MY LITTLE BOY

AUTRICE:WILLOWFOREVER

#1 Per favore, i commenti! Anche se solo per dire:'la fanfic fa schifo'...

#2 Buffy sa che Angel ha avuto un bambino, ma non sa che il suo nome è Connor…

#3 Dagli episodi 'Older and Far Away' x BtVS e 'Couplet' per AtS,la storia diventa AU .(per quanto riguarda AtS, ho preso le info che mi servivano e le ho rigirate a mio piacere;alcune cose potrebbero essere vere, altre no.)

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Los Angeles

 

- The father will kill the son –

Il padre ucciderà il figlio.

Il piccolo Connor, ucciso da Angel? No, non era possibile.

 

Wesley controllò per l’ennesima volta la traduzione. Con matita alla mano, scrivania piena zeppa di libri e vocabolari antichi, occhiali al proprio posto, era allibito da quello che aveva appena scoperto. L’aveva controllata parola per parola, quella dannata traduzione, fatto controlli incrociati, aveva perfino pulito un paio di volte i suoi occhiali nella speranza che avesse visto sbagliato, ma ovviamente, tutto era inutile.

 

Il padre ucciderà il figlio.

 

L’uomo si mise le mani nei capelli. Cosa avrebbe dovuto fare? Cosa avrebbe potuto fare?

Non poteva permettere il compimento della profezia.

 

Però non poteva neanche andare da Angel e dirgli: ‘ Sai, c’è una profezia, e tu ammazzerai Connor: che facciamo?’

 

Si sarebbe beccato come minimo un pugno in faccia.

Come minimo.

 

La cosa migliore sarebbe stato allontanare il piccoletto per un po’, giusto il tempo di scoprire se la profezia era vera o no. Ma Angel era troppo legato a Connor. Lui v-i-v-e-v-a per Connor. Da qualche settimana a questa parte il neonato era diventato l’unica ragione di vita del vampiro. E questo non avrebbe permesso di separsi da lui.

Non se l’avesse saputo, ovvio…

 

Wesley alzò lo sguardo. Era un’idea, quella che gli era balenata per la mente?

 

Si alzò, e andò a sbirciare nella camera di Angel. Il vampiro dormiva sereno. Si diresse, quindi, nella camera del piccolo Connor. Anche lui dormiva, fortunatamente.

 

Prese alcune cose di Connor e mise il piccolo nel porte-enfant con più delicatezza possibile. Se si fosse svegliato in quel momento e si fosse messo a piangere, Angel sarebbe venuto a controllare il bimbo. E a quel punto, sarebbero stati guai.

 

Forse era un’idea malsana, un’idea presa con troppa fretta. Ma meglio questo, che vivere col rimorso di sapere che una tragedia si sarebbe potuta evitare. Decisamente, meglio questo.

 

Avrebbe portato Connor da qualcuno per un po’ di tempo, lontano da L.A. ma soprattutto lontano da Angel. Ormai aveva deciso. Prese il bimbo e le sue cose e, senza fare eccessivo rumore, uscì dall’Hiperion, dirigendosi verso la macchina.

 

Restava da decidere da chi portare il piccolo. Non aveva molti conoscenti nelle vicinanze, e comunque nessuno era forte abbastanza da assicurare protezione a Connor. Aspetta un momento…forte abbastanza, eh?

 

No, era un’idea troppo folle. Dopo tutto quello che era successo forse ‘lei’ non avrebbe accettato di tenere il bambino. Era il figlio del suo ex, che diamine! D’altronde, però, era l’unica soluzione possibile…e poi…chi aveva detto lei doveva sapere ‘chi’ fosse il bambino?

 

“ Allora, Connor! Ora ti porto da una persona che ti terrà con sé per un po’…ma tu fai il bravo, eh?” disse, sistemandosi nella vettura col bimbo e mettendo in moto.

 

“ Si torna a Sunnydale…” il bisbiglio stavolta era più diretto a sé stesso che al piccolo…

 

 

 

Parte 2

 

Sunnydale

 

“Dawn, la colazione, muoviti…sta per arrivare Xander da un minuto all’altro, non puoi fare tardi tutti i giorni a scuola…”

 

“Sono pronta, sono pronta! Oh,no! Devo scegliere i disegni da far vedere al professore di arte…mi sono dimenticata!”

 

La sorellina della Cacciatrice corse in camera sua, lasciando Buffy sola in cucina. Era sempre la solita storia. Dawn sembrava avere la testa da un’altra parte, ultimamente. E la cleptomania non l’aveva certo aiutata. Buffy era profondamente in colpa. Forse, se le fosse stata più vicino invece di pensare solo a sé stessa tutto questo non sarebbe successo. Ora non restava che piangere sul latte versato. E poi pulire tutto e ricominciare daccapo.

 

Il suono del campanello interruppe i pensieri della ragazza. Era arrivato Xander. E Dawn non era pronta. Da domani avrebbe avuto il pugno di ferro con Dawn, questo era sicuro. Andò ad aprire la porta, ma Xander non c’era. Al suo posto, invece, vi era un porte-enfant con un bimbo, un neonato…

 

“Oh mio Dio…”

 

La Cacciatrice provò a dare uno sguardo intorno, ma riuscì a vedere solo una macchina sul fondo della strada. Troppo lontana per vedere la targa.

 

Il suo sguardò tornò sul neonato assonnato. Accanto a lui, una lettera. Prese il porte-enfant e lo portò in cucina. Raccolse la lettera, sulla quale c’era scritto ALLA SIG.NA BUFFY SUMMERS, e l’aprì per leggerla.

 

Signorina Summers,

So che tutto questo è assurdo, ma ho-abbiamo bisogno del suo aiuto. Il piccolo Connor è in pericolo, e solo lei ha la forza, e il cuore adatto per proteggerlo. Non affidi il bambino alla polizia, o a i servizi sociali. Lo verremo a riprendere appena tutto si sarà calmato, e le spiegheremo tutto. Nel porte-enfant troverà anche qualche oggetto per il bambino.

 

I miei migliori riguardi

 

Un amico

 

La ragazza sentì improvvisamente il bisogno di doversi sedere. I suoi occhi andavano al bambino, alla lettera e poi di nuovo al bambino. Com’era possibile che avessero affidato questo neonato a lei? Ma soprattutto, perché l’avevano fatto? Era ovvio che il bambino era in pericolo, e che la Cacciatrice avrebbe dovuto proteggerlo. Era anche scritto nella lettera. Ma da cosa? Da chi?

 

Prendersi cura di un neonato era una cosa difficile, e Buffy non ne aveva alcuna esperienza. Era troppo piccola quando Dawn nacque, e di conseguenza non poteva ricordare niente su come si cresce un bimbo…

 

In quel momento scese dalle scale Willow.

 

“Ehi, Buffy! Stavo pensando se più tardi potevamo anda-…anda- “ la ragazza cominciò a balbettare quando vide cosa c’era sulla tavola. Spalancò gli occhi, e scrutò sia il bambino, che Buffy.

 

“C-che cos’è?” disse sconvolta all’amica.

 

Buffy le lanciò un’occhiataccia.

 

“Beh, che è un bambino ci arrivavo anch’io…”

 

Willow, rendendosi conto di aver appena fatto una gaffe, arrossì in volto.

 

“S-scusa, intendevo dire, perché è qui? Di chi è?”

 

Buffy osservò il bambino, poi la sua amica. Le passò la lettera, che la ragazza, dopo aver dato alla Cacciatrice uno sguardo preoccupato, cominciò a leggere. Dopo qualche istante che parve infinito, Buffy cominciò a parlare.

 

“ L’ho trovato fuori alla porta. La lettera dice che si chiama Connor, e che è in pericolo. E che devo proteggerlo. Nient’altro.”

 

“Oh.” Fu l’unico commento di Willow. Sentì anche lei il bisogno di sedersi.

 

“Che cosa farai?”

 

“Mi occuperò di lui?” tentò di indovinare la Cacciatrice. Ormai vi era dentro. E si sarebbe occupata del bimbo.

 

L’ex strega accennò un sorriso. Poteva solo immaginare i pensieri di Buffy, e non poteva fare altro che capirli.

 

Dalla cima delle scale si sentì la voce di Dawn.

 

“Sto arrivando! Ho finito! ”

 

Buffy scattò in piedi. Si era completamente dimenticata di Dawn. Si girò verso la sua amica.

 

“Se Dawn vede il bimbo non vorrà andare a scuola, almeno per oggi…e questo non è una buona cosa…”

 

La rossa capì al volo la ragazza e prese delicatamente tra le braccia il piccoletto.

 

“Capito. Lo porto di là. Speriamo solo che non si metti a piangere…” , disse, avviandosi nel soggiorno.

 

Appena in tempo, perché in quel momento scese Dawn.

“Ma non era Xander alla porta?” , chiese.

 

“Cosa? Oh, no, era…era…il lattaio!” le rispose la sorella, cercando un appiglio.

 

“E da quando viene un lattaio a casa nostra?!”

 

“Ehm…il fatto è che ha una cotta per Willow e allora…” Ma perché tutte le quattordicenni devono mettersi a fare domande su domande? Non possono semplicemente annuire e basta?

 

“Ma se Willow è gay!” Lo sguardo sulla faccia di Willow era un misto di sorpresa e di consapevolezza che c’era qualcosa sotto…

 

“Si, ma questo lui non lo sa...e…c’è Xander!” disse, con un po’ troppo entusiasmo.

 

Buffy mise le mani sulle spalle della sorella e la spinse fuori, dove Xander le stava aspettando.

 

“Dawnster! In macchina, la scuola ci aspetta!”

 

“Uff”

 

Mentre la ragazzina entrava nell’auto, Xander si avvicinò alla Cacciatrice.

 

“Scusa il ritardo, ma Anya-”

 

Buffy lo interruppe. “Non voglio sapere che stavi facendo con Anya, ti prego! Piuttosto, dopo potremmo incontrarci al Magic Shop? Dobbiamo assolutamente discutere su una cosa importante. Ho trovato un neonato fuori casa e-”

 

“UN NEONA-” stavolta fu il turno di Xander interromperla, ma il tono piuttosto alto della voce portò Buffy a mettere immediatamente una mano sulla bocca del ragazzo, per impedire di proseguire la frase.

 

“Xander, se Dawn sente UNA parola su Connor, credi che vorrà andare a scuola oggi? Ti spiego tutto oggi pomeriggio…” Guardò l’orologio, poi sospirò. “Ecco, ha fatto tardi di nuovo…”

 

Xander annuì, ma prima di entrare anche lui in macchina con Dawn, doveva dire che ne pensava alla Cacciatrice. “ Dai, comunque Dawn è grande, avrebbe capito… non dirò una parola, stà tranquilla…”

 

Buffy lo salutò e guardò la macchina allontanarsi, e poi rientrò in casa. Avrebbe chiamato il Doublemeat Palace e si sarebbe fatta dare una giornata libera. C’era un problema in corso. Un enorme problema. Un problema…grande quanto un bambino.

 

 

           

Parte 3

 

Los Angeles, Hotel Hiperion.

 

“Dimmi cosa hai fatto a mio figlio!”

 

Angel era arrabbiato. Anzi, no. Era furioso. Se fosse stato umano, avrebbe di sicuro avuto un infarto quando non aveva visto Connor nella sua culla. Quando poi aveva visto rientrare Wesley in casa e balbettare qualcosa sul fatto che aveva dovuto portare via Connor, non ci aveva visto più. Dov’era il suo piccolo?

 

Il vampiro strinse le mani intorno al collo dell’ex Osservatore e lo spinse contro il muro. Le mani dell’uomo cercavano in tutti i modi di liberarsi, ma nulla potevano contro la forza di Angel.

 

“An…gel…la…scia…mi…spie-”

 

“Non.C’è.Niente.Da.Spiegare.Dimmi.Dove.E’.Connor.”, sibilò il vampiro, stringendo ancora di più la presa. Se prima Wesley poteva spiccicare qualche parola, ora era cianotico.

 

“Ehi ragazzi ma cos’è questo-OOOH! Angel, ma che diavolo?!? GUNN!”

 

Cordelia e Gunn avevano deciso di andare prima all’Hiperion per catalogare alcuni files arretrati nei loro computer. Mentre il ragazzo era rimasto a fissare la camera dove dormiva Fred, Cordy era andata direttamente negli uffici. A quanto pare aveva avuto una buona idea, perché qualche altro secondo e Wesley sarebbe passato a miglior vita.

 

“Angel, lascialo!”

 

Il vampiro sembrò non ascoltare la donna e continuava a stringere la presa sull’uomo.

 

“D’accordo, se lo vuoi…” Corse nella scrivania e prese una bella croce d’argento, e gliela mise addosso, sulla scapola. Il vampiro si ritrasse immediatamente, urlando dal dolore, e Wesley fece un tonfo a terra, le mani che si massaggiavano il collo ferito.

 

In quel momento, entrò Gunn , seguito dopo un po’ da Fred. Gli occhi spalancati, la mascella tesa, si chiedeva che diavolo stesse succedendo nella stanza.

 

Fortuna che la scrivania di Cordy era una reliquiario vivente. Ogni cassetto conteneva delle croci, paletti, acqua santa. ‘Giusto per ogni evenienza’, diceva la mezzo-demone. Diceva bene, a quanto pare. Gunn prese una croce, e come Cordelia, la tenne ben alzata contro il vampiro, che sembrava furioso. Fred corse a controllare che Wes stesse bene.

 

“ Si può sapere che diavolo ti è preso, Angel?” Il tono della ragazza era pieno di veleno. Amava Angel come un fratello, e forse anche di più…ma perché l’aveva beccato quasi sul punto di uccidere Wesley?

 

“ Ha preso il mio bambino!” Urlò il vampiro, tentando di fare un passo per riafferrare Wesley. Mossa fallita in partenza, visto che sia Gunn che Cordelia si spostarono davanti all’ex Osservatore.

 

Cordy abbassò di poco la croce, e si girò per guardare Wesley. Il suo sguardo si diresse nuovamente verso Angel, prima di raggiungere a grandi passi la nursery. La stanza era decorata con tanti piccoli angioletti, sorridenti e beati, e ogni cosa nella stanza era azzurra. La carta da parato, la culla, il cuscino. Le tutine del piccolo.

 

La ragazza guardò nella culla, ma era vuota. Mancava anche l’orsacchiotto con cui Connor dormiva, e il biberon che si trovava sempre sul comodino vicino alla culla.

 

Corse nella camera di Angel, sperando che il bimbo si trovasse in camera del padre, ma…vuota anche quella. Tornando nell’ufficio, lanciò uno sguardo sconsolato a Gunn.

 

“Non c’è.”

 

Fissò gli occhi di Angel e vide il dolore più profondo nei suoi occhi. Perfino quando aveva lasciato Buffy, perfino quando aveva saputo che la donna che amava era morta, non aveva avuto quello sguardo.

 

Occhi freddi e gelidi si rivolsero verso l’uomo che fino a pochi minuti prima aveva seriamente rischiato la vita.

 

“E’ vero? L’hai preso tu? Perché?”

 

La risposta venne a fatica, dopo qualche secondo.

 

“Si. Ma posso spieg-”

 

“Spiegare un corno! Dimmi dove hai portato Connor o finisco quello che stavo completando un minuto fa!” gli urlò contro Angel.

 

“Io…” Wesley abbassò lo sguardo. “Non posso. C’è una spiegazione a tutto questo, ma non posso.”

 

“Io ti ammazzo.” Stavolta il tono era più calmo. Era…mortale.

 

Cordelia decise di mettere fino a quella lite.

 

“Ok. Time out. Gunn, porta Angel in camera sua. E restaci. E tu,” disse, prendendo sotto braccio Wesley, facendosi autare da Fred, che era rimasta zitta fino a quel momento, “vieni con me. E guai se non hai una spiegazione coerente per quello che hai fatto.”

 

Detto questo, chiuse la porta dietro di lei.

 

 

Parte 4

 

“Il padre ucciderà il figlio?!?”

 

Wesley guardava le ragazze cercando da loro un segno di solidarietà. Ma fin’ora nei suoi occhi aveva trovato solo incredulità.

 

“Si.”

 

“Il padre ucciderà il figlio…” ripetè ancora Cordelia. Non poteva crederci. Non Angel. Non lui.

 

“Si.”

 

La bruna lanciò uno sguardo divertito all’uomo.

 

“L’ultima mia frase era una simil-affermazione, non dovevi dargli risposta…”

 

“S-scusate…ma siamo sicuri? Voglio dire, Wesley, sicuro che non ci siano errori di traduzioni?” La voce timida di Fred si fece avanti.

 

“ Fred cara, ho fatto tanti di quei controlli che a questo punto potrei svolgere una tesi anche solo sull’inchiostro utilizzato nel libro. La traduzione esatta è ‘il padre ucciderà il figlio.’ E sul libro viene descritto il padre come ‘il guerriero’. Angel è il guerriero della luce, più chiaro di così, si muore. Anzi, più chiaro di così muore Connor.”

 

“ Wes, ma perché non ce l’hai detto subito? Ora dov’è Conny?”

 

“ Non lo so perché non ve l’ho detto! Io…ho agito di istinto.” Cosa alquanto strana per un uomo che poteva dire di essere stato un Osservatore.

 

Cordelia era in piedi. Wesley, seduto su una sedia, la vedeva andare avanti e indietro senza sosta. Quando la ragazza si fermò e prese la mano di lui fra le sue, sobbalzò.

 

“Dove è Connor?” Più che una domanda, era una supplica.

 

Wesley abbassò lo sguardo. “Buffy.”

 

“COSA?” L’ex cheerleader era a dir poco sconvolta. Ora aveva le prove che Wesley era impazzito. Ma si era forse dimenticato che Buffy era l’ex fidanzata ‘ossessiva e gelosa’ di Angel? Avrebbe fatto a pezzi Connor, come minimo. Ma perché non aveva azionato il cervello, prima di agire?

 

“ La Cacciatrice?” chiese Fred.

 

“Si, la Cacciatrice. Nonché ex di Angel. Metti insieme le due cose…e come risultato avrai il nostro Connor morto. Andiamolo a prendere.” Cordelia si avviò verso la porta, ma fu fermata da Wesley, che le prese il braccio.

 

“No. Il piccolo è al sicuro lì.”

 

Cordelia diede uno strattone prima di rispondere con molta rabbia all’uomo.

 

“Ma ti ha dato di volta il cervello? Vai ad affidare il bimbo di Angel a Buffy? Hai già dimenticato il famoso ‘Angel e Buffy show?’ E poi, che ne sa Buffy di bambini?”

 

“ Anche Angel non sapeva niente di bambini.”

 

“Si, ma…” la ragazza dovette fermarsi per emettere un gemito di frustrazione. “ Angel E’ il padre. E’ diverso. Non ci posso credere Wes, ma che avevi in testa quando l’hai portato a Sunnyhell? Lo yogurt? Dimmi che la Cacciatrice non ha reagito troppo male, ti prego? Quando ha saputo di Connor stava avendo un attacco epilettico, e ha saputo solo mezza notizia. Pensa, non ho avuto neanche il tempo di dirle il nome di Connor!”

 

“ E chi ti ha detto che io gliel’ho detto?”

 

“Cosa?”, disse Cordelia, a bassa voce. Ma perché queste situazioni devono essere contorte in

questa maniera?

 

“ Non ho detto a Buffy che Connor era il figlio di Angel. In effetti, non le ho proprio detto niente. Ho lasciato il piccolo davanti casa con una nota. Connor ha bisogno di protezione, lei gliela darà. Niente assistenti sociali, niente polizia, niente omicidi.”

 

“Ma-“

 

“Insomma, cosa dovevamo fare?” la interruppe Wesley. “ E’ l’unica persona abbastanza forte per proteggerlo. E fin quando non scopriremo per bene che cosa vuol dire la traduzione…questa sarà la soluzione. Non vi pare?”

 

Cordelia guardò Fred, che accennò, prima di sedersi anche lei con la sua amica e rispondere.

 

“Suppongo di si. Ma…Angel?”

 

Questa volta intervenne Fred. “ F-forse dovresti parlargli tu, e fargli capire la situazione. N-no?”

 

La ragazza accennò un breve sorriso, poi si alzò. “ Vado da Charles.”

 

“ Vengo con te.”

 

Prima che potesse andare via, l’uomo la chiamò.

 

“Cordelia?”

 

“Cosa c’è?”

 

“ Ometti la parte di Buffy con Angel. Se Angel, o Angelus, sapesse…nessuno sarebbe più al sicuro.”

 

“ Puoi starne certo, piccolo uomo.” Sentenziò la ragazza. “Puoi starne certo…”

 

 

           

Parte 5

 

Sunnydale, Magic Shop.

 

“…e questa è la storia.”

 

“ Non è giusto!” La voce di Anya, in piedi accanto alla cassa, fece girare tutti verso di lei. Buffy, con il bimbo in braccio, Willow, Xander, Dawn, anche Tara e Spike. Attirata l’attenzione, l’ex demone continuò.

 

“ Sono io quella che sta per sposarsi, dovrei essere io quella ad avere un bambino prima! E’ ingiusto.”

 

L’egocentrismo di Anya superava tutti i limiti. Almeno, la Cacciatrice la pensava così.

 

Xander toccò leggermente il braccio di Anya.

 

“Ahn, ma che dici? Quello non è il bambino di Buffy, e non rimarrà a lungo,” alzò lo sguardo verso Buffy, “giusto?”

 

La Cacciatrice alzò le spalle.

 

“ Xan, non lo so. Credo che questa situazione durerà qualche giorno, o forse qualche settimana. Piuttosto-”

 

Buffy fu interrotta da Connor, che cominciò a piangere, apparentemente senza ragione. Lei aggrottò le sopracciglia, e fece segno a Willow di venire da lei. Era l’unica che aveva passato più tempo col piccolo, forse avrebbe potuto capire qualcosa.

 

“Shh, piccolo…” e cominciò a cullarlo, sperando di vederlo addormentare. Qualcosa del genere era già successo qualche ora prima , e per Buffy era bastato cullare Connor pochi minuti, perché si era subito addormentato. Il bambino non assomigliava per niente a Dawn e a Buffy, per fortuna. La madre di Buffy aveva sempre detto che le due nei primi mesi di vita non facevano altro che piangere , e piangere, e piangere…

 

Spike sogghignò. “Si è già calata nella parte…terribile, alle donne basta far vedere un pannolino sporco per farle diventare delle mamme…tutto dannatamente calcolato.”

 

“Spike, zittisci.” L’ammonimento di Buffy venne spontaneo, mentre dava il bambino in braccio a Willow. La rossa cominciò a scrutarlo. Era uno strano pianto…

 

Alla scena si avvicinò anche Tara. Fino a quel momento aveva di proposito tenuto le distanza da Willow e si era isolata. Benchè amasse la rossa più di sé stessa, non aveva ancora completamente fiducia in lei. L’unica ragione per cui era venuta era che era stata Buffy a chiederle di venire, anche se non capiva ancora bene perché. Vedendo piangere il bimbo, la strega bionda parlò.

 

“ Quando ha preso l’ultimo biberon?”

 

Sia Willow che Buffy si scambiarono degli sguardi colpevoli. Il bambino aveva mangiato l’ultima volta poco dopo mezzogiorno, e ora erano le sette. Forse la ragione del pianto di prima era la stessa di quella di adesso, ma probabilmente il piccolo doveva essere stanco e si era rimesso a dormire…forse era stanco per il viaggio. In fondo, nessuno sapeva da dove veniva Connor. Poteva venire tanto dalla casa di fronte che dall’altro capo del mondo, per quello che ne sapevano.

 

“A mezzogiorno, più o meno…”

 

Tara guardò con compassione il bambino. “Ha saltato un pasto! I-i bambini così piccoli mang-mangiano ogni 3-4 ore. E’ strano che non abbia pianto fin’ora…”

 

“Mia Dea…”

 

Se possibile, Spike a quel punto cominciò a ridere più forte. “ Si è pure calata male, nella parte…”

 

Buffy gli lanciò uno sguardo di ghiaccio. “ Ti ho detto di zittire!” Poi, giratasi verso Willow, le disse: “Hai portato il biberon?”

 

“E’ assieme a tutti quegli oggettini che c’erano quando abbiamo trovato Connor… ma ho dimenticato il latte…non sapevo…”

 

Anya alzò la mano, tutta eccitata. “Ce l’ho io!”

 

Tutti si girarono nuovamente verso di lei. Xander le lanciò un’occhiata stralunata. Anya gli diede una botta sul petto.

 

“Oh, non fare quella faccia! E’ nel frigorifero nel retro, il latte fornisce calcio, a tutti, e serve a tanto! L’ho imparato su un sito.”

 

“Oh, bene…”

 

“Vado a prenderlo io…”, disse Dawn.

 

“Ti aiuto. Credo che si debba anche riscaldare, il latte. Andiamo nel retro…”

 

Tara accompagnò Dawn nel retro e dopo pochi minuti tornarono con un bel biberon, pieno di latte caldo. Quella era la prima volta che Dawn aveva proferito parola. La ragazzina non aveva parlato da quando era arrivata al Magic Shop. Ed era rimasta in silenzio quando aveva saputo di Connor. Sembrava piuttosto…seccata? Arrabbiata? Annoiata? Buffy non riusciva a capirlo. Ma i suoi pensieri si annullarono quando vide arrivare Dawn con il biberon in mano.

 

Mentre Willow dava il latte al bambino, Buffy osservava in silenzio religioso. Dopo qualche secondo, la Cacciatrice cominciò a parlare, senza staccare lo sguardo dal neonato affamato.

 

“ Tara, ascolta, credi che in questo caso sia adatto un…”

 

I suoi occhi si spostarono verso la strega bionda.

 

“…incantesimo di protezione? Giusto per essere più sicuri…”

 

A quelle parole Willow cominciò ad irrigidirsi. Anche se sembrava essersi ripresa dall’abuso di magia, ogni volta che ne sentiva parlare, cominciava a comportarsi in modo strano. Non voleva darlo a vedere, ma ci soffriva. Era comprensibile.

 

Ognuno nella stanza aveva osservato il cambiamento di Willow, e rimaneva in silenzio. Questo non fece altro che mettere più in imbarazzo Willow, e Buffy, che aveva iniziato l’argomento. La ragazza si avvicinò all’amica. Anche Tara fece dei passi in avanti. Il suo sguardo era di una persona seriamente preoccupata per la persona che amava.

 

“ Will, vuoi che non ne parli davanti a te?” disse Buffy, tentando di far star meglio l’amica.

 

La rossa non distolse gli occhi da Connor, ma rispose a Buffy.

 

“ Oh, no, Buffy.” Le rispose, accennando un piccolo sorriso. “ E’ un problema mio, non preoccuparti. Continua pure.” La sua voce era incerta.

 

Buffy sospirò.

 

“D’accordo…”

 

Si girò verso Tara, stando sempre attenta ai movimenti di Willow.

 

“Tara, allora?”

 

La strega le rispose immediatamente.

 

“Credo che si possa fare. Non è un qualcosa di difficile, quindi…”

 

Le labbra di Buffy si curvarono in un sorriso di sollievo.

 

“ Bene. Perché con il matrimonio,” spiegò, indicando Xander e Anya, che sorrisero, “ma soprattutto con gli invitati di Anya, non sarebbe molto al sicuro.”

 

L’ex demone lanciò un’occhiataccia a Buffy, e cominciò a borbottare frasi incoerenti. Xander alzò gli occhi al cielo, e si allontanò dalla sua fidanzata, per dirigersi verso la Cacciatrice.

 

“Buff, ma non ti preoccupa minimamente di chi può essere il bambino? E se è pericoloso?”

 

Ognuno nella stanza guardò Xander. In effetti nessuno aveva pensato alla remota possibilità che Connor in realtà fosse una piccola recluta delle forze del male. Willow aggrottò le sopracciglia, poi guardò negli occhi il piccolo Connor. Come poteva esserci del male in lui se aveva degli occhi così dolci? Gli occhi sono lo specchio dell’anima. E l’anima di quel bambino era pura.

 

“ Io…non credo che sia cattivo, o pericoloso, Xander. In ogni caso, faremo delle ricerche. E per favore, Xander,” rispose Buffy, il tono nella sua voce esasperato, “ non fare domande a cui non sappiamo rispondere ancora!”

 

La rossa si avvicinò al ragazzo, in bambino ancora nelle sue braccia.

 

“Xander?” disse, per catturare la sua attenzione.

 

“ Forse mi sbaglio, ma…guardagli gli occhi. Voglio dire, guardagli dentro. Secondo te, Xander, è cattivo?”

 

Xander non guardò il bambino, ma bensì il suo sguardo cadde al pavimento. Aveva capito l’antifona. Forse, non tutto quello che avveniva a Sunnydale era malvagio.

 

“ Oh, per favore!” sbottò d’improvviso Spike. “ Perché diavolo mi avete fatto venire? Per vedere questa dannata scenetta da quattro soldi? Cacciatrice, se mi vuoi, sai dove trovarmi.” Detto questo, afferrò la sua giacca e si avviò verso l’uscita.

 

La Cacciatrice sbuffò e alzò gli occhi al cielo. Ecco, se qualcuno l’avesse ascoltata, ora le cose sarebbero più tranquille. Avrebbe dato ad ognuno i propri compiti e avrebbe risolto tutto. E invece, bisognava sempre interrompere con delle domande. Andava così bene a dividere i compiti…ma le domande, ah, le domande. Quelle la facevano andare in bestia. Lei non era il Sig.Giles, purtroppo. Il Sig.Giles viveva per dare le risposte alle domande degli altri. Lei no. Lei imparava, e agiva. Punto.

 

Corse verso l’uscita, lasciando i ragazzi dentro il Magic Box. Spike non era scappato via, era solo a pochi passi da lei.

 

“Spike.” La voce di lei calma, e piatta.

 

Il vampiro si fermò immediatamente, e si girò.

 

“ Dimenticato qualcosa?” Il suo sorriso strafottente sempre sulle labbra.

 

“ Ho bisogno che tu mi faccia un favore.”

 

Lui si avvicinò di più a lei.

 

“ Qualsiasi cosa, tesoro.”

 

La Cacciatrice sospirò. “ Và da Willie’s. Interroga i tuoi amici demoni. Cerca qualsiasi informazione che riguardi Connor.”

 

“Consideralo fatto, ok?” Cominciò ad allontanarsi per andare via.

 

“Spike?” lei lo chiamò.

 

Ancora una volta Spike si fermò, senza girarsi, stavolta.

 

“Grazie.”

 

La Cacciatrice non poté vederlo, ma sul volto del vampiro comparve un sorriso. Dopo quello che avevano passato, dopo quei momenti di pazzia, erano riusciti a diventare un qualcosa di simile a degli amici. Era stato stupido pretendere amore dalla Cacciatrice. Il suo cuore apparteneva ad un altro. Beh, si sarebbe accontentato di quello che le avrebbe offerto.

 

“E’ un piacere lavorare con te.”

 

E a quel punto, il suo spolverino ricominciò ad agitarsi nella notte.

Parte 6

 

Buffy rientrò nel Magic Box. Xander ed Anya stavano chiudendo il negozio. Il ragazzo aveva già indosso la giacca. Willow non aveva più in braccio Connor, che stava dormendo tranquillo nel suo porte-enfant. Tara guardava intensamente la sua amica rossa e Dawn…beh, Dawn era seduta accanto al tavolo, sempre imbronciata. La sorella maggiore si avvicinò a quella più piccola, e le toccò il braccio.

 

“ Dawn, che cosa c’è?”

 

La piccola non incontrò lo sguardo della sorella, ma fissava il bambino.

 

“ Perché stamattina me l’hai tenuto nascosto?”

 

Buffy guardò Dawn in modo confuso.

 

“ Connor.” Spiegò.

 

“ Dawn, non volevo che ti preoccupassi, ora lo sai ed è tutto a posto, d’accordo? Ora smettila di tenere il muso e andiamo a casa.” Il suo tono non era dei più gentili.

 

“ Ma…io ti avrei aiutato! Sarei rimasta a casa e ti avrei aiutato! Voglio dare una mano! Mi sento inutile così! Mi tratti sempre come una bambina.”

 

“ L’unico modo in cui potevi aiutarmi stamattina era quello di andare a scuola. Dawnie, capisci che se perdi altri giorni di scuola gli assistenti sociali…lo sai.” Odiava parlare di queste cose davanti ai suoi amici. Era imbarazzante.

 

Dawn si alzò e si avvicinò alla sorella.

 

“ Scusa. ”. Immediatamente dopo cambiò subito argomento. Aveva capito perfettamente, e si malediva per non averlo fatto prima. “ Che…che mangiamo stasera?”

 

“Oh, beh…” si intromise Willow. “ Oggi proviamo la ricetta preferita da Xander nel periodo dell’adolescenza, il ‘Colpo di telefono al ristorante cinese’! Ti piacerà, vedrai…”

 

La rossa prese Dawn sottobraccio e la portò fuori dal Magic Box, non prima aver salutato Xander, Anya, e soprattutto Tara. Lentamente era riuscita a riguadagnare la fiducia di Dawn, ed era un’ottima sostituta di Tara, che agli occhi della piccola Summers rimaneva sempre la migliore.

 

A Buffy scappò un mezzo sorriso e andò a prendere Connor. E prima di andarsene, si avvicinò a Xander e gli disse:

 

“Che ti avevo detto?”, strizzandogli l’occhio. L’amico accusò il colpo, e non disse niente.

 

Poi, Buffy decise anche lei di dirigersi verso casa Summers.

 

Parte 7

 

Los Angeles

 

“ Stai bene?”, la voce dolce di Cordelia chiese al vampiro. Erano entrambi sul letto, stesi, i loro sguardi fissi sul soffitto. La ragazza aveva appena reso partecipe Angel del significato della profezia. Lui non l’aveva presa bene.

 

“ Una bellezza.”

 

“ Sul serio, Angel. Come ti senti?”

 

“ Come se avessero preso mio figlio e mi avessero detto di una profezia che mi accusa di essere l’assassino del mio bambino. Ecco come mi sento.”

 

Cordelia si mise in una posizione seduta. Le gambe incrociate, le proprie mani sulle proprie ginocchia, non sapeva proprio che cos’altro dirgli. La precedente rabbia del vampiro era stata sostituita dallo sconforto, e, nonostante le parole di conforto della ragazza, non accennava ad andarsene.

 

Il vampiro non si mosse dalla sua posizione. Non ne aveva la forza.

 

“ Mi dispiace…”

 

Lui la guardò per un attimo, poi ritornò a fissare, inesorabile, il soffitto.

 

“ Lo so che ti dispiace. Dispiace anche a me.” Ironia nella sua voce.

 

“ Tu capisci che Wesley l’ha preso per il suo bene, vero?”

 

Il vampiro si sedette anche lui, ma diede le spalle a Cordelia.

 

“ Capire non è sinonimo di approvare, Cordy… questo vuol dire che non posso garantire di contenere i miei istinti omicidi se dovessi incontrare da qualche parte Wes. Non ora. Non adesso.”

 

La ragazza si allungò verso il vampiro, e poggiò con prudenza il mento sulla spalla di lui. Non sapeva come avrebbe reagito. Quando vide che lui non aveva fatto nessun gesto per allontanarla, si lasciò andare, e col braccio cinse la vita del vampiro. Non c’era alcuna romanticheria in quel gesto; il suo era un comportamento che molti avrebbero definito ‘materno’.

 

“ Angel, sarà per poche settimane. Giusto per controllare per bene quella dannata profezia. Poi riavremo…riavrai Connor indietro. Ma per adesso… non fare il broody boy, ti prego! E’ così datato…”

 

Angel non potè fermarsi dal sorridere leggermente. Cordelia ce la stava mettendo tutta per farlo stare un po’ meglio. I due si rimisero nella posizione di qualche minuto prima, a guardare il soffitto.

 

“ Mi manca tenerlo in braccio…”

 

La ragazza stavolta non disse niente, ma si limitò ad ascoltare cosa avesse da dire.

 

“ Quando volevo stare un po’ di tempo solo con lui, lo prendevo e mi mettevo su quella sedia,” disse, indicando la sedia di vimini che si trovava nell’angolo della stanza, “ oppure mi mettevo sul letto e lo poggiavo vicino a me. Lo guardavo, e…mi entusiasmava. Potevo osservarlo per ore.”

 

Come se Cordelia non lo avesse saputo…

 

“ E’ incredibile di come un essere così piccolo sia capace di provocare tanta gioia. Se… fosse per me, terrei Connor tra le mie braccia ventiquattro ore al giorno. Ma…sarebbe egoista, lo so. E poi…” Il vampiro si fermò, per poi riprendere il discorso guardando Cordelia. “ Sto stra-parlando?”

 

La mezzo-demone gli sorrise. Gli si accoccolò contro, e solo allora gli rispose.

 

“ Credo che dovresti rifarmi la stessa domanda tra qualche anno, quando saprà parlare e camminare… ne riparliamo allora, ti va bene?” Fece una piccola pausa prima di ricominciare a parlare. “ Connor starà via solo pochissime settimane…o pochi giorni……quando lo rincontrerai non spunterà fuori da una dimensione parallela e avrà sedici anni, sarà sempre lo stesso Connor…un pò più grande, forse, ma sempre lui…non pensiamoci ora, vuoi…?”

 

E pochi minuti dopo, i due si abbandonarono nelle braccia di Morfeo.

Continua…..