Per un puro caso fortuito - e spesso é in questo modo che
nella vita accadono molte cose - sono incappata nello stralcio di un libro che
avevo ricopiato su di una vecchia agenda, tempo fa. Il libro era
"Demian", di Hermann Hesse.
Il pezzo che mi aveva colpita così tanto da ricopiarlo é
il seguente:
E mi
parlò di un giovane che era innamorato di una stella. Stava in riva al mare,
tendeva le braccia e adorava la stella, la sognava e le rivolgeva i suoi
pensieri. Ma sapeva o credeva di sapere che le stelle non possono essere
abbracciate dall'uomo. Credeva che fosse il suo destino quello di amare senza
speranza un astro, e su questo pensiero costruì tutto un poema di rinunce e di mute
sofferenze che dovevano purificarlo e renderlo migliore. Tutti i suoi sogni
però erano rivolti alla stella.
Una
volta, trovandosi di nuovo su un alto scoglio in riva al mare notturno, stava a
guardare la stella ardendo d'amore. E nel momento di maggiore desiderio fece un
balzo nel vuoto e si lanciò verso la stella. Ma nel momento stesso del balzo un
pensiero gli attraversò la mente: no, é impossibile!
Così
cadde sulla spiaggia e rimase sfracellato. Non sapeva amare.
Se nel
momento del balzo avesse avuto l'energia di credere fermamente, sarebbe volato
in alto a congiungersi con la sua stella.
L'amore
non deve implorare e nemmeno pretendere, l'amore deve avere la forza di
diventare certezza dentro di sé. Allora non é più trascinato, ma trascina.
Queste parole mi hanno fatto tornare alla mente una delle
più belle storie d'amore che ho letto negli ultimi tempi. Vale a dire
"Brivido caldo" della mia amica e "socia di scrittura"
Rogiari. E non lo penso perché lei é appunto mia amica. La storia d'amore che
ha raccontato - mi riferisco naturalmente a quella principale, tra i due
protagonisti, Liam e Spike - mi é piaciuta in sé. Mi ha coinvolta fin dalla
prima riga.
E davanti a questa, se vogliamo chiamarla così, parabola
del grande Hermann Hesse, ritengo ora di comprendere meglio i motivi della mia
profonda fascinazione.
"Brivido caldo" intreccia varie relazioni
sentimentali e ammetto con serenità che quelle di contorno - Rogiari lo sa, non
le ho mai mentito in proposito - mi hanno interessata relativamente.
Ho apprezzato Connor e Dawn, ma forse sono ormai troppo
"avanti con gli anni", se mi passate il termine, per appassionarmi
anima e cuore ad un amore tra giovanissimi (seppure qui si dimostrino spesso
più maturi degli adulti che hanno intorno).
Ho trovato quello tra Wesley e Fred un perfetto esempio
di amore- giocattolo, tra due persone ingenue per cause diverse.
Ho detestato l'incontro tra Cordelia e Gunn. Perché
detestavo Gunn, si capisce. E perché pare - il condizionale é d'obbligo - che
Cordelia mi assomigliasse un po'. Ed, ehy, io non mi farei mai infinocchiare da
un insensibile borioso come quel sindaco dei miei stivali.
Ok. Sto uscendo dal seminato, lo ammetto.
Tutto questo preambolo mi serve comunque per arrivare al
nocciolo della questione. Ovvero che tutte queste storie mi sembravano lì per
esaltare, nelle loro mancanze ed imperfezioni, quella vera, il piatto forte. Al centro. Sul gradino più alto.
Liam e Spike.
Ho creduto in loro, nel loro sentimento, da subito.
E' stato un coup de
foudre.
Qualcuno potrebbe mugugnare "ovvio, tu ADORI
letteralmente questi due personaggi, ti piacerebbero anche se vestissero i
panni di due contadini bulgari (senza voler offendere la Bulgaria in alcun
modo)".
Probabile.
Ma no. Non é così.
"Brivido caldo" ha avuto immediatamente per me
una qualità superiore. Come la grana di certa carta pregiata e la consistenza
dei tessuti preziosi. E il perché sta tutto proprio nella morale della piccola
fiaba del ragazzo innamorato della stella.
Perché l'amore tra Liam e Spike non ha implorato, né
preteso.
Perché ha avuto la forza di diventare certezza dentro di
sé.
Perché non é stato trascinato, ma ha trascinato.
La scintilla tra i due scocca a Madeira. E il dubbio, la
sorpresa, gli ostacoli e i fardelli della vita, frenano Liam e Spike dal
coltivarla. Mi é parso giusto e realistico.
Sarebbe stato francamente eccessivo vedere due persone
che stravolgevano le loro vite dopo una vacanza. Chiunque, specialmente
prossimo ai quaranta, con una famiglia, con delle responsabilità, avrebbe un
minimo di remore di fronte ad un sentimento improvviso ed inaspettato scoppiato
per uno sconosciuto in un'isola afrodisiaca,
dall'altro lato dell'oceano...
Liam e Spike percepiscono, nel profondo,di avere per le
mani un amore vero e concreto, ma come farebbe la maggior parte di noi,
preferiscono rientrare nei ranghi e credere, come il ragazzo di Hesse, di
essere destinati alla rinuncia. Però - e qui sta uno dei punti di forza della
storia - non implorano, non pretendono.
Non trascinano le loro emozioni in una passioncella
fittizia o nella soddisfazione momentanea del sesso.
Optano per un addio, per salvaguardare ciò che avrebbe
potuto essere.
Non restano in contemplazione di un sogno impossibile.
Bravi, dico io.
Nella vita bisogna saper scegliere. O dentro o fuori.
E non potendo per mille motivi stare dentro questo amore, scelgono di starne fuori. Di andare ognuno per
la loro strada.
E forse questo non é piaciuto solo a me. Ma anche al
Destino. Quello con la "d" maiuscola.
Che ha cospirato per farli ricongiungere sorprendemente.
Ed ecco come e dove la storia mi ha definitivamente
conquistata.
In quel loro primo dialogo newyorkese, nei bagni delle
WWP Industries.
L'amore deve avere la forza di diventare certezza dentro
di sè, dice Hesse. Ed é là, in quei bagni, che diviene certezza per Liam e
Spike. Ben prima della serata al Da Hole, ben prima della loro notte di
passione e della decisione consapevole di ricominciare da capo vivendo insieme.
Prima di tutto questo, c'é quello scambio di sorrisi e
sguardi in quei bagni. Quelle poche, emozionate, scarne frasi che nascondono
proprio questo: la certezza.
Liam e Spike si scelgono l'un l'altro, davvero, in quel
momento. In loro matura, subliminale eppure solida, la certezza di volersi.
E da quell'istante niente può più fermarli.
Rogiari avrebbe anche potuto indugiare in molti più
ostacoli da frapporre fra loro e la felicità, ma il risultato sarebbe sempre
stato lo stesso: l'happy end.
Perché due che si vogliono con questa cristallina
certezza, riusciranno a stare insieme.
E' matematico.
Se ci credi, fermamente, puoi gettarti ed arrivare ad
abbracciare la tua stella.
Utopistico?
Fiabesco?
Già. Può darsi che la vita conceda a pochi di abbracciare
le stelle, ma confido che questi pochi da qualche parte esistano.
E poi forse gli scrittori sono un po' come i campioni di
AtS, che non lottano per come il mondo é, ma per ricordare e mostrare come il
mondo potrebbe essere.
Noterete, per concludere, che non mi sono soffermata su
due temi che hanno parecchio animato le discussioni e i commenti su
"Brivido Caldo": il fatto che Liam e Spike siano due uomini e il
ruolo controverso di Buffy.
Nel primo caso...non me ne importa niente.
Per me, in questa storia, loro sono gli amanti. Il loro sesso é un dettaglio.
In quanto a Buffy, trovo che sia una perfetta rotella
dell'ingranaggio e corrisponda anch'essa in pieno ai significati della parabola
di Hesse.
In amore, implora e pretende. Non é una certezza intima,
per lei, casomai é scontato. E lo trascina, per solitudine, anaffettività,
convenienza, senza esserne invece trascinata. Buffy non sa amare.
Liam e Spike lo sanno eccome.
Hanno fatto il balzo credendoci.
Auguro ad ognuno di credere tanto in qualcosa almeno una
volta nella vita.
E ringrazio Rogiari per aver raccontato come gli uomini
possono abbracciare le stelle.