriggio, ma la mia famiglia mi attende per la cena-

 

Che voce profonda. E’ la sua vera natura che soffia in quella voce, il vero aspetto della sua anima.

 

- Grazie a voi, Mr. Strewart, di averci fatto visita anche questo pomeriggio. Avremo il piacere di avervi tra noi anche questa sera?-

 

- Certamente. Non mancherò-

 

Ecco. E’ andato.

 

Come al solito ha guardato mia sorella tutto il tempo.

 

Anche lui in Cecily vede solo l’apparenza, si sente da come ne scrive nelle poesie.

 

Ma mia sorella non è così. C’è solo un bell’involucro.

 

Dentro la scatola di seta, non c’è nulla.

 

Sono già le otto e trenta e Mr. Stewart non è ancora arrivato. Molti ospiti sono già nel salone.

 

Sì, questo vestito mi sta bene. Forse avrei dovuto mettere qualche cosa nei capelli, come ha fatto Cecily.

 

L’hanno annunciato. E’ arrivato.

 

- Elisabeth sbrigati a scendere. Gli ospiti ci sono già quasi tutti. E cerca di parlare il meno possibile. Evita la politica, gli ultimi, TERRIBILI, libri che hai letto e tutto quel genere di argomenti che spettano agli uomini. In questo modo, forse, qualcuno ti troverà interessante-

 

- Non credo che fingere di essere ciò che non sono possa servire, Cecily. E poi parliamo di niente già tutto il pomeriggio, con le amiche di mamma…-

 

- Beh, evita di parlare lo stesso. Forse nessuno ti vorrà mai, ma almeno non metterai in imbarazzo ME. Oddio c’è anche William-

 

- Sì, l’hanno appena annunciato-

 

- Odio Mr. Stewart. Mi farà diventare la barzelletta di tutta Londra, con le sue poesie orrende. Mi illudo solo che non le scriva per me-

 

Non le scrive per te, ma scrive DI te. O almeno di quello che tu rappresenti: l’amore, la felicità. Riuscire finalmente ad urlare sul brusio della massa…

 

Certo, a volte ha uno strano modo di scegliere i termini. E’… didascalico.

 

Ma è così profondamente affascinante… La pelle chiara, il taglio di capelli alla nuova moda degli studenti di Oxford…

 

- Elisabeth, porta un bicchierino di Sherry a Mrs. Marple-

 

- Sì, papà-

 

Se ne sta lì, seduto. A scrivere. Anche in una serata come questa.

 

- Mrs. Marple, ecco il suo sherry-

 

- Cara Elisabeth… Ho saputo che vostra sorella andrà a studiare in Francia-

 

Santa pace, ancora Cecily…

 

- Sì, un corso di pittura. Rimarrà a Parigi tutta l’estate-

 

- E voi?-

 

- Io starò con mamma e papà a Kingsroad. Come tutte le estati-

 

-…Bellezza rifulgente… Rifulgente?…-

 

- Cosa succede? Oh, un’altra poesia di Mr. Stewart…-

 

Perché lo trattano tutti così? Cosa fa loro tanta paura? Forse scoprire di essere molto più meschini e piccoli di lui?

 

Adesso lo dico. Lo urlo. Mi faccio avanti e… e…

 

- Fa caldo?-

 

- Scusatemi?-

 

- Fa caldo? … a Kingsroad, fa caldo?-

 

- No, … no. Il clima è sempre mite. Mamma e papà lo adorano per questo-

 

Dov’è andato? Non c’è più nel salone.

 

Anche Cecily è sparita. Saranno nello studio?

 

- Vi porto una tartina. Mrs. Marple?-

 

- Grazie, cara-

 

Nello studio non c’è nessuno. Forse nel salottino di mamma …

 

- …I vostri versi. Non parlavano di me, vero?-

 

- Parlavano di ciò che sento-

 

- Ma li avete scritti per me?-

 

- Ogni sillaba-

 

- Oh, Dio-

 

- Oh… capisco. Vi coglie alla sprovvista… Io vi prego, se non gradite, sono solo parole. Vi è un sentimento che mi ispira. Io vi amo, Cecily. So di essere un cattivo poeta, ma sono una brava persona e vi chiedo solamente di guardarmi con altri occhi-

 

- Io vi vedo benissimo. E’ questo il problema. Non significate nulla per me, William. Siete troppo inferiore-

 

E’ successo.

 

Mio Dio, è successo.

 

Mia sorella lo ha rifiutato apertamente.

 

Sono agitata. Felice. Preoccupata. Felice. Agitata.

 

Oh… ma dove scappa così di furia? Sta uscendo.

 

Non ha salutato neanche papà e mamma.

 

Deve essere profondamente scosso.

 

Se fosse rimasto l’avrei consolato con tutto l’amore che conosco. Così si sarebbe accorto di me. Ma devo essere paziente. Devo essere forte e aspettare fino a domani.

 

Lui arriverà per l’ora del the.

 

Saluterà la mamma e le amiche della mamma e si metterà nel gazebo delle rose, come ogni altro santo giorno, negli ultimi tre mesi.

 

Ma, per la prima volta, io lo raggiungerò.

 

Lentamente.

 

Lo guarderò nell’anima e questo sarà sufficiente.

 

Lui capirà il mio amore, capirà che c’è qualcuno che ha compreso il suo tormento, qualcuno con il quale affrontare il dolore del mondo.

 

Domani…

 

Doyle aprì gli occhi improvvisamente. La visione era stata dolorosa. Come tutte le altre.

 

Un strana visione.

 

Aveva vissuto alcuni momenti della vita di quella donna: aveva amato col suo cuore e visto con i suoi occhi.

 

Rilesse la riga del libro che aveva scatenato tutto questo:

 

"Jason, Marie, Elisabeth e Cecily Wheechester.

 

Trovati assassinati in circostanze misteriose.

 

Londra 1880"