PHOPHECY



PROLOGO

Angel andò avanti Spike, Gunn e Illyria lo seguirono. Spike si fermò alla destra di Angel, dietro di loro stavano i loro compagni. Guardarono l’orda di demoni che gli stava davanti.

Quale è il piano?” chiese Spike.

Combattiamo!” rispose secco Angel.

Un po’ più specifico!”

Be’, personalmente intendo dare la caccia al drago.”

I demoni si fecero avanti.

Angel sguainò la spada e rivolgendosi ai compagni disse:

Avanti, andiamo a lavorare!”


THE FINAL FIGHT


Erano solo in quattro contro centinaia, migliaia di demoni scatenati. Quattro campioni, quattro eroi.

Il piano di Angel era preciso: dovevano combattere fino al sorgere del sole, perché solo allora avrebbero potuto ricorre alla loro arma segreta.

La pioggia continuava a cadere incessante.

L’oscurità in breve li circondò.

Facciamo una gara?” propose Spike.

Come hai vecchi tempi!”rispose l’altro.

Angel si gettò nella mischia seguito dai suoi amici.

Mentre i demoni li accerchiavano il grosso drago volava sopra le loro teste emettendo delle insopportabili grida che risuonavano per tutto il cielo nero.

Non avevi detto che volevi pensarci tu?- disse Spike indicando la grande ombra scura sopra di loro- Cosa aspetti che muoia di vecchiaia?”

Non mettermi fretta. Certe cose richiedono tempo per essere fatte come si deve. Non capita certo tutti i giorni di affrontare un drago. Mi voglio divertire!”

Piantala con queste smancerie! Non c’è tempo per giocare. Se non l’avessi notate siamo un po’ circondati!”

Il dragone volteggiava sopra di loro impaziente di affondare i suoi artiglio in della carne fresca. D’un tratto però puntò dritto su Angel, come avesse capito che era lui il suo avversario. Si abbassò fino a sfiorare il terreno con gli artigli catturando un gran numero di demoni. Il suo bersaglio però riuscì a sottrarsi a quella prima rappresaglia.

Grazie per l’aiuto!- disse Angel preparandosi al secondo attacco.

La bestia girò e si avventò nuovamente sul vampiro con artiglie e zanne. Angel questa volta non evitò il drago, ma rimase immobile aspettando che il suo avversario fosse troppo vicino per evitare il suo colpo. Quando la bestia fu sufficiente vicina il vampiro vibrò un colpo deciso e micidiale decapitando l’animale il cui corpo senza vita si schiantò a terra schiacciando alcune decine di demoni.

Quello vale come uno!” obiettò Spike.

Guarda e impara ragazzino!” lo sbeffeggiò Angel.

Illyria nel frattempo non si era certo risparmiata e aveva ucciso molti dei demoni senza troppo difficoltà. Gunn invece ormai era allo stremo delle forze, non riusciva più neanche a restare in piedi. Con un ultimo sforzo raggiunse il muro.

Gunn!”urlo Illyria.

Allontanatavi da qui!” gridò il ragazzo.

Angel si voltò verso l’amico in fin di vita. In mano stringeva qualcosa; era una granata!

Se proprio devo morire voglio portare con me questi bastardi!”

Gunn, no!!!” urlò Angel, ma il ragazzo aveva già tolto la sicura.

Via di qui!” disse Spike.

I tre compagni si allontanarono il più velocemente, mentre i demoni si accalcavano su Gunn. Pochi secondi dopo ci fu una fragorosa esplosione.

Addio amico!” sussurrò Angel.

Ma non era quello il momento per il dolore. Non c’era tempo per piangere. Il dolore per la perdita doveva diventare una nuova spinta per vincere la battaglia, affinché il sacrificio non fosse vano. I tre campioni si gettarono nella lotta con rinnovata ferocia.


Quando avevano accettato di partecipare alla battaglia Angel e i suoi amici sapevano che probabilmente sarebbe stato un suicidio, che le probabilità di vittoria o di uscirne vivi erano veramente poche. Nonostante ciò non si erano tirati indietro.

Grazie a qualche miracolo erano riusciti a resistere fino quasi all’alba, ma adesso cominciavano a sentire la stanchezza, sentivano le forze venire meno. Erano provati dalla lunga lotta, feriti nel corpo e nello spirito. Al contrario i loro avversari, non molto pericolosi presi singolarmente, erano ancora molti e pieni di energia. Ogni speranza di successo si stava dissolvendo.

L’apocalisse era cominciata e l’inferno si stava riversando sulla terra. Come profetizzato Angel aveva avuto un ruolo chiave; era stato lui a mettere in moto tutto. I Soci Anziani già gustavano il sapore della vittoria. Ma proprio quando la vittoria era tanto vicina sfuggì loro dalle mani. La fortuna li tradì. L’oscurità che aveva avvolto la città cominciò lentamente a diradarsi.

L’orizzonte si schiarì; il sole stava per sorgere.

E’ l’alba!” disse Illyria indicando l’orizzonte.

Non pensavo che l’avrei mai detto; non vedevo l’ora che sorgesse il sole!” disse Spike.

E’ ora! Avanti, un ultimo sforzo! Sapete cosa fare!” gridò Angel.

Illyria si appoggiò a dei cavi elettrice e usando i suoi poteri provocò un grande flash che abbagliò l’orda di demoni. Quando questi furono di nuovo in grado di vedere non trovarono più i loro avversari. Ma le creature infernali erano troppe e non ci volle molto prima che uno di loro gridasse:

Da quella parte. Un dei vampiri sta entrando nell’albergo!”

Tutti si gettarono all’inseguimento.

In pochi istanti la hall dell’Hymperion fu piena di demoni e Angel si trovò di nuovo circondato, ma questa volta era solo. Il vampiro stava al centro della stanza sopra ad un pentacolo dipinto sul pavimento.

Per alcuni istanti nessuno si mosse. Ci fu silenzio e pace.

Il primo raggio di sole entrò nella stanza Angel estrasse dalla giacca una pietra mistica e la strinse con la mano insanguinata. Guardò per l’ultima volta i suoi avversari e poi disse:

Grazie per la visita e la bella serata, ma è ora di tornare a casa!”

Con un colpo deciso e potente batté la pietra al centro del pentacolo. Nel punto dell’impatto si aprì un portale che cominciò a risucchiare i demoni, mentre Angel si tenne alla corda che era stata assicurata ad una delle colonne portanti della struttura, per evitare di essere risucchiato anche egli dalla porta interdimesionale.

In pochi istanti le centinaia di demoni furono rispediti nell’inferno da cui erano usciti.

Angel tirò un respiro di sollievo,ma non era ancora finita. Il portale sembrò essere sovraccarico da tutta quell’energia demoniaca e al momento della chiusura si verificò una violenta esplosione che l’hotel non sopportò finendo per collassate su se stesso.

La guerra era finita, ma come per ogni battaglia la vittoria aveva richiesto il sacrificio di alcune vite. Il mondo era salvo, ma per il bene di tutti quella notte molti eroi erano morti.


SURVIVORS

Dopo aver provocato quel flash accecante Spike e Illyria si rifugiarono sul tetto dell’edificio più vicino e da lì osservarono il resto della scena. Videro i demoni lanciarsi all’inseguimento di Angel ed entrare nell’hotel.
Disegnarono velocemente un pentacolo sul pavimento, si posero al centro di esso e cominciarono a recitare i versi di un antico rituale. Poi dovevano aspettare il primo raggio di sole che avrebbe segnato il momento in cui il loro sangue avrebbe bagnato il pentacolo e la pietra avrebbe causato l’apertura del portale. L’importante era la sincronia. Le due cose dovevano avvenire in una precisa successione temporale. Se tutto fosse andato bene i demoni sarebbero stati risucchiati e il mondo sarebbe stato salvo.
Quando il primo raggio di sole fece capolino all’orizzonte fecero cadere alcune gocce del loro sangue sul pentacolo. Per un attimo ci fu silenzio. Poi videro i demoni sparire all’interno dell’Hymperion.
Qualche secondo dopo sentirono una fragorosa esplosione e videro l’hotel crollare.
“Ehi! Anche questo faceva parte del piano?” chiese Spike.
“No! L’hai visto uscire?”
“Chi?”
“Angel!”
“Oh…No, ma non mi preoccuperei troppo!”
Scesero di nuovo nel vicolo per controllare che non ci fossero demoni scampati. Tutto in torno a loro era immobile; c’era nell’aria un silenzio innaturale.
“Angel!”chiamò Illyria.
Nessuno rispose.
“Piantala di fare la prima donna ed esci!!”gridò Spike.
Però neanche questa volta ottennero una risposta.
Il paesaggio intorno a loro era desolante; cadaveri e macerie ovunque. La luce stava aumentando, non potevano continuare le ricerche.
“Sta albeggiando devi allontanarti!”ordinò la ragazza.
“Non prendo ordini da una donna!”
“Allora brucia! Io continuo le ricerche!”
“Di chi? Sei ancora preoccupata per Angel? Figurati se fosse stato così facile sbarazzarsene l’avrei già fatto molto tempo fa!”
“Avanti andiamo a festeggiare! Ci daremo alla pazza gioia!”
“Non credo sia morto –disse la ragazza ignorando l’invito dell’altro -è un guerriero molto forte, ma se fosse intrappolato brucerebbe come stai per fare tu!” terminò indicando un raggio di sole vicino alla mano del vampiro.
“Fa come credi! Io me ne vado!”disse Spike dirigendosi verso il tombino e cominciando a scendere nelle fognature.
“Aspetta!”gridò Illyria.
“Sapevo che avresti cambiato idea!”
La ragazza si diresse verso il vampiro, che si era rifugiato nelle fogne, con qualcosa in mano. Una volta raggiunto il compagno gli mostrò quello che aveva trovato. Una giacca di pelle lacera e sporca di sangue e cenere.
Spike la prese e la guardò attentamente.
“ E’ di Angel!”
“Come fai ad esserne tanto sicuro?”
“Riconosco l’odore del sangue!”

Si rifugiarono per il resto della giornata in un vecchio e fatiscente edificio abbandonato, non molto distante dall’hotel. Spike l’aveva trovato prima della battaglia. <In caso andasse bene…>aveva detto agli altri. Ma non c’era nessun altro; erano loro i sopravvissuti.
Si sistemarono un po’ alla meglio, si curarono le ferite senza proferire una sola parole. Poi esausti crollarono in un sonno profondo. Dormirono per gran parte della giornata, svegliandosi solo poco prima del tramonto.
“Adesso cosa facciamo?” chiesi Illyria.
“Te lo detto questa mattina. Io me ne vado in cerca di qualcosa di buono da mangiare e poi intendo festeggiare ubriacandomi in un bar!”
“Ed Angel? Non pensi che dovremmo cercarlo?” chiese spazientita da quell’atteggiamento.
“E perché? È abbastanza grande per badare se stesso. Non mi va di passare la notte a cercare il signor Sono-sempre-migliore-di-te! Sono sicuro che ora se la sta ridendo da qualche parte!”
“E se fosse morto?”
“Bellezza, sai come si dice; l’erba cattiva non muore mai!” disse accendendosi una sigaretta
“Chiamami di nuovo in quel modo e ci saranno altre ceneri di vampiro da raccogliere!”
“Uhh…Sto tremando!”
Ci fu un attimo di silenzio.
“E la giacca? Hai detto che era la sua e c’erano delle ceneri…”
“Angel, Angel, Angel! Sono stanco di sentire parlare di lui. Se anche fosse morto per me non sarebbe che un altro buon motivo per festeggiare! Almeno smetterò di averlo tra i piedi.”
“Ai miei tempi chi parlava così del capo veniva decapitato!”
“Bei vecchi tempi!”
Non dissero più niente fino al tramonto. Poi Spike si diresse all’uscita.
“Grazie per la spiacevole compagnia! Non rimaniamo in contatto!” disse bruscamente Spike prima di sparire nell’ombra.

A NEW DAY


Dopo aver combattuto insieme per sconfiggere Hamilton, Angel aveva pregato Connor di andare via, di mettersi in salvo perché finchè suo figlio restava vivo anche lui sarebbe sopravvissuto. Così Connor, anche se riluttante davanti alla decisione del padre, gli aveva obbedito e lo aveva lasciato solo nella battaglia.

Si era allontanato dalla W&H e dall’Hymperion, ma non se l’era sentita di lasciare la città. Si limitò al allontanarsi dall’occhio del ciclone. Così, nonostante piovesse a dirotto, Connor aveva passato tutta la notte sul tetto di un edificio da cui impotente vide addensarsi l’oscurità. Vampiri e altri demoni si riversarono nelle strade richiamati dalla profonda aura malefica che si era liberata.

Incapace di stare con le mani in mano Connor sfogò su di loro la sua tensione, l’apprensione per la sorte del padre. Poi all’alba le tenebre si diradarono e il nuovo giorno cominciò. Il mondo era salvo. Suo padre aveva compiuto un vero e proprio miracolo.

Cominciò a camminare verso l’Hymperion impaziente di vedere come stava Angel, però più si avvicinava più sentiva un’angoscia crescere nel suo cuore. Aumentò il passo e prima che potesse rendersene conto si mise a correre.

Quando arrivò all’hotel rimase pietrificato da ciò che vide; non c’era più niente. Solo cadaveri di demoni,fumo e macerie. Di suo padre o dei suoi amici nessuna traccia.

Questo è un buon segno!” si disse.

Il sole ormai era alto, Angel non poteva essere lì. Ciò nonostante camminò ancora un po’ tra le macerie poi si diresse all’appartamento del padre, sempre più impaziente. Ma quando vi arrivò lo trovò vuoto. Niente che segnalasse che qualcuno vi fosse stato di recente. Pur essendo consapevole che Angel non sarebbe mai tornato lì se fosse scampato, Connor aveva sperato che…

Infondo non aveva altro. Non sapeva dove fosse o se avesse preparato un posto in cui rifugiarsi in caso di vittoria. Non sapeva come contattare Spike e gli altri. L’unica speranza che gli rimaneva era quella di trovare qualche indizio lì.

Maledizione!- disse buttandosi sul divano- Avrei dovuto chiederglielo prima di andarmene! Dovevo farmi dire dove trovarlo nel caso che…”

Ma le parole gli si fermarono in gola. Nel suo cuore un dubbio terribile si fece strada. Cercò di scacciar via quei pensieri. Suo padre non poteva essere morto. Non adesso.

Si rimise a cercare per l’appartamento una qualsiasi cosa che potesse metterlo sulla strada giusta: un biglietto, un appunto o qualunque altra cosa. Era già un paio d’ore che rovistava quando si arrese all’evidenza, là non c’era niente. Stava per darsi per vinto quando un’ultima speranza si fece avanti: Angel sapeva che Connor non avrebbe potuto rintracciarlo, ma lui invece avrebbe senza problemi potuto rintracciare il figlio. Forse mentre lui era stato in giro suo padre l’aveva cercato a casa e non l’aveva trovato. Forse lo stava aspettando lì.

Tutte le sue speranza però crollarono quando, arrivato a casa, non trovò nessuno ad attenderlo, nessun messaggio in segreteria.

Colto da un’improvvisa stanchezza si sdraiò sul divano. I suoi occhi si fecero pesanti e lentamente cadde in un sonno profondo.


\\ Era in un giardino assolato. Intorno a lui c’era solo pace. Il cielo era di un azzurro cristallino e gli uccellini cantavano allegri in cielo. Era piacevole studiare li, all’ombra di un grande albero. D’un tratto vede qualcuno avvicinarsi; e suo padre.

Cosa fai qui papà?” chiese Connor disorientato

Dovevo venire. Dovevo dirti addio!”

Addio, ma perché? Io non …”

Ma non fece in tempo a terminare la frase perché il vampiro cominciò a bruciare.\\


Connor si svegliò di soprassalto. Era tutto sudato e sia il respiro che il battito cardiaco erano accelerati. Era stato solo un brutto sogno.

Fuori il sole era tramontato. Aveva dormito per tutto il pomeriggio.

Il suo stomacò cominciò a brontolare. Era quasi un giorno che non toccava cibo. Controllò di nuovo i messaggi in segreteria mentre mangiava un panino. Niente novità. Angel non si era messo in contatto. Non potè fare a meno di ripensare all’incubo. Ma quella non poteva essere la verità, non poteva accettare di aver perso suo padre di nuovo.

Uscì in strada senza avere una meta precisa. Sapeva solo che non poteva starsene fermo in casa ad aspettare. Così camminando si ritrovò di nuovo all’Hymperion. Rimase lì immobile con lo sguardo perso nel vuotoper qualche secondo poi vide un’ombra nell’oscurità.

Papà!” gridò.


Dopo che Spike se ne fu andato Illyria rimase sola, immersa nei suoi pensieri. Si sentiva strana. Provava qualcosa, ma non sapeva dire bene cosa. Era come se le avessero tolto qualcosa, come se avesse perso qualcosa. Mai prima d’allora si era sentita così. Probabilmente doveva essere una specie di effetto collaterale del possedere un essere umano. Anche se Fred non esisteva più il corpo che Illyria abitata rimaneva umano; era fatto di carne e le faceva provare quei “sentimenti”.

Ripensò agli avvenimenti delle ultime ore. Wesley era morto, felice di riabbracciare la sua amata Fred. Gunn invece se n’era andato come un vero guerriero, con onore lottando fino all’ultimo istante.

Angel invece sembrava sparito. Lui più di ogni di altro aveva dimostrato il suo valore quella notte. Si era dimostrato disposto a morire per la causa. Non era rimasta nessuna traccia di lui, tranne la giacca.

Spike sembrava non curarsi di quanto era successo, era distaccato. Lei invece era fastidiosamente turbata. Era abituata a sapere sempre cosa fare. In più si trovava in un mondo che non capiva, che le risultava ogni momento sempre più contraddittorio. Non poteva tornare a casa perché non ne aveva più una e non era certa di voler restare lì.

Guardò fuori dalla finesta. La vita in città aveva ripreso a scorrere ignara del pericolo che aveva corso. Le persone continuavano il loro tram tram quotidiano senza sapere della battaglia che c’era stata nella notte.

Incapace di starsene ferma uscì per strada. Doveva capire cosa fare adesso. E l’unico posto in cui poteva trovare delle risposte era l’Hymprion, lì era finito tutto, da li doveva ripartire. Quando arrivò sulle macerie però notò di non essere sola. A qualche metro di distanza c’erano due figure. Si avvicinò.


Uscito dall’edificio Spike si infilò nel primo bar.

Dammi una bottiglia della roba più forte che hai!” disse al barista sbattendo la mano sul bancone.

Questo è un liquore fatto in casa!- disse l’uomo dietro il bancone- Non esiste qualcosa di più forte di questo. È imbattibile per superare i dispiaceri!”

Io non ho dispiaceri! Io devo festeggiare. Ho salvato il mondo, io!”

Il barista non fece troppo caso a quelle parole. Era abituato a sentire gli sproloqui degli ubriachi. Quell’uomo però aveva qualcosa di diverso. Non sembrava felice, era piuttosto arrabbiato.

Spaccone! Idiota! Pallone gonfiato! Hai voluto fare il super-macho solitario…buffone!”

Buttò il liquore giù tutto d’un colpo. Era veramente forte. Senti l’alcool bruciargli nella gola. Se ne versò un altro bicchiere.

Restò nel bar continuando a bere e recriminare per qualche ora. Poi si alzò di scatto e barcollando uscì. L’aria della notte era fresca e sembrò svegliarlo.

Anche lui finì per andare all’Hymperion. Doveva vederlo con i suoi occhi. Rovistò un po’ fra le rovine, ma non trovò niente. Nessuna prova che fosse morto, nessuna prova che fosse sopravvissuto.

Spike conosceva Angel da più tempo di chiunque altro e sapeva bene che non era il tipo che si eliminava con un botto e qualche scintilla. L’aveva visto sopravvivere a cose ben peggiori. Era sicuro che prima o poi se lo sarebbe ritrovato tra i piedi.

Be’, meglio a te che a me!” disse voltandosi per andarsene.

Ma non fece che pochi passi prima che qualcosa lo fermasse. Una voce alle sue spalle lo chiamò a gran voce.

Papà!”


HOPELESS


Credo che tu stia sbagliando persona!” disse il vampiro.

Davanti a lui c’era un ragazzo alto, fisico atletico, capelli scuri.; sembrava distrutto. A Spike sembro che avesse un’aria familiare.

Ti avevo scambiato per qualcun altro.”

Ti ho già visto…” cominciò Spike.

Alla W&H!”

Già… non è un po’ tardi per fare una passeggiata. Cosa c’è hai perso la mamma?” disse il vampiro ancora un po’ sotto l’effetto dell’alcool.

No. Cercavo mio padre. L’hai visto?”

E come faccio a saperlo? Io non lo conosco!”

Tu lavori per lui!”

Ehi, ragazzino! Prima di tutto io non lavoro per nessuno e poi ti ho detto che non conosco tuo padre!” continuò Spike piuttosto contrariato.

Mio padre è Angel. Ti ho visto alla W&H nel suo ufficio! So che lavori per lui e che eri con lui ieri notte! Voglio sapere dove è!” ribattè Connor.

Tu saresti il famoso figlio di Angel… si ti ho sentito parlare di te! -disse avvicinandosi – ho sentito che l’anno scorso hai fatto il diavolo a quattro...Degno figlio di tuo padre! Anche tua madre però non era niente male…”

Dove è mio padre?” chiese Connor spazientito.

Ehi, ragazzino datti una calmata! È proprio vero tale padre tale figlio.- bofonchiò Spike accendendosi una sigaretta- Non so dove sia tuo padre!”

Cosa vuol dire che non lo sai?”

Che c’è sei sordo? Hai bisogni che parli più lentamente? Io-non-so-dove-sia-tuo-padre.”disse scandendo bene quest’ultima frase.

Adesso cominci a darmi sui nervi!”

Uh…quindi non ti piaccio! Ed io che mi vedevo fare già lo zio Spike!” lo beffeggiò lui.

Tu avresti essere con lui la scorsa notte? O te la sei filata?”

Ora mi stai facendo perdere la pazienza, ragazzino! Fossi in te non tirerei troppo la corda!”

Altrimenti cosa fai?” lo incitò Connor.

Spike provò a colpirlo, ma il ragazzo non si fece sorprendere e con un rapida mossa fece cadere il vampiro a terra.

Ora vuoi dirmi che è successo?” chiese il ragazzo impedendo al vampiro di alzarsi.

Non lo so. Tuo padre doveva chiudere il portale. E da allora non l’ho più visto!” rispose Spike liberandosi dalla presa di Connor.

Dove era il portale?”

Proprio sotto i tuoi piedi!”

E papà era qui dentro?”chiese Connor allarmato

Tuo padre era dentro l’Hymperion quando l’edificio è crollato.- disse una voce alle loro spalle -Non sappiamo se sia vivo o…”

Morto!”concluse allegramente Spike.

Credevo fossi a festeggiare.”disse Illyria

Serata fiacca! – si giustificò il vampiro – Non è divertente bere da soli. Il mio invito è ancora valido e la notte ancora giovane…”

E cosa ci fai qui? Credevo fossi felice della scomparsa di Angel!” lo imbeccò la ragazza ignorando le sue avance.

Io sono entusiasta! Sono 100 anni che cerco di liberarmi di lui! Stavo solo controllando. Non voglio brutte sorprese, non voglio rischiare di ritrovarmelo davanti tra 50 anni!”

Frenate un attimo!- fece Connor- cosa vuol dire scomparso?”

Il piano di Angel prevedeva di aprire un portale per risucchiare l’orda di demoni mandata dai Soci Anziani. Per poterlo fare ci dovevano essere due pentacoli vicini: uno andava bagnato con il sangue di due campioni; nell’altro, dove si sarebbe aperto il portale, doveva essere infranta una pietra mistica. Tuo padre era sul secondo.

Dopo che i demoni sono scomparsi Angel avrebbe dovuto raggiungerci, ma non è mai uscito dall’hotel. C’è stata un’esplosione…”

Che botto ragazzi! Grande spettacolo pirotecnico!”

Spike venne gelato dalle occhiataccie di Connor e Illyria che termino il suo racconto dicendo:

Da allora non ci sono più notizie di tuo padre. Però tra le macerie abbiamo trovato questa.” E consegnò al ragazzo la giacca di Angel.

Questo non vuol dire niente! Potrebbe essere scampato!” disse con le lacrime agli occhi.

Si certo! O potrebbe essere stato ucciso da qualche demone prima che il portale si chiudesse, o dall’esplosione o dal crollo dell’edificio! Ma l’ipotesi che di gran lunga preferisco e quella in cui lui finisce all’inferno insieme a tutti gli altri demoni!” disse Spike divertito.

Adesso basta! Hai superato ogni limite!”urlò Connor lanciandosi contro il vampiro.

I due cominciarono a lottare, ma Illyria li sparò.

Piantatela di fare i bambini! Cosa pensate di ottenere?”

Chiedilo a wonder-boy! È stato lui a cominciare!” disse Spike togliendosi il sangue che gli usciva dal labbro.

Te la sei cercata!”

Perché? Perché ti ho detto la verità? Ma guardati intorno. Neanche Angel per quanto duro sia poteva scampare a questo! –urlò con rabbia-Se fosse sopravvissuto non pensi che si sarebbe messo in contatto a quest’ora?!”

Nessuno ebbe la forza di replicare. La verità li colpì, dura come un sasso.

La notte stava finendo portando con se l’ultima speranza. La verità non poteva più essere evitata; Angel era morto.



MEETING


Poco lontano dal luogo della battaglia, mentre Angel e compagni stavano lottando per la salvezza del mondo Elisabeth era a lavoro, intenta nelle pulizie. Fuori si respirava un’aria strana. Si percepiva chiaramente una forte tensione. Le strade della città erano deserte quella sera. Neanche i soliti delinquenti locali erano in giro.

Era dalla mattina che Elisabeth si sentiva stranamente nervosa. Era certa che stesse succedendo qualcosa di brutto. Guardò fuori dalla finestra. La notte era più buia del solito e la pioggia continuava a cadere incessante.

Quella sera era andata prima al locale solo per chiedere un permesso per tornare a casa prima. Non voleva essere ancora lì dopo il tramonto. Quello era un quartiere malfamato con troppi ragazzini che giocavano a fare i teppisti. Il capo però non aveva voluto sentire ragioni e aveva finito per convincerla a fare anche il turno di notte che finiva all’alba.

Ma è tutto il giorno che non si vede nessuno! Tira una strana aria oggi, la gente ha paura di uscire!” aveva recriminato lei.

Fa un po’ come ti pare, ma se vai via non scomodarti a tornare domani!” aveva gracchiato il capo in risposta.

Lui sapeva che non poteva permettersi di perdere il lavoro; aveva l’affitto da pagare. Quindi non aveva potuto fare altro che cedere.

Mi sono fatta fregare come una ragazzina!” sbuffò ripensandoci.

Elisabeth non si sentiva al sicuro. Era agitata, nervosa. Avrebbe tanto voluto essere a casa sua. Guardò l’orologio sopra il bancone del bar. Era solo mezzanotte.

Maledizione!!” esclamò.

Le lancette sembravano muoversi a rallentatore quella sera.

Si appoggiò al bancone dopo aver finito le pulizie. Ora ogni angolo del locale risplendeva. Come previsto non si era fatto vedere nessuno. Immersa nel silenzio lentamente gli occhi della ragazza si chiusero.

D’un tratto però un grosso fragore. I vetri delle finestre cominciarono a tremare. Qualcosa era esploso non molto lontano da li. Elisabeth si svegliò di colpo urlando con il cuore che le batteva a cento all’ora. Poi ci fu il silenzio tanto profondo da sembrare innaturale.

Fuori il sole stava facendo capolino all’orizzonte.

Al diavolo! Non resterò qui un secondo di più!”

Chiuse il locale il più velocemente possibile e uscì dalla porta sul retro. Questo dava su un vicolo buio dove, a causa dell’ombra proiettata dagli alti edifici, non batteva mai il sole. Non vedevi che c’era qualcuno finchè questo non era a pochi metri di distanza. Inoltre era sempre frequentato da gente strane con visi strani. Purtroppo Elisabeth era costretta a lasciare la macchina in un parcheggio sotterraneo poco distante e ogni sera si trovava ad attraversare da sola quel vicolo. E ogni volta veniva colta da una profonda agitazione.

Quella mattina però era particolarmente nervosa mentre si dirigeva verso la sua macchina. Quando si trovò a metà percorso ebbe la netta impressione che qualcosa o qualcuno la stesse seguendo. Istintivamente cominciò a correre. Dietro di lei il rumore di passi si fece più vicino. Corse più forte.

Arrivata a pochi metri dall’ingresso del parcheggiò però trovò un ostacolo. Un grosso cassonetto dell’immondizia ostruiva il passaggio; era bloccata. Nervosamente cominciò a cercare nella borsetta lo spray antiaggressione. Si voltò allungando il braccio con la bomboletta.

Non ti avvicinare!”urlò.

Ma dietro di lei non c’era nessuno. Aspettò qualche istante continuando a guardarsi nervosamente intorno, ma niente si mosse. Nessun rumore, nessuna ombra sospetta. Si sentì sollevata.

Che sciocca che sono!! Brava Lizzy, questa volta sembravi veramente pazza!!” si disse.

Rimise la bomboletta nella borsa e cominciò a spostare i bidoni per crearsi un passaggio. Ma un rumore alle sue spalle la fece gelare. Si voltò di scatto. A circa un paio di metri da lei c’era uno strano tipo vestito di nero che avanzava barcollando.

Non ti avvicinare!” gridò allo sconosciuto afferrando con le mani la prima cosa che le capitò.

Io…ti… prego…!” farfugliò con un filo di voce l’altro che continuava ad avvicinarsi.

Sta lontano!!”

L’uomo fece un altro passo verso di lei poi si fermò e cadde a terra.

Elisabeth rimase impietrita per qualche istante poi in preda al panico scappò il più velocemente possibile. Era quasi arrivata la macchina quando qualcosa dentro di lei la spinse a fermarsi. Ripensò alla scena di poco prima. Quell’uomo non sembrava avere cattive intenzioni e se si fosse sentito male? O magari era stato aggredito. Non poteva andare via così. Decise quindi di tornare indietro a controllare. Superato il cassonetto notò che il corpo era ancora lì immobile. Si avvicinò lentamente fecendo molta attenzione; pronta a scappare al minimo movimento.

Si abbassò su di lui. Aveva il volto pieno di ferite e aveva sangue ovunque. I suoi vestiti erano sporchi e laceri. Niente portafoglio, nessun documento.

Poverino! Devono essere stati i soliti banditi!”

Provò a scuoterlo, ma l’uomo non si mosse. Ad Elisabeth allora venne un dubbio atroce. Gli poggiò la mano sul torace; non c’era battito.


FIRST IMPRESSION


Quell’uomo era morto. Elisabeth rimase lì immobile. Si sentì in colpa per come si era comportata. Lui aveva usato le ultime energie per chiederle aiuto e lei lo aveva abbandonato lì. Ora non sapeva cosa doveva fare. Certo era che non poteva lasciarlo lì. Dio solo sa cosa gli avrebbero fatto quegli strani tipi del corpo. Aveva sentito delle voci su strani riti. Non poteva permetterlo. La sua famiglia gli aveva insegnato il rispetto per i morti.

Avrebbe potuto chiamare l’ospedale, ma l’ambulanza in quel vicolo non sarebbe arrivata. Decise quindi di aiutare come poteva quel poveretto. Non poteva più salvargli la vita, ma lo avrebbe portato all’ospedale più vicino così loro si sarebbero occupati di lui. Con difficoltà lo trascinò fino alla sua macchina e lo caricò sul sedile posteriore. Stava per chiudere lo sportello quando il corpo si mosse.

Ah!! – urlò Elisabeth colta di sorpresa – O mi Dio!!”

Istintivamente si allontanò dalla macchina.

Tu…tu non dovresti…cioè il tuo cuore era…!”balbettò.

Elisabeth aveva frequentato un corso per fare la volontaria al liceo e le aveva insegnato a sentire il battito cardiaco di una persona. Era sicura che il cuore dell’uomo pochi minuti prima era fermo.

È un miracolo!!”

Si avvicinò di nuovo allo sconosciuto.

Ehi amico, tutto bene?”

Si…scusa…prima non volevo…” ma non riuscì a terminare la frase.

Non ti preoccupare! Non è stata solo colpa tua è che sono un po’ paranoica oggi. Ho avuto una pessima nottata!”

Già…”sussurrò l’altro accennando un sorriso.

Sembrava una brava persona.

Ora ti porto subito in ospedale!”

No!! Ti prego…io in ospedale non posso…”ma di nuovo non fece in tempo a terminare la frase perché perse di nuovo i sensi.

Elisabeth non sapeva cosa fare. Il cervello le diceva di scaricarlo in ospedale e continuare per la sua strada, ma sentiva nell’animo come una voce che le urlava di non abbandonarlo. Così accese la macchina e si diresse verso casa.


Elisabeth abitava in un piccolo condominio a venti minuti dal centro di Los Angeles. Come suo solito lasciò la macchina nel garage sotterraneo e poi aiutò lo sconosciuto a raggiungere l’ascensore con cui raggiunsero il primo piano. Arrivati alla porta appoggiò l’uomo al muro tenendolo con una mano affinché non cadesse, mentre con l’altra cercava di aprire la serratura.

Avanti entra! Benvenuto!”

Ma l’altro non era in grado di rispondere, anzi Elisabeth non era neanche sicura che avesse sentito quello che gli aveva detto.

Con un ultimo sforzo lo portò in camera sua, lo mise sul letto e gli tolse la camicia insanguinata. La maggior parte delle ferite non erano molto gravi; sembrava stessero già richiudendosi, ma all’addome e all’altezza del cuore aveva due tagli molto profondi. Fermò l’emorragia come meglio potè. Fortunatamente sembrava guarire velocemente. Aveva l’impressione che alcune delle ferite fossero molto migliorate da quando l’aveva caricato in macchina.

Dopo che ebbe terminato lo coprì e restò lì immobile a vegliarlo. E lentamente si addormentò.


Quando riaprì gli occhi l’uomo si trovò in un letto coperto e medicato. Si sentiva un po’ confuso. Non capiva dove si trovasse. Non conosceva quel posto. In una sedia accanto al suo letto c’era una ragazza che stava dormendo. Era veramente molto bella.

Cercò di alzarsi dal letto, ma un dolore lancinante all’addome lo fermò facendolo gemere per il dolore. La ragazza accanto a lui si svegliò di colpo. Si guardò un attimo intorno e poi lo fissò per qualche istante.

Finalmente ti sei svegliato!” gli disse rivolgendogli un caldo sorriso.

All’uomo sembrò che la stanza si illuminasse.

Si…scusa se ti ho svegliato…” rispose debolmente lui ancora un po’ confuso.

Non ti preoccupare! Tu piuttosto come ti senti? Va meglio?”

Si…un po’…mi fa ancora un po’ male…”

Aveva l’aria piuttosto smarrita. Continuava a guardarsi intorno con sguardo confuso.

Ti ho portato nel mio appartamento! Hai detto che non volevi andare in ospedale… così… be’… eccoci qua!” cercò di spiegare lei.

Noi ci conosciamo?”

No, noi non … Ti ho visto stamani vicino al locale dove lavoro. Stavi male, sei svenuto. Volevo portati in ospedale, ma tu non ha voluto. Non ti ricordi?”

Ricordo la macchina…”

Ti ricordi niente altro? Ad esempio cosa ci facevi lì a quell’ora? O chi ti ha ridotto così? Dovresti denunciarli!”

Io non mi ricordo…non so…ricordo un esplosione…”

Non ti preoccupare, non importa! Però non ci siamo ancora presentati; io sono Elisabeth!” disse la ragazza porgendogli la mano.

Aspettò qualche attimo che l’altro le rispondesse, ma visto che questo restava immobile lei lo incalzò.

Di solito a questo punto tu dovresti dire qualcosa del tipo <io invece mi chiamo…>.”

Si, hai ragione…io sono…sono… Chi sono io?”

Non ti ricordi?”

No! - disse piuttosto sconcertato.- Chi sono io? Cosa mi è successo?”

Non lo so! Non ti avevo mai visto! Ma non ti preoccupare di questo adesso. Devi avere un’amnesia. Forse è meglio che adesso ti porti in ospedale!”

No!! Ti prego!”

Perché non vuoi andare in ospedale? Anche questa mattina hai obiettato!”

Io non so spiegarti…non so la ragione, ma so che non ci posso andare…” disse provando nuovamente ad alzarsi. Ma anche questa volta le ferite gli impedirono di muoversi.

Ok! Niente ospedale, ma tu non agitarti. Vedi ti si sono riaperte le ferite!”

Ma quando Elisabeth guardò il volto del misterioso sconosciuto si accorse che aveva di nuovo perso i sensi. Lo curò di nuovo e lo sistemò con cura. Prese un'altra coperta dall’armadio, il corpo dell’uomo era molto freddo.

Non riusciva a capire il perché di tanta ostinazione a non voler andare in ospedale. Un medico avrebbe potuto fare certamente di più di quanto non stesse facendo lei. Quanto meno avrebbe potuto dargli qualcosa per il dolore.

<<Che abbia avuto qualche brutta esperienza?- cominciò a pensare – Altrimenti che altri motivi poteva avere?>>

Elisabeth continuò a pensare fissando l’uomo che dormiva nel suo letto.

<<E se fosse un malvivente. O peggio: uno di quei boss del crimine organizzato che si rifanno la faccia per sfuggire alla polizia! Forse era stato ferito in un regolamento di conti e lei ora era invischiata in quella brutta situazione per averlo aiutato e nascosto.>>

Mentre questi e altri pensieri gli attraversavano la mente, Elisabeth continuava a fissare lo sconosciuto. Era veramente molto bello: corpo atletico con muscoli scolpiti, mani grandi e forti e un volto stupendo. Non sembrava un malvivente. Aveva dei lineamenti gentili e uno sguardo molto dolce. Non poteva essere un malvivente, piuttosto sembrava un angelo.

Fuori il sole stava tramontando. Un altro giorno era trascorso.

Ma guarda cosa vado a pensare!- si disse – Sto diventando paranoica! Guardo veramente troppa tv!”

Lanciò un ultimo sguardo all’uomo misterioso e andò in soggiorno per lasciarlo riposare in pace.

DECISIONS


Spike, Connor e Illyria tornarono al rifugio. Nessuno disse niente lungo il tragitto. L’atmosfera tra Connor e Spike era ancora molto presa, ma il ragazzo adesso sembrava aver problemi più grandi di una lite con un vampiro.

Perché siamo tornati qui?” chiese Spike.

Perché dobbiamo decidere cosa fare!” rispose Illyria.

Cosa vuol dire <dobbiamo>? Guarda che non c’è nessun noi!”

Ma la ragazza non prestava già più attenzione al vampiro, perché stava fissando Connor che si era messo in disparte a sedere in un angolo, fissando e stringendo forte la giacca insanguinata del padre. Da quando Spike gliela aveva consegnata il ragazzo non aveva più detto una parola. Continuava a stringere quell’indumento, mentre nel suo sguardo erano chiaramente leggibili il profondo dolore e la tristezza.

Dobbiamo continuare!” disse infine Connor rompendo il silenzio.

Continuare cosa?” chiese Illyria.

Il lavoro di mio padre! Dobbiamo mantenere viva la Angel’s investigation!”

Senza Angel? Così mi piace!”disse Spike

Hai qualche problema?” gli disse Connor con tono irritato

Pensi di spaventarmi usando quel tono? Devi impegnarti un po’ di più con me! E comunque non vedo come la missione di Angel sia un problema mio!”

Perché per qualche sbaglio mistico tu sei stato definito un campione e se non vado errato anche tu hai un bel po’ di cose da espiare.”

Ehi, io sono già morto per la causa!”

Si, è vero sei morto, ma non per la causa!- Connor si alzò in piedi – Comunque non ho bisogno di te! Se non volete voi lo farò da solo!”

Non dureresti una settimana!” lo canzonò Spike.

Vuoi scommettere?”

Piantatela!!- intervenne Illyria- Connor, questa volta Spike ha ragione. Da solo non puoi farcela, noi ti daremo una mano!”

Noi?! Vuoi mettertelo che <noi > non faremo proprio niente. Se proprio ci tieni continua tu! Io ho già dato!”

Ormai fai parte del gioco Spike! Non puoi più tirartene fuori!”

Datemi una sola buona ragione per accettare!”

Verrai pagato per fare a botte!”disse Connor.

Ok!”accettò di buon grado il vampiro.

Da dove cominciamo?” chiese Illyria.

Direi da un ufficio. Dobbiamo avere una base, come…be’…come era l’Hymperion.”

Io direi di iniziare da un nuovo nome! Cosa ne pensate di Spike’s investigation!”

Fa schifo! Non cambieremo nome!”disse Connor in tono fermo.

E chi ha deciso che sei tu a dare gli ordini?”

Adesso basta! – intervenne nuovamente Illyria- Dovete smetterla di darvi addosso. Non costringetemi a farvi male. Siete dalla stessa parte!”

Poi rivolgendosi a Spike:

Continueremo a usare il nome di Angel, come tributo al suo sacrificio e per onorare il grande guerriero che era!”



WAKE UP


Quando riaprì nuovamente gli occhi l’uomo misterioso si ritrovò ancora una volta sdraiato in un letto. Questa volta però Elisabeth non era al suo fianco. Sentì dei rumori provenire dall’altra stanza. Per l’ennesima volta tentò di alzarsi. Le ferite stranamente non gli facevano più male come prima anche se gli davano ancora molto fastidio.

Lentamente appoggiandosi al muro raggiunse il salotto.

Ehi! Non dovresti stare in piedi! Torna a letto!”

Mi sento meglio!”

Lo vedo, ma sei ancora troppo debole e poi ti si possono riaprire le ferite!”

Ma l’uomo rimase lì. Elisabeth allora lo aiutò a raggiungere il divano.

Cosa stavi facendo?”

Volevo prepararti qualcosa. Ho pensato che potevi aver fame e poi devi recuperare le forze!”

In effetti, sto morendo di fame!”

Devi pazientare ancora un attimo!” disse rivolgendogli un caldo sorriso.

Credo di poter resistere!”

Elisabeth era veramente bellissima. L’uomo l’aveva notato subito. Era di corporatura piccole ed esile, aveva la carnagione scura e nel viso le brillavano due occhi verdi, luminosi come smeraldi. Bellissimi ricci castani le incorniciavano il volto poggiandosi sulle sue piccole spalle. E poi era buona, infinitamente dolce e premurosa. Il suo sguardo esprimeva tutta la sua dolcezza e la sua gentilezza. Non tutti avrebbero accolto in casa uno sconosciuto e se ne sarebbero presi cura con la stessa dedizione.

Io volevo ringraziarti!” disse timidamente lui.

Elisabeth gli fece segno con la mano che non era necessario quel discorso.

Credimi, non ho fatto niente di speciale. Mi ha fatto piacere aiutarti!”

Lui le sorrise. Si sentiva molto attratta da lui. Aveva lo sguardo molto triste e un sorriso bellissimo.

La ragazza lo fissò per qualche istante. Le sembrava così indifeso, e seriamente lei voleva prendersi cura di lui.

Come va la tua memoria? Riesci a ricordare il tuo nome? Perché non posso continuarti a chiamarti misterioso-ragazzo-incontrato-nel-vicolo-dietro-il-locale! È un po’ lungo…”

Lui le sorrise di nuovo.

Rifletté un attimo, cercando di ricordarsi come si chiamava, ma la sua mente era come svuotata. Era come trovarsi in una stanza buia e sforzarsi di vedere. Alla volte c’erano dei lampi, ma lui non riusciva a captarli, o magari non voleva.

Elisabeth si accorse di averlo messo in difficoltà.

Dai non importa! Vedrai che prima o poi i ricordi torneranno. Non ti devi preoccupare e…”

Aspetta! Io…ricordo qualcosa…un uomo più grande di me. Sembra essere in collera con me…mi chiama…Liam! Ecco questo è il mio nome. Mi chiamo Liam!” disse entusiasta.

Be’ piacere di conoscerti Liam!” fece lei allungando la mano.

Piacere mio!” rispose lui afferrandogli la mano.

In quel momento entrambi si sentirono attraversati da una strana scossa.

Ricordi nient’altro?”

No!- disse scuotendo la testa- Mi dispiace.”

Non scusarti! Non è certo colpa tua. Ti faccio un’ultima domanda; sai almeno chi ti ha ridotto così?”

Nuovamente lui scosse la testa.

Ok. Piano piano ricorderai! Dai ora andiamo a mangiare!”

Cos’è questo profumino?” chiese Liam sedendosi.

Ti ho preparato una bistecca ai ferri, spero che ti piaccia! Sei vegetariano?”

Anche se fosse, non me lo ricordo quindi…”

Dentro è un po’ al sangue. Ti va bene così o vuoi che sia ben cotta?”

Liam a sentire la parola sangue sentì qualcosa muoversi dentro di se, nel profondo. La sua fame crebbe.

Va benissimo così!” rispose cercando di ignorare quello strano istinto.

Era incredibile con quanta premura Elisabeth si prendesse cura di lui. Infondo erano due sconosciuti, ma lei lo trattava come se fossero amici di vecchia data.

Ora mangia o si fredda! Vedrai che starai subito meglio. Ti farà recuperare le forze, o almeno è quello che si dice fra la mia gente!”

La tua gente?”

Lei si bloccò, sorpresa dal fatto che avesse subito colto quella sfumatura.

Si, io non sono di L.A. Sono nata in Messico. Mi sono trasferita qui da qualche anno. La mia famiglia è molto tradizionalista. Ha ancora molto rispetto per le vecchie tradizioni!”

Liam si accorse del disagio quella domanda aveva creato nella ragazza. Forse aveva toccato un tasto dolente, quindi cambiò rapidamente argomento.

Sembra buono! Buon appetito!”

Mise in bocca il primo pezzo di carne e trasse un profondo piacere nell’assaporarlo. Con somma sorpresa però notò che ciò che gli dava un tale grado di soddisfazione non era il gusto della carne, ma quello del sangue. Sentì qualcosa cambiare in lui.

Allora cosa ne…” ma non appena Elisabeth alzò lo sguardo vedendo cosa gli stava vicino iniziò ad urlare. Si alzò di scatto e si allontanò, rovesciando nella foga del momento il suo piatto a terra.

Liam provò ad avvicinarsi, ma lei continuava ad indietreggiare terrorizzare.

O mio Dio! Tu… tu…sei un vampiro…il tuo volto…”gli urlò.

Liam si tastò il volto e lo sentì cambiato; sentì i canini sporgere sulle labbra. Guardò ancora una volta la ragazza e lesse nel suo volto una profondo paura. Riusciva addirittura a fiutarla.

Va via!” gli urlò.

Lui colto dal panico e dal timore di poterle fare del male scappò velocemente, ma nel movimento brusco le sue ferite si riaprirono. Ciò nonostante arrivò barcollando alla porta ed uscì. Poco dopo dal corridoio venne un rumore, un tonfo sordo.

Elisabeth era rimasta impietrita. Si era portata in casa un vampiro. Lo aveva invitato ad entrare. Avrebbe potuto ucciderla. Esitò un attimo però poi non poté fare a meno di uscire.

Liam era svenuto nel corridoio. Sotto di lui c’era una pozza di sangue; la ferita all’addome aveva ripreso a sanguinare. Elisabeth rimase lì a fissarlo poi però rientrò in casa chiudendo la porta dietro di lei.

Non poteva aiutarlo. Era un vampiro, un demone, una creatura del male. Eppure dentro continuava a sentire il desiderio di uscire e riportarlo in casa per continuare a prendersi cura di lui.

<I vampiri si nutrono di sangue- pensò- se lo riporti dentro ti ucciderà, perché lui è quello che è…>

Però nonostante avesse avuto più di un occasione lui non l’aveva mai attaccata. Avrebbe potuto, ma non l’aveva fatto. Forse era un vampiro buono.

Elisabeth riaprì di nuovo la porta. Liam era ancora lì, immobile. La luce che proveniva da una finestra poco distante stava per colpirlo. Il cuore della ragazza si strinse nel vederlo così. L’impulso di aiutarlo divenne più forte.

Non essere stupida Lizze! Non lo puoi e non lo devi fare!” disse chiudendo di nuovo la porta.

Però non riusciva a cancellare quello stupido impulso, continuava a vedere Liam disteso a terra e immaginava che se la luce lo avesse colpito non sarebbe successo niente di buono. Non riusciva a togliersi dalla mente il suo sguardo, la sensazione che aveva provato quando lo aveva conosciuto. Elisabeth sentiva che era buono, che non le avrebbe mai fatto del male e non riusciva a spiegarsi questa sensazione.

E inoltre non era un comportamento logico quello che aveva avuto. Se avesse voluto ucciderla lo poteva fare prima in cucina, lei era troppo impaurita per scappare e invece era stato lui a scappare. Pensandoci ora con più calma sembrava che tra i due il più spaventato fosse proprio lui.

Riaprì la porta. Liam aveva ripreso conoscenza, ma non riusciva a muoversi. La luce ormai era solo a qualche millimetro da lui. Elisabeth non riuscì più a trattenersi, qualcosa dentro di lei le diceva che quella era la cosa giusta da fare. Così per l’ennesima volta andò in suo soccorso.

Avanti andiamo, ti riporto a letto! Ti avevo detto che non avresti dovuto alzarti! Tu però non fare brutti scherzi!”

No, non ti avvicinare…potrei farti del male. Io…sono un mostro…”

Be’ facciamo un accordo. Tu prometti di non farmi diventare il tuo pranzo ed io continuo ad occuparmi di te! Che ne dici?”

Perché lo fai?”

Non lo so bene nemmeno io. Dammi pure della pazza, ma sento che è la cosa giusta!” disse aiutandolo ad alzarsi e riportandolo a letto.

E se provassi ad aggredirti?”

Al momento non sei neanche in grado di reggerti in piedi quindi mi sento sufficientemente al sicuro. E poi non credo che tu sia cattivo!”

Cosa te lo fa pensare?”

Avresti potuto uccidermi in qualsiasi momento. Potresti farlo anche adesso, ma non lo hai fatto e so che non lo farai. Prova pensare al perché sei scappato?”

Non so…io non…credo che non volessi farti del male…”

Appunto! E poi il mio cuore mi dice che sei buono e che mi posso fidare.”

Grazie!” sussurrò lui allo stremo delle forze.


NEW OFFICE, NEW LIFE


Elisabeth era intenta in una nuova medicazione, mentre Liam se ne stava sul letto immobile.

Non muoverti!” lo sgridò

Non mi muovo!”

Allora non respirare!”

Io non respiro!”

Cosa?!”

Io non credo di respirare…e poi non sento il battito del cuore. Però riesco a sentire il tuo!” quest’ultima frase la disse con grande dolcezza.

Ora è tutto chiaro!”esclamò la ragazza terminando la medicazione

Cosa è chiaro?”

Ieri mattina quando ci siamo incontrati nel vicolo e sei svenuto ti ho controllato il polso e non c’era battito. Ho pensato che fossi morto e stavo per portarti in ospedale, ma poi in macchina e mi hai quasi fatto venire un infarto. Avevo pensato ad un miracolo!”

Entrambi scoppiarono a ridere poi lui le disse

Mi dispiace!”

Allora...ora sappiamo che sei un vampiro, ma questo che vuol dire?”

In che senso?”

Voglio dire a parte quello che si vede nei film horror in non so molto sui vampiri. A te viene in mente qualcosa?”

Abbiamo visto che bevo sangue…”

“…e che la luce del sole non ti fa bene. Hai bisogno di una bara?”

Di cosa?”

Nei film i vampiri dormono nelle bare.”

Non credo…voglio dire qui ho dormito bene…”

Bene, perché non sapevo proprio come procurarmene una. Altro?”

Non so…”

Nei film fanno vedere che per uccidere un vampiro si possono usare crocefissi, l’acqua benedetta, paletti di frassino e mi sembra che funzionavano anche le corone d’aglio…”

Stai pensando di eliminarmi?” chiese lui scherzosamente

No…- rispose lei sorridendo- è che se sappiamo cosa ti fa male lo possiamo evitare!”

Giusto!”

Ora però è meglio che tu riposi un po’! Io vado in soggiorno, se hai bisogno di qualcosa chiama!”

Elisabeth, ci sarebbe una cosa…-Liam sembrava a disagio per quello che stava per dire- io…avrei fame!”

Oh!” disse lei irrigidendosi

Ma non importa…infondo non è così importante. Dimentica quello che ho detto!”

No…va bene…voglio dire è normale. Hai bisogno di nutrirti per guarire!”

Questo è un problema, vero?”

Non so…deve essere per forza sangue umano?”

Non lo so…credo di no…Non riesco a ricordare!”

Ok! Allora prova a ripensare a quando stavamo pranzando. Ti è piaciuto?”

Piaciuto cosa?”

Ora era Elisabeth ad essere in imbarazzo.

Il sangue. È per quello che la tua faccia è cambiata immagino, perché la carne era al sangue. Se ti è piaciuto vuol dire che lo puoi mangiare!”

Si, voglio dire era buono!”

Allora pensi di poter bere quello?”fece lei entusiasta

Proviamo!”

L’entusiasmo fu però velocemente smorzato dal sorgere di un altro problema.

Dove lo trovo a L.A. il sangue di mucca o di qualsiasi altro animale?”

Da un macellaio!” rispose lui automaticamente.

Wow! Bell’idea! Come ti è venuto in mente? L’hai già fatto?”

Non so…mi sembra, ma non ne sono sicuro.”

Lei a quel punto scattò in piedi e allegramente disse:

Allora io esco. Vado e torno. Hai bisogno di qualcos’altro?”

Magari dei vestiti.” Disse facendole notare di essere ancora mezzo nudo.

Ah…si…certo…i vestiti…” balbettò lei arrossendo.

Bene, mentre io sono fuori tu riposati un po’. Prometto di tornare subito. Tu riposati e mi raccomando niente passeggiatine! Sono stanca di trovarti steso per terra e di doverti riportare a letto! Sai, non sei un peso piuma!” disse facendogli l’occhiolino.

Promesso!” rispose lui.

Pochi istanti dopo sentì chiudersi la porta.


Nel frattempo Spike, Connor e Illyria erano impegnati nella ricerca di un nuovo stabile dove aprire l’ufficio. Avevano bisogno di un posto che avesse anche degli appartamenti dove abitare e senza finestre troppo grandi e naturalmente che costasse poco o meglio niente. Loro non avevano neanche un soldo per l’affitto.

Dopo ore di ricerche e di letture di inserzioni sul giornale erano ancora al punto di partenza.

Dove lo troviamo un posto del genere e per di più gratis!”osservò Connor.

Potremmo spaventare a morte qualche vecchietto e costringerci ad affittarci il locale gratis!”

Spike!”lo sgridò Illyria.

Ho detto potremmo!”

Useremo questo posto!” disse con fermezza la ragazza.

Questo posto è una fogna!”

Detesto ammetterlo, ma questa volta sono d’accordo con il moccioso!”

Qui abbiamo tutto quello che ci serve. Lo spazio per l’ufficio e le stanze in cui vivere. Sotto c’è un magazzino per Spike e sopra due appartamenti per noi!”

E per l’affitto?” chiese Connor.

Non ci dovrebbero essere problemi. Ho sentito che questo posto appartiene al comune da più di cinque anni e non riesce ad affittarlo. Dalle voci che ho sentito sembra che pur di liberarsene è disposto a regalarlo.” Fece il vampiro.

Dove sta la fregatura?”

Cosa vuol dire?”chiese illyria

In questo mondo non si fa qualcosa senza un tornaconto. Quindi se questo posto vale così poco sono sicuro che ci sarà un motivo!”

In effetti ci sono voci su uno spirito o una maledizione.” Disse Spike con noncuranza accendendosi una sigaretta.

Appunto!” fece Connor.

Non avrete paura di un fantasma?” chiese la ragazza.

No!” risposero in coro.

Piuttosto come facciamo per tutto il resto? Mobili, telefoni, pc…”

Sotto c’è tutto ciò che ci serve. Ho controllato!”

Quando?”

Mentre voi due facevate le prime donne, io ho ispezionato l’edificio!”

Bene. Allora non ci rimane che iniziare a dare una ripulita a questo posto!” fece Connor.

Io non faccio le pulizie. Sono un guerriero!” protestò Illyria.

Il punto è che non ci saranno battaglie senza clienti, e non ci saranno clienti senza ufficio. Quindi se vuoi della violenza dovrai aiutarci a pulire!”

Illyria sembrò convinta, anche se non entusiasta all’idea di fare la donna delle pulizie.

Be’ buon lavoro!” disse Spike avvicinandosi all’uscita.

Dove pensi di andare?” chiese Connor.

A farmi un giro. Le pulizie non sono il genere di cosa che fanno per me. Ma voi due ragazzi ve la caverete alla grande! Ci vediamo quando avete finito!”

Io non penso proprio!”disse la ragazza afferrando il vampiro per un braccio.

Tu credi seriamente che io prenderò ordini da una donna?”

Tu non te ne vai! Resterai qui e ci darai una mano.” ordinò Illyria.

E come pensi di fermarmi?”

Un paletto nel cuore?!- suggerì Connor- semplice ed efficace!”

Tu fatti gli affari tuoi!” lo zittì il vampiro.

Sai che non puoi battermi. Sono più forte di te. Quindi farai quello che ti ho detto.”

Altrimenti?”

Illyria con una mano scaraventò Spike dall’altra parte della stanza. Quello sembrò mettere fine alla discussione.

Ti adoro quando mi parli così rudemente!” bofonchiò il vampiro alzandosi.


SURPRISE


Elisabeth ci mise più del previsto nel fare i suoi giri perché si era voluta fermare in biblioteca.

Al suo rientro Liam stava ancora dormendo. Anche se le dispiaceva doveva svegliarlo, non aveva molto tempo perché doveva scappare a lavoro.

Ehi!” sussurrò lui.

Ciao! Mi dispiace svegliarti, ma sono un po’ di fretta. Scusa se ci ho messo così tanto a tornare ma mi sono fermata in alcuni posti prima di tornare. Ti ho portato la cena!” disse porgendogli un contenitore di plastica pieno di sangue.

Grazie!”rispose lui incapace di sentirsi imbarazzato per quella situazione.

Nel sentire il sapore del sangue che gli scendeva lungo la gola Liam si sentì avvolgere da una sensazione di calore e piacere. Sentì il fluido spandersi nel suo corpo e le energie tornare. Tutto il mondo intorno a lui sembrò sparire, non percepiva più Elisabeth che nell’altra stanza metteva a posto gli altri acquisti, non sentiva più il rumore del mondo, ne il dolore, ne la stanchezza. In poche attimi il barattolo fu vuoto e lui di nuovo sazio.

Va meglio?” chiese la ragazza appoggiata sullo stipite della porta.

Si…grazie!”

Ho messo gli altri contenitori in frigo, se più tardi vorrai mangiare ancora. I vestiti te li ho appoggiati lì, ai piedi del letto. Spero che vadano bene. Non conoscendo i tuoi gusti mi sono buttata sul classico, jeans e camicia neri.”

Vanno benissimo.”

Nella scelta ho esitato un attimo. Ero tentata da una camicia hawaiana…”

Non credo di essere il tipo!”

Già, l’avevo immaginato.”

Elisabeth andò nuovamente in soggiorno per prendere qualcosa e tornò poco dopo con un grosso volume e dei fogli.

Tieni! Prima sono passata in biblioteca e ti ho preso qualcosa da leggere.”

Cosa è? Un romanzo?”

No!- rispose la ragazza sorridendogli- Il volume parla di occultismo, demoni e di vampiri. Il resto lo stampato da internet. Così forse ci capiremmo qualcosa! Non possiamo continuare a basarci su film di terza categoria!”

Già…”

Oh! Sfogliando ho visto che avevi ragione; niente bare!”

L’avevo immaginato.”

Comunque tu leggi con calma. Io ora devo andare a lavoro, però non farò tardi! Tu evita di alzarti e se hai un qualsiasi problema chiama questo numero!- disse porgendogli un foglietto di carta – Ci vediamo dopo!”

E senza lasciargli il tempo di dire qualcosa scappò via. Liam rimasto solo si cambiò i vestiti e iniziò a leggere quei fogli.


Elisabeth passò l’intero turno in pensiero, chiedendosi cosa face e come stava il suo ospite.

Ehi Liz, ma che fai? Quello è sale! Non si mette il sale nel caffè!” disse la sua migliore amica, anche lei cameriera nel suo stesso locale.

Cosa?! Ah…oggi non ne combino una giusta!”

Ma cosa hai? Ti vedo così distratta!”

E’ che ho la testa da un'altra parte!”

Centra per caso la voce maschile che ho sentito venire dal tuo appartamento!”

In parte.”

Lui chi è? Lo conosco? Come l’hai conosciuto? Voglio sapere tutto!!”

Non c’è molto da dire. L’ho incontrato ieri sera nel vicolo sul retro, era ferito e l’ho portato a casa!”

E come mai a casa e non in ospedale?” chiese l’amica maliziosa.

Lui non ha voluto e piantala di farmi il terzo grado!”

Ok, però un’ultima cosa me la devi dire! È carino?”

Elisabeth pensò un po’ a cosa avrebbe dovuto dire, ma lei era la sua migliore amica non era capace di mentirle quindi rispose con sincerità:

Da morire. Vedessi: alto, atletico, occhi scuri, sguardo profondo…è un tipo misterioso!”

Hmm….Pericolo cotta!”

Non dire sciocchezze! Sei la solita esagerata!”

Sarà, ma non ti ho mai vista in questo stato!”

Sono solo preoccupata! Lui stava male. L’ultima volta che si è alzato dal letto è svenuto. Io non vorrei…”

Si, si ho capito!”

Comunque ammetto di sentirmi un po’ strana. Diversa…”

Va bene, ho capito… va a casa ti copro io!”

Davvero?” chiese Elisabeth con inaspettato sprizzo di gioia.

Si! Va via prima che cambi idea!”

Oh Maria, sei la migliore!” esclamò buttandole le braccia al collo.

Però voglio qualcosa in cambio!”

Sapevo che c’era la fregatura! Avanti spara!!”

Voglio che tu e l’uomo del mistero veniate a pranzo da me domani! Non puoi sottrarti!”

Mi hai incastrata! Non ti prometto niente, se lui starà meglio vedremo di venire!”

Non cercare scuse! Ora sparisci!”disse facendole occhiolino.

Prima di tornare a casa si fermò nel ufficio del capo. Bussò e entrando con passo deciso disse:

Io mi prendo un paio di giorni di vacanza!”

No!” rispose lui senza neanche alzare gli occhi da delle scartoffie.

La mia non era una domanda, ma un’affermazione! Io mi prendo un paio di giorni di vacanza e se non ti va bene puoi anche preparare la mia liquidazione. Mi hai costretto ha lavorare ieri anche se non era il mio turno. Non fai altro che appiopparmi i turni peggiori perché sai che non posso dirti di no, ma sappi che da oggi le cose sono cambiate. Non mi farò più trattare così, quindi se le mie ferie non ti stanno bene, licenziami. Sono sicura che non farò fatica a trovare un altro posto dove mi daranno di più dei quattro soldi che prendo qui!”

Poi, senza aspettare la risposta, andò via con il cuore che le batteva a cento all’ora. Questa volta Elisabeth si era fatta valere. Erano mesi che avrebbe voluto farlo e quella sera si era tolta un grande peso. Corse verso la macchina impaziente di tornare a casa come mai prima d’ora.


Quando aprì la porta di casa Elisabeth si trovò davanti alla più imprevedibile delle scene. Liam era in piedi in cucina e stava cucinando.

Ciao!- esclamò vedendola sulla porta- Come è andata a lavoro?”

Lei rimase immobile. Era come in catalessi, impietrita. Incapace di articolare anche una sola sillaba.

Cosa fai ancora sulla porta? Entra avanti. La cena sarà pronta a minuti!”

La cena…pronta?”

Volevo trovare un modo per sdebitarmi e visto che mi sentivo molto meglio ho cucinato per te!”

Elisabeth era letteralmente senza parole.

Perché continui a guardarmi così?”

Tu cucini?”chiese lei sbalordita.

Non ho dato fuoco alla casa quindi direi che me la cavo. Però non sono sicuro del risultato!” rispose lui sorridendole.

Non so cosa dire…mai nessuno aveva fatto per me una cosa del genere. Grazie!”

No, sono io che ti devo ringraziare! Sono io quello in debito. Negli ultimi tre giorni mi hai salvato la vita e ti sei occupata di me. Era il minimo che potessi fare. E poi non ci credo che nessun ragazzo abbia mai cucinato per te! Che razza di ragazzi frequenti?”

Nessun razza.- rispose lei iniziandosi a riprendere.- semplicemente non esco. Non ne ho il tempo! L’amore e le relazioni richiedono l’investimento di tempo ed energie e io non posso…”

Non ci credo. Non puoi pensarla così. Una dolce e sensibile come te non può avere una visione così dura dell’amore.”

Non so… forse dipende dal fatto che non mi sono mai innamorata prima!”

Quindi nessuno aveva mai…”

No…Pensa potrei anche sposarti per questo!”esclamò scherzosamente.

Per così poco? – rispose lui sorridendo- Ed io che volevo mettere da parte dei risparmi per comprarti l’anello!”

Be’ quello lo voglio lo stesso! Una fedina d’ora bianco con un piccolo diamante. Niente di troppo vistoso, ma semplice, essenziale e sincera!”

Vedi che avevo ragione! Sei molto romantica! E mi sembri particolarmente felice, sei quasi radiosa!”

Elisabeth arrossì. Non era abituata a ricevere complimenti dai ragazzi.

Avanti vieni a tavola è pronto!”

Agli ordini!-disse un attimo, poi però realizzò la situazione- Ma io non ti avevo detto di restartene a letto?”

Si, ma io sono un ribelle!- poi riempiendole il piatto continuò- Ce ne hai messo di tempo per accorgertene!”

Ero sotto shock! Che odorino! Deve essere delizioso.”

Dai assaggia prima di esprimere pareri!”

E’ buonissimo! Sei veramente un cuoco eccezionale!”disse mangiando con gusto.

Grazie, ma non esagerare! Prima non mi hai risposto, come ti è andata oggi?”

Benissimo, anche se non ho fatto che combinare casini!”

E questo non è un male?”

Si, ma non importa! Oggi ho fatto una cosa a dir poco sorprendente!”

Dai, non tenermi in ansia! La suspance mi uccide!”

Dopo il mio turno sono andata nell’ufficio del capo! Sai è uno di quei tipi tutti d’un pezzo che vivono per il lavoro e tirano a risparmiare ogni centesimo. Vedessi gli stipendi da fame che ci da…di solito lui approfitta della mia disponibilità e mi fa fare i lavori peggiori e i turni che nessuno vuole. Ma oggi sono andata da lui e gli ho detto che volevo due giorni di vacanza. All’inizio neanche mi ascoltava, ma poi mi sono fatta valere, gli ho detto che se non gli stava bene poteva licenziarmi e che non avrei avuto difficoltà a trovare un posto migliore. E poi sono andata via, lasciandolo a bocca aperta!”

Mentre raccontava la sua serata gli occhi di Elisabeth brillavano di una luce nuova. Per la prima volta dopo tanto tempo era di nuovo felice. Non era più sola. Ora c’era Liam vicino a lei. Si sentiva come se lo conoscesse da una vita. Parlargli le veniva così naturale e poi si sentiva legata a lui in qualche modo.

Liam d’altra parte ascoltava divertito il racconto concitato della ragazza. Il suo volto risplendeva di gioia. Era bello starla a guardare. Gli trasmetteva un senso di pace e di serenità. Sentiva che erano collegati da un legame profondo.

Perché hai preso due giorni di ferie?”

Perché volevo restare a casa fino a quando tu non fossi completamente guarito. Evidentemente non era necessario…”

No…ha me fa piacere. Mi sono sentito un po’ solo in casa mentre tu non c’eri!”

E come hai passato il tempo?”

Ho letto quello che mi hai portato!”

Trovato qualcosa di interessante?”

Si, più di quanto mi aspettassi!”


THE DEMON INSIDE YOU


Elisabeth e Liam dopo aver lavato e messo a posto i piatti andarono a sedersi sul divano per continuare la loro conversazione.

Insomma cosa hai scoperto?”

Ho scoperto come si uccide un vampiro.”

Forse dovrei prendere appunti…non si sa mai”disse lei ridendo.

Mi devo preoccupare?”

Diciamo che finchè cucini per me sei al sicuro!”

Comunque…ci sono diversi modi per uccidere un vampiro: un paletto di legno nel cuore,la decapitazione, il fuoco, la luce del sole…”

WOW! Allora questa mattina c’è mancato veramente poco!”

Già! Sarei finito in cenere!”

E sarebbe uno spreco visto la carenza di bei ragazzi!” si lasciò sfuggire la ragazza.

Liam da vero gentiluomo fece finta di non sentire.

Hai detto qualcosa?”

No, io non ho detto niente. Va avanti!”disse lei diventando paonazza.

Tutto ciò che è santo o benedetto, come Bibbie, acqua santa, crocefissi, può farmi male!”

Male come?”

Non lo so qui non lo specifica! Ho cercato qualcosa per verificare, ma non ho trovato niente e non ho voluto frugare troppo fra le tue cose.”

Elisabeth allora si alzò andò in camera e prese una collana con una croce.

Liam allungò la mano per prenderla, ma non appena il metallo sfiorò la sua pelle si sentì bruciare e lasciò che l’oggetto cadesse a terra. Nonostante il contatto fosse durato solo pochi secondi Liam aveva nella mano una scottatura a forma di croce.

Tutto ok?” chiese Elisabeth allarmata

Si, non ti preoccupare non è niente!”

Ma non convinta dalle rassicurazioni del ragazzo andò in cucina e misi un po’ di ghiaccio un tovagliolo e poi lo avvolse intorno alla mano del vampiro.

Ora sappiamo come può farmi male!”

Brucia molto!”

No!”rispose dolcemente Liam sorprendendosi sempre di più per la premura che la ragazza gli riservava.

Hai scoperto altro?”

Di solito i vampiri si nutrono di sangue umano, ma possono nutrirsi anche di quello animale. Quando cacciano si mescolano con la gente comune e solo nel momento dell’uccisione mostrano la loro vera faccia. ”

Che suppongo sia quella che ho visto questa mattina…”

Liam annuì.

Puoi mutarla quando vuoi?”

Per tutta risposta il vampiro glielo mostrò. Questa volta però lei non si spaventò e i suoi occhi continuarono a guardarlo con la consueta dolcezza.

Ti fa male quando lo fai?”

No!-rispose con un mezzo sorriso.- Poi ho scoperto che non ho l’immagine riflessa!”

Cosa?!”

Dai prendi uno specchietto e controlla!”sembrava quasi divertito.

Lei prese il suo specchietto dalla borsa e lo punto verso Liam. Era vero lui non veniva riflesso. Allora provò accostando la sua faccia a quella di lui. Ancora una volta l’unica persona nello specchio era lei.

Liam però nel sentirla così vicino si sentì molto strano. Era come agitato, ma no come se dovesse avvenire qualcosa di brutto. Sentì crescere dentro il desiderio di accarezzarla, di stringerla a se senza sapere bene il perché. Aveva già capito di essere attratto da lei, ma quello che provava adesso non era semplice attrazione fisica. Era qualcosa di più ne era sicuro.

Quando Elisabeth tornò al suo posto l’incantesimo si ruppe.

Senti, ma è vera quella storia dei pipistrelli? Che ti puoi trasformare!”

No, è solo un’invenzione cinematografica!”

Uffa!”sbuffò Elisabeth.

Ancora non ti ho detto la cosa interessante! Ho scoperto come si genera un vampiro. Sei sicura di volere che prosegua?”

Ti ascolto!”

Il vampiro che vuole generane un altro deve bere dalla sua vittima fino a che il cuore non rallenta. Poi la persona morsa deve a sua volta bere dal suo sire, cioè dal vampiro che lo ha morso. Dopo di che l’essere umano che è in lui muore e dopo il tramonto la persona risorge.”

Sono tra il sorpreso, l’affacinato e l’inorridito!”

Aspetta, non ho finito. Mentre leggevo ho avuto come un flash e ho ricordato qualcosa. Ho ricordato il momento in cui sono stato vampirizzato. È successo molto tempo fa a giudicare dal mio ricordo…era notte e mi trovavo in un vicolo. Ad un tratto alzo lo sguardo e vedo una donna, una donna bellissima: piccola, esile, con i capelli color dell’oro e la pelle bianca e liscia come la porcellana. Mi sentii subito molto attratto da lei. Mi sedusse promettendomi un nuovo mondo e…”

Ricordi cosa hai provato?”

Quando mi morse sentì che era gelida come il ghiaccio. Lentamente sentii la vita scorrere via da me. Divenni sempre più debole tanto da non avere più la forza di stare in piedi ne sarei riuscito a parlare, ma lei mi teneva stretto impedendomi di cadere. Il mio cuore rallentò. Quando credetti di stare per morire lei ritrasse i denti e un dolore lancinante invase il mio corpo. Caddi in ginocchio. Lei allora si fece un taglio sopra il seno e mi fece bere.

Un nuovo piacere invase il mio corpo, qualcosa che prima non avevo mai provato. Più profondo, più primordiale di qualsiasi sentimento umano. Poi lei se ne andò e mi lasciò li in quel vicolo a morire.

La notte seguente quando mi risveglia capì di trovarmi in una bara. Per uscire dovetti prendere a pugni il coperchio fino a farmi sanguinare le mani e scavare la terra per raggiungere la superficie. Quando di nuovo misi piede sulla terra era rinato come vampiro. Lei era già lì ad attendermi.

Il mondo mi sembrò un luogo nuovo, come se fosse completamente cambiato. Ma ero io ad essere mutato. Ora vedevo la notte con altri occhi perché ero diventato una sua creatura. I miei sensi erano molto più sensibili. Mi sembrava di non aver mai visto tanto chiaramente. Riuscivo a sentire ogni abitante del villaggio nelle proprie case, sentivo i loro cuori.”

Il vampiro si bloccò.

Va avanti, non ti fermare!”


Elisabeth era completamente rapita dal racconto di Liam. Sapeva che probabilmente doveva essere inorridita o peggio, ma invece non lo era. Aveva ascoltato con estrema attenzione ogni parola, rimanendo incantata dal suono della voce del vampiro, così suadente, così profonda. Avrebbe potuto, e forse anche voluto, restare ad ascoltarlo per sempre.

Liam guardava la ragazza che gli stava di fronte, mentre lo fissava dritto negli occhi. Temeva che quel racconto l’avrebbe turbata o forse aveva paura che l’avrebbe allontanata da lui, ma invece lei era ancora lì a fissarlo con il più dolce dei suoi sguardi. Quando lo guardava così sentiva il suo freddo cuore da vampiro riscaldarsi. In quell’ attimo sentì che con lei poteva parlare di tutto, senza nessuna remora. Avrebbe potuto e voluto restare lì con lei tutta la notte.


Non ricordo più niente! Dopo c’è di nuovo buio!”

Elisabeth sembrava quasi dispiaciuta.

Si è fatto tardi. Forse dovremmo andare a dormire”

Liam colse un pizzico di tristezza in quella frase che lui infondo condivideva.

Si hai ragione!” disse il vampiro provando ad alzarsi. Ma la ferita tornò a farsi sentire.

Fai attenzione, non sei ancora guarito!” disse lui aiutandolo a tornare in camera.

Ti auguro la buonanotte! Riposa e vedrai che domani ti sentirai ancora meglio!”

Lo farò! Però riposa anche tu. Per colpa mia ha perso molte ore di sonno!”

Non preoccuparti. Preparo il divano e vado a ninna!”

Sei sicura di voler star sul divano? Infondo questo è il tuo letto. Dormirò io sul divano!”

No, tu sei ferito e stai sul letto. Quando sarai guarito ne riparleremo!”

Buonanotte Liam !”

Sogni d’oro Elisabeth!”


BUFFY


Connor, Spike e Illyria avevano lavorato sodo tutto il giorno, ma finalmente quel posto cominciava ad assomigliare ad un ufficio. Gran parte dei mobili l’avevano presi nel magazzino al piano di sotto, quel posto era pieno di roba interessante.

Io esco un attimo!”disse il vampiro infilandosi la giacca.

Spike!” lo blocco Illyria.

Un attimo e torno. Sono sicuro che non morirete se mi assento per qualche minuto!”

Cosa devi fare di così urgente?”

Non sono fatti tuoi ragazzino!”

Fa alla svelta! C’è ancora molto da fare!” lo avvertì Connor, ma Spike era già sparito.


Buffy si trovava ancora in Italia. Aveva finalmente trovato un posto tranquillo, dove vivere in pace, dove non era più la cacciatrice, l’unica, la sola, la prescelta. Ora c’erano le altre. Lei il suo dovere l’aveva già compiuto. Purtroppo la lontananza le aveva fatto perdere i contatti con la sua scooby-gang. Ormai erano mesi che non sentiva Giles, Willow o Xander. Di tanto in tanto si telefonavano, ma non era più come prima, non era la stessa cosa perché adesso non erano più una squadra, ognuno era andato per la sua strada.

Quel giorno però fu diverso. Down cacciò fuori di casa la sorella dicendole che delle sue amiche dovevano venire per studiare e che non la voleva tra i piedi, così l’aveva spedita a fare shopping con l’ordine perentorio di non fare ritorno prima di due ore. Buffy era rimasta un po’ stupita dal comportamento della sorella, ma infondo la capiva era un’adolescente e aveva bisogno dei suoi spazi. Stare in casa con delle amiche, sotto lo sguardo della sorella maggiore non avrebbe giovato alla sua vita sociale. Buffy la capiva, non era passato molto da quando lei faceva la stessa cosa a sua madre.

Ma quando tornò a casa qualcosa la insospettì. C’era una macchina sconosciuta parcheggiata davanti casa. Le luci dell’appartamento erano spente. Buffy presa dall’agitazione corse in casa. Ma non appena aprì la porta le luci si accesero e un coro le gridò

Buon compleanno!!”

Buffy rimase senza parole. Si era completamente dimenticata che era il suo compleanno. Down le aveva organizzato una festa e aveva invitato tutti i suoi vecchi amici. Erano tutti, di nuovo insieme per lei. Lacrime di gioia le solcarono le guance.

Dai Buffy non cominciare o finiamo la serata in un pianto generale!”le disse Willow con le lacrime agli occhi.

Ragazzi!Xan, Will…che bello vedervi! Giles…”disse abbracciando forte l’ex-osservatore.

Buon compleanno Buffy!”le disse dolcemente lui con l’affetto di un padre.

Ehi…ne voglio uno anch’io!”protestò Xander.

Strappando la ragazza da Giles.

Down, come hai fatto ad organizzare tutto senza che me ne accorgessi?”

E’ stato facile ho sfruttato i momenti in cui tu lavoravi e l’intervallo a scuola! Loro mi hanno dato una mano. Sono due nuove amiche: Gaia e Erika!”

Grazie anche a voi ragazze!”

E’ stato un piacere! Buon compleanno!”

Non so cosa dire…sono senza parole…”

Allora che ne dici di aprire i regali!”propose Xander.

Il mio l’hai appena visto!” fece Down

Ed è bellissimo! Grazie sorellina!” disse dandole un bacio sulla fronte.

Direi che soprattutto è economico!”

Ci fu una risata generale.

Ecco questo è il mio!” disse Giles dandole un piccolo pacchetto colorato.

Buffy scartò il regalo velocemente. La scatola conteneva un medaglione che dall’aspetto le sembrò essere molto antico.

Appartiene alla mia famiglia da tempo! E’ tradizione regalarlo alla propria figlia!”

E’ bellissimo…non ho parole…grazie!”esclamò la ragazza tornando a commuoversi e abbracciò nuovamente l’uomo.

Spero ti piaccia anche il nostro!”disse Willow porgendole un grosso librone avvolto da un nastro rosso.

Compiti?!”

Avanti non essere sciocca apri!”

Ok!”

Il libro era un album di fotografie di loro tre a liceo e dopo, fino alla distruzione di Sunnydale.

Sulla copertina c’era scritto Buffy Anne Summers.

Lo aprì e vide nella prima pagina una bellissima dedica.

<A Buffy, grazie per averci aiutato nei momenti bui, per averci sostenuto, per non averci mai abbandonato. Sei la migliore amica che esista. Ti vorremmo bene in eterno. Will e Xan>

Ragazzi siete i migliori!!!” urlò abbracciandoli forte.

Avanti ora c’è la torta!”disse Down.

Dopo avere mangiato e ballato per alcune ore le amiche di Down tornarono a casa e la scooby-gang restata sola si mise a sfogliare l’album che le avevano regalato.

Vi ricordate il primo giorno che ci siamo visti?” chiese Buffy.

Si certo!! Xan fece la figura dell’idiota andando a sbattere contro un palo con lo skate!”

Non fu colpa mia fu il palo a venirmi addosso!”

Tutti scoppiarono a ridere.

Io ricordo che quando vidi lei in biblioteca con quel librone sui vampiri mi spaventai a morte. Sembrava uscito da un film dell’orrore!”

Avanti Buffy adesso non esagerare!”

Io non esagero era terrorizzante!”

Ehi guardate qui!- disse Willow indicando una foto- guardate come eravamo!! Oh mio Dio, non posso credere di aver avuto quel taglio di capelli!”

Si, siamo cambiati molto tutti noi! E non solo fuori…” disse Giles con aria un po’ malinconica.

Già, io ad esempio avevo ancora tutti e due gli occhi!”

Xan!”lo sgridarono Buffy e Willow.

Cosa?! Io posso scherzare su questo e poi il look da pirata mi fa rimorchiare come mai prima!”

Sei sempre il solito!”

Continuarono a sfogliare l’album commentando ogni foto e tirando fuori vecchie storie divertenti. Erano circa a metà album quando Buffy vide la foto del ballo dell’ultimo ballo quello a cui era andata con Angel. Le tornarono in mente momenti tristi. Quella sera lei ed il suo grande amore si erano detti addio. Ricordava di essere stata malissimo, di aver avuto paura di non poter più amare. Ma infondo poi era andata avanti.

Erano passati alcuni anni dall’ultima volta che aveva visto Angel. Se non ricordava male era stato a Sunnydale, quando le aveva dato il medaglione che aveva ucciso Spike. Buffy si era voluta lasciare alle spalle tutto; la sua missione, la sua vecchia vita e iniziarne una nuova, una normale. Anche se alla fine non aveva cambiato poi tanto.

Ehi Buffy come va con il tuo ragazzo?”

Be’ più che ragazzo si trattava di un demone…ma comunque è finita, lui rimaneva un demone ed io…”

La cacciatrice.” Concluse Xander.

Qualcuno ha avuto sue notizie di recente?” chiese Buffy indicando l’immagine del vampiro sulla foto.

L’ultima cosa che ho saputo dopo la morte di Cordelia e che aveva in mente qualcosa di grosso. Ma non so bene cosa. Mi ha chiamato qualche settimana fa chiedendomi di trovargli dei vecchi incantesimi. Da allora non ho più avuto sue notizie!”


Angel se n’era andato da Sunnydale perché lei potesse avere una vita normale, ma Buffy sembrava aver rinunciato a quell’idea. Dopo di lui infatti c’era stato Spike e poi l’altro demone.

I suoi pensieri furono interrotti dal suono del telefono.

Pronto?”disse alzando la cornetta.

Buffy sono io. Spike!”

Qual è il problema?”

Cosa ti fa pensare che ci sia un problema? Potrebbe essere una telefonata di cortesia!”

Tu? Con quel tono? Avanti parla!”

Cos’è quella confusione?”

Giles e gli altri mi hanno fatto una sorpresa per il mio compleanno!”

Già…oggi è…forse dovrei richiamare in un altro momento!”

No, se hai da dire qualcosa dilla!”

Non voglio rovinarti la festa…”

Avanti Spike di che si tratta? Se mi hai chiamato deve essere grave!”

Si tratta di Angel….”

Il cuore di Buffy si fermò. All’improvviso capì cosa il vampiro stava per dirle. Le uniche parole che non avrebbe mai voluto sentire.

Continua.”disse con voce tremante

Buffy, lui è morto…pensavo che avresti voluto saperlo.”

Spike sentì che la ragazza all’altro capo della cornetta stava piangendo. Sapeva di darle un grosso dolore, ma non voleva che lo venisse a sapere da qualcun altro.

Come è successo” chiese con un filo di voce.

C’è stata una battaglia…c’era un’orda gigantesca di demoni…lui…”

Basta così!! Ho capito! Grazie per aver chiamato.”

Buffy mi dispiace…”iniziò lui,ma la ragazza aveva già riattaccato.


LOST


Buffy tornò dagli altri sconvolta. Aveva lo sguardo perso nel vuoto. Era visibilmente sottoshock.

Nel vederla in quello stato tutti si preoccuparono. Giles la fece sedere e le diede un bicchiere d’acqua perché si riprendesse. Quando le sembrò un po’ più calma le chiese:

Allora Buffy cosa è successo? Chi era al telefono?”

Angel…”sussurrò lei.

Come hai vecchi tempi. Un suo intervento e la tua vita crolla. Sono stupito di vedere che riesce a far danni anche a distanza.” Disse Xander.

A lui il vampiro non era mai piaciuto e non aveva mai visto di buon occhio la sua relazione con la cacciatrice. Quando aveva deciso di andarsene si era sentito sollevato, anche se sapeva che qualche chilometro di distanza non avrebbe cambiato molto in realtà.

Xander!”lo zittì Giles.

Allora Buffy cosa ti ha detto Angel?”

La ragazza alzò lo sguardo con le lacrime che le solcavano il volto e con un filo di voce disse:

Lui è…lui..è morto!” e scoppiò in un pianto disperato.

Giles accompagnò Buffy in camera. Lei aveva bisogno di un po’ di tranquillità. Aveva avuto già abbastanza emozione per oggi.

Lei se ne stava sul letto senza dormire. Fissando nel buoi il soffitto della stanza. D’un tratto si alzò aprendo il cassetto del suo armadio. In fondo a questo sotto alcuni vestiti Buffy teneva un grande tesoro, custodito dentro un cofanetto di legno.

Si mise a sedere sul letto e aprì il prezioso contenitore. Questo conteneva due oggetti molto importanti, due vecchi regali di compleanno, gli unici che gli aveva fatto Angel; l’anello Claddagh e il libro di poesie. Era passato molto tempo da quando li aveva ricevuti, ma ricordava ancora perfettamente ogni istante.

L’anello era stato il dono per il suo sedicesimo compleanno. Era stata la notte in cui credeva di averlo perso, perso per sempre. Quella sera alla banchina del porto per evitare un nuovo pericolo i due si stavano dicendo addio. Anche allora era il giorno del suo compleanno e prima di salutarsi Angel le consegnò il suo regalo. Le giurò che sarebbe tornato sempre da lei, che niente lo poteva tenere lontano. Più tardi quella stessa notte avevano fatto l’amore per la prima volta. Buffy ricordava esattamente ogni tocco, ogni bacio, ogni sensazione provata. Mai in vita sua si era sentita così insieme ad un uomo. Mai. Il prezzo da pagare però per quell’attimo di felicità fu immenso. Angel perse la sua anima e Buffy il suo amore.

L’anno seguente, dopo aver affrontato mille avversità, Angel le donò il librò. All’interno c’era una scritta <ALWAYS>, per sempre. Perché così avrebbe dovuto essere il loro amore, eterno. Buffy ci aveva creduto tanto, fino in fondo.

Da allora molto era cambiato. La sua vita era diversa, lei era diversa. C’erano stati altri ragazzi. C’era stato Spike. Quando quella notte Angel andò a Sunnydale capì che lei stava con lui e lesse nei suoi occhi un grande dolore. Sapeva di averlo deluso. Andandosene via Angel le aveva dato l’opportunità di costruirsi una vita normale, e capire che lei stava con Spike doveva essere stato per lui come un doppio tradimento.

Dopo la distruzione di Sunnydale Buffy aveva anche pensato di trasferirsi a L.A., per capire se avrebbero potuto avere una seconda occasione ora che era cresciuti, ma in cuor suo sapeva. Sentiva nel profondo del cuore che avevano perso la loro occasione, che ormai il loro momento era passato. Però il loro amore era ancora presente, lei lo sentiva dentro, ma non era più come allora. Non era più quella passione travolgente, quel sentimento straziante che le lacerava il cuore. Era diventato una parte di lei. Era quel qualcosa che le riscaldava il cuore, che la spingeva a rialzarsi quando la vita la schiacciava a terra. L’amore per Angel si era trasformato in amore per la vita stessa. E adesso che lui non c’era lei come avrebbe fatto?

Adesso Buffy stava seduta in una camera buia, con un vecchio dolore che le straziava il cuore.


NEARBY TO ME


Liam si svegliò molto presto quella mattina. Il suo sonno era stato turbato da strani sogni.

Andò in cucina per fare colazione. Elisabeth stava ancora dormendo sul divano. Era veramente bellissima con le guance arrossate. Una ciocca di capelli le finì davanti al volto. Con dolcezza Liam le si avvicinò e la spostò. Elisabeth si mosse.

Liam allora ritrasse immediatamente la mano. Non voleva svegliarla.

Andò in cucina e dopo aver bevuto del sangue si mise di nuovo ai fornelli per prepararle la colazione. La sera prima lei era stata entusiasta di quel gesto e lui avrebbe fatto qualsiasi cosa per renderla di nuovo felice. Gli piaceva vederla ridere.

Quando ebbe finito tornò in salotto per controllare se la ragazza si fosse svegliata, ma Elisabeth stava ancora dormendo. Il suo volto però era rigato dalle lacrime.

Perché fai così?” disse lei nel sonno. Poi balzò di scatto a sedere evidentemente molto turbata.

Liam le si avvicinò immediatamente per rassicurarla e la strinse forte a se, ma la ragazza non riusciva a smettere di piangere. Lui allora molto dolcemente cominciò ad accarezzarle la testa sussurrandole:

Va tutto bene. Era solo un brutto sogno, adesso ci sono io!”

Restarono abbracciati per qualche minuto, finchè Elisabeth non si calmò.

Va meglio?”chiese lui sentendo che non piangeva più.

Si…”rispose lei tra i singhiozzi e allentandosi dalle sue braccia.

Capendo che non era il caso di approfondire l’accaduto in quel momento Liam, cercò di sdrammatizzare.

Ti ho preparato la colazione!”

Grazie!” rispose sommessamente

Avanti fatti una doccia e lavati questa brutta sensazione di dosso. Vedrai che poi starai meglio!”

Elisabeth ascoltò il consiglio del vampiro e andò in bagno a lavarsi. Mentre l’acqua le scivolava lungo il corpo pensò alla sensazione che aveva provato nel sentirsi stringere a lui. Si era sentita al sicuro, come mai prima in vita sua e in pace. Guardandosi allo specchio, mentre si rivestiva Elisabeth si disse:

Non puoi e non devi innamorarti di lui! È carino e molto dolce, ma rimane sempre un vampiro. Se loro lo scoprissero…”

Ma sapeva che certe cose non si potevano controllare. <Al cuor non si comanda>diceva sempre sua nonna e il suo in quel momento le stava gridando di voler tornare tra le braccia di Liam. Nonostante le sue paure e le sue contrarietà Elisabeth si stava innamorando di lui e sapeva che questo non avrebbe portato a niente di buono. Loro non avrebbero capito…

Liam nel frattempo se ne stava seduto sul divano chiedendosi cosa avesse potuto turbare Elisabeth così profondamente. Non le piaceva vederla piangere, era una cosa che lo disturbava, lo disturbava nel profondo. Lei che era sempre così solare e gaia. Mentre la stringeva a se’, l’aveva sentita tremare e questo aveva risvegliato in lui un forte istinto di proteggerla. Anche se non la conosceva da molto si sentiva già molto legato a lei, forse più legato di quanto non voleva ammettere a se stesso.

Hmm…che profumino!” disse Elisabeth entrando nella stanza.

Sembrava che non fosse successo niente. Era la stessa ragazza di sempre.

Allora?! Cosa c’è di buono?” chiese rivolgendogli il solito splendido sorriso.

Niente di speciale, solo uova e toast!”

Stai attento con tutte queste premure o finirò per abituarmi!” disse cominciando a mangiare.

Io lo faccio volentieri. Mi piace fare poter qualcosa per te!”

Oggi come ti senti!”

Molto meglio!! Le ferite sono ormai quasi completamente rimarginate. Ancora qualche giorno e tornerò al 100%”

Wow! Guarisci veramente alla svelta!”

Un altro vanteggio dell’essere un vampiro, suppongo!”

Come hai dormito?”

Benissimo anche se ho fatto strani sogni!”

Ricordato qualcosa?”

Liam scosse la testa.

Avevo in mente di andare in biblioteca per cercare altre notizie.”continuò il ragazzo.

Ok, se vuoi possiamo andare dopo colazione!”

Non sei obbligata a venire!”

Oh…ok..scusa. io non voleva essere invadente!” disse lei rattristandosi

No, non è per quello…io non volevo dire che…E’ solo che non vorrei che tu sprechi le tue vacanze con me”

Ma io lo faccio volentieri! Mi piace rendermi utile.”

Non ti ringrazierò mai abbastanza per quello che stai facendo per me! Sei un angelo!!”

Lei arrossì.

Allora quando vuoi andare?”

Be’ non prima del tramonto, sai sole…vampiro…”

Giusto! Cosa vuoi fare fino ad allora?”

Ti andrebbe di parlare un po’ con me?”

Certo!!”

Passarono in soggiorno e si misero a sedere sul divano rimanendo a guardarsi in un silenzio imbrazzato.

Allora volevi parlare…”cercò di iniziare lei.

Già…”

Di cosa?”

Di te! Negli ultimi giorni non abbiamo fatto che pensare e concentrarci su di me e suoi miei problemi. Ora voglio sapere qualcosa di te.”

Non c’è molto da dire! Sono una ragazza normale con una vita normalmente noiosa.”

Normale non è esattamente la parola che userei per descriverti.”

E come mi descriveresti?”

Buona, generosa, altruista, vivace, gaia, umile, piena di amore per la vita…e naturalmente bellissima…” Liam si fermò di colpo. Incantato dal suo sguardo angelico non si era conto di quello che stava dicendo. Elisabeth davanti alla sua confessione era diventata paonazza e lo guardava un po’ incredula con quegli occhi così profondi da penetrargli fin dentro il cuore.

Io non sono così…tu esageri. Credo che tu ti sia fatto un’idea sbagliata!”

Perché?”

Intanto ho tantissimi difetti!”

Io non li ho notati. Fammi qualche esempio?”

Sono goffa, maldestra, distratta, caotica, e non sono tanto sensibile come sembro!”

Io non li definirei difetti, queste sono piccole qualità che contribuiscono a renderti così adorabilmente perfetta!” ecco lo aveva fatto di nuovo.

Io non sono perfetta…se mi conoscessi bene lo sapresti. Prova a chiedere ai miei amici, te lo confermeranno!”

Ma io ti conosco…cioè magari non so, dove sei nata o quale è il tuo colore preferito. Non ho la più pallida idea di cosa ti abbia portato qui, ma conosco il tuo cuore. So come sei dentro e riesco a leggere il tuo sguardo.”

Elisabeth era sempre più imbarazzata, ma anche lusingata. Nessun uomo le aveva mai parlato così. E forse quelle parole le sembravano tanto belle proprio perché era lui a dirgliele.

Accorgendosi del suo imbarazzo Liam cambiò argomento.

Allora raccontami qualcosa di te?”

Cosa vuoi sapere?”

Dimmi delle tue imperfezioni!”disse lui facendola arrossire di nuovo.

Quando era imbarazzata era anche più bella. Le guance le diventavano rosa acceso e tutto il volto le si coloriva facendole risaltare il verde degli occhi.

Smettila o finirò per morire dall’imbarazzo!”lo ammonì scherzosamente lei.

Dimmi di te, della tua famiglia. Voglio sapere tutto da dove sei nata a come sei finita qui. Voglio conoscere i tuoi gusti: non so roba del tipo colore preferito ecc.!”

Il mio colore preferito è l’argento, adoro le cose che brillano, ma non sui vestiti. Quindi niente roba con strass o simili. Mi piace la cultura, l’arte in modo particolare. Sono allergica ai crostacei! Mi sembra sia tutto!”

Wow! Però hai evitato la prima domanda non mi hai detto niente di preciso su chi sei o sulla tua famiglia!”

Be’… non è un buon argomento! Mia madre è morta qualche hanno fa ed è praticamente da allora che non ho più nessun contatto con mio padre o con qualcuno della mia famiglia!” il suo sguardo era diventato triste.

Liam capì di aver toccato un tasto dolente.

Non volevo rattristarti! Scusami!”

Non importa!”

Vorrei conoscerti meglio. Vorrei sapere tutto di te! Però non avrei dovuto insistere…”

E’ tutto a posto! E tu sei dolce ad interessarti, ma credimi se ti dico che la mia vita e qualcosa in cui non vorresti essere coinvolto!”

E’ qui che ti sbagli! Io sono già coinvolto. Vorrei poterti aiutare come tu hai fatto con me!”

Cosa ti fa pensare che abbia bisogno di aiuto?”

Prima nel sonno ti ho vista piangere!”

Oh…”

Non devi parlarmene, se non vuoi lo farai quando sarai pronta. Quando ti fiderai!”Liam mise le sue mani su quelle di Elisabeth.

Il cuore della ragazza sobbalzò.

Va bene! Cercherò di farti un riassunto così ti farai un’idea generale! Prima però mi dici l’ora?”

Sono le 12. Perché!”

O mio Dio è tardissimo! Eppure mi sono svegliata da poco!”

Si, ma ti sei alzata tardi!”

Dobbiamo andare o promesso alla mia migliore amica che saremmo andati a pranzo da lei. Ieri me l’ha estorto in cambio di un favore. È molto curiosa e non vede l’ora di conoscerti!!”

Oh…” Liam non sembrava molto entusiasta a quell’idea.

Però se non vuoi le telefono e…”

No, no va bene…è solo che mi chiedevo come fare ad andare da lei. Fuori è pieno giorno ed io sono un vampiro!”

Si, lo so. Ma la mia amica abita alla porta accanto!”

Poi senza dargli la possibilità di controbattere lo afferrò per la mano e lo trascinò fuori. Bussò alla porta e pochi secondi dopo una bella ragazza dallo sguardo vivace aprì.

Liam ti presento la mia migliore amica, Maria. Maria lui è il mio nuovo amico, Liam!”

Piacere di conoscerti!” disse lei facendogli una radiografia da capo a piedi.

Piacere mio!”

Avanti non restate sulla porta accomodatevi!”

Liam da vero cavaliere fece entrare prima Elisabeth.

Maria guardò l’amica e con il movimento delle labbra disse

Wow!!”

Accomodatevi!! Il pranzo è quasi pronto!!”


FRIENDS


Allora Liam, finalmente ti conosciamo!!! Sei tu il nuovo e misterioso ragazzo di Liz!”

Maria!!”la sgridò Elisabeth.

No, siamo solo amici!”

Però hai dormito con lei!”insistette la ragazza.

Liam non sapeva come rispondere.

Non ha dormito con me, ma da me!! E’ ben diverso.”

E come mai tanta ospitalità?”

Ti ho già spiegato come ci siamo conosciuti!”

Ero ferito- intervenne il ragazzo- e lei mi ha soccorso. Mi ha dato ospitalità e mi ha fatto dormire nel suo letto. È stata veramente impagabile. Un angelo.”

Si, questo è da lei!”

Maria piantala!”

Non ti innervosire Lizzie stavo solo cercando di fare conoscenza!”

So cosa stavi facendo!-disse fulminandola con lo sguardo- scusala non è cattiva!”

Non ti preoccupare!! Io la trovo simpatica.”

Hai visto! Lui ha colto subito la mia essenza, tu invece non mi capisci!”disse lei fingendosi offesa.

Avanti smettila di fare la prima donna! Sai che ti voglio bene!”

Comunque…pensavo…siete sicuri di essere solo amici? Perché tu mi sembri un bravo ragazzo e lei è una persona splendida! Sono sicura che sareste una coppia perfetta!”

La vuoi piantare!”la sgridò Elisabeth.

L’altra per tutta risposta si alzò e si diresse in cucina dicendo:

Vado a controllare il pranzo!”

Liam e la ragazza rimasero soli.

E’ un po’ matta, ma in fondo è molto dolce. La migliore amica che potrei desiderare!”

L’avevo intuito. Si vede che vi volete molto bene!”

Si!! Ci conosciamo fin da quando eravamo piccole. Più che amiche siamo come sorelle!”

Era ora!! Finalmente cominci a dirmi qualcosa di te!”

Lei rispose con un sorriso imbarazzato.

Senti Liz, non è che potresti venire a darmi una mano?” la chiamò Maria dalla cucina.

Si arrivo!”


Una volta in cucina Elisabeth si rese conto che non c’era affatto bisogno del suo aiuto e che quella era l’ennesima trappola di Maria che evidentemente moriva dalla voglia di spettegolare.

Dai avanti dimmi tutto!” fece la ragazza tutta eccitata.

Tutto cosa?”

Tutto!! Cosa è successo, chi è…tutto!”

Era nei guai e io l’ho aiutato!”

Lizzie guarda che parli con me. Mi riconosci? Sono Maria la tua migliore amica, la persona per cui non hai segreti…ti conosco da quando camminavi a gattoni e non ti ho mai visto invitare uno sconosciuto a dormire a casa tua. Un uomo!! Sento che c’è qualcosa! Lo percepisco, quindi sputa il rospo!”

Non so spiegarti come mai l’ho fatto. So solo che non me la sono sentita di lasciarlo lì…non ho potuto fare a meno di aiutarlo! Diciamo che una vocina dentro mi ha detto che era la cosa giusta da fare!”

Però le persone ferite si portano all’ospedale non nel proprio letto!”

Si, ma lui non voleva e io mi sono fidata! È una cosa tanto brutta?”

Non lo so dimmelo tu? Sai mi sembri diversa!”

Effettivamente mi sento un po’ strana! Però in senso positivo!”

Lui ti piace?”

Cosa?”

Dai che hai capito! Voglio dire ti senti attratta da lui non è vero?”

No…be’ forse un po’! E’ un bel ragazzo, però questo non significa niente!”

Non è che ti stai prendendo una cotta?”

Non dire scemenze! Lo conosco appena!”

Non si sa mai. Sai il famoso colpo di fulmine…”

Io non sono innamorata…lui è solo un caro amico.”

Ma non avevi detto di conoscerlo appena? Allora come fa ad essere un <caro> amico?”

Elisabeth rimase ammutolita. Quando Maria faceva così era veramente fastidiosa. Però doveva ammettere che forse un po’ di ragione l’aveva. Non era da lei tenere un uomo sconosciuto in casa. Ed era strano il fatto che lo considerasse come un vecchio amico, quando infondo non lo conosceva. L’unica cosa che sapeva era che quando stava insieme a lui si sentiva bene. Nel profondo provava sensazioni strane, mai sperimentate.


Nel frattempo Liam che stava nell’altra stanza da solo, senza sapere esattamente come fosse possibile, riuscì a sentire tutta la conversazione che si era svolta in cucina.


Durante il pranzo Maria tempestò Liam con mille domande, facendosi raccontare nel dettaglio ogni istante della sua vita da quando aveva conosciuto Elisabeth. Per contraccambiare lei gli raccontò di come era da bambina Lizzie, del fatto che aveva l’abitudine di correre nuda per il suo giardino e altri aneddoti simpatici sui suoi ragazzi. Non contenta dell’imbarazzo causato all’amica accompagnò ogni racconto con delle divertentissime foto.

Elisabeth avrebbe voluto sprofondare dalla vergogna.

Poi però dato che doveva andare a lavorare li salutò.


SOMETHING OF YOU


Tornati a casa si misero di nuovo a sedere sul divano.

Non posso credere che ti abbia detto quelle cose!! La ucciderò per questo! E quelle foto…”disse Elisabeth nascondendo il viso in un cuscino.

Dai non è stato così terribile. Ora posso dire di conoscerti meglio!- disse lui ridendo- Chi l’avrebbe detto che sotto quell’aspetto d’angelo si nascondesse un piccolo diavolo!! Una vera nudista…”

Non infierire! Ero solo una bambina…e poi Maria ha esagerato!”

Ora non provare a cambiare le carte in tavola! Le foto non mentono. L’unica cosa di cui sono dispiaciuto è che non ci fossero foto delle tue corse da nudista!”

Elisabeth tolse il cuscino dalla faccia e lo tirò a Liam.

Aih!”

Ti ho fatto male?” chiese lei credendo di aver colpito una delle ferite.

No, ma volevo vedere se ti preoccupavi!”

Cattivo!” lo brontolò lei mettendo il broncio.

Dai avanti…Non mettermi il broncio!”

Chissà che idea ti sarai fatto di me!”

Quella stessa che avevo stamattina. In più però ora so che nascondi una passione per il nudismo e che sei carina anche quando metti il broncio!”disse Liam avvicinandosi a lei.

Io…”comiciò Elisabeth, ma il vampiro le impedì di continuare appoggiandole un dito sulle labbra. Poi con la mano le accarezzò delicatamente la guancia. E infine la ritrasse.

Elisabeth rimase immobile. Il tocco di Liam l’aveva sconvolta. Il cuore le batteva all’impazzata e qualcosa dentro le si agitò. Sentì crescere un calore nel profondo, che le riscaldava l’anima. In quel l’attimo il restò del mondo svanì. Ogni rumore, ogni sensazione, ogni pensiero…l’unica cosa che riusciva a sentire era il tocco gentile e delicato di Liam. Quando quell’istante finì tornò alla realtà e il mondo le sembrò più freddo.

Rimasero in silenzio a fissarsi per qualche momento, godendosi a pieno l’intensità di quegli istanti. Poi Liam le chiese:

Ti va di riprendere il discorso di questa mattina?”

Si, certo!” in quel momento avrebbe accettato di fare qualsiasi cosa. Era come sotto l’effetto di un bellissimo incantesimo.

Ti ascolto!”

E’ un po’ complicato…cercherò di farti un riassunto, molto breve e molto semplificato! Se ricordi ti avevo già accennato qualcosa. Io sono nata in Messico vicino ad un piccolo paese, Sierra del Sol. La mia gente ha sempre preferito vivere un po’ isolata, per via delle nostre origini e così abbiamo finito per costruirci un villaggio a parte. Le mia famiglia e gli altri del villaggio sono molto attaccati alla nostra cultura: danno molto peso ai vecchi miti e alle leggende e applica con scrupolo le nostre leggi. Mio padre attualmente è il capo del nostro clan e aveva delle aspettative precise su di me. secondo lui dovevo dare il buon esempio. Solo che io ero in disaccordo su alcuni aspetti della tradizione. Questo ci ha portato ad avere dei forti scontri e infine dopo l’ennesimo litigio qualche mese fa ho deciso di andare via.”

Quale era la ragione del disaccordo?”

Tutti si aspettavano da me che io portassi a termine una specie di missione. Più precisamente una vendetta per un torto che tanti anni fa è stato fatto alla mia famiglia. Però io non me la sono sentita di farlo. In fondo è passato tanto tempo da allora e io non sono il tipo…comunque il litigio alla fine è degenerato e ho dovuto scegliere se restare e obbedire o andarmene.”

E tu hai scelto la seconda!”

Già!”

L’hai più sentito da allora?”

No”disse con tristezza.

Sembri triste e sollevata allo stesso tempo!”

Lo sono. Da una parte mi manca la mia famiglia, i miei amici…a me piaceva il mio villaggio. E mi piacerebbe tornare lì. Però dall’altra devo considerare che il mio comportamento non è stato ben visto. Può essere paragonato a un tradimento, per aver rinnegato ciò in cui loro credono tanto!”

Credi che ti farebbero del male?”

Non so…non era mai successo prima che qualcuno facesse una cosa simile. So che il tradimento è considerato una colpa grave e la mia gente purtroppo è molto rigida nell’assegnare punizioni!”

Non pensi di esagerare?”

Forse, ma preferisco non rischiare. Le regole che seguono sono molto antiche. Arrivate a noi attraverso i secoli. Magari quando sono state create erano molto funzionali, ma adesso potrebbero essere viste come disumane e io non muoio certo dalla voglia di sperimentarle!”

Pensi che ti stiano cercando?”

Be’…forse…ma non si sa mai. Meglio essere pronta a tutto!”

E’ per questo che piangevi questa mattina nel sonno?”

Era solo un brutto sogno. Ricordi che pregerirei cancellare!”

Sei veramente incredibile sai!”

Perché?”

Perché nonostante la situazione in cui ti trovi riesci a conservare il buon umore. Sei buona e disponibile. Sei altruista. Non tutti avrebbero la forza di reagire come stai facendo tu. Certi si nasconderebbero.”

All’inizio l’ho fatto anch’io. Avevo paura di uscire, di parlare con la gente per paura che loro mi trovassero. Passavo le giornate chiusa in casa, con le tende tirate per non essere spiata. Ogni volta che sentivo una porta aprirsi sobbalzavo. In quel periodo Maria è stata l’unica persona che mi sia stata accanto. Mi ha sopportata e mi ha aiutata a tornare in carreggiata. Così lentamente ho recuperato fiducia in me e negli altri. Ho capito che c’era ancora speranza!”

Speranza per cosa?”

Guarda il sole è tramontato!- disse lei evitando di rispondere- Dai andiamo!” e afferrandolo per la mano lo trascinò via.


Arrivati in biblioteca si misero subito a lavoro. Elisabeth si mise davanti al computer per vedere di trovare qualcosa sul web, mentre lui si dedicò alla più classica ricerca sui libri. Dopo un paio d’ore si confrontarono per vedere cosa avevano scoperto.

Cosa hai trovato?”gli sussurrò lei.

Non molto. Qui dice qualcosa su come è nato il primo vampiro. Sembra che all’inizio dei tempi la terra fosse comandata dai demoni che però furono costretti ad andarsene dall’arrivo della specie umana. L’ultimo demone però prima di andare via morse un uomo infettandolo. Quello fu il primo vampiro, che a sua volta morse altre persone. Questo significa che i vampiri non sono demoni completi, ma mezzi sangue. Infatti mantengono sia l’aspetto che le qualità dell’uomo che erano come ad esempio l’intelligenza o la personalità. E anche i ricordi. L’unica cosa che viene persa è l’anima. Con la morte questa lascia il corpo che viene controllato dal demone. Questo spiega perché i vampiri siano corrotti e possono essere molto diversi dall’uomo di cui abitano il corpo oppure possono potenziarne il lato oscuro.”

Tu però non sei così! Sei buono!”

Liam le sorrise.

Poi c’era qualcosa sui Turok-han vampiri primitivi, ma non mi interessava quindi l’ho saltato.

Ho avuto conferma di alcune supposizioni: i vampiri non invecchiano, non respirano, possono mangiare cibo normale, ma questo non può sfamarli.

Tu invece cosa hai trovato?”

Io ho cercato di capire se hai qualche abilità speciale. Sai tipo la roba che si vede nei film. Secondo quello che ho letto dovresti avere una forza sovraumana, sei in grado di saltare molto in alto e di muoverti molto velocemente. I tuoi riflessi sono migliori di quelli delle persone normali. Anche i tuoi sensi dovrebbero essere super sviluppati in particolare vista, olfatto e udito. Qui dice che sei in grado di seguire l’odore di una persona per tutta la città. Puoi sentire la paura. Naturalmente puoi vedere al buio e il tuo udito è super sensibile.”

Si, me n’ero accorto!”

Cosa vuoi dire?”

Vedi, oggi quando tu e Maria siete andate in cucina io…io ho sentito tutto.”

Ora voglio morire!”fece lei crollando per l’imbarazzo.

Dai non è stato così terribile!”

Lei lo fulminò con lo sguardo.

Liam le accarezzò dolcemente la testa. Ogni imbarazzo fu dimenticato all’istante.

C’è altro?” chiese lui continuando a fissarla con quegli occhi così intensi.

Si…si…-disse lei cercando di liberarsi da quello sguardo ipnotico- Droghe e veleni che sono mortali per le persone ti causano sono del disagio momentaneo. E infine come già appurato, ti puoi nutrire di qualsiasi tipo di sangue, ma quello umano è quello più sostanzioso, quello da cui trai maggiore nutrimento. In particolare quello della Cacciatrice sembra aumentare i tuoi superpoteri.”

Nel sentire quella parola Liam vide un flash. La Cacciatrice…era sicuro che gli ricordasse qualcosa anche se non ricordava esattamente cosa. Si vedeva passare davanti agli occhi un immagine che non riusciva a fermare. Però riusciva a turbarlo molto.

Vedendolo così pensieroso Elisabeth gli domandò:

Tutto bene?”

Cosa? Ehm….si… sto bene. Mi è sembrato di ricordare qualcosa, quando hai nominato la cacciatrice. Deve essere qualcosa di molto importante…”

In un certo senso hai ragione. Secondo questo sito la cacciatrice è una giovane donna prescelta che lotta contro i vampiri per eliminarli.”

Dimmi qualcos’altro su di lei!”

Mi spiace,ma qui non c’è scritto nient’altro. E non ho pensato di approfondire, non credevo ti interessasse tanto. Anche perché ho trovato più stimolante cercare notizie su di te!”

E dunque?”

Rimase un attimo in silenzio per creare suspence e poi infine disse:

Niente. Non ho trovato niente. Nessuna notizia su un vampiro di nome Liam. Magari sei molto giovane come vampiro.”

No, la notte che sono risorto indossavo abiti antichi almeno di due secoli fa!”

Due secoli?! Wow! Te ne davo molti meno!”disse lei prendendolo in giro.

Lui le sorrise dolcemente e si avvicinò per vedere meglio lo schermo. Però quella vicinanza fece fermare il cuore di Elisabeth per un attimo interminabile e poi lo fece battere all’impazzata.

Liam si rese conto della reazione della ragazza e si allontanò un po’. Era felice di sapere che lui non le era così indifferente come aveva voluto fare credere all’amica mentre parlavano in cucina.

Sei sicuro di chiamarti Liam?” fece lei recuperata la calma.

Al momento non sono sicuro di niente!”

Ok! Allora potremmo cercare l’immagine del tuo tatuaggio.”

Quale tatuaggio?” chiese il vampiro.

Quello che hai dietro la spalla destra.”

E tu come hai fatto a vederlo?” domandò cercando di metterla in imbarazzo.

L’ho visto quando sei svenuto nel corridoi!” ripose lei abbassando lo sguardo e diventando incredibilmente rossa.

Dai, prova!”la incitò soddisfatto.

In quel momento però arrivò la bibliotecaria

Chiedo scusa signori, ma la biblioteca sta chiudendo.”

Uffa!”sbuffò Elisabeth.

Non importa, continuiamo domani!”

Raccolsero le loro cose e in poco tempo si ritrovano all’esterno del gigantesco edificio.

Mentre camminavano verso la macchina ed Elisabeth venne un dubbio.

Mi stavo chiedendo una cosa. Secondo il tuo libro tutti i vampiro sono cattivi perché non hanno l’anima.”

Esatto!”

E tu?”

Cosa vuoi dire? Hai paura che ti faccia del male?”

No, scemo. Voglio dire tu non sei cattivo.”

Ne sei tanto sicura?”

Si!”rispose lei in tono fermo.

Non so cosa dirti…sarò un vampiro snaturato!”

O forse eri un uomo talmente tanto buono che neanche la trasformazione in vampiro a potuto stravolgere la tua natura!”

Lo pensi davvero?”

Ne sono convinta!”

Liam le passò un braccio intorno alla spalle. Adesso camminavano abbracciati come due innamorati. Ormai però erano arrivati la macchina era dall’altro lato della strada. Non rimaneva che aspettare il verde del semaforo.

Vado a prendere io la macchina. Tu aspetta qui!”si offrì Liam.

Tu sai guidare?”

Credo di si!”

Credo?! Guarda che ci tengo alla mia macchina!”

Su, fidati! Ti prometto di non fare incidenti!”

Hmm…e va bene…ma fa attenzione!”

Liam ormai era arrivato dall’altra parte della strada quando Elisabeth si rese conto che non gli aveva dato le chiavi. Iniziò ad attraversare la strada, ma ad un tratto dei fari si accesero accecandola. Poi sentì lo stidio delle gomme sull’asfalto.

Il vampiro accortosi di ciò che stava per succedere con uno scatto fulmineo si diresse verso la ragazza e gettandosi su di lei si ritrovarono sul marciapiedi in salvo. La macchina sfrecciò via veloce.

Quando Liam tornò a vedere come stesse Elisabeth vide che la ragazza era svenuta. La prese in braccio e la riportò a casa.



PARTE 17

No score for this post July 26 2006, 8:38 PM


GRAZIE A TUTTE PER I COMPLIMENTI!! SONO FELICE CHE LA FF VI PIACCIA! SPERO CHE IL RESTO NN VI DELUDA.... CONTINUATE A COMMENTARE!!!!!!!!!!!!!!!

BACI



A WORKING DAY


Nel primo pomeriggio, quello stesso giorno, la Angel investigation riaprì. Connor aveva passato tutta la notte a disseminare volantini per la città. Ne aveva lasciato qualcuno anche sulle macerie dell’Hymperion.

Spike in mattinata aveva incontrato un impiegato della First Bank per assicurarsi la proprietà dell’edificio e l’aveva ottenuta senza troppe difficoltà. L’impiegato davanti alla richiesta del vampiro sembrava sollevato, c’era mancato poco che scoppiasse a piangere dalla gioia. Spike si era insospettito, ma non era il tipo che davo troppo peso a certe cose, così in meno di un’ora firmò il contratto per l’agenzia. Ora avevano una sede ufficiale.

Quello che rimaneva da fare era aspettare l’arrivo dei clienti. Così tutti e tre se ne stavano immobili come statue a fissare il telefono.

E’ così che voi lavorate?” chiese Illyria.

Abbiate un po’ di pazienza. Vedrete che chiameranno.”

Non è che abbiamo risucchiato con quel portale tutti i demoni e ora siamo senza lavoro?” fece Spike.

Ma non ci fu tempo per la risposte, perché l’edificio cominciò a tremare. Le tapparelle, come mosse da una volontà propria si aprirono facendo entrare la luce del sole.

Ehi!”urlò Spike correndo a nascondersi dietro una colonna.

Che diavolo sta succedendo?”

Tutti i mobili dell’ufficio si sollevarono a circa un metro da terra per poi ricadere con un tonfo sordo dopo pochi attimi. Anche le tapparelle tornarono nella posizione originale. La stanza ripiombò nel silenzio.

Lentamente Spike uscì dal suo nascondiglio esclamando con il solito tono pungente.

Bene, ora abbiamo un caso!”

Io direi piuttosto che abbiamo un problema, un grosso problema e anche molto arrabbiato a giudicare dal benvenuto!”osservò Connor.

Come ce ne liberiamo?” tagliò corto Illyria.

Non ne ho la più pallida idea!” rispose il ragazzo.

Con che cosa abbiamo a che fare?” domandò la ragazza.

A te cosa sembra?- rispose Spike acido- E’ un fantasma!”

Ok! Ma il fantasma di chi?” disse Connor.

Bella domanda! Temo sia quello che dovremo capire!”

Allora iniziamo a indagare!”

Da dove cominciamo?”

Ci sono degli scatoloni di sotto, con delle carte!” disse Illyria.

Dobbiamo organizzarci! Abbiamo bisogno di un piano!” fece notare Connor.

Ci dobbiamo dividere così faremo prima!” propose Spike.

Ok! Tu puoi tornare in banca e vedere di avere qualche informazione in più. Io invece nel frattempo andrò in biblioteca per cercare un modo per liberarci di questo fantasma!”

Devi trovare un incantesimo!”suggerì Spike.

Allora ci serve una strega, almeno che qualcuno qui non sia pratico di magia.”

Io ne conosco una in città. Però non è un tipo facilmente reperibile, soprattutto da quando ha due superdemoni come guardie del corpo.”

Mi occupo io di lei! Mi mancava un po’ di violenza!”fece Illyria.

Bene! Ci ritroviamo qui più tardi allora!”

E ognuno se ne andò ad occuparsi del proprio compito.


Spike rimase un po’ in ufficio per vedere se trovava lì qualche indizio utile. Si sentiva un po’ a disagio a fare quel lavoro. Non era roba per lui. Lui era un tipo attivo, preferiva una sana rissa e delle ricerche noiose. Non era come Angel. Non era tagliato per fare il detective. Si mise a frugare negli scatoloni che avevano trovato di sotto. Non aveva neanche iniziato che già si annoiava a morte. Inoltre tra tutte quelle scartoffie non sembrava esserci niente di importante. Per lo più si trattava di vecchie lettere di mancati pagamenti rivolte ad un certo Michael Rotterdarm. Venivano da vari enti: la società elettrica, la società idrica, la società telefonica…infine c’era un avviso di pignoramento dei beni.

Spike dedusse che questo Rotterdarm , l’ex proprietario dello stabile, doveva avere un’attività lì e a giudicare da quelle lettere non doveva esattamente navigare nell’oro. Il pignoramento subito doveva essere servito per pagare i debiti. La banca doveva avere rilevato lo stabile di cui era entrata in possesso senza troppi sforzi, magari con la convinzione di ricavare un sacco di soldi da quell’edificio.

Le date sulle lettere risalivano alla metà degli anni ottanta.

Continuò a frugare in quei vecchi scatoloni, ma l’unica cosa interessante fu una vecchia scatola di giocattoli. Grandi lettere ormai sbiadite dal tempo riportavano la scritta “Uncle Toby”. Probabilmente quella era ciò che rimaneva dell’attività del signor Rotterdarm. Ancora però non sapeva niente di ciò che gli interessava; di chi era il fantasma.

Come aveva proposto Connor andò in banca per vedere di estrapolare da qualche impiegato delle informazioni.


Connor invece come stabilito andò in biblioteca e visto che era di strada accompagno Illyria, lasciandola a pochi isolati dalla casa della maga. Questa si trovava nel cuore del quartiere spagnolo. La ragazza avanzò con passò deciso verso il suo obiettivo incurante degli sguardi increduli che le rivolgeva la gente. Certo doveva essere uno spettacolo insolito vedere un Tono blu (un vecchio demone) camminare tranquillamente per la strada.

Il vicolo in cui abitava la strega era buoi e stretto e non molto ben frequentato.

Vedendo arrivare un tipo le si avvicinò minacciandola con un grosso coltello affilato.

Ehi pupa!”la chiamò

Illyria si fermò. Guardò quel tizio come un bambino guarda un animale sconosciuto allo zoo.

Che ci fa una bella pollastra come te in un postaccio come questo. Potresti fare dei brutti incontri. Se vuoi ti posso accompagnare e proteggere e tu poi potresti dimostrarmi la tua gratitudine.” Disse allungano una mano per toccala.

Illyria lo bloccò prontamente e lo scaraventò contro un cassonetto senza troppi sforzi. Poi riprese il suo cammino.

Finalmente arrivò all’indirizzo che Spike le aveva dato. Era un locale strano pieno di luci al neon e di strane immagini. Da dentro si sentiva uno strano odore. L’insegna sulla porta diceva <Madame Serena>.


Connor dopo aver lasciato la ragazza si diresse subito in biblioteca. Non era un grande esperto di occultismo. Non aveva avuto il tempo di imparare da suo padre. Entrato chiese alla donna al bancone di procuragli tutti i testi che aveva sull’occultismo. La bibliotecaria gli rivolse uno sguardo strano e lui si giustificò dicendo che gli servivano per scrivere un articolo per il giornale universitario “La magia nell’epoca moderna”.

Sa, il redattore è fissato con questi argomenti!” le aveva detto.

La donna gli portò tutti i testi disponibili, tranne uno.

Il libro che manca è in consultazione. La avvertirò non appena verrà restituito. Se nel frattempo vuole cominciare a leggere i testi che le ho portato può andare nella sala di lettura B, la A è già al completo!”

La ringrazio!”rispose educatamente il ragazzo.

Così arrivato nella stanza si mise a sedere e cominciò a sfogliare quei vecchi volumi polverosi, ignaro che il libro che gli mancava fosse nelle sue mani di suo padre che si trovava nell’altra stanza.


INVESTIGATION


L’impiegato non fu molto d’aiuto a Spike. Continuava a citare articoli e clausole sulla privacy e sul fatto che non era autorizzato a dare certe informazioni. Quel poco che il vampiro riuscì a estrapolargli non gli fu di grande aiuto.

Al limite della sopportazione Spike fece all’uomo un’ultima domanda:

Dimmi se il signor Rotterdarm è ancora vivo!”

Si, è ancora vivo!”

Dimmi dov’è!”

No, mi dispiace non sono…”

Autorizzato- concluse il vampiro- Non fa che ripetermelo da questa mattina. Ma io devo sapere dove è! Gli devo parlare di qualcosa di molto importante!”

Sono dispiaciuto,ma…” cercò di continuare molto burocraticamente l’impiegato.

Sono curioso di sapere perché ci avete dato, anzi regalato, uno stabile in ottime condizioni. È un buon edificio. Avreste potuto ricavarci un sacco di soldi. Però scommetto che aveva qualche…come dire, difettuccio che lo rendeva…inagibile, diciamo!” Spike, un po’ incollerito da tutta quella situazione, si avvicinò all’uomo.

L’impiegato vedendo l’espressione dell’altro era sbiancato. Il vampiro poteva sentirne la paura.

Io…non so…non sapevo…”

Davanti all’ennesimo tentativo di ingannarlo Spike perse la pazienza. Mostrò all’uomo la sua faccia da vampiro e lo afferrò per il bavero della giacca.

Adesso mi sono stancato di questi giochetti! O mi dici tutto o finirò per innervosirmi e mangio molto quando sono nervoso.”

La prego no…le dirò tutto…giuro!! So che alla fabbrica ci fu un incidente in cui delle persone persero la vita. L’assicurazione non pagò e il proprietario non riuscì a far fronte ai pagamenti. La banca rilevò lo stabile. Da allora tutte le persone che hanno affittato quel posto, hanno fatto una brutta fine… sono tutti morti in seguito a strani incidenti. Così la gente ha cominciato a mormorare che quel posto era maledetto. Ormai per la banca era solo una fonte di spese. Sono anni che cercava di disfarsi di quell’edificio e quando voi l’avete chiesto…”

Avete colto l’occasione al volo!”concluse il vampiro

Si…”farfugliò l’uomo

Cosa sai del signor Rotterdarm?”

Poco o niente…so che è stato messo in un manicomio o in una casa di riposo…non ricordo…si dice che dopo l’incidente sia impazzito. Continuava a blaterare di strane voci, di presenze malvagie. Diceva che erano state loro a causare l’incidente…Questo è tutto!! Ti prego non uccidermi!”

Ringrazia il cielo che non mangio schifezze!” fece il vampiro gettando l’uomo tremante sulla sedia.

Nonostante quello che aveva scoperto però ancora non aveva capito di preciso cosa era successo a quella fabbrica di giocattoli e di conseguenza cosa infestasse il loro ufficio. Era sicuro che l’unico modo per uscire da questa storia era capire cosa fosse successo a quella fabbrica, più di venti anni fa. Decise di provare a raggiungere Connor in biblioteca, magari lì avrebbe trovato qualcosa: vecchi articoli di giornale o qualcos’altro, che lo avrebbe messo sulla giusta strada!”


Illyria si avvicinò alla porta della cartomante, ma prima che potesse toccarla due tipi, i demoni di cui le aveva parlato Spike, le furono addosso.

Lei non riceva quelli come te!”fece uno di loro

Sono venuta a prenderla. Lei verrà con me!”

No!! Noi non te lo permetteremo!”

E come pensate di impedirmelo?”chiese divertita.

Ti uccideremo!” risposero in coro.

Violenza…cominciavo a sentirne la mancanza!”

I due demoni l’attaccarono contemporaneamente, ma Illyria fu più rapida e riuscì a disfarsi di loro rapidamente gettandoli contro una vecchia ringhiera rugginosa.

Inetti!”disse delusa volgendosi di nuovo verso la porta.

Qualcosa dietro le sue spalle si mosse. I demoni pur essendo trapassati da dei ferri si stavano rialzando e le ferite mortali che lei gli avevano causato erano già quasi completamente rimarginate.

Come se nulla fosse successo attaccarono di nuovo la ragazza, con più ferocia e potenza dell’ultima volta. Illyria li respinse nuovamente con un colpo preciso e violento, ma questa volta i suoi avversari non sembrarono risentirne.

La ragazza notò che ogni volta che l’attaccavano i colpi dei demoni crescevano in potenza e precisione, mentre i suoi attacchi erano sempre meno efficaci. Inoltre temeva che avessero capito quali erano i suoi punti deboli. Presto sarebbe stati più forti di lei, quindi se non voleva trovarsi in grossi guai doveva trovare una soluzione.

L’ultima volta che le si erano avventati contro Illyria aveva notato che un piccolo punto a destra alla base del loro collo sembrava quasi illuminarsi prima di un attacco. Giocando il tutto per tutto la ragazza decise di provare a colpire in quel punto con tutta la sua potenza, sperando che così li avrebbe fermati. Così quando i due demoni l’assalirono di nuovo con una mossa rapida e precisa lei lì colpì alla base del collo. Per un attimo nessuno si mosse. I suoi avversari non sembravano aver minimamente risentito del suo attacco. Sul loro volto c’era un ghigno maligno. Poi però caddero in ginocchio senza più forze e dopo una breve agonia i loro corpi si sciolsero lasciando sull’asfalto una pozza di liquame verde.

Liberatasi dai due scocciatori Illyria torno alla sua missione. Con un calcio sfondò la porta.

All’interno seduta ad un tavolo da fattucchiera c’era una vecchia donna con abiti strani. La ragazza percepì subito che non si trattava di un essere umano, ma la cosa non aveva importanza. Prima che potesse dire qualcosa l’anziana donna la anticipò:

So chi sei e che cosa vuoi. Verrò con te!”

Così, portato a termine il suo compito, Illyria tornò in ufficio.


Spike nel frattempo aveva raggiunto la biblioteca dove si trovava Connor. Il ragazzo era al bancone con in mano una pila di libri che stava restituendo alla bibliotecaria.

Connor!” lo chiamò.

Shh!!!- gli fece la donna – Siamo in biblioteca!!”

Che ci fai qui?” bisbigliò Connor.

Alla banca ho solo perso tempo! Però forse ho una pista. Ho bisogno che tu mi trovi certe informazioni!”

Andiamo in sala lettura! I computer sono lì!”

Spike si avviò dietro il ragazzo, ma giunto davanti la porta della sala B si fermò. La sua attenzione fu attirata da uno strano odore. Un odore che conosceva bene, ma che sapeva non poter essere li. Non capiva bene da dove provenisse.

<Non può essere qui – pensò – lui è morto!>

Nonostante quel pensiero non potè fare a meno di guardarsi intorno.

Che ti prende adesso?”fece Connor accortosi dello strano comportamento del vampiro.

Io…niente. È che mi era sembrato che…Devo essermi sbagliato! Avanti andiamo” disse attribuendo quell’odore al ragazzo. In fondo era suo figlio.

Angel privo dei suoi ricordi era nella sala A insieme ad Elisabeth, entrambi intenti a fare ricerche. Non poteva immaginare che suo figlio era lì, a pochi metri da lui. Il suo passato era lì, a portata di mano, anche se sembrava allo stesso tempo lontano mille miglia.


Spike fece a Connor un riassunto di ciò che aveva scoperto. Quello che voleva dal ragazzo era sapere se era possibile recuperare dei vecchi articoli sull’incidente e cosa più importante sul suo ex proprietario. Se veramente era stata una catastrofe come gli aveva detto l’impiegato alla banca doveva esserci qualcosa. Infatti Connor non ci mise molto a trovare le notizie che interessavano al vampiro.

Ecco!- disse il ragazzo indicando un punto nello schermo del pc- La fabbrica di giocattoli “Uncle Toby” era una tra le più grandi produttrici di giocattoli del paese. Questo almeno fino all’inizio degli anni ottanta. Il fondatore Tobias Rottendarm lasciò l’impresa al figlio Michael.

Per festeggiar il ventesimo anno di attività, alla fabbrica fu organizzata una grande festa per i bambini. Ma durante i festeggiamenti ci fu un’esplosione e molti dei presenti rimase feriti e ci furono anche dei morti soprattutto fra i bambini. Naturalmente ci fu un’indagine che non portò da nessuna parte. L’unico fatto accertato fu che non si tratto di un incidente. Tutti i sospetti ricaddero su Michael che in quel momento non attraversava economicamente un buon momento. L’assicurazione non pagò e la situazione precipitò.

L’articolo dice che tra i bambini morti c’erano anche i figli dello stesso Michael.”

Dice niente su che fine abbia fatto?”

No! Però forse se cerchiamo qualcosa di più recente…ecco ci sono!

Un paio d’anni dopo l’esplosione Rottenderm fu ricoverato in un ospedale psichiatrico, il Saint Andrews. A quanto pare sembra che l’accaduto lo abbia segnato molto. Dice che continuava a dire di sentire voci e che c’era una presenza nella fabbrica. Che la colpa dell’incidente era sua!”

Altro?”

No, poi ci sono solo chiacchiere!- Connor rifletté un attimo poi esclamò – Aspetta un attimo!! Ma se quello che si dice qui è vero non si tratta di un fantasma! Quindi tutto quello che ho fatto finora è stato completamente inutile!”

Spike sorrise tra il divertito e il compiaciuto.

Su avanti non mettere il broncio.- disse sfottendolo- Piuttosto andiamo, dobbiamo trovare il vecchio!”

Già! Lui è l’unico che possa far luce su questa storia!”

Uscirono dalla biblioteca a passo svelto.

Spike sentì di nuovo quell’odore. Questa volta però era sicuro che non veniva da Connor. Però non poteva fermarsi a perdere tempo dietro vecchi fantasmi. Avevano un caso a cui lavorare.

Pochi attimi dopo che i due furono usciti la bibliotecaria annunciò la chiusura e anche Angel e Elisabeth se ne andarono.



THE GUILTY


Quando Elisabeth riprese i sensi, si ritrovò sdraiata nel suo letto.

Ehi!” fece dolcemente lei richiamando l’attenzione di Liam.

Ciao! Cominciavo a preoccuparmi!”

A quanto pare ci siamo scambiati i ruoli!”

Già!”

Però preferivo quando la situazione era al contrario!”

La preferivo anche io!- disse lui rivolgendole un sorriso – Come va?”

Mi sento un po’ intontita ma sto bene. Non capisco cosa è successo. Ricordo la macchina e la luce abbagliante, ma poi…”

Quella macchina ha tentato di investirti!”

Elisabeth si misi a sedere e fissò a lungo il vampiro negli occhi, come se vi potesse leggere qualcosa.

Immagino di dover ringraziare te se sono ancora viva!”

Direi che adesso siamo pari! Piuttosto sei sicura di star bene. Forse sarebbe meglio andare da un dottore!”

No, non ce n’è bisogno. Mi sento bene, giuro!”

Vorrei tanto sapere di chi era quella macchina! C’è qualcuno che può avercela con te?”

Elisabeth non disse una parola, ma il suo sguardo fu molto loquace.

Tu credi che siano stati loro?”

La ragazza annuì.

Ma allora non scherzavi quando mi hai detto che ce l’hanno con te. È vero che vogliono ucciderti!”

Non penso sarebbero arrivati a tanto. Credo volesse essere un avvertimento!”

Un avvertimento?”

Si! Un modo per dire <Sappiamo dove sei possiamo colpirti quando vogliamo>. Volevano spaventarmi e ad essere sincera ci sono riusciti!”

Lo sento- fece il vampiro – Sento la tua paura. E poi stai tremando!”

Liam prese le mani di Elisabeth per rassicurarla. In quel momento era così vulnerabile. Non era più la ragazza spensierata e allegra che voleva sembrare. Finalmente lui riusciva a vedere cosa nascondeva nel suo cuore.

Il gesto di Liam fece crollare le ultime difese della ragazza. Lei era stanca di affrontare tutto da sola, di nascondere la verità dietro una facciata. Con lui sentiva di poter essere sincera, di poter aprire il suo cuore. Con lui poteva condividere l’angoscia e la paura che le avvolgevano il cuore.

Fin da quando aveva lasciato il suo villaggio sapeva che prima o poi loro sarebbero venuti a cercarla. Ogni giorno conviveva con quel terrore e adesso era arrivato.

Gli occhi le si riempirono di lacrime, però Elisabeth non voleva piangere. Non voleva che lui la vedesse così, non voleva mostrargli il suo dolore e soprattutto non voleva coinvolgerlo in quella storia. Ma il cuore questa volta fu più forte e il bisogno di averlo vicino, di non sentirsi più sola fu più forte di qualsiasi imposizione della mente. Le lacrime cominciarono a scorrere suo malgrado e lei nascose il viso fra le mani.

Liam non sopportava di vederla così. Lui riusciva a sentire dentro di se il dolore che Elisabeth si portava dentro. Sentiva la stessa paura e il grande senso di solitudine. Provò nel profondo del cuore il desiderio di proteggerla, di aiutarla. Voleva di nuovo vederla sorridere. Non capiva e non voleva capire gli screzi che c’erano stati con la sua famiglia, perché niente poteva giustificare quel comportamento.

Istintivamente si avvicinò alla ragazza e la strinse forte a sé.

Non devi avere più paura! Adesso ci sono io e vedrai che insieme troveremo un modo per uscire da questa brutta situazione.

Io non posso e non voglio coinvolgerti in questa storia- disse lei tra i singhiozzi, liberandosi dal suo forte e sicuro abbraccio.- Tu devi andare via fin tanto che sei in tempo!”

Io sono già coinvolto! Non me ne posso andare lasciandoti nei guai!”disse Liam afferrandola per le spalle.

Tu non capisci…non li conosci…non sai quello che ti faranno se ti metti in mezzo!”

Non mi importa! Non gli permetterò di farti del male!”

Elisabeth continuò a piangere provando al contempo sollievo e timore per le parole del vampiro. Da parte sua era molto coraggioso e nobile offrirsi di aiutarla, ma conoscendo la sua gente alla fine quella poteva rivelarsi una mossa molto stupida.

Shh…- fece lui appoggiando la sua fronte a quella della ragazza – Basta lacrime adesso. Io non me ne andrò. Non posso farlo e se devo essere sincero io…non voglio. Quello che voglio è rimanere qui, con te!”

Ad Elisabeth sembrò di aver atteso di sentire quelle parole dalla prima volta che si erano incontrati. Le sue parole erano così sincere e lui era veramente preoccupato. Liam voleva rimanere con lei e lei voleva sopra ogni altra cosa che lui restasse lì, al suo fianco. La sua presenza riusciva a confortarla e quando lui la stringeva tutti i problemi e le paura sembravano sparire. Appoggiò la fronte sulla forte spalla di lui, lasciando che tutto il mondo intorno a loro svanisse. Lentamente, tenendosi abbracciati i due si addormentarono.


Nel frattempo Spike e Connor erano andati all’ospedale psichiatrico per trovare il signor Rottendarm o almeno avere sue notizie. L’articolo in cui avevano trovato quell’indicazione era di qualche anno prima, quindi non erano sicuri che l’uomo fosse ancora lì.

All’entrata una giovane infermiera dall’aria gentile li accolse dicendo:

Buona sera! Come posso aiutarvi?”

Stavamo cercando il signor Rottendarm, Micheal Rottendarm!”

Siete parenti?”

No- disse Connor- siamo studenti universitari. Volevamo fare un’intervista al signor Rottendarm per il giornale universitario!!”

Mi spiace, ma non credo che sarà possibile. Non è molto in se! E l’orario delle visite sta per finire!”

Capisco, ma non può farci passare lo stesso?” fece il ragazzo con il suo tono più suadente.

L’infermiera arrossì.

Il paziente è nella stanza 308, ma non avete molto tempo!”

Le prometto che faremo in un lampo!” disse Connor sorridendole.

Non appena i due si furono allontanati Spike disse:

Puah! Sei peggio di tuo padre!! Tutte quelle smancerie…”

La tua è solo invidia! E poi te lo ha mai detto nessuno che si prendono più mosche con il miele che con l’aceto!”

Scemenze!”

Eccoci! Questa è la stanza!”

Entrando videro un uomo seduto su una sedia a rotelle che stava parlando da solo. Secondo quello che avevano letto doveva avere non più di 60 anni, ma sembrava molto più vecchio. Il dolore e la malattia dovevano averlo consumato.

E’ completamente suonato!” esclamò Spike con poco tatto.

Sta zitto! Signor Rottendarm?”

L’uomo si girò verso i due sconosciuti.

Ah siete voi! Finalmente siete venuti! Vi stavo aspettando!!”

Tu lo consci?” fece il vampiro.

No…e tu?”

No!! Visto come avevo detto: completamente suonato!”

Signor Rottendarm, lei sa chi siamo!” chiese il ragazzo.

Certo che lo so!! Siete i miei figli: Adam e Lily. Credete che non riconosca più i miei figli?”

Siamo venuti per farle qualche domanda!” fece Connor.

Certo Adam! Ma perché mi dai del lei!! Non sei mai stato tanto formale!”

Aspetta un attimo! – fece Spike- ma se tu sei Adam io chi sono?”

Lily, non interrompere tuo fratello!” lo sgridò l’uomo.

Connor scoppiò a ridere. L’espressione del vampiro era impagabile.

Passi che mi scambi per uno dei suoi figli, ma che mi chiami Lily non posso tollerarlo!” urlò Spike incollerito.

Dai – lo calmò Connor continuando a ridere- Tu sei voluto venire per parlargli! È l’unico modo per sapere quello che vogliamo! Quindi piantala di fare il bambino…ops volevo dire la bambina. Avanti Lily vieni a sedere!”

Giuro che questa me la paghi!”

Allora, figli miei, di che cosa volevate parlare?”

Volevamo sapere di quel giorno alla fabbrica. Del giorno dell’incidente.”

E’ passato tanto tempo! Non dovremmo parlare di questo. Ora è tutto finito!”

Noi abbiamo bisogno di sapere!”

Nessuno mi crede!”

Noi lo faremo!”

Credevano fosse stata colpa mia. Credevano lo avessi fatto per avere i soldi!”

Non è così?” chiese Spike.

NO!- urlò l’uomo- Io provai ad evitarlo, ma non feci in tempo…lui…aveva fame…”

<Lui>?- ripetè Connor- Chi è lui?”

C’erano tutti quei bambini…-disse portandosi le mani al volto- erano tutti lì per festeggiare la fabbrica e i suoi venti anni di attività…se avessi saputo…”

Sono frasi sconclusionate!”sussurrò Spike.

Chi era lui?” chiese nuovamente Connor.

Ma l’uomo non rispose. Il suo sguardo si perse nel vuoto e iniziò a parlare da solo dicendo cose senza senso.

Ecco!! È andato!! Ci siamo giocati il nostro uomo!!” fece Spike.

Facciamo un ultimo tentativo!- Connor sfiorò la mano di Rottendarm per richiamare la sua attenzione- Cosa è successo il giorno dell’esplosione?”

Io ero in ufficio, dovevo finire di lavorare. Stavo riordinando le solite cartacce. Non ero sceso ad accogliere i bambini…volevo che tutto fosse perfetto. In fabbrica da qualche giorno capitavano strani incidenti, ma nessuno si era fatto male seriamente…”

E poi?” lo incalzò il vampiro

L’ho sentito.”

Chi?”

Una voce! Fredda e metallica! Ha detto che era ora di riscuotere il suo debito. Ha detto che mio padre aveva firmato un contratto…io l’ho visto. C’era del sangue…” l’uomo si bloccò.

Continui!”

Lui aveva fame…Diceva che era l’ora di pagare per quello che avevamo avuto!! Quelle anime gli appartenevano. Lui voleva i bambini. Io provai a fermarlo, ma l’esplosione…i bambini…” e scoppiò nuovamente a piangere.

L’infermiera sopraggiunse proprio in quel momento.

Adesso dovete proprio andare!”

Certo!” fecero in coro i due.

Noi dobbiamo andare!” fece il ragazzo rivolto verso Rottendarm

Così presto!”

Si, è proprio ora che andiamo!”disse Spike.

Ciao Adam, ciao piccola Lily! Tornate presto a trovarmi!”

Lo faremo!”



SPELL


Arrivati di nuovo in ufficio Spike e Connor trovarono ad attenderli Illyria insieme ad una vecchia.

Sono ore che vi aspetto!”

E’ stato più complicato del previsto!”si giustificò il ragazzo.

Però abbiamo ottenuto le informazioni che volevamo. Sappiamo che quella cosa la dentro non è un fantasma, ma un demone che si nutre delle anime delle persone. È li da più di venti anni. Ora tu, strega farai bidibi bodibi bu e lo farai sparire così potremmo tornare tutti a casa felici!” fece Spike con la sua solita irriverenza.

Io non posso ucciderlo. Voi dovete farlo!”disse la maga.

Cosa significa <non posso ucciderlo>? Guarda che non ti abbiamo fatto venire per fare una passeggiata! Ne per fare la ragazza pon pon!”

Ciò che posso fare io è rendere quell’entità materiale, corporea. Il resto è compito vostro!”

Avanti allora fa il tuo abracadabra!” disse il vampiro scocciato.

La vecchia cominciò a mormorare delle frasi in una strana lingua. La sua aura cominciò a brillare e come un fascio di luce attraversò tutto l’edificio.

Ecco! Ora tocca a voi! Un avvertimento: non fidatevi di ciò che vedete!- fece per andarsene, ma poi si voltò nuovamente e indicando Spike disse- E tu vampiro, dovresti seguire i tuoi sensi. Ti hanno portato vicino alla verità!”

Connor, Illyria e Spike rimasero da soli nel loro ufficio, ben pronti a respingere ogni attacco, a combattere qualsiasi demone fosse uscito dall’ombra. Si armarono e cominciarono a guardarsi intorno.

Su avanti fatti vedere! Non voglio invecchiare aspettandoti!!” urlò Spike.

Alle loro spalle qualcosa si mosse. Tutti e tre si voltarono di scatto pronti ad uccidere, ma dietro di loro non c’era nessun demone. Dall’oscurità, invece del mostro nauseabondo che si aspettavano, uscì una bimba dolcissima e impaurita che stringeva forte un orsacchiotto.

Ma che diavolo…”cominciò il vampiro.

Non posso picchiare una bambina!” obiettò Connor.

La maga ha detto di non fidarci dei nostri occhi!”ricordò Illyria.

Giusto!”fece il ragazzo.

Però io non avverto l’aurea maligna che c’era questa mattina!” affermò il vampiro.

Quello non è un essere umano! Non ha un cuore ne un’anima!”osservò la ragazza.

Che facciamo?”

Voglio la mamma!”disse la bambina con le lacrime agli occhi e con una voce angelica.

Io non ce la faccio ad attaccarla!”disse Connor.

Pivello!!! Mi dispiace dolcezza ma stai per tornare dall’inferno da cui sei uscita!”

Spike si lanciò contro la bambina deciso a colpire, ma qualcosa fermò la sua mano un attimo prima che vibrasse il colpo. Il suo sguardo. Era così dolce e innocente. Vedendo il vampiro arrivare non provò neanche a difendersi, chiuse forte gli occhi e si strinse ancora di più al suo animaletto di peluche.

Era così piccola e innocente che Spike non pote’ colpirla. La sua anima glielo impediva. Razionalmente sapeva che era il demone. Una presenza malvagia da eliminare. Ma non ci riusciva. E pensare che solo qualche anno prima l’avrebbe usata come antipasto, provando un fine piacere a bere il suo sangue. Quello dei bambini era così delicato…

Io non riesco…”

Illyria accortasi di quello che stava accadendo prese l’iniziativa e senza farsi troppi problemi sferrò un potente calcio alla bambina scaraventandola dalla parte opposta della stanza. Questa si rialzò subito senza risultare minimamente danneggiata dal colpo.

Sei stata cattiva! Devi essere punita!”disse la bambina

Con uno scattò fulmineo raggiunse l’intero gruppo e senza neanche muover un dito restituì il colpo, facendo finire i tre campioni contro il muro.

La sua risata cristallina risuonò per la stanza.

Così è più divertente!”

Piccola peste!! Bambina o no, ora vedrai che ti faccio!” disse il vampiro, ma quando si rialzò la bambina era scomparsa.

Cominciarono a cercarla per tutto l’edifico guardando in ogni angolo, ma senza fortuna.

Mentre stavano seduti alla scrivania, in attesa che il demone si ripresentasse, un rumore proveniente dalla porta attirò la loro attenzione. Dall’ombra lentamente emerse una figura familiare.

Papà!!” esclamò Connor.

Ciao figliolo!”

Angel…” fece Spike sospettoso.

Scusate il ritardo…ma sono stato trattenuto!”

Ma chi credi di fregare!”urlò il vampiro.

Io non volevo fregarvi. Vi sto solo dando quello che volevate. Tutti quanti desiderata che lui torni e quindi questo mi sembra un buon compromesso. Possiamo fare grandi cose insieme.”

Cosa pensi di ottenere da quell’aspetto?”chiese Connor.

L’immortalità, un bel aspetto, dei super poteri e naturalmente la certezza che non mi ucciderete! Il ragazzo non potrebbe mai scagliarsi contro suo padre, la ragazza invece lo considera il capo e il suo senso di lealtà è troppo forte…”

A me invece rendi le cose più facili!”disse Spike.

No, neanche tu hai il coraggio di ucciderlo!”

Tu credi?”fece il vampiro afferrando una spada.

Ne sono certo. Non puoi uccider colui che veneri come un maestro, colui che consideri più di un padre. Sono secoli che cerchi di esser come lui, nel bene e nel male. Ti innamori della stessa donna, combatti le sue battaglie, lavori nella sua agenzia, riprendi l’anima…”

Stronzate!”

Davvero? Allora dimmi perché tra tutti i posti del mondo sei venuto qui a L.A?”

Mi ci hanno spedito! Non avevo scelta!”

Allora perché sei ancora qui?”

Spike esitò e per un attimo abbassò la guardia. Il demone rapido ne approfittò e lo afferrò per il collo alzandolo una decina di centimetri da terra.

Dannato!”gli urlò il vampiro.

L’altro rise soddisfatto, sicuro di avere la situazione in pugno.

Cosa pensi di fare soffocarmi?” gli disse soddisfatto il vampiro.

Ti farò anche di peggio!”

Tu non sei mio padre!”urlò Connor colpendo il demone in modo che lasciasse Spike.

Non ti permetto di prendere le sue sembianze!”

E cosa pensi di fare? Uccidermi? Davvero colpiresti il tuo caro paparino a morte?”lo beffeggiò il demone

Connor sorrise “Avresti dovuto informarti meglio! Se lo avessi fatto sapresti che non ho nessun problema a colpire mio padre!”

Il ragazzo si lanciò all’attacco e dopo aver schivato abilmente un paio di colpi, afferrò al volo la spada che Spike gli lanciò e decapitò il suo avversario.

Tutti rimasero immobili. Connor abbassò lo sguardo sulla sua mano, la spada che teneva era la preferita del padre.

L’ho trovata tra le macerie!”disse Spike.

Il ragazzo non disse niente. Lasciò cadere l’arma a terra e uscì.

Illyria si mosse per seguirlo, ma il vampiro la afferrò per un braccio bloccandola.

Lascialo andare!”


FIRST KISS


Quando Elisabeth si svegliò si ritrovò tra le braccia di Liam. Avevano dormito stretti l’uno all’altra tutta la notte. Questo le faceva provare dentro una sensazione nuova e piacevole, un calore che le riscaldava l’anima. I timori provati la sera prima erano lontani mille miglia.

Per un lungo attimo pensò a cosa doveva fare: rimanere lì con lui o alzarsi? Sapeva che non era opportuno restare in quella posizione, ma d’altra parte…

Ormai non se la sentiva più di negare ciò che era più che chiaro; Liam le piaceva e non in modo amichevole. Lui la faceva sentire diversa. Lui le faceva provare emozioni nuove, belle, profonde. Lui la rendeva felice come mai era stata in vita sua, si sentiva protetta e soprattutto non sentiva più di essere sola.

Era consapevole che quelle emozioni erano sbagliate per almeno un migliaio di ragioni che poco c’entravano con il fatto che Liam fosse un vampiro. C’erano motivi ben più gravi di quello, perché più stava con lui, più capiva quale fosse la verità. In una vana speranza però pregava di sbagliarsi e continuava a mentire a se stessa.

Scacciò via quei pensieri. Non poteva e non voleva creder che fosse <LUI>! Non doveva essere così. Si strinse più forte a lui e si riaddormentò.


Qualche ora dopo Liam si svegliò. Elisabeth stava ancora dormendo, stretta forte a lui. Non potè evitare di notare per l’ennesima volta quanto fosse bella. Il suo volto era sereno, non c’era più l’ombra che l’aveva oscurato la sera prima. Il suo battito era regolare. Liam sentiva echeggiare dentro di se quel dolce suono.

Provò ad alzarsi, ma non appena si mosse Elisabeth cominciò a stropicciarsi gli occhi. Si fermò all’istante, non voleva svegliarla. Era così dolce, così tenere, sembrava una bimba innocente. Adorava vederla dormire. Adorava stringerla tra le sue braccia. Adorava sentire su di se quel profumo.

Ripensò all’incidente della sera prima. Continuava a non capire cosa potesse spingere quelle persone a cercare di uccidere quell’angelo. Il suo angelo. Non poteva essere solo per aver disobbedito al padre, doveva esserci dell’altro, qualcosa che Elisabeth gli nascondeva. Qualunque cosa fosse a Liam non interessava, perché non l’avrebbe considerato un motivo sufficiente per attentare alla sua vita. Sentiva che il suo compito era proteggerla a qualunque costo. Non poteva permettere che le accadesse qualcosa. Lentamente si era reso conto di tenere alla sua vita più di quanto non facesse lei.

Fin dal giorno che l’aveva incontrata aveva sentito un feeling particolare con lei. E quel legame, pian piano, si era approfondito. Quello che provava guardandola non era gratitudine, ne amicizia. Era qualcosa di più profondo, di più importante. Sapeva che era un sentimento sbagliato: lei era una ragazza stupenda e lui una creatura della notte, però non poteva negare a se stesso quello che provava. Elisabeth questo non avrebbe mai dovuto saperlo. Per lei loro erano solo amici.


La ragazza lentamente cominciò a muoversi fra le sue braccia. Si stropicciò gli occhi e pigramente li aprì. Liam la stava fissando divertito. Sembrava un gattino tutta arruffato in quel modo. Lei si sentì avvampare per l’imbarazzo e di scatto nascose il volto appoggiando la fronte al muscoloso petto di lui. Non avrebbe mai voluto alzarsi, non voleva che lui smettesse di stringerla.

Buongiorno!”fece lui.

Elisabeth non rispose.

Dormito bene?”

Lei si limitò a fare un cenno affermativo con la testa muoversi dalla sua posizione.

Lui dolcemente le accarezzò la testa, solo allora lei alzò lo sguardo su di lui per fissarlo negli occhi. Gli occhi di Elisabeth stavano brillando. Sembravano illuminare la stanza. Illuminavano la sua anima.

Grazie!”sussurrò lei.

E per cosa?”

Per essere rimasto qui con me!”

Perché dove sarei potuto andare?”chiese in tono scherzoso.

Sai cosa intendevo!”fece lei seria.

Non ti avrei mai lasciato sola!”

Ma non sei tenuto a farlo. Ti caccerai in grossi guai se rimani con me!”

Però sono guai molto carini!”disse lui sfiorandole la guancia leggermente arrossata.

Perché lo fai?”

Perché non posso farne a meno!”

Lei si allungò e lo bacio teneramente sulla guancia. Quando provò ad allontanarsi lui glielo impedì. Adesso i loro volti erano così vicini…Liam le sfiorò il viso e lei chiuse gli occhi per assaporare fino infondo la gentilezza del suo tocco. Poi dolcemente avvicinò il suo viso e si chinò su di lei. L’atmosfera era incantata, il momento perfetto. Stavano per baciarsi quando…

DRING…DRING…

Il telefono cominciò a suonare. L’atmosfera svanì in un istante e i due come risvegliati da un bellissimo sogno si allontanarono di scatto. Entrambi erano molto imbarazzati e terrorizzati da quello che stava per succedere.

Liam si alzò dal letto per evitare di correre altri rischi.

Io vado a farmi una doccia!”disse

<<Una doccia gelata!!>>pensò.

Elisabeth rispose al telefono.

Pronto?”

Ehi Lizzie! Sono io, Maria!”

Perché mi chiami? Non è più economico bussare alla porta!”

Sono al lavoro, io!”

Dimmi cosa c’è!”tagliò corto. Era piuttosto in collera con l’amica per il pessimo tempismo. Ma allo stesso tempo era sollevata.

Volevo solo gli ultimi aggiornamenti!”

Elisabeth ripensò a cosa stava per accadere pochi istanti prima.

Non ci sono sviluppi!”

Non ti credo! Ti conosco troppo bene e ho capito che lui ti interessa. L’unica cosa da chiarire è definire fino a che punto ti piace!!”

Maria, la devi piantare con questa storia!”disse Elisabeth piuttosto irritata dalle insinuazioni dell’amica.

Se come dici tu io mi sto inventando tutto, tu perché ti scaldi tanto. E poi vuoi veramente farmi credere che mi sto sbagliando? Ti conosco da una vita…forse ti conosco meglio di quanto tu non conosca te stessa!”

Ok!! Ammetto che forse potresti avere ragione, ma questo comunque non cambia le cose!”

Lui prova lo stesso?”

Non lo so…non è questo il punto…Tu sai che non posso!”

Dovresti smetterla di forti condizionare la vita da quella vecchia storia.”

Tu fai presto a parlare, ma non è così facile!”

Cmq, torniamo a noi. Cosa stava succedendo prima che chiamassi? Mi sei sembrata strana quando hai risposto!”

Io…niente…è che mi ero appena alzata!”

Non ci siamo Liz, continui a dire bugie…su avanti…dimmi tutto. Lo sai che la confessione fa bene all’anima?”

Alla mia o alla tua?”

Non provare a cambiare argomento e rispondi alla domanda!”

Noi eravamo su letto e…stavamo…”

Oh mio Dio! Oh mio Dio!!!!!!!!!!!!”

Ma cosa hai capito! Stavamo solo per baciarci!”

Per un attimo mi ero preoccupata!”fece Maria tirando un sospiro di sollievo.

Direi che hai avuto un tempismo perfetto! Mi hai impedito di fare il più grosso errore della mia vita!”

Piantala con queste scuse e comincia a snocciolare un po’ di dettagli!”

Noi eravamo sul letto, ci eravamo appena svegliati e…”

Avete dormito insieme?”

No…si…ma non per il motivo che pensi tu!”

Avanti prova a inventarti un'altra scusa!”

Ieri ho avuto un piccolo incidente. Hanno provato a investirmi!”

Chi?”

Elisabeth non rispose e Maria capì da sola.

Questa non ci voleva! Ti hanno già trovata! Credevo che avremmo avuto più tempo!”

Lo credevo anch’io! Comunque preferisco parlare di queste cose a quattro occhi!”

Bene…Posso farti due domandine?”

Avanti spara!”

Come è stato dormire con lui?”

Non così spec…- però Elisabeth si fermò, non se la sentiva di mentire- E’ stato stupendo! Mi sono sentita in paradiso! Io non so descrivertelo, non riesco a trovare parole che possano farti capire esattamente come mi sento quando lui mi stringe. È magnifico!”

E meno male che non ti piace! L’ultima domanda poi torno a lavorare: tu volevi essere baciata?”

No…non so…forse…si- ammise infine- Lo volevo da impazzire. Ma non sono più una ragazzina che non sa controllare gli ormoni. Non sono il tipo da un amore romantico. Non ho il tempo per questo!”

In vita tua ha già rinunciato a tante cose. Non farlo anche con l’amore. Tu hai il diritto, anzi il dovere di essere felice e se per farlo ci vuole un vampiro, allora che male c’è?”

Non lo so, ma non vedo un futuro florido!”

Forse dovresti pensare meno al futuro e più al presente!”

Forse…” mormorò lei.

Ora devo proprio scappare o finirò per perdere il posto! Baci a dopo!”

A dopo!”

In quel momento Liam uscì dalla doccia.

Elisabeth era più risoluta che mai ad evitare ogni contatto a respingere ogni strana sensazione. Cercando di tornare alla normalità fece un profondo respiro poi urlò:

Liam, ti ho preso degli altri vestiti! Te li metto qui sul letto! Io vado in cucina a mangiare qualcosa!”

Grazie!”rispose lui dal bagno.


Quando entrò in camera Elisabeth non c’era. Ne fu sollevato. La doccia l’aveva rinfrescato, ma non era bastata per lavare via il desiderio di baciarla. Cominciò a chiedersi se fosse opportuno rimanere con lei; se era giusto. Magari poteva proteggerla senza starle troppo vicino. Era convinto che quella sarebbe stata la cosa migliore per tutti, per evitare danni peggiori.

Andò in cucina per comunicare a Elisabeth la sua decisione, ma gli bastò fissarla per un attimo per cambiare idea. Tutta la convinzione sparì. Il volto della ragazza era di nuovo triste, l’ombra della sera prima era tornata ad offuscare il suo bellissimo sguardo.

Accortasi della presenza del vampiro lei si voltò rivolgendogli un candido sorriso, cercando di nascondere dietro una maschera di allegria tutto quello che era successo.

Ehi! Come era la doccia?”

Perfetta! Ci voleva proprio!”

Tieni ti ho preparato la colazione!” disse lei porgendogli una tazza di sangue caldo.

Grazie! A quanto pare oggi sei tu ad avermi preparato la colazione!”

Be’, è giusto fare a turno!!”

Ci fu un breve silenzio. Liam continuava a sperare in una confessione spontanea di Elisabeth, ma lei continuava a fingere.

Con me non devi farlo, Lizzie !”

Fare cosa?”

Fingere! Fare finta di stare bene, di essere felice, perché tanto lo so che non è così. Riesco a percepire il tuo dolore.”

Un’altra abilità da vampiro?”

No, è che…non riesco neanche io a capire come, ma riesco a percepirlo!”

Non voglio passare il resto della giornata a piangere e tormentarmi! Tanto non servirebbe certo a cambiare le cose. Qualunque cosa io faccia non posso cambiare la realtà dei fatti! Loro sono qui, mi hanno trovata e hanno palesemente dimostrato che possono colpirmi quando e dove vogliono! Sapevo che sarei dovuta tornare prima o poi, speravo solo di avere più tempo!”

Perché vogliono riportarti a casa?”

E’ una storia lunga e complicata e seriamente non mi va di parlarne adesso. Infondo se è destino che certe cose accadano non c’è modo di evitarle, quindi è inutile preoccuparsene!”

Non mi piace vederti così. Non sopporto l’idea che tu stia male!”

Allora ti prego, possiamo smettere di parlare di questo?”

Come vuoi! Sappi però che non ti lascerò sola in questa situazione!”

Lo apprezzo veramente tanto! Allora quando vuoi andare in biblioteca?”

Pensavo di andare domani mentre tu sei a lavoro!”

Ma non eri ansioso di trovare nuove informazioni?”

Quelle possono aspettare, tanto io non invecchio!! Ci sono modi migliori con cui passare le vacanze, te lo hanno mai detto?”

Cosa hai in mente?”

Potremmo fare qualcosa…non so uscire andare a divertirci!”

Divertirmi?! Temo di aver dimenticato come si fa!”

Allora urge un ripasso!” disse lui prendendola per le mani.

Elisabeth sentì di nuovo tornare a farsi sentire l’impulso di poco prima, quello di buttarsi fra le sue braccia e lasciarsi stringere. Voleva lasciargli prendersi cura di se, voleva smettere di sentirsi sola.

Bene! Allora è deciso! Cosa facciamo?” disse allontanandosi da lui.

A Liam parve che Elisabeth fosse stranamente fredda con lui. Forse le aveva dato noia quella che era successo quella mattina in camera sua.

Sei arrabbiata con me?”

No!”

Temo che saremmo bloccati qui fino al tramonto a meno che tu non abbia qualche idea che non preveda l’esposizione ai raggi solari!”

Potremmo andare al cinema!”

Ottimo!!”

Il primo spettacolo è quello delle 17. Il giornale diceva con un solo biglietto si possono vedere due spettacoli. C’è una specie di maratona horror. Ti piacciono i film dell’orrore?”

Sono un vampiro!”

Lei gli sorrise.


TENTATION -1° parte-


Arrivare al cinema non fu molto difficile. La sala infatti non era molto distante dell’appartamento di lei ed Elisabeth guidando cercò di evitare le strade assolate.

Finalmente in salvo!” disse Liam sollevato.

Stai bene?”

Si!! Tutto ok!!!!”

Poi rivolgendosi alla cassiera disse.

Due biglietti per la maratona!”

La sala, che di solito era deserta, quel giorno era quasi al completo. C’erano alcuni ragazzini con i genitori, gruppi di amici, fidanzatini…

La maratona horror durò fino a quasi l’ora di cena. Quando uscirono dal cinema il sole era tramontato da un pezzo.

Liam aveva una strana espressione. Il film l’aveva innervosito molto. Elisabeth al suo fianco lo guardava divertita.

Non dire una parola!”fece lui stizzito.

Perché? Non ti è piaciuto il film?”chiese lei scoppiandogli a ridere in faccia.

Il vampiro era felice di vederla ridere di nuovo. La luce che aveva dentro si era riaccesa. Però ad essere sinceri avrebbe preferito non essere lui il motivo di tanta ilarità.

Avresti potuto anche dirmi che la maratona era sui vampiri!”

Non lo sapevo! Questo non l’avevo letto!” riuscì a dire lei tra una risata e l’altra. Con un gesto spontaneo gli mise la mano sul braccio, ma poi lo ritirò subito.

E’ stato umiliante!-esclamò Liam facendo finta di ignorare il suo comportamento – Bare, collane di cipolle, quei tizzi con quei ridicoli vestiti…”

Dai, non esagerare! Non è stato così male. Però ammetto che dopo aver conosciuto un vampiro vero questa maratona era più comica che horror.”

Non infierire ti prego! Comincio a credere che tu l’abbia fatto di proposito!”

Giuro di no! Dai dimmi come posso farmi perdonare?”

Non credo tu possa!”fece lui fingendosi offeso.

Lei lo afferrò per un braccio e lo tirò giù e gli diede un casto bacio sulla guancia.

Accortasi del gesto esagerato stava per dire qualcosa, ma la reazione di Liam la bloccò. Il ragazzo si era allontanato bruscamente ed era diventato estremamente rigido. Anche se poteva capire il perché di quella reazione Elisabeth ne rimase profondamente ferita. Sapeva che tra loro non poteva esserci niente, ma aveva creduto che lui…

Liam aveva dovuto fare ricorso a tutta la sua forza di volontà per non cedere all’impulso di afferrarla e baciarla lì davanti a tutti. Si allontanò per sicurezza.

Sono perdonata?”chiese Elisabeth fingendosi indifferente.

Si…però non farlo più!”

Altra frecciatina al cuore. Aveva frainteso tutto. Aveva scambiato la sua gentilezza per qualcosa di più. Si sentì una stupida per avergli dato un bacio. Lui sembrava veramente disturbato dal suo comportamento.

Ehi Liam, io ho fame!”

Allora perché non andiamo in una pizzeria o in un posto del genere?”

Come vuoi!” rispose lei freddamente.

Liam provò ad appoggiarle la mano sulla spalla, ma lei rifuggì ogni contatto. Elisabeth era diventata improvvisamente scostante.

Tutto bene?”

Benissimo!”


La pizzeria era poco distante dal cinema, così i due ci andarono a piedi. Durante il tragitto nessuno di loro parlò. Il vampiro continuava a fissare la ragazza che camminava qualche passo davanti a lui. Da quando erano usciti dal cinema gli sembrava strana, come se cercasse di evitarlo.

Liz, sei sicura di stare bene? Mi sembri strana.”

Io sto benissimo!”rispose lei stizzita.

Ho detto qualcosa che ti ha offeso!”

<Scemo!>pensò.

No, niente!”disse invece senza voltarsi.

Entrarono nel locale e si misero a sedere. Liam rimase in silenzio mentre lei mangiava. L’atmosfera era diventata molto tesa.

Dove vuoi andare ora?”chiese lui.

A casa!”

Lizzie sei sicura?”

Non mi sembra il caso di continuare!”

Allora lo vedi che ce l’hai con me! Se ho fatto qualcosa che ti ha offesa ti prego perdonami. Ti giuro che non era mia intenzione!”

Elisabeth si rese conto che il suo comportamento doveva apparirgli incomprensibile. Infondo non aveva fatto niente di male. Infondo non aveva motivo di essere arrabbiata. Lei non voleva che tra loro…e se lui non provava niente sarebbe stato più facile evitare di…

Seriamente Liam, sto bene!” disse infine.

Vuoi davvero andare a casa?” fece lui dolcemente.

Lei scosse la testa.

Ti va di venire con me in un posto?”

Dove?”

Al luna park che c’è sulla costa! Vorrei che tu mi facessi un grande favore!”

Farò tutto ciò che vuoi!”esclamò lui.

Vorrei che tu vincessi per me un premio!”

Spiegati…”

Qualche mese fa ad uno dei giochi del luna park ho visto un orsacchiotto di peluche enorme e me ne sono innamorata! Il gioco però deve essere truccato perché nessuno riesce a vincere. Ho chiesto di provare a tutti quelli che conosco, ma il mio orsetto rimane off limits! Quindi penavo che…”

Magari un vampiro…”

Esatto!!”

Di che gioco si tratta?”

Devi colpire con un martello un piatto e far si che l’indicatore suoni il campanello. Chi ci riesce prende l’orso!”

E dove starebbe il trucco?”

Non lo so! Ma è impossibile prendere far suonare quel maledetto campanello. Quindi pensavo: visto che tu sei super forte forse potresti vincere comunque! Sei la mia ultima speranza! Lo farai per me?”chiese lei facendogli gli occhi da cerbiatta.

Liam non le poteva rifiutare niente. Pur di farla continuare a sorridere era disposto anche ad imparare a volare, come nei film horror.

Se me lo chiedi così…”

Grazie!! Sei il migliore!!!”urlò lei per la gioia.


Non appena arrivarono al luna park Elisabeth afferrò la mano di Liam e lo trascinò verso il gioco. Prima di tutto controllò che l’orso fosse ancora al suo posto e poi lo indicò al suo accompagnatore.

Non è bellissimo!”

Il vampiro le sorrise. Bastava così poco per renderla felice. Era entusiasta all’idea di avere quel pupazzo che non poteva non accontentarla.

Ecco la bella signorina! Era un po’ che non la vedevamo!” fece il padrone del gioco ad Elisabeth.

Sei di casa vedo!”ironizzò Liam.

Quando ti ho detto che ci ho portato tutti quelli che conosco, non stavo scherzando. Sono arrivata addirittura a pagare uno di quei tipi super balestrati, ma senza risultati!”

Chi è questo bel giovane? Il suo ragazzo?”

E’ un amico! L’ho portato per l’orso!”

Si è proprio innamorata di quell’orso! Le auguro di vincere questa volta, anche se come sa è un’impresa difficile. Ci vuole una forza oserei dire disumana per vincere!”disse al vampiro

Allora sono apposto!”rispose.

Prese il martello in mano. Era veramente molto peso. Ora capiva perché le persone normali non vincevano. Si preparò a colpire, ma poco prima che il martello toccasse il piatto sentì un CLICK. L’indicatore salì velocemente. Ma poco prima di toccare la campana si arrestò e tornò indietro.

Mi dispiace! Però ci è andato vicino!”disse l’uomo soddisfatto.

Liam non capì cosa era successo. Guardò attentamente il percorso sull’asta. Lì non c’era niente che ostacolasse il raggiungimento della campana.

Si voltò verso Elisabeth e vide che era delusa. Aveva creduto veramente che lui potesse vincerle quel premio.

Ok…non importa! Almeno non posso dire di averle provate tutte!”

Che fai butti già la spugna?”

Ma Liam, tu…”

Liam le sfiorò la guancia con una carezza.

Ti vincerò quell’orso fidati!”

Elisabeth tornò a sorridere.

C’è mai riuscito nessuno a far suonare la campana?”chiese il vampiro al gestore.

Solo mio figlio- rispose l’uomo pieno di orgoglio- Se vuole le faccio vedere!”

La prego…” lo incitò.

Daniel vieni qui per una dimostrazione!”urlò.

Da dietro il tendone uscì un tipo dai muscoli scolpiti, ma che non sembrava eccezionalmente forte.

Il ragazzo afferrò un secondo martello alzandolo senza troppa difficoltà. Liam capì subito che l’attrezzo doveva essere molto più leggero di quello che aveva in mano lui, i muscoli del ragazzo non erano minimante sotto sforzo.

Daniel si avvicinò al gioco e sferrò il colpo. Poco prima che il martello toccasse il piatto sentì nuovamente un CLICK. Questa volta aveva individuato da dove proveniva; da sotto il piatto. La campana suonò.

Al vampiro fu chiaro il trucco. Doveva esserci un meccanismo nel piatto che aumentava la resistenza al colpo. In più il martello pesantissimo rendeva quasi impossibile il colpo.

Posso provare di nuovo?” chiese Liam.

Certo figliolo!”rispose gentilmente l’uomo.

Questa volta il vampiro sferrò il colpo con tutta la sua forza rompendo il meccanismo che bloccava il piatto e facendo suonare la campana.

Hai vinto!!! Ce l’hai fatta!!! Lo sapevo che lo potevi fare!!!” cominciò ad urlare Elisabeth dalla gioia.

Ma come ha fatto?”chiese il proprietario sbigottito.

Sono più forte di quanto non sembri!- disse il vampiro soddisfatto- Ora può consegnarle l’orso?”

Si certo!”

Non appena Elisabeth ebbe il suo peluche tra le mani cominciò a saltare come una pazza. Buttò le braccia intorno al collo del vampiro e lo tempestò di baci sulla guancia continuando a ripetere

Grazie!! Grazie!!!”

Ok! Ok… ho capito! Mi sei molto grata!”disse allontanandola bruscamente.

Elisabeth capì di avere nuovamente esagerato. L’aveva fatto ancora! Si sentì morire di vergogna.

Scusa!” disse infine con lo sguardo al terreno.

Liam pensò che forse questa volta aveva esagerato con la sua reazione. Infondo lei voleva solo mostrargli la sua gratitudine. Però sentirla così vicino: il suo profumo, il suo corpo…era una tentazione troppo forte.

Le mise un braccio intorno alle spalle e le diede un bacio sulla testa.

Sono felice di vederti sorridere di nuovo!” le sussurrò dolcemente.

Elisabeth sentì un forte impulso di stringersi a lui e riempirlo di baci. Strinse più forte il suo pupazzo. Stargli vicino era così difficile, ma piano piano si stava rendendo conto che stargli lontano era addirittura impossibile!

Avanti andiamo a casa!” fece la ragazza.

Liam annuì.

Grazie!”

Non è stato difficile vincere quel pupazzo!”

Non solo per questo, ma per tutta la serata!”

Anch’io sono stato bene!”

Poi d’un tratto l’espressione del vampiro si scurì.

Cosa c’è? Stai male?”

Qualcuno ci spia. Non sei al sicuro qui. Torniamo a casa!”

Elisabeth capì al volo al tipo di pericolo a cui il vampiro si riferiva e senza dire altro lo seguì.


TENTATION –Seconda parte-


Nessuno dei due disse niente fino a quando non furono di nuovo a casa. Liam notò che sul volto di Elisabeth era tornata un’espressione preoccupata, così cercò di distrarla.

Allora, hai deciso come lo chiamerai?”

Chi?”

Il tuo amatissimo pupazzo!”

Si, certo! E’ da quando l’ho visto la prima volta che ho deciso il suo nome; si chiamerà Rasputin!”

Cosa?! Ma ti sembra il nome da dare ad un peluche? Cosa ne è stato di nomi come Teddy o Sweety?”

Quelli sono nomi banali. Tutti hanno qualche pupazzo che si chiama Teddy, ma sono sicura che nessuno ha un Rasputin!”

Su questo non ci piove!! Non è un nome comune!”

Se è per questo neanche io sono un tipo comune!”

Si, l’ho notato!”disse lui dolcemente.

Elisabeth era un tipo strano, ma era proprio quello che tanto lo affascinava. La sua incostanza, il suo buon cuore, l’alternarsi tra essere donna e bambina.

Ti sembro matta?”disse appoggiando l’orso sul divano.

Un po’!”

Ed è una cosa brutta?”chiese avvicinandosi a lui.

No, anzi! È ciò che più di te mi affascina!”

Già, i matti hanno sempre un grande charme!” scherzò lei.

Liam rise. Era veramente una ragazza fuori dal comune. Nonostante la brutta situazione in cui si trovava, nonostante la paura e la tensione degli ultimi giorni riusciva a recuperare la sua spontaneità e la sua gioia diffondendole a quelli che le stavano accanto.

Si è fatto tardi!”fece notare lui capendo che la situazione poteva degenerare. Stare troppo vicino a lei era troppo pericoloso. Una tentazione a cui non sapeva resistere.

Hai ragione!- disse lei guardando l’orologio- Non me ne ero accorta. Il tempo è volato! Grazie mille per la bella serata! È stata la migliore della mia vita!”

Non devi ringraziarmi, anche io sono stato bene!”

Però nessuno dei due si mosse. Entrambi aspettavano che fosse l’altro a fare la prima mossa.

Bene…”

Già…”

Cosa stiamo aspettando?” chiese lei.

Che tu vada in camera tua, suppongo!”

E perché? Io dormo sul divano.”disse Elisabeth sedendosi accanto a Rasputin.

No! Sul divano ci dormo io! Avevamo stabilito che appena guarito avremmo fatto così! Io adesso sto bene quindi il letto è tuo!”

Ma io…”

Non discutere! Insisto. Lascia che sia io ha dormire qui o finirò per sentirmi in colpa!”

Come preferisci! Ma se cambi idea…”

Non ti preoccupare!”

Nel voltarsi per andarsene Elisabeth inciampò nel tappeto finendo tra le braccia di Liam. Rasputin cadde a terra.

Tutto ok?” chiese premurosamente allontanandola un po’.

In quel momento la ragazza sentì chiaramente il desiderio di restare lì con lui, tra le sue braccia. Era come un fuoco che le bruciava l’anima. Voleva passare la notte come avevano fatto la sera prima: l’uno tra le braccia dell’altra.

Il vampiro però sembrava molto a disagio nello stringerla. E si ritrasse e senza dire una parola scappò in camera.

<<Ma che cosa mi sono messa in testa? Sono proprio una cretina! Come può uno come lui pensare ad una come me? Sono proprio stupida. È tutta la sera che lo metto in queste situazioni e lui poverino non sa più come destreggiarsi. È chiaro che non gli interesso in quel senso. Infondo è meglio così!>>pensò.

Però il comportamento di Liam la feriva. Ormai era chiaro che, anche se la sua testa le diceva che non provava niente, il suo cuore le urlava il contrario.

Il vampiro nell’altra stanza non aveva capito il motivo della strana reazione di Elisabeth. Era tutta la sera che alternava momenti di grande espansività con quelli in cui non lo guardava nemmeno. Forse in parte era colpa sua che aveva esagerato nel respingerla, ma non poteva rischiare. Se la cosa fosse incominciata poi non avrebbe avuto la forza di fermarla. Quindi era meglio evitare ogni tentazione.

Elisabeth lo aveva lasciato senza dirgli neanche un parola. Non aveva preso neanche Rasputin. Forse il suo comportamento l’aveva ferita. Infondo era una ragazza molto sensibile e lui probabilmente allontanandola in quel modo dopo la caduta aveva proprio esagerato.

Prese l’orso e bussò alla porta di lei.

Entra!”

Elisabeth era rivolta verso il muro con le spalle verso la porta.

Hai dimenticato questo!”fece lui.

Mettilo sulla sedia, grazie!” disse senza neanche voltarsi.

Cosa fai?”

Niente!”rispose freddamente.

Perché non ti volti?”

Perché dovrei? Ora se non ti dispiace vorrei dormire.”

Liam pensò che doveva essere veramente ferita per trattarlo così.

Mi dispiace per prima…”cercò di scusarsi.

Non devi scusarti. È stata colpa mia, ho esagerato. Non l’ho fatto apposta, non volevo metterti a disagio. Io non avevo capito…Prometto che d’ora in avanti non lo farò più!”

No! Liz tu non hai capito e che io…”

Dai!- lo interruppe lei- Magari non sarò sveglissima, ne la più preparata su certe cose, ma il tuo comportamento è stato molto chiaro. Tu non vuoi…ti da fastidio…- aveva difficoltà a parlare- Non devo essere troppo espansiva. Ti giuro che non succederà più!”

Ma non è così!”

Adesso non prendermi in giro! Ma se ogni volta che mi sono avvicinata a te ti sei irrigidito affrettandoti a rimettermi al mio posto!”

Elisabeth!” disse lui afferrandola per le spalle e costringendola a voltarsi.

I suoi bellissimi occhi erano pieni di lacrime.

Ti prego va via!”disse lei abbassando lo sguardo. Non sopportava che lui la vedesse così.

Non volevo ferirti- fece lui dolcemente accarezzandole il viso- E’ solo che io…non posso…starti vicino è troppo…tu sei così…”

Elisabeth alzò lo sguardo su di lui e Liam la strinse a se’ con forza e lentamente se chinò su di lei baciandola con dolcezza.

Entrambi non avevano fatto altro che pensare a quel bacio per tutto il giorno. Avevano provato a evitare di pensarci, a nascondere il desiderio, ma ormai non potevano più farlo e finirono per cedere a quello che entrambi volevano.

Piano piano il vampiro si staccò da lei.

Questo è sbagliato- sussurrò continuando a stringerla- Io sono un vampiro…noi non …è sbagliato!”

Hai ragione! Noi non dovremmo…”ripose lei baciandolo di nuovo teneramente.

Il cuore di Elisabeth batteva all’impazzata. Dentro provava una gioia mai neanche sognata e un senso di pace profondo che non sentiva da molto, molto tempo. Liam la stava stringendo così forte da toglierle il respiro, ma a lei andava bene così-

Lui non poteva più resistere ai suoi occhi, alla sua dolcezza. Ogni fibra del suo essere tendeva verso di lei. Aveva capito fin da subito che tra loro c’era qualcosa, un legame, una scintilla, qualcosa di più profondo dell’amicizia, di più importante della semplice attrazione fisica. Sentiva che in qualche modo loro si appartenevano.

Quando l’aveva vista così fragile, ferita dalla sua freddezza qualcosa nel suo animo si era mosso e non aveva più potuto trattenersi. Istintivamente l’aveva baciata e lei aveva risposto al suo bacio.

Ora se ne stavano fermi al buoi, stretti l’uno all’altra a fissarsi incapaci di separasi o di dire qualsiasi cosa.

Liam…”sussurrò lei.

Ma lui le impedì di parlare e la baciò di nuovo con tanta passione.

Elisabeth sentì le sue ginocchia tremare e si aggrappò forte alle spalle del vampiro. Mai nessuno prima d’allora l’aveva baciata tanto intensamente, con così tanto trasporto. Si sentì soprafatta da un’ondata di desiderio. Era la prima volta che si lasciava così tanto con un uomo.

Liam ormai aveva perso ogni contatto con la realtà. I suoi sensi non percepivano altro che il calore delle labbra di Elisabeth, il suo dolcissimo profumo. Ogni altra cosa era sparita, ogni pensiero dissipato.

Quando finalmente si staccarono occorse ad entrambi qualche secondo per rimettere a fuoco la situazione. Di scatto si lasciarono e ognuno se ne andò nel proprio letto a dormire, anche se sapevano che non avrebbero chiuso occhio. Avevano fatto l’unica cosa che avrebbero dovuto evitare.


FEELING


Liam se ne stava sdraiato al buio sul divano con lo sguardo perso nel buio. La sua mente non faceva che ritornare a ciò che era successo poco prima in camera di Elisabeth. Non riusciva a togliersi dalla mente l’intensità, la passione di quel bacio, non riusciva a smorzare il desiderio. Continuava a sentire il suo sapore, il suo odore. Baciarla era stato fantastico, la sensazione più bella che avesse mai provato. Per un attimo era stato tutto perfetto.

Però al tempo stesso continuava a rimproverarsi. Non riusciva a spiegarsi come aveva potuto permettere che una cosa del genere accadesse, adesso aveva rovinato tutto. Lui teneva veramente ad Elisabeth e non sopportava di vederla star male. E quando guardandola negli occhi aveva letto la delusione per averla respinta, tutto quello che aveva provato a soffocare, a nascondere era esploso. Ora però non sapeva come doveva comportarsi. Cosa doveva dire “Scusa, mi dispiace anche se morivo dalla voglia di baciarti con così tanta passione non avrei mai dovuto farlo!”.

Quel bacio lo aveva scosso profondamente e cosa ancora più preoccupante ne voleva ancora, voleva di più. Voleva sentire il corpo di lei stretto al suo, il suo battito accelerare, il suo profumo sulla sua pelle. Per loro però non ci poteva essere nessun futuro e assecondare quei desideri significava farla soffrire.


Nel frattempo anche Elisabeth se ne stava al buio sdraiata nel suo letto, ripensando al bacio dato a Liam. Che strana situazione! Se chiudeva gli occhi poteva ancora sentire le sue mani cingerle la vita, il suo profumo inebriante penetrale dentro fino all’anima.

Ora però aveva paura, paura di quello che sarebbe successo la mattina seguente, di quello che si sarebbero detti. Il loro rapporto inevitabilmente sarebbe cambiato. Loro non erano amici, questo ormai era chiaro. Ma non potevano essere qualcosa di più.

Elisabeth era confusa oltre ogni limite. La sua mente ed il suo cuore erano in disaccordo come mai era accaduto in vita sua. La testa le diceva di finirla prima di farsi male, le diceva di allontanarsi da un uomo che non poteva avere. Senza contare che la sua famiglia non l’avrebbe mai permesso. Per loro sarebbe stato un sacrilegio e poi c’erano tutti gli altri problemi…ma il suo cuore la implorava di non farlo. Le urlava che non poteva allontanarsi da lui, perché aveva bisogno di lui, dei suoi baci, delle sue carezze.

Un pensiero orribile le saltò alla mente. E se lui avesse deciso di lasciarla? Di andarsene per colpa di quello che era successo?

Lo sconforto prese il sopravvento e per l’ennesima volta gli occhi le si riempirono di lacrime.



OLD STORY


Dal giorno del suo compleanno Buffy era cambiata, tutti l’avevano notato. Tutti capivano il motivo. Lei non aveva voluto più parlare dell’argomento e nessuno se l’era sentita di farle delle domande. Ognuno aveva cercato di aiutarla come poteva e Giles aveva provato ininterrottamente a contattare l’ufficio di Los Angeles, ma il numero che Willow aveva sembrava non essere più attivo.

Xander più di tutti non sopportava di vedere la sua amica in quelle condizioni, soprattutto a causa <sua>, di quel vampiro. Il ragazzo aveva sempre odiato, e forse anche invidiato, l’ascendente che Angel aveva su Buffy, il modo in cui poteva farla ridere o piangere.

Da tempo ormai si era messo il cuore in pace; la cacciatrice non l’avrebbe mai considerato più di un amico, non avrebbe mai corrisposto i suoi sentimenti. Però se proprio doveva vederla con un altro avrebbe preferito che l’uomo in questione avesse il battito cardiaco, che fosse un uomo che potesse portarla alla luce del sole. Invece lei inesorabilmente continuava a scegliere i tipi sbagliati: Angel, Spike e poi c’era stato quell’altro demone di cui non ricordava il nome.

Anche Willow era rimasta scioccata dalla morte di Angel. Tra tutti i membri della scooby gang lei era l’unica ad avere mantenuto un contatto con lui nel tempo. Lei sapeva quanto il vampiro fosse cambiato dopo l’abbandono di Sunnydale: aveva aperto un’agenzia investigativa, combatteva la sua battaglia…e poi c’era Cordelia. La strega aveva pensato che senza Buffy Angel non sarebbe riuscito a farcela, ma invece lui ce l’aveva fatta, era cresciuto, aveva trovato la forza di andare avanti. Non era più il vampiro ombroso e taciturno che stava con la sua amica, era più socievole, più umano. Cordelia lo aveva cambiato. Il loro amore lo aveva spinto a diventare ciò che era adesso.

Angel di tutto ciò non aveva mai fatto parola con lei, ma Willow lo aveva capito. Ne aveva avuto la prova definitiva quando le aveva detto della morte della ragazza. Allora lei era riuscita a percepire il profondo dolore che quella perdita aveva lasciato in lui. E poi c’era Connor. Angel l’aveva pregata di non dire niente a Buffy di lui. “La farà solo soffrire!”

Nonostante il tempo trascorso, il vampiro non aveva mai smesso di preoccuparsi della sua cacciatrice.


Nella stanza tutti stava in silenzio come se aspettassero qualcosa, un segno, un’indicazione che dicesse loro cosa fare, come comportarsi.

Ho preso una decisione- disse Buffy d’un tratto- Io vado a L.A. Io devo sapere, ho bisogno di capire…”

E noi verremo con te!”fece Xander.

Ragazzi, non siete tenuti a farlo!”

Lo sappiamo- disse Willow- ma vogliamo farlo. Tutti insieme come ai vecchi tempi!”

E proprio come quando erano al liceo il signor Giles entrò nella stanza tenendo un vecchio libro in mano e con un’espressione turbata si rivolse ai ragazzi dicendo:

Abbiamo un problema!”


Alla Angel investigation tutto era tornato alla normalità. Liberatosi dalla presenza malvagia, l’agenzia aveva ripreso il suo lavoro. Nessun caso eclatante che richiedesse le loro particolari doti, ma avevano bisogno di soldi, quindi non potevano permettersi di fare gli snob.

Mi sto annoiando!- disse Illyria- Voglio più violenza!”

Questo sarebbe il grande lavoro da detective? Seguire mariti infedeli? Roba da donnette!”rincarò la dose Spike.

Vedrete che andrà meglio! Dobbiamo solo avere pazienza!”fece con poca convinzione Connor.

Si, sono certo che la prossima persona che entrerà porterà un caso che è la fine del mondo!”ironizzò il vampiro.

La porta si aprì e i tre si voltarono.

Buffy!” esclamò Spike.


AWAKENING


Quella mattina quando Elisabeth si alzò era esausta. Aveva passato l’intera nottata insonne. Si alzò e andò verso la porta per andare a fare colazione, ma non appena ebbe posato la mano sulla maniglia si bloccò. Alla sola idea di rivederlo si sentiva morire, ma allo stesso tempo ne sentiva il bisogno.

Dall’altro lato della porta Liam stava nella stessa posizione fermato dagli stessi dubbi della ragazza, con la stessa ansia che gli sconvolgeva il cuore. L’unica cosa a cui la lunga riflessione notturna l’aveva portato era ammettere a se stesso che voleva Elisabeth, anche se non aveva niente da offrirle.

La maniglia si abbassò e la porta si aprì. I due si ritrovarono l’uno di fronte all’altra. Entrambi si sentivano imbarazzati e molto a disagio per la situazione che si era venuta a creare. Tutti e due volevano la stessa cosa, quella che si negavano ferocemente.

Ciao!”fece lei con lo sguardo basso.

Ciao!”ricambiò lui con lo stesso tono impacciato.

Senti, riguardo a ieri sera…”cominciò lei.

Io non volevo baciarti così!”

Ah no…”quella frase la ferì profondamente, come se l’avesse trafitta con mille spade il cuore.

No…cioè si…volevo dire che sì volevo, ma non avrei dovuto!”

Perché no?”

Perché io sono un vampiro e tu…no!”

Giusto! E comunque anche se…sarebbe complicato lo stesso!”

Quindi sei d’accordo con me nel considerare ciò che è successo ieri un incidente. Diciamo una mancanza di concentrazione!”disse sollevato Liam.

Sì, è stato tutto uno sbaglio!”confermò Elisabeth.

Lui però non la pensava così. Non era stato uno sbaglio e più di ogni altra cosa in quel momento avrebbe voluto dirle quello che pensava, ma tutto ciò che gli uscì fu un

Già!”

Allora amici?”chiese lei porgendogli la mano.

Amici!”rispose lui afferrandogliela.

I loro sguardi si incrociarono di nuovo e quel semplice e casto gesto fu sufficiente per scatenare nuovamente una tempesta di sensazioni nei loro cuori.

Liam, incapace di fermarsi, la strinse a se’. Lasciarla adesso era veramente impossibile. Obbedendo ad un impulso irrefrenabile le fece appoggiare le spalle alla porta e la baciò con più passione della sera prima.

Elisabeth non provò neanche a porre l’esistenza. Voleva quell’abbraccio e quel bacio più di quanto non ammettesse a se stessa. Quando il vampiro la attaccò alla porta rimase sbigottita da quel gesto, ma poi si abbandonò a lui e lo strinse forte.

Entrambi non avevano fatto che pensare a quello per tutta la notte. Non avevano smesso di pensare, sognare, immaginare come sarebbe stato baciarsi di nuovo. Bramavano il momento in cui le loro labbra si sarebbero incontrate di nuovo, in cui i loro corpi fossero di nuovo stretti l’uno contro l’altro.

Il bacio divenne più appassionato. Liam la desiderava da impazzire e sentiva che anche per lei era lo stesso. Qualunque fosse il legame che li univa, sentivano che era qualcosa di poderoso che stava cambiando rapidamente. Ogni secondo diventava più importante, più profondo anche se questo andava contro la loro volontà.

Tutti e due erano consapevoli del fatto che ciò che stava succedendo in quel momento avrebbe avuto conseguenze profonde sulla vita di entrambi.

Lentamente il vampiro si staccò da lei.

Anche questa è stata una perdita di concentrazione?” chiese Elisabeth.

No! Io lo desideravo da impazzire e poi…io non voglio più essere tuo amico!”

Neanche io voglio più essere tua amica! Voglio i tuoi baci. Li voglio da impazzire!!- confessò lei- Però ho paura!”

Perché sono un vampiro?”

Perché ci stiamo cacciando nei guai. Finirai per essere coinvolto in una situazione da cui dovresti…la mia famiglia…”

Lui le posò l’indice sulle labbra per impedirle di continuare.

Non ho paura. Me la so cavare. I problemi non mi spaventano. Credo di essere in grado di difendermi e proteggerò anche te. Non permetterò mai a nessuno di torcerti neanche un capello. Fidati di me!”

Io mi fido!”sussurrò dolcemente lei.

Liam la tirò a se e la baciò di nuovo. E poi ancora e ancora.

Elisabeth pensò che in vita sua nessuno l’aveva mai baciata così con tanta passione, con tanto incontrollabile desiderio. Non sapeva se quello che stava facendo era giusto o no, ma non le importava. Per la prima volta decise di seguire ciecamente il suo cuore che la portava dritta tra le braccia di Liam.

Poi il vampiro si staccò di nuovo. Elisabeth appoggiò la sua fronte sul forte petto di lui.

Non voglio ferirti Lizzie. Non voglio che tu faccia qualcosa di cui non sei convinta. Se hai dei dubbi, dei ripensamenti ti prego dimmelo. Giuro che li rispetterò!”

Baciami Liam! Baciami ancora!”

Lui obbedì dandole un dolcissimo bacio. Restarono lì in quella posizione a scambiarsi baci per un tempo che sembrò infinito. Poi andarono in cucina. Ora che la tensione era sparita trovarono la reciproca compagnia ancora più piacevole e confortante.

Così mentre Elisabeth mangiava parlarono dei piani per la giornata. Liam si offrì di accompagnarla a lavoro. Dopo sarebbe andato in biblioteca per fare con calma le sue ricerche e tornare infine a riprenderla alla fine del suo turno. Lei sembrò entusiasta di quella idea. Più discutevano più il vampiro si rendeva conto che era stupendo conversare con lei. Adorava il suo modo di gesticolare concitato, il suono suadente della sua voce ed i suoi occhi verde smeraldo che si illuminavano quando rideva e che avevano il potere di stregarlo, rendendo interessante anche il più banale degli argomenti.

Sembri un po’ stanca!” notò lui dopo l’ennesimo sbadiglio.

Non ho chiuso occhio stanotte!!” confessò.

Neanche io!”

Avrei voglia di farmi una bella dormita!”disse stiracchiandosi.

Lo vorrei tanto anche io!”

Elisabeth allora lo prese per mano e lo portò nella sua stanza. Lo fece sdraiare nel suo letto al suo fianco. In non più di dieci minuti lei dormiva già profondamente tra le forti e rassicuranti braccia di lui. Il vampiro invece si sforzò di resistere, di non cedere al sonno per gustarsi la calda sensazione che provava vedendola dormire tra le sue braccia. Voleva assaporare fino infondo quei momenti magici, ma sfinito dalle infinite emozioni provate crollò.


PASSION


Elisabeth si svegliò dopo un paio d’ore. Aprì gli occhi e trovò il naso di Liam a pochi millimetri dal proprio. Ebbe un tuffo al cuore nel sentirlo così vicino. Solo allora si accorse che non era stato un sogno. Non aveva immaginato tutto.

In quel momento si sentiva al sicuro coma mai prima in vita sua. La mano di Liam era posata sul suo fianco in un gesto possessivo.

Elisabeth pensò a come starebbe stato svegliarsi dopo aver fatto l’amore con lui. Se i suoi baci riuscivano a sconvolgerla così profondamente, cosa sarebbe successo se… Era sicura che avrebbe portato quella passione selvaggia, quel desiderio incontrollabile anche fra le lenzuola. Il solo pensiero la turbò oltre il lecito e il cuore cominciò a correre all’impazzata.

Per un po’ lo fissò mentre dormiva. Era così bello! Obbedendo ad un impulso improvviso lo baciò teneramente. Lui aprì gli occhi e la fissò a sua volta. La presa delle sue mani si fece più salda.

Nei suoi occhi Elisabeth poté leggere chiaramente il fuoco del desiderio.

Le sfiorò i capelli dolcemente e poi la baciò con passione. Liam ormai non era più in grado di resisterle. Voleva fare l’amore con lei, lo voleva oltre ogni limite.

Vuoi che mi fermi?” le chiese mettendosi sopra di lei.

No…voglio fare l’amore con te!”

Ti voglio anch’io!”disse lui esprimendo tutto il suo desiderio.

Le mani di Liam cominciarono a scivolare lungo il corpo di Elisabeth, mentre lei voluttuosamente gli toglieva i vestiti. Lui era perfetto, così dolce, buono, gentile e poi il suo corpo era così…lo sentiva mentre le sue mani accarezzavano il suo torace muscoloso.

Entrambi furono sorprese di quanto fosse meraviglioso non trattenersi più. La bocca di lui la tormentava dolcemente esplorando il suo corpo facendola gemere. Il tocco delle sue mani era deciso, gentile e carico di passione. Lo voleva, lo voleva come mai prima aveva desiderato un uomo.

Liam iniziò a spogliarla, pregustando già il piacere che gli avrebbe dato fare l’amore con lei. Sentiva le mani di Elisabeth sul suo corpo e i suoi baci pieni di folle desiderio. La realtà intorno a loro stava svanendo, quando un suono fastidioso li interruppe.

Cos’è?”sussurrò lui.

La sveglia. Prepararmi per il lavoro!”

Ma il vampiro non era disposta a fermarsi ed Elisabeth non voleva che lo facesse. Poi ricorrendo a tutta la sua forza di volontà riuscì a staccarsi da lei.

Non ti fermare!”lo implorò

E il tuo lavoro?”chiese con un sorriso soddisfatto.

Non mi importa! Che vada pure al diavolo, io…”

C’è tempo per questo…avanti alziamoci prima che cambi idea e perda quel po’ di lucidità che ho recuperato!”

Io non voglio!”protestò lei.

Credimi che neanche io vorrei fermarmi, tu sei così…però potremmo continuare dopo, con più calma!”

Me lo prometti?”chiese lei maliziosa.

Non potrei evitarlo neanche volendo!”

Poi riluttanti si alzarono e a turno si fecero una doccia. In meno di mezz’ora erano fuori casa.


Allora ci vediamo qua fuori all’una in punto ok?” chiese lei.

Ok!”disse lui dandole un bacio.

Non fare tardi!”si raccomandò.

Sarò puntualissimo!”

Odio il mio lavoro!”esclamò stringendosi a lui.

Sono solo poche ore. Passeranno alla svelta!”

La baciò nuovamente e se ne andò.

Elisabeth entrò nel locale con aria sognante. Sembrava quasi camminare a dieci centimetri dal pavimento. Maria vedendo l’amica la salutò, ma questa sembrò non vederla.

Ehi là!! C’è nessuno? Terra chiama Lizzie!”disse agitandole la mano davanti agli occhi.

La ragazza sospirò.

Ora è ufficiale: sei cotta!! A cosa dobbiamo quell’espressione beata!”

Mi ha baciata!”

Quando? Come? Come è stato?”

Bellissimo!- disse lei facendo un altro sospiro- Perfetto. Lui era così…ed io suoi baci…tutta quella passione e le mani…Oh Maria non mi sono mai sentita così bene. Non ho mai provato nulla si simile insieme ad un uomo. È come se riuscissi a volare!!!”

Quasi non ti riconosco. Non ti ho mai visto così felice.”disse Maria contenta.

Elisabeth sprizza gioia da ogni poro e non riuscì a mettere al corrente l’amica di quello che provava, di quello che voleva.

Voglio fare l’amore con lui!”le confessò.

Cosa?!”trasalì l’altra.

Shhh!!! Non c’è bisogno di farlo sapere a tutta la città!”

Come avrei dovuto reagire? Tu sei casta più di una suore e ora mi vieni a dirmi che vuoi andare a letto da una persona che conosci da meno di una settimana!”

Lo so che è pazzesco! So che non è da me, ma io non mi sono mai sentita così e sento di volerlo dal profondo del cuore!”

Lizzie credimi, nessuno meglio di me può sapere come sia stare nel vortice della passione e sentire tutto il subbuglio che ti porta all’inizio una storia, ma lo conosci appena!”

Maria, quello che provo non è solo passione. È qualcosa di grandioso, speciale. Siamo uniti da un sentimento profondo. So che è una cosa incredibile. Io stessa se ci penso razionalmente non lo capisco, ma l’amore non è una questione di mente, ma di cuore e il mio appartiene a lui. In vita mia non ho mai voluto niente per me, credi che sbagli a voler essere felice?”

Se devo essere sincera non lo so! Di solito tu sei quella razionale ed io quella che si infila in queste storie strampalate! Devo confessarti che vederti così mi turba un po’. Sono solo preoccupata: non voglio che tu ti faccia male!”

Lo so che lo fai per me. E se non dovessi più sentirmi così? Voglio dire se lui fosse quello giusto e perdessi l’occasione come farei?”

Guardati! Sei radiosa. I tuoi occhi brillano, il tuo volto è illuminato. È come se fossi circondata da una calda aura splendente!”

Sono innamorata!”

Lo vedo! Allora sei sicura di voler…”

Più che sicura! Anzi se non fosse stato per quel maledetto aggeggio noi…”

Quale aggeggio?”

Elisabeth raccontò a Maria nei dettagli tutto quello che era successo la sera prima, l’appuntamento con Liam e il bacio e poi di quello che stava per succedere solo pochi minuti prima.

Wow!”fece la ragazza alla fine del racconto.

Già…”

Wow!”

Lo so!”

Wow!”

Elisabeth guardò l’orologio erano passati solo trenta minuti, ma a lei era sembrata una intera eternità.

Maria era sinceramente felice nel vedere l’amica così contenti, ma allo stesso tempo era molto preoccupata. Le storie che incominciava così, con un amore immediato e profondo, erano come un’arma a doppio taglio: potevano rendere infinitamente felici o potevano ferire oltre ogni limite.

Avanti lancette girate veloci e riportatelo da me!”fece Elisabeth rimettendosi a lavoro.

Liam nel frattempo se ne stava seduto in biblioteca cercando notizie su se stesso. Però concentrarsi sui libri era un’impresa quasi impossibile. Continuava a pensare a Elisabeth e a quanto desiderava stare con lei. Se non fosse stato per quella maledetta sveglia adesso sarebbe stato in paradiso.

Guardò il grande orologio appeso alla parete. Non erano trascorsi neanche venti minuti da quando l’aveva lasciata.

Maledizione!”

Cercò di smettere di pensare a lei o a quello che avrebbero fatto una volta tornati a casa altrimenti il desiderio rischiava di farlo impazzire e cercò di concentrarsi su quello che stava facendo. Magari se si impegnava poteva avere fortuna e riuscire a capire il sogno che faceva da un paio di notti. Era un sogno strano. Vedeva solo molti volti, decine, centinaia, migliaia…tutti avevano un’espressione terrorizzata o sofferente o entrambe le cose.

Non riusciva a riconoscere nessuno eppure aveva la netta sensazione di averli già visti.

Mentre sfogliava distratto il suo libro, qualcosa attrasse la sua attenzione. Era un disegno, il disegno del suo tatuaggio. Accanto c’era scritto “Angelus”. Così cominciò a leggere la storia della sua vita.


APOCALYPSE


Buffy e gli altri entrarono nell’ufficio.

Spike, chi sono queste persone? Amici tuoi?” domandò Connor.

Si, li conosceva anche Angel!”

Io sono Buffy- si presentò la ragazza- Questi sono Giles, Willow e Xander!”

Connor fissò quella ragazza per qualche attimo: lunghi capelli biondi che le scendevano lungo le spalle, occhi brillanti, pelle come velluto. Era veramente bellissima. Suo padre gli aveva accennato qualcosa su di lei e qualcosa altro gli aveva detto Cordelia.

Connor e Illyria.”fece il vampiro.

Sono tesi, preoccupati. Hanno portato guai!”disse Illyria.

Indovinato!”esclamò la strega.

Che tipo di guai sono?” chiese Connor.

Grossi! Possiamo parlarne in privato?”chiese Giles rivolta al vampiro.

Puoi farlo qui liberamente. Sono tutti campioni e se ci sono grossi guai in arrivo il loro aiuto ci servirà!”

Ma che aiuto possono dare un ragazzo e una ragazzina con i capelli strani?” chiese Xander.

Buffy era rimasta zitta senza smettere un attimo di fissare quel ragazzo. Capelli castani, occhi scuri e intensi, il modo di muoversi e l’espressione, assomigliava tantissimo a…Ma non era possibile. Angel era un vampiro. Doveva trattarsi di una coincidenza o colpa del dolore che glielo faceva vedere ovunque.

Io non sono un ragazzo qualunque! Io sono il figlio di Angel!” disse Connor, per la prima volta orgoglioso di pronunciare quella frase.

Tu…cosa?!”trasalì Xander.

Non è possibile! Tu menti! I vampiri non possono avere figli!”obiettò Giles

Io non mento e sono nato da due di loro!”

Da Angel e…”fece Buffy temendo la risposta.

Darla!”completò Connor.

Questo per la Cacciatrice fu come ricevere un colpo al cuore. Angel come al solito non le aveva detto niente. Lui aveva un figlio, un figlio con Darla. Perché non glielo aveva detto? Erano diventati tanto estranei da non dirsi una cosa del genere? Lei non voleva essere totalmente esclusa dalla sua vita. Certe cose voleva saperle! Infondo se fosse successo a lei lo avrebbe chiamato. Poi improvvisamente ebbe una rivelazione e ammise a se stessa che anche lei avrebbe fatto lo stesso. Che erano stati separati per troppo tempo. Ormai non si conoscevano più. Gli sembrò di perderlo un’altra volta.

Inoltre ancora non capiva ancora come poteva essere successo. Angel aveva ucciso Darla tanti anni prima, per salvarla. Si ne ricordava bene. Era la sera che era andata al Bronze per ucciderlo e poi…

<Angel aveva un figlio> questo pensiero insistente continuava a rimbalzarle per la testa.

Perché siete qui?”disse Spike notando l’atmosfera che si era venuta a creare a maledicendo Angel per il potere che continuava ad avere su tutti anche da morto.

Ho parlato con il Consiglio. Ci sono dei problemi con il portale che avete aperto!”

Come fate a sapere del portare?”

Glielo ho detto io! Sono io ad aver dato ad Angel l’incantesimo!”

Che tipo di problemi ci sono?”fece Connor.

Sta per riaprirsi!”rispose l’inglese.

Qualcosa non deve essere andato storto quel giorno. Il portale e rimasto socchiuso e se non interveniamo tempestivamente si riaprirà riversando sulla terra un vero e proprio inferno. Letteralmente intendo!”

State dicendo che mio padre è morto per niente!”

Nessuno rispose.

Non agitarti ragazzino!” lo calmò Spike.

Devo vedere dove si trova il potale!”disse Giles.

Avanti allora andiamo!” disse il vampiro indicando la strada.


Pochi minuti dopo si ritrovarono tutti sulle macerie dell’Hymperion e mentre Giles, Willow e Xander erano intenti ad esaminare attentamente il luogo Buffy e Spike si appartarono per parlare.

Angel ha un figlio!”esclamò la ragazza.

Già…”

Ed è morto.”

Buffy mi dispiace per quella telefonata, ma ho pensato che fosse giusto. Forse però non avrei dovuto…”

No, hai fatto bene. Grazie!”disse lei accarezzandolo con lo sguardo.

Come stai?”chiese premurosamente lui.

Sopravviverò e in fondo sia questo il problema. Io avevo sempre pensato che se lo avessi perso io sarei stata al suo fianco. Poi ci siamo separati e credevo di essermelo buttato alle spalle e invece no! Non ci vedevamo da anni, ma sapere che non c’è più mi fa stare male, più di quanto…”

Buffy si rese conto che quell’argomento non poteva essere affrontato con Spike perché lo avrebbe ferito, ma lui era l’unico che poteva capirla.

Spike ti prego dimmi cosa è successo. Voglio sapere tutto!”

Buffy sei sicura di…”

Si, ti prego. E non mi riferisco solo alla battaglia. Voglio sapere ogni cosa. Tutto quello che sai. Ne ho bisogno o non riuscirò mai a buttarmi dietro alle spalle questa storia!”

Il vampiro era titubante. Non voleva farlo. Non voleva parlarle di lui. Però lei aveva quell’espressione e lo guardava con quello sguardo a cui lui non sapeva resistere. Non poteva negarle niente. Spike le racconto del loro lavoro alla W&H, dei sospetti del suo tradimento, della relazione con Cordelia di cui però non sapeva molto. La vita di Angel non era mai stato uno dei suoi argomenti preferiti.

Buffy ascoltava attentamente. Mentre il vampiro le raccontava della battaglia una lacrima le scese lungo il volto.

Spike sentì nel cuore un profondo moto di gelosia. Per quanto importante fosse stata la loro relazione lui non l’aveva mai toccata tanto in profondità come aveva fatto lui. Anche quando erano insieme a Sunnydale riusciva a sentire che c’era un angolo nel suo cuore riservato ad Angel in cui lui non poteva entrare.

Angel era molto diverso.”disse lei.

Lo sei anche tu. Non sei più la liceale che conosceva. Ora sei una donna!”

Buffy gli sorrise. E tra loro calò un profondo silenzio.


LEAVING


Angelus, questo era il suo nome o almeno era questo che aveva letto nel libro. Aveva letto ogni passaggio con attenzione, non potevano esserci errori, stava parlando proprio di lui. Il testo lo descriveva come il più assestato tra i vampiri, come un mostro senza eguali. Aveva passato più di un secolo a spargere terrore per tutta Europa, torturando e uccidendo ogni cosa che incrociasse la sua strada. Poi c’era stata una maledizione da parte degli zingari, ma il libro era molto vago su questo punto.

Ora però poteva capire il significato del suo sogno. Tutti quei volti che di notte lo tormentavano erano quelli delle persone che lui aveva brutalmente ucciso.

Il peso di tutto il male che aveva fatto tornò ad opprimerlo, anche se non riusciva a ricordarlo.

Si sentì molto confuso, spaesato, non sapeva più chi o cosa fosse. L’unica cosa di cui era certo era che non poteva tornare a casa con Elisabeth, non poteva starle vicino fino a quando non avesse scoperto la verità sulla sua natura. Era troppo pericoloso per lei, non poteva rischiare che il demone dentro di lui saltasse fuori e la uccidesse. Però sapeva anche che non poteva andarsene e basta, doveva vederla, doveva spiegarle anche se questo significava spezzarle il cuore. Infondo era meglio vederla piangere che vederla morta.


Elisabeth uscì in fretta e furia ansiosa di rivedere Liam, di avere altri baci, di sentire il tocco gentile della sua mano sul suo corpo. Una volta fuori lo vide appoggiato al muro. Felice oltre ogni limite corse fra le sue braccia, ma il vampiro la respinse.

Cosa c’è?”fece lei accorgendosi della sua espressione cupa.

Io me ne vado. Questa è l’ultima volta che ci vediamo!”

Il cuore della ragazza si gelò. Ogni cosa intorno a lei rallentò e la testa cominciò a girarle.

Perché? Cosa è successo? Ho forse fatto qualcosa di sbagliato?”

Io ho di meglio da fare che perdere il mio tempo con te!”

Perché mi dici queste cose?”fece lei piangendo.

Perché è la verità. Io sono un vampiro, tu una mortale e questo è tutto!”

E quello che è successo tra noi? Quello che proviamo?”

Io non provo niente!- disse lui in tono metallico- E non è successo niente!! Diciamo che ci siamo divertiti!!”

Il vampiro cercò di fingersi indifferente e divertito dalla reazione della ragazza, ma dentro ogni parola che lei gli rivolgeva, ogni lacrima che cadeva dai suoi occhi accarezzandole la guancia segnava la sua anima col fuoco.

Non dire questo, so che menti!”gli urlò Elisabeth.

Tu non mi conosci!”

E invece si! Tu sei buono, non mi feriresti mai, tu…”

Io non sono buono! Io sono un demone!! Anche se ho l’aspetto di un uomo non lo sono!-disse mostrando la sua faccia da vampiro- Sono un mostro. Mi nutro del sangue delle persone. Ho ucciso, torturato e fatto cose che una ragazzina come tue non può neanche immaginare!”

Ma a me non hai fatto niente! Ti prego non fare così!”

Non fare cosa non essere cattivo? Notizie dell’ultim’ora io lo sono!!” fece ridendo in modo freddo.

Elisabeth non capiva cosa era successo al suo Liam, il ragazzo dolce e premuroso che poche ore prima l’aveva accompagnata a lavoro. Non capiva perché adesso la feriva in quel modo dicendole tutte quelle cose, spezzandole il cuore. Sapeva che non stava dicendo la verità, sentiva che non era sincero. Lui non era cattivo, di questo era certa. Allo stesso modo era più che convinta che ci fosse una buona ragione per il suo comportamento e che probabilmente aveva come scopo quello di proteggerla. Non vedeva però come strapparle via l’anima potesse aiutarla.

Ti prego dimmi la verità.”fece infine con un sussurrò.

Il tono di disperazione con cui pronunciò quelle poche parole lacerarono il cuore del vampiro che non ebbe più la forza di continuare la sceneggiata. Non riusciva ad andarsene così, lasciandola in quello stato con tutto quel dolore, infondo voleva ancora proteggerla.

Ho trovato quello che cercavo! Ora so chi sono! Tra i vampiri sono il più crudele e meschino. Ho seminato morte e distruzione ovunque sono stato, almeno fino a quando gli zingari non mi hanno maledetto!”

Quelle parole lasciarono Elisabeth senza fiato. Quella frase le cadde addosso schiacciandola. Lui era <quel> vampiro. Il maledetto.

La ragazza indietreggiò inorridita da ciò che aveva fatto, che stava per fare, che voleva fare. Anche se involontariamente si rese conto di aver messo in moto una catena di eventi che avrebbero portato verso una tragica fine. Nonostante l’energie impiegate per sfuggire al suo destino ora non poteva far altro che constatare il suo fallimento. Si trovava davanti all’unica creatura sulla faccia della terra che avrebbe dovuto evitare.

Tu sei il vampiro con l’anima…” mormorò non curandosi più della sua presenza.

Tu come lo sai?”

Ma la ragazza non gli rispose. Il suo volto era diventato pallido e si era appoggiata al muro. Poi lo guardò nuovamente con il volto rigato da lacrima amare come il fiele. Ora l’unica cosa che poteva fare per lui era lasciarlo andare.

Mi dispiace.”fece lui.

E’stata colpa mia! Io avrei dovuto capire, ma ho preferito girare la testa dall’altra parte…adesso è troppo tardi per tornare indietro…”disse Elisabeth come se Liam non fosse più lì.

Liam, o meglio Angel, incapace di resistere oltre nel vederla soffrire si voltò e sparì nell’ombra sussurrando

Addio!”


Elisabeth si accasciò a terra sconvolta. Non poteva credere a ciò che era successo ed era terrorizzata all’idea di ciò a cui le sue azioni avrebbero portato. Ormai ciò che aveva fatto non poteva essere disfatto. I suoi sentimenti per quel vampiro erano troppo forti per poter essere nuovamente repressi, ma altrettanto forte sarebbe stata la furia che per colpa sua avrebbe colpito l’uomo che amava.

Elisabeth restò a piangere nel vicolo che tanto la spaventava fino a quando Maria, finito il turno, uscì.

Liz cosa è successo?”disse accorrendo dall’amica.

Ho fatto una cosa orribile!”fece l’altra tornado a piangere ancora più forte.

E’ stato lui vero?”

No, sono stato io. Mio Dio Maria non so più come uscirne!”

Lizzie io non capisco…”

Lui…lui è un vampiro!”

Cosa?!! E tu lo sapevi?”

Elisabeth si limitò ad annuire.

Ora Maria cominciava a capire a cosa era dovuta l’angoscia dell’amica e la strinse a se per consolarla.

Dai che magari non è…”

E’ lui, capisci? Il mio Liam è…”ma le troppe lacrime le impedirono di finire la frase.

Ne sei sicura?”

Me lo ha detto lui quando sono uscita…”

E adesso dove è?”

Se n’è andato! Lontano da me, al sicuro!! Pensa che lui pensava di poter fare del male a me. non ha idea di quello che potrebbe…”

Non è detto. Possiamo fare finta che non sia successo niente. Possiamo dimenticare e andare avanti con la nostra vita!”

Io non posso dimenticare e non posso negare che l’amo. E lui morirà per questo!! Aiutami ti prego, aiutami…”

Ce la faremo, Lizzie. Insieme supereremo anche questa!!”

Io sto male! Mi sento come se non potessi respirare. Nonostante tutto il mio istinto mi spinge a cercarlo, a correre da lui per stare tra le sue braccia, ma ora non posso…e penso di non potercela fare senza di lui!”

Oh Liz!”

Elisabeth pianse a lungo in quel parcheggio sulla spalla di Maria. Ora capiva finalmente il forte legame che li univa. Ora sapeva che i loro destini erano inevitabilmente incrociati. A partire dal loro primo incontro in quello stesso vicolo, una vecchia storia si era avviata verso la sua conclusione.

Quella rivelazione però l’aveva distrutta perché l’aveva portata a rinunciare qualcosa che le serviva più dell’aria che respirava. Aveva bisogno di lui e del suo amore. Lo voleva lì al suo fianco. Ma allo stesso tempo sapeva che il suo amore aveva condannato Liam a morte. L’unica via di salvezza per lui era scappare lontano.

I suo familiari presto o tardi sarebbero venuti a sapere che lei, la loro figlia prediletta aveva trovato il Maledetto. Allora avrebbero voluto che le adempiesse al suo destino. Loro lo odiavano anche se non lo avevano mai visto. E l’odio degli zingari è difficile da fermare.


Angel corse via il più velocemente possibile. Si odiava per quello che le aveva fatto, per il dolore che le aveva causato. Il suo cuore gli urlava a squarcia gola di tornare indietro da lei, di stringerla forte e dirle che era tutto finito e che non l’avrebbe lasciata mai. Ma non poteva seguirlo. Non prima di aver riacquistato i suoi ricordi. Doveva capire, ne aveva bisogno.

Un’idea continuava a tormentarlo: come faceva Elisabeth a sapere che lui aveva un’anima. Neanche lui lo sapeva. Questo il libro non l’aveva detto. Ma ormai non aveva più importanza. Ormai lei non faceva più parte della sua vita.

Nonostante tutto, nonostante si sforzasse di fingere con se stesso che niente fosse accaduto, non riusciva a fare a meno di chiedersi come stesse adesso. Era strano, ma era come se riuscisse a sentirla. Percepiva il suo dolore. Avrebbe tanto voluto correre da lei, ma non poteva.

Immerso nei suoi pensieri aveva continuato a camminare allontanandosi dal locale. Vagabondava per le vie della città senza meta. Più però si distanziava da Elisabeth, più un orribile ansia gli cresceva nel cuore. Si convinse che fosse solo il dolore dovuto alla separazione e cercò di ignorare quella fastidiosa sensazione.

Ad un tratto si accorse aver camminato fino ad un cumulo di macerie, che stranamente gli sembravano familiari. In lontananza udì delle voci discutere, voci che conosceva e che appartenevano al suo passato.


SO CLOSE SO FAR


Buffy d’un tratto sentì che il battito le accelerava. Una strana sensazione le agitava il cuore, una sensazione familiare. Per istinto cominciò a cercarlo. In vita sua una sola persona l’aveva fatta sentire così.

Buffy cosa stai cercando?”

La voce di Spike la riportò alla realtà, lui non poteva essere lì…lui era morto. Le sue speranze per un attimo l’avevano fatta sognare.

Niente…dai andiamo via!!”

Si!”

Raggiunti gli altri, chiese a Giles:

Avete finito di raccogliere dati?”

Dovremmo avere tutto quello che ci serve!”

Bene, allora torniamo alla base!”disse Connor.

Spike fu l’ultimo a muoversi. Si voltò per scrutare nell’oscurità. Ancora quell’odore, il suo odore.


Angel si sentì attratto da quelle voci e cominciò a muoversi in quella direzione per raggiungerle. Però d’un trattò si fermò. Qualcuno lo stava spiando. La brutta sensazione che aveva ricacciato tornò ad invadergli il cuore. Si voltò per controllare, ma non riuscì a scorgere nessuno. Stava per convincersi di aver immaginato tutto, ma d’un tratto notò nell’ombra dall’altra parte della strada una macchina. La conosceva, ne era sicuro. Era la stessa auto che qualche giorno prima aveva cercato di investire Elisabeth e che li stava seguendo al luna park.

Un’idea folle gli passò per la mente: e se non fosse stata lei il bersaglio? Magari si erano sbagliati e quelli non erano venuti a cercare Elisabeth. Forse cercavano lui, forse gli aveva fatto qualcosa, forse erano stati loro a lasciarlo mezzo morto in quel vicolo…qualcosa dentro di lui però gli diceva che non era così. Elisabeth era sicura che fossero stati i suoi parenti quella sera alla biblioteca, ma allora perché adesso stavano seguendo lui? Lei non era lì, l’aveva lasciata in quel vicolo…erano ore ormai che lei era sola…

In un istante fu tutto chiaro: la sua sensazione, il pedinamento…Elisabeth adesso era sola e loro potevano…Angel si pentì di essersene andato. Ciò che aveva scoperto su di se gli aveva fatto dimenticare il resto, dei pasticci in cui lei si trovava. Andandosene gliela aveva consegnata, adesso lei era indifesa e lo scopo del pedinamento era accertarsi che lo rimanesse.

Elisabeth!”disse cominciando a correre verso casa, ma la macchina accese il motore e lo seguì.

Angel sapeva che non poteva portarli da lei, però non aveva tempo per quei giochetti. Con un balzò salì sopra il tetto di un edificio e prima che i due in macchina capissero cosa stava succedendo lui era già sparito nell’oscurità correndo contro il tempo e pregando di arrivare prima che fosse tardi.


Elisabeth rimase per un tempo che le parve infinito a piangere in quel vicolo tra le braccia di Maria. Poi lentamente sembrò recuperare un minimo di calma. Le due ragazze andarono alla macchina, ma poi Elisabeth impedì all’amica di seguirla. Maria provò ad insistere: non voleva lasciarla adesso che aveva bisogno, ma lei fu perentoria, non voleva parlare con nessuno aveva solo voglia di starsene un po’ sola. Doveva riordinare le idee, doveva capire cosa fare adesso…doveva riprendere il controllo della sua vita.

Guidò fino a casa distrattamente con il cervello affollato da mille pensieri.

Aveva fatto di tutto per evitare di trovarsi in quella situazione. L’unica cosa certa era che non avrebbe mai fatto quello che loro volevano. Ormai le sarebbe stato impossibile, anche volendo non avrebbe più avuto la forza di fargli del male anche se lui era un vampiro, perché quando lo guardava lei vedeva solo il suo amore.

Scendendo dalla macchina istintivamente strinse le mani al ciondolo che portava al collo, il dono più prezioso che le aveva fatto sua madre. Era una tradizione della sua famiglia tramandare quel gioiello di madre in figlia. Sua madre le aveva detto che aveva dei poteri magici, ma Elisabeth non credeva più alla magia. Da quando lei era morta aveva smesso di credere a molte cose. Nonostante questo però amava molto quel ciondolo, aveva la capacità di calmarla. Se lo stringeva forte e chiudeva gli occhi poteva quasi sentire sua madre vicina.

Era totalmente presa da questi pensieri quando, mentre si dirigeva verso l’ascensore, qualcuno l’afferrò per le spalle. Elisabeth cominciò ad urlare, ma vista l’ora nessuno la poteva sentire.

L’aggressore le fece sbattere le spalle al muro e quando la ragazza alzò lo sguardo si stupì nel riconoscere la persona che gli stava davanti.

Garcia!”fece sbigottita.

Non sapeva se essere sollevata o ancora più preoccupata.

E’ tanto che non ci si vede!”fece lui sorridendo e allentando un po’ la presa.

Che ci fai qui?”

Ti porto un messaggio da parte di tuo padre!”

Elisabeth si irrigidì. Quello era il momento più sbagliato, Liam era ancora troppo vicino e lei non voleva rischiare. Doveva liberarsi di loro alla svelta.

Non voglio sentirlo!”

Tu devi tornare a casa!”

No! Mai!”

Non credo che tu possa scegliere. Tuo padre ha ordinato di riportarti al villaggio. Ed io lo farò che tu lo voglia oppure no.”

E’ inutile per me tornare a casa. Non ho cambiato idea. Non farò niente di quello che vi aspettate. Non mi rovinerò la vita per una favola! Dillo pure a mio padre! E ora se non ti dispiace vorrei andarmene a dormire!”

Allora non mi sono spiegato! Non ti ho fatto una richiesta, il mio era un ordine! Tu tornerai a casa!!”fece un po’ incollerito.

Tornare a casa non cambierà la mia scelta!”

Allora dovrai essere punita secondo le antiche leggi! I segnali sono giunti. È già cominciato!”

Il cuore di Elisabeth cominciò a galoppare per la paura. Temeva che loro lo avessero scoperto e avessero già iniziato a dargli la caccia. Ma poi capi che Garcia si stava riferendo a lei.

E ora che tu adempia al tuo destino!”

Ancora con queste vecchie cretinate! Ma volete rendervi conto che l’epoca delle streghe è finita. Io non farò un bel niente e questa è la mia ultima parola!”

Bene, vedremo cosa ne penserà tuo padre!”

Non mi importa! Può pensare quello che vuole!”

L’uomo strinse di nuovo la presa e cominciò a trascinarla verso una macchina scura.

Tu verrai con me!”

Elisabeth cercò di liberarsi dalla presa di Garcia, ma l’uomo era troppo grande e troppo forte per lei.

Ok,ok…ho capito non ho scelta, ma smettila di trascinarmi posso camminare da sola!”

Così va meglio! Sei sempre stata una ragazza ragionevole!”

L’uomo allentò un po’ la presa, quel tanto che serviva alla ragazza per spingerlo via e cercare di scappare. Ma lui era veloce e abituato a fare certe cose per suo padre e non si faceva fregare da una ragazzina. In un attimo le fu di nuovo addosso, la colpì violentemente facendola sbattere violentemente contro il muro. Elisabeth restò a terra senza neanche la forza di muoversi. Non aveva più energie.

Garcia le si avvicinò la prese e la costrinse a rimettersi in piedi. Poi la colpì nuovamente facendola ricadere al suolo.

Tuo padre ha ordinato di riportarti a casa, con le buone o con le cattive!”

Ma che pensiero carino!”sussurrò lei.

Ti dirò, sono felice che tu abbia scelto le cattive. Morivo dalla voglia di darti una lezione. Non sei degna del ruolo che ricopri!”

Perché non protesti con il sindacato allora?”

Garcia la zitti dandole un calcio nello stomaco.

Elisabeth restava a terra ormai incapace di ogni reazione e subiva passivamente tutto quello che il suo aguzzino voleva farle.

Credo che mi divertirò molto stanotte!”fece preparandosi a colpirla di nuovo, ma qualcosa lo bloccò scaraventandolo via.

Spiacente! Temo che per te il divertimento sia finito! Vattene prima che sia io a divertirmi con te!”

Era la sua voce, Elisabeth la riconobbe subito. Ma perché era tornato? Forse l’aveva fatto per lei, ma come faceva a sapere che era in pericolo? Un moto di gioia le riempì il cuore, ma fu presto rimpiazzato da un’agghiacciante angoscia. Liam era lì, e Garcia l’aveva visto. Se avesse scoperto che era un vampiro sarebbe stata la fine. Finchè restava con lei era in pericolo, soprattutto in quel momento, doveva mandarlo via.

Liam si precipitò da lei. Elisabeth era a terra con del sangue che le scendeva dalla fronte.

Stai bene?”

Si, non preoccuparti. Vattene prima che sia tardi!”fece lei in malo modo.

No, non posso lasciarti nei guai!”

Tu non capisci…finirai nei guai anche tu se non te ne vai! Vattene! Credimi lo dico solo nel tuo interesse. Se resti con me sarai…”

Liam le impedì di continuare.

Non sono io ad essere stato pestato a sangue in un parcheggio!”

No, tu non ti rendi conto…devi andare…avevi ragione tu è stato tutto un grande sbaglio. Non avremmo mai dovuto incontraci. Ti prego va via. Io me la caverò!”

Non posso e non voglio lasciarti così e poi io prima non intendevo dire che…”

Ma Garcia rialzatosi colpì il vampiro alle spalle impedendogli di terminare la frase.

Dovresti ascoltarla ragazzo. Questa non è una storia in cui vorresti essere coinvolto!”

Liaaaaaam!!!!!!!!!!!!!!!!”urlò Elisabeth.

Coraggioso il tuo ragazzo, anche se stupido!!!”

Garcia tornò a concentrare la sua attenzione sulla ragazza pensando di aver sistemato il suo avversario, ma non sapeva che lui era speciale. Angel lentamente si rialzò.

Fossi in te io non canterei vittoria troppo presto!” disse restituendogli il colpo.

Garcia finì contro il muro. La sua mano si mosse per cercare un’arma per colpire quello stupido e fastidioso ragazzo. Finalmente trovò qualcosa, una spessa spranga di ferro. Con tutta la forza che aveva lo colpì alla base del collo. Il vampiro cadde a terra svenuto e Garcia lo guardò contento e convinto di averlo eliminato.

Nooooooooo!!!- urlò la ragazza impotente- Garda cosa hai fatto!!!!”

Le lacrime cominciarono a scenderle. Era solo colpa sua. Non avrebbe dovuto permettere che succedesse tutto quello. Facendo ricorso alle ultime energie che aveva cercò di avvicinarsi a lui, ma Garcia la afferrò prepotentemente e la colpì di nuovo facendola svenire. Poi la preso in braccio e la portò via.

Liam si svegliò giusto in tempo per impedire all’uomo di salire in macchina. Mutò la sua espressione in quella da vampiro e con la collera che gli invadeva il corpo andò a riprendersi la sua Elisabeth.

Tu non vai da nessuna parte con Elisabeth!”disse furioso.

Garcia si voltò sbiancando alla vista di ciò che gli stava venendo incontro.

Non mi piace quando la gente mi colpisce alle spalle! E soprattutto non tollero che si faccia del male alle persone che amo!”

Ma che diavolo sei?”

Ridammi Elisabeth!”ordinò

Lei appartiene a noi!”

Lei è mia! E non permetterò a nessuno di portarmela via o di farle del male. Dillo ai tuoi amici: se vi avvicinate di nuovo a lei vi uccido!”

Più lui si avvicinava più l’uomo indietreggiava. Raggiunta la macchina prese la ragazza e si diresse verso l’ascensore. Prima di andarsene guardò un’ultima volta l’uomo e gli ordinò:

Vattene e non tornare mai più!”

Me ne vado, per ora, ma tornerò! E la prossima volta non sarò solo. Lei dovrà morire e lo farai anche tu! Pagherà per aver tradito la sua gente. Dille che ha appena firmato la sua condanna a morte!” rispose l’uomo facendo una risata divertita.

Angel non diede peso alle sue parole. Non aveva paura di lui, tuttavia guardando Elisabeth svenuta tra le sue braccia non poteva fare a meno di chiedersi cosa stesse succedendo e in cosa aveva finito per essere coinvolto. Lei doveva portare un grosso segreto nel cuore e lui voleva scoprirlo. Solo così poteva aiutarla. Fino ad allora non poteva andarsene.

La portò in casa al sicuro e le curò la ferita che aveva in fronte. La sua guancia destra era arrossata per il colpo subito.

Dopo pochi minuti Elisabeth riprese conoscenza. Sembrava confusa e disorientata. Si alzò di scatto a sedere, ma una forte fitta allo stomaco la costrinse a sdraiarsi di nuovo. Sembrava non essersi accorta di lui. Poi finalmente gli rivolse il suo sguardo. I suoi occhi erano lucidi e non ci volle molto affinché si riempissero nuovamente di lacrime e con un sussurrò gli disse:

Ti prego va via! Non voglio che se la prendano anche con te! Ti prego…”

Lui sapeva che restare con lei era sbagliato, ma non poteva lasciarla da sola, non adesso. Anche se doveva restarle lontano, anche se solo poche ore prima era stato lui a dirle che non voleva più stare con lei adesso non poteva lasciarla.

Elisabeth stava tremando e riusciva a distinguere chiaramente l’odore della paura.

Non sopportava di vederla così. E non c’erano parole che potessero confortarla. Cosa poteva giustificare un tale comportamento dai membri della sua stessa famiglia? Si sdraiò vicino a lei e la strinse forte. La ragazza si rifugiò fra le sue braccia, cercando conforto e protezione, anche se sapeva che avrebbe dovuto mandarlo via. Ma aveva troppa paura per rimanere da sola. Avrebbero potuto stare insieme solo quella notte…

Lentamente Angel sentì il respiro di lei farsi più lieve e regolare. La osservò mentre dormiva e rimase sconvolto dalla profondità dei suoi sentimenti. Come era possibile amare qualcuno così tanto e in così poco tempo? La stanchezza infine colpì anche lui e piano piano si addormentò.


THE PROPHECY


Quella stessa notte mentre Angel pensava a proteggere la vita di Elisabeth, alla Angel investigation tutti erano impegnati nelle ricerche. Dovevano al più presto trovare un modo su come chiudere quel portare. Tutti davano il loro contributo tranne Buffy e Spike. Loro non erano rientrati insieme agli altri, avevano continuato a camminare in silenzio, l’uno di fianco all’altra.

Ancora non ci credo!”

Ti riferisci al Angel?”

Buffy annuì.

Non ho mai pensato all’eventualità di perderlo. Non così!”

Senza di te vuoi dire.”fece il vampiro amareggiato.

La ragazza annuì di nuovo.

Lei neanche se ne rendeva ma ogni volta che lo nominava feriva Spike a morte. Il vampiro sapeva che lui non avrebbe mai contato così tanto per lei. Per lei era morto, si era fatto rimettere l’anima e nonostante questo sarebbe sempre stato il numero due.

Perché non mi avete chiamato? Avrei potuto aiutarvi!”

Loro erano in 40.000 e noi in quattro, la tua presenza avrebbe fatto poca differenza. È un miracolo che non siamo morti tutti!”

Ma io sono la cacciatrice! Non sarebbe stata la prima volta che mi trovavo in situazioni del genere!”

Buffy tu te ne sei andata perché volevi una vita normale e poi questa era la sua battaglia! Non ti avrebbe permesso di intervenire. Era una cosa che doveva fare!”

Cosa morire per finire all’inferno?”

Per la redenzione! Voleva riparare il male fatto e ora l’ha fatto!”

Avrei voluto esserci lo stesso!”fece lei imbronciata.

Non è vero. Se ti avesse chiamata ti saresti arrabbiata dicendo che la tua parte l’avevi fatta e che te ne eri andata per riavere la tua vita. Tu non vuoi più essere la cacciatrice! E sai benissimo che non ti avrebbe mai chiamato a morire.”disse Spike con veemenza e rabbia.

Tu come stai?”chiese ignorando il tono del vampiro.

Quella domanda lo spiazzò. Credeva che non le importasse.

Sono sopravvissuto! Non mi lamento. Direi che è andata meglio dell’ultima volta!”

Buffy lo fissò sorridendo.

Ti manca molto?” gli chiese cercando di non guardarla.

Si. È strano perché non lo vedevo da tempo e sono passati anni da quando noi…però il pensiero che lui non esista più mi fa stare male e non capisco bene neanche io il perché. È come se avessi perso un pezzo di me, della mia anima. Non che pensassi spesso a lui o sperassi in un ricongiungimento. Ma lui è stato il mio primo amore, è stata una tra le persone più importante della mia vita e anche se non più in modo romantico ho continuato ad amarlo.”

Non capisco dove vuoi andare a parare!”

Non era più come al liceo con quella passione struggente e quel sentimento incontrollabile, era diverso…tra noi c’era un legame profondo che il tempo non ha cancellato. Non lo amavo più quando stavamo insieme, ma gli volevo bene.”

Spike avrebbe dato qualsiasi cosa perché lei parlasse di lui nello stesso modo, anche solo per una volta. Anche lui voleva avere un posto speciale nel suo cuore.

Avanti rientriamo! Il sole sta per sorgere!”fece sfiorandogli la mano.

Quel tocco leggero fu sufficiente a risvegliare nel vampiro desideri sopiti. Afferrò la ragazza e la tirò a se baciandola.. Buffy rimase stupita dal gesto di Spike, ma non tentò di liberarsi dalla sua presa, ne evitò quel bacio. Dentro sentiva tanto freddo e desiderava disperatamente qualcuno che la riscaldasse.


Elisabeth si risvegliò poco prima che il sole sorgesse. Liam continuava a stringerla a se. Si sentiva così al sicuro quando era con lui. Ancora non capiva come avesse fatto a sapere dove e quando intervenire.

Lo guardò dormire. Aveva delle ferite sul volto. Se le doveva essere fatte quella notte nel parcheggio per proteggerla. In quell’istante desiderò con tutte le sue forze che il tempo si fermasse rendendo eterno quel momento.

La sua mano lentamente si mosse verso il volto di lui, ma fortunatamente riuscì a fermala prima che lo toccasse. Con delicatezza si liberò dalla sua forte presa e si alzò prima di fare qualcosa che peggiorasse la situazione.

Se ne andò nel soggiorno, appoggiandosi alla finestra per vedere l’alba. La sua vita quella notte era cambiata e aveva preso una svolta pericolosa.

Da generazioni la sua famiglia si tramandava un odio profondo verso il vampiro maledetto, quello che circa 100 anni fa aveva ucciso la figlia prediletta del suo clan dividendo la sua famiglia.

Su di lui c’era una profezia secondo cui l’erede di Cloe, la discendente della famiglia della zingara uccisa e portatrice del sacro ciondolo, avrebbe ristabilito l’ordine. Secondo quella vecchia storia lei avrebbe dovuto fare giustizia e riportare la pace. Per il suo clan il significato di quella profezia era chiaro: dovevano portare avanti la vendetta che avevano cominciato allora e uccidere il vampiro.

Elisabeth era la nuova portatrice del ciondolo, l’erede di Cloe. Aveva ereditato il ruolo alla morte della madre. Questo significava che il suo destino era quello di uccidere il vampiro maledetto, il suo adorato Liam. La profezia era chiara diceva <con il sangue è cominciata e nel sangue verrà ristabilita la pace>.

Lei non aveva mai creduto a quella storia, l’aveva solo considerata una delle tante leggende che il suo popolo si tramandava. Però adesso non poteva negare ciò che stava accadendo e per quanto fosse strano e irrazionale, era vero. Stava succedendo seriamente.

Il suo popolo al contrario aveva preso molto sul serio quella storia e aveva grandi aspettative su di lei. Volevano che desse la caccia al vampiro che lo uccidesse,ma lei non voleva sprecare così la sua vita. Quello era il motivo per cui aveva discusso con suo padre, il motivo per cui aveva lasciato la sua casa, la sua famiglia, i suoi amici. Aveva trovato rifugia in città e per un po’ aveva avuto uno vita normale, fino a quando non aveva incontrato lui.

Ora però Elisabeth doveva trovare un modo per risolvere quella situazione, per togliere Liam dal pasticcio in cui l’aveva cacciato. Lei lo amava e non voleva fargli del male. Lui non era il mostro che tutti credevano, era diverso, era buono. Aveva l’anima. Ma questo i suoi non l’avrebbero mai capito ne tanto meno accettato. La loro collera sarebbe cresciuta sapendo che lei lo amava e per questo avrebbero punito entrambi. Non le importava di se, ma non poteva permettere che facessero del male a lui.

Allontanarlo non sarebbe più stato sufficiente, Garcia lo aveva visto e probabilmente sapeva. Probabilmente adesso stava correndo dal padre di Elisabeth per raccontargli tutto. Loro sarebbero venuti a cercarli per avere la loro vendetta, anche a costo di prendersela da soli.

L’unico modo per evitare che la sua gente trovasse Liam era evitare che arrivassero nuovamente a Los Angeles. Elisabeth doveva tornare a casa, proprio come aveva detto Garcia. La sua gente sarebbe stata tanto concentrata su di lei da dimenticare ogni altra cosa. Era ben cosciente di quello che sarebbe successo con il suo ritorno. Sapeva che il suo tradimento sarebbe stato severamente punito, ma non le importava. Per proteggerlo era disposta a tutto.

Liam però non avrebbe capito. Lui la voleva proteggere e non l’avrebbe lasciata andare anche se questo voleva dire rischiare la sua vita. Non le avrebbe mai permesso di andarsene o di sacrificarsi per lui. Quindi ora che aveva preso una decisione quello che le rimaneva da fare era trovare un modo perché lui non la seguisse.


DEEP IN MY SOUL


Dopo quel bacio Buffy e Spike tornarono a casa in silenzio. Nessuno aveva detto niente su quello che era successo. Il vampiro di quando in quando guardava furtivamente verso la ragazza cercando di capire a cosa stesse pensando.

Arrivati all’ufficio i due decisero di entrare dall’entrata che dava sull’appartamento del vampiro. Da sopra si sentivano le voci degli altri immersi nelle ricerche.

Forse dovremmo salire ad aiutarli!”

No! Possono fare da soli. Buffy io…”

Spike so cosa stai per dire. So cosa vuoi da me, ma è qualcosa che io non posso darti, ora meno che mai!”

Ti chiedo solo una notte!”

Non cambierebbe le cose. Io tengo a te tantissimo, ma…”

Rimangono un vampiro. Buffy ti prego…”la supplicò.

Spike la voleva più di qualsiasi altra cosa. Normalmente essendo lontano da lei riusciva a sopportare il dolore, ma adesso che era lì, davanti a lui non poteva resistere. Non riusciva a nascondere i suoi sentimenti. Voleva toccarla, baciarla…

Quella notte, quella in cui lui si era sacrificato lei gli aveva detto di amarlo, ma lui sapeva che non era la verità. Ormai aveva capito che per il momento non c’era posto nel suo cuore, ma sperava che restandole accanto, sacrificandosi per lei le cose sarebbero cambiate. E adesso, solo per quella notte, voleva ignorare la verità e credere a quelle parole.

Spike non servirebbe…quando ci sveglieremo non sarà cambiato niente!”

Lo so!”

E vuoi comunque che noi…”

Mi sono fatto uccidere per questo…solo per questo momento!” disse avvicinandosi a lei.

Buffy ricordava quella notte. La battaglia, il sacrificio che lui aveva fatto per lei…Spike era morto per la salvezza del mondo e soprattutto per lei. Si sorprese a pensare che al posto di lui ci doveva essere Angel. Lui si era offerto di combattere al suo fianco, ma lei gli aveva chiesto di tornare a L.A. per evitare altri problemi. Se non lo avesse fatto sarebbe stato Angel a morire per lei…

Buffy non aveva niente in contrario a passare la notte con lui, infondo era già successo molte altre volte. Lei gli voleva bene, un bene profondo, ma per adesso non riusciva ad amarlo come lui voleva. A dire la verità in quel momento non riusciva ad amare neanche se stessa.

Sapeva che non era un grosso sacrificio quello che lui le stava chiedendo. Stare con lui era molto piacevole: era così appassionato tra le lenzuola…

Spike io…”

Shh…ti prego…”sussurrò lui tappandole la bocca con un bacio.

Buffy smise di protestare. Lasciò che Spike la guidasse verso il letto e che ce la adagiasse sopra per poi raggiungerla.

Cominciò a baciarla dolcemente, poi la passione tra loro crebbe. Le mani del vampiro le accarezzavano il corpo formoso. Lentamente la spogliò: prima la maglietta e poi il reggiseno. Fece scorrere la sua mano lungo il suo petto e poi fece lo stesso con le labbra, facendo gemere la ragazza. Lei gli tolse la maglietta accarezzandogli le spalle e stringendolo a se.

Spike le sbottonò i jeans e glieli tolse. Poi seguirono gli slip e il resto degli indumenti di lui.

Il vampiro stuzzicò un po’ Buffy giocando sulle sue curve con le sue mani. Languidamente scese lungo il ventre e poi lungo le cosce. Voleva renderla felice. E poi quando lei al culmine del desiderio gridò, Spike entrò in lei.


Quando il vampiro aveva iniziato a baciarla, Buffy si era lasciata andare. Forse era quello era ciò di cui aveva bisogno per tornare ad essere se stessa e superare tutto il dolore che si portava dentro, non solo per la scomparsa di Angel, ma per la vita su cui non aveva più nessun controllo.

Non appena Spike cominciò a spogliarla lei chiuse gli occhi e si abbandonò al desiderio. Ma quando sentì sulla sua pelle il tocco gelido delle sue mani, e la passione dei suoi baci non riuscì a controllare la sua fantasia. Così Buffy finì per immaginarsi che quei baci, quelle carezze venissero da un altro vampiro, dal <suo> vampiro e non riuscì a trovare la forza di aprire gli occhi perché la verità era che non voleva tornare alla realtà. Non era giusto e ne era consapevole, Spike non se lo meritava, ma non riusciva a fermarsi. Sentì le mani gelide di lui correre lungo il suo corpo: il seno, il ventre e poi sempre più giù. Sentì le sue mani stuzzicarla fino al piacere. Sapeva che quello non era il tocco di chi stava immaginando, ma voleva credere a quella fantasia. All’apice del desiderio lei gridò e accolse il vampiro. Lui, sopra di lei, cominciò a muoversi ritmicamente fino a portarla al piacere più profondo.


THE HEAVEN IS HERE WITH YOU


<<Migliaia di volti che lo fissavano…Facce disperate, così familiari…espressioni di dolore, tormento, ma anche volti d’amore…il volto di una donna, un angelo…>>

Buffy!”gridò svegliandosi.

Si guardò intorno. Era solo nel letto. Ancora una volta aveva fatto quel sogno, che ormai lo ossessionava mentre riposava. Però adesso gli era tutto chiaro, ora riusciva a ricordare le persone che aveva ucciso e torturato, rammentava perfettamente il male che aveva fatto. Finalmente ricordava chi era.

Svegliandosi non si era sorpreso di non trovare Elisabeth al suo fianco. Era giunto il momento di avere delle spiegazioni. La trovò in soggiorno ad ammirare il paesaggio. Un raggio di sole le illuminava la faccia. Era veramente bellissima…

La ragazza accortasi della presenza del vampiro si affretto a chiudere le tende. Angel le si avvicinò.

Come sta?”

Meglio.”disse lei in tono gentile, ma freddo.

Ne sono felice! Mi sono preoccupato…Chi era quell’uomo?” tagliò corto.

Un amico.”

Non tuo direi a giudicare dal colore della tua guancia!”fece sfiorandole il livido.

Quel tocco anche se leggero, quasi impercettibile le fece più male delle botte prese la sera prima.

Non è affar tuo. Tu devi restare fuori da tutto questo!”fece lei allontanando la sua mano.

Invece si!”

No! Non lo è. È una faccenda che riguarda solo la mia famiglia e me!”

Non puoi farcela da sola!”

E perché no? Sono stata sola per anni e sono sopravvissuta, non ho bisogno del tuo aiuto!”

Io dico di si! Non sei in grado di difenderti e questo mi sembra evidente!”

Io non voglio il tuo aiuto!- gli urlò- Da te non voglio più niente!”

Posso capire che tu sia arrabbiata, so di averti ferita, ma qui non stiamo giocando! Si tratta di una cosa seria! C’è in gioco la tua vita!”

Adesso piantala con questa storia! Non ho bisogno di una guardia del corpo e non ti voglio più al mio fianco. Vattene!”gli ordinò.

No! Non me ne andrò finché non sarò sicuro che sei starai bene!”

Ti assicuro che se te ne vai starò benissimo!”

Davvero? E allora ieri sera?”

Ieri è stato un caso. So che mio padre non mi farebbe mai del male!”

Non è quello che mi hai detto fino a ieri!”

Forse ho un po’ esagerato!”

Allora perché ti ribellavi? Perché non sei andata con quell’uomo? Perché sei stata picchiata a sangue?”

Elisabeth rimase senza parole. Non sapeva cosa rispondere. Le domande che lui le stava porgendo erano più che legittime, e apprezzava molto il suo interessamento, però così non poteva continuare. Capì che tenere la linea dura con lui non sarebbe servito, doveva solo mandarlo via.

Io non ti voglio più qui!”

Perché?”

Perché mi da fastidio averti qui. La tua presenza mi infastidisce. Stare con te mi fa stare male e al momento ho già abbastanza problemi!”

Lo dici per quello che ti ho detto ieri?”

Si…no…in parte…Io non voglio più pensare a questo. Voglio solo che tu te ne vada!”

Angel la guardò dritto negli occhi. Il suo sguardo non era più dolce e avvolgente, ma freddo e pungente. Il vampiro rimase colpito dalla durezza dei suoi occhi più che dalla brutalità della sua parola.

Menti. Lo so, lo sento!!”

Tu non sai cosa provo. Tu non mi conosci!”

Tu provi esattamente quello che sto provando io!”

No! Io non provo niente…”

Dimostramelo! Baciami!!” fece lui in tono di sfida.

Cosa?! Ma non hai capito quello che ho detto?”

Baciami!!”

No!”

Perché no? Perché mi ami! Altrimenti…”

Se lo faccio e ti dimostro che tra noi non c’è niente, tu mi lascerai in pace?”

Promesso!”sussurrò lui chinandosi su di lei.

Elisabeth sapeva che quella era l’unica possibilità che aveva per salvarlo, per evitare di coinvolgerlo in quella situazione. Doveva solo fingere, per un attimo. Rimase immobile, mentre lui la baciava. >

<Liz, non cedere> continuava a ripetersi. Solo un altro secondo e sarà tutto finito. Un altro secondo e lui sarebbe uscito per sempre dalla sua vita. Lei tremava solo al pensiero. Si sentiva soffocare se pensava di non vederlo più, di non avere più i suoi dolci baci, le sue carezze…una lacrima le rigò la guancia.

Perché piangi?”

Ti prego va via!” lo supplicò lei.

No! Io voglio aiutarti!”

Credimi Angel, l’unico modo in cui mi puoi aiutare è andandotene via!”

Vorrei solo capire perché!”

Tu sei un vampiro!”

Lo ero anche ieri!”

Infatti te ne sei andato!”

Solo per proteggerti, non volevo rischiare di farti del male. Io avevo paura di me, non sapevo cosa o chi ero!”

E cosa è cambiato?”

Io mi ricordo! Ora so chi sono e so che non ti farò del male!”

L’hai già fatto!”disse lei amareggiata.

Angel capì che stava cedendo. Non era più tanto fredda, era solo tanto spaventata.

Io non volevo ferirti! Mi dispiace moltissimo…”fece lui in tono dolcissimo.

Tu avevi ragione…Questo è tutto uno sbaglio…- poi andò alla porta e l’aprì – Ti prego, vattene prima di farti male!”

Tu credi che io mi farò male?”

Io so che sarà così!!”

Come fai a saperlo?”

Io appartengo alla tribù di zingari che più di cento anni fa ti maledì e che tutt’ora vuole vendetta. Ora capisci perché non voglio che resti?”

Quella colpì Angel come un fulmine a ciel sereno, non poteva credere alle sue orecchie. Lentamente si avvicinò alla porta. Elisabeth la aprì, visibilmente sollevata nel vederlo andare via, ma quando lui arrivò vicino a lei, il vampiro richiuse la porta e poi afferrò la ragazza facendole appoggiare le spalle contro essa. Dolcemente accostò la sua fronte su quella di lei.

E’ passato molto tempo…”sussurrò lui.

Non per loro…il loro odio è ancora così forte…”

E tu? Anche tu mi odi?”

Questo non ha importanza! Il punto è che non puoi rimanere…è troppo pericoloso per te…per me…”

Per ma ha molta importanza! Io sono disposto a correre il rischio, sono disposto a restare al tuo fianco se tu mi vuoi! O forse anche tu come loro…”

Lei gli appoggiò il dito indice sulle labbra per impedirgli di continuare.

Se fossi d’accordo con loro, a quest’ora io non mi troverei in questo pasticcio!”disse lei sorridendogli dolcemente.

Angel ricambiò il suo sorriso.

Vuoi che me ne vada?”

Elisabeth non sapeva come rispondere a quella domanda. Quella era l’ultima possibilità che aveva per tirarlo fuori da quella orribile situazione, però adesso non era più sicura di volerlo. Non era sicura di potercela fare senza di lui, non ne aveva più la forza. Sapeva che la sua scelta era terribilmente egoistica, ma non poteva farne più a meno.

Non voglio che tu vada, voglio che tu resti qui, vicino a me!”confessò lei infine.

Angel si rese conto per l’ennesima volta di quanto bizzarra fosse la vita. Fino a poche ore prima era sicuro di volere che Elisabeth uscisse dalla sua vita, ora invece era ben deciso a non lasciarla più. Erano bastate poche parole perché lui facesse la sua scelta, senza sapere però che ancora non conosceva tutta la verità. Lentamente si chinò per baciarla.

Liam io non so se noi dovremmo…”cercò di obiettare lei.

Shh…-la zittì lui- Non parlare…”

Lei gli sorrise amorevolmente e lui la baciò con trasporto, poi avvicinò le sue labbra alle orecchie della ragazza e bisbigliò:

Il mio nome è Angel…”

Elisabeth lo fissò per qualche attimo, poi gli rivolse un sorriso d’intesa e lo strinse forte a se’. Ancora una volta constatò che ogni volta che lui la stringeva, che la baciava tutta la confusione che aveva dentro spariva. Mentre le sue braccia forti la avvolgevano ogni brutto pensiero scappò via. Il mondo tornò ad essere un posto sicuro e ogni cosa legata alla sua famiglia, ogni paura per Angel sembrarono solo dei ricordi lontani e sbiaditi dal tempo.

Quando lui allentò un attimo la presa entrambi si resero conto che finalmente tutta la confusione della sera prima era finita. Tra loro era tornato tutto a posto; ogni malinteso era chiarito.

Angel, continuando a stringere forte le mani di Elisabeth, la condusse fino al divano.

Avanti ora raccontami tutto!”

Lei annuì.

Non so se ricordi che ti avevo accennato al fatto che la disputa con i miei parenti è dovuta al fatto che io mi rifiuto di portare a termine una specie di vendetta…”

Angel le fece di si con la testa e la invitò a continuare.

Ora riesci ad indovinare di chi dovevo vendicarmi?”

Di me!”

Già…ma a me non è mai interessata questa vecchia storia. Ho sempre pensato che fosse una cosa molto stupida continuare a cercare vendetta per qualcosa avvenuta più di un secolo fa. Ma la mia famiglia, tutto il mio popolo non la pensava così.

Tra la mia gente è ben radicato un forte attaccamento alla famiglia e un altrettanto profondo senso dell’onore che li porta a prendere ancora molto sul serio quella vecchia storia. Se senti parlare loro sembra passato solo un giorno da quando…Molto spesso mi è capitato di pensare che è solo per questo che stiamo ancora insieme, che è in quell’odio che la mia gente ha trovato la forza di restare unita e superare i problemi e i veloci cambiamenti che sconvolgono il resto del mondo! E se devo essere sincera questo pensiero mi ha sempre rattristata e spaventata! Io amo il mio popolo, anche se sembra il contrario e sono molto attaccata alla mia cultura e alle mie radici.

Però le nostre diverse i idee non facevano che portare a continui scontri e mi sono resa conto che alla fine avrei spezzato l’armonia e portato solo caos e disaccordo. Così prima di creare gravi problemi me ne sono andata pensando ingenuamente che allontanarmi da loro sarebbe bastato per buttarmi alle spalle anche questa vecchia storia!”

E invece hai incontrato me!”

Si…e di questo sono felice. Tu sei l’unica cosa buona che è venuta fuori da tutto questo pasticcio ed è proprio per questo che volevo che tu ti allontanassi. Se loro dovessero trovarti…”

Non devi preoccuparti per me. So badare a me stesso!”

Forse…ma loro…tu non li conosci, non sai di cosa sono capaci. Non si fermeranno davanti a niente…”Elisabeth abbassò lo sguardo.

Angel con un gesto pieno di affetto le sfiorò la guancia e le sollevò nuovamente il volto.

Io non mi preoccupo per me. Ho capito che vogliono vendetta e non posso dargli torto visto quello che vi feci allora. L’unica cosa che mi preme è che non se la prendano con te!”

Sono già arrabbiati con me, perché <sto tradendo la nostra discendenza>, almeno questo è quello che mi ripeteva mio padre!”

Cosa succederà se dovessi tornare a casa?”

Non lo so, l’unica cosa che so è che adesso meno che mai sono disposta a fare ciò che loro vogliono.”sussurrò sorridendogli tristemente.

Potrebbero farti del male?”

Si…no…non so…non era mai successo prima una cosa del genere e non so quale siano le regole in proposito. Però sono quasi sicura che se tornassi non sarebbero li con collane di fiori e coriandoli per darmi un caloroso benvenuto. Probabilmente dovrei essere giudicata da una specie di Tribunale, ma non sono ansiosa di verificare queste teorie!”

Ti giuro che non gli permetterò mai di portarti via!”fece Angel in tono deciso.

Io continuo a pensare che tu non ti renda bene conto del guaio in cui ti stai cacciando!”

Probabilmente hai ragione tu, ma a me non importa! Infondo sono abituato ai guai!”

Ti ci cacci spesso?”

Quotidianamente. Però raramente sono guai carini come te!”disse lui da vero dongiovanni.

Elisabeth arrossì imbarazzata. Mai, in vita sua, aveva pensato di poter essere così felice e al tempo stessa tanto spaventata. Tra tutti gli uomini che ci sono al mondo aveva finito per innamorarsi dell’unico che avrebbe dovuto evitare come la peste. Però ora che lui era al suo fianco quella situazione gli sembrava meno orribile, era come se le avesse dato una nuova speranza; magari per loro ci poteva essere un lieto fine…

Stringimi!”sussurrò lei buttandosi tra le sue braccia.

Angel obbedì e la strinse forte a se’. Averla vicino lo rendeva calmo e felice, due delle sensazioni che raramente aveva provato in vita sua e quasi mai nello stesso momento. Dato il modo in cui aveva trascorso la sua lunga vita ormai si era abituato ad essere in pericolo, alle minacce, ad affrontare ogni genere di pericoli. E nonostante i posti in cui era stato, le dimensioni infernali che aveva attraversato Angel sapeva che per lui era quello il posto più pericoloso del mondo; lì vicino ad Elisabeth, non per i suoi parenti, ma per quello che provava quando era vicino a lei. Ma allo stesso tempo sapeva che non avrebbe voluto trovarsi in nessun altro luogo.

Forse a causa degli avvenimenti degli ultimi giorni, della confusione, della tempesta di emozioni che l’aveva coinvolto, Angel si sentiva strano, sentiva una profonda inquietudine crescergli nel cuore, segno che nuovi guai stavano arrivando.

Angel- disse lei lievemente interrompendo i suoi pensieri- hai detto di aver ricordato il tuo passato…”

Si!”

Allora ti va di raccontarmi la tua storia?”

Be’…io non so se è il caso…”

Ti prego!”

Sei sicura di voler sapere?”

Certo! Voglio sapere tutto di te!”

I tuoi non ti hanno raccontato niente?”

Si, ma io voglio sapere da te. Voglio che sia tu a raccontarmi tutto!”

Anche se dopo potresti odiarmi, proprio come il resto della tua famiglia?”

No, questo non è possibile! Io non posso odiarti!”

Non hai idea di quello che ho fatto quando ero cattivo e non mi riferisco solo alla tua famiglia.”

Allora racconta. Voglio avere la tua versione dei fatti, voglio sapere come eri prima di diventare un vampiro, voglio che mi racconti cosa è successo dopo la maledizione!”

E’ una storia molto lunga.”

Io ho tutto il tempo del mondo! E comunque non ho impegni per oggi!”

Lui le sorrise. Era straordinario come lei riuscisse a sdrammatizzare ogni situazione con così tanta facilita, con naturalezza.

Ciò nonostante si sentiva un po’ a disagio nel aprirle il suo cuore. Mai in vita sua aveva detto a qualcuno ciò che gli era successo, anche con Buffy non si era mai aperto fino a quel punto…infondo aveva sempre pensato che non fosse necessario che lei conoscesse tutto. Forse era anche per questo che tra loro non era andata.

Con Elisabeth però era diverso. Era come se lei fosse parte di quella storia, aveva il diritto di sapere. Le loro vite erano intrecciate, anche se quando il vampiro incrociò la sua tribù la prima volta lei non c’era. E poi era sicuro che lei avrebbe capito, che lei era l'unica che poteva realmente capire. Così dopo aver riflettuto un po’ iniziò il suo racconto.


MEMORIES – Prima parte-


Buffy si svegliò tra le braccia di Spike. Il suo cuore era più leggero rispetto alla sera prima, il dolore sembrava meno lancinante. Ora poteva ricominciare, finalmente l’incubo era finito.

Da quando Willow l’aveva riportata in vita, Buffy aveva vissuto come avvolta in una coltre di nebbia che la isolava dal resto del mondo, dalle persone che le volevano bene e anche da se stessa. Era come se percepisse tutto in maniera ovattata, niente riusciva a colpirla. Dopo la distruzione di Sunnydale aveva cercato rifugio in Italia, ma scappare non le era servito. Aveva dato la colpa di tutta quella confusione al suo ruolo di cacciatrice che l’aveva allontanata dalla vita che aveva sempre sognato, senza voler ammettere a se stessa che era la donna che era in lei ad essersi persa. Solo quando Spike l’aveva chiamata per dirle che Angel era morto lei aveva sentito di nuovo qualcosa, quella notizia era riuscita a farsi strada nella coltre che la circondava e poi il vampiro aveva fatto il resto.

Ripensò alla notte passata con lui, alla passione che le aveva dimostrato mentre lei pensava ad un altro. Si sentì in colpa per il suo comportamento. Aveva accettato di fare l’amore con Spike per dimostrargli il suo affetto, per gratitudine, per colmare quel vuoto che proprio lei gli aveva creato nell’anima e soprattutto per dirgli addio.

Alzò lo sguardo verso di lui. Era già sveglio. Nel suo volto non si lesse ne collera, ne delusione, c’era solo tanto, tanto dolore. Buffy capì che lui sapeva.

Spike , io…”cercò di spiegare la ragazza.

No, ti prego non dire niente. Va tutto bene!”fece lui mentendole.

No, non va tutto bene. Io mi sono comportata male. Ti ho ferito e tu non te lo meriti! E’ solo che…”

Sai Buffy in qualche modo sapevo che sarebbe finita così. Infondo è sempre stata così tra noi. Tu guardavi me, ma vedevi lui.”

No, questo non è vero! Io ti voglio bene e lo sai. E non è così che voglio che finisca!”

Buffy si allungò verso il vampiro e lo baciò, prima dolcemente poi con crescente passione. Spike non riusciva a capire dove lei volesse arrivare.

Questo non è necessario!”le mormorò.

Shh!!!”lo zittì.

Spike passò con lo sguardo in rassegna il suo corpo. Lentamente si avvicinò al suo volto per baciarla fermandosi poco prima che le labbra si sfiorassero.

Questa volta saremo solo io e te!”gli assicurò la ragazza.

Il vampiro iniziò a baciarla con passione e a giocare con le sue forme stuzzicandola. Buffy si sentiva sul punto di impazzire.

Ti voglio Spike!”urlò lei accogliendolo dentro di se.

Dopo aver fatto l’amore con Spike per l’ultima volta, Buffy provò una strana sensazione. Per la prima volta dopo tanto tempo si sentì libera: libera dal ricordo di Angel, dalla situazione in sospeso con Spike, dalla sua vita che per anni l’aveva imprigionata in una rete di doveri e responsabilità.

Finalmente poteva chiudere con il passato e guardare con una nuova speranza verso il futuro. Ora anche lei aveva un futuro a cui pensare e questo pensiero la fece sentire leggera, felice e in pace come non era mai stata prima in vita sua.


Nel frattempo nell’appartamento di Elisabeth Angel aveva cominciato il suo racconto.

Sono nato nel 1727 a Galway, un piccolo villaggio dell’Irlanda. Non era un posto molto grande, almeno all’epoca e la gente era tutta piena di un finto perbenismo. Odiavo stare lì, mi sentivo in trappola costretto a vivere una vita che non sentivo appartenermi.”

Aspetta un attimo, prima che tu vada avanti devo farti una domanda. Perché quando ci siamo incontrati mi hai detto di chiamarti Liam?”

Perché quello è il mio nome di battesimo. Lo cambiai in Angel quando divenni un vampiro.”

Parlami della tua famiglia! Eri figlio unico?”

No, avevo una sorellina più piccola, Katie. Era molto dolce e graziosa. Era gentile e generosa. Era la persona a cui ero più affezionato! Non fraintendermi ero molto affezionato anche a mia madre, ma era diverso.”

Angel si fermò indeciso se continuare, ricordare certe cose lo faceva star male, ma forse doveva. Forse se ne parlava con qualcuno parte del peso che aveva sul cuore se ne sarebbe andato.

E tuo padre?”

Lui era un tipo rigido, autoritario e nutriva grandi aspettative nei miei confronti!”

Si, conosco il tipo!”fece lei sorridendogli.

Io e mio padre eravamo sempre in contrasto, in pratica litigavamo per ogni minima sciocchezza. Lui diceva bianco, io dicevo nero. Lui era un commerciante, era un uomo molto orgoglioso e aveva già programmato il mio futuro senza che io potessi obiettare. Tutto quello che voleva era che io obbedissi. E io mi adeguai. Provai come un matto a soddisfare le sue aspettative, cercai di renderlo orgoglioso di me, ma per quanto io provassi non facevo che fallire e deluderlo. Ogni cosa che facevo non era mai abbastanza. Mi faceva sentire un perdente e non faceva altro che incolparmi per cose assurde, dicendo che la mia stessa esistenza era per lui motivo di vergogna. Così lentamente realizzai che non sarei mai riuscito a renderlo felice, che per quanto mi sforzavo non potevo fare ciò che lui si aspettava, e mi resi anche conto che l’unica aspettativa che riuscivo a soddisfare era quella di non riuscire. Lui godeva nel vedermi fallire ed io divenni molto bravo in quello. Mi impegnai per diventare il peggior figlio che potesse avere, perché così lui sarebbe passato per un padre modello un esempio per il resto della comunità. Ero disposto a rovinarmi la vita pur di assecondarlo. Così comincia a frequentare le persone sbagliate, i posti sbagliati. A pensarci bene la mia vita notturna iniziò ben prima che io diventassi un vampiro. Passavo le mie notti in dei locali dove puntualmente finivo per ubriacarmi e per fare a botte. Vivevo la mia vita nel modo più dissoluto.

Poi dopo l’ennesima lite con lui e la notte passata in un locale conobbi Darla, la vampira che mi trasformò.”

Elisabeth aveva messo le sue mani su quelle di Angel, in segno di comprensione. Comprendeva benissimo come doveva essersi sentito; era più o meno quello che c’era tra lei e suo padre.

Mi hai parlato di quella notte!”disse lei.

Darla mi promise un mondo nuovo. Mi disse che sarei stato libero, che avrei potuto viaggiare, che non avrei più sofferto. Mi offrì tutto ciò che io avevo sempre sognato e io mi lasciai sedurre, senza sapere però che c’era un prezzo da pagare per tutto quello!”

Quanti anni avevi?”

26, solo 26! Quando risorsi come vampiro lei era lì ad aspettarmi e mi insegnò tutto ciò che sapeva. Mi istigò a seguire il mio istinto a soddisfare ogni mio desiderio, a prendere ciò che volevo perché ora nessuno poteva più fermarmi. Così decisi di tornare a casa perché ciò che volevo era vendicarmi di tutte le angherie subite da mio padre.

Fu mia sorella ad aprirmi la porta e mi invitò ad entrare credendo che fossi un angelo tornato per lei.”

Immagino che da qui venga Angel!”

Già… quella notte sterminai la mia famiglia. Uccisi sia mia sorella che mia madre, e mi presi la mia rivalsa su mio padre. Gli dissi che come lui desiderava avevo trovato qualcosa in cui riuscivo bene; uccidere.

Solo adesso capisco che mio padre non era cattivo. Quello era il suo modo di essere, di dimostrarmi il suo affetto, anche se non era quello di cui aveva bisogno.”

Elisabeth ascoltava attentamente il suo racconto, non mostrando però alcuna reazione particolare. Continuava a fissarlo come aveva sempre fatto.

Per generazioni io e Darla spargemmo terrore per tutta Europa, uccidendo e torturando tutto ciò che incrociava il nostro cammino. In quel periodo feci cose orribili, che vanno oltre l’umana comprensione. La cosa peggiore che ho fatto è stata forse Drusilla. La incontrai nel 1860 a Londra. Lei era una ragazza dolce, casta, pia. Per me divenne un ossessione. Iniziai a perseguitarla: uccisi i suoi genitori e amici, la tormentai fino a farla impazzire. Cercò di rifugiarsi in convento e il giorno che prese i voti io ne feci un demone.”

Angel si interruppe. Voleva sapere cosa pensava, cosa provava Elisabeth. Aveva paura di averla disgustata, inorridita, ma lei era serena. Nel suo volto non c’era ne paura, ne altro.

Intuendo il motivo per cui lui si era interrotto lei si alzò e si mise tra le sue braccia per dimostrargli che non aveva paura e che qualunque cosa lui le dicesse, non avrebbe fatto differenza per lei. Angel la strinse.

Perché non dici più niente?”le chiese.

Perché non volevo interromperti. Ti prego continua!”

Qualche anno dopo 1898, Darla, Drusilla, Spike e io arrivammo in Romania. Lì per il mio compleanno Darla mi portò nel nostro rifugio dove aveva celato per me un dono, una zingara. Io la uccisi, ma immagino che questa storia tu la conosca già!”

Si, anche se non è esattamente la stessa!”

Cosa vuoi dire?”

A me hanno sempre detto che sei stato tu a darle la caccia, che l’hai perseguitata per giorni prima di ucciderla.”

Io non ho…”cominciò Angel sulla difensiva.

Io ti credo! lo interruppe lei- So che non mi stai mentendo. Ho molta più fiducia in te che in loro. Probabilmente la storia è stata modificata a tuo sfavore!”

Sei veramente speciale, lo sai! Chiunque al tuo posto sarebbe già scappato!”

Io non sono chiunque e non ho nessuna intenzione di andarmene anche perché questo è il mio appartamento!- fece lei rivolgendogli un sorriso- Non ho nessuna voglia di farmi influenzare la vita da vecchie storie. Il motivo per cui ti ho chiesto di raccontarmi tutto è solo perché voglio capire chi sei, ma niente di ciò che hai detto o dirai potrà influenzare ciò che provo per te! L’occasione per liberarti di me l’hai persa!”concluse scherzosamente.

Non mi libererei di te per niente al mondo!”fece lui baciandola teneramente.

Va avanti!”gli sussurrò lei.

Dopo quell’uccisione il tuo popoli mi maledì, mi restituì l’anima gettandomi addosso in un istante più di un secolo di atrocità e condannandomi a portarne il peso per il resto dell’eternità. Con la mia anima tornai ad essere me stesso, in qualche modo tornai ad essere Liam. Darla non mi volle più al suo fianco, non sopportava la mia anima e mi cacciò via. Così quella notte me ne andai via e cominciai a vagare per il mondo da solo!”

Non tornasti all’accampamento degli zingari!”

Provai a raggiungerlo per impedire il rito, ma arrivai tardi. Riavuta l’anima scappai via! Perché lo chiedi?”

Perché poco dopo che ti fu restituita l’anima la mia gente fu sterminata dai vampiri e la colpa dell’accaduto naturalmente ricadde su di te, anche se personalmente non capivo come questo fosse possibile. Se la colpa di quella strage fosse stata tua voleva dire che il maleficio non aveva funzionato!”

Io non c’entro niente!”

Ti credo! Non capisco perché abbiano alterato così i fatti! Avevo immaginato che qualcosa fosse stata cambiata perché sai com’è passando da una persona all’altra qualche particolare viene dimenticato, qualche altro esagerato, ma questo è troppo!”

Forse chi a raccontato la storia per primo non sapeva cosa era successo e ha fatto ricadere la colpa su di me!”

Che fai ora li difendi?”fece Elisabeth sorpresa.

No, dico solo che non dovresti arrabbiarti con loro. Probabilmente furono Spike, Drusilla e Darla a sterminare la tua gente!”

Ti rivolevano con loro! Possibilmente senza l’anima!”

Immagino di si! E credimi se allora avessi potuto scegliere avrei scelto anch’io di vivere senza. Non era male vivere così: niente coscienza, niente rimorsi. Era temuto e rispettato da tutti.

Quando riottenni la mia anima i sensi di colpa mi schiacciarono. Fui come invaso da un’ondata di dolore. E’ una sensazione orribile, è straziante. Fare quello che ho fatto ed esserne coscienti…”

Poi cosa è successo?”

Sono venuto in America e ho vissuto da solo, lontano dal resto del mondo come un senza tetto fino a quando non incontrai un demone, il Cantastorie. Fu lui che mi porto a L.A. e qui la incontrai la prima volta.”

Chi?”

Buffy!”


MEMORIES –Seconda parte-


Elisabeth si irrigidì. Non sapeva il motivo, ma cominciò a sentirsi a disagio. Il modo in cui lui aveva pronunciato quel nome…solo allora le venne in mente un pensiero orribile: e se ci fosse stata un’altra? Solo all’idea di vederlo con un’altra si sentiva male.

Angel si accorse della strana reazione della ragazza. Rimase sorpreso dal comportamento di Elisabeth soprattutto perché lei che non aveva battuto ciglia nel sentirgli raccontare le cose orribili che aveva fatto, ma era diventata un pezzo di legno nel momento in cui aveva pronunciato quel nome.

Lei è la cacciatrice. La prescelta che combatte contro il male, l’ammazza vampiri. Come ti ho detto la prima volta che la vidi fu qui in città. Era molto bella, dolce e indifesa. Me ne innamorai all’istante e in quello stesso attimo decisi che avrei dedicato il resto della mia vita per aiutarla nel suo compito.

Qualche anno dopo la conobbi a Sunnydale e lentamente ci avvicinammo e finimmo per innamorarci alla follia. Puoi immaginare da sola che era una cosa impossibile; un vampiro innamorato dell’ammazza vampiri, ha del paradossale. Lei riuscì a risvegliare la mia parte umana che con tanta cura nei lunghi anni passato da solo avevo represso. Entrambi sapevamo che stare insieme era sbagliato, ma non potevamo evitarlo. Non riuscivo a starle lontano e poi ancora non avevo capito quanto a fondo colpisse la maledizione che il tuo popolo mi aveva lanciato. Io non sapevo che se avessi provato un solo attimo di vera felicità avrei perso la mia anima di nuovo tornando il mostro che ero. Così noi due…finì per provare quel attimo di pura felicità e tornai ad essere Angelus. Cominciai a perseguitarla, lei era la mia nuova ossessione. Credo che in qualche modo strano e perverso volessi dimostrarle il mio amore. La feci soffrire molto e cercai di distruggere il mondo risvegliando un demone di pietra. Buffy riuscì a fermarmi mandandomi all’inferno, in senso letterale. Però poco prima di colpirmi una sua amica mi maledì nuovamente, così fui io e non Angelus ad andare all’inferno.”

Elisabeth era diventata stranamente silenziosa. Non aveva detto una sola parola, non aveva mosso un solo muscolo. Ogni parola che il vampiro aveva detto dopo quel nome le era sembrata fredda come il ghiaccio e amara come il veleno. Era come se quelle parole la trafiggessero il cuore come lame affilate. Avrebbe voluto dirgli di fermarsi, ma era stata lei a insistere perché lui le raccontasse della sua vita e adesso non poteva fare marcia indietro. Si rese conto che era gelosa per qualcosa che era avvenuto quando lei non lo conosceva ancora, che era stato evidentemente molto importante per lui. Elisabeth lo aveva capito dal modo in cui ne aveva parlato.

Angel poteva sentire il suo cuore battere all’impazzata. Sapeva che le cose che le aveva appena detto l’avevano ferita, ma Buffy era parte della sua storia non poteva non raccontarle di lei.

Sapevi della maledizione, voglio dire, ne conoscevi ogni aspetto?”chiese lui solo perché lei gli parlasse.

Elisabeth non disse niente per qualche istante, poi raccolte le forze e disse in tono pacato:

Si, sapevo del fatto che non puoi essere pienamente felice senza perdere la tua anima. So anche che questo non vuol dire che non puoi fare l’amore. Ciò che la maledizione ti impone e di portare il peso delle tue colpe; ti è stata fatta a questo scopo, perché tu fossi tormentato dai sensi di colpa per il resto dell’eternità. Quindi è logico che provando un vero momento di felicità il maleficio viene annullato, perché chi lo sperimenta anche se solo per un attimo si libera da ogni tormento terreno. Sono attimi rari che non tutti provano. Solo un amore forte e profondo può portarlo.”

Angel non disse niente. C’erano dei particolare che non sapeva come il fatto di dimenticare le pene. Lui si era convinto che fosse la maledizione fosse legata al sesso. Ora però ciò che gli premeva era rassicurare Elisabeth.

Sai- fece lei all’improvviso- quando il mio popolo creò quel maleficio, incluse quella specie di postilla apposta, perché credeva che non avresti potuto essere felice. Sei stato fortunato…devi amarla veramente molto!”

L’ho amata tanto, ma ora è passato!”precisò lui.

Passato? Mi stai dicendo che hai trovato un amore tanto grande e l’hai lasciato andare?”

Non potevamo stare insieme. Lei una cacciatrice, io un vampiro. Lei una mortale ed io un immortale… Non so, forse... L’amore e la passione anche se necessari non bastano per far durare un rapporto. Ci vuole qualcosa di più!”

Cosa?”

Non lo so esattamente, non so spiegarlo. È una sensazione profonda di fiducia incondizionata che ti nasce da dentro. Un legame che trascende ogni altra cosa. E’ come se ogni cellula del tuo corpo di gridasse che appartiene a quella persona.”

E non lo provavi con lei?”

Tra noi le cose sono sempre state molto complesso. E se devo essere sincero è qualcosa che ho provato solo una volta in vita mia.”

Quando?”

Ho cominciato a sentirmi così da quando ti conosco. È come se adesso che ci sei tu tutto avesse un senso. Sento come se ogni secondo della mia vita mi avesse preparato a vivere questo momento, adesso, qui con te!”

Elisabeth tornò a rilassarsi. Il suo cuore però continuò a battere all’impazzata, ma non più per timore di perderlo. Il batticuore era dovuto alla dichiarazione che Angel le aveva appena fatto.

So perfettamente cosa vuoi dire. Per me è stato lo stesso…in questi giorni più ti stavo vicino più sentivo che tra noi c’era un legame profondo che non riuscivo a capire e che un po’ mi spaventava! Prima di conoscere te Angel, non credo di aver mai amato veramente!”

Elisabeth si voltò per guardare il volto del vampiro. Mai in vita loro avevano condiviso un’intimità tanto profonda. Era qualcosa che andava oltre l’intimità fisica, qualcosa che li coinvolgeva nel profondo, una sensazione che veniva dall’aver messo a nudo le loro anime.

Angel si chinò per baciarla, pur sapendo che non avrebbe dovuto pechè se iniziava poi sarebbe stato difficile fermarsi. Però non riusciva più a trattenersi, non poteva più negare il desiderio e la passione che lo spingevano verso di lei. E infondo entrambi sentivano che sarebbe andato tutto bene che non poteva nascere niente di male da quel momento magico.

I baci divennero sempre più lunghi, sempre più intensi e carichi di crescente desiderio. Anche se non avevano detto una parola entrambi sapevano che questa volta non sarebbe finita lì, che quei baci avrebbero portato a qualcosa di più, a qualcosa che entrambi desideravano da tempo.

Con un gesto deciso Angel prese Elisabeth tra le braccia e la sollevò per poi condurla fino alla sua camera. Lì la adagiò sul letto con delicatezza e infine la raggiunse. Ai baci si affiancarono le carezze. Lei poteva sentire il tocco sicuro e gentile delle sue mani lungo il suo corpo e poi lentamente sotto i vestiti. Ogni minimo contatto la faceva fremere. Lei lo desiderava da impazzire e non le importava se era un desiderio pazzo, non le importava delle conseguenze che avrebbe portato.

Angel si sentiva stranamente tranquillo, qualcosa dentro di lui gli diceva che questa volta non sarebbe successo niente, che ciò che stava facendo era giusto, che non doveva avere paura. E comunque anche volendo adesso non sarebbe più stato in grado di fermarsi. Voleva fare l’amore con lei.

Vuoi che mi fermi?”le sussurrò all’orecchio.

Non so se noi dovremmo…e se poi…”

Non è questo che ti ho chiesto. Io voglio sapere cosa vuoi!”

Voglio te! Voglio fare l’amore con te!”ammise lei.

Angel sorrise soddisfatto e con dolcezza le disse.

Anch’io ti desidero da impazzire. Ti amo da morire!”

Ti amo Angel!”

Lui lentamente cominciò a spogliarla e a baciarle ogni parte del corpo: il collo, le spalle, il seno e poi giù seguendo la linea del ventre. Elisabeth poteva vedere negli occhi del vampiro un desiderio selvaggio, una passione incontrollabile e si accorse che era lo stesso che provava lei. Incapace di trattenersi oltre iniziò a spogliarlo e baciarlo.

In pochi attimi tutti gli indumenti furono scaraventati a terra e loro si ritrovarono nudi e stretti. Ora lei poteva sentire il corpo di lui stretto al suo, e quel contato così forte e intimo la fece tremare e la eccitò annebbiandole la mente. In vita sua non aveva mai desiderato nessun uomo così tanto, ne aveva mai provato sensazione tanto sconvolgenti stando con qualcuno. Si rese conto che solo adesso, con lui vicino, poteva capire cosa significasse fare l’amore.

Anche Angel era sconvolto dal piacere che gli dava stare con lei. In vita sua era stato a letto con molte donne, ma mai prima si era sentito così. Mai nessuna lo aveva toccato tanto in profondità come faceva lei. Elisabeth si era concessa a lui nel modo più completo. In quel momento oltre ai loro corpi anche le loro anime si stavano unendo.

Incapaci di prolungare ancora l’attesa i due si amarono tra gemiti e sospiri, entrando in un mondo dove baci e carezze avevano preso il posto delle parole. Poi dopo l’amore rimasero stretti come se avessero paura di perdersi nell’immensità del mondo che li circondava.

Elisabeth aveva finito per addormentarsi tra le braccia di Angel, mentre lui era rimasto sveglio a fissare la ragazza che le dormiva tra le braccia. Era strano. Il vampiro non credeva possibile riuscire ad amare qualcuno così tanto e in così poco tempo. Era come se l’amore per lei fosse già dentro di lui, nascosto in un angolo del suo cuore attendendo con ansia il momento per uscire. Ma ciò che più lo stupiva era che adesso non provava niente. Nessun dolore lancinante al petto che gli dilaniava l’anima, solo una pace infinita e un amore anche più grande. Fare l’amore con lei era stato stupendo e l’aveva reso felice, ma senza fargli perdere l’anima. Non capiva…ma forse adesso non aveva molta importanza.

Tra le sue braccia Elisabeth cominciò a svegliarsi muovendosi come un gattino. Angel sorrise divertito. Prima ancora di aprire gli la ragazza alzò il volto verso di lui.

Ehi!”gli sussurrò lui.

Lei non rispose, ma gli rubò un bacio veloce e si risistemò tra le sue forti braccia. senza dire una parola Angel la strinse a se’ gustandosi la delicatezza e la soavità di quell’attimo.

Angel- disse infine lei- non hai finito la tua storia!”

E’ colpa tua! Mi hai distratto!”scherzò lui.

Io adoro distrarmi!”fece lei maliziosamente.

Piace, molto anche a me!”rispose lui con lo stesso tono.

Avanti, continua a raccontare!”

Dove ero rimasto?”

A quando la tua ragazza ti ha mandato all’inferno! Come hai fatto ad uscirne?”

Le PTB me ne tirarono fuori! Anche se non ho mai capito il motivo!”

Elisabeth non disse niente, ma lei cominciava a capire. Lei sapeva perché le Forze dell’Essere l’avevano tirato fuori.

Una volta tornato restai per un po’ a Sunnydale, ma mi resi conto che restare era molto pericoloso, così me ne andai e tornai qui, a Los Angeles. Qui incontrai degli amici, persone fidate e aprì un’agenzia investigativa!”

Quindi vorresti dirmi che sei un detective?”chiese lei con un tono tra il sorpreso e il divertito.

Perché me lo chiedi con quel tono? È così strano?”

Un vampiro detective, più che strano è incredibile!”

Angel ignorò quel commento.

Qui in città ho continuato ad aiutare le persone, a combattere il male per cercare di redimermi. Sono cambiato tanto da allora, in qualche modo sono cresciuto. Ho conosciuto persone che mi hanno aiutato non solo sul lavoro, ho trovato degli amici. E grazie a loro che sono riuscito a tirare fuori il mio lato umano. A ritrovare me stesso.”

Elisabeth aveva ancora un’ultima domanda per lui.

Come sei arrivato in quel vicolo?”

Facendo il mio lavoro! Qui in città i maggiori problemi venivano da uno studio legale la W&H, li hai mai sentiti?”

Certo!”

Loro erano letteralmente gli avvocati del diavolo. Così con la mia squadra abbiamo tentato di eliminare i demoni che occupavano i vertici della compagnia e loro ci hanno mandato contro un esercito di mostri. L’unico modo che avevamo per toglierli tutti di mezzo era aprire un portale, ma arrivati al dunque qualcosa è andato storto e c’è stata un’esplosione!”

Ne sei uscito vivo per miracolo!”

Credo di si! Questa volta me la sono cavata veramente per un pelo!”

Hai mai pensato di scrivere un libro sulla tua vita, qualcosa del tipo Anne Rice. Faresti un monte di soldi!”scherzò lei.

Non sono mai stato bravo a scrivere!”

Ok, allora lo scrivo io e poi dividiamo il ricavato!”

Angel sorrise.

C’è un ultima cosa che devi sapere sulla mia vita?”

Devo aspettarmi un colpo di scena?”

Ho un figlio!”

Elisabeth rimase di sasso. Quella era veramente l’ultima cosa che si aspettava. Non sapeva cosa dire. Vedendo che lei non diceva niente Angel pensò di spiegare bene tutto.

I vampiri non possono avere figli. Questo è almeno quello che ho sempre pensato. Ancora non so come sia successo. Darla si presentò alla mia porta con il pancione dicendomi che aspettava mio figlio. All’inizio anche io stentavo a crederci, ma era tutto vero.”

Sono un po’ confusa!”

Lo ero anche io. Ma poi mi sono abituato all’idea. Non so spiegarti meglio questa cosa…”

Come si chiama?”

Connor! Mio figlio si chiama Connor!”

Angel credeva di aver nuovamente ferito i sentimenti della ragazza.

Elisabeth si mise a riflettere su tutto il lungo racconto fattole dal vampiro, e ad un tratto lo sguardo le cadde sulla sveglia che stava sul comodino. Si alzò di scatto, ma Angel la afferrò.

Cosa succede? Dove vai?”le chiese preoccupato.

Ho il turno tra cinque minuti. Se arrivo tardi questa volta finisce che mi licenziano!”

In un lampo afferrò la camicia del vampiro appoggiata al lato del letto e fece per alzarsi, ma non appena fu in piedi la testa cominciò a girarle e le gambe cedettero. Angel la afferrò al volo.

Non sei in grado di andare da nessuna parte!”

Ma il mio lavoro…”obiettò lei.

Non ti reggi in piedi, non puoi andare. Telefona e di che stai male!”

E se…”

Shh…”la zittì lui riportandola a letto.

Ora devi solo riposare!”le disse tornando a stringerla.

Lei non obiettò più. Infondo era molto, molto stanca. Negli ultimi giorni le era successo di tutto. Aveva provato tante emozioni diverse e contrastanti. Aveva tanti pensieri per la testa. E adesso cominciava a sentire la stanchezza accumulata. Si accoccolò di nuovo tra le braccia di Angel e lentamente sprofondò in un sonno tranquillo.



LET’S GO WORKING


Da quando Giles e gli altri erano tornati dall’Hymperion nessuno aveva più visto Spike e Buffy e cominciavano ad essere preoccupati. Nonostante questo però non avevano il tempo per mettersi a cercarli, potevano solo sperare che non gli fosse successo niente.

Fortunatamente poche ore dopo l’alba Buffy ricomparve. Tutti notarono subito che aveva qualcosa di diverso. Era più calma, rilassata e nel volto le si poteva leggere un’espressione serena. L’ombra che per anni le aveva spento lo sguardo era scomparsa e finalmente lei era tornata se stessa. Era di nuovo la vecchia Buffy spumeggiante e battagliera, era di nuovo piena di voglia di vivere.

Poco dopo di lei arrivò anche Spike. Lui al contrario non sembrava molto contento. Però rispetto alla sera prima sembrava più sereno come se si fosse tolto un peso dal cuore.

Ehi ma dove diavolo eravate finiti?” chiese Xander.

Non sono affari tuoi!”rispose bruscamente il vampiro.

Cominciavamo a preoccuparci!”disse Giles rivolto alla ragazza.

Ci dispiace, non ci siamo resi conto dello scorrere del tempo!”

Mi sembra che tu stia meglio!”le sussurrò Willow.

Buffy annuì. Il cuore le faceva ancora male. La perdita di Angel le avrebbe lasciato un segno per il resto della vita e non avrebbe mai smesso di sentire la sua mancanza. Però adesso il dolore era sopportabile, era qualcosa che capiva e poteva gestire.

Spike si era seduto nel divano all’angolo della stanza e si era acceso una sigaretta.

Dove è il ragazzino?” chiese notando l’assenza di Connor.

E’ andato via!”rispose Illlyria.

Via dove?”

Ha borbottato qualcosa su dei problemi…ha detto che sarebbe tornato il prima possibile!”

A che punto siamo con le ricerche?”chiese Buffy.

Purtroppo siamo ad un punto morto-ammise Giles- Per capire cosa è andato storto abbiamo bisogno di sapere con esattezza cosa è successo quando il portale si è richiuso!”

L’unico ad essere lì in quel momento era Angel!”ricordo Illyria.

Peccato che non sia più raggiungibile!”commentò Spike.

In quel momento una donna entrò dalla porta di ingresso e timidamente chiese:

Scusate è questa la Angel Investigation?”

Si…”

Io ho bisogno di aiuto!”

Spike anche se contro voglia spense la sigaretta e si avvicinò alla donna.

Avanti si accomodi e ci racconti cosa è successo! Illyria vieni qui, sembra che abbiamo un cliente!”

La donna stava tremando vistosamente. Era visibilmente sotto shock. Spike le passò un bicchiere d’acqua.

Avete bisogno di aiuto?”chiese Giles.

No, questi sono problemi nostri. Voi continuata a lavorare all’altra faccenda!”disse il vampiro bruscamente.

Avanti ci dica cosa le è successo!”disse poi nello stesso tono alla donna.

Io e mio marito non abbiamo mai creduto ai fantasmi, ai mostri e roba simile.”iniziò la signora.

Allora credo che sia nel posto sbagliato!”fece il vampiro voltandole le spalle.

La prego aspetti!- lo implorò la donna- Io ho detto che non ci credevamo…ma poi…ora noi sappiamo…abbiamo visto! Dovete aiutarmi!”disse scoppiando in lacrime.

Spike alzò gli occhi al cielo. Dopo quello che era successo con Buffy l’ultima cosa di cui aveva bisogno era assistere a quel piagnisteo.

Cosa è successo?” chiese Illyria.

Dovete liberarmi da quei mostri!”

Avanti venga al punto!” la esortò lui.

Io e mio marito abbiamo un appartamento a Clain Street. È una di quelle vecchie case abbandonate, è disabitata da anni o almeno così pensavamo! Qualche settimana fa, dopo aver ricevuto una piccola eredità, abbiamo pensato di restaurare l’appartamento e di farci abitare nostro figlio. Prima di iniziare però mio marito disse che dovevamo vedere in che stato era l’immobile e così capimmo che dentro la casa ci abitava qualcuno!”

Da cosa l’avete dedotto?”

C’erano vestiti e altri oggetti sparsi ovunque e le finestre erano state tutte barricate! Mio marito era convinto che fosse diventato il covo di qualche banda di teppisti, così entrò per cacciarli via, ma quelli che trovammo non erano teppisti. Erano diversi, le loro facce erano…mostruose, non umane. Lui mi disse si scappare e io ubbidì. Ho aspettato per ore il suo ritorno, ma…Vi prego dovete aiutarmi!”

Cosa si aspetta da noi?”

Voglio che mi liberiate da quei mostri!”

Non voglio mentirle signora, per suo marito non credo che…”

Si, lo so…ma voglio che li uccidiate tutti. Pagherò qualsiasi cifra!”

Bene. Ce ne occuperemo subito!”disse Spike contento all’idea di poter sfogare un po’ della frustrazione che provava.

Quanti erano?”chiese la ragazza.

Non lo so…non mi sono resa conto…”disse titubante la donna.

Vada a casa. Le faremo sapere non appena finito il lavoro. Faccia trovare l’assegno pronto!”

Grazie! Grazie!” gridacchiò la donna riconoscente.

Non appena se ne fu andata Spike e Illyria si prepararono ad uscire.

Finalmente un po’ di violenza!”disse lei entusiasta.

Speriamo solo che sia una rissa decente!” borbottò il vampiro.

Avete bisogno di aiuto?”chiese Buffy.

No, possiamo cavarcela da soli.”la liquidò Spike.

Per lui era già abbastanza dura così. L’aveva appena persa per sempre, realizzando che infondo lei non era mai stata veramente sua. Doveva vederla tutto il giorno e lavorare insieme a lei per la storia del portale. Portarla con se era veramente troppo.


Spike e Illyria arrivarono al covo dei vampiri passando per le fognature. Non impiegarono molto per arrivare a destinazione. Entrando nella casa cercarono di non fare rumore per sorprendere i vampiri mentre stavano dormendo. Sparsi nel corridoio c’erano alcuni cadaveri. Uno di loro era sicuramente il marito della loro cliente.

Attenta a non inciampare negli avanzi della cena!” disse Spike rivolto alla sua compagna.

Uccidiamoli!”

Questa è l’idea generale!”

Cautamente entrarono in un ampio salone, dove una decina di vampiri stavano dormendo beatamente.

Avanti diamo loro il buongiorno!”disse Spike.

Non appena varcarono la soglia della porte però i vampiri si svegliarono e scattarono in piedi pronti alla lotta. Ad occhio e croce non erano più di una decina.

Sono deboli!”fece Illyria delusa.

Vuol dire che faremo prima!”

Ma non appena il vampiro finì la frase un altro gruppo di vampiri sbucò alle loro spalle, mentre altri si affrettavano a scendere dal piano superiore. La lotta iniziò impetuosa e nonostante lo svantaggio numerico Spike ed Illyria riuscirono ad avere la meglio.

E’ stato divertente!”disse la ragazza che nello scontro non aveva riportato neanche un graffio.

Ho partecipato a risse migliori! Questi tizzi erano delle donnette!” fece il vampiro con il volto pesto.

Però il tuo volto è ferito!”notò lei.

Solo perché ho voluto dargli un po’ di vantaggio!- si giustificò lui- Avanti torniamo alla base!”

Quando arrivarono all’ufficio Connor era di nuovo lì ad attenderli.

Come è andata?”chiese il ragazzo.

E’ stata una passeggiata!”rispose sprezzante il vampiro.

Non si direbbe vedendo come sei ridotto!”

Dovresti vedere come stanno loro, prima di giudicare! Dobbiamo chiamare la cliente e avvertirla che abbiamo fatto tutto e poi uno di voi dovrà passare a ritirare l’assegno!”

Perché uno di noi? E poi da quando li dai tu gli ordini!”

Visto che io la mia parte l’ho fatta prendendo a calci quei vampiri il minimo che puoi fare per contribuire è andare a prendere l’assegno!”

Si…ma non abituartici, non sono il tuo postino!”

Io scendo di sotto, se ci sono problemi mi trovate lì!” disse il vampiro ignorando le lamentele del ragazzo.


I FEEL LIKE HOME TO YOU


Quando Angel si svegliò Elisabeth stava ancora dormendo come un sasso. Era talmente stanca che alla fine era crollata.

Mentre la guardava dormire il vampiro pensò che c’erano delle occasioni in cui guardandola vedeva una bambina dolce e indifesa, e altre volte invece si ritrovava ad ammirare la donna più fantastica che avesse mai conosciuto, così bella, forte, giusta…

Le sfiorò il viso con una tenera carezza. Elisabeth nel sonno gli sorrise. Quel semplice movimento provocò in lui una marea di emozioni. Era strano come ogni suo gesto, una carezza, uno sguardo, un sorriso riuscisse a sconvolgerlo tanto. Però era anche piacevole.

Nella sua lunga vita, prima di incontrare lei aveva amato solo due donne Buffy e Cordelia. Entrambe erano state due storie molto importanti per lui anche se profondamente diverse. Buffy era stata il suo primo amore, il classico colpo di fulmine seguito poi da una passione travolgente. Ma solo adesso Angel riusciva a capire che il loro era un amore immaturo. Lei era un adolescente e lui non si era mai innamorato prima. E poi c’erano troppo difficoltà e tanto, tanto dolore.

Di Cordelia invece si era innamorato piano piano, giorno dopo giorno. Lentamente avevano imparato a conoscersi, erano cresciuti insieme. Ognuno dei due conosceva sia il meglio che il peggio dell’altro. Lei gli era stata vicino nei momenti felici come in quelli tristi. Cordelia era stata prima di tutto un’amica e solo con il tempo si era innamorato di lei. Il loro rapporto era stato più adulto, non più preda delle passioni adolescenziali e pur non essendoci mai stato niente di fisico, il loro legame era profondo e sincero, ben radicato nel cuore di entrambi.

Buffy aveva toccato l’uomo che era il lui, ma era stata Cordelia ad aiutarlo a tirarlo fuori.

E adesso c’era Elisabeth nella sua vita. Con lei era andato oltre. C’era la passione, ma anche un legame profondo che trascendeva il tempo e lo spazio. Angel era convinto che il loro incontro fosse scritto nel suo destino e ancora non poteva sapere quanto profondamente le loro vite fossero intrecciate.

Stare insieme a lei rendeva tutto speciale. Il suo mondo brutale, pieno di demoni, mostri e desolazione diventava accanto ad Elisabeth un posto nuovo quieto e rassicurante. Lei aveva portato una pace profonda nella sua vita.

In quel momento Angel capì quanto profondamente amava quella ragazza. Voleva restare con lei e si stupì nel rendersi conto di non provare alcun desiderio di tornare a casa dai suoi amici, da suo figlio.

Lentamente Elisabeth aprì gli occhi.

Che ore sono?”chiese stiracchiandosi.

E’ ora di cena!”rispose lui.

Devo telefonare al locale, devo spiegare al mio capo che…”

Calmati adesso- la tranquillizzò lui- ho telefonato a Maria mentre dormivi e le ho detto che cosa era successo e che non ce la facevi ad andare a lavoro, così lei ti ha sostituito!”

Meno male!”disse lei tirando un sospiro di sollievo.

Dovresti chiamarla, era molto in ansia per te!”

Si ora le telefono! È una ragazza molto dolce, le voglio un mondo di bene! Dimmi una cosa Angel, cosa ti ha detto quando le hai raccontato quello che è successo ieri?”

Mi è sembrata molto turbata!”

Non ne dubito! Mi dispiace di averle dato anche questo pensiero!”

Non capisco!”fece il vampiro.

Maria ed io veniamo dallo stesso paese. Siamo cresciute assieme. Le nostre famiglie sono sempre state molto vicine!”

E questo cosa centra?”

Vedi Angel, l’uomo che tu ha visto ieri sera era suo padre. E sono sicura che non sarà entusiasta di ciò che le dirò!”

Adesso non pensarci. Vedrai che capirà!”

Lei non lo farà perché neanche io ci capisco molto. È come se ci fosse qualcosa che non vedo che complica la situazione!”

Vedrai che al momento giusto ogni cosa andrà al suo posto!”

Si, forse hai ragione. È inutile lambiccarsi il cervello adesso…Il mio stomaco comincia a brontolare, forse è meglio che mi prepari la cena!”disse facendo per alzarsi.

Lascia, ci penso io!”la fermò Angel premurosamente.

Non ti preoccupare ce la faccio. E poi se continui così finirò per abituarmi a tutte queste attenzioni e ti sarà davvero impossibile liberarti di me!”

Io è proprio questo che spero!”

Ma…”provò ad obiettare lei.

Mi piace viziarti! Tu chiama Maria!”le disse in un tono che non lasciava spazio ad altre obiezioni.

Il vampiro si vestì velocemente e si alzò per andare in cucina, ma Elisabeth lo fermò e lo tirò nuovamente verso di se’ baciandolo con tutto l’amore che aveva dentro. Poi con lo sguardo sognante lo guardò uscire.

Rimasta sola prese il telefono e chiamò l’amica.

Lizzie finalmente!- le urlò- Mi sono preoccupata da morire! Angel mi ha raccontato!”

Hanno fatto la loro mossa! C’era da aspettarselo, volevano che tornassi a casa!”

Meno male che c’era lui, altrimenti adesso ti troveresti in un guaio enorme!”

Già…comunque preferisco non parlare di questo al telefono! Ti ho chiamato solo per ringraziarti per avermi sostituito e per dirti che adesso sto molto meglio!”

Si sente!”

Cosa vuoi dire?”

Non hai la voce di una che è stata pestata. Mi aspettavo di sentirti piangere o almeno di trovarti un po’ spaventata. Invece la tua voce è tranquilla, anzi sembri quasi felice! È successo qualcosa? È per lui che stai così?”

Effettivamente si. Sono tranquilla e felice come mai prima!”

Guarda di stare attenta! Vista la situazione non mi sembra il caso che tu continui questa storia. È sbagliato e lo sai anche tu. Non può che finire male e non solo per te!”

Lo so…Razionalmente so che hai ragione, e ho provato a troncare a mandarlo via, ma non ce l’ho fatta. Io ho bisogno di lui, ora più che mai. E comunque sarebbe già troppo tardi ormai loro sanno…l’hanno visto quando mi ha salvata!”

Non riesco a pensare a cosa sarebbe successo se non fosse arrivato…chissà cosa ti avrebbero fatto!”

Dai avanti non pensarci! È andata bene!”

E ora che succederà?”

Non lo so, ma non posso più scappare. Prima o poi li dovrò affrontare. Ma non voglio pensarci ora. Per la prima volta in vita mia mi sento al sicuro!”

Eppure non sei mai stata così tanto in pericolo!”

Per un po’ nessuna delle due disse niente.

Liz, dimmi un’ultima cosa: è successo qualcosa tra te ed Angel?”

Si!”ammise la ragazza.

Tu sei sicura di quello che stai facendo!”

Al momento so solo che l’amo malgrado tutto.”

Lui ti rende felice?”

Moltissimo.”

Questo è quello che conta. Ma digli che se ti fa soffrire lo taglio a fettine sottili sottili. Comunque tu mi devi un resoconto dettagliato di quello che è successo!”

Promesso!”

Ok! Ora devo scappare. Ci risentiamo!”

Va bene! Grazie ancora Maria! Sei veramente un’amica!”

Dopo aver riagganciato Elisabeth rimase a letto ancora qualche minuto per riflettere. Maria era molto preoccupata per lei e il motivo era più che evidente. Da una parte c’era il fatto che lui era il vampiro maledetto e lei la prescelta che avrebbe dovuto vendicare il suo popolo, dall’altra c’era la sua famiglia che non avrebbe mai capito quell’amore. Però sapeva che nonostante questi dubbi e le preoccupazioni Maria sarebbe sempre stata dalla sua parte, perché lei era l’unica in grado di capire…

Si scrollò questi pensieri di dosso e si mise la camicia di Angel prima di raggiungerlo in cucina.

Mentre si gustava la colazione che lui le aveva amorevolmente preparato, Elisabeth disse:

Angel ti volevo chiedere una cosa. Ieri mentre parlavi hai detto che dopo la maledizione avresti voluti liberarti dell’anima che ti era stata restituita perché ti faceva star male. E adesso cosa pensi, anche ora preferiresti essere senza?”

Ci ho pensato spesso sai da quando sono a L.A. Spesso mi sono chiesto se non fosse meglio tornare ad essere Angelus, a vivere senza rimorsi. Quella infondo era una vita facile. Però erano solo dei brevi momenti. Io sono me stesso solo quando ho la mia anima e non c’è sofferenza che potrebbe spingermi a tornare come ero allora!”

Lei lo guardò ammaliata. C’era qualcosa dentro di lui che la stregava.

Ora ti chiedo io una cosa- fece il vampiro- cosa pensi di fare riguardo al tuo problema?”

Non lo so. Ultimamente ci ho pensato spesso e non vedo molte soluzioni. Per voler essere sincera devo confessarti di stare meditando di tornare a casa. Forse così si risolverebbe tutto!”

Forse non è abbastanza per me! C’è sempre la possibilità che se la prendano con te e visto quello che è successo non ho nessuna intenzione di verificare tale ipotesi. Non posso rischiare che tu ti faccia male!”

Ho la netta sensazione che finirò per farmi male in ogni caso!”

No finchè ci sarò io! Ho sconfitto un esercito di demoni, la tua famiglia non mi fa paura!”

Però ne fa a me!”confessò lei.

Ma è per questo che ci sono io. Per proteggerti e tenerti al sicuro!”disse il vampiro avvicinandosi alla ragazza.


Dopo cena uscirono per fare una passeggiata e liberarsi la mente da tutti quei brutti pensieri. Si incamminarono lentamente lungo il viale più grande del quartiere, la Promenade. Lì si poteva trovare di tutto bar, ristoranti e negozi di ogni tipo. In genere a quell’ora quella strada era piena di coppiette.

Sai Angel che ho sempre invidiato le coppiette che vedevo qui?” gli confessò Elisabeth.

Il vampiro non rispose, ma dolcemente le prese la mano e come la più normale delle coppie continuarono a camminare lungo la strada. Ad un tratto la ragazza cominciò a strattonarlo per portarlo vicino alla vetrina di uno strano negozio.

Adoro questo posto! È un negozio speciale vende roba che viene dalle parti più disparate del mondo, gioielli per lo più. Sarei capace di passare qui dentro delle ore intere a fissare tutte queste belle cose! Dai entriamo!!”

Elisabeth si era illuminata. Sembrava una bambina davanti ad una pasticceria.

Angel si limitò a seguire la ragazza dentro il negozio. Effettivamente anche lui trovava quel posto interessante e decisamente particolare. Elisabeth lo pregò di raggiungerla e gli indicò un bellissimo ciondolo a forma di cuore circondato da due fedi e al cui centro c’era il disegno di due ali.

Vedi- gli disse- questo ciondolo appartiene al mio clan, fa parte della mia cultura. Ce lo scambiamo come simbolo di amore. Secondo la tradizione il giorno del matrimonio il padre della sposa lo dona alla nuova coppia come augurio per un’unione duratura e felice. Le fedi che circondano il cuore rappresentano la sacralità della promessa nuziale, del giuramento di fedeltà. Il disegno delle ali simboleggia la libertà che sta alla base dell’amore e il cuore…be’ quello lo sai anche tu. Da piccola non facevo che sognare il momento in cui mio padre avrebbe…”

E’ veramente molto bello!”sussurrò lui.

Quello invece viene dal tuo paese!”disse indicando un altro oggetto che si trovava nella bacheca sotto il bancone.

I due si avvicinarono per osservare meglio l’oggetto e Angel si rese presto conto che ciò che lei gli stava indicando gli era molto familiare, era un anello Claddagh.

Dai avanti racconta!”lo esortò.

Raccontare cosa?”gli chiese.

La sua storia! La storia di questo anello!”

Anche questo è un pegno d’amore. Le mani simboleggiano l’amicizia, la corona la fedeltà e il cuore l’amore.”

E’ veramente bellissimo!”

A seconda di come uno lo indossa assume un diverso significato. Portarlo alla mano sinistra con la punta del cuore verso se, significa che chi lo indossa appartiene a qualcuno. Se il cuore è rivolto al contrario vuol dire l’opposto che la persona ha il cuore libero. Certe persone lo scelgono come fede nuziale e lo portano alla mano destra con il cuore verso l’interno.”

Elisabeth lo ascoltò incantata, come una bambina che ascolta una fiaba. Ma i suoi sogni furono interrotti dall’arrivo di una terza persona.

Ehi Lizzie, è un po’ che non ti facevi vedere!”disse un vecchietto sbucato all’improvviso da dietro il bancone.

Sammy, come va? Mi sembri come al solito in ottima forma!”

Dai, non prendermi in giro. Sono solo un vecchio pieno di acciacchi!”

Io non ti prendo in giro, parlavo molto seriamente!”

Chi è il bel giovanotto che ti sta accanto?-chiese indicando Angel- un nuovo amico o magari il tuo ragazzo! Ho indovinato?”

Elisabeth arrossì e il vampiro sorrise divertito nel vedere la ragazza tanto imbarazzata.

Sammy questo è Angel, Angel questo è Samuel Fitzpatrick, il proprietario di questo posto!”disse infine.

Cosa stavi guardando?”le chiese il vecchietto.

Questi anelli! Angel mi stava spiegando il loro significato!”

Quindi suppongo che il tuo amico sia irlandese!”

Esatto!”

Da quale parte dell’Irlanda vieni?”domando Samuel rivolgendosi per la prima volta al vampiro.

Galway! Conosce il posto?”

Io vengo da un paese non molto lontano dal tuo. Ma tu guarda come è piccolo il mondo!”

Il vecchio proprietario allora tirò fuori due scatole ricoperte di velluto e le aprì. Ognuna conteneva un anello Claddagh, ma erano due oggetti molto particolare ed estremamente diversi tra loro.

Non solo i simboli, ma anche il materiale con cui è costruito questo anello ha un significato. Vedete l’anello nella prima scatola è fatto d’argento e viene donato in segno di una profonda amicizia o di un profondo amore, mentre l’altro anello è più prezioso. La fede è in oro bianco a rappresentare la purezza del sentimento di chi si scambia questo dono e il cuore è un piccolo diamante. In genere viene usato come anello di fidanzamento.”

Sono splendidi!”sussurrò Elisabeth senza distogliere lo sguardo da quegli oggetti.

Ehi ragazzo- fece Samuel ad Angel – tu con Lizzie che intenzioni hai?”

Sammy!!” lo sgridò lei imbarazzatissima.

Serie, molto serie!”disse il vampiro.

Allora magari te ne tengo uno da parte!”fece il vecchietto con insistenza.

Forse è ancora un po’ presto per questo!”rispose Angel senza però riuscire a distogliere lo sguardo dal secondo anello. Sembrava fatto per Elisabeth, era esattamente come lei aveva sempre sognato il suo anello: semplice, in oro bianco e con un piccolo diamante al centro…anche se non lo diede a vedere per un attimo fu tentato.

Conoscete la leggenda che narra della nascita di questo anello?”

Entrambi scossero la testa.

La leggenda parla di un principe irlandese che si innamorò follemente di una popolana. Per convincere il padre della ragazza che le sue intenzioni erano molto serie e che il suo desiderio era il matrimonio costruì con le sue mani un anello che testimoniasse il suo amore. Così incise sulla fede le mani in segno di amicizia, la corona per dimostrare la sua lealtà e il cuore come simbolo del folle amore che provava per la ragazza. Il padre sorpreso da un simile gesto si convinse della buona fede del principe e gli concesse la mano della figlia!”

Come è romantico!!”disse Elisabeth.

Siete proprio sicuri di non volerne uno?”

Si Sammy siamo sicuri! Adesso dobbiamo andare! Ci vediamo!!”

A presto ragazzi!”li salutò lui.

I due ripiombarono nel viale principale.

Angel, tu hai mai avuto uno di quegli anelli?”gli chiese lei.

Si, una volta ne avevo uno!”rispose lui vagamente.

E l’altro a chi lo hai dato?”continuò Elisabeth già sapendo quale sarebbe stata la risposta.

Angl non rispose subito, non sapeva se dirle o no che l’altro lo aveva dato a Buffy. Non voleva fare lo stesso errore della sera prima e ingelosirla inutilmente.

A Buffy!”confessò.

Elisabeth sentì ancora una volta un moto di gelosia. Capiva che il rapporto che aveva avuto con lei doveva essere molto speciale e percepiva anche solo il suo ricordo come una minaccia al loro rapporto. Angel non le teneva più teneramente la mano come poco prima e lei temette di aver esagerato con le sue domande e aver finito per ferire il vampiro.

Dopo aver pronunciato quel nome Angel aveva continuato a camminare in silenzio. Poi d’un tratto avvolse con il suo braccio le spalle della ragazza e dolcemente le sussurrò.

E’ stato molto tempo fa!”

Lo so!”

Allora perché ho l’impressione di averti ferito?”

Sto bene. Sono solo un po’ gelosa! È la prima volta che mi capita di provare della gelosia per qualcuno.”ammise lei.

Fa parte del passato. Tu sei il mio presente!”

Lei gli sorrise felice per quell’ennesima dichiarazione. Si mise in punta di piedi e lo baciò poi gli sussurrò all’orecchio:

Dai torniamo a casa!”


HOMELESS


Buffy raggiunse Spike nel suo appartamento. Voleva controllare che fosse tutto apposto soprattutto perché dovendo lavorare insieme e non potevano farlo se c’erano dei problemi.

Spike…”cominciò lei.

Cosa vuoi?”gli chiese bruscamente lui.

Solo controllare come stai!”

Se ti riferisci alla rissa, sto benissimo! Se vuoi sapere in generale sto da cani!”

Ti avevo detto che non sarebbe cambiato niente!”

Si è vero, ho fatto tutto da solo. Ora che ti sei scaricata la coscienza puoi andartene!”

La mia coscienza è apposto! Ma cosa ti aspettavi? Che avessi una rivelazione che mi diceva che il mio futuro era con te?”

Vattene!”gli ordinò lui.

No! Parliamone adesso, una volta per tutte, perché io comincio ad essere stanca di questa storia!”

Spike non disse niente.

Tu sei un vampiro ed io la cacciatrice. Questi sono i fatti e non possono essere cambiati. Le cose non possono funzionare, ci ho già provato! E poi anche se fosse…”

Cosa? Io non sono il vampiro giusto?”fece lui con rabbia.

No…io non sono pronta per amare qualcuno, non adesso. Ho appena ritrovato me stessa e non voglio perdermi di nuovo. Ma so che la prossima volta che mi innamorerò cercherò un uomo non un demone. Perché io sono una donna, un essere umano e voglio qualcosa di più di ombre e tenebre. Voglio vivere la mia vita alla luce del sole, voglio sposarmi e avere dei figli!”

Spike si voltò a fissarla. Sapeva che Buffy stava dicendo cose giuste. Meritava tutto quello e anche molto di più. Lei meritava un uomo che potesse renderla felice, qualcuno che amasse la donna che era in lei e non la cacciatrice. Solo allora il vampiro capì cosa aveva spinto Angel a lasciarla e ora sapeva che anche lui avrebbe dovuto fare lo stesso. Doveva lasciarla libera di andare, libera di vivere.

So che quello che dici è giusto. So che è così che deve andare, ma dammi un po’ di tempo, ok?”

Ok, Spike. Voglio solo che tu sappia che comunque vada a finire ti vorrò sempre bene!”

Dimmi una cosa Buffy, se fossi stato umano sarebbe andata in modo diverso? Voglio dire avresti potuto innamorarti di me?”

Non lo so…forse…non posso escluderlo, ma sarebbe stato ugualmente molto complicato! Se ci fossimo conosciuti in un altro contesto, al momento giusto…chissà. Credo che questa sia una di quelle domande a non c’è risposta!”fece la ragazza rivolgendo al vampiro un debole sorriso prima di uscire.


Angel ed Elisabeth entrarono nell’appartamento parlando del più e del meno. Tutto sembrava normale. Rimasero a parlare tranquillamente sul divano per delle ore, poi la ragazza accorgendosi dell’ora tarda gli disse:

Wow! Il tempo sembra volato! Immagino che tu ti voglia riposare!”

E tu?”

Io ho dormito tutto il giorno. Sto benissimo, tu però sembri esausto!”

Sono solo un po’ stanco!”

Nessuno dei due aveva pensato a come avrebbero passato la notte. Avrebbero continuato a dormire separati o forse era più logico stare insieme visto quello che era successo. Elisabeth si sentiva molto in imbarazzo. Non le era mai capitato di trovarsi in situazioni simili quindi aspetto che fosse lui a dire qualcosa.

Angel d’altra parte era imbarazzato almeno quanto lei. Per istinto avrebbe preferito stare con lei, ma non era sicuro di cosa lei ne pensasse. Non voleva sembrare troppo…

Allora…cosa facciamo?”farfugliò lei.

Non lo so…direi di dormire ognuno nel suo letto!”

Ok…bene…allora buonanotte!”disse lei scappando via come una scheggia.

Anche se non aveva sonno Elisabeth si preparò per andare a dormire e una volta sul letto afferrò Rasputin e lo strinse forte forte.

Sono così felice!”gli confessò.

I suoi occhi brillavano di gioia e il cuore le batteva forte per l’emozione. Aveva pensato che il suggerimento di Angel di dormire separati era dovuto solo al fatto che non avendo sonno lei avrebbe finito per non fargli chiudere occhio. Però le dispiaceva non averlo li con se.

Non ebbe il tempo di trastullarsi con questi dolci pensieri che lui entrò nella sua stanza. Con fare deciso si avvicinò a lei, gli tolse l’orsacchiotto dalle braccia e le rubò un lungo e intenso bacio. Poi si allontanò e fermandosi ad un soffio dalle sue labbra sussurrò:

Avevi dimenticato il bacio della buona notte!”

Le sua mani forte cominciarono ad accarezzare con delicatezza il corpo esile della ragazza facendo svanire in lei ogni pensiero razionale.

Voglio restare con te stanotte!”le disse lui.

Lei lo afferrò e lo tirò con se sul letto. Poi lo fissò ridendo divertita per la buffa situazione in cui si trovavano. Angel si fece contagiare dall’armoniosa risata di Elisabeth.

Lei trovò molto eccitante la sensazione che le dava il corpo di lui sopra il suo. Senza dire altro lo baciò ancora e ancora.

Ti prego stringimi!”gli sussurrò infine.

Lui obbedì. Non poteva farne a meno. Era attratto da lei come una calamita. Desiderava toccare, baciare ogni centimetro del suo corpo. Voleva farlo per il resto della sua vita.

Non credo che per stanotte sarò più in grado di dormire!”confessò Angel.

Lei sorrise divertita. Poi presa un po’ dal rimorso per avergli fatto passare il sonno cominciò a coccolarlo come un bambino.

Angel non vuoi tornare a casa?”chiese Elisabeth all’improvviso.

Io sono a casa!”rispose lui poco prima di addormentarsi.

Questa volta fu lei che rimase sveglia a guardarlo dormire. Era così dolce mentre dormiva. Sembrava tenero come un cucciolo, indifeso come un bambino. Incapace di fermare la sua mano gli accarezzò il volto e continuò a ripeter quel gesto per ore, fino al momento del suo risveglio.

Quando lentamente il vampiro riaprì gli occhi la prima cosa che vide fu il volto angelico di Elisabeth che amorevolmente continuava a coccolarlo.

Potrei abituarmi a svegliarmi così!”sussurrò lui.

Lei lo illuminò con un sorriso. Il più dolce e caldo che Angel avesse mai visto.

Io mi sono giù abituata. Non credo che riuscirò più a dormire senza di te!”confessò.

Angel, tu parlavi sul serio prima?”

Quando?”

Quando hai detto di non voler tornare a casa?”

Si!”fece lui serio.

Perché?”

E’ una storia complicata, non capiresti. Diciamo che è meglio così!”

Meglio per chi?”

Per tutti! Meglio per loro, meglio per me…non sentiranno la mia mancanza!”

E tu come lo sai? Non puoi sapere cosa stanno facendo o come si sentono. E se ti sbagliassi?”

Sono sicuro di quello che dico!”

E tuo figlio? Non vuoi rivedere neanche lui?”

Soprattutto lui! Se lo lascio in pace, se si convince che sono morto forse comincerà a costruirsi una vita normale!”

Ma senza suo padre!”sottolineò lei.

E’ solo un dettaglio. Diciamo un piccolo prezzo da pagare per vederlo felice!”

Ora parli come mio padre!”lo rimproverò lei.

Tu non sai come stanno le cose tra di noi. So per certo che ogni volta che mi si è avvicinato non gli è successo niente di buono!”

Però a continuato a tornare da te! Questo non ti dice niente?”

Angel non rispose. Alle volte Elisabeth sapeva essere veramente molto seccante.

Tu dici che per lui è meglio così, ma sono quasi sicura che non è vero. Senza di te tuo figlio non potrà mai essere felice perché sentirà sempre la mancanza di qualcosa.”

E tu come fai a saperlo? Connor non l’hai mai nemmeno visto!”fece infastidito

Credimi…so per esperienza che per quanto pessimo possa essere un padre la sua presenza è importante per il figlio. Io stessa continuo a sentirne la mancanza anche se so che lui…” Elisabeth abbassò lo sguardo una lacrima le rigò il volto.

Angel doveva ammettere che le parole di Elisabeth avevano un senso. Forse lei aveva ragione. Nonostante tutto lui però continuava a non voler tornare a casa.

Forse è come dici tu! Non sono pronto a tornare da loro!”

Cosa c’è che ti blocca?”

Non lo so! Ti dispiace se smettiamo di parlarne?”

Come preferisci, ma pensaci bene Angel. Almeno tu che puoi scegliere faresti bene a non allontanarti dalla tua famiglia!”

Il vampiro la strinse forte a se. Per un po’ tra i due scese un silenzio profondo. Angel continuava a pensare a Connor e alle parole di Elisabeth.

E se sbagliassi? Se tornando gli rovinassi la vita?”

Non puoi permettere a queste paure di fermarti. E poi non puoi ignorare che potrebbe accadere anche l’esatto opposto. Non puoi sapere certe cose…nessuno può! Ne hai mai parlato con lui? Gli hai mai chiesto cose ne pensa?”

Angel scosse la testa.

Io dico che dovresti farlo. Parlane con lui. Se non ti vuole nella tua vita puoi sempre andartene. Però, se vuoi la mia opinione, a me sembra che tu abbia più paura del contrario. Temi di far parte della sua vita è per questo che non vuoi tornare!”

Il vampiro sapeva che Elisabeth aveva ragione. E si rattristò un po’ pensando che la saggezza di quelle parole le venivano da un grande, un enorme dolore che non poteva colmare.

Lei credi dottor Freud?”scherzò lui.

Tenta! O finirai per pentirtene.”

Angel la guardò meravigliato. Ogni volta che credeva di averla inquadrata tirava fuori un nuovo lato che lo sorprendeva. Decise di seguire il suo consiglio e provare a tornare a casa.

Adesso perché mi guardi così?”domandò lei arrossendo imbarazzata.

Ho proprio incontrato un angelo…”sussurrò dolcemente lui.

Lei nascose il volto tra le sue braccia.

Sai- iniziò lui- se non ti conoscessi bene penserei che ti vuoi liberare di me!”

Infatti è così! Vedi domani ho appuntamento con un tipo e non posso certo permetterti di restare qui, sarebbe troppo imbarazzante!” disse lei cercando di rimanere seria.

Temo che dovrai rimandare il tuo appuntamento perché ho tutta l’intenzione di portarti con me! Anche perché così posso evitare di fare qualcosa di molto irrazionale!”disse con un pizzico di gelosia e stringendola a se fino a toglierle quasi il respiro.

Sei così bello quando fai il geloso…”farfugliò lei.

Ogni volta che lui la stringeva così, che la guardava in quel modo lei perdeva ogni traccia di razionalità. Ogni pensiero svaniva nel nulla.

Lui si avvicinò alle sue labbra pericolosamente poi d’un tratto si fermò. Lei allora si allungò per rubargli un bacio, ma Angel si ritrasse.

Ehi!!”protesto Elisabeth.

Il vampiro sorrise divertito. Non aveva mai giocato così con una donna. Le storie che aveva avuto come Angelus non davano certo spazio a momenti romantici, e le altre erano state troppo melodrammatiche per dare spazio a momenti del genere. Anche per questo la storia con Elisabeth era diversa, con lei si sentiva libero di fare il ragazzino, senza imbarazzi.

Allora verrai con me?”

Certo! Però cosa ci guadagno?”

Che ne dici di tanti baci!”

Hai fino al tramonto per convincermi…”sussurrò lei con l’espressione maliziosa.

Angel sorrise e abbassandosi nuovamente le coprì la bocca con un caldo bacio.



STILL TOGETHER


Il sole era tramontato da un pezzo quando Angel ed Elisabeth uscirono di casa. Lei doveva andare a lavoro,ma prima, come promesso, avrebbe accompagnato il vampiro dal figlio. Alla fine lui l’aveva convinta…

Allora dove è tuo figlio?”

Non ne ho la più pallida idea!”

Lei lo afferrò per un braccio e gli tirò un occhiataccia.

Cosa vuoi dire?”

Non so cosa sia successo dopo la battaglia!”si giustificò.

E allora che facciamo? Giriamo a caso sperando di imbatterci in lui!”

Non proprio!”

Bene perché non avrebbe funzionato! Dove andiamo?”

Eravamo rimasti d’accordo che dopo la battaglia ci saremmo ritrovati in un vecchio magazzino. Direi di cominciare da lì!”

Wow!”fece lei.

Cosa c’è adesso?”

Niente…è che sembri veramente un detective!”fece lei in tono leggermente canzonatorio.

Io sono un detective.”

Scusa tanto Sherlock!”lo prese in giro lei.

Così si diressero alla fabbrica ignorando che quella era la nuova sede della Angel Investigation.


Nel frattempo negli uffici della Angel Investigation erano tutti super impegnati nelle ricerche. Giles aveva costruito un modellino dell’Hymperion per cercare risolvere quella situazione. Era assolutamente indispensabile capire con esattezza cosa era successo all’interno dell’albergo, ma senza il racconto di Angel era praticamente impossibile. Spike e Illyria raccontarono cosa era successo almeno un centinaio di volte,ma purtroppo non sembrava essere sufficiente.

Willow intanto, aiutata da Buffy, si mise a controllare l’incantesimo che Angel aveva usato, magari c’era qualcosa di sbagliato o inesatto che fino ad allora gli era sfuggito. Xander e Connor cercavano una soluzione alterativa cercando tutto il materiale possibile sui portali: su come aprirli, ma soprattutto su come chiuderli.

E’ tutto inutile!-esclamò Xander demoralizzato- Qui non c’è niente!”

Neanche noi abbiamo trovato niente! L’incantesimo sembra esatto e da quello che avete detto è stato eseguito correttamente!”fece Willow.

Giles, ti prego dimmi che tu hai buone notizie!”lo supplicò Buffy.

Mi dispiace…Abbiamo controllato tutto e non abbiamo trovato niente. Questo vuol dire che qualunque cosa sia andata storta è successa dentro l’albergo!”

Quindi cosa facciamo adesso aspettiamo che l’apocalisse arrivi?”chiese Connor amareggiato.

Tu hai qualche asso nella manica? Perché questo sarebbe il momento giusto per tirarlo fuori!”rispose ironico Xander.

Combattiamo!”propose Illyria.

Siamo pochi!”gli fece notare Buffy.

Saremo più dell’ultima volta!”ribatte il demone.

Ha ragione lei!-la sostenne Spike- Chiamiamo qui le cacciatrice e combattiamo!”

Non basterebbe. Se il portale si riapre riverserà sulla terra l’intera dimensione demoniaca. Anche se fossimo un esercito non basterebbe…”spiegò Giles.

Forse…ma almeno avremmo tentato. Se devo morire io preferisco farlo combattendo!”


Elisabeth e Angel arrivarono davanti all’entrata della fabbrica. Sulla porta era appesa una targa nuova di zecca con su scritto <Angel Investigation>.

Ma cosa…”borbottò il vampiro.

A quanto pare i tuoi amici hanno tenuto aperta la tua agenzia. Ancora non riesco a credere che tu sia un detective…”

Angel non rispose. Rimase immobile a guardare la targa incapace di muovere un solo passo.

Avanti ora non farti prendere dal panico. Entriamo!”gli disse premurosamente lei prendendolo per mano. Il vampiro gliela strinse forte.

Forse dovremmo andare via. Magari ripassiamo più tardi…e se…”

Smettila di cercare scuse. Andrà tutto bene. I tuoi amici saranno felicissimi di riaverti con loro!”

Angel pensò a Spike e un sorriso gli affiorò sulle labbra. Era sicuro che lui non sarebbe stato poi tanto contento di rivederlo.

Dall’interno dell’edificio si sentivano delle voci. Sembrava fosse in corso una discussione piuttosto animata.


Quando la porta si aprì le voci si zittirono. Senza neanche voltarsi per vedere chi fosse Spike disse:

Siamo chiusi, tornate domani!”

E da quando sei tu a dare gli ordini?”disse Angel.

Tutti riconobbero all’istante il suono di quella voce e si voltarono di scatto non osando credere che lui fosse li.

Angel!!”esclamarono in coro.

Lui era rimasto sulla porta in silenzio gustandosi quella reazione, senza mai lasciare la mano della sua ragazza.

Hai visto? Te l’avevo detto!”gli sussurrò Elisabeth spingendolo da loro.

Papà!”fece Connor avvicinandosi con cautela al vampiro.

Sono io!”

Il ragazzo con l’espressione ancora sbigottita abbracciò forte il padre come mai aveva fatto prima.

Credevo che tu…ho trovato la tua giacca…”farfugliò confuso.

L’ho creduto anche io! Ma ho incontrato un angelo che mi ha salvato! E adesso siamo di nuovo insieme!”

Dopo Connor anche gli altri corsero ad abbracciare il vampiro, tutti tranne Spike. Anche Buffy era rimasta in disparte senza smettere di fissare Angel sbalordita, senza muovere un muscolo, senza avere un solo pensiero razionale.

Angel…”mormorò infine ancora incredula.

Ciao Buffy!”

Nel sentirgli di nuovo pronunciare il suo nome la ragazza si sciolse e gli si tuffò letteralmente tra le braccia. Angel sentendo di nuovo quel dolce profumo tanto familiare al suo cuore, sentì riemergere sentimenti e sensazioni che credeva perdute da tempo. Incapace di trattenersi strinse forte la ragazza a se, scordandosi per un attimo che Elisabeth era dietro di lui e lo stava guardando.


La ragazza nel frattempo era rimasta sulla porta in disparte a guardare gli amici di Angel festeggiare il suo ritorno, dargli il bentornato a casa. Lui sembrava molto felice, in mezzo alle persone che amava. Finalmente era di nuovo con la sua famiglia.

Quella scena però fece sentire a Elisabeth una sensazione gelida mai provata. Per la prima volta da quando aveva conosciuto Angel lei si sentì un’intrusa, sentì di non essere parte di tutto quello: della sua famiglia, della sua vita. Per la prima volta si sentì un’estranea.

Ma il dolore più grande lo provò nel sentirgli pronunciare quel nome; Buffy. Lei doveva far parte del suo passato, doveva essere un capitolo chiuso e invece adesso se la trovava davanti nel suo presente. Rimase inerme a guardare l’incontro tra i due e la profondità di quell’abbraccio, sapendo che era molto di più di ciò che poteva sembrare.

Buffy era molto più bella di quanto lei avesse immaginato: bionda, esile, con un volto d’angelo e uno sguardo profondo e intenso che rifletteva un carattere al tempo stesso dolce e battagliero. Solo in quell’istante vedendoli abbracciati Elisabeth capì la natura della loro relazione e sentì di non poter competere con tutto quello. Istintivamente indietreggiò verso la porta.

Più restava in quella stanza, più in lei cresceva quella sensazione di inadeguatezza. Quando le sue mani sfiorarono la porta Elisabeth pensò solo a correre via. Lanciò un ultimo sguardo verso Angel. Lui sorrideva, era felice ora che era nuovamente a casa circondato dalle persone che più l’amavano.

Senza indugiare oltre uscì. Adesso si sentiva una stupida per aver pensato che un tipo come lui, un eroe potesse veramente stare insieme a lei. L’unica cosa che la loro storia avrebbe portato era un sacco di guai per tutti si disse. Ma Elisabeth non riusciva a mentire così a se stessa e sapeva bene che quelle erano solo scuse, un modo per cercare di frenare quella paura irrazionale che le aveva invaso il cuore. La paura di perder l’unica persona che avesse mai amato in vita sua. Al solo pensiero si sentì mancare il respiro e prima che potesse accorgersene stava correndo, come se volesse scappare lontano da quei pensieri orribili.

D’un tratto si fermò. Lacrime amare le rigavano il volto.

Ma che ti prende?-si disse- Sei scappata via come una ladra! Tutto questo non è da me!!”

Improvvisamente tornò a ragionare. Forse aveva esagerato, forse quello che aveva visto non era niente di più di quello che sembrava; un abbraccio. Non poteva negare che tra quei due ci fosse qualcosa, ma questo Angel glielo aveva già detto. Ora lui voleva lei. Ora lui amava lei.

Si sentì una stupida per il modo in cui se n’era andata, però quella sensazione, quella morsa allo stomaco…per un attimo aveva creduto di impazzire. Sparito ogni pensiero razionale era rimasta in balia dei suoi sentimenti.

Sono gelosa!”si disse sorpresa.

In vita sua Elisabeth non era mai stata gelosa di niente e di nessuno. Fin da piccolo le era stato insegnato a condividere tutto con gli altri, sia i beni materiali che gli affetti. Ma per Angel la cosa non era così. Lui era solo suo e di nessun altra. Non voleva dividerlo con nessuno e non si riferiva solo a Buffy, ma anche ai suoi amici. Ma non era solo quello… Sentiva che parte della paura che l’aveva sconvolta era reale. Una voce malevola nella testa le diceva di non fidarsi. Angel era stato con lei solo pochi giorni, mentre insieme a Buffy aveva passato diversi anni. L’amore che avevano condiviso non poteva essere semplicemente svanito, temeva che fosse solo nascosto e che quell’incontro potesse risvegliare sentimenti sopiti. Però anche quello che c’era stato tra loro era stato importante, o almeno lo era stato per lei…

Confusa oltre ogni limite Elisabeth si diresse verso il locale, non riusciva a pensare lucidamente con tutte quelle emozione che le scuotevano il cuore.


Alle Angel Investigation i festeggiamenti per il ritorno di Angel stavano continuando. Anche Spike se pur con distacco e il solito cinismo si dimostrò sollevato dal ritorno del nemico-amico. Quando il primo entusiasmo fu esaurito tutti iniziarono a bombardarlo di domande.

Cosa ti è successo?”domandò Willow.

Perché non sei tornato subito?”continuò Connor.

Ho avuto dei problemi. Dopo la battaglia era ridotto piuttosto male, mi sono salvato solo grazie a lei!”disse guardando verso la porta dove si aspettava di vedere Elisabeth.

Lei però non c’era più. Angel rimase turbato nel non trovarla più lì. Per un attimo sentì tornare il panico. Perché non c’era? Dove era andata? E soprattutto, perché non aveva detto niente?

Non capiva. Questo non era da lei. Tutto ciò non aveva senso. Perché avrebbe dovuto scappare se era stata proprio lei ad insistere affinché lui tornasse.

Se stai cercando la ragazza che è entrata con te, è uscita qualche minuto fa!”lo informò Xander.

Angel tutto bene?”domandò Buffy vedendo il vampiro piuttosto contrariato.

Lui si voltò a fissarla e improvvisamente capì tutto. Solo allora parve accorgersi della situazione e dell’effetto che questa poteva aver avuto su Elisabeth. L’aveva lasciate in disparte. L’aveva esclusa. E poi c’era Buffy…l’argomento per lei era molto delicato. Era chiaro che non doveva essere stata entusiasta di traversa davanti all’improvviso.

Si pentì amaramente di avergli raccontato della loro storia. Capiva che un conto era accettare il fatto che lui avesse avuto una storia con Buffy , tutt’altra cosa doveva essere stata vederli insieme. Doveva essere stato atroce per lei, doveva averla ferita profondamente. Pur avendo un carattere molto forte Elisabeth sapeva essere così fragile…

Preoccupato per lei, per loro, Angel si precipitò verso l’uscita. Doveva assolutamente raggiungerla e rassicurarla. Doveva dirle non era cambiato niente.

Papà dove vai?”

Torno subito devo assolutamente fare una cosa!”

Temo che la tua cosa dovrà aspettare!-disse Giles- Dobbiamo parlare!”

Giles dopo! Ora devo andare!”

Angel il portale si sta riaprendo!-gli disse l’ex osservatore per catturare la sua attenzione- Devi dirci cosa è successo, cosa è andato storto!”

Il vampiro si bloccò. Si trovò nella posizione di dover scegliere tra andare da Elisabeth e spiegarsi o restare e rischiare di perderla. Angel aveva una paura tremenda che quello stupido malinteso, l’avesse ferita talmente in profondità da compromettere la loro storia e che se non si chiarivano subito…d’altra parte se il portale si riapriva…

Lentamente tornò indietro sperando con tutto il cuore di non pagare un prezzo troppo alto per quella scelta.


OBSTACLE


La corsa fino al locale riuscì un po’ a calmare Elisabeth. Le paure di prima si erano un po’ allontanate anche se rimanevano minacciose dietro l’angolo. Ora doveva convincersi che quello che aveva visto prima era il saluto tra due amici e niente di più. Ogni pensiero che le diceva il contrario andava allontanato dal suo cuore, anche se doveva ammettere che la presenza di Buffy in città la turbava notevolmente. Però Angel le aveva detto che ormai era passato e di lui Elisabeth si fidava. Sapeva che lui non l’avrebbe mai ferita intenzionalmente, non in quel modo, non dopo quello che era successo.

Entrò nel locale tutta trafelata.

Scusate per il ritardo! La macchina mi ha lasciata a piedi!”mentì spudoratamente.


Angel si mise a sedere pensieroso e poi rivolgendosi a Giles chiese:

Che cosa è questa storia? Cosa sta succedendo? Deve essere una faccenda piuttosto seria se siete venuti tutti qui!”

Più che seria…vedi il portale che avete aperto per risucchiare l’orda di demoni che vi hanno mandato contro, non è stato richiuso, non del tutto. E se non troviamo alla svelta un modo per chiuderlo si riaprirà e riverserà su questa dimensione un vero e proprio inferno.”

Quanto tempo abbiamo?”

Non lo so di preciso: giorni, settimane…l’unica cosa che posso dirti con sicurezza e che più tempo aspettiamo, più difficile sarà richiuderlo!”

La situazione era veramente seria, ma nonostante tutto la maggiore preoccupazione del vampiro rimaneva Elisabeth. Doveva liberarsi velocemente da quell’impiccio e poi correre da lei. Ormai doveva essere andata a lavoro.

Capisco…Cosa accadrebbe nell’ipotesi peggiore?”

L’armagedon!”

Immagino che abbiate già fatto ricerche. Possibile che non avete trovato niente?”

Non possiamo trovare una soluzione perché ancora non abbiamo capito cosa ha generato il problema!”

Ogni strada che abbiamo tentato si è rivelata essere un vicolo cieco!”intervenne Buffy.

Dobbiamo sapere cosa è successo quando il portale si è chiuso!”continuò Willow.

Non c’è molto da dire. Io ho eseguito il rituale alla lettera e fino ad un certo punto tutto è filato liscio. Poi d’un tratto il portale è diventato luminoso e ha cominciato a fare delle scintille, come se fosse sovraccarico. Quando ho capito che stava per esplodere ho cercato di allontanarmi andando verso le fogne, ma l’onda d’urto mi ha scaraventato in un angolo e sono finito sotto un cumulo di macerie!”

Giles aveva un’espressione perplessa, quasi delusa. Dal quel racconto si aspettava quasi una rivelazione.

Non credo di essere stato molto d’aiuto!”

Invece si…voglio dire almeno ora possiamo ristringere il campo delle ricerche!”

Ha capito dove sta il problema?”

Non esattamente, ma so dove cercare! Da quello che mi hai detto sembra che il rituale sia incompleto!”

Non può essere! Io ho controllato più volte e in testi diversi tutti riportavano la stessa cosa!”

Vuol dire che anche i testi sono sbagliati. Io sono sicuro di quel che dico!”

E adesso cosa facciamo se i libri sono sbagliati?”chiese Xander.

Cerchiamo la versione originale del rituale!” suggerì Angel.

Giusto!- approvò Giles – Non ci rimane molto!”

Le ricerche non fanno per me!”disse Spike alzandosi.

Si, per quelle ci vuole cervello!”lo punzecchiò Angel.

Allora anche tu sei escluso!”rispose lui uscendo.

Illyria lo seguì.

Tutti gli altri si misero a lavoro, insieme come ai vecchi tempi.

Mi dispiace lasciarvi adesso, ma ho una cosa urgentissima da risolvere. Cercherò di tornare il prima possibile!”

Angel ma…”iniziò Buffy, ma il vampiro era già sparito.

Si era già avviato verso il locale quando di nuovo venne bloccato.

Papà!”

Connor!”disse voltandosi verso il ragazzo.

Possiamo parlare?”

Adesso?- poi notando l’espressione seria del figlio disse- Certo!”

Ho delle domande a cui vorrei che tu rispondessi!”

Ok!”

Perché non ti sei fatto vivo subito dopo l’esplosione? Hai idea dello spavento che…”ma il ragazzo non terminò la frase.

Ho avuto delle buone ragioni. Dopo l’esplosione mi sono a stento liberato dalle macerie che mi avevano coperto. Istintivamente ho continuato a correre confuso fino a quando allo stremo delle forze sono finito in un vicolo. Lì, per mia grande fortuna, ho trovato una persona che si è presa cura di me per tutto questo tempo!”pensando a lei un sorriso gli affiorò sulle labbra.

Quella ragazza?”

Si, lei!”

Questo però non risponde alla mia domanda!”

Quando mi risvegliai ero a casa sua, ma non riuscivo a ricordare niente di quello che ero successo! Non ricordavo nemmeno di essere un vampiro!”

Connor per un po’ non disse niente poi con un sussurrò confessò:

Questa volta ho creduto veramente di averti perso!”

Angel rimase shockato da quella frase. Non si aspettava una simile reazione! Considerati tutti i loro trascorsi pensava quasi che il figlio sarebbe stato contento nel liberarsi di lui, invece si sbagliava. Era come gli aveva detto Elisabeth e fu contento di aver ascoltato i consigli della ragazza.

Cosa ti è successo in questi giorni?”

Cosa ti fa pensare che mi sia successo qualcosa?”

Avanti papà tu non riesci a stare lontano dai guai per più di cinque minuti!” lo prese in giro Connor.

Piccolo impertinente!!- lo sgridò scompigliandogli i capelli con un gesto affettuoso- In effetti però mi sono trovato in una strana situazione!”

Così Angel cominciò a raccontare per filo e per segno al figlio tutto quello che gli era successo dopo aver conosciuto Elisabeth. Gli descrisse come lei si era presa cura di lui, dei problemi con la famiglia di lei, della maledizione…

Ti sei innamorato di lei vero?”

No…Be’si…solo un po’!”cercò di minimizzare.

Papà!!”lo ammonì Connor.

Ok va bene. Mi sono innamorato di lei come un ragazzino!”ammise.

Lo sapevo!”

Ehi ti sembra quello il tono con cui rivolgerti a tuo padre!”

Non hai paura per quella storia della maledizione e tutto il resto?”

Al momento non me ne preoccupo. È lei che stanno cercando ed è solo per lei che sono preoccupato!”

Ed è da lei che stavi andando quando ti ho fermato vero?”lo prese un po’ in giro.

Si, io le devo assolutamente parlare!”

E’ successo qualcosa?”

Non lo so…però visto il modo in cui è scappata. Non si aspettava di vederla lì, ho paura di averla ferita in qualche modo!”

Per via di Buffy?”

E tu che ne sai?”fece Angel sorpreso.

Cordelia mi ha detto tutto o quasi…”

Vedo che non ti scappa niente!”

Tale padre…”mormorò il ragazzo.

Ora devo andare!”

Ok! Papà un ultima cosa: vorrei tanto conoscerla!”

Angel sorrise divertito dalla paradossalità della situazione.

Non dovrei essere io a chiederti di farmi conoscere le tue ragazze?”

Non cambiare argomento!”

Angel si incamminò verso il locale.

Papà!” lo richiamò Connor quando il vampiro era ormai lontano.

Lui si voltò.

Sono felice che tu ti sia salvato!”e corse via.

Lo sono anch’io!”bisbigliò piano lui.


A DAD’S HEART


Dopo l’incidente del parcheggio Garcia decise di tornare a casa, dando precise istruzioni ai suoi uomini di non perdere mai di vista Elisabeth e il suo misterioso compagno, senza però dare nell’occhio. Naturalmente se succedeva qualcosa lo dovevano informare immediatamente e riferire solo a lui e a nessun altro ciò che avevano visto.

Guardate di non farvi scoprire o manderete tutto all’aria!”li avvertì.

Dopo di che si preparò a tornare a casa, a Sierra del Sol. Garcia guidava velocemente, tanta era l’ansia di parlare con il padre di Elisabeth. Le cose per lui si erano messe proprio bene…

Guidando senza sosta per tutta la notte riuscì ad arrivare al villaggio alle prime luci dell’alba e non curante dell’ora corse a bussare alla porta di Lisandro.

Ci vollero almeno cinque minuti prima che qualcosa dentro la casa cominciasse a muoversi, ma finalmente si sentirono passi lenti che scendevano le scale e qualcuno girare la serratura ed aprire la porta.

Cosa ci fai tu qui? E cosa ti è successo?”chiese l’uomo ancora mezzo addormentato all’amico, guardando il suo volto livido.

Ti chiedo perdono per averti disturbato a quest’ora, ma devo dirti delle cose e non posso proprio aspettare?”

Ci sono novità su Elisabeth?”

Purtroppo si, ma non credo che le gradirai!”rispose l’altro con una finta espressione addolorata .

Senza perdere altro tempo Lisandro fece entrare Garcia e entrambi si accomodarono nel suo studio.

E’ successo qualcosa a mia figlia?”

Più o meno…”

Avanti non tenermi in ansia, parla!!”

Veramente non so come dirtelo…vedi quando tu mi hai chiesto di andare a Los Angeles per chiedere ad Elisabeth di tornare a casa io credevo che sarebbe andato tutto bene. Credevo che tua figlia sentendo quanto ti mancava, quanto soffrivi per la sua assenza e che eri disposto a dimenticare quella vecchia profezia pur di riaverla con te sarebbe tornata di corsa. Però non è stato così. Lei è cambiata, non è più la ragazza dolce e sensibile che conoscevi. Mi ha urlato contro dicendomi che piuttosto che tornare da te preferirebbe morire. Mi ha detto che ti odia, che non vuole più avere niente a che fare con te o con la sua gente. Mi ha detto di dirti che per lei suo padre è morto.”

Garcia interruppe il suo racconto gustandosi l’espressione triste, disperata, addolorata di Lisandro. Sapeva che quelle parole lo avevano ferito molto più di quanto non volesse ammettere perché lui amava sua figlia sopra ogni altra cosa. Ma Garcia aveva appena cominciato…

Quindi è così, lei mi odia…la mia piccola…forse avrei dovuto andare io stesso a parlare con lei! Non posso credere che lei pensasse veramente quelle cose! Io avrei…”

Credimi, è stato meglio così. È stato un bene che tu abbia mandato me, così non hai visto cosa è diventata!”

Cosa intendi?”chiese l’altro ormai con il cuore in pezzi.

Dopo averla praticamente supplicata di tornare, decisi di andarmene e magari di riprovare in un altro momento quando lei fosse stata più calma, ma Elisabeth mi impedì di andarmene! Dal nulla sembrò comparire un uomo e lei gli ordinò di darmi una lezione e…lo vedi. Naturalmente io cercai di difendermi per scappare e colpì il mio aggressore e solo allora mi accorsi di quale fosse la verità…lui era un vampiro!”

Lisandro diventò pallido, sembrava sull’orlo di un infarto. Non riusciva a credere che la sua Lizzie, la sua amatissima figlia fosse capace di quelle cose.

Tu sei sicuro…”

Sicurissimo. Inoltre credo che quello non fosse un vampiro qualsiasi…era lui!”

Oh mio Dio! Ma come ha potuto? Io ho provato a chiederle scusa, ho provato a riconciliarmi con lei, ma se quello che mi dici è vero, dovrò prendere seri provvedimenti. È inaccettabile che lei faccia questo a noi, alla sua famiglia!! Ma tu sei sicuro di aver visto bene? Sicuro di non avere, anche senza volere, detto o fatto qualcosa per farla arrabbiare?”

Avanti Lisandro, mi conosci bene!! Siamo amici da una vita, anzi di più, siamo come fratelli! Sai che amo tua figlia come se fosse mia e non avrei nessun interesse nel ferirla o nell’allontanarla da te, da noi! So che ti ho arrecato un grande dolore portandoti queste notizie, ma tu sei il capo del nostro clan e devi sapere cosa sta succedendo!”

Lisandro guardò il volto pesto di Garcia. Lui era il suo braccio destro, era il suo consigliere e il suo più caro amico. Sapeva che non gli avrebbe mai mentito su sua figlia, non ne avrebbe avuto motivo e capiva che il suo dispiacere per avergli dovuto riferire quelle cose era sincero.

Però il suo cuore di padre gli diceva che Elisabeth non poteva aver fatto quelle cose senza motivo. Sentiva nel profondo dell’anima che c’era qualcosa altro, qualcosa che non vedeva, che non riusciva a capire. Anche se l’ultima volta che si erano visti erano volate parole grosse, erano state dette cose gravi sapeva che la sua bambina non era cattiva e non riusciva a credere che lei lo odiasse, anche se non sapeva spiegare razionalmente quella convinzione.

Cosa facciamo adesso? Sai bene che se Elisabeth e quel vampiro si alleano sarà la nostra fine…”

Lisandro sospirò sconsolato.

So bene che lei è tua figlia, ma tua hai anche un popolo da proteggere!”rincarò la dose Garcia.

Ti prego, adesso lasciami solo. Va a farti medicare e riposati. Io ho bisogno di riflettere!”

Si, certo capisco! Se hai bisogno di me sai dove trovarmi!”

Grazie di tutto Garcia! Sei un amico fedele!”

L’uomo gli sorrise, poi si alzò ed uscì. Non appena ebbe richiuso la porta dietro di se un ghigno malefico gli si disegnò in viso.

Era stato tutto dannatamente facile e anche piuttosto divertente. Il suo piano procedeva come previsto, senza nessun problema. Aveva temuto che sarebbe stata molto dura mettere Lisandro contro sua figlia, arrivare ad incrinare quella fiducia e quell’affetto che così profondamente li legava. Invece era stato tutto semplicissimo e non gli era costato nessuno sforzo. Elisabeth aveva fatto tutto da sola mettendosi con quel vampiro e poi era stato sufficiente modificare un po’ i fatti. Il colpo di genio poi era stato dire a Lisandro che quel vampiro era lui, il maledetto. Naturalmente lui non lo sapeva, ma d’altra parta chi poteva smentirlo?

L’importante ora era che quei due non si riappacificassero. Era fondamentale che Elisabeth e suo padre fossero in disaccordo e che lei apparisse a lui e a tutti gli altri come la peggiore delle traditrici. Mai come adesso era stato vicino a raggiungere il suo obiettivo, uno scopo che la sua famiglia inseguiva da generazioni. Ormai lui ce l’aveva a portata di mano.


Lisandro rimase nel suo studio a riflettere per ore con il cuore dilaniato dal più atroce dei conflitti. Da una parte c’era il racconto di Garcia che gli diceva che sua figlia l’aveva tradito, e dall’altra c’era il suo istinto paterno che gli diceva che quello era tutto un grosso sbaglio, che la persona che il suo amico aveva visto non era la sua bambina. Elisabeth non avrebbe mai tradito la sua gente o lui, non ne era capace. Anche se avevano avuto le loro divergenze lui conosceva il cuore della ragazza, lei era buona, generosa e incapace di fare del male a qualcuno.

Il suo dovere come padre era quello di riportare la sua piccola Lizzie a casa, sana e salva, ma Garcia aveva ragione, lui era anche il capo del villaggio e aveva la responsabilità della vita delle persone che si fidavano di lui e a cui aveva promesso protezione. Sapeva bene che quella storia si rivelava fondate avrebbe dovuto agire, in tal caso la legge era chiara: i traditori andavano puniti.

Per ore si arrovellò il cervello pensando a una qualsiasi motivazione che potesse aver spinto Elisabeth a fare una cosa del genere, a ribellarsi a lui, a scappare via, ad aggredire un caro amico e a cercare la compagnia di un vampiro, però per quanto si sforzasse non riusciva a vedere una sola spiegazione razionale a tutto quello, tranne il tradimento.

Tutto era troppo confuso e prendere una decisione in quelle condizioni era impossibile. Lisandro quindi decise di fare l’unica cosa possibile: doveva andare da lei, doveva parlare con sua figlia, voleva vedere con i suoi occhi le prove del suo tradimento, voleva sentire con le sue orecchie ciò che pensava Elisabeth di lui.

Il sole fuori stava tramontando quando Lisandro fece chiamare Garcia.

Volevi parlarmi?”

Verrò con te a Los Angeles! Ho bisogno di parlare con mia figlia!!”annunciò l’uomo.

A Garcia si gelò il sangue nelle vene. Quello non l’aveva previsto, quello non poteva succedere. Se Lisandro avesse visto Elisabeth le cose potevano cambiare e tutti i suoi sforzi essere vanificati. Lui non poteva permetterlo, la posta in gioco era troppo grande.

Ma sei sicuro? Voglio dire il villaggio…e poi io non credo che…”

Ho preso la mia decisione. Voglio parlare con mia figlia, voglio vedere con i miei occhi quello che mi hai raccontato. Se sarà così farò quel che devo, ma non prima di aver accertato che non c’è alcuna speranza di riportarla a casa.

Partiremo al sorgere del sole! Occupati tu dei preparativi!!”disse in tono perentorio.

Come vuoi.”assentì Garcia a denti stretti.


TRUST


Elisabeth era sempre più in ansia. Da una parte era assalita dalla paura di perdere il suo adorato Angel e dall’altra c’era Maria, che ancora non si era fatta vedere al locale. Non era da lei arrivare in ritardo senza avvertire. Visti gli ultima avvenimenti Elisabeth non si sentiva tranquilla aveva una brutta sensazione, sentiva che stava per succedere qualcosa di orribile e temeva che il peso delle sue decisioni ricadesse anche su Maria. Aveva provato più volte a chiamarla sia a casa che sul cellulare, ma lei non aveva risposto.

Dopo un paio d’ora di terribile attesa, la ragazza arrivò. La sua espressione era molto grave e fu più che sufficiente a confermare i timori dell’amica.

Allora cosa ti è successo? Sono ore che provo a mettermi in contatto con te!”

Io e te dobbiamo parlare Elisabeth!”fece lei seria.

Non usi mai il mio nome completo…comincio a preoccuparmi!”

E fai bene!”

Le ragazze si sedettero al tavolo del locale semideserto. Elisabeth era sempre più in ansia. Pur conoscendola da una vita non aveva mai visto Maria con un espressione tanto seria e al tempo stesso turbata.

Qualche ora fa mia ha chiamato mio padre!”iniziò lei.

La ragazza sentì il cuore sobbalzare al ricordo dell’ultima volta che si erano incontrati. Aveva ancora i lividi addosso.

E allora?”chiese con voce tremante.

Lui mi ha detto tutto! Mi ha detto la verità su cosa è successo quella notte al parcheggio.”

Elisabeth capiva che quella storia doveva aver turbato l’amica infondo era suo padre e era comprensibile che pensarlo mentre la picchiava a sangue non era un’immagine piacevole.

Maria, non devi avercela con lui…è stato mio padre a…”

Con lui?- l’interruppe l’altra- E perché dovrei? Sei tu ad essere in torto! È con te che sono arrabbiata! Ma come hai potuto fare una cosa del genere a mio padre!! Ed io che ti credevo un’amica!! Come hai potuto?”

Fare cosa?”

Hai quasi ucciso mio padre! Tu e il tuo stupido ragazzo!”Maria era veramente furiosa.

Io avrei…è questo che lui ti ha detto? Che io ho quasi ucciso lui?”

Perché mi vuoi dire che non sei stata tu o Angel a ferirlo?”

Si…è vero. Però non sono stata io ad alzare le mani per prima. Lui è venuto a cercare me!”

Lui ti ha solo chiesto di tornare a casa!”

No!!! Lui era venuto a prendermi volente o nolente e quando gli ho detto che non sarei tornata mi ha aggredito!”

Perché dovrei crederti?”

Perché ti avevo già detto cosa era successo. Non sto cambiando i fatti adesso!”

Tu mi avevi detto di aver visto mio padre e di averci litigato. Non avevi menzionato altro!”

E cosa avrei dovuto dirti? Ciao Maria sai che ieri sera tuo padre mi ha picchiato a sangue? Avanti! Ma guardami in faccia!”

Quelle non sono grandi ferite da giustificare ciò che hai fatto a lui!”

Elisabeth allora si alzò e le mostrò le altre ferite i lividi che praticamente aveva su tutto il corpo.

Maria non disse più niente. Non sapeva cosa credere, non sapeva di chi doveva fidarsi; suo padre o la sua migliore amica? Fino a pochi giorni prima la scelta non sarebbe stata tanto difficile, ma adesso era tutto diverso. Lei era cambiata e poi c’era Angel…non poteva ignorare il fatto che la loro prescelta si era innamorata del maledetto e come diceva suo padre quella poteva essere per la loro gente un’alleanza molto pericolosa. D’altra parte lei era sempre Lizzie, e Maria la conosceva troppo bene per pensare che avrebbe potuto fare del male a qualcuno.

Diciamo che ti do il beneficio del dubbio e fingiamo che io creda alla tua versione dei fatti, perché mio padre l’avrebbe fatto?”

Perché glielo aveva ordinato il mio! Sai come stanno le cose…”disse amaramente Elisabeth.

Avanti Liz, stai parlando di tuo padre!! Credi veramente che arriverebbe a fare questo a te solo per una vecchia storia?”

Credevo di no, ma adesso…non sono più sicura di niente! Vorrei solo che mi lasciassero in pace!!”rispose facendosi sfuggire un paio di lacrime.

Maria sentì una stretta al cuore nel vedere la sua amica in quello stato. Aveva il cuore dilaniato da un tremendo conflitto e il peggio doveva ancora venire.

Non so se faccio bene a dirtelo- cominciò lei titubante- ma i nostri genitori sono sul retro!”

Cosa?!”

Tuo padre ti vuole parlare! Io dovevo portarti lì. Però non me la sento proprio di farti questa carognata. Infondo ti voglio bene, siamo amiche fin da piccole…mi sono sempre fidata di te e voglio farlo anche adesso nonostante ci sia Angel…”

Grazie!”

Avanti ora va via! Ti copro io!!”

No! Così ti scopriranno e finirai per andarci di mezzo anche tu! Non voglio che tu paghi per qualcosa che riguarda solo me e poi infondo è ora che io e mio padre parliamo!”

E cosa pensi di risolvere?”

Non lo so…forse niente, ma cosa ho da perdere?”

La vita! Forse dovresti chiamarlo…”

No!! Per nessuna ragione al mondo voglio che lui e mio padre si incontrino. Angel dovrà restare il più lontano possibile da questo, morirei se gli succedesse qualcosa per colpa mia…”

Elisabeth si alzò pronta ad andare incontro al suo destino.

Lizzie un’ultima cosa.”

Dimmi!”

Mio padre vuole che io torni a casa. Non credo di poter rifiutare…”

Si…certo…è giusto così. Grazie di tutto Maria!”

Le due ragazze si abbracciarono forte entrambe sapendo che probabilmente quella era l’ultima volta che si vedevano.

Tu credi che stia sbagliando? Che abbiano ragione loro e il mio amore per Angel porterà a qualcosa di male?”

Maria non rispose subito si prese un lungo attimo per riflettere. Pensò a come era lei prima di conoscerlo e a come lui si era preso cura della ragazza nonostante tutto…

No. Quando io ti guardo vedo che sei felice ed è la prima volta. Tu hai un cuore grande e buono e hai sempre pensato al bene ti tutti prima del tuo. Non hai mai fatto una cosa per te stessa. Ora hai trovato lui e se il tuo cuore ti dice che è buono io mi fido. Però stai attenta…lui rimane un vampiro, quello della profezia…non vedo come tutta questa storia possa finire bene!”

Non credo che ci sarà un lieto fine. Ma credimi Maria, dovessi anche morire adesso sarei felice, perché almeno ho conosciuto l’amore, quello vero!”

Forse dovrei rimanere…”disse l’altra sentendo quelle parole.

No, vai! Non voglio che tu finisca nei guai per colpa mia! Ti voglio bene Maria!!”

Te ne voglio anch’io Liz!”

Ora andiamo! Fa ciò che loro ti avevano detto.-poi poco prima di uscire dal locale Elisabeth aggiunse- Grazie per avermi creduto!”

Maria le rispose con un sorriso triste. Sentendosi male per ciò che stava per fare…stava per consegnare la sua migliore amica ai suoi aguzzini.


Nel vicolo immerso nell’oscurità Lisandro e Garcia erano in attesa delle ragazze. Quando le videro arrivare gli animi di tutti cominciarono a fremere.

Maria, va in macchina!”gli ordinò suo padre.

Ma papà…”cercò di obiettare lei.

Va!”tuonò l’uomo.

La ragazza lanciò uno sguardo verso Elisabeth che le fece cenno di obbedire.

Va con tua figlia!”ordinò Lisandro.

Non penso che tu dovresti restare da solo con lei…è pericoloso…”balbettò l’uomo in cerca di una scusa.

Ora sarei io il pericolo!”disse divertita lei.

Garcia le rivolse un’occhiata fredda e minacciosa.

Vai! Penso di essere in grado di parlare da solo con mia figlia!”

Come vuoi!”

Così Garcia finse di allontanarsi e senza che nessuno se ne accorgesse si nascose dietro a dei cassonetti rimanendo a spiare ciò che stava per succedere.

Allora papà, come mai da queste parti?”chiese lei ironicamente.

Non lo immagini?”

Stanco della vita di paese sei venuto a cercare nuove emozioni in città?”

Volevo solo vedere con i miei occhi ciò che sei diventata!”

E cosa sarei diventata?”

Una traditrice!”

Perché? Perché non voglio che la mia vita sia decisa da un pezzo di carta vecchio di un secolo? Tu dovresti volere che io sia felice e io non posso esserlo se devo vivere la vita che voi mi ordinate!”

Non tirare in ballo la profezia! Sai che non c’entra. Non dopo quello che hai fatto a Garcia! Lui è un amico, uno della famiglia, come hai potuto ridurlo in quel modo?”

Elisabeth capì che Garcia doveva aver modificato “leggermente” il corso degli eventi, facendo passare lei per il lupo cattivo…suo padre naturalmente non aveva avuto alcun dubbio e gli aveva creduto.

Io l’ho ridotto così? Non mi sembra che lui si sia trattenuto!”

Vuoi farmi credere che lui ti ha aggredito? Perché avrebbe dovuto?”

Perché tu glielo hai chiesto! Perché quella stupida storia viene prima di tutto, inclusa la vita di tua figlia!”gli urlò lei.

Tu menti! Garcia non mi mentirebbe mai!”

Quindi credi a lui e non a me che sono tua figlia! Sai quale è la cosa più triste? Anche a Maria lui a raccontato la stessa storia, lei però mi ha creduto, tu invece…”

Perché dovrei crederti? Tu te ne sei andata via lasciando me e tutti le persone che avevano riposto in te la loro fiducia. Lui invece mi è rimasto accanto, sempre!”

Facile parlare così! Tutti volevano qualcosa da me, tutti si aspettavano qualcosa, ma nessuno mai si è chiesto cosa volevo io o cosa provavo io…a nessuno è mai importato. Come potevo restare?”

Perché tutto questo non me lo hai detto prima?”

Io l’ho fatto ma tu non ascoltavi. Continuavi a parlare di dovere e responsabilità…ma io non potevo, non me la sentivo…e piuttosto che restare e continuare a discutere o preferito andare via!”

Adesso cosa vuoi? Cosa mi stai chiedendo?”

Fiducia…Tu non ti fidi di me! Non credi che sia stato lui a picchiarmi per primo e che se non lo avessero fermato…lui mi avrebbe…”singhiozzo.

Dimostrami che dici il vero!”

Guardami papà! Guarda il mio volto! Ma come credi che mi sia fatta questo livido sulla guancia o il taglio sulla fronte?”

Lisandro non rispose. Guardò allungo il volto della figlia. Era ridotto molto peggio di quello di Garcia e poi lui gli aveva detto che era stato un vampiro ad aggredirlo e che lui si era difeso. Non aveva mai detto di aver toccato sua figlia, però i lividi c’erano e gli occhi della sua bambina sembravano sinceri… Con delicatezza le sfiorò la guancia livida.

Ti prego papà credimi! Io non ho fatto niente di male, o solo cercato di vivere in pace la mia vita!”disse piangendo.

Lisandro avrebbe voluto stringerla a se e dimenticare tutta quella brutta storia, ma c’era ancora una cosa che doveva sapere.

Garcia mi ha detto che stai con un vampiro, con quel vampiro! È vero o mi avrebbe mentito anche su questo!”

E’ vero- ammise lei- ma non è come sembra. Lui è buono non è il mostro che pensate voi. Lui…”

Quindi è così che stanno le cose?”fece lui riprendendo un tono amareggiato e severo.

Papà, io ti giuro che se mi lasci spiegare capirai come stanno le cose. Basta un attimo per mettere fine a tutta questa brutta storia e tornare ad essere una famiglia!”

Non c’è niente da spiegare! Tu stai con un vampiro, con il maledetto. Tu hai tradito la tua famiglia, il tuo popolo. Con che coraggio mi chiedi di crederti e di dubitare di Garcia? Pensavi davvero che mi sarei fatto ingannare dalla tua storia!”

Ingannare?! Credi che fosse questo il mio scopo?”

Io non credo, io lo vedo! Tu stessa hai ammesso la tua colpa!”

Tu senti solo quello che ti fa comodo sentire…non ti interessa la verità, non ti interessa la mia vita. Tutto ciò che vuoi è una buona scusa per fare ciò che vuoi senza avere poi sensi di colpa!”

Io volevo capire e ora l’ho fatto. Tu ti sei alleata con il mostro che solo un secolo fa ha completamente sterminato il nostro clan…dimmi una sola ragione che giustifichi un tale comportamento!”

Elisabeth non ebbe il coraggio di rispondere, ma il suo sguardo lasciava intendere ciò che celava nel cuore e suo padre non ci mise molto a capire.

O mio Dio!- disse inorridito- Tu lo ami…”

Papà ti prego ascoltami…”cercò ancora una volta di spiegare lei.

Non chiamarmi più papà, perché da adesso tu non sei più mia figlia. Hai fatto la tua scelta ora preparati a subirne le conseguenze!”

Detto questo si voltò e se ne andò adirato, lasciando Elisabeth da sola al buio e in mare di lacrime.

Quello che lei non vide furono le lacrime che nello stesso istante rigavano il volto del padre.


Garcia nel frattempo spiando nell’ombra aveva seguito con attenzione a tutta la scena e alla fine sorrise soddisfatto per come erano andate le cose. Non credeva possibile che quell’incontro avrebbe potuto spostare ulteriormente le cose a suo favore. Ormai il suo traguardo era prossimo, niente lo poteva più fermare.


YOU IN MY HEART, IN MY SOUL


Angel si rese conto di aver perso molto tempo a parlare con Connor. Elisabeth doveva già essere a casa da un pezzo. Decise quindi di raggiungerla lì. Cominciò a correre lungo la Promenade, con un angoscia crescente nel cuore.

A quell’ora molti negozi erano già chiusi, ma stranamente il negozio che vendeva gioielli etnici, quello che aveva visitato con Elisabeth, era ancora aperto. Angel rallentò. Sentiva che qualcosa dentro quel negozio lo stava chiamando. Nonostante la fretta non riuscì a non entrare.

Ti stava aspettando!”disse il vecchio Samuel.

Ma come…nemmeno io sapevo che sarei passato…”borbottò l’altro confuso.

Tu non lo sapevi, ma qualcun altro si! Niente in questa vita succedere per caso. Ognuno di noi a un destino già scritto!”

Questo vuol dire che non ho la libertà di scegliere la mia vita?”

No, al contrario. Questo ti assicura che qualsiasi scelta tu faccia arriverai sempre alla meta.”

Il vecchietto sorrise e Angel lo guardò stranito. Il vampiro cominciava a credere che quello non fosse un normale commerciante…

Allora ragazzo, immagino che tu sia venuto qui per quegli anelli!”

Io non so perché sono qui. Ho seguito un impulso!”

Però ho visto come li guardavi l’atro giorno. Tu ami molto la piccola Lizzie, l’ho capito subito! Sicuro di non volerci fare un pensierino?”

Si è vero, la amo molto!-ammise il vampiro senza sapere perché stava parlando di quelle cose con un estraneo - Però le cose sono complicate…e quegli anelli sono un impegno che io non potrei rispettare!”

Non vuoi?”

Non posso!”lo corresse.

Sciocchezze! Quando c’è un amore sincero e disinteressato che unisce due persone niente le può separare, neanche la morte. Al massimo può solo ritardare l’inevitabile!”

Angel ebbe la netta sensazione che Samuel parlasse seriamente e che sapesse di quella storia molto di più di quanto non raccontava.

Tu senti che lei è quella giusta? Sei convinto che sia lei la tua anima gemella?”

Si…credo di si!”

Allora prendi questi! Considerali il mio dono per due giovani innamorati!”disse porgendo al vampiro una scatola di velluto blu.

Io non posso accettare…e poi non saprei cosa farci! Io…”

Ascolta un vecchio, se l’ami sposala!”

Angel sorrise nel sentire quella frase. Come vampiro non aveva mai pensato al matrimonio, non poteva…ammetteva che se fosse stato un umano e la situazione fosse stata diversa avrebbe potuto… ma la realtà era diversa. Certo era che non poteva spiegare a Samuel perché non poteva sposare Elisabeth, quindi si limitò ad accettare il regalo.

Adesso non perdere altro tempo e va da lei! E ricorda di non perdere mai la fede…”gli disse il vecchio mettendolo alla porta.

Così Angel si ritrovò in strada con in mano una scatola con dentro due anelli di fidanzamento, senza sapere bene cosa farsene. Però ora non aveva tempo per quello, per cercare di capire cosa era successo o cosa c’era di strano in quel negozio, ora doveva andare da Elisabeth.

Infilò la scatola nella tasca della giacca e tornò a casa.


Quando finalmente aprì la porta dell’appartamento trovò Elisabeth seduta la buoi sul divano con il volto tra le mani.

Angel rimase sconvolto nel vederla in quelle condizioni; non credeva di averla ferita fino a quel punto. Sentendolo rientrare lei alzò il volto e lui vi ci lesse sopra un’espressione di dolore profondo, di paura e di qualche altra emozione che non riusciva a descrivere. Era pallida come un fantasma…

Liz…”sussurrò, senza riuscire a dire altro.

Angel con una paura crescente nel cuore gli si sedette accanto e, passandole il braccio intorno alla spalla, la strinse a se. Lei non si oppose.

Mi dispiace piccola mia-disse infine- non credevo di averti ferito così tanto! Non volevo, io…”

Elisabeth allora lo guardò con gli occhi gonfi per il pianto e appoggiandogli un dito sulle labbra gli impedì di proseguire.

E’ tutto apposto! Io ti amo…questa è l’unica certezza che ho adesso!”

Ti amo anch’io! Sopra ogni altra cosa per me ci sei tu!”

Lo so! E dovrei chiederti scusa io per essermene andata in quel modo…mi sono ingelosita…”

Non ce n’è bisogno! Io amo solo te…voglio solo te!”

Lei gli sorrise.

Avrei dovuto rimanere…”sospirò infine appoggiandosi a lui.

E’ successo qualcosa al locale?”

Lei annuì. Cercò di raccontargli ciò che era successo, ma non appena la sua mente tornò a quegli istanti gli occhi gli si riempirono nuovamente di lacrime.

Ho incontrato mio padre!”confessò infine.

Cosa?! Dove? Quando?”

Ad Elisabeth ci vollero alcuni istanti prima di trovare la forza di rispondere.

Poco fa, fuori dal locale!”

Ti ha fatto qualcosa?”chiese Angel preoccupato.

Abbiamo discusso…solo che questa volta è stato diverso. Era cattivo! Mi ha chiamato traditrice, ha detto che non sono più sua figlia…e poi hanno portato via Maria…”disse scoppiando a piangere nuovamente.

Angel non aveva capito con esattezza quel che era successo. Lei non faceva che dire frasi senza senso, cose sconnesse. La lasciò sfogare per un po’ poi dolcemente le chiese:

Calmati un po’ ti prego e dimmi cosa è successo dall’inizio!”

Lei obbedì e cercò di fargli il racconto più preciso possibile di tutto ciò che era successo dopo che era scappata da lui. Non ci voleva un genio per capire che la situazione non era tra le più felici e che le cose stavano per precipitare.

Ho paura!”disse Elisabeth infine.

Ci sono io! Non gli permetterò di farti del male!”

Perché non mi lasciano in pace? Che cosa gli ho fatto per meritarmi tutto questo? Sono forse una persona orribile?”

No, piccola mia, tu sei un angelo. E loro hanno paura…per questo fanno così!”

Paura di cosa?”

Non lo so…ma forse credono troppo a quella vecchia profezia e hanno paura che ci siano delle conseguenze se non si avvera!”

Io vorrei solo stare un po’ in pace.”

Lo so…”

Non ce la faccio più! Ora cosa succederà?”

Credo che cercheranno di portarti via! Ma io questo non lo permetterò! Nessuno può portarmi via il mio amore!”

E se cercassero te?”

Io so difendermi!”

Non da loro…forse dovesti andartene…forse sei ancora in tempo!”

Senza di te io non mi muovo!”

Allora potremmo andare via insieme, una nuova città, una nuova vita…”

Credi davvero che scappare sia la cosa giusta?”

No…”

Angel la strinse a se più forte cercando di infonderle un po’ di sicurezza, però neanche lui era sicuro di poterla proteggere da loro. Era un clan molto forte e determinato e l’odio furioso che li animava gli dava ancora più potere. Sapeva che qualunque cosa fosse successa non avrebbe potuto eliminarli, infondo erano persone e non demoni e in più erano la famiglia della donna che amava.

Se avesse fatto loro del male avrebbe finito per ferire a morte anche Elisabeth, però non poteva neanche restare con le mani in mano mentre loro terrorizzavano la sua piccola Lizzie.

Ad un tratto lei alzò la testa dal petto di lui e gli sussurrò:

Sono felice di averti qui con me! Da sola non ce l’avrei mai fatta a superare tutto questo!”

Però forse senza di me le cose sarebbero più semplici!”

Avrebbero trovato altre scuse…a loro non interessa la verità. Vogliono solo vendetta! E poi per me tu non sei parte del problema. Sei la cosa più bella che mi potesse capitare!”

Angel si chinò per baciarla. Lei si sentì rincuorata da quel bacio e il freddo che provava dentro sembrò svanire di colpo.

Lo sai Angel, quando sto con te mi sembra che il resto del mondo sparisca!”

Per me è lo stesso. Quando siamo insieme ci siamo solo noi due!”

Vorrei che fosse realmente così!- disse sospirando- Mi sento così amata e al sicuro quando mi stringi! Non lasciarmi Angel, non farlo mai!”

Non potrei neanche volendo! Ormai ho un bisogno disperato di te! Ti amo tanto!”

Io anche di più!”

Ora che Maria non c’era più ad Elisabeth rimaneva solo lui e adesso come mai lei sentiva il bisogno di sentirlo vicino. Angel la baciò di nuovo, ma questa volta con più passione. Piano piano ogni pensiero razionale, ogni paura, ogni sentimento che non fosse l’amore e il desiderio che sentiva per lui scivolarono via dalla sua mente e dal suo cuore.

Anche Angel sentiva un desiderio incontenibile bruciargli dentro, un desiderio a cui non voleva più resistere. Adesso voleva solo stringerla a se per confortarla, voleva accarezzare il suo bellissimo corpo, baciare la sua candida pelle…la voleva. Sopra ogni cosa Angel in quel momento voleva fare l’amore con lei.

Ti desidero da impazzire!”le confessò lui.

Portami in camera!”gli ordinò lei.

Angel obbedì la prese tra le braccia e la condusse fino al letto. Poi lentamente cominciò a spogliarla: la maglietta, il reggiseno, i jeans e gli slip. Lei fece altrettanto.

Alla fine si ritrovarono nudi e stretti l’uno all’altra. Angel cominciò a far scorrere le sue mani sul corpo di Elisabeth delicatamente, accarezzandole i seni, scivolando lungo il ventre e poi giù lungo le gambe. Ad ogni tocco lei fremeva di piacere e voleva sempre di più.

Come se avesse paura che potesse scappare inizialmente Elisabeth lo strinse forte a se, poi cominciò ad esplorare il corpo di lui forte e muscoloso, come scolpito nella roccia.

Dalle loro menti era ormai sparito ogni pensiero razionale, ed i loro corpi erano in balia del desiderio più puro. Continuarono a stuzzicarsi per un po’ e con le mani e le labbra, in quello splendido caos di corpi intrecciati. Infine incapaci di resistere oltre si amarono per ore con il corpo, con il cuore e con l’anima.

Una sensazione di indescrivibile piacere attraversò i loro corpi e alla fine si staccarono esausti, ma felici.


TOWARD THE TRUTH


Angel passò ore a contemplare il delicato essere che beatamente dormiva tra le sue braccia. Mentre la guardava non capiva come qualcuno potesse anche solo pensare di farle del male, come un padre poteva osare alzare la mano contro una figlia. All’inizio aveva pensato che tutto quell’accanimento fosse dovuto soprattutto a lui, ma ora non ne era più così sicuro…se lo avessero voluto avrebbero potuto colpirlo, ma invece continuavano imperterriti a puntare su lei. Se il motivo di tutto quello era la vendetta, quel comportamento non aveva senso.

Angel non poteva negare di essere molto preoccupato per lei.

Poi la sua mente tornò alla notte passata insieme e il desiderio tornò a scaldargli il cuore. Quello che ricordava era qualcosa di semplicemente perfetto, mai provato prima. Mentre faceva l’amore con Elisabeth Angel era arrivato a perdersi completamente: non era più possibile dire dove cominciasse uno e finisse l’altro, tutto era diventato relativo, aveva perso la consapevolezza di dove era e anche il tempo era sparito per loro, in loro. Le loro anime si erano unite ed infine si era ritrovato di nuovo da solo, nel suo corpo, però lei era sempre lì al suo fianco.

Dolcemente cominciò a baciarle la tempia, lo zigomo, la guancia e infine teneramente le labbra. Lei piano piano iniziò a muoversi.

Perché stai cercando di svegliarmi?”

Mi sentivo un po’ solo!”rispose lui dandole un bacio sulla spalla.

Lei allora si svegliò completamente, si alzò un po’ per poterlo guardare bene e dopo qualche attimo di contemplazione sussurrò.

Ciao!”

Ciao!”rispose lui senza smettere di baciarla.

Lei sorrise divertita. Nonostante l’apparenza dura Angel era l’uomo più dolce che avesse mai conosciuto.

Sai ora lo sento chiaramente!”disse lei.

Cosa?”fece lui interrompendosi.

Che mai niente di cattivo può nascere da questo. Ne sono sicura!”

Angel la guardò e le accarezzo il volto.

Ehi perché ti sei fermato?”protestò maliziosamente lei.

Scusa…riprendo subito!”le disse lui.

E poi l’amò ancora con più sentimento e passione di prima.

Dopo l’amore ancora stretti forte l’uno all’altra Angel confessò:

Sai che potrei rimanere qui con te per sempre!”

Non pensi che sarebbe un po’, come dire, perverso passare il resto dell’eternità a fare l’amore?”

Io direi che sarebbe fantastico!”

Allora facciamolo! Io non ho nessuna voglia di alzarmi. Il mondo là fuori è brutto e cattivo, invece qui con te io sto bene; sono amata e al sicuro!”

Angel considerò per un attimo l’idea e pensò che in effetti non sarebbe stato proprio male…però…

Avanti alziamoci!”disse.

No, uffa!! Prima mi fai certe proposte e poi ti tiri indietro? Non è giusto!”fece Elisabeth mettendo il broncio.

Lui le diede un bacio veloce e le sussurrò:

C’è una persona che ti vuole assolutamente conoscere!”

Chi?”chiese lei incuriosita.

Connor, mio figlio!”

Elisabeth rimase un po’ sorpresa da quella frase. Non si aspettava che il figlio di Angel avrebbe voluto conoscerla, non così presto. Mentre si alzava sentì crescerle dentro una strana agitazione, ma diversa da quella provata nei giorni prima, era una bella sensazione, come quella che si provava prima di un evento molto importante. Conoscere Connor significava entrare definitivamente nella vita del vampiro e lei infondo non aveva mai creduto che…invece lui la voleva seriamente. Questo pensiero la rendeva felice, ma la faceva sentire anche in colpa perché lei in tutto quel tempo non aveva mai detto ad Angel tutta la verità.


Quando arrivarono in ufficio tutti erano molto indaffarati, completamente assorbiti dal loro lavoro. Spike e Illyria non erano ancora tornati.

Non appena la porta si aprì tutti si voltarono e videro che come la volta prima Angel non era da solo, teneva per mano una bella ragazza dal viso molto gentile.

Finalmente sei tornato!”esclamò Buffy.

Lei notò subito che il vampiro teneva per mano quella ragazza e nonostante non volesse ammetterlo, le dava noia. Probabilmente era lei il motivo per cui lui prima era scappato via. Da come la guardava capì che doveva tenere molto a lei, gli sguardi che le rivolgeva erano quegli stessi che qualche hanno prima rivolgeva a lei…

Ci sono novità?”chiese Angel.

Grandi novità!”rispose Giles.

Già! Mentre tu eri in giro a fare chissà cosa noi ci siamo dati da fare!”fece Xander pungente.

Prima che mi diciate tutto vorrei farvi conoscere una persona: lei è Elisabeth, l’angelo che mi ha salvato la vita!”

La ragazza diventò rossa come un peperone e colpi piano il vampiro sulla schiena per fargli capire che aveva esagerato. Lui trattenne a mala pena una risata.

Lizzie questi sono i miei amici: Giles, Willow, Xander, Buffy e quello là in fondo è mio figlio Connor!”

Salve a tutti!”fece lei timidamente.

Ciao!”risposero gli altri in coro.

Mentre stavano raggiungendo l’ufficio, Angel le aveva spiegato a grandi linee cosa stava succedendo con il portale e il resto. Per la prima volta lui sentiva il bisogno di coinvolgere chi gli stava accanto in ogni aspetto della sua vita, sperando anche che concentrandosi su una probabile apocalisse le avrebbe fatto dimenticare per un po’ i suoi problemi.

Allora Giles quali sono le novità?”

Sappiamo come chiudere il portale. Abbiamo trovato cosa mancava al rituale. Vedi il rito che hai usato è stato tradotto dall’antico linguaggio dei maya e anche piuttosto male!! Infatti è stato saltato un intero passaggio, direi fondamentale, in cui si dice che per sigillare il portale definitivamente c’è bisogno di un amuleto, che sarebbe stato forgiato nel futuro!”

Cosa vuol dire questo?”

I maya predicevano l’arrivo di una strega molto potente che avrebbe dato luogo ad una grande dinastia di streghe. Gli appartenenti a quella stirpe si sarebbero riconosciuto dall’amuleto in questione simbolo e fonte della loro magia! Secondo il rito solo la loro magia era tanto forte da arrivare a sigillare per sempre un’intera dimensione infernale!”

E allora cosa stiamo aspettando andiamo a prendere quel medaglione!”

E’ qui il problema!”fece Buffy.

Un altro problema, proprio quello che ci mancava!”

Non sappiamo dove sia il medaglione!”disse Willow.

Tutto quello che sappiamo è che la maga a cui i maya si riferivano è vissuta circa un secolo fa, ed era conosciuta con il nome di Cloe!”

Elisabeth che fino allora era rimasta in disparte in silenzio divenne un pezzo di legno. Loro non potevano saperlo, ma stavano parlando della sua antenata, del suo medaglione, quello che avrebbe dovuto distruggere Angel.

Ora si trovava davanti ad un grande dilemma: tacere e lasciare che le cose precipitassero o consegnare loro l’amuleto dicendo ad Angel tutta la verità e preparandosi a pagare poi le conseguenze. Non sapeva cosa fare. Lei aveva capito perfettamente la gravità della situazione e l’importanza che aveva per loro ritrovare quel ciondolo, ma sapeva anche che lei non poteva separarsene o per lei sarebbe stata la fine.

Soprattutto ciò che la spaventava di più era il pensiero che se la profezia era vera quell’amuleto avrebbe ucciso Angel e lei quello non lo poteva permettere. Prima di fare qualsiasi cosa doveva sapere di più: nonostante fosse scappata da quel momento per tutta la vita ora non poteva più tirarsi indietro, era giunto il momento di scoprire chi fosse.

Ricordava perfettamente le storie raccontatele sull’amuleto e il suo potere da suo padre, sapeva che il suo compito come portatrice era mantenere e proteggere quell’antico potere fino al compimento della profezia. Se ciò era vero consegnando quel medaglione avrebbe firmato la condanna a morte di Angel e anche se involontariamente avrebbe fatto ciò che la sua gente desiderava.

Però ormai non si fidava più di ciò che suo padre le aveva detto. Non le bastavano più quella favole da bambini, ora voleva la verità, voleva fatti e dati precisi.

Liz…-la chiamò Angel risvegliandola dai suoi pensieri- va tutto bene?”

Si…benissimo!”

Connor vuole parlarti.”

Elisabeth sorrise e raggiunse il ragazzo. Il vampiro sembrava molto a disagio vedendola parlare con suo figlio, senza sapere cosa si stavano dicendo.

Poi dopo qualche minuto lei si allontanò e prendendo Angel per un braccio lo tirò in disparte.

Angel io devo andare al locale!”

Perché, oggi non devi lavorare!”

Mi licenzio. Visto quello che succede non mi sembra il caso di continuare a lavorare li, anche perché non mi sentirei più al sicuro visto che loro lo sanno!”

Hai ragione…ti accompagno!”

Amore sei molto dolce, ma come fai a venire? Fuori c’è un sole che spacca le pietre!”

Passiamo per le fogne!”

Elisabeth non voleva che lui andasse con lei. Apprezzava il suo affetto e l’atteggiamento protettivo, ma lei voleva fare delle ricerche prima di dirgli qualcosa e non poteva se lui le era accanto.

Angel, puoi venire?”lo chiamò Giles.

Lei allora appoggiò le sua mani sui fianchi di lui e prendendo la palla al balzo...

Vedi? Loro hanno bisogno di te! Devi salvare il mondo!”fece in tono canzonatorio.

Che fai mi prendi in giro?”

Chi io? Mai!- disse lei ridendo- Avanti aiuta i tuoi amici. Io vado al locale, passo un attimo in un altro negozio e torno al volo!”

E se loro tornassero all’attacco?”

Non credo che lo faranno. Voglio dire è pieno giorno e le strade sono affollate se li vedo avvicinarsi urlo come una pazza e scappo via alla velocità della luce!”

Mi sentirei più al sicuro se venissi con te!”

Anch’io mi sento più al sicuro quando sei con me! Ma non ti preoccupare, in caso di pericolo so correre molto veloce!”

Non scherzare! Io parlavo seriamente!”

Lo so- disse lei dolcemente alzandosi in punta di piedi per rubargli un bacio- però tu non puoi stare sempre con me, ed io non voglio che sia la paura a guidare la mia vita!”

Ti amo!”sussurrò lui.

Ti amo anche io!”

Ti prego sta attenta!”

Te lo giuro, amore! Tornerò da te talmente alla svelta che non noterai neanche la mia assenza!”

Angel si chinò e le diede un casto bacio e poi la guardò allontanarsi.


Buffy nel frattempo non aveva mai smesso di guardare Elisabeth e si era resa conto che qualcosa in lei non andava. La sua espressione ad un tratto era cambiata…sentiva che nascondeva qualcosa. Inoltre vedendola con lui, vedendo il suo Angel così vicino ad un’altra donna sentì riaccendersi nel suo cuore una vecchia gelosia.


FRIENDSHIP E BETRAYALS


Spike stava camminando per i vicoli bui della città, Illyria lo seguiva.

La vuoi piantare di venirmi dietro? Non ho bisogno della balia!”

Percepisco la tua frustrazione, la tua rabbia.”disse semplicemente lei.

Complimenti!”fece sarcastico.

Tutti questi sentimenti che voi umani provate…non li capisco…mi turbano…”

Se mi stai seguendo sperando in una spiegazione ti avverto piccola che guardi la persona sbagliata. Io non sono Wesley.”

Stai così a causa di Angel?”

Spike non rispose, ma aumentò l’andatura nella vana speranza di liberarsi della sua inseguitrice.

O forse è per quella ragazza…sento che sei molto attratto da lei…”

Piantala!”gli urlò voltandosi.

Illyria continuò a fissarlo con espressione stranita. Di certo Spike non riusciva a metterle paura, ma la incuriosiva molto, c’era qualcosa in lui che destava il suo interesse.

Il vampiro capendo che non si sarebbe mai liberato di lei finchè non avesse risposto alle sue domande capitolò.

Lei mi piace, ma non è reciproco. Io sono un vampiro lei è la cacciatrice….e poi c’è lui in mezzo a noi! Ora che sai la mia triste storia ti vuoi levare dalle scatole!”

Tu come sai tutto questo?”fece lei ignorando l’invito del vampiro a lasciarlo solo.

Certe cose si sentono e poi lei è stata chiara!”

E tu ti sei arreso…capisco!”

Capisci cosa?”disse lui stizzito da quell’aria di superiorità.

Lei ti ha detto no e tu come un bravo cagnolino te ne sei andato con la coda tra le gambe. La cosa strana è che mi eri sembrato…diverso. Invece sei solo patetico.”

Illyria si voltò per andarsene, ma quell’ultima frase aveva colpito Spike proprio nel segno, facendolo infuriare. Così in preda all’ira il vampiro si lanciò contro la ragazza colpendola con tutta la forza. Lei lo guardò divertita e gli restituì il colpo facendo volare per qualche metro.

Mi piace picchiarti!-gli disse lei- Lo trovo molto divertente!”

Lo vedremo…”fece lui tornando alla carica.

La rissa tra i due non durò molto. Illyria era infinitamente più potente e abile di Spike e non le fu molto difficile neutralizzarlo. Però le botte prese fecero rinsanire il vampiro, gli fecero ritrovare il suo spirito battagliero. Spike era solito raggiungere gli obiettivi che si prefiggeva. Lui adesso voleva Buffy e non si sarebbe arreso fino a quando non avesse conquistato il suo cuore.

Hai ragione!- disse asciugandosi il sangue che gli colava lungo la faccia- Lei è mia e ne Buffy ne altri potranno fermarmi da ottener quello che voglio. Se vorrà portarmela via questa volta dovrà lottare!”


Elisabeth nel frattempo era andata al locale per licenziarsi e si era subita tutti gli urli del proprietario per il poco preavviso che gli dava. Lei però non aveva tempo per quelle cose quindi si inventò una scusa e lo liquidò.

Uscita di lì corse in un negozietto poco lontano che vendeva articoli magici e affini. Era stata Maria a scoprirlo e le aveva detto che lì si poteva trovare di tutto: tra le cianfrusaglie c’erano anche molti piccoli tesori.

Maria, al contrario di lei, era sempre stata molto attaccata alla tradizione della sua gente. Aveva sempre preso molto sul serio tutte le storie che riguardavano gli antichi riti e la loro magia in generale. Per questo quando guardava Elisabeth vedeva una specie di guru. Da piccola non faceva che chiederle di fare apparire e sparire le cose e si arrabbiava molto quando l’amica le confessava di non essere capace e che non doveva credere a tutte quelle vecchie favole. Elisabeth ricordava che una volta Maria l’aveva trascinata in quel negozio e aveva comprato un filtro d’amore, convinta che avrebbe così trovato la sua anima gemella. L’unica cosa che invece aveva rimediato era stata una lavanda gastrica, anche se poi era uscita con il medico che gliela aveva fatta.

Ciò che adesso Elisabeth stava cercando era qualcosa di profondamente diverso dal filtro acquistato dall’amica. Lei cercava un vecchio libro sul suo popolo che sembrava contenere la versione originale della profezia, infatti nonostante le mille volte che aveva sentito quella storia nessuno mai le aveva fatto leggere un documento che provasse che ciò che dicevano era il vero. Elisabeth cercava la verità sul ruolo della portatrice dell’amuleto di Cloe, e sul potere del medaglione stesso. Nel suo cuore celava una vana speranza che quella storia fosse tutta un’invenzione della sua gente, o che la profezia non fosse quella che tutti credevano. Gli avvenimenti degli ultimi giorni le avevano fatto venire in mente che forse qualcuno aveva potuto alterare i fatti, per indurre il suo clan ad una caccia spietata.

Il negozio era pieno di oggetti strani e invaso da un forte odore di incenso. Elisabeth non aveva mai capito perché le persone associava la magia e l’occulto a quegli odori nauseanti.

Non appena mise piede nel locale una donna anziana dall’aria gentile le venne incontro con un sorriso.

Buongiorno signorina. In che cosa posso aiutarla?”

Stavo cercando un testo, però è molto, molto particolare!”fece lei molto a disagio.

Quale è l’argomento?”

Il clan dei Kaldaresh. So che esiste un libro su una profezia che riguarda quel popolo!”

Si certo…Ho capito a quale testo si riferisce. Credo che ce ne siano rimaste un paio di copie!”fece la donna entusiasta.

Veramente io stavo cercando l’originale! Vorrei sapere se ce l’avete o se sapete dove posso trovarla!”

Quella copia non è in commercio…c’è solo una persona che può reclamare quel libro!”fece la commessa assumendo un’espressione seria.

Elisabeth non sapeva cosa fare. Lei doveva assolutamente avere quel libro, però non voleva esporsi troppo. Aveva intuito che la donna sapeva dove fosse il libro, e che probabilmente sapeva anche di più di quello che voleva far intendere.

La prego…io ne ho bisogno…”la supplicò.

Sono spiacente, temo di non poterla aiutare. La prego di andarsene adesso!”

Elisabeth messa alle strette mostrò alla donna il suo amuleto. Svelò per la prima volta da quando era fuori dal villaggio la sua identità. La donna in un primo momento sbiancò, poi una strana luce cominciò a brillarle negli occhi, come se stesse guardando una divinità. Non poteva credere di stare davanti all’erede di Cloe.

O mio Dio!”borbottò infine.

La prego…io devo avere quel libro!”

La donna annuì e sparì dietro alcuni scaffali polverosi. Quando tornò teneva stretto tra le mani il volume che Elisabeth cercava. Dall’aspetto sembrava un vecchio diario.

Questo libro fu consegnato a mio nonno molti anni fa da uno strano tizio. Questo gli disse che mai avrebbe dovuto vendere o smarrire questo volume, ma che doveva tenerlo da parte fino a quando il legittimo proprietario non fosse venuto a reclamarlo. Ci disse che l’unico che lo poteva reclamarlo avrebbe dovuto portare con se uno strano medaglione che raffigurasse l’emblema sulla copertina del volume. Mio nonno passò il compito a mio padre e lui lo passò a me! È straordinario…come ha fatto a sapere che il libro era qui?”

Non lo sapevo, ma speravo che lo sapesse lei…”fece la ragazza stupefatta da quella strana coincidenza.

A Los Angeles c’erano almeno un centinaio di negozi simili a quello. Era veramente strano che Maria fosse capitata lì e che a lei fosse venuto in mente di iniziare da lì la sua ricerca. Sembrava quasi che il fato o il destino avesse disposto ogni evento per farla giungere alla meta.

Ecco a lei!”disse la donna porgendole il volume.

Quanto le devo?”chiese la ragazza.

Niente, il libro è suo. Io l’ho solo custodito!”

Grazie!”sussurrò lei ancora sbalordita di aver trovato ciò che cercava così facilmente.

Stava quasi per uscire quando le venne in mente un’idea.

Mi scusi- fece richiamando la commessa- vorrei chiederle un altro favore!”

Mi dica!”

Vorrei un libro su amuleti e medaglioni, qualcosa che accenni a ciò che indosso senza però essere troppo specifico!”

La donna la guardò stranita.

So che le sembra una richiesta assurda e magari le sembro anche un po’ matta, ma mi creda ho le mie buone ragioni!”

Non ne dubito.”disse la donna.

Le consegnò anche il secondo volume e insistette per non farglielo pagare. Elisabeth la ringraziò svariate volte prima di andarsene per tornare alla Angel Investigation.

Quello che avrebbe fatto adesso era dare il secondo libro ad Angel ed ai suoi amici per metterli sulla buona strada e nel frattempo prendere del tempo per capire la verità.


IN THE DARK


Dopo l’incontro con Elisabeth, Lisandro e Garcia erano tornati alla loro base a Los Angeles, un vecchio edificio non troppo lontano dalla casa della ragazza. Nessuno dei due in macchina aveva parlato e Maria, l’unica a non sapere cosa fosse successo, era molto preoccupata per la tensione che si percepiva. Sapeva che nuovi guai erano in arrivo.

In più si sentiva ancora molto confusa. Aveva il cuore spaccato in due. A chi doveva credere? Ad Elisabeth che sosteneva che suo padre l’aveva picchiata a sangue senza motivo o a suo padre che diceva che lei aveva detto ad Angel di picchiarlo per dare una lezione a tutta la sua gente?

Appena arrivati a destinazione suo padre e quello di Elisabeth si rinchiusero in una stanza a parlare e lei per cercare di capire cosa stesse succedendo si mise a spiarli di nascosto.

Avevi ragione tu amico mio! Lei ci ha traditi. Si è alleata con il vampiro e voleva farmi credere che…Visto che le cose stanno così non mi rimane altra scelta. Dobbiamo portarla a casa e poi condurla nella sede dell’Antico tribunale! Lì gli Anziani decideranno la sua sorte!”

Mi dispiace Lisandro avrei preferito risparmiarti questo dolore!”

Quella non è più mia figlia!” urlò l’uomo con la morte nel cuore

Sei veramente sicuro di quello che stai facendo? Se vuoi muoverti dobbiamo farlo alla svelta!”disse Garcia godendosi a pieno il frutto del suo lavoro.

Bene, ma prima voglio che tu porti Maria a casa, non voglio metterla in pericolo. Ci muoveremo al tuo ritorno!”

Come vuoi!”

Ora ti prego lasciami solo! Preparati a partire e cerca di tornare alla svelta. Prima di andare però di a tua figlia che voglio parlarle!”

Certo!”disse lui uscendo.

Garcia era quasi incapace di trattenere la gioia che provava. Tanti anni di sacrifici, di macchinazioni avevano finalmente dato dei frutti. Ormai era fatta! Elisabeth sarebbe stata catturata, giudicata e condannata per tradimento. Alla sua morte secondo la legge il medaglione, in assenza di discendenti diretti, sarebbe passato ai parenti più prossimo; ciò lui o meglio sua figlia, visto che tale potere era tramandato solo alle donne della famiglia. Il potere che la sua discendenza bramava da generazioni finalmente sarebbe stato suo!


CLARIFICATION


Maria ascoltò attentamente la conversazione tra i due uomini. Elisabeth era in pericolo, in serio pericolo. Loro non stava parlando semplicemente di una punizione, ma di morte…confusione o no lei doveva assolutamente avvertire l’amica. Cercò di sgattaiolare fino alla porta senza farsi vedere, afferrò la maniglia, ma suo padre la bloccò:

Vieni qui Maria! Ti devo parlare!”


Intanto alla Angel Investigation le ricerche sul fatidico amuleto andavano avanti a rilento. Per quante fonti consultassero sembrava essere sparito. Dissolto nel nulla. Non sapevano neanche come era fatto o cosa stessero cercando con precisione…

Buffy stava in disparte a leggere uno dei vecchi libri di Giles, ma per quanto si sforzasse non riusciva a concentrarsi. Nella sua mente continuava a vedere Angel che baciava un’altra e quel pensiero la turbava profondamente, più di quanto non fosse disposta ad ammettere. Infondo loro non stavano più insieme, era logico che lui avesse un’altra persona accanto. Buffy aveva fatto lo stesso, prima con Riley e poi anche con Spike…però infondo aveva sempre pensato che lui non avrebbe mai…

Lei si rendeva perfettamente conto dell’assurdità di quel pensiero, visto il tempo che era passato e tutto ciò che era successo, ma non riusciva a soffocare quel sentimento. Era qualcosa più grande di lei, un’emozione che non riusciva a controllare. La storia con Angel non era mai finita, era rimasta in sospeso in attesa di un chiarimento che alla fine non era mai arrivato.

Buffy tutto bene?”chiese Angel vedendola in disparte pensierosa.

Si!”rispose lei di scatto imbarazzata come se lui potesse leggere i suoi pensieri.

Sei sicura? Mi sembri strana…”

Sono solo un po’ stanca!”

Allora perché non ti riposi un po’!”

Non c’è tempo…”

Io dico che possiamo cavarcela da soli per un paio d’ore…va a riposarti!”gli fece lui molto gentilmente.

Tutta quella premura però non face altro che stizzirla di più. Si sentiva di nuovo una liceale, una ragazzina immatura e gelosa. Buffy lo guardò senza dire niente. Forse lui aveva ragione, una bella dormita era quello che le ci voleva per schiarirsi un po’ le idee. Però non riuscì a frenare la lingua:

Angel chi è quella ragazza che ti ha accompagnato?”

Intendi Elisabeth?”

Buffy annuì.

E’la persona che mi ha salvato!” gli bastò pensare a lei perché il suo sguardo si riempisse di una strana luce calda e dolce.

Buffy sentì una fitta al cuore.

E’ qualcosa di più di quello giusto?”

Si…è qualcosa di più!”si limitò a confermare lui.

Ne sei innamorato?”

Perché lo vuoi sapere?”

Non lo so è così e basta!”fece lei stizzita.

Non sono più affari tuoi!”rispose lui nello stesso tono.

Buffy si alzò e fece per allontanarsi, ma Angel la afferrò per un braccio.

Ti comporti come una ragazzina! Perché non mi dici semplicemente cosa pensi!”

Non sono affari tuoi!”

Tu hai cominciato questo discorso adesso non puoi andare via!”

Non sono più al liceo Angel, lasciami andare!”

E’ vero!! Allora smettila di comportarti come una ragazzina…Non puoi continuare a scappare Buffy, ormai sei un po’ troppo grande!”

Vuoi sapere cosa penso? Come vuoi! Penso che mi da noia vederti con un’altra anche se so che è una cosa stupida!”urlò lei cercando di liberarsi dalla presa del vampiro.

Lui rimase un po’ frastornato da quella rivelazione. Era passato tanto tempo da quando loro…però infondo la capiva. Anche a lui capitava di provare le stesse cose…però quel discorso era completamente inutile, lui sentiva chiaramente quell’odore sul corpo di Buffy.

Angel sorrise tra se’.

Ti diverto tanto?”

Un po’. Questa situazione è ridicola. Tu mi fai una scenata di gelosia per Elisabeth, quando hai ancora addosso il suo odore. Devi ammettere che è ridicolo!”

Buffy aveva dimenticato che lui lo poteva sentire, però non era disposta a dargli soddisfazione.

Non avrei mai dovuto entrare in argomento! Lasciami adesso!”

Angel si rese conto di aver un po’ esagerato. Non era affar suo cosa facesse Buffy o con chi.

Scusa- disse in fine con tono addolcito- non avrei dovuto risponderti così!”

La ragazza si rese conto che anche lei aveva esagerato volendo ficcare il naso in questioni che non la riguardavano più.

E’ colpa mia! Non avrei dovuto tirare in ballo l’argomento!”

Invece hai fatto bene! Tra di noi sono rimaste troppe cose in sospeso. Forse è meglio se ci chiariamo un po’ o questa storia non finirà mai!”

Buffy non disse niente, ma continuò a fissarlo. Angel lasciò la presa.

Vuoi sapere se amo Elisabeth? Si, la amo da impazzire. E se devo essere sincero la cosa mi terrorizza. Non mi aspettavo di riuscire a provare ancora…non dopo tutto quello che mi è successo…potendo scegliere probabilmente avrei evitato, ma mi è capitato.”

Non è stupido che mi senta così dopo tutto questo tempo?”

Non lo so…ma capisco ciò che provi perché l’ho sentito anche io per te. Però penso che infondo sia naturale visto quello che abbiamo vissuto insieme…una parte di noi apparterrà sempre all’altro!”

Buffy si sentì meglio nel sentire quella frase.

E pensi che sia normale?”

Angel annuì.

Dopo anni di separazione era giunto il momento di essere sinceri. Dovevano chiarirsi e per una volta avrebbero dovuto parlarsi a cuore aperto.

Angel hai mai pensato a cosa sarebbe successo se tu non fossi stato un vampiro? Voglio dire pensi che sarebbe finita così lo stesso?”

Il vampiro ripensò a quel giorno di molti anni prima, quando uccidendo il demone Mora era tornato umano per 24h. Buffy non poteva ricordare gli avvenimenti di quel giorno, lui era l’unico che li serbava. In quel giorno loro aveva provato come sarebbe stato se…ed era stato perfetto.

Sulle labbra di Angel comparve un sorriso triste.

Probabilmente sarebbe stato perfetto o forse avremmo finito per lasciarci lo stesso…”

Ti confesso che mi è capitato spesso di pensarci…”

Ci ho pensato spesso anche io…”

Comunque Angel io non mi pento di niente. Non mi pento della nostra storia!”gli disse lei con dolcezza.

Neanche io!”

Tra i due scese un breve silenzio. Buffy però non aveva ancora finito, doveva dire ad Angel tutto ciò che sentiva e liberarsi una volta per tutte di ciò che provava. Infondo lui era stata la causa di tutti quei sentimenti degli sconvolgimenti che ne erano derivati e in lui probabilmente doveva cercare la soluzione.

Sai dopo che te ne sei andato per me è stata dura. Mi sono sentita sola e persa e ho creduto che non mi sarei più innamorata. In parte avevo paura di innamorarmi di nuovo e poi restava sempre il fatto che sono la cacciatrice!”

Per me è stato lo stesso. All’inizio è stato atroce, e ero sicuro che non mi sarei più innamorato! E che comunque sarebbe stato troppo complicato…”

Però è successo! Sei andato avanti!”

Lo hai fatto anche tu! O ti sei dimenticata di capitan america!”

Buffy sorrise.

Riley…si è stato importante, ma diverso…non è stato facile buttarsi alle spalle la nostra storia. Soprattutto perché credevo di non poter più amare nessuno come ho amato te!”

Si capisco cosa vuoi dire…tra noi c’era qualcosa di speciale…di unico…qualcosa che nonostante tutto è sopravvissuto a tutti gli anni, i problemi e gli ostacoli…”

Fu in quel momento che Buffy capì di non amare più Angel, non come quando andava a liceo. Guardandolo ebbe come una folgorazione. E si rese conto che per anni aveva usato quel dolore come una scusa dietro cui nascondersi. Ora doveva affrontare il vero problema.

Però non si tratta solo di questo…-ammise infine- Strada facendo ho perso qualcosa…ho lasciato andare avanti la cacciatrice e ho dimenticato cosa volevo come persona!”

E’ per questo che sei così confusa?”

Buffy lo fissò stupefatta. Nonostante tutto lui riusciva ancora a leggere senza fatica ciò che portava nell’anima.

Mi sono infilata in storie che sapevo non avrebbero portato a niente, e poi quando finivano usavo il mio ruolo di cacciatrice come scusa! Da quando sono diventata una cacciatrice non ho fatto che proteggere, salvare o lottare con qualcuno o per qualcuno…il resto del mondo è venuto prima di me per talmente tanto tempo che ho dimenticato i miei sogni…”

Hai sempre fatto ciò che gli altri si aspettavano da te, e hai finito per dimenticare cosa volevi tu, o chi sei in realtà. Ed è un peccato perché sei una persona veramente splendida!”

Devo crederti sulla parola perché io non lo so più!”

Perché dici questo?”

Io non lo so…alle volte sento la nostalgia del tempo del liceo e della chiarezza che avevo allora! Allora c’eri tu, mia madre e tutti mi sembrava così semplice, se guardavo al futuro riuscivo a vedere qualcosa di buono anche per me! Vorrei tornare indietro…”

No, non è vero! Tu non vuoi tornare indietro, perché anche se potessi ti renderesti conto che non sei più la ragazzina che ho lasciato a Sunnydale. Ora Buffy sei una donna! Devi capire che per il cuore, come ogni altra cosa nella vita, ha le sue stagioni. La tua adolescenza la puoi paragonare ad una primavera, è stato un periodo splendido, ma non così tranquillo come ricordi. E anche se non te ne sei resa conto sei andata oltre, e non puoi trovare te stessa se continui a guardare indietro. Dovresti guardare avanti verso l’estate!”

Buffy sorrise:

Molto poetico! Questo è un lato di te che non conoscevo!”

Anche io sono cambiato molto in questi anni…”rispose Angel ricambiando il suo sorriso.

Io sento di essere diversa, e so che finalmente mi sono buttata alle spalle tutte le vecchie storie lasciate in sospeso e cerco di guardare al futuro, ma non so bene da dove cominciare o dove guardare. Sono cresciuta, però non capisco cosa vuol dire! E anche se in Italia ho vissuto la vita normale che ho sempre sognato, non sono comunque riuscita ad essere felice!”

Secondo me Buffy, credo che tu sbagli a volere una vita normale. O meglio è giusto che tu la voglia, ma non puoi averla negando ciò che sei. Tu sei una donna splendida, ma sei anche la Cacciatrice e lo rimarrai anche se smettessi di combattere il male. I tuoi poteri sono una parte di te, e se vuoi veramente essere felice devi imparare solo trovare il giusto equilibrio fra le due parti!”

E tu come sai tutte queste cose?”

Sono più di cento anni che cerco di armonizzare le due parti di me stesso! Sull’argomento sono ormai un esperto!!”

Secondo te cosa dovrei fare?”

Ritrova stessa, impara a conoscerti per come sei adesso sia come persona che come cacciatrice, tutto il resto verrà di conseguenza!”

Buffy sembrò riflettere su quel consiglio per qualche minuto poi disse:

Angel avresti mai creduto se qualcuno ti avesse detto che tra noi sarebbe finita così? Che ce ne saremmo stati tranquillamente a parlare di queste cose?”

Lui sorrise un po’ divertito.

No, probabilmente avrei detto a chiunque ci avesse provato che era matto. Però ho sempre saputo che comunque sarebbe andata a finire, tra noi sarebbe sempre rimasto qualcosa!”

Pensi che potremmo essere amici? Credi sia possibile?”

Perché no? Mi dispiacerebbe molto se sparissi di nuovo dalla mia vita! Sei una persona importante per me…e sicuramente sarà meno pericoloso di quando stavamo insieme!”

Lo sei anche tu, importante voglio dire e credo che valga la pena provare! Ma non sono sicura che sarà meno pericoloso! Tra noi le cose sono sempre state molto…”

Complicate!”concluse lui.

Entrambi si fecero una sonora risata e poi si abbracciarono. Dopo anni di alti e bassi la loro storia era finita, anzi si era trasformata in qualcosa di diverso, che sarebbe durato per sempre.

Sono felice di aver chiarito!”confessò infine.

Lo sono anche io!”

Entrambi si sentivano più leggeri, ora che si erano tolti dal cuore questo pesante fardello. Ed erano sollevati nel sapere che il loro legame non si era spezzato, era solo diventato qualcosa di diverso, di infinitamente più forte.

Adesso vado a riposarmi…sono veramente esausta!”

Allora sogni d’oro!”le disse lui.

Angel- disse Buffy prima di andare- sono felice di vederti così!”

Così come?”chiese lui.

Felice!”rispose lei andandosene.


WORK IN PROGRESS


Elisabeth tornò alla Angel Investigation portando con se’ due grandi volumi. Nello stesso istante Spike e Illyria entrarono dall’ingresso dalle fogne.

Liz! Finalmente!! Cominciavo a preoccuparmi!”disse subito Angel andandole incontro.

Scusa, ma ci ho messo un po’ più del previsto. In compenso ti ho portato qualcosa per farmi perdonare…”fece lei porgendogli il libro sui medaglioni.

Cos’è?”si intromise Giles.

Un libro che parla di oggetti magici. Ho pensato potesse interessarvi visto che la commessa mi ha detto che c’era qualcosa anche su quello che state cercando!”

Non credo ci sia scritto dove sia adesso il medaglione!”disse Willow scoraggiata.

Però magari potete trovare una traccia o una foto. Almeno vi farete un’idea di ciò che state cercando! Sempre meglio che andare avanti alla cieca!”

Meglio di niente…”borbottò Xander.

Dove l’hai trovato?”chiese Connor.

In un negozio vicino al posto in cui lavoravo. Ci sono passata davanti e ho pensato che chiedere non costava niente!”

Grazie mille!”le sussurrò dolcemente Angel.

Per così poco…”mormorò arrossendo lei.

E l’altro volume?”domandò Giles.

Niente è un vecchio libro di famiglia. Mi sono ricordata di averlo prestato ad un amico e sono passata a riprenderlo!”rispose prontamente.

Amico?”domandò il vampiro con un tono vagamente ingelosito.

Lei gli lanciò uno sguardo d’intesa e gli sorrise maliziosa. Quando era geloso era ancora più bello…

Spike e Illyria si erano avvicinati per capire cosa stessero combinando tutti e se finalmente c’era un po’ di lavoro anche per loro.

Allora ci avete capito qualcosa?”fece in tono strafottente.

No! Ma grazie per il tuo prezioso aiuto!”rispose sarcastico Xander.

E’ un piacere per me, capitan uncino!”

Il ragazzo era pronto a rispondere al vampiro per le rime, ma Giles intervenne a stemperare gli animi:

Avanti! Smettetela di fare i ragazzini, non è questo il momento!”

Elisabeth tirò la manica della giacca di Angel e gli chiese:

Anche loro sono tuoi amici?”

Si. L’idiota con il giubbotto di pelle è Spike, il demone accanto a lui è Illyria.”

Ehi idiota a chi?”

E’ chi credo che sia?” domandò la ragazza.

Si, è lui!”

E lavora con te!”

Da una mano di quando in quando!”

E non è più cattivo?”

Ha un’anima!”ammise un po’ scocciato Angel.

Ma…come…sono un po’ confusa.”

Se l’è fatta restituire per far colpo su Buffy!”

Non ci ho capito molto, ma mi fido di te!”

Angel le sorrise e poi guardò il libro che teneva in mano.

Sembra molto antico!”

Lo è! Appartiene alla mia gente da molto tempo! Vi sono contenute un po’ tutte le tradizioni del nostro popolo.”

E il tuo amico era interessato a questo?”

No, ma è uno di quei fanatici dell’occultismo e si era fissato con queste storie così invece di farmi asfissiare per ora da domande inutili gli ho dato il libro. L’ha guardato come se fosse il Sacro Graal!”

Angel non era convito di ciò che lei gli stava dicendo, ma non aveva motivo di dubitare di Elisabeth, lei non gli avrebbe mai mentito.

Dovrei sapere qualcosa a riguardo?”chiese per sicurezza.

Non per il momento! Ho intenzione di rileggerlo, sperando di trovare un modo per uscire dal brutto pasticcio in cui mi trovo!”

Va bene! Hai bisogno di aiuto?”

No…non per ora. Però rimani nei paraggi, non si sa mai!”fece lei rivolgendogli un caldo sorriso.

Hai suoi ordini!- disse baciandole la mano- Io allora torno dagli altri. Se hai bisogno…”

Lancio un urlo disumano!- scherzò lei- Io mi metto qui buona buona e mi dedico alla lettura!”


Prima che Angel però potesse raggiungere il resto del gruppo Spike lo fermò.

Dove è Buffy?”

Sta riposando!”

Le devo parlare!”

Non ora. Ti ho detto che sta riposando. Non è un concetto difficile da capire, sono sicuro che se ti sforzi ci arrivi!”

Ehi!”fece l’altro dandogli una spinta.

Angel riuscì a non perdere il controllo e non rispose alla provocazione.

Vedo che ti sei rammollito!”lo provocò Spike.

No è che io uso la testa oltre che le mani. Non costringermi a farti del male!”disse Angel al limite della sopportazione.

Uhh, che paura!”lo canzonò l’altro.

Io volevo fare il bravo ragazzo, ma se proprio ci tieni!”disse Angel colpendo Spike in pieno volto facendolo finire a terra.

Adesso sei contento?”gli chiese.

Spike stava per rialzarsi divertito all’idea di una scazzottata con Angel, ma qualcosa lo fermò. Riuscì a percepire chiaramente addosso al vampiro un odore femminile. Non gli sembrava di conoscerlo e non era quello di Buffy, di questo era sicuro. Istintivamente si guardò intorno per rintracciare la fonte e non ci mise molto per capire da dove veniva. Un sorriso beffardo gli si stampò sul volto. Quasi quasi adesso gli stava quasi simpatico…

Carina!-disse rialzandosi- Chi è la tua nuova fiamma!”

Non sono affari tuoi!”

Perché reagisci così? Sarai mica geloso?”

Di te, mai! Tu piuttosto mi sembri un po’ più rilassato. Cosa c’è ora che sai che non faccio più parte della concorrenza ti senti più sicuro?”

Angel aveva colpito nel segno, e Spike colpì lui.

A quanto pare ho fatto centro!” continuò lui rialzandosi.

Tu non sei mai stato una minaccia!”gli urlò l’altro.

Devi lasciarla stare Spike. Lei merita qualcosa di meglio di questo!”

Credo che adesso tu ti stia confondendo. Buffy con me era felice e a differenza di qualcun altro io l’anima me la sono meritata. Non rischio di perderla per un attimo di felicità!”

Angel lasciò perdere questa ulteriore provocazione.

Sei un’idiota! Tu pensi che fosse solo quello il problema? Apri gli occhi! Lei è umana e tu no! Cosa succederà quando vorrà di più, quando vorrà una famiglia, dei figli? Dici di essere cambiato, ma sei sempre il solito egoista. Anche se lei ti amasse, e guarda che ho detto se, tu la costringerai a vivere di notte, a nascondersi nell’ombra. Lei però non è un vampiro, ha il diritto di avere un uomo che la possa amare sotto la luce del sole!”

Tu sei bravo a criticare, ma perché non pensi a te! Tu con quella ragazza stai facendo esattamente lo stesso!”

Per noi è diverso!”

Perché? Perché tu sei Angel!”disse con sarcasmo.

No, perché sapevamo a cosa andavamo incontro. Lei a scelto liberamente di seguire il suo cuore, non abbiamo potuto evitare di comportarci altrimenti! Tu invece ti sei approfittato di un momento di debolezza di Buffy!”

Ma piantala di fare il moralista. Tu cosa vuoi saperne di noi?”

So che è venuta da te dopo che Willow l’aveva risuscitata. So che era confusa e spaventata, e tu invece di aiutarla a trovare un po’ di chiarezza te ne sei approfittato! Buffy è confusa ora più che mai e se davvero vuoi aiutarla lasciala stare!”

E tu come fai a sapere tutte queste cose se sono anni che non la vedi?”

Me lo ha detto lei! Abbiamo parlato!”

Spike sentì la rabbia ribollirgli dentro. Angel lo guardò senza dire più niente. Sapeva che lui ci teneva veramente e per quanto si atteggiasse a duro e ribelle anche lui aveva capito che aveva ragione.

La loro conversazione fu interrotta dalle urla concitate di Giles.

Ci siamo!”

L’ha trovato!”fece Angel correndo dagli altri.

Papà, sappiamo dove cercare!”gli disse Connor.

Avanti parlate!”

Nel libro che ci ha portato Elisabeth c’era veramente una traccia su dove trovare l’amuleto. Dice che secondo le ultime fonti scritte l’amuleto non si è mai separato dalla sua creatrice. Appartiene ancora oggi alla stirpe della maga che l’ha creato!”spiegò Willow.

Questo lo sapevamo già!”

Si, ma qui dice che quella stirpe abita vicino al confine con il messico! Questo ristringe di molto il campo!”

Quindi adesso non ci rimane che trovare l’erede per trovare il medaglione!”disse Xander.

Ammesso che esista. E se esiste potrebbe essere in qualsiasi parte del mondo o potrebbe aver perso l’amuleto!”disse Spike.

Smettila di fare l’uccello del malaugurio!”lo rimbeccò Connor.

Propongo di andare in biblioteca e fare ulteriori ricerche!Cerchiamo di capire a quale famiglia appartenesse Cloe, fatto questo trovare l’erede sarà uno scherzo!”propose Giles.

Io potrei parlare con una strega che conosco, magari sa qualcosa!”fece Spike.

Quella che ci ha aiutato con quel problemino quando siamo venuti qui?”chiese Connor.

Già!”

Angel destava il fatto di non poter capire ciò di cui stavano parlando. Non sopportava che Spike conoscesse cose di suo figlio che lui ignorava, però non era quello il momento di farsi prendere da certe gelosie.

Allora ci divideremo!”disse.

Qualcuno poi non dovrebbe controllare il portale visto che non sappiamo quando si dovrebbe riaprire?”chiese Xander.

Già…forse sarebbe più prudente…”borbottò Giles.

Facciamo così: Giles, Willow ed io andiamo in biblioteca, Spike e Illyria vanno dalla veggente e Connor e Xander al portale!”

Perché dovresti darli tu gli ordini?”disse Xander.

Sulla porta c’è scritto Angel Investigation…ora andate! Connor porta delle armi con te in caso aveste dei problemi, ma in caso ci fossero guai grossi niente eroismi! Mi sono spiegato?”

Certo papà!”

E Buffy?”domandò Spike.

Lasciamola riposare!”fece Giles.

Non vi preoccuapate per lei- intervenne Elisabeth- Resto io qui. Se dovesse svegliarsi la metto al corrente di tutto!”

Angel si avvicinò a lei e le mormorò:

Grazie mille!”

Per te questo e altro!”fece lei afferrandolo e tirandolo giù per avere un bacio.

Io torno il prima possibile. Tu non allontanarti!”

Non ti preoccupare. Ho già fatto troppo brutti incontri ultimamente per rischiare ancora!”

Avanti Romeo andiamo!”gli urlò Spike.

Arrivo- poi rivolgendosi di nuovo alla ragazza le sussurrò – A dopo!”


DOUBT


Garcia portò la figlia in una stanza vuota lontano da orecchie indiscrete.

Papà cosa sta succedendo?”chiese Maria.

Ci siamo tesoro. Presto giustizia sarà fatta!”rispose lui restando ambiguo.

Non capisco. Ti riferisci ad Elisabeth?”

Non solo…vedi piccola mia, Lisandro è rimasto molto deluso dal comportamento di sua figlia: tradire la sua tribù, allearsi con un vampiro…quindi è giusto che venga punita per le scelte che ha fatto!”disse l’uomo senza sforzassi più di nascondere la sua soddisfazione.

Non capisco! Cosa intendi per punita?”fece lei facendo la finta tonta.

Dovrà essere giudicate e una volta emesso il verdetto dovremmo solo aspettare la condanna. Allora tu diverrai la nuova portatrice dell’amuleto ed io diventerò il capo del nostro clan!”concluse in preda all’eccitazione.

Maria non aveva mai visto suo padre in quello stato. Aveva negli occhi una luce strana, fredda e un’ombra malvagia che le fece venire la pelle d’oca.

Ma papà non dovremmo essere felice di questo. Loro sono nostri amici! Dovremmo tentare di aiutarli a risolvere questa brutta situazione!”

Ma io ci ho provato…lo sai cosa è successo nel parcheggio te l’ho detto…”disse Garcia afferrando per le spalle la figlia. Il suo sguardo era quello di un folle.

Maria ebbe paura e per un momento esitò a riconoscere suo padre nell’uomo che gli stava davanti.

Si…hai ragione…”borbottò infine.

In quelle condizioni era meglio non contraddirlo.

E’da tanto tempo che la nostra famiglia aspetta questo momento…”fece lui rivolto più a se stesso che a lei.

La ragazza non ci capiva più niente, era ogni secondo più confusa.

Aspetta qualche minuto e poi vai da Lisandro. Lui ti vuole parlare…sono sicuro che ti chiederà di prendere il posto di Elisabeth una volta che lei sarà stata tolta di mezzo! Tu naturalmente dovrai accettare!”

Certo papà!”fece lei con un falso sorriso.

Finalmente anche tu avrai la tua occasione. Fin da piccola hai desiderato essere al suo posto. Tu, come ogni membro della nostra famiglia, hai dovuto sopportare umiliazioni, hai dovuto sempre accontentarti del secondo posto, dei resti che loro ci passavano. Ma adesso bambina mia, finalmente avrai ciò che meriti, perché tu sei migliore di lei. Tu non deluderai la tua famiglia!”

Maria avrebbe voluto urlare. Si sentiva scoppiare. Era come se il suo cuore fosse una pentola a pressione dove erano stati messi tanti elementi nuovi e contrastanti: suo padre era come impazzito vaneggiando sul loro futuro, Elisabeth si era innamorata del maledetto e lei si trovava in mezzo in quella specie di guerriglia. Doveva scegliere se stare dalla parte di suo padre o da quella della sua amica; non poteva più tenere il piede in due scarpe.

Maria voleva sinceramente bene ad Elisabeth, le era sempre stata fedele e si erano aiutate nei momenti difficili. Non se la sentiva di tradirla e rendersi così complice della sua morte. Dall’altra parte però suo padre se pur vaneggiando aveva detto il vero; lei aveva sempre invidiato Elisabeth, la sua posizione, il suo potere. Aveva sempre desiderato essere al suo posto e mai come adesso pensava che aver dato a lei un tale potere fosse stato uno spreco.

Però non poteva neanche negare che suo padre con tutti quei discorsi le aveva messo anche una certa paura. Le era sembrato felice di come stessero andando le cose, era ansioso di vedere la sua amica morta. Un pensiero orribile le attraversò la mente: e se lui avesse avuto un ruolo in tutto ciò?

Avanti adesso va da lui! Mi raccomando non deludermi!”

Non lo farò papà!”rispose lei automaticamente.

Rimasto solo Garcia si preparò ad uscire. Adesso doveva separare Elisabeth dall’ultima persona rimastagli fedele.


Arrivata davanti la porta di Lisandro Maria esitò. Non era sicura di voler entrare e affrontare quella situazione. Bussò educatamente, ma nessuno rispose. Provò di nuovo con un po’ più di forza.

Entra!”disse l’uomo da dentro.

Entrando la ragazza individuò subito il padre della sua amica seduto sul divano. Non era più l’uomo grande e forte che si ricordava quando lei ed Elisabeth avevano lasciato il villaggio; quello che si trovava davanti era un uomo distrutto dal dolore, un padre ferito, una persona dilaniata dall’atroce consapevolezza di ciò che stava per succedere. Maria sentì una stretta al cuore.

Vieni Maria siediti qui vicino a me!”fece lui gentilmente.

Lei ricordata di aver sempre ammirato Lisandro per il suo buon cuore, per il carattere forte e dolce. Lo amava esattamente come un padre e le faceva male vederlo così.

Mi volevi parlare?”

Si…tu sei la migliore amica di Elisabeth. Voi due siete praticamente come sorelle e io ti amo come si fossi mia figlia. Tu sei l’unica che può togliermi il dubbio che mi assilla il cuore. Tu la conosci meglio di qualsiasi altra persona, ti prego dimmi cosa sta succedendo a mia figlia. Perché si comporta così…dimmi se veramente lei ci ha traditi!”

Quello era il momento della verità. Maria si trovò nell’orribile situazione di scegliere di tradire qualcuno: suo padre o la sua migliore amica.

Il suo cuore era combattuto e non sapeva più cosa fare. Avrebbe voluto andare via. Era arrabbiata con Elisabeth per averla messa in quella situazione, per non averla lasciata fuori dai suoi problemi. In oltre suo padre aveva risvegliato in lei sentimenti che credeva perduti. Con poche parole le aveva fatto tornare alla mente che lei e Lizzie non erano sempre state amiche. C’era stato un tempo in cui Maria odiava profondamente Elisabeth, perché lei era la più bella, la più amata, la più popolare…

Per quanto Maria si sforzasse non era mai al suo livello, lei era sempre un gradino più in alto. Tutti non facevano che ripeterle <Elisabeth qui, Elisabeth là…Lei è così dolce…lei è così buona…prendi esempio da lei!>. Tutti la amavano, tutti la adoravano, lei non la sopportava trovava fastidioso ogni suo gesto. Odiava il suo volto e quel sorrisetto che mostrava a tutti. Era invidiosa e gelosa per l’affetto che tutti le mostravano.

Tante volte da piccola aveva pensato a come sarebbe stato bello se fosse stata lei la portatrice e adesso effettivamente ne aveva la possibilità. Bastavano solo poche parole per avere quello che aveva sempre desiderato, la vita che tanto agognava, una frase e sarebbe diventata lei la portatrice, lei sarebbe stata la nuova figlia prediletta del suo popolo, l’orgoglio della sua famiglia. L’idea non le dispiaceva e già vedeva come sarebbe stata la sua nuova vita. Però per avere quello c’era un prezzo da pagare, un prezzo molto alto. Lei doveva scegliere.


CHOICE


Maria restò in silenzio. Abbassò lo sguardo incapace di guardare negli occhi Lisandro, mentre considerava seriamente l’idea di mentirgli e fargli uccidere la figlia. La sua attenzione ricadde su un vecchio braccialetto di perline ormai sbiadite dal tempo. Era stato il primo regalo che Elisabeth gli aveva fatto e aveva segnato l’inizio della loro amicizia.

Aveva serbato nel suo cuore il ricordo di quel giorno, come il tesoro più prezioso.

All’epoca entrambe avevano all’incirca sei anni e Maria quel giorno era particolarmente di cattivo umore, perché aveva appena litigato con alcuni amici che non facevano che parlare e lodare la cara, piccola Elisabeth. Lei si era infuriata e avevano finito per discutere ed era finita con lei che se n’era andata stizzita urlando che non aveva più intenzione di tornare.

Maria ricordava che era scappata alle vecchie miniere. Voleva nascondersi e vedere se la gente del villaggio si sarebbe accorta della sua assenza. Voleva che per una volta loro si preoccupassero per lei. Dopo alcune ore però ancora nessuno era venuto a cercarla, così si convinse che a nessuno importava di lei e che se anche fosse sparita nessuno si sarebbe accorto della sua assenza.

Ormai era decisa ad andarsene seriamente, ma all’improvviso sentì qualcuno che la chiamava. I brutti pensieri sparirono di colpo e anche se non riusciva a riconoscere quella voce era felicissima perché qualcuno era andato a cercarla, qualcuno si era preoccupato per lei. Ma quando infine vide chi era venuto a cercarla si sentì nuovamente sprofondare in un baratro; era Elisabeth. Maria non voleva assolutamente che fosse lei a trovarla, perché così sarebbe finita per diventare la brava bambina che l’aveva ritrovata. Ormai però era tardi lei l’aveva vista.

Ehi che ci fai qua su tutta sola!”le urlò trafelata.

Non sono affari tuoi! Tu piuttosto che ci sei venuta a fare?”

Sono venuta a cercarti! In paese mi hanno detto che hai litigato con dei bambini e che poi eri sparita e mi ero preoccupata. Non dovresti stare qui, papà dice che è un posto molto pericoloso!”

Maria rimase sorpresa da quella risposta. Nonostante lei fosse sempre stata molto sgradevole nei suoi confronti, si era preoccupata per lei, era venuta fino a lassù per cercarla… però lei era troppo orgogliosa per cambiare atteggiamento così, quindi si tenne ferma sulla sua posizione.

E allora? Io non ti ho chiesto di venire!”

Dai avanti andiamo a casa! Fra poco sarà buoi!”disse Elisabeth dolcemente porgendole la mano.

Ma Maria era troppo testarda e rifiutando l’aiuto della bambina scappò via dentro le miniere. Elisabeth le corse dietro.

Smettila di seguirmi!”le urlò.

No! Dobbiamo andare a casa!”

Ti ho detto di andare via! La tua presenza mi da fastidio!”

E se ti cacci nei guai? Questo posto è molto pericoloso!”

Allora tornate a casa! Io non ho paura e soprattutto non voglio il tuo aiuuu…”ma non fece in tempo a terminare la frase perché il terreno sotto i suoi piedi cedette e Maria cadde in un vecchio pozzo.

Mariaaa! Maria stia bene?” urlò Elisabeth.

Siii!- rispose l’altra- Sto benissimo!”

Sei ferita?”

Ho detto che sto bene!”

Vado in paese ad avvisare gli altri. Torno subito! Tu non preoccuparti!”

Si certo come no! Ora ti divertirai a farmi restare qui sperando che mi spaventi! Ma ti sbagli, io non ho paura di niente!”fece lei spavalda.

Elisabeth si era allontanata di pochi passi quando dal fondo del pozzo in cui era Maria venne un urlò pazzesco. La bambina tornò subito indietro.

Cosa è successo?” chiese preoccupata.

Si è mosso qualcosa! Ne sono sicura!”disse lei con voce tremante.

Ma qui non c’è nessuno!”

Eppure io ti dico che si è mosso qualcosa!”

Ma non avevi detto che non avevi paura di niente?”disse l’altra prendendola un po’ in giro.

Brava ridi! Adesso sarai soddisfatta!”

Allora facciamo così: io rimango qui con te a farti compagnia fino a quando non vengono a cercarci!”

Già…”fece l’altra scocciata.

Hai un’idea migliore?”

Vedrai che adesso che sei tu ad essere sparita tutti correranno a cercarti!”fece lei stizzita da tutta quella gentilezza.

Che vuoi dire?”

Io me ne sono andata da ore e nessuno si è neanche accorto della mia assenza. Ma ora che a sparire è la piccola e dolce Lizzie tutti correranno subito. Guai se succede qualcosa alla figlia prediletta!! Vedrai che sgridata mi prenderò per colpa tua!”

Questo non è vero loro si preoccupano anche per te!”

Ma fammi il piacere…”

Ne sono sicura! Al villaggio tutti ti vogliono bene come ne vogliono a me!”

Non è veroo!!!- urlò Maria da infondo al pozzo- Tu sei la più brava, la più intelligente, la più bella, la più gentile…nessuno e perfetto come te. Tutti mi ripetono che dovrei essere come te, ma lo sai cosa ti dico: io ti odioooooooo!”

Mi dispiace di disturbarti tanto!! -disse Elisabeth triste- Ma credimi io non sono perfetta… e ho sempre invidiato la tua vivacità e spontaneità. Infondo ho sempre sperato che saremmo diventate amiche!”

Allora ti sei sempre illusa!”gridò l’altra risoluta.

Non voleva dargliela vinta. Lei aveva tutto ciò che Maria aveva sempre desiderato, ma la sua amicizia non l’avrebbe mai avuta.

Posso sapere almeno perché mi odi tanto?”

Perché tu hai tutto quello che vuoi. Tutto quello che io voglio. Tutti ti amavano, ti rispettano, ti adorano perché porti quel medaglione. Tutti fanno a gara per esserti amici, mentre io sono sola!”

Io non ho amici- mormorò piano Elisabeth- Tutte le persone che mi circondano vogliono qualcosa da me, si aspettano un certo comportamento, ma a nessuno interessa cosa voglio io. Anche se sono sempre circondata di gente anche io sono sola. E se vuoi sapere la verità io invidio te!”

E perché?”fece Maria sorpresa.

Tu sei libera di fare ciò che vuoi. Puoi giocare, puoi dire e fare ciò che più ti piace. Quello che devo fare io è già stato stabilito e non sono più libera di fare niente. E poi tu hai qualcosa che io voglio tanto!”

Cosa?”

Una mamma!”

Maria non ebbe il coraggio di dire niente.

Sai che sei la prima persona a cui dico queste cose!”le confessò Elisabeth.

Perché le hai dette a me?”

Perché di solito a nessuno interessa. A nessuno importa conoscermi, ciò che la gente vuole e che io faccia ciò che devo, il resto non ha alcuna importanza!”

Elisabeth le fece quelle confessioni cercando di nascondere i singhiozzi,ma Maria aveva capito che lei stava piangendo. Dì un tratto si sentì un po’ in colpa per quello che le aveva detto. Non aveva mai pensato a ciò che comportasse essere l’erede di Cloe e si era dimenticata che lei era diventata la nuova erede solo perché sua madre era morta. Solo in quel momento Maria si rese conto che infondo Elisabeth non era tanto perfetta solo molto sola.

Tra le due scese un profondo silenzio. Dopo un po’ in lontananza cominciarono a sentirsi delle voci.

Cos’è?”chiese Maria.

Sono venuti a cercarci!”

Le due si misero ad urlare con tutto il fiato che avevano e in poco tempo i soccorsi arrivarono. Bastarono pochi minuti perché Maria fosse tirata fuori dal pozzo e rimase molto sorpresa quando si accorse che fuori c’erano tante persone preoccupate per lei. Elisabeth aveva ragione…

Ma sei impazzita!- le urlò il padre- Quante volte ti ho detto di non venire qui!”

Non la sgridi signore- intervenne Elisabeth- E’ stata tutta colpa mia! Lei è finita in quel pozzo solo per colpa mia!”

Poi rivolgendosi a Maria disse:

Mi dispiace! Ti prometto che non ti infastidirò più!- poi le porse un braccialetto di perline nuovo, tutto rilucente e colorato- Tieni! Questo è un regalo per te per farmi perdonare!”

Da quel momento Maria mise per sempre da parte i suoi pregiudizi e iniziò a conoscere Elisabeth trovando in lei la migliore amica che le potesse capitare.


Quei ricordi le furono molto utili. Sciolsero in lei ogni dubbio. Un vecchio medaglione non valeva la vita della sua migliore amica.

Maria stai bene?”chiese Lisandro vedendo che la ragazza stava piangendo.

Si…stavo ripensando a quella volta nella miniera!”

Si, mi ricordo. Ci avete fatto prendere un bello spavento! Avreste potuto farvi male. Quelle miniere avrebbero potuto crollare da un momento all’altro!”

Già…ma nonostante tutto Elisabeth mi rimase accanto e da allora a continuato a farlo in tutti questi anni!”

E tu hai sostenuto lei! L’hai addirittura seguita qui quando andò via!”

Non potevo lasciarla sola!”

Maria respirò profondamente.

Lisandro, tu mi hai chiesto se penso che tua figlia sia cambiata al punto di tradire te e tutto il nostro popolo. Ed io ti posso assicurare che non è così! Indubbiamente Lizzie è cambiata, ma non fino a questo punto! Lei ti vuole bene e credimi se ti dico che non farebbe mai niente per metterci in pericolo. Io capisco che i fatti sembrano essere contro di lei, ma io so che non è così!”

E come mi spieghi il vampiro?”

Credimi, non c’è nessuna macchinazione dietro a quella relazione. Ammetto che anche io ho i miei dubbi, ma non su Elisabeth, ne su ciò che quei due provano. So che lei segue solo il suo cuore. Quando l’ha conosciuto non sapeva cosa fosse e quando se n’è accorta era troppo tardi…io posso capire che la cosa sia difficile da comprendere, soprattutto perché il vampiro che Lizzie ama è il maledetto, ma credimi, lui non è così terribile come sembra, almeno non con lei. Credo che la ami veramente. Per lei sarebbe disposto a morire!”

E tu come lo sai!”

E’ restato con lei anche sapendo della maledizione e poi una volta le ha anche salvato la vita!”

Maria si pentì all’istante di ciò che aveva detto, non se la sentiva di tradire il padre fino a quando non fosse andata a fondo di quella storia. Sapeva che c’era di più di quello che vedeva e voleva sapere ogni cosa e finchè lei stava al gioco aveva libertà di movimento.

Una volta è stata quasi investita…e poi qualcuno l’ha aggredita. In entrambi i casi lui l’ha difesa esponendosi in prima persona. Non ho mai visto Lizzie tanto felice e anche se non è la persona che mi immaginavo di vederle accanto, non credo che da loro potrebbe nascere qualcosa di male! Quando sono insieme si riesce quasi a percepire l’amore che provano l’uno per l’altra!”

Lui però rimane il maledetto!”

Forse ha sempre avuto ragione Liz, fin dall’inizio. Ci siamo fatti condizionare troppo la vita da quella storia. Io Angel l’ho visto, ci ho parlato e non mi è sembrato un mostro! Non mi ero accorta neanche che fosse un vampiro! Ammetto che ho le mie riserve sul fatto che questa storia abbia un lieto fine, ma credo che anche lei abbia il diritto di provare ad essere felice!”

Lei è felice?”

La dovrebbe vedere: il volto le si illumina, gli occhi le brillano, le si accende qualcosa dentro ed è come se iniziasse a brillare!”

Come sua madre…”borbottò l’uomo.

Maria poi continuò a raccontare a Lisandro tutto ciò che sapeva su come si erano conosciuti, su quello che le aveva detto Elisabeth, del tremendo dolore che l’aveva sconvolta quando credeva di averlo perso e sugli attentati. In proposito fu molto vaga, disse di non saper molto, ma confidò che la ragazza era convinta che fosse stato lui ad organizzare tutto e la cosa l’aveva sconvolta.

Alla fine del racconto l’uomo sembrava molto perplesso e molto pensieroso.

Io so cosa dice la nostra legge e so cosa tutti si aspettano che faccia, ma lei è sua figlia e so che sa che non è cattiva. Lei non ha fatto niente di male, e non è giusto che venga uccisa solo per quella stupida profezia. Se permetterà che succeda i veri mostri saremmo noi!”

Sei veramente una buona amica! Siamo veramente fortunati!”

Posso farti una domanda?”

Dimmi pure!”

Gli attentati…tu non centri vero?”

Lisandro non rispose, ma era chiaro che lui non ne sapeva niente. Questo purtroppo confermava i suoi dubbi; non sapeva ancora il perché ma suo padre stava tramando contro quelli che Maria riteneva i suoi più cari amici.

Mi prometti che non farai del male a Lizzie?”

La cosa ormai non è più sotto il mio controllo. Io posso solo provare a limitare i danni. L’unica sua salvezza è restare il più lontano possibile dal villaggio, da me…”

Non so…Ho una brutta sensazione!”

Il popolo vorrà comunque la sua vendetta!”

Se Angel muore non ho il cuore di pensare a cosa ne sarà di sua figlia. Le posso però assicurare che senza di lui lei morirebbe di dolore. E non è un modo di dire…”

Lisandro guardò il volto della ragazza. Purtroppo era molto seria e se ciò che gli aveva raccontato era vero non stentava a capire il motivo. Ora doveva riflettere. Si congedò da Maria e rimase di nuovo solo nella stanza.

Credere al racconto di Maria significava che qualcuno l’aveva tradito e anche se la risposta era sotto i suoi occhi, lui non volle vedere. Non poteva sopportare l’idea che proprio il suo amico gli avesse complottato alle spalle per tutti quegli anni. Doveva per forza esserci un’altra soluzione.


BELIVE ME


I membri della Angel Investigation si erano separati come stabilito per cercare di venire a capo di quella intrigata situazione.

Connor e Xander erano di vedetta al portale e si stavano annoiando a morte.

Lo sapeva che a me avrebbe rifilato il compito più noioso!”sbuffò Xander.

L’altro non disse niente, se ne stava tranquillamente seduto su quello che una volta doveva essere un pezzo di muro.

Allora…tu saresti il famoso figlio di Angel!”

Già!”

Xander aveva trovato un modo per passare il tempo.

Come è avere un vampiro come padre?”

Connor non rispose. L’ultima cosa che voleva era mettersi a parlare dei fatti suoi con un estraneo.

Fammi indovinare, niente gite o pic nic?”

Non molti.”

Noto con piacere che hai ereditato il caratteraccio di Angel! Sei un chiacchierone proprio come lui!”osservò con sarcasmo.

Mi sembra che tu parli per tutti e due! E poi mi dici perché dovrei parlare con te degli affari miei!”

Datti una calmata! Stavo solo cercando di fare conversazione!”

Allora perché non parli degli affari tuoi, invece di ficcare il naso nei miei?”

Dimmi che cosa vuoi sapere?”

Perché mio padre ti è tanto antipatico? Perché è un vampiro? O perché ha avuto l’unica ragazza che tu hai sempre sognato?”

Connor sorrise nel vedere l’espressione del ragazzo. Aveva fatto centro. Cordelia gli aveva raccontato qualcosa sul passato del padre e della sua vita a Sunnydale.

E tu cosa ne sai?”

Me lo ha detto un uccellino!”

Il tuo uccellino si sbaglia!”gli urlò Xander.

Ora sei tu che ti devi dare una calmata!”

Comunque non hai risposto alla mai domanda; come è avere un vampiro come padre?”

Cosa vuoi che ti dica? Che è una cosa atroce? Mi dispiace, ma temo che ti deluderò. Mio padre sarà anche un vampiro, ma è il padre migliore che potessi avere. Ha fatto per me cose che non tutti i genitori sarebbero disposti a fare, mi ha perdonato cose che…All’inizio l’ho odiato per quello che è, ma poi ho capito. Ho imparato a conoscerlo e ora so che mio padre è un campione ed è una persona straordinaria, non molti possono dire lo stesso dei genitori!”

Xander lo fissò senza proferire parola. Per quanto gli scocciasse ammetterlo sapeva che ciò che il ragazzo aveva detto era vero. Angel era un campione ed era anche vero che lui aveva avuto l’unica ragazza che lui aveva sempre desiderato.

Tra i due scese un profondo silenzio fino a quando dal portale qualcosa cominciò a muoversi. Prima ci furono delle scintille, poi un flash che catapultò davanti ai due ragazzi un paio di enormi demoni.

Ora sarai contento- fece Connor- non puoi più annoiarti!”


Spike e Illyria si erano di nuovo recati in cerca della strega. Come la volta prima i due trovarono alcuni demoni a guardia dell’ingresso: erano esseri enormi, dall’aria poco amichevole. La loro pelle era viscida e coperta da squame taglienti come lame. Sul volto scuro risaltavano due piccoli occhi rossi iniettati di sangue.

Tu prendi quello a destra io quello a sinistra!”disse il vampiro.

Bene!”fece la ragazza pregustandosi una nuova rissa.

Questa volta però le loro attese vennero disilluse, le guardie non avevano nessuna intenzione di combattere, al contrario si scostarono e dissero:

Vi stava aspettando!”

Spike e Illyria si accomodarono all’interno dell’edificio.

Bentornati!”disse la vecchia.

Davanti al tavolo a cui la vecchia sedeva erano già preparate due sedie.

Avanti accomodatevi!”

I due si misero a sedere.

Immagino che tu sappia il motivo della nostra visita!”

So che avete un problema e che dovete fare alla svelta se volete trovare la soluzione!”

Sai dov’è l’amuleto?”tagliò corto Illyria.

No!”

Bella veggente che sei!”fece Spike.

Sai come possiamo trovare ciò che ci serve?”

Un antica dinastia…un vecchio rancore…una storia del passato che da anni cerca la sua conclusione…”

Ma che cavolo dici? Ti sei forse fumata qualcosa?-urlò il vampiro.- Non abbiamo tempo per gli indovinelli!”

Capirete…capirete tutto al momento giusto, ma forse allora sarà tardi! La soluzione è vicina a voi, ma un alto prezzo pagherete per averla!”

Adesso mi hai stancato! Se non mi dici subito quello che sai ti spezzo il collo!”sbraitò Spike.

Non ce ne andiamo senza ciò che siamo venuti a cercare!” disse Illyria.

Invece fareste meglio ad andare. Da soli non ce la faranno!” detto questo la vecchia cadde come in trans e non parlò più.

Chi?”chiesero in coro.

Ma la maga ormai sembrava non essere più con loro, almeno non il suo spirito. Così anche se adirati per le poche informazioni ottenute i due se ne andarono.


Angel, Willow e Giles nel frattempo erano andati in biblioteca, ma giunti davanti alla porta trovarono il cartello “CHIUSO PER INVENTARIO”.

Maledizione!”esclamò il vampiro.

Adesso che si fa?”chiese Willow.

Torniamo in albergo e speriamo che gli altri abbiano avuto più fortuna!”propose Giles.

Quando si voltarono per tornare sui loro passi però si accorsero di essere circondati da uomini armati fino ai denti. Angel riconobbe il loro capo, era l’uomo che aveva aggredito Elisabeth nel parcheggio.

Se cercavi lei ti è andata male! Non è con me!”

So benissimo dove è lei! Ma stavo cercando te!”

Finalmente allora la lasciate stare e ve la prendete con me!”fece lui realmente sollevato da quell’idea.

Io non ho intenzione di prendermela con nessuno. Voglio solo fare quattro chiacchiere!”

E tu parli sempre puntando le armi addosso alla gente? Anche se effettivamente la cosa non mi sorprenderebbe!”

Generalmente sono più civile, ma sai nel tuo caso sempre meglio essere prudenti! Ma per dimostrarti le mie buone intenzioni lascio andare i tuoi amici!”

Angel- sussurrò Willow- posso disarmarli facilmente!”

Non ce n’è bisogno. Voi andate io vi raggiungo!”

Non credo sia una buona idea! Non sembrano ben intenzionati!”gli fece notare Giles.

Non preoccupatevi…me la posso cavare! Andate!”

Anche se poco convinti Willow e Giles se ne andarono.

Finalmente soli!”disse Garcia.

Spiacente, ma se è un randez - vous che volevi devo informarti che non sei il mio tipo!”

Che ne dici di parlare un po’ allora?”

E di cosa? Politica, sport…”

Io preferisco parlare di Elisabeth. Infondo è l’unica cosa che abbiamo in comune!”

Lasciala stare!- gli urlò il vampiro- Se vuoi me eccomi qui, ma lei lasciala stare!”

E perché dovrei volere te? La profezia è chiara sarà lei ad ucciderti e visto come si sono messe le cose sarà molto più divertente del previsto!”

Il problema è che lei non intende collaborare!”

Di questo io non sarei troppo sicuro! E poi che influenza pensi abbia lei su qualcosa che è stato stabilito da un centinaio d’anni. Se è destino che avvenga avverrà con o senza il suo volere!”

Quindi sei venuto a vedere come stavo?”

No, controllavo solo a che punto è arrivata lei!”

Che intendi?”

Te l’ho appena detto, con la profezia! Lei ti ucciderà ed io non voglio perdermi la scena!”

Se è così allora perché hai cercato di ucciderla? Se lei muore addio profezia!”

Ti sbagli, io non le farei mai del male. Anche quello non è compito mio. A farle del male ci penserai tu!”

Credo che tu ti stia confondendo. Ripassiamo la lezione: tu hai tentato di ucciderla per ben due volte! Ed è questo il motivo per cui sei venuto accompagnato da questi signori. Non mi sei sembrato stupido e sai che se venivi da solo ti saresti fatto male!”

Garcia rise.

Sai sei davvero divertente. Tu sei convinto chi io volessi uccidere lei. E cosa avrei fatto? L’avrei picchiata a morte. Se davvero avessi voluto mi sarebbe bastato spararle!”

Angel non sapeva cosa dire, ne capiva cosa stesse cercando di dirgli quell’uomo.

E immagino allora che avrai una buona spiegazione per quello che è successo! Noia? O magari complesso di impotenza?”

Stavo solo obbedendo agli ordini!”

Del padre si Elisabeth…”

No…ma questo non ha importanza…ti ho detto che ti volevo parlare di Elisabeth…”

Fossi in te non rischierei…stai giocando col fuoco…”

Forse…ma non sono l’unico. Tu le stai vicino, ti sei innamorato del tuo carnefice…qualunque cose lei ti dica rimane una Kaldaresh. Il nostro sangue scorre nelle sue vene e lo stesso odio le infiammerà il cuore prima o poi. Ammetto che ci sta mettendo più del previsto, ma alla fine tornerà a casa e farà ciò che deve! Ciò che è giusto! La cosa è già cominciata!”

Stronzate!!”

Tu credi? Io posso provare quello che dico!! Sai sono alcuni giorni che vi spio. So che gestisci un’agenzia investigativa e che al momento avete un piccolo problemino apocalittico e che state tutti cercando l’amuleto di Cloe…”

Non dirmi che adesso vuoi darmi una mano!”

No…anzi forse si. Io so dove è il tuo medaglione. Ti posso dire chi è la discendente di Cloe…”

Angel rimase ad ascoltare in silenzio. Sapeva perfettamente che ogni parola che quell’uomo pronunciava era una menzogna, ma qualcosa in lui lo spingeva a rimanere lì ad ascoltare, mentre l’altra avrebbe voluto scappare via. Il suo cuore cominciò a titubare, Garcia aveva un’espressione così sicura e sprezzante…

Che vuoi dire?”

Tu hai incontrato Cloe molti anni fa, o meglio ne hai ucciso la figlia! Sono sicuro che non puoi averla dimenticata visto che fu per quella uccisione che ti fu restituita l’anima!”

La zingara…”

Bravo! Vediamo se adesso indovini chi potrebbe essere la discendente di quella zingara?”

Angel non riuscì a pronunciare quel nome, non riusciva neanche a pensare ad una cosa del genere. Lei non poteva avergli nascosto una cosa del genere, non dopo tutto quello che era successo…

Un’espressione di dolore gli si dipinse sul volto.

Dalla tua faccia deduco che tu abbia indovinato! La nostra cara piccola Lizzie…la ragazza che tu ami tanto…”

Angel sentì il gelo invadergli il cuore.

Quale motivo avrebbe mai avuto la cara Elisabeth di nasconderti una tale cosa, se non per la ragione più ovvia? Il boia non si separerebbe mai dalla scure per consegnarla al condannato a morte. E così lei non ti poteva consegnare quel medaglione visto che è proprio grazie a quello che la profezia deve compiersi…La cosa più divertente è che tu veramente hai creduto che lei potesse amarti dopo tutto quello che hai fatto alla nostra gente! Ti sei fatto prendere in giro da una ragazzina!!!”

Angel non poteva credere a quelle cose. Erano tutte delle sporche bugie. Perché avrebbe dovuto dare peso alle parole dell’uomo che lo voleva morto, che voleva Elisabeth morta? Però non riusciva a scacciare dalla mente quelle parole, ormai subdolamente gli si erano insinuate nel cuore. Elisabeth gli aveva mentito su una cosa così importante: perché? Si erano confidati tutto, gli aveva detto della profezia, perché allora tacere su quel particolare, perché nascondergli il medaglione.

Soddisfatto per il risultato ottenuto Garcia e i suoi compagni se ne andarono. Prima di sparire nel buoi però si voltò un’ultima volta verso Angel:

Non si può scappare al proprio destino! La profezia si compierà, lo so io, lo sai tu e comincia a capirlo anche lei. <L’erede di Cloe ristabilirà la giustizia. Con il sangue è cominciata e nel sangue finirà!”

Ora che aveva fatto ciò che doveva, non gli restava che aspettare il naturale evolversi degli eventi. Dopo aver riportato Maria a casa, avrebbe cominciato a raccogliere i frutti del suo lavoro e più nessuno l’avrebbe fermato, era risuscito nel suo intento; Elisabeth ora era sola!


LIE TO ME


Mentre tutti i membri della Angel Investigation erano a lavoro, Elisabeth aveva letto con attenzione il suo libro, sperando di trovare una soluzione, una scappatoia, un errore che le desse un’ultima speranza. Però mentre le pagine scorrevano solo la paura venne rafforzata, la profezia era esatta, tutto era come suo padre gli aveva detto. Se fosse rimasta avrebbe finito per uccidere Angel; non era il medaglione il pericolo, ma lei stessa.

L’erede di Cloe ristabilirà la giustizia. Nel sangue è cominciata e nel sangue finirà.” Quelle erano le poche parole che decidevano il suo destino.

Nel libro non si faceva mai il nome di Angel. Si parlava del maledetto e dell’uccisone della zingara. Quindi, per come la intendeva il suo popolo, la giustizia stava nel far scorrere il sangue del demone per compensare quello che lui aveva tolto alla loro figlia prediletta.

Elisabeth sentì la disperazione invadergli l’anima. Non se la sentiva più di ignorare quella storia. Non poteva rischiare la vita dell’uomo che amava. Si pentì di aver conosciuto Angel e di aver portato la loro storia a quel punto, però non poteva cambiare le cose. A quel punto l’unica cosa che poteva fare per lui era lasciarlo, mettere quanta più distanza possibile fra loro e sperare che questo fosse sufficiente per cambiare il loro destino. Ancora una volta si trovava a dover lasciare ciò che più amava a causa di quella maledetta profezia. Questa volta però voleva essere sincera. Avrebbe detto tutto ad Angel, gli avrebbe detto addio. E soprattutto dove essere ferma nella sua decisione: non doveva più farsi convincere a restare.

Nel libro c’era anche scritto cosa sarebbe successo se la portatrice si fosse separata dall’amuleto, ma giunto a quel punto non aveva più importanza.


Ad interrompere i suoi pensieri furono Spike e Illyria di ritorno dalla strega. Dalle loro facce si capiva che non dovevano aver avuto molta fortuna. Poco dopo arrivarono Willow e Giles, Angel non era con loro.

Elisabeth si alzò e si avvicinò:

Allora come è andata?”

Non bene! Siamo al punto di partenza!”

Io vi posso aiutare!”disse lei.

E come?”

La ragazza allora mostrò a tutti il medaglione.

Tu l’hai sempre avuto qui e non hai detto niente? Ti sei divertita a vederci impazzire nelle ricerche?”sbottò Spike.

No- mormorò lei- Non potevo consegnarvelo prima di essere sicura di non causarvi dei danni. Non sapevo se per voi poteva essere pericoloso…Chiedo scusa,per non avervelo detto prima. Vi prego abbiatene cura, questo ciondolo vale più di quanto pensiate, e poi volevo essere certa che…”

Fosse in buone mani!”concluse Spike.

Già!”

Sai come funziona?”chiese Willow.

Elisabeth annuì.

Dovete tornare dove si trova il portale e ripetere tutto il rito con precisione.”

E chi metterà il medaglione? Noi eravamo in tre!”disse Illyria.

Non guardate me! Io ho già dato!”fece il vampiro.

Il medaglione deve essere indossato da chi stava più vicino al portale!”

Angel.”disse Illyria.

Ora che avevano ciò che gli serviva tutti sembravano sollevati.

Elisabeth prese Spike per un braccio e lo trascinò da una parte.

Voglio che tu mi faccia un favore!”gli disse.

Ma se neanche ti conosco!”

Tu me lo devi!”

Io non devo niente a nessuno!”

Tu insieme ai tuoi amici hai sterminato la mia gente più di un secolo fa, dopo che ad Angel fu restituita l’anima. L’accampamento di zingari ricordi?”

Spike non rispose. Certo che ricordava, come poteva dimenticare. Il vampiro si limitò a osservare attonito la ragazza poi infine disse:

Cosa vuoi?”

Voglio che tu aiuti Angel, voglio che gli stia accanto quando…be’…potrebbe avere dei guai e voglio che tu l’aiuti!”lo sguardo della ragazza era molto triste, ma al contempo anche risoluto.

Spike non capiva cosa volesse dire Elisabeth, ed era intenzionato a scoprirlo. C’era qualcosa che quella ragazza continuava a nascondere, ma quando stava per chiedere spiegazioni Angel entrò come una furia e afferrata Elisabeth per un braccio le disse:

Ti devo parlare!”poi la trascinò di sotto in malo modo.

Lui doveva e voleva sapere.

Ehi mi hai fatto male!”gli urlò lei massaggiandosi il braccio.

Sei tu l’eredi di Cloe vero? Hai tu l’amuleto che stiamo cercando!”il tono di Angel era diverso dal solito, era severo, freddo.

Si…però…io”cercò di spiegare Elisabeth.

Me lo hai tenuto nascosto!! Nonostante io ti abbia detto l’importanza che aveva tu non me lo hai detto!!”gli urlò.

C’è una ragione se…”

Ma Angel non aveva ancora finito.

Sai, ho avuto un’interessante conversazione con l’uomo che ti ha aggredito quella sera nel parcheggio.”

Elisabeth capì all’istante a cosa era dovuto quel tono e quel comportamento. Garcia aveva fatto un altro colpo dei suoi. Prima suo padre, poi Maria, adesso anche Angel…Non capiva perché gli stava facendo tutto questo, però questa volta forse gli era stato utile. Elisabeth pensò che forse se dava spago alla storia di Garcia, qualunque essa fosse, poteva limitare i danni. Angel sembrava molto arrabbiato e se sfruttava bene quella storia, avrebbe avuto la sicurezza di non farsi più seguire. Inoltre se la odiava non avrebbe sofferto per ciò che sarebbe successo in seguito. Ora doveva solo mentire.

Avanti allora dimmi cosa ti avrebbe detto?”fece lei in tono duro.

Mi ha detto che mi stai prendendo in giro, che sei ancora una di loro!”

Io questo non l’ho mai negato. Ti ho detto che sono una Kaldaresh e vada come vada, questo non cambierà mai. Io amo la mia famiglia Angel e non ho nessuna intenzione di rinnegare le mie origini!”

Angel rimase di sasso. Il dubbio continuò a crescergli annebbiandogli mente e cuore e impedendogli di vedere ciò che realmente stava succedendo.

Mi ha detto della profezia!”insistette lui.

Te l’ho detto anche io!”

Si, ma non avevi detto di avere tu quel medaglione, ne hai detto a cosa ti serviva. Perché mi hai mentito?”

Tu cosa credi?”chiese lei rivolgendogli uno sguardo freddo e vuoto.

La profezia…tu…”ma la frase gli si strozzò in gola.

Angel io sono quello che sono e tu sei quello che sei! Le cose erano chiare fin dall’inzio!”

Il vampiro in un impeto di rabbia la afferrò per le spalle.

Cosa vuoi fare? Uccidermi come hai fatto con la mia antenata?”gli urlò lei.

Quella frase detta con tanta crudeltà gli trafisse il cuore. Non poteva credere che quella fosse la sua Lizzie, le parole di Garcia non potevano essere vere. Loro si amavano, lei era…fissando la ragazza però non vide la donna che amava.

Mi hai ingannato! Ti sei presa gioco di me!”

Ci siamo ingannati a vicenda convincendoci l’un l’altro che questo fosse possibile, che questo fosse reale!”

Era reale. E non credo che tutto quello che c’è stato tra di noi è stata una finzione!”

Quello che c’è stato Angel è stato stupendo, ma era solo un sogno e come per ogni sogno arriva il momento di tornare alla realtà! E la realtà è che io sono la zingare destinata ad ucciderti e tu il mostro che ha ucciso la mia antenata!”

E adesso cosa vuoi fare? Trafiggermi il petto con un paletto!”

Non è così che deve andare!”

Mi sono fatto fregare come un ragazzino. Mi sono fidato di te, ho voluto credere che… complimenti spero che tu sia soddisfatta di ciò che hai fatto. Sarai l’orgoglio della tua gente!- la sua voce era carica di delusione, dolore e rabbia- Quando io ho fatto quello che ho fatto posso dire che non avevo un’anima, tu che scusa hai?”

Non possiamo cambiare le cose!”

Vattene e non farti più vedere. Se ti ritrovo davanti a me, non sono sicuro di riuscire a controllarmi!”

Vedi…infondo è come ho detto io! Non possiamo negare ciò che siamo!”disse lei con una risata metallica.

Angel la scaraventò contro un muro e uscì furioso.


Buffy svegliata dalla urla dei due non aveva potuto evitare di assistere a tutta la scena.


FORGIVING


Elisabeth rimase immobile dove Angel l’aveva scaraventata. Sapeva bene che non aveva avuto scelta, che gli aveva detto quelle cose per il suo bene, che adesso che lui l’odiava era salvo. Però il suo cuore e la sua anima era perse, distrutte. Aveva appena spinto l’unica persona che amava veramente ad odiarla ed adesso e con il suo amore aveva perso l’interesse per ogni cosa, anche per la vita stessa.

Ora doveva fare solo un’ultima cosa e poi finalmente sarebbe stata libera, anche se mai più felice.

Un giorno capirai…”mormorò tra se’, mentre lacrima amare le rigavano il volto.

Perché l’hai fatto?”le urlò Buffy uscendo dal suo nascondiglio.

Elisabeth trasalì vedendo la ragazza, ma tra le due quella che rimase più sorpresa fu proprio la cacciatrice, perché quando vide il volto dell’altra non le fu difficile capire che era distrutta.

La sua furia si disperse all’istante, rimpiazzata da una pena immensa. Buffy era partita con l’intenzione di fargliela pagare per aver giocato così con il cuore di Angel, ma le bastò incrociare per un attimo il suo sguardo per leggere il dolore che le straziava l’anima. Ma allora perché l’aveva fatto?

Hai qualcosa da aggiungere a quello che ha detto lui?”disse Elisabeth cercando di provocare anche la sua rabbia.

Tu lo ami vero?”disse l’altra ignorando la provocazione.

La domanda fu così sincera e il tono tanto pacato da arrivare dritta al cuore di Elisabeth. Avrebbe voluto gridarle <Si, lo amo da impazzire, con ogni cellula del mio corpo, con ogni parte della mia anima!”, ma non poteva farlo, doveva mantenere la parte.

No!”

Menti! Si vede benissimo ciò che provi! Se davvero pensassi quello che hai detto i tuoi occhi non sarebbero tanto vuoti.”

A te cosa importa? E poi questo non ha più importanza…niente è più importante…ho fatto quello che dovevo!”

Ferire Angel, è questo che dovevi fare!”

Salvare Angel. Credimi la nostra relazione è molto più sbagliata di quanto la vostra non sia mai stata. Ti prego non dirgli niente. Lascia che mi odi, così almeno per lui sarà più facile! Se ci tieni a lui devi tacere!”

E vederlo lacerato dal dolore?”

Meglio sofferente che morto…se si avvicinerà di nuovo a me, Angel morirà. So che questo tu non lo vuoi!”

Elisabeth si alzò lentamente e si avviò verso l’uscita. Prima di uscire le disse:

Ti prego stagli vicino. Aiutalo…amalo anche per me!”

Dove vai adesso?”

A casa…è ora che io torni a casa…”


Buffy rimase sola. Non capiva cosa volesse dire quella ragazza, aveva detto frasi che a lei sembravano senza senso. L’unica cosa chiara è che aveva mentito ad Angel, ma non era certa su cosa e soprattutto sul perché di quella menzogna. Aveva detto che se lui le si fosse avvicinato sarebbe morto e questo lei non lo voleva, ma perché Angel doveva morire? Ma la domanda che più tormentava Buffy era: devo dire ad Angel la verità?


Angel uscì dall’ufficio come una furia. Nessuno ebbe il coraggio di fermarlo per chiedergli cosa stesse succedendo. Spike, spinto da una curiosità morbosa, fu l’unico a lanciarsi all’inseguimento e raggiunse Angel a un paio di isolati di distanza.

Ehi ti vuoi fermare?”gli urlò.

Lasciami in pace Spike! Non è aria!”

Perché, ti ha morso una tarantola?”

Peggio! Mi sono fidato di una…E lei non ha fatto altro che prendermi in giro!- urlò colpendo violentemente un cassonetto- Che idiota!”

E sai che scoperta! È più di un secolo che ti dico che sei un’idiota!”

Angel si voltò di scatto e guardò l’altro furioso. Quella sera non era proprio dell’umore adatto per sopportare le scemenze di Spike.

Dai racconta voglio sapere come il grande Angelus si è fatto fregare!”

La risposta fu un pugno che lo colpì forte sullo stomaco.

Ultimamente tutti quelli con cui parlo finiscono per prendermi a pugni! Adesso mi sono stancato!”fece Spike ricambiando il colpo.

Mi ha salvato la vita, mi ha curato, mi ha fatto innamorare…” disse Angel.

Finora mi sembra una vera tortura!”ironizzò l’altro.

“…e poi mi ha pugnalato alle spalle. Mi ha mentito. Ha giocato con me…”

Tu hai fatto la stessa cosa a centinaia, a migliaia di donne. Di che ti lamenti, ciò che è dato è reso!”

Io non avevo un’anima. Lei lo ha fatto di proposito per ferirmi, per prendersi la sua stupida vendetta…”

Considerato quello che facemmo alla loro gente, non mi sembra un gran che!”

Angel lo guardò storto.

Cosa vuoi dire?”

Dopo che ti fu ridata l’anima Darla diventò una furia. Non riusciva a sopportare la novità. Disse che in un modo o nell’altro avrebbe riavuto il suo Angelus anche a costo di uccidere ogni dannato zingaro sulla faccia della terra! Ci organizzammo e quella notte stessa attaccammo l’accampamento.<<Uccideteli uno alla volta finchè non toglieranno ad Angelus quell’anima schifosa!>> ci disse.

Non molti sopravissero al nostro passaggio. Quella notte eravamo tutti come animali e forse tra tutte le cose che ho fatto quella è stata la peggiore! Se è per quello che successe che lei cerca vendetta avrebbe voluto colpire anche me, invece quando mi si è avvicinata era normalissima. Mi ha perfino chiesto un favore e ora comincio anche a capire cosa volesse dire con…”

Angel non aveva mai saputo cosa fosse successo dopo che gli zingari gli restituirono l’anima. Dopo la maledizione soprafatto dai sensi di colpa, schiacciato dal ricordo delle atrocità commesse era scappato il più velocemente possibile, sperando di lasciarsi dietro anche quell’insopportabile dolore.

Cosa ti ha chiesto?”disse con un tono di voce più calmo.

Mi ha chiesto di aiutarti e starti vicino in caso avessi avuto guai! E secondo te che senso aveva chiedere a me una cosa del genere se voleva vederti morto? Desiderio, che per inciso, io condividerei in pieno!”

Allora perché mentirmi? Perché nascondermi il medaglione?”

E che ne so! Ma è davvero tanto importante?”

C’è una profezia su quel medaglione dice che con quello lei mi dovrebbe uccidere!”

C’era una profezia che diceva che saresti tornato umano una volta compiuto il tuo destino, ma il tuo cuore è ancora fermo! Personalmente ho smesso di credere a certe cose e poi hai detto che ti doveva uccidere, ma a me sembri ancora tutto intero!”

Angel si rese conto che Spike aveva ragione, stranamente. Lei gli aveva detto tante cose, ma non aveva mai fatto niente per ferirlo o per ucciderlo e certo non le erano mancate le occasioni; al contrario si era sempre preoccupata per lui più che per se stessa e delle conseguenze che poteva portare la loro relazione. Già una volta aveva cercato di mandarlo via, per quello stesso motivo, ma lui se n’era accorto. Stavolta accecato dal dubbio che Garcia gli aveva insinuato nel cuore era stato cieco e si era fatto ingannare.

Vedi avevo ragione io! Sei un’idiota, ti sei veramente fatto giocare da una ragazzina!”disse Spike allontanandosi.

Un’ultima cosa- gli urlò- Il medaglione che tanto ti preoccupa ce lo ha consegnato lei poco prima del tuo ingresso trionfale! Ha detto che voleva assicurarsi che non fosse pericoloso “per noi” prima di darcelo…Va a capire le donne, prima si assicurano che tu non possa morire e poi ti allontano per non farti correre altri rischi! Una persona orribile…”lo schernì.

Angel si sentì un’idiota per come si era comportato. Come aveva potuto premettere che Garcia si insinuasse tra loro? Come era riuscito a fargli dubitare di lei? Probabilmente la sua abilità era stata quella di dire al vampiro proprio ciò che temeva di più, aveva reso le sue paure reali e lui ci era cascato come un ragazzino ed era stata Elisabeth a pagare per la sua ingenuità.

Ora doveva trovare un modo di farsi perdonare, doveva pregare che non fosse troppo tardi per recuperare.


Elisabeth ormai era lontana dalla Angel Investigation. Camminava per le strade di Los Angeles come un fantasma. Si fermò davanti ad un vecchio edificio e bussò. Quando si aprì la porta si trovò davanti suo padre.

Adesso sono pronta per tornare a casa! Fai pure ciò che devi!”


OLD TREASURE


Non appena tornata a casa Maria corse in soffitta. Suo padre durante il viaggio le aveva detto che lì, in una scatola da qualche parte c’erano dei diari che contenevano la storia della sua famiglia e che quando quella brutta storia fosse finita glieli avrebbe consegnati così da capire quanto importante fosse ciò che stava accadendo. Il primo risaliva al periodo in cui Angel era stato maledetto, era allora che era iniziato tutto.Maria non aveva detto niente, però non aveva ne il tempo, ne la voglia di aspettare, voleva capire cosa stesse succedendo e voleva capirlo subito, prima che succedesse qualcosa ad Elisabeth.

Con la sua solita irruenza cominciò a mettere sotto sopra tutta la soffitta, ma di scatole abbastanza grandi da contenere quello che cercava non c’era neanche l’ombra; c’erano solo tante cianfrusaglie accumulate nel tempo.

Una volta finito Maria non sapeva più cosa fare. Però non voleva assolutamente darsi per vinta, la posta in gioco era troppo alta. Cominciò così a passeggiare per la soffitta sperando in un’illuminazione, ma l’unica cosa che rimediò fu un livido sul ginocchio che si fece sbattendo contro uno strano mobile.

Ahi! Ma che diavolo è questo?”disse guardando l’oggetto.

Si chinò e vide che aveva sbattuto contro il vecchio baule regalatole dalla nonna. Dentro c’era il suo corredo, ma Maria non era intenzionata a sposarsi.

Forse però…”pensò.

Il baule era chiuso con un vecchio lucchetto e lei non aveva nessuna voglia di andare a chiedere alla madre le chiavi. Ormai non si fidava più della sua famiglia, troppe bugie erano state dette, troppi dubbi le assillavano il cuore.

Si guardò intorno per cercare qualcosa da usare per aprire quella serratura. Nei film di solito usavano del fil di ferro o delle forcine. L’unica cosa che lei trovò fu una vecchia stampella per appendere gli abiti in ferro, e sperò che avrebbe funzionato lo stesso. Con pazienza cominciò a cercare di scassinare il lucchetto, però non era semplice come sembrava. Poi d’un tratto, senza capire, come aveva fatto, la serratura fece CLICK e il lucchetto si aprì.

Ho una carriere come scassinatrice!”si disse.

Aprì lentamente il coperchio e…non c’era niente. Solo vecchi lenzuoli ingialliti dal tempo. Maria rimase delusa, tanti sforzi per niente.

Maledizione!”urlò tirando un pungo sui lenzuoli.

Ahi!”disse sbattendo la mano contro qualcosa di duro. Non poteva aver battuto sul fondo visto le dimensioni del baule e di certo i lenzuoli non potevano essere così duri. Incuriosita Maria iniziò lentamente a togliere il contenuto dal baule e con sua sorpresa vide che c’era un doppio fondo. Tolto quello la ragazza trovò finalmente ciò che stava cercando.

Tombola!”esclamò soddisfatta.


Lisandro fu molto sorpreso nel trovarsi davanti sua figlia. Elisabeth aveva un’espressione strana, era pallida, aveva gli occhi gonfi e pieni di lacrime. Il suo sguardo aveva perso la sua solita luce e adesso era pieno solo di dolore, sconforto, amarezza e tanta solitudine. Anche se non sapeva dire cosa l’uomo notò immediatamente che la figlia aveva perso qualcosa, si era spenta.

Elisabeth, ma che ci fai tu qui?”

Voglio tornare a casa!”

L’uomo uscì in strada insieme alla figlia.

Ma sei impazzita? Sai cosa ti succederà se torni!”

Non mi importa! Niente ha più importanza…voglio solo che questa storia finisca! E poi dovresti essere contento, ti sto risparmiando tanta fatica!”

Liz, non scherzare! Io non ho mai voluto questo e non lo voglio ora! Ho parlato con Maria…”

Elisabeth alzò lo sguardo su suo padre.

Adesso ti credo, bambina mia. Però è tardi ormai, non posso fare più niente per te! Se torni a casa non posso aiutarti, però posso provare a convincere gli altri a lasciar perdere e buttarsi tutto alle spalle. Tu però devi sparire…”

Io non voglio scappare. Se volete la mia vita prendetela, prendetevi quello che volete, ma giurami che lascerete in pace lui!”

Lizzie…”

Lisandro era sempre più sconvolto. Sua figlia era andata lì per offrirgli la sua vita, pur di proteggere quella del vampiro. Maria aveva ragione su di lei, su di loro…Più la guardava più aveva difficoltà a riconoscere la sua Lizzie, la bambina vivace e allegra, con un grande rispetto e amore per la vita. Invece adesso aveva davanti un corpo vuoto, senza più un anima e con nel cuore un grande dolore e la colpa di tutto questo era sua. Se avesse capito prima…

Cosa ti è successo?”

L’ho lasciato andare…se restavo lui…io…”e scoppiò a piangere cercando rifugio tra le braccia del padre come quando era piccola.

Non capisco…spiegati meglio!”

La profezia…io non posso restare, non potrei vivere se dovessi fargli del male…io lo amo…e mi dispiace se ti ho deluso, ma non ci posso far niente. Io lo amo da impazzire e lo ucciderò se resto…”

Lisandro ancora non si era abituato all’idea che sua figlia fosse innamorata di un vampiro, la sola idea lo turbava molto. Però stava molto peggio nel vedere la sua bambina ridotta così, con il cuore in pezzi, sopraffatta dal dolore…Si sentì in colpa per ciò che stava accadendo. Se avesse lasciato in pace sua figlia probabilmente adesso non sarebbero state così le cose.

Ti prego papà portami a casa…Voglio tornare al villaggio prima che sia tardi!”

Ma se torni…”

Credimi, non ho più niente da perdere. Non c’è più niente di importante…”

Nel sentire quelle parole anche Lisandro cominciò a piangere. Sua figlia gli stava chiedendo di portarla al martirio e se erano arrivati a questo punto era colpa sua e del suo orgoglio che non gli aveva fatto vedere la verità. Se Elisabeth avesse messo piede a Sierra del Sol sarebbe morta e anche se era il capo del villaggio, lui non poteva impedirlo, al massimo poteva solo rimandare l’inevitabile.

Loro vorranno che tu uccida il vampiro…”

Sai che non lo farò!”

Loro vorranno la tua di vita per questo!”

Che se la prendano!”

Liz, tu sei mia figlia io non voglio che…”

Non si può scappare al proprio destino. Io non ucciderò Angel ne ora ne mai e se la mia morte metterà fine a questa storia allora che facciano pure. L’unica cosa che mi interessa è lui, l’unica cosa che voglio è…se io muoio lui vivrà! Questo è tutto!”

Non ti permetterò di farlo!”

Come hai detto tu papà non dipende più da te! Io non voglio più scappare e tanto non sarebbe servito. Sapevo che prima o poi sarei dovuta tornare…ti prego papà, solo per questa volta lascia decidere a me della mia vita!”

L’uomo si sentì allo stesso tempo orgoglioso e terrorizzato. Ora riconosceva la figlia che aveva cresciuto, la ragazza altruista e generosa che amava tanto, ma proprio adesso che l’aveva ritrovata stava per perderla di nuovo e questa volta per sempre. Guardando ciò che Elisabeth era disposta a fare per quel vampiro l’uomo cominciò a pensare che lui non fosse così terribile come le loro storie dicevano, sua figlia non poteva amare un mostro…l’espressione della ragazza era seria e determinata, questa volta avrebbe dovuto fare come voleva lei.

Non permetterò che loro ti uccidano! Troverò il modo per tirarti fuori da questo guaio!”

Elisabeth rimase in silenzio, non ebbe la forza di dire a suo padre che non voleva tirarsene fuori. Dentro al suo cuore c’era un enorme buco nero che cresceva lentamente risucchiano ogni energia, ogni sentimento, ogni altra cose che non fosse il dolore. Lei si sentiva ogni minuto sempre più stanca, spossata e tutto ciò che voleva era mettere la parola fine a quella storia e ad una vita che stava cominciando a disprezzare perché le aveva tolto l’unica cosa che aveva veramente voluto.


Lisandro accompagnò la figlia all’interno dell’edificio con grande stupore da parte dei presenti. Ordinò che nessuno le facesse del male, non le si doveva torcere nemmeno un capello e non appena Garcia fu tornato si rinchiuse nuovamente in una stanza per parlare da solo con lui.

Nonostante i fatti Lisandro continuava a fidarsi dell’amico e continuava a sperare che i suoi presentimenti fossero sbagliati, infondo c’erano tante persone che lo odiavano e Garcia poteva solo essere una vittima di loro sporco gioco. Lui non aveva motivo di odiarlo e l’uomo non si sentiva di accusare un amico fidato se non davanti a prove certe.

Ma cosa diavolo sta succedendo?- chiese Garcia- Come hai fatto?”

E’ tornata da sola! Dice di voler tornare a casa!”

Garcia pensò che il suo discorsetto con Angel aveva fruttato più di quanto si aspettasse. Dalla gioia sentì un brivido salirgli su per la schiena.

Bene! Allora forse le è rimasto un minimo di buon senso!”

Ma se la riportiamo finirà per morire!”

Lisandro Elisabeth ci ha traditi! Tu stesso lo hai detto poche ore fa!”

Mi sbagliavo…le cose adesso sono diverse…e poi lei rimane mia figlia!”

C’è qualcosa che non mi dici? Ti prego parla…non capisco cosa ti abbia fatto cambiare idea! Hai dato ordine di catturarla non appena fossi tornato!!”

Le cose non quadrano…c’è qualcosa che non mi torna…”

Garcia si irrigidì. Non poteva accorgersene adesso, non ora che era così vicino.

Cosa intendi?”

Lisandro notò la strana reazione dell’uomo e decise che forse era più prudente non scoprirsi troppo. Non voleva insospettire nessuno e anche se credeva sinceramente che Garcia forse estraneo a questa storia non se la sentiva di rischiare la vita di sua figlia.

E’ come se qualcuno stesse tramando nell’ombra…è una sensazione…”

Qualche sospetto?”

Niente di preciso, ma è qualcuno di molto vicino a noi. Tu sei l’unica persona di cui mi fidi ancora…”

Garcia si sentì sollevato. L’uomo non sembrava neanche lontanamente sospettare che il traditore che stava cercando fosse li davanti ai suoi occhi. Ora però doveva essere più cauto, non poteva rischiare di rovinare tutto.

Cosa vuoi fare?”

Elisabeth ha ragione, dobbiamo tornare a casa e vedere di chiudere questa storia una volta per tutte! Assicurati che a mia figlia non succeda niente!”

Consideralo già fatto!”

Infondo era nel suo interesse che Elisabeth arrivasse tutta intera al processo. La piega che avevano preso gli eventi però lo costrinsero a fare un lieve cambiamento al piano.

Poche ore dopo quelle conversazione tutto era già pronto e Lisandro e la sua gente si avviarono verso casa.


RIGHT WARS AND WRONG LOVES


Angel entrò di corsa nell’ufficio e scese in un lampo in cerca di Elisabeth. Lei però non era più lì. Il vampiro se l’era aspettato, dopo quello che le aveva detto, dopo come si era comportato lei non poteva essere rimasta lì ad aspettarlo.

Buffy lo aveva seguito al piano di sotto.

Non è qui! Intendo Elisabeth!”

Lo immaginavo. Sono stato un’idiota…non ho capito che lei…Non posso perderla!”

Lo so!”

La amo da impazzire e l’ho trattata come una…Come faccio a farmi perdonare?”

Dille la verità!”

Tu come facevi a sapere che non è più qui?”

Ho visto e sentito tutto e ho parlato con lei dopo che sei uscito!”

Buffy ripensò a quello che Elisabeth le aveva detto se gli diceva dove era Angel avrebbe rischiato la vita, ma se fosse stata zitta con che coraggio l’avrebbe di nuovo guardato negli occhi?

Le ho detto cose che non pensavo. Mi sono fatto prendere in giro e lei non ha fatto niente per difendersi. È stata lì…avrei dovuto capire che mentiva, lo aveva già fatto!”

Sei sicuro che mentisse!”

Certo!!”

E cosa succederebbe se ti sbagliassi o se ormai fosse tardi per recuperare?”

Non lo so…Ho perso tante persone che amavo in questi anni, non sono sicuro di poter sopportare anche questo…Vorrei solo capire perché se n’è andata! Le avevo detto che insieme potevamo affrontarli…perché non si è fidate di me?”

Buffy pensò a cosa avrebbe voluto lei se si fosse trovata nei suoi panni e in un attimo la scelta fu presa.

Dopo che se n’è andata ho trovato questo! Qui c’è la risposta al suo comportamento sull’amuleto, per le bugie che ti ha detto prima, per tutto!”

Cosa è?”

Sembrerebbe un vecchio diario!”

Che c’è scritto?”

Buffy lo aprì ad una pagina che aveva segnato.

L’eredi di Cloe ristabilirà la giustizia. Nel sangue è cominciata e nel sangue finirà! Questa è la profezia che secondo la sua gente dice che lei ti ucciderà!”

Ma questo già lo sapevo e non mi importava! Lei non lo avrebbe mai fatto!”

Non volontariamente. Ma il libro è chiaro e dice che se lei ti fosse rimasta accanto ti avrebbe ucciso. Così quando tu l’hai aggredita ha preso la palla al balzo. Mi ha detto che voleva proteggerti…”

Sapeva che non l’avrei mai lasciata andare…”borbottò il vampiro.

Lei ti ama moltissimo…aveva paura di perderti…aveva paura di farti del male!”

E invece l’ho fatto io ha lei? Come stava?”

Come te! Distrutta…”

La devo ritrovare prima che faccia una sciocchezza!”

Che intendi?”

Potrebbe cacciarsi nei guai per colpa mia…devo andare prima che sia tardi!”fece Angel avvicinandosi alla porta.

Ma sai almeno dove cercarla?”

No…”ammise fermandosi.

Credo di saperlo io…”disse Buffy titubante.

Allora cosa aspetti a dirmelo? Ti prego parla!”

E’ tornata a casa! Ha detto che era ora di tornare a casa!”

Quelle parole colpirono Angel come un pugno allo stomaco. L’aveva fatto davvero, era tornata a casa per mettere al sicuro lui. Questo non lo poteva permettere, doveva andare a salvarla. Elisabeth aveva detto più volte che cosa sarebbe successo in caso fosse tornata…tremava alla sola idea di andare da loro e adesso si era consegnata…per lui.

Angel cominciò a pregare di arrivare in tempo. Non si sarebbe mai perdonato se fosse arrivato tardi, ma il destino beffardo si mise di nuovo in mezzo.

Tornati al piano di sopra Angel e Buffy trovarono Xander seduto su una sedia. Respirava con difficoltà e non era ridotto molto bene; il volto era una maschera di sangue.

Cosa è successo? Xander chi ti ha ridotto così?”chiese la cacciatrice.

Dove è Connor?”domandò il vampiro.

Il portale…si sta riaprendo…sbrigatevi…”

Connor?”ripetè Angel.

E’ voluto rimanere! Sono usciti dei demoni…sono molto forti…non resisterà a lungo da solo!”

Potete farcela da soli?” domandò il vampiro ai compagni.

Per chiudere il portale dovete ripetere il rito. Tu sei indispensabile!”

Il fato si era proprio messo contro di lui. Per l’ennesima volta la sua missione gli chiedeva di posporre la sua vita, il suo amore. Questa volta però era diverso perché scegliere di andare significava perdere Elisabeth, perderla per sempre. Se andava rischiava di non arrivare in tempo…scegliere però di non andare significava l’apocalisse e poi c’era Connor da salvare. Non poteva rischiare la vita del suo unico figlio. Sapeva però che se per quella scelta l’avesse persa non se lo sarebbe mai perdonato…lui aveva bisogno della sua piccola e dolce Lizzie per andare avanti, e lei lo doveva sapere. Non poteva permettere che finisse tutto così. Guardò per un attimo il medaglione di Elisabeth, e lo strinse forte e nel profondo del cuore sperò che almeno per quella volta le PTB gli avrebbero dato una mano dandogli il tempo di salvare anche il suo amore. Non poteva far altro che aggrapparsi a quella vana speranza.

Avanti muoviamoci!”ordinò agli altri.


Sulle macerie dell’Hymperion intanto Connor continuava a lottare contro tre demoni, mentre altri ne stavano uscendo dal portale ormai sull’orlo di riaprirsi.

Cosa facciamo adesso?”domandò Willow mentre correvano all’hotel.

Noi ci sbarazziamo dei demoni che sono usciti, mentre tu e Giles disegnate i pentacoli a terra. Appena finito ci fate un segno e sigilliamo per sempre quel dannato buco!”

Bene!Semplice, chiaro, efficiente!”

Quando infine raggiunsero Connor la situazione era ampiamente degenerata. Adesso il ragazzo stava cercando di tener testa ad una decina di demoni e stava per avere la peggio. Senza perdere tempo Angel andò in aiuto del figlio, seguito subito dai suoi amici.

Attuare il piano del vampiro però non fu tanto semplice come sembrava. I mostri questa volta aveva intuito ciò che gli umani volevano fare e con tutta la violenza e la ferocia di cui erano capaci si scagliarono contro Giles e Willow. Tener loro testa si rivelò più arduo della volta prima. I demoni erano più abili e più difficili da uccidere e inoltre per ognuno che veniva ucciso altri due ne uscivano dal portale.

Angel però non era disposto a farsi sconfiggere, e vedendo che la lotta stava per volgersi a loro sfavore si infervorò. Usò la sua rabbia, la frustrazione e la paura come una spinta, prese da ogni emozione che lo animava la forza per uscire da quella situazione. Non poteva, e per la prima volta non voleva, morire. Adesso aveva qualcosa, anzi qualcuno per cui vivere, aveva qualcuno da salvare e non sarebbero bastati mille di quei demoni per impedirgli di farlo.

Gli altri, come contagiati dallo spirito battagliero del loro capo, sentirono una nuova forza invadergli il corpo, sentirono rinascere il guerriero, il campione che si celava nella loro anima.

Quando finalmente i pentacoli furono disegnati ognuno riprese la propria posizione: Angel sotto il portale, Spike e Illyria sul secondo pentacolo. Come la prima volta ripeterono il rito e questa volta dopo aver infranto il cristallo Angel usò il medaglione, lo posiziono al centro del simbolo che aveva sotto i piedi. Una luce bianca e accecante inondò tutti per un attimo e quando furono di nuovo in grado di aprire gli occhi il portale era sparito.

La chiusura però aveva richiesto più tempo del previsto e adesso c’erano più di cento demoni che li circondavano e sembravano piuttosto arrabbiati per quello che era successo. Il lavoro non era ancora finito.

Avanti facciamola finita!”disse ai suoi compagni.


Elisabeth nel frattempo era ormai molto vicina a casa. Dalla macchina vedeva scorrere paesaggi familiari, posti cari al suo cuore; i prati in cui giocava da bambina con la madre, il bosco in cui tante volte si era nascosta dopo le liti con il padre e in lontananza le miniere abbandonate, il posto in cui tanti anni prima aveva trovato la sua amica. Però niente di ciò che vedeva le dava conforto, niente riusciva a penetrare il dolore che le invadeva l’anima.

Nonostante tutto il suo cuore era rimasto a Los Angeles, con Angel e incurante del proprio destino non riusciva a smettere di pensare a lui, di preoccuparsi per lui. Probabilmente adesso lui stava combattendo insieme ai suoi amici, insieme a Buffy…

Lei invece era sola. L’unica consolazione le veniva dal sapere che non lo sarebbe rimasta allungo, il freddo e il dolore che come un cancro le infettavano il cuore presto sarebbero spariti, tutto sarebbe sparito…sapeva bene che nonostante le sue buone intenzioni ormai suo padre non poteva fare molto per lei e non le importava. Infondo era tornata proprio per questo, per salvare il suo amore e ciò implicava che lei dovesse morire. Il libro parlava chiaro: uno dei due doveva soccombere e naturalmente quel diario auspicava che fosse lui, Elisabeth però non era d’accordo e aveva trovato un altro finale per quella storia. E adesso che il medaglione non apparteneva più a lei o alla sua gente, nessuno avrebbe più potuto far niente.

La macchina si fermò e lei lentamente scese. Ad attenderla c’era una folla, ogni abitante del villaggio si era radunato per vedere l’arrivo della traditrice. Adesso non le rivolgevano più sguardi dolci e benevoli, ma occhiate inquisitorie e cariche di rancore. Non guardavano più la loro figlia prediletta, ma la più vile delle traditrici. Elisabeth cercò Maria tra la folla, ma l’amica non c’era…forse era meglio così.

Secondo tradizione la ragazza fu portata sul palco perché tutto il popolo assistesse a ciò che stava per accadere. Elisabeth avrebbe dovuto essere sottoposta al giudizio degli Anziani, le figure più potenti tra il loro clan. A loro spettava la decisione se lasciarla vivere o farla morire.

Tutto il processo sarebbe stato molto lento, e per arrivare ad una conclusione ci sarebbero voluti almeno un paio di giorni. Fino ad allora Elisabeth sarebbe stata portata a El Diablo, l’antica prigione. Lisandro si avvicinò agli anziani e usando tutto il suo potere e la sua influenza cercò di convincerli a lasciare con lui la ragazza, lasciare che in quei giorni stesse a casa.

Quel posto è abbandonato da anni! Non è più sicuro o adatto al ruolo che deve svolgere. Se lasciate che venga con me, saremo tutti più sicuri!”

Questo non è ciò che dice l’antica legge! Perché dovremmo fare un’eccezione?”

Lei non scapperà! È tornata volontariamente, vi do la mia parola che comparirà davanti al giudizio!”

Tu sei suo padre, come possiamo credere che porterai veramente lì tua figlia?”

Io sono anche un membro del Consiglio stesso e vi giuro che ci sarò!”

Lisandro non poteva farsi vedere troppo clemente e permissivo nei confronti di Elisabeth o rischiava di essere estromesso dall’intera faccenda.

Lei non è più parte di questa comunità e di questo clan. Ha perso il diritto di abitare qui quando ha voltato le spalle alla sua gente!”

La folla applaudì e urlò entusiasta, per mostrare al loro capo che condividevano il punto di vista degli anziani. Non la volevano nel loro villaggio, non era più degna di quel posto.

Andrò a El Diablo!- disse Elisabeth apatica- Non voglio più niente da voi. Fate ciò che dovete, ma guardatevi allo specchio quando tornerete a casa! Fatevi un esame di coscienza e chiedetevi con sincerità se davvero vi sentite migliori di me!”

Le persone si ammutolirono. Tutti fissarono la ragazza e videro il suo volto segnato dal dolore, ma al tempo stesso percepirono la forza che le faceva compiere quel gesto disperato e sentirono per un attimo crescere dentro i loro cuori una forte ammirazione verso di lei. Loro non sapevano cosa fosse successo ad Elisabeth, ne cosa l’avesse spinta a tornare però si sentivano pronti a condannarla. Nessuno disse niente, ma tutti si sentirono colpevoli di qualcosa.

Bene così è deciso! Rimarrai confinata a El Diablo fino al processo!”

E se scapperà!”fece una voce anonima fra la gente.

Non ho nessun motivo per scappare. Se avessi voluto andarmene non sarei certo qui adesso!”

Il suo tono era sempre apatico, ma forte e orgoglioso. Non le interessava ciò che stava accadendo.

Guardandola stare lì senza neanche cercare di difendersi o di spiegarsi, la folla stentava a riconoscere in quel corpo vuoto la ragazza dolce e gentile , sempre allegra e pronta a ribellarsi che negli anni avevano imparato a rispettare ed amare. Qualunque cosa fosse successa sembrava che lei stesse già scontando la pena più grande che cuore umano fosse in grado di sopportare.

Tra il silenzio più assoluto, in un’atmosfera irreale, Elisabeth fu scortata fino alla sua prigione.


TRUTH AND LIES


El Diablo era una piccola costruzione spoglia, situata fuori dal villaggio. Nei tempi in cui il clan era al massimo del suo potere era usata come una prigione, in cui venivano destinati i peggiori criminali, quelli che si macchiavano dei delitti più efferati. Il fatto che quella costruzione si trovasse oltre i confini del villaggio, serviva a rimarcare l’estraneità del clan con quelle persone, come un disconoscimento. Prima di Elisabeth la dentro c’erano stati assassini, stupratori e altri tra i peggiori elementi del genere umano. Ciò di cui lei però si era macchiata veniva considerato il peggiore tra tutti i reati. Non solo per il rifiuto di adempiere al suo destino, ma soprattutto per essersi innamorata del vampiro che loro odiavano. Lei veniva punita perché amava qualcuno oltre l’umana comprensione e in nome di quell’amore era disposta a subire tutto ciò che la sua gente avrebbe ritenuto opportuno. Elisabeth credeva che così tutti sarebbero stati contenti: il suo popolo avrebbe avuto una vendetta, lei avrebbe finalmente trovato la pace che tanto agognava ed Angel sarebbe stato al sicuro, ignaro della sorte della ragazza.


Elisabeth non si sentì particolarmente turbata all’idea di stare lì. Almeno era sicura di essere lasciata in pace. Secondo le vecchie storie quel posto era ancora infestato dagli spiriti rabbiosi dei criminali che erano morti tra quelle mura, che aspettavano il momento per prendersi la loro vendetta e i popolani erano troppo superstiziosi per avventurarsi fin lassù. Lei invece non aveva mai creduto a quelle storie e fin da piccola aveva fatto di quel posto il suo nascondiglio segreto; un posto sicuro in cui tornare quando tutto andava storto e il mondo sembrava oscuro e cattivo. Elisabeth aveva considerato per anni quel posto il suo piccolo paradiso e mai avrebbe potuto immaginare che avrebbe finito per diventare una prigione.

Adesso però stare lì non le dava conforto, ne sicurezza. Non riusciva più a godere del gioioso canto degli uccelli e dell’infinta pace che veniva dalla natura che la circondava. Ogni suo pensiero era rivolto al suo amore e più pensava a lui più nella sua mente ritornava il ricordo dell’ultima volta che l’aveva visto. Ogni volta che chiedeva gli occhi rivedeva il suo sguardo, era così furioso, così carico di rabbia e forse anche di odio. Elisabeth continuava a ripetersi che era meglio così, che per lui sarebbe stato più facile accettare tutto, che avrebbe sofferto di meno...ma mentiva a se stessa e lo sapeva. Prima o poi Angel avrebbe scoperto ciò che era successo e allora sarebbe stato peggio, avrebbe sofferto immensamente e probabilmente si sarebbe arrabbiato con lei per averlo ingannato. Lei si sentiva incolpa per come l’aveva trattato, per le bugie che gli aveva detto…avrebbe voluto che tra loro fosse finita in modo diverso, non sopportava l’idea che Angel la odiasse. Il solo pensiero le straziava il cuore. Gli voleva parlare, voleva spiegargli e soprattutto avrebbe voluto dirgli un’ultima volta che lo amava. Voleva guardarlo per un’ultima volta in quegli occhi scuri e intensi, doveva aveva trovato se stessa e la felicità, e ringraziarlo per tutto quello che gli aveva dato.

Lentamente si mise a sedere su una vecchia sedia di vimini. Il suo sguardo stanco cadde sul vecchio tavolo polveroso su cui si trovavano alcuni fogli ingialliti.

Muovendosi come un automa Elisabeth perse una penna dalla sua borsa, allungò la mano verso i fogli e iniziò a scrivere una lettere che mai avrebbe dovuto essere letta o spedita.


Maria, ancora in soffitta, ignorava il ritorno dell’amica. Dal suo arrivo non aveva mai alzato il capo da quei vecchi diari. Ogni pagina avvicinava la ragazza alla verità e lentamente le fu chiaro cosa stesse succedendo e il perché. Ora capiva, ora sapeva…e la cosa la faceva inorridire. Per la prima volta Maria si vergognò della sua famiglia e si spaventò di ciò che era arrivata a fare negli anni. Da decenni ormai loro tramavano contro la famiglia dell’amica con l’intento di impadronirsi di quel dannato amuleto, quello stesso che anche lei aveva desiderato. Ormai non poteva più negare o sperare in niente, sapeva come stavano le cose e se voleva che Elisabeth uscisse viva da quella storia doveva smascherare i suoi stessi parenti. Doveva rivoltarsi contro la sua gente e tradirli.

Solo in quel momento capì ciò che Lizzie doveva aver provato decidendo di lasciare il villaggio e rinnegando la profezia. Solo adesso capiva il dolore e il coraggio che quella scelta richiedeva.

Una parte del suo cuore però capiva e condivideva la bramosia di potere che aveva accecato la sua famiglia. Aveva provato sulla sua pelle quanto bruciasse la gelosia, quanto amaro fosse il sapore dell’invidia e quanto fosse duro sopportare il peso della frustrazione, ma era stata capace di buttarsi tutto alle spalle e aveva trovato molto di più di quanto un pezzo di ferro non avrebbe mai potuto darle. Aveva trovato un po’ di pace per se stessa e un’amica fidata, una complice, una sorella.

Ciò che i diari riportavano erano piani diabolici, complotti e Dio sa quant’altro. Tutto quello era troppo, l’odio aveva preso il sopravvento ed era fuggito al loro controllo. Si parlava di omicidi, ricatti, alleanza mostruose…

A Maria venne la pelle d’oca doveva assolutamente parlare con Elisabeth, dirle cosa era successo e cosa stava succedendo, doveva parlare con Lisandro prima che lui…

Prima di tutto quindi doveva tornare a Los Angeles. Scese velocemente le scale, ma giunta al pian terreno trovò suo padre e sua madre impegnati nei festeggiamenti.

Papà, che ci fai ancora qui? Ti credevo a L.A!”

Ci sono stato bambina mia, ci sono stato. E torno con le notizie migliore del mondo! Le cose hanno preso una piega inaspettata e sembra che la sorte finalmente giri dalla nostra parte! Ormai il nostro momento è vicino!”

Non ti seguo!”disse Maria temendo ciò che il padre poteva dirle.

Elisabeth è tornata da sola! Si è consegnata!! Adesso è a El Diablo in attesa del processo!!”disse scoppiando in una risata fragorosa.

La ragazza sbiancò. Si sentì salire le lacrime agli occhi. Perché Elisabeth si era consegnata? E Angel che fine aveva fatto? Che fosse…no, non poteva essere. Lei non avrebbe mai ucciso il suo amore.

Presto sarai tu la nuova portatrice e tutto tornerà come avrebbe sempre dovuto essere!”disse con voce stridula sua madre.

Maria fece ricorso a tutta la sua forza di volontà per dipingersi sul volto un sorriso stentato e poi si avviò verso la porta.

Adesso dove vai bambina? Non festeggi con noi?”chiese la donna.

Voglio vedere Elisabeth!”disse a stento.

Perché dovresti farlo?”chiese suo padre.

Per dirle quello che penso di lei e della nostra amicizia! Finalmente posso togliermi questo peso dal cuore!” disse lei cercando di assumere il tono più freddo possibile.

Il padre rise soddisfatto, orgoglioso della cattiveria della sua bambina. Maria fu disgustata da quella reazione.

Allora va! Ma non trattenerti molto!”

Come vuoi papà!”disse uscendo di corsa incapace di trattenere oltre le lacrime.

Ora doveva correre da Elisabeth, lei doveva assolutamente sapere.


Quando arrivò a El Diablo Maria trovò Elisabeth impegnata a scrivere qualcosa. Non appena entrò lei fece uno scatto e si affrettò a nascondere i fogli. Quando vide che l’intruso era la sua migliore amica tirò un sospiro di sollievo, felice finalmente di vedere un volto amico.

Stavi scrivendo la storia della tua vita?”

Non proprio!”

Meno male, perché tolti gli ultimi eventi la tua vita è molto noiosa!”

Le memorie dei condannati però sono sempre dei bestsellers!”

A chi stavi scrivendo?”

A nessuno…volevo solo fare un po’ di chiarezza!”

Maria però con la coda dell’occhio riuscì a vedere un angolo di foglio in cui c’era scritto <Caro Angel>. Doveva essere una lettere per lui, il che significava che era ancora vivo, però non spiegava come lui le avesse lasciato fare una tale sciocchezza.

Che ci fai qui?- chiese infine Maria- E cosa ti è successo? Non mi sembri molto felice, anzi sembra che ti sia appena passato sopra un tir. Perché sei tornata? I miei mi hanno detto che ti sei consegnata! Sei forse impazzita?”

Elisabeth scoppiò di nuovo a piangere e Maria l’abbracciò forte. Mai in vita sua aveva visto l’amica ridotta in quello stato e sapeva che al momento c’era un’unica persona che aveva sulla ragazza un tale ascendente; Angel. Ma Lizzie non era in grado di parlare, ora aveva bisogno solo di piangere e sfogare l’immenso dolore che provava. Le due amiche restarono così per un po’ poi Maria le chiese dolcemente:

Centra lui con tutto questo?”

No…- le disse lei singhiozzando- ho fatto tutto da sola!”

Questo era chiaro! Questo è uno dei tuoi colpi di genio…ma perché lui non ti ha fermato!”

Perché non glielo ho lasciato fare!”

Che hai combinato?”

Io dovevo lasciarlo…la profezia…non potevo restare! L’avrei ucciso e allora…”

Hai deciso di farti ammazzare? Non mi sembra una soluzione brillante! Potevi scappare!”

No!! Se io vivo lui muore…e questo non lo posso permettere!”

E pensi che se tu muori lui vivrà felice e contento? Avanti Liz, lui starà proprio come te!”

No…lui starà bene…lei gli starà vicino! Lo supererà!”

Lei? Cosa stai dicendo? Ora tu mi racconti tutto quello che è successo!”

Elisabeth obbedì. Adesso come mai aveva bisogno del conforto e del sostegno della sua amica. Non poteva neanche sospettare che il peggio ancora doveva arrivare.

Capisco- mormorò alla fine Maria- Ora capisco perché stai così! Sei una matta e questo è un suicidio!”

Lo so. Ma che altro potevo fare?”

Cercare un’altra soluzione…Forse dopo che ti avrò parlato molte cose saranno diverse. Io però non ho molto tempo e devo dirti tante cose, quindi ti prego ascoltami con attenzione. Ho scoperto delle cose sulle nostre famiglie, cose che riguardano Angel e la profezia. Le cose non stanno come sembrano, o meglio non avrebbero mai dovuto stare così!”

Elisabeth guardò l’amica incuriosita:

Dai racconta!”

Tutto è iniziato all’epoca della maledizione quando Angel uccise la figlia di Cloe. Sai cosa successe in quell’occasione?”

Si, me lo ha raccontato lui. Mi ha detto che Darla, la vampira con cui stava all’epoca, gli portò in dono per il suo compleanno, la ragazza, e in seguito per ciò che aveva fatto fu punito dalla nostra gente con la maledizione che gli restituiva l’anima!”

Maria annuì.

Questo però non è tutto. Quella sera successero altre cose che tu non sai e che probabilmente anche lui non sa e che sono la causa di quello che sta avvenendo adesso. Tutto ciò che stai passando Lizzie è frutto di una laboriosa e diabolica macchinazione e di inganni e intrighi iniziati tutti quella dannata notte. Però voglio procedere con ordine.

Ti sei mai chiesta come abbia fatto la nostra gente a sapere chi aveva ucciso la figlia di Cloe? Infondo era stata Darla a rapirla per portarla ad Angel, tu stessa lo hai detto era un dono per lui. Inoltre lui non l’aveva uccisa di certo in pubblico, per quanto ne so io era in una casa, al sicuro da occhi in discreti. Quindi perché punire lui e non lei?”

Il ragionamento di Maria non faceva una grinza. Il cuore di Elisabeth stava galoppando, le parole dell’amica la infervorarono, sentiva che il segreto che stava per svelarle avrebbe potuto cambiare le cose, ma al tempo stesso temeva quelle informazioni. Con un gesto le fece cenno di continuare.

Io non so esattamente da dove o come cominciare, sono ancora un po’ confusa sulla cronologia di questa storia! E’ tutto molto intrigato…comunque cercherò di essere il più chiara e il più breve possibile.

Quando il nostro popolo viveva in Romania, prima che il clan si disperdesse, tra le varie famiglie non regnava proprio pace e armonia. Al contrario, nell’aria c’erano forti tensioni dovuti alla successione al potere; il capo del villaggio era morto senza lasciare un erede diretto. In tal caso la legge diceva che il trono andava conteso tra le famiglie più prossime alla sua; in quel caso le nostre. Come immaginerai alla fine della disputa il Consiglio degli Anziani affidò il potere alla tua rilegando di nuovo la mia in secondo posto. La decisione ufficiale però non mise fine al conflitto e ai dissapori. Un forte malcontento si diffuse nella mia famiglia e tra coloro che ne sostenevano l’ascesa al potere, e fu allora che iniziò tutto. Fu allora che i miei parenti decisero di riprendersi ciò che reputavano loro di diritto e giurarono di riprenderselo ad ogni costo!

Naturalmente però non poteva attaccare la tua famiglia direttamente o sarebbero stati uccisi come traditori. Così decisero di colpire la famiglia di Cloe alle spalle nel modo più subdolo che puoi immaginare. Per ottenere il potere in modo lecito era sufficiente eliminare la discendenza della nuova famiglia, così che alla morte del capo, per legge il potere sarebbe andato a noi.

Per appagare la bramosia che li infiammava i miei parenti non si fecero alcuno scrupolo e strinsero un patto con un vampiro, Darla. Le offrirono la vita della figlia di Cloe e del resto della sua famiglia assicurandole che non ci sarebbero state ritorsioni. Ovviamente pretesero l’incolumità per noi. Una volta stretto il patto poi il capostipite della mia famiglia attirò la ragazza in una trappola e la consegnò a Darla che poi la donò ad Angel. Come finì poi lo sai!”

Ad Elisabeth cominciò a girare la testa. Non capiva come quelle informazioni potessero esserle utili. Maria intuendo la sua confusione si affrettò a continuare:

Quello che il perfido piano del mio antenato non aveva previsto era la furia che quella morte suscitò nel nostro popolo. L’odio e la sete di vendetta presero il sopravvento su ogni altra cosa, annebbiando le menti degli uomini, che istigati dalla tua famiglia iniziò una vera e propria caccia all’uomo. Temendo di venire scoperto e di subire le conseguenze di ciò che aveva fatto, il mio avo puntò l’attenzione su un vampiro. Darla a sua volta per non farsi scoprire fu abile a indirizzare gli sguardi verso Angel. La furia che provava il nostro popolo però non sarebbe stata appagata da una semplice uccisione, troppo immediata e troppo indolore per supplire al male che lui aveva recato loro così trovarono una punizione peggiore…”

La maledizione…”concluse Elisabeth, ma Maria a sorpresa scosse la testa.

Fecero di peggio. Decisero di togliergli il suo destino. La profezia, quella originale che fu affidata alla nostra gente affinché la custodissimo, prevedeva per Angel una sorte ben diversa da quella che gli è toccata. La versione vera parlava di Angel in termini di un eletto, un prescelto destinato a giocare un ruolo molto importante nella battaglia contro il male. Lui sarebbe stato il campione dell’umanità. La nostra gente doveva riportarlo al bene restituendogli l’anima, ma non con una maledizione. Lui non doveva soffrire le pene che ha passato, non tutte insieme, ma lentamente e la figlia prediletta doveva guidarlo nel suo compito. Come ricompensa se lui avesse adempiuto a ciò che era stato profetizzato PTB lo avrebbero fatto tornare umano.

Inoltre per evitare che altre persone in futuro cambiassero la punizione datogli la profezia originale fu sostituita con quella che consoci…la copia originale è un documento niaziano che dovrebbe chiamarsi Shan…qualcosa…Shanu…no…Shanshu, si ecco Shanshu! Quindi in realtà Cloe avrebbe dovuto creare e usare il medaglione per lui, non contro di lui. Doveva guidarlo, non cacciarlo!

Quella notte a causa dei raggiri della mia famiglia cambiò tutto, sia per lui che per te!

Mi dispiace Lizzie…io mi sento in colpa per…”

Ma Elisabeth le fece segno di non continuare. Era già troppo quello che le aveva racconta. Ora si sentiva svenire! Non era colpa della famiglia di Maria, almeno non del tutto! Era stata la sua famiglia a fare quelle cose atroci ad Angel, al suo Angel. Il senso di colpa che provava crebbe a dismisura, quasi fino a soffocarla. Come poteva perdonarla per quello, lo avevano privato di ciò che desiderava di più al mondo. Purtroppo però la storia non era ancora finita.

Sai cosa successe ad Angel dopo che riebbe la sua anima?”

Si…lui…scappò per il dolore ed i sensi di colpa!”disse la ragazza con il volto rigato dalle lacrime.

Lo avevo immaginato…Darla e i suoi compagni però si misero sul piede di guerra, non gradirono lo scherzo fatto ad Angel e il voltafaccia del mio avo. Vennero all’accampamento per togliere la maledizione , ma la notte finì in una strage.

Il nostro clan fu quasi completamente sterminato e pochi furono quelli che scamparono. Tra i sopravvissuti c’erano le nostre famiglie.”

Questo lo so! E so anche che riuniti i sopravvissuti questi giurarono vendetta verso Angel!”

Ma di nuovo non era stato lui ad attaccare l’accampamento! Ancora una volta la mia famiglia si mise in mezzo pensando di poter ancora ottenere ciò che voleva. Portò tutti ad addossare la colpa di quel macello ad Angel e accomunati da un odio comune le nostre famiglie si avvicinarono, almeno nelle apparenze. L’ascia di guerra non fu seppellita solo nascosta, negli anni ha cambiato forma, ma non l’obiettivo. La mia famiglia non ha mai smesso di volere il medaglione e il potere che ne consegue e non si è fermata davanti a niente pur di ottenerlo. Così come la sete di vendetta verso Angel si è tramandato nella tua famiglia, la bramosia di quel potere è sopravvissuta nella mia!”

Tra le due ci fu un attimo di silenzio.

Perché mi dici queste cose?”disse infine Elisabeth.

Perché ti voglio bene e questo vale più di uno stupido ciondolo per me. E poi so che al posto mio tu avresti fatto lo stesso!”

Grazie Maria! Anche io ti voglio bene!”

Liz non ho finto mio padre…”

Si questo l’ho capito da sola!”

Elisabeth era scioccata, confusa, indecisa su cosa fare, su come interpretare tutte quelle nuove informazioni.

Maria aiutami…non so più cosa devo fare!”mormorò la ragazza tra le lacrime.


SECRET PLAN


Maria rimase per qualche istante a guardare l’amica che la fissava con gli occhi sgranati poi le disse:

Che razza di domanda è? Va via da questa topaia e torna da lui! All’istante!”

Ma dopo quello che è successo non sono sicura che lui vorrà ancora avere a che fare con me!”

Puoi sempre spigargli tutto! Basta essere sinceri!”

E riuscirà anche a perdonarmi per ciò che gli è stato tolto?”

Quella non è colpa tua, sarebbe stupido punire te per qualcosa successa più di cento anni fa!”

Lui però continua a subire le conseguenze di ciò che gli fecero allora…e non è giusto!”

La devi smettere di colpevolizzarti per tutto quello che succede. Se tra le due c’è una responsabile quella sono io. È colpa della mia famiglia se è successo tutto e se ti trovi in questo brutto pasticcio, quindi fila prima che sia tardi!”

Dimmi una cosa, sai da cosa è nata la falsa profezia?”

Si. Mi sembra che sia nata da qualcosa che ha detto Cloe in punto di morte. Non ho capito bene il senso che dovrebbe avere quel discorso, però escluderei che parlasse di vendetta…”

Ricordi le parole esatte?”

E’ così importante?”

Elisabeth annuì.

Allora…fammi pensare un attimo…mi sembra che più o meno dicesse<La mia discendenza manterrà il potere fino a quando la giustizia verrà ristabilita. Nel sangue tutto è cominciato, nel sangue tutto finirà!”

Elisabeth ripete tra se quelle parole per un po’, poi sembrò riflettere, cercando forse un senso più profondo per quelle frasi. D’un tratto nel suo viso comparve un sorriso triste. Forse c’era un senso per ciò che era accaduto. Ripensò a quando aveva fatto l’amore con Angel, al fatto che lui non aveva perso l’anima. Ora era chiaro il perché; era come un segno… era così che sarebbe dovuto essere. Lui avrebbe dovuto riavere l’anima, ma senza condizioni e era lei che doveva aggiustare le cose. I fatti le avevano dimostrato che ne aveva il potere. Se le cose stavano così forse allora c’era ancora qualcosa che poteva fare e esplorando una tale idea si sentì quasi sollevata…

Liz a cosa stai pensando?”

Credo di sapere cosa volesse dire Cloe, anzi ne sono certa!”

Avanti parla!”

Non si riferiva ad Angel, ma a noi. La giustizia riguarda il torto che facemmo a lui ed è quello che va riparato, quello è il mio compito; devo ridargli la vita che gli portammo via!”

E la parte del sangue?”chiese Maria titubante.

Elisabeth non rispose ma lanciò uno sguardo molto eloquente all’amica.

Ti sbagli!! Non può essere così,mi rifiuto di crederlo! Io non voglio!”disse piangendo.

Ogni azione ha una conseguenza e se c’è una cosa che ho capito è che al proprio destino non si può scappare. Per anni quelle frasi sono state usate come monito per ricordare a tutti la vendetta che andava compiuta, perché l’odio che serbavamo non andasse perduto. Nessuno ha capito che in realtà Cloe con le sue ultime parole auspicava il perdono, sia per lui che per noi stessi…”

Perché però tu dovresti…non è giusto!”

Tutto il risentimento che li anima è troppo grande per svanire nel nulla. Era destino che io tornassi e che finisse così…però sono felice adesso, lo sono davvero!”

Ma sei impazzita! Da qui a due giorni verrai ammazzata e ti senti felice? Io non ti capisco più Lizzie!! Dovremmo dire a tutti la verità…”

Così però le cose non cambieranno! Al posto mio verrà messa tutta la tua famiglia tu inclusa e questo non è giusto! Non voglio che tu ci vada di mezzo!”

Ma…Liz…io…”

No!! Basta con le vendette e i complotti! Basta con tutto quest’odio. La morte dei tuoi servirebbe solo a rompere la fiducia che regna nel villaggio e a far nascere nuovi astii, nuove complotti e sono stanca di tutto questo! È ora che torni la pace…”

Però non è giusto…”

Non fraintendermi Maria. Tuo padre deve essere punito per quello che ha fatto, ma solo per le sue colpe non per quelle di chi lo ha preceduto! Dopo che tutto sarà finito voglio che tu dica tutto agli anziani perché anche lui venga giudicato!”

E’ giusto così... però se loro ti…se tu mor…il medaglione passerà a me e sarà lui il nuovo capo e non sarà facile dimostrare le nostre accuse!”

Non c’è più un medaglione! Niente più eredi per Cloe, la sua discendenza è stata anche troppo lunga!”

Non ti convincerò a cambiare idea vero?”

No!! Adesso so cosa sta succedendo e il perché e mi va bene così! Mi hai dato le notizie migliori del mondo!”

Ma non ti ho salvato la vita!”

Hai fatto di più…mi hai dato speranza. Ora so che tutto finirà bene. So che lui starà bene…potrà di nuovo essere un umano!”

E tu credi che per lui sarà un bene? Quando capirà cosa è successo e quale prezzo ha pagato per tornare umano non troverà pace! Come farà ad essere felice se perde il suo amore?”

Ma tu sei l’unica a sapere tutto! E lui non saprà mai la verità se tu non gliela dici!!”

Proprio tu mi chiedi di mentire? A lui poi?”

Non credevo ti stesse così simpatico! E poi sarebbe stupido stare male in due! Lui può e deve essere felice…questo è tutto ciò che mi importa! Per me ormai è tardi…anche se scappassi loro mi seguirebbero, continuerebbero a darmi la caccia…sarebbe un errore tornare da lui adesso!”

Maria era convinta che questa volta Elisabeth stesse sbagliando, si stava sacrificando per niente e ridare la vita ad Angel non lo avrebbe reso felice per molto. Lui la amava e prima o poi sarebbe venuto a cercarla, avrebbe dimenticato ciò che era successo e sarebbe corso da lei…

Ti devo chiedere un favore, un enorme favore!”

Dimmi!”

Ricordi il libro con cui giocavamo da bambine, quello con il simbolo dell’amuleto? Lo abbiamo nascosto prima di partire!”

Si ricordo. Nella tua famiglia viene trattato come un oggetto sacro!”

Perché lo è! Vorrei che tu me lo portassi e poi vorrei che tu andassi a Los Angeles!”

Da lui?”

Si!”

Ora non ti seguo più. Vuoi che vada da lui per fare cosa?”

Gli porterai una cosa da parte mia, ma non devi dirgli che gliela mando io!”

La cosa si fa complicata!”

Ti spiegherò con calma più tardi! Ti prego adesso va, non ho molto tempo!”

Come vuoi…però io continuo a non capire cosa hai in mente!”fece Maria e corse via.

Non impiegò molto per arrivare a destinazione. Elisabeth aveva nascosto quel libro nelle miniere, proprio nel luogo in cui anni prima era caduta, chiuso in un cofanetto di legno tutto intarsiato. Quel volume era molto importante perché se ricordava bene conteneva tutti i riti antichi del loro clan, era la chiave della loro magia.

Senza questo non potranno fare danni!”aveva detto la ragazza.

E se dovesse crollare tutto?”aveva chiesto Maria preoccupata per la sorte del prezioso testo.

Meglio così! Almeno sarò sicura che nessuno lo toccherà mai più!”

Ma non aveva tempo per abbandonarsi ai ricordi, doveva tornare da Lizzie consegnarle il volume e volare a casa. Ormai era assente da diverse ore e suo padre poteva cominciare a preoccuparsi o peggio ad insospettirsi. Inoltre doveva ancora pensare ad una scusa per motivare il suo viaggio a Los Angeles.

Consegnato il volume quindi corse a casa. Garcia la stava attendendo.

Finalmente! Cominciavo a credere che non avresti più fatto ritorno!”

Scusa…è andata un po’ per le lunghe!”

Hai fatto quello che dovevi?”

Non proprio- fece Maria sedendosi accanto a lui- Vedi papà c’è una cosa che devo dirti…”

Cosa?”

A L.A. Lisandro non mi ha mai detto che sarei stata io a prendere il posto di Elisabeth…e ora comincio un po’ a preoccuparmi!”

Vuole ancora salvare la figlia!”disse accarezzandosi la barba.

Già…io però non sono disposta a rinunciare a quel che mi spetta!”

Mi occuperò io anche di questo! Te lo prometto, tu non preoccuparti bambina mia!”

Si, però dopo che Liz sarà…dopo che…-Maria non riusciva proprio a dire quella parola- Dopo la sentenza non è sicuro che tocchi a me! Ed io non voglio correre rischi!”

Cosa hai in mente?”

Elisabeth mi ha confessato che il medaglione lo ha lasciato a Los Angeles, lo ha nascosto come assicurazione sulla vita! Io però so dove è, e voglio andare a prenderlo!”

Sei sicura di quello che dici?”

Sicurissima! E tornando con il medaglione già al collo nessuno potrà più mettere in dubbio il mio ruolo!”

Garcia sembrò riflettere attentamente sul piano della figlia.

Credi di riuscire a farcela da sola? Non è che ti metterai nei guai?”

Certo che no! Prendo quel che cerco e torno a casa!”

Allora mi fido di te! Mi raccomando piccola, non deludermi!”

Non lo farò papà!”

E soprattutto guarda di tornare prima dell’alba di dopodomani!”

Perché? Che succede?”

La cara piccola Lizzie verrà messa al rogo!!!”

Maria sbiancò.

Ora devo andare ho ancora molto da fare prima di partire!”

La ragazza si sforzò di sorridere, ma solo l’idea le faceva venire le lacrime agli occhi. Se Garcia avesse potuto sentire il suo cuore, si sarebbe accorto che il battito era molto accelerato e mosso dalla paura. Guardando suo padre la ragazza provò una forte vergogna e un forte disgusto, quel mostro che rideva della morte di una cara amica non poteva essere il padre che lei tanto aveva amato.



ANCIENT LOVE


Elisabeth cominciò a sfogliare il libro che Maria le aveva portato non appena fu di nuovo sola. Là dentro c’erano racchiusi tutti gli incantesimi ed i riti che il suo clan aveva scritto nel corso dei secoli, c’era anche la maledizione che aveva ridato l’anima ad Angel.

Ogni generazione aveva dato un suo contributo nello scrivere quel volume, lei invece si era sempre rifiutata di farlo, non aveva mai voluto credere nella magia. Dopo la morte di sua madre aveva smesso di credere a molte cose. Elisabeth per mesi aveva urlato al vento quelle formule, ma nessuna aveva potuto riportare indietro la sua mamma; la magia non può cambiare il corso naturale degli eventi. E se non poteva usarla per ciò che voleva lei non la voleva usare affatto. Fu allora che smise di creder a tutte le favole che la sua gente gli aveva sempre raccontato.

Elisabeth continuava a girare le pagine senza sapere esattamente cosa stesse cercando e infondo non era ancora molto convinta che quel libro contenesse veramente ciò che voleva. Così pagina dopo pagina vide passare sotto i suoi occhi testimonianze che decine di donne della sua famiglia avevano lasciato prima di lei. Le ultime pagine scritte erano quelle che aveva lasciato sua madre. Elisabeth riconobbe la calligrafia immediatamente: era chiara, elegante e pulita proprio come era lei.

Per un attimo la ragazza chiuse gli occhi e pregò con tutto il cuore la madre di darle una mano. Adesso come mai prima in vita sua aveva bisogno del suo aiuto, della sue parole sagge, del suo rassicurante amore. Le sue preghiere vennero ascoltate perché nel libro, sotto gli occhi increduli della ragazza, cominciò a scriversi piano piano una lettera per lei da sua madre.

<<Cara Lizzie,

mia piccola principessa. Mentre leggi queste parole vorrei tanto poter essere li con te. So che la mia assenza in questo momento ti pesa molto, ma credimi, pesa molto anche a me. Però sappi che non ho mai smesso di guardarti e di vegliare su di te o su tuo padre e ho sofferto tanto per tutto quello che vi è capitato. Lascia che ti dica quanto sono orgogliosa di te bambina mia, della splendida donna che sei diventata. Tutto quello che ho sempre desiderato per te sembra che si sia avverato: una buona istruzione, dei veri amici e un grande amore che ti donasse tanta felicità. Però non devi arrenderti adesso; non smettere di amare piccola mia con tutta te stessa, con ogni cellula del tuo corpo, con ogni parte del tuo spirito e non avere paura perché vedrai che se il tuo amore e puro e sincero prima o poi tornerà da te, senza bisogno che tu faccia nulla. Non dimenticare figlia mia che amare è vivere e tu non puoi vivere senza il tuo amore.

Avrei voluto per te una vita diversa dalla mia, una vita piena di sorprese e in cui ti sentissi libera di commettere errori, perché non c’è modo migliore per imparare e crescere. Voglio che tu bambina mia continui a sperare, non voglio vederti perdere quella luce che solo tu possiedi e che scalda e avvolge tutti coloro che ti circondano. Non smettere mai di aver fede e di sognare.

So che adesso hai paura di tante cose, paura di rimanere intrappolata in una vita che non senti tua e che temi per il tuo amore, ma tranquillizzati perché io so che tutto andrà bene. Errori sono stati commessi, cuori sono stati spezzati, tradimenti e tanto altro hai dovuto e dovrai ancora sopportare. Hai imparato le lezioni più importanti a caro prezzo, ma tutto sarà presto solo un tenue ricordo e finalmente sarai libera, come hai sempre voluto.

Anche se adesso non lo vedi sei circondata da persone che ti amano, che ti capiscono e ti accettano per come sei: tuo padre, Maria e anche il tuo adorato Angel…loro tengono profondamente a te e il loro amore ti proteggerà in un modo che tu non comprendi ancora. E l’amore piccola mia è l’unica arma che hai per porre fine a questa guerra, solo nell’amore riuscirai a far svanire tutto quest’odio.

Vorrei poterti stringere a me e consolarti come quando eri una bambina, ma purtroppo questo non mi è possibile, tutto quello che posso fare adesso per te è aiutarti con la magia. Questo sarà il mio contributo. Volta pagina e troverai una formula speciale, quella che stavi cercando.

Ti lascio con un solo rimpianto, quello di non aver potuto essere lì nel tuo giorno più importante.

Sarò sempre al tuo fianco, con amore

Mamma>>

Calde lacrime bagnarono la pagina. Elisabeth accarezzò dolcemente quelle parole. Non capiva e non le importava di come quella lettera fosse comparsa. Per la prima volta da quando sua madre era morta sentì di nuovo la sua presenza, mentre leggeva nella sua testa sentiva la sua voce, il suo dolce profumo, il suo amore…

Ti voglio bene mamma!”sussurrò.

Una nuova scritta comparve

<Te ne voglio anch’io bambina mia>

Non sapeva se quella storia sarebbe seriamente finita bene, ma adesso si sentiva più serena, confortata. Il vuoto che aveva dentro faceva meno paura. Una nuova speranza stava nascendo.

Rilesse ancora una volta la lettera poi girò pagina per controllare l’incantesimo.

<INGREDIENTI:

Radici di mandragola, linaria, cardamomo, un amore sincero e sangue arterioso dell’erede di Cloe.


PREPARAZIONE:

Far bollire gli ingredienti mescolando lentamente. Pensa intensamente al tuo amore e ripeti tre volte l’incantesimo. La pozione sarà pronta quando il suo colore sarà della tonalità del sangue.>

Poco sotto c’era l’incantesimo.


Elisabeth eseguì alla lettera le istruzioni lasciatele dalla madre. Non fu difficile procurarsi gli ingredienti visto che la maggior parte delle erbe erano nel cofanetto in cui stava il libro. La ragazza era sicura che quando l’aveva aperto non fossero lì, però infondo questo non aveva importanza. Adesso ciò che le mancava era il sangue. Elisabeth prese un coltello, fece un sospiro e con decisione si lacerò la pelle alla base del collo fino a raggiungere l’arteria. L’emorragia che ne derivò fu esagerata. Il sangue cominciò a scorrerle lungo la spalle fino a sporcarle la maglietta. Per cercare di fermarlo la ragazza si tamponò con una sciarpa senza però curarsene troppo; adesso doveva preparare la pozione, con quella il suo amore sarebbe tornato umano.

Così cominciò a ripetere per tre volte l’incantesimo:

Liberate il mio amore dal male

Vi prego o spiriti lenite le sue pene

E ciò che ha causato dolore divenga un bene!”

Dopo la terza volta dalla pentola in cui aveva messo gli ingredienti si alzò una nuvoletta di fumo e il liquidò diventò di colore blu intenso. Lo versò in un ampolla, anch’essa trovata nel cofanetto del libro, e una volta riempita ce la rimise.

Pochi istanti dopo arrivò Maria. Vedendo l’amica pallida e sporca di sangue si allarmò.

Ma cosa diavolo hai combinato?”

Non preoccuparti per me, sto bene!”

Si certo ed io sono il papa!”

Non sarà questo ad uccidermi...”scherzò lei.

C’è poco da scherzare, guarda come ti sei ridotta! Sei pallida come un morto!”

Lo so…ma sto bene! Seriamente!”

Ho convinto mia padre a mandarmi a L.A., ma non mi muovo finchè non mi dici cosa ti frulla nella testa!”

Voglio mandare questo ad Angel!”

E’ il cofanetto che contiene il libro! Mica vorrai dargli anche quello?”

No…non gli servirebbe. Gli mando qualcosa di più utile. Aprilo!”

Maria obbedì. La scatola conteneva due fiale, sembravano identiche.

Cos’è?”

Una pozione!”

A cosa serve?”

A ridargli la vita che gli abbiamo tolto. A far battere di nuovo il suo cuore, così che…”ma le lacrime gli impedirono di continuare.

Doveva essere atroce per lei ridare la vita ad Angel sapendo che lei in ogni modo non avrebbe potuto farne parte.

Liz perché non ci vai tu a L.A. ed io resto qui e racconto tutto! Non ti sembra un piano migliore; tutti felici e nessuno muore!”

Tranne la tua famiglia! E comunque non servirebbe te l’ho già spiegato! L’odio che provano non svanirà solo perché è nato per motivi sbagliati, ormai è troppo radicato in loro e quando scopriranno che non ho più il medaglione torneremo a questo stesso punto!”

Non riesco a credere a ciò che stai facendo!! Io non posso immaginarmi senza la mia migliore amica! Chi mi tirerà fuori dai guai?”

Maria…comunque vada io ti vorrò bene in eterno e sarò sempre tua amica! Ma questo…io devo farlo o non finirà mai!”

La ragazza abbracciò forte l’amica ed entrambe piansero.

Ti dico come funziona!-riprese poi Elisabeth- La pozione ancora non è pronta, devi aspettare che sia diventata rosso sangue prima di dargliela! Se è giusta lui…”

Dove trovi la forza per fare questo?”

Nell’amore”

Ma restando perderai quell’amore!”

Se ami qualcuno come io amo Angel, tutto ciò che ti importa è che lui sia felice e non fa differenza se per esserlo sta con te o con un’altra! Ora va ti prego! Mi raccomando Maria non dirgli niente di ciò che sta accadendo! Non voglio che finisca di nuovo nei guai per colpa mia!”

E se avesse già capito tutto? Infondo non è stupido!”

Allora convincilo che si sbaglia! Ti rendi conto cosa succederebbe se lui arrivasse qui? Hai idea di cosa gli farebbero?”

Ma sarebbe umano!”

Credi che farebbe differenza per loro?”

Maria sapeva che Elisabeth aveva ragione. Probabilmente si sarebbero accorti che era umano a danno già fatto, però non poteva lasciare morire lei così per un guaio che la sua famiglia aveva causato. Forse il sangue di cui parlava la profezia era quello che la ragazza aveva usato per fare la pozione e ora tutto sarebbe tornato a posto per magia. Ma infondo Maria sapeva che quello era un finale altamente improbabile.

Grazie mille Maria per tutto! Tu sei l’unica persona che mi sia sempre rimasta accanto, fino alla fine!”

E a che servono le amiche se non a questo!”fece l’altra con le lacrime agli occhi.

Maria prese il cofanetto e notò che sul tavolo c’erano i fogli che poco prima Elisabeth nascondeva, ora leggeva chiaramente la prima frase <Caro Angel>. Approfittando di un attimo di distrazione dell’altra afferrò anche quelli. Ancora non sapeva bene cosa farne, ma non avrebbe permesso all’amica di fare di testa sua questa volta. Elisabeth stava sbagliando a voler tenere Angel all’oscuro lui aveva il diritto di sapere cosa stava succedendo e cosa rischiava di perdere. Lei era disposta a morire per lui, e forse era proprio lui l’unico che potesse salvarla.


TRUTH


Sulle rovine dell’Hymperion imperversava ancora la battaglia. I demoni scappati alla chiusura del portale si dimostrarono ardui da sconfiggere. Ormai però Angel e gli altri erano quasi riusciti a sterminarli. Tutti erano stremati dalla lunga lotta.

Connor nel tentativo di ferire uno degli avversari fu trafitto alla spalla da un demone sbucato all’improvviso.

Coonnoor!!!!”urlò il vampiro.

Il ragazzo cadde a terra con un tonfo sordo. Angel si lanciò sugli aggressori del figlio scatenando la sua furia. Fu incontenibile e così i suoi amici e così prima dell’alba la città era di nuovo al sicuro e i superstiti di nuovo alla base.

Fortunatamente la ferita non era così grave come era sembrata in un primo momento, ma Connor era molto stanco e aveva perso molto sangue. Angel non poteva fare a meno di essere preoccupato. Mentre Willow terminava di bendare le ferite del ragazzo, qualcuno entrò. Era Maria. Si avvicinò in silenzio al vampiro. In volto aveva un’espressione cupa e addolorata.

Il cuore di Angel cominciò a tremare.

I due andarono a parlare in una stanza vuota. Maria sembrava molto stanca, aveva gli occhi gonfi e nelle mani tremanti teneva saldamente un cofanetto in legno.

Lei dov’è?”

La ragazza alzò lo sguardo su di lui. Certamente non aveva buone notizie.

Sono venuta a portarti questo!”disse porgendo a lui l’oggetto che stringeva.

Cos’è?”

La sua vita!”detto questo si alzò e si avviò verso l’uscita.

Aspetta! Cosa vuoi dire? E dove vuoi andare?”

Da lei. Devo sbrigarmi a tornare o non arriverò in tempo!”

In tempo per cosa? Non capisco…dove è Elisabeth? Perché hai quella faccia? Parla!”

Perché? Mi sbaglio o l’ultima volta che l’hai vista non le hai detto esattamente parole d’amore! Io credevo che tu ci tenessi seriamente a lei!”

Mi sono fatto ingannare…non avrei mai dovuto dargli retta…ma credimi io l’amo!”

Allora come hai fatto a credere che lei fosse capace di farti una tale meschinità?”

Non lo so…però è più facile credere alle cattiverie che alla verità. Io avevo paura di quello che stava succedendo e gli ho lasciato usare quello che provavo contro di me! Io le devo parlare!”

E’ tardi…troppo tardi! Mi dispiace…”disse lei voltandosi.

Angel la afferrò per un braccio e la costrinse a guardarlo.

Cosa vuoi dire? Maria io non posso perderla…ti prego non dirmi che lei è…”

Non ancora! Ma lo sarà prima della prossima alba!”

Io la devo salvare!! Dimmi dove è adesso!”

A casa…è tornata a casa…io non avrei dovuto dirti niente! Lei non voleva che tu sapessi!”disse scoppiando a piangere.

Angel strinse la ragazza.

Ti prego portami da lei!”

Prima il cofanetto!! È importante che tu…”

Non mi importaaa!!- la interruppe lui- Basta impedimenti! Voglio andare da lei!”

Angel credimi è di fondamentale importanza che tu mi ascolti! Apri il cofanetto!”

Il vampiro non capiva, ma vedendo l’insistenza della ragazza obbedì.

Quelle fiale contengono una pozione, quella che ti riporterà umano! Lei vuole che tu la prenda e che viva la tua vita!”

Non senza di lei!”disse Angel anticipando la ragazza.

Angel io voglio essere sincera con te e ti sto dicendo cose che lei mi ha fatto giurare di tenere per me. Le probabilità che abbiamo di salvarla sono praticamente nulle! Nella migliore delle ipotesi quello che può succedere è che moriamo tutti insieme!”

Non mi interessa! Ma perché lei non voleva che tu mi dicessi quelle cose?”

Perché sapeva che saresti andato a salvarla e sapeva che sarebbe stato un suicidio! Lei sta mettendo la tua vita davanti ad ogni altra cosa!”

Per me è lo stesso e non avrebbe senso per me avere una vita se lei non deve farne parte!”

Angel guardò il cofanetto. La dentro c’era quello che più voleva al mondo, la cosa che sognava da anni, l’obiettivo per cui aveva lottato e sopportato tutto. Eppure in quel momento non gli importava, non voleva quella seconda occasione voleva solo la sua piccola, dolce Lizzie!

Portami da lei!”

Maria scosse la testa.

Ora come ora non riusciresti neanche ad entrare nel villaggio! Dopo quello che è successo in Romania il mio popolo si è protetto dai vampiri con un incantesimo…Quindi devi bere quell’intruglio e provare a salvarla come un uomo normale, senza super poteri. Te la senti?”

Ho altra scelta?”

C’è sempre un’altra scelta! Sta solo a te decidere!”

Io ho già deciso. Voglio lei e la salverò a qualsiasi costo!”

Aspetta prima di decidere. Ancora non sai tutto. Devo raccontarti la verità prima e se poi sarai ancora dello stesso parere ti porterò da lei! Spero che tu l’ami tanto come dici!”

Maria allora iniziò a raccontargli tutto quello che aveva scoperto, gli intrighi, le trame e il resto. Il vampiro ascoltò con attenzione senza mostrare particolare reazioni almeno fino a quando non arrivò alla parte del suo destino. Più Maria andava avanti più lui sentì crescere dentro una rabbia per tutto ciò che era stato provato, per l’ingiustizia che aveva subito. Per colpa di quel dannato clan di zingari la sua vita, il suo destino era stato sconvolto e forse molte fra le persone che aveva visto morire avrebbero potuto essere ancora vive: Doyle, Cordelia…senza contare di come avrebbe potuto essere diverso il suo rapporto con Connor…

Lei si sente responsabile per ciò che ti è successo, si sente in colpa e vuole sacrificarsi per rimettere a posto le cose! Ti ha scritto una lettera, che però non ti avrebbe mai fatto leggere! Io gliela ho rubata…volevo che tu sapessi la verità su ciò che prova! Basta segreti, basta bugie…”

Angel era molto turbato, tutte quelle rivelazioni che lo avevano sconvolto. Non era sicuro di poter reggere anche a ciò che era contenuto nella lettera.

Che c’è scritto?”

Non lo so…questa questione riguarda voi due e i vostri sentimenti. Mi sono già immischiata più di quanto avrei dovuto, ma non potevo permettere che finisse così…io non posso dirti cosa fare, però posso metterti in condizione di decidere sapendo tutto ciò che c’è da sapere!”

Maria in cuor suo sperava che Angel avrebbe fatto la cosa giusta; che nonostante tutto avrebbe seguito il suo cuore, pregando che l’amore che lo legava ad Elisabeth fosse più forte del male che il suo popolo gli aveva recato.

Lentamente la ragazza porse al vampiro un insieme di fogli ingialliti su cui spiccava l’inchiostro blu con cui Elisabeth aveva scritto. Angel li afferrò. La sua mano tremava e il suo cuore era incerto, cosa altro si sarebbe dovuto aspettare?


TO MY ONLY LOVE


<<Caro Angel,

avrei tanto voluto vederti un’ultima volta per parlare, per dirti quanto ti amo e chiederti scusa per il male che ti ho fatto. Così, forse solo per alleggerirmi la coscienza, scrivo questa lettera che non leggerai mai.

Prima di tutto volevo chiederti scusa per le parole che ti ho detto l’ultima volta, ma spero che tu possa capire il perché ho dovuto farlo. Ho voluto proteggere la tua vita; l’unica cosa di cui mi importa veramente e per farlo ho dovuto allontanarmi. La storia in fondo si è rivelata più complessa e intrigata di quanto pensavo, e adesso più che mai ti voglio lontano da me, al sicuro, in modo che almeno tu possa vivere una vita libera e felice. Ma io non ho mai smesso di amarti e mai avrei voluto farti soffrire. So che è difficile credermi adesso, ma io ti amo e ti amerò per sempre.

In realtà quando l’ultima volta che ci siamo visti ero decisa ad andarmene dicendoti la verità, ma infondo è meglio così perché probabilmente tu non mi avresti lasciato andare. Non posso fare a meno di chiedermi cosa sarebbe successo se fossi rimasta, se, alla luce delle nuove scoperte, la nostra storia avrebbe potuto finire diversamente. Ancora però non ti ho detto quali sono queste grandi scoperte; la profezia non era vera, o almeno non aveva il senso che le attribuivamo. L’ingiustizia da sanare non è quella che tu avevi fatto a noi, ma quella che noi abbiamo fatto a te e il sangue da spargere non era il tuo, ma il mio. Così alla fine tutto a un senso…anche se magari le mie parole ti posso risultare incomprensibili come i deliri di una pazza. Ti prego solo per un’ultima volta di avere fiducia in me e vedrai che finirà tutto bene.

Mi chiedo ancora come tutto questo sia accaduto, niente di tutto ciò sarebbe mai dovuto succedere. Ancora mi chiedo quando ho iniziato ad amarti, ma non riesco a rispondermi…l’unica cosa che so è che ogni ora, ogni giorno passato assieme sentivo dentro di me nascere qualcosa di importante, scoprivo sensazioni e sentimenti mai provati, mi sentivo indissolubilmente legata a te.

Però nella vita niente è fatto per durare. L’unica cosa che posso fare è ringraziare il cielo per averti messo sulla mia via anche solo per pochi passi.

Sappi che mi sono sentita veramente viva solo quando stavo con te: vivevo nei tuoi baci, trovavo pace solo nei tuoi abbracci…Ho cercato di evitarlo, di reprimerlo e di dimenticare, ma non ci sono riuscita e per una volta ho pensate che forse anche io potevo avere qualcosa per me, qualcosa che mi rendesse felice. Purtroppo non avevo fatto i conti con il destino e ti ho trascinato in una storia che per poco non ti costava la vita.

Senza di te la vita mi sembra un’infinita tortura: il sole non mi scalda più, non dormo, non mangio, non riesco a far altro che pensare a te, a noi alla vita che avremmo potuto avere se…e piango.

La cosa strana è che non piango più per la vita che vorrei, per la paura che mi ha sconvolto, per il dolore che ormai perennemente mi accompagna; adesso piango perché mi manca ciò che di bello ho avuto, perché, anche se solo per pochi giorni, ho visto come sarebbe stata la mia vita se io non fossi stata l’eredi di Cloe, se avessi potuto scegliere io della mia vita e ogni volta che ci penso mi viene in mente solo una parola; perfetta.

Adesso il mio cuore e la mia anima sono come svuotate, perso il tuo amore, il resto non conta più. La mia stessa vita non ha significato se non posso viverla vicino a te.

Però è giusto che tutto questa succeda, che succeda a me. È la giusta punizione per il male che la mia famiglia ti ha fatto; non c’è giustificazione per quello che è avvenuto, per ciò che ingiustamente ti è stato tolto. Mi dispiace di essere, anche se indirettamente, responsabile di ciò che stai passando e per questo sono grata di aver trovato un modo per aggiustare le cose. Se come è scritto il mio sacrificio servirà a ridarti una vita normale, allora muoio felice.

Prima di dirti addio vorrei però chiederti due favori e spero che non mi dirai di no:

1. Vorrei che tu vivessi a pieno la tua vita. Non risparmiarti, vivi intensamente fino all’ultimo secondo, fallo per tutti e due. Riprenditi ciò che ti abbiamo tolto e costruisci la vita che hai sempre voluto, che hai sempre sognato. Trova una ragazza che ti meriti e amala con tutto il cuore senza paura di mostrarle il mondo meraviglioso che celi infondo all’anima. Vivi con lei la vita che io avrei voluto avere con te;

2. Dimenticami. Scordati di me e, se puoi, del male che ti abbiamo fatto. Abbi la forza di fare ciò che noi non facemmo; perdona.

Queste cose avrei dovuto dirtele di persona, ma probabilmente se adesso ti avessi qui davanti a me non ci riuscirei. Sono una codarda e ti chiedo scusa.

Non preoccuparti per me, anche io starò bene. Finalmente troverò la pace che in vita non mi è stata concessa. Raggiungerò mia madre e da lì potrò vegliare su di te.

Ti amo, mio unico grande amore e so che questo durerà in eterno. Scusami ancora per quello che ti ho fatto.

Muoio con un solo grande rimpianto: non aver sentito il tuo cuore battere.


Addio,


Elisabeth>>



JUDGEMENT


Una volta sola Elisabeth crollò. La ferita al collo le faceva molto male, cominciava ad avere freddo e, anche se più lentamente, l’emorragia continuava a farle perdere sangue. Tra le spossatezza, le emozioni e la tensione che aveva dovuto reggere, il suo fisico cominciò a cedere; le gambe le si fecero molli incapaci di sostenere oltre il suo peso, i suoni le arrivavano in modo ovattato e tutto intorno a lei sembrava muoversi al rallenty. Il suo volto divenne pallido come quello di un morto, la vista le si annebbiò ed infine svenne.

Quando riprese i sensi sentì dei rumori di passi venire da fuori. Erano loro stavano venendo a prenderla. Ormai non aveva più paura di ciò che loro le avrebbero fatto…il suo primo pensiero fu per Maria, che a quell’ora doveva essere arrivata a Los Angeles. Forse Angel era già tornato umano, il suo cuore aveva già ripreso a battere. Elisabeth avrebbe voluto così tanto poterlo sentire, almeno una volta…

Con un colpo secco la porta fu spalancata. Garcia entrò accompagnato da due uomini. Finalmente mostrava la sua vera faccia, non più la maschera di falsa amicizia che aveva portato per anni. La sua espressione era trionfale, perché ancora ignorava che non avrebbe mai avuto ciò per cui aveva tramato tanto. Quasi quasi gli faceva pena; anni di sforzi e sacrifici per trovarsi in mano un pugno di mosche.

Avanti alzati! Gli Anziani ti aspettano!”

Elisabeth obbedì ma a stento si teneva in piedi.

Non fare la scena! Con me non attacca!”

Almeno adesso sei sincero! Dimmi una cosa quella sera al parcheggio non ti mandò mio padre vero?”

Non ho mai obbedito a tuo padre…e se vuoi essere sincero tuo padre non ha mai voluto che tu sacrificassi la tua vita per la profezia. È stata tutta opera mia, vi ho usato come burattini!”

Complimenti!! Sei stato bravissimo…”fece lei con un sorriso pensando a come ci sarebbe rimasto quando avrebbe scoperto la verità.

Avanti portatela via!”

I due uomini obbedirono e prendendo Elisabeth di peso la portarono al Circolo Sacro, l’antico tribunale dove gli Anziani si riunivano per giudicare i casi “speciali” come il suo. Ma il suo caso più che speciale era unico. Ormai erano decenni che non era più richiesto l’intervento di una simile autorità, di solito le dispute venivano risolte dal capo del villaggio.

Quando la ragazza fu lasciata al centro della sala, ogni membro aveva già preso il suo posto. Solo il posto al centro era rimasto vuoto, il posto di Lisandro. Elisabeth pensò che il padre non se la fosse sentita di assistere alla sua condanna a morte e anche lei era sollevata nel non vederlo lì. Sarebbe stato atroce per lui vederla così e a sua volta lei sarebbe stata male per averlo deluso ancora.

Elisabeth ignorava che era stato Garcia a far riunire gli Anziani e che Lisandro non era stato neanche informato dell’assemblea; non poteva rischiare che rinsanendo improvvisamente gli rovinasse tutto.

Signori del Consiglio- iniziò l’uomo- vi ho qui riuniti in questo giorno per spingervi a prendere una decisone sulla questione che ben sapete. Elisabeth, figlia di Lisandro ed erede di Cloe si è macchiato del più vile dei crimini; il tradimento. Non solo verso di noi, la sua gente, la sua cultura, ma verso il suo stesso padre, verso chi l’ha sempre amata e protetta. Non solo ha rinnegato il suo destino, ha deluso tutte le speranze che noi avevamo in lei, ma si è addirittura alleate e innamorata del vampiro maledetto! Quello che avrebbe dovuto uccidere per vendicare il torto che ci fu fatto!”

I membri cominciarono a borbottare tra loro.

Ma è inaudito!”disse uno di loro.

Scandaloso!”

Come giustifichi il tuo comportamento?”

Io non ho niente di cui giustificarmi! Non ho mai fatto niente che potesse mettervi in pericolo. Non ho tradito nessuno, ho solo scelto di vivere la mia vita come io volevo no come mi imponevate voi. Tutti voi presenti in questa stanza avete goduto di qualcosa di splendido senza rendervene conto, siete stati liberi di decidere delle vostre vite. Voi e voi soltanto siete responsabili di ciò che siete diventati. Non è forse giusto che anche io avessi lo stesso diritto? Perché per me dovrebbe diverso?”disse lei con un filo di voce

Perché tu sei la prescelta, l’erede di Cloe!” rispose uno dei membri.

Cioè dovrei permettere ad una persona vissuta cento anni fa di dirmi come vivere?”

C’è una profezia!”

Ed è giusto sacrificare la mia vita per quella. Mettiamo che io avessi fatto ciò che voi volevate, cosa sarebbe cambiato? Se nel tentativo di ucciderlo fossi morta a mia volta cosa sarebbe successo?”

Lo avremmo punito anche per la tua morte!”

Però la colpa non sarebbe stata sua, perché sareste stati voi a mandarmi incontro a morte certa. Allora vi chiedo in cosa noi saremmo migliori del vampiro?”

Noi vogliamo giustizia! È una buona causa!”

Voi non volete giustizia, ma vendetta e la vendetta non è mai una buona causa!”

Tu prendi le parti del vampiro! Allora è vero che lo ami!”urlò uno dei membri scandalizzato.

Si e non me ne vergogno perché nei pochi giorni che ho passato con lui, mi ha mostrato più magnanimità e amore di quanto voi non abbiate mai fatto in anni!”

Avete sentito?- si intromise Garcia- Non solo nega le sue colpe, ma difende il mostro che ha sterminato la nostra gente e lo fa senza mostrare il minimo rimorso!”

Lui non è un mostro! E se proprio non riesci a star zitto di la verità per una volta!”

Non sono io il bugiardo qui!”

Su questo avrei molto da ridire!”

E avanti cosa dovrei raccontare?”

Prova a dire loro cosa successe veramente la sera in cui la figlia di Cloe fu uccisa. Di loro che fu il tuo antenato il primo a tradire il clan vendendo la figlia prediletta ai vampiri per salire al potere!”

Garcia sbiancò. Come faceva Elisabeth a sapere di quella storia? Nessuno lo sapeva, neanche Maria. Non c’erano prove o documenti che lo provavano.

E’questo che vuoi fare? Cercare di salvarti la vita infangando me?”disse lui con voce tremula.

Io non voglio evitare niente! So già che la sentenza finirà con la mia condanna a morte. Uccidetemi se questo vi farà stare meglio, a me non importa. Però non permetterò che tu continui a ingannare il mio popolo, non lascerò che tu ci usi tutti per raggiungere i tuoi sporchi scopi!- poi rivolgendosi ai membri del circolo disse- Voi state tenendo una serpe in seno e prima o poi vi si rivolterà contro!”

Non vorrete crederle?”disse Garcia.

Visto che conosce e accetta la sua sorte non ha motivo di mentire. Hai prove per provare ciò che dici?”

Io…no!”ammise.

E’ una traditrice e una bugiarda!”l’accusò Garcia.

Lo siamo tutti, nessuno dei presenti escluso!”rispose lei.

Cosa vuoi dire?”

Voi tutti innalzate le nostre leggi sopra ogni altra cosa, e volete punire me perché non ne ho rispettate alcune, ma al momento voi tutti state infrangendo una legge. Se non mi sbaglio il nostro codice impone che il Consiglio può essere riunito solo su convocazione del capo del villaggio e che tutti i membri devono essere presenti. Però non è stato mio padre a riunirvi qui oggi…”

E tu come lo sia?”chiese Garcia.

Prima di tutto perché tu hai detto poco fa di essere stato tu a riunire tutti qui e poi se fosse stato lui a convocarvi perché il suo posto è vuoto?”

Lisandro ha ceduto il comando a me su questa faccenda! Non se la sentiva di assistere alla condanna della figlia e come padre lo capisco!”

Io credo che mio padre non sappia niente della seduta e questo rende voi signori dei traditori al mio pari!”

Menti!”urlò l’uomo innervosito.

Dimostramelo! Chiamatelo qui e vedremo chi è il bugiardo!” disse lei con un sorriso soddisfatto. La ragazza stava bluffando, sapeva che probabilmente Lisandro seriamente non se l’era sentita, ma aveva bisogno di tempo per pensare a come smascherare il vero traditore.

Garcia non si aspettava che le cose potessero prendere quella piega e adesso? Elisabeth era riuscita a metterlo in una posizione pericolosa, ma lui aveva ancora la fiducia degli Anziani.

Allora Garcia ci sono problemi?”disse uno dei membri.

La ragazza ha ragione, lui deve essere presente, perché rimane il capo del villaggio!”

Ma…io…”borbottò questo vedendo che le cose andavano peggiorando.

Ad Elisabeth dispiaceva aver messo in mezzo suo padre, però non le era venuto in mente un altro modo per mettere in guardia il Consiglio da Garcia.

Membri del Consiglio a questo punto non posso più tacere. Sono costretto a rivelarvi qualcosa di molto doloroso, qualcosa che avrei preferito tenere per me ancora per un po’. Lisandro non è più il capo deciso e forte di qualche anno fa. Questa faccenda l’ha molto provato. Come sapete è sempre stato legato a sua figlia e quando si è trovato a dover scegliere tra noi e lei ha scelto la seconda. Lui si è schierato con lei e avrebbe usato il suo ruolo e il suo potere per deviarci tutti. Anche lui ci ha traditi!”

I membri rimasero sconvolti.

Sei sicuro di ciò che dici?”

Sono accuse serie quelle che stai muovendo!”

Lui stesso mi ha confessato queste intenzioni poco prima di tornare qui!”

Garcia era stato abile a deviare l’attenzione da se a qualcun altro.

Elisabeth rimase ammutolita. Questo non se l’aspettava e non era in grado di controbattere a quelle affermazioni che sapeva essere vere. Suo padre avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di salvarla.

Non sono io il traditore qui!”esclamò Lisandro comparendo alle loro spalle.

Lisandro!”trasalì Garcia vedendolo.

Papà!”urlò Elisabeth sollevata di vederlo lì.

Membri del Consiglio vi prego di ascoltarmi. Quest’uomo sta cercando di raggirare voi, nello stesso modo che ha fatto con me per anni.”

Cosa stai dicendo?”fece Garcia con voce tremante, le cose stavano andando di male in peggio.

Sto dicendo la verità finalmente. Come uno stupido mi sono fidato di te, ho voluto voltare lo sguardo perché non volevo vedere ciò che stavi facendo e ti ho permesso di manipolarmi, di fare ciò che più ti piaceva…ti ho permesso di mettermi contro la mia stessa figlia!”

Quindi ora sarebbe colpa mia? Devo pagare io per ciò che ha fatto Elisabeth?”

Tu hai portato le cose ha questo punto. Ti ho chiesto di proteggerla e l’hai aggredita, ti ho chiesto di riportarla a casa e hai fatto in modo che credesse che volessi ucciderla....ti ho chiesto di aiutarmi ad uscire da questa situazione e riunisci il Tribunale senza dirmi niente…qui l’unico traditore che vedo sei tu!!”

Per come la vedo io Lisandro tu mi hai chiesto di disobbedire alle nostre leggi per proteggere tua figlia ed io ho scelto di non farlo, di rimanere fedele alla nostra gente. Non è a te che devo la mia fedeltà…tu volevi ingannare tutti per salvarle la vita, tu sei al suo pari e dovresti pagare con lei!”

Pagare per cosa? Per volere che mia figlia sia ingiustamente punita per qualcosa che tu hai fatto? Si è così…lei è innocente e non permetterò che le facciate del male!”

L’avete sentito?”disse Garcia ai membri.

Adesso tacete tutti. Abbiamo preso la nostra decisione!! In questa situazione ci sono più colpevoli…Elisabeth che ha ammesso le sue mancanze ed ha confessato di amare il maledetto subirà la punizione che la legge prescrive per il tradimento, Lisandro che ha messo il suo ruolo di padre davanti a quello capo del villaggio, è troppo coinvolto in questa situazione perché possa giudicare obiettivamente. Ordiniamo per tanto che venga tenuto sotto sorveglianza fino a quando la condanna non verrà eseguita.

Il medaglione passerà dunque alla parente più vicina alla dinastia di Cloe, Maria. Garcia però ha ingannato e mentito al nostro cospetto e per questo non è degno di diventare il nuovo capo del nostro clan. La carica rimarrà a Lisandro che si è sempre dimostrato un uomo buono e saggio!”

Non potete farlo!”urlò Garcia.

Noi siamo gli Anziani, noi possiamo tutto!”

Non potete emettere una condanna a morte senza il mio voto!”obiettò Lisandro.

Tu non sei obiettivo e non condanneresti mai a morte la tua stessa figlia. Però lei deve pagare per il tradimento commesso e il prezzo che la legge stabilisce è la sua vita!”

Papà basta! Lascia stare…a me va bene così! Sapevo che sarebbe finita in questo modo e non mi importa! Grazie per avermi creduto, ha significato tantissimo per me- fece la ragazza con le lacrime agli occhi-E comunque nessuno qui avrà quello che vuole: ne tu, ne io, ne Garcia e neanche i membri del Consiglio!”

Cosa vuoi dire?”domandò l’uomo.

Questa storia finisce qui, adesso con me…non ci saranno più eredi di Cloe, niente più prescelte, ne profezie…è ora che la gente inizi a guardare al futuro e si lasci alle spalle il passato!”

Tu non se in grado di deciderlo!”disse uno degli Anziani.

Invece si…non ci saranno altre eredi perché non c’è più nessun medaglione da tramandare... spiacente!”

I membri del Consiglio sbiancarono.

Io so dove è il medaglione- intervenne Garcia facendo la figura dell’eroe- Ho mandato Maria a recuperarlo!”

E come fai a saperlo?”disse Elisabeth.

Sei stata tu a dirlo a me o meglio a Maria!”

Davvero? E secondo te avrei detto alla figlia del mio aguzzino dove trovare il mio medaglionr? Illuso…spero che il viaggio però le sia servito!”disse ridendo.

Elisabeth non voleva esporre anche Maria. Suo padre era un folle e Dio solo sa come avrebbe potuto reagire se avesse scoperto il suo tradimento.

Cosa?!”le urlò l’uomo.

Maria mi sembrava piuttosto nervosa e visto che guidare la rilassa ho pensato di farle fare un viaggetto!”

Lisandro sorrise per la trovata della figlia, anche se non era sicuro che stesse dicendo la verità. Non credeva che Maria fosse come suo padre o quella sera a Los Angeles non gli avrebbe certo detto quelle cose su sua figlia.

Elisabeth ti ordiniamo di dirci dove hai messo il medaglione!”disse uno degli Anziani.

Non me lo ricordo…”sussurrò lei.

Diccelo o altrimenti noi…”

Cosa? Mi ammazzate? L’avete già detto…io non più niente da perdere!”

Diccelo!”ripeterono loro più minacciosi.

Ok, ok…non vi arrabbiate! L’ho venduto ad un antiquario! Ho pensato che senza quel coso mi sarei liberata anche della profezia!”

Tu cosa?!”trasalirono i presenti.

Mente!- l’accusò Garica- L’avrà nascosto o forse peggio…può averlo dato al vampiro!”

Elisabeth rivolse lo sguardo alla finestra; il sole stava tramontando.

Non c’è più nessun vampiro- mormorò piano- Almeno in questo vi ho accontentato! Angelus è morto! E tu Garcia temo che dovrai fartene una ragione; ti sei dato tanto da fare per niente!”

La ragazza rise soddisfatta . Ora che aveva fatto tutto ciò che doveva non le rimane che aspettare.

Garcia invece era furioso e in un impeto di rabbia si scagliò sulla ragazza colpendola con violenza.

Togli le mani da mia figliaa!!!!!- gli urlò Lisandro raggiungendo l’uomo e colpendolo a sua volta.

Fermatevi!- urlarono i membri- La situazione è sfuggita al nostro controllo e la storia del nostro clan sembra volgere al temine.

Guardie portate Lisandro a casa e assicuratevi che ci rimanga. Voi laggiù avvertite il boia che prepari il luogo per la condanna immediatamente, che Elisabeth venga bruciata al rogo al prossimo sorgere del sole!”

Due grossi uomini armati raggiunsero il capo del villaggio e lo afferrarono per le braccia trascinandolo via nonostante le sue ribellioni.

Noo!!!Lizzieeee!”

Stanchi delle sue rimostranze i carcerieri colpirono l’uomo alla nuca facendogli perdere i sensi.

Papàààààààà!”urlò la ragazza.

Quando nella sala ci fu di nuovo silenzio Garcia disse:

Signori del Consiglio vi chiedo di affidare a me Elisabeth. Vi giuro che per il sorgere del sole avrò scoperto dove si trova il medaglione. Sono sicuro che non avrebbe mai venduto l’unico ricordo che aveva di sua madre, sta cercando solo di proteggere quel mostro…”

Hai fino all’alba. Ma che la prigioniera arrivi viva alla sua condanna…”

Garica rise soddisfatto al pensiero di cosa stava per fare.


THE LONG DARK NIGHT


Angel rilesse la lettera più volte, senza dire una parola. Quando finalmente rialzò la testa Maria vide che una lacrima aveva rigato il suo volto. Il vampiro solo ora vedeva tutto chiaramente, adesso capiva tutto e d’un tratto gli fu chiaro cosa voleva.

Lentamente tirò fuori dalla tasca il medaglione di Elisabeth e lo fissò in silenzio. Era ora di restituirlo alla legittima proprietaria…

Non è giusto!!! Lei non può pagare per qualcosa che non ha commesso!! Non posso permetterlo. Tra tutti lei è l’unica vera innocente, l’unica vittima. Si è trovata tra l’incudine e il martello e pur di non far male a nessuno si è sacrificata. Si è addossata la colpa di un peso che non le spetta!”

Ormai avresti dovuto capire da un pezzo come è fatta…Ha un cuore grande e ha preferito esporsi piuttosto che rischiare la tua vita o quella del padre…”

Ho fatto la mia scelta! So dove è il mio posto; accanto ad Elisabeth, anche se questo volesse dire morire insieme a lei!”

Maria gli rivolse un sorriso triste. Angel non aveva deluso le sue aspettative e le aveva dimostrato di amare la sua amica oltre ogni limite. Ora rimaneva da chiedersi se senza i super poteri sarebbe stato capace di aiutare Elisabeth.

Sai avevo creduto che sarebbe stato più difficile convincerti!!- gli confesso la ragazza-Adesso però non c’è rimasto molto tempo, se sei deciso sai cosa fare!”

Angel aprì di nuovo il cofanetto e guardò la boccetta con la pozione. Bevendola sarebbe tornato un uomo normale e per quanto lo avesse desiderato adesso ne aveva paura. Temeva che come uomo non sarebbe stato in grado di aiutare la sua ragazza, perché finchè era stato in vita non aveva mai combinato niente di buono, aveva solo causato guai e problemi. Però la posta in gioco era troppo importante e non era disposto ad arrendersi o a farsi scoraggiare. Voleva salvare Elisabeth e niente al mondo sarebbe riuscito a fermarlo.

Perché le fiale sono due?”domandò Angel.

Non ne ho idea! Forse una è di scorta…forse aveva paura che…non lo so!”ammise infine.

Forse ho capito io!”

E allora?”

L’altra è per Spike?”

E adesso chi è Spike?”

Uno dei vampiri che dopo la maledizione aiutò Darla a sterminare il vostro clan!”

E perché avrebbe dovuto fare una cosa del genere?”

Perché lei è un angelo! Il mio piccolo angelo e ha voluto aiutare anche lui!”

Questo è da lei! Avanti Angel o non arriveremo in tempo!”

Angel prese una delle fiale e consegnò l’altra a Maria.

Portala a lui!”

Come lo riconosco?

Alto biondo, aria da scemo…”

Rimasto solo il vampiro avvicinò la fiala alle labbra. Prima di bere riuscì chiaramente a sentire che da dentro la bottiglina usciva l’odore del sangue di Elisabeth. Poi chiuse gli occhi e ingoiò il liquido. In pochi secondi questo si diffuse per tutto il suo corpo. Angel cadde a terra. Un dolore disumano lo avvolse, colpendo ogni sua membra. Era una sofferenza mai provata nella sua lunghissima vita: era reale e vivida; era un dolore umano. La vita lentamente stava riprendendo possesso del suo corpo, tornando ad animare ogni cellula, ogni fibra, ogni muscolo…lentamente i polmoni tornarono a muoversi, il sangue iniziò a scorrere e infine fu nuovamente udibile il ritmo più bello che orecchio umano possa sentire; il TAM TAM regolare del battito del suo cuore. Il suo corpo era di nuovo caldo.

Sfinito dal dolore e da quell’esperienza incredibile, Angel finì per perdere i sensi.

Quando riaprì gli occhi era circondato da tutti i suoi amici.

Angel, Angel!!- lo stava chiamando Buffy- come va? Ti senti bene?”

Angel guardò la ragazza ed entrambi pensarono a quanto avevano sognato quel momento quando stavano insieme. Con dolcezza lei appoggiò la mano sul suo petto, voleva sentire quel dolcissimo rumore…e sentendolo non riuscì a trattenere le lacrime. Lui le accarezzò amorevolmente il viso

Si…più o meno…credo di si!!”rispose tutto intontito.

Allora ha funzionato! Ha funzionato davvero!!”gridò Maria.

.“Si…sono di nuovo umano- confermò Angel cercando di alzarsi.

Ahi!!”gridò quando cercò di muovere il braccio.

Adesso il tuo corpo ha di nuovo una sensibilità normale e temo che le ferite riportate in battaglia ti daranno più fastidio di prima!”gli disse Giles.

Già…”confermò lui.

Però è una sensazione bella, anche se un po’ dolorosa!” disse Buffy.

Non avrei mai pensato di essere tanto contendo sentendo tanto dolore!”

Papà!”urlò Connor nascosto dietro agli altri.

Connor, come stai, come ti senti?”

Sono ancora vivo! E tu?”

Lo sono anch’io!”rispose l’altro con un grande sorriso.

Angel, non vorrei rovinarti il momento, ma dobbiamo sbrigarci! Il sole sta per tramontare e rischiamo di arrivare tardi! All’alba lei sarà…”

Quella frase sembrò riportarlo alla realtà. Per un momento preso dalla gioia di essere tornato umano aveva dimenticato che ancora non era finita, che Elisabeth rischiava ancora di morire.

Va da lei!”gli disse Connor.

Vuoi che veniamo con te?”chiese Buffy.

No, questa cosa la devo fare da solo! Ti ringrazio…potresti controllare tu le cose qui finchè non torno?”

Certo! Non appena Spike si sveglia vado a fare un giro di ronda!”

Anche lui è…”

Direi di si. Ma ancora non ha ripreso i sensi!” fece Willow.

Direi che tornare umano non sia un’esperienza piacevole…”osservò Giles.

Comunque la migliore che mi sia mai capitata! Ragazzi io allora vado!”

Buona fortuna!- gli augurò Buffy- Riportala a casa!”

Lo farò!”e dicendo questo uscì insieme a Maria iniziando una corsa contro il tempo.


Al villaggio dei Kaldaresh le due guardie scortarono Lisandro fino alla sua abitazione, lo chiusero dentro il suo studio e si misero a sorvegliare l’uscita.

L’uomo all’interno non faceva che camminare su e giù come un animale in gabbia, cercando un modo di scappare. Non poteva restarsene lì con le mani in mano mentre Garcia cercava di uccidere sua figlia. Doveva fermarlo.

Inoltre si rese conte di essere, almeno in parte, responsabile di ciò che stava accadendo. Per anni si era lasciato manovrare da Garcia come uno stupido e aveva sempre voltato la testa davanti all’evidenza, anche quando sua moglie aveva provato a dirglielo, quando Elisabeth e Maria glielo avevano detto, lui non aveva voluto sentire, non aveva voluto vedere. Solo adesso capiva lo sbaglio madornale che aveva fatto; se solo non si fosse ostinato, se fosse stato meno testardo, meno orgoglioso, se avesse dato più fiducia ad Elisabeth le cose sarebbero andate diversamente. Adesso era troppo tardi per aggiustare le cose, sua figlia era completamente svuotata, era distrutta nel corpo e nello spirito…ora che aveva capito era impotente, non aveva più nessun controllo sul suo destino, era incapace di rimediare a tutti quegli sbagli.

Si lanciò con violenza contro la porta, ma non ottenne niente. Anche se l’avesse sfondata c’erano le guardie; non poteva scappare, non da lì. L’unica altra via d’uscita possibile era la finestra. Le guardie però l’avevano sigillata prima di rinchiudere lì il prigioniero e se rompeva il vetro lo avrebbero preso subito. Lisandro però era un padre disperato, e pur di salvare la vita di sua figlia era disposto a provare anche l’impossibile.

Prese una sedia e la scaraventò contro la finestra e, veloce come un fulmine, cominciò a correre, ma come aveva previsto le guardie sentirono il rumore dei vetri andare in pezzi e prima che l’uomo riuscisse ad allontanarsi troppo l’avevano già catturato. Lisandro cominciò ad opporsi, ma non ci fu niente da fare. Fu riportato nella sua prigione e questa volta fu legato ad una sedia per assicurarsi che non tentasse più la fuga.

Intanto il tempo scorreva veloce, portando Elisabeth sempre più vicina alla sua condanna.


OBSCURITY


Garcia portò di nuovo Elisabeth a El diablo, da là nessuno avrebbe potuto sentire le sua grida.

Veniamo a noi!”

Cosa vuoi da me? Ti ho già detto che non ho ciò che cerchi!”

Però sai dove è…dimmelo e potrei avere pietà di te!!”

Potresti…non so ma non sento di potermi fidare di te. E poi ti ho già detto che cosa ne ho fatto!”

Gacia la colpì violentemente. Elisabeth cadde a terra. Era troppo debole e stanca per l’emorragia al collo per rialzarsi o reagire. Non le rimane che sopportare anche quell’ultima notte. Solo poche ore la separavano dall’alba.

Tu non avresti mai venduto quel ciondolo!”le urlò lui.

Il medaglione mi era caro, ma i ricordi non sfamano e L.A. è una città cara!”

Lui irritato la colpì ancora e ancora.

Cosa ne hai fatto?”

Elisabeth respirava a fatica. Il volto stava sanguinando. Non aveva più neanche la forza di parlare.

Parla o io…”

Non puoi uccidermi!”

Ma posso rendere questa, la notte più lunga della tua vita!”

Non è un male visto che all’alba morirò!”scherzò lei.

Garcia snervato da quell’atteggiamento di superiorità e dalla caparbietà della ragazza; non poteva accettare di essere stato fregato da una ragazzina. Non riuscendo più a trattenersi, sfogò su di lei tutta la sua rabbia. In quella notte l’eco delle urla di dolore della ragazza risuonarono per tutto il bosco.


Quando dalla finestra Elisabeth vide il cielo rischiararsi si sentì sollevata. Il sole stava per sorgere e le sue pene per finire. Ormai il peggio era passato, il dolore stava per cessare…Garcia afferrò la ragazza per le braccia e come se fosse un sacco la trascinò via.

Dopo la notte che aveva passato Elisabeth si stupiva di essere ancora viva, non avrebbe sopportato ancora a lungo tutto quello. Nonostante stesse per essere uccisa si sentì sollevata. Ciò che le faceva più paura e che qualcosa andasse storto e Angel, Maria o suo padre si ritrovassero nei guai per colpa sua. Il suo pensiero tornò ad Angel…chissà cosa stava facendo, se era con lei, se la pozione aveva funzionato e adesso si stava per godere la sua prima alba dopo secoli di oscurità…La sua salvezza era stata l’unica cosa che le aveva permesso di sopportare tutte le torture che il suo aguzzino si era divertito ad infliggerle. Quando Garcia la picchiava lei pensava a lui baciato dalla calda luce del sole, immaginava la gioia che avrebbe provato e proprio nella sua felicità trovava la forza. La sua mente in quella notte era volata lontano, pensando alla vita che lo aspettava; lo vedeva circondato da uno stuolo di bambini urlanti...sarebbe stato un padre fantastico…

Ma accanto a lui ci sarebbe stata un’altra donna. Qualcuno che lo avrebbe potuto amare liberamente, senza pericoli e complicazioni, qualcuno che avrebbe potuto stargli vicino nei momenti felici e in quelli bui. Elisabeth pensava che quella donna sarebbe stata Buffy. Forse adesso che lui era umano tra loro poteva rinascere l’amore…ma questo aveva poca importanza, non le importava con chi, voleva solo che lui fosse felice.

Quando finalmente giunsero a destinazione tutto era già pronto. L’unica cosa che rimaneva da fare era aspettare il primo raggio di sole.

Hai scoperto dunque dove si trova il medaglione?”chiese uno dei membri del consiglio.

Si.”mentì l’uomo.

Quando però l’anziano guardò Elisabeth inorridì.

Non credi di aver esagerato con lei?”gli disse.

No! Questa sciagurata ha dato il medaglione al vampiro!”

Cosa?!”

E adesso?”

Finito qui andrò a riprendermelo!”disse Garcia.

Nessuno osò dire niente.

Avanti è ora di cominciare!”

Il sole stava per fare capolino all’orizzonte.

I membri del Consiglio si disposero in cerchio e Garcia prese il posto di Lisandro. Un uomo incappucciato prese di peso Elisabeth, che ormai non era più in grado neanche di capire cosa le stesse succedendo, e la legò al palo del rogo. Poi si mise in attesa di istruzioni.

Il più vecchio tra i presenti cominciò a leggere ad alta voce:

Il Consiglio degli Anziani ha deciso che Elisabeth, figlia di Lisandro ed erede della grande maga Cloe, si è macchiata del peggiore dei delitti. Ella ha tradito la sua gente, la sua dinastia e il suo stesso destino; ha abbandonato il clan e si è alleata con il Maledetto. Per questo noi adesso la condanniamo a morte, mediante rogo!”


Maria stava guidando come una furia. Il sole era appena tramontato, ma la strada per arrivare al villaggio era lunga e il tempo era poco.

Ti prego va più veloce! Non posso perderla adesso! Non voglio una nuova vita se lei non può farne parte!”disse Angel.

Vedrai che arriveremo in tempo!”disse sperando che quella fosse la verità.

Le ore passarono velocemente. Angel sentiva il suo cuore battere all’impazzata per la paura. Se non ce l’avesse fatta non se lo sarebbe mai perdonato. Se lei era tornata era solo colpa sua, l’aveva fatto per lui…

Quando finalmente arrivarono a Sierra del Sol, Maria arrestò la macchina.

Adesso perché ti fermi?”

Non so dove andare! Non ho idea di cosa sia successo e di dove l’abbiano portata! Sicuramente il processo è già avvenuto…”

Non c’è tempo di cercarla! Chi può sapere dove è?”

I membri del Consiglio, ma non credo che collaboreranno e poi sono sempre super sorvegliati. Però…”

Cosa?”

Suo padre! Lui doveva esserci!”

E tu credi che ci aiuterà? Se non fosse per lui Liz non sarebbe in questo guaio!”

Angel credo che tu non abbia compreso a fondo quello che ti ho detto a Los Angeles. Tutto quello che avviene adesso è colpa di mio padre! Lui ha ingannato Lisandro per metterlo contro sua figlia, ha tramato alle sue spalle!”

Lui avrebbe dovuto capire!”protestò Angel.

Mio padre è bravo a ingannare! Tu l’hai provato di persona!”

Lui non rispose, Maria aveva colpito nel segno.

Adesso piantala di recriminare e seguimi!”

Angel obbedì e andò con la ragazza a casa di Lisandro. Giunti lì però capirono che doveva essere successo qualcosa, la situazione era peggiore di quanto non si aspettassero. L’abitazione era sotto sorveglianza. Una delle finestre del primo piano era rotta.

E adesso che facciamo? Questa non ci voleva!”

Non credevo che l’avrei mai detto,ma rimpiango i miei poteri. Come vampiro sarebbe stato un gioco da ragazzi entrare…così è un po’più complicato!”

Se fossi ancora un vampiro non saresti arrivato nemmeno qui! Ora guarda di fatti venire un’idea! Lisandro deve essere li dentro!”

Perché le guardie? Temevano un’aggressione?”

Non penso… visto che le guardie sono fuori direi che è più probabile che lo stia custodendo?”

E perché?”

Deve aver provato a salvare Elisabeth e loro hanno pensato bene di impedirglielo. O forse è un’altra opera di mio padre…”

Tu sei sicura che sia dalla nostra parte? Che voglia salvare Elisabeth?”

Angel fidati. Lisandro ama profondamente sua figlia, morirebbe piuttosto che permettere a qualcuno di farle del male!”

Ok! Allora io entro dalla finestra e prendo Lisandro, tu credi di riuscire a distrarre quella guardia?”

Maria guardò per vedere chi fosse la persona da distrarre.

Quello è Carlos!”

Ci sono problemi!”

No, anzi…sarà più facile distrarlo! È cotto di me da quando eravamo bambini…ti faccio un segno quando ti puoi muovere!”

Ti prego sbrigati!”


Maria si avvicinò velocemente al ragazzo di guardia.

Ehi Carlos!”

Maria!- disse questo entusiasta- Avevo sentito dire che eri tornata a L.A!”

Si, ma sono appena tornata- disse lei con fare civettuolo e facendo segno ad Angel di muoversi- Ma tu che ci fai qui? Sembra quasi che tu stia sorvegliando qualcosa!!”

Non posso dirtelo!”disse lui in tono solenne.

Che aria seria!! Devo preoccuparmi? Ci sono guai?”

No…niente di pericoloso. Non preoccuparti!”

Sai per caso dove sia mio padre?”

No!”disse lui, ma Maria capì benissimo che stava mentendo.

Non fa niente…Senti tu devi rimanere qui?”

Si…sono di guardia- si lasciò sfuggire- Perché?”

Niente…avevo pensato che magari ti andava un caffè…o magari qualcos’altro!”fece lei con uno sguardo malizioso che lasciava intendere molto di più di quanto non avesse detto. Per rincarare la dose appoggiò la mano sul petto di lui e iniziò accarezzargli la spalla.

Il ragazzo andò in tilt. Cominciò a sudare e a borbottare:

Ma tu…io…credevo…”

Cosa?”disse lei divertita.

Credevo di non piacerti, mi hai sempre evitato e…”

Chissà magari è il fascino della divisa! Ho sempre avuto un debole per le figure autoritarie!”

Se Angel non fosse stato impegnato a liberare Lisandro, Maria avrebbe anche potuto vomitare per quello che aveva appena detto.

Davvero?!- disse lui sentendosi un grande macho- Se vuoi quando smonto…”

Maria adesso aveva la nausea seriamente, la sola idea di…la faceva rabbrividire, in più non sapeva più di che parlare.

Non vedo l’ora! Ma dimmi un po’ cosa hai combinato durante la mia assenza!”

Carlos cominciò a raccontarle con entusiasmo ogni secondo della sua vita, da quando Maria se n’era andata. Maria riuscì a stento a trattenere un paio di sbadigli.

D’un tratto il racconto del ragazzo fu interrotto da un rumore.

Cosa è stato?”

Io non ho sentito niente! Forse un gatto…”disse Maria vedendo muoversi qualcosa.

Carlos, poco convinto, stava per voltarsi quando prontamente la ragazza afferrandolo lo baciò. Quando provò a staccarsi lui la afferrò a sua volta e la baciò di nuovo.

Scusa…-disse Maria una volta liberata da quella presa- Ma adesso devo proprio scappare!”

Lui le strizzò l’occhio; alla ragazza venne veramente voglia di vomitare.


Mentre Maria si avvicinava alla guardia Angel rimase da solo nell’oscurità a pensare che quella era la prima volta che agiva come uomo. Da umano non aveva mai fatto qualcosa di così pericoloso, aveva sempre e solo pensato a se stesso, era stato un vile e un pusillanime. Si rese conto di avere paura: aveva il cuore in gola, sentiva il sangue scorrere nelle sue vene velocemente, l’adrenalina era a mille...l’unico super potere che gli rimaneva era l’amore per Elisabeth e il desiderio disperato di salvarla.

Finalmente Maria gli fece un cenno e lui velocemente sgattaiolò fin sotto la finestra e un po’ meno agilmente del solito la scavalcò. Le ferite gli facevano male, non era abituato al dolore.

Una volta entrato nella stanza un uomo lì di guardia gli si avventò contro, ma lui fu più abile e veloce e con un destro poderoso lo stese.

Ahi…Maledizione!”sussurrò portandosi la mano al petto.

Legato ad una sedia al centro della stanza, c’era un uomo di mezza età dall’aria sconvolta; doveva essere il padre di Elisabeth, Lisandro. Angel cercò di slegarlo, ma le funi erano troppo strette e non sembravano voler cedere.

Lisandro rimase stupito quando vide un estraneo entrare nella stanza e cercare di salvarlo. Qualcosa dentro di lui gli suggerì chi fosse…

Tu sei il vampiro…. –mormorò- Avanti liberami!”

Come sa chi…lasciamo perdere!”

Non è stato difficile capirlo! Avanti dai rompi queste corde dobbiamo correre da lei!!”

Poi però prima che Angel avesse il tempo di rispondere Lisandro notò che l’uomo accanto a lui ansimava.

Oh mio Dio!!! Tu sei umano…”

Si…”

Ma come…”

Liz! Ma ora non c’è tempo, devo raggiungerla prima che le succeda qualcosa!”

Le è già successo qualcosa temo…”

Angel si guardò intorno cercando qualcosa per tagliare quelle dannate corde, ma non c’erano coltelli in quella stanza. Allora afferrò uno dei vetri caduti quando Lisandro aveva rotto la finestra e in pochi attimi recise le corde.

Ora muoviamoci prima che qualcuno si accorga di quello che sta succedendo!”disse Angel.

I due scavalcarono la finestra, ma il padre di Elisabeth passando urtò un pezzo di legno facendolo cadere. Sperando di non essere scoperti cominciarono a correre veloci.

Poco dopo Maria li raggiunse alla macchina.


SUFFERING


Dove è Elisabeth?”chiese Angel ansioso.

In un posto non lontano da qui. È un luogo sacro dove il Consiglio esegue le condanne. Ormai è quasi l’alba lei deve essere già lì!”

Avanti muoviamoci!”

Il cielo si stava rischiarando, ormai mancavano pochi minuti al sorgere del sole. I tre si misero a correre contro il tempo e quando arrivarono i membri erano già riuniti intorno a Elisabeth e il boia stava per appiccare il fuoco.

Fermiiii!!!!”gridò Lisandro.

Cosa ci fai qui?”chiese Garcia furioso per quell’ennesima interruzione.

Lizzieeeeeeeeeee!!”urlò Maria vedendo l’amica in quelle condizioni.

Angel non disse niente ma si mise a correre verso la ragazza che non dava più segni di vita.

Il boia vedendo l’arrivo degli stranieri si era bloccato.

Avanti idiota getta la torcia! Dalle fuocooo!!”ordinò Garcia, ma prima che l’uomo potesse reagire Angel gli fu addosso. I due lottarono con accanimento, ma alla fine l’ex vampiro si libero del suo avversario colpendolo con la sua stessa arma alla base del collo, lasciandolo a terra privo di sensi.

Preso dalla lotta però non si era accorto che Garcia vedendo che il boia era stato fermato aveva preso l’iniziativa e afferrando una seconda fiaccola aveva dato fuoco ai rami ai piedi di Elisabeth.

Papà…nooo!!!”urlò Maria.

Lisandro si voltò verso il traditore e sentì ribollirgli dentro tutta la rabbia e l’odio che provava.

Ora pagherai per il male che hai fatto a me e a mia figlia!! Bastardooo!!”

Prima che Garcia se ne rendesse conto gli si era già avventato addosso per prendersi con le sue mani la vendetta per quello che lui aveva fatto alla figlia.

Angel era rimasto inerme a guardare il fuoco divampare e circondare Elisabeth, poi deciso a tentare il tutto per tutto si lanciò con slancio sul rogo facendo cadere il palo a cui la sua ragazza era legata. Le fiamme però avevano già raggiunto i suoi vestiti e presto passarono anche a quelli di Angel. Maria rapida si tolse la giacca e si gettò sui due riuscendo a smorzare le fiamme.

Elisabeth era rimasta per tutto il tempo priva di sensi, sospesa tra la vita e la morte. Angel la liberò dalle corde che la imprigionavano e prendendola tra le sue braccia la allontanò dal rogo. Una volta in salvo il ragazzo si sbrigò a tastarle il polso; era ancora viva, ma il battito era molto lieve e il respiro difficoltoso. Il suo volto era completamente coperto da sangue, lividi e ferite, che risaltavano sul pallore innaturale assunto dalla sua carnagione.

Lizzie, Lizzie rispondi ti prego! Amore mio guardami!”disse lui scuotendola dolcemente.

La ragazza lentamente aprì gli occhi, anche se quel piccolo gesto sembrò richiederle uno sforzo immenso.

Angel!”sussurrò.

Lui le sorrise mentre lacrime amare gli solcavano il volto.

Ciao!”le disse.

Maria guardava la scena in disparte senza riuscire a dire niente. Non c’erano parole per esprimere il dolore e la pena che le avevano invaso il cuore e i sensi di colpa tornarono a farsi sentire; se solo avesse capito prima…

Non dovresti essere qui.”sussurrò Elisabeth con difficoltà.

E dove altro avrei potuto andare? Tu sei tutto quello che voglio, sei tutto quello dei cui ho bisogno. La mia vita senza di te è vuota. Ho passato due secoli a cercare qualcosa che desse un senso alla mia vita e ora che ti ho trovato non ti lascerò scappare da me!”

Elisabeth con uno sforzo quasi disumano alzò la mano e cercò di raggiungere il petto di lui. Angel intuendo cosa voleva fare le afferrò la mano e se la appoggiò sul cuore. Tam tam, Tam tam…

Senti- le disse dolcemente- batte solo per te!”

Lei gli sorrise debolmente.


Lisandro accorgendosi solo allora che la figlia era salva lasciò perdere il suo avversario e corse da lei.

Liz, bambina mia!”mormorò accarezzandole la testa.

Papà…”

Sono qui piccola mia!”

Ora sono felice. Finalmente le persone che più amo sono insieme, in pace…Ora posso andare…”disse svenendo.

Liz!!!! Amore ti prego non lasciarmiiiiii!!!!”ulrò Angel disperato.

Elisabeth!!!”gridò suo padre.

La ragazza era ancora viva ma il suo cuore stava cedendo, troppo era il dolore che aveva dovuto sopportare, e ormai era troppo debole perché potesse riprendersi. Portarla in ospedale a questo punto era inutile; troppo lungo sarebbe stato il viaggio…Nel cuore di tutti sopraggiunse l’orribile consapevolezza di ciò che stava succedendo; ormai non potevano più salvarla, l’unica cosa che potevano fare era rimanere lì immobili e inermi a guardarla morire.

Infondo la profezia si è avverata…ha fatto quello che doveva…”disse Maria trovando infine la forza di parlare.

Che vuoi dire?”chiese Lisandro ancora all’oscuro di quanto profondo fosse il tradimento dell’amico.

Avanti Maria-intervenne Angel- è ora che tutti sappiano la verità! Mettiamo la parola fine a tutta questa brutta storia!”

Maria guardò prima il padre steso a terra e privo di sensi e provò un forte sentimento di pietà nei suoi confronti. Si sentiva in colpa nell’accusarlo davanti a tutti e avrebbe preferito tacere e dimenticare tutto, riprendendo la vita che aveva lasciato prima di andare a Los Angeles con Elisabeth. Poi però guardò l’amica in fin di vita tra le braccia di Angel e vide ciò che quell’uomo era stato capace di fare per una stupida brama di potere. Le ferite che la ragazza aveva doveva avergliele inflitte lui e Dio solo sa quando doveva aver sofferto…si voltò di nuovo verso Garcia; quello non era suo padre, non poteva esserlo. Lei non lo voleva più.

Fece un respiro profondo e poi disse ad alta voce:

Membri del Consiglio è giunta l’ora che voi sappiate la verità su questa storia. Avete ragione nell’affermare che qui c’è un traditore, ma non è ne’ Elisabeth, ne’ Lisandro. L’unico ad aver realmente tramato contro noi tutti è stato mio padre, anzi tutta la mia famiglia fin dai tempi della morte della figlia di Cloe! Elisabeth non si è macchiata di nessun crimine e ha fatto ciò che la profezia diceva, ha ristabilito la giustizia risanando un vecchio torto!”

Ma il vampiro è ancora vivo?”disse uno degli anziani.

Non c’è più nessun vampiro…Adesso devo chiedervi di concedermi cinque minuti del vostro tempo per spiegarvi quello che sta accadendo!”

Parla ti ascoltiamo!”dissero loro in coro.

Poche ore fa ho scoperto la verità sulla mia famiglia e purtroppo me ne vergogno molto. Mi dispiace dover ammettere che la mia famiglia non ha fatto che tramare e imbrogliare voi tutti da quasi cento anni! La storia che per anni ci siamo tramandati è completamente sbagliata, è stata alterata dalla mia famiglia perché così potesse ottenere ciò che bramava; il comando del nostro clan e il potere che ne derivava. La figlia di Cloe morì perché un mio antenato la vendette ad una vampira perché una volta dissipata la dinastia ufficiale il potere sarebbe passata a noi in modo legittimo, Angel fu coinvolto solo per caso in questa storia…Comunque dopo l’uccisione la caccia all’uomo che insorse fu tremenda e il traditore avendo paura di essere scoperto accusò i vampiri e il tutto terminò con la maledizione. Inoltre dovete sapere che lo sterminio avvenuto quella stessa notte non fu opera di Angel, ma dei suoi compagni che volevano vendicarsi del tradimento subito. Ma ciò che di peggio è derivata da questa storia è quello che voi vedete; per appagare l’odio e la sete di rivalsa dei miei parenti molti destini furono cambiati, quello di Angel, quello di Lizzie…”Maria si arrestò incapace di continuare.

Hai prove per dimostrare che ciò che dici è vero?”

A casa mia, in soffitta, ci sono dei vecchi diari. Lì troverete la storia per intero con tutti i dettagli e le spiegazioni che vi servono, ma in breve credo di poter riassumere il contenuto di quei volumi in un concetto molto semplice: la mia famiglia vi ha traditi, Elisabeth vi ha protetti. La profezia che tanto avete nominato è stata cambiata. Il ruolo del nostro popolo era quello di aiutare, non cacciare, Angel e di guidarlo verso la riconquista dell’umanità. Quella sera il suo destino fu cambiato e il nostro popolo commise una grave mancanza nei suoi confronti ed Elisabeth ha rimediato. Adesso lui è umano e tutto è tornato a posto, ma la pace che riotteremo l’abbiamo pagata a caro prezzo!”

Tutti gli occhi si rivolsero verso Elisabeth ancora incosciente tra le braccia di Angel e un profondo silenzio scese tra i presenti. Gli anziani rabbrividirono al pensiero di cosa avevano fatto, di cosa stavano per fare e si sentirono in colpa per quello che ingiustamente le avevano fatto passare. Ormai però era tardi per rimediare.

Piccola serpe!!!- urlò Garci alzandosi- Tu mi hai tradito!!!”

Gli occhi dell’uomo erano carichi di rabbia, delusione e odio.

Si vede che qualcosa da te ho imparato!”gli rispose amaramente la ragazza.

Non la passerai liscia! Pagherai!!! Pagherete tutti!!!! E tu – disse puntando il dito contro Angel- tu più di ogni altro pagherai per aver mandato all’aria i miei piani!”

Adesso basta! – lo ammonì il Consiglio- Tu non farai più del male a nessuno. Tu ci hai preso in giro, hai abusato della nostra pazienza, ci hai usato per i tuoi loschi scopi e per colpa tua abbiamo punito un’innocente. È ora che anche tu sconti la tua pena! Noi ti condanniamo a subire la stessa agonia a cui hai sottoposto lei!”

No…-fece Elisabeth riprendendo conoscenza- ti prego papà fermali…basta con la vendetta, adesso basta…”

Ha ragione!- disse Lisandro- Abbiamo già versato troppo sangue! Basta morti, basta con queste stupide vendette, ormai dovremmo aver imparato la lezione…Per la colpa di cui ti sei macchiato Garcia io ti condanno all’esilio e se mai il tuo cammino dovesse di nuovo incrociare il mio o quello di mia figlia con la vita pagherai tale affronto! Guardie prendetelo e conducetelo via di qui!”

Due giovani guardie armate si avvicinarono e afferrarono l’uomo per le braccia. Prima che fosse portato via Maria volle dire a suo padre un’ultima cosa:

Ti odioo!! Non ti perdonerò mai per tutto questo! Maiii!”

Non farlo Maria- mormorò Elisabeth- non permettere all’odio di infettare il tuo bellissimo cuore o lui avrà vinto. Lascia andare via il dolore e il risentimento o non sarò io l’unica vittima di questa storia!”

Liz…”disse la ragazza scoppiando a piangere.

Portatelo via!”urlò Lisandro.

Le guardie obbedirono e nonostante l’uomo continuasse a dimenarsi lo trascinarono via.

Il mio piccolo angelo!- disse Angel accarezzando il volto della ragazza- Vedrai che finirà tutto bene!”

Lei sorrise.

Angel mi dispiace per…”

Shh! Non dire niente. È stata tutta colpa mia! Non avrei mai dovuto credere a ciò che mi hai detto, sapevo che non potevi pensare quelle cose...perdonami se non sono riuscito a proteggerti. Perdonami se ho fallito…”

Non dire così! Io sono felice di come è andata e non ho nessun rimpianto. Se tornassi indietro rifarei tutto esattamente come ho fatto, non cambierei niente e ringrazio il cielo per averti fatto entrare nella mia vita. Non potevamo evitare che le cose andassero così, il destino non si può cambiare e infondo questo potrebbe anche essere visto come un lieto fine!”

Nooooo!!- urlò Garcia sfuggendo alla presa delle guardie e afferrando una delle pistole che portavano con loro- Non ci sarà un lieto fine! Se lo ami tanto, portalo all’inferno con te!!”

Le guardie gli si avventarono addosso, ma prima di essere raggiungo l’uomo riuscì a sparare un colpo verso Angel.


LEGEND AND REAL LIFE


Elisabeth facendo ricorso alle ultime energie che le erano rimaste si buttò davanti ad Angel per proteggerlo con il suo corpo. Il proiettile la colpì al cuore.

Noooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”urlò Angel.

Elisabeth!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”gridò il padre.

Ma lei ormai era morta. Il suo cuore aveva smesso di battere. Angel la strinse forte a se mentre la disperazione si impadroniva della sua anima; lei era morta, il suo unico amore era sparito per sempre. Il sangue caldo di lei lo aveva ricoperto e adesso iniziava a bagnare il terreno.

Maria presa dallo sconforto e dal dolore scoppiò a piangere e Lisandro la strinse a se piangendo anch’egli. Ormai era tutto finito.

Nel sangue è cominciata e nel sangue finirà…”mormorò Maria.


Un raggio di sole colpì il volto senza vita di Elisabeth. Poco dopo un altro sfiorò quello di Angel, ma lui era completamente preso dalla contemplazione dell’angelo che gli stava tra le braccia. Il suo inestimabile e prezioso tesoro l’aveva lasciato…

Il sole affacciandosi all’orizzonte aveva scacciato finalmente via l’oscurità di quella notte. Le poche nuvole che coprivano il cielo si tinsero di mille colori e sfumature di rosa, oro e argento, che contrastavano con il blu intenso del cielo e il nero delle montagne. La natura si stava risvegliando lentamente: i fuori sbocciavano, gli animali uscivano dalle tane e gli uccellini allegri diffondevano nell’aria il loro canto gioioso. Il mondo sembrava un posto serafico e pacifico, un luogo di fiaba sospeso tra sogno e realtà. Ma tutta quella pace, tutta le bellezza e l’incanto dell’atmosfera stonava con la tragedia che si era appena consumata, con la brutalità dei fatti appena accaduti. Il sole doveva nascondere i suoi raggi e gli uccellini interrompere il loro canto. Spesse nubi dovevano oscurare il cielo e una pioggia fredda e tagliente cadere sulla terra. Tutto il mondo doveva piangere la scomparsa di Elisabeth. Però forse lei non avrebbe voluto, lei che era stata sempre splendente e gioiosa non avrebbe voluto che la vita di chi le stava intorno e che aveva protetto a costo della sua si fermasse…

Angel alzò lo sguardo e osservò ciò che lo circondava. Era la prima alba che vedeva dopo secoli di oscurità, era l’avverarsi delle sue preghiere, eppure era tutto sbagliato. Lo spettacolo se pur meraviglioso e mozzafiato, non vale il prezzo che aveva pagato. Non riusciva a essere felice di ciò che aveva ora che lei non c’era più; senza Elisabeth non ci sarebbe stata più gioia. Il sole non riusciva a scaldarlo dal freddo che gli aveva invaso l’anima, e il battito del suo cuore era un rumore fastidioso, qualcosa che non voleva più. Il mondo era tornato ad essere l’inferno che Angel aveva sempre conosciuto, l’incanto era finito insieme alla vita della sua amata.

La sua anima era di nuovo in subbuglio lacerata dai sensi di colpa per aver di nuovo ucciso; non si sarebbe mai perdonato quella morte, lui avrebbe dovuto e potuto fermarla, ma aveva fallito. Forse suo padre aveva ragione; lui era un fallito e l’unico dono che aveva era quello di uccidere. Per la prima volta Angel sentì il desiderio di tornare indietro, voleva tornare ad essere Angelus, voleva smettere di sentire quel dolore o sarebbe impazzito. Adesso che era umano era tutto troppo reale e la scomparsa di Elisabeth aveva lascito un vuoto che non poteva essere colmato, Angel non sarebbe sopravvissuto anche a quello, era veramente troppo. E non voleva neanche farlo, non voleva vivere senza di lei. Aggrappandosi ad un’ultima stupida speranza chiese:

Non è possibile fare qualcosa? Usare la magia?”

Per tornare indietro?”

No, per ridarle la vita come è stato fatto con me!”

Per ogni vita restituita una va tolta!”disse Lisandro.

Prendete la mia! Io posso tornare ad essere un vampiro se questo la farà vivere di nuovo!”

E tu dopo quello che lei ha passato per farti tornare umano rinunceresti?”disse Maria infuriata.

Se servisse per riaverla qui si! Non voglio e non posso vivere senza di lei…io ne ho bisogno!! Non ce la faccio…”

Devi amarla veramente tanto se sei disposto ad un tale sacrificio!”disse il padre della ragazza.

Per me non è un sacrificio se posso riaverla con me! Ho bisogno del suo amore…”

Se l’avessi capito prima avrei potuto impedirlo…-disse l’uomo- Mi dispiace!”

Angel lo fissò esterrefatto.

Tu devi perdonare me! Se non le avessi permesso di allontanarsi da me non le sarebbe successo niente…è stata colpa mia se lei è morta, lo ha fatto per me!”

Smettetela! Se qui c’è una colpevole sono io, la mia famiglia, mio padre…”disse Maria scoppiando di nuovo a piangere. Lisandro la strinse forte. Lei quella notte aveva perso un’amica e la sua famiglia e doveva sentirsi in colpa nei confronti di entrambi.

Allora è possibile fare questo scambio?”chiese Angel.

In teoria si…ma ci servirebbe il medaglione e poi lei è l’unica che poteva…”mormorò piano Lisandro.

Angel tornò a guardare la sua piccola e dolce Elisabeth; il suo amore. Il padre della ragazza appoggiò la mano sulla sua spalla e gli disse:

Avanti andiamo via!”

Io non voglio lasciarla, voglio restare qui!!”

Ormai non c’è più niente da fare…l’abbiamo persa, persa per sempre! L’unica cosa che possiamo fare per lei è esaudire il suo ultimo desiderio e vivere in pace! Non rendiamo vano il suo sacrificio!”

Avanti Angel!”gli sussurrò Maria.

Lui però era restio ad abbandonarla; non poteva allontanarsi da lei, voleva restare lì a stringerla per sempre. Poi però capì che le parole di Lisandro e Maria erano sincere e vere.

Mise la mano in una tasca della giacca e estrasse il medaglione che tutti bramavano; da quando Giles glielo aveva affidato non se ne era più separato. Lo allacciò al collo di Elisabeth e poi uno alla volta si apprestarono a darle l’ultimo saluto. La prima a parlare fu Maria.

Grazie Lizzie per la tua amicizia. Grazie per i momenti passati insieme, per il tuo affetto, la tua sincerità, la tua lealtà. Da te ho imparato tante cose nel corso degli anni e se riuscirò a diventare anche io solo una parti di ciò che tu sei stata per me, sarò più che soddisfatta. Grazie di tutto amica mia e addio!”

Una lacrima scivolò lungo la guancia della ragazza e cadde sul medaglione che sembrò quasi brillare per un breve e impercettibile attimo.

Lisandro si fece avanti.

Mia piccola principessa, mi dispiace per il male che ti ho fatto e per ciò che esso ha portato. Mi dispiace per non aver capito il tuo amore se non quando era ormai troppo tardi…so di non essere stato il padre che volevi e che ti meritavi, ma sappi che ti ho amata sopra ogni altra cosa, sempre. Adesso l’unico conforto mi viene dal sapere che ora sei in pace, insieme a tua madre e che un giorno saremmo di nuovo tutti insieme. Addio bambina mia, continuerò a portarti per sempre nel mio cuore!”

Anche Lisandro si lasciò sfuggire una lacrima e anch’essa si infranse contro il medaglione. Una nuova scintilla scaturì dal contatto, ma nuovamente nessuno se ne accorse.

Infine fu la volta di Angel.

Mio dolcissimo amore, come faccio a dirti addio? Dove troverò la forza di andare avanti senza di te, senza i tuoi sorrisi, le tue carezze, i tuoi baci…mi sento morire se ripenso a ciò che ho perso. Perdonami per non averti saputo salvare, per averti ferita; non avrei mai dovuto lasciarti andar via da me, ma adesso è tardi e sono di nuovo solo. Vorrei morire e seguirti, perché ogni giorno che vivrò senza di te sarà per me la più atroce delle torture…tesoro mio…mio amore…ti amo, ti amo da impazzire!”

Angel la strinse a se con tutta la forza che aveva e anche le sue lacrime si unirono sopra il medaglione a quelle di chi lo aveva preceduto. Questa volta lo scintillio che ne scaturì fu accecante, impossibile da ignorare. Una forte a calda luce avvolse il corpo della ragazza senza vita e poi anche quello dei presenti. Quando tutto tornò normale, Elisabeth era sparita e le ferite dei presenti risanare.

Ci ha fatto un ultimo dono…”bisbigliò piano Maria.

Angel però non era convinto e cominciò a guardarsi intorno; non potevano toglierle anche il suo corpo.

Avete perso qualcosa?”domandò una voce familiare alle loro spalle.

Tutti si voltarono di scatto e furono sorpresi nel vedere Elisabeth viva, in piedi e sorridente che li fissava divertita. Nel suo volto non c’erano più ferite e aveva ripreso il solito splendido colorito. Per un attimo nessuno si mosse, nessuno disse niente per la paura di rompere l’incanto.

Allora, non dite niente? Siete contenti di vedermi?”

Lizziiiiiiiiiiiieeeeeeeeeeee!!!!!!!!!”urlò Maria al settimo cielo saltando letteralmente addosso all’amica e facendola cadere a terra.

Sei sempre la solita esagerata!” le disse lei abbracciando la ragazza.

Quando infine riuscì a liberarsi dai gesti di esuberante affetto dell’amica Elisabeth si diresse verso il padre che la stava ancora fissando imbambolato.

Ti voglio bene papà!”

Lisandro non disse un parola si limitò solo a stringere la figlia forte ringraziando il cielo per avergliela restituita.

Angel era caduto sulle ginocchia, mentre la guardava salutare il padre. Lei gli rivolse il suo sguardo dolce e innamorato e incapace di trattenersi gli si lanciò tra le braccia. Lui la afferrò forte e la strinse, poi la baciò con tutto l’amore, la passione e la gioia che aveva nel cuore.

Così finirai per soffocarmi!”disse lei scherzosamente.

Lui le sorrise. Elisabeth si sentì rinascere solo in quel momento, solo in quel contatto; l’unico in grado di farle fremere l’anima.

Ti amo Lizzie!! Ti amo da impazzire!!”disse Angel alzandosi.

Ti amo anche io Angel, ti amo oltre ogni limite!”

Ho creduto di averti perso…l’ho creduto davvero!”

L’ho creduto anche io!! Oddio Angel non lasciarmi mai più!!!”disse lei stringendolo forte.

Non lo farò…non voglio separarmi da te mai più, neanche per un minuto!! Ho provato così tanta paura e dolore…non posso vivere senza di te!”

Neanche io! Il mio cuore ti appartiene e anche la mia anima!”

E così la mia appartiene a te, e anche la mia vita! Ho avuto una vita molto lunga e ho fatto tante cose; ma non sono mai riuscito a dare un senso alla mia esistenza: ora che finalmente ci sono riuscito non voglio più perdere tempo!”

Lei gli sorrise e gli chiese:

Cosa vuoi fare?”

Lisandro devo chiederti un grosso favore!”disse Angel.

Maria già fremeva e rideva intuendo cosa stava per accadere.

Dimmi…a questo punto non posso negarti niente!”

Puoi concedermi la mano di tua figlia?”

L’uomo non rimase sorpreso più di tanto nel sentire quella domanda. Aveva capito quanto profondo fosse il legame che legava quei due e sapeva che sarebbe stato crudele cercare di separarli, anche perché era sicuro che sua figlia era tornata principalmente per il suo amore non certo per suo padre. Però era geloso, per lui Elisabeth era ancora la sua bambina, la sua piccola principessa e non voleva perderla. Si voltò verso di lei e per la prima volta si rese conto che quella che aveva davanti era una donna, non più una bambina, una donna innamorata e avendo potuto scegliere non avrebbe trovato partito migliore per lei. Sapeva che lui l’avrebbe amata e resa felice come meritava.

Non posso dirti di no! Lei adesso vuole te. Ti affido il tesoro più importante che possiedo, abbine cura!”

Ti assicuro che lo farò!! La amerò per il resto della mia vita se lei mi vuole…”

Poi si voltò verso Elisabeth. Il cuore della ragazza batteva come un tamburo, le sue mani tremavano e la testa gli girava. Non riusciva a credere a ciò che stava succedendo.

Angel tirò fuori dalla tasca della giacca una scatola e l’aprì, si mise in ginocchio davanti a lei e con voce un po’ tremante le disse:

Elisabeth mi vuoi sposare?”

La ragazza aveva lo sguardo annebbiato dalle lacrime, che la prima volta in quei giorni le cadevano per gioia non per dolore. Con la voce rotta per l’emozione lei riuscì a mala pena a mormorare:

Si”

Angel le prese la mano e sfilò l’anello dalla scatola. Solo in quel momento Elisabeth vide che quello era l’anello che il vecchio Sam le aveva mostrato al negozio, la sera in cui c’era andata con il ragazzo. Con mano tremante Liam infilò la piccola fede al dito, lei fece lo stesso.

Una fede semplice, in oro bianco con un piccolo diamante, mi sembra che sia tutto!!”disse lui.

Te ne sei ricordato!!! Ma come…voglio dire quando le hai prese?”

Me le ha regalate Sam. Non so come ma ho l’impressione che lui sapesse.”

Elisabeth era adesso era pienamente felice e non le importava capire come era stato possibile. Forse quella non era la realtà e stava ancora sognando, ma se era così non voleva più svegliarsi.

Angel si chinò per baciarla, suggellando così, nel più dolce dei modi, quel momento magico. Ancora non poteva credere che tutto quello stesse succedendo realmente; lei era viva e stava per diventare sua moglie, la sua bellissima moglie.

Benvenuto in famiglia!”disse Lisandro abbracciando il ragazzo.

Grazie”

Elisabeth ancora non credeva a ciò che vedeva; suo padre che per anni aveva voluto la morte di Angel adesso lo abbracciava e gli dava il benvenuto in famiglia. Sua madre aveva avuto ragione l’amore li aveva salvati, l’amore era stata la soluzione a tutti i loro problemi.

Io sarò la damigella!”esclamò Maria.

Non dovrei essere io a decidere?” protestò Elisabeth.

Eh no!! Me lo sono ampiamente meritato!! Tu non sai che cosa ho dovuto fare per arrivare qui!”

Sentiamo!”

Ho baciato Carlos…”disse la ragazza con un’espressione disgustata.

Cosa?!- fece l’amica scoppiandole a riderle in faccia- Ma parliamo della stessa persona? Bassino, voce stridula, sguardo assatanato, aria da scemo…”

Già…ti prego non farmici ripensare o finirò per vomitare!!!”

Tutti scoppiarono a ridere. L’orrore e il dolore erano finalmente e definitivamente finiti, il ritorno di Elisabeth aveva già fatto svanire il loro ricordo proprio come il sole aveva dissipato il buio della notte.

Lentamente il gruppetto si avviò verso casa.

Io però ancora non ho capito cosa è successo!”disse Lisandro.

Faceva tutto parte della profezia- disse Elisabeth mentre camminava abbracciata stretta al suo Angel- L’unico modo per cancellare tutto l’odio che provavate era con l’amore. La mia morte ha chiuso ciò che rimaneva in sospeso di quella brutta storia dissipando ogni desiderio di vendetta e poi il vostro amore mi ha riportato qui. Le lacrime che hanno bagnato il medaglione dimostravano il vostro affetto e simboleggiavano ciò che di più importante c’è nella vita: la famiglia, l’amicizia e l’amore!”

Sapevi che sarebbe successo?”chiese Maria.

No! Ho creduto seriamente di morire e di avervi perso per sempre!”

Angel la strinse più forte a se.

Adesso è tutto finito! Possiamo buttarci il passato alle spalle e pensare a costruirci un futuro insieme.”

Elisabeth gli sorrise.

EPILOGO


UN ANNO DOPO


Elisabeth era bellissima nel suo abito da sposa. Il suo vestito era meraviglioso: il corpetto rigido era rivestito da un velo d’organza su cui erano ricamati a mano boccioli di rosa, la gonna ampia e voluminosa in raso bianco aveva sull’orlo delle splendide lavorazioni anch’esse a mano. Elisabeth era radiosa e sembrava veramente una principessa.

Alla cerimonia mancavano solo pochi minuti e la sposa, sull’orlo di una crisi di nervi, non riusciva a smettere di camminare su e giù per la stanza. Buffy e Maria, sue damigelle, la osservavano divertita.

Liz, avanti calmati o ti farai venire un infarto prima dell’inizio della cerimonia!”

E se succedesse qualcosa? E se lui non venisse?”

Ma se è nella stanza accanto!”

Be’ questo non vuol dire niente, potrebbe ancora cambiare idea!”

Dopo tutto quello che avete passato? Non penso proprio!”la tranquillizzò Buffy.

E se…”riniziò lei.

Adesso smettila di dire sciocchezze!”

Sei solo nervosa, come vuole la tradizione. Ma non devi preoccuparti, lui verrà, voi vi sposerete e vivrete felici e contenti! Non l’ho mai visto tanto deciso!”disse Buffy.

Ora fa un respiro profondo e calmati!”le suggerì Maria.

Ok…va bene! Avete ragione devo solo calmarmi!”disse Elisabeth cercando di mettersi a sedere.

Noooooooooooooo!!!”le urlò Maria.

La ragazza schizzò in piedi come una molla, con il cuore in gola che le batteva a cento all’ora,

Cosa c’è?”

Il vestito Liz…non ti devi sedere!”

Giusto! Grazie!”

Perché per rilassarti non pensi a qualcosa altro?”

Accetto suggerimenti!”

Ripassiamo la lista di ciò che tradizione vuole!”propose Maria.

Qualcosa di nuovo…”iniziò Buffy.

C’è, il mio vestito!”

Qualcosa di vecchio…”

C’è, il copri spalle di mia madre!”

Qualcosa di blu…”

Elisabeth si gelò. Non ce l’aveva.

Non c’è…non ho niente di blu!!! Oh mio Dio, oh mio Dio…e adesso? Non posso sposarmi senza qualcosa di blu!”

Se non ti calmi finirai per diventare cianotica e sarà la tua faccia ad essere blu!”

Calmarmi? Ma avete sentito cosa ho detto?”

Liz, tu non hai mai creduto a queste cose!”le fece notare Maria.

Questo è diverso…- fece lei imbarazzata- e poi è meglio non sfidare il destino!”

Le due damigelle si misero a ridere.

Vorrei vedere voi al mio posto!”

Dai calmati Lizzie!”disse Buffy.

Avevamo previsto che non avevi niente di blu e ci abbiamo pensato noi! Tieni consideralo un anticipo sul regalo!”

Maria passò alla sposa una scatola. Elisabeth la aprì velocemente e vide che dentro c’era un giarrettiera blu cobalto, la ragazza arrossì e si getto sulle sue amiche.

Grazie ragazze!!! Vi voglio bene!! Mi fate venir voglia di piangere!”

Non ci provare- la minacciò Buffy- con tutto il tempo che c’è voluto per truccarci!”

Elisabeth si sistemò il regalo sulla gamba e poi guardando le amiche e chiese:

Ma secondo voi anche lui sarà così nervoso?”

Non so…-fece Maria- E’ un tipo così imperturbabile! Riesce sempre a mantenere il sangue freddo!”

Io non ci giurerei!”disse Buffy.

Nell’aria cominciarono a risuonare le note dell’organo. Era ora.


Nell’altra stanza Angel era seduto ad un tavolo con i suoi testimoni; Connor e Spike. Se ne stava fermo senza dire una parola a tamburellare nervosamente con le dita sul tavolo.

La vuoi piantare!- gli urlò Spike- Mi stai trapanando il cervello!”

Tu non hai un cervello!” gli disse lui.

L’altro stava per rispondere, ma Connor intervenne.

Avanti Spike lascialo stare, non vedi che è nervoso!”

Ha deciso lui di ficcarsi in questo guaio, ora di che si lamenta!”

Tu credi che stia sbagliando? Che abbia corso troppo?”chiese Angel entrando nel panico.

Hai visto cosa hai fatto!”lo sgridò Connor dandogli uno scapaccione.

Ma se stavo solo scherzando! Tuo padre non ha senso dell’humor!”

Papà ignora le sue parole e calmati! È normale essere nervosi prima di sposarsi, ma non perdere il controllo!”

E tu come fai a sapere che è normale?”

L’ho visto nei film!”rispose il ragazzo.

Angel gli sorrise. Finalmente la sua vita si stava aggiustando: stava per sposare la donna che amava, le cose con suo figlio andavano meglio, ora doveva solo riuscire a non farsi venire un infarto prima della cerimonia.

Le fedi le hai?”gli chiese.

Connor cominciò a tastarsi le tasche.

Oh no! Non le ho ritirate!”

Cosa?!”trasalì Angel.

Spike sorrise divertito.

Avanti respira! Ti sta solo prendendo in giro! Le fedi ci sono, tutto è apposto. Ora devi solo rilassarti o giuro che ti ammazzo!”

Spike ha ragione: hai un pessimo senso dell’hunmor!”

Vorrò vedere voi due al mio posto!”

Con un po’ di fortuna…”disse Spike guardando l’anello che portava al dito.

Il sacerdote bussò alla loro porta.

Avanti, venite che iniziamo!”

L’organo cominciò a suonare e le damigelle entrarono, poi iniziò la marcia nuziale ed Elisabeth fece il suo ingresso. Gli sguardi degli sposi si incrociarono immediatamente e tutto il nervosismo fu bandito. Se il vestito non glielo avesse impedito la ragazza sarebbe corsa dal suo sposo, però mentre avanzava lenta un ricordo le affiorò alla mente, le parole che sua madre le aveva scritto sul libro e pensò:

<Mamma aveva ragione. Ormai il male subito e tutto quello che abbiamo passato è solo un brutto ricordo che sembra appartenere ad un'altra vita.>


È straordinaria la capacità che abbiamo di dimenticare le cose brutte e aggrapparci con forza a quelle belle. Chissà forse questo è dovuto al bisogno che abbiamo di credere che la nostra vita abbia avuto un significato, che abbia portato qualcosa di positivo a qualcuno e per far questo abbiamo bisogno delle persone che amiamo.

Io non posso giurare che la mia storia sia andata veramente così, i ricordi sono inattendibili narratori, ma vi posso giurare che questo è ciò che ho serbato nel cuore.

FINE