BRIVIDO CALDO
BRIVIDO CALDO (ovvero come gli uomini possono abbracciare le stelle) di Franca B.

2006

 

Per un puro caso fortuito - e spesso é in questo modo che nella vita accadono molte cose - sono incappata nello stralcio di un libro che avevo ricopiato su di una vecchia agenda, tempo fa. Il libro era "Demian", di Hermann Hesse.

Il pezzo che mi aveva colpita così tanto da ricopiarlo é il seguente:

 

E mi parlò di un giovane che era innamorato di una stella. Stava in riva al mare, tendeva le braccia e adorava la stella, la sognava e le rivolgeva i suoi pensieri. Ma sapeva o credeva di sapere che le stelle non possono essere abbracciate dall'uomo. Credeva che fosse il suo destino quello di amare senza speranza un astro, e su questo pensiero costruì tutto un poema di rinunce e di mute sofferenze che dovevano purificarlo e renderlo migliore. Tutti i suoi sogni però erano rivolti alla stella.

Una volta, trovandosi di nuovo su un alto scoglio in riva al mare notturno, stava a guardare la stella ardendo d'amore. E nel momento di maggiore desiderio fece un balzo nel vuoto e si lanciò verso la stella. Ma nel momento stesso del balzo un pensiero gli attraversò la mente: no, é impossibile!

Così cadde sulla spiaggia e rimase sfracellato. Non sapeva amare.

Se nel momento del balzo avesse avuto l'energia di credere fermamente, sarebbe volato in alto a congiungersi con la sua stella.

L'amore non deve implorare e nemmeno pretendere, l'amore deve avere la forza di diventare certezza dentro di sé. Allora non é più trascinato, ma trascina.

 

Queste parole mi hanno fatto tornare alla mente una delle più belle storie d'amore che ho letto negli ultimi tempi. Vale a dire "Brivido caldo" della mia amica e "socia di scrittura" Rogiari. E non lo penso perché lei é appunto mia amica. La storia d'amore che ha raccontato - mi riferisco naturalmente a quella principale, tra i due protagonisti, Liam e Spike - mi é piaciuta in sé. Mi ha coinvolta fin dalla prima riga.

E davanti a questa, se vogliamo chiamarla così, parabola del grande Hermann Hesse, ritengo ora di comprendere meglio i motivi della mia profonda fascinazione.

"Brivido caldo" intreccia varie relazioni sentimentali e ammetto con serenità che quelle di contorno - Rogiari lo sa, non le ho mai mentito in proposito - mi hanno interessata relativamente.

Ho apprezzato Connor e Dawn, ma forse sono ormai troppo "avanti con gli anni", se mi passate il termine, per appassionarmi anima e cuore ad un amore tra giovanissimi (seppure qui si dimostrino spesso più maturi degli adulti che hanno intorno).

Ho trovato quello tra Wesley e Fred un perfetto esempio di amore- giocattolo, tra due persone ingenue per cause diverse.

Ho detestato l'incontro tra Cordelia e Gunn. Perché detestavo Gunn, si capisce. E perché pare - il condizionale é d'obbligo - che Cordelia mi assomigliasse un po'. Ed, ehy, io non mi farei mai infinocchiare da un insensibile borioso come quel sindaco dei miei stivali.

Ok. Sto uscendo dal seminato, lo ammetto.

Tutto questo preambolo mi serve comunque per arrivare al nocciolo della questione. Ovvero che tutte queste storie mi sembravano lì per esaltare, nelle loro mancanze ed imperfezioni, quella vera, il piatto forte. Al centro. Sul gradino più alto.

Liam e Spike.

Ho creduto in loro, nel loro sentimento, da subito.

E' stato un coup de foudre.

Qualcuno potrebbe mugugnare "ovvio, tu ADORI letteralmente questi due personaggi, ti piacerebbero anche se vestissero i panni di due contadini bulgari (senza voler offendere la Bulgaria in alcun modo)".

Probabile.

Ma no. Non é così.

"Brivido caldo" ha avuto immediatamente per me una qualità superiore. Come la grana di certa carta pregiata e la consistenza dei tessuti preziosi. E il perché sta tutto proprio nella morale della piccola fiaba del ragazzo innamorato della stella.

Perché l'amore tra Liam e Spike non ha implorato, né preteso.

Perché ha avuto la forza di diventare certezza dentro di sé.

Perché non é stato trascinato, ma ha trascinato.

La scintilla tra i due scocca a Madeira. E il dubbio, la sorpresa, gli ostacoli e i fardelli della vita, frenano Liam e Spike dal coltivarla. Mi é parso giusto e realistico.

Sarebbe stato francamente eccessivo vedere due persone che stravolgevano le loro vite dopo una vacanza. Chiunque, specialmente prossimo ai quaranta, con una famiglia, con delle responsabilità, avrebbe un minimo di remore di fronte ad un sentimento improvviso ed inaspettato scoppiato per uno sconosciuto in un'isola afrodisiaca, dall'altro lato dell'oceano...

Liam e Spike percepiscono, nel profondo,di avere per le mani un amore vero e concreto, ma come farebbe la maggior parte di noi, preferiscono rientrare nei ranghi e credere, come il ragazzo di Hesse, di essere destinati alla rinuncia. Però - e qui sta uno dei punti di forza della storia - non implorano, non pretendono.

Non trascinano le loro emozioni in una passioncella fittizia o nella soddisfazione momentanea del sesso.

Optano per un addio, per salvaguardare ciò che avrebbe potuto essere.

Non restano in contemplazione di un sogno impossibile.

Bravi, dico io.

Nella vita bisogna saper scegliere. O dentro o fuori.

E non potendo per mille motivi stare dentro questo amore, scelgono di starne fuori. Di andare ognuno per la loro strada.

E forse questo non é piaciuto solo a me. Ma anche al Destino. Quello con la "d" maiuscola.

Che ha cospirato per farli ricongiungere sorprendemente.

Ed ecco come e dove la storia mi ha definitivamente conquistata.

In quel loro primo dialogo newyorkese, nei bagni delle WWP Industries.

L'amore deve avere la forza di diventare certezza dentro di sè, dice Hesse. Ed é là, in quei bagni, che diviene certezza per Liam e Spike. Ben prima della serata al Da Hole, ben prima della loro notte di passione e della decisione consapevole di ricominciare da capo vivendo insieme.

Prima di tutto questo, c'é quello scambio di sorrisi e sguardi in quei bagni. Quelle poche, emozionate, scarne frasi che nascondono proprio questo: la certezza.

Liam e Spike si scelgono l'un l'altro, davvero, in quel momento. In loro matura, subliminale eppure solida, la certezza di volersi.

E da quell'istante niente può più fermarli.

Rogiari avrebbe anche potuto indugiare in molti più ostacoli da frapporre fra loro e la felicità, ma il risultato sarebbe sempre stato lo stesso: l'happy end.

Perché due che si vogliono con questa cristallina certezza, riusciranno a stare insieme.

E' matematico.

Se ci credi, fermamente, puoi gettarti ed arrivare ad abbracciare la tua stella.

Utopistico?  Fiabesco?

Già. Può darsi che la vita conceda a pochi di abbracciare le stelle, ma confido che questi pochi  da qualche parte esistano.

E poi forse gli scrittori sono un po' come i campioni di AtS, che non lottano per come il mondo é, ma per ricordare e mostrare come il mondo potrebbe essere.

Noterete, per concludere, che non mi sono soffermata su due temi che hanno parecchio animato le discussioni e i commenti su "Brivido Caldo": il fatto che Liam e Spike siano due uomini e il ruolo controverso di Buffy.

Nel primo caso...non me ne importa niente.

Per me, in questa storia, loro sono gli amanti. Il loro sesso é un dettaglio.

In quanto a Buffy, trovo che sia una perfetta rotella dell'ingranaggio e corrisponda anch'essa in pieno ai significati della parabola di Hesse.

In amore, implora e pretende. Non é una certezza intima, per lei, casomai é scontato. E lo trascina, per solitudine, anaffettività, convenienza, senza esserne invece trascinata. Buffy non sa amare.

Liam e Spike lo sanno eccome.

Hanno fatto il balzo credendoci.

Auguro ad ognuno di credere tanto in qualcosa almeno una volta nella vita.

E ringrazio Rogiari per aver raccontato come gli uomini possono abbracciare le stelle.