COME ANGEL VENNE MALEDETTO ANCORA UNA VOLTA

di Victoria



Best Slash al 1° turno dei Truly You Awards!

Pairing: Spike/M, Angel/Spike

Ambientazione: Quarta o quinta stagione di BtVS.

Riassunto: Spike si trova a dover affrontare un risveglio traumatico; nel frattempo, Angel è alle prese con un *grosso* problema.

Attenzione: Contiene slash e sesso non esattamente consensuale. Inoltre, la lettura è sconsigliata ai fan della coppia Buffy/Angel. Best Author al 3° turno dei Truly You Awards!

Best Ficlet al 1° turno dei Truly You Awards!

Best Erotic ai Fallen Souls Awards!

Best General Naughty al 2° turno dei Truly You Awards!





Fu un gemito a svegliarmi, e trascorse una manciata di secondi prima che mi rendessi conto che era sfuggito dalle mie stesse labbra. Emisi un altro suono inarticolato di dolore/piacere quando, con un’altra energica spinta, la carne dura conficcata dentro di me si cacciò ancora più in profondità.



Erano trascorsi anni dall’ultima volta che mi ero lasciato prendere da un uomo, o meglio da un vampiro; il mio corpo aveva recuperato la strettezza verginale che possedeva prima che Angelus entrasse nella mia esistenza. Ricordo ancora alla perfezione la nostra prima notte insieme, orribile per l’umano che morì, magnifica per il vampiro che nacque. Fu allora che imparai che il sangue può fare da lubrificante, una lezione sempre valida che in quel momento il mio misterioso visitatore mi costrinse a ripassare.



In seguito a quel brusco risveglio, subito dopo aver preso coscienza della mia ‘spinosa’ situazione, cercai di sgusciare dalla stretta del mio aggressore, ma fu tutto inutile: mi teneva inchiodato al materasso con le mani e col bacino senza alcuna apparente difficoltà.



Mi sentii inerme sotto quel corpo pesante, molto più robusto del mio. Nascosi la faccia nel cuscino – un umano sarebbe morto soffocato, ma io non ho bisogno di respirare – e cercai di non pensare, ma in realtà non ci sono mai riuscito. Ad annullare la mente, voglio dire. Per quanti sforzi facessi, non sono mai stato capace di scollegarmi dalla realtà. E così mi misi a riflettere.



La carne prepotente e crudele dentro di me era bollente di lussuria, ma le mani – una sulla mia spalla, l’altra sul mio fianco – erano fredde. Doveva trattarsi di un vampiro come me.



Eppure conoscevo un solo vampiro che fosse più forte di me, e Angel viveva a chilometri e chilometri di distanza, a Los Angeles. E poi lui non era tipo da infilarmisi nel letto mentre dormivo e scoparmi a sangue. Anzi, Angel non era tipo da scoparmi e basta. Me l’aveva fatto capire respingendomi più volte con disgusto. Alla fine avevo rinunciato ai miei tentativi infruttuosi.



E non poteva trattarsi nemmeno di Angelus, no: il mio sire, da quel maestro di crudeltà che era, non sarebbe mai stato così brutale, non avrebbe martellato così veloce le pelvi contro le mie, mai. Lui si sarebbe mosso lento e inesorabile, mi avrebbe fatto implorare pietà e supplicare per sentirlo più in profondità, tra le sue braccia avrei urlato di dolore e mi sarei contorto per il piacere… Lo scenario evocato dalla mia memoria era così vivido che mi parve di percepire il profumo deciso e virile del mio sire e quell’odore riuscì a tranquillizzarmi, nonostante sapessi che si trattava di un’illusione. Ma l’ennesimo, vigoroso spintone mi schiacciò contro il materasso, strappandomi all’abbraccio dei ricordi.



Intanto la mia situazione stava cambiando: il mio cazzo, intrappolato tra il mio corpo e le lenzuola aggrovigliate sotto di me, cominciava a vibrare di piacere, mentre i tessuti delicati del mio canale cominciavano a guarire intorno alla stessa carne che li aveva lacerati. Li sentii ricostruirsi, ridiventare come prima della violenta intrusione, ma allo stesso tempo più elastici, in modo da accogliere quasi senza dolore la carne maschile che continuava a martellare dentro di me.



Nel frattempo, con mio grande imbarazzo, la mia eccitazione cresceva. Per fortuna, la mia posizione prona forniva una certa stimolazione alle regioni inferiori del mio corpo e serviva anche a nascondermi dal mio aggressore. Era già abbastanza umiliante che Angel conservasse i ricordi di quanto mi eccitavo, con Angelus, ad essere preso rudemente (come adesso, per intenderci); non avevo alcun bisogno che il segreto si diffondesse.



Tuttavia, se mi ero illuso di poter celare il mio stato, mi sbagliavo di grosso. Ben presto, apparve evidente che il mio amante misterioso si era accorto già da un pezzo della mia inopportuna erezione. Infatti, una grossa mano si avvolse intorno al mio membro rampante, e non potei fare a meno di spingere i fianchi in avanti, verso la fonte benedetta della stimolazione che mi occorreva.



Le dita forti del mio compagno si muovevano frenetiche, in sincronia con il ritmo delle sue spinte nel mio passaggio posteriore, strattonavano senza delicatezza la mia carne gonfia, ma – eccitato com’ero – non m’importava. Non mi fregava niente del modo in cui mi toccava, bastava che lo facesse.



Stavo galoppando verso l’apice, e anche lui; si capiva dall’accelerazione delle sue spinte, diventate – se possibile – ancora più veloci, direi quasi forsennate.



All’improvviso percepii il contatto umido delle sue labbra sul mio collo. Per un attimo pensai che mi avrebbe morso per farmi interamente suo; in quell’istante, mi resi conto che avrei accolto con piacere quella presa di possesso, con solo un’ombra di rimpianto perché non era il mio sire a rivendicarmi, colui che più di chiunque altro avrebbe avuto il diritto di farlo, bensì uno sconosciuto.



Ben presto, però, queste riflessioni furono interrotte dagli accecanti fuochi d’artificio che mi esplosero davanti agli occhi quando la pelle sensibile del mio collo fu risucchiata nella caverna umida di una bocca, invece che incisa da un paio di zanne aguzze.



Udii dei rantoli di beatitudine echeggiare nell’aria intorno a me, i miei. Mi strinsi il labbro inferiore tra i denti, nel tentativo di bloccare quei suoni involontari, ma riuscii solo a far uscire un’unica grossa goccia di sangue cremisi, che macchiò il cuscino candido e mi riempì le narici col suo aroma. Quando assaporai il gusto del mio stesso sangue, il mio sistema nervoso – sovraccarico di sensazioni – esplose.



Il mio seme spruzzò sulle lenzuola sotto di me per un tempo che mi parve infinito. Il culmine fu così intenso che la voce mi si bloccò in gola. Gli occhi spalancati senza vedere nulla, il cazzo che scattava nella mano rude che continuava ad accarezzarlo, spinsi ancora un paio di volte, poi mi lasciai cadere sul letto e rimasi inerte sotto la figura massiccia del mio amante.



Lui, dal canto suo, continuò a pompare dentro di me, mormorando qualcosa di inintelligibile. Tendendo l’orecchio, scoprii con sorpresa che ripeteva come un mantra:



“…tipregotipregotipregotiprego…”



Ma quella notte erano accadute tante di quelle cose senza senso e io ero così esausto per l’orgasmo grandioso che avevo raggiunto, che non stetti a lambiccarmi il cervello per trovare cosa significasse quella strana supplica. Strana perché pronunciata da uno che aveva fatto tutto da sé, senza curarsi del mio parere né affidarsi alla mia arte amatoria.



Tutto questo accadde in un lampo, e con precisione nel lampo di piacere che balenò dietro le mie palpebre chiuse mentre venivo in mano a lui, chiunque egli fosse. Una frazione di secondo più tardi, avvertii il serrarsi improvviso e involontario dei miei muscoli interni. Il mio amante misterioso mi afferrò i fianchi con le mani e strinse dolorosamente, inondando il mio canale tenero della sua venuta fredda e lenitiva. Un grido gutturale mentre veniva fu il primo vero suono che udii da lui quella notte.



Mi aspettavo che si sarebbe placato, che avrebbe rallentato per poi fermarsi del tutto, invece, con mia grande sorpresa, continuò a spingere anche dopo che la sostanza ebbe smesso di fluire, sempre duro come la roccia.



La fiacca che segue l’appagamento non parve neanche sfiorarlo, mentre io, al contrario, me la sentii calare addosso come una cappa. La sensazione cominciò a tramutarsi pian piano in disagio, fino a procurarmi un vero e proprio sconforto.



Evidentemente, lui se ne accorse e (possibile che ore gli importasse quello che provavo?) si ritirò dal mio passaggio indolenzito. Le molle del letto cigolarono quando si lasciò cadere accanto a me.



Strano, pensai, dal suono si direbbe che non sia appagato, ma sono certo che è venuto. Già, su quello non ci pioveva; la sua essenza mi stava ancora gocciolando tra le chiappe! Eppure c’era qualcosa che non tornava. Non si era fermato, non cercava il riposo della soddisfazione, continuava a muoversi con frenesia disperata: si stava facendo una sega, non c’erano dubbi, lo sapevo con la stessa certezza che se l’avessi visto. Ma c’era qualcos’altro che dovevo sapere, un’altra faccenda in sospeso tra noi: mi voltai, aspettandomi di essere bloccato e immobilizzato contro il materasso ad ogni istante, ma lui non fece niente del genere. Allora guardai e spalancai la bocca. Nessuna parola potrebbe esprimere la mia meraviglia quando lo riconobbi.



Angel!” esclamai.



*****



Angel mi gettò un’occhiata implorante con quei suoi enormi occhi da cucciolo, senza smettere di pomparsi l’erezione con la mano. Mormorò qualcosa, ma ero così sbalordito che non compresi una sola parola.



Co-come?” Subito dopo averlo detto, mi sentii un idiota.



Ti prego, Spike, aiutami, ti scongiuro!”



Certo, ma… a fare cosa?”



A… liberarmi… da questo.” Ogni parola era sottolineata da un rude strattone alla carne gonfia, e notai che non usava su se stesso più delicatezza di quanta ne avesse avuta per me. I tendini sporgevano nel collo e nei polsi, mentre il viso e il cazzo erano spaventosamente congestionati. Non l’avevo mai visto in quello stato, anzi, non avevo mai visto nessuno in quello stato. E stiamo parlando di Angel! Proprio lui, Mister Imperturbabile, il signor Io-Sono-Superiore-A-Certe-Cose, che mi aveva sempre respinto con un freddo: “Spike, dacci un taglio”, proprio lui si era beccato un incantesimo di lussuria (non poteva trattarsi di nient’altro) e si era rivolto a me per aiutarlo. Non potei fare a meno di leccarmi le labbra.



È stato un incantesimo?”



Angel annuì, passando il pollice avanti e indietro sulla punta arrossata.



Quella stupida… cagna! Ti prego… Spike… dammi una mano.”



Allungai la mano e lo sfiorai. I fianchi del poverino scattarono in avanti per esigere una pressione più ferma.



Raccontami cos’è successo.” La voce mi tremava mentre ottenevo, finalmente!, di toccare il protagonista assoluto di ogni mia fantasia erotica.



Ero… in un locale… un po’ brillo… no, ero ubriaco… ubriaco fradicio… Sì! Fallo ancora!”



Obbediente, gli raschiai di nuovo la pelle morbida delle palle con un’unghia, delicatissimamente, chiedendomi in silenzio se avevo mai visto Angel ubriaco. No, non avevo mai neanche immaginato che bevesse altro che sangue di vitello comprato in macelleria.



Ha detto… ha detto che voleva… scopare… ma era sola… mi ha chiesto… più forte!… Oh sì!… mi ha chiesto se mi andava… di scoparla… sì, così, continua!”



E tu hai accettato?” Non riuscivo a crederci.



Te l’ho detto… ero… ubriaco…”



È stata lei a farti questo?” domandai con voce carica di rabbia repressa. Angel annuì e continuò il racconto.



Abbiamo scopato… lei era brava… sono venuto… poi sono uscito da lei… ha cominciato a dire… che non era… arrivata… SPIIIKE!”



Sorrisi con orgoglio: non c’è incantesimo di lussuria che resista alla mia abilità. Angel si aggrappò alle mie spalle con entrambe le mani, nascondendo il volto contro il mio petto. La sua venuta mi inzuppò per la seconda volta. Intrecciai le dita tra i suoi capelli e lo cullai contro di me, ma mi aspettava una sorpresa.



Quando udii il suo grido di piacere tingersi d’insoddisfazione, lo staccai dal mio corpo e vidi che il cazzo gonfio tra le sue gambe, invece di cominciare ad ammorbidirsi, sembrava diventato – so che sembra impossibile – ancora più duro!



Capisci adesso? Sono davvero maledetto, ora, altro che anima! Non raggiungerò mai più l’appagamento, l’ha detto quella cagna!”



Scossi la testa, rifiutandomi di pensare alla misera esistenza che lo aspettava se aveva ragione. Non potevo permettere che gli accadesse una cosa del genere. Gli afferrai le mani, che avevano ripreso a muoversi, esauste ma instancabili, e lo bloccai, guadagnandomi un gemito e la sua attenzione.



Ascoltami, Angel. Io ti salverò. Mi hai sentito? Ti libererò da questa fattura, ma tu riferiscimi le esatte parole di quella puttana.”



Non servirebbe a niente.” Angel scosse la testa e cercò di liberare le mani dalla mia stretta. Normalmente ci sarebbe riuscito senza difficoltà, ma ora era sfinito dai ripetuti orgasmi e dalla costante eccitazione. “Lasciami provare così, forse stavolta ci riesco.”



No, ci hai già provato, la masturbazione non serve a nulla. Raccontami cosa ti ha detto quella donna, forse troverò un’interpretazione. Solo per una volta, fidati di me.” Cercai di suonare più convincente possibile e a quanto pare ci riuscii, perché Angel cedette e affondò le dita nel lenzuolo per impedire a se stesso di toccarsi.



Ha detto: ‘D’ora in avanti, qualunque stimolazione tu ottenga servirà solo ad accrescere il tuo tormento. Dovrai lasciarti usare come hai usato me, senza ricevere nulla in cambio. Fino ad allora, non otterrai l’agognato rilascio, solo piacere fugace’. Queste sono state le esatte parole della cagna, e poi ho sentito un desiderio sfrenato. Lei se n’è andata lasciandomi là, e più cercavo di alleviarla, più l’eccitazione aumentava. Ho provato di tutto—”



Cosa intendi con ‘tutto’?” chiesi, avvertendo uno sgradevole presentimento.



Ho trovato una ragazza… disponibile. L’ho presa davanti, dietro, me lo sono fatto succhiare, ma l’ho anche fatta venire un mucchio di volte. Non c’è stato verso. Ogni orgasmo non fa che peggiorare la situazione.”



E poi sei venuto da me?” Chiedendolo, ritengo di aver celato bene il tono ferito della mia voce, perché Angel proseguì imperterrito a frantumare il mio cuore e le mie illusioni.



No, prima ci ho provato con altre ragazze. Ho ingaggiato anche delle professioniste, ma non è servito. Poi ho pensato che forse dovevo tentare con gli uomini, ed eccomi qua.”



Allora non sei stato con altri uomini prima di me?”



Angel chiuse gli occhi e scosse la testa in silenzio; compresi che si vergognava della propria condizione, si vergognava di ciò che mi aveva appena confessato, si vergognava anche di trovarsi lì con me in quel momento.



Angelus, in quanto demone amorale, era stato appassionato del sesso in qualunque forma e con qualunque partner; Angel al contrario era rigorosamente etero e, almeno di solito, si rifiutava di scopare. Lui faceva l’amore, anche se poi, per via della maledizione dei gitani, aveva dovuto rinunciare persino a quello.



Perciò non avrei dovuto illudermi, avrei dovuto sapere che non si trattava di me. Eppure avevo sperato che, messo alle strette da un maleficio, si fosse rivolto a me in particolare per aiutarlo. Invece aveva preferito rimorchiare delle sconosciute e pagare delle puttane prima di rivolgersi al vampiro che gli sbavava dietro… praticamente da sempre.



Se non altro, mi consolai, ero stato il primo maschio a cui si era rivolto. Forse perché, al di là della sua irritante fissazione etero, gli piacevo? Improbabile. Molto più verosimilmente lo aveva fatto perché, tra uomini e vampiri maschi, ero l’unico abbastanza fesso da accettare di aiutarlo anche dopo che mi aveva preso così ‘gentilmente’ da farmi sanguinare e, tra parentesi, saltandomi addosso mentre dormivo. Chiunque altro lo avrebbe cacciato a pedate, e a ragione.



Ma io non potevo farci niente. Lo conoscevo, sapevo che mi disprezzava e che, se non fosse stato per quell’incantesimo, non sarebbe mai venuto da me. Ero anche consapevole che, se si fosse reso conto che non potevo aiutarlo, se ne sarebbe andato lasciandomi di nuovo solo. Che dico? Lo avrebbe fatto anche se fossi riuscito a liberarlo dal maleficio!



Ciononostante, gli passai una mano sulla guancia velata di sudore sanguigno e gli sussurrai:



Andrà tutto bene. Troverò un modo, non preoccuparti. Andrà tutto bene.”



Ti prego” mormorò Angel, chiudendo gli occhi e serrando i pugni per tenere le mani lontane dal membro dolorante.



Shh.” Gli scostai una ciocca madida dalla fronte e mi chiesi in silenzio da quanto tempo fosse così. Un’eccitazione troppo prolungata può provocare danni permanenti? Non ne avevo idea, non mi era mai capitato un caso del genere.



Ripetei tra me e me le parole della strega, cercando un appiglio: “‘…lasciarti usare come hai usato me, senza ricevere nulla in cambio…’ Cosa potrebbe? Ma certo! Devi scopare in maniera disinteressata, senza cercare il tuo appagamento, solo quello del tuo partner.”



E l’ho fatto, credimi. Con le ragazze e anche con te. Non sei forse venuto per primo?”



Sì.” Mi sforzai di non lasciar trasparire il tremito di emozione dalla mia voce. “Ma non contano i fatti, conta lo spirito. Cosa pensavi mentre mi toccavi per portarmi al piacere?” Questa risposta mi interessava più per me stesso che per risolvere il suo problema. Con la mia parte razionale, sapevo cosa aspettarmi da quel bufalo senza tatto, ma quando disse ciò che temevo rimasi comunque ferito.



Pensavo… che se ti avessi lasciato venire per primo forse il maleficio si sarebbe rotto. E conservo i ricordi di Angelus su come strizzi il culo quando sei in preda al piacere… volevo provare. Forse era quello l’antidoto, ho pensato. Ma non ha funzionato.”



Distolsi il volto per nascondergli le lacrime brucianti della mia umiliazione. Quando ripresi a parlare, la mia voce era calma.



“‘…Qualunque stimolazione servirà solo ad accrescere il tuo tormento…’ ci sono!” Mi voltai verso di lui e vidi che aveva ceduto: si stava di nuovo masturbando tra gemiti di dolorosa insoddisfazione.



Gli afferrai le mani, allontanandole dalla carne congestionata.



Smettila, così è peggio. Ho trovato la soluzione, so come fare a liberarti, ma devi fidarti di me.”



Angel annuì debolmente, la testa rovesciata all’indietro.



Si tratta di qualcosa che non abbiamo mai provato… quando eri Angelus, voglio dire.”



Non credevo esistesse niente del genere” mormorò lui abbozzando un sorriso che però si tramutò subito in una smorfia di sofferenza. “Ti supplico, fa’ presto! Non ce la faccio più!”



Un rantolo di desiderio mi sfuggì dalle labbra; ormai il mio bisogno era quasi pari al suo e temevo che, se gli avessi rivelato il mio piano, lui avrebbe rifiutato. Non volevo perderlo proprio adesso che eravamo, per la prima volta, tanto vicini. Ma non potevo tradire la sua fiducia, approfittando della sua vulnerabilità per imporgli un atto… Basta! Dovevo dirglielo.



Angel, credo che per rompere il maleficio tu debba—”



Ti prego, Spike, fallo! Qualunque cosa sia, fa’ in fretta, perché altrimenti morirò.”



D’accordo. Ma ricordati di queste parole.” E così lo baciai.



Quella notte avevamo fatto tante cose, ma le nostre bocche non si erano mai incontrate. Può sembrare una melensaggine da ragazzino, ma io considero il bacio un gesto ancora più intimo di qualunque scopata, quindi quello fu un momento importante della nostra assurda notte insieme.



Sebbene conoscessi il sapore e la consistenza di quelle labbra dai tempi in cui appartenevano ad Angelus, fu come baciare un’altra persona. Angel non mi ficcò la lingua in bocca, ma si limitò a dischiudere le labbra accettando di lasciarsi esplorare.



Il profumo della sua pelle mi avvolse come una vecchia trapunta confortevole, facendomi sentire al sicuro, e sperai di trasmettergli la stessa sensazione. Ci tenevo che sapesse che non gli avrei mai fatto del male.



Sbattei le palpebre e fissai lo sguardo nel suo. Ho accennato a quanto quelle limpide pozze castane assomiglino agli occhi spaventati e imploranti di un cucciolo? Sembra sempre sul punto di guaire o di fare qualche altra cosa da cane, il che spesso mi dà sui nervi perché, che diavolo, in realtà è un vampiro potente, lo chiamavano ‘il Flagello d’Europa’, possibile che debba avere un’aria così indifesa e… così dannatamente sexy?



Tutte queste riflessioni non durarono che un battito di ciglia, e con precisione un battito delle lunghe ciglia arcuate di lui.



Un attimo dopo, le nostre labbra si staccarono e gli allontanai le mani dal cazzo per l’ennesima volta.



Lascia fare a me, bambino. Non te ne pentirai.”



Posai le mani sul suo fianco, limitandomi per un attimo a massaggiare i muscoli contratti, poi lo voltai a pancia in giù e lo tenni sollevato in modo che non arrivasse a strofinarsi contro le lenzuola.



Quello stupido tatuaggio che ha sulla scapola destra parve animarsi e danzare sulla sua pelle, ma fu più in basso che il mio sguardo rimase catturato. Nel punto in cui i fianchi snelli si trasformavano in natiche sode e perfette, separate da una fessura sottile. Accarezzai i due globi bianchi con sincera reverenza.



Ti prego, Spike…” mormorò Angel con voce strozzata. Ormai doveva aver indovinato le mie intenzioni. Tesi l’orecchio per capire se mi stesse supplicando di smettere. Sarebbe stato duro fermarmi a quel punto, ma sapevo che l’avrei fatto, se me l’avesse chiesto.



Ti prego” ripeté, e trattenni il fiato. “Spike, ti prego, continua.”



Il mio cuore diede un balzo. Impossibile, direte voi, ma vi assicuro che è la verità.



Inzuppai le dita nella sostanza vischiosa che mi ricopriva il ventre, un misto delle nostre due essenze, e appoggiai il medio allo stretto anello di muscoli intatto. Sentii Angel tremare, ma intanto continuava a supplicarmi di prenderlo, di salvarlo da quella crudele maledizione. Nessuno avrebbe potuto resistere al fascino del suo corpo e delle sue parole, figurarsi se ci riuscii io!



Con infinita delicatezza, spinsi il dito dentro, un centimetro dopo l’altro, sibilando per la strettezza del passaggio. Un brivido di piacere mi percorse la spina dorsale al pensiero di quando quelle pareti si sarebbero serrate intorno al mio uccello. Ma, nonostante anelassi ad affondare dentro di lui, non volevo affrettare le cose. Quella era la mia unica possibilità, non l’avrei sprecata! Cominciai a spingere il dito dentro e fuori, per prepararlo ad un’intrusione molto più voluminosa. Dopo qualche minuto infilai anche l’indice e allargai le due dita. Angel gemette e si aggrappò alla spalliera del letto, sollevando il magnifico fondoschiena ancora più in alto in un chiaro gesto d’invito.



Allora tirai fuori le dita, vi raccolsi un po’ delle nostre precedenti emissioni e me le spalmai sul membro fremente.



Posizionai la punta all’entrata del suo corpo e gli passai una mano tranquillizzante giù per la schiena.



Non mi farai male, vero, Spike?”



Mi sentii quasi commosso dalla sua vulnerabilità. L’uomo che amavo si stava affidando a me e non avevo alcuna intenzione di tradire la sua fiducia. Scossi la testa e gli posai un bacio delicato sulla scapola destra, proprio sotto quello stupido tatuaggio.





Non potrei mai farti del male” mormorai contro la sua pelle. Con queste parole, spinsi con forza ma anche con delicatezza, sgranando gli occhi alla scoperta di un piacere così intenso che per un istante pensai di essere morto definitivamente e di essere finito, per qualche svista superiore, in paradiso. Un attimo dopo, lui spinse i fianchi all’indietro. Come al solito, pretendeva di mantenere il controllo nelle proprie mani persino quando era sotto di me a quattro zampe e col culo per aria.



Lieto che l’avesse presa così bene ma indispettito dalla sua mancata sottomissione, gli afferrai i fianchi e lo immobilizzai, conficcandomi sempre più in profondità, costringendomi a respirare come un umano. Volevo scongiurare il rischio (molto concreto, ve lo assicuro) di venire ancora prima di essere del tutto dentro. La strettezza del suo canale era inimmaginabile, neanche nei miei sogni più sfrenati avevo concepito una beatitudine simile.



Sentii il bisogno di parlargli, perché sapesse che stupenda sensazione mi stava donando e anche per assicurarmi che andasse tutto bene.



Dannazione, tesoro, neanche ti immagini che cosa sei!”



Ti piace?” La sua voce suonava incerta, esitante.



Dio, no! Questo non è piacere, è la beatitudine, la perfezione! Non esiste una parola per definire la sensazione che mi dai, amante. Sei…” mi bloccai in tempo; se gli avessi rivelato che lo amavo, l’inevitabile abbandono mi avrebbe ferito in maniera ancora più crudele. Decisi di buttarla sullo scherzo. “…Sei il buco più stretto in cui l’abbia mai ficcato.”



Angel si concesse una breve risata, subito seguita da un sibilo. Piacere? Dolore? Frustrazione? Avevo bisogno di sapere.



E a te come va?”



Abbastanza bene. È molto… diverso.”



Diverso dal ruolo attivo? Lo credo bene!”



No, no, intendo… diverso dall’altra volta.”



Impiegai un intero minuto per digerire quelle parole con il loro assurdo significato. Possibile che Angel…? No, di sicuro avevo frainteso, non c’era altra spiegazione. Rimasi immobile come una statua di sale, finché Angel non spinse i fianchi all’indietro e il nostro ritmo riprese, istintivo e perfettamente sincronizzato. Mi mancava il coraggio di chiedere una spiegazione pericolosa che avrebbe potuto togliermi il beneficio del dubbio. Fu lui ad infrangere il silenzio teso:



Non hai capito male, Spike: questa non è la prima volta che qualcuno mi incula.” La parolaccia sembrava ancor più oscena pronunciata dalle sue labbra dolci.



Non è possibile. Sei troppo stretto per non essere vergine!” Ma quell’obiezione zoppicava alle mie stesse orecchie: sapevo per esperienza che noi vampiri, qualunque ferita ci venga inflitta, finiamo sempre per tornare allo stadio iniziale. I nostri corpi si rigenerano, fa parte dei nostri poteri. Ma non sempre le cicatrici dello spirito guariscono con la stessa facilità. Proprio a quel punto, Angel cozzò le pelvi contro le mie, accogliendomi così in profondità che sbattei le palle contro le sue natiche. Con uno sforzo, riuscii a pronunciare almeno una parola, una sola, l’unica che contasse: “Chi?”



La sua voce era velata dalla lussuria quando rispose:



Non importa, ormai è acqua passata.”



CHI?” ripetei in tono glaciale, inchiodandolo al materasso con forza centuplicata.



Angel appoggiò la fronte sul cuscino e disse:



Il Maestro.”



Spalancai la bocca, sommerso dal disgusto quando mi si presentò l’immagine del mostro rugoso dagli occhi rossi che marcava il corpo giovane e liscio del mio sire. Un’ondata di gelosia mi sommerse: Angel aveva forse preferito quel vecchio rudere a me? Ma dopo il primo impeto di furia irrazionale notai le sue spalle curve, le braccia flosce, l’inclinazione umiliata del collo.



Ti ha costretto?” Angel non rispose, il suo silenzio parlò per lui. Ma certo, come avevo potuto pensare che fosse andata altrimenti?



Mi vergognai della mia diffidenza e fui aggredito da altri due sentimenti opposti: da un lato, rabbia contro chi aveva osato ferire il mio prezioso tesoro; dall’altro, un vile sollievo che cercai di reprimere in tutti i modi, sollievo perché in fondo Angel non aveva preferito quella reliquia a me e non aveva mentito quando mi aveva rifiutato proclamandosi etero fino al midollo.



Angel, bambino, mi dispiace che tu abbia dovuto subire una violazione simile e mi dispiace di averti forzato a parlarne. Se vuoi, possiamo dimenticare questa conversazione.”



No!” Fu quasi un grido. “Ora che mi sono… deciso a tirarlo fuori, non azzardarti a dimenticare.” Fece una pausa, sconcertato dalla propria veemenza, poi aggiunse in tono più pacato: “Sono contento di dividere questo peso con te.”



A questo punto non resistetti: gli presi il mento per fargli voltare la testa e lo baciai con passione. I nostri occhi rimasero allacciati anche quando il mio angelo staccò le labbra dalle mie per sussurrare:



Però… vedi, Spike, qui ho ancora il problema di prima.”



Non pensarci.”



È… un po’ difficile, visto che è gonfio da ore e mi fa un male d’inferno.”



Stt.” Spinsi i fianchi e appoggiai il petto alla sua schiena, desideroso di sentire la sua pelle contro la mia. “È questo il tuo problema, sai. Stai sempre teso verso la meta finale, quindi, se per caso non riesci a raggiungerla, ti convinci di aver perso tempo. Sei un dannato perfezionista.” Gli baciai il collo, ma senza intenti vampireschi.



Per me… è sempre stato così… Non conosco… altro modo.” Gli afferrai il polso prima che potesse toccarsi. Il suo gemito di esasperazione si tramutò ben presto in espressione di piacere. L’avevo trovato! Eccolo, il punto esatto da coccolare, il grilletto di piacere nascosto all’interno del suo corpo, era proprio l’angolazione giusta! Angel urlò e cominciò ad ansimare, nonostante non avesse davvero bisogno di ossigeno.



Io, dal canto mio, potevo solo sperare che quel modo di ricevere piacere non rientrasse nei termini della maledizione. Dopotutto non si trattava di stimolazione genitale.



Non pensare all’incantesimo” mormorai, tirando indietro i fianchi fino ad uscire quasi del tutto da lui. “Non pensare al rilascio che ti è negato.” Scivolai di nuovo dentro il suo passaggio, stavolta più veloce, ritenendo che ormai il mio sire fosse pronto per giochetti un po’ più rudi. “Godi e basta.” La mia voce suonò rauca e sexy senza che mi sforzassi di renderla tale.



Sì, più forte, Spike, ti prego!”



Guarda, tocca, ascolta, annusa, assapora ciò che ti circonda.” Il mio personale incantesimo stava funzionando, Angel si stava aprendo alle sensazioni. Lo sentivo palpitare intorno a me, fremere come una farfalla che impara a volare.



Oh, Spike, spingi più forte, voglio accoglierti dentro di me più in profondità che riesci ad arrivare!”



Godi, Angel, godi minuto per minuto, ogni singola sensazione.”



Sì, ci sto riuscendo, sì, SPIIIIKE!”



*****



SPIIIIKE!” Il suo corpo si contrasse, risucchiandomi fino in fondo in quel canale delizioso.



Convinto che il piacere mi avrebbe ucciso, inarcai la schiena e rovesciai la testa all’indietro, cozzando il bacino contro il suo; se lo avessi fatto dieci minuti prima, gli avrei procurato dolore, ma ormai eravamo entrambi al di là di queste divisioni: per noi il confine tra piacere e sofferenza non esisteva più, eravamo stati proiettati nella sensazione allo stato puro.



*****



Un paio di eternità dopo, il cielo stellato che brillava dietro le mie palpebre si spense, e mi resi conto di essere ancora conficcato dentro Angel, che giaceva in silenzio con il viso affondato nel cuscino. Mi affrettai a estrarre dal suo corpo il membro che si stava ammorbidendo, per evitare che il piacere diventasse disagio, e lui ancora non si mosse. Preoccupato, lo scossi: nessuna reazione.



Angel? Angel, che ti succede? Ti ho fatto male? Rispondimi, ti prego!”



Agguantatolo per le spalle, lo voltai supino e scorsi sul suo viso uno sguardo assente, apparentemente ebete che – mi resi conto – esprimeva profonda soddisfazione. Un’occhiata tra le sue gambe mi confermò che aveva ottenuto ciò che voleva: il suo cazzo si stava sgonfiando. Intendiamoci, restava comunque un bel po’ di carne appetitosa, ma si andava rimpicciolendo. Il mio pensiero immediatamente successivo fu che ora se ne sarebbe andato.



Con un lieve rimpianto, vidi i suoi occhi snebbiarsi e mettermi a fuoco. Sorprendendomi premurosamente chino su di lui, mi scostai con un gesto quasi stizzoso e mi sedetti sul bordo opposto del letto, volgendogli le spalle.



Spike?” mi chiamò così piano che se fossi stato un umano non l’avrei udito. Io sono un vampiro e lo udii benissimo, ma temevo di fare qualcosa di sbagliato, quindi non feci nulla. Angel non si lasciò scoraggiare; venne a sedersi accanto a me e disse:



Ci sono delle questioni che vorrei chiarire con te.”



Eccoci qua. Siamo arrivati alla fase ‘mattina dopo’. Pentimento da una parte, cuore spezzato dall’altra. L’amore è una cosa stupenda! Sospirai. “Sentiamo.” Parla con voce fredda, mi dissi, per non lasciargli capire fino a che punto è in grado di ferirti.



Non avevo mai raccontato a nessuno di quella volta con il Maestro.” Il suo tono esitante e lo sguardo tenuto basso bastarono ad incrinare la barriera di distacco che mi ero imposto. Quando cercò i miei occhi con i suoi, mi spogliò di ogni difesa e seppi di essere perduto. Ma non importava, se potevo rimanere ancora per un po’ il suo confidente.



È stato molti anni fa, quando mi trasferii a Sunnydale per seguire la Cacciatrice e cominciai ad ammazzare gli altri vampiri. Stavo decimando i suoi seguaci, così il Maestro mi fece catturare e fui condotto da lui per ricevere una lezione.” Provavo il bisogno irresistibile di tapparmi le orecchie per non udire quel racconto terribile, ma, se ascoltando potevo aiutarlo, allora l’avrei fatto per lui.



Fu un’esperienza orrenda,” riprese Angel, “la notte peggiore della mia esistenza. Dopo aver finito, lui mi passò ai suoi tirapiedi, ma riuscii ad uccidere il primo e fuggii. Rimasi nascosto per due mesi e quando uscii allo scoperto sai cosa fece, la mia cara Buffy? Mi rimproverò perché non mi ero fatto vedere. La campionessa mondiale di comprensione!”



Rimasi sbalordito dal tono aspro della sua voce. Non mi sarei mai aspettato di udirlo riferirsi a Buffy in quei termini.



Lei non sapeva.” Mi sorpresi a difenderla e mi chiesi in silenzio perché diavolo lo stessi facendo.



Lei non voleva sapere. Avrebbe almeno potuto informarsi se mi era capitato qualcosa, ma non le interessava.”



Glielo avresti detto?” Ti prego, Angel, non rovinare tutto un’altra volta, non togliermi anche il mio nuovo ruolo di confidente speciale.



Angel rifletté qualche istante, poi abbozzò un sorriso. “No. Lei non capirebbe perché…” Si bloccò e le parole non pronunciate rimasero ad aleggiare tra noi.



Non capirebbe perché non ci è passata, vuoi dire? Già, credo che tu abbia ragione.”



Oddio, Spike, mi dispiace. Non intendevo—”



Sta’ tranquillo, è tutto a posto. Non eri tu, centoventi anni fa.”



Ma ero io un’ora fa. Ho dimostrato di non essere migliore di Angelus.”



Mi leccai le labbra secche. Come potevo spiegare a uno che aveva subito l’esperienza orribile di un vero e proprio stupro che c’è modo e modo di costringere una persona alla sottomissione? Come potevo fargli comprendere le innumerevoli sfumature che si celano dietro la piatta divisione tra violenza e consensualità?



Be’, vedi, in fondo il vecchio Angelus non era malaccio, sai. Aveva stile e, in caso tu non l’abbia notato, dopo ogni batosta tornavo sempre da lui. Ne volevo ancora, ogni volta.”



Sì… ricordo. Bei tempi.”



Già.” Sorridemmo entrambi con identici sguardi sognanti.



Tu sei sempre stato l’unico ad accettarmi per intero. Darla e Dru, quando mi è stata restituita l’anima, mi hanno buttato via come una scarpa vecchia. Buffy, quando l’ho persa di nuovo, ha cercato di uccidermi, e poi mi ha spedito all’Inferno anche se ero ritornato buono.”



Le donne sono tutte dannate opportuniste”, decretai in tono solenne.



Anche Dru?”



Stai scherzando? Lei è la regina dell’opportunismo! Le sono stato accanto per oltre un secolo, l’ho assistita nelle sue crisi, ho cacciato per lei, le ho salvato la vita un mucchio di volte e, non appena recuperate le forze – tra parentesi, per merito mio – tanti saluti e chi s’è visto s’è visto.”



Sono stato io a portartela via. Mi dispiace.”



No, in realtà mi riferisco a un demone del caos brasiliano.”



Cosa?”



Lascia perdere, è una lunga storia.”



Allora non ce l’hai con me per avertela soffiata?”



Io lo guardai negli occhi e non vi lessi traccia d’ironia.



Ma non l’hai ancora capito?” Angel, come puoi essere così cieco?



Cosa c’è da capire?”



Le mie scenate di gelosia, quando ero sulla sedia a rotelle e tu e Drusilla ci davate dentro come conigli… Non sto per dirti che fossero simulate, no, erano del tutto reali. Ma ero geloso di te, non di lei.” Ecco, l’ho detto. Angel aprì e chiuse la bocca come un pesce, ed era frustrante non riuscire ad interpretare la sua espressione. Ora tutte le carte sono scoperte, pensai. Ma mi sbagliavo.



Io… non potevo immaginarlo. Non credevo che provassi altro che lussuria nei miei confronti. Questo cambia tutto.”



Come? Cambia in bene o in male? Mi vuoi o mi disprezzi? Dimmelo!”



Oh, non potrei mai disprezzarti. Quanto a volerti, ti ho sempre voluto, sempre!”



*****



Ti ho sempre voluto, sempre! Quelle parole riecheggiarono all’infinito nella mia testa rintronata e confusa. Mi aveva rifiutato, ogni singola volta che mi ero avvicinato a lui, Angel mi aveva respinto. Com’era possibile che in realtà…?



Per favore, non prenderti gioco di me.”



Scosse la testa. “Non ti sto prendendo in giro, è la verità. Ti volevo, ma avevo paura. Credevo che il sesso tra due uomini dovesse essere per forza doloroso, violento e crudele, come era stato fra te e Angelus o con il Maestro. Non volevo infliggerti di nuovo un simile tormento, ma non ero neanche disposto a subirlo. Io non sapevo come gestire la lussuria che leggevo nei tuoi occhi.” Fece una pausa. Forse si aspettava che dicessi qualcosa, ma io tacqui e allora riprese: “Ma ora mi hai appena dimostrato che può essere dolce e gentile, e mi piace.”



Ripetilo.”



Mi piace.”



Di nuovo, tutto.”



Angel sorrise, per la prima volta un sorriso vero, non abbozzato o esitante. “Mi piace fare sesso con te, Spike.”



Senza più trattenermi, gli gettai le braccia al collo e gli tempestai il viso di baci, strappandogli una risata. Mi bloccai col sapore della sua pelle sulle labbra. “È incredibile” esclamai. “Non credevo che sapessi ridere!” Lui mi spintonò scherzosamente e atterrammo insieme sul pavimento, l’uno tra le braccia dell’altro.



Sentendo una pressione contro la gamba, allungai la mano e mi ritrovai alle prese con il membro di nuovo duro e rampante di lui.



Il maleficio?” chiesi esasperato. “Ma non l’avevamo rotto?”



Questa non è opera di una strega” sussurrò Angel contro le mie labbra. “È la tua magia.”



Con una smorfia di orgoglio, avvolsi la mano intorno all’asta massiccia e, gli occhi fissi in quelli del mio angelo, mormorai:



Ti amo.”





Fine